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LA BlJOnill IVOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PRKZXO
(A domicilio
Torino, per un anno L. 0,00 L.7,00
— per sei raesi » 4,00 » 4,50
Per ie provincie e l’eslero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A))i6£Ìi>vTEc Si iìi àyint
Seguendo la verità nella caritk
Efes. IV. 45.
La Direzinne della BUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, a capo del Viale
del Re, N "12, piano 3".
Le associazioni si ricevono in Torino dal
sig. GIACOMO BIAVA libraio viaCarlo
Alberto in faccia al Caffè Diiei.
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Keligìone e Politica« — Libertà di coscienza Vili. — Miss Cucninghame. — li matrixDonio cristiano 1. •— Un xaissionario papale in Inghilterra. — Notixie religiose. • Cronachetta politica.
AVVISO IMPORTANTE
Cominciando col primo venerdì del Novembre venturo l’annO
terzo della Baona Novella, preghiamo caldamente i signori Associati a rinnovare per tempo la loro associazione. 11 mezzo più acconcio
per gli abbuonati delle provincie, è un Vaglia postale^ mandato
franco al sig. Giacomo Biava libraio, via Carlo Alberto, rimpetto al
Caffè Dilej in Torino. —In Torino le associazioni si ricevono alla
medesima libreria evangelica di G. Biava.
li prezzo seguiterà ad essere come per lo passalo.
Preghiamo altresì quei signori Associali che ancora non hanno
pagato a farlo quanto prima.
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RELIGIONE E POLITICA.
Presso le antiche nazioni queste
due parole Religione e Politica non
indicavano che due parli di un solo
sistema di Governo civile. Come nell’uomo non può separarsi il corpo
dallo spirito, e nelle opere sue l'atto
dalla volontà che le produce, cosi nel
cilladino lo Stato non vedea che un
ente indivisibile le cui azioni doveano
essere dirette possibilmente allo scopo
generale che esso si proponeva di
raggiungere, e la sua volontà dovea
per conseguenza essere prima allettata, determinala coi mezzi più acconci verso lo scopo medesimo. Fra
questi mezzi la Religione tenea il primo posto. Lo Stato perciò amministrava la Religione come una istituzione sua propria, nominava i ministri
di essa, ne regolava il cullo, ne facea
le spese, la proteggeva colle sue leggi,
la difendeva colla sua forza, e la favoriva a tutto potere intrecciandola
in ogni alto pubblico e privato della
società e della famiglia. E lutto questo rendevano allo Stato fattibile le
nozioni prevalenti allora presso ogni
popolo intorno agli abitatori del cielo
ed alle cose celesti. Chè ogni paese
possedeva una generazione sua propria di Dei, i quali nulla aveano a
fare cogli Iddii de’ paesi vicini, il suo
olimpo, il suo inferno, e quindi il suo
culto, ed un codice religioso suo proprio, i caratteri dei quali non erano
che una copia del carattere politico
e morale del paese medesimo.
Ma col sorgere e coll’estendersi del
Cristianesimo altre idee cominciarono a prevalere. Jehova era il creatore non di un popolo, ma di tutti i
popoli deH’universo: Cristo era il Redentore non di una classe di uomini,
ma dell’ intiero uman genere fino alla
consumazione de’secoli. La Religione
cristiana discendeva dal Cielo, non
usciva dai gabinetti dei re, e i ministri di essa erano non dai diplomi
imperiali, ma dal fiato dello Spirito
Santo costituiti.
Un regno così veniva creato nel
mondo, che non era di questo mondo,
e stJ quale, il mondo non avrebbe mai
potuto esercitare una legittima autorità, od acquistarsi un’utile e solida
influenza. L’uomo allora cominciò a
separarsi dal cittadino, a riconoscere
due patrie, due governi, due ubbidienze, le quali nulla aveano di comune fra di loro, e per conseguenza
doveano le une dalle altre rimanere
sempre indipendenti. Se non che la
Politica non sapea in modo alcuno a
questa separazione ed indipendenza
accomodarsi. E poiché gl’ imperatori
romani si furono convinti che la loro
potenza non sarebbe mai riuscita a
sopprimere questa nuova Religione,
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si risolsero d’abbracciarla essi stessi
nella lusinga di poterla poi a loro talento donninare. E i favori di che avevano colmata la Religione antica impartirono mano mano alla novella ,
la quale ne prendeva il posto. Ma
quesli favori un effetto produssero
del tutto diverso da quello pel quale
veniano prodigali. Invece di piegare
la Religione alle voglie dell' Impero,
crearono e stabilirono nella Chiesa
cristiana una Gerarchia, la quale, diretta dal suo capo il vescovo di Roma, aspirò ad una dominazione terrena universale , e il Cristianesimo
invece d’avviare le nazioni alla liberlà , corrottosi rapidamente nelle
mani di essa, diventò stromento di
servitù, per cui i popoli nel corso di
pochi anni trovaronsi oppressi da
due signorie, delle quali le ostiuate e
incessanti contese fecero dell’Europa
un campo sanguinoso di miseria e
di maledizione.
E queste contese non sono ancora
cessale, e se hanno svestita in gran
parte l’antica loro atrocità, non si
può darne lode ad un cambiamento
di tendenze, di spirito o di dottrine
nella Romana Gerarchia, ma alle perdite, le quali essa è andata in questi
ultimi quattrocento anni facendo dell’anlica sua potenza. E benché queste
sue aspirazioni orgogliose di mondana signorìa le abbiano neH’ottavo
secolo fatto perdere tutto l’Oriente, e
nel secolo xvi le più elette regioni
d’Europa, pure non le ha dismesse
ancora; anzi come masso staccatosi
dalla vetta d’una montagna, corre più
veloce quanto più s’appressa al termine della sua caduta, così questa
Gerarchia si aderisce più ostinatamente alle sue ambizioni quanto più
queste si avvicinano al termine della
loro carriera , l’illuminazione evangelica del mondo.
