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ECO
m:lle mirasi
( A orino).
P'^T’-.rr
Quid die i n a 1 e
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quolj avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
/\nno LXXXVI - Num. 6
Una copia A.. Sdi
ABBONAMENTI
I Eco: L. 700 per rintemo | Eco e La Luce: L. 1^00 per Tintemo Spedir, abb. postale II Groppo
/ L. 1200 per l’estero i Gv 1.800 per l’estero ; Cambio d’indirizzo Lire 40,—
UasineUo delle Pstime
TORRE PELLTCE - 23 Marzo 1956
Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
« Andale nella borgata dirimpetto, nella quale, entrando, troverete
legato un puledro d’asina, sopra il
(¡líale non è mai montato alcuno;
scioglietelo e menatemelo. E se qual( iino vi domanda perchè lo sciogliete, direte così: Il Signore ne ha bisi.gno »... Così ordina Gesù a due
suoi discepoli, accingendosi a compiere la sua entrata trionfale in Genisalemme, il giorno delle Palme.
1 atto si svolge come egli aveva previsto e ordinato. Tutto è chiaro dat (Ulti a lui, non vi sono esitazioni,
i ut io si deve compiere secondo la
vulontà di Colui che determina ogni
( r.sn. Beati coloro che entrano in
ijuesto « determinato consiglio » {AtI: 2h) come «vasi d’elezione»
¡¡t v manifestare le virtù di Colui che
I l’gge e chiama.
* * *
'< Il Signore ne ha bisogno ». Si
tniitnva di un limile asinelio che non
aveva ancora conosciuto la fatica,
che non aveva ancora provato la soma e sul quale non aveva cavalcato
ancora nessuno. Un puledro d’asina, quindi una cosettina da nulla,
sembrava essere là apposta per attendere quell’avvenimento, per attendere che qualcuno lo slegasse per
I ordine del Signore che ne aveva
bisogno. Così comincia la sua carriera quel « puledre d’asina », cosi
comincia la sua. fatica; portando sulla groppa il Salvatore del mondo!
Entra nella profezia. E’ il profeta
Zaccaria che lo aveva visto e annunciato: « Esulta grandemente, o fi
gliuola di Sion, manda gridi di allegrezza o figliuola di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli
( giusto e vittorioso, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina » (Zac. 9; 9).
Ed il Signore provvede il puledro
(l’asina per il « re vittorioso », pei
il (( re umile » che deve andare verso il compimento della sua. missione, verso la Croce. E l’asinelio, uiiìile lui pure come colui che lo monta per la prima volta, udrà i gridi
di esultanza dei discepoli: « Osanna a colui che viene nel nome del
Signore », ma non se ne renderà
conto. Calpesterà coi .suoi piccoli
zoccoli ancora esitanti, U tappeto
verde di palme steso davanti a lui,
ma. gli sembrerà un ostacolo inutile.
Solo per un momento durerà questa sua prima fatica, così nobile, poi
sarà ignorato, tornerà al suo lavoro
di asino, ma per quel momento « il
Signore ne aveva bisogno ».
Anche i discepoli sono entrati inconsapevoli in quest’atto apparentemente strano e pur necessario della vita del loro Maestro. Scrive Giovanni nel .suo Vangelo: « Or i suoi
discepoli non intesero da prima queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui e
che essi gliele avevano fatte » (12 :
16). Es.si erano entrati nella profezia, erano entrati nel piano di Dio
come elementi positivi, necessari,
pur non rendendosene conto immediatamente. « Il Signore ne aveva
bisogno ». Il Signore aveva bisogno
di questi elementi materiali, umani.
Non angeli che portassero in palma
di mano il Salvatore del mondo, per
la sua entrata trionfale in Gerusalemme, .secondo la citazione di Satana nell’ora della Tentazione: ma
un umile asinelio. Non archi trionfali per le vie, non accoglienza grandiosa da parte delle autorità, da
parte dei capi civili e religiosi; ma
semplici creature che nella loro uinile fede, acclamano in quell’uomo
modesto, montato su un asinelio,
« il re vittorioso ». E’ in questo abbassamento che il Cristo vuol essere
riconosciuto, ed è per questo abbassamento che « Dio lo ha sovranamente innalzato dandogli un nome
che è al disopra di ogni nome, affinchè nel nome di Cristo ogni ginocchio si pieghi »... Ma prima ci
deve essere la Croce, lo scandalo, il
dubbio, la fuga... Poi la gioia della glorificazione per coloro che lo
hanno amato nella sua umiliazione,
sia pure nella debolezza della loro
carne, perchè cc lo spirito è forte ma
la carne è debole ».
Così e per noi credenti: come
quell’umile asinelio. Non scandalizzi l’accostamento, prendo l’immagine. Con la sua rude franchezza il
Eiformatore affermava che noi .siamo come un asino che viene caval< (Ito da Dio o dal Diavolo. Se siamo
cavalcati da Cristo, entriamo, come
elementi positivi, nel piano di Dio
come strumenti della sua gloria. Se
siamo cavalcati da Satana, vi entriamo ugualmente, come vi entrarono
gli Scribi, i Farisei, i Sacerdoti e
tutti coloro che invocavoim la morte
(li Gesù, ma vi entrarono come elementi negativi, come strumenti di
Satana.
* * *
(( Il Signore ne ha bisogno ». Tulli gli Evangeli riportaiu) queste paK^le e questo episodio del puledro
(l’asina.
Penso specialnupue ai giovani ed
(die giovani che n^ giorno delle Palme promettono solennemente davanti alla Chiesa, di consacrarsi al
Signore, di essergli fedeli; dichiaranó di credere in Lui ed in Cristo
Gesù, il litro Sedvatore. Potessero
sentire nel loro cu0re, profondamente ed imperiosamente questa dichiarazione dei Vangeli : « IL SIGNORE
NE HA BISOGNO!»! Il Signore ha
bisogno di te, giovane fratello, ed
ha bisogrut di tei'.-giovane sorella,
come aveva bisogno di quell’umile
asinelio sul quale non aveva mai cavalcato nessuno.
Il Signore ha bisogno di te, perchè tu cominci la\tua vita di Cristiano, come (( piMitatore » del tuo
Salvatore, prendendo su di te il
(( giogo dolce ed il carico leggero »
che Egli rappresenta, lasciandoti
guidare dalla Sua mano!
La strada conduce verso Gerusalemme; vi .sarà un effimero trionfo,
la esaltazione, l’entusiasmo. Ti parrà naturale che tutti, come te, debbano rendere gloria ed onore al Salvatore del mondo...
Poi, conoscerai la indifferenza del
mondo verso il tuo Signore, la ostilità dei capi verso il Vangelo, il puro Vangelo... Conoscerai la prova,
la dura prova che saggerà la tua
fede « come col iliaco » (Per questo
_____^________
preghiamo: u Non ci lasciare nella
prova »); conoscerai il dubbio, conoscerai la debolezza della carne...
Ti sembrerà di non ricevere nessun
aiuto da parte di Dio; il tuo ti sembrerà un sacrificio inutile, una fatica sciupata, di fronte alle mohi'udini che spensieratamente vivono
hi loro vita...
Tatte queste cose ti sono state dette... Il Signore Gesù ha anche detto: (( Chi mi riconoscerà davanti
agli uomini anch’io riconoscerò lui
davanti al Padre mio che è nel Cielo ». Riconoscere Gesù come Cristo,
davanti agli uomini vuol dire riconoscerlo come « scandalo » nella sua
umiltà, nella sua povertà... Vuol dire Occetiare per « grazia » di entrare così nel piano ' di Dio, come
vasi di elezione, sprezzati dagli uomini ma necessari a Dio per la Sua
gloria, esclusivamente la SUA GLORIA.
Ricordati dell’a.sinello, puledro
d’asina!
Perchè, se non sarà U Signore che
ti cavalcherà, sarà il Diavolo. Non
c’è via di mezzo. No, egli non ti farà cavalcare verso Gerusalemme, ma
verso una via apparentemente più
facile, più spaziosa; LA VIA LARGA. Ma è una via che conduce ad
una sola mèta: « la perdizione ».
Anche questo lo ha detto Gesù.
Ricordati, ricordiamoci dell’asi
nello delle Palme: « Il Signore ne
ha bisogno »!
A. Bensì
IL BACIO DI GIUDA
Alla vigilia della sua crocefissione, il Figlio deU’Uomo è arrestato
nei Giardino degli Ulivi: egli —
con un bacio — è tradito da Giuda.
A chi si sforza di comprendere il
dramma di quella notte tremenda
rimane dinnanzi — spaventoso e forse insolubile — il problema psicologico e morale di quel tradimento.
Perchè alla soldatesca mercenaria
riscariota ha egli fatto conoscere
in quel modo il delinquente che doveva essere arrestato?
