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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO »’as!Sociazio:«e:
Torino, per un anno ... L. 6 »
» per sei mesi ...» 4 »
Per le prorincie e l’estero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7 20
per sei mesi , « S 20
La direzione della BUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, via del Valentino, n” 12, piano 3“.
Le assuciazioni si ricevono da Cablotti
Bazzarini e Comp. Editori Librai in
Torino, sotto i portici di Po, n" 39.
GU AssociaU delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla ditta sopradetta.
Giubileo della diocesi di Torino, e scomunica della stampa, ritenzione e vendita delta
Boona Novella.—La religione dei padri nostri. —I confessori diG. C. in Italia
nel aec. XVI. Olimpia Morata V. — Varietà. Un metodo tutto nuovo di salvare le
anime.— Notizie religiose. Piemonte, Francia e Ingtiilterra. — Cronaca politica»
GllBlLEO DEllA DIOCESI DI TORINO
Scomunica della stampa, ritenzione e vendita della BUONA NOVELLA
Mi trovo in dovere di rendere avvertita V. S. e per di lei mezzo i fedeli,
che havvi un giornale intitolalo la Buona
Novella, il quale tratta di religione. Questo giornale, come vengo accertato, è
scritto da autori protestanti, e per conseguenza eretici, e la stessa intitolazione
ne somministra una prova. Standola cosa
così, trovasi esso compreso ne’ libri proibiti di prima classe, la di cui stampa,
lettura, ritenzione o vendita va soggetta
alia scomunica riservata al Sommo Pontefice. E pel caso che qualcheduno potesse ancora dubitare che il sucitato faglio
non sia compreso nella categoria de’libri
proibiti avanti indicata, e si facesse lecito
di leggerlo, per andare all’incontro a sì
grave male, lo proibisco espreasamentev
e ciò in ¡scarico del mio dovere ».
Hanno soli’occhio i nostri lettori'
le parole di monsignor Vicai’io Generale, che sul conto della Buona Novella venivano nel medesimo di pubblicate dal giornale ufficiale dell’episcopato, e lette e commentale da quasi
tutti i pulpiti della capitale.
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Non trattandosi clie di noi e dei
nostri interessi, noi non potevamo
augm’arci maggior ventui’a di quella;
e non avremmo che grazie da rendere
a monsignore per la simpatia che la
sua circolare ha destato a prò di noi
nel pubblico torinese, e di cui già ci
sono state date parecchie prove. Ma
prescindendo da noi che siamo poca
cosa, e dagli effetti sortili da quella
circolare, i quali per certo nou erano
nella mente di chi la dettò, e considerando in se medesime tali parole,
esse non possono, se non chiamare
in noi gravi e dolorose considerazioni:
non uscii'emo però dai confini che a
temperata difesa prescrive il Vangelo.
Il nostro giornale ne porta il nome, e
noi speriamo che sempre ne abbia
l’impronta anche il noslro linguaggio.
Non è qui luogo di spiegare la
storia delle scomuniche. Usate nei
primitivi tempi della Chiesa in modo
caritatevole e amoroso, non erano die
medicine apprestate a curare gl’infermi fratelli. Le scomuniche, come è
questa lanciata contro chiunque stampa, legge, ritiene, e vende la Buona
Novella, s’introdussero dai papi nella
corruzione massima del secolo xii ; e
osserviamo con dolore non essere sin
qui bastata la civiltà a seppellirne per
fino la memoria. Possibile, diciamo a
noi stéssi, che viva anche oggidì ùna
classe, che pur dovrebbe per istru
zione e carità precedere nelle vie degli
utili progressi coll’esempio i popoli,
fe in quella vece si adopera a tenerli
indietro, e se potesse, a respingerli
verso età tenebrose, e per delitti ed
errori funeste! Se dunque l’altissimo
Iddio nella sua tremenda collera mai
permettesse che i tempi d’una volta
ritornassero qui fra noi m Piemonte,
e ripigliassero costoro F antico potere,
chi ci potrebbe sottrarre agli orrori
dell’ Inquisizione ?
Per onor della umanità rifugge il
pensiero daH’ammettere oggi possibile ii ritorno di tali nefandità; ma
considerando che abbiamo uomini fra
noi, che oggi ancora le arrugginite
armi impugnano di secoli superstiziosi, c colla gravità le maneggiano
con cui dovrebbero annunziare la
parola evangelica, come dubitare che
tornerebbero domani, potendo, alle
cai-nificine crudeli del S. Offlzio ?
Certo se comprendessero il vangelo
di Cristo, non potrebbero mai mesco larlo con usi ed abusi del medio evo.
Queste scomuniche ignote ai tempi
più belli della Chiesa di Cristo furono
di poco anteriori alla esecrabile Inquisizione. Si può dire che misero al
bando dell’Universo i fratelli che non
sapevano piegar l’intelletto a credere
per vangelo tutte le opinioni e le dottrine dei frati.
I)opo tali scomuniche grinfelici
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che erano biecamente guardati per
eretici o infedeli od ebrei, cadevano
sotto la maledizione dei viventi; il
volgo superstizioso e ignorante ingannato da vescovi, da frati, da concini, e da ptipi lì giudicava più velenosi dell’aspide, più arrabbiati dei
cani, più empi di Lucifero; e più li
potea tormentare e vessare, e più riputava d’acquistarsi merito appresso
Dio. Di qui le atroci crudeli invenzioni della Inquisizione papale, di qui
i tanti osceni e sanguinosi tripudi dei
cristiani popoli ingannati. Che volete ? Gli stessi uomini più benemeriti della fede, che sagrificarono agi e
speranze e vita per amor del vangelo,
essi stessi non ancora ben illuminati
dalla civiltà moderna diedero in eccessi incredibili. Quel S. Francesco
Saverio, che i gesuiti appellano il
grande Apostolo delle Indie, indovinate che fece per convenire un idolatra P Gli mandò metter fuoco nella
casa; e appena valsero i prieghi degli
amici e le lagrime deU’ìdolatro a mitigar la sentenza, sì che permettesse
che se ne campassero le masserizie :
tutto il rimanente, e sopratutto gli
idoli andarono in cenere. E non vi
era chi osasse farglisi incontro. Un
infedele che gli usò villania, fu indi
a non molto assalito da uno stuolo
di gente annata, tentò fuggire in
chiesa, ma i cristiani ivi adunati ai
sohti esercizi gli serraron la porta in
viso, ed egli rimase da suoi nemici
trafitto,-così pagando il fio dell’ingiuria fatta al santo. Queste così
ignominiose istorie, ed altre simili
del cristianesimo trattato aH’umana,
e predicato colla prepotenza dei pagani e non colla carità degli apostoli,
non le improvvisiamo noi a talento,
ma può leggerle ognuno che il voglia
negli autentici racconti che ci diedero
delle loro missioni nell’ Asia i PP.
