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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
Bj^rOIECA VALDESB
yOBRB PBLLICB
(Torim)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 32 ABBONABÍENTI / Eco; L. l.SOO per l’interno « Eco > e a Presenzé Evangelica > J Spedii. aU>. postale - I Grappo 1 TORRE PELLICE — 9 Agosto 1963
Una copia Lire 4S t L. 2.200 per restio interno L. 2.500 - e^Wo L. 3.700 | Cambio d’indiriizo Lire SO 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.CJ*. 2-17557
Prime sedute
del Sinodo Valdese
Il Sinodo Valdese 1963 si è aperto a Torre Pellice domenica 4 agosto. I membri del Sinodo, con i delegati di Chiese sorelle e di organismi ecclesiastici amici, si sono raccolti nelPAula sinodale, dove hanno assistito alla sottoscrizione della
Confessione di fede, da parte del
candidato al ministero. Marco
Ayassot. Quindi si è costituito il
corteo sinodale, che si è recato nel
tempio per il culto inaugurale, presieduto dal past. Ernesto Ayassot.
Gremita come sempre la chiesa, e
molta gente sul piazzale antistante,
che con l’ausilio di altoparlanti ha
potuto partecipare al culto. Sappiamo quanto di superficiale possa annidai-! nei culti delle a grandi occasioni »; eppure si può anche dire
con ' < li i hducia che si tratta di
un’ot ‘ ione tutta particolare per
aiinm!i i.uf; la Parola del Signore, e
che <■, juesto, un culto che può dare IH! » lorza particolare a chi vi
partecipa, nella coscienza della còmunioiie dello Spirito Santo e della
fede! lì misericordiosa del nostro
Dio, mentre d’altra parte può dare
un’isp'uazione fondamentale per i
successivi lavori sinodali. La vigorosa predicazione data dal pasf.
Ayass- ! della grandiosa visione di
Ezecliieie (cap. 37) ha toccato profon d amente l’assemblea (ne riproduciaiuo in parte il testo in questo
numero del settimanale, avvertendo
p..> .ehe ii testo cmnplete è- stato stam*
pato u 2>arte, in opuscolo, e può essere rii iiiesto alla Claudiana al prezzo di L. 100 la copia).
usacrazione al ministero deldel past. Marco Ayassot
La
la 1'.
ha ( I
dine
sena
Pensi
iuso con un moto di gratitu
ofonda e di consacrazione
gioiosa il culto inaugurale,
o con affetto fraterno al
past. Vi. Avassot, augurandogli che
li hi^ 1 le benedica il suo ministero
dand > u Oeiii giorno la forza e la
sereni S ii die sono i segni e i frutti
del Suo Spirito, per l’edificazione
della Chiesa; e l’augurio è pure vivo per la sua famiglia, che proprio
in questi giorni si è lietamente arriccliilii per la venuta alci piccolo
Luca,
Dopo il culto, in corteo i membri
del Sinodo sono tornati nell’Aula
sinodale, e costituitisi in assemblea
sotto la presidenza provvisoria del
piu anziano pastore in attività di
servizio, il past. Guido Comba, ha
proceduto agli atti preliminari, fra
cui essenziale la nomina del Seggio
del Sinodo, che è risultato così composto; past. Ernesto Ayassot, presidente; dott. Eros Vicari, vice-presid.; past. Paolo Ricca, Marco Ayassot, prof. Marcella Gay, segretari;
sigg. Mario Bianconi e Claudio
Tron, assessori.
E’ in pieno svolgimento la settimana sinodale; ogni giornata si apre, dopo la lettura dei verbali, con
un breve culto, e il primo è stato
presieduto dal past. Mario Sballi,
Presidente della Chiesa Evangelica
Metodista d’Italia, che siamo stati
lieti di avere fra noi a capo della
delegazione della Chiesa sorella, così composta: dott. Franco Becchino
(Vice-presidente), past. Sergio Carile e Franco Scopacasa, prof. Giorgio Spini.
Dopo aver ricordato, secondo l’uso sentito, i collaboratori scomparsi
nel corso dell’anno, il Sinodo ha
udito la lettura della relazione della Commissione d’esame, da parte
del suo presidente, past. Pierluigi
.lalla (gli altri membri della C. E.
sono il dott. Guido Ribet, il sig.
Teofilo Pons, il past. Gino Cont-i;
il che rende..^^_^n po]^ invadente _e
inassiecia la complessiva presenza
di membri della Chiesa di Torino!).
E subito, tenendo conto di questa
« contro-relazione », si è iniziato
l’esame del rapporto stampato della Tavola. E’ da tener presente die
quest’anno il Sinodo, oltre al lavoro consueto, dovrà assolutamente esaminare le relazioni di ben
lo commissioni ad referendum, alcune delle quali attendono da ormai quattro anni di poter riferire!
Ed è evidente che s’impone una
revisione abbastanza radicale dei
lavori sinodali: di un’assemblea
che diventa sempre più numerosa, senza che tutti i membri siano messi in grado, mediante tempestiva e approfondita informazione, di esplicare in pieno il loro
mandato di governo.
Dalla predicazione inaugurale
icmiine del culto iiutugurale del Sinodo
(Foto A. Poillegrin)
La iParola
Cari Fratelli e Sorelle nella fede.
La pagina del profeta Ezechiele, che abbiamo letta
testé (cap. 37), è senza dubbio una deUe più conosciute dell’Antico Testamento.
La visione si apre senza preamboli, su di uno scenario apocalittico: una valle arida e solitaria che deve
essere stata, in passato non molto remoto, il campo di
una sanguinosa battaglia.
Unica e solitaria creatura vivente, in tanto squallore
di morte, il Profeta vede se stesso, come proiettato nel
mezzo dell’orrido scenario di cui non comprende il
significato, pur avvertendone la tragica solennità.
Ma la sua perplessità è di corta durata: il silenzio
di quello strano 'cimitero d’insepolti è rotto ad vm
tratto da una voce, di cui non saprebbe dire esattamente
se l’abbia percepita dal di fuori o dal dì dentro:
« Figliuol d’uomo, essa dice, queste ossa potrebbero
esse rivivere? ». j
Dubbio amletico, che precorre quello di Shakespeariana memoria; <c furono per sempre o potrebbero
essere ancora? ». Dubbio che lo spettacolo della morte
non cessa di riprcsentare ogni giorno ai viventi.
« Tu lo sai, o Signore ». Risposta dettata dalla prudenza agnostica dell’uomo o dalla remissività fiduciosa
del credente?
Nei versetti successivi, quasi svegliandosi da un
sogno, riportato improvvisamente alla realtà del suo
tempo, al momenio storico nel quale ha ricevuto missione di pronunciare gli oracoli di Dio per il suo
popolo, il Profeta riceve la spiegazione dell’enigma:
« Ed Egli mi disse; figliuol d’uomo, queste ossa sono
tutta la casa d’Isnéle. Ecco essi dicono, — le nostre
ossa sono secche, la;, nostra speranza è perita, noi siamo
perduti! — Perdo /profetizza e di’ loro: così parla il
Signorei 4’Etertm-.^ Ècctr io aprirò'i vostri sepotòri, vi
trarrò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi
ricondurrò nel paese d’Israele. E voi conoscerete che
io sono l’Eterno, quando aprirò i vostri sepolcri e vi
trarrò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio spirito e tornerete alla vita; vi porrò
sul vostro suolo, e conoscerete che io, l’Eterno, ho parlato ed ho messo la cosa ad effetto, dive l’Eterno ».
Il Profeta è un uomo che Dio chiama a camminare
vivente, e proclamatore di vita, in un mondo di morti.
Non ritengo che ci sia bisogno di spiegare a gente
che conosce la Bibbia, quale fosse la situazione storica
particolare dei tempi di Ezechiele, evidentemente assai
diversi dai tempi nostri, nè il fatto che egli profetava
negli anni grigi della cattività babilonese e che la speranza morta che si trattava di fare rinascere era quella
del ritorno alla terra promessa, e perduta, dei resti del
popolo d’Israele, purgato e purificato dalla lunga prova, ma anche stanco e abbattuto dalla lunga attesa.
I tempi cambiano, le circostanze mutano, ma la
disperazione degli uomini, seppure cambia motivo, non
cambia nè aspetto nè linguaggio, ma rimane sempre la
stessa, anche se le circostanze e i modi sono compietamente diversi; «Le nostre ossa sono secche, la nostra
siieranza è perita, noi siamo perduti ».
Se poi, fratelli, noi restringessimo ancora il campo
della nostra osservazione a quel mondo tanto più piccolo che è quello della nostra chiesa, partita cento
anni fa con una grande speranza missionaria, fermata
poi sulla linea gotica dell’impenetrabile indifferenza
religiosa di un ambiente conformista, che non ci onora
oggi nemmeno più della sua ostilità; che ha costruito
Ospedali e non ha pili Diaconesse, che ha costruito
Scuole e non ha quasi più insegnanti, che ha elevato
a rango accademico la sua Facoltà Teologica per ritrovarsela più ricca di dottorati che di studenti desiderosi
di consacrarsi alla predicazione dell’Evangelo... che ha
moltiplicato per dieci il numero delle sue comunità,
nel corso di un secolo, per trovarsi impastoiata ogni
anno nella penuria di uomini e di mezzi per mantenerle in vita... se ci fermassimo a considerare quel
penoso fenomeno di « ristagno evangelistico », che già
qualche decennio fa un nostro vecchio pioniere denunciava in Sinodo e che, da allora, si è accentuato anche
nella psicologia delle piccole comunità che abbiamo
disseminato nella penisola, soddisfatte ormai di segnalare alla fine di ogni anno ecclesiastico le « normali attività » di cui così spesso ci accontentiamo, come se fosse
« normale » che una Chiesa non cresca, non conquisti
nuove anime ogni giorno, come avveniva al tempo degli
Apostoli quando era invece perfettamente « normale »
che il Signore aggiungesse « ogni giorno alla comunità
quelli che erano sulla via della salvazione (Atti 2¡47).
