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J?Tv, 15-10125 Torino
.■Editore si impegna a
J^jgpondere il diritto di resa.
ORMA
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yggnì 24 GIUGNO 1994
LA DIRIGENZA NELLE CHIESE
PRESIDENTI
E NON CAPI
GIORGIO GARDIOL
:.c.p
Ancora una volta abbiamo
dovuto leggere sui giornali, in occasione dell’elezione di un laico alla presidenza
di un’unione di chiese, in
questo caso dell’elezione di
Renato Maiocchi alla presidenza deU’Unione battista,
che questi è il «capo» della
sua chiesa. La cultura cattolica è dura da sconfiggere. Nonostante gli encomiabili sforzi
dell’agenzia Nev, per il redattore di uno qualsiasi dei quotidiani italiani il presidente, o
il moderatore, di una chiesa
evangelica è per antonomasia
il «capo». È finalmente entrato nella cultura giornalistica
che il presidente e il moderatore non sono «papi» prote’ stanti; chissà quanto tempo
j ancora dovremo aspettare finI ché si comincerà a capire che
* gli evangelici non hanno capi
f . vhe il solo e vero capo della
chiesaè Gesù Cristo.
infatti le chiese evangeliche
marcano una profonda differenza con quella cattolica
proprio sulla concezione della
dirigenza ecclesiastica. Per
noi evangelici la chiesa, quella visibile storicamente determinata, non è depositaria della successione apostolica e
non può pretendere in eterno
di incarnare la fedeltà cristiana: questa le è data per grazia
se è fedele al messaggio biblico. Ed è appunto nella trasmissione fedele dell’Evangelo di generazione in generazione che si effettua, secondo il punto di vista evangelico, la successione apostolica:
la vera chiesa si fonda infatti
sulla parola di Dio e la chiesa
va giudicata solamente partendo dalla Bibbia. La Bibbia
h dunque la critica permanente di ogni istituzione ecclesiaV Stic a: l’istituzione chiesa è
E sempre imperfetta, deve esse,1 re continuamente criticata e
tp riformata: «Ecclesia reformata, semper reformanda» ha
scritto Giovanni Calvino.
Tutte le chiese evangeliche
^fermando l’autorità centrale
della Bibbia, hanno fortemente relativizzato ogni autorità
^clesiastica in quanto tale.
Questa concezione ha delle
conseguenze pratiche nella
direzione delle chiese che si
esercita sempre in maniera
Collegiale attraverso le assemblee. Il presidente, il moderatore, non hanno altro che
nu’autorità funzionale, di sert'izio, che dura il tempo del
mandato: sono autorità deleiate che esercitano la direzione ^l’interno di un comitato,
della Tavola e sotto il suo
controllo, e sono sottoposti
mia Valutazione periodica da
parte delle assemblee che li
uanno eletti.
Facendo dipendere da dierse istanze collettive la diezione della chiesa, relativizando così i poteri stessi delle
utorità religiose, il protestan
tesimo ha dato un importante
contributo alla crescita di una
cultura democratica in campo
civile e politico sì che molti
studiosi hanno dimostrato che
esiste una certa affinità tra lo
spirito (Tethos) protestante e
la conquista della democrazia
politica. Anche se molti in
Italia non lo sanno, la prima
«dichiarazione dei diritti» è
stata realizzata in Virginia e
in Pennsylvania dai puritani e
dai riformati inglesi là emigrati. Il principio dell’equilibrio dei poteri, il principio di
resistenza aH’autorità ingiusta
e il contrattualismo trovano le
loro radici nella pensiero po-litico della Riforma. L’idea di
tolleranza ( che non significa
indifferenza) e il principio di
pluralismo si sono affermati
nella storia anche grazie al
modo con cui i protestanti
hanno organizzato le loro
chiese, l’analisi e la discussione dei problemi di gestione
delle chiese. Le nostre chiese
sono diventate così una scuola di democrazia: fin dalla
scuola domenicale i ragazzi
apprendono i principi della
dicussione, del rispetto delle
opinioni altrui e nello stesso
tempo della fermezza delle
proprie covinzioni. Nelle
chiese non ci sono govrenanti
e governati.
Ci sono buoni motivi, di ordine teologico, culturale e politico, per rivendicare di essere descritti come siamo. Quindi per favore amici giornalisti:
presidente, non «capo»!
credenti hanno ricevuto il dono della parola: devono esercitarlo
Il diritto di parlare dell'amore di Dio
___ * ccHìq ma in itisrpeq Dio ò amore: oucsta del siudizio» {yt-11)-Così
ANNO 2 - NUMERO 25
Assemblea battista
Malocchi
presidente
Renato Maiocchi, 51 anni,
torinese residente a Roma da
oltre vent’anni, è il nuovo
presidente dei battisti italiani.
Lo ha eletto la XXXIII Assemblea generale dell’Unione
cristiana evangelica battista
d’Italia (Ucebi), riunita a
Santa Severa (Roma) dal 16
al 19 giugno. Per la prima
volta un non pastore è stato
chiamato a presiedere l’Ucebi: laureato in giurisprudenza.
Renato Maiocchi ha lavorato
come regista e in seguito come caporedattore della rubrica televisiva «Protestantesimo», in onda su Raidue; at-tualmente ricopre la carica di
Segretario esecutivo della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Maiocchi ha
partecipato alle trattative per
la stipula dell’Intesa fra la
Repubblica italiana e l’Ucebi,
in qualità di rappresentante
dell’Unione battista.
L’Assemblea ha inoltre elevato una ferma protesta e un
appello al presidente del Consiglio affinché il Parlamento
approvi al più presto l’Intesa
fra la Repubblica italiana e
r Ucebi, firmata il 29 marzo
1993. Esprimendo «preoccupazione» per il fatto che l’Intesa non sia ancora stata trasformata in legge, l’Assemblea battista afferma «l’importanza, per la vita democratica del paese, del riconoscimento alle libertà religiose
del libero esercizio della loro
fede e la necessità che i loro
rapporti con lo stato non siano più regolati dalle leggi del
1929 e 1930». L’Assemblea
battista quindi «chiede al presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, di riproporre
al più presto il disegno di legge di approvazione dell’Intesa perché il Parlamento
lo possa prendere in esame,
onde consentire ai battisti italiani il libero e pieno esercizio della loro missione nel
paese e dare così attuazione
all’art. 8 terzo comma della
Costituzione».
__________ BRUNO GABRIELLI
«Dio è amore; e chi dimora nell’amore dimora in Dio, e Dio dimora in lui. In
questo l’amore è reso perfetto in noi, affinché abbiamo confidanza^ nel giorno
del giudizio: che quale egli è, tali siamo
anche noi in questo mondo. (...) chi non
ama il suo fratello che ha veduto, non
può amare Dio che non ha veduto, t
questo è il comandamento che abbiamo
da lui: che chi ama Dio, ami anche il
suo fratello»
(I Giovanni 4, 16 ss.)
A chi di noi ha meno di 65 anni la
strada della testimonianza evangelica, in questo paese e in questo mondo,
non è mai sembrata tanto in salita. E le
gambe... le gambe non ce le siamo mai
sentite tanto molli! Purtroppo non bastano a ridarci fiato il miracolo del Sud
Africa multirazziale, né quello della pace (se alla fine riuscirà a realizzarsi) tra
israeliani e palestinesi.
Ma Giovanni non ci incoraggia semplicemente a riprendere la salita, al contrario: ci avverte che se arranchiamo in
salita stiamo probabilmente sbagliando
strada perché la strada di Dio non va in
salita, ma in discesa. Dio è amore: questa
è la vetta. Dio ci ha amati per primo; da
questa vetta siamo partiti e da lì siamo
chiamati a scendere nel bel mezzo delle
miserie, delle ingiustizie, delle violenze,
delle menzogne, delle illusioni di questo
mondo, per portare con le nostre parole e
le nostre opere, la Bella Notizia dell’avvento del regno di amore, di giustizia e
di pace di Dio. Proprio come ha fatto
Dio stesso per primo in Gesù Cristo.
Questo siamo in primo luogo chiamati
a predicare; di questo siamo debitori
verso i nostri concittadini e in particolare verso chi soffre, oggettivamente o
soggettivamente, dell’attuale stato di cose. Forse nessun altro testo ci predica
una dialettica altrettanto viva e vivificante, quasi un corto circuito tra fede e
amore, indicativo e imperativo, grazia e
comandamento, amore di Dio e autore
umano; fra l’affermazione che Dio è
amore (decisiva per la nostra fede e la
salvezza del mondo) e la sintesi del doppio comandamento dell’amore per Dio e
dell’amore per il fratelli.
Il criterio decisivo per comprendere se
il nostro amore è veramente l’agàpe di
Dio (il Dio che è amore), è che «abbiamo piena facoltà di parola nel giorno
del giudizio» (V.17). Così infatti leggo la
parola greca «parresìa» che la Riveduta
traduce «confidanza». Essa allude alla
libertà di parola in assemblea del cittadino libero e allude anche al parlare liberamente e apertamente di Gesù.
Se la nostra fede ha per oggetto il Dio
crocifisso per amore nostro e il nostro
amore è l’agàpe di Dio, allora non possiamo non parlare apertamente, liberamente e con efficacia, così come Dio ha
fatto in Gesù Cristo. Piena facoltà di parola: questo porta con sé l’agàpe, questo
è il dono che abbiamo ricevuto e al tempo stesso il nostro compito.
Piena facoltà di parola per poter esprimere piena solidarietà (di Dio, e non solo nostra) a chiunque soffre, e per poter
denunciare apertamente le potenze, le
idee, le persone che producono sofferenza. Ma anche per poter spingere gli
sguardi nostri e quelli altrui all’indietro,
verso la vetta dell’amore di Dio che ci
sta alle spalle, e avanti verso la giustizia
e la pace che ci attendono nel giorno del
giudizio. Predicatori dunque dell’«apocalisse», cioè della rivelazione del Dio
che è amore (non predicatori apocalittici), se è vero che l’amore di Dio è reso
peÀtto in noi.
Delle Ghie,se
Le Conferenze
distrettuali
pagine 2-9
Vita
Delle Chiese
Presenza battista
a Reggio Calabria
pagina 10
Evangelici in Istria
pagina 12
2
PAG. 2
RIFORMA
Conferenza I Disti
Un momento del culto alla Conferenza del I distretto
La Conferenza si è svolta a Villasecca
Il primo distretto
cerca progetti precisi
BRUNO ROSTAGNO
Il tempio che nei giorni 11
e 12 giugno ospita la Conferenza, inaugurato nel 1882,
è il quarto che la chiesa di
Villasecca abbia costruito.
Uno è stato distrutto, uno è
stato trasformato in scuola e
uno, quello di Villasecca, viene utilizzato per le rappresentazioni, mentre il suo vecchio
pulpito e i suoi banchi si possono vedere nel museo storico a Torre Pellice. Leggiamo
queste e altre notizie su un
foglio che con felice iniziativa viene distribuito ai partecipanti dalla chiesa ospitante.
Nel tempio dei Chiotti, luminoso malgrado il tempo incupito, accogliente anche perché fuori cade la pioggia, la
temperatura è bassa e la neve
fresca è visibile poco più in
alto, l’attenzione è attirata da
uno schermo collocato davanti al pulpito. Gradita innovazione: i lucidi saranno tra i
protagonisti della Conferenza; chi, per comunicare le sue
proposte, si ostina a servirsi
di carta e matita, sarà energicamente invitato a farne uso.
I lucidi sono fogli trasparenti
su cui si scrivono testi, schemi, ordini del giorno per
proiettarli sulla lavagna luminosa. Quando il lucido viene
collocato sulla lavagna, si accende una corrente di simpatia, come per qualche cosa di
vivo che sta nascendo; le correzioni prendono via via corpo sotto gli occhi di tutti. È
un travaglio unificante e coinvolgente.
Sull’ampio piazzale del
tempio si sosta quando le
pause della pioggia miracolosamente coincidono con le
pause della Conferenza. Sul
lato del piazzale opposto alla
provinciale corre una tettola
che protegge il banco dei libri
e la vendita di oggetti in favore del Madagascar. Sul lato
opposto a quello del tempio
sorge l’edificio della vecchia
scuola; le aule sono la zona
del ristoro, in cui è più visibile l’operosità delle sorelle e
dei fratelli di Villasecca, impegnati in un’accoglienza impeccabile. Anche questo è
Conferenza: incontro, scambio di notizie, conversazione
scherzosa che insensibilmente prende una piega più seria
e si fa confronto di idee, da
cui possono scaturire progetti
e maturare decisioni.
Affrettiamoci a precisare
che le decisioni non nascono
tutte sul piazzale. Nascono
nei gruppi in cui la Conferenza distribuisce le sue forze, in
quelle due ore del sabato pomeriggio che sono sempre un
tempo ben speso. Un tempo
che forse in futuro potrebbe
essere allungato, visto che la
Conferenza non deve più esaminare l’operato degli istituti,
e questo permetterebbe di
preparare documenti che rispecchino maggiormente la
ricchezza della discussione
che avviene nei gruppi. Quest’anno invece si è dovuto lamentare che il dibattito sul
rinnovamento della chiesa,
avviato dalla stimolante riflessione della Commissione
d’esame, non si sia tradotto in
indicazioni chiare; il rimedio
adottato, di inviare alle chiese
la parte della relazione della
Commissione d’esame che
tratta l’argomento, non è evidentemente soddisfacente.
Del resto non è questo il solo
punto su cui nel corso dei lavori si è sentita una certa insoddisfazione.
Siamo, per quanto riguarda
la funzione della Conferenza,
in un momento di transizione,
pieno di incertezze. La prima
incertezza riguarda la presenza delle opere diaconali: senza i rappresentanti degli istituti, il dibattito rischia di impoverirsi; ma non è ancora
chiaro a quale titolo essi potranno essere presenti in Conferenza; comunque il discorso
sulle opere diaconali dovrà in
qualche modo proseguire. La
seconda incertezza riguarda i
temi da affrontare, ma soprattutto le decisioni a loro riguardo: cresce la consapevolezza della gravità della situazione che le Valli stanno attraversando, sotto il profilo
economico, ma anche spirituale; di fronte a questa situazione ci si rende conto che
non bastano più le dichiarazioni di principio, ma occorrono linee chiare di azione.
Le energie sono limitate,
quindi sarebbe meglio concentrarsi su pochi obiettivi;
d’altra parte diversi problemi
si impongono per la loro urgenza, e non è possibile selezionare e occuparsi solo di alcuni di essi. La natura poi di
questi problemi esigerebbe
che i deputati facessero sentire la loro voce e portassero il
contributo delle loro conoscenze; invece la dinamica
delle discussioni, soprattutto
nelle sedute plenarie, rimane
la stessa di sempre, e sono
quasi esclusivamente i pastori
a prendere la parola.
Tutti questi motivi di insoddisfazione fanno riflettere,
ma non impediscono di riconoscere che il lavoro della
Conferenza è .stato buono; nel
loro insieme, le decisioni sono sufficienti per caratterizzare un anno di attività; le commissioni chq la Ced dovrà nominare potranno dare all’attività del distretto contorni ancora più precisi. Il sermone di
Florence Vinti invitava a vivere l’amore che caccia via la
paura. La paura paralizza
quando vediamo solo la nostra realtà e vi restiamo aggrappati; l’amore caccia via
la paura perché ci comunica
la ricchezza della vita che
scaturisce dalla croce. Questa
resta la prospettiva di fondo,
per questo come per tutti gli
anni che ci stanno davanti.
VENERDÌ 24
Dalla Commissione d'esame una sollecitazione a discutere a fondo la vita della chiesj 'isti
I membri impegnati e i non praticanti: ricercali
di un nuovo impegno contro la frantumazion
aituzK
rai
ERICA TOMASSONE
Uno dei capitoli della relazione della Commissione d’esame, tema di uno
dei gruppi di lavoro, era intitolato «Chiesa e chiesa». In
questo capitolo si snodava un
ragionamento che partendo
dalla crisi che vive la nostra
società e le nostre chiese,
cercava di vedere da dove
partire e su che cosa puntare
per una rivitalizzazione delle
chiese.
In che cosa consiste la crisi
che viviamo a livello di comunità? Si tratta di questioni
che tormentano le chiese del
I distretto già da alcuni anni;
la Commissione d’esame ha
rilevato la forbice più grande
tra «impegnati e praticanti» e
«non praticanti», persone che
figurano negli elenchi ecclesiastici. Secondo la Cde questo è un problema non solo
perché non ha senso avere
dei membri di chiesa ridotti a
un nome e cognome, ma anche perché sembra che si stia
creando una diversità di «cultura» e di mentalità tra gli uni
e gli altri.
La Cde propone una riflessione sul rapporto tra chiesa
degli elenchi e comunità cri
La Commissione d’esame: da sinistra Lucilla Peyrot, Ruggero Marchetti, Alberta ReveI, Franco Siciliano
stiana vivente. La comunità
cristiana vivente dovrebbe
sentirsi impegnata ad agire
per fecondare e dare vita alla
nuova chiesa.
Si tratterebbe, per esempio,
di vincere la frantumazione
evidenziando un progetto in
cui impegnarsi e su cui far
convergere insieme tutte le
varie attività; la Cde infine
invocava una maggiore coerenza tra fede e vita perseguendola anche nella prassi
della chiesa, riflettendo per
esempio sul nostro dispensare battesimi, matrimoni, fu
nerali in maniera indiscriminata. La discussione nel
gruppo non ha avuto i risultati sperati: pur essendo per lo
più d’accordo sul fatto che
viviamo una crisi, il gruppo
non ha saputo fare molti passi avanti, fino a cogliere la
proposta di un progetto comune. Le ragioni per la stagnazione del dibattito possono essere diverse: forse quella di fondo è che il tema proposto più che una questione
da Conferenza distrettuale
sembra essere un tema di
convegno.
In secondo luogo ass«
scutibile mi è parso rifZ
Bucero (come proposto^
relazione della Cde) sal3
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chi. Non è forse un nostroi
fetta credere di dover panj,
continuamente da zero co«
se un giorno ci fossimo ac
corti che c’è un determinai,
problema?
11 dato più positivo è stati
sollevare la questione del ma
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volgere altre persone, mai
pensabile trovare un progetti -rcapace di vincere la frantuma mfocei
zione? Questo capitolo dellil Nella re
relazione della Cde sarà invia esprime i
to alle chiese. positivo ì
Il gruppo ha poi «ripiegato, hontare i
sulla discussione della riorga- sitativi rii
nizzazione del lavoro distret- gli itílt"'
tuale, concretizzando la pro- strumenti
posta emersa alla Conferenza dizioMH,
dell’anno scorso. La Ced nominerà 5 gruppi di lavoro clit
seguano i diversi settori e prò
pongano dei progetti, delle piste di lavoro su lavoro, disagio sociale, diaconia, ecumenismo, lavoro giovanile.
cinese e le
Un gruppo di studio ha affrontato i problemi dell'occupazione alle Valli
La formazione, presupposto per lavorare
vocatono
sono le 0,
mostrare
ma sono ,
no dimos
ALBERTO CORSANI
Passate le altre opportunità, usare la fantasia e la
capacità di seguire strade
sempre nuove; ma che fare
quando neanehe la fantasia è
sufficiente? Questo in sintesi
l’aspetto più drammatico della riflessione condotta dal
gruppo di studio che ha affrontato la questione del lavoro e dell’occupazione alle
Valli.
La riflessione faceva seguito a quella della Conferenza
’93, che aveva dato mandato
di costituire un gruppo permanente che studiasse, almeno in alcuni aspetti, la situazione occupazionale e i problemi ad essa connessi. Lo
studio presentato quest’anno
ha affrontato da vicino un
aspetto particolare, quello
della Chiesa valdese come
datore di lavoro (e ha fatto
notare che in questa sede siamo al completo); dall’esame
dei dati raccolti è emerso un
dato significativo, che da fuori Valli giungono per lavorare
nelle nostre opere le figure
professionali più specializzate (per esempio medici).
In questa linea ha trovato
conferma uno dei punti su cui
maggiormente ha insistito la
Commissione d’esame (e che
trova riscontro anche nell’atto approvato), cioè la necessità irrinunciabile di invogliare i ragazzi alla pro.secuzione
degli studi. L’ansia di «non
perdere il treno», di accontentarsi ha spinto molti di loro a interrompere prematuramente la carriera scolastica,
pregiudicandosi l’accesso a
quelle nuove figure professionali (quelle che hanno
qualche probabilità in più di
salvarsi) dotate di una formazione appropriata e di una
specializzazione spendibile
sul mercato. «Le probabilità
di trovare occupazione scrive la Cde - saranno di
pre sia agevole scegliere literamente la strada deU’ii*ei>tiva. Nel passato, ma anche
oggi, molti individui si trovano di fronte a scelte obbligate, senza alternative. Cechi
può rischiare e chi no;er®;
pressione (aggiungiamole
che il numero di quelli nnó'
giormente esposti alla precarietà (piegare la testa o uscire
dal mercato) sia destinato >
crescere, anche in seguito»
provvedimenti del presente
ma anche dei precedenti
verni.
Inoltre, se è vero
Ribet) che un tentativo di O'
sposta alla crisi la si può dai^
insieme, non muovendos'
ognuno per conto suo (o»
questo pensava chi proponeva di costituire presso e
chiese dei centri di
zione sulle opportunità laro
rative, proposta lasciata cade
re in quanto già «coperta» .
organismi extraecclesiast'
sul territorio), sarà oPP.®”^ „
che le chiese si chiarisca
che il contesto è assolo
mente agli antipodi j
questa visione: l’idea che
per la maggiore di
tempi è un cinico
vita mea», una corsa alla
vezza individuale, un’esano
citò di far
que, i prot
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Confetenzi
La telaz
toVmeapo'
grande m
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più utili,
problemi ]
no di noi,
questo ut
^Levangi
opere dev
^on tante
ohe esse f
in nostra
Il pastore Thomas Noffke è stato riconfermato presidente della Ced
Alle sue spalle una mozione sulla lavagna luminosa
zione delle capacità creati
rettamente proporzionali a!
livello di istruzione». Se è
vero, come hanno detto altri
interventi, che anche qui si
risente della vecchia cultura
legata al concetto del «posto
fisso», ora da superare, occorre che la chiesa, come altre volte nel passato, si faccia
promotrice di idee nuove.
Nel bene e nel male, questo
avvenne nel periodo di crisi
che determinò l’emigrazione
verso le Americhe.
È stato anche detto, nella
linea di un concetto contenuto nel rapporto della Cde, che
effettivamente il lavoro ha a
che fare con la questione
dell’identità (prova ne sia, si
può aggiungere, il disagio
esistenziale, per esempio di
tanti cassaintegrati, o dei
neopensionati). La discussione è stata arricchente, anche
se a volte ha dato l’impressione di sfiorare il cuore dei
problemi e di esitare un po’
sulla soglia. C’è stato un doveroso richiamo a non lasciarsi sedurre troppo dagli
inni alla fantasia, alla capacità di assumere iniziative
personali (tutti imprenditori
di sé stessi?). Bruno Bellion
ha ricordato come non sem
I cirt"*“
nuove opportunità
che magari metterà m - .
rtunitàmaclj
non SI gioca assolutam^^n
più su un agire collertiv" '
carattere «massificante»
occupazione
anche tolto spazi alla c
cazione fra le persone.
Allora è sembrato pu®
e necessario il richiamo
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e neces.scirnj ii nO*
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stra discussione oo*. P'^g^opio quadro delle se
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l’ordine del giorno m
occorre studiare
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come, dispone gl' °
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M 24 giugno 1994
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PAG. 3 RIFORMA
Lj^^2Ìone della Commissione sinodale per la diaconia ha portato alcune novità
(rcafl rapporto tra le chiese e le opere è fatto
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,oru- Si è preso atto che
lest’anno, per la prima volta
L tanti anni, la partecipaX delle opere alla Confe^ si è modificata a seguito
della costituzione della Comoissione sinodale per la diaconia (Csd); infatti la nuova
Dorma prevede la partecipatone alla Conferenza solo di
opere e istituti del distretto
aonfacenti capo alla Csd».
tolo dellii Nella relazione della Cde si
Sara invia.
«ripiegato»
ella riorgairò distretdo la prò-onferenzi
A Ced nolavoro eli
ttoriepro
ti, delle piloro, distia, ecume
lierelilie
oH’inveii
si trova
. Cécili
o; e fini
siamo)
dii mag
, 0 uscite
stinato a
eguito a
presente
lenti go
esprime un apprezzamento
positivo sul tentativo di affrontare i problemi amministrativi riguardanti le opere e
gli istituti della chiesa con
strumenti diversi da quelli tradiaonali, ma il problema di
fondo è e rimane (per fortuna,
aggiungo io) il rapporto tra le
chiese e le opere. La relazione
afferma, in modo un po’ provocatorio ma reale, che «non
sm le opere che devono dimostrare la loro evangelicità,
ma sono le chiese che debbono dimostrare la loro capacità di fare diaconia». Dunque, i problemi delle opere si
sono ribaltati di nuovo sulla
Conferenza.
La relazione della Cde sottoVmeapoila necessità di una
grande mobilitazione e attenzione della chiesa nei confronti di tutte le opere, tentando però di non creare una disparità di intervento a favore
di quelle che possono essere
piò utili alla soluzione dei
problemi personali di ciascuno di noi, ma di ricercare in
questo un certo equilibrio.
evangelicità delle nostre
opere deve diventare visibile,
'^tin tanto attraverso quello
esse fanno, ma attraverso
Monastra costante presenza
dentro e intorno alle opere»',
e vengono elencate varie for
Spoglio delle schede per l’elezione del Seggio. Quello provvisorio è
steto presieduto dal past. Teofilo Pons, a cui la Conferenza ha manifestato affetto e riconoscenza al momento dell’emeritazione
vo di nouòdait
/endosi
ino (e s
iroponc
me di partecipazione. Tutte le
proposte della Cde vanno nella direzione di rendere attivi
più canali di comunicazione
tra le chiese e le opere; forme
di collaborazione con esse da
parte di Concistori e circuiti,
coordinamento degli aspetti
teologico-etici delle opere, organizzazione di momenti di
informazione e chiarimento
con il personale, richiesta di
invio della relazione morale
alla Cd anche nel caso delle
opere che rispondono alla Csd
e auspicio della loro partecipazione alla Conferenza, in
modo da non perdere rapporto propositivo delle opere al
dibattito comune.
Le istanze promosse dalla
Cde sono state oggetto di riflessione da parte della Conferenza e recepite nei relativi
ordini del giorno. Qualcuno
potrebbe domandarsi: come
mai da un lato si insite tanto
sul coordinamento tra chiese e
opere e dall’altro la Conferenza chiede al Sinodo lo sciogli
mento del Dipartimento diaconale (Ddd) che ha svolto
negli anni un lavoro non indifferente, nell’ottica auspicata dalla Cde?
