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ECO
DELLE VAILI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
_ Settimanale
della Chièsa Valdese
Anno XCVIIl - N. ?7-28 .ABBONAMENTI ( Eco: L. 2.500 per l’interno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis i TORRE PELLICE —7 Luglio 1967
Una copia lire 50 1 L. 3.500 per refiero Cambio di indirizzo Lire 50 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17537
BILL-Y Gf^AHAM A TORINO
Un uomo discusso,
un mandato indiscutibile
Come udiranno, se non vi è chi predica ?
Di passaggio fra una campagna di
evangelizzazione a Londra e una a
Zagabria, Billy Graham viene per
la ])rima volta in Italia; quando leggerete queste righe, avrà parlato a
Torino, al mattino a un pubblico
più ristretto di evangelici, la sera a
un pubblico più ampio e — si spera — composito e differenziato, pure ’esterno’ alle comunità evangeliche.
(ginesta sua venuta suscita in molti (li noi sentimenti contrastanti, talvolta confusi e sentiamo l’esigenza
di ciliari rii a noi stessi.
^ ^ H»
Vi sono, da un lato, coloro che sono francamente e semplicemente entusiasti di questa venuta. Non essendo di questi, ci è difficile cercare di
valutarne i moventi e possiamo solo
invitarli ad esaminare criticamente
S(’ spassi e distinguere fra il desiderio limpido e autentico di una predicazione cristiana in cui risuoni la
auSorilà della Parola vivente, in tutta la sua semplicità e penetranza, e
la Tjassione per la ’vedetta’ religiosa
e lo ’straordinario’ che viene ad agitare — potrebbe anche essere in modo effimero ed epidermico — le nostre troppo trancpiille actpie ecclesiasl ielle.
\ 1 sono, d’altro canto, nelle nostre comunità, fratelli e sorelle che
vedono senza alcun piacere e talvolta con dicliiarata anche se cortese
opposizione questa venuta. Non essendo neppure fra questi, dobbiamo
limiiarci a invitare anche loro ad
esaiiiinire criticamente sè stessi,
chiedendosi se e in che misura la loro oi>i)osizione è secondo la ’carne’
0 secondo lo Spirito: quali ne sono
1 moventi veri e ultimi, insomma.
V i sono infine jiarecchi — e siamo
fra ([uesti - che vedono giungere
Billy Graham, alla sua prima, rapidissima, pubblica apparizione italiana, con sentimenti contrastanti.
Egli ci giunge, infatti, con la sua
fama, preceduto dalle sue opere:
non solo le sue opere stampate
((( Pace con Dio » è di gran lunga
il best-seller della letteratura evangelica in italiano, con una tiratura
di ormai molte diecine di migliaia
di copie), ma i frutti della sua predicazione: è infatti innegabile che
un numero non facilmente calcolabile di uomini e di donne hanno conosciuto l’Evangelo attraverso la
sua predicaz-ione, o per lo meno
quel tipo di Evangelo; che egli ha
’ricuperato’ non pochi cristiani secolarizzati, procurandone con i suoi
collaboratori il reinserimento nella
vita della Chiesa. Se ci si chiede:
quale Evangelo? quale chiesa?, la
domanda è senza dubbio lecita e di
peso, ma non certo riservata a questo discusso evangelista.
D’altra parte, .abbiamo pure letto
di valutazioni politiche date da Billy Gnaham, in particolare sulla campagna americana nel Vietnam — valutazioni vigorosamente discusse
proprio nelle chiese americane e
che lo porrebbero al di sotto del livello dello stesso card. Spellmann,
in quanto questi almeno ha avuto il
coraggio di affermare che nel Vietnam i marines americani difendono
la civiltà e il cristianesimo, mentre
il past. Graham avrebbe sostenuto
che l’azione, contro cui si rifiutava
di protestare, riguardava il presidente .lohnson e il suo governo!
L’Evangelo sarebbe dunque muto
per quanto concerne la guerra del
Vietnam? Se le affermazioni che la
stampa ha riferito corrispondono alla realtà e se sono state pronunciate
e intese così come sono state interpretate, non possono non far sorgere neH’animo di molti un grave interrogativo che coinvolge tutta la
personalità di Billy Graham come
predicatore deH’Evangelo nel nostro
tempo. L’Evangelo è forse divisibile? Come si può, ad esempio, predicare la pace con Dio senza predicare anche la pace con il prossimo,
compreso quello vietnamita? Noi
questo non lo comprendiamo. L’Evangelo è un annuncio globale che
investe tutti i lati dell’esistenza individuale e collettiva: altrimenti è un
Evangelo settario che non convince.
Non si deve riconoseere che una
predicazione evangelica, della quale si possa dire che su di un punto
è profondamente antievangelica, è
minata alla base, o per lo meno gravemente compromessa nella sua autorità?
^ ❖
Ed ecco ancora un altro sentimento suscitato da questa venuta: Billy
Graham mette a nudo la nostra cattiva coscienza di evangelizzatori
mancati. Anche noi che siamo profondamente perplessi sull’impostazione della sua predicazione — non
perchè egli è proamericano e anticinese, ma perchè il suo modo di
reagire alla questione vietnamita rispecchia una ben precisa e discutibile impostazione teologica largamente centrata sull’uomo (ci sono
dei ’risvealiati’ di destra e ce ne so
Dn ioconko iiiterdeiHiiiiiiiazìunale
di corali a iorn* Pellico
Neirimminenza del culto di appello di
Billy Graham a Torino, le corali evangeliche, chiamate a partecipare con inni sacri
a tale manifestazione, trassero occasione
dalla necessità di una seria preparazione
coi'ulettiva, per effettuare un incontro, per
metà tecnico, per metà fraternamente gioviale, la sera del l» luglio a Torre Pellice.
Partecipavano le corali battista (Via Passalaoqua), salutista e valdese di Torino, e le
corali valdesi di S. Germano e Torre Pellice. Data la stagione ormai inoltrata, il
numero di partecipanti non era alto, ma la
prova riuscì perfettamente ed in breve tempo fu trovata un’ottima fusione di voci;
nel magnifico nuovo salone della Foresteria
valdese, gentilmente messo a disposizione
dal Pastore Deodato, la Corale di Torre
offrì un rinfresco durante il quale si potè
non solo fraternizzare lietamente, ma anche gettare le basi di nuovi incontri e di
nuovo lavoro in comune; se Dio vorrà,
cercheremo di unirci in un lavoro di evangelizzazione In Torino, in luoghi di riunione extra-ecclesiastici, per proclamare la nostra fede attraverso il canto dei nostri inni. integrato da opportuni messaggi e commenti. È nei voti di tutti che la reciproca
conoscenza fatta in questa occasione po^a
vieppiù cementarsi e dare buoni e ricchi
frutti in avvenire anche aW’estemo. f.c.
iiolidali eon Danilo Dolci
Da Riesi, dove si è tenuta la Conferenza del VI Distretto valdese, è stato
inviato a Danilo Dolci il seguente telegramma di solidarietà con il sociologo triestino dopo la pesante condanna con cui si è concluso il processo per
diffamazione intentatogli da personalità politiche :
«La Conferenza Dis'r;ttuale del .VI
Distretto della Chiesa "Valdese (Sicilia
e Calabria), nell’apprendere i risultati
del processo a tuo. carico, desidera
esprimerti la sua soilìdarìetà nella lotta da te sostenuta per la verità e contro l’azione mafiosa in Sicilia ».
Riflessioni sulla Confessione di fede valdese detta del
Validità di un documento
no rii sinistra) — anche noi non osiamo rifiutarlo, perchè la nostra evangelizzazione è, praticamente, nulla.
E sentiamo, allora, che è troppo facile dire che i metodi sono superati,
che il tipo di evangelizzazione è antiquato (il solo, del resto, che riempie stadi e teatri .— sia pure come
avviene per i rnatches sportivi o per
gli avvenimenti dello spettacolo);
dobbiamo piuttosto riconoscere che
ci dibattiamo in un vicolo cieco, che
ci troviamo di fronte a una vera inibizione : l’incapacità missionaria.
Non giungeremo a dire che le nostre
chiese vegetano, per lo più per riproduzione : sappiamo che ogni figlio credente nelle nostre famiglie
è una pura creazione dello Spirito
Santo. Tuttavia non si può non riconoscere che chi evangelizza in misura consistente, oggi, sono i rari
uomini come Billy Graham e i pentecostali (sarebbe molto interessante notare le affinità e le divergenze
profonde dei due tipi di predicazione).
Noi stiamo sviluppando tutta una
teologia e anche una realtà ecclesiastica del servizio e della testimonianza mediante l’inserimento nella
vita del mondo. Ma in quanti casi
questa si riduce a un’evangelizzazione muta? Quanti si convertono,
per il nostro servizio e la nostra test 1 in onianza? Ci apprezzano, ci stitn.ano, talvolta ci ammirano (e già
questo dovrebbe inquietarci), ma sono r^.almente toccati, sono realmente messi a confronto con i problemi
ultimi, con la vera dimensione di
Dio? Se questo non avviene, non è
forse perchè, spesso, nel nostro servizio e nella nostra testimonianza
manca l’esplicita predicazione della
croce, cioè l’appello al ravvedimento? Un appello che invece — anche
se ;i p.cre ridotto a dimensioni troppo anguste, individualistiche e moralistiche — è presente nella predicazione di uomini come Billy Graham. Se manca questa esplicita nota, può ben dirsi che valga anche
per tanti nostri sforzi di servizio e
di testimonianza la dura parola che
Lutero opponeva agli sforzi benintenzionati di Erasmo, « molto lontano dalla coiioscenza della grazia,
lui che in tutti i suoi scritti ha lo
sguardo volto non verso la croce ma
verso la pace. Su questa base crede
che tutte le cose possano essere trattate con cortesia e benevolenza...
Cow questo metodo nessuno si ravvede ».
Un’ultima riflessione. Si prevede,
nel tempio valdese di C. Vittorio a
Torino, un’affluenza considerevole
di pubblico rappresentante tutto il
ventaglio dell’evangelismo italiano:
ci troveremo insieme, valdesi, battisti, metodisti, pentecostali, fratelli, salutisti e diversi altri gruppi
evangelici. Bisogna che venga Billy
Graham, perchè questo sia possibile, desiderato? perchè trovino
espressione una fraternità e una collaborazione troppo trascurate, anche se non sempre facili? E’ Billy
Graham che ci unisce, o è l’Evangelo? E l’Evangelo non rimane anche quando Billy Graham è volato
ad altri uditori?
Paolo Ricca - Gino Conte
Avvertiamo i lettori e i collaboratori che il prossimo numero uscirà fra
due settimane, con la data del 21 luglio.
I due primi articoli della Costituzione Unitaria Valdese dicono:
Art. 1": « Le Chiese che da secoli
remoti e attraverso numerose persecuzioni Iddio, nella sua grande misericordia, ha conservato nella fede
alla sua Parola in alcune Valli delle Alpi Occidentali, che dal movimento Valdese hanno preso il nome
di Valli Valdesi; quelle sorte di poi
in vari paesi per la predicazione
evangelica e la naturale espansione
della popolazione valdese; e quelle che, professando la stessa fede
evangelica, sono venute e vengono
unendosi ad esse, accettandone la
costituzione, formano nella loro totalità un unico corpo, chiamato
^’Chiesa Evangelica Valdese”, che
vive nella sola grazia del Signore ».
Art. 2": « La Chiesa riconosce come unico Capo il Signore Gesù, il
Cristo. La Chiesa professa le dotiti Alberto Ricciardi
trine contenute nelPAntico e Nuovo
Testamento e formulate nella sua
confessione di fede ».
La Costituzione Valdese non parla di Chiesa denominazionale ma,
in conformità aH’insegnamento neotestamentario, di chiese al plurale e
di chiesa al singolare. Le Chiese o
comunità, ciascuna delle quali costituis.ee, sul piano locale, la Chiesa
di Gesù Cristo, si riconoscono fra
loro come sorelle, le quali cc formano nella loro totalità un unico corpo che vive nella sola grazia del Signore ».
Infatti, malgrado l’origine storica diversa e, in alcuni casi, la Confessione di Fede originariamente diversa, tutte queste comunità con
G uui, che fiicciaiDo?
Mentre ancora si svo’gtva la rapidissima campagna militare araboisraeliana, che se ha fatto limitate
vittime sul campo, ha nuovamente
« dislocato » centinaia di migliaia di
profughi, il Consiglio ecumenico delle
Chiese ha lanciato un appello alle
Chiese-membri, il più ingente dalla
sua costituzione: occorre raccogliere
6 milioni di dollari per le vittime del
conflitto e in particolare per i profughi palestinesi e giordani: cibo e
fondi per permettere ricostruzioni, rilancio di attività lavorative, ecc.
E noi, che facciamo?
Noi « chiudiamo ( non senza difficoltà ! ) il bilancio ».
fessane il Signore Gesù, il Cristo e
professano, concretamente, le dottrine contenute nell’Antico e Nuovo Testamento, formulate nella loro
Confessione di Fede. Nell’art. 4®
della stessa Costituzione si chiarisce
che (c La Chiesa, nell’obbedienza all ordine del Signore, è in comunione con tutte le Chiese Evangeliche
del mondo e vive nell’ecumene cristiana, recandovi il contributo della
propria testimonianza (omissis: in
collaborazione con gli altri che confessano Dio il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo) ».
Le comunità locali vivono nell’attesa dell’Uraa Sancta, e vivono questa speranza attivamente, come si
vede dalla collaborazione sopramenzionata e anche dalla possibilità,
prevista nello stesso articolo 4®, della partecipazione o adesione ad altri organismi. L’ultima parte del1 art. 4“ dice : « La partecipazione e
l adesione della Chiesa, di un suo
ente od associazione ad altri organismi e movimenti è decisa dal Sinodo su proposta della Tavola o della Mesa Rioplatense ». Ciononostante, nell attesa dell’i//ia Sancta, queste chiese o comunità locali riconoscono e manifestano l’unità che già
è data loro, accettando un solo e
medesimo documento confessionale,
la Confessione di Fede chiamata del
1655 (« Confessione di Fede delle
Chiese Riformate, Cattoliche e Apostoliche del Piemonte, confermata
dalla testimonianza esplicita delle
Sacre Scritture »).
Detta Confessione di Fede è la
espressione della fede della Chiesa
in tutte le manifestazioni della sua
vita: la costituzione, la liturgia, lo
insegnamento pubblico e privato,
le opere di amore, la disciplina.
La Chiesa si preoccupa specialmente affinchè i Ministri della Parola professino la sua fede; esige
che annunzino e insegnino l’Evangelo in modo conforme alla comprensione che ha del Vangelo. Una
delle condizioni per l’accettazione
dei candidati alla consacrazione o
imposizione delle mani è appunto
che essi « professino la fede della
Chiesa (omissis: Evangelica Valdese) », come dice l’articolo 125 dei
Regolamenti Organici. E l’art. 127
degli stessi Regolamenti Organici
stabilisce: « Il Corpo Pastorale per
accertarsi che il candidato professi
CONTINUA
IN QUINTA PAGINA
Echi delle conferenze distrettuali
1*" Distretto
« La nostra è una Conferenza triste... triste nell’animo e triste ned pensiero » ; queste parole pronunciate in
chiusura, ci sembrano particolarmente indicative per caratterizzare il tipo
di Conferenza cui abbiamo assistito a
San Germano il 28 e 29 giugno.
I problemi che si sono affrontati (situazione generale delle Valli, relazioni
interparrocohiali, istituti ospitalieri,
ecc.) e soprattutto i discorsi ohe si
sono fatti su di essi, ci lasciano nell’animo un profondo senso di tristezza dovuto all’impressione, che abbiamo, ohe non tutto quello che si è detto derivi da un confronto della nostra
situazione con Cristo, quanto piuttosto dalla difesa di interessi particolaristici.
Ma veniamo alla cronaca.
La prima questione ohe si affronta
è il problema della Federazione Evangelica. La relazione della Commissione Distrettuale poneva in evidenza
due questioni fondamentali e cioè se
si volesse «una Federazione di Uffici
o di Comunità» e se Tofganizzazlone
dovesse essere intesa o no come «burocrazia ».
E qui si è subito manifestata la tendenza della Conferenza a «prendere
la tangente»: non si sono infatti affrontate le questioni poste dalla Commissione Distrettuale, ma si è discusso lungamente sulla «mancanza di
tempo » da parte delle singole Comunità per affrontare una discussione
sul progetto di Statuto che « troppo
tardi era stato inviato dalla Tavola
aU’esame delle Comunità». Si è affermato inoltre che, sebbene poche
comunità avessero esaminato questo
progetto, « là dove lo si era fatto »
« sono emerse non poche peiplessità »
riguardanti il fatto che parecchie delle affermazioni che si erano fatte in
sede di Congresso Evangelico non
hanno riscontro nel documento stesso e che soprattutto manca il richiamo alla « (àiiesa locale intesa come
elemento ecclesiologico primario » (pastori Taccia e falla).
La discussione si è chiusa con l’approvazione di un od.g. che riprende
CONTINUA
IN OTTAVA PAGINA
2
Pi».
N. 27-28 — 7 luglio 1967
r
DI CHI LA COLPA: U^(). NESSU^O, CENTOMILA
Tempo d’'esami,
tempo di riflessioni
Mi è capitato, in questi giorni di scrutini e di esami, di tro'varmi con un gruppo
di colleghj e di amici; la discussione è caduta necessariamente sui risultati finali, sul
consuntivo di un anno di lavoro e sui problemi scolastici ad e^i connessi.
1. LA PRESENZA DELLA SCUOLA.
I risultati generalmente non troppo brillanti — almeno da un punto di vista statistico — conseguiti nelle nostre classi sono l’indice di un particolare disagio, in cui
le strutture scolastiche si sentono imprigionate e malferme. L’estensione dell’oibbligo ai quattordici anni, col triennio della
scuola media inferiore, ha segnato la volontà di condizionare la nostra società alla
presenza dalla scuola stessa e della sue capacità formative.
L'intenzione del legislatore e dello Stato,
per molteplici cause prossime e remote, è
rimasto un puro ideale, molto lontano da
raggiungere, in quanto le somme di un
anno di lavoro sono poco entusiasmanti.
L’organizzazione scolastica non è ancora
riuscita a « individualizzare » realmente
rinsegnamemto, non si è ancora messa al
servizio di ogni ragazzo, cercando di risolvere i suoi problemi e le sue curiosità.
È ancora il ragazzo che deve modificare
se stesso per adeguarsi al programma, mortificare le sue capacità e i suoi talenti per
essere sufficiente in ogni materia.
La colpa?
Innanzi tutto della scuola stessa. La neonata scuola media unica continua a vivere
non di vita propria e nuova, ma come
brutta copia della sepolta scuola media
« tutto latino ». Qualche cosa hanno fatto
i libri; molto gli insegnanti, supplendo con
la buona volontà e l’iniziativa personale.
Manca comunque una preparazione di
fondo dei docenti e quell’attrezzatura basilare, senza le quali è impossibile parlare
di riforma.
La scuola è, quindi, un organismo volutamente e giustamente primario nella società contemporanea, la cui presenza però
rimane ambivalente. In essa possiamo trovare una valenza positiva, in quanto può
manifestarsi come centro di esx>erienze nuove e vivificanti, luogo di discussione e di
critica nei confronti dell’ambiente, con ragazzi che cominciano a prospettarsi questi
problemi. Ma può avere anche una valenza
negativa, perchè coll’essersi democratizzata
per accogliere la totalità della popolazione
scolastica, se non assume una fisionomia
ben definita, può trasformarsi in uno di
quei numerosi condizionatori della cu.tura
di massa, omogenea e opaca, misconoscitrice dei talenti che Oignuno, a suo modo,
porta dentro di sé.
Di fronte a questo allargamento del fronte scolastico, il cristiano non può rimanere
in passiva aspettativa. La sua funzione è
appunto quella di denunciare le numerose
deficienze dell'apparato e — parallelamente — operare positivamente per ridare una
fisionomia, adatta aH'uomo e al tempo, alla
scuola in cui si formano i giovani.
2. LA FIGURA DELL’ALUNNO.
Le esigenze che il giovane studente manifesta durante le ore dj lezione e durante le
ore di svago extrascolasticche hanno subito un notevole cambiamento. L’attività
frenetica (che spesso si trasforma in irrequietezza e che non tarda ad essere definita come indisciplina), che caratterizza i
momenti della giornata di uno studente è
ricalcata sul modello fornito dagli adulti.
La tecnica moderna ha fornito l’uomo
di una quantità enorme di prodotti che è
invitato (o occultamente sedotto) a consumare in modo direi passivo e passivizzante. Le ultime conquiste delia civiltà sembrano riversarsi in forma inesauribile sul giovane e sulla sua famiglia, tanto che non
pare possibile evitare il naufragio in questo
rtiare magnum. Se si cerca di rimanerne
fuori, non passa molto tempo che si è tacciati di « matusa » e messi da parte.
Ma il giovane compie tutto questo, non
perchè si tratti di una scelta consapevole,
bensì di un'imitazione del « tempo » e del
consumo dell'adulto. Questa misura, che
SI è alterata al contatto col lavoro automatizzato e a catena, ha intaccato anche
le sfere extralavo.rative e, soprattutto,
quelle che dovrebbero procurare riposo :
il tempo libero e la vacanza.
II modo di consumare la domenica al
volante di un'automobile o le serate davanti al televisore o al night sono un indice
significativo di quali siano i « valori » della
nostra società.
Il ragazzo che viene a scuola porta con
sè tutto questo bagaglio di esperienze e
reagisce di conseguenza. La lezione, il lavoro scolastico e lo sforzo sono concetti superati; perchè passare tanto tempo sul’e
« sudate carte », quando in poco tempo
con una canzone si diventa celebri e ricchi?
Perchè stare tanto tempo fermi, quando è
necessario provare tutto, anche se solo
superficialmente? E — soprattutto — perchè dover obbedire ad una morale così
rigida, quando ai «grandi», agli «idoli»
è permesso ogni comportamento illecito?
'L’incostanza, rinsotferenza deH’adulto e
del definitivo, la superficialità sono le caratteristiche salienti di gran parte degli studenti che affluiscono alle scuole nella speranza di trovare qualcosa di vero e di appagante e — forse — ne rimangono delusi.
3. L’ECLISSE DEI VALORI.
Accanto alla crisi delle riforme che è
tipica del nostro mondo, esiste una crisi dei
valori, validi fino a non pochi anni fa e che
venivano trasmessi come termini inattaccabili. TI dopoguerra ha visto il tramonto definitivo di questi valori di altro secolo, sulla
base di tragiche esperienze, ma non ha as
sistito ad una parallela nascita di nuovi
valori. Questa situazione di vuoto traspira
da ogni tipo di funzione e di organizzazione
umana, prima di tutto dai gruppi giovanili. sempre alla ricerca di qualcosa e mai
paghi. Lo stesso comunismo, come elemento critico, sta oggi attraversando un difficile
momento interno.
L'incostanza dei ragazzi è appunto da
mettere in conto a questa sensazione di
vuoto che sta alle spalle di tutti e che
arreca insicurezza emotiva e anche intellettuale. Un’insicurezza che non è nuova,
in senso assoluto, poiché è relativa alla
stessa generazione che precede quella degli
studenti d’oggi.
L’uomo, naturalmente, tenta di riempire
questo vuoto ricorrendo al ritmo frenetico
che caratterizza la vita moderna del consumo. Lo studente si immette in questo ingranaggio come un complice compiacente e
consuma: films, fumetti, dischi, giochi,
denaro.
4. E LA SCUOLA?
La scuola assiste a questo capovolgiment.r e non sa quale strada prendere. Da un
lato, si aggrappa alla tradizione, al metodo
passato per sentirsi ben salda nel campo
magistrale; dall’alt'o, si abbandona aU’improvvisazione per illudersi di essere « nuova » a tutti i costi.
Ben raramente, però, si apre a quegli
interessi che sono gli unici elementi su cui
sia possibile stabilire un dialogo con i ragazzi : il giornale, il fatto di cronaca, l’episodio. il mondo dei divi e dello sport.
Agli occhi dei più, queste occupazioni, queste discussioni rubano il tempo a cose ben
più valide ed impoirtanti, quali i programmi. ed in parte non hanno torto. Una base
per un dialogo a pari forze fra la scuola
(e gli insegnanti come suoi rappresentanti)
e i ragazzi è appunto quella di un minimo
di conoscenze di base, assicurato dal citato
programma.
Ma occorre anche lasciare uno spazio
ben più vasto e motivante il lavoro formale
di esercizio alla discussione e al lavoro di
gruppo. Il giorno in cui la scuola integrata
Scuola Media
Pareggiata Valdese
Sono aperte le iscrizioni alla I» classe
della Scuola Media Pareggiata Valdese. Sono
richiesti i seguenti documenti :
1) Domanda in carta semplice firmata
dall'alunno e controfirmata dal padre:
2) Certificato di subite vaccinazioni:
3) Certificato di nascita:
4) Diploma di licenza elementare.
