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RI BL 1 OTECA V ALDí^ijB
TORRE FEILICE
15 dicembre 1978 - L. 200
Spedizione in abbonamento postale
1° Gruppo bis/70
delle vaili valdesi
TEMPO DI AVVENTO ■ 4
Dopo l’adorazione, la strage
La morte e la vita, la schiavitù e la liberazione, contrapposte a Betlemme come nell Esodo,
mettono in evidenza la grande contraddizione della storia
Dopo l’adorazione, la strage.
Gli astrologi indovini hanno girato mezzo mondo per approdare a Betlemme, i bambini nati
a due passi dalla stalla non sapranno mai chi è nato quella
notte.
Che intende dire Matteo con
questa contrapposizione? A noi
riesce un po' oscuro, è invece
chiarissimo per i suoi lettori; la
storia di Gesù è come quella di
Mosè, anzi Gesù è più grande di
Mosè.
Nuovo Mosé
Come in quella lontana pagina
dell'Esodo, anche a Betlemme
sono contrapposte la morte e la
vita, la violenza crudele di un
tiranno e la miracolosa sopravvivenza di un bambino, l’incredulità di un potente e la fede dei
semplici. Ma soprattutto si sono contrapposte due realtà più
grandi dei personaggi stessi. Faraone e Mosè, Erode e Gesù: e
cioè la schiavitù e la liberazione.
Per i credenti della comunità
di Matteo, che vivono ancora nel
clima spirituale dell’Antico Patto, anche se sono già cristiani,
Mosè significa tutto: il dono della legge, la guida nel deserto, la
rivelazione, la nascita di una comunità. Matteo non ha bisogno
di ricordare questo, basta una
allusione e tutto diventa chiaro:
anche nella storia di Gesù, come
in quella di Mosè, esplode quella grande contraddizione della
storia, quel conflitto segreto fra
la schiavitù e la liberazione.
Quando Gesù ricomparirà infatti, adulto, sulla scena della storia, sarà per compiere ima missione analoga a quella di Mosè:
condurre con sé il popolo di Dio
alla scoperta di una nuova rivelazione, di una realtà assoluta
nell’incontro con Dio.
Chi sia Gesù, in questo rac
« ...i bambini di Jonestown, vittime ignare di quella folle avventura religiosa che i loro padri
hanno voluto correre in Guyana »
conto, lo comprendiamo dunque
molto bene: il bambino sconosciuto, anonimo, destinato però
a diventare l’uomo della salvezza; egli rappresenta la vita, la liberazione, è l’immagine della
nuova umanità che Dio crea nel
mondo.
Chi sono gli
innocenti?
Ma gli innocenti di Matteo chi
sono? A chi pensa l’evangelista
ricordando queste vite stroncate
dalla violenza sulla soglia del
nuovo mondo? A tutti gli innocenti che il regno del male continua a stritolare. L’umanità di
Cristo e la sua proposta di vita
si contrappone infatti ad un’altra umanità ed un’altra proposta di vita. Il mondo nuovo sta
di fronte e contro un mondo
vecchio.
E la nostra generazione, come
tutte le ■ generazioni, ha avuto,
ed ha^i suoi « innocenti », le sue
stragi ». n volto incredulo dei
piccoli ebrei del ghetto di Varsavia e quello allucinato dei loro compagni nei lager nazisti
non sono forse entrati a far parte ormai della nostra realtà di
uomini moderni? Sono più che
documenti, sono l’immagine di
un mondo, che è la morte in assoluto, il silenzio, la distruzione.
A questi « innocenti » ci eravamo abituati, facevano parte
del nostro discorso, ma si affacciano ora, in questo tempo di
Avvento, altri « innocenti », più
incomprensibili, assurdi, sconvolgenti ancora; i bambini di
Jonestown, vittime ignare di
quella folle avventura religiosa
che i loro padri hanno voluto
correre in Guyana.
I grandi « Innocenti » di Treblinka si spiegano, sono le vittime del Potere, gli assurdi innocenti di Jonestown non hanno
spiegazione. O ce l’hanno? Sono
le vittime di una nuova dittatura, di una nuova tirannia; la religione? Che il potere uccida è
normale, è insito nella sua natura, una logica intrinseca di
chi Io detiene è proprio questo:
mantenersi sulla morte altrui.
Questo l’abbiamo detto e ripetuto, lo ha illustrato in modo
lucido e convincente Tullio Vinay nel suo discor» sulTagape,
e lo hanno ripetùto i giovani
del ’68. Più difficile accettare che
la religione abbia i suoi Erode,
le sue « stragi ».
« La chiesa faccia il suo mestiere: preghi »: questo Pinvito
che esponenti governativi e la
stampa del Cile hanno rivolto
ripetutamente nei giorni scorsi
al Vicariato di Solidarietà dell’arcidiocesi di Santiago del Cile. La levata degli scudi governativi, ma anche del bastone pastorale di qualche vescovo cileno contro l’arcidiocesi di Santiago ha inteso colpire un importante avvenimento svoltosi dal
22 al 25 novembre nella capitale del paese: il simposio internazionale sui diritti umani, organizzato appunto dal Vicariato di
Solidarietà nell’ambito delle iniziative che questo organismo
ecclesiale ha promosso in Cile
per l’Anno dei diritti umani.
Il simposio, informa l’agenzia
di stampa Adista, è stato aperto
nella cattedrale di Santiago del
Cile dal card. Silva Henriquez,
il quale ha voluto precisare, contro alcuni critici, che nella cattedrale si sarebbero svolti i momenti di preghiera del convegno, mentre i dibattiti si sarebbero tenuti nella sede del Vica
riato, che sorge nei pressi della
cattedrale. Tale sede era stata
mantenuta, rifiutando cortesemente Tollerta di Pinochet di
celebrare il simposio nel Palazzo del Governo.
Il convegno si è articolato in
relazioni e dibattiti. Le relazioni sono state presentate da personalità di spicco: il cardinale
brasiliano Paulo Evaristo Arns
ha parlato di « Diritti umani e
missione evangelizzatrice »; padre Roger Eckel, segretario della pontificia commissione « Justitia et Pax » è intervenuto su
« La chiesa esperta in umanità »:
il segretario esecutivo di Amnesty International, Martin Ennals,
ha riferito su «Diritti umani e
prigionieri di coscienza»; il rappresentante del segretario generale delTONU, Van Boven, ha illustrato il tema «Diritti umani
e nuovo ordine intemazionale»;
il pastore José Miguez Bonino,
uno dei cinque presidenti del
Consiglio Ecumenico delle chiese, ha trattato di « Diritti umani
e sviluppo int^rale dell’uomo »;
Niall Mac Dermott, segretario
Contro ogni
idolatria
Eppure è così: la proposta di
vita che ci viene da Gesù è contro il potere ma anche contro la
religione perché è contro ogni
idolatria. Il paese della schiavitù, la realtà della morte. Erode,
non sono soltanto l’oppressione
politica con i suoi Pinochet in
testa e giù giù tutti gli altri, fin
dove si vuole andare; è ogni forma di oppressione religiosa,
ideologica, culturale. L’anti-mon
do della violenza e del niale,
quello che si oppone a Gesù, è
attorno a noi in tutte le sue forme ma è anche in noi. La logica
di Erode è quella che regge il
politico, il religioso, il sociale c<>
me il privato. È troppo facile dire, come spesso si è detto; noi
non siamo Erode perché non
abbiamo il « potere », mentre il
potere di morte incancrenisce la
nostra vita privata. Così sarebbe
oggi altrettanto facile ed illusorio limitarci a denunziare la Religione-Erode di Jonestown. Scoprire il mondo di Gesù è ancora
altro, richiede pentimento e^ conversione. Fra Betlemme ed il Regno sta il deserto.
G. Tourn
IMPORTANTE SIMPOSIO SUI DIRITTI DELL’UOMO IN CILE
Il ''mestiere” della Chiesa
generale della Commissione intemazionale dei giuristi, ha parlato su « Ordinamento giuridico
e diritto alla difesa»; infine, il
sacerdote Cristian Precht, responsabile del Vicariato di Solidarietà, ha illustrato il tema «Diritti umani in Cile: un’esperienza di solidarietà ».
Al simposio è voluta intervenire anche Lucia Iriarte, moglie
del dittatore Pinochet. La donna ha invitato i partecipanti a
studiare il problema dei valori
spirituali, tanto consunti oggi
nel mondo, « soprattutto in paesi come l’Italia, base della religione cattolica ».
Prima delTinizio dei lavori il
card. Ams aveva dichiarato la
sua grande speranza nel simposio: « Sorga da esso — aveva
detto — una nuova coscienza
per TAmèrica Latina, nel senso
di imboccare strade nuove per
la promozione dei diritti umani». Ed aggiunse che si doveva
lavorare non solo a favore dei
diritti dell’uomo, ma anche per
i diritti sociali, che sono i più
importanti.
____MESSAGGIO DEL MODERATORE
Salvezza già in atto
E "naturale che nel tempo di Natale si senta il bisogno di esprimere in
qualche modo quella comunione fraterna che pure è una realtà in ogni momento dell’anno. Anche
neH’ambito della famiglia
una simile esigenza è sentita da noi tutti.
Così, pur trovandomi a
dover affrontare in questi
giorni tanti problemi, ho
anch’io il bisogno di sentirmi vicino a Voi tutti,
membri delle nostre comunità e colleghi nel ministero pastorale.
Un problema tutti ci accomuna in questi giorni:
come poter vivere il Natale in un tempo cosi travagliato come il nostro.
Orbene, meditando il
messaggio dei profeti viene alla luce un fatto che
può essere di orientamento per noi tutti.
Mentre il popolo di
Israele stava vivendo una
delle ore più drammatiche della propria storia,
al tempo dell’esilio in Babilonia avvenne un mutamento di grande impor
tanza nella riflessione dei
deportati. Essi iniziarono
un ripensamento della propria storia, si ridestò in
loro il ricordo dei molti
interventi di liberazione
da parte deU’Eterno; le
antiche promesse del Signore riacquistarono tutta la loro carica di speranza.
Una nota caratteristica
nel messaggio dei profeti,
proprio in quel periodo di
gravi difficoltà anche per
la fede, fu che, essi annunciarono un nuovo intervento di Dio nella storia
come se esso fosse già avvenuto. I profeti distolsero così il popolo dal triste
lamento e fecero volgere
10 sguardo verso un’azione di Dio che era già in atto: Dio opera ora nella
storia, la sua salvezza è
già un avvenimento. È
in questa prospettiva che
11 popolo d'Israele pur vivendo ancora in terra
d’esilio potè ritrovare gli
accenti delia lode. Coloro
che per fede accettarono
il messaggio che la salvezza era già in atto intonarono il canto di giubilo:
« Giubilate, o cieli, e tu terra, festeggia!
date in gridi di gioia, o monti,
poiché l’Eterno consola il Suo popolo ed ha pietà dei suoi
tafBitti ».
(Isaia 49: 13),
anche nella
Noi sappiamo che l’antica promessa di liberazione è stata realizzata pienamente in Cristo. L’avvenimento della salvezza è
ormai una realtà della nostra storia.
A causa della venuta di
Cristo e poiché Egli ha
manifestato nella Risurrezione l’azione sovrana e liberatrice di Dio nel tempo, noi possiamo formare
una comunità di speranza
e intonare,
sofferenza del tempo presente, l’inno di lode poiché l’antica promessa di
liberazione ha avuto il suo
compimento. *
Perciò, nella comunione
della fede e della speran-..,
za, anche in questo Nat^e
noi possiamo tutti assieme intonaiè Tantico. ihho
di lode: « Gloria a Dio ».
-,'Aldo Sbaffli
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15 dicembre 1978
6 MESI NEL RIO DE LA PLATA
Chiesa Valdese;
una comunità che non si è divisa
Canna amara
E1 Sombrerito è il nome di
una zona del nord argentino colonizzata dai valdesi. Una pianura coltivata in buona parte a
canna da zucchero; « canna amara», dicono quest’anno: lo zuccherificio acquista solo il quantitativo che gli interessa, e la
produzione ha grandi oscillazioni da un anno all’altro. Impossibile fare delle previsioni. Il
prodotto che non viene acquistato resta nei campi, ed è una
perdita secca per l’agricoltore.
Quest’anno su due terzi dei campi la canna è rimasta in piedi;
all’investimento ha corrisposto
una richiesta molto inferiore
al previsto: canna amara.
La vita della Chiesa si svolge
sullo sfondo di queste situazioni,
che sono indice di una situazione
economica diventata sempre più
allarmante anche per chi in passato godeva di un tranqifillo
benessere.
Come definire la vita della
Chiesa valdese? Molti parlano anche qui di crisi, e se si guarda
alla frequenza ai culti, al grado
di impegno nei diversi settori,
per esempio nel settore giovanile, certo di crisi si può parlare. Ma è giusto confrontare cifre
di ieri e di oggi, come se nel lavoro, nella vita sociale, nelle abitudini di vita nulla fosse cambiato?
Piuttosto bisogna chiedersi come la Chiesa affronta la situazione nuova, le cui difficoltà sono note e non si possono esagerare: si pensi soltanto alle
terribili tensioni che hanno lacerato questa Chiesa a cavallo
del ’70, quando pareva che la
Sulla Stampa del 25 nov. Lamberto Fumo spiega « Perché tra
i valdesi diminuiscono i fedeli »,
prendendo lo spimto da imo studio sullo stato della Chiesa di
Giorgio Girardet pubblicato nel
numero 52/53 di Gioventù Evangelica. Come noto, in tale studio
Girardet, esposti i dati statistici
che confermano la diminuzione
dei « membri comunicanti »,
conclude imputando tale situazione negativa al fatto che la
Chiesa non assume una posizione precisa nel mondo di oggi
(posizione che per Girardet dovrebbe essere di « sinistra ») preferendo « l’essere indifferenti dinanzi alle grandi cause della giustizia, della difesa dell’uomo e
dei suoi diritti». Già Marco Rostan su G. E. non aveva accettato tale conclusione, sostenendo
che la Chiesa Valdese non è, né
le interessa essere, ima «Chiesa di sinistra », ma vorrebbe
essere « una Chiesa fedele all’Evangelo » convinta che « Gesù
Cristo e il suo annuncio sono
ima risposta anche per l’uomo
e la società di oggi ».
Il Fumo è andato a intervistare Aldo Comba con il quale
ha approfondito il problema:
gli uomini di oggi, dice Comba,
cercano certezze che la società
attuale non sembra saper dare
e le trovano nella Chiesa Cattolica, attraverso il rilancio della
figura e del carisma papale, ma
anche nello sviluppo della attività delle Chiese Evangeliche
fondamentaliste, in progresso
sensibile anche in Italia, le quali, riconoscendo acriticamente
il valore della Bibbia, affermano
sicurezze. Le Chiese Riformate
storiche invece, tra cui la Valdese, attraverso la corretta ricerca di ima totale responsabilizzazione del credente seguono una
via « difficile e scomoda » da
realizzarsi attraverso l’opera delle Comunità. Più studi biblici,
più attività comunitarie e meno
sacramenti, che sono tipico strumento della religiosità cattolica.
La confessione, ad esempio, e
la relativa assoluzione danno
ima sicurezza oggettivamente più
forte della certezza del peidono di Dio, così come viene annunciato nei nostri culti o nel
rapporto tra un fedele ed il suo
fratello, che può essere o non
essere un pastore.
