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ANNO LXXm
Torre p^ltiee, 11'Settembre 1942<>XX
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L'ECOiflELLE
Rigruardatc alla rocela onde foste tagliati
(Isaia LI: 1)1»
S«ttian«anale aalldf^5!lai®*«ìi Vaia^sa
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Nulla sia
ABBONAMENTI
A - Italia e impero . -, ; . . Anno L. 15 - Semestre L. 8
“■ ' . *. / . . > 25 - » * 15^
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Vèlia vostra fedel
\ia\Äese - ' = , (Oianavello)
..raiiora : Prol. Omo COSTABIL
AMMINI8TEA2IONE: Via Carlo Alljeii», 1 bU - Torrb Pixlìc»
- R E D A Z10 N E : Via Arnaud, 27 - Toaa^ Pbiuce ,
Ogni cambiamento, d’indlriazo costa una Ura*
Cent. 30 la copia
'• M.
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MEDITAZIONE
Getta il tuo. pane . sulle acque, perchè dopo molto tempo
tu lo ritroverai. Eccles. 11: 1.
L’acqua scorre rapidamente davanti
a noi e porta nella sua rapina quanto
in essa gettiamo. E’ il fiume del tempo,
che va e va e che noi siamo incapaci,
non di fermare, ma neppure di fidare.
In attesa di essere a nostra volta rapiti
nel fluire continuo, per essere lanciati
nell’eternità, noi vi gettiamo senza posa
ciò che consideriamo inutile o vano, non
solo, ma anche quello che ci è caro, che
vorremo tenere con noi, stretto, sino a
farne la vita stessa.
Lo gettiamo o ci viene rapito dalla
corrente irresistibile: certo parte da noi,
e la corrente è tanto rapida che presto
10 perdiamo di vista e lo dimentichiamo, intenti come siamo ad accumulare^
a vaneggiare, ad amare altre cose ed altre che getteremo a loro volta sulle acque. Ecco, vi gettiamo tutti i pensieri
vani coi quali crediamo alimentare il
nostro spirito, tutte le parole inutili,
vane, maligne, disoneste, calunniose,
con le quali ci illudiamo di ravvivare
la nostra conversazione o di renderla
interessante, o solo che gettiamo, cosi, '
per passare il tempo, come se non corresse abbastanza. Vi 'gettiamo le occhia-; ,
te concupiscenti, tutti i gesti d’ira, tut
< te le malignità/ tutte le incomprensioni,
tutti i peccati.
Vi gettiamo tutte le miserie e tutte
le grettezze di cui è intessuta la nostra
piccola vita d’ogni giorno.
...Pane che gettiamo nelle-acque...
Pane avvelenato che ci darebbe la
morte, e noi lo sappiamo, se di lui ci
nutrissimo.
Pane che gettiamo nella corrente
rapida che presto lo invola e al quale,
non pensiamo più. Chi pensa più alla
menzogna, alla piccola frode, alla crudeltà verso il fratello, al peccato, a tutto
11 pane insomma che ha gettato nelle
acque dal suo primo ricordo ad ogg’?
La corrente l’ha trasportato nella sua
rapina; esso è lontano, sparito' via, di-'
sperso nereternità...
Così pensiamo noi.
Ma ecco la voce del sapiente!
...Tu lo ritroverai lungo tempo dopo-..
Tutto ritornerà a te: e quel pane insozzato ed avvelenato tu lo ritroverai,
e tu te ne dovrai cibare.
Niente si perde di quello che pensiamo, che diciamo, che facciamo: il gesto
di dispersione è nello stesso tempo un
gesto di raccolta, come quello del contadino che sparge nel campo bagnato
di sudore il seme biondo del pane di
domani.
Tutto ritroveremo dopo molto tempo:
ma troveremo anche la lacrima che avremo asciugato, il carico di cui alleggerimmo il iràtello stanco, la luce, e
sia pur tenue, con la quale rischiarammo ad un fratello in pericolo, il cammino arduo, la mano che tendemmo
per aiutare ad andare oltre e a salir?
più su.
Ritroveremo la preghiera mormorata
in tutta umiltà, la speranza di cui nutriamo la nostra anima, la fede per la
quale viviamo.