L’ufficio di segreteria è aperto tutti i
giorni dalle 10,30 alle 12. Nessuna tassa è
dovuta.
Il preside
troverà la sua piena applicazione (bisognerebbe cominciare dal doposcuola), lo scrupolo di coscienza di rubare il tempo allo
svolgimento del programma non ha più ragione d’essere.
Il dopoiscuoSa integra il programma e
lo vivifica, portando la vita stessa nella
classe, creando un clima di fiducia e di collaborazione fra docente e discente. In questo modo, rallargamento del periodo scolastico significherà non solo democratizzazione ma riconoscimento dei valori dell’uomo in quanto tale.
5. IL COMPITO DELLA CHIESA
E DEL CRISTIANO.
La posizione del cristiano di fronte a
tutta questa complessa lievitazione sociale
è senz'altro critica, ma non nel senso della
gratuita distruzione per amore dell’opposizione; bensì di una critica positiva, che si
rende conto che tutto ciò che scienza e
tecnica hanno prodotto esiste e che non
può essere eliminato. Si trat’a invece di
« tirare a sé » e cioè di conglobare in modo
nuovo e di armonizzare i diversi fattori secondo una finalità precisa.
L’elemento della discussione mi sembra
positivo, in quanto permette a tutti di
e.sporre la propria opinione, di confrontarla con quella degli altri e, infine, di accogliere coscientemente i nisultati validi. Dalla discussione emergono sempre nuovi problemi e nella discussione si chiariscono
quelli preesistenti. Ma, soprattutto, si crea
una situazione per cui manca la volontà di
imporre una verità, manca l’autorità che
costringe e che mortifica: questa è la situazione che i giovani cercano.
La Chiesa, in quanto apportatrice di un
messaggio, deve sentirsi chiamata ad un
compito rinnovato, che è quello di lavorare
perchè rifioriscano nelle menti e nei cuori
quei valori che rumanità ha distrutto con
le sue sole mani. E qui può essere presente lo spirito deH’attiviiSmo pedagogico,
come abbandono da parte della Chiesa della veste catechizzan'e e predicante per indossare l’abito dal comune ricercatore. 'Vivere con i giovani l'ansia della ricerca e
l’angoscia del paradosso, dubitare con chi
dubita, questo è ratteggiamento della Chiesa, Almeno, questo è Vatteggiamento umano della Chiesa. La fede opera nel cuore
di chi cerca e si rende disponibile.
Forse, a conti fatti, all’insegnante che
osserva il quadro dei risultati finali può
sembrare che tutto il lavoro e la fatica
spesi durante l’anno siano valsi a ben poco.
Ma l’immagine biblica del seminatore che
esce a seminare può illuminarci anche su
questo punto: i frutti possono non essre
immediati, anche perchè una valutazione
allo stato attuale delle cose sarebbe problematica. I frutti ci saranno, se non in questa
generazione di studenti che può usufruire
di tanti vantaggi e di tante facilitazioni
almeno »"ella prossima a cui i genito'i
— oggi studenti — avranno dato una rinnovata consapevolezza.
Roberto Eynard
1/ DISTRETTO, A KORATD
Difficoltà (li ima vasta diaspora
A distanza di circa otto mesi, il 17 e
18 giugno u. s., pastori e delegati delle
chiese, nonché fratelli della dispers'o
ne si sono ritrovati ancora una volta
in terra pugliese e, solo dopo moltissimi anni, nel tempo valdese di Corato
(Bari). Erano rappresentate le comunità di Campobasso, Cerignola, Bari,
Corato, Napoli-via dei Cimbri. NapoliVomero. Orsara di Puglia, S. Giacomo
degli Schiavoni, S. Gl vanni Llpioni,
Carunchio, Taranto e il centro di
evangelizzazione di Foggia. Presenti
anche il delegato della Tavola, Pas^o
- La Conferenza Distrettuale, di
23 membri, è stata presieduta dal
Past. Giulio Vicentini: vicepresidente. sig. Armando Russo: segretario,
sig. Aldo Palladino.
— Il culto in comune con la comunità di Corato è stato presieduto
dal Past. G. Vicentini, cbe ha predicato su :Ef. 2: 14.
-- Sono stati formulati i più fraterni auguri di un proficuo lavoro ai
nuovi membri della Commissione Distrettuale. che risulta così composta :
Past. Enrico Corsani, presidente: sig.
Armando Russo, vicepresidente: Past.
Ernesto Naso, segretario.
— Era presente alla Conferenza il
Dolt. E. Stredda. vicepresidente della
Chiesa Metodista.
— La prossima Conferenza avrà
luogo a Napoli (via dei Cimbri).
— E’ stata ripetutamente ringraziata la comunità di Corato per la
calorosa e fraterna ospitalità.
re C. Gay, e il vice-presidente della
Commissione Distrettuale, colonnello
F. Busi.
La Conferenza, iniziata alle 10,30
con un culto liturgico presieduto dal
Past. E. Corsani, è continuata con
reiezione del Seggio definitivo, la lettura della relazione della Commissione Distrettuale e delle relazioni delle
singole Chiese del Distretto. Quindi
si è aperta la discussione.
Facendo il punto sulla situazio.:e di
Orsara di Puglia, si è sentita la necessità di invitare la Commissione Distrettuale a seguire più da vicino questa comunità, perchè non si veda isolata e abbandonata a se stessa con
tutti i difficili problemi che le stanno
davanti. Occorre, si è detto, ohe si
dimostri la nostra fraterna solidarietà con un aiuto che vada dal mero
conforto ad un concreto appoggio, da
consistere in frequenti visite e nel
ooesame delle reali difficoltà.
Anche su S. Giacomo degU Shiavoni e centri limitrofi la Conferenza ha
fermata la propria attenzione. Nel fare propri i risultati di una indagine
svelta a suo tempo da due giovani
unioniste nella diaspora abruzzese e
molisana (S. Salvo, 'Vasto, Guglio'esi), la Conferenza ha discusso varie
proposte, onde rinvigorire l’attività
evangelica in quelle zone. La delica''a
situazione della diaspora in questione
sarà oipportunamente riesaminata dagli organi competenti, in primo luogo
la Tavola.
Sull’argomento finanze, al (di là dell’esame delle capacità contributive
delle varie comunità, per le quali si
registrano varietà di situazioni legate
a condizioni economico-sociali locali e.
perchè no, psicologiche (S. Giovanni
Lipioni), l’Assemblea ha condiviso
l’idea ohe il Pastore o, per impossibilità di questi, un laico rivolga alla comunità appelli, logicamente con un
certo tatto spirituale, volti a incrementare le contribuzioni. I donatori
esteri si stanno rarefacendo, è stato
affermato, e noi dobbiamo far fronte
ai nostri impegni facendo sempre meno affidamento isu di loro ,e sempre di
più, al contrario, sulle nostre forze.
Per questo, è bene spogliarsi del pudore di parlai^di cifre e di mettere
al corrente la chiesa circa le effettive
esigenze finanziarie. La comunità è
CONTINUA
IN OTTAVA PAGINA
Le vittorie amare
O Eterno, non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza?
Noi siamo senza forza, ma gli occhi nostri sono su te.
Non per potenza nè per forza, ma per il mio Spirito, dice
VEterno degli eserciti.
2 Cronache 20: 12
2 Cronache 32: 7
Zaccaria 4: 6
Troppe sono le hattaglie, molte le sconfitte, poche le vittorie.
E’ perciò naturale che quando una vittoria gli arride,' l’uomo si inebrii, si faccia sicuro e spavaldo, quando non addirittura duro e arrogante. Se poi la contesa non si è verificata contro le avversità dell’esistenza, ma contro degli altri uomini, non è raro che il vincitore sia
anche impietoso: anziché temperare la sconfitta altrui con la magnanimità e la riparazione, infierisce sul contendente con l’autorità e la
vendetta. Gli affari, il denaro, il prestigio, la scalata sociale (estensibili al milieu ecclesiastico) fanno vivere a tutti gli uomini l’alterna
vicenda della polvere e degli onori. La lotta è sfiancante, tenace Tinipegno richiesto; e quando approdiamo alla sponda degli onori non
ci chiediamo per quali strade e con quali mezzi abbiamo trionfato.
(Qualcuno è più coscienzioso, o timorato, o complessato (dipende dai
punti di vista); e nel momento di gustare il successo forse rivede velocemente cos’ha dovuto o non dovuto cedere per conseguirlo. Ma è
lo smarrimento di un attimo (non possiamo sottilizzare; fanno tutti
così; non mi sono che adeguato alle regole del gioco); e il sapore
amaro annega subito nella coppa del successo.
Poche sono le vittorie, ma anche tra quelle poche, troppe sono
ottenute « per potenza e per forza », e troppo poche quelle che conosciamo « per lo Spirito » delTEterno. Ci sono delle vittorie umane
e delle vittorie di Dio, ma il più dei nostri risultati è frutto della potenza e della forza. Non possiamo essere certi che essi siano venuti
mediante lo Spirito delTEterno, anzi è lecito essere piuttosto sicuri
del contrario. Invece quale benedizione se volessimo rinunciare alle
vittorie « per potenza e per forza », per aspettare quelle donate dalla forza, dalla potenza e dallo Spirito di Dio. Se cioè volessimo fissare i nostri occhi in Lui, e accettare di essere deboli e illogici, per fedeltà e coerenza.
Renzo Turinetto
gli
uomini
Martin Luther Flit)
« In questo libro dalia le tura facile ed
affascinante. Fautore, Lerone Rennet, racconta la storia di un autentico Americano
(lettera niaiuBCoIa nel testo, n.d.r.), di un
autentico eroe cristiano ». Chi si lasciasse
vincere dalla più che giustificata tentazione
di riporre il volume (1) nel reparto della
propria biblioteca in cui si mettono i 1 bri
inutili o addirittura di farlo scivob're senza
altri complimenti nel cestino della cartastraccia a queste parole dell’inlroduzione,
pensando che Luther King non è Fapologia
del ’America e che non esistono eroi cristiani, sarebbe troppo frettoloso.
Non ohe il libro del Rennet sia niol o
profondo, ma vale la pena di leggerlo. Si
incontra così un uomo che, pur fra cclossali
equivoci (che però si potrebbero rimproverare con maggior ragione solo quando si
fesse pagato di persona almeno quanto luii,
ha dato tutto se stesso per una causa cbe
senza esitazione pensiamo che Gesù avrebbe chiamata amore del pross'mo. Tutto
del'a vita di King è posto qui sullo s esso
piano: la ncn violenza con i giochi domestici coi figli. Cristo con Gandhi, il boicottaggio con la visita a Paolo VI. Epipure
quando il Rennet lascia la parola a King
non si può non provare il fascino dell’uomo :
«I manifestanti (per i diri ti dei negri)...
sono riuniti per riscuotere un assegno. Nella Dichiarazione d’indipendenza e nella Costituzione, i Padri Fondatori avevano firmato un assegno all’ordine di cui ogni ame.
ricano è l’erede. Ma FAmerica non ha fatlo fronte ai suoi impegni. Invece di assolvere con onore a questa sacra promessa,
FAmerica ha dato alla popolazione negra
un assegno scoperto; un assegno che è tornato con la dicitura: copertura insuffic.ente ». L’assegno e la promessa d?ua l,berla
è una ragione di vita: « Un uomo che non
vuole morire per una causa, è incapace di
vivere » (pagg. 186-187 e 21]^ Questa parola, in bocca di uno che è stalo pugna ato.
s’a pure con un tagliacarte, e a cui bastava
uno starnuto perchè lutto tosse finito, ha
un indubbio valore.
Non stiamo a ricordare un’ennesima volta
la lettera dal carcere di Hirmingliam, che
abbiamo presentalo alcuni ines or sono su
queste colonne recensendo un libro in cui
è riportala integralmente (2l, e di cui il
Rennet riporta ampi estratti.
La biografia di Martin Luther King non
può non spingere a riflessioni sul problema
di fondo, anclie se il Rennet lo tiene prudentemente in sordina: King è sialo in
questi primi 38 anni del'a sua vita (è nato
nel ’29j un testimone, di quelli a cui la
Claudiana potrebbe dedicare un volume del.
la collana dedicata alle biografie? Se sì, come lo è stato? Lo è stalo perchè ha fatto
della «politica»? Lo sarebbe stato ugualmente senza farne? Le mele, il carcere e il
tagliacarte immerso nel suo petto sono i!
risultato di un fanatismo politico oppure
una versione moderna del rego e dell’essere
dati in pasto alle fiere, da cui la chiesa,
quando è fedele, non può mai andare de
lu’.to esente? Quando la vita di un uomo
pur nella discutibilità e nella provvisorlet,';
inevitabili, è Fincarnazione di questi prò
blemi, anche col premio Nobe, in tasca,
può diÉBcilmenle essere incasellata nel inilo
del ’eroismo, sia pure « cristiano ».
M. C. TRON
(1) Lerone Rennet: L’homme d’Atlanta
Martin Luther King - Casterman, Tournai
1966. Pagg. 253. L. 2.000.
(2) M. L. King - T. Merton: La Rivolv.
zione negra - La Locusta - Vicenza, 196,5.
Il C. E. C. e I rifugiati
GINEVRA (spp) Nel 1966 il Scrvizdei rifuggati del CEC ha ciir.rto l'emigrazi.jne di 7. 067 rifugiati e migranti. Principe'
paesi d’immigrazione: Australia (3.88! .
USA (2.475), Canada (366). Nuova Zelanfl.i
(75), La maggior parte degli emigranti provenivano da questi paesi: Jugoslavia (2.1.5 !)Grecia (1.091), Hong Kong (693 Cinesi •
163 Europei), Ebano (700). Italia (526).
.Austria (422).
iiiiiiiMiiMiiiiiiiiiimiiiiii
Personalia
Partecipiamo con fraterna solidarietà al
lutto delle famiglie Sommanj e Vezzosi, per
la dipartita della Signora Emilia Vezzosi
Colosimo.
* * *
Ci congratuliamo vivamente col Dott.
Ciro Di Gennaro, membro della Chiesa
Valdese di Rari, Dire’tore di parecxihi Centri di Riabilitazione Spastici a Rari e provincia, che ha brillantemente conseguito la
docenza in neuropsichiatria infantile.
Sella diaspora abmzzo ■ iiiiilisaiia
Per incarico della Commissione del 'v'
distretto, come membri del Comitato di
Gruppo F.U.V. abbiamo visitato le Comunità della Diaspora molisana ed abruzzese,
col duplice scopo di raccogliere dati sulla
reale consistenza demografica ed ecclesiastica dei gruppi, e di far arrivare, in zone
quasi del tutto isolate, segni della vita del
proteslantesimo italiano.
Questa seconda esigenza, che al momento di partire ci sembrava secondaria ed accessoria. è poi passata in primo piano.
Siamo entrate nelle case di contadini
abruzzesi, che vivono la fede evangelica
così come ai loro padri e nonni era stato
dato di viverla attraverso l'evangelizzazione
revivalistica di oltre mezzo secolo fa. E
vero che, purtroppo, le famiglie che ci tengono a dichiararsi evange,fiche sono ie
stesse, e solo quelle, che hanno ricevuto il
messaggio ormai da decenni, ma sarebbe
istruttivo, specie per molti protestanti « aperturisti » odierni, sentir raccontare, dalla
viva voce di quei contadini, alcuni episodi,
recentissim,i, dei loro rapporti con la popolazione cattolica locale, attraverso i quali
resta confermata la posizione tradizionale
della base cattolico-romana.
In alcune zone in particolare, poi. alla
consistenza effettiva delle Comunità valdesi,
quale si ricava dalle statistiche, bisognerebbe aggiungere un numero imiprecisato
di persone, o di intere famiglie, che gravitano 'intorno ai nostri « membri comunicanti ». essendo o evangelici di altre denominazioni o variamente agganciati col
mondo evangelico.
Tutta la situazione abruzzo-molisana,
con questi gruppi evangelici isolati o sperduti, costituisce senz'altro un campo 'li
lavoro fra i più promettenti.
M. Castiglione e S. Nitti
3
r
7 luglio 1967 — N. 27-28
pag. 3
ÜLUUIS HLXLBY:
üâTËlUI GËHITORI AdtGLlÜhi E
El DAGÙ m AflOWDII KdlGLIGRE
Processo ai
UNA TAVOLA ROTONDA A TORINO
« Processo ai genitori » è il titolo itfun
libro pubblicato lo scorso anno e che ricompare neirottava edizione ormai, per la
risonanza che ha avuto in Italia *.
Scritto in uno stile facile, accessibile all'uomo delia strada è preziosissimo per le
nostre famiglie. Vi si tratta di argomenti
noti eppur ricchi di viva attualità, che ci
consentono di penetrare neiralloggio d'un
qualsiasi condominio e vivere per qualche
istante tutto il tessuto d'una vita di famiglia
nella vasta gamma dei difetti dell'educazione ascrivibili anche al tipo di vita moderna,
nel breve spazio d’un appartamento, senza
verde, spesso senza luce.
Nell'alloggio moderno c’è un bimbo
vezzeggiato, idolatrato eppure infelice. Non
gli manca nulla: radio, televisione, balocchi,
tranne lo spazio ed il verde e soprattutto un
amore gioioso, permeato di autorità sana.
Più tardi, nascono le reazioni violente ed
ecco il beai, il capellone che odia la società,
compresa la sua famiglia. « Ecco sfornato
— f.'chiara l’autore Enrico Altavilla — ”il
pirata della strada”, il ’’pappagallo”, il cittadino senza senso civico, l’adolescente irrispettoso del diritto del prossimo, il nevropatico, il disadatto alla società ». Vi sono responsabilità direi « anonime », ma anche concrete, collegate con persone concrete ; la madre e il padre, anzitutto.
LA MADRE
« L'amore della mamma è la miglior
vitamina — ciceva un medico — il neonato è come una pianticella verzicante che
bisogna innaffiare con l’aifetto ». 11 periodo
della gestazione è fondamentale per la futura personalità del bambino che risentirà delle emozioni, dei traumi della mamma, collegati spesso coil tipo di vita familiare. coi rapporti tra marito e moglie o con
il tipo di lavoro che si compie. Per questo,
mariti incoscienti e indifferenti al destino
della creatura non mancano nella nastra
società, perchè immemori delle conseguenze gravissime cui vanno incontro i figlioli,
anche quando saranno ventenni. Spesso,
per motivi tó lavoro la mamma affida la
sua creatura ad altri; dopo un breve periodo di tempo il dolore ideila separazione,
anche se nel campo deirinccmscio, si riverbera nella salute del bimbo : questi diventa
apatico, indifferente perchè ha perduto
l'amore, il primo vero amore, quello della
mamma. Ne consegue una debolezza psichica che compromette la resistenza del
bimbo alle malattie. Inoltre le madri, per
compensare il distacco, colmano i bimbi di
vizi, nel breve tempo in cui stanno insieme. Lo scrittore riprende ben noti consigli
pedagogici purtroppo ignoti alla maggior
parte dei genitori; eccone alcuni; quando il
bimbo non riesce a fare una cosa la mamma non deve intervenire bruscamente e
dire ; « non capisci niente, lascia fare a
me»; bisogna invece aiutare, consigliare il
bambino perchè possa riuscire da solo a fare quello che s'era proposto di compiere.
Quando il bambino deve andare al buio
occorre abituarlo, senza richiamarsi alla
ociosa abitudine della minaccia del lupo o
del « babau». Inoltre la mamma parli alla
suo creatura con dolcezza, seppure con fermezza talvolta; certe paure dei figli sono
ascrivibili all'ambiente, al senso di insicurezza. alla mancanza d'affetto o alle punizioni eccessive e date fuori tempo. Per contro. un amore morboso della mamma compcr'.a un rallentamento nello sviluppo psichico. dovuto appunto a quel che si chiama
comunemente « mammismo ». La mamma
che tesse il suo linguaggio di divieti continui ; non toccare, non fare questo, non ti
sporcare, ecc., non comprende che determina nel cuore del figlio una violenta ostinazione a fare ropposto; aiutiamo i nostri
bimbi anche ad ubbidire ed a comprendere
il perchè dell'ubbidienza. Minacce o^ promesse. divieti continui sono segno di pessima educazione, che comporta reazioni e
lesioni psichiche notevoli nel cuore del
bimbo. 11 dire; non ti voglio più bene od
altro è una pura crulcieltà materna. Quando il bimbo sa che un fratellino è in arrivo. lo si abitui all’idea lieta della sua compagnia e ogni gelosia morbosa scomparirà.
Guai alle mamme che si com,piacciano di
dire che il bimbo è geloso del futuro fratellino, perchè sono loro stesse che hanno
contribuito a renderli gelosi. Guai alle
mamme che si vantano di mandare preste
i loro figli a scuola; i figli precoci presto
o tardi segneranno il passo. Infine non
rendete troppo facile la vita dei figli ; non
proteggeteli troppo dai pericoli, abituateli
al fredic’o, alle difficoltà e soprattutto non
vantateli mai enumerando i loro pregi alle amiche: rendete loro un pessimo servizio.
IL PADRE
Il compito del padre è molto difficile;
spesso è fuori casa e quindi staccato dal
mondo del suo bambino. Per questo il tempo libero del padre sia consacrato ai figli
anziché alla bettola o agli amici da strapazzo. Non stupitevi, cari padri, delle pieghe cattive dei vostri ragazzi, quando voi
date soltanto degli ordini e dei divieti e
poi fate le stesse cose che proibite in casa,
il padre è un po’ l’eroe del ragazzo e il
personaggio che egli vuole imitare; quando invece l'eroe è un padre vizioso, oppure soltanto dedito al suo lavoro, brontolone. povero eroe e povero figlio deluso!
11 padre che grida soltanto : « adesso ti
faccio vedere io! » ...« sta zitto tu che non
capisci nulla ». allontana per sempre suo
figlio il quale diventa muto, inspiegabilmente strano; e la stranezza glie l’ha creata suo padre! Sono rari i padri che entrano nella spontanea confidenza dei figli per
aiutarli a comprendere poco per volta i
problemi della vita, perchè siano un giorno preparati ad aver un’idea, un’opinione
loro e non quella dei molti.
I BAMBINI
DAVANTI AI GIOCHI,
TV, GIORNALETTI, LIBRI
11 gioco è un mondo essenziale per il
bambino : non si diverte soltanto ma lavora, compie qualcosa che annunzia all’osservatore le sue attitudini future, le sue
tendenze. Non è consigliabile dare dei bei
giocattoli, degli oggetti fabbricati a regola
d’arte; il bambino vuol costruire, modellare anche se ha in mano uno straccio.
Nel mondo dei bambini Tadulto deve entrare con delicatezza, direi in punta di
piedi.
Quando poi si tratta del gioco vero e
proprio è cosa sublime vedere il padre confondersi coi figli e rotolarsi per terra con
loro senza pendere punto la sua dignità!
Nel regno della TV il bambino scopre
che la vita è facile ; si guadagna rapidamente, indovinando qualcosa si vince alla
Fiera dei Sogni, alle varie lotterie, si possono fare lunghi viaggi gratis, è tutto un
paradiso!
Inoltre la T. V. dà l’illusione di essere
colti, invece si acquisiscono nozioni su nozioni, mentre in fondo il pensiero si atrofizza. L’immagine non consente di riflettere e il bimbo rimane passivo; non parlia
— Continuo a pensare che gliele diamo
troppo vinte... (Christian Science Monitor)
mo poi di proiezioni che danneggiano il
sistema nervoso; questo vale naturalmente
anche per il mondo cinematografico che
tanto male reca ai ragazzi. Non penso che
il divieto di assistere alla T. V. o ad un
film sia giovevole, ma un accurato controllo è quanto mai indispensabile.
In tema di libri o giornali la scelta è
difficile: mentre per i libri di favole l’aiuto dei genitori è opportuno per correggere
le impressioni sul lupo, la strega od altro,
sul settore dei giornaiini l’Altavilla così
dice ; « Sono trentaquattro i giornaiini e
trentaquattro gli album a fumetti; i ragazzi spendono trecento milioni la settimana
per giornaiini...; eppure sono zeppi di espressioni volgari come « fuori vecchia
carogna » e zeppi di sgrammaticature varie; inoltre, abbondano di descrizioni di
tortura, violenza; la lettura del fumetto
conduce alla sparizione del libro dalla biblioteca dei bimbi.
Nel campo scolastico l’Altavilla espone
consigli e linee pedagogiche già sperimentate e con buoni risultati, atti a sviluppare
la personalità dell’alunoo, anziché considerare la scuola in funzione di un puro
apprendimento in vista del quale promesse
o minaccie come: «se non porterai a casa
una buona pagella non ti vorrò più bene »,
sono poco pedagogiche...