Per avarizia soltanto? Per trenta
miserabili sicìi d’argento, del peso
di sei grammi, cioè — in totale —
per 180 grammi d’argento?
E’ una tradizione ormai accettata
da tutti. Come dice il Vangelo:
« Giuda era un ladro », cioè non
nel senso di un individuo che ruba,
che commette un furto; ma nel sen•so di un individuo“ così avido, così
rapace, così taccagno, così spilorcio,
così sordidamente avaro, così usuraio da esser del continuo in uno
stato d’animo di appropriazione indebita, di « ladreria ».
Eppure egli godeva, se non della
simpatia, della stima dei suoi confratelli poiché essi stessi lo avevano nominato cassiere della loro Comunità. D’altra parte è facile osservare ch’egli non era stato il solo a
lamentare lo spreco del profumo di
gran prezzo sparso dalla donna sul
capo di Gesù. Anche gli altri « ciò
vedendo, ne furono sdegnati e dissero: A che serve questa perdita? »
Allora, perchè Giuda ha tradito
il suo Maestro? E’ lecito affacciare
un’ipotesi un po’ ardita? Io mi domando se — nel momento del bacio infame — il rinnegato non è
posseduto da un sordo rancore, se
non detesta la sua vittima con tutta
la forza della propria anima, s’ei
non nutre, nei confronti di Gesù,
im odio implacabile. Questo rancore, quest’odio può essere il frutto
soltanto di una profonda delusione,
di un immenso inganno.
Per quali motivi codesta delusione e codesto inganno?
Per due motivi diversi, anzi per
ragioni diametralmente opposte. Vediamo di chiarire il dramma, se pure è possibile che ci si po.ssa arrivare.
1. L’Iscariota apparteneva egli al
grujipo dei Figli d’Israele più puri, più pii che « aspettavano la consolazione del loro Popolo »? Il gruppo di Giovanni Battista, Maria e
Giuseppe, Simeone e Anna, Natanaele, Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea? Ecco allora il dubbio spaventoso che s’impadronisce di Giuda: il Capo sta abbandonando il
Messianesimo rigorosamente religioso: si « occupa di politica », accoglie le acclamazioni delle turbe e vi
risponde, favorisce il fanatismo degli zeloti. Si complotta per farlo sedere sul trono di « Davide suo padre n perchè combatta contro i Romani e li cacci da Gerusalemme. Il
Capo è dunque un traditore della
sania Cau,sa del Regno di Dio. Merita la morte.
2. Oppure — al contrario — l’Iscariota appartiene egli al gruppo
dei Giudei più esaltati: nazionalisti arrabbiati, patriotti rivoluzionari, discendenti dei Fratelli Maccabei? Si rifiutavano al pagamento delle imposte, erano risoluti a riconquistare l’indipendenza del loro
PERSONAL! A
A Torre Pellice, il 7 marzo han
no avuto luogo i funerali della Si
gnora Enrichetta falla vedova Revel
La defunta vedova del pastore Euge
Ilio Revel ha terminato la sua esi
stenza terrena in età di 92 anni. Il
pastore Franex» Sommani ha ricordato il messaggio dell’Evangelo ed il
^'ice Moderatore pastore Nisbet ha
ricordato l’attività umile e silenziosa di questa servente del Signore. A
tutti i familiari esprimiamo la nostra
cristiana simpatia.
Paese, si preparavano a sbarazzarsi
dagli invasori. Già — ne! corso delle precedenti decadi — avevano seguito ciecamente diversi falsi Messia e avevano pagato le loro illusioni col sangue. In questo caso Giuda
— pervaso d’una folle speranza di
rivendicare le glorie degli avi — si
sarebbe arruolato al seguito del Nazzareno perchè persuaso che il Rah, hi un giorno o l’altro — avrebbe
certo capeggiato la rivolta...
Ed eccolo preso da un dubbio mortale. La domenica delle Palme, il
Capo ha fatto il proprio « ingresso
trionfale » non già come un re guerriero, ma come un monarca pacifico
« a cavallo d’un puledro d’asina y>!
... .Dove sono le lance e le spade?
Chi caccerà lo straniero? L’ultima
speme svanisce, il sogno meraviglioso si conclude nella disperazione.
Certo è in quel momento che « il
Diavolo entrò nel cuore di Giuda ».
Invece di concludere : « Mi sono ingannato », egli pensa: « Mi hanno
ingannato »...
Ormai la sua decisione è presa:
irrevocabile. E’ il suo dovere di trascinare al supplizio il Capo infedele. E il patriotta deluso guiderà la
truppa per impadronirsi del delinquente che deve morire.
— Maestro! Maestro! — E lo baciò.
Giuda si libera da un’incertezza
atroce, si scuote di dosso un incubo
tormentoso. Poi rientra nell’ombra.
Ne uscirà soltanto quando il dubbio lancinante che lo tortura avrà
di bel nuovo ripreso e con tale intensità irresistibile ch’egli butterà
al vento il prezzo della sua infamia:
.80 sicli... nemmeno 200 grammi di
argento!...
Dopodiché cercherà una fune robusta, ne farà un nodo scorsoio, ci
passerà dentro la testa calva e barbuta, se lo stringerà al collo e si butterà penzoloni dal primo albero che
gli capiterà d’incontrare.
Giovanni E. Meille
Umorismo
oostraoo
Recentemente un istituto americano, specializzato nello studiare la organizzazione dei compiessi industriali e amministrativi, per trame
norme utili allo sviluppo della vita
economica, s’è occupato dell’organizzazione della Chiesa romana. Il direttore di questo istituto: American
istitute of management ha tenuto a
comunicare a Roma, in una conferenza stampa, i risultati di questi
studi che sono durati ben otto anni.
La stampa cattolica non è stata
prodiga di commenti; quella cosidetta indipendente ha parlato con un
tono semiserio, per cui non è facile rendersi esattamente conto dei
contenuto della Conferenza e del risultato di queste indagini statistiche.
Uno di questi <i grandi » quotidiani sembra affermare che il tutto sia
da considerarsi come un’allegra trovata umoristica protestante, pur non
coiitestando che qualcosa di vero ci
-posse- essere. In che cosa però consista l’mnoristica trovata, il dotto ar
ticolista nostrano non riesce a renderlo perspicuo.
Sembra infatti che lo studioso americano abbia rivolto delle critiche
alla politica economica dell’attuale
Pontefice, osservando che essa è pericolosaper la stabilità delle finanze
della Chiesa, perchè « gli investimenti sono avvenuti principalmente
in Italia ».
Non comprendiamo bene perchè
questa affermazione dovrebbe essere
umoristica! Forse che dovremmo credere che la Chiesa romana non fa investimenti finanziari in Italia? O addirittura dovremmo credere che la
Chiesa suddetta non fa investimenti
nè in Italia nè in America? Oppure
r umorismo nasce dal fatto che bisognerebbe dire che è l’America che fa
degli investimenti in Vaticano?
Sembra poi che lo studioso americano abbia dichiarato che, dopo tutto, la Chiesa (romana) dovrebbe dichiarare le sue finanze, come servizio pubblico. E sembra pure che egli
si sia dichiarato convinto che una
pubblica rivelazione sarebbe presto
o tardi inevitabile.
Anche qui l’umorismo non sappiamo bene come nasca, perchè, tutto
sommato, si tratta di un desiderio
legittimo e, al postutto, la sua realizzazione non potrebbe che esercitare un benefico influsso sull’azione
spirituale della Chiesa stessa; si taglierebbe corto alle vociferazioni
tutt’altro cJie umoristiche su certe
attività paraecclesiastiche di certi
Enti monopolistici e Società varie!
A meno che il bene informato
giornalista nostrano trovi umoristico
il fatto che si possa, anche solo lontanamente, pensare che la Chiesa
Romana si decida, un giorno o l’altro, ad alzare delicatamente il velo
sulle finanze del Vaticano.
__________lector.
CASA VALDESE
(Vallecrosia)
Turni di Colonie: (6-12 anni): 5
giugno - 1 luglio: turno misto — 227 luglio: turno femminile — 28 luglio - 19 agosto: turno maschile.
Campi Cadetti: (13-16 anni): 5 giugno - 1 luglio: turno misto — 2-27
luglio: campo cadette — 28 luglio 19 agosto: campo cadetti.
Campo ferie (Operaie ed impiegate): 11-27 luglio.
Per qualsiasi ragguaglio concernente queste attività scrivere alla Direzione della Casa Valdese Vallecrosia (Imperia).