Nè le nazioni d’Europa seppero far
tesoro dell’esperienza che per dieci
e più secoli hanno avuto dei guai
inseparabili da una più o meno stretta
alleanza colla Gerarchia Romana, nè
delle lezioni cbe gli Stati-Uniti d’America loro vanno porgendo col sislema
contrario dell’ assoluta separazione
dello Stalo dalla Chiesa e dalle credenze religiose, o, quel che torna lo
stesso, dalla pratica di una compiuta
libertà di coscienza. Ché se gli Stati
Cattolico-Romani si ostinano nell’anUca infelice teoria dell’alleanza dello
Stato colla Chiesa, e cercano di far
prevalere le doltrine di essa come il
miglior puntello dell’onnipotenza dei
Re, non può dirsi che gli Stati riformati siensi ancora spogliali, o inclinino a spogliarsi della supremazia
che sulle Chiese loro si sono arrogala
ai tempi della Riforma, nel timore che
la libertà religiosa che ne risulterebbe
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possa trar seco un’assoluta libertà
politica, e conseguentemente la ruina
delle loro forme politiche attuali colla
conservazione delle quali sono collegati tanti e cosi grandi materiali e
morali interessi.
Ma il Vangelo dissotterrato dai Riformatori del cinquecento ha in tre
secoli, a dispetto di accumulati ostacoli, operato già in Europa prodigiosi
radicali cambiamenti nei costumi,
nelle tendenze, nei bisogni e nei desideri! dei popoli, ed accenna di volerne operare di maggiori adesso che
i mezzi di cui può disporre sonosi
tanto ingranditi e moltiplicati, e le
resistenze diminuite cotanto in numero e potenza. La sua voce corre,
e come fluido a cui la scienza del
dispotismo non può opporre correnti
ed isolatori che valgano, penetra ogni
cuore. II suo spirito invade già ogni
umana istituzione, s’incarna negli affetti delJ’uomo, ad insaputa ed anche
contro la voglia di lui, dà legge e
norma a tutto il mondo morale ed
intellettuale, e sforza i suoi avversari
medesimi a confessare non esservi
buona politica che da esso possa
scompagnarsi, o ad esso opporsi. Ed
a quest’ultima verità rese splendida
iestimoniaQza Ja Regina d’Inghilterra
allorché in risposta all’indirizzo della
convocazione del Clero della provincia di Cantorberi nel 16 febbraio p. p.
disse: « esser suo ardente desiderio
« promuovere il ben essere e la fe<( licita de’ suoi sudditi .... col preti star mano ad estendere sopra di
« loro la santa influenza della reli« gione, la quale è l’unico sicuro fon« damento sul quale possa perma« nentemente stabilirsi la prosperità
« nazionale », e tutta la nazione inglese, potente, ricca, gloriosa, tranquilla sopra ogni altra, è della verità
medesima la prova vivente più luminosa, la quale è fatta anche più evidente dal contrasto della vicina Irlanda, in cui regna tutt’altra religione
che quella del Vangelo , e da cui la
popolazione povera, ignorante, disperata , va ogni anno a centinaia di
migliaia fuggendo verso l’America in
cerca di pane e pace.
Ai quali fugittivi dovrebbe Pio IX,
se tanto gli stessero a cuore gli Irlandesi quanto gli Italiani, esclamare,
parodiando la propria Enciclica delrS dicembre 1849 « sciagurati ! a
che fuggite l’impero della fame e
della Chiesa d’Irlanda per cercare
abbondanza e libertà in America,
quando sapete che l'Irlanda, se è il
soggiorno dell’ignoranza e della disperazione, abbonda però di chiese,
di conventi ; di preti, di frati, di
monache e di mendicanti d'ogni colore, in cui e per cui siete certi di
vivere e morire da buoni cattolici,
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laddove agli Stati Uniti, se tutli i fallaci frutti della Libertà abbondano,
correte però il grave pericolo di essere sedotti, come milioni dei vostri confratelli hanno fatto [a], dall’Evangelo che vi si predica liberamente, e travolti poi dall’agiata vita
da questo procuratavi nel baratro
di tutti i guai che i vostri preti vi
hanno minacciato nella vita futura
in pena della vostra diserzione? »
Siete voi stupidi ed ingrati tanto
verso la antica vostra Madre Chiesa,
comc lo sono gl’italiani " i quali
« vedono in essa un ostacolo alla
« gloria, alla grandezza, alla prospe« rità deiritalica nazione, e vorreb« bero perciò toglierla di mezzo » e
non apprezzano la gloria di possedere nel bel mezzo del loro paese
« la santa Cattedra di s. Pietro e
« per essa un impero troppo più so« lido ed esteso che non l’antica sua
« terrestre dominazione », nella fortuna eli’ essa Cattedra ha saputo
« spegnere nell’ anima loro quella
« sete funesta di gloria, la quale
« avea trascinati i loro maggiori a
« fare perpetuamente la guerra » e
(a) Consta dalla statistica che i cattolico-romani agli Stati-Uniti ammontano
appena a due milioni, quando, se non
fossero occorsi fra loro cangiamenti di
religione, dovrebbero ascendere ad oltre
sette milioni.
produrre invece da ogni angolo della
penisola « tante sante basiliche ed
« altri monumenti » come seminari,
conventi, palazzi vescovili ed arcivescovili ecc. ecc. « che costituiscon
« sotto titoli diversi la salute, la
« gloria e la felicità dell’ Italia ».
Chè se la terra italiana formicola
come l’irlandese di « poveri, e miserabili, non ha nelle nostre contrade
la pietà dei vostri antenati fondati
numerosi stabilimenti di carità » ove
quelli possono sfamarsi senza fatica
e senza accoramento, e colla consolante certezza « che nella povertà
la strada della salute è fatta loro più
facile », per cui invece di rompersi il
capo per uscirne, devono mollemente
adagiarsi Onchè i preti e la morte non
non vengano a dar loro il passaporto
per il Cielo?
Ma sono canti al vento questi.
