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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE EELLICB
Sellimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVIT-N. 1
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TORRE PELLICE — 6 Gennaio 1967
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
li, NOSTRO TEMPO, REAITA PROVVISORIA
Breve, ma sufficiente,
ii nostro tempo
stretto ai due capi da
Veglia natalizia Niente di nuovo
a sud dei Pirenei
Cristo
Questo io dichiaro, fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; talché d’ora innanzi, anche quelli che hanno
moglie siano come se non l’avessero; e quelli che piangono come se non piangessero; e quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e quelli che comprano
come se non possedessero; e quelli che usano di questo mondo come se non ne usassero, perchè la figura di
questo mondo passa. (I Corinzi 7: 29-31)
In queste parole deirapostolo
conipaiono tre grandezze per noi
ben consuete : il mondo, cioè la ma
teria, la natura, l’universo; il teni
po, cioè la storia, la vita, il progres
so dei secoli; e, in mezzo, degli
uomini, che ridono, piangono, com
perano delle cose, mettono su fami
glia. Sono le tre realtà con cui noi
facciamo i conti tutti i giorni.
Solo, l’apostolo ne parla in modo
molto diverso da noi; per lui il mondo non è, come per molti di noi,
una immensa macchina senz’anima,
oppure qualcosa di assurdo, oppure
ancora una mistica infinità. Per lui,
il mondo è semplicemente una cosa
provvisoria: egli prende semplicemente atto della sua esistenza, e afferma che sta passando.
Del tempo egli dice che è abbreviato: noi diremmo « concentrato ».
TI tèmp^ svòlge la vita del
mondo, non è una durata indefinita,
ma ha dei limiti molto definiti. Per
Paolo, questi limiti sono stati collocati dal Signore stesso mediante Gesù Cristo. Perciò essi hanno un valore positivo, creativo. Il primo limite che stringe il nostro tempo è la
venuta storica di Cristo; in questo
mondo provvisorio il Signore ha saputo trovare il suo posto, in un modo che ])otrebbe essere definito con
le parole stesse dell’apostolo ; Gesù
ha pianto, ma solo per compassione; ha gioito, ma senza orgoglio;
non ha ])reso moglie, ma è stato libero e ricco di rapporti umani; si
è guardato dall’acquistare possessi,
perchè sapeva clie tutto era suo. E
proprio perciò ha impresso a questo
tempo un impulso ohe non verrà
mai meno : proprio perchè non si è
installalo in questo mondo, egli resta vivo nei secoli, mentre tutti gli
altri vanno in polvere, senza eccezione.
Ma non solo egli « resta » vivo;
sta anche stringendo la Storia dall’altra parte; dalla Fine. Egli preme sul mondo con il Giudizio finale,
e i) mondo presente questo giudizio
che arriva ; il mondo trasale di fronte al venire del suo Signore, come
un nomo che svegliate e che non vi
riconosce ancora.
Chi è oggi il credente? E’ chi sa
queste cose, e capisce che il mondo
e il tempo vanno effettivamente in
questo modo. Ma non basta saperlo,
bisogna dirlo, cioè esprimerlo; e la
verità dell’opera di Dio non si esprime a parole, ma nella vita, così come Dio ha parlato nella vita di Gesù Cristo. Come questo possa avvenire, ce lo dice qui l’apostolo stesso ; occorre in primo luogo prendere
semplicemente atto dell’esistenza
del mondo, e della sua provvisorietà ; occorre poi cercare di scoprire
il suo rapporto con l’amore e con
la verità di Dio. In ogni momento
.....................
Ad honorem
E’ tempo di abbonamenti. Molti, che ancora non leggono regolarmente il settimanale, potrebbero abbonarsi. Citiamo, con
piacere e cordiale riconoscenza, U caso della
comunità di Prarostino, il cui il pastore
Marco Ayassot ha raccolto in queste settimane ben 26 nuovi abbonamenti.
il credente si chiederà; a che punto
della storia di Dio mi trovo? Per
operare in questa storia, come devo
servirmi delle varie cose di questo
mondo?
L’apostolo ci dice che noi dobbiamo mantenere un atteggiamento di
completa libertà verso tutte queste
cose. Anzitutto, dunque, libertà di
accettarle ; matrimonio, gioia, dolore, stipendio, casa, sono delle possibilità che ci sono offerte, dei doni
del Signore. Essi valgono quando li
adoperiamo come strumenti per l’adempimento della nostra vocazione,
nella comunione coi fratelli. Chi ha
la fortuna di avere la gioia — cosa
rara — si renda conto che questo dà
alla sua persona un respiro più ampio, e lo metta al servizio degli altri. Chi soffre sarà libero di capire
il senso della sua sofferenza, senza
lasciarsene dominare ; è uno strumento di fraternità, di solidarietà.
Chi ha una famiglia, la consideri
come una cellula di servizio cristiano, come una chiesa che vive per il
mondo; e chi non ha una famiglia,
o l’ha persa, sia come se l’avesse,
cioè sappia che il Signore lo chiama
mediante questa privazione a un
servizio più ampio e prezioso.
Chi compera comperi cose vive, e
spenda il suo denaro sapendo che
questo è sempre e solo un’azione nel
tempo presente di fronte a uomini
vivi; le nostre cose non si prolungano nel futuro, non durano, ma passano, come passa la figura di questo
mondo. Solo l’amore di Cristo dura
nel futuro ; ma non è una cosa, e
neanche una forza; è lo Spirito Santo del Signore.
Perciò abbiamo anche la libertà
di rifiutare queste cose; denaro, famiglia, umana volontà di gioia o
umano tormento possono essere a
volte degli ostacoli sulla via che conduce verso il nostro Signore e verso
il nostro prossimo. E allora noi chiederemo a Dio la forza di rinunciare
a queste cose, pier non rinnegarlo,
per poterlo seguire in modo fedele,
efficace, completo.
In questa doppia libertà di accettare e di rifiutare le cose del mondo, si situa anche il tempo della nostra vita individuale, al quale non
vogliamo dare troppa importanza,
ma che pure è per tanti di noi un
problema lancinante; cc che sarà di
me? ». Ce lo domandiamo ogni volta che assistiamo a un incidente stradale, o al crollo di un amico. Quante volte un uomo, davanti ai suoi
compiti (allevare un figlio, edificare
la chiesa, operare nella società) si
domanda; avrò abbastanza tempo?
o sarò travolto fisicamente o socialmente prima di arrivarci?
La risposta, valida solo nella fede,
è; il tuo tempo sarà sufficiente per
l’opera tua, perchè sarà un tempo
riempito da Cristo; un tempo delimitato non da fattori negativi (il
caso e la morte), ma da fattori positivi; la croce e il ritorno di Cristo.
E questo tempo ti basterà, come sono bastati pochi anni a Gesù per
salvare il mondo.
Giorgio Bouchard
Torino, 24 dicembre, ote 20.
La grande sala per conferenze della Galleria d’Arte Moderna s' riempie pian piano
di uomini e donne di ogni condizione venuti a manifestare il drisiderio che la tregua
nel Vietnam diventi pace duratura. Intanto
nelle loro case, in città e in provincia, quelli che sanno che queste veglie non servono
a niente o che non v. gliono sacrificare all’idolo delle manifestazii ni sinistroidi la loro
notte di Natale, troppo»pura per poter essere cosi contaminata, aceendono forse i loro
alberelli, convinti che, invece, questo serva.
Ma qui si veglia per là pace nel Vietnam,
ben sapendo, certo, che! questa serata non
sarà determinante ai filli della pace stessa;
ma non c’è altro mezzo^: più che vegliare e
dire che si è vegliato p(r questo; e sono circa un migliaio, quanti «tanno nella sala, a
farlo. Si susseguono alla; tribuna vari oratori,
fra cui il past. Giorgio’ Bouchard. Paolo VI
ha la parte del leone fru le citazioni di personaggi celebri. Gli intervenuti si consolano
limitando al massimo ij loro applausi a chi
ne parla o a chi parla <|j pace in modo neutro come lui. E intanto >ltri, con retorica più
sentita ma che lascia altrettanto perplessi,
non esitano ad affermare che gli operai oppressi dal capitalismo italiano sono vittime
al pari del popolo vietriamita che subisce la
invasione americana. N%n inteadiamo sottovalutare le sofferenze <|slla classe operaia e
di quella parte di essa che subisce le rappresaglie per essersi battuta per tutti gli altri;
ma la manifestazione sarebbe stata più convincente se queste fossero state lasciate da
parte almeno momentaneamente. Protestiamo a favore del Vietnam;» non a favore di
noi stessi. Nel Vietnam da ogni parte c’è
qualcuno che si preoccupa per la libertà del
popolo; ma il popolo: contadini, vecchi, donne, bambini, muoiono : meglio morti, ma liberi come gli americani (negri e bianchi) che
schiavi. Nella condanna generale della violenza da parte del credente, questi deve pure,
a un certo punto, riconoscere che ci sono
due tipi di violenza, almeno nel Vietnam
oggi. E non può, insite al non credente,
non dare la sua tes^^nianza contro una
guerra ingiusta, inumaiàa ed atroce, che non
risponde a nessuno dei requisiti tradizionali
perchè una guerra sia « giusta », anche per
chi ammette che una guerra possa essere giusta. Uno studente del Kenia invita i popoli
civili a fare le loro guerre a casa loro, non
sulle spalle del terzo mondo; il capo del Movimento di Liberazione nazionale del Vietnam telefona da Praga ringraziando per la
veglia ed esprimendo la volontà del suo popolo di giungere a una pace giusta che rispetti gli accordi di Ginevra del 1954. Altre
telefonate, altri discorsi. Alle due meno venti
del giorno di Natale la riunione si scioglie.
Alcuni telegrammi a personalità riassumeranno per loro, che possono fare, quello che
vogliono questi cittadini, che non possono
fare altro che quello che han fatto. Che, però, non potevano non farlo, perchè se è urgente annunziare dovunque la pace di Cristo, più urgente ancora è annunziarla nel
Vietnam, anche a costo di sporcarla. Ma chi
c’era può dire che non è stata sporcata, anche se non tutto quel che si è detto era oro
filato, anzi, anche se poco era pienamente
approvabile. Ma, in fondo, si tratta di una
questione di costume : gli uni vanno dove
c’è qualcosa da discutere; gli altri vanno
dove non c’è niente da discutere. Poi ci sono
quelli che non vanno in nessun posto.
Claudio Tron
La « revisione » costituzionale, decisa dall'alto con un diktat del Caudillo, non
apre in Spagna alcuna prospettiva veramente nuova di libertà ( anche religiosa ) non vigilata dal regime franchista : W « la morale e l'ordine pubblico » — « I protestanti spagnoli sono spagnoli separati », dice il sottosegretario,
alla giustizia — A rimorchio del Concilio, in futuro, il governo madrileno e
la Falange? ■— Si tratterà del primo banco di prova per la Dichiarazione conciliare vaticana sulla libertà religiosa.
