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DELLE mLLT VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
/Anno LXXXJX - N. 36
Una copia Li re 30
ABBONAMENTI
}
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TORRE PELLICE 11 settembre 1959
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C-P. 2-17557
Sinodo Valdese
1959
Quale L’impressione dominante,
al termine della sessione sinodale
1959 i' Le impressioni possono essere sempre assai varie; e siamo in
genere pn troppo inclini a guardare
(on un po’ di sfiducia, per un
certo partito preso, alle discussioni sinodali. E certo che ancne quest anno molte ore preziose (qualcuno ha calcolato che ogni minuto sinodale costa alla Chiesa varie cen,inaia di lirelU) sono state sprecate: un certo disordine nei lavori, la
uubondanzu di problemi di primo
piano da discutere, e non sempre
con sufficiente conoscenza ai causa,
la mancanza di autodisciplina degli
oratori, la gradita, ma un po’ ingombrante presenza della lunga serie dei delegati esteri tenuti a fare
U loro discorsetto (1), tutto questo ha
fatto SI che del tempo prezioso si sia
perso. E’ un peccato, specialmente
perchè la malattia e cronica... E tuttavia l'impressione dominante e cne
! lavori sinodali sono stati non soio
interessanti, ma hanno toccato
questioni vitali, e in modo tale da
offrire a tutte le nostre Chiese, nel
corso dell’anno, spunti di ripensamento e di approfondimento di vita.
Mentre siamo grati al Seggio, per
a lavoro svolto, spesso ingrato e
ili modo particolare alla presidenza
genovese; Post. Aldo Sbaffi e Doti.
Manlio Gay — va detto subito che il
tono è stato dato al Sinodo, anc..e
quest’anno, dal lavoro della Commissione d esame; come i nostri lettori già sanno, essa era composta
dal Uott. Emanuele Bosio, dal rroj.
Uberto Cabella, ded Past. Giorgio
Cirurdet e dal Past. Edoardo Aime,
ì datore. iSella sua ” controrelazione ” (esame dell’operato della Tavola ) la Commissione ha preferito
seguire il criterio di studiare più a
fondo, e di presentare allo studio
del Sinodo alcuni problemi ben
puntualizzati, in modo che i lavori
sinodali potessero essere più approfonditi, e non limitarsi ad una superficiale galoppata sulle attività ” della nostra Chiesa durante lo
scorso anno. Non sono mancate le
critiche a tale criterio, da parte di
coloro che considerano essenziale
nei lavori sinodali l’esame di tutta
la vita dei distretti e delle chiese.
Senza dubbio l’oretta del venerdì
mattina, dedicata a... leggere i nomi
dei distretti e delle chiese, senza
che si avesse il tempo di dire
nulla, è stato troppo poco; non si e
neppure quest’anno potuto parlare
della F. G. V., ben poco di Agàpe,
■ di molti altri temi. Forse dovrebbe essere dedicata, e in modo tassativo, un intera giornata a questo
esame, anche per dar modo a molli
fratelli delegati delle nostre Chiese
ili far sentire la loro voce sui problemi che li toccano più da vicino,
l’ensiamo tuttavia che tale lavoro
ilebba in complesso essere compito
delle Conferenze distrettuali, che
selezionino dovutamente i temi per
il Sinodo (dare quiiuli maggiore importanza agli ordini del giorno presentati dalle Conferenze distrettuali). E ci pare che il concentràfe la
attenzione del tutstro Sinodo sui temi particolari - come (la fatto quest’anno la Commi.s.sione — .sìa una
via buona, e vada seguila con .sempre maggiore impegno: forse quest’anno tali problemi erano troppi
(anche .se tutti urgenti) e... c’era fin
troppa carne al fuoco. A questo proposito ricordiamo che il Past. Paul
Conord, segretario dell’Egfise Réfortnée de France, faceva notare, nel
suo vivace saluto, come il Sinodo nazionale di tale Chiesa sta affrontando, in questi ultimi aiuti, un argo
mento all’anno, e su quello lavora
a fondo; se ne fanno anche sentire
i frutti. Da noi, invece, fra le varie
e ricche relazioni delle Commissioni sinodali ad referendum, i ’’ punti ” presentati dalla controrelazione, e l’esame generale, si finisce per
disperdere le proprie forze. Il chi
non significa affatto, tuttavia, che i
lavori sinodali non siano stati fe
condi. Al contrario. In questa e nel
le prossime settimane cercheremo di
dare ai nostti lettori un’impressione
abbastanza precisa di essi. E poiché
lo scorso anno alcuni si erano lagna
ti di trovare sulle nostre colonne
delle relazioni un po’ troppo ” interpretate”... ricordiamo che un
articolo non ha da essere un verbale,
c che d’altra parte le nostre colonne saranno sempre aperte ai partecipanti al Sinodo che facessero delle rettifiche o ai lettori che chiedessero .schiarimenti. red.
(1) A questo proposito il Smodo ha deciso di ripristinare la « serata » dei delegati esteri, per cui si sceglieranno, ogni
anno. Ire oratori che non portino solo un
saluto ma un messaggio sulla loro Chiesa.
La seduta inaugurale del Sinodo, domenica 30 agosto
(Foto Costantino)
Crisi della parrocchia t Vitalità della Chiesa
La controrelazione si apre con una
diagnosi — abbastanza pessimista —
della vita spirituale delle comtmità.
E quest’anno si è tanto parlato, sulla stampa quotidiana e pure sulla nostra, della « crisi della parrocchia »,
che la Commissione d’esame ha fatta sua quest’espressione, che indica
una questione sentita e bruciante del
nostro tempo. Citiamo : « La crisi
della parrocchia consiste innanzitutto in questo: nella incapacità odierna della Chiesa di essere centro di
vita, di pensiero, di azione, per gli
uomini del nostro secolo. Una crisi
che è di vocazione, e conseguentemente anche di struttura, in quanto
la parrocchia attuale, nella sua configurazione territoriale, è ancora la
erede della parrocchia medioevale, allorché il villaggio ed il comime si arroccavano attorno al campanile della Chiesa; la strutturatone territoriale risponde ancora in una certa
misura alle esigenze della campagna,
nei villaggi, nelle valli Valdesi, benché la dispersione, l’esodo verso la
pianura industriale ponga nuovi problemi; ma si dimostra del tutto inadeguata nelle città e soprattutto nei
grandi centri industriali ove una organizzazione quartierale. zonale, può
migliorare la situazione ma non certo risolverla», A questa diagnosi seguono interessanti indica zi oni :
« L’una è che ci si preoccupi di riunire i credenti non solo per il culto,
ma anche m altre forma di incontro fraterno, in base ai loro interessi
professionali ed umani, per vie sezionali e non solo territoriali; l’altra
é di essere attenti a riconoscere nella Chiesa nuovi ministeri che non
siano quelli tradizionali, ricerca molto sentita nell’ambito del Consiglio
Ecumenico, perché rispondente alla
esigenza di una incarnazione della
Parola in una società che si trasforma e di cui la Chiesa, almeno per
ore, é solo al rimorchio. NeU’intento
di definire nuovi ministeri, pensiamo
che dovremmo cominciare col rivalutare quelli che la nostra Chiesa già
riconosce e ridare per questa via a
tutti i membri delle nostre comunità
i! senso preciso della loro responsabilità di cristiani.
del Pastore, non tanto per la predicazione quanto per la cura delle far
miglie, per riunioni di gruppo o di
quartiere, nel segnalare al Pastore
quali membri della comunità necessitino di assistenza spirituale o ma
teriale. nel portare, insomma, con il
Pastore, il peso della cura d’a,nime
ed in modo da assicurare un più efficace e fecondo contatto tra il Pastore stesso e la comunità ».
Il Sinodo, conscio dell’urgenza di
questo richiamo, ha votato il seguen
te odg. :
Il Sinodo, constatato che in mol
te comunità gli Anziani hanno
funzioni prevalentemente amministrative, e che spesso le loro prerogative si confondono con quelle
dei Diaconi, richiama tutte le
Chiese ad una rivalutazione del
ministero dell’Anziano e del Diacono.
Ma neppure questo basta per potenziare la vita della Chiesa. « Vi è
oggi in troppe comunità un distacco
preoccupante tra Pastore e membri
di Chiesa, soprattutto a causa del
fatto che i Pastori sono quasi tutti
oberati da eccessive preoccupazioni
amministrative e da incarichi straordinari che li distolgono dalla cura
più propriamente pastorale senza cui
la comunità langue. Bisogna (die i
laici assumano decisamente maggiori responsabilità nel governo della
comunità ; che si definiscano nuovi
diaconati; che si pubblichi una lista
di servizi che al vertice come alla
base potrebbero utilmente esser coperti da laici... la stampa, la diffusione del libro protestante, la direzione di tutti gli enti assistenziali...
A questo punto sorge l’obbiezione in
parte valida che pochi sono i laici
disposti ad impegnarsi e costanti
nella collaborazione: vi é comunque
da domandarsi se veramente si é
cercata sempre tale collaborazione e
se la Chiesa non sia lenta a saper
suscitare e riconoscere vocazioni specifiche per ministeri speciali. Certa
mente l’appello va rivolto particolarmente ai giovani, ed a questo proposito la Chiesa non farebbe bene di
chiedere ai giovani che hanno terminato il loro catecumenato, e ohe lo
possano, di dedicare un anno o sei
mesi al ser\ùzio della loro Chiesa? ».
