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LA BUOM KOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PHKXZ<9 D’AS«OriAZIO:VG
(A domttiiio
Torino, per un anno L. fi,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 » 4,SO
Per le-provincie e l’eslero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi , •> 3,20
AlnifliiovTif (Jè iviyinn
Seguenilo la verità nell« cirit*
Efes. IV, ^5.
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è
Torino, presso la libreria Evangelica
dì GIACOMO BIAVA, viaCarlo Alberto,
dirimpetto al CafTè Diiei.
Le assuciazioni si ricevono in Torino allo
stesso Ufficio.
Gli Associati deUe ProvinciepotTontio provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alta libreria Biava.
SifìSQsaAiBa®
Giovanni Dtodati II. — Turchi e Clericali,
politica.
Notizie religioiQ — Cronachetta
GIOVANNI DIODATI
il.
Quaniunque esposto a pericoli, a
scongiurare i quali non bastava certamente che il nostro Diodati avesse
mutalo il suo nome in quello di
Giovanni di Coreglia, egli ubbidì alla
chiamata che credeva essergli indiriz7,ala dal Signore alla cui gloria serviva. Nei primi lempi della sua dimora in Venezia concepì molle speranze. Gli erano chieste segrete conferenze dagli uomini più influenli di
quella repubblica, conferenze in cui
si lasciavano spesso vedere il celebre
Fra Paolo Sarpi e Fulgenzio attorno
ai quali si erano aggruppati tulti coloro che più ardentemente desideravano un mutameuto radicale nelle
condizioni religiose di Venezia. Lo
stesso doge e molti senatori che erano
consapevoli della pratica, lasciavano
fare aspettando a dichiararsi che il
popolo procedesse in massa a qualche
fallo decisivo. Ma riesci vana l'aspettazione: sia chenon fossero ancora
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maturi i tempi, sia che molli dei capì
fossero spinti da impellenti estranei
alla gloria di Dio, solo scopo da
aversi di mira quando uno si accinge
all’opera dell’evangelizzazione, vero
si è che il fatlo smentì le lusinghiere
speranze di tanli amici d’Italia. E
tranne un piccolissimo numero d’anime elette ad accogliere la Buona
Novella della salute noo vedendo in
e.ssa che una rigenerazione interna,
individuale e indispensabile alla salule, il gran numero di cui si compone il così detto mondo sorrise bensì
alla Bibbia, se la procacciò, la lesse,
ma fu come la semenza caduta fra
le spine, cioè fra le sollecitudini di
questo secolo e l’inganno delle ricchezze, la quale non tardò quindi ad
affogarvi. Ma essendo tenace ed instancabile di sua natura, il Diodati
volle ritornare a Venezia qualche
lempo dopo il suo primo viaggio, e
questa volla gli parve che le cose
prendessero realmente un avviamento
più serio e decisivo. Fra Paolo che
si era mostrato alquanto timido ed
irresoluto, parea molto meglio disposto, le riunioni erano di molto cresciute, e la principale annoverava
oltre a mille persone, tra cui si vedevano alcuni nobili e senatori: l'iuquisizione tenuta a dovere dal governo non osava contrastare al torrente, i richiami di doma erano sprez
zali : parea insomma che l’Italia fosse
alla vigilia di graudi mutamenti. Ma
era scritto che i suoi guai dovessero
ancora prolungarsi per secoli, onde
una pili lunga esperienza dei danni
che conseguono la prevaricazione la
inducesse ad abbracciare il Vangelo
della salute colla coscienza della propria infermità, e con una fiducia fondala esclusivamente sul beneficio della
morte di Cristo. Una leltera del Diodati intercettata in l’rancia per opera
di tenebrose mene gesuitiche , poi
comunicala da Enrico IV al nunzio
pontificio, svelò la gravità del pericolo che minacciava la corte di Roma
ed essa pose in campo lutti i suoi
sotterfugi per iscansarlo. Infatti le
riuscì, mercè l’aiuto di Francia e del
partito clericale di Venezia, di rovesciare tulti i piani dei riformatori,
d’imporre silenzio a Paolo Sarpi ed
a Fulgenzio, e di spandere dovunque
il terrore, compagno inseparabile
della sua religiosa tirannide. Quanto
sconforto sentisse il Diodali in veder
dileguate in un giorno le speranze e
le fatiche di molti anni, lasciamo che
lo pensi il lettore se ha animo veramente italiano.