La richiesta di scioglimento
del Ddd è relativa a un organismo che era stato creato a
suo tempo nell’ordinamento
valdese e che ha risposto per
molti versi alle esigenze di
coordinamento espresse dalle
opere; si tratta tuttavia di un
organismo di una certa complessità organizzativa, che
non ha avuto grande efficacia
presso gli altri distretti. Ora si
ritiene che la Csd abbia riassorbito buona parte dei suoi
compiti (sia pure solo nel settore socio-sanitario e assistenziale) con possibilità di mezzi
operativi più adeguati; di qui
nasce la proposta dello scioglimento del Ddd, ma nel I distretto, almeno, le opere non
facenti capo alla Csd non rimarranno orfane, poiché la
Commissione per la diaconia
che verrà nominata dalla Ced
coprirà l’eventuale vuoto. Come qualcuno ha detto, le opere si incontravano prima ancora che nascesse il Ddd; se
rimarrà loro ancora a cuore il
coordinamento e il confronto
a garanzia della loro continuità, esse continueranno a
incontrarsi, con o senza Ddd.
Da ultimo è stata affrontata
una questione sollevata da alcuni rappresentanti di opere e
partecipanti al Ddd: quella relativa al concetto di «ente ecclesiastico» nel quadro dell’ordinamento valdese; da diversi anni si sta affrontando
questo problema complesso
per molti risvolti di natura gestionale e ecclesiologica: il
fatto di non essere ancora al
chiaro su questa materia crea
non poche difficoltà ai direttori e ai comitati delle nostre
opere. Nell’ultimo incontro
del Ddd si è ritenuto opportuno portare a conoscenza della
Conferenza il disagio delle
opere e di chiederle di prendere atto di tale situazione.
Con queste motivazioni nasce
la raccomandazione alla Tavola e alla Csd di affrontare il
tema e l’auspicio di una acce
lerazione di tutto il processo.
È sempre difficile affrontare temi di questa portata in un
tempo assai contenuto quale
quello stabilito dalla Conferenza; spesso le aspettative di
ciascuno di noi sono più grandi di quanto si riesce effettivamente a fare; tuttavia la
sensazione generale è di fraternità, di voglia di affrontare
le situazioni, di maturazione
nella discussione, di andare
avanti. La Cde ha reso attenta
la Conferenza alle grandi decisioni di cui la chiesa è stata
capace in diversi momenti
storici; forse è più difficile
comprendere il tempo nel
quale si vive. Qualcuno ha osservato che probabilmente gli
anni ’80 e ’90 verranno ricordati come quelli in cui la chic
sa è stata in grado di superare
una situazione di impasse amministrativa e organizzativa.
Che questa affermazione possa essere il nostro augurio e la
nostra preghiera.
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Incarichi '94-95
Commissione esecutiva del I distretto per l’anno 1994va è stata eletta nelle persone di: Thomas Noffke, presidente, Sivana Marchetti, vicepresidente; Milena Grill, segreAttuo Sibille, Donato Mazzarella, Liliana Vigliclmo
*^aldo Rostan, membri.
reputato della Cd al Sinodo è Florence Jones Vinti.
Commissione d’esame per la prossima Conferenza è
'-uniimssione a esame per la piussima w
J^^sta da: Ruben Vinti, relatore; Dario Tron, Mirella
"*<lìno, Marinella Lausarot; supplenti Claudio Rivolta,
--»iiiu, marinella Lausarot
^0 Rostagno, Claudio Tron.
¿deputati del I distretto aH’Assemblea della Fcei sono:
^®lla Codino, Valdo Fornerone, Sandra Bleynat, Wer«do Rostan, Ferdinando Girardon, Emma Gay, Lidia
'“'»t Noffke, Bruno Bellion, Sergio Ribet, Ruggero MarBruno Rostagno. Supplenti: Paolo Ribet, Ruben
!^> iniomas Noffke, Gregorio Plescan.
^meatore per la prossima Conferenza, che si terrà a Torl^ellice, è stato designato il pastore Ruggero Marchetti.
Pochi interventi sul tema delle finanze
Un impegno per
l'evangelizzazione
Conferenza del I distretto
Le principali decisioni
Commissioni Ced
La Cd, esaminata la relazione della Commissione sull organizzazione del lavoro distrettuale, la approva.
Incarica la Ced di costituire delle commissioni con il man1 dato di stimolare la riflessione e l’iniziativa delle chiese negli ambiti seguenti; a) formazione giovanile; b) lavoro e occupazione; c) ecumenismo; d) disagio sociale; e) diaconia.
Chiede alla Ced di riferire sul lavoro di queste commissioI ni alla prossima Cd ordinaria.
Commissione diaconia
La Cd, in riferimento all’atto n. 8, considerato essenziale
che prosegua un lavoro di collegamento tra le opere e gli istituti del distretto; ricordato che la Csd ha competenza nel solo
settore sanitario-assistenziale; ritenuto inoltre che debba essere sviluppato il rapporto chiesa-opere per dare un supporto e
indirizzare come chiesa l’attività delle nostre opere; precisa
che la Commissione per la diaconia deve essere composta nel
mondo seguente: un membro della Ced; un membro della
I Csd; uno o più membri rappresentanti delle opere; e avere i
' seguenti compiti; a) organizzare momenti di incontro tra
membri di comitati direttori delle opere; b) organizzare momenti di incontro su temi etici tra il personale che lavora nelle
opere; c) stimolare e coordinare il rapporto tra chiese e opere.
Opere e Conferenza distrettuale
La Cd, posto che la Csd assorbe in sé molte funzioni del
Dipartimento diaconale, chiede al Sinodo lo scioglimento di
quest’ultimo e l’adeguamento delle discipline alla nuova situazione.
La Cd chiede al Sinodo di deliberare sulle modalità d intervento alla Cd delle opere affidate alla Csd.
La Cd, in attesa che il Sinodo riordini la materia, ritenendo
importante mantenere il collegamento tra chiesa e opere,
chiede alla Ced di invitare le opere a partecipare alla Cd e a
fornire la loro relazione morale.
RUBEN VINTI
La Conferenza del I distretto di quest’anno non
ha, per la verità, dato molto
spazio nel suo dibattito al tema delle finanze. Altri argomenti come il rinnovamento
della vita delle nostre chiese,
i rapporti delle chiese con le
opere e con i problemi del
mondo del lavoro hanno occupato le sedute.
Tuttavia la Conferenza ha
trovato il tempo di approvare,
dopo una breve relazione del
cassiere della Ced, il preventivo di spesa per il 1995 che
in modo significativo prevede un aumento delle spese
per le iniziative evangelistiche. In modo particolare è
stato deciso di aumentare il
contributo a Radio Beckwith
«per via dell’enorme sforzo
sostenuto dall associazione "F. Lo Bue” per il potenziamento che ne permette l'ascolto fino a Pomaretto».
Configurazione giuridica delle opere
La Cd, ricordato che da alcuni anni è in corso una riflessione sui temi della configurazione giuridica di opere e istituti e
dell’applicazione delle normative civilistiche eiiscali; valuta
positivamente il lavoro svolto dal Ddd che ha organizzato
momenti di incontro e dibattito su questi temi; raccomanda
alla Tv e alla Csd di proseguire l’analisi sulla configurazione
giuridica dei nostri enti, in vista della soluzione dei vari proI blemi operativi nel rapporto con organismi esterni all’ordinamento valdese.
Occupazione giovanile
La Cd, considerato che non si può più sperare nella grande
I industria per trovare lavoro e che la situazione occupazionale
della zona sarà sempre più difficile, ritiene importante che i
giovani abbiano una preparazione scolastica e culturale che
permetta loro di trovare più facilmente lavoro; invita le chiese: a) a sensibilizzare le famiglie e i giovani sul problema
I dell’istruzione e della crescita culturale come strumenti indispensabili per affrontare un mondo sempre più complesso; b)
I a elaborare dei progetti specificamente rivolti ai giovani e ai
loro problemi, investendovi risorse umane e econoniiche; c)
a appoggiare anche con aiuti economici le famiglie in situazione di disagio che intendono investire nella formazione
scolastica e culturale dei figli e delle figlie.
Lavoro e situazione politica
La Cd, tenuto conto della situazione politica creatasi nel
nostro paese e delle conseguenti proposte che emergono per
superare la crisi occupazionale, le quali vanno nel senso di
un liberismo esasperato dell’economia, di una precarizzazione del lavoro dipendente, dell’affidamento della ripresa economica a una incentivazione delle attività imprenditoriali,
esprime preoccupazione per tale situazione e'invita: - le chiese a continuare o iniziare la riflessione su questi temi; - la
Commissione permanente sul lavoro ad affiancare lo studio
fatto sulla particolare situazione delle Valli con un approfondimento generale del tema «lavoro» nelle sue implicazioni
etiche e sociali; - le chiese, le opere e la Commissione ad avviare una riflessione sul lavoro volontario.
Questo è sicuramente un
segno di apprezzamento per
r attività evangelistica che la
radio svolge e speriamo preluda a un impegno ancora
maggiore delle chiese in suo
favore in vista di un suo ulteriore sviluppo.
Per quanto riguarda l’impegno finanziario delle chiese
del distretto verso la Tavola,
la Conferenza ha preso atto
che solo due chiese hanno allineato il loro impegno
all’aumento del 18% richiesto, per cui il totale degli impegni delle chiese registra attualmente un deficit di 111
milioni.
Questo è chiaramente uno
degli aspetti negativi della
questione finanze a cui si dovrà cercare di porre rimedio,
anche in considerazione che
la possibilità di defiscalizzare
le contribuzioni in atto da
quest’anno dovrebbe incoraggiare la generosità dei nostri membri.
Stranieri
La Cd esprime preoccupazione per i crescenti fenomeni di
violenza razzista nel nostro paese e in Europa, richiama le
chiese a proclamare i contenuti dell’Evangelo e le invita: a) a
discutere al proprio interno il problema del rapporto con gli
stranieri (in particolare extracomunitarl) ormai sempre più
presenti anche nelle valli; b) a individuare forme concrete di
solidarietà (progetti di accoglienza, supporto e sostegno) a
nuclei familiari o singoli nel territorio delle chiese locali.
Gemellaggio
La Cd, sentita la proposta di gemellaggio fra le chiese del I
distretto e il presbiterio di Kiskiminetas (Pennsylvania occ.)
della United Presbyterian Church Usa, la approva. Invita la
Ced a promuovere tale iniziativa e a incoraggiare le chiese a
uno scambio fraterno di informazioni in vista di eventuali visite reciproche.
4
PAG. 4
RIFORMA
II Disti
-^^NERDÌJjGlUGNo^
La Conferenza del II distretto si è svolta il 4 e 5 giugno alla Casa valdese di Vallecrosia
Una crisi che dovrebbe portare le chiese
a ritrovare la loro identità protestante
JEAN-JACQUES PEYRONEL
inchiese del Distretto? E
cosa si deve fare per scongiurare una simile prospettiva?
Per il secondo anno consecutivo, la relazione della Commissione esecutiva del II distretto ha lanciato un campanello d’allarme: il numero
dei membri delle chiese del
distretto infatti continua a calare (circa 600 in meno negli
ultimi dieci anni), tanto che
si allunga l’elenco delle comunità che non hanno più un
numero sufficiente di membri
per essere considerate chiese
(40 per le chiese valdesi, 35
per le chiese metodiste). Parallelamente a questa tendenza sulla consistenza numerica
si fa sempre più preoccupante la situazione finanziaria,
fortemente deficitaria (82 milioni in meno rispetto alla
somma richiesta dalla Tavola
per il 1994).
Eppure, un attento esame
effettuato dalla Commissione
d’esame (Cde) sull’andamento dei versamenti nel decennio 1982-92 rivela che la contribuzione media pro capite è
quadruplicata, passando da £.
59.188 a £. 232.265. Il che,
come ha detto qualcuno, tenderebbe a dimostrare che a
fronte di una minore quantità
si sta affermando una migliore qualità dei membri di chiesa, cosa di cui si deve essere
riconoscenti al Signore. Ciò
implica però che, per salvaguardare la possibilità di testimonianza delle chiese, occorre vivere davvero il sacerdozio universale, appellandosi
alla responsabilità di coloro
che hanno accettato, nella fede, di essere «servitori inutili», sia in termini finanziari
che di disponibilità. Si aggiunge poi un altro motivo di
preoccupazione: quello della
progressiva carenza di pastori,
per cui diventa assolutamente
necessario pensare a una razionalizzazione del campo di
lavoro «senza poter più contare sull’antica equazione: un
pastore per ogni campanile».
Riuniti nella sempre accogliente Casa valdese di Vallecrosia, gli oltre cento deputati
delle chiese del secondo distretto hanno seguito attentamente l’analisi proposta dalla
Cde, nelle persone di Jolanda
De Bernardi e Giovanni Carrari: non a caso la relazione è
iniziata con la trascrizione
dell’atto 52, approvato dalla
scorsa Conferenza di Zurigo,
quell’ordine del giorno in cui
veniva riaffermato uno degli
«aspetti caratteristici de! protestantesimo». vale a dire
«l’impegno vigile nella società quale segno della libertà e della giustizia del regno di Dio». Visti i profondi
sconvolgimenti avvenuti da
allora nel paese, la controrelazione si è chiesta .se le chiese non abbiano scelto, come
negli anni ’20, una posizione
di arroccamento, privilegiando la vita ecclesiastica interna
rispetto all’impegno responsabile nella società. Ne è seguito un dibattito, successivamente ripreso da una dichiarazione votata alla quasi unanimità, in cui sono stati indicati quattro precisi ambiti per
una testimonianza evangelica
nell’ora presente: la libertà
religiosa, l’assetto dello stato,
il problema della scuola (funzionalità della scuola pubblica nonché di quella privata), i
riferimenti di valori (Risorgimento e Resistenza); quattro
punti sui quali oggi non è
I deputati davanti aiia chiesa di Bordighera, dopo ii culto presieduto dal pastore Fulvio Ferrarlo
possibile stare zitti. Che fare
di fronte alla situazione di
crisi che colpisce il paese e
che attraversa anche pesantemente le chiese?
Evitare ripiegamenti, certo,
ma anche cogliere il tempo
opportuno (kairòs) per far
funzionare al meglio le strutture di cui disponiamo, in vista della testimonianza. Ancora una volta quindi si è tornati a parlare del funzionamento delle strutture intermedie (circuiti e distretto). Alcuni propongono di andare decisamente verso un effettivo
decentramento amministrativo, altri sono favorevoli al
mantenimento delle attuali
strutture, a patto di ridefinire
le loro competenze. La proposta della Cde di ridisegnare
circuiti più piccoli e più efficienti, con la creazione di
«team» pastorali e laici, ha
suscitato molto interesse fra i
più e qualche perplessità in
alcuni. Com’è stato detto giustamente da qualcuno, non si
tratta solo di riorganizzare le
stnitture in modo più razionale, bensì di riscoprire e rilanciare i ministeri nella chiesa,
impresa sicuramente delicata
e rischiosa ma pienamente
coerente con le nostre convinzioni teologiche ed ecclesiologiche.
Senza soluzione di continuità è risultato quindi il dibattito successivo sul «campo
di lavoro» e sulle «opere» del
distretto. 11 fatto di non disporre di un numero sufficiente di pastori impone infatti di ridefinire non solo le
funzioni dei circuiti e del distretto ma anche il ruolo del
pastore, che non può più continuare ad essere il «tuttofare» ma deve essere messo in
condizione di svolgere la sua
specifica funzione che è quella di su.scitare doni e di coordinare il lavoro dei laici. Ma
quando i rapporti tra il pastore e la comunità sono causa
di profonde fratture interne
tali da provocare le dimissioni della maggior parte dei
membri del Consiglio di
chiesa nonché l’allontanamento e la sospensione del
pastore, com’è successo a
Venezia, siamo in presenza di
un «fallimento», come ha sottolineato ripetutamente la
Cde. Fallimento in parte dovuto a una carenza di comunicazione tra Tavola, Commissione esecutiva. Consiglio
di chiesa e Assemblea di
chiesa.
In questo caso, bene ha fatto il Seggio della Conferenza,
presieduto dal pastore Alberto Taccia, a consentire un dibattito sofferto ma necessario
per poter rimarginare le ferite
e riprendere il cammino. Anche il dibattito sul Centro culturale «Jacopo Lombardini» e
sulla sua ragione d’essere
evangelica è stato sofferto:
visto che, dopo appena tre
anni di permanenza, il pastore residente ha chiesto di essere trasferito perché la maggioranza dei membri della
«Comune» di Cinisello è
ostile ad ogni discorso ecclesiastico-evangelico, era doveroso che la Conferenza fosse
informata sulla situazione
reale del Centro. Tanto più
che, come ha ricordato la
Cde, «se le nostre opere, nate
da un 'esigenza di predicazione, vengono meno al loro
compito primario, non hanno
più motivo di esistere». Va
tenuto presente però che il
Centro «Jacopo Lombardini»
è sempre stato un’opera «di
frontiera», difficilmente para
gonabile alle altre opere esistenti nel Distretto. Tutte le
altre opere infatti sono foresterie (Aosta, Viering, Vallecrosia, Venezia, San Marzano) o centri giovanili (Tramonti), e la maggior parte di
queste non hanno problemi
particolari se non quello di
riadattare le strutture per rispondere sempre meglio alle
richieste di utilizzo. E il caso
in particolare .della Foresteria
di Venezia il cui direttore ha
illustrato con passione e entusiasmo l’ampio progetto di ristrutturazione. Al termine dei
lavori, la Conferenza ha ringraziato e salutato il pastore
Gianni Genre, presidente
uscente della Commissione
esecutiva, che si trasferisce
nel I distretto, e eletto il pastore Valdo Benecchi quale
nuovo presidente. La nuova
Commissione esecutiva è ora
composta di 7 membri.
Il dibattito sulle strutture intermedie
24
situazi
Ripensare il lavoro
dei pastori e dei laici
ROBERTO BOTTAZZI
La Conferenza distrettuale
1
ha registrato un momento di particolare interesse
quando ha affrontato il problema della progressiva carenza di pastori, e della conseguente necessità di «pensare e di lavorare a dei progetti
di vita comunitaria e di presenza evangelica senza poter
più contare sull’antica equazione: un pastore per ogni
campanile».
In riferimento a tale problema, dovuto essenzialmente a
ragioni economiche, ma non
è detto che il motivo di crisi
non ci permetta di riscoprire
qualche cosa di autentico, la
relazione della Commissione
esecutiva faceva appello a
una «maturazione di tutti i
membri di chiesa», e al fatto
che «le nostre comunità dovranno cambiare davvero ottica». Risultano a questo proposito vitali le questioni della
formazione quadri, con la
creazione di un solido tessuto
laico a livello di chiese locali,
e della razionalizzazione delle strutture interne della chiesa. Dare un nuovo impulso al
coinvolgimento di laici vuole
anche dire «interrogarci sulla
reale necessità di mantenere
un numero così alto di piccoli
e grandi organismi che finiscono per rubare del tempo
a! lavoro ordinario senza
portare de! frutto». A proposito delle strutture «si vorrebbe che le no.stre chiese fossero più libere di dedicarsi ai
problemi di predicazione, di
testimonianza, di evangelizzazione e non si limitassero a
parlare solo delle proprie
strutture...» (dalla relazione
della Commissione d’esame).
La prospettiva, per il lavoro
pastorale, è quella della costi
tuzione di «team», form;
alida
due-tre pastori che dovrani
nitfo'A quells
fiatati e capaci di risponder,
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veifanni; ir
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ifflde conto!
che tutta la chiesa ha nei confronti dei ministeri. Per i nj.
stori si tratterà di imparare a
lavorare in «squadra», siapa
quanto riguarda la necessiti
delTaffiatamento sia per
quanto riguardado svilup
di specifiche capacità di intervento in particolari ambiti
Per le comunità il compitai Me nostre
quello di lavorare per lafor- (vd nella si
inazione di tutti i necessari ¡chia divei
ministeri a livello locale, so-; «sione, se
prattutto negli ambiti della] »jà per c(
predicazione e dell’anzianato,^ j^no lim
E nell’intreccio tra pastore e. ¡„Bifle, batti
comunità che si dovrà ricercare un particolare rinnovamento: il pastore opererà
sempre di più come un promotore dei doni presenti nella
chiesa, come colui che favorisce la piena e ricca espressione dei diversi ministeri; la
comunità vivrà il proprio ruolo con responsabilità, in prima persona, attivandosi con
tutte le sue componenti, senza più percepire come dominante il ruolo del pastore. La
discussione a Vallecrosia la
fatto emergere sia la necessità
vitale di intraprendere con ir
solutezza questa prospettivi,
sia le difficoltà di un percorso
finora non molto praticato:
ma non vi è forse proprio in
tal senso la possibilità di
feconda ripresa di
vita, di impegno, di efficacia
verso l’esterno) da parte di
pastori e comunità?
l'esame
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Il dibattito sul campo di lavoro si è soffermato sulla delicata questione di Venezia
Quando vi è frattura tra la chiesa e il pastore
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FEDERICA TOURN
M
ancano i pastori: non è
una novità, quella emersa dai lavori della Conferenza, tanto che la Ced, nella
sua relazione, ha rimarcato
come nel giro di 3-4 anni i
pastori e le pastore in servizio
scenderanno del 20% circa.
Un problema da non sottovalutare e che coinvolge la comunità come le singole chiese, tanto che sia la Commissione esecutiva sia la Commissione d’esame sono state
concordi nell’invitare i delegati, e tutti i membri delle varie comunità, a non arroccarsi
su problemi di «campanile»,
perché neH’immediato futuro
sarà necessario cambiare ottica, accettando l’idea di dover
rinunciare a una presenza pastorale a tempo pieno e abituandosi al pastore itinerante.
Non è neanche facile convincere una chiesa a prestare il
«suo» pastore a sedi scoperte:
casi del genere sono stati per
ora arginati dai circuiti, sempire in mancanza dei progettati «team» pastorali o di locali
strutture di anzianato laico.
Si deve incoraggiare chi è
intenzionato a iscriversi alla
Facoltà di teologia ma anche
interrogarsi .sull’accettazione
indiscriminata di tutti i neofiti
del ministero pastorale non
ultimi quelli, sempre più numerosi, provenienti dall’este
Seggio e Commissione esecutiva ai tavoio deiia presidenza
ro. Le chiese straniere, da parte loro, sottopongono i nostri
candidati pastori a un esame
d’ammissione: forse non è
necessario arrivare a tanto, ha
sottolineato la controrelazione
della Cde, ma almeno la Tavola potrebbe fare uno sforzo
per raccogliere (e divulgare
nelle comunità) qualche informazione in più sulle persone e
le loro attitudini.
La Commissione d’esame
ha anche lamentato la carenza di comunicazione tra i vari
livelli di strutture responsabili (Tavola, Ced, Consigli di
chiesa) in qualche caso all’
origine di incomprensioni e
problemi nelle comunità. A
questo proposito è emerso il
caso di Venezia: più che di
incomprensione si è trattato
di «sofferenza»: questa è stata la parola usata in Confe
renza per indicare il disagio
della comunità per la frattura
tra il pastore Stretti e i membri di chiesa. Il dibattito su
questo delicato problema,
che coinvolgeva da vicino
degli assenti, tra cui lo stesso
pastore, è nato dal silenzio
della Commissione esecutiva,
che nella sua relazione non
ha detto una parola sui fatti
di Venezia, dando a molti la
spiacevole impressione di voler soffocare la questione.
Dal canto suo, la Commissione d’esame ha affrontato
l’argomento in modo abbastanza vago, ponendo l’accento sul fatto che «almeno
in un caso, tutta la nostra
chiesa si è trovata di fronte a
un fallimento e non ha saputo
reagire con la forza dello
Spirito al quale tutti ci appelliamo». Un «fallimento» ri
petuto sei volte in pocàe rtj
ghe a indicare la gravità flf '
tentare i
caso ma non la sua specifi' \
cità: durante la discussione^ ^
dolorosa ma comunque ne-^
cessarla, il seggio ha dato
parola a due membri dun|*
sionari del Consiglio di ente sa della comunità di 11
che non avevano il dintto
parola, per dar loro la po® 'j §
disonenin alcuni casi 1
• rottura con ^
bilità di esprimere .. -- .
tamento e
rabbia che la .
pastore ha procurato a tutta comunità di Venezia, che
parte ha deciso di dimosh
la propria delusione int«' ^
rompendo la contribuzione. ,
Rimostranze non sono
man'
cate alla Tavola e alla Ced, ^
cui operato è stato giud'^ |
dai fratelli di Venezia c ;
poco chiaro e caratteri^
da un’attenzione di.scon i" ’
a Venezia si sono sentrt'
bandonati, insomma, e
essere stati male |,a
mancanza di trasparenz
portato così a ulterion equ*
ci tra i membri del
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di chiesa e la comuni ^
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talità del Consiglio- i
pastore Stretti è stato ad? ^
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attende per settembre ^
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una comunità che v"'?.
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5
0&. giugno 1994
PAG. 5 RIFORMA
Conferenza II Distretto
le
situazione finanziaria delle chiese del distretto diventa sempre più preoccupante
[) «iaiflo ridotti a raschiare il fondo del barile?
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ciàosura in pareggio, ci si
Ac conto della gravita della situazione. Il futuro stesso
delle nostre chiese, scrive la
Ced nella sua relazione, riscliia di venir messo in discussione, se non si trovano i
mezzi per correre ai ripari, o
“to'. almeno limitare i danni. E
om e ! ¡untile, hanno puntualizzato
all’unisono Commissione
esecutiva e Commissione
d’esame, che in Sinodo si voti a larga maggioranza un bilancio preventivo a cui poi in
realtà le singole chiese non
riescono a far fronte.
Detto questo, il problema
rimane nella sua interezza; la
controrelazione parla di «raschiare il fondo del barile»,
cioè in sostanza di verificare
(ancora una volta) se si sia
davvero arrivati al limite del
le possibilità contributive e
non si possa onestamente
pretendere di più. Una cosa
sembra certa: se la Tavola
dovesse accettare come irreversibile la riduzione delle
possibilità contributive, anche le singole chiese dovrebbero fare uno sforzo e diminuire a loro volta le richieste
di fondi alla Tavola. Poche e
poco convincenti le soluzioni
avanzate per far fronte alla
crisi; la defiscalizzazione de
ve ancora far vedere i suoi
frutti; si dovrebbe forse tagliare sul già magro stipendio dei pastori oppure, come
fanno le chiese francesi, decisamente licenziarli in mancanza di fondi? O non assumerli proprio?
A fronte di questa proposta
emerge subito la ben nota carenza di pastori che affligge
le nostre chiese, senza dimenticare la difficoltà, in
certi casi al limite dell’indigenza, dei pastori in emeritazione. Eppure non si vedono
molte altre risorse e non
mancano proteste di chi, come il pastore Alfredo Berlendis, si rifiuta di considerare i
pastori come dei panda, una
categoria in via di estinzione:
«Gli operatori nella chiesa
non devono trovarsi a mendicare la giusta retribuzione ha detto Berlendis - la vocazione ha bisogno di strumenti
per lavorare». E ha aggiunto;
«Il servizio che si compie
nella chiesa è almeno paragonabile a quello prestato
nelle opere in cui si investono fiumi di miliardi?».
ricermova
opererà
un proemi nella
che favo;ca espreslinisteri; la
roprio ruo
feame delle opere del distretto: Centro «Jacopo Lombardini» e Foresteria di Venezia
Un ambizioso progetto di ristrutturazione
a, in pnidosi con
enti, sen
JEMMACQUES PEYRONEL
istore,
crosia hi
necessiti
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ispettivi,
percorso ,
iraticato:
iroprio ffl
tàdiona
realtà (&
efficacia
parte di
ezia
)re
Dopo aver ribadito la sua
convinzione che tutte le
opere del distretto dovrebbero
inserirsi nell’attività dei circuiti in quanto «il loro scopo
pnmario è quello di offrire
una teémnianza, oltre a determinati servizi», la Commr'ssione d’esame ha illustrato la situazione presente di
ogni opera, soffermandosi in
modo particolare su due di
esse: il Centro culturale «Jawpo Lombardini» e la Foresteria di Venezia. Si tratta di
die opere profondamente di''etse: una situata in una casa
P<^lare di un quartiere operaio della cintura milanese,
1 collocata in un palazzo
. *1 '500 in una delle città tu' ®*‘*'he più famose del mondo; una nata 25 anni fa per
Itonare una testimonianza
evangelica fra il proletariato e
per aprire un confronto con la
cultura marxista, l’altra come
segno della continuità della
presenza protestante in quello
che fu uno degli avamposti
della Riforma in Italia.
