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'ANNO LXXIV
Torr¿ Penice, 13. Agosto 1943
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Riguardate alla roccia onde foste tagliati
(isafa LI: 1)
Birotlere t Prol. QINO COSTAMUi
OonvunScàBti
Poiché in alcune località si sonò fatte
difficoltà al rilosa'h di tessere di libera
ciircolaiaione durante gli allarmi ai Ministri di Culto, oiuenfi cura d’anime informo che il Ministero dell’Intemo (Direzione Oene-vilte dei Sem'zi per la protezione antiaerea) interpellato in proposito, ha così risposto:
« In relazione alVistanza .del Moderatore della Chiesa Valdesej^ rlm^essami il
13 luglio, informo che questo Ministero
fin dal 12 novembre 1942 ha autorizzato i Prefetti a rilascmre le tesser,e dì
libera circolazione durante gli allarmi
aerei, ai Ministri di Culto, aventi cura
d’anime ».
Torre Pellioe, 4 agosto 1943.
per conoscenza: Il Moderatore
Virgilio Sonunani.
♦ ♦ ♦
Il Corpo Pastorale è convoeato in seduta ordinceria presinodale la mattina di
itìereoledì 18 agosto alle ore 9,30.
Ordine del giorno:
1 - Comumcaàoni.
2 - Problemi di vita pastorale.
3 - Nomina delle Coinmisskmi esaminatrici déll’operato della Tavola, del
Consiglio della Facoltà di Teologia e
della ComissUme degli Istituti Ospitalieri Valdesi.
NB. A nonna dei vigenti Regolameni etelegatì: laitd al proadnttr SiaiDdo,"'
muniti di regolare mandato, possono
partecipare alla elezione delle Commissioni d’esame.
Il Moderatore;
Virgilio Sommarli.
Mriizi li Ciltiini miglia
Torre Pellire, 4 agosto 1943.
Anche quest’anno si terrà, D. v., nel
corrente mese di agosto una serie^ di
Conferente di cultvùra réligio^ nella
Siala Sinodale della Casa Valdese in
Torve Pellice. Esse avranno luogo nei
giorni ed ora sotto indicate
Martedì 17 agosto, ore 18: Pastore Luigi Marauda: Il problema del dolore.
Martedì 24 agosto, ore 18: Pastore Gay
Carlo: La prottezia di Cristo nei Salmi.
Martedì 31 agosto, ore 18: Pastore Guglielmo del Pesco: L’argomento verrà annunziato a suo tempo.
Tutti sono oordialmente invitati ad
intervenire a queste Conferenze.
«NOS AVEVA MOLTA TERRAi
Mancanza di terra, mancanza di profondità, manoartza di serietà. E’ l’entusiasmo che si ferma da sé st^o, e cade.
E’ la mia buona volontà che si consuma,
la mia fedeltà che si stanca.
Le mie disposizioni non sono sempre
uguali. Vi sono dei giorni nei quali non
a^lto la Parola, divina. E se mi lascio
vincere da questa svogliataggine, la semenza, la cui pianticella era uscita, si
secca e muore.
Nei giorni lenti e grigi, bisogna che ’1
mio pensiero si diriga verso le ore della
luce. Bisogna che esso evochi i momenti
più vigoirosi che Dio mi accorda nella
sua grazia. Ricordi simili, nei quali posso
immergermi completamente, arricchiscono il presente: sono degli strati di
buona terra cte mi ritornano. Si stendono sulla mia imdigenza attuale, essendo una spiritualità nella quale la parola seminata in me potrà svilupparsi.
Bisogna pensare ^ molto a Dio, anche
quando non sento la sua presènza, anzi,
sopratutto allora. E seaiza che me ne accorgia, la semenza porterà il suo frutto.
(C. Cellérier trad. O. Oemi).
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AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE : *
Vr... Via Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PELLICE
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In occasione ilLlà agosto
LA MONTAGNASeL VILLAR
La tradizionale adunata valdese del
15 agosto, per la Valle del Pellice, ch’era stata convocata al Bessè, sulla Monta.,
gna di Villar Pélice, non avrà luogo quest'anno, a causa delle note circostanze
attuali. A celebrare però degnamente la
popolare ricorrenza, la Società di Studi
Valdesi ci hivita a ritornare col pensiero
al nostro gràndp passato,- meditando sui
rico''di pfjù impressivi dei luoghi stessi
che in tale oceasiane avremmo visitati.
I LUOGHI.
La Montagna del Villar, a chi la guardi dall’opposto versante dell’Inverso, si
presenta come un grande triangolo, conile la faccia d’un’immensa piramide, il
cui vertice è segnato dalla vetta del
Goxmtin, i lati dai costoni di Pertusel
e del Bessé, la base dal pi^o della valle
verso cui essa si allarga. Il precipitoso
pendio è solcato dall’alto in basso da
tre profondi burroni, da tre solchi nettamente marcati con le linee dei boschi
più folti e più scuri: ad occidente la
Comba, al oentro la Combassa, ad oriente la Gran Comba. La su|>erficie del
terreno, tutta ondeggiante di costoni e
d’awallamenti, è lussureggiante di vegetazione: in aito, sotto l’arida costa
rocciosa diélla vetta, è colma di faggi e
di castagni; qua e là s’aprono campi di
grano o di patate; fra ü verde s’affacciano piccoli villaggi bnmi; più in basso digradano le vigne, sorrette da muilcciuoli a secco, disposte a scala le une
sulle altre in pittoresco disordine. E’
tutta Una bella e fiorente cultura, che dh.
mostra la tenace ed intelligente operosità di quegli alpigiani.
