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Anno 124 - n. 30
29 luglio 1988
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IRAN - IRAQ
La guerra è finita, viva ia pace:
ma che cosa vuol dire?
Dopo l’accettazione iraniana della risoluzione ONU sulla fine delle ostilità molti interrogativi si pongono all Occidente - Il fallimento della rivoluzione islamica, l’economia mondiale, la produzione e il commercio delle armi
E’ finita la guerra, viva la pace: un gran sollievo per l’Occidente. Così la stampa italiana
che fa Opinione ha salutato la
notizia della lettera che il presidente del parlamento iraniano
ha scritto il 18 luglio scorso al
segretario generale dell’ONU, accettando finalmente la sospensione delle ostilità con l’Iraq e
dando via libera alle trattative
per una rapida conclusione della guerra del Golfo. Un gran
sollievo per l’Occidente: come
se fosse stato l’Occidente a soffrire maggiormente della guerra
più spaventosa degli ultimi quarant’anni, come se non fosse stato l’Occidente a trame i maggiori vantaggi. Come se la guerra
del Golfo avesse fatto strage dei
cittadini del primo mondo, come se avesse distmtto le loro
economie e le loro istituzioni.
Come se la maggior parte degli
industriali e dei mercanti d’armi che, con l’accordo più o meno tacito dei loro governi, hanno fatto fortuna sulla pelle di
un milione di iraniani e di qualche centinaio di migliaia di iracheni venissero dalla luna, in
vece che da tante parti dell’Occidente, Italia compresa.
Come se non fosse stata la
guerra del Golfo la causa prima
del crollo dei prezzo del petrolio sui mercati mondiali e perciò di un’altrimenti improbabile
ripresa produttiva di tanti paesi
occidentali, Italia in testa.
Insomma, se la realtà si potesse presentare capovolta, rimodellata a misura dell’ideologia,
degli interessi, dei valori dei governi e degli opinion - makers di
maggior fortuna, manco fossimo
in una società analoga a quella
descritta da George Orwell nel
suo « 1984 ».
Eppure il gran sollievo occidentale per la fine della guerra
Iran-Iraq non è solo un’invenzione dei mass media, a suo modo è una realtà, per quanto inverosimilmente unilaterale.
La guerra è finita e va bene:
viva la pace! Ma quel che dà
sollievo all’Occidente non è il
fatto che la guerra sia finita,
ma che sia finita in un certo modo. O, meglio ancora, che siano
probabilmente venuti meno solo
alcuni elementi della guerra,
quelli che all’Occidente non piacevano.
In realtà, l’unico elemento della guerra del Golfo che sembra
venuto meno è l’entusiasmo della rivoluzione islamica, la minaccia deirespansione in Medio
Oriente di una forza politica irrazionale, immorale, inaccettabile finché si vuole, ma soprattutto popolare, imprevedibile, incontrollabile da parte delle maggiori potenze.
E’ finita la paura neU’irriducibilità di mi pezzo di Sud del
mondo che teneva testa, anche
a costo di spaventosi sacrifici
umani, allo strapotere e alla volontà di dominio delle più grandi potenze del mondo.
Ma non e affatto detto che il
venir meno o l'attenuarsi di questo elemento porterà necessariamente con sé il venir meno o
l’attenuarsi degli altri elementi
che hanno acceso e alimentato
l’incendio del Golfo. Forse in
Iran sta cambiando qualcosa.
Certo il paese non poteva continuare a dissanguarsi all’infinito; certo non poteva continuare
all’infinito a sfidare da solo il
LA NOSTRA VOCAZIONE PER L’OGGI
Vivere con Cristo
« ...Vogliamo rimanere nel peccato affinché la grazia abbondi?
Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con
lui...» (Romani 6: 1.8).
fatto, ne favorisce lo sviluppo,
facendo della grazia un comodo
paravento dietro il quale tutto
è lecito. « Così non sia », possiamo ripetere con l'apostolo Paolo. La comprensione del senso
del peccato è così forte che nessuna energia umana è capace di
sradicarlo. Il peccato non è prima di tutto una disobbedienza
morale, ma una forza che domina, soggioga, condiziona l’uomo
e la società. Il Vangelo parla raramente dei peccati come singoli atti moralmente riprovevoli,
ma di « peccato » come potenza
attiva che si oppone all’opera di
Dio.
E il peccato è forza così grande e profonda che per cancellarlo è necessaria la morte. Solo la
morte può spezzare i condizionamenti del peccato nella vita
dell’uomo. Se « noi siamo morti
al peccato, come vivremo ancora in esso? ». Ma l’unica morte
che ha la forza di spezzare e distruggere il peccato del mondo
è la morte di Cristo.
Peccato e grazia sono pienamente comprensibili soltanto nella morte e nella resurrezione di
Cristo. « Battezzati con Cristo,
battezzati nella sua morte ». Il
battezzando immerso nell’acq^
proclama la morte di Cristo, cioè
la fine di quel condizionamento
negativo che orienta la vita del
Rimarremo noi nel peccato onde la grazia abbondi? La domanda pare del tutto legittima,
anzi la logica conseguenza di una predicazione tutta centrata
su una grazia che perdona il peccatore, lo giustifica, lo salva senza le opere meritorie della legge. « Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata »
(Rom. 5: 20). La grazia- di Dio
opera non perché l’uomo lo
meriti, non perché l’uomo sia
buono, ma perché Dio è buono. Come diceva Lutero in un
famoso apologo: Dio non ama
i peccatori perché sono belli, ma
i peccatori sono belli perché Dio
li ama. Ma questo messaggio di
liberazione è stato da sempre
mal compreso. Se il peccato è
necessario per far abbondare la
grazia, tanto vale rimanere in
esso. Rimaniamo pure nel peccato, tanto le opere non sono
necessarie e la grazia ci salva
malgrado tutto. Queste afferma.zioni, che hanno alimentato la
polemica antt-paolinica, anti4uterana, e ancora oggi da molte
parti, anti-protestante, dimostrano l’incomprensione del senso
del peccato e della grazia.
La grazia non è mai atto di
superficiale tolleranza, espressione di un facile perdono che non
dà importanza ailla gravità del
peccato, che ignora il male e, di
l’uomo verso l’affermazione egoistica di se stesso contro Dio e
contro il prossimo. Morti con Cristo è paradossalmente una affermazione di vita, e di vittoria.
Morti a una vita senza Cristo
e contro Cristo. Cristo è morto
per noi perché noi morissimo
con lui. Morte come separazione, rottura, distacco da tutto
quello che è contro Dio e contro l'uomo. Morte con Cristo è
¡vita nuova in lui. « Se siamo
morti con Cristo, noi crediamo
che altresì vivremo con lui ».
Molti proiettano questa affermazione nell’aldilà intendendo morte e vita in senso fisico.
Vivere con Cristo è vocazione
nell’oggi. E' vivere la nuova vita a cui Cristo ci ha chiamato
con la sua resurrezione. Questa
nuova vita in cui crediamo si
manifesta nella nostra vita coti
segni di grazia, amore, perdono,
solidarietà e pace. Non è vita
umanamente gloriosa, ma vissuta nei segni della debolezza, senza quelle affermazioni esteriori
fatte di potenza, spavalderia, aggressività, violenza con cui spesso l’uomo nasconde il vuoto interiore di una esistenza senza un
senso preciso. Vivere con Cristo
una vita somigliante alla sua.
Spesso difficile, con poche gratificazioni e .scarso successo esteriore, ma pnena di senso, di serenità, di gioia, di forza e di coraggio nelle difficoltà.
Alberto Taccia
Iran.
Un ragazzo,
prima di
andare a
combattere,
giura
fedeltà
alla patria e
all’Islam.
mondo intero; certo le sconfitte
militari patite negli ultimi mesi
da parte deiriraq hanno avuto
il loro peso.
Lo stesso vale per l’Iraq, trascinato dal proprio regime in
un'avventura assurda che forse
ne provocherà la caduta.
Sia per Khomeini, sia per Saddam Hussein la cessazione delle ostilità significherà anche dover far fronte al giudizio ^i loro popoli, finora evitato in nome della difesa nazionale.
In ogni caso, Iran e Iraq escono dalla guerra stremati e non
potranno far finta che non sia
successo nulla. Sia pure in misura molto minore, anche i paesi arabi moderati hanno pagato
un prezzo per la guerra, sia economico — a causa del crollo del
prezzo del petrolio e degli aiuti
all’Iraq — sia politico, a causa dell’accrfcsciuta dipendenza
nei confronti deH'alleato occidentale.
Quello che l’Occidente ha pagato, in termini di vite umane
e di risorse economiche, non è
paragonabile. Anzi, a conti fatti,
l’unico vincitore della guerra del
Golfo è proprio l’Occidente, che
se ne esce (in fretta, ci auguriamo!) avendo consolidato la propria supremazia politica ed economica sulla regione e con le
tasche piene di quattrini.
Fosse per l’Occidente, una volta ridimensionata la minaccia
islamica, converrebbe che la
guerra continuasse. Poteva finire diversamente? Forse sì. Se insieme con l’elemento della « minaccia » islamica si fossero combattuti anche altri elementi che
favorivano la guerra, primo fra
tutti la sete di potere e di facili
prefitti da parte dei paesi occidentali, il nostro in prima fila,
torse la guen-a non sarebbe durata otto anni e certamente le
basi su cui costruire una pace
giusta in Medio Oriente sarebbero oggi un poco più solide.
Ma l’Occidente non cambia così
facilmente.
Bruno Gabrielli
Sinodo delle Chiese
Valdesi e Metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’atto n. 88
della sessione sinodale europea 1987, è convocato
per
Domenica 21 agosto
1988
I membri del Sinodo sono invitati a trovarsi nell’Aula Sinodale della Casa
Valdese di Torre Pellice alle ore 15.
II culto di apertura avrà
inizio alle ore 15,30 nel
tempio di Torre Pellice e
sarà presieduto dal past.
Gianna Sciclone.
Il moderatore
della Tavola Valdese
Franco Giampiccoli
2
commenti e dibattiti
29 luglio 1988
UNA QUESTIONE CHE FA DISCUTERE
USA: CONVENTION DEMOCRATICA
La Santa Cena, il pastore Proprio ad Atlanta...
e la Chiesa della Parola
La Struttura assembleare e le consultazioni private - I ’’segni” e il
valore della Parola - Il sacerdozio universale e il ruolo pastorale
Ho ricevuto il bollettino di una
delle nostre Chiese, al quale il
Consiglio ha voluto allegare il parere di un professore della nostra
Facoltà circa il problema della
presidenza della S. Cena: parere
richiestogli in via privata, ma che
il Consiglio ha giustamente inteso
rendere pubblico.
Poiché ho la sensazione che il
problema possa toecare parecchie
delle nostre Chiese, mi permetto
di scriverne, e di aggiungere qualche considerazione.
A ciò fanno poi seguito delle
« consultazioni private », cioè richieste scritte o orali rivolte a terzi (sempre però nell’ambito della
Chiesa), per ottenere pareri « più
autorevoli » di quello maturato insieme, sia a conforto della propria
posizione di partenza, sia a conforto di quella acquisita con maggiore o minore difficoltà nel corso
del dibattito.
Innanzitutto ricapitolo i fatti
(come li conosco io): la domenica
della gioventù, il culto viene condotto dal gruppo dei giovani, tutti
già « confermati » : chi svolge la
liturgia, chi dà la predicazione,
chi presiede la S. Cena. Tutto è
stato preparato col pastore.
Al momento in cui questo avviene, è già in corso nella comunità una riflessione sulla S. Cena ed
è già in calendario un’assemblea
che ne esamini vari aspetti: la
partecipazione, la presidenza, il
rapporto con la predicazione.
Fra l’altro, il Consiglio sa in anticipo che quella domenica il culto sarà condotto dai giovani, anche se non è al corrente di come
si svolgerà la cosa nei dettagli.
Sia per il fatto che la S. Cena
non è presieduta dal pastore, sia
per il fatto che non lo è neppure
da chi predica in quella specifica
domenica, qualcuno si astiene dal
prendervi parte.
Si discute. L’assemblea programmata è in vista. Si potrà spiegare e chiarire, maturare insieme,
utilizzando lo strumento dell’assemblea com’è naturale e giusto
che si faccia. Anzi, di assemblee
se ne fanno addirittura due, nelle
quali si raggiunge un orientamento, che viene approvato a maggioranza.
