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Sabbato » dieembre
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LA BUONH NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
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(J domicilio
Torino, per un anno L. 6,00 l..7,00
— (ler sei mesi » 4,00 « 4,50
Per le provincie e l’estero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, « 3,20
A));0£'jovTe; is tjiyiitn
SojticnJo la verità odia carili
Efes. IV. <5.
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è
Toriuo. presso la libreria Evangelic
di GIACOMO BIAVA, viaCarlo Alberto,
dirimpetto al Caffè Uilei.
Le assuciazioni si ricevono in Torino allo
stesso Udìcio.
Gli Associati delle Provincie jjotranno provvedersi di tin vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Programma d'AssocIazìone pel 1855. — La Legge Rattazzi.*— Notizie religiose.
Programma d’Associazione
pel 1855,
Con i/ìiesto numero giunge a suo intiero compimento {meno
/’Indice che verrà alla luce la ventura setlimana] l’anno terzo
(/¿//rtlUiona Novella, contato a S2 numeri di 16 pagine caduno.
L’anno IV, comincierà, volendo Iddio, colla prima settimana del venturo gennaio; epperciò preghiamo i signori /Issociati a valersi di (/iiesl’inierrallo per rinnovare in tempo
la loro associazione.
Il giornak in (¡uanto a colore e stile rimane lo stesso-, via
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se ne allargherà alquanto la cerchia, dando quel posto che
loro spetta alle questioni del giorno, allorquando avranno un
rapporto più o meno diretto colla religione e colla morale e coi piii
vitali interessi della nazione, e adoprandosi con sempre maggiore impegno a tenere i suoi lettori alla corrente del vero
stato religioso del Piemonte non solo, ma di tutta intiera la
Penisola.
Inoltre quattro altri cambiamenti avranno pure luogo ;
*7 primo in riguardo al formato ('/¿e invece di seguitare ad essere in-8^, sarà in foglio a tre colonne, e tale da poter capire
in quattro facciate materia uguale alle 16 pagine del formato
attuale; il secondo in riguardo alla cronachetta politica che
sarà convertita in un bollettino politico settimanale, che in
breve darà un prospetto della situazione generale ; il terzo in
riguardo al gioruo della pubblicazione che invece del Venerdì
sarà il Sabbato; il quarlo è infine in riguardo al prezzo di
associazione che verrà scemato di uu franco per gli Associati
dello Stato, e fissato come segue:
Per Torino uua nno L. 5 a domicilio L. 6
— sei raesi » 5 — » 3 50
— Ire mesi » 2 — » 2 25
Per le Provincie, franco Ano a destinazione un anno L. 6 20
—* id. sei mesi » 5 75
— id. tre mesi » 2 50
Per la Francia e la Svizzera franco sino a destinazione, e per \'Inghilterra franco fino al confine .... un auno L. 7 50
id. id sei raesi » 5 »
Le associazioni si ricevono:
In Torino, all’UFFIZIO DEL GIORNALE, via Valentino, casa
Bellora, N° 3“ piano, alla LIBRERIA EVANGELICA di
Giacomo Biava e C. via Carlo Alberto dirimpelto al caffè
3
Dilej, e dai Fratelli Piaiica librai, via B. V. degli Angeli,
casa Pomba.
Nelle provincie, presso lutti gli Ufficii postali per mezzo di
Vaglia, che dovranno essere inviati franco al Direttore della
Uuona Novella e non altrimenti.
All’estero, ai seguenti indirizzi: Londra dai sigg. Nissbett
e C. librai, 21 Berners-street ; Parigi dalla libreria C. Meyrucis, rue Troncliet, 2; Mijies f/a/ sig. Peyroi-Tinel libraio;
Lione dal sig. Denis libraio me Neuve, 18 ; Ginevra dal
sig. E. Beroiid/«¿ra/o; Losanna Delafontaine/«¿rflio.
l«a Legge Rattazzi
—-
L’argomento che imprendiamo a Carità e di san Giuseppe, e di quegli
trattare, comecché poggi in gran parte
sulla politica, nondimeno ha tali e
tanti rapporti colla religione c colla
morale, che può benissimo aver posto in questo Giornale, senza che si
deroghi perciò al nostro programma.
