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Anno 122 - n. 19
9 maggio 1986
L. 600
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a; casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Il drammatico (o catastrofico?) incidente alla centrale nucleare di Cernobyl è giustamente diventato uno degli argomenti che impressionano l’opinione
mondiale. Dal punto di vista dell’evoiuzione della situazione, non
possiamo far altro che rimanere
dei soggetti passivi e disarmati,
di fronte aUe notizie più o meno ’’piiotate” dei mass media.
Ma alcune considerazioni di fondo si impongono.
Anzitutto, il rapporto — quasi
taciuto dalla stampa — fra energia atomica e produzione bellica. E’ stato confermato che l’uso dei vecchi reattori a grafite
(come quello in questione) è anche destinato alla produzione di
plutonio utilizzabile per le armi nucleari. Viene quindi ancora
una volta dimostrato che quel
tipo di energia non è poi tanto
’’pacifico” quanto si afferma. In
subordine a questo fatto si deduce che, malgrado U mondo
possa già essere distrutto parecchie volte dagli armamenti esistenti, si continua a produrre
altro materiale bellico. C’è tuttavia da chiedersi quanta responsabilità abbiano in questo anche
gli Stali Uniti che non solo
hanno finora respinto le recenti e reiterate proposte russe di
moratorie o di disarmo atomico, ma hanno risposto con nuove esplosioni nucleari e col proseguimento (col coinvolgimento delle nazioni alleate) nella ricerca sullo scudo spaziale.
Una seconda considerazione
nasce a seguito dei ’’consigli”,
delle istruzioni e delle ordinanze emanate in Italia in modo
incerto e contraddittorio dalle
autorità competenti. Alla fine si
saivano capra e cavoli coll’affermazione: « ’’per ora” non c’è
pericolo ». Il fatto indiscutibile è
che i rischi di questo genere
sono tutti da scoprire, in quanto
essenzialmente proiettati verso
il futuro. Si pensi ad Hiroshima:
dopo 40 anni si continua a morire di cancro, si nasce malformati o handicappati. Non è mai
stata provata resistenza di una
soglia di ’’non pericolo”. Anche
dosi minime di radiazioni —
contro le troppo sicure affermazioni dei fautori dell’atomo —
possono innescare processi patologici di vario genere, la cui
portata si potrà verificare fra
anni, se non fra decenni.
Ma la cosa che più colpisce e
indigna è il fatto che la notizia
sia stata inizialmente non solo
tenuta nascosta, ma smentita
dairUrss. Il governo sovietico,
col suo atteggiamento, oltre a
giocare una carta pericolosa
per la sua credibilità, ha dimostrato di non tener conto né dei
suoi cittadini, né delle più elementari esigenze della comunità
internazionale. Il mondo è uno
solo ed i cieli non hanno confini. Il diritto all’informazione,
specie in questi frangenti, è la
norma basilare per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. La disgrazia di Cernobyl è una disgrazia per tutto il mondo. Torna alla mente la profetica esortazione di Paolo nella sua lettera agli Efesini (4: 25): « Bandita la menzogna, ognuno dica la
verità al suo prossimo, x»erché
siamo membra gli uni degli altri ».
Roberto Peyrot
_______DOPO IL BOMBARDAMENTO STATUNITENSE DI TRIPOLI E BENGASI
Fuoco più fuoco uguale cenere
Dichiarazioni contenenti forti critiche all’operato (degli Stati Uniti, tra cui quella (del Consiglio
(delle chiese in USA, giungono da chiese di ogni parte del mondo al presidente Reagan
« Qualche volta combattere il
fuoco col fuoco produce solo più
cenere ». Questa dichiarazione di
William S. CofEn, pastore della
Riverside Church di New York,
sintetizza le prese di posizione di
vari organismi ecclesiastici negli
Stati Uniti e in altre parti del
mondo a seguito dei bombardamenti di, Tripoli e Bengasd. I testi finora pervenuti (fatti circolare da varie agenzie di stampa
ecumeniche e, in Italia, dal nev
della Federazione Chiese Evangeliche) comprendono dichiarazioni di Arie Brouwer, segretario del Consiglio Nazionale delle
Chiese di Cristo in USA (NCCC)
che già dopo l'incidente del Golfo della Sirte di fine marzo
aveva indirizzato una protesta
per telegramma al presidente
Reagan (vedi Eco-Luce -n. 17/
25.4.’86); di Robert W. Neff, segretario generale della Church of
Brethren (CB); di Avery Post
e John O. Humbert, presidenti rispettivamente della United
Church of Christ (UCC) e della
chiesa dei Disciples of Christ
(DC); di Edmond L. Browning,
primate d^lla Episcopal Church
(EC); di James E. Andrews, segretario dell’Assemblea generale
della Presbyterian Church USA
(PC); del Consiglio Ecumenico
delle Chiese di Ginevra (CEC);
del British Council of Chirrohes
di Londra (BOC); del segretario
della All African Church Conference (AACC); dei vescovi Martin Kruse e Werner Leich per le
chiese evangeliche in RFT e RDT.
In Italia la Giunta della Federazione delle Chiese evangeliche ha
inviato un messaggio al NCCC in
USA e la Federazione regionale
di Calabria e Sicilia, insieme alla
Commissione pace e disarmo delle Chiese battiste, metodiste e
valdesi e alla Federazione Giovanile Evangelica, ha preso posi
zione con una dichiarazione che
negli Stati Uniti è stata distribuita dalla American Waldensian
Society. (Di questi ultimi, che
ci riguardano direttamente, pubblichiamo il testo integrale a
p. 12).
Particolarmente forte la lettera di Arie Brouwer del NCCC al
presidente Reagan in cui si afferma che il raid USA contro la Libia è « non soltanto un attacco
alla Libia ma un attacco all’America » e che azioni come queste
« non soltanto appannano la nostra immagine nel mondo ma la
corrodono ». Il pastore Brouwer
conclude la sua lettera con queste parole: « Per coloro di noi
che oggi leggono i profeti, la giustizia non si raggiunge con l’uso
vendicativo della forza. La giustizia esige che noi guardiamo alle
cause profonde che soggiacciono
all’ingiustizia. La Sua recente
azione nel Golfo della Sirte e il
COSA VUOL DIRE « RINUNCIARE A SE STESSI »? - 3
Sacrificare
E chiamata a sé la folla ed i suoi discepoli disse ioro: Se uno
vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce
e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita la perderà;'-ma chi
perderà la sua vita per amor di me e del Vangelo la salverà.
(Marco 8: 34-35)
Il terzo termine che esprime
il pensiero di Gesù è: sacrificio.
Ancor più difficile da accettare
e da inserire nella nostra visione della vita moderna. Chi ha
oggi voglia di fare dei sacrifici?
Di compiere rinunce così radicali ed impegnative da avere uri
costo così alto da potersi definire “sacrifici’’? Ogni rinuncia ha
certo un suo costo, è più o meno difficile da fare ma un sacrificio è una rinuncia grossa,
che costa.
Non è forse vero che oggi tutti
vogliamo avere tutto, subito e
senza fatica? L’idea di dover
aspettare, sforzarsi, soffrire e
lottare per avere qualcosa fa già
paura in sé, proporla come ideale di vita è assurdo. Il sacrificio
è improponibile.
Almeno così sembra, perché a
guardare bene attorno a noi si
constata che esiste tutta una
psicosi del sacrificio, un bisogno,
una industria del sacrificio. Lo
sono gli sports che traggono il
loro fascino dalla^ carica di
sacrificio di chi li compie e
di sadismo di chi vi assiste o
anche vi partecipa. Il sacrificio
economico, di energie, di tempo e di sonno che certe partite
di football impongono lascia
del tutto stupefatta ogni persona ragionevole. Chi i sacrifici
non ha, quelli veri, va a cercarsene, di fasulli.
E’ diverso, si dice, perché un
piacere può anche costare sacrificio, lo merita. Sarà, ma a
guardare bene le persone che si
sacrificano „per. delle realtà ve
re, profonde, autentiche sono
poche.
Anche qui però bisogna fare
lo stesso ragionamento di prima; Gesù non chiede solo di fare dei sacrifici, ed eventualmente di fare dei sacrifici che abbiano un senso, una portata, una
dignità, dei sacrifici autentici
che producano vita e rechino
aiuto.
Questo è naturalmente sottinteso nel suo discorso, Gesù chiede di sacrificarsi, di fare il sacrificio di sé, della propria vita.
E lo dice con un riferimento
esplicito alla sua esperienza:
« prendere la propria croce ».
Superfluo dire che portare la
croce non significa sopportare i
dolori della vita, le difficoltà, le
tristi vicissitudini che in un modo o nell’altro oscurano il cammino di tutti, chi più, chi meno. Prendere la croce vuol dire
fare come Gesù, essere disposti
a dare tutti se stessi, sacrificare la vropria volontà per sottomettersi a quella del Signore,
ammettere che Egli tracci la nostra strada o, come si dice spesso, il nostro destino. Rinunciare ad essere i protagonisti della
scena, a gestire noi la vita.
Chi non è disposto a portare
la rinuncia fino al sacrificio di
sé non è discepolo di Cristo'.
In questo caso di cristiani nel
mondo ce ne sono davvero pochi, ammesso che ce ne siano
ancora! E’ quello che diceva già
un secolo fa un teologo luterano
danese, Kierkegaard.
Ma è proprio vero? Se fosse
così e se Gesù avesse pensato
così non avrebbe parlato ed agito come ha parlato ed agito. Egli
si rivolge a tutti, con molta serietà, certo, e pienamente consapevole di anello che dice, ma
non come uno che voglia fare
una religione di élite, una setta
riservata a pochi eletti capaci
di vivere nello spirito, vivendo
di tisane e di meditazione. Quello che dice lo dice a della brava
gente come siamo tutti noi, né
più intelligenti né più spirituali.
Ciò che chiede non è un modo
di vivere eccezionale, unico, non
è il sesto grado dello Spirito in
libera, è il camminare per la
strada di tutti ma imparando a
camminare.
Scegliere, rinunciare, sacrificarsi non sono affatto sinonimi
di perdere, morire, autodistruzione, impoverimento, amputazione come si potrebbe pensare;
sono sinonimi di libertà, responsabilità, forza, crescita, maturità, umanità. Forse che Gesù che
ha saputo scegliere e sacrificarsi
è stato meno uomo di tanti nostri contemporanei? E’ stato forse ridotto a vivere una vita rimpicciolita perché non ha sperimentato tutto il vivibile? E' stato forse meno uomo perché non
ha voluto esplicitare tutte le
energie potenziali che erano in
lui e soddisfare tutti i piaceri
che potevano sollecitare la sua
fantasia?
Viene da chiedersi se in un
mondo di droga e di alcool, di
sesso e di evasione, di vacuità e
di sperpero come il nostro sapersi sacrificare, rinunciando,
non sia l’unica scelta intelligente che un uomo possa fare per
restare uomo e vivere felice.
Giorgio Toum
bombardamento della Libia hanno reso i problemi estremamente complicati di ingiustizia politica, economica e sociale ancor
più complicati, caricandoli emotivamente. Il diffuso consenso
del popolo americano anche di
fronte alle forti proteste del resto
del mondo non crea un’atmosfera
favorevole a ripensare quelle politiche. Signor Presidente, io prego nel nome.di Dio e per amore
dell’America e del mondo che Lei
abbandoni questa politica distruttiva di confronto militare
per condurci nelle vie della giustizia e della pace. Gli Stati Uniti a suo tempo hanno avuto un
ruolo coraggioso e costruttivo
come terza forza nel processo di
pacificazione del Medio Oriente.
Solo questo può evitare l’escalation della violenza, affrontare in
modo efficace e costruttivo il terrorismo, rendere possibile un
mondo pacifico ».
La lettera, che data del 18
aprile, riporta stralci di dichiarazioni fortemente critiche giunte fino a quel momento al NCCC.
Accanto alla Uniting Church dell’Australia, al Resource Sharing
Group formato da varie chiese
in Europa e ai ricordati documenti del CEC e dell'AACC, viene così citato al presidente Reagan anche un brano del messaggio della Federazione delle chiese protestanti in Italia.
Dalle altre dichiarazioni che
abbiamo menzionato riportiamo
una sintesi dei punti che con più
frequenza vengono ribaditi in varia forma e misura.
Contro la legge
e la moralità
« Moralmente dubbia e fondamentalmente imprudente » è stata la decisione di rispondere al
terrorismo con l’assalto militare; decidendo di agire invece di
ricorrere alle Nazioni Unite, « gli
USA si sono appropriati del ruolo di accusatore, giudice ed esecutore della sentenza, scadendo
dall’alto livello della moralità »
(UCC-DC). Affermare che si è
trattato di un’azione di legittima
difesa non è difendibile: il raid
« è una violazione flagrante delle
disposizioni della Carta delle Nazioni Unite » afferma il CEC. Lo
stesso argomento viene ripreso
in modo più articolato dal BCC
di Londra che dopo aver ricordato che « il rispetto delle leggi
internazionali è la condizione
morale indispensabile al mantenimento dell’ordine nel mondo »,
afferma che il ricorso alla forza
è giustificabile solo in ultima
istanza e in accordo con le disposizioni della Carta deH’ONU. Gli
USA invece hanno ignorato l’art.
51 che ammette l’autodifesa in
caso di aggressione militare solo
qualora le misure prese dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU si
Franco Glamplccoll
{continua a pag. 12)
2
2 fede e cultura
9 maggio 1986
SULLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA IN ITALIA
No alle scorciatoie
INTERVISTA AL PROF. E. JUENGEL
Dio dice sì
Mi sembra che l’articolo di
Ester Tomassini e Paolo Fiorio
(« Riforma della chiesa, uno slogan da buttare», pubblicato sul
n. 16), al di là della proposta
avanzata (con cui non sono d’accordo) offra una descrizione inesatta e quasi caricatiurale della
FGEI e pertanto meriti alcune
precisazioni.
Tanto per cominciare, mi pare futile giocare con le parole e
criticare ’teologicamente’ lo slogan ’riforma della chiesa’. La
FGEI non ha tentato di sostituirsi allo Spirito Santo: piuttosto, ha tentato di tradurre la
sua critica teologica alla chiesa
(una chiesa che si pretendeva
’separata’ dal ’mondo’, con quello che allora si chiamava « il
proletariato » emarginato dalla
vita comunitaria e ridotto a
« fruitore di servizi religiosi » V. l’inchiesta a Lusema, in GE
n. 51) in una proposta ecctesiolopca credibile. Del resto, come
fai a criticare teologicamente il
modo di essere della chiesa se
non avanzi anche proposte organizzative, e se non fai esperimenti, tentativi piccoli e grandi,
alla ricerca di una maggior fedeltà all’Evangelo? E allora ha
senso mettere in discussione la
politica delle opere, come pure
anche il pastore che non usa la
toga nel culto, senza per questo
pretendere di ’riformare’ la chiesa a tavolino.
Se la riforma della chiesa non
funziona più, in realtà è perché
la chiesa ci è cambiata sotto gli
occhi, e in modi che non prevedevamo. La FGEI ha contestato
la chiesa separata dal mondo e
ora abbiamo la chiesa che prende posizione (e « dalla parte giusta») su tutti i temi più scottanti, e si. pone il problema del
rapporto con lo Stato (Intese, 8
per mille): la FGEI si è battuta
per l’unità del protestantesimo
italiano (è stata questa la sua
prima ragion d’essere) e oggi
abbiamo la FCEI e l’integrazione valdese-metodista; la FGEI
ha contestato la politica delle
opere ed oggi c’è il rilancio della diaconia. C’è bisogno di aggiornare le nostre analisi e i nostri strumenti d’intervento per
capire cosa sta succedendo nelle chiese: ma questo non è la
stessa cosa che dire, come fanno Fiorio e Tomassini, che parlare di riforma della chiesa è
improduttivo perché tanto la riforma la fa lo Spirito.
In generale, dall’articolo emerge la visione caricaturale di una
FGEI fatta di reduci ultraquarantenni, ex - sessantottini disperatamente abbarbicati agli slogan del tempo che fu, bizzosi e
impegnati in sterili battaglie di
retroguardia. E la frecciatina
sugli opposti estremismi FGEITEV (entrambi movimenti di
opinione « isolati e scarsamente influenti») risulta francamente penosa.
Probabilmente Tomassini e
Fiorio hanno applicato a tutta
l’Italia la situazione che hanno ■
sotto casa. Ma il guaio è che una
tale descrizione rischia di alimentare i pregiudizi di molti
membri di chiesa, rimasti (loro
sì) in ritardo di 15 anni. Il guaio
dei nostri gruppi e regioni è invece che si deve « ricominciare
da zero» ogni dùe-tre anni, o
che si manca di memoria storica, o che non si riesce ad avere un rapporto costruttivo con
gli ex-giovani (una generazione
che tende a sparire non solo dalla FGEI, ma anche dalla chiesa).
Discutiamo la proposta Tomassini-Florio, cioè la trasformazione della FGEI in « organizzazione di tutti i giovani evangelici
dai 15 ai 25 anni », che assuma
come propria ragion d’essere la
formazione e l’aggregazione di
tutti i giovani delle nostre chiese. In realtà la proposta non è
poi così sconvolgènte; la FGEI
si occupa già, e non da oggi (il
Progetto Lombardia, tanto per
fare un esempio, è partito nel
1977) di formazione e aggregazione giovanile, ma non può fare
solo questo né può farlo da sola
(è alla chiesa in quanto tale,
non alla sua componente giovanile, che spetta di predicare l’Evangelo ai giovani).
Sui contenuti, mi sembra che
Tomassini e Fiorio prendano un
abbaglio quando parlano di
« soggettività ». Il problema della soggettività (almeno nel senso in cui ne ha discusso la FGEI
negli ultimi anni) non può ridursi ai turbamenti sessuali, affettivi e di fede dei « cadetti » e
post-« cadetti »; piuttosto, si tratta di un nuovo angolo visuale
per interrogarci su problemi che
si ripropongono sempre nella vita personale, nella chiesa e nella vita politica (rapporto con gli
altri, senso della vita, significato dell’impegno, ecc.), e che
riguardano anche gli ultraventi
cinquenni (ricordiamo il contributo decisivo dato dalla riflessione dei gruppi donne FGEI su
questi temi).
Infine, mi pare che abbiano
ragione Ferrerò e Pons quando
dicono (GE n. 96) che la trasformazione della FGEI prospettata da Tomassini e Fiorio comporterebbe « la proliferazione di
pastori e animatori per giovani
(...) in quanto è difiicile che dato il notevole dispendio di tempo che questa attività richiederebbe ed in mancanza di un progetto coinvolgente, l’aggreigazione venga fatta da giovani più o
meno della stessa età di quelli
da aggregare ». Personalmente
ritengo che un tale impegno (finanziario e di energie mnane)
non sia alla portata delle nostre
chiese: forse per seguire il « modello tedesco» (Uffici per il Lavoro Giovanile con giovani-fimzionari pastori e animatori appositamente stipendiati) occorre essere una cluesa ricca e « di
massa ».
No al l’efficientismo
Dopotutto altre « organizzazioni giovanili » si stanno rifondando nel senso di una maggiore autonomia e di un incalzare
l’organizzazione « adulta » con
prese di posizione incisive su
« grandi temi » non puramente
« giovanili » (penso alla FGCI e
alle sue battaglie su nucleare,
pace, lavoro, ecc.); non vedo
perché la FGEI dovrebbe fare
il percorso inverso, rischiando
di perdere alcune delle caratteristiche più positive dei suoi
gruppi locali; la capacità di autogestirsi e l’interdenominazionalità (nelle grandi città rischieremmo di avere una FGEI valdese, una FGEI metodista e una
battista).
La « soluzione » alla crisi di
identità della FGEI (che poi non
è un’anomalia italiana: anche i
nostri movimenti fratelli, come
l’MCS europeo, vivono questo
difficile passaggio) non sta, a mio
parere, in scorciatoie efficientiste (che sanno molto di « ritorno a casa »), ma nel ricercare,
tutti insieme, quale sia la vocazione di Dio per noi (singoli,
gruppi e Federazione) oggi. Al
Congresso, e poi nel lavoro quotidiano dei vari gruppi.
Giorgio Guelmani
Recentemente Eberhard Jiingel, discepolo del grande Karl
Barth, professore di teologia sistematica e. direttore delTIstituto di ermeneutica a Tubinga, è
stato a Torino. Qui ha tenuto
una frequentata conferenza e un
riuscito seminario presso il
« Centro teologico » di Corso Stati Uniti, gestito dai padri gesuiti.
Jiingel caratterizza positivamente l’època moderna: l’uomo
può essere uomo anche senza riconoscere Dio, ma se non rappresenta una necessità per l’uomo,
Dio, in realtà, è molto di più: è
amore. L’amore non è una delle
tapte qualità di Dio, ma è l’essenza stessa di Dio che si esplica
in prospettive e in situazioni
molto diverse tra loro. Il suo libro, tradotto in Italia da Paideia,
« Dio, mistero del mondo », in
Germania è arrivato alla quinta
edizione.
Per Jiingel non si può parlare
di Dio evitando la figura e l'opera di Gesù Cristo che sottolinea
il carattere decisorio della volontà di Dio nei confronti dell’umanità. La teologia ha a che fare
col « concretissimo » Gesù di Nazareth, centro dell’Evangelo e luce capace di illuminare ogni uomo.
Ma Gesù sapeva esattamente a
cosa andava incontro? Come mai
parla così poco di sé? E qual è
il suo rapporto col Padre? « In
realtà — risponde il giovane professore di Tubinga — Gesù senza
Dio non è se stesso e ha compreso se stesso a partire dal Regno
di Dio ohe viene, instaurando un
nuovo spazio dell’essere insieme
tra Dio e l’uomo ».
