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Spett. Biblioteca Valdese
TORRE PELLICE
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Risruardate alla roccia onde foste tagliati
(Isaia LI : 1)
Torre PeUfee« 8 Maggio:I942^XX
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Italia e Impero
Estero
ABBONAMENTI
Í .. • ,; ■ . Anno L. 15 — Semestre L. 8
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15
!ii, li oinsiii. il mM
:[ (Allegoria di un poeta nordico del sedil cesimo secóloi).
I" Gesù: « Giustizia, conduci il tuo priI gioniero ».
I Giustizia: « D i,uo ordine è ubbidito,
L giusto Giudicia; ecco il prigioniero»,
f Gesù: « Quale colpa ha egli commesI so ? Di che l’acteusi tu ? »
I Giustizia: « Signore, egli ha violato
le leggi idi un Dio troppo buono; egli
■ si è ribellato alla sovraniai Maestà di
Colui per la cui grazia egli vive, ed ha
: accumulato trasgressione su trasgressione ».
;■ Gesù; « Come conosci tu queste cose ?» .
Giustizia: « Per sua propria confes^^sione. Le sue colpe gridano: la loro voce
^^ale al cielo e chiede il suo-sangue ».
^ Gesù: « E tu, peccatore, che hai da
^ dire ? Non hai nulla in tua difeisia ? Alza
il capo ribelle verso il mio volto ».
^ Il peccatore: « Ahimè, non oso; sono
I tropjpo misero ed abbietto per essere
ancora degno di calpestare la terra;, e
"meno degno sono certo di alzare gli ocr chi al cielo ; la mia coscienza mi condanna e devo' confessare che altro non
sra^enon polvere; e le mie colpe sono
paMéÌio jjjisf grandi quanto rtìbeusà Può,
K affermare; ho trasgredito la tua legge-/
;1 opere delle mie mani è una sfida al
tuo Picgno e domanda vendetta... »
GìWiUzia: « Signore, devo io colpire ? »
Gesù « Un istante ancora; scolpati.
Peccatole; non hai nulla da dire ? »
" Il Peccatore; « Debole come io sono,
,e pei quanto io detesti l’opere mie, non
: ho dimenticato che pur io sono Topera
delle tue mani. Signore, la tua creatuxa, creata a tua immagine e somiglianza. L’.anima mia fu, una volta, pura,
simile a te, ancorché io debba coniessara che altro non sono se non ima creatura decaduta, condannata, che trema
davanti al tuo tribunale... »
g, Giustizia: « E ben a ragione tremi tu;
‘ tu hai, tu stesso, proclamato il tuo atto
i d’accusa e di condanna... Signore, devo
devo io colpire ? »
Gesù: « Un istante ancora,, Giustizia.
Non hai più nulla da dire, Peccatore ? »
lì Peccatore: « Pietà ! Pietà ! Signore:
ho lasciato ogni speranza in m,e stesso
e nel mondo; ho una sola speranza ancora: nel mio Signore ».
Giustizia: « Rinunzia alla tua gp»eTanza: hai tu dimenticato l’ira di Dio
davanti al quale nessuna carne può sussistere? Le grazie infinite di cui hai
, abusato chiedono sangue; Signore, devo
lo colpire ? »
Gesù; «Un istante ancora, Giustizia:
un istante; negli occhi di questo sciagurato per certo è ancora rimmagine del
Padre mio... »,
Giustizia: « Per questò lascia ch’io
compia la vendetta che richiede sangue... »
Gesù: « Per questo, con la tua spada
trafiggi il mio costato: ch’essa beva il
mio san^e. Non temere, anima affranta: la mia morte riscatta la tua vita; la
mia anima soffre per la tua; il mio cuore sanguina per il tuo... »
I Oh ! mistero insondabile ! Oh ! amor
senza confini ! L’offeso muore per rendere la libertà a colui che l’ha offeso;
tradotto da p. l,
’Ai'--'
r
Nulla aia plù^^fortb della vostra fedcl"^^
' ' ^ L;: : ; .(Qianavello)
W., ....
P«sta di Canto
La Festa di Canto delle Corali del Val
Penice, avrà luogo, D. v., domenica, 10
maggio ~ alle ore 15, nel Tempio Valdese
di Torre Pellice. '■
Il pubblico è cordialmente invitato.
Le Corali sono pregate di trovarsi
alla Casa Valdese alle ore 14,15.
’tir
d amore, e crediamo che raraome divino
dispone di possibilità che sono per noi
Imperscrutahili, Tuttavia non pensiamo
ché; amore e debolezza siano la stessa
cò^. Dio il Padre, e il vero amore che
non tollera nè debolezze nè pigrizia.
Ot^t’àmore è molto più severo di
quànto noi generalmente crediamo, m.a
anche indubitabile più riooo, di possibilità ^ quanto c’immaginiamo.
'^^àmore di Dio è amore santo. Ci consuona,'noi, gli esseri non santificati. Ma
ptò'anche istrapparcì ai nostri peccati e
siffitiflcarci.
Hans Akerbielm.
Ai nostri Soldati
Un Cappellano evangelico in Finlandia parla ai suoi soldati della vita e della morte.
Voglio dirvi oggi qualcosa sulla vita
e sulla morte.
Sappiamo tutti che la morte non signifièa la fine. La morte non può essere
la fine. La giustizia esige ch’essa abbia
un Kieiguito. Vi sono tante cose quaggiù
che non icSompreindìamq-e che troviamo
ingiuste, perfino insensate. Un fanciullo
muore accidentalmente, un giovane
s’utìcidie in una caduta... Perchè ? Perchè Dio pefrlniettè ciò ? Come può Egli
ammettere che delle persone s’ammazzino ;e si facciano soffrire a vicenda in
questa chiara domenica d’inverno ? Mille domiandia del genere sì pongono al
nostro spirito.
plegnalazioni
pjie- nostre prediche si sono arricchite
dii-una predica di Giovanni Rostagno:
Ì ‘Narcotici della coscienza. (Ed. Clauc^ana, L. 1). Il nome del nostro venerapalstore e professore, le caratteristici^ di un!3i predicazione che si rivolge
c^_.cuore, e gli parla il linguaggio di
femore che vive nel clima del Vange' sono troppo noti ai nostri lettori,.
f|sr^è noi ci soffermiamo ancora ad
niìnuta analisi. Diremo loro soltan-.
I %.fcihe aiii|che in questa prediqa essi
ricordarci che non v&- quella «lucidjéà--■quella* sem
plicità, quella profondità‘che essi aspet
diamo lo svolgimento deH’azione tutta
intera. Non si può pronosticare il risultato di una partita di pallone quand’essa non ha durato che pochi secondi. Non
si sa, dopo i primi dieci metri, chi guar
dagnerà la corsa di fondo di cinquanta
chilometri ! Tante 'coise possono accíadere durantie ■una gara ! Ora, non è che a
lunga scadenza che la giustizia si manifesta.
In confronto della vita eterna, la nostra vita terrena non è che di qualche
istante. Dunque, ciò che noi vediamo
quaggiù idi una vita umana dev’e.ssere
considerato secondo la misura della vita
eterna !