Già il Léger, a metà del secolo XVII,
ne notava la ricchezza della vegetazione
ed il paziente lavoro degli abitanti:
Quelle alture, egli scrive, quoy que fort
rudes, sont abondantes en vin j'usqucs
bien haute où le vin manque, on recueille encore du bled et du, fourrage,
E più oltre descrive la rude fatica del
vignaiuoli con particolari che sembrano d’oggi: fra queU,© ripide rocce, egli
osserva, y bâtissant des petités murailles, comme par degrés, et y transportons
ii'de la terre d’alleurs, ils y ont fait leurs
]^’V^gnes, qu*ils< entretiennent avec lune
La Montagna del Villar,, che sale a
nord dèi borgo, fra le profonde gole del
Ro^pci,rt e di Subènsc, è poco nota allo,
popólazvone valdese. Eppure è veramente notevole per la bellezza della natura
e per i fatti della storia. Mentre invitiamo i nostri cortesi lettori a visitarla, per
ammirarne il magnifico paescoggio, vogliamo rievocare con loro i grandi avve'UimenM che vi si sono svolti, e con cui
il popolo valdese nei seooli passati ha dimostràto la sua illimitata devozione per
la fede evangelica g per la patria, la forza straordinaria dei suoi sentimenti di
solidarietà e d’abnegazione; la sua incrollabile energia di resistenza. In questi
•momehti gravi "per M'hdst'ra amàta Patria, tutti gli élementti spirituali che derivano dalla nostra storia tornano ad essere attuali e necessari per la vita particolare e nazionale: naòrdicumoli dunque
con insistenza, rvtomamo tenacemente
alle grandi tradizioni dei padri, perché
divengano sempr,e: Più l’ispirazione fondamentale del nostro avvenire.
fffte incroyable, estans à tous coups (pour
* ^retenir le peu de terre qu’ils y ont pori^) obligés de redresser ces murailles,
'^ue les pluyes font ébouler, et de rap.^•porter de temps en temps avec de hôtes
\ldù fond de ces vignes jusques au plus
^ Hàut, la terre qui se perd et s’entraîne...
Ï1 lavoro si ripete anche attualmente, di
arino in anno, così.
fi; Tre villaggi vogliamo particolarmen. % visitare, oh,e caratterizzano tutta là
l'regione e che raj^esentano ì tre periopiù drammatici della storia della
; i^Ontagna: la Comba, la Boudeina, il.
;<Bessè.
’. . i.
ClA COMBA.
-Il villaggio della Comba sta a m|ezza
|i^ta, quasi nascosto nellWallamento
; del rijiido burrone che porta il suo stes^so nome; due file di casette disposte in
^nea pianeggianlfe lungo la strada. Un
^ónda di castagni lo circonda. Il villag^o, che ora conta al più una trentina
^abitanti, era nel secolo XVI assai più
ipolato- Il vecchio Gilles lo chiama
unc grosse bourgade montagneuse. Dà
' cento anni in qua, a causa del lento spopolamento, qui come nei villaggi vicini,
¡; le case sono abbandonate, rovinano, a
I poco a poco spariscono fra i cespugli, gli
abitati si -restringono, divengono silenziosi.
Airestremità del villaggio, verso il
' fondo del vaUone, dietro l’ultima casetta in alto, corre un’angusta stradicciuola, che sbocca in uno spazio quadrangolare coltivato ad orto, limitato dai
ruderi d’un vecchio mirro. Sono gli ultimi resti deU’antico tempietto valdese,
Era una modesta ^costruzione appoggiata al ripido pendio, sotto l’ombra ariosa
dei castagni; l’umile facciata ,era rivolta
ad occidente, verso la stradicciuola. Entrando il pulpito stava nell’angolo a sinistra; davanti, disposti su due lati, i
rustici banchi. Sotto, v’era un’ampia
cantina, ove, nei momenti del pericolo,
si portavano al sicuro gli archivi della
parrocchia, come successe nel 1560. Una
piazzetta lo circondava, ove i fedeli si
trattenevano dopo il culto.
Il tempietto fu costruito nel 1556. Era
un momento di straordinario fervore
religioso; la gente era infiammata dall’ardente desiderio d’approfondire i
i principi della fede, di pregiare, d’ascolj tare la Parola di Dio. Il tempio del VilI lar aperto l’anho precedente, non baI stava più alla folla d^i fedeli. Il vene\ rondo Gille dei Gilles, il primo pastore
della parrocchia, che proprio l’anno prima aveva iniziato il suo fervido ministero, promosse perciò la costruzione
d’rm nuovo locale di culto, che servisse
alla folta popolazione della Montagna,
t Sorse così il tempietto alla Comba, che
j era il villag^o più popoloso. Ma tosto
! il lavoro del pastore divenne tanto in! tenso da sopraiBaf lo. Si sentì la neces5 sità di dargli un collaboratore. A tale
* scopo, l’anno seguente, 1557, un vecchio
; barba collega del Gilles, Francesco Valle, originario proprio della Comba, uomo saggio ^ autorevole, dhe fino a quel
ì punto aveva continuato a svolgere la
missione itinerante fra gruppi valdesi
lontani, fu invitato a fermarsi nel villaggio natio. Vi fissò la propria residenza pastorale. Così la Comba divenne il
centro d’una vera piccola paripccha
montana. ^
NeH’orticello silenzioso, fra i ruderi
supierstiti, piace rievocare quéi iCTapi
della prima rigogliosa giovinezza della
Chiesa: i due pastori arrivano dalla steadiociuola, il Gilles più g ovtme> vigoroso,
aitamtei, il Valle già canuto; gli alpigiani
li attorniano festosi; intorno risplende
quella stessa mirabile natura che ora
c’ispira, il vallone ombroso e raccolto,
il roccionie di Oucuruc che spicca di
fronte sul contrafforte, e nello sfondo
la mirabile valle del Pellice, la corona
delle vette. Entrano neiraustero locale;
uno dei pastori, dal piccolo pulpito, pronuncia con voce gravje le parole delrinvocazione.
* Due fatti di notevole importanza per
la storia del popolo valdese avvennero
alla Comba in quegli anni di fervore.
Il primo è il Sinodo d.el 1557. Ne abbiamo notizia da una dichiarazione di
Gioffredo Varaglia ai suoi giudici, nel
processo che lo condusse al martirio. Erano presenti venticinque pastori. Fu xm
Sinodo assai importante per la formazione della Chiesa Valdese. Questa, come ente costituito, non esisteva ancora;
ogni patipcohia che via yia si formando si reggeva da sé, svòlgeva la sua
vita autonoma per impulso spontaneo;
l’imione che le l^ava fra loro era una
semplice solidarietà spirituale. Ma ciò
naturalmente non poteva durare. Si
sentiva il bisogno urgente d’un accordo
organico, d’una costituzione concreta.