Un problema
ecclesiologico...
Ed è proprio qui che, secondo
me, si pongono due problemi:
uno di carattere ecclesiologico e
uno di carattere teologico.
Quello ecclesiologico: che cosa
muove una persona ad interpellare, su un problema vissuto nella
propria comunità e risolto in modo non ritenuto convincente, a
costituire Tizio o Caio « giudice e
spartitore » ?
l’eco
delle valli valdesi
setUmanale delle chiese valdesi e metodiste
Direnore: Giorgio Gardiol
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Piervaldo Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Beneccbi, Alberto
Bragaglia, Rosanna Ciappa Nini, Gino Conte, Piera Egidi, Paolo Fiorio, Claudio Martelli, Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Mirella Scorsonelll, Liliana VIgllelmo
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione: MItzl Menusan
Correzione bozze: Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
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Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud 23 ■ 10066 Torre Pellico - tei. 0121/91334
Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Glampiccoll
Il n. 29/88 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino il 20 luglio e a
quelli decentrati delle valli valdesi il 21 luglio 1988.
Hanno collaborato a questo numero: Archimede Bertolino, Salvatore Cercò,
Valter Cesan, Adriano Oftauvie, Ivana Costabel, Sergio Franzese, Luigi
Marchetti, Anna Marullo Reedtz, Teofilo Pons, Franco Taglierò.
(« non ne sono tanto sicuro, ma se
lo dice lui... »), con il risvolto (certo casuale e non voluto) che ognuno la sua autorità se la sceglie da
sé.
Forse esagero, ma se questo episodio dovesse essere indizio di un
costume, o anche solo di una linea
di tendenza che non viene alla luce per pigrizia, avremmo di che
preoccuparci. Perché diventa difficile non dico la comunione fraterna, ma anche la semplice convivenza in una comunità dove ognuno si sceglie il suo maestro e dottore...
...ed un problema
teologico
Chiunque ravvisi, in un pastore o in un consiglio di chiesa,
un comportamento a suo avviso
censurabile, o chiunque voglia opporsi a una decisione ritenuta criticabile ha, nella nostra Chiesa,
gli strumenti per esprimere il suo
dissenso, per provocare il dibattito e, dove occorre, le sconfessioni
dei comportamenti, la revoca delle
decisioni. Questi strumenti sono le
nostre assemblee: di chiesa locale,
di circuito odistretto,di sinodo.Né
potrebbe essere diversamente, stante la nostra struttura fraterna ma
non anarchica, democratica e non
verticistica. Rivolgersi in forma
privata a istanze diverse mi pare
— oltre che un po’ discutibile
come prassi — il segno preoccupante di un bisogno, di una nostalgia di autorità sulla quale appoggiare le nostre fragili convinzioni
per la stampa di
libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
lavori commerciali
in genere
Coop. TIPOGRAFICA
SUBALPINA
Via Arnaud, 23 - ® 91334
10066 TORRE PELLICE (To)
« Frankly, Scarlett, I don’t giva
a damn » (Francamente, Scarlett,
di te non me ne importa più un
fico). E’ la battuta finale di « Via
col vento » quando (ricordate?)
Clark Cable liquida il suo grande amore « Scarlett » (Vivian
Leigh) perché non riusciva o non
poteva più fidarsi di questa donna affascinante ma sfuggente, di
grande carica umana ma sostanzialmente ambigua.
La celebre battuta l'ho raccolta ad Atlanta, la città di « Via
col vento ». esattamente un mese
fa, visitando il Centro « Martin
Luther King », e questa volta era
messa in bocca al candidato democratico alla presidenza degli
Stati Uniti, Michael Dukakis, nei
confronti del suo più brillante
compagno di cordata, il pastore
battista fesse Jackson.
11 problema teologico mi sembra altrettanto serio. Perché il tutto denuncia, se non sbaglio, una
valutazione ipertrofica del sacramento, della quale non vedo il
fondamento protestante.
Noi affermiamo di essere la
Chiesa della Parola: a questa riconosciamo valore primario ed
assoluto; consideriamo battesimo
e Santa Cena « segni » che la possono accompagnare, forse esplicitare, ma che non la possono sostituire né vi si possono sovrapporre; abbiamo mosso, in sinodo, critiche pesanti a un documento
« ecumenico » come il BEM, giudicandolo troppo « cattolico » per
i suoi cedimenti sul terreno del sacramento e del ministero ordinato... e questo per vivere poi, all’atto pratico, in modo incoerente con
queste convinzioni?
Per cui, mentre non ci fa nessuno scandalo (o ce ne fa molto poco) che la predicazione sia affidata, anche solo occasionalmente,
a persone che non sono né pastori,
né catechisti, né anziani, né predicatori locali... puntualmente citando a sostegno di ciò il « sacerdozio universale » (puntualmente
quanto a sproposito; ché esso è cosa assai diversa dalla confusione o
dalla dequalificazione dei ministeri), del « sacerdozio universale »
ci dimentichiamo quando la S. Cena non è presieduta dal pastore (o
almeno da chi predica), cucendo
addosso a quest’ultimo i panni di
« ministro ordinato », sia pure in
edizione protestante!
Mi rendo conto che forse vi sono problemi più gravi e urgenti di
questi che ho sollevato. Ma forse
anche questi non sono così peregrini per una « ecclesia reformata » che è per ciò stesso « semper
reformanda ».
Salvatore Ricciardi
Erano appunto i giorni in cui
il « greco » — così ci raccontavano i giornali — cercava di prendere le distanze da questo irruente predicatore e infaticabile sognatore. Sì, un mese fa ad Atlanta, indaffarata città del Sud, posta tra mito e realtà, sospesa tra
i grattacieli del « Center for Disease Control» (dove è stato identificato per la prima volta
l’AIDS) e i sobborghi poveri che
contrastano singolarmente con la
bella architettura del Centro
«Martin Luther King», eretto proprio nella zona più popolare.
Questa è una città-specchio delle
contraddizioni deH'America: è attraversata dalla voglia del « to
make money » (il far soldi) o di
passeggiare sulle sue rosse colline per ammirare un tramonto
nel profumo delle magnolie e di
rivivere in qualche modo l’atmosfera di « Via col vento », il film
che non descrive solo l’Atlanta
della guerra civile ma è (con il
libro da cui è stato tratto e ormai venduto in 25 milioni di copie) una chiave per capire, anche
storicamente, il Sud degli Statc.s.
Dicevo che ad Atlanta, un mese fa, nessuno avrebbe detto che
il successo di Jackson sarebbe
stato così travolgente e così profondamente nuovo.
In questi vent’anni che ci separano dall’uccisione di King e di
Bob Kennedy, i ’’blacks” che occupano cariche politiche elettive
in America sono quadruplicati e
per la prima volta nella storia il
catechismo della bicentenaria democrazia americana, che t’insegna ogni giorno sui banchi di
scuola che ogni cittadino, nato
negli States, può diventare presidente, non è più una favola ma
sta diventando lettera vivente.
Quel catechismo sinora era interpretato nel senso ohe solo gli
uomini, o tutt’al più una donna,
bianchi e di origine anglosassone
potevano arrivare nello studio
ovale della Casa bianca. Qra, dopo la convenzione democratica di
Atlanta, appare chiaro che anche
il figlio di una piccola minoranza
etnica, e per di più di religione
greco-ortodossa come Dukakis,
potrà diventare presidente. E se
lo diverrà, come crediamo, sarà
anche grazie ai voti che gli ha
procurato un nipote di schiavi,
che pur essendo stato rifiutato
come possibile vice-presidente è
stato certamente il vincitore morale di Atlanta.
L’America si prepara a cambiare o forse è già cambiata. Che
differenza con l’Italia ohe in quarant’anni di vita democratica è
ancora dominata da irremovibili
personaggi, da divisioni partitiche che non riescono a fondersi
in una proposta unica.
Da noi si teme l’alternati'.a
progressista come l’arrivo deile
armate del generale Sherman
che, centoventicinque anni fa, raserò al suolo Atlanta... Ma lasciamo stare i paragoni e rallegriamoci del fatto che la lezione biblica e quindi politica di King
riviva e sia ancora attuale.
E’ la lezione in cui abbiamo
creduto e crediamo e che qui da
noi abbiamo accolto sopratlnlto
attraverso la testimonianza di
Tullio Vinay.
Il pastore Jackson ha ricostruito, in poche battute, anche la storia del popolo nero americano.
Solo la storia poteva rendere così elettrizzante il catechismo di
Atlanta. Senza conoscere la nropria storia non si nuò costruire
un futuro nuovo. E Jackson, nuovo interprete del vecchio fronte
dei diritti civili, sembra aver capito la lezione della storia. In
questo senso i suoi studi in teologia continueranno certamente a
giovare alla causa democratica.
Giuseppe Platone
A colloquio con i lettori
AGGIUNTA
DOVEROSA
Riferendomi al trafiletto Evangelici in
Calabria (cfr. n. 24 del 17.6.88), devo
aggiungere che nell’articolo citato dello Stancati mancava la menzione di alcuni laici che, sia pure a titolo diverso, hanno operato in quel settore —
ed uno opera tuttora — con alacre operosità: parlo degli amici e fratelli in
fede Aldo Varese e Ernesto Pozzanghera. Il primo, come pastore a tutti gli
effetti a Catanzaro, dopo esserlo stato a Corato e in altre località del Sud
e del Nord della Penisola nonché in
Sicilia; il secondo, il quale per oltre
un quarantennio ha avuto un ruolo non
secondo a nessuno nel particolare
campo socio-culturale, sia come membro fondatore deil’Unione Culturale Calabrese — socio della Federazione Italiana Liberi intellettuali, sia come pubblicista, saggista, critico letterario e
poeta, i cui vari scritti e le 7 opere
pubblicate in voiumi sono fino ad oggi una testimonianza preziosa delia sua
quarantennale attività di studioso, sempre vigiie in ogni campo come testimone di Cristo. Unicuique suum, con
doverosa e fraterna partecipazione.
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29 luglio 1988
vita delle chiese
PREDICAZIONE EVANGELICA NEL MERIDIONE
Un compito quotidiano
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Una pesante situazione socioeconomica:
quella urbana - La religiosità popolare e
dalla questione agraria a
la « stasi evangelistica »
La questione meridionale, dal
dopoguerra in avanti, è stata oggetto di ampi dibattiti e di interventi economici fallimentari:
il rapporto Svimez 1988, uscito
ai primi di luglio, ha evidenziato ancora una volta il divario
tra nord e sud del paese. Il prodotto interno lordo (la ricchezza nazionale! è fermo nel Mezzogiorno airi,6% contro un 3,2%
nazionale; la disoccupazione, altro dato impressionante, ha raggiunto il cinquanta per cento della popolazione attiva e questa è
scesa appena al 33,8% dell’intera popolazione meridionale.
Mentre al nord, in crescente calo demografico, si sono creati
nell'ultimo anno 107.000 nuovi
posti di lavoro, al sud ne abbiamo persi ben 127.000.
In questo quadro, piuttosto deprimente per le possibilità di
svilupjx) deireconomia meridionale, si è svolto nel Centro evangelico di Bethel un campo interdisciplinare dal titolo: « Predicazior.e evangelica in un contesto
urbano ».
La città meridionale, come ha
evidenziato l’urbanista Patrizia
Consiglio, cresce a dismisura a
partire dagli anni cinquanta, sostanzialmente per due motivi:
1) la nascita dei «poli industriali » alla fine degli anni cinquanta (Priolo, Taranto, Gela, Pisticci e più tardi Pomigliano d’Ar
co): 2) lo sviluppo del terziario,
che è passato nel sud dal 36%
(1970) aH’attuale 47%.
La questione meridionale si è
lentamente prima, e poi con accelerazione crescente, trasformata da « questione agraria » a
« questione urbana ».
La città meridionale, pur con
i suoi disservizi, resta un’area di
immigrazione alla ricerca di una
qualsiasi fonte di guadagno.