L’attenzione del Sinodo si pimtua
lizza sui ministeri femminili, problema particolarmente ingente nel VI
distretto; evitando di parlare del pa^
storato femminile — su cui da noi
come altrove non si é ancora al chia
e nuovi.
La prima cosa che salta agli occhi,
nella Chiesa, é la confusione fra
la figura dell’Anziano e quella del
Diacono. «Se alle Valli — prosegue
la controrelazione — la figura del
l’Anziano ha ancora mantenuto, almeno in una certa misura, la sua
fisionomia tradizionale, nella maggor parte dei casi bisogna riconoscere che gli Anziani sono divenuti degli amministratori, talvolta degli ottimi consiglieri dei Pastori, ma non
sono più quello che dovrebbero essere. A noi sembra che l’Anziano deb
ha essere veramente un coadiutore
Messaggio del Sinodo
alle Chiese
Il Sinodo Valdese, tenendo presenti le esigenze perenni dell'Evangelo e la situazione storica che la Chiesa sta attraversando nel mondo,
invita le Comunità ad una seria revisione delle proprie ragioni di essere.
Far parte della Chiesa significa aver compreso che non apparteniamo
più a noi stessi, perchè abbiamo creduto e confessato che Cristo è il Signore della nostra vita. Non ci è dunque più consentito inseguire fini
e interessi indipendenti dalla nostra vocazione cristiana.
Credere in Cristo significa per noi servire Cristo con i fratelli secondo i doni che Cristo distribuisce a ciascuno onde attuare il suo piano.
Chiedano dunque in preghiera Pastori e Concistori di saper discernere
nelle Comunità loro affidate i differenti doni dello Spirito, si preoccupino di organizzare riunioni di categoria onde coltivare con intelligente
competenza questi doni, preparando singoli credenti e particolari gruppi di credenti a esercitare con adeguata informazione e con costante
aggiornamento determinati ministeri.
Non si trascuri di far comprendere ai giovani ed alle loro famiglie
la necessità imperiosa di abbinare alla educazione scolastica e professionale una specifica preparazione al servizio cristiano eventualmente
offrendo un periodo di servizio volontario in una delle nostre opere,
onde essere messi in grado di esercitare il proprio futuro lavoro con
spirito vocazionale. In modo che veramente la parola predicata orienti
e ispiri tutta la vita della Chiesa in qualunque settore della società essa
è presente nella persona dei suoi membri.
Nella sua distretta e nella sua tristezza il mondo che ci circonda,
incontrando gli uomini su cui è l'impronta di Cristo, ha bisogno di venire a contatto con la verità di Cristo, con la sua pace e con la sua gioia,
con la sua carità e con la sua dedizione.
ro: è stato fatto notare che non si
tratta di mascolinizzare ri servizio
della donna, ma di trovare qual'é il
ministero specifico e insosuiuibile
che la donna, non inferiore ma diversa daii uomo, può svolgere nella
umesa — si e discusso aeiie possi
Diiità di tali ministeri femmiiau specializzati, e si é giunti alia votazione di questo odg.:
Il Sinodo Valdese invita la Tavola, a mezzo di apposita Commissione, a curare lo sviluppo dei
ministeri femminili cercando che
quelle giovani che sentono una vocazione di servizio nella Chiesa
conseguano un diploma o di assistente sociale o di maestra-giardi
niera o di infermiera o altro adeguato per un elfettivo lavoro alle
uipenuenze delle nostre opere, e
seguano quindi un corso supplementare di teologia non superiore ad un biennio; ed a mettere a
loro disposizione eventuali borse
di studio.
Rallegrante pure la maggiore sensibilità verso un ministero missionar
rio che, se non può per il momento
essere sostenuto amministrativamente dalla cmesa Valdese, menta tut
tavia di esser maggiormente inserito
in essa; ecco l’odg in cui la discussione a questo proposito é culminata :
Il Sinodo, considerando l’oppor,
tunità che la Chiesa Valdese conservi un legame elfettivo con i
suoi Pastori all’opera nel campo
missionario, incarica il Seggio di
nominare una commissione con il
compito di studiare il problema e
di riferirne al prossimo Sinodo.
La discussione del quadro generale
della vita della Chiesa è stato molto appassionato: c’é stato chi ha trovato la controrelazione troppo pessimistica, e si é associato al moderato ottimismo — o meglio alla riconoscenza — espresso nel Rapporto
della Tavola, fondato anche sulle
realizzazioni pratiche dello scorso anno (cfr. le costruzioni o rinnovamenti di locali di culto); altri invece si
sono espressi del tutto all’unisono
con la diagnosi pessimista della Commissione d’esame, del resto non certo priva di speranza nelle possibilità
di rinnovamento della Chiesa: rinnovamento profondo, a servizio del
mondo, non puro potenziamento dell’istituzione e dell’organizzazione ecclesiastica. Si é rischiata, talvolta,
una certa genericità, ma la discussione é stata interessante, ed é sperabile che dia un impulso, nel prossimo anno, affinché pure da noi si
curi maggiormente una « teologia del
laicato», in sede generale e con applicazioni concrete.
L’intenzione ed il frutto di tale
discussione é stato condensato in un
« messaggio del Sinodo alle Chiese ».
riportato qui accanto.
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2 —
l'ICO DELLE VALU VALDESI
11 settembre 1959 — N. 36
ECHI DEI R E C E N T I t AV O RJ SINODALI
Autonomia delle Chiese
Il secondo punto della controrelazione verteva sul problema delFautonomia delle Chiese, problema
ravvivato recentemente da elezioni
di pastori nel 1" distretto, da discussioni sui nostri giornali, nonché dalla domanda — non unanime — della Chiesa di Genova per il riconoscimento della sua autonomia. Tale
domanda è stata accolta dal Sinodo.
Questo punto, per assoluta mancanza di tempo, non ha potuto essere discusso in Sinodo, ed è peccato, perchè alcune proposte della
Commissione avevano carattere di
urgenza: in particolare quella di
rivedere Fart. 15 dei R. O., che,
ponendo il limite minimo di cinque
anni di ministero dopo la consacrazione, perchè un pastore possa essere eletto da una chiesa autonoma,
rende molto difficile alle chiese di
alta montagna la elezione del prò
prio conduttore. La proposta è rin
viata allo studio del Sinodo prossimo con questo odg;
Il Sinodo lireso ittto dèi progetto di
riforma delle norme concernenti il regolamento dell’autonomia delle Chiese,
presentato dalla Commissione d’esame,
invita il Seggio a nominare una commissione ad referendum che sulla ba,se
del succitato progetto riferisca al prossimo Sinodo.
Durante Fanno le chiese potranno
cliiedersi quali sono i diritti e quali
i doveri impliciti* nélFautonomia,
potranno esaminare la propria « maturità spirituale »; e sarà buona cosa
se si prenderà purè in considerazione
un^ltra proposta della Commissione d’esame; quellk di sostituire il
Concistoro alla Commissione consultiva incaricata di svolgere i sondaggi precedenti la nomina di uii
nuovo pastore: 'nessuno meglio che
il Consiglio di Chiesa è al corrente
delle reali necessità della Chi( s i
.li cui è responsabile.
Finanze e bilànci
Constatazione generale — e ahimè
cronica, pare: le Chiese, pur aumentando di oltre due milioni le loro
contribuzioni alla cassa centrale, non
hanno raggiunta la meta fissata degli 80 milioni. Se si considera che gli
stipendi agli operai della Chiesa hanno ammontato, nello scorso anno, a
L- 85.538.974, appare chiaro che le
contribuzioni delle nostre Chiese
non riescono neppure a coprire tale
spesa, che è la spesa essenziale al
mantenimento della nostra opiera.
Anche quest’anno solo i più che generosi doni di amici stranieri I oltre
40 milioni di lire) hanno permesso
che la situazione, pur fortemente deficitaria, non si facesse tragica. La
relazione del Past. Guido Comba —
che è stato v|ivamente ringraziato
con il suo collaboratore, Past. Paolo
Marauda per la somma di lavoro
compiuto con impegno — ha ribadito
questi punti già presentati dalla controrelazione. « La Commissione ritiene di dover ancora una volta insistere su questo pimto; le contribuzioni delle Chiese devono essere aumentate in modo che coprano almeno le spese per la retribuzione degli operai e tutte le comimità se ne
devono rendere esattamente conto.
Bisogna perciò che i Consigli di Chiesa si sforzino di adottare criteri di
rigida economia sul piano delle spese locali e che soprattutto ogni mem^
bro di chiesa senta la necessità di
dare generosamente per i bisogni
della chiesa secondo una percentu^
le libera ma regolare delle proprie
entrate, conformemente all’ invito
dell’art. 11 degli Atti sinodali 1956.
(...) La misura della nostra lede sarà data dal nostro impegno costante e coraggioso per la nostra chiesa.