Se ci soffermiamo anche un solo istante su questa
visione, tutt’altro che entusiasmante, non troveremo
forse motivo di esclamare le bibliche parole: « la nostra
speranza è perita... ».
Eppure è proprio in questo contesto, nel quadro
delle ossa secche, che il profeta è chiamato ad essere
vivente e portatore di vita, per proclamare, innanzi
tutto, che nessun miracolo è impossibile allo Spirito
Santo.
Forse, fratelli, il nostro errore, dico di più, il nostro
peccato, sta proprio nel fatto che ci siamo ridotti,
abbiamo ristretto il nostro orizzonte ai confini del
possibile.
Se l’Eterno parlasse con me, o forse con uno di voi,
in condizioni simili a quelle nelle quali parlò al profeta
Ezechiele e facesse la stessa domanda: figliuol d’uomo, queste ossa potrebbero esse rivivere? » forse, dico,
risponderemmo anche noi come il Profeta « o Signore,
tu lo sai », ma l’Eterno leggerebbe nei nostri cuori
« però mi sembra impossibile... » e allora, secondo
l’espressione di Gesù, ci viene fatto « secondo la nostra
fede » (Matteo 9129}.
Per non essere tacciati di visionari siamo diventati
profeti del possibile, mentre la Bibbia è la parola dell’impossibile ed i suoi profeti sono profeti dell’impossibile, « poiché le mie vie non sono le vostre vie, e i
miei pensieri non sono i vostri pensieri, dice l’Eterno »
(Isaia 5518).
Non ci sono miracoli impossibili, anche le cose più
impossibili possono diventare possibili purché nei tempi
e nei modi che Dio ha scelto.
Purtroppo gli uomini, anche quelli di Chiesa, si illudono spesso di poter forzare la mano al Signore. Dicono
« pace pace » quando non c’è nessuna pace, perchè non
ci può essere vera pace finché il mondo è ribelle al
Signore della pace. Dicono- « unità unità » quando non
c’è unità, perchè non ci può essere unità se non nel
ridimensionamento e nella riduzione di ogni cosa all’unico Cristo. Dicono « evangelizzare evangelizzare», ma
non ci può essere evangelizzazione se prima non c’è
risveglio, se prima non c’è rinascita spirituale, se gli
evangelizzatori non hanno prima evangelizzalo se stes
e lo Spirito
si... « Se il Signore non edifica la casa, invano si affaticano gli edificatori, dice il Salmo. Invano vi levate dì
buonora e tardi andate a riposare e mangiate pane di
dolore » (S. 127¡2). Il che tradotto nel linguaggio di oggi
potrebbe suonare press’a poco così: invano vi riunite
al vertice o alla base, invano vi convocate in riunioni,
in sedute, in congressi o anche in concili, invano nominate commissioni di specialisti... i morti non rivivono
che al comando del Signore, ed il comando del Signore
appartiene soltanto a Lui.
Se lo Spirito di Dio soffiasse sulle nostre Chiese, se il
miracolo della valle d’Ezechiele si rinnovasse per le
nostre comunità, se si verificasse un risveglio di vita
religiosa, di interesse per lo studio della Bibbia, di
ardore nella preghiera, di zelo per la testimonianza
evangelistica... non avremmo più bisogno di alcuna commissione perchè il Signore stesso chiamerebbe, che
dico, afferrerebbe con la sua mano potente coloro che
Egli vuol fare suoi servitori e direbbe alla Chiesa, come
diceva un tempo: « mettetemi a parte per il ministerio
al quale li ho destinati » e questo e quel credente, ai
quali ho conferito i miei doni in vista del ministerio
per il quale oggi li chiamo, « poiché ogni cosa dipende
non dalle nostre opere, ma dalla volontà di Colui che
chiama » (Rom. 9j 12).
Immaginate per un istante, poiché siamo in argomento di visioni, che lo Spirito di Dio si metta a soffiare
sulle nostre comunità come nella valle d’Ezechiele...
credete voi che avremmo ancora bisogno di patetici
appelli, di commissioni, di buste e bustine, di percentuali sul reddito, di calcoli levitici sulle decime o di
altri simili espedienti di sacra ragioneria? Non credete
voi che se lo Spirito di Dio soffiasse veramente nel cuore
di ogni membro delle nostre comunità, se veramente
convincesse ognuno che non si tratta di un problema di
bilanci, ma dell’opera di Dio, di quell’iddio che risuscita i morti, di quell’iddio che vuole che la Sua parola
sia predicata ad ogni creatura..., non credete voi
che il problema finanziario della chiesa non sarebbe più quello di come raccogliere faticosamente
il denaro, ma piuttosto di come spendere meglio alla
gloria di Dio e per l’avanzamento del Suo Regno, il
frutto abbondante della generosità di un popolo consacrato alla causa del suo Signore, desideroso di tutto
dare purché nulla manchi all’opera sua?
Non abbiamo per il momento una commissione per
le vocazioni pastorali... ma se tutto continua a procedere normalmente, il che con l’attuale normalità,
significa con la consacrazione di un pastore per ogni tre
o quattro che vanno a riposo, potete star certi che
arriveremo a quella... eppure anche qui, fratelli, la sola,
l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è che lo Spirito
Santo soffi sulla nostra gioventù e faccia sentire ai nostri
giovani che l’amore per la chiesa, prima di manifestarsi
nel rilievo delle sue debolezze o nella critica delle sue
(Segue a pagina 2)
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PMt> Z
N. 32 — 9 8igo«lo 1963
La^ Pgíí^la e lo Spirito
(Continua tla liagfnia 1)
strutture, deve manifestarsi nella disinteressata, fattiva,
pratica dedizione alla missione ehe Dio le ha affidato e
nella quale è meglio magari sbagliare, lavorando con
uno strumento dal meccanismo antiquato, invecchiato,
piuttosto che rimanere senza errori nell’inerzia, con una
macchina modernamente congegnata, perfetta, tecnicamente a punto, ma ferma e incapace di produrre alcunché.
Non credete voi, (k>lleghi Pastori più anziani, che
se il nostro ministerio portasse più chiare e visibili le
stigmate inconfondibili dello spirito santo e producesse
miracoli e risurrezioni, invece che normale amministrazione ecclesiastica, i giovani ci invidierebbero e chiederebbero di seguirci più numerosi delle stesse necessità della Shiesa?
Non credete voi, padri e madri qui presenti che se
nelle nostre case le finestre fossero sempre aperte al
soffio di quel vento misterioso che Gesù chiamava lo
Spirito del Padre, le nostre famiglie valdesi darebbero
con abbondanza e generosità i loro giovani migliori al
servizio di una chiesa vivente, capace di risuscitare i
morti e quindi anche capace di travolgere, col soffio
dell’entusiasmo, il cuore e la mente dei nostri figli?
Ma tutto questo non potrà mai essere nè il frutto di
sentimentali appelli, nè di erudite dissertazioni teologiche, o di amichevoli influenze personali, ma, soltanto
e unicamente, dell’azione potente e vivificatrice dello
Spirito Santo.
Ed è proprio a questo punto che conviene precisare,
onde evitare malintesi, il secondo pensiero che ho testé
ricordato.
Lo Spirito di Dio, pure rimanendo per sua essenza
assolutamente sovrano e indipendente nel suo operare,
ha scelto, per sua misteriosa intima logica, di manifestare agli uomini la sua potenza di vita attraverso alla
predicazione della parola di Dio.
La cosa non ci stupisce, caso mai ci stupirebbe il
contrario, se pensiamo che la parola di Dio è Cristo, e
che lo Spirito di Dio non è altro che lo Spirito di Cristo.
Questo misterioso legame tra la Parola di Dio e lo
Spirito costituisce il grande segreto che impregna di sè
tutta la Bibbia. Non c’è parola di Dio dove non soffia
lo Spirito e non c’è soffio dello Spirito Santo che non si
esprima nella vivente e operante parola del Signore.
Dalle prime pagine della Bibbia, dal racconto della
creazione dei cieli e della terra, fino aH’ultima preghiera dell’Apocalisse, tutta la Scrittura è percorsa da
questa costante dialettica dello Spirito e della Parola.
Questa è la ragione per la quale noi rimaniamo,
fratelli, e non potremmo diversamente, una Chiesa nella
quale la parola di Dio è tutto e il suo servizio, « il ministerio della parola » l’unica forma di regai sacerdozio.
Ciò non significa che non ci sia diversità di doni e di
ministeri, ma che doni e ministeri non possono essere da
noi concepiti che al servizio della parola di Dio.
Per noi la validità dei ministeri, come quella dei
sacramenti, come l’autorità della chiesa e quella della
chiesa nel mondo, o se volete l’opera e l’azione dello
Spirito Santo nella chiesa e per mezzo della chiesa nel
mondo, rimangono, e debbono rimanere, strettamente
legati alla parola di Dio, come la parola di Dio è condizionata e resa valida ed efficace dall’azione dello Spirito Santo.
Queste considerazioni ci portano naturalmente all’ultimo pensiero che abbiamo enunciato;
Lo Spirito Santo, affinchè la parola di Dio sia pronunciata, vuole servirsi di profeti che predichino con
ubbidienza e fedeltà, confidando unicamente nella potenza dello Spirito Santo:
« lo profetizzai come mi era stato comandato ».
Perchè Dio, per far rivivere dei morti al soffio del
suo spirito, si sia servito di un profeta comandandogli,
in modo piuttosto assurdo, di parlare delle ossa secche,
le quali, oltre a tutto, non avevano nemmeno orecchie
per udire, rimane un mistero... il grande mistero della
indispensabilità di una inutile predicazione, che Dio
rende utile solo perchè la vuole, il mistero di cui ogni
giorno ripetiamo l’esperienza quando constatiamo che
Dio si serve anche di noi per un’opera che Egli potrebbe
fare senza di noi, ma che, senza di noi. Egli ha deciso
di non fare.