Anche nel campo della morale sessuale
si consiglia di educare progressivamente il
bambino con un linguaggio appropriato all’età e con estrema spontaneità, affinchè
il bambino impari in casa quello che poi
apprenderebbe jn forma distorta dai compagni di scuola.
LA VITA SPIRITUALE
E SOCIALE
L’autore non tratta questo tema, se non
in riferimento airinsegnamento del catechismo cattolico. Vorrei perciò esprimere
alcuni pensieri su questo argomento ch’io
credo di fondo. Nel libro del Deuteronomio è detto : « Bada bene a te stesso e veglia diligentemente sull’anima tua, onde
non avvenga che tu Idiimentichi le cose che
gli occhi tuoi hannO' vedute ed esse non
t’escano dal cuore finché tu duri in vita.
Falle anzi sapere ai tuoi figlioli ed ai figlioli dei tuoi figlioli... ».
La Parola del Signore rende infatti « più
intelligente dei vecchi e dei maestri »; « essa
trattiene i nostri piedi dai cattivi sentieri».
V’è quindi per i genitori un richiamo a
leggere la Bibbia, a parlarne coi figlioli
perchè si trasmetta idi generazione in generazione il ricordo della bontà dell’Bteimo.
Eppure quale silenzio tra genitori e figli
nel settore della fede: soltanto alla domenica si sente in casa un ordine ; « vai alla
Scuola domenicale » o « vai al catechismo », e poi il silenzio cala nella casa.
L'Altavilla con ragione dichiara; «padri,
madri, insegnanti, uomini politici sono invitati a sedersi nella gabbia degli unputati
per rispondere di lesioni spirituali a danno
9®nitori Israele come
il Burundi
dei bimbi di tenera età... È un reato non
previsto dal codice penale, ma è uno dei
più gravi delitti di cui siamo colpevoli ».
E nel nostro caso particolare Fordine con
cui il padre o la madre obbligano i figli ad
andare jn chiesa, mentre loro se ne stanno
a casa, è un delitto verso la vita interiore
dei bambini, nel cuore dei quali si determina uno choc.
11 dialogo spirituale tra figli e genitori è
il più vero, il più fecondo : illuminare tutti
i temi della vita dei figlioli con la Parola
di Dio, seppure nella forma pedagogicamente e psicologicamente più valida, è la
missione più bella per i genitori; rincontro
poi della famiglia che prega insieme e canta
alla gloria del Signore è un momento sublime quando è in armonia con la giornata
tessuta della presenza del Signore. A ragione l’Altavilla dichiara : « ai nostri figli,
se fossero malati, saremmo pronti a sacrificare l’intero nostro patrimonio, magari la nostra stessa vita, pur di vederli di
nuovo in buona salute; ma non siamo disposti a dedicar loro un po’ del nostro tempo per farli giocare, per raccontare una fiaba, per interessarci seriamente dei loro piccoli problemi che sono invece problemi di
grande importanza per lo sviluppo psichico del bambino... » e pure sul piano spirituale questo discorso è vero, essenziale!
Infatti, jn un recente numero de « L’Espresso », nell’articolo intitolato; «La mia casa
è una prigione » l’autore ricordava che « la
causa delle fughe delle minorenni o dei
minorenni è ascrivibile soprattutto alla
mancanza di dialogo tra genitori e figli».
E questo è vero soprattutto nel campo religioso, laddove si serba un silenzio colpevole per i problemi della fede.
Naturalmente una chiara visione spirituale comporta un’apertura sotto raspetto
sociale; infatti la Parola di Dio ci aiuta a
guidare i nostri figli a interessarsi dei problemi sociali, ad! essere vicini ai perseguitati, agli umiliati e oppressi d’ogni specie;
ci aiuta ad essere aperti alle esigenze
della chiesa, a far sentire ai nostri figli la
gioia del servizio. A tavola ci sia sempre
un piatto vuoto per l’ospite invisibile o
che può diventare visibile nello zingaro,
nella persona che vive sempre sola. Aiutiamoli, i nostri ragazzi, a dare, ad avere il
cuore generoso, a pensare a quanti non
hanno il loro confort, ad occuparsi dei
problemi vivi e non di cose morte.
pater familias
* Enrico Altavilla, Processo ai genitori,
Rizzoli, Milano 1967*, p. 187, L. 1.600;
cfr. pure André Berge, Genitori sbagliati, La Nuova Italia, L. 800.
0 il Nepal?
TORINO. - La sera di mercoledì 14 giugno il tempio valdese di Corso Oddone si
è in buona parte riempito di persone intervenute alla tavola rotonda organizza-ta dal
Gruppo Giovani Evangelici della città,
sulla crisi del Medio Oriente. Erano presenti fratelli e sorelle delle comunità vaicesi e battiste torinesi e di Rivoli, e qualche estraneo (pochi), fra cui tre rappresentanti delle Forze dell’Ordine, uno dei quali prendeva assiduamente nota, a ricordarci il clima dell’Italia repubblicana,
anno 22«.
Dopo la presentazione del « moderatore » della serata, sig. Giovanni Papa, hanno parlato — e poi dialogato fra loro e
con i numerosi intervenuti — il prof. Joseph Tedesco, israelita, il quale dieci anni
fa era in Israele, e il prof. Alberto Gabella,
c'el Comitato torinese Città europee per il
Vietnam. Il primo ha situato la situazione
e il conflitto attuale nel suo vasto contesto
storico, risalendo al primo dopoguerra e
più addietro alla dominazione ottomana in
Palestina; il secondo ha situato invece la
crisi mediorientale nel contesto delle tensioni internazionali odierne e in particolare della crisi vietnamita. Come dicevamo, sono seguiti, fino ad ora avanzata, numerosi interventi, ohe hanno permesso ai
piesenti di avvertire le 'dimensioni estremamente ampie e complesse della crisi in
corso; notato l'intervento di una signora
israelita, che ha ricordato come anche in
Israele si affrontano correnti interne molto
diverse.
La serata ha avuto caratteri certo positivi ; la forte partecipazione di membri di
chiesa su base interdenominazionale; la serietà, appassionata e pacata al tempo stesso, degli oratori e di coloro che sono intervenuti nella discussione; lo sforzo notevole di informazione ; una volta ancora
va dato atto a questo gruppo di giovani
evangelici torinesi idi aver saputo richiamare le chiese alla loro responsabilità. Non altrettanto positiva mi pare la valutazione del
contenuto di quanto è stato detto : pensavo,
ascoltando — e ho mancato nel tacerlo —
che i discorsi non sarebbero stati sensibilmente diversi se anziché di Israele si fosse
parlato di Aden, del Burundi o del Nepal;
una critica che indubbiamente ha un certo
peso, e a cui non sono sfuggiti neppure gli
israeliti intervenuti, più attenti alla realtà
etnica e politica israeliana che a quella vocazionale. g. c.
iiiiiiiiimiiMimiiii
OMAGGIO A DON LORENZO MILANI
Ritratto di un prete toscano
Dalla sua Barbiana, il Mugello appare a perdita d’ocichio una conca verde lambita dai boschi, punteggiata di
borgate su poggi aprichi. È una terra
pittoresca come la miseria campagnola, ohe qui è fonda ed ha certo più secoli delle querce di monte Giovi, l’epicentro della resistenza mugellana al
nazifascismo. Lungo le strade sconqua-fiisate che, sulla direttrice VieehioBorgo-Dicomano, salgono a raggiungere le frazioni, i borghi Siquallidi e semivuoti, a vent’anni dalla lotta non
restano che modesti memoriali: pietre, e sopra scritto il ricordo d’un fatto patito', il nome (o la lista) degli impiccati, dei fatti-fuori dopo la tortura,
dei bruciati vivi con la cataipecchia
crollante addosso.
E don Milani esercita il ministerio
tra la gente che ha sostenuto quella
prova; egli tira su i figlioli di quei
poveri ohe sperimentano a volte nel
corpo e nella psiche il crudo realismo
del detto secondo il quale « a chi non
ha'sarà tolto anche quello che ha».
È forse il più «cittadino» e sconcertante parroco di campagna che abbia mai avuto il Mugello.
LA SCUOLA DEI POVERI
L’altro giorno l’aria era pulita e
quasi tiepida; sotto due pergolati, tra
gli ulivi m un campo vicino, dei ragazzi di diversa età studiavano attorno a delle tavole. Uno studiava l’inglese col sussidio di un d'seo. Qui la
scuola dura tutto l’anno, e quando il
tempo si mette al brutto gli alunni si
rifugiano nelle stanze della canonica.
Li, lungo una scaffalatura arrangiata,
c’è perfino l’Enciclopedia Treccani;
« Una mia zia m’ha detto : te la lascio
quando muoio. E allora io : bene, muori subito. La Treccani ora è preziosa,
qui. Coi ragazzi seguiamo gli avvenimenti mondiali leggendo insieme le
voci che riguardano i paesi di cui si
parla ».
Don Milani ha il dono e il gusto dell’educatore, per questo è temibile, ed
ha avversari implacabili. (Poco tempo
fa, « ignoti » diedero fuoco, a Calenzano, la notte prima delTinaugurazione, alla sala di riunioni che i suoi
ex-alunni s’erano costruita). Egli ha
un motto: « tutto mi riguarda, mi
importa » e su questo basa l’azione
educatrice: nozioni pratiche, utili, e
interesse per le cose reali, concrete;
un continuo invito a compromettersi
col farsi una opinione motivata sulle
questioni del nostro tempo.
La scorsa settimana, a 44 anni, è morto don Lorenzo Milani. Il prete terribile che ha
dato tanto filo da torcere alla chiesa costituita è stato degnato persino di un sobrio trafiletto
su « L'Osservatore Komano »; ora che Vimprevedibile non potrà più sprizzare da lui, servirà.
Abbiamo parlato, in passato, di questo credente; avevamo presentato le sue penetranti « Espe
rienze pastorali », abbiamo parlato a lungo del suo processo per apologia dell'obiezione di co
scienza: desideriamo tornare sulle vive pagine di quel suo sagg.o. come pure presentare l ul
ti.mo libro ad lui curato sulla vita della scuola, a Lettere a una professoressa ». Oggi ripub
buchiamo, in omaggio a quest'uomo, un articolo veramente bello di L. Santini, apparso sulle
nostre colonne nell'ottobre 1965.
Don Milani non ha chiesto nulla a
nessuno, e rifiuta i comunisti perchè
sono ambigui, malfidi, detesta i non
violenti perchè sono quattro intellettualoidi a spasso, guarda ai valdesi
non senza qualche apprensione, e si
spiega ; « Se al processo avessi la solidarietà dei valdesi, e non dei preti,
sarebbe una pugnalata nella schiena.
È la solidarietà, la presenza dei preti,
che io voglio». In altre parole: se c’è
una corriera carica di preti e una di
popoiahi, don Milani è contento ; il
resto la amareggia. Dice queste cose
rapido, preciso, con quel linguaggio
sapido e tagliente ch’è proprio del toscano, d’una logica che sembra sopraffare il sentimento. Anche la sua autodifesa, (,perchè, logicamente, non vuole avvocati fra i piedi, a intrufolarsi
nel «suo» processo), è un capolavoro
di prosa: una studiata semplicità
espositiva, logica e caustica insieme,
gli argomenti scelti in modo ohe
chiunque li sappia apprezzare, e un
voluto accantonamento delle ragioni
teologiche, o almeno religiose, della
nonviolenza cristiana, della guerra alla guerra. Se sarà pubblicata, quell’autodifesa forse giuridicamen'te dannosa e in tante parti gratuita, avrà
successo editoriale, scoppierà come
una bomba in Piazza del Duomo, (davanti al bel San Giovanni).
UN DRAMMA
SENZA RETORICA
Eppure, in una maniera scoperta,
candida, don Milani non è oggi ohe
un uomo^prete assetato fino allo spasimo di solidarietà d’amore, da parte
della sua chiesa. Soffre come chi ama
e non si sente corrisposto. Ma ha
troppo temperamento per non impennarsi e scagliare le bordate del suo
risentimento, della delusa amarezza,
proprio verso chi non corrisponde.
Alla maniera dei toscani, s’è fatto
dei nemici e se li gode; è un isolato che imbufalisce gli avversari, perchè non molla, non si umilia. E di avversari, di gente che lo tiene a distan
L’UOMO
E IL SUO PERSONAGGIO
Per estrazione, per struttura e per
formazione, don Milani è un borghese
e un kiitellettuale ; e con questo sappiamo di recargli tale delusione e offesa da meritare una porzione del suo
vocabolario di riserva, ch’è discolo e
grosso. Certo, quel suo farsi tutto a
tutti, quell’immedesimarsi nella sorte
del suo popolo fino ad assumerne il
linguaggio, la dififidenza irridente verso il borghese e Tintellettuale, eoe....
sono espressione d’una vocazione, d’un
amore per le creature — anima intelligenza e corpo. Ciò non impedisce di
scoprire subito ohe l’uomo s’è imbattuto nel suo personaggio, e l’ha sinceramente assunto : la ricerca d’una
(raffinata) rozza semplicità, un (intelligente) disprezzo per chi si diverte
con le idee, un populismo ohe rasenta
la demagogia, l’ostentazione d’una
(reale?) a’wersione per la teologia,
per la cultura libresca. E potremmo
continuare.
Però don Milani capopopolo non
sarà mai, anche se forse l’ambizione
non gli manca. Sarà un isolato d’una
sorta di partito d’azione cattolica. Un
individualista che vive malcomodo nel
cauteloso e un po’ piatto mondo del
clero diocesano. Anche quel suo processo per la lettera in risposta ai (nove!) baldi cappellani militari non è
stata ohe l’occasione per manifestare
clamorosamente qualcosa che covava
da tempo, ma « da solo », con una personalissima accentuazione.
IL PROCESSO
Non ama la compagnia non richiesta, don Milani ; è un lupo solitario, e
un violento. Per quella sua pepatissima lettera — nella quale l’interpretazione storica e il buonsenso « laico »
sommergono l’impostazione teologica — s’è buscata una denunzia, e s’è
manifestata una solidarietà da parte
di comunisti, di nonviolenti e valdesi.
za ne ha quanti ne vuole ; sono riusciti a relegarlo a Barbiana, e lo diffamano ancora, tentano di sottrargli
gli amici, d’intimidire le anime pie.
È gente untuosa, che si preoccupa
perfino della sua salute, con la palese
speranza che egli finisca col tacere, in
un letto d’ospedale. Dio lo guardi sempre dalla vigliaccheria di certi cari
fratelli !
Ma intanto, da uomo intelligente,
egli vede queste cose e le valuta: le
soffre. Credo che i suoi avversari questa soddisfazione possano togliersela:
don Milani è un uomo ohe soffre la
sua solitudine. In modo trasparente.
E la rafforza con ratteggiamento drastico e apparentemente sprezzante che
assume nei confronti di chi non la
pensa come lui, dei falsi compagni di
strada, dei pavidi amici. L’idea che in
una diocesi come quella di Firenze
non si trovi una corriera di preti coraggiosi Rattrista, l’astio dei suoi Tindigna quanto la solidarietà degli altri ;
la palese mancanza di carità della
chiesa ufficiale l’arrovella. Ma anche
la sua carità è partigiana.
« « ♦
Quando ci avviamo verso la macchina per ripartire, egli ci accompagna; ha im bambinetto, un biondino,
aggrappato alla sua mano. Si preoccupa della scuola di quello, ch’è ritardato. Nell’aria serena, silenziosa, c’è
qualcosa che commuove nella voce
d’un giovane che legge sillabando un
racconto; ha attorno un cerchio di
amici che sembrano incoraggiarlo niù
che ascoltarlo. Don Milani ci dice
d’un gruppo dei suoi ragazzi che in
Francia e in Inghilterra impara la
lingua, forse troverà lavoro. Solo
quando parla dei suoi ragazzi sorride
con tutto il viso, anche con gli oc:hi;
di solito quelli sono seri, come quando
leggeva l’autodifesa per il tribunale, e
l’ironia pareva traboccare nell’assurdo
risibile. Egli osservava infatti che nella prima guerra mondiale i morti erano stati per T80% militari e per il
20“,'o civili, nella secónda s’era arrivati
al 52% in divisa e 48% civili; ma nella guerra di Corea il 78% dei caduti
era stato di civili e solo il 22% dei militari. Di questo passo, per salvare la
pelle — sdtro che obbiezione di coscienza! — sarà utile... diventar,e tutti
militari, perchè le guerre, in tutti i
modi, le pagano i civili. Leggeva queste
cose pacato e serio, come chi vuol essere portavoce di questo popolo della
montagna toscana, doppiamente civile, che vent’anni fa ha sofferto la
guerra dei militari e dei loro cappellani. E. Santini
4
f'ae. 4
N. 27-28 — 7 luglio 19tr
UiVIl IVOTEVOLE UPEaa DELLA CLALDIAWA PaOGDAMMATA DA GIOVARMI iVHEGGE
li Nuovo Testamonto Annotalo
VILLAK PEKOSA
Discoteca evangelica
La pubbicazione in un lasso di tempo
relativamente breve di due dei quattro volumi del Nuovo Testamento annotato permette ormai una valutazione dell’apera,
alla quale tanti elementi del nostro Protestantesimo hanno collaborato e si sono
dedicati attraverso anni di studio intenso
e non sempre facile. Si trattava infatti di
fornire un testo che fosse aggiornato dal
punto di vista scientiiflco-oritico, ma che
allo stesso tempo si presentasse in maniera
semplice e piana, in modo da essere accessibile anche a persone prive di una cultura teologica specializzata. Mi ricordo
come Giovanni Miegge scriveva ai collaboratori qualcosa come: «Vogliamo che
l’opera sia accessibile al predicatore laico
in genere, all’anziano della Chiesa Pentecostale o della Chiesa dei Fratelli, o che
possa essere compresa da chi, pur non
avendo una posizione ufficiale del genere
nella Chiesa, desideri approfondire le proprie conoscenze del Nuovo Testamento ».
Come collaboratore all’opera posso garantire che quest’ideale è stato mantenuto costantemente presente dagli autori del commentario. Se vi siano riusciti è un altro
paio di maniche e bisognerà riconoscere
che anche tra di noi vi è chi ha una mano
particolarmente felice per composizioni del
genere, altri che non riescono che parzialmente a rispondere a certi appelli.
Quale poi sarà stata la reazione degli
elementi, ai quali l’opera andava diretta,
non è difficile irrunaginare. Per chi è abituato ad una lettura acritica della Bibbia,
ignorando cioè quei problemi che sono venuti sorgendo dopo quasi un secolo e mezz.) di critica biblica, la prima reazione è
stata ovviamente di stupore, forse anche
di scandalo. Non è colpa loro, certo, se
una così gran parte del nostro Protestantesimo è stata quasi artificialmente mantenuta al di fuori delle discussioni avvenute
in campo internazionale. Eppure, il lettore
della Bibbia che si sforza di comprendere
quello che legge non può non domandarsi,
ad es., come mai un evangelista p>one la
purificazione del Tempio all’inizio del ministero ci Gesù, un altro alla fine; o se
la pesca miracolosa sia da collegarei con
la vocazione dei primi discepoli, o invece
con le apparizioni del Risorto, o come mai
i tre primi Vangeli denotano un’unità fondamentale d’impostazione, con tutte le differenze di dettaglio, per la quale si distinguono dal IV Vangelo, ecc. Già in queste
osservazioni, che tutti gli attenti lettori
hanno fatto, vi sono le avvisaglie di una
serie di problemi che il nostro commentario, invece di aggirare, vuole affrontare e
presentare secondo i risultati delle scienze
bibliche più recenti. Che a \olte questi
risultati lascino alquanto delusi e possano
suscitare perplessità nella fede di chi prima era abituato a vedere nel Nuovo Testamento un’unità monolitica o in chi identifica Ispirazione divina con esattezza storica nel senso moderno, razionalistico del
termine, è in certo qual modo un rischio
calcolato per un lavoro come il nostro.
Ma sono certo che, dopo le prime perplessità, forse anche dopo il primo scandalo,
il lettore credente saprà superare questi
momenti negativi ed emozionali, per valutare quanto vi è di valido nella presentazione seguita.
Tale presentazione è per forza di cose
molto breve. Anche qui, nuovamente, sta
in agguato un pericolo notevole ; che la
riduzione del testo ad un minimo, necessariamente scarno, riduca anche la spiegazione e l’argomen'azione. lasciando aperta
la porta a perplessità. Ma se si fosse agito
in forma differente, l’opera sarebbe cresciuta talmente di volume, da divenire
inaccessibile per il suo prezzo (che attualmente è estremamente ragionevole, se confrontato con altre opere del genere), e difficilmente maneggevole. Ciò che è un \ero
peccato, invece, è che si sia mantenuta la
traduzione della « Riveduta » e non si sia
proceduto ad una nuova versione dal testo
originale. Basta una lettura corsiva per
vedere quante volte il commentatore si
sforza di correggere le inesattezze della
Riveduta. Con tanto lavoro fatto, bastava
un 25"„ di più per avere pronta, praticamente. una nuova traduzione del Nuovo
Testamento, opera che comunque dovre
mo realizzare, per le ragioni che mi sono
sforzato di spiegare nel primo numero di
quest’anno di « Protestantesimo » e che in
ogni caso si farà. L’aver potuto lavorare
su d’una nuova traduzione critica dai testi
originali sarebbe stato un notevole passo
in avanti. Ma gli editori sostengono, e forse giustamente, che procedere in questa
maniera avrebbe significato aggiungere un
altro elemento di controversia ad un’opera
che in ogni caso sarebbe stata ogeetto di
discussione nelle comunità evangeliche del
nostro paese.
Le prime reazioni all’opera non sono
sempre state molto serene. Purtroppo non
è possibile presentare al lettore ed allo studioso della Bibbia una visione tradizionale delle cose (bastava allora ristampare
gli antichi commentari di E. Bosio, R. Stewart. G. Luzzi o tradurre qualche commentario estero), ed allo stesso tempo porre il lettore di fronte ad una problematica
quale risulta dagli studi più recenti. Alcuni
hanno pensato addirittura che si volesse
negare la storicità c’ell’opera o di episodi
della vita di Gesù, togliendo dunque alla
fede il proprio fondamento. Ma la presa
di conoscenza di certi problemi, che ovviamente vi sono (si pensi solamente a
quello deU’ordine cronologico, degli episodi, al quale accennavo poc’anzi!) se può
suscitare perplessità, ci aiuterà anche ad
avere neii confronti della Parola di Dio
quella necessaria umiltà. Esattamente come il Signore s’è incarnato nell’ Uomo
di Nazaret, la sua Parola si è incarnata in
autori ispirati, ma non per questo superiori al proprio Signore. Come Gesù poteva
riflettere opinioni della sua epoca su temi
per es. geografici, così gli autori sacri continuano quest’inoarnazione del loro Signore,
presentandosi a noi nelle umili vesti di
scrittori, sovente non dei più colti, del
I secolo d. C„ prodotti d’una comunità alla
quale appartenevano no'n già i filosofi, ma
i proletari di allora; gli schiavi, i piccoli
artigiani, i piccoli commercianti. Le s'orie
di Gesù, i resoconti dei suoi ic’liscoirsi, la
predicazione apostolica in seno alla Chiesa
primitiva costituiscono un’unità, consegnataci negli scritti del Nuovo Testamento.
Che i criteri di ordine, di classificazione,
di tradizione di questi avvenimenti fossero diversi dai nostri, è cosa ovvia. Ed è appunto jier gettare un ponte tra jl i sec.
d. C. e l’epoca nostra che nascono commentari come il presente. Commentari naturalmente imperfetti, come ogni cosa appare imperfetta se messa al confronto col
Vangelo; ma nella loro missione di servitori, se degnamente adempiuta, essi trovano la propria giustificazione.
In questo senso il Nuovo Testamento annotato viene a riempire una lacuna sempre
più sentita dall’ascoltatore d’oggi : se vogliamo parlargli non possiamo rivolgerci
a lui con problemi che sono quelli del secolo scorso o del principio del nostro; dobbiamo quasi « reincarnare » il Vangelo
nella nostra epoca, e questo potrà farsi solamente tenendo conto degli studi più recenti. Anche l’antico Israele era scandalizzato dalla nuova predicazione di Gesù
e degli Apostoli; noi assicuriamo il lettore
di non avere voluto scandalizzare nessuno,
ma di aver voluto confrontare il credente
con la situazione presente degli studi biblici, nella speranza che vi trovino l’aiuto
necessario per una lettura ed uno studio
sempre più responsabili della divina Parola.
J. A. S.
Ecco in breve il diario delle nostre recenti attività.
Pentecoste — Culto solenne a cui presenziano vari ospiti stranieri, con la partecipazione della Corale e ammissione alla chiesa
di due confermandi : Flavio Griset e Alfredo
Pistón che ci danno la loro professione di
fede.