Già pubblicammo in altro numero
qualche brano di questa legge, cui
l’indole ed il progresso de’ tempi, i
bisogni politici, morali ed economici
dello Stalo ed il volo de’ cittadini da
lungo tempo reclamavano. Ma finalmente è in luce, e le massime principali che l’informano possono ridursi
alle seguenti :
1" Abolizione degli ordini monastici ;
2” Eccezione per le Suore di
ordini precipuamente destinati alla
educazione, alla predicazione, all’assistenza degli infermi ;
5“ Limitazione de' membri appartenenti agli ordini conservati, e
ciò per Decreto Reale;
4° Soppressione de’Capitoli delle
Collegiate , eccettuando quelli delle
ciltà più insigni, e soppressione dei
beneficii semplici ;
5” Tassa graduale sulla rendita
delle Abbazie e de’ Canonicati non
soppressi, de’Seminarii, degli Arcivescovadi e de’Vescovadi;
6" Destinazione di tutto il prodotto ad usi meramente religiosi,
cioè : pensioni a’ monaci ed alle monache secolarizzale, assegni a’parroci
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meno agiati, per modo chc tulti abbiano iin'cntrata almeno di 11. 1000
all'anno, e soccorsi ai sacerdoti bisognosi.
In mezzo ad uomini d’interessi e
principii diversi, e di vedute più o
meno estese, questa legge non poteva
incontrare che critiche e malumori.
Ed infatti, secondo alcuni, essa non
è che una sparutissima riforma, una
mistificazione, un aborto che mal risponde aH’aspettazioDe del pubblico,
e malissimo ai bisogni dei paese; secondo altri poi (e qui manca la buona
fede) la legge Rattazzi è un parto
degno di Proudhon e di Leroux, un'
emanazione dell’ipocrisia e del libertinismo, una vera spoliazione , o come dicono, con gergo da galera, una
Legge-Mottino.
A questa seconda classe appartengono , come è naturale , i sediceuti
campioni della religione cattolica; e
chi volesse formarsi un’idea del linguaggio sconcio ed immorale da essi
adoperato in sostegno di ciò che chiamano diritto della Chiesa, legga un
poco \ Armonia, il Cattolico, e lulti
gli altri giornali dello stesso stampo
e colore. Resta a veder poi se mai
a chi parla a quel modo possa avere
buona fede e coscienza di propugnare
una causa giusta. Ma lasciando da
parte l’altrui giudizio, ecco in breve
le nostre impressioni.
Noi crediamo nel progresso umano;
e questo, secondo noi, cammina più
0 meno celeremente a misura che
maggiori o minori ostacoli si devono
vincere, ed a misura che gli uomini
lo spingono con più o meno di forza.
Se si potesse giungere d’ un salto ai
perfezionamento morale e maleriale
dei popoli, tanto meglio, si risparmierebbero all'umanità le dure prove
cui d’ordinario è condannata prima
di giungere al desialo miglioramento.
Ma posti nell' alternativa di progredire lentamente , e sia anche d’ un
passo, ovvero di rimanerci stazionarli , noi non esiliamo punto nella
scelta, e siamo pel lento progresso.
Con questa intelligenza facciamo buon
viso al progetto in parola, il quale,.
comecché incompleto, comecché non
soddisfi il volo del paese, pure è sempre un passo di più che facciamo
nella via del progresso, un passo che
tosto 0 tardi potrà condurci ad una
intera e generale riforma.
Del resto sappiamo che anche gli
uomini più radicali, ma sinceramente
devoti ai pubblico bene, hanno accettato codesto progello, instando perchè
sia falto più largo. Anche i Deputali
della sinistra l’adottarono in massima, esprimendo il desiderio che il
Ministero acconsenta ad introdur\i
qualche savio emendamento, e dichiarando di votarlo, in caso di ri-
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fiuto, nel modo eh’ esso è formolato.
E noi godiamo di veder lanta concordia e si generosa abnegazione in
uomini di diverso pensare, ma di uguale sentire allorché trattasi di estirpare in parie, se non si può io tutto,
i vizi del nostro sociale ordinamento.
