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Anno 113 — N. 32
6 agosto 1976 — L. 150
Soediziooe m abbonamento postale
' Gruppo /^C
# delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
VERSO IL SINODO E LA CONFERENZA
Il momento della verifica
non può sostituire Pimpegno
Il Sinodo e la Conferenza affronteranno quest’anno, oltre ai
problemi pratici connessi con la
vita e l’attività delle due chiese,
due problemi di impostazione. Di
questi non si parla, o si parla poco nelle relazioni e nei documenti
ma sono vivi e presenti nella mente di tutti: integrazione e politica.
Un anno fa si è presa la decisione di realizzare l’integrazione,
ad un anno di distanza si potrà
valutare il cammino compiuto.
L’integrazione si realizzerà certo, e non solo perché è una decisione che abbiamo assunto nell’interesse delle nostre chiese, ma per
ché siamo fermamente convinti
che il Signore ci chiama a percorrere questo cammino per il rinnovamento della testimonianza evangelica nel nostro paese. Questo significa che dobbiamo procedere,
ma non per inerzia, riducendo il
programma dell’ integrazione ad
uno dei capitoli della nostra sessione sinodale, accanto alle finanze ed all’assistenza.
L’integrazione non è un capitolo di attività, una delle tante cose che facciamo o non facciamo, è
una impostazione di lavoro; non
è un settore di attività, è un programma. Camminare sulla via dell’integrazione significa infatti essere pronti a rivedere posizioni, a
modificare opinioni ad accettare
esperienze diverse. Significa anche
essere pronti a rinnovarsi, a creare del nuovo, a fare delle scelte
originali.
Proprio per questo deve essere
chiaro però che l’integrazione si
deve costruire giorno per giorno
e questo può avvenire solo alla
base della comunità, nel popolo
dei credenti. Passato infatti il momento delle dichiarazioni generali
sorgono innumerevoli questioni di
ordine pratico, minutaglia di fronte alle grandi idee, ma che ha il
suo peso.
Forse le nostre due assemblee
non discuteranno il tema, convinte che fatte le dichiarazioni generali tutto vada avanti da sé. Occorre invece ricordare che si tratta di compiere un lungo cammino
fatto di tanti piccoli passi, di minuscole questioni. Chi pensasse di
andare all’integrazione in carrozza si sbaglia, si andrà a piedi e ci
si arriverà magari stanchi .come
dopo una lunga marcia.
Nel Sinodo si discuterà probabilmente poco dell’integrazione
ma parecchio della politica. Il dibattito in corso da alcune settimane sul nostro giornale riguardo
alla candidatura di alcuni pastori,
ad un presunto orientamento a
« sinistra » di organismi delle nostre chiese, di organi di stampa,
del culto radio, è indice di una situazione di disagio, di insofferenza, di incertezza in alcuni fratelli
Avviso ai iettori
A motivo delle ferie della tipografia Subalpina presso cui
stampiamo il giornale i prossimi due numeri saranno sospesi. Il prossimo numero uscirà
con la data del 27 agosto, durante i lavori sinodali.
che non mancherà di farsi sentire
nel dibattito sinodale. Come già è
accaduto nella conferenza del I
Distretto avremo certamente valutazioni opposte degli stessi fatti
e critiche severe a persone e ini.ziative.
È evidente che questo dibattito
non risolverà il problema, l’impegno della chiesa nel mondo della
politica, l’evangelizzazione e gli
equivoci che ne derivano, la scelta delle occasioni di testimonianza, l’impostazione dell’evangelizzazione sono questioni che investono tutti ed in modo sempre più
impegnativo. Anche qui si tratta
di questioni che non si possono
eludere ma acquistano la loro di
mensione reale, il loro peso nell’ambito della comunità dei credenti.
Non si risolveranno senza un
paziente lavoro di dialogo e di ricerca, senza la volontà di tutti i
fratelli di superare risentimenti
personali, fratture, incomprensioni. Non saranno proclami, ordini
del giorno, belle orazioni in assemblea che aiuteranno a procedere innanzi; è al livello delle comunità delle decisioni concrete,
delle piccole realtà che si crea
l’animo dell’evangelismo che ricerchiamo da anni.
Integrazione e politica sono
problemi generali ma che non si
risolvono nelle assemblee, perché
nelle assemblee non si vivono ma
si discutono solo, che si risolvono
invece dove si vivono, nel popolò
dei credenti. È solo nella collaborazione cotidiana di fratelli impegnati che nascerà la coscienza
di una nuova realtà valdo-metodista, è nel dibattito fraterno, franco
e libero che si attenuerà la tensione esistente oggi sul tema della
politica. Si dice spesso che le assemblee non rappresentano le base; è probabilmente vero in molti
sensi, un fatto è certo, se le assemblee sono momenti di verifica è
alla base della chiesa che si risolvono i problemi della testimonianza.
Giorgio Tourn
PROCESSO NESTLE’
Vittoria legale, sconfitta morale
Una vittoria di Pirro per la grande multinazionale svizzera - Ritirati
3 dei quattro capi d’accusa
Il 25 giugno scorso un quotidiano di Losanna riportava questo titolo; « La Nestlé vince ma
è messa in guardia ». Infatti la
Nestlé Alimentana C.p.A. ha vinto il processo contro il « Gruppo di lavoro sul terzo mondo » di
Berna che sarà costretto a pagare i 2/3 delle spese processuali
(5.200 FS) ed ogni membro del
Gruppo è stato condannato ad
un’ammenda di 300 FS.
Un altro giornale però diceva
giustamente che Nestlé ha perso
« moralmente » in quanto; a) i
membri del Gruppo non sono
stati riconosciuti colpevoli di calunnia ma di diffamazione; b) il
giudice ha affermato che « questo verdetto non significava in
nessun caso un’assoluzione della
Nestlé », in quanto era stato dimostrato che « La Nestlé deve ripensare le sue pratiche pubblicitarie se vorrà, nel futuro, risparmiarsi il rimprovero di un comportamento immorale e contrario all’etica ».
Ma si può aggiungere ancora
questo: all’ultimo momento la
Nestlé ha abbandonato tre dei
suoi 4 capi d’accusa « per accelerai e la procedura ». Abilità giuridie a, evidentemente. Il solo capo
d’a ;cusa mantenuto dalla grande ditta è stato il titolo dell’opuscolo: « La Nesté uccide dei neonati », titolo giuridicamente non
difendibile.
Tuttavia, coloro che speravano
vedere la Nestlé discolparsi dagli altri tre capi d’accusa restano delusi (metodi di vendita delle multinazionali nei paesi del
terzo mondo; nocività dell’uso
del latte in polvere nelle zone in
cui manca l’acqua potabile; ricorso a « false infermiere » pella propaganda a favore del latte
in polvere).
Il « Gruppo bernese sul terzo
mondo », che deve la sua condanna al carattere provocatorio
e aggressivo del titolo dato alla
traduzione dell’ opuscolo, rimpiangerà la sua rcelta?
Non pare; tanto più che un avvocato ha già annunciato di interporre appello presso la Corte
suprema del cantone di Berna. È
abbastanza sicuro che senza questo titolo provocatorio il processo non avrebbe avuto tutta la
pubblicità ottenuta in questi
giorni. Non è di tutti i giorni il
fatto che un piccolo gruppo attacchi una delle più potenti multinazionali!
Il pubblico ha seguito con
grande interesse le numerose deposizioni di infermiere, medici,
personale, che hanno lavorato o
che lavorano nel terzo mondo.
Alcuni hanno sostenuto le accuse
del Gruppo, altri le hanno smentite.
Comimque sia, l'essenziale è
che l’opinione pubblica è stata
toccata e la buona coscienza di
alcuni concernente 1’« apporto »
svizzero al terzo mondo (esportazione di prodotti delle nostre industrie, ecc.) è stata almeno sfio
rata da un dubbio.
Come è vero che esistono dei
legami fra la nostra prosperità
economica e la loro incurabile
povertà che li costringe a dipendere da noi! Si sarebbe ben voluto che questa faccenda ci potesse rassicurare! E invece no:
nessuno ha veramente vinto o
perso questo processo, ma una
volta di più si è rimesso in discussione tutta la nostra economia. Il piccolo « Gruppo di lavoro per il terzo mondo » di Berna, ci costringe a riflettere e a
porci delle questioni imbarazzanti.
(da un articolo di Gertrude Kassier su Réforme del 3 luglio).
conferenza metodista
sinodo valdese
Il Sinodo Valdese, secondo quanto disposto dall'atto
n. 72 della sessione europea 1975, è convocato per
DOMENICA 22 AGOSTO
I membri del Sinodo Valdese e della Conferenza Metodista sono invitati a trovarsi nell'aula sinodale della Casa
valdese di Torre Pellice alle ore 15.
La Sessione plenaria della Conferenza Metodista è
convocata a Torre Pellice nell'aula magna del Collegio
Valdese alle ore 21 di
DOMENICA 22 AGOSTO
Poiché anche quest'anno si avrà una sessione congiunta del Sinodo Valdese e della Conferenza Metodista,
il culto di apertura, con inizio alle ore 15,30, sarà comune;
la prima parte sarà presieduta dal past. Franco Davite, designato dal Sinodo 1975, mentre il predicatore, designato
dal Comitato Permanente Metodista, sarà il past. Sergio Carile. I pastori Sergio Carile e Franco Davite procederanno
alla prevista consacrazione al ministero dei candidati Mirella Abate Leibbrand, Francesco Carri e Giuseppe Platone.
Tutta l'assemblea è invitata a partecipare all'imposizione
delle mani.
Il Presidente II Moderatore
della Conferenza Metodista della Tavola Valdese
Sergio Aquilanle Aldo Sbaffi
testimoni
di Gesù
Giovanni 4: 39-42
Il colloquio di Gesù con la donna samaritana al pozzo di Giacobbe, narrato dal cap. 4 di Giovanni, termina, com’è noto, con
la testimonianza resa da quella
donna agli abitanti della sua città
e con la conversione dei samaritani: Or molti dei Samaritani di
quella città credettero in lui (Gesù) a motivo della testimonianza
resa da quella donna (Gv. 4: 39).
Secondo il racconto evangelico,
sembra che la donna si sia limitata a riferire che Gesù era stato
capace di leggere dentro di lei e
di mettere a nudo i particolari
della sua condotta. In realtà è probabile che la testimonianza della
samaritana abbia avuto anche un
contenuto di fede più evidente.
In primo luogo, perché sgorgava direttamente da un incontro
con Gesù e dall’impatto con la
sua influenza spirituale; in secondo luogo, perché condusse altre
persone a credere in lui. Bene ha
fatto dunque l’evangelista a definire le parole della donna con il
termine di « testimonianza » (v.
39). Non ha fatto soltanto un racconto di quanto le era successo:
le sue parole su Gesù la mettono
sullo stesso piano degli altri « testimoni » di Cristo.
La testimonianza della samaritana, come quella di tutti i credenti, è un elemento indispensabile per la propagazione della fede.
Anche Paolo afferma che la fede
viene dall’udire (Rom. 10: 17 dove la parola « udire » in greco è
la stessa tradotta con « predicazione» alla fine del v. precedente).
Ma la testimonianza ha i suoi
limiti: essa è superata dalla conoscenza personale del Cristo: assai
più credettero a motivo della sua
parola (di Gesù! v. 41).
A questo punto noi ci rendiamo conto della dimensione provvisoria di tutto ciò che testimonia
Gesù, sulla terra: non solo della
parola degli uomini, ma anche
delle opere e in definitiva della
chiesa stessa in quanto istituzione.
Come Giovanni Battista, essa deve recare una testimonianza, annunziare Gesù ma dovrebbe dire
come Giovanni: bisogna ch’Egli
cresca e che io diminuisca (Gv.
3; 30). Quando avviene l’incontro diretto tra Cristo e gli uomini, la testimonianza ha esaurito il
suo compito, e chi l’ha recata non
deve pretendere riconoscimenti e
onori più grandi della Samaritana,
che è messa gentilmente da parte
ne V. 42. Solo « la parola del nostro Dio dura in eterno » (Is.
40: 8).
Bruno Corsani
NELLE ALTRE
PAGINE
Lettere e dibattiti 2
Una delegazione italiana visita le chiese
dell’Est 3
Intervista al Moderatore 4
Dalle chiese 5
Cronaca delle Valli 6-7
2
6 agosto 1976
Il Corpo Pastorale valdese e metodista è convocato per
SABATO 21 AGOSTO
alle ore 9 nella sala sinodale della Casa valdese di Torre
Pellice con il seguente ordine del giorno:
1 ) esame di fede dei candidati al ministero Mirella Abate Leibbrand e Giuseppe Platone;
2) esame della bozza dei testi di liturgie matrimoniali (i pastori che ne sono in possesso sono invitati a
portarli con sé) ;
3) valutazioni conclusive dei Documenti di Accra
(« Un solo battesimo, una sola eucaristia, un ministero reciprocamente riconosciuto ») dopo Pesame da parte di
chiese e conferenze distrettuali.
La proposta di accettazione del candidato al ministero
Francesco Carri verrà esaminata domenica 22 agosto alle
ore 9,30 nel corso dei lavori della Sessione pastorale della
Conferenza Metodista, alla quale parteciperanno anche
pastori valdesi.
Alle ore 17 di sabato 21, nel tempio dei Coppieri di
Torre Pellice, si prevedono i sermoni di prova dei candidati al ministero.
IL MODERATORE
Aldo SbafìFì
IL PRESIDENTE
Sergio Aquilante
A 15 ANNI DALLA SCOMPARSA
Giovanni Miegge: un maestro
che non abbiamo dimenticato
Caro Direttore,
A monte del problema « Chiesa e
politica » mi pare debba essere esaminato un altro problema : cosa è per noi
la Chiesa?
La concezione dominante attorno a
noi (e che quindi tende a stingere anche su di noi) vede la Chiesa come la
istituzione che da la salvezza : la Chiesa cattolica quindi è « madre e maestra », è colei cioè che guida l’uomo
in tutte le sue vie colla sua autorevole
parola di magistero; essa quindi è l’infallihile guida anche nella vita sociale,
economica e politica. Non è quindi
strano che nelle ultime elezioni (come
nelle precedenti) il Magistero della
Chiesa romana abbia precisato, per il
credente, esplicitamente come non bisogna votare e quindi implicitamente
a quale partito debbano andare i voti.
L’affermazione che la Chiesa romana
fa della politica non è una accusa, ma
un riconoscimento: non per nulla il
Vaticano ha le sue delegazioni presso
tutti gli Stati!
Diametralmente opposta è la concezione riformata : per essa la Chiesa
non è una istituzione, ma la riunione
dei credenti attorno alla Parola di Dio;
nella ecclesiologia protestante, anche
se la Chiesa « corpo di Cristo » ha un
valore fondamentale, l’elemento primario rimane però il credente, la chiesa
esprime il suo pensiero ufficiale solo
attraverso le assemblee dei credenti:
per noi Valdesi attraverso le Assemblee di Chiesa, le Conferenze distrettuali e, soprattutto, il Sinodo. I comitati amministrativi espressi da queste
Assemblee hanno certo un notevole valore, ma non hanno autorità per parlare in materia di fede e di condotta
in nome della Chiesa. Un credente od
anche un Pastore possono avere spiritualmente una notevole autorità : essi
non rappresentano Chiesa: Tullio Vinay ha fra noi una notevole autorità
spirituale, ma egli non rappresenta la
Chiesa, neppure in Senato, egli è solo
un credente che sa di avere ricevuto
ieri da Dio una vocazione pastorale e
che certo non dimentica oggi al Senato che l’apostolo Paolo ci precisa che
anche i magistrati sono ministri del
Signore.
Anche il Pastore dal pulpito deve
ricordarsi di essere un credente chiamato a spezzare il pane della Parola
ai suoi fratelli, non a convincere gli
uditori sulla bontà delle sue opinioni,
politico-sociali. Questo non significa
affatto ignorare il mondo in cui viviamo ed i suoi problemi, significa solo
approfondire lo studio della Parola per
sapere discernere nella Parola eterna
la guida per il mondo contingente in
cui viviamo. E la Chiesa nel suo insieme non è chiamata a dare indicazioni per la soluzione dei problemi
contingenti del vivere sociale, in altre
parole a prendere posizioni nel campo
politico della vita bensi invece, soprattutto nei momenti importanti della vita nazionale, di fronte ai problemi del
tempo la Chiesa è chiamata a proclamare la sua fede: la Chiesa confessionale lo ha fatto in Germania nel 1934
colla confessione di Barmen, le chiese
della Germania dell'Est lo hanno latto
nel 1964 coi « Dieci articoli sulla libertà e servizio della Chiesa » e qualcosa di simile lo ha latto la nostra
Chiesa alcuni anni fa a proposito del
matrimonio e divorzio, uno dei documenti più ponderati e meglio riusciti
del nostro Sinodo.