A Venezia, il Comitato della Foresteria e la Tavola valdese si sono trovati di fronte
ad una scelta radicale: o alienare il palazzo Cavagnis o ristrutturarlo interamente. Tenendo conto del fatto che la
città si sta internazionalizzando sempre di più, hanno optato per la ristrutturazione e la
rivalutazione di un bene patrimoniale assolutamente unico in Italia. Certo, i costi dell’operazione saranno rilevanti
(non meno di 6/7 miliardi)
ma è probabile che il progetto
incontrerà l’interessamento
generoso di molte chiese
estere. In ogni caso, i lavori
Cinque dei sette membri deila nuova Commissione esecutiva: da sinistra Riccardo Rossi, Valdo Benecchi, Gabriella Marangoni, Gianna
Bagnasco Zanatta e Alberto Bragaglia
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^ Commissione esecutiva del II distretto risulta così
«i®?>osta: Valdo Benecchi, presidente; Alberto Bragaglia,
^^sidente; Gianna Bagnasco Zanatta, segretaria; GaMarangoni, Riccardo Rossi, Giunio Censi, Anna
Lorandi, membri.
^ Commissione d’esame per la Conferenza del 1995
^ Composta da Franco Taglierò e Maria Pia Sbaffl
attuai;
lezia SI
’arri''«
Leon«
dit«‘;
irani <h
Incarichi '94-95
ha eletto come deputato al Sinodo OdetY*isson (supplente Pagliani).
Conferenza ha eletto il proprio rappresentante nel
L ^lato della Foresteria di Venezia nella persona di Dani
solta
'••OOUU.
Conferenza ha eletto i propri rappresentanti nel Codel Centro «L. Menegon» nelle persone di A. PalazThietodista) e C. Pradolin (valdese).
^presentanti valdesi all’Assemblea della Feci: pastori
■tardi, Genre, Bernardini, Soggin, Cozzi e Castellani
"lente Romussi): laici Bogo, Taglierò, Sfredda, Para,
^■Girardet (supplenti Barbacini e Falbo)
j^^PPresentanti metodisti all’Assemblea Fcei: pastori
dt);
; Grimal
*hino, Benecchi, Sbaffi, Aquilante (supplente Crii
”n c ' Trotta, Pini (supplente Ricco).
■Conf designato quale predicatore per la prossima
ila. il pastore Antonio Adamo, supplente il pastore
Aquilante.
^ Conferenza ha deciso di tenere la prossima sessione
a Milano, nei locali della Chiesa evangelica meto™ ''la Porro Lambertenghi 28.
verranno realizzati a lotti, in
modo tale da poter procedere
con un piano di finanziamento garantito. L’ampliamento
della ricettività (circa 80 posti
letto) dovrebbe garantire in
futuro un utile di gestione tra
i 150 e i 170 milioni l’anno e
permettere di coprire i costi
di investimento su un periodo
di 45 anni. Di fronte a queste
cifre alcuni deputati hanno
espresso qualche timore, ma
tutta la Conferenza, consapevole della posta in gioco, ha
espresso il suo appoggio affinché quella che oggi appare
come una scommessa possa
diventare una realtà positiva
per tutto il protestantesimo
veneziano. Anche il Centro
«Luciano Menegon» di Tramonti sta per potenziare la
sua ricettività (35 posti) con
la costruzione di una piccola
ala aggiuntiva. Dato il rinnovato interesse dimostrato ultimamente da parte delle chiese locali, questo progetto che
tanto sta a cuore ai responsabili del Centro potrà probabilmente essere realizzato in
tempi brevi; la Conferenza se
ne è rallegrata.
Molto diverso il discorso
sul Centro culturale «Jacopo
Lombardini» di Cinisello.
Dopo le partenze degli ultimi
anni e a 25 anni dalla sua nascita, il Centro si è trovato di
fronte alla necessita di ridefinire la propria ragione di essere. Nella nuova «Comune»
di Cinisello, formata da 13
persone, non c’è più nessuno
Conferenza del II distretto
Le principali decisioni
Definizione delle categorie delle chiese
La Cd chiede al Sinodo di porre allo studio una definizione delle categorie delle chiese (in formazione, costituita, autonoma) che prescinda dal dato numerico e consideri invece,
anche in modo diverso, gli altri elementi già oggi previsti e
eventuali altri profili.
per trasmettere la memoria
storica del Centro: d’altra
parte la scuola serale, che per
anni è stata l’asse portante
del progetto comunitario, non
risponde più a una necessità
reale della zona. Tre anni fa,
la Tavola aveva deciso di
mandare un pastore residente
con l’intento di rilanciare
l’evangelicità del Centro, in
stretto rapporto con le chiese
milanesi; da quanto ha riferito il pastore Berlendis alla
Conferenza, non è stato possibile attuare questo rilancio
per via del totale disinteresse
della maggioranza dei menibri del nuovo gruppo. Ora visto che il Centro, malgrado la
sua particolarità, risulta essere un’opera della Chiesa valdese che è tenuta a rendere
conto del suo operato alla
Conferenza distrettuale, molti
deputati hanno chiesto precise informazioni sulla situazione attuale per cercare di
capire se il Centro può avere
un futuro in quanto opera
della chiesa. Forse il giudizio
espresso da chi è direttamente coinvolto nella situazione
è stato troppo drastico e non
ha messo abbastanza in rilievo l’impegno dei pochi giovani evangelici membri della
«Comune», ma ora che verrà
a mancare anche una presenza pastorale sul posto non
sarà facile per la Tavola e per
la Commissione esecutiva riprendere il discorso sulla testimonianza che il Centro dovrebbe svolgere.
Finanze chiese valdesi
La Cd rileva che in sede sinodale i deputati delle chiese
valdesi approvano i bilanci preventivi della Tv, rna che mo te chiese non riescono a rispondere alFimpegno richiesto loro; chiede che vi sia da parte dei singoli e delle comunità
una responsabilità per ciò che riguarda il bilancio della chiesa, nella consapevolezza che di fronte ad un passivo sara necessario operare inevitabili e dolorosi tagli; chiede altresì
che le chiese discutano sulla base della relazione della Cde
per giungere possibilmente a rivedere i loro impegni.
Finanze chiese metodiste
La Cd, rilevato che alla data del 24 maggio 1994 risultava
globalmente versato dalle chiese metodiste al Cp/Opeemi un
contributo al Fondo ministero di poco superiore al terzo della somma minima fissata per l’anno 1994, invita dette chiese
a versamenti più tempestivi e comunque al raggiungimento
degli obbiettivi fissati dal Cp per l’anno in corso.
Strutture interne
La Cd, a conclusione del dibattito sulla funzionalità del
distretto e del circuito, dà mandato alla Ced di predisporre,
d’intesa con la Tavola e con la collaborazione dei circuiti,
un piano operativo che, con la necessaria gradualità, prenda
le mosse dalla relazione della Cde, capitolo intitolato «Le
strutture interne», e si muova sulla linea di un decentramento che comporti la valorizzazione dei ministeri locali e dei
«team» pastorali, riferendone alla prossima sessione ordina
ria della Conferenza.
Borsa Facoltà valdese di teologia
e contributo funzionamento della Ced
La Cd, su suggerimento della Ced, decide di mantenere
l’impegno della «Borsa di studio Facoltà valdese di teologia»
in £. 12.000.000 e il contributo per il funzionamento della
Ced in £ 11.000.000 (£ 10.000.000 delle chiese e £ 1.000.000
delle opere). 'Viene mantenuta invariata la percentuale
dell’1,65% degli impegni finanziari per la cassa culto (chiese
valdesi) e Fondo ministero e pensioni (chiese metodiste).
Centro culturale «jacopo Lombardini»
La Cd, preso atto del contenuto della relazione presentata
dal Centro culturale «Jacopo Lombardini» di Cinisello Balsamo, condivide i rilievi contenuti nella relazione della Cde
e chiede che la Ced e il Consiglio del VI circuito, d’intesa
con la Tv, seguano con particolare attenzione questa opera
della nostra chiesa nella ricerca di una sua collocazione e di
una sua funzione di testimonianza nel territorio, in collegamento con le comunità milanesi.
Foresteria di Venezia
La Cd, presa conoscenza del progetto di ristrutturazione e
ampliamento della foresteria di Venezia, mentre approva la
relazione morale e finanziaria, incoraggia il comitato a proseguire nel progetto di rafforzamento di questo importante
polo culturale e di testimonianza. Chiede alle chiese di seguire il progetto con attenzione e fraterna partecipazione e
alla Ced di attivarsi per pubblicizzarlo anche presso le chiese estere.
Chiesa di Venezia
La Cd, informata della situazione di sofferenza attraversata dalla chiesa di Venezia, esprime viva solidarietà a tutte
quelle sorelle e quei fratelli che hanno vissuto con maggiore
intensità le cause della crisi e dei conflitti interni. Auspica e
chiede al Signore, che ha riconciliato a sé il mondo, che
quella comunità possa ritrovare una piena comunione fraterna attraverso il reciproco esercizio del perdono e che ogni
membro di chiesa possa ritrovare il proprio spazio all’interno della vita ecclesiastica e della testimonianza evangelica
in Venezia.
Saluti ai pastori emeriti
La Cd saluta con viva riconoscenza i pastori Aldo Comba
e Giulio Vicentini, che entrano in emeritazione, e ringrazia i
pastori emeriti Giuseppe Baldi, Renzo Turinetto e Ugo Tomassone che lasciano il servizio attivo e chiede al Signore di
concedere loro ogni benedizione nel tempo di riposo che
hanno davanti a loro.
Messaggio alle chiese
La Cd, di fronte ai mutamenti del quadro istituzionale del
paese che si profilano come possibili, rende attente le chiese
al loro dovere:
- di costante difesa della libertà religiosa nel quadro della
difesa di tutte le libertà;
- di promozione di una scuola pubblica qualificata che sia
luogo di confronto di culture;
- in generale, di lealtà ai principi fondamentali della attuale Costituzione italiana, espressione della scelta di una
società libera, solidale, responsabile, rispettosa della identità
di ciascuno.
La Cd invita le chiese a cogliere l’opportunità dell’azione
ecumenica, sia nei rapporti con il cattolicesimo romano, sia
aH’intemo del mondo protestante, per promuovere un impegno comune dei cristiani nei campi di testimonianza sopra
indicati.
La Cd ricorda alle chiese che una tale azione potrà assumere il carattere di un’autentica testimonianza cristiana solo
se sarà il frutto di una vita spirituale nutrita dall’Evangelo e
dalla preghiera.
6
PAG. 6 RIFORMA
Conferenza III
VENERDÌ 241
Si è svolta presso il Centro di Ecumene, il 4 e 5 giugno, la Conferenza del III distretto
Una Conferenza serena dedicata soprattutto
alPevangelizzazione e alla diaconia
LUCIANO DEODATO
Una Conferenza che ha lavorato con serietà e serenità, affrontando una serie di
argomenti alcuni dei quali anche complessi, come la diaconia: la Conferenza si è aperta
con puntualità quasi teutonica
il mattino del 4 giugno a Ecumene (Velletri) con la predicazione di Ursel Koenigsmann, pastora a Livorno ma
non proprio di origine toscana, sul testo di Luca 19, 1-10,
l’episodio di Gesù e Zaccheo.
Gesù, come si sa, va incontro
aH’emarginato ed escluso (anzi autoescluso e autoemarginato) Zaccheo, simbolo di larga parte (forse la maggioranza) dell’umanità di oggi, e lo
accoglie nella sua comunione:
come a dire che il regno di
Dio si vive già ora, nella misura in cui sappiamo vivere la
riconciliazione tra noi.
Dopo la predicazione, le
lunghe e sempre un po’ farraginose operazioni preliminari: il Seggio provvisorio (presidente Salvatore Carco) si
destreggia alla meglio in una
Conferenza che stenta un po’
a carburare, mentre continuano ad arrivare deputati; finalmente il Seggio definitivo
(Guido Colucci presidente.
Maria Girardet vice. Laura
Casorio e Franco Pavone segretari) si insedia e la Conferenza inizia.
Vengono lette le relazioni
prima della commissione distrettuale (Ced), poi della
commissione d’esame (Cde).
L’«evangelizzazione» è il
primo argomento su cui si discute: emergono fatti nuovi,
da varie parti giungono richieste per una migliore conoscenza di noi, c’è gente
che ci cerca perché vuole
ascoltarci e si lamenta della
nostra invisibilità; siamo sollecitati ad aprirci agli immigrati, di colore e non; «Pentecoste ’94» è fallita ma ci sarà
un bel convegno sull’evangelizzazione, ecc. Ma accanto a
queste cose belle, purtroppo
alcune note un po’ tristi: Viareggio non si sa bene se esista o no e la chiesa di Peseolaneiano resiste valorosamente, ma non ce la fa a superare
la soglia della sopravvivenza
autonoma: nel prossimo futuro sarà probabilmente diaspora di Campobasso.
Anche Rio Marina presenta
aleune difficoltà: la Casa per
ferie va bene, al 90% è frequentata da non evangelici i
quali, pure interessandosi al
messaggio delle nostre chiese, non vanno ad ingrossare il
gruppo storico della chiesa
locale e questa ne soffre un
po’; è una semina che porta
forse frutto altrove. Tuttavia
la Conferenza riconosce che
Rio meriterebbe maggiore
cura d’anime. Il X circuito ha
avuto l’infelice idea di proporre un abbinamento tra assemblea di cireuito e Conferenza distrettuale: infelice nel
senso che improvvisamente i
lavori, che sembravano scorrere lisci, si ingrippano e la
Conferenza rischia di impantanarsi in una di.scussione che
puntualmente ritorna con mutate sembianze ogni anno:
circuito o distretto? Decisiva
la parola di Alfredo Scorsonelli, decano dei pastori metodisti: «Si tratta di due cose
diverse, non di un doppione!». In fondo non è ancora
stato capito il patto d’integrazione su questo punto, tuttavia la Conferenza non si lascia convincere e ritornerà
l’anno prossimo sull’argo
I deputati durante ì lavori della Conferenza del III distretto
mento. Si passa alle finanze
dove non ci sono contenziosi,
ma si studia il modo di razionalizzare al meglio il sistema
eontributivo e questo prende
molto tempo perché ognuno
ha una proposta e poi non si
vuole che si faceiano ingiustizie. Si giunge così alla serata,
dedicata al tema che l’anno
scorso era stato chiesto fosse
al centro di questa conferenza: la diaconia. Ne parlano
Fabio Conforti, direttore del
Ferretti di Firenze, e Paola
Reggiani, assistente sociale al
Gignoro: la Conferenza beve
le loro parole in un silenzio
attento, per il semplice fatto
che esse hanno la forza delle
cose vere, autentiche vissute,
e perciò vive, rivestite di muscoli, di carne, di sofferenza e
di gioia. Praticamente non c’è
dibattito ma la Conferenza
avrà poi la sensazione di avere vissuto un momento pieno.
La mattina dopo, domenica, la giornata si apre eon un
momento di riflessione biblica: il presidente Guido Colucci legge i testi biblici e 1’
esposizione della VI tesi del
Sinodo di Barmen, che sessant’anni fa si era svolto più
o meno negli stessi giorni di
questa Conferenza. Si passa
quindi all’esame del campo
di lavoro: la situazione non è
rosea; come sempre ci sono
molti buchi in una coperta
che oltre tutto risulta anche
stretta; qui si inserisce il problema dei predicatori locali,
ridotti in genere a dei semplici tappabuchi.
La Conferenza prosegue
con una parte non precisamente esaltante per il modo
necessariamente burocratico
con cui viene fatta, e cioè
l’approvazione dell’operato
degli istituti e delle opere
presenti nel distretto. Il Gignoro e il Gould dal prossimo anno risponderanno direttamente in Sinodo tuttavia la
Ced inviterà queste opere alla
eonferenza, ritenendo che esse costituiscano una parte
non secondaria della vita del
distretto. Infine si passa alle
operazioni di voto lunghe e
mangiatempo: bisognerebbe
escogitare un marchingegno
capace di snellirle un po’,
tant’è che alla fine ci si accorge di non essere riusciti a
discutere sul problema dei
giovani; comunque l’anno
prossimo si discuterà sul problema della cultura, con un
occhio particolare ai Centri
evangelici culturali.
Una bella testimonianza di Fabio Conforti e Paola Reggiani
Diaconia^ un mondo da scoprire
La Conferenza dello scorso
anno aveva stabilito che quest’anno si sarebbe parlato
della diaconia, un problema
sentito e non solo dalle chiese toscane e fiorentine in particolare dove le opere sono
percentualmente molto rilevanti (Gould, Gignoro, Ferretti, Casa Cares, Casa valdese di Rio Marina, e sullo
sfondo il Centro per la formazione dei diaconi e poi la
casa di Tresanti) e prevalentemente di tipo educativo.
Ne hanno parlato Fabio
Conforti per il Ferretti e Paola
Reggiani per il Gignoro, ma
più che esporre freddamente
dei problemi, la loro è stata
una testimonianza, come a dire che non si può parlare di
diaconia senza esserne coinvolti profondamente e, in un
certo senso, travolti; senza essere disposti a «perdere se
stessi», per poi scoprire di
«trovare se stessi», secondo la
promessa della parola evangelica. Intanto, ha osservato preliminarmente Conforti, si è
modificata con il tempo la fisionomia della nostra diaconia: opere che una volta vivevano sui due pilastri del volontariato e dei doni delle
chiese, oggi hanno convenzioni con Comuni o Regioni e al
loro interno lavorano persone
raramente motivate in senso
vocazionale, nel senso che per
loro quello è un posto di lavoro come un altro. La diaconia
dunque ha dovuto cercarsi
una nuova patria e non si presenta più con la stessa immediatezza di una volta: da qui
tutta una serie di problemi per
le nostre opere ma basta fare
bene il proprio lavoro?
«Il servizio - afferma
Conforti - può essere inteso
in tanti modi: si può servire
per convinzione politica, per
qualche stimolo sociale, per
convenienza, per raggiungere
una qualche gratificazione o
acquisire presunti meriti spi
rituali. Via via che scorrevano gli anni la parola diaconia
mi è sembrata sempre più una
parola semplice e terribile
nello stesso tempo. Semplice
per la linearità con cui ci è
stata insegnata: servire il
prossimo con amore, per amore di Dio e per l’amore
che Dio ci porta. Basta rendersi disponibile con amore
al bisogno dell’altro; per il
credente però la difficoltà è
tutta concentrata nello scontro permanente tra “vocazione” e “personalità”».
Che cosa si intende per
«personalità»? Capita che la
«diaconia» che il «diacono»
offre non sia accettata da colui o colei alla quale viene offerta; e forse è giusto che sia
così, perché non possiamo essere noi «il centro della nostra azione», ma deve essere
l’altro. Troppo spesso la nostra individuale vocazione a
fare del bene è posta al servizio della nostra personalità,
che si gratifica nel rendere un
servizio ma che è anche pronta a mandare al diavolo chi si
nega al nostro aiuto.
Diverso è il suggerimento
che Gesù ci dà quando parla
del pastore che rischia il
gregge e la sua propria vita,
per correre dietro alla pecora
perduta: «Egli non corre a riprendere la pecora smarrita
per rimetterla nel gregge, ma
perché si è smarrita. Il Signore non fa festa al figliolo ritornato a casa perché non è
più prodigo, ma perché è tornato. E così facendo rischia
di rovinare il buon lavoro che
l’altro figlio aveva nel frattempo compiuto. Il Signore
dunque, per amore di chi soffre, mette a rischio la buona
opera di tutti gli altri».
Su un altro versante poi
Paola Reggiani ha parlato del
«Centro diurno» sperimentale per anziani collegato con il
Gignoro. Ne ha parlato in termini di scoperta: «Abbiamo
scoperto un mondo nuovo
per noi e ben diverso da quello che pensavamo, abbiamo
ascoltato dei mondi che forse
andranno perduti, ci siamo
stupiti di poter sviluppare dei
rapporti umani così facilmente: infine, abbiamo capito di
star bene con loro».
Questo mondo della diaconia è stato una scoperta anche
per i membri della Conferenza; se ne parla molto nelle
nostre chiese ma forse è ancora un universo sconosciuto,
tutto da esplorare e che riserva sorprese esaltanti e inimmaginabili.
I lavori si sono svolti presso il Centro giovanile di Ecumene (Velletri)
La discussione sul campo di lavorc
Buone prospettive
a Pescara e a Perugi
lût
DANIELE BOUCHARD
La Conferenza del III distretto ha dedicato un
ampio spazio alla discussione
sulla situazione di Pescara e
di Perugia, luoghi per i quali
sono in corso di elaborazione
dei progetti di espansione
della presenza delle nostre
chiese, con adeguato investimento di persone e di mezzi.
A Pescara è attualmente
esistente soltanto un gruppo
di una decina di persone, curato dalla pastora di VastoSan Salvo. La Tavola ha in
programma di destinare alla
città un pastore residente
dall’autunno del ’95, che si
dedichi a un progetto di
evangelizzazione. A 80 chilometri a nord di Pescara, a
Fermo (Ap), è presente un altro gruppo, altrettanto piccolo
ma molto attivo e in espansione, che nell’anno 1994-95
si autogestirà ma in futuro
dovrà essere curato dal pastore di Pescara. Benché i due
gruppi non siano molto vicini, potrebbero costituire due
poli di un progetto di sviluppo abruzzese-marchigiano.
Nel corso della discussione
sono stati riportati alcuni problemi emersi all’interno del
gruppo pescarese, dovuti a
una non totale chiarezza sulle
rispettive competenze della
Tavola e del Comitato permanente Opcemi, le quali sono
state chiarite da un intervento
del moderatore. Sul futuro
della zona pesa anche l’incertezza che ancora c’è rispetto
alla dotazione pastorale del
XII circuito: con la partenza,
il prossimo settembre, della
pastora Daniela Di Carlo e
del pastore Daniele Bouchard
resta nel circuito soltanto il
pastore Enos Mannelli, attualmente a Campobasso. La
Tavola ha assicurato che fornirà una copertura della sede
di Vasto già nel prossimo autunno, ma non è ancora in
grado di dire in che modo.
Il gruppo di Perugia, composto da una dozzina di persone, è curato attualmente dal
pastore di Temi, che vi tiene
studi biblici e interventi culturali. Nel dibattito alla Confe
renza e
stato sottolineato
Il gruppo ha delle buonr^
sibihta di espansione siL
mente tenendo conto’deU
r*ni» ?-»roc'C'/-v 1^
Pd
che presso le università 2 '
molti stuj;
Sp»di»on'
stranieri, una buona per^
tuale dei quali è evangej
Si delinea per 11 gruppo ¿5
rugía la possibilità di un !
corso simile a quello di Sia
che sta vivendo una fasr
crescita grazie anche al co»]
volgimento di diversi stu*
africani presenti nella città
La Conferenza, raccogli»
do la richiesta della Tavolai
fornire delle indicazioni sul
sistemazione del campo dii
voro, ha espresso parere fai
revole all’approfondimei
dei progetti sia a Pescara sia!
Perugia.
La Ced ha inoltre preseg
to alla Conferenza il caso
gruppi di Pescolanciano (
e Viareggio, che essendoli
scesi da tempo al di sotto del
la soglia dei 15 membri,!
hanno più i requisiti regoli
mentali per essere consideri
ti chiese in formazione, ü
Conferenza ne ha preso allt
ma non ha ritenuto che si[n
tesse approvare prima dei ti
anni previsti dai regolameli
l’aggregazione dei duegnif
rispettivamente alla chiesa!
Campobasso e a quella dii
sa. La Conferenza del If
dovrà quindi riprenderei
esame la questione.
In margine alla discussi*
sulla vita delle chiese è emso come la possibilità di li
mare per destinare rollo/tr
mille a favore delle eh»
valdesi e metodiste si sia nvelata un efficace canale i
pubblicizzazione della nnsfra
presenza in ambienti diversi,
e anche impensati, da quelli
raggiunti con i nostri normali
canali. Questo fatto ci deve
far riflettere su quanto nume;
rosi siano ancora gli abitai®
del nostro paese che pur essendo interessati a un contatto con una chiesa
non sono a conoscenza
gii
nostra esistenza,
queste persone dovrebbe es
sere uno dei nostri obieti'i
prioritari, e non soltanto a t
scara e a Perugia.
Un certo disagio fra i predicatori locali
La Conferenza si è anche
occupata, in una porzione del
suo tempo, defl’Unione dei
predicatori locali (Upl): ne ha
parlato il segretario deH’Upl
stessa, Gabriele Lala, riportando un certo disagio che i
predicatori locali avvertono
un po’ ovunque e emerso anche nel corso del loro ultimo
incontro, tenutosi a Vallecrosia verso la fine dell’aprile
scorso.
Intanto c’è da dire che
l’opera dei predicatori locali
è sempre di più necessaria
nelle nostre chiese dove non
tutte le sedi pastorali sono
coperte e i pastori si devono
spesso dividere tra incarichi
diversi: allora è comodo, oltre che indispensabile, ricorrere all’aiuto dei predicatori
locali presenti nel circuito,
ma non è forse questo il modo più corretto di utilizzare
queste forze, riducendole al
ruolo di semplici tappabuchi:
«Le chiese - ha osservato Lala - devono essere capaci di
valorizzare al meglio questi
dir
liiioresi
,#it»dir€
Carisma e formazione!
doni presenti al loro
Dunque si tratta diunjj
blema che riguarda i c
presenti nella chiesa e ,||
rapporto col ministero
Parola ma un oar’®*"®
cosa, e la formazione e ,
le un’altra. Da qui lanchi ,
rivolta anch’essa ^ 0:
chiesa, di curare la P
zione e raggiornamem #
predicatori locali. Esi ■
ro, la Commissione pej
nente studi che se j
ma a detta dei preti'
cali non si berrebbe
ciente conto quello u
vello culturale t*®,. politipredicatore, la sua P
lità di tempo ecc. .„j.