L’uomo, grazie al Vangelo, sente che
nella libertà e nella personale indipendenza stanno la sua dignità, la sua
risponsabilità, il suo perfezionamento,
laddove nella servitù predicata da
Roma sta il bruto senza coscienza di
sè e de’suoi destini, senza volontà,
senza pensieri, senza passato, senza
futuro. La scelta può esser pertanto
lenta, ma non può mancare; e forse
non è lontano il giorno in cui ogni
Governo cristiano dovrà, come l’antica repubblica degli Ebrei fece della
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legge di Dio, prendere a fondamento
e modello della sua politica questa
nuova legge del Messia, la quale collegando la Terra al Cielo ba già provato in pratica, che la via da essa
tracciata aU’umanità conduce al bene
nella vita presente e nella futura, e
che perciò questa è la vera e sola via
che l’umanità deve percorrere.
LIHERTÀ DI COSCIENZA
Vili.
Siamo da voi, signor Cattolico. A
tutto quello che noi abbiam detto per
dimostrare che la libertà di coscienza
è una dottrina evangelica, il Cattolico
oppone quattro passi tolti dal Nuovo
Testamento. Noi non credevamo a
noi stessi leggendo i medesimi, tanto
essi sono inconcludenti per dimostrare
il diritto di perseguitare gli eretici secondo la dottrina dei clericali. Il primo passo tolto dal cap. xi di s. Luca
V. 23: Chi non raccoglie meco, sparge.
Noi che prendiamo la parola di Dio
con tutta semplicità, crediamo che
Gesù Cristo in quel luogo voglia insegnare non esservi via di mezzo, o
amare Gesù Cristo ed essere con lui
ed operare con lui, o dichiararsi suo
nemico. Ma i teologi del Cattolico,
assai più dotti di noi, ci avvertono
che debba intendersi della persecuzione. Ecco dunque quale sarebbe la
spiegazione che il Cattolico dà a questo passo: Chi non raccoglie con Gesù
Cristo, sparge. Dunque coloro che non
ammettono l’infallibilità del Papa, e
che non credono a tutto quello che
egli insegna, sebbene credano a tutto
quello che ha insegnalo Gesù Cristo
e gli Apostoli, debbono essere perseguitati. I nostri lettori giudichino tra
la nostra interpretazione e quella del
Cattolico.
Il secondo passo sul quale basa il
Cattolico il dirilto di persecuzione è
tolto dal cap. xii di s. Matteo v. 30:
Chi non è meco, è contro a me. Ma,
siccome questo passo ha l’istesso senso
del precedente, non ci fermeremo
punlo ad analizzarlo, e passiamo al
terzo argomento scritturale del Cattolico.
Nel cap. xviii di san Matteo, Gesù
Cristo parla della correzione fraterna,
ed ordina che il fratello peccatore sia
ammonito segretamente; ma se dispregia l’ammonizione segreta, sia ammonito in presenza di uno o due testimonii : che se disdegna anche quesla, debba essere ammonito dalla
Chiesa, e « se disdegna eziandio d’ascoltare la Chiesa, siati corae il Pagano 0 il Pubblicano ». Da queste parole
il Cattolico crede potere trarre il dirilto di perseguitare gli eretici. Noi
non vogliamo entrare in una lunga
spiegazione di questo passo che ci por-
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ierebbe lungi dal nostro scopo, ma
osserviamo semplicemente che colui
il quale non ascolta la Chiesa (e per
Chiesa non s’intende nè la Chiesa Romana, nè il Papa, che allora non esistevano, ma l’assemblea de’ Fedeli)
sia tenuto nello stesso conto ch’era
tenuto un Pagano od un Pubblicano
in quei tempi. Affinchè dunque il passo
citato dal Cattolico provasse qualche
cosa a favore della persecuzione, bisognerebbe provare che i Pagani ed i
Pubblicani fossero stati perseguitali da
Gesù Crislo, ma noi Invece leggiamo
nel Vangelo che Gesù Crislo non solo
nou li perseguitava, ma li cercava,
ma si siedeva a desco con essi. Ecco
quanto è felice il Cattolico nella scelta
de’ suoi argomenti.
Ma quello che mostra soprattutto la
somma sapienza dei teologi dei Caltolico è un ultimo passo che essi adducono tronco e mutilato alla maniera
dei barattieri e degl’impostori. Nella
V Lettera ai Corinti, cap. v, vers. 9
12, s. Paolo esorta i Cristiani a non
mescolarsi co’ fornicatori, cogli avari,
coi rapaci, cogl’idolatri, cogli ubbriaconi, coi maldicenti, ed esorta a non
mangiare neppure con quesli tali. I
teologi del Cattolico, mutilando il testo, fanno credere che s. Paolo vieti
di mescolarsi cogli eretici e di prendere cibo con essi ; ed usando poscia
della loro singolare maniera di ragio
nare, ne tirano la conseguenza che
quelli che, secondo essi, sono eretici
debbano essere perseguitati. Invidiabile logica dei clericali ! Noi invitiamo tulli i noslri leltori a riscontrare
nel Nuovo Teslamento i passi che il
Cattolico ci oppone, e giudicare da
loro stessi se tali passi indichino anche una lontana persecuzione.