Rientrando dalla Sipagna a metà
dicembre, ho ietto sulla stampa italiana quanto vi è stato pubblicato^ su
gli sviluppi della situazione in quel
paese in occasione del referendum
costituzionale. Per lo più i nostri
giornali, con articoli edulcorati, han
detto che con la nuova legge organica « che concede la libertà religiosa
agli spagnoli » si manifesta « un’autentica apertura». Una tale valutazione — a cui non è sfuggita tra gli
altri quotidiani ordinariamente attenti nel cogliere la realtà delle situazioni, neppure « La Stampa » di
Torino (n. del 16-12-’66) — invero sorprende poiché la prospettiva della libertà religiosa in Spagna costituisce
oggi ancora solo una mera eventualità dall’apertura assai moderata. Il
supporre che si tratti « di una con« quista e rispettivamente di una con« cessione amibedue notevoli » appare
arrischiato, non rispondendo alla situazione che si ha modo di riscontrare in sito.
A seguito del referendum del 14 dicembre, in tema di libertà religiosa, in
concreto' non v’è che la revisione delTart. 6 del Fuero de los españoles,
uno dei documenti fondamentali del
movimento franchista. Tale norma,
circa l’esercizio delle attmtà religicse
dei non cattolici, nel suo testo originario (risalente al 17 luglio 1945) stabiliva che « nessuno sarà molestato
«per le sue credenze religiose nè per
« resercizio privato del suo culto » ;
ma si affrettava a precisare che « non
« si permettono cerimonie nè manife« stazioni esterne diverse da quelle
«della religione cattolica». La le^e
organica ora votata lo ha sostituito
con la seiguente dizione : « La profes« sione e la pratica della religione cat« tolica, che è quella dello Stato spa« gnolo, godranno dì protezione uffl« diale. Lo Stato assumerà la prote« zione della libertà religiosa, che sarà
« garantita con un’efficace tutela giu« ridica che salvaguardi nel contempo
« la morale e l’ordine pubblico ».
A parte ogni considerazione sul
fatto che suona sempre spregio dell’altrui fede e della dignità della persona umana il presumere che atti di
culto possano ledere la morale e l’ordine pubblico (non senza motivo tali
riserve vennero bandite dalla Costituzione italiana), appare legittimo
chiedersi quale possa essere la « effi« cace tutela giuridica » che verrà offerta aUa libertà religiosa in un regime dove il potere discrezionale delle
autorità è enormemente vasto e dilatabile in funzione della valutazione
politica del momento.
Nel presentare alle Cortes la nuova
legge organica dello Stato. Franco
ha precisato il motivo che lo ha in
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
iiiimimiiiiilik II
iiiiiiiimiiiiiiiiiimii
Principe della Chiesa
0 della iluerra?
Il card. Francis Spellmann, arcivescovo
di New York, ha celebrato a Saigon una
messa natalizia davanti a circa cinquecento
ufficiali e soldati americani. Nel corso della
celebrazione (si può parlare di a omelìa »?)
ha pronunciato alcune frasi — cui si riferisce, in seconda pagina, anche Mario Gardella — che hanno sollevato nel mondo una
esplosione di reazioni; egli ha detto, fra l’altro: c( La guerra nel Vietnam è, ne sono convinto, una guerra per la difesa della civiltà»;
(( qualsiasi soluzione diversa della vittoria è
dunque inconcepibile )>.
E’ noto che un settore limitato, ma attivo, e che lentamente si estende, deiropinione pubblica americana si oppone nettamente
alla politica governativa johnsoniana. E in
questo movimento vi sono dei cattolici. La
posizione spellmanniana è assai discussa nell’ambito del cattolicesimo americano : ad eserapio la rivista cattolica « Commonweal »
(che ha una tiratura di 45 mila copie) ha
ultimamente — prima dell’ispezione vietnamita del cardinale alfiere — pubblicato un
editoriale in cui sì dice chiaramente che la
guerra nel Vietnam è un crimine e che gli
Stati Uniti devono smetterla a anche a costo
della vittoria comunista ».
E’ probabile che in molti paesi Topinione
pubblica cattolica avrà reagito. Sappiamo che
« Le Courrier »^, settimanale cattolico della
Svizzera romanda, ha pubblicato in prima
pagina un articolo intitolato : « No, Signor
Cardinale! ».
Viceversa, silenzio sul fronte vaticano.
« L’Osservatore Romano », così pronto alle
rampogne e agli avvertimenti, ha taciuto. Il
pontefice romano — che pur con molta circospezione ed « equilibrio » ha rivolto trasparenti appelli alla pace — non è intervenuto,
almeno non apertamente. Questi silenzi pongono in una dubbia luce tante iniziative. Fra
parola profetica e parola (o silenzio) diplomatica c’è incompatibilità.
'<i<iiiMiimiiMiNiHiiimii
Continua la dura esperienza fiorentina,
due
mesi
dopo
Così, il 4 novembre 1966,
appariva il quartiere di S.
Croce, dove in alcuni punti
l’acqua ha raggiunto i 6
metri d’altezza. — Dal bollettino del Centro Evangelico di Solidarietà, a Firenze,
stralciamo notizie su ciò
che si è fatto e resta, a
lungo, da fare.
Pioveva a dirotto la sera del 3 novembre
quando ci siamo salutati per andare a letto,
al termine del consueto incontro settimanale
dei collaboratori di questo « Centro ». A Firenze in autunno piove spesso in quella maniera, nessuno ha pensato a qualcosa di grave.
La mattina del 4 alle prime luci la vecchia Firenze si svegliava invasa da fiumane
giallastre turbinanti minacciose fra le antiche
stradine e nuove vie. Silenzio di morte soltanto rotto dal fruscio delle acque divenute
nere per la nafta. E pioveva più forte di
sempre. Lunghe, interminabili ore che vedono una città con gli occhi rivolti al cielo,
con il terrore sempre più forte per le ombre
della notte che avanzano e per le acque che
aumentano di livello. E’ doloroso guardare
giù e veder correre sul filo dell’acqua le cose
degli uomini, inutilmente conservate, ma
utili per la vita di ogni giorno. Tutta una
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
2
pag. 2
6 gennaio 1967 — N. 1
INTERVISTA CON W. A. VISSER ’T HOOFT
EcaaJW A'rT'v^aia
Un cristiano vivo e attento
ai problemi contemporanei
Nel n. scorso abbiamo ricordato il passaggio di consegne, alla Segreteria generale
del Consiglio ecumenico delle Chiese, dal
past. W. A. yissar ’t Hooft al past. E. C.
Blake; ma è chiaro — e gradii ss,ino — a
tutti che questo non significa una scomparsa del primo dalla scena ecumenica.
Proprio al contrario! Egli — che sta per
diventare ci.tadino onorario del a città di
Ginevra — continuerà a lavorare attivamente, come « consigliere », nel quadro del
CEC. Su « La Vie protestarne » (16-12-’66)
abbiamo letto questa intervista, da lui concesài al direttore di quel settimanale, posi.
Jean-Marc Chappuis; pensiamo che interesserà assai pure i nos'ri let ori, e ringraziamo una volta ancora il conjratello romando.
Il past. Visser ’t Hooft mi accoglie
a Ohéne-Bou'gene, nel suo piccolo ufficio al primo piano. La conversazione
si avvia immediatamente.
— Durante l’ultima sessione dei comitato centrale del CEC, quest’anno,
Lei ha espresso la preoccupazione che
lo studio in comune della Bibbia resti
al centro del movimento ecumenico.
Era un avvertimento. Perchè Tha formulato? Quale consiglio può dare, al
riguardo, ai giovani pastori e agli
studenti in teologia?
— Al Comitato centrale non ho par
lato soltanto dello studio, ma in modo più ampio del posto della Bibbia
nel nostro lavoro. Quando penso alla
evoluzione del movimento ecumenico,
constato che ha acquistato la sua
forma più vera negli anni 30 ( gli anni
20 sono stati contraddistinti dal lavoro preparatorio). Non è un caso che
ciò sia avvenuto contemporaneamente
all’elaborarsi di una seria teologa biblica. Crederete che io pensi anzitutto
a K. Barth, dicendo questo. Sì, penso
a lui. Ma, simultaneamente, si manifestava dovimque un movimento simile: in Germania, in Inghilterra, in
Francia (con Suzanne de Dietrich).
Questa teologia biblica è stata la spina dorsale del movimento ecumenico,
Ci ha dato la nostra base comime per
preparare l’Assemblea di Amsterdam,
nel 1948. Lei sa quale importanza hanno avuto gli studi biblici nelle nostre
assemblee, a Bossey, e dovunque abbiamo lavorato. Sono essi che ci hanno dato rma lingua comune.
I giovani pastori? Non mi sento tanto in grado di dar loro dei consigli.
Non sono mai stato « nella bagna »
del ministero pastorale parrocchiale,
poiché fin dall’età di 25 anni ho lavorato in organizzazioni internazionali...
— Molti ascoltano J. A. T. Robinson
( « Dio non è cosi », « La nuova riforma »). Ora, il Robinson nel suo ultimo
libro denuncia il conservatorismo delle Chiese, ma rende omaggio al Consiglio ecumenico, ove sono in corso
ricerche di punta.
— Proprio perchè il movimento
ecumenico dev’essere un movimento
di rinnovamento, esso deve avere solidi criteri per tale rinnovamento. Si
tratta di riscoprire ciò che è veramente essenziale nella vita della Chiesa,
di liberare la vera Chiesa, nella sua
unità e integrità, dalla prigione delle
strutture secondarie. Al riguardo. Le
interessa che dica qualcosa della teolologia americana della «morte di Dio»?
— L’ascolto!
— Ciò ohe in essa più mi colpisce,
è il fatto che tanta gente vi scopra
qualcosa di nuovo. La cosa mi stupisce assai, perchè siamo da tempo posti a confronto con questi probleini.
Nietzsche, Marx e Freud, li conosciamo da un po’, di tempo! Lottare coir
10 spirito di questo nostro tempo, è
da vari decenni lottare con i problemi
posti da loro. In un certo senso, tutti
e tre avevano ragione. Un mio amico,
11 prof. Berkhof, ha detto in che senso
avevano ragione, quando ha scritto
su « Der Tod des selbstverständlichen
Gottes », che possiamo tradurre : « La
morte del Dio che va da sè ». Noi apparteniamo alla generazione che aveva il «coraggio» (il past. Visser ’t
Hooft dice; «culot»! n.d.r.) di incidere «In God we trust» («Confidiamo in Dio ») sui dollari, e qualcosa di
simile sugli scudi elvetici ! Eisenhower l’ha detto: tutta la civiltà americana è fondata su Dio. Ebbene, questo Dio ohe si conosce senza fare alctm atto di fede ha cessato di esistere
per tutti noi. Lo sappiamo da tempo.
Gli Americani hanno conosciuto un
«boom» religicso, dopo la guepa.
Oto, essi attraversano una crisi inevimbile, necessaria; stanno imparando a fare rma distinzione netta fra la
fede e la religiosità culturale.
— Nel corso di una conferenza al
Foyer John Knox, Lei ha tratteggiato
la condizione piena di difficoltà e anche di speranza in cui vivono i funzionari intemazionali, il cui dovere
d’ufficio è di eiaborare relazioni nuove fra gli uomini, le nazioni, le Chiese.
Quali sono le esperienze più profonde
e significative che Lei ha potuto fare
al rigruardo ,nel corso della Sua lunga
carriera?
— Il mondo moderno non può vivere senza organizzazioni intemazionali. Vi siamo già troppo abituati.