E’ noto che il primo regolamento ufficiale, con cui la Chiesa Valdese si co, stituì, fu formato dal Sinodo del 13 luglio 1558. Questo Sinodo del 1557, il
primo che si riimisse dopo la costruzione
dei Templi e l’organizzazione delle parrocchie, sorse come espressione spontanea del desiderio dell’unità, si riuni nel
tempietto della Comba appunto per preparare la costituzione della Chiesa. Erano venticinque pastori, provenienti
non soltanto dalle giovani comunità delle valli del Pellice, del Chisone, della
Germanasca, ma anche da quelle del
Pragelato e del Po; venticinque apostoli,
tutti in modi diversi costruttori dì parrocchie. Assemblea austera ed ardente
in cui la Chiesa Valdese, nascendo, poneva i suoi auspici.
n secondo fatto è il rifugio della popolazione valdese e la sua resistenza
vittoriosa, nella guerra religiosa del
1560-61. Quando si precisò la minaccia
della persecuzione armata e le truppe
del Conte della Trinità, al principio di
novembre del 1560, aggredirono la valle,
il vallone della Comba apparve singolarmente adatto al ricovero ed alla difesa, protetto com’era verso il ba^o
dalle balze sassose e dai muriccioli delle
vigne e sui due lati dagli sproni roedosi
di Cucunic e delle Uedoire, vigilato in
alto dalle rupi di Pertusel, dominato al
centro dal costone del Serre. Un vero
campo trincerato naturale. Pterciò là
accorse la popolazione della bassa valle.
Nei villa^ gremiti di profughi s’accumularono le masserizie, s’affoUò il bestiame; tomo tomo si costruirono fortificazioni^ rustiche; si prepararono armi
e munizione. Il villaggio della Comba
fu il dentro di questa vita fremente.
Il tempietto ne raccolse le preghiere e
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
U\ F/IQINfl DELLA QIOVENTCI VALDE5E
Siamo lieté di presentare oggi ima pagina dovuta alla gentile e pn^osa coly" labarazUme di tre giovani valdesi. Mentre li ringraziarno di cuore, additiamo il
loro esempio a tanti altri giovani a cui
non mancqnp di certo, le capacità per
coUaòotrare dlla «i lóro Pagina », adoprandosi a renderla più varia e perciò
anche più interessante, e li invitiamo a
lasciar da parte la timidità (se ne è il
caso !) ovvero Vitidolenza, ed a far valere i loro talenti per il bene comune
delia nostra Gioventù. Deploriamo altresì il fatto che si è verificato ^ ripetuto
ultimamente, per cui artiooH o resoconti
riguardanti la vita e l’opera delle Unioni
sono stati pubblicati (volutamente o no,
non lo sappiamo) fuori della « Pagina »
ov,0 ci si sarebbe aspettati di vederli figurare cól risultato, invero poco lodevole, di impoverire quella parte del nostro giornale che periodicamente viene
dedicata alla gioventù (*). Eccezione dovrebbe esser fatta unicamente per le
comunicazioni urgenti che non possono
aspettare il turno mensile della Pagina
della Gioventù.
Ma ritorniamo ora in argomento, e
diamo sertz’cdtro la parola al primo giovane che ci ha fatto pervenire il suo
scritto, e che cosi lo ha. intitolato.
(*) Non comprendiamo bene l’allusione del redatto le della Pagina della Gioventù. Deve rimanere bene inteso ere il
Direttore del Giornale ha il diritto di
trattare qualsiasi argomento, anche se
si tratta di problemi giovanili ed i suoi
collaboratori pure, non esistendo una
censura ecclesiastica preventiva in materia.. Ci siamo semp-e astenuti dall’intavolare discussioni su problemi di organizzazione ecclesiastica giovanile, conformemente a disposizioni a suo tempo
ricevute, ma. non ci siamo mai considerati obbligati a respingere qualche artìcolo per il solo fatto che i giovani vi
siano interessati. Neissun articolo inviatoci per la Pagina della Gioventù è mai
stato pubblicato fuori della Pagina, e
quindi non comprendiamo la... deplorazione (anche questa urta paróla che non
ha ancora fatto il suo tempo!). Qualche
resoconto lo è stato, ma avevamo creduto ch^ i loro redattori adissero in conformità di ordini ricevuti. Vuol dire che,
d’ora innanzi essi aspetteranno un mese
prima di venire alla luce del giorno, per
maggior arricchimento e... rinfrescamento della Pagina suddetta.
Del resto è proprio sicuro il redattore
della Po0na della Gioventù che la sua
P^ina sia esclusmamerùte detta Gioventù? Non tratta egli proprio in questo numero del digiuno che, se non erriamo,
non è da considerarsi esclusivamente
problema gìovamle!
Non ci sognamo di deplorare la cosa,
si noti bene; l’importante non è forse di
lavorare?
Dubié di fli iimii iiaiÉe
Nell’attuale ressa di idee contrastanti di uomini intenti solo a superarsi gli
uni gli altri, io, giovane valdese di ado
le invocazioni. Il pastore Gilles ne fu il
direttore e ranimatore; fu lui che, fm
altro, vi costituì quella compagnia volante che, durante la guerra, divenne,
sotto la sua guida, l’arma più efficace.
E quando le truppe nemiche salirono da
ogni paiite furiosamente all’assalto, alla
Comba si formarono quella tenace difesa e quella controffensiva travolgente,
che, insieme con l’eroica azione dei
Valdesi del Pra del Tomo, condusslero
alla vittoria. Ed a sanzionare Timportanza d’uma tale attività nella grande
impresa, sta il fatto che nella conferenza di Cavour, del giugno 1561, ove si
stabilì l’accordo pacifico fra i Valdesi ed
i rappresentanti diel Duca, uno dei quattro Valdesi firmatari del patto fu appunto Francesco Valle, il saggio ed autorevole pastore della Comba.