Al di" là della complessa sintesi sul problema di Dio apparsa
nel volume citato, abbiamo chiesto a Jiingel quali sono oggi in
Germania occidentale le nuove
tendenze all’interno della teologia evangelica, sul problema di
Dio.
« Stiamo riflettendo in nuove
direzioni — dice Jiingel —. Una
volta pronunciare il nome di Dio
era sinonimo di onnipotenza, di
gloria, di maestà, ora preferiamo
pensare a Dio ohe si fa povero
per renderci ricchi e che soffre
per noi. Non solo, ma se una volta il pensiero di Dio e il pensiero sulla libertà erano lontani, oggi pensiamo con insistenza a Dio
che libera; non è un caso che nel
Nuovo Testamento sia scritto:
”la verità vi renderà liberi”, e
chi se non Cristo è stato la verità di Dio sulTuomo? ».
Non ritiene — chiediamo ancora al sistematico di Tubinga —
che queste nuove piste di ricerca teologica derivino, più che dalla ricerca teologica universitaria,
dalla situazione sociale e politica che stiamo attraversando oggi in Europa? « No — sbotta
Jiingel — la teologia ha una sua
autonomia di pensiero, ha una
testa propria con Cui pensare,
non ha bisogno di andare a rimorchio della situazione politica e sociale ».
Prendiamo allora un grave
problema sociale che affligge
Germania e Italia: la disoccupazione giovanile: cosa dice la teologia evangelica? « Dio dice sì ail’umanità e lo dice senza porre
condizioni e lo dice in Gesù Cristo sicché nessuno è lasciato solo a se stesso o è abbandonato
al caso. Di fronte a Dio ogni
persona ha ima sua precisa dignità, è riconosciuta ed è oggetto della sua grazia giustificante:
se non ha lavoro è necessario
che non viva questa triste condizione come un’infamia ed è necessario che la chiesa contribuisca a modificare questo stato di
sofferenza prodotto dalla mancanza di lavoro per i giovani. In
sostanza si tratta di un problema politico. L’essere disoccupato non significa che Dio non riconosca o non ami quella persona... ».
« Non pensa che esista una distanza tra la teologia che lei produce airUniversità e la vita quotidiana della chiesa? ». « C’è sempre una distanza — conclude un
po’ seccato dal registratore il nostro professore tedesco — tra la
ricerca scientifica e la sua applicazione. E’ la stessa distanza che
corre tra un laboratorio di biologia e Tambulatorio del medico;
tuttavia non mi sfugge il fatto
che l’autenticità della teologia,
il suo vero banco di prova è proprio nella vita della chiesa, ovvero nella comunità dei credenti. Lì si vede se le nostre intuizioni hanno modo di svilupparsi
e migliorare così la testimonianza della chiesa rendendola sempre più aderente al messaggio
biblico ».
Giuseppe Platone
ALDO LONG
Vorrei anch’io portare II fiore del
ricordo al caro fratello Aldo Long anche perché, ambedue Anziani della
Chiesa di Piazza Cavour, abbiamo affrontato insieme momenti di lavoro
comune e, talvolta, difficoltà non lievi.
Non solo nelle sedute di Consiglio,
allora abbastanza movimentate, Aldo
portava un contributo pacato e fermo
-- pur se la sua posizione poteva
non essere condivisa da altri — ma
anche nelle assemblee la sua voce
seria non mancava mai. Lo ricordo nelle sedute per l’approvazione del bilancio, nella linea di condotta da tenere per la proposta adesione all’unione
valdese-metodista, alla elezione del
successore del pastore Ribet, e poi
alle assemblee dei Predicatori locali ad
Ecumene: la sua posizione era sempre quella del fratello impegnato che
vedeva le situazioni nel loro aspetto
realistico.
Quando presiedeva i culti della domenica sera usava un suo sistema;
presentava un volume, da poco edito,
su argomenti di carattere biblico e
poi commentava l’esposizione dell'autore alla luce della Parola di Dio, e I
suoi culti, per questo, erano aperti e
ricchi di feconde discussioni.
Quando venne colpito dal male che
doveva immobilizzarlo e togliergli
l’uso della parola, fece capire con I
gesti e con rapide espressioni che gra
diva le visite dei fratelli e perciò all’ospedale, in clinica e poi in casa ci
vedemmo più volte ed era edificante
notare l’attenzione che il malato prestava ai nostri brevi culti e la sua
adesione alla preghiera finché la commozione non lo vinceva.
Perciò, davanti alla sua spoglia, abbiamo ringraziato insieme il Signore
per la fede e la pazienza che gli aveva dato fino alla fine, per la sua testimonianza durante il cammino terreno e per la lunga assistenza che solo una famiglia cristiana aveva potuto dare ad un uomo cosi colpito dal
dolore.
Ricordando il fratello e compagno
di lavoro, torna spontanea la solenne
parola dell’Apocalisse: « Sii fedele fino alla fine e lo ti darò la corona della
vita •.
Giovanni Conti, Roma
TESTIMONIARE
Egregio Sig. Direttore,
fra i vari interessati al problema
dell’Insegnamento religioso nelle scuole vi sono i Testimoni di Geova. Forse
i più non lo sanno ma. In Italia, è da
almeno quarant’anni ohe i Testimoni
presentano per i loro figli, all’inizio
di ogni anno scolastico, regolare richiesta di esonero daH'insegnamento
religioso cattolico, motivandola con la
convinzione che è compito dei genitori insegnare la religione ai figli.
Richiedere oggi l’esonero dall’ora di
religione può anche costituire motivo di plauso, da parte di presidi ed
insegnanti di larghe vedute; la stessa
richiesta quaranta — o anche solo
dieci — anni fa, poteva significare
esporsi ad una probabile discriminazione e a velate minacce di bocciatura.
Ciò nonostante, i Testimoni di Geova
hanno avuto finora il coraggio — e non
sono i soli — di dire no all’Insegnamento religioso di stato, così come ad
ogni attività di carattere politico (canto dell'inno nazionale, saluto alla bandiera, ecc.).
Abbiamo detto che la motivazione
addotta è la convinzione che l’insegnamento a carattere confessionale
sia compito della famiglia; ma, e questo è il punto, quanti genitori, fautori
dell’insegnamento religioso scolastico,
dispongono di una formazione religiosa
da trasmettere al figli, se II primo viene a mancare?
Può far comodo che la scuola si
offra d’insegnare la moralità, l’onestà
e qualche cos’altro che, nella peggiore
delle ipotesi, non farà né bene né
male... o così si crede. Per averlo
verificato di persona, possiamo dire
che I più convinti assertori dell’ateismo
hanno precedenti scolastici in istituti
religiosi cattolici. E’ vero, un’ora di
religione la settimana non creerà un
slmile effetto di contrasto, ma abbiamo seri dubbi che possa forgiare credenti col coraggio di obiettare qualora
si decidesse un giorno d’insegnare a
scuola, per esempio, l’ateismo.
Per far fronte anche ad una eventualità del genere, noi Testimoni di
Geova continueremo ad Insegnare ai
nostri figli. In famiglia, ciò che riteniamo sia verità in fatto di religione.
Con i migliori saluti.
Alberto Bertone, Torino
NEL SANTUARIO
Caro direttore
lunedi dopo Pasqua 31 marzo a Pollena (NA) un gran via vai di gente, da
mattina a sera, mi ha spinto a portarmi a circa un km. da dove mi tro
vavo e ad entrare nel santuario di « Madonna dell’Aroo ». Folla immensa col
volto di semplicità, fedeltà e sincerità;
entrare ed uscire in quel santuario con
la certezza di ricevere le grazie richieste e venivano anche da molto lontano
e a piedi scalzi.
Ho veduto persone che avanzavano in ginocchio strisciando la lingua sul pavimento in segno di devozione e pentimento; visitando altre sale i
miei occhi si fermarono su un quadro
con una immagine di donna travagliata con sotto la seguente scritta: « Nella
notte del 20-21 aprile 1590 ad Auriela
Del Prete, donna deforme di corpo e
di animo, caddero entrambi i piedi per
punizione alle sue molteplici bestemmie ».
Dopo alcune riflessioni su questa
scritta mi spostai in avanti e vidi suore e laici che dietro a banchi vendevano oggetti religiosi. Me ne uscii
disgustato con i seguenti pensieri:
1) Nessun comando divino ci dice di
strisciare la lingua sul pavimento: 2) La
madonna vendicativa punisce una povera deforme (forse perché è terrena)
mentre Gesù dà la sua vita per l’intera
umanità; 3) Chi sa quanto denaro la
folla enorme ha lasciato alla chiesa.
Madre e Maestra, che sa trovare ogni
mezzo per rimanere sempre la stessa
o diventare sempre più grande!
MI cadranno entrambi I piedi?
Saluti e tanti auguri.
Domenico Di Toro, Velletrl
3
9 maggio 1986
fede e cultura 3
UN INCONTRO INTERNAZIONALE AD AGAPE
L.:
La tecnologia nella nostra vita
La tecnologia è neutrale? E l’uomo che la usa? Uno sguardo ad ingegneria genetica, computers, informatica ed alle loro conseguenze sociali, anche dal punto di vista della fede
Cos’è la tecnologia? E’ una
tecnica che ha una sua logica,
una sua razionalità, una sua intelligenza? La tecnologia, il computer, sono neutrali oppure no?
Questi alcuni degli interrogativi
che ha affrontato rincontro internazionale della World Student
Christian Fédération (MCS, Movimento Cristiano Studenti) che
si è tenuto ad Agape dal 1” al
4 aprile, con la partecipazione di
studenti (e non) provenienti da
Danimarca, Irlanda, Svezia, Germania, Francia, Italia, Cile e Stati Uniti.
L’ingegneria genetica e la biotecnologia sono l’applicazione
delle scienze e delle ingegnerie
a materiale biologico. Come materiale biologico mi riferisco alla cellula, che è l’unità fondamentale di base di ogni organismo vivente; nella cellula avvengono tutti i processi per la trasmissione, la regolazione e la
produzione delle sostanze elementari per la vita: le proteine.
Questa regolazione viene compiuta dai geni che sono i diretti
responsabili della trasmissione
delle informazioni per la produzione delle proteine.
L’ingegneria genetica può prelevare un gene da una cellula,
isolarlo e inserirlo in un’altra
cellula senza provocare alterazioni di alcun tipo. Questi studi
vengono fatti sui batteri, in par
ticolare sulla specie Escherichia
Coli: la sostituzione di un gene
nel patrimonio genetico del batterio diventa ereditaria e quindi trasmessa alle generazioni
successive.
Le applicazioni deiringegneria
genetica sono vaste e comprendono: la alimentazione, l’energia,
la sanità, l’ambiente.
Per quanto riguarda l’alimentazione l’ingegneria genetica potrebbe favorire ad esempio lo
sviluppo di vegetali nutrienti in
zone dove normalmente non crescerebbero (zone desertiche, zone ricche di sali minerali). Un
campo molto importante è quello della sanità dove con queste
biotecnologie possono venir prodotte sostanze come: l’insulina
umana, gli antibiotici, gli ormoni, gli enzimi, alcuni vaccini sintetici e anche sostanze di interesse diagnostico.
Per la tutela dell’ainbien.te si
potrebbero usare dei batteri ad
es. per la depurazione delle acque, per la demolizione dei sacchetti di plastica o per il trattamento delle acque residue.
Naturalmente tutte queste conoscenze nel campo delle biotecnologie sono ancora solo a livello di ricerca, e in ogni caso le
difficoltà sono nella loro applicazione a livello industriale ed
economico. Non esiste una scienza buona e una scienza cattiva.
't .
VERONA
Il concilio per ia pace
Abbiamo dato notizia degli incontri ecumenici per la pace, cui
partecipano in Verona alcune
parrocchie della città, comunità
di base e la chiesa valdese.
L’il aprile si è svolto un incontro con il pastore Luciano
Deodato, in questo contesto, sul
tema «Proposta per un concilio
mondiale sulla pace ».
Per la prima volta in Italia, da
un gruppo ecumenico, si affrontava questo argomento di fondamentale importanza.
Deodato ha preso in esame la
lettera del fisico e filosofo tedesco C. P. von Weizsäcker, che
ha lanciato la proposta di un
concilio ecumenico di tutte le
chiese cristiane per la pace nel
mondo, nel corso del « Kirchentag » tenutosi a Düsseldorf dal
5 al 9 giugno 1985.
« Noi chiediamo alle chiesei
del mondo di convocare un concilio per la pace », dice la lettera, « condizione per la sopravvivenza dell’umanità ». « Le chiese cristiane devono pronunciare, in spirito di comune responsabilità, una parola che l’umanità non possa ignorare ». « Il tempo stringe. Chiediamo ai responsabili delle chiese di fare tutto il
possibile affinché il concilio si
possa svolgere al più presto »,
chiede Weizsäcker, una persona
molto nota e ben integrata nella
realtà politica tedesca, di estrazione borghese, che richiama alla memoria un’altra nota personalità del mondo evangelico tedesco: D. Bonhoeffer.
Dal Kirchentag del 1981 era
nato il movimento per la pace,
diffusosi in tutto il mondo. Era
giusto che dallo stesso Kirchentag, pochi anni dopo, fosse formulata una nuova proposta operativa.
« Le indicazioni » nota DéOdato « sono assai genèriche ». Le
tematiche del perdurare ^elle
guerre • nel Sud, e del pericolo
nucleare nel Nord, sono riduttive rispetto ai conflitti possibili.
Weizsäcker pecca di ottimismo invocando una rapida convocazione del concilio e augurandosene la conclusione nel 1989: i
tempi sembrano essere lunghi,
se la macchina dell’organizzazione non si è ancora messa in moto! Si è forse dimenticato che
già a Vancouver il C.E.C. ha fatto la proposta di lavorare perché chiese di diversi paesi creassero rapporti multilaterali sulla
pace, o che vari « patti » sono
stati proposti tra persone dell’Est e del Sud per promuovere
una piattaforma di pace?
Nonostante questi limiti l’appello è quanto mai valido.
Poco più di 50 anni fa Bonhceffer lanciava al suo popolo un
appello, in un convegno giovanile, affermando che non si arriva alla pace per la via della « sicurezza ».
In questi ultimi anni varie
chiese hanno parlato di pace,
nessuna lo ha fatto nel quadro
di una confessione di peccato.
Da troppo tempo, al contrario,
le chiese hanno « giustificato » la
guerra.
E’ necessaria una correzione
di rotta; che un concilio possa
parlare di « pace » come profezia, come confessione di peccato; fin qui — come ricorda Paolo Ricca — la pace non è stata
per le chiese una via di Damasco.
Il consenso alla proposta di
un concilio per la pace non è
mancato: hanno aderito le chiese della Germania, la chiesa riformata francese, le chiese del
blocco dell’Est, le chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia. Ma è mancato l’entusiasmo.
Ora deve imporsi a noi « la
parola», che per i cristiani si
dovrebbe scrivere con la maiuscola. ,.. .
Grazia Schirò Fuhrmann
esistono invece scelte buone e
scelte cattive neH’utilizzo delle
ricerche scientifiche; quindi il
problema a monte è di chi finanzia e controlla le ricerche.
Nel mondo del lavoro
A questo proposito abbiamo
avuto delle relazioni interessanti sulle nuove tecnologie: nei
computers (a cura di Gino Cottone, programmatore); nell’industria, in particolàre sulla Fiat (a
cura di Marco Revelli) e abbiamo anche visitato l’Glivetti di
Ivrea, dove c’è tm settore completamente automatizzato per la
costruzione e produzione di computers.
Il prirho computer fu costruito
nel dopoguerra: era un apparecchio enorme, funzionante a valvole termoioniche e consumava
móltissima energia. Con i computers della W generazione, quella
odierna, si tende alla costruzione
di calcolatori di dimensioni più
ridotte e con un sempre minor
numero di componenti: si è passati da 127, nel 1979, a 37 nell’81.
La ricerca, in questo campo, si
indirizza verso la creazione di
calcolatori sempre-più veloci nello svolgere le operazioni richieste; verso nuovi tipi di comunicazione (es. telematica); verso la
creazione di tecniche sempre più
sofisticate ad es. per quanto riguarda la riproduzione musicale (compact-disk).
Per quanto riguarda l’applicazione delle nuove tecnologie nelI’industria, abbiamo analizzato
questo processo dalle sue origini,
cioè siamo partiti dal taylorismo: quando il rapporto uomomacchina viene cambiato, quando si pensò che esista un « metodo scientifico » per la produzione di un oggetto suddividendo
la produzione di un prodotto
complesso in minime parti (catena di montaggio). Il tempo di lavoro viene programmato e stabilito a tavolino, si separa così
la capacità creativa, non più data al lavoratore, da quella esecutiva. L’operaio ricopre solo più
la parte esecutiva.
Il sistema della lavorazione a
catena è un sistema rigido perché le diverse operazioni sono legate strettamente tra loro; tutti
gli operai devono essere sincronizzati tra loro e con le macchine.
Tuttavia questo sistema aveva
dei punti deboli, l’operaio impara che la catena di montaggio è
vulnerabile, impara che fermando alcuni ingranaggi la catena
può bloccarsi. Con l’avvento delle nuove tecnologie (robotizzazione) questa situazione viene modificata, il modello tayloristico viene sostituito e la catena di montaggio esiste ancora ma non è più
la tecnologia più avanzata. La robotizzazione da un lato viene vista in modo positivo, come creazione di un modello di lavoro libero, autogestito; mentre dall’altra può essere considerata come un processo di liberazione
negativo in quanto una macchina
può sostituire molti operai e
quindi provocare una riduzione
dei posti di lavoro.
Conseguenze sociali
Paola Manacorda è una libera
professionista che lavora nel
campo delTinformatica a Milano.
La sua analisi è partita dalla definizione di lavoro visto come
prodotto sociale umano, cioè un
modo in cui la società si organizza per soddisfare una serie di
bisogni umani.
L’introduzione delle nuove tecnologìe nel mondo del lavoro ha
contribuito ad istituire delle forme di controllo esterne ed interne alle industrie. La partecipazione e la possibilità di scelta dei
lavoratori verso Tambiente di lavoro rimangono solo teoriche dato che la tecnologia viene usata
per una migliore rivalutazione
del capitale delle aziende.
Per cambiare questa situazione ci dovrebbe essere un impegno per Taccessìbilità di tutti ad
esempio alle banche dati, per
l’abolizione del segreto delle tecnologie (pensiamo solo al segreto
in campo militare). Si dovrebbe
compiere un’analisi dei singoli sistemi tecnologici per poterli scegliere, rifiutare o cambiare. A livello più ampio questo vuol dire
avere un’idea più estesa di democrazia e di libertà, non più intese solo come conoscenza a livello individuale delle decisioni
del potere ma come possibilità
più concreta che la società possa avanzare le proprie alternative rispetto a queste decisioni.
In quanto cristiani
In quanto cristiani come ci poniamo di fronte alla tecnologia?
Giorgio Tourn, pastore valdese,
ci ha fatto riflettere su due af
fermazioni molto importanti:
come cristiani noi fondiamo la
nostra vita in quanto siamo
creature di Dio e il senso della
nostra vita è Gesù Cristo. Questo
significa che il senso della nostra,
vita è nella capacità di amare
qualcuno, cioè ripetere ciò che
Dio ha fatto per noi.
Amare oualcuno vuol dire essere capace di vivere per lui e di
vivere con lui in un rapporto
gratuito, di grazia: perché l’amore è gratuito.
Il senso della nostra vita non
diventa allora la sopravvivenza
biologica, la vita fisica non è tm
valore assoluto ma dev’essere
una vita per servire. La tecnologia è la religione del mondo moderno contro la quale, come cristiani, ci scontriamo. Questo
scontro però non deve essere unilaterale, dobbiamo cercare di essere obiettivi per vedere i lati negativi ma. anche quelli positivi
delle nuove tecniche. .
Le scoperte in campo tecnologico ci hanno dato la possibilità
di dividere l’atomo ma per migliorare o peggiorare la vita dell’uomo?
La fecondazione artificiale dà
oggi la possibilità a molti uomini
e donne di provare la gioia di
essere padri e madri, ma non c’è
il rischio che se ne faccia un uso
indiscriminato?
Queste domande, nel nostro incontro, hanno suscitato una viva
discussione ma soprattutto, secondo il mio parere, ci hanno fatto riflettere su noi stessi, sul nostro rapporto personale, come
cristiani, con la tecnologia e sulla
sua utilizzazione.
A questo punto possiamo affermare che la « macchina » in
sé è neutrale ma è l’uso che
l’uomo ne fa che non lo è.
Gabriella Coucourde
PADOVA: RELIGIONE A SCUOLA
I dati di un sondaggio
Il prof. Pace, sociologo, dell’Università di Padova, il prof.
Renato Pescara, giurista, della
Università di Verona, Maddalena Costatoel, della Comunità metodista di Padova, e rappresentanti della Comunità ebraica locale e delle Comxmità di base:
questi i principali oratori intervenuti ad un dibattito sull’ora
di religione, svoltosi in Padova,
nei locali della Chiesa metodista, il 10 aprile, organizzato dal
Cidi, dalle CdB e dalla Chiesa
metodista.
Il prof. Pace ha portato i
dati di una inchiesta del 1980
sulla « cattolicissima » Vicenza:
la frequenza domenicale raggiungeva a fatica il 50% dei parrocchiani; tra i giovani la convinzione o la conoscenza di alcuni principi religiosi scendeva
al di sotto del 40%. Circa il 30
per cento dei genitori interpellati riteneva non dovesse essere
impartita una educazione religiosa ai figli, fino a che non
avessero raggiunto una età consapevole.