La Chiesa, riunione di credenti.
esprime la sua presenza nel mondo innanzi tutto attraverso ai singoli credenti: se siamo pochi e dispersi, non
dimentichiamo che un giorno Gesù ci
ha parlato del lievito che in piccola
quantità lievita però tutta la pasta! Se
la nostra influenza politica nel paese è
ridotta questo non è perché siamo pochi, ma perché la nostra fede è debole.
Inserirsi nella vita politica del paese
può anche significare assumere un posto in un partito politico: per il credente due cautele sono però necessarie: non dimenticare che tutte le ideologie politiche appartengono al regno
del contingente, solo l’Evangelo è l’assoluto, l’eterno.
Se ogni ideologia politica è, in definitiva, una visione più o meno parziale della verità, dobbiamo imparare,
come credenti, ad essere tolleranti verso chi accoglie ideologie politiche, diverse dalla nostra: sólo l’Evangelo può
darci una visione eterna della vita in
tutte le sue manifestazioni : solo
l’Evangelo deve essere accolto senza
reticenze.
In questa linea mi pare si superi
costruttivamente il diverbio Chiesa e
vita politica.
Alberto Ribet
Quindici anni or sono Giovanni Miegge ci lasciava: è tempo di
riascoltare il suo insegnamento.
Non credo che esso sia stato dimenticato, ma la mia generazione,
che sta passando, ha il dovere di
ricordarlo alle generazioni più
giovani, specie quelle venute su
dopo il ’68. Nel corso del recente
campo cadetti di Agàpe ho avuto
l’occasione di proporre all’attenzione di una cinquantina di giovani poco più che quindicenni
quello che Giovanni Miegge ha significato ed ha fatto per gli uomini della mia generazione; sono
stato piacevolmente sorpreso nell’osservare l’interesse con cui i figli dei nostri figli scoprivano la
storia Valdese degli anni ’30 e ’40,
di cui Miegge fu protagonista di
primo piano.
Non è questo il luogo per rievocare il suo pensiero, così multiforme da meritare ben altra trattazione. Ma nel quadro del dibattito odierno, volto a ricercare le
vie di una presenza e di una testimonianza evangelica che non sia
avulsa dalla realtà contemporanea e che rischi di essere ancorata
alle nuvole di un vago sentimentalismo religioso, pago di viva pietà personale ma in cui la fede diviene fatto puramente interiore e
privato, la voce di Giovanni Miegge dev’essere riascoltata e può di
nuovo indicare come una volta la
ricerca e l’azione nel nostro tempo.
Basti per questo ricordare l’intenso lavoro di mediazione del
rinnovamento teologico barthiano
e sopratutto gli apporti originali
del suo pensiero (vedi « Protestantesimo e spiritualismo » ■—
« Per una fede »). I momenti più
significativi del contributo di
Miegge vanno ricercati non solo
nel suo lavoro di storico e di esegeta (« Lutero giovane »; il commento al Sermone sul Monte e i
corsi alla Facoltà di teologia), ma
anche nelle relazioni alle giornate
teologiche del Ciabas e alle settimane di Agàpe. Temi di evidente
Ancora sul femminismo
Ho letto con tristezza l’articolo di
Niso de Mìchelis, intitolato « femminismo » (Eco del 9 luglio) in particolare quello che riguarda donna e comunità evangelica; dispiace di vedere
a che punto il problema della liberazione della donna è poco sentito e poco
capito nelle nostre comunità, anzi si
manifesta una volontà più o meno chiara di volerlo minimizzare e ostacolare,
proprio nel momento in cui — in
questi ultimi anni — il mondo ne sta
prendendo coscienza (col rischio anche
di cadere in gravi deviazioni).
Eppure, al contrario, i primi protestanti del mondo — i valdesi del XII
secolo che facevano predicare le donne senza temere lo scandalo in un’epoca in cui solo il clero lo poteva fare —
avevano capito subito che Cristo porta
ad ogni essere umano, senza distinzione
di sesso, una liberazione da ogni condizionamento culturale. E non dimentichiamo che, in questi ultimi secoli,
le prime manifestazioni femminili in
America e Inghilterra hanno le loro
radici proprio in ambienti protestanti.
Attualmente, però, solo da pochi anni
le donne possono diventare pastori ■—
siamo, con tanti secoli di ritardo, allo
stesso punto che nel XII secolo! — e
se ciò potrebbe fare onore alle nostre
comunità protestanti rispetto alle altre
chiese « cristiane », vuol dire anche
che la chiesa protestante si è adeguata,
nel passato, ai modi di pensare e agire
deirambiente in cui viveva il quale
ha sempre messo la donna al secondo
piano e l’ha oppressa, come se non
fosse anche lei « immagine di Dio ».
Ora in Italia abbiamo troppo poche
donne pastori per valutare nel concreto la loro situazione, ma sappiamo che
in altri paesi hanno difficoltà di vario
genere. Quando in Italia saranno più
numerose troveranno delle comunità e
dei colleghi aperti a volere capire e
risolvere i loro problemi?
Ma non ci limitiamo soltanto alle
donne pastori. L’articolo dice « ben
vengano le vocazioni delle donne nelle
nostre comunità... nessuno le ha respinte ».
No; porre la questione in questi termini non è giusto. Le vocazioni ci sarebbero per vari ministeri, ma spesso
le donne vengono impedite d’impegnarsi a fondo perché incatenate da contingenze imposte dai costumi della società. Non parliamo qui dell’attuale
doppio lavoro, di molte, lavoro domestico e lavoro fuori casa. Ma la nostra
società è abituata, consciamente e inconsciamente, a fare portare soltanto
alle donne tutto il peso della cura prima dei figli quando sono piccoli, e
più tardi delle persone anziane non
autosufficienti, il che le rende prigioniere con una presenza continua, senza permettere loro, accanto, altri impegni; ciò, per lunghi periodi di anni
della loro vita, nell’età migliore in cui
potrebbero portare un valido contributo alla vita delle nostre comunità. Posso dare un esempio recentissimo della
mia esperienza personale; all’ultima
conferenza distrettuale sono stata votata senza saperlo, nella commissione distrettuale; ma ho dovuto compiere il
gesto duro di rifiutare quest’impegno
— che mi sarebbe piaciuto perché permette un allargamento fuori dal quadro della propria comunità — perché
la mia situazione familiare non mi avrebbe permesso di assumerlo completamente (in particolare ho 3 bambini
piccoli, l’ultimo ha un anno e mezzo).
Cosi la donna si trova spesso a dover
fare delle scelte « impossibili » perché
il modo di vivere della società glielo
impone, che sono sempre sbagliate da
qualsiasi parte scelga, e sacrificando
la propria famiglia, e sacrificando il
proprio lavoro ed i suoi impegni nel
mondo e nella chiesa; e finché sarà così la donna ha bisogno di liberazione,
e la lotta deve essere di tutti perché
passa attraverso una trasformazione totale della nostra società. La donna de
attualità come concordato e
separazione tra chiesa e stato, la libertà il bilancio teologico di una generazione
alle soglie degli anni ’50, la
« rivalutazione del finito »
come conclusione di una ricerca rinnovatrice e premessa di un’azione coerente, sono problemi sui quali non
si è certo finito di riflettere
e che propongono un impegno di testimonianza in
cui la chiarezza delle premesse teologiche di Miegge
può orientare, oggi come
¿eri, la decisione e precisare
la nostra vocazione nel tempo presente.
Per queste ragioni la
Claudiana ha in corso di
stampa un volume di scritti
di Giovanni Miegge ormai
difficili da consultare, perché dispersi in varie annate
di riviste, da Gioventù Cristiana a l’Appello e a Protestantesimo. Si tratta soprattutto delle relazioni alle giornate teologiche del
Ciabas e di Agàpe, fino all’ultimo
studio tuttora inedito.
Con quasta pubblicazione la
Claudiana vuole riproporre alla nostra riflessione alcuni problemi fondamentali ed esprimere
la nostra riconoscenza a Giovanni
Miegge, un vero maestro che non
abbiamo dimenticato. Una sottoscrizione è in corso per sostenere
le spese di stampa e se essa darà
buoni risultati speramo di ristampare prossimamente altri scritti di
Miegge, teologo e pastore, una voce viva nella Chiesa Valdese di
ieri e di oggi.
n. g.
Conferenza metodista
PROGRAMMA
PRELIMINARI
Venerdì 2® agosto
Ore 15,30 ; Sessione esami per
candidati pastori, evangelisti e
predicatori laici.
Sabato 21 agosto
Ore 9: Corpo Pastorale; ore
17: Sermoni di prova dei candidati.
SESSIONE PASTORALE
Domenica 22 agosto
Mattina: Culto di apertura Assegnazione degli incarichi Ruolo dei pastori e degli evangelisti; candidati in prova, accettazione dei candidati, eventuali emeritazioni, ecc. - Campo
di lavoro.
Pomeriggio : Relazione della
Commissione permanente per gli
studi - Eventuali e varie - Lettura ed approvazione degli Atti e
dei Verbali della Sessione Pastorale.
SESSIONE PLENARIA
Domenica 22 agosto
Ore 15.30: Culto di apertura
del Sinodo valdese e della Conferenza metodista.
Ore 21 : Apertura della Sessione Plenaria.
Lunedi 23 agosto
Mattina : Comunicazioni della
Sessione Pastoràle - Commemorazioni - Rapporto del Comitato Permanente - Campo di lavoro.
Pomeriggio : Campo di lavoro Integrazione.
Martedì 24 agosto
Mattina e pomeriggio: Sessione Congiunta del Sinodo valdese
e della Conferenza metodista.
Mercoledì 25 agosto
Mattina: Sessione Congiunta;
Pomeriggio : Rapporto delle
Commissioni e dei Segretariati
e della PCEI.
Giovedì 26 agosto
Mattina : Rapporti delle Commissioni (Discipline, economica)
e della PGEI.
Pomeriggio: Esame dei rendiconti e delle previsioni finanziarie.
Venerdì 27 agosto
Ore 9-11 : Eventuali e varie Approvazione del Rapporto del
C. P. - Ore 11,30: Culto liturgico.
Ore 14,30-18: Elezioni - Lettura
dei Verbali e degli Atti.
ve poter partecipare ad ogni campo
della vita « umana », semplicemente
perché è un essere a umano »; non
chiede nient’altro, né di più, ma né
di meno. Deve poter esprimere semplicemente la « pienezza » dei propri doni, per il bene di tutti. Come se s’impedisse a un fiore di fiorire compietamente! Certo la donna credente si sente liberata da Cristo, e ciò le basta per
servirLo, per compiere eose vere, e
non cose grandi. Ma, come l’insetto
preso in una ragnatela, ha le ali della
libertà, ma i fili intrecciati delle mentalità e delle strutture della nostra società devono spezzarsi perché possa
farne uso.
Cosi le nostre comunità dovrebbero
in primo luogo esortare gli uomini ad
incoraggiare le donne ad impegnarsi
fuoi-i, il che significa che accettino loro di limitare la propria libertà, e non
è facile; ma è forse l’unico modo per
aprire i loro occhi. In secondo luogo
le nostre comunità dovrebbero aiutare
.alla ricerca di un mondo diverso (in
questo caso specìfico, con moltiplicarsi
di servizi sociali, aiuti domiciliari per
ammalati, riduzione del tempo di lavoro
per tutti ecc. per permettere ad ognuno di impegnarsi in tutti i campi : lavoro, vita sociale, culturale, politica,
religiosa.
Personalmente sogno una soluzione
per la quale noi credenti dovremmo
prendere delle iniziative; il nostro pianeta è diviso in paesi con le loro frontiere all’interno delle quali la maggioranza della popolazione vive in un nucleo familiare che si è lasciato sempre più restringere, e la donna ne sopporta molte conseguenze; la Bibbia invece ei insegna la vita comunitaria
(basta pensare alle prime comunità cristiane degli Atti) che può aiutare in
particolare ad alleggerire il peso delle
donne. In Italia abbiamo attualmente
Agape, Riesi, Cinisello, e credo che è
su questa strada che le nostre comunità devono imparare a trasformarsi per
una migliore testimonianza nel mondo.
Perciò non si chiede alle nostre chiese protestanti di fare meglio, come accenna l’articolo in questione, ma di
aiutare questa liberazione (paragonata
a quella dei neri) di prenderla sul serio, e di non catalogare come una
« moda » uno dei fenomeni più importanti del nostro secolo, non solo
problema di alcuni paesi ma della metà dell’umanità. Quest’anno le chiese
vàldo-metodiste sono state incaricale
dal sinodo di studiare l’argomento. Chi
l’ha fatto? Le federazione delle chiese
ha avuto delle proposte? E’ sempre
tempo ancora per cercare quali soluzioni migliorerebbero la sorte delle
donne, in modo che possano adempiere
alle loro « vocazioni ».
Marie France Coisson
3
6 agosto 1976
SU INVITO DELLA C.C.P.
Una delegazione ecumenica italiana
ha visitato le chiese dell'Est
Ricostituito
il gruppo misto
tra il CEC
e Roma
Come già accennato su queste
colonne, una delegazione italiana formata da valdesi, metodisti
e cattolici, ha partecipato, durante le due prime settimane di
luglio, ad una visita nelle chiese
dell’est, su invito della Conferenza Cristiana per la Pace (vedi la
scheda sul n. 28, p. 3). L'invito
era stato rivolto direttamente a
Paolo Ricca durante un incontro
organizzato dalla Conferenza Cristiana per la Pace (CCP) a Siofok, in Ungheria, dal segretario
della CCP, il pastore ungherese
Caroly Toth.
Perché questo invito? Quale
10 scopo di questa visita? Per
rispondere a questi interrogativi occo'Te fare un salto nel passato recente.
Dopo la costituzione della CCP,
nel 1950, sotto la spinta di Hromadka, si stabilì molto presto
un tegame internazionale che, in
Italia, passò soprattutto attraverso Agape ed il suo direttore
Giorgio Girardet, che stabilirono
dei contatti, degli scambi, con le
chiese dell’est, aprendo così una
porta ad un discorso ecumenico
che intendeva collaborare alla
distensione in Europa, in pieno
clima di guerra fredda. Fino al
1968 i contatti del comitato italiano con la CCP, furono buoni e
fruttuosi; favorirono la reciproca conoscenza e contribuirono a
rinsaldare l’impegno di fede dei
cristiani delle due parti d’Europa. Poi, improvvisamente, inaspettati e tanto più duri, i fatti
di Praga 1968. Con altri comitati
delle chiese europee, anche il
comitato italiano, come protesta
per l’invasione in Cecoslovacchia,
si ritirò e venne così a cessare
la colalborazione con la CCP che
continuò, dopo la « normalizzazione », la sua strada.
A otto anni dai fatti di Praga,
si apre oggi la possibiltà di riprendere i contatti con le chiese ;deirest.e con ia CCP,
Naturalmente non è presunzio"
ne della delegazione italiana pensare che con questo breve e rapido giro in 7 diversi paesi dell’est, ne sia venuto fuori un quadro sufficientemente chiaro ed
esauriente che non ponga problemi per una nostra possibile partecipazione alla CCP. Né, d’altra
parte, i fratelli della CCP che ci
hanno invitati pensano che questo approccio alla realtà delle
chiese dell’est sia sufficiente o
possa costituire il motivo di fondo per una decisione positiva in
vista della costituzione di un
comitato italiano della CCP.
Quello che penso si possa scrivere con certezza è questo: da
una parte come dall’altra, c’è
una forte volontà di riprendere
11 dialogo, di porre fine al tempo
del silenzio.
Questi contatti, per quanto rapidi (« siete passati come una
meteora » ci hanno detto in
molti!) e vissuti in un lasso di
tempo così stretto, che non
ha permesso quell’approfondimento che tutti avrebbero voluto, sono però un inizio, un
ponte che è stato riallacciato con
i fratelli dell’est. Certo, noi tutti
della delegazione italiana, passati come una meteora attraverso sette capitali dell’est, ci troviamo nella situazione del fotografo principiante che ha davanti agli occhi un lungo filmato in
negativo e che soltanto in un secondo tempo, quando la pellicola darà tutta la sua luce, con i
suo colori, le sue ombre ed i suoi
contorni nello sviluppo, si potrà
riflettere sulle realtà filmate con
maggior razionalità e certezza.