2
t —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Nuova Chiesa Valdese a Firenze
Domenica 26 febbraio è stata una
data importante per la vita delia
Chiesa Valdese e delle Chiese Evangeliche di Firenze. Già alle ore 10
un numero considerevole di fratelli
e sorelle si avvicinava alla Chiesa,
nota ormai come « chiesa di Via Lamarmora » e si fermava a leggere i
due cartelli della Chiesa di Holy Trinity, l’altro porta ¡a scritta'. « Ghie
sa Evangelica Valdese » e V indicazione dei culti domenicali. Alle 11
il tempio è letteralmente gremito:
tutti i banchi centrali e laterali occupati altresì i banchi del coro. L’organista Rinaldo Lunati suona le note
del preludio, entrano i pastori Roberto Nisbet Vice Moderatore, Alberto Ricca e Carlo Gay. I diaconi e
gli anziani sono già uniti alla folla.
Si notano fra i presenti; il Pastore
Roberto Comba, membro e segretario della Commissione Distrettuale,
i rappresentanti della Chiesa Anglicana (è assente il Pastore F. Boiler,
in viaggio di visita alle chiese della
Ungheria) Signor Avv. William Copinger e il signor Murphy con la sua
famiglia, numerosi membri delle
chiese battista, metodista e dei Fratelli di Firenze, alcuni membri della chiesa di Livorno, Pisa e Arezzo,
vari membri della, Chiesa Evangelica Riformata di Firenze.
Ma tutti questi rappresentanti non
danno una nota fredda e formale
all’assemblea, che è adunata veramente come un’assemblea di fratelli, lieti di rivedersi e ritrovarsi gli
uni con gli altri, stupiti che ci siano
tanti protestanti a Firenze, abituati
come sono a vedersi pochi in tante
chiese e chiesette. Nel canto degli
inni, nelle preghiere si avverte sempre che tutti siamo di un cuore unico e di un’anima sola.
Il Vice-Moderatore ci conduce attraverso le gravi note della liturgia
ai sentimenti di adorazione, di confessione della nostra indegnità, alla
lettura della Parola nei versetti che
ricordano il giovane Gesù nel tempio e in quelli che ricordano la purificazione del tempio di Gerusalemme. E’ chiaro che non si tratta dell’inaugurazione di un nuòvo tempio,
ma di una ripresa più vigorosa, mediante l’intervento delle due comunità valdesi, delle note dell’adorazione e della predicazione della Parola... Il Pastore Nisbet ci guida
nella meditazione del significato dell’espressione, con la quale Gesù designa il tempio di Gerusalemme « la
(’asa del Padre mio ». Sarà la casa,
dove incontreremo Dio con i fratelli
con il gran nuvolo di testimoni, con
la coscienza della presenza del Signore, con la consapevolezza di un
messaggio da trasmettere da generazione in generazione, sia che quel
messaggio sia o non sia ascoltato..
Dopo il canto, il Pastore Alberto
Ricca, Membro della Tavola Valde
se, rivolge una parola di gratitudi
ne alla Comunità Anglicana e ricor
da le vicende delle nostre due co
munità valdesi fino all’ora della lo
ro riunione nella ’’nuova’’ chiesa
Saluta i rappresentanti delle comu
nità sorelle ed esprime la ricotto
scenza particolare dei Valdesi a
Membri del Comitato della Comu
nità Anglicana, Pastore Rev. F
Bailey, Avv. W. Copinger e Miss
Gladys Elliot per la loro opera sem
pre ispirata a grande cordialità e
fraternità.
E’ giunta l’ora della Santa Cena:
gruppi di fratelli e sorelle a venti
a venti si avvicinano alla Mensa: i
Pastori distribuiscono il pane ed il
vino ai convenuti, che dimostrano
di sentire che la Santa Cena esprime l’amore di Dio in Cristo ed implica per loro un particolare impegno di vigilanza e di testimonianza.
Sono i membri delle nostre due comunità, che si ritrovano finalmente
tutti insieme, sono tutti gli altri fratelli, con i quali sentiamo l’efficacia della comunione cristiana.
Alle 12,45 la gente esce dal tempio ed esprime, con accenti particolarmente entusiasti, la gioia che
ha provata.
* *
In una riunione dei due consigli
delle due comunità, nel pomeriggio della domenica stessa, il Vice
Moderatore ci presenta un quadro
efficace delle speranze e delle difficoltà della nostra chiesa in Italia.
Il Pastore Roberto Comba esprime,
a nome delle chiese di Roma e del
distretto, l’augurio più vivo affinchè il nuovo strumento, che la Chiesa Valdese ha ricevuto dal Signore
a Firenze, sia efficacemente usato
per la predicazione dell’Evangelo e
per la gloria del Suo nome.
^ ^ ^
L’ubicazione e le caratteristiche
del tempio.
Il tempio si trova in Via Micheli,
angolo Via Lamarmora, in quello
che è stato definito il centro topografico dell’aìtiuaile Firenze. Vi si
accede con molta facilità da tutte le
parti della città, perchè è situato a
tre minuti dalla Piazza di S. Marco, dove si trova il famoso convento
di Girolamo Savonarola, e quindi a
pochi passi dall’Università, a sette
minuti dalla Piazza del Duomo.
E.sso si fa notare per il suo stile
neo-gotico, per la sua torre quadrata, per le piccole porte d’ingresso,
per il suo giardino con gli alti cipressi. Il complesso dello stabile
comprende un bell’atrio, una vasta
chiesa, la sacrestia e la biblioteca.
La chiesa è molto vasta: comprende circa 600 posti a sedere. Le pareti sono dipinte in rosso-mattone,
nel fondo, entro una balaustra finemente decorata, il tavolo della Santa Cena. Il pulpito sorge all’altezza
della seconda colonna e permette al
predicatore di essere proprio nel
mezzo dell’assemblea. Ogni particolare denota una cura meticolosa e
precisa.
Il nome della chiesa è Holy Trinity Church: la Chiesa della Santa
Trinità. Essa è stata costruita sulla
fine del secolo scorso dalla colonia
inglese, allora molto estesa a Firenze e in Toscana. Questi stranieri, a
differenza di altri, che si perdono
nella banale avventura turistica o
dimenticano la loro fede nella contemplazione dell’arte o ancora considerano una città come Firenze soltanto come un buon centro d’interesse economico, sentirono la necessità di erigere questo grande santuario, dove udire domenica dopo domenica la predicazione della Parola. Ma le guerre sono venute, la durezza dei dopoguerra si è fatta sentire in una colonia già così numerosa e molti inglesi sono tornati in
patria e pochi stabiliscono ora la
loro residenza nella nostra città. E
così la grande chiesa si era man mano spopolata per le continue partenze... La campana taceva e le domeniche passavano con la porta
chiusa. E vennero allora le nostre
domande per l’uso della chiesa per
le nostre due comunità.
E’ con spirito veramente ecumenico e fraterno che l’Assemblea della Chiesa Anglicana di Firenze ci
ha concesso l’uso del suo tempio,
che potrà accogliere le nostre due
comunità, che da tanti decenni aspiravano ad un locale di culto centrale, che le potesse riunire. Le
trattative si sono svolte fra la Tavola Valdese, rappresentata dal Moderatore Past. Achille Deodato e dal
Pastore Alberto Ricca, e il Comitato della Chiesa Anglicana di Firenze, rappresentata dal Rev. Federico Bailey, arcidiacono di Malta e
dall’Avv. W. Copinger. I due con
sigli delle chiese valdesi hanno avuto modo e tempo di esprimere il loro parere e di portare varie modifiche ai primi progetti di accordo,
sì da presentare il testo completo
della concessione alle due assemblee.
Le due assemblee si sono riunite
il 15 gennaio e a stragrande maggioranza hanno deciso il loro trasferimento nella chiesa di Via Lamarmora per i culti in comune in
attesa dell’unione organica definitiva fra le due comunità. La partecipazione alle assemblee e le dichiarazioni di voto hanno dimostrato il
vivo interesse che tutti portano a
questa svolta della storia della chiesa valdese di Firenze.
^ ^ ^
Momenti come questi sono sempre carichi di problematica e di speranze. Gli uni sono particolarmente
colpiti dalle difficoltà, gli altri troppo spesso si lasciano trasportare da
un entusiasmo non sufficientemente
dosato, cadendo poi in una pericolosa depressione spirituale.
Vi sono però dei fatti ammessi da
tutti; il valore della riunione delie
due comunità è avvertito come un
bene perchè la distinzione fra i (ine
gruppi era ormai troppo scarsa e
senza significato; la posizione centrale della nuova chiesa comporta
per le nostre comunità una esperienza ed un impegno, dai quali non si
potrà tornare indietro; il carattere
’’pubblico” del tempio costituirà un
centro di attrazione per molte per.sone, che si sentono sole ed hanno
bisogno di avere dietro di sè un forte nucleo evangelico; i nuovi impegni, che nascono sul piano della nuova vita ecclesiastica comune, richiedono la partecipazione attiva di molti, che da dormienti dovranno diventare membri attivi.
