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Anno VII — N. 11. II SESIE 18 Gico.to 1868.
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verità neUa carità. — Efss. VI. là.
PKEZZO DI ASSOCIAZIONE J LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione]____ £. 3 00 ì Io Torino all’Uffizio del Giornale, via del Principe
Per la Svìzzera e Francia, id........... „ 4 25 Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per l’Inghilterra, id................... 5 50 ^ Nelle Provincia presso tutti gli UfBzj postali per
Per la Germania id................... „ 5 50 ^ mezzo di Vaglia, che dovranno essere inviati
Non si ricevono associazioni per meno di un anno. ’ franco al Direttore della Bcokà Novella.
AlVestero, a’ seguenti indirizzi ; Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli ;
Ginevra , dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per meazo di franco-bolli
inglesi_i}pediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMABIO
Sinodo della Chiesa Valdese, continuazione e fine. — La Religione fatta strumento delle passioni
politiche. — L’Evangelo'ai spande, t- Cronaca della quindicina. — Annunzii.
Avviso — Circostanze proprie del Direttore hanna ritardato
Ja 2nd>hUca7/ione di queMo nmnero.
SINODO
DELLA CHIESA VALDESE
II
(seguito della seduta del 20 maggio)
Sul princìpio di questa seduta era sorto il rev. sig. Bert, pastore
di Torino, manifestando la sua meraviglia ed in pari tempo il suo
dispiacere che non avessero, nè il rapporto della Tavola, nè quello
della Commissione esaminatrice, fatto il mininao cenno dell'accaduto relativo alla consecrazione al S. Ministerio del di lui figlio,
e domandando la facoltà al Sinodo di chiamare la sua attenzione su
quel fatto nel quale, diceva il sig. Bert, la legalità era stata, dalla
maggioranza dei pastori, conculcata ai piedi, ed un torto gravissimo,
e che conveniva riparare,arrecatof 1° ad un giovane rispettabile, che
di tutto cuore bramava di dedicarsi al servizio della sua chiesa;
2'’ a questa chiesa medesima, la di cui deficienza di operai era og-
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getto deU’universale lamento; 3° ed ia fine ad una famiglia onorevole, cui la popolazione Valdese andava debitrice di numerosi ed
importanti servigj. Il Sinodo aderì, ed il signor Bert esposto lungamente il fatto che già i lettori conoscono , conchiuse il suo
dire domandando ; in primo luogo, che dal Sinodo fosse biasimato
come illegale il procedimento della maggioranza del Corpo dei Pastori verso il di lui figlio ; in secondo luogo, che venisse quest’ultimo, che d’allora in poi si è fatto imporre le mani dalla V. Compagnia dei Pastori di Ginevra, riconosciuto dal Sinodo quale Ministro a ser\'izio della Chiesa Valdese.
Al sig. Beri risposero varj oratori 1° per rettificare alcuni errori
nei quali era incorso nell’esposizione dei fatti accaduti; 2° per spiegare la vera portata di certi fra questi, nei quali tutti convenivano ;
3° per mostrare come fosse la seconda parte della proposta del sig.
Bert affatto incostituzionale, poiché non mirava a niente meno che
a conferire al Siuodo una facoltà che la Costituzione dichiara essere
propria del Corpo dei Pastori. 11 sig. Bert mostro di convenire in
quest’ultimo modo di vedere, poiché ritirò la seconda parte della sua
mozione, mantenendo però la prima, cioè la domanda di un biasimo
che venisse dal Sinodo pronunciato sull’operato dei Pastori, come
non conforme ai regolamenti. Ridotta a questi termini, che la costituivano di competenza del Sinodo, la ¡proposta del sig. Bert venne
lungamente discussa ; della quale discussione il risultato si fu la
dicliiarazione, per parte dell’Assemblea, che nella vertenza sovra
esposta “ il Corpo dei Pastori avea agito nei limiti delle sue attribuzioni ”.
LAssemblea rivolgendo quindi la sua attenzione a varie quistioni
statele daU’ultimo Sinodo tramandate, decise;
Inquanto al Progetto di Catechismo, che la Commissione a tale
scopo nominata dichiarò di tenere in pronto, che venisse questo progetto, nel più breve lasso di tempo, sottoposto aU’esame dei singoli
pastori e ministri della Chiesa, perchè vi potessero far sopra le proprie osservazioni, e nella loro raunanza del mese di agosto p. v. adottarlo o respingerlo definitivamente ;
Riguardo alla raccolta di Salmi e Cantici ad uso speciale della
Chiesa Valdese, che, sentito il parere di uno dei suoi membri sul lavoro statole presentato dalla Commissione nominata or sono due
anni, e tale parere essendo favorevole, venga questa raccolta, quanto
prima, data alle stampe ;
Inquanto alla Commissione detta di Beneficenza, incombenzata di
studiare l’ardua quistione del pauperismo e dei mezzi di scemarlo,
che le sia continuato il suo mandato.
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L’Assemblea passa quindi all'esame del progetto di Regolamento
destinato a servir di norma alla Commissione d’ora in avanti incaricata dellà Amministrazione degli ospedali, ed alle ore otto di sera
solamente, la seduta viene sciolta colla preghiera.