Dobbiamo esprimere la nostra
profonda riconoscenza ai fratelli che ci hanno ospitato e si
sono occupati di noi con estrema fraternità e dedizione per
permetterci di profittare al massimo degli incontri che erano
stati programmati; se molte questioni per noi sconosciute ed incomprensibili ci .sono state chiarite o comunque hanno suscitato
in noi una volontà di chiarimento è tutto merito loro. E le difficoltà per un dialogo che non lasci fraintendimenti, non ambiguo, che si sforzi di capire l’altro
nella sua situazione, non sono
poche. Ma non sono ostacoli insormontabili.
La visita della delegazione ita
liana nelle chiese dell’est è passata attraverso le seguenti tappe; Budapest, dove abbiamo incontrato il vescovo riformato
Bartha, uno dei vice presidenti
della CCP, e con lui rappresentanti della CCP e del CEC di varie chiese: battisti, metodisti, riformati, chiese libere, che ci
hanno tratteggiato la situazione
delle chiese ungheresi ed il lavoro della CCP. Un successivo incontro con un gruppo di rappresentanti dell’Opus Pacis ci ha
dato un’idea del loro lavoro.
Infine siamo stati ricevuti dal
responsabile dello stato per gli
affari religiosi e con lui abbiamo
avuto modo di porre domande
sulla Ost politik del Vaticano e
sui rapporti Chiesa-Stato in Ungheria. Bratislava, qui abbiamo
incontrato il decano della facoltà
teologica e ricevuto informazioni
sul lavoro che si svolge, quindi
un rapido giro in alcune chiese
della campagna slovacca, in mezzo a vigneti e barbabietole da
zucchero. Praga, incontro col segretario della CCP Toth, con esponenti delle chiese Hussita,
Ortodossa, Cattolica, e dei Fratelli Boemi (con i quali abbiamo partecipato al culto la domenica mattina), e dell’organizzazione cattolica Pacem in terris.
Dopo la Cecoslovacchia dritti a
Berlino est dove abbiamo avuto
4 incontri, uno con un gruppo
di giovani credenti e non credenti, un altro soprattutto a carattere informativo sulla realtà politica italiana, su Riesi ed Agape,
su precise domande, un terzo
con il vicepresidente della CDU
(partito democratico cristiano) a
cui abbiamo posto alcune domande sui rapporti chiesa-stato
socialista. Infine una breve chiacchierata col prof. Bassarak e
PORTOGALLO
Ecumenismo
a colpi di forcone
Seivaggiamente aggrediti
folla aizzata dal parroco
4 pastori da una
La sera del lunedìi 14 giugno
scorso, quattro pastori della chiesa presbiteriana portoghese, una
signora ed un avvocato sono
stati selvaggiamente aggrediti a
Moráis e a Lagoa.
Nel 1973, M. Valeriano Lopes,
avvocato e ricco proprietario
terriero, decise di regalare un
vasto terreno nella zona di Moráis alla chiesa presbiteriana in
vista di realizzare un progetto
di sviluppo sociale, culturale ed
economico in questa zona.
Questo progetto comprendeva la creazione di un asilo nido,
una scuola materna, un ambulatorio ed una cooperativa agricola. La chiesa presbiteriana ha
una certa esperienza di queste
iniziative pilota in cui si è coraggiosamente lanciata al servizio
delle classi più povere. La chiesa presbiteriana aveva già assunto un ingegnere agronomo ed
ima pediatra che si erano trasferiti nel villagio. Si era intanto
costituito un comitato per la direzione di questa iniziativa, formato dael omenti locali e pastori
presbiteriani per mettere a punto gli interventi concreti.
Ora i progetti di sviluppo a
favore del popolo non sono semre ben accetti al potere stabilito! Ben presto si avviò una campagna di denigrazione, di calunnie, in un primo tempo velate e
poi pubbliche, dall’alto del pulpito, da parte del curato di Moráis.
In questa situazione un membro del comitato direttivo visitò
il vescovo diocesano di Bragance per spiegargli la situazione.
Di qui nacque la proposta di un
incontro pubblico a Moráis per
il 14 luglio in modo da chiarire
alla popolazione il progetto ed i
suoi obiettivi. A questo incontro
erano invitati il curato, il comandante della polizia locale, il
presidente dell’amministrazione
locale e tutta la cittadinanza.
Non si trattava evidentemente
di una riunione di proselitismo
religioso, bensì di un invito amichevole con l’intento di far conoscere il progetto che si voleva realizzare a beneficio di tutta
la popolazione.
Alle 21, ecco che invece di una
riunione pacifica si presenta una
folla disordinata di uomini, donne e bambini, armati di ogni sorta di bastoni, forconi e strumenti contundenti per cacciare quelli che il curato aveva indicato
come pericolosi comunisti, cubani pro'ienienti dall’Angola e
altre calunnie del genere. I mem
Hanno collahorato: Franca
Coisson, Dino Gardiol, Samuele Giambarresi, Neri
Giampiccoli, Enos Mannelli,
Emmanuele Paschetto, Gaetano Valentini.
bri del comitato, seriamente feriti dovettero essere ricoverati
in ospedale mentre le loro autovetture furono praticamente distrutte.
Fra i pastori feriti vi è José
Leite, segretario generale del
Centro Ecumenico 'di Figueira
da Foz e Rui Rodriguez, ex presidente delle chiese presbiteriane, entrambi ben conosciuti in
Francia.
con alcuni rappresentanti della
Berliner Konferenz (cattolici).
Da Berlino a Varsavia, dove ci
aspettava nella modernissima
stazione ferroviaria un simpaticissimo pastore battista che ci
ha accompagnato durante il nostro breve soggiorno polacco.
Incontri con diversi esponenti
del cattolicesimo polacco, fra cui
rappresentanti di Ars Christiana,
Znak e Pax, conversazioni molto aperte e fraterne su diversi
problemi della vita religiosa e politica in Polonia. Da Varsavia una rapidissima puntata a Mosca
e incontro con esponenti della
Chiesa Ortodossa russa, un breve
saluto ai battisti russi. Le ultime
due tappe, in Romania e Bulgaria, ci hanno messo in contatto
più diretto col mondo ortodosso
e la vita di questa chiesa. Abbiamo visitato la facoltà di teologia
a Bucarest, conosciuto alcuni docenti, ritrovato un sacerdote ortodosso che lo scorso anno era
a Roma ospite della nostra facoltà, visitato tre bellissimi monasteri, la grande tipografia (con
oltre 200 addetti) che stampa
tutte le pubblicazioni della chiesa ortodossa rumena, visitato
molte chiese e partecipato la domenica mattina ad una parte
della liturgia ortodossa in due
chiese diverse. A Sofia infine, abbiamo visitato un antichissimo
monastero (ricevuti dallo Zarest,
cordiale e attento ai problemi
contemporanei), dopo aver attraversato per oltre 100 km. la campagna bulgara. Nella capitale ci
siamo intrattenuti con un giovane e simpatico vescovo che ci
ha informati sulla situazione della sua chiesa.
Sui problemi generali, sulle valutazioni di fondo che emergono
da questi numerosi incontri, sulle linee di lavoro che si potranno impostare per una nostra collaborazione alla CCP. parleremo
nei prossimi mesi.
E. Gente
Il 1” luglio scorso è stato congiuntamente annunciato da Roma e da Ginevra la formazione
di un nuovo gruppo misto di lavoro del CEC e della Chiesa
cattolica.
Il 4'’ rapporto ufficiale presentato dal gruppo misto di lavoro
è stato approvato dalla 5“ Assemblea del CEC a Nairobi, e
nello scorso dicembre ha pure
ricevuto l’approvazione delle autorità della Chiesa cattolica.
ESso raccomandava particolarmente la formazione di un
gruppo misto di lavoro composto di circa 16 membri da incontrarsi regolarmente una volta all’anno e di un piccolo gruppo
esecutivo di sei membri. Suo
compito è quello di scoprire e
di valutare nuove possibilità di
sviluppo ecumenico e di facilitare cosi, gli scambi di informazione sui progressi compiuti dal
movimento ecumenico, specie
sul piano locale.
Il nuovo gruppo misto di lavoro, che si riunirà nel prossimo ottobre, comnrende fra gli
altri; da parte del CEC, il russo
ortodosso V. Borovoy, professorere presso l’accademia di teologia di Mosca. K. Chrisostomos,
metropolita di Istambul, il vescovo luterano Lohse, di Hannover, il vescovo anglicano in Kenia, H. Okullu, il pastore L. Vischer del CEC, il pastore J. Miguez-Bonino decano dell’Unione
Theological Seminary a Buenos
Aires. Da parte della Chiesa cattolica si notano fra gli altri: il
vescovo R. Torrelle Cascante,
vice presidente del segretariato
per l’unità dei cristiani, padre
H. De Riedmatten, del Consiglio
pontificale « Cor unum », padre
P. Duprey, tutti della Città del
Vaticano, padre E. Lanne vice
presidente della commissione
Fede e Costituzione del CEC.
_______BOHICON - REPUBBLICA POPOLARE DEL BENIN
li dio del fuoco punisce gli stranieri
Una piccola comunità metodista dispersa in un territorio semipagano
- L’attività sanitaria aì centro della solidarietà intercontinentale
Bohicon si trova nella Repubblica Popolare del Benin (ex Dahomey) a circa 250 Km. dalla costa in una zona di villaggi sparsi
nella savana intor’-'o alla cittadina omonima (15.000 ab.) e popolata da tribù Fon dedite alla
coltivazione di palmà da olio,
arachidi, ed altri prodotti agricoli.
Nella città di Bohicon vi è una
comunità della chiesa evangelica
metodista del Benin ma tutto il
territorio circostante è al centro
di una azione intensa ed aggressiva di religiosità voodou. Il voodouismo che ha i suoi centri
principali nelle Antille e nell’Africa equatoriale occidentale è la
forma assunta dall’antico paganesimo animista africano portato nell’America Centrale dagli
schiavi nel XVIII e XIX sec., ammantato di alcune forme tratte
dal cristianesimo e dalla moda
occidentale (croce e cappello a
cilindro!) e ritornato con nuovo
slancio nei paesi africani di origine. La magia che fa capo a questa religione è particolarmente
aggressiva e pericolosa tanto che
nel periodo del mio soggiorno ho
assistito all’inizio di una decisa
campagna governativa contro a
questa forma di religiosità.
La zona di Bohicon ha interessato la chiesa evangelica anche
per altre ragioni; non vi sono
ospedali e la mortalità infantile
tocca punte altissime, mancava
un lavoro di preparazione agricola ed era molto necessario una
attività sociale soprattutto a livello giovanile.
Un gruppo di collaboratori
evangelici di vari continenti:
Africa, Qceania, Europa, ha dato
vita 8 anni or sono ad una Azione Apostolica Comune che ha
istituito a qualche decina di Km.
da Bohicon due Centri; uno igie
nico sanitario e l’altro per la gioventù.
Due gruppi di piccole costruzioni sorgono isolate in piena savana, in posizione centrale rispetto ai villaggi circostanti, in
una zona coltivata a palme da
olio e da cocco in cui è stato fatto posto alle costruzioni in muratura (ambulatori, case di abitazione) o eretto secondo la tradizione locale in legno e foglie di
palma (locali sociali e sale di
aspetto). E’ una zona turisticamente molto pittoresca, ma totalmente priva di acqua che
deve essere raccolta dai tetti nel
periodo delle piogge e conservata per mesi in cisterne interrate.
II centro sanitario (che ho visitato più a fondo) consiste in
tre costruzioni per ambulatori,
una per l’alloggio dei residenti
ed una per il guardiano (ottimo
arciere proveniente da una tribù guerriera del Nord!). Il lavoro è compiuto da alcune infermiere specializzate (il medico
più vicino è a varie diecine di
Km.) che si occupano delle malattie generali nell’ ambulatorio
centrale e particolarmente di maternità e pediatria. Non è, per il
momento, facile convincere le
donne di Bohicon a venire in ambulatorio per il parto, ma è stato possibile fare una campagna
per la vaccinazione antitetanica
dei bambini e delle madri. Il tetano da cordone ombelicale è infatti molto diffuso e normalmente mortale, almeno per i bambini. Succede così che donne le
quali hanno avuto il bambino in
nottata se ne arrivano all’ambulatorio in bicicletta prima ancora di mezzogiorno per fare vaccinare se stesse ed il figlio. Ma
l’azione maggiore è fatta in occasione dello svezzamento quando,
per mancanza di norme igieni
che e dietetiche, un gran numero di bambini muore per forme
gravissime di avitaminosi. Le
donne con i bambini malati sono ospitate per alcune settimane
al centro dove non solo si cura
il bambino, ma si insegna alla
madre ad alimentarlo in modo
esatto con i prodotti del paese.
Infatti non è l’alimento giusto
che manca, ma è l’ignoranza delle norme alimentari o le superstizioni che creano la mortalità.
Tradizionalmente non si usa, infatti, il latte di capra per evitare
che crescano le corna ai bambini
o si scartano gli arachidi, ricchi
di vitamine, perché un prodotto
nato sottoterra non porti sottoterra anche il bambino, per non
parlare dei molti tabù alimentari imposti dagli stregoni.
11 centro ha attraversato quest’anno un periodo di crisi e di
ristrutturazione non solo per la
partenza di tre europei (un pastore con la sua famiglia e due
diaconesse infermiere svizzere)
che avevano terminato il loro periodo di soggiorno e che saranno
.sostituiti con africani, ma sopratutto a causa dell’incendio nel
quale sono periti in un villaggio
vicino il pastore Zinhouin e due
dei suoi figli. « Il dio del fuoco
ha punito il figlio di questo paese che collaborava con gli stranieri cristiani nella regione
Fon ». Questo è stato il commento di molti di fronte a Questa tragedia ed esso poteva segnare la
fine del lavoro di solidarietà e di
evangelizzazione nella zona. La
risposta è venuta dai vecchi genitori dal pastore Zinohuin (ancora pagani) che hanno detto agli
abitanti del loro villaggio: « Se
avessimo ancora un altro figlio,
gli chiederemmo di continuare il
lavoro di quello che è morto».
F. Davite
4
6 agosto 1976
DALLA RELAZIONE DELLA TAVOLA
XJii nuovo confronto
La Tavola ha curato anche
quest’anno in vista del Sinodo le
relazioni necessarie per il lavoro
dell'assemblea. Redige però anche un suo rapporto che introduce tutto questo materiale. Pensiamo far cosa utile per i lettori, che non essendo delegati non
avranno l’opportunità di leggere
questo rapporto, di darne i punti
essenziali con citazioni appropriate.
Un rinnovato impegno
teologico
Col titolo « un nuovo confronto » la Relazione solleva un tema di fondo che la Tavola ritiene
Essere fra i più importanti per l'oggi
ed il domani della nostra presenza evangelica in Italia; la esigenza di un rinnovato impegno teologico, onde poter
esprimere validamente, in mezzo al nostro popolo, la missione che Dio ci ha
affidato.
Riteniamo infatti che proprio nel nostro tempo sia divenuto sempre più indispensabile, per il protestantesimo italiano, il recupero di un saldo fondamento teologico, in un continuo confronto
con la Parola di Dio e con i princìpi posti dalla prima e seconda Riforma.
Nel corso dell'anno le chiese hanno
esaminato il « documento di Accra » proposto dalla Commissione Fede e Costituzione. In questa occasione abbiamo
tutti preso coscienza che si stanno manifestando nel dialogo ecumenico tendenze che rivelano un cedimento preoccupante dalle chiare posizioni della Riforma.
In questi ultimi tempi, nelle comunità
e gruppi di base della chiesa cattolica
romana si è manifestata una nuova esigenza, quella di un confronto con la Riforma protestante.
Ci troviamo quindi di fronte ad una
situazione nuova, almeno nel nostro paese, situazione che pone allo stesso protestantesimo delle serie domande.
Il protestantesimo italiano degli anni
trenta e quaranta si è confrontato con la
Riforma del secolo XVI... un gruppo di
laici e di pastori nella rivista « Gioven
tù Cristiana », nelle edizioni Doxa, nelle
giornate teologiche del Cìabas, avevano
...posto l'esigenza di un serio impegno
teologico.
E non possiamo dimènticare che la
chiesa valdese stessa ne fu rinnovata e
furono mediate al popolo valdese le motivazioni teologiche indispensabili per
poter « resistere » di fronte alle ideologie di quel momento storico.