(continua) A. Jalla.
zione, mi domando: « Perchè ? », perchè
anche fra noi ci si affanna a demolire
l’opera costruttiva gli uni degli altri ?
opera talvolta scaturita dopo lunga
esperienza vimita con vero spirito di
preghiera? Forse anche fra noi ciò dipende da gretti personalismi che, manifestandosi poi nelle questioni ideologiche, vanno a detrimento deU’opera comune, cioè l’opera di Dio.
Con questa visione dell’opera di Dioe nel desiderio che essa si compia in
noi ed intorno a noi, mi sia lecito domandare: « per chi quest’opera va compiuta » ?
Nella Scuola domenicale: durante il
periodo della sua adolescenza,, quando
ancora egli non è che all’alba della vita,
il fanciullo viene nutrito del cibo spirituale della Parola di Dio, onde cresca
non solo di staturaj m,a altresì in sapienza ed in grazia dinnanzi a Dio e
dinnanzi agli uomini. E molti son quelli
che per questo lavorano con amore, ubbidendo . alil’ordine preciso del Cristo:
« Lasciate i piocoh fanciulli venire a me
e non glie lo vietate perchè di loro è il
Regno dei Cieli » (S. Marco 10: 14),
Quanto amore, cristiano in questi molti e” quanta con^crazione! E tutto ciò
« pe- chi ? »; per Cristo e per la Chiesa.
Nella Unione Cadetta: allorquando il
fanciullo è divenuto giovanetto lo riceve rUnione Cadetta: in essa egli porta
la giocondità del suo candore ancora infantile e la nota un poco comica, talvolta, della sua sapienza in miniatura.
Da essa egli riceve, sotto lo sguardo di
Dio, nuovi e più precisi ammaestramenti per la sua grande prova quando la |
fanciullezza cederà il passo alla gioven- '
In quest’opera di preparazione molti
son quelli chie si affaticano chiedendo
in preghiera sapienza da Alto, perchè il
fanciullo diventi sempre più un intimo
amico di Gesù.
Quanto amore in questi molti e quanta consacrazione ! E tutto ciò, « per
chi ? »: per Cristo e per la Chiesa.
Nella Chiesa: il fanciullo che ormai è
un giovane, viene amorevolmente preparato ed istruito nelle cose di Dio con
iena serietà degna dello scopo. Egli vien
posto di fronte a Dio; vien chiamato
a prendere una decisione in vista della
vita eterna. E’ chiamato a rendere chiara la sua posizione di fronte alla Chiesa,
dopo di che è ammesso a far parte di
Essa.
Molti sono i consacrati al Signore i
quali s’adoprano con umiltà a che l’opera di Dio si compia nel cuore dei giovani e siano affrancati da Cristo e
servati dal maligno.
Quanto amore in questi molti e quanta consacrazione ! E tutto ciò, « per
chi ? »: per Cristo e per la .Chiesa.
Nell’Unione Giovanile: l’Unione Giovanile, la quale raccoglie in sè tutte le
forze vive ed operanti dei giovani
(schiera eletta ad essere la Chiesa vivente di domani), comipie la sua opterà
intesa a mantèneire viva nei giovani la
fiaccola della fede in Cristo e della fedeltà alla Chiesa.
Ma qui sta il podo gordiano. Molti sono oggi coloro che si affannano a separarle ad ogni costo dalla Chiesa le forzegiovanili dalla Chiesa medesima. Costoro che hanno per molti anni faticato
per creare il carattere cristiano dei giovani, alla fine della loro opera sembrano voler dire ai giovani: « Ora siete
maturi, andatevene per il veltro cammino, non avete più bisogno della Chiesa e della sua guida, createvi una società fuori della Chiesa, liberi di continuarle o meno il paziente lavoro di tanti
anni dei consacrati all’opera di Dio, la
Chiesa non ha bisogno di voi I »
Guai a quella Chiesa che così allon
>
tana i suoi figli dalla sua protezione, lasciandoli in balìa di se stessi, nella loro inesperienza della vita. Guai a quella
Chiesa, poiché il suo suicidio non sarebbe lontano, e di lei si potrebbe dire:
' « Io conosco le tue opere; tu hai nome
di vivere e sei morta ! » (A^c. 3: 1). ■
Allora mi dom.ando ancora:« Nell’Unione giìovanile, per Chi ? ».
Chi ha orecchi da udire oda, e mi risponda. Enzo Purpura.
Il messaggio dell’amico Purpura termina con un interrogativo e con l’esplicito desidetrio di una risposta. Ci auguriamo che questo suo desìderiio sia prontamente appagato da parte dì molti giovani che avranno letto, meditato, approvato o disapprovato le sue parole.
« * «
Diamo ora la parola ad una giovqrve
che vuol rivolge'-e agli Unionisti vaidesi una domanda a prepósito d’una
quseükme religiosa. Trattasi del digiuno il
cui valore spirituale è stato fortemente
sostenuto da tante generazioni dì credenti e dai nostri Padri Valdesi stessi,
6 la cui prassi oggi è interamente decaduta. E’ questa una. pratica religosa legata, alla mentalità d’altri tempi, e che,
avendo fatto il suo eo^so, non risponde
più alle esigenze spirituali del nostro secolo,, per cui è bene di lasciarla cadere,^ e
annoverarla soltanto come un fatto qualsiasi del passato; ovvero ha veramente
questa pratica un vdlore spirituale che
trascende il tempo, per cui dovremmo
reintégrarla al più »'•esto, e, al tempo
stesso, batterci il petto per averla abbandonata, ?
Speriamo che molti giovani risponderanrm a questa domanda che uien loro
posta da « ipi »:
Una Iradizione:
superala o perdula?
Intendo parlare del digiuno, cioè dell’uso che avevano i nostri padri e, in generale, le Chiese Riformate, come già
anticamente il popolo d’Israele (v. Ni6e,mia 9: 1-3), di consacrare una giornata
di digiuno alla preghiera e all’umiliazione in occasione dì pubbliche calamità, di
persecuzioni, di pericoli imminenti, ecc.
