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LA BUONA NOVELLA
filORSllE DELIA EVANGEIIZZAZIOSE ITAllANA
Seguendo ia verità nella c&riià.
Efes. IV. 15.
PREZZO DI ASSOOIAZIOHE
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la Iirin lirCffizio d«l Giornile, riile M la, I* ti.
Sella ^Tio«ie presso tatti gii Cffiiìi postali
aeiio di Vaglia, eh« doTraono essere Uiìati franco
tl Kretlore della Baona Novella e noti allrinsBti.
All’estero, ai seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Tronchet,2; Ginevra, dai sig. E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di franco*bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Baona Novella.
SOMMARIO
Sottoscrizioni, — Ancora deirOspizio dei Catecumeni in Pinerolo. —Una
consecrazione al santo ministerio nella Chiesa Valdese. — Indirizzo
delle Chiese Evangeliche di Francia a quelle di America in riguardo
alla schiavitù. — Notizie.
SOTTOSCRIZIONE
A BENEFICIO DEI DANNEGGIATI DALLA GRANDINE
Bens di Ginevra.........L. 50 »
Arturo de Fernex.........» 5 »
Ammontare delle liste antecedenti ... » 213 25
Totale a questo giorno L. 268 25
ANCORA
DELL'OSPIZIO DEI CATECDRIENI IN PINEROLO
Nel dar posto, neH’ultimo numero della B. N., alla lederà
del canonico Fortoul, in risposta a quanto era stafo'da noi
pubblicato intorno aU’Ospizio dei Calecumoni, dj cui egli è
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rettore, ci riserbammo di farvi sopra, in altro numero, i
dovuti commenti, ed eccoci a mantener la nostra promessa.
E prima di tutto noi ci congratuliamo che i tempi in cui
viviamo sieno tali che con una lettera, e possiamo soggiungere, con una lettera scritta in tutt’altro stile che quello
AeW'Armonia, ci sia stalo risposto. Non così per fermo sarebbe accaduto prima del 1848, nella quale epoca l’aver
parlato schiettamente, per le stampe, come abbiamo fatto,
di un tale stabilimento, ci avrebbe fruttato niente meno che
un mandato di arresto, con ogni prontezza spiccato ad istanza
di monsignor Charvaz, dal R. Comando di Pinerolo. I tempi
sono dunque cangiati assai : che Iddio ne sia benedetto!
Ed ora passando alla lettera in se stessa, che cosa, in sostanza, oppone il signor Fortoul alle nostre asserzioni?
Primieramente egli dichiara che « non solo per parte di
< chi dirige l’Ospizio non si frappone mai la menoma diilì« colià a che coloro che vi entrarono possano uscirne, se
« COSI loro piace, ma ne sono sempre irremissibilmente ri« mandati quelli che si fanno vedere esitanti, dubbiosi ed
« instabili nelle loro risoluzioni». Ciò che debbasi pensare
della verità della prima parte di tale asserzione lo vedremo
pib sotto. In quanto alla seconda, noi non abbiamo punto
difflcoltà ad ammettere quel che dice il sig. Canonico^ vale
a dire che crediamo anche noi siasi verificato il caso, che
capitando neirOspizio qualche sconsigliato, il quale recatovisi senza sapere quel che si facesse, e poi pentitosi, e
non volendo piii saperne di cambiamento di religione,
dopo aver esaurito verso quel tale la serie dei mezzi giudicati i più atti ad indurlo a siffatto cambiamento, e tutto
invano, si sia finito col mandarlo a casa. Ma in quanto ad
individui rimandati unicamente perchè non si mostravano
sufllcientemente stabili nella loro risoluzione— prima di
crederlo aspettiamo dal sig. Canonico che ci dia l’elenco di
quei tali, chè in quanto a noi (che pure siamo del paese e
dal più al meno conosciamo tutti quelli che si recano nelrOspizio) saremmo in grave imbarazzo di citar nomi d’individui che ne sian stati per questo motivo rimandati.
Asserisce in terzo luogo il sig. Canonico che « non si ac-
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« celiano mai nell’Ospizio, non che i minorenni, quelli che
< non hanno compili gli anni venlicinque e sono soggelti
» alla pairia podestà, senza il consenso dei parenli, salvo
« abbiano ottenuto l’autorizzazione di vivere da essi sepa« rati, a termini deU’arl. 212 del Codice Civile ».
Sig. Canonico ! una mano sulla coscienza! Da quando quel
MAI ha egli avuto principio? E se nefandilà come quelle che
lutti ricordiamo, di cui tutta Pinerolo è consapevole, non
succedono più tra le pareti dello stabilimento di cui siete
rettore (se tant’è che non succedano più), ditelo pure francamente, egli è perchè i tempi noi consentono più ; perchè
la paterna autorità trova oggi nella legge, contro le vostre
esorbitanze, un appoggio che anticamente le era diniegato.