Con le dovute cautele questi
dati possono essere estesi a tutto il paese. « Richiedere con forza di avere almeno un’ora alla
settimana a disposizione nella
scuola» — concludeva il prof.
Pace — « serve alla Chiesa cattolica per riprendere contatto
con individui ormai sfuggiti al
controllo », giocando anche sul
fatto che in questa occasione è
pressoché impossibile scatenare meccanismi come quello della « conta » in occasione del divorzio o dell’aborto; in questo
caso il controllo e l’influenza
dell’ambiente sono molto maggiori: «Nessuno vuole rischiare
la tranquillità dei propri figli! ».
Renato Pescara ha messo in
luce le contraddizioni della stessa carta costituzionale nei confronti della Chiesa cattolica. Se
i rapporti con la Santa Sede
sono regolati in analogia con il
diritto internazionale, difficilmente questo criterio potrebbe
essere seguito, ad esempio, con
la C.E.I., che indubbiamente non
è un organismo internazionale;
purtroppo permane l’ambiguità,
spesso la C.E.I. è considerata
in modo privilegiato, anche per
difetto della Costituzione, che
presenta in materia di libertà
religiosa alcune incongruenze.
La facoltatività, definita per
legge attraverso l’Intesa con le
chiese rappresentate dalla Tavola Valdese, di fatto- è diffìcilmente applicabile; per molti la
scelta è tra un insegnamento religioso cattolico e qualcosa d’altro che non si sa che cosa sia.
Si possono seguire due strade: o rifiutare totalmente l’ora
di religione, chiedendone l’assoluta facoltatività e l’eliminazione dall’orario curricolare, o
puntare su una qualificazione
credibile dell’ora alternativa.
Maddalena Costabel, tracciando una breve storia dell’Intesa,
ha cercato di comprendere quar
le calcolo politico vi possa essere stato alla base della sottoscrizione della stessa, da parte
governativa. Ha sostenuto quindi la necessità di interrogarsi
sul come rispondere all’ora alternativa, nel caso non venissero
neppure prese in considerazione
le richieste di assoluta facoltatività.
Il rappresentante della Comunità ebraica ha sottolineato la
tattica comune sostenuta da ebrei ed evangelici, pur nella specificità della posizione degli
ebrei.
Le Comunità di base, infine,
hanno sottolineato la necessità
di continuare il dibattito — come in effetti è previsto — con
altri due incontri promossi dalle
stesse forze.
Vivace il dibattito, soprattutto
tra gli insegnanti presenti.
Alberto Bragaglia
4
4 vita delle chiese
9 maggio 1986
11 MAGGIO
Le corali valdesi a Possano
La città di Possano ha recentemente restaurato il suo castello. La Biblioteca civica vi ha
trovato una sede moderna ed
accogliente, mentre, al piano
terreno, il magnifico cortile e
un’ampia sala sono stati destinati a ospitare manifestazioni
pubbliche. Qui avrà luogo, l’il
maggio, la Festa di canto delle
corali delle Valli e Torino.
Perché Possano? Le corali per
il programma della Pesta di
canto 1986 hanno scelto alcxmi
Salmi (in versione francese, italiana, oppure con melodia di un
Salmo e testo moderno). I Salmi
ugonotti costituivano, fino alTOttocent'o, rinnario usato dai vaidesi. Questa scelta è dunque un
modo per ricollegarsi, non soltanto musicalmente, alla fede
e alle lotte dei valdesi del passato, nell’anno in cui ricorre
il terzo centenario di quella
guerra che portò i valdesi alla
prigionia, poi all’esilio. Possano fu uno dei luoghi in cui i
valdesi furono imprigionati; nei
sotterranei del castello ne fu
rono ammassati più di duemila.
Nel restauro le pareti divisorie
delle antiche celle sono state
abbattute, e ora i locali risanati accolgono i libri della biblio^
teca. Ad ogni modo, anche se le
celle non sono più visitabili,
cantare i Salmi in quel luogo
di martirio ha un profondo significato: di ricordo, perché questa storia non si cancella; di testimonianza, perché a Possano
pochi oggi sanno chi sono e cosa credono i valdesi; di riconciliazione, perché ci accoglie a
Possano non più un nemico, ma
un’organizzazione' interessata alla cultura valdese e dei cattolici
per i quali il metodo della violenza per risolvere i conflitti religiosi è ormai inaccettabile come per noi.
La giornata della Società di
Studi Valdesi coinciderà per una parte con il programma delle corali; infatti nel pomeriggio,
tra le due parti del programma
di cori, l’esposizione storica sarà affidata al pastore Giorgio
Tourn.
Giovedì 8 maggio
Un’altra novità della Pesta di
canto di quest’anno è che tutti
i cori saranno preceduti da una
breve presentazione; innovazione necessaria, perché non si può
dare per scontata nell’uditorio
la conoscenza dei testi. Inoltre,
per togliere rigidità allO' svolgimento del programma, una parte dei cori sarà eseguita insieme da tutte le corali, un’altra
parte da gruppi di corali. Se il
tempo lo permetterà, il programma sarà eseguito nel cortile interno del castello, che ha im’ottima acustica.
Una parte delle corali .sarà a
Possano già al mattino per il
culto, che avrà pure luogo nel
castello.
Se lo scopo principale delle
corali è di promuovere nelle
chiese la conoscenza e la pratica del canto evangelico, è giusto che questa attività sia rivolta anche all’esterno, come
strumento di evangelizzazione.
Le corali hanno voluto dare alla
Festa di canto questo carattere
di testimonianza. b. r.
□ COLLETTIVO
BIBLICO ECUMENICO
PINE'ROLO — Alle ore 20.45 presso
la Chiesa valdese si tiene l’incontro
del collettivo biblico ecumenico. Si
esamineranno ie proposte per l'incontro ecumenico di Pentecoste {18 maggio).
Domenica 11 maggio ~
□ FESTA DI CANTO
DELLE CORALI
VALDESI DELLE VALLI
E DI TORINO
FOSSANO — Al Castello degli Acaia
si tiene alle ore 16 l'annuale festa di
canto delle corali del 1“ Distretto e
della Chiesa di Torino. Al mattino avrà
luogo un culto alle ore 10.30 a cui
parteciperanno alcune corali. La "prova generale è fissata per le ore 14.30.
□ I VALDESI
INCARCERATI
TORRE PELLIOE — La Società di
Studi Valdesi organizza una gita nelle
locaTttà che 300 anni fa hanno visto
la prigionia dei valdesi, li programma
prevede alie ore 7.50 ia partenza da
Torre Pellice e la visita a Carmagnola, Bene Vagienna, Possano e Saluzzo.
Il rientro è previsto per le ore 20.
Partenza ed arrivo a S. Margherita,
fermate: Casa Vaidese, Appiotti e Aitali.
Pranzo al sacco o presso il ristorante AGIP di Possano al prezzo di
L. 15.000 (prenotarsi all’atto dell'iscrizione) .
Le iscrizioni si fanno presso Jole
Tommasini (t. 0121/91059) versando
l'anticipo di L. 5.000.
Lunedì 12 maggio ~
□ INCONTRO
PASTORALE
ANQROGNA — Alle ore 9.15 presso la Sala si tiene l’incontro pastorale del 1° distretto. Meditazione di Vito GardioI, discussione sul tema « Rapporto tra pastori e chiese » introdotta
da una relazione della CED.
Venerdì 16 maggio
□ ASSEMBLEA
1° CIRCUITO
ViLLAR PELLICE — Alle ore 20.45 nei
locali della Chiesa valdese si tiene
l'assemblea del 1° circuito. All’ordine
del giorno: relazione annua, relazioni
delle chiese, nomina del nuovo consiglio di circuito.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
8 per mille: prime risposte delle chiese
VIULiASECCA — L’Assemblea
di Chiesa del 4 corr. ha approvato aH’unanimità la Relazione
morale del Concistoro per l’anno 1985-86.
Dopo un lungo e costruttivo
scambio di opinioni che esprimevano anche molta perplessità, è stato accettato con riserva l’impero finanziario di lire
12 milioni per il 1987.
Nessuna decisione invece ha
preso a proposito dell’8 per mille, la deflscalizzazione e rilSTVIM.
Non è stato per motivi di incertezza, ma per mancanza di
chiarezza di tutte le implicazioni, molteplici e di vasta portata, connesse sia con la accettazione, sia col rifiuto. Ma vi è
stata un’altra motivazione: non
si è potuto dire sì o no basandosi su una ipotesi di legge.
• Giovedì 1° maggio l’Unione
Femminile ha compiuto una visita al Rifugio Carlo Alberto di
S. Giovanni lasciandovi un’offerta in danaro. Momenti importanti della visita sono stati:
rincontro con gli ospiti e col per»
sonale, la visita alla nuova struttura muraria in fase di ultimazione ed uno scambio di informazioni e di esperienze intorno
ad una tazza di tè.
• Fabio Bertetto è venuto ad
allietare la vita coniugale di Enrico e Donatella Fontana. Ce ne
rallegriamo ed invochiamo la
benedizione del Signore su questa nuova famiglia formatasi fra
di noi.
SAN SECONDO — L’Assemblea di chiesa di domenica 20
aprile si è pronunciata a favore
dell’8 per mille. A larga maggioranza i membri elettori della nostra chiesa si sono espressi per
la proposta di accettare l’eventuale estensione alle nostre chiese dell’erogazione di una quota
dell’8 per mille del gettito Irpef.
La stessa assemblea di chiesa
ha eletto quali deputati al prossimo Sinodo: Rosanna Paschetto e filassimo Rivoiro e quali
delegati alla Conferenza Distrettuale: IMfirelIa Godino, Piero
Griglio, Oaudio Rivoira.
ANGROGNA — Malgrado l’incessante pioggia radioattiva una
cinquantina di membri elettori
ha preso parte all’assemblea di
domenica 4 che ha nominato i
delegati alla Conferenza: Ernesto Malan, Giovanna Goss-Rivoi
ra, Marina Bertin-Chiavia (sup
pienti: Eliana Ricca, Jeanne Malan) e al Sinodo: Franca Coìsson
(suppl. Renato Bertot).
Nell’assemblea è stato approvato il preventivo suggerito dalla Tavola per il 1987 e si è deciso di continuare con l’unificazione dei culti nel periodo estivo in Val d’Angrogna. Sulla questione deU’8 per mille, Invim e
defiscalizzazione, dopo lungo dibattito, si è votato un documento presentato dal Concistoro in
cui si riferisce sulla discussione
tra i quartieri (sostanzialmente
divisi su tutto il problema) e
si chiede, dopo un ulteriore approfondimento in Sinodo, di arrivare afi una delibera definitiva
solo nel 1987.
VILLAR PEROSa — Domenica 27 aprile si è svolta, durante il culto, l’assemblea di chiesa. Si è proceduto in primo luogo alla rielezione di due membri del Concistoro (Emma Costantino e Graziella Lantebne)
e all’elezione dei deputati alla
Conferenza Distrettuale (Fiorine Bleynat, Claudina GardioI,
Graziella Lami) e al Sinodo
(Beniamino Lami). E’ stato approvato l’impegno finanziario
per il 1987, secondo l’indicazio
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
ARREDAMENTI
FABBRICA • ESPOSIZIONE
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(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
ne della Commissione Distrettuale. Si è discusso in seguito
sulla possibilità di estendere alla Chiesa Valdese la normativa
statale sulla defiscalizzazione
delle contribuzioni, destinazione
dello 0,8% dell’IRPEP, esenzione daU’INVIM. L’assemblea ha
approvato un documento in cui
tale possibilità viene rifiutata,
pur prendendo atto della posizione favorevole, presente in
una parte dei membri di chiesa.
• Sono nate Elisa, di Dario e
Claudia Long, e Isabella, di Mario ed Elvia Jahier. Ci rallegriamo con i genitori.
Incontro
con gli anziani
PRAMOLLO — Ringraziamo
il fratello Renato Ribet che ha
presieduto il culto di domenica
27 aprile, sostituendo il nostro
pastore impegnato altrove.
• Domenica 4 maggio abbiamo avuto in mezzo a noi un
gruppo di anziani ospiti dell’Asilo di S. Germano, accompagnati dal direttore G. Baret
e da alcuni ragazzi che lavorano
con loro: hanno partecipato al
culto, poi al pranzo comunitario offerto loro dalla chiesa di
Pr amollo.
E’ stato molto piacevole trascorrere insieme questa giornata e ringraziamo Dio per avercela concessa e anche coloro che
hanno lavorato per preparare
l’ottimo pranzo.
« Domenica 25 maggio si terrà il nostro annuale Bazar: ringraziamo fin d’ora tutti coloro
che collaboreranno.
Assemblea
suH’evangelizzazione
S. GERMANO — Che cosa ci si
aspettava dall’assemblea di Chiesa sull’evangelizzazione? Porse
qualcuno pensava che ne scaturissero proposte nuove e particolari, altri immaginavano una
discussione molto vivace dato
che erano state preparate anche
alcune domande un poco provocatorie. Nulla di sensazionale
invece: un’assemblea come tante
altre. Alcuni membri di Chiesa
hanno però espresso chiaramente i loro pareri: c’è chi pensa
che il portare avanti delle opere
come testimonianza di fede_( vedi il nostro asilo) sia già evan
gelizzare, c’è chi invece ritiene
che se è vero che la nostra fede ci spinge ad agire mediante
le nostre opere, è pur vero che il
servizio non esaurisce il problema della evangelizzazione. Sebbene gli interventi non siano stati molti, bisogna tuttavia rallegrarsi che sia emerso il desiderio dì approfondire il discorso
su un tema così importante per
la Chiesa e riconoscere che tanto il sermone del pastore (testo:
I Corinzi 1: 17 e 9: 16) quanto
le brevi introduzioni di Renato
Ribet (evangelizzazione esterna), Ileana Borre! Lanfranco e
Giorgina Giacone (evangelizzazione interna) sono stati seguiti
con viva attenzione. E’ stata inoltre presa la decisione di costituire un gruppo di lavoro per
l’elaborazione delle tematiche
emerse fra cui quella dell’insegnamento religioso nella scuola
e sono state accettate le proposte del Concistoro di avere un
culto alla Rostania preparato
dai confermati e di preparare
nuovamente un bollettino interno («L’Appello»).
L’argomento ’evangelizzazione’
ci verrà comunque riproposto e,
dopo un ripensamento sulle parole di Paolo: « Guai a me se
non annunzio Cristo », certamente ci sentiremo tutti maggiormente chiamati in causa.
• Durante l’assemblea sono
stati eletti quali delegati alla
Conferenza Distrettuale: Franco
Fornerone, Rossella Sappè e
Franca Beux; supplente Emilio
Giordano.
Servizio militare
o civile?
TORRE PELLICE — I gio
vani della comunità di Torre
Pellice sono invitati ad un incontro che avrà luogo alla Gasa
Unionista sabato 10 maggio a
partire dalle ore 16.30. Il tema
del convegno, organizzato in collaborazione con la Commissione Pace, è: Servizio militare o
civile? Il dibattito sarà introdotto dalla proiezione di un
film. Dopo la cena in comune,
la serata proseguirà in amicizia
e fraternità.
• Le Società Missionarie stanno terminando la loro attività.
II gruppo degli Appiotti si è incontrato martedì 6 maggio e
quello dei Coppieri avrà la seduta conclusiva giovedì 15 maggio presso Diana Beérbohm.
• La comunità esprime la sua
solidarietà nel dolore alla famiglia di Maria Ricca ved. Eynard,
deceduta recentemente.
« E’ stata battezzata la piccola Francesca Cossu, di Domenico e Arcangela Leone, residenti
a Bardonecchia. Auguri alla piccola e ai suoi genitori di una
vita benedetta dal Signore.
Organo restaurato
LUSERNA SAN GIOVANNI
— I lavori di restauro dell’organo sono terminati. Pertanto
sabato 17 c. m. alle ore 20.45,
per la presentazione in pubbUco dello strumento rimesso a
nuovo, avrà luogo un Concerto
eseguito dai nostri organisti
M.o Ferruccio Rivoir e Renzo
Chialvo con esecuzione di brani scelti in riferimento alla Pentecoste.
A quanti amano la musica
raccomandiamo vivamente di
non mancare a questo appuntamento.
Tragico incidente
PERRERO-MANIGLIA — Ha
causato una viva commozione
nella comunità di Perrero-Maniglia la tragica scomparsa di Giulio Genre, morto al volante della propria auto e quindi precipitato col veicolo nella scarpata
sottostante il tratto dì strada
che va dal Serre alla Baissa di
Maniglia. Il corpo senza vita del
signor Genre, partito di casa nel
primo pomeriggio di giovedì 24
aprile, è stato ritrovato soltanto a notte avanzata dai familiari
angosciati e da alcuni amici che
si erano uniti a loro nelle ricerche.
Un gran numero di persone
ha seguito il funerale che si è
svolto nel tempio di Maniglia,
per testimoniare affetto e simpatia alla famiglia dello scomparso, del quale tutti ricordano
il carattere gioviale e comunicativo e l’attiva partecipazione alla vita della chiesa.
Hôtel Pens. Primula
Viale Trento, 12
Marina Centro - RIMINI
Tel. 0541/23712
A m. 150 dal mare e dalla chiesa valdese — Prop. Frat. Magnanelli
con gestione propria.
Menu a scelta — Grandi spazi interni — Tutte le camere con bagno.
A tutto il 13 giugno PER CONOSCERCI e diventare amici prezzo
particolare L. 20.000.
5
9 maggio 1986
vita delle chiese 5
_______ una nuova IDENTITÀ’ DEL MOVIMENTO GIOVANILE
Una FGEI rinnovata
Tanti giovanissimi e numerosi ospiti stranieri - Una parola-chiave« soggettività » - Il rapporto tra edificazione ed evangelizzazione
UNA VISITA DA ANGROGNA
Recital a Genova
Con il suo Vili Congresso, tenuto ad Agape dal primo al 4
maggio, la FGEI ha compiuto 17
anni. E il compleanno, ormai alle soglie della maggiore età, è
stato festeggiato in modo non
formale. Non formale innanzitutto per la qualità degli invitati:
oltre duecento fra delegati, osservatori, ospiti; fra i quali tanti giovanissimi « under 20 », tanti battisti, numerosi neo-convertiti senza etichetta denominazionale, alcuni ospiti stranieri estremamente qualificati. Ma a far
uscire il Congresso — fin dall’inizio — dai binari deirordinaria
amministrazione sono state anche, e soprattutto, le cose che vi
sono state dette e fatte.
Andiamo con ordine. Il Congresso si è aperto, come di consueto, col culto, che è stato pre.sieduto dal pastore Claudio Pasquet. La predicazione, fondata
sul testo di Giudici 6 (la vocazione di Gedeone), è stata un appello alla gioventù evangelica ad
essere profetica, anche nel criticare gli errori dei suoi padri:
così come Gedeone abbatté l'idolo eretto da suo padre.
La stessa tensione ha dominato anche la relazione del Consiglio uscente, che ha toccato tutti
i temi dell’impegno civile dei
gruppi FGEI di questi anni, la
lotta per la pace, la questione
meridionale, il problema del lavoro, gli immigrati dal Terzo
Mondo, il carcere e i « dissociati ». Ma la parte più interessante
della Irmga lettura è stata quella
relativa alla situazione del protestantesimo italiano. Innanzitutto il rapporto fra edificazione ed
evangelizzazione, dove il primo
termine è inteso biblicamente
come costruzione spirituale della comunità, e il secondo come
proiezione all’esterno.
Per la FGEI — la tematica è
stata ripresa anche nel documento approvato da uno dei gruppi
di lavoro .del Congresso — esiste
il rischio che l’edificazione venga sacrificata alle esigenze di una
evangelizzazione intesa soprattutto come diffusione di «immagi
ne» (si pensi allo sviluppo dei
nostri rapporti con le istituzioni
e i mass-media negli ultimi anni). Il dubbio che il Consiglio e
il Congresso hanno avanzato è,
in sostanza, che possa diventare
eccessivo il divario fra Timmagine pubblica e la consistenza teologica e spirituale delle nostre
comunità.
Ancora, sono stati affrontati temi quali la diaconia e le opere
ecclesiastiche, i rapporti chieseStato, il periodico riemergere di
spinte denominazionaliistiche, che
sono argomento di discussione
di tutto I’evangelismo italiano.
Dopo la trattazione, molto problematica e aperta, di questi punti, il Consiglio ha infine toccato
la questione deH’identità della
FGEI.
I gruppi di lavoro
Ammettendo resistenza di una
certa crisi d’identità, i relatori
hanno provato a ridefinirla sulla
base non delle sue scelte teologiche e politiche, ma della capacità di « comprendere e spiegare
perché ci collochiamo nel tempo
di Dio, della sua grazia e della
sua vocazione ». Un breve accenno è stato anche rivolto alla tematica della « soggettività », che
ha poi finito per diventare un
po’ la parola-chiave del Congresso; quasi dimenticato infine un
vecchio slogan come « riforma
della chiesa », citato una volta
sola e fra virgolette.
Il Congresso si è in seguito
suddiviso in quattro gruppi di
lavoro ( « Formazione, centri,
progetti giovanili », « Pace, disarmo, giustizia, ambiente », « Organizzazione e programmi di lavoro », « La FGEI nel protestantesimo italiano »). Non è stato costituito, a differenza del Congresso dell’83, un gruppo di lavoro
sulla « soggettività », considerando che essa non dovesse essere
uno specifico settore di lavoro,
ma un po’ un nuovo « modo di
essere » di tutta la Federazione.
Con « soggettività », termine forse oscuro per chi non ha partecipato al dibattito che intorno ad
essa si è sviluppato, si intende il
fatto che l’identità delle persone
non è fatta solo di idee o di razionalità, ma anche, forse soprattutto, di quotidianità, rapporti interpersonali, affettività, memoria.
