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Anno 115 N. 3
18 gennaio 1980 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
PROSPETTIVE PER GLI ANNI '80
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1 : i
Il nostro paese sta attraversando un periodo difficile ed il
terrorismo è in questo momento l’aspetto più tragico delie nostre difficoltà. L’assassinio dei
Presidente della Regione siciliana ci fa temere che l’eiiminazione fisica dell’avversario possa
diventare uno strumento usuale
di lotta politica e quelio dei tre
poliziotti a Milano ci dà la misura della barbarie in cui sta
scivoiando la nostra vita civìie.
La prima risposta che dobbiamo dare a questa situazione,
è il rifiuto dell’assuefazione. Non
possiamo accettare di abituarci
al terrorismo come ad un fatto
quasi normale e inevitabile, perché l’illecito non diventa lecito
per il solo fatto di essere diffuso. È dunque necessario battersi
contro il terrorismo, vincendo la
tendenza al disimpegno. Ma non
si può combattere efficacemente
un nemico di cui non si conosce
la vera identità : chi arma la mano di coloro che colpiscono spietatamente, noi non lo sappiamo
ancora con la necessaria chiarezza. Sbagliano coloro che pensano che questa lotta debba essere coperta da una specie di
« silenzio di stato », perché razione preventiva e repressiva della polizia e della magistratura,
con l’inevitabile segreto istruttorio, è certo necessaria, ma non
è sufficiente ; il fenomeno è politico e deve avere una risposta
politica.
Martin Luther King diceva di
aver scelto nella sua battaglia la
nonvlolenza perché i suoi avversari avevano scelto la violenza.
In questa linea il secondo atteggiamento deve consistere nel
rifiuto di accettare l’arma e il
terreno di scontro che il nostro
avversario ha scelto e che vorrebbe imporci. Sbaglia quindi il
Procuratore generale di Roma
quando propone di cambiare la
Costituzione per combattere ii
terrorismo. li terrorismo vuol
proprio distruggere questa repubblica ed è abbastanza evidente che cambiarne la Costituzione
vuol dire dar già partita vinta
ail’avversario. Non è del resto
dando più potere alla polizia
che si eiiminano le sue deficienze, e non è restringendo i diritti
della difesa degli imputati o inasprendo le pene che si eliminano le disfunzioni che affliggono
il nostro apparato giudiziario.
Un’ultima considerazione deve
essere fatta. La parola con la
quale riassumiamo tutte le nostre difficoltà è « crisi ». Crisi
vuol dire « giudizio » ; se il terrorismo ci mette in crisi, la nostra
società è giudicata: e temiamo
che essa sia trovata mancante!
Per uscire assolti da questo giudizio si prospettano diverse strade, ma esse possono essere riassunte in due soltanto: quella di
coloro che propongono una società più autoritaria e repressiva, ritenendo che in questi ultimi tempi siano stati lasciati
troppi spazi di libertà, e quella
di coloro che propongono una
società rinnovata, ritenendo che,
nonostante gli sforzi compiuti e
le lotte combattute dalla Resistenza in poi, vi siano ancora
troppo fasce di ingiustizia e di
disuguaglianza, anche se in forme diverse da quelle di trent’anni fa. Come cristiani e come protestanti noi riteniamo che i nostri guai siano figli dell’ingiustizia e della disuguaglianza e non
della libertà. Perciò non abbiamo dubbi che la strada da percorrere sia quella del rinnovamento e non quella della restrizione della libertà.
Franco Becchino
Sei disposto a credere?
« Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male, la benedizione e la maledizione: scegli dunque la vita, onde tu viva » (Deuteronomio 30: 15, 19)
Noi siamo entrati in un anno
che sarà uno dei più difficili di
tutta la storia italiana: intendiamo entrarci come credenti, anzi
come comunità' di credenti. Perché anche se siamo isolati e dispersi, anche se siamo soli, ciascuno davanti al suo apparecchio radio, ciascuno davanti alle
sue angoscie e ai suoi rimorsi, in
realtà siamo il popolo di Dio, la
gente di Cristo.
Ma chi è Gesù per noi?
Gesù è uno che ci dà alcune risposte e alcune domande.
Anzitutto le risposte;
Primo: la vita ha un senso: la
puoi accettare, perché è Dio stesso che le ha dato questo senso:
tu lo scoprirai via via, col passare dei giorni. Non pretendere di
saperlo già oggi, il senso della
tua vita nel 1980: vivi questi 366
giorni uno per volta, alla presenza del tuo Dio: lavora, ricerca,
studia, soffri: alla fine capirai
che Dio è stato con te ogni giorno, anche nei giorni cattivi: forse proprio nei giorni cattivi.
Secondo: vai la pena di faticare: perché la tua fatica non andrà perduta. E non dire: lavoro
anche se i tempi sono difficili: è
proprio perché i tempi sono difficili che vale la pena di lavorare.
Non c’è dubbio che andiamo
verso tempi difficili: ebbene, più
saranno difficili, più varrà la pena di agire. Proprio adesso che
il nostro Paese è in pericolo, vai
la pena di impegnarsi nella sua
vita pubblica, e scoraggiarsi è
bestemmia (non a caso molti
scoraggiati prendono la droga):
non droga ci vuole, ma azione:
e nell’azione incontrerai tutte le
risposte che cerchi, perché nell’azione incontrerai degli uomini.
L’uomo conta, dice Gesù; la
vita di ognuno ha un valore infinito, perché è unica; e la storia
degli uomini ha un interesse infi
nito: con Gesù Dio stesso si è
impegnato in questa storia.
Terzo: si può accettare il prossimo, perché il prossimo è il volto del Dio misericordioso; è
l’unica immagine di Dio che ci è
data, dopo Cristo. Val dunque la
pena di amare, ma oggi e subito:
non solo per l’uomo del futuro
vai la pena di agire ma già per
l’uomo di oggi.
Quarto: puoi riconoscere i tuoi
sbagli, perché sono perdonati; e
viceversa; sono perdonati quando li riconosci. I nostri errori
hanno questa natura: fin che non
li riconosciamo, siamo condannati a, ripeter li: la condanna è
tutta qui, ma è dura. Credere in
Cristo vuol dire essere liberati
da questa condanna.
Infine: si può pregare: si può
ringraziare e protestare, chiedere e accettare. Tra l’Infinito e noi
DIRITTI DEI MALATI E DEI MORENTI
I cristiani di fronte alla
sofferenza e alla morte
La critica, che da più parti è
stata fatta alla religione, ha in- '
vestito negli ultimi decenni anche certi diffusi modi cristiani
di praticare la carità. Si è criticato il paternalismo di molte
istituzioni, sono stati enunciati
interessi poco puliti mascherati
' da atteggiamenti caritatevoli, sono state evidenziate situazioni di
vero e proprio sfruttamento della manodopera, perpetrate sotto
il segno di « servizio volontario »,
e si è dimostrato, specie da parte protestante, come in Italia
molte organizzazioni pretendano
adempiere alla loro missione cristiana, usando denaro pubblico
che dovrebbe essere impiegato
per scopi e in modi ben diversi.
Questa critica e questa operazione di pulizia, è giusta e va
fatta, anzi dovrebbe essere portata ancora più a fondo.
D’altra parte si scopre che in
tema di assistenza non è sufficiente creare strutture di servizio, in cui il rapporto di lavoro
tra Enti gestori e personale sia
correttamente impostato. L’articolo 1 della Legge 833 su l’Istituzione del Servizio Sanitario
Nazionale riconosce che il primo
soggetto da tenere presente è il
malato e che quindi « la tutela
della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e delia libertà della persona umana ». Ciò vuol dire che vi
deve essere sempre, in concreto,
per ogni individuo, una valutazione di ciò che è soggettivamente e oggettivamente la dignità e
la libertà della persona umana.
E chiaro, dunque, che un tale
impegno di servizio si fonda su
principi etici e realtà spirituali,
che un corretto rapporto di lavoro, ammesso che sia conseguibile nel nostro Paese, non può
certo garantire.
Occorre, a parer mio, che si
prenda coscienza, e in special
modo da parte dei cristiani che
operano a favore dei malati e
dei morenti, della tensione spirituale e della sensibilità etica
che necessitano per esercitare un
vero servizio a chi soffre.
Noi cristiani evangelici riconosciamo una sola fonte di autorità spirituale e morale. Tale è
l’Evangelo di Gesù Cristo come
è contenuto in tutta la Bibbia.
Che cosa ha esso da dirci? Come
ci interpella in ordine al problema della sofferenza?
Segni del Regno
Nel Nuovo Testamento osserviamo l’assenza assoluta della
categoria della rassegnazione.
Gesù non si rassegna all’esistenza della malattia e della morte;
queste orribili realtà sono da
Lui combattute in tutti i modi
e sotto ogni aspetto. L’Apostolo
Paolo parla della morte come
dell’ultimo nemico (I Cor. 15;
26) e a più riprese esorta i suoi
Confratelli a perseverare anche
nell’afflizione (Romani 5: 1 ss.).
Perché questa militanza contro malattia e morte? Non per
il coraggio come virtù dell’uomo,
né perché vi sia l’adorazione dell’uomo perfetto ed integro (visione eroica e perfettamente
equilibrata, tipica del paganesimo). La militanza cristiana contro malattia e morte è dovuta
al fatto che con Gesù Cristo ha
fatto irruzione nella realtà mondana quella della sovranità di
Dio (il Regno di Dio). Tutto ciò
che è inimicizia contro Dio e
tutto ciò che minaccia l’umanità è smascherato, combattuto,
sconfitto. Tale è il senso generale dei miracoli evangelici: il Regno di Dio è una condizione del
tutto nuova, in cui l’umanità è
riscattata dal male e dalla morte e vive nel quadro della benevola integrità del Signore.
Nell’opera « Jesus Christ Superstar » è stata evidenziata questa violenta insofferenza di Gesù
per la malattia e la sofferenza.
Non si tratta, almeno nelTEvangelo di Marco, di semplice ribrezzo e di rivolta, ma di attiva
impazienza per il giorno in cui
non vi saranno più lacrime e lamenti (Marco 1; 41 in ale. MSS;
Apoc. 7: 16 s.).
Questa attiva lotta contro il
male manifesta la sua punta più
sconcertante in quei miracoli in
cui Gesù richiama in vita il figlio della vedova di Nain e il
suo amico Lazzaro. Il Signore è
signore sopra la vita come anche
sopra la morte e il Regno di Dio
è regno in cui la morte non ha
alcun dominio.
Da tutto questo emerge chiara
una prima conclusione che riguarda il rapporto tra peccato,
dolore e morte. Il cristiano non
è interessato solo ai casi particolari di sofferenza e di morte,
ma è impegnato a combattere
tutti quei nessi umani, sociali,
strutturali che sono alla base del
propagarsi e del radicarsi del
male e della morte. Il cristiano
non può certo costruire il « Regno di Dio », ma è impegnato a
piantare qua e là quei segnali
che, mentre espongono le contraddizioni del mondo attuale,
dall’altra indirizzano alla realtà
del Regno del Signore.
Il servizio come
frutto dell’amore
Uno degli aspetti più sorprendenti della concezione dell’amore nel Nuovo Testamento è il
fatto che si comanda di amare.
Il modo corrente di concepire
l’amore è sentimentale, per cui
Paolo Spanu
(continua a pag. 5)
c’è una comunicazione, uno scambio: perché la nostra rnente comunica con la mente di Dio, come due fidanzati che si toccano
la mano, non come due estranei
che si scambiano una telefonata.
E’ lo Spirito di Gesù che ci dona questa comunicazione diretta: è infatti nel suo nome che
noi preghiamo, è attraverso di
lui che parliamo con Dio.
Riassumendo; si può scoprire
il senso della vita, si può agire,
si può amare, si può perdonare
e essere perdonati, si può pregare, comunicare con l’Infinito.
Queste sono risposte vere: le
altre sono false. Indichiamone
qualcuna di queste risposte false alla crisi dell’uomo di oggi. Il
destino: non c’è, perché la Ragione suprema governa il mondo. E
se il destino esistesse, Gesù lo
avrebbe spezzato sulla croce.
Gli Ufo non esistono: sono una
caricatura della presenza di Dio
vicino a noi.
Gli oroscopi: sono inganni, perché nulla è scritto nelle stelle, e
tutto è scritto nella Bibbia. Si
potrebbe.,continuare , con, l’elenco
delle risposte false da cui Gesù
ci libera.
Gesù ci rivolge però anche alcune domande:
Primo: sei tu disposto a cercare la verità, senza mai averne
paura? La verità non ti allontana mai da Dio, né dal prossimo,
né da te stesso.
Secondo: sei disposto a rischiare? Sei disposto a vivere
senza prove, a seminare prima
di raccogliere, a combattere senza essere certo di vincere, a dare senza essere certo di ricevere?
Terzo: sei disposto ad affrontare le sconfitte? Oggi prevale in
noi una mentalità di struzzi di
fronte al dolore: siamo pieni di
tribolazioni, ma pensiamo che gli
altri no, e che domani neanche;
mentre la sconfitta va affrontata; come Gesù ha affrontato la
croce.
Infine: sei disposto a morire?
Sei disposto a morire prima:
prima che si veda a cosa è servita la tua vita? Puoi farlo perché la tua causa è in buone mani, oggi, e anche dopo: la morte
non è una porta chiusa, ma una
finestra aperta: non perché noi
siamo immortali, ma perché Dio
vive.
Sei disposto a cercare la verità,
sei disposto a rischiare, ad affrontare le sconfitte, sei disposto
a morire? Tutte queste domande
si possono riassumere in una sola: sei disposto a credere? Sei disposto ad accettare che possiamo avere fiducia nel Dio immenso, illimitato, e in questo Gesù
cosi semplice, così vicino? Questo Gesù che non siamo riusciti
a digerire coi panettoni di Natale, a dimenticare con le nostre
illusioni, a superare con le nostre azioni? Sei disposto a capire che ci interessano queste cose soltanto: Dio, l’infinito; e l’uomo, questo uomo e in mezzo a
loro Gesù Cristo.
Credere non vuol dire avere
una risposta pronta per tutto.
Credere vuol soltanto dire sapere che la risposta c’è e che noi
la troviamo solo accettando le
domande che Gesù ci rivolge.
Giorgio Bouchard
(Dal culto radiotrasmesso il
1° gennaio 1980).
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18 gennaio 1980
___________SEI MESI DI ESPERIENZE NEL RIO DE LA PIATA
Un ministero itinerante
Domenica 17 febbraio si aprirà
nella città di Dolores in Uruguay
la sessione rioplatense del Sinodo valdese.
Gli argomenti principali che
probabilmente appariranno all’ordine del giorno sono: i ministeri, la gioventù, l’evangelizzazione, argomenti dunque di piena attualità, anche per noi in
Italia. In realtà, qualunque siano gli argomenti che il Sinodo
tratterà, queste tre tematiche ci
sono apparse sempre in primo
piano, nel corso del nostro viaggio fra le chiese valdesi dell’Uruguay e dell’Argentina, dal
primo maggio al 31 ottobre 1979.
Si è trattato per Maria e me,
come già l’anno precedente per
Bruno e Caterina Rostagno, di
un « ministero itinerante », organizzato dalla federazione delle
chiese evangeliche dell’Uruguay,
comprendente: Mennoniti, Metodisti, Riformati-Luterani e Vaidesi. Come base avevamo il
« Centro Emmanuel », un moderno complesso di edifici, con venticinque posti letto, per incontri
di studio, ritiri, vacanza, ecc., situato vicino alla ridente cittadina di Vaidense (la Torre Pellice
del sud-America!).
Ci si chiederà in Italia: perché
distaccare per più di sei mesi,
due volte, un pastore dall’Italia?
Perché complicare la vita ad alcime comunità come Prali e Milano, senza parlare degli « itineranti » e delle loro famiglie?
Un ministero
itinerante
Facciamo subito una considerazione: di ministeri itineranti
ne parliamo in Italia nei sinodi
da circa vent’anni. Ma appunto,
ne parliamo soltanto. Nel periodo passato coi fratelli del Rio de
la Piata, abbiamo vissuto di fatto quest’esperienza.
Ministero itinerante ha significato nel nostro caso un lavoro a
tre livelli: a) anzitutto, forti dell’esperienza di Bruno Rostagno,
abbiamo potuto preparare e far
tradurre in spagnolo una serie di
corsi biblici (per la verità, una
decina), secondo un programma
fissato assieme a Prali il gennaio
scorso. I corsi biblici trattavano
la formazione dell’Antico e del
Nuovo Testamento; una serie di
esempi in materia (il profeta Geremia; la' nascita di Gesù; il perché del processo a Gesù); due
corsi sul battesimo e sulla santa
cena; una conferenza introduttiva all’insegnamento della storia
biblica; un corso per visitatori di
chiesa e infine alcuni studi biblici a mo’ di esempio. Maria aveva
preparato due studi biblici su
« la donna nella Bibbia » e « l’uomo e la donna nella sua responsabilità di fronte alla creazione ».
b) Cercavamo di fare dell’incontro un momento creativo di
scambio reciproco. Gli incontri
erano spesso molto differenti gli
uni dagli altri: dal gruppo di 120
giovani monitori Riformati-luterani, al gruppo di preparazione
di una ventina di pastori-« laici »
della chiesa Metodista; dai direttori dell’ Associazione cristiana
dei giovani (la famosa YMCA) di
Montevideo, agli studenti della
Facoltà di teologia (ISEDET) di
Buenos Aires; dalle chiese di città a quelle più numerose di campagna, cioè: le « colonie » spesso
fiorenti di inventiva ed esprimenti una vita di fede profonda
ed allegra. Dobbiamo dire che
in questo scambio reciproco, siamo stati enormemente arricchiti
nel ripensamento della fede, nella comunione fraterna, nella ricchezza del canto.
c) Un terzo momento del nostro ministero itinerante è stato
infine rincontro con le famiglie
che ci ospitavano durante i lunghi viaggi. Nel corso di questi incontri privati abbiarno ricevuto
notizie preziose che ci hanno per
Personalia
Apprendiamo al momento di andare
in macchina che a Roma è mancata
improvvisamente Margherita Vezzosi
Sommani.
Al pastore Franco Sommani e alle
figlie Letizia e Donatella esprimiamo
un pensiero di affettuosa solidarietà
per questa perdita cosi repentina e dolorosa.
messo di comprendere alcuni
aspetti, che sfuggono al frettoloso turista, della complessa situazione che si vive in Argentina e
soprattutto in Uruguay.
Tre tematiche:
gioventù, ministeri,
evangeiizzazione
L’esperienza di un « ministero
itinerante » in più di 60 comunità diverse (in tutte le chiese Vaidesi del Rio de la Piata), con studi, incontri biblici da un minimo
di un’ora e mezza, a corsi di tutta la giornata, o suddivisi in due,
tre o più serate consecutive, è
stato rivolto soprattutto ai monitori delle scuole domenicali, ma
anche a tutti i membri di chiesa
e altri, impegnati in qualche ministero. Generalmente io davo il
corso mentre Maria si occupava
il più delle volte della esemplificazione pratica per i monitori e
genitori. Tutti gli incontri sono
stati importanti per noi per capire come le tre tematiche: gioventù, ministeri, evangelizzazione, siano effettivamente centrali
e collegate fra loro nella vita
delle chiese oggi: una chiesa infatti, aperta ai problemi della
gioventù, è allo stesso tempo una
chiesa in cerca di nuovi ministeri, per aprirsi all’Evangelizzazione.
Abbiamo sperimentato come
questa dimensione « itinerante »
di lavoro biblico possa essere di
aiuto ed incoraggiamento nel
Tambito delle chiese locali, soprattutto se potesse essere svolto con una continuità di diversi
anni. In altri termini l’evangelizzazione, di cui oggi si parla sia
nel. Rio de la Piata che in Italia,
ci pare strettamente collegata
col tipo di ministero itinerante
di cui abbiamo fatto l’esperienza.
Ed è allora che la doinanda che
ci siamo posti all’inizio sull’opportunità, nel quadro delle chiese, di un viaggio come il nostro,
trova una risposta a nostro avviso importante e indicativa. Infat
ti, mentre ci è stato dato di offrire un servizio in un settore per
noi così importante come quello delle chiese dell’Uruguay e dell’Argentina e siamo stati arricchiti profondamente dall’amorevole ospitalità, dalla fede e dalla
conoscenza dei problemi di quelle comunità, abbiamo anche riscoperto, con grande gioia e riconoscenza, un antico ministero
che caratterizzava i Valdesi ed
è tuttora di bruciante attualità.