Poiché, scrive l’Apostolo Paolo: « le
sofferenze del tempo presente non sono
punto dia paragonare con la gloria che
ha da esisere manifeistatà a nostro riguardo ». '
Solo alla luce deH’ieternità possiamo
afferrare il senso della vita terrena. La
vita quaggiù e infinitamente corta, panagonata a quella che ci aspetta dopo
la morte.
Non che la nostra Vita terrena .sia
senza importanza, Un aviatore sa che
ristante più, breve può avere un valore
incalcolabile in determinate circostanze. Un minuto secondo può parere lungo e diventare decisivo. E’ così, noi .crediamo, che conviene stimare, secondo la
misura deU’eternità, la nostra tanto
breve vita terrena.
La vita su questa terra è una scuola.
Quando la scuola è finita, viene l’esame.
Il risultato può essere, buono o insufficiente. Colui che ha saputo approfittare degli anni di scuola riesce in generale aU’esame; l’altro è bocciato.
Anche noi abbiamo un esame da sostenere alla fine della nostra vita. Dal
suo risultato' dipende il successo.o la
sconfitta. E non sappiamo se vi sia una.
terza possibilità: una prompzione dopo
un corso di ripetizione, lappiamo soltanto che, la decisione è presa dal Dio
tano. Una predica per tutti, gióvani e
vecchi, .ricchi le poveri, dotti e non dotti,
chè tutti hanno udito talvolta una delle
tre voci denunziate dal prof. G. Rostagno: Nessuno lo'sa... Gli altri fanno lo
stesso... Non sono stato io...
Tre naicotki che addormentarono la
coscienza di Davide (II libro di Samuele, c. 11); tre narcotici che possono addormentare la nostra coscienza; possa la
lettura di queste pagine condurre m,olte
0'nime all’esperienza benedetta del risveglio, nella « luce di Cristo »,.
'''.Artigianelli Valdesi.
: Abbiamo consacrato nel passato una
.serie di articoletti alle « Nostre opere,»,
e gettato uno sguardo nel funzionamen/to di alcuni nostri Istituti di beneficen'za. Confessiamo la nostra colpa: Gli Ar,-;ti.gianelli Valdesi di Torino li abbiamo
^ completamente dimenticati ! E siamo
i grati al signor Carlo D'avite, consigliere
di quell’opera, che ci ha dato, in 18 pagine, una interessenta suocosa monografia, per molti lati interesisante.
• Intereslsante ed opportuna anzitutto
perchè ripercorre le tappe ascensionali
di questa istituzione, ed addita alla nostra riconoscenza quanti per fede gettarono le basi deiristituzione e con fede
la sostennero: passano così sotto i nostri Giochi il nome dì G. P. Meille e del
conte Starkelberg, ambasciatóre di
Prussia .presso il governo di S. M. Vittorio Emanuele II. Ed è così, per cominciare, il signor Antonio Gay (che, in un
piccolo alloggio, in via S. Anseimo accoglie ì primi 3 artigianelli nell’ottobre
1856, mentre 11 14 agosto 1865 si inaugurava il nuovo edificio che accoglieva
45 allievi.
Interessante ed opportuna questa
breve monografia, perchè essa affronta
con evangelifoa sincerità e coraggio i
vari problemi che la vita di questa istituzione pone ai suoi amministratori.
quando lessi intendono rispettare lo spirito che Vivifica la lettera dello Sta-,
tuto Organico: 1° « Promuovere l’introduzione ' e lo sviluppo delle industrie
domestiche in seno alle popolazione delle Valli Valdesi »;
2° « Procacciare ai fanciulli Valdesi
maschi e preferibiim,enté orfani, unitaménte al vantaggio dì una professione
onorata, quello d’una educazione mora, le e religiosa, attinte alla pura fonte
del Vangelo ».
Non sappiamo sie il signor Davite si
sia proposto dei fini puramente... storici
con la sua pubblicazione; abbiamo anzi ' rimpressione che il suo « Rioordktèvi degli Artigianelli » sia un po’ ma* linpcmico, e sia, su per giù sgorgato
dalla solita malinconia dì tutti ì;« Consiglieri » che devonó sempre constatare
come molti siano quelli che sanno trovare l’indirizzo di un’opera,' per chiedere aiuto, m,a pochi .quelli che sanno
mandare un obolo sostenitore. Comunque noi siamo lieti di ringraziarlo per
aver Ricordato un’opera che deve esser
più conosciuta, a, sopratutto, esser mes. sa in condizione di svolgere quella chè
una vera e santa missione che oltrepassa i limiti della parroochiia di Torino.
Cl.
PERSONALIA
Le nostre vivissime felicitazioni al
dott. Gustavo Vinay, attualmente in
grigioverde, in zona dì occupazione, il
quale ha brillantemente vinto Ü concorso, per titoli e pubblicazioni, alla
Libera Docenza, di Storia della Letteratura latina medioevale.
+
Le. nostre felicitazioni al tenente
Claudio Comba, figlio del paistore di
Angrogna, combattente in A. S., ed al
sottotenente R. Avitabile, già alunno
del nostro Liceo, combattente sul fronte russo, che hanno rispettivamente ottenuto la Croce di ferro di seconda
classe, e la Croce al merito di guerra,
in riconoscimento dei loro inceriti militari.
SOSTENITORI
PER ECO AI MILITARI
Monnet Alma, L. 1 - Sold. Rivoir
Alessio, 5 - N. N., Villar Pellice, 100
- Convegno Giovanile, S. Bartolomeo,
245 - Peyrot Luigi, 10 - Rivoiro Daniele, 5 - Alpino Malan Aldo, 10 - Artifière Bouchard Livio, 10 - Carabiniere
Benech Edoardo, 25 - Sergente Martinat Fernán, e Artigliere Martinat Enrico, 19 - Artigliere Richard Emilio 11 Artigliere Catalin Roberto, 1Í - CSaporal
Mag. Martinat Eli, 10 h- Alpino Peroldi
Pietroy 19 - S. 'Tenente Serafino Ettore,
19 - Geniere Rostan Frangís 10, - Pilotti Costabel, 5- - Fbmerpn Enrico, 5
- Berinzoni Baret, 5 - Geom. Amato Albarin, 2 - Pons Beniamino, 2 - Peyrot
Alberto, 10 - Cav. Gedeone Riiooa1 Prof. Bàridon Paolo, 5 - Rostan Alessio, 3.
All’Ospedale Valdese di Pomaretto
è pervenuta una lettera, senza nome e
indirizzo del destinatario, lettera firmata da Gaudin - Larchwood Ave - Filadelfia. L’interessato può reclamarla
a quell’ospedale.
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Dlraltoè* 1 Prof. aiNO C09TABBI. il
AMMINISTRAZIONE: VI» Carlo Alberto. 1 bis - Torre . REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - ToTire Peu.ice Peuice i< .13 .