Non ci rendiamo più conto degli im
La teologia biblica è stata la spina dorsale del movimento ecumenico: deve
rimanerlo — Dio è « morto »? quale dio? Giunge in America e rimbalza da
noi una crisi già vecchia in Europa — Difficoltà e speranze delle organizzazioni internazionali — Il problema di domani : paesi ricchi, sempre più ricchi,
e paesi poveri, sempre più poveri — I punti focali della disperazione, nel
mondo, sfidano i cristiani e le chiese.
mensi servigi che esse ci rendono. Se
non vi sono pdù in Europa grandi epidemie lo si deve all’Organizzazione
mondiale della sanità. I funzionari
internazionali non si -divertono a organizzare conferenze. H compito che
devono assolvere è enorme-. Li conosco
abbastanza per sapere a che punto
possono essere scoraggiati. Bisogna
circondarli di un’atmosfera d’incoraggiamento. L’importanza del loro lavoro è immènsa per l’avvenire -di tutti
noi. Vedasi TUNCTAD, che ha potuto
stabilirsi a Ginevra: ha il compito di
risolvere il problema più grosso del
nostro tempo: la disparità fra paesi
ricchi e sempre più ricchi da un lato,
paesi poveri e sempre più poveri dall’altro. In queste grandi organizzazioni intemazionali si trovano- uomini
di ogni genere. Alcuni sono attirati
da Ginevra e da un salario elevato,
non bisogna aver timore di -dirlo. Ma
molti hanno un autentico senso vocazionale. Lo si è visto bene nel corso
della conferenza ecumenica « Chies.a
e Pccietà», dove furono in molti a
cooperare al nostro sforzo.
— Congedandosi dalle Chiese svizzere, il 24 novembre, a Berna, Lei ha
ricordato quella personalità intentarionale che recentemente. Suo tramite, faceva urgenza alle Chiese affinchè
elaborassero una teologia della mutua
assistenza internazionale. Secondo
Lei, in che direzione deve orientarsi
una simile elaborazione?
— Si tratta di tm alto funzionario
delTONU, che mi ha detto ; « Nei circoli governativi non si ha ancora una
visione chiara di ciò che deve essere lo svilup-po dei paesi sottosviluppati e del criterio di tale sviluppo; attendiamo dalle Chiese un vero aiuto
in questo campo, una seria riflessione
teologica ». Non so se si capirà che
cosa ciò vuol dire. Vuol dire che si è
incerti di fronte alle scelte che s’impengono: Che cos’è bene? Occorre
spingere al massimo l’industrializzazione? Sradicare i popoli agricoli per
spingerli verso un destino che è loro
estraneo? Come dare a popoli sprov
visti di un’etica del lavoro, il senso
di questa etica? ecc.
Penso ohe questi problemi debbono
avere largo posto nel pensiero delle
Chiese, nel corso dei prossimi anni, e
soprattutto all’Assemblea ecumenica
del 1968. Ma la gente pare già stanca
di tali problemi. Basta vedere i commenti di certi quotidiani. Non si rendono minimamente conto che il compito grande non è dietro le spalle, ma
davanti a noi. « -Chiesa e Società » è
stato un buon avvio. Ma il grosso del
lavoro resta ancora da fare. Le Chiese
svizzere hanno avuto una partenza
eccellente con la « proposta Biéler » e
coll i rapporti dei proff. Ric-h e Bieben,
uditi l’altro giorno a Berna (all’Assemblea della Federazione protestante
elvetica, n.d.r.).
— Lei è sempre stato un osservatore attento e lucido della vita internazio-nale. Quali sono, secondo Lei, i
problemi che occorre risolvere oggi in
via prioritaria, per preparare l’avvenire del mondo?
— Pongo in primo luogo il pro-blerna della divisione dei mondo in paesi
ricchi e poveri. È un problema a lunga
scadenza. Naturalmente anche il problema nucleare è angoscioso. Ma nessuno sarà tentato -di fare uso deiie
armi atomiche, se nessuno è spinto
alla disperazione. Occorre quindi lottare contro tutte le sorgenti di disperazione. Abbastanza legato a questo,
è il problema razziale. Dimentichiamo
troppo facilmente Ohe è assai urgente.
Nell’Africa meridionale — e non soltanto nel Sud Africa — vi è quella
diecina di milioni di uomini ohe non
hanno alcun diritto di cooi)erare alle
decisioni che impegnano il loro avve
nire. E poi, vi è tutto ciò ohe concerne
ciò che chiamiamo «ii piano». Sono,
per i cristiani, problemi enormi. Come
si vivrà domani? Vi seno limiti a ciò
che l’uomo ha diritto di fare? Non è
superstizione, fea-sg,, credere ohe la
scienza sia autonoma? Occorre riunire tutte le forze cristiane del mondo — e sono ancora ben piccole e deboli — per'raccogliere la sfida ohe ci
lancia oggi lo sviluppo del mondo.
iiMiiiimimiMiiiiiiiiiiiiii
Karl Barth e la politica
Un giornalista svizzero, Daniel Cornu,
ha sostenuto ultimamente una tesi di laurea su « Kca-l Barth e a poli ica » pre.'^so
la Facoltà autonoma di teologia protes an e
dell’Università di Ginevra. È noto il ruolo
avuto dal teologo di Basilea nella lotta
della Chiesa confessante in German a, che
gli valse nel 19d!i la sua destituzione da la
cattedra di teologìa all’Università di Bonn.
Il « Service de presse protestant » (5 dicemibre 1%6) riferisce così su questo lavoro
accademico.
UN IMPEGNO SPESSO FRAINTESO
L’alleggiameTito politico di Karl Bar -li
è ancora ogget'o, in la-rglii setlori, di un
sospetto assai profondo. -Non si comprende
che il teologo, espulso da-Ua Germania nel
1935, non abbia conidannato il comuniSmo
con altrettanta -chiarezza e a ret an o vigore di come aveva fatto per il naz onal®ocialismo. Non si comiprende che abbia taciuto al momento della ri-voluz one
ungherese del 1956, quando le s esso JeanPaul Sartre denunciava senza equivoci l’intervento delle truppe sovietiche ! Ma, soprattutto, -ci si stupisce che si sia arrogato il diritto di intervenire in modo così
diretto in campo -politico. Infa ti, è proprio compito di un teologo, immischiar.si
pure nella vita ipo'i-tica?
D. Cornu ha cercato con la -sua tesi di
rispondere a queste obiezioni. Superando
le aipiparenli conlrad-dizioni contenute nelle
varie prese di -posizione nolit che di K.
Barili, egli mette in evidenza una coerenza
profonda in tutto Finsegnamento pra.i-co e
teorico del teologo di Basi'ea in campo
politico, affermandone al tempo stesso la
legittimità, jl diri'.to a intervenire -nella
vita dela città.
L’ATTO POLITICO SOTTOMESSO
ALL’AUTORITÀ’ SUPERIORE
Infatti, -presentando l'a to politico come
una conseguenza dire la della fede evangelica e la vita dello Stalo come il lucg■per eccellenza di un’analogia del Regno di
Dio, Barili sotloponc le sue prese di posizione pol.ticihe, e il suo alleggiamen o
pcli'ico nel suo insieme, a un’autorilà che
non compare mi piano delle- normali discussioni: quella di Gesù Cristo, unico sovrano della comuniià crisi una e della cofede — non grazie a una qua'siasi capamunilà civile. Avve-rlila e accettata nella
cilà dell’essere umano di riffe lere di per
sè la giustizia div'na — qiies a aulorità è
la scia a fornire i criteri di un’azione -politica giusta.
L’autore fonda questa sua affermazione
centrale su uno studio analitico a-pp-rofondito dei vari scritti ehe Barili ha ronsacra-l-i
ala poliliica. Si tratta -di un aspet o particolarmente importante della -sua vita e della sua cpera: fra il 19Ó6 e il 1955 (mezzo
secolo -per il quale fu effetua a una recensione comipleta dei suoi -.scritt') si trovano
infatti circa un cenlinaio dii lesti che in
un modo o nell’altro trattano problemi
politici, cioè circa un quarto del totale dei
suoi libri, artico-i, conferenze.
FORSE INCOERENTE,
SICURAMENTE CONCRETO
Dopo aver dimostralo la volontà di K.
Barili di non parlare nè agire -se non come
teologo, e do-po aver analizzato la -sua reazione di fronte a un dato avvenimento o
a una data situazione politica, D. Cornu
pone in evidenza la libertà assoluta (e
secolo per il quale fu effettuala una recendell’a-leg-g-iamento -politiio -di Barl-h, come
pure la -sua preoccupazione di rivolgersi a
uomini posti in si nazioni conicr-eie. Questo atteggiamento testimonia della liberà,
della forza di contes azione (« scandalo per
gli ebrei, follia per i pagani ») e d, 1’ nserimen'.o concreto — niedianle l’incarnazione — de'.l’Evan-gelo nel mondo.
Incoerente, Barili non le è dunque che
per coloro i qual', -per ignoranza o per
partilo preso, disisociano le sue -prese di
posizione politiche dalla -sua opera dogmatica. Uno studio parali« o in ques. due
campi rivela al contrario una solidità di
fondamenti e una permanenza di motivazioni leologic-he -che è per lo -meno doveroso riconoscere. Questo è il contributo che
ha voluto portare Faiilore di questa lesi
su « Karl Barili e la p lilica ».
Il dito nella piaga
Leggendo gli Evangeli sappiamo che Gesù, per volere di Dio, vide
la luce in una stalla circondato da povera gente e da animali pacifici.
Leggendo i giornali sappiamo ohe Francis Spellman, cardinale arcivescovo di New York, tenne la messa di Natale non nella sua diocesi, ma,
guarda caso, nella base aerea statunitense di Tan Son Nhut, nei pressi
di Saigon. E non certo celebrò il Natale fra missili e aerei per volontà
di Dio, ma perchè ispirato dai responsabili della escalation americana
che Spellman condivide dimostrando un senso assai dubbio di carità
cristiana. -Spellman, al cospetto di cinquecento militari — lanzichenecchi fatti fieri dalla tecnica moderna che li mette in condizione di radere
al suolo -case e scuole — ha pronunciato un incredibile discorso, almeno
per un presule il quale secondo il giudirio cattolico sarebbe un diretto
discendente degli Apostoli.
Alcune gemme del -discorso del cardinale. « La guerra nel Vietnam »,
quella americana naturalmente, « è, a mio avviso, una guerra per la
difesa della civiltà ». E noi tutti ricordiamo ohe le imprese cri-mincse del
fascismo, dalla Spagna alla Abissinia, furono sempre presentate all’opinione pubblica e a coloro che venivano inviati al macello e a macsllare,
come « difesa della civiltà », quella dei costruttori di cannoni e dei grandi
banchieri. Continua Spellman : « Qualsiasi soluzione diversa della vittoria è dunque inconcepibile». In altre parole non si devono accettare
cerne base di negoziato gli Accordi di Ginevra dettati dal diritto internazionale, riconosciuti dallo stesso Paolo VI il quale, diamone atto, è
intervenuto più volte per la pace nel Vietnam, cosa che Spellman, più
voglioso di guardare al Pentagono ohe al soglio di Pietre, preferisce dimenticare.
Ma vi è altro : e qui l’arcivescovo si fa blasfemo, perchè chiama in
causa Dio dicendo ; « Preghiamo affinchè il coraggio e l’abnegazione dei
nostri soldati non restino vani». Ecco la morale: Dio, dai a noi la forza
di torturare, di bruciare, di saccheggiare, affinchè « quella vittoria che
impetriamo con tutti i nostri voti nel Vietnam e nel resto del mondo >)
sia, concludiamo noi, a maggior gloria degli adepti di Mammona che
nidificano in Wall Street.