L'ultima scena delle fatiche di quesl’uomo impareggiabile fu Dordrecht
in Olanda, ov'egli assislelte unitamenle al doUore Teodoro Tronchin
ad uno de’sinwli più iinporlaiili per
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le sue delibérazioni. Quivi egli spiegò tutla l'energia di cui era dotato
il suo animo, temprato a vivere in
un secolo rozzo, e fra uomini soverchiamente tenaci delle proprie opinioni.
Amato dai proprii concittadini, tenuto in gran pregio da tutti gli amici
del Vangelo, circondalo da numerosa
famiglia, raa godendo soprattutto i
conforti di una buona testimonianza
interna, Giovanni Diodati si parti nel
1649 dalla patria terrena per andare
all’ amplesso di quel Salvatore nel
quale avea posto in vila un'illirailala
fiducia. Lo pianse Ginevra, di cui
era stalo il luminare dopo il tramonto
di quei grandi riformatori che land)
la illustrarniio nel sedicesimo secolo.
A noi Italiani che possiamo finalmente rivendicare dopo due secoli
questo bel nome alla nostra sloria
religiosa, rimane il dolore di non
averlo conosciuto prima, e l’obbligo
di imitarne l’operosa carriera, obbligo
tanto maggiore che posoìam farlo, la
Dio mercè, in tempi molto migliori di
quelli in cui egli visse.
TURCHI E CLERICALI
Nella guerra attuale gli uomini sono
divisi io due partili. Come altra volta h
Italia si divideva in Guelfì e GlilbeIMni,
così ora gli uomini si dividano in Turchi
è Cosacchi. A! principio della guerra sein
brava che i clericali tenessero per i Cosacchi; ma ora si suno apertamente dichiarati per li Turco, alleato dell’eretica
logSiilterra, e della Francia..... I clericali fanno voti per la vittoria dei Turchi:
noi, politicamente parlando, abbiamo ancora noi le nostre opinioni, le nostre simpatie, le quali non sono certo per lo iograndimento del Cosacco : ma religiosamente parlando, noi preghiamo per la
pace, e non parteggiamo per la guerra;
e perciò nelle nostre preghiere non facciamo voti nè per gli uni, nè per gli allri; e nelle nostre liturgie si cercherebbe
invano una preghiera tendente all’oppressiotie di chicchessia, fossero anche i noslri nemici giurati.
Ma i clericali che ora parteggiano pel
Turco, e fanno voli perchè il Turco vincd,
ci .-ipieghino quella preghiera che essi dicono cantando nella loro lilurgia: Ut turcarum et hmretkorum conatus reprimere
et ad nihilum redigere digneris: le rogamu! alidi nos. Essi pregano Dio di abbassare e ridurre al nulla gli sforzi dei
Turchi e d>;gli eretici; e poi pregano lo
stesso Dio a dare la vittoiia ai Turchi eii
agli eretici. Giudicando col semplice buon
senso, ci sembra i:he lale condotta sia
coulraddiltoria; ma chi non sa che il buon
senso deve tacere innanzi alla profonda
teologia dei reverendi clericali? Perciò
noi onde toglierci da qualunque errore
su tal puntn, preghiamo i cleric.ili a spiegarci come pregando in latino ed ufficialmente per l’oppressione dei Turchi e digl’lnglesi eretici, possano poi senza contraddirsi pregare in volgare e semiofflcialmeute od anche oflìcialmente per la
vittoria dei Turchi e degli erelici, e per 1«
oppressione dei Russi clic sono crisliani.
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NOTIZIE RELIGIOSE
Tohino. Nella prima seduta della Camera de’Deputali è sialo dal sig. Ministro
di Grazia e Giuslizia presentato uo piogeno di legge per la soppressione degli
Ordini monaiitici, di cui diamo qui appresso le principali disposizioni :
Art. 1'. Eecettuate le Suore di Carità
e di S. Giuseppe, non che quelle comunità degli ordini monastici e delle corporazioni regolari e secolari d'ambo i sessi,
che sono precipuamente destinate od all’educazione ed all’ istruzione pubblica,
od alla predicazione ed assistenza degli
infermi, e che saranno come tali nominativamente designali in apposito eleDco da
pubblicarsi con decrelo Reale contemporáneamente alta presente legge, tutte le
altre comunità e gli stabilimenti di qualsiasi genere dei detti ordini e delle dette
corporazioni esistenti nello Stato sono
soppressi, e non potranno essere ricostituiti salvo in forza di legge.