Un grazie perciò a quanti in
Uruguay, Argentina e Italia hanno contribuito a realizzare e organizzare questo viaggio. E un
augurio che la chiesa awii anche
in Italia, uno o più ministeri itineranti, affinché questa esperienza non vada perduta, ma possa
essere pienamente valorizzata in
vista dell’evangelizzazione.
'Thomas Soggin
27 gennaio
Luino, a convegno valdo-metodisti e battisti
Collaborazione attiva
Tra i vari incontri di studio
per l’esame del documento « riflessione comune sulla situazione delle chiese Battiate, Metodiste e Valdesi in Italia » segnaliamo questo svoltosi il 2 dicembre
scorso a Luino.
Dopo il culto, presieduto dal
pastore E. Mannelli che ha predicato su Marco 3: 13-16 e l’agape fraterna organizzata dalla Attività Femminile Varesina si è
esaminato il documento predisposto dalle chiese Battista, Metodista e Valdese.
Le conclusioni a cui si è giunti sono state soddisfacenti: attuare una collaborazione più attiva fra le due chiese, richiedere
ai nostri esecutivi l’abolizione
della normativa attuale che prevede la perdita della denominazione originaria di colui che (nel
caso delle nostre chiese: un battista) voglia diventare membro
effettivo, ecc. Si è appreso con
piacere che nella chiesa di Varese questa prassi è in vigore da
molti anni.
Alla giornata erano pure presenti due rappresentanti della
Federazione delle chiese evangeliche in Lombardia, ed un ’pope’
ortodosso che approvò, con evidente interesse, il pensiero ed il
modo nuovo di portare avanti
l’evangelizzazione nel nostro
paese.
Giornata
mondiale
della lebbra
« «Provvedere, nel nome di Gesù Cristo, ai bisogni fìsici, morali e spirituali dei malati di lebbra, portare l’aiuto indispensabile per la loro riabilitazione, e
promuovere l’estinzione della
lebbra ». Questi gli scopi originari della Missione evangelica
contro la lebbra all’opera in moltissimi paesi e anche nel nostro,
promossa da un Comitato italiano di cui è segretario il pastore Guido Mathieu. Questo
programma, scrive il pastore Mathieu, richiede impegno ma soprattutto amore verso gli uomini nella sofferenza e fede in Colui che, molto prima, si è avvicinato ad rm lebbroso, si è curvato su di lui e lo ha guarito.
Chi mai potrà rimanere indifferente e non esser concretamente
solidale con coloro che soffrono
e con coloro che si adoperano in
tutti i modi per aiutarli?
La Giornata Mondiale della
Lebbra, la 27* da quando fu istituita nel 1953, sarà celebrata domenica 27 gennaio. Nel darne
l’annuncio il Segretario esprime
il ringraziamento del Comitato
ai Pastori, Chiese e singoli credenti che risponderanno concretamente a questo appello. Le offerte vanno inviate al Pastore
Guido Mathieu, via L. Pasteur 60,
18012 Bordighera, ccp 26340109.
Iniziative e attività natalizie
Evangelizzazione
Come sempre molto intensa
l’attività delle chiese valdesi e
metodiste nel periodo di Natale:
la riflessione sulla nascita di Gesù avviene generalmente nel culto di Natale, ma anche in momenti specifici quali riunioni per
bambini delle scuole domenicali, o riflessioni di attualità. Non
potendo riferire dettagliatamente di tutte queste attività, ne diamo qui un breve resoconto:
VENEZIA - culto di Natale,
incontro coi bambini e loro messaggio alla comunità.
FIRENZE - oltre alle tradizionali attività e la festa per tutti
i ragazzi delle chiese evangeliche,
le comunità fiorentine hanno organizzato un culto ecumenico
la domenica 23 dicembre, che è
stato preceduto dalla distribuzione nella città di un volantino
di cui riproduciamo a fianco il
testo.
MILANO - Le chiese valdesi,
metodiste e battiste hanno organizzato insieme una festa per
i bambini delle scuole domenicali nella quale è stata presentata la fiaba musicale di Nicola
Scarano « la natura è musica ».
Inoltre in occasione anche
dell’anno internazionale del fanciullo, la riflessione del Natale,
si è accompagnata con una iniziativa pubblica sul tema « Il
bambino nel mondo: quale realtà » introdotto da Rita Gay e
che ha visto la partecipazione di
Amnesty International e della
Lega per i diritti e la liberazione dei popoli.
BORDIGHERA - Oltre al culto
di Natale, si è tenuto presso la
Casa Valdese di Vallecrosia un
pomeriggio comunitario.
GENOVA - La chiesa valdese
di via Curtatone ha organizzato per domenica 16 dicembre
una giornata comunitaria, che ha
visto innanzitutto una visita all’Ospedale Evangelico con la partecipazione della corale battista
per il culto presso l’ospedale
stesso. È seguito poi un culto
tenuto dai ragazzi della scuola
domenicale, un agape fraterna, e
un’assemblea di chiesa dedicata
all’importante questione dell’e
vangelizzazione. Ha concluso la
giornata un culto ecumenico
presso la chiesa luterana.
SCIGLI — La locale comunità
metodista ha esposto il giorno
di Natale un manifesto sul caso
Kùng:
« Oggi, come nel 1500, la Chiesa cattolica romana colpisce
sempre i suoi migliori uomini.
Dopo il tentativo di apertura ecumenica fatto da Giovanni XXIII
con il quale si pensava che si facesse qualche spazio per una
teologia fondata sostanzialmente sulle Scritture, la Chiesa di
Roma con papa Wojtyla colpisce
ancora con le scomuniche proseguendo con il sistema inquisitorio ».
Dopo aver ricordato le decisioni cattoliche sui casi di Galileo Galilei, Girolamo Savonarola, Schillebeekx, il manifesto
prosegue :
« Anche noi ci uniamo allo sdegno di molti che si manifesta in
tutto il mondo in queste ore, concordando con quanto scrive
COM-NT sul n, 43 del 23 dicembre u. s. che "Ancora oggi quindi registriamo la profonda incompatibilità tra il sistema cattolico e una teologia, come quella di Kiìng delineata sempre più
come evangelica nella sua impostazione di fondo; non c’è proprio posto per questo tipo di
teologia, che dà più fastidio che
singole questioni, come l’infallibilità papale” ».
VOLANTINO DELLE COMUNITÀ’ FIORENTINE
Impegnarsi per creare
un nuovo modo di vivere
Dice il profeta Isaia (9: 1); « Il
popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su
quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende ».
Gesù è la luce di Dio che illumina la nostra umanità nelle
tenebre di morte che ravvolgono.
Dio vuole che i credenti nell’Evangelo celebrino il Natale
di Gesù nella fede e nel rinnovamento delle proprie coscienze,
liberandosi dalla frenesia consumistica alla quale sono stati
ridotti.
La nostra società non può più
continuare la strada che sta percorrendo nell’indifferenza, dinanzi ai grandi delitti che si compiono contro l’umanità. Si sperperano ricchezze enormi nelle
armi, quando milioni di uomini
muoiono ogni giorno di fame, di
miseria, di malattia, di violenza.
La ricchezza fa sfoggio sfrontato di se stessa, in mezzo all’angoscia di milioni di disoccupati
o di sottoccupati e il solco che
divide i popoli ricchi dai poveri
diventa sempre più profondo.
Oggi da noi si vive nell’angoscia, perché c’è chi sfrutta il
diffuso bisogno di avere una casa e poi... va in Chiesa a celebrare il Natale! C'è chi continuamente sfrutta le necessità del
prossimo per arricchirsi ancora
di più!
Gesù non è venuto nel mondo
perché l’enorme maggioranza
degli uomini viva nella miseria,
ma perché gli uomini cambino
mentalità e vivano come fratelli e figli dell’unico Padre.
La potenza, l’amore e la benevolenza di Dio sono con tutti
coloro che combattono contro
l’egoismo, l’indifferenza, la violenza: celebrare il Natale significa impegnarsi per creare un
nuovo modo di vivere fra gli
uomini. Ma come cambierà la
società, se ciascuno non cambia se stesso e rende giusto il
proprio cuore, nella propria coscienza, nella famiglia, nel lavoro, nella società?
Gesù può salvarti e può renderti capace di lavorare per la
salvezza degli altri. È Natale,
abbi fiducia! Se operi la giustizia e la solidarietà, Dio è con
te e potrai cambiare anche la
società!
Molte chiese si interrogano
sulla base dell’ordine del giorno
sinodale e del documento delle
chiese valdesi, battiste e metodiste sul significato delTevangelizzazione oggi.
A VERONA l’assemblea di
chiesa rileva un suo fondamentale accordo col documento sinodale che «la priorità dell’annuncio è la proclamazione della
salvezza, ma — osserva —
questo annuncio deve tener conto della realtà storica individuando alcuni temi su cui il messaggio di Cristo incide ». Ritiene
inoltre che di fronte alla Chiesa
Cattolica si debba proporre un
altro modo di « essere chiesa ».
A PORDENONE presso la locale chiesa battista, si è tenuto
l’8 dicembre un convegno organizzato dal Circuito sul tema
dell’evangelizzazione, nel corso
del quale si è giunti alla conclusione che l’annuncio della salvezza in Cristo deve essere capace di incidere nella comimità
e nella società e che quiiidi occorre denunciare i condizionamenti presenti nel nostro paese
e frutto della cultura cattolica.
Agenzia Stampa della
Federazione delle
Chiese Evangeliche
Iniziano il 18 gennaio le pubblicazioni del NEV (Notiziario Evangelico) il bollettino mensile
di informazioni dell' Agenzia
Stampa della Federazione deUe
Chiese Evangeliche in Italia.
Prezzo di abbonamento per 11
numeri: L. 3.000, Via Firenze, 38
- 00184 Roma.
Il NEV si rivolge in modo particolare agli organi di stampa ed
alle istituzioni culturali, ma costituisce al tempo stesso un mezzo di informazione utile per
chiunque voglia essere al corrente delle novità che riguardano il
Protestantesimo in Italia e all’estero.
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18 gennaio 1980
AL CONVEGNO VENEZIANO DI CRISTIANI PER IL SOCIALISMO LOSANNA 2® CONGRESSO MISSIONARIO
DC e mondo cattolico oggi
Buona partecipazione, tanta
voglia di discutere a fondo le
questioni, discrepanza fra le parole scritte e quelle dette a voce; queste le impressioni più
immediate che ho avuto a Venezia, al convegno nazionale dei
CpS «Bisogni popolari e occupazione del potere: DC e mondo
cattolico, oggi» (5-6.1.’80). Un
movimento che stenta a ritessere collegamenti nella diaspora
dei gruppi cristiani di base, ma
che aggredisce in modo serio e
abbastanza documentato l’eterna
questione della società italiana,
il rapporto chiesa cattolica-democrazia cristiana nella storia, nel
costume politico e nella cultura; una sinistra presente in parte simbolicamente, nella persona
di deputati, sindacalisti e intellettuali illustri, ma anche realmente disposta a interloquire
con questi cristiani compagni così come essi sono; «noi con voi »,
ha detto Chiarante del PCI.
Il partito-stato
Un rapporto non irenico né
conflittuale, che non si pone più
come « dialogo » (i dialoghi non
impegnano mai eccessivamente
le parti), ma come lavoro su
obiettivi comuni.
Abbiamo, come minoranza di
cristiani marxisti, qualche cosa
da dire nella società? Stando al
convegno di Venezia, pare che
per ora abbiamo soprattutto
qualche cosa da lasciarci dire.
Le voci più apprezzate e citate
sono state quelle di Gianni Baget-Bozzo, Massimo CaCciari e
Lidia Menapace. L’onnipresente
prete-politologo ha sostenuto la
tesi, discutibile ma proprio per
questo interessante, che ormai la
DC non ha più bisogno del col
lateralismo cattolico per riprodursi e funzionare; sarebbe invece la Chiesa cattolica ad avere bisogno della DC: dopo essere
stata il « continuum statale »
che ha garantito il passaggio indolore dal Fascismo allo stato
repubblicano, essa si troverebbe
oggi in Italia priva di mediazioni istituzionali e pertanto bisognosa di aiuto da parte del partito/stato democristiano. Di conseguenza, la DC andrebbe studiata e capita non a partire dal
mondo cattolico, ma proprio
nella sua specifica forma di partito/stato; la teoria marxista,
abituandoci a comprendere lo
stato solo a partire dalla società civile, ci avrebbe dunque reso
un cattivo servizio.
Autonomia del politico? crisi
del marxismo? Può darsi.
Ma certo non si può dire che
la sinistra sia stata all’altezza
dei suoi compiti teorici, nel comprendere le trasformazioni dello
stato.
Giuste indicazioni
Secondo l’intellettuale-deputato Cacciari, ciò che dovremmo
fare è opporci alla crisi dell’ethos
politico occidentale, e fare seriamente i conti con quello che
Kierkegaard chiamò «venti secoli di ignominia cristiana »: come programma non c’è male;
c’è solo da augurarsi che la sua
attuazione non duri altri venti
secoli! Più sobrie le indicazioni
di Lidia Menapace (PdUP). Dovremmo smetterla di inseguire
il fatterello locale (l’IPAB da
sciogliere, la parrocchia in rivolta, l’inchiestina locale, ecc.) per
fare politica e cultura sul serio,
per riprendere i grandi temi su
cui la resistenza della Chiesa
cattolica si è attestata, primo fra
tutti l’aborto, e non più solamente in un’ottica rivendicativa, ma
nella prospettiva più ampia di
una sessualità umana liberata;
per politicizzare al massimo il
tema della pace e del NO agli
armamenti, su cui anche la Chiesa cattolica gioca le sue carte
sulla base di un generico umanitarismo di cui si fa maestra.
Anche se la Menapace continua
ad attribuirci una visuale assai
ristretta che penso ormai superata, non si possono non condividere le sue giuste indicazioni.
Il problema è ancora e sempre
quello di farle marciare nel movimento e fra la gente.
Importante, si è risposto da
parte CpS, è individuare le smagliature e gli indebolimenti che
si sono prodotti nelle basi materiali della Democrazia Cristiana, specialmente in alcuni punti-chiave (partecipazioni statali.
Cassa per il Mezzogiorno, consenso giovanile), perché ivi è
maggiore il pericolo che essa
continui a scaricare su spalle
altrui il pe.so dei suoi errori e
misfatti; senza però attribuirle
un’aureola di immortalità ed onnipotenza che può solo giovarle. Importante pure continuare
a indagare dove va la Chiesa
cattolica, con particolare attenzione alle trasformazioni che avvengono nel suo apparato istituzionale e nel suo funzionariato
(«occhio ai preti! », dice Michele
Boato). E occhio pure ai rapporti futuri tra chiesa e DC e
masse popolari. Non è detto che
chi ha provato una volta a non
votare DC non ritorni a votarla,
e non è detto che chi non l’appoggia più non ritorni in qualche modo a fare i suoi interessi.
Saverio Merlo
Mancano i pastori
nelle chiese tedesche
Nella Chiesa Evangelica in
Germania 2.064 posti pastorali
sui 16.000 previsti sono vacanti
(circa il 13%). Dei pastori in attività di servizio alla fine del
1978 più del 90% era assegnato
al lavoro tradizionale nelle comunità, mentre altri erano invece al lavoro come cappellani militari, come insegnanti nelle scuole statali o comunali o liberi per
un periodo di aggiornamento.
Negli ultimi anni è notevolmente salito il numero delle donne pastore, che raggiunge i 930
elementi, circa il 6% dell’insieme
dei pastori.
In media, si calcola che ogni
pastore abbia la cura di circa
2.300 membri di chiesa.
Tuttavia le previsioni indicano un rovesciamento di tendenza: gli studenti in teologia nella
Germania Federale coprono abbondantemente le richieste di
posti vacanti, compresi quelli
che rimarranno tali per il pensionamento o per i decessi che
sopravverranno.
È in via di costituzione un fondo di soccorso con offerte volontarie dei pastori attualmente in
echi dal mondo cristiano!
a cura di BRUNO BELLION
Protestantesimo
in TV
Con il 21 gennaio inizia
un ciclo dedicato a due fra
le numerose comunità
evangeliche che operano in
Sicilia :
Lunedì 21 gennaio 1980
La comunità battista di
Catania.
« Vita e problemi di ùna
comunità di un grande centro urbano della Sicilia ».
Lunedi 4 febbraio 1980
La comunità metodista
di Scicli.
Parte prima : « La singolare vicenda di un pastore
sindaco e di una comunità
di evangelici socialisti ».
Lunedi 18 febbraio 1980
La comunità metodista
di Scicli.
Parte seconda : « La tradizione di una comunità di
evangelici socialisti vissuta e interpretata nella società sciclitana di oggi».
servizio per dare la possibilità
di lavoro nel futuro (verso la
metà degli anni ’80) ai « pastori
disoccupati ».
La richiesta
di libri di cultura
teologica aumenta
Nonostante le resistenze palesi delle autorità, molti libri di
carattere religioso o teologico
vengono pubblicati ogni anno
nella Repubblica Democratica
Tedesca. Si tratta per lo più di
volumi di piccole dimensioni,
che non superano le 48 pagine.
Comunque pare che si stia avviando un processo di maggiore apertura da parte del governo della RDT, che si mantiene
anche dopo la scomparsa del
responsabile dei rapporti con
le chiese.
Di questo nuovo clima è segno
anche il fatto che si sia recentemente inaugurata una nuova
chiesa evangelica nella città di
Eisenhùttenstadt.
Eisenhiittenstadt non è una
città qualsiasi: è una città modello, costruita interamente dopo la seconda guerra mondiale
nei pressi di Francoforte sulrOder e deve dimostrare come
si costruisce e si vive in un paese socialista. È evidentemente
una tipica città industriale, che
si chiamava in un primo momento Stalinstadt e nella quale non
era prevista la costruzione di
alcun edificio di culto. Quando
nel 1953 l’allora segretario generale del Partito Comunista e capo del governo Walter Ulbricht
aveva consegnato al sindaco le
chiavi di questa città modello
aveva detto letteralmente nel
corso del suo discorso: « in questa città sorgeranno due torri:
una per il palazzo municipale e
una per la casa della cultura.
In uno stato socialista di altre
torri (era chiaramente inteso:
altri campanili) non sappiamo
cosa farcene ».
Ora la comunità di Eisenhùttenstadt non dovrà più riunirsi
sotto la tenda o in una roulotte,
come aveva fatto dal 1952 ad
oggi.
Brasile: preti
sovversivi
Le difficoltà per la chiesa non
vengono solo dai paesi dell’area
socialista. Secondo notizie del
Centro di documentazione e informazione di San Paolo, negli
ultimi dieci anni sarebbero stati arrestati almeno 122 preti e
religiosi di diversi ordini monastici sotto l’accusa di « attività
sovversiva ». Essi avevano preso
parte a manifestazioni di lavoratori o di studenti per reclamare una maggiore giustizia nel
paese, oppure le loro predicazioni erano state ritenute troppo
critiche nei confronti del governo.
Per dovere di informazione è
opportuno segnalare che un portavoce del governo ha nettamente smentito queste affermazioni
del Centro di documentazione.
Ungheria: per la prima
volta una donna
insegna la teologia
in una Università
L’esecutivo della Chiesa Riformata Ungherese ha nominato la
signora Klara Lenkey-Semsey
come docente di scienze neote
stamentarie nell’accademia rifor
mata di Debrecen (la stessa Uni
versità che ha recentfemente con
ferito il dottorato honoris cau
sa al pastore Tullio Vinay). Es
sa proviene dal lavoro di consu
lente teologico presso gli uffici
dell’Esecutivo della chiesa riformata ungherese.
Confessare Cristo
il Signore
Siamo all’inizio di un nuovo
decennio. Cosa ci riserveranno
questi prossimi dieci anni? Viviamo in un ipondo di rapidi e
profondi cambiamenti sociali e
politici. Basta leggere i quotidiani per accorgerci della gravità del momento storico che viviamo. Ricordiamoci degli ostaggi americani a Teheran e della
invasione sovietica neU’Afghanistan.
E le nostre chiese come saranno fra dieci anni?
Siamo contenti di cominciare
questo nuovo decennio con una
parola chiave: l’Evangelizzazione. Siamo riconoscenti a Dio
che, per il Suo Spirito, il Sinodo
ci ha richiamati aH’importanza
dell’annunzio del messaggio di
Dio in Cristo., A questo riguardo, vi riportiamo un piccolo rapporto sul grande incontro missionario evangelistico MISSION
’80.
Dal 27 al 31 dicembre c’è stato a Losanna il 2° Congresso
Missionario per la Gioventù Europea promosso dalla « Association Missionaire Européenne »
(TEMA) con il tema « Ogni lingua confessa che Gesù Cristo è
Signore ».