Gesuiti. Il misticismo del medio evo
ha reso pur troppo schifosa la faccia
della religion cristiana, e anche dopo
la scoperta del nostro italiano Colombo, e dopo la tanta luce delle risorte lettere e della rinnovata scienza,
e della provvidenziale riforma del secolo XVI, r iniqua Inquisizione di
Roma perseverò con pertinacia incredibile nella via della violenza e della
inumanità.
Il bacio di Giuda è ancor nella storia delle mnane perfidie il maggior
dei delitti: l’Inquisizione incapace di
superarlo, volle almeno orribilmente
imitarlo, e nella sua infernale malizia
seppe inventare il bacio del diavolo.
il eh. sig. Zannolini, delegato apostolico d’Ancona, e poi senator di Bologna, nel suo Diavolo del Sant’U/fìzio, pubblicato nel 1847, descrive
come al venir de’ Francesi in Italia
dopo la grande rivoluzione del 1789
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fosse dal convento de’ Domenicani
portalo sulla pubblica piazza quell’infernale ordigno. Tutti i conventi l’aveano a punizion degli eretici, e facevano a gara a chi l’avesse più atto
a straziare. D’ordinario era un fantoccio di legno o di ferro vestito in
rosso, con lunghe corna; orribile figura ! Nelle spalancate braccia, in
apparenza pelose dell’ orrendo mostro , il padre inquisitore, presenti
testimonii, notare, e giudice, e uomini di fiducia, gittava, dopo i tormenti, la vittima. Era tosto abbrancicata dal diavolo, che mosso da non
so quale giuoco meccanico di suste,
inchinavasi per darle un bacio , e
stringendola al seno, che aveva irto
di punte , di lamine taglienti e di
grafiì, e squarciandola in mille parti,
la fracassava a poco a poco nell’ossa,
e schiacciavaia finché col sangue non
gli schizzasse dal corpo anche l’ anima.
Recitavano frattanto il padre e gli
altri, inginocchioni davanti al Crocifisso, un Miserere, e dopo spirato il
paziente, se era convertito, e aveva
confessato e abiurato la sua eresia,
s’intuonava il Tedeum, e termina vasi
col pregar requie all’anima del defunto ; se era morto impenitente, si
accendevano quattro torcie di pece,
e si brontolava in latino il salmo
Deus laudem meam. ne tacueris {0
Dio, della mia lode non tacere), apphcando così all’ infelice ucciso le
maledizioni che a molti commentatori paiono dal Re profeta scagliate
contro il tradimento di Giuda.
Ecco eccessi a cui mano mano si
venne dopo quelle scomuniche niente
affatto insegnate dal santo Evangelo,
ma nella Chiesa introdotte da fanatico
zelo. Ed ecco dove saremmo condannati a tornare, quando regnassero
in Piemonte uomini di cotal fanatismo. Non bisogna illuderci; costoro
ammettono come legittimo il dritto
nella maggioranza di usar la violenza
contro la minoranza, e una volta ammesso questo dritto, la logica de’principii è ancor più rigorosa della logica
degli uomini, noi siamo obbligati di
ammettere la violenza come legge
suprema di ragione e d’ ordine ; e
siccome in fatto di fede la violenza
è l’inquisizi»ue, come in pohtica è il
dispotismo, eccoci di nuovo ricacciati nelle barbarie del medio evo.
Questo dovevamo dire sulla circolare medesima e sulle tendenze che
manifesta.
Ora che aggiungeremo noi a nostra
propria difesa?
Poca cosa, essendosi lo stesso documento che ci addita all’odio ed all’esccTAzione dei nostri concittadini, tolto
l’incarico di giustificarci assai meglio
che noi non avremmo potuto’farlo.
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In fatti perchè uu foglio come il
nostro, piccolo di mole, e di cui i
suoi stessi nemici sono costretti ad
encomiare la pacatezza e la moderaziane, viene egli con tanto fracasso
assahto? — Perchè compilato, dice
la circolare, da scrittori protestanti e
per conseguenza eretici.—E la prova
della loro eresia ? — La somministra
(è sempre la circolare che parla) la
stessa intitolazione. Siate dunque avvertiti, 0 Piemontesi, se noi siamo
eretici, eretici da bruciare in piazza
Castello come, iu quei beati tempi ai
quali ci vorrebbero taluni ricondurre,
Io furono un Varaglia, un Ettore
e tanti altri; se vengono sottoposti
alla maggiore scomunica i nostri
stampatori, leggitori, ritentori e perfino venditori (poverini che con questo si procacciano un tozzo di pane,
non meno onorevolmente lo speriamo
che vendendo la Campana), egli è
perchè il nostro giornale — inteso
non a guerreggiare in vista di mondani interessi sotto pretesti santi,
non a dire villanie ed improperi!
contro chi sente diversamente da noi
infallo di religione o di politica, ma
ad ammaestrare, ammonire e consolare a seconda del vero spii'ito delr Evangelo,—si è intitolato (volendo
far sè ed i suoi lettori memori sempre del suo carattere) col volgarizzamento di quella santa parola. L’Evan
gelo è eresia per Monsignor Vicario
di Torino?... E sia pure?... Ma per
noi, e lo speriamo per molti altri in
questa città, egli non cesserà d’essere
ciò ch’egli era per S. Paolo ; « La potenza DI Dio a'sulvazioneacoloro che
credono » ( I Epist. ai Corinti 1,18).
liA RElilGlOAE /
UEI PADRI JVO^TRl.