Se però i passi oppostici indicano
l'ignoranza dei nostri oppositori, non
tolgono a noi l’obbligo di spiegare altri passi che in mano a teologi più
abili potrebbero sembrare favorire la
intolleranza clericale. Il primo si è il
precetto di Paolo a Tito, In, IO:
« Schifa l’uomo eretico dopo la prima
e la seconda ammonizione ». Ma questo precetto di Paolo non importa alcuna persecuzione, anzi, a bene considerarlo, esclude la persecuzione. Di
fatti ordina l’Apostolo che il cristiano
debba evitare l’erelico ostinato ; se
deve evitarlo non deve ucciderlo, come insegna il Diritto Canonico, non
deve perseguitarlo, corae insegnano i
clericali. Ma il punto qui sta a conoscere qual è l’uomo eretico che si
debba evitare. E noi non vogliamo su
queslo punto sentenziare, raa lasciamo
che i noslri letlori decidano; e perciò
poniamo alla loro coscienza la seguente queslione. Saranno eretici da
evitare coloro che non credono e non
insegnano che quello che insegnava
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Gesù Cristo, e quello che credevano
ed insegnavano gli Apostoli? Ovvero
coloro che alla dottrina di G. C. e
degli Apostoli hanno aggiunto un ammasso di tradizioni e di dottrine umane da sformare interamente la santissima dottrina del Vangelo? Qualunque
sia la risposta a questa queslione,
sempre sarà vero che il consiglio o
precetto che sia di s. Paolo, non autorizza in modo alcuno l'intolleranza,
ma ordina soltanto di evitare quel
tale; ed evitare una persona non vuol
già dire perseguitarla.
I clericali di altri tempi si servivano diun fallo registrato nel Vangelo
onde provare il loro preteso dritto di
persecuzione religiosa. Gesù Crislo,
essi dicevano, flagellò coloro che vendevano nel lempio. Ma i clericali
dei nostri giorni non |si servono più
di tale argomento. Infatti se coloro
che vendono le cose sacre dovessero
essere flagellati e scacciali dal tempio,
questi tali non sarebbero sicuramente
gli Evangelici. Intendetela bene, o clericali, non siamo noi quelli che vendiamo le cose sacre; imperocchè-fioi
crediamo al Vangelo che ci dice, mete
ricevuto gratuitamente, date gratuitamente.
Ma l’argomento favorito dei clericali è il seguente: i ladri, i falsari, i
venefici sono giustamente puniti anche
colla morte : ma gli eretici sono peg
giori dei ladri, dei falsari, dei venefici.
Gesù Cristo li paragona ai lupi rapaci (Matteo VII, 15. Alt. xx, 29)
ai rubalori, ai ladroni (Giovanni x, 1):
dunque...
Per rispondere a tale argomento
bisognerebbe prima determinare chi
sono questi lupi rapaci e quesli ladroni. Gesù Cristo ci dice nei luoghi
citati, che lali lupi sono quei falsi
profeti che vengono in abito di pecore, che cioè simulano quella pietà
che non hanno. I rubalori ed i ladroni
sono coloro che non entrano nell’ovile di Cristo per la porta : ma gli
Evangelici hanno quesli caratteri? In
quanto all’ipocrisia, noi lasciamo che
il pubblico giudichi se essa è propria
degli Evangelici o di altri. In quanto
all’entrare per la porta, Gesù Cristo
stesso ci dice che Egli è la porta :
quindi coloro che insegnano che la
salule è soltanto io Gesù Cristo, che la
vera Chiesa è soltanto quella di Gesù
Cristo e non quella di alcun uomo ,
non sono certamente ladroni, ma entrano per la porta. Ma non entriamo
in sìmile queslione che ci condurrebbe
a delle personalità, e noi vogliamo occuparci piuttosto dei principii. Affinché l’argomento dei clericali avesse
qualche valore bisognerebbe che essi
dimostrassero chc il credere diversaniente da quello che essi credono, o
fingono credere in materia religiosa
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sia un delilto, e che non vi possa essere un uomo onesto che abbia credenze diverse dalle loro ; ma questo
gli sarà ben difficile dimostrarlo. Supponiamo pure, se vogliamo, che avere
una convinzione religiosa diversa da
quella dei clericali sia un errore; ma
dairerrore al delitto corre una grande
differenza. L’errore dei cosi detti eretici non riguarda che la coscienza e
Dio solo ne è il giudice. Ma, dicono i
clericali, gli eretici rubano le anime.
Le anime appartengono a Dio o alla
società? Se appartengono a Dio, Dio
solo deve giudicare se costoro sono
ladri. Ma ammettiamo che lo siano.
Essi predicano quello che credono essere la verità ; essi non ¡sforzano alcuno ad abbracciare le loro dottrine:
non seducono alcuno con danari o
con promesse ; ricevono soltanto alla
loro comunione coloro che, persuasi
dalla lettura del Vangelo, credono che
la religione evangelica sia la sola vera;
non fanno (lunque ingiuria ad alcuno:
uon possono dunque giustamente essere puniti.
Equi cessiamo,jnon perchè sia esaurita la materia, ma perchè il fin qui
dello è sulTiciente per dare un’idea ai
nostri lettori che la libertà di coscienza
è una dottrina del vero Cristianesimo,
e che l'intolleranza è una dottrina
condannala dal Vangelo. Concludiamo
dunque questa nostra discussione con
un passo del gran Tertulliano nel
capo secondo del suo libro a Scapula:
« Ciascuno ha il diritto ed il potere
« di professare quella religione che
« crede la migliore; e la religione di
« uno non fa nè bene nè male all’al« tro. Quindi non appartiene alla re" ligione di costringere alcuno ad ab« bracciarla; imperciocché deve essere
« ricevuta spontaneamente e non per
« forza; i sacrifìcii debbono essere of« ferii volontariamente. Quindi se voi
« ci condurrete per forza a sacrificare
« ai vostri Iddii, nou farete perciò loro
« cosa gradita: imperciocché non sono
« che i litigiosi che si corapiacciono
0 dei sacriQcii forzati, e Iddio non è
« litigioso ».
MISS CLiWLXGHAME
I giornali inglesi continuano ad occuparsi di questa vittima della fanatica intolleranza clericale. I clericali
si affaticano per dimostrare che Miss
Cunninghame ha avuto il torto, che
essa è una fanatica, e che sostiene la
parte di emissario della propaganda
protestante. Noi che abbiamo l’onore
di conoscere personalmente quesla
interessante signora, potremmo di
leggieri dileguare tali accuse: ma
amiamo meglio di far parlare essa
stessa dalla sua prigione. La Semainc
Religieuse dell’ 8 ottobre riporta un
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brano di lettera di Miss Cunninghame,
che noi traduciamo letteralmente, per
far conoscere ai nostri lettori chi sia
questa giovane così perseguitata dai
clericali.