Art, 2". Il npmero dei membri appartenenti alle comunità conservale, potrà
essere determinato con decreto Reale in
modo che non si abbia ad eccedere quello
che venisse stabilito. Potranno pure con
decreto Reale stabilirsi le norme e le
condizioni che dovranno essere osservate
dalle dette comunità per la loro censervazione nei regii Stati.
Art. i". Sono parimente soppressi i Capitoli delle chiese collegiate, non che i
beneficii semplici esistenti nello Stato, i
quali non abbiano annesso alcuii servizio
che debba compiersi personalmente da
chi ne sia provvisto.
Potranno tuttavia, con Regio decreto
da pubblicarsi pure contemporaneamente
alla presente legge, essere conservati alcuni Capitoli delle chiese collegiate Insigni stabiliti nelle città principali del
Regno.
Ari. 6“. Tutli indislintameDle i beni, i
dritti e le azioni spettanti alle comunilà
e stabilimenti soppressi in virtù delle
precedenti disposizioni, e salve solo le
modificazioni infra espresse, sono posti
sotlo l’amministrazione del Demanio dello
Stalo, il quale procederà alla loro occupazione e descrizione in conformità delle
islruzioni, che verranno dale di conforto
dai ministri delle Finanze e degli Affari
ecclesiastici. Il reddito di essi beni, unitamenle alla somma che si perceverà
dalla quota di concorso infra imposta,
dovrà versarsi in una cassa particolare,
e sarà esclusivamente erogato ne’seguenti
usi ecclesiastici, cioè :
1° Nel pagamento delle peBsiom.'che
verranno come in appresso assegnate ai
membri delle comunilà e degli stabilimenti soppressi ;
2° Nella corresponsione di un congruo supplimenlo ai parrochi più bisognosi dello Stato.
Art. 10. Le monache e religiose professe, non cbe i monaci o religiosi, i quali
siano insigBÌti del sacerdozio, od abbiano
conseguilo alcuno degli ordini maggiori,
appartenendo alle comunità ed agli stabilimenti soppressi in forza dell’art. 1*,
godranno dui giuruu della loro uscita dal
chiostro della seguente annua vitalizia
pensione , cioè r
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Di L. 800 se hanno pompiiita l'elà
d’anni 70
Di » 700 .......» 00
DI 0 SOO.......» 40
Di » 400 .......» 30
Di n 240 quando abbiano un’età
minore degli anni ...» 30
Art. 12. La pensione connedula in
Tirtù di questa legge cesserà ogniqualvolta ii provvisto rientri in uno stabilimento religioso o monastico, sia nello
Stato, sia all’estero, come pure sempre
che sia dal Governo, od altrimenti provveduto di uno stabile o corrispondente
mezzo di sussistenza.
Art. 17. Il Governo è autorizzato a
destinare per uso di pubblici servizi, e
ad alienare alle provincie e municipii,
non che ai privati, i beni, dritti ed azioni,
di cui Dell’art. 6".
Belgio —Scrivono d’Attre alla Gaiette
de Mons: i. Da qualche tempo il signor superiore dei Redentoristi di Mons percorre
le campagne per lo smercio della sua acqua della Salette. Va a visitare i parroci,
stimola il loro zelo, e la fontana miracolosa diviene per questi cari fralelli una
vera sorgente di benedizioni. Domenica
ultima, un parroco de’nostri dintorni
predicava nella sua chiesa, vantava le
virtù curative dell’acqua maravigliosa, e
ne prescriveva l’uso a’suoi parrocchiani.
Vi pose tanta eloquenza, che i nostri
contadini chiassoni dicevano fra loro uscendu dalla messa : « Faul qu’ no cure
euche une remise su s’n’ieau (1) ».