Oggi quest’uso è stato da noi compietamente abbandonato e più nessuno ne
parla, salvo qualche timida, rara voce
in occasione del Venerdì Santo. Sarebbe
interesante sapere cosa ne pensano i giovani, e sapere se dobbiamo giudicarla
una tradizione che abbia fatto il suo
tempo, roba da museo,e basta, oppure
se l’averla tralasciata debba interpretarsi come segno di decadimento spirituale.
Però prima di giuidicare è forse bene ricercare con quale spirito era celebrata,
quale significato era attribuito a questa
manifestazione religiosa. Esso sembra
essere stato duplice:
a) anzi tutto umiliazione per i propri
errori, confessione dei peccati personali e collettivi;
b) in secondo luogo, ricerca della via diritta, richiesta dello Spirito di Dio.
E noi ora ? I tempi non sono forse
abbastanza gravi per rientrare in noi
stessi, per prendere su di noi la nostra
parte di colpa nel male che travaglia il
mondo, per intercediere per i fratelli
nella sofferenza (« Portate i pesi gli uni
degli altri » (Gal.6: 2), e per chiedere
per i nostri passi incerti e vacillanti la
guida dello Spirito Santo ?
Certo, questa non è per noi una legge
e tanto meno opera umana che debba
sostituire o integrare recoellenza delia
Croce di Cristo per la nostra salvezza.
Iddio non ha bisogno ded nostri digiuni,
ma abbiamo bisogno noi di invocare la
Sua misericordia * la Sua grazia, di chiedere la fede che vince il mondo. Sarem
mo distratti al punto di trascurare un
sim’le beneficio ?
Ipi.~
« • *
Ed infine, ecco ancora un giovane, del
cui nome non ci è consentito di svelare
che le iniziali, il quale ci scrive una lettera da cui stralciamo le seguenti poche
righe:
« Ho letto qualche giorno addietro il
bel libro di Carlo Wagner intitolato
« Jeunesse » ...il mio .rammarico è di non
averlo letto p ima ! Vorrei che tutti i
giovami valdesi lo leggessero, e certamente essi ne ritrarrebbero l’alto godimento spirituale ed il giovamento che io
ho provato in tale lettura: la consiglio
loro come una delle migHori letture a
disposizione d’un giovane cristiano.,.
M’ha colpito particolarmente il capitolo
che tratta della necessità, del raccoglimento (pagg. 283-298): 'n questi tempi
densi di agitazioni si trascura troppo l’importanza del raccogVmento ! Des'dererei
veder pubblicata sulla Pagina della Gioventù una traduzione di quel capitolo di
C. Wagner ...Nella speranza che Voi, sig.
Pastore,, possìatg^ esaudirmi... sono Vostro deo.nw B. A. ».
Abbiamo rmtraiccìato fra altri libri
letti e gustati a suo tempo « Jeunesse »
di Wagner, e volentieri ci accingiamo alla traduzione. Purtroppo l’esiguità dello
spazio ci consente di pubblica,re appena
qualche frammento del capitolo indicato:
Jtaccoglinunto e riposo
« Io nvendico una larga parte p>er il
raccogiimento. nella vita della nostra
gioventù. Ve spesso chi preferisce alla
solitudine una c'ompa|híá pòco ihtefèssante o malsana. V’è chi cerca di assicurarsi con ogni sforzo contro la solitudine come lo si farebbe contro la grandine o rincenidio. Se si ha un momento
per se stessi e che si corra il rischio di
riflettere, si cercano prontamente i rime,di. Il risultato è che molti uomini
diventano degli estranei a se stessi, e
l’intensità della vita non conosce più la
parte interiore deU’uomo, ma unica^
rnente la superficie. In certe epoche della storia si è esagerato neU’accentuare
la contemplazione solitaria, ma ora si
esagera, nel senso opposto, e tutte le
esagerazioni sono, nocive e ridicole... Il
raccoglimento è salutare : ci vogliono
nella nostra vita delle fermate, delle
oasi, e com,e Isaia, conviene talvolta
« fermarsi e meditare in silenzio».
La sorgente dell’azione calma e sicura
sta nel raccoglimento, nella facoltà, cioè,
di saper esser soli, di resistere all’invasione chiassosa e turbolenta deH’ambiente esterno, e di fortificare la propria
vita interiore. Raccogliersi non significa
fuggirei! mondo e, rammollirsi in un isolamento morboso o in una sterile contemplazione del proprio « io ». Raccogliersi significa invece forgiare al sicuro
le proprìg armi per poi portarle nella lotta con rinnovata energia; significa indietreggiare un pochino per trarre maggior slancio e superare l’ostacolo col
proprio salto... Ove mancano il raccoglimento e la vita interiore l’attiviti', degenera forzatamente in agitazione; la solitudine, il raccoglimento, U deserto sono
state sovente, nella storia, le premesse
indispensaibUi di feconde esistenze largamiente benedette. Là dove, nel mondo,
si eleva una voce capace di far risuonare
ima eco benefica e diuratura, questa vo^ce proviene da una bocca che sa tacete.
Il segreto delle parole potenti e degli atti eroico, sta nel silenzio dell'anima. Nel
raccoglimento tutte le iHiergie si concentrano e si preparano, e qujmdo giimge la loro ora, si manifestano con generoso slancio... Sembra che lo spirito ab-
3
L’ECC l'ELLS VALI.T VALDEST
bòa, còme la terra,, i sil>ì lunghi inverni
quando tutto tace e si riposa, necessari
per un più fecondo risveglio di primavera...
Io inviterei ogni giovale che desideri
mantenere intatta e sana la propria individualità a lasciar produrre il suo spirito senza fretta: quando ci si stretta
troppo non si lavora, ma si fabbrica, si
accumula disordinatamente, ci si agita
nervosamente senza giovamento alcuno,
Occorre ch,e l’azione esteriore non sorpassi mai l’azione interiore. L’artista
che produce un capolavoro conosce per
esperienza il valore della nflessione che.
è sempre necessaria prima dell'opera,
Quanto lavoro estenuante fjd inutile, se
non addirittura pernicioso, noi facciamo
perchè non conosciamo abbastanza la
forza del raccoglimento, nè il segreto di
tendere per bene l’arco onde più lunga
sia la porla il della saetta!
