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ì numero 18
i del 3 maggio 1996
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Bibbia e attualità
NELL'ABISSO
DELLA MORTE
nnu m 'hai gettato nell’abisso, nel
'(( X cuore del mare; la, corrente mi
ìia circondato e tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi sono passati sopra
Le acque m’hanno attorniato fino
s^U’anima; l'abisso mi ha avvolto; le
iifehe mi si sono attorcigliate al capo.
Jo sono disceso fino alle radici dei
¿monti; la terra con le sue sbarre mi ha
»inchiuso per sempre...» (Giona 2, 4
È difficile per noi immaginare
l’angoscia dei 19 tunisini dispersi al
ilargo di Lampedusa nella notte del 25
forile e dei 6 cingalesi che, sempre
.(¿ella stessa notte, sono spariti nelle
Ucque di fronte al Gargano. Come
Pena si saranno sentiti trascinare nel
fgorgo del mare, precipitare nell’abisso
\Sella morte. Notte cupa di tragedia e
fin disperazione, di lotta per la vita e
fdi morte, ma anche notte cupa di vigliaccheria, paura e malvagità. Tenebre che avvolgono anche noi.
i nOSSIAMO tranquillizzarci dicendo che non abbiamo nulla a che
fare con le organizzazioni criminali
che sfruttano i clandestini. Per fortuna
non c’erano telecamere pronte a ri■■■0eridere la scena, altrimenti non potremmo più dormire sereni la notte,
dopo aver visto i volti deformati dal
‘ ìrrore di quei giovani sparire neifluttravolti dalle onde. Dentro di noi rimarrebbe per sempre il loro grido disperato, l’invocazione d’aiuto. Giovani
che cei cavano un avvenire e che hanno trovato la morte; giovani che cerca\mno la vita e sul loro cammino hanno trovato dei mercanti che dopo
averli spogliati dei loro averi li barino
ifponsegnati alla morte. Volesse il cielo
t^e la loro morte non sia stata inutile!
Ì}ARCIVESCOVO della Chiesa cattolica di Lecce ha scritto a Prodi,
‘chiedendo che «il nuovo governo affronti organicamente il problema
dell’immigrazione clandestina».
¡Sfruttamento e malvagio cinismo
stanno dietro a questa tragedia; ma
anche una legislazione che non c’è, o
se c’è non dà risposte adeguate alla situazione. Una assenza di volontà po'iitica non solo del nostro Parlamento
ma della nazione tutta, o almeno di
uncì sua buona parte, che non vuole
risolvere la questione.
Le due tragedie di Lampedusa e del
Gargano sono purtroppo solo la
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ANGELICHE BATTISTE,
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L'emergenza lavorò attraversa tutte le società industrializzate e i paesi in via di sviluppo
Lavorare tutti o conti economici in ordine?
In Europa si stanno fronteggiando due politiche diverse per il lavoro nia riessuna di esse
è centrata sul problema del rapporto tra l'uomo e la sua responsabilità sociale
GIORGIO GARDIOL
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punta dell’iceberg ma dietro ad esse,
come puntualmente registrano le cronache dei giornali, ci sono migliaia e
migliaia di altre situazioni di sofferenza, di disumanità, di ingiustizia
che dovrebbero smuovere la nostra
apatia e indifferenza e spingerci a fare
finalmente qualcosa per regolarnentare il flusso dei clandestini. Le misure
fepressive messe finora in atto hanno
solo provocato tragedie e sofferenze.
Non sono dunque la via giusta. Proposte ispirate a criteri di giustizia e di
umanità sono già state fatte, ma rion
sono state recepite. Anche il Servizio
migranti della Federazione delle chiese evangeliche ha fatto delle proposte
costruttive. Non saranno il toccasana;\
ma forse possono essere un primo passo nella direzione giusta.