Abbiamo
edificato.,,
« Una diciottesima parrocchia è
sorta alle Valli con la costruzione del
tempio di S. Secondo di Pinerolo
Nell’alpestre parrocchia di Frali si
sono poste le fondamenta di quello
che sarà il nuovo luogo di culto, oltre che un centro di vita panrocchiale, in sostituzione del vecchio e storico tempio, cosi intimamente legato
alla storia valdese... A Chioggia è stato assicurato alla nostra Chiesa lo
stabile ove si trova l’attuale nostro
locale di culto; a Vallecrosia l’opera
è stata potenziata grazie all’ampliamento ed all’arricchimento dello stabile; a Biella è stato inaugurato e
consacrato al culto un nuovo locale
di nostra proprietà; ad Orsara di Puglia la Tavola ha acquistato un ter
reno per la costruzione di un’opera
smiale a favore di alcune centinaia
di bambini; a Catanzaro è in corso
l’esecuzione dei lavori della nostra
chiesa in uno stabile di donazione a Bari è stato dedicato al culto il
nuovo locale, s ad Agrigento i locali
sono stati acquistati ed allestiti in
uno stabile di nucva costruzione, nella parte centrale della città».
(Dal Rapporto della Tavola al
Sinodo).
Se sapremo mettere o^i momento
della nostra vita sotto il segno della
riconoscenza, sapremo altresì coiisacrarlo mediante il nostro dono libero e generoso. Qualcuno potrà osservare che molte chiese già contribuiscono in misura notevole e ce ne rallegriamo ; * certamente molti dei loro
membri hanno imparato che è più
felice cosa il dare che il ricevere; ma
siamo certi che anche nelle chiese
percentualmente più generose, vi sono molti che non sono ^unti ad esprimere così la loro riconoscenza
Nessuno perciò dica: «Ora abbiamo
latto abbastanza; facciano gli altri»,
ma tutti si sforzino personalmente
a dare un contributo che sia veramente frutto della nostra riconoscenza al Signore. Non è soltanto necessario che la Chiesa viva ; è necessario
che essa viva in modo sano, che cioè
le sue entrate corrispondano al gesto
di riconoscenza di tutti i suoi membri e non siano fondate soltanto sui
doni generosi dei nostri amici lontani
A questo pimto, crediamo opjiortuno
dopo attento esame dei bilanci, di
mettere in guardia la Chiesa tutta
contro un senso di lieve euforia, richiamando tutti alla dura realtà:
qualunque spesa, che esca dalle normali retribuzioni, che sono incomprimibili, è solo permessa dai contributi che riceviamo dall’estero e da
cospicui doni anonimi; questi non
dipendono da noi, e possono diminuire o cessare in ogni momento. Questa constatazione deve portare tutti
indistintamente i membri della am
ministrazione delle opere e di ogni
Chiesa ad operare in un impegno di
austerità. Siamo chiamati a considerare il denaro che ci viene offerto
come un mezzo che ci è dato per svolgere un’attività tesa nel modo più
completo alla missione eiiangelistica
della nostra Chiesa e mai disgiunta
da quel senso di sentita austerità
che è sempre stata e dovrà sempre
essere il caposaldo dell’ amministrazione di beni che comunità in Italia
e all’estero versano alla Chiesa per
la causa di Cristo».
Nella discussione si è insistito affinchè ci si sforzi di ottemperare, in
tutte le Chiese, ai mandati sinodali
degli anni scorsi, sia per quel che riguarda l’aumento delle offerte, sia
nel potenziare e diffondere la contribuzione mensile dei singoli membri,
e quindi delle varie Chiese alla Cassa culto, affinchè sia almeno evitato il disastroso sciupio di oltre 7 milioni che anche quest’anno sono sfu
mati nel pagamento di interessi passivi! I versamenti mensili, e possibil
mente anticipati, delle Chiese vanno
lentamente migliorando, ma c’è ancora molto da fare in tal senso.
Sono stati votati i seguenti odg., il
primo per acclamazione:
Il Sinodo, udita la relazione finanziaria esprime la sua riconoscenza ai Comitati ed Amici in
Italia e all’estero, che con fraterna generosità hanno aiutato la
Chiesa Valdese.
Il Sinodo, udita la relazione finanziaria. esorta vivamente le
Chiese a' raggiungere con i loro
versamenti alia Cassa Centrale la
somma di L. 85.000.000 necessaria
per far fronte alle spese di culto.
Presenza solidale
di Chiese sorelle
e di Enti amici
Anche quest’anno ' abbiamo avuto
al Sinodo la gradita presenza di un
gran numero di inviati di Chiese sorelle e di Enti che mantengono rapporti di fraterna amicizia con la Chiesa Valdese: _
La delegazione della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia: Past. Mario Sbaffi e S. Carile, Dott. F. Becchino; Past. M. Ronchi {Unione Cristiana Evangelica Battista d’italici). Past.
V. Barbin {Associazione Missionaria
Evangelica Italiana), %2ol. F. A. Evans
{Esercito della Salvézza).
Right Rev. F. P. Çopland Simmons
{Presbyterian Churâh of England),
Past. Roger Campile {Eglise Nationale Protestcinte de Geneve), Past. P.
Conord e M. Donadille {Eglise Réformée de France), Rev. Dr. P. Frelick {United Presbyterian Church in
the U. S. A.), Past. P. Le Fort
{Eglise Chrétienne MissiUnnaire Beige), Landesbischof J. Bender {Evangelische Landeskirche in Baden),
Past. J. Arquint {Chiesa Evangelica dell’Engadina - Sinodo retico).
Missionario Prof. Fr. Amato {Chiesa
PresbitcCana del Camerún), Sig Jean
de Graaf {Chiesa Riformata d'O landa): Rev. G. Garfield Williams {Interchurch Aid in Europe), Cap. C. E.
Urquhart {Waldensian Aid Society,
Londra), Mr. Emile Pasquet {Comité
Suisse pour l’Eglise et les Vallées
Vaudoises du Piémont), Mr. Henri
Poët {Unión Vaudoise de Marseille),
Past. Guido Miegge {Società Biblica
Britannica e Forestiera).
Hanno inoltre inviato la loro fraterna adesione: Past. M. Pradervand
{Alleanza Riformata Mondiale), Dr.
Emmen {Chiesa Éiformata d’Olanda), il Moderatore della General Assembly della Church of Scotland,
Prof. H. D’Espine ' {Fédération des
Eglises Protestantes de la Suisse),
Moder. V. Hajek {Chiesa Evangelica
Presbiteriana di C^oslovacchia), Past.
A. Bovon {EgUse Ndtioiude du Canton de Vaud), Past. U. Capò {Chiesa
Evangelica Spagnola), Past. Ch. Freundler {EPER), Dr. Hentsch {ECLOF), Past. E. J. Arnald {Comité
Wallon), Past. S. H. Nielsen {Comitato Valdese in Danimarca), Past. L.
Zeller {U’nione Valdese Tedesca del
Wurtemberg), Prof. Luigi Cozzi {Chiesa Metodista d’Italia), Rev. Elemet
Gyory {Sinodo Generale della Chiesa
Riformata di Ungheria), Past. J. Marchand {Consistoire de Marseille), Past.
P. Bungener (« Réforme »).
Week^entf „ familiare
ad Agape
I giorni 26 e 27 settembre prossime avrà luogo ad Agape un « •week
end» familiare per coppie di sposi e di giovani fidanzati.
L’iniziativa vuol dare l’opportunità di trascorrere una fine settimana
serena, in fraterna compagnia. . „
Tema dell’incontro sarà: l'educazione dei figli, vis,a da un genitore
G da un educatore.
Prezzo del ■week-end: lire 1.0(K). t-, ,■ ,rr ■ ^
Iscriversi subito presso la segreteria di Agape, Frali (Termo).
Consiglio Federale
e culti-radio
Purtroppo si è dovuto rilevare anche quest’anno l’inefficienza del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia. La cosa è risultata in
modo particolare dalla mancanza di
una sua azione ferma e tempestiva
— mentre si dà atto che il Moderatore E. Rostan è intervenuto personalmente con fermezza — quando la
RAI, nel mese di maggio, conaunico
la decisione di anticipare l’orario del
culto-radio.
Ma a parte questo aspetto, su cui
il Sinodo si è soffermato a lungo, e
stato ricordato dalla Commisskme
d’esame e nella discussione sinodale
che quel pochissimo che ha costituito
l’attività del Consiglio Federale è stato quasi del tutto relativo alla difesa
della libertà reiigiosa; cosa necearía, ma che non deve far dimenticare
tutte le altre possibilità di collaborazione: incoraggiamento dell’opera comune della ¿oventù e delle Scuole
domenicali, pubblicazione del così a
lungo atteso fascicolo di saggio del
nuovo Innario, nomina della Commissione ufficiale interdenqminazionale per il nuovo Innario, rivolgendo
un invito anche alla Chiesa luterana
d’Italia, preparazione di un annuario completo delle forze evangeliche
nel nostro paese, impegno deciso nella cura dei culti-radio.
Il Sinodo, seguendo i suggerimenti
della Commissione d’esame, si è soffermato a lungo su questo tema. E’
stato anzitutto preparato e votato psr
acclamazione il seguente odg, destinato ad ampia diffusione sulla stampa italiana:
Il Sinodo della Chiesa Evangelica Valdese, riunito a Torre Penice nella sua sessione annuale dal
30 agosto al 4 settembre 1959, prendendo in esame l’anticipo della
trasmissione evangelica del culto
radiotrasmesso dalla R.A.I. Televisione Italiana sul programma
nazionale aUe ore 7,15 _ e la soppressione della trasmissione locale
di Trieste:
considerando che per un gran
numero di evangelici che si trova
disperso in tutto il paese in località lontane dai luoghi di culto, il
culto radio rappresenta l’unico
mezzo per ricevere il conforto della propria fede, ritiene che l’orario attuale sia assolutamente in^
datto per una trasmissione che richieda un ascolto attento e raccolto. Rileva altresì che l’orario
attuale riesce particolarmente
inopportuno per le persone anziane e malate che formano buona
parte degli ascoltatori nelle città.