Il perchè di questa decisione, perchè Dio abbia deciso di servirsi di me, e di questo mio figlio che stiamo
per consacrare al ministerio pastorale, e di voi fratelli
che mi ascoltate è, a ben pensarci, la più grande stranezza che immaginar si possa... « Dio ha veramente
scelto le cose deboli del mondo, diceva San Paolo, per
svergognare le forti, le cose ignobili, le cose sprezzate,
anzi le cose che non sono, affinchè nessuno si glori al
cospetto di Dio y> ( Z Cor. 1¡27).
Ma c’è una cosa che le creature deboli, quelle
sprezzate, quelle che nemmeno sono, possono e debbono
fare ed è quella di riferire con esattezza ed ubbidienza
il messaggio che hanno udito e che sono chiamate a
trasmettere, sapendo che esso è carico di un potenziale
spirituale che è lo spirito stesso del Signore: « Io profetizzai come mi era stato comandato ».
Non c’è nulla da aggiungere e non c’è nulla da
togliere al messaggio di Dio, basta riferirlo come Dio
lo ha dettato. Sembra semplicissimo, ma chiunque di
voi ci si è provato sa che c’è, in questo semplicissimo
dovere, tutto il dramma intimo, inquieto, sconvolgente
e, nello stesso tempo, tutta la bellezza, la nobiltà, la
gloria della predicazione della potente grazia vivificatrice di Dio.
Dietro ai molti suggerimenti di un mondo che ci
chiede di tradurre il messaggio ci può essere il suggerimento di Satana che vuol farcelo tradire!
Se le ossa secche della valle di Ezechiele avessero
potuto parlare avrebbero certamente suggerito al profeta: « parlaci il nostro linguaggio, il linguaggio dei
morti perchè questo è ormai il linguaggio che noi comprendiamo... » ma il profeta aveva ricevuto da Dio il
I
messaggio della vita, e non quello Aei morti, e non fu
il messaggio che si trasformò adattandosi all’uditorio,
ma furono i morti che furono trasfoleati e che uscirono
dal silenzio della loro immobilità Cadaverica al suono
potente della parola della vita. ’
Oggi molti e diversi sono gli ambienti che si dicono
disposti ad ascoltare la (]!hiesa purché essa parli il loro
linguaggio, che si tratti del linguaggio di questa o di
quella cultura, di questa o di quella sociologia o addirittura di questa o di quella politica, non importa che
siano ispirate ai modelli deH’orienté o a quelli dell’occidente, dell’uomo bianco o di qupllo di colore, del
liberale o del socialista, del capitalista o del proletario... Ma fino a che punto accettare un linguaggio non
implica anche accettare una mentalità, un contenuto,
un pensiero... qualcosa, ossia, che non è più, o è soltanto in parte, il messaggio originale affidato da Dio al
suo profeta?
Fratelli, non vorrei qui essere fiainteso, non vorrei
che qualcuno pensasse che io non condivido la preoccupazione, il desiderio e la ricerca di una predicazione
aderente alle esigenze dell’uomo di oggi e rispondente
ai suoi problemi, alla sua situazione concreta sia individuale che sociale o anche politica. Altra è la mia
preoccupazione, in questo momen^, una preoccupazione di contenuto e non di forma,' di fedeltà al messaggio originale più che di espressione.
Signore si è scaricata nelle nostre stesse mani del suo
potenziale esplosivo. Non è più una parola diversa da
tutte le altre parole, non è più uqà parola che scandalizzi, che scuota l’uomo e lo ren4a perplesso e pensieroso per la sua stessa terribile diversità da tutte le
altre parole che concertano la cacofonia di questo
mondo chiacchierone.
Forse poche generazioni come la nostra hanno ricevuto un insegnamento teologico più ortodosso sulla
parola di Dio e ne hanno tanto parlato... quello che
mi domando, e che domando a voi, è semplicemente
questo: perchè questa parola se è rivoluzionaria non
rivoluziona, se è sconvolgente non sconvolge, se è
vivente non risuscita, perchè se è veramente di Dio non
conquista questo mondo disponibile, tanto disponibile
da lasciarsi conquistare dal primo messia di turno che
s’affacci alla ribalta della storia?
Non potrebbe essere che quello, che ci manca sia
proprio la certezza della onnipotente presenza dello
Spirito Santo, una certezza pratica non teorica, una
certezza che ci faccia parlare ai morti il linguaggio della
vita, sapendo che, se anche noti hanno orecchie per
udire, lo Spirito Santo è sempre prpnto ad operare il
miracolo dell’imposibile, il miracolo della risurrezione?
Concedetemi fratelli di aggiungere a queste considerazioni, che prima di essere un dialogo con voi vogliono
essere un richiamo a me stesso, unii parola brevissima
per questo mio figlio, il giovane candidato cui stiamo
per riconoscere, con l’apostolico rito dell’imposizione
delle mani, il solenne impegno di consacrare tutta la
sua esistenza alla predicazione della parola della vita.
Tu sai, figlio mio, che la vocazione alla quale hai
risposto non ha altro significato che questo; ascoltare
la parola dell’Eterno, del tuo Dio, riceverla e trasmetterla, dovunque il Signore ti manderà, con quella ubbidienza e fedeltà che sono la condizione essenziale perchè
lo Spirito Santo manifesti la sua potenza di vita.
Se la parola dell’Eterno ti è stata rivolta, profetizza
come ti è stato comandato. Profetizza senza mai preoccuparti di quello che è possibile e di quello che è impossibile, perchè tutto è possibile a Dio. La vita di un
pastore deve essere la vita di un uomo che crede fermamente nella possibilità delle cose impossibili e ne
parla senza paura.
Non temere di profetare anche dinnanzi al peccatore
più indurito, perchè Dio può trasformare un cuore di
pietra in un cuore di carne (Ezechiele 11/19).
Non temere di profetare nel deserto perchè Dio può
far fiorire il deserto come una rosa (Isaia 35/1).
Non temere di profetare in mezzo alle tempeste,
perchè Dio può trasmutare la tempesta in bonaccia
(Matt. 8/26).
Non temere di profetare dinnanzi alla morte stessa,
perchè Cristo ha distrutto la morte ed ha prodotto
in luce la vita e Vimmortalità mediante l’Eimngelo
(2'‘ Tira. 1/10).
Una cosa sola non dimenticare mai ed è questa: se
vuoi che la tua predicazione compia miracoli, anche i
miracoli più impossibili, profetizza come l’Eterno ti
ha comandato, per il resto lascia che operi lo Spirito
del Signore.
E questa fratelli potrebbe essere la parola d’ordine
anche per noi, all’inizio del nostro Sinodo, al quale
auguro di rassomigliare il meno che si può ad un parlamento di uomini ragionevoli che discutono di cose
e programmi possibili secondo la misurata saggezza di
questo mondo... ma di essere invece una riunione di
credenti disponibili alla voce del loro Signore, disposti
a piegarsi al soffio del suo spirito e magari a lasciarsi
sradicare dalle loro più acquisite posizioni, se veramente lo Spirito lo voglia, investendoli con la sua
potenza.
Possa la mano dell’Eterno essere su di noi in questi
giorni, come lo fu sul profeta Ezechiele, sicché si ripeta
anche per noi l’antica profezia: « Figliuol di uomo,
ascolta la parola dell’Eterno... ».
Ma perchè questo avvenga occorre, è indispensabile,
fratelli, che questo Sinodo sia un sinodo di preghiera
più che di discussioni, un sinodo che ascolti la parola
del Signore più che quelle degli uomini, un sinodo di
profeti che invochino con la certezza della fede Vieni
dai quattro venti, o Spirito del Signore, vieni e soffia
sulla tua (ilhiesa! poiché anche per noi fratelli è l’antica
promessa : Io metterò in voi il mio spirito è voi tornerete alla vita e conoscerete che Io, l’Eterno, ho parlato.
L’aonnale seduta dei soci
della Società di Studi Valdesi
La iradizioiial« seduta della Società di
Sìuidi VaMesi ha avuto luogo U 4 setitem.
hre 1963 .neM’a'ula sinodale, alla presenza
di un puibbl'ieo olle ci è sembrato più numeroso dei soiliito. Ogni riferimento ai pastori vaildesi è, owiamente, escluso; aeoanto al Moderatone ed al sovrintendente
A. SbafB abbiamo notato solo quattro pastori valdesi.
Il .presidente della Società, prof. A. Armand-Huigon, dà inizio alla sed'Uta con
un’amipia relazione deU’atitività svolta dal
Seggio nel decorso anno sociale : sono sta.
ti pubblicati due bollettiai, l’oipnisrolo del
XVII febbraio;, è stata curala l’organizzazioine del convegno dii studi ereticali, che
Ita avuto un notevole successo fra gli stu
1 iVSEO simm-mmm
diosi italiani. Si è cercailo di potenziare
ratti'vità sociale, mia purtroippo i soci sono solo 300, dei quali oltre lOO morosi.
Alcmne Chiese (o conicistori? o Pastori?)
siisteimaiticamenite traiscurano relememlare
dovere di pagare le publuHicazioni che pure regoilarmenite ricevono.
Il cironiista confessa di esser sazio di
queste icroiniacilne che gli tociea di dover
redigere, anno dopo amino : è seinipre la
stessa musica!
« Bisotgna fare ■ biiSogna fare...»; ma
quelli che potrebbero fare, danno suggeriimemli e non fanno! Così ipeidiiamo una
posizione (ed una istituzione) dopo l’ultra! Anno dopo anno riitomano gli stessi
IKIIIIIIIIIIIIIIIItlllll
Ringraziamo il Past. R. Nisbet per queste notizie stralciate da una corrispondenza
della figlia Paola, compagna del missionarie Past. Bruno Tron, in Eritrea:
Da un mese a questa parte qualche cosa
ha cominciato a muoversi anche qui a Bellesa. Una sera, dopo il culto, si è alzato
a parlare un ragazzo di religione copta, e
con poche parole ha racconitalo quello che
aveva visto e sentito all’Asmara, e cioè di
quei gruppi ohe ogni domenica partono c
sj sparpagliano per la città e dintorni per
predicare l’Evangelo. Ha concluso co>nfessando come si sentisse umiliato per aver
trascorso ormai sette mesi all’Istituto di
BeUesa senza far nulla per testimoniare
della sua fede. Poi Un altro si è alzato di
cendo quanto si sentisse in disordine nella sua coscienza per il fatto di aver poltrito per tanto tempo. E così sono già almeno quattro domeniche che dei gruppi di
studenti partono di qui per evangelizzare.