Il pane- benedetto che noi, ad esempio del Cristo, condividiamo coi nostri
fratelli.
Il buon pane che ritornerà un giorno
a noi, che pare non lo ricorderemo più,
e che ci nutrirà. Noi gettiamo continuamente sulle acque quello che ritroveremo.
Che vi gettiamo noi?
Lucifero vi gettò la sua superbia e
di essa vive in dannazione.
Caino vi gettò il suo omicidio, e da
quel giorno si nutrì di esso.
Gesù il Signore, vi gettò se stesso,
in sacrificio redentore e fU assunto alla
destra di Dìo.
I martìri vi gettarono la loro testimonianza aruenta ed essa diventò la loro
gloria. ,
I santi la loro fede e i cièli si aprirò- «>
no ad accoglierli.
La Chiesa la sua fedeltà, nel bandirei
il Regno e da militante diventerà trionfante, dello stesso trionfo del suo Capo
e Sposo,
Tutti ì fedenti che in Cristo accettano
la redenzione vi gettano la loro certezza, tutti quelli che sperano e già vivono
nella Grazia del Regno vi gettano- la
loro beatitudine, preludio di quella dei
cieli,
...Continuamente noi gettiamo il nostro pane suH’acqua che va e va; pane
avvelenato e pane di benedizione.
Ed es-so ritornerà a noi: presto o tardi,
non sappiamo; ma ritbrn®rà; e di esso ci
nutriremo.
...Getta il tuo pane sulle, acque, perchè dopo molto ternpo tu lo ritroverai, .
Per la folla che aveva fame Gesù
moltiplicò il poco pane che gli apostoli
avevano, e la folla fu saziata: con lui,
Parie disceso dal cielo, il pane’che gettiamo sulle acque, e che ritroveremo,
sarà pane di Vita.
Con Lui; con Lui solo.
Guai a noi, se senza Lui, continueremo, a gettare pane di morte!
Guai a noi, se, senza Lui, dovessimo
nutrirci del pane che le acque ci riporteranno! Jacopo Lombardini.
[onipÉia del [
Le notizie ch’io trasmetto oggi ai lettori del giornale non sono di data particolarmente recente; esse risalgono ai
mese di luglio .scorso ed al principio di
agosto e non hanno alcun’altra pretesa
se non di riassumere modestamente
l’attività da me svolta neU’ultimo periodo di servizio presso i reparti della
Divisione Alpina Taurinense, fino allá
mia assegnazione ad un nuovo campo di
lavoro.
L’ordine di trasferimento mi giunse
verso la metà del mese di luglio, da
parte deira,utorità militare superiore;più o meno con temporáneamente veniva nominato un nuovo Cappellano ed
assegnato alla Divisione 'Taurinense.
Tali movimenti nell’opera di assistenza
religiosa presso i militari Valdesi non
erano dovuti a' motivi di secondària importanza, bensì alla necessità precisata
dalia nostra Ammini.strazione ecclesiastica di provvedere su più larga scala
al bene ispiri tinaie dei inostri, giovani
correligionari alle armi.
Prima'di lasciare definitivamente i
reparti dove per ben ventitré mesi ho
cercato di assolvere con amore c con
devozione il compito di Cappellano, cioè
di Pastore, in un periodo della vita in
cui i giovani nostri fratelli hanno particolarmente bisogno della Parola di
Dio e -del richiamo ch’essa rivolge alla
coscienza, ho voluto rivedere quas*tutti
gli alpini e gli artiglieri Valdesi già &ij
fidati alle mie cure.
Ho iniziato il mìo viaggio dal centro,
cioè dalla sede del Comando dì Divisione, e l’ho proseguito fino alla periferia, a molti chilometri di distanza,
sotto un sole cocente e'col desiderio di
avere un solo bicchier d’acqua dei nostri monti, desiderio che non ha mai
potuto essere appagato, purtroppo, nè
per me nè per gli alpini sottoposti a
delle dure, pesanti fatiche. Ho prima di
tutto celebrato un culto nello stretto
corridoio di un magazzino militare, tra
alte pareti di casse e dì sacchi; poi ho
raggiunto il Comando base di un reggimento in* operazione e la sera, all-ombra
di alcuni alberi, ho potuto presiedere
una simpatica riunione con un numeroso gruppo di soldati; oltre ^li alpini
dei vari reparti alla base, v’era anche
il carabiniere Bertalot Silvio, di Pra
;;mollo; già mio catecumeno e che avevo
’ provyiidenzdalmente incontrato nella zof”na-, senza sapere ch’egli vi si trovasse.