I.
Sono molte nella umana socielà le
massime che acquistan credito e lo
mantengono per lunga serie di generazioni, senza che veramente sieno
appoggiate alla retta ragione. Passano di padre in figlio come in <!redità, nè si giunge a conoscerne la
insussistenza e la falsità se non dopo
che qualche indipendente spirito le
abbia prese ad esame, e, spennacchiale
d’ogni apparenza di vero colla tremenda analisi, arme destruttiva di
qualunque errore , non le abbia gittate al disprezzo del pubblico ; siccome Diogene fece, quando a deridere
la definizione platonica : l'uomo è un
animale a due piedi e senza penne,
tolse a pelare un pollo, e mangiandolo ignudo in mezzo agli Accademici ; ecco, disse. Tuoni di Platone.
Saremmo infiniti volendo anche solo
accennare quelle che i padri nostri
istillavano a noi fanciulli ,• come lor
tramandale da uomini più anticlii e
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famigerati per santità e dottrina. Basti ricordare come gravemente insegnassero medicine, e metodi, e cerimonie, e preghiere, ed esorcismi, a
debellare, ad espellere dai corpi, dalle
abitazioni, dai cimiteri e dai boschi,
dai campanili e dai conventi gli spiriti
folletti, i notturni convegni delle streghe e i risorgenti vampiri che uscivano dalle tombe dei morti a succhiare
il sangue dei vivi. Tutti cotesti errori erano così intrinsecati alla vita
sociale de’ popoli cristiani, che il solo
rivocarU in dubbio parea empietà. La
luce della ragione, della scienza e
della civiltà ci hanno finalmente, contro ogni strepitar di teologi, di esorcisti e di fanatici, liberali per sempre
da così stolte e fanciullesche paure.
Non per questo siamo ancor purificali del tutto dalle bugiarde apprensioni che ci lasciò in legato l’ignoranza de’ passati secoli, e fra queste
una delle peggiori e più funeste, è
quella che sempre, in ogni tempo, ha
favorito e favorisce ancora le superstizioni , cioè, tenendoci lontani
dall’abbracciare l’unica vera fede che
salva, non già perchè non si arrivi a
conoscerne la verità (la quale anzi da
molti si confessa apertamente) ma
perchè gli umani riguardi non permettono di abbandonare la religione
de’ padri suoi.
Onnipotente e altissimo Iddio ! e
perchè inviar sulla terra il tuo Verbo Divino ed Eterno ? Perchè umanarlo nel sen d’una Vergine? Perchè
sottoporlo a tutte le maledizioni e le
pene del peccato? Perchè circondarlo
di tutto lo splendore e la gloria che
i Patriarchi aspettavano, i Profeti
predissero, gii Apostoli predicarono,
se una legge inviolabile d’onore obbligava i figliuoli degli uomini a non
oltraggiare la memoria dei padri,
apostatando dalla religione avita, per
entrare nella nostra unica vera, unica
santa, unica dispensatrice di grazia
e di salute, perchè unica ricca della
forza e dei meriti infiniti del sangue
del tuo umanato divin Figliuolo?
0 stolta opera tentò Gesù [Cristo
volendo convertire il mondo, o stolta
è la massima di coloro che si fanno
coscienza di morire nella religione
de’ proprii padri. Dovrò io mai credere che torni meglio obbedire all’affezione de’ padri che non alla voce
del miojSignore Iddio? Io so d’essere
passaggiere sopra la terra ; la mente,
il cuore, la ragione , l’affetto , il sentimento, l’istinto, mi provano che al
di là della tomba io mi debbo raccogliere nell’immensità di Dio, ed essere giudicalo da lui. Ebbene su questa credenza anticipo nello spirito
questo divino giudizio , e mi figuro
che egli mi richiegga del perchè non
cammini nella via del suo unigenito
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Cristo Gesù? Potrò io ragionevolmente scusarmi sull’amore dei padri miei? Potrò io dire che per sola
venerazione de’medesimi m’astengo
ora daU’accostarmi alla religione di
Cristo? 0 essendo già nel seno di
questa religione, poU-ó io ricusare d’infrangere idoli e pratiche, quando mi
faccia egli conoscere essere alla purità di questa religione contrarie, o
impedimento almeno a quella fede
Ubera, non legata a sacerdozio d’uomo
nè d’angelo, ma unicamente fondata
nei meriti infiniti di Cristo, unico sacerdote e pontefice della nuova Alleanza? Se l’intima voce della grazia
mi chiama , se la luce di Cristo mi
illumina, se veggo la verità del Vangelo, ah io sento che il pretesto non
vale, della religione de’ padri miei ;
io sento che non debbo rispondere a
Dio di ciò che essi fanno o. fecero in
lor coscienza , ma debbo rispondere
della coscienza mia. Come Iddio siasi
rivelato a loro , come gli abbia salvati nella sua infinita bontà, io non
so, nè posso cercar di sapere. Questi
arcani passano tra l’uomo e Dio , e
niun de’ viventi è chiamato a poterli
scoprire. Se io sono o no chiamato
da Dio lo sento in me; di questo io
ne debbo rendere ragione a Lui, e
se Egli mi chiama per sollevarmi,
io sento che mi fo reo non badando
a Lui. Rifugge il cuore dall’amareggiare l’animo de’ parenti ; ma finalmente il dover di coscienza, in ogni
religione e filosofìa, sta sopra al dovere di figlio. Non è perdonato un
figlio se tenendo la mala via del
padre commette delitti; perciocché un
padi-e assassino non è mai stato, nò
esser può al (ribunale della umanità
scusa 0 giustificazione dell’assassinio
commesso dal figlio. Così in religione
un padre innocentemente accecato
da antichi errori, non fa scusa a un
figlio illuniinato dai raggi della verità; se cade il primo, uon v’è ragione
perchè debba cadere il secondo; ed il
Vangelo ci avvisa che un cieco, fatto
guida ad altro cieco, non può non
trarre a precipizio con sè anche il
guidato. La religione adunque de’
padri miei non sarà mai legittimo c
giusto motivo di non doverne abbracciare un’altra, quando la grazia
di Dio m’illumini a riconoscerla per
vera ed unica via di eterna salute.