E’ da notare che l’iniziativa di questo movimento non è partita da un evangelico,
ma da un copto. E’ un ragazzo dal cuore
d'oro e crediamo che un giorno diventerà
evangelico.
AH’Asmara c’è una vita ecclesiastica indigena intensa. L’unione giovanile è nume
rosissima e parecchio attiva. La Corale è
formata quasi esclusivamente da elementi
giovanissimi. La nuova chiesa può contenere un migliaio di persone. Naturalmente
alla domenica non si vedono tutti, comunque si notano più persone ohe posti vuoti.
niiimiiiiiimiiiiiuimiiiiiiii
IIIIIIIIIMIIIinilllXIIHIIIIIiniltHIIItllUIIIIIIIIIIMI’ll
In questi ultimi anni si è potuto notare, anche nella nostra Chiesa, un risveglio d’intereme per la Missione*. Non che
essa non Messe fin qui interessato le
nostre comunità, tutt’altro : ma nel com.
plesso si traltaVal di un’opera abbastanza
lontana, distaccata dalla nostra diretta
vita ecclesiaisticai. Il mutamento è avvenuto' nel quadro del ripensamento ecumenico, comune a tutte le Chiese, della
vomzione mSissiomrrmì della Chiesa; ed
è stato praticamente determinato dalla
¡mrtenza di alcuni musvi missionari, uscUi dal seno della Chiesa Valdese: per
noti parlare dei legami di affetto e di
solidarietà che così si sono stretti o intensificati fra le nostre comunità e quelle
del Gabon (Laura Nisbet), d’ Eritrea
(Bruno e Paiola Tron), del Barotseland
(Giovanni e Clairette Conte), la partenza di due pastori valdesi per campi missionari ha determinato una meditazione
t'innovata cùncal la responsabilità deìlà
nostra Chiesa nei confronti di questi suoi
argomenti, sii prospettano le stesse so.luzioni, e si coneliude con la solita... ineonclusione.
Una novità però c’è stata, quest’anno,
ncjla duscusisione sulla « funzione » a
« funzionalità » del museo valdese, nella
seconda parte della seduta. La sola proposta pratica e concreta è avanzata dal
prof. G. Spini (se non erriamo, autorevole esponente Metodista. I pastori valdesi
sono tutti scomparsi dall’orizzonte! Magari qualeuno sta preparando un... patetico
articolo sulla Storia Vaildese?).
Anche i|I nostro Moderatore è presente
(ma poiché egli sottolinea il fatto che
parla a liitolo personale, e non come M«.
deratore, rimandiamo un riassunto del
suo initervenito alla prossima seduta annuale, anticipandone il tito'lio: un sogno
che si è realizzato: il museo storico ed ¡1
museo foilc’orfetico hanno trovalo una
sede!
Parentesi fraterna. E’ presente il pastore E. Maggi, segretario della Società di
Storia Valdese Sud-Annericana, che porta
il saluto della sua società, parla delle sue
diffiicoltà, ed anmiunzia la venuta di un
gruppo di valdesi in pellegrinaggio alle
Valli, l’anno proissimo.
Il prof. A. Anmand-Hugon parla quindi deirinfluenza dell’Illuiminianio .sulla
vita culturale, spirituale, ecclieisiastica nel.
le valli valdesi, nella seconda mcià del
700 e inizi dei!l’800, soffermandoisi in modo piairtiicolare siull’attiiviità delle più siginifiicative personalità di quel periodo:
il colomnello Marauda, Giacomo Birz, pastori Davide Mondo,n e Peyraii.
Un’i.nfluemza che dovrebbe essere u/lleriiorimenite analizzata, perchè può portare anche ad unia più esatta interptiMazioUe della iniso.slituibile funzione (h i (( Risveglio ».
Problemi vari. — Si divaga (‘oii iiin’ainpia diiscussione su! (( Musco ». Chiairamen.
te impostata dal prof. G. Spini, la discussione straripa: qualcuno vorn'hihe un
((museo» in Oigini comuiniità; il Moderatore rinnova la spiegazione del sìio concetto di museo ( presenza), e le so e esortazioni ad « oipeirare senza aspetlaje lutto
dalla Tavola e dai pastori ».
Si deiplora ¡1 luiancaio (( sfriittiusionto »
del veccliiio lemipio di Frali. (Tiiiii lianno .sciriilto, ma .nessuno lia risposto! \ Prali mancano i soldi).
E tutto fi.niiace bene; il Seggio c riiconfermato dai quattro gatti (15 soci iiiresemI i ) sopriavivissuli.
La quota annua è filssata in L. .(.000 e
i’iinig, Pontet rivolge un appassioiiaio appello all’interesse dei giovani.
L.l.V.
LA CHIESA E LA MISSICINE
I nostri oltremare
membri e ministri. La partenza dvì past.
Bruno Tron, che aiveva\ espresso lì desiderio di rimanere parte integranti? della
Chiesa e del Corpo pastorale valdese, ha
determinato^ la nomina di una Commissione che ha studiato il problema ^ è una
delle dieci commissioni axl referendum
che questo Sinodo è tassativ(£mentr impegnato ad udire). La. partenza de! past.
Giovanni Conte è avvenuta mantenendo
un rapporto organico’ assai più stretto., anche amministrativamente, con la Chiesa
e la Tavola Valdese, che lo conserva nei
suoi ruoli, anche se il ^o stipendio, per
il periodo in cui è ”prestato” alla Sociéte
des Missions évangéliques di Parigi, gH
è versato da quest’uUima. Egli ha inviato
al Sinodo un breve, fraterno messaggio di
saluto, esprimendo^ di nuovo la sua gioia
nel rimanere parte integrante della Chiesa valdese.
U Sinodo discuterà dunque la situcezio’
ne di pastori (e perchè non di non-pusto’
ri?) in missione. Sarà comunque buona
cosa se queste partenze e questo dibattito
contribuiranno a¡ rinnovare e rinsaldare
noi la coscienza! della nostra vocazione
missionaria.
PERSONALIA
La Sigma Carla Long ha conseguito la laurea in lettere moderne presso
l’Università di Firenze, col massirno
dei voti, discutendo la tesi: «Storia
delle Missioni protestanti americane
in Italia nel secolo XIX ». Relatore è
stato il Prof. Giorgio Spini. Cordiali
rallegramenti alla neo^iottoressa.
Il 17 luglio, in Tarino, è nato il piccolo MassinflUano CambeUotti di E"
zio e di Paola Taccia. Felicitazioni ai
genitori ed auguri al piccolo.
E’ nato a Torino il piccolo Luca, figlio del neoconsacratoi pastore Marco
Ayassot: ai genitori e al piccolo il più
cordiale e lieto augurio.
Si sono sposati a Cerignola il signor Silvio Ceteroni, candidato in teologia, e la sig.na Carmen Trobia, candidata assistente di Chiesa. Ai novelli sposi il nostro augurio fraterno d’
una buona vita in comune e di una
fattiva collaboraziane nel ministero
pastorale.
3
T
N. 32 — 9 agosto 1963
»>«• 3
Obiettivo a fuoco su
LTVAN6ELIZZAZI0NE
Ognuno dei nostri Sinodi, allo stato attuale, è chiamato ad occuparsi
di tanti problemi, e così disparati
(tutti gli aspetti della vita della Chiesa. insomma) che è spesso difficile
trovarvi una nota dominante ; ma
forse quest’anno si può indicare nel
tema dell’ evangelizzazjOBe il « leitnjotiv» ohe in modo espresso o implicito ha percorsò le giornate sinodali. Già la predicazione nel culto
inaugurale la metteva fortemente in
evidenza, e cosi la Commissione d’Esame suH’operato della Tavola.
Riferiremo con più ampiezza sullo
svolgersi dei lavori, inquadrando gh
ordini del giorno votati, ma ci pare
giusto sottolineare già ora, mentre'
ancora il iSinodo tiene le sue sedute,
il fatto rallegrante rappresentato da
una rinnovata presa di coscienza della vocazione missionaria di proclamazione e di testimonianza.
Il quadro che ci sta davanti non
è dei più luminosi: se già anni fa si
poteva parlare di «ristagno evangelistico », la cosa salta oggi agli occhi
con cruda chiarezza: siamo una chlesà, almeno statisticamente, fermat,
confrontando le statistiche dello soor. so anno con quelle odierne: cioè
malgrado gli sforzi ed i risultati ohe
si hanno qua e là — e di cui prendiar
mo atto con gioiosa riconoscenza al
Signore — la nostra chiesa non ha
saputri neppure seguire quello che
avrebbe dovuto essere rincremento
« demografico! » normale : cioè abbiamo perduto più di quello ohe abbiamo ricevuto.
D’altra parte, riconsiderando tutta
la discussione che v’è stata in passato,
forma », non si può dire che ima presenza « riformata » sia molto avvertita nel nostro Paese, tramite nostro:
si tratti del mondo culturale o politico o «sciale, salvo alcune rare, per
quanto preziose eccezioni.
Ne! complesso, insomma, sia le nostre ciuese come centri di proclamazione pubblica deiravangelo, sia i
singoli membri come testimoni di
Cristo nella vita quotidiana, sono
gravemente ai di sotto del loro compato. o: spesso- non consci di questa
loro fimormità. E i frutti si vedono:
scarseaeianot le risposte a vocazioni
pastot iii e ai molti ministeri di cui
pure paria non brilla, in complesso!. la voionià d’offerta per sostenere
lani o d Cristo, sentito' come
vertice dei propri ' ihterè^i; molte
com f rao del binomio campane- re residente il proprio som
mo i le 1 flussi minatori si intensificano mentre pochissimi nelle comunità ne avvertono le possibilità e
1 per le attività della Chiesa si
moit no e distraggono dalla predio pubblica e pirivata, molte
forze nastoraii; e l’esemplificazione
pot c ntinuare a lungo.