E la religiosità popolare? A
questa domanda ha cercato di
dare una risposta Cesare Milaneschi, rimarcando il carattere
orgiastico (cibo e sesso) della
festa contadina che assume nelle processioni cittadine meridionali nuovi caratteri « catartici »:
l’offerta di denaro per portare
una statua ed i vari travestimenti rituali indicano im bisogno di
purificazione dalle brutture quotidiane: ma non basta Gesù Cristo? si è chiesto qualche campista. Evidentemente, ha ricordato Milaneschi, nella religiosità
popolare convivono elementi evangelici con tradizioni preesistenti di natura pagana.
Di taglio storico la relazione
di Samuele Giambarresi: « Qual
è l’origine della presenza valdese in Calabria? ». Esistono sostanzialmente due ipotesi: la prima, dal punto di vista documentario più debole, di Amabile, ifa
RICORDO
Lino De Nicola
Con la partecipazione di un
buon numero di membri delle
chiese valdesi di Sanremo, Bordighera, Vallecrosia, Imperia oltre
ad amici delle stesse, l’il luglio
si sono svolti nella cappella di
Vallecrosia i funerali del fratello Lino De Nicola.
Il past. Carcò, predicando sul
testo di Giovanni 11: 25-27, ha ricordato che la lunga vita del fratello Lino (91 anni) è stata formata e fondata su Gesù Cristo il
Signore nelle sue varie manifestazioni. A testimonianza di questo fatto il pastore ha lette 3 meditazioni-testimonianze di fede
del fratello Lino. Di una di queste ci piace riferire la parte finale: « ...la nostra vita ha bisogno d’un fondamento, che deve
essere necessariamente stabile
come la roccia, assai più delle
rocce della terra. Questo fondamento, senza il quale la nostra
vita è solo un’apparenza, è la
Parola di Dio, che il Signore Ge
sù ha personificato e che i suoi
apostoli e tutti i testimoni fedeli dopo di loro hanno predicato
e predicano. La persona umana
tutta intera, corpo, anima e spirito, dev’essere fondata e formata da qualche cosa che possa durare, che resista a tutte le
tempeste. Nessun elemento del
mondo può servire a questo scopo, perché il mondo passa con
tutto quello che porta e che tanto ci piace. Non ci resta quindi
se non aderire alla Parola incarnata di Dio che è il Signore Gesù Cristo, farla nostra mediante
la fede e vivere di lei ed in lei ».
Il nostro fratello ha sperimentato questo in particolare in questi ultimi tempi, specie dopo la
dipartita della sua cara Marisa,
a gennaio. Egli ci lascia un esempio di vita operosa per il
Signore e la sua chiesa. Voglia
Dio suscitarci ora un suo continuatore! S. C.
Corpo pastorale
Il Corpo pastorale è convocato per sabato 20 agosto alle
ere 9 nell’Aula Sinodale della Casa valdese di Torre Pellice
per l’esame di fede dei candidati Daniela Di Carlo e John
Hobtains.
Ore 15 al Tempio del Ciabas:
— Proposta di sdoppiamento di persone tra moderatore
e presidente del Corpo pastorale;
— Proposta di variazione della formula di assenso alla
Confessione di fede precedente la consacrazione al ministero pastorale.
Se l’esame di fede dei candidati avrà avuto esito positivo,
i sermoni di prova verranno tenuti, sempre al Tempio del
Ciabas, alle ore 17.30.
Tutti i membri delle Chiese valdesi, metodiste, libere, nonché gli invitati al Sinodo sono cordialmente pregati di assistere all’esame di fede e di partecipare alla discussione del sermone di prova.
Il moderatore della Tavola valdese
past. Franco Giampiccoli
Tutti alla “Miramonti
II
risalire i primi insediamenti vaidesi sotto il periodo svevo (dal
1245 in poi), la seconda, dello storico De Boni, colloca la presenza valdese in Calabria sotto gli
angioini a partire dal 1268.
Una presenza gradita ai signorotti locali per la tradizionale
laboriosità dei valdesi: non a
caso nel 1497 i valdesi ottengono la conferma di tutte le enfiteusi precedenti. La situazione
muta per ragioni, a giudizio di
Giambarresi, puramente economiche. La scoperta delTAmerica
sposta di fatto l’asse economico
dal Mediterraneo all’Atlantico: i
commercianti ebrei (si calcola
che in Calabria vi fosse una
popolazione ebraica di circa cinquantamila unità) vengono espulsi (1507) dalla Calabria e con il
Decreto contro gli eretici del
1510 si sancisce il diritto di ricercare e perseguire anche i vaidesi.
Le tre
primogeniture
Al nostro compito quotidiano
di testimoniare TEvangelo ci ha
riportati Paolo Ricca che, dopo
una lezione storica sulla presenza evangelica nel nostro paese
(dalla Riforma ai nostri giorni),
ha avanzato alcune interessanti
considerazioni sulla nostra stasi
evangelistica.
A giudizio di Ricca, le nostre
comunità hanno perso tre primogeniture. La prima, quella biblica: la Bibbia è sempre meno
letta, studiata e predicata; la seconda, di tipo culturale: tramite il canto e le riunioni evangelistiche, nel secolo scorso, avvenivano migliaia di conversioni;
la terza primogenitura è conseguente; il venire meno di una
certa fraternità e gioia nel ritrovarsi insieme per predicare,
testimoniare il Cristo risorto.
E' una analisi impietosa, che
è servita a stimolare im lavoro
di gruppo su alcuni testi biblici
(otto) indicali da Ricca come
« testi di evangelizzazione ». Al
campo hanno partecipato alcm
ne famiglie di Rapolla, Reggio
Calabria, Catanzaro e 'Taranto
con uno stuolo di bambini che
hanno allietato le afose giornate di questo inizio di estate. Un
ringraziamento particolare a Teresa e Rosanna della comunità
di Catanzaro che ci hanno rifocillati ed assistiti per tutta la
durata del campo.
Eugenio Stretti
VILLAR PELLICE — Domenica 7 agosto avrà luogo la « Giornata Pro Miramonti » nel giardino della Casa stessa; il ricavato
sarà devoluto alla rifinitura dei
lavori di ampliamento della casa.
Un banco di vendita dei prodotti della campagna sarà allestito fin dal mattino in Piazza Jervis, mentre nel giardino ci saranno i banchi dei dolci, degli oggetti vari, un servizio di buffet,
la pesca e la lotteria i cui numeri vincenti saranno estratti a metà pomeriggio.
Si potrà pure consumare sul
posto il pranzo a base di costine
alla brace, salsicce, insalate varie... che potranno anche essere
acquistate e portate a casa. Tutti sono cordialmente invitati a
questo incontro.
Solidarietà
POMARETTO — Mercoledì 20
luglio ha avuto luogo il funerale
del nostro fratello Maurizio Oliva (Licci), deceduto nella sua
abitazione all’Inverso Clot alla
età di 72 anni. Ai parenti la simpatia della comunità.
• Miriam Mourglia è venuta ad
allietare Mario e Fiorella Massai. Un benvenuto alla piccola
e cari auguri ai genitori.
Bazar al
parco montano
RORA’ — Domenica 7 agosto,
presso il parco montano, bazar
organizzato dalla chiesa valdese;
ore 10,30 culto ; ore 12,30 pranzo,
prenotarsi entro le ore 11 sul posto; ore 14,30 apertura bazar.
Sono in vendita i biglietti della
lotteria presso il negozio.
Auguri per
100 anni
grogna, per bambini/e dai 9 ai
12 anni con un limite massimo alle partecipazioni fissato in 18 posti. Il campo è previsto per il periodo 2-7 agosto e la quota di
iscrizione è di 80.000 lire da versarsi entro l’inizio del campo
stesso, martedì 2 mattina. Responsabili del soggiorno sono
Franco Taglierò e Denise SappéBertalot.
Per informazioni ed iscrizioni
telefonare allo 0121/91550.
Benvenuto
agli amici
PRAMOLLO — Diamo un caloroso benvenuto a tutti gli amici che anche quest’anno sono
venuti a trascorrere un periodo
di vacanza a Pramollo; tra questi c’è anche Ugo Zeni, che ringraziamo per aver presieduto il
culto di domenica 17 luglio.
• Sono stati celebrati due matrimoni nel tempio di Ruata: il 9
luglio si sono sposali Claudio
Bounous e Doris SibUle; il 17
luglio Nicoletta Bounous e Daniele Barale.
Ad entrambe queste coppie la
comunità augura una vita serena, sotto lo sguardo del Signore.
• Mercoledì 13 luglio ha avuto luogo, il funerale di Ernesto
Long (Pellenchi), spentosi all’età
dì 97 anni; era il più anziano
membro della nostra chiesa. Ai
figli esprimiamo la fraterna solidarietà cristiana della comunità.
Culto con
Santa Cena
SAN SECONDO — Ricordiamo che, come deciso dall’assemblea di chiesa, la prima domenica
di agosto avremo un culto con
Santa Cena.
• Il 22 luglio il Signore ha chiamato a sé EJvira Gardiol nata
Rivoiro. Ai familiari esprimiamo la nostra simpatia cristiana.
ANGROGNA — Domenica 17
luglio Maddalena Agli Stringatti
è stata festeggiata da amici e parenti alla Roccia in occasione del
suo lOOesimo compleanno; le rinnoviamo i nostri migliori auguri
a nome della comunità, nel nome
del Signore.
Soggiorno in
montagna
F CIRCUITO — Il 1° Circuito
organizza un soggiorno in montagna presso il Bagnòou in An
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 7 AGOSTO 1988
ore 23.30 circa - RAI 2
VALDESI
IN CALABRIA
Domenica 31 luglio
□ GIORNATA
DEL RIFUGIO
CARLO ALBERTO
LUSERNA SAN GIOVANNI — A partire dalle ore 14 si rinnova l'incontro
di amici, sostenitori, ospiti e personale del Rifugio Carlo Alberto.
□ TEMPIO APERTO
TORRE PELLICE — Alle ore 17.30,
nel tempio valdese il pastore Gianna
Sciclone parlerà sul tema « Religiosità popolare e fede » (miracoli, apparizioni, pellegrinaggi: quale rapporto
con il messaggio evangelico?).
Convegno degli iscritti ai
ruolo della Tavola Valdese
TORRE PELLICE - CASA VALDESE
VENERDÌ’ 19 AGOSTO 1988
ore 9.00; Presentazione di un questionario sul tema del pomeriggio (Gianni Rostan);
ore 9.15; « L’identità pastorale: autccomprensione e comportamento nella vita e nel ministero del pastore » —
Introduzioni di Eugenio Bernardini e Erika Tomassone - Dibattito;
ore 13.00; Pranzo in Foresteria per gli iscritti;
ore 15.00: « Nel ruolo della Tavola: evoluzione del trattamento economico e problemi connessi » — Introduzione di Gianni Rostan - Dibattito;
ore 19.00: Chiusura.
Il Convegno è indetto per pastori e diaconi. Membri delle
chiese valdesi e metodiste interessati sono cordialmente invitati ad assistere.
I diaconi che verranno a Torre Pellice appositamente per
il Convegno, non essendo membri del Sinodo, sono pregati
di annunciare alla TV a Torre Pellice il loro arrivo, non oltre
il 15.8, specificando se hanno bisogno di sistemazione per
il pernottamento.
II pranzo del Convegno è offerto agli iscritti a ruolo e
ai loro coniugi.
4
4 prospettive bìbliche
'I
29 luglio 1988
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
LA SPERANZA VISSUTA
Care sorelle e cari fratelli, una parola ha continuato a presentarsi davanti a me come una indicazione per
il cammino di fede e di testimonianza delle nostre comunità: speranza!
Speranza per noi come j>ersone
che vivono continuamente in situazioni di insicturezza e raffigurate nella immagine biblica delle pecore in
mezzo ai lupi. Speranza per le nostre
comunità disperse geograficamente,
isolate e con modesti impegni per
una vita di testimonianza al Regno di
Dio. Ma speranza soprattutto per la
gente dei nostri villaggi e delle nostre città, gente che sempre più assomiglia ad un’altra immagine biblica: quella di pecore stanche e sfinite perché senza un pastore.
Soprattutto speranza per la nostra
gente. Da molti anni le nostre comunità metodiste in Italia si sono incamminate in una strada che porta
ad un dono di vita e di liberazione
per il nostro popolo. Vorrei ricordare il passaggio di un atto della Conferenza metodista del 1974: « ...invita
le comunità e i circuiti ad un rilancio
dell’azione evangelistica, intesa come
restituzione al popolo della Parola di
Dio, ed un appello ad una radicale
trasformazione della esistenza umana, che suscitino credenti atti a vivere come sale della terra nella presente crisi del nostro paese ».
