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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE HAITIANA
Spgucndn la verità nell» csrilà
Efts. IV. IS.
Si distribuisce ogni Venerdì. — Per cadun Numero centesimi <0. — Per cadnna linea d’inserzione centesimi 20.
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l.oSAUSA, dal sig. Delafontaine libraio.
Sommarlo.
Appendice ; Cenni storici sulla Riforma iu Italia nel
secolo XVI. — Dna visita alle Chiese evangeliche italiane dei Grigioni. II. — L'Evangelo ed
1 suoi oppositori.— Notizie.
UNA VISITA
alle Chiese evangeliche italiane
dei Grigioni.
II.
Quando il viaggiatore giunto ad Arona vi ha
visitato la statua di s. Carlo Borromeo insieme
colle rovine dell’antico castello, che gli fu culla,
egli ha visto lutto in fatto di curiosità. Il lago,
-«reo la vera bellezza di Arona. Ma, devo confessarlo 7 II Lago Maggiore da me sognato ,
«ra qualche cosa di cosi eccezionale, di così
sommamente incantevole, chc appetto del lago
reale, io mi trovai alquanto deluso nella mia
aspettazione. Il pittorico, l’improvviso mancano, meno qualche eccezione, a quelle spiaggie d’altronde sparse di una incontestata leggiadria, e la sponda lombarda poi è di una
monotonia che ammazza. Monotono pure ci
parve il tratto di via che da Magadino conduce
a Bellinzona, e lunga oltre ogni dire la sosta
APPENDICE
CENNI STORICI
BELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI.
XL.
Basilea, sede in quei tempi d'uomini dotti, fu
il soggiorno di molti fra i più cospicui esuli
ilaliani, letterati, medici, giureconsulti di grido;
Lione, Anversa e Londra, città eminentemente
commerciali e industriose, lo furono di quelli
che vivevano di traffichi e d’industrie. In ognuna
^i tali citlà fu loro concesso di raccogliersi in
corpo e celebrare il culto evangelico italianamente , come usato avevano nella Penisola.
Laonde, sotto questo aspelto, l’esilio non aveva
per loro funeste conseguenze, ed abbenchè lontani dalla pairia, pure in quelle riunioni, dove
di dieci ore circa che dovemmo fare in questa
citlà per aspettarvi la partenza della corriera,
che, attraverso il s. Bernardino, dovea portarci
a Coira. Ma qual compenso ci era preparato
nel rimanente del nostro viaggio ! Fra le vallate dell’Alpi poche sono così pittoriche, cosi
svariate nei loro aspetti comequella del.Wi*om>,
in cui si entra quasi appena usciti da Bellinzona, e lasciato che si ha la via del (ìoUardo.
Vigneti, gelsi, un clima affatto italiano nel
basso ; castagni, noci ed ogni sorla di biado
nella regione cho succede alla prima ; piii in su
ancora gli abeti; poi le immen.se pasture intersecate da centinaia di piccoli casolari di legno,
cd allora in tulio lo splendore della fioritura ;
una via or piana, or ripida, ora sdrucciolante
per così dire lungo l’abisso ; in lontananza il
fragore del torrente o quello ancora piìi forte
di una o più cascate, che scorgonsi sjiumeggianti attraverso i verdi rami degli alberi ; di
quando a quando maestof^o rovine appiè delle
quali annidansi graziosi villaggi, cbo della ferocia del castellano non hanno piii nulla da
temere; ed aiTatto verso la velia gl'immensi
ghiacciai del Miiscfielhorìi e delio Schtrarz/torn
formanti alla vallo como un diadema di luce,
che fortemente contrasta con l’aspello buio e
tristo del lago di Muesa che le fa capo,... ecco
il quadro successivo che per più ore ci si affacciò allo sguardo, rischiarato da un sole di
luglio senza neppure l’ombra di una nuvola,
che si provasse di appannarlo.
tulio spirava nazionalità, sia nello spirilo, che
nella forma, trovavano spesso la pairia. Così il
loro patriottismo era santificalo dalla religione,
e questa serviva loro di conforto.
Gran parie degli esuli italiani lasciarono, nei
varii paesi in cui si slabilirono, bella ed onorala
discendenza, di cui rimangono tuttavia, e vegeti
ancora, parecchi rami.
Chiudiamo quest’ullimo capitolo con un breve
cenno sulle vicende deU’esilio di Celio Secundo
Curione e di Olimpia Morata, nomi celebri nella
storia della Uiforma e degni di speciale menzione.