Tu a ebbene questa situazio
ne cl e~sere guardata in tutta
eh r e " ncerità, non può, nella
eh e Gì Cristo, mancare la fiducia nella potenza perennemente
viva dello Spirito Santo « la potenza
deriimpossibile », come ricordava il
past. E. Ayassot. Nè sarebbe- d’altra
parte lecito non voler vedere — per
pessimismo eccessivoi e preconcetto
— quei segni della fedeltà di Dio- che
pure, qua e là, anche quest’anno ci
sono stati pro-p>osti, quei segni di una
vitalità della nostra Chiesa, che non
viene da noi ma da Dio.
Proprio nel quadro di questa tema
di fondo dell’evangelizzazione, a cui
il Sinodo pare essere stato piarticolarmente sensibile, abbiamo avuto,
lunedì sera, una serata veramente
bella, ohe presiedeva, introducendo
gli oratori, il past. Ernesto Ay^sot.
L’àrgomen-to all’ordine del giorno
era dunque « Evangelizzazione e proselitismo ». e- per primo ha parlato il
past. Guy'De Dadelsen, d^la Chiesa
Riformata di Francia a Nizza. Come
i nostri lettori certo ricorderanno, è
stato infatti questo uno dei grandi
problemi affrontati dall’ultimo Sinodo nazionale di Orthez, e ne aveva
riferito per noi il delegato valdese,
past. Roberto Nisbet; avevamo anzi
pubblicato (n. 23 del 7 giu^ 1963)
tutto l’odg. votato da quel Sinodo. La
evangelizzazione toma spesso- fuggevolmente alla ribalta, nei vari Sinodi, ma era la prima volta che ra. B.
P. vi si dedicava a fondo, considerando sia i rapporti con il cattolicestoo
romano, sia quelli con altre chiese
evangeliche : è noto infatti che le Chiese unite nella Federazione protestante di Francia hanno vincoli assai stretti, e che in particolare le chiese riformate e quelle luterane stanno studiando da tempo una possibilità di
integrazione: questo moto d’unione è
collegato ad una più stretta predicazione comune, senza ’concorrenze’
squalificanti. D’altra parte, nei confronti del cattolicesimo, il Sinodo di
Orthez ha detto chiaramente che se
il proselitismo non dev’essere lo sc^o
diretto della predicazione evangelica,
non c’è da avere alcuna cattiva coscienza ecumenica nell’accogliere con
gioia cristiana coloro che in risposta
alla nostra predicazione trovano nelle
nostre comunità una nuova ’casa’, coloro ohe si aprono forse per la prima
volta alla gioia de-ll’Evangelo.
Emigrati italiani a Zurigo:
partecipano per la prima voita a una nostra riunione ma
cantano di cuore gli inni
Il secondo oratore ci ha portato con
foga e arguzia nel pieno di un recen
tc- sforzo evangelistico, pure del quale i nostri lettori sono stati già informati (n. 28-29 del 19 luglio): il past
Elio Eynard, della Comunità evange
lica di lingua italiana di Zurigo, ha
rotto una lancia in favore dei « vecchi metodi » evangelistici, narrando
qual’è stata l’opera svolta sul finire
della primavera a Zurigo, per rivolgere un invito fraterno alle migliaia
dì lavoratori italiani residenti in quella. città (circa 30.000) e far loro udire
le prime note del gioioso canto evangelico. In modo estremamente spiglia
to, ma non per questo meno serio, con
la ottima e impegnata collaborazione
dei giovani della comunità di lingua
italiana e di alcuni svizzeri, in fratei
nz, collaborazione con la Missione di
<111111111111111111111111
lingua italiana (battista), sono state ......................
raccolte per diverse serate varie centinaia di italiani, in un ambiente di
contagiosa simpatia e allegrezza (qualcosa di questo contagio ha raggiunto
pure co’oro che l’altra sera ascoltavano il past Eynard); l’ultima riunione, il pomeriggio di Pentecoste, è stato rivolto rappel-lo alla decisione : non
alla grande Decisione, il che sarebbe
siato retorico e poco serio, rivolto a
uomini che avevano percepito solo i
primi elementi dell’Evangelo, benri ad
un a piccola ma precisa decisione :
quella di rimanere in ascolto, per com
prendere meglio « la lunghezza, la larghezza, l’altezza e la profondità » delì Evangelo di Cristo. Oi sono -state alcune decine di risposte, e questi fratelli sono ora in più stretto contatto
con la comunità di lingua italiana, la
quale a sua volta ha ricevuto, in quest’impegno evangelizzatore, una .scossa profonda e vitalizzante
Concludeva la serata una pacata
ma intensa presentazione, accompagnata da belle diapositive, da parte
del p-ast. Pietro Valdo Panasoi-a, dell’opera che la Chiesa Valdese sta svolgendo in alcuni quartieri palermitani (La Noce, Cortile Cascino), dove
migliaia di uomini e di bambini, vivono in condizioni sottoumane, aggravate dalla schiavitù dello spirito
mafioso: la libertà evangelica vi assume un risalto eccezionale. ----------------
Gino Conte
JIIIIIIIHHWIimilllU
ijiiimiiiimiiinimiiiiiiumiiNii
La scuola dei testimoni
In margine al congresso dei Testimoni di Geova a Milano
Avevo alcune esperienze di incontri
con Testimoni di Geova e ne avevo
ricevuta un’impressione quanto mai
negativa, si trattasse deila donnetta
che un giorno si era presentata a casa mia con degli opuscoli e un discorse-ito imparato a memoria e trasmesso macchinaimente. senza la minima
partecipazione personale, o del Sicilia^
no cavillatore che ad Agrigento veniva al nostro culto per cercar dei
proseliti tra i nostri membri di Chiesa. Qui a Milano si -sono raccolti in
16.000, d.al 21 al 28 luglio, e il Velodromo Vigorelli si è riempito del suono degli altoparlanti che, nelle diverse lingue europee, diffondevano i discorsi, le esortazicfni, le preghiere,
ascoltati con raccoglimento dai convenuti provenienti da tutti i paesi dell’Europa occidentale, Spagna compresa. Sul palco che sorgeva in mezzo al
prato centrale, stava il numeroso
grupiw degli oratori e degli interpreti; di fianco-al pakJò era sistemata
una piccola orchestra, con violini.
Il convegno ìtalo-francese al Colle della Croce
Sul Colle, attorno alla crofe, fratelli di
Francia, te- d'Italia raccolti attorno alla Parola di Dio, nella preghiera, in gioiosa, comunione.
trombe, chitarre e pianoforte, che guidava i canti a un ritmo sostenuto ed
era seguita senza ritardi dalla enorme assemblea. Un risultato raramente raggiunto nelle nostre chiese.
Simili, neH’abbigliamento e nella
scarsa conoscenza delia nostra lingua,
ai turisti che in questa stagione affollano Milano, i Testimoni di Geova
si sono però subito fatti conoscere, e
non soltanto per il vistoso carteUinod istintivo che portavano sul petto, con
il motto « Dio sarà Re di tutta la Terra », ma per la facilità con cui comunicavano, in privato e in pubblico, il
Ictro messaggio. Per cui, anche se i
giornali hanno taciuto, ridicolizzato
o sommessamente registrato il fatto,
non sono certamente pochi i milanesi che ne son venuti a conoscenza.
Eppure, anche se l’imponenza dei
raduno e la riuscita propagandistica
potrebbero far pensare il contrario, il
pro^litismo non era Tuijìqìì.sìjoro deh
Coiigresso, e forse neanche* il più importante. Per cominciare, la maggior
parte dei discorsi aveva un indubbio
carattere di merce destinata al consumo interno, discorsi di argomento
quasi esclusivamente pratico: organiz
zazione delle comunità, attività dei
predicatori, mezzi per diffondere la
dottrina, comportamento morale, tutti elementi di una istruzione collettiva, impartita in vista dell’azio-ne individuale nei centri di provenienza.
Per una settimana ha funzionato al
Vigorelli una gigantesca scuola di addestramento, in cui i « testimoni » hanno ricevuto le istruzioni per la pacifica penetrazione -che svolgeranno nei
paesi siciliani come nelle grosse città
delle zone più progredite d’Europa, le
almi per le mille discussioni che sosterranno fra conoscenti e tra gli sconcsciufi che con diffidenza li accoglieranno sulla porta di casa nei loro giri di propaganda. E questo carattere
interno del Congresso è ancora dimo
iiirimiiiiMilliiiiiiiiiii
LE FESTE DEL XV ADDSTO
ÄNGROGNÄ
(Pradeltorno)
Ore 10 - Culto: (Pastore Bruno Costabel )
Vocazioni Pastorali (Prof. Bruno
Corsani )
Storia Valdese ( Prof. Augusto
Armand-Hugon ).
Pomeriggio :
Notizie dal Sud-America ( Past.
Elio Maggi)
Emigrazione a Torino: parla un
emigrato valdese.
Come vi si arriva :
In auto si può arrivare fino a Chiot
d’I’Aiga seguendo la strada di fondo
valle di Angrogna. Di lì un buon sentiero porta in un’ora a piedi a Pradeltomo. Vi sarà servizio di panini,
bibite e caffè.
............... ......................
FERRERÒ
(Grand Bosc)
Ore 10 - Culto (Past. L. Rivoira)
Vocazioni Pastorali ( Past. Giorgio
Gira rdet )
Notizie dal Sud-America ( Past.
Aldo Comba)
Pomeriggio :
Storia Valdese (Maestro C. Iron)
Emigrazione a Torino: parla un
emigrato valdese.
Come vi si arriva :
La località « Gran Bosco » è a 5
minuti da Perrero.