{Continua).
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I CONFESSORI DI GESÙ’ CRISTO
In Italia
NEL SECOLO XVL
OL,IMl*IA. MORATA (1).
V.
Frammenti e pensieri.
Frammenti d'un dialogo, in cui sotto
il pseudonimo di Filotima e Teofila, conversano insieme Lavinia
della Rovere e Olimpia.
La prima è supposta lagnarsi della sua condizione
corno sposa, che non corrìspondc a’ suoi sogni gìovamli, a che Teofila ossia Olimpia
rispondo.
Teofila. « Se con maggiore attenzione avessi letto i libri sacri, un concetto più giusto vi avresti acquistato
della vita.... Quante le prove che furono imposte alle sante donne della
Bibbia, le quali uel matrimonio cercavano non tanto la realtà dei lor
sogni di felicità mondana, quanto la
gloria di servire Iddio, vivendo sottomesse ai loro mariti, educando santamente i figli, ed ammaestrandoli
nella dottrina della salvazione! Perchè dunque stupire, o mia diletta, se
tutto non accade a seconda delle tue
voglie? Quando nelle tue azioni, come
nei tuoi pensieri, a tutt’altro scopo tu
mii-i che non alla gloria di Dio, hai
tu diritto di lagnarti, s’egli in con
(1) Vedi N» IV, p. 49; V, p. 61; VII,
p. 88; VIII, p. 104.
traccambio di tanta ingratitudine, non
t’infligge che miti correzioni?
FU. « Egli è vero, non è il castigo misurato all’offesa; talché appena
merita il nome di castigo. iMa vedo
tant’altre donne più colpevoli di me,
godersi in pace una felicità di cui son
priva !
Teof. « Tu le stimi feliciperchèven
gono appagati tutti i loro capricci.....
Ma dimmi quale giudicio faresti tu di
una donna vestita di porpora, d’oro
e di gemme, e che avesse lordato di
fango il viso?
FU. « Io la crederei non solo degna di pietà , ma ancora del tutto
insensata.
Teof. « Ed avresti ragione, perciocché ella avrebbe trascurato di
ornare quella parte più decorosa di
noi stesse. Ma se cosi è, quale non ti
sembrerà la pazzia di coloro che lasciando che l’anima loro, vale a dire
la parte più esimia e più divina d’essi,
sia lordata di ogni sorta di peccato, di
tutte le lor cure van prodighi al corpo,
prigione dell’anima immortale! Tale
è pure la pazzia nostra. Noi aspiriamo ad ascendere in un carro per attraversare più rapidamente questo
stadio brevissimo che si chiama la
vita, e non ci curiamo di prendere
posto sul carro della fede , che solo
ci potrà trasportare d’in sulla terra
in cielo. Noi vogliamo trasformare in
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isplendido palazzo il nostro tabernacolo d’un giorno , e neppure un
pensiero noi abbiamo per quelle celesti stanze di cui è impareggiabile lo
splendore. Noi appetiamo una tavola
imbandita di squisite vivande, e quasi
mai andiamo a sedere al festino spirituale e puro della parola di Dio !
Deh ! Filotima mia, quale acciecamento è il nostro ? e come mai ci
verrà egli fatto di raggiungere la felicità, domandandola a quegli oggetti
che sono impotenti a darla? »
Al marito in viaggio.
Il Anzi tutto, 0 mio diletto, ricordati che in circostanze così diCQcili
non possiamo avere protettore più
potente d’iddio. Invocalo ogni giorno
insieme cogli uomini divoti che ti
stanno vicino. Egli non sa negare
nulla alle preghiere dei suoi figli.
Tienti in memoria l’esempio d’Elia:
egli era uomo, sottoposto a molte
debolezze; ciò nondimeno fu esaudita
la sua orazione, e « non vi fu nè rugiada nè pioggia per lo spazio di
tre anni e sei mesi ». Confida dunque nel Signore; rimettiti intieramente
nelle sue mani, Egli è quello che ti
sosterrà ».
Ad un giovane studente
« Beata vostra madre^ d’avere un
figlio ch’attende allo studio con tanto
ardore, ed all’opposto dei giovani di
sua età, diserta la palestra per la fi
losofia ! Infatto egli è gran privilegio
il serbarsi irreprensibile e puro in
mezzo alla corruzione del secolo, il
battere senza traviare la via della giustizia, col riferire fedelmente a Dio il
dono che ne abbiamo ricevuto. Io me
ne congratulo sinceramente con voi,
e bramo di potermene congralulare
maggiormente ogrù giorno, affinchè
ne sia il cuore di vostra madre rallegrato, e ci vengano profferti nuovi motivi di stimarvi e d’amai-vi. Ma questo
io bramo sopratutto, affinchè ne porgiate i dovuti ringraziamenti a Colui
che vi ha gratificato di sì ottime inclinazioni; perciocché, come disse un
poeta: « I doni di Dio non ci son fatti
perchè li disprezziamo ». In quanto
poi alla vostra apprensione d’essere
dal rigore dei tempi, impedito di proseguire i vostri studi, state di buon
cuore! La virtù consiste altrettanto nel
conservare i tesori dello spirito quanto nell’acquistarli. Vi sono d’altronde
tali opere che potrete leggere solo,
ove vi venga a mancare il professore.