Mi sembra chiaro il senso di questo impegno che è stato ed è al centro della vita di tutte le nostre comunità: restituire al popolo la Parola di Dio che altri signori, altri poteri
hanno, nel passato, tolto, costruendo
un apparato di autoritarismi e mediazioni. Ma restituire la Parola di
Dio non è forse anche donare speranza? Oggi il nostro popolo ha urgenza di questa Parola di Dio, di questa speranza?
Una situazione
La speranza... quale altra parola del nostro vocabolario ha, come questa, tanto potere? Ma anche, quale altra parola è più inflazionata di questa, abusata, stravolta, strumentalizzata? Quale altra parola può, come
questa, indirizzare al nuovo, e nello stesso tempo mantenere tutto in modo statico?
Ancora una volta questa parola è usata partendo dalla situazione del
Meridione; ma il discorso non è circoscritto al solo Sud.
E’ il problema della Chiesa e della sua testimonianza, ora come in
ogni tempo; al Sud, ma anche in ogni luogo.
Il tema è stato sviluppato nella predicazione tenuta in occasione della « consultazione » che annualmente le chiese metodiste in Italia tengono
a Ecumene in primavera, (red.)
l’interesse pubblico e sempre meno
il potere lo si rintraccia e lo si esercita nelle sedi che per ’’legge”, per
norma, sarebbero deputate a farlo.
...L’illegalità nel Mezzogiorno è stata il tratto distintivo che ha regolato
l’economia...; [si è] introdotta nella
cultura popolare la socializzazione
deH’illegalità. ...La pratica della efficacia pubblica delle relazioni private
e dell’uso privato di risorse pubbliche ha creato il fenomeno che possiamo definire di ’’clientelismo totale”... Il momento dell’illegalità è
stato un modo di essere e quindi un riproduttore culturale, un
senso comune, una cultura popolare, della organizzazione politica,
economica e statale del Mezzogiorno
d’Italia » (I. Sales, La camorra imprenditrice).
Chi vive e opera in questa situazione prova un grande bisogno di
trovare liberazione, di respirare aria
pulita, di vivere una vita vivibile! Vi
è così, io credo, una grande attesa di
speranza. Come ricorda l’apostolo, la
creazione attende la manifestazione
dei figliuoli di Dio. Ma quali risposte
vengono date?
tutta la creazione geme ed è in travaglio.
Tu che oggi subisci la violenza e su
di te viene annullato ogni diritto, tu
sei parte di una sofferenza più grande, cosmica. Non credo che questa
lettura della Bibbia sia una vera
consolazione e annuncio della speranza, perché la disperazione non finisce generalizzandola, anzi aumenta
il suo potere di schiavitù.
Queste risposte sono devianti; non
restituiscono l’annuncio dell’evangelo alla nostra gente; mantengono il
potere della forza invece di sradicarlo per donare la forza dell’amore. Se
nonostante questo noi siamo convinti che la forza dell’amore di Dio sarà
trionfante, se nonostante una situazione di grande schiavitù e di illuse
risposte noi siamo convinti che la Parola di Dio sia liberante e che la speranza dello Spirito santo sia produttiva di nuova vita, ecco se noi crediamo nonostante tutto, ciò dipende
dal fatto che la chiesa attende il
nuovo di Dio.
La via
della speranza
Tre consolazioni
Senza voler sviluppare un’analisi
approfondita e completa della vita
del nostro popolo, credo che tutti
concordiamo nel raccogliere questo
schema: oggi trionfa l’autoaffermazione e non l’amore, trionfa la menzogna e non la verità, trionfa la forza
e non il diritto. Soprattutto trionfa
la illegalità che specie nelle nostre
regioni meridionali assume toni e caratteri particolari, tali da gettare il
popolo nella disperazione. Uno studioso di problemi meridionali e del
fenomeno della camorra ha recentemente scritto queste parole: « Negli
enti locali è avvenuto un lento processo, che possiamo datare dalla nascita delle Regioni... poco alla volta,
tutta la vita politica locale si è trasformata in fatto privato e da fatto
privato in semiclandestino. Così nella cultura di massa sempre meno
l’interesse politico coincide con
Innanzitutto viene risposto che le
soluzioni arriveranno domani, dopodomani, dopo-dopodomani. Sembra
che anche una certa lettura delle parole di Paolo concorra a valorizzare
questa risposta: le sofferenze del
tempo presente non sono paragonabili alla gloria che deve essere manifestata a nostro riguardo. In sostanza: il mondo è fatto così, si vive per
soffrire; cosa ci possiamo fare? Domani, dopodomani, dopo-dopodomani avremo felicità. Non credo che la
Parola di Dio da restituire al popolo
sia una squalifica del presente per
esaltare un futuro sempre più lonta
Attendere il « nuovo » certo non
come un diverso modo per rimandare a domani, dopodomani, la vittoria
sul peccato e sulla morte, ma come
una strada, un modello di vita.
no.
In secondo luogo viene risposto
che tutti soffrono, che la illegalità
non è solo al sud, che noi siamo solo
una parte di una disperazione molto
più grande. Anche le parole apostoliche sembrano confermare questo:
sappiamo infatti che fino ad ora
« ...io penso che le sofferenze
del tempo presente non siano
paragonabili alla gloria che
deve essere manifestata a nostro riguardo. Anche la creazione aspetta con impazienza
la manifestazione dei figli di
Dio... ».
(Romani 8: 18-19)
La speranza non è un atteggiamento di costante apertura al futuro, senza l’attesa di un compimento. Essa
non vive chiusa nella utopia, bensì
vive della certezza del compimento
della realtà promessa, anche se non
sarà la nostra attività a provocarlo.
Vivere di speranza significa quindi
impegnarsi nella lotta contro il male,
nella certezza che non solo il suo diritto sarà contestato, bensì pure il
suo potere definitivamente infranto
ed eliminato.
La nostra azione, naturalmente
sempre frammentaria, può e deve testimoniare che l’amore di Dio si rivelerà come l’unica potenza vittoriosa e vincitrice di tutto. La potenza
delle tenebre non ha alcuna promessa, nonostante le sue stupefacenti
vittorie apparenti e parziali, e alla
luce del Regno di Dio che viene può
essere vista solo come temporanea,
quindi come già giudicata, per cui ci
viene comandato di resisterle; cosa
che possiamo fare con efficacia.
Vivere di speranza significa inoltre impegnarsi per la vita e contro
la morte! La lotta contro ogni potere
di morte, contro la distruzione del
rispetto per la vita, contro la violen
za fatta alle donne, ai giovani, ai
bambini, corrisponde al sì totale che
Dio ha detto all’uomo e al suo
mondo.
Non ci è permesso ricevere oggi
la promessa della speranza in Gesù
Cristo, la sua giustificazione e la sua
riconciliazione se la nostra vita e
quella delle nostre comunità rimangono schiave del potere di questo
mondo; saremmo impossibilitati di
donare al fratello la potenza della
speranza in Cristo.
Vent’anni or sono le nostre chiese
metodiste lanciarono un progetto di
predicazione evangelica e di vita cristiana con un atto da ricordare: « Le
nostre comunità prendano coscienza
che non possono coltivare soltanto
una vita di pietà nel loro interno, ma
devono anche annunciare Tevangelo,
senza compromessi, a tutto il paese.
La Chiesa rifiuti di essere conforme a
un sistema di vita che vuole soltanto
conservare se stesso, ma accetti di
promuovere il processo di liberazione dei minimi dallo sfruttamento... ».
Ecco, io credo che oggi dobbiamo
nuovamente riprendere un cammino
di speranza per il nostro popolo, per
la sua vita e per la sua pace.
E concludo ricordando queste parole di un grande teologo protestan
« Speranza in una manifestazione
visibile e tangibile della signoria di
Dio sul mondo (in contrasto col
semplice discorso, a volte tanto blasfemo, dell’onnipotenza di Dio).
Speranza in un aiuto e in una salvezza radicali dal presente stato del
mondo (in contrasto con quella consolazione e quell’opera di pacificazione che si fermano dappertutto di
fronte alle ’’condizioni” immutabili).
Speranza per tutti, per 1 umanità
(in contrasto con la preoccupazione
egoistica della salvezza della propria
anima e con tutti i tentativi di allevare dei superuomini e degli aristocratici religiosi).
Speranza per il lato corporale della vita come per quello spirituale, nel
senso che non solo il peccato e la tristezza, bensì pure la povertà, la malattia e la morte saranno un giorno
eliminate (in contrasto con 1 idea e
puramente spirituale della cosiddetta vita ’’religioso-morale ) » (W.
Kreck, Dogmatica evangelica, p. 353 )•
Giovanni Anziani
5
29 luglio 1988
fede e cultura
RISTAMPA ANASTATICA
LA LOTTA CONTRO LA LEBBRA
La Glorieuse Rentrée stendi la mano!
L’opera di « raccolta » degli scritti da parte di Arnaud - La questione
dell’aggettivo « glorioso » - Le peripezie di un importante manoscritto
E' testé uscita la ristampa anastatica della prima edizione
àéìVHistoire de la Glorieuse Rentrée, apparsa a Cassel nel 1710,
senza nome di editore o stampatore. Com’è noto, l'attribuzione dell'opera allo stesso Amaud
e la qualifica di « glorioso » data al rimpatrio sono al centro
del dibattito storiografico che si
sta svolgendo in questi mesi nella nostra stampa, e che sicuramente « si riscalderà » man mano che ci avviciniamo alle celebrazioni ufficiali del 1989.
Questa ristampa si presenta
accurata e degna della migliore
tradizione: preceduta da una
prefazione di Giorgio Tourn e
seguita da un'appendice sugli
eroi del rimpatrio dovuta alla
penna di Jean Jalla (estratta
dal BSHV n. 3, 1913) con annessa una carta dell'itinerario (di
cui sarebbe stato bene indicare
la fonte), essa si fonda sulla prima edizione settecentesca, che
era uscita in due tirature, la prima con una dedica alla regina
Anna d'Inghilterra, la seconda
con im'altra più breve al principe Eberardo Luigi duca del
Württemberg, due sovrani merite\'oli di gratitudine per gli aiuti
offerti generosamente per la buona riuscita delffimpresa.
Dopo la dedica (nella ristampa è stata privilegiata quella alla regina d'Inghilterra), l'opera
ha inizio con una lunga prefazione deH'Arnaud, mentre il racconto, diviso in due parti, porta un
titolo meno ridondante di quello del frontespizio, cioè « Storia
memorabile della guerra dei Vaidesi e del loro ristabilirsi in patria » (p. 1); il che è significativo, perché ci dà la prima chiave di un enigma: chi ha dato
a quella memorabile impresa
l'aggettivo di « gloriosa » e chi
fu in realtà l'autore dell'Histoire? Un po' di luce ci proviene
dal titolo del frontespizio, dove
si legge che in quella storia « si
vede un manipolo di gente, che
non raggiunse mai il numero di
IMO persone, sostenere la guerra contro il Re di Francia e
S.A.R. il Duca di Savoia, fronteggiare il loro esercito di 22M0
uomini, aprirsi il passaggio attraverso la Savoia e l’alto Delfinato, sconfiggere varie volte il
nemico ed infine rientrare miracolosamente nei propri retaggi,
mantenervisi con le armi alla
mano e ristabilirvi il culto di
Dio che vi era stato interdetto
da tre anni e mezzo, il tutto raccolto dalle memorie che si sono
fedelmente fatte di quanto è successo in questa guerra dei Vaidesi e pubblicato a cura e spese di Enrico Arnaud, pastóre e
colonnello dei Valdesi ».
Come si vede, non si tratta di
una qualsiasi storia o cronaca
di fatti d'arme, bensì di un racconto dal quale risulti innanzitutto l'intervento miracoloso di
Dio, il quale ha consentito a meno di 1.000 uomini di battere un
nemico 22 volte più numeroso,
e ciò al solo scopo di ristabilire
il suo vero culto in quelle terre
avute come in letaggio. Quel che
conta, ai fini del nostro dibattito, è che il « pastore e colonnello » Arnaud risulta fin dall'inizio più come « raccoglitore » di
scritti altrui che non come redattore vero e proprio. Di fatto,
nella dedica alla regina d'Inghilterra, rAmaud scrive che l’ojjera fu redatta « sulla base delle
memorie di due letterati, uno
valdese e l'altro francese... ».