Seduta del 21 detto
Lordine del giorno chiama la Deputazione incaricata,l’anao scorso, cH rappresentare la Chiesa Valdese, presso le Chiese sorelle di Scozia e d’Irlanda a presentare il suo ra|)porto. II relatore, sig. Pilatte,
cui era stato compagno in questa missione il sig. Lantaret, ripete con
più ampj desiagli quanto avea accennato di già,neH’atto che augurava
il benvenuto alle Deputazioni delle Chiese estere, cioè l'accoglienza
oltre ogni dire cordiale ed onorevole che alla nostra deputazione era
stata fatta — nonché dalla Chiesa libera di Scozia e da ])arecchi
fra i suoi membri individualmente, i quali gareggiarono di benevolenza verso i nostri rappresentanti — dalle Chiese unite allo Stato
di Scozia e d’Irlanda, in seno alle quali, come nella Chiesa libera,
si sono costituiti Comitati allo scopo caritatevole di coadjuvare la
Chiesa Valdese nelle varie sue opere di evangelizzazione ; dalla
Chiesa anglicana finalmente, jiarecchi pastori ed anche dignitarii
della quale ( il rapporto ia speciale menzione del Lord Arcivescovo di Dublino) diedero alla nostra deputazione i più caldi ed
efficaci attestati di simpatia, il che non deve farci stupire, riflettendo che procedono da una Chiesa, che quantimque dalla nostra
diversa per costituzione e forme esterne, da secoli ha dato alla
Chiesa delle Valli una serie nou interrotta d’insigni benefattori. 11
relatore insiste sugli obblighi gravissimi che siffatte testimonianze
impongono alla Chiesa che ne è l'oggetto, ed esorta terminando i
rappresentanti della medesima a non dimenticarli, anzi a mostrarsi
vieppiù degni dell’affetto e della stima che ci vengono dimostrati,
colla loro pertinacia a mantenere salde ed incrollabili le dottrine che
dai padri ci vennero tramandate, e col loro zelo a diffonderle, ogni
qual volta ed in qualunque luogo ne venga loro porta l’occasione.
L’Assemblea conunossa di quanto avea sentito, vota, unanime,
l’espressione della sua gratitudine, iu 1° luogo alle Chiese tutte d’Inghilterra, di Scozia e d’irlanda, di qualunque siasi denominazione,
come pure ai cristiani membri di esse Chiese, che ai nostri rappresentanti fecero così fratellevole accoglienza e sì eloquenti prove ci
diedero della loro cordiale simpatia; in 2° luogo, alla deputazione
stessa, per lo zelo e l’attività dalla medesima spiegati nel disimpegno
della sua missione.
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A questo rapporto tien dietro la discussione del Progetto di Regolamento relativo ai posti gratuiti nel collegio di Torre, di cui già
facemmo parola^ e quella del Progetto di Regolamentò organico
destinato a porre i varii rami dell’ecclesiastica amministrazione in
perfetta armonia colla Costituzione della Chiesa, del qual regolamento a dimostrazione dello spirito che lo informa, trascriviamo
qui appresso il Preambolo.
“ La Chiesa Evangelica Valdese, convinta del dovere che le incombe
“ di provì^edere acciò, nel di lei seno, tutto si faccia con ordine, se“ condo il formale precetto della Parola di Dio, ed allo scopo di
“ soddisfare ai bisogni che nasoono dalla diversità di luoghi e di
“ circostanze, ha, di comune accordo, adottato, per me^zo dei suoi
“ rappresentanti, i regolamenti che seguono, per l’attuazione della
“ sua Costituzione.
“ Nel promulgare siffatti regolamenti, coloro cui la Chiesa diede
“ incarico di compilarli sentono il bisogno, e si ascrivono a dovere di
“ dichiarare in nome suo, che lungi daf pretendere ad una infalli“ bilità o ad una aut<»’ità che competono alla sola Parola di Dio, tali
“ regolamenti sono imperfetti e soggetti ad errore, come ogni opera
“ umana, e non dovranno vincolare la coscienza dei cristiani, se non
“ per quanto combinano colla lettera, o armonizzano collo spirito
“ della Rivelazione
Alla discussione di questo regolamento, del quale, per difetto di
tempo, non fu adottato che il primo capitolo, che tratta del Sinodo,
tenne dietro l’eiame delle varie proposte fatte al Sinodo dmante la
presente sessione, e di cui ecco le principali: 1° Proposta di provvedere agl’interessi spirituali dei Valdesi emigrati nei dintorni di Montevideo. I dettagli dolorosi che, in tale occasione, dal relatore della
Commissione, dietro lettere giunte di colà, furono dati sulla condizione materiale di questi nostri poveri correligionari, commossero a tal
segno l’Assemblea, che non potè fare a meno d’invitare caldamente
l’Amministrazione a fare di tutto, onde alla sorte di quegl’infelici fosse
provveduto, non che spiritualmente anche materialmente parlando.
2° Una doppia proposta relativa al miglioramento dell’istruzione
elementare, per via di una più equa ripartizione dei sussidii a ciò
destinati e della pronta compilazione di buoni libri di lettura.
3° La proposta fatta da un giovane militare, già cattoKco romano,
ma da qualche anno membro della Chiesa Valdese, che per parte sì
dell’Amministrazione che dei pastori, si prendano quelle misure giudicate più atte all’effetto di tutelare i spirituali interessi dei Valdesi
che sei’vono nell’armata; la quale proposta sentita con gratitudine,
venne rimandata alla Tavola con raccomandazione.
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3° Proposta di una Direzione propria jx'r la Scuola di Teologìa:
Il Sinodo ammette il principio, ed incarica la Tavola di sottoporgli,
l'anno vegnente, un progetto di regolamento inte.so a dar effetto a
questa sua deliberazione.