Con oltre 7000 giovani provenienti da 15 paesi, fra cui 300
iscritti dall’Italia, il congresso
aveva lo scopovdi dare ai giovani evangelici la consapevolezza
della grande responsabilità della
chiesa come portatrice del messaggio redentore di Cristo. L’evangelizzazione e la missione erano gli argomenti principali.
Il giorno cominciava con la
esposizione biblica della lettera
di Paolo ai Filippesi tenuta da
Michael Griffiths, il nuovo direttore del « London Bible College»; subito dopo c’era la riunione in piccoli gruppi di studio
e preghiera (da 12 a 15 persone)
sulla situazione del mondo, riguardo all’evangelizzazione.
Parallelamente al congresso
c’è stata un’esposizione missionaria con « stands » di più di
100 missioni internazionali. Questa esposizione, alla quale abbiamo preso parte con un piccolo stand dei Gruppi Biblici
Universitari (GBU), ci ha allargato la visione sullo sforzo missionario nel mondo.
Le missioni che esponevano il
loro materiale erano le più di
versificate, dall’evangelizzazione
dei bambini agli ospedali evangelici in Thailandia, dalla produzione di materiale per l’evangelizzazione dei ciechi alla missione che organizza soggiorni di
gruppi di giovani cristiani nei
kibutz in Israele, dall’evangelizzazione con dischi al lavoro fra
gli zigani, dallo sforzo per l’evangelizzazione nei paesi comimisti
alle missioni che si occupano
dei paesi arabi.
Il programma proseguiva dopo pranzo con i seminari pratici in piccoli gruppi su i più diversi temi a scelta; Lavoro fra i
giovani: La crescita della chiesa e i metodi missionari; Lavoro missionario e cambiamento
politico ecc.
È stato molto interessante ascoltare i rapporti presentati sul
lavoro di evangelizzazione in ognuno dei principali continenti,
perché ci ha permesso di vedere come il Signore ha veramente interesse che tutti gli uomini
arrivino alla conoscenza della
verità.
Peccato che c’erano pochi giovani delle nostre comunità, perché questo convegno, pur non
essendo perfetto e anche criticabile, ci ha dato una visione nuova e grandiosa del potere di Dio.
Abbiamo lasciato Losanna con la
visione che, pur essendo una minoranza, come evangelici in Italia, abbiamo il messaggio e il potere per viverlo e proclamarlo;
possiamo comunicare così agli
uomini la possibilità di totale
e vera liberazione e di una vita
nuova perché Cristo è l’Uomo
Nuovo; e per mezzo di Luì e soltanto per mezzo di Lui si può
essere uomini nuovi.
Questo è il messaggio del Van»
gelo. Questo è il messaggio che
ha caratterizzato la nostra chiesa in tutta la sua storia, questo
è il messaggio per cui siamo
stati perseguitati, questo è il
messaggio che manterrà la nòstra chiesa viva e dinamica.
Siamo riconoscenti a Dio per
l’opportunità che ci ha dato di
essere a Losanna e di tornare
in Italia vedendo tutte le possibilità che le nostre chiese hanno
di comunicare il Vangelo e di
essere sale e luce nel posto
dove sono.
Tacito Finto
CONVEGNO DI «CREDERE E COMPRENDERE»
I Fratelli studiano
il Padre nostro
A fine anno una quarantina di
adei'cnti alle Assemblee dei Fratelli si sono ritrovati presso ;1
campo giovanile di Poggio Ubei'tini per discutere intorno alla rivista « Credere e Comprendere »,
la pubblicazione di recente data
(il primo numero è uscito nel
febbraio del 1978) che intende
suscitare dibattito all’ interno
delle Chiese dei Fratelli. In tale
occasione, sulla base della relazione centrale del convegno tenuta da Marcello Cicchese dell’Assemblea di Parma, è stato
preso in esame il Padre nostro,
preghiera che solitamente rimane in ombra nella pietà dei Fratelli. Il convegno ha studiato invece con interesse e impegno le
"sette richieste” del Padre nostro
e per la prima volta lo ha fatto
usando il metodo storico-critico
applicato ad un testo biblico. In
questo senso la relazione di Cicchese aveva un taglio sostanzialmente barthiano molto familiare alla tradizione riformata.
Si tratta di un esempio dell’importante lavoro che questa rivistina, con una tiratura di circa
900 copie, compie raggiungendo
con il dibattito e il rinnovamento biblico-teologico un settore
delle Chiese dei Fratelli, che per
la loro impostazione biblica e la
loro concezione ecclesiologica sono chiese di militanti, composte
da persone che hanno un profon
do interesse nell’Evangelo di Gesù Cristo avendolo preso talmente sul serio da essere disposti a
consacrarvi totalmente la loro
vita.
Questo convegno a cui ho partecipato a titolo personale, è imo
di quegli incontri non ufficiali
che garantiscono una autentica
comunione fraterna tra le Chiese che aderiscono alla Federazione e gli altri settori dell’Evangelismo italiano.
Forse sarebbe bene che il Consiglio della FCEI accanto ai contatti di « vertice » con le dirigenze ecclesiastiche, che del resto
incontrano scarso successo, non
trascurasse queste iniziative come invece ha fatto in questo caso. La riservatezza che ci contraddistingue non favorisce certo il contatto con Fratelli e pentecostali, che hanno, della « comunione fraterna » un concetto
molto più semplice e meno « aristocratico » del nostro.
Un grazie, infine, a questi cari
amici e fratelli per l’accoglienza
e per l’interesse dimostrato per
la vita e le opere della ch'esa
Valdese. Si è costituito, in margine al convegno, un gruppo di
studio delle sorelle che intende
allacciare contatti con le studentesse della Facoltà di Teologia e
la commissione donne della Fgei.
E. S.
4
18 gennaio 1980
NELLA RIVERSIDE CHURCH DI NEW YORK
Una predicazione nei vivo
deiia crisi internazionaie
Rapporto della Commissione valdo-metodista
Uno stimolo per lo
studio e l’impegno
Ho avuto l’occasione, domenica 2 dicembre 1979, di andare al
culto nella Riverside Church a
New York. Tutti gli Stati Uniti
erano sotto lo shock dei fatti di
Teheran, la televisione ed i giornali riportavano ampiamente gli
avvenimenti, le interviste ai primi ostaggi rilasciati, i commenti — spesso aggressivi — dell’uomo della strada.
In questo contesto, il «Senior
Minister » della chiesa che è aderente a due denominazioni, la
American Baptist Church negli
Stati Uniti e la United Church of
Christ, il pastore Dott. William
Sloane CofiBn (lo stesso che doveva poi recarsi a .Teheran per
Natale) ha predicato eh fronte
ad ima assemblea di più di mille persone — la chiesa era piena
al completo alle 11.45 esatte —sul testo di Matteo 5: 38 « Voi
avete udito che fu detto; occhio
per occhio, dente per dente. Ma
io vi dico: non contrastate al
malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli
anche l’altra; ed a chi vuol litigare teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello».
Credo sia utile per noi, protestanti italiani, e forse non soltanto per noi, sapere quello che
una assemblea multicolore ha
ascoltato con estrema attenzione.
Trascrivo le poche note che ho
preso. Sono frammentarie, ma
forse meglio di una mia interpretazione del messaggio del pastore Cofian possono testimoniare della tensione percepita dall’assemblea.
« Ci sono quattro modi di reagire di fronte alla situazione creatasi a Teheran: una ritorsione illimitata, una rappresaglia limitata, un amore limitato, un amore illimitato.
Certo non è chiaro come applicare oggi queste parole di Gesù, che confronta la Legge con
la volontà di Dio. Escludiamo
pure la rappresaglia illimitata,
che oggi nessuno vuole. Ma già
vediamo che la rappresaglia limitata trova molti consensi. In
fondo pensare solo in termini di
Legge è naturale. È naturale dire che la libertà degli ostaggi
deve essere garantita. È giusto
che sia così. Ma — continuava
il pastore Cofifln — il fermarsi
solo alla Legge rappresenta una
(la) grande tentazione umana.
Si può anche affrontare il problema con un amore limitato.
L’amore limitato è quello che si
rivolge solo ai propri amici. Agii
ostaggi. Chiedere solo la libertà
degli ostaggi è in questa linea.
Il pastore Coifln aggiungeva: Ricordate le parole di Gesù: ”...se
infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? non
fanno anche i pubblicani lo stesso?”.
Il quarto modo, l’amore illimitato, è quello di cui parla Gesù
là dove dice, sempre in Matteo
5, un po’ oltre: ’’Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste”. Cosa significa questo oggi? Metterci al posto degli iraniani. Cercare quella
che è la volontà di Dio, non solo la giustizia umana, ’’legale”.
Gli Stati Uniti, per gli iraniani,
nascondono un criminale, che ha
ucciso migliaia di iraniani, e che
ha rubato.
Oggi però, fare due cose sbagliate — tenere cioè in ostaggio
dei diplomatici americani e vendicarsi o anche solo pretendere
con la forza la loro restituzione
— non significa fare una cosa
giusta.
Cosa occorre fare? Non solo
chiedere di rilasciare gli ostaggi,
ma processare lo Scià. Come?
Con un tribunale internazionale,
quale che sia, anche in assenza
dello Scià, cercando giustizia senza vendetta, ma con misericordia. Non c’è vera giustizia, senza misericordia».
Nella preghiera finale, il pastore concludeva chiedendo a
Dio di « darci saggezza e coraggio, per vivere in questi tempi,
in questi giorni ».
Gianni Rostan
a colloquio con i lettori
GEOTERMICO
Caro Direttore,
Vorrei brevemente replicare alla lettera di Raoul Long del 21 dicembre
scorso, dato che praticamente mi dà
dell'incosciente. L’origine di detta lettera è data da un mio articolo del 30
novembre scorso, in cui sottolineavo la
denuncia del presidente dei geologi italiani, prof. Villa, sul fatto che l'Italia
non sa (o non vuole) sfruttare il suo
enorme potenziale geotermico, in sostanza, il sig. Long mi dice che, prima di esporre ai lettori tali dichiarazioni (per di più rilasciate ad un settimanale) avrei dovuto « documentarmi
almeno un poco » su qualche libro o
rivista scientifici.
Il sig. Long evidentemente ignora i
numerosi articoli che ho già scritto al
riguardo (in modo particolare quello
del 14 aprile 1978) nel quale appunto
riportavo i dati da lui citati (se mi consente, ho letto decine di libri e centinaia di articoli suH’argomento energetico, pur senza essere uno scienziato
od un tecnico).
È proprio partendo da quei dati (ben
conosciuti anche dal prof. Villa) secondo cui fra 10 anni il contributo geotermico sarà prevedibile in ragione dell'1
per cento dei consumi di petrolio, che
il geologo contesta la politica dell'Enel
e dice che esso (non sono io a dirlo)
« praticamente non fa ricerca nel settore geotermico »: ecco perché ho ritenuto opportuno segnalare ai lettori questa voce che si dissocia da quelle
. ufficiali ».
Il sig. Long definisce « azzardate »
le mie conclusioni. Forse non sono stato sufficientemente chiaro. Se per azzardato » comunque intende il fatto che
concludendo precisavo che ie dichiarazioni del prof. Villa « dovrebbero naturalmente essere verificate ed approfondite » (chiedo scusa se mi cito) senz’altro tale qualifica mi sta bene.
Roberto Peyrot, Torino
ASPRI, FANATICI...
Caro Direttore,
il quotidiano « Nuova Repubblica » del
21 dicembre 1979 riporta una lettera di
Franco Floreanini a titolo: « I teologi
sciiti come i calvinisti ».
L'autore si rifà ad un precedente articolo di G. Baget Bozzo in cui il noto
studioso cattolico stupiva di fronte alla quasi assoluta atipicità del nuovo
ordinamento iraniano, che sembra prescindere da ogni « concetto politico
classico ». Ignora forse lo sprovveduto
"occidentale” G. Baget Bozzo che « l'islamismo è dottrina antitetica al cattolicesimo? ». E, citando lo storico inglese delle religioni A. Toynbee, aggiunge: « ...la rivoluzione sciita assomigliò alla moderna Riforma protestante
del Cristianesimo sia per la violenza
con la quale fu eseguita, sia per le
conseguenze politiche da essa derivate... I teologi sciiti... sono "aspri,
asciutti, fanatici e formalisti", un insieme di qualità che è pure caratteristico dei loro contemporanei calvinisti nel Cristianesimo occidentale ».
L'associazione storica è sorprendente,
e sulla nota falsa-riga dell’« intransigenza », presunto denominatore comune, cerca di evidenziare il carattere
« settario » ed irragionevole (prima che
irrazionale) del Calvinismo. Non è la
prima volta che si dà sviluppo a questo confronto.
Presumibilmente, tuttavia, il cartello
con il quale si è aperta a Tiibingen il
19.12 la manifestazione studentesca
in solidarietà al teologo svizzero Hans
Kiing: « Di ayatollah ne abbiamo già
uno! » non si riferiva, per individuare il
secondo, al Riformatore ginevrino. E se
caratteristica principale dello sciismo
Khomeinista è probabilmente quella di
ravvisare nella figura dell'« Iman » l’unico mediatore fra Cielo e Terra, l'unico interprete accreditato del Verbo divino, l'unica guida civile-poMtico-spirituale cui il credente può riferirsi, indiziate per complicità sarebbe a miglior
titolo il Cattolicesimo romano del Calvinismo.
Ma è proprio necessario procedere
per questa strada?
Grazie per l'attenzione.
Enrico Benedetto, Torino
RIFLESSIONI
SUL CONVEGNO
Egregio Signor Direttore,
innanzi tutto un grazie alla Chiesa
di Torino per l’iniziativa del convegno
su i • Diritti dei malati e dei morenti »
di sabato 15 dicembre u.s.
il convegno, a mio parere è riuscito
nonostante la scarsa partecipazione
dell'uditorio al dibattito e gli interventi quasi tutti programmati e in prevalenza di medici. Assenti gli infermieri.
Mi sono chiesto, se nelle comunità
evangeliche del Piemonte, dove operano
tre ospedali Valdesi, non vi sono fratelli che esercitano la professione di
infermiere. Mi auguro che la loro assenza non sia dovuta a quella barriera che divide il medico e l'infermiere
nelle corsie. Vorrei fare alcune considerazioni sull'oggetto del convegno.
1) Diritti. Come credente evangelico,
che attingo II mio modo di essere nella Parola del Signore (« Ama il prossimo tuo come te stesso, - Vi do un
nuovo comandamento che vi amiate gli
uni e gli altri, - Amate i vostri nemici ») e mi sforzo nella mia vita quotidiana a realizzare ciò, ho necessità di
altre norme, per rispettare ed aiutare
il mio fratello nel bisogno? Direi di
no. Ed allora perché parlare di diritti
dell'uomo, del malato? La risposta a
questo interrogativo mi viene data da
Gesù Cristo. Alla domanda dei farisei,
perché Mosé concesse il divorzio, il
Signore risponde: ,« Fu per la durezza
dei vostri cuori » (Matteo 19: 8).
Ed è vero. I nostri cuori di uomini
si sono induriti, si sono incalliti e non
sono più sensibili all'insegnamento di
Cristo. Hanno bisogno di altre norme
che indicano come comportarci. Mi
chiedo allora: se non si ascolta la Parola del Signore, si ascolterà quella
degli uomini? Quando negli anni '50
ho Iniziato all'Ospedale di Pomaretto
il mio lavoro ospedaliero, ricordo che
Tammalato era considerato una persona.
2) Diritti del malato. Cosa sono gli
ospedali oggi e cosa vi accade, lo sappiamo tutti. La cosa più abominevole
è che l'uomo in ospedale diventa un
numero. Mi pare che il suo primo diritto sia quello di rimanere uomo con
la sua personalità, con la sua problematica. Essendo numero viene scomposto, sezionato con la sola preoccupazione del suo organo malato.
È necessario ed indispensabile che
g'i schemi tradizionali dei rapporti tra
malato ed operatori sanitari vengano
completameftte ribaltati. Questi sono
basati esclusivamente sugli aspetti patologici. Cioè sulla base di sintomi
che l’operatore interpreta secondo la
sua capacità ed il ruolo che riveste
nella struttura sanitaria. Altri elementi
quali: abitudini di vita, attività lavorativa, problemi faml'iari, condizioni socio-economiche sono lasciati fuori,
perché non sono patologia.
Il malato è un uomo e come tale
non può essere privato dei suoi affetti, della sua libertà di l'eggere, scrive, pensare, valutare e pregare il suo
Dio.
Il malato ha diritto di avere aria, luce, acqua, un ambiente sano e confortevole. Perché a casa l'uomo può farsi la doccia quando vuole e in ospedale mai? Non certo per motivi patologici, ma semplicemente perché i servizi igienici sono diventati depositi di
materiale.
È diritto del malato, sempre in quan' to uomo, conoscere, sapere delle terapie, della diagnosi e della prognosi
onde possa partecipare attivamente alle scelte delle cure.
3) È possibile nelle attuali strutture
sanitarie (dove interessi di parte e caste che tutti conosciamo, si contrappongono gli uni agli altri e tutti a
discapito del malato) operare tenendo
presente l’uomo? Penso di sì. Come
credente dico che deve essere un mio
impegno operare affinché mio fratel'o
non perda la sua personalità.
Sono convinto che per realizzare
qualcosa bisogna andare, anche controcorrente, urtarsi con tutti, anche con
i compagni di lavoro.
Questa è la dimostrazione concreta
del mio credo in Cristo. Questo è il
mio modo di essere protestante oggi.
Daniele Perini, Ivrea
È cliiaro che la situazione fisica e psicologica di una pers(>
na malata o morente non può
essere risolta con un intervento
o una legge validi sempre ed in
ogni caso. Tuttavia è auspicabile che oggi in Italia tutti (non
solo gli operatori sanitari, i giuristi, i ministri di culto) riflettano maggiormente sui diritti dei
malati e dei morenti: è quanto
si augura, per le nostre chiese,
anche la Commissione di Studio
(nominata dalla Tavola Valdese
e dal Comitato Permanente Metodista nel febbraio 1976) nella
Prem6ssa della relazione presentata al Sinodo valdo-metocfista
di quest’anno. Questa relazione
è stata ora pubblicata dalla Claudiana in un agile quaderno (Attualità n. 82) dal titolo « I diritti dei malati e dei morenti ». In
appendice alla relazione sono
pubblicati tre dei documenti che
hanno ispirato il lavoro della
Commissione; si tratta di una
raccomandazione e di una risoluzione relative ai malati e ai morenti approvate dall’Assemblea
parlamentare del Consiglio d’Europa durante la 27‘ sessione ordinaria nel gennaio 1976, e di
un rapporto della chiesa riformata d’Olanda del 1972, sul tema
dell’eutanasia.
Attraverso la « raccomandazione » l’Assemblea del Consiglio d’Europa invitava i governi
degli stati membri a «prendere
in esàme il problema dei diritti
dei malati e dei morenti, in vista
di provvedimenti atti a" rendere
consapevoli gli operatori sanitari dei problemi collegati al tema. e dell’aggiornamento della
legislazione in materia » (1).
Il testo preparato dalla Commissione (due pastori, un giurista e due medici) è di facile lettura, e oltre ad essere uno stimolo alla riflessione individuale
su temi che vengono poco dibattuti pubblicamente nel nostro
paese, ben si presta come utile
strumento per una discussione
comunitaria sui problemi della
malattia, della sofferenza, della
morte.
È giusto dire al malato sempre la verità, a volte tremenda,
sulla sua malattia? È corretto rispettare la volontà del morente,
quando supplica che siano abbreviate le sue sofferenze fisiche e
psichiche? Difficile dare una risposta valida per ogni circostanza. Certo è invece che non vi devono essere dubbi sull’umanità
del trattamento, e — sottolineano gli Autori — tale obiettivo,
ben lungi dall’essere realizzato in
certi reparti ospedalieri italiani,
deve essere richiesto, se non da
altri, dalle comunità evangeliche,
allo stato italiano nella formazione degli operatori sanitari:
«Occorre che il tema della malattia e della morte sia trattato
sia coi giovani che si preparano
alla vita, sia in modo più specifico cogli allievi che si preparano
alle professioni sanitarie » (pag.
12).
È da chiedersi però (questa è
la mia opinione di giovane medico evangelico che lavora in un
ospedale civile di una città veneta) fino a che punto la sensibilità e l’umanità verso il malato possano essere « insegnate »
e calate in una pratica medica,
come l’attuale, troppo spesso
mercantile e burocratizzata.