Più in là, nel corso del racconto, dove vien ricordata la precipitosa ritirata fatta dai resisten
ti valdesi asserragliati nelle loro
postazioni alla Gran Guglia di
Giaussarand, l’autore fa il nome
di Paul Reynaudin di Bobbio, il
narratore valdese ricordato nella suddetta dedica, il quale nel
fuggire aveva dimenticato di portarsi dietro il suo manoscritto:
esso, trovato da un ufficiale sabaudo e portato a corte a Torino, sarebbe pervenuto dopo varie peripezie nelle mani di un
letterato ginevrino, che lo fece
vedere al vecchio Janavel (pp.
174-175). Ora, dalle ricerche prima del Jalla e poi di Teofilo
Pons, è risultato evidente che
quel ginevrino non era altri che
il teologo Vincenzo Minutoli di
origine lucchese, il quale — come si legge in una sua lettera
del 15 dicembre 1690 — era stato incaricato dallo stesso Amaud
di essere il suo storiografo, e
fu costui che, valendosi delle memorie sia dei Reynaudin sia del
francese ricordato anche lui nella suddetta dedica (cioè l'ugonotto Francesco Huc) compilò
la prima redazione dell'Histoire
intitolandola semplicemente
« Storia del ritorno dei Valdesi
nella loro patria dopo un esilio
di tre anni ».
Tutte queste cose concernenti
la gestazione storiografica delVHistoire sono appena accennate nella prefazione di Tourn, la
cui intenzione, se ho ben capito,
non è stata di rinnovare le pur
sempre attuali problematiche,
bensì di riuscire a capire i moventi dell'Arnaud nel rievocare,
dal suo lontano rifugio wurttemberghese e a ben vent’anni di
distanza, queila che gli sembrava veramente una miracolosa vicenda: un tentativo esemplare,
quello di Toum, che rispecchia
ovviamente l’opinione di chi vede (o cerca di vedere) quell’impresa con gli occhi stessi del
suo promotore, giungendo alla
conclusione che quel che contava per TAmaud non era tanto
l’esattezza storica dei fatti raccontati quanto piuttosto il loro
significato, inteso sotto almeno
tre aspetti in sé complementari:
il teologico e simbolico, l’emozionale e caritatevole, infine l'apocalittico, secondo le note tesi
del Jurieu (pp. XV-XVI): «Questa storia — conclude 'Toum —
è un atto di predicazione, e al
tempo stesso una testimonianza
di amore verso la piccola comunità riformata delle Alpi..., una
testimonianza scritta non senza
una punta di vanità, ma anche
con passione, dal vecchio ministro del Vangelo che non ha esitato a definirsi lui stesso come
il patriarca del piccolo gregge
dei credenti valdesi» (p. XXXVII).
Potrà spiacere che il prefatore, forse ancora ligio ad una certa storiografia confessionale tendenzialmente apologetica, minimizzi il risultato delle precedenti ricerche tendenti a vedere nel
Minutoli il vero autore dell’iifstoire (pp. XXX-XXXI) o, peggio, insista nel chiamare Tiniziatore del Valdismo sotto il nome
« abitualmente » conosciuto di
Pietro Valdo, malgrado che le
ultime ricerche (Dondaine, Thouzellier, Selge, Gönnet, ecc.) gli
abbiano rivendicato il solo nome di Valdesio testimoniato dalle prime fonti.
Giovanni Gönnet
HENRI ARNAUD, La Glorieuse Rentrée, prefazione di Giorgio Tourn, Albert Meynier editore, Torino 1988, pag.
434, lire 49.000.
HENRI ARNAUD, The Glorious Recovery by the Vaudois their Valleys, Albert Meynier editore, Torino 1988 (ristampa anastatica), pag. 203, L. 30.000.
Lebbra, una parola che, alla vigilia del 2000, suscita ancora in
parecchia gente tm senso di paura, di repulsione, come afferma
Cyril Davey nel suo ultimo libro, edito ora in italiano dalla
Claudiana ‘.
Anzitutto, due parole sull’autore. Pastore metodista inglese e
giornalista, ha esercitato il ministero pastorale in Gran Bretagna ed in India. Ha pubblicato
oltre 80 fra libri ed opuscoli su
svariati argomenti, fra cui la
storia di « Casa Materna u col
titolo « Aggiungi due posti a tavola » (Claudiana 1980).
Il volumetto in questione, nella sua parte conclusiva, spiega al
lettore con parole semplici e
chiare quello che la lebbra è e
ciò che essa non è. Non è conseguenza di malattie sessuali, come
si credeva nel Medioevo, non è
ereditaria (anche se nella vita
in comune i genitori possono
contagiare i figli); non si « prende facilmente »; non è in galere
letale, ad eccezione della lebbra
lepromatosa che può causare la
morte dopo molti anni, se non
curata.
La lebbra è una malattia che
colpisce in particolare la pelle,
gli occhi, le mucose del naso e
della gola nonché il sistema nervoso periferico principale. La resistenza all’infezione trasmessa
da un bacillo può provocare devastazione del corpo, cecità e deformazioni alle estremità. Attualmente essa è comunque curabile
ed anche guaribile col metodo
delle terapie multiple (MTD).
Purtroppo, a differenza di altre
malattie (vaiolo, poliomielite,
tbc, ecc.) non è ancora stato
prodotto un vaccino ■ efficace
« che possa liberare Tumanitài da
uno dei mali più tenaci». Essa
è diffusa in tutto il mondo, particolarmente nei paesi tropicali,
dall’Asia del sud a quella orientale, daH’Africa all’America centrale e meridionale. Si calcola
che ancora oggi ben 15 milioni
di persone ne siano affette; in
Europa ne sono stati accertati
circa 30 mila casi.
Questo, per quanto riguarda
l’aspetto tecnico-scientifico del
problema. Naturalmente il libro
è dedicato in modo particolare
aU’origine ed allo svilujppc di
quella che è oggi la Missione
evangelica contro la lebbra, da
quando cioè il giovane irlandese
Wellesley Cosby Bailey, recatosi in India per raggiungere il
fratello militare, scoprì nel dicembre 1869 in una radura alcune file di piccole capanne abitate da persone deformi, cieche o
sfigurate. E’ interessante ricordare a questo proposito che quei
malati venivano praticamente
isolati non tanto per la paura
del contagio, quanto per il latto
che erano considerati « cattivi e
puniti per i peccati commessi >>.
A partire dalla suddetta data il
racconto si snoda (a volte con
un linguaggio forse, un po’ troppo ’’mistico” e di quando m
quando ripetitivo) attraversq
le varie tappe di questa stràòf- '
dinaria ’’avventura”.
Oggi la Missione ha im bilancio di oltre 101 miliardi annui,
opera in 29 paesi in collaborazione con oltre 80 chiese e missioni e fornisce cure a oltre 400 mila malati di lebbra in 1.700 amj
bulatori, ivi comprese le protesi
per gli arti mancanti e la riabilitazione.
In occasione di queste cure
che effettua senza discriminazione di razza o di credo, essa proclama TEvangelo senza peraltro
far proselitismo « ad ogni costo », nel rispetto delle varie
culture e delle situazioni politiche locali.
La Missione è sempre allá rh '
cerca di fondi. Come viene ricordato nella presentazione del
libro, chiunque di noi può far
giungere un suo contributo finanziario indirizzando le proprie offerte a « Missione evangelica
contro la lebbra », S. Secondo di
Pinerolc, a mezzo conto corr.
postale n. 28262103.
Roberto Peyrot
' CYRIL DAVEY, « Stendi la mano! » La vittoria sulla lebbra, Ed. Claudiana, 1988; pagg. 186, L. 7.000.
UN VOLUME DI STUDI SUL CONTE
Le Bibbie del Guicciardini
E’ appena uscito il volume;
« Piero Guicciardini, 1808-1886, un
riformatore religioso nell’Europa dell’Ottocento » (editore Leo
S. Olschki, Firenze, 1988), contenente gli atti del Convegno di
studi, Firenze, 11-12 aprile 1986.
Vi leggiamo un contributo di
Emidio Campi su « Le Bibbie del
Fondo Guicciardini della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ». E’ un’altra pagina della
storia del nostro evangelismo
italiano che viene alla ribalta.
Il conte Guicciardini girò mezza Europa per raccogliere tutte
le edizioni possibili della Bibbia
in lingua italiana. Riuscì a metterne insieme circa trecento, affiancandole a un altro centinaio
in lingua straniera. La raccolta
non è completa: mancano edizioni importanti e l’attuale catalogo « non è affidabile », ma è in
corso il suo aggiornamento che
sarà presto pubblicato.
Al di là dell’ampiezza e della
precisione con le quali ci vengono trasmesse le informazioni,
al di là del lavoro attento dello
storico, è interessante rilevare
alcune linee di fondo. Se dal
1567 al 1773 la Bibbia non potè
circolare ufficialmente e liberamente in Italia è pur vero che
di quel periodo non mancano eccellenti e numerose traduzioni.
Non eravamo assenti. L’Italia
ha dato generosamente il suo
apporto in questo settore.
Quando, nel 1855, Vittorio Emanuele II andò in visita a Lon
dra, il Guicciardini propose di
fargli omaggio di una recente e
lussuosa edizione della Diodati,
appena stampata dalla Società
Biblica Britannica e Forestiera,
ma ne fu impedito dal console
italiano. E’ un fatto che mette
in risalto un’epoca e illustra una
situazione. E’ la tesi di Campi:
traduzioni sì, diffusione no. Si è
fatto tutto il possibile e lo si è
fatto bene. Il resto, l’evangelizzazione tramite la libera diffusione della Parola, avrebbe dovuto attendere tempi migliori. Il
Guicciardini ha visto, gioito e
partecipato al sorgere delle nuove prospettive, ma le aveva nel
frattempo consolidate raccogliendo, in Firenze, i testi delle varie
traduzioni italiane della Bibbia.
Non è vissuto in tempi facili,
ma quelli che lo avevano preceduto erano decisamente peggiori. Eppure la Bibbia era stata
tradotta con impegno e serietà
ed era stata per molti e molte
generazioni, nonostante tutto,
un punte di riferimento sia in
patria che all’estero.
Oggi le traduzioni della Bibbia
si susseguono rapidamente, come nelle altre lingue, ma sono
anche largamente diffuse. Siamo
tutti in attesa che sia anche regolarmente letta ed ascoltata.
Sono cessate le resistenze di
un tempo che avevano un nome
e una data: nel 1559 Paolo IV
mette all’indice la traduzione del
Brucioli. Tuttavia andiamo incontro ad altre resistenze, que
Un’immagine del conte Piero Guicciardini.
sta volta senza nome e senza
data, che non si superano d’incanto e definitivamente con l’accadere degli eventi storici, ma
vanno affrontate sempre e di
nuovo, ogni giórno, con ogni uomo, di generazione in generazione. <^i termina anche il lavoro
del seminatore che attende dal
Signore la benedizione del suo
lavoro in vista del raccolto.
Renzo Bértalot
Piero Guicciardini, 1808-1886. Un riformatore religioso nell'Europa dell’Ottocento, a cura di Lorenza Giorgi e Massimo Rubboli - Leo S. Olschki editore.
Firenze 1988.
6
valli valdesi
39 luglio 1988
Furto alla
USSL 43
TORRE PELLICE — Furto nella sede della Comunità Montana USSL in Corso J. Lomtoardini
nella notte di venerdì 22 Iriglio.
I ladri, introdottisi nell’ediflcio attraverso la finestra di un
locale sito a pianterreno, hanno
successivamente visitato gli uffici, rovistando alla ricerca di
un improbabile bottino.
Dai primi accertamenti la refurtiva appare per fortuna inconsistente: i malviventi si sarebbero infatti impossessati di
poche decine di migliaia di lire
trovate nei cassetti di alcune
scrivanie ed avrebbero poi tentato di arrotondare tale cifra scassinando la macchinetta del caffè,
alla ricerca dei pochi spiccioli
che "conteneva.