Sono dunque nuove responsabilità, che pesano sulla nostra fede personale e sulle comunità. E noi sappiamo quanto siamo frali. Ma, appunto per questo, il nostro pensiero e la nostra preghiera si volgono
verso l’Eterno, perchè Egli mandi
il Suo Spirito, che solo può consolidare e fortificare la nostra fede.
C. G.
CORRISPONDENZA DAGLI STATI UNITI
Los Angeles, febbraio 1956
Ho parlato dell’impressione che
fa Los Angeles al viaggiatore che vi
giunge in aereo di notte. Un’impres
sione grandiosa per le luci variopin
te che si estendono a perdita d’oc
cbio per un’area immensa. Los An
geles infatti non è una città, è un ag
glomerato di città, unite le ime al
le altre e si passa dall’una all’altra
senza praticamente accorgersene
Ho provato un vero senso di sollie
vo quando, dopo circa una mezz’ora
(li attesa all’areoporto internaziona
le, ho finalmente scorto il volto a
inico della Sig.ra Caterina Baettic
Anderson con suo marito. Il mio
quartier generale per i dieci giorni
che trascorrerò nell’area di Los An
geles sarà Posadena una bella zona
residenziale con alfe palme, larghe
strade, belle casette, belle Chiese.
Vi giungiamo dopo circa un’ora di
viaggio in automobile a grande velocità per autostrade in cemento sopraelevate. Sono a volte tre autostrade che si intersecano ad altezze
diverse per le varie direzioni e consentono alte velocità senza pericoli
di attraversamento, decongestionando il traffico stradale sottostante. Mi
sono trovato a viaggiare per una di
queste autostrade verso le cincjue del
pomeriggio, quando gli impiegati escono dagli uffici e vanno verso le
zone delle loro residenze. Una visione impressionante! Sono nastri in
terminabili di macchine, affiancate
per quattro che vanno a grande velocità, senza interruzione, senza intervallo, per ore e ore. I mezzi di
trasporto ordinari scarseggiano e la
automobile è l’unico mezzo di trasporto praticamente. Di qui la necessità di queste autostrade per andare verso il centro e per uscirne. La
California è lo Stato americano nel
quale circolano più automobili. Ogni
famiglia ne possiede da una a tre.
Generalmente una per il marito, ima
per la moglie, una per i figli dai 16
anni in su. Sono stato in molte case
nelle quali questo era il sistema e
non erano famiglie particolarmente
agiate. L’automobile qui è un mezzo
indispensabile, e senza di esso si è
bloccati. ,
Pensavo a come avrei fatto a svolgere l’intenso programma che la brava Sig.ra Beattie mi aveva organizzato. ma tutto era previsto, e per
dieci giorni o lei o suo marito mi
hanno fatto un encomiabile servizio
d’autista con la loro macchina, venendo a prendermi al mio albergo e
portandomi ai vari luoghi dei miei
impegni, di mattina, di pomeriggio,
(li sera, sempre puntuali, sempre sorridenti, sempre cordiali, cercando
anche di adoperare il tempo libero
tra un impegno e l’altro per farmi
visitare le cose di maggiore interesse.
E’ così che ho potuto visitare con
loro un pomeriggio quello che considero il più bel cimitero ch’io abbia mai visto: il Forest Lawn. Immaginate una immensa collina cui si
accede per una bella strada asfaltata fino in cima. Dalla base fino alla
cima è come se fosse tutto un parco
con fiori e con piante e lì sono le
tombe, senza lapidi, senza monumenti mortuari, tutte tombe uguali
per tutti, una semplice targa col nome e le date, posata orizzontalmente
sul terreno, una targa di piccole dimensioni. Non si ha assolutamente
l’impressione di essere in un cimitero, ma in un bellissimo parco ove
tutto è pace e armonia. Ci sono qua
e là degli angoli nei quali non ci sono tombe, ma opere d’arte di scultori italiani e di altre nazionalità. Una
soprattutto, ammirevole: la scultura dell’italiano Ernesto Gozzeri: Il
mistero della vita. Un gruppo magnifico nel quale il grande interrogativo del mistero della vita è posto
davanti a un bambino, a una fanciullo, a una coppia di sposi, a una madre, a una vecchia, a un frate e a
una monaca, al filosofo, all’ateo, alle stoico. Dal centro del gruppo scaturisce una sorgente d’ac(jua, simbolo della vita. Non sembra esserci risposta alla domanda: che cosa è la
vita? Guardo oltre la siepe verso sinistra e in un angolo appartato,
quieto e di grande pace, vedo una
roccia coperta d’edera dalla (piale
scaturisce una sorgente e sulla ròccia
una bella statua del Cristo con le
braccia accoglienti. Certo questa è la
risposta: Egli è la sorgente della vita. Una musica lieve viene da lontano. Certo un microfono è nascosto
tra il verde e l’effetto è certo molto
bello.
Saliamo verso la sommità della
collina. Lì c’è una grande Chiesa,
davvero originale. La Chiesa è stata
appositamente costruita per accogliere un gigantesco dipinto: la scena
della crocifissione dovuta al pittore
.lan Styka. Non posso qui narrare le
vicende di questo immenso quadro,
ma certo l’impressione che esso fa
è grande. A differenza delle altre
rappresentazioni della crocifissione,
il pittore ha voluto fissare il momento che precede l’esecuzione, momento altamente drammatico. Il quadro
c mirabilmente descritto e commentato a voce ogni ora e si può dire che
ogni ora, a centinaia di persone che
vengono da ogni parte ad ammirare
il dipinto, è annunziato l’Evangelo
della croce e della risurrezione. Una impressione che non dimenticherò e che mi rimarrà come un benefico ricordo tra le svariate esperienze di questo viaggio.
A. Deodato.
” Signore, dammi di cotest’acqua, affinch’io non abbia più sete e non vengo più
sin qua ad attingere ” Giov. IV, LS.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
le 17 Février à Genève
et à Marseille
Le dimanclie 19 février, les Vau(lois du Piémont résidant à Genève
t»nl célébré, avec leur ferveur coutumière, le lOSème anniversaire de l’Edit d’Emancipation.
La journée débuta à 10 heures, par
le culte public au Temple de la Fusterie où se pressait un nombreux auditoire, parmi lequel on remarquait
avec plaisir quelques personnes portant le pittoresque costume des Vallées. Le Pasteur Paul Marauda, venu spécialement de sa paroisse de
Pomaret, occupait la chaire. Sa prédication, encadrée de beaux choeurs
de la Maîtrise Protestante, avait pour
sujet la parole de Pilate: « Que ferai-je de Jésus, qu’on appelle le
Christ «. En quelques traits, il nous
fait revivre cet épisode de la vie du
Seifineur. Pilate, ce gouverneur romain, ne connaissait pas Jésus, ne
Pavait jamais rencontré et aurait
préiéré ne pas avoir à le juger, car
il savait qu’il était innocent. C’est
pourquoi, c’est à la foule qui avait
admiré Jésus qu’il demande ce que
i* doit faire et celle-ci va crier: cruci ii.c-Ie!
(.oniine Pilate, le chrétien du
Wcnie siècle se trouve en présence
de Jésus et il peut ou le suivre ou
11
tourner le dos.
^»1. ÎVIarauda parle ensuite de l’Egli .e Vandoise du Piémont et rappela qu’au cours des siècles, ce sont
de hommes qui ont fait de Jésus
leur seul Sauveur et ont été fidèles à
PPvangiîe, qui ont été persécutés et
ont triomphé en résistant jusqu’au
sang.
\j)rès six siècles et demi de pers< (allions au cours desquels il y eut
des milliers de martyrs, l’Eglise Vaudoise a obtenu en 1848 la délivrance
c! la liberté, ce qui lui a permis de
iaire de l’évangélisation à travers
toute la péninsule et a provoqué la
création de nombreuses conimunauiés protestantes.
En terminant, ce dynamique pré
dicateur exhorta son auditoire à rendre un témoignage toujours plus
actif et fidèle.
A midi et demie, les familles vaudoises se retrouvèrent autour des tailles dressées dans la salle des fêtes
du Buflfet de la Gare de Comavin
jiour le traditionnel repas qui groupa
85 convives, de tout âge. Au dessert
M. Emile Pasquet, qui présidait a\cc son entrain habituel malgré une
extinction de voix, rappela la mémoire des disparus et souhaita la
bienvenue aux invités, M. Paul Balmer, ancien Conseiller d’Etat, et pelit-flls d’une Vaudoise, MM. les Pasteurs Francesco Guarnera, Emile
Marion, Daniel Buscarlet et Boger
IVyler.