quindi proseguito il viaggio fino ari
^'incontrare, un battaglione particolar‘ mente sottoposto alle fatiche d’uri pe¿Tiodo di operazioni in zona arida, rocVeiosa e bruciata dal sóle. Ricordo il mio
fi|;-'àrrivo- al battaglione una domenica
-^"mattina, rivedo Taccampamento delle
■pringóle compagnie, un poco più lonta&rio vTospedaletto con alcuni nostri feriti,
¡-¿qua e là alpini che ancora si riposano,
»ritiri che vanno in cerca di acqua
i; per gli uomini e per i muli, altri
.^¿''-che sistemano le tende. Quel gior' Í' no avrebbe dovuto esser giorno di trasferimentd per tutto il battaglione, ma
"" all’utkrio momento un ordine ne aveva
-•? spostato Teffettu'azione al lunedì; fu co^ sì ch’io potei riunire, nei pressi dell’accampamento, un!ottantina di giovani al,
'-‘pini ed artiglieri e presiedere il culto
^ in queU’atm,osfera di fede in Dio e di
fiduciosa serenità cristiana che abbiamo
. tante volte sentita meditando la Parola
., dei Signóre. .
Per un certo tratto accompagnai quei
giovani nél loro viaggia di trasferimento ^ ebbi ancora Toocasione di riunirli
V due altre volte sulla costa dalmata, nel
: territorio annesso aU’Italia; poi fui costretto a lasciarli, non senza quél senso '
‘ di intimo rincrescimento che ci assale
; ogniqualvolta ci si separa da fratelli ih
-fede con i quali per mesi e mesi si è
vissuto, partecipando alle loro gioie ed
alle loiro affiizioni, condividendo le loro
fatiche, ed i loro pericoli, sopratutto annuilziando loro l’Evangelo della grazia
e della fede in Cristo nostro Redentore.
Agrli alpini ed agli artiglieri Valdesi
della. Divisione Taurinense invio ora il
mio memore, cordiale, fraterno saluto;'
rendo omaggio alla memoria dei nostri
caduti, l’ultimo dei quali, il giovane
Pcns Riccardo, è stato ultimamente
commemorato alle Valli; ai feriti che
ancora sono in corso di guarigione rivolgo il mio affettuoso augurio di benedizione; al nuovo Cappellano Tenente
Alfredo Rostain dico il mio fraterno incoraggiamento assicurandogli che v’è
gioia profonda nel dovere compiuto con
sacrifìcio; chiedo a Dio Ch’Egli supplisca con la sua grazia e col suo perdono
all’infedeltà dei nostri cuori e alla debolezza delle nostre mani, benedicendo
l’opera che nel suo nome è stata e sarà
compiuta, per il bene vero ed imperituro, per la salvezza di questa parte
della gioventù Valdese e cristiana.
Con il mio trasferimento ad „un altro
Comando s’inizia per me un nuovo periodo di attività in un più vasto campo
di lavoro. Rivedrò dei giovani già incontrati parecchi mesi or sono e rimasti
privi di assistenza religiosa; ne conoscerò molti altri; cercherò, se place a Dio,
di intensificare Topera di assistenza
presso i militari più lontani, sia pure
soltanto per mezzo della corrispondenza
e dei giornali. Per questo, chiedo con
insistenza la preziosa collaborazione dei
m.ilitari Valdesi prima di tutto, poi
quella delle loro famiglie e del loro Pastori. La guerra sì estende di mese in
mese;, i militari Valdesi sono chiamati
a servire la Patria nei territori più lontani; occorre che i Cappellani siano tenuti quanto più precisamente po.ssibile
al corrente dei loro indirizzi, senza di
che la loro opera rimane intralciata.