Il Fumo conclude rilevando come tutte le Chiese Cristiane, la
cattolica e le altre, siano alla
ricerca di soluzioni al quesito
Hanno coHaborato a questo
numero: Niny Bo'ér, Stella
Bouissa, Gino Conte, Giovanni Conte, Dino Gardiol, /ve
Pons, Paolo Ribet, Bruno Rostagno, Alberto Taccia, Cipriano Tourn, Giorgio Toum.
fondamentale di « come essere
testimoni di Cristo oggi ».
E forse potremmo noi fare im
minimo di autocritica e domandarci ad esempio, di fronte alle
richieste di questi uomini tra
cui viviamo, se non sarebbe più
giusto (non per un vacuo proselitismo, ma per adempiere alla
missione di- predicatori dell’Evangelo) dare imo spazio maggiore alla funzione pastorale nei
confronti di quella teologica e
culturale. « E quale è l’uomo tra
voi, Ü quale se il figliuolo gli
chiede un pane, gli dia una pietra? » (Matteo 7: 9).
« Il Gallo » è una rivista che si
pubblica a Genova da oltre trent’anni e che ha sempre dimostrato una apertura ecumenica di
stampo evangelico, pur riaffermando la sua cattolicità. Nel numero di novembre recensisce,
con evidente comprensione della
ispirazione che li ha dettati, due
libri editi dalla Claudiana: la
biografia di Zwingli di gchmidtClausing, vista come lettura stimolante per chi « intenda accostarsi ad altri fratelli di fede andando direttamente alle fonti, liberandosi da tanti pregiudizi
che le ortodossie difensive han
seminato limgo la strada »; e « Il
futuro dell’ecumenismo — un
Concilio di tutte le Chiese? » che
contiene uno studio di Paolo
Ricca, le cui conclusioni sono
considerate una proposta « realistica e insieme coraggiosa». E
aggiunge: « E’ arduo cominciare
sul serio a porsi su di un piano
di parità con i fratelli di fede.
Sia tra le Chiese, che dentro di
esse ».
Donde traspare non solo un
sano sentimento ecumenico, ma
anche la speranza in una unità
all’intemo della Chiesa cattolica,
che per ora è più apparente che
reale, come tutti sappiamo.
Niso De Michelis
spaccatura tra destra e sinistra
fosse un fatto inevitabile. Ora, la
spaccatura non è avvenuta, ma
credenti di destra e di sinistra
hanno riconosciuto che ciò che
li univa nella Chiesa era più
profonda di qualsiasi divisione,
perché la Chiesa è del Signore,
non è nostra; nostra è soltanto
la responsabilità che nasce dalla
vocazione che ci è stata rivolta.
L’impegno
dei laici
COSA DICONO DI NOI I GIORNALI
Invito all'autocritica
La volontà di collaborazione
tra membri di Chiesa anche di
tendenza diversa si potrebbe attribuire alle circostanze esterne
che obbligano a stringere le file.
Ma sarebbe un giudizio superficiale. Questa collaborazione non
è un fatto nuovo, di questi ultimi anni, ma affonda le sue radici in una realtà che mi è parsa
più viva che da noi in Italia: la
coscienza comunitaria, l’impegno
dei laici sentito non come semplice supporto del lavoro dei pastori, ma come ministero autonomo, maturo.
Qui vi sono Chiese, come la
Chiesa di San Gustavo nella provincia di Entre Rios, in Argentina, che per più di venti anni
si sono rette senza il ministero
regolare di un pastore. San Gustavo ha 150 membri e una media di 80 presenze al culto domenicale.
Ma non è un caso isolato: la
Chiesa di Colonia Iris, nella
Pampa, è conosciuta come « la
Chiesa che drizza i pastori »; dispone infatti di un gruppo di
laici con una formazione teologica che incute rispetto.
In molti concistori le sedute
sono aperte da una breve meditazione, che non è tenuta soltanto dal pastore, ma da tutti 1
membri a turno.
Bruno Rostagno
(2. continua)
PROTESTANTESIMO IN TV
La storia della comunità evangelica battista di Pozzuoli, dalle sue
origini ai giorni nostri, è stato il
tema affrontato dalla trasmissione
di « Protestantesimo » del 27 novembre.
La trasmissione è iniziata con una intervista alla signora Nitti, che
ha illustrato la storia della comunità di Pozzuoli dall'inizio del secolo fino al secondo dopo-guerra.
Sono stati ricordati I nomi di evangelisti e pastori come Ragghianti, Sciarelli e Morati, nobili figure
di credenti ohe con coraggio e fede tenace hanno iniziato l'opera di
Pozzuoli li costringe ad emigrare,
e ciò provoca una vera e propria
emorragia di forze vive. Oggi la
comunità è formata quasi esclusivamente di giovani, alcuni di loro
sono tra i pochi rimasti, ma la
maggior parte è costituita da simpatizzanti ohe gradatamente sono
entrati a far parte attiva della comunità.
Dal 1964, dopo ohe il Russo si
è ritirato, il ministero pastorale è
stato esercitato da Umberto Delle
Donne, operaio dell'ltalsider di Bagnoli. La maggior parte dei membri della comunità è formata di
Pozzuoli
testimonianza tra mille difficoltà
fra i proletari della città. Pasquale
Russo è stato II personaggio chiave della storia della comunità battista di Pozzuoli, sulla sua opera
ci si è soffermati particolarmente,
perché è veramente degna di essere conosciuta anche dalle generazioni più giovani, che non hanno
vissuto le discriminazioni religiose
subite dai nostri padri.
Pasquale Russo emigra negli Stati Uniti all'età di quatttordici anni, là matura la sua scelta di fede e studia teologia; nel 1921 fa
ritorno In Italia; stabilitosi a Pozzuoli, Inizia ad occuparsi della comunità battista. Qui, mentre per
vivere dà lezioni di inglese, mette a disposizione la propria casa
per gli incontri con i membri della
comunità, priva di un locale di
culto. In seguito viene affittato un
locale nel centro della città, ma
la persecuzione clericale lo fa
chiudere dalla polizia. La comunità è oggetto di violente aggressioni, durante una di queste muore il piccolo figlio del Russo. Durante il fascismo viene impedito al
Russo di predicare. Nel 1939 egli
viene arrestato e mandato al confino nelle Isole Tremiti, da dove
farà ritorno, in piena guerra, nei
1942.
Dal 1955 al 1960 la comunità comincia a declinare: i vecchi muoiono e molti emigrano; l'antico entusiasmo non è finito ma le difficoltà che molti giovani trovano nella
ricerca di un avvenire decoroso a
operai e di studenti. Con il movimento del 1968 degli operai e degli studenti, la comunità ha continuato ad interrogarsi più a fondo
sul ruolo dei credenti all'interno
della loro realtà, e ne è seguita
una crescente partecipazione ai
movimenti di lotta degli studenti
e degli operai. Nel 1975 i giovani
membri della comunità aderiscono
alla FGEI, che diviene uno dei
gruppi più attivi della zona. Dalle
interviste fatte ai giovani membri
della comunità e ad alcuni esponenti della comunità di base di
Pozzuoli, si può dedurre che questi giovani sono accomunati nella
ricerca evangelica, al di là delle
differenze confessionali e ribadiscono che l'amore e la fratellanza
non sono astrazioni ma insegnamenti da tramutare in prassi di
vita.
Essi vivono inoltre l'esperienza
comunitaria come momento di testimonianza e riflessione all'interno delle lotte per la trasformazione della società.
Per questi giovani il Regno di
Dio deve essere recuperato nella
sua dimensione umana, perché Cristo insegna che il Regno di Dio si
fonda sull'amore e la fratellanza, e
quindi sulla partecipazione ai bisogni dell'uomo.
La posizione dei giovani credenti di Pozzuoli continua un discorso
che ha delle radici nella tradizione della testimonianza evangelica a
Pozzuoli.
CARLA NEGRI ADAMO
VITA NEI CIRCUITI
Sul problema giovanile
XII: ABRUZZI
Domenica 26 novembre si è
riunita a Pescara l’Assemblea
delle chiese valdesi e metodiste
del XII Circuito (Abruzzo e Molise). Due i principali argomenti
all’ordine del giorno: i giovani
oggi e l’esame del materiale per
l’evangelizzazione popolare.
Sul tema dei giovani l’Assemblea di Circuito aveva già affrontato questo problema lo
scorso maggio prendendo due
decisioni: le chiese del Circuito
dovevano discutere i problemi
connessi con la confermazione e
il Consiglio doveva organizzare
un convegno-manifestazione sul
tema: « I giovani, la fede e la
religiosità popolare». Il dibattito, quindi, non è stato altro che
la continuazione di un discorso
già iniziato, discorso sollecitato
dalle ultime decisioni del Sinodo
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Conferenza in agosto a Torre
Penice e da alcune note che il
Consiglio di Circuito ha presentato aU’Assemblea. Questa volta a Pescara si è maggiormente
parlato del convegno-manifestazione pubblica sul tema della
problematica giovanile; che messaggio portare, di chi parlare, a
chi rivolgersi.
Non possiamo parlare dei giovani delle nostre chiese in Abruzzo e Molise — si è detto — perché non abbiamo giovani a causa della emigrazione forzata di
questi anni che ancora non è
terminata. Dobbiamo quindi parlare del problema giovanile in
generale soprattutto tenendo
conto delle proposte di soluzione di tale problema avanzate
da organizzazioni cattoliche. Infatti si assiste al fenomeno che
se da una parte le organizzazioni politiche perdono sempre più
l’aggancio coi giovani dall’altra
parte il cattolicesimo con le sue
organizzazioni sta aggregando
un gran numero di giovani. Non
possiamo così ignorare il rapporto tra i giovani oggi e la religiosità che viene loro proposta.
Il problema della disoccupazione giovanile non è stato trascurato nel dibattito. Alcuni interventi sono stati centrati su
questo aspetto del problema in
rapporto al ruolo delle nostre
chiese nella società. Certamente — si è detto — la chiesa non
è 1’« ufficio di collocamento »,
ma è pur sempre un luogo ove
si deve svolgere un servizio per
gli altri. E questo servizio oggi le nostre chiese evangeliche
lo fanno. Se rapportiamo la
quantità di opere sociali delle
nostre chiese con le nostre forze sia di persone che di denaro,
ci accorgiamo veramente che
tale servizio è enorme. Anche
nel nostro Circuito nonostante
la debolezza finanziaria di molte
chiese abbiamo delle opere sociali non piccole (a Villa S. Sebastiano, a S. Giovanni Lipioni)
soprattutto nel campo del servizio per il lavoro agricolo.
Ma la chiesa non può essere
solo questo. Nella situazione di
oggi con la nostra predicazione
rendiamo un grande servizio ai
giovani evitando loro un grosso
rischio: il qualunquismo che può
facilmente avere presa sui giovani disoccupati. Il nostro impegno è soprattutto quello di
compiere ima predicazione evangelica che impedisca il successo
di questa proposta rischiosa.
Al termine del dibattito l’Assemblea ha nominato una commissione di lavoro con l’incarico di organizzare il convegnomanifestazione che si terrà alla
fine del prossimo marzo 1979 a
Pescara.
L’Assemblea ha poi ascoltato
la commissione di studio per
la preparazione del materiale
atto alla evangelizzazione popolare. Questo materiale (il quale
ora passerà all’esame delle chiese del Circuito) è impostato a
tesi per far conoscere la posizione delle nostre chiese su alcuni argomenti che generalmente vengono affrontati nel dibattito con l’ambiente cattolico. Le
chiese del Circuito dovranno entro marzo 1979 far sapere alla
commissione di studio il loro
parere su questo materiale che
sarà approvato definitivamente
nella prossima assemblea di
maggio.
Terminando, l’Assemblea si è
rammaricata che erano assenti i rappresentanti delle chiese
battiste presenti nel Circuito
nonostante l’invito rivòlto a
queste chiese dal Consiglio.
Giovanni Anziani
3
15 dicembre 1978
RAPPORTI STATO E CHIESE AL PARLAMENTO
Il Senato Informato anche sull'Intesa
Il recente intervento dell’on. Andreotti sottolinea — senza dare una valutazione — il positivo
andamento della trattativa tra il Governo e la delegazione valdese-metodista
Prime
impressioni
« Stato e Chiesa sono posti sul
medesimo piano attraverso l’affermazione che ciascuno, nel proprio ordine, è indipendente e sovrano... Si riconosce piena libertà alle altre chiese» (La Stampa) «La libertà religiosa è riconosciuta a tutti, senza discriminazioni di confessione » (L'Unità). Sono affermazioni tratte
da giornali di 30 anni fa e che
illustrano articoli {1: 19) della
Costituzione appena approvata?
Niente affatto. Sono affermazioni in data 1 die. 1978 tratte dai resoconti della presentazione della seconda bozza emendata del progetto di revisione del
concordato, presentata da Andreotti al Senato. Nessuno - almeno tra i quotidiani che ho letto si è dato la pena di rilevare come diversi principi enunciati dalla bozza in questione sono già in
vigore da trent’anni. Delle due
luna: o si conosce poco la Costituzione, o si giudica perfettamente normale il fatto che le sue
disposizioni — la massima normativa dello Stato italiano —
abbia bisogno della conferma di
un accordo con una controparte
esterna allo Stato stesso. In realtà la Costituzione risulta mortificata e dalla « conferma » che
riceverebbe dal nuovo concordato e dalla frettolosa disattenzione dei grandi quotidiani.
Un’ altra prima impressione
negativa è data dalla speditezza con cui — salvo i problemi
inerenti gli enti ecclesiastici, il
matrimonio e la scuola, su cui
permangono questioni da modificare — nei resoconti dei giornali viene data una patente di
accettabilità a tutto il resto senza elementari spunti critici. Come si può infatti riportare per
esempio le proposte relative alla
nuova normativa sul servizio militare dei religiosi in questo
modo — « Per il clero l’esonero
dal servizio militare non è più
un diritto; i sacerdoti saranno
esonerati ’’ove ne facciano richiesta” » ■— senza rilevare che
diritto privilegiario era e diritto
privilegiario rimane, anche se
comporta una facoltà di esonero
anziché un esonero d’ufficio?
Ñon ci fermeremo a questi
prime impressioni piuttosto negative e alla generale sensazione
che il tema complessivo venga
ormai trattato con una certa
frettolosità dai grandi quotidiani. Torneremo nei prossimi numeri sulla discussione che ha
avuto luogo in Senato e sul contesto della seconda bozza emendata
della revisione concordataria.
Come prima cosa ci occupiamo
tuttavia, con l’articolo di Giorgio Peyrot, di un particolare che
non poteva che essere marginale nelle relazioni dei giornali, ma
che è di importanza diretta per
noi e che perciò merita sul nostro giornale una più ampia informazione: l'accenno fatto dal
Presidente del Consiglio all’Intesa tra lo Stato e le Chiese valdesi e metodiste.
F. G.
Abbonamento
1879
Se appartiene
ancora ai regno
nebuloso delle
buone intenzioni,
trasferitelo subito
nel limpido regno
delie utili
realizzazioni
servendovi
deil’acciuso
modulo di c.c.p.
Nel suo discorso tenuto in Senato il 6 die. mattina, il Presidente del Consiglio è anzitutto
riandato ai precedenti dell’attuale fase della revisione concordataria, soffermandosi in modo
particolare sull’operato della delegazione governativa, intrattenendo l’assemblea sia sui contenuti della prima sia su quelli
della seconda bozza di revisione. Ha ricordato quindi le procedure seguite da due anni a
questa parte, significativamente
valutate come del tutto particolari, ma rispondenti nei risultati a cui si è pervenuti. Dopo
aver prospettato le innovazioni
che caratterizzano ora gli emendamenti predisposti dalla delegazione governativa a seguito degli incontri avuti dall’autunno
1977 con i gruppi parlamentari,
e che vengono valutati come accettabili dalla controparte — alcuni dei quali sono veramente
rilevanti —, l’on. Andreotti, nel
settimo punto del suo discorso,
durato oltre un’ora, è venuto a
parlare dell’Intesa.