,,..11 raccoglimento è una forza che assicura l’unità della nostra vita. Molti
uomini agiscono in modo incerto e . contraddittoriq,, rinnegando e demolendo oggi quei che han fatto o pensato ieri; ebbene non v’è (¿he un rimedio: il raccoglimento!... Occorre che il giovane ripensi la sua infanzia, e l’uomo, la sua
giovinezza....
Pellegrino, fermati un istante! che sia
per piangere o per sorridere, non importa; entrambi ti saranno salutari! Una vita senza ricordo, senza riflessione, è una catena spezzata. A che prò gli stenti, i
travagli, gli sforzi, la fretta per poi lasciar cadere il tutto neU’abisso dell’oblio? Non dire che hai fretta perchè la
tua corsa priva di guida interiore mena
alla rovina. E' doveroso fermarsi ogni
tanto per fare un bilancio dinnanzi a
Dio, per far tacere le confuse voci umane (compresa, naturalmente, la propria!)
ed ascoltare quella dell’Eterno; altrimenti, i nostri pensieri e le nostre azioni disordinate ed incoerenti si distruggeranno a vicenda...
...E nelFambiente della fede religiosa
più'Che mai v’è necessità di raccoglimento. Giovani credenti! Chiedetevi che
cosa credete e se siete proprio voi che
credete! Chiedetevi se la vostra fed^è
veramente il sangue prezioso della vo.¥tra anima, un’arma che non arrugginisce per il giorno della lotta e della distretta, o se quella fèdje non è invece una crollante impalcatura fatta di nozioni
sovrapposte senza ordine e .senza convinzione, una casa fondata sulla rena e
che non regge al tuinultuar degli elementi! Fermatevi ogni tanto in silenzio
davanti a Dio, e qui ripensate, approfondite la vostra fede; e quel raccoglimento non sarà mai una perdita di tempo, ma, al contrario, una base sicura per
la vostra azione di testimonianza!,»
♦ * *
Per mancanza di spazio nmariàiamQ
^ alla prossima volta la pubbUcazione di
alcune osservazioni pervenuteci in risposta aH’articolo comparso nella Pagina
di luglio su « I nostri convegni ». Se altri giovani desiderano mandarci le loro
osservazioni su tale argomento, sono in
tempo di farlo entro la fine di agosto.
Red. Pastore Paolo Marauda
Pramollo (S. Germano Chisone).
Segnalaiioni
NeH’aprile 1917, anno cruciale, per
servirci di un aggettivo che ha avuto la
sua fortuna, il prof. G. Roisttagno della,
nostra Facoltà di Teologia, predicò nel
Tempio di Via Nazionale, oggi IV Novembre, n 15, 22, 29 aprile. Tempo di
guerra era, e molti dei nostri lettori
non l’hànno dimenticato; tempo di privazioni, di incertezza, di ansietà. Nei
templi affollati il prof. Giov. Rostagno
annunziò l’Evangelo, come sempre, soltanto’l’Evangelo, e le folle sentivano,
come sempre, di)e soltanto l’Evangelo.
risponde alle aspirazioni dell’anima umana. Quelle tre prediche che, Hnila
meditazione serena dei temi fondamen
tali dell’Apocalisse, assmgono ad una
proclamaz.ione appassionata: « La morte
non sarà più; nè ci saran più cordojglio,
nè grido, nè dolore, poiché le cose di
prima sono passate... »^ furono allora,
nel 1917 pubblicate in un opuscolo* di
una sessantina di pagine,, con il titolo:
La guerra in una visione dell’anno 69
d.C.
Il successo fu'completo: diecimila copie furono vendute e Tsdizione si pótè
considerare esaurita. Con il rinnovarsi
della guerra, qualcuno^, più d’uno ricordò la predicazione del prof. G. Ro
stagno, le parole' semplici e profonde
che commentavano la misteriosa visione
delFapostolo. Ricordate ? Il libro chiuso coi sette sigilli.*. La sinistra corsa dei
quattro cavalli; la pace tolta, la carestia, la peste, la morte... e il resto degli
uomini che non si rayvede.. e su tutto,
implacabile, il silenzio dei cieU. Dolore
e morte, ma anche alba di luce: il fumo
dell’incenso, unendosi alle preghiere dei
santi, salì daVa mano dell’angelo fine
alla presenza di Dio.
Più d’uno ricordò, dicevamo; ma l’edizione era, Od è esaurita. Siamo lieti
però di annunziare che un certo numero
di copie, molto ridotto in realtà, è ancora a disposizione dri pubblico, presso la
Claudiana. Consigliamo i nostri lettori
di procurarsi questa pubblicazir)nè prima' che essa sia esaurita.
Cl.
* Giovanni Rostagno: La guerra in una
visione dell’anno 69 d. C. L. 3 - Presso
là Ìribr. Ed. Claudiana - Torre Pellice.
Il
2*^ Usta dì doni
Comando X° Regg. Alpini, L. 100 Micol Giovanni e Evangelma, 25 - Pons
Pietro Filippo, 10 - Dott. Micol Giovanni, Condove, 100 - Viglielmo Elena e
Am,andina 200 - Pons Emilio, Nelda,
Marcello, 200 - Chiesa Valdese di Roma
(Piazza Cavour), « per onorare - nell’eroico Generale Alpino - tutti Caduti
Valdesi » 2000 - Comm. Emilio Gardiol,
1000 - Fanny Rivoire ved. Long, (in
memoria di Enrico Long) Pinerolo, 100 Davide e Medina Balmas, Pancalieri,
200 - Magiore Ing. Cesare Long, Pinerolo, 50 - Prof, dott, rag. Luigi Lanfranco, Torino,, 500 - Serg. Giuseppe Beltrando, Arquata Scrivia,, 50 - Generale
di Brnsione L. di Castiglioni, 100 - Prof.