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira 1^,.- 0 l .' ■■ ■. :'i' ! 0 ■ ’ ■ìQi . m .. •
Cent. 30 la copia ,
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Luneidì 6 aprile; una massa di giovani
verament© impK>nente gremiva il tempio di S. Bartolomeo, ivi convenuta dalla maggior parte delle parroochìe delle’^valli, per il preannunciàto Conveglio
Generale che si ajirì 'all^ ore 14,30 precise col canto dell’inno n. 6 dell’Innàrio. Quindi il pastoire locale sig. V. Bert
ei dà il più cordiale benvenuto esprimendo altresì l’auguirio che San Bartolomeo sia scelto ancora per luogo dì
prossimi convegni giovanili. La -nresidenza' viene asisunta dal pastore Nisbet,
capo distretto delle Valli, il quale legge
la parola di Dio in Efesini cap. V, ultima parte, nella quale l’apostolo definisce i doveri della famiglia, brano in
rapporto col tema da trattarsi al convegno: Il matrimonio. Si canta l’inno 16;
1-4-5 strofe, dopo di che il pastore Elio
Eynard. primo. oratore designato,, espone in fr^i brevi, ma effiisaci © incisive,
il suo studio, prendendo lo spimto da
alcuni versetti della lettera agli Ebrei.
Penosa, egli dice, è la constatazione.
che oggi si deve fare: molti giovani arrivano al matrimonio noq ancora consci del grande pa-jso eh© essi stanno p 4
fare; lo corrsiderano, in fondo, come una
Perfino nel nostro piccolo mondo Valdese, sé bene osserviamo, ci accorgeretoio iche troppi matrimoni sono mal riusciti. Ciò è indizio di decadenza moraleii
e di affievolimento della fede. Non di-'^
mentichiamo che Gesù proclama l’indissolubilità del naatrimonio. A tanto
male vi è un rimedio: occorre tener presente precisi consigli e suggerimenti di^
grandissima importanza. '
Anzitutto: 1° La Bibbia di famiglia;
biiscgna leggeiila sempre, ma specialmente nei momenti di sconforto e di
prova, poiché da essa si tra© l’energia
per affrontare da forti le avversità.
2° Aver© possibilmente una casa propria; fare vita a sé, libera da ogni altro
vincolo. 3° Lavoro - sobrietà - risparmio - saldo fondamento eccmomìoo, ma
senza esagerare, perchè la felicità non
proviene dalla ricchezza.
Se la famiglia è stabilita in una città industriale, solo l’uomo dovrebbe lavorars; alla madre incombe reducazione dei figlioli. L’educaziome di un bimbo comincia anche prima dellaf nascita;
là madre, regina della casa, sia, giova
ripeterlo, la grande educatrice del bimbo, beninteso senza che l’uomo creda di
Dinanzi al Tempio di San Bartolomeo, dopo il Convegno del Lunedi di Pasqua
cosa, direi, quasi futile e di non spe•ciiale importanza. Molti seno i casi di
infelicità coniugale, dovuti al fatto che
i giovani prendono una decisione imprudente, punto meditata, effettuata .in
un momento, di spensieratezza, senza
aver cercato l’ispirazione del Signore !
Quando verrà l’cra della prova, e il dolore inevitabile apparirà, beato il giovane che avrà al suo fianco una compagna che saprà comprenderlo e circondarlo con tutto il sud affetto ! Felice chi
avrà sposato una donna di carattere mite e dolce e sopratutto della stessa fede
religiosa, poiché l'cltanta per cento dei
matrimoni misti costituisce un grave
pericolo p.er la felictà del focolare domestico !
Parimenti la giovane sposi: 1° Un
giovane che abbia fede; si assicurerà
così, nella maggior parte dei casi, il benessere morale e spirituale, la pace e la
gioia cristiana. Quant© spose, stanche
di lottare continuamente, hanno abban^
donato la loro Chiesa per aver un po’
di pace, in casa ! 2° Un giovaiig attivo e
capace, gentile © rispettoso, poiché la
donna deve essere circondata dalle cure
del marito. Assistiamo ahimè ! a dolorose scene pròvooàte dall’odioso egoismo del marito. 3° Un giovane di
elevato carattere che comprènda il valore del matrimonio cristiano, che abbia considerazione l’onore.
Bisogna guardarsi dal fare un matrimonio che chiamerei « di cavalleria ».
Quando l’amore si è affievolito o è morto addirittura, sposarsi « quand-même »
«■ per cavallma» è assurdo; la rottura
s’impone. L’ideale cristiano del ftiatrimonio è elevatissimo. Ognuno dei contraenti è una personalità mot'ale: nel
matrimonio le due si tondoftÉÌ in una
sola. I matrimoni non sempre lono delle
unioni durevoli, specie nei paesi in cui
vige il divorzio; ma anche là dove non
esiste, come in Italia fortunatamente, i
casi di infelicità, purtroppo, sono molti.
Il discorso diel past. Eynard fu seguito nel più grande raccoglimento. Cantato l’inno 250 la parola è data alla sig.na
Evelina Pons.
i Lo spunto del suo dire è preso da un
libro intitolato « Górtrude e i suoi » che
tratta del matrimonio misto. Senza entrare in dettagli diamo qui, riassumendo, le principali tesi svolte dalla sig.na
I Ponis. Il matrimonio misto nei pochissij mi casi in cui sorte buoni risultati sa! rà ima forza, se sapremo camminare fedelmente nelle vie della fede,- ma diventa un pericolo gravissimo se il giovane o la giovane rinnega la propria
fede coll’abiura, perchè l’abiura non significa soltanto abbandono della nostra
fede, ma vuol dire anche diaprezzare lo
sforzo che i nostri padri hanno fatto
per mantenerla e per trasmettercela.
Se lo potessero, molti giovani non esiterebbero a tornare indietro per riaver
pace e tranquillità d’animo, mentre per
un passo falso fatto alla leggiera conducono una esistenza travagliata. Occorre quindi gran cautela, riflessione,
per scegliere bene il cammino da percorrere. Facciamone Toggetto. delle nostre preghiere, poiché il Signore conosce tutte le cose nostre. A questo punto, illustrare la sua affermazione
la signorina Pons narra il caso di
Gertrude la quale, fidanzatasi con
un giovane cattolico bravo ed a£
potersene disinteressare; la negligenza I
da parte sua è un elemento deleterio
per l’educazione della prole. i
Ricordiamoci noi giovani della grande nostra responsabilità riguardo all’educazione, quando avremo fond'aito il .
nostro focolare ! Teniamo alto l’onore }
del matrimonio, prepariam,oci ai passi |
decisivi, chiedendo al Signore che ci
guiidi nelle, difficoltà; confidiamo ih Lui.