NUOVA SERIE DI INNI
INCISA DALLA CORALE VALDESE
DI TORRE PELLICE
17-21 maggio — Visita di 40 fratelli di
Gros Villar (Wùrtt) discendenti dagli antichi
villaresi, guidati dal caro Pastore Murthum.
Giornate intense di comunione fraterna.
Dalla Svezia — Il Pastore Rylander e la
sua gentile Signora, hanno traseorso alcune
settimane a Villar Perosa, prendendo parte
a tutte le nostre attività.
Il soggiorno di questi cari Amici ci è stato doppiamente gradito perchè, grazie alle
loro diapositive e ai loro canti, abbiamo potuto conoscere meglio il mondo evangelico
svedese.
Il 2 giugno, nel tempio di Torre Pellice.
la Corale Valdese ha inciso, sempre a cura
delle edizioni Uomini Nuovi, una quindicina di inni deU’Innario, vecchi e nuovi, che
si aggiungono alla serie già ricca di dischi
di inni sacri evangelici. Auguriamo il migliore successo a questa nuova serie di inni,
che come le precedenti contribuirà senza
dubbio alla diffusione e al miglioramento
dei nostri cantici. C.
avvisi economici
CERCASI per subito o settembre due camere, servizi, giardinetto affitto annuale.
Scrivere cassetta postale 55 . Pinerolo.
// Nuovo Testamento annotato, voi. l; 1
Vangeli Sinottici, a cura di G. Miegge,
A. CoMBA, B. Co-iSANi, A. Ricciardi e
G. Tourn,- voi. IV : i-ii Timoteo. Tito, Filemone. Ebrei, Giacomo, i-ii Pietro,
i-H-iii Giovanni, Giuda, Apocalisse, a cura di G. Miegge. G. Bouchard, R. CoìssoN, B. CoRSANi, F. Davtte, R. Gay,
T. PoNs, P. Ricca, J. A. Soggin, G.
Tourn. Torino 1965 e 1966; Editrice
Claudiana. Prezzi ; in brossura rrspett.
L. 2.400 e 1.900; rileg. 2.900 e 2.400.
Gite — Ricordiamo la bella seraLa trascorsa a Pramollo con la nostra Filodrammatica e la Corale come Taccoglienza cordiale e
fraterna del Pastore Pons e Signora insieme ai loro baldi giovani.
Ricordiamo pure la gita della Comunità
a Bordighera, dove abbiamo assistito al culto presieduto dal Pastore Nisbet e rottimo
pranzo nelFaccoglìente Casa Valdese di ValIccrosia diretta da Sergio Nisbet.
Per ultimo, gita della Scuola Domenicale
a Pra del Torno. Pranzo nella bella Foresteria « La Rocciaglia d e poi, mentre i genitori fanno un po’ di siesta sulle sedie a
sdraio al tepido sole, i bambini si divertono
ad una interessante Caccia al tesoro, preparata dai nostri Monitori. Quindi, visita al
grazioso tempio che domina dalTalto di una
roccia, canto di alcuni inni e poi ci si arramp ca fino alla Scuola dei Barbi trasformata in museo.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Teresa Buriasco
ved. Gallea
ringraziano quanti si prestarono e
presero parte al loro dolore.
San Secondo di Pinerolo, giugno 1967
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Vezzosi e Sommani nel
lutto per la separazione della loro cara
Emilia Colosimo
ved. Vezzosi
Queste gite storiche sono molto utili per
parlare del pasasto ai nostri bimbi... e forse
anche ai loro genitori (!). e per insegnare
loro ad amare ’ le nostre Valli e la nostra
storia. E. G.
ringraziano tutti coloro che hanno
partecipato al loro dolore ed esprimo
no viva riconoscenza al Dott. G. De
Bettini ed al personale deirOspedaìValdeise di Torre Peliice per le cure,
rasisistenza e l’affetto dati alla lor.'
Cara,
Terre Pellice, giugno 1967
NotÌ2.iG da Torre Pellico
LA NOSTRA CORALE
IN VISITA A COMO
Ln partenza da Torre, resa più mattutina
dairintroduzione deU’ora legale, ci aveva lasciati un po" dubbiosi sul favore del tempo
che si presentava piuttosto corrucciato. I vari gruppi vennero raccolti dal pullman lungo il tragitto da S. Margherita a Torino: il
nostro Carletto aveva fatto il turno di notte. ma si presentava alTappuntamento fresco
e in buona voce. Eccoci dunque sull’autostrada col sole che, avendo vinto l’assedio
delle nubi, cominciava a riscaldare cuori ed
ugole. Ben presto il pullman risuonò di
canti e l’atmosfera divenne quella consueta
della Corale. Una sosta non brevissima alTautogrill di Novara e poi di nuovo in marcia verso Como. Qui ci attendeva la sorpresa
di trovare le vie attorno al tempio valdese
addobbate con striscioni rossi : era tale la fa.
ma della Corale di Torre Pellice da aver
spinto l’amministrazione comunale di Como
ad accoglierla con tanta solennità? Vicino
alla chiesa valdese c*è il Duomo... tutto spie,
gaio!
L’accoglienza vivamente cordiale ci è stata
fatta dalla Comunità comasca, col Pastore
Thomas Soggin e la Signora, accoglienza affettuosa fin dall’inizio ed entusiasta dopo il
Culto. Questo fu presieduto dal Pastore Alfredo Sonelli, ospite della Corale, assieme
alla Signora. Commentando Rom. 12: 2, il
Past. Sonelli rilevava che queU’incontro.
fondato sulla fede comune nel Signore Gesù,
era un dono che impegnava tutti — valdesi
delle Valli e della evangelizzazione — a realizzare nell’interno delle nostre comunità il
rinnovamento di vita nel concreto superamento delle divisioni che « il secolo presente » minaccia di imporre anche ai credenti,
se non sono vigilanti. Durante il Culto la
Corale eseguì : Alleluia di Bartolomeo Helder
(XVII sec.). Sp'rito Santo del Signor (sulla
melodia n. 2 dell’Innario). Veglia al mattino
(su melodia di Sibelius) e Pour tous les saints
(Vaughan Williams).
Abbiamo parlato di entusiasmo dei fratelli comaschi e in termini analoghi si espresse il Pastore Soggin nel suo indirirao di saluto ed anche gli altri fratelli presenti; è
infatti comprensibile la gioia dei nostri fratelli della evangelizzazione quando constatano che, nonostante tutte le difficoltà create
dalle attuali situazioni di lavoro, le Valli
possono mantenere con tanto entusiasmo e
impegno una tradizione così schiettamente
protestante quale il canto sacro. Il Pastore
Soggin ricordava alla Corale di Torre il prezioso contributo da essa dato al Culto Rad'io,
che rimane una delle più importanti forme
di evangelizzazione in Italia.
Anche la Comunità di Como ha la sua
Corale e il Presidente Charles Paschetto auspicava di averla presto ospite a Torre Pellice.
L'abile organizzazione ci dava modo di gustare l'incanto del lago, prima con una gita
in battello lungo le coste comasche e poi
ammirando il panorama dalTalto del colle di
Brúñate: ci siamo riempiti Tanimo e... le
macchine fotografiche!
Giunge la sera, ed ecco Torà del ritorno.
Scambio cordiale di saluti e di invili e poi
sul pullman. Canti a non più finire e infine i saluti reciproci per rientrare nelle proprie case: sono le 22. Anche quest’anno la
gita della Corale si è conclusa. Grazie al Presidente per la perfetta organizzazione; grazie
al Maestro Corsani per la sensibilità artistica della sua direzione: grazie soprattutto al
Signore per il vincolo di fraternità e la
spontaneità delTimpegno che suscita in ciascuno. A. S.
LA SOCIETÀ DI CUCITO
IN VISITA A BERGAMO
Un gentile invito da parte delle sorelle
della Chiesa di Bergamo, ha fatto della no
stra prima gita, come Società di cucito di
Torre Pellice, una giornata riuscitissima,
piena di interesse, di scoperte e animata da
un sincero spirito di fraternità. Ci ricorderemo sempre con riconoscenza del 23 maggio 1967.
Un gruppo di amiche, con Fernanda Coniha, ci davano già il benvenuto nel centro
della città, per accompagnarci in collina,
dove sorge altera, come per sfidare i secoli
di storia. Bergamo alta, più antica di Roma.
Per la maggioranza del nostro gruppo,
questa era la prima visita e fu con meraviglia che scoprimmo l’influenza delTarte Veneziana. col Leone di San Marco, incastrato nella parete del Palazzo della Ragione.
La Cappella silenziosa ricorda Colleoni, il
famoso condottiero, morto di peste, anche se
non si sa dove sia sepolto. Ricchissima di
vestigi artistici la basilica di Santa Maria
Maggiore dai lavori squisiti di marchetteria
che su 4 pannelli di legno illustrano il passaggio del Mar Rosso. Davide e Golia, ecc.
Suonava mezzogiorno, quando un temporale con grandine ci fece rientrare in fretta nel pullman, scosso dai tiri antigrandine.
Suggestiva la discesa verso Bergamo bas.sa, distesa nella pianura lombarda resa più
pittoresca dai monti che la circondano. Apprezzata l’accoglienza, nella sala di attività,
così allegra coi lunghi tavoli ricoperti di tovaglie rosse, e mazzolini di garofani bianchi. L’appetito fu stuzzicato dal pranzo squisito preparato dalle nostre sorelle coll’aiuto
di una bravissima cuoca, con 30 anni di
esperienza.
Atmosfera familiare e distesa che ci diede la possibilità di chiacchierare a nostro
agio e di far meglio conoscenza le une delle
altre. Ritrovammo li un'amica di Torre Pellice. Malvina Eynard. tre volte nonna. Gli
anni volano, ma i ricordi felici del tempo
passato si fanno vivi quando le nostre vie
s’incrociano. Dopo il caffè, come tutti i tu
risti. passeggiammo nel centro di Bergairu;.
città signorile arricchita dalle industrie le.-sili.
Alle ore quindi, iT pastore Aldo Comlui
riuniva il suo gregge nel bel tempio evan
gelico, costruito da Svizzeri nel 1875, e e:
ne fece brevem2nte la storia. A Bergamu.
molti membri di Chiesa discendono tuttora
da Svizzeri, che nel secolo scorso si stabibrono nella città, come industriali. La gene
rosilà della Comunità di Bergamo è com
scinta dalle Valli a Riesi.
Un canto, la preghiera, alcune fotografie
e ancora un ultimo raduno, nella sala delle
attività, per il tè. I vari dolci furono segno
concreto delle doti di queste nostre genliii
sorelle. Nel discorso della presidente abbia
mo sentito Taffetto caldo e sincero che c'
unisce in Cristo.
La nostra presidente del Cucito, Ade Varese. in poche parole, a sua volta seppe
sspriqicre tutta la nostra gratitudine e il
nostro desiderio dì ospitare le amiche di
Bergamo alle Valli. Non avremo opere d'arie
da mostrare, ma le pietre dei nostri monti,
le grotte, i colli parlano di fede, di eroismo,
di sacrifìcio.
Arrivederci, dunque, care sorelle, a TomPellice.
Graziella Jalla
La bella Riviera Adriatica vi olire
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lieto di aiutarvi a scegliere il tipo di
pensione desiderala.
I LETTORI CI SCRIVONO
L’eterno
“sale juiL,
Un lettore, da Pratteln:
Caro Pastore Conte,
sé mi permette avrei anch io qualcosa da dire in merito alla questione
del Medio Oriente. Innanzitutto sono
solidale con lei e il suo giornale per
la posizione presa al riguardo.
Io sarò un ignorante, non ho fatto
gli studi classici e nè tampoco teologici (non ho potuto), ma ho qualche
esperienza sulle spalle, ho letto tanto
e fra l’altro ho cercato di studiare e
di meditare la Bibbia in cui credo come parola di Dio.
Sono nato e cresciuto a Tunisi; la
mia infanzia ed adolescenza Tho passata in mezzo agli ebrei (abitavo in
un quartiere per metà ebraico), i miei
compagni di giuoco in parte erano
ebrei, e non posso dire che fossero
più cattivi degli altri, tuttavia sentivo sempre intorno a me il « Sale
Juif » detto da francesi, italiani ed
arabi... « Sale Juif » ed altre ingiurie
peggiori. Perchè? — mi domandavo,
perchè ce Thanno lutti con questa
gente? Durante la guerra una fami,
glia di ebrei (nostri vicini di casa)
tante volte ci ha provveduto quel pane che non avevamo...; comunque la
gente continuava a dire: « Sale Juif ».
Poco tempo prima che la Tunisia ottenesse l’indipendenza un arabo mi
diceva: «I primi che butteremo fuori saranno gli ebrei! » « Perchè? » gli
ho chiesto. Così ho sempre cercato di
difendere questi poveri miei fratelli.
Alcuni anni fa mentre facevo il mio
lavoro di colportaggio in una zona
industrializzala della Sicilia (Priolo, I
vicino Siracusa) parlando con un ope. ^
raio romano (ex milite fascista), ad
un certo punto mi chiese quale argomento avrebbe potuto indurlo a credere nella ispirazione della Bibbia ed
(( Nuovi Tempi » ed al Pastore Fran- |
co Giampiccolì : « Certo non volete I
giustificare Tantisemilismo, ma per- j
che avete presa una posizione sfavo
Vivissima
deplorazione
Un lettore, ila Bergamo:
cavillare quando i fatti dicono chia- '
ramente che gli arabi hanno « aggre- ]
dito » Israele e che si proponevano (e '
si propongono ancora) di distruggerlo?
La vostra posizione è perlomeno ambigua. e notate bene che ve lo dice
uno che conosce bene e gli arabi e
gli ebrei. Vi siete sforzati forse di
non essere parziali ed invece lo siete
stati! Ve lo dice uno che crede che
la Bibbia ha tanto da dire sui figli di
Abramo, il popolo del patto Eterno.
Ve lo dice uno che vede (mi sbaglie
Signor direttore.
in Dio. « Il popolo ebraico », risposi.
rò) la mano del Signore nel ritorno '
Allora vidi che il viso di queU’uomo
mutava ed assumeva un’espressione
dura e cattiva; rispose: «Gli ebrei;
sono la m... dell'umanità! » « Per
chè? — gli risposi — Cosa le hanno
fatto? » « Non mi hanno fatto niente » « E allora perchè li odia tanto? »
Non ha saputo rispondermi...
Potrei continuare ancora, ma mi
fermo qui e vorrei dire ai giovani
evangelici torinesi, alla redazione di
degli ebrei in Palestina dopo 19 se- j
coli di esilio, uno che ha pianto quando ha visto attraverso le foto dei gior.
nali il pianto degli ebrei vittoriosi
su quelle quattro pietre del muro del
pianto a Gerusalemme!
Questo è tutto, caro Pastore Conte,
o meglio è quello che posso sperare
che forse lei pubblichi su rEco-Luce.
Mi creda suo
Paolo De Caro
Come ho fatto presente anche nell’ultima assemblea della Chiesa di
Bergamo, di cui faccio parte, ho dovuto da tempo, purtroppo, constatare
che anche a La Lucè », considerato
praticamente l’organo ufficiale della
Chiesa Valdese (e quindi tenuto ad
una maggiore responsabilità di altri
periodici evangelici del nostro Paese,
più o meno « nuovi »), ha tenuto e
tiene un linguaggio che appare spro
porzionatamente severo ed insofferen
te, nonché spesso assolutamente super
ficiale ed ingiusto, nei riguardi del
la politica delle Nazioni anglosasso
ni ed in particolare di quella degli
Stati Uniti nel Vietnam, in confronto alla politica dell’Unione sovietica
e dei suoi satelliti, Paesi o persone,
europei ed extraeuropei, siano essi
schiavi od anche solo « utili idioti ».
Inoltre ho visto che in alcuni articoli
pubblicati dal Suo Settimanale, come
quello insolitamente lungo del Pasto
re Franco Giampiccolì sul numero
del 9 p.p., si vuol fare della politica
più o meno « grande », mentre si
omettono praticamente i motivi o legami con 1 valori religiosi (se si esclude un piccolo « auspicio » finale) che
dovrebbero, ovviamente, ispirare più
o meno tutta la sostanza delle manifestazioni pastorali; e che in altri
scritti come il Suo, di prima pagina
dello stesso numero, intitolato « Lettera aperta al Presidente della Repubblica », si usano argomenti e specialmente forme che non fanno certo
onore, in particolare ad occhi profani. nè a Lei ed all’Organo che dirige,
nè alla Sua Chiesa in genere.
Mi auguro oltremodo che il linguaggio succitato e le leggerezze ed
abusi ora detti, cosi come la sovente
constatata insufficenza d’informazione politica di pastori ed altri correligionari nostri, non si siano rivelati
anche nelle manifestazioni e marce,
notoriamente più o meno tendenziose
ed interessate, contro i bombardamenti aerei degli Stati Uniti nel Vietnam. ch’ebbero luogo in alcune città
d’Italia. Perchè, in tal caso, dovrei
aggiungere un ulteriore, vivissima deplorazione.
Si ricordi da parte di quelli che
hanno o sentono la loro particolare
responsabilità in seno alla Chiesa vai.
dese, che sarebbe oltremodo grave se
essi conlrihuissero. con quanto ho citato, a dividere questa, che non ne
ha certo bisogno.... in due, o più.
campi « politici ».
Con distinti saluti
Giovanni Zavaritt
TAVOLA VALDESE
Comunicato
Ecco i numeri del codice di avviamento postate relativi agli indirizzi
della Tavola Valdese; Via IV Novembre 107, 00187 Roma; Casa Valdese, 10066 Torre Pellice (To).
L’ufficio del Moderatore si trasferirà a Torre Pelilice il 17 luglio.
La Tavola Valdese
5
Uglio 1Ö67 — N. 27-28
pag. 5
1 - IL RISVEGLIO PENTECOSTALE IN ITALIA
SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Beligione della llerena dOÌ POVfirì Echi della settimana
-' ■ Il comportamento politico d'Israele, sas- gravata, le rivalità esacerbate, rodio tiri
li pust. Walter Hollenioeger. segretario
¿ella Divisione del C5C’ per VEvangelizza
liane, di cui abbiamo recentemente pubbli
tato un'intervista, ha svolto una ricerca di
grande portata sul movimento pentecostale
fi capitolo dedicato al pentecostalismo italiafio è stato ultimamente condensato su una
dizione italiana — a cura del past. Aldo
Comba — di « Concept », pubblicazione pefiodica della D'visione del CEC per l’Evangelizzaz'one. Cominciamo questa settimana
la pubblicazione di questo sagg'io, e la pròseguiremo nei prossimi numeri, auspicando
¿i dare alle nostre comunità una migliore
conoscenza del movimento pentecostale e di
stimolare i rapporti reciproci su una base
seria e fraterna. reti.
11 padre del movimento pentecostale in
Italia è Luigi Francescon, fondatore della
•Congrafào Cristà do Brasil. Francescon,
proveniente da ambienti valdesi di Cavaso
T^uovo (Udine), era , stato battezzato nelTAmerica del Nord da William Durham
divenen do membro del movimento pentecostale. Egli aveva potuto guadagnare Giacomo Lombardi al « pieno Evangelo ». Nel
1908 Lombardi tornò in Italia tentando
dapprima senza successo di portare il messaggio pentecostale ai protestanti italiani.
Probabilmente in quello .stesso anno, mentre passeggiava per Roma, udì una voce;
([Raggiungi quelTuomo che cammina davanti a te e parlagli del mio Nome » (1).
Lomba.rdi parlò a queiruomo che si convertì e divenne il primo pentecostale .d’Italia (Sforza). 11 movimento si diffuse rapidamente per lutto il paese. Nel 1929 c’erariunione propri. Ci si sforzò di stahilire un
no già delle comunità pentecostali in 149
località italiane ed avevano 25 locali di
•collegamento con le « Assemblee delle
chiese inorga aizzate italiane » negli Stati
Uniti, ma senza risultato.
La prima conferenza nazionale ebbe luogo nel 1928 sotto la direzione di France■scon e con la partecipazione di 27 persone (2). Essa aveva per tema ; Il Concilio di Gerusalemme (Atti 15). I partecipanti alla seconda conferenza nazionale del
1929 erano sa'.iti a 58; il tema questa volta
era; 11 Battesimo dello Spirito. Dal 1935
al 1958 i pentecostali italiani ebbero a sopportare dure persecuzioni. Tutte le adunanze « tenute in qualsiasi modo o forma » (3) furono vietate. Ciò condusse ad
arresti ridicoli, per esempio quando dei
pentecostali si salutavano per la strada o
andavano a farsi visita e il fatto veniva
configuralo come una di quelle « .riunioni
o mani.festaz.ioni tenute in qualsiasi triodo
o forma » che erano vietate (4). Quelle
orcinanze vennero ancora aggravate con i
decreti del 22-8-1939 e del 13-3-1940. Roberto Bracco richiama l’attenzione sul fat
to che rintensificarsi delle persecuzioni
coincise con l'inizio della guerra dAbissinia e con la dichiarazione di guerra delITtalia airinighilterra ed agli Stati Uniti.
Molti predicatori venneio arrestati, altri
fuggirono, ma 1 opera continuò nella clandestinità. « La Parola di Dio fu portata in
località inaccessibili, fu predicata nelle prigioni, fu proclamata ai magistrati e alle
autorità .'i P.S. » (5).
Dopo la guerra le Assemblee di Dio cercarono di organizzarsi per ottenere finalmente la completa libertà religiosa. Un primo tentativo, fatto con l’aiuto delle «Chiese Cristiane del Nord America» (un gruppo pentecosta.'.e nordamericano), non ebbe successo e venne ripetuto con l’ap’poggio delle Assemblies of God nordamericane. Con il soccorso finanziario deH’America e con l'aiuto di giuristi quali Leopoldo
Riccardi. Carlo Artuno Jemolo, Giacomo
Roisapepc. nonché del Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche e dei comunisti fu
possibile defini,re giuridicamente nel 1954.
in un ricorso al Consiglio di Stato, l’illegalità delia persecuzione (6). Da allora le
Assemblee di Dio hanno sempre proseguito i processi locati fino alle supreme istanze
a Roma e li hanno vinti con l'aiuto dei
suddetti giuristi che non sono pentecostali
(vi sono tra loro anche dei cattolici).
Il numero complessivo dei pentecostali
italiani è di 77.717, secondo l'allegata statistica; bisogna notare però che è estremamente difficile ottenere delle cifre esatte. È
comunque sicuro che il numero dei pentecostali in Italia supera la somma complessiva di tutti gli altri protestanti italiani;
questi ultimi, secondo il World Christian
Handbook (1962) raggiungono la cifra di
70.500 membri, compresi 7.441 avventisti.
DUE ESEMPI.
a) Le Assemblee di Dio.
Si tratta della maggiore denominazione
pentecostale d'Italia. Le Assemblee di Dio
pubblicano diverse riviste (7), fanno funzionare un orfanotrofio a Ventosa, hanno
una scuola biblica a Roma (100 alunni e
aderiscono al Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche. Contano 550 comunità con 300 predicatori, 50.000 membri e
25.000 aderenti oltre a 25.000 alunni di
scuole domenicali.
La loro dottrina si può definire nel modo
migliore come un fondamentalismo ingenuo; essa contiene le particolarità correnti
tra i pentecostali; battesimo per immersione, battesimo dello Spirito, ispirazione
totale della Scrittura, necessità della conversione per sfuggire al giudizio eterno,
imminente ritorno di Cristo (8). La trasformazione del movimento in chiesa procede
rapidamente, il che si desume specialmente
dalla forte accentuazione delPimpoirtanza
del ministero di predicatore;
« Nella chiesa cristiana c'è colui che ammaestra e colui che è ammaestrato, cioè il
predicatore ed il fedele... [Il predicatore ha
il dovere di esercitare il ministero e quindi
ha il dovere di applicarsi costantemente
"alla parola ed alla preghiera” (Alti 6; 4)
ed il fedele ha il dovere di ascoltare la parola e di sottomettersi all'autorità del ministero... Come colui che ha ricevuto il ministero "ha l’obbligo” di ammaestrare il
fedele, così il fedele che gode i frutti del
ministero "ha VobbUgo” di far parte dei
suoi beni a colui che lo ammaestra... » (9).
Questo sviluppo è abbastanza sorprendente e dipende forse dalla necessità dell'istruzione che sì fa sentire neH’ambito
del pentecostalismo italiano.