Circa il negoziato con la delegazione valdese-metodista, egli
ha detto;
« Il lavoro di revisione del Concordato non ci ha distolto da altri negoziati ai quali il governo ha dato inizio
per l'atttesa conclusione di accordo
con altre confessioni, previsti dall'art.
8 della Costituzione.
Con la Delegazione valdese-metodista si è già raggiunta una intesa che.
a quanto precisano gli stessi interessati, si basa su questi principi:
Si è concordato di procedere nel
pieno rispetto della Costituzione della
Repubblica.
L’intesa è stata considerata quale
strumento giuridico, previsto dallo Stato, per dare attuazione alla regolamentazione dei rapporti tra Stato e Chiesa.
A differenza del Concordato previsto dall'art. 7, l’intesa prevista dall’art. 8 non assume la veste di un trat
tato a livello internazionale, ma quella
di un accordo politico interno.
Non è prevista alcuna ingerenza
dei poteri dello Stato nelle cose spirituali.
Non è previsto alcun privilegio.
Nel corso della trattativa si è inteso operare un riassetto bilaterale della legislazione statale concernente I
rapporti con le Chiese valdesi e metodiste.
Con la stesura del progetto di intesa si è voluto sostanzialmente dar vita ad un precedente in funzione del
quale abbiano a cessare, anche nei
riguardi di ogni altra confessione religiosa diversa, ogni discriminazione.
La Delegazione valdese-metodista, in
un suo documento ufficiale, ha detto
che tutta la trattativa si è svolta in un
clima sereno e cordiale, nel quale è
stato possibile affrontare i diversi problemi, taluni dei quali delicati e
complessi, in una reciproca comprensione dei diversi punti di vista. Ciò
ha facilitato il compito delle due Delegazioni ed ha consentito di definire
ogni questione discussa con soluzioni
accolte aH’unanimità, e di concludere
il lavoro in modo soddisfacente.
Come si è detto la trattativa per la
preparazione del Progetto di intesa tra
la Repubblica italiana e le Chiese vaidesi e metodiste, iniziata l'il giugno
1977, si è già conclusa con la redazione di un testo sul quale le Delega
zioni rispettivamente nominate dal Governo italiano (sen. Guido Gonella,
prof. Arturo Cariò Jemolo, prof. Roberto Ago] e dalla Tavola valdese
(prof. Giorgio Peyrot, prof. Giorgio Spini, prof. Sergio Bianconi) hanno unanimemente convenuto. Questo testo avrebbe potuto essere già presentato
al Governo se successivamente f rappresentanti della Tavola valdese non
avessero proposto talune rettifiche
che sono all’esame della Delegazione
italiana, sicché si prevede una prossima conclusione. Così il progetto potrà
essere approvato anche dal Governo
italiano e il relativo disegno di legge
Giorgio Peyrot
(continua a pag. 8)
AL LAVORO NELLA CHIESA UNITA, IN UNA NAZIONE GIOVANE
Una lettera dallo Zambia
Box 6 - P.O. Lusaka/Zambia
Novembre 1978
Alle sorelle, ai fratelli e amici
in Cristo.
Eccomi già da 15 mesi in
Zambia e il tempo scorre veloce. Ricevo periodicamente « La
Luce » con l’eco delle comunità
dal nord al sud della Penisola.
Grazie di cuore agli amici che
mi seguono con tanta fedeltà,
con il pensiero e con la corrispondenza. Dopo 18 anni mi son
ritrovata in Zambia come se non
l’avessi mai lasciata, il contatto
umano si è ristabilito spontaneo.
Ho trascorso i primi mesi nella
capitale, accolta dalla figlia adottiva Malungwe e dalla sua famiglia; il marito, Ndhlovu, è uno
dei capi responsabili deirUfficio
echi dal mondo cristianoì
a cura di BRUNO BELLION
Precisazione
Per un errore involontario, nel
numero scorso, è apparso un titolo assai più provocante di
quanto non avessi pensato. Mancava infatti un punto interrogativo. Pregherei quindi i lettori
di voler credere che non era mia
intenzione affermare che i responsabili ecclesiastici sono spie
dell’URSS, ma ponevo la dorrianda se una simile affermazione
potesse essere presa sul serio.
Problemi
per ristruzione
religiosa
in Cecoslovacchia
Come ogni anno, all’inizio dell’anno scolastico, si presentano
non poche difficoltà per i genitori che, sulla base della legislazione vigente nel paese, chiedono che i loro figli ricevano nella
scuola una istruzione religiosa.
In molti casi i direttori della
scuola che devono ricevere le
domande fanno tutto il possibile perché il ilumero degli iscritti sia il più basso possibile, per
non andare incontro a seccature
con le autorità scolastiche. È infatti segno negativo per una
scuola il fatto che molti alunni
frequentino queste lezioni di
istruzione religiosa.
Così, nella scuola di TrnavaVozovka, il direttore pensò bene
di eclissarsi. Nei giorni e nell’orario stabilito non si fece vedere a scuola. Ma i genitori furono molto vigilanti e riuscirono a scoprirlo, costringendolo a
ricevere le loro domande. In
un’altra scuola il direttore gettò
nel cestino della carta straccia
le domande, ma i genitori le raccolsero e gliele rimisero sulla
scrivania.
Altrove è successo che il direttore della scuola abbia chiesto aiuto: ai genitori che si presentavano per l’iscrizione dei figli si presentava accompagnato
da una commissione composta
di più persone, tra le quali erano rappresentanti del partito,
sindacalisti, autorità comunali.
In tal modo i genitori erano sottoposti a una vera e propria
pressione a base di minacce e insulti. Secondo informazioni attendibili, pare che qualche genitore di alunno che è stato iscritto a questi corsi abbia perso il
posto di lavoro.
Per superare queste difficoltà
molti genitori hanno iniziato ad
assumere personalmente l’impegno dell’istruzione religiosa dei
loro figli. Ma anche questa soluzione pare non piacere alle autorità della Cecoslovacchia: pare
che alcuni maestri elementari ed
alcune maestre di scuola materna siano state esortate a insistere presso i loro alunni perché
non frequentino le scuole domenicali. In alcuni casi si prevedono impegni parascolastici nelle
ore in cui si tengono normalmente le lezioni di scuola domenicale.
postale centrale, un grande centro ben organizzato. Atterrando
all’aeroporto, alle 7 del mattino,
sentivo che non era un sogno,
ma realtà vissuta, donatami dal
Signore! Lusaka è una città bellissima, spaziosa. I ’flamboyants’
con i loro immensi ombrelloni
offrono un’ombra densa, altri
viali pittoreschi sono fiancheggiati dall’azzurro dei jacaranda,
dai giardini densi di bougainvilles dal rosso al viola cupo. Non
si riconosce questa metropoli,
che trent’anni fa aveva un’unica
grande arteria, con un modesto
ufficio postale e negozi, e in disparte la « Casa del governo »
britannico. Tuttavia la pianificazione prevedeva fin dal principio
quest’ampliarnento e la città ha
potuto compiere il suo sviluppo
straordinario e rivestirsi di bellezza. Vedendola così vasta, e
paragonandola alle nostre città,
mi stupisco che raggiunga solo
il mezzo milione di abitanti.
Nella provincia dell’Ovest —
lo Zambesi, primo campo missionario — ritrovo lo stesso spirito. Il motto unitario « One
Zambia, one Nation » non è una
utopia; l’inglese, ancora studiato nelle scuole sin dalle primarie, facilita il legame fra le 76
tribù diverse, senza nuocere alla
conservazione della lingua bantù, diversa in ciascuna delle nove pròvincie. Non ho avuto alcuna difficoltà a conversare in
lozi, come se tutti questi anni
non fossero trascorsi. Il progresso reàlizzato nella zona urbana,
e quello compiuto dalle donne è
notevole. Moltissime allieve delle scuole missionarie sono degne delle responsabilità che hanno assunto negli uffici a vari livelli, neU’amministrazione, nelle scuole, nel servizio sanitario.
Le donne africane sono straordinariamente prolifiche. Molte
madri di 7-8 e più figli hanno
provveduto anche da sole alla
educazione, a quelTistruzione che
oggi è di rigore, come un passaporto o un talismano che apra
un posto più o meno sicuro...
In Zambia ho ritrovato l’allegria, il riso, il coraggio nell’affrontare le situazioni difficili, che
costringono a saperti cavar dai
guai da sola, e tutto senza far
drammi, con grande energia e
fede.
La fede in Dio, in Cristo è viva, fortificata dalla Parola predicata, Bibbia in mano. La Chiesa Unita nello Zambia (U.C.Z.)
ha adottato varie espressioni liturgiche delle chiese metodiste,
presbiteriano-riformate etc., ed
esse danno al culto più vita e
partecipazione della chiesa locale. L’innario in lazi è ancora conosciuto da tutti e le melodie
sono state adottate anche da
congregazioni nyanja e bemba;
pure gli inni inglesi restano come un ricco patrimonio. Le corali giovanili attirano molti giovani ed esprimono la fede valendosi anche di strumenti musicali e di ritmi africani, il che rompe la monotonia di un culto che
ci potrebbe sembrare un po’ lunghetto... All’uscita dal culto il
corteo, ordinato, si unisce in
una lode al Signore e sul piazzale antistante si forma un grari
cerchio legato dal canto, finché
sia radunata tutta la congregazione: e solo allora le lingue si
sciolgono per i saluti amichevoli
e fraterni.
Ci sarete certamente tutti molto vicini, seguendo ^i ultirni avvenimenti politici, in specie le
feroci incursioni rhodesiane, che
sfidano la volontà di pace e di
fraternità di questa nazione che
non vuole essere razzista e che
rifiuta di opporre un razzismo
nero al vicino razzismo bianco
del regime di Smith, che non ha
avvenire.
Il 12 dicembre hanno luogo le
elezioni e la maggioranza spera
nella rielezione di David Kenneth Kaunda quale presidente
per altri cinque anni, a Dio piacendo.
Per 15 mesi mi son ritrovata
partecipe della vita familiare
delle nostre « figlie »: orfane di
madre alla nascita e allevate a
Mabumbu — dove lavoravamo
Marie Borie e io — formano tutte insieme una grande famiglia
cresciuta nell’amore di Cristo.
Una frotta di nipotini, dai 21 anni ai 3 mesi, danno a Marie e a
me la dolcezza di sentirci « nonne ». Qui a Lusaka, da Malungwe, mi ritrovo nel mondo studentesco e in queste ultime settimane di novembre seguo intensamente Tandamento degli
esami e l’aprirsi di nuove prospettive di studio e di lavoro.
Prima, a Sefula (Bulozi), poiché
la Chiesa aveva chiesto il trasferimento di un’altra figliola,
Flora con le sue 2 bimbe e 5 maschietti, ci è stata offerta la casa di mattoni rossi abitata i^r
molti anni da Roberto e Lisa
Coìsson; un lusso, goderci l’elettricità dalle 18 alle 22, e l’acqua
corrente, specie per il bagno dei
nipotini! Tutti carini, vivaci,
pronti ad aiutare: specie la loro
kuku (nonnina).
Come tanti paesi africani, lo
Zambia è una nsizione giovane:
si rimane colpiti dalla forza giovanile, sana, e anche dall’apertura intellettuale di molti adulti,
uomini e donne. I problemi sono molti, come ovunque, si è
coinvolti nelle situazioni internazionali, a livello continentale
e planetario, le difficoltà crescono e si accavallano, ci si trova
di fronte a situazioni politiche,
sociali, economiche talvolta insolubili a viste umane.
Mi sento molto vicina a voi,
cari fratelli e sorelle in Cristo,
nel vincolo dell’intercessione.
Spero di tornare in Italia alla
fine dell’estate 1979; in questo
momento mi è impossibile lasciare qui i « miei »; la mia presenza, anche se posso far poco,
li aiuta, e di questo non posso
òhe ringraziare Colui che ha scelto questo periodo per farmi tornare nel paese nel quale sono
nata e che amo.
Il Dio di amore e di pace sia
con tutti noi.
Graziella Jalla
4
15 dicembre 1978
A 150 ANNI DALLA MORTE
Franz Schubert, Pemargìnato
La breve esistenza di un uomo che si è serbato semplice e ingenuo, capace di godere interiormente della bellezza della natura e di trasformare in poesia, anche per gli altri, il dolore
« ...E per la seconda volta volsi altrove i miei passi e col
cuore pieno d’infinito amore per quelli che tale amore sdegnavano, andai errando lontano.
Cantai canzoni per limghi anni.
- Se cantavo Ifamore, esso mi diventava dolore. E se cantavo il dolore, esso mi diventava amore. L’amore e il dolore si
dividevano il mio cuore ».
Con queste parole, del suo diario, Schubert si presenta a noi
qual egli è stato: musico meraviglioso, puro poeta di tutti i
sentimenti mnani, dal lirico al
drammatico ! Egli ha espresso
soprattutto attraverso la piccola forma del «Lied» (canzone)
la sua grande arte, in modo imico e irripetibile, È stato anche
il primo musicista a realizzare
gU ideali romantici che si cominciarono a diffondere verso la fine del 700, in opposizione all’imperante razionalismo. Ideali,
questi, sintetizzati nelle due parole germaniche: 1’« Ichgefühl »,
il sentimento dell’io, e la « Sehnsucht », nostalgia, aspirazione
all’Infinito. Ma quello che più
sorprende è che scrisse dei capolavori a un’età quasi adolescenziale! Pensate: il Lied « Margherita all’arcolaio » — su poesia di Goethe — fu realizzato all’età di diciassette anni. L’anno
dopo scrisse ben 150 Lieder fra
cui una delle sue più belle pagine: «Erlkönig» - «Il re degli
Elfi»i (gli spiriti dell’aria, dell’acqua, dei boschi, dei monti,
della mitologia nordica popolare). Una ballata drammatica anch’essa su testo di Goethe. Questa triste storia parla di un padre che galoppa nella notte e
tiene il figlio stretto in braccio,
al caldo. Il padre chiede: «Pi
gliolo, perché nascondi con tant’ansia il tuo viso? » E il figlio :
« Non vedi tu, padre, il re degli
Elfi? ». Il pàdre cerca di rassicurarlo e il colloquio continua
incalzante sino alla drammatica
conclusione: «Padre, il re degli
Elfi m’ha fatto male ! ».
Colto da un brivido il padre
galoppa / Tenendo in braccio il
fanciullo che rantola / Raggiunta la casa con pena e con sforzo
/ Fra le sue braccia il bimbo era
morto.
Nell’ascoltare questa ballata,
si rimane attoniti per la sua tragica bellezza e si è presi da un
brivido di umana commozione.
Tutt’altra cosa è la « Rosellina di bosco ». Descrive xm ingenuo e toccante colloquio tra una
rosa e un fanciullo. Va segnalata per la dolcezza e la soave bellezza. La melodia ha del miracoloso tanto è toccante se pur
fatta di quel « niente » apparente che è proprio il segno del genio.