Del resto il miracolo della Salette non
(4) « Biaagna elie il nnstro poTroco abbia uno
sconto fldila «us acqna •.
solamente ha dato luogo al commercF»
dell’acqua ; ricava mollo aliresi per la
vendita delle statue della Vergine miracolosa e delle due piccole pastore. La
chiesa d’Attre sarà bentosto in possesso
di una di quesle beale statue. Il signor
parroco ce lo ha annunziato al sermone,
prevenendoci ch’egli andrà a fare una visita a ciascuno de’ suoi parrocchiani, e
che riceverà lulti i doni che vorrannoglisi
fare. « Chi fra voi, ci ha egli detto, non
potrà dare che un centesimo darà un centesimo, chi potrà dare un franco darà un
franco; se potete dare dieci franchi, dale
dieci franchi; se qualcuno vuol finalmente
fornire da per lui solo la somma necessaria per l’acquisto della slatua la dia, io
metterò il di più ».
Ihlandx. —Si legge neir£ioi!e Belge
del 21 settembre passato : « Venerdì ultimo, vi era a Derry (Irlanda) uo grand«
meeting di orangisti e di protestanti; la
sola cillà d’EnniskilIen aveva mandati
900 deputati. La glornala era passata nel
modo il pili piacevole, malgrado l’opposizione ostile dei contadini cattolici del
luogo; ma la sera, quando gli orangisti
partirono con un treno speciale per ritornare ad Enniskillen, il convoglio urtò
alla disianza di qualche miglia in un
enorme mucchio di massi ammonticchiali sulla strada. Il macchinista e le
persone che si trovavano nelle prime vetture sono stali uccisi; lord Enniskillen ha
pericolose ferite, e tutti hanno ricevute
più o meno contusioni.
Un’inquisitoria delle più severe è stata
aperta contro questo atto mostruoso di
vendetta religiosa; numerosi arresti hanno
già avuto luogo », (Times}.
CosTAKTiNOPOt.i. — Ecco suH’oper» di
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Dio il) questa cillà quanto ci scrive ia data
6 novembre il nostro caro fratello, il sig.
Turin , niinislro della Chiesa Valdese e
missionario u Costantiuo|ioli.
« L’iirrivo delle truppe francesi in 0rlente senza cappellano protestanle, mi
ha condjtlo u coasidernre la mia venula
a Coslanlinopoli come provvidenziale. Sul
principio io non poteva fare che poco,
poiché le truppe uon fiicevano che passare. Ora Costantinopoli conta già più di
selle grandi ospedali pei soldati Irancesi,
oltre alcune centinaia di lende contenenti
da una parie i convalescenti, dall’ altra
quelli che hanno delle indisposizioni in
rapporto col choléra ( diarree, granchi
ecc.). 11 direllore dell’ospedale di marina
in Terapia, è il solo che ini alibia impedito di cercare i malati protestanti. Un
certo numero di nostri correligionarii si
trova in tulli gli ospedali. Ma per trovarli
bisogua che io passi ad ogni Ietto e che
domandi al malato s'egli è catlolico o proteslante 11 governo sembra che continui
a considerare tulli i Francesi come cattolici, poiché non contento di ricusare di
mandare alcuni cappellani protestanti,
non si fa nissuna distinzione di religione
sul numero dei letti. La conseguenza n’è
che tutli i soldati proteslanli I quali hanno
qualche limore di non essere più curati,
se sono riconosciuti come tali, si lasciano
amttiinistrare i sacrainenii avanli dì morire. Mi accade spesso durante le mie visite ai miei malati più coraggiosi, di sentirmi chiamare da altri, ì quali al mio appressarmi si scusano come possono di
non aver osato fin dal |iriacipio. lo non
finirei così presto la mia lettera, se volessi raccontarvi tutti gl’ intrighi delle
Siinr? della Carità ai prctcstanli. Avanti
di darvene uno o due esempi, io dehbn
dire che ho trovato delle Suore amabilissime e che io stimo come vere sorelle.
Una fra le allre mi ba domandato perdono
per un’altra Suora più giovine, delle impertinenze commesse da quesla. La superiora che io vidi un momento dopo,
negò che mi si fosse domandalo scusa ,
aggiungendo che la Suora la quale aveva
male agito a mio riguardo, nou aveva fatto
che il suo dovere. Ma la prima arrivando
in questo menlre confermò la necessità in
cui esse erano di scusarsi. Si trattava di
UD moribondo che io assisteva. Una Suora
arriva e mi domanda: Voi siete il ministro protestante? — Si, mia suora.—Voi
non avete nissun diritto di entrare nei
noslri slabilimenti cattolici! A queste parole essa si accosta al maialo, gli dà da
bere, poi prendendo il suo crocifisso, gli
dice : tenete , baciate il buon Dio ! ! —
Alcune ore dopo, il malato nbn èra più.