E pertanto protesta vivamente
per la decisione presa daila Direzione Generale della R.A.I. domandando che un orario più adatto
venga assegnato alla trasmissione
del Culto Evangelico.
Nel corso della discussione si è pure fatta udire la voce di coloro che
sentono la rivendicazione di questo
diritto non soltanto come im fatto
interno alla nostra Chiesa, un diritto per noi, ma come un aspetto della
nostra missione in Italia : è un diritto
di tutto il popolo italiano di essere
informato non a senso unico, anclm
e soprattutto in fatto di fede; sarebbe forse stato desiderabile, se pure
noti troppo saggio « strategicamente » (?) che anche tale eleniento
fosse inserito in questo odg d^tinato
- speriamo — a larga diffusione.
Ma si sonoi discussi pure altri aspetti della trasmissione del culto-radio.
La controrelazione aveva affermato :
« Riteniamo che sia utile ene i messaggi Cile si susseguono, anche ad
opera di diversi predicatori, siano fra
loro in qualche modo coordinati; che
si giunga ad un minimo di accordo
liturgico ; cne gli inni vengano annunziati e siano cantati da piccoli
gruppi che ne facciano sentire più distintamente le parole; che il repertorio innoiogico venga costantemente r.iinovato anche tenendo conto degli inni del nuovo Innario ; che si presentino talvolta delle brevi registrazioni aal vivo-; che vengano esclusi
taluni predicatori che, pur valenti e
capaci, non narmo voce ' radiogenica” (non è colpa loro, nè è merito
ai altri di avere una voce adatta al
microfono; è una questione puramente tecnica); che i nuovi predicatori
siano in qualche modo preparati ed
educati alle esigenze tecniche... La
Commissione crede che nessun sacrificio e nessuna cura siano esagerau
per questo mezzo di predicazione che,
senza spesa alcuna da parte nostra,
ci permette di essere ascoltati da un
pubblico pari a circa 300 volte i presenti al culto domenicale in tutte le
Chiese Valdesi d’Italia...».
Si è parlato delle piossibilità di tali
proposte, e delle difficoltà — dato spe
cialmente il carattere interdenominazionale di questa attività; i delegati
metodisti, fra cui specialmente il
Sovrintendente M. Sbaffi, si associar
no però pienamente alle preoccupazioni e alle speranze espresse. Pur
senza essere ipercritici, poiché il culto-radio- raggiunge già. secondo un
sondaggio dell’opinione pubblica, dai
3 ai 3 milioni di ascoltatori, spesso
interessati, come testimonia la corrispondenza, il Sinodo ci è parso concorde nel desiderio che tale predicazione deH’Evangelo sia potenziata al
massimo, ed ha votato questo odg:
Il Sinodo invita la Tavola, tramite il Consiglio Federale, ad adoperarsi per ottenere lo spostamento dell’orario del culto radio ad
ora più adatta, ed a promuovere
il riordinamento di tutto il servizio delle trasmissioni del culto
evangelico curandone la forma ed
il contenuto per valorizzarlo al
massimo.
Non è stata dimenticata, infine,
« l’opera silenziosa ma utilissima svolta dal foglio « Il Culto Evangelico »,
e dall’équipe romana che s’incarica
della sua diffusione.
Alcune osservazioni sul Sinodo Valdese
Chi ha assistito alle sedute del Sinodo da diversi anni non può fare a
meno di rilevare che esso diventa sempre più jjesante e perciò meno efficiente anche se la sua durata è maggiore. Le cause di questa disfunzionalità del massimo organo della Chiesa
sono molte e di esse mi permetto di
segnalarne alcune:
1") La maggiore di queste cause è
lo sviluppo sempre più vasto che prende la relazione della Commissione di
esame sull’operato della Tavola. Par
proprio che ogni Commissione si proponga di superare la precedente nella
lunghezza e nel numero degli argomenti trattati. Mi sembra ch’essa dimentichi di essere una commissione
d’esame sull’operato della Tavola e
non una commissione di studio, consultiva e programmatica. L’operato
della Tavola risulta dalla sua relazione al Sinodo, dai verbali delle
sue sedute, dalla corrispondenza dei
suoi membri, materiale che è tutto
a disposizione della commissione la
quale è chiamata a dire dove, a suo
parere, la Tavola ha operato bene e
dove meno bene o non ha operato
affatto... ma senza addentrarsi a prospettare argomenti che esorbitano dal
suo compito. Per fare un solo esempio la Commissione di quest’anno si
è attardata sul problema dell’autonomia ed ha anche proposto una serie di modificazioni ai relativi regolamenti. Ora nessuno le aveva conferito questo compito. La Conferenza del I” Distretto aveva invitato il
Sinodo ad occuparsi di una difficoltà
nella pratica dell’autonomia ed era il
Sinodo che doveva farlo direttamente
0 nominando un’apposita commissione che presentasse poi delle proposte
concrete.
La Commissione ha presentato una
bella relazione che avrebbe potuto
essere molto ridotta se la Commissione si fosse attenuta scrupolosamente al compito assegnatole dai Regolamenti.
2") Un’altra causa è stata la confusione nello svolgimento dell’ordine
dei lavori. Questi sono determinati
dagli articoli 81 e 82 dei Regolamenti
1 quali vengono spesso dimenticati.
Infatti si salta da un comma all’altro e poi si ritorna indietro con una
ginnastica che genera confusione e
disordine, col risultato che l’esame
dell’operato della Tavola che, secondo il co.mma a) dovrebbe essere esaurito per primo si trascina fino all’ultimo giorno, intramezzato dall’esame
di altre relazioni comprese quelle ad
referendum. Nel passato l’ordine dei
lavori si osservava scrupolosamente
e penso che ciò sia necessario al normale ed efficiente svolgimento di essi.
3") Un’altra causa la trovo nel fatto
di eleggere nel Seggio del Sinodo persone tutte nuove. Una volta a segretario si nominava generalmente un
pastore con qualche esperienza dei
verbali e gli altri erano i nuovi pastori (quando naturalmente ce n’erano) ed anche si aveva l’abitudine
nella nomina dei due assessori di
sceglierne uno che avesse familiarità
colla compilazione degli atti sinodali.
Non è un appunto che faccio ai componenti il Seggio di auest’ultimo Si
nodo che anzi ho ammirato la loro
scrupolosità ed il loro impegno, ma
certo che le cose andrebbero meglio
se vi fosse maggiore competenza e
pratica.
4») Per ultimo vorrei accennare ad
altre cause forse di minore entità ma
sempre importanti : L’inosservanza
dell’orario con intervalli troppo lunghi. Il Sinodo, secondo l’art. 73 « stabilisce il giorno e l’ora in cui avranno termine le sue deliberazioni e l’orario delle sue sedute ordinarie ».
Questa c una deliberazione che deve
essere osservata e se si vuole cambiare bisogna applicare l’art. 94 secondo cui il Sinodo non può ritornare sopra una deliberazione presa
senza l’appoggio dei due terzi dei
suoi membri. E’ vero che questa è
una questione di procedura ma anch’essa è sottoposta ai regolamenti.
Poi si dà troppo tempo per ascoltare
i messaggi dei delegati esteri : si limiti il numero di quelli a cui è concesso di parlare (come si fa d’altronde nelle altre Chiese) e ciò in una
seduta speciale, nella quale verranno
presentati al Sinodo gli altri rappresentanti.
Ed infine sarebbe necessario che
si imparasse da coloro che intervengono ai dibattiti la concisione e la
sobrietà e si prendesse la parola solo
quando si ha qualcosa di costruttivo
da dire... negli altri casi, e sono numerosi, il silenzio è d’oro.
Questi rilievi sono fatti non pei
far della critica ma nel desiderio che
il Sinodo pos.sa veramente essere funzionale. Emilio Corsani.
3
N. 36 — 11 settembre 1959
L'ECO DEUE VALLI VALDESI
SAN GERMANO CHISONE
Inaugurata la “nuova sala,,
6 Settembre 1959. Questa data, che
segna nel calendario una domenica
fra le 52 dell’anno senza alcuna specifica particolarità, rimarrà invece
come un caro ricordo nel cuore di
molti Valdesi sangermanesi. che provarono in quel giorno, con profonda
gratitudine a Dio, la gioia di vedere
nnalmente compiuta l’opera di costruzione della « Nuova Sala » per le
attività parrocchiali.
In questo dcpoguerra la Chiesa Vaìdese tutta ed alcune parrocchie in
particolare ebbero già la fortuna di
fare questa esperienza, o per l’inau
gurazione di un tempio o ai un nuo
vo locale; e quanti parteciparono a
quelle giornate ne riportarono esperienze di vera gioia e di riconoscen
za a Dio. Ebbene, in questa Occasione, che è un piccolissimo anello de!'a
gloriosa catena deiramore di Dio_ abbiamo provato quanto la nostra umana debolezza abbia bisogno di questo
amore e quanta gioia e quanta pace
SI possa ritrovare nel Suo rifugio.