Onoriamo quel paradiso sceso sulla terra per rallegrare la vita di tutti noi, paradiso che chiamiamo col bel nome di
« casa ».
fettuoso ch’ella ama intensamente,
accetta, dopo qu.alche esitazione, pur
non sottostando ad un esplicito atto
. d’abiura e desiderando conservare la
fe^ dei suoi padri, di celebrare il matrimonio-col rito cattolico e di permettere che i figliuoli siano educati cattolici. La dolorosa esistenza di Giertrude
continuamente in sorda opposizione ooL
( la famìglia del marito e più tardi coi figli stessi, priva della comprensione del
marito che pur l’ama, è un solenne ammonimento a tutti quelli che nell’ora
più decisiva della loro vita considerano
come cosa di poco conto la fedeltà alla
religione evangelica !
Dopo il canto dell'inno 196 e i ringraziamenti agli oratori da parte del past.
Nsbet, ha luogo uno scambio di idee
sull’argomento trattato. Parlano il past.
Bertin, il sig. Eredi Balmas dell’uniotie di Torino ed il past. Eynard. Terminata questa prima parte il past. Bertin,
capogruppo, prende dìnuovo la parola
' per ringraziare il presidente del Conve
gno e gli oratori; porta il gradito saluto
del Segretario Generala ed esprime l’augurio che ogni anno il lunedi dopo Pasqua possiamo ritrovarci' a Prarostino
così ospitale e località centrale. Molte
Unioni del Gruppo erano rappresèntate,
alcune- dòn una buona delegazione come
S. Giovanili, Torre Pellic© e Villar. Il
Convegno si chiude col canto deH’inno
201, la preghiera e la benedizione data
dal past. Arnaldo Comba. La colletta
che ha fruttato la bella somma,di L. 245
è stata destinata all’Eco per i militsri.
Con fervore abbiamo pregato per i nostri soldati. Ai valorosi Cappellani abbiamo inviato un saluto accompagnato
da un forte applauso.
Si fa tardi, e molti fra i più lontani
cominciano a prendere la via del ritorno, altri isi fermano ancora per giocare.
Giornata bella e buona sotto tutti i
punti di vista e di cui conserveremo un
gradito ricordo.
Mario Tron.
Qa una lelfiera ad una giovane sposa
...Io non potrò mai abbastanza raccomandarti di amare e di rispettare in
tutti i modi la madre di tuo marito. Un
giorno forse earai suocera anche tu e
quello che tu avrai fatto per la tua
propria suocera, ricadrà sul tuo capo in
tante benedizioni.
Tieni sempre presente nei rapporti
colla tua suocera che per ogni donna,
ánche per la migliore, è una cosa diffìcile ramiaire la nuora, perchè la giovane
sposa, se il marito le vuol bene, diventa
tutto per lui e la madre passa in seconda linea: ciò è co.sa voluta da Dio, che
ha detto; « L’uomo lascerà suo padre e
Sua madre e si atterrà alla sua moglie »
(Genesi 2; 24). E per la madre - tu
lo puoi capire - è una cosa dura quel distaoco che la natura le impone, e questa dura cosa 1© giovani spose dovrebbero sforzarsi di renderla accettabile e
dolce, talché le povere .suocere abbiano
a capire che invece di aVer-perduto un
figlio, hanno acquistato, nella giovane
sposa, una figlia, che non cercherà mai
di mettere la discordia nella famiglia
di suo marito, ma eviterà, invece, in
tutti i m,odi di rendere più definitivo e
irrimediabile il distacco del figlio dalla
madre.
E insieme alla madre di tuo marito,
ti raccomando la tua propria madre. Il
vedere allontanarsi dal tetto paterno
una figliuola buona, affettuosa, servizievole, come ho ragionò di credere che
tu fossi, è un gran dolore, benché le
madri che hanno la fortuna di avere
delle buone figlie siano contente di vederle sistemate e sistemate bene. Fa
che la tua madre non abbia m,ai a sentire che è messa da parte, !
Il compito di conciliare tanti affetti
e. tanti doveri differenti non è facile, lo
so, mia cara; ad assi si aggiunge l’altro
dovere di essere e di rimanere te stessa
e di dare alla tua vita un’impronta personale; voglio con ciò intendere che
l’amare la suocera o la madre non dovrà dire sacrificare la tua personalità,
nè adottare neir,andamento della casa,
o nell’educazione dei figli che il Signore ti darà dei metodi forse non più del
tutto adatti al tempo in cui tu siei chia-.
mata a vivere. Ogni tempo ha le sue
esigenze; io non ho potuto fare esattamene come faceva la mte mamma, nè
la mia figliuola può Ora adottare tutti i
metodi che avevo io. I tempi cambiano
e noi dobbiamo camminare col nostro
tempo, solo ci dobbiamo ben guardare
d’imporre, con pochi riguardi; il nostro
modo di vedere a chi ne ha degli altri.
Tu, mia cara, sarai dunque, in ogni cosa il raggio dì sole che illumina e riscalda e che diventa indispensabile a tutti
per la gioia che reca con sé.
A questo proposito ti voglio raccontare una storiella che tu forse già conosci, ma se mai ti servirà a rimetterla in
mente.
Una volta il vento e il sole, sccHgendo
un contadino eh© camminava laggiù
nella pianura, vollero •scommettere chi
di loro due riuscirebbe a togliergli il
mantello che portava addosso.
Il vento, sempre pronto e prepotente,
volle provarsi per il primo, e tutt’ad un
tratto si mise a soffiare con tale violenza da far credere, fin dalle prime raffiche, eh© dovesse riuscire vincitore, poiché si vide volare in aria il mantello
come un grosso uccellaccio; ma così non
era, poiché il contadino, vinta la prima
sorpresa, lo trattenne per un lembo, .se
lo rimise sulle spalle, e più il vento soffiava e più se lo teneva stretto addo.sso
per non perderlo.
Toccò allora al sole a dar prova di sé.
Cessato il vento e visto che il contadino, reso diffidente, non slacciava il
suo m,anteillo, il sole cominciò ad investirlo pian pianino con uno dei .suoi
raggi, che gradatamente aumentava di
potenza e di calore talché l’uomo prima
cominciò collo slacciare il mantello, poi
se lo buttò un po’ indietro sulla spalla,
e, infine, convinto della sua inutilità, se
lo tolse addirittura, lo ripose nella bisaccia eh© portava legata sul dorso e
continuò la sua strada cantarellando allegramente. pareva ringiovanito !
Come il mondo saiebbe trasfonnato'
se noi, donne, volessimo rassomigliai© a
quel dolce raggio d sole 1 Le vectfliiì3i‘
sorpa—ate abitudini -ono spesso come il
mantello di quel conti imo, che si riesce a togliere di mezzo non colla prepotenza e l’intransigenza così care ai giovani, ma colla dolce persuasione, coll’affettuosa e perseverante pazienza, col
rispetto dell’opinione altrui anche
quando la crediamo sbagliata a inadatta
al momento attuale.
Alessandrina Rostagno Trincherà.
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Piccola Posta delle Bondineliri
Molte domestiche ci hanno scrìtto esprimendo la loro riconoscenza per la
Circolar© di Pasqua. Citiamo, pier questa volta .soltanto, alcuni brani dellé'
loro lettere per far comprendere a tutta la gioventù valdese le difficoltà delle
nostre giovani sorelle in servizio © far
sorgere nel nostro cuore sentimenti di
simpatia e la preghiera d’imtercessione
fraterna.