' — Dopo la mia visita ad un aliro maialo,
una suora si accostò al letto e disse ad
alta voce, — Povero eretico! perdulu per
sempre! — Un ufficiale superiore ha fatto
in questi giorni regalo di un po’ di tabacco a tulti i maiali. Le suore ne fecero la distribuzione. Arrivata al letto di
un sergente dei Zuavi, nostro amico, una
suora gli disse; — Se voi siete protestante, non ne avrete! — Come crederete bene, mia suora, rispose il sergente!.
— No, voi non ne avrete, a meno che non
diciate come dico io ( cito le parole del
sergente). — A questo prezzo, mia suom,
io non ne voglio. S’impegnò la controversia. — Siccome il nostro amico resisteva con fermezza, 1« suora gli disse; —
Di che dipartimento siete voi ? — Se ve
lo dico, so che voi non verrete più vurso
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il mio lello. — Ditelo pure. — Io sono
della Jìocella. — Ella fuggì subito, lo ho
avuto il |)iaccre di trovare un altro sergente dei Zuavi, pio e zelante, il quale
mi ba detto aver tenute delle riunioni di
preghiere e lettura del Testamenlo" nella
sua tenda a Varna. Il suo capitano gli
proibì quesle riunioni, poiché un sottoufficiale non deve mischiarsi troppo famigliarmenle con gli allri soldati, seconilo lui. Allora , alle ore fissate , uscivano
dal campo e si ritiravano in disparte. Il
capitano avendolo saputo, I’ obbligò a
cangiare di reggiiuento. Egli passò ai
Zuavi. — Un soldato, cattolico d’origine,
e che da alcuni anni solamente frequentava il culto evangelico, senza essere ancora stato ammesso alla Cena, mi é sembrato che sia arrivalo alla conoscenza
della verilà. Avendogli dalo 1’ opuscolo
del signore Monod, Poucei-t^ous mourir
tranquille? mi ha dello, dopo averlo lello,
ch’egli si sentiva felicee non credeva chela
morti! potesse fargli paura adesso. « Veramenle! » gli diss’io; «Sapreste voi
dirmi il perchè?'! «Perchè Gesù Crislo
è morto per rae », mi rispose egli. Da
quel momento egli è venuto per quanto
gli è stalo possibile, al culto francese,
cbe io faccio pei soldati la domenica,
qualche volta ancora la settimana, facendo una corsa di un’ora e mezzo, o
due ore, portando seco la sua Bibbia
dalla quale non si separa più. L’arrivo
del sig. Costabel (1) presso di rae non
poteva essere più opportuno. Egli rai
aiuta molto nella visita dei malati. La
sua opera di colporteur va bene parimenle. lo questo mese egli ha venduto
■W N. T. e 20 Bibbie sui vascelli ita(I) PaiimcoU (liUc Valli Valclfsi. (Rio.)
liiini. lo spero rtinllo ohe il nuiiiern dpgli
esemplari dei Liliri Santi ch’egli può vendere, anderà cre.scendo ogni giorno, poiché grincominciamenti, come voi sapete
0 caro fralello, sono sempre penosissimi.
— La mia scuola da 30 a 40 bambini in
queslo momenlo, continua a darmi motivi d’incoraggiamento. Non che io possa
citare scuolari converlili, ma sono evidentemente tulli interessati dell’Evangelo. La mia prima classe in queslo semestre ha imparalo n mente l’Evangelo
secondo S. I.uca. E vero che non ho
ancora potuto S(iiegarlo loro per inlero.