La corrispondenza è preziosa in questa guerra così vasta. Udite ciò che racconta dal fronte russo un giovane fante,
ex-alunno del Collegio eli Torre Pelice:
« Benedette siano le esperienze fatte allora, perchè da esse ho attinto e attingo
quella serenità di spirito che solo la fede nel Divin Figliuolo.jpuò dare... Eppure nei primi mesi passati in questo
inferno ha tentennato e dovetti spesso
puntare i piedi per non scivolare nel
gorgo del male (è così facile e a volte
piacevole cadere nelle trappole che il
demonio ci tende); ma sempre la mano.,
misericòrdiosà del .Padre nostro era là,
tesa per soccorrermi, pronta a risollevate. e,ad àiutare-4’anima mia insidiata;
oggi, nei pericoli materiàli, sento
che l’unicó' rifugio per la mia anima è
nelle mani del R>ignore^ Avrento noi
bene dS sopravvivere a questa crisi e
vorrà Iddio'conservare intatta e cristal-'
lina, a tutti, la fede in Cristo ? ».
In altro lo sguardo, caro giovane, verso la croce j|y0rxsto; essa è la prova più
alta delTa^re di Dio per noi, poiché
Egli non Wole abbandonarci, ma salvarci ! . ' ,
Un alpino, sempre dal fronte russo, ci
parla delle esperienze religiose sue e
dei suoi compagni; « Domenica scorsa ,ci ^
siamo riuniti tu^tti insieme, abbiamo letto alcuni -passi della Sacra Scrittura e
due. culti di famiglia dell’Eco delle Valli. Non potete-immaginare il conforto
che ne hanno avuto le nostre anime... » .
e narrando la morte in combattimento
dell’alpino Genre Giorgio, di Rodoretto, così termina:. « ...abbiamo posto sulla tomba la cróce, simbolo della nostxa
fede in Colui Che ha dato il suo sangue
per i nostri-peccati ».
Proprio alcuni giorni or sono ho ricevuto dal Colonnello G. M., sul fronte
russo, le seguenti notizie: « ...Sono lieto
di potarvi dare ottime notizie degli alpini Valdesi e mie. Ieri l’altro, 3 agosto,
ho potuto fare una corsa fino all’accampamento del Big. Monte Ccruino e vi
ho trovato i dieci rappresentanti delle..nòstre Valli che'costituiscono la « squadra Valdese». Inutile dirvi che la visita ha rallegrato e commosso tanto chi
!a faceva quanto chi la riceveva. Ho potuto parlare con ognuno di questi bravi
ragazzi e farmi raccontare l’ultima
azione di guerra a cui essi hanno partecipatoi... ». Grazie, caro signor Colonnello, per le vostre notizie ^ per quanto
fate e farete con fraterno affetto Valdese a favore dei nostri montanari lontani. Che Iddio vegli su di voi ! ’
L’artigliere Gùydou Aldo, credo dalla
Grecia, invia cordiali saluti ai cono-,
scenti; così pure, dal Montenegro, i genieri Rostan Francis,, Tron Ermanno,
Morandi Giuseppe. « Ci troviamo riuniti tutti e tre, scrìvono essi, sotto la
medesima tenda, dopo aver letto, un salmo e cantato due dei nostri inni. Fuori
imperversa la tormenta, ma la nostra-tenda resiste... ». .
Da un giruppo di alpini ora in Monte■ negro abbiamo ricevuto il seguente
messaggio: « Gli alpini Valdesi del Btg.
Pinerolo si sono riuniti oggi su una
montagna di questa valle montenegrina
per il loro 15 agosto, data che hanno
ricordato con una meditazione ed una
rievocazione di alcune pagine di Stona
Valdese; essi mandano un fraterno saluto alle Unioni Giovanili delle^ Valli.
Ten. Serafino e S. Trdn.
Ringraziamo questi nostri fratelli per
il loro simpatico saluto.
L’opera di assisten2a dei’ militari
Valdesi rimane ara 'Così suddivisa, in
attesa di ulteriori modifiche:
1) Africa Settentrionale - Cappellano
Davide Cielo.
2) Divisione Alpina Taurinense (cioè
tutti i militari col numero di Postamilitare 200) e truppe di' stanza nel
Montenegro - Cappellano Alfredo
Rostain.
3) Territorio metropolitano e altri fronti - Cappellano Ermanno Rostan.