I predicatori cresco
mero, talvolta svolg j
mero, taivoua 5,iosi,
insostituibili e pr gseti®
non sono come ta V ,
non sono w.-- o s"
nei Consigli di ^chie*'’
Concistori: da 9“’'enti
di rivedere i n,en«
dare loro uno s^t''
_____fi. tutto so»
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S“'»Ì
Igono
Un'iniziativa degli infermieri
Operazione simpatia
Gli infermieri dell’Ospedale valdese di Torre Pellice hanno promosso, durante lo scorso fine settimana, 1’«operazione simpatia» per far conoscere al singolo cittadino la figura
dell’infermiere professionale. È stata un’iniziativa collegata
a un movimento nazionale della categoria non solo per riconoscere e mettere in evidenza l’importanza del suo ruolo,
soprattutto per evitare che il decreto che delinea un nuo
oiarriu npllp miini Hpll’attnale mi
ma
voprofilo dell’infermiere giaccia nelle mani dell’attuale ministro della Sanità, Costa. Gli infermieri dell’ospedale di
Torre Pellice, analogamente ai propri colleghi nel resto
d’Italia, hanno distribuito al di fuori dell’orario lavorativo
materiale informativo e volantini, mettendosi inoltre a disposizione di quanti volessero saperne di più e anche per ribadire l’interesse della categoria perché il decreto non venga archiviato. L’«operazione simpatia» vuole essere anche
una premessa all’adesione alla manifestazione nazionale
della categoria che si svolgerà a Roma il 1“ luglio.
Yaui
Nel Pinerolese, come peraltro nel resto d’Italia,
la disoccupazione, la ricerca
del posto di lavoro, la crisi
dell’industria (anche se qualche segnale di ripresa sembra
esserci) sono, oggi, un problema per molte persone.
Tra quelli che si mettono
alla ricerca di una nuova o
della prima occupazione molti, tra le altre cose, scelgono
l’iscrizione all’ufficio di collocamento ma non tutti fanno
questa scelta; alcuni preferiscono, specialmente in alcuni
piccoli paesi delle valli ma
non solo lì, affidarsi per la ricerca del «posto» ai propri
mezzi, alla propria capacità di
posizionarsi sul mercato del
lavoro.
L’impressione generale
COLLOCAMENTO
UFFICI LONTANI
DAVIDE ROSSO
però è che comunque ci sia in
alcuni maggior fiducia nelle
proprie possibilità che non
nelle opportunità offerte
dall’ufficio di collocamento,
in altri una scarsa informazione su di esso. Anche il fatto
di non avere uffici decentrati
sul territorio ma di averne
uno unico a Pinerolo, oltre
tutto, contribuisce a fare apparire lo stesso ufficio come
un qualcosa di distante, di
staccato dalla propria realtà
(sia dal punto di vista dell’offerta che della domanda
di lavoro).
L’ufficio di collocamento è
visto spesso come un’istituzione lontana che non fa
parte della nostra vita quotidiana se non incidentalmente
e forse le poche informazioni
che si hanno su di esso, la sua
stessa struttura e il suo modo
di essere dislocato sul territo
rio contribuiscono a questo
stato di cose.
È un fatto comunque che
alcuni non ne usufruiscano e
che questi siano in maggior
numero nei piccoli centri,
magari meno industrializzati,
che non nei centri più grandi;
ma è anche un fatto che tutto
sommato si parla poco dell’ufficio di collocamento e
del suo rapporto con la sua
realtà di riferimento. Forse
sarebbe il caso in un momento di crisi occupazionale come il nostro, occuparsi, tra le
altre cose, un po’ di più di
questo strumento che viene
dato ai cittadini. L’ufficio
non deve essere solo il posto
dove si rilascia il nullaosta
ma il tramite col mercato e il
sistema di formazione.
Provincia
Meno terreno
per l'oasi
del Barant?
Secondo quanto stabilisce
una legge nazionale ogni re
IP npvo ìnHtr*arii la ciir
Una riflessione a più voci organizzata a Pinerolo nelle «Giornate di Radio Beckwith)
Il protestantesimo e l'etica del lavoro
gione deve indicare la superficiemassima di territorio che
intende tutelare come parco o
srea di protezione, fino a un
massimo del 20% del proprio
territorio. Il Piemonte, che
gode di una parte del Gran
Paradiso, ha già una superfieie tutelata maggiore della
percentuale individuata, anche perché nel tempo sono
sorti numerosi parchi regionali. Così nella predisposizione del nuovo piano faunistico
la Provincia sembra voler libare considerevolmente l’oasi del Barant, una delle più siSnificative, che si snoda partendo dai 700 metri di Bobbio, dove si trova l’airone nel
Pellice, fino ai tremila metri
nel monte Granerò dove trojnamo aquile e stambecchi,
fii fronte alle molte prese di
posizione venne messa al lavoro la commissione ambiente che presentò delle proposte
alternative: improvvisamente,
"ni giorni scorsi il piano è
stato portato per il voto in
Consiglio provinciale senza
^nno alle proposte di modihca presentate ed è passato
noi voti della maggioranza.
«E cambiato l’assessore alla
c^ia - ci ha detto il consi6 lere Franca Coisson - e il
novo. Scapino, che prima
cva solo l’ambiente, mi ha
otto di non sapere nulla del
voro della commissione e
T . modifiche proposte. Per1 funzionari non hanno rinuto di portarle a conoscensn T Consiglio e dell’assesi consiglieri proo Coisson, Cavaliere,
sn Chiaberge, Giarrus
serit ^ 0 Rocco hanno preop nn’interrogazione urrà n:ui si chiede la revo
a deUa deliberazione o la rian, niella stessa con l’e
c-"“intento concordato in
Biia ?*®^sn)ne per la salvasnardia dell’oasi del Barant.
SERGIO N. TURTULICI
Radio Beckwith, nelTambito delle sue giornate a
Pinerolo, ha organizzato un
convegno su lavoro ed etica al
quale sono intervenuti il pastore Bruno Rostagno, Adriana Luciano, sociologa, e il
sindacalista e sociologo Bruno Manghi. L’etica protestante, ha spiegato Rostagno, si
connotò da subito come etica
del lavoro, vocazione alla dedizione di sé: liberato dalla
fede nella grazia dalla preoccupazione della salvezza, il
credente viveva il rapporto
con i lavoro come chiamata d
servizio di Dio e del prossimo. Oggi il lavoro tende a
non ricoprire più l’intera vita
attiva delle persone; quest’ultima viene prima del lavoro
inteso come occupazione e
sempre meno, oggi, il lavoro
viene inteso come gratificante, realizzativo dell’io. Sempre più spesso ci si realizza e
ci si esprime meglio fuori
dall’ambito del lavoro, nel
tempo libero, nel volontariato.
I credenti sono attivi in
campi che precedendo il lavoro hanno influenza su di
esso e lo determinano; l’ascolto della Parola, l’attenzione, il servizio sono qualcosa
di molto attivo, anche se non
sono il lavoro. Come trovare
in esso spazi per il servizio?
Se ne possono individuare diversi: in relazione all’oggetto
del lavoro (non è giusto lavorare male); allo scopo (degno
è quel lavoro che serve allo
sviluppo della vita: no, quindi, all’industria delle armi);
alle modalità (il lavoro va
vissuto in collaborazione e
non in competizione); ai limiti (non può essere totalizzante, ci vogliono spazi di rifles
sione e di presa di distanza).
Adriana Luciano si è chiesta
quale significato abbia l’etica
del lavoro in un mondo che
vede la disoccupazione divenire dato strutturale dell’economia, legata com’è all’automazione nei processi produttivi e quindi all’espulsione del
fattore lavoro. Non è forse
un’illusione pensare che se il
lavoro viene meno possa esserci un tempo alternativo più
ricco, da dedicare agli altri?
Se il lavoro non c’è, anche il
tempo che resta è vissuto male, e non sembra possibile risolvere il problema contraen
do il tempo di lavoro e ridistribuendolo (lavorare meno
per lavorare tutti). Le politiche economiche liberiste potranno compensare con più lavoro lo smantellamento dello
stato sociale?
È evidente, ha rilevato
Manghi, che si vive uno smarrimento etico: il lavoro ci interroga criticamente ed eticamente. Occorre però essere
pragmatici e realistici: ci sono
lavoratori occupati in miseria
e disoccupati che non campano poi male, c’è chi cerca un
lavoro su misura, c’è una società della comunicazione che
spettacolarizza, con gli altri
eventi, anche l’infelicità e la
protesta di chi si incatena di
fronte alla telecamera. Ci si
deve chiedere in che misura la
nostra generazione ha privilegiato quelli che stavano attorno alla tavola e punito quelli
che restavano fuori.
È vero anche, ha acconsentito Manghi, cattolico, sollecitato da un intervento del
pubblico, che il «sistema Italia», imbevuto di un suo cattolicesimo specifico, ha un
po’ troppo insistito sui diritti
e poco sui doveri.
In Questo
Numero
Ricordo
Italo Hugon lascia un
vuoto nella cultura delle
valli valdesi. Per molti anni aveva ritratto il paesaggio locale con la macchina
fotografica e aveva sostenuto varie attività della
chiesa.
Pagina II
In alta montagna, l’operazione della
falciatura costituisce di per sé uno
spettacolo di forza e di agilità, degno di
ammirazione.
Il falciatore inizia il suo lavoro dal lato
inferiore destro del prato, procedendo m
salita. Egli spiana a terra la falce, bene
affilata e lucente, si mette a menarla
avanti e indietro, ripetutamente, metodicamente, accompagnando con le spalle
flessibili e col torso, senza sforzo apparente, il movimento dell’arnese, facendo
cadere l’erba fiorita a ciuffi, a mucchi,
erba che a poco a poco si allinea alla sua
sinistra in lunga fila. Di tanto in tanto il
falciatore si arresta un momento, porta la
lama della falce all’altezza del corpo per
poterla affilare, passando e ripassando
più volte la cote sulla lama d’acciaio lucente. Poi riprende la posizione di prima
e ritorna a segare l’erba matura, seguendo l’allineamento di prima.
Quando ha raggiunto l’estremità superiore del prato, il falciatore fa dietro
IL FILO DEI GIORNI
LA FALCIATURA
TEOFILO PONE
front e ripete in discesa l’operazione, «ribattendo» metodicamente contro la lunga fila di erba già recisa quella che egli
falcia scendendo: dando in tal modo origine ad una èrbatùo, ribattuta, vale a dire
alle due strisce d’erba segata salendo e
scendendo il prato. Si procede in tal modo, perché i prati di montagna sono molto estesi in lunghezza e se non si facesse
l’érbatùo si perderebbe molto tempo e si
accrescerebbe la propria fatica con gli
spostamenti a vuoto da una estremità
all’altra del prato. Inoltre, l’erba dei prati
alpini spesso non è più alta di 15 o 20
cm e perciò si può facilmente unire l’er
ba che si falcia scendendo con quella tagliata salendo: agevolando in tal modo
notevolmente il lavoro di chi deve rastrellare il prato e spingere con il pettine
del solido rastrello verso la parte bassa
del prato l’erba di ogni èrbatùo.
La confezione del fénìe, quando tutto
il fieno è raccolto al piede della solida
pertica attorno alla quale sarà avvolto, richiede a due sole persone oltre tre ore di
intensissimo lavoro.
Esso dev’essere eseguito a regola
d’arte, pettinato e battuto col rastrello ripetutamente; soprattutto dev’essere accuratamente confezionata e protetta la
punta, con tre solide pietre piatte e con
otto o dieci bastoncini che si figgono
abilmente intorno alla pertica per sostenere le tre pietre e tenerle strettamente
aderenti alla pertica, proteggendo in tal
modo tutta la bica dal vento, dalla pioggia e dalla neve.
(Da Vita montanara e folklore
nelle valli valdesi ed. Claudiana, To)
Buroni
C’è forse una possibilità
di accordo nel futuro della
Buroni Opessi di Pinerolo.
Negli ultimi incontri fra le
parti si persegue il pareggio della gestione 1995*
Pagina II
Culto in piazza
Una riuscita giornata di
presenza «visibile» in
piazza. Questo è il senso
del culto e deH’incontro
con il pastore Piero Bensì,
che si sono svolti domenica 5 giugno; è stato un modo per uscire allo scoperto
e cercare di avvicinare
quelle persone che, estranee alle nostre chiese, non
è facile coinvolgere all’interno delle nostre mura.
Pagina III
Contro il disagio
L'associazione «Arcobaleno» è un riferimento importante per quelle famiglie e per quei giovani che
vivono da vicino o sulla
loro pelle i problemi del
disagio o delle tossicodipendenze.
Pagina III
Collegio valdese
Alla fine dell’anno scolastico, due gruppi (uno
cameristico strumentale,
T altro vocale) hanno offerto un concerto per il Collegio valdese di Torre Pellice. Una riuscita serata musicale per contribuire alr attività di questa importante opera.
Pagina IV
8
PAG. Il
Lavori al passaggio a livello di corso Torino
LAVORI AL PASSAGGIO A LIVELLO — Finalmente, do
po anni di attesa, le Ferrovie hanno deciso di intervenire per
ammodernare il passaggio a livello di corso Torino a Pinerolo, vera strozzatura della città coi suoi lunghi tempi di
chiusura. I lavori sono iniziati puntualmente lunedì 13 giugno; al termine anche la circolazione stradale della zona registrerà alcune modifiche e miglioramenti.
MUORE IN UN INCIDENTE D’AUTO — Un giovane trentenne di Lusema San Giovanni, Sergio Maurino, è deceduto
nella notte di sabato per un incidente d’auto sulla strada statale 23, all’altezza di None. L’urto violentissimo contro un
platano è stato causato probabilmente dall’alta velocità.
GEMELLAGGIO BOBBIO PELLICE-WALDENSBERG
— Dopo una prova dimostrativa di utilizzo e di efficienza
effettuata da un gruppo, tra cui due donne, di vigili del fuoco di Wàchtersbach-Waldensberg in Germania, si è svolta a
Bobbio Penice l’il giugno una sobria cerimonia di consegna di un’autopompa alla squadra di volontari antincendio
boschivo; questo atto è stato il primo momento operativo e
concreto del gemellaggio fra le due comunità evangeliche.
TRENT’ANNI DI GEMELLAGGIO CON GAP — Pinerolo,
città gemellata anche con Beloit (Usa) e Traunstein (Germania), ricorderà venerdì e sabato prossimi i primi trent’anni
del gemellaggio con la città francese Gap. La manifestazione vedrà una staffetta podistica che prenderà il via dalla cittadina transalpina alle 17 di venerdì e arriverà all’incirca alla stessa ora di sabato in piazza Vittorio Veneto, dove si
svolgerà la parte ufficiale del programma che prevede anche
un concerto della banda Ana e del Coro Bric Boueie.
CINQUE FASCE PER LE MENSE SCOLASTICHE — Il
Consiglio comunale di Pinerolo ha recentemente adottato
una delibera che rivede i meccanismi per il costo del servizio delle mense scolastiche. Anzitutto sono state individuate cinque fasce (e non più quattro come in precendenza):
con reddito oltre i 42 milioni, si pagherà 6.000 lire a pasto,
fra i 30 e i 42 milioni 5.000 lire, da 18 a 30 milioni 3.300 lire, da 12 a 18 milioni 3.000 lire e sotto i 12 milioni è prevista l’esenzione. Gratuito sarà il pasto per i figli dei nomadi,
i portatori di handicap, in altri casi che causano diminuzione di reddito familiare (disoccupazione, cassa integrazione,
infortuni), nelle situazioni in cui la mensa stessa diventa un
momento educativo del minore.
ALTRI 800 MILIONI PER IL PALAGHIACCIO — La comunicazione è arrivata da alcuni giorni alla Comunità montana vai Penice; il progetto di ristrutturazione del palazzo
del ghiaccio di Torre Pellice potrà contare su altri 800 milioni. Per l’ente di valle si tratta ora di attivarsi rapidamente
sulle cose più urgenti da fare: non sono agibili le tribune e
lo stesso impianto di refrigerazione, pur funzionante, dovrebbe subire profonde modifiche per renderlo sicuro sul
piano ambientale. Anche gli spogliatoi vanno ristmtturati e
l’apertura l’autunno sembra sempre più difficile.
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Ricoricato a 50 anni dalla morte
Emile Chanoux^
martire e autonomista
Emile Chanoux, martire
della Resistenza al nazifascismo in vai d’Aosta e una delle figure più lucide di quegli
autonomisti, in gran parte
valdostani o provenienti dalle
valli valdesi, che produssero
il documento sull’autonomia
delle zone alpine denominato
«Carta di Chivasso», è stato
ricordato a cinquant’anni dalla sua morte, a Torre Pellice,
per iniziativa del Grup d’assion piemonteisa vai Pelis.
All’incontro hanno partecipato il segretario del gruppo,
Sergio Hertel, che ha introdotto la serata, e gli onorevoli
Lucio Malan e Riccardo Sandrone. Hertel ha tracciato il
profilo dell’uomo, che fin da
giovane studente in legge
aveva scelto la strada dell’impegno nell’autonomismo, al
di là delle forze politiche,
puntando sulle realtà territoriali e culturali. «Un’organizzazione amministrativamente
autonoma della vai d’Aosta ha detto Hertel - era un’esigenza che Chanoux sostenne
instancabilmente. Con la dittatura le idee di Chanoux si
rafforzarono; prese contatto
con avvocati, notai, geometri,
si arrivò al Comitato di liberazione della valle d’Aosta».
Arrivarono i contatti con i
piemontesi e nel frattempo
era partita l’idea della Carta
delle dichiarazioni delle popolazioni alpine. Del formarsi
di questo movimento, sì di
intellettuali ma di persone
ehe mai avevano rinunciato a
parlare con la loro gente
avendone la cultura e condividendone le aspirazioni, arrivò sentore anche ai fascisti
che arrestarono Chanoux; alcuni finti clienti entrano nel
suo studio, egli capì di essere
in trappola, cercò di fuggire
dal balcone, venne catturato,
picchiato, portato in cella, interrogato.
Fu trovato impiccato; la
versione ufficiale parlò di
suicidio ma fu davvero così,
o fu ucciso? «Vogliamo ricordarlo - ha aggiunto Hertel
- perché Chanoux ha espresso nella Resistenza quegli
ideali di autonomismo e di federalismo che la successiva
classe di governo ha tradito.
Non si trattò di lotta armata
ma di lotta di idee, tra l’altro
già preesistenti al fascismo e
a quel fenomeno popolare
che fu la Resistenza».
L’on. Sandrone si è soffermato sulla questione del federalismo, visto già allora come risposta a un governo,
quello fascista, centralista e
prolungamento del regno
d’Italia: se la Carta di Chivasso parla esplicitamente delle
popolazioni alpine, noi oggi
diciamo che quel documento
si rivolge a tutte le popolazioni italiane, a tutte le regioni;
si tratta dunque di un documento pilota sul federalismo,
cioè sul diritto a veder rispettata la propria personalità, come singoli e come società.
Anche Lucio Malan ha ripreso alcuni di questi temi ricordando quanto la Valle
d’Aosta ha ottenuto dopo la
guerra in tema di autonomismo; pressato dal timore di
annessione alla Francia lo
stato italiano ha rapidamente
riconosciuto il diritto all’autonomia con tutto ciò che
questo comporta anche sulla
gestione del proprio territorio. In vai d’Aosta sì e nelle
valli valdesi no; perché? Forse perché nel secondo caso
non c’era pericolo di annessione alla Francia. Forse
anche perché nel nostro caso
la gente non si è mossa sufficientemente convinta o forse
perché il mondo valdese ha
temuto di finire nuovamente
in un ghetto. Il messaggio di
Chanoux sulla scelta autonomista e federalista, hanno detto un po’ tutti, mantiene e vede rilanciarsi oggi tutta la sua
validità.
La scomparsa di Italo Hugon
Il fotografo delle Valli
GIORGIO TOURN
Con Italo Hugon è un’altra figura della Torre
Pellice «antica» che scompare, un personaggio legato alla
sua vita ecclesiastica, sociale,
culturale. La sua professione,
la cartoleria al centro del paese e la sua passione, la fotografia, hanno solo in parte
esaurito la sua attività e il suo
impegno. Come Attilio falla e
Augusto Armand Hugon, con
cui ha collaborato con dedizione e solidarietà. Italo Hugon si incontrava ovunque ci
fosse qualcosa da fare.
La corale lo può ricordare
come suo presidente e membro leader, la Società di studi
valdesi come membro attivo,
L’Associazione alpini come
dirigente, e le Unioni giovanili, quelle degli anni ’30,
Torre Pellice
CONTAHO TELEFONICO
Il Club alcolisti in trattamento, in collaborazione
con Radio Beckwith evangelica, offre un servizio di contatto telefonico ogni martedì
sera, dalle 20,30 alle 22 al
numero 0121-91507.
nella battaglia per la difesa
della loro autonomia e il
«possesso» della Casa unionista; poi lo possono ricordare
il Cai, la Pro Torre e la Pro
Valli, l’organizzazione del
pranzo del XVII e tanti altri
ancora.
Il suo nome resterà però legato alle cartoline delle Valli
che per decenni la sua cartoleria produsse, dalle prime
degli anni ’20 in colore seppia o blu, a quelle in bianco e
nero per finire con quelle degli ultimi anni a colori. Tutte
le località delle Valli sono
state inquadrate nell’obiettivo
di Hugon con intendimento
da vero «cartolinista» se così
può dirsi: non ricerca di effetti artistici, composizioni poetiche, ma pura e nuda documentazione del luogo così come lo vedi. E noi abbiamo
potuto rivivere questa sua
passione nella mostra al Centro culturale due anni or sono,
quando gli abbiamo espresso
la nostra riconoscenza per la
sua fatica.
Una vocazione, come ha
ben ricordato il pastore Rostagno al servizio funebre,
vissuta nella concretezza e
nella realizzazione delle cose
semplici, nel quotidiano di
una fede vissuta nel servizio.
Una piccola ripresa viene dall'estero
Forse un accordo
alla Buroni Opessì
PIERVALDO ROSTAN
Si apre una possibilità di
accordo per la Baroni
Opessi, la fabbrica di Pinerolo che produce bilance e strumenti di pesatura che da oltre
un anno ha denunciato forti
esuberi di personale. La situazione del mercato non è, per
l’azienda, florida: nel ’92 si
sono registrate perdite sul
mercato nell’ordine di un
20% rispetto all’anno precedente, e nel ’93 ancora di un
15% rispetto al ’92. Il fatturato è passato da 11 miliardi e
400 milioni del ’90 ai 14 miliardi e mezzo del ’91 per poi
ridiscendere fino ai 7 miliardi
previsti per il 1994.
Alla base c’è una difficoltà
del mercato italiano che denuncia un forte calo della domanda mentre la capacità di
produzione della ditta è di
due e volte e mezzo superiore
alla richiesta. Sul mercato italiano la Buroni occupa circa
il 17%. Il mercato estero sta
attualmente registrando una
piccola ripresa, soprattutto
nel Terzo Mondo; nel 1993
l’estero ha rappresentato per
la Buroni circa il 12% del fatturato. In questa situazione
sono ripresi gli incontri fra le
parti; l’obiettivo è puntare al
pareggio di gestione per il
1995 contenendo le ricadute
negative sui dipendenti.
L’azienda ha un rapporto altissimo fra operai e impiegati,
37 a 34 nel ’93, e nell’89 gli
operai erano 57 sempre per
34 impiegati. Si parla, come
ipotesi di riequilibrio, di mobilità per sette impiegati e
due operai ma anche in nn,
sta ipotesi rimarrebbero deli
ore settimanali (960) in e?
bero e si torna a parlare 11
possibilità di solidarietà
«Per l’azienda si ipoti^.
anche un accordo con la Col
perativa bilanciai di Camp„
Galliano - puntualizza Enri^
Tron, della Fim-Cisl -. [y
eventuale fusione potrebbe
portare a un controllo di cirr,
il 70% del mercato interno e
garantire anche la riduzione
dei costi di acquisto in pre.
senza di altri volumi di affari
e di produzione». L’accordo
non è comunque fatto; anche
per una fusione bisogna verificare le capacità di risanamento dell’azienda pinerolese, che ha sicuramente un
marchio su cui puntare, spazi
di miglioramento sull’efficenza di produzione, necessità di preparare alcuni dipendenti diretti per l’assistenza ai clienti.
Sul tappeto delle trattative
stanno questi punti e alcuni
interrogativi. Cosa rimarrebbe
a Pinerolo, in termini di produzioni, dopo una fusione con
la Cooperativa bilanciai? Egli
uffici di progettazione? Con
quale management? Per gli
esuberi siamo costretti ancora
una volta a pensare ai contratti di solidarietà ma anche a
valutare incentivi per le dimissioni, possibilità per qualche impiegato a sostituire
operaio in mobilità. Una cosa
abbastanza importante pei il
momento pare si possa dire;
questa produzione della st«
di Pinerolo non pare destali
ad abbandonare la città.
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Le «Giornate di Radio Beckwith)
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L’ampliamento del raggio
di ascolto di Radio Beckwith
evangelica aveva indotto i responsabili dell’emittente a organizzare una serie di giornate in piazza sulla falsariga di
quanto accade ormai da molti
anni a Torre Pellice nel mese
di agosto. Così è stato nello
scorso fine settimana all’Expo Fenulli, a Pinerolo, con
l’alternarsi di spettacoli musicali, dibattiti, incontri, con
spazi in cui erano presenti
moltissime associazioni cittadine, il tutto avvolto nel tradizionale aroma di costine cotte
alla brace. I pinerolesi hanno
risposto in modo diverso;
molti i giovani, specialmente
per assistere all’incontro di
calcio dell’Italia su schermo
gigante e per il concerto dei
Fratelli di Soledad di domenica sera, più assenti le altre generazioni.
Bello ed emotivamente
coinvolgente il culto di domenica mattina, a più voci,
con la partecipazione di un
gruppo di sudamericani che
lo ha animato col canto in
una giornata che ha visto, come quindici giorni fa a Luserna San Giovanni, una chiesa
locale chiudere il proprio
tempio per portare l’Evangelo
in piazza, fra la gente. Sono
esperienze che fanno bene alla necessità di rinnovare i
modi della testimonianza delle propria fede, che possono
indurre altri a intraprendere
un cammino comune.
Qualche incontro personale, una ricca mostra sull attività della radio e su Chaite
Beckwith, volantini di evangelizzazione hanno messo m
contatto la nostra realtà con
chi era arrivato munito ■
bandieroni italiani per la par
tita e se ne è andato delusa
per la sconfitta e con i
e le ragazze che si sono la
coinvolgere dai ritmi regg
dei Fratelli di Soledad, dop
il violento acquazzone che "
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del concerto e in '
bilancio economico delle
giornate. Anche chi ha
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PAG. III
^aSan Giovanni: un culto e una conferenza nella piazza del mercato coperto
na giornata di testimonianza per fare
^ire la chiesa dalla solennità del tempio
Pinerolo e il nuovo sistema bibliotecario
Il libro viaggia
sulle nuove reti
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3ero delle
J) in esu.
'ariate di
ietà.
' ipotizza
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li Campo
■^a Enrico
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potrebbe
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riduzione
10 in pre.
11 di affari
-’accordo
Ito; anche
rgna veriii risana
pinerole.
nenie un
lare, spazi
sull’effi.
le, neces
ilcuni di
er Tassi
P^IIMO BELLION
trattative
i e alcuni
imarrebbe
ni di proisione con
omenica 5 giugno, piazCdel mercato coperto a
San Giovanni; gran
5iazionefindalmatt.no
^si provano microfoni,
Consono sedie, si monta
ffodi libri aaudiana^
Smano cartelli prepara .