Carceri di Lucca 24 settembre.
« Prima di ricevere questa mia lettera
avrete saputo ove io sono e per quale cagione vi sono, e sono sicura che voi pensate a me e simpatizzate con me. Mi affretto a dirvi che io sto bene, grazie na
sieno rese al mio Dio. li mio spirito è in
calma e gode di una pace tale che non
l’avrei creduta possibile in una simile posizione. Naturalmente parlando vi sono
delle cose che sono assai difficili a sopportare: allorché io penso alle angoscie
della mia povera madre, alle agitazioni di
tutti i miei amici, alle difficoltà che un
tal fatto farà nascere nella diplomazia, voi
potete bene immagiaBre che tali cose sono
più che bastanti per affliggere una povera
e debole creatura quale io mi sono, e vi
confesso che ho avuto molto a combattere
per non essere troppo scossa. Ma la Grazia di Dio mi ha bastato, ed il suo santo
Nome sia benedetto per tutlo quello che
mi è avvenuto. Si, la mia anima è, tranquilla e si riposa pienamente in Dio, la
mia liberazione è in Lui.
« lo vedo chiaramente ehe la guerra
che si fa a me non è punto contro di me,
ma coDlro la verilà dì Dio, contro la sua
Parola, contro Lui stesso. Oh! come uua
tale certezza mi riempie di energia e di
calma, e questa guerra essendo contro
Dio, la viltoria altresì sarà sua.
Il Non abbiate inquietezze a mio riguardo, iraperciocch« vi assicuro che la
mia prigione non ha assolutamente nulla
di doloroso. La mia cameretta, sebbene
piccolissima, non è nè troppo trista nè
troppo oscura. Egli è vero che nou veggo
nulla di ciò che è fuori, eccettochè ua
piccolo pezzetto di cielo turchino, e sono
bene fortunata quando non è ricoperto
di nuvole. La cara Rosa Madiai vi avrà
già data la descrizione della mia cameretta. Vi rammentate quando l’anno scorso
pregavamo insieme per lei? lo non avrei
mai immaginato che poco tempo dopo
sarei stata anche io nella stessa posizione.
Il Io non posso esprimervi quanto siano
state grandi le consolazioni e le gioie che
il Signore mi ha fatto provare dacché
sono qui. Io non aveva mai così bene compreso come lo comprendo adesso la intima unione che esiste fra il nostro Amantissimo Salvatore, e le membra della sua
Chiesa. Sebbene siamo poveri, miserabili
e dispregevoli, siamo ciononostante, per
così dire, carne della sua carne e ossa delle
sue ossa, e quello che ci riguarda, riguarda
anche Lui. Quale immensità di grazia e
di amore ! Dio voglia che noi la esperimeuliamo sempre maggiormente ! La
santa Parola di Dio mi è stata doppiamente preziosa dacché sono qui. Essa mi
parla altamente nella mia solitudine, ed
io seguo con raddoppiata simpatia la istoria dei prigionieri che vi è descritta.
« lo desidero ardentemente le preghiere
di tutti coloro che amano il Signore, non
già per me che non ho dritto ad alcuna particolare simpatia, ma come membro del
corpo di Cristo, e soprattutto per la gloria
dellasua sanla causa.Oh! che essa non soffra per cagione della mia debolezza. Pregate mollo affinchè l’Evangelo sia glorificato in questo affare. Io credo potervi
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dire con tutta sicurezza che questo è il
mio più ardente desiderio.
« Per me stessa io non ho alcun pensiero. Dopo tutte le benedizioni che il Signore mi ha accordate Qa qui, sarei la
più ingrata di tutte le creature se non mi
abbandonassi inleramenle nelle sue mani:
imperciocché io so che senza ii suo permesso non mi si polrà fare alcun male:
tulto quello che il nemico trama per nostro male, si rivolge per la grazia di Dio
in nostro bene. Che il suo santo Nome sia
lodato, Egli è sempre vicino a noi. Io
non posso dire quanto tempo passerà
prima che la mia sentenza sia pronunciata; raa Dio sa lutto e questo mi
basta. Io prego che nessuno si agili menomamente per me. Io non desidero altro
assolutamente, se non che le preghiere,
e credo che nella preghiera vi sia assai
più di forza che non ve n’è in tutte le
emozioni ed agitazioni possibili.
(( Io non oso pregarvi di scrivermi,
imperciocché non mi si permette di ricevere lellere, ma ai piedi del trono della
Grazia, voi potete essermi mollo ulile.
Addio, io non so se potrete leggere quesla mia, imperciocché io non ho altra
tavola che le mie ginocchia. Addio, io
benedirò Iddio per tutto il tempo della
mia vila, imperciocché Egli è buono, e la
sua misericordia dimora in eterno ».
Da questa lettera confidenziale
scritta a persona amica e senza poter sospettare die fosse pubblicata,
potranno i nostri letlori conoscere il
carattere di questa giovane cristiana;
da questa letlera stessa si rileva quanto
mentiscono 1 clericali allorché essi
gridano che essa è trattata con tutti i
riguardi, e che ha tutte le possibili comodità. Non le si permette neppure
di ricevere lettere: nella sua cameretta
non vi è neppure una tavola, ma è
obbligata di scrivere sulle sue ginocchia. Un ladro, uo assassino, un Cagliostro non sarebbe trattato diversamente.
I giornali inglesi pubblicano una
corrispondenza di Toscana nella quale
è detto che la signora Cunninghame
madre della prigioniera è caduta gravemente maiala e si teme molto per
la sua vita. Se questa vecchia signora
muore non sarà essa una vittima della
feroce intolleranza clericale 1
IL MATRIÌIOMO CRISTIANO.
I.