Un capitolo a parte, nel volumetto, è dedicato all’eutanasia
nel caso di neonati deformi e di
« anziani sazi di vivere », ed un
altro al malato di fronte al problema della sofferenza e della
morte.
Alcune interessanti considerazioni fanno gli AA. sulla figura
del medico, il quale molto spesso vive lontano dalla situazione
umana dell’ammalato, pur lavorando su di lui; « ...bisogna che
il medico si senta portatore di
un servizio, anche nel momento
dell’informazione, del consiglio,
della guida alla decisione del malato, e non il detentore di un
potere nei suoi riguardi...» (pag.
15) (2); e ancora: «Resta sempre al medico la responsabilità
di decidere se conviene o no al
malato di conoscere tutta la verità, e anche in certi casi se possa essergli praticata l’eutanasia
eventualmente richiesta, ove fosse ammessa. Questa tremenda responsabilità esige naturalmente
dei medici coscienti, non solo,
ma anche capaci di mettersi nella situazione di coloro che sono
chiamati a curare. Dovrebbe essere questa una caratteristica di
chiunque non esercita la professione a scopo speculativo, in particolare del medico credente che
vede nei sofferenti l’immagine
stessa del Cristo (Matteo 25)...
(pag. 29).
Ed effettivamente la comprensione verso il più debole dovrebbe essere tanto più realizzata nei
luoghi di cura, in una società
come la nostra così carente di
rapporti umani significativi.
Spetta quindi anche alle comunità evangeliche italiane dare
il proprio contributo di riflessione e di studio al problema dei
diritti dei malati e dei morenti (3), anche per una testimonianza nei confronti' della società italiana e degli organi legislativi.
E questo senza trascurare la
prassi quotidiana dell’impegno
totale verso il nostro prossimo
nel momento di affrontare la
sofferenza e la morte.
Daniele Busetto
G CONTE, M.T. FLORIO, G.
PEYROT, P. RICCA, T. SANTI:
« I diritti dei malati e dei morenti», ' Attualità, Claudiana,
pagg. 48, L. 500.
(1) Da: I diritti dei malati e dei
morenti, premessa, pag. 7.
(2) Cfr. anche G. Bert, Il medico
immaginario e il malato per forza,
p. 20, 1974, Feltrinelli e G. Bert, A.
Del Favero, M. Gariglio, G. Jervis
e altri I diritti del malato, p. 131,
1975, Feltrinelli.
Per ulteriori letture
S. Rostagno, Prassi evangelica della medicina, 1977, « Gioventù Evangelica » n. 43;
P. Ricca, Il cristiano davanti alla
morte, 1978, Claudiana;
W. Fuchs, Le immagini della morte nella società moderna, 1973, Einaudi;
— E. KìIbleH'Ross, La morte e il morire, 1976, Cittadella Eiditrice;
—■ I. Illich, Nemesi medica, 1977,
Mondadori;
— L. Schwartzenbehg e P. VianssonPoNTÉ, Cambiamo la morte, 1979,
Mondadori;
— S. SoNTAG, Malattia come metafora, 1979, Einaudi.
NOVITÀ’
SALVATORE CAPONETTO
AONIO PALEARIO
(1503-1570)
E LA RIFORMA PROTESTANTE IN TOSCANA
(«studi storici»), pp. 256-1-18 ili. f. t., L. 7.800
— Vasta ed accurata ricostruzione — sulla base di documenti e
scritti inediti o poco noti — della vita, opera ed ambiente di uno
dei massimi esponenti e martire della Riforma italiana del ’500,
«l’espositore più organico delle dottrine della Riforma» (G. Paladino).
— Attorno al Paleario un’Italia in fermento che pullula di cenacoli
riformati o di simpatizzanti per la Riforma.
In appendice: lettere e testimonianze inedite.
Un’opera di importanza fondamentale per la storia della Riforma in Italia.
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso 1 - 10125 Torino - c.c.p. 20780102
5
18 gennaio 1980
A metà dicembre si è svolto a Torino
un convegno sul tema « Servizio sanitario a tutela della salute fìsica e
psichica dell’individuo nel rispetto
della dignità e della libertà umana — Diritti
dei malati e dCi morenti ». Promosso dal Concistoro delia Chiesa valdese di Torino, questo convegno è stato organizzato per la partecipazione di tutte le comunità e gli operar
tori sanitari evangelici del Piemonte per
promuovere una presa di coscienza e dare
occasione di una testimonianza nella prospettiva deirindicazlone che, soprattutto sul
tema dei diritti dei malati e dei morenti,
l’ultimo Sinodo ha dato alle chiese. Al convegno, presieduto dal presidente dell’Ospedale valdese di Torino, dott. F. Ramella, sono state presentate 3 relazioni, del pastore
battista P. Spanu, del dott. M. T. Fiorio di
Napoli, deil’ing. G. Poli, presidente dell’Ospedale Molinette di Torino.
Dato l’interesse generale del tema e del
contributi, pubbllcliiamo in questo numero
la prima parte della relazione di Paolo Spano (le altre due saranno pubblicate nei prossimi numeri) e la parte centrale della relazione dell’ing. Poli. Non pubblichiamo la relazione di Marco Idillio Fiorio in quanto da
tempo egli sta preparando una serie di articoli per il nostro giornale che saranno pubblicati quanto prima. Completano la documentazione in queste pagine una recensione
deU’opuscolo « Diritti dei malati e dei morenti » edito dalla Claudiana, la letterarintervento di un partecipante al convegno, e un
« caso » raccontato da un medico sidzzero
che ci sembra indicativo deU’impostazione
generale dei diritti umani.
(segue da pag. 1)
si può esortare all’amore, si può
raccomandare l’amore, ma non
si può comandare - nessuno ad
amare, sennò l’amore diventa
una condanna.
Perché, dunque, la Bibbia dice fin dai tempi dell’Antico Testamento (Lev. 19): « Ama il tuo
prossimo », e poi « Ama il tuo
nemico »? Evidentemente perché
l’amore di cui si parla non è un
puro sentimento, non è trasporto, non è semplice affetto. L’amore di cui parla la Bibbia è, in
fondo, la pratica della giustizia.
Amore e giustizia vanno assieme.
L’amore senza giustizia diventa
discriminante, arbitrario, emarginante per chi non è amato; so
un’astrazione, ma vuol dire aiutarlo se lo trovi mezzo morto
sul ciglio della strada, soccorrerlo se è affamato, assetato, ignudo o in carcere; vuol dire andare incontro all’avversario, camminarci assieme più del necessario, prestargli anche il mantello
e la tunica se ha bisogno; vuol dire pregare per lui mentre ti mette in croce. (Le. 10; 25-37; Matt.
5: 38-48; 25: 31-46; Le. 23: 34).
Se questo è l’amore, allora anche la giustizia ha un significato
particolare. Essa non è pura semplice equità in rapporto all’applicazione della norma giuridica.
La giustizia di Dio è la sua volontà attuosa di salvezza; è il
continuo, assiduo impegno a convincere l’uomo a uscire dalla
che deve esistere tra la pratica
della carità (amore) e la giusti
li servìzio come
impegno di vita
Una delle affermazioni tipiche
della teologia evangelica è questa: Il servizio di Dio, cioè il culto spirituale, non è confinato al
servizio ecclesiastico, ma investe
tutta la vita. Di qui discende un
altro principio della teologia
evangelica che è il seguente;
Ogni singolo credente ha dignità
sacerdotale, anche se le vocazioni sono diverse e organicamente
collegate.
Diritti dei malati
e dei morenti
prattutto risulta in pura gratificazione per chi ama, in quanto
risponde ad una esigenza intima, affettiva o razionale.
La giustizia senza amore, d’altra parte, diventa legalismo, formalismo giuridico, rivendicazione dei diritti, può scadere a pura tecnica giuridica per salvaguardare privilegi di parte e interessi di potere. La Bibbia invece parla dell’amore come pratica della giustizia.
Iddio è giusto in quanto ama.
In questo si manifesta la sua giustizia che, indipendentemente
dalla legge. Egli perdona il peccatore (Rom. 3: 21 ss.). Iddio,
dunque, chiede ai suoi figliuoli di
praticare la giustizia come
espressione concreta dell’amore.
Perciò l’amore può essere comandato.
Amare il prossimo non è più
sua schiavitù e pure dalla sua
miseria; è la lotta costante per
togliere via malattia e morte.
Perciò Iddio ama in quanto è
giusto. E non è molto strano che
Gesù esca a dire: « Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli » (Matt. 5: 48).
Su queste constatazioni s’innesta il dovere per ogni cristiano
di servire. Il servizio, quindi, non
è l’adempimento di un dovere
civile o sociale, ma è la pratica
dell’amore tesa ad esprimere la
volontà di bene e di giustizia di
Dio per ogni persona a partire
da chi ha più bisogno. Il servizio
cristiano non è pura filantropia,
ma è un segno del tipo di mondo, che Iddio costruisce instaurando la sua sovranità. Ogni idea
caritativa è superata, mentre va
sottolineato lo stretto rapporto
Su queste basi, si edifica l’etica protestante, che è caratterizzata al tempo stesso dall’abolizione della delega o della procura e dal rigore dell’impegno.
Vi sono stati molti errori che
noi protestanti abbiamo fatto in
questo senso. Abbiamo, cioè, dimenticato la matrice evangelica
di questi indirizzi etici e così
abbiamo perso sovente il senso
della testimonianza al Regno di
Dio. In alcuni casi abbiamo perciò allentato l’impegno, ci siamo
rifugiati in pratiche caritative
episodiche e scoordinate, abbiamo mutuato dalle culture esterne valori e comportamenti incoerenti con la nostra fede. In
altri casi il rigore deH’impegno
è diventato puro rigorismo, legalismo, moralismo e allora non
ci siamo accorti che l’originale
slancio puritano è stato strumentalizzato per fornire la base ideologica del capitalismo occidentale.
Ritengo, però, che si possano
eliminare gli errori, giovandoci
della critica storica e sociologica, senza rinunciare ai principi
fondamentali dell’etica protestante, che non solo restano validi
ma oggi, nell’Italia del riflusso
e dello sfacelo, diventano urgentemente attuali.
Occorre, infatti, che le chiese
come i singoli prendano coscienza che lottare contro il male dalla parte dei malati e dei morenti non è un’attività saltuaria, ma
è uno degli impegni di vita che
dobbiamo onorare. Fa parte del
nostro culto al Signore, più che
del dovere della compassione. E
similmente, sia le chiese sia i
sincfoli devono prendere coscienza che questa stessa lotta non
può essere semplicemente delegata a strutture specializzate che
»operino per procura delle chiese.
Pur evitando tutte le manovre e
i rischi integralistici, che tuttavia non sono il portato naturale
della nostra fede protestante, bisogna che noi tutti ascoltiamo il
richiamo che ci viene fatto da
più parti, anche sulla nostra
stampa. Dice una nostra sorella
ammalata: « È qui, sulla frontiera della malattia e del dolore —
che possono distruggere nella
carne e nello spirito — che ci
dobbiamo impegnare con un servizio spirituale... ». Ciò vuol dire
non tanto che c’è bisogno di
strutture sanitarie evangeliche,
quanto che bisogna favorire le
vocazioni evangeliche di servizio
nelle strutture sanitarie esistenti; che bisogna creare al più presto dei gruppi di servizio volontario; che la visita e l’aiuto
ai sofferenti non sia più un’attività lasciata al buon cuore dei
più sensibili. Tutta la chiesa deve strutturarsi in modo che, accanto all’evangelizzazione e alla
testimonianza, il servizio abbia
un posto e un ruolo portante.
Queste considerazioni, però, ci
introducono ad un discorso più
dettagliato rispettivamente sui
malati e sui morenti.
(1 - continua)
Paolo Spanu
Un giorno...
Un giorno venne a trovarmi
un’ammalata che veniva dal
Nord Africa. Aveva un cancro
disseminato delle ovaie che necessitava un trattamento chemio^
terapico. Questa giovane donna
di venticinque anni aveva dei
bellissimi capelli rossi. Le spiegai che il trattamento le avrebbe causato la perdita dei suoi
capelli e lei mi disse: no! Le
domandai di riflettere, perché
tra la perdita dei propri capelli e il prolungamento della propria esistenza c’é comunque una
certa differenza. Mi disse: «Sono
nata nel Nord Africa dove, come lei sa, solo i figli maschi
sono desiderati; dal momento
che ero la primogenita della
mia famiglia ed ero femmina,
mi fu rasata la testa fino all’età
di quindici anni. Lei capisce
che la mia vita é cominciata
solo con i miei capelli. Se domani dovessero cadere di nuo”
vo, non potrei rinascere una seconda volta. Trovi lei il modo
di guarirmi senza farmi cadere i capelli ». Di fronte a questa decisione irremovibile ho
provato a fare un miscuglio di
prodotti chimici che in seguito
è stato somministrato regolarmente a questa donna. Ogni volta che la visitavo nel corso del
trattamento le ponevo delle domande sul suo stato e lei percepiva la mia angoscia.
Un giorno domanda di vedermi urgentemente. La ricevo e
lei mi dice semplicemente:
« Davanti àlVangoscia che vedo ogni volta in lei a causa '
del fatto che il trattamento non
contiene tutte le medicine che
lei desidererebbe, vengo a dirle che non voglio che lei si senta responsabile della mia vita ».
Questa donna mi ha insegnato che ognuno è responsabile
della sua vita e che la grandezza della medicina consiste
nelVaiutare gli altri ad assumere questa responsabilità e nel
non far finta di assumerla al
loro posto. (L. Schwartzenberg).
Il primo diritto per chi è ammalato in fase acuta, per chi
ha davvero bisogno deirospedale, è quello di poterci
entrare, senza fare lunghe attese,
senza il peso economico delle visite private (con pagamenti di
tickets ben maggiori di quelli
che propone il Ministro Altissimo!) e senza Tumiliazione delle
raccomandazioni.
Per questo non occorrono letti in più (nella nostra Regione
e nella nostra città i letti ospedalieri — secondo le conclusioni
della Commissione Regionale per
il Piano — sono semmai esuberanti), occorrono ricoveri incongrui in meno, una maggiore efficienza della struttura e soprattutto una maggiore conoscenza,
informazione, di questo « pèzzo »
della struttura sanitaria, l'ospedale, che costa circa il 50% della spesa sanitaria complessiva.
Ben poco hanno fatto fino ad
oggi i nostri ospedali per far
conoscere il loro funzionamento,
per spiegare le modalità per il
ricovero, per fornire ai degenti
e ai loro familiari tutte quelle
informazioni utili per ridurre al
minimo gli inevitabili disagi. Si
parla degli ospedali di Lugano,
di Ginevra, o anche, qui, fuori
Non dimentichiamo le cose
modeste ma essenziali
della porta, di Briançon, con stupita meraviglia per l’accoglienza, il trattamento, il rispetto; sono problemi legati alla retribuzione ed alla formazione del personale, ma sono problemi che
richiedono anche iniziative tendenti a capovolgere ,« l’ideologia
della quantità » ( la mentalità secondo ciù per migliorare è necessario avere più visite mediche,
più analisi di laboratorio, ecc.).
Il diritto al ricovero in Ospedale non si realizza con l’occupazione di un letto, non è certo
questo il fine del ricovero, e soprattutto non è il fine dell’urgenza: le lunghe attese per esami,
visite, definizioni diagnostiche
ed iniziative terapeutiche, non
sono solo costi inutili per la collettività, impedimenti all’assistenza tempestiva di altri, ma altre nuove occasioni di offesa a
chi già è stato offeso nella salute.
Tempestività neU’assistenza ed
efficacia delle cure. Su questo
si potrebbe aprire un discorso
ampio e difficile nel quale io cercherò di non avventurarmi, ma
occorre affermare in ogni occasione che l’efficacia dell’assistenza ospedaliera non può non partire dalla concezione dell’uomo
come soggetto globale fìsico, psichico e sociale, non può non partire dal rifiuto netto di sostituire un rapporto uomo-madchina
al rapporto uomo-uomo, non può
cioè non mettere in discussione
la tecnicizzazione esasperata della medicina.
Tutti leggiamo quotidianamente sui giornali, e spesso noi stessi lo annunciamo, l’introduzione di nuove macchine, costose,
complicate e certamente anche
utili (betatroni, acceleratori,
T.A.C., apparati di monitoraggio): non leggiamo mai di altre
cose, altrettanto utili, meno costose ma più faticose e che qual
che volta succedono anche nei
nostri ospedali.
Sono anche questi i diritti dei
malati. Ne cito qualche esempio:
— la pulizia delle strutture;
— i servizi igienici dignitosi e
funzionanti nei Reparti (chissà perché quelli degli Aereoporti e delle Banche sono sempre lussuosi, e quelli degli ospedali indecorosi!);
— gli spazi liberi nei Reparti di
degenza per un incontro coi
familiari;
— la possibilità di telefonare dal
proprio letto ' a casa, a una
casa spesso lontana e sempre
in ansia;
— i nomi a fianco del letto del
malato, l’abolizione dell’uso
del « tu » da parte di medici e
di personale addetto all’assistenza; restare un uomo anche quando si è in un letto di
ospedale, non diventare un
numero;
— il rispetto della dignità del
singolo e del suo privato, il
rispetto dei suoi bisogni e
delle sue abitudini (gli orari
di riposo, dei pasti, delle visite e delle terapie sono quasi sempre stabiliti in funzione
di un’organizzazione del lavoro fatta per il personale, e
non per la persona malata);
— strutture di ricupero (mezzi
umani e strumenti) che favoriscano una riabilitazione
tempestiva del ricoverato prima delle dimissioni per restituirlo alle sue funzioni di vita e di lavoro;
— una disponibilità della struttura ad elevare costantemente la professionalità (di medici ed infermieri) ed a operare per la creazione di un
clima di fiducia tra gli operatori tale che garantisca la possibilità di verifiche del proprio operato.
Queste cose ed altre ancora,
modeste, impopolari, ma importanti, non possono avere mecenati pubblici o privati con targhe da apporre, non sono mai
temi da congressi, ma sono certamente cose essenziali per un
maggiore rispetto dei malati.
Giulio Poli
6
18 gennaio 1980
crondcd delle valli
0
ALLE VALLI OGGI
CONVEGNO DI STUDI A TORRE PELLICE
Sfiducia Costruire insieme un
e delega progetto per gii anziani
Il Parco naturale che doveva "
Il Parco naturale che doveva
nel primo progetto coprire anche
una parte dell’alta Val Germanasca si limiterà, invece, alla Val
Troncea, in base alle decisioni
del Consiglio regionale.
La vicenda attraverso cui si è
giunti a questa decisione è nota
ai lettori dell'Eco-Luce. Nella
primavera del 1979, all'approssimarsi della scadenza entro la
quale doveva essere presa la decisione sulla costituzione del parco, un movimento animato soprattutto dai cacciatori diffondeva la diceria secondo la quale,
costituito il parco, non solo non
si sarebbe più potuto cacciare,
ma nemmeno pascolare o far legna. La diceria incontrava subito un certo credito e a nulla valevano le informazioni più fondate fornite dal nostro giornale.
Ci sembra che il movimento
dei cacciatori abbia avuto successo grazie a due fatti che si verificano da lunga data, ma che
sono profondamente negativi e
che vanno superati.
Il primo fatto è la sfiducia naturale della gente di montagna
nei confronti dei pubblici poteri.
Se la Regione vuole costituire
un parco, è impossibile, per questa mentalità, che non ci sia sotto una trappola. Hai un bel dire
che l’unico vincolo di rilievo è il
divieto di caccia, che la costituzione del parco permetterà di
avere contributi per la salvaguardia dell’ambiente, per il miglioramento dei pascoli, per il ripristino dei sentieri e via di seguito.
Poco importa che in Regione
ci sia un’amministrazione rossa
e che a Roma ce ne sia una DC.
Se c’è una proposta che viene da
un organo di governo, di qualunque colore esso sia, è praticamente sicuro che ha da essere
Un imbroglio per i montanari.
E ovvio che questo modo di
pensare è purtroppo motivato e
che non si cancella con un risultato elettorale un lungo periodo
di sabotaggio della montagna
come è avvenuto nel nostro secolo in Italia. Sta, quindi, ai
pubblici poteri acquistarsi fiducia in modo che si dia più credito a loro che alle dicerie di
chicchessia; ma sta anche alla
gente controllare i pubblici poteri in modo che non sia più possibile per loro venir meno, come
tante volte è avvenuto a una parola data.
Il secondo fatto che ha permesso alla campagna denigratoria nei confronti del parco di
aver successo è l’abitudine alla
delega per cui quelli che erano
favorevoli al parco hanno pensato che bastasse che i rappresentanti democraticamente eletti
fossero anch’essi favorevoli perché il parco si facesse.