Scampato per ben tre volle, e in modo pressoché prodigioso,dalle mani del S. Uffizio, Curione
si ridusse in Isvizzera e fu posto prima alla direzione del collegio di Losanna; indi chiamalo
ad occupare la cattedra di eloquenza latina nell’università di Basilea , dove ricevelte bei contrasegni d’ammirazione e d’onoranza. Per conoscere quanto egli valesse nelle lellere, basterebbe consultare il Tiraboschi e il Ginguenè,
autori cordialmente cattolici eperciò non sospelli
Dalla vetta del s. Bernardino fino ad IlinlerKhein primo villaggio della valle opposta a
quella di Misocco e delta Hheinicald, la discesa
è così ripida, sono tanto e cosi improvvise le
giravolte, che per giungere dall'aJto al basso di
quel jtendìo scosceso si sono dovute i)raticare,
che ad onta della bontà ben conosciula dei cavalli, 0 dell’abilità non mono constatata dei postiglioni, puro ti senti un hi.sogno singolare di
raccomandarti a Dio, tanlo ci vorrebbe poco
perchè legno, cavalli, postiglioni e lu con essi
precipitaste nel profondo abisso chi- vi sta disotto. Il Ueno, che da queU'altura scorgevamo
serpeggiando e girovagando in fondo, non era
ancora quel fiume maeslu.so cho io aveva ammirato l’anno scorso a Coblenlz ed a Colonia; il
ponte per traversarlo non richiedeva lanti archi,
tuttavia vi era nel suo aspetto qualche cosa cho
la futura grandezza facea presentire. < È un
bambino che promette » diceva una signora nostra compagna di viaggio ; ed essa diceva molt»
bene.
Da ílintes-ñhein fino a Iteicheìiau ovo Rheinwald e Rheinlhall si congiungono per non formar più delle due vallate cho una sola, o dei
due Reni che un sol fiume già imponente per
l’abbondanza delle sue acque, aspelli più pittorici gli uni degli allri vengono a contendersi, ad
ogni piè sospinto, l’ammirazione del viaggiatore; ma niuno ve ne ha che, per sublime orridezza, possa venir paragonato col passo famoso
così giustamente chiamato la Via mala. Figu
di parzialità in favore d’un uomo dichiarato eretico ed apostata. E veramente grande era la fama
che del suo merito letterario correva, si che
varii principi facevano a gara per ottenerlo.
L'imperatore Massimiliano gli oiTri una cattedra
neU’Università di Vienna ; il vaivode di Transilvania gliene offri un’altra a Weissemburg, il
duca di Savoia un’altra in Torino ; ed anche il
pontefice si provò di tirarlo a Roma, offerendogli
sicurezza personale, pingue stipendio e collocamento per le sue figlie a condizione d’astenersi
dall’insegnamenlo religioso. Ma era appunta
queslo religioso insegnamento il principale oggetto delle sue cure, e dispensavaio a voce, cogli scritti e coll esempio. Egli stesso andava in
traccia degli Italiani che giungevano a Basilea
per motivi di commercio ; andava in traccia di
quelli che vi erano già stabiliti, e riunendoli intorno a sè formava una clliesa italiana sulle basi
del Vangelo, che non avesse allra regola ed altra
dottrina che il Vangelo.
Celio Secundo Curione lasciò parecchi libri
religiosi che son divenuti rarissimi; diresse le
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risi il lettore un passaggio così stretto che si
direbbe praticato coU’asce piuttosto che no ; a
destra ed a sinistra pareti di rupe di parecchie
centinaia di piedi di altezza, sparse qua là di
scarmi abeti che valgono a renderne più tenebroso e più spaventevole l’aspetto; in fondo, e
percettibile solo dalla sua schiuma che biancheggia, il Reno talmente incassato fra le roccie
che quasi quasi un bambino basterebbe a cavalcarlo; a mota nllezza di quell’insondabile
precipizio una via larga di pochi piedi, tutta
scavata nella rupe, scendendo o meglio scivolando a guisa di serpente ora lungo una sponda,
ora lungo l’allra del fiume, che cavalca per ben
tre volte, in breve spazio, fino ad una lunga
galleria che forma come il portone di queste
termopili grigioni, ... ed egli avrà una ben imperfetta idea di una fra le più selvatiche bellezze
•li quella gran natura delle alpi che tanto ne
racchiude.
Ed a far maggiormente risultare l’orridezza
di quella gola, come giova l’aspetto oltre ogni
dire soave e ridente della valle del Damleschg,
che ti accoglie all’uscita, colle verdi sue praterie, coi suoi campi coperti di biade, e coi
numerosi villaggi fra i quali ti desta inesprimiJiile meraviglia quello dì Ttisìs, col suo grazioso campanile, colle suo case risplendenti di
polizia, fabbricate tutte sul medesimo piano a
destra ed a sinistra di una larga via non seconda nè per dimensione, nò per ordine alle
più belle contrade delle nostre cillà, sebbene
(nfti gli abitanti siano contadini!
Ma ecco, cho io chc mi era proposto di narrare non già lo nostre impressioni di viaggio,
■ ma quello che ci fu dato di osservare d'interes•sante nella visita che ebbimo la buona ventura
di fare ai nostri fratelli nella fede dei Grigioni,
tratto da soavi rimembranze, mi lasciava per
poco indurrò a fare tutt’altro che quello che mi
«ra prefisso. Mi perdoni questa scappata il lettore, mentre tralasciando dal canto mio descrizioni che avranno poi sempre il torto gravissimo di essere di troppo inferiori alla realtà,
mi sforzerò di metterlo a giorno, per quanto
opere cbe uscivano a’suoi giorni dalla penna dei
Riformatori italiani, e le narrazioni sui martiri
italiani furono in gran parte scritte da lui.