Vita breve
e amara
Franz Schubert nacque a Vienna il 21 gennaio 1797 e mori il
19 novembre 1828. Ebbe le prime lezioni di musica da suo pa
IN DANIMARCA
Rilancio degli studi
sull’Inquisizione
Come mai in Danimarca?
esclamano gli amici a cui racconto la cosa. Infatti, l’Inquisizione per fortuna non si spinse
fin là, ma forse proprio per questo vi si potè parlare con maggiore distacco. (Comunque, grazie specialmente all'entusiasmo
deH'organizzatore, il Dott. Gustav Henningsen Direttore di ricerche presso gli Archivi del
Folclore Danese (Danish Folklore Archives), il Simposio fu un
vero successo. Pochi i convenuti, espressamente scelti in virtù
delle loro competenze specifiche: due danesi (il Dott. Hénningsen e sua moglie, segretaria
del Simposio); un lussemburghese (il Dott. Emil van der Vekene, autore di una bibliografia
ben nota sull’Inquisizione); 2 statunitensi (Prof. Richard Greenleaf, per l’Inquisizione in Messico; Prof. John Tedeschi, per la
Inquisizione romana); 2 italiani
(Prof. Carlo Ginzburg, anch’egli
per l’Inquisizione romana, ed il
sottoscritto per l’Inquisizione
medievale); 3 francesi (Prof.
Charles Amiel, per l’Inquisizione portoghese; Proff. Bartolomé
Bennassar e Jean Pierre Dedieu,
per l’Inquisizione spagnola); e 3
spagnoli (Proff. Miguel Avilés,
Jaime Contreras e Joaquin Perez Villanueva, anch’essi per la
Inquisizione spagnola).
L’incontro durò cinque giorni,
dal 5 al 9 settembre 1978, ed elsbe luogo in una bella residenza
in piena campagna danese, ad
un’ora di autobus da Copenaghen, tra boschi e stagni. I convenuti, invitati ad inviare con
un mese di anticipo le loro comunicazioni in modo che potessero essere preventivamente conosciute da tutti prima dell’incontro, non persero tempo a rileggerle ed entrarono subito nel
yivo delle varie questioni poste
àiror^ii''8èf giorno, secondo un
piano di lavoro che prevedeva i
seguenti temi:
1) Archiviologia, storiografia
e bibliografia dell’Inquisizione
nelle sue tre partizioni medievale, romana e spagnola.
2) Metodologia di ricerca,
Inquisizione e etnografia e comparazione tra inquisizione medievale e inquisizione moderna.
3) Creazione di un Centro
internazionale di studi sull’Inquisizione, con la proposta parallela fatta da Henningsen di
una rivista intemazionale di storia delTinquisizione dal titolo
Inquisition su cui saranno pubblicate le comunicazioni presentate e discusse al Simposio.
L’atmosfera dell’incontro è stata sempre cordialissima; le lingue usate prevalentemente lo
spasolo, Ttaliano e il francese;
le differenze confessionali o ideologiche non hanno per nulla nociuto alla reciproca comprensione, anzi sono valse a meglio puntualizzare la complessa varietà
di lettura e d’interpretazione dei
« fatti » inquisitoriali, ivi compresi i dati di carattere prevalentemente sociologico e etnografico che si possono utilmente trarre, oltre a quelli d’indole
religiosa e teologica, dai testi ufficiali dei tribunali, come fin qui
hanno messo in evidenza le opere del Ginzburg, del Le Roy Ladurie e del Merlo. Infine è stato
proposto che ì futuri incontri
siano allargati a studiosi di altre aree geografiche e linguistiche, in particolare germaniche e
slave dove, se non l’Inquisizione
moderna (ma anche questa va
considerata specie in rapporto
con la stregoneria), almeno l’Inquisizione medievale ha lasciato
profondi segni, come in Baviera,
Alsazia, Pomerania, Brandeburgo; Boemia, Ungheria, Polonia
ecc. '
Giovanni Gönnet
Franz Schubert, ritratto da un amico nel 1821 ^
dre — maestro elementare — e
da suo fratello maggiore, Ignazio. Più tardi il direttore della
chiesa parrocchiale di Lietenthal
— sobborgo di Vienna dove
Schubert era nato — lo istruì
nel canto e nell’organo; fu ammesso come soprano nel coro
della cappella imperiale e — oltre a continuare gli studi musicali — ricevette im’istruzione
generale classica.
Nel 1813 uscii dal convitto ed
ebbe un posto di maestro-aiuto
accanto al padre. Nel 1816 concorse al posto di direttore di
musica alla scuola normale di
Laibach ma con esito negativo.
Tentò altre vie: tutto fu vano!
(Vedremo in seguito come tutto
ciò avrà per lui delle conseguenze fatali).
Innamoratosi di ima certa Teresa Grob, non potè sposarla
perché non riuscì ad avere un lavoro. E fu l’unico incontro che
serbò caro nella sua memoria.
È quanto confidava a un suo
amico nel 1821 con queste parole: « Ho amato una sola volta,
profondamente, e sono stato ricambiato. Ella era più giovane
di me e in una mia messa eseguii
la parte di soprano con ammirevole profondità di sentimenti.
Non era bella, e il suo viso recava tracce di vaiolo, ma era buona, buona con tutto il cuore. Per
tre anni cercai in tutti i modi
un impiego che mi permettesse
di sposarla; ma alla fine si sposò con un altro anche per accontentare la famiglia. Ho sofferto molto. Ancora adesso l’amo
e mai più troverò un’altra ragazza COSÌ! buona e così dolce».
C’è un’amara considerazione
da fare. Il « perbenismo sociale »
di ieri come di oggi, non dà spazio ai poeti e ai sognatori: un
misero artista che affidamento
può dare? non ha il senso della
realtà, della concretezza; in una
parola: non dà alcun affidamento! E per questa filosofia spietata, dove conta l’avere e non
l’essere, il mite Schubert pagherà con sofferenza e immatura
morte la sua emarginazione.
A ventisei anni, nel prendersi
furtivamente quello che la società gli aveva negato, si procurò un contagio che cinque anni
dopo Tavrebbe portato alla tomba. Così, nel pieno della giovinezza passò gli ultimi anni della sua esistenza nella più grande
sofferenza fisica e morale. Ma
tutto ciò non fiaccò il suo spirito: continuò a scrivere musica
di ogni genere fino a quando ebbe un briciolo di forza. Molte
sinfonie, musica da camera di
ogni genere, e oltre 600 Lieder ! !
È il patrimonio artistico pieno
di umanità che questo «sventurato» uomo ha lasciato all’umanità « col cuore pieno di amore », in cambio di una vita di
stenti e di sofferenze.
Di una sola cosa la vita gli fu
prodiga ; l’amicizia. È quanto
l’apprezzasse ce lo dice egli stesso con queste parole : « Felice
chi trova un vero amico ! ». Amava tanto stare insieme con i suoi
compagni che son rimaste proverbiali le loro scampagnate nei
dintorni di Vienna. Ma lasciamo
parlare imo dei protagonisti,
G. L. Von Spaun: «D’estate si
usciva all’aria libera, e accadeva che per una cara compagnia
egli (Schubert) dimenticasse un
invito in un circolo di persone
ragguardevoli; ciò gli procurava
delle noie, ma egli non ci faceva caso ». E una sua amica così
descriveva la sua personalità :
« Era un’anima meravigliosa ;
non si mostrava geloso e non
nascondeva la sua gioia udendo
della bella musica. Si prendeva
il capo tra le mani e ascoltava
in estasi. L’innocenza e la pace
del suo cuore non si possono descrivere ».
L’apertura di
una nuova strada
Per quanto concerne la sua
musica vale la pena riferire
quanto ebbe a dire Beethoven.
Si sa che il gran sordo passò gli
ultimi mesi della sua vita a leggere le melodie di Schubert e
che stupito di tanta bellezza, disse un giorno al suo giovane amico Schindler : « Certo vi è in
Schubert una scintilla divina ! ».
E Franz Liszt, dopo l’ascolto
di alcuni suoi Lieder, scrisse:
« ...Schubert, il musicista più
poeta che mai vi sia stato ».
Ma sarebbe troppo pretendere di dare un giudizio esauriente sull’arte di Schubert in un
breve articolo che vuole sopratto fermarsi sull’uomo Schubert.
Ci limitiamo, perciò, a considerare il componimento musicale
da lui preferito, il «Lied». Il
Lied, fino a Mozart, era una piacevole composizione che dava la
preminenza all’eleganza del canto e riservava im compito puramente ornamentale, di « accompagnamento », alla parte strumentale. Rieccheggiava un po’ in
esso il « bel canto » all’italiana e
1’« aria » tanto cara all’opera
teatrale allora in voga. Con
Schubert tutto cambia. Spesso è
proprio l’introduzione musicale
a creare la «StimmUng» — altra parola cara ai romantici —,
l’atmosfera, l’ambiente, introducendoci grammaticamente alla
poesia ed al canto, che si fondono sempre perfettamente con
la parte strumentale. Un esempio stupendo di ciò è dato proprio dalla ballata « Il re degli
Elfi » che abbiamo già ricordato. L’introduzione musicale ci dà
subito la sensazione del dramma che va precipitando versò la
sua fine tragica, con il concitato
movimento della mano destra,
con il ritmo ternario del galoppo, e col disegno ritmico e melodico della sinistra che crea, fin
dall’inizio, una atmosfera incombente di tragedia. Con i suoi
Lieder Schubert dice una « parola nuova » che sarà seguita da
tutti i romantici, ed apre la strada ad una nuova sensibilità. Chi
riesce a capire la sua arte, soprattutto in certe melodie dei
suoi Lieder, scopre fino in fondo l’ingenuità vera deH’uomo
Schubert, che è riuscito a cogliere il senso della vita interiore, quell’ingenuità propria dell’uomo fanciullo (ricordate le
parole di Gesù?).
A misura d’uomo
Concludiamo, facendo rilevare
come questo uomo grande e mite abbia qualcosa da dire anche
a noi in questo nostro tempo.
Siamo una società che vive a
misura delie cose: successo, carriera, sesso, ricchezza, ed ogni
specie di possesso. Il suo emblema è proprio la nuovissima
bomba N, che uccide ogni essere vivente, ma lascia intatte le
cose! Sull’altare dell’efficienza e
del rendimento, migliaia di
« persone » (giovani, vecchi, bambini) vengono quotidianamente
emarginate e sacrificate!
Schubert, l’emarginato, ci propone la via che egli percorse,
nella sua breve esistenza, vissuta a misura d’uomo, in mansuetudine, nell’amore e nel dolore,
senza invidiare chi aveva quel
che egli non riuscii mai ad avere ; senza inacerbirsi contro
quelli che lo emarginavano; serbandosi semplice ed ingenuo,
aperto all’amicizia, capace di
gioire delle cose più semplici,
di godere interiormente della
inesauribile bellezza della natura ; e di trasformare in poesia —
anche per gli altri — il dolore.
È forse poco?
Giuseppe Beiforte
Preghiera di Avvento
Signore, ci permetti di andare incontro alla luce, ai riposo ed alla gioia di Natale.
Che cosa abbiamo da offrirti? C’è tanta oscurità nelle
nostre attività, pensieri confusi, freddezza, leggerezza, odio! Tante cose che non possono rallegrarti e che non ci
sono di alcun aiuto! Tante
cose in flagrante contraddizione col messaggio di Natale!
Che cosa puoi fare di simili r^ali? Di gente come noi,
che siamo ciò che siamo, come tutti?
Ma è precisamente ciò che
a Natale tu aspetti da noi e
di cui vuoi sbarazzarci, tutta
quella confusione per darci
in cambio il nostro Salvatore e per mezzo di lui un nuovo_ cielo e una nuova terra,
del cuori nuovi e uno scopo
nuovo nella vita, una chiarezza ed una speranza nuove
per noi e per tutti gli uomini.
Sii tu stesso in mezzo a
noi in quest’ultima domenica
in cui ci ' prepariamo a ricevere tuo Figlio come regalo.
Dacci di pregare, di ascoltare
e di parlare qui nello stupore
e nella riconoscenza dei tuoi
progetti per noi, per tutto
ciò che hai già deciso e compiuto a nostro favore. Amen.
Kart Barth
5
15 dicembre 1978
110 CHIESE E 10 ORGANISMI ECUMENICI RIUNITI IN MESSICO DAL 19 AL 26 SETTEMBRE
OAXTEPEC :
Assemblea delle Chiese
in America Latina
Il nome di una località del Messico diventa il simbolo di una speranza
ecumenica - Una corrispondenza del Moderador de la Mesa Vaidense
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Come era stato progettato, e
sotto il motto: « Finché tutti siamo giunti aH’unità della fede e
della conoscenza del Figlio di
Dio » (Efes. 4: 13), l’Assemblea
delle Chiese deirAmerica Latina
si è svolta in Messico, con rappresentanti di 110 chiese e 10 organismi denominati « ecumenici » del continente. Con i delegati ufficiali, di chiese sorelle, e gli
osservatori (fra cui alcuni cattolici romani), i partecipanti erano più di 300.
Non è stata
una assemblea
improvvisata
Non è qui la sede per fare della storia, ma per capire Oaxtepec è necessario ricordare alcuni fatti. Nel 1916 a Panama e nel
1925 a Montevideo ebbero luogo
due conferenze continentali, con
forte influenza delle missioni
nordamericane. All’Avana nel
1929, questa volta con marcata
impronta ispano-americana, si
tenne un congresso che si proponeva già di formare una « federazione internazionale », col
concorso delle chiese evangeliche di Spagna e Portogallo.
Successivamente si tenne una
serie di Conferenze delle chiese
latino-americane: la prima a
Buenos Aires nel 1949 (con l’attiva partecipazione di un leader
ecumenico, il pastore Marc Boegner); la seconda a Lima nel
1961 (in cui fu proposta la creazione di un organismo ecclesiastico continentale, ma l’idea non
giunse in porto); la terza di nuovo a Buenos Aires nel 1969.
Ma fu a Rio de Janeiro nel
1963 che 7 Federazioni nazionali
di chiese (in quella che fu chiamata la « Dichiarazione di Corcovado ») dichiararono il proposito di costituire « un organismo
latino-americano di cooperazione
evangelica ». L’organismo si costituisce in forma provvisoria
l'anno seguente a Montevideo e
si consolida nel 1970 a Porto Rico con il nome di « Movimento
per l’Unità Evangelica Latinoamericana » (UNELAM) e la partecipazione della maggioranza
delle Federazioni di chiese e di
varie denominazioni evangeliche.
Circa tre anni fa, in accordo
con le chiese, questo Movimento decise che era venuto il momento di compiere un passo più
deciso e di maggiore portata sulla via dell’unità. Si cercò quindi l’appoggio diretto delle chiese e una partecipazione più impegnativa dei cosiddétti movimenti ecumenici (di cui alcuni
operano già da vari anni in America Latina). Nacque così la convocazione deH’Assemblea di Oaxtepec, mentre l’UNELAM si preparava a cedere il passo a un
nuovo organismo.
fessioni evangeliche — luterani,
riformati, pentecostali, metodisti — hanno approfittato delle
pause del lavoro per fare conoscenza e per scambiarsi idee e
impressioni.
Alcune osservazioni
conclusive
Avendo avuto il privilegio di
partecipare attivamente al movimento ecumenico in America
Un gruppo di studio biblico all’aperto durante la Conferenza.
Latina per più di 30 anni, e senza farci delle illusioni su questo
incontro di Oaxtepec, possiamo
dire che per grazia di Dio si è
segnata una tappa significativa
nell’espressione dell’unità delle
forze evangeliche in America Latina.