Oggi occorre ritrovare un po' di quella « intransigenza protestante » degli
anni trenta, cosi chiaramente espressa
dalla rivista « Gioventù Cristiana ». Anzi
quanto più il protestantesimo italiano
risponde nel nostro tempo alla vocazione evangelica di essere strumento di
liberazione, tanto più esso necessita di
una spina dorsale teologica e questo
può avvenire soltanto mediante un rinnovato confronto, certo anzittutto con la
Parola di Dio, ma anche con le esigenze
teologiche poste dalla Riforma.
In un paragrafo intitolato « Le
nuove strutture della chiesa »
vengono valutati dopo un anno
di sperimentazione i nuovi organismi del processo di integrazione: i circuiti ed i distretti, valutazione sostanzialmente positiva anche se restano aperti alcuni problemi. Nell’insieme della
nostra situazione l’attività delle
chiese sembra essere stata potenziata e favorita da questa
nuova struttura.
Nel capitolo dei rapporti fra
Chiesa e Stato non sembrano esservi novità di grande rilievo.
Chiesa - Stato
Per quanto concerne le ormai famose
intese, mentre in vari momenti dell'anno pensavamo di potere intervenire,
prima con una « conferenza stampa » e
poi direttamente presso il governo,
quando già accordi in tal senso erano
stati presi congiuntamente al presidente
della chiesa metodista, in pratica nulla
è stato potuto realizzare per le ricorrenti crisi di governo. Ora pensiamo che si
presenteranno nuove possibilità e saremo vigilanti per cogliere i momenti
opportuni ad un nostro intervento.
La Tavola durante l'anno
ha continuato ad avere
contatti con il Ministero
della Difera, ufficio obiettori di coscienza. Finalmente in data 8 giugno
1976 il Moderatore è stato in grado di poter firmare una convenzione con
il Ministero della Difesa
che ci permette di ricevere obiettori di coscienza
al Gignoro di Firenze, e
comunità di Agape e
Riesi.
Emigrazione
L’importanza dell’attività svolta nel campo dell’emigrazione è
sottolineata. Fra i vari problemi
menzionati quello della cura d’anime degli emigrati e dell’attività
diaconale
Un aspetto importante del lavoro dei
nostri colleghi in Germania è quello dello studio biblico in comune; « La Bibbia
è di nuovo data in mano agli operai, ed
essi hanno così la possibilità di un confronto continuo con la Parola ».
L attività diaconale viene svolta prendendo sul serio molti casi che si presentano in cui occorre prestare aiuto singolo e concreto, ma non si limita certamente ad una attività assistenziale. Si
cerca di creare una nuova coscienza negli emigranti e di aprirli anche alle problematiche del nostro tempo.
Opere
Una seconda parte della Relazione è consacrata alle opere ed
attività missionarie della chiesa.
Si inizia con le scuole secondarie, cioè Collegio, si prosegue con
la stampa, Eco-Luce, Amico dei
Fanciulli, Com/Nuovi Tempi (tutti strumenti di primaria impor
tanza nel nostro lavoro) e si conclude con la Claudiana.
La soluzione che la Tavola ha finito
per adottare come via media fra opposte esigenze è stata la netta distinzione
— amministrativa, non giuridica — fra
l'attività editoriale e l'attività libraria...
Questa soluzione ha comportato un forte aggravio finanziario, per un aumento
del personale e un ampliamento di locali... A fronte di questo aggravio sta il
fatto che l'editrice dispone attualmente
di migliori strutture logistiche e di un
più ampio respiro di lavoro. La Tavola
riafferma che l'attività libraria rappresenta, nel suo settore, una possibilità di
presenza e di testimonianza altrettante
importante quanto quella editoriale, e
invita il Sinodo a esprimersi, guardando in faccia i costì che le due branche
rappresentano attualmente.
In tema di assistenza:
Assistenza
Per quanto riguarda l'assistenza la
Chiesa valdese giunge quest'anno al termine di una lenta evoluzione che, anno
per anno, ha quasi insensibilmente modifìcato le condizioni ambientali in cui
essa si svolge, e la nostra sensibilità individuale e collettiva nei confronti di
questa attività.
La Tavola in questo perìodo ha spes
INTERVISTA AL MODERATORE
— SI avvicina il momento del
Sinodo. Quaii sono, secondo Lei,
i temi di maggior significato sui
quali l’assemblea sinodale è
chiamata a pronunciarsi?
— Credo che il Sinodo sia
chiamato a riflettere sul tema
della diaconia, ’ per precisare
quali rapporti sussistano tra la
chiesa e la società civile in questo campo. Il vecchio concetto
di beneflcenza è stato superato
e ad esso è subentrata ima profonda coscienza del diritto di
ogni cittadino alla assistenza,
vale a (Are che la chiesa ha preso coscienza che non è sufficiente operare per combattere l’ingiustizia, ma è necessario intervenire contro le cause di ingiustizia. Non si vuole in alcun modo essere in concorrenza con le
istituzioni pubbliche, ma è necessario essere oggi estremamente vigilanti affinché il diritto
alla assistenza sia veramente garantito a tutti. In questo senso
probabilmente il mantenimento
delle opere della chiesa è un momento di saggezza, almeno per
il momento.
Il Sinodo dovrà anche occuparsi della casa editrice Claudiana. Sono informato che da
molte parti si levano critiche
sulle opere che la Claudiana ha
pubblicato in questi ultimi tempi, ma è necessario dire che si
è trattato, nel particolare momento storico, di un servizio
che si è voluto rendere a voci
significative che altrimenti non
avrebbero avuto la possibilità di
esprimersi, è comunque esagerato dire che non si è pubblicato abbastanza di significativo da
un punto di vista protestante.
L’esige"-^a di una letteratura
« formativa » è fortemente sentita.
— Che cosa c’è da dire sul
piano dell’integrazione con la
Chiesa metodista?
— Avremo quest’anno una sessione congiunta più lunga che
negli anni passati. In generale
credo si possa affermare che vi
è stata grande apertura da parte delle chiese locali valdesi e
metodiste nell’accettazione, per
esempio, delle nuove strutture
di circuiti e distretti. Vi sono
certo problemi aperti sui quali
il sinodo dovrà dare indicazioni
per quanto concerne i rapporti
tra chiesa locale, circuito, distretto, Tavola Valdese e Comitato Permanente Metodista.
Questo favorirà certamente
una assunzione di responsabilità
da parte delle Conferenze distrettuali, per le quali è da sottolineare come positivo l’inserimento delle opere, nel senso di
una maggiore penetrazione reciproca per cui le opere non sono
più organismi isolati, ma diventano un aspetto della testimonianza della chiesa nel distretto.
Sempre sul piano della integrazione va rilevato che alcuni
vorrebbero affrettare i tempi. Io
ritengo invece che si debba dare
tempo alle chiese per una effettiva maturazione; ho piena fiducia che i tempi previsti non
costituiscano una tattica per affossare un patto che abbiamo
stabilito ed al quale sono convinto vogliamo tener fede.
— Ogni anno la Relazione che
ia Tavola presenta al Sinodo
puntualizza un aspetto particolare della responsabilità della
chiesa. Quale aspetto viene sottoiineato quest’anno?
— L’esigenza di un rinnovato
impegno teologico per poter
esprimere validamente, in mezzo al popolo italiano, la missione che Dio ci ha affidato. Riteniamo infatti che proprio nel
nostro tempo sia divenuto sempre più indispensabile, per il
protestantesimo italiano, il recupero di un saldo fondamento
teologico, in un continuo confronto con la Parola di Dio e
con i princ’pi posti dalla prima
e dalla seconda Riforma.
Credo che quanto più la chiesa
è impegnata nella storia, tanto
più essa necessita di una solida
preparazione teologica, ed in
questo senso è rallegrante che
vi siano molti giovani che iniziano lo studio della teologia e che
si siano creati diversi gruppi di
studio teologico, su esempio del
« collettivo Bonhoeffer ».
— Lei sa certamente, signor
Moderatore, che esiste attualmente nelle chiese una situazione di disagio a proposito dell’impegno « politico ».
— Si tratta di un problema
molto delicato e desidero precisare che qui non esprimo il
pensiero della Tavola, ma il mio
personale. Sono giunto in questi
giorni a Torre Pellice ed ho trovato sul mio scrittoio una lettera nella quale mi si informa che
alle Valli è in corso una petizione perché il Sinodo riprenda in
esame tutta questa tematica.
Vorrei notare: in questo fatto
vi è un elemento che giudico positivo, indipendentemente dal
contenuto della petizione stessa.
Si tratta del fatto che una parte della chiesa, che pare non riconoscersi più nella linea che a
loro giudizio prevale in alcuni organismi della chiesa valdese e
del protestantesimo italiano, è
uscita dal silenzio e chiede di
essere ascoltata. Credo che questo debba essere fatto molto seriamente, innanzitutto perché si
tratta di fratelli nella fede che
amano veramente la loro chiesa
e che hanno, nel tempo, dimostrato col loro impegno questo
amore. Credo però che questa
tematica non vada vista come
problema locale, ma come un
problema che agita la chiesa a
livello mondiale.
A Nairobi, per esempio, si è
riconosciuto che fa parte della
missione della chiesa oggi, e
quindi della « evangelizzazione »,
anche l’impegno dei credenti
nelle lotte in favore degli oppressi e per l’autodeterminazione dei popoli, come ad esempio
nel caso della politica dell’apartheid.
Molti sono oggi turbati per
l’inserimento così evidente da
parte di credenti nella vita sociale e politica del nostro tempo;
il fatto è che si tratta di una
nuova coscienza che ha la sua
origine non nelle ideologie di
moda, ma proprio in una riscoperta del messaggio radicale
dell’evangelo, nella sua incidenza nella vita associata.
— Da parte di questi fratelli
si pone anche il problema della
rappresentativa delle assemblee
della chiesa. Che cosa ne pensa?
— Certo il problema della responsabilità dei membri di chiesa nelle assemblee è importante. So che alcuni lamentano che
i deputati che vengono eletti al
sinodo e alle conferenze distrettuali siano espressione di gruppi di pressione e credo che questo non dovrebbe avvenire. Occorre pure che sia eliminato
quanto può dare adito alla impressione secondo cui le decisioni sarebbero prese dall’alto, dai
vertici, i: necessario che i credenti partecipino non solo alle
decisioni, ma alla preparazione
delle decisioni, che abbiano la
possibilità di scelta tra le varie
soluzioni possibili.
È comunque indispensabile
che ci sentiamo richiamati, gli
uni e gli altri, a discernere tra
ciò che è veramente fondamentale e ciò che deriva invece da
forme culturali e istituzionali
che abbiamo ricevuto nel corso
dei secoli.
Per terminare, vorrei citare
una parola del profeta Malachia :
in un momento difficile della
storia di Israele egli dice che i
credenti si sono parlati l’uno all’altro e l’Eterno ha ascoltato (3:
16). Questo è avvenuto in alcune
chiese ed è stato occasione di
comprendere le motivazioni profonde dell’altro.
— Lei crede che questo possa
avvenire nel corso del prossimo
Sinodo?
— Questa è la mia speranza.
SO richiamato l'attenzione delle chiese
e del sinodo su questo fatto, ma il sinodo non ha ancora affrontato il problema nel suo insieme, forse anche perché
fra noi ci sono posizioni molto diverse
al riguardo, e ciò, insieme ad una difficoltà a chiarire con precisione i termini,
ci ha spinti ad accantonarlo. Oggi però
siamo chiamati, con una certa urgenza,
a rìdefìnire come deve esplicarsi la nostra assunzione di responsabilità nei confronti dei bisogni della gente in mezzo
a cui viviamo (così come qualche anno
fa siamo stati chiamati a trasformare il
nostro atteggiamento sulle « missioni »
al momento delia costituzione della
CEvAA).
ihi varagrafo a parte è dedicato al processo di integrazione
fra chiese metodiste e valdesi
Integrazione
valdo-metodista
L'approvazione definitiva del Patto di
Integrazione sia da parte del Sinodo
che della Conferenza metodista ha portato alcune rilevanti conseguenze; da
una parte, intatti, molte delle attività
elencate nei diversi paragrafi della predente relazione sono ormai pienamente
comuni, e sono state oggetto di decisioni congiunte, affidate all'esecuzione di
commissioni miste; d'altra parte il limitato lasso di tempo che ci separa dal
termine ultimo fissato per la completa
attuazione del Patto esige che il processo di ìntegraiione venga condotto avanti con metodicità e fermezza.
Anzitutto Tavola e Comitato Permanente hanno provveduto a riconfermare,
nelle stesse persone che la componevano fin dall'inizio, la commissione mista
per i'inlegrazione : e ciò per ovvi motivi di continuità e per non disperdere un
certo patrimonio di lavoro e d'esperienza.
Dalla commissione stessa è emersa
una proposta di drastica accelerazione
dei tempi d'attuazione del Patto ; nel
timore che il tempo che ci separa dal
1979 possa in definitiva rivelarsi una
sorta di « tempo morto » in cui l'integraz'one perda slancio e mordente, e si
svuoti della sua tensione ideale e del
suoi risultati pratici, la commissione ha
proposto che il s nodo unico sia attuato
fin dal 1977. Comitato permanente e
Tavola hanno ampiamente dibattuto questa proposta, di cui riconoscono la serietà, ma sono giunti alla conclusione
che i tempi massimi previsti dal Patto
(1979) sono anche dei tempi reali: il
processo d'integrazione deve infatti maturare e penetrare gradualmente all'interno delle chiese locali delle due attuali denominazioni.
Un ultimo capitolo, ampio e
ricco di dati riguarda i rapporti
ecumenici. Le nostre chiese sono
parte integrante inserite di tutta
una rete di rapporti ecumenici
estremamente complessa e parte
integrante di un numero sempre
maggiore di organismi. Al lavoro del CEC hanno partecipato a
Nairobi con una delegazione e
partecipano ora con la nornina
della sig.ra Comba del Comitato
Centrale, della Commissione teologica di Fede e Costituzione
hanno studiato con impegno il
rapporto di Accra, della Conferenza delle Chiese Europee e
deli’Alleanza Riformata seguono
il lavoro con delegati, il lento
inserimento della realtà della
CEVAA si approfondisce via via.
Inoltre si moltiplicano inviti e
contatti con chiese ed associazioni a cui non è sempre possibile
dare il tempo e le forze che si
vorrebbe.
5
6 agosto 1976
Italia evangelica
Iscrizioni ai corsi
deiia Facoità Vaidese
Sono aperte le iscrizioni al 1°
anno (Sei corsi di Licenza Teologica e di Diploma.
Per il corso di Licenza teola
gica, richiesto per il ministero
pastorale, occorre fare domanda
di iscrizione, scritta e motivata,
al Consiglio di Facoltà allegando
i seguenti documenti:
a) certificato di nascita;
b) diploma di maturità classica
o altro diploma di scuola secondaria superiore;
c) certificato medico;
d) due fotografie formato tessera.
Gli interessati possono inoltre
allegare alla domanda una presentazione scritta del concistoro o consiglio della chiesa evangelica di appartenenza, esprimente una valutazione morale e spirituale dello studente e il carattere della sua vocazione. In mancanza di tale dichiarazione, il
Consiglio si riserva di avere un
colloquio con il richiedente.
Domanda e documentazione
dal 15 luglio fino al Sinodo, presso Casa Valdese, 10f)66 Torre
Penice).
______________GENOVA
Manlio Gay è morto a Genova il 14 luglio : lo ricordiamo con
stima ed affetto come uomo integro e devoto alle chiese di cui
ha fatto parte anche come diacono a Genova, a Milano, a Roma. Nato e cresciuto a Firenze
neU’ambito del GGV fiorentino,
collaborava allora a « Gioventù
Valdese », il battagliero foglio
che forse pochi ricordano.
Sarebbe stato un eccellente
musicista se le circostanze non
lo avessero costretto a impegnarsi presto nel lavoro in una grande impresa, dove peraltro riscosse sempre stima e fiducia. Ma il
suo vero mondo era la musica,
intesa non solo come gusto personale, ma come servizio nella
comunità dei credenti.
Così sovrintendeva alla costruzione dell’organo della chiesa di
Milano, dirigeva le corali di Milano e Genova, poneva volentieri
i suoi doni di credente, di amministratore e di musicista al
servizio delle chiese, con una apertura mentale e una disponibilità ai problemi della vita della chiesa nel nostro tempo quale
non è frequente trovare. Per questo gli siamo riconoscenti, nel
ricordo fraterno.
TARANTO
Il giorno 12-7-1976 è deceduto
il fratello Paolo Condola. Nell’apprendere la notizia, la chiesa
di Taranto commossa, lo ricorda con tanto affetto. Come testimone fedele e tenace dell’Evangéio, in particolar modo quello di uomo esemplare, di carattere mite, uomo dì fede, uomo
dedito alla famiglia e alla sua
Chiesa.