Olimpia Miirala narra per disteso e con semplicilà mista a classica eleganza il suo viaggio
per la terra deU’esilio e il doloroso addio alla
tenera madre, alle dilette amiche ed a quesla
sua cara patria cui era tenacemente legata colla
memoria ricca di belle rimembranze, col pensiero nutrito di gravi studii, coll’immaginazione
eminentemente poetica e col cuore oltre modo
sensibile ; e in questa narrazione spira una dolce
rassegnazione ed un ¡laletico abbandono che talvolta commuove sino alle lagrime, « Iddio, diceva essa, mi ha unila ad uno sposo che mi è
più caro dolla vila. Io lo seguirò con sicuro
passo nelle inospitali solitudini del Canease, o
nei gelati passi d’Occidento, od a traverso delle
anguste gole delle Alpi. Ovunque piaccia a lui
muovere, lieta ileU’animo io seguirò le sue orme.
La patria del forte è in ogni luogo sotto il cielo! »
Non appena ebbe toccato il suolo straniero,
che una serie di traversieeji sciagure cominciò
mi sarà fattibile, così della cosUtuzione come
dello stato spirituale della Chiesa evangelica
dei Grigioni, di cui formano parte integrante
le Chiese italiane, di cui abbiamo preso a
narrare.
(Conlinua)
L’KVANGELO ED I SUOI OPPOSITORI
^ [Corrispondenza della B. X.)
Gli effetti della nostra piccola evangelica congregazione incominciano a farsi sentire, e non
tarderà il Signore a raccogliere i suoi frutti,
e a consolarci delle nostre fatiche. Voi conoscete come, fra gii altri, un caro nostro fratello licenziato in S. Pier d’Arena per mancanza di lavoro, fosse costretto ripatriare assieme
alla cristiana sua moglie e due bambini ; conoscete altresì quanto questa famiglia abbia sofferto per causa del Vangelo, fino ad essere scacciata dalla casa paterna, e a passare lo scorso
inverno nell’assoluta miseria. Le loro sofferenze
e la loro generosa confessione guadagnarono a
Cristo dueyaltri individui, i quali pur confermati
dalla domestica persecuzione si unirono insieme
per adorare Dio in spirito e verilà. Fu allora che,
nel parteciparmi le loro afllizioni, mi facevano
istanza di andarli a consolare col pane della divina parola; ed io aderendo al loro vivo desiderio
tosto che fui libero almeno dalle scuole, cioè
verso la fine di agosto, partiva alla volta di Castelnuovo di Scrivia.
ft questo paese quasi tutto composto di contadini,
e meno qualche eccezione, gli animi di costoro
sono per anco sup«(?itiziosi a segno, che non solo
credono agli spiriti folletti, alle streghe, alle notturne apparizioni dei morti, ma ricordano ancora
i tempi pagani. Imperciocché afìin di sapere se
avranno una buona o cattiva annata, nel 24 agosto
consultano la statua di un certo s. Desiderio, che
più di Dio in quel giorno con esterno culto festeggiano, e se il volto dell’idolo sembra ai loro
occhi ridente e giulivo, essi pronosticano prospero e abbondante raccolto ; tutto al contrario
se invece loro sembra triste o sdegnato. Un popolo che negli an»i addietro era ammaestrato
per essa, le quali obbligaronla d’interrompere
i suoi studii evivere a disagio. Ciò non pertantg
gli ollimi coniugi ricusarono d’nscire dalle
angustie lulle le volle che furon loro olTerte
vantaggiose condizioni incompatibili coi loro
principii religiosi. Nè tardò Olimpia ad essere
in Germania soggetto d’ammirazione e di stima,
come l’era stala in Italia; il suo genio e la sua
doltrina, uniti a‘straordinaria bontà d’animo, e
a forme oltremodo gentili le fruttarono in breve
lempo l’amicizia di molli fra i più dotti uomini
di quella grave nazione.
Fu a Schweinfurt, nella terra natale di Grunthler e sua patria adottiva, che Olimpia, dopo
tante e si penose peregrinazioni, ebbe tregua ed
agio di ripigliare i suoi studii ; ma ben tosto il
fragor delle armi turbò le sue pacifiche occupazioni; Schwcinfurl fu assediata dalle truppe dei
principi tedeschi; e durante l’assedio, assai
lungo e terribile, come risulta dalla bellissima
descrizione ch’ella stessa ne fece. Olimpia dovette vivere in una specie di caverna ; e quando
quella citlà fu presa si sottrasse a stento colla
dai Gesuiti, i quali vi possedevano una casa ossia
un collegio, e che anche oggigiorno è diretto da
una quarantina circa di preti, di ei-frati e di canonici non può a meno di essere cotanto superstizioso e abbrutito.