La delega è a volte più funzionale, ma comporta grossi pericoli. Chi è delegato può facilmente credere di essere in grado di
determinare il bello e il cattivo
tempo per tutti senza guardare
in faccia nessuno. È necessaria,
quindi, la partecipazione.
Ma anche la partecipazione ha.
i suoi rischi, come in questo caso. Rischia di favorire l’opinione di chi fa la voce più grossa e
di chi è più veloce ed efficiente
nell’organizzarsi, anziché quella
di chi desidera veramente il bene del territorio.
Nella vicenda del parco abbiamo l’impressione — e saremmo
lieti di essere smentiti — che le
amministrazioni locali sono state soprattutto preoccupate di
non scontentare troppo nessuno.
Perciò hanno seguito fiaccamente la pratica, non hanno prornosso assemblee per la discussione
e l’illustrazione del progetto,
hanno lasciato che fautori ed avversari del parco se la vedessero
tra di loro, che facessero pervenire come meglio potevano la loro voce in Regione e che la Regione decidesse come meglio credeva, sentite le varie voci.
Più partecipazione perché ci
sia fiiù fiducia reciproca tra cittadini e amministratori sarà certamente uno dei motivi della propaganda elettorale della prossima primavera. È necessario che
queste parole si riempiano sempre più di contenuto reale.
Claudio Tron
Interventi economici e sociali
per gli anziani autosufficienti,
servizi e strutture socio-assistenziali per i non autosufficienti,
riabilitazione negli ospedali sono
le linee portanti di un “Progetto”
che fa discutere. Varato, in via
sperimentale, dalla Regione Piemonte nel febbraio dello scorso
anno rappresenta una novità destinata a tradursi in una nuova
politica assistenziale. Del "Progetto” se ne parlerà a Torre Pellice il 19 gennaio in un convegno
di studio (sarà presente anche
l’assessore regionale all’assistenza Mario Vècchione) organizzato
dalla Comunità Montana che iniziérà alle 9,30 presso il salone comunale di Viale Rimembranza. 1
lavori verranno introdotti dal
neo-assessore ai servizi sociali
della Comunità Danilo Rivoira
cui farà seguito, sino alle 18, un
dibattito articollato in gruppi d’interesse sempre su temi direttamente collegati alla situazione
dell’anziano.
A Fiammetta Cullo, assistente
sociale, che da quattro anni si
occupa dei servizi per gli anziani, nell’ambito della Comunità
Montana, abbiamo chiesto una
serie d’impressioni alla vigilia di
questo Convegno.
« Per il settore dei servizi sociali della Comunità Montana
questo convegno vuol essere un
momento di rifiessione sul lavoro sinora svolto e un momento
di confronto, d’informazione sulle prospettive future. Del resto
in Val Pellice i servizi sociali per
anziani non sono una novità. t)ie
ci anni fa proprio i servizi per
gli anziani sono stati l’inizio di
una programmazione nel settore ».
E’ vero che la composizione sociale della Val Pellice comprende, più di altre zone, una forte
percentuale di popolazione anziana?
« Direi di sì. Questo è dovuto
sia alle buone condizioni di salute della gente (in Valle sono numerosi coloro che raggiungono
gli 80-90 anni d’età) sia al forte
spopolamento dei giovani verso
la cintura industriale. Non bisogna, inoltre, dimenticare il fenc>
meno piuttosto rilevante del ritorno, in età avanzata, di evangelici abitanti in altre zone. E ad
aumentare la percentuale degli
anziani, non ultima, concorre pure la sensibile diminuzione di nascite annuali: su 22.000 abitanti,
nel 1978, sono nati solo 200 bambini fra tutti i nove Comuni della Val Pellice ».
A quali principi s’ispira la nuova "filosofia” dell’assistenza alle
persone anziane?
« E’ un discorso complesso,
tuttavia due punti sono ormai
chiari. Primo: l’esigenza di tutte
le persone, ma specialmente degli anziani, di rimanere nel proprio ambiente garantendo dei
servizi che consentano la massima autosufficienza. Secondo; rimandare il più possibile per l’anziano autosufficiente il ricovero
in casa di riposo, che il più delle
volte diventa una necessità e non
una libera scelta ».
Nel costruire per l’anziano autosufficiente una reale alternativa al ricovero in Istituto cosa si
è realizzato in questi anni?
« Sono convinta che l’anziano
autosufficiente se sorretto da una
vasta gamma di servizi può vivere serenamente tutelato nella sua
casa, nel suo ambiente. In questa
prospettiva sono stati creati dei
servizi che, pur privilegiando
l’anziano autosufficiente, sono
anche a disposizione di tutti coloro che sono in difficoltà e soprattutto i minori, gli ammalati...
E qui si possono ricordare i diversi servizi, quali; l’assistenza
domiciliare (aiuto domestico, in
ziano nel suo ambiente attraverso sia un miglioramento dell’assistenza economica, il garantire
cioè effettivamente un minimo
vitale (individuato di recente in
160.000 lire mensili) ai cittadini
più in difficoltà sia attraverso il
miglioramento dei servizi abitativi affinché il decadimento della
casa o il “sentirsi soli” non spinga al ricovero. In questa linea si
vara, a giorni, in Val d’Angrogna,
un “foyer” invernale ove accogliere, nella stagione più rigida,
10-12 persone tra le più isolate e
meno autosufficienti. Inoltre si
ritiene di potenziare i servizi domiciliari e i trasporti. Questi ultimi, in zone montane di grande
dispersione come le nostre, §onO'
estremamente importanti per collegare le persone ai servizi e di
conseguenza promuovere la socialità e la partecipazione. Nel
quadro delle prospettive di questo progetto si tratterà di muoversi anche nella linea della ristrutturazione delle Case di Riposo in Case protette offrendo la
più ampia collaborazione e consulenza alle Case di Riposo che
vorranno ristrutturarsi e adeguarsi alle nuove linee di interventi per i non autosufficienti. Infine si tratta di operare una ri
domiciliare (aiuto domestico, in- qualificazione e riconversione de
fermieristico, di podologia, di la- „ij ospedali di zona per l’inter
vanderia ecc.), i centri d’incon- ^-----Tr.oio++ic- in.
tro dotati di mensa, alcuni ambulatori (infermieristico, geriatrico, psichiatrico, di podologia) oltre ai soggiorni di vacanza per
2 MARZO 1980
Giornata mondiale di preghiera
La Giornata Mondiale di Preghiera 198» avrà per tema «Libertà responsabile » scelto e preparato dalle donne della Thailandia.
La Federazione femminile valdese porta a conoscenza di tutti
i gruppi di attività femminile
delle Valli che l’Unione femminile e la Società di cucito di Torre Pellice hanno accolto unanimemente la proposta di vivere
questa giornata con le sorelle
della Chiesa metodista di Bassignana (Alessandria) e la loro comunità.
Grata al Signore di poter avere una giornata comunitaria con
le sorelle metodiste di Bassignana proprio nel periodo finale dei
lavori di preparazione per l’integrazione degli organismi femminili delle due denominazioni, invita le Unioni che desiderano
unirsi a questa iniziativa di voler
telefonare entro il 15 febbraio
1980 a Mimma Moretti (91809)
dando con la loro adesione il
numero delle partecipanti. In un
secondo tempo verranno comunicati i dettagli organizzativi.
Le sorelle che non si uniranno
a questa giornata nell’alessandrino e intendono organizzare fra
di loro un incontro locale possono contare sulla collaborazione dei due membri della PFV alle Valli che restano disponibili
Terremoto
a Fenestrelle
Tra gli edifici della nostra zona che hanno riportato quald'e
segno in conseguenza del terremoto, c’è anche la scuola di Fenestrelle. Gli alunni delle elementari e delle medie sono, perciò, rimasti a casa martedì e
mercoledì scorso, in attesa cbe
una perizia stabilisse l’agibilità
o meno dell’edificio. Fortunatamente i danni riscontrati si sono
dimostrati tali da non pregiudicare l’equilibrio delle strutture,
pertanto giovedì sono riprese regolarmente le lezioni.
per aiutarle a realizzare le loro
proposte.
In attesa l’augurio a tutte di
una buona attività.
Niny Boer e Maria Tamietti
Istituto Tecnico
a Perosa Argentina?
E’ stata svolta una rapida indagine tra gli studenti di terza
media delle scuole di Perosa Argentina e Villar Perosa per esaminare la possibilità di istituire
a Perosa una sezione staccata dell’Istituto Tecnico “M. Buniva"
di Pinerolo.
Attualmente il “Buniva” è al limite delle sue capacità ricettive
a causa del gran numero di
iscritti, una buona dose dei quali
di provenienza valligiana.
Il decentramento di un corso a
Perosa (dove esiste un solo biennio di scuola superiore, l’I.T.I.S.)
presenta aspetti positivi e negativi.
Le famiglie degli studenti saranno certamente propense a rilevare il dato positivo di una
maggiore vicinanza della scuola
alle loro abitazioni e a valutare
favorevolmente il propretto. L’.aspetto negativo è dato, invece,
dai costi di gestione e dal relativo isolamento in cui si verrebbe
a trovare la sezione staccata rispetto alle sede centrale.
I disagi della neve
Al momento di andare in macchina continua a nevicare abbondantemente. Solo nella mattinata di martedì, 15 c. m. a Frali,
per citare una località al di sopra dei mille metri, la neve ha
superato i 50 cm. Sulle provinciali si transita solo con catene
o pneumatici dotati di chiodi.
Inevitabile quindi che per i
prossimi giorni, specie per le località più isolate, i disagi procurati dalla neve aumenteranno.
anziani e altri servizi, come il
consultorio ginecologico, a disposizione di tutta la popolazione e
quindi, a maggior ragione, anche
degli anziani ».
Potresti cercare di definire le
prospettive più immediate per il
futuro?
« Le prospettive, su cui già gli
amministratori e gli operatori
della Comunità Montana stanno
lavorando, si concretizzano nel
“Progetto anziani” che la Regione, Piemonte vuole sperimentare
in Val Pellice; zona socio-sanitaria pronta a recepire il discorso
perché sufficientemente “ricca”
di servizi. Per il progetto anziani
non variano gli obiettivi che ti
dicevo prima: lotta all’isolamento fisico ma soprattutto sociale,
mantenimento dell’anziano nell’ambiente naturale e alternativa
al ricovero per l'anziano autosufficiente. Il progetto anziani si
differenzia dagli altri servizi soprattutto perché privilegia gli
anziani non autosufficienti che
finora trovavano risposta solo negli ospedali o in case di riposo ».
E entrando nel merito di questo “Progetto” che la Comunità
Montana vuole tradurre a livello
locale...
« Nel progetto s’intravvedono
tre settori d’intervento; per prima cosa il mantenimento dell’an
vento in favore delle malattie invalidanti: penso aH’ospedale diurno o a palestre riabilitative. Ma
su queste prospettive il dibattito
è aperto con tutte le forze sociali, comprese le Chiese, che, in
Valle, hanno espresso ed esprimono una precisa attenzione nei
confronti del problema degli anziani ».
(a cura di G. Platone)
Violenza contro là persona
Assemblea a Perosa
Ultimamente, i casi di violenza alle
donne sono molto aumentati, soprattutto i casi di violenza di gruppo, in
seguito ai dibattito sviluppatosi attorno a questi casi ed ai relativi processi e grazie al coraggio delie donne,
che hanno denunciato ie violenze subite, il M.i.D. e l’U.D.I. hanno formulato una proposta di legge di iniziativa
popolare contro la violenza che modifica
le norme vigenti in materia di violenza sessuale.
Su questo progetto di legge in tutta
Italia, si stanno svolgendo dibattiti,
organizzando mostre e raccolte di firme. Ci sembra importante che anche
nella nostra zona ci sia un confronto
su questi temi. 1 gruppi donne e la
Consulta Femminile organizzano un
dibattito sulla proposta di legge contro la violenza sessuale il 18 gennaio
alle ore 20.45 presso la Biblioteca Comunale di Perosa Argentina. Interverranno due compagne del Collettivo
giuridico di Torino.
Gruppi donne Valchisone - UDÌ
CATTOLICESIMO LOCALE
Dibattiamo le posizioni delle
comunità di base
Il gruppo giovanile della comunità cattolica di Torre Pellice con una lettera all’Eco del
Chisone, chiede l’organizzazione
di un dibattito pubblico sul caso
di don Franco Barbero, minacciato di «sospensione a divinis».
Scrivono i giovani di Torre
Pellice:
« ...noi speriamo che tale « minaccia» non sussista realmente
e non abbia corso alcuno, dal
momento che crediamo che un
provvedimento disciplinare non
possa aiutare le nostre comunità in un chiarimento sui problemi e posizioni che stanno a monte di questo « caso » (anzi, pensiamo sia assai poco cristiano
che nella Chiesa vi sia la possibilità stessa di sanzionare posizioni, anche erronee, di parti o
singoli componenti della comunità) preferendo lanciare un appello al dialogo e al confronto
interno alla diocesi... Potrà essere un simile dibattito occasione
di una crescita cristiana vera
di tutti. Perché, attualmente, in
tutta sincerità, chi è che sa che
siano le Comunità di Base e quali le loro opinioni?
Chi sa quali siano le contestazioni che vengono loro mosse?
Il nostro Vescovo in una sua
dichiarazione pubblicata sul n.
4, novembre 1978, della Rivista
Diocesana Pinerolese aveva chiarito il suo pensiero in merito...
Chi è a conoscenza di questo
scritto e l’ha meditato? Don
Franco ha avuto opportunità di
chiarire pubblicamente il suo
pensiero?... Secondo le nostre
comunità hanno un fondamento
di verità le analisi fatte da don
Franco e dalle Comunità di Base (tipo l’accusa di solidarietà
della Chiesa istituzionale con ogni forma di oppressione)? Bisogna discutere con grande coraggio invece di condannare, o nascondersi come gli struzzi, o isolarsi neile proprie opinioni. Vorremmo chiedere a don Franco e
alla Comunità di Base di corso
Torino in un pubblico dibattito
di chiarire le affermazioni che
il Vescovo contesta loro e al Vescovo, al Consiglio Pastorale, a
tutti i fratelli, se è possibile oggi
nella Chiesa fare ricerca, anche
rischiando contraddizioni ed errori, oppure no o con quali limiti o su quali temi... ».
Per ora, la risposta a questa
richiesta è negativa. Per don
Morero, la diocesi locale è Pluralista ed esistono spazi per questo dibattito (Consiglio Pastorale, lezioni di teologia ecc.), ma la
comunità di base e i giovani di
Torre non partecipano a queste
iniziative.
7
18 gennaio 1980
CRONACA DELLE VALLI
_7
scriveteci^
vi risponderemo
a cura di GIORGIO GARDIOL
In questa rubrica ospitiamo ie risposte dei nostri esperti ai quesiti dei iettori.
Se avete domande sui problemi più vari, dal diritto all'economia,
dall agricoltura all'urbanistica, ai servizi sociali, ma anche di cucina,
di giardinaggio e bricolage scrivete a Eco delle vaili valdesi - Rubrica « scriveteci vi risponderemo » - casella postale - 10066 Torre
Pellice. Risponderemo a tutti sul giornale.
PENSIONI
— Sono un pensionato e
vorrei chiedervi di quanto aumenteranno le pensioni nel 1980 e in cosa consiste la riforma delle pensioni di cui hanno parlato
recenternente i giornali e
la televisione.
Lettera firmata
S. Germano
Risponde un esperto del
sindacato pensionati a cui
abbiamo girato la domanda:
A partire dal 1” gennaio
1980, gli aumenti sono i seguenti:
PENSIONI MINIME
Per questa categoria l'aumento è pari al 16,9% del
vecchio ammontare; passano quindi da 122.300 lire
al mese a 142.950.
INFERIORI AL MINIMO
E SUPPLEMENTARI
Per trattamenti pensionistici inferiori a 122.300
lire al mese, dal gennaio
di quest’anno aumento del
14%.
SUPERIORI AL MINIMO
Per questo tipo di pensioni gli aumenti sono due:
uno in cifra fissa, uguale
per tutti, di 47.750 lire al
mese; l’altro in misura
percentuale del 2,9% del
vecchio importo mensile.
COLTIVATORI DIRETTI
ARTIGIANI
COMMERCIANTI
I pensionati ex lavoratori autonomi beneficiano di
un aumento del 14% che,
sommato all’importo mensile sinora pagato, porta
le loro pensioni a 117.750
lire al mese.
PENSIONI SOCIALI
Crescono di poco più di
diecimila lire al mese passando da L. 72.250 a 82.365.
PENSIONATI PUBBLICI
Le pensioni statali, quelle del parastato e degli enti locali aumentano del 2,9
per cento oltre all’indennità integrativa speciale.
PENSIONI
ASSISTENZIALI
Anche la categoria degli
invalidi è interessata agli
aumenti. Le pensioni dei
sordomuti salgono a circa
Notizie utili
Corso di frutticoltura
La Comunità montana
della Val Chisone - Germanasca organizza un corso
di frutticoltura. Il corso si
svolgerà nei mesi di febbraio e marzo presso la sala valdese di Pomaretto,
ogni sabato. Sono previste
lezioni pratiche, proiezioni
Corso di apicoltura
Organizzato dalla Comunità Montana Val Chisone
e Germanasca è iniziato a
Fenestrelle sabato 12 gennaio un corso di apicoltura tenuto dai professori
Marletto e Piton della facoltà di Agraria di Torino.
Patate da semina
La Comunità Montana
Val Chisone e Germanasca
invita gli agricoltori delle
valli a ordinare entro il 24
gennaio al Comune o alla
sede della Comunità i quantitativi di patate da semina occorrenti.
I prezzi indicativi sono i
seguenti: Bintje Olanda
L. 230-260 al kg.; Majestic
Contributo per il riscaldamento
stagione 1979-80
Chi abita in Val Chisone
o Germanasca e non ha
redditi sufficienti per far
fronte al rincaro del riscaldamento può ritirare presii Comune un formulario
per (eventualmente) ottenere il sussidio regionale
che sarà compreso tra le
100 e 150 mila lire per tutta la stagione. La Comunità montana farà una gra
Corso per un posto di
assistente sociale
L’Ospedale Civile di Pinerolo ha bandito un concorso per un posto di assistente sociale in sostituzione di personale in congedo.
Si tratta perciò di un’as
sunzione temporanea. Gli
interessati possono richiedere informazioni alla Direzione dell’Ospedale Civile di Pinerolo, tei. 74464.
80.550 lire al mese; quelle
degli invalidi civili, con riduzione totale, a c.a 80.550;
con riduzione parziale a lire 74.200 al mese. I ciechi
assoluti ricoverati ricevono 60.420 lire, quelli non ricoverati 108.135 lire. I ciechi con riduzione un ventesimo, ricoverati, hanno
circa 52.000 lire; quelli non
ricoverati, 80.550; i ciechi
con residuo un decimo incassano 74.200 lire, sempre
mensili. Anche l’assegno di
accompagnamento sale a lire 74.200.
Per quel che riguarda invece la cosiddetta ’riforma’
delle pensioni che è già
stata approvata dal governo, questa in sintesi prevede:
1) Tutti i pensionati riceveranno la pensione dall’INPS: operai, contadini,
dirigenti, commercianti. Le
altre casse pensioni continueranno a funzionare fin
quando avranno assistiti.
2) L’età per la pensione
è uguale per tutti e sarà
di 65 anni; c’è però ancora
la possibilità di anticipare
la pensione a 60 anni per
gli uomini e a 55 per le
donne o anche meno se si
sono fatti lavori rischiosi
come ad esempio il lavoro
in miniera.
3) Se un pensionato continuerà a lavorare potrà
avere una pensione pari a
tre volte quella minima, la
parte eccedente questa cifra sarà soggetta ad una
ritenuta del 60%.
4) Il tetto massimo delle
pensioni sarà di 18 milioni
annui, indicizzati al costo
della vita.
5) Il minimo di pensione sarà uguale per tutti:
coltivatori diretti, artigiani, commercianti godenti
di pensione minima riceveranno lo stesso importo
dei dipendenti delTindustria.
TORRE PELLICE
Cultura religiosa
al Collegio valdese
È in corso nelle classi
del Collegio di Torre Pellice (media e ginnasio-liceo) un tipo di sperimentazione che riguarda la tanto dibattuta « ora di religione » nella scuola. Alcuni insegnanti e pastori della valle gestiscono le « Lezioni di cultura religiosa »
(un’ora settimanale), trattando, in cicli bimensili,
vari argomenti, per lo più
scelti dagli studenti stessi.