Non per esaltare la figura del
fratello, perché se ciò facessimo
dimostreremmo di non aver capito nulla della sua vita, che fu
tutta dominata dal desiderio di
rendere gloria a Dio, così, come
dice il salmista : « Non a noi, o
Eterno, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per la benignità e
per la tua fedeltà» (Sai. 115: 1).
Questo per mantenere vivo il
ricordo di quanti lo hanno conosciuto, il ricordo di un fedele
servitore di Dio, convinti come
siamo che « la memoria del giusto è in benedizione » ( Proverbi
10: 6). Con tanta tristezza noi
della comunità di Taranto partecipiamo al dolore della sua
consorte Elsa Comba inviando
le più vive condoglianze.
Taranto, li 26-7-1976.
LA SPEZIA
Domenica 4 luglio, durante il
culto, la nostra Comunità ha vissuto due momenti significativi.
Il primo, era rappresentato
dalla Confermazione di Grazia
Venturini che, dopo gli anni della S.D. e del Catechismo, chiedeva alla Comunità di essere accolta come membro comunicante. Grande era in tutti i fratelli
la gioia e sincera la preghiera al
Padre per questa sua figliuola
che decideva di voler seguire
Gesù. Nella Bibbia, donatale a
ricordo di questo giorno, c’era
la parola di Gesù : « Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita ».
A raccogliere questa decisione
era il past. Alfredo Scorsonelli,
sovrintendente del Circuito. La
nota gioiosa per questa presenza era costituita da una coincidenza: la domenica 4 luglio del
lontano 1926 il pastore Scorsonelli veniva insediato alla cura
della sua prima Comunità! Mezzo secolo di servizio al Signore
non può non essere ricordato
con vera commozione e sincera
gratitudine a Dio!
Tutta la Comunità si è stretta intorno alla giovane sorella.
QUI AGAPE
Dal 23 al 31 luglio si è svolto,
con 115 partecipanti da vari paeti europei, il campo su « Ideologia religiosa, alienazione e politica ». Il problema di distinguere la vera dalla falsa fede si è
sempre posto alla Chiesa. Questo problema ha ricevuto un’impostazione diversa da quando la
critica marxista ha definito ogni
espressione di fede religiosa come una specie di fuga dai problemi reali, fantasia di uomini
che non possono o non vogliono
prendere in mano il proprio destino, oppio del popolo.
I rapporti presentati al campo
dai vari gruppi nazionali hanno
documentato alcuni aspetti attuali dell’alienazione religiosa,
soprattutto come strumento della classe dominante per impedire la presa di coscienza di determinati strati popolari. Ma la domanda che si poneva era allora:
è possibile una fede evangelica
che non sia alienazione? Attraverso il lavoro nei gruppi su testi biblici (la moltiplicazione dei
pani e l'amore dei nemici), si è
cercato di dare una risposta a
questa domanda, e il dibattito è
stato ravvivato dalla presenza di
non credenti. Si è costatato che
la pratica di Gesù è una continua sollecitazione a uscire dal
chiuso delle posizioni costituite,
si tratti di posizioni religiose o
di posizioni politiche. In questo
senso, essa è la critica e il supe
ramento di ogni alienazione religiosa.
Georges Casalis, nella sua relazione, ha sviluppato una riflessione sull’uomo nuovo, considerato come una realtà i cui segni
sono rintracciabili nella storia.
La sua riflessione è stata completata da un giornalista e uomo
politico vietnamita, il quale ha
presentato la diflìcoltà del compito davanti a cui si trova il
Vietnam attuale. I vietnamiti sono decisi a continuare là lotta
per costruire nella pace una società nuova, in cui ci sia lavoro,
ma anche gioia nella partecipazione a un’impresa comune. Una
società che non ripeta sH errori
della società occidentale. Casalis. cristiano occidentale, e Nsuyen Quoc Hung, marxista vietnamita, rappresentano un esempio
di ascolto reciproco. Il vietnamita ha parlato di Gesù (e anche
di Paolo, in modo più critico!),
Casalis ha parlato della società
nuova che sta sorgendo in Vietnam. Uno dei risultati di onesto
campo riuscito, è stato di mostrare la fecondità del dialogo
tra credenti e non credenti, quando è basato su un iinpegno comune e quando la diversità di
posizione non è considerata come definitiva, ma come uno stimolo a comprendere in modo
concreto il rapporto tra lo sforzo di rinnovamento prodotto dall’uomo e la realtà dell’uomo annunciata dall’evangelo.
ai primi passi nella via cristiana, ed all’anziano operaio dell’Evangelo per dire e per ripetere,
a loro e a se stessa, come la vita
evangelica debba essere un cammino insieme, spalla a spalla,
« riguardando a Gesù, inizio e
méta della fede ».
Un’agape fraterna ha riunito
ancora insieme una buona parte di fratelli, concludendo questa festa della fede in CSesù.
Qui Adelfia
Campo cadetti
Una quarantina di ragazzi hanno preso in esame alcuni argomenti trattati in quasi tutti i testi in uso per l’insegnamento religioso nelle scuole italiane.
Diverse persone sono state invitate alla fine per una conferenza dibattito.
Uno dei temi trattati è stato
quello deH’ubbidienza : coll’affermazione che « ogni autorità
viene da Dio » in genere i ragazzi vengono educati all’ubbidienza incondizionata, facendone
dei sudditi anziché dei cittadini.
Dei ragazzi così frustrati sono
preparati in modo mirabile a ricercare autorità più degne nella
scuola, nell’esercito, nel posto
di lavoro e nella Chiesa. Non
saranno mai all’altezza del ruolo che si attribuisce ai cittadini
responsabili di una democrazia.
Non saranno mai adatti per il
regno di Dio, che annuncia la
vittoria di colui che « ha tratto
giù dai troni i potenti ed ha innalzato gli umili» (Le. 1: 52).
Dalle chiese
Avventiste
La Federazione Italiana delle
Chiese Avventiste ha tenuto a
Firenze dal 14 al 17 aprile u.s. la
sua prima assemblea, dopo l’autonomia conseguita dal gennaio
di quest’anno.
Le chiese avventiste in Italia
sono in costante progresso: negli ultimi due anni si sono costituite tre nuove chiese : a Monreale, Pompei e Bagheria. Essa conta attualmente circa cento operai, suddivisi in pastori, predicatori, lettori biblici, missionari
e colportori evangelisti.
Il totale dei membri di chiesa
è in aumento: 4132 nel 1973,
4247 nel 1974, 4318 nel 1975. Anche dal punto di vista economico
la situazione è solida. Come è
noto gli avventisti versano alla
chiesa la decima parte delle loro
entrate. Nel 1975 il totale delle
offerte ha sfiorato i 450 milioni
di lire.
La Federazione Avventista è
guidata da un comitato composto da 11 membri ed il lavoro
comune è suddiviso in 10 dipartimenti : Associazione Pastorale,
Attività Laiche, Comunicazioni,
Economato Cristiano, Educazione, Libertà religiosa. Missionari
Volontari, Pubblicazioni, Scuola
del Sabato, Temperanza.
Fra le varie attività son' da ricordare la Casa Editrice « l’Araldo della Verità», le riviste
« Il Messaggero Avventista »,
« Segni dei tempi », « Vita e Salute », il Liceo Scientifico con
129 studenti, i Corsi biblici per
corrispondenza (5540 iscritti nel
1975).
I 2 candidati valdesi
Mirella Abate Leibbrand
Nata a Torre Pellìce il 9 dicembre
1946 da famiglia evangelica (nipote per
parte di madre del past. Eugenio Reve!)
ha frequentato dapprima il Collegio a
Torre Pellìce poi il liceo a Torino dove
la famìglia si era trasferita. Conseguita
la maturità classica nel 1967 si iscrive
alla facoltà di lettere. Recatasi in Sicilia dopo il terremoto del Belìce per collaborare con il programma dì aiuti delle
comunità evangeliche ad Adelfia ha occasione di approfondire, in quella situazione, la sua riflessione spirituale e
qui nasce la sua vocazione allo studio
teologico.
Frequenta la facoltà dì teologia a Roma dal 1968 al 1972 proseguendo poi
il suo curriculum a Tuebingen durante
tre semestri. Qui ha conosciuto Gunther
Leibbrand, studente in teologìa che ha
sposato nel 1974.
Nello stesso anno inizia in qualità di
candidata al ministero il suo periodo di
prova, inserendosi net lavoro fra gli
emigrati iniziato dal pastore Emidio
Campi nel Wuerttemberg, dove ha cura del numerosi gruppi della regione.
Ha discusso nel giugno scorso la sua
tesi di licenza a Roma (vedi Eco-Luce
del 16-7) ultimando così i suoi studi.
Giuseppe Platone
Nato a Valmadonna in provìncia di
Alessandria nel 1947, è vissuto con ì
genitori a Torino dove il padre gestiva
una pìccola fabbrica di detersivi e la
madre esercitava la professione di ostetrica. Entrò in contatto col mondo delle
valli a Torre Pellice dove fu ospite del
Convitto maschile durante il periodo
della scuole media, quindi a Pinerolo,
al convitto durante i 5 anni di studio
presso ristituto tecnico Bunìva dove si
diplomò geometra. Fu in questo periodo
trascorso in convitto a Pinerolo che
Platone maturò la sua decisione di iscriversi alla facoltà di teologia in cui entrò nel 1967 dopo aver frequentato,
l'università (biologia) per un anno a
Torino.
Dopo i 4 anni dì studio a Roma studiò, durante il suo anno all'estero, a
Bonn, dove preparò la sua tesi di licenza teologica nel ramo della teologia
pratica, studiando in particolare il problema delTomìletica nella teologìa barthiana.
Ultimato il periodo dì studio fec^ il
suo anno di prova presso la comunità dì
Milano, interrompendolo per fare il servizio militare. Nel frattempo trascorse
alcuni mesi ad Angrogna coadiuvando il
pastore Coisson. Dall'autunno 1975 è
stato incaricato dalla Tavola di collaborare alla redazione della Luce a metà
tempo, dando per il resto delle sue disponibilità una collaborazione a Torino
per II lavoro giovanile.
OBIETTORI DI COSCIENZA
Iniziano l'attività nei
nostri istituti
Come già comunicato a suo
tempo, è stata presentata a due
riprese al Ministero della Difesa
la richiesta della Tavola valdese
di poter offrire in un certo numero di Istituti del lavoro a
obiettori di coscienza che hanno
scelto il servizio civile alternativo a quello militare. Finalmente, nel mese di giugno il Ministero ha firmato una convenzione colla Tavola perché in tre
Istituti (Agape, Servizio cristiano di Riesi e il Gignoro di Firenze) potesse essere svolto il
suddetto servizio.
Mentre due obiettori lavorano
già a Riesi da qualche tempo a
seguito di una convenzione del
Movimento Internazionale della
Riconciliazione (MIR) col Servizio cristiano, altri tre giovani.
che hanno fatto domanda di lavorare negli Istituti valdesi iniziano il loro lavoro di servizio
civile (Babboni e Bertot ad Agape e Taccia al Gignoro).
Mentre il comitato in favore
degli abiettori di coscienza sta
provvedendo, con molta difficoltà — dato il silenzio quasi generale delle comunità — a stabilire una lista degli obiettori che
hanno fatto richiesta di servire
negli Istituti della Chiesa, esso
invita caldamente tutte le comunità evangeliche a segnalare
quei giovani che hanno fatto richiesta di servizio civile in sostituzione di quello militare. A
tal fine le segnalazioni possono
essere inviate a Eugenio Rivoir,
presso Agape, 10060 Frali (To.).
L’Assemblea ha eletto come
nuovo presidente della Federazione Avventista il pastore Mario Maggiolini di Firenze. Fra le
proposte più interessanti ne segnaliamo tre : la suddivisione
del campo italiano in due Federazioni, una del Nord e una del
Sud, la fondazione di una casa
di riposo per avventisti e la istituzione di corsi per i monitori.
Alleanza evangelica
italiana
Il 28 febbraio si è avuta a Roma la seconda assemblea dell’Alleanza Evangelica italiana (che
conta atttualmente 107 membri)
la quale ha fra l’altro approvato
il seguente ordine del giorno:
« Constatato che tanto il contenuto
della predicazione, come quello del notiziario del programma trasmesso ogni
domenica mattina dalla RAI dalle
7,45 alle 7,5‘5, con il titolo di « Cidto
evangelico », sono basati sui principi
teologici ed orientamenti di azione
pratica assolutamente estranei alle
convinzioni e alle attività dei credenti
evangelici biblici italiani (oltre a tutto in maggioranza),
informa della crescente indignazione e turbamento che la suddetta trasmissione determina in un sempre
maggior numero di credenti appartenenti a denominazioni, a culture e a
regioni diverse, e dello spiacevole ostacolo che le suddette trasmissioni creano nell’attività di evangelizzazione, perché occorre sempre precisare che ci sono degli evangelici ’’diversi”,
rivolge alla direzione della trasmissione "culto evangelico” rispettosa
ma ferma richiesta di denominare in
modo diverso il programma di cui è
responsabie ».
Chiesa del Fratelli
L’I e il 2 maggio scorsi si è
svolto a Poggio libertini un convegno giovanile di studio organizzato dalle Assemblee dei Fratelli. Il tema dell’incontro era:
« Rivelazione e autorità della
Bibbia». Al termine dei lavori
è stato redatto un documento
che riportiamo:
«Riuniti dalla Grazia di Dio
per lo studio della Sua Parola,
riconosciamo e confessiamo che
per iniziativa sovrana ed esclusiva Dio si è rivelato all’uomo.
Egli lo ha fatto specialmente attraverso la Scrittura che è “exgenesi” la Sua Parola, e supplisce alla rivelazione generale di
Dio, insufficiente per condurre
l’uomo alla salvezza. La rivelazione è trinitariamente fondata
ed è quindi garantita quanto alla
libertà e alla volontà di Dio.
Lo Spirito Santo ha sostenuto
e governato nel loro pensiero e
nelle loro espressioni gli agiografi, affinché annunciassero, nel
Suo nome e nella lingua degli
uomini, il messaggio che Egli
voleva. Questo messaggio ci è
stato trasmesso in modo esatto
e autorizzato, grazie all’influenza
inspiegabile e determinante di
Dio stesso che ispirava i diversi
autori (theopneustos).
La Scrittura è d’ispirazione
plenaria e verbale, essa è Verità.
Non possiamo né aggiungervi né
togliere nulla. La Sua autorità
procede da Dio stesso e riveste
un carattere normativo che le
conferisce il potere legittimo e
competente di determinare la
condotta dell’uomo nel senso
più largo. Nell’atteggiamento del
Signore Gesù, nei confronti dell’autorità della Scrittura, troviamo l’esempio definitivo e vincolante per qualificare la nostra
sottomissione ad essa.
La rivelazione è progressiva,
dalla Genesi all’Apocalisse (non
quanto alla verità, ma quanto
alla chiarezza e alla pienezza).
Per l’Antico Testamento Dio ha
impiegato un metodo pedagogico che prepara l’uomo alla venuta di Cristo, centro della Rivelazione.
Lo Spirito Santo ha sovranamente presieduto, grazie al carattere « autopistos » della Scrittura stessa, affinché la comunità
credente designasse e delimitasse il canone della Scrittura, composto ner l’antica alleanza: legge, profeti, scritti (39 libri) e
per la nuova alleanza da 27 libri. Attraverso di esso la chiesa
ha riconosciuto il carattere definitivo e autorevole della Scrittura, discriminando una volta per
sempre fra Parola di Dio e parola di uomini».
6
23 luglio 1976
cronacadelle valli
Opere della chiesa e servizio pubblico
La lentezza burocratica dello stato e la tendenza a creare dei centri
di potere nelle istituzioni pubbliche impone un attento esame sulla
funzione delle nostre Opere nel quadro della programmazione statale
VILLAR PELLICE
L'avvicinarsi del Sinodo ripropone il problema già da lunghi
anni dibattuto delle nostre Opere: Ospedali, Case per Anziani,
Istituti e Centri per minori. Affinché il discorso non rimanga
nell’astratto di alternative radicali « tenere » o « chiudere »,
mi permetto di presentare alcune considerazioni.
Le nostre Opere non sono
'< private », ma « pubbliche »
Questa affermazione vale in
modo del tutto particolare per
le nostre Opere alle Vali, sia per
la loro origine, sia per il carattere del tutto specale della Chiesa Valdese.