Questa tematica è stata ripresa soprattutto nei due gruppi di
lavoro sulTorganizzazione e sul
protestantesimo, e nella profondamente innovativa mozione finale su « La nostra identità nella fede », dove si dice in sostanzà
che l’identità dei membri della
FGEI è data, prima e più dìe
dall’avere una certa "linea" come
FGEI, dalla comune vocazione a
tutti rivolta da Dio, e dalla particolare storia e cultura di ognuno, con particolare riferimento
alla storia delle nostre comunità,
nelle quali si riconosce la necessità che i gruppi della FGEI siano radicati. Ma su tutto questo
sarà il caso di riflettere più ampiamente in altra sede.
Sono intervenuti, suscitando
l’interesse e talora anche la commozione dei congressisti, Benny
Nato, rappresentante in Italia
del movimento anti-apartheid
African National Congress, Hugo
Armand-Pilon, della chiesa valdese del Rio de la Piata, Giselher
Hickel e Irène Schaerer, rispettivamente rappresentanti dei movimenti giovanili evangelici della
RDT e francese, Manuel Quintero, segretario mondiale del Movimento Cristiano Studenti, e
Eileen Bagdoian, per la Chiesa
Unita di Cristo e la chiesa presbiteriana degli USA.
Segretario della FGEI è stato
eletto Paolo Ferrerò, al posto di
Paolo Naso, che ha lasciato questo incarico dopo cinque anni di
lavoro intenso e assai proficuo;
il nuovo Consiglio Nazionale della FGEI è composto, oltre che
da Ferrerò, da Massimo Aprile,
Monica Becchino, Eugenio Bernardini, Maria Bonafede, Stefano Meloni, Michele Rostan.
Paolo Fiorio
La Corale Valdese di Angrogna
era con noi a Genova, la sera
del 26 aprile. In programma vi
era quello che esteriormente si
potrebbe definire un concertorecital, sotto il titolo « Il prezzo
della fede e della libertà ». In
realtà abbiamo vissuto un ampio, intenso e raccolto momento di culto: ed è così che è venuto spontaneo evitare ogni applauso, fra un coro e l’altro,
per non spezzare il silenzioso raccoglimento, e terminare cantando tutti insieme, di cuore, im
salmo ugonotto; e solo dopo attestare con un lungo applauso
ai nostri ospiti — o festeggiavamo insieme davanti al nostro
Signore? — la nostra gioiosa
gratitudine per ciò che ci avevano portato e offerto e comunicato.
Una serie di letture — documenti, dati, testimonianze, frutti di una ricerca storica condotta dai membri della Corale e
che ha fatto da supporto al loro messaggio corale — si è alternata a una serie di cori ben
intonati al ’’racconto” che via
via appariva, vivido, nelle testimonianze su quei mesi di ànsie, di dolore, di sangue e violenza, di prigionia spesso disumana, di esilio, di abiure forzate, di resistenza, quei mesi nei
quali, giusto tre secoli fa, le Valli Valdesi furono desolate, come
contraccolpo, nello Stato sabaudo, della Revoca dell’Editto di
Nantes da parte del cristianissimo Re Sole.
La rapida, vivida predicazione
su 1 Pietro 1: 3-9, con cui il pastore Giuseppe Platone ha suggellato il messaggio corale, ha
inquadrato quel momento atroce di sofferenza e di. resistenza,
nella storia valdese, ne] destino
di sofferenza e di resistenza che
fin dal finire del secolo apostolico è stato la vocazione del disperso ma non distrutto popolo cristiano. Questa vocazione
è stata spesso dimenticata, non
di rado stravolta in dominio,
oppressione, conformismo, ma
^vangelo l’ha fatta continuamente riaffiorare, qua e là, e la
propone anche a. noi. oggi, nel
momento — e nella tentazione —
della tranquillità e del rispetto.
Il coro è compatto, limpido,
vigoroso e capace di sfumature
di dolcezza: ottime esecuzioni,
ben guidate da Jean-Louis Sappè
e da Pino Bertalot. Sì, senz’altro
una esecuzione di alto livello;
ma certo ci ha colpito in modo
particolare la ’formula’ di questo
recital, lo spirito che ha animato la ricerca, il modo di lavorare come corale e di portare
in giro il frutto di questo lavoro, una testimonianza. Per questo, la nostra comunità ringrazia molto intensamente i fratelli e le sorelle di Angrogna con
l’augurio che, com’è stato l’indomani nella comunità metodista di Savona, altrove si possa
godere della loro testimonianza:
quella che hanno insieme preparato ora e quelle che prepareranno ancora in futuro.
G. C.
IVREA — Giovedì 8 maggio, ore 21,
sala « Santa Marta », dibattito sulla
religione a scuola organizzato dal Comune di Ivrea in collaborazione con
la Chiesa valdese. Partecipano Don
Piero Angrano, l'Avv. Guido Fubini, il
pastore Franco Giampiccoli. Moderatore Ing. Jannuzzi, Comune Ivrea.
PISA —• Venerdì 9 imaggio, ore 21
nella Sala della Provincia dibattito
sul libro di J. Gilles « I fratelli e le
sorelle di Gesù » (Claudiana) organizzato dal Gruppo di Impegno Ecumenico. Partecipano padre Ortensio da
Spinetoli e il pastore Salvatore Briante.
Domenica 18 maggio, nel salone della Chiesa valdese in via Derna 15,
recentemente restaurato, conferenza di
Febe Rossi Cavazzutti « L’apartheid:
dalla parte dei neri », organizzata dal
Centro Culturale Protestante.
REGGELLO (Fi) — Casa Cares organizza per il 16-18 maggio un incontro
su » Il cibo e la dieta dal punto di
vista cristiano ». Quota L. 50.000.
ASSEMBLEE DI CIRCUITO — IV
Circuito Piemonte-Val d'Aosta, sabato 10 maggio ore 10 nella Chiesa valdese di Susa;
VI Circuito Lombardìa-Piemonte or.,
sabato 17 maggio, ore 9.30 presso la
Chiesa metodista di Domodossola;
XII Circuito Abruzzo-Molise, domenica 18 maggio ore 10.30 presso la
Chiesa valdese di Campobasso.
CORRISPONDENZE
Salerno: la chiesa e la città
Il Consiglio di Chiesa ha organizzato, in questo ultimo periodo, due iniziative per le famiglie componenti la chiesa di Salerno che, abitando una vasta zona comprendente parte della costiera amalfitana (a nord) e tutto il litorale sino a Paestum (a
sud), hanno difficoltà a realizzare una vita comunitaria con
attività di insieme. Da ima parte
visite pastorali periodiche e frequenti alle famiglie più distanti
da Salerno con possibilità di riunioni soprattutto per i giovani;
dall’altra parte una gita comunitaria per esperimentare in una
giornata vissuta insieme la gioia
della fratellanza. La gita ha avuto luogo il giorno 1° maggio con
visita ai laghi di Monticchio (PZ)
e incontro con le due comunità
metodiste della Basilicata: Venosa e Rapolla.
Un altro aspetto della vita
della chiesa metodista di Salerno è la partecipazione alla vita
della città. Da alcuni mesi la
chiesa fa parte della sezione di
Salerno del Tribunale per i diritti del malato. Due membri dì
Chiesa sono attivi nella segreteria
e la chiesa è impegnata nella
raccolta di denùnce riguardan
ti l’assistenza nell’ospedale civile S. Leonardo di Salerno.
Un’altra iniziativa è la partecipazione ad un seminario di
studio intitolato « II mondo diviso », organizzato dalla sezione
del PCI di Salerno-Centro. La
chiesa ha partecipato con una
testimonianza riguardo al problema: quale aiuto ai popoli del
Terzo IVIondo.
La nostra comunità è anche
impegnata nella elaborazione di
un progetto di lavoro sociale a
favore delle famiglie di Salerno
che hanno perso la casa nel terremoto del 1980. Con l’aiuto finanziario di chiese metodiste della Germania e in collaborazione
con la FCEI, si è acquistato un
locale e attualmente si sta preparando una inchiesta sul quartiere ove esso è situato.
• Una nota di tristezza è da
registrare in questi ultimi giorni: la dipartita del caro fratello IVIichele Ferrara, marito di
Carmela, molto attiva soprattutto nell’attività femminile. Egli
era im cattolico praticante, ma
frequentava con assiduità ed entusiasmo le nostre riunioni settimanali di studio, biblico nonostante le sue precarie condlzio
ni fisiche. Il pastore ha espresso alla sorella Carmela la solidarietà fraterna della comunità
in quel momento di lutto durante i funerali svoltisi in una parrocchia cattolica della città.
Verso la città
MESSINA — Due avvenimenti hanno segnato il ritorno della
chiesa ad iniziative evangelistiche e di apertura verso la cittadinanza e i problemi della società. Mercoledì 16 aprile la comimità ha avuto il piacere di rivedere il caro pastore Bnmo
Tron che ha intrattenuto esaurientemente l’uditorio sul tema
« Noi e gli immigrati ». Nella sua
analisi egli ha toccato tutti gli
aspetti più scottanti del problema: problemi giuridici, sociali,
psicologici. Ha messo soprattutto in luce il problema di una
mentalità poco aperta e poco
disposta ad accettare cristianamente i problemi del prossimo
che soffre. E’ seguito un dibattito in cui sono stati approfonditi alcuni aspetti del tema.
Il mercoledì successivo, 23 aprile, sempre nella Sala della
Chiesa valdese, si è svolto un
incontro con i ’ responsabili della Lega antidroga di Messina.
L’affiuenza, come per la conferenza del past. Tron, è stata tale da gremire la sala con 50-60
persone i^r la maggior parte
di provenienza esterna. Dopo la
introduzione del past. Lento, ha
parlato la dott.ssa Garufl, vicepresidente della Lega, che ha
esaminato i vari problemi che
causano la tossicodipendenza
nella famiglia, nella società, nella psiche del singolo, esponendo
le conseguenze che derivano per
l’individuo dall’assunzione della
droga. All’illustrazione del ruolo
della Comimità di recupero basata sul lavoro volontario alla
cui base deve essere una forte
motivazione personale, l’assemblea è scoppiata in un applauso di approvazione e solidarietà.
Tra le altre attività dei mesi
trascorsi ricordiamo il bazar
organizzato dall’Unione femminile il 5 aprile, il cui cospicuo
incasso è stato devoluto al centro evangelico di Bethel (CZ).
Ci si mobilita
BRESCIA — Numerose iniziative hanno mobilitato la chiesa
di Brescia negli ultimi mesi: fra
di esse, una conferenza del pa
store Daniele Garrone presso la
sala dei padri Filippini, su argomento ecumenico; in seguito, è
stata la volta del prof. Marco
Rostan di prendere parte, come
rappresentante evangelico, ad
una tavola rotonda sull’insegnamento deirta religione cattolica
nella scuola pubblica, che ha avuto luogo presso la biblioteca
comunale di Passirano. E’ stato
poi avviato lo studio, sulla base
dei documenti proposti dalla Tavola, della questione dell’8 per
mille, deflscalizzazione, eco.: dopo che il pastore Garrone ha introdotto la discussione, si sono
avute due serate di discussione
sull’argomento, in preparazione
dell’assemblea che dovrà esprimere il parere richiesto dal Sinodo.
• Il 7 marzo, dopo una lunga malattia, è morta la sorella
Carolina Rossi in Belletti; l’Evangelo della speranza è stato
annunciato nel corso dei funerale dal pastore Garrone, che negli ultimi anni era stato particolarmente vicino a questa sorella.
• Precedentemente era scomparsa anche la sorella Hilda Borei, ben nota e apprezzata dalla
comunità per avere svolto per
molti anni le funzioni di organista.
6
6 prospettive bibliche
9 maggio 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Chi ti ha testimoniato Gesù?
ATTI 1: 6-11
Quelli dunque che erano radunati gli
domandarono: Signore, è egli in questo
tempo che ristahilirai il regno d’Israele?
Egli rispose loro: Non sta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha
riserhato alla propria autorità. Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo
verrà su voi e mi sarete testimoni in Grerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.
Preparandomi a quest’incontro
con voi, amici ecumenici, ho
avuto qualche dubbio: le nostre testimonianze su Gesù
corrispondono a verità? Ci piace veramente il nostro Dio che si è fatto
uomo con tutte le conseguenze che
ne derivano?
Appena incarnato lo abbiamo collocato in una posizione meno debole,
meno fragile, dominante. I suoi primi discepoli, appena invitati a diventare suoi testimoni, già avevano
gli occhi fissi verso il cielo, dove anche noi lo crediamo seduto accemto
a Dio onnipotente: ima immagine
più adeguata alla sensibilità bizantina che non a quella del crocifisso
occidentale.
Non occorrono forse anche a noi
questi due uomini vestiti di bianco,
come appaiono nel testo biblico degli Atti (1: 3-8) scelto per quest'anno, testimoni veri e propri, con la
loro domanda: « Perché ve ne state
lì a guardare il cielo? ». Vi aspettate forse dall'alto fatti miracolosi, tm
Gesù alto commissario con poteri
straordinari? Volete forse rinforzare e portare la fede per mezzo di
eventi misteriosi e poteri occulti?
No? Non siamo occultisti né superstiziosi? Ma forse amatori della verità assoluta che preferiscono un sistema dottrinale perfetto e invidiano i testimoni di Geova con la loro
Bibbia autoritaria?
Il povero bambino di Betlemme,
il falegname itinerante e rabbino
ebraico non è forse arrivato da noi,
nella nostra cultura occidentale, attraverso una prova di forza e di strapotere, che lui invece sempre aveva
negato ai suoi discepoli?
Non è forse arrivato attraverso
persone onnipotenti, genitori, insegnanti, pastori — un Gesù dall’alto
degli adulti o dei padroni, un vincitore che aveva sempre ragione, che
sapeva punire, che non ascoltava,
un Gesù maestoso, lontano...?
Provengo da un sistema scolastico dove l'ora di religione era ed è
un obbligo quasi naturale. Vi ho
partecipato sia dalla parte dell’alunno che da quella dell'insegnante,
senza chiedermi se questa testimonianza protetta, garantita, questo
Gesù statalizzato, non ostacolasse la
fede più che incoraggiarla.
Oggi mi chiedo, però, e perciò mi
pare anche molto utile la controversia attuale riguardante l’insegnamento religioso: come posso testimoniare il vero Gesù?
Cercasi testimone
Cercasi testimone senza miracoli,
poteri occulti o statali, neanche ecclesiali.
Mi chiedo: chi ha svolto nella mia
vita un ruolo di testimone, chi mi
ha influenzato? Mostrami i tuoi testimoni di Gesù e ti dirò che testimone sei...
Non ho tempo per ripetere tutti i
nomi e dettagli della mia lunga ri
Un amico, sempre interessato e partecipe a questa nostra rubrica,
ci ha inviato il testo di questa singolare, bella predicazione tenuta a
Firenze da Jiirg Kleemanp pastore, in quella città, delia Chiesa Evangelica Luterana in Italia; la predicazione è stata tenuta nel corso di un
culto in occasione della « settimana di preghiera per l’unità dei ciristiae siamo lieti di poterla riprodurre.
ni
a cura di GINO CXINTE
cerca, cominciando dalla mia mamma e dalla mia prima insegnante.
Donne! Però non voglio allargare il
gruppo (già abbastanza grande!) dei
preti mammoni, e la mia prima insegnante m'impressionava perché
molto bella. E dopo? Vergogna! Dal
liceo, dall'università fino alla prima
comunità, la mia memoria trova soltanto professori, colleghi, maschi insomma — e tutti professionisti. Anche il cappellano cattolico Hans,
con cui 20 anni fa ho vissuto tante
avventure ecumeniche, anche il teologo Karl Barth a Basilea, testimone allegro e rigoroso di un Cristo
emancipato — tutti testimoni per
mestiere. Come se Cristo dicendo
« diventerete miei testimoni » avesse comandato: Tutti studiosi, sacerdoti, maschi, catechisti, padri, pastori, vescovi...
Arrivato a questo punto, volevo
smettere la mia ricerca personale e
confessarmi davanti a voi come testimone del Gesù dei pastori e dei
poteri. Forse a voi non dispiacerebbe un Gesù un po' clericale.
Però nel mio bagno, davanti all’armadietto pieno di medicine, lottando contro un terribile mal di testa, mi sono ricordato del dottor
Engel.
Un medico singolare
Era un vecchio medico tutto prussiano, aveva partecipato alla prima
guerra mondiale in un battaglione
di cavalleria; uno dei primi a sperimentare le cure omeopatiche; e a
più di 70 anni, un vero Àbramo, aveva lasciato tutto, fuggendo dall’est
della Germania. Ricominciava quasi
da zero. S'alzava la mattina alle 5,
prendeva un bagno freddo e via sulle strade della campagna vicina al
lago di Costanza, dove ci incontravamo, avevamo gli stessi clienti. Lui
curava il loro corpo, io le loro anime. Almeno poteva apparire così,
ma in breve tempo imparai che questo concetto dell'uomo, ben diviso
in anima e corpo, a lui non andava
bene, perché troppo comodo e semplice. Lui, medico generico, di queste cose parlava ben poco. Però praticava spesso in modo particolare,
diverso dalle cure tradizionali, trascurando magari il lato fisico ma
dando grandissima importanza al
carattere, al parlare, all’ambiente ed
al passato dell’individuo. Però questa lezione l’ho potuta capire soltanto vent’anni dopo.
Tornai dal vecchio amico, ormai
bisnonno, e, come amava dire, pronto a vedere finalmente il buon Dio.
« Ma no — protestai — sono venuto con i miei figli dall’Italia per chie
dere consigli e ricette... ».
« Va bene — sorrideva — per voi
preti riapro lo studio, venite pure... ».
Precedentemente avevo raccontato ai miei figli del vecchio dottor
Engel e non avevo riscontrato entusiasmo da parte loro, « Come mai,
papà, un novantenne può darci consigli e punture? E' meglio che vada
in pensione... ».
Un incontro affascinante
Ma rimasero subito impressionati
da un anziemo che si metteva al lavoro senza obblighi e senza montare in cattedra, con semplicità e tutto con le mani. Palpa qui, batte lì
dolcemente, tocca con le dita, esamina una gamba, guai^da e tocca la
testa, fa come un cieco che voglia
scoprire una statua preziosa, sconosciuta ed infinita... Talvolta parla
anche forte, poi lascia riposare le
mani e fa delle chiacchierate. Induce i bambini a raccontare, ascolta
serio e concentrato, scruta di nuovo, ascolta qua e là, non dimentica
le procedure classiche: la misurazione della pressione e Amole vedere
anche un esame radiologico.
I miei figli sono calmi, senza paura, affascinati anche. Non si rendono conto di come passa il tempo...
sono momenti d’eternità... Non c’è
da meravigliarsi se con questo metodo di lavoro il nostro dottore non
è mai diventato ricco.
Osservando tutto ciò, ricordavo le
tante volte, quando ero io il paziente. Stavolta, forse perché più maturato e anche meno coinvolto, potevo decifrare il messaggio del dottor
Engel, un messaggio che una volta,
vent’anni fa, avevo soltanto intuito.
Ora però mi venivano in mente le
parole giuste per esprimere le mie
impressioni, per dare un senso più
profondo a tutto ciò che stavo osservando.
Quelle mani
Associai il volto del mio vecchio
medico, così illuminato daH’ascolto, associai le sue mani capaci di
percepire e di guarire, questo suo
rapporto intenso con il paziente a
certi racconti biblici su Gesù. Ricordate anche voi dei testi che mi
vennero in mente. Toccare gli uomini, benedire i piccoli, posando le
mani sulla loro testa — gesti e azioni che avevo tacciato di superstizione e magia — tornavano alla mia
mente davanti al dottor Engel:
davvero una cura d’anime che curava il corpo. E’ stato per me un momento di rivelazione, perché un Ge
E dette queste cose, mentr’essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo tolse ¿’innanzi agli occhi loro. E come essi avevano gli occhi fissi in
cielo, mentr’egli se ne andava, ecco che
due uomini in vesti bianche si presentarono loro e dissero: Uomini Galiiei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo.
sù lontano e studiato mi appariva
tramite le mani sensibili del vecchio amico come testimonianza e riscoperta di una dimensione umana,
realtà corporea deU’Evangelo che
s’interessa dell’uomo intero, non separando Tanima dal corpo.
Le mani parlanti del. medico mi
insegnavano una teologia vera e propria, nel modo espresso da Albert
Einstein, che intuiva le sue teorie
attraverso le dita... Il famoso fisico
infatti ha accennato all’ intreccio
tra le mani e la formazione del cervello umano, nel lungo corso dell’evoluzione fino a noi; ha notato
che, attraverso l’uso della parola, ci
siamo quasi liberati del nostro corpo: una libertà ambigua, in quanto
il nostro corpo si può trasformare
in un oggetto estraneo, affidato a
macchine e programmi sempre più
sofisticati, seguendo così una nuova
divisione tra corpo e anima, che consente alle nostre mani poco più che
premere bottoni.
Questo corso dello sviluppo mi pare inevitabile, però ha bisogno di
una visione che aiuti, che difenda la
nostra realtà corporea.
II dottor Engel mi ha fatto riscoprire un Gesù meno platonico, meno
angelico e più ebraico, che aiuta ad
accettare e a rispettare il corpo,
quello mio e quello del prossimo,
quello giovane e quello vecchio...
La carezza di Dio
Nel lessico ho trovato la parola
« accarezzare » spiegata con queste
parole: « Lisciare con la mano in
segno d’affetto », e mi chiedo: quale
teologia o ideologia mortale ci ha invece fatto dimenticare, anzi cancellare, il valore di questa realtà evangelica? Non chiedetemi che cosa significherebbe il mio testimone per
Tecumenismo, per il rapporto tra le
diverse chiese, tra diversi cristiani.