5pi della chiesa e dagli
Sii che operano a Luser^distribuisce a tutti quelle arrivano un ciondolo
L il motto della giornata:
.inàeme con gioia».
Poco prima delle 10 alcuni
^ dal vivo, eseguiti dal
Lppo musica e dalla corale,
Sno .il posto delle regi¡naàoni: poi si pone davanti
iDiotutto quello che si e tat» fin qui, nella preparazione
di alcuni ma anche le
„...osità e lo scetticismo di
itoi: ogni cosa riceve il suo
io nella presenza di Dio
si invoca all’inizio del
ciai?Egli
one? Con
t? Per gli
:tti ancora
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per le diper qualíostituire
Una cosa
inte per J
ossa dire;
ella ston
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ittá.
I Perché fare un culto sulla
piazza del mercato? Perché
k1 capoluogo del nostro Gomme la Chiesa valdese ha
solo una piccolissima saletta
e per far sapere che si è presenti è necessario uscire
all’aperto ma anche, e forse
soprattutto, perché vogliamo
provate a non farci intrappolare dai muri del «tempio»,
certo accoglienti che però
non permettono, appunto, di
incontrarsi in piena libertà,
senza doversi mettere T abito
lettera aperta
illa sinistra
lavai Pellice
I persona1 sulTutti
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jetersi an
Cari compagni, oggi molti
® voi ritengono che la «democrazia è in pericolo»; io
®do sia già morta, penso
® si è spenta lentamente,
*”tp gli Occhi distratti di noi
th, nell’atmosfera festaiola
1 npni Ottanta. Berlusconi
ha ricostruito T immagine
We; la sinistra non riesce
staccarsi dalle spoglie del
^ estinto. Cosa riserva il
Che fare?
etto in estrema sintesi,
S® pttc Berlusconi stia mo
ÌÌ^do, secondo le esigenze
flocco sociale che espri
Icid'
sioi
® privo dei diritti e dei
un po’
TH
,ICA
30
30
507
, -"v succede in America).
'iton la sinistra
nlo italiana) non è sta
Un momento della manifestazione in piazza del mercato coperto
della festa o senza assumere
un atteggiamento di serietà
che, per un osservatore non
proprio addentro alle cose
della chiesa, può facilmente
essere scambiato per qualcosa
di lugubre, quasi che la chiesa sia sempre in lutto e non
conosca la gioia, ma anche
per indicare una volontà di
uscire dagli spazi tradizionali
per andare verso i membri di
chiesa e i «forestieri» che non
sono particolarmente attratti
dalla severità e solennità del
nostro tempio.
Dopo il culto, seguito da
più di 300 persone con intensa partecipazione, il pastore
battista Piero Bensì ha illustrato il suo lavoro alla redazione della «nota» che accompagna ogni domenica il
programma del culto evangelico alla Rai. Per molti è stata
discreta lucidità e
"uè determinazione, Tecof le istituzioni del no
sui’c®'^ l3 pubblicità
beo delle valli valdesi;
^ Editorialuu.
'®l' 0121-32.36.38
una scoperta interessante
Tapprendere che non solo c’è
un indice di ascolto molto
elevato ma soprattutto che gli
ascoltatori reagiscono con lettere alla rubrica, il che permette un proseguimento della
riflessione. Un buffet freddo,
questa volta nei locali ecclesiastici, ha permesso a circa
150 persone di non interrompere le conversazioni avviate,
di non rompere quel filo di
rapporti che si erano andati
creando e rinnovando.
Il pomeriggio è stato quello
dei tradizionali incontri delle
chiese, con l’esposizione dei
lavori preparati dalla società
di cucito, con le torte realizzate dalla Commissione ricevimenti, con la mostra fotografica organizzata dai giovani sul tema «Fotografa la tua
chiesa», con canti della corale
e dei ragazzi della scuola domenicale nel giardino interno
dell’Asilo valdese. Alcuni
hanno approfittato delToccasione per visitare i locali della
nostra Casa di riposo recentemente ristrutturati, per conversare con il direttore e gli
operatori, con gli ospiti.
Con questo ci siamo resi
conto che l’epoca della ristrutturazione è terminata,
che inizia quella della manutenzione che sarà anch’essa
impegnativa; collegata alla fine di questa fase della vita
dell’Asilo è anche la notizia
che l’attuale direttore, Livio
Gobello, dopo circa 20 anni
di impegno non sempre facile
(si potrebbe dire: quasi sempre difficile), ha chiesto di lasciare il suo servizio attivo
nel corso del 1995. Sarà necessario quindi provvedere
alla sua sostituzione: il Comitato dell’Asilo e il Concistoro
stanno riflettendo su questo
argomento decisamente impegnativo e saranno grati a
chi vorrà eventualmente segnalare proposte utili, sia direttamente proponendo la
propria candidatura sia con il
suggerire nominativi di persone che si ritiene possano
bene esprimere un forte senso
vocazionale nella conduzione
di una casa come l’Asilo valdese. Credo che molti, al termine della bella giornata, abbiano rivolto un pensiero di
riconoscenza a colui che ce
Tha data.
Durante T ultima seduta del
Consiglio comunale di Pinerolo si è deliberato in merito
alla convenzione con la Regione Piemonte per l’adesione
della biblioteca civica/centro
rete al polo regionale piemontese del servizio bibliotecario
nazionale per la durata di circa 4 anni a a partire da quello
in corso. La biblioteca Alliaudi, con i suoi oltre 200.000
volumi, svolge un ruolo essenziale nel territorio e proprio per la rilevanza delle sue
funzioni la Regione Piemonte
ne ha sollecitato l’adesione al
progetto «Sistema bibliotecario regionale». In questo modo la biblioteca di Pinerolo
non solo avrà l’accesso alTindice dei dati registrati, ma
sarà anche garantito un futuro
risparmio di tempo per la catalogazione e al tempo stesso
le procedure di acquisto e registrazione dei libri diverranno automatizzate. Gli utenti
dal canto loro potranno consultare direttamente la rete indice, ottenendo informazioni
sull’esistenza in qualunque
biblioteca italiana aderente al
servizio dei testi o documenti
desiderati richiedendone il
prestito. Con Sbn ogni biblipteca aderente disporrà contemporaneamente di informazioni computerizzate sia sul
proprio catalogo che su quelli
di tutte le altre biblioteche
presenti nell’indice.
In questo modo la biblioteca di Pinerolo, e il centro rete
che ad essa è collegato, hanno Topportunità di accrescere
ulteriormente i servizi offerti
al pubblico e di avviare un
modello di funzionamento
aderente alla realtà moderna
che richiede un accesso sempre più rapido e facile alle varie informazioni. La Regione
si impegna a provvedere a
sue spese al collegamento tramite rete Itapac della biblioteca Alliaudi e del centro rete
al polo regionale Sbn istituito
presso il Csi Piemonte, mentre al Comune di Pinerolo
spetterà una spesa di circa
dieci milioni annui.
La Regione inoltre intende
coordinare e vigilare sul funzionamento del polo regionale piemontese, curando i rapporti con gli enti e le biblioteche aderenti, promuovendo
l’informazione, organizzando
momenti didattici per la formazione, r aggiornamento e
la riqualificazione degli addetti alle biblioteche. Con
questa adesione Pinerolo vuole riconfermare la volontà e la
capacità di essere polo culturale di rilevanza regionale e
costituire un punto di riferimento costante e aggiornato
per tutta la realtà territoriale.
CONTRO IL DISAGIO
Associazione Arcobaleno
via Roma 41 (secondo piatto)
LUSERNA S. GIO'VANNl
Tutti i giorni dalle 17 alle 19
Tel, 954401
2 quella che Peter
chiamava la «società
*crzi» (mi riferisco in
Mi" indicativo a
lem« secondo cui le
ivj. a capitalismo
)« ■ tendono a stabiliz■ntorno ai due terzi del
'Sociale, espellendo ai
®8rgini l’altro terzo che
ta in grado di governare questo fenomeno semplicemente
perché non ne ha capito la natura; non ha capito che quella
che si definiva «emarginazione» era un fenomeno non più
gestibile con politiche assistenziali e integrative (intendo dire che il discorso investiva direttamente la politica:
le istituzioni democratiche
erano inadeguate al peso della trasformazione sociale in
atto). Lo ha capito in parte e
con notevole tempismo la Lega proponendo una soluzione
territoriale; più tardi lo ha capito la destra, ma ha saputo
trarne tutte le conseguenze.
Solo a sinistra nessuno pareva rendersi conto di nulla e,
finché il mondo non gli è
crollato addosso, ha fatto la
politica dello struzzo: Dio acceca quelli che vuol perdere.
Ultimamente a sinistra si
vanno delincando sempre più
chiaramente due tendenze:
una che accetta e si prepara a
gestire in alternativa alla destra la «società dei due terzi»
(l’opposizione costruttiva), e
un’altra che si prepara a
un’opposizione più o meno
dura. Non sono molto interessato alle sorti della prima ma
temo che la seconda sia destinata al fallimento: ciò che si
prepara a contrastare è già avvenuto.
Ma veniamo alla vai Pellice: in passato tutta la sinistra,
laica e confessionale, istituzionale e non, si è mobilitata
al fianco delle sue amministrazioni (Comunità montana
e alcuni Comuni) in sostegno
di una politica sociale orientata a sinistra. Sono state fatte
cose meritevoli ma oggi questo progetto e i gruppi che
l’hanno sostenuto sono irrimediabilmente in crisi; il motivo è che queste politiche e
le istituzioni che si sono date
L'associazione «Arcobaleno» unisce giovani e famiglie
non sono più in grado né di
capire né di gestire la portata
del fenomeno. Questi gruppi,
dal Pei al Pds in testa ma anche i vari «fiancheggiatori»
come il movimento pacifista,
parte di questo giornale e della sinistra valdese ecc., per
uscire dal vicolo cieco in cui
sono finiti devono chiaramente capire (e sarà dura) che siamo di fronte non al progetto
ma alla sanzione della «società dei due terzi». Continuare a illudersi del contrario
mi pare suicida.
Chiedo allora a questo
giornale di promuovere un
dibattito su questi temi in vista di un «incontro di valle»
che ponga all’ordine del giorno la creazione di strutture
organizzative politiche autonome, adeguate a «solidarizzare» (sia detto nel senso etimologico del termine, «tenere in solido») il corpo sociale
in cui viviamo. Penso all’apertura di sedi di consulenza e sostegno sui problemi
dell’emigrazione, della droga, della disoccupazione, del
disagio ecc.; a una rete di
collegamento tra gruppi
spontanei, giovanili e non,
che a vario titolo lavorano in
questa direzione; alla ridefinizione del rapporto tra politica e istituzioni, democrazia
e maggioranza.
Questo è il punto di partenza per pensare la società democratica che non c è; la
maggioranza democratica per
cui dobbiamo lottare, costruita a partire da quel terzo marginale che è fuori e dentro di
noi e che tende drammaticamente a aumentare. E poi,
che miseria è la nostra vita se
non conosciamo una cosa per
cui valga la pena di perdere
tutto?
Andrea Salasso
Torre Pellice
Contro il disagio e l'indifferenza
Da oltre un anno l’Associazione «Arcobaleno», sorta a
Torre Pellice per volontà di
un gruppo di genitori con figli con problemi di tossicodipendenza, è diventato un importante punto di riferimento
nel territorio non solo per
combattere la tossicodipendenza ma per superare il disagio e l’indifferenza di ogni
natura. Per fare il punto sulle
iniziative sin qui portate
avanti e sui progetti dell’Associazione abbiamo chiesto
ad alcuni dei suoi soci di parlare del passato, del presente
e del futuro dell’«Arcobaleno».
Pinuccia, una delle fondatrici, racconta in questo modo
il suo disagio e la volontà di
superarlo: «Come tanti genitori credevo che di fronte alla
tossicodipendenza di un figlio
ci si dovesse nascondere, come se così facendo si risolvesse il problema; proprio
dal confronto con le altre famiglie che vivevano il mio
stesso dramma ma anche con
chi avvertiva il disagio di affrontarlo e di parlarne è nata
“Arcobaleno" e allo stesso
tempo è diventato per me
molto più facile affrontare la
tossicodipendenza».
Diverso è stato invece il
percorso di Monica, anche lei
tra le prime ad approdare
all’«Arcobaleno», che dice:
«Anche se non sono finora
stata toccata personalmente
dalla tossicodipendenza o
dall’handicap, ho comunque
sempre avvertito il mio come
l’altrui disagio di rapportarsi
a problemi così grandi ed è
per questo, per condividerli
con altri, singoli o famiglie,
per superare le barriere dettate dall’indifferenza che so
no impegnata ne “l’Arcobaleno’’. Credo infatti che ciascuno possa portare il proprio contributo, credere in un
progetto comune di solidarietà, al di là della storia personale».
Altra vicenda è invece
quella di Luciano, da tre anni
uscito dalla tossicodipendenza, che all’«Arcobaleno» è
arrivato dietro sollecitazioni
del Seri di Torre Pellice, a testimonianza di una continua
collaborazione tra l’associazione e il territorio. «Da circa
un anno - racconta Luciano insieme ad altri 9 soci faccio
parte di una cooperativa di
servizi che attualmente è in
grande espansione, con contatti con tutte le strutture della vai Pellice e con l’obiettivo
di rendersi indipendente dalla “Nuova cooperativa” di
Collegno, che sin qui ci ha
sostenuti nel portare avanti il
nostro progetto. Il mìo arrivo
a “l’Arcobaleno” è stato importante non tanto per farmi
uscire dalla tossicodipendenza, ma per farmi crescere.
per farmi trovare gli strumenti per aiutare me stesso e
gli altri».
Per il futuro i soci dell’«Arcobaleno» fanno molti progetti, partendo soprattutto
dall’invito a chiunque ad accostarsi all’associazione, per
portare il proprio contributo,
sia famiglie che singoli e soprattutto i giovani, per far sì
che i tanti nodi che compongono la rete che vuole essere
questa associazione aumentino. In particolare 1’«Arcobaleno» sarà presente a Pinerolo
e a Torre Pellice in occasione
della festa di Radio Beckwith
e farà poi una festa a metà
agosto nella nuova sede di via
Roma 41 a Lusema San Giovanni. Tra i progetti più importanti c’è quello di istituire
una linea telefonica che consenta a chiunque di trovare un
riferimento, un contatto, una
sorta di Sos per combattere il
disagio, l’indifferenza, trovando dei soci pronti ad
ascoltare. Attualmente il numero telefonico dell’«Arcobaleno» è il 954401.
Festa della
Casa delle diaconesse
1-3 luglio 1994
programma
Venerdì 1® luglio: presentazione dell’ultimo libro di
Giorgio Tourn da parte dell’autore.
Sabato 2 luglio: Cadetto Arnoulet e i suoi amici
offriranno un pomeriggio canoro, ore 15.
Domenica 3 luglio: sottoscrizione a premi (lotteria)
ricco tè e sorprese varie.
.L
10
PAG. IV
Musica cameristica e vocale
Un concerto per il
Collegio valdese
DANIELA BOLDRiN
Sabato 28 maggio, nel tempio di Torre Pellice, il
Collegio valdese ha offerto
un concerto corale e strumentale: si tratta di un’iniziativa
che vede il Collegio muoversi
al di fuori dei consueti schemi scolastici, un modo un po’
diverso per farsi conoscere,
sottolineando l’impegno culturale che questa scuola conduce da tempo.
Ospiti della serata erano il
coro polifonico «Andrea Gabrieli» e il gruppo da camera
«Archicembalo». Il coro
«Gabrieli», sorto alcuni anni
fa nel Pinerolese, è noto per i
numerosi concerti, sia da solo
sia con il gruppo «Archicembalo». Entrambi i complessi
sono formati da elementi giovani ma già musicalmente
maturi, e sono diretti dal
maestro Marco Chiapperò.
La prima parte del concerto, «a cappella», è stata dedicata ai madrigali delle varie
scuole europee: francese (C.
Janequin), inglese (T. Mor
ley), italiane (Gesualdo da
Venosa), per giungere al
grande Monteverdi. Durante
l’intervallo il preside del Collegio, Elio Canale, ha illustrato i nuovi obiettivi della scuola con il Liceo europeo e
l’istituzione di corsi rivolti a
chi desidera migliorare la
propria professionalità. La serata è proseguita con brani
accompagnati dal gruppo cameristico, approdando al ’700
di Mozart e Martini, dopo che
si era passati attraverso Heinrich Schütz e Händel.
Il pubblico ha potuto seguire attentamente il programma
anche grazie ai testi, con relativa traduzione, delle composizioni eseguite. Il ricavato
della serata sarà utilizzato per
i lavori di ristrutturazione
della facciata della scuola:
siamo quindi molto grati al
coro e al gruppo cameristico
per il programma offerto e
ringraziamo particolarmente
il Collegio per il suo sforzo di
aprirsi sempre più verso
l’esterno e per il dono che ci
ha fatto.
(Cantavalli» prosegue a Pomaretto
La voce delle donne
e la cultura orale
Nel tempio valdese di Pomaretto, sabato 25 giugno, si
svolgerà il concerto di Luisa
Poggi, Aurelio Beretta e le
Sorelle Maggini, nell’ambito
del Cantavalli ’94. La proposta di questo gruppo riporta
sulla scena di Cantavalli la
presenza e la voce delle donne, che raccontano di sé attraverso le testimonianze della
cultura orale delle vallate alpine a nord del Ticino.
In particolare Luisa Poggi e
Aurelio Beretta alla fisarmonica, che da anni lavorano con
il gruppo svizzero Vox Blenii
sono tra gli interpreti più sensibili del canto popolare di
area alpina mentre le sorelle
Maggini da Biasca, dove sono
note con il soprannome di
«Mazarat», ovvero pipistrello,
costituiscono un duo di vero
canto popolare spontaneo che
interviene sovente nelle riunioni locali, in particolare durante il Carnevale ambrosiano
di Biasca. Inizio ore 21,15;
ingresso lire 7.000.
La quantità di consensi di
cui gode l'iniziativa del Cantavalli è in costante aumento
nella zona del Pinerolese.
Centro culturale valdese
Fede, cultura, lavoro
secondo Paschetto
Il Centro culturale valdese,
proseguendo nel suo intento
di presentare al pubblico con
una serie di mostre successive l’intera collezione delle
opere di Paolo Paschetto illustranti le valli valdesi, propone anche quest’anno una
scelta di lavori partendo da
un tema preciso: Fede, cultura, lavoro.
Se nella mostra precedente
(Le origini, la memoria), con
cui si era inaugurata l’inizia
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 -10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
Speri, in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 1.300
tiva, ci si rifaceva all’aspetto
più intimo e «privato» del
mondo valligiano soffermandosi sul circoscritto eppur così significativo microcosmo
delle borgate quest’anno si è
scelto, allargando e approfondendo l’indagine già
iniziata, un tema più vasto:
l’anima comunitaria del popolo valdese espressa nei
suoi tre elementi base, e cioè
vita spirituale e religiosa,
educazione e studio nella più
ampia accezione, lavoro inteso non solo come necessità
quotidiana ma come amore
alla terra e gratitudine per i
suoi frutti. Vedremo così le
chiese, le scuole, i campi e
incontreremo nuovamente
una gente, senza che necessariamente appaia la figura
umana come protagonista.
La mostra, che verrà inaugurata sabato 25 giugno alle
ore 17, rimarrà aperta fino al
10 luglio (orario di visita ore
14-17,30).
L'Associazione sportiva 3S di Luserna
Lo sport che può
creare le amicizie
A qualche settimana dalla
conclusione della tredicesima
edizione della Festa dello
sport a Luserna San Giovanni
si può fare il punto sul ruolo
dell’associazione 3S, la più
importante realtà sportiva
nella vai Pellice, chiedendo a
uno dei suoi rappresentanti.
Eros Gonin, di parlarci dello
sport in valle e delle prospettive dell’associazione.
«In generale noi, come associazione, crediamo - dice
Gonin - che lo sport sia tra
le altre cose una possibilità
di limitare le tentazione negative della società; nel nostro caso cerchiamo di non
puntare tutto sui risultati,
sull’agonismo, ma al tempo
stesso cerchiamo di offrire
un servizio qualificato, con
personale di un certo livello
affinché giovani e famiglie
possano credere nello sport,
nel gioco di gruppo ben fatto.
Quello che ci piace è che i
nostri ragazzi fanno gruppo
anche indipendentemente
dalle attività sportive, da dove comunque sono nati l’ami
cizia e il piacere di stare insieme».
Attualmente presso la 3S vi
sono 12 allenatori, tutto personale che viene scelto tra insegnanti di educazione fisica
e specializzato fornito dalle
varie federazioni e che presta
la propria opera a livello volontario, percependo soltanto
dei rimborsi spese.
«In questo momento - spiega ancora Gonin - il settore
su cui maggiormente stiamo
puntando è la pallamano
femminile, per la quale stiamo cercando altri spazi a Pinerolo perché se vogliamo
puntare sulla serie C dobbiamo avere una palestra più
grande e perché la vai Pellice è mal collegata rispetto al
Pinerolese che ci fornisce il
maggior numero di atleti».
La scelta di puntare sulla
pallamano è in linea con la
politica dell’associazione che
nel tempo ha comunque privilegiato i vari aspetti dello
sport di squadra rispetto a
quello individuale, che tuttavia non viene trascurato.
:PORT
La coppia Giordan-Tassone impegnata durante ia tinaie categoria
amatoriale
TORNEO DI BEACH
VOLLEY — La prima tappa
del trofeo Cariplo di Beach
Volley si è disputata a Pinerolo il 14, 15 e 16 giugno
scorsi. Hanno partecipato 45
squadre che incontrandosi in
vari incontri hanno dato vita a
88 partite. Si è giocato sui
campi in sabbia sfruttando
l’area dell’ex pista del ghiaccio. Il torneo, organizzato
dalla 3S Nova Siria in collaborazione con la Nuova Volley Pinerolo e Pallavolo Antares , si sposterà la prossima
settimana a Torre Pellice sui
campi di viale Dante, mentre
per il fine settimana nuovo ritorno a Pinerolo per incontri
misti lui e Lei.
Nella categoria maschile
successo di Bonifetto-Simondi davanti a Forchino-Gemesio, mentre fra le atlete ha
vinto la coppia ArbinoloScotta, su Bert-Peyrot. Nella
categoria amatoriali hanno
vinto a sorpresa Fabi e Vignetta sui favoriti GiordaniTassone e fra le ragazze successo di Caracciolo-Serra su
Mensa-Resiale.
CORSA AL CASTELLUZZO — Sono stati un’ottantina gli atleti partecipanti
domenica scorsa alla tradizionale corsa di Castelluzzo, organizzata dal Gruppo amici di
Santa Margherita lungo le
pendici del tipico monte vicino al Vandalino. Sul percorso
di 12 km gli atleti compiono
dapprima la salita in mezzo ai
boschi e la successiva ripida
discesa. Livio Barus, (Baudenasca) col tempo di 1 ora e
19” si è aggiudicato il trofeo
fra gli uomini; alle sue spalle
Claudio Garnier (Gasm) a circa un minuto e mezzo. Marco
Olmo (vai Sangone) e l’inossidabile (classe 1944) Renato
falla del Gasm: fra tanti ventenni il cinquantenne agricoltore dell’Inverso di Torre Pellice riesce ancora a imporre i
suoi ritmi e a giungere all’arrivo con i primi. Anche altri
atleti oltre i 40 anni hanno
concluso la prova: di loro il
più anziano «piazzato» è stato
Angelo Doria (1929) della
Villarese. Fra le ragazze successo di Anna Martinale davanti a Ivana Giordan.
VISUS
di Luca Regoli & C. s.n.c.
OTTICA - via Amaud 5
10066 TORRE PELLICE (TO)
L’OTTICO DI LUSERNA
di Federico Regoli & C. s.ac.
via Roma, 42
A 10062 LUSERNA S. GIOVANNI (TO)
23 giugno, giovedì — PINEROLO: Alle 18, presso il
salone delle manifestazioni
«Murialdo», in via Regis 34,
verrà presentato il libro «Gentecosì» di Nello Manduca un
ritratto, come dice l’autore,
«di personaggi a volte briosi,
a volte scontrosi, ma di solito
impossessati d’un vistoso bugiardo politico, che io definisco di stampo viperino...».
23 giugno, giovedì — RADIO BECKWITH: Alle ore
21 va in onda l’ultima puntata di «Tra musica e poesia»,
con presentazione della raccolta Un mondo parallelo di
Idana Vignolo.
24 giugno, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
nella sala consiliare, il Comune organizza un incontro
con il direttore dell!’Istituto
di studi storici Gaetano Salvemini sul tema: «Delitto
Matteotti: l’attualità della
memoria storica».
25 giugno, sabato — PINEROLO: Alle ore 15,30, in
municipio, cerimonia per il
30° anniversario del gemellaggio con Gap; alle 16,30, in
piazza V. Veneto, concerto
della banda Ana e del coro
Bric Boucle.
25 giugno, sabato — PINEROLO: Alle 21, nel tempio valdese, si svolgerà un
concerto delTUnione musicale di Inverso Pinasca.
25 giugno, sabato — SAN
GERMANO: Presso la borgata Turina, a cura dell’associazione «La turinella», è organizzata una caccia al tesoro
per adulti, podistica, serale;
gli equipaggi potranno essere
composti da quattro persone;
preiscrizioni presso il Centro
gioco educativo, via Buniva
8 Pinerolo, e il bar Centro,
via Trieste Pinerolo.
25 giugno, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle
21, nella piazza del paese approda il tour estivo del cantautore Francesco Baccini.
Ingresso lire 22.000.
25 giugno, sabato —
TORRE PELLICE: Alle
ore 20, 45, nel tempio valdese, si tiene un concerto della
corale mista «A coeur joie»
diretta dall’abate Jean Massot. In programma canzoni
popolari francesi, canti del
Rinascimento e religiosi.
26 giugno, domenica —
RORA: Presso il Parco montano si svolge il raduno Anget (genio e trasmissioni).
26 giugno, domenica —
VILLAR PELLICE: Festa
degli alpini, organizzata dal
gruppo Ana, con pranzo.
26 giugno, domenica —
SAN SECONDO: Alle ore
21, agli Airali, il Piccolo varietà presenta «Col’antriganta
mare madon-a».
26 giugno, domenica —
FROSSASCO: Per la rassegna culturale estiva, alle
21,30, presso il giardino della
scuola materna, verrà proiettato il film «La famiglia Addams II».
27 giugno, lunedì — PEROSA ARGENTINA: Alle
ore 20,30 è convocato il Consiglio comunale: all’odg, fra
l’altro, l’approvazione del
conto consuntivo relativo
all’anno 1993.
2 luglio, sabato — TORRE PELLICE: Presso il circolo Mûris, in via Rossenghi,
con proseguimento domenica
3 luglio, verrà allestita una
mostra dei pittori Cardellino,
Bertin, Morina, Rivoir, Rossi
e Revelli.
3 luglio, domenica —
SAN SECONDO: In piazza
Tonello si svolge la 2“ edizione de «Il robivecchi. Oggetti di ieri e l’altro ieri»; è
prevista anche cena con grigliata (per prenotazioni telefonare al 501730).