Non è opera dei maestri d’apprendere ai loro discepoli ogni cosa, ma
bensì di additare loro, per così parlare, le fonti sacre. Se dunque mi vorrete dar retta, o mio giovane amico,
voi farete scelta di quell’autore che
meglio vi parrà convenire al vostro
scopo. Quell’autore voi leggerete e rileggerete senza posa, applicandovi a
10
bene intenderlo, perciocché è meglio,
dice Plinio minore, « primeggiare in
un soggetto unico che non essere
mediocre in molti » ,, ., Ma che necessità ho io di spronare il destriero
che già corre a tutta carriera?
Io voglio solo pregarvi che anzi
tutto attendiate con tutte le forze della
mente e del cuore allo studio delle sacre lettere, le quali sole vi potranno
ammaestrare in tutto ciò che è bello,
nobile e buono, farvi miglioro e confortarvi in mezzo alle prove di questa
vita».
A Lavinia della Rovere,
...«La tua salvazione, cara Lavinia,
è il soggetto della mia più viva sollecitudine, e sempre temo che secondo la
tua abitudine tu non ti lasci distrarre
0 struggere dalle cure di questa vita...
Attendi, te ne scongiuro , allo studio
delle sante lettere, domanda al Signore che t’illumini di sua luce; Egli
il farà. Credi tu che sia quel Dio un
Iddio mentitore, e che tante promesse
egli abbia fatte a coloro eh’ implorano il suo aiuto, per poi abbandonarli nell’ ora della distretta ? Egl*
chiama a sè quanti soffrono ; egli non
respinge nissuno. Spoglia adunque
quell’antico errore che ci ha pertanto
tempo ingannate, allorché credevamo
che prima d’invocarlo, conveniva sapere se eravamo fra i suoi eletti per
l’eternità ! 4h ! piuttosto, siccome egli
stesso cel comanda, gettiamoci nelle
braccia della sua misericordia, e quando ciò avremo fatto, allora saremo
certe di essere nel novero dei suoi figli. Fino ad oggi sei stata immersain
un sonno funesto. Risvegliati ! dimentica chi sia quella che ti parla per non
ricordarti che delle sue parole e di
colui che le ha dettate ! »
Alla duchessa di Guisa
......Io non bramo niente tanto
quanto di sapervi assidua allo studio
delle sante lettere, le quali sole vi
possono mettere in comunione con
Iddio, e sorreggervi in mezzo alle
prove della vita.
Io per me non conosco ormai altra
consolazione nè altro solazzo. Non
potete credere qual cangiamento siasi
operato In me, fin da quel giorno che
tratta, per paterna dispensazione della
Provvidenza, d’in mezzo alla grave
idolatria d’Italia, accompagnai in Germania il medico Andrea Grunthler,
mio consorte. La lettura della divina
parola che non m’ispirava che ripugnanza, è diventata la mia gioia, il
mio studio, la mia più assidua occupazione. Ricchezze, onori, piaceri,
tutto ciò che tanto stimava altre volte,
appena mi pare oggi meritevole di un
solo pensiero. Oh ! quanto io bramerei, cara principessa, farvi attenta a
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quel grave soggetto!... Niente ci può
salvarese non se la fede in G. Cristo...
Quella fede è dono di Dio; conviene
chiederlo con incessanti preghiere ;
poiché, a che gioverebbe il conoscere
la storia di Gesù Cristo, die gli stessi
demoni conoscono, se iu noi non abitasse quella fede operante m carità,
la quale ci darà forza di confessare
Cristo 'in mezzo anche ai suoi nemici?.... »
A sua sorella Vittoria Morata.
.... « Meglio è soffrire con G. Cristo
che possedere il mondo intiero senza
di lui. Possedere Cristo, ecco l’unico
oggetto delle nostre brame.... lo non
domando a Dio altra grazia se non
questa di essergli fedele sino alla fine.
Egli me la concederà, perchè egli ha
promesso di esaudire quante preghiere
gli venissero fatte.... Guardati, sorella
mia, sopra ogni altra cosa, di corrompere il senso dell’Evangelo dicendo:
a che pregare? s’io sono nel numero
degli eletti, non posso perire... Questo
sarebbe un tentare Iddio, il quale ha
riposto la salute nella via dell’ubbidienza e della preghiera. 11 mistero
dell’elezione è certo ; non lo è meno
la salute acquistata agli elettti per l’eternità, e di cui essi trovano la testimonianza nel proprio cuore; ma non
v’ha salute senza Cristo e senza le
virtù, le quali formano come la splendida corona della fede ».
A Madonna Cherubina (1).
... « Avendo io scritto la mia prima
lettera, ho voluto ancora aggiungere
quest’altra per esortarvi che preghiate
Iddio che vi faccia forte, acciocché
per paura di quelli solamente che possono amazzare il corpo, voi uon offendiate quel dolce Signore nostro che
per nostra causaba patito ogni cosa...
Forse mi direte: io sono inferma, e
non posso questo. — E pensate \oi
che tanti santi e profeti, tanfi martiri
ancora del nostro tempo sieno stali
forti per propria virtù, e non che Dio
abbia fatto forti quelli? Considerate
nella Scrittura quelli che erano sfati
infermi, e che non sempre sono restati
infermi. S. Pietro lo negò, il che non
è posto per esempio che noi imitemo, ma per conoscere la fragilità
nostra, non iscusarla, e la gran misericordia di Cristo. Esso non fu sempre
infermo, ma così fu fatto robusto, che
poi si rallegrava di patire con Cristo,
còsi ancora noi, sentendo la nostra
infermità, devemo con prieghi accostarci al medico, e pregarlo che egli ci
faccia forti... La colpa è nostra, che
semo infermi: perchè scusiamo la nostra infermità e non cui-iamo i rimedii
da Cristo ordinati, cioè li prieglii e la
sua parola. Pensate che quel che ha
fatto e patito ogni cosa per amor vo
(1) li testo n’è d’Oliiiipia stessa.