Chi avrebbe previsto la futura sala
parrocchiale così com’è? Eppure è lì:
colla sua facciata di pietra, semplice
ta austera; coll’interno ampio, armo
nioso e chiaro; col grande palco, con
tutti i servizi e persino con un mouernissimo impianto per il riscaldamento ad aria condizionata. I primi
piogettì per la nuova costruzione era
jio oen distanti dalla realizzazione
attuale ! ed il risultato ottenuto ha
cen ricompensato la perseveranza e
la pazienza dei sangermanesi. Infatti
Di e trattato proprio di pazienza e
psisevcianza, come fecero capire il
pastore sig. Bert ed il sig. Boccalini
nei loro discorsi del pomeriggio di
omenica.
Della costruzione di una nuova sa
la, già .se ne sentì la necessità trenta
e più anni addietro, quando, nella
ampia ma pur. sempre Groppo piccola
aula della quinta elementare, si pigiavano dalle 150 alle 180 persone peiassistere ad una manifestazione, che
buona parte della popolazione valde
se ncn poteva godei e. i-/ia, per motivi
diversi, il problema fu sempre rimandato; finché neirimmediato dopogueiia esso iu rimesso sul tappeto e,
per risolverlo, fu nominata una commissione di tra membri. Pu questo il
i^rimo passo concreto; ma la strada
lU ancora lunga e molto spesso piena
a inciampi. Nell’ottobre del ’52 fu nominata una nuova commissione, che,
col nome di « Commissione Sala » si
preoccupò' di raccogliere i fondi necessari con la richiesta di un impegno
triennale per ogni famiglia. Nel dicemoie de; ti3 apparve un primo progetto di costruzione; neU’ottobre del
o4 si decise di iniziare la raccolta del.
le prime rate degli impegni inennaii.
e solamente TAssemblea di Chiesa del
Ü febbraio '55 autorizzò l’inizio dei lavori, che si prccrastinò sino aH’ll-9-’56.
na mancanza di fondi rallentò il
ritmo dei lavori ed occorsero 3 aniu
per arrivare a! giorno dell’inaugurazione Dal iy52 iro-ii si tenne un’Assemblea di Chiesa ordinaria senza
avere all’ordine del gimne il paragrafo « Nuova Sala » ; mentre ben 35 voi
te si radunò la « Commissione Sala »
per risolvere i problemi di caratterfc
tecnico ed in particolare modo finan
ziarìo.
Questi pochi dati ci danno una piccola idea della lunga preistoria della
« Nuova Sala » la cui inaugurazione
segna l’inizio della sua storia; storia
futura che ha ricevuto come viatico
un messaggio di avvertimento da par
te del sigT Moderatore, che ci fece l’onore di presiedere il culto solenne del
mattino; un messaggio di consacrazione da parte del Sovrintendente al
1 Distretto e un messaggio di augurio e insieme d’orientamento per la
attività futura da parte del dott. G.
rtib„t e del pastore E. Tron.
Mi permetto di accennare breve
mente ai suddetti messaggi, perchè
formano un tutto armonico ohe va
dallo spirito col quale ci si deve accingere ad un’opera, alla puntualizzazione del fine cui quest opera deve
tendere.
«Voi li riconoscerete dai imo fruì
ti» (Matteo 7: 16). Con questo messaggio centrale il Moderatore ci ricordò che 1 flutti graditi airEterno
non sono in ragione della grandezza
esteriore, della appariscenza umana,
e neppure della loro bontà; sono in
vece quelli maturati in umiltà nel
terreno della parola di Dio, nutriti
coll’alimento della fede. Iddio sa quali sono i nostri intendimenti, e l’albero della nostra vita potrà avere un
fusto altissimo ed un fogliame lussu
reggiante, ma sarà inesorabilmente
abbattuto se le sue radici non affonderanno nell’humus inesauribile del
l’amore Suo.
Il pastore dott. Bibet, celebrando
un brevissimo culto d’apertura il pomeriggio, ci invitò col Salmista a « lo
dare il nome deH’Etemo nei cortili
della casa del nostro Dio»; e, ricordando il tempio di Gerusalemme co
stituito da un insieme di edifici e cortili nei quali si svolgeva una parte
della vita degli uomini del tempo di
Gesù, ci esorta a considerare la « Nuo.
va Sala» una parte integrante del
nostro tempio ove tutto avvenga e sia
fatto nel nome e alla gloria di Dio.
Il programma futuro additato dal
dott. G. Ribet quale fine deH’attività
della nuova Sala è in funzione sociale, quale occasione di incontro tra
giovani e non più giovani in un tempo come l’attuale, in cui l’individuo
tende ad isolarsi e le generazioni a
non capirsi.
Il mai dimenticato pastore E. Tron
formulò l’augurio che la « Nuova Sala » diventi un luogo di fraternità nella fede e nella speranza; un luogo di
studio ed in particolare di studio del
la parola di Dio ; ed infine un luogo
della carità cristiana.
Vorremmo poter tener fede a que
ste parole d’augurio e d’incoraggiamento e, coiraiuto di Dio, andare
avanti guardando in alto, come ben
disse il pastore sig. Bert nel suo discorso, perchè, se è chiuso il periodo
della preistoria della Sala, ora occorrerà fare la sua storia.
I discorsi del pomeriggio furono intercalati dai cori della corale; mentre l’intera giornata fu completata da
un’agape fraterna, da un grande b^
zar, ottimamente riuscito e « dulcis
in fundo », da un concerto molto ap
prezzato degli ottoni del Badén di
-lassaggio a S. Germano.
Unico rimpianto della giornata fu
di non avere più con noi il sig. Gu.
stavo Meynier, membro attivissimo
della « Commissione Sala », sostenitore dell’idea fin dagli inizi, deceduto
quando i lavori erano appena iniziati. Lo abbiamo ricordato con affetto
Prima di chiudere queste note vorrei esprimere la nostra sincera e dovuta riconoscenza al pastore sig. Beri
che con la sua opera di orgaiiizzazione prima e con la sua quotidiana vigilanza poi. ha permesso di raggiungere senza intoppi il termine dell’impresa; il sig. Franco Boccaloni, segretario della « Commissione Sala » ed
amministratore; l’architetto Ing. Jahier, il geom. Tron, i sigg. Widemann,
la ditta Bertetto e tutti coloro che
hanno partecipato direttamente o indirettamente alla costruzione della
«Nuova Sala» di S. Germano.
Un grazie di cuore al sig. Modera
tore, ai pastori A. Ribet e E. Tron, al
dott. G. Ribet e a tutti i sangermanesi lontani, ritornati al paese pej
l’occasione. Speriamo che nella giornata di domenica abbiano potuto ricevere un po’ di quella gioia che la
loro presenza ha recato a noi. M.
L’HISTORIEN VAUDOIS
La nuova sa'a di San Germano Chisoie nel giorno della inaugurazione
Dagli « studi »
di Radio Berna
Chi si è posto in ascolto sulla lunghezza d’onda di Radio Beromünster, domenica sera, ha potnto apprezzare ramichevole documentarlo, della durata di oltre
un’ora, che un’équipe di Radio Berna,
diretta da un Pastore bernese e guidata
dal Past. Deodato, ha ripreso direttamente nelle nostre Valli. Per quanto il programma fosse in tedesco, gli intervistati
hanno per lo più parlato in ital ano o in
francese, e la trasmissione poteva nel complesso esser seguita da tutti.
Si sono cosi alternati al microfono, rispondendo alle domande del regista, varie voci delle Valli: dairOrfanatrofio di
Torre PelTce, di cui ha parlato la Sig.na
Fini e le cui giovani ospiti hanno fatto
udire un hel coro, al Rifugio C. Alberto, a S. Giovanni, presentato daUa sua
direttrice, Suor Susanna Coisson; alla Casa delle D aconesse; A Villa Olanda, dove la Sig.a Nisbel ha ritracciato brevemente la dolorosa .storia dei profughi che
vi sono accolti: una di essi ha narrato
le tappe del suo esodo e detta la gioia
riconoscente del presente sereno, infine
si è udito un canto degli ospit’ russi, riuniti per il culto. Quindi è stata la volta
del Prof. Armand Hugon, che ha ricordato le pietre miliari della storia valdese: abbiamo particolarmente sentito vibrare la s'mpatia elvetica mentre veniva tradotto, e cantato, il Giuro di Sibaud...:
un ricordo del giuramento del Rütli? Il
Moderatore Rostan ha fatto il punto della situazione attuale della Chiesa Valdese in Italia, con particolare rignardo al
riconoscimenlo della’ libertà religiosa. In
seguito l’équipe radiofonica si è trasferita
nella Val Germanasca, illustrando le tappe del viaggio, è salita a Prall, e i microfoni hanno ripreso l’allegra babele d
un pranzo agapino, dopo il raccoglimento in preghiera, all’iniz'o; il Past. Vinay
ha una volta ancora — c sempre con immutato calore — riandato le tappe dure
e liele della storia di Agape, un paio di
camp'ste svizzere-tedesche hanno dato un
pizzico di folklore sfogandosi a parlare
« Schwitzer Dütsch » con i loro connaz'onali, cui hanno raccontato le loro esperienze di campo, e infine un ospite illustre, Hans de Boer (l’autore di « Aux
carrefours du monde »), ad Agape per
una conferenza, ha detto con forza la sua
gioia e la sua speranza per l’atmosfera che
i giovani possono respirare lassù, in questo incontro fecondo di nazionalità, di
razze, di lingue, dì credo. Sulla via del
piano, tappa a Riclaretto, dove il Past.