Belle sono le dichiarazioni con cui
l’onorevole Ministro accompagna il
suo progetto, e ci pregiamo di riportarne alcuni brani che motivano la
legge proposta :
« V indole del secolo più che mai
" induslre e positiva - sono sue pa■1 role - non può mirare di buon a« nimo que’ tanli chiostri, nei quali
X si conduce una vita ascetica e con<1 lemplaliva, senza che n’esca al di
" fuori un reale vantaggio alla socielà
" civile, ecc. »
E più sotto , parlando del diritto
che ha il Governo di procedere a siffatla determinazione, prosegue:
•' " -Alla potestà civile non si può
" contendere il diritto di sopprimere,
« nei termini della mera temporalità,
• le comunità religiose, semprechè le
" giudichi (^an^n^ose o Jnu_UlK Ma,
I' senza punlo ingerirsi neirinterna
« loro costituzione, e lasciando io
< disparte tulio ciò che si attiene al
“ loro modo di essere, ne’rapportv
“ spirituali con la Chiesa, può rilo
II toglier loro quella personalità civile
Il che debbono unicamente ricono
« scere dalla sovranilà del paese a
« cui appartengono ».
Inoltre dichiara che le ragioni per
cui si procede alla soppressione degli
ordini monastici valgono eziandio in
parte a determinar quella delle Collegiate e de’ benefizii semplici ; ed osserva che il Demanio avrebbe potuto,
slando al rigoroso diritto, richiamare
in sue mani quei beni che furono
dall’insensata reazione del 1815 ridonati a’ Conventi senza osservare le
norme imprescindibili delle nostre
Costituzioni. Ma il Governo non volle
far queslione di proprietà, e solo da
buon legislatore si propose di provvedere a che la Chiesa, com'è cosliluila temporalmente nel nostro Stalo,
non fornisca più armi troppo facili
ai noslri nemici.
In tulio ciò noi convenghiamo.
Ma non possiamo convenire ne’ motivi su cui il Ministro poggia le larghissime eccezioni portale col 1“ articolo delia proposta legge alla regola
generale di soppressione; riconoscendo
esservi certe comunità religiose cui
son rnerilamenlc dovuti particolari
riguardi, appunto perchè crede l’opera loro socievole e fruttuosa. Codesle comunilà souo quelle addellc
all’educazione , alla predicazione ed
all’tissislenza degli infermi. Ma quanlo
sia utile alla società l’islruzione, la
predicazione e l’asfislenza de’frati chi
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noi conosce? Noi non vogliamo qui
ridire luUo quanto si è scrilto da parecchi anni a quesla parte su tale
argomento, ma riassumendolo in breve, cl pare di poter dire, senza tema
d’errare, essere codesti servigi monastici divenuti proverbiali per la
loro ¡nefflcacia a frullar bene, e per
la gran facilità a far mali;.
Se poi ciò che consigliò 11 Ministero a scegliere una misura così temperala, si fu la speranza di conciliare
I due estremi parlili, cioè appagare il
volo pubblico, senza inimicarsi la fazione del clero; noi gli rammentiamo
esservi alcuni principii cardinali che
non ammettono transazione, specialmente quando si hanno a fronte uomini cosi tenacemente attaccali al
vecchio ordine di cose, che vogliono
il mondo sempre irrigidito e stazionario come la loro coscienza, e per
conservare islituzioni e privilegii che
più non possono sussistere, sarebbero
capaci di tutto. II Ministero ha volulo
forse transigere con quesla gente, ha
voluto carezzarla, le ha sagriQcato il
bene del paese. Or bene : che gli ha
fruttato la sua moderazione? odio,
contumelie e calunnie.... Ecco tullol
— 11 disinganno è ben crudele, ma
non poteva succedere allrimenti.
NOTIZIE RELIGIOSR
Toscana. —IN uove persecuzioni cun tro
l'Evangelo e quelli cbe lo professano.