Alla fine di ogni ciclo cambia l’argomento e il conduttore della lezione.
Tradizioni e costumi vaidesi, le chiese evangeliche
in Italia, la stampa evangelica, gli Ebrei nella diaspora, confronto con il cattolicesimo, periodi di storia valdese, la musica e il
canto nelle chiese riformate: sono alcimi dei molti
temi che sono stati affrontati nel primo ciclo o lo
saranno nei prossimi, mediante interviste, ricerche e
dibattiti, con il carattere
della interdisciplinarietà.
Unicamente per motivi
di orario scolastico ha dovuto essere, a malincuore,
abolito il culto del lunedì
mattina, che peraltro negli
ultimi anni aveva visto una
forte diminuzione nella
partecipazione soprattutto
degli studenti del ginnasioliceo.
Si è giunti a questa impostazione, che sembra incontrare il favore di quasi
tutte le famiglie e l’inte
di diapositive e visite a impianti produttivi tra cui un
istituto del Trentino.
Per informazioni e iscrizioni (fino al 20 gennaio)
rivolgersi alla sede della
Comunità montana a Pomaretto, tei. 81497, oppure
81190.
UNA INIZIATIVA ANTIMILITARISTA
No agli armamenti
Il corso proseguirà ogni
sabato: a Fenestrelle il 19
gennaio e successivamente
a Pomaretto il 26 gennaio
e il 2 e 9 febbraio. Per informazioni rivolgersi alla
Comunità Montana.
Olanda, prezzo da stabilire;
Bea Olanda, L. 260-290 al
kg.; Sirtema Olanda, L. 260290 al kg. Draga Olanda, L.
360-390 al kg.; Primura Olanda, L. 390-420 al kg.; Desiré Olanda, L. 365-395 al
kg.; Spunta Olanda, L. 370400 al kg.; Saskia Olanda,
L. 300-330 al kg.; Kennebec
Canada, L. 310-340 al kg.;
Edzina, prezzo da stabilire.
duntoria in base al reddito
dei richiedenti per l’elargizione di questo contributo.
Verrà calcolato il minimo
vitale della famiglia: 145
mila lire mensili per il capo, 101.500 per la seconda
persona a carico, 87.000 per
gli altri a carico con più di
10 anni e 72500 per i figli a
carico con meno di 10 anni.
Facciamo armi che tolgono il pane, armi che tolgono la libertà. I politici
hanno paura della responsabilità di un disarmo, non
hanno paura della responsabilità per la guerra. Realismo politico vuol dire: 1)
che non si può ottenere un
disarmo completo prima di
aver creato in tutto il mondo una nuova coscienza civile; 2) che non si possono chiudere le fabbriche di
armi di colpo, perché si lascierebbero senza lavoro
migliaia di persone. Ma si
può essere dei politici responsabili e realisti preparando nei popoli il terreno
ideologico per il disarmo e
combattendo la « guerra
fredda », instaurando degli
indispensabili rapporti di
distensione per un indispensabile disarmo e una
lenta riconversione della
industria bellica. La decisione del governo italiano
di installare sul proprio
territorio i missili Cruise e
Pershing 2 per equilibrare
gli armamenti NATO e il
patto di Varsavia, sembrano destare delle perplessità nella popolazione italiana. Altri due paesi dell’Europa, Belgio e Olanda, non
hanno voluto ospitare sul
loro territorio testate atomiche. La posizione del governo italiano ha trovato
alcuni partiti contrari, come il PCI il PR e i gruppi
della sinistra extra parlamentare. Dunque noi collaboreremo ad un folle progetto di guerra ben diversa dalle altre combattute
da uomini, carri armati,
cannoni: una guerra che in
poche ore distruggerebbe
paesi, città, regioni; lasciando alle spalle che cosa? Cancro e zone non coltivabili per decine di anni.
Tutti indistintamente, cristiani e non, devono sentire la responsabilità, (che
forse per mancanza di volontà di azione, i politici
non sentono) di salvare materialmente questo mondo.
Non si può rimanere passivi, quando si scopre che
l’umanità può essere annientata dallo sbaglio di
un calcolatore o da un errore umano nei centri di
controllo delle basi militari. Non possiamo rimanere inermi quando sappiamo che può ancora succedere com’è successo, che
un radar possa confondere
uno stormo di uccelli per
dei missili stranieri; o che
un paese con governo dittatoriale possa rompere i
delicati equilibri intemazionali sapendo che tutto ciò
significherebbe morte e distruzione totale. Non « basta distruggere il mondo
una volta, lo si deve distruggere sette volte ». Questo ha detto aprendo la
manifestazione per la pace
tenutasi sabato e domenica 12-13 gennaio a Torre
Pellice un membro del collettivo antimilitarista valpellicese. In una piccola
valle com’è la Val Pellice i
partiti di sinistra e i gruppi giovanili cattolici e vaidesi, i gruppi spontanei, le
C. di Base di Pinerolo ed il
centro ecumenico di Agape
hanno aderito ad una manifestazione rivolta al governo italiano per dire: « I
missili non li vogliamo ».
Superando ogni barriera
politica ed ideologica, 250
persone circa si sono ritrovate a sfilare per le vie di
Torre Pellice. Erano presenti tutte le generazioni,
dai giovanissimi, dagli studenti, ai più anziani che
già avevano militato nelle
file della resistenza. Il presidente del Consiglio Regionale Piemontese Dino
Sanlorenzo, ha concluso
con un discorso il primo
giorno della manifestazione, che è continuata la
sera seguente con uno spettacolo di canzoni antimilitariste del Gruppo Teatro
Angrogna, cui è seguito un
dibattito.
Italo Pons
resse dei ragazzi (è comunque presto per fare consuntivi) dopo un attento
esame della situazione contingente (necessità di aiuti
esterni, di persone e pastori disponibili, per coprire
l’ora settimanale di lezione, visto che gli insegnanti della scuola non lo erano in numero sufficiente) e
del problema oggettivo dell’insegnamento della religione previsto dalle leggi
scolastiche dello stato, alle quali anche il Collegio,
in quanto scuola pareggiata. deve sottostare.
L’aspetto pedagogico delle lezioni è stato tenuto
presente, basandosi sulle
esperienze del passato,
quando, mancando un coordinamento con le scuole
domenicali e i catechismi,
la coincidenza dei programmi e impostazioni teologiche diversificate, creavano disorientamento e
perdita di interesse negli
studènti.
Le famiglie sono state
informate del cambiamento mediante un ciclostilato,
preparato dal Comitato del
Collegio con il contributo
di insegnanti e pastori, e
con una assemblea, nella
quale sono state illustrate
le linee e i principi che
stanno alla base della nuova impostazione.
Innanzitutto la non ammissibile interferenza dello
stato nel campo della educazione alla fede: da qui
la richiesta di esonero estesa a tutti (da notare che
nel passato, al contrario
delle scuole pubbliche, al
Collegio erano i cattolici a
chiedere la dispensa). In
secondo luogo lo sgombero del terreno da ogni idea
di costrizione: le lezioni
sono aperte a tutti gli studenti e vi partecipa chi ne
fa richiesta alla presidenza (alla scuola media tutte le famiglie eccetto una
hanno chiesto la dispensa
e quasi tutti gli alunni valdesi, con alcuni cattolici,
frequentano le lezioni).
Va detto infine che queste nuove proposte non sono state dettate unicamente da esigenze contingenti
(orario, programma, collaborazione) ma dalla volontà di fare luce, per quanto
possibile sui problemi di
fondo dell’insegnamento
della religione nella scuola e senza snaturare però
le caratteristiche precipue
del Collegio come scuola
valdese.
F. T.
Il sindaco di Luserna
non ha risposto
Le disfunzioni del servizio postale sono tali che
Té lettóre non arrivano più
tra Luserna e Torre Pellice? Speriamo sia questo
il motivo per il quale non
è pervenuta a tutt’oggi
ima risposta da parte del
Sindaco di Luserna, Benito Martina, alla lettera che
il Presidente del Comitato
del Convitto Valdese di
Torre Pellice gli ha mandato, in data 19-ll-’79, per
chiedergli di ripristinare il
servizio di trasporto scolastico a favore dei 6 bambini ospiti del Convitto.
Com’era stato richiesto dal
Convitto stesso, sappiamo
che il Consiglio di Circolo
ha preso in esame la questione e ha mandato una
sua delegazione in Comu
ne per chiedere una soluzione anche a questo problema. Ma né il Sindaco
né il Presidente del Consiglio di Circolo ci hanno finora comunicato nulla sull’esito di quella riunione.
Da voci, abbiamo saputo
che il Sindaco si è limitato a dire che la soppressione del servizio era una
questione puramente tecnica che non poteva essere
rimessa in discussione. A
noi sembra che i bisogni
delle persone — specialmente dei bambini — dovrebbero passare prima
dei motivi tecnici, soprattutto quando — come in
questo caso — i motivi
tecnici non c’entrano.
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CRONACA DELLE VALLI
18 gennaio 1980
NOTE DI VIAGGIO
Ugonotti
e Valdesi
in Germanio
Un viaggio turistico in
Germania può riservare
delle sorprese... storiche.
Programmata con gli amici Ginolas-Cericola ima gita a Berlino, ne approfittammo — sia all’andata
che al ritorno — per visitare a Walldorf nell’Assia
i valdesi del luogo, discendenti di quelli che nel lontano 1699 vi emigrarono
dalla Val Chisone. In una
simpatica riunione nella
Waldenser Kirche, mi si
chiese di parlare di tre
cose: il vero nome dell’iniziatore del valdismo, l’integrazione valdo-metodista
e la situazione attuale delle chiese evangeliche in Italia. A Berlino la visita per
noi più interessante fu
quella effettuata oltre il
muro nella parte orientale
della città, ma, strano a
dirsi, non tanto per ammirarvi le realizzazioni urbanistiche della DDB o le ricche collezioni artistiche
della Museumsinsel quanto
piuttosto per scoprire, tra
le rovine della Französische Kirche, il museo ugonotto con l’annessa biblioteca. Così mi si riaprì nei
ricordi una pagina tra le
più interessanti dell’emigrazione religiosa in Europa per motivi di fedeltà al
solo Vangelo: pochi giorni
dopo la revoca dell’Editto
di Nantes (18 ottob. 1685),
che costrinse i riformati
francesi a scegliere tra l’abiura e l’esilio, uscii a Potsdam un Editto (29 ottobre
1685) col quale il Principe
Elettore Federico Guglielmo di Prussia offriva agli
Ugonotti scacciati dal loro
paese ospitalità e possibilità di lavoro nel Brandenburgo e regioni limitrofe. I
primi tre articoli dell’Editto di Potsdam sono eloquenti: vi si ordina di fornire navi e viveri per il
trasporto dei profughi sia
dall’Olanda verso Amburgo, sia lungo il Reno fino
a Francoforte, e insieme
di concedere ai rifugiati
tutte le facilitazioni non
solo per le più dirette necessità della vita ma anche
per potersi dare all’industria, al commercio e ai
trafBci per mare e terra.
Se la revoca dell’Editto di
Nantes privò la Francia del
fior fiore della sua gente,
l’Editto di Potsdam arricchì la Germania di un ragguardevole numero di pensatori, giuristi, avvocati
nonché di attivissimi commercianti, artigiani e agricoltori.
La dispersione ugonotta
nella Germania nord-orientale richiama alla mente
quella valdese che, più o
meno negli stessi anni, si
effettuò a più riprese, in
prevalenza negli attuali
Länder del Baden-Wiirttemberg, dell’Assia e della
Renania-Palatinato, anche
per l’interessamento fattivo dei principi locali. Vari
furono gli stanziamenti, a
partire già dal 1685, e poi
nel 1688, nel 1689 (anche
nel Brandenburgo) e infine nel 1699, quest’ultimo
caratterizzato dal fatto che
parecchie delle colonie fondate in quelle regioni furono battezzate coi nomi dei
luoghi di origine delle Valli: Gross e Klein-Villars,
Pinache, Pérouse ecc. (cf.
la carta delle località della
Val Chisone con i nomi delle corrispondenti colonie
tedesche stilata dal past.
dott. Theo Kiefner, Einbruch und Diebstahl im
Pfarrhaus von Nordauseii,
in « Zeitschrift des Zabergäuvereins », H. 2, J. 1979,
p. 32). Oggi alcune di queste località si sono « gemellate», nel comune ricordo dell’antica origine; ma
il gemellaggio che dovreb-,
be contare oggi è quello
spirituale, fondato più sulla comune fede evangelica che sulla stirpe, e gli
amici di Walldorf, venuti
Testate scorsa alle Valli,
ne sono perfettamente convìnti. Giovanni Gönnet
VISITA A FAETO
Puglie: tracce
di una antica
presenza valdese?
Il Comitato per l’Italia
delTA.I.D.L.C.M. (Associazione Internazionale per la
Difesa delle Lingue e delle
Culture Minacciate) ha per
norma di indire le sue riunioni semestrali in qualche
località abitata da minoranze etnico-linguistiche.
Spesso queste minoranze,
come avviene in particolare per quelle greche, albanesi, croate e occitane del
Sud Italia, sono confinate
in località assai distanti
dalle grandi vie di comunicazione. Per l’ultima riunione, del 28-29 dicembre
1979 è stata scelta la comunità francoprovenzale di
SPIGOLATURE VALDESI
I nemici deila Patria?
A proposito della lapide
dedicata ai « Granatieri
morti per la Patria nelle
guerre del 1663 e 1686 contro i valdesi » (vedi l’articolo di A. A. Hugon sulTEco-Luce del 16.11.’79), lapide che, nel 1911, in occasione del Cinquantenario
delTUnità d’Italia, era stata murata presso la caserma romana Umberto I a
S. Croce a Gerusalemme,
un lettore di Prarostino.
Mauro Mario, dopo aver
compiuto una ricerca personale, ci scrive: « La Caserma dei Granatieri Umberto I a S. Croce di Gerusalemme, non esiste più,
l'edificio è stato trasformato in Museo dei Granatieri
per una parte e per la restante parte abbattuta. Nel
1969 tutto quanto restava
fu trasferito in una borgata a Pietralata, presso la
caserma Candin. Ove esisteva la facciata, con murate le lapidi, oggi non esi
POMARETTO
Concerto di Natole
Un concerto alla vigilia
di Natale! Per Pomaretto,
ma non solo per esso, è
stato un avvenimento molto apprezzato.
La musica (le corali) e
il teatro (le filodrammatiche), rappresentano da noi
ROLETTO
Crisi alla Con-Pak
La Conpak, fabbrica di
Reietto che occupa circa
180 operai e che produce
contenitori in cartone, è in
crisi: difficoltà di mercato.
Eppure solo nel mese di
novembre tra i sindacati
e l’azienda si era raggiunto un accordo che prevedeva l’applicazione dì alcune
norme del contratto nazionale di categoria e il lavoro era proseguito intenso,
con straordinari, fino a Natale. Alla vigilia del periodo di vacanze natalizio i dirigenti dell’azienda avevano informato gli operai di
difficoltà di mercato che
facevano temere per il futuro dell’azienda: cassa integrazione e riduzione dei
posti di lavoro. AlTinizio
di gennaio gli operai, tornati al lavoro, trovavano
la fabbrica chiusa per mancanza di riscaldamento.
Di qui gli interrogativi, le
assemblee per risolvere i
problemi occupazionali,
colla mediazione del presidente del comprensorio.
Poi finalmente l’accordo
tra l’assemblea dei lavoratori e l’azienda: suddivisione delle ferie in due tronconi in inverno e in agosto
per risparmiare energia,
modifica dell’orario di la
voro per sfruttare meglio
le ore di luce, elezione di
15 operai « il comitato dei
garanti » che avranno il
compito di collaborare
colla direzione per migliorare la produttività. Sui
maggiori guadagni il 15%
andrà agli operai, così suddiviso: 5% al comitato dei
garanti, 10% a tutti gli altri. Una cogestione insomma, che premia alcuni (i
15 garanti) rispetto agli
altri 165 operai.
Un accordo stipulato con
l’assemblea dei lavoratori
che taglia completamente
fuori il sindacato che era
contrario a questa proposta considerata una violazione delle norme contrattuali e dei diritti dei lavoratori. Di fronte al ricatto
del posto del lavoro gli
operai hanno accettato di
farsi « garanti» di una produttività concentrata in alcuni periodi dell’anno
quando il mercato tira e
condizioni inferiori ai livelli previsti dal contratto.
Così l’azienda diventa di
nuovo competitiva e la direzione realizza anche l’obiettivo di separare gli operai dal sindacato. Ma fino
a quando?
SS
due tradizioni culturali
molto sentite. Entrambe,
specialmente nel passato,
hanno contribuito non poco a produrre cultura alla
portata di tutti.
Che questo gusto per la
buona musica sia rimasto
lo ha dimostrato il tempio
di Pomaretto la sera di domenica 23 dicembre, pieno
all’inverosimile di gente
accorsa dalle due valli per
ascoltare il concerto di
Natale offerto dalla Badia
Corale Val Chisone, dalla
Corale di Pomaretto, dal
gruppo strumentale di musica medioevale e dai trombettieri valdesi.
Il programma è stato
ricco e vario, con pareccni
cori che riunivano insieme
voci e strumenti ed altri
presentati dai singoli gruppi. Il pubblico presente, estremamente attento e partecipe, ha goduto di questo
concerto, cosciente che le
melodie che stava ascoltando non erano il frutto di
una gara di bravura tra
gruppi diversi, ma un lavoro comune di preparazione e di confronto.
NelTinsieme, una serata
molto piacevole, ricca per
tutti, cantori e ascoltatori,
grandi e piccoli. Il nostro
augurio è di poter usufruire più spesso di simili serate, canore o di altro genere, che ci aiutino a ritrovare il gusto delle cose belle, che sono alla portata
di tutti. Sicuramente i
mezzi di comunicazione di
massa ci hanno disabituati dall’essere produttori
di « cultura » oltre che consumatori; quindi vedere e
sentire che è possibile per
tutti diventarlo è una proposta stimolante. Da non
lasciar cadere.
C. L.
ste più nulla ».
La lapide, considerata da
molti valdesi un’offesa alTamor patrio, come del resto non mancò di registrare « L’Avvisatore Alpino »
di allora, suscitò nel 1911,
oltre a comprensibili polemiche, persino un’interrogazione al Ministro della
guerra che fu rivolta dalTon. Soulier (valdese). Ma
l’interrogazione restò senza risposta. Ora sarebbe interessante sapere che fine
ha fatto questa lapide.
Il nostro lettore non ha
potuto per ragioni di tempo visitare la caserma Candin a Pietralata né compiere una visita presso il Museo dei Granatieri a Roma.
Sicché Tunica cosa che sappiamo di questa lapide, che
suscitò una vivace polemica sul significato di morire per la patria, è che oggi
non fa più mostra di sé
sulla pubblica via.
Probabilmente essa è andata distrutta.
Ma prima di affermarlo
con sicurezza occorrerebbe
verificare se questa lapide
è stata comunque conservata nei posti suddetti o
altrove.
Che si rinvenga o meno
essa è comunque stata concepita, a sua tempo, per ricordare un passato glorioso la cui gloria ha spesso
calpestato le vite e le speranze di una minoranza
dissidente.
Così scriveva il col. Cola] ani, colui che fece murare le lapidi a ricordo delle
guerre del ’600 contro i vaidesi: « ...chi combatteva i
valdesi, credeva in buona
fede di combattere fieri ed
indomabili nemici del suo
Duca, cioè della sua Patria,
che per quei tempi era tutta una cosa ». E’ proprio
così?
G.P.
Incontro
ecumenico
Nel quadro della settitimana di preghiera per
l’unità dei cristiani, il Collettivo di ricerca biblica,
la comunità valdese di Pinerolo, la parrocchia cattolica di San Lazzaro, organizzano per sabato 26
gennaio alle ore 20,30 nella
sala valdese di via dei Mille a Pinerolo un incontro
ecumenico. Il programma
prevede una riflessione biblica sul tema « venga il
tuo regno » e una ricerca
collettiva sul tema della
evangelizzazione.
Faeto, in Puglia. Faeto è
l’abitato più elevato della
Puglia, su un poggio a circa 850 m. Lo si raggiunge
da Foggia dopo oltre un’ora
di corriera.
Sono stato lieto di avere
questa occasione per visitare questa località, che
con la vicina Celle San Vito ricorda la lontana presenza valdese in Puglia,
per quanto, come accennava Gönnet (Eco-Luce N. 49,
7/12/’79) questa presenza
venga attualmente da taluni contestata.