Ma quelle modificazioni siete voi che le avete introdotte? i
regolamenti che vi reggono sono eglino, per quanto dipende
unicamente da voi, fatti scevri di simili enormezze? Signor
Canonico! voi non ardirete dir di sì, e non lo direte.
Il sig. Fortoul non smentisce, anzi dichiara vero il fallo
da noi accennato deirimpossibililà ove sono i parenti dei
catecumeni di abboccarsi con questi, altrimenti cho alla presenza di preti e di monache ; solo egli tenta di giustificare
un tal fatto con due considerazioni, tolte, la prima, dall’indi
spensabilità di una tal precauzione « senza di cui quei col« loquii si potrebbero convertire in dispute, in risentimenti,
« in rimproveri, e talora anche in risse ed in prepotenze»;
e la seconda, dall’obbligo che incombe all'Ospizio di difendere i suoi neofiti « da quelle suggestioni che tendessero
« a distruggere l’eiletlo deH’istruzione religiosa inessocomi partita, ed a turbare la coscienza dei ricoverati ».
L’ultima di queste considerazioni l’avevamo anche noi
presentita prima che ci venisse dal sig. Canonico indicata.
Quei poveri neofiti sono così ferrai nel loro proponimento,
così convinli della falsità della propria religione, e così persuasi della verità di quella che stanno per abbracciare, che
bisogna guardarsi ben bene che la minima parola, non di
un pastore, nè di qualche persona dotta, ma il più delle
volte di qualche povero e semplice contadino riesca a rovesciare tutto l’edificio che si sla penosamente innalzando a
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pro di loro, e nel quale sono vicini a riparare per la loro
eterna salvezza!......e perciò non manchi mai al colloquio
quella persona incaricata di fermare sulle labbra di chi fosso
per profferirla quella parola fatale! ! !
In quanto alla prima di queste considerazioni, veramente
il signor Canonico ci fa pietà quando vediamo un pari suo
astretto a difendere, come prete, con argomenti di quella
fatta un operato, che nella sua coscienza, di uomo, egli
sente essere pessimo ! Eccome ! si tratta di prevenire dispute,
risse, prepotenze che forse potrebbero accadere, e per questo non basta la presenza del rettore e delle suore in una
stanza vicina, da dove potranno accorrere quando fia d’uopo!
ed è necessaria, indispensabile, come voi l’asserite, la continua presenza di uno o piìi preti, di una o pili monache a
impedire quel libero scambio di parole e di sentimenti, cosi
legittimo in ogni tempo tra genitori e figli, tra marito e moglie, tra fratello e fratello, ma cosi legittimo, così veramente indispensabile, quando si tratta di un atto così gravo,
come il cambiamento di religione! Signor Fortoul! simili
giustificazioni, persuadetevene, agli occhi di tutti gli onesti, ruocono assai più a chi è obbligato a ricorrervi, che
non il silenzio il più assoluto.
Viene quindi il fatto della evasione di quella donna di cui
abbiamo parlato, evasione avvenuta, lo ricorderà il lettore,
di nottetempo e con gran rischio della vita stessa. 11 signor
Canonico, dopo di aver rettificato alcune inesattezze occorse,
secondo ei dice, nel nostro racconto,— e sulle quali non insistiamo, non avendo punto guarentigie che in tutti i particolari da essa narrati, quella donna siasi scrupolosamente
attenuta all’esatta verità, — giunto al fatto essenziale, ammette essere questo esatto; solo egli dice; « se è inesplicabile il fatto, sono più inesplicabili ancora i motivi che possono averlo determinato », e dopo avere tentato alcune
spiegazioni più insulse, ci dispiace di dirlo, l’una dell’altra,
dopo aver asserito come cosa certissima, che questa donna
« non aveva mai chiesto di uscire, nè manifestatone il minimo desiderio », non avendo nemanco voluto approfittarsi
fiVI},) (•irc’o<;fnn/;i fh'’Ir si sarp)>!>p parata opportuna in quel
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giorno stesso, « di andariiene seuza essere osservala », conchiude che il fatto di questa evasione « vuol dunque essere
« considerato come uno di quegli strani accidenti che non
« si possono spiegare, e che farebbero quasi supporre un
« istante di aberrazione mentale, seuza nulla provare conlro
« l'Ospizio!!! ».