Si può giungere a Perrero coi nor
mali servìzi di pullman.
Si potrà parcheggiare lungo la strada di Maniglia o a Perrero centro.
Al Gran Bosco vi sarà un servizio
di panini, bibite e caffè.
iiiiiiiiiiiiMitiimim
Servizio di pullmann
per il Pradeltorno
La Dilla Ca«t«,llano, in oor-asio-n.e della
fesila vaiM-ese del XV agosto effetìuerà i
Reguemtii servizi di pnllimain:
d-a Bobbio: pa-rtetiKa o-re 6.30 (2 puillman)
da Villa-r: » ore 6.40 »
da Torre P. : » ore 7 »
da Torre P. parlen-za o-re 7.30 (altri d-ue
pinlltnan)
Arrivo a Figeyrouisa ristpe-Uivamenite alle ore 7.30 (d-ue .pullman da Bobbio) e
alile ore 8 (due ailliri pnlbnan da Torre
Pelliice).
Ritorno da Figeyrouisa; ore 18: due
pulJuian eon caipolinea a Torre Pellice;
ore 18.45: due puiUinau riservali ai parte<-ipa;n>ti da Viillar e Bobbio Pedliee. Airriv-i: a Torre PoUiice: ore 18.30; a Villar:
ore 19.35; a Bobbio: ore 19.45.
Prezzo dei biglietti di andata e ritorno:
da Bobbio, L. 500; da Villar, L. 400; da
Torre Pe-Hi|ce, L. 300.
A Torre Pelliee la fermata sarà effettuata agli Aippioctii, in Piazza del bestiame.
LA RIUNIONE
A EICIASSIE
La riiuuione avrà luogo domenica 11
Ago-sto. Oratori: Sig. Eros Vicari e Past.
Luiigi Sainitini. In -caso di cattivo- .tempo
l’iinjcouitro avverrà nel tempio di Pomaretto.
strato dalle sue parti liturgiche: le
preghiere, i canti e i 1.000 battesimi
celebrati giovedì 25 all’Idroscalo.
Non c’è dubbio che una manifestazione imponente e spettacolare come
questa abbia un poderoso effetto corroborante per i fedeli che vi han preso parte, e ohe il loro fervore proselitistico ne riceva un impulso fuori
dal comune. Questo spiega perchè
queste manifestazioni vengano organizzate, anche se. dal lato propagandistico, i loro risultati Immediati non
vadano oltre'a una certa curiosità e
a un po’ di rumore. I discorsi di N.
Knorr e di W. Franz, i due maggiori
dirigenti del movimento, erano, è vero, rivolti al pubblico milanese, il quale però non si è davvero accalcato nel
Vigorelli come suole fare in altre occasioni meno spirituali. Non per questo si può parlare di insuccesso, dad
momento che i 16.000 convenuti a Milano (e gli 80.000 riuniti nella stessa
"sèttimailà a Moflà’6o"dì’BàVleÀ)'’sóno
pronti a diventare predicatori, ciascuno nel suo paese. E quando essi si saranno mossi, è difficile sostenere che
i risultati saranno nulli.
A parte questa ovvia impressione
non direi ohe lo spettatore protestan
te possa ricavare una lezione profon.
da da -questi congressi. Un maggiore
rispetto per i Testimoni di Geova, forse sì.. Essi sono spesso maltrattati da
protestanti e cattolici, i quali, inorriditi dal fatto che essi non mostrano
di apprezzare gran che le loro divlsio
ni e li condannano imparzialmente
allo stesso inferno, si sfogano contro
di loro trattandoli con uguali acrimonia e identico disprezzo. Strana sorte che fu già degli Anabattisti del
XVI secolo. Ma non c’è ragione di negare ai Tratimoni di Geova la buona
fede e un sincero desiderio di salvare
gli uomini, senza con questo voler giustificare la loro dottrina, che presenta diversi elementi di provenienza
extra-cristiana, ed è perciò inaccettabile per noi. E non c’è soprattutto ragione di rimproverarli per l’invadenza del loro proselitismo, visto che la
nostra fede ci dà la libertà di chiedere per gli altri anche quei diritti di
cui noi non ci valiamo; e non ce ne
valiamo, nel caso particolare, per motivi ohe nulla hanno a che vedere con
la buona condotta e il rispetto della
quiete altrui : semplicemente, abbiamo
una diversa concezione della testimonianza, che riteniamo più adatta al
carattere dell’Evangelo. Per citare il
rapporto sulla testimonianza dell’Assemblea di Nuova Delhi: «Coomunicare agli altri l’Evangelo impegna la
volontà e la capacità delTevangeUsta
d’identificarsi con i suoi uditori. Metterci al posto degli uditori, sederci
fianco a fianco con loro, è la condizione essenziale per avere il diritto di
essere ascoltati. In questo immedesimarsi con gli altri per mezzo della
simpatia è rispecchiato l’amore di
Cristo: il testimone cristiano dimostra cosi che egli non proclama un
suo proprio messaggio o qualche dono
superiore, ma la verità di Cristo; è
come se un mendicante rivelasse ad
un altro mendicante dove si trova il
«pane della vita». Una tale concezione della testimonianza esclude evidentemente la predicazione « a domicilio», che si esaurisce in un indottrinamento privo di reale comunicazione.
Ma se c’è una risposta da dare ai
Testimoni di Geova, questa risposta
deve venire dalla vita stessa delle nostre comunità, dove il Regno di Dio
deve trovare espressione e l’amore di
Cristo deve spingere a cercare un dialogo con il mondo e a condividere i
suoi problemi.
Di questa testimonianza anche i Testimoni di Geova hanno bisogno, come tutti gli altri.
Bruno Rostagno
4
(Wg. 4
N. 32 — 9 agosto 19ÍJ
libri
S. DE DIETRICH
Borse di studio
Il piano di Dio
indette dall’AICE
s. DE DIETBICH: Il piano di Dio,
tr. It. Ed. Boria, Torino 1963, Lire 1.500.
Forse a qualche nostro tnendN'o di Ghiesa sarà capitato tra ie mani uno di quei
complieatiii^imi libri che pretendono di dare della storia passata e futura una spiegazione completa sulla base di un piano,
che esiste naturalmente da tutte le età, ma
ohe inivariabilmente soltanto l’autore ha
avuto il particolare privilegio di scojM-ire.
Il meccanismo di tali libri è sempre uguale- si parte da uno schema, generalmente
desunto dalla Bibbia (i sette giomd della
creazione, « un tempo, dei tempi, la metà
d’un tempo » di Daniele, le visioni dell’Apocalisse, eoe.) e si cerea di farvi entrare
tutti gli avvenimenti storici, arrivando alla
conclusione ohe la fine del mondo deve
avvenire in un anno determinato, che si
fissa con sbalorditiva sicurezza. In compense, però, ñ messaggio biblico è presentato
ie maniera piuttosto nebulosa, per adattarlo alla visione dell’autore, e ohi legge
se ne esce con un’impressione di indicibile
confusione.
Il libro di Susanne de Dietrich non ha
niente in comune con quelle arbitrarie e
fantasiose costruzioni storiche. L’autrice
nota per diverse ojtere di teologia biblica,
è una di quelle benemerite persone che
hanno adoperato la loro intelligenza e i
loro talenti per rendere agli altri più fa
Cile e fruttuoso lo studio della Bibbia. In
questo suo libro, essa non pretende di da■ r» una nuo va visione del « piano di Dio » ;
più umilmente, ma anche più utilmente.
!a ^sua intenzione è di orientare i lettori
della Bibbia nella ricerca di quella ohe è
la linea centrale del messaggio biblico.
« Molti — ess,i dice — si arrestano davanti
alla Bibbia come ai margini di una foresta inestricabile ». E in effetti s¡ sentono
stiesso delle persone che si lamentano delia
diflScoltà di certi testi, oppure ohe finiscono per dare importanza a certi particolari,
a scapito della comprensione generale. Perchè la lettura della Bibbia sia fruttuosà,
occorre conoscere bene la « pista centrale
della foresta », in altre parole il « filo conduttore », che scorre attraverso la Bibbia.
«Il filo conduttore — dice sempre l’autrice — è Dio stesso a darcelo; questo filo
conduttore è la sua volontà di salvezza per
rumanità e per il mondo ». Infatti il « piano di Dio » che l’autrice espone è quella
grande storia die comincia alla creazione
e finisce nei nuovi cieli e nuova terra, e
che ha il suo centro nella venuta di Cristo, la grande storia che costituisce « l’unità fondamentale del messaiggio biblico-».
L’antrice commenta i punti salienti di
questa storia, ed essi, attraverso il suo commento penetrante e ricco di fede, ci si presentano in tutta la loro grandezza e il lore
incomparabile valore di liberazion.e e di
promessa.
Si tratta dunque di un libro di rara utilità, che ogni membro di Chiesa dovrebbe
leggere. Ma, poiché il suo scopo è di guidare la lettura della Bibbia, è chiaro che
esso esige questa lettura e l’intenzione di
nutrirsi continuamente della Parola di Dio.
cosi come una buona pianta di una dttà ci
serve se noi abbiamo effeuivamente l’intenzione di comoiscere quella città. E’ vero ohe,
se voi vivete a X. da molto tempo, non
avete più bisogno della pianta per orientarvi, ma potete dire lo stesso per la Bibbia?
Un’ultima osservazione: la traduzione
italiana è stata pubblicata da Boria, che è
una casa editrice cattolica. Questo fatto dimostra il valore del libro, che è stato appi ezzato anche da chi non condivide la fede protestante dell’autrice. Ci auguriamo
che molti c.attolici lo leggano e ne traggano Un aiuto per la loro conoscenza della
Bibbia e per il rinnovamento, in senso biblico, della loro fede.
6. r.
PAUL TOURNIER: Tenir tête ou
céder? Labor et Fides 1962, pagg.
. L. 650.