Dans un.e belle allocution, le pasteur Marauda apporta le salut de
l’Eglise Vaudoise du Piémont. Il
rappela que, deux jours auparavant,
le 17 février, l’anniversaire de 1848
a été célébré, comme de coutume,
aux Vallées par des feux sur les
montagnes et des cultes.
Après avoir rappelé les liens séculaires qui unissent Genève et l’Eglise Vaudoise, il donna un aperçu de
la vie de cette communauté qui, malgré les difficultés, accomplit un magnifique travail d’évangélisation auquel la jeunesse collabore avec enthousiasme et demanda aux protestants genevois de lui garder leur sympathie.
Le Pasteur Daniel Buscarlet, de la
Paroisse Saint-Pierre-Fusterie, rappela que con fils fut pasteur aux Vallées pendant quelques années. Il eut
une pensée pour ceux qui luttent
pour leur foi et souhaita que l’Eglise de Genève reste dans l’avenir
ce qu’elle a été dans le passé.
Ce fut ensuite le tour du Pasteur
Wyler, secrétaire général de l’Eglise Nationale Protestante de Genève
qui apporta le salut de cette dernière. se réjouissant de l’apport que les
Vaudois fournissent à celle-ci par
leur activité dans leurs paroisses respectives.
L’assemblée, qui s’était augmentée
d’un fort contingent de nouveaux
arrivants, parmi lesquels beaucoup
de jeunes, entonna l’émouvant «Serment de Sibaud » et le « Cé qué l’aino », chant écrit en patois genevois
pour commémorer l’échec de l’en
trep’rise guerrière du Duc de Savoie
contre Genève en 1602, événement
< onnu sous le nom d’Escalade.
Ensuite, le Pasteur Marion, qui
vient de quitter le Service de presse
protestant, après avoir exprimé son
plaisir d’assister à cette rencontre,
proposa à l’assemblée qui l’accepta,
une déclaration de sympathie à l’a
dresse des protestants de Colombie
et d’ailleurs, demandant au Conseil
Oecuménique des Eglises d’intervenir auprès des Nations Unies pour le
respect des libertés de conscience et
de religion, conformément à la Charte des Nations Unies.
C’est le Pasteur Tron qui termina
la série des discours, en faisant, dans
la langue de Dante, une vibrante allocution qu’il ponctua par ces mots:
« que rien ne soit plus fort que notre foi ».
Un groupe de jeunes exécuta avec
brio quelques choeurs, puis le Pasteur Marauda, de nouveau sur la
brèche, fit une fort captivante conférence, illustrée de magnifique clichés en couleurs montrant les lieux
où se sont déroulés les douloureux
événements qui ont marqué l’histoire des Vaudois et ensuite, des vues
de différentes régions de la péninsule où le protestantisme s’est répandu.
En résumé, belle journée dont
chacun gardera un |>on souvenir.
Albert Maüuquin
Les Vaudois de Marseille ont fait
coincider la célébration du XVII Février, avec l’inauguration de leur
Maison, le 26 dernier.
A cette double fête, ils furent
nombreux autour de M. le Pasteur
Micol, de Pramollo, délégué par la
Table, et de leur Président, M. Henri Poet.
Nombreux (en tout cas, plus nombreux que d’habitude!), ils étaient
au Culte, le matin, pour écouter le
message de Dieu transmis par M. le
Pasteur Micol.
Ils furent nombreux aussi à midi,
pour le rejias, et honorés de la présence parmi eux, de MM. les Pasteurs Marchand et Lafon, de l’Eglise
Réformée de Marseille.
El plus nombreux encore ils élaient l’après-midi, pour écouter et
suivre les diverses chansons et saynètes gentiment offertes par les enfants.
Mercredi 29, ils se retrouvèrent le
soir, pour écouter M. le Pasteur Micol, qui leur fit alors part des problèmes qui se })osent aux Vaudois en
Italie, et aussi pour assister à la projection de très belles vues de leurs
toujours chères Vallées.
Et c’est à l’unanimité qu’ils veulent remercier tous ceux qui se dévouèrent au succès de cette fête, et
surtout ceux (moins nombreux!) qui
ont su bâtir celte Maison Vaudoise,
preuve de la vitalité de l’Union Vaudoise de Marseille.
F. J. Leenhardt: Ceci est mon corps Explication de ces paroles de Jésus-Christ
- Editions Relachaux et Niestlé - Neuchâtel - fr. SV. 3,85.
Questo è il numero 37 della serie « Cahiers tliéologiques » e il sottotitolo informa il lettore sul suo contenuto. L’autore
prende in esame queste sole parole della
istituzione della S. Cena e ne ricerca il veto significato in una ser^ di capitoli: La
relation établie par le Christ - La transsubstantiation - La Sainte Cène comme sacrifice - Le problème de l’efficacité du rite
- L’objectivité ecclésiale - La grâce du sacrement.
La posizione assunta dall’autore è molto
personale, perciò egli stesso si rende conto
i he il suo scritto non mancherà di suscitare
critiche e malintesi: « On dénoncera immé
diatement, et sans plus réfléchir, ce qu’on
appellera sa tendance cathoUcisante ». Af
l'ermiamo, però, che quest’opera può essere
letta in perfetta serenità di spirito, malgrado le riserve che ciascuno può fare su alcune posizioni assunte dall’autore. E’ uno
studio serio, onesto, elevato, che ci aiuta
ad approfondire l’indagine delle parole dì
tristo nella S. Cena e la comprensione della Cena stessa de] Signore: «l’examen devait montrer que les démarches de ma pensée sont demeurées fidèles au principe fon-^
(lamentai de la Réforme... Pas plus qu’il
n’y a ici infidélité aq protestantisme, il n’y
à coquetterie à l’égard du catholicisme romain ».
[Ina solenne protesta
11 Comitato Esecutivo del Consiglio Ecumenico delle Chiese, riunito a Gilbulla, in Australia, ha
jtubblicato il 7 febbraio una protesta per la chiusura del Seminario
Unito di Teologia (protestante) a
Madrid avvenuta il 23 febbraio.
La risoluzione adottata dal Comitato Esecutivo dichiara:-,
(( Profondamente turbato dalla
notizia della chiusura del Seminario Unito di Teologia a Madrid, per
ordine delle autorità spagnole, il
Comitato Esecutivo del Consiglio Ecumenico delle Chiese protesta contro questa grave infrazione alla libertà religiosa che, nel momento
stesso in cui la Spagna entra a far
parte delle Nazioni Unite, è in contraddizione con la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e
con il principio del rispetto dei diritti delle minoranze religiose ».
Il Comitato Esecutivo ha dato istruzioni alla Segreteria generale
del Consiglio Ecumenico delle Chie.se ed alla Comini.ssione delle Chiese per gli Affari Internazionali affinchè .siano prese f luite le disposizioni- atte ad aa»k^Ì|iiìre il prosegui-mento dell’attività del Seminario
teologico di Madrid che compie per
le Chiese protestanti in Spagna ima
oj)era indispensabile.
Secondo gli ultimi rapporti ricevuti a Ginevra dalla Spagna i protestanti spagnoli npn sono stati ancora autorizzati a^ vedere l’ordine
del Ministero dell’Interno in base
al quale il 23 gennaio la polizia ha
chiuso il seminario. La polizia ha
agito in conformità ad un ordine
ATTIVITÀ’ CULTURALE
Il « Piccolo teatro studentesco
Francesco Lo Bue » ha iniziato la
.sua attività culturale con tre confe-_
renze, seguite da libera discussione.
La prima, del prof. Augusto Armami
Hugon diede origine ad un interessante dibattito sulla validità dell’insegnamento classico nel tecnicismo
imperante della civiltà contemporanea. Il 3 febbraio il prof. Oraziani
parlò su La Calabria: interessante
presentazione della regione e dei
suoi problemi, che ha vivamente interessato il pubblico.
In connessione con questa attività
culturale del Piccolo teatro ricordiamo anche che il 28 gennaio, sotto gli
auspici delle ACDG ed UCDG il
prof, Giovanni Turin, docente di storia e filosofia nei licei di Torino, ricco di una pluriennale esperienza di
insegnamento nel Sud America (Argentina) ha parlato su « Esperienze
americane di un maestro ultra europeo ». Presentazione ricca di contenuto, esposta con quel calore e quella originalità che fanno del prof. G.
Turin un oratore che sa interessare
anche il pubblico più esigente, ed è
.stata accolta da vivi applausi.
Sempre nel quadro dell attività
del Piccolo teatro Francesco Lo Bue
segnaliamo la conferenza di Giorgio
Balmas che ha illustrato ad un pubblico... curioso e diffidente la storia
di quel genere musicale così discusso e, infondo, poco conosciuto, che
è il jazz. La conferenza è stata seguita da un’audizione di dischi; non
sappiamo se tutti sono stifti persuasi,
ma, e questo è l’importante, tutti so
no stati interessati.