Prima di ogni discorso ecclesiologico, è necessario tener presente la realtà delle nostre chiese alle Valli: quando si dice che
esse sono chiesa-popolo si constata una situazione di fatto che
ha la sua origine storica e il suo
peso sociologico e politico. I vaidesi sono una realtà complessa,
non puramente « religiosa », ma
anche culturale e sociale: costituiscono una minoranza con una
sua particolare fisionomia, legata
alla sua storia e alla sua cultura
che si mantiene anche quando
non c’è un impegno effettivo di
fede.
A Quelito asnetto complesso
della realtà valdese anpartengonn le Onere fin dalla loro origine che sono state create per la
popolazione valdese, in parallelo
con quelle create per la popolazione cattolica. Ospedali e Istituti non portano profitti alla
chiesa valdese, intesa come istituzione, anzi sono oggetto della
sua soliflarietà: ricevono dalla
chiesa. Oui subentra un altro
aspetto caratteristico della Chiesa Valdese, in opposizione alla
chiesa cattolica. Mentre la ehiesa cattolica è gerarchica, anzi si
costituisce nei confronti della
società civile come uno Stato
sovrano, la chiesa valdese è una
chiesa di base. Ciò che è proprietà della chiesa valdese è del
popolo valdese, che rimane il proprietario ed esercita il suo potere attraverso le sue Assemblee.
Se il Sinodo è un’Assemblea rappresentativa, le Assemblee di
chiesa — dalle quali il Sinodo deriva — sono Assemblee di base. I
« beni della chiesa » — in particolare alle Valli — sono beni del'
la minoranza valdese e non possono essere alienati senza il
consenso delle Assemblee locali.
Questo dovrebbe essere tenuto
presente, proprio percbé la vicinanza della chiesa cattolica
spinge i governanti a considerare la chiesa valdese simile alla
chiesa cattolica e a considerare
gli organi amministrativi della
chiesa valdese alla stregua della
gerarchia cattolica. C’è anche il
pericolo per i nostri organi amministrativi di lasciarsi considerare alla stregua di « privati » o
addirittura di « estranei », come
è il Vaticano.
II carattere pubblico delle nostre Opere emerge dal fatto che
le amministrazioni non soltanto
sono elette dagli organismi rappresentativi assembleari, ma ad
essi rispondono. È ben diffìcile
trovare in Italia amministrazioni
.sottoposte a controlli di base
come le amministrazioni dei nostri Enti: Assemblee di chiesa.
Commissioni d’Esame, Conferenze Distrettuali, Sinodo, stampa.
Gestione ecclesiastica
e gestione statale
L’attaccamento della nostra
popolazone alle nostre opere è
in parte dovuto al desiderio di
mantenere i caratteri di minoranza culturale e in parte al fatto che la gestione ecclesiastica
presenta vantaggi che quella statale — almeno finora — non ha.
La salvaguardia del carattere
valdese non è razzismo; la gente
comprende che una volta cedute le Opere allo Stato (intendendo per esso anche gli Enti regionali e locali, come sono ora
costituiti e non-funzionanti), non
soltanto sono sottratte alla chiesa valdese, ma anche al popolo
valde.se. Diventano di tutti? La
gente ci crede poco e non a torto, almeno fino a quando lo Stato è quello che è.
I valdesi preferiscono l’amministrazione« valdese », perché la
possono controllare e perché non
presenta la pesantezza burocratica e clientelare delle opere dello
Stato.^ La gente si rende conto
che sino a quando poteva-disporre delle sue Opere, poteva adattarle alle esigenze; oggi si accorge che dopo più di un anno dalla presentazione del progetto per
la riorganizzazione dell’Ospedale
di Torre Pellice, gli organi competenti « pubblici » non hanno
ancora preso le cose sul serio. I
valdesi si accorgono che finora
la gestione è compiuta da persone che essi possono confermare
o meno e che lavorano per impegno vocazionale; passando allo Stato, gran parte del bilancio
andrà per gli stipendi non certo
piccoli degli amministratori, nominati secondo il dosaggio politico e del tutto sottratti al controllo della popolazione. Roma
è quel che è, la Regione è lontana, la Comunità Montana è composta dai rappresentanti dei rappresentanti; al popolo rimane la
consolazione di andare alle urne
di tanto in tanto: meno pubblico di ciò che è "pubblico” in Italia non esiste!
È vero che le Assemblee di
chiesa non sono molto frequentate, ma è anche vero che — pure così come sono — rappresentano una partecipazione di báse
quale in Italia ben diffìcilmente
si può avere spontaneamente. Ed
è anche vero che la popolazione
valdese dimostra il suo interessamento per le Opere in molti
altri modi che esprimono una
partecipazione attiva.
Prepararsi per il futuro
Quanto ho detto non significa
che le cose continueranno còsi.
La tendenza storica va verso la
gestione da parte degli organismi
civici delle Opere ed in vista di
questo si deve agire perché le
nostre Opere non diventino «pubbliche» nel modo consueto n Italia, ma siano sempre più popolari, gestite realmente dal popolo. Questo comporta due linee
di azione.
Anzitutto è necessario rendere
sempre più popolari le nostre
Opere all’interno della chiesa. Si
dice che le nostre Opere sono
gestite dai « borghesi ». Non ritengo che si possa trasferire
semplicemente un linguaggio sociologico all’interno delle chiese
e tanto meno si può confondere
competenza con borghesia. Sta
di fatto che la base delle nostre
chiese non interviene in misura
sufficiente nella vita delle chiese
e delle Opere, ma le ragioni sono
molte e complesse. Perciò è necessario sollecitare l’intervento
diretto dei membri di chiesa e
della popolazione valdese e studiare le forme di cointeressamento della base cittadina non
valdese, nella misura in cui non
si lascia condizionare da forze
estranee, ma è capace di interessarsi autonomamente dei problemi locali. Il luogo di discussione deve essere soprattutto le
Assemblee locali.
Ma tutto questo è insufficiente
se non si crea una vera mentalità democratica a livello cittadino e nazionale. I valdesi hanno una tradizione di autogestione e devono agire perché essa
entri nella mentalità comune. La
mentalità italiana è verticista;
tende a concentrare il potere in
Comunità Montana Chisone-Germanasca
Per la piscina di valle
pareri contrastanti
Nella seduta di mercoledì 28
luglio, il Consiglio della Comunità Montana ha affrontato, con
una discussione piuttosto sconclusionata, la questione della piscina di Valle e dell’area più
idonea alla sua costruzione. Non
si è giunti ad un risultato positivo e tutto è stato rinviato al
mese di settembre, dato che il
progetto dovrà essere presentato ¿entro questo termine, per ottenere il finanziamento regionale.
I Comuni che dispongono di
aree adatte alla costruzione di
un’opera pubblica cos’: imponente sono essenzialmente tre: Perosa Argentina, che disporrebbe
di un terreno non pianeggiante,
anche se in una posizione favorevole rispetto alla zona nel suo
insieme; Rinasca che ha sul suo
territorio un’area molto ampia,
di proprietà del Cottolengo; Villar Perosa, con uno spazio molto più limitato, ma col terreno
regalato.
Dal dibattito è emerso che lo
incarico di progettazione si poteva affidare alTamministrazioprovinciale di Torino, che anzi
aveva già svolto un’indagine preliminare sul territorio. L’assemblea ha manifestato una certa
inquietudine quando si è accennato ai costi di gestione, ma,
con una votazione concorde, si
è convenuto che la piscina, per
quanto costosa, si doveva fare.
A questo punto è stato proposto di utilizzare le neonate commissioni per studiare il problema
e raccogliere dati per una decisione definitiva. Perciò sono
.stati nominati cinque consiglieri della Comunità per affiancare
le commissioni servizi sociali ed
assetto del territorio, che dovranno concordare con i tecnici
della Provincia la migliore sistemazione della ormai leggendaria piscina.
La discussione di questo argomento ha occupato gran parte
del tempo e molto velocemente
sono stati approvati gli altri
punti all’ordine del giorno tra
cui i bandi di concorso per un
posto di assistente sociale é uno
di geometra; un premio di monticazione per pecore e capre consistente in tremila lire per ognuno dei 526 capi controllati nel
1975; l’aumento da sette a sedici
dei membri delle commissioni
nominati dai Comuni; un contributo di 100.000' lire alla Pro Villar per le manifestazioni della
« Settimana occitanica » che avranno luogo dal 5 al 12 settembre.
È stato anche approvato senza commenti il piano dei servizi per l’assistenza agli anziani
per l’anno 1977, che avrebbe
meritato un po’ più di attenzione. In questo piano sono previsti sei centri d’incontro, due dei
quali già in funzione, nei Comuni di Penestrelle, Perosa Argentina, Porte, Pragelato e San
Germano Chisone. È compreso
nell’elenco anche il centro d’incontro parrocchiale di Perosa
Argentina, che, al momento della sua istituzione, non era stato
riconosciuto dal Comune proprio
per il suo carati' r.3 confessionale. Il riconoscimento comporta
ovviamente anche un contributo
di parecchi milioni e, c’è da sperare, il controllo dell’ente pubblico.
Negli altri Comuni della Comunità dovrebbero funzionare i
servizi di assistenza domiciliare
o infermieristica, oltre al solito
servizio geriatrico ambulatoriale svolto dall’Ospedale di Pomaretto. Due Comuni di alta
montagna, Penestrelle e Pragelato, hanno anche previsto l’organizzazione di un « foyer » ciascuno, per ospitare durante l’inverno le persone anziane che
rimangono isolate nei villaggi.
Nel piano della Comunità, la
spesa globale è prevista in lire
80.460.000, le persone che usufruiranno dei servizi sono circa
5.000, quasi un quarto della popolazione residente.
Liliana Vigiielmo
mano agli amministratori che di
fatto si rendono irresposabili; il
popolo italiano crede di aver la
democrazia perché va alle elezion e poi rimane succube
di tutto ciò che l’autorità combina. Come crede nella gerarchia
clericale — o la subisce — così
crede nella gerarchia politica.
Come i vescovi si sentono inviati da Dio, cosi i governanti si
sentono investiti di potere dall’alto e il popolo deve subire l’impersonale e assurdo arbitrio della struttura. Oggi molti uomini
politici sollecitano la partecipazione del popolo, ma è necessario che il popolo risponda e si
interessi delle proprie cose in
modo responsabile. Le assemblee
di quartiere, gli organismi scolastici, ecc. possono essere le palestre per il formarsi di una effettiva coscienza delle proprie
responsabilità. Allora anche il
problema delle Opere della chiesa sarà più facilmente risolto,
se non si avrà più il timore di
cederle ad un potere impersonale e irresponsabile, ma si sarà
sicuri di darle a tutta la popolazione.
Alfredo Sonelli
Domenica 8 agosto, in memoria dei partigiani fucilati il 5
agosto sulla piazza di Villar Pellice, si terrà una semplice cerimonia commemorativa.
PROGRAMMA
Ore 9.30 ; deposizione mazzi di
fiori da parte di delegazione partigiana alle lapidi in memoria
dei Villaresi trucidati sul territorio del Comune; ore 11: raduno presso il Municipio e formazione del corteo per deposizione
corone al cimitero; ore 11.30;
scoprimento cippo in piazza Jervis e commemorazione ufficiale.
CIOV
RETTIFICA
Ancora sull’inserto apparso
nel n. 30 dell’Eco delle Valli, nella presentazione del I Distretto
è stata omessa la menzione del
Rifugio nel territorio di Luserna S. Giovanni. Ce ne scusiamo
con gli amici impegnati in quest’opera.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Interventi sociali
e assistenziaii
Lunedì 26 luglio ha avuto- luogo il Consiglio della Comunità
Montana Valpellice con soli 4
punti all’o.d.g. e la ratifica di una
delibera di Giunta. Composto di
17 presenti il Consiglio si è limitato ad ascoltare la presentazione di 3 argomenti da parte dell’ass. ai Servizi Sociali e di nuovo da parte deH’ass. all’agricoltnra, avanzando poche richieste
di chiarimenti, ma senza che si
registrasse alcuna òpposizióhe,
tant’è che tutte le deliberazioni
sono state votate all’unanimità.
Il primo punto all’o.d.g. era il
programma di tutela della salute
per l’età evolutiva da realizzarsi
nell’anno scolastico 1976-77, il
quale praticamente ricalca le orme di quello dello scorso anno, potenziato in quasi tutte le iniziative. Novità da registrare è l’apertura di un ambulatorio odontoiatrico già frequentato con soddisfazione da molti
bambini dall’inizio di giugno.
Il secondo argomento riguardava il programma di assistenza
domiciliare ed i centri di incontro per Tanno 1977 che si prevede più organico ed omogeneo nei
vari comuni, con il potenziamento di alcuni servizi e l’inizio di
altri. Si tende sempre più a strutturare i centri di incontro come
centri aperti a tutti, per rispondere maggiormente alle esigenze
di chi ha bisogno di assistenza di
qualsiasi genere, perché ogni intervento sia parte di un discorso
globale e non più settoriale o locale. Tutto ciò sarà un primo
passo verso la realizzazione dell’unità sanitaria locale dei servizi ed una prima risposta alle
indicazioni del piano di sviluppo.
Indispensabili a questo scopo
• -n-»nno i servizi, la creazione di
ambienti idonei a ricevere mala
ti e anziani (comunità-alloggio,
toyer invernali ecc.) la preparazione specifica del personale preposto a questi servizi.
Il terzo punto alTo.d.g. era l’attuazione di un soggiorno marino
per minori, già realizzato Tanno
scorso per un numero inferiore
di ragazzi. Quest’anno gli iscritti
sono 58, bisognosi oltre che di
aria di mare, di assistenza medico-psico-pedagogica continua, impossibile nelle normali colonie
marine.
In ultimo veniva posto alTapprovazione del Consiglio un esperimento di pataticoltura da realizzare nelle zone alte della valle
(Angrogna, Rorà, Villar) per la
raccolta di patate da seme da
collocare poi nelle zone più basse. Il successo dell’esperimento
potrebbe un domani trasformare
l’intervento sperimentale in prassi normale con notevole vantaggio per i contadini che ora devono rifornirsi annualmente di prodotti esteri per la semina.
In apertura di seduta, fuori
programma c’era stato l’intervento di una componènte del
Collettivo Donne Valpellice che
richiamava l’attenzione del Consiglio sulla recente legge Regionale relativa ai consultori, in vista di provvedimenti da pferidere
in questo senso, previa consultazione delle interessate.
Pure in apertura di seduta il
Presidente annunciava lo stanziamento di un cospicuo contributo
regionale erogato a favore della
realizzazione del centro di impacchettamento del latte che dovrebbe sorgere a breve scadenza
in Valpellice sotto l’egida del
Consorzio Agricolo Valli Alpine,
camposto dalle cinque cooperative della valle.
XV AGOSTO
Attilio Fornerone.
Ore 11.30; messaggio del Moderatore.
Ore 15; messaggi ed interviste
con Gianna Sciclone sull’evangelizzazione in Molise, Bruno Corsani sulla nuova traduzione della Bibbia,
Ore 10; culto con predicazione del past. Gustavo Bouchard.
Ore 10.30 : dibattito sul tema
Predicazione e mezzi di informazione a cura della Federazione.
Presiede il past. G. Tourn; partecipano la sig.ra Erica Cavazzani, i signori Arturo Rostagno,
11 percorso fino al luogo dell’incontro sarà segnalato a partire dalTabitato di
S. Secondo. AlTuseita di esso fare particolarmente attenzione ai cartelli per non
salire a destra verso Prarostino.
La strada è stata recentemente asfaltata quasi fino al luogo della riunione.
Si può incrociare su tutto il tratto asfaltato. Ci sarà un servizio per evitare gli
ingorghi nell’ultimo tratto. Ampio parcheggio per moto, auto e pulmini, .àttenersi alle indieazioni degli incaricati.
Per il pranzo al sacco troverete : due fontane, buffet con bibite, birra, caffè
e thè; panini, dolci, pane di casa e frutta di S. Secondo.
Ricordiamo i banchi del bazar della chiesa di S. Secondo e quella della
Claudiana.
In caso di cattivo tempo rincontro avrà luogo nel tempio e nella sala di
San Secondo.
7
é agosto 1976
CRONACA DELLE VALLI
LUSERNA
SAN GIOVANNI
• Un vivo ringraziamento al
prof. Bruno Corsani della Facoltà di Teologia per il culto di domenica scorsa e per il convincente messaggio di fede che ha
dato alla comunità.