Nonostante una grande diversità di tradizioni ecclesiastiche
e non poche tensioni circa il mo
do per affrontare con il^ messaggio evangelico la realtà drammatica dei nostri paesi, a nostro
avviso Oaxtepec ha significato
tra l’altro queste cose; a) un
chiaro impegno a predicare l’Evangelo con tutte le sue implicazioni; b) un appello a tutte le
chiese a essere solidali con i setWilfrido Artus
(continua a pag. 8)
INTERVISTA AL PASTORE MARIO BERTINAT
Un importante passo avanti
La giornata
a Oaxtepec
A Oaxtepec (centro statale di
vacanze a 90 Km. dalla capitale
messicana) si lavorò intensamente, sia in plenario (culti quotidiani con Santa Cena, seguendo diverse liturgie, presentazione di temi, dibattiti, relaziom,
deliberazioni generali), sia in
gruppi per gli studi biblici sopra l’epistola agli Efesini e la
discussione dei temi: « Unità
delle chiese » e « Ruolo delle
chiese in America Latina ». Furono pure fortemente dibattuti i
problemi relativi alle basi e al
funzionamento del nuovo organismo destinato a unire le chiese e le diverse espressioni ecumeniche dell’America Latina.
È interessante notare che i
rappresentanti delle varie con
A Mario Bertinat, presidente
della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Uruguay, abbiamo posto alcune domande sull’Assemblea di Oaxtepec.
— Come si è giunti all’Assemblea di Oaxtepec?
— La decisione di convocare
l’Assemblea è stata presa in una
riunione della Giunta direttiva
allargata delTONELAM (movimento pro unità evangelica latinoamericana), che si è tenuta
a Panama nel 1977. Nello stesso
anno si riunisce a Bogotá (Colombia) la commissione organizzatrice, composta da un delegato per paese, per un totale di
75 chiese rappresentate; il documento conclusivo della riunione affermava tra l’altro: « Convochiamo un’Assemblea delle
Chiese dell’America Latina che,
in un incontro con Gesù Cristo
e in celebrazione della sua presenza, sia il punto di partenza
per una maggiore unità del po
DAL DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL’ASSEMBLEA
Per un discepolato
obbediente e radicale
Dalla lettera che l’Assemblèa
ha indirizzato alle Chiese cristiane e agli organi ecumenici dell’America latina stralciamo alcuni brani salienti.
« Noi, rappresentanti di 110
chiese diverse e di 10 organismi
ecumenici di tutto il continente,
coscienti del fatto che il nostro
Signore ci vuole uniti ed attenti
alle esigenze di quest'epoca, ci
siamo qui riuniti fraternamente
per riflettere, alla luce delle
Scritture, sulla nostra comune
vocazione e per concretizzare il
nostro desiderio di unità. In questa assemblea abbiamo di nuovo
scoperto che la nostra unità è
riflesso e partecipazione nell’unità d'amore del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo. Abbiamo
pregato ed abbiamo cantato insieme. Insieme ci siamo avvicinati alla tavola del Signore condividendo le esperienze di gioia
e di dolore di tutti i nostri fratelli. Abbiamo discusso con calore e con franchezza temi complessi concernenti la vita e la
missione della Chiesa nel nostro
Continente. Abbiamo ascoltato,
di nuovo, l’urgente chiamata alla proclamazione integrale dell'Evangelo. Abbiamo riconosciuto che la Chiesa è inserita in
una realtà che manifesta le conseguenze del ^peccato e che par
tecipa a questa realtà. (...)
Confessiamo che abbiamo disonorato Dio con le nostre divisioni, il nostro orgoglio e la nostra disobbedienza. Confessiamo
che la nostra indifferenza di
fronte alle esigenze dei settori
più dimenticati, oppressi ed affamati dei nostri paesi contraddice le esigenze dell'Evangelo.
Confessiamo che non siamo sempre stati attenti alla voce del
Signore che reclama da noi azioni solidali ed efficaci in favore
di coloro che soffrono. Ci uniamo nel rivolgere un appello ai
cristiani dell’America Latina perché rispondano alle esigenze della giustizia del Regno di Dio in
un discepolato obbediente e radicale ».
Nel paragrafo dedicato ai ’Settori dimenticati’ il documento
afferma: « L’emarginazione di
cui soffrono grandi settori della società, come ad esempio i
bambini, i giovani, gli anziani,
le donne è un attentato alla dignità dell’essere umano. La Chiesa ha il dovere di proporre la
piena realizzazione di ogni componente sociale ».
A proposito della situazione
dei popoli autoctoni latino-americani, il documento rileva:
« la situazione degli indios offre
un quadro desolante di sfrutta
mento e discriminazione che
scuote la nostra coscienza cristiana; si esorta la Chiesa a partecipare alla soluzione di questi
problemi ».
Sulla attuale situazione del
Nicaragua Tassemblea afferma:
«La situazione odierna del Nicaragua reclama una solidarietà
cristiana con coloro che soffrono per la violenza e la repressione e vivono la tragedia di vedere i propri diritti conculcati ».
Il documento termina con una
proposta operativa: « L'assemblea delle Chiese latino-americane, riconoscendo Cristo Gesù come suo Dio e Salvatore, in riferimento alle Scritture e nella
considerazione della comune vocazione cristiana, pone le basi
per la creazione del Consiglio latino-americano delle Chiese. Al
fine di concretizzare la. nostra
unità e costituirci come utile
strumento rispetto all’adempimento della nostra missione, elaboriamo una base giuridica e
operativa per questo nuovo organismo. Desideriamo che nel
processo di formazione, al quale
prenderanno parte le Chiese locali, si uniscano anche le Chiese
e gli organi ecumenici del Continente che potranno far parte
del Consiglio. Esso infatti vuol
essere espressione visibile della
nostra unione». " ’
pòlo cristiano, al fine di poter
essere maggiormente fedeli all’Evangelo in America Latina oggi ».
— Perché non si è giunti alla
costituzione definitiva del Consiglio Latinoamericano delle Chiese?
— Le chiese per ragioni diverse non erano ancora mature per
dar vita al nuovo organismo senza apporgli la limitazione: «in
via di formazione ». Ad ogni modo è doveroso segnalare che
Oaxtepec rappresenta un passo
importante nella vita deH’unità.
— Quali sono stati gli argomenti principali dibattuti?
— Oltre agli studi biblici sulla
lettera agli Efesini, che erano
stati oggetto di un lavoro preparatorio, i temi centrali erano
due: « Unità della chiesa » e
« Ruolo della chiesa in America
Latina », con diversi sottotemi:
la nostra vocazione aU’unità e
la realtà della nostra divisione;
unità e divisione nel compimento della missione; testimonianza
comime responsabile in America
Latina; libertà della chiesa per
essere chiesa; presenza cristiana
nella comunità; la chiesa e l’incarico missionario; settori emarginati; strutture di potere; popoli aborigeni; diritti umani;
aree prioritarie di azione.
— Cos’è che ha reso possibile
la partecipazione dei pentecostali?
— in realtà non lo so. Negli
ultimi anni varie chiese pentecostali dell’America Latina sono
state presenti nei movimenti ecumenici, non solo nel nostro continente, ma anche a livello mondiale.
A Oaxtepec rappresentavano
im quarto del totale delle chiese
presenti. La presenza dei pentecostali e anche di altre correnti
evangeliche non tradizionalmente ecumeniche è un fatto degno
di essere sottolineato.
— Qual è stata la loro posizione?
— Per quanto riguarda la
creazione del Consiglio Latinoamericano delle Chiese, erano
largamente a suo favore.
— Quale è stato il contributo
dei valdesi e dei metodisti?
— Il contributo valdese, dato
il numero esiguo (solo due) non
si può contabilizzare. Evidentemente eravamo d’accordo con
la creazione del Consiglio. E’
da segnalare che il Moderatore
Artus, membro delTONELAM e
tesoriere della commissione organizzatrice, ha messo tutto il
suo impegno per la riuscita dell’Assemblea.
I metodisti erano vincolati a
una decisione presa nell’organismo continentale che li collega,
secondo cui l’Assemblea di Oaxtepec doveva avere soltanto un
carattere eonstiltivo. —
— La chiesa cattolica era
presente ufficialmente?
— Erano presenti in qualità
di osservatori dei rappresentanti cattolici di alcuni paesi e del
Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM). In due occasioni fu presente il vescovo della diocesi locale; la prima volta
ha rivolto im messaggio molto
caldo che è stato ascoltato da
tutti con profonda, attenzione;
in questa occasione ha espresso
il suo grande interesse per l’attività che si stava svolgendo.
— G’è una relazione tra Oaxtepec e defila?
— Nessuna relazione diretta.
Fu un caso che i due incontri
fossero programmati nello stesso paese e quasi nello stesso
periodo. Poi, per le ragioni conosciute, Puebla è stata rinviata.
Tuttavia possiamo dire che
tanto Oaxtepec come Puebla
sono manifestazioni delle due
correnti cristiane maggioritarie,
che esprimono l’aspirazione a
compiere la missione della chiesa in un continente nominalmente cristiano, che presenta
molti problemi e carenze.
— Che futuro prevedi per la
collaborazione fra le chiese evangeliche in America Latina?
— La mia impressione è che
le chiese evangeliche hanno im
futuro carico di responsabilità
se vogliono veramente dare una
testimonianza fedele a Gesù Cristo. Il compito è grande, e anche le difficoltà, sia all’interno
sia all’esterno di ciascuna chiesa. La presenza evangelica in
America Latina avrà un senso e
sarà rilevante soltanto nella misura in cui si avanzerà nella via
dell’unità, il che non significa
uniformità.
Credo fermamente che dopo
Oaxtepec ci sono speranze rinnovate per il futuro delle relazioni fra le chiese evangeliche,
e si vede più chiaramente come
si debba realizzare il compito di
testimonianza delle chiese, che
è il loro compito per eccellenza.
In questo senso non c’è dubbio
che lo Spirito stia operando.
— Cosa significa questa collaborazione per la Federazione delle Chiese Evangeliche in Uruguay?
---- La collaborazione tra le
chiese del continente implica
evidentemente la collaborazione
stretta nello stesso paese, nel
nostro caso in Uruguay. La nostra Federazione, molto piccola,
avrà senso nella misura in ctd
si dia collaborazione fra le chiese che stanno lavorando una
vicino all’altra. Spero che Oaxtepec aiuti le nostre chiese a
procedere sempre più unite.
(intervista
Rostagno).
a cura di Bruno
6
15 dicembre 1978
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
PINEROLO
Viabilità
ecumenica
«Ormai tra Roma e Ginevra
corre... un’autostrada con molto
traffico. Certo, non tutto è risolto! Rimangono ancora, specie in
Italia, paesini e vallate ai margini di questa vita, di questi
scambi, immerse in una loro tradizione tanto rispettabile quanto démodée. Ma anche loro dovranno svegliarsi. È questione
di aver pazienza ancora un po’
di tempo ».
Un’immagine efficace questa,
del vice-direttore dell’Eco del
Chisone, per informarci che ormai le valli valdesi sono tagliate fuori dal dialogo ecumenico
tra Ginevra (sede del Consiglio
ecumenico delle Chiese) e Roma.
Proprio cortie capita ad un picc(do villaggio di montagna i cui
abitanti, privi di un raccordo
autostradale, devono rassegnarsi a guardare il traffico dalle loro finestre.
E lo stesso problema sollevato alcune settimane or sono dall’altro don Trombotto di Torre
Pellice, che citava alcuni esempi di un nuovo approccio protestante alla questione del primato papale ( ampiamente documentato da Paolo Ricca in un
volume della Claudiana che pare non sia stato ancora letto).
Personalmente- credo che vi
sia, da parte nostra, la necessità
di un maggiore impegno ecumenico. Le nostre chiese vivono
spesso ai margini della riflessione che è presente nell’ecumene
cristiana. Purtroppo, dobbiamo
j anche dire che nel pinerolese le
comunità cattoliche sono anco■ ra di gran lunga più disinformate di noi, ed allora è pacifico che
I CIÒ che è possibile in altre chiese non sia possibile in casa nostra (ma i problemi di fondo
vanno ben oltre la necessità di
una maggiore informazione).
Perché il problema non è, come
vorrebbe don Trombotto, di limitarsi a farsi trascinare nel
traffico autostradale (cosa ormai
inevitabile secondo lui). Né Roma né Ginevra possiedono, fino
a prova contraria, i crismi della
verità e dell’infallibilità evangelica. È bene quindi chiederci anche il prezzo evangelico da pagare per viaggiare a tutto gas su
questa autostrada così piena di
traffico. ^ Altro che tradizióne
« démodée »! Sempre di più, e
l’incontro di Bangalore della
commissione «Fede e Costituzione » lo ha messo in luce, si
pone alla nostra attenzione’ la
questione del rapporto tra teologia e diplomazia, per chiarire fin
dove gli scambi ecumenici siano
veramente sostenuti da una chiara ed onesta ricerca teologica, e
dove invece la dominante sia ormai opzione delle maglie diplomatiche.
È innegabile, e sotto molti
aspetti decisamente positivo che
i rapporti tra il Consiglio ecumenico delle Chiese ed il cattolicesimo romano siano andati intensificandosi — e in questa prospettiva la chiesa di Roma dovrà anche chiarire la sua ambigua posizione, di chi non è membro del CEC pur partecipando
ctm un’impronta decisiva a quasi tutte le commissioni di lavoro. Ma noi, che viviamo nella
realtà del pinerolese, non possiamo illuderci di essere coinvolti nel traffico autostradale Roma-Ginevra senza avere il coraggio di costruire un confronto
teologico ed ecumenico serio sui
problemi più volte sollevati e
poi mai ripresi. Non è forse negativamente significativo che
molte proposte di ricerca in comune, di dialogo paritetico, non
vengano prese in considerazione,
non ottengano alcuna risposta?
Il nostro comune contributo
al dialogo ecumenico contemporaneo avrà un senso unicamente nella misura in cui saremo
capaci di risolvere i nostri rapporti nel pinerolese, senza proiettare le nostre divergenze e le nostre polerniche su un terreno di
per sé già abbastanza accidentato.
Chiarire la nostra « viabilità
ecumenica secondaria »: ecco il
nostro impegno ed il nostro contributo a Roma e a Ginevra.
Ermanno Genre
4 incontri sull’ora di religione
promossi dagli studenti
Nel mese di novembre si sono
tenuti a Pinerolo, in alcune scuole superiori, quattro incontri sull’insegnamento della religione
nella scuola.
Gli incontri sono stati organizzati e preparati da alcuni studenti; questo ci sembra un dato
positivo, perché si è trattato di
un’iniziativa partita proprio dagli studenti, che sono in fondo i
diretti interessati a questo problema.
I primi tre incontri erano di
carattere informativo perché i
relatori hanno illustrato e chiarito diversi problemi attinenti
all’ora di religione.
Nel 1" incontro Amos Pignatelli ha parlato su « Laicità della
scuola e insegnamento della religione », evidenziando come l’ora
di religione, oggi, nella scuola
non rispetti assolutamente questa prerogativa. Nel 2°, Alberto
Barbero parlando su « Concordato e insegnamento della religione cattolica nella scuola italiana » ha posto le basi per lo
studio storico deH’insegnamento
della religione a partire dalla
legge Casati fino al Concordato
ed alla Costituzione mettendo in
evidenza le contraddizioni ancora esistenti nella bozza di revisione del Concordato. Nel 3“
Claudio Tron ha svolto il tema
« Le minoranze religiose di fronte al Concordato e all’ora di religione. La posizione delle chiese
valdesi e metodiste » illustrando
il contenuto delle future Intese
fra lo Stato Italiano e le Chiese
Valdesi e Metodiste.