Ad accorgersi per primi del
furto sono stati alcuni dipendenti che svolgono il turno lavorativo di sabato mattina. I carabinieri, immediatamente avvisati,
svolgono ora indagini sugli autori di quella che, almeno a prima
vista, appare più come ima bravata di qualche sbandato. Nessun danno consistente alle suppellettili, a parte la forzatura di
alcuni cassetti.
II tutto resta comunque un gesto assurdo che costituisce un
campanello d’allarme per il futuro, considerando anche il moltiplicarsi di atti del genere nella
valle.
Raccolta rifiuti
più cara
Consiglio
comunaie
VACANZE
ANGROGNA — Nelle sue recenti sedute il Consiglio comunale h^ provveduto ad elevare le
tariffe della raccolta rifiuti solidi urbani; per adeguare i ricavi
(19,5 milioni) ai costi reali (23,6
milioni) le tariffe per il 1988 passeranno da 450 a 540 lire al metro quadro per le abitazioni. Va
comunque segnalato che, contando su un servizio curato da personale del Comune, queste tariffe
sono ben al di sotto di quelle
praticate negli altri Comuni della
Val Penice.
Sono intanto ancora in corso
i lavori di asfaltatura della strada di Pradeltorno oltre alla costruzione dell’acquedotto: a questo proposito va segnalato alle
persone interessate all’allacciamento che devono presentarsi rapidamente in municipio per gli
adempimenti burocratici.
VILLAR PELLICE — Il Consiglio comunale nel corso dell’ultima riunione ha preso posizione, come già molti altri Comuni
della valle, sul problema delle
scuole di montagna minacciate
di chiusura se non dovesse
essere raggiunto un numero di
allievi ritenuto minimo indispensabile.
Nel corso della stessa seduta è
stato deliberato di chiedere alla
Cassa Depositi e Prestiti l’assunzione di un mutuo di 100 milioni
per l’acquedotto della zona Ciarmis.
Tassa di soggiorno,
questa (ex) sconosciuta
L’imposta riguarda anche i privati che affittano alloggi per l’estate
Estate, tempo di vacanze e di
distensione per molti, certamente tanti più di un tempo.
Però anche sulle vacanze vi è
una tassa da pagare, l’imposta di
soggiorno. Contrariamente a
quanto molti pensano, il gettito
allo stato attuale non è così elevato da poter finanziare particolari iniziative (per un comune
come Torre Pellice, sui 16 milioni introitati neH’87, poco più di
10 ritorneranno nelle casse comunali).
Istituita con im regio decreto
nel novembre 1938, la tassa di
soggiorno è poi diventata legge
nel 1939. Da quel momento è stata in Italia o variamente applicata o totalmente disattesa fino
alTinizio di quest’anno. Ogni zona o provincia aveva i suoi modi per riscuoterla, spesso mensilmente; in altri casi, alla fine di
ogni decade, come recita la legge stessa.
Verso la fine dello scorso anno,
in un momento di magra delle
finanze dei cornimi, i nuovi funzionari deU’ACI (ente preposto alla riscossione) scoprono le anomalie in queste procedure che naturalmente durano da anni e fanno scoppiare il caso. Gli albergatori e gli enti che si occupano
della esazione, comuni o associazioni turistiche, elevano le loro
proteste per non aver mai ricevu
to istruzioni scritte dai funzionari preposti, ma solo segnalazioni telefoniche. Ora i comuni,
per evitare le denunce per omissione d’atti d’ufficio, stanno inoltrando le segnalazioni alla Guardia di Finanza che, investita
del caso, applicherà le sanzioni
previste a tutti coloro che hanno
ottemperato in ritardo e si sa che
saranno pesanti. Praticamente la
stessa cosa è successa sino ad ora
anche per i privati ohe hanno affittato alloggi per le vacanze e
che dovevano applicare l’imposta
nei confronti dei loro ospiti, non
rendendosi conto che si trovava
no nella posizione di « sostituti
d’imposta », cioè esattori di somme per conto dello Stato.
A Torre 'Pellice, il sindaco ha
emesso in questi giorni una circolare per ricordare le procedure
da seguirsi e le relative sanzioni
per i non adempienti.
L’imposta deve essere versata
presso TI.A.T. (Ufficio di Informazione Accoglienza Turistica
Pro Loco, via Repubblica 3).
I versamenti devono essere effettuati dal datore di alloggio entro 6 giorni dall’arrivo dell’ospite, secondo le quote riportate
nella tabella.
Alloggi privati
A) iPer soggiorni di durata com- B) Per soggiorni di durata infe-
presa fra 7 e 120 giorni riore a 7 giorni
Categoria Quote fisse Categoria Quote
dell’alloggio individuali dell’alloggio giornaliere
1 27.000 1 720
2 18.000 2 540
3 5.400 3 270
4 1.800 4 90
La ricevuta del versamento rilasciata dall’Ufficio Turistico all’atto del pagamento dovrà essere conservata dal datore di alloggio quale attestazione delTavvenuto adempimento degli obbli
TORRE RELUCE
ghi imposti dalla legge, da esibire ai controllori.
Sono esentate dall’imposizione
le persone non residenti ma proprietarie dell’alloggio, compresi i
familiari fino al terzo grado e coloro che soggiornano temporaneamente per motivi di lavoro.
Adriano Longo
Artigianato in vetrina
SALZA
Giovedì 28 luglio viene inaugurata a Torre Pellice, presso i locali del Collegio valdese, la mostra di artigianato artistico della
valle. L’orario, dopo l’inaugurazione prevista per le 18 di giovedì, prevede l’apertura dalle ore
20 alle 23, sabato dalle 17 alle 23
e nelle domeniche dalle 15 alle 23.
L’iniziativa è stata presentata
la scorsa settimana in Comune,
presenti il sindaco Armand Hugon, la presidente della commissione comunale per Tartigianato
Simond ed un rappresentante
dello studio grafico Krioss, l’arch.
Bonnet, che ha curato l’allestimento della rassegna.
L’esposizione, sui due piani dell’edificio, è stata suddivisa in alcuni settori: apicoltura Val Pellice e coop. Terranova, Associazione Pace Val Pellice ed artigianato africano; artigianato locale
antico ed architettura rurale; lavorazione e pittura su ceramica
e legno; tessitura e lavorazioni
varie; laboratorio produzione
lampade: fotografia.
Accanto e ad integrazione di
queste esposizioni, sono previste
delle dimostrazioni pratiche della
lavorazione della pietra, del ferro, del legno, eoe. che si svolgeranno nel cortile del Collegio;
inoltre sabato 13 agosto, presso
l’aula sinodale, avrà luogo una
serata sull’apicoltura con filmati
ed interventi a cura dell’Associazione apicultori Val Pellice.
Gli organizzatori, nel ricordare
che la pratica delTartigianato, in
particolare del legno e della pietra, ha in Val Pellice come in
molte altre valli alpine una lunga
tradizione, si sono soffermati sui
nuovi settori di lavoro, che nel
nostro caso vanno dalla produzione di lampade a quella di confetture, alla lavorazione della ceramica, tutte possibilità, seppur
piccole, di occupazione.
Un fenomeno, quello artigianale, che andrebbe maggiormente
curato, anche attraverso veri corsi di formazione (qual è l’età media di quanti lavorano il legno?),
incentivato attraverso iniziative
del tipo di quella appena illustrata, tenendo conto della possibilità che esso si integri con
quella vocazione turistica che
un po’ da tutte le parti si va riconoscendo alle nostre valli.
Successo
per Berteli
ANGROGNA
Per migliorare
gii alpeggi
Con il trasporto avvenuto in
questi giorni mediante elicottero
dei materiali necessari, sono iniziati i lavori per la costruzione di
una centralina elettrica all’alpeggio comunale della Sella in alta
vai d’Angrogna.
Avviate da alcuni anni le pratiche in Regione da parte della
Comunità Montana sulla base
della legge regionale n. 308, ed
ottenuto il relativo finanziamento di circa 27 milioni di lire, si è
ora passati alla fase operativa.
Trasportati sul posto ì materiali necessari, i lavori sono stati affidati agli stessi alpigiani che
provvederanno alla costruzione
delle parti in muratura; in autunno si dovrebbero installare le
tubature ed infine la centralina
dovrebbe essere funzionante e disponibile per la prossima stagione d’alpeggio. Questo intervento
si inserisce nel progetto più vasto di rivitalizzare i molti alpeggi delle valli alpine, e quello della
Sella è senz’altro uno dei migliori. Certo, altri lavori sono necessari per fornire agli allevatori
delle condizioni sufficienti di vi
vibilità. Oggi infatti sono tre le
famiglie che salgono a questo al
peggio, con un carico di bestiame che si aggira sui 700 capi
ovi-caprini e sui 50 capi bovini
poco in confronto alle circa 170
vacche dell’immediato dopoguerra, quando salivano alTalpe oltre
12 famiglie.
Manca, e sono per questo av
viate le pratiche in Regione, una
pista di accesso e le stesse abitazioni, oltre ai ricoveri per gli animali, necessitano di tempestivi
interventi alle strutture; sarebbe
importante infine un miglioramento anche degli stessi pascoli,
vasti come superficie al punto da
poter sopportare un carico di bestiame ben superiore all’attuale,
ma in molti punti invasi da arbusti infestanti che ne limitano
di molto le potenzialità.
Come preannunciato, in una
cornice di pubblico veramente
numeroso (si parla di quasi
2.000 persone) si è svolto sabato 16 luglio scorso il concerto
del cantautore emiliano Pier Angelo Bertoli organizzato dalla
Pro Loco di Salza nel piccolo
Comune dell’alta Val Germanasca. Si è trattato di un grosso
successo per gli organizzatori di
questa terza edizione di « Salza
in musica » cui la partecipazione
di Bertoli ha dato particolarmente risalto.
Buon successo per tutti, dal
cantante che, malgrado un’amplificazione dei suoni non eccezionale, accanto ai brani più tradizionali del suo repertorio ha
presentato numerose canzoni
tratte dal suo ultimo album
« Tra me e me », al pubblico comunque molto coinvolto dall’esibizione, agli immancabili « marocchini » che grazie all’imprevidenza di molti di fronte al
freddo della serata, sono riusciti a piazzare tutte le coperte di
cui erano dotati.
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1
I
à
7
29 luglio 1988
valli valdesi
DIBATTITO SUL TURISMO
Il Pinerolese
dimenticato
In merito al dibattito già lanciato lo scorso anno della esclusione del Pinerolese dagli itinerari turistico-culturali nel territorio
provinciale, dobbiamo registrare
un intervento del consigliere provinciale comunista Alberto Barbero che in una lettera alle
autorità politiche locali del Pinerolese ed ai giornali scrive:
« Il Consiglio Provinciale ha
votato martedì 12 luglio il programma di quest'anno: fra gli itinerari troviamo il Canavese (due
itinerari), la Val Susa, il Parco
del Gran Paradiso e il Carignanese e basso Pinerolese; il che
vuol dire che anche quest’anno il
Pinerolese è di fatto assente (viene toccato con una puntata a Vigorie - Virle - Pancalieri).
Mi pare che questo fatto, piccolo forse, contraddica discorsi che
si fanno anche in questi giorni.
Perché questo accada non è
chiaro; il sottoscritto, come il
WWF
Campi di lavoro
Il WWF di Pinerolo ha organizzato alcuni campi di lavoro
estivi; dopo quelli in corso a Rolettc, ne è previsto uno in Val
Troncea dal 2 al 15 agosto.
Nel primo caso si tratta di
proseguire il lavoro già iniziato
dai soci WWF per costituire una
zona di equilibrio ambientale
nei boschi circondanti la Rocca
Vautera.
In particolare ricordiamo l’allestimento di un « sentiero natu
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gruppo cui appartiene, aveva già
l'anno scorso criticato l’assenza
del Pinerolese e d’altro canto nella Giunta Provinciale ci sono vari
esponenti che vogliono il "bene"
della nostra zona ( e in queste settimane ne hanno richiamato la
vocazione turistica) e che inspiegabilmente non hanno fatto inserire un itinerario pinerolese.
E’ un peccato, perché l'iniziativa provinciale riscuote successo
e serve non poco a far conoscere
le varie aree, anche perché prevede la stampa di dépliant che illustrano le caratteristiche ambientali-storiche-artistiche delle varie
mete: l’inserimento nell’iniziativa
ha effetti ben più vasti che i quattro viaggi domenicali.