/yCìUANDO l’anima mia veniva
''meno, io mi sono ricordato
.dell'Eterno (...). Tu hai fatto risalire la
mia vita dalla fossa...». Giona nella
sua distretta ha incontrato l’Eterno
che!gli ha restituito la vita. I cingalesi
e i tunisini sono invece morti. Eppure
preghiera di Giona è vera anche per
ioro. Essa ci dice che Dio ascolta il grido dei sofferenti e risponde. Pensiamoci per tempo, per non rischiare di essere svergognati nel giorno del giudizio.
Luciano Deodato
IL 1996 è un anno di elezioni. Si
è votato in Turchia, in Spagna,
in Italia e si sta votando in India.
In autunno gli Usa dovranno scegliere tra Bill Clinton e Bob Dole.
Dappertutto al centro del dibattito internazionale vi è il problema
del lavoro. Sia che al potere vi siano conservatori o progressisti la
questione politica principale riguarda il modo di come risolvere
il problema dell’occupazione, del
ridimensionamento dello stato
sociale, del crescente divario tra
gruppi etnici, tra giovani e anziani, tra coloro che hanno un istruzione e quelli che ne sono prm. I
governi dovranno fronteggiare il
difficile compito di mediare tra
interessi diversi dei diversi gruppi
sociali e tra gli individui.
Qualche giorno fa la stampa
internazionale ha informato circa il dibattito in corso negli Usa
se era meglio strangolare la crescita (minima) dell’occupazione
e tenere bassa Tinflazioiie o viceversa. L’America di Clinton ha
scelto l’occupazione. Anche per
il protestante Tony Blair, leader
del Partito laburista inglese, non
c’è dubbio che nell’alternativa
tra occupazione e mercato occorre privilegiare la prima e, sorprendendo i giornalisti, cita la
Bibbia rovesciando l’interpretazione tatcheriana del detto
deH’apostolo Paolo «chi non lavora, non mangia», affermando
che l’esegesi corretta del detto
sta nel fatto «che tutti hanno diritto di lavorare per il bene comune» e non che chi non lavora
è colpevole per il suo stato.
In Europa si contrappongono
due modelli di politica economica; quello iperliberista di starnpo
conservatore inglese che dichiara
che piu occupazione non significa più ricchezza; anzi più occupazione può voler dire più povertà. Il secondo che cerca un
equilibrio tra occupazione e sviluppo, che vuole mantenere con
correnziale il prodotto attraverso
alla riduzione delle tasse e delle
contribuzioni sociali.
Si presentano sul mercato del
lavoro nuove possibilità: Pimpresa piccolissima atta a muoversi in
nuovi «segmenti di mercato» anche di alta qualificazione. I campi
di attività delle nuove imprese
spaziano dal telelavoro alla comunicazione, all’ecologia, alle alte tecnologie e spesso soriò lavori
autonomi veri e propri che si
svolgono nel campo dei servizi.
Le nuove tecnologie hanno una
redditività molto maggiore che
quelle tradizionali e il ritorno del
capitale è rapido. L’impresa sostituisce perciò gli operai con le
nuove macchine e la disoccupazione aumenta. Nuove fabbriche
non significano necessariamente
più occupazione.
L’emergenza lavoro è dunque
la questione principale con le
quali tutte le organizzazioni sociali, e quindi anche le chiese, si
do’vranno confrontare. I modelli
non reggono, le chiese lo vanno
dicendo da tempo, il Consiglio
ecumenico da almeno un decennio, il papa più recenteriiente;
tutti sono concordi nell’affermare che sono i criteri etici a guidare l’azione politica, sociale ed
economica. Non sempre è facile,
in un mondo in cui vige la legge
del più forte, della «mors tua, vita
mea», capovolgere il^concetto.
È la sfida che il cristianesimo fa
al mondo politico, sindacale, imprenditoriale ed economico. Una
sfida che non è teorica ma pratica perché le chiese hanno ormai
deciso che il loro compito è «accompagnare» i disoccupati, i senza lavoro, i licenziati neUa ricerca
di una società in cui sia possibile
dividere il lavoro che c’è tra tutti,
magari lavorando meno.