EecoiI docunieolii cbe ci viene trasmesso
e che noi ci affi eniamo di stampare conie
protesta che noi mandiamo a cosi barbaro procedere.
irli cancelliere di Pontedera del circondario pisano, vedulo gli atti istruiti
nella delegazione governativa di Pontedera contro Eusebio Massei del fu Faustino Massei, di anni U, coniugato con
figli, fornaio, dimorante in qaella terra ;
per defezione in materia religiosa. Ritenuto nelle circonslanze di modo, di luogo, e di tempo, contestate al prevenuto
Eusebio Massei, che questi ba più d’una
volta tenuto propositi ingiuriosi alla veritii
foodamentale della nostra augusta religione, ed irriverenti al sommo gerarca
della catlolica Cbiesa e degli allri ministri
del culto; che ciò ba fatto cou deliberata
voloDlà, e per modo spontaneo, nel disegno di persuadere altrui l’empie sue massime, di cui altra volta egli è caduto in
sospetto, risulta pienissima pel contestuale deposto dai varii testimoni certificati che trovano applicazione al caso attuale le leggi del 23 aprile -1851 e 16 novembre 18S2; molto interessando che la
diffusione di così perniciose dotlrine venga
per quanto sia possibile repressa, e chi
se ne fa reo sia segregato in luogo dove
possa illuminarsi, e almeno cessi d’esser
nocivo colle sue maligne suggestioni :
certilìcato chenon prima d’ora erano stati
giustificati contro di lui addebiti di questa natura : veduto il disposto delle leggi
citate, ordina che Eusebio Massei sia ririuso per un anno nello stabilimento cor-
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rezioDiile, ed incarica il delegalo di l’ontedera della ronveniente esecuzione«. Li
2iotlo!)re 1854.
lluMA. — Tutti i patriarchi, primati,
arcivescovi e vescovi re.«idcnti o convenuti
a Itonìa per istabilire il domma dell’immacolata, si sono riunili nei giorni 20,
21, 23 e 2i novembre sotlo la presidenza
de’ tre cardinali Brunelli, Caterini e Saniucci. Furono chiamali in qualità di consultori circa 13 teologi del clero regolare
e secolare. Non si tratlava già di andare
alla radice della riuesiinne, non essendo
lecito di revocare in dubbio la proposizione, ma si di mettere in comune la
scienza de’ prelati ed appianare le difficoltà e le obbiezioni cbe in talune teste
potessero per combinazione esistere tuttavia, malgrado la ferma convinzione del
papa e de’ suoi proselili. E difatli dicesi
che l'adunanza abbia sottoposto o falto
.sembianza di sottoporre codeste difficollà
»Ila più severa ditcussione ; e come è facile comprendere, ne è risultato chiaro e
limpido il domma che sarà proclamalo il
giorno 8. Anzi un corrispoadente dell’.lrmonia assicura che al mezzogiorno del 2-i
come una fiamma gettata nei cuori si destò, st propagò, scoppiò un'acclamazione
al santo padre, un grido di adesione ecc.;
ed aggiunge che si versarono mollissime
lagrime—non occorre dire ch’erao lagrime di tenerezza.
— Il giorno 30 fu dal papa conferito il
cappello cardinalizio al patriarca di Lisbona ed all’arcivescovo di Toledo, ed in
concistoro segreto furono proposte nove
chiese.
Ginevra, S dicembre I8SÌ. — .Vuot'e
calunnie enuovi calunniati. É inutile dire
chi vomitò le prime, e a danno di chi furono
vomitate, dacché si comprende a prima
giunta che il Mont Mane e i suoi cherculi
hanno scritto conlro qualche uomo onesto, 0 conlro qualche onesto principio.
Ma tronchiamo i preamboli.
Fu se|)olto in Ginevra nel mese scorso
un bravo giovane e profugo lombardo per
nome Monti. Cento e più de’ suoi amici
convennero al funerale per Iribulare una
lagrima su questa nuova viitima della tirannidifaustriaca.
Essendo però noto che il povero Monti
era stalo tratlalo barbaramente dai preti
e dal medico pretino dell'ospedale caltolico di Plaiinpalais, che avevano minaccialo di cacciarlo da quell’asilo se noti
ricevesse i sacramenli (locchè consta da
testimonianze che saranno prodotte in luce), gli amici del defunto pregarono gentilmente il prele chesi preparava ad accompagnare la vittima alla fossa, di
I.HSciarli compier soli quel pietoso ufficio.