Mentre la libera stampa si occupa adiscutere intorno al matrimonio, e i liberali
voglion considerarlo unicamente siccome
contratto sociale e quindi concentrarne
lutti i diritti alla società civile; mentre i
clericali vogliono considerarlo unicamente
come sacramento ed appropriarsi ii monopolio di tulto quello che lo riguarda ;
molti domandano a noi evangelici cosa
noi pensiamo intorno a tale questione.
Ecco la nostra risposta.
Noi crediamo che il matrimonio debba
essere considerato sotto tre diversi aspetti ; in quanto è una istituzione della
legge di natura : 2“ in quanto è relativo
alla società civile : 3° in quanto concerne
la società cristiana o la chiesa. Nel primo
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aspetto, il consenso dei contraenti forma
l’essenza del contratto, il quale è fermo
senza alcun’altra solennità o ceremonia,
purché concorrano dalle parti contraenti
quelle condizioni che la natura impone,
cioè l’abilità a contrattare, e la idoneità
a mantenere : siccome pure cbe il contratto non sia fatto fra quelle persone legate in tale grado di consanguinità cbe
la natura istessa non consente che sieno
unite in matrimonio.
In quanto al secondo noi crediamo che
le leggi della società civile possano apporre al contratto matrimoniale tali condizioni da renderlo o valido o nullo, siccome ha diritto di apporle in altri contratti : inguisachè il matrimonio sia stimalo valido dalla società, se è contratto
secondo le sue leggi, ed invalido se a
quelle non si conforma. Però, siccome
la legge civile non può annullare nè contraddire quello che è della legge di natura,così leleggi della società civile riguardo
al matrimonio debbono avere per buone
le condizioni poste dalla legge naturale,,
e ritenere per nulli quei matrimoni che
secondo la legge naturale sono nulli. 11
potere della legge civile sul matrimonio
è di aggiungere altre condizioni a quelle
poste dalla natura per renderlo socialmente e civilmente valido.
In quanto poi concerne una società
cristiana, crediamo cbe si debba procedere con una distinzione. 0 la società in
discorso è esclusivamente caltolica romana che non ammetta nel suo seno e
non tolleri cittadini di altra comunione,
0 è una società che tollera nel suo seno
cittadini non cattolici. Nel primo caso la
società deve accettare come parte essenziale del matrimonio il sacramento, sot
tomettersi a tutte le leggi ecclesiastiche,
non mescolarsi per nulla nei matrimoni,
6 lasciarne tutto l’incarico ai preti ed ai
vescovi. La società in questo caso avendo
calpestato il diritto della libertà di coscienza è giusto chc ne subisca tutte le
conseguenze. Quindi nulla vediamo di
più inconseguente di quello che si pratica nel regno di Napoli, ove la religione
cattolica romana è esclusiva, e frattanto
esiste il matrimonio civile. Ma se la so-^
cietà tollera nel suo seno cittadini che
non appartengono al culto cattolico ; se
la società ammette il diritto santissimo
della libertà di coscienza, allora essa non
può aver riguardo piuttosto ad una comunione religiosa che ad un’altra, e deve
fare le sue leggi riguardo al matrimonio
siccome una società civile. Nulla di più
inconseguente alla nostra maniera di vedere che una società libera, ed emancipata dal giogo clericale si lasci dettar le
leggi dai chierici ; che una società che ha
nel suo seno cittadini di varie credenze
religiose, tutli egualmente liberi, e godenti dei diritti civili, come è il caso in
Piemonte, abbia a far leggi che offendano
la credenza religiosa di alcuni cittadini,
per favorire la credenza di altri.
Ciò premesso in quanto alla società in
generale, esporremo ora quello che noi
evangelici crediamo intorno al matrimonio contemplato sotto l’aspetto religioso.
Già la B. N. nei suoi numeri 8, e 9 di
quest’anno, pag. H3, e "137 ba dello il
perchè gli evangelici non ammettono che
il matrimonio sia un sacramento; ma tale
dichiarazione è negativa, e noi vogliamo
del positivo.
Sebbene noi teniamo per validi davanti
alla società i matrimonii degli infedeli,
13
dei gentili, e degli increduli, e detestiamo l'adulterio, la fornicazione, cd ogni
altra impurità; pure noi non possiamo
convenire con coloro che credono il matrimonio una istituzione puramente civile
e politica, siccome non possiamo convenire con coloro che lo riguardano siccome un sacramento.
Noi secondo l'insegnamento della Parola di Dio crediamo il matrimonio essere
stato istituito da Dio stesso ( Gen. II. ):
Dio stesso benedisse il primo matrimonio dei nostri progenitori nello stato d’innocenza, e tornò a benedire dopo il diluvio i matrimonii dei figli di Noé(Gen.IX).
Gesù Crislo nel Nuovo Testamento non
solo non abrogò la primitiva istiluzione,
ma la richiamò anzi ai suoi principii
[Matt. XIX.) e la approvò colla sua presenza, e col primo miracolo nelle nozze
di Cana (Giov. 11). Gli apostoli insegnarono sempre la stessa dottrina. Il matrimonio dunque per noi è una cosa
santa perchè istituito e benedetto da Dio,
e confermato da Gesù Cristo.
Dagli stessi insegnamenti della divina
Parola noi conosciamo che il matrimonio non è un contratto che segua la
regola generale degli altri contralti, i
quali siccome si fanno per consenso
scambievole, cosi per consenso scambievole possono essere sciolti; non cosi
c'insegna la Bibbia intorno al matrimonio; ma essa ci dice che la unione
coniugale è più stretta ancora della unione che è Ira padre e figlio; e che l'uomo
pon deve separare quelli che Dio ha
congiunto. Il caso d’adulierio è la sola
eccezione a quesla regola che ammetta
il Salvatore (Mat. V. 32).
Iddio c’insegna nella sua Parola «non
essere cosa buona che l’uomo sia solo
(Gen. II.) che il « vescovo deve essere
marito di una moglie: che se alcuno
non sa governare la propria famiglia
non è alto a governare [la Chiesa di
Dio II (1“ Timot. II.) e che « il matrimonio ed il letto immacolato è onorevole
in tutti (Ebr. XIII. i.