4° Proposta di mandare un nostro rappresentante al venturo Sinodo della Chiesa libera Vodese, e dell’Unionè delle Chiese Evangeliche di Francia, e di esternare alle medesime il vivo nostro desiderio che rappresentanti di esse intervengano d’ora in poi ai nostri
Sinodi. Il Sinodo decide che lo stesso invito, unitamente all’espressione della nostra più sentita gratitudine, sarà diretto al Comitato
Vallone di Olanda, col quale e colle Chiere che rappresenta è desiderio vivissimo della Chiesa Valdese di stringere relazioni sempre più
intime.—Unanimi ringraziamenti vennero quivi votati, a S. M. il Re
primieramente ed al di lui Governo, i>er la lealtà colla quale non
cessarono di portarsi a difensori di tutte le nostre libertà ed in modo
singolare della libertà dì coscienza; in secondo luogo all’Ufììcio per
lo zelo spiegato nel disimpegno del suo compito ; e finalmente alle
Autorità di Torre, nonché alla Guardia Nazionale ed alla popolazione
tutta per la gentile e fratellevole accoglienza avutane. La'tjuale cosa
fatta, si passa alla nomina della Tavola, che v-iene in totalitiì rieletta,
ed a quella della Commissione d’ora in poi incaricata della amministrazione degl’Ospedali, e che viene composta dei sigg. Lantaret pastore a Pomareto, Bongiorno pastore a S. Giovanni, Pellegrino sindaco, Monetti maggiore e Comba sindaco.
Letti dal Segretario, e firmati dall’Assemblea gli Atti della presente sessione, questa viene chiusa con una fervida preghiera ed il
canto del Te Deum, alle quattro circa del mattino,
A Dio, per Gesù Cristo, sia la Gloria del poco che si é fatto di
bene ; e sulle molte hnperfezioni degli stromenti, scenda, per parte
del medesimo Dio e Salvatore, condono generoso ed intero !
LA RELIGIONE
FATTA STRUMENTO DI PASSIONI POLITICHE
Più volte ci è occorso di biasimare in questo foglio l’indegno e
sacrilego abuso che sogliono fare i preti cattolici di quella religione,
di cui si vantano zelanti ministri e caldi propugnatori; abbiamo
dimostrato più volte com’ei se ne servano sjiesso di strumento c di
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orpello ai loro mondani interessi, ed alle passioni piii vituperose.
Abbiamo ora nuovi ed anzi officiali argomenti dai quali risulta, che
lungi dal ravvedersi, e fare lodevole ammenda, i clericali continuano
a percoiTerc con maggior lena, la via di così mostruosa depravazione.
Le relazioni presentate alla Camera elettiva dalla Giunta d'inchiesta parlamentare, sono tali documenti di cui ogni onesto e sinc;ero cattolico deve arrossire. 11 partito clericale, nelle ultime elezioni, per far trionfare i suoi candidati, calpestò ogni legge umana e divina; introdusse nel paese la corruzione elettorale; carpì il
voto di varj elettori per mezzo d’ima ributtante pressione religiosa,
minacciando la sconumica, il rifiuto dei sacramenti ed anche la
sepoltura a chi avesse negato il suo voto al candidato clericale; e ciò
che è ancor peggio, infamando il governo; calunniando i candidati
liberali come empj ed eretici, nemici della religione e di Dio.
Potremmo scrivere su questo argomento una lunga sgrie di articoli,
così vasta è la materia; ma ci limitiamo a parlare delle mene vituperevoli usate dai clericali, nel collegio di Strambino, per far trionfare la candidatura d’uno dei principali pilastri della chiesa cattolica,
il marchese Birago di Vische, direttore del giornale YArmonia, di
quel giornale che tutti i giorni parla di carità, di morale, di giustizia,
ili religione, di Dio. I lettori vedranno come, nella pratica, gli uomini A^YArmonia rispettino Dio, la religione, la giustizia, la carità
e la morale !
Per lasciare ai fatti che riproduciamo il carattere di autenticità
ufficiale, compendieremo la lunghissima relazione della giunta d’inchiesta in guisa da non mutarne neppur le parole.
La Commissione esordisce a questo modo :
“ Se bastasse la pubblica voce, la generale credenza per attribuirci
valevole titolo a far sicu.ro giudizio deU’ultima elezione politica del
Collegio di Strambino, troveremmo facile assai il compito nostro, avvegnaché, oltre a quello che la Commissione stessa non potè a meno
di intendere dalla pubblica fama, in Iwea ed a Strambino, hannovi
i molti testimonj, e piii che non possa far d'uopo, iquali affermano
non essere quell'elezione che mia lamentevole conseguenza delle lunghe mene e della morale violenza esercitata da quel clero, che, conscio
del suo potere sulle coscienze, e così sulle azioni di gran parte degli
elettori, massime di quelli rurali e meno colti, stimava diritto ed
interesse suo di tradurre nell’arena politica la religione e la sacerdotale influenza.
“ Ma se del concorde sentire di un paese e della pubblica coscienza
vuoi .senza dubbio essere tenuto grandissimo conto, non ci dissimu-
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lamino tuttavia, come si fosse stretto dover nostro di confortare la
prova generica con pi-ove precise e ben determinate.
“ Procedeva j)ertanto la nostra Commissione ad esaminare ben
oltre cento testùnonj, nello scopo principalmente di riconoscere;
“ I. Se imbandivansi pranzi, offrivasi o somministravasi denaro,
nel proposito di procacciar voti alla candidatura Birago ;
“ 11. Se il clero di Strambino ricorreva alle mene ed agli intrighi,
sino a valersi di mezzi spirituali, per riuscire alla vittoria elettorale,
alla nomina, cioè, del suo candidato, il signor marchese Birago di
Vische.
“ Per la annunziata corruzione;
“ 1° Hannosi almeno sedici testimonj che affermano di pranzi
pagati all’osteria del Cappel Verde, iu Strambino, ed al cafl’è e trattoria di Ponzio, in Azeglio.