9j( Hi
Il mio bottegaie si lamenta per le tasse. Le Camere del commercio
di molte città notificano, e non -da oggi, un numero crescente di fallimenti. L’alluvione ha rovinato centinaia di piccoli produttori, un certo
numero forse per sempre. Situazione economica pesante, fatalità con
giunturale. furi^ delle acque dicono i nostri governanti. Intanto l’onorevole Andreotti, a Parigi, al Consiglio del M.E.C., assicura con una
terminologia convenzionale (per esperienza la sappiamo minacciosa),
che « l’Italia terrà fede ai suoi impegni » Il che significa, in parole povere, tenere alto il tasso dei profitti, limitare gli stanziamenti per le
opere pubbliche, dimenticare i vermi che hanno banchettato nei ventri
tesi del bestiame riverso nelle campagne venete e toscane ; significa tra
scurare il fatto che la povera gente deve essere aiutata gravando con
imposte straordinarie i -grandi detentori di capitali, tassando con senso di
giustizia coloro che credono di essere puliti per aver trovato il tempo,
fra una prepotenza e un bagordo, di santificare magari il Natale,
Vogliamo chiedere a nome di tutti coloro che dispongono di poch;
utili e pagano in proporzione, di tasse, assai di più di chi dispone di
molto denaro, vogliamo chiedere a nome del mio bottegaio, il quale è in
pace con se stesso perchè non ha votato per I partiti del governo, nè per
la destra economica e fascista, chiediamo pure a nome dei metallurgici
e degli edili ohe hanno ottenuto, dopo dure lotte (e le lotte operaie sonc
sacrifici per le famiglie dei lavoratori), quattro soldi d’aumento, chic
diamo a nome di tutti coloro che versano in condizioni economiche dii
ficili: come si comporterà il fisco nei confronti di Gianni Agnelli, presi
dente della FIAT, il quale ha dichiarato 82 milioni di reddito contro i
9C0 accertati? per non parlare di Verginio Tedeschi presidente della
CEAT e della Finanziaria industriale di Torino, nonché di Vittorio Vailetta fatto senatore dal socialdemocratico Sa-ragat, senatore in quel
Senato riscattato dall’onta fascista dalla Lotta di Liberazione, che fu
non solo lotta per scacciare fascisti e tedeschi dallTtalia, ma essenzialmente lotta per dare al nostro Paese, tramite il sacrificio partigiano e
i chilcmetri di filo spinato ohe cingevano ferocemente i campi di concentramento, un domani dignitoso, veramente democratico, tendenzial
mente se non totalmente in armonia con il valore di Dio, perchè basato
sulla soppressione di scandalose ingiustizie sociali.
* Hi *
Vi è gente che crede di essere in pace con Dio erigende un albero
di Natale. Cesi è accaduto a Porto Tolle, una località del Polesine dove
gli alluvionati vivono sistemati alla meno peggio e gratificati dal governo, in occasione del Natale, di un assegno di lire mille. Gii alluvionati di una terra soggetta da troppo tempo, per incuria dei vari gover
ni, alla violenza delle acque hanno rifiutato con lodevole dignità le
mille lire- espressione di ima carità pelosa e, in segno di protesta, circa
la quale la stampa go-vernativa o quella cosidetta indipendente hanno
taciuto, hanno occupato i locali deU’E.C.A. di Londinara, dove aveva
luogo la distribuzione del vergognoso sussidio.
Noi esprimiamo la nostra solidarietà e votiamo le nostre preghiere e
invochiamo fatti positivi in favore di questa gente che da due mesi vive
di promesse mentre continuano a difettare: vestiti, medicinali e cibo
E’ tempo che il governo dia a costoro una sistemazione decorosa e
offra possibilità di lavoro come conviene a uomini civili. Mancano i sol
di? Non è vero! I soldi sono stati raccolti e, se non sono sufficienti, si
prendano dove sono : a coloro che occultano o sperperano danaro incu
ranti del fatto che altri esseri umani, creature di Dio, versino in con
dizioni di disagio fisico e neH’inedia. Mario Gardella
A. I. C. E.
Personalia
Si sono sposati, a Genova, Marcella
Tron e Maurice Bodmer. Ci rallegriamo fraternamente con loro, con i nosti auguri migliori.
Apprendiamo solo ora che a Blesi,
nella famiglia del Servizio Cristiano,
è arrivato Davide, figlio di Irmgard c
Giò Vinay: partecipando alla loro
gioia, inviamo loro il nostro augurio
fraterno. Come dice il nonno, pastore
■Vinay, in «Giorni a Riesi»: «Fra
qualche anno i ’’carusi” e le ’’carusedde” del Monte degli Ulivi formeranno
una vera banda ! ».
Si sono sposati, a Torre Pellice,
Marco Rostan e Roberta Peyrot. Il
nostro augurio lieto e fraterno per la
loro vita a due: possa esser vissuta
nella comunione della fede e del servizio.
Corso di preparazione
11 C. N. dell'A.l.C.E., ncirespressione del
suo Gomitalo Valli, comunica ai Candidati
per ij prossimo Concorso Magistrale 1967 di
avere iniziato con successo la serie dei corsi
di preparazione, nella ssde della Chiesa Valdese di Pinerolo (inizio delle lezioni ore
14,45 - termine ore 17,45). Tale corso comprende una serie di lezioni di pedagogia circa gli aspetti fondamentali deireducazione (i
cinque punti, individualizzazione, globalizzazione. comunicazione, tempo libero, ecc.);
un'altra relativa al commento puntuale dei
Programmi ministeriali 1955; una terza circa la letteratura pedagogica contemporanea
(Pakard, Onorati, Dolci. Sartre, ecc.). Si procede altresi — ed è fondamentale per lo
scritto -- airassegnazione ed alla correzione
dei temi, consigliando ricerche hihiiogroiiche
e fornendo testi utili alfuopo. Durante ogni
lezione, si spera di poter fare intervenire un
in.segnantc o professore protestante specialista in qualclic materia, onde allargare la visuale sulla problematica pedagogica. Si prevede una visita ad una scuola moderna di
Torino (probabilmente alle Vallette), onde
dare anche un indirizzo pratico alle nostre ricerche.
Le lezioni per il mese di gennaio (si ricorda che esse dureranno lino alla data d'esame) sono fissate come segue: 2 - 4 - 12 19. Coloro clis intendessero iscriversi, è sufficiente si presentino alle lezioni o si mettano in comunicazione col doli. Roberto EJynard - via Provinciale. 27. Torre Pellice
(lei. 91.622). A tutti i Candidati rinnoviamo
ì nostri auguri sinceri.
Il C. N. deirA.LC.E.
SAMPIERDARENA
Anche in seno alla nostra Comunità con
il mese di ottobre sono state riprese tutte le
attività.
Desideriamo dire la nostra viva ricono
scenza al Pastore Severino Zotta che nello
scorso anno, ecclesiastico, per circa sette mesi, ha curato la comunità con amore ed alio
studente Gianmaria Grimaldi rimasto tra noi
nel periodo estivo.
Domenica 25 settembre abbiamo salutalo
il candidato in teologia Bruno Hostagno. il
quale ha tenuto il suo culto dì addio, dopo
aver svolto con abnegazione il suo minisleriti
in mezzo a noi per quasi Ire anni. Gli auguriamo benedizioni per Pavvenirc.
Domenica 18 settembre il nuovo Pastore
Alfredo Scorsonelli, presentalo dal diacono
Carlo Baiardi, ha predicato il suo sermone
di insediamento alla guida della nostra Comunità, la quale lo ha accolto con fraterna
simpatia c chiede al Signore di benedire la
sua opera.
L'Assemblea di Cdiiesa. riunita domenica
20 novembre ha ascoltato la relazione sui lavori del Sinodo e preso in esame il programma di lavoro traccialo dal Consiglio di Chiesa. La Comunità era largamente jirescnle.
L'iJnioiie Feimiiiììile. nella sua riunione di
ripresa, ha dato il benvenuto alla Sig.ra Lina Scorsonelli con Paiuto della quale speria
mo dare ai nostri incontri quindicinali un
crescente carattere di spiritualità.
La Gioventù Evangelica Genovese ha deciso di svolgere unita i suoi lavori seguendo
le direttive del Congresso di Santa Severa.
Siamo lieti che punto di incontro per le riunioni interdenominazìonali sia stalo scelto il
nostro locale.
I membri di Chiesa hanno risposto con
slancio aìYappello in favore delle nostre Comunità provate dall’alluvione. Sono stati raccolti molti indumenti, e oltre 150 mila lire.
3
N. 1 — 6 gennaio 1967
pag- 3
Dalla comunità di Genova
sull ecumenismo, a Bari
/• r
I
I
Mercoledì 14 diceimibre nella Sala Cons gliare del Comune si è svolle un dia.ogo
sul teina « Convergenze e Divergenze sull’Ecumenismo », che però rischiò di degenerare in diatriha.
Ecco come sono andate le cose. Per
primo parlò il Prof. Antonio Russo; laico
di parie cattoliea, egli si attenne al :ema
con una chiara, serena e quasi obbiettiva
esposizione del punto di vista protes ante
suirEcuinienismo. Il Papas Giorgio Tsitisis,
Parroco della Chiesa Greco-ortodossa di
Brindisi, in tono pastorale ei disse quel
elle ne pensa l’Oriodossia. Segui la documentata iconferenza del Dott. Enrico Corsani, Pastore Evangelico Valdése. Il col ega, .senza scivolamenti, fece il punto del
Protes antesimo mondiale sbarazzando il
terreno dei non poohi luoghi comuni come la nostaligiià per Roma e per la sua
«pienezza», sempre con serena obb'e livita di studioso dell’argomento e r spe'-tO'So per non dire speranzoso dei pochi
spiragli iche il Concilio Va icano II offre
al dia’ogo.
A questo punto fu la volta dell’ora ore
cattolico romano Padre Leonardi, domenicano, il quale però non tentò neanche dì
parlare di divergenze, nè tentò di persuadere l’eiletto uditorio dei motivi del dissenso ; ma, .come egli stesso disse, nello
spirito deirordine che rappresen'.ava, attaccò non gli eretici, ma l’eres a pr; testarne, da buon « cane » del Signore... Fu,
la sua esposizione, quanto di meno simpatico avrebbe potuto capitare in clima di
dialogo: una diatriba disordinala, senza
un filo ccndultore, fatta di frasi falle e di
vieti e graluili argomenti, asliosi e velenosi, stiiroriiginc dubbia della R forma Anglicana, sii'rorgoglio satanico di Lutero
che non -scpipe essere Riformatore in umiltà fine S. Francesico, restando nella Chic
80. Non ci disse però «e e come S. Francesco riiisci a riformare il cattolicesimo.
Ad un dato momenlo vidi il vo to del
collega Corsarii farsi palUido, non già per
'paura, che al momento giusto riha tè ener
gicanieiue con latto e sicurezza facendo
notare l’inopporlunilá di tan'o livore e
mettendosi a disposizione per incontri a
livello polemico su determinati argomenti.