Resistere o cedere? Un problema difficile, su cui riflettiamo poco, poiché per lo
più agiamo o prendiamo le noiStre decisioni
seguendo i nostri impulsi, le nostre preferenze, le nostro determinazioni psicologiche. Perchè « resistiamo » in certi casi e
in altri « cediamo »? Siamo spesso incapaci di spiegarcelo, e sopratutto di spiegarlo
ad altri.
Il Dr. Tournier ha dedicato grande attenzione a questo problema - ohe tocca tutte le
relazioni fra gli uomini, tutti i loro compromessi e i loro conflitti. Sulla falsariga
di un’analisi dettagliata, costellala di esempi tratti dalla vita quotidiana, di esperien
ze vissute, giunge a situare il dibattito sul
suo vero piano : quello dell’incontro fra
uomo e uomo, della persona, e della fede
nell’intervento di Dio il quale, misterioisamente, -a scio-gliere le situazioni più imbrogliate e più lese. E’ - il passaggio a quel
piano più profondo — egli afferma — che
la Bibbia chiama metanoia, ravvedimento.
Saggio conciso, lutto permeato di sostanza umana, di esperienza personale, di audacia cristiana, questo voliumetlo porterà
un aiuto sicuro a quanti hanno da affrontare dei conflitti e da prendere decisioni responsabili: e non è questa la condizione
umana ?
E’ bandito per l’anno scolastico 1963-64
UK concorso per 4 Borse di Studio da L40.000 caduna per studenti e studentesse
valdesi, di Istituto Magistrale o di Scuola
Media, che, conseguito il Diploma, s’impegnino ad insegnare alle Valli per almeno cinque anni.
I candidati do>vranno presentare entro il
31 agosto p. v. al Segretario dell’A.I.C.E.
(M“ Franco Calvetti, Pomaretto - Torino;
i seguenti documenti:
1) PageUa dell’ultimo anno scoilastico o
do-eumento equipollente; 2) Certificato in
carta libera dell’agente delle imposte; 3)
Slato di famiglia in carta libera; 4) Dichiarazione del padre che gli altri membri della famiglia non possiedono altri redditi ;
5i Domanda firmata dal padre o da chi nc
fa le veci. 6) Presentazione di un Pastore
o di un Insegnante Evangelico.
Inaugurata la XIV Mostra
di Arte Contemporanea
W. Luethi: Les béatitudes. Dela chaux &
Niestlé, Neuchâtel-Paris, 1963, pp. 127,
L, 1.000.
Offerte prò borse di studio
P. Peyrot (Torre Pollice) L. 1.000; Una
insegnante in occasione del XX anniversario della Prof. Marcella Gay 20.000; Elide
Platzer (Milano) 3.500; Cléanthe Rivoiro
Pellegrini (Torino) 20.000; Ugo e Jolanda
Rivoiro Pellegrini 100.000; Jvonne Gardiol
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Anita (JVlaniglda) 3.500; Baret Marta (Mas
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Le offerte si ricevono sul c. c. p. numero 2/40715 intestato al M” Dosio Levi Trento, San Secondo di Pinerolo (To).
S. Terrien: Job. Delachaux & Niestlé,
Nenchâtel-Paris 1963, pp. 278, rii-, Lire 4.800. Il primo volume del « Commentaire de l’Ancien Testament », l’attesa collana che si comporrà di 16 volumi.
A causa delle ferie il prossimo
numero del settimanale uscirà venerdì 23 agosto. Il materiale dovrà essere in tipografia entro lunedì 19
mattina.
Un augurio di sereno riposo a tutti
i lettori.
La XIV“ edizio-ne della Mostra d’Arte
eo>ntemporainea di Torre Pellioe si differenzia dalle .precedenti per una ra^egna,
meKa rassegna, del disegno italiano riservaila ai giovani ohe mon abbiano superato
il irentaioiniquesimo anno di età. Indetta
e organizzata daM’Ainminiistrazione Comunale e dalla Pro Loco, la mostra del
disegno ha riclùamato l’attenzione della
toitalilà degli artisti invitati che si sono
preaenilaili con oipere clic li rappresentano
degnamente e aderiscono allo spirito della
iniziativa, die da anni offre agli attenti
vlsillatori dipinti e sculture dei più quaHficaiti artisti del nostro tempo.
Tra i cinquanta artisti partecipami a
qiuiesto particolare comcoriso abbiamo notato i nomi dei giovani più discussi e accettati per il loro talento vivido : Peiretti,
Rtiggeri, Saroni, Bolla, Billetlo, Aimone,
Ohessa, Pistoletto, Pozzati, Soffianlino,
Ganidini, Chessa, Savanco, Catalano, Tabusso. Maggia, e molli altri appartenenti
alile diverse fedi estetiiohe.
Le lire medag.ieipremio sono stale asse(gmate a Beppe Devalie, a Giacomo Sot
fianitino e Concetto Pozzati, da una Giuria' composta da Luigi Carìuccio, Jolanda
Conli, Angelo Dragone, Albino Galvano
e Eilippo Seroppo.
La tradizioinale Mostra d’Arte si articola in quattro sezioni: artisti svizzeri,
omaggio a Felice Casorati, personale di
Pompilio Mandelli e partecipazione selettiva antologica degli artisti italiani e stranieri più raippresenlaitivi deUle tendenze
diverse.
NelJia sala dedicata agli artisti elvetici
ai distinguono le opere di Giaioomelti e
Moser per le loro particolari cadenze di
colore e forma assieme a quella di Rolli er che è dii casa a Torre- Pellice, a quella di Musiatowicz, a quelle di Jeanneret
e Barale'lj presenti con dipinti redenti e
ben rappreseintativi.
miiMiMiimiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiii
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILLASECCA
— Domenica 28 luglio, nel tempio di
Pradeltorno, è stato amimimistrato il battesimo di Pons Italo fu Italo e di Agli Viola. Benedica il Signore questo bambino e
gli conceda la grazia di crescere sotto il
Suo sguardo divenendo sempre maggiormente cosciente, col passare degli anni, di
quel che significa l’essere salvati da Cristo.
— Nel tempio del Serre, domenica 28
luglio, si sono uniti in matrimonio Barabino Ettore e Benech Fransina. A questo
nuovo focolare, ohe si stabilirà a Genova,
i più cordiali auguri.
— Ringraziamo il Pastore Alberto Taccia, del Capoluogo di Angrogna, il Missionario Past. Roberto Coìson ed il Dr. Cui
do Ribet di Torino che nel mese di luglio
hanno presieduto dei culti al Serre ed a
Fradeltomo in parte per sostituire il Pa
store ed in parte per permettere ohe non
fossero sospesi, come avveniva regolarmeli
te nel passato, ogni quindici giorni, i culti
a Pradeltorno dovendo il Pastore locale
presiedere i culti al Serre.
— I culti per i mesi di agosto avranno
luogo secondo il seguente programma:
Domenica 11: Nel tempio di Pradeltorno, ore 10.
Domenica 18: Nel tempio del Serre, ore
9.
Domenica 18: AU’aperto, al Bagnau, ore
14,30.
Domenica 25 : Nel tempio di Pradeltorno. ore 10.
Saibato 3 agoalo,, alla presenza di un
ninmeroiso gruppo <li amici e parenti, è
BlBilo celebrato il matrimonio di Alberto
Glot-Varizìa (Moliero) e di Ines Barai
(lOhiotti inferiori). La Comunità rinnova
i suoi auguri fra terni e sincerti agli sposi, ed in modo particolare il gruppo' dei
piiocoli della Semola. Domenicale invia un
pensiero affettuoso alla sua Moniitrice.
— Desideriaimo ringraziare senitilamente i Fratelli ohe hanno curato la predicazione nel periodo di ferie del Pasitore:
il M.o Raiimondo Genre, il Paistore Franco Giampiiocoli clic ha pure presieduto
la riunione della Selletta, il sig. Giosuè
Ribel,già anziano, della nostra Comunità
ed ora residenite a Perosa Argentina ;
■un rinigraziamento .pure ai giovani di
Pomaretto ohe, durante il culto presieduto dal siig. Ribet hanno a.ocompagna.lo
il canto con le trombe.
— Ricordiamo alla Comunità la riunionie degli Eiedassie che quest’anno avrà
liuogo domienioa prossima 11 agosto, cioè
la prima domenica dopo il Sinodo, come è 'tradizione per uqesto incontro. In
caso di brutto tempo la riunione avrà
luogo nei tempio di Pomaretto.
— Ricordiamo anche che quest’anno
la festa del XV agosto avrà luogo al Gran
Bosco di Pierrero; in altra parte dei giornale è pubblicato il programma della
giornata alla quale contiamo di vedere
— Tutta la Comunità esprime la propria
gioia nel Signore per la nascita di Daniela
che ha rallegrato la famiglia del Pastore
di Pomaretto Gustavo Bouchard. La famiglia e l’opera del Pastore Bouchard sono
ancora ricordate con riconoscenza ed ap
prezzamento.
— Mercoledì 24 corr. il Signore ha ri
chiamato ^ Sè all’età di 80 anni la sorella
in fede Amalia Cougn ved. Revel. I funerali hanno avuto luogo giovedì 25 con larga dimostrazione di simpatia cristiana da
parte della Comunità, che in presenza della morte, ha udito ancora una volta la parola della resurrezione Sui figli e parenti
tutti il Signore si degni di far scendere copiose le Sue benedizioni.
imimiiimiiiiimiimiiiiimiiii
iiiiniimiimiiiiiiiimiiiiiiiimiiiiiiiiriiiMiiimiimiiniiiiiiiiiiiimiiiiiiimiiiitiiiii
una partecipazione partioolarmeute numerosa da parte della nostra Comunità.
— Come era stato già preanniunciato, sabato 27 luglio abbiamo avuto il grande piacere di ascoltare alcune brillanti esecuzioni del Cero Alpino 'della Valpellice 11
sig. Silvio Avondet ha dimostrato una competenza magistrale nel dirigere i numerosi
componenti del Coro i quali hanno potuto
corcnare il lungo lavoro di preparazione
cof. un successo veramente lusinghiero. E
ci piace ricordare ancora una volta che il
nostro compiacimento è ancora più grande
in quanto siamo felici che per mezzo di
questo Coro la voce della nostra Valpellice
ha superato distanze incalcolabili se pensiamo ai dischi incisi che sono venduti nei
nO'Stri maggiori centri nazionali ed anche
in quelli d’oltralpe.