Speriamo che non si verifichi
l’esclusione anche nei prossimi
anni. Intanto suggerirei all’APT
di Pinerolo, al Comune di Pinerolo ed alle Comunità Montane
del Pinerolese di farsi vivi tempestivamente ».
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 28 luglio,
'ore 17, avrà luogo al Centro d'incontro una riunione con il seguente o.d.g.:
a) Verifica dell’Azione urgente per la
Colombia e deH'appello per All Riza
Duman (Turchia); b) Lettera di protesta e di richiesta di indagini per l'uccisione di Paulo Cesar de Fontelles
de Lima, avvocato impegnato nella difesa dei diritti dei contadini in Brasile;
c) Campagna « Diritti umani, subito »:
concerto di cantanti rock (Sting ecc.)
8/9 a Torino; d) Attività svolte da
altre Sezioni nazionali; e) Discussione;
a che serve scrivere le lettere alle
autorità per i prigionieri?
Solidarietà con il Nicaragua'
PINEROLO — Il comitato organizzatore della Festa di solidarietà con il Nicaragua svoltasi il 9 luglio, nel ringra^
ziare tutti quelli che hanno c'ollaborato all'iniziativa, comunica i biglietti
della sottoscrizione estratti ed i cui
premi non sono ancora stati ritirati;
3091, 349 , 576, 722, 1849, 867, 482,
1026, 1540, 1835, 1649, 2753, 1902, 431,
464, 69, 1746, 2286, 335, 1935, 1181,
546, 1613, 1161, 1134, 1814, 1908.
I premi possono essere ritirati presso la C.d.B. in corso Torino 288.
Cinema
ra », un percorso guidato attraverso gli « ambienti » del bosco.
Al primo lavoro di segnalazione
delle tappe e dei sentieri, farà seguito (secondo campo) la stesura
di una cartina con depliant illustrativo delle caratteristiche ambientali e delle specie vegetali ed
animali presenti. Verrà poi posta
aH’ingresso del bosco una bacheca con tettoia nella quale saranno esposte la cartina e le informazioni relative ai percorsi.
Ricordiamo inoltre le opere di
pulitura dei sentieri, la presa di
calchi in gesso delle orme di animali, la raccolta di « tracce »
(piume, borre, ciuffi di pelo) testimonianti la presenza di animali ed infine, nel secondo campo, la segnatura dei confini della
zona mediante appositi cartelli.
In Val Troncea, oltre alle attività di studio dell’ambiente, di
osservazione degli animali e di
analisi delle acque, verranno
svolti lavori di pulizia delle aree
turistiche e dei pascoli. Particolare attenzione verrà dedicata al
censimento delle tane di marmotte.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
presenterà « Lilll e il vagabondo » giovedì 28 alle ore 17; «li pranzo di Babette » giov. 28, ore 20-22; « L’impero
del sole » ven. 29, ore 21; .« Lo strizzacervelli » sab. 30, ore 20-22; « I miei
primi 40 anni » dom. 31, ore 20-22.
Concerti
TORRE PELLICE — Sabato 30 lugiio,
alie ore 21, nel tempio valdese avrà
luogo un concerto di Maria Chiara
Raggi ali'arpa che eseguirà musiche
di Hàndei, Naderman, Zabei, Tournier, Rossini, Hindemith, Fauré, Chertok.
TORRE PELLICE — Giovani provenienti da tutta itaiia e partecipanti al
campo musica dell'Esercito delia Saivezza, a Bobbio Peliice, presenteranno
un concerto con fanfara, corale, tamburelli e chitarre, domenica 31 luglio
aile ore 18 presso i giardini di piazza
Muston; in caso di cattivo tempo la
manifestazione si svolgerà presso il
mercato coperto di corso Gramsci.
Lo stesso concerto verrà riproposto
a Bebbio Peliice mercoledì 3 agosto
alle ore 21, nel tempio valdese.
Manifestazioni
TORRE PELLICE — Nell'ambito della
rassegna culturale torrese, giovedì 28
iuglio alle 'ore 21, presso il cinema
Trento, avrà luogo una serata sul tema
dell’emigrazione per motivi politici,
esperienze di esiliati antifascisti e proiezione di un video dell’Archivio Nazionale della Resistenza suiie donne
durante il fascismo.
BOBBIO PELLICE — NelFambito del
festival de "L'Unità”, in programma da
venerdì 29 a domenica 31 luglio, segnaliamo due momenti di dibattito; il
primo, sabato alle ore 17 su « Quale
energia per ii futuro? », il secondo domenica alle ore 16 sul tema ■ Quale
futuro per il PCI? ».
POMARETTO — Nel periodo 30 luglio2 agosto avrà luogo la tradizionale festa Pon momenti di intrattenimento,
discoteca, gare alle bocce, rassegna
commerciale.
PRAGELATO — A partire dal 1” agosto viene proposto al pubblico « Un
libro per l'estate », mostra del libro
organizzata dalla Biblioteca comunaieFondazione Guiot-B'ourg,
TORRE PELLICE — Si rinnova anche
quest'anno la festa organizzata a S.
Margherita dal Gruppo Amici di S.
Margherita che vedrà, oltre al ballo
pubblico, la tradizionale marcia alpina
al Castelluzzo domenica 31 luglio.
TORRE PELLICE — Domenica 31 luglio, dalie 10 dei mattino avrà luogo
il primo raduno per moto ed auto
d'epoca; è prevista ia sfilata per le
vie del paese.
Programmi di Radio Beckwìth
______________91.200 FM_______________
TORRE PELLICE — Segnaliamo che lo
« Speciale » di giovedì 28 (ore 20) in
replica domenica 31 alle ore 16 prevederà la trasmissione del concerto
della corale di Landau '(Palatinato) registrato a Torre Peiiice; inoltre ricordiamo che ii programma di musica
folk in onda il mart. alle ore 19.05
(repl. ven. ore 16.30) è ora sostituito
da un programma di musica francese.
XV agosto a Pramollo
CENTENARIO DEL TEMPIO
L’incontro del 15 agosto avrà luogo quest’anno alla Ruata di Pramollo, nelle vicinanze del tempio, di cui ricorre
il centenario della costruzione.
Programma
Ore 9.30: Arrivo dei partecipanti;
ore 10: Culto, con predicazione del past. Paolo Sbafi!,
Presidente dell’Opera per le Chiese Metodiste;
ore li: Il tempio valdese: un’opera comunitaria. Conversazione storica deU’arch. Renzo Boimous;
ore 12-14.30: Pranzo. Possibilità di visitare la mostra nel
tempio, il museo dei Piene, la mostra delTartigianato;
ore 14.30: L’impegno delle Chiese nei prossimi anni:
a) Giustizia, pace, integrità del creato; b) Decennio ecumenico di solidarietà con le donne;
ore 15.30: Impressioni di un anno negli Stati Uniti. Conversazione del past. Giuseppe Platone;
ore 16: Conclusione.
• La colletta del culto sarà destinata al Centro Culturale di Torre Peliice.
• Sul luogo dell'incontro funzionerà un servizio di buffet organizzato
dalla Chiesa di Pramollo. La Pro Loco si è impegnata a preparare un
pasto completo per chi si prenota in tempo: telefonare entro il 10
agosto al n. 58020 o al n. 51372.
A FRALI
gli impianti (iella
SOCIETÀ’ SEGGIOVIE 13 LAGHI
sono aperti al pubblico nel periodo estivo:
— dal 1° al 24 luglio e in settembre:
SABATO e DOMENICA;
— dal 25 luglio al 31 agosto:
TUTTI I GIORNI
Telefono (0121) 80.75.12
« /o aspetto il Signore... io spero nella sua parola »
(Salmo 130: 5)
Dopo breve malattia, si è spento serenamente
Guglielmo Dalla Fontana
di anni 87
Lo annunciano i congiunti, la sorella Germana, i nipoti Ivana e Giancarlo,
la cognata Luigia Campese.
Domodossola, 7 luglio 1988.
RINGRAZIAMENTO
« Ho cercato il Signore ed egli
mi ha risposto; da tutti i timori
mi ha liberato »
(Salmo 34: 4)
I familiari di
Lina Bounous ved. Peyrot
ringraziano tutti coloro che li hanno
accompagnati in questo momento di dolore, in particolare i vicini ed il pastore Erilca Tomassone.
Prati, 8 luglio 1988.
« Insegnaci dunque a così contare i nostri giorni che acquistiamo un cuore savio » ,
(Salmo 90 : 12)
Maurizio Oliva (Licci)
ci ha lasciato. Lo ricordano i cugini a
tutti coloro ohe gli sono stati vicino.
Clot di Inverso Pinasca, 18 luglio 1988.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della cara
Germana Malan ved. Jourdan
riconoscenti, ringraziano tutti coWo
che sono stati loro vicino durante questi lunghi mesi di prova.
Un grazie particolare al dott. Boér,
al personale medico e paramedico delrOspedale di Torre Peliice, ai pastori
Zotta e Tourn, alle famiglia Davit ed
a tutti i vicini di casa.
Torre Peliice, 21 luglio 1988.
RINGRAZIAMENTO
cc E fattosi sera, Gesù disse:
passiamo all’altra riva »
(Marco 4: 35)
I familiari del compianto
Giovanni Peyrot
riconoscenti, sentitamente ringraziano
tutti coloro ohe hanno preso parte al
loro dolore.
Un ringraziamento particolare alla
direzione e a tutto il personale del Rifugio C. Alberto di Luserna S. Giovanni, ai sigg.ri pastori e alle famiglie
Peyrot e Maerì.
Torre Peliice, 25 luglio 1988.
RINGRAZIAMENTO
« Noi sappiamo che se questa
tenda ch’e Ut nostra dimora terrena viene disfatta, noi abbiamo da Dio un edificio, una casa
non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli »
(II Cor. 5: 1)
I familiari della compianta
Elvira Rivoiro ved. GardioI
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di affetto tributata alla loro
cara, nell’impossibilità di farlo singolarmente ringraziano tutti coloro che
hanno partecipato al loro dolore con
scritti e fiori.
In particolare ringraziano i pastori
Bertolino e Arnaldo Genre, il Dr. Rolto, il sindaco di Prarostino Mario Mauro e gli infermieri della USSL 44 dislocati nella zona di S. Secondo di Pinerolo.
Un grazie ancora a quanti, negli ultimi giorni della malattia della loro cara, si sono resi utili.
San Secondo, 25 luglio 1988.
8
8
ecumenismo
29 luglio 1988
Í
AL CONSIGLIO DELLA CEVAA
ASSIA E NASSAU
Donne e bambini mozambicani rifugiati nel Malawi
Avanti con coraggio
La questione della Nuova Caledonia e la grave situazione del Mozambico - Un atto di solidarietà, il problema finanziario e due relazioni
Presso il centro di incontro
del liebfrauenberg in Alsazia, si
è tenuto dal 18 al 28 giugno il
Consiglio della CEVAA. Ottima
l'accoglienza delle due chiese
ospitanti: la chiesa luterana
(ECAAL) e la chiesa riformata
di Alsazia e Lorena (ERAL). La
prima molto ¡più consistente
(250.(K)0 membri), la seconda
molto viva e impegnata (50.000
membri), eniiambe con i vantaggi (materiali) e gli svantaggi
(condizionamenti) del regime
concordatario riservato alle chiese di questa regione, teatro di
contese e di guerre fra due stati
vicini non sempre amici.
La domenica 19 giugno, alla
festa annuale del Liebfrauenberg,
con la partecipazione di un migliaio di persone, un posto d’onore è stato dato ai delegati delle varie chiese che compongono
la CEVAA e largo spazio all’informazione sulla Nuova Caledonia, Il past. Sailali Passa, interrogato da due ex missionari, ha
pcirlato con franchezza del problema deU’indipendenza di questa regione francese, problema
che divide i francesi ed anche i
protestanti, molti dei quali hanno dei parenti fra i colonizzatori. Il lungo applauso ha testimoniato la solidarietà dei presenti
ai fratelli kanaki.
Il problema della Nuova Caledonia è ritornato ancora nei
lavori del Conseil che ha voluto
inviare un messaggio alla chiesa così fortemente provata:
« Voi perseverate, malgrado le
avversità, nella ricerca delle condizioni di un dialogo nell’uguaglianza. e nel rispetto reciproco
che porti ad una soluzione concreta per l’avvenire del vostro
paese. Siamo coscienti dei sacrifici che questo vi richiede. Vi
incoraggiamo ad andare avanti
con fermezza ».