Il pallore del collega era fratto di disapputilo c di amarezza. Fa'ica sprecata 1
dia''ogo't p perchè? Me lo sto chiedendo
da un pi’ di tempo, e penso che una risposta ci -ia. I nostri principi suU’acssolula
preminenza della Bibbia, regola di condotta e di fede per rindividuo e per la
comunità, sono ostici alla oult.ura religiosa
e laica del nostro i>aese, e noi slamo trovali come seguaci di un Dio straniero.
Lo avvertimmo anche nella esiposizione
deirOi'lodosso Parroco Tsalsis, che c:n
freddis.siina noncuranza definì la Riforma
de' ITTI secolo un fatto interno dei'la Ghie
sa d’Occidenle. del tutto trascurabile per
l’Ortodossia. Lo .sentiamo tutti i giorni
quando buoni cattoliici la bistrattano come
PER ì CATANTÌ !N VAL D’AOSTA
lina sosta a Carema
avvenimento spirituale, la apiegano... come la rivolta contro la latinità; e quando
dei laici colti la classificano come bieco
individualismo e la inquadrano nell’uman esimo.
Nessuno riesce a cog iere l’essenza di un
nuovo prinicipio quello della religione,
senza R. maiuscolo, per cui deve avvenire
l’incontro con il Cristo Vivente, nell’ascolto della Parola, incontro nel clima della
libertà, incontro di conoscenza, di decisione... del sL o del no, del rifiuto o dell’ahbandono fiducioso... deU’amgoscia o
della liberazione... in una parola dell’inconlro personale col Cristo. Il Pastore A.
N. Bertrand, nel famoso suo volume sul
Proleslanlesimo, lo chiama « il principio
della vita profonda ».
Fino a ohe questo principio non s rà
preso eul serio, l’abisso tra cultura laica e
protestantesimo resterà incolmabile; e il
dialogo coi cattolici romani, un discorso
. come fra sordi.
Ma non ci si deve scoraggiare, specie da
quando la Parola di Dio, -che nessuno può
incatenare a fcmrale e a definizioni dogmatiolie, ad essa estranee, ha cominoiato a
circolare liberamente in seno alla Chiesa
Cattolica. E non ci si deve scoragg are per
una ragione più profonda: lo Spirito Santo
è all’opera nel cuore del let'ore spregiudicato e attento ; la sua azione è sovrana :
e lo Spirito è Dio, sa farsi mlendere, sa
farsi capire. La Chiesa Uniiverisale è articolo di fede... e viene dopo la proclamazione della fede nello Spirilo Santo.
G. E. C.
Studio Biblico. - Si è iniziata una serie di
studi sul valore religioso dell’Antico Testamento. che sono stati seguiti sin’ora da un
gruppo numeroso di fratelli e sorelle che s’interessano all’argomento.
Si sono avute alcune riunioni quartierali
ben frequentate; verranno continuate più
avanti, oltre il 17 febbraio, e si spera di ricevere nel frattempo il progetto di statuto dì
federazione delle Chiese Evangeliche italiane,
che costituirà per le riunioni quartierali
un’ottima base di studio e di scambiò di idee,
in vista del parere conclusivo sull’argomento
che dovrà esser dato da un assemblea dì
Chiesa.
L’Unione Femminile ha lavorato con grande impegno per la preparazione del Bazar
che ha avuto un ottimo risultato.
L’Unione Giovanile si riunisce alternativamente in-Via Curtatone, come gruppo Valdese, e a Sampierdarena insieme ai giovani
delle Chiese Metodista e Battista, ed è stato
costituito un seggio interdenominazionale. I
giovani hanno collaborato per il Bazar, con
buon esito. Molti giovani ancora non frequentano le riunioni...
Esercizio di vanto. Un piccolo gruppo di volonterosi si riunisce la domenica mattina prima del culto per un breve esercizio di canto,
per ripassare o imparare inni e cercare di migliorare il canto nei culti. Speriamo che il
numero dei partecipanti aumenti ancora: la
mattina di Natale siamo andati a cantare all’Ospedale Evangelico recando così una testimonianza di simpatia a fratelli ammalati e
lontani dalle loro famiglie.
La comunità ha risposto con generosità all’appello lancialo in favore degli alluvionati.
Il 20 novembre è stato inviato a Firenze un
camion con un carico di. vestiario, viveri e
medicinali, raccolto nella nostra chiesa e in
quelle di Sampierdarena e di Sestri. Il materiale è stato depositato presso l’Istituto
Gould a disposizione degli Evangelici di quella città.
Le olferte in denaro hanno raggiunto la
somma di L. 681.000, che è stata così ripartita: L. 56.1.000 inviate direttamente a Firenze al pastore Santini per destinarle alle
necessità urgenti; L. 82.000 (colletta della
domenica 13 novembre) inviate alla Tavola
Valdese che ha chiesto di raccogliere le collette fatte quella domenica in tutte le chiese
per gli aiuti che il Consiglio Federale fa pervenire agli alluvionati delle diverse zone;
L. 36.000 sono state spese per il camion che
ha trasportato a Firenze il carico di vestiario,
viver e medicinali. Speriamo di poter fornire
ancora qualche altro aiuto.
La settimana del libro evangelico, promossa dalla Claudiana, ha dato buoni risultati.
La comunità ricorda con grato affetto il
lungo ministero genovese del past. G. FranC6SCO PeyTonel, recentemente scomparso a
Torino, ed esprime ai familiari la sua affettuosa simpatia.
Come ogni anno, Tattività evangelica interdenominazionale è particolarmente intensa
in questa fine d’anno: domenica 11 si è avuto, nel pomeriggio, un culto d’Avvento in
comune tra le Chiese evangeliche della
« grande Genova nel tempio battista di
Via Vernazza, e domenica 18 nel tempio valdese di Via Assarotti; giovedi 22 le Unioni
femminili battista, metodista e valdese di Genova, Sampierdarena e Sestri. Buona riuscita,
il 18, della festa natalizia della Scuola Domenicale.
iiiimiiMiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
CATANZARO
Il paese di Carema è in Valle d'Adsta, prima di Saint Vincent,
Lasciando la statale che conduce ad
Aosta e salendo legg^ermente sulla
destra si trova la cappella valdese, in
uno stabile di proprietà della Tavola,
già adibito a scuole evangeliche nel
passalo.
Esiste tuttora un piccolo gruppo di
evangelici ; si riuniscono ogni domenica mattina alle ore 8,45 per il culto.
Ne diamo notizia agli eventuali
sciatori o turisti i quali intendessero
fermarsi a Carema per un breve culto
in comunione con quel piccolo gruppo di credenti. Sarebbero accolti ooin
gioia e incoraggierebbero la comunità. Non dico che farebbero opera meritoria, ma certamente manifesterebbero amore e solidarietà cristiana.
E di ciò saremmo loro grati.
Ermanno Rostan
« Io non mi vergogno deli’Evangelo; perchè esso è potenza di Dio per la salvezza di
ogni credente; del Giudeo prima e poi del
Greco... » (Rom. 1: 16).
La fratellanza evangelica valdese di Catanzaro è rimasta contenta della scelta del
Pastore Enrico Trobia che la Tavola ha designato per la- nostra Comunità. Proveniente
dalla Chiesa di Orsara di Puglia è arrivato
in mezzo a noi il giorno 11 Ottobre con la
sua cara famiglia, salutato da molti fratelli
e sorelle di Chiesa che lo ricordavano con
fralerno affetto per la sua viva e calda predicazione.
Domenica 16 Ottobre, per la prima volta
nella nostra Chiesa, al Culto delle ore 10,30
v’è stato rinsediamento del nostro Pastore
da parte del Pastore Vincenzo Sciclone venuto apposta da Riesi. Il sermone del Past.
Scìclone, dopo aver letto la liturgia dell’insedìamento, ha edificato la fratellanza presente ricordando la parola di Dio detta da
Paolo ai Romani. Dopo la predicazione del
Pasl. Sciclone il nostro pastore ha dato un
bellissimo messaggio basato sulla seconda
lettera di Paolo ai Corinzi 4: 7 ove è detto
che la potente predicazione dell’Evangelo
della salvezza è contenuta in vasi fragili di
terra. La comunità è stata edificata ed anche commossa dalla duplice e sana predicazione. Un fratello anziane nome della Comunità ha ringraziato il past. Sciclone per il
messaggio ed ha augurato al Past. Trobia un
lungo e benedetto ministero in Catanzaro e
provincia.
La sera di giovedì 10 novembre 1966 con
una maggioranza di fratelli e sorelle, sotto
la presidenza del pastore, si sono svolte le
elezioni per la nomina del nuovo Consiglio
di Chiesa. L’Assemblea in un clima di fraterna concordia e serenità ha scelto i seguenti fratelli : Anziani : Ernesto Scorza e
Vitaliano Olivo; Diaconi'. Immacolata Errantis, Dario Scorza, Nicola Citriniti, Luciano Levato.
Il Consiglio nella sua prima seduta ha nominato tesoriere il fratello Nicola Citriniti e
segretaria da sorella Immacolata Errantis
Siamo certi che in nome del Signore ed al
servizio del Suo Evangelo, guidati da un pastore che oltre ad essere un buon predicatore
è anche un buon amministratore, daremo
tutti, pastore e Consiglio di Chiesa, una for
te testimonianza con una dignità degne di
coloro che seppero dare 'il proprio sangue e
rimasero fedeli fino al sacrificio, e ciò in nome della Verità e deU’amore di Cristo che
vince ogni cosa.
La mattina di domenica 20 novembre alle
ore 10 nell’Ospedale Civile di Catanzaro veniva chiamato alla Casa del Padre Celeste
il fratello Gentile Nicolangelo. Nato il 1898
i^ S. Caterina sullo jonio (CZ.) si era trasferito in Catanzaro con la sua famiglia lavorando da calzolaio e vendendo calzature.
Uomo dotato di spirito di laboriosità e di
indipendenza aveva conosciuto l’Evangelo
venti anni fa per mezzo della testimonianza
di un fratello di Chiesa, Fece parte subito
della nostra Comunità insieme alla sua famiglia e prendendo parte ai culti si era molto affezionato alla fratellàiiza valdese. Dà più
di un anno er-d stato colpito da infarto cardiaco rimanendo per un po’ di mesi in ospedale, ma il 1 uovo attacco cardiaco lo ha
stroncato imp ovvisamente. Il servizio religioso è stato tenuto dal nostro pastore in
chiesa il giorno 21 novembre alle ore 15,30,
ove ha ricordato alla fratellanza tutta e ad
una grande rappresentanza di parenti ed
amici cattolici, il messaggio della speranza
cristiana. Il pastore ha molto insìstito come
noi tulli dobbiamo essere vigilanti per essere trovali come il servitore fedele all’arrivo
del suo padrone. La viva predicazione del1 Evangelo è servita come testimonianza a
tutti i presenti e di monito a coloro che rimangono nell’indiiferenza della verità evangelica. Vadano le nostre condoglianze fraterne ai congiunti del caro fratello Gentile.
Voglia il Signore benedire il Suo popolo,
la Chiesa di Catanzaro ed il suo Conduttore
per l'avanzamento del Regno e la Gloria
di Dio.
" Ernesto Scorza
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Casella Postale n. 426 - ONEGLIA.
L’unione giovanile ha organizzato anche
quest’anno una vendita di libri nella nostra
comunità ed in quella di Rodoretto in occasione della settimana del libro evangelico.