II 10 marzo, gli studenti del Piccolo teatro hanno jìortato sulla scena il dramma di C. Giulio Viola:
Poveri davanti a Dio; un’opera impegnativa che ha trovato interpreti
adeguati all’impegno in Massimo
Todde (che ha saputo dare ima persuasiva interpretazione del difficile
ruolo di Giorgio Stevens), in Ada Cavazzani. Paolo Lusona, Bruno Alborno, Pinuccia Formigoni, Andrea
Forti, Roberto Bosio, Sergio Polidori. Renato Bonnet, Olga Sibille, G.
Franco Silecchia, Franco Giacone,
Alma Fontana. Garbata la presentazione di Elena Pontet; Marisa Toum
e Giorgio Soldani hanno dato un apprezzato contributo (suggeritrice la
j-.TÌma; con le scene il secondo); accorta ed intelligente la regia di Roberto Ferrerò.
Lieta la cronaca delle due rappresentazioni che ha visto un gran concor.so di pubblico che ha dimostrato
di apprezzare la serietà dello sforzo
compiuto.
Ci rallegriamo con il Piccolo Teatro Francesco Lo Bue per il comj)lesso dell’attività svolta; per chi conosce le, difficoltà cui vanno incontro
tutte le iniziative culturali a Torre
Peli ice, il successo che ha arriso a
queste conferenze ed a questa rappresentazione è motivo di compiaciniento per l’attività dei nostri studenti che non si sono lasciati scoraggiare, da critiche ed ostacoli. Auguriamo loro di perseverare con la stessa serietà e la stessa pa.ssione.
rep.
scritto del Ministero datato del 28
novembre 1955.
Il rapporto di polizia, che descrive in modo particolareggiato l’atto
dell’apposizione dei suggelli su nove tra le principali aule del Seminario, dichiara che il Ministro ha
ordinato la cessazione di ogni attività.. ¿1 .questa, istituzione ,pQÌqbè .BS;
sa funzionava « senza autorizzazione ». La polizia ha avvertito che la
amministrazione del seminario sarebbe incorsa in gravi responsabilità qualora l’istituzione « avesse
continuato a funzionare senza autorizzazione in altri fabbricati ».
I dirigenti protestanti spagnoli,
nella petizione con la quale essi richiedono il permesso di riprendere
l’attività del seminario, hanno risposto che (fuest’ultimo è stato all’opera nella sua forma attuale « dal
1947 fino a tutt’oggi con un consenso manifesto, tacito ed ufficiale ».
(Questo centro teologico, stabilito
nel 1883 nel meridione della Spagna da una fondazione presbiteriana irlandese, nel corso del suoi 73
anni di esistenza, non è mai stato
chiuso dal governo. Nel 1928, si
trasferì negli attuali locali ed assunse il carattere di scuola ecclesiastica. Il suo lavoro fu interrotto dieci
anni più tardi dalla guerra, ma non
da un ordine governativo. Con la
casuale indicazione data dal rapporto di polizia sull’improvvisa chiusura del seminario è stato per la prima volta menzionato che occorresse un’autorizzazione perchè questi
potesse funzionare.
Ben conosciuto dai vari governi
.spagnoli fin dalla sua fondazione
nel 1883, questo seminario riaperto
nel 1947 con l’appoggio ecumenico,
fu subito visitato dalla polizia. L’ufficio statale del vettovagliamento
gli ha Immediatamente accordato le
tessere indispensabili per la sua esistenza.
La questione di un’autorizzazione
del governo non è mai stata sollevata nè allora, nè all’occasione delle frequenti visite fatte dalla polizia nel corso di questi nove ultimi
anni.
Le chiese protestanti spagnole —
ci viene riferito — considerano perciò questa recente chiusura una disposizione brutale ed ingiustificabi
le, che minaccia i magri diritti a
loro concessi dalla « Costituzione
Spagnola ». Nella loro petizione al
Ministro dell’Interno essi dichiarano:
« La tolleranza che ci è accordata
o concessa dall’Articolo 6 della Costituzione Spagnol-a implica neces(continua in 4“ pagina)
Nel primo i-apìtolo, intitolato; «Parole
et sacrement », l’autore pone in chiaro i
termini del problema, di fondamentale importanza nel continuo confronto tra Cattolicesimo romano e Protestantesimo. Sullo
^fondo del pensiero dell’autore risplende la
luce della sincerità e della carità cristiana.
T. F- Torrance: Les Réformateurs et la fin
des temps - Editions Delachanx et Niesté - Neuchâtel - fr. sv. 2,90.
Questo quaderno di una quarantina di
pagine, denso di pensiero teologico e di
riflessione su testi biblici e dei Riformatori, fa parte della collezione; Cahiers théo
logiques. L’argomento trattato ha carattere di novità: si tratta del problema dei rapporti esistenti tra la storia e l’escatologia
nel pensiero dei Riformatori in opposizione o a differenza della concezione del mondo e della storia nell’epoca üiedioevale.
L’autore esamina innanzi tutto la posizione di Lutero secondo il quale il cristiano
vive e si muove nei due regni, del mondo
e della grazia. Illustra brevemente la posizione di Zwingli e di Bucero, poi fissa la
sua attenzione su Calvino. Secondo questo
ultimo Riformatore, la storia ed il mondo,
il passato, il presente e l’avvenire devono
essere considerati alla luce della mediazione di Gesù Cristo e della sua risurrezione:
« Dans sa vie, sa mort, sa résurrection et
son ascension. Christ a d’une certame faton déjà rénové le monde entier et assuré
son royaume à la droite du Père ».
11 libro è tradotto dall’inglese. Il proble
ma posto dall’autore è considerato nelle sue
grandi linee, più che in profondità. E’ comunque un’opera seria che invita allo studio del pensiero dei Riformatori.
Pierre Poujol; Socialistes et chrétiens a
vant le 1848 - Ed. Le Cep - 52 Rue de
Londres - Paris 8 - fr. fr. 12().
E’ un opuscolo dovuto alla penna di un
professore di Università, pubblicato nelle
edizioni del « Christianisme Social ». Contiene un breve studio sul Cristianesimo e il
socialismo nella Bibbia, poi un « excursus »
sulla situazione francese. Ricco di dati storici e di infórmaziom.*
1. D. Burger: Erasme en face de la Réforme - Edition Labor et Fides - 23 Grand
Rue - Genève - fr. sv. 2.
Erasmo, il grande umanista (1465-1536)
preparò la Riforma con i suoi studi sul
Nuovo Testamento, di cui pubblicò per la
prima volta il testo greco, e con i suoi richiami ad una maggiore spiritualità del clero romano. Dapprima approvò Lutero, poi
si separò da lui e fu anche in opposizione
con lui, nella speranza di veder realizzarsi
una riforma aH’intemo del Cattolicesimo.
In questo studio vivo e documentato, l’autore, professore di storia ecclesiastica all’Università di Neuchâtel, fa rivivere la personalità e il pensiero di Erasmo, la sua evoluzione nei riguardi della Riforma e le
sue polemiche con Lutero sul libero arbitrio. Utile e comoda documentazione storica per la cultura personale.
O. PiPER: L’Evnngile et la vie sexuelle Editions Delachaux et Niestlè - Neuchâtel - fr. Sv. 6,25.
La vita sessuale è un fattore fondamen
tale della vita dell’uomo e della donna: è
^ inutile ignorarlo, può anche essere pericoloso nasconderlo. Negli ambienti ecclesia
stici e parrocchiali si parla di un po’ di
tutto, si tace della sessualità e dei problemi ad essa inerenti, per motivi di prudenza, di decenza, di riservatezza.
L’autore ha voluto apertamente e coraggiosamente considerare la vita sessuale al
la luce della Parola di Dio nella Sacra
Scrittura; si è preoccupato di esporre una
morale cristiana basata sulla fede e non
solo sui comandamenti. « Ce livre ne s’adresse pas seulement aux chrétiens décidés,
mais en premier lieu aux hommes faibles
et divisés en eux-mêmes, à une génération
désenchantée et réaliste, qui devient d’autant plus facilement la proie de la sentimentalité et de la pitié de soi ».
11 libro è diviso in tre parti; « La signification biblique de la sexualité — Les normes de la vie sexuelle — La réalité de la
vie sexuelle ». Notevoli i capitoli sull’amore e la sessualità, sul matrimonio e la vita
coniugale, sul messaggio del perdono. Ha
il grande merito di far conoscere la Bibbia
e la vita nei suoi aspetti reali, ai (piali nessuno può sottrarsi. E’ di facile lettura; può
essere molto utile nell’attività ecclesiastica
e giovanile.