A quelle che ne hanno fatto domanda
abbiamo inviato gratùitamente im libro
per il culto quotidiano.
N. P. - Genova-Nervi. - Grazie per
la vostra lettera che mi permetto di
pubblicare in parte:
« Ho il grande privilegio dì trovarmi
in un’ambiente profondamente cristiano e tuttavia non ignoro a quali tenta-J
zioni e pericoli va incontro ima giovane!
trovandosi lontana dalla propria fami**
glia e dalla Chiesa! Benedica il Signore
questa vostra organizzazione che certa- \
mente servirà di sprone e d’ammonimento a molte e possa essa ricondurre )
le Rondinelle smarrite o abbagliate
dalle luci mondane, sul sentiero talvolta arduo e faticoso ma che conduce alla
vita eterna! ^
Purtroppo data la distanza dalla
Chie:^a non posso prender parte alle
attività giovanili, unione © corale ma
seguendo l’esortazione del mio Pastore.,
ho imparato che col cuore si può sempre cantare!»
P.-P. - L. R., Milano - 1. M., S. Gio-%
vanni - A. L., Torino - P. P., Cogóleto
Grazie per le vostre gradite cartoline.
E. B., Torino - La vostra lettera mi
ha molto commosso. Chiedo a Dio di
darvi una gioventù più felice della vostra adolescenza! Son certo che alcuni
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VALU VALDESI
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vostri pensieiri saranno di aiuto ad altre
Rondiiielle: '“J:
<4 Ho isoli 17 anni e in questo'^bireve
periodo di tempo ho già dovuto soi5ipor4|
tare tante prove nra io le sopportava;
con gioia e rassegnazione, e nella pre-'
ghiera chiedevo a Dio, Padre degli orfani che avesse pietà di me e rai aiu-;
tasse a combattere il buon combattd-j;
mento della fede. " ?
«Adesso sono sa Torino in una bella
casa signorile ma’" non sia nulla di Valdese. Io sono più che contenta, anzi sono fiera di portare il bel nome di Valdese..... ’
« Quando certe volte i principali delI’ambiente in cui mi trovo, cercano di
aitrappare la passione di cui sono animats, rivolgo il pensiero al glorioso
condottiero Gianavello e cerco di far
valere le sue parole: Nulla sia più forte della vostra fede!
« Non posso dire quante volte fui
chiamata a rendere teistimonianza. Con
la parola. Io ricordo bene, anzi, ho la
storia del Protestantesimo impressa nel
mio cuore e rispondo a chiunque con
facilità.
« Com’è bella la religione Valdese! e
sopa-atutto com’è semplice e pura!
« Nei primi gio-rni ch’io ero a Torino,
pensavo con nostalgia ai mìei monti, ove più vicino a Dio l’aria è più pura ed
il sole più ardente.
« A tratti, giungono le burrasche nella mia vita, ma mi faccio semipre forza
nei momenti di tristezza rivolgendo il
pensiero ai nostri Padri, (che solfersero
il martirio e l’esilio per conservare la
loro e la nostra fede: e trovo sollievo in
questi ricordi.
« Tralascio di scrivere e chiedo a Dio
nella preghiera, come ho sempre chie
■ sto, che faccia di me uno strumento per
I il Suo popolo ».
i E. P., Torino - Possano tutte le vostre
' compagne fare la vostra espèrienza:
' « Nel mio Nuovo Testamento che, co
me nei tempi passati, ho sempre con
■ me quale compagno trovo, particolarmente quando tutto mi sembra « grigio », le parole sempre nuove e' incoraggianti di Gesù che mi fanno dimenticare ogni cosa e mi aiutano a portare con gioia la mia croce ».
F. T., Balsiglia - Siete proprio tornata ai monti colle prime londini! ! Balsiglta ! Questo nome è im incitamento a
fedeltà sino alla morte e promessa delle
liberazioni dell’Eterno ! ^ ’
B. L., Torino - Che la forza del Signore si compia nella vostra debolezza,
affinchè possiate sempre essere vittoriosa, come l’avete espresso nella vostra
•cartolina
« Vengo a ringraziarvi della lettera alle Rondinelle Valdesi che ricevetti con
molto piacere © mi fece molto bene, ricevuta in un momento di agìt^ione. La
le.s.si c rilessi tante volte e ci meditai
un bel po’ sopra. Sì, spero con l’aiuto
di Dio poter portare sempre in alto la
bandiera della fede Valdese. Essiendo
in famiglia di altra religione sovente
•c’è da combattere, ma avendo rarma di
Cristo per mano si vincerà ogni vittoria ».
w
L. C. - C. I>. . A. R. . C. L - R A L, B., Torino - Voi siete veramente privilegiate! Potervi ritrovaire ogni domerniìca neU’aocoglientg sala di Via Pio V,
e partecipare al culto nel tempio di
Cor.so Vittorio! Chissà quante Rondinelle d.isperse per la Penisola vi invidiano! Quanto ci rattrista di sapere che
non tutte le 150 domestiche valdesi' a
Torino sanno anprofittare di questo
privilegio! Dove trascorrono il pomeriggio di libertà? State attente, o Rondinelle! Badate a -che le orci libere non
diventino per voi o.re di schiavitù! Vi
•son state delle Rondinelle che nei pomeriggi e nelle sere di libertà si sono
forgiate le catene che han fatto sanguinar©'le loro carni e il loro cuore per
tutta la ■vita!
— Prima ancora della pubblicazione
•della Circolare abbiamo ricevuto una
lettera di E. P. iche contiene un messaggio per le giovani e per le mamme
Valdesi. Con questo efficace appello
chiudiamo per questa volta la rubrica
delle Rondinelle
f
« E’ triste vedere una giovane Valdese lasciarsi attirare dai cattivi compagni e perdersi nelle vie del peccato
eh© molto spesso la pqrt^o ad una
completa rovina morale. Mà Se voi
mettete la vostra vita sotto lo sguardo
di Dio e fate la Sua volontà, vedrete
che Egli vi farà vincere da ogni tentazione, questo ve lo dico perchè l'ho provato.
■ f.
« E una volta fatto il pruno passo
sotto lo sguardo del Signore, Egli vi a
iuterà a fare il bene, ,.vi renderà miglio- •
ri è la vostra anima sarà pura,
,f. « Adesso che ho parlato alle Giovani
voiiei dine anche due parole alle madri... ... *.
« O' madri Valdesi, che lasciate andare le vostre fìgEuole nel mondo senza
sapere dove e con chi vanno, affidatele
alle cure dei Pastori e di quelli dell’Unione, perchè si interessino della vita
che, conducono e sorvegliatele ahche voi
stesse e mettetele sulla via di Cristo e
vedrete che non saranno mai sole e
senza difesa nel gran mondo. Nessuno
mai più potrà strapparle dalla Sua mano ».
Il Capogruppo.