• È stata tumulata sabato pomeriggio nel nostro cimitero la
salma del giovane Andrea Gay,
deceduto all'ospedale dove era
stato ricoverato un mese fa in
seguito ad un grave incidente
motociclistico.
La comunità, che già lo aveva
seguito con ansia durante il periodo della degenza, ha partecipato numerosissima ai funerali
circondando con affetto e simpatia i familiari del caro estinto
ed in modo particolàre il padre,
insegnante nelle scuole del nostro capoluogo.
Mentre esprimiamo ai parenti
in lutto le più sincere condoglianze nel dolore, chiediamo al
Signore di concedere loro le Sue
preziose consolazioni.
SAN SECONDO
Una folla che il tempio non
ha potuto contenere ha accompagnato, mercoledì, 28 luglio, alla sua estrema dimora il fratello Arturo Ribet, vittima di un
tragico incidente sul lavoro la
settimana precedente ed ha
espresso tutto il suo affetto e la
sua solidarietà alla vedova ed
alle due figlie. Ad esse ed ai fratelli di Arturo Ribet vogliamo
ancora dire quanto siamo loro
vicini.
Domenica 1° agosto il pastore
A. Deodato ha celebrato il servizio funebre di Giulia Costantino ved. Avondetto, della comunità di Pinerolo, ma deceduta
a Miradolo, nel comune di S. Secondo. Anche a questa famiglia
colpita dal lutto giunga il nostro
affetto fraterno.
PRAMOLLO
Diamo il più cordiale benvenuto alle famiglie valdesi che in
questi giorni sono ritornate in
mezzo a noi per trascorrere le
ferie ed auguriamo loro un felice soggiorno.
• Siamo riconoscenti al pastore Ermanno Rostan che ha
accettato l’invito di presiedere il
culto domenica scorsa. Lo ringraziamo per il suo messaggio.
• Domenica 1” agosto nel corso della riunione pomeridiana a
Pomeano sono stati battezzati;
Gallian Marta di Ugo e di Bounous Giorgina e Balmas Monique e Riccardo di Renzo e di
Bounous Vanda.
Possano questi bimbi crescere
sempre sotto lo sguardo del Signore.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE
PELLICE - LUSERNA S. GiOVANNi
- LUSERNETTA - RORA'
Dal 7 al 13 agosto 1976
Dott. PIERO SCAROGNINA
Via L. Tegas - Telef.. 90092
Luserna S. Giovanni
Dal 14 al 20 agosto 1976
Dott. MARINARO
Viale De Amicis, 22 - Tel. 90036
FARMACIE DI TURNO
Domenica 8, mart. 17 e dom. 22
FARMACIA MUSTON
( Dr. Manassèro )
Via della Repubblica, 25 - 91.328
Martedì 10, dom. 15 e mar. 24
FARMACIA INTERNAZIONALE
(Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374
Domenica 8 e domenica 22
FARMACIA Dott. PRETI
Luserna Alta
Domenica 15 agosto
FARMACIA VASARIO
( Dott.ssa Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice : Tel. 90118 - 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice : Tel. 91,365 - 91.300
Luserna S. G. Tei. 90.884 - 90.205
PRALl
Domenica 1” agosto si è tenuta nei pressi della borita Indiritti una riunione àU’aperto.
Una seconda riunione si terrà
l’8 agosto, alle 14.30, nel boschetto di fianco alla borgata Malzat.
• Da una sorella residente negli Stati Uniti, Elena Pascal Martinat, abbiamo ricevuto un dono
di L. 200.000 per la Chiesa di
Prali, in memoria dei fratelli Pascal Luigi, Giovanni Daniele,
Giovanni Enrico. Ringraziamo
per il dono, e per la solidarietà
che esso esprime con la Chiesa
d’origine.
Agosto tórrese
Nella comunità
• L’Assemblea di chiesa è convocata domenica 29 agosto per
la designazione del pastore titolare. I membri elettori sono pregati di disporre i loro programmi in modo tale da poter essere
liberi per l’adempimento del loro impegno. Il Culto, alle ore 10,
sarà presieduto dal past. Giorgio
Tourn, presidente della Commissione Esecutiva del I Distretto.
Adempiendo il mandato affidatogli dall’Assemblea di chiesa
del 20 giugno, il Concistoro avrà
un incontro con la Tavola Valdese e la Commissione Distrettuale per giungere ad una designazione che corrisponda alle
necessità della chiesa locale e,
nello stesso tempo, si concili con
le necessità generali della nostra
chiesa.
• Nel periodo estivo la nostra
comunità è visitata da molti fratelli provenienti da altre chiese.
Domenica 25 luglio un gruppo
di fratelli, proveniente da nazioni diverse, che si era aflflatato
durante la perm-anenza alla Foresteria Valdese, ha partecipato
al Culto con un coro improvvisato, ma ben riuscito. Il loro gesto è stato molto apprezzato
dalla comunità che li ha incaricati di portare il nostro saluto
alle rispettive chiese.
• La Società di Cucito sta dando gli ultimi tocchi alla preparazione del bazar del Sinodo.
Tutti sono pregati di collaborare nelle forme e nei modi loro
possibili per il buon successo di
una iniziativa che concorre a render più cordiale l’incontro di
tanti fratelli, durante il Sinodo.
• Il restauro dell’organo procede alacremente. Non siamo ancora in grado di dire quando i
lavori saranno ultimati, ma si
prevede la possibilità di poterlo
inaugurare con un concerto prima dell’apertura del Sinodo.
Continua la raccolta delle offerte,
• La solidarietà nel lutto e nel- ROlIVànnO
la speranza è stata espressa alle *•
famiglie di Manlio Gay, Bartolomeo Leger, Francesco Benecchio e Andrea Gay.
Sono stati presentati al battesimo Elisa Sibille e Alessandro
Tomasini.
Il past. Arnaldo Genre ha an- 1Q.10 anngtO
nunciato la benedizione del Si- 9
gnore agli sposi Bianciotto Lino
e Long Oretta.
Collegio valdese
Mostra di lavori
La mostra dei lavori eseguiti
durante l’anno dagli alunni della
Scuola Media verrà inaugurata
DOMENICA 22 AGOSTO
alle ore 17
nei locali del Collegio Valdese.
Questa esposizione, che prosegue una iniziativa da alcuni anni già in corso rimarrà aperta
dal 22 al 29 ogosto.
Orario: tutti i giorni dalle 17
alle 19.
Tutti sono cordialmente invitati a partecipare per dare il loro incoraggiamento ed il loro
sostegno a questa attività.
Amici del Collegio
Un invito particolare a tutti
gli ex studenti della 4“ ginnasio
1926, perché essi saranno gli ospiti d’onore con un programma
tutto speciale per loro!
Programma della giornata
(29 Agosto 1976)
Ore 12.30: Pranzo presso il Ristorante della Seggiovia (lire
3.000). Prenotarsi con sollecitudine presso il dott. E. Gardiol,
tei. 91.277; ore 15.15: Seduta sociale presso la Casa Valdese;
ore 16.30: Buffet presso la Casa
Valdese e partecipazione del Mini Coretto degli studenti più giovani.
Inaugurazioni
Sabato 7 alle ore 18 sarà inaugurata nei locali delle scuole di
viale Dante la XXVII Mostra
d’Arte Contemporanea, che resterà aperta sino al 27 agosto.
Nello stesso giorno alle 19,30
inaugurazione della Galleria
d’Arte Contemporanea nei locali del Museo Valdese.
Federazione delle
Chiese Evangeliche
BOBBIO PELLICE
Domenica 1° agosto, nel tempio, è stato annunciato l’evangelo della resurrezione e della
speranza cristiana in occasione
del funerale della nostra sorella
Rachele Bonnet ved. Favai, deceduta presso l’ospedale di Luserna San Giovanni. In poco più
di una settimana sono due « cumbassin » che ci hanno lasciati,
lasciando ancora più vuota la
Comba dei Carbonieri.
Rinnoviamo alla famiglia nel
lutto l’espressione della solidarietà e della simpatia di tutta la
chiesa.
Il Convegno di Studi della
Federazione Evangelica Italiana
avrà quest’anno il tema:
La predicazione come evangelizzazione attraverso la Radio
e Televisione.
Verrà dunque ripresa in quella
sede la problematica già affrontata nella giornata del XV agosto a S. Secondo sia pure sotto
una diversa angolatura.
Il past. Neri Giampiccoli da
un lato, Fulvio Rocco e Roberto
Sbaffi dall’altra, affronteranno il
tema dal punto di vista teologico e dal punto di vista pratico
tecnico.
Le sedute di studio naturalmente pubbliche avranno inizio
alle ore 9,30 nell’aula sinodale
della Casa Valdese.
Società
di Studi Valdesi
30-31 agosto
1 SBttembre
Il Convegno di Studi sulla Riforma e i movimenti religiosi in
Italia, giunto quest'anno alla sua
16“ edizione, avrà luogo a Torre
Pellice, nella sala sinodale nei
giorni: 30-31 agosto-1 settembre
con il seguente programma:
Lunedì 30, ore 15,30, commemorazione del prof. Eugenio Dupré Theseider.
Ore 17: comunicazioni.
Martedì 31, ore 9,30: tavola rotonda sul tema: Motivazioni cristiane dell’ opposizione al fascismo, con introduzione di Giorgio Spini ed interventi di nume’ rosi studiosi, segue tma libera discussione.
Ore 15,30: tavola rotonda sul
volume di Franco Venturi, Settecento riformatore.
Il mercoledì è occupato da una
serie di comunicazioni.
Si ricorda che, come per il passato, l’ingresso è libero ma va
sottolineato l’interesse che hanno quest’ anno alcuni momenti
del Convegno, il pomeriggio di
lunedì e la mattinata di martedì;
tutti gli evangelici presenti a
Torre Pellice non mancheranno
di partecipare dando il loro personale contributo al dibattito.
Seduta annuale
La seduta annuale della Società di Studi Valdesi avrà luogo domenica 22 agosto aUe ore
29,30 nell’aula sinodale. La seduta amministrativa sarà come di
consueto preceduta da una seduta pubblica a cui tutti sono
cordialmente invitati. Il tema
della relazione pubblica sarà comunicato a suo tempo.
___________PRAROSTINO
Nel corso del culto di domenica 1 u. s. il pastore Ayassot
ha dato il suo saluto alla comunità nel corso del culto. I fratelli della chiesa di Prarostino
gli hanno espresso anche in quella occasione il loro fraterno grazie per il cammino di testimonianza compiuto insieme in questi anni.
ANGROGNA
Per un poco felice taglio della redazione è rimasta fuori la data della Gita
alle Cevenne in occasione deirAssemblée du Musée du Désert. Si precisa
dunque che essa avrà luogo dal 3 al
6 settembre p. v.
Cambio d’indipizzo
I pastore Paolo Sbaffl sin qui
residente a Napoli è dal 22/7
trasferito a Bologna.
II suo nuovo indirizzo è: via
G. Venezian 3 - 4Ó121 BOLOGNA
(tei. 051 - 23.92.27).
Offerte
per il Friuli
Chiese Metodiste: Alessandria (2°
vers.) 65.000, Cremona 106.000, Milano 432.000, Palermo e Centro Evangelico della Noce 56.000, Padova 80
mila, Parma 340.000, Palombaro e
diaspora 33.000, Piacenza 191.000, Rapolla 60.000, Roma (2° vers.) 160.000,
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Chiese Valdesi; Alimena 23.000,
Aosta (2° vers.) 59.260, Barga 35.000,
Bergamo 1.000.020, Biella 100.000,
Brindisi 33.500, Caivano 15.000, Caltanissetta 50.000, Campobasso 252.500,
Como (2° vers.) 600.500, Corato
103.500, Cosenza 51.650, Dipignano
51.500, Forano Sabino 187.500, Genova <2° vers.) 20.000, Guglionesi 40.000,
Ivrea e diaspora Canavese 160.000,
Livorno 75.000, Marsala 52.215, Massello 100.00, Matrice 73.000, Messina
137 000, Pescolanciano 44.000, Pinerolo': Chiesa 518.000, Scuola domenicale 110.000; Pachino 100.000, Pomaretto: Chiesa 120.000, Scuola domenicale 67.000, Scuola Media Latina 72.500; Reggio Calabria 103.500,
Sanremo 411.500, Sampierdarena 280
mila 500, S. Germano Chisone (2“
vers.) 152.000, S. Giacomo degli Schiavoni 125.000, S. (Giovanni Lipioni (2“
vers.) 11.500, Siena 44.000, Taranto
(2° vers.) 20.700, Torino (2° vers.) 137
mila, Torre Pellice : Chiesa (2® vers.)
357.000, Scuola domenicale e Precatechismo 73.000, Tramonti di Sopra
44.500, Trapani 9.000, Trieste (2°
vers.) 20.000, Venezia (Comunità Valdo-Metodista e diaspora) 500.000, Verena 150.000, Viareggio (2° vers.) 5
mila, Villar Perosa 153.000; Vittoria
63.500,
Circuito XII: Assemblea L. 30.000.
Comunità evangelica. Chiusane S.
Domenico L. 13.500.
Fondo solidarietà « Eco-Luce » lire
1.500.000 (2° vers.).
Gruppo evangelico italiano: Pratteln
L. 66.755.
International Women’s Club, Roma
L. 85.000.
Sinodo Valais, L. 245.625.
Stephanus Kirche, Mainz; 290.605.
Oferte individuali: Albano coniugi,
Francia L. 38.600, Arangio Ruiz fam.
20.000; Albano Lia, S. Agata Militello 10.000; Arcari Renzo, Cimego 50
mila; BaUsone fàin-, Villapriolo 10
mila; Battistini G., Roma 5.000; Bernard fam., Pomaretto 50.000; Beri Peraldo, Cándelo 35.000; Bertin Gustavo,
Luserna S. Giovanni 20.000; Castellino Bianca 100.000; Celli Rita, Roma
10.000; Corlando sorelle, Pegli 50.000;
Corradi Mario, Osimo 10.000; Del Sanio Domenico, Marcianise 3.000; De
Pasquale Angiolino, Torino 10.000;
Fiorio Maria e Fernanda, Alvignano
10.000; Fiorio Marisa, Malori 10.000;
Frache fam., Villar Pellice 6.000;
Franco Rosa, Cumiana 3.000; Gammariello G., Cassano Magnago 5.000;
Genre William, Inverso Pinasca 20
mila; Hoffmann Albert, Arlescein
33.545; Innocenti Amelio, S. Giovanni
Valdarno 17.000; Lo Brano Pietro, La
Spezia 10.000; Hanssjdorg Martin,
Karlsruhe 50.000; Maggi Miriam, Milano 2.000; Mamoli Magda, Milano 20
mila; Mancini Elisa, Gaeta 5.000; Marenco Luigi, Ovada 15.000; Mariani
Maria, Bologna 10.000; Mattel Matilde, Roma 30.000; Mastri Samuele,
Marchirolo 350.000; Merigji Maria, Inzago 5.000; Oldrini Giuseppe, Legnano
6.000; Omizzolo Silvio, Padova 50
mila; Pasquali Giorgio, Bologna 20
mila; Pellenc Riccardo, Torre Pellice
10.000; Pons Evelina, Torino 10.000;
Puma Filippo, Palermo 2.000; Santina
Incando, Petralia Sottana 100.000;
Scarlino Lelia, Firenze 20.000; Sckweikhart G., Germania 65.855; Torretta,
Milano 4.000; Trambusti Carlo, Gernusco sul Naviglio 40.000; Trezzi Assuero, Barracca 10.000; Viglielmo
Giulia e Liliana, Perrero 20.000.
Totale L. 16.037.135 - Importo precedente L. 17.537.180 - Totale complessivo L. 33.574.315.
8
a
6 agosto 1976
SCHEDA
Bisogna opporrs un fermo rifiuto a tutte Ig « nubi » che ci avvslenano
Dal Vietnam a Seveso Movimento cristiano
per la pace
A quasi un mese di distanza e
cioè da quando, il 10 luglio un
reattore della Società ICMESA
(consociata della multinazionale
svizzera ROCHE) è scoppiato,
lanciando in cielo una nube di
vapore contenente due chili di
TCDD (o diossina), la situazione
è più che mai confusa e drammatica.
Giustamente la stampa in genere ha denunciato all'opinione
pubblica sia la tardività dell’intervento dei pubblici poteri (è
stata chiesta da due deputati l’incriminazione penale di vari responsabili, fra cui il sindaco di
Meda e alcuni organi provinciali
e regionali) e sia la carenza legislativa che regola la prevenzione
di eventi di tal genere.