“ Sono più di venti i testimonj, che accennano a danaro s^:ifso
ed offerto.
La commissione, dopo d’avere dimostrato ciò, colla citazione dì
molti fatti accertati dai testimonj, fra i quali alcuni preti, conchiude
avere “ il titolo più che bastevole per giudicare non infondata la
pubblica credenza che, ])el trionfo della candidatura Birago, siaiivi
pure stati, nel collegio di Strambino, coloro che stimarono, se non
onesto, almeno utile mezzo quello della con-uzione.
“ Sono poi molti i fatti, aggiunge la Commissione, o piuttosto
molte le prove raccolte da cui si ricava all’evidenza, come il clero
del collegio di Strambino, e dì attigue località, non pago di essersi
adoperato a favorire la candidatura Birago, coi j)ranzi, col danaro e
colle promesse, forte del suo ministero, e colla potenza delle mistiche
parole, volle pur anche rivolgersi alle più timorate coscienze, agli
spiriti più ossequiosi e più timidi, per imporre la sua volontà, cioè a
dire il suo candidato.
“ 1° Imprese infatti a far credere coH’autorità della sua parola e
del suo giudizio, che quanto era uomo dabbene e religioso il Marchese
Birago, altrettanto il cav. Somis (candidato liberale) era nemico alla
religione ed alla chiesa, a segno che, “ potendolo, avrebbe fatto ballare in chiesa
“ Correvano a c^ffondere questa gi’an denunzia, in ogni più remota
località del collegio, hi ogni casolare dì elettori, i preti don Panetti,
don Mercandile, don Scotti, don Credo, teologo Monaco, don Leone,
don Milanesìo e ben altri sacerdoti. A questa voce fatsevano eco
ossequiosa e riverente le donne ed ì più creduU. Guai aU’ostinato
elettore che non avesse creduto il cavaliere Somis un eretico, uno
scismatico, un Attila della chiesa !
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“ E tutto ciò viene affermato da tali testimonj e da tal numero di
essi,che vien fatto assolutamente hnpossibile anche il menomo dubbio.
“2° Quindi, come corollario di quest’accusa, ed attribuendo al cavaliere Somis una potenza dittatoria, facevansi a dire, a predicare, a
persuadere che, ove riuscisse al cavaliere Somis di rientrare alla
Camera dei deputati, la era senz’altro finita per la religione, i beni
della Chiesa usurpati, il clero oppresso, quanto vera di sacro abbattuto, rovesciato.
“ 3° Dopo ciò era ben naturale che quei ministri politico-religiosi
si facessero a conchiudere che era male — non già per le libere nostre
istituzioni, e dinanzi alla società civile — ma bensì che era male dinanzi a Dio, insomma, che era peccato mortale il gettare nell’urna
elettorale una scheda col nome del cavaliere Somis Aristide.
“ E che a questa conclusione si venisse, lo asseverano ben quattro
tes^jmonj. Due fra i quali, anzi, attestano siccome si parlasse di
peccato mortale non solo in disparte ai singoli elettori, ma benanche
dal pergamo, in occasione di funzioni ecclesiastiche, come pxire ebbe
a fare il parroco di Bofgomasino.
“ Circostanza questa che, senza dubbio, aggirava d’assai la condizione di quel fatto, poiché lo rende assai più caratterizzato, riprovevole e funesto.
“ 4° E come se, coll’affermare che commettevasi peccato mortale,
non s’incèppasse, non si violentasse bastevolmente la volontà e l’azione
degli elettori, furono i più, fra quei sacerdoti, che prendendo una
affermazione di forma più generica, forse nella fiducia che la forma
più ampia e più oscura meglio valesse a padi’oneggiare l’animo degli
elettori, non parlarono soltanto di peccato mortale, ma dichiararono
addirittura che, in coscienza, non si poteva votare per la candidatura
Somis.
“ 5° Ma non bastava a quel clero di costringere la volontà degli
elettori, e col fare del cavaliere Somis un eretico, uno scismatico,
un nemico della Chiesa, e col profetare gravi pericoli, estrema rovina alla religione, e col creare un peccato mortale, e col fare del
voto politico un atto religioso, un atto di coscienza; non gli bastava:
voleva, senza contrasti, l’assoluto gov^erno dell’elezione; trascorse pertanto sino alle estreme conseguenze del suo siste^ia di pressione e
di violenza; minacciò la scomunica e le pene spirituali; minacciò il
rifiuto dell’assoluzione e dei sacramenti a coloro che ricusassero, che
esitassero di piegare al suo decreto di conferire l’onore della deputazione al marchese Birago, e di escludere da essa il cavaliere Aristide
Somis ’'.
E qui segue una serie di fatti speciali: preti che leggono dal per-
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gttrao la pastorale del vescovo sulle elezioni ed impongono ai fedeli
di non votare pel candidato liberale; preti che scrivono lettere anonime, per infamarlo; preti che fìngono lettere di rimmcia del candidato aw'erso ; preti che trovandosi al letto d’una morente, lasciano
(U confortarne l’anima, per parlare delle elezioni al marito e dirgli
che se egli non darà il suo voto al marchese Birago, quando si troverà in letto di morte, gli si negheranno i conforti della religione.
E dove trovare maggiori iiiiqiiità, più ributtante pressione ?