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
La voce delle nostre Comunità
Prarostino
La data del XVII Febbraio, cara
al nostro cuore di liberi figliuoli di
Dio, è stata ancora una volta ricordata con entusiasmo e con fede rinnovati.
La sera della vigilia ha visto numerosi « falò » illuminare con fiamme altissime ed a lungo nella notte
tutta l’ampia costiera di Prarostino.
La mattina del 17 lungo corteo di
scolari provenienti da Roccapiatta,
dal Roc e da S. Bartolomeo. Ne!
Tempio una buona folla di fedeli,
nonostante il freddo intenso, si è
raccolta per il culto di rendimento
di grazie al Signore. Il Pastore prese
come testo di predicazione le parole: (c Io sono l’Eterno, l’Iddio tuo,
che ti ha tratto dal paese di Egitto,
dalla casa di servitù » (Esodo 20; 2),
mettendo in evidenza come la nostra
libertà, quella vera, che ci fa liberi
da tutte le servitù umane e terrene,
compresa quella del nostro peccato,
la dobbiamo a Dio, il Quale ci ha
affrancati in Cristo. Se oggi la libertà civile e di culto può essere un fatto più o meno acquisito, dobbiamo
pur ancora sempre lottare per una
maggiore libertà dal male, che può
annidarsi in noi stessi, sotto forma
di egoismo, sete di guadagno, indifferenza o incredulità. « Cristo ci ha
affrancati, perchè fossimo liberi....
Siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà una occasione alla carne » (Galati).
I piccoli hanno cantato l’Inno alla
Fede (« Dei Padri, o vivida Fede inimortai »), mentre la Corale ha eseguito a 4 voci l’inno « Che Dio si mostri, in un baleno... » e « 0 Patrio
Suol ».
Verso le 12 ima quarantina di
commensali si riuniva per il pranzo
tradizionale, servito dall’albergatore
Forneroii nei locali del Presbiterio.
La. sera, la filodrammatica offriva
una serata, molto ben riuscita, nella
quale è stata rappresentata la commedia « Cisterne, screpolate » di Edina Ribet-Rostain, lavoro che non
ha mancalo di porre degli interrogativi specialmente alla gioventù, in
tema di matrimoni di mista religione. La Corale ha collaborato attivamente con l’esecuzione di numerosi
Inni e cantici giovanili.
L’augurio che ora formuliamo è
che que.ste celebrazioni, che ogni anno ci riempiono di commozione e di
gioia, ci aiutino a ripensare alla no•stra vocazione come Valdesi e a vivere una vita decisamente cristiana
e fedele in tutti i suoi aspetti.
Le attività invernali di questo periodo hanno continuato a svolgersi
abbastanza normalmente, nonostante il freddo intenso di febbraio.
Nelle riunioni quartierali abbiamo continuato la serie di argomenti
già precedentemente iniziata: Chi
saranno i salvati? La Chiesa e le
« sette », La Bibbia e il Ministero
Pastorale; I mezzi di sussistenza per
i Pastori secondo la Bibbia; La Comunità dei credenti e i suoi rapporti con le a Autorità costituite ».
All’Lnione Giovanile: gli studi
del Pastore sulle lettere di S. Paolo;
la visita del Capo-Gruppo Sig. Marco Gay, e di alcuni esponenti di S.
Secondo; la visita effettuata dalla
nostra filodrammatica ad Angrogna
sabato 3 marzo, a Perrero e a Villasecca domenica 11, ovunque calorosamente accolte.
Durante il mese di gennaio e di
febbraio, il Pastore, accompagnato
dagli Anziani dei singoli quartieri.
Imminente
Prof. Valdo Vinay
BUONAIUTI
L 1.400
Nel decennale della scomparsa del sacerdote che non
volle piegarsi al conformismo
religioso e politico del suo
tempo, il Prof. Valdo Vinay,
con competenza e animo deferente, rievoca la vita e il
pensiero di Ernesto Buonaiuti.
Ordin.izioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice - c.r.p. 2-17557
ha fatto una visita generale a tutte
le famiglie della Comunità, presiedendo un breve culto familiare casa
per casa. Non è soltanto una semplice visita, ma un fermarci, interrompendo un po’ il ritmo delle nostre
occupazioni e preoccupazioni, alla
presenza del Signore per ascoltare la
sua Parola e pregarLo. Possano questi momenti di meditazione moltiplicarsi nella nostra vita.
Ringraziamo il sig. Costante Co■stantino. Anziano della vicina Chie' sa di Pinerolo, per aver presieduto
il culto e per il suo messaggio alla
Comunità domenica 18 u. s.
Dipartenze. In breve tempo, abbiamo dovuto prendere la via del cimitero per deporvi nella loro ultima
dimora terrena numerosi nostri fratelli e sorelle : Griglio Bruna (Prima), piccola bambina deceduta appena nata il 27 gennaio; Bonnet Bartolomeo (Gondini) deceduto, dopo
quindici giorni di infermità 1*8 febbraio all’età di 85 aimi; Codino Maria (Ciarvet) deceduta dopo pochi
giorni di malessere il 15 febbraio all’età di 65 anni; Bonin Daniele (Bouins) deceduto lui pure dopo pochi
giorni di malattia, sebbene da tempo fosse sofferente, il 29 febbraio
all’età di 75 anni; dall’America, ove
■si era recata qualche tempo fa per
visitare fratelli e sorelle e parenti
vari, è giunta dolorosa la notizia della dipartenza della nostra sorella Alina Aìinndel in Costantino (Collatetto) avvenuta a New York il 5 febbraio u. s. Un sendzio funebre ha
avuto luogo nel nostro tempio l’8
febbraio, il giorno stesso del funerale in America; una folla grandiosa si
è raccolta in tale occasione intorno
alla cara famiglia Costantino per esprimerla tutta la propria simpatia
cristiana nella dura prova.
Invochiamo sui familiari e sui patenti tutti, provati da questi lutti, le
consolazioni del Signore.
PineroÌo
Le celebrazioni dell’Emancipazione Valdese' si sono svolte in un’atmosfera di serietà e di viva familiarità.
Ricordiamo i due culti a Pinerolo
e a San Secondo il 17 Febbraio con
un messaggio storico su alcuni avvenimenti alle Valli Valdesi durante
il regno di Enrico II, re di Francia,
con particolare menzione all’ambasciata di quattro città svizzere presso il re di Francia in favore dei Vaidesi negli anni 1556 e 1557.
Poi le tradizionali agapi Valdesi
0 San Secondo, a mezzogiorno, e a
Pinerolo, la sera, con più di cento
partecipanti. A San Secondo è stato
svolto un programma preparato da
alcuni giovani e dai bambini della
Scuola Domenicale; a Pinerolo si sono uditi i messaggi dell’aw. A. Pittavino, consigliere provinciale, dell’aw. E. Serafino e del Pastore il
quale rievocò alcuni episodi di vecchi Sinodi Valdesi, verso il 1700.
Domenica 19 Febbraio, il culto ha
avuto il carattere di commemorazione religiosa dell’avvenimento. La comunità ha partecipato alla Santa Cena e la Corale ha cantato l’inno degli Ugonotti francesi: « La Cévenole ».
— Il Prof. Giovanni Tartara, ex
Vice Rettore del Seminario vescovile di Alessandria, è stato in mezzo a
noi la sera del 26 Febbraio ed ha
parlato ad un folto pubblico. Con
profonda umiltà e con sereno spirito cristiano ha rivolto ai presenti un
messaggio veramente apprezzato,
commentando per sè e per tutti il
racconto dell’ansiosa ricerca di Gesù
da parte di Zaccheo e parlando delle
esperienze .spirituali che lo hanno
guidato ver.so una eonfes.sione di fede evangelica.
Il pubblico ha .seguito la conferenza con grande attenzione e ne ha
tratto motivi di edificazione spirituale e di gratitudine. Prima di partire,
l’oratore dovette rispondere per circa un’ora alle domande che gli vennero rivolte. Lo ringraziamo d’esser
venuto a Pinerolo e per averci recato un messaggio genuinamente cristiano.
— Domenica 26 Febbraio la Chiesa ha ospitato un convegno di giovani responsabili delle Unioni del
Gruppo Valli, i quali hanno già par
tecijiato al culto del mattino. Nel pomeriggio sptto la direzione del cand.
in teol. B. Tron e dello studente Marco Gay, il gruppo dei giovani si è
posto al lavoro per uno studio biblico sul significato della morte di Cristo e per la trattazione di altri argomenti. La sera, un gruppo di giovani dell’Unione di Pinerolo ha offerto
alla comunità lin apprezzato trattetenimento.