Tutti i membri dell’unione hanno parteci-'
pato a questa iniziativa con spirito di collaborazione anche se i risultati sono a volte
stati inferiori alle loro aspettative. Ci auguriamo che questi volumi diffusi rechino un
utile incoraggiamento ed una occasione di
riflessione per coloro che li hanno acquistati.
Il seggio dell’unione giovanile eletto nel
corso delle ultime sedute risulta composto
da Edda Tron, Marco Pons, Giovanni Tron
e Eliana Micol. La prossima seduta della
Unione è fissata per sabato 14 c. m.
La festa dell’albero ha avuto luogo il giorno di Natale nella sala del Reynaud in presenza di un pubblico numeroso; i bambini
hanno svolto un programma -di recite e canti
ed hanno assistito alla proiezione di alcune
filmine natalizie. Marco Pons e Edgardo
Tron hanno allietato la distribuzione dei
pacchi con una scenetta sul canovaccio dei
babbi natale. I bambini hanno ricevuto il
tradizionale pacco di dolciumi ed un fazzolettino doni del Sig. T. Beri e della sig.na
Gay di Torino; la collctta effettuata al termine del pomeriggio c stata devoluta all’orfanotrofio Ferretti di Firenze.
I culli di Natale e del capo d’anno celebrati nel tempio hanno hanno visto una buona affluenza di partecipanti approfittando anche del tempo particolarmente favorevole.
Una gradita visita è stata fatta alla nostra comunità dalla Corale della chiesa di
Torino domenica 29 novembre. La ringraziamo per la sua partecipazione al culto e per
il canto di alcuni inni che l’assemblea ha
vivamente apprezzato.
La somma complessiva raccolta in favore
degli alluvionati è stata di L. 335.400. La
colletta al culto ha fruttato L. 248.000 ed è
stata inviata alla Tavola Valdese in risposta
all’appello del Consiglio Federale. Il gruppo
Valdese di Pont Canavese e il gruppo comunitario Protestante hanno inviato complessivamente L. 87.400 al Centro Evangelico di
solidarietà di Firenze.
Quattro predicazioni d’Avvento hanno
preparato la comunità al Natale. Culti di
Santa Cena sono stati celebrati a Carema,
Pons Canavese e Trausella-Drusacco, oltre
che ad Ivrea, in occasione del Natale. Un
gruppo di giovani ha validamente collaborato con le monitrici della Scuola Domenicale
per la preparazione della festa natalizia dei
bambini che ha avuto luogo il 26 dicembre
con un buon risultato.
Alcuni giovani hanno provveduto alla, vendita dei libri nella « Settimana del libro evangelico ». Altri giovani hanno confezionato e
venduto cartoncini in favore dell’Asilo d’infanzia di Pachin,o.
E’ deceduta in un ospedale di Torino, dopo lunghe sofferenze, la nostra sorella in fede
Rinalda Robutti ved. Savigni. I coniugi Savigni risiedevano a Carema dove s’erano ritirati al termine del loro lavoro professionale.
Come Sindaco del paese il Sig. Savigni s’era
fatto molto apprezzare; tutti e due davano
la loro collaborazione alla chiesa tanto a Carema quanto ad Ivrea. Nel mese di maggio
il marito fu portato via da una morte subitanea; a pochi mesi di distanza è avvenuta la
dipartenza di sua moglie. Il piccolo gruppo
evangelico di Carema sente ora la loro mancanza. Esprimiamo ai membri delle famiglie
colpite dal lutto la nostra viva simpatia cristiana. Il funerale della Signora Savigni ha
avuto luogo a Carema il 17 dicembre con
il concorso di un numeroso pubblico.
Hanno ricevuto il battesimo nella comunità : Leonardo Poppa e Angelo Gagliano.
Possano questi bambini crescere nella grazia
e nella conoscenza di Cristo Gesù.
BOBBIO PELLICE
Sabato 24 dicembre abbiamo invocato la
benedizione di Dio sul matrimonio di Char^
honiiier Stefano fu Stefano (Abses) e Baridon
Maria (Parigi).
La grazia del Signore circondi sempre questo nuovo focolare.
Redio-!V della Svìzzera Italiana
DOMENICA 8 GENNAIO
Radio. ■ Conversazione evangelica alle
ore 9.15 (Pastore Otto Ranch).
Televisione. ■ «La Parola del Signore»
alla fine delle trasmissioni (Pastore Guido Rivoir).
I lettori
ci scrivono
Il Culto
Evangelico
Roma, 24 dicembre 1966
Caro Conte,
Ti sono grato per la pubblicazione
su VEco Luce della mia Circolare dì
Novembre concernente II Culto Evan.
gelico, anche se non era mia ìnten
zione mettere in risalto una decisio*
ne inopportunamente presa dalla
Giunta del Consiglio Federale. Tale
decisione non voleva essere un campanello di allarme ad uso delle nostre Chiese, come tu sembri supporre, ma una draconiana misura per
evitare una spesa alla quale presto se
ne sarebbe dovuta aggiungere un’altra concernente il Giornale in comune.
La tua iniziativa non mancherà dì
destare un più vivo interesse per il
quindicinale che « già era perduto ed
è tornato a vita ». Infatti la sua pubblicazione non cesserà avendone io
assunto personalmente la responsabilità finanziaria, e molti amici de II
Culto Evangelico avendo con prontezza e generosità risposto al mio appello. A tutt’oggi ho già ricevuto un importo sufficiente per coprire le spese
di stampa e di spedizione per i sette
primi mesi dell’anno che viene e penso di potere fare assegnamento su altre offerte di amici e di Chiese per i
rimanenti mesi. Cerco di raggiungere
un numero di abbonati paganti sufficiente a rendere la pubblicazione finanziariamente autonoma. So di essermi addossato una non lieve responsabilità, ma quel che mi vi ha spinto
non è tanto la mia ’caparbietà’ tipicamente valdese, quanto la convinzione che ho circa la funzione insostituibile di quella pubblicazione. A
comprova di questo ti trascrivo alcuni brani della lettera di un emigrato
in Germania, una delle tante che ho
ricevute con espressioni di vivo apprezzamento :
Amato Culto Evangelico,
da oltre due anni ricevo ogni quitta
dici giorni una copia della vostra trasmissione e, se devo dire la verità,
per me è motivo di grande soddisfazione. La vita all’estero è indubbiamente una vita sacrificata perciò, ogni
volta che la nostalgia deWItalia e ancor più quella della casa, mi tormenta in modo piuttosto pesante, ogni inolia che mi trovo di fronte a tante abitudini completamente diverse dalle
nostre sia per il lavoro, sia per tutte
le cose possibili e immaginabili, allora mi consola il fatto di pensare alle
vostre copie che puntualmente ricevo
ogni quindici giorni come sopra detto...
Continuate (se è possibile) a spedirmi le vostre care copie. Unisco alla presente L. 1.000, e perdonate la
pochezza delVofferta..,
L. C. - Nagold (Germania)
Sono lieto di potere rassicurare questo nostro fratello' dicendogli che le
copie del Culto Evangelico continueranno ad essergli inviate come pure
a tutti coloro che come lui le ricevono con piacere.
Se lo stimi utile di quando in quando potrò dare ai lettori de VEco-Luce
delle notizie sul nostro lavoro in questo campo.
Con i più cordiali saluti
Pastore Guido Mathieu
Lo stimo utilissimo, e ricambio Vaugurio più cordiale.
Abbiamo ricevuto
Per Vlstituto ’’Ferretti’" di Firenze: una valdese di Washington, 100
dollari.
Ringraziamo e trasmettiamo.
A rettifica di quanto pubblicato
nel n. scorso, le offerte della famìglia
Fonie (Cannerò) erano in memoria
di Emilia Jahier-Vidossich e di Ma
rio Jahier.
RINGRAZIAMENTO
La figlia e i fratelli della cara scomparsa
Clelia Cardon
ved. Fornerone
Favorita dal tempo magnifico, una assemblea compatta ha gremito il nostro tempio
la domenica di Natale ed ha ascoltato con
raccoglimento il messaggio dell'Evangelo.
Molto numerosa pure la partecipazione alla
Santa Cena. La Corale ha eseguito lodevolmente due inni di circostanza che sono stati
vivamente apprezzati da tutti.
La festa dell’albero di Natale ha avuto luogo lunedi mattina 26 dicembre. Molto mimerosa l’assemblea degli adulti; magnifico l'abete riccamente adornato e scintillante; ricco e
vario il programma di recite e canti; bene
eseguiti i quattro inni d’insieme ed i due inni
cantati dalla Corale. La festa terminava con
la distribuzione ad ogni bimbo della parrocchia di circa 150 pacchi-dono. Un vivo grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla
buona riuscita di questa festa, agli insegnanti
per la preparazione del ricco programma ed
alla Corale per la sua partecipazione. Il pomeriggio i bimbi sono stati invitati alla proiezione gratuita di un interessante film. e. a.
ringraziano sentitamente quanti, con
la loro presenza, fiori o scritti, hanno
dimostrato in questa dolorosa circostanza, la loro simpatia ed affetto.
RINGRAZIAMENTO
I figli della compianta
Elena Bounous
ved. Long
commossi per la dimostrazione di affettuosa partecipazione al loro grande dolore, ringraziano quanti hanno
voluto dar loro testimonianza di simpatia nella triste circostanza della dipartenza della loro cara mamma.
S. Germano Chisone, 5 gennaio 1967
4
pag. 4
6 gennaio 1967 — N. 1
Niente di
a sud dei
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
nuovo II pastore G. Francesco Pegronol
Pirenei
dotto a tale revisione. « Il Fuero degli
« spagnoli — ha detto — non nece&
« sita di una riforma sostanziale. È
« stato necessario riconsiderare uni« camente l’articolo 6 relativo alla li«bertà religiosa per adeguarlo all’at« tuale dottrina della Chiesa, aggior« nata nel Concilio Vaticano II. Ciò
« giustifica la nuova redazione del
« menzionato articolo, contenuto nel« la legge, alla quale la Santa Sede
« ha dato la sua approvazione ».
Questo nuovo articola potrà forse
influire sui criteri applicativi di quel
regime di tolleranza ohe è venuto di
fatto sostituendosi alla precedente intolleranza nei confronti delle attività
religiose delle minoranze, da quando
anche in Spagna ha cominciato a spirare l’aere del Concilio. Infatti, per
quanto si attiene alia religione, vige
attualmente in Spagna un regime di
privilegio pieno a favore del cattolicesimo romano (la « Lista provvisoria
« dei principali privilegi della Chiesa
«nella Spagna di oggi», presentata
dal Nunzio alla recente Conferenza
episcopale ne enumera 32); ed una
tolleranza di fatto per quei che riguarda i protestanti e gli ebrei. Tollersinza che viene intesa come un regime nel quale si fìnge di ignorare ciò
che esiste, i>erchè non si è disposti a
riconoscere e permettere ciò che tuttavia non appare producente impedire o reprimere.
Questo stato di cose precario ed
aleatorio per quanto concerne le minoranze religiose potrà in un futuro
più o meno lontano, essere ridimensionato e disciplinato con quella legge, allo studio dai 1962, con la quale
« si regolerà l’esercizio della libertà
« religiosa ».