Già la domanda mi farebbe inquietare, anzi disperare, perché dimostrerebbe com’è lontano dalla nostra
pratica e realtà, dalle nostre mani, e
dall’amore concreto, il nostro parlare deH’ecumenismo.
Davanti ai tanti tribunali che nella vita di Ogni giorno condannano
nel nome della morte un Dio che si
è voluto incarnare in favore della vita, io chiamo a testimonianza l’immagine indimenticabile, il volto raggiante del mio vecchio medico, che
regalò ai miei figli e a me un gelato
al termine deH’appuntamento. Disse
mia figlia: « Hai visto, papà, come
mi ha insegnato a respirare meglio? ». E mio figlio, ancora molto
meravigliato, aggiunse: « Il dottore
insegna anche musica, hai visto il
pianoforte nello studio? ».
Sì, davvero! Mi ricordavo del silenzio imbarazzante quando ai clienti in sala d’aspetto giungeva dallo
studio una voce di basso teutonico,
accompagnata dal nianoforte, che
cantava un corale luterano. Le mani
del nostro dottore così iniziavano il
lavoro. Che bello! Kleemann
7
r
9 maggio 1986
obiettivo aperto 7
UNO SGUARDO D’INSIEME SUL MULTIFORME EVANGELISMO LATINOAMERICANO
Un protestantesimo dinamico e in crescita
Da varie fonti veniamo informati della « invasione delle sette »
lu America latina; per esempio «Il Regno» (15 febbraio 1986) ha
presentato un documentato articolo di Pietro Canova intitolato
appunto « L’invasione delle sette — emergenza pastorale ». Abbiamo chiesto a Hugo Armand Pilón, uruguayano, studioso del problema, di darci una breve sintesi della situazione come viene vissuta dall'intemo del protestantesimo storico sudamericano.
La vignetta è tratta da « Il Regno », numero citato.
La crescita
Alcune cifre possono dare una
idea approssimativa della crescita del protestantesimo, in
termini quantitativi, in America
latina. Nel 1900 si contavano
1.694.790 aderenti al protestantesimo, ivi compresi i movimenti autoctoni e frange marginali
di lontana derivazione protestante (come i Testimoni di Geo va,
i Mormoni, la Scienza cristiana,
ecc.). Nel 1985 si potevano calcolare circa 26.103.575 aderenti,
con un aumento del 15,5 per cento. Le cifre tuttavia sono un dato ambiguo. Da un lato dobbiamo ricordare la massificazione
di cui sono stati oggetto molti
paesi, sia dal punto di vista religioso, sia da quello politico
e ideologico, con rapporto determinante dei mezzi di comunicazione di massa. D’altro lato,
va ricordato anche il fenomeno
del trasferimento di molti missionari in America latina, dopo
la prima guerra mondiale, dall’Asia, dalla Cina.
Per sciogliere l’ambiguità del
dato numerico, dobbiamo guardare a dati qualitativi, come il
fenomeno della diversificazione
del protestantesimo.
Se fino al 1900 si potevano
contare una media di cinque
chiese evangeliche per ogni paese dell’America latina, nel 1961
vi erano circa venti chiese per
ogni paese. Già questo dato indica la notevole varietà di « protestantesimi » presenti. Alle antiche chiese riformate, luterane,
anglicane, morave, provenienti
dall’Europa, si è aggiunta una
nuova componente di provenienza nordamericana, battisti, presbiteriani, discepoli di Cristo,
« evangelicals », senza contare
divisioni ulteriori, sia nei paesi
di origine che nei paesi di arrivo.
La crescita dunque non è solo
numerica, ma si è avuta a partire dalla potenziale capacità di
elaborare nuovi modelli di testimonianza cristiana, anche in
modo spontaneo.
La divisione
Non solo il protestantesimo
settario, marginale, ma anche
alcuni protestantesimi « etnici »
si caratterizzano, secondo Lalive d’Epinay, per la capacità di
definirsi attraverso la rottura, la
ribellione contro la società o
altre istituzioni.
Segnala E. G. Léonard: « Il
protestante latinoamericano è
poco attaccato alla forma del
culto e non tiene affatto a ritrovare nella propria confessione
religiosa una impronta dei riti
liturgici della chiesa cattolica
dalla quale si è distaccato ».
Il distacco, dalle antiche strutture é istituzioni, è una caratteristica di questo protestantesimo. Sempre Lalive d’Epinay
segnala il punto di rottura che
egli ritrova nel modello della
chiesa pentecostale cilena. Questa comunità ricostruisce in forma idealizzata la struttura sociale tradizionale secondo un
modello ecclesiologico, ma con
una differenza; non riproduce
una struttura di classe, chiunque, « se ne ha il dono », può
giuiigere al vertice. Si produce
una sorta di de-gerarchizzazione: in una società rigidamente
stratificata, dove la mobilità ver-!
ticale può essere solo intergenerazionale, il pentecostalismo
propone nuove forme di mobilità sociale.
Non va dimenticato tuttavia
che il protagonismo del militante, evidente nel protestantesimo
marginale, spesso risponde ad
una rottura ancora imposta dal
di fuori, Il « distacco » di una
persona da ima chiesa o istituzione, per abbracciarne un’altra,
indica la partecipazione ad una
diversità che viene dalTesterno.
Le grandi divisioni si producono
negli USA, e da qui vengono « esportate » in America latina.
La ricerca di unità
In qualche modo contrapposto
a questa tendenza, si assiste
tuttavia ad un processo verso
l'unità nelle chiese evangeliche
in America latina. Il pastore O.
Bolioli, nel 1977, ha potuto proporre a questo proposito una
periodizzazione secondo quattro
tappe successive.
Un primo momento va dal
1916 al 1949. Nel 1916 si svolge
in Panama un congresso che
ha per tema il problema delle
missioni protestanti in America
latina in relazione con le chiese storiche già presenti nel paese. In questo periodo si costituisce il primo movimento latinoamericano, la ULAJE (unione latinoamericana di gioven
tù evangeliche), e, nel 1949, si
ha in Buenos Aires la prima conferenza evangelica latinoamericana (CELA).
Nel secondo periodo (1951-’61)
si precisa il lavoro della FUMEC (federazione del movimento cristiano studenti), si svolge
il terzo congresso della ULA«ra;
sul tema « Buona novella ai poveri e libertà ai prigionieri», si
costituiscono la girmta latinoamericana di « Chiesa e società »
(ISAL) e la CELADEC (Commissione evangelica latinoamericana di educazione cristiana).
Un terzo periodo, che giunge
fino al 1970, si caratterizza per
la consulta sull’azione sociale
e il servizio, che si tiene a Corcovado, in Brasile, e per tentativi di promuovere forme di rmi
SCHEDA STORICA
Le chiese latinoamericane
I primi tempi
Gli spagnoli non erano sbarcati
da moito nel « nuovo mondo »
(1492) quando Lutero pubblicava
le sue famose «tesi» (1517).
1 due fatti sono paralleli e complementari: le ricchezze ottenute
con la conquista avrebbero reso possibiii le costose guerre europee, il
contenimento dell'espansione delia
Riforma e dei potere poiitico dei
prìncipi protestanti. Per questo la
penetrazione della Riforma nel continente nuovo sarà quasi impossibile fino alla sconfitta della « invincibile armata » spagnola ad opera
degli inglesi, che poi penetreranno nei Caraibi e in alcune zone costiere non toccate dalia presenza
spagnola.
I primi tentativi di insediamento nel periodo del predominio marittimo spagnolo (1492-1655) saranno fallimentari.
Una colonia di luterani proveniente da Augusta si stabilisce nel
1528 nella parte occidentale del
Venezuela, in territori concessi da
Carlo V ài banchieri tedeschi Welser in pagamento di un debito, ma
sparirà una ventina d'anni dopo.
Un secondo gruppo si stabilisce
in Rio de Janeiro (1555-1558): ugonotti, organizzano la prima chiesa
riformata di modello ginevrino nei
nuovo mondo, ceiebrano, dal 21
maggio 1557, la santa Cena, scrivono una confessione di fede. Moriranno sotto le armi dei portoghesi, insieme con moiti indios convertiti.
Aitri ugonotti si stabiliscono nel
1564 sulle coste della Florida. Nel
1565 la colonia è distrutta dagli
spagnoli, trenta uomini riescono a
fuggire, ventiquattro si fanno cattolici, circa seicento vengono uccisi
senza pietà.
il quarto gruppo è quello olandese
di Fernambuco (1624-1654). Liberatisi dal potere spagnolo, gli olandesi, alleati agli inglesi, riescono ad
invadere parte dei nord-est del
Brasile, costituendo la loro colonia
intorno a Recife. Giungono del pastori, si fondano comunità, ma nel
1654 i portoghesi riconquistano il
territorio.
L'Inquisizione, per parte sua, manda sotto processo, tra il 16° e II
18° secolo, vari corsari e pirati, che
infestavano il mare dei Caraibi, accusati di « luteranesimo ».
In un secondo momento assistiamo all'insediamento del protestantesimo nelle Antille (1655-1806), sotto l’egemonia britannica, olandese e danese. A partire dal 1625 gli
inglesi riescono ad occupare le
isole di Bermuda, Providencia ed
Henrieta (San Andrés), da dove iniziano il commercio con gli indigeni delle coste. Più tardi (1655) occupano Giamaioa, dove si st^iliscòno coloni, si coltivano piantagioni
di zucchero e si costruiscono i primi templi anglicani. Nel 1754 già sono ail'opera missioni battiste, metodiste e morave, specie tra gli
schiavi negri. Una alleanza anglomìskita (1640-1870) facilita la penetrazione di quattordicimila coloni
nel 1770.
Gli olandesi cominciano l’opera
missionaria nella Guyana olandese sotto l’impulso del conte von
Zinzendorf (1735). I danesi conquistano nel 1666 le isole Vergini,
che daranno rifugio a ugonotti
francesi provenienti dall'isola Saint
Kitts nel 1672. La popolazione nera
è evangelizzata da moravi e anglicani (1732).
L’apertura
Nel XIX secolo si succedono dichiarazioni di indipendenza nella
maggior parte dei paesi latinoamericanl. Le frontiere si aprono alla
presenza protestante, anche se non
cessano la presenza ed il potere
del clero cattolico.
Gli agenti di trasmissione del
protestantesimo in America latina (secondo il criterio sociologico di
classificazione delle diverse chiese
protestanti proposto da Lalive d’Epinay), sono due: l'immigrante, ohe
si trasferisce nei nuovi territori
per ragioni economiche o politiche,
portando con sé la sua fede e il
suo patrimonio culturale, e il missionario, che si propone esplicitamente di comunicare la Parola di
Dio, ma di fatto è anche portatore di altre culture.
Tra le prime chiese di immigrazione, ricordiamo la chiesa metodista in Panama (dal 1815); i luterani di origine tedesca, in Brasile dal 1824; gli anglicani in Argentina (1825), in Venezuela dal
1834 (dove perù sono 1 Fratelli,
nel 1833, il primo gruppo a stabilirsi definitivamente e a celebrare
il culto in spagnolo), in Cile
(1837), in Perù (1849); la chiesa
valdese, dal 1858 in Uruguay; luterani di lingua tedesca in Messico (1861); immigrati luterani in
Paraguay (1893).
Tra le chiese missionarie, i metodisti Iniziano il lavoro in Haiti nel
1807, nell’Honduras nel 1860; i
fratelli moravi tedeschi (già presenti nei Caraibi dal 1732) iniziano
la missione in Nicaragua nel 1847,
la chiesa presbiteriana statunitense invia missionari in Colombia
(1856) e a Portorico (1860), missionari congregazionalisti e metodisti
costruiscono il primo tempio protestante in San Josè di Costarica
nel 1865, i fratelli liberi di origine
inglese giungono in Bolivia nel
1895, la unione evangelica missionaria (metodisti liberi) invia missionari in Ecuador nel 1896, la chiesa di Dio nello stesso anno inizia
a lavorare nel Salvador.
Anche prima della fondazione di
chiese di immigrati e missionarie,
agenti delle società bibliche inglesi e nordamericane avevano visitato sporadicamente vari paesi.
L'insediamento del protestantesimo in America latina non termina
certo con il XIX secolo, ma proseguirà nel secolo successivo con
caratteristiche diverse.
Se questo insediamento costituì indubbiamente un apporto culturale e religioso significativo, d’altra parte fu anche conseguenza ed
espressione della espansione di nuovi interessi internazionali coloniali
e neocoloniali.
H. A. P.
tà organica, che però non giungono a buon fine.
Un quarto momento si caratterizza per tm vivace dialogo
con il Consiglio Ecumenico delle
Chiese (CEC), nel tentativo di
chiarire una sèrie di punti oscuri, e va fino al 1977.
E’ il periodo in cui si rafforzano molte dittature nel paese. Il
pimto culminante si ha in Oaxtepec nel 1970, con la riunione da
cui sórgono le premesse per la
costituzione del Consiglio latinoamericano delle chiese (CLAI),
che ufficialmente nascerà nel
1978. Significativamente il pentecostalismo aderirà a questa
iniziativa.
Così si esprimerà il CLAI nel
suo «Messaggio alle chiese del
continente americano »: « Di
fronte al seme di disunione che
alcuni sono interessati a spargere come zizzania sul nostro
suolo, si vanno moltiplicando
gesti di amore solidale, di diversissima natura. La costituzione ufficiale del CLAI, il 16 novembre di quest’anno (1978), è
im altro segno del Regno, perché con essa si va facendo realtà la preghiera di Gesù Cristo,
che siano imo perché il mondo
creda. Il CLAI vuole rappresentare l’unità per la missione, che
è anche unità nella solidarietà
per la giustizia».
Sono di questi ultimi anni alcuni momenti significativi: l’unità organica raggiunta da discepoli di Cristo e metodisti in Argentina; la dichiarazione di comunione ecclesiale tra la chiesa
evangelica valdese del Rio de la
Piata e la lERP (chiesa evangelica del Rio de la Piata — riformati e luterani), sulla base della Concordia di Leuenberg; il
riconoscimento reciproco del
ministero ordinato tra varie
chiese del Rio de la Piata: anglicani, discepoli di Cristo, lÉRP,
IMA e IMU (chiese metodiste
argentine e uruguayane), presbiteriani « San Andrés », IRA
(riformati argentini) e valdesi
del Rio de la Piata.
L’antiecumenismo
Nell’articolo « Verso un protestantesimo ecumenico » (1978),
J. Miguez Bonino, dopo aver
fatto la storia deH’ecumenismo,
segnala che molte chiese nordamericane, come vari luterani
e battisti, non partecipano alla
dinamica ecumenica, con pesanti conseguenze anche per il Sud
America.
Parallelamente sono sorti movimenti antiecumenici, come il
Consiglio internazionale delle
Chiese (Mcintire), diffuso in
Cile, Brasile e Perù, e l’Alleanza
evangelica internazionale.
Alcune chiese aderenti a questi movimenti internazionali dichiarano esplicitamente, senza
preoccuparsi della contraddizione in cui cadono, che «non intendono vincolarsi a nessuna
organizzazione internazionale ».
In contrapposizione al CLAI e
al CEC nasce anche il CONELA.
Un articolo di Ana Maria Ezcurra, « La offensiva neoconservatrice » (Cristianismo Y Sociedad, 1982) descrive bene questi « apparati di lotta ideologica articolati con Tapparato della propaganda USA in politica
estera », rilevando l’azione delT« Istituto sulla religione e la
democrazia» operante, nel Salvador, in esplicita intesa con le
tattiche di intervento statimitense nel Terzio Mondo.
L’ecumenismo si trova a dover rispondere quindi non solo
sul terreno teologico; deve occuparsi di questioni come quelle delTindebitamento verso l’estero, della povertà del Terzo
Mondo, del militarismo, della
Hugo Armand Pilón
(continua a pag. 8)
8
8 ecomeiiisino
9 maggio 1986
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELLE CHIESE EVANGELICHE DELLE DUE GERMANIE
Est e Ovest: chiese
contro gli armamenti
Un proclama contro le armi atomiche, chimiche e batteriologiche Pregare per un concilio della pace, operare per la giustizia sociale
' ..-i
« Temiamo la prosecuzione della oorsa agli armamenti, con tutti i suoi svantaggi e pericoli » è
detto in una dichiarazione congiunta dell’esecutivo delle chiese evangeliche della DDE e del
Consiglio della chiesa evangelica della Repubblica Federale Tedesca (EKD), pubblicata in Hannover lo scorso 27 marzo sotto
il titolo « Speranza di pace ».
Con essa le chiese chiedono una
moratoria dei tests atomici, la
proibizione delle armi chimiche
e biologiche e la riduzione di
quelle convenzionali. Il testo è
firmato dal presidente del Consiglio dell’EKD, il vescovo di Berlino Martin Kruse, e dal presidente dell'Unione delle chiese
della DDE, il vescovo della chiesa di Turingia Werner Leich.
L’ultimo documento comrme delle chiese evai^eliche dei due Stati tedeschi risaliva alT8 maggio
1985, quando, in occasione del
quarantesimo anniversario della
fine della guerra in Germania, fu
adottata im’altra presa di posizione sui problemi della pEice.
Le chiese firmatarie della dichiarazione rilanciano 1’« irrinunciabile obiettivo » di un mondo
dove non sia più possibile fare
la guerra: « Le guerre non sono
più un mezzo di soluzione dei
conflitti politici ». Le speranze
di pace del mondo — continua
il testo — « dovrebbero trovare
la loro sanzione non solo in dichiarazioni unilaterali di volontà da parte degli Stati, ma anche in trattati intemazionali
chiari e vincolanti ». In un mondo segnato dalla paura, dall’odio
e dalla guerra, incontri di persone al di là dei confini potrebbero contribuire alla realizzazione della fiducia reciproca.
« La speranza di pace mette le
cose in movimento » dice il testo
approvato dalle due chiese più
avanti. Viene poi nuovamente
messo l’accento sulla particola
re responsabilità dei due Stati
tedeschi per la pace in Europa
e si lancia rm appello alla preghiera per la pace. Anche i colloqui ginevrini fra Gorbaciov e
Reagan — dice il testo — sono
stati accompagnati da preghiere
di intercessione dei cristiani di
tutto il mondo: «Ringraziamo
Dio per l’esito positivo di quell’incontro », commenta la dichiarazione. Le chiese invitano poi
le grandi potenze a «continuare
a percorrere le vie della fiducia
e della comprensione e a evitare nuovi confronti ».
Secondo le chiese, la credibilità degli Stati nei confronti delTestemo dipende anche dal rafforzamento aU’intera'o dei diritti
umani e delle libertà fondamentali di cui parla l’atto finale della conferenza di Helsinki: «Dove si osa la fiducia e viene praticata la tolleranza, si sviluppano le capacità creatrici e produttive dei cittadini e cresce la stabilità ». E la stabilità interna degli Stati rafforza la coesistenza
pacifica a livello intemazionale.
Più avanti nella dichiarazione,
vengono infine chiamate le comunità evangeliche a pregare
per un « concilio della pace »:
ma essenziale sarebbe — secondo il testo — anche l’impegno
concreto delle chiese per la giustizia sociale nei paesi colpiti
da fame, miseria e catastrofi naturali.
Secondo il vescovo Kruse, questa dichiarazione è un «potente impulso » per il processo di
distensione ripreso con l’incontro di novembre a Ginevra fra
Gorbaciov e Reagan. Intervistato dall’EPD (l’agenzia di stampa
delle chiese evangeliche della
Germania Federale), il vescovo
ha detto che questa convergenza di chiese a favore del disarmo avrà effetti anche in ambienti da esse lontani: « Abbiamo
(segue da pag. 7)
giustizia sociale e della divisione internazionale del lavoro.
La fede solidale
Il compito del protestantesimo latinoamericano, che ha alle spalle una lunga storia di
testimonianza ma anche alcune
complicità con regimi oppressori, sta oggi nelTaffermare la
presenza di Cristo negli avvenimenti di liberazione che coinvolgono i popoli oppressi. E’ im
compito che non tocca solo teologi o pastori, ma deve coinvolgere tutti, credenti e indifferenti.
Tutti infatti possono essere
oggetto della predicazione e della solidarietà del Cristo che libera e dà vita, nella storia. Certo « dobbiamo restare idgilantl
per non trovarci tra... i manipolatori della religione che si moltiplicano.., sereni per non cadere nel panico come alcuni vescovi cattolici che hanno nostalgia di tempi di privilegi... e fiduciosi per non lasciarci attrarre... dal trionfalismo », come afferma il vescóvd argentino metodista Federico Pagura (Considerazioni pastorpU, 1986).
Sette religiose' protestanti
marginali, grandi « evangelizzai
tori » come Jimmy Swaggart,
Yiye Avila, Luis Palau, devono
necessariamente preoccuparci.
Possono contare su abbondanti
finanziamenti, dispongono della
tecnologia necessaria per fare
uso della stampa, della radio,
della televisione. Il loro messaggio cerca di sviare l’attenzione dalle questioni della storia,
nella quale il verbo si è fatto
carne, per soppiantare la teologia deU’incarnazione in nome di
un dualismo estremo (soffriamo qui per trionfare nell’aldilà) e di un individualismo rampante, oscillando tra il servilismo verso i poteri costituiti (nei
casi di domini conservatori) e
la demonizzazione degli stessi
(come nel caso del Nicaragua).