L'etica è rigoristica. La comunità di Roma, per esempio esclude coloro che sposano « increduli » (10). Essa emana delle
disposizioni precise sul modo di vestire di
coloro che partecipano al culto. « / membri comunicanti... devono dimostrare la liberazione dai vizi e dalle passioni della
vecchia natura e perciò devono essere liberi dal fumo, dall’alcool e da qualsiasi
altro vizio che potrebbe assoggettarli ad
abitudini perniciose. Essi devono altresì
astenersi dal frequentare sale cinematografiche o teatrali, sale e campi sportivi,
s.ale da gioco e da ballo» (11), il che non
impedisce al primo olaónetto dell’Opera di
Venezia di accompagnare il canto degli
inni nel culto delle Assemblee di Dio di
Roma. Egli tuttavia non permetterebbe a
sua moglie o a sua sorella di assistere alle
rappresentazioni operistiche in cui egli
stesso suona. L’artista di talento che si
produsse in pubblico per la prima volta a
9 anni, che a 11 vinceva il suo primo concorso, che a 25 anni era diventato maestro
di musica al conservatorio di Venezia e che
ottiene il primo premio a tutti i concorsi
a cui prende parte, suona nel culto per i figli di Dio e nel teatro per i figli del mondo.
I precetti etici riguardano specialinente
la moda femminile; «...non si potrà piu
notare dove finisce il mondo ed incomincia
la chiesa... Non è difficile infatti trovare
nel seno delle chiese, cioè fra le donne
cristiane, i primi audaci tagli delle chiome
femminili, le prime ardite arricciature, le
prime ciprie colorate, i primi cosmetici, i
primi braccialetti d’oro, le prime spille
preziose, i primi anelli risplendenti... La
donna cristiana non deve essere mai un
motivo di tentazione se non vuol divenire
collaboratrice dell’inferno... » (12).
Ma essa lo diventa se partecipa al moderno movimento di emancipazione della
donna. « Non è la moglie che deve stabilire
quando il marito può diventare padre, ma
è il marito che deve decidere quando la
moglie deve diventare madre... La moglie è
"la co laboratrice" dolce, soave, eroica, ma
sottomessa di colui che più direttamente
deve rispondere a Dio della vita familiare » (13). In questo caso il fondamentalismo si unisce aH’ideale patriarcale della
società italiana.
b) La Chiesa Apostolica.
Questa comunione è molto più piccola
delle Assemblee di Dio. Conta soltanto 60
comunità e 2.500 aderenti; è stata fondata
d,i missionari della Apostolic Church britannica. Dal 1950 aumenta notevolmente
ci numero. Per la dottrina si ispira alla
consorella inglese, sottolinea il valore della
profezia ed ha costuito un’organizzazione
in cui il ministero degli Apostoli e dei Profeti viene istituzionalizzato (14).
(1) Roberto Bracco. 11 Risveglio Pentecostale in Italia, Roma, s.d., pag. 11,
(2) Bracco, ibid., pag. 17, 18.
(3) Decreto Minisi. Interni, 9.4.1935.
(4) Bracco, ibid., pag. 22.
(5) Bracco, ibid., pag. 26
(6) Accordo tra le Assemblies of God degli Stati Uniti -8 le Assemblee di Dio, Roma
1947. U. N. Gorietti. La giustizia di Dio ha
trionfato. Risveglio Pentecostale 9/6, Roma,
giugno 1954. pag. 2. Giacomo Rosapepe,
Caro Gorietti, Risveglio Pentecostale 9/5,
maggio 1954, pag. 2-7. l’. N. Gorietti, Sulla
libertà religiosa, Risv. Pentecostale 13/1112, nov.-dic. 1958. pag. 19.
(7) Il Risveglio Pantecostale, via dei Bruzi 11, Roma - Speranza d'Israele . Scuola do.
menicale - Araldo della Sua Venuta.
(8) Assemblee di Dio. Statuto delle Assemblee di Dio in Italia, Roma, 1957, Risveglio Pentecostale 8/11, nov. 1953, pag. 2:
Gli articoli di Fede della Chiesa Cristiana
Evangelica Pentecostale.
(9) Roberto Bracco. Verità dimenticate,
Roma, s.d., pag. 5. 6.
(10) Roberto Bracco. Un felice esperimen.
to. Risveglio Pentecostale 8/9, sett. 1953,
pag. 10, 11.
(11) Roberto Bracco. Il hattesimo, Roma,
s. d., pag. 25, 26.
(12) Roberto Bracco. Verità dimenticate,
pag. 20, 21.
(13) Roberto Bracco, ibid., pag. 45-46.
(14) R. Willenegger. Es grüssen euch die
Brüder aus Italien, Ich komme bald, Oberhoien/BE, 7, 1949, pag. 94-99. Rivista:
Ricchezze di Grazia.
Il comportamento politico d'Israele, susseguente alla folgorante vittoria, comincia
a delinearsi con ailoune manifestazioni di
cui è impossibile non rilevare la gravità.
Tale comportamento sembrerebbe po.tersi
riassumere nella semplice formula; «Voler
far da sè», cioè voler risolvere i propri
problemi non tenendo in ailcun conto pareri di chicchessia, a cominciare dall’O.N.U.
L’ultima e più grave di tali manifestazioni
è il voto del Parlamento israeliano, con cui
questo ha deciso senz’altro l'annessione
della parte araba di Gerusalemme (e il
modo con cui il voto è stato emesso!).
Claude Julien, commentando il comportamento d'Israele, ne fa una revisione
totale a cominciare dall’inizio delle ostilità
a cura di Tullio Viola
e ritiene di poter stabilire un certo paraL
lelo fra tale comportamento e quello degli
U.S.A. nel Vietnam.
« Ventidue anni dopo la fine della guerra
mondiale, eccoci proiettati in un clima che
ha qualche somiglianza con quello della
guerra d’Etiopia e della guerra di Spagna:
il rispetto delle regole del diritto internazionale è calpestato, l’eventuale ricorso alle
procedure d’arbitraggio e di conciliazione è
considerato come derisorio. In un primo
tempo gli avvenimenti sono abbandonati
al loro corso, e i problemi s’avvelenano
sempre più fino al giorno in cui una potenza decide ch’è giunto il tempo d incidere il bubbone. Così è accaduto del Vietnam, dove gli accordi di Ginevra sono
stati violati nell’indifferenza quasi generale
e dove la tutela del « mondo libero. » è stata
affidata a governi di dittatura. Così è accaduto del Medio Oriente, dove la propaganda
dei paesi arabi contro Israele ha potuto, per
anni, dilagare e scatenarsi senza freni, dove
i campi di raccolta dei rifugiati si sono
trasformati in « brodi di cultura » per ribellisti e sabotatori, e dove s’è fatto finta di
ritenere che potessero coesistere un paese
«occidentale» (per il suo livello di sviluppo)
e dei paesi sottosviluppati, molti dei quali
addirittura sottomessi a delle strutture
feudali.
« Nel Vietnam, gli U.S.A. hanno creduto di poter ristabilire l’ordine e d’instaurare
il dialogo dopo aver impiegato la forza.
Nel Medio Oriente, Israele ha creduto di
poter avviare il negoziato e giungere a un
« moiduis vivendi » dopo essersi assicurata
una vittoria militare. Un solo risultato è
stato ottenuto finora: la sfiducia è stata ag
iiiiiuiiioiiimiitiHiumiii
........... (imimiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiii’txniiiiniii
imiiinuiiiililiiinnininiiimmmiimiiiiuni'itiinnn
RìFLESSiOMl SLìfM COMFEESlONE DI FEDE VALDESE DETTA DEL 1655
Validità di un documento
™ " ■ ■ .. . . 1 j_n.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
la fede della Chiesa... procede ad un
esame di ferie sottoponendo il candatoi
a) ad un esposizione delle proprie convinzioni su argomenti propostigli e della propria vocazione al
Ministerio pastorale;
b) ad un .sermone di prova predicato in pubblico otto giorni dopo,
davanti ad una delegazione del Corpo pastorale composta di non meno
di sette membri;
c) all’ accettazione e relativa sottoscrizione della Confessione di Fede... y>.
Tra le difhiarazioni elle il camlirlato fa pubblicamente nella cerimonia rii consacrazione appare la promessa (li « insegnare fedelmente la
pura dottrina evangelica rivelata
nelle Sacre Scritture dell’Antico e
del Nuovo Patto, professata dai nostri antenati e riassunta nella nostra
Confessione di Fede ri.
^ ^ ^
La Confessione di Fede è verbum
abbreviatum, cioè una esposizione
riassunta delle Saere Scritture, riassunto della dottrina della fede. Non
è la Parola di Dio, ma risposta alla
Parola di Dio; non è oggetto della
fede, ma espressione della fede. Ciononostante, precisamente come risposta alla Parola di Dio, la Confessione di Fede costituisce una regola
fondamentale per Piiiterpretazione
della Bibbia. Si sa che è molto facile, isolando un passo biblico dal
suo contesto, fare dire alla Bibbia
ciò che la Bibbia non ha mai voluto
dire. Si sa che tutte le eresie, proposte e sostenute dai primi tempi
della Chiesa fino ai giorni nostri, si
basano su un certo numero di passi
biblici, interpretati fuori del loro
contesto. La Confessione di Fede ci
guida nella complessità della Scrittura, ci aiuta a distinguere ciò che è
principale da ciò che è periferico
nelle affermazioni della Scrittura, ci
permette d’incontrare il centro della
dottrina evangelica. La Confessione
di fede può compiere una funzione
ermeneutica solamente con l’aiuto
dell’investigazione critica e storica
della Bibbia. Ciò malgrado, il pastore nel suo lavoro esegetico, deve
anche servirsi della regola che gli
offre la Confessione di fede, se vuole
che la sua predicazione sia annuncio genuino del Vangelo. L esperienza insegna che la predicazione
è tanto più biblica, quanto più è legata alla Confessione di Fede, cioè
quanto più il predicatore si lascia
guidare e consigliare da quella.
^ ^
La Confessione di fede chiamata
del 1655 non vuole essere il fondamento di una Chiesa « valdese »,
ma la confessione di fede della cristianità, della Chiesa di Gesù Cristo. I due primi articoli della C( slituzione sopracitati sono una testimonianza indiretta di questa cattolicità (universalità) della Confessione di Fede. Difatti si dice che diverse chiese si uniscono e formano
la Chiesa che professa le dottrine
contenute nell’Antico e nel Nuovo
Testamento, formulate nella sua
Confessione di Fede. D’accordo con
la Confessione di fede, gli articoli
1, 2 e 4 della Costituzione non soltanto presuppongono che possono
esserci altre confessioni di fede, precedenti, contemporanee o posteriori, ma riconoscono che queste rappresentano una risposta alla Parola
di Dio, cioè riconoscono che esse
possono contenere elementi di verità. Tuttavia, la Confessione di Fede
chiamata del 1655 vuole essere, a
seconda dei casi, una rettifica o una
assimilazione o una dilucidazione
di altre confessioni di fede.
Indirettamente, tutto questo implica che le Chiese di cui trattiamo
riconoscono che la loro attuale Confessione di Fede può essere rettificata dalla Parola di Dio oppure sostituita da altra che rappresenti una
espressione più adeguata della fede.
Ma per loro la Confessione di Fede
chiamata del 1655 è ancora verbum
abbreviatum, riassunto della Sacra
Scrittura, regola della fede della .
Chiesa di Gesù Cristo. In altri termini, questo documento confessionale è ancora valido, perchè esercita una funzione ermeneutica alla
quale alludemmo prima e perchè
non può esserci altro Vangelo se non
quello della giustificazione per la
fede (cfr. Gal. 1:8).
(Queste Chiese sono ancora più
sensibili al valore della loro Confessione di Fede, specialmente in
questi giorni di ecumenicità. L’art.
4» della Costituzione esprime assai
chiaramente la responsabilità della
Chiesa nell’ora presente. Ciononostante, l’appellp all’unità che il Signore ci rivolge, porta queste Chiese a riflettere sulla validità che ancora può avere la Confessione di Fede chiamata del 1655 nell unione
delle Chiese.
Non si può negare che il movimento valdese antico rappresenti un
movimento evangelico sopranazionale. Già nel colloquio di Bergamo,
nel 1218, delegati valdesi studiarono le relazioni tra le varie parti del
nascente movimento valdese che si
sviluppava in Europa. E, mentre
altri movimenti che aderirono alla
Riforma assunsero un carattere nazionale, aderendo/glla Riforma calvinista nel Sinodo di Chanforan, la
Chiesa Valdese non prese in considerazione i limiti nazionali.
Il fenomeno descritto nell’art. 1
della Costituzione afferma una unità
che evidentemente a un dono di
Dio. Il modo più concreto di rispondere aH’appello all’unità è preoccuparsi prima dell’unità che già è
stata data alle varie chiese chiamate
(( valdesi »; questa unità dev’essere
illuminata e fortificata proprio alla
luce della comune Confessione di
Fede. Così esse daranno alla oikumene cristiana il contributo di una
testimonianza concreta e teologicamente cosciente, anche rispetto al
problema dell’unità della Chiesa di
Gesù Cristo.
Alberto Ricciardi
(Dal « Mensajero Vaidense » del 15 agosto 1966, traduz. di Emilio Ganz).
gravata, le rivalità esacerbate, l'odio rinforzato, lo spirito di rivincita portato al
suo parossismo. Nessuno sa se la convocazione della conferenza di Ginevra, rifiutata
dagli U.S.A., non avrebbe permesso di giungere, nel Vietnam, a una soluzione accettabile da entrambe le parti. Nessuno sa se
un ricorso all'O.N.U. o alla Corte internazionale di giustizia, ricorso che Israele
non sembra neppure aver preso in seria
considerazione, non avrebbe potuto assicurare allo Stato ebraico la tutela delle frontiere, e il diritto di navigazione nel canale
di Suez e nel golfo dì Akaba. Una sola
certezza è acquisita: ognuno comincia ora
ad accorgersi che l'impiego delle armi non
ha affatto favorito la composizione del'e
due vertenze... ».
(Da « Le Monde », 29-6-1967).
Rudolf Auostein, sotto il titolo significativo « Israele perde la pace », così si
esprime : « Purtroppo la situazione mondiale non si sta delincando in modo tale,
che Israele possa rallegrarsi della propria
vittoria in armonia con le proprie speranze.
È molto più da temersi che Israele, col
trarre conclusioni politiche sbagliate dalla
sua folgorante vittoria, finisca per perdei e
la pace. È evidente (ed anche l'uomo delta
strada lo capisce) che Israele non vuole
ascoltare i consigli di nessuno, perchè i
consiglieri non fuiono a suo tempo in grado d’ai litarlo (o non vollero farlo). E pur
tuttavia resta un dato di fatto: che Israele
non può superare i limiti evidenti di certi
rapporti di forza. Il credere ciò è tip’co dei
« militari vincitori » in ogni epoca del'a
storia, ma si è sempre rivelato un errore...
a ...La linea da seguirsi dovrebbe Invece
essere un’altra. Israele dovrebbe porgere la
mano della pace a quelli, fra gli arabi, che
vogliono la pace; dovrebbe, nei riguardi di
questi, rinunciare anche ad un minimo d'annessioni; dovrebbe proporre un programma comune per riabilitare l’esistenza dei
profughi del 1948 (i quali, in Giordania,
sono arrivati ora al numero di almeno 700
mila). Oggi dei tre stati confinanti, ì cw
territori Israele ha parzialmente occupati,
solo la Giordania ha volontà di pace, e ì
anzi solo finche Hussein riesce a mantenersi al potere. Ebbene, qualunque cosa
ne pensino Eschkol ed Abba Eban, essi dovrebbero sottomano offrire alla Giordania
le più generose condizioni di pace...»
L’articolo continua a lungo, stabi'endo
un originale ed initeressante parallelo fra
la politica d’Israele e quella prussiana di
Bismark, rilevando le conseguenze di tale
politica, per la Germania, fino ai nostri
giorni.
(Da « Der Spiegel » 26-6-’67, p. 59).
Abbiamo voluto riportare qualche punto
saliente di entrambi gli articoli, sia di quello francese che di quello tedesco, cosi concordi eppur rivelatori di mentalità e di ambienti diversissimi. Ci sia però concesso di
esprimere anche il nostro personale parere
suH’argomen.to.
Noi non crediamo che i fatti abbiano
già raggiunto una consistenza tale da rendere attendibili giudizi così decisi e severi.
Codesti « paralleli storici o politici » risentono alquanto di dilettantismo giornalistico,
e insomma non possono esser iilresi molto
sul serio. È certamente vero che Israele ha
voltato pagina ed. inizia a scrivere una nuova pagina della sua storia. Aspettiamo che
questa pagina sia effettivamente scritta, prima di giudicare le pagine precedenti.
Si dirà forse che la nostra prudenza è
eccessiva, forse addirittura ottusa. Noi crediamo d’avere, dalla nostra parte, una motivazione vaJlida, e cioè che la storia d’Israele non può paragonarsi, neppure lontanamente, a quella di nessun altro popolo. Infatti questo popolo è l’unico al mondo, che
abbia interrotto (ed anzi per un periodo
di ben 2000 anni!) la propria storia nazionale. Con quale spirito Israele stia per riprendere tale storia, è troppo presto- giudicare. Vuole Israele ispirarsi al Dio giusto,
ma vendicativo e terribile, di certe pagi-re
dell’Antico Testamento? Vuole portare nella -politica il razionalismo spinto della sua
religione? Non crediamo ohe uomo al mondo posso oggi rispondere a questa o ad
altre simili -domande. T. Viola
OFFEIITE PKO £11-111(1
Vittorio Santini (Sesto Fior.) 250; Mario
Alessandri (Gablcce) 250: Gaetano Schwick
(Zurigo) 500; Maurizio Americo (Tradate)
500; Giuseppe Somma (Udine) 500; Anna
Illy (Trieste) 1.500; Elio Volpi (Borgaretto)
1.500; Ivo Parenti (Livorno) 500; Pietro
Beltoni (Bergamo) 2.500; Antonio Bianchi
(Levanlo) 500; Orlando Ippoliti (Colleferro)
250; Silvano Barotlo (Piverone) 500. Grazie!
(continua)
TORRE PELLICE
La Scuola Domenicale dei Piccoli ha terminato la sua attività, con una riuscita passeggiata al Ciarmis di Villar Pellice, borgata sempre cosi ospitale che ha accolto con
simpatia, c non è la prima volta, una cinquantina di bimbi tutl'altro che quieti, desiderosi di correre, di giocare, di darsi insomma alla pazza gioia in una incomparabile cornice di prati e colline in fiore. E durante tutta la giornata essi hanno giocato!
Prima di ritornare a casa .raggiunto sul pendio del colle un caro giovane infermo, hanno cantato alcuni inni e pregato per la famiglia afHitta.
Ringraziamo vivamente le gentili persone del Ciarmis che hanno messo il loro prato a nostra disposizione, i giovani Davide
Abate e Cipriano Sclerandis di Torino che
si sono occupati con tanto entusiasmo dei
bimbi ed i genitori che hanno voluto essere
con noi in quella lieta giornata.
Lina Varese
6
pag. 6
N. 27-28 — 7 luglio 1967 f
AN6R06NA (Serre)
INIZIATI I RESTAURI ALLA
CAPPELLA DI PRADELTORNO
Giungono le prime offerte,
ma manca ancora un milione!
I lavori di restauro al Tempio hanno avuto inizio alla fine del mese di maggio e procedono con impegno. Il tetto è ormai quasi
del tutto finito,, mentre le pareti esterne sono
state scrostate ed è già iniziata Topera di
riintonacatura della facciata, che sta riprendendo il suo aspetto e le sue linee originarie.
Intanto la raccolta di fondi continua per
poter con^letare d lavori. Un grande termometro è stato messo sul piazzale per dare la
situazione raggiunta, ma purtroppo segna
ancora una temperatura piuttosto fredda!
Manca infatti più di un milione per raggiungere la meta. Ogni offerta viene ricevuta con molta riconoscenza dal Concistoro come un vivo segno di solidarietà nelFimpegno a ridare al Tempio di Pradeltorno un
aspetto decoroso e degno del posto che il
luogo occupa nella storia valdese. Ricordiamo che le offerte possono essere versate sul
c.c.p. 2/44259 intestato a Chiesa Valdese di
Angrogna Serre.
Pubblichiamo intanto l’elenco delle offerte ricevute dopo il 1® marzo.
Dott. Guido Botturi (Torino) 50.000;
Unione Femminile del Serre 60.000; Stefano
E., Alfredo, Guido Bonnet e Renata Rochat
in memoria del nonno Stefano Bonnet 100
mila; la famiglia Buffa e congiunti riuniti
alla Foresteria 15.000; Rita Revel (Inghilterra) 2.000; Geraldo Mathieu (Torre Pellice) 5.000; Mariuccia e Arturo Grill (Torino) 10.000; Mariuccia e Gino Barbiani (Torino) 10.000; in memoria di Daniele Benech
la moglie ed i figli (Torre Pellice) 10.000;
in mem. di Daniele Benech coniugi Buffa
(Pradeltorno) 2.000; Mario Coisson (Torre
Pellice) 10.000; Un’amica svizzera 1.000; E.
Barker (U.S.A.) 2.480; Maria Bortolotti (Palazzolo s/Oglio) 10.000; Enrichetta e Gino
Conte e Graziella falla (Torino) 10.000; Bertalot Margherita (Roma) 1.000; Un amico
dei Sigg, Barbiani 10.000; Un’amica dei
Sigg. Barbiani 10.000; Renato Coisson (Serre) 5.000; dalla cassetta nel Tempio 18,155;
Sorelle Goss (Torre Pellice) 5.000; Ida Coisson Mathieu (T. P.) 10.000; Annalisa Co'isson (T. P.) 10.000; Teofilo Pons (T. P.)
2.000; Ernesto Bein (T. P.) 1.500; Davide
JaUa (Ivrea) 2.000; Ugo Rivoiro Pellegrini
(Torino) 50.000; Albarin Sergio (T.P.) 1.000.
A tutti il nostro più vivo ringraziamento.
Pubblichiamo l’orario estivo dei culti domenicali :
9 luglio: ore 10 Pradeltorno.
16 luglio: ore 9 Serre; ore 14,30 Bagnau.
23 luglio: ore 10 Pradeltorno.
30 luglio: ore 9 Serre; ore 14,30 Bagnau.
BOBBIO PELLi:s
I nostri vivi rallegramenti ed auguri alla
famiglia dei nostri fratelli Aldo e Susanna
Ponte! di Via Boschetti, per la nascita del
secondngenito Pontet Guido, avvenuta il
giorno 2 giugno al reparto maternità delrOspedale Civile di Pinerolo. e. a,
CONGRESSO FEMMINILE
SALUTISTA
Anche quest’anno, a Bobbio Pellice. il 21
giugno u. s. ha avuto luogo un Congresso
Femminile dell’Esercito della Salvezza. Erano presenti le delegate dell’Italia del Nord :
una sessantina. La Brigadiere Yard, venuta
appositamente da Roma apre la riunione con
una parola cordiale di benvenuto e saluta
le sorelle della Chiesa Valdese di Torre P.,
S. Giovanni, Villar e Bobbio, ringrazia la
Maggiore Buffa e la Brig. Lombardi per tutto il lavoro svolto a favore dell’U. Femminile di Torre Pellice, lavoro che non sarà
mai dimenticato! Anche noi dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza per tutte le persone anziane, ammalate, afflitte e isolate del
la Chiesa Valdese di Torre P. a cui esse hanno portato una parola di conforto, poiché
ovunque vi è un Salutista vi è un fratello,
un amico • sincero e fedele, ovunque vi è l’E.
sercito della Salvezza vi è gioia, carità e solidarietà, e lo abbiamo realizzato ancora una
volta durante la giornata. Viene presentato
Temblema dell’U. F. confezionato a cura
della Brigadiere Sibille con il bel motto :
Amicizia, educazione, preghiera, servizio e
ricordata con riconoscenza la misàone che
la Maggiore Salomon ha svolto con fedeltà
per lunghi anni a Milano e a Torino. Si alternano gli inni d’insieme, alcuni della nostra Chiesa come « Mi prendi per la mano »
ed i cori preparati dalle Unioni di Milano,
Torino e Torre Pellice (il testo è stato scritto
da una donna di Gaeta inferma da molti
anni). Seguono alcune brevi testimonianze,
fra cui quella della Maggiore Calzi che ha
realizzato nella sua vita personale, nella propria famiglia e nel suo lavoro l’aiuto del Signore e cita alcuni fatti commoventi.
Si passa al culto vero e proprio, tema cen.
trale del Congresso, Dopo aver cantato un
inno le cui parole si trovano nel versetto
6 del Salmo 23, la Brig. Yard parla sui testi: Colossesi 3: 1-16; II epistola di Pietro
versetto 13: « Secondo la sua promessa aspettiamo nuovi cieli e nuova terra in cui abiti
la giustizia» e Giov. 6: 67-69: «Tutti gli
uomini desiderano un mondo nuovo ed aspirano a questa trasformazione. Migliaia di
giovani manifestano la loro insofferenza nei
modi più svariati, anche la reazione dei capelloni è una protesta contro lo stato attuale
della società, ma per attuarlo a chi ce ne
andremo noi? Uno solo è l’architetto del
mondo nuovo, il Cristo; edificato su questa
pietra sarà un regno stabile, sarà un regno
d'amore. Utopia? No. Lo testimoniano la vita
di fede vissuta durante i secoli da tutti coloro che sono stati rinnovati dalla grazia ».