La mia famigliarità con uno, che da tutti era
conosciuto per un eretico ; la mia frequenza in
casa di lui faceva sospettare ch'io fossi anche un
protestante, che vuol dire, secondo essi, diavolo
incarnato. Quindi i sacristani incominciarono a
tenermi di vista e adiinformarsi chi mi fossi, da
dove venissi, e perchè dimorassi in Castelnuovo:
ma non avendo soddisfacente risposta, tant«i indagarono che alla fin fine scoprirono come dalla
prima domenica che colà mi trovava avea spiegato ii Vangelo in casa di un operaio. A questa
scoperta i clericali non ebbero più pace, e spaventevoli divennero i loro sonni.
Fu primo loro sforzo di farmi scacciare dalla
casa ove era albergato. Sventato questo tentativo,
i sacerdoti del tempio mi accusarono presso del
Sindaco per un malfattore, emigrato di Piacenza,
rifugiato nel paese per spandervi dottrine sovversive l’ordine pubblico. Fui tosto chiamato a
quell'autorità, e presentati 1 documenti rilasciatimi dall’Università di Torino e dai primi collegi
del regno, fui riconosciuto altrimenti di colui
che cercavano i preti, e licenziato senza alcuna
molestia; anzi a vero dire trovai il Sindaco degno
della carica che occupa nel paese, e che conoscendo il progresso dei tempi si sforza di condurre i suoi concittadini alla moderna civiltà,
sebbene sia circondato da un Consiglio di preti e
canonici.
Confusi cosi i clericali, nè potendo vessarmi
col pretesto della legalità, sfacciatamente impresero a perseguirmi, e nel modo tutto proprio di
loro. Dal pulpito o dagli altari mi additarono al
popolo qual lupo rapace e qual nemico che di
nascosto sparge la zizzania nel campo di Cristo,
e per conseguenza da trattarsi a guisa di un feroce animale e di un nemico di Dio. Bandirono
la crociata colle benedizioni e indulgenze papali,
e dichiararono essere veri cristiani coloro che
estirparono ed estirpano i protestanti, e che per
tal modo difesero e difendono la santa religione;
mentre invece furono in ogni tempo riguardati
maledetti da Dio. e come eretici puniti coloro
che avessero dato ricetto ed anche un solo pezzo
fuga al furore dei soldali. «Se mi aveste veduta,
scriveva essa a Curione, co’ piedi nudi e grondanti di sangue, coi capelli sparsi, in vesti povere e tolte ad imprestilo, mi avreste presa certamente per la regina delle mendiche ». Nel
saccheggio di Schweinfurt fu distrutta la sua biblioteca e con essa molti de’ suoi preziosi manoscritti ; Grunthler, salvato prodigiosamente
dalla peste che scoppiò in quella città, nel
lempo della guerra, cadde in potere de’nemici
e potè a mala pena ricuperare la libertà. Tulle
queste sventure non abbatterono l’animo nobile
e rassegnato d’Olimpia, ma consumarono lentamente il suo corpo, sicché, presaga di una prossima fine, si affrettò a compire alcuni de’ suoi
poemi e mettere insieme i manoscritti che tuttavia le rimanevano. Olimpia Marata mori nel
fiore degli anni e delle speranze, e la sua morte
diede luogo ad una bella collana di funebri canti
scritti in suo onore, in lingua greca, latina, tedesca , italiana e francese.
La prima edizione delle sue opere comparve
in Basilea nel 1558 per cura del suo amico Celio
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di pane ad un protestante. Mentre cosi gli un
parlavano dal tempio credendo di spiegare i
Vangelo di pace e di amore, gli altri lo stesso
linguaggio tenevano nello piazze e nelle case,per
modo che in brev’ora tutto il paese, credendosi
offeso nella parte più sacra del cuore, fu sossopra
contro di me e contro i fratelli che meco si uni
vano per leggere la Bibbia, e per pregare il nostro Padre de' cieli. D'allora in poi si vedevano
gruppi di uomini e di donne che spacciavano sul
conto nostro ridicole scempiaggini, di cui vene
parteciperò alcune.
« Se tu lo vedessi, diceva taluno, quel capo dei
protestanti! Quando alla sera tocca certi libri infernali (la Bibbia), dalla sua bocca esce fumo e
fuoco, sulla testa si drizzano i suoi capelli come
una furia, e dalle sue orecchie si elevano due
grossi corni che fanno spavento ». Un altro che
forse mi scambiò per qualche mitrato, « Io vidi,
aggiungeva, questo protestante predicare in Genova; egli aveva in testa un gran berrettone
terminato a punte, alto alto per nascondervi le
corna da diavolo, che di quando in quando gli
uscivano fuori». — »A proposito, ripigliava un
terzo, hai osservato come egli sa bene trasformarsi ? Ora ti sembra un vecchio e tutto gobbo,
ora un giovane diritto e bello ».— « Il signor
prevosto ee lo disse sempre, che l'angelo delle
tenebre sa comparire ancho in angelo di luce »,
conchiudeva colui che la faceva da moralista nel
cerchio.....
Dalle parole incominciava quella ingannata
gente a passare alle opere ; le nostre serali riunioni divennero tosto tempestose; branchi di giovinastri e di donne che agitavano fanciulli mettevano il disordine ; parole villane, ceffi lividi,
tumulto, grida, sassate nei vetri e nelle porte
erano l’accompagnamento delle nostre preghiere.