ASCENSIONE
Giovedì 14 maggio
Tutta la Gioventù -dell© nostre parrocchie è invitata alla '
, GIORNATA UNIONISTA DJ
VILLAR PELLICE
ore 10,30: Culto nel tempio
ore 15: Convegno all’aperto ài Teynaud
NB. In caso di pioggia il Convegno avrà
luogo nel tempio del Villar.
Albo d’Onore
E’ giunta comunicazione dall’Autorità militare -che il 15 aprile è decaduto,
in seguito a grave ferita riportata. in
combattimento in Balcania, il giorno.
prima, l’alpino
GIULIO GAYDOU
dì Amato e di Gay Rosina, di Luserna
San Giovanni (Costerà). Egli ha potuto
' essere assistito sino alla sua morte dal
Cappellano cap. E. Rostan che ne ha
presieduto U funerale. Era stato ferito
sul fronte oocìdentale nel giugno 1940:
era nel suo ventiduesimo anno.
' Rimane ai quanti l’hanno conosciuto
il ricordo vivo del giovane attivo, laborioso, modesto e buono. La chiesa cir. conda della sua affettuosa simpatia i genitori e la sorella in lutto implorando
su di loro le consolazioni del Padre celeste. - ' I?:
ANGROGNA (Serre)
Martedì, 7 aprile, è stata battezzata
nella riunione quarti er ale di Cacet-Rivoires Fracke Lidia di Lorenzo ed Elena. Benedica Iddio la bimba ed i suoi
genitóri.
BOBBIO PELLICE
Nel conso ded mese di aprile abbiamo
preso quattro volte la via del Cimitero
per accompagnarvi i resti mortali di
Susanna Bertinat (4 aprile) deceduta
alla Ferrera. In questi ultimi mesi era
steta molto provata dalla morte del marito e della sonella. Aveva 78 anni.
Paolo Artus (17 aprile) spentosi alla
Ressia in età di 96 anni. Era il decano
della parrocchia.
Paolo Geymonat (24 aprile) spirato
ai Cortili improvvisamente. Il suo organismo s’indeboliva ma nulla lasciava
prevedere una fine così rapida. Aveva
75 anni.
, Renato Negrin (27 aprile) addormentatosi al capoluogo all’età di soli undici
mesi.
' La grazia di Dio riposi sopra gli afflitti.
— L’il aprile ri univano in matrimonio Giovanni Michelin Salomon e
Maria Charbonnier; Giuseppe Charbonnier ed Ernestina Piccato. I nostri auguri agli sposi.
..— Domenica 26 aprile, dinanzi a una
ìmponentìtsoìma assembleai, aibbiamo
commemorfato gli alpini: Stefano Baridon e Stefano Michelin caduti in marzo
u. s. in Balcania. Rinnoviamo alle famiglie in lutto la simpatia deUia .Chiesa. '
< . Il pomeriggio del 26 aprile 9 carri
si concentravano sulla piazza del Capoiuogo per traisiportare a Torre Pellice
per la festa di canto, i bambini delle
nostre Scuole -domeniqaili. A coloro che
così gentilmente si sono m,essi a nostra
disposizione le nostre vive grazie.
— Con riusieitissime passeggiate i
giovani delle nostre Unioni hanno posto
teirmine alle loro attività sociali per
quest’anno. Basi hanno svolto un buon
lavoro e si sono molto distinti in numerose Recita. '
LIMCRNA SAN GIOVANNI
Sabato mattina, 2 maggio, è stato celebrato nel nostro Tempio il matrimo-.
nio del sig.Pietro Bonjour (Bertot) colla
sig.na Esterina Grill (Viale Marconi);
nel pomeriggio quello del sig. Ernesto
Pons (Brìc dei Boulard) con la sig.na
Ida Frache (Curt), monitrice della nostra Scuola domenicale.
Rinnoviamo agli sposi i nostri migliori auguri di felicità nel Signore.
Il 3 maggio abbiamo celebrato la
domenica della madre. Ringraziamo le
giovani, le cadette e quanti hanno collaborato con tanto amore per rendere
cetóì simpatica la ben riusicita riunione
del pomeriggio nella Sala Albarin.
MASSELLO
'"•Date le condizioni particolari e difficoltà varie, non avrà luogo, quest’anno, il tradizionale Bazar dell’Ascensione.
— Sabato, 2 maggio, è stato celebrato
il matrimonio di Buffa Enrico di Lusema S. Giovanni, e di Pons Letizia
(Chabers). Agli sposi, che si stabiliscono
a Luserna S. Giovanni,, i nostri fer-vidì
voti di felicità.
PINEHOLO
Sabato,. 2 corr. si svolsero ì funerali
di Poet Luigi di Eaetto, parrocchia di
Perrero-Manigiia, decèduto dopo alcune settimane 'di degenza nell’Ospedale
Cottolengo della nostra città all’età di
62 anni. Rinnoviamo le nostre condoglianze criistiane ai figli, alle figlie e ai
congiunti tutti,
— Domienica 3 corrente i coniugi
Griot Alfredo e Grill Margherita hanno presentato al S. Battesimo il loro siecondogenito: Giancarlo. Dio circondi
della sua grazia quel pargoletto.
— Il so\?raintendente del 1° Distretto pastore Roberto Nisbet e il Vice presidente della Commissióne distrettuale,
dott, Carlo Pons hanno proceduto, domenica 3 corrente, alla visita ordinaria
di Chiesa.
Furono trattati i due importanti argomenti della frequentazione dei culti
e della liberalità cristiana. Rinnoviamo
al sig. Nisbet i nostri ringraziamenti
pel suo edificante e apprezzato messaggio di attualità e al dott. Pons per la
sua gradita visita.
POMARCTTO
Sabato 2 corrente nel nosftro tem- t
pio abbiamo celebrato il matrimonio di
} Rihet Flavio Giovanni di Alberto e dì
Rostaìng Maria (Masselli di Pomaretto)
. con Bertalmio Maria fu Alberto e di
, Long Maria (Clot Inverso Pinasca). Rinnoviamo a questi sposi 'd nostro fervi- do augurio di felicità nel Signore.
— Domenico: prossima, 10 maggio, festeggeremo la domenica delle Madri e
dedicheremo a questo scopo il culto del
mattino nel tempio. Tutte le madri della parrocchia con i bambini delle nostre
Scuole domenicali di Pamaretto e Invei*so Pinaisca sono particolarmente invitati a trovarsi nel tempio alle ore
10,30. La colletta che sarà fatta all’uscita andrà a favore dei nostri Orfanotrofi. La raccomandiamo fin d’ora.
— La coUettà fatta al termine della
festa delle Corali di domenica scorsa a
favore della assistenza spirituale ai nostri soldati ha fruttato L. 260. Essa è
stata vtxia bella dimostrazione della simpatia e deU’affétto cristiano con il qua- '
le sempre alccompagnano i nòstri cari
-fratelli in grigioverde.
SAN GERMANO CHISONE
Domenica scorsa sono stati presentati al Santo Battesimo Comba Bruno
di Ernesto e di Chambón Frida dei Bert;
Jt '
e Gallian Nella, Erv,esta di Lami e di
Avondet Irma dei Chiabrandi.