Tale legge dovrebbe dare imo stato
giuridico alle minoranze religiose, ma
il suo progetto già più volte rielaborato dal governo — come riferisce la
stampa spagnola — è stato sottoposto
alla gerarchia cattolica, inviato per
l’approvazione alla S. Sede, e nuovamente revisionato. Dopo l’emanazione della Dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa, sembra si sia
pervenuti ora ad una redazione definitiva, tant’è ohe ü progetto di legge,
come ha annunciato un apposito comunicato, è stato nuovamente sott<>
posto all’esame della Conferenza episcopale spagnola radunatasi a Madrid
ai primi di dicembre.
Il testo del progetto non è ufiùcialmente noto, tuttavia da notizie raccolte in ambienti bene informati e da
quanto ne pubblica il quotidiano
« Ya » dell’8 dicembre, si conosce che
esso considera sotto -diverso profilo da
un lato le libertà civili degli spagnoli
non cattolici con criteri che in linea
di principio assicurerebbero la parità di diritti, ove di fatto però non
costituisca più discriminatone il previo avviso del clero richiesto per le
assicurazione ad impieghi pubblici e
privati; e d’altro lato la condizione
giuridica che verrebbe riconosciuta
alle confessioni religiose, ai ministri
di culto ed ai singoli professanti fedi
diverse, sottoponendo però ogni loro
attività sul piano organizzativo e religioso ad uno stretto controllo di polizia. Tale progetto regola l’esercizio delle attività religiose in modo
che, se il diritto alla libertà è affermato in via di principio «sul fonda
« mento della dignità della persona
« umana », il suo esercizio è in pratica
assai limitato e controllato, e si riduce alla facoltà di chiedere le nume
rose autorizzazioni preventive a cui
vtengoB» sottoposte le attività promosse -dai.'non cattolici.
La portata pratica di tale legge
dii>enderà poi dal buon volere di chi
sarà chiamato ad applicarla. Lo stesso sottBB^retario alla giustizia, don
Alfonso Lopez, che dovrebbe in un
domani presiedere la preventivata
« Commissione interihiriisteilale pei
«la libertà religiosa» (organismo che
accentrerà le funzioni di controllo ed
il rilascio delle autorizzaziom), parlando alla televisione il 7 dicembre,
nell’annunciare che « si va a dare un
« riconoscimento sj)eciale alla libertà
« religiosa », ha però precisato, come
ho potuto udire io stesso, che « i pro« testanti spagnoli sono spagnoli se« parati », parafrasando così, con assai
dubbio buon gusto, quanto in tema di
fratellanza i cristiani di confessioni
diverse dicono gli uni degli altri. Da
quanto è dato conos^re (fi tale progetto, non sembra quindi si possa dar
per scontato che il regime di Franco
si apra alla libertà religiosa. Né è da
escludere che l’attuale tolleranza di
fatto costituisca per le minoranze re
ligiose una condizione migliore del
regime di riconoscimento e di controllo che si va preparando per il loro
avvenire.
Motivo che induce però a sperare
un miglioramento della situazione è
che il regime franchista intende ora
adeguarsi, m tema di libertà religiosa,
alle recenti dottrine cattoliche proda
mate dal Concilio. La S. Sede infatti
e la gerarchia cattolica spagnola han
modo di seguire la preparazione di
detta legge in merito alla quale il loro
avviso risulterà in definitiva deternunante. Debbo quindi ritenere che sia
di primario interesse per la Chi^a
cattolica far sì ohe la incidenza dei
principi della IMciiiara^one conciliare
sulle situazioni concrete non abbia a
ricevere una brutale smentita fin da
questo primo caso in cui uno Stato,
che si professa cattolico, vuole adeguarvisi, raccogliendo pier giunta dalla stessa gerarchia cattolica la previa
approvazione del suo operato legislativo in tema di libertà religiosa. È
noto che nella Dichiarazione conciliare confluiscono tesi difformi a sostegno dei diritti esclusivi della verità e a difesa dei diritti della persona, ma sarà appunto dall’influenza
che la Dichiarazione stessa eserciterà
nelle situazioni concrete che si riscontrerà se in essa sono le posizioni
tradizionali o quelle aggiornate ohe
segneranno il futuro indirizzo degli
ambienti cattolici in tema di libertà
religiosa. Tanto più sarà dunque significativa al riguardo una situazione
come quella spagnola dove lo Stato e
la Chiesa romana possono pervenire
ad una identità di vedute in tema di
libertà religiosa, attesi i criteri fondamentali che informano il regime
politico di quel paese. Infatti l’art. 2
del « Principi del Movimento nazionale». documento che la legge ora
plebiscitariamente approvata riconferma in tutto il suo valore fondamentale, precisa ; « La nazione spa« gnola considera l’obbedienza alla leg« ge di Dio secondo là dottrina della
« Santa Chiesa Cattolica Apostolica e
« Romana come efistintivo di onore e
« fede inseparabile dalla coscienza na« zinnale che ispirerà la sua legisla« zione ».
Giorgio Peyrot
Abbiamo dato notizia, nell’ultimo
numero del giornale, della improvvisa dipartenza del Pastore Emerito
Giovanni Francesco Peyronel, spentosi a Torino dopo brevi giorni di
malattia alla età di 84 anni. Il Pastore Peyronel era nato infatti, nelle Valli Valdesi, il 25 Novembre
1882. Era stato consacrato al Ministero Pastorale nel 1910, rimanendo
ininterrottamente al servizio della
Chiesa per 42 anni, fino al raggiungimento della massima età per la
emeritazione nel 1952.
Il suo pastorato si svolse, per alcuni anni, nelle Valli Valdesi e,
quindi, in varie città dell’Italia del
nord quali Genova, Milano e Torino, nella (piale ultima si era ritirato a vita privata, * dalla -data della
sua emeritazione. Negli ultimi anni
s’era alquanto isolato dalla vita ecclesiastica, Sinodi, Conferenze Distrettuali, riunioni pastorali ecc_
perchè le sue dottrine teologiche si
accordavano poco con le correnti
teologiche dominanti nella Chiesa,
e per le quali aveva sostenute non
poche battaglie ideali, ma non aveva
mai interrotto di partecipare ai culti
della sua Chiesa. Sotto questo aspetto il Pastore Peyronel ha saputo dare un esempio, piuttosto raro purtroppo, di una levatura spirituale
iiiiiiiiitiiiiiiimiiimimi'
iiimimiiiiiiimmmiiiimii
Continua la dura esperienza
fiorentina, due mesi dopo
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
fatica di tanto tempo è portata via senza
scampo.
E’ notte. La poggia è cessata d’intensità,
ma il cielo è cupo. I nostri occhi si sono assuefatti al buio e vediamo che il livello della
fiumana di sotto si è fermato. Si odono urli
di terrore di donne, pianti di bimbi. Poi silenzio e sciacquio. Il terrore sta prendendo
tutti e in tutti si manifesta in forme diverse.
C’è chi apre un giradischi a pile, chi recita
Un rosario, chi eleva un sospiro. Ora fa freddo e non piove più.
Solleviamo lo sguardo verso il cielo e vediamo brillare le stelle. Allora, come l’antico
credente, sentiamo prorompere dal cuore più
forte il canto che per tutto il giorno ci aveva
confortato : Il Signore è il mio pastore, nulla
mi mancherà!
L’alba stranamente limpida, presenta ai nostri occhi tutta un’immane tragedia che mai
avemmo il dolore di vedere. Beni e tesori
della terra portati via, distrutti dal vortice
mortale delle acque del fiume.
Vaghiamo come automi in mezzo a tanta
rovina. Cerchiamo notizie, ci rassicuriamo, ci
rimbocchiamo le maniche. Si leva acqua e
fango, fango e macerie. La tragedia assume
aspetti più vasti, più drammatici.
Cosa fare in mezzo a tanto dolore? Cosa
deve fare questo Centro in un momento cosi
grave?
Il nostro cuore e le nostre braccia sono
offerte spontaneamente per tutti quei bisogni che si presentano ai nostri occhi. Non
lesiniamo energie e tempo, ma le ferite, il
« dopo »?
Ecco perchè al lume di candela, appena
si apri un varco verso via Serragli e potemmo raggiungere il « Centro » miracolosamente salvo, stampammo e spedimmo un appello
agli amici e fratelli fuori Firenze chiedendo
denaro e solo denaro.
E gli amici hanno condiviso con noi il dolore di quei giorni inviandoci doni generosi,
tanto che la raccolta ha oggi raggiunto la
somma di L, 3.923.144.
Cosa ha fatto e cosa farà il « Centro » di
questo capitale?
Cosa ha fatto. Qui dobbiamo essere telegrafici per non coprire troppo spazio.
Assistenza immediata nei seguenti casi ;
1) Famiglia di piccolo impiegato statale,
tartassata da gravi malattie di 4 dei 6 membri, che ha perduto tutta la casa.
2) Piccolo commerciante — non ancora
inquadrato nei ruoli — che ha perduto ogni
avere del suo commercio.
3) Vedova, con piccola pensione, ha visto
portar via dalle acque tutta la sua roba.
4) Albergatore che ha perduto ogni possibilità di lavoro in seguito all’alluvione.
.5) Due famiglie di anziani coniugi evangelici, particolarmente colpiti nella casa e
nella salute.
Questi per un intervento di L. 785.000 e
mediante distribuzione di quanto già in magazzino (mobilia e biancheria) e di quanto
ricevuto (viveri, disinfettanti, medicine, detersivi).
E inoltre tutta la modesta organizzazione
dell'ufficio e del suo poliambulatorio. Pochi
sono stati i collaboratori che hanno potuto
dare la loro opera al « Centro », non per mancanza di volontà, ma perchè impegnati nell’opera di soccorso nei vari quartieri o presso
le rispettive comunità. Ai casi sopra indicati,
ne vanno aggiunti ancora una diecina di minore importanza, mentre grazie alla recente
collaborazione dello studente Sig. Ido Canestri, si è potuto raggiungere tutta la popolazione evangelica alluvionata, interessarsi dei
loro casi, offrire l’aiuto che i molti amici ci
hanno versato.
Così, dopo quanto fatto, con quanto ricevuto abbiamo intenzione di fare :
1) Assistenza concreta verso famiglie alluvionate per :
a) rifacimento mobilia;
b) ricostruzione abitazione.
2) Apertura di crediti presso negozi alimentari per famiglie alluvionate composte di
anziani.
3) Sovvenzioni a disoccupati durante
tutto il periodo di inattività.
4) Eventuali piccoli cantieri di lavoro,
con impiego di mano d’opera non qualificata,
per ripristino locali delle comunità e istituzioni evangeliche della città.
5) Continuazione di tutta quell’assistenza che fa parte del normale programma del
Centro rafforzata per prevenire i maggiori
bisogni del difficile attuale inverno.
Così la nostra azione. Certo è ben difficile
descrivere tutto in una striminzita relazione.
Possiamo però assicurare gli amici che tutto
viene fatto secondo un certo ordine, magari con una voluta calma, ma con garanzia
di esito sicuro e duraturo.
* * *
Il Centro Evangelico di Solidarietà non
è finanziato da nessuna chiesa. Non ha capitali. E’ povero come lo sono tutti i figliuoli
del Signore. Vive per aiutare chi soffre e per
aiutare ha bisogno a sua volta di essere aiutato. Il Centro è soltanto un ponte fra il donatore e il fratello nel bisogno. Il soccorso
passa ora da questa ora da quella parte,
nello spirito di solidarietà cristiana che anima tutti i semplici delle nostre chiese. Non
dimenticate di far passare anche da questo
« ponte » la vostra solidarietà. Non dimenticate che i bisogni di una città così duramente colpita non si eliminano in un sol
gesto di affetto.