Finalmente, per tacere di tante altre
lodi chc la Parola di Dio dà al matrimonio, noi vediamo che esso è la dolcissima immagine di Gesù Crislo e della
sua Chiesa (Efes.\); c cbe un gran
numero di benedizioni divine sono promesse al raalrimonio fatto nel timore di
Dio, e secondo la sua Parola.
Queste cose abbiamo voluto rammentare aiTinchè non si dica che se noi
neghiamo al matriraonio la qualità di
sacramenlo, non perciò lo teniamo in
poca stima; ma anzi lo rispettiamo siccome una istituzione divina, e preso
solto l'aspetto religioso non lo consideriamo siccome un contratto puramente
sociale, ma siccome uno stalo onorevole,
santo, e benedetlo da Dio.
Per noi evangelici dunque il matrimonio è consideralo dal lato religioso,
e dal lato civile. Dal lato religioso obbliga la coscienza degli individui innanzi a Dio: dal lato civile obbliga gli
individui innanzi alla legge ed alla società. Ma fm dove si estende il dominio
della coscienza? fin dove si estende il
dominio della legge civile sul matrimonio? Questo lo vedremo in un prossimo
articolo.
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UN MISSIONARIO PAPALE
IN UNGHILTERRA.
Il fatto seguente leggevasi nel Times
di Londra in data del 1“ setlembre p. p.
« Un Ilallano » (la carità cristiana
vuole che noi tacciamo il suo nome},
« alto, di nobile aspetto, pallido, dell’eià
di S6 anni, il quale non diede verun indirizzo, e si annunziò come prete Caltolico Romano, fu posto alla barra dinanzi
al signor Tyrwhitt, accusato da Jemina
Dovvnes, giovine moglie di Thomas Dovvnes, lavorante Irlandese, dimoranti al
N° 2 d|2 Foundiing Terrace, Gray’s Inn
Road, di alti indecenti contro di essa,
come pure di essersi provalo di colpirla
con un coltello.
« Essendosi sparso che un prete cattolico romano era in custodia solto la menzionala accusa, si manifestò un considerevole interesse, e la corte si riempi
aU’eccesso.
n Appena il prigioniero fu poslo alla
barra, non conoscendo egli la lingua Inglese, William Larindon, intelligente officiale, 137 G, fu chiamalo ad agir come
interprete, e prestò, secondo le forme in
uso, giuramento d’interpretare con fedeltà, ecc. ecc.
« Mrs. Jemina Downes, dopo di aver
prestalo giuramento , depose cbe ieri
maltioa, verso lo 7, Irovavasi in ,Gray’s
Inn Road, allorché il prigioniero (cioè il
prete celibatario) le tenne dietro, e disseie un non so che in lingua straniera,
cbe essa non intese, e che egli allora le
fece un gesto indecente colle dila. La
seguì fino alla porta di casa, e là sembrava deliberato di attentare alla di lei
onestà. Il marilo della donna essendo
accorso, minacciandolo di farlo arrestare,
il prete allora tirò fuori un coltello, e
misurò due colpi tanto al marito che alla
moglie, ma essi fortunatamente li seppero evitare. Incontratosi il sergente
Maskell, 403 a, fu arrestalo. Giunto alla
prefettura venne frugalo, e gli trovarono
un coltello, della medicina, e un portafoglio, contenente parecchi documenti
straordinarii, dai quali appariva che egli
veniva da Roma, e che non erano che
7 giorni ch’ei Irovavasi in Londra, dove
era stato inviato come missionario, e che
doveva poi continuare il suo viaggio fino
in America ».
n Mr. Tyrwhitt esaminò attentamente i
documenti trovali nel portafoglio del prigioniero. Uno di quesli documenti proveniva da una qualche autorità cattolica
di Roma. Il prigioniero era un missionario apostolico, ed era autorizzato a raccogliere sottoscrizioni per la erezione di
una gran Chiesa Cattolica Romana in
Londra ! « Larindon disse che sua riverenza era in rapporto con 4 conventi in
Nuova York, per dove egli era diretto».
Mr. Tyrvifhitt. — Bisognerà posporre il
suo viaggio per qualche tempo ».
Ecco I missionari che Roma papale
manda aH’Inghilterra evangelica!
{Dall’Eco di Savonarola).
aroTizii: rei.icìiose
Inghilterra. La signora Smith, nata
Cafferata organista della chiesa callolica
di Sunderland ha abiurato il cattolicismo romano per abbracciare la fede evangelica.
America. Leggiamo nel Semeur Canadien del dC settembre: « Ci è stato ripor-
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tato che nel giorno della consacrazione
della chiesa cattolica di Saratoga, che
ebbe luogo nel passato mese, ed alla
quale assisteva l’arcivescovo Bedini, si
faceva pagare uno scudo a tutti coloro
che volevano assistere alla messa. È questo un nuovo esempio dello spirito di
speculazione, che anima il clero romano.
Se in una chiesa protestante si facesse
altrettanto, i cattolici non mancherebbero
di gridare altamente, e di deounciare al
pubblico una condotta così contraria al
Vangelo; ma essi lo credono permesso
per loro, credendo che non se ne farà
alcun caso, altesochè tal cosa è in perfetta armonia con lo spirito della Chiesa
che da molto tempo fa un commercio lucrativo nel mondo «.
Bcenos-Aïres. Leggiamo nel Républicain di Nuova Jork il segueote fatto sotto
la rubrica di Buenos-Ayres. « L’intolleranza caltolica ha portato dei buoni frutti.
11 caltolicismo ba perduto materialmente
e moralmente i privilegi che ha goduto
fin qui. L'n tale cambiamento è dovuto ad
una rissa accaduta in occasione dei funerali di un soldato tedesco morto per la
difesa della città. Questo soldato era luterano: una tale circostanza non sembrò
un ostacolo al prete cattolico per fare su
di esso l’ufficio funebre, purché, s’intende, fosse pagato ; ma i compagni del
milite non vollero che il prete ufficiasse.