“ Ma se i fatti e le circostanze fin qui riferiti valgono a stabilire
da per se stessi come mene vi fossero, e come si esercitasse irresistibile pressione sulla volontà degli elettori, quanto piii non varranno,
quando si consideri:
“ 1° Che furono almeno iu numero di 38 i membri del clero che,
contro le loro abitudini e con iscapito dei loro sacerdotali doveri,
assunsero l’ufiìcio di agenti elettorali ;
“ 2° Che si videro costoro con attività straordinaria, sebbene per
niente dicevole al loro Ministero, a correre di paese in ])aese, di porta
in porta, per consigliare, per sollecitare, per imporre la loro volontà;
“ 3° Che anche i giovani chierici, gli alunni del seminario, non
solo scrissero lettere ai loro parenti, onde apjìoggiare la candidatura
del marchese Birago, ma abbandonarono i loro studj ed il loro ritiro
per recarsi in Strambino, ed in altre località del Collegio, a far esperimento dell’influenza che anch’essi ])otevano esercitare sull’animo
dei vecchi ed inesperti genitori e dei congiunti;
“ 4° Che, infine, a capo di tutto questo tramestìo, di tutto questo
affaccendarsi, vi stava ordinatore ed imperante il vescovo d’ivrea,
“ E di questa superiore ingerenza del vescovo ne fanno prova più
che bastevole ben dieci testimonj.
“ Hawi finalmente il tipogi-afo Tea, il quale non seppe, nè potè
negare, che il giorno 14 gli veniva dall’episcopio, e col solito carattere delle pastorali vescovili, quella tal circolare elettorale, che poi
il parroco di Strambino, D. Gaudenzio Comola, inconsq^o, come
pur disse nel suo esame, rimetteva nascostamente al chirurgo Massoglio.
“ Quella circolare, in cui con armi tanto scortesi si combattevano
le candidatm’c dei Signori, avvocato Marco e cavaliere Somis, al quale
si attribuivano empie dottrine e la violazione dello Statuto ; quella
circolare infine che venne ritirata dal servo di Monsignore nella sera
14 novembre ultimo in numero di 150 esemplari, e per la quale il
prezzo di stampa veniva poi riscosso dal tipografo nell’episcopio, e
come soleva sempre riscuotere il prezzo di stampa per tutte le pastolali di monsignor vescovo di IvTea.
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“ Fu adunque in ordinata falange colla sua gerarchia ed ammire*
vole disciplina che il clero del collegio di Strambino, e di altre località ideine, presentavasi a combattere la battaglia elettorale, che aprivasi il 15 novembre ultimo scaduto; e mescendo alle armi che
])ersuadono, quelle che incutono, e che sono tutte sue proprie, veniva,
dimentico della mansuetudine di sua missione, alle minaccie spirituali, per togliere così ogni mezzo ai minacciati di giudicare e di
deliberare, per togliere loro ogni libertà di azione’e di volontà, non
trascurando poi di ricorrere alle armi stesse (come pure è asseverato
dai moltissimi testimonj) quando intese a procacciare dichiarazioni
e controproteste che contraddicessero od almeno scemassero efficacia
all’accusa che veniv^a mossa ad esso clero dalla pubblica voce e dalle
proteste sporte alla Camera
Nè qui finisce, la «biasimevole e turpe condotta del clero. Alcuni
preti trascorsero al più sfacciato cinismo, domandando di essere sottoposti ad esame, per negare la verità patente e conosciuta; essi,
dice la relazione, “ col loro esame, pur troppo non ismentirono le
previsioni della Commissione ; essi non seppero che contrapporre
incredibili negative alle chiare e precise prove che già si erano raccolte ; chè anzi avvenne loro persino di contraddirsi nello stesso esame e di fare sempre più palese come il mighore partito che loro
restava, era quèllo di rimanersi estranei all’incliiesta e di non compromettersi altra volta con sì riprovevoli maneggi ”.
Per questi motivi la Commissione d’inchiesta propose e la camera
votò l’annullamento della elezione di Strambino.
Dopo ciò noi domandiamo: quale fede e quale stima possano meritare questi sedicenti difensori della verità cristiana, allorquando
parlano con tanta enfasi del loro attaccamento alla religione di Cristo,
alla morale pubblica, alla giustizia, alla carità, mentre sono i primi
a gittarle nel fango, ed abusarne sacrilegamente per raggiungere i
fini mondani, per soddisfare alle loro passioni ? Qual maraviglia che
costoro foipciano una guerra accanita e perenne ai seguaci del Vangelo! Essi sanno bene che il Vangelo non solo non si presta a simili
turpitudini, ma vi è contrario ; sanno che le sue dottrine formano la
loro condanna, e per conseguenza lo vorrebbero dimenticato o reso
inaccessibile ai fedeli, per ispiegarne loro un altro conforme ai loro
gusti, ai loro interessi ed alle loro passioni !
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L’EVANGELO SI SPANDE
Ua un giornale di Alessandria il Riscatto, trascriviamo, abbreviandola , la seguènte lettera di un suo corrispondonte, sui progressi che sta facen<Ìo l’Evangelo in quella provincia, e segnatamente in un villaggio della medesima.
Pietra Marcazi, 10 giugno 18&8.
Mi spiace di dovervi comunicare una cattiva notizia. I preti dei nostri paesi
sono tutti pieni di rabbia e di fiele: con questi calori non istupirei che fossero
colti da idrofobia. Sapete il perchè? Sono quei benedetti o maledetti ministri
protestanti, che già da qualche tempo si installarono a Pietra Marazzi e vanno
sempre più guadagnando terreno: lo vedete, il pericolo?...... E’ inutile che vi
dica, che i nostri preti non risparmiano le critiche, le calunnie, le declamazioni, le minacie di pene spirituali e contro i ministri del protestantismo e
contro coloro che vanno a sentirli. Ma tutto indarno. Le nostre popolazioni li
vedono volentieri ed accorrono in folla alle loro religiose conferenze.