Xella loro pazza cecità non furono pur risparmiati i bambini. Uno dei figli di Giuseppe,di circa
cinque anni, interrogato da una turba di quelli
sconsigliati fanciulli se amasse più la Madonna
o Gesù, ed avendo nella sua innocenza risposto
di amar più il nostro Signore, si avventarono
contro di lui, e percuotendolo con pugni e con
calci, malconcio lo mandarono a casa. Uno dei
figli di Giovanni, di circa otto anni, sorpreso anche da una simile turba, riparava in un cortile; e
menlre ivi si credeva sicuro,uscirono due uomini
Secundo Curione, e nel breve giro d’un anno
fu esaurita. La seconda edizione venne fuori nel
1562 con una dedica di Curione ad Elisabetta
regina d’Inghilterra. «Questo libro, diceva egli,
vi farà conoscere il maraviglioso sapere d’Olimpia, il suo zelo per la religione, la sua pazienza
nelle pruove, la sua incrollabile costanza nei
rovesci. Ella aveva composto varii allri scritti che
dovevano perpetuare la memoria della sua fede
e del suo ingegno, e che perirono nel disastro
della sua patria adoliiva. Ricevete dunque gli
avanzi sottratti ai furori della guerra, i quali
potranno darvi un’idea di quelli che andarono
perduti». A questa seconda edizione altre due
ne seguirono, una nel 1570 e un’altra nel 1580.
Le opere che tuttavia rimangono d’Olimpia Marata sono:varii dialoghi e varie lettere in latino
ed in italiano, e alcuni poemi in lingua greca
che la poetessa aveva familiarissima; fra quelle
che perirono si notano gli studii critici sopra
Omero; molte poesie d’argomenti diversi, e i
dialoghi latini e greci scritti ad imitazione di
quelli di Cicerone e di Platone.
dei quali uno lo caricava di sputi e d’immondizie,
e l’altro lo scacciava con bastonate gridando :
Dà/!t al rinnegato, dAlli alla bestia.
Con pazienza il tutto si soffriva, quando fui
avvisato di tosto partire e di notte tempo, perchè
un canonico ricco e potente nel popolo avea secretamente disposto di farmi arrestare dai paesani in qualche sera dopo la riunione, e a colpi
di bastone condurre ai confini del paese. Ricordandomi quanto mi avvenne nella Valle di Fontana-Buona, e che non bisogna urtare direttamente col fanatismo religioso e cogli animi concitati, radunai i fratelli, ed esposi che per non
compromettere loro, nè me era meglio che pel
momento partissi da Castelnuovo. Essi accolsero
con dispiacere la mia decisione, e vi si ostavano
dichiarando ch’erano pronti a difendermi a qualunque costo. Li ringraziai della loro offerta, «E
appunto, soggiunsi, perchè voi siete pronti a dare
per me anche la vita, la mia partenza è necessaria. Allontanandomi,gli animi sollevati si calmeranno , rientreranno in se stessi , conosceranno
che nutrivano in cuore un peccato contro la carità, si pentiranno, e voi anche sarete lasciati più
in pace». E versole tre del mattino mi alzai, e
accompagnato da due fratelli partiva per Novi,
ove il Signore mi aperse una porta al Santo
Evangelio.
Fin qui vi ho raccontato l'opera del maligno ,
e ciò che fece lo spirito delle tenebre per combattere l’opera di Dio e la luce della verità eterna;
tuttavia il Signore vinse, ed accompagnò le nostre afflizioni e sofferenze colle celesti e consolanti sue benedizioni.
(Continua.)
Torino. —Efficacia della Parola di Dio. — Un
nostro amico , ripieno ancora di meraviglia, ci
narrò il fatto seguente, che mostra qual forza
abbia in se stessala Sacra Scrittura, anche senza
l’aiuto degli uomini, quando trova lettori di
cuore ingenuo e pio.
Egli ci disse : « Stando l’altro ieri vicino ad
uno di que’ molti banchi di Kbri che vedonsi qua
F.,a giovinezza d’Olimpia ci offre un quadro e
per cosi dire un modello perfetto delPeducazione
dei pili eletti ingegni d'Italia all’epoca del risorgimento. Ella crebbe e si formò alla scuola di
questo prodigioso risorgimento ricco di nobili
sacrifizii e di sublimi aspirazioni che riformarono il mondo. E a questa scuola attinse Olimpia l’amore del bello, e quel gusto artistico che
nobilitarono il suo ingegno, e formarono i tratti
distintivi del suo carattere, ch’era una felice
mistura di dolcezza, di forza, di grazia, d’austerità
e d’eroico entusiasmo. Ma questa scuola sarebbe
caduta senza fallo nell’idolatria pagana, ove la
Hiforma non avesse operato quel salutare accordo fra la scienza e la pietà, con qiiell’energico appello indirizzato alle coscienze, per la
quale rompevasi per cosi dire l’incantesimo degli spiriti assorbiti nella contemplazione della
letteratura greca e romana.