I linguisti hanno classificato il parlare di Faeto e
(¿elle come francoprovenzale. Non ho nessuna competenza in campo glottologico e devo accettare le loro conclusioni. Ciò che ho
potuto constatare con piacere è che al contrario di
quanto succede in altre località di minoranze linguistiche, qui la parlata è ancora viva nella popolazione e che a noi suona familiare, a cominciare dal saluto « boun giourn », per
quanto invero l’influenza
della pronuncia dialettale
pugliese ce ne renda più
difficile la comprensione.
Infatti ho notato che era
più facile per loro comprendere le mie frasi in
patouà occitano che non
io le loro.
La presenza valdese è
negata decisamente dal
simpatico e dinamico parroco Don Salvatore Ceglia,
uno degli organizzatori locali di questo incontro, in
polemica con Gönnet, dal
quale però, attende un articolo sull’argomento da
pubblicare sul periodico locale « Il Provenzale ». Da
quanto ho letto in proposito, mi sembra che Timmigrazione a Faeto e Celle
e in generale nella Daunia
sia piuttosto (e comunque
in maggioranza) di provenienza provenzale che francoprovenzale, per cui includerei queste due isole
etniche fra quelle occitane
del Sud Italia, assieme a
quella di Guardia Piemontese in Calabria.
Faeto aveva in passato
circa 5000 abitanti, che ora
sono ridotti a soli 800, la
maggioranza ragazzi in età
scolare o anziani pensionati, forse qualche decina
che svolgono attività agricolo-pastorale e qualche
addetto ad attività terziarie. La maggioranza ha dovuto emigrare in cerca di
lavoro. Mi dicono che uno
dei più numerosi gruppi
di faetani sia in Canada,
altri in U.S.A., molti in
Germania, Svizzera e nel
Nord Italia.
Legati sentimentalinente
al loro paese di origine,
vi tornano per le ferie, come ho potuto constatare
in questo periodo natalizio vedendo in sosta nelle
vie e piazze del paese numerose auto con targa
svizzera, tedesca e milanese.
Il cattivo tempo e la necessità di tornare in sede
al più presto mi haimo impedito di visitare Celle San
Vito e non mi è stato anche possibile di_ prender
contatto con la piccola comunità dell’Esercito della
Salvezza presente a Faeto
fin dal 1908 e della quale
ho notizie da un articolo
a loro dedicato nell’ultimo
numero de « Il Provenzale » che, pur essendo organo della parrocchia, vuole
avere una « apertura ecumenica », come dice il parroco.
Ho notato comunque un
certo interesse per la storia della presenza valdese
nella regione da parte di
parecchie persone, che,
avendo io detto di essere
valdese, sono venute a parlarmi di questo argomento,
e altri, specie fra quelli che
per ragioni di lavoro risiedono in Piemonte, si sono
informati sulla possibilità
di visitare il nostro museo
di Torre Pellice.
O. Coisson
DAL MONDO CONTADINO
Il terremoto
fa riflettere
Vorrei provare a trascrivere le parole udite oggi da
un brav’uomo, che ha lavorato tutta la vita per tirar su la famiglia e costruirsi una casetta sul fazzoletto di terra ereditato
dal padre.
« Ieri alle tre e mezza eravamo tutti in casa tranquilli a decidere come trascorrere la domenica.
Quando ho sentito uno
scoppio, come se fosse saltata la caldaia del termosifone, e poi ho visto ondeggiare mobili e lampadari mentre il pavimento
sussultava sotto i nostri
piedi, anche se non mi sono quasi reso conto di quel
che succedeva, ho subito
pensato, con una tranquillità che mi stupiva: « Dov’è
il vostro tesoro, quivi sarà
anche il vostro cuore ». E
la sera dopo cena, quando
come al solito ci siamo
fermati un momento a tavola per il culto della sera,
abbiamo riletto la parabola del ricco stolto come
se l’ascoltassimo per la
prima volta, perché ci eravamo resi conto di come
eravamo andati vicino ad
assomigliargli.
Intendiamoci bene: non
sono affatto pentito di avere sempre risparmiato per
dare un tetto alla mia famiglia, invece di buttare i
soldi dalla finestra per divertimenti inutili. Anche
prima di ieri ho sempre
cercato di essere un buon
cristiano, ma ieri pomeriggio, durante il terremoto, ho capito che la casa,
e tante altre cose, erano
diventate piano piano un
po’ troppo importanti e
si stavano prendendo quasi tutto il mio tempo e i
miei pensieri. In quei minuti in cui tutto poteva
crollare da un momento all’altro ho ringraziato Dio
accorgendomi che, nonostante tutto, il mio cuore
non era lì e che anche se
avessi perso tutto non mi
sarebbe mai mancata ”la
perla di gran prezzo” ».
M. G.
9
18 gennaio 1980
CRONACA DELLE VALLI
UNA FELICE INIZIATIVA
Una comunità delle valli:
Pomaretto
Guido Baret ha fatto alla sua
comunità un bel regalo di Natale: ha scritto in 98 pagine la storia di « Pomaretto in Val Perosa » {stampato ma non pubblicato dalla Chiesa valdese di Pomaretto, dicembre 1979).
Il volumetto si presenta elegante, arricchito da molte fotografìe e cartine: e questo è certamente un merito; ma è anche
stato scritto con capacità e con
diligenzai in una forma facile da
leggere e questo è un altro grande merito.
Molte volte infatti la messe dei
materiali è tanto abbondante,
che il narratore non riesce a districarsene, individuando quelli
più importanti, e ne viene fuori
un racconto nozionistico, che
stanca il lettore.
Non è proprio il caso dell'opera di Guido Baret, e ce ne felicitiamo con lui; come ci compiacciamo della cura e della pazienza dello storico che egli vi ha impiegato, andando a ritrovare documenti importanti per la vita
di Pomaretto e mettendoli in risalto.
La storia di Pomaretto non è
molto diversa da quella delle altre comunità delle Valli, fatta
soprattutto di miseria, di giorni
d'angoscia, di persecuzioni e di
esili: ma io sono sicuro che ogni
pomarino leggerà con passione
ed interesse queste pagine, in cui
i nomi dei luoghi e delle famiglie
sono più vicini a ciascuno, in cui
sembra di poter meglio scoprire la propria identità.
Perciò ben vengano queste monografìe dei singoli paesi: per la
Val Germanasca e la Val Perosa
abbiamo finora quella di Massello, di Pramollo, quella di S. Germano in arrivo, oltre all'attuale
di Pomaretto; in Val Pellice, Bobbio e Angrogna non hanno ancora trovato chi si metta di buona
voglia a scrivere, e Villar e Rorà
hanno bisogno di completamenti
su quello che già è stato stampato. Anche perché oggi la storia,
seppure di una piccola comunità,
tende sempre di più ad essere
« globale », e cioè a presentare
non soltanto le vicende confessionali, ma anche quanto riguarda l’economia locale (prodotti,
bestiame, strade, industrie, ecc.)
e la vita sociale in genere.
Guido Baret ha scritto anche
questo, e così la sua monografia
su Pomaretto è completa e soddisfacente.
A. H.
Guido Baret, Pomaretto "in vai
Perosa”, a cura della Chiesa
Valdese di Pomaretto. Coop.
Tipografica Subalpina, Torre
Pellice, dicembre 1979.
POMARETTO
Sera di Natale al Podio
La zona del Podio, sopra Pomaretto, rimane durante l’inverno quasi completamente spopolata. Là dove un tempo risiedeva la maggioranza della popolazione, e ne fanno fede le tre
scuolette Beckwith del Paure,
degli Aymar e dei Cerisieri, oggi, durante i mesi più freddi, rimangono solo più due famiglie
(quattro persone in tutto).
Per la sera di Natale, però, il
villaggio dei Cerisieri si ripopola. Mantenendo viva una vecchia
tradizione di avere nella scuolefta una riunione natalizia, molti ex abitanti della zona ed amici risalgono ad incontrare « gli
ultimi, lassù ».
Qualche preoccupazione quest’anno per lo stato delle strade:
la poca neve caduta nei giorni
precedenti era gelata, e salire
in macchina era rischioso. Ma
ecco che qualcuno lancia la proposta di salire a piedi (un’ora
dì marcia). All’appuntamento:
circa cinquanta persone! Qualcuno è già salito nel pomeriggio,
qualche temerario arriva in macchina: in tutto un’ottantina di
persone che riempiono al massimo la piccola scuoletta.
Si canta, si prega, si legge la
Parola del Signore. Alcuni gio
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lORñE PELLICE
• Il culto con riflessione ' comunitaria di domenica scorsa,
che aveva come tema «Il culto
nella comunità » non ha fatto registrare una particolare affluenza di membri di chiesa, anzi la
Atta nevicata ha tenuto lontani
anche molti abituali frequentatori della assemblea domenicale.
Va osservato, per dovere di cronaca, che solo due catecumene
e tre giovani confermati negli
ultimi anni erano presenti. Eppure questi culti, per così; dire
sperimentali, dovrebbero, tra gli
altri scopi, offrire possibilità di
intervento a quelli che, soprattutto fra i giovani, ritengono le
forme tradizionali troppo monolitiche e poco stimolanti. Ci auguriamo che il tema della prossima riflessione del 10 febbraio,
« La violenza », inviti ad una maggior partecipazione i giovani della comunità. D’altra parte l’invito va rivolto anche a coloro che
non ritengono utili queste « novità », ricordando loro che la
Comunità cresce nel confronto
tra fratelli con la Parola del Signore.
• Domenica prossima avremo
l’Assemblea di chiesa, che sarà
dedicata all’esame della relazione finanziaria. Durante il culto
saranno insediati gli anziani eletti in dicembre.
• È giunta la notizia della
morte improvvisa della Sig.ra
Sommani a Roma. La nostra
comunità esprime in questa circostanza la sua più viva simpatia al pastore Sommani, ricordando il suo lungo ministerio tra
noi, ministerio nel quale la sua
Signora ebbe tanta parte.
vani partecipano con delle letture. Quindi, partendo dal recente libro di Guido Baret su Pomaretto, si procede... « all’esame » delle conoscenze sulla storia della nostra valle con tutta
una serie di domande. Con vari
canti, qualche panettone ed alcune bottiglie la riunione si protrae per alcune ore.
Ancora una volta abbiamo
sperimentato « quant’è bello che
fratelli dimorino insieme »!
Questa riunione si è inserita
in un programma di Natale molto ricco di spunti di riflessione:
la Festa di Natale delle Scuole
Domenicali e del Precatechismo
a Pomaretto (con culto, canto
all’ospedale, pranzo insieme e
pomeriggio ricreativo) e aH’Inverso; il concerto natalizio; i
culti ben frequentati (quello
dell’ultimo dell’anno fatto dalla
Corale).
Vogliamo inoltre ricordare la
« giornata » del IV anno di catechismo a Pomaretto. Dopo aver
partecipato al culto con i genitori ed aver avuto una scambio
di idee con questi ultimi sulla
confermazione, ci si è trovati
nei locali della nostra piccola foresteria per il pranzo in comune (grazie, a chi ha preparato
la pastasciutta) ed alcune ore di
riflessione e di scambio di idee.
Si è anche preparato il programma delle prossime « giornate »
(Asilo di S. Germano, Uliveto,
Angrogna, Viering).
• Purtroppo dobbiamo anche
segnalare il decesso della nostra
sorella Alice Matthieu ved. Balme all’Asilo di San Germano. Ai
familiari, in lutto, ed in modo
particolare alla figlia in Brasile,
la simpatia di tutta la comunità.
R. C.
____________ANGROGNA
Nella riunione del Concistoro
di sabato scorso si è definita la
chiusura dei conti; è da notare
che siamo riusciti a far fronte
al nostro impegno nei confronti
della Tavola aumentandolo di
500.000 lire. Ora il compito spetta ai revisori in attesa della prossima assemblea del 27 gennaio
convocata per dibattere il tema
delle finanze.
• Lunedì 14 gennaio una piccola folla commossa si è raccolta nell’ascolto della risurrezione
per l’ultimo saluto ad Anita Bertalot delle Bruere deceduta, in
tragica circostanza, all’età di 71
anni. Alla sorella e ai parenti
esprimiamo la nostra solidarietà cristiana.
PENTECOSTE 80
Perché una Festa delle
Comunità?
• Perché la Pentecoste ci
unisce nella grazia e
nella gioia.
• Perché evangelizzare sigpiiiica la riscoperta della Buona Novella, a partire da noi stessi.
• Perché è Importante riflettere sul ruolo che
abbiamo come evangelici valdesi alle Valli nel
1980.
Che cos'è? E' la festa delle Comunità
del III circuito (Val
Germanasca): Frali Rodoretto - Massello - Ferrerò - Villasecca - Fomaretto
aperta a tutti coloro
che vogliono parteciparvi.
Dove si terrà? A Ferrerò, domenica 25
maggio '80 - giorno
di Fentecoste.
L’Associazione Pro Torre Pellice ha indetto, giovedì, 17 ore 21,
al Centro d’incontro, via Arnaud,
una assemblea a cui sono invitati i cittadini, commercianti,
esercenti, rappresentanti di enti
e società sportive, oltre alle autorità, per discutere l’impostazione delle attività 1980 e per le
elezioni del consiglio direttivo.
L’Ass. Pro Torre Pellice trae le
sue origini dalla « Société Vaudoise d’utilité publique » fondata
il 3 settembre 1895: è la più antica Pro Loco d’Italia. Attualmente è l’unica Pro Loco del pinerolese che abbia un locale permanentemente aperto al pubblico. Si è distinta nel passato per
la sua assidua azione propagandistica, al fine di far conoscere e
valorizzare Torre Pellice in Italia e all’estero. Ha curato la pubblicazione della « Guida deba
Val Pellice », giunta alla 2* edizione ed è promotrice di numerose iniziative culturali e di richiamo turistico.
Per un buon funzionamento
della Associazione è indispensabile la partecipazione e l’interessamento di tutta la cittadinanza,
per questo è necessario che l’assemblea indetta veda una folta
partecipazione da parte di tutti
coloro che sono sensibili a questi problemi.
SAN SECONDO
Domenica 20 gennaio avrà luogo nella nostra chiesa la Giornata Comunitaria del Secondo
Circuito. Essa avrà inizio con il
culto del mattino alle 10.30, proseguirà con un pranzo al sacco
nella sala ed al pomeriggio, dalle
ore 14, si dibatterà insieme il
tema della testimonianza e della
evangelizza-zione cercando di
giungere a decisioni operative
e ad un programma di attività
per il 1980.
Ricordiamo che questo incontro non è riservato a « specialisti » o ai responsabili delle sei
chiese che compongono il circuito. Esso avrà successo nella
misura in cui le varie chiese si
incontreranno non solo per la
discussione dell’argomento proposto, ma per stare assieme nella adorazione e nell’ascolto della
Parola di Dio ed anche nei momenti più distensivi del pranzo
ed in quelli che precederanno la
riunione pomeridiana.
Partecipiamo quindi numerosi a tutta la giornata.
• Come possiamo concretamente prepararci a questa festa?
Ogni comunità o gruppo di lavoro (scuole domenicali, corali,
trombettieri, commissioni, opere, movimenti, ecc.) è invitata a presentare la propria ricerca, il proprio lavoro, la propria riflessione
nei modi ritenuti più idonei: canti — drammatizzazioni — esposizioni di pannelli — lavori pratici, ecc. con particolare riferimento
al messaggio della Pentecoste.
• Come si svolgerà?
Noi prevediamo per questa festa: due momenti d’insieme, uno
al mattino con culto ed uno pomeridiano, poi audizioni delle corali,
dei trombettieri, visite agli stands, presentazione audiovisivi; una
giornata da trascorrere nella gioia dell’incontro.
Per questo sarà necessario l’allestimento di un servizio di ristoro (polenta e spezzatino, bevande, ecc.). . ,
Vi sarà un programma di intrattenimento dedicato ai taamhim,
anche ai più piccoli.
Giovani e meno giovani, tutti troveranno uno spazio per un impegno per se stessi e per gli altri.
• Cosa si è già fatto e cosa si farà?
. Sono già al lavoro quattro commissioni che sovrintendono allo
studio, alla progettazione, all’organizzazione di questa festa in ogm
particolare. Una riunione di coordinamento delle commissioni avrà
luogo a Perrero venerdì, 25 gennaio, ore 20.30, nella sala valdese.
Di tutto il lavoro organizzativo, delle ricerche, dei consigli pratici in vista della festa, daremo man mano notizie da queste stesse
pagine. ' 4.
La Commissione Programma e Coordinamento
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Malgrado l’inclemenza del tempo con neve e ghiaccio, numerosi sono stati i presenti all’Assemblea di chiesa convocata domenica mattina per la formazione di una rosa di candidati tra
cui dovrà essere eletto il nuovo
conduttore spirituale della nostra comunità.
Tra i nomi dei pastori eleggibili, trasmessi dalla Tavola' e
letti in assemblea, sono stati confermati i tre che il concistoro
nella sua seduta di lunedì aveva
indicato : Bruno Bellion da Bobbio Pellice, Archimede Bertolino
da Palermo e Salvatore Ricciardi da Taranto.
L’Assemblea di chiesa che dovrà eleggere il nuovo pastore è
convocata per domenica 24 febbraio alle ore 10.30 dopo il culto.
• Domenica prossima, 20 c. m.,
il culto sarà seguito da una discussione comunitaria alla quale
tutti sono invitati a partecipare.
Il sermone, preparato dal pastore Adamo, sarà centrato sul
Gap. 8 del libro di Zaccaria.
ogoì e domani
Hanno collaborato a questo
numero: Renato' Cóisson,
Franco Davite, Dino Gardiol,
Gesuina Grassi, Augusto Armand - Hugon, Carla Longo,
Guido Mathieu, Giovanni
Peyrot, Marco Rossi, Eugenio Stretti, Franco Taglierò.
# Organizzato dalla amministrazione
Comunale si terrà giovedì 17 gennaio alle ore 21 presso l’auditorium
comunale di Corso Piave a Pinerolo,
una assemblea pubblica di presentazione del bilancio del comune per il
1980.
# Venerdì 18 gennaio alle ore 21
presso la Biblioteca Comunale di
Pinerolo si terrà un dibattito, organizzato dall'assessorato alla Cultura, sul
tema « lo sport oggi », Tra gli altri
parteciperà il campione olimpico Livio Berruti.
# Mercoledì 23 gennaio ore 20,15, a
Pinerolo presso la sala valdese Incontro dei gruppi della ricerca sulla
" comunità delle donne e degli uomini nella chiesa » aperto a tutti g'i Interessati.
C Sabato 19 gennaio, a Torre Pellice,
si svolgerà un convegno organizzato dalla Comunità montana e dalla Regione Piemonte sul tema « essere anziani in Val Pellice ». Introdurranno il
presidente della Comunità Montana bongo, l'assessore regionale Vecchione e
si avrà una relazione sul tema « la situazione nei servizi in Val Pellice il progetto regionale anziani » delTassessore ai servizi sociali della comunità Montana, Danilo Rivoira.
Nel pomeriggio i lavori si svolgeranno In gruppi tematici.
AVVISI ECONOMICI
EX CARABINIERE o pensionato solo
referenziato cercasi custode e lavori
giardino villa collina Torino - Telefonare ore ufficio 011/532453, festivi 011/890039 o scrivere SANET Piazza Castello, 29 - Torino.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Giuseppina Fornerone
ved. Rostagno
riponoscenti ringraziano tutti coloro
che con la loro presenza, scritti, parole di conforto e opere di bene hanno
preso parte ai loro dolore.
Un grazie particolare al Pastore Davite, al Dottor Ros, alla Signorina Rossetto Tranquilla e ai vicini di casa.
S. Secondo, 18 gennaio 1979
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
Doni pervenuti nel nvese dì dicembre
L. 10.000: Ricca Elide, In mem. del
marito; Bouissa Clementina, in mem.
di Ivonne Alilo; Tamburini Rosa (Livorno); Tourn Silvio e Mirella, in mem.
del loro cari; Coniugi Gonin (Losanna); Martinat Erminia, in mem. dei
miei cari: Famiglia Carstanjen (Como);
Ghigo Erminia, in mem. di Vera Varese (Milano); Coucourde Giulio (Pinerolo) ; Goss Adele, in mem. di Rivoira
Arturo e Ernesto.
L. 15.000: Romano Alfredo, in mem.
della moglie (S. Secondo di Pinerolo):
Malan Enrico; Giacone Giorgina (San
Germano Chisone).
L. 20.000: Stocchetti Vittorio e Aldo,
in mem. di Mario Corsani (Genova): Dubuls Adele, in mem. di Lidia Fini; M.