Intanto, dopo le decine di ricoverati in ospedale, le centinaia di
sfollati e i danni ingentissimi
agli animali ed alle colture, le notizie sulle possibili conseguenze
dell’esplosione si fanno sempre
più allarmanti.
Come è noto, la ICMESA produceva (ora la fabbrica è chiusa)
delle « sostanze intermedie impiegate nella fabbricazione di
prodotti cosmetici, igienici e
medicinali ». fra cui il triclorofenolo, un potentissimo diser
bante e defoliante. Si tratta del
famigerato aggressivo chimico
largamente adoperato dagli americani nella guerra in Vietnam e
che in ogni tonnellata ha un residuo di 300 grammi della terribile diossina. Ed è appunto dal
Vietnam del nord che giungono
notizie drammatiche: laggiù per
ogni mille persone contaminate,
ben trecento sono morte. I decessi sono cominciati dopo qualche mese, sono durati per anni e
durano tuttora. Ma c’è un altro
dato, veramente angoscioso per
le prospettive che esso reca in se
stesso. Gli americani hanno buttato sul Vietnam del nord 64 m>
lioni di litri di defoliante avvelenando due milioni di ettari. La
contaminazione della diossina è
stata di nove grammi per ettaro,
mentre quella avutasi ora a Seveso pare sia di 40 grammi per
ettaro. Purtroppo saranno solo i
prossimi mesi e addirittura i
prossimi anni a dire quali conseguenze si avranno sulle persone,
quali la possibile nascita di figli
deformi, l’insorgenza di tumori
specie al fegato, ecc.
Questo, il quadro della situazione oggettiva giornalmente in
evoluzione, che ci pone di fronte
ad alcuni irrinunciabili problemi
di fondo.
Innanzi tutto, questa Ditta che
produce « sostanze intermedie »
in Italia (che vanno a finire per
le successive lavorazioni in Svizzera e in America) è stata forse
« piazzata » da noi come in un
paese ■ colonia o « terzomondista », cui vengono affidate certe
lavorazioni pericolose, per evitare possibili guai, ben conosciuti
dalle Società multinazionali, alle altre nazioni più civili e più
progredite?
Inoltre, quante saranno le industrie in Italia che producono
sostanze dannose o mortali all’insaputa di tutti (o quasi tutti)?
■ Ed ancora: quante di queste
industrie, colla pressione di un
ComiUtp di Redazione : Bruno
Bellìon Valdo Benecchi, Gustavo
Bouchard, Niso De AAìchelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Dir. responsabile : GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese,
10066 Torre Pellice (To) - c.c.p.
2/33094 intestato a « L'Eco delle
Valli - La Luce » - Torre Pellice.
Abbonamenti: Italia annuo 5.000
• semestrale 2.500 - estero annuo
7.500.
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100.
inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 col.r commerciali L. 100 - mortuari 150 - doni
50 - economici 100 per parola.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice
semplice tasto, sono forse in
condizioni di trasformarsi in industrie belliche da un giorno all’altro? I membri del consiglio
di fabbrica dell’ICMESA hanno
dichiarato che la produzione di
defoliante, già avviata negli anni
’60, era terminata al momento
dell’armistizio in Vietnam ed era
ripresa in sordina qualche mese
fa. Che cosa significa la presenza
a Seveso di militari della NATO
e la consulenza di esperti « segreti » inglesi?
Ci pare che come prima cosa i
cittadini debbano esigere sollecite ed approfondite inchieste (le
regioni Piemonte e Lazio stanno
già agendo in tal senso) per scoprire e denunciare tutte quelle
aziende che in un modo o nell’altro possono arrecare grave danno alle persone ed alle cose, non
dimenticando i risvolti bellici del
problema.
Occorre poi che cessi la disinformazione che induce in genere
la popolazione ad un senso di fatalismo ed all’accettazione di situazioni intollerabili. Bisogna che
la sede di produzione di un determinato prodotto coincida con
la sede di conoscenza del prodotto stesso per evitare drammatiche perdite di tempo.
Occorre rendersi conto che
questi problemi sono problemi
di tutti, e non solo di coloro che
da questi generi di produzione
ricavano profitti lautissimi. È
tutta la società, nazionale ed internazionale, ad esserne direttamente interessata, mediante scelte coscienti che richiedano ai
detentori del potere politi o ed
economico una radicale riforma
nel considerare la dignità e la
vita dell’uomo.
Roberto Peyrot
Il Movimento cristiano per la
pace (Mcp) nasce sul piano internazionale nel 1923 (durante
l’occupazione tedesca nella Ruhr
dall’incontro tra un generale
francese e il borgomastro di
Datteln), come movimento ecumenico e di servizio volontario
occupandosi nel periodo dopo le
due guerre della ricostruzione
in diversi paesi europei. In particolare in Italia il Mcp nasce
nel 1963 da un’esperienza di un
piccolo gruppo di giovani che
partecipano ad alcuni campi di
lavoro all’estero. Ed è proprio
nel settore dei campi di lavoro
prevalentemente estivi che il
movimento dà il meglio di sé
durante tutto il periodo degli
anni ’60. Le lotte operaie e studentesche del 1968 e ’69 non vedono dapprima una partecipa
(a cura di Tullio Viola)
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
Il comunismo mondiale: un problema
In realtà non è solo del co- esemplare del modello sovietico
monismo: è anche problema nostro. Lo è di ogni uomo che abbia un minimo di coscienza e di
intelligenza politica. Sì, perché
ciò ch’è accaduto nella Conferenza dei 29 partiti comunisti a
Berlino-Est, è un sintomo, imponente e grave, d’una trasformazione, profonda e non più reversibile, che sta compiendosi nel
mondo comunista! Una trasformazione di cui nessuno può oggi, neppure lontanamente, prevere l’esito finale.
Difficile è valutare la reale
portata del discorso di Leonida
Breznev alla Conferenza. Un discorno piuttosto evasivo, nel quale il celebre capo della delegazione del PC dell’URSS, è sembrato voler allentare le briglie.
(Ma con quali segrete intenzioni, poi? Di volerle di nuovo tirare a sé, in un futuro prossimo o
lontano? Nessuno può dirlo!). Ci
limitiamo a riportare qui alcune
delle sue frasi, che sembrano essere particolarmente significative.
« Ogni partito comunista è stato generato dal movimento operaio del paese nel quale opera,
e perciò risponde della sua attività prima di tutto ai lavoratori
del proprio paese, i cui interessi
esprime e difende. (...) È evidente che quanto più influente è il
partito comunista nel proprio
paese, tanto più > consist ente può
essere il suo contributo alla lotta per gli obiettivi comuni nell’arena internazionale. (...) Noi
partiamo dalla considerazione
che criterio di verità, o al contrario, di erroneità di questa o
quella tesi possa essere soltanto
l’esperienza pratica. (...) È necessario un ulteriore sviluppo della
teoria scientifica creata da Marx,
Engels e Lenin ». (Da « L’Espresso » dell’ll.7.’76).
Abbiamo letto nelle settimane
passate molti articoli sull’argomento, taluni acutissimi. Fra tutti ci ha impressionato quello
pubblicato da Roger Garaudy (ex
deputato, ex membro del PC
francese, uno dei più profondi
conoscitori delle opere di Marx)
sotto il titolo « Desacralizzazione del mito sovietico e speranza
socialista» («Le Monde» del 9.
7.’76), esprimente la critica più
avanzata, più radicale, a nostra
conoscenza, del regime affermatosi neirURSS in 60 anni di storia. Eccone alcuni passi salienti.
« L’Internazionale Comunista
venne disciolta nel 1943. Ma si
trattò d’una decisione che solo
ora è stata effettivamente realizzata, cioè il 1.7.’76, al termine
della Conferenza dei 29 PC. Una
svolta politica che riempie un
terzo di secolo: che cosa la caratterizza?
La “Terza Internazionale’’, fondata nel 1919 a partire dall’esperienza della rivoluzione d’Ottobre, si presentava come "il partito mondiale della rivoluzione
socialista”, in quanto "costituzione d’una repubblica socialista
e sovietica universale”. Essa era
fondata sul dogma del carattere
il
e_ su una strategia internazionale
definita da un partito-guida:
partito dell’Unione Sovietica. Le
condizioni imposte a tutti i PC
del mondo, per la loro adesione
alla IIP Internazionale, tendevano ad uniformarli tutti al modello disciplinare del partito sovietico, (...) infine ad accettare
come criterio della propria ortodossia, l’approvazione e l’appoggio incondizionato alla politica, sia estera che interna, dei dirigenti sovietici.
Questo dogma è ormai abolito: e questa è la più grande disfatta politica dei dirigenti sovietici. Essi non potranno più
tentare d’imporre ai grandi partiti occidentali i propri punti di
vista, senza creare uno scisma.
La tesi centrale, svolta dai
principali partiti europei, è che
il modello sovietico non è affatto esemplare. Infatti la politica
estera sovietica, di cui invano
Breznev ha fatto un’impossibile
apologia, è contraria ai proclamati principi di non-ingerenza
negli affari dei partiti fratelli.
Enrico Berlinguer ha rievocato
ancora una volta l’invasione della Cecoslovacchia, e Santiago
Carrillo ha difeso il principio
della non-ingerenza nella sua
piena generalità, invitando la
URSS a ritirare le sue truppe da
tutti i paesi stranieri.
E ben questo il solo modo di
render credibile la possibilità di
conciliare il socialismo con la li
bertà: infatti, nella situazione
attuale, si direbbe che i PC non
possano essere autonomi che
quando non sono al potere, mentre debbano essere colonizzati
quando hanno raggiunto il potere. Un tale punto di vista ha condotto Berlinguer a dichiarare, in
un’intervista al “Corriere della
Sera”, che è più facile costruire
un socialismo democratico all’interno della NATO, che all’interno del Patto di Varsavia. Una tale opinione è disgraziatamente
confermata dal fatto che il progetto della nuova Costituzione
Polacca, in uno dei suoi articoli,
dice esplicitamente essere obbligatoria l’amicizia con l’URSS!
(...)
Coloro che attribuivano tutti i
delitti al “culto della personalità” e ai difetti personali di Stalin, erano gli stessi che si rifiutavano di criticare il sistema nel
cui ambito quei delitti avevano
avuto luogo. Parimenti coloro
che, oggi, si accontentano di denunciare certi “errori”, sono gli
stessi che si rifiutano di criticare il sistema che genera quegli
errori. Il socialismo, in Europa
e nel mondo intero, è una prospettiva credibile ed esaltante,
solo quando si arrivi ad accettare un’inversione copernicana:
e cioè che l’URSS non è il socialismo. A partire da questa “revisione lacerante", è possibile
aprire la via verso un socialismo
rinnovato, una via che prepari
un avvenire dal volto umano ».
L'Antilope giapponese
e quella italiana
L’ex primo ministro giapponese Tanaka, che era stato alla guida del suo paese dal luglio 1972
al novembre 1974, e che poi -aveva dovuto dare le dimissioni perché investito da uno scandalo
finanziario è stato arrestato nei
giorni scorsi. L’accusa che gli viene mossa è quella di aver ricevuto dalla nota Ditta aeronautica
Lockeed, unitamente al suo segretario, una somma equivalente
a circa un miliardo e 300 milioni
di lire.
Il caso Tanaka presenta alcune curiose somiglianze con l’analogo scandalo italiano, nel quale,
come è noto, sono coinvolti alcuni grossi personaggi politici: anche là, come in Italia, vi era una
specie di Crociani (ex repubblichino) compromesso gravemente
colla destra militarista e già condannato per crimini di guerra;
anche là è coinvolta una sorta di
mafia che fiancheggia gli ambienti economici e rasenta quelli politici. Alla fine, comunque, qualcosa si è mosso in quel lontano
paese.
Sorge spontanea una domanda: e in Italia, dopo il gran parlare che se ne è fatto, come van
II
no le cose? Pare che siamo avviati su tutt’altra strada. L’ex
onorevole DC Codacci Pisanelli,
che nella scorsa legislatura faceva parte della commissione
parlamentare inquirente, ha fatto all’agenzia Ital una dichiarazione del seguente tenore:
reato di corruzione viene prescritto dopo un quinquennio, a
meno che non vi siano cause di
interruzione dei termini dovute
ad un procedimento penale in
corso- Che io sappia, non vi sono a carico di membri del governo né procedimenti né comu-nicazioni giudiziarie. Quindi siamo vicini alla scadenza, dato che
i fatti di corruzione avvennero
negli anni 69-70-71 ».
Che lo scandalo Lockeed fosse
destinato all’insabbiamento, al
pari di tanti altri, eravamo tutti
più o meno convinti; ora abbiamo la soddisfazione di conoscere lo specifico modo usato: la
prescrizione. Il giornalista V.
Gorresio fa notare che essa è ancor meglio di un’amnistia, di
un condono, di una insufficienza
di prove. È come se il reato non
fosse mai esistito, o per lo meno
è così remoto che se ne è persa
la memoria.
zione del Mcp e dei suoi membri. Anzi esso subisce in questo
periodo una grave emorragia di
quadri.
Ma non passa molto tempo
che la contestazione e l’analisi
politica entra anche nei campi
di lavoro tanto che essi vengono a più riprese messi in causa
dai partecipanti che accusano la
organizzazione di fungere da
’tappabuchi’ per le carenze del
sistema. È sul dibattito anche
su questi temi che il Mcp nel
1973 nel corso del IV Congresso
nazionale stabilisce di accentrare la propria ricerca sulla conciliabilità fra cristianesimo e
marxismo. Sviluppandosi l’analisi positivamente, il Mcp entra
lentamente nell’area dei Cristiani per il socialismo, svolgendo,
se cos' si può dire, una funzione di « cerniera ».
Oggi il Mcp continua nel suo
ruolo di organizzatore di campi di lavoro o studio, prevalentemente nel sud d’Italia, col
proposito di sviluppare nei partecipanti un interesse per i problemi socio-economici e politici
della zona di intervento. Accanto a questo il Mcp organizza ,anche seminari di studio su diversi temi: si citeranno qui Tfeigrazione, la questione mediorientale, l’autogestione ed if^'socialismo e il rapporto fra questo ed il cristianesimo. Ma gli
interessi del movimento si sviluppano a diversi altri livelli,
sul piano internazionale — con
iniziative di solidarietà con i popoli in lotta per la propria liberazione — e sul piano nazionale
con il dibattito inerente a tutta
la tematica dell’area socialista.
Un ruolo importante ha avuto
infine il dibattito e la militanza
dei membri del Mcp sui temi
della nonviolenza, dell’antimilitarismo e delle forme di partecipazione di base. Il Mcp italiano svolge annualmente un congresso nazionale all’inizio di novembre, ha la segreteria di coordinamento a Roma, via Battezzi 24 - 00185 Roma, tei. 06/734430 e pubblica un quindicinale dal
titolo « Noi per la pace ».
Fondo
di solidarietà
In cassa abbiamo circa L. 800
mila accantonate per il Friuli,
ed attendiamo di arrivare eventualmente al milione per effettuare una terza offerta alla Federazione evangelica.
Altre L. 300 mila sono accantonate per il terremoto in Guatemala mentre vi sono poco più
di L. 100 mila per il Programma
di lotta al razzismo del CEC :
ci auguriamo vivamente che i lettori non dimentichino queste iniziative.
Infine, provvediamo ad inviare a T. Vinay la restante somma
di L. 300 mila per gli aiuti al
Vietnam, che colle precedenti
offerte raggiunge così, i due milioni. Con questo invio consideriamo chiusa questa iniziativa.
Per contro, come annunciato
altrove, il Fondo ha deciso di
aprirsi all’iniziativa del CEC per
i profughi in Libano, questo tribolato paese che sta « morendo
di tregue », con decine di migliaia di morti e con un elevato
numero di profughi, certamente
destinato ad aumentare e ad andare incontro a situazioni pressoché disperate. Siamo certi che
i lettori risponderanno con generosità anche a questa iniziativa e ricordiamo a loro che le offerte vanno come di consueto inviate al conto corr. postale num.
2/39878 intestato a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70, Torino.
Ed ecco ora le ultime offerte
giunteci :
P. Corbo (2 versam.) L. 6.000;
I. R. 30.000; Scuola dom. Chiesa
Valdese Bari 28.000; N. N. con
simpatia 15.000; G. Laetsch 5.000;
G. Gasparotto 50.000; G. Conti
10.000 ; P. Saluzzi 12.0(X1. - Totale L. 156.000; tot. prec. 1.381.461;
tot. gen. L. 1.537.461. Inviate prò
Vietnam L. 300.000; in cassa lire
1.237.461.