Gli incontri sono stati ampiamente pubblicizzati con la distribuzione di volantini nelle scuole
superiori: questa ci sembra
l’unica carenza deH’organizzazione, in quanto per questo non
sono state coinvolte anche le
componenti delle scuole elementari e delle medie inferiori. Un
lato positivo dell’organizzazione
è il fatto che presto saranno disponibili nelle librerie le relazioni degli incontri. Positivo è anche il fatto che sono state chiamate come relatori persone direttamente impegnate nella scuola e nella vita politica di Pinerolo.
Pur essendo il problema dell’ora di religione piuttosto sentito, la partecipazione del pubblico è stata alquanto scarsa; tut
INIZIATIVA DELLE UNIONI FEMMINILI
Storia, teologia e animazione
nello studio biblico di gruppo
Nella riunione del Comitato Nazionale FFV dell’8 maggio 1977
si è affacciata l’idea di un corso per animatrici di Unioni e già .si
delineò l’impostazione con una parte teologica e un’altra di animazione sia biblica sia di conduzione di riunione.
Poi il Congresso di Poggio Ubertini (Firenze) del 19-20-21 maggio 1978 accolse questa proposta dando così l'incarico al Comitato
di realizzarlo, e per l’estate 1979 prima o dopo il Sinodo, speriamo
di poterlo organizzare a Torre Pellice.
Però, approfittando della concentrazione di un considerevole
numero di Unioni su un territorio limitato come quello del Primo
Distretto (Valli Valdesi), si è voluto fare un breve seminario per
avere delle indicazioni e dei suggerimenti che potevano venirci da
una prova pratica.
Il pastore Giorgio Tourn è stato il professore teologo per le
tre lezioni svoltesi a Torre Pellice nel mese di novembre e lo sarà
ancora per le altre due che si faranno a Pinerolo in gennaio.
Dopo questi primi incontri possiamo già dire che le partecipanti hanno espresso nella loro adesione attiva e costante il bisogno di una. maggiore preparazione per curare e sviluppare le attività femminili delle nostre Unioni.
Ne riportiamo un sintetico resoconto.
N. B.
Giovedì 30 novembre si è concluso, a Torre Pellice, nell’ambito del 1 Distretto, un primo
ciclo di incontri per animatrici
di Unioni Femminili, organizzato dalla FFV.
Il past. G. Tourn ha introdotto i lavori tracciando l’evoluzione degli studi biblici a partire
dagli anni ’50: daH’esperienza
della teologa Suzanne de Dietrich che sosteneva l’attiva collaborazione di ogni partecipante
agli studi biblici sino alle recenti esperienze della CEvAA in
cui l’incontro intorno al testo
biblico può esprimersi in una
grande varietà di forme.
Tuttavia il metodo tradizionale dello studio biblico — ha aggiunto Tourn — manifesta ancora piena validità e non può essere facilmente accantonato!
Così, avendo di fronte a noi
due testi biblici (I Cor. 11: 17-33
e Marco 14: 17-31) sulla Santa
Cena, abbiamo cercato sia di co
gliere il punto centrale, sia di
annotare i termini oscuri.
Per due volte, gruppi diversi,
si sono avvicendati nelTesporre
le proprie convinzioni e perplessità a partire dal testo in esame. Commentario alla mano, il
past. Tourn ha poi ricostruito
l’ambiente storico della I lettera
ai Corinzi e il significato della
Santa Cena. Anche per il testo
di Marco sono occorsi alcuni approfondimenti per capire il nuovo rapporto con Dio stabilito in
Gesù Cristo che si esprime nella partecipazione alla Santa
Cena.
Non è mancata la discussione.
Essa ha preso soprattutto l’avvio sul ’come’ si fa la S. Cena
nelle_ diverse comunità.
chi la distribuisce? Tourn ha
chiesto se solo chi predica la
Parola di Dio la può distribuire. Altri, richiamandosi a
nuove esperienze vissute, vedono nel passarsi, di mano in ma
Sabato 16 dicembre - ore 20/45
nel Tempio di VILLAR PELLICE
Sabato 23 dicembre - ore 20,45
nel Tempio di TORRE PELLICE
Concerto natalizio
offerto da :
* Corale di VILLAR-BOBBiO PELLiCE
diretta da Dino CIESCH
* Corale di TORRE PELLICE
diretta da Ferruccio CORSAMI
* Ferruccio CORSAMI - Organo
* Paolo DOGLIOTTI - Flauto dolce
Saranno eseguite musiche rinascimentali, barocche e moderne per coro
e per strumenti, li programma sarà distribuito all'Ingresso del Tempio.
TUTTI SONO CORDIALMENTE INVITATI
no, il pane e il vino, un segno
del sacerdozio universale dei credenti.
Se, nella prima parte concernente la ricerca biblica, la discussione è stata minima, essa
si è immediatamente ripresa sulla traduzione pratica di cos’è e
come ci avviciniamo alla Cena
del Signore.
In conclusione si è capito che
manca l’allenamento alla ricerca, al dialogo, al confronto sul
testo biblico.
Questo primo ciclo di incontri, anche se la metodologia dovrà essere mag^ormente precisata sul come impostare in un
gruppo uno studio biblico, ha
messo in luce l’importanza di
esprimere una riflessione comune in cui ciascuno, confrontandosi col testo biblico, partecipa
agli altri il suo pensiero.
All’insegna della piena partecipazione, i prossimi incontri si
svolgeranno a Pinerolo, giovedì
11 gennaio, alle ore 14,30, sul testo di I Cor. 10: 14-22, e giovedì
25 gennaio sul testo di Luca 24:
13-33.
Daniela Platone
Val Pellice
Comunità Montana
Piano
di sviluppo
In sede di Comprensorio pinerolese, giovedì 7 dicembre, è stato presentato il piano di sviluppo elaborato dalla Comunità
Montana Valpellice. Relatori: lo
stesso presidente della Comunità, arch. Lungo e l’aw. Bert del
foro pinerolese. La votazione, che
ha registrato 23 astensioni e 12
voti a favore del piano, ha sostanzialmente espresso un risultato scontato: le forze democristiane non accettano la ’filosofia’
di questo progetto di sviluppo.
Secondo il democristiano Celeste Martina il piano tende a gonfiare la Comunità Montana fino
a farle assumere la fisionomia
di « un ente sovracomunale capace di schiacciare le autonomie
dei 9 Comuni della Valle ». Nel
passato, in fase di elaborazione,
furono accolte alcune proposte
democristiane al piano ma certamente, per quel che concerne
la visione d’insieme, c’è divergenza profonda e l’accordo pare
difficile. Bisogna tuttavia tener
presente che il Comprensorio ha
solo funzione consultiva nei confronti della Regione; l’ultima parola spetta alla Regione che dovrebbe, in fase d’esame, tener
maggiormente in conto l’elaborazione « dal basso » (attraverso
i vari dibattiti con la popolazione) che ha accompagnato la nascita del piano.
tavia i dibattiti sono stati più
vivaci che in altre assemblee
pubbliche.
Hanno brillato per la loro assenza gli insegnanti di religione,
tranne poche eccezioni che hanno per altro partecipato attivamente al dibattito e hanno contribuito alla ricerca di nuove
soluzioni.
Il 4° incontro, condotto da due
studenti, è servito a far emergere alcune proposte costruttive
per il futuro: quella che ha raccolto maggiori consensi propone
Io studio scientifico della religione sotto l’aspetto storico, filosofico, sociologico, psicologico.
Altre prospettive vengono da
un organo ufficiale del Vaticano,
che propone Tinsegnamento della religione cattolica non dal punto di vista dogmatico ma come
fenomeno peculiare della realtà
italiana, e da « Comunione e liberazione » che propone ore distinte di insegnamento per le diverse confessioni (un’ora per i
cattolici, un’ora per i valdesi,
un’ora per i laici ai quali verrebbe insegnata una non meglio definita « morale laica »).
Gli studenti hanno proposto l’esonero in massa dalTora di religione (anche se difl’icilmente realizzabile) e incontri pomeridiani con la partecipazione di esponenti di varie confessioni.
Questi incontri di studio si sono rivelati positivi perché hanno
illustrato e chiarito un problema
sentito dagli studenti e di particolare attualità; speriamo che
l’iniziativa abbia un seguito per
studiare e per approfondire ulteriormente le soluzioni proposte.
Anna Revel
Paolo Gay
_____RECENSIONE
La storia
dei poveri
Il fascismo tra le due guerre
è l’arco storico ricostruito « dal
vivo », attraverso testimonianze
attentamente raccolte dai ragazzi del maestro Jean Louis Sappè,
ad Angrogna. Si tratta di due
agili fascicoletti \ dalForiginale
impianto grafico; ricco di foto e
disegni. I brevi testi che collegano il racconto sono le risposte
dei contadini e degli operai, oggi anziani, agli interrogativi dei
ragazzi; s’incontra quindi un rapporto, anzi un dialogo, tra generazioni. Parla chi ha vissuto direttamente quel periodo e parla
andando subito alla sostanza
delle cose. Perciò emerge spesso,
nei brevi commenti registrati, la
drammaticità di chi ha subito le
scelte politiche calate dalTalto.
Colpisce, in questi due fascicoli, il singolare equilibrio tra immagine e testo scritto; le foto,
lo si intuisce, spesso vengon fuori dal cassetto di qualche vecchio combattente mentre i testi,
sempre essenziali, riflettono lo
stile deh raccontare le cose, tipico delle nostre parti. È la nostra
gente che parla, rievoca e si commuove di fronte agli scolari.
Sicché, pur considerando i
due fascicoli, strumenti destinati alla scuola defl’obbligo (questo stile di « fare la storia » può
stimolare altre realtà scolastiche
ad andare oltre lo steccato del
libro di testo) essi s’impongono,
nella loro sinteticità, alla lettura di chiunque. E particolarmente di chi vuole riascoltare un lungo capitolo di storia letto e commentato da chi Tha vissuta e
sofferta.
G. P.
^ Francesco Aglì, Roberto EyNARD, Paolo Gardiol, L’altrastoria I
e II, a cura di J. L. Sappè e dei suoi
ragazzi. Collana Strumenti Nuovi,
SEI, Torino 1978 (Lire 1.500 ciascuno).
PERSONALIA
Nella comune certezza dell’appartenenza nostra e dei nostri cari al Signore, i colleghi della redazione esprimono la loro affettuosa solidarietà a Liliana Vi-glielmo per la scomparsa della
mamma.
7
15 dicembre 1978
CRONACA DELLE VALLI
S. GERMANO
La comimità ha vissuto due
buone giornate comunitarie: il
3 dicembre, dopo un culto al
quale hanno partecipato anche i
ragazzi del coretto, un gruppetto
di fratelli si è ritrovato nella sala per l’agape fraterna e per uno scambio di idee sul problema dell’educazione cristiana in
vista della fede. Ringraziamo
quanti hanno introdotto l’argomento.
Domenica 10 dicembre è stata
invece la volta della « domenica
di Testimonianza evangelica valdese ». Erano presenti al culto
numerosi fratelli di altre comunità. La liturgia è stata condotta
dal pastore locale; mentre il pastore mennonita Elio MUazzo ha
tenuto la predicazione sul testo
di Rom. 1: 8-17. Altro gradito ospite era il fratello Daniele Moretti della chiesa dei Pratelh di
Anghiari (Toscana). Questi due
ospiti hanno anche portato i saluti dell’Alleanza evangelica italiana. Anche questa volta la giornata è continuata in sala. La
colletta al culto è stata dedicata
alla Società biblica. La seduta pomeridiana è stata presieduta dal
dott. Gardiol.
• Ricordiamo che il concerto
natalizio delle due corali di Luserna S. Giovanni e di San Germano e del Coretto avrà luogo
a Pinerolo il 17 dicembre, a San
Giovanni il 30 ed a San Germano
il sabato 6 gennaio 1979. Il coretto canterà qui il 23 dicembre.
• Alla famiglia Durand, che ha
perso il fratello Giova,nni Durand, deceduto al Rifugio C. Alberto di Luserna S. Giovanni,
all’età di 84 anni, assicuriamo la
nostra fedele intercessione. Pensiamo con riconoscenza a quanto
è stato fatto in quell’istituto per
circondare questo nostro fratello, ospite del Rifugio per circa
25 anni.
• Ecco l’elenco delle riunioni
quartierali progettate per gennaio. Preghiamo i fratelli dei vari quartieri di dirci se c’è qualche difficoltà per una delle date
proposte. Si tenga presente che,
a queste riunioni, saranno presenti dei membri di chiesa dei
vari quartieri che hanno offerto
di approfondire con noi alcuni
dei temi di riflessione che stanno a cuore alla chiesa, cosa di
cui siamo loro grati.
3 gennaio, ore 20.30: Centro;
9, ore 20: Garossini; 10, ore 20:
Balmas; 11, ore 20: Gondini; 13,
ore 20.30: Porte; 14 (domenica),
ore 15: Martinat; 16, ore 20:
Bert; 17, ore 20.30: Centro; 18,
ore 20: Costabella; 24, ore 20.30:
Gianassoni; 31, ore 20.30: Centro.
Intanto ricordiamo il culto a Porte di sabato 16, ore 20.30.
• Sabato 9 dicembre ha avuto
luogo la serata organizzata dall’U.S. Sangermanese, nel corso
della quale è stata rievocata, con
diapositive opportunamente « sonorizzate », la « giornata dei
Borghi ». Il numeroso pubblico
ha apprezzato la fatica degli organizzatori.
TORRE PELLICE
Sabato 9 si sono sposati nel nostro tempio Rinaldo Malan e Daniela Tomasini; alla nuova famiglia che si costituisce il nostro fraterno augurio.
• Mercoledì 6 ha avuto luogo
il funerale della sorella Yvonne
Rostan in Bounous deceduta all’ospedale; ai suoi familiari rinnoviamo la nostra fraterna simpatia.
• L’Unione dell’Inverso Rolandi invita tutti a partecipare alla
serata che avrà luogo sabato 16
alle ore 20.45 nella scuola; proiezione di un film, diapositive,
gioco a quiz.
• Domenica 10 ha avuto luogo
la preannunziata assemblea di
chiesa sul tema proposto dal
Sinodo « Educazione in vista della fede »; dopo una relazione dei
deputati al Sinodo su questo tema si è avuto un ricco scambio
di idee e di suggerimenti. Decisioni radicali non sono state prese, e sarebbe stato difficile farlo,
ma si è previsto di proseguire
la discussione in altre assemblee. Il problema che sempre ritorna è quello della comunità;
più che lo studio teorico sembra oggi necessario sia per i
ragazzi e i giovani che per gli
adulti avere una esperienza di
vita comunitaria. Molti suggerimenti dunque da tradurre in pratica.
• Nel pomeriggio ha avuto
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Domenica 17 dicembre
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( Dott.ssa Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90118 - 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice : Tel. 91.365 - 91.300
Luserna S. G. Tel. 90.884 - 90.205
TORRE PELLICE
Dibattito sul
Parlamento
d’Europa
L’U.C.D.G. promuove martedì 19 c. m. alle ore 21,
nella sala delle Scuole Medie in viale Rimembranza,
gentilmente concessa dal
Comune, un incontro-dibattito sul tema:
9-10 giugno 1979:
Ellezioni dirette del Parlamento Europeo.