— La Domenica delle Palme saranno ammessi in chiesa col rito della confermazione, come membri comunicanti, questi dieci giovani :
Bianca Bertalot, Marco Ferrerò, Valdo Forneron, Luigina Gallian, Milena Grill, Ferruccio Griot, Franco
Hurzeler, Fiorella Kock, Adriano
Rivoira, Roberto Rostan.
Iddio renda questi giovani perseveranti nella confessione della loro
fede e neha pratica della vita cristiana.
Viliar Pellice
XVI - XVII Febbraio. Siamo grati al Vice Moderatore sig. Roberto
Nisbet che è salito al Viliar la sera
del XVI Febbraio per tenere un’allocuzione alia popolazione mentre
il fuoco del grande falò acceso al Sablon faceva salire in alto le sue fiamme. Sfortunatamente il freddo intenso di quelle giornate ha non poco
disturbato tale manifestazione della
vigilia del XVll. Per poter sentire i
vari pezzi di musica ed il Giuro di
Sibaud suonati dalla banda musica
le (che anche quest’anno gentilmente ha acconsentito ad intervenire a
queste manifestazioni) ed il discorso j
del Fasi. Nisbet il microfono ha dovuto essere situato nell’interno di
una saletta impedendo alquanto,
quel contatto vivo a cui si era abituati gli anni scorsi tra l’oratore, i
suonatori ed il pubblico. Molte finestre sono state illuminate o elettricamente o con lanterne veneziane ed
il numero dei bambini accorso pei
rallegrare la serata con la sfilata deloro lampioncini^ è stato notevole.
TI XVII Febbraio, alle ore 9,30 il
corteo dei bambini parte dalla piazza e si reca in Chiesa per dare inizio
alla loro festa. Dopo brevi parole
del Pastore canti, poesie, dialoghi e
persino piccole commediole ed... operette si sono susseguiti per due ore
circa intrattenendo piacevolmente il
pubblico. Diciamo un grazie di cuore ai bambini per il loro sforzo; e il
nostro pensiero di riconoscenza e di
congratulazione va a tutti gli insegnanti per l’impegno e l’abilità con
i quali li hanno preparati.
L’Agape fraterna, che ha avuto
luogo nella sala delle attività alle
12,30 ha avuto più di un’ottantina di
partecipanti. Molto graditi sono stati, dopo il discorso del Pastore, le
notizie che la Signora Geymet ci ha
portato sulla salute del Pastore titolare che pian piano vi rimettendosi
dalla sua malattia. Dopo il caffè le
jiorte della sala si sono spalancate
per accogliere tutti coloro che, impediti di partecipare all’agape, hanno
tuttavia desiderato trascorrere alcune ore del pomeriggio insieme per il
solito « Pomeriggio valdese ». Sul
palco della sala si sono allora presentati parecchi giovani che con il
loro brio hanno fatto trascorrere piacévoli istanti al pubblico.
In serata, la recita a cura dell’Unione del centro « Cisterne screpolale » ci ha permesso di concludere la
giornata fornendoci abbondante materia di riflessioni sulla vita di chi
pensa di potere vivere ugualmente
una vita di pace e di tranquillità., abbandonando Dio.
La domenica 19 ha avuto luogo il
culto di commemorazione. E’ stato
detto come la migliore commemorazione del XVII sia quella di vivere
una vita veramente libera, da veri
figli di Dio, perchè non sempre la
libertà civile coincide con quella che
viene dalla conoscenza della verità,
la quale solo può veramente rendere liberi (Giov. 8: 32).
11 culto della domenica delle Palme, con confermazione dei catecumeni sarà presieduto, a Dio piacendo, dal Pastore titolare Enrico Geymet. Anziché alle 10,30 il culto avrà
inizio alle ore 10.
f nostri lutti. Il 27 febbraio ha avuto luogo il funerale di Cairus Giu
lio, di anni 66, dei Palet. Il 4 Marzo
quello di Caterina Garnier nata Gönnet, di anni 79, dei Meynet. Alle famiglie colpite dal lutto esprimiamo
ancora una volta la nostra simpatia
cristiana. B. C.
Una fiera protesta
Isegue dalia 3a pagina)
sariamente l’esistenza di pastori protestanti spagnoli e, in conseguenza,
di una istituzione che prepari al ministero 2Jastorale.
« Perfino il cùlto privato che è
esplicitamente e positivamente autorizzato dalla Costituzione sarebbe
impossibile se questi pastori non esistessero.
« Il fatto che ci siano dei templi
e delle cappelle aperti legalmente
— in numero considerevole — esige
un corpo pastorale preparato teologicamente per dirigere le assemblee
che vi si raccolgono ».
PER I CATECDMEFUI
In occasione cleiraramissione dei Catecumeni, suiïjîeriamo i seguenti liliri che si
prestano per un regalo;
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Storia dei Valdesi
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27 MarÆO
Prendano nota i nostri lettori di
questa data, poiché martedì, 27 marzo, alle ore 22,45, Radio Sottens
(Lausanne) trasmetterà il primo
gruppo di Chansons et Complainte.^
d’autrefois, frutto dell’attività artistica del nostro amico, maestro Federico Gitisi, che ha consacrato alle
nostre Complaintes tutta la passione
e la competenza che tanto apprezziamo in lui.
11 programma sarà presentato dalia signora Andrée Beart-Arosa e comprenderà le complaintes di Adamo
ed Eva, dei Dieci Comandamenti, di
Giuseppe e Maria, del Figliuol Prodigo, dell’Ebreo Errante, la Visione
del Golgota (preghiera prima di morire), pei canto: Bernard Lefort e
jpiccola orchestra da camera diretta
da Victor Desarzens, compartecipanti.
Due altre trasmissioni sono previste, nei mesi di aprile e maggio, consacrate rispettivamente alle Chanson.s d’amour et d’Histoire; comunicheremo ulteriormente le date.
ÊN MEMO RI A M
La Société des Vaudois du Piémont à Genève a le grand regret de
faire part du déeès, survenu le 28
février 1956, de
Madame EMILE BENECH
née Mafhilde Charbonnier
Au cours du culte, célébré par M.
le Pasteur Dèsbaumes, le président
de la Société a rendu hommage à
Madame Benech qui fut, aux côtés
de son regretté époux, l’animatrice
de la Colonie Vaudoise de Genève.
Elle fut entr’autres, pendant des années, collectrice en faveur du Refuge Charles Albert et s’occupa activement de l’Eglise Italienne dont son
père le Pasteur Charbonnier fut le
conducteur spirituel et M. Emile Benech le président.
L’Eco delle Valli Valdesi unit son
regret et son hommage à la mémoire
(le cette fidèle servante du Seigneur.
Red.
DONI PER L'ECO
Bounous Giacomo 1ÜÜ; Rapisarda Giu
seppa 150; Revel Susanna 375; Codino
John 300; Peyrot Adele 100; Garrou Cale
lina 100; Cigersa Giuseppina 150; Caltre
Maria 200; Ferrier Attilio 100; Ollearo
Gemma 100; Ermelina Botti ved. Scaccio
ni 150.
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan — Luserna S. Giovan. i
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del Wgennaio 1955.
Tipogratìa Subalpina S. i. A.
Torre Pellice (Torino)
AVVISI
( EiUaASl Vaili Chitone Pellice casa in al
fìUu vuota indipendente 5-6 stanze annessi rustici piccolo terreno. Rivolgersi o
scrivere LiSrerìa Claudiana.
(iASCI\A in piano a Luserna S. Giovanni
circa 8 giornale e lotti terreno fabbricabile sulla provinciale vendonsi. Sarluria
Vola - Torre Pellice.
/ jnmiliari della compianta
Fanny Rivoira
ved. Malan
profondamente commossi dalle testimo
manze di stima e di affetto tributate alla
loro cara Mamma e Nonna, riconoscenti
ringraziano il Pastore Sig. Aime, il Don.
De Bettini, i làcini di casa, tutte le persone che furono di aiuto prezioso e quanti
con scritti e di presenza furono loro di conforto nella dolorosa circostanza.
Raggio - .Angrogna, 29 Febbraio 1956
La famiolia della cara
Maria Paschetto v< Gardioi
di anni 85
deceduta l’S marzo u. s., commossa dalla
partecipazione di una così numerosa folla
ai funerali e da tutte le manifestazioni di
simpatia ricevute, ringrazia sentitamente
quanti in modi diversi le sono stati vicini
nelVora del lutto, in modo speciale il Past.
E. Rostan, il Dott. Demo e le gentili persone' che hanno prestato il loro aiuto.
Pinerolo - marzo 1956
Noi sappiamo infatti che se questa
tenda che è la nostra dimora terrena
viene disfatta, noi abbiamo un edili
( io, una casa non fatta da mano d’uomo. eterna, nei cieli.
2 Cor. 5 V. 1.
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