Domenica scorsa è stato un giorno solenne: e l'uditorio fu più numeroso del
■solito, per la presenza del pastore capo valdese sig. Malan. il quale fece la sua
predica: la camera delle conferenze, il cortile e la strada pubblica erano piene
zeppe di persone venute anche dai paesi circonvicini. Fra gli uditori si trovava
pure il parroco di Montecastello don Eoncati, attirato, credo, più dal dispetto,
che dalla curiosità. Difatti nel mentre il sig. Maian stava commentando la Bibbia,
il don Roncati uscì improvvisamente in grandi schiamazzi gridando: cirE tutti
COLORO I QUALI SI TROVAVAMO IS QUEL LUOGO EEASO SCOMUNICATI E DANNATI AL
L’iNFERNO (lui eccettuato s’intende !!) : che la presexzà dei protestanti alla
Pietra e tutta quella folla era un’onta, una vergogna per quei paesi : che
I ministri valdesi non ispacciavano che frottole : di poi, volgendosi ad essi
chiedeva: da chi avevano avuto il mandato d'istruire e di catechizzare, se
DA Cristo o da Satana: ed altre simili improntitudini e castronerie.
Le vociferazioni del don Eoncati costrinsero il pastore valdese a sospendere
le sue lezioni: il quale avanzatosi sulla soglia e senza punto turbarsi, fece grazioso invito al parroco di entrare nella camera, ove avrebbe avuto libera la parola per esporre quelle osservazioni che avrebbe creduto a proposito. Ma il Roncati non ne volle sapere, scusandosi col dire ; che i canoni ecclesiastici gli vietano
rigorosamente ogni discussione coi miscredenti, sotto pena di perdere la messa;
e con ciò non accettava la sfida. Ma fosse almeno stato tranquillo: niente affatto. Egli continuò in esclamazioni e vociferazioni indistinte, per cui il pastore
valdese non potendo più farsi intendere, dovette chiudere la seduta. In tal modo
il parroco di Montecastello pub vantarsi di aver fatto tacere, di aver insaccato,
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come egli »lea esprimersi, il sig. Malan, con grande consolazione di don Lora
che stava ascoltando dalla finestra della vicina chiesa.......
Ora poi sì dice che il don Eoncati in compagnaia di don Lora (che è la causa
prima dì tutti i guai presentì e futuri) muova mari e monti, sia presso l'intendente, che coir Avvocato fiscale; per trovar modo dì espellere i protestanti dalla
Pietra accusandoli dì massime anticattoliche ! ! ! Come se i ministri valdesi dovessero insegnare altra cosa che la loro religione. L’agitazione e il tramestìo dì questi
preti fanno veramente compassione ! ! Diremo di più essi fanno un grave torto
alla nostra religione. Non è dessa fondata sopra una wetra mcrollabile? Non
sono i preti convinti della verità di quella massima: Wri.® inferi son pe^vaIBBDNT ADVEBsns EOCLESiAM? Dunque a che ricorrere ai modi sguaiati, alle calunnie, ai processi, alla forza per proteggere una religione, che si può così bene e
assai più efBcacemente difendere con modi dolci e con buone e solide ragioni?
Le menzogne poi e le calunnie sono armi cattive e che per lo più si rivolgono contro quegli che l’usano. I nostri preti sogliono rapppresentare i protestanti come gente corrotta, piena di ogni sorta di vizi : ed ì loro ministri
siccome maestri d’impostura, di immoralità e di disordine. Or bene, i popolani
accorrendo alle loro adunanze religiose, vedono raccomandato e inculcato il
disinteresse, la carità, l'amore, la fratellanza reciproca, la pietà, il rispetto ai
genitori, alla proprietà ed in una parola ogni virtuosa pratica, mentre viene riprovato qualunque a,tto cattivo: e ne argomentano, che i protestanti non sono
nè possono essere gente così perversa come spacciano i preti. Venendo poi alle
qualità personali dei ministri protestanti, lì trovano manierosi, dolci, affabili,
cortesi, alieni da tutto ciò che v’ha di intollerante e di astioso: mentre osservano invece che i preti cattolici generalemente parlando sono dì tempra ben
diversa. La conclusione di tutto ciò non può essere pertanto favorevole nè’ai
ministri cattolici nè a quella religione così malamente da essi rappresentata.
Ecco perchè il protestantismo trova appoggio e favore presso le nostre popolazioni: e a quest'ora avrebbe preso proporzioni ben più vaste ed anche soppiantato affatto il cattolicismo romano, se non si opponesse un’altra specie di
religione che è in voga ai nostri giorni, voglio dire l'iNDirrERENiisMo. La condotta riprovevole del clero in generale e le massime d'intolleranza liberticide ed
antinazionali da easo accarezzate, devono necessariamente condurre ad una tale
conseguenza. Il cattolicismo romano fin che sì vuol far servire dì puntello al
dispotismo ed all’oppressione straniera non sarà mai il benvenuto : e finirà coll’essere ripudiato intieramente, col generalizzarsi del sentimento di libertà e di
indipendenza. EoaMixi, Gioberti ed altri valentuomini affezionati, al cattolicismo
cercarono di scongiurare il pericolo dando buoni consìgli ai papi ed ai preti.