Dne altre celebri donne italiane della stessa
epoca, Cassandra Fedele e Vittoria Colonna,
rappresentano nella Storia del Risorgimento
delle lettere in Italia due potenze alleate, l’eru
e là sotto i portici della capitale, scorgo appro*simarvisi un contadino, chiedere 0 comperare una
Bibbia. Desiderio mi prende di rivolgergli laparola; mi faccio avanti e, salutandolo, gli domando : è forse per commissione che acquistate
questo libro ? — No , signore , mi risponde ; lo
prendo por me.— Lo conoscete voi?soggiungo.
— Si, certo, ma le dirò il moVivo per cui lo
acquisto ; io possedo una piccola Bibbia, e siccome ogni di ne leggo qualche parte in famiglia,
e la stampa minuta di quella mi stanca la vista,
cosi risolsi di comperarne una chc avesse più
grossi caratteri. — Ah! dunque voi siete protestante? ripigliai. — Ed egli a me; —Sì, mi sono
fatto protestante da me stesm ; studio la Bibbia in
segreto , ben inteso , dei preti i quali mi perseguiterebbero, e trovo in essa la vera parola di
Dio che m’illumina c mi conforta.— Ma, ditemi,
ripigliai, non avele mai parlalo con alcun protestante?— No, rispose. — Non sapete che qui, a
Torino, v'è un tempio protestante e v’ha una libreria evangelica, dove trovar potete e Bibbia e
trattati religiosi?—No, signore, non so nulla di
ciò; soltanto mi venne Iramani la Bibbia, la lessi
e mi sono fatto profe*(anfo An. me. — Ebbene, so
lo desiderate, io vi offro di accompagnarvi alla
libreria e al tempio, — Vi ringrazio ed accetto
volentieri la vostra offerta. C’incamminammo
adunqvie, entrammo nella libreria, dove comperò
qualche libretto e ne ricevette in dono qualche
altro da una egregia signora che vi si trovava.
Uscimmo e gli feci contemplare il tempio ; rimase gran pezza attonito, non sapeva distaccarsene ; finalmente mi disse— Quest'oggi venni da
ganM......per affari, ma intr.iprenderò apposito
viaggio per solo oggetto di religione. Espressogli il mio desiderio di presto rivederlo, ci salutammo e lo lasciai, Dolla semplicità del suo cuore
mi diede rhiarlt^rova nel canimino insieme
percorso ; ad ogni chiesa che per via incontravamo levavasi con rispetto il cappello, nè io mi
permisi di fargli osservazione alcuna : mi stava
dinanzi un’anima evidentemente chiamata da Dio,
diretta dal suo S, Spirito, ed io la contemplava
con religioso sentimento ».
S. Benigno. — Ancora nna sepoltTiTa £vang«lica. — Giorni gono'essendo morto in questa località un membro della famif^lia evangelica, il
causidico e proprietario signor Michele Pecchio,
dizione profana ed il sacro entusiasmo; ma
Olimpia Marata seppe unirle in se medesima ;
erudita come Fedele, pietosa come Vittoria, ella
consacrò la sna lira ad argomenti sacri vestiti
della più splendida veste che aveva imitato dai
classici dei paganesimo. Sventura che, trascinata dall’esempio de’suoi contemporanei, presti
quasi tutta la sua attenzione alle lingue dt
Omero e di Virgilio, trascurando in certo qnal
modo il dolce idioma di Dante e di Petrarca,
che avrebbe potuto raccomandarne assai meglio
alla posterità!
La letteraria gloria di Olimpia Warata, come
quella di Curione e di tanti altri illustri seguaci
della Riforma, ha subita la sorte di quesla rivoluzione religiosa, alla quale la sua vita fu tenacemente legala. La Riforma, proscritta ia
Italia, la trascinò nella propria rovina, e le
opere che tanto l'onorarono presso i contemporanei, l’hanno appena salvala dall’oblio.
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i preti coi loro aderenti preparavansi a rinnovare a riguardo della di lui salma le scene scandalose di Collegno (vedi B. Novella). Ma a rendere vano il loro intento bastò la fermezza dell’autorità civile superiore, alla quale ne venne
al sindaco di S. Benigno l’ordine perentorio che
alla salma del signor Pecclaio fosse concessa nel
campo santo del suo luogo natio quell'onorata
sepoltura a cui lia diritto ogni onesto cittadino,
qualunque sia d’altronde la credenza i-eligiosa
ch’egli abbia creduto di abbracciare. Ed ei fu
dietro un tale ordine che, da due dei pastori
evangelici della Capitale, si potè con tutta calma
ed alla presenza di gran parte della popolazione
del borgo accorsa sul luogo, rendere al loro correligionario estinto i supremi onori, e far udire
sulla di lui tomba parole di vita eterna, che godiamo sperare non abbiano rintuonato invano
agli orecchi della numerosa udienza che durante
tutta la cerimonia non cessò un istante dal comportarsi con quel rispetto e quella decenza che
si addicono ad un popolo civile e appieno maturo per la libertà.