F. Davite iii sonoro tedesco ha esposto la
situazione sociale attuale delle nostre ValF, e la sua incidenza nella vita religiosa,
nonché la stimolante sfida che essa lancia alla nostra vita parrocchiale tradizionale. Balzo a Villar Pellice: altro incontro internazionale, éclaireuses francesi
che cantano, e il Past. Geymet, anch’egli
in tedesco (per il sollievo dei traduttori
svizzeri) presenta Villar Pellice e la villeggiatura franco-tedesea che è andata sviluppandosi in modo cosi rallegrante negli
ultimi anni. Infine, il Past. A. Deodato,
dopo aver condotto di tappa in tappa i
nostri ospiti, ha concluso esprimendo la
fiducia e la speranza per la nostra opera
di evangelizzazione nel nostro paese.
Grazie di cuore ai nostri amici elvetici per questa ampia e così calda presentazione della nostra Chiesa!
Ringraziamento
La solloscritla ringrazia commossa la
Direttrice, le suore ed il personale dell’O.spedale Valdese di Torre Pellice per le
affelluose cure prodigatele, nonché tutte le
persone, e particolarmente il Pastore Alme, che l’hanno amorevolmente visitala
,'Hirante la sua degenza.
Luigia Maìan Berlin
Angrogna, 30 agosto 1059
I lettori ci scrivonom^m
UN LUTTO
11 Signor Giacomo Picot, Segretario del « Comitato ginevrino Pro Chiesa e Valli Valdesi », e presidente dell’Unione giovanile valdese di Ginevra, è stato colpito da un grave e
dolorosissimo lutto, nella persona
della sua cara e venerata Madre, ripresa dal Signore il 17 agosto. Rinnoviamo "al nostro caro e generoso
amico ed alla sua gentilissima consorte, Signora Dora Picot-Revel, la
espressione della nostra sincera e cristiana simpatia.
A nome della Colonia Valdese di
Ginevra e di tutti gli amici delle
Valli: C. Pasquet.
L’Eco si associa di cuore neU’esprimere la più viva simpatia all’Amico
ginevrino e ai suoi familiari.
La scuola riprende...
Eccoci pro-ssimi alla « r'presa »; le scuole stanno per riaprire le porle che inghiottiranno per ore ed ore ogni giorno, ragazzi e professori. Alla mia lettera d.
giugno, pubblicata sotto il titolo « .Muniti s ete onesti? » una sola persona rispose, lina giovanissima e formulando un’altra domanda «Professori siete onesti?
Le line lettere caddero in un gran silenz'o. Forse l’argomento, che a me par
di vitale importanza, é reputato tra-cnrahlle, puerile... o forse é troppo scottante (piando .sia considerato alla luce delPEvaiigelo che dovrehlie ispirare liuta la
condotta di tutti. Non desidero certo suscitare una polemica e neppure spero in
lino scamhio d’idee. Vorrei soltanto rivolgere un augurio e un ¡ncilamenlo ail
alunni e professori. Possa il nuovo ann i
di lavoro trovare tulli i nostri giovali' seriamente ed onestamente impegnali iic!radempiinenlo del loro dovere, hìaiio
ilimenlicali gli sforzi (clic pur costano
lina certa fatica) comp uti in vista di ottenere i migliori voli col mìnimo di fatica, arralTandoli con inganni e raggiri, scostandosi così dalla via retta, con grave
danno t>er l’integrità morale propr a eil
altrui. Possano i Professori ricordare eli.sono responsabili dinanzi a Dio della :ì •
ro condotta, dei loro giudizi, della preparazione dei loro allievi, cosi stretlamente legata ad una onesta preparaz on.loro. Cerchino in ogni modo di ottenere
quella scrupolosa coscienza, quella sincerila, quella disciplina, di cui essi sle.ssi
diano un chiaro esempio. E allora si vedrà che i giovani di oggi valgono quanti)
e più di quelli di « una volta » e che i
Professori evangelici sono degni di stima, dt affetto e ammirazione: « una
classe scelta » che Dio ha chiamato a guidare e formare le giovani scolte.
E Tanno 1959-60 non potrà mancare di
e.ssore buono per tutti!
XJn anziana inaegnanie
Si intei'i/isti
il Dottni* Schweilzcr
Caro Direttore,
é auspicabile che nel corso della sua
lirobahlle visita in Italia, cui allude Tiillimo numero delPECO DELLE VALLI,
il Doli. Schweitzer trovi il tempo d' entrare in contatto diretto con alcune almeno delle nostre comunità evangeliche; in
mnnque riterrei utile suggerire a chi ne
avesse la possibilità di provvedere alL;
registrazione su nastro di una sua contcrenza pubblica (sia, essa tenuta o no i:
una nostra comunità), o di un suo mes.sagg'o. o di un’intervista con lui; in la
modo anche le più piccole e remote chiese evangeliche potrebbero beneficiare di
questa attesa ed importante visita: ehe
certo non si ripeterebbe tanto frequen
Iempiite. Cordiali saltili.
Fvrrurrin Cnrsnni.
¡iersonale ¡rossa interferire e fare ¡iressioni, non sempre giustificate e disinteressate, per orientare il malato nel sen
.so da lui desiderato.
Ci sembra importante salvaguardare,
nelTinteresse comune, la libertà assoluta
del malato. E se anche sarà curato -ta un
altro medico nulla vieta che il malalH
rilorii'., .ippena dinies.so dali’ospc !jle. al
medico a cui é affezionato.
Quando un malato parte da Torre Pellice per un ospedale della vicina città
di Pinerolo o di Torino non prova alcun
disagio nell’affidarsi alle cure di med’c’
mai visti e conosciuti! Quel ; he importa,
e questo sia detto anche per il nostro
ospedale, sono le cure offerte dall’attrezzatura ospedaliera atte a risolvere 1 suo
caso personale.
Con cordiali saluti, V. Bert
La r.llìV risponde
Egregio direttore.
Il problema sollevato dalla Signora Va
rese é iinporlanic e merita di essere e a
minato a fondo perché abbiamo avvertilo
da qualche tempo, il disagio in cui ven
gono a trovarsi alcuni ammalali e le lo
ro famìglie.
S' deve riconoscere, che nel corso d
questi nhinii anni, si sono falli notevol
progressi nel senso desiderato ed i ineT
ci alle nostre dipendenze sono sempre piò
numerosi.
Non ci sembra però possibile (e questo
nessun ospedale lo f«) aprire le porte a
luti’ i medici indistintamente perché il
loro numero aumenterebbe in un modo
tale da mettere in serie difficollà il hiioii
funzionamento di qualsiasi ospedale.
Ci preme jierò sottolineare un altro fatto che interessa il nostro pubblico: ogni
mutualo ha il diritto di scegliere l’ospedale che crede senza che il suo medico
dhiesta la libertà di culto
per i protestanti spalinoli
La Stampa (2 settembre) ha riportalo,
in una corrispondenza da Londra, la notizia che il m'nislro degli esteri inglese.
■Selwyn Lloyd, in un colloquio col ministro degli esteri spagnolo Casliella, discutendo con lui vari argomenti di reciproco
interesse, ha tra l’altro fallo presente
« una richiesta inglese affinché vari gruppi religiosi protestanti ottengano la liber
là di cullo in Spagna ».
MdSSEL
Le Consistoire est convoqué dimanche
l:i au pre.sbylère à 14 heures 30.
D'manche 20 aura lieu Vassemblée d’ég'i.se pour le rapport des délégués au
Synode.
Siamo costretti a rinviare cronache sinodali e di varie manifestazioni. red*
Jean Jalla
Le 4 .septembre l’émetteur de Toulouse de la Radiodiffusion Télévision
Française a transmis cette communication, préparée par notre ami et collaborateur: nous l’en remercions vivement.
Lorsque vous pénétrez dans la première
salle du petit, et pourtant si riche et si
émouvant Musée Vaudois de la Tour, un
b'enveillant sourire vous accueille, et vous
met tout de suite à l’aise. Dominant la
carte en relief des Vallées Vaudoises du
Piémont s' peu connues des Méridionaux
eux-mêmes, c’est le portrait du regrette
professeur Jean Jalla: la bonté et Tinlelligence rayonnent de ce visage qu’encadrent
une chevelure blanche, encore abondante,
et une barbe courte, taillée en pointe.
Jean Jalla naquit, le 6 juillet 1868,, aux
Clos de Villesèche, près de Pomarel, où
son père était pasteur. Il suivit les cours
du collège de la Tour, puis ceux de la Faculté Vaudoise de Théologie et en même
temps, ceux de la Faculté des Lettres de
Florence, et devint, en 1892, professeur à
ce même collège vaudois qu’il avait fréquenté, jeune étudiant. Il ne devait plus
le quitter, et le 22 octobre 1935, il y donnait ses derniers cours. Le 3 novembre
suivant, sOn coeur, bon et généreux, avait
cessé de battre.
C’est cependant comme historien de ce
petit peuple qu’il est connu et que son
nom passera à la postérité. On lui doit,
en effet, toute une série d’études remarquables, étayées sur une profonde connaissance des documents, et aussi des
lieux, sur Pierre Valdo, le célèbre hérésiarque lyonnais du Moyen-Age, sur les
temples des VaUées Vaudoises, sur le folklore du versant oriental des Alpes, sur
la Réforme en Piémont.