Ed avete le mille volte ragione, sig. Canonico! Quando una
persona non avrebbe che a dire per essere libera d'andarsene
da una casa in cui abbonisce di rimanere, quando essendo
da più tempo tormentata dalla smania di uscirne, e parandosele propizia l'occasione di farlo, essa non solo non dice
quella parola, non solo non si vale di quest’opportunità, ma
per riuscire nel suo fine, scavalca mura altissime, di notte
tempo, superando per ciò difTicoUà incredibili, con gran pericolo per soprapiù della vita stessa...... Per fermo una tal
persona deve essere pazza, dieci volte pazza; pazza di una
pazzia che dura da molto tempo, e che ci vorrà tempo per
guarire!.... Ma seia vera spiegazione di questa pazzia, cho
non si era inai lasciata sospettare prima di queU’isianie, che
è del tutto scomparsa di poi, la cercasse taluno nell’impossibilità ove si è trovala quella meschina di uscire altrimenti,
— ad onta di quello cho asserisce il sig. Rettore : che non vi
ha la minima difficoltà a che possa uscire chi lo voglia, ma
in conformità con quanto s’è praticato, non per anni soltanto,
ma quasi per secoli,— quel tale si apporrebbe egli tanto al
falso? anzi non avrebbe egli trovato di un tal fatto la sola
spiegazione che non faccia a pugni coi buon senso, e quindi
non abbia da rendere ridicolo chi la somministra? Noi, sig.
Canonico, crediamo così, ed aspettiamo nuovi schiarimenti perchè di credere il contrario ci riesca fattibile.
In quanto finalmente a ciò cho ancora asserisce il signor
Rettore, che cioè accado non di rado, ed è ora appunto il
caso, cho l’Ospizio « per mancanza di mezzi dell’Opera, e
del posto materiale nello stabilimento » non possa accettare
lutti quelli che supplicano per esservi ammessi, egli ci permetterà di crederne una metà appena. Egli è possibile che
pei tempi che corrono, l’Opera in proposito non disponga
più di quei mez7.i di cui sovrabbondava aH’ppoca di monsi-
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gnor Charvaz^ e del canonico Barone, di fortunata e pudica
memoria; è un pezzo che i preti si lagnano della malvagità
dei tempi, di cui questo fatto porgerebbe una prova. Ma in
quanto al difetto di posto, ci permetta il signor Canonico
di dirli, con tutto quel rispetto che gli dobbiamo, che è questa una fola di cui vuole regalati i suoi lettori, ma alla quale
i gonzi soli aggiusteranno fede; poiché se il locale dell’Ospizio è sempre lo stesso, come crediamo, e se è un fatto,
che il signor Rettore non potrà negare, che il numero dei
neofiti ricoverativi, è al dì d’oggi, impercettibile a fronte di
quello a cui il cieco e ad un tempo superbo fanatismo dei
due sullodati personaggi era riuscito a farlo salire, come va
che non vi sia posto per quei pochissimi, là ove i molti trovavano ricetto?
Questi commenti noi eravamo in dovere di fare alla lettera del signor Canonico, che ad ogni modo ringraziamo di
averci degnati di una sua risposta.
In quanto alle contumelie che da questa lettera toglie occasione YArmonia di mandare al nostro indirizzo, noi dichiariamo poco calerci i giudizi di un giornale che, oltre alle
tante condanne per diffamazione che gli stanno addosso, non
potrà mai purgarsi dalla taccia di essere carne ed ossa con
quel lurido foglio che una volta si chiamava la Campana,
che poi scambiò quel titolo con quello di Campanone........
e che sotto queste spoglie diverse fu sempre il giornale piìi
inverecondo, pili schifoso, e piìi generalmente disprezzato
che abbia veduto la luce in Piemonte.
DNA CONSECRAZIONE AL S. MINISTERIO
NELLA CHIESA VALDESE
Il giorno 3 corr. ebbe luogo, nel tempio di Torre, la consecrazione al ministerio evangelico’di tre candidati, i signori
Stallò, Ribet e Coucourda (il signor Bert essendosi per ora
ritiralo)., presenti i ministri della Chiesa in numero di una
ventina airinoirca e buon numero di fedeli.
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Il moderatore, signor Malan, incombcnzato della religiosa
fanzione, basò il suo discorso sul verso 16» del capo IV dell’Kpistola ai Colossesi. — Dite ad Archippo : Guarda al mintsterio che tu hai ricevuto dal Signore, acciocché tu l’adempii.
— E per l’adempimento di quello, accennò alla molte difficoltà
che i candidati sarebbero per incontrare ; e specialmente badassero bene al rischio che corre un ministro della Parola
di Dio di eseguire, coll’andare del tempo , per mera abitudine, con indifferenza , con freddezza , il mandato ricevuto
dal Signore : — Guarda al ministerio. — Infatti il pericolo
è gravissimo; la natura umana, senza accorgersene, fa cadere
in esso ; l'uso può condurre aduno sterile formalismo, quando
non si cerchi di rafforzare lo spirito e d'infiammare il cuore
colla preghiera secreta, e, a quando a quando, t:olla solitudine, imitando il divino Maestro, i Profeti, gli Apostoli.