Francia. — Festa religiosa nella praterìa di
Àlais (Gard). — Più volte la Missione interiore
del Gard fece invito alle Chiese evangeliche francesi di celebrare in pien’aria una solennità religiosa : quest'anno, il 10 settembre scorso, il punto
di riunione venne fissato nella vasta e magnifica prateria a 20 minuti d’Alais. non lontana
da Gardon, ombreggiata ancora dai secolari castagni in cui vanno ad estinguersi gli ardori del
sole.
Tali feste , sotto varii aspetti , hanno molta
rassomiglianza con quelle stabilite annualmente,
non è guari, sui monti valdesi; in prova di che
ci piace riportare alcune parole che leggonsi
nella Vie chrétienne, dando la relazione della solennità in discorso ; c.....Quando il popolo
« d’Israele prese possesso della Terra promessa,
« dopo i viaggi nel Deserto , il suo Dio volle
« ch’ei celebrasse tutti gli anni la festa de’ Ta
< bernacoli, che passasse sette giorni in una santa
« gioia, sotto capanne di frondi.per ricordarsi del
« tempo nel quale i di lui antenati avevano dovuto
« alloggiare sotto tende. E noi, che dopo lunghe
« tribolazioni, abbiam potuto riposarci in pieno
« giorno sovra una terra di libertà, noi che alfine
< ritrovammo una patria, perchè non avremo la
« nostra festa dei Tabernacoli?.....Per ralle
€ grarci in un sentimento di gratitudine verso
«la Provvidenza, ed altresì di sincera ricono« scenza verso l’autorità tutelare che ci permette
te di condurre vita tranquilla nella pietà « nella
« onesta ; infine , e specialmente allo scopo di
« riporre i cuori de'padri ne’ figliuoli e di prepatrare al Signore un popolo ben disposto».
, Nel mattino del giorno suindicato numerosi
uditori d’ambo i sessi, di tutte le età e condizioni, parecchi venuti assai da lungi, eziandio
col mezzo della ferrovia, s’incamminavano verso
il luogo della festa, e a mano a mano prendevano
posto sopra rustici sedili, che furono tosto occupati benché disposti per più di tremila persone, in
- ranghi circolari, dietro i moltissimi pastori in
toga e i membri de’diversi concistorii. Poco dopo
le undici ore, dinanzi aH’imponente uditorio di
circa diecimila anime serbanti un maestoso silenzio, il venerando professore signor Munier,
di Ginevra, montò in cattedra, e l’emozione profonda che lo colse , trovandosi al cospetto di
quella moltitudine immensa , durò in lui fino
alla fine, e valse a renderlo più eloquente e più
atto a commuovere l’assemblea. 11 di lui esordio, preparato dalla preghiera, fece versare delle
lagrime : egli aveva scelto per testo cotesto passo
di san Paolo, 2. Timot., I, 10 : Gesù Cristo ha distrutta la morte, ed ha prodotta in luce la vita, e
l'immortalità, pel suo Vangelo.
L'oratore fece la tetra pittura della morte per
l’uomo ch’è fuori del Vangelo, e in seguito rischiarò questa oscura prospettiva coU'immagine
di coloro a cui la morte stessa è una benigna
messaggiera. Che havvi fra coteste due classi
di persone? il Vangelo, Cristo che distrusse la
morte e pose in evidenza la vita e l’immortalità; e qui l’illustre predicatore fece una calorosa applicazione a quattro specie d’individui;
gl’increduli che non sono soddisfatti della incredulità loro, i tiepidi , gli scoraggiati, i fervorosi, e successivamente indirizzò ad essi delle
esortazioni conformi al loro stato spirituale.
Il secondo servizio, annunziato per le tre ore,
fu celebrato dal reverendo pastore Orazio Monod, di Marsiglia, del cui ingegno non occorre
discorrere, poiché è assai bene conosciuto. Egli
trovò in Natanaele, l’israelita senza frode, il tipo
dell’uomo il meglio disposto ad entrare nel regno di Dio. Non è la purezza, la santità che
Iddio vuol trovare in noi quando la sua grazia
viene a cercarci, ma un cuore diritto, schietto,
leale , esente da fraudolenti e sataniche doppiezze.
A 124 si fa ascendere, dice Le Lien, il numero
de’ pastori, ministri del Vangelo, studenti in teologia, membri de’ concistori e de’ consigli presbiteriali che assistettero alla festa.— Come si fece
l’anno scorso al Vigon, così s’ebbe cura ad Alais
di collocare dinanzi alla cattedra, sovra piccola
tavola, una vecchia Bibbia in-folio, ch’era stata
portata altra volta nelle assemblee del Deserto. Nè
questo era il solo muto testimonio delle persecuzioni di queU’epoca : i castagni medesimi, che
ombreggiavano la riunione tranquilla e autorizzata, avevano protetto col loro fogliame delle
radunanze proscritte. Infatti durante la guerra
de’ Camisards e più tardi, nel corso del xviii secolo, il luogo della prateria d’Alais era un punto
di convegno della. Sardonenque , ove i correligionari avevano l’abitudine di celebrare il culto
loro. Più d’una volta coteste assemblee furono
sorprese e violentemente disperse dai dragoni.