Jean Jalla fut avant tout un historien
exact. Ne se bornant pas à puiser chez ses
prédécesseurs Gilles, Léger, Arnaud, Perrin, sans doute plus près des événements,
mais trop souvent aveuglés par la passion
— même quand cette passion répondait à
des horreurs de la part de leurs adversaires —, Jean Jalla eut le souci constant
de remonter aux sources et de confronter
les documents, certaines préférences personnelles dussent-elles en pâtir... Il parvint
ainsi, à force de conscience, à cette objectivité, qui n’exclut pas la bienveillance, requise par l’Histoire.
Bien plus, ainsi que le note justement
un de ses biographes, « il confrontait tou« jours les faits avec les localités où ces
« faits s’étaient déroulés, et auxquelles ils
« devaient leur inspiration. C’est ainsi
« qu’il parvint à une connaissance parfaite
« des Vallées Vaudoises, dont chaque mon« tagne, chaque colline, chaque vallon, cha« que plaine, que dis-je? chaque pouce de
« terrain avalent pour lui une voix qui, non
« seulement lui narrait le fait historique,
« mais lui confiait quelque gracieuse lé« gende... ». De cette activité folklorique,
nous aurons à reparler.
Mais ce souci d’objectivité et de rigoureuse exactitude surent s’allier, sous la
plume de Jean Jalla, à une simplicité de
style, d’ailleurs non dépourvue d’élégance,
qui le firent aimer du lecteur moyen, voire
du peuple lui-même. Son but principal
fut, en effet, durant toute sa vie, celui de
rendre à l’iiiatoire de ses pères la place
qui, dans chaque famille vaudoise, lui appartient et d’en intensifier ainsi la vie spirituelle et morale. Aussi s’adonna-t-il à un
véritable apostolat par la plume, en une
multitude de courts mais substantiels articles, par la parole en de nombreuses causeries, ou plutôt en entret'ens familiers
sur les sujets qui lui étaient chers.
Il aimait tant ses Vallées! Il en connaissait les moindres recoins, et telle pierre obscure parlait éloquemment à son
esprit et à son coeur. Aussi, une fois ses
travaux historiques terminés, ses austères
recherches menées à bonne fin, se délassaitil à en retrouver le folklore, et à parler
avec les humbles paysans, aux noms bien
de chez nous — Reynaud, Pons, Ribet,
Tholozan... — dans cette antique langue
d’Oc encore bien vivante au sein de ces
rudes montagnes et qu’un peu de pratique
nous a permis de comprendre généralement. C’est surtout dans le vallon de Massel qu'elle est, à notre sens, demeurée la
plus pure et c’est là que nous Tavons le
mieux comprise. A la Tour, chef-lien des
Vallées Vaudoises, elle se mélange au piéinontais voisin, par suite de l’afflux de populaTons venues de la plaine. Mais le piémontais est encore si proche de la langue
d’Oc...
Peut-être d’ailleurs, pour notre compte,
à ses .savants ouvrages historiques, préfèreron.s-iiou8 ces modestes plaquettes, ce GUIDE DES VALLEES VAUDOISES écrit en
1898 en colhihoralioii avec le docteur Rivoir, si précieux encore bien qu’un peu
vieilli, et surtout ces LEGENDES DES
VALLEES VAUDOISES que le folkloriste
sera ravi de découvrir. Dans ces livres,
qu’on ne se lasse pas de feuilleter, au risque d’en maculer les pages cl d’en briser
la reliure — mais tant pis! — se révèle
toute la mentalité, primitive et saine, de
ce peuple vaudois, si attachant et si prés
de nous, et pourtant si peu connu...
(à suivre) M. Carrières.
Personalia
Lunedì mattina 7 corr., nel Tempio Valdese di Corso Vittorio Em. a Torino, è
stalo celebrato il matrimonio della sig.na
Paola Taccia cel rag. Ezio Giorgio Cambellolti. I riti civile e religioso sono stali
officiati dai pastori E. Ayassot e A. Taccia d' Verona, fratello della sposa. Attorniati da numerosi parenti e amici essi si
sono poi ritrovati in un noto ristorante
cittadino per il pranzo nuziale. Ci feTcillamo con le famiglie Taccia e CambelloHÌ, formulando gli auguri migliori per
una lunga e felice vita coniugale, sotto
lo sguardo del Signore.
4
GIOVANNI MIEGGE
LA VERGINE MARIA
2« ediz. — L. 750
Claudiana - Torre Pellice
L'Eco delle Valli Valdesi
PIERRE PETIT
LOURDES
Trad. G. Costabel — L. 450
Claudiana - Torre Pellice
PERRERO — Il 3 maggio 1959 hanno celebrato le nozze d’oro
Poet Filiberto e Poet Maria, delle Grangette. Ad essi che erano
circondati da un largo stuolo di parenti, alcuni dei quali giunti
da lontano, il Pastore F. Giampiccoli ha rivolto un messaggio
cristiano e gii auguri deila comunità.
Il “Djes irae„
Uno degli inni della chiesa antica, Dies irae,
dios ma,... — soivet saecium in favilla, — teste David eum Sibilla..., preconizzava la fine del mondo
in una vampata di fuoco (atomico?!). Era, come lo
(diiamò padre Giovanni Semeria, Unno del Ter
rore. Fu cantato nelle più lugubri e inutilmmte più
cruente cerimonie ohe il medioevo ricordi: negli
autodafé ed in occasione dei roghi!
In realtà. Carel Theodor Dreyer, regista del « Dies
Irae», non ha raffigurato nel suo bellissimo Alni,
nulla di tutto questo, tranne soltanto agli inizi,
dove tutt’una popolazione, che peraltro non si vede,
ma si ode soltanto, « chiede il rogo per una strega».
Ma quel che più colpisce è l’atteggiamento ieratico del protagonista Toorkild Roose, sposo della
figlia di una strega e strega anch’essa. Ieratico, s’è
detto, o piuttosto pittorico, chè qui non siamo da
vanti a fotografie, ma davanti a quadri fiamminghi ;
e quanto alla trama del film, essa è più teologitJa
che passionale, anche se l’amore del povane figliastro per ia giovanissima matrigna si conclude —
come si deve concludere — in un improvviso capovolgimento, dall’amore aH’odio -4 comunque sempre nell’ambito della passione.
La teologia delle streghe ha fatto U suo tempo:
e tuttavia il « Dies Irae » di C. Theodor Dreyer è
ugualmente attuale : la tradizione ecclesiastica, la
viltà alternata all’opixjrtunismo più vieto, la cecità
della passione amorosa che prelude alla cecità deirodio, l’abisso insondabile della malvagità umana,
che sa costruire sui sospetti e sulle ipotesi, la suggestione diabolica di una passione, di cui l’mnocenza è vittima — tutti questi sono termini di raf
fronto non banali fra il «Dies Irae» di C. Theodoi
Dreyer e ima teologia ecclesiastica ancora non del
tutto scomparsa. Qui, i primi piani hanno una fun
zione descrittiva, non dei volu e degli sguardi, ma
degli abissi che si indovinano dietro quelli; e ’1
candore immacola.t& cu certe scene in cui ogni sup
peliettile è omessa, è soltanto un modo di descrivere la morte, o l’atmosfera in cui essa incombe.
Ma non si dimenticherà in proposito, che solo sul
continente ouropieo la morte vuole che si vestano
gramaglie e abiti scuri...
Consigliamo vivamente ai nostri lettori di Torre
Pellice di non lasciar perdere l’occasione di vedere
questo bel film, che verrà proiettato giovedì sero
in quella città. Mascherino
Notizie dalle nostre Comunità
ASIliUUÜfUd (üapoluogo)
Ringraziamo i Pastori sigg. Luigi Santini e Paolo Marauda i quali ci hanno rivolto il messaggio della Parola di Dio nel
nostro tempio rispettivamente la domenica 30 ago^o e 6 settembre.
Sabato 5 settembre abbiamo invocato la
benedizione di Dio sul matrimonio di BerUn Lamy (Prassuit) e Monnet Nelly (Clava). La grazia e la pace del Signore circondino ed accompagnino sempre questo
nuovo focolare fondato nel suo nome.
Domenica 6 settembre, circondati dai loro figliuoli e parenti, il nostro fratello
Bertin Pietro e la nostra sorella Bertin
Enrichetta, abitanti nella frazione Prassuit,
hanno celebrato le loro nozze d’oro. La
Comunità tutta si associa sinceramente alla loro gioia ed invoca su loro e sui loro
cari ciò che veramente rende ricca una
vita: la benedizione del Signore che è
sempre fedele. e. a.
ISerce)
Ringraziamo il Pastore Samuele Gianibanesi, di Pachino, per avere accettato
di salire tra di noi a Pra del Torno domenica 30 agosto, per presiedere il culto. L’uditorio, anche se poco numeroso, ha vivamente apprezzato non soltanto la predicazione, ma anche le brevi notizie che il
Pastore Giambarresi ci ha dato sul lavoro
di evangelizzazione svolto nella e dalla
sua comunità siciliana, e sulle sue origini.
Da ora in poi i culti presieduti all’aperto, sia a causa del tempo poco propizio,
sia per l’abbandono degli alpeggi da parte
dei montanari, non avranno più luogo.