Ma questi scrittori illustri e benemeriti della civiltà e di una condotta jesemplare vennero in compenso dei loro sforzi condannati e scomunicati dal papa : e
la loro memoria è tuttodì infamata dai preti armoniosi, siccome d'uomini corrotti e perversi. E poi gì grida, che il protestantismo fa progressi ! 1 E si vorrebbe
che si desse addosso ai protestanti ad onore e gloria deirinfallibilità e santità papalina ed a sostegno dì uomini che hanno uccisi ed arsi vìvi miliosi di persone
per semplici delitti di religione: e che, se potessero, Ip farebbero ancora oggidì
instaurando i roghi e l’inquisizione ! ! !
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CRONACA DELLA QUINDICINA
Ci duole il dover aprir la nostra cronaca con un fatto che, per la sua enormità, merita il primo posto, e pel quale non esitiamo anche noi di far udire
la nostra debole voce, d’accordo con tutta la stampa francese d'ogni colore,
non eccettuato V Univers.
Si tratta d’una sentenza d’esilio pronunciata in Svezia contro sei donne
che si convertirono al romanesimo, cinque delle quali son madri di famiglia,
e che tutte sei vivevano del lavoro delle lor mani, senza aver altri mezzi
nè conoscere altra lingua che la svedese.
E’ invero sorprendente e doloroso ad un tempo lo scorgere un così cieco
fanatismo religioso presso un popolo che ha per guida il Vangelo: è sorprendente e doloroso che il tribunale di Stockholm trovi giusta una sentenza
ch'è ingiustissima e barbarica in guisa da sollevare lo sdegno universale del
mondo; è sorprendente e doloroso che ministri della Parola di pace, di carità, di libertà, mostrino di essere altrettanto intolleranti e crudeli quanto
gli inquisitori di Roma, li quali perdettero pur troppo la direzione dello
Spirito nelle cose di religione.
Deh! non sia cho dalla Chiesa Evangelica di Svezia venga pur anco rimosso il candelabro da Colui che è simigliante ad un figliuol dell'uomo!
Le Lien, da cui togliamo il fatto incredibile che abbiam riferito, parlando
e rallegrandosi deU’energica protesta che fanno tutti i giornali, soggivinge:
“ Fin (j^uì, nel reclamare che facemmo a prò’ dei Madiai, dei Cecchetti, dei
“ Cereghini, dei Zezuli, dei Borginski e di tante altre n.ohili mttimc del fa“ natismo italiano od austriaco non incontrammo la stessa unanimità. Da
“ oggi in poi la cosa sarà diversa, lo speriamo. Le poche parole d'indigna“ zione espresse neH’ultimo nostro numero, nel momento in cui ricevevamo
“ la deplorabile notizia, vennero accolte con approvazione dai fogli politici,
“ come la Patrie e la Presse ”.
Lo stesso giornale nell’ultimo suo numero, dalle parole passando ai fatti,
ci dà un elenco di ben quattordici pastori o ministri francesi che si sottoscrissero per somme più o meno ragguardevoli, onde venire in ajuto a quei
perseguitati, già membri di una chiesa evangelica e che, per coscienza, dobbiam crederlo, la lasciarono per abbracciar il romanesimo ! Quando l’.4r»!onia e compagni ci daranno del loro rispetto alla libertà di coscienza prove
come quessa, allora si saranno acquistato il diritto di gridare a più non
posso contro l’intolleranza degli Evangelici. Ma quanto tempo dovremo noi
ancora aspettare perchè si verifichi un tal fatto?
Una notizia più dolorosa ancora, sebbene di diverso carattere, ci giunge
dal Sud dell'Africa, risguardante la missione evangelica colà stabilita. Il
sig. Kolland, uno dei missionari, scrive che i Boers (agricoltori olandesi st<i-
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biliti al nord della colonia del Capo) dichiararono la guerra ai Bassoutos,
pressoi quali lavorano i missionarj francesi. I primi piombarono all’improvviso sullo stabilimento di Beerseba, che è fra ì più importanti: molti indigeni furono uccisi, il bestiame preso, la casa del missionario forzata, e la di
lui vita in pericolo; grazie a Dio, potè riparare a Carmel con 500 indigeni
circa.
Trovandosi interrotte le comunicazioni non si conosce ancóra la sorte
degli altri missionarj. — Il sig. Casalis, direttore della casa delle Missioni
a Parigi, è partito per Londra allo scopo di sollecitare, dalla parte delle autorità inglesi, alcune misure atte a proteggere i missionarj ; ma pur troppo !
le distanze sono grandi ed è a temersi che il soccorso non sia bastantemente
sollecito. Se non che deve riassicurare gli animi il pensiero che un ajuto
potente e sicuro si trova già sul luogo, l’ajuto di Dio. Voglia Egli prestarlo!
E tutti i cristiani si uniscano onde pregare il Signore che il frutto di molte
fatiche non vada in pochi giorni disperso.
Dall’AFRicA facendo ritorno iu Europa e passando al Piemonte, avremo
subito occasione di reclamare quella giustizia ed imparzialità di cui discorrevamo nel citare il fatto di Svezia. Una scena di fanatismo ebbe luogo
testé a Genova e con queste parole viene descritta dal giornale il Movimento e ripetuta dalla Gazzetta del Popolo.
“ Un fatto vergognoso per Genova suscitavasi dall’ignorante fanatismo
di alcuni tristi, e compievasi col concorso di molti curiosi correi per la passiva compartecipazione presa allo scandalo.
“ Nella chiesa di San Teodoro, dentro ad una cappella, stavano tre giovinetti di civil condizione. Sia che la genuflessione da loro fatta al momento
della benedizione non piacesse, sia che non stessero a mani giunte, furono
apostrofati villanamente da una donnicciuola, inginocchiata sui gradini del
balaustro di quella cappella. I giovani prudenti e guardinghi dal tiu-bare il
silenzio dei sacri riti patirono gl’insulti e tacquero.