A questo proposito tutte le famiglie
interessate prendano accuratamente nota degli indirizzi dei Cappellani, come
'segue:
Ten. Davide Cielo - Cappellano Militare Valdese - Delegazione Comando Supremo A. S. E. - P. M. 27,
Ten. Alfredo Rostain - Cappellano MP
litare Valdese - Quartier Generale
- Divisione Alpina Taurinense - P«
M. 200.
2
■ ■■-■■-■ '■ ■> ^ i ' > - .'V ' . r L’ECO DELLE
VALU tÀlDESI ' *
Capii ErmatinoiRpstan • Cappellano
Militare Valdese - Comando 1 Corpo d’Armata - P. M. 43. «
■ r V
Quest'ultimo indirizzo è suscettibile
, di modifiche, ma ne verrà data a suo
tempo notizia per mezzo del giornale.
Ed ora andiamo avanti con fede; opeA » riamo con amore e nello spirito dell’apostolo Paolo sapendo con lui che « se
non ci stànchiàmo, mieteremo a suo
tempoi».
^ Il Cappellano Militare Valdese
E. ROSTÀN.
, sta iniziativa venga continuata e prefezionata l’anno prossimo; per esempio la
scelta dell’ora potrebbe èssere più felice, e l’indirizzo generale meglio precisato. ..
Preparazione Sinodale
Ottima iniziativa della Tàvola, è stata quella di creare, in certo qual modo,
un’atmosfera Sino|da]ie. Il programma
prestabilito non si è potuto svolgere, per
certe difficoltà di organizzazione, che
in parte. E siamo lieti di poterci ralle-'
grare del successo che la serie di conferenze a suo tempo annunziate hanno
potuto registrare. I prof. D. Bosio e V.
Vinay della nostra Facoltà di teologia
hanno parlato rispettivamente della
Giustificazione per fede e, della posizione della Riforma di Lutero di fronte
all’ascetismo cattolico; i pastori T. Baima ed E. Mme hanno parlato della dignità e dei rischi del libero esame, e
della psicologia delle conversioni dal
protestantesimo al cattolicesimo. Abbiamo detto'Conferenze, termine che evopa tutto un mondo di retorica; correggiamo: lezioni che hanno durante un’ora
tenuta desta l’attenzione del pubblico,
per la serietà deU’esposizione.
I principi protestanti sono stati serenamente discussi; si è fatto della polemica ? Sicuro: e crediamo che uno dei
meriti non minori degli oratori sia appunto stato quello di dimostrare come
sia possibile, nel nostro campo, prospettare serenamente, con onestà di docu- '
mentazione dottrine contrastanti; come sia possibile dissentire con amore
e rispetto per il fratello separato.
Non ci resta che augurarci che que
Per iniziativa della Commissione di
Canto Sacro si è ìlprasa una simpatica
; tradizione. La domenica presihodale si
è cioè avuto una audizione sacra nel
Tempio di Torre Pellice.
Il pubblico che è acccffso numeroso
ha trascorso un’ora di vero godimento.
Non ci è naturalmente possibile di dare
un resoconto critico di questa audizione, perchè ce ne manca la capacità.
Ci sia quindi permesso, qui, soltanto
di ^esprimere la riconoscenza di tutti gli
uditori a quanti si sono prodigati per la
riuscita di questa audizione; al prof. A.
Tron, che all’otpera preziosa delia collaborazione artistica ha aggiunto le cure
deH’organizzazione; al prof. Ai. Peyrot
che ha saputo una volta di più trovare
la via dei cuori; alla signorina D. Revel
e al signor G. Albarin ed alle Corali di
Tore Pelice e di San Giovanni, che hanno rinunziato alle tradizionali vacanze
estive ecclesiastiche per dare agli arnirà
del canto sacro l’oocasione di un raro
godimento.
Godimento ,spirituale neH’ambito di
una chiesa cristiana: cioè non fine a sè
stesso, ma gioia di fràtelli, gioia vivente, che opera, e la colletta a favore dell’invio dei nostri due, giornali ai militari, ne è stata la simpatica rijjrova.