Vinay Ermanno, 100 - Prof. Vinay Gustavo, 100 - Melchiorri Eugenia, San
Germano, 12 - Soulier Bartolomeo, pastore emerito, 20 - Geme Giulio, 200 Perro Albert Maresciallo, 50 - Cardon
dott. Carlo, 500 - Bleynat Alberto, 200
- Jahier Enrico, insegnante, 50 - Revel
Bda, id, 25 - Long Alessio, 50 - Gallian
Luigi, 10 - Monnet cav. Bartolomeo, 15
- Duchènie G. Battista, 15 - Bertalot
Giovanni, San Germano Chisone, 50 Cav. Bertalot Giosuè, L. 200 - Bertin
Gustavo, pastore valdese, L. 25 - Balmas Paolina e Margherita, 200 - Ribet
Rostan Lidia, 50 - Bouchard Elma, 50 ”
Famiglia Rivoir, San Germano, 50 Avondet Emilio Paolo, 15 - Beux Guido, 50 - Serg. magg. Menusan Giulio,
100 - Pascal Augusto, insegnante, 100
,Cav. ufE. aw. Stefano Peyrot, 500 Tron Enrico, Vallombrosa, 100 - Poet
Luigia, Traverse, 15 - Maggiore Mai
Oreste Castelleone, Cremona, 100 Benyr Rodolfo e Alice, 20 - Jalla Giulia,
20 - Prandini Giovanni, 10 - Pastre
Augusto, 20 - Peter Corrado, 10 Berton Elvima, 10 - Garrou Emilio, 20 Garrou Alice in Baldi, 20 - Garrou Alba, 20 - Coniugi Venturini Carducci, 200
- Ma-^ior© Scanziand Carlo, 100 - Capp.
Alfredo Rostain, 100 - Rostanig Cesare,
. Pomaretto, 30 - Gaydou Tersillo, 25 Peyronel Marcello, 10.
Cronaca Valdese
massello
I Sabato, 17 luglio, ultimo, scorso, si soI no imiti in matrimoriìo Pons Giulio, delle Alasse, e Ribet Adelaide, del Campolasdza. ' ' ' ^
I numerosi am,ici formulano i voti più
i ardenti di serenità e di gioia ai novelli
i sposi onde la loro unione sia.fonte di
bénedizione a tutta la Chiesa..
— Per alcune domeniche di -luglio e
di agosto, abbiamo avuto il piacere di
avere in mezzo a noi la signora Revel di
®lano, e il sig. Terraneo di Como. QuesFiiltimo, accompagnato all’armonium.
I dalla sig.ra Revel, ha suonato al violino vari pezzi di buona musica che hanno contribuito non poco all’edificazione
dfelFassemblea e alla elevazione del culto.' La Chiesa li ringrazia vivamente.
i'Come pure vivamente ringrazia il
piW. Mi^ge che, la domenica 1 agosto,
ha voluto presiedere il culto principale,
' recando ai suoi antichi parrocchiani un
messaggio peno di attualità e di illumiiìàti consigli.
PINEROLO
A breve intervallo di tempo, il nostro
Pastore ha dovuto presiedere tre funerali: quello di Ettore Bouchard delle
Chianaviere di S. Germano Chisone, deceduto all’Ospedale Civile della nostra
Città il 17 luglio, all’età di soM 27 anni,
vittima di un tragico investimento della
tramvia Pinerolo-Perosa Argentina. Alla madre e alla sorella, tuttora in Isvizzera, e agli altri famigliar! di S. Germano- Chisone, giunga l’espressione della
nostra siihpatia cristiana; quello di
Gfòdiino Margherita, vedova Bonin, deceduta dopo lunghe sofferenze il 30 luglio a Miradolo all’età di armi 76; e
quello di Martinat Ezio di Lami, dece(ilìto in montagna il 2 agosto corrente
aP’età di soli due mesi. Alle du)e famiglie 'della nostra Comunità, pro'/ate dal
flutto rinnoviamo l’espressione del nostro cordoglio.
Barttesimi. Furono presentati al Santo
Battesimo i bambini Lageard Giovanni
Alberto del rag. Guido e Gardiol Graziano Mauro di Augusto. Possano essi
, crescere in statura e in grazia e formare
la gioia e la felicità dei loro genitori!
PRAMOLLO
Il culto della domenica 11 luglio è
stato presieduto dal prof. David© Bosio.
La comunità lo ringrazia per il suo edificante messaggio cristiano.
— E’ stato,priesentato al S. Battesimo
il bambino Mario Jahier di Edvico e di
Long Alice (Bosi). Benedica il Signore
questo agnellino della Sua greggia, ed
aiuti i genitori, il padrino e la madrina
a mantenere fedehnentie i loro impegni.
— Ricordiamo tre membri della nostra Comunità che hanno lasciato questa terra. Essi sono; Giovanni Costabel
che da circa cinque anni era assente da
Pramollo; egli risiedeva a Marsiglia
presso a ÌEuniliari colà domiciliati. Benché lontano, egli desiderava di appartenere ancora alla nostra Chiesa e più
volte ci aveva dato prova del profondo
affetto che lo legava alla sua parrocchia di origine. Quando, alcune settimane or sono, ricevette la chiamata del
Signore, aveva oltrepassato gli 80 anni
di vita. Lamy BotLchard, anch’egli assente da Pramollo da qi^aMie tempo,
ma, affezionato alla sua Chiesa, aveva
desiderato di continuare ad esserne
membro regolare. Si è addormentato
nel Signore all’età di 79 anni. Il fimerale fu presieduto dal pastore sig. G.
Bertin di S. Germano; intervenne pure
il pastore di Pramollo per porgere ai
familiari i sensi di simpatia di questa
Comunità. Alessandro Bounov.s perito
tragicamente a Campobarbiere (quartiere diei Pellenchi).
Che il Si^iore conceda le Sue prezioSie consolazioni alle persone colpite da.
questi lutti, e santifichi la loro prova!
RORA’
Durante i. mesi di giugno e luglio il
Pastore è stato volta a volta sostiate
in pulpito dai colleghi dott. Elio Eynard»
Seiffretìo Colucci e dallo stud. Teol, Cipriano Tourn. Ringraziamo sentitamente
questi fratelìi per i buòni messaggi rivoltici nel yomé cbel Signore.
I culti quotidiani serali hanno ripreso
fin dalla metà del mese scorso e sono
presieduti a turno dal Pastore locale e
dal pastore Eynard.