12
stro, non vi esaudirà, se lo pregherete
che Egli vi faccia forte, avendo tante
sue dolci promesse? Se non vi volesse
esaudire egli non vi haveria invitato
con tante promesse; ed acciocché non
dubitaste, egli ha giurato che tutto
quello che domanderete al Padre in
suo nome, egh ve lo darà... Ah ! come
noi semo freddi,e poi noi ci scusiamo!
Devemo mostrare al medico le nostre
infermità, ed esso ci sanerà... Ricordatevi che egli è onnipotente... e che
è più forte quel che è in noi, che quel
che è nel mondo... Vi prego per amor
di Cristo che vi governiate secondo
la parola di Dio e non secondo le opinioni degli uomini. Quella sia lucerna
ai piedi vostri, la quale se non leggerete ed udirete, scappuccierete in tanti
scandaU del mondo... Domandate,cercate, picchiate, vi sarà aperto... Iddio
per Cristo faccia che io non abbia
scritto indarno, il che non ho fatto
senza dolore del mio stomaco; ma Dio
volesse che con lamia morte io potessi
giovare a voi e ad altri nelle cose della
salute! »
Pensieri staccati.
<1 Iddio ha tanto amato il mondo,
che egli ha dato’il suo Unigenito alla
morte. Il Figliuolo ha tanto amato il
mondo, che per lui egli è spirato volontariamente sulla croce. Chi mette
la sua fiducia in Cristo Gesù, principe
della pace, viverà in eterno ».
—« Io bramo di morire, perciocché
conosco il segreto della morte. Io bramo di morire per essere conG. Cristo,
e ritrovare in lui la vita eterna ».
— « Il pregio della vita non consiste
già nella scienza, ma bensì nel combattimento e nella prova; tome eziandio nei giuochi olimpici non l’atleta
più bello e più brillante vien coronato,
ma colui che combatte ed esce vittorioso dall’arena ».
—Il Nella medesima maniera che le
esalazioni dell’incenso puiiflcano un
luogo infetto, il fetore dei nostri pec ■
cati spai'isce davanti al profumo che
esalasi dalla morte di Gesù Cristo ».
— « Considera la sorte di coloro i
quali a cagione di Cristo patiscono esiglio, obbrobrii, ardore di fuoco e spada:
così saranno le tue pene alleviate. Te
le impone Iddio perciocché ti vuol
trattare come figliuolo. Egli castiga
chi egli ama ».
—« V’ha egli nel mondo privilegio
più magnifico che l’essere figlio di Dio,
sorella di Gesù Cristo e partecipe della
sua gloria nell’eternità? »
Così sentiva, e cosi pariava quella donoa qualiilcata d^eretica dal fanatismo papale, percbc, inTece di cercare la sua salvazione e la suo pace ai
piedi d’un confessore, essa la cercava presso dì
G. Cristo, applicando al suo cuore le consolanti
promesse della sua parola. Wa si consolino i nostri lettori: siccome non saranno riconosciuti validi innanà a Dio tutti i brevetti di saniiid rilasciati dagli uomÌDÌ, cosi non saranno ratificate
tutte le loro condanne per eresia. Cbi può dire
quanti eretici racchiuda il cielo, e quanti santi
eie verranno esclusi.
13
tarietA.
Un metodo tutto nnovo
di salvare le anime.
Non stupite più , o lettori della
Buona Novella, quando udirete parlare dei più che stupendi progressi che
fanno le missioni papali infra i gentili: leggete piuttosto la seguente lettera scritta dall’abate Paolo Berny,
missionario apostolico in Cina, e pubblicata dal cattolicissimo giornale La
Voix de la Vérité, e meravigliatevi
che, con mezzi così efficaci, il mondo
intero non sia ancora convertito all’EvangeUo di Roma:
Sono molto occupato in questo giorno
per l’apertura di una farmacia a benefizio de’fanciulli ammalati nella città la più
popolosa del mio distretto. — All’^uopo
ho di già quivi inviato uno de’miei ailievi
chinesi, acciò mi ritrovasse e locasse a
mio conto una casa che possa convenirmi.
— Tutte le medicine, che comporranno
la farmacia, consisteranno in pillole di
differenti specie. — Compiuti gli apparecchi , ivi piazzerò un neofito esperto
nella medicina, e che desidera consacrarsi
alle buone opere.
Apertasi al pubblico la farmacia, qualunque vorrà, potrà condurvi i fanciulli
ammalali, ed inoltre della gratuita consulta, riceveranno tutt’i rimedi che saran
indicati alla infermità del bambino. — La
folla sarà immensa, avvegnacchè i gentili
non sono accostumati a vedere che i me
dici esercitassero gratuitamente la loro
arte, e più dare gratis de’ farmaci. —
Voi sapete, Signore e carissimo direttore,
che i nostri medici chinesi pronosticano
delle malattie de’ fanciulli alla semplice
analisi del mignolo della mano.— Siccome il sesso, varia così la dritta o manca
mano. — Eglino sono d’una sperimentale
abilità ch’io ho sovente ammirato; uno
sguardo su quella vena loro è sufficiente. Quando la vena comincia ad annerirsi
alla prima falange del dito, la morte è
certa. Se l’annerimento si estende, la certezza è maggiore; e dalla più o meno
estensione si può dire ancora della durata
della vita. — In questo caso, il mio neo(ìto prenderà una spugna imbevuta di assai acqua ( i chinesi, che non conoscono
le nostre spugne, credono essere un altro
rimedio che il medico adoperi) e battezzerà formalmente quella povera creatura.
Tutto questo si praticherà con tale una
destrezza in guisa che i parenti non giungeranno a supporre la nostra pietosa fraude. — Si scriverà sopra di un registro 11
nome del fanciullo battezzato, affine di
a.ssicurare l’epoca della morte. — Il titolo
della farmacia, che sto per aprire, sarà :
Foiìsen-Tang, cioè a dire : Casa di seconda nascita. Quei poveri pagani vogliono sempre leggere il titolo senza comprenderne il senso.