Seguitando il suo discorso, il rev. signor Malan imprese
colla S. Scrittura alla mano a giustificare l’esistenza in seno
alla Chiesa, accanto al sacerdozio che è proprio di tutti i credenti, di un ministerio speciale che attenda in modo singolare
all’istruzione ed alia edificazione; compiuta la qual prova,
egli insiste sulla necessità che un tal ministerio sia stato, da
chi l’esercita, ricevuto non dagli uomini solamente, nè anzitutto, ma dal Signore, e chiede quindi ai candidati ; La vostra
vocazione ad un tal ministerio l'avete voi ricevuta da Dio,
prima ancora di domandarla agli uomini?
E qui, perchè coloro ai quali si rivolgeva, fossero iu grado
di rispondere ad una domanda così solenne, si fa ad enumerar
alcuni de’ segni manifestanti la vocazione, ond’esser certi di
poter adempiere, nello stretto senso della parola, il ministerio
evangelico: e in prima annovera il desiderio; sentire, cioè,
nel cuore un vivo impulso, una forza irresistibile che induca,
che trascini a dedicarsi alla santa impresa, per vero amore di
estendere il regno di Cristo, per vero zelo cristiano di predicare la buona novella ai popoli e recar loro la salvezza eterna,
pronti ad incontrare ogni sorta di pericoli, di sacrificare ogni
proprio interesse mondano , e se Cristo dice : lascia tutto e
seguitami, pronti a rispondere, sì, ti seguo. Altri segni per conoscere la vocazione, prosegue il signor Malan, sono la fede,
la pietà, l'intera conoscenza della responsabilità di un ministro,
e la ferma volontà di non mancare, per quanto è possibile, ai
proprii doveri, agli importanti e solenni obblighi assunti. Taluno può avere la fede e non vocazione pel ministerio evan-
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gelico ; ma chi dice di esser chiamato, può forse esercitarlo
senza possedere essa fede nel cuore ; esercitarlo colla certezza
di adempierlo?- E senza la feda avrà la pietà necessaria per
assistere gl'infelici, i malati, i morenti, e recar loro veramente
i conforti di cui abbisognano? E se non conosce la responsabilità che assume coll’assumere il ministerio, e non si propone
di agire conforme a quella, potrà mai asserire ch’egli nutra
desiderio, fede, pietà; in una parola ch’abbia la vera vocazione?
Il predicatore va poscia mostrando come l’opera del Ministerio evangelico sia d’annunziare la verità; ed iscende a parlare delle molte difficoltà che in ispecie un giovane ministro
dovrà incontrare per via: le nostre debolezze, le nostre infermità, la potenza del male, la resistenza ostinata in molti uomini, ecc. Or, chiede egli, come compiere una tale opera? —
Colla predicazione, egli risponde, e sopratutto coll’esempio.
Colla predicazione, che dev’essere pura, fedele, chiara, semplice, ardita ; semplice e dolce co’ buoni ; ardita, vale a dire,
senza paura, elevata coi nemici di Cristo e coi sapienti del secolo. Ma, ancor meglio, coll’esempio ; nell'ufficio della cura
d’anime il ministro deve mostrarsi zelante, amoroso, consolatore, e ne’ costumi irreprensibile. In una parola, egli deve
compiere il ministerio in se stesso prima, se vuole compierlo,
cioè eseguirlo con frutto negli altri, e non, come si è detto,
per abitudine, per usanza ; dunque predicare a se medesimo
prima, indi agli altri.
Finalmente dice ai candidati : « Voi entrate in una Chiesa
benedetta dal Signore, salvatale tante volte da pericoli sommi,
e salvata certo onde compiere qualche alto fine: ma appunto
per questo voi entrate in una Chiosa in cui v’è un’opera ardua, voglio dire l’opera della evangelizzazione presso i nostri
connazionali ».
Indi, volgendosi aH'assemblea, ricorda ad essa che se i ministri hanno sacri obblighi verso la Chiesa, la Chiesa pure
tiene dei sacri doveri co’ ministri, e fra altri quello del fraterno avvertimento : Dite ad Archippo. « Anziché dolervi di
essi privatamente, come avviene alcune volte, fate giungere
all’orecchio loro fratellevoli avvertimenti , onde abbiano a
correggersi de’ difetti che avrete ravvisati in essi, poiché
anche i pastori sono uomini soggetti ad errare. Noi preghiamo per voi, ma voi pure pregate per noi». E qui, invocata la protezione di Gesù Cristo sulla sua Chiesa, e chiesto
a quel gran Capo di essa di ratificare nei cieli ciò che stava
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per compiersi quaggiù in terra, egli pose fiue al suo discorso.