Canta la capitana Paglia (testo I Corinzi 13)
l’inno alla carità; dopo la lettura di un
telegramma della Colonn. Bordas: «Vedete
dì quale amore ci è stato largo il Padre dandoci di essere chiamati figlioli di Dìo »
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
(1 Giovanni 3: 1) la seduta antimeridiana è
tolta con la preghiera della signora Saivani.
Eccoci a mezzogiorno, tutte riunite intorno alla mensa preparata con cura e con
amore dalla Capitana Longo ed alcune collaboratrici.
La seduta pomeridiana si apre con la preghiera della Maggiore Riccio ed il canto
dell’inno « La tua presenza brama ». La Signora Colucci parla del suo lavoro a fianco
del marito. Pastore S. Colucci, presentando
in modo vivo ed efficace l’opera di Villa
Olanda a favore dei profughi russi, dalla sua
fondazione fino ai giorni nostri. Seguono
brevi messaggi della signorina Cicero (Salmo 55: 22), di Suor Ermellina, delle signore Melli, Buffa, Lombardo e della capitana
Carcagnano di Milano che insiste sulla necessità della testimonianza personale : « noi
siamo una lettera letta da tutti coloro che ci
incontrano, quale responsabilità per le nostre parole e per i nostri atti! ».
Il capitano Calzi termina colla preghiera
ed eccoci riunite intorno ad una tazza di thè.
Il Signore benedica abbondantemente l’opera dell’Esercito della Salvezza, nella nostra patria e nel mondo intero.
Lina Varese Beri
Cuito
al Colle delia Croce
Gli amici, frequentatori abituali
del culto al Colle della Croce vogliano
prendere nota che, in seguito a reiterata richiesta dei nostri fratelli protestanti di Francia, detto culto avrà
luogo quest’anno, sempre al Colle
della Croce la domenica 23 luglio, col
solito orario.
E. Aime, Pastore
CERÍGNOLA
CULTI AL CIABAS
Ogni domenica alle ore 15
fino alla fine di settembre
Questi culti estivi sono stati istituiti per i membri delle Chiese di
Torre Pellice, Angrogna e San Giovanni abitanti nella zona del Ciabas e per tutti i villeggianti e turisti che amano la pace e il raccoglimento nell’antico storico tempio.
PERRERO - MANlBtlA
Il tradizionale bazar benefico, preparato
con costanza ed amore dalle nostre Unioni
femminili, ha ottenuto un ottimo successo, il
30 aprile. Rinnoviamo a quanti, in vario
modo, vi hanno contribuito ed a coloro che
in modo speciale ne sono state le organizzatrici e collaboratrici il nostro vivo ringraziamento.
La nostra Unione giovanile ha trascorso
un’ottima serata, il 2 maggio, con la consorella di Pomaretto, presenti anche i giovani
di Chiotti col loro pastore. Studio e discussione. tè e giochi in una sana atmosfera di
cordialità. Ringraziamo ancora i nostri graditi ospiti.
La festa della madre è stata eelebrata il
14 maggio in un’apposita riunione preparata
e offerta alle nostre sorelle dall’Unione ca
detti che ringraziamo per il loro lavoro cos
apprezzato ed estendiamo il nostro ringra
ziamento alle collaboratrici che hanno vo
luto completare l’opera delle giovanissime
Il 20 maggio nel Tempio di Perrero è
stato celebrato il matrimonio di Arnaldo
Tron, di Massello, e Ada Poèt del Capoluogo. Erano circondati da molti parenti ed
amici e da numerosi giovani delle Unioni
che hanno voluto essere vicino a loro in
quella bella giornata. Rinnoviamo agli sposi
i migliori auguri di felicità e benedizioni
nel Signore.
Le nostre tradizionali riunioni di luglio
si terranno al principio del mese e più precisamente la domenica 9 alle ore 15 al Poèt
superiore ed alla fine del mese la domenica
30, pure alle 15, a Parant.
{Ritardata) Ricordiamo con grande ritardo che la nostra sorella Luigia Tron, ved.
Genre, originaria di Campo del Clot, ma residente ultimamente presso la nipote sìg.ra
A. Barai a Perrero, è deceduta serenamente
1*8 settembre scorso all’età di 88 anni dopo
essere stata accolta da poco tempo alla Casa
di riposo di S. Germano Chisone. Giunga ai
parenti l'espressione della nostra simpatia.
POMARETTO
Ecco alcune notizie di vita ecclesiastioa :
domenica 28 maggio esame dei cadetti. Nel
passato il rendiconto avveniva solo di fronte
al Consiglio di Chiesa; quest’anno, con felice iniziativa, lo abbiamo voluto subito dopo
il Culto, che fu impostato all’avvenimento,
di fronte alla Comunità. I genitori ed i parenti tutti hanno così potuto constatare in
che cosa era consistita la semina : dall’Antico Testamento alla storia Valdese e alla confessione di fede studiata secondo il catechismo di Heidelberg, e quanto promettente potrà essere la raccolta, con l’aiuto del Signore, in un prossimo futuro.
Diamo tutto il merito del successo al nostro Mimmo Campanelli il quale, oltre ad
essere presidente dell’Unione Giovanile, ha
dimostrato di sapercela fare nel trasfondere
il suo affetto intelligente e le sue doti di
educatore a questa parte più giovane della
Comunità.
Il loro numero, una quindicina, è suscettibile di aumentare. La loro riconoscenza fu
espressa con appropriate e commoventi parole da uno di loro.
Tristia. — Martedì 23 maggio fu giornata di lutto per la Comunità. Ci si è stretti
attorno ai familiari del compianto fratello
Bellapianta Giuseppe che quasi improvvisamente il Signore ha chiamato al riposo dei
giusti. I funerali, in casa e nell’Oratorio, ci
fornirono occasione di annunziare il messaggio della vita ad un folto pubblico e di
sottolineare la fedeltà del credente che nelle
sue scelte e tribolazioni seppe dare il primo
posto a Dio.
Martedì, 30 maggio, il Pastore fu richiesto di presiedere ai funerali della nostra
simpatizzante Russo Angela ved. Cianci da
anni duramente provata dalla malattia.
Alle famiglie provate esprimiamo ancora
la nostra simpatia cristiana. g-e.c.
Recentemente abbiamo celebrato il matrimonio di Ribet Luciano e Paola Revel : impegnati da alcuni anni nella vita della comunità, essi hanno promesso fedeltà l’uno
all’altro quale espressione della loro fedeltà
al Signore, in un clima di servizio per la
chiesa. Mentre spesso gli sposi, appena celebrato il matrimonio ritengono di aver esaurito il loro compito ecclesiastico per rinchiudersi nel loro alloggio ,alternando la cura
familiare con il lavoro, ignorando totalmente il problema degli altri, speriamo che le famiglie che si formano possano trovare ancora il tempo per ascoltare la Parola di Dio
e servire il Signore nella vita della chiesa
e del mondo. Per questo siamo stati chiamati a glorificare il Signore in ogni tempo della vita. Che il Signore benedica i nostri
sposi e dia loro la gioia di proseguire la loro
testimonianza come l’hanno compiuta sino
ad ora, quale solco prezioso per gli altri.
Siamo lieti di aver accolto la comunità
evangelica di Valperga, Cuorgnè, Pont Canavese, Rivarolo con alcuni elementi valdesi guidati dal Pastore Cantarella : una breve
visita ad Agape, poi, un giro alle opere in
Pomaretto, pranzo al sacco alla Lausa e inizio di riunione sul posto per poi terminare
l’incontro in chiesa a causa del temporale
che ha bloccato un gruppo di fedeli pomarini dal venire all’incontro. Ringrazio di cuore coloro che sono venuti ad esprimere il
loro sentimento di gioia sia nell’incontro al
culto, sia per il servizio prestato per il thè.
A questi nostri fratelli battisti ed al loro
Pastore Sig. Cantarella il nostro grazie riconoscente con l’augurio di rivederci ancora.
In occasione della gita della Scuola Domenicale abbiamo potuto visitare il Rifugio
e recare un pensiero di solidarietà e di vicinanza concreta. Che Dio benedica la comu.
nità del Rifugio ed il personale tutto. Anche
col quarto anno (quelli rimasti superstiti dal
gran giorno della Confermazione, tranne per
motivi di infermità) hanno fatto una visita
al Rifugio assieme al gruppo superstite delle altre schiere di confermati di questa valle.
Giornata di gioia e di comunione preziosa
tra tutti.
Abbiamo battezzato: Tron Danilo di Roberto e Richard Mirella; Guglielmino Sergio
di Fiorenzo e Balma Erina. Marco Alfonso
Paolasso di Attilio e Genre Bruna, battezzato
dal Pastore Giorgio Bouchard.
Ringraziamo molto Gianni Jahier e Giorgio Bouchard per i loro messaggi rivolti alla
nostra comunità così aderenti alla realtà tragica dell’ora che volge e preziosi per una riflessione seria nella nostra vita di fronte al
Signore ed al mondo.
Abbiamo celebrato il servizio funebre di
Vilielm Enrichetta nata Barai e Meynier Susanna decedute in tarda età. Alle famiglie la
nostra viva simpatia cristiana.
Desideriamo inviare un pensiero di viva
riconoscenza al signor Philip Berger e famiglia per il dono di 200 dollari per la nostra Scuola Materna e la chiesa in ricordo
della consorte Louise Berger, recentemente
scomparsa a Chicago e originaria di Pomaretto dove si trovano ancora i parenti. La
signora Malvina Long Rostan ha pure inviato un dono di lire 31.200 per l’ospedale
in memoriam della sorella Louise mentre
amici e parenti hanno inviato L. 40.200
pure per l’ospedale di Pomaretto. Siamo lieti di ricordare la buona abitudine dei membri delle comunità evangeliche americane
che ricordano gli avvenimenti della vita come le nascite, matrimoni, o morti con dei
doni cospicui per le opere viventi che rimangono in vera benedizione per ì poveri,
per gli orfani, ospedali, asili dei vecchi ecc.
Alla famiglia di Philip Berger, alla signora Malvina Long Rostan ed agli amici
la nostra viva riconoscenza.
Ringraziamo i membri della nostra chiesa
che hanno recentemente dato un dono per
le opere della chiesa in ricordo di eventi
particolari della vita, con senso di generosità e non come elemosina.
— Domenica 9 luglio, dopo il culto del
mattino, la Commissione Edilizia esporrà la
situazione dei restauri del tempio, che prevede un aumento delle spese per rettifica al
progetto : la comunità è invitala a pronunciarsi sulla sua realizzazione o meno.
, . ■ G. B.
PRAMOLLO
bambini hanno partecipato alla festa di Canto delle Scuoce Domenicali delle Chiese della Val Chisone nel tempio di Pomaretto; un
grazie alla. comunità ospitante per l’apprezzato rinfresco.
Domenica pomerìggio, 28 maggio, si è
svolta l’annuale vendita di beneficenza organizzata dall’Unione delle Madri. A tutte
le madri, alle famiglie, ai giovani ed agli
amici che hanno validamente collaborato
con doni, con prestazione di mano d’opera
e con la loro presenza alla buona riuscita di
questa attività ancora il nostro vivo ringraziamento.
Nel volgere di pochi giorni abbiamo dovuto prendere due volte la via del Camposanto. Al 30 maggio per deporvi la spoglia
mortale del fratello Beux Davide Emilio (Sagnelta) di anni 70, deceduto all’Ospedale Civile di Pinerolo ed il 6 giugno per accompagnare la spoglia del fratello Bosio Alfredo, di anni 63, ex portalettere di Pramollo.
Il nostro fratello era scomparso da casa (Gianassoni), dove abitava con l’anziana madre,
lo scorso autunno; il suo corpo è stato ritrovato sulla montagna Bocciarda il 3 corr. m.
Alle famiglie colpite da questi lutti rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana e della nostra solidarietà nel dolore e
nella speranza nel Signore Gesù Cristo.
Domenica 4 giugno abbiamo avuto il piacere di accogliere le madri delle Chiese di
Angrogna Capoluogo e del Serre ed i bambini della Scuola Domenicale del Capoluogo, accompagnati dal Pastore A. Taccia e
Signora e dai loro monitori e monitrici.
Al mattino i bambini sono saliti fino al
Colle das Aras mentre le madri hanno partecipato non noi al culto; al pomeriggio ci
siamo ritrovati tutti insieme nella sala delle
attività, dove i nostri bambini, curati daH’insegnante sig.na Vanda Petrone che ringraziamo vivamente, hanno rappresentato alcune
allegre scenette e distribuito mazzetti di Viole a tutte le madri. Ringraziamo le nostre
sorelle ed i nostri fratelli per la loro visita
e diciamo loro « arrivederci ».
Domenica 18 giugno è stato amministrato il Battesimo a Peyronel Ivana di Enzo e
di Jahier Mirella (Ruata). Le benedizioni del
Signore siano su questa bambina e sui suoi
familiari. T. P.
SAN SECONDO
SUSA - COAZZE
Domenica 21 maggio, nel corso dell’Assemblea di Chiesa, è stata letta la Relazione
morale e finanziaria del Concistoro nelle attività del decorso anno ecclesiastico; sono
stati nominati deputati alla Conferenza Distrettuale i sigg. Jahier Edvico (Bosi) e Manetto Antonio CPellenchi) e deputato al Sinodo il sig. Bertalot Levi (Case Nuove . Pellenchi). A revisori dei conti sono stati eletti
i sigg. Long Gino (Pellenchi) e Peyronel
Guido (Tournim).
Nel pomeriggio della stessa domenica i
la famiglia cristiana con Inni, poesie, dialoghi. « rondes », soddisfatte soprattutto le fésteggiate le quali hanno anche ricevuto la
tradizionale ’margherita’.
La Comunità di Susa rinnova l’espressione
della sua simpatia al suo Consigliere di
Chiesa e Cassiere sig. I. Bolley e congiunti
per la dipartita di un suo fratello della Chiesa Battista dì Meana.
E‘ deceduta dopo anni di malattia, di sof.
fe,renze„.^di prove la nostra Sorella Teresa
Bianco Dolino in Vottero di Mompantero di
anni 78. Simpatizziamo con il marito, i figli,,
i parenti tutti ricordando loro che « Iddio...,
è ITddio... dei viventi » (S. Matt. 22 : 32).
L’Evangelo è stato annunziato a parecchi
estranei convenuti a Gian-Martin, Coazze,,
per accompagnare alla sua ultima dimora
terrena la spoglia mortale del nostro FratelloEmilio Rosa Brusin deceduto dopo una degenza di qualche mese a casa e all’Ospedalfr
all’età di 76 anni. Alla vedova, ai figli (uno
è in Brasile) e congiunti, piangendo e sperando con loro, ricordiamo : « Io, dice il Cri.
sto, sono la risurrezione e la vita » (S. Gio-^
vanni 11: 25). !.. C.
L
P
ANGROGNA (Gspolaogo)
Durante l’assenza del Pastore, recatosi negli Stati Uniti, i culti domenicali sono stati
presieduti dai pastori : Enrico Tron, Roberto
Jahier, Gustavo Bertin e dal cand. theol.
Mario Berutti. Il pastore Achille Deodato ha
presieduto due funerali. La nostra Comunità
rinnova a questi fratelli la sua sincera riconoscenza per la loro preziosa collaborazione.
Dipartenze. — Il 9 maggio, nella sua casa alla Rivoira, circondata daH’affetto dei
suoi cari, è deceduta Berger Caterina ved.
Pons, all’età di anni 88. Essa era originaria
di Prali ed ha allevato ed educato cristianamente ben otto figli, uno dei quali è l’anziano Remy, ben noto nell’ambito della
Chiesa. La nostra sorella, oltre alla sua famiglia, ha molto amato la sua chiesa che
ha sempre servito fedelmente.
Il 16 maggio, una numerosa folla ha accompagnato al campo deU’estremo riposo la
spoglia mortale di Fornerone Daniele, di anni 81, deceduto all’ospedale civile di Pinerolo, in seguito ad una accidentale caduta,
durante una passeggiata nei pressi di Miradolo. 11 nostro fratello, finché le forze
glielo permisero, fu un assiduo frequentatore dei culti domenicali.
Il 13 giugno al Rifugio Carlo Alberto, decedeva Cardón Clot.lde ved. Don di anni 80.
Da tempo, la nostra sorella era provata nella
sua salute. Essa aveva fatto il suo testamento spirituale, in cui esprimeva il desiderio
che i suoi funerali si svolgessero nella forma più semplice e senza fiori. Aveva inoltre
scelto il versetto bìblico da meditare: «Non
temere, solo abbi fede ».
Alle famiglie, colpite nei loro affetti più
cari, esprimiamo ancora la nostra viva e fraterna simpatia cristiana, invocando su loro
le consolazioni del Signore.
Battesimi. — Domenica 23 aprile è stata
battezzata la bambina Ribet Ileana di Mafalda e ni giugno il piccolo Fogliame Paolo dì
Sergio e di Rostan Miranda.
Chiediamo al Signore dì benedire questi
bambini e di guidare i loro genitori nel compito difficile della loro educazione cristiana.
— Domenica, 25 giugno, nel corso del
culto è stata letta e discussa la relazione
morale e finanziaria del Concistoro. In tale
circostanza sono stati nominati due delegati
per la prossima Conferenza : i sigg. Remo
Gardiol e Paolo Gardiol ed un delegato al
Sinodo: il sig. Aldo Godino. Inoltre è stato
rieletto l’anziano di Miradolo nella persona
del sig. Gino Paschetto.
— Domenica, 9 luglio, sarà tenuta una
riunione all’aperto, alle ore 15,30, nella zona Brusiti. A. G.
Durante la Settimana Santa abbiamo avuto a Susa delle Adunanze in comune con i
Fratelli Battisti di Mompantero e scambio
di pulpito con il loro Pastore sig. T. Saccomani che ringraziamo cordialmente come
pure il suo Collega Past. L. D'Isanto, Susa,
di avere presieduto Culti domenicali a Coaz.
ze e a Susa.
Ringraziamo vivamente i giovani di Angrogna i quali, a Coazze, dopo avere partecipato al Culto del mattino, nel pomeriggio,
nella sala delle attività, si sono esibiti in una
commedia ed una farsa e sono stati molto
applauditi. Gli alunni delle due Scuole domenicali hanno partecipato attivamente al
Culto ed alla Festa a Coazze e a Susa in occasione della domenica della mamma e del
Nel mese di giugno abbiamo alcune attività cosidette di chiusura, ultime propaggini di un intenso anno di lavoro. Innanzitutto (in ordine cronologico!) il Bazar con
un lusinghiero successo malgrado la non eccessiva partecipazione di persone, lia felicemente coronato l'attività della nostra Unione Femminile, che quest'anno, ha avuto un
andamento molto positivo.
I neo confermati hanno partecipalo alla
giornata organizzata per loro ad Agape, riportandone una impressione molto fiositiva.
Ci auguriamo che la riflessione sul tema della fedeltà evangelica, possa portare i suoi
frutti non solo per la loro vita indM'Iduale,.
ma per la vita stessa della Comunità in cui
sono chiamati a collaborare.
I bambini della Scuola Domenicale, iianno
partecipato alla festa di canto a Bol lii:» Pellice ed hanno concluso il loro anno di studiocon una bellissima passeggiata al Lararà di
Pramollo. La gita era organizzata cov ‘‘Unio.
ne Femminile che però si è ferma's. a Pramollo dove ha partecipato al culto ( ; ■ quella Comunità. Nel pomeriggio una xmpaticissima riunione in comune con l’U , F. e la
S. D. di Pramollo ha concluso la iu;:.citissima giornata. Un grazie vivissimo ai pramollini per la loro calda e fraterna accoglienza
ed un arrivederci ad Angrogna!
La stessa domenica, mentre le ma:
più piccoli erano a Pramollo, i gio'
rUGV del Martel si sono recati a C‘
mattino hanno partecipato al culto
Comunità e il pomerìggio ha avin
una riunione in comune con recitaz
parte della nostra Unione, del drar
due sergenti ». Anche ai fratelli dj
un vivo grazie per la loro bella acoi:
Sempre in tema di gita ricordiairc'
organizzata dai giovani deH’Umone oi
suil Vernò, in macchina, sulla Costa
ra e sulla costa ligure, di due giorni
vani sono rientrati felici per la perfo
scita della loro passeggiata. Ancora .
po giovanile e riflettendo sul terni,
drammatica », ha avuto luogo una <
a cui hanno preso parte rappresenta;
le quattro Unioni di Angrogna. p
dal Sig. G. P. Saccaggi, in cui si r
nata la possibilità di costituire lUi
drammatica unica (finora ogni Unim
tava per conto suo), con il vantaggio
disporre di un maggior numero di
quindi di poter presentare opere
mente impegnative, e con lo scopo ;
di rendere un servizio dì testimonial)/
gelica attuato attraverso la presentatesti che abbiano un contenuto di
costituiscano un richiamo e un ixi%.
riflessione. Il progetto è ora oggetto li attento esame presso le singole Unioni in attesa di più approfondita maturazione.
Con una lodevole iniziativa della
insegnante sig.na Annalisa Coisson,
di religione presso la Scuola si sono c
con una visita degli allievi al Museo
se, ada Sala Sinodale, alla BiblioteCc;
rOrfanotrofìo di Torre Pellice. I ragazzi sono stati così messi in diretto contatto s;a con
i ricordi della storia che con le espressioni
dell'attuale vita ecclesiastica.
Durante il mese di giugno dobbiamo segnalare due dolorosi lutti che hanno colpito
la nostra Comunità che, con profondo rammarico, vede poco per volta sparire i suoi
membri più anziani. Il giorno 9 si spegneva
dopo lunga malattìa sopportata con pazienza,
la sorella Odin Giordan Margherita dei Malans, di anni 87. Essa da poco era diventata
trisnonna. Il giorno 15 decedeva improvvisamente, senza che nulla facesse presagire
una fine cosi rapida, Bartolomeo Pons dei
Pons, di anni 79. Ai familiari cosi duramente colpiti da questi lutti rinnoviamo la
nostra affettuosa solidarietà nel dolore, illU'
minata tuttavia dalla certezza della redenzione e della vita in Cristo Gesù.
Ma anche nella vita della Chiesa alle nO'
te tristi si succedono le liete. Il 3 giugno si
sono uniti in matrimonio Lucia Ricca del
Martel, da poco rientrata ad Angrogna con
la sua famiglia proveniente da Milano, e
Umberto Pons della Revellera, apprezzato
maestro di sci al Sestriere. Ai giovani sposi,
stabilitisi al Saret di Angrogna, esprimiamo
l’augurio di vera felicità nel Signore. Il 18
giugno è stato amministrato il battesimo a
Manuela e Rinalda Benech del Cìabot, figlie
di Renzo é Anita. Alle piccole e.alle loro famiglie rinnoviamo l’augurio di ogni benedizione.
Alla Conferenza Distrettuale di San Germano la nostra Comunità è stata rappresentata, oltre che dal Pastore, dalla Sig.na Ada
Malan e dal Sig. Alfredo Sappè. La Conferenza stessa eleggeva tra i suoi rappresentanti al Sinodo il Sig. Silvio Bertin del
Prassuìt. La Comunità aveva intanto elettu
quale suo rappresentante al Sinodo il SigJean Louis Sappè del Capoluogo.
Ringraziamo il Past. Gustavo Bertin per
aver gentilmente accettato di presiedere il
culto della domenica 4 giugno. A. T.
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i¡ luglio 1967 — N. 27
28
.ag. 7
La "Populorum Progressio»
presentata e discussa a Barí
A l.iuorno
DALLA DIASPDRA DELLA BASSA PADANA
pin dai giorni immediatamente succesjjvi alla sua promulgazione, a Bari e provincia rEnciclica è stata oiggetto di studi e
^ferenze che si sono succedute a ritmo
incessante, quasi sempre per iniziativa di
(ircoli cattolici e con oratori in generale di
¿pirazione cattolica.
Era però ancora mancata una valutazione
protestante. Richiesti di esporre il nostro
punto di vista, abbiamo ritenuto opportuno farlo con una conferenza pubblica epttta dal pastore Enrico Corsani la sera del
3 giugno nella Chiesa Valdese, alila presenPj di un vasto pubblico estraneo. .Si è trat(jto di una conversazione annunziata come « un commento protestante ». È seguito
(in dibattito estiremamente interessante per
le osservazioni fatte da persone cultuialmente, politicamente e religiosamente assai
¿verse.