Ci permettiamo di far rientrare in
questa rubrica, come contributo a una
chiarificazione teologica le giornate teologiche organizzate dalla rivista L’Appello. Esse hanno avuto luogo, regolarmente, nel tempio del Ciabas. Vi sono
stati presentati sei studi, la prima giornata dai prof. B. Revel, Lo Bue, pastore
C. Gay, la seconda giornata dai prof. G.
Miegge, M. A. Rollier, N. Giampiccoli. Gli .studi sono stati seguiti da vivace ed ampie discussione.
Scrivono all'Eco...
Bue o tre anni fa, mentre compilavo,
pex incarico ricevutone, uno schedario
per materie di una piccola biblioteca di
circa quattromila volumi, nciresaminaie un’opera storica il cui titolo generico non mi avrebbe per nulla fatto pensare ai Valdesi ed alle loro Valli, improvvisamente fui colpito da una fotografia rappresentante nitidamente il nostro vecchio tempio del Ciabas. Mi trovavo a più di 1600 chilometri dalle Valli, e quella scoperta, neppure lontanamente sognata in quel momento, produsse in me quasi la medesima impressione che si prova nel ricevere inaspettatamente a grande distanza la visita
d una persona cara non più rivista da
molto tempo. E’ questa un’impressione
che in un primb istante è quasi un turbamento: così, anche le più belle notizie, quando ci giungono troppo improvvise, ci causano una specie di disorientiimento che può addirittura diventare
peiicoloso se il soggetto è persona iperseiisibile e sofferente. Riavutomi dalla
sorpresa, vidi che il capitolo nel corso
del quale era inserita l’illustrazione
trattava della storia di ^ Cuneo, e vi si
parlava perciò del Barone Leutrum, la
cui tomba si trova appunto nel tempio
del Ciabas, come è ben noto ai lettori
di queste colonne. A distanza di tempo e
di spazio, non ricordo più nò l’autore
nè il titolo dell’opera storica in questione (particolare curioso; ricordo invece
perfettamente lo scaffale ed il palchetto
in cui il volume era collocato), ma oggi
sono altri pensieri quelli che mi riconducono verso il Ciabas.
E’ un pomeriggio di domenica. Mi
trovo nuovamente a grandissima distanza dalle amate Valli, ma con abiti e
mansioni ben mutate da quando facevo
il « topo di biblioteca ». Sono isolato in
un villaggio - ospitale si, ma piuttosto
« indietro », come si suol dire - con pochi soldati, a guardia delle coste della
Patria. Il servizio non manca, nè di giorno nè di notte, e si capisce che di feste,
per noi, neanche se ne parla; eppure - e
questa è un’impressione che fin da bimbo ho sempre provata - 1’« aria » ^ella
domenica è diversa da quella degli altri
giorni, per quanto monotone e faticose
I possano susseguirsi le settimane. S’inì tende che oltre che topograficamente,
j sono isolato spiritualmente, e qui, non
I posso sperare nella visita di un CappelI lano Valdese (ho però avuto le benefi! che ma rare e fugaci visite di un Pasto
re).
I Dunque, oggi è domenica. In questo
I giorno, qualunque cosa io faccia e do! vunque io mi trovi, nell’ora corrispondente a quella del culto cerco sempre
di rappresentarmi l’assemblea dei templi che più conosco ed amo, aile Valli e
fuori: prima dell’inizio - parte davanti
al tempiq, e parte nell’interno - le varie
fasi del culto, l’uscita. Mi sembra persino di udire i rintocchi degli orologi
che suonano le undici proprio al principio del sermone... E’, insomma, una santificazione sui generis del giorno del Signore, ed in questa stagione essa si ripete anche al pomeriggio, dalle quattro
alle cinque. E’ questa l’ora del culto al
Ciabas, culto che ha qualche cosa di più
intimo, di più raccolto, di più « nostro ».
Da anni, in quell’atmosfera così familiare e spirituale ad un tempo, nei bei
pomeriggi domenicali estivi si ritrovano
sempre le stesse persone, provenienti
dalle tre parrocchie che ivi,si incontra- .
no, e ad esse si uniscono alcuni Valdesi
della Diaspora che vengono a trascorrere
in quei paraggi il loro periodo di riposo.
Il predicatore cambia quasi ogni domenica. sono mentalità ed eloquenze di
tipo diverso, che costituiscono come una
pileria di personalità spirituali da cui
l’anima dell’uditore assiduo molto può
ricevere. Talvolta, anziché di un sermone nel senso tradizionale del termine,
si tratta di conferenze di vario argomento, e (puesto contribuisce ancora ad arricchire quello che vorrei chiamare ma la p^ola può parere disadatta se
non addirittura profana - il fascino del
culto al Ciabas.