Veniamo all'augusta cerimonia della consecrazione, dietro
il rituale della Chiesa, che, avendo il suo appoggio nel Sacro
Libro, si può chiamare apostolico. Letti ai candidati i canoni
ecclesiastici, desunti dagli Atti e dalle Epistole, ed invitati a
giurare di conformarvisi in tutto, per quanto sarebbe compatibile colla loro debolezza, neU’esercizio del ministerio che
stavano per intraprendere, eglino, alzata la mano destra, promettono coll’aiuto della grazia di Dio; solenne e grave promessa! solenne e grave responsabilità ! Ciò fatto, ha luogo la
consecrazione, mediante una preghiera per implorare sopra i
candidati inginocchiati l’aiuto celeste , cui prendono parte
tutti gli astanti, e la imposizione delle mani fatta dal corpo
dei pastori, i quali, facendo cerchio intorno ai candidati,
stendono ambe le mani, come per poggiarle sovra il capo di
questi, mentre ii Moderatore a nome di tutti dichiara loro ciò
che da questo atto stesso viene rappresentato, che da ora in
poi essi avranno nella Chiesa e per parte di essa la facoltà di
predicare la Parola, di amministrare i Sacramenti e di adempiere tutte le funzioni di un vero ministro di Gesù Cristo, e
raccomandandoli alla Parola di Dio ed alla di Lui grazia, sola
bastante a sostenerli in una tanta opera , dà loro il bacio fraterno, e tutti gli altri, uno ad uno, si recano anch’essi a
stringere la mano ai consacrati, e a rivolger loro qualche
parola affettuosa e confortante. Seria, augusta e commovente
cerimonia e pei candidati e per tutta l’assemblea raccolta,
perchè ella pure ode proferire, in lingua conosciuta, gli eccelsi doveri annessi al ministerio, le eccelse promessse fatte
dinanzi a Dio, e resta penetrata della eccelsa responsabilità
assunta! Ma se l’uomo, solo, nulla può, l’uomo con Dio può
tutto; i giovani ministri camminino adunque con Dio, seguitino la via di Dio, come gli antichi Patriarchi e gli Apostoli,
e potranno tutto.
La cerimonia, resa più edificante ancora da bellissimi cori,
ebbe fine col gloria a Dio, cantato da tutta la radunanza.
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INDIRIZZO
delle Chiese Evangeliche di Francia
a quelle di America, in riguardo alla schiavitù.
Al novero dei tanti e generosi sforzi delle nazioni evangeliche allo scopo di togliere d’addosso all’uomo cristiano
quel vituperio orrendo, che è la schiavitù, siamo lieti di
aggiungere il seguente indirizzo su tal proposito delle Chiese
Evangeliche di Francia, in numero di 579, mandato ai loro
fratelli nella fede, degli Stati Uniti d’America. Scorrendolo
i nostri lettori, non potranno, ne siamo certi, se non rallegrarsi e benedire Iddio per una cosiffata manifestazione,
dalla quale, atteso lo spirito in cui è stata concepita, non
possono aspettarsi se non ottimi risultati :
I CRISTIANI EVANGELICI DI FRANCIA
A TUTTI I LORO FRATELLI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
salute e pace in Gesù Cristo.
Fratelli,
Noi abbiamo una parola ad indirizzarvi, una parola troppo
lungamente trattenuta e che pesa sulle nostre coscienze. Sì ,
da lungo tempo noi avremmo dovuto dirvi: Siamo con voi
nella grande e solenne crisi cui il vostro nobile paese è in
preda ; noi ci associamo alle vostre angoscie e alle vostre preghiere. Perdonateci un silenzio che, prolungandosi ancora,
diverrebbe agli occhi nostri infedeltà.
Havvi una questione ardente che ci si presenta tutte le volte
che dirigiamo lo sguardo all’altra sponda dell’Atlantico; questione su cui recenti casi hanno fatto dirigere l’attenzione di
tutta Europa, questione infine che tocca sì da vicino l’onore
del protestantismo, che non ci è più permesso di non affrontarla. La schiavitù (è forse duopo nominarla?), ecco il soggetto sul quale vogliamo oggi aprirvi i nostri cuori.
Forse che ci presentiamo come giudici, come accusatori?
No, certo ; il nostro scopo unico è di farvi conoscere il nostro
pensiero, la nostra unanime convinzione, per incoraggiare gli
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UDÌ, per ammonire caritatevolmente gli altri, per opporre alle
calunnie che perseguitano la nostra comune credenza una
splendida smentita.