— L'Espérance aggiunge che il signor Boissier,
vice-prefetto prò interim del circondario, avrebbe
onorato colla di lui presenza la radunanza dei
suoi correligionari, se una indisposizione non
glielo avesse impedito. Il signor Giulio Salles,
di lui genero, distinto paesista, fece sul luego
uno schizzo della posizione e de' gruppi degli»
uditori : s’egli farà iu seguito litografare il disegno, ch’è mirabile per esattezza, ei servirà di
simmetria all'incisione deH’Asicm6/ea del Deserto
che trovasi in tutte le case evangeliche di Nimes
e dintorni. — Intanto L’Illustration ha dato, ne^
suo num. del 20 settembre, una bellissima incisione, dietro lo sphizzo del signor Salles, accom>
pagnata da narrazione analoga della festa religiosa d’Àlais.
— Unione delle Chiese eTangeliche di Francia.
— Il giorno 11 settembre si aperse a Clairac il
quinto sinodo deirUmone delle Chiese evangeliche
di Francia, e si chiuse il 17 di sera.
Tutti rimasero convinti dell’importanza di coteste assemblee, nelle quali s’impara a discutere,
e i principii fondamentali dell'Unione vengono
meglio compresi. È poi rallegrante l’osservare
che ne’ sei interi giorni di svariati dibattimenti
non una sola parola acre o dissonante fu pronunciata, e tutte le questioni importanti si decisero a tale maggioranza di voti da equivalere
aU’unanimità.
Ventidue Chiese erano regolarmente rappre
sentate per quarantatre delegati, di cui dieci'
sette Ministri della Parola. Intorno ad essi, con
voce consultiva, siedevano pure tredici deputati
di otto Chiese estranee all’Unione, i membri non
delegati della Commissione d’evangelizzazione e
tre studenti di teologia.
Il presidente, signor Federico Monod, aperse
i lavori del Sinodo colla lettura della Confessione di fede dell’Unione, e a cotesta solenne
esposizione del Cristianesimo evangelico l’intero
Sinodo rinnovò coti religioso silenzio la sua
piena adesione.
Il signor Bridel, deputato della Chiesa libera
del cantone di Vaud, incaricato dal suo amico e
fratello M. L. Burnier, sollecitò il Sinodo ad
occuparsi della creazione de’legami unitivi fra
tutte le Chiese indipendenti di lingua francese
dei diversi paesi : tale importante iniziativa fu
còlta con vivo interessamento, e la Commissione
sinodale entrerà’in corrispondenza in proposito
colle Chiese evangeliche di Francia ed estere.
Il Sinodo accolse grande numero di comunicazioni dai deputati delle Chiese estranee all'Unione , d’Inghilterra, della Scozia, dell’Irlanda, del Belgio, ecc., e tutti testimoniarono
all’Untone sentimenti di viva premura e di sincera
affezione, e dissero parole edificanti, d’incoraggiamento e d’istruzione.
Fra le decisioni del Sinodo è pur da notarsi
come assai utile la creazione sollecita di posti
per varii predicatori viaggianti, incaricati di predicare nelle Chiese deH’Untone in prima, e poi
in tutli i luoghi e cattedre alle quali potranno
avere accesso. È questa una misura di vero spirito cristiano missionario dal quale dovrebbero
essere animate tutte le Chiese evangeliche.
È inutile aggiungere che al principio, alla fine
e sovente nel corso d’ogni seduta l'assemblea si
è edificata colle preghiere, cantici e lettura della
Parola di Dio.
— Alleanza eyangelica. — Il Comitato centrale del ramo francese deH’Alleanza evangelica ha diramato una circolare, in cui annunzia
che il Comitato generale , formato di delegati e
membri dei diversi comitati locali, si riunirà il
29 ottobre ad un’ora nella cappella Taitbout, via
Provenza, 54. — Le circolare aggiunge : «Noi vi
« sollecitiamo, caro signore e fratello, ad inter« venire onde assistere a questa festa cristiana.
« Quando noi invitiamo i membri del ramo fran« cese deH’Alleanza , comprendiamo non sola« mente le persone inscritte sulle liste, ma tutti
« coloro che vi appartengono di cuore. Hawi
« adesione data per una segnatura, e l’adesione
« morale di principii. Benché da noi si stimi
« che la prima abbia la sua importanza , pure
« guardiamo anzi tutto alla seconda. Poco im« porterebbe la forma, se non vi fosse nel cuore
« quell’amore ch’è la vita e che non si sente li« bero se non può abbracciare tutti i membri
« della famiglia di Dio.....».—Sottoscritti a nome
del Comitato centrale : Granii Pierre, presidente;
Fisch, segretario.
Spagna. — Liberazione del signor De Mora.—
Abbiamo letto con rendimento di grazie a Dio
nel Christian Times del 10 ottobre che il sig. De
Mora incarcerato per la sua fede evangelica, è
riuscito a sottrarsi alla vendetta che gli apprestavano i suoi nemici. Si ricordino i nostri lettori che un’altra vittima dell'ira clericale , il
signor Rbet, è tuttora nelle loro mani.
C;r»HMO Oomt'iUe» gerente.