Con altrettanta partecipazione
il Conseil ha ricevuto le drammatiche notizie della situazione
in cui vive la Chiesa presbiteriana del Mozambico. La guerra
portata avanti da bande di ribelli, sostenuti dal Sud Africa, continua a mietere morti e distruzioni che si aggiungono ad una
situazione di carestia e di sfacelo economico. E’ stata letta
una lettera del vicepresidente del
Consiglio sinodale sui più recenti avvenimenti: « Il 26 aprile alcuni nostri pastori che si recavano da Maputo a Gaza sono
caduti in un'imboscata. Sono stati spogliati di quanto avevano.
Ritornati a Maputo, è stata data
loro un’altra auto con cui hanno raggiunto Gaza. Uno dei pa
stori, rientrato nella sua casa,
ha avuto il 12 maggio un nuovo
attacco dei banditi; bilancio: 2
morti, 2 ostaggi presi, auto incendiata e saccheggio completo
delle case. Il pastore con la moglie ha cercato rifugio nella città di Magude, ma, il 28 maggio,
la città è stata attaccata; bilancio: parecchi morti, feriti e saccheggi. Il Con.’^iglio sinodale ha
deciso di trasferire questo pastore a Maputo perché possa riprendersi. Le comunità di Matsinhane. Mousse e Mahale sono
le più colpite ed i loro membri
sono dispersi. Cari amici, questa
è la situazione della nostra chiesa ».
Il delegato del Mozambico ha
raccontato episodi raccapriccianti della violenza dei banditi (in
un villaggio volevano costringere i genitori a mangiare la carne dei propri figli uccisi).
Il Conseil ha scritto a questi
fratelli nel dramma: « Comprendiamo, attraverso le notizie ricevute, la valanga di difficoltà che
vi cade addosso. Vi assicuriamo
il nostro sostegno e la nostra solidarietà. Chiediamo nella nostra
preghiera che il Signore apra a
tutti noi un cammino verso la
pace e la speranza. Speriamo
di poter vivere questa solidarietà
tenendo, se possibile, il nostro
prossimo Conseil presso di voi;
saremmo così con voi nella situazione di conflitto che subite ».
Quest’ultima decisione è stata
molto discussa: da una parte c’era
profonda coscienza del bisogno
di questi fratelli di un atto di
solidarietà che li appoggi di fronte all’opinione pubblica ed alle
autorità; dall’altra il grave problema finanziario che ha dominata tutti i lavori del Conseil.
Con un deficit di 72 milioni (su
un bilancio di 3 miliardi) e con
la prospettiva di non aumento
nelle entrate, il Conseil ha dovuto decidere doiorosi tagli al programma di attività per il 1989.
Acquista allora un grosso valore
simbolico questo atto di solidarietà con il Mozcunbico.
Fra i tagli previsti per il 1989
il più doloroso è stato senz’altro
il dover rinviare l’inizio di una
nuova azione a,postolica comune
nello Zambia (a Nyengo), un’opera di evangelizzazione e di promozione sociale in una zona poverissima del nord del paese.
Questa azione, già programmata
quindici anni fa, aveva dovuto
essere rinviata per ragioni di
guerriglia in quelle regioni. L’impegno è però che il progetto verrà attuato nel 1990: avremo perciò modo di ritornare sull’argomento e, perché no, anche di
sollecitare un impegno concreto
dalle nostre comunità.
I problemi finanziari della
CEVAA non sono da sottovalutare perché rischiano di condizionare questg realtà di'Pnà comunità in cui bianchi e neri gestiscono insieme la propria vita.
L’argomento di fondo di tutto
il Conseil è stato uno studio su
Nella
nella
Chiesa e
società
Un impegno consistente soprattutto nella diaconia - Speranze per il decennio di solidarietà
« Potere e responsabilità, servizio e impegno ». Due ottime introduzioni, di Hubert van Beek
del CEC sul potere, ed una del
prof. Jean-François Collange su:
« Senso e limiti del potere secondo la Bibbia », hanno aiutato la riflessione e la presa di posizione del Conseil. Il van Beek,
facendo la storia della riflessione portata avanti dal Consiglio
ecumenico, ha chiarito molti aspetti dei vari giochi di piotere
che cercano di dominare il mondo e la vocazione della chiesa
ad essere una comunità di condivisione.
Dall’esposlo del Collange risultava chiaro il capovolgimento
dei valori operato dall’Evangelo
per cui il potere diventa servizio.
Al termine sono state approvate alcune tesi da trasmettere
alle chiese:
1) Nel popolo di Dio non esiste altro potere che il potere dell’amore che è servizio;
2) Il potere ha come scopo
primario quello di favorire la
proclamazione del buon annunzio della liberazione in Gesù Cristo;
3) Per permettere una migliore condivisione delle responsabilità ci sembra normale che nelle nostre chiese ci sia una proporzione del 50% almeno di donne, giovani e laici in tutti i luoghi in cui st prendono delle decisioni.
Avanti, con coraggio; il cammino della CEVAA non è facile,
ma la convinzione di costruire
insieme dei piccoli segni di speranza che nflettono la luce del
Regno di Dio non ci permette
di scoraggiarci e ci impegna ad
andare avanti con forza.
Renato Coïsson
Alcune donne delle Unioni
femminili valdesi del Primo Distretto hanno incontrato due sorelle attive nel lavoro femminile
della Chiesa dell’Assia e Nassau
in Germania: Hildegard Schönbeck, pastore, e Èva Maria Zeller, diacona, tutte e due.adesso
in emeritazione. E’ stata un’occasione per sentire le loro esperienze e per consolidare il contatto con queste sorelle che svolgono il loro lavoro nella chiesa
e nella società. Abbiamo rivolto
a Hildegard alcune domande.
— Qual è il campo di iavoro
delia vostra Federazione?
— La nostra Federazione femminile lavora sia aU’interno che
all’esterno delle chiese. Una grande parte del suo impegno consiste nella formazione biblica e
teologica delle donne attraverso
dei campi e seminari che organizziamo in diversi luoghi e attraverso il materiale che la Federazione produce.
La Federazione s’impegna inoltre nel campo della diaconia. Essa è nata più di cento anni fa
con il nome ’’Frauehhilfe”, che
vuol dire ’’Aiuto delle donne” ma
anche ’’Aiuto per le donne”. Teniamo sempre questo nome. Abbiamo istituito delle case di cura per le donne, soprattutto madri di famiglia, che per gravi problemi sociali o di salute hanno
bisogno di im distacco dalla loro situazione familiare e di riposo. Queste donne trovano accoglienza ed accompagnamento
terapeutico per sei settimane in
una delle nostre case. Èva Maria è stata per molti anni la direttrice di una di queste case
che sono convenzionate ormai
con le mutue.
Poi sosteniamo una rete di
consultori familiari, le cosiddette ’’scuole per le madri”. Qui vengono seguite donne con problemi di salute, con problemi di
ordine sociale o psicologico.
Inoltre si tengono dei corsi serali per donne incinte e per
madri su questioni dell’educazione, dell’igiene ecc. Questi sono
consultori aperti ogni giorno a
tutte le donne. Ogni consultorio
ha una direttrice che viene pagata dalla Federazione e poi delle collaboratrici a ore, fra le
quali delle professoresse o delle educatrici.
‘— Come è organizzato il lavoro femminile nella vostra chiesa?
— La nostra Federazione femminile raccoglie 600 Unioni dell’Assia. Ogni circuito, con Circa
20 Unioni, forma un suo comi
tato coordinatore. Vengono inoltre eletti un Consiglio distrettuale ed uno regionale per tutta la
chiesa delTAssia-Nassau. Questo
consiglio chiede all’amministrazione un pastore donna, che viene poi liberata per cinque anni
dal suo lavoro nella comunità e
sta a piena disposizione della
Federazione femminile. Io sono
stata uno di questi pastori.
La Federazione prende poi in
servizio per ogni distretto una
diacona a pieno tempo che deve visitare e aiutare alla formazione delle singole Unioni.
— Quali sono i temi che voi
avete discusso maggiormente?
— Un tema che è stato molto
discusso da noi è l’apartheid
del regime sudafricano ed il razzismo nel mondo. Dalle nostre
riflessioni è partita l’azione
’’Non comprate i frutti dell’apartheid”. Si vuole informare le
donne sulla situazione nel Sud
Africa e incoraggiarle al boicottaggio dei prodotti sudafricani.
Inoltre si è stabilito un contatto con delle donne nel Sud Africa.
— La vostra attività è chiusa
nel gruppo femminile o trova
rispondenza anche presso gli uomini nella chiesa?
— Molti temi, nella nostra chie
sa, vengono proposti dalle donne
perché gli uomini sono molto piùprudenti, e purtroppo non partecipano molto alle discussioni
di questi gruppi femminili. Perciò portare questi argomenti nella comunità di donne e uomini
rimane ancora un nostro compito.
— E’ da poco iniziato il Decennio delle chiese di solidarietà con le donne e penso che anche voi abbiate già tracciato un
programma da svolgere. Quale
sarà il vostro impegno?
— La nostra speranza è che questo decennio abbia un effetto su
tutta la chiesa, non solo sulle
donne. Però tutte le iniziative
proposte dal Consiglio Ecumenico passano prima per il Consiglio regionale e hanno bisogno
di tempo per arrivare alla base.
Al centro delle nostre iniziative starài l’appoggio alle numerosissime donne straniere in
Germania, in modo che tutta la
chiesa senta quel problema e si
impegni per esse.
Ringraziamo Hildegard ed Elva Maria per questo colloquio.
Intervista a cura di
Susanne Labsch
e Wanda Rutigllano
Il cardinale Mayer
e l’affare Lefebvre
(Le Mende) — Il settimanale
del Front National « National
Hebdo » ha fatto sapere che il
cardinale Mayer, ex prefetto della congregazione per i sacramenti e per il culto divino, ha fatto
un estremo tentativo di evitare
la rottura tra monsignor Lefebvre e il Vaticano, recandosi qualche giorno prima della consacrazione da parte di Lefebvre di 4
vescovi tradizionalisti al monastero di Bohaux (Vaucluse), arrivando ad offrire a Dom Gérard,
priore del convento benedettino,
di essere consacrato vescovo.
Il cardinale Mayer è stato anche nominato presidente della
commissione ad hoc per facilitare il ritorno dei tradizionalisti
nella chiesa cattolica, creata con
il « motu proprio » di Giovanni
Paolo II « Ecclesia Dei afflicta ».
Echi dal mondo
crìstiano
a cura di Giorgio Cardici
Animali al culto?
(Le Monde) — A Glauberg (Repubblica Federale di Germania),
piccola città di 1.100 abitanti
vicino a Francoforte, il secondo
canale televisivo trasmetteva, domenica 10 luglio scorso, il culto.
Come tutte le domeniche, i parrocchiani si erano docilmente
appostati davanti al pulpito. A
quattro gambe piuttosto che
seduti. Cani, galline, galli, due
cavalli, un bue, un maiale, alcune oche hanno confuso la loro
voce con la corale ed ascoltato
il sermone del pastore Michael
Blanke. _______
« Noi maltrattiamo gli animali
come noi ci maltrattiamo », ha
detto il giovane pastore, pacifista
ed ecologista, denunziando le sevizie cui sono sottoposti nei laboratori e nella vita quotidiana
« questi esseri, che fanno parte
della creazione divina ».
Ogni Natale il tempio affidato al pastore Michael Blanke si
trasforma in un presepio vivente, ma il culto teletrasmesso è
stato giudicato da molti un sacrilegio.
Il pastore Blanke è noto anche per il fatto che nel giardino
del presbiterio celebra regolarmente un culto per cani e gatti.
Donne e teologia
Il numero delle donne che
studiano teologia nelle facoltà
teologiche protestanti degli
USA continua ad aumentare,
mentre decresce quello dei maschi. Si prevede che per l’anno
2000 più di un quarto dei pastori protestanti sarà formato
da donne.
La « Association of Theological Schools » afferma che le
donne attualmente costituiscono il £7 per cento delle nuove iscrizioni alle facoltà di teologia. Un balzo notevole, se si
pensa che soltanto sino a quindici anni fa esse rappresentavano il 10“/o circa.