Sapete voi il linguaggio che tiensi aH’intorno di noi? Esclamasi : a II protestantismo s’accomoda a meraviglia colla schia« vitù. Agli Stati Uniti cotesta odiosa instituzione ha molti
difensori fra i cristiani, si predica e si prega a prò di essa,
« si lavora onde acquistarle nuovi territori!. E la schiavitù
« di cui si tratta è la vendita a ritaglio delle famiglie, è la
« rottura de' matrimonii, è l’annuale rimonta d’uomini , di
• donne, di fanciulli , scelti uno ad uno nelle fattorie della
« Virginia o del Kentucky; è un fatto mostruoso infine, che
« non deve soltanto far ischifezza alle anime pie, ma che fe« risce i sentimenti i più semplici d’umanità. Orai protestanti
« americani accettano questo fatto : lo trovano conforme al
« Vangelo, e i protestanti d'Europa pensano senza dubbio
€ com’essi , poiché altrimenti eglino avrebbero fatto udire
• un alto grido di dolore e di riprovazione !...... »
Non conviene , o fratelli, che si possa parlare così. Per
quanto ci concerne , proviamo il bisogno di dire assai altamente che fra noi non si trova un sol partigiano della schiavitù. Niun cristiano fra noi è giunto a conciliare colla legge
d’araore e di santità il possesso dell’uomo per l’uomo, la vendita al mercato di creature immortali, la rottura barbara dei
legami di famiglia, l'annullazione del matrimonio, la inevitabile moltiplicazione delle relazioni immorali.
Sappiamo che sotto l'economia dell'Antico Testamento ,
economia abolita oggidì, la schiavitù era tollerata con la poligamia; ma tollerata con restrizioni tali, che la legge di Mosè
l’aveva quasi soppressa. Sappiamo che più tardi, a Roma e in
Grecia, gli Apostoli di rimpetto alla schiavitù (schiavitù ben
diversa dalla vostra, poiché tutto nelle leggi di queste nazioni
paganiche ne favoriva l’emancipazione), gli Apostoli, diciamo,
fedeli in ciò al lor principio di non mai porre il piede sul
terreno della legge civile, non vollero, nè dovevano, pronunciare sentenza d’abolizione legale, sentenza che avrebbe resa
impossibile, trasformandola in rivoluzione sociale, la rivoluzione spirituale che volevano compiere. Ma noi sappiamo altresì ch’eglino sparsero nel medesimo tempo nel mondo de’
fecondi principii, il di cui sviluppo dee far cadere dovunque
cotesta deplorabile instituzione che si chiama la schiavitù de’
Negri.
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— á76 —
Non crediate che il nostro pensiero si colleghi ad atti di
crudeltà eccezionale , o che disconosciamo la dolcezza, la
bontà di molti padroni. Noi diciamo che in se stessa, indipendentemente dalla crudeltà di alcuni, dalla bontà di tanti, qual
è di necessità, qual è definita per le vostre leggi e le vostre
dichiarazioni ufficiali, la schiavitù è una spaventevol disgrazia.
Non crediate nemmeno che noi pretendiamo innalzarci al
disopra di voi. Grandi sono le nostre miserie, e non abbiamo
il diritto di insuperbirci; chi sa se, collocati nella situazione
di proprietarii di schiavi, non cederemmo forse alle stesse
influenze.
Sono immense le vostre difficoltà, sarebbe ingiusto non tenerne conto. Ci vuole niente meno della fede cristiana per
trionfare. Ma la fede opera miracoli. Non ha ella già recato, a
dispetto di tutto, l’abolizione della schiavitù inglese? La vittoria sarà assai più difficile presso voi, ella sarà eziandio assai più strepitosa. Voi potete rendere alla causa del Vangelo,
a quella del protestantismo i più segnalati servigii che gli
sieno stati offerti da secoli.
Credetelo, noi sentiamo per voi, pel vostro onore, pel vostro paese, una gelosia cristiana. Le vostre prove sono prove
nostre, le vostre vittorie saranno pur nostre. Abbiamo bisogno
di sapervi grandi e onorati. Vedendo alterarsi di giorno in
giorno la stima e l’ammirazione che inspirano gli Stati Uniti,
vedendo i nemici loro alzare la testa e additare con tripudio
lo scoglio sul quale, secondo essi, dee frangersi la lor fortuna,
siamo colti da dolore amaro. E che ! tanta vera libertà,
tanti begli esempi, tante generose intenzioni , tante opere
cristiane, dileguerebbonsi dietro uno scandalo, scandalo enorme ; i piani di conquista della schiavitù americana!
Scandalo! è il vocabolo. Il nostro secolo, siatene certi, non
lo sopporterà. Si comprenderebbe che i territorii attualmente
occupati dalla schiavitù, non sono in caso di liberarsene in un
giorno; ma stendere laiebbra ad altri territorii, ma progettare come sistema cotesta diffusione del male, ma prendere
sotto protezione la schiavitù de’ paesi vicini, ma affermare
che l’abolizione proferita a Cuba equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra, ecco ciò che la coscienza umana non saprebbe ammettere, ecco ciò che deve essere senza misericordia
abbattuto I
Ostinarsi in quella via sarebbe correre incontro a catastrofi,
sarebbe porgere un legittimo tema rii trionfo a chiunqfte invi-
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- m
dia e deplora la prosperità gigantesca degli Stati Uniti, a
chiunque cerca ua pretesto per mostrare un guai publico ne'
progressi del loro vessillo liberale e protestante.