USSL4«
CHISONE - GERMANAI^I
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva
Ospedale valdese. Pomarfii
to, tei. 81154.
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 26 GiUGNQ
Pinasca: Farmacia Bertorelln
- Via Nazionale 22 tei
800707 ’ ■
Ambulanze:
Croce verde, Perosa- tei
81000
Croce verde, Porte • tei
201454
USSL43-VALPEUICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica;
DOMENICA 26 GIUGNO
Bricherasio: Farmacia Ferraris - via Vitt. Emanuele 83/4
tei. 59774
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio,
tei. 598790
USSL 44 - PINEROLES&ì
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei,
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
22664
SERVIZIO INFERMIE
*
RISTICÇ
dalle ore 8 alle 17, presso idistretti.
SERVIZIO ELIAMBULAN.
telefono 118
Nelle
Chiese
Valdesi
PERRERO MANIGLIA — Domenica 26
giugno culto unico a Maiuglia alle 10: verrà battezzato Ivan Sergio Rostagno e
successivamente ci sarà la
relazione delle deputate alla Conferenza distrettuale.
si, solida costruzione,
10 ca
mere su due piani,
informagiovani
VAL PELLICE
Via Roma 45 - Luserna
S-.,
/la Roma -tJ Giovanni-0121/900245
informazioni su
sport, scuola, lavoW, »
viaggi, tempo libe»'"
. 1 ?
1 impfh p venerdì ore 14
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R questa
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94 giugno 1994
PAG. 7 RIFORMA
U^a parola elastica ma non per questo generica: una discussione molto concreta
['evangelizzazione si può fare in tanti modi
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evangelizzazione: sotto
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io perché usato in tante
Sioni ma sempre il mii se piove davvero, finiC’abitualmente i temi che
hanno una chiara co loaltrove. L’evangehzle è legata alla vita della
I come potrebbe essere
irnienti? Però quando in
““gerenza distrettuale dicia;«vita della chiesa» peniamo soprattutto al culto, a Svitalità di una comunità, alla sua consistenza numerica,
1 necessità di una presenza
0torale oppure al fatto che,
^assenza del pastore, si attiaio energie e idee altrimenti
jigramente riposte. D’altra
arte sappiamo tutti molto
bene che il culto stesso e un
momento di evangelizzazione così come anche i nostri
sMdi biblici, a cui si avvicinano persone spesso piene di
domande intelligenti e scomode. Si tratta in genere di
persone già toccate dall’Evangelo, che aspettano però
di essere convinte, rassicurale, incoraggiate.
L’evangelizzazione c’entra
coni rapporti della chiesa con
l’estemo, con la società, con
quanti e quante vivono nelle
nostre città e nei nostri paesi
e non conoscono ancora
l'Evangelo, non ne hanno ancora scoperto la forza, la libertà, la capacità di creare
speranza: c’entra con la vocazionepersonale, quella che ha
dato m credenti la voglia e la
gioia i raccontare «le grandi
cose che Dio ha operato» ma
con gli incontri.
Leonardo Casorio, segretario uscente delia Commissione esecutiva
colti 0 mancati, con la vita e i
problemi della società nella
quale la chiesa vive e opera.
Spesso è dal dibattito in una
scuola su un tema etico, o da
una dichiarazione rilasciata da
qualcuno, o da un foglietto
che spiega come la chiesa si
mantiene e perché che capitano incontri fecondi per
l’evangelizzazione: cioè un
discorso esplicito sull’Evangelo di Cristo. Dunque una
parola elastica, dal vasto spettro, ma non per questo generica; quest’anno se n’è parlato
con molta concretezza e in riferimento a due fatti.
1) Ci è stato presentato il
lavoro della commissione interdistrettuale per l’evangelizzazione (schede di presentazione della fede evangelica,
delle diverse chiese evangeliche, schede sui diversi temi
legati alla vita e alle scelte
importanti e spesso drammatiche che in essa si consumano)
e soprattutto il convegno che
la commissione ha pensato di
organizzare per l’autunno in
cui far convergere e confrontare le idee che in ogni situa
zione nascono. Un convegno
aperto a chi sente il problema
deH’evangelizzazione e degli
strumenti per farla.
2) La questione deH’8%o:
che cosa c’entra con l’evangelizzazione? Niente: eppure
c’entra con l’opportunità di
dire, di spiegare perché esistiamo e cosa vogliamo fare.
Il moderatore ci ha testimoniato del grande numero di
telefonate che giungono agli
uffici della Tavola da parte di
persone che dopo aver chiesto informazioni tecniche,
chiedono di saperne di più sui
valdesi, sui metodisti, della
fede, del protestantesimo;
chiedono l’indirizzo della
chiesa più vicina alla loro residenza; rispetto a questa opportunità si è verificata la
mancanza di materiali di presentazione e di informazione
più ampi di un volantino e
più agili di un libro.
Dunque un tema che è stato
e che è così controverso nelle
nostre chiese, come l’8%c, diventa ora un’occasione di
evangelizzazione: questo te
ma ha tra l’altro fatto emergere il problema dell’informazione e della visibilità della
presenza evangelica nei diversi luoghi; spesso persone che
ci cercano non ci trovano; non
siamo presenti nelle situazioni
e nelle occasioni di testimonianza con una parola chiara e
con una presenza riconoscibile. Un monito è giunto quanto
mai opportuno in un dibattito
vivo che rischiava però di
concentrarsi troppo su questioni tecniche.
Non è soltanto la carenza di
materiali di presentazione del
pensiero evangelico e della
nostra fede che ci rende talvolta invisibili e non facilmente trovabili: è anche la
necessità di ridefinire a noi
stessi il senso e l’attualità di
un messaggio da portare oggi
a chi ci sta intorno. Un messaggio avvincente, che coglie
i problemi e le domande vere
della gente, e non propone
soltanto la propria storia e la
propria teologia. Insomma, se
la fede e l’Evangelo sono importanti per noi, se lì vogliamo mettere la nostra vita, se
in essi troviamo la libertà che
ci viene da Cristo di vivere,
parlare, riflettere in prima
persona, può darsi che l’Evangelo e la fede divengano
interessanti anche per chi ci
sta intorno, e che le nostre
chiese e i nostri gruppi diventeranno improvvisamente visibili e visitati e richiesti di
predicazione anche oggi.
Questo certo nella consapevolezza della libertà di Dio
che può far gridare le pietre
quando tacciono i discepoli
ma anche nella consapevolezza della responsabilità che
ci è affidata e che non vogliamo lasciar cadere.
Deputata della chiesa di Siena, era membro della Chiesa presbiteriana del Camerún
Le impressioni di un'immigrata dall'Africa
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^ mhela mancho__________
Sono una studentessa della
Facoltà di farmacia dell’
Università di Siena: sono di
nazionalità camerunese ed
^ membro della chiesa presbiteriana del mio paese; per
onesto sono stata contenta di
bovare a Siena la Chiesa
'S'^gelica valdese che ha un
Womainento simile a quello
*Ua mia chiesa in Camerún.
^ circa due anni e mezzo
diventata membro della
mesa valdese di Siena e
partecipo alle sue attività; in
particolare faccio parte della
corale, del gruppo giovanile e
di quello biblico bilingue (inglese-italiano).
L’assemblea dell’8 maggio
scorso mi ha eletta deputata
alla Conferenza del III distretto; appena ho potuto capire, dopo un inizio difficoltoso, di che cosa si trattava,
mi ha molto interessato partecipare a questa Conferenza.
Con l’aiuto della mia pastora
e di altri partecipanti alla
Conferenza ho potuto orien
c'Incarìchl '94-95
^ Commissione esecutiva del III distretto risulta così
^posta; Fulvio Rocco, presidente; Mario Berutti, vicejj^dente; Adam Blaszczyk, segretario; Angelica Perres e
“Vanna Pons membri.
Commissione d’esame per la Conferenza ’95 sarà
^Posta da Luigina Di Foglio, relatrice, Enos Mannelli e
'™^Ppe Sacco; supplente Maja Koenig.
Il Conferenza ha eletto quale deputata al Sinodo Angesupplente Maria Linda Scorsonelli.
Rappresentanti valdesi all’Assemblea della Fcei; Maria
i^afede, Eugenio Rivoir, Leonardo Casorio, Giovanna
Gabriele Lala, Franco Bono; supplenti Giovanni RiOmelia Rovelli.
-^Rappresentanti metodisti alTAssemblea della Fcei: EniC? Vezzosi, Thomas Elser, Enos Mannelli, Angelica
j ®; supplente Grietje van der Veer.
a Conferenza ha designato quale predicatore per la
^terenza distrettuale 1995 il pastore Paolo Sbaffi; sup■M, Thomas Elser.
Conferenza ha deciso di tenere la prossima sessione
¿^aria presso il Centro Giovanile di Ecumene (Velletri).
tarmi in alcuni degli argo
menti più importanti. Ho notato che il moderatore interveniva quando la discussione
non riusciva a concludersi e
che, quando parlava lui, tutti
lo ascoltavano con rispetto e
accettavano le sue proposte.
Mi ha molto interessata la
situazione del «campo di lavoro», in particolare il fatto
che a Perugia esiste un gruppo di 10-12 evangelici e simpatizzanti che si riuniscono
presso una famiglia, in una
casa privata; ho fatto presente
che, dato che a Perugia ho parecchi amici e amiche africani
che studiano all’università,
tra cui molti evangelici, sarebbe bello per loro incontrare questo gruppo ed eventualmente fare delle attività insieme come testimonianza della
nostra fede in Gesù Cristo.
Sono contenta che, malgrado la situazione critica del
XII circuito per mancanza di
pastori, si sia preso in seria
considerazione l’appopio al
gruppo di Perugia; mi è costato fatica capire qualcosa
del cosiddetto otto per mille,
già la parola mi suonava difficile, ho notato però che non
tutti erano d’accordo sulla
questione e infine mi sono
fatta spiegare in separata sede di che cosa si trattasse.
Una serata molto interessante è stata quella dedicata
alla diaconia: il direttore
dell’istituto Ferretti, dott. Fabio Conforti, e Paola Reggiani, assistente sociale al «Gignoro», hanno testimoniato
del loro servizio diaconale,
vissuto con fede e dedizione;
’ 4 *
i
Pamela Manche alla Conferenza
la mia impressione è che queste relazioni abbiano colpito
in profondità il cuore degli
ascoltatori. Legata alla diaconia mi sembra essere l’evangelizzazione, cioè quel modo
di esprimere in pubblico la
propria convinzione evangelica attraverso diversi metodi
di approccio all’ambiente in
cui si vive.
Mi è molto rincresciuto che
non ci sia stato abbastanza
tempo per affrontare il problema dei giovani che a me
sembra così importante, però
alla Conferenza c’erano dei
giovani con i quali ho potuto
scambiare idee e conversare;
alcuni di loro li avevo del resto già incontrati a Siena e a
Casa Cares. Aver partecipato
alla Conferenza distrettuale è
stata per me un’esperienza
positiva, mi interesserebbe
vivamente poter continuare a
prendere parte a queste assemblee.
Conferenza del III distretto
Le principali decisioni
Campo di lavoro
La Cd, dopo ampio dibattito sulla situazione del campo di
lavoro e sul dovere della testimonianza evangelica oggi, cosciente che a tale fine sono essenziali la ricerca, la nscoperta
e la valorizzazione dei doni del Signore, condivide la preoc
cupazione espressa dalla Ced per la situazione del cir
cuito, dà mandato alla Ced di sostenere il progetto il us ra o
in sede di conferenza dagli esecutivi, di un rilancio riguardante la fascia adriatica e il gruppo di Perugia.
Invita, inoltre, la Ced a seguire con particolare impepo la
situazione della comunità di Rio Marma e le possibilità di
una rinnovata testimonianza evangelica sull’isola, in stretta
collaborazione con il X circuito, e a continuare con gli stessi
criteri finora seguiti il lavoro del Coordinamento mterdistrettuale per l’evangelizzazione, intensificando la collaborazione con le chiese batòste.
Finanze
La Cd ascolta la parte della relazione della Ced e quella
della Cde relativa alle finanze, sviluppando un dibattito sulla necessità di adeguare i contributi delle chiese alle reali
esigenze di funzionalità, e in proporzione al numero dei
membri di chiesa. Il dibattito si estende alle tematiche
dell’8%c e alla defiscalizzazione (fino a un massimo di lire
due milioni) delle offerte alle chiese.
Finanze chiese valdesi
La Cd, considerando che gli impegni delle comunità vaidesi sono inferiori a quelli richiesti dalla Tavola valdese per
8.025.000 lire, invita le chiese valdesi che non hanno ancora
dato indicazione rispetto all’aumento del 1994 a farlo immediatamente, e invita la Ced a contattare eventualmente le altre comunità affinché si possa raggiungere, prima della fine
dell’anno, l’obiettivo segnalato dalla Tavola.
Finanze chiese metodiste
La Cd invita la Ced a comunicare all’Opcemi il calendario
delle proprie riunioni affinché gli uffici dell Opeemi le forniscano in tempo utile i dati relativi all andamento contributivo delle chiese metodiste, come già avviene da parte della
Tavola per le chiese valdesi.
Borsa Facoltà valdese di teologia
e contributo funzionamento della Ced
La Cd fa propria la proposta della Cde per quanto riguarda
le quote 1994 da versare alla Ced per il suo funzionamento e
per la borsa di studio della Facoltà di teologia per un totale
rispettivamente di lire 4 milioni e di lire 10 milioni.
La Cd decide di mantenere il criterio fin qui adottato che
si basa sul numero dei membri delle chiese elevandolo a lire
1.500 ciascuno per la Ced, e a lire 4.000 ciascuno per la borsa di studio per la Facoltà di teologia.
La Cd chiede altresì alle opere del distretto (Casa Cares,
Ferretti, Casa valdese Rio Marina, Centro evangelico di Villa San Sebastiano) un impegno contributivo complessivo di
lire 250.000 per il finanziamento della Ced da dividere fra le
stesse in accordo con la Ced stessa.
Opere diaconali
La Cd, ritenendo di grande importanza che sia mantenuto
il collegamento con le opere che rispondono ora alla Commissione sinodale per la diaconia (Gignoro e Gould), incoraggia la Ced a rinnovare loro l’invito ad essere presenti nella Cd annuale.
Casa per ferie di Rio Marina
La Cd ascolta una breve relazione della direttrice sulla
Casa per ferie di Rio Marina e apre un dibattito sulla situazione della presenza di una comunità evangelica sull’isola,
auspicando iniziative tendenti a intensificare i rapporti comunitari tra le chiese del circuito.
Istituto Ferretti
La Cd, ascoltata la relazione dell’Istituto Ferretti, prende
atto e si compiace del suo operato e si rallegra della sua decisione di richiedere al Sinodo l’inserimento dell’istituto
stesso nell’ordinamento valdese.
Unione predicatori locali
La Cd ascoltata la relazione dell’Unione predicatori locali, ne condivide la sollecitazione a risolvere i problemi
emersi e invita la Ced, d’intesa con i circuiti, a studiare i
modi per valorizzare maggiormente il ruolo dei predicatori
locali all’intemo del distretto.
Il pastore metodista Pino Arcangelo va quest’anno in emeritazione
12
PAG. 8
RIFORMA
IV Distretto
VENERDÌ 24
Il Distretto del Sud discute i suoi progetti per il futuro con fiducia nell'opera del Signore
Predicare con franchezza alla città
GIUSEPPE PLATONE
Atmosfera africana non
solo per i 30 gradi ma
per i tanti fratelli e sorelle di
colore che hanno condiviso il
culto di chiusura, domenica
19 giugno, della Conferenza
distrettuale svoltasi a Palermo
presso il Centro diaconale
«La Noce». La Conferenza,
che registrava una sessantina
di partecipanti provenienti da
Napoli via via sino alla Sicilia passando dalle Puglie e
dalla Calabria, non ha discusso solo di problemi interni.
Il primo di questi ultimi è
la «brutta storia» di Riesi:
l’esproprio dell’uliveto del
Servizio cristiano per nuove
cementificazioni, volute da
un’amministrazione sciolta
per motivi di mafia, è stato
valutato, dopo l’illustrazione
anche tecnica del problema,
come un atto di sabotaggio
nei confronti del Centro fondato da Tullio Vinay nel
1961. I membri di chiesa sono stati invitati a manifestare
la propria opposizione a questo piano di esproprio di cui
anche il nostro giornale ha
già parlato (vedi Riforma del
27/5 e del 17/6).
Per la prima volta nel quadro della Conferenza distrettuale è stato presentato un
diacono della chiesa, in questo caso Francesco Sagripanti
che da alcuni anni si occupa
del Villaggio evangelico di
Monteforte presso Avellino.
Il dibattito generale ha preso le mosse da un’analisi della situazione sociale e politica
che attraversiamo, ma la riflessione è stata un po’ compressa dalla richiesta di dibattere i problemi del campo di
lavoro. Nella società in cui
viviamo, dominata spesso dai
valori virtuali della telecrazia
e da nuovi integralismi, siamo invitati a riscoprire le
chiese come luoghi di autentica fraternità, democrazia:
luoghi in cui sognare e costruire il futuro, luoghi di resistenza da cui predicare con
franchezza alla città.
Si è discusso a lungo del
Cese (Centro emigrazione siciliana in Europa) che ha la
sua sede presso il Centro diaconale di Palermo. Emera
Napolitano ne ha tracciato la
storia e Alfonso Manocchio
ha illustrato il quotidiano impegno nell’accoglienza agli
immigrati che si svolge, ormai da anni, a Palermo, e da
poco ma con crescente intensità anche ad Agrigento nei
locali della chiesa valdese di
via Esseneto.
Sul lavoro delle chiese
l’annosa preoccupazione della copertura pastorale è stata
un po’ sdrammatizzata; ai
primi di luglio, nelle sue
prossime sedute, la Tavola
valdese deciderà l’invio nel
Sud si spera di almeno due
pastori, probabilmente stranieri, per colmare i vuoti che
si sono creati soprattutto in
Sicilia. Si sa che la diaspora
meridionale è vastissima e
Il seggio della Conferenza (Giorgio Bouchard, Alfonso Manocchio, Giuseppe Ficara) ascolta la relazione
della Commissione d’esame (Mirella Scorsonelli)
molte, forse troppe, sono le
frontiere aperte, in alcune di
queste anche predicatori laici
che si mettano a disposizione
possono ben far fronte al bisogno di organizzare incontri,
curare lo studio biblico e la
predicazione. Sul Centro giovanile di Adelfia c’è stato anche un intenso scambio di
idee; l’opinione pili condivisa
è stata quella di avere un animatore giovanile che possa,
almeno parzialmente, occuparsi delia rinascita di questo
Centro che ha comunque avviato una bella serie di campi
estivi.
Con preoccupazione i partecipanti hanno ascoltato le
informazioni sul Centro diaconale «La Noce» che rischia
di chiudere l’anno con un
forte deficit se diminuirà la
solidarietà delle chiese nei
confronti di un lavoro sociale
definito dal Sinodo «frontiera
irrinunciabile»: il Centro, pur
avendo rinnovato gran parte
delle sue attività, quest’anno
ha risentito fortemente del
«taglio» dei contributi pubblici per dei servizi sociali
già resi. Molto interessante è
stata la serata di sabato sui
temi della comunicazione,
che ha gettato le basi di un
prossimo convegno su «Chiese e giovani».
In rapida rassegna sono state esaminate varie opere: da
Bethel a «Casa mia» che entra giuridicamente nella Fondazione dell’Ospedale evangelico di Ponticelli, a Guardia
Piemontese, sino al lavoro sociale di Scicli (di cui è stato
approvato un nuovo statuto).
La presidenza dei lavori, affidata a Giorgio Bouchard di
Napoli, ha efficacemente permesso di spaziare su tutti i temi previsti anche dalla Commissione d’esame; non è stato
possibile, in tre giorni e circa
15 ore di discussioni plenarie
spesso inframmezzate da canti, approfondire tutte le questioni sul tappeto. Nessuno è
comunque tornato a casa deluso. La Commissione esecutiva del distretto, ben compattata da Enrico Trobia rieletto
La Commissione esecutiva uscente: Paolo Olivieri, Francesco Sagripanti, Franco Carri, Karola Stobàuss
a grandissima maggioranza,
ha costruito una solida impalcatura dei lavori.
Nell’insieme è stata una
Conferenza vivace, molto
funzionale sotto il profilo organizzativo anche grazie
all’équipe del Centro diaconale e all’insegna della franchezza evangelica proprio
quella che, aU’inizio dei lavori, augurava ai partecipanti il
candidato pastore Bruno Gabrielli, il cui sermone è stato
pienamente approvato dal
corpo pastorale presente. Nei
saluti finali si è registrata un
po’ di tristezza per gli operai
della chiesa che lasceranno
tra poco il distretto; Laura
Leone, Christof Froschle,
Giorgio Bouchard, Amy Visco, Giovanni Anziani; altri
giungeranno tra poche setti
mane: Franco Giampiccoli a
Palermo e Alberto Saggese a
Brindisi.
Nel necessario ricambio di
forze l’opera continua; le
chiese sono un po’ meno frequentate, ma non tutte; in attesa del Regno, una rinascita
al Sud è sempre possibile,
con l’aiuto di Dio, ma per tutti occorrerà, anche al di là dei
confini distrettuali, essere un
po’ più generosi nelle contribuzioni per il lavoro della
chiesa che rischia di chiudere
il ’94, a livello nazionale, con
un «buco» di 250 milioni.
Non solo ma la dipendenza
dall’estero, anche in fatto di
richieste pastorali, aumenta
ogni volta di più. Possiamo
continuare a presentare il
conto delle nostre scelte agli
altri? O no?
La Conferenza è anche vita comunitaria
Con il gioco si vince l'incomunicabilità
Giovani e adulti
nelle chiese
LUISA NITTI
La serata di sabato, orga
1 ‘
aizzata dalla «Commissione giovani», è stata uno dei
momenti più vivaci della
Conferenza. Se l’anno scorso
si lamentava la mancanza di
un dibattito approfondito sulla
presenza dei giovani nelle nostre chiese, quest’anno si sono
poste ottime basi perché si ricominci ad affrontare la questione in termini adeguati.
La Conferenza distrettuale
del 1993 nominava un’apposita «Commissione giovani»,
composta di cinque persone, a
cui si dava mandato di organizzare per la primavera del
’94 un convegno «per l’elaborazione di proposte per migliorare il coordinamento delle diverse scelte ed esperienze
che lavorano nell’ambiente
giovanile». Per quanto la
Commissione abbia deciso di
far slittare la realizzazione del
convegno al prossimo inverno, un ottimo lavoro è già stato svolto in quest’anno: la
Conferenza ne ha avuto un
saggio interessante grazie
all’intervento di Attilio Scali
e Carlo Chiocchi, entrambi
membri della Commissione.
E sicuramente un tema «doloroso», per molte chiese,
quello del rapporto con i giovani, se è vero che troppo
spesso il terreno è accidentato
e pieno di insuccessi, e non
stupisce che spesso si tenda a
eludere il problema o semplicemente di ignorarne il peso.
Primo pregio dell’intervento di sabato sera è stata la tecnica usata per affrontare l’argomento: non abbiamo ascoltato alcuna relazione da parte
della Commissione giovani
ma (con sorpresa di buona
parte delle persone presenti)
siamo stati invitati a partecipare a un’animazione. Accanto alla tecnica, il contenuto
può avere ugualmente destato
sorpresa, visto che nelle due
ore a disposizione non si è
forse mai fatto accenno in
modo esplicito alla tematica
«Chiese e giovani», ma i
«giochi» proposti, e le brevissime riflessioni di Attilio Scali e Carlo Chiecchi, confluivano tutte verso il problema
specifico della comunica,: S
ne. Portare .IPattenri;”; ^
la Conferenza distretti
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rapporto fra giovani e chj
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trebbe essere affrontato a ^ ¿ 120 pia
ersi presupposti) ¿ ioprietà del ;
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utilmente
numerose suggestioni e spu„¡ ¿dinuove
di riflessione per il futuro »atto che al
E chiaro a tutti che, perciò ,„sono già s
avvenga comunicazione fra le
persone, non basta parlarci, (min di ierren
stessa lingua ed esprimersi cor
con chiarezza: il gioco di inte.
razione fra soggetti checomu- qu^
nicano mette in campo altri
presupposti, come la capacità lodo irr®P®r‘
di ascoltare, T interesse per (comproniett
l’altra persona, la capacità di Iti Ceñíroste
«decodificare» il suo messaj-1 - rileva cl
gio, la disponibilità a «depor. »priare il
re le armi» di fronte all’altroo pne non a
all’altra, il coinvolgimentofcvalutazio
emotivo fra gli interlocutori, di una precis
La comunicazione, insomma, icompiuta dt
non è mai un neutro passag- airaninistrazii
gio di informazioni: in con- di Rieri, scii
creto, un «test» proposto dai zionimafiose
due animatori ci ha fatto spe- interessi parti
rimentare come la comunica- to stati co
zione di un messaggio non una giusta v
possa mai essere completa- più corretta
mente fedele all’«originale» areedadest:
ma sia deformata inevitabii- economica e
mente dalla persona che parla, ________
dai suoi interessi, dalla sua
formazione, dalle sue aspettative ecc. Come non pensare
alle difficoltà e spesso al dist
gio che i giovani trovad
nell’ascoi tare il «Messag^
la «Notizia» comunica^
dagli adulti? Come no
sciarsi suggestionare (' "
che solo accettando 1
lità della propria «versitìie
dei fatti», mettendo in
so i propri presuppoÉripfS'
sa mettere in comunióne con
gli altri quel pezzetto di messaggio ricevuto?
Abbiamo ricevuto soló ri;
cuni spunti, un po’ indiretti
ma sicuramente effipci, ®
ci faranno ancora discupe,
forse più di quanto non si p
magini, nelle comunità o nei
gruppi giovanili: la speranza«
che, a partire anche da ques®
serata della Conferenza dell
distretto, cominci un dibattito
vivace sull’argomento.
La discussione attorno alia vita delle chiese e al «campo di lavoro»
Lo Spìrito chiama ancora, nonostante
le nostre grandi debolezze
GIOVANNI ANZIANI
«L!
o Spirito chiama ancora»; questo può essere il senso del dibattito in
Conferenza sul tema della vita delle chiese e del campo d
lavoro. Non si è discusso
semplicemente di copertura
pastorale delle chiese, anche
se rimangono problemi per
alcune chiese siciliane (molti
problemi per altro sono stati
risolti nella zona del distretto
sino in Calabria); la Conferenza si è soffermata sulle
problematiche del futuro delle nostre chiese.
Una bella esperienza è la
vitalità della chiesa che si
raccoglie a Palermo La Noce,
dove un folto gruppo di evangelici extracomunitari è entrato nella comunità permettendo un «essere chiesa insieme» tutto particolare: certo
non mancano problemi, soprattutto per i temi della accoglienza dei migranti. Nelle
nostre chiese pochi sono coloro che hanno sensibilità per
queste tematiche e l’impegno
di pochi deve ricevere la solidarietà di tutta la chiesa.