Le febbri coleriche sono frequenti in
questo paese d’Oriente, e specialmente
nelle nostre città chinesi, dove la popolazione è immensa e sudicia senza misura.
— Dandosi la spaventevole mortalità d'
queir epoche, sarà allora che potremo
avere una messe abbondante.
I neofiti, che si votano «ll’opera evangelica (che in Francia nddiraandasi Opera
14
della santa infanzia), non ricevono alcun
salario; essi non hanno che il quotidiano
riso. Il loro trattamento e le spese de’
medici ci sono note ; voi sapete quanto
comprensivamente si deve spendere per
ogni battesimo.—Ciò premesso, io vi propongo il seguente problema ; Credete voi
che un prete, in trent’anni di ministero,
possa essere ristrumento speciale di salute per 5,000 anime ? Secondo la mia
opinione, lo strumento speciale è colui che
può dire: « Senza di me (voi comprendete
il senso ch’io metto a questa parola) queste anime non avrebbero avuto mezzo di
salvezza, avvegnacchè sono stalo io l'istroraento speciale a loro riguardo«. La
maggior parte de’preti non sono che stromenti generali di salute per quelle anime
che si salvano mercè il loro ministero, attesoché ogni altro farebbe parimente. Un
prete, che arrivasse a conseguire la cifra
di cui vi parlo, compirebbe la sua carriera
degna d’invidia. Però io credo che pochi
nostri confratelli sieno isti umenti speciali
di salvezza di 5,000 anime ia tutta la loro
carriera.— Or ecco un mezzo infallibile di
salvare, non già nel lungo spazio di un
ministero trentennario, ma bensì in un
anno; si, in un anno, 5,000 anime almeno! — E quanti semplici fedeli potrebbero, se lo volessero, partecipare a questo
apostolato ! In ogni anno questo splendido risultato si rinnovellerà ; basta che
alle missioni, in dove l’opera angelica è
organata, si procuri la somma annuale
di mille franchi ».
E tali profanazioni non solò si
commettono, ma si pubblicano ! La
Chiesa tace, tace il papa , taciono i
«
vescovi, e si grida all’eretico, e si
vuol turare la bocca a chi ben lungi
dal prostituire in tal modo le cose
più sante, non cerca se non di ammaestrare le anime nella conoscenza
dell’Evangelo !----Oh! Dio sino a
quando !
arOTlZIE RElilCIOSE!
Piemonte. — L’^rmoni’a ha pubblicata
una lunghissima lettera pastorale dei vescovi della provincia di Savoia che condanna il libro del professore Nuytz inlitolato : Il professore Nuytz ai suoi concittadini.
Francia.—Lettera pastorale del vescovo
di Gap. A prova che noi, scrivendo come
l’abbiam fatto nel nostro uUirno numero,
contro la condotta di gran parte dell’alto
clero cattolico nei trascorsi avvQnimenti
di Francia, non cedemmo a spirito di setta, ma sibbene a profonde convinzioni, ci
facciamo premura di riportare la 6ne della
lettera pastorale che a tal cagione il vescovo di Gap dirigeva al suo clero, e nella
quale ci gode l’animo di ravvisare quel
linguaggio veramente evangelico, che,
tanto efficace sui cuori, è eziandio l’unico
che si addica ad un ministro di Gesù Cristo.
* Toi dovete rammentarvi, che il prete
« non è l’uomo di un partito, bensì l’uoII mo di Dio ; — eh’ egli deve prestare il
« suo ministero ad ogni opinione; — che
« il pritao obbligo impostogli in questi
* critifci tempi, si è di portarsi se stessa
« con saviezza e hioderazione veramente
« pastorale, la quale, facendolo sfuggire
« ogni cosa che potrebbe irritare od of« fendere le opinioni di chiunque sia, gli
« acquisterà il rispetto e la fiducia di
15
K ognuno. Ut is qui ex adverso est vere«'atur, nihil habens malum dicere de
xnobis. — Non vedete, dunque, cari
« miei coadiutori, ne’vari parliti che vi
« circondano, se non figliuoli d’iddio, 1
K quali hanno ad essere illuminati e mon« dati dei loro peccati e condotti al Cielo.
« Astenetevi da ogni cosa la quale possa
« essere nociva ad un tal divin mandato.
K Non discutete le aspre questioni della
« politica umana nella cattedra Sacra, la
« quale non deve eccheggiare mai se non
« se delle massime evangeliche;
« Sieno le vostre azioni e il vostro lin« guaggio cosi prudenti, cosi riserbati,
« cosi benevoli inverso ognuno, che non
« vi esista nella vostra parrocchia un solo
« individuo, il quale non abbia con ogni
« fiducia a ricorrere a’ consigli vostri, o
« al suffragio delle vostre preghiere. Sic
« nos existimet homo ut ministros Chri« sti, et dispensatores mysteriorum Dei.
« Quanto più prudenti e circospetli voi
« sarete nelle presenti circostanze, tanto
« più avrete nell’avvenire diritto di mo« strarvi fermi ed intrepidi,quando vi toc« cherà l’avere a difendere gl’ interessi
« della Chiesa. L’esperienza di sessanta
« anni di agitazioni politiche ci hanno di« mostrato che que’ preti i quali sono
Il troppo corrivi neirimmischiarsi frara« mezzo alle lotte politiche, han sempre
« perduto una parte della influenza del
« loro ministero spirituale.
n Penetrati della grandezza e santità
« della vostra missione, voi proseguirete
« in tal guisa, i miei cari coadiutori,
« colla tranquillità e la fiducia cui v’ in« fonde lo s|)irito della fede, il vostro mini« stero di pace e carila, crescendo ad un
« tempo in zelo e divozione per ogni cosa
« che possa contribuire all’ istruzione e
« santificazione della greggia alle cure
« vostre affidata. — Ricevete, cari miei
n coadiutori, I sensi della mia intiera e
a fraterna divozione
Ireneo, Vescovo di Gap.