Udo dei miei allievi avendo saputo questi
giorni passati che in una casa dei suoi
parenti, un prele aveva parlato male
della leltura della Bibbia, disse a sua madre: «Se il prete viene da noi, mamma,
troverà qui chi saprà rispondergli intorno a quel punto». Il culto italiano
non è sempre frequentalo che da 6 a 8
persone, ma esse sono regolari.—Da alcune seltimane , I’ Incaricato d’ affari dì
Olanda, signor conte Zuyslen de Nymelt
mi ha fatlo chiamare , per intrattenersi
con me suH’opportunilà di aprire la cappella del suo palazzo per un culto pubblico francese, lo gliene ho falla la domanda per iscritto, ond’egli possa presentarla al suo governo. Probabilissimamente, se piace a Dio, incomincieremo
ben presto (juesto culto, cbe nelle circostanze attuali ci potrebbe essere necessarissimo. Si tratta di alzare la bandiera di rannodanienlo pei noslri numerosi
correligionarii che .si Irovano naluralnienle nella folli) degli stranieri che arriva ogni giorno in questa rapitale. Se
Iddio mi chiama ad incaricarmi incora
di queslo lavoro, spero che si degnerà
darmi la forza necessaria ».
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r.ROSACliEm POLITICA
Torino. — Il 28 è stalo riaperto dopo
quasi cinque mesi di vacanza il Parlaiiienlo nazionale. Il ministro delle finanze
presenta varii progetti. Il guarda-sigilli
presenta un progetto di legge per la soppresi^ione di comunilà religiose con altri
provvedimenti |ier migliorare la condizione dei parroci bisognosi ; e domaoda
che la discussione preceda quella del bilancio del ministero deH’inlerno.
— 11 medesimo giorno ¡1 Senato ba
riaperto le sue sedute colla comuDicazione della nomina dioiionuovi senatori,
i signori ; Arese conte Francesco ; Benso
cav. avv. Gaspare, vice-presidente della
Camera elettiva; Bona commendatore Bartolomeo , direllore generale nel ministero dei lavori pubblici e deputato ; Brogliò di Casalborgone conte Mario, luogotenente generale, ispettore dell’esercito;
Imperiali marchese Giuseppe, deputato;
Mameli commendatore Crii'.oforo, consigliere di Stato e deputato ; Riva avv.
Pietro, provveditore agli studi in Ivrea.
Parigi, Lord Palmerston ha isianteniente consigliato aH’imperatore di sollevare lo spirito pubblico in Francia, accordando maggior libertà. Vede l’Inghilterra
con rammarico che la nazione francese
non ha mostrato sinora lutto quello slancio di cui è capace. Sembra però che i
consigli, rispettosi ad un lempo e incalianti, del ministro inglese abbiano fatto
molta impressione sull’animo dell’ imperatore Napoleone 111.
Il punto più grave della missione di
lord Palmerston è quello che si riferisce
alla politica dell’Alemagna, e credo essere
ben informalo dicendovi che dopo l’arrivo
del nobile lord fu mandala a Vienna una
nota molto acerba, in cui si fa rimprovero
a quel gabinetto del suo lungo indugiare,
accennando anche ai numerosi trasporti
d’armi che si fanno attraverso il territorio
austriaco per conto della Russia. Lord
Palmerston ha fflito altresì osservare all’imperatore che sinora fu troppo trascurata l’alleanza dei paesi liberi, e cbe in
ogni modo bisogna finirla colle tergiversazioni alemanne.
Londra. — S. M. la Regina Vittoria,
in ricompensa dei servigii distinti resi da
lord Raglan nella Crimea, lo ha promosso
al grado di feld-maresciallo. Oltre a questo ogni generale di divisione ha avuto
l’ordine del Bagno; e l’armata avrà la paga di un anno,
— Una salva di quaranta colpi di cannone è stata tirata a Londra, per celebrare la vittoria di Jukermann.
Alemagna. La Corrispondenza Prussiana, organo semi-olficiale del gabinetto
di Berlino, annuncia come mia cosa positiva l’accettazione volontaria e senza riserva per parte del gabinetto di Pietrobnrgo dei famosi quattro punti dì guarentigia.
VIndépendance, mentre conferma questa importanle notizia, soggiunge alla sua
volta che l’Austria sarebbe sul punto di
sottoscrivere code potenze occidentali un
trattato di alleanza offensiva e difensiva.
Spagna. — Pare deciso ohe Espartero
sarà nominato presidente di'lle cortes, e
designato per via di questa scelta alla
Regina per la presidenza del nuovo gabinetto.
S. PiETBOBOBGO. VInvalido /ìusso confessa la perdita dei Russi nella baKaglia
del Cinque essersi verificata assai maggiore di quello che si era creduto prima.
1 morti sarebbero secondo quel giornale
9,969, ed ì feriti 5,791.
Diretlore P. G. MEILLE.
Grosso Domenico gerente.