Poipè questi appunti contengono
Cfualch© tratto autobiografico, vorrei ricordare un episodio caratteristico, i cui
piotagonisti fummo il tempio del Ciabas ... ed io. Parecchi anni fa - ero adolescente, studente, al Collegio di Torre Pellice- il Pastore uña domenica mi
pregò di recarmi nel pomeriggio al Cia
bas per avvertire chi si fosse ipresentato per ir culto che eccezionalmente quel
giorno ©sso non avrebbe avuto luogo.
-.'I essendo il Pastore stesso altrimenti im
^ pegnato e non avepdo trovato ehi lo sostituisse, t^iero di tale ... missione, recatomi con la bicicletta del Pastore, con
•;un certo anticipo sull’ora di inizio del
pulto, sul posto, cominciai ad avvertire
i deila sospensione del servizio le persone
TÈ che vedevo passare. Ebbene; alcuni pas* santi mi risposero che non avevano ah
cuna intenzione di recarsi al culto, e ricordo che quelle risposte lasciavano in
^ me - poco più che fanciullo - un’irnpres'f sione dolorosa.
L’assemblea che si' raccoglie nella
^quiete del Ciabas in queste radiose do'mehiche costituisce senza dubbio un
buon nucleo, ma se ho ricordato or ora
queU’episodio che a taluno potrà parere banale, è perchè se ciascuno sentisse
e compiesse il proprio dovere, ai ritardatari riuscirebbe difficile trovar posto
, a sedere, mentre purtroppo al Ciabas tale pericolo è sempre scongiurato... come lo è abitualmente in tutti i nostri
templi.
Caro tempio del Ciabas! Per il villeggiante forestiero, esso può sembrare degno di nota tutt’al più per la sua felicissima posizione,,, per il panorama veramente incantevole che di lassù si può
contemplairé; non certo le sue linee architettoniche attireranno lo ¡sguardo dei
cercatori di emozioni artistiche! Eppure,^ per noi che sappiamo esser 'quello il
più antico tempio valdese e che abbiamo
un’idea - oh! quanto vaga in generale della storia che si svolse intorno a quelle vecchie mura, per noi quel modestissimo edificio e monumento sacro di fede e di memorie.
Ancora qualche settimana, e Poi il
tempio del Ciabas riniarrà nuovamente
chiuso per molti mesi. E d’inverno, è
un’altra cosa: in mezzo al quadro rnalìnconi'co della natura circostante, il
tempio dà l’impressione di qualche cosa di abbandonato e di dimenticato. Chi
vi passa vicino tutti i giorni, non può
provarne la nostalgia: quante cose insegna invece la lontananza! Quanto si desidera, nell’isolamento, la propria Chiesa, mentre chi l’ha quasi a portata di
mano ne dimentica addirittura la strada !
Caro tempio del Ciabas! Tu sei il simbolo d’un’antica incrollabile fede; voglia Iddio che tu sempre possa rimanere
il simbolo d’una realtà, della realtà attuale ed operante della fede dei Suoi figli!
.Posta Militare 3500
23 agosto 1942-XX. emn. t.
Vorremmo rispondere a questo tetto'e
in grigio verde, che scrive per sè quanto altri pensano, che i culti del Ciabas,
che tutti i culti sono dei buoni culti....
Lo rassicuri péro il fatto che se il numero dei fedeli non cambia, la comunione fraterna regna, ed il ricordo dei
fratelli assenti è sempre vivente.
PERSONALIA
I nostri migliori auguri alla piccola
Grazia che è venuta a rallegrare il focolare pastorale del signor pastore E.
Ayassot di Venezia.
CRONACA VALDESE
ANQROGNA |Serre)
Culti: domenica 13 settembre, ore
10,30: Tempio Serre; ore 15: Bagnaud.