Un Miracoi.o ih.ngiovanito. — Fecé
grandissimo rumore nel 1826 la pretesa
apparizione nei dintorni di Migné dì una
croce luminosa nell’aria. Venne il 1830,
ed insieme a molti altri rrliracoli scomparve anche questo. Cadendo il 1831, e
sèmbratido propiziala stagione, ricomparve
la storia della croce luminosa, il vescovo
di Poitiers ha diretto, giorni sono, al clero
ed ai fedeli della sua diocesi un mandamento, Ordinando che venga l’anniversario di detta apparizione con grande solennità celebrato. Bisogna, per non trascurare nulla, aggiungere cbe il mandamento di monsignore vescovo termina con
una richiesta di elemosine onde ristàurare
ed abbellire la chiesa parrocchiale.
iNciiiLTEnnA.—Progressi del cattolicismo romano. Ecco quanto ricaviamo in tal
proposito da una corrispondenza del Bulletin du monde chrètien :
Parecchi ministri anglicani'entrati l’anno scorso nel grembo della chiesa romana,
avendo di poi visitato il continente, sono
stati siffattamente disgustali delle pratiche
di quella chiesa — vista da vicino — che
ora fanno istanza per essere nuovamente
ammessi nella chiesa evangelica. Poveri
mortali ! che hanno riposto maggiore fiducia nella religione dei sensi cbe in quella
del cuore, quale non è stata la loro caduta! Preghiamo perchè la lezione avuta da
quegli uomini, per un momento abbagliati
diventi per altri una salutevole ammonizione. Egli è intani, non esitiamo ad asserirlo, perchè non la conoscono che un
cerio numero d’Inglesi passano alla Romana Chiesa.....Dacché il movimento
cattolico in Inghilterra è meglio conosciuto, si scorge di giorno in giorno, che non
è stato se non una specie di febbre ariste-
16
cratico-ecclesiastica; un’ esaltazione passeggiera del principio dell’autorità iu materia di religione. È per questo che le
conversioni tanto decantate non hanno
quel grado d’importanza che si vuol loro
ascrivere, essendo queste limitate ad una
sola classe della società, e sorgendo dalle
esagerazioni proprie di quella classe ; il
basso-popolo ed anche le classi medie sono
rimaste affatto estranee a quel movimento.
la, Missione interna di Londra si è sincerata che sopra 250 distretti, specialmente
abitati da operai, e capendo una popolazione di 500,000 anime, aon si trovano 50
convertiti al romanesimo. A conrerma di
quella asserzione si sono raccolte prove
di fatto numerosissime ed inconfutabili.
CRONACHETTA POLITICA.
Piemonte. Dopo lunghi dibattimenti la
legge portante ratifica del trattato di commercio e di navigazione coll’Austria venne
adottata ad una maggioranza di 90 voti
contro 5S.
— La proposta del centro-sinistro che
cessasse a partire dal primo luglio 1852
il pagamento della somma assegnata alle
spese di culto, e cessasse altresì di far
parte pel bilancio passivo del 1853 ogni
spesa per gli oggetti ecclesiastici, è stata
respinta dalla Camera. Fin dal principio
della discussione, il ministro delle finanze
si era dichiarato opposto a quella proposizione.
Lombahdo-Veneto. Due giovani sacerdoti convinti di avere avuto in custodia
carterelative a mene rivoluzionarie, venBerodal militare comando condannati uno
a 2 anni d’arresto, l’altro a 4 mesi.
Fran’cia. Un decreto del Presidente
stanzia la somma- di circa 5 milioni per
la costruzione di linee di telegrafia elettrica destinate a mettere in rapida comunicazione tra di loro le varie estremità
della Francia.
— È finalmente comparso il decreto
aspettalo da più giorni dello scioglimento
della guardia nazionale. Dietro questi
ultimi decreti, i fondi hanno provato un
ribasso fortissimo.
Un altro decreto prescrive la distruzione
sopra tutti i monumenti e pubblici edifizii
dell’iscrizione; Liberté, Égalité, Fraternité- Le vie, le piazze ed i monumenti che
nel 1848 avevano ricevute denominazioni
democratiche, ripigliano i loro antichi
nomi.
Con decreto in data delli 9 gennaio vengono indefinitamente espulsi dal territorio
francese e dalle colonie 66 membri dell’ex
assemblea nazionale, fra I quali il signor
Victor-Hugo. Altri 18 rappresentanti frai
quali i generali Bedau, Lamoricière,
Changarnier, i sigg. Thiers, e de Girard/n sono momentaDeamente allontanati dal
territorio francesee da quello dell’Algeria.
Si assicura che il numero dei deportati
a Cayenne oltrepasserà i 2500.
La Costituzione che si aspettava fin dai
primi giorni di gennaio non sarà pubblicata, a quanto pare, che dai 15 ai 20 di
questo mese, onde, dicesi, permettere al
Capo dello Stato di pubblicare nel tempo
istesso quelle fra le leggi organiche le
quali hanno maggiore importanza.
Inchilterra. — Lord Russel non è
giunto ancora a ricostituire il suo ministero; pare anzi che non possa sostenersi
a lungo, ed acquista sempre maggiore
credito la voce che sia lord Palmerston per
ritornare al potere fra non molto tempo.
Irlanda. — La malattia dei pomi di
terra minaccia di rinnovare in quel paese
le scene dolorose degli anni 1846 e 47.
L’Armonia dando quella notizia, aggiunge ; « giova notare che nel 1846
« oltre otto milioni di steriini dati dal
« tesoro reale (dugento milioni di fran« chi), più di 12 milioni e mezzo di frante chi somministrati dalla pubblica carità,
« furono impiegati per soccorrerel’Irlan« da ». Meno male che non si accusi gli
Inglesi di aver dato quelle enormi somme per comprare delle conversioni.
Diretlore G, P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
Torino, —Tip. Sociale degli Artisti.