Riprenderemo da domenica prossima, 13
c. m. l’orario cosidetto invernale: a Pra
del Torno i culti avranno luogo alle ore
10, ed al Serre al pomeriggio alle 14,30.
L’ultima riunione all’aperto è stata presieduta domenica pomeriggio, 6 c. m., al
Bagnau. Malgrado la giornata nebbiosa
era presente un buon numero di uditori.
liiRllUUSTillU
Battesimi. Hanno ricevuto il segno della Grazia nel battesimo: Avondet Giorgio,
di Enrico e di Bounous Giuseppina (Rosbel), domenica 23 agosto; Reinaudo Nudine, di Filippo e di Forneron Alda (Ginevra), domenica 30 agosto.
11 Signore sia il Buon Pastore di questi
agnelli della Sua greggia.
Oipartenze. Hanno terminato la loro
giornata terrena due nostre sorelle: Bertin
Maddalena n. Forneron (Grill) deceduta
il 29 agosto, dopo brevi ma penose sofferenze, all’età di 73 anni; Avondet l/eoiitina ved. Genre (Fumala), deceduta il 2
settembre, dopo lunga malatt a, all’età d.
78 anni- L’Iddio della pazienza e della
consolazione consoli i cuori afflitti.
Saluto. La Comunità di Prarostino manda un saluto fraterno agli amici villeggianti, e segnatamente alle fani'glie l.aurora di Bari, Giordano e Caneparo di Torino, Rossi e Pasebetto pure di Torino,
che sono stati ospiti nostri alla Casa Valdese per complessivi due mesi. Mandiamo un saluto fraterno anche a tutti i prarostinesi, e sono stati molti, che hanno
passato qualche giorno o qualche settimana tra di noi, al paese natale, e che
ora sono tornati in città o all’estero per
il loro colidiano lavoro.
Voglia Iddio concederci di rivedere
l’anno prossimo questi amici e di averli
con noi anche nel culto domenicale.
Offerte per Tempio di Roccapiatta. In
questi ultimi giorni, numerose offerte ci
sono pervenute per il tempio di Rocca
piatta. Vogliamo far giungere a tutti il
nostro sentito ringraziamento. Benché ci
sia avvicinati ulteriormente alle mela, limane tuttavia ancora una grossa somma da coprire. Siamo fiduciosi che i nostri amici ci aiuteranno... Grazie.
ziamo i dirigenti e gli operai per quanto
hanno fatto, ci auguriamo che possano
presto aver inizio i lavori dell’altro cantiere scuola già deiaretato. Checché ne dicano i pessimisti la strada prosegue e finirà bene un giorno per raggiungere la
PRAOIIULLU
meta.
yuiyâRËïïu
La sera del 30 agosto ha terminato la
sua giornata terrena Long Cesarina ved.,
nata Ribet, di Pomeano, di anni 72. Un
improvviso malore, sopravvenutole mentre attendeva alle sue faccende domestiche,
l’ha tolta all’affetto dei suoi cari. Numerosi parenti ed amici hanno reso omaggio
alla sua memoria ed hanno testimonialo
la loro simpatia aUa famiglia, intervenendo ai suoi funerali.
E’ pure stata deposla nel cim iero di
Pinerolo la spoglia mortale di Armando
Long, di Adolfo e Alma Long, dei Bernardi.
Egli era atteso con gioia dai suoi genitori, ma non ha potuto aprire gli occhi alla luce di questo mondo e ven're a
rallegrare con il suo sorriso e con i suoi
trilli il loro focolare domestico.
Alle famiglie afflitte esprimiamo la nostra sincera simpatia fraterna.
Nel tempio di Pinerolo si sono uniti in
matrimonio, il 22 agosto, Gardiol Renato,
dei Tournin, e Fornerone Claudina Rachele, di Bricherasio.
Ci g'unge pure notizia, dal lontano Uruguay, del matrimonio avvenuto dei due
giovani Aldo e Gino Bouchard, figli d
Barbo Milettu Bouchard, molto ben conosciuto e ricordato con affetto da tutti i
PramoUini.
Auguriamo a tutti questi spos’ molle
gioie e domandiamo al Signore di benedire la lo-ro unione e la loro casa.
Sono stati presentati al S. Battesimo
Marco Long, di Livio e Alma Jahier, dei
Tcurn'n, e Danilo Plavan, di Alberto c
Medina Peyronel, di Pomeano.
Il Signore benedica questi agnelli del
suo gregge, insieme alle loro famiglie, e
li prepari ad essere dei suoi fedeli servitori e dei viventi membri del suo gregge.
La Chiesa ringrazia vivamente il .Sig.
Moderatore, Past. E. Rostan, per il messaggio portatole in occasione di una riunione all’aperto, il Past. P. Bosio che ha
.sosl'tuito il Pastore titolare durante una
sua breve assenza in agosto e il Prof. Silvio Polis, che ha presieduto un culto.
Hanno rappresentato la nostra chiesa alrullimo Sinodo i Sigg.ri Alessio Menusan
c Livio Jahier.
Durante il mese di agosto ino li .del
PramoUini residenti fuori del territorio
della parrocchia o stabiliti all’estero, c
numerosi amh’i, sono salili quassù per le
loro vacanze annuali.
Li abbiamo rivisti con gioia e con gioia
accoll’ in occasione del culto la domenica
mattina. Ora tutti, o quasi lutti, sono
rientrali neUa loro sede abituale. Da queste colonne li ringraziamo della gioia procurataci ed auguriamo loro un buon inverno e molte benedizioni divine.
Alcuni membri deUa nostra chiesa sono
stali ultimamente colpiti, e in maniera
piuttosto grave, daUa malattia. Domandiamo al Signore di assisterli nella loro
prova, insieme alle loro famiglie, e formuliamo per loro tutti i migliori voli di
un.! completa e sollecita guarigione.
Stanno per lermmare i lavori del cantiere scuola gestito dalla Provincia lungo
la strada carrozzabile per la Ruata. E’ stalo fatto un buon lavoro e realizzato un
bel tratto di strada in zona piuttosto impervia. Mentre complimentiamo e ringra
Sabalo 5 Selteihbre è stato celebralo il
matrimonio di Bounous Pietro e Tron
Eliana. Un buon gruppo di amici e parenti ha preso partè alla cerimonia per
ascoltare il messaggio della Grazia divina,
li S gnore benedica gli sposi e li arricchisca della sua presenzaDomenica 6 settembre la comunità nostra ha ascoltalo il messaggio dell’Evangclo predicalo dal Pastore di Venezia Liborio Naso. Il culto é stato arricchito dai
suono delle trombe del Baden guidale dai
Pastore Enrico (Jeymol. E’ stata una giornata stupenda di comunione fraterna di
vita spirituale a beneficio di tutti. 1 fratelli del Baden direlti dal signor Sloòei
hanno dalo una testimonianza meravigliosa che ci stimola a lavorare per la causa
con amore e devozione. Speriamo che presto le bande della parrocchia possano collaborare nei nostri culti alla gloria di Dio.
Ringraziamo di cuore il Pastore di Venezia per il suo caldo messaggio, il Pastore Enrico Geymet sempre dinamico ed entusiasta, il nostro fratello signor Stobe;
con il suo gruppo bandistico che ci Ita
commossi. Un grazie alla direzione del
Convitto per la sua viva collaborazione per
l’ospitalità.
Nella settimana del Sinodo la comunità
di Pomaretto é stata visitata da un gruppo
di 40 francesi guidati dal Pastore Bouvier,
Moderatore del Sinodo nazionale francese.
Abbiamo gioito molto per la serata di
martedì sera tessuta di messaggi, canti della nostra corale nel tempio prima e nel
Convitto dopo.
Ringraziamo molto le famiglie ed il
Convitto per l’ospitalità data, nonché le
persone che hanno preparato il Ituffel.
Un saluto affettuoso ai nostri amici di
Francia.
SAN SfiCONDU
Un gracie sentilo al Pastore emerito Luigi Marauda che il 30 settembre u. s. ha
presieduto il culto del mattino e la nostra
riconoscenza alla signora Marauda clic in
tiuell’occasione ha diretto all’armoniuiii i
amici sacri.
Fra il pubblico presente in Chiesa ahl)iamo notalo con piacere una rapitrescnlanza della comunità di Ivrea guidala dal
Pastore Bouchard, in visita alle Valli. \
questi fratelli inviamo il nostro saluto alfeltuoso con l’augurio di poterli rivedere
prossimamente fra noi ospiti per un intera g'ornaU.
11 corpo bandistico del Baden, guidalo
dal Pastore Geymet di Villar Pellice, ha
offerto sabato sera alla nostra comunità
un’ora di vero diletto spirituale con un
concerto di musica sacra che ha entusiasmalo e commosso l’uditorio.
La visita di questi nostri fratelli d oltre
frontiera ci ha fatto del bene ed ha conirihuito, coi canti e con la preghiera in
comune, a farci sempre meglio comprendere la grande necessità di realizzare 1 iinità di tutti noi in Cristo, senza più meschine differenze capaci di costituire motivo di separazione e di odio, ma tulli figli di uno stesso Padre che ci ama e ci
salva ‘n Cristo Gesù.
La comunità di San Secondo ringrazia
questi giovani e porge loro un caldo arnvederci per altre serale del genere d. g.
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