Alcuni giorni dopo, la sera del 12 giugno,
pell’aula del Consigiio Comunale c per
infziativa del Centro di Cultura « A. Lucarelli », ha avuto luogo un dibattito cui
hanno partecipato il pastore Corsani ed
altri quattro oratori (cattolico, liberale, socialista. coimunista) tra cui due parlamentari. Il dibattito era diretto dal Prof. Mario
Sansone, Preside della Facoltà di Lettere
dell'Università di Bari.
«La Gazzetta del Mezzogiorno» che ne
aveva data comunicazione (come in precedenza aveva fatto anche per la conferenza
nella nostra Chiesa), ha successivamente
pubblicata con rilievo una relazione in sostanza imparziale.
Osserviamo che nel dibattito sono state messe in luce le divergenze di fondo (soprattutto per quanto riguarda la tesi protestante) e le critiche sono state più precise
(e non solo da parte liberale, ma anche da
I parte socialista e comunista). R,iportiamo
! alcune delle osservazioni degli oratori. Se' cundo l.'avvocato Pasquale Calvario (liberale), è ingiusta l'accusa fatta al liberalizo ohe viene fatto coincidere col liberismo economico; questo si rifà ad idee
esaltatrici della assoluta libertà individuale,
concezione ormai superata e ripudiata dagli stessi liberali. Invece l’idea autenticamente liberale si pone come esigenza di
libertà spirituale e di tolleranza che ponI gooo nella sua giusta dimensione la coscienza morale dell'uomo. E'oratoire ha insistito su questo concetto, appena sfiorando i problemi posti dal capitalismo.
Per l’on. Di Vagno (socialista), l'impoirtanza deH’Enciciica è nel fatto che dopo
cento anni la Chiesa Romana si avvicina
al pensiero marxista della vita e dell’organizzazione economica. La Chiesa affront ta per la prima volta il discorso^ della libertà, affermando che non si è veramente
liberi spiritualmente fino a quando si resta schiavi del bisogni economici che avviliscono l'uomo. Perianto, per i socialisti
non vi è emozione per FEnciolica, perchè il
pensiero della Chiesa oomferma gii atteggiamento delle forze socialiste.
L’on. Renato Scionti (comunista, professore di storia e filosofia) ha affermato
che la c< Populorum Progressio » non è un
fatto contingente, poiché essa rappresenta
un particolare periodo di svolgimento della
storia della Chiesa iniziata col pontificato
di Giovanni XXIU e col Concilio. La Chiesa ha fatta propria una tematica già enunciata dal marxismo, in quanto vi si critica
il sistema capitalistico fondato sul profitto
disumanizzante. Tuttavia essa non indica
la via per trasformare il sistema.
L’oratore cattolico, il dott. prof. Nicola
Damiani, ha confermata la piena adesione
dei cattolici aU'invilo espresso da Paolo VI
tiell’Enciclica in cui è enunciato un programma che può essere accettato da tutti.
Per una migliore esistenza del consorzio
umano è necessario un razionale programma di aiuti che, rifiutando la precarietà degli attuali interventi, elimini le ingenti spese militari. Pur non discostandosj dal concetto del «superfluo», ha però detto che
questo deve essere coimmisurato al bisogno
altrui e non al proprio, arbitrio od avarizia.
Il pastore valdese aveva parlato per p.rimo, mettendo in evidenza come FEnciclica
contenesse un messaggio cristiano veramente profetico, cioè anticipatore. Sia per
la diagnosi! come per le proposte, non può
certo definirsi nè originale nè tanto meno
moderato e prudente e, col suo attento dosaggio di condanne e di attenuazioni delle
medesime, di critiche e di rettifiche, seml’ra porsi ad una certa equidistanza tra il
pensiero liberale e quello socialista. Il consenso con cui è stata largamente accolta, si
spiega appunto per il fatto che essa offre
an messaggio di saviezza umana che può
legittimamente rivolgersi a tutti quelli che
sono definiti « uomini di buona volontà »,
^ove per « buona volontà » si può benissimo intendere buon senso.
Dopo aver ricordato che la proposta del
fondo monetario è comunque stata preceduta nel tempo da quella del sociologo
protestante André Bieler, successivamen'e
studiata dalla conferenza ecumenica di GiPOVra Chiesa e Società, il Pastore ha for
bulti a Rimini
per il periodo estivo
(Luglio - Settembre)
Comunico il nuovo indirizzo della Chiesa
^angelica Valdese: Viale Trento, 61 - Riponi, I Culti in lingua italiana hanno luo8“ ogni domenica alle ore 18. Viale Trento
*’ trova a dieci minuti dalla Stazione ferro’*aria, e a cinque minuti dal famoso... grattsoielo!
Chi viene da Riccione con il filobus, ehied® la fermata « Villa Rosa ».
Severino Zolla
temente criticato il concetto di « superfluo », biblicamente debole. Infatti la novità sconvolgente del meissaggio di Cristo
consiste nell'invito al dono incondizionato
di se stessi. NelFepisodio riferito dai Vangeli circa le offerte che erano versate nella
cassa del Tempio, non è senza significato
che Gesù abbia attirata Fattenzione dei
suoi discepoli sull’obolo della vedova. Il
comportamento dei cristiani della comunità primitiva di Gerusalemme (comunque
lo si voglia giudicare) ha appunto questo
significato; all’etica del caicolo (il superfluo) si sostituisce l’etica del dono, delFagàpe.
Tuttavia le Chiese Protestanti sono pronte a coMaborare in questa direzione, considerando però questo aiuto come una tappa in attesa- che sia risolto il problema di
fondo, che è quello di eliminare le distanze tra paesi ricchi e paesi poveri, mediante
una radicale trasformazione strutturale.
È seguito un interessante dibattito, egregiamente diretto e concluso dal moderatore
prcif. Sansone.
Siamo lieti di queste nuove occasioni che
si aggiungono a numerose altre che, nel
corso di quest’anno, ci hanno permesso di
manifestare la nostra presenza e di rendere testimonianza della nostra fede.
1. N.
Co Ulto solla stampa Naa^elica ^o||ZÌe ¿Q FelOltÌCa PO,
Santa Lucia, Quìstello
L’Assemblea di Chiesa riunita FU giugno 1967
ritiene
che sia urgente ed indifferibile una più
suddivisione dei compiti dei peti Lr/ Luce)} e n Nuovi Tempi y>;
RILEVA
sede ci tale suddivisione, occorra
maggior rilievo alla formazione
precisa
riodici
che, in
fornire
spirituale e comunitaria dei membri di
Chiesa, senza trascurare, d’altra parte, la
testimonianza evangelica airesterno della
Comunità; e pertanto
AUSPICA
che il periodico della Chiesa Valdese «La
Luce » dia meno rilievo ad argomemti di
natura politica e sindacale, prestando maggiore attenzione all’indilazionabile necessità .ci fornire ai membri di Chiesa, specie
se isolati, e alla Comunità una insoistituibile fonte di meditazione e di riffessione
personale e spirituale; infine
SUGGERISCE
che Nuovi Tempi)), senza perdere il carattere di strumento di informazione, curi
in particolare il fine di fornire all’interno
e soprattutto alfesterno delle Comunità,
ponderati giudizi sui più importanti eventi mondiali, dai quali traspaia, coin chiarezza la posizione al riguardo assunta da
quegli strali più coscienti dfeirEvangelismo
Italiano.
« Quel che è nato dalla carne, è carne;
quel che e nato dallo Spirito è spirito »
(Giov. 3: 6)
Dalla « Relazione Annua » della nostra
Chiesa emergono quest’anno tre fatti dì par.
ticolare rilievo : Il buon risultato della attività svolta nella Scuola Domenicale : culto
con partecipazione attiva dei ragazzi piu
grandi e studio settimanale suddiviso in cor.
si per ordine di età. Il buon risultato raggiunto in campo finanziario dovuto, in parte almeno, aU’impegno finanziario anticipato,
sperimentato per la prima volta nella comunità. Infatti senza ricorrere a pressioni si è
raggiunto complessivamente (cassa Chiesa .
cassa Scuola Domenicale - Cassa Unione
Femminile) rammentare di lire 1.570.000
senza contare diversi contributi per le opere
della Chiesa, versati direttamente da singoli
membri. Infine in campo ecumenico va segnalato un incontro di studio in comune pre.
sieduto dal Rev. Don Pompeo Piva Insegnante al Seminario Vescovile di Mantova e
dal Pastore Guido Colucci di Verona. Nella
ancor giovane storia della nostra chiesa, cosi
travagliata da dolorosi contrasti, è stato que
sto il primo tentativo comunitario
tura verso Teslerno nella ricerca
aper
nuove
Ad Aosta e nella Valle
Tra la metà e la fine di maggio hanno
avuto termine le attività ecclesiastiche del
periodo Invernale.
Domenica 28 maggio abbiamo avuto l’Assemblea di Chiesa, alla quale il Consiglio
ha presentato la « relazione annua ». Da essa
risulta che Fanno teste terminato è stato
contrassegnato da alcuni avvenimenti che,
brevemente, elenchiamo. Innanzi tutto, il
cambiamento del Pastore, avvenuto l’autunno scorso dopo la partenza del Past. Paolo
Marauda per altra sede (dopo un ministero
fedele di sei anni in Valle di Aosta); a sostituirlo la Tavola ha nominato il Past. Giovanni Peyrot. La « relazione » nota che l’inserimento del nuovo Conduttore è avvenuto
in maniera molto positiva per il senso di
fraternità e di collaborazione che, sin dal
primo momento, si è stabilito reciprocamente tra Pastore e Comunità.
I culti sono stati ben frequentati, specialmente nel periodo invernale (però da pochi
estranei); la riunione infrasettimanale del
mercoledì sera, variamente articolata nel
programma degli studi, ha raccolto, invece,
solo un piccolo numero di partecipanti, i
quali, tuttavia, hanno tratto buon profitto
per là loro fede e per il chiarimento di certi
problemi che oggi si pongono alla nostra coscienza testimoniale. Le altre varie attività
(scuola domenicale, catechismi, unione giovanile, lega femminile ecc.) hanno avuto un
andamento discreto...
La Comunità, pur nella modestia della sua
rilevanza numerica e come classe sociale, ha
continuato a manifestare la sua sensibilità
nel contribuire generosamente sia per i bisogni locali che per i versamenti alla Cassa
Centrale ed altre Opere (alla Cassa C. abbiamo versato L. 820.000, come richiesto,
per Opere e Scopi vari L. 285.000: spese per
la chiesa locale 210.000; contributo fraterno
al gruppo di Viering per riparazioni alla
sala di culto di quella località L. 75.000). Il
nostro bilancio è stato di un milione e 400
mila lire, con una media contributiva di
17.500 a testa.
Per quanto riguarda la testimonianza e la
evangelizzazione, la « relazione » nota che la
Comunità, attraverso l’opera dei suoi singoli
membri « rende una testimonianza validissima in ogni ambiente ove i nostri fratelli
vivono e lavorano »; siamo però anche alla
ricerca di altre forme e vie (non necessariamente « nuove » perchè probabilmente già
seguite in passato) per portare FEvangelo
agli uomini del nostro tempo, tenendo conto del presente e particolare contesto sociale
della nostra città e Regione. Tutta la Comunità, senza demagogia ma con consapevole
responsabilità, è impegnata in questa ricerca.
Speriamo di poter dare maggiori ragguagli
nel prossimo futuro.
L’Assemblea ha poi proceduto alla elezione del nuovo Consiglio, per scaduto quinquennio; sono risultati eletti: Carlo Monaya,
Luigi Resburgo. Ercole Marzone (tutti riconfermati) e la Prof. Giovanna Pons (neoeletta). Mentre porgiamo un vivo augurio a
questi fratelli chiamati col Pastore a « pascere » la nostra Comunità, rivolgiamo un
sentito ringraziamento al fratello Perino Giovanni che ha servito la chiesa per vari anni
e che. per ragioni di età e di salute, ha chiesto di non più essere riconfermato nell’inca
tico. . ,
L’Assemblea ha anche nominato quale delegato alla Conferenza Distrettuale l’Anziano
C. Monaya.
Domenica sera. 4 giugno, il nostro Pastore ha presentato, dinanzi ad un buon uditorio, l’opera del « Servizio Cristiano » che
viene svolto, come tutti sanno, a Riesi (Sicilia) da un gruppo di evangelici « impegnati » sotto la guida del Pastore T. Vinay.
L’esposizione è stata illustrata con la lettura
di alcune pagine del libro « Giorni a Riesi »
di Vinay, e una serie di diapositive, gentilmente inviate per l'occasione dalla Direzione
di Servizio Cristiano. I presenti sono rimasti molto interessati all’argomento.
Il mese di giugno è stato per noi marcato
da alcuni scambi di visite, avvenute sotto il
segno della più viva fraternità cristiana. Domenica 11, abbiamo ricevuto la corale della
cattedrale di Losanna (una trentina di persone). La corale ha partecipato al culto can
tando magistralmente alcuni classici cori
della Riforma. Siamo poi saliti sulle alture
di Pila a consumare il pranzo al sacco, godendo del magnifico spettacolo della natura
verde e delle cime ancora 'innevate. Dopo il
tè, offerto dalla nostra Comunità nel tardo
pomeriggio, i fratelli svizzeri sono ripartiti
alla volta delle loro case per il Gran S. Bernardo.
Partecipate ai culti
in Valle d Aosta
A tutti i fratelli evangelici e simpatizzanti, che si propongono di
passare la fine settimana o la domenica in 'Valle d’Aosta, rendiamo
noto che culti regolari hanno luogo ogni domenica
AOSTA
(tempio in via Croce di Città, 11)
ore 10
COURMAYEUR
(cappella in Piazza Petigaz,
1)
ore 17
e comitive,
Per gruppi e comitive, che desiderano avere, in altro orario e per
proprio conto, un breve momento
di raccoglimento e ci meditazione
delFEvangelo, è possibile trovare,
nelle due località, il locale di culto
aperto, su segnalazione tempestiva.
Per informazioni rivolgersi al Pastore G. Peyrot, via Croce di Città, 11 - Aosta (tei. 73.45).
Domenica 13, un gruppo della nostra Comunità si è, invece, recato a Ginevra in visita alla Chiesa del Petit-Saconnex (di cui
un gruppo era venuto ad Aosta l’autunno
scorso). Siamo stati ricevuti con molta fraternità: abbiamo partecipato al culto (ove il
nostro Pastore ha dato la predicazione, in
francese, su 1 Giov. 3 ; 10-18 : l’amore fraterno) e alla Santa Cena. Gli amici di Ginevra ci hanno poi condotti a pranzare al sacco
nella proprietà di un fratello, quindi, nel po.
meriggio, ci hanno fatto fare un rapido ma
completo giro per la città, visitando i luoghi
storici della Riforma ed alcune altre cose, di
cui è ricca, sul piano internazionale, la « cit.
là di Calvino ». Magnifica giornata! Grazie
al Signore che ce l’ha data... e grazie ancora ai fratelli ed al Pastore del Petit-Saconnex.
I nostri culti cominciano a registrare,
sempre più frequentemente, la presenza di
evangelici, villeggianti e turisti, che scelgono la nostra bella 'Valle per un periodo di
refrigerio fisico e intellettuale. Per favorire
i nostri fratelli delFEstero, abbiamo adottato
delle K liturgie plurilingue » ciclostilate
(francese, inglese e tedesco). Coll’inìzio di
luglio, e fino alla metà di settembre, il culto
sarà celebrato ogni domenica anche a Courmayeur, alle ore 17.
Dipartenze. Venerdì 5 maggio è stato celebrato il funerale del fratello Gap. dei Carabinieri Attilio De Grandis, deceduto alla
età di 79 anni, dopo non lunga ma inesorabile malattia. Il fratello De Grandis , è stato
una bella figura di credente; proveniva dalla chiesa metodista di Parma. Alla vedova
e ai familiari l’espressione della nostra simpatia cristiana.
Sabato 10 giugno il nostro Pastore ha pre.
sieduto a Courmayeur al funerale del Sig.
Gadin Giuliano Cesare, di altra confessione
cristiana, deceduto alla età di 63 anni. Ai
suoi familiari il nostro cordoglio.
VILLAR PELLICE
Due famiglie della nostra Comunità sono
state ultimamente visitate dal lutto. Abbiamo infatti accompagnato al campo dell’ultimo riposo terreno le spoglie mortali di : Alfio Giovanni Pietro (Ruà - Piantàa), deceduto alla tarda età di anni 87 e di Barus
Luigi (Centro-Saret), scomparso tragicamente
il giorno 10 giugno, alla età di 61 anni.
Quest'ultima morte specialmente ha vivamente impressionato e addolorato tutta la
popolazione che è accorsa in massa il giorno del funerale a dire la sua simpatia alla
famiglia.
Alle famiglie di questi nostri fratelli
scomparsi, dolorosamente provate nei loro af.
letti più intimi, rinnoviamo l’espressione
della nostra viva e fraterna solidarietà, nella
certezza della risurrezione e della vita con
Dio in Gesù Cristo il Signore.
Sono stati uniti in matrimonio: Roberto
Cordin (Uccioire) e Elena Charlin (Praferrero); Renzo Davit (Garnier) e Marilena
Gönnet (Sarei).
La benedizione e la grazia del Signore accompagnino questi sposi e riposino sul focolare da essi fondato.
Il nostro più cordiale saluto di benvenuto
ai due seguenti piccoli ospiti giunti a rallegrare il loro focolare domestico : Giulio, di
Alberto Giovanni e Erneslina Berton (Inverso); Alberta, di Ettore e Mary Rosani (Centro).
Ai loro genitori le nostre più vive felicitazioni.
Gli scolari delle scuole elementari hanno
concluso il loro anno di la’voro e di studio
con una bella recita, preparata con grande
impegno e presentata con bravura ed arte. Il
pubblico numerosissimo — fra il quale il Di.
rettore Didattico Sig. Prof. Vignetta — accorso ad ascoltarli ed i calorosi, ripetuti applausi ricevuti sono stati il segno più evidente di quanto questa recita sia stata apprezzata.
Esprimiamo ai bravi piccoli artisti il nostro plauso e diciamo a loro ed ai loro Inse
vìe di testimonianza evangelica. Tema dello
studio: «Il matrimonio nella Bibbia». Impressione positiva.
Ad eccezione di questi aspetti « particolari » la vita della comunità si è svolta secondo la linea tradizionale : culto domenicale
(media part. 30) riunioni del Consiglio di
Chiesa con vari gruppi di membri della comunità. delle quali solo due, con i giovani,
hanno dato un risultato soddisfacente. Si
registra una lieve diminuzione di frequenza
al culto domenicale ed una accresciuta difficoltà per incontri serali su settimana. Infatti quest’anno è stato soppresso il culto settimanale, sostituito in seguito dal « Gruppo
del Vangelo » frequentato da alcuni membri
desiderosi di prolungare le linee della meditazione domenicale. Una riunione presieduta
dal Sig. Sergio Nisbet e una conferenza presieduta dal Dott. Giorgio Peyrot hanno arricchito la nostra normale attività. Un gruppo di otto Membri di Chiesa ha partecipato
ad una conferenza organizzata a Bondeno
dalla Chiesa di Cristo e ad una Tavola Rotonda organizzata da « L’astrolabio » a Mantova.
L’Unione Femminile ha svolto la sua atti,
vita la domenica pomeriggio anziché la sera.
Si segnala un leggero aumento nell’iscrizione e nella frequenza. L’annuale pesca di beneficenza (26-6-1966) ha dato ottimi risultati grazie a un cospicuo dono della Chiesa
di Firenze. Come per il passato il ricavalo
è stato devoluto alle opere assistenziali della Chiesa. Il dopo-scuola ha dato anche quest’anno il suo contributo ai nostri ragazzi
che frequentano le elementari. E’ questa
una attività che il Consiglio desidera potenziare e pertanto nella relazione invita la comunità tutta a valorizzare questo strumento
di servizio che ci è dato.
La nostra cappella è stata risanata dalla
umidità che da tempo ne alterava la facciata e tre volontari hanno provveduto a mettere in opra una nuova porta artisticamente
lavorata. Attualmente sono in corso di esecuzione i lavori per Tinstallazione di un im.
pianto di riscaldamento centrale a termosifone finanziati in parte dalla Tavola, in par.
gnanti, che li hanno così ben preparati e diretti, il nostro « grazie » molto vivo.
Alla presenza di parecchie personalità della Provincia, della Ditta costruttrice e di
molta parte della popolazione villarese è stato ultimamente inaugurato il nuovo ponte
che unisce le due rive del Pellice in località
« Rovine ». Una magnifica opera (il ponte
è lungo 176 m.), realizzata a tempo di record, che sarà di grande utilità a tutta la
nostra gente e che valorizza una bellissima
zona quale quella dell’Inverso. Siamo anche
liberati così da un timore che ci prendeva
ad ogni ingrossamento del Pellice : quello di
vedere tutto un grande quartiere, quale è
quello dell'Inverso, tagliato fuori da ogni comunicazione con l’asportazione dei piccoli
ponti esistenti.
E" doveroso esprimere a chi si è adoperato
per quest'opera molto bella ed utile — primo fra tutti il Sig. Sindaco dì Villar Pellice — una parola di viva gratitudine.
Ringraziamo il Pastore Sig. Franco Sommani per il messaggio della Parola del Signore portato alla Comunità in occasione del
culto da lui presieduto in assenza del Pastore.
L’Assemblea di Chiesa, nella sua riunione
di domenica 25 giugno, ha eletto a rappresentare la Chiesa alla prossima Conferenza
Distrettuale: la Sig.ra Margherita Dalmas
Ved. Gönnet e l’Anziano Sig. Paojo Frache;
quali suoi Deputati al Sinodo : la Sig.ra Clementina Bouissa e il Sig. Dino Ciesch; quali
revisori dei conti per l’anno ecclesiastico ora
conclusosi: la Sig.na Ornella Monnet e
il Sig. Dario Bouissa.
A conclusione del loro anno dì attività e
di studio i bambini della Scuola Domenicale, insieme ai bimbi della Scuola Domenicale di Bobbio Pellice, si sono recati in gita
a Caselle-Superga-Zoo di Torino; le mamme
dell’Unione sono andate a Cuneo, dove hanno preso parte al culto con la locale Comunità Battista e dove hanno con tanta gioia
rivisto la Sig.ra Anna Lakatos, per tanti an
CULT! RADIO
domenica 9 luglio
Past. ERMANNO ROSTAN
Ivrea
domenica 16 luglio
Past, GUIDO MATHIEU
Roma
(questo culto sarà particolarmente dedicato ai fanciulli delle Scuole domenicali).
te da alcuni donatori residenti in loco e dalla eventuale generosità di amici e conoscenti residenti altrove.
Diaspora di Santa Lucia . Quistello
La c< relazione della diaspora » mette quest’anno in evidenza la estensione della medesima e lo sforzo compiuto per mantenere
sullo stesso piano della Chiesa di Felonica
la cura di tutte le famiglie in essa residenti.
La diaspora valdese si estende da S. Benedetto Po (Mantova) a Ruina di Rò (Ferrara) e da Callo (Rovigo) a Tavernelle Emilia
(Bologna). Lo sforzo di porre sullo stesso
piano le famiglie della diaspora ha portato
ad un avvicinamento spirituale e ad un collegamento maggiore fra i vari membri residenti in Felonica e in tutta la diaspora.
Nelle sue visite, nei servizi funebri e nei
culti il Pastore è stato accompagnato da vari
Membri di Chiesa di Felonica. Questo ha
consentito un maggior affiatamento ed ha
accresciuto la coscienza della nostra reciproca responsabilità di aiuto spirituale, morale
e materiale. In questo senso il Consiglio ha
provveduto ad alcuni lavori di manutenzione e migliorie alla cappella dì Santa Lucia
la quale ha ora anche esternamente un aspetto più decoroso. In merito alle finanze la
nostra diaspora ha superalo Tammontare del.
la somma richiesta dalla Tavola ed ha provveduto pure a coprire le sue spese.
Atti Liturgici. — Felonica: Due fratelli
ci hanno lasciati per rispondere aH’appello
del Signore: Confortini Maria ved. Vassalli
il 26-1-1967 e Confortini Napoleone il 30-31967. Nella diaspora: Furio Verdello il
26-10-1966.
I due posti lasciati vuoti, nellelenco dei
Membri di Chiesa, sono stati occupali da
due sorelle provenienti dalla Chiesa Romana che hanno, a conclusione di un breve
corso bìblico, desiderato entrare a far parte
della nostra Chiesa: la Sig.ra Bertolìni Itala
in Negri (Elvio) e la Signora Golfrè An.
dreasi Marta in Negri (Tino). Ricordando
questi avvenimenti, lieti o tristi, domandiamo al Signore di far scendere su di ognuno
le sue preziose benedizioni.
Parafrasando le parole di Gesù citate all’inizio possiamo concludere, affermando, come giustamente fa osservare la Relazione
Annua », che quanto è stato fatto se è solo
frutto della carne, è carne e sarà annullato
dal tempo, mentre resterà vivo solo quanto è
nato dallo Spirito.