R.A., in mem. di Lidia Fini; Ghigo Erminia, in mem. dei miei cari (Milano);
Rostagno Laura, in mèm. di Adriana
Platone (Torre Pellice); Richard Aldo e
Bianca.
L. 25.000: Lavizzari Guido, in mem.
dei cari Genitori i(MI'ano); in ricordo
di Tina Grill Chiavia, le amiche e conoscenti di Paola Bertin Grill e famiglia
(Pinerolo).
L. 30.000: Pastre Enrica e Iris.
L. 38.000: In mem. di Buffa Mario,
gli amici dì Beppe.
L. 40.000: L.E.A., in mem. di Lidia
Fini.
L. 50.000: L.E.A., M.R.A.; G. e H.
Bogo, In mem della SIgra Nella Colsson (Zurigo); Rostan Vinçon Albina, In
mem del marito (osp. Asilo); Anita e
Geraldo Mathieu (Torre Pellice); Lega
Femminile Valdese di Como: I figli
Bensì, in mem. della mamma; Fiorella e Graziella, In mem. della mamma;
Maria Pons Rivoir (osp. Asilo).
L. 59.000: Emmellne, Henriette, Arlette, Roger, in mem. della loro cara
cugina Lidia Fini (Nizza - Francia).
L. 270.000: Chiesa di Basilea (Svizzera).
L. 1.666.500: Comitato Vallone (0landa).
(continua)
10
10
18 gennaio 1980
CONVEGNO INTERNAZIONALE A TRENTO
Tempo libero : scegliere
tra spreco e creatività
Dal 7 al 9 dicembre 1979 si è
svolto a Trento il XV Convegno
di studi indetto dalla Sezione italiana della Ligue internationale
de l’Enseignement, de l’Education et de la Culture populaire
std tema: «Tempo libero ed associazionismo democratico ».
Su questo settimanale, altre
volte sono stati ricordati gli annuali convegni svoltisi in varie
città d’Italia oltre all’ultimo Congresso internazionale di Dakar
nel 1970. Presenti, allora come
oggi, vari soci della Ligue provenienti dalle Valli Valdesi e da
Torino. La Ligue internationale
de l’Enseignement ha più di
cento anni; la sezione belga fu la
prima ad essere creata, nel 1864,
per lottare in favore dell’insegnamento; a Parigi, nel 1866, Jean
Macé fondava la prima sezione
francese.
Le relazioni tenute dai vari
oratori a Trento hanno permesso anzitutto di chiarire Ü significato di « tempo libero », da
non intendersi come tempo libero dall’orario di lavoro a cui si è
tenuti, ma come tempo veramente « libero » da occupazioni connesse alle attività giornaliere.
Meno di un terzo della giornata è veramente « tempo libero »
inteso come « liberazione dell’uomo », secondo quanto fu votato
dalle Nazioni Unite all’art. 24.
Primi tentativi di associazionismo, ha ricordato nella relazione introduttiva ü prof. Trarnarollo, vice-presidente della Sezione italiana della Ligue de l’Enseignement, si possono notare nelle
cooperative operaie ad Asti nel
1853, nelle società di mutuo soccorso del 1871 nel Trentino, nel
dopolavoro e nei treni popolari
durante gli anni 192543, nell’ENAL dal 1945 fino a pochi anni fa.
Il primo relatore ufficiale dott.
Attene, vice-presidente nazionale dell’ARCI (associaz. ricreativa culturale) segnala che, nei
primi anni della Repubblica italiana, non si è attuata la separazione fra partiti e associazioni
perché ad organizzare erano i
partiti di massa. Solo nel 1968-69,
quando la società si rende autonoma ed i bisogni non sono più
collettivi ma individuali, vi è un
passaggio di fondo verso la democrazia. Si sviluppa allora im
movimento associativo in cui gli
elementi personali agiscono più
di prima.
Per la prevista Tavola rotonda
internazionale, ha parlato anzitutto la delegata della Francia,
M.me Mirelle Lamarque, presidente della « Fédération des Oeuvres laiques de Paris ». La « Ligue française de l’Enseignement
et de l’Education permanente»
conta in Francia 44.000 associazioni con circa quattro milioni
di membri; a Parigi, le associa■ zioni sono 569 con 120.000 membri. La delegata francese, dopo
aver constatato che sulle 500.000
ore di tempo libero di una vita
umana calcolata in circa 70 anni,
un quarto solo è destinato ai
« loisirs », ribadisce ancora una
volta il concetto che distingue il
tempo interamente libero dal
tempo libero dal lavoro. Ricorda che nel 1936 il Front populaire fece votare una legge sulle
ferie retribuite affinché uomini
e donne potessero tutti godere
di parte di quanto già toccava
alle classi privilegiate. Accenna
pure a Joffre Dumazedier, teorico del dopoguerra, che aveva per
scopo di organizzare i « loisirs ».
Oggi, è pur vero che tutti hanno
delle ore di libertà, ma, hanno
tutti un bilancio familiare o un
tipo di attività (vedi in particolar modo i lavoratori agricoli)
che permettano loro di usufnurne? Se la Ligue intende offrire
soluzioni per momenti di creatività, di disponibilità ai suoi
iscritti, lo fa anche per non lasciare unicamente ai « marchands de loisirs » di potenziarli.
Fra i compiti della Ligue rimane fondamentale quello dell’educazione permanente.
Ancora per la Tavola Rotonda,
ha preso la parola la delegata
della Germania, sig.na Ruth
Brandt, dell’ Arbeiterwohlfahrt
(assistenza ai lavoratori) di
Bonn: dopo aver ricordato che
l'associazionismo, • indipendente
in Germania dal partito socialista, ha conosciuto la Ligue de
l’Enseignement attraverso viaggi'
in comune, dice che c^gi il « tempo libero » o « Freizeit », deve
avere come funzione ima compensazione alla condizione del
lavoro, e che i mezzi di comunicazione di massa hanno contribuito ad uno stato di vita più
personale; segnala le attività di
Vestfalia, le vacanze per bambini, famiglie ed anziani, ecc.
Si sono poi uditi, sempre per
la Tavola Rotonda, i rappresentanti delle organizzazioni trentine del tempo libero che hanno
esposto il loro programma.
Numerosi gli interventi di studenti ed insegnanti di Trento e
di altre città; interrogativi, proposte, richieste di consigli. Vengono dati chiarificazioni e suggerimenti per l’attuazione della organizzazione del tempo libero:
esempio: anticipo degli spetta
PROFILI
RUDI DUTSCHKE
La sera di Natale nella sua casa di Aarhus in Danimarca è
morto Rudi Dutschke, probabilmente per i postumi della lesione al cervello prodotta da quattro pallottole sparategli 11 anni
prima a Berlino da un certo
Bachman, poi morto suicida in
carcere.
Ma chi era Rudi Dutschke? « Il
simbolo della rivolta degli studenti tedeschi del ’68 » come dicono i giornali, « un teologo che
si è messo in politica » come lo
definiva un altro simbolo del ’68,
Daniel Cohn Bendit, un « uomo
autentico » come lo hanno definito molti dei suoi amici?
Rudi Dutschke ha vissuto la
sua giovinezza nella Germania
Est dove vive tuttora la sua famiglia ed ha avuto una formazione
evangelica. È appunto questa
formazione evangelica, unita ad
un forte senso morale, che gli
fa , contestare l’aspetto militarista della Germania orientale e
lo fa diventare obiettore di coscienza. Se ne deve andare a Berlino ovest. E qui — studiando
sociologia alla Università libera
— viene in contatto con i movimenti della sinistra socialdemocratica e con le contraddizioni
della società occidentale.
Amava spesso raccontarne una:
l’ex presidente della Rft, Lubcke,
progettista dei campi di concentramento depone una corona
di fiori sulle tombe delle vittime
del nazismo. A Berlino Dutschke
diventa ben presto un dirigente
politico degli studenti socialisti
che affrontano tematiche quali la
riforma dell’università, il Congo, il Vietnam, Cuba.
Sono proprio gli avvenimenti
internazionali che marcano profondamente il pensiero politico e
l’uomo Rudi Dutschke. « Non bisogna coesistere con l’imperialismo, ma attaccarlo nei suoi punti deboli, per avvicinarsi al nostro obiettivo di un mondo senza fame né guerra scriveva in
un rapporto per l’SDS nel ’64. Ma
la consapevolezza teorica, si scontrava con una pratica del partito socialdemocratico tedesco tesa ad altri obiettivi, inoltre gli
studenti socialisti erano pochi ed
isolati. Questo lo spinge ad una
ricerca sulle esigenze psicologiche degli individui e sul rapporto con la pratica politica. Nasce
qui la teorizzazione àeW’azione
diretta e le manifestazioni contro la visita di Ciombé, contro
la visita dello Scià, contro l’imperialismo americano in Vietnam. È nell’azione diretta, nelle
militanze che si prende coscienza delle contraddizioni sociali,
che si riprende in mano il destino dell’uorao e si sconfigge la
morte e il terrore. La Bibbia, i
profeti specialmente, i classici
del marxismo. Che Guevara e
Franz Fanon, sono le sue letture
in questo periodo. Grazie ad una
borsa di studio, Dutschke va poi
negli Stati Uniti dove segue i
corsi di Marcuse. Si sposa con
una studentessa in teologia,
Gretchen Kloz. Nel ’67 è nuovamente a Berlino dove dirige
l’SDS, una organizzazione di non
più di 400 persone capace pero
di grosse mobilitazioni. Gli nasce un figlio cui pone un nome
significativo della sua esperienza
personale Osea-Che (in omaggio
al profeta biblico e all’uomo nuovo del nostro tempo. Che Guevara). In questo periodo ha una
estrema attenzione alla vita delle chiese evangeliche. Interrompe il culto di Natale in una ^niesa di Berlino per parlare della
pace nel Vietnam, e per tutta
risposta si prende una stampella di un reduce di guerra sulla
testa. Partecipa alla conferenza
cristiana della pace, a riunioni
di gruppi giovanili, dichiara di
condurre con la moglie una ricerca su cristianesimo e socialismo. Osservava che « i partiti
comunisti sono diventati chiese
impotenti, e che le chiese possono diventare raggruppamenti
DONI DI L. 500
Udine: Ambrosini Ennio; Villar Pelosa: Bonin.
DONI DI L. 1.000
Genova: Alimonda Margherita. Cougn
Giovanni, Molinari Alice, Pino Antonio,
Ratto Cesare, Rosanda Eiena, Verardi
Emilio, Stocchetti Vittoria; Roma: Luci
Lidia, Ceteroni Vittorio, Parboni Goffredo, Scimone Panascia Virginia; San
Secondo: Griglio Nadia, Brosia Ines,
Avondetto Emilio, Romano Elvina, Raymondo Olimpia, Cavallotto Valentina;
Prarostino: Robert Alessandro, Mori
Edoardo; Milano: Gandini Ida, Pavoni
Enrico, Dante Bruno, Eroi! Dina, Costabel Aldo, Remelli Giuseppe, Fam. Griot;
Torre Pellice: Costabel Margherita,
Bertin fida, Paschetto Walter, Pellenc
Riccardo, Frache Carlo, Davit Roberto,
Sibille Attilio, Geme Adele, Eynard
Franca; Pramollo: Beux Emilio. Jahier
Edvico, fiounous Marco, Sappè llda,
Jahier Adolfo, Costabel Silvio, Travers
Attilio, Jahier Alberto, Long Emilio,
Long Ernestina, Long Ernesto,
DONI DI L. 2.000
Torre Pellice: Tron Giulia, Jourdan Enrico; Luserna S. G.: Scaccioni Linda,
Balmas Giulia; Ravenna: Barlera Tina;
Milano: Bassi Carlo; PInerolo: Gay Ida,
N. N.; Aosta: Marconi Mario; Rida
Doni Eco-Luce
retto: Peyronel Elena; Roma: Sciarra
Isabella; Velletri: Fallía Scatamacchia
Irene; S. Germano Chisone: Massel Ettore; Torino: Chiaretta Andreina.
doni di L. 2.500
Abbadia Alpina: Rivolle Carla: Ginevra: Giacone Franco.
DONI DI L. 3.000
Pinerolo: Bertalot Gina, Alliaud Elisa;
Coazze: Boero Emilia; Boero Alloa Nella, Rosa Brusio Ambrogio, Rosa Brusio
Lidia; Luserna S. G,: Bonjour Ester in
Grill, Grand Pietro, Bertalot Ada; Torre Pellice: Tourn Flora, Cavazzani Erica; Parma: Tessoni Cinzia, Bassi Ines:
Torino: Capostagno Costanza, Codino
Costantino Ivonne, Almani Bodoira Gemma; Genova: Bounous Peyronel Amelia, Gay Susanna, Acinelli Palanca Risa; Roma: Duprè Franco, Vitaletti Lidia; Gallarate: Calvi Beniamino; Cerignola: Campanelli Silvio; Pescara; Palmieri Ida; Livorno: Giorgiolè Giuseppe; Giulianova; Falconi Angelo; S, Secondo: Don Elvina; Trieste: Rapisarda
Hanny; Pomaretto: Geme Vera; Palazzolo sull’Oglio: Kupfer Edvige: S. Germano Chisone: Long Meynier llda.
DONI DI L. 3.500
Porte: Tron Ermanno; Verona: Tron
Gobetti Uva.
DONI DI L. 4.000
S. Salvo; Corbe Luigia,
DONI DI L. 5.000
Germania: Freundeskreis del Waldenser Ki'rche, Lagaña Benedetto,
Schmitz Bianca; S. Germano: Soulier
Virginia ved. Rostan, Jahier Bouvier
Rachele; Piano d’Orta: Trovarelli Antonietta; USA; Codino Livio; Brasile:
Fam. Boero; Torre Pellice: Berger Filippo; S. Maria Capua Vetere: Storino
Mario; Torino; Bleynat Roberto; Belgio;
Falciglia Giuseppe; Prarostino: Long
Tullio: Milano: Pace Pietro; Svizzera:
Ventrici Carmelo.
DONI DI L. 6.000
Roma: Capparucci Fausta, Pons Galamini Flaminia, Prisinzano Emilio, Durand
Mirella; Torino: Crespi Felice, Martina
' Antonio, Gai Cornelio, Giardini Luciano, Fiori Peyronel Margherita, Coisson
Adriano, Bounous Irene, Vinay Guido,
Bert Lillina; Genova: Schenone Federico, Cattaneo Paolo, Cattaneo Felice,
Giambarresi Gianni, Polidori Caio; Par
rivoluzionari ». Si poneva il problema del consenso e della democrazia: « l’alternativa socialista all’ordine vigente è possibile
solo con un atto cosciente della
maggioranza ». Per lui era importante l’educazione e un’azione politica in tutte le istituzioni
che impediscono la presa di coscienza: « una lunga marcia nelle istituzioni ».
La violenza individuale, non
serve per un’alternativa. La società capitalistica è violenta, usa
quotidianamente una violenza
che si chiama manipolazione attraverso la stampa, i mezzi di
comunicazione di massa, l’apparato statale.
Contro Dutschke, uomo della
democrazia, si scatena tra il ’67
e il ’68 una feroce campagna di
stampa della catena dei giornali
dell’editore Springer. Così il 12
aprile del ’68 gli viene sparato.
Poi la lotta contro la morte,
le cure in Inghilterra, l’espulsione dall’Inghilterra perché il suo
nome poteva turbare l’ordine
pubblico poi l’ospitalità della socialdemocratica Danimarca. Ed
infine negli ultimi anni una ripresa dell’attività politica nel
partito degli ecologisti, in Germania.
Di questi dieci anni di cure e
di ripresa dell’attività rimane
un libro « Lenin coi piedi per terra», e una dichiarazione significativa sul suo sparatore: «non
ti accuso, non ti odio, in fondo
anche tu sei una vittima dell’odio
e della manipolazione della società tardo-capitalista ».
I suoi funerali sono stati una
occasione di annuncio evangelico da parte del pastore Gollwitzer. « Qui ci parla uno di noi »
diceva quando leggeva gli evangeli e i profeti.»
Non so se Dutschke fosse credente, certamente aveva una ricerca in corso.
ma: Chiesa evangelica metodista, Dall'Aglio Giulia, Csermely Enrico; Verona:
Filippi Elsa, Chadima Judith; Torre Pellice: Jervis Lucilla, Ribet Anna; Pinerolo: Godino Sergio, Rivoira M.; Cigliano: Bernini Giovanni, Bono Diego.
Pont Canavese; Roncagliene Bruno, Roncagliene Carlo; Vercelli: Grosso Maria,
Trogliotti Eulalia; Firenze: Bartoietti
Cornelio; Aiatri; Di Castro Bice; Ruta: Cielo Geremia; Chiavari: Prassuit
Camilla ved. Aversa; Taranto: Rucco
Giuseppe; Condove: Bufalo Olindo; Mestre; Scorzon Bellico Ernestina; Felonica: Barlera Livio; Milano: Podio Lydia; Abbiategrasso; Clarke Camilla; S.
Secondo: Paschetto Gino; Gode: Pini
Ernesto; Trieste: Tessatelo Ernesto; Pomaretto: Ribet Luciano; Beinasco: Gente Aldo; Luserna S. G.: Benecchio Marcella; Pistoia: Pasqui Valdo; Piombino:
Banchetti Giuseppe; Rivoli: Pavarin
Rita; Giulianova; Posabella Maria; ivrea:
Longo Giuseppe; Abbadia Alpina: Costantino Costante; Riclaretto: Rostagno Emma; Pramollo: Long Oreste; Nichelino: Long Dante.
L’abb. sostenitore indicato come Istituto Gould in elenco precedente è in
realtà contributo personale di un dipendente deiristituo).
coli serali (teatrali o televisivi)
per ottenere un giusto rapporto
fra uomo e lavoro; visite guidate (archeologia, esposizioni) per
gli iscritti alle associazioni; richiesta della revisione delle comunicazioni fra casa e posto di
lavoro; incontri con ammalati ed
isolati. 'Tutto ciò da avverarsi in
una società pluralista, come Tha
definita Norberto Bobbio al XIV
Convegno della Ligue de l’Enseignement a Ferrara. Non è poi
fuori luogo pensare ai 30 nuovi
milioni di persone che entreranno nella CEE nel 1985 ed allora
potrebbe essere la stessa CEE a.
coordinare le associazioni di nazioni diverse.
Liliana Ribet
Fondo di
solidarietà
Nel pubblicare qui sotto un
nuovo elenco delle sottoscrizioni pervenuteci, ricordiamo ai lettori che due sono gli attuali otaiettivi del Fondo.
I) A favore dell’appello della
Chiesa unita dello Zambia (Africa) per aiuti urgenti ai profughi
della Rhodesia. Malgrado gli
sforzi che si stanno compiendo
per pacificare quelle regioni, ancora recentemente si è avuta notizia di bombardamenti in Zambia da parte della Rhodesia, con
nuove drammatiche situazioni.
Ora, col recente insediamento
in Rhodesia del « proconsole » inglese, che dovrebbe costituire la
premessa per una vera indipendenza nélla nuova Rhodesia
(Zimbabwe), la situazione potrebbe migliorare, ma la necessità di aiuti è sempre grave ed
urgente. Attualmente non disponiamo di una gran cifra (circa
L. 1.200.000). Quando la somma
sarà un po’ più consistente, provvederemo al suo invio.
II) A sostegno dell’appello
del Consiglio ecumenico delle
Chiese contro la fame nel mondo. Pensiamo sia inutile sottolineare ulteriormente le enormi
necessità per far fronte a questo dramma. Attendiamo di giungere almeno alla cifra di 2 milioni (ora ne abbiamo circa 1
e mezzo) da inviare al CEC.
Nell’elenco che segue vi è una
cifra di L. 70.000 con la voce «offerte non individuate ». Purtroppo infatti a causa di qualche disguido postale non sono pervenuti alcuni tagliandi delle offerte, pur essendo le stesse regolarmente accreditate nei successivi
estratti conto. Ce ne scusiamo
cogli interessati, nella speranza
di poter fornire altre precisazioni in occasione di un nuovo elenco. Frattanto ricordiamo che le
offerte vanno inviate al conto
corr. postale n. 11234101 intestato a La Luce, fondo di solidarietà Via Pio V 15 Torino, indicando la causale del versamento.
M. Bein Buzzi L. 5.000; M. e E. Bein
40.000; RMFC 5.000; P. Corbo (3
vers.) 15.000; G. L. Giudici 5.000; N.N.
con simpatia (2 vers.) 30.000; Chiesa
ev. valdese Susa 50.000; M. Giordan
10.000; E. Cassina 25.000; O. Bufalo
20.000; offerte non individuate 70.000.
Totale L. 230.000; prec. i. 2.438.679; in
cassa L. 2.668,679.
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