Interverranno la prof.ssa
Frida Malan, membro del
Direttivo Naz. dell’Ass. It.
per il Consiglio dei Comuni d’Europa, e il prof. Sergio Pistone dell’Università
di Torino, segretario reg.
per il Piemonte del Movimento Federalista Europeo.
Tutti sono cordialmente
invitati.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Domenica 17 alle ore 10.30 culto con rifiesslone comunitaria
sul testo di Romani 14: 19:
«Cerchiamo dunque le cose che
contribuiscono alla pace e alla
mutua edificazione ». Dopo il
culto, che sarà leggermente abbreviato, tutti sono invitati a
raccogliersi ancora per una mezz’ora per proseguire insieme la
meditazione del testo, con l’apporto del pensiero, deU’esperienza, della testimonianza di fede di
tutti.
• Sabato 16 alle ore 20.45 nella Sala Albarin la filodrammatica di San Secondo presenterà la
commedia di P. Weiss: « Come il
Sig. Machenpot viene liberato
dal dolore ». Tutti sono invitati
a partecipare.
• L’Assemblea di Chiesa di domenica 10, ha visto una buona
partecipazione di membri. Dopo
Tillustrazione fatta dal Cassiere
F. Girardon e alcuni interventi
è stato approvato all’unanimità
il preventivo finanziario per il
1979 per un totale di 26 milioni (contro i 22 e mezzo previsti
per il 1978) di cui 17.500.000 per
la Cassa Centrale.
• L’incontro annuale dell’Unione Femminile con gh ospiti dell’Asilo ha avuto luogo Domenica
scorsa. Laura Nisbet, con l’ausilio di un film da lei stessa girato, ci ha presentato il suo lavoro in Zambia. Siamo molto
riconoscenti per questa sua partecipazione- che ha dato un valido contenuto all’incontro che è
molto ben riuscito.
PERRERO
ANGROGNA
luogo alla Foresteria il bazar
delle Società Missionarie. Ringraziamo le sorelle che si sono impegnate in questo lavoro per la
loro fatica e disponibilità, e tutti
coloro che hanno collaborato
con esse lavorando o partecipando alla vendita.
• Ci rallegriamo col Dott. Enrico Gardiol per il riconoscimento del suo lungo servizio presso l’ospedale di Luserna e cioè
per tutta la nostra popolazione,
avuto a Torino con la consegna
di una medaglia d’oro da parte
del presidente dell’Ordine Mauriziano. Rallegramenti anche a
Susetta Cocorda che si è laureata a Torino la settimana scorsa
con una tesi di storia valdese. Ci
auguriamo che ci faccia partecipi di questo suo studio.
PINEROLO
Domenica 10, dopo il culto,
l’assemblea di chiesa ha affrontato il problema dell’informazione e in modo particolare la situazione attuale dell’ Eco-Luce.
La discussione, introdotta da
una relazione del past. Platone,
è stata polarizzata sulla possibilità di un eventuale ’’sdoppiamento” del giornale e su eventuali inserimenti in nuovi canali d’informazione. L’assemblea
ha votato, infine, un o.d.g. in cui
si esprime parere negativo sullo
’’sdoppiamento” e si invita ad
un miglioramento (tramite inserti su problemi locali) della
formula attuale del nostro giornale. Nel corso dell’assemblea i
membri di chiesa hanno risposto ad un questionario sui problemi dell’informazione, preparato dalla redazione.
È mancata la nostra sorella
Giulia Viglielmo, madre di LiUana, assidua collaboratrice dell’Eco-Luce. La sua dipartenza
crea un grosso vuoto nella nostra comunità e nella nostra testimonianza. Fino all’ultimo, nel
periodo della malattia e nella
sobrietà voluta per il suo servizio funebre, essa cì ha dato un
esempio di pazienza, non soltanto per la sua resistenza al male, ma soprattutto per la speranza cristiana che ha condiviso:
« Se speriamo quel che non vediamo, noi l’aspettiamo con par
zienza » (Rom. 8: 25).
Ai figli e ai familiari tutti rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia fraterna.
• Ricordiamo ancora una volta due importanti appuntamenti
per questa settimana:
Venerdì 15, alle ore 20.30, primo incontro di studio biblico in
comime fra valdesi e cattolici.
Domenica 17, alle ore 10, Assemblea di Chiesa. Sono scaduti
sei membri del Concistoro (tutti
rieleggibili); avremo quindi ima
importante elezione.
Doni CIOV
MESE DI SETTEMBRE
Il gruppo giovanile del Prassuit-Vernè ha iniziato, con lavoro volontario, i lavori per la nuova cucina della Sala. L’attività
del gruppo (ogni mercoledì alle
20) dopo il lungo lavoro di restauro della scuoletta è oggi
concentrata sulla ristrutturazione della vecchia biblioteca della
Chiesa. Si spera, che nel giro
di qualche mese, la biblioteca
potrà ritornare ad essere un utile strumento per tutti.
• Domenica 10 c.m., durante il
culto pomeridiano al Serre, è
stata battezzata la piccola Marta
Arnoul di Aldo e Ada. Ai genitori l’augurio di saper esprimere
un’educazione ispirata all’Evangelo.
PRAROSTINO
In questa settimana la nostra
comunità ha vissuto ore di dolore e ore di gioia.
• Venerdì 8 die. abbiamo accompagnato all’ultima dimora
terrena la nostra sorella Celestina Martinat vedova Bouchard
deceduta all’Asilo di San Germano Chisone all’età di anni 87 e
dopo lunga malattia, amorosamente curata dal personale dell’Asilo e dai familiari. Ai parenti
in lutto rinnoviamo l’esprèssione
della nostra fraterna simpatia.
Iddio consoli i cuori affranti con
le sue promesse di risurrezione
e vita eterna.
• . Sabato 9 die. la nostra corale con alcuni familiari si è riunita al Presbiterio per un’agape
fraterna egregiamente preparata
dai coralisti stessi. Abbiamo così potuto passare alcune ore in
vera comunione fraterna... e naturalmente dopo una buona cena
non potevano mancare i canti,
visto che erano tutti coralisti.
Ringraziamo sentitamente tutti
coloro che si sono adoperati per
l’ottima riuscita della serata.
PER ASILO DI S. GERMANO CHISONE
L. 5.000: Zia Adele In occasione del
matrimonio di Nella e Gianni (San
Germano Chisone); Adele, ricordando l’undicesimo anniversario del marito Sappei Pietro (S. Germ. Chis.).
L. 10.000: R. B. V. J., in ricordo di
tutti i miei Cari defunti (S. Germano Chisone) ; La nipote Elbana e
famiglia ricordando tante Ivonne
Balmas; Emma e Edmond Beaux, in
mem. di Giovanni Pireddu (N. Y. . U.S.A.); N. N., in mem di Paolo
Gay; Liliana ed Emilio Comba, ricordando le nostre mamme Fernanda
e Margherita nel 30“ anniversario.
L. 15.000: Fiori in mem. di Long Vito,
i nipoti Ernestina, Emilia ed Ettore
Massai.
L. 20.000: Olimpia e Carlo Tron, ricordando Giovanni Pireddu.
L. 40.000: In mem. di Gianni Pireddu,
le cugine Irma, Elena, Marisa, Leila
e famiglie.
L. 50.000: Peyrot Giovanni (S. Remo):
Famiglia Balmas Edo, ricordando la
cara mamma.
PER RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
L. 10.000: Giordan Bertalot Jeanne:
Gay Mary.
L. 25.000: Cardio! iRoessgen (Ginevra).
L. 50.000: Peyrot Giovanni (S. Remo).
L. 300.000: In mem. di James Gay, la
famiglia.
PER ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI
L. 10.240: Amici di Zurigo.
L. 20.000: Rosetta Baccella (Roma).
PER OSPEDALE D TORRE PELLICE
L. 10.000: Alma e Nida Pone, in mem.
di Evelina Gay (S. Germ. Chis.).
L. 70.000: Modolo Bice, in mem. del
fratello Modolo Ernesto (Pinerolo).
PER OSPEDALE DI POMARETTO
L. 10.000: Sig. Benedetto; Bianchini
Anna in Benso (Pinerolo); Tron Nella
(Perrero).
L. 15.000: Nella, Renato Travers e
mamma, in mem. dei nostri cari
(Pramollo). .
L. 20.000: Ughetto Giuseppina in Carrù
'(Moncalieri) ; Albertina e mamma, ricordando I loro cari Riccardo e Alberto Gaydou.
L. 23.000: Reynaud Virginia (VHIar Porosa).
L. 25.000: Griot Liliana, con infinita
riconoscenza ringrazia.
L. 30.000: Un flore alla mem. di
Riccardo e Alberto Gaydou, dagli amici di Alberto e Albertina; Turno A:
Binatura, Torcitura, Autocouer - Filseta (Porosa Argentina).
L. 50.000: Longo Maddalena (Dubbione): De Stefanis Luigi (Pinerolo).
L. 60.000: Menusan Aldo e Franco, in
mem. dello zio Menusan Francesco
(Perrero).
L. 100.000: Società di Cucito Dorcas,
in mem. di Mirella Botta Sartorio
(Torino).
Un regalo per Natale
Il Movimento di Testimonianza Evangelica Valdese raccomanda:
OSCAR CULLMANN
GESÙ’ HA AVUTO PROPOSITI
DI RIFORMA POLITICA ?
Si può ricevere versando L. 200 a rimborso spese di spedizione più una libera offerta utilizzando il conto corrente postale n. 2/4860 intestato a
Silvio Rivoir — Torre Pellice (Torino)
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
Doni pervenuti nel mese di ottobre
L. 1.228.689: Sup. Wustlioff Kirchen
Kreis (Essen nord).
L. 100.000: Iolanda Rivoiro Pellegrini,
in mem. della mia cara mamma;
Fri. Ellen Fiòrler (Zurigo).
L. 54.500: Beux Lilline, riconoscente
(osp. Asilo),
L. 50.000: In mem. di Gribaudo Giuseppe, la moglie Caterina Chiavazza e la figlia Silvana (Torre Pellice);
Unione Femminile di Sanremo e Alassio; In mem. di Antonio e Milca
Cornelio, le figlie.
L. 33.500: In mem. di Gribaudo Giuseppe, i commercianti di Torre Pellice.
L. 30.000: Lina Marcel ReveI, In mem.
di Emilia Bertalot e di Enrico Favout
(Les Pins“Bursins-Suisse); Maria Teresa e Aldo Rostain, In mem. della
zia lina Peyrot-Perazzi; Bertin Tienette (20 ottobre), in mem. di Elisa
Benech, Letizia Bonnet ed Esterina
Gay.
L. 20.000: Gönnet Giuseppe, in mem.
della zia e zio Villa; Mary Lidia
Alessio Brughera, in memoria (Genova); Andreone Luigia In ReveI, in
mem. di mamma e papà; Matilde e
Jean Rostagnol, in mem. di Maria
Bastìa; Rostagno Vittorio (Milano);
Pro Loco di Rorà; Hélène et René
Blanc-Bonnet, en souvenir de Clara,
Letizia et Jean Bonnet (Losanna); Tinette e Rina Bertin, in mem. di Maria
Bastia; Juliette Balnias Marauda, alla mem. delle mie care sorelle e
fratello.
L. 15.000: Matilde Bellion, in mem. di
Maria Bastia (osp. Asilo); Matilde
Bellion, in mem. di Arturo Bellion;
Madame Blondel (Losanna); Bufalo
Mlleto Fede (Condove).
L. 10.000: Alda, in mem. di Luisa Pontet; Anna Alliaud Malanot, In memoria di Maria Bastia; Tina e
Mario Rivoir; Bertalot Elsa (Imperia); Heìdi Gremlninger; Stoccetti Vittoria (Genova); Albarin Aurora, in mem. di Maria Bastia; Perello Maria, in mem. della mamma
(osp. Asilo).
Doni pro Uliveto
DONI RICEVUTI
Vay M. L., Torino L. 20.000; Fam.
Michelaguolì, Firenze 50.000; Famìglia
Pons, Roletto 50.000; Unie School, Olanda 290.587; Balsamo Colombo Giuseppina, Torino 3.500 + 500; Magliana Lidia, Torino 5.000; In ricordo di Mario
Pugno, ì familiari 50.000; Albertina
Bertalot-Bertin, in nome del marito Jean
Bertin 2.000; Nella Zarottì, in memoria
del cognato Carlo Zarotti 20.000; Comitato Assistenza, via Nomaglio 50.000;
Scuole domenicali di Pinerolo 100.000;
Gardiol Giacomo, Prarostino 15.000;
B.E.T. 2.500; Fam. Quadri Sala Ermenegildo, in m. di Carlo Zarotti 20.000;
Fam. Zarotti Luca, in mem. di Carlo Zarotti 20.000; Ditta Annovati 200.000;
N. N-, via Nomaglio 30.000; N. N.,
Torino 50.000 Paschetto Caterina, in
memoria del ;friarito 5.000; Vigliano Elena 10.000; Istituto Bancario S. Paolo
dì Torino 50.000; Anna Moulineux 10
mila; Famiglia Barotto, in memoria della mamma 90.000; Carla e Aldo Bounous, per la nascita della figlia Gladys
50.000; Coniugi Pittavìno-Malan, Torino 50.000; Balsamo Colombo Giuseppina 500; Paschetto Caterina e Milka, in memoria di un'amica 2.000; Paschetto Caterina e Milka, in memoria
del marito 5.000; Gruppo dì V della
Scuola domenicale di Pinerolo 50.000.
L'Istituto Uliveto esprime la più vìva
riconoscenza a tutti gli amici che dimostrano la loro simpatia.
AVVISI ECONOMICI
MEIVIBRO Chiesa Torino vende automobile 127, base 3 porle, color rosso ossido, stato di conservazione come nuova, anzianità 6 mesi. Telefonare 011/486061.
RINGRAZIAIMENTO
I familiari del caro
Beniamino Pons
di anni 72
ringraziano sentitamente tutti coloro
che in qualsiasi modo hanno preso
parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
medico curante dr. Bertolino ed al Pastore G. Conte
S. Germano Chisone, 15 dicembre ’78
RINGRAZIAMENTO
« Non temere solo abbi fede »
(Me. 5: 36)
I Agli di
Rachele Gardiol v. Odino
deceduta a S. Secondo il 2 dicembre 1978, all’età di 78 anni, ringraziano sentitamente quanti sono stati
vicini nel dolore di questa separazione.
San Secondo, 4 dicembre 1978
8
8
15 dicembre 1978
PROBLEMASCUOLA
Diritto aiio studio
Il Senato informato
anche sull’Intesa
ed Enti Locoii
(segue da pag. 3)
potrà essere presentato al Parlamento ».
dell’altra è facile pensare debba
risalire al differente interlocutore ecclesiastico.
Diritto allo studio è non solo
un’estensione quantitativa delle
possibilità scolastiche a tutti,
indipendentemente dalle risorse
economiche, ma una riforma
qualitativa della struttura scolastica, del suo ruolo e delle sue
finalità. Come rispondono gli enti locali cioè; comuni, comimità
montane, province e regioni al
diritto allo studio? Quali sono le
loro competenze? « Creare le
condizioni per », per un ente locale vuol dire istituire mense,
trasporti, servizi sociali idonei
ai bisogni di una comunità, biblioteche... che rendano sempre
nùgliori e meno disagiate le condizioni del cittadino, utilizzando,
e questo non va dimenticato,
denaro che lo stesso ha versato come contribuente.