Anziano Evangelista
Felice Bertinat
ni Direttrice della nostra casa Miramonti;
i catecumeni di 4« anno, insieme ai loro
compagni di Bobbio Pellice, si sono invece
recati al mare, a Borgio Verezzi.
Tre belle giornate che hanno lasciato in
tutti un vivissimo e molto gradito ricordo.
Domenica prossima, 2 luglio, i giovani
dell Unione terranno la loro « seduta estiva »
a « Momau ». Possono partecipare tutti ì
giovani di anni e di cuore. Salita libera; appuntamento a Momau alle ore 11 per il breve culto. Seguirà la tradizionale « polenta ».
Portare l’Innario Italiano. E. M.
8
pag. 8
N. 27-28 — 7 luglio 1967
Echi delle conferenze distrettuali
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
i temi della discussione su esposti
e che
li prende alto della volontà da tempo
espressa dalle Comunità delle Valli di giungere alla Federazione Evangelica Italiana ».
e di ima raccomandazione alila Commissione Distrettuale affinchè, qualora la prevista Assemblea delle Chiese
facenti parte della Federazione venisse convocata, organizzasse una
Conferenza Distrettuale straordinaria dedicata all’argomento.
Un altro problema che è stato affrontato è quello della situazione generale delle Valli. La relazione della
Commissione Distrettuale osserva un
continuo abbassamento del numero
dei posti di lavoro, col conseguente
aumento del numero dei « pendolari »,
cioè di quei lavoratori che sono costretti — se vogliono lavorare — a fa^
re la spola tra il luogo di residenza e
qudlo di lavoro con un tempo di viaggio che raggiunge spesso le 4-5 ore.
Poiché «la condizione del pendolar
re non è quasi mai definitiva, ma conduce alla emigrazione», il problema
di fondo ohe la Conferenza è stata
chiamata ad esaminare è quello del
lento ma inesorabile spopolamento
delle Valli. Questo problema non è
stato solamente visto «per il suo
aspetto sociale, ma per le sue ripercussioni umane ed ecclesiastiche.
Umane per la orisi non sempre risolvibile che ogni emigrante deve affrontare»; eccl^astiohe nel senso che lo
spopolamento pone un quesito di
grande importanza a tutta la Chiesa
Valdese : « le Valli — in quanto zona
di concentrazione valdese — hanno o
non hanno un valore per il protestantesimo italiano? ».
Sii questo quesito non vi è stata
una grande discussione, solo alcune
voci si sono levate per affermare che
forse oggi « U Signore ci chiama alla
dispersione», una dispersione che come quella di Gerusalemme può essere
un fatto pwsitivo « anche se pone in
crisi l’impostazione della vita ecclesiastica » : il problema non è tanto opporci alla dispersione quanto «lavorare per la formazione di una coscienza missionaria » tra i valdesi. Un altro
intervento ha ricordato alla Conferenza che il vero problema è quello di
« prendere posizione di fronte al senso di evoluzione del mondo », che passando attraverso rindustrializzazione
conduce allo sfruttamento dell’uomo
sull’uomo, a una condizione di schia
— Il culto di apertura è stato presieduto dal Past. Alfredo Sonelli che
ha predicato sul testo « Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in ms e nel quale io dimoro porta
molto frutto; perchè senza di me non
potete far nulla » (Giov. 15: 5).
— I partecipanti con voce deliberativa sono stati 72, con voce consultiva 3.
— Il seggio della Conferenza è stato composto da Alfredo Sonelli presidente, Edgardo Paschetto vicepresidente. Franco Rivoira e Carlo Arnou.
let segretari.
— La Conferenza ha eletto i membri della Commissione Distrettuale
nelle persone del Past. Franco Davite
presidente; Ing. Giovanni Pontet vice presidente, Past. Marco Ayassot,
Segretario.
— Sede della prossima Conferenza : Torre Pellice.
— Predicatore: Past. Gianni Bogo
(supplente Past. Alberto Taccia).
— Elezione Membri Commissione
Canto Sacro: Past. Edoardo Aime presidente, Prof. Elda Tiirck, Prof. Ferruccio Corsani, Sig.ra Laura Rivoira.
— Elezione membri Commissione
Fanfare; Past. Geymet Enrico, Past.
Marco Ayassot, Past. Alberto Taccia,
Sig. Ferruccio Rivoir, Sig. Umberto
Rovara.
— Elezione membri Pro Valli :
Dott. Guido Ribet, Dott. Aldo Durand, Sig. Mario Sereno, Sig. Vitale
Jahier, Sig. Umberto Pellegrin.
— La Conferenza, udita la relazione della Commissione per l’Attività
Missionaria, ha deciso di potenziare
questa Commissione chiedendo ad
ogni Comunità di eleggere un suo
rappresentante presso di essa.
— Elezione delegati al Sinodo :
Sig.ri Pontet Giovanni, Ciesch Dino,
Coi'sson Franca, Bertin Guido, Tourn
Rinaldo, Gardiol Paolo, Bertalot Daniele, Gay Marcella, Fornerone Valdo, Baret Alfredo, Venturi Carlo, Pascal Livio, Baret Giorgio, Tron Claudio, Digennaro Ciro. Mathieu Geraldo, Paschetto Edgardo.
vitù totale. Occorre quindi che i vaidesi, liberati da Cristo, si pongano
in una « contestazione radicale del
mondo ».
Ma la maggioranza della Conferenza è stata d’accordo con la Commissione distrettuale e ha ritenuto che le
Valli hanno valore per il protestantesimo italiano « non perchè vi siano
in esse maggiori o più eccellenti valori cristiani e spirituali, ma perciò
esse rappresentano l’unico luogo in
Italia in cui la fede evangelica abbia
una sua casa, cioè dove possa essere
vissuta e dimostrata nella vita quotidiana più che altrove», e perciò ha
ritenuto opportuno che si facessero
tutti gli sforzi necessari per mante
nere i Valdesi alle Valli. In questo
senso suona il seguente o.djg. :
« La Conferenza del I Distretto da mandato alla Commissione Distrettuale di nominare due gruppi permanenti di lavoro,
composti di esperti, per seguire I problemi
dell'agricoltura e dell’industria alle Valli,
di mantenere i contatti con i consistorl per
approfondire questi problemi e prendere i
provvedimenti che, di volta in volta, s'
renderanno necessari onde rendere concreta la solidarietà che lega in Cristo membri
di chiesa e comunità ».
Di fronte a questa decisione òi sia
concesso riferire alcuni timori ohe
abbiamo e che, del resto, abbiamo riscontrato in alcuni dei presenti: che
cioè si stia per dare inizio ad una
politica « democristiano-valdese » ohe
potrebbe condurci molto lontano dalla
via di fedeltà al Signore; occorre che
le Commissioni che sono state create
si qualifichino per la testimonianza e
servizio che — ne siamo convinti —
potranno dare.
Si è inoltre esaminato il problema
di che cosa fare per coloro che de
facto sono emigrati dalle valli e che
stanno per emigrare. Si è riconosciuta
l’esigenza di una cura pastorale soprattutto nel momento di crisi del
loro insediamento nelle città industriali, alcuni hanno proposto a questo riguardo che un pastore a pieno
tempo ne fosse incaricato. Anche su
questo argomento la conferenza ha
espresso il seguente od-g.;
« La Conferenza del l Distretto dà mandato alla Commissione Distrettuale di prendere contatto con il Concistoro di Torino
in vista di una collaborazione nel lavoro
fra emigrati dalle Valli, specie nel momento del loro insediamento. Invita i Concistori e le Comunità a collaborare strettamente in questo lavoro e ad impegnarsi sul
piano locale affinchè sia potenziala la testimonianza evangelica ».
Scarso interesse invece hanno destato gli altri due problemi ohe la
Commissione Distrettuale poneva ail’attenzione della Conferenza. Sui problemi interparrocchlali poco si è discusso e si è rilevato che esiste una
buona collaborazione tra le parrocchie di Massello, Perrero, Villasecca,
Pomaretto (soprattutto in campo giovanile) e tra le parrocchie di San Germano e Pramollo e tra quelle di Torre, Lusema e Angrogna e che comunque molta strada deve ancora essere
fatta per giungere ad una vera e propria integrazione del lavoro. Sulla vita interna delle chiese si è notato con
favore la ripresa in alcune comunità
del culti familiari.
Il problema degli Istituti Ospitalieri
Valdesi è stato largamente preso in
esame dalla Conferenza. La C.I.O.V.
rileva neUa sua relazione che « il problema è quello del personale » : se infatti oggi si può contare sulla colla^
borazione dei pochi dipendenti, si prevede ohe tra breve tempo vi saranno
dei « vuoti veramente preoccupanti,
specie nei posti direttivi o di responsabilità ». Di fronte a questo problema la Commissione d’esame, che ha
esaminato a fondo l’attività dell’Ospedale di Torre Pellice, ha rilevato che
non sempre esistono buoni rapporti
tra personale direttivo e subalterno, e
che forse questo personale viene un
po’ troppo « spremuto ». Si è proposto
come rimedio la limitazione delle attività svolte, si da permettere al personale di svolgere il proprio lavoro
nel migliore dei modi.
A pro,posito degli Ospedali si è riscontrato un continuo calo del numero dei ricoveri, dovuto al fatto che
parecchie persone, vista la ineguatezza di alcuni servizi, preferiscono essere ricoverate altrove. Come rimedio
si è proposto che gli Ospedali avessero solo alcuni servizi (chirurgia, ostetricia, eoe.) e che questi fossero ben
organizzati in modo da dare una efficace testimonianza in questo campo.
Per realizzare questo si è approvato
il seguente o-d.g.:
« La Conferenza del l Distretto chiede
alla Tavola di nominare di intesa con la
C.I.O.V. e con l'Ospedale Evangelico di
Torino una commissione di medici al fine
di studiare il coordinamento delle attività
sanitarie dei vari istituti ».
Di fronte alla complessità dei problemi da affrontare si è rivelata la
necessità di avere un responsabile a
pieno tempo, cosi infatti suona il seguente od.g. :
Il La Conferenza del I Distretto allo scopo di permettere alla C.I.O.V. di affrontare sempre più adeguatamente i problemi
organizzativi ed amministrativi dei vari
istituti, invita il Sinodo a studiare l’opportunità della nomina di un responsabile a
livello direttivo con piena disponibilità di
tempo ».
Tra l’indifferenza generale si sono
poi ascoltate le relazioni della Commissione per l’Attività Missionaria,
della FUV 1» Gruppo, della Conunissione Canto Sacro.
Con la rielezione delle varie commissioni, e con la elezione della Commissione Distrettuale nelle persone di
Past. Franco Davite presidente, Ing.
Giovanni Pontet vicepresidente, Past.
Marco Ayassot segretario, si è chiusa
la Conferenza. g. g.
Il DISTRETTO, a TORIMO
Stretta (ma viva)
amministrazione interna
Una conferenza distrettuale di stretta amministrazione interna, quella
del II Distretto svoltasi a Torino la
sera del 28 e il 29 giugno u. s. Non ohe
temi di più ampio respiro (come quello dell’impegno politico dei credenti e
quello del nostro atteggiamento ecumenico) non le siano stati puntualmente proposti dalla ricca relazione
introduttiva della Commissione Distrettuale, presieduta dal Past. Ayassot, di Torino. Ma si è pensato — non
a torto — che la sede naturale per la
loro trattazione fosse il Sinodo più
che una conferenza distrettuale : ci si
è quindi attenuti a un programma di
lavoro più modesto, ma non meno importante, costituito da un lato dall’esame delio « stato delle Chiese » del
nostro distretto e dall’altro da alcune
prese di posizione su questioni sottoposte dal Sinodo dello scorso anno allo
studio delle Chiese. Cominciamo da
queste ultime;
FEDERAZIONE.
La Conferenza, dopo nutrita discussione, ha votato un o.d.g. in cui
« invita il Sinodo a pronunciarsi affinchè venga inserito nel Preambolo dello
Statuto della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia, il testo integrale della
dichiarazione di fede elaborata dal II Congresso Evangelico ».
La Conferenza ha anche brevemente discusso la questione del « patto di
unione» che qualcuno vorrebbe giustamente porre come base dela Federazione. Ne è uscito il iseguente o.dg.:
Il La Conferenza del li Distretto invita
il Sinodo a pronunciarsi sull’idea e sul possibile contenuto di un patto di unione tra
le diverse Chiese ed Opere evangeliche in
Italia, proposto come base della costituenda Federazione ».
RIFORMA SINODALE.
Che il nostro Sinodo sia un po’ pletorico è cosa nota. Da più parti si auspica, sia per motivi funzionali che
per motivi economici, una riduzione
numerica dell’assemblea sinodale. Ma
con quali criteri? Le proposte in merito avanzate da una apposita Commissione sono state in buona misura
respinte dalla conferenza ohe ha votato un o.dg. in cui
« chiede che la revisione della composizione del Sinodo non snaturi l’ecclesiologia
della nostra Chiesa: soprattutto che la rappresentanza delle Comunità non s a in alcun modo limitata da rappresentanze settoriali; ritiene che si possa ottenete una
riduzione dei membri del Sinodo riducendo a uno o due i rappresentanti di Commissioni, Uffici, Comitati e Consigli; ritiene che i Pastori emeriti debbano avere
in Sinodo voce deliberativa e che il loro
numero sia limitato a quelli di loro che
di volta in volta facciano richiesta di partecipazione, nei tempi fissati dall’art. 65 ».
PREDICATORI LAICI.
Giungono da Roma notizie poco rallegranti circa il numero degli studenti
in teologia, ridotto a poche unità. Si
parla di crisi di vocazioni pastorali;
in realtà si tratta di crisi della Chiesa
nel SUO insieme. Grazie a Dio la vita
della Chiesa non dipende dal numero
(alto o basso) dei suoi pastori; semmai è il numero dei pastori che dipende dalla vita (più o meno intensa)
delia Chiesa. Da sempre, si può dire,
nella nostra Chiesa vi sono stati dei
cosidetti « predicatori laici » e questa
è un’ottima cosa che va incoraggiata
al massimo, indipendentemente dal
numero dei pastori. Purtroppo oggi la
Chiesa nel suo insieme fa ben pcco
per i predicatori laici. Opportunamente quindi la Conferenza ha invitato,
con un o.d.g., la Commissione Distrettuale
« ad organizzare degli incontri periodici
di predicatori laici, o volontari per questa
forma di collaborazione, allo scopo di coltivarne la preparazione biblica e teologica
per un più efficace servizio nelle Comunità ».
CATECUMENI.
Come è noto, i giovani confermati
nelle nostre Chiese debbono aspettare
di compiere 21 anni per poter votare
nelle assemblee di Chiesa : una norma
che si poteva forse giustificare in passato (anche se non si vede bene come), ma che certo non convince affatto, nè sul piano spirituale nè sul piano ecclesiastico. Dopo aver brevemente discusso il problema, la Conferenza, con un ojdg.,
« chiede al Sinodo che il diritto di essere
membri elettori possa essere concesso, a
domanda dell’interessato, immediatamente
dopo la confermazione ».
STATO DELLE CHIESE.
Esaminando i rapporti delle diverse
Comunità, nulla di particolare è emerso. I progetti edilizi di Sanremo e
Ivrea isono ancora in alto mare (soprattutto il primo), anche se per motivi diversi. Si segnala in alcune comunità il sorgere di gruppi di credenti (Ivrea e Torino) che pur vivendo in
comunione con la Chiesa agiscono in
in qualche misura indipendentemente da essa, su questioni particolari. La
loro presenza e la loro attività sono
state benefiche. Altro fatto notevole;
la campagna di evangelizzazione svolta a Genova su base interdenominazionale. Un esempio da seguire.
ELEZIONI.
La Commissione distrettuale uscente è stata riconfermata nelle persone
di E. Ayassot, presidente; C. Baiardi,
vice-presidente; G. Conte, segretario.
Delegati al Sino do; Carlo Monaya
(Acföta), Angelo Arca (Ivrea), Carlo
Baiardi (Sampierdarena), Mario Barbi (Genova), Odetta Coisson (Susa),
Carlo Alberto Balmas (Torino), Lino
De Nicola (Sanremo). Supplenti; Giacomo Schweizer e Evelina Pons.
La prossima Conferenza del li di
stretto avrà luogo, a Dio piacendo, ad
Aosta e la predicazione sarà tenuta
dal fratello Sig. Baiardi.
Il Seggio della Conferenza era composto dal Pastore Roberto Nisbet, presidente, che ha presieduto il culto iniziale; dai Dott. Daniele Rochat, vicepresidente e dal Dott. Roberto Peyrot,
segretario. P. R.
Ili D[STRE1TD, a ISPRA VaRESE
Un’aflivilà cJisIreftuale
bene imposlala
Ispra-Varese, 24 e 26 giugno 1967
La Conferenza si è riunita presso la
comunità ecumenica che ha costruito
la sua chiesa in Caldana, al centro del
triangolo Ispra-Laveno-Varese, per i
funzionari internazionali del centro
atomico di Ispra.
L’impressione di tutti è che il distretto abbia una impostazione per il
suo lavoro e la relazione della Commissione distrettuale contribuisce a
stabilizzare quest’ impressione. La
Commissione segnala sistematicamente le «linee di lavoro» delle varie
chiese, le quali quest’anno sembra che
si siano particolarmente dedicate a
raccogliere offerte di discussione e a
partecipare a dibattiti all’infuori della
loro cerchia. Hanno certamente mos^
so le acque le conferenze ohe alcuni
pastori sono stati invitati a fare in
diverse città. Le comunità hanno così
avuto modo di discutere con cattolici
e non cattolici la posizione protestante su. diversi argomenti o di precisare
quale sia il compito cristiano nel mondo di oggi. Si sa dunque in ohe senso
si è lavorato e si parte con le idee
chiare.
Le discussioni della conferenza hanno precisato alcuni punti; ci si interroga e si risponde sulle questioni aperte che sono poi quelle delle relazioni
tra la chiesa e la politica, in cui rientra anche l’argomento della stampa
evangelica e delle sue prese di posizione. Ecco dunque che nel complesso
sembriamo impegnati in questioni di
una certa importanza; e nello stesso
tempo viene da Oinisello B. l’eco di
un lavoro capillare e l’impressione del
comma a) con voto deliberativo
comma b) con voto consultivo;
PROPONE che la federazione riceva una
struttura regionale;
SEGNALA che la parola ’’ordinamento"
(alt. 13) ha bisogno di essere chiarita e
delimitata ».
Sembra che il metodo finanziario
adottato in alcune chiese del distretto
dia buoni frutti; il che permette alla
conferenza di raccomandarlo anche
agli altri distretti. Viene quindi vo.
tato un ordine dsd giorno che dice ;
« Visti i risultati del metodo finanz'ario
adottalo dal III Distretto, la Conferenza
chiede al Sinodo di volerlo, a sua volta
proporre a tutti i distretti; ne sottolinea
pertanto, i punti salienti:
1) è necessario che ogni membro delle
nc.stie comunità dia un orientamento al
consiglio di chiesa sulla propria contribuzione mediante un impegno mens'le sottoscritto;
2) è necessario che i Consigli di Chiesa
diano un orientamento alla Commissione
Distrettuale sull’ammontare del proprio impegno mensile verso la Cassa Centrale;
3) è necessario che i Distretti diano alla
Tavola un orientamento sul proprio versamento globale cdl'amministrazione centra
le onde facilitare la preparazione dei bi
lanci sinodali.
La base del metodo finanziario è costi
tuita dalle segnalazioni precise celie ne
cessità dell’opera evangelica, ai vari livelli».
Un doveroso ringraziamenio devo
venir espresso alla comunità ospitante, -che ha messo a dis-posizior-c dei locali tanto appropriati alla dis -ussione
fraterna e seria, ed alle farnulie che
hanno ospitato i delegati per una
notte.
La Commissione disti ettu ! tata
rinnovata: quella uscente !:oluoci
Isemburg, Bertalot) ha man.it mto le
sue dimissioni unanirremt, depio
rate, perchè ritiene che nto i
momento deU’avvicendamei li me
no che si possa -dire è che h ito be
ne il suo lavoro e che ha ivorato
molto, e — ha aggiunto ii pa riore Colucci — con gioia. La nuova iommi-ssione è composta dal past. a no Comba, presidente, dal dr. Lue Gay
vicepresidente e daU’ing. Gianfranco
Cerrina Feroni, searetano ; .t terminando, le facciamo i mignoT a-uguri.
S. R.
contatto con decine di famiglie evangeliche che vivono disperse. Tutti i
problemi si ripongono nel contesto
della cura d’anime. La Conferenza,
non volendo pronunciarsi senza adeguata preparazione, ma ritenendo che
la cura d’anime vada ristudiata, ha
chiesto alla Commissione esecutiva di
preparare l’argomento per l’anno prossimo.
Per quanto riguarda il lavoro recentemente iniziato aUa periferia di Milano, la Conferenza ha espresso alle
famiglie che vi si trovano impegnate
la propria solidarietà e ha approvato
l’impostazione fin qui data al lavoro.
Questo ha fatto oggetto di un appo-sito ordine del giorno.
Altra notizia; succursale de^^ Claudiana a Milano ; la chiesa di Milano
si occupa con fervore della cosa, e la
Conferenza plaude all’iniziativa.
Le discussioni sono state un più
lunghe per quel che riguarda il progetto di statuto deUa Federazione:
vale la pena riportare per intero l’ordine del giorno, fedele specchio di un
largo consenso nèll’assemblea :
« La Conferenza, esaminato il progetto
di statuto della Federazione,
PROPONE che nel preambolo sia inserita l'esigenza che a fondamento della federazione sia posto un patto d'unione;
PRECISA che i soggetti di tale patto sono
le comunità locali;
RITIENE che lo scopo della Federazione sia la realizzazione di una piena comunità di vita e dazione delle chiese evangeliche in Italia;
PROPONE le seguente modifica all'articolo 6:
V Distretto, a Cerato
SEGUE DALLA SECONDA P -GINA
chiamata a vivere i problemi amministrativi e a risolverli tendencs- . .a-d una ;
adeguata autosufficienza.
Sul piano dei rapporti int i nomi
nazionali, la Conferenza, in ;-uerenza |
alle decisioni del Congresso c:.ovaniie
di S. Severa e airoriemame: ■ - o delia
Federazione delle Chiese Ev;.aeeuche ¡
in Italia, onde evitare il crescente isolazionismo, ha approvato ii -‘guenie
ordine del giorno;
<( La Conferenza del V Distra: rimili
a Corato, auspica che netto spr.to aei.it
Federazione, ullo:quando sono promeste
d't qualsiasi denominazione cut" ragne di
evangeiizzazione o manifestazioni nel quadro della testimon'anza cvangel: :i, ubbia
luogo una reciproca informazioa ai fin!
di una più stretta collaborazione r .'r ¡'avanzamento del Regno di Dio ».
La sostanza di questo o.d rivela
chiaramente che cosa è stati- la Con-1
ferenza e in quale direzione muovo- i
no le Chiese del nostro Distrai to.
Si sente la necessità di servire la
causa dell’Evangelo non solo aiutando « inter nos » chi più è in di.3ìcoltà,
ma offrendo e ricevendo anche il contributo di predicazione della Parola
da tutte ■ le Chiese Evangeliche che
sono impegnate nella testimonianza
del nostro Signore Gesù Cristo.
La ricerca di un lavoro in comune,
con un organico coordinamento, inteso coinè riunione delle nostre forze
spirituali e basato sul desiderio di adoperarsi gli uni per l’opera degli altri,
è un concreto elemento che è" dato di
riscontrare con soddisfazione. Bisogna -sperare ora che l’o.d.g. approvato
non rimanga sulla carta e ohe le espe- ^
rienze acquisite nella Conferenza ordinaria di giugno siano opportunamente sfruttate per sopperire alle
nostre deficenze per intens ficare ad
ogni livello le nostre attività, rendendo sempre più evidente ed esemplare
la nostra presenza cristiana nella società contemporanea.
Perciò, fratelli, buo-n lavoro, col Signore! Aldo Pailadino
S. FEDELE D’INTELVI
Campì di lavoro volontari
1*») 30 Luglio - 20 Agosto: lavori di
muratori, elettricista; giardinaggio.
2«) 10'23 settembre: verniciature; giardi*
naggio; fnjtlizie.
Età: dai 14 anni in su; ogni giovane ®
assicurato.
Iscrizione: prenotarsi al più presto pressoPast. Th. Soggin, via Tomaso Grossi
Como - lei. (031)273.440.
Quota : la partecipaizone ai campi è
tuita; si accettano contributi volontari
proprio mantenimento.
Direttore resp.: Gino ConUi
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175. 8-7-1960 )
Tip. .Subalpina s.p.a. - Torre Pellice