Qual è la progettualità delle
nostre chiese? Dove puntare
nei prossimi anni? Solo sulla
vita comunitaria? Come ripensare alla nostra evangelizzazione? La Conferenza ha
fornito solo alcuni spunti che
ritiene importanti per un dibattito ancora aperto. L’evangelizzazione è stata determinata come richiamo alla signoria di Gesù Cristo e che
conduce i credenti alla responsabilità. La comunità, altro tema di cui si è discusso, è
stata descritta da più voci come movimento più che come
«parrocchia», nella consape
volezza del ruolo «missionario» di ciascun credente. Riguardo alla predicazione e
agli studi biblici, se ne è ancora sottolineata la centralità
nella vita delle nostre chiese,
come parte fondamentale e
sempre da rilanciare.
Si è anche elencato una serie di priorità della Tavola
valdese, la quale ha recepito
segnalazioni dalla Ced e dal
comitato per le chiese siciliane: innanzittutto emerge
preoccupazione per la situazione pastorale a Palermo
Noce, Rie.si (soprattutto per la
cura pastorale di Caltanissetta, di Agrigento e Grotte) e a
Scicli. (Juest’ultima si appresta ad avere per il secondo
anno l’assenza di un pastore a
pieno tempo.
Non sono mancati in Conferenza segnali di sofferenza,
soprattutto nel constatare co
me comunità un tempo 1 ^
de oggi siano piccoli gW
devono essere aggregalo
munirà vicine (è il oas°
Grotte e di Agrigento). ^
In conclusione
cordare come questa
renza sia stata, tra quei'«
erta a
gli ultimi anni, molto ape
riflettere e a decidere or
sando la vita delle ori'®?®
progettualità evange
onore
arseti
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PAG. 9 RIFORMA
IV Distretto «
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Igimento «avalutazione tecnica bensì
rlocutori. liiana precisa scelta politica
insomma, tompiuta dalla precedente
3 passag- iiniministrazione del Comune
: in con- diRiesi, sciolta per intiltiapostodai zioidmafiose, volta a tutelale
fatto spe- interessi particolm che sarebomunica- to stati colpiti nel caso di
ggionoj una giusta valutazione sulla
omplela- più corretta ubicazione delle
riginale» aree da destinare all edilizia
levitabil- econonaca e popolare;
Foto aerea del Servizio cristiano di Riesi. L’area indicata nel cerchio è
- rileva che la realizzazione protetta da direttive della
e la gestione del Servizio cri- Cee, ha già prodotta una vasta reazione;
- chiede al Comune di non
dare esecuzione al suddetto
piano evitando che venga
portato alle sue estreme conseguenze quello che appare
come un atto di prevaricazio
stiano sono frutto di una cooperazione internazionale e
che le prospettive dello smantellamento di una parte dell’azienda agricola modello
del Servizio cristiano, condotta con criteri biologici e
quella prevista per l’esproprio
ne nei confronti dello stesso
Servizio cristiano;
- infine chiede alla nuova
amministrazione del Comune
di Riesi un preciso impegno
per la salvaguardia delFambiente e la valorizzazione di
un’opera sociale al servizio
della popolazione.
mento dell’Assemblea: si legge la relazione della Commissione d’esame
discu/o;
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11-14 anni):
^ Dalla: rnutaitaliana.
Rivf” Centro: AdelE? (ReW Cunierina - Sco^433 ^ ’ ® n- 0934
Incarichi '94-95
La Commissione esecutiva del IV
composta: Enrico Trobia, presidente;
nelli, vicepresidente; Karola Stobaus, Paolo Olivieri,
Francesco Sagripanti, membri.
La Commissione d’esame per la Conferen^ 1995 sara
composta da Giuseppe Ficara e Gianna Mazzarella,
supplenti Arturo Panascia e Gian Battista Scuden.
Rappresentanti valdesi eletti all’Assemblea ddla Feci:
Fabio Crucitti, Bruno Gabrielli,
scope Platone, Francesco Sagripanti, Teodop
Tosatti; supplenti Celio, Magri, Mastrototaro, Murgia,
Pons, Scali.
Rappresentanti metodisti eletti all’ Assemblea de
Fcei: Mirella Scorsonelli, Piero Trotta, Alluso Manocchio, Francesco Carri; supplenti Di Somma, Len
to. Fiorio.
Rappresentanti nel Comitato di Guardia Piemontese.
Ada Cavazzani e Paolo Monaco.
Rappresentanti nel Comitato di Bethel: Piero lerna e
Luisa Nitti.
Rappresentante nel Comitato di Adelfia: Giuseppe Fi
cara. - .
Elezione del Comitato della Casa di nposo di Vittona.
Mirella Scorsonelli, Beatrice Grill, Georges Paschoud.
Deputato del IV distretto al Sinodo: Marco Jourdan.
Interrogazione
Nessun
esproprio
dell'uliveto
Il senatore Paolo Bagnoli
ha rivolto un’interrogazione
urgente al ministro per l'Ambiente in merito alla vicenda
dell’esproprio parziale
dell’uliveto del Servizio cristiano di Riesi, che qui pubblichiamo.
«Premesso che
- nel Comune di Riesi in
provincia di Caltanissetta è
situata la sede del Servizio
cristiano, opera sociale che
fa capo alla Chiesa valdese;
- l’amministrazione comunale di Riesi è stata sciolta
con decreto del Presidente
della Repubblica per ragioni
di mafia;
- nel quadro di un vasto
esproprio della proprietà del
suddetto Servizio cristiano
per l’edilizia convenzionata è
previsto l’abbattimento di
120 piante di olivo per far
posto alla costituzione di sei
palazzine situate in discesa e
servite da un impianto onerosissimo di sollevamento;
- tale progetto ha sollevato
una dura protesta sia a livello nazionale che internazionale per il danno irreparabile
che provoca all’ambiente;
si interroga l’On. Ministro
per sapere quali provvedimenti intenda assumere per
evitare quanto previsto dal
Comune di Riesi peraltro
sprovvisto del piano regolatore generale».
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Conferenza del IV distretto
Le principali decisioni
SBrmone di prova di Bruno Gabrielli
L’assemblea inizia i propri lavori alle ore 17,30 partecipando al culto durante il quale il candidato al ministeio
Bruno Gabrielli svolge il sermone di prova sul testo di 1
Giovanni 4, 16b-21.
Presentazione del diacono Sagripanti
Il presidente della Ced presenta alFassemblea il diacono
Francesco Sagripanti il quale, avendo ricevuto appello
dalla Tv e avendo compiuto il periodo di prova, è stato assunto in servizio e iscritto nel ruolo generale quale diacono in servizio locale. L’assemblea si raccoglie nella preghiera di intercessione in vista del servizio al quale è stato
chiamato.
Solidarietà con il Servizio cristiano
La Cd manifesta la propria solidarietà al Servizio cristiano di Riesi nella sua azione di difesa connessa alla minaccia di esproprio approvando la mozione di cui all atto successivo. Chiede alla Ced di farla pervenire al più presto al
sindaco di Riesi. Raccomanda ai membri delle chiese del
distretto di scrivere al sindaco di Riesi (municipio, 93016
Riesi) manifestando solidarietà per il lavoro del Servizio
cristiano e opposizione all esproprio dell uliveto.
Cese
La Cd approva l’operato del Cese ed esprime riconoscenza a tutti coloro che vi operano offrendo il proprio servizio per venire incontro alle esigenze quotidiane dei migranti e delle loro famiglie.
Solidarietà con il Centro diaconale
A vent’anni dall’inaugurazione del Centro diaconale, la
Cd gli esprime e gli assicura la solidarietà delle chiese nella fiducia che le presenti difficoltà ambientali possano essere pienamente superate e nella certezza che il Signore
non ci farà mai mancare la sua grazia.
Chiesa di Grotte
La Cd, constatata nella chiesa di Grotte la continuata carenza dei requisiti richiesti da R04/1977 art. 2 con particolare riferimento ai comma b), c), e d), considerato il permanere di detta carenza da oltre 3 anni, decide di incorporare detta chiesa nella diaspora della chiesa di Agrigento.
Commissione «Chiese e giovani»
La Cd nomina una commissione con l’incarico di organizzare un convegno sul tema «Chiese e giovani», entro la
prossima Conferenza, nelle persone di Amos Can'i, Carlo
Chiecchi, Ester La Fata, Attilio Scali, Bruno Gabrielli.
Lavoro a favore degli immigrati
La Cd, discusso il fenomeno dell’immigrazione e preso
atto della sua consistenza attuale e dello sviluppo futuro,
chiede alle chiese di intraprendere o di approfondire esperienze di lavoro in favore degli immigrati, connotate da
politiche di forte accoglienza e di integrazione, capaci di
porsi e di agire anche come prevenzione e argine al razzismo.
Situazione socio-politica del paese
La Cd, tenuto conto della discussione svoltasi intorno alla parte introduttiva delle relazioni Ced e Cde e dello sforzo di analisi e di indicazioni in esse espresso, suggerisce
alcune linee di approfondimento, che prendano in considerazione;
a) l’enorme massa di interessi economici, di cui sono
portatori da una parte i ceti medi e dall altra la mafia. Sia
gli uni che l’altra sono alla ricerca di un referente politico
nuovo e sicuro;
b) la crisi culturale della sinistra in ritardo nella elaborazione delle risposte in rapporto ai grandi problemi posti
dall’epoca post-industriale, quali quelli dell'occupazione,
della cooperazione internazionale e della qualità di sviluppo; mentre si attiva la proposizione di una monocultura a
forte connotazione controrifomiista;
c) la costruzione del consenso avviene con maggiore
profitto meno attraverso il «fare e dare», più servendosi
dei mass media e principalmente della televisione. In questa situazione la Cd avverte il dovere di chiedere alle chiese la vigilanza sull’evolversi della società italiana e l'assunzione di un orientamento posto al centro della loro
esperienza di evangelizzazione, così caratterizzato: 1) essere luogo di democrazia; 2) essere luogo di criticità; 3)
essere laboratorio di teologia e di resistenza.
La Cd desidera esplicitare che «resistenza» vuole indicare una serie di interventi, anche in collaborazione con altri
soggetti sociali, capaci di creare una rete di protezione e di
difesa dei diritti di cittadinanza dovunque siano pregiudicati e manomessi.
Messaggio alle chiese
La Cd, dopo un'analisi socio-politica del momento attuale del nostro paese, ha affrontato il tema della vita delle
chiese pervenendo alle seguenti indicazioni:
a) la comunità locale deve rimanere elemento primario
per la testimonianza che deve all'Evangelo di Gesù Cristo
rispetto alla molteplicità di incarichi che assorbono tempo
ed energie di pastori e laici;
b) i credenti devono riscoprire l’essenzialità della testimonianza personale perché è l’annuncio dell’Evangelo che
porta alla trasformazione degli uomini e delle donne e, di
riflesso, a quella della società;
c) la chiesa deve esprimere attraverso un lavoro di aggregazione e di accrescimento la propria vocazione missionaria onde realizzare la benedizione della vita comunitaria.
14
PAG. 10 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Scuole domenicale del Nord-Est
In festa a Marghera
PIERDAVIDE COISSON
Aver accettato di passare
alcune ore allegramente
in treno ha permesso alle
scuole domenicali del NordEst di incontrarsi per una
giornata di festa a Marghera il
15 maggio. Ci siamo riuniti
nella chiesa battista, dove il
culto è stato tenuto dai bambini e dalle bambine: Pordenone
aveva preparato la prima parte
del culto con letture, canti e
preghiere. Le tre scuole domenicali di Trieste si sono occupate di preparare la predicazione (drammatizzata in una
prima parte), che intendeva
essere una conclusione al lavoro che quest’anno è stato
fatto sulla preghiera: il culto è
terminato con preghiere delle
ragazze di Udine, un canto dei
più piccoli di Rovigo-Ferrara,
e la benedizione di MestreVenezia. La giornata è proseguita all’aperto nel bel giardino intorno alla chiesa: non
siamo stati troppo educati nei
confronti delle piante che vi
crescono, ce ne scusiamo
molto con la comunità di
Marghera, che ci ha accolto
calorosamente e che ringraziamo molto. Nel pomeriggio
i bambini hanno partecipato a
una caccia al tesoro organizzata dai giovani di Venezia,
mentre i monitori mettevano
insieme le loro considerazioni
dopo questo primo esperimento nel coordinarci. Ci ha
rallegrato vedere giocare 50 e
più bambini, se pensiamo che
normalmente le nostre scuole
domenicali sono costituite da
6-7 bambini. Intendiamo continuare ad avere un lavoro
comune fra monitori e anche
con i genitori di bambini che
vivono nella diaspora e non
possono andare a una «vera»
scuola domenicale. Arrivederci al nostro prossimo incontro dei monitori a metà
settembre, prima di riprendere con i nostri ragazzi.
Teatro alla Chiesa battista di Matera
«La scintilla 93»
MARIA PAPAPIETRO
Vuole diventare tradizione, per la Filodrammatica «La scintilla 93» della
Chiesa battista di Matera,
presentare per il 14 giugno
(giorno in cui nel 1992 tutta
la comunità ha gioito per
l’inaugurazione del nuovo locale di culto) una rappresentazione teatrale, anticipata
quest’anno per la coincidenza
dell’Assemblea generale
dell’Ucebi.
Il 29 maggio quindi, dopo
un’introduzione del past.
Martin Ibarra, preceduta da
canto e preghiera, la filodrammatica ha interpretato
nei locali della chiesa battista
di via Gravina La torre sul
pollaio, commedia in tre atti
di Vittorio Calvino. Erano
presenti per questa occasione
anche fratelli e sorelle delle
chiese consorelle di Altamura, Miglionico e Santerano, e
insieme abbiamo vissuto questi momenti in un’atmosfera
allegra e spensierata. Al termine dello spettacolo, tra
l’altro, la giovanissima Mariella Coretti ha donato tre
boccioli di rose a ogni protagonista e a coloro che hanno
collaborato per la perfetta
riuscita di questa giornata,
come segno di amore e ringraziamento della comunità.
La filodrammatica è una
delle attività di maggior rilievo nella chiesa; è sorta
nell’ambito dell’Unione gio
Un anno di attività della Chiesa battista di Reggio Calabria
Testimonianza rivolta alla città
ENZO CANALE
E tempo di consuntivi e
questa corrispondenza
dalla comunità battista di
Reggio Calabria vuol essere
un modo di presentarsi ma
anche una raccolta di materiale per la riflessione per
l’estate che si avvicina.
Alla fine di ottobre la compagnia dialettale di Lentini ha
presentato sul palcoscenico
del Centro «Martin Luther
King» il pezzo teatrale «Po
Signuri nun c’è masculu né
fimmina», di Enzo Caruso, riguardante la condizione femminile. La rappresentazione è
stata non solo un’occasione
per incontrarsi con i fratelli
valdesi e di altre comunità
evangeliche ma anche per
presentare a simpatizzanti e
invitati la nostra lettura
dell’Evangelo a proposito di
un argomento così vivo e
coinvolgente.
Un’altra occasione di incontro è stato il concerto di
Natale tenuto dal soprano
Anna Crabb e dal chitarrista
Nello Alessi che si è tenuto
nella chiesa e si è dimostrato
un evento culturale cittadino
e ecumenico: il pastore loca
le, cioè chi scrive, ha spiegato
la manifestazione come
un’occasione per gustare il
«gospel» nello stesso ambiente in cui è nato, in una chiesa
evangelica; il neoeletto sindaco, prof. Italo Falcomatà, si è
compiaciuto di essere presente a una manifestazione culturale in un contesto cittadino
di solito laico o cattolico.
Tra dicembre e febbraio,
ancora nel Centro «M. L.
King» si è svolta la stagione
concertistica organizzata da
un circolo cittadino: è stato
un valido momento culturale
perché la chiesa ha offerto a
numerosi giovani che annualmente vengono licenziati dal
locale conservatorio un palcoscenico da cui poter manifestare un talento spesso notevole.
La comunità ha messo i locali sociali a disposizione del
Movimento federativo democratico, la cui sezione del Tribunale per i diritti del malato
(presieduta dal fratello Pino
Canale e che si avvale di volontari anche non evangelici)
è particolarmente attiva in
una città in cui la sperequazione e il sopruso sono subiti
come mali necessari. Il Tribu
Sabato 25 giugno — VENEZIA: Alle ore 17,30, presso il
tempio valdese di palazzo Cavagnis, si tiene un concerto di Daniela Macchioro con la corale battista di Pordenone e Aviano.
Domenica 26 giugno — NAPOLI: Alle ore 11 il prof. Paolo
Ricca predicherà nella chiesa battista di via Foria 93: seguirà
un’agape fraterna.
26 giugno - 10 luglio — MILANO: Proseguono presso il
teatro «I» (via Gaudenzio Ferrari 11, con ingresso da via Conca
del Naviglio) le repliche dello spettacolo «La porta del sangue»
su testo di Angelo Giaccone e regia di Mario Montagna, dedicato ai massacri dei valdesi di Calabria. Feriali ore 21,15; festivi ore 18 e 21,15: ingressi £ 20.000 (ridotto 16.000). Per prenotazioni (obbligatorie) tei. 02-8323156 o 58319101.
naie svolge un’opera assidua
e costituisce un punto di riferimento concreto per quei cittadini che oltre alla malattia
devono sopportare l’arroganza del personale sanitario e
della burocrazia.
È in atto anche l’avvio della costituzione di un organismo per l’assistenza degli immigrati: l’esigenza viene a
porsi dal momento che un
folto gruppo di battisti filippini ha aderito alla comunità.
Nei locali della Chiesa battista si svolgono poi le riunioni del Sae: la sezione reggina,
presieduta dalla sorella cattolica Francesca Mele, sta svolgendo un lavoro attento e paziente in un ambiente che trova resistenze da tutte le parti
e che ha bisogno di intelligenza e rispetto, virtù che sinora non sono mancate. L’incontro annuale di preghiera
per l’unità dei cristiani è già
da tempo un evento comunitario in cui le due chiese, battista e valdese (a cui si è unita
da qualche anno una chiesa
evangelica libera), si incontrano con una grossa rappresentanza cattolica presieduta
dall’arcivescovo.
Così abbiamo riassunto le
attività di testimonianza e di
presenza nella città: tenteremo prossimamente un consuntivo della vita interna della comunità e della sua attività evangelistica.
vanile, con una partecipazione attiva di 16 componenti; è
stata seguita con impegno dal
fratello Michele Mattone,
della chiesa battista di Santeramo che da un anno, senza
interruzione, ha curato la regia con notevole maestria,
ma non solo... ha trasmesso a
questi giovani il suo entusiasmo, la sua competenza e la
sua passione per il teatro e la
recitazione.
Attualmente «La scintilla
93» ha già nel suo repertorio
tre commedie e due di esse
sono già state presentate con
successo in alcune delle chiese evangeliche della Federazione di Puglia e Lucania.
Inoltre domenica 8 maggio la
filodrammatica si era recata a
Peschici (Fg) e nel primo pomeriggio aveva interpretato
l’atto unico di Vittorio Calvino Così ce ne andremo in
una piccola comunità battista
da poco sorta, formata da
gente giovane e meno giovane, vivi nella fede, e desiderosi di ascoltare la buona notizia dell’Evangelo.
«La scintilla 93» è grata al
Signore per queste belle
esperienze, e ha presente
l’impegno di continuare a
rappresentare queste commedie ricche di significato, con
la prospettiva che con l’aiuto
dello Spirito Santo possa
portare frutto nella propria
vita personale e in quella degli altri, come un seme che
germoglia.
Incontri a Riesi
Contro
la guerra
e il razzismo
Sabato 25 e domenica 26
giugno si svolgerà, presso il
Servizio cristiano di Riesi, il
terzo incontro regionale dei
gruppi antimafia in collaborazione con le chiese evangeliche valdesi, metodiste e
battiste della Sicilia, il centro
San Saverio di Palermo,
l’Arci Sicilia, la Casa della
solidarietà di Catania, il giornale «I siciliani», il Comitato
obiettori spese militari sul tema: «Contro la guerra, contro
il razzismo». L’incontro inizia alle 16 di sabato con una
serie di relazioni introduttive
di: G. Platone su «Perché
quest’iniziativa»; U. Santino
del centro «G. Impastato» di
Palermo su «I nuovi scenari
internazionali»; A. Mazzeo
su «Il movimento per la pace
in Sicilia tra crisi e nuove
identità» e A. Di Stefano su
«Il senso del vertice G7 di
Napoli».
Dopo le relazioni si formeranno quattro gruppi di lavoro su enti locali, cultura, razzismo, ex Jugoslavia; rincontro si concluderà domenica
alle 18 con la presentazione
dei documenti elaborati dai
gruppi di studio. Iscrizioni
presso il Servizio cristiano:
0934-928123; l’incontro è
pubblico.
PROTESTANTESIMO IN TV
Lunedì 27 giugno, ore 9 circo - Roidue
Attualità evangelica
in questo numero
• Evangelizzazione in Val di Susa
* La Chiesa cristiana avventista del 7° giorno
•«1+1 »; risposte aalle domande dei telespettatori
VENERDÌ 24
MOTTOLA — La comunità battista di Mortola ha
25 al 29 maggio gli studenti in teologia Stefano
la sua compagna Hélène: Stefano ci ha guidati dp h"*®
coledì con studi biblici a sfondo storico-religioso*^°'^^‘'*'i
sterità e compostezza nei culti delle due domenich
nanratn Hi f»ssf>rp anrhp Irnnir'r, a _______________ li
non ha mancato di essere anche ironico e
soprattutto
ad includere col proprio linguaggio il genere
quanto quello femminile, sottolineando
l’universalità del messaggio evangelico
^ costantenii
30 ant
'di evang
(jiesa rii
i nostri auguri per il buon proseguimento
Mercoledì U
:aStefanoe»;;:;ett
o degli studi, V„£ontri
giugno hanno avuto luogo le nozze di JLi vicint
Campanella e Nunzia De Carlo: il matrimonio, «stivi
iril-v
interconfessionalmente dal pastore Massimo Aprii ”V'*amente
svolto con la partecipazione di don Domenico e poi
ciamo i più calorosi auguri per una vita coniugai« Jonit
^®^^ogale quotiiii. ho soguit
namente vissuta nell allegna e nell’amore di Dio. di Pen
• Domenica 5 giugno abbiamo avuto la grande f ' ™
il frana
triplice presentazione: Sara, Simona e Rossana“sono"S nessuna
infatti, presentate alla comunità dal pastore Massimo l’avevo
le. Dopo il culto abbiamo condiviso una
pe: siamo riconoscenti al Signore per tutto e, impegnane |lapalissia
nel seguire sempre con cura e affetto queste piccole noi e
ghiamo affinché le protegga e le guidi per mezzo delle SS hanno
famiglie, (v.m.). »unpe
CATANZARO — Domenica 22 maooin liopno per
sa valdese di Catanzaro, con una certa commozione, ha ai
^ILijgelico it
la nostri
letà, esse:
iStica in
22 maggio (Pentecoste) la (^H- P
m una certa commozione, ha aiS,mo Li
messo per la prima volta alla Santa Cena i bambini
bambine della scuola domenicale e i ragazzi e le rag
del catechismo: il locale Consiglio di chiesa era giunto a3
le decisione al termine di una discussione incoraggiata#
solo dal recente invito sinodale, ma anche dalle domandent c no i
alcune alunne della scuola domenicale di famiglia aofhi«se
evangelica. Della preparazione si sono fatte carico le moni!!'!!Low
trici insieme con il pastore, insistendo soprattutto sul signiL „oLo di
ficaio della Santa Cena come Cena del Signore alla *
tutti sono invitati, come annuncio del supremo attod'ainoit^iii’j^tern'
di Dio verso l’umanità intera, ovvero come dono graié Ujcgnon
di sé, della propria persona (il corpo) e della propria vita pareti
sangue), in Gesù Cristo. La Santa Cena, si è detto e ripeta- ”X.n k
to, non è per quanti si reputano buoni, sani, pienamet^ jLneficc
consapevoli e in pace con Dio e con le sorelle e i frateijj^ijij j^ess
della propria comunità, ma al contrario per quanti davanti n,,,
Dio crocifisso per amore sanno guardarsi per quel che sono; 4 j
riconoscendosi cattivi, malati, ignoranti e bisognosi di nconciliazione. Sulla medesima falsariga si è sviluppatali
predicazione del culto di Pentecoste (I Corinzi 11,28-25), ujhberoessí
nel corso del quale la comunità ha pure accolto congioiala p,
confermazione della giovane Emanuela Riverso. pp^
PONTICELLI — In un’atmosfera di grande gioia e como- comuneiovii
zione la chiesa metodista di Ponticelli e tutta la diaspraca- Pet conto
sertana, domenica 5 giugno, si sono strette intorno ai jnat- pita ih vedei
tro giovani che hanno chiesto di far parte formalmenfctt wvYmen:
comunità: Elvira Migliaccio, Patrizia Romano, Vince» l'h, pei ci
Tammaro e Antonio Maiello hanno dato la lorotestira(> '’on mattir
nianza attraverso un intenso intervento rivolto allacofflrilà PC “J incoi
in cui hanno raccontato il loro percorso di fede. IfaP™' ™adi
provenienti tutti da esperienze cattoliche, hanno maturato la E“™ atroci
loro fede tramite contatti con alcune opere sociahevangeli- acuì u
che, in particolare con «Casa mia» e il Centro di Ecumene, pe religi
La gioia che la comunità ha vissuto durante il culto c® jinestic
Santa Cena è stata grande anche quando il pastore Aquila- e oront
te ha sottolineato e ricordato con forza, in un passaggio® ®
suo sermone, che «chi ama Dio ama il prossimo». E questa
una strada da percorrere e non evitare. Dopo il culto la giot ,
nata si è conclusa con un’agape fraterna che si è tenuta nei .... ™ 0
locali del Centro culturale «E. Nitri ®
• «Ponticelli
101)
quale futuro?», «L’Europa dopo il seguivano h
guerra in Jugoslavia», «Cristiani, politica, società», <4®’
Ha dopo il 27 marzo»: sono questi i titoli degli ' Personaln
battito tenutisi negli ultimi mesi presso i locali della cW» ^
metodista di Ponticelli, organizzati dal Centro rione «Com
cultura. Hanno animato i dibattiti Sergio Aquilante, ■
na Ciappa, Giovanni Squame e Biagio De Giovanni: u®(|, ^
mancata la partecipazione dei rappresentanti seto ancor
realtà locali con cui si è potuto sviluppare un
aperto e libero sui temi proposti. Queste attività cultu
inseriscono nel progetto di evangelizzazione voluto d P
store Sergio Aquilante insieme alla comunità e hann
scopo di segnare, far vivere e conoscere la presenza '
gelica nel quartiere. Pur essendo una piccolissima nun^^^
za nel quartiere, siamo convinti che è nostro dovere
einmal
chiede
credenti fare la nostra parte nella società civile dan
ita della vita culturale e sociale 0'
contributo alla crescita della vita culturale e
ticelli. (s.c.).
ZURIGO — Il culto di Pentecoste è stato un
nella vita della comunità, che ha ascoltato la professi ^
all]
I ricor®
fede di Anna e Mario Di Stefano che ci hanno
che lo Spirito del Signore opera come e quando vuolCi
ma alla fede e ci raccoglie intorno alla sua Parola.