— Domenica 8 agosto, subito dopo il
culto, Fassiemblea si è portata nei pressi
del presbiterio per l’inaugurazione della
Casa Enrico Long, donata al Concistoro
dalla signora Fanny Rivoirre ved. Long
di Pinerolo, per fame una casa di riposo
estivo per Pastori che esercitano il loro
ministero in località disagiate. La casa
che è stata bellamente ristaurata dal
fratello Morel Jacques col concorso anche della V,en. Tavola e dell’Ospedale
■Valdese di Torino che ha offerto alcuni
mobili per l’arredamento, è dedicata alla
memoria di Enrico Long caduto diciottenne sull’altipiano della Bainsizza il 22
agosto 1917 nella guerra Europea.
Alla signora Loing ed a tutti quanti
collaborarono per quest’opera il Concistoro di Rorà rinnova i suoi cordiali ringraziamenti.
SAN GERMANO CHISONE
Quanti dei 74 Catecumeni frequentano il culto durante restate,? Se insistiamo sulla raccomandazione fatta alla
chiusura dei corsi è-perchè sappiamo
che anche durante Fèstate la loro anima
hariiisogno di cibo spirituale e il loro
cuorie dev’essere custodito dal mondo.
Vorremmo vedere le nuove generazioni più viventi nella fede, più animate
dal timor di Dio, più attaccate alla Chiesa di quanto non lo sia la maggioranza
degli adulti.
Dipartenze. Il 29 luglio è stato richiamato alla Patria Qeleste, nel suo 80°
anno, piresso il suo figliuolo alla Ciabotà,
Bouchard Lama della Ruata di Pramollo.
II 1 agosto si è addormentato nel Siignore, nella bella età dianni 86 Turin
'Paolina vedova del colonnello Balmds.
Entrambi q|uesti vegliardi, di diversa
condizione, si sono preparati nella preghiera e nel raccoglimento aU’incontro
col Salvatore.
„ Alle famiglie nel duolo e specialmente alla signorina Margherita Balmas per
la quale la diletta mamma ch’ella circondava di tante cure era tutto nella
sua vita, esprimiamo la nostra profonda
simpatia.
Battesimo. Bouchard Eli e Long Silvia, dei Bianchi superiori domenica 8
cor. hanno presentato al Signore perchè ricevesse il segno della grazia celeste e pler promettere di educarlo nella
fede cristiana, il loro figliuoletto Bouchard Renato.
Sia la sua vita felice sotto lo sguardo
di Dio !
VILLAR PELLICE
Dipartenze. Rinnoviamo l’espressione
della nostra commossa simpatia a due
giovani famiglie ancora visitate dal lutto per'la dipartenza, la sera del 18 luglio, del piccolo Stiano Vigna fu Giov.
Pietro dei Garin, che ha seguito, ad una
settimana di distanza, il suo babbo; e
di Giovanni Daniele Berton di Daniele
dell’Inverso che, in seguito a tragico incidente sul lavoro, è deceduto al nostro
Ospedale di Torre Pellice, il 14 luglio,
in età di 39 anni. Raccomandianw al
Dio di ogni consolazione le giovani vedove e i piccoli orfani.
Visita. La comunità ha ricevuto con
gioia la tradizionale visita estiva del caro amico pastore Ernesto Ayassot di
Venezia, die ha presieduto ira noi duie
benefici culti la domenica 18 luglio, j.
ROBUSTA scala chiocciola vendeai.
Rivolgersi al giornale.
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Santarosa, 16 - Pinerolo.
4
‘V f" *
. r
L'ECC, DELLE VALLI VALDEPI
B’ LA GASA m PARADISO*
(un giudizio)
...Hai detto delle cose sante che meriterebbero esser gridate sui tetti delle
case... E le hai dette anche molto bene,
con garbo, semi>licità e calorie... Mi rallegro di potermi valere dell’aiuto del
tuo libretto, per far penetrare in q\ialche famiglia il bucai insegnamento evangelico: a vc>lte uno scritto, tanto più
ben curato e illustrato come il tuo, fa
più impressione delle prediche del proprio Ministro!
Perciò non solo mi rallegro ccai te
per l’opera compiuta (che m’auguro sia
la prima d’una serie altrettanto benedetta) ina di cuore ti ringrazio.
Dtìtt.r Pier Paolo Grassi
Pastoie Evangelico.
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la Tip. Alpina, la libreria Claudiana, la
Bottega della Carta e la Cartoleria Hugon di Torre Pellice.
Le famiglie Long di Pramollo e Clot
di Riclaretto, commosse per il trihvito di
simpatia ricevuto in occasione della
morte del loro caro
Alessandro Bounous
rivolgono un senlAto ringraziamento al
pastore sig. Paolo Mcurauda che ne ha
presieduto i funélraU, ed a tutti i vicini,
amici e conoscenti che hanno preso parte al loro cordo^io.
Pramollo (CampobarMere),
4 agosto 1943.
Lo st^piorina Margherita Babnas ringrazia sentitamente tutte le persone che
hanno presso parte al suo glande dolore
per la morte della diletta mamma
Paolina Balmas-Turin
deceduta il 2 agc&to Ì943 in San Germano Chisane.
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Ingirizzl di CIiI«m Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastoré : Guido Mathieu
Proli — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Piar ostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodar etto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso" Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36.
Villar Pellice — Pastore ; Roberto Jahier.
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Cullo alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa: 11, Via Cróce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moresehini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare
Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gày,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa; Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9 Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domenica del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Terrazza Piemonte: Chiesa Valdese (da
Ivrea) terza domettilca.
Verona: CWesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aoste|.
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
IH DISTRETTO:
Bordighera: Chiesa Evangelica - Via
Vittorio Veneto, 25 - Culti; 2 e 4 dom^iica - Pastore Davide Pons - Plani di Vallecrosìa.
Barga: Chiesa Valdese (da PisidBorrello: Chiesa Valdese (da Garunchio).
Campobasso: C3iieBa Valdeise: Paslece
P. V. Panaacia.
Carunchio: Chiesa Valdese - £h;aogalista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - CSüesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. VInay (ivi).
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa; Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone„ 2.