Hi * *
Abbiamo ricevuto diecine di pacchi di vestiario da famiglie e diverse tonnellate da Associazioni, materiale molto utile in tempi normali, prezioso oggi.
Ringraziamo ancora. Per venire incontro
a necessità di diverso genere,, il Consiglio del
Centro ha deciso di cambiare gli indumenti
inutilizzabili con coperte e biancheria nuova.
E’ un cambio di 100 e 1, ma assicuriamo che
ne vale la pena!
Anche i viveri (in scatola) ci sono assai
utili. Alcune sorelle ci hanno inviato dei pacchi, mentre veramente colossale è stata la
« spedizione » dei giovani metodisti di Milano Via C. Correnti. Grazie, cari fratelli.
Grazie a tutti.
Hi Hi *
Pochi giorni dopo il diluvio sono giunti
gli amici di Agape portando un furgoncino
di medicinali, detersivi e disinfettanti. Facemmo immediata distribuzione fra tutte le
chiese. Ancora abbiamo qualche bidone di
detersivo che distribuiamo man mano a chi
ne ha necessità. Un rinnovato grazie agli agapini che attualmente operano a ripulire e
riordinare locali e abitazioni. Hanno aperto
un campo di lavoro che darà certamente alle
chiese di Firenze un concreto aiuto per il ripristino di case e istituti.
Culto radio
Domenica 8 gennaio
Pastore ERNESTO AYASSOT
Torino
Domenica 15 gennaio
Pastore GIORGIO GIRARDET
Roma
che lo rendeva capace di conservare,
testimoniandone apertamente, una
sentita e leale adesione di fede, alla
sua Chiesa, anche nel dissenso delle
dottrine con le quali il teologo esprime il ripensamento della sua fede
stessa.
Avendo avuto, personalmente, più
di una occasione di discutere con il
Collega vari punti di dottrina, trovandomi spesso agli antipodi di certe sue posizioni, sono sempre stato
colpito da questo aspetto della sua
personalità cristiana, vedendolo partecipare cosi regolarmente ai culti
ed alla Santa Cena, come di chi volesse chiaramente esprimere che le
diversità di dottrina e di interpretazione non possono e non debbono,
però, mai separarci da quella che è
l’essenza della nostra fede : l’amore
di Dio, manifestato in Cristo Gesù.
Che certe dottrine e interpretazioni della Bibbia facessero del Pastore
Peyronel un pensatore e un predicatore che percorreva vie tutte sue
e che pertanto suscitavano, in alcuni, entusiasmi di discepolato e, in
altri, reazioni polemiche, è ben
comprensibile ed il suo ministerio
pastorale, negli ultimi anni soprattutto, portò le impronte dell’uno
come dell’altro atteggiamento.
Quello però che spesso in lui non
hanno saputo vedere nè i suoi ammiratori, per eccesso di ammirazione, nè i suoi avversari ideologici,
per eccesso di polemica, è stato invece quella serenità e serietà di impegno pastorale, quel profondo rispetto per le anime che gli si avvicinavano, soprattutto per quelle che
avevano bisogno di consiglio e di
aiuto, per cui molti lo ricordano con
riconoscenza.
Del Pastore Peyronel sono rimasti alcuni scritti, pubblicati per la
esposizione del suo pensiero e quello che colpisce, anche quando si dissenta su alcune sue tesi, è il suo
sforzo di esprimere il messaggio del
Vangelo nel linguaggio accessibile
alle menti colte del nostro tempo.
Di intervenire nel distacco tra pensiero scientifico dell’uomo moderno
e pensiero religioso, auspicando « il
giorno in cui la scienza sarà più spirituale, e la religione sarà più scientifica, senza perdere alcuno dei suoi
valori divini. In quel giorno, Vuma
nità, affratellata nella giustizia e
nella pace feconda di bene, saprà
per intima esperienza, che ’’l’uomo
non vive di solo pane, ma di ogni
parola di Vita che procede dalla
bocca di Dio” » (da « Le basi della
civiltà futura » pag. 68). Si può affermare che tutto il pensiero del Pastore Peyronel è stato teso, tanto
nella predicazione, che negli scritti,
in questa direzione. Sotto (juesto
aspetto, anche se il suo pensiero è
ancorato alla problematica di un
mondo che appartiene, nè poteva
essere diversamente, alla prima metà del nostro secolo, egli è stato senza dubbio un uomo estremamente
attento e sensibile alla vocazione
che aveva ricevuta di interpretare
agli uomini della sua generazione,
il messaggio spirituale, nel quale
fermamente credeva e che costituiva
l’essenza della sua vocazione.
Molte cose sono cambiate, e molto rapidamente, nel pensiero teologico degli ultimi decenni, ma a rileggere, oggi, certe affermazioni,
contenute da scritti del Peyronel,
sulla necessità di una redenzione
che non sia soltanto di « anime »,
ma che abbia un valore « cosmico »
e di una religione che non sia staccata dalla vita sociale ed economica
del mondo, ossia, come si direbbe
oggi, di una religione « incarnata »,
c’è da chiedersi se, sotto molti aspi tti, e in termini ovviamente diveiíi,
egli non abbia anticipato alcune
delle preoccupazioni più vive della
fede e della predicazione delia
Chiesa di oggi, percorrendo da solo,
spesso non senza difficoltà, un iti’círario i cui sentieri son diventati p. i,
magari con qualche modifica li
tracciato, le vie battute del camiviino teologico.
E. A.
N. d. r. - Sono grato al collega che ton
aninio fraterno e pnr critico ha ricordato la
discussa personalità del pastore G. F. Peyronel; gli avevo chiesto un articolo delicoio,
difficile, lo ha scritto con tatto e oncit'a.
Non intendo in alcun modo riaprire una discussione che ora non avrebbe senso. Mi permetto soltanto di dissentire dalla nota conclusiva : se il collega scomparso ha forse
« anticipato alcune delle preoccupazioni ;>iù
vive della fede e della predicazione » di oggi, non credo che le vie battute del camnmio
teologico odierno ricalchino quello che è stato il suo itinerario intellettuale e spiritiiL-le.
Il conto corrente posta del Centro è il seguente : 5/20840 - Sansone Leopoldo - Centro
Evangelico Solidarietà - Via Serragli 49 Firenze.
LUSERNA S. GlOVAHNl
Le attività ecclesiastiche del periodo natalizio e di fine d'anno hanno avuto uno svolgimento normale; i culti e le riunioni sono
stati ben frequentati, grazie anche al tempo
eccezionalmente mite. Anche gli Istituti situati nel territorio della nostra Comunità o
da essa direttamente dipendenti, hanno celebrato il Natale del Signore nella pace e nella intimità dei loro accoglienti locali.
La Scuola domenicale ha avuto la sua festa natalizia lunedi 26, con una notevole
partecipazione di bambini e genitori. Un vivo ringraziamento ai monitori e monitrici che
hanno preparato con i bambini il simpatico
programma, ai giovani dell’Unione che hanno preparato l’AÌbero e al donatore del medesimo.
L’Unione giovanile ha offerto una serata
pubblica, rappresentando una commedia :
« Un uomo pacifico », con buon successo. Ha
inoltre organizzato la serata di fine d’anno
con proiezioni e una commedia in un atto.
Prossime attività: Sabato 7 gennaio, alle
ore 21, il Coro alpino di Torre PeUice darà
un concerto alla Sala Albarin. Tutti sono
cordialmente invitati.
Sabato 7 gennaio riprendono le lezioni di
catechismo, alle ore 14,30, 15,30 e 16,30 per
i tre corsi. Coloro che non potessero frequentare il catechismo con questo orario, sono pregati di segnalarlo al pastore, per l’organizzazione di un corso supplementare in
altro momento della settimana.
Riunioni quartierali : Martedi 10, al Mourcious; Mercoledì 11 alla Ciaperassa (casa Favalier); Venerdì 13 al Fondo San Giovanni
(Uliveto).
Atti liturgici: Sabato 24 dicembre si sono
uniti in matrimonio, al Tempio del Capoluogo, Mourglia Gualtiero e Costabel Enrichetta. L’augurio affettuoso della Comunità li
accompagna.
Giovedì 29 dicembre abbiamo celebrato
il servizio funebre della nostra sorella Maddalena Bonnet-Odin, ospite della Casa di riposo spentasi improvvisamente e serenamente
due giorni prima. Rinnoviamo ai familiari
l’espressione della nostra cristiana simpatia.
Avviso importante: Il Pastore G. Bogo abita attualmente nella Casa Turin, Piazza XVII
Febbraio, angolo via Fuhrmann .11 suo numero telefonico è quello della Chiesa Valdese, 90.271. Il Pastore prega di indicargli tempestivamente i nomi di persone malate, sia
in casa sia all’ospedale, o di altre persone che
desiderino in modo particolarmente urgente
una visita.
VILLAR PEROSA
Incontri fraterni. — Al raggruppanv:nto
del sabato 3 die. u. s. il Pastore ha dato un
cordiale e fraterno benvenuto agli sposi ? dìitrucchio-Griset che per la prima volta c ■•ne
tali prendevano contatto con la nostra comunità.
In seguito l’unionista Mario Jahier ha
presentato la prof.sa Ilia Grisct che ci ha
esposto uno studio di suo padre il prof, ‘.yiiset sulle popolazioni che hanno abitato la \ al
Chisone, dall’epoca preistorica fino a Pieiro
Valdo. Tale studio, molto interessante, si
concluderà nella prima seduta di gennaio e
speriamo in seguito di poterlo dare alle
stampe.
Quindi, l’anziano Subilia ha presentato
l’avv. Bert, consigliere provinciale, il quale
ci ha parlato con molta competenza dei problemi odierni delle nostre Valli e delle loro
possibilità future. La serata si è poi conclusa
fraternamente nelle catacombe.
Visita Madri di Villar Pellice. — L’il dicembre^ abbiamo avuto la graditissima visita
di una sessantina di Madri di Villar Pellice,
guidate dalla signora Ester Micol. E’ stato
un incontro molto fraterno ed affettuoso.
Si son cantati con slancio i nostri begli
inni francesi, si è parlato del presente, dei
progetti d’avvenire e, naturalmente, anche
del passato e si è rievocata la bella figura
della signora Jahier, il cui ricordo è ancora
vivo nel cuore di molte mamme.
Preso fraternamente il tè insieme (ahimè,
le nostre catacombe erano troppo piccole per
contenere le sorelle delle due Villar!) è giunta troppo presto l'ora della partenza e ci sì
è lasciate con commozione.
Grazie, care sorelle, per la vostra benefica
visita! La cronista
Commissione 1 Distretto
Quinto elenco offerte prò alluvionati
Angrogna Capoluogo (Sig.ra Ercone-Malan
Caterina) L. 1.000.
A rettifica della svista tipografica dell’ullimo comunicato, il totale generale delle offerte pervenute alla C. Distrettuale è di L.
3.471.445 cui vanno aggiunte lire 85.000
versate direttamente alla Tavola dalla Chie.sa
di Rorà. La C. D.
Direttore reap. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a.
. Torre Pellice (To)