Che il Padre Celeste prenda sotto la
sua protezione questi bambini e le loro
famiglie !
— Si nota nella frequentazione della
Scuola domenicale una diminuzione
preoccupante. Rendiamo noto idhe la
Scuola domenicale non ha termine colla
Festa di Canto ma la dcanenica dopo la
chiusura delle Scuole ElementarL Provvedano quindi i genitori a non far mancare ai loro fanciulli il nutrimento spirituale domenicale.
—- Tutte le Cadette devono trovarsi
domenica 10 corr. alle ore 1.4 nella Sala
delle Attività per le prove generali della loro festa che avrà luogo la domenica 17 nel pomeriggio.
TORRE'PELLICE
Il culto dell’Ascensione avrà luogo
nel Tempio dei Coppieri alle ore 10.30.
Vi sarà celebrata la Santa Cena col calice comune.
— La domenica della madre sarà celebrata n '10 corrente, 'con un culto
d’occasione, alle 10.30 nel Tempio di
Villa.
La colletta del giorno^ è a favore dell’Orfanotrofio di Torre Pellice.
Collegio Valdeso
Scuola Media Pareggiata Valdese. Sono aperte le iscrizioni agli esami di ammissione alla Scuola Media. Il termine
per la presentazione delle domande di
esame scade il 31 maggio. Per -ulteriori
inf(MnnazitHii - rivolgersi alla Presidenza
della Scuoia. '
Liceo-Ginnasio Pareggiato Valdese.
Sono aperte le iscrizioni agli esami di
ammissione e di idoneità alle claissì del
Ginnasio e del Liceo, Il termine ultimo
per la presentazione delle domande
d’esam,e scade il 31 maggio. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Presidenza dell’Istituto.
Per
Firenze: Frangoii, 25 Viti Etsilia,
10.
Lipsia: Callegaris Vittorio, 50.
Proli: Baud Emanuele, 10 - Barus Emanuele, 10 - Barus Giulietta, 10 - Garrou Francesco, 5 - Genre Arnaldo, Pastore, 50 - Grill Filippo, 10 - Grill Luigi
Alessio, 20 - Menusan Pietro, 10 - N.
N., 20 - Peyrot Eirnesto, 10 - GrUl Edmondo, Pomieri, 5 - Grill Stefano, Pomieri, 5 - Pie^ot Lriigi, 10 - Richard
Luigi e Caterina, in memoria dei nostri
cari, 30 - Rostan Alberto, anziano, 5 Rostan vedova Maria, in ricordo dei
mìei cari, 25.
Pramollo: Beux Giovanni Giacomo,
10 - Jahier Enrico fu Luigi, 10 - Long
Enrico ©d Evelina, 20 - Long Maria
Luisa, 10.
Rodoretto: Breuza Enrico, 20 - Breuza Luigi ed Elena, in memoria di Maria
e Maddalena Tron, 25.
Roma: Galante Bruno, 10 - Gaspairotto Rodolfo e Maria, 30.
San Germano Chisone: Beri Jenny,
in memoria di suo marito, 25.
Torino: Albarin Regina, 100 - Bertolè
Ludovica, 100 - Besson A. e famiglia,
50 - E. P., 1000 - Gay Letizia, 50 - Jon
Scotta Laura e' 'Giulio, 250 - Minetti
Renato e Valentina, 50 - Ravàzzini Vittorio, 50 - Rivoiro Pellegrini Ugo, 100 Rostan Eirmanno ed Elsa, 100 - Varese
Dott. Carlo, 200. ■
Torre Pellice: Geymonat Oscar ed
V
I
4
VALLI VALOSBI
\’
i
, Ernestò;-1000 - N. N., 25 - Easqualetli
Mam Luisa, 25. . .
Villar Penice: S( An. Crumiière, 1000
- Dalmas Emma, 10.^ ' '
Zagaòrìa: Prof. Eugenio Jàhier, 500.
Località diverse: Bastia Eiioico e Unettei ila memoria della ma<ìre Carolina
Tìbin viedova Bastia, 400 Comíala
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di Israele - Fides et Amor - Firenze,
1927 -pag. 332 ^ 35,—
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Claudiana - Firenze, 1934 - pp. 352
’ 12L. Desanctis: Il celibato dei preti Claudiana - Firenze, 1912, - pag. 140
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G. Goyau; Le Catholicisme - Alcan Paris, 1931 - pag. 301 - rii. 10,—
Ch. Wagner: Vaillance - Paris - Fischbacher - 1916 - pag. 282 - br. 10,—
C. Weisszaieckeri Origini del Cristiane^
simo - Cultura Moderna - Poggio Mirteto, 1922 - 2 voi. - pag. 736. 40,—
C. Gousset: Teologia morale - Placadori - Parma, 1901 - 2 volunu - pag.
858 - legato ' 5^__
A. Wies%>hall: Jésus de Nazareth - Lausanne, 1914 - 2 volumi - pag. 450462 25,
N. Hoeffidng: Filosofia dèlia religione
- Società Pontremolese - Piacenza,
1909 - pag. 388 10__
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Charles Wagner: Tutte le opem.
Ugo Janni: Spiritismo e Cristianesimo.
Auguste Sabatier: Les Religions d’autorité et la Religion de l’esprit.
Per il culto di famiglia
Lunedi Lettura: Salmi 35: 1-18;
11 Maggio Giobbe 4: 12-21.
« Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti
liberamente senza rinfacciare, e gli sarà
donata». S. Giac. 1: 5.
Quante volte, ' dopo im errore, una
svista, una mancanza di tatto, diciamo:
« Signore, dammi la sapienza necessaria;! » E intanto rindomaini faocàamo
ancora errori su errori, e giunta la sera
dobbiamo ripetere la stessa preghiera,
dopo aver riconosciuto dinanzi a Dio
le nostre manchevolezze.
Non stanchiamoci di chiedere,^ anri
chiediamo più insistentemente, più decisanneaite; bramiamola sempre più
quella sapienza da Alto. Il Signore ce
la darà, m,a non con un colpo dì bacchetta magica, sibbene illuminando,
fortificando, santificando tutte le nostre
capacità, tutte le doti dia. lui stesso fornìt^i. La vera sapienza, quella celeste,
sarà allora in 'nostro posselsso, anche se
noi non ce ne lenderemo conto. Allora
serviremo Dio e ü proc^imo nel miglior
modo. Come si conviene.
Chiediamo al Signore, che dona a tutti, - anche ai meno sapienti, anzi tanto
più ad essi, - che cì dia nella prossima
Pentecoste la sapienza da Alto, ed Egli
che là liberamente, ce la darà. '
Martedì Lettura: Giov. 3: 1-8; Giob12 Maggio be 5: 1-16. ,
« Non temere, o piccai gregge; poiché
al Padre vostro è piaciaito di darvi il
Regna». S. Luca 12: 32.