Oggi siamo davanti a tre urgenze che come protestanti dobbiamo fare nostre: essere solidali cCn quelli che soffrono, perché la fede, che per grazia ci
viene data, se non è solidale è
morta, non suscita l’amore ma
l’odio; agire contro le demonizzazioni indebite dei poteri lunani; consolidare legami di fraternità capaci di superare gli
odi e le divisioni àissemiimti da
interessi estranei ed ostili ad
una vita più giusta ed umana
per i nostri popoli. . ,
Hugo Armand Miòn
dato un segnale di cosa le chiese
attendono dai politici e dalle
grandi potenze: che sostengano
con decisione gli sforzi per la
pace ».
La dichiarazione, sempre secondo Kruse, rafforza in modo
sostanziale la posizione delle
chiese evangeliche dei due Stati
tedeschi nei confronti della pace, un terreno sul quale neanche il recente rinnovo degli esecutivi ecclesiastici all’Est e all’Ovest ha causato un rallentamento della collaborazione.
Membri di gruppi pacifisti cristiani hanno piantato 96 croci nei
pressi della base NATO di Hasselbach (Hunsrück). Ogni croce
simboleggia uno dei 96 missili che dovrebbero essere installati nella base. Il cartello dice: « Per favore! Questo luogo di ammonimento e riflessione vi invita a prendere posizione sulla contraddizione
tra la croce di Gesù Cristo e la costruzione di una base atomica con
96 missili Cruise. Rispettate questo posto e non danneggiatelo ».
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Claudio Pasquet e Susanne Labsch
Un protestantesimo
Emilio Castro incontra
Giovanni Paolo II
(S.P.P.) — Il pastore Emilio
Castro, segretario generale del
CJonsiglio Ecumenico delle Chiese, ha incontrato il papa, Giovanni Paolo II, il 14 aprile, a
Roma. Era la prima visita che
il pastore Castro effettuava in
Vaticano da quando è segretario del CEC (gennaio 1985). Ha
anche incontrato i responsabili
di varie chiese, tra le quali le
chiese battiste, metodista e vaidesi di Roma.
Tta i temi degli incontri, la
ricerca deH’unltà e il suo significato pastorale. Tanno della
pace (il CEC sarà rappresentato nella giornata interreligiosa
della pace, che avrà luogo il 27
ottobre ad Assisi), il razzismo e
la lotta contro lo sviluppo separato in Sud Africa, la formazione ecumenica, la ricerca teologica come agente di riavvicinamento tra i cristiani, le attività del gruppo misto di lavoro
tra il CEO e la chiesa cattolica
romana.
Questo incontro era tanto più
atteso in quanto sei mesi dopo
la visita del papa a Ginevra, il
pastore Castro, fin dalla sua nomina a segretario generale, aveva manifestato il suo vivissimo
desiderio di essere accolto a sua
volta in Vaticano.
Un rilievo particolare lo dà a
questo incontro anche il fatto
che la chiesa cattolica ha invitato le conferenze episcopali a
reagire al documento ecumenico su «Battesimo, Eucarestia e
Ministero » (BEM), preparato
dalla Commissione fede e costituzione del CEC, della quale fa
parte la chiesa cattolica romana.
E’ morto il teologo
Helmut Thielìcke
(epd) — Il teologo luterano
Helmut Thielicke è morto il 5
marzo all’età di 77 anni. E’ stato per molti anni professore di
teologia sistematica presso l’università di Amburgo ed ha formato intere generazioni di pastori luterani. Era molto ìmpeignatO'nelTevangelizzazione e per
§ua. iniziativa si è sviluppata Taiitette dtìlé ’lettere d’informaziosulla, fede’ che ha raggiunto
migliaia di persone.
Polonia: pressioni
cattoliche sulla scuola
(epd) — Il portavoce del governo polacco, Urban, ha rimproverato alla Chiesa cattolica
di attaccare costantemente il
carattere laico delle scuole pubbliche, mentre i vescovi della
Polonia criticano la pressione
ideologica da parte dello stato
sugli insegnanti.
Arte moderna sì,
arte moderna no
(epd) —Ad Heidelberg si svolge da mesi una grossa battaglia
intorno al progetto di rinnovo
delle finestre della famosa Heilig - Geist - Kirche sul mercato
della città. L’artista Johannes
Schreiter di Francoforte, a cui
è affidato il progetto, ha dedicato fra l’altro una delle sue finestre alla medicina, una all’ecologia ed una alTinformatica e
vuole con esse esprimere l’ambiguità del progresso scientificotecnologico dal punto di vista
teologico. Méntre i socialisti, i
’verdi’ e la Facoltà di teologia
sostengono il progetto si è formata un’iniziativa cittadina per
impedire la realizzazione di quest’opera d’arte.
Ogni musica è adatta
per lodare Dio
(epd) — Sotto il motto: «Giubila - Vivere in Cristo e cantare la vita » si è svolto ad Hannover un congresso di evangelizzazione attraverso la musica
con circa mille partecipanti, fra
cui alcuni famosi compositori
moderni ed interpreti anche del
pop e rock evangelistico. « La
musica ecclesiastica non deve rimanere in mano delle ’élites’
delle chiese ma deve penetrarne
tutta la vita; ogni musica è adatta a lodare Dio » hanno ribadito i partecipanti.
Tirature eccellenti
per l’Editrice ÈVA
(epd) — La più grande casa
editrice evangelica nella RDT,
la ÈVA (Evangelische Verlagsanstalt) ha compiuto 40 anni
di esistenza. Le sue 9.100 pub
blicazioni contengono studi teologici, scritti per le comunità,
letteratura, pubblicazioni d’arte e di musica. L’innario pubblicato dalTEVA ha raggiunto
la tiratura di 3 milioni e trecentomila copie, il calendario
dei fratelli di Herrenhut è stato venduto in 13 milioni e quattrocentomila copie in tutto il
mondo.
Federazione spagnola
di ’Entità Evangeliche’
(España Evangelica, marzoaprile 1986) — Si stanno ultimando i preparativi per la costituzione della « Federazione di
Entità Religiose Evangeliche in
Spagna». Nel quadro della difesa dei diritti delle minoranze
religiose, secondo la legislazione spagnola vigente, la costituzione di questa federazione è
un atto necessario per poter
procedere agli « Accordi » tra
entità religiose evangeliche e
l’amministrazione dello Stato.
Alcuni problemi si sono presentati per trovare un nome il
più possibile rispondente alle
esigenze giuridiche; e per questo
si è giunti alla denominazione
sopra citata; devono essere approvati gli Statuti della Federazione, ed una commissione
studierà una formula che permetta di incorporare alla Federazione, limitatamente agli effetti derivanti dalla firma e dal
conseguimento degli « Accordi »
con lo Stato, gli avventisti.
Le chiese e i gruppi che faranno parte della Federazione
sono : il « Raggruppamento evangelico » ; le « Assemblee di Dio » ;
le « Assemblee dei fratelli » ; la
« Comunione delle chiese fondamentaliste»; la «Federazione
delle chiese evangeliche indipendenti in Spagna » ; la « Chiesa di
Cristo » ; la « Chiesa spagnola
riformata episcopale » ; la « Chiesa evangelica spagnola »; la
« Chiesa battista spagnola » e,
con i limiti sopra esposti, la
« Unione delle chiese cristiane
avventiate del settimo giorno ».
Iniziative di chiese
e istituzioni europee
(SPP) — «Se la Comunità economica europea è stata condotta a modificare il suo atteggiamento nei confronti dell’Africa del Sud, in gran parte ciò
è dovuto all’iniziativa delle chiese ». Lo ha affermato la signora
Anna Lubinska, responsabile dell’informazione della Commissione ecumenica europea « Chiesa e
società » presso le istituzioni europee a Bruxelles. L’associazione internazionale — che raggruppa varie chiese evangeliche —
intende far conoscere le esigenze delle chiese alle istituzioni
. europee e viceversa.
9
w
9 maggio 1986
cronaca delle Valli 9
SCANDALO DEL VINO AL METANOLO
Le misure da adottare
In breve
Il rischio
Gran parte dei comuni delle
nostre vallate sono « denuclearizzati ». Le amministrazioni locali
si sono dichiarate contrarie ad
installazioni di basi militari nucleari e (qualcuna) anche alle
installazioni delle centrali nucleari. Un movimento di opinione, a cui non è estranea l’azione
di sensibilizzazione del, movimento per la pace, dei gruppi giovanili delle nostre chiese, dì settori delle chiese e gli stessi deliberati dei Sinodi e delle Conferenze distrettuali, ha imposto questa dichiarazione di intenti.
Una dichiarazione' di intenti
sofferta, perché molti sindaci si
sono fatti tirare le orecchie da
parte delle dirigenze filonucleari
dei loro partiti, che permette oggi ad alcuni di loro di dire:
« Allora avevamo ragione »! La
sindrome di Cemobyl dà ragione
e (forse) i sindaci saranno più
ascoltati nelle riunioni dei loro
partiti. Certo è che finora la presa di posizione di molte amministrazioni comunali era stata
ignorata dagli enti superiori: le
delibere erano state inviate a Regione e Governo e questi si erano limitati ad accusare ricevuta
del documento e ad archiviare
il tutto.
Così la Regione Piemonte aveva deciso nel 1984 di costruire
la centrale a Trino 'Vercellese
senza nemmeno consultare le
popolazioni e senza rendere
pubblici i piani di sicurezza per
le popolazioni. Oggi tutti parlano di sicurezza e di informazione e sembrano sinceramente disponibili a cambiare atteggiamento ed a dire la verità sui rischi effettivi che si corrono col
nucleare.
Cercare alternative al nucleare significa anche provare ad
elaborare ipotesi di sviluppo alternativo a quelle ad alto tasso
di energia che sono comprese
nella scelta nuclearista. Cercare
un modello di sviluppo che sia
sobrio nei tassi di crescita, che
ricerchi un equilibrio tra uomo
e natura, tra uomo e uomo. Uno
sviluppo basato sul pieno utilizzo delle risorse rinnovabili esistenti in loro, uno sviluppo partecipato che vede nell’informazione dei cittadini e nel coinvolgimento degli stessi nelle decisioni gli elementi di forza. E’
cioè lo sviluppo di una società
che si vuole « vivibile, giusta e
partecipata », come dicono i documenti del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Allora perché non provare? In
queste valli, dove è largamente
presente una cultura protestante, dove l’ecumenismo si fa anche sulle cose concrete come la
lotta per la pace ed antinucleare,
dove le amministrazioni sono ca■ paci di rispondere alle preoccupazioni della gente più che agli
imperativi ideologici dei partiti,
ci si può mettere al lavoro per
elaborare parti di un modello di
sviluppo alternativo autocentrato.
L’inventario delle cose da fare è grande: pensiamo solo alle
■opere da realizzare per contenere ed eliminare il rischio idrogeologico del territorio. Bastano alcuni giorni di pioggia o di
néve fuori stagione e subito si
verificano frane, smottameriti,
slavine. Anche qui bisogna dire
la verità, bisogna riconoscere ad
■esempio il rischio che può derivare da una piena del Cruello
in quel di Bobbio, o dalla slavina ad Orgere in quel di Frali ed
indirizzare lì le risorse. Le cose
da fare sono molte, c’è lavoro
per tutti.
^Giorgiò GardioÌ
Lo scandalo del metanolo, con
la tragedia di tante vite umane
spezzate dalla mano criminale
dei sofisticatori, richiama l’improcrastinabile esigenza di adottare misure severe ad ogni livello. Il ministro deU'agricoltura
Pandolfi ha imposto, con criterio di urgenza, la certificazione
per il prodotto da esportare. Come è noto tale misura prevede
che ogni esportazione aH’interno
della Cee verso i paesi terzi, sia
subordinata ad un certificato
emesso da laboratori pubblici
che garantisce il rientro nella
norma dell’alcol metilico. Una
decisione che tuttavia non impedisce . a molti paesi esteri di
bloccare ogni commercio di vino con l'Italia: molte dogane ci
dicono di no e questo va a scapito dei produttori onesti. Si attende al riguardo l’intervento del
governo, che sarebbe già in possesso della lista dei produttori
perfettamente in regola e quindi idonei all’esportazione. Ma l’azione di controllo e di tutela del
vino italiano si deve articolare
in una più vasta opera legislativa con interventi correttivi sui
testi della legge 162 (tutela del
produttore) e della 930 (denominazione di origine controllata).
Per quanto riguarda la modifica della 162, la Piemonte Asprovit, principale associazione regionale di produttori vitivinicoli, mette l’accento sulla necessità di precisare il discorso delle
bollette di accompagnamento.
Almeno un documento, spiega il
direttore dell’Asprovit Biestro,
deve essere messo via prima del
passaggio di mano, con una certificazione rigorosa dell’orario.
Ciò al fine di impedire traffici e
commerci poco chiari tra produttori disonesti e l’indotto commerciale. La revisione della 162
deve comportare inoltre l’accentuazione delle sanzioni. « Noi
chiediamo sanzioni pesanti ma
realistiche — afferma Biestro —
con un aggravio per i recidivi.
Ma devono essere pene pecuniarie non nell’ordine delle decine
di miliardi, cifre astronomiche
che lasciano il tempo che trovano. Bisogna colpire i disonesti
costringendoli a sborsare somme rapportate al danno compiuto nei confronti dei produttori onesti, che sono la stragrande maggioranza. E infine non va dimenticato il divieto assoluto di esercitare l’attività ai truffatori e nemmeno
a persone della parentela con
giri fasulli di marchi e società ».
E’ da ricordare che sulla modifica della 162 la regione Piemonte ha già trasmesso tempo addietro alla competente Commissione ministeriale un suo testo.
Il meccanismo di revisione
della legge 930 è avviato da tempo e al riguardo l’Associazione
Enotecnici Italiani ha evidenziato i punti qualificanti sui quali i produttori vitivinicoli convengono. Una misura. determinante
è la denuncia del vigneto dal
punto di vista della realtà produttiva. Una delle maggiori pecche del settore vitivinicolo italiano è infatti quella di non conoscere esattamente l’area coperta dalla vite, quali varietà
quantitativamente vengono coltivate e di conseguenza quanti
e quali sono i vini ottenibili e
realmente ottenuti. La proposta
è insomma quella di istituire il
Mtasto vitivinicolo. Il discorso
in Piemonte è già stato affrontato e marcia verso la piena definizione; in altre regioni italiane si è invece all’anno zero ed
essendo sovente regioni ad interesse vitivinicolo, e dove sono
concentrate aziende commerciali di settore, il provvedimento
una volta attuato potrà apportare un sensibile miglioramento
della situazione, con l’estromissione dal comparto di chi si dice « operatore del vino » ma con
l’uva e il vino ha poco p nulla
a che fare. Bisogna arrivare anche all’istituzione di tm albo vigneti per i vini da tavola che
oggi non esiste. Anche questi vini infatti devono avere pari garanzie di qualità come la doc.
Sempre in tema di 930, si chiede la costituzione dell’Istituto
nazionale per la tutela dei vini
a denominazione di origine. Dovrà essere ' un istituto dipendente dal Ministèro deU’agricoltura
sull’esempio del modello francese (Inao) e spagnolo (Indo).
In pratica un istituto che concentri le funzioni e le competenze specifiche del settore allo
scopo di eliminare la frammentazione di incarichi e di ruoli,
oggi spesso fonte di irrazionali
tà, confusione e mancati controlli. Parlando di controlli, occorre ovviamente tenere presente che esiste ima precisa normativa all’interno della citata
legge 162, attraverso la quale
l'opera di vigilanza può essere
concretamente svolta con ottimi risultati.
Inoltre, sottolinea il direttore
dell’Asprovit Biestro, la proposta dell’Associazione Enotecnici
Italiani richiama la possibilità
di revocare la classificazione. In
sostanza, se una doc non funziona, può essere eliminata, ovviamente su reali constatazioifli
di fatto e su volere della maggioranza dei viticoltori e produttori interessati. Va infine considerata la scelta vendernmiaìe.
Oggi da un vigneto è consentito
produrre un solo vino doc, còhtrariamente a quanto avviene in
altri paesi e in primo luogo in
Francia, dove i viticoltori, a seconda delle annate, hanno a disposizione un ventaglio di scelte vendemmiali. « E’ chiaro —
afferma Biestro — che la possibilità di più rivendicazioni di
denominazione di orìgine deve
essere ammessa in fase di vendemmia e non successivamente
in cantina. Questo per garantire la serietà e la qualità del prodotto ».
(da Piemonte Verde)
PINEROLO
Crisi di giunta
Per la quarta volta in 10 mesi
la giunta comunale di Pinerclo è
in crisi. Dopo le dimissioni, tutte rientrate, degli assessori socialisti dovute alla mancata elezione di un rappresentante di
questo partito alla presidenza
della azienda municipalizzata
AMGAS, di quelle dell’assessore
liberale, e dopo la dissociazione
del capogruppo socialdemocratico dal gruppo stesso, il consiglio
comunale ha ratificato martedì
29 aprile le dimissioni dell’assessore Trossero, repubblicano, dal
consiglio. Motivo delle dimissioni i contrasti interni al PRI per
le modalità di costruzione di una
finanziaria che dovrebbe risanare il centro storico cittadino. Il
direttivo del PRI aveva infatti
approvato un documento con cui
l’assessore è in profondo contrasto.
La sorpresa è venuta quando
si è passati alla elezione del sostituto di Trossero che secondo
la maggioranza avrebbe dovuto
essere l’altro repubblicano Martino. Su 35 presenti. Martino otteneva 12 voti, mentre l’indipendente PCI Chiaraviglio, proposta
dal PCI, 17 voti, uno in meno
per essere eletta. Si facevano
rapidamente i conti dai quali
emergeva che l’opposizione disponeva di 9 voti (7 PCI presenti e 2 DP) per cui erano almeno
8 i franchi tiratori di maggioranza, oltre ai 3 che avevano
votato candidati diversi.
Su questa situazione si innestava un dibattito che vedeva la
maggioranza compatta a respingere il voto di sfiducia presentato da DP e che però impediva
il prose^imento della seduta
sui punti più qualificanti. G.G.
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PRALl — La scorsa settimana una slavina di grandi proporzioni ha sfiorato le abitazioni
del villaggio di Orgere, causando molta apprensione tra gli abitanti. La situazione è stata giudicata critica e i proprietari delle case più minacciate dalla massa nevosa hanno ricevuto l’ordine di sgombero, se vi fosse il
pericolo di altre, precipitazioni o
di un rapido scioglimento della
neve sull’alto del canalone.
. Contemporaneamente, un’altra
enorme slavina è scesa dall'altra
parte del paese, fortunatamente
a notevole distanza, seppellendo
campi e prati. Sono molto danneggiati i proprietari dei terreni òpperti dalla neve, perché non
é pensabile che una così grande
quantità si sciolga in tempo utile .per consentire le coltivazioni
o il taglio dell’erba.
Gli abitanti di Orgere sperano . di poter ottenere la costruzione di un paravalanghe a monte dell’abitato, per rendere più
sicura la vita nel villaggio, come
è stato fatto a Ponderi, sullo
stesso versante della montagna.
Concorso pianistico
nazionaie
torre PELLICE — Dal 12
al 18 maggio si svolgerà, presso
l’Hotel Gilly, l’annuale concorso pianistico nazionale « K. Ozerny», ormai giunto alla 5“ edizione, ed il secondo concorso
di composizione per pianoforte.
L’iniziativa che si sta ormai
affermando, è organizzata dalla
Associazione Pro Loco di Torre, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Torino, la Comunità
Montana Val Pellice ed il Comune. I concorrenti saranno
suddivisi in cinque categorie: la
prima, per pianisti sino a nove
anni compiuti, l’ultima per concorrenti compresi fra i 20 ed i
30 anni; ed è proprio in questa
ultima categoria che si è avuto
l’incremento più sensibile di
iscrizioni. 94 gli iscritti a tutto
il 30 aprile, il che sta ad indicare come Tiniziativa torrese,
nonostante la maggiore severità di giudizi espressa dalla giuria lo scorso anno, stia diventando un punto di riferimento
sempre più qualificato per le
nuove generazioni di concertisti.
Direttore artistico della manifestazione sarà il M.o Angelo
Bellisario, mentre fungerà da
presidente della giuria, che è
composta di 5 membri, il compositore Roberto Hazon.
Come per gli scorsi anni, l’ingresso per l’ascolto delle esecuzioni è gratuito, orientativamente dalle ore 9 alle 12 e dalle 15
alle 19 tutti i giorni della settimana; naturalmente il tutto è
legato all’andamento delle selezioni.
La premiazione avverrà domenica 18 maggio alle ore 11, sempre presso l’Hotel Gilly, mentre
nel pomeriggio alle ore 15.30 vi
sarà un concerto dei vincitori
delle diverse categorie presso il
tempio valdese di Torre Pellice.
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10
10 cronaca ddk Valli
9 maggio 1986
I VALDESI: POPOLO DELLA BIBBIA
La Riforma in Piemonte nei sec. XVI-XVil
I temi della polemica con la dottrina cattolica medievale: la salvezza per fede, il sacerdozio universale, i sacramenti,
il culto delle immagini - Le temibili persecuzioni del 1560, 1655, 1686 - Il rapporto con i riformati tedeschi
e svizzeri
E’ noto che già prima del XVI
secolo, molti erano i sintomi in
seno alla cristianità per un serio
rinnovamento, e non solo perché,
a volte, gravi fossero gli scandali e le deviazioni della chiesa
cattolica, ma perché era tutto
un tempo di orisi, in cui la gente aspirava ad una vita nuova,
soprattutto nella chiesa. Sensibili a questo risveglio furono, segnatamente — in quanto non
mancarono altri movimenti in
quel tempo — i Valdesi che sin
dal XII secolo, per via della ardente predicazione di Valdo, testimoniavano la loro centralità
di fede nella Parola di Dio (la
Bibbia) e il seguire Gesù, il figho di Dio. E perché il popolo
potesse se^ire gli scrìtti degli
Evangeli, li tradussero in lingua
comune, facile ed accessibile a
chiunque.