• Il mese scorso è deceduto a Vienna il fratello
cassiere, Guglielmo Semadeni; a San Germano
dove si era trasferito a tempo, è deceduto il ^Met
no Schwick; siamo vicino ai familiari con ^Ef^’^Larsa
in quest’ora di lutto. Ricordiamo inoltre la
pastore Peter Walss, a cui la nostra comunità era &
antichi e solidi vincoli di comunione fraterna.
• L’assemblea di chiesa del 15 maggio, più
solito, ha proceduto all’elezione di due nuovi m
Consiglio, Paola Blattmann De Paola e R®"*®
" 11
;ell|
che sostituiscono Carmelo Giuffrida e Lidia ^^^' i '■
mandati erano scaduti. L’assemblea ha anche e
deputati alla Conferenza distrettuale di V^llectos ’ j,.
Catalano e Renato Diibendorfer (supplente
Bodmer) e al Sinodo, Maurice Bodmer. ,
• Domenica 26 giugno verrà presentata al batt^®' (n
D’Episcopo e ci rallegriamo di poterla accogli^
stra comunità.
FIRENZE — I ragazzi della Cooperativa
Barberi» hanno inaugurato domenica 19 giugno
mercato dei prodotti delle loro attività.
«Gaet®
una*
15
,}o/ir,lUGNO 1994
Pagina Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
lo Poji
per due _
•so e con
■niche, u,
‘Putto atij»
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stante
ino e
studi.
rt, 30 anni fa la mia li
¿ evangelica cresciuta
iesa riformata france
ino e Hé^¿ermetteva di seguire
iJiincont- .
izze di i^-i vicino a Lione sia i
^contri ecumenici non
iiiiLi^i vicino a Lione sia i
io-celeSSi estivi Gbu ^ j^alia,
Apriie^amente guidati da due
Danza.tfi,epoi Agape^Per un
ale quou^ho seguito la Chiesa dei
0- M di Peiaigia, dove insegioiadilwilfen^^^^’ perche non
a sono s?^ssuna chiesa va dese,
•ssimoSl’avevo trovata! anno
itissima a Catania.
npegnanSThp^l's^t“"" dire che o
Piccole iBMiiiodi noi e ogni nostra coZO delle uB hanno una formazione
____HlVPTQn*
\ WÓo per questo che ab
^ bisogno di incontrarci
ione, ha„<.1 nirmlo monde
un percorso diverso;
quanto le nostre traduzioni
della Bibbia continuano a incidere negativamente sulla
mentalità corrente nei confronti delle donne (Adamo
non viene tradotto creatura
terrestre; Spirito Santo viene
tradotto al maschile); si dimentica che le discepole di
Gesù hanno ricevuto da Cristo il mandato di andare a
evangelizzare i loro fratelli
con l’annuncio della risurrezione... Poi certi argomenti rischiano di nuocere alla causa
delle donne anziché favorirla.
Sarebbe interessante se altre persone della Chiesa dei
Fratelli potessero intervenire
in questo dibattito. Una decina d’anni fa ho partecipato
con piacere all’incontro Fratelli/valdesi a Pravernara, e
sono convinta che continueremo a arricchirci, confrontando le nostre diversità e servendocene per testimoniare
meglio ciascuno dove è chiamato a farlo.
•ambirli c
e le ragi
• giunto a laj
raggiata
; domanè
amiglia no^
àco le moni.
tto sul
„.atto nel piccolo mondo
¡¡elico italiano, e attra\ nostra volontà di soetà, essere una presenza
„distica in un paese che ne
"bisogno, come società e
»chiese, convinti della
nttni provvisorietà rispetto
di Dio per l’uma
Marie-France
Maurin Caisson - Trieste
uaiu
•ttod’amoa un’interno della Chiesa
Mo grsrtyijjjj QOji tutti sono dello
opria vita(Ijijjjp parete; il pluralismo
!tto e ripeta-jtjjgeiieo, lo spirito di ricerpienameniejjjljjQefico per tutti. Nella
e e i fratelli lijjjjjj stessa abbiamo per
ntidavaitiijjjupie ¿ue racconti della
rei chesmo, (.[erione, 4 Evangeli diversi,
•posi di n- Lj vanetà delle chiese proteviluppatali ji eui ci accusano, po11,28J), essere la nostra riccon gioiala gg ci si isola, altrimenti può essere la nostra
a e conno- comune rovina,
diaspea- fot conto mio, mi ero sturmoai'pt- pila fi vedere nel programma
Imenletóla fcàVwmadi voci femmi0, VinccKO fili, per cui Pentecoste ’94
oro testiiiio- '•oa ® attirava, ma questo tifflilà PC di incontri è importante
- nell’Italia di oggi, e con una
petra atroce alle nostre porle, da cui non sono assenti
¡Ecumene, aspetti religiosi,
culto con fa questione delle donne e
■e Aqfilan' fife loro ricerche è una congsaggiodel s^guenzadel modo di vivere
». E ques® fife nostra società di tipo parilo la gi®; in cui molti cristiani
La storia
di Tresanti
dai coniugi Sansone, avrebbe
continuato a esserlo. Anche
qui c’è stato un certo distacco
delle comunità fiorentine
dall’attività di quest’opera.
Quando la Tavola, giustamente preoccupata di accollarsi un’altra opera simile alle
tante che stava e sta gestendo,
chiese al Concistoro valdese
e ai Consigli metodista e battista se si impegnassero a sostenere tale iniziativa, mi risulta che solo il primo abbia
accettato.
A questo punto furono gli
stessi coniugi Sansone che,
stanchi di molti anni di lavoro, cercarono un’alternativa e
chiesero alle comunità svizzere se potevano continuare a
sostenere tale attività. Così è
stato: speriamo, come viene
detto nell’articolo, che questa
struttura possa continuare,
anche con i nuovi gestori, a
essere un punto d’incontro
delle comunità fiorentine come, nonostante alcune incomprensioni, lo è in effetti stato,
e che il suo ruolo nel Comune
di Montespertoli, come testimonianza delle comunità protestanti, non venga disperso.
Anna Vezzosi
Sesto Fiorentino
tenuta nei hanno colto il messaggio
•“liberazione che Gesù e i di
989», «b **^^f?** ® discepole che lo
à» «L'I®' hanno vissuto nella
iconm-Ji-^ dell secolo.
nconin-“' „ - ^
ella chi® .''tonalmente, dopo 10 an
___m fi imnpcTnr» ...aaaaaaaì..
impegno nella commis■ ^Comunità delle donne
niiii nella chiesa»,
[lediverst“'e^'zzato quanto può esconfrcilÌjZ^ ?®eorn lunga la strada
'ultuialbi, •?niane da fare. Possia
• chieder
'ci per esempio
Sono membro della Chiesa
valdese di Firenze e sono stata nel Concistoro per 15 anni,
fino a pochi mesi fa; ho quindi vissuto, anche se non di
persona, la vicenda della casa
comunitaria di Tresanti. Leggendo l’articolo di Andrea
Ribet nel n. 19 del giornale
mi hanno colpito molte inesattezze che penso sia giusto
rettificare.
Leggendo l’articolo si ha
l’impressione di una stretta
collaborazione tra il gruppo
di don Mazzi dell’Isolotto e il
Centro sociale evangelico,
durante gli anni ’60: questi
rapporti possono esserci stati,
ma non certo come collaborazione continuativa per comuni iniziative sociali.
La storia della casa, comprata nei primi anni ’70, si distacca da quella del Centro
evangelico e svolge una sua
attività indipendente dalle attività sociali del Centro stesso. Qui devo confessare che
non siamo stati capaci, come
comunità, di essere realmente
vicini a Sara e Leopoldo in
quegli anni difficili, anche se
alcune persone li hanno sostenuti con affetto.
Viene inoltre detto che la
casa viene ceduta per motivi
finanziari. Ciò non è assolutamente vero: quando è avvenuta la cessione la casa era in
attivo di 25 milioni circa, e
continuando la gestione come
era stato fatto in quegli anni
Predicatori
0 pastori
locali?
La proposta fatta da Giorgio Spini {Riforma n. 20) che
si chiarisca meglio la funzione che i predicatori locali
hanno nel campo dell’evangelizzazione merita tutta la
nostra attenzione. Finora essi
(detti anche laici e liberi per
il teorema delle tre «1») hanno potuto espletare la loro vocazione soprattutto nel culto
domenicale e quasi esclusivamente in sostituzione dei pastori titolari: donde l’appellativo piuttosto ironico di tappabuchi.
Attualmente i predicatori
locali sono stati immessi in
una specie di «ruolo» a partire dal 1980 e sono rappresentati dall’Unione predicatori
locali il cui presidente (o chi
per esso) ha voce consultiva
nei nostri sinodi. In data 15
maggio 1989 erano in numero di 127, ma nell’elenco aggiornato al 31 gennaio 1992
erano calati a 116, suddivisi
nei 16 circuiti secondo la ripartizione seguente; 2 nei circuiti 1, Xlll e XV; 5 nel 111; 6
nei circuiti II, VII, Vili e IX;
8 nel XVI; 9 nei circuiti VI,
X, XII; 10 nel IV; 11 nel
XIV; 12 nel V; 13 nell’XI.
Se Spini, ricordando gli helpers wesleyani, auspica che i
predicatori locali vengano inseriti in un’area di diaspora
nel quadro delle attività delle
comunità e dei circuiti, per
conto mio tornerei su una proposta già fatta nel passato:
cioè sia prevista per essi, al
termine del loro tirocinio di
preparazione, una specie di
consacrazione pari a quella
dei pastori, da farsi ovviamente a livello di circuito o di
distretto. Si dovrebbe anche
ovviare all’anomalia di predicatori locali che, a dispetto
del loro specifico ministero,
non ricoprono spesso alcun
ruolo di rappresentanza nei rispettivi Consigli di chiesa.
Fermo restando che in questi ultimi i vari ministeri (pastore, anziano, diacono) sono,
o dovrebbero essere, tutti
«primi inter pares», il predicatore locale consacrato potrebbe «sedere» accanto al
pastore. D’altra parte, se gettiamo uno sguardo a I Corinzi
12 e 14, ci dobbiamo chiedere in quale categoria di doni e
ministeri possiamo collocare i
predicatori locali.
Giorgio Spini è giustamente
problematico, dubitando persino che quello che i predicatori fanno sia uno dei ministeri di cui parla il Nuovo Testamento: io li metterei tra i
«profeti» (I Corinzi 12, 28),
quelli cioè a cui è stata data
insieme «parola di sapienza»
e «parola di conoscenza» (I
Corinzi 12, 8), discernimento
degli spiriti (12, 10), linguaggio di edificazione, di esortazione e consolazione (14, 3).
Che cosa allora li distinguerebbe dai pastori? Nulla,
se non il fatto che il ministero
del pastore è a tempo pieno.
Partecipazioni
RINGRAZIAMENTO
«Il cielo e la terra
passeranno,
ma le mie parole
non passeranno»
Luca 21,33
I familiari del caro
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Aldo Gerire
profondamente commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro caro, nell'impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano di cuore tutti coloro che con
scritti, parole di conforto e partecipazione hanno preso parte al
loro dolore.
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi ai monti,
donde mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dall'Eterno,
che ha fatto il cielo
e la terra»
Salmo 121,1-2
Un ringraziamento particolare
al reparto oncologico dell'Ospedaie civile E. Agnelli, all'Ospedale
valdese di Pomaretto, al medico
curante dott. Del Din, ai pastori
Mazzarella e Ribet, alla banda
musicale di Pomaretto e a tutte le
associazioni intervenute.
Pomaretto, 10 giugno 1994
I figliocci Emilia, Roberto e famiglia del caro
Italo Hugon
commossi per la dimostrazione
di affetto e solidarietà ricevuta,
ringraziano tutti coloro che sono
stati loro vicino prendendo parte
al loro dolore.
Un particolare ringraziamento alla dott. Ornella Michelin-Salomon, ai pastori Rostagno e
Tourn, al gruppi Ana, Cai, Pro Loco Torre Pellice, Società operaia,
Adi e alla corale valdese.
Torre Pellice, 22 giugno 1994
I necrologi si accettano
entro le 9 del lunedì. Tel.
011-655278 e (fax) 657542.
Ricordano con affetto il caro
cugino
Italo Hugon
Niny e Piero Boér con i figli
Claudio, Silvio e rispettive famiglie.
Torre Pellice, 22 giugno 1994
Giovanni Gönnet
Roma
Il clic
di prima pagina
Il «Villaggio globale»
di oggi e del futuro prevede, fra l’altro, una sempre
maggior diffusione e versatilità dei sistemi di controllo a distanza. Dalle
centrali operative si possono tenere sott’occhio i
mercati finanziari come la
meteorologia o le strade.
In questa foto di un centro
di controllo stradale a
Tokyo convivono la rappresentazione grafica della pianta e il video.
Riforma
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
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VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
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Busetto, Luciano Cirica, Alberto Corsani, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo, Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nini, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Gian Paolo Ricco,Giancarlo Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Marco Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele
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GARANTI; Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bruno Rostagno
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n, 176
del 1“ gennaio 1951, responsabile Franco Giampiocoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 6 marzo 1993.
Il numero 24 del 17 giugno 1994 è stato consegnato per l’inoltro postale all'Ufficio CMC
Nord, via Reiss Romoli 44/11 diTorino mercoledì 15giugno1994.
»
Tempo d’estate.
Tempo di regali per figli e nipoti che sono
promossi, che hanno superato la maturità,
che ottengono la laurea ecc
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□ per 6 mesi, fino al 31 dicembre 1994,
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Sottoscrivo un abbonamento a Riforma -t- L’eco delle valli valdesi per
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Ho versato l’importo di lire
sul c.c.p.
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via Pio V 15 bis, 10125 Torino in data_______
16
PAG. 1 2 RIFORMA
Cultura
L'artista ebbe in animo per molto tempo di lavorare al soggetto della resurrezione
La giustificazione per grazia coinvolse
e influenzò la personalità di Michelangelo
ELIO RINALDI
Prima di tradurre con la
tecnica dell’affresco la
sua indomabile «terribilità»
interpretativa nel celebre Giudizio universale della Cappella Sistina (oggetto di note
controversie tra le blasfemie
e lo spirito della Riforma, v.
il n. del 13 maggio scorso,
Michelangelo, come libero
credente della Chiesa «ufficiale», fervente polemico savonaroliano, avrebbe voluto
dipingere una più personale
testimonianza di fede con una
«Resurrezione».
Gli studiosi ci dicono infatti
che il 22 settembre 1533 Michelangelo si sarebbe trovato
a S. Miniato al Tedesco (tra
Empoli e Fucecchio) e con
Clemente VII avrebbe scelto,
tra gli altri temi, proprio quello da lui immaginato. In una
lettera del 20 febbraio
dell’anno successivo, lo stesso Buonarroti riporta tale notizia, anche se vari critici dubitano se si volesse riferire alla resurrezione dei morti (che
avrebbe dipinto poi, 1536-41,
nella zona inferiore, a sinistra,
del Giudizio) o alla gloriosa
resurrezione del Cristo.
Si è propensi però a ritenere che il soggetto valesse più
per il concetto generale, sentito come intima aspirazione
dell’artista, quale grido cioè
di libertà dal «soverchio»' ma
soprattutto come severa ammonizione e sogno di resurrezione contro la corruzione
dei tempi, «...mentre che il
danno e la vergogna dura»^,
in particolare della curia romana; sarebbe stata la ribellione e l’agognato risorgere
libertario riformistico di fronte al clima clericale romano,
retrivo a ogni pericolosa novità: sentimenti questi che ritroviamo ben espressi anche
negli affreschi della Cappella
Paolina (1542-50), dove al
tema concordato della Consegna delle chiavi Michelangelo, certo con riferimento autobiografico (dopo gli incon
Mlchelangelo: «Conversione di Sauio»
tri con la poetessa Vittoria
Colonna) preferì la conversione di Sauio che riconosce
gli errori della sua vita nell’istante della cecità.
Occorre tenere presente
che negli incontri platonicospirituali con Vittoria Colonna, prima nella chiesa di San
Silvestro al Quirinale’ poi nel
Cenacolo valdesiano di Napoli, il Buonarroti approfondì
le convinzioni della sua fede
attraverso la lettura e la meditazione delle Epistole di
Paolo sulla problematica della salvezza per grazia e non
per opere. In un disegno per
una Resurrezione di Cristo
(Parigi, Louvre) vediamo una
figura allegorica di un uomo
volto in alto da un’attrazione
trascendentale verso la luce,
sospinto da una potenza energetica insita dal primo soffio
vitale di origine divina“*.
Certo è che la «conversione» religiosa dell’artista fu
determinata e maturò proprio
attraverso il dialogare con
Vittoria Colonna: fu allora
che egli avvertì la problematica religiosa della sua co
scienza cristiana nel ritrovamento del rapporto diretto di
Dio con l’uomo, mediante la
preghiera. Lionello Venturi
ha scritto: «Michelangelo era
troppo sincero e morale per
aderire alla Controriforma
(...) appartiene al mondo
dell’evangelismo italiano facente capo al Valdés, erasmiano seguace della dottrina paolina, accentuata da
Lutero, della giustificazione
ottenuta non per le opere ma
per grazia divina attraverso
la sola fede»\
Si può concordare con C.
de Tolnay, che più che una
conversione integrale vede
nel Buonarroti «l'idea di un
cattolicesimo umanitario e liberale vicino a certi principi
della dottrina luterana nella
ricerca di una casta riforma
italiana»^ Fu la teologia della croce che ci redime a condurlo, oltre che al cristocentrismo, in particolare alla valorizzazione del tema della
Pietà', l’ultimo messaggio del
suo spirito già immerso nel
mistero della contemplazione, nella meditazione della
morte e, oltre, alla beata speranza della Resurrezione:
l’attesa meta finale che lo
avrebbe purificato da ogni
suo intimo conflitto stava per
giungere, e a questo estremo
momento l’artista si preparava, concetto che si riflette in
un sonetto: «L’anima mia
che con la morte parla e seco
da se stessa si consiglia».
Del resto, anche nella tecnica scultorea preferita, Michelangelo parlava del «torre» più del «porre»', un’arte,
quindi, «maieutica», di estrazione, o anche di «resurrezione» della materia aspirante a
uscire dall’alveo della pietra.
Proprio la morte era invocata
come evasione dalla tirannia
della camc:«Deh fate che io
a me stesso più non tomi»\
Qualche critico del pensiero michelangiolesco legato al
neoplatonismo ha ritenuto di
ravvisare la visione escatologica della resurrezione nel
Giudizio della Sistina, come
rappresentazione dell’anima
liberatasi dal peso del corpo
che ritorna a Dio (il «demiurgo»). Svanisce allora «Vaffettuosa fantasia che mi fece
idol e monarca», volta dove
«beata è l’alma che non corre tempo»^.
(1) Si veda uno dei Prigioni
per le tombe Medicee (Firenze,
Accademia).
(2) Da un sonetto di Michelangelo in risposta a dei versi del
poeta Strozzi in lode dell’allegoria della Notte.
(3) F. de Hollanda, Diálogos
de Pintura (1548). Milano, ed.
Antonioli.
(4) Altri bozzetti con il motivo
della resurrezione, oltre al Louvre, si trovano al British Museum di Londra e in una serie di
studi, tra cui quello della Casa
Buonarroti di Firenze.
(5) L. Venturi, Il Rinascimento, significato e limiti (Atti del
convegno). Firenze, 1953.
(6) C. de Tolnay, Michelangelo, in Enciclopedia universale
dell’arte, voi. IX, 1982.
(7) Rime, CXLVII.
(8) Rime, LIX.
Padova: un incontro dedicato alla storia delle chiese evangeliche in Istria
L'Evangelo che può superare le frontiere
PAOLO T. ANQELERI
La predicazione dell’Evangelo tra le frontiere
ha specificamente una funzione dirompente se è vero,
come è vero, che il suo messaggio in profondità si propone proprio l’abolizione di
ogni frontiera: lo proclama
Paolo in termini chiari, quando sostiene che in Cristo
«non v’è più né giudeo né
greco» (Calati 3, 28). Questo
«in nuce» il significato del
volume L’Evangelo tra le
frontiere. Note sugli evangelici di Fiume, Abbazia e Fola
di Sauro Gottardi***: in questo
spirito l’autore lo ha presentato a Padova su invito del
gruppo di attività femminile
della Chiesa metodista.
Le comunità evangeliche
nell’Istria hanno subito nell
’ultimo cinquantennio le ben
note discriminazioni, a cui
sono state sottoposte tutte le
minoranze in base all’iniqua
e odiosa politica di «pulizia
etnica» praticata del resto in
precedenza anche dal governo fascista italiano. Il desiderio di ritorno, il rimpianto per
la propria terra non vanno
Ex Jugoslavia: la logica dell’Evangelo vincerà quella delle decisioni
stabilite sulla carta?
confusi con velleitarie e ingiustificate pretese imperialnazionaliste di anacronistico
spore nostalgico. Il problema
di quelle terre oggi ha uno
spessore e un significato diversi, che si inquadrano nell’
ambito e nei limiti di un’Europa senza frontiere di cui
pluralismo, reciprocità, tolleranza, democrazia sono assi
portanti. Per le chiese nate
dalla Riforma qualsiasi aspirazione a una presenza e a un
ritorno si inserisce per l’appunto solo in un contesto
ideale di democrazia e di reciprocità.
Come sostiene il pastore
Renato Coìsson nella sua
prefazione al volume di Gottardi, «in un momento in cui
sembrano prevalere i particolarismi, le chiusure, gli egoismi più ciechi, la testimonianza dell’Evangelo non
può che portare alla costruzione di segni di amore, di
comprensione, di incontro
nella solidarietà e nella condivisione». Nei limiti di un
simile orientamento dunque
va compreso il nostro appoggio a una iniziativa editoriale
del genere. La ricostruzione
storica della presenza evangelica in Istria (a Fiume, Abbazia e Pola) non può essere
intesa che come sottolineatura del contributo protestante
alla costruzione nel corso dei
secoli di una responsabile e
vigile coscienza pluralista,
premessa insostituibile a ogni
possibilità di convivenza. Altro risulterebbe inaccettabile.
La conferenza del fratello
Gottardi a Padova, lucidamente impostata, appunto, su
questi principi, è stata seguita
da un attento pubblico, fra
cui i rappresentanti di associazioni culturali e un gruppo
di italiani d’Istria, qui in esilio da ormai circa un cinquantennio. Numerosi e vivaci gli interventi, a dimostrazione della bruciante attualità
della questione.
(*) Sauro Gottardi: L’Evangelo fra le frontiere. Torre Penice, Centro culturale valdese,
1993, pp 95, £ 10.000.
Vittoria Colonna in un disegno di Michelangelo
Libri
L'orecchio interminabile
In un sordido borgo delle Alpi austriache, in cui vivono da
generazioni praticamente solo due ceppi familiari più il curalo
e la levatrice, in cui l’endogamia origina spesso e volentieri
personaggi storpi e dementi, in cui spira perpetuamente il phon
che porta calura estiva anche a Natale e pericolosi incendi tutto
l’anno, nasce un personaggio straordinario, Elias Alder*,diesi
distingue per due particolari: il carattere spaventevole degliocchi (gialli e sporgenti) e l’udito, potente oltre ogni limite. Elias
è un infelice, che trova conforto solo nel sospirare airindirizzo
della cuginetta che salverà dalle fiamme. Poi, miracolosameite
e quasi per caso, si scatena l’estro creativo; il ragazzo,
di scherno dei coetanei e di vergogna da parte della
rivela una predisposizione musicale che ha dello straordiuré
senza saper leggere una nota, dall’organo del paese trae improvvisazioni elaborate e geniali e che nel concorso della cittì
più vicina sbaraglierà ogni rivale producendo scene di isterii
collettiva (tipo grande concerto da stadio) nella cattedrale trasudante folla.
Sarà, quello di Elias, un destino ovviamente tragico. La prosa
di Robert Schneider, tuttavia, si dipana avvincente e peimette
al giovane autore (è nato nel 1961 e ha alle spalle studi musicali) di centrare alcuni bersagli: scavare impietosamente nell ambiente della montagna spogliandolo di quei toni normalme*
arcadici, nostalgici rispetto a un piccolo mondo che non èpm;
costruire un racconto dai toni fiabeschi (l’amicizia di Eliaspft
gli animali negli anni della fanciullezza); praticare resercizm
dell’ironia sarcastica che mette in ridicolo alcune convenao®
da benpensante; descrivere con passione il miracolo della creazione musicale. Da parte di un autore che scrive di sé di essere
approdato al romanzo per aver fallito nella carriera della creazione musicale non è poco.
(*) Robert Schneider: Le voci del mondo. Torino, Einaudi,
pp 186, £22.000.
Gli amici del conte
Guicciardini
È stato diffuso il primo numero della lettera circolare ^
«Amici della Biblioteca Piero Guicciardini», che ^ptegruppo di storici e studiosi appassionati alla storia .Ujjj
stantesimo e soprattutto alle vicende dei protestanti in
partire dal XVI secolo. La denominazione del gruppo tr
gine dalla collezione libraria lasciata dal conte Guiccinr
deposito presso la Biblioteca nazionale di aprii'
figura venne dedicato anche un primo convegno (IL
1986, nel centenario della morte: gli atti sono stati P“ ;■<.
con il titolo Piero Guicciardini 1808-1886. Un riforma
Spedizion
neaso«
ligioso nell’Europa dell’Ottocento). o rivoi®
Da allora l’attività degli «Amici» è in primo
all’organizzazione di incontri di studio e di approton 0
sono stati studiati Bernardino Ochino, i ^ ^
in Italia dall’Unità ad oggi (1988), 1 lucchesi di ^*^^^¿¡5111®
Giovanni Diodati a Jean-Alphonse Turrettini, u ^ jtaitaliano tra 1861-1991. L’ultimo rilevante
to il convegno Dall’Accademia neoplatonica fiorenti^
Riforma, tenutosi nell’ottobre 1992 in occasione de
\^JER
nario dalla morte di Lorenzo il Magnifico.
Oltre all’attività ufficialmente promossa dal ¿fica ri®'
sletter contiene informazioni anche sull’attività Df
soci, tra cui figurano Emidio Campi, Massimo (Di'
bora e ~
a CUI iigurano nmiuio v.aiiipi, ^
Giorgio Spini, Giorgio Vola. Presso quest
partimento di Storia dell’Università di Firenze^ vi^ redaz'®®^
¿^»*1 VAI CJIV/IICA VAW'II 111 W1 O A LCA * i»»- _
10, tei. 055-2757928, fax 055-219173) ha sede la
del bollettino.
«A
inbloci
Ques
ta, a ui
ciale, 1
giunta
bi, che
approv
mitato
ha sost
compo
ttaddiz
non SI
ftettoli
voltar!
voltin
re chi!
albati
ferma
tiene!
perii
la nei
con il
coni
1
gnoi
prassi
Ne
fral’i
lo noi
sti ini
temo
liano;
zione
un m
nel pi
razio
della
desi
dell’i
missi
cazic
un e
l’aco
nell’]
con
raffo
comi
di ac
«essi
ro;6
nità
che
carni
batti
L’
men
stiu
certi
nelli
sfoc
posi
hac
nioi
alla
scrii
diai
ista
coll
Eo
ni Í
deti
in I
air
per
sci
d’e
che
rei
fra
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riv
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