— Per una involontaria omissione
non abbiamo segnalato il battesimo di
Monnet Edvi e Monnet Eda di Davide e
Lina, che ha avuto luogo durante il culto aH’aperto della domenica 2(S giugno
al Bagnoud.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Sabato Scorso 5 settembre nel nostro
Tempio è stato celebrato il matrimonio
del sig. Oscar Goisson, dei Pevrot, colla
sig.na Renata Danna, dei Boschetti. Una
vera folla di pàrenti e di amici partecipava a quasta lièta e simpatica cerimònia.
Rinnoviamo agii sposi felici i nastri
migliori auguri di felicità nel Signore.
MASSELLO
La Chiesa di Massello ha avuto la rallegrante visita del nostro Vice-Moderatore pastore Enrico Tron, accompagnato
dalla sua Signora. Egu ha presie luto il
culto domenica 30 ago.sto dinanzi ad una
buona assemblea che ha visibilmente
mostrato di apprezzare, la sua visitq ed
il suo viventé messaggio.
Lo rihgraziàmo vivamente.
— Nel pomeriggio di quello stesso
giorno, a Salza, ha avuto luogo il servizio funebre di Giovanna Pascal, consorte del nostro fratello G. Giacomo Tron,
4eceduta improvvisamente all'età di 57
anni.
Essa lascia dietro di sè un benefico
ricordo ed una larga ^ eredità di affetti
che, tesoreggiati dalia sua numerosa farniglia potranno portare frutti di amore
e di concordia dopo la sua partenza.
Tutta la popolazione, accorsa numerosissima ai funerali, si stringe compatta intorno agli affiitti'in questa dolorosa circostanza.
PINEROLO
Lunedì, 7 corrente, dinanzi al pastore signor Luigi Marauda, il nostro fratello rag. Guido Lageard si è unito in matrimoniò colla signorina Mercedes Ti
relli.
Ai novelli sposi, auguri cordiali di
lunga e felice vita coniugale.
— I coniugi Alberto Gay e Jenny,
della Solerà hanno ultimamente celebrate le loro nozze d’oro. La nostra Comunità fa per es.si i migliori voti e i
migliori auguri per le nozze di diamante.
POMARETTO
Domenica prossima 13 corrente il culto nel tempio alle ore 10,30 sarà presieduto dal pastore di. Fiume dott. Carlo
Gay.
-- Nel pomeriggio il pastore Gay par• lerà pure alla tradizionale riunione degli Eicia.ssie che avrà luogo alle ore 15
in comune con i fratelli de:Ia Chie.sa
confinante di Villa.secca.
SAN GERMANO CHISONE
Domenica prossima saranno celebrali
due culti: uno ai Coppieri allo 9.30 con
Santa Cena, calice coniuno; Tal tro presieduto dal pastore Vittorio Subiba
- alle 10.30 nel Tempio di Villa.
— Sotto gh auspici della Società di
Studi Valdesi • avrà luogo, domenica
prossima, nel Tempio dei Coppieri alle
15.30,^ una commemorazione storica in
occasione del 250° anniversario dell’as.semblea sinodale del 1692 riunita precisamente nel tempio dei Coppieri.
Prof. Gino Costabel, direttore responsabile
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• Domenica 6 corr. il pastore sig. Aldo
Sbaffi ha presieduto il culto nel tempio
e la riunione alle Chianaviere, dandoci
dei rnessaggi pieni di fede e di esperienza cristiana.
— Nella stessa domenica .sono stati
battezzati i bambini Bertalot Italo di
Clemente e di Pascal Elena d-:I Castellazzo, e Bouchard Silvano Giovanni di
Edmondo e di Fabiole Secondina di Villa. Che Dio ne faccia un giorno delle cclonns della Chiesa.
— Domenica prossima, tempo permettendo, avi'à luogo VuUima riunione ■ -.é.
estiva ai Chiahrandi, alle Ore 15,30,
Ecco un’ottima occasione per tutti i fedeli dei quartieri del centro - specialmente per gli operai che lavorano nelle
fabbriche la domenica mattina c non
possono perciò venire al Teinpio come
gli agricoltori padroni del loro tempo di partecipare ad un culto, dopo tante
domeniche di carestia di cibo spirituale
Al culto del ro,aitino il Pastore riferirà sui lavori del Sinod.o.
— Ricordiamo che il 20 settembre il
culto avrà un carattere di riunione di
preghiera pei nostri militari.
torre pellice
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