I Valdesi
Per il fatto che avevano liberata la Parola di Dio, la Bibbia,
(che prima era in possesso solo
dei preti e vescovi) e ne avevano
fatto uno strumento di enorme
diffusione, e per essersi opposti
alla gerarchia ecclesiastica e alle innumeri deviazioni, agli abusi, alle violenze della chiesa di
Roma furono perseguitati, strappati alle loro case, messi in carcere, torturati, e moltissimi affrontarono con la serenità dei figliuoli di Dio i roghi.
Essi affermavano che la salvezza del credente si ha solo per
«fede» o, come attesta l'apostolo
Paolo, «siamo giustificati per fede», ciò che vuol dire che presso
Dio noi non abbiamo meriti da
vantare, la nostra salvezza è un
dono gratuito di Dio. Una professione di fede, questa, che portava in logica polemica con la
dottrina cattolica del Medio Evo
che conduceva ad una accentuata valorizzazione delle opere meritorie, alla intercessione dei santi e che riduceva l’essere im
buon cristiano nella semplice
partecipazione ai sacramenti e
una obbedienza assoluta alla gerarchia. ■
La Riforma evangelica si pone
quale centralità della meditazione e predicazione della Parola
di Dio, un voler seguire Gesù
Maestro, Signore e Salvatore per
via del suo sacrificio sulla croce,
con Taffermazione che fra Dio e
l’uomo v’è un solo mediatore: Gesù Cristo. Pertanto i sacramenti
evangelici si basano sul battesimo e l’eucaristia, detta di norma Santa Cena. Ed allora semplicità assolute nelle credenze
corne nei templi: niente immagini nelle chiese, né statue, rifiuto di qualsiasi genere di reliquia,
la predicazione la fanno i pastori a motivo della particolare loro preparazione teologica e vocazionalità, ma anche i laici possono predicare, annunziare l’Evangelo. Come detto i Valdesi possono essere considerati i primi
evangelici d’Italia (non è mancato chi li ha ritenuti i continuatori della genuina chiesa apostolica primitiva).
Di straordinario interesse sono
le vicende storiche delle comunità valdesi che, malgrado terribili .persecuzioni, sono rimaste
j ancorate e oggigiorno per grazia
Idi'jj:^^ ancora fiorenti nella rejgiohie pòsta ad ovest di Torino,
'ioltre Pinerolo, una. regione nota
mon solo in Italia ma in tutto
il mondo come * le Vàllì Valdesi.»- Si^pra'y<v3^rorJ>©r--jgrqgia di
Dio, per la , Jedelià., indomita di
miontÈb^^^gmpM . in
pochi dopò ne violenze e le ter
ribili persecuzioni nei tristi periodi delle cosiddette guerre di
religione negli anni 15^60, 1655,
1686; ed ecco perché in modo
del tutto particolare, in ogni angolo delle Valli, in varie località del Piemonte, e particolarmente nel Saluzzese e nel Cimeese,
vengono fatte delle manifestazioni a ricordare il terzo centenario dell’epopea valdese.
La diaspora
piemontese
Nessuno può incatenare la Parola di Dio, ed è in virtù di questa verità che i semi del Vangelo, sparsi al vento, germogliano a
Cuneo, la città che diede i natali
al grande predicatore evangelico
e testimone dell’Iddio vivente
Gian Luigi Pascale, che per la
sua fedeltà evangelica venne dalla chiesa romana dichiarato eretico, ma ohe invece personifica
l’ardore e Timpegno di chi ha creduto.
Fatti gli Studi teologici a Ginevra, il Pascale accoglie l’invito degli evangelici valdesi che
avevano stabilito fiorenti colonie
in Calabria. Perseguitato, incarcerato a Tor di Nona a Roma
nel 1560, dopo un doloroso processo venne condotto nella piazzetta di Castel S. Angelo ov’era
preparata la forca. Prima che il
laccio gli serrasse il collo, ebbe
la forza di rivolgersi alla folla
ed ai suoi carnefici per gridare
la sua fede in Cristo. Il corpo fu
quindi buttato sul rogo.
Di Dronero, era un altro illustre convertito aH'Evangelo, Giacomo Bonelli. Un puro credente
che, compiuti i suoi studi teologici, svolta una prima attività
nel suo luogo natio, venne poi
destinato all’opera di evangelizzazione in Sicilia dopo aver svolto intensa attività nella diaspora
pugliese. Fu imprigionato una
prima volta: aveva ottenuto libertà, ma ecco che lo persegue
la perfida inquisizione a Messina.
Condotto a Palermo subisce duro carcere, tormenti ed infine
viene arso vivo il 18 febbraio
1560.
Sono tanti e tanti quelli che
abbandonando la corrotta chiesa
romana sin dall’alba del XVI secolo abbracciano la Riforma evangelica.
Citarli tutti è impossibile, ma
ci sembra doveróso ricordare almeno di quei fedeli testimoni
alcuni, citando or qua or là di
loro i luoghi nativi e qualche
cenno storico.
A Viliafalletto c'è una vivente
piccola comunità. Perseguitati, i
più emigrano e trovano patria a
Ginevra: Antonio Brosda nel
1563, il tipografo Pierre Testa
nel 1555, i cui beni vengono requisiti e venduti. Anche il di lui
padre Giovanni che resistette a
minacce e persecuzioni riparò il
16 dicembre dello stesso anno
nella città di Calvino. Tale Michele Perron sfugge alle persecuzioni e peregrina per il Piemonte.
Della cittadina di Busca sappiamo parecchio; la comunità
era fiorente ma tenuta sott’occhio dal feroce e rapace Giuseppe
Borderi che, scortato da arcieri e
fanatica, bigotta soldataglia andava di luogo in luogo, protetto
da autorevoli ecclesiastici, incar: cerando persone ritenute ereti,che e confiscando i beni. Così a
1 Viliafalletto, Busca, Carmagnola,
Poirino, fancalieri, Dronero, Caie raglio, Possano, Centallo, Revelólo, Cherasco, con l’appoggio del
■ molto iniquo editto del Duca
Emanuele Filiberto del 28 dicem
bre 1560 e l’altro del ’65 a sostenere la causa cattolica.
Nel 1567 un gruppo di riformati coi loro delegati si riuniva in
Sinodo il 2 giugno, in gran segreto, per studiare ima migliore
organizzazione non solo nella vita ecclesiastica delle Comunità
evangeliche del Saluzzese ma anche nei rapporti con le Comunità delle Valli Varaita e del Po
che erano territori facenti parte
del Delfinato ugonotto.
Al cuneese Francesco Galatea
venne affidata la cura pastorale dei riformati di Saluzzo, Carmagnola, Lavaldigi e Viliafalletto
mentre i fedeli di Verzuolo, Fiasco e Castigliole erano assicurati
alle cure del pastore Secondo
Masserano, originario di Asti; altri zelanti pastori come Giacomo
Isoardo, Pietro Gelido, toscano, e
Francesco Solfo evangelizzavano
ed avevano la cura d’anime a
Praviglielmo, Revello, Verzuolo.
Ma l’inquisizione stava all’erta
e non tollerava tanta attività dei
riformati e fece di tutto per ostacolarla, soffocarla o sradicarla.
Non mancarono fatti crudeli,
persecuzioni e devastazione di case e templi di eretici grazie anche agli infidi editti del Duca
Emanuele Filiberto. Per cui gli
anni che corrono dal 1562 al
1588 sono segnati da tutta una
serie di lotte religiose in quanto
i cattolici, disgustati della loro
chiesa romana che più che annunziare l’Evangelo era vieppiù
intenta a mantenere o aumentare il suo dominio, le sue ricchezze passando da un potente all’altro, succhiando sempre il sangue
dei poveri, in molti si convertivano confluendo nelle Comunità
riformate. Così le popolazioni del
Cuneese, del Marchesato di Saluzzo e Valli viciniori formarono Comunità fiorenti. Venne poi
la persecuzione; resistettero finché poterono, patirono il carcere, le torture più mostruose, le
espoliazioni, i ricatti, la fame, fino al sacrificio supremo: il rogo.
Quelli che lo poterono si rifugiarono nelle Valli abitate dai Vaidesi; moltissimi abbandonarono
case e beni e preferirono l’esilio
in terre straniere.
La lettera di Busca
Non solo ha colpito le persone
« eretiche », i loro templi e le loro case ma la chiesa cattolica romana ha pure perseguitato la parola scritta. Le vicende della crisi religiosa italiana sono strettamente legate con la scoperta e
la conseguente distruzione di
scritti giudicati dagli zelanti inquisitori, scritti pericolosi. A poco a poco la Chiesa organizzò —
come ci ricorda lo storico De
Frede — un’opera sistematica e
solenne per impedire con l’abbruciamento di libri e scritti dei
riformatori, la diffusione delle
idee che si facevano tutte derivare dal pensiero elvetico e germanico, Calvino, Lutero ed altri;
ce lo ricorda particolarmente lo
storico B. Fontana (in Documenti vaticani contro l’eresia luterana... in Arch. Soc. Romana di St.
Patria XV, 1892). Basta risalire
all’ingiunzione papale del 1524 diretta ai vescovi di Trento, Venezia e Napoli: contiene il divieto
dei libri contrari alla religione
cattolica e l’ammonimento che
quei vescovi raccogliessero i libri
« luterani » e li facessero bruciare. Ebbene, a un simile rogo non
è andata a finire la lettera dèi' riformati di Busca che, per la buona memoria e sana informazione
offriamo ora ai nostri lettori e
particolarmente ' ai fratelli ed
amici del Saluzzese. La lettera è
stata ripubblicata, riprendendola
da J. falla, dallo scrittore Giorgio Beltrutti (in Storia di Busca,
coi tipi L.C.L., Busca 1981). Il documento ha un grande valore,
con precise notizie intorno all’estendersi del movimento evangelico riformatore, scritto per
espresso incarico dei fedeli dallo
zelante responsabile della Comunità, il medico Alosianus di Busca. Essa era diretta ai principi
protestanti tedeschi presenti alla
Dieta d’Augusta. Il documento si
è scoperto perché ben custodito
fra gli atti di quella Dieta. Ne riportiamo le parti essenziali:
« Agl’Ill.mi signori Principi di
Germania, dalle chiese fedeli del
Piemonte
L’anno 1559 del Signor nostro
Gesù Cristo
Teobaldo Guglielmo tesoriere
di Montbéliard ci ha riferito lo
zelo singolare, pio e diligente
usato verso noi e le chiese nostre (...) nonché dai Principi fedeli di Germania, il Duca di Sassonia (...), e l’Ecc.mo Duca del
Württemberg (...) accolta l'ambasciata dei SS. Bernesi e Ginevrini composta dai pii Farei, Pietro
Viret e Teodoro di Beza ambasciatori per causa della religione cristiana (...). bielle Valli del
Piemonte e nei monti, ove, senza timore dei nemici di Cristo,
rigettate ed abolite tutte le tradizioni profane e le bestemmie
dei Papisti, si predica puramente il sacro Evangelo del Salvatore nostro, si fanno pubbliche
preghiere e si amministrano i
Sacramenti giusta l’Istituzione
di Cristo e degli Apostoli (...) e
con quelle delle Valli quelle del
Marchesato di Saluzzo e vi sono
pure chiese a Praguglielmo, Bioleto e Bietoné. Nelle quali Valli
trenta ministri delle Chiese di
Dio predicano apertamente senza temere dei nemici di Cristo.
Nella pianura pure il numero dei
fedeli è grande (...) in Torino v’è
una grande Chiesa di Cristo. (...)
Nell’anno 1557 un certo venditore di libri... Bartolomeo Hector
arrestato per istrada in possesso
di libri sacri e condotto al Senato, confessò intrepidamente la
sua fede con molto spirito e forza in cospetto dell’Arcivescovo
e del Senato e confutò con meraviglia di tutti gli errori dell’Anticristo: e dopo essere stato
esaminalo fu condannato al rogo. Affrontò vittorioso la morte
per amore di Cristo. Nell’anno
successivo Giaffredo Varaglia di
Busca uomo dottissimo e pio,
ministro della Chiesa di S. Giovanni Lusema, fu preso (...),
marciò in un carcere e poi finì
al rogo, a Torino... confessando
la sua fede in presenza di dieidmila persone (...). In Chieri, città
maggiore di Torino si trovano
moltissimi che professano la verità di Dio. Lo stesso può dirsi
per le chiese di Racconigi, Poirino, Pancalieri, Valgrana, Dronero, Caraglio, Busca e Cuneo, fra
le quali quella di Caraglio le .'aipera tutte. (...) Nella chiesa di
Busca quasi tutti i principati del
luogo sono per l’Evangelo di Cristo, fra i quali sono gli sic.ssi
consoli ed il pretore. (...) Queste,
sono le cose che abbiamo deciso
dovervisi scrivere intorno alle
chiese di questa parte d’Italia,
acciocché vi rallegriate assieme
con noi di questo dono celeste
e del divino miracolo di tanta
luce (...). Noi rendiamo del continuo grazie a Dio ed al Signore
nostro Gesù Cristo (...) pregando
che illumini tutti e li adduca alla conoscenza della Sua Parola._
(...) Perciò sempre memori dei
vostri benefici e desiderosissimi
di ritenere e conservare sempre
la vostra benevolenza preghiamo
tutti i fratelli, e gli Ill.mi ed invitti Principi di Germania e le
vostre sante chiese di prendere
in mano la causa nostra, come
faceste in passato così pure in
avvenire (...) affinché appoggiate con l’opera vostra il corso
dell’Evangelo di Cristo (...). State bene in Cristo (...) ricordatevi
di noi nelle vostre preghiere (...),
piacciavi comunicare le nostre
lettere a tutti gli altri Principi
della Germania (...) e la pace e
la grazia del Signor nostro Gesù
Cristo sia con tutti voi. Amen.
Da Busca il 13 Aprile 1559 ».
A motivo della loro dichiarazione di fede e di ubbidienza a
Dio e alla Sua Parola gli evangelici sono stati chiamati « protestanti ». E come ai tempi di Marlin Lutero o di Calvino oggi ancora quanti aspirano ad un rinnovamento spirituale, ad un autentico risveglio religioso, liberati da tutte le soprastrutture e
dalle deviazioni dalla pura religione di Cristo, nella convinzione che la chiesa deve essere considerata una comunità di liberi
credenti, debbono essere pronti
a testimoniare in ogni momento
e confessare costi quel che costi
Gesù Cristo. A tanto dobbiamo
mirare in que.sti tempi di facili
compromessi, di sconvolgenti
crisi, di sbandamenti, « riguardando a Gesù », in .solidarietà col
popolo di Dio.
Domenico Abate
A cura della Commissione
Evangelizzazione della Chiesa Valdese di Torre Peliice
11
9 maggio 1986
cronaca delle Valli li
LA POESIA A "BIBLIOTECHINCONTRI”
POMARETTO
I ■ ■■
Oltre la soglia La Bibbia
'< Il fluire del tempo è presente in molte sue pagine: ora malinconico, ora disincantato. Ma
con la certezza di un dopo. Un
dopo in cui la fede, sempre vissuta come dono, è un polo
di continua e feconda dialettica. Il poeta si rivolge allora
smarrito a Dio e ritrova nei momenti più importanti, oltre la
soglia appunto, uno scoglio mai
mancato ».
Così Riccardo Lorenzino ha
terminato mercoledì 16 aprile a
Bibliotechincontri la sua presentazione del libro di poesie di Seraflno
Di fronte a un pubblico numeroso, l’oratore ha messo in risalto gli aspetti salienti della attività di Seraflno: poesia di ispirazione, stesa di getto, limando
poco il verso, quasi un contrappunto ai disegni o agli acquerelli che spesso accompagnano lo
scritto. La creatività inventiva del
più recente Serafino riempie infatti i suoi taccuini, senza soluzione di continuità, di immagini
e di parole in perfetta alternanza, debba egli fissare l'immagine
di ^'ecchie barche al sole o alpeggi diroccati di montagna.
Lorenzino ha tenuto a sottolineare che emerge dai suoi scritti fcome dai suoi quadri, del resto) una poetica antiretorica,
mai bozzettistica. La sua montagna non è arcadica, è reale; così le silenziose coste di Stromboli o della Camargue non sono
viste come un paradiso perduto,
ma « serbano proprio perché ancora non commercializzate un
ritmo lento fatto di solitudine
e fatica ».
La riflessione dell’autore sul
rapporto uomo-natura, sui ritmi
della vita è dunque costante, anche se — come testimonia Serafino stesso — in alcune liriche
(<•11 partigiano», oppure «Colpito da infarto », « In ospedale »,
« !1 ritorno» ove rievoca la sua
degenza nel settembre-ottobre
1980) l’esperienza autobiografica
rende gli scritti « fin troppo vivi,
cc>me se fossero stati scritti a
caldo ». Ed a queste pagine ci si
accosta con pudore, quasi in
punta di piedi.
Attraverso la sapiente lettura
delle poesie da parte di Jean
Louis Sappé il pubblico ha potuto come « delibare » quanto
l'oratore andava via via espo
nencio, addentrandosi nei non
facili meandri della fruizione
poetica.
Ha preso quindi la parola Ettore Serafino stesso per dire anzitutto come sia stata casuale la
pubblicazione del volumetto di
poesie e per esprimere lo stupore deH’interessamento dell’editore alle sue liriche. Poi per narrare della sua passione per il
poetare, nata prima ancora di
quella per la pittura.
Ma anziché dilungarsi a raccontare le copiose testimonianze della sua vita (tra cui la guerra, con le sue atrocità) Serafino
« lascia la parola » alle poesie
inedite, che egli stesso legge.
Ed in quella lettura l'uditorio
percepisce tutta la tensione di
una ispirazione che discende
spesso dai crudi drammi della
vita, ma che è al tempo stesso
carica di suggestioni, di lirismi
e soprattutto di fede nel Dio vivente.
Roberto Giacone
in lingua corrente
Dal dibattito critiche alla nuova traduzione
^ E. Serafino, « Oltre la soglia »,
Ed. A. Meynier, Torino 1985, Lire
12.000.
L’INCONTRO
Ho incontrato
nel mio cammino sui monti
le piccole case brune
di pietra grezza
i tetti pesanti
di rugosa ardesia
ingrigiata dal tempo...
ho conosciuto
la vita paziente
degli uomini che la valle
ha partorito e cresciuto
come i possenti larici
che la bufera d'inverno
torce senza stroncare...
ho appreso che nessuna forza
può fermare nel tempo
il torrente della vita
rovesciato sul mondo.
(Per gentile concessione dell’editore).
Giovedì 24 aprile un pubblico
abbastanza numeroso delle comunità cattolica e valdese di
Pomaretto ha seguito con attenzione la relazione di Daniele
Garrone e di Don Mario Galizzi
che, quali traduttori, hanno presentato la traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua
corrente.
La serata, che ha visto la partecipazione del vescovo di I^erolo, è stata centrata sulla spiegazione del metodo adottato nella traduzione e delle motivazioni che hanno portato alla volontà comune tra evangelici e cattolici di presentare ima Bibbia
con un linguaggio che fosse alla
portata di tutti.
Don Galizzi ha presentato in
modo approfondito quali sono
state le motivazioni nella scelta
dei titoli e sottotitoli e delle
note a pié di pagina.
Il dibattito che è seguito ha
messo in evidenza alcuni punti
non del tutto chiari e soddisfacenti per quanto riguarda l’uso
di termini e nomi propri.
Ma d’altra parte gli stessi tra
LA GIANAVELLA
Egregio Direttore,
durante un breve soggiorno a Torre Pellice ho avuto l’occasione di recarmi alla Gianavella con la gradita
sorpresa di vedere che alcuni fratelli
e sorelle di Luserna e Torre, affiancati
dal sempre fedele amico Poldo, e con
centinaia d’ore di lavoro volontario
hanno contribuito a restaurare la Gianavella superiore. Qualche anno fa,
su Iniziativa del compianto dottor Ribet, e, se non erro, del Moderatore
DIBATTITO A PINEROLO
I ragazzi delle medie
Il Consiglio d’istituto della S.
M.S. « S. Lazzaro » di Pinerolo
ha organizzato un incontro sul
tema « Il comportamento dei
ragazzi in età di Scuola media »
per cercare di capire e vedere
cosa fare quando i preadolescenti ci chiedono più libertà; non
accettano i nostri consigli e li
controbattono; sono spesso scorbutici, scontenti, malinconici;
rispondono in modo aggressivo
o si chiudono in se stessi; vogliono solo gli amici e trascurano i genitori; hanno pretese
che ci mettono in difficoltà; a
scuola non « rendono » più.
Ha introdotto il dibattito la
professoressa Rosella Priotto,
laureata in psicologia. Con grande competenza, ma anche con
l’umanità di chi è di fronte per
lavoro ogni giorno a questi problemi, ha illustrato il comportamento tipico del preadolescente.
Non è facile aiutare i ragazzi
che a questa età sono alla ricerca di una loro identità e di
autonomia. Essi sono fragili (anche se si atteggiano a « vissuti »), apparentemente essi non
vogliono più i genitori e sembra che solo il loro gruppo di
amici li attiri.
I cambiamenti che avvengono
nel loro corpo e nella loro mente li riempiono di tensione. Nello spazio di poche ore e senza
ragione (dal punto di vista degli adulti) sono ora depressi, ora
euforici.
Essendo questa una fase di
passaggio, essi non sono più
bambini e non sono ancora adulti; gli stessi genitori, d’altra
parte, sono spesso incoerenti nei
loro confronti e li trattano nei
momenti sbagliati ora da adulti, ora da bambini.
Perché dunque « fanno così »?
I loro comportamenti sono
un linguaggio che gli adulti devono capire e, paradossalmente,
devono essere contenti che questo « stato » ci sia perché la sua
assenza rivelerebbe un problema.