Voi non vorrete offrire que’ tristi argomenti di gioia ai nemici del Vangelo e ai nemici della libertà. Voi non vorrete
contristare lo Spirito del Signore, nè disprezzare la sua longanimità.
Iddio conosce gli ostacoli che vi arrestano. Egli non vi
chiederà di piii di ciò che potete fare: vi chiederà, dandovi la
forza di compiere. Che i cristiani d’America differiscano sui
mezzi, sul tempo, sopra molti altri punti, nulla di più legittimo; è naturale che queglino che vedono da vicino gli ostacoli che SODO impegnati nelle questioni, essi, le famiglie loro,
i lor beni, ohe sono chiamati a sacrificii e che conoscono altresì i pericoli, sieno più circospetti e più lenti. Sovra un
punto soltanto noi vi supplichiamo di essere unanimi ; sul desiderio di giugnere all’abolizione della schiavitù, sulla risoluzione ferma di non permetterne la diffusione.
Facciamo appello ai vostri sentimenti cristiani. Noi non
vogliamo attizzare o provocare la rivolta, Dio ci guardi! Sarebbe disconoscere lo Spirito del Vangelo, quello Spirito che
insegna l’obbedienza ai servitori e nel medesimo tempo la
giustizia ai padroni, quello Spirito ch’è dolcezza e forza, perseveranza e amore. Noi amiamo i padroni ed amiamo gli
schiavi, Dio ci è testimonio ; desideriamo il vero bene degli
uni e degli altri. Sappiamo che la schiavitù è un male spaventoso per entrambi. Quando i cuori saranno guadagnati, noi
saremo tranquilli. Le grandi rivoluzioni evangeliche passano
dal di dentro al di fuori ; elle s’operano in prima nelle coscienze ; trasformano le anime per trasformare in seguito le
società.
Ed ora, fratelli, sarà egli invano che noi vi abbiamo oggi
aperto i nostri cuori? Dio il sa. Egli sa pure ch’è uscito dal
fondo delle nostre coscienze questo grido universale che al
presente vi giunge. In doppio senso uniti a voi, e come cristianie come Francesi, ci saremmo forse ingannati, facendovi
udire una voce che non può esservi sospetta ? Abbiam noi
troppo presunto nel credere che questo appello concorde delle
Chiese, sorelle delle vostre, non sarebbe collocato inutilmente
sulla bilancia dove si pesa oggidì l’avvenire del cristianesimo
americano ?
Che lo Spii-ito (li Dio di verità c d'umore sia con voi iu que-
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sta crisi terribile; su voi riposi, sulle vostre Chiese, sul vostro
paese !
12 febbraio 1857.
Gli affez. fralelli vostri in Gesù Gristo.
(Seguono le firme in numero di 5700).
Notizie.
Valli Valdesi. — Festa religiosa sui monti. — Invece
del 15 agosto che fu. giorno di pioggia continua, ebbe luogo
in quest’anno, l’8 settembre, la solita festa religiosa, di cui
sono già consapevoli i nostri lettori, e che da qualche tempo
a questa parte celebrasi ogni anno sopra una delle storiche
alture, testimonii come de’ patimenti de’Valdesi, così del valore che il Dio degli eserciti infondeva loro nel petto, onde
fosse conservata la purezza della santa di Lui parola in mezzo
alla corruzione dei tempi, e contro le forze sataniche collegate per distruggerla. Lo spostamento della festa, e più ancora
il non essere stato tale spostamento notificato per tempo alle
Chiese, fecero si che la raunanza, invece di parecchie migliaia
di persone di cui si componea negli anni addietro, ne contava appena un migliaio. Ma se negli animi di quel migliaio
o solamente d’una parte di esso, hanno fatto impressione
duratura , e i varii brani della Santa Scrittura che furono
letti, e gl’inui che furono cantati, e le fervide preghiere con
cui vennero le benedizioni di Dio invocate sulla sua Chiesa,
e i fatti gloriosi in queU'ocoasione ricordati, e le parole di
caldo affetto e di cristiana esortazione rivolte all'assemblea da
parecchi oratori, noi ci dichiariamo più che contenti, e benediciamo a Dio che una festa intesa ad uno scopo cosi santo,
come quella di cui discorriamo, non sia stata interrotta nemmeno per un anno.