Allora il prete vietò l’ingresso del cimiterio: gli alemanni che accompagnavano
il cadavere procedevano come se nulla
loro fosse stato intimalo : il prete si oppose colla forza, ed i militi respinsero la
forza colla forza, ed il prete riporlò una
ferita. Quello che è il più importante iu
questo fatto si è che le autorità hanno di
chiarato che da qui innanzi il clero protestante sia in tutto e per tutto pareggiato
al clero cattolico».
Polinesia. Le missioni evangeliche
portano frutti abbondanti in quelle vastissime contrade. Noi abbiamo già parlato dello zelo mostrato dai nuovi convertiti per attirare allri alla cognizione
della verità, cbe è solo in Gesù Cristo :
ci restano alcuni fatti a narrare che fanno
vedere lo zelo missionario di quei neofiti. Nou è gran tempo partirono da Tenga
alcuni giovani cristiani, e sopra una fragile barchetta affrontarono un viaggio di
2o0 leghe di mare per portare l’Evangelo agli antropofagi delle ìsole di Fidgi.
Iddio benedisse lo zelo coraggioso dei
giovani evangelici, ed oggi quelle isole
sono quasi interamente crisliane, e l’antropofagia è cessata, e la civiltà fa progressi. Il coraggioso Giovanni William,
missionario evangelico, fu massacrato
dagli antropofagi di Erromanga nelle
Nuove Ebride : ma Dio ha fallo come
nei primi tempi della Chiesa; il sangue
del marlire è divenuto semenza di cristiani. In quest’anuo da Erromanga è partila una domanda alla Socielà di Landra per avere un missionario evangelico.
CROXACllETTA POLITICA
PiKM0?(TE. Il dazio d’entrata sui grani
esteri è stato ridotto a 0,S0 in quanto
al frumento, e a 0,23 in quanto alla meliga per ettolitro; diminuita inoltre di
metà la relativa spesa di trasporto sulla
strada ferrata: quest'ultima misura però
non è che provvisoria, mentre la prima
è definitiva, di modo che in avvenire
16
il dazio sui grani potrà essere forse aboito del tutto, aumentato non mai.
Di più, nella relazione che precede i
rispettivi Decreti, il Ministro ha espresso
il desiderio che i Municipii dello Stato
addivengano unanimemente e presto all’abolizione completa d'ogni dazio consumo sulle farine e sui grani, ed ha
solennemente promesso di proporre per
Legge, nella prossima riunione delle Camere, di togliere in avvenire ogni diritto ai municipii di tassare i generi suddetti.
Firenze. La differenza fra l’Inghilterra
e la Toscana relativamente all’arresto di
miss Cunninghame, accusata di propaganda protestante, non è per anco aggiustata . Miss Cunninghame è sempre
nelle prigioni di Lucca, ed il governo
austro-toscano vuole che sia tratta davanti i tribunali.
Inghilterra. Ebbe luogo a Londra il
meeting, dove le opinioni in favore della
Turchia si manifestarono con vero furore.
Il lesto delle risoluzioni prese dovrà
essere presentato a lord Clarendon; esso
è così concepito:
. 2. « L’integrità dell’impero ottomano
« essendo guarentita dai più solenni trat« tati, i quali l'Inghilterra sottoscrisse,
(( è dovere del governo inglese di ademII pieie ai suoi impegni sino al fine,
« conservando intatto il territorio della
« ’Turchia, e mantenendo il sultano nella
Il piena ed intiera possessione dei suoi
« diritti, come sovrano indipendente n.
.Anche il borgo di Hanley ebbe la sua
dimostrazione in favore de la Turchia,
o piuttosto contro lo czar, il cui nome
fu accolto come a Leicester da furiosi
grugniti.
— Si legge nella Patrie:
La paziente e indomata energia della
nazione britannica ha fmalmente otte
nuto la soluzione d’un problema che da
ben quattro secoli è stato cercato dai
navigatori d’ogni paese.
Il passaggio al nord ovest del continente americano, la esistenza del quale
era indicata dalla teoria, è stato scoperto
e percorso dal capitano Mac Clare comandante àttìV Investigator , spedito in
cerca di sir John Franklin.
Partito dallo stretto di Davis, sull’Atlantico, VInvestigafor è arrivalo allo
stretto di Bering, sul PacificoJ, traversando i mari Artici.
Ffancia. Dispaccio elettrico, «Parigi,
12 ottobre, ore 12, min. IS.
« Costantinopoli ì ottobre — Il sultano
doveva indirizzare alla nazione un manifesto che proclama la guerra santa, e
chiedere l’ingresso immediato delle flotte
nei Dardanelli.
if Omer bascià doveva fare un’intimazione di sgombramento all’esercito russo .
col tempo necessario per ricevere una
risposta da Pietroburgo. In caso di riliuto sarebbero cominciate immantinente
le ostilità senza passare il Danubio nelle
attuali circostanze.
« 11 Times dice che la Francia e l’Inghilterra hanno fatto conoscere allo czar
coudizioni dalle quali non si rimoveranno. Un accordo perfetto regna fra i
due governi.
«Dublino, H ottobre. — 11 ministro
della guerra ordina la formazione di sei
reggimenti destinati, dicesi, ai Mediterraneo.
« Le squadre turca ed egiziana dovevano iridare a proteggere Trebisonda.
— « Un dispaccio di Bombay del 12
settembre annunzia nuovi progressi degli
insorti Cinesi. La caduta della dinastia
regnante è considerata come certa ».
Amemga. La grande dimostrazione in
favore del capitano Ingraham ebbe luogo a Nuova-York il 23. Più di S,OÜO
persone assistevano al meeting, il quale
votò una medaglia d’oro e calorose felicitazioni al bravo capitano.
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mirapel gerente.
TIP. SOC. DI A. PONS E COMP.