Il prete cedette e s’allontanò, e i giovani
che non volevano seppellire il profugo coi
riti d'una religione che è fatta compagna
alla schiavitù dell’anima e del corpo umano, voltarono il drappo al rovescio della
croce, e così s’avviarono composti e silenziosi al cimitero protestante. Quivi non
essendo muniti della necessaria licenza,
spiccarono alcuni compagni a chiederla.
Ma era un passo inutile perchè maucavano
le debite formalità. Allora si ricompose il
dolente corteo, tolse la bara e s'avviò
gravemente verso il nuovo cimitero cattolico della Châtelaine. Un po’ prima di
giungervi, se gli presentò un secondo
prete, e profferì i suoi servigi de’ quali fu
per la seconda volla gentilmente ringraziato.
Deposto il feretro neiruniile fossa, uno
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di que' giuvani prese la parola e pronunziò un breve discorso analogo alia circostanza : dopo di che la riunione si sciolse
compenetrata di profonda commozioue
per l’alto solenne che aveva compiuto.
Questo è il fallo genuino, il quale passando per la bocca e per le penne dello
stizzoso clericalume, venne compiutamente, u con mulignilà affatto pretina,
travisato.
I fogli clericali imboccarono concordemente la tromba del bargello, e sparsero
la voce a Parigi, a Lione ad Anneey e altrove, che il cadavere del Monti era stato
sbeffeggiato, chc il prete era stalo minaccialo di stangate, cbe il funebre corteggio
aveva attraversata la città come una mano
di baccanti, cantando laide canzoni, e besiemmiando, che il cadavere fu gettato
nella fossa come un cane, e che l'insligatore di questa si-ena scandalosa fu il Reta,
e gli attori principali, i membri della Comunità evangelico di Ginevra.
Ora sappiate, e scrivete a confusione
dei preti e dei loro giornali, che la serietà
e compostezza con cui si procedette alla
sepoltura del iMonli bau tanti testimonii
quanti sono gli abitanti di metà Ginevra
che si dovette attraversare dal mortorio;
sappiate e scrivete che il Reta nè interveniva, nè aveva la benché lontana partecipazione in tulli questi falli, che fra
cento e più persone che accompagnarono
il Monti, cinque soli erano i membri della
Comunilà, e che se il Reta avesse potuto
dare un consiglio all’onorevole, ma forse
troppo zelante gioventù che vi partecipava, le avrebbe dello n Italiani, lasciate i
cadaveri ai preti, c cercale di strappar
loro di mano i vivi ! «
Lascio in disparte la tinaie dcH'arlicolo
del Mmt-Btanc, nella quale si prorompe
nelle più basse calunnie contro il Reta:
calunnie confutate aU’evidenz,i e ripubblicate con insistenza svergognata da un
parlilo che non guarda ai mezzi più turpi
purché sieno conduceuli a raggiungere un
turpe fine.
Si sta raccogliendo la sloria delle violenze fatte subire ad un moribondo per
strappargli un consenso che non potè a
meno ch’essere dato contro coscienza. È
noto infatti che il Monti, onestissimo giovane che divideva un pane stentato coi
suoi compagni d’esilio, abborriva fieramente il clericume, ed aveva anzi pregato un suo amico di farlo trasportare in
altro luogo ove potesse spirare l'anima iu
pace, e se ciò fosse \ietato dalla povertà
deU’amico, di aiutarlo almeno a sostenere
la guerra ingenerosa che gli era falta.
La volpe clericale perde il pelo con la
smania di far proselili con ferro, fuoi-.o,
corda, e in mancanza di questi cuu ba&su
quanlo spietata persecuzione falta sopra
un letto di morte.
(Dalla nostra coirispondenza).
Pahici. — Il concisloro della Chiesa
riformata di Parigi ha incaricato uno dei
suoi membri, M. Guizot, antico ministro,
di redigere una memoria in favore della
libertà dei culti. Questa memoria, in cui
l’illustre scrittore domanda la liberlà per
tulli, tanlo per le Chiese indipendenli che
per la Chiesa stabilita, è stata indirizzata
dal concisloro all’imperatore. — Questo
passo onora il corpo ecclesiastico da cui
emana, e sarebbe desiderabile che lutti
gli altri concistori di Francia ne facessero
uno simile.
Direllore P. G. MEILLE.
Grosso Domènico gerente.