Inghilterra. — Predicazioni specialmente destinate alle
classi operaie. — L’effetto inaspettato sortito da tali predicazioni fatte a Londra nella gran sala di Exter-Hall da dodici
ministri della Chiesa anglicana, ha indotto il Comitato direttore di quest’opera misericordiosa a tentare una nuova serie
in filcuni dei sobborghi i più popolati di quella gran metro-
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poli, e forse anche in qualche gran città di provincia. Le
predicazioni all'aria aperta acquistano vieppiù favore non
solo a Londa, ma su più parti del Regno-Unito. I membri
del clero anglicano non sono degli ultimi ad adoprarvisi con
molto zelo ; e si fa salire ad oltre 10,000 il numero di uditori. dai quali uno di essi trovossi ultimamente circondato in
una città del paese di Galles.
— Straordinaria diffusione di Bibbie. — Ultimamente una
gran dama inglese, la marchesa di Londonderry, ha fatto acquisto dalla Società Biblica di una quantità di Bibbie, equivalente alla somma di 50,000 franchi, coll’intenzione, che venne
eseguita, di dispensarle gratis fra le persone che lavorano nei
suoi poderi, inscrivendo di proprio pugno il nome di ciascuno
di essi sulla prima facciata.
America. — Stragi tra i Mormoni. — 11 Courrier des EtatsUnis del 14 di agosto reca le seguenti notizie intorno ai
Mormoni:
« Le notizie del Lago Salé indicano che la discordia fa
ogni giorno nuovi progressi tra i Mormoni. Dalle dissensioni
a tirannia intollerabile, e da questa alle stragi. Gli elementi
di dissoluzione sono or tali fra i Santi, che è urgentissimo
che la presenza delle truppe spedite nell'Utah dal governo
di Washington metla un termine ai rivoltanti eccessi che si
commettono in cotesto paese. Per poco che continuino ancora, essi fanno presagire le più tristi conseguenze.
Il La dottrina altamente predicata in pubblico pone per principio che bisogna uccidere senza misericordia qualunque nemico. In un meeting tenutosi recentemente, uTiÒ dei proseliti
della fede mormonica non dubitò di proporre pubblicamente
che fossero messi a morte due gentili, mercanti a Boi Eider,
vicino alia città, il solo delitto dei quali era quello di dispiacere a Eider Lorenzo Show. Fu loro lasciato tempo a sgombrare sino al 1“ di giugno.
« Ciò che cagiona maggior irritazione sono lo unioni che
Brigham consacra concedendo zitelle a vecchi. Sul semplice
sospetto di apostasia altri è messo fuor della legge, e chi
tenta di evadere segretamente è trucidato. Vittime cotaii ve
ne sono molte.
«Brigham Young è ancora iu viaggio, e prima di partire
ha lasciato ordine ai Santi di uccidere altrui per ia propria
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salute in caso di avvenimenti. Egli annunzia che se i Santi
continuano a sostenerlo , egli arriverà alla presidenza degli
Stati-Uniti entro dieci anni. Tutti i suoi discorsi mirano ad
eccitare alla rivolta contro qualsiasi tentativo che il governo
federale facesse per ¡stabilire ciò che egli chiama suo territorio. Ha inoltre proclamato una nuova legge , nella quale
qualunque donna colpevole di disobbedienza è condannata
alla degradazione p dichiarata indegna del matrimotrio e di
qualsiasi protezione legale ».
Institutions protestantes de Beaumont-lès-Valence (Bróme).
Ces deux institutions, récemment fondées par M. le pasteur
Bérard, et dirigées sous sa surveillance immédiate, ont pour
but de joindre aux avantages d’une instruction solide , celui
d’une éducation chrétienne.
Ij’institut secondaire compi'end dans son enseignement les
études elassiques (baccalauréats ès-lettres et ès-sciences] et les
éludes commerciales et professionnelles. Une classe élémentaire
reçoit les eui«.^i.„ au-dessous de dix ans. Prix; 600 à 650 fr.,
suivant l'âge et le genre d'études. Des bourses, fournies par
la société centrale protestante et par quelques amis de l’évangélisation, sont destinées auxélèvespeufortunés qui se vouent,
avec une vocation marquée, au saint ministère.
h'instiiut poiir les demoiselles comprend dans son enseignement toutes leS branches d’études qui composent une éducation soignée, les langues vivantes, les beaux arts et tous les
travaux d’utilité ou d’agrément. Prix 550 à 600 francs, —
Quelques bourses y sont également réservées aux jeunes filles
pieuses et capables qui se vouent à la carrière d’institutrices
et qui ne peuvent subvenir entièrement aux dépenses de leurs
études.
Pour de plus amples détails et pour des prospectus, s’adresser à M. Bérard, pasteur à Beaumont-lès-Valence (Drôme).
Oroisso Domenico gerente
Tcrritro — Slttmpei'ia lìeU'Unicne Tipnjrsficf-EdHricc