Cosa possiamo fare noi genitori e educatori?
Sapendo che è una fase di
sviluppo, non dobbiamo drammatizzare pensando che tutta
l’educazione che abbiamo loro
impartita è stata sbagliata.
Se diventassimo più autoritari, o, al contrario, non ci occupassimo più di loro, ci comporteremmo come i preadolescenti,
cioè assolutizzeremmo, ma noi
siamo adulti e dobbiamo dar
loro la certezza di aver la possibilità di comunicare e di essere capiti.
Essi hanno bisogno di attenzione diversa da prima, non vogliono invadenze; hanno invece
bisogno di una presenza atten
ta a capirli, non a giudicarli.
Si può cercare di dar loro degli spazi di autonomia, non controllarli in modo diretto, senza
lasciarli però alla mercé di chi
trovano perché facilmente sceglierebbero dei modelli negativi.
Di fronte ad ostinazione e
aggressività si deve accettare
che compiano degli sbagli, non
lesivi però.
Tenendo conto che, al di là
delle apparenze, questi ragazzi
sono fragili e nel massimo dell’insicurezza, l’educatore deve
fornir loro delle sicurezze ed
essere per loro un modello valido e coerente di adulto.
Il ragazzo deve sentirsi accettato, bisogna quindi cercare di
valorizzare ciò che fa.
Come a tutte le età, è indispensabile che i genitori dedichino del tempo ai figli, evitando
di essere sempre assenti, sempre stanchi, incoerenti tra ciò
che si predica e ciò che poi si
vive, ciò che si pretende da loro
e ciò che. facciamo noi.
Anche in questa fase il ragazzo dev’essere seguito con amore
e dedizione, essendo questo periodo molto importante per l’equilibrio seguente da adulto.
Tutto questo non è facile da
realizzare giorno per giorno, ma
ne vale certamente la pena.
Anna Long Bosio
Bouchard che aveva aperto all'uopo
una sottoscrizione, era stata restaurata la Gianavella inferiore. Ora ho
potuto ammirare nella seconda casa
camere « perlinate », servizi igienici
moderni, ecc. ecc.
Quello che mi ha sorpreso è stato
di constatare che troppi fratelli delle
Valli sembrano ignorare questo patrimonio della storia valdese. Vorrei
invitarli a fare un giretto lassù per
una bella passeggiata, ripensando a
questi trecento anni tanto importanti
(1686 - 1986).
Con i migliori saluti
un’amica svizzera
F. B.-S., Lausanne
VINO O SESSO,
SOLDI, TELEVISIONE
Mi permetto di intervenire nella discussione Platone-Rochat.
Se in luogo di « vino buono » si sostituisse uno dei seguenti termini; amore, potere, sessualità, gioco, macchina, lavoro, riposo, cultura, ricreazione, gastronomia, soldi, moda, arte,
televisione ecc. Il problema risulterebbe identico.
Tutto, se consumato all’eccesso, diventa velenoso e mortale. Tutto, se
ce ne serviamo "con moderazione"
può migliorare la qualità della vita.
Non serve a nulla, mi pare, dettar regole per gli altri, come se gli altri
fossero sempre dei bambini. "Con moderazione", secondo me, significa appunto che ognuno ha II dovere di imparare a conoscere i propri limiti personali e rispettarli.
E’ un modo come un altro di maturare. Tutto è lecito, ma non tutto
è utile.
Se non tollero nemmeno una goccia
di alcol, non per questo ho diritto di
negare al mio prossimo quello ohe
può sopportare senza inconvenienti.
Ognuno conosce II suo "debole". Sta
ad ognuno, dunque, di sapersi controllare appunto per "migliorare la qualità della sua vita”.
Tutto può trasformarsi in droga.
Dipende unicamente da noi non diventare schiavi di nulla, ma Imparare,
a forza di sbagli, a dominare la nostra
natura. Così potremo offrire a Dio un
essere che assume fino alla morte II
compito di « tenere a freno tutto II
suo corpo ».
Merci pour la lettre concernant le
françalsl
Saluti cordiali.
L. Tenger, Neuchâtel
Teatro
duttori, alTinizio della serata,
avevano ammesso che la traduzione doveva e- poteva essere
sottoposta ad ulteriori correzioni e modifiche, proprio dopo
aver sentito i pareri dei lettori,
sia credenti comuni, sia specialisti.
Un intervento in particolare
ha sottolineato come neanche
questa volta siano stati tenuti ¿1
molto conto gli studi da parte
delle donne, che rivendicano una
traduzione meno maschilista della Bibbia (vedi il 2“ capitolo
della Genesi).
Senza risposta è rimasta la
domanda che Don Galizzi ha posto al termine del suo intervento: da questa traduzione interconfessionale può iniziare anche
una catechesi interconfessionale?
Ma forse a questo argomento si
doveva dedicare una serata tutta speciale e il fatto che nessuno sia intervenuto a questo proposito può significare che la
questione è im problema del tutto nuovo che molti non hanno
mai pensato di dover affrontare.
S. M.
PINEROLO — Domenica 11 maggio
alle ore 21, presso l'Auditorium di
corso Piave, Beppe Bergamasco e Lillà AHsiaravi presentano « Il ritratto ».
Il pezzo della compagnia sperimentale
drammatica illustra il dramma della
solitudine femminile. Organizzazione
Teatro Stabile di Torino e Città di Wnerolo.
Concerti
LUSERNA SAN GIOVANNI — Sabato
17 maggio alle ore 21 nel Tempio valdese si terrà un concerto con musiche di Schumann, Debussy, Grieg e
Wolf interpretato da Eliane iManchet
(soprano) e Marisa BorinI (pianoforte). Ingresso L. 3.500. Organizzazione
Associazioni Riky Haertelt e Comunità
Montana Val Pellice.
RINGRAZIAIVIENTO
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho conservato la fede »
(Il Timoteo 4: 7)
I familiaTi del compianto
Giulio Cenre
deceduto aR’età dà 85 anni, ringraziano i vicini di casa e gR amici per il
loro aiuto, la Sezione A.N.A. di Ferrerò e tutti coloro che, con la loro presenza o con scritti, hanno preso parte
al loro dolore.
Maniglia di Ferrerò, 26 aprile 1986.
RINGÉAZIAÉBNTO
I familiari della compianta
Anna Maria Màlan
in CardioI
profoiwlamente conunossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e di aiffetto tributata alla loro cara, nclTimpossibilità dì farlo singolarmente, ringraziano tutte le persone
che con presenza, parole, scritti e fiori, hanno preso parte al loro grande
dolore.
Un ringraziamento particolare al
pastore Giuseppe Platone, a tutti i vicini di casa, al personale medico e
paramedico dell’Ospedale cc Agnelli »
di Pinerolo e a quanti le sono stati
accanto nel corso della malattia.
Angrogna, 22 aprile 1986.
AVVISI ECONOMICI
CASA adatta bambini tre stanze letto
cercasi agosto VaUi Valdesi. Tel.
(OH) 837520.
tfSSl 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 11 MAGGIO 1986
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto 1 - Tel. 81205.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 11 MAGGIO 1986
Luserna San Giovanni: FARMACIA
CALETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice; Telefono 91.996.
12
12 uomo e società
9 maggio 1986
Fuoco più fuoco uguale cenere
AMNESTY INTERNATIONAL
(segue da pag. 1)
siano rivelate inefficaci: la responsabilità della Libia per atti
di terrorismo intemazionale era
infatti allo studio del Consiglio
di Sicurezza su richiesta di Malta e « il fatto che il governo degli
Stati Uniti non abbia aspettato
il giudizio del Consiglio di Sicurezza prima di intraprendere delle azioni militari costituisce, a
nostro avviso, una violazione evidente della Carta ». (Nella stessa
dichiarazione il BCC afferma che
spetta al governo di sua Maestà
spiegare chiaramente al popolo
britannico perché abbia dato il
proprio appoggio ad ima forma
di azione americana che nuoce
alla sicurezza internazionale anziché rafforzarla).
Le cause ignorate
Il governo degli Stati Uniti
« non ha centrato la sua attenzione sui problemi sociali, economici e politici che stanno alla base
del terrorismo » ed è ora particolarmente urgente che vengano
ricercate soluzioni negoziate che
riducano la marea montante della vendetta (UP). « Dovremmo
rivolgerci ai problemi di base
della regione che danno ai terroristi una sempre maggiore evidenza e, in alcuni ambienti, una
immeritata considerazione », afferma la dichiarazione UCC-DC,
mentre invece il governo USA
« non ha avuto il coraggio di
prendere le difficili decisioni diplomatiche che avrebbero potuto
SUL CONFRONTO USA-LIBIA
Prese di posizione
delle chiese in Italia
Riportiamo il testo delle dichiarazioni, diffuse dall’agenzia nev,
della Giunta della Federazione chiese evangeliche in Italia e della
Federazione regionale Sicilia e Calabria unitamente alla Commissione pace e disarmo delle Chiese battiste, metodiste e valdesi e alla
Federazione giovanile evangelica italiana.
portare ad una giusta e durevole
pace nel Medio Oriente ». Per
l’EC non ogni strada alternativa
è stata esplorata prima dell’uso
della forza e l’attacco è stato del
tutto sproporzionato.
Effetti disastrosi
Quali effetti produrrà questo
attacco alla Libia? Con grande
preoccupazione le dichiarazioni
si pongono questa domanda. « A
lungo termine la violazione della
legge non porterà maggior sicurezza bensì maggior disagio nella
comunità internazionale » (CB).
« Speriamo che questo intervento militare contro la Libia non
provochi alcuna guerra. Ma il
pericolo di guerra è diventato
più grande » (vescovi tedeschi).
« L’azione militare perpetrata
dagli Stati Uniti è carica di conseguenze; essa potrà portare ad
una nuova spirale di violenza e
accrescere le tensioni in una regione in cui la situazione è già
esplosiva » (CBC).
Come impressione generale da
queste diverse dichiarazioni si ricava una ferma condanna di
azioni inadeguate come di ogni
forma di terrorismo, la richiesta
di desistere da ogni azione di forza e di avviare negoziati, la preghiera che il Signore non abbandoni a se stesso un mondo carico
di irresponsabilità.
Franco Giampiccolì
I prigionieri
dei mese
« Esprimiamo la nostra solidarietà alla vostra dissociazione
dalla politica del governo americano nel Mediterraneo. Confermiamo il nostro radicale dissenso contro o^i azione violenta e omicida, sia del terrorismo
che degli interventi militari, in
quanto non risolvono le cause
dei conflitti in atto, ma accelerano la spirale della guerra e
della morte.
Auspichiamo una più stretta
solidarietà fra tutte le chiese
cristiane e quanti perseguono
una politica di pace sulle due
sponde dell’Atlantico per promuovere ogni azione a favore
della giustizia fra i popoli e della pace ».
« Le Chiese evangeliche siciliane, insieme con la Commissione
pace e disarmo delle Chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia e con la Federazione giovanile evangelica italiana esprimono il loro profondo sdegno per
il crimine perpetrato la scorsa
notte dai bombardieri Fili degli
USA sulla popolazione civile delle città libiche di ’Tripoli e di
Bengasi con la complicità del
governo britannico. In piena so
lidarietà con il Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti d'America, che si
è prontamente dissociato dall’operato deU’amministrazione Reagan, chiedono al Congresso e al
popolo degli USA di fare altrettanto, per fermare e invertire
una politica di guerra nel Mediterraneo che ha ormai abbondantemente superato ogni limite posto dalle più fondamentali
regole della comtmità intemazionale e dell’umana convivenza.
Chiedono altresì al governo italiano e agli altri governi europei di scegliere finalmente senza
tentennamenti la via della pacifica cooperazione per la soluzione dei conflitti che insanguinano il Mediterraneo, in primo luogo della questione palestinese.
Chiedono agli stessi governi di
dimostrare nsi confronti dei crimini dell’amministrazione Reagan la stessa giusta intransigenza dimostrata ieri nei confronti
del terrorismo arabo e del colonnello Gheddafi, adottando
tutte quelle forme di non collaborazione attiva e di pressione
diplomatica che possano mettere le forze armate degli Stati
Uniti in Europa in condizione
di non nuocere oltre ».
ULTIMO
AVVISO
M prossimo numero verrà spedito in contrassegno ai lettori della
|.uce e dell’Eco delle Valli valdesi che non hanno ancora rinnovato
il loro ^bonamento per il 1986,
non hanno assicurato che lo rinnoveranno, o non lo hanno disdetto. Il prezzo dell’abbonamento annuo è maggiorato delle spese del
contrassegno.
E’ ancora possibile evitare questo fastidio con una telefonata, anche serale-notturna, alla segreteria telefonica deU’Eco^Luce (011/
655.278) dando disposizioni per il
proprio abbonamento entro il 14
maggio p.v.
Nel mese di marzo il Notiziario di A.I. ha presentato i casi
di tre prigionieri di opinione
perché i lettori intervengano in
loro favore scrivendo alle autorità dei rispettivi paesi.
José e Ricardo Weibel Navarrete - Cile.
Due fratelli, il primo muratore, il secondo autista, membri
del Partito Comunista. Furono
arrestati circa 10 anni fa e pòi
scomparvero. Le autorità hanno
sempre negato che si trovassero in carcere. Un testimone nel
1984 in una dichiarazione giurata affermò di aver parlato con
Ricardo nel luogo di detenzione
dove egli stesso lavorava e di
aver partecipato alla cattura di
José. Ma nessuna inchiesta fu
fatta al riguardo dalla Corte Suprema. Sono circa 650 le persone scomparse dopo gli arresti
avvenuti tra il 1973 e il 1977.
Si prega di inviare cortesi appelli affinché si conosca la sorte dei due fratelli a:
Sr. Hugo Rosénde
Ministro de Justicia
Agustinas 1401-1419
Santiago - CILE.
Wieslaw Pyzio - Polonia.
Operaio in una segheria, 26
anni. Fu arrestato e condannato a due anni e mezzo di carcere il 29 luglio ’85, per aver organizzato la distribuzione di
materiale clandestino, tra cui
volantini in favore di uno sciopero. Era già stato arrestato nel
1981 e condannato a tre anni
con la stessa accusa. Era stato
rilasciato nell’83 per un’amnistia, ma aveva perso il suo posto di lavoro. Sono almeno 200
le persone che si trovano in carcere per aver stampato e distribuito pubblicazioni illegali o essere intervenute a dimostrazioni non autorizzate o aver fatto
parte di organizzazioni illegali
(sindacati).
Si prega di scrivere lettere
cortesi chiedendo il suo immediato rilascio a:
Professor Zbigniew Messner
« MISSIONE OGGI »
La questione immorale
Come già segnalato a suo tempo, un folto gruppo di persona
Doni Eco - Luce
SOSTENITORI
Milano: Stein Eugenia — Opera: Incerti Curio — Verona: Bonfante Lorenzo — Cadoneghe: Maggiore Liviana
— Cannerò Riviera: Fonio Bianca —
Como: Malacrida Giorgio — Pomaretto: Pascal Emma — Torre Pellice: De
Bottini Ada, Pisani Miriam.
DONI DI L. 3.063
San Secondo: Camera Alfredo — Prali: Garrou Anita — Monza: Roland Simonetta — Genova: Cougn Giovanni
— Bologna: Lo Rè Margherita Mariani — Reggio Calabria: Pozzanghera Ercilia — Felónica: Zancuoghi Ondina —
Brezzo Baderò: Maghenzani Maria —
Torino: Pastore Luisa, Refourn Italo —
Finale Lig.: Albarin Sergio — Villar
Pellice: Lausarot Francesca — Riclaretto: Parro Tron Elvira — Torre Pellice: Berthot Rosella, Rivoira Lidia,
Sappè Denise — Luserna S. G.: Gönnet Alessandro, Boèr Pierino, Rostan
fida — Angrogna: Sappè Jean Louis,
Benech Renzo — Perosa Arg.: Maurino
Iva — Perrero: Pons Anna — Pinerolo:
Tavella Nicola, Fam. Natali — Pinasca:
Di Gennaro Daniela.
Torino: Pagllani M. Piera — La Maddalena: Albano Vallaro Olga — Roma: Bounous Franco — Mestre: Colonna Romano Roberta — S. Martino
Sicc.: Sozzoni Giorgio.
IMPORTI VARI
San Secondo: GardioI Luigi L. 1.000
— Mariglianella: Lecce Gennaro 2450
—■ Foggia: Rutigliano Romeo 10.000 —
Bari: Castiglione Emma 30.000 — Castelvecchio Pascoli: Guidi Marchi Bruna 1,000 — Napoli: Carrozzo Albina
13.000 — Svizzera: Fischii Elena 15
mila, Kramer 5.000 — Torre Pellice:
Argentieri Mirella 32.400 — Cremona:
Orlandelli Mario 13.000 — Pinerolo: Jahier Lidia 8.000 — Prali: Genre Alessio
5.000 — Olgiate Olona: Lavazza Fulvio 3.600,
Giulianova Lido: Posabella Maria 27
mila — Svizzera: Zanetti Eberhart Kathrin 5.000: Trondle Irma 10.000 —
Venturina: Giacomelli Elia 2.000 —
Firenze: Costa Mirella 6.000 — Valperga Canavese: Barbio Vincenzo 5
mila — Pomaretto: Genre Aldo 10.000
— Pisa: Chiesa Valdese 6.000 — Cremona: Orlandelli Mario 13,000 — Pachino: Briante Giuseppina 27.000.
In memoria del Prof. Tullio Viola:
L. 200.000: gli amici di Giovanna del
Politecnico (Giannina Beccati, Luisella
Caire, Nives Catellani, Luca ChiantinI,
Nadia Chiarii, Rineila Cumino, Laura
Emanuele, Donatella Ferraris, Silvio
Greco, Dina Giublesi, Carlo Massaro,
Manfredo Montagnana, Maria Teresa
Rivolo, Giulio Tedeschi, Paolo Valabrega).
DONI Di L. 3,000
San Secondo: Griglio Ettore — Albisola: Costantino Caviglia Renata —
Genova: Rastelio Sergio, Grasso Passini Franca — Tirano: Merizzi Flora —
Frali: Pascal Giorgio — Trani: Lops
Giuseppe — Savona: Ruffino Egle,
Bounous Ivonne — Firenze; Longo Eliseo — S. Giacomo Schiavoni: DI Giorgio Antonio — Rapolla: Logoratolo
Mirella — Biella; Bianchi Ester —
Caerano S. Marco: Forcellin Brunone
— Saluzzo: Fea Carlo — Luserna S.
Giovanni: Giordano Mauro.
lità della cultura, dell’ecologia,
della politica e del cristianesimo hanno lanciato un appello
perché in breve tempo si giunga
ad una legislazione od almeno
ad una più precisa regolamentazione della vendita delle armi
da parte del nostro Paese, armi
che nella loro grande maggioranza vanno per di più a finire
nel Terzo Mondo e nelle regioni dove queste armi sparano.
La rivista cattolica «Missione
oggi », che fu uno dei promotori
di detto appello, ha pubblicato
un numero speciale di 80 pagine
su questo traffico d’armi, dando al fascicolo un titolo particolarmente significativo ed allusivo : « La questione immorale ».
Lo speciale contiene vari interventi, dal vescovo Bettazzi a Rutelli, da Chiavacci ad Accame, e
tanti altri. Vi è anche contenuto un profilo (ed un intervento)
di R. Hunthausen, vescovo di
Seattle, capitale dello Stato di
Washington, il quale ha deciso
di non bruciare all’altare degli
« idoli della guerra » il 50% delle sue tasse.
Il numero può essere richiesto alla sede della rivista, via
S. Martino 8, 43100 Parma, al
prezzo di L. 2.000 più spese di
spedizione. r. p.
Przwodniczacy Prezydium
Rzadu
Prezes Rady Ministrow
Urzad Rady Ministrow
Aleje Ujazdowkie 1/3
00-950 Warsaw - POLAND.
’Abd Al-Massih Kiryakos - Siria
Preside della scuola Arabistan, di 46 anni, sposato con una
figlia di 11 anni. Fu arrestato
nel settembre 1975 per presunta
appartenenza alla corrente filoirachena del partito al governo
Ba’th. Si trova da più di 10 anni nella prigione militare di Damasco senza accusa né processo. Per 5 anni la moglie non ha
avuto il permesso di visitarlo.
A.I. ha rivolto diversi appelli al
governo siriano perché fosse rilasciato, ma non ha mai avuto
risposta. Molti presunti sostenitori della corrente filo-irachena
del partito al potere sono tuttora in carcere senza accusa né
processo.
Si prega di inviare appelli per
la liberazione di Kiryakos a:
H.E. Mohammad Ghabbash
Minister of Interior
Ministry of Interior
Merjeh Circle
Damascus - SYRIAN ARAB
REPUBLIC.
Pena di morte
Nel mese di dicembre ’85 A.I.
ha appreso della condanna a
morte di 96 persone in 18 paesi
e di 50 esecuzioni in 9 paesi.
Rilasci e nuovi casi
Nel mese di gennaio ’86 A I.
ha appreso che sono stati rilasciati 199 prigionieri adottati o
sotto investigazione. Sono stati
assunti 146 nuovi casi,
a cura del Gruppo ’Val Pellice’
via Beckwith 8 - Torre Pellice
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« L'Eco delle Valli Valdesi »; Rea.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Redattori: Giorgio GardioI, Paolo
Fiorio, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione: 1 redattori e; Mirella Bein Argentieri,
Valdo Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti. Bruno Gabrielli, Claudio H. Martelli, Roberto Peyrot, Massimo Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Direttore Responsabile:
FRANCO giampiccolì
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Tel. 011/
655.278.
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00961 voi. 10 foglio 481.
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