Queste parole di Gesù, come tutte le
altre Sue parole, hanno un valore universale ed eterno. Esse sii possono riferire ánchenla Sua Chiesa odierna, alla
vera Chiesa, a quella che è come una
povera vedova invocante giustizia, senza appoggi di potenze umane, senza forza in se stessa se non quqlla della fede,
sempre minacciata da pericoli interni
ed esterni. Sembra talora che le poten
M.
0't‘ . ' --i'. ■_ . 4^- ^
ze mondane possano 'fiarla scomparire
dalla faccia d^la terra; '
No, ciò non è possìbile. La Chiesa di
Cristo deve durare sino a che il suo àignore vedrà giunto il inomento di raccoglierla e prenderla seco. Nessuna potenza quindi potrà annientarla. Essa ha
in sè il Regno idi Dio,, come realtà presente e futura, e deve portarlo nel mondo, bandirlo fedelmente, viverne sino
alla fine.-O fratelli e sorelle, appartenenti al piccolo gregge, non temiamo di
nulla. Se rimaniamo fedeli e facciamo
risplendere il candeliere d’oro della luce e della santità del Vangelo, Dio ci
conserverà. Periremmo certamente se il
nostro candeliere fosse d’orpello e spento! ^
Preghilo che questo non avvenga
mai, o fratelli e sorelle nella fede, mai !
Mercoledì Lettura: Giov. 3: 9-15; Sal13 Maggio nfi 110. j.l ¡ÌJ]
«Avendo ciascun di voi riguardo non
alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri ». Filippesi 2:4.
Questo riguardo verso gli altri e le
loro còse non è molto attuato oggi. E’
vergognoso 'che dei cristia'ni accaparrino tanta roba a dannò del prossimo,
mancando cosi di solidarietà verso i fratelli. E’ vérgognoso che certa gente venda la merce ad un prezzo 7 o anche 8
vòlte più caro. E’ vergognoso che dei
cristiani debbano ai^maoquare il latte
che deve sostentare aniohe dei malati, o
rubare ai clienti sia sul pesò che nella
qualità. E’, vergognosio che si debba
pensare solo a sé stessi e a sistemare
bene le proprie cose senza pensare minimamente* a tutti quelli che da noi
vengono intralciati o anche dann^giati.
Non è degno d’uno che porta il nome
di idristiano lagijre come quelli che non
hanno fede; se agiscono così degli atei,
d'^i jjagani, o degli scettici si spiega, ma
che siano diei cristiani è una enormità !
Oggi più che mai Ì1 mondo vuol viederci
diversi dagli altri. E la nostrta' fede in
Cristo infatti ci costringe - mòrahnente,
nella cosldienza, s’intende - a vivere in
un modo diverso. Non fare agli altri
quello che non vuoi sia fatto a te. Che
Iddio ci aiuti tutti a dare questa testimonianza, la migliore, la più feconda di
frutti !
: Giovedì Lettura: Atti 1: 1-14; Mar14 Maggio co 16: 14-20.
« Quanto a noi, la nostra cittadinanza
è nei cieli, donde anche aspettiamo
me Salvatore il Signor Gesù Cristo ». '
, Filippesi 3; 20.
La gente del mondo, senza reale fede
nei valori evangelici, si stabilisca pure
quaggiù, si faccia delle stabili e comode
dimore, dei .rifugi sicuri... senza il minimo. pensiero di una futura dipartenza, che pure verrà certa, gradita o no,
improwisia o no.
Il cristiano 'sa che quaggiù egli compie xm pellegrinaggio, e per questo egli
orienta diversamente la-suia vita. Non
ch’egli perciò debba abbandonare la vita civile e ritirarsi in un chiostro ed esimersi dai doveri della vita soidale; egli
deve .^ser presente in tutte le buone
attività della vita, per portarvi la luce
e il sale defi’Evangelo. Egli però, pur
vivendo nel mondo, non vive la vita del
mondo, non ne corrdivide le concezìohi,
le speranze o i metodi sè non in quanto
sono conformi allo spirito del Vangelo.
Egli aspetta l’instaurazione d’un Regno
migliore, egli prega cosi: « Il Tuo Regno
venga in me, attorno a me, e per mezzo
di me, ili quanto, cerne e quando Tu, o
Dio, vuoi adoperarmi per questo Amen !»
Venerdì Lettura: Tito: 1: 1-9; Giob15 Maggio be 5: 17-27.
« Io sono stretto dai due lati: ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo,
perchè è cosa di gran lunga migliore ».
Filipnesi 1: 23.
Forse un altro momento ebbe l’apostolo Paolo cosi importante: quello della
sua centrata nella vita cristiana. Egli allora lasciava un mondo ed entrava in
un altro, lasciava quello promettente di
onori umani e accettava di vivere in
un ambiente senza gloria e senza nessuna ricompensa terrena, dove anzi gli si
offrivano fatiche e persecuzioni. Ora
egli si trova pure dinanzi ad un bivio:
1 uscita da questa vita*. E’ bene andarsene o restare ? Salire a quel Regno
amato e bramato o rimanere per lavorare ancora per Cristo nella Chiesa?
Certo, meglio andare a riposare, a trovare il suo Signore. Ma egli (e qui è da
escludersi assolutamente che l’apostolo parlasse per rinviare l’ora della sua
dipartenza) accetta di restare ancora a
lottare, a ¡soffrire, a vegliare e pregare,
a. faticare e a piangere per amore della
Chie^ del-suo Signore. Egli vede che le
Chiese'da lui fondate sono ancora bambine, esposte ai pericoli dei guidaizzan
tì., egli vuole ancora curarle, coltivarle,
edificarle.
Possiamo far nostro oggi questo lin
guaggio
Sabato^ Lettura: Tito 1,10-16; Sal
16 Maggio mi 42. I
« Non c’è qui nè Giudeo, nè Greco;
non c’è ne schiavo nè libero; non c’è nè
maschio nè femmina; poiché voi tutti
siete unoHn Cristo Gesù ».
Galati 3: 28.
I Giudici chiamavano gli altri popoli tutti con una sola parola: Greci. Il
principio evangelico delTamore di Dio
fi abolisce tutte la differenze. Ecco perchè
d meravigliamo che in qualche posto ci
siano delle Chiese per i bianchi e delle
Chiese per i negri ! Ci dovrebbero al
lora essière dielle Chiese per soli uomini^
e delle Chiese per donne, Chiose p>er
schiavi' e Chiese per liberi ! Uno dei migliori frutti del Ctistianesimo è appunto l’ayer abolito le differenze di casta
nei pàesi deirOriente. In Cristo, per la
fede in Luì, tutti gli uomini sono uniti.
Andhe se talvolta 'dò può, sembrare
un’utopia, pure Dio lavora e un giorno ci sarà una sola Chiesa: quella di
Cristo, per tutti i credenti, per tutte le
classi, e per tutti i popoli: la Chiesa una,
apostolica, santa, universale, la Chiesa
confessante e orante. Preghiamo che
quel giorno venga presto, e che la pros-^
,sim‘a Pdntecoste operi anche ; in questo senso. L. N.
Prof. Giro Costabki,, direttore responsabile
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