Le deleghe previste dallo stato
nei confronti degli enti locali
vanno sotto il nome di « assistenza scolastica» o «beneficenza
pubblica», termini quanto mai
impropri a delineare programmi (fi intervento precisi, riguardanti le necessità emergenti di
buona parte della popolazione.
Il decreto delegato 616 del 24
luglio 1977 attua la delega prevista dalla legge 382 (quella che
ha sancito Tautonomia regionale) nei acuenti settori orcfinamento ed organizzazione amministrativa, servìzi sociali, sviluppo economico, assetto ed utilizzazione del territorio...
Sotto la voce « assistenza scolastica » all’art. 42 capo VI si afferma: « Le funzioni amministrative relative all’assistenza scolastica concernono tutte le strutture, i servizi, le attività destinate a facilitare mediante erogazioni e provvidenze in denaro o
mediante servizi Individuali o
collettivi, a favore degli alunni
di istituzioni scolastiche pubbliche e private (!), anche se adulti,
rassolvimento dell’obbligo scolastico, nonché per gli studenti
capaci e meritevoli ancorché privi di mezzi, la prosecuzione degli studi ».
Inoltre, tutti i fondi che prima CTano assegnati alle scuole,
con il D.P.R. 616 sono conglobati
neU’unlco fondo da erogare ai
comuni ed ai consorzi di comuni: ogni regione può stabilire i
criteri annuali dell’assegnazione
di fondi. Lo stesso decreto attribuisce alle province, all’art. 26,
due compiti: l’approvazione della
localizzazione dei presidi assistenziali e il parere sulla delimitazione territoriale delle associazioni obbligatorie dei comqni,
per es. le Comunità Montanè.
Proprio le C. M., istituite nel dicembre ”73, haimo il compito di
coordinare gli interventi sul territorio loro delineato in materia
di servizi sociali. Se si accetta
ridea che i servizi sociali possano essere imo dei presupposti
del diritto allo studio, è necessario però chiedersi quale è il
loro ruolo in questa società, dove i poteri competenti delegano
la risoluzione dei problemi ai
di t.
Comitato di Redazione : Sergio
Aquilante, Dino Ciesch, Marco Davite, Niso De Michelis, Giuliana
Gandolfo Pascal, Marcella Gay,
Ermanno Genre, Giuseppe Platone,
Ornella Sbafi!, Liliana Viglielmo.
Direttore; FRANCO GIAMPICCOLI
Dirett. Responsabile: GINO CONTE
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Redazione Valli : Via Arnaud, 25 ■
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• ecoromici ISO per parola.
Fonde di solidarietà; c.c.p. 2/39878
intestato a: Roberto Peyret • Corse
Monealieri, 70 - 10133 Torino.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175,
8 luglio 1960.
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice (Torino)
tecnici, ormai proliferanti in ogni direzione. Queste deleghe ai
tecnici in realtà hanno rafforzato il potere centrale dello stato che le controlla attraverso
le clientele e alimenta al tempo
stesso le tensioni corporative e
l’ideologia della divisione del lavoro.
E poi, cosa sono i bisogni sociali? Sovente sono creati dal
mercato per esigenze di espansione e nascondono quelli reali
ed indispensabili.
Da ultimo, l’art. 45 del d.d. 616
stabilisce il passaggio ai comuni
delle funzioni di assistenza e
dei beni, in precedenza appartenenti al patronato scolastico.
Passiamo ora al comune, ente
politico-territoriale elementare
che si trova a gestire questa
nuova delega. Di per sé potrebbe essere un passo verso il decentramento dei poteri, ma di
fatto ciò è impedito dai fondi
inadeguati al riguardo. Il progressivo decentraménto delle
competenze e la crescita della
domanda hanno costretto gli enti locali ad impegnare fino al 15
per cento del bilancio in servizi
come i trasporti e le mense, che
restano voci facoltative del bilancio. Si calcola in 1500 miliardi la spesa dei comuni in questo settore e parallelamente non
è stata corrisposta una fonte
adeguata di entrate, anzi i tagli
Ollerati al danni delle amministrazioni locali si riflettono sulle voci del bilancio non obbligatorie, ma che coinvolgono la
quasi totalità dei cittadini. Infine, per i comuni, vale ancora oggi il Testo Unico di Legge Comunale Provinciale del 1934. All’art. 91 lettera F, le competenze del comime in materia di
« educazione nazionale» sono:
« costruzione, manutenzione ed
arredamento degli edifici scolastici...
Diritto allo stuifio significa anche edilizia scolastica adeguata:
secondo i dati del CENSIS i
1850 miliardi previsti dalla legge 412, consentiranno la costruzione di 21.000 aule; mentre il
preventivo era per un fabbisogno di 37.000: il 28% delle necessità stimate in base ai doppi e
tripli turni, senza contare la
nuova domanda.
Concludendo il panorama, possiamo affermare che la storia
si ripete uguale per tutti gli enti locali, riproducendo l’ormai
trentennale ambiguità politica:
ad una serie di provvedimenti
legislativi operanti im decentramento di competenze corrisponde ima vanificazione causata dalla carenza di fondi indispensabili al corretto ed efficiente funzionamento degli organismi.
Restano, in questo quadro,
grossi nodi, la risoluzione dei
quali può rappresentare o uno
riforma che lascia effettivamente
un segno positivo da dove ripartire per aprire nuovi processi
o re^strare un nuovo attacco
alle già ridotte autonomie locali ed al controllo periferico di
base. B. Peyrot
Dopo aver accennato all’inizio
della trattativa relativa ai rapporti con l’ebraismo italiano, ed
averne elencato l’impostazione
tematica ora allo studio, l’on.
Andreotti ha così concluso la
parte del suo discorso dedicato
ai rapporti tra lo Stato e le
confessioni diverse dalla cattolica-romana;
« Non appena terminato questo lavoro, verranno Iniziate trattative con
altre confessioni che abbiano richiesto
di addivenire a intese con io Stato ».
Tutto sommato, non è che il
Presidente del Consiglio si sia
sbilanciato molto. Non credo
che nessuno si senta lusingato
per quanto avvenuto, trattandosi in definitiva soltanto di un doveroso completamento del quadro di impostazione della nuova
disciplina in corso per la regolamentazione su nuove basi, costituzionalmente corrette, dei rapporti dello Stato con le diverse
confessioni religiose. Nella presentazione del problema al Parlamento la completezza del quadro era di rigore. Tutto qui.
Infatti quella del dibattito
sulla revisione del Concordato
del 1929 non era la sede adatta
per entrare nel merito dell’intesa raggiunta con la Tavola valdese e pr(x;edere ad un’analisi
d.ei suoi contenuti. Analisi questa
oltre a tutto certamente rischiosa per parte cattolica, dato che
le due trattative sono state condotte dalla stessa delegazione
governativa; per cui ogni differenza tra i contenuti dell’una e
L’on. Andreotti si è giustamente limitato ad esporre l’andamento della trattativa condotta con
la delegazione valdese-metodista, senza esporsi, né esporre il
Governo, in una anticipata valutazione del protocollo nel suo
contenuto. Egli ha soltanto
riportato, quasi alla lettera, senza ovviamente darvi alcun avvallo formale o sostanziale, le
valutazioni che del testo dell’Intesa ha fatto la delegazione
valdo-metodista nella « nota informativa » ampiamente diffusa
lo scorso febbraio nell’edizione
Claudiana, citandola espressamente nella sua veste di « documento ufficiale ».
[
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio
Viola]
Borghesia di stato in Cina?
Penso si debba tuttavia apprezzare la circostanza che riportando la fotografia dei criteri informatori dell’Intesa fatta
dalla delegazione ecclesiastica,
l’on. Andreotti vi abbia messo
il colore, rendendola così più nitida, più visibile, più significativa nei suoi contorni; è da augurarsi che essa sia stata così
più convincente per quanti hanno udito il discorso del Presidente, od in seguito lo leggeranno.
Di nuovo nel discorso dell’on.
Andreotti nei riguardi dell’Intesa v’è solo la chiusa, costituente un impegno che tramite il
Presidente del Consiglio, il Governo viene a prendere circa la conclusione ufficiale della trattativa
ormai avviata alle sue ultime
battute e già definita nei suoi
contenuti. È da augurarsi pertanto che, non appena i ritocchi segnalati ormai da sei mesi al
sen. Gonella saranno presi in
esame e definiti in un ultimo incontro delle due delegazioni, già
varie volte sollecitato, si pervenga alla firma ufficiale del protocollo ed alla presentazione in
Cambiamenti profondi in
movimento grandioso, la cui velocità sembra accentuarsi di mese in mese, sono in corso nella
Cina popolare.
Lo scrittore e uomo politico
Charles BetteUieim, indubbiamente una delle persone, in occidente, che meglio conoscono la
situazione politica e culturale
della Cina di questo secolo, ha
pubblicato recentemente un libro ( « Questions sur la Chine
après la mort de Mao TseToung », ediz. Maspero, Parigi, la
cui traduzione italiana « Domande sulla Cina », pp, 140, L. 1.800
è edita in questi giorni da Bompiani) in cui espone ampiamente e lucidamente le sue idee sull’argomento. E poiché Alain Jacob, in un’ampia recénsione di
quel libro (su « Le Monde » del
6.12.’78), vi aggiunge altre acute
ed originali osservazioni proprie,
così crediamo che ai nostri lettori possa interessare un estratto
di tale recensione.
« Bettelheim, nella primavera
1977, diede le dimissioni da presidente dell'associazione "Amicizie Franco-Cinesi", in condizioni
che non lasciarono alcun' dubbio
sull'orientamento delle sue tàee
a proposito sia dei nuovi eventi
politici in Cina, sia della nuova
oligarchia di Pechino (...) ».
Nel libro suindicato, la direzione della nuova oligarchia è giudicata « evidentemente "revisionista" e spesso simile a quella attuale dell'URSS. Di qui l'espressione "salto all'indietro" adoperata da Bettelheim per qualificare un orientamento che volta le
spalle a quelle che furono le innovazioni della "rivoluzione culturale" (...). E particolarmente
stimolante il poter constatare
che Bettelheim prende in contropiede quella corrente di pensiero, molto diffusa in Occidente,
che è chiassosamente soddisfatta di veder finalmente i Cinesi
“mettere la testa a posto", cioè:
rivolgersi ai paesi capitalisti, per
impararne i segreti d'uno sviluppo economico accelerato.
Esempi: 1) il segreto della
"meccanizzazione agricola accelerata", meccanizzazione pericolosa, perché brutale e tentata in
un mondo rurale insufficientemente preparato;
2) il ritorno sistematico,-otel
l'insegnamento (con tutti i problemi che ne derivano) ai metodi che erano in vigore prima della rivoluzione culturale;
3) il nuovo tipo scelto d'industrializzazione, che rischia di "aggravare le disuguaglianze regionali", e di "creare ostacoli .allo
sviluppo delle industrie locali,
più precisamente delle piccole e
delle medie industrie".
La stampa cinese porta ogni
giorno notizie sintomatiche a
conferma dell'esistenza di simili
problemi (...) ». Bettelheim cerca di dimostrare che « le nuove
scelte vengono fatte "piuttosto
precipitosamente" e seguendo
una "linea interclassista" che non
può non condurre ad una "BORGHESIA DI STATO".
L'interesse maggiore del libro
di Bettelheim sta nell'aver posto
una questione che deve considerarsi ancora inedita, dal punto
di vista marxista-leninista: "Poi
ché il fallimento della linea rivoluzionaria non è certo caduto dal
cielo, è assolutamente necessario
indagare sui precedenti di questo fallimento, dunque rendersi
conto di quando, come e perché
è avvenuto il primo cedimento”.
Partendo da tale questione, .Bettelheim s'inoltra in un vero e
proprio "processo" al maoismo
nella sua ultima forma o, quanto meno, alle manifestazioni politiche del maoismo, e precisamente: all'uso stereotipo degli
slogans e delle etichette; all'incapacità, della sinistra, di concludere certi compromessi indispensabili e certe necessarie alleanze di classe; all'incapacità,
per di più, di risolvere i problemi degl'intellettuali: alla tendenza a sostituire la direzione politica vera e propria, con la coercizione; alla debolezza nel rompere ogni legame con le concezioni antimarxiste dell'evoca staliniana, ecc. In tal modo si delinea un'analisi che, sempre a parere di Bettelheim, era augurabile che fosse stata fatta nella
stessa Pechino, un'analisi a partire dalla quale sarebbe stato
possibile correggere gravi errori
commessi, senza per altro dover
rinunciare alle ambizioni specifiche della rivoluzione cinese ».
A. Jacob, verso la fine del suo
articolo, fa un'acuta osservazione, che personalmente condivi
diamo: « forse nel libro di Bettelheim vi è una parte di autocritica, nella misura in cui gli avvenimenti degli ultimi anni hanno
esercitato sull'autore un'influenza rivelatrice ».
Parlamento del disegno di legge
esecutivo.
Ora che anche la maggiore
trattativa, secondo il voto espresso al Senato, si avvia alla sua
fase conclusiva, è da ritenere
che si vorrà chiudere entro il
prossimo anno anche la nuova
disciplina dei rapporti tra lo Stato e le Chiese valdesi e metodiste.
Giorgio Peyrot
Oaxtepec
(segue da pag. 5)
tori diseredati, impoveriti e
sfruttati dei nostri paesi; c) la
scoperta della ricchezza e varietà dell’apporto delle chiese pentecMstali all’evangelismo latinoamericano; d) si è confessata e
riconosciuta la vocazione all’unità in Cristo e si sono messe le
basi per la costituzione del Consiglio Latinoamericano delle'
Chiese; si sono così aperte nuo
ve prospettive per la collaborazione delle forze evangeliche,
per la riflessione biblica comune, per affrontare insieme e secontio i segni dei tempi, il ministero che il Bifore Gesù Cristo
vorrà indicarci.
Per le chiese che fanno parte
della famiglia. presbiterianoriformata e che hanno una grande tradizione ecumenica, Oaxtepec è una sfida a esercitare que
sta particolare vocazione in questa America Latina tanto divisa.
Il messaggio alle « Chiese cristiane e Organismi ecumenici
deH’America Latina », (di cui sono riportati i passi salienti in
questa pagina, N.d.R.) ha lanciato un appello ai cristiani dell’Arnerica Latina. Ora si tratta di
rispondere. Sotto la guida di un
Comitato presieduto dal pastore
metodista Federico Pagura, vescovo in Argentina, il Consiglio
Latino-americano delle Chiese, in
via di formazione, farà i suoi
primi passi. Verrà il momento
di dare una base più solida e
permanente al nuovo organismo,
di convocare una nuova Assemblea e di ampliare il piano di
azione. Resta solo da dire: Che
tutto avvenga alla gloria di Dio!
Wilfrido Artus
Comunicato Claudiana
Si informano i sottoscrittori
del 3° volume della Storia dei
valdesi che alcuni mesi fa ci è
stato finalmente consegnato il
manoscritto dell’opera, che avrà
un’ampiezza doppia del previsto.
È iniziato pertanto il lavoro
di composizione del volume, la
ricerca iconografica ecc. La pubblicazione è prevista entro l’estate 1979.
Claudiana Editrice
È uscito
ASCOLTIAMO INSIEME IL SIGNORE
1979
Parole e testi per ogni giorno
pp. 108, L. 1.200
— Un versetto dell’Antico Testamento e uno del Nuovo,
una breve preghiera per ogni giorno dell’anno. Per l’uomo
d’oggi che «non ha tempo»; per ricuperare il «gusto» di
una lettura biblica quotidiana.
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso 1 - 10125 TORINO
c.c.p. 2/21641