“ L’ignoranza della pinzochera che apostrofava è perdonabile, il contegno dei giovani quale dovea essere.
“ E pare quindi tutto avrebbe dovuto esser finito. Ma invece appena data
la benedizione, venne uno di quei certi inutilacci, che servono da sacristani
nelle grandi solennità e preso per l’abito uno dei giovani, che ci dicono
macchinista nei R. Cantieri, cominciò a scuoterlo e sospingerlo fuori della
chiesa, dove altri, non meno tristi del sacrestano provocatore, lo accerchiarono e cominciarono ad insultarlo e maltrattarlo qualificandolo di protestante.
“ Noi ci rivolgiamo a chi prese parte a quella vergognosa e vigliacca
provocazione, e se per caso gli arriva sotto gli occhi questo scritto, lo invitiamo a riflettere quale solenne mostra di vigliaccheria e di ignoranza abbia
fatto agli occhi delle persone oneste cercando di eccitar la popolazione contro un individuo, il quale nè lo aveva offeso, nè gli era stato molesto, e sul
quale nessun diritto avea di chieder conto del di lui contegno, solo mostrando la meschinità del suo cervello ed anche del suo cuore, credendosi
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lecito trattare come un cane e peggio un uomo, se mai casualmente fosse
nato in un altra religione.
“ Si vergognino gli autori di simili fatti c pel decoro del paese evitino
tali stupide e brutali manifestazioni!
“ Buon numero di poltroni e trecche accorso ad ingrossare le file, e gridando al Valdese avrebbe voluto riprendere, se ne avesse avuto il coraggio,
la sua vittima ai reali carabinieri, i quali erano giunti in tempo per evitare
mali maggiori ed avevano dovuto per un'ora tenere ricoverato in caserma
il perseguitato e furono poi costretti a farlo nascostamente sortire per evitare la folla clte lo aspettava.
“ Speriamo che l’autorità voglia con un solenne esempio tarpare lo ali ai
fantastici voli di simili fanatici e con una severa lezione insegnare a chi non
10 sapesse ancora bene, che i cittadini tutti anche non cattolici, hanno diritto di essere rispettati e che nessuno, nessuno, neppure quei fanulla che
sono i sacristani, hanno incarico di castigare chi non si è pur bene inginoc ■
chiato alla benedizione ”.
Noi veramente non sappiamo se gli individui di cui si parla nell’esposto
articolo appartengano alla Chiesa Evangelica; ignoriamo anche s’eglino abbiano offerto o no qualche leggero motivo per destare il fanatismo di quella
povera donna ignorante da cui derivò lo scandalo successivo; ma se fosso,
dobbiamo, in verità ed in giustizia, consigliare i nostri fratelli, se per caso
entrano in qualche tempio romano, ad aver riguardo che la libertà loro non
divenga intoppo ai deboli, a riflettere che pur troppo! la conoscenza non è
in tutti, e che per questa mede.sima conoscenza e libertà che trovansi in
quanti credono ad un solo'Iddio, il Padre, dal quale son tutte le cose e noi
in Lui, e ad un solo Signore Gesù Cristo pel quale son tutte le cose e noi
per Lui, a riflettere diciamo, che per esse (conoscenza e libertà) può perire
11 fratello debole, por cui Gesù è morto; e ferendo così le deboli coscienze
si giunge a peccare contro Cristo.
Ma, grazie a Dio, non sono queste le sole notizie che del nostro paese si
abbiano da dare ai lettori ; altre più liete siamo in grado di far loro sentire, e questa specialmente che un gi'an terreno vi va acquistando ogni
giorno l'Evangelo. DeUa verità di questa nostra asserzione porge prova
consolante, anzi tutto, la lettera che più sopra abbiamo riferita di Pietra Marazzi. Ma ve ne sono parecchi filtri, fra cui la discussione testé avuta,
in luogo pubblico e presente un commissario di polizia, tra buona parte del
Clero di Biella ed alcuni cristiani Evangelici, nella qual discussione, se^
siamo bene informati, il Clero si sarebbe distinto.....per la sua straordjuarÌH
ignoranza delle S. Scritture.
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... 180 ...
Alle VALLi VALDESi SÌ sono ricevute, intorno agli emigranti nel Sud dell’America, la partenza dei quali abbiamo lungamente narrata a suo tempo,
notizie dolorosissime, e che varranno, bisogna sperarlo, a mitigare alquanto
quella febbre d’emigrazione che, parto per effetto del bisogno, parte altresì
per effetto di mente concitata, erasì impossessata di gran parte, della popolazione valdese.
Domenico Gtobbo gerente.
ANNUNZII
•AL DEPOSITO DEI LIBRI RELIGIOSI
VIA DEL PRINCIPE TOMMASO
Di recente pubblicazione ;
LA DONNA
DUE DISCORSI
DI
ADOLFO MONOD
PRIMA EDIZIONE ITALIANA
LETTICE ARNOLD par l’auteur de “ Emilia Wyndham ” etc.
traduit de l’anglais 1 25
LES PROPHETIES ET LEUR ACCOMPLISSEMENT LITTERAL par le dott. A. Keith traduit de l’anglais, 1 vol in-12° 2 00
LEILA DANS LA MAISON ¡PATERNELLE; dans L’ILE
DESERTE; en ANGLETERRE: Deuxième édition ornée de_
5 gravures coloriées, 3 vol. (chaque volume se vend séparément). 9 00
^LES NOYAUX DE CERISES, ou le pensionnat de Carlton par
le Rev. William Adams, 1 vol. in-12° 1 60
TOSINO — Tipografia CLAUDIANA, diretta da R. Trombetta,