GIORNI DI FESTA
A CAMPOBASSO
— Il 25 agosto avrà luoigo, al Lazará,
rmeontro annuale con le Comunità di
PramoUo e Pomaretto. Il culto sarà presieduto alle ore 10 dal Pastore Teofilo
Pons ed al pomeriggio alcuni oratori ci
intratteranno con vari temi di attualità.
— Abbiamo ricevuto in questi ultimi
giorni rinatlesa notizia dell’arrivo di circa
20 giovani svizzeri che verranno a stare con
noi daini agosto in avanti. Il Pastore che
li accompagna è una nostra vecchia conoscenza perchè già altra volta ha guidato
una équipe di giovani a Rorà.
Dopo le pietre morte (inaugurazione del
nuovo locale di culto, avvenuta il 26 maggiio 1963), le pietre vive, cioè la confermazione di sei anime, nel giorno di Pentecoste, il 2 giugno 1%3. Pesta grande, an
che questa volta, e diffusa commozione -leì
cuori. Parlando oi co'nfermandi, il ministro sottolineò la importanza della fedeltà,
frutto prezioso della Fede, 'per cui nessuna battaglia è difficile; nessuna conquista
ardua. Ai cari, ohe rispondono ai nomi di
De Vivo Umberto, Di Nardo Antonio, lannaccone Luigi, Pailadino Aldo, Santoro Angela e Santoro Assunta, uomini e donne di
ogni età e condizione sociale, che la Chiesi avrebbe aecolto di li a poco, il ministro
diceva che la fedeltà è ubbidienza costante,
sottomissione incondizionata al Padre celeste; è scrupoloso adempimento dei doveri commessici da Dio, atteggiamento c
condotta in armonia con i divini comanda
menti. Infelice è colui che fa della Fede
una semplice e pura cognizione deU’intelletlo, ed infelice è pure chi opera senza
una luce interiore dello spirito o un pai
pilo d’amore del suo cuore.
Iddio benedica ogni giorno questi Fratelli, i quali confidano in Lui e che davanti a molti testimoni han chiesto di camminare nelle Sue vie.
Domenica, 16 giugno 1963, il nostro luogo di crdto, che non aveva smesso la su.r
veste di gala ed era una olezzante serra,
tanti erano i fiori che l’omavano, accoglie
va fra le sue mura un corteo nuziale. Alle
11, faceva il suo ingresso nella Caippella,
letteralmenlte stipa'ta di fedeli, simpatizzanti ed amici, la sposa sig-na Liliana Bellaluce, che si appoggiava al braccio del
pioprio genitore, nostro beneamato fratelIc-consigliere. L’aspettava, ai piedi del pul
pilo, il correligionario, sig. Scivales Malia, che aveva deciso di «involarci» la diletta Direttrice della nostra Scuola domenicale, « convolando » con lei a giuste nozze. 11 servizio, religio'so e civile, ebbe, come sempre, il suo inizio liturgico, per incentrar.si sulla predicazione della Parola di
Diio, ascoltato da un follissimo pubblico.
« 11 talamo immacolato » (Ebrei 13: 4) è
tuttora una luminosa realtà, un’oasi, se vogliamo, nel deserto circostante che preme: ma, questo, non prevarrà, come è vero che nessuna oasi, fresca e verdeggiante,
è stata finora sommersa dal mare di sabbia. Dopo il fatidico « si » degli sposi, seguivano lo scambio dogli anelli, la lettura
e la firma dell’atto matrimoniale. Le felicitazioni alla co'ppia avvenivano nella sala
attigua alla nostra Cappella. Non poteva
mancare il ricevimento, che aveva luogo
alla periferia della città, in un capace salone.
Gioia commossa in tutti gli intervenuti,
li Signore circondi del Suo amore, della
Sua protezione i cari Sposi, che han prc
so residenza ad Arezzo, in Toscana.
EL
— Ringraziamo sentitamente i 'pastori
Giovanni Peyrot, Seiffredo Colucci e il diacono Dino Gardiol che hanno presieduto i
culti domenicali, nell’assenza del pastore
locale, beneficando la comunità con apprezzati messaggi di fede.
— A tutti gli Amici villeggianti vecchi c
nuovi diamo il nostro sincero e cord'iale
benvenuto tra noi augurandogli ogni bene.
Nella sala che aiocogl'ic le opere del
compiaiiito Felice Casorati si notano pure
quelle di Menzìo, Daphne, Galante, Galvano, SiTuppo, Martina, Paola Levi-Montaleini, Pa'uluoci, Tarantino, Sartorio oltre, ben initeeo, le quattro opere del Maestro scomparso ohe avieva in vita partecipato alla rassegna di Torre PelLiice, fin
dal lontano 1949, anno ohe vide rediziooe
Dum. uno della rassegna da Lui presentata
eo-n una dotta circoatanziata conferenza.
Alle sensibilità somma di Mandelli è dediieata inoltre questa .piccola personale di
una dozzina di tempere illustrala da Andrea Emiliani, sovraintendenle alle Gallorie dell’Emilia.
Da una prima rapida scorsa alle varie
sale abbiamo ritenuto i nomi dei francesi
Brien, Fautrier e Ghaissac, quelli degb
americani Budd, Bdulmi, del jugoslavo
Gliha, del giapponese Oinishi e dei nostri
Turca.to, Mastroianni, Buggeri, Carena,
Corpora, Vedova, Guidi, Reggiani, Gallizio, Brezzo, Rawotti, Merz, Veroinesi assieme ai più giovani Licata, Francese,
Gribaiido, Roitella e molti altri tra cui il
bulgaro parigino Christo presente con un
« empaquel'age », che rappresenta lo scandalo-aittrazione della intera esposizione.
Gli stessi dipinti dà Fontana a tagli e a
buiolii appaiono come fatti classici dell’a.rte, di fronte a questo pacco di vecchi
giornali avvolti lin un f'jg'lio Lra.sparenite
di materia plastica e legati, alla bell’e
meglio, .con delle cordicelle da imballo.
L’opera inviata da questo e'ccentì-ico arliisita si può giuislifiicare ricorreml,) ai ricliiaimi di natura surreali,stica-isiniliologica
per cui anche roggeillo o 'la suppelleltii'le
comuni aiSsnmo'ri.o un secondo significaito
nella nienle di chi a questo si'gnÜKa'lo ha
pensailo e iniieso paradossalmenlo sottolineare.
La mostra di Torre Pellice si è sempre
prO'P'Oista di far cono acere quanilo ìh‘,1 campo delle arti avveniva din Italia c isel mon.
do; sicché aisisieme agii' elaborati erlislici,
che lutiti cominciano ad acceititare senza
prevenzioni, non possono luainicar.' quelli
«■lite ai a'tlilrano le ire e r.a.ii'aile.iiia ói qua'nli prudeinl'em'en'le pro'testa>no o urlano allo
scandailo per la fine dii im iiioniflo di evocazione poetica e di senliiuentalissui vecchi e nuovi. Pensiamo che .proprio per
qu'eiste ra,gioni dii .acanlda'lo la Mostra d’arte di Torre Pellice ci appa,re u.!; organisnio vivente adatto a far rifletleri' ([uan.t.i intorno al'l’arle si va'Uno créanlo dei
co.ino'di stliiemi di valutazione e 'li goddiiientio personali.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pineroio
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
Dio ha richiamato a sè
Carlo Amedeo Grill
di anni 78
Addolorati, ma sorretti dalla fede
n*:: danno il mesto annuncio: la moglie Fanny Beux; il Aglio Arturo con
la moglie Mariuocia Bleynat e flgh
Fiorella ed Enrico; la figlia Ada; la
sorella Elvira; cognata, nipoti, cugini e parenti tutti.
Pinerolo, 29 luglio 1963
« La mia grazia ti basta »
(II Corinzi 12: 9)
La famiglia profondamente commossa per la dimostrazione di stima
e di affetto ricevuta in questa circo
stanza, ringrazia sentitamente i Pastori Sigg. Marauda e Bellion, il dott.
Peyrot e tutte le gentili persone che
l’hanno seguita e confortata nel suo
dolore.
CERCANSl coniugi mezza età soli nomo
pratico giardino per mezza giornata lavoro ; donna che pos'sa dare qualche ora di
aiuto in casa. Offresi camera, cucina, bagno anche mobilialo e piccolo stipendio.
Rivolgersi Paltrinieri, Torre Pellice.
— 11 Santo 'Battesimo è stalo amministralo a Coisson Maurizio durante il culto
di domenica 4 agosto. Il Signore benedica
la piccola creatura sulla quale è stato posto
il segno del suo amore ed aiuti i genitori
Valdo od Aliverli Amelia nel loro compilo di educatori cristiani.
— L’annuale bazar avrà luogo domenica pomeriggio 18 agosto alle ore
14,30 nei giardini adiacenti al tempia.
Ringraziamo i Pastori sigg. G. Bcrlinaltti e Luigi Saintini i quali ci hanno ri
volito il messaggio della Parola di Dio
nei no'Stri cialtd del 28 luglio e del 4 agosto.
Coimuniioh'iamo ai partecipanti al Convegno evanigelico italo-francese del Colte
della Croce .che la colletta, al .cullo ha da
to il seguente rÌBullaHo : franchi francesi :
147 ; lire iilaliane : 17.135 ; in toltale Lire
35.743,73. Grazie a tutti! e. a.
visitate
l'Artivalli
ARTIVALLI i
• TORRE PEIÍLÍGÉ;
TESSITURA A MANO DI
T A PRETTI
SCIARPE
TESSUTI MODA
TESSUTI ARREDAMENTO
vi troverete certamente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE — Corso Fiume, 6