Romania
11.700 preti e pastori
incarcerati da Ceausescu
L’arcidiocesi di VadFeleac-Cluj della Chiesa
ortodossa romena ha
pubblicato un libro con
le biografie di 1.700 preti
e pastori romeni incarcerati dalle autorità comuniste tra il 1948 e il
1989, .con l’accusa di attività politiche. Le informazioni provengono dagli archivi della Chiesa,
daH’Associazione romena degli ex prigionieri
politici e dall’Istituto nazionale di studi sul totalitarismo. «Nel momento
in cui la nostra chiesa
viene accusata di avere
collaborato con le autorità comuniste, è importante ricordare che alme
no la metà dei preti ortodossi è stata incarcerata
per motivi religiosi», ha
dichiarato Stefan Iloaie,
docente alla Facoltà ortodossa di teologia di Sibiu. Il libro è intitolato
«Testimoni dietro le
sbarre: servitori della
Chiesa nelle prigioni comuniste». Molte informazioni sono state raccolte a partire dai ricordi
personali dei sopravvissuti, in quanto non esisteva alcuna documentazione ufficiale. Vi sono
menzionati i nomi di
1.400 preti ortodossi, di
250 preti greco-cattolici
e (di 50 pastori riformati
e luterani. (cni)
Sud Africa
In pericolo la diffusione
della Bibbia in Àfrica
La soppressione da
parte del governo sudafricano della defiscalizzazione dei doni a favore
della Società biblica potrebbe avere conse^enze negative sulla distribuzione della Bibbia in
varie regioni dell’Africa.
Il segretario generale aggiunto della Società biblica del Sud Africa ha
precisato che la Cornmissione consultiva in
materia di imposte aveva raccomandato al governo l’annullamento, a
partire dal 30 settembre
1996, della riduzione fiscale concessa dal 1984
a coloro che fanno doni
alla Società biblica. La
Commissione ritiene infatti che questo vantaggio fiscale sia «discriminatorio» perché favorisce un’organizzazione
cristiana. Nel 1995, la
Società biblica ha distribuito oltre un milione di
libri. Se il governo accoglierà la raccomandazione della Commissione,
la Società potrebbe essere costretta a ridurre di
200.000 Bibbie all’anno
la propria produzione.
Ciò potrebbe avere conseguenze gravi per la diffusione della Bibbia
nell’intero continente in
quanto una Bibbia su tre
distribuite in Africa proviene dal Sud Africa.
MALATTIE RIEMERGENTI. Sembravano completamente sparite dagli
ospedali d'Europa. Erano malattie
antiche legate a condizioni di vita
precarie ma oggi «riemergono».
L'Organizzazione mondiale della
sanità lancia un grido di allarme
per queste patologie riemergenti.
Dalla difterite (diffusa nell'ex Urss)
alla malaria ( diffusa in Gran Bretagna), fino al colera e alta tubercolosi. Irt Italia nel 1994 ci sono stati
4.124 casi di tubercolosi. Oggi la tubercolosi colpisce soprattutto gli
ammalati di Aids ed è localizzata
cori frequenza nei centri urbani.
TESTATE NUCLEARI. Negli ultimi 50
anni sono state costruite 130.000 testate nucleari. Dal 1960 la riserva di
Usa e Urss non è mai scesa al di sotto delle 10.000 per ciascun paese.
L'applicazione dei trattati Start 1 e
Start 2 prevede la dismissione degli
ordigni nucleari Usa e ex Urss al ritmo di 2.000 l'anno. Ma il disarmo
pone nuovi problemi: cosa fare del
materiale delle testate nucleari dismesse? Come rendere utilizzabile
l'uranio arricchito e il plutonio per
scopi bellici? Come proteggerli dal
rischio di contrabbando?. Di questo
ha discusso un convegno internazionale tenutosi a Como, senza però
arrivare a soluzioni concrete.
mortalità cardiaca in calo. Tra
la fine degli anni '60 e l'inizio degli
anni '70 si è verificata una riduzione
della mortalità per le malattie cardiovascolari legate all'aterosclerosi.
Lo nota un rapporto dell'Istituto superiore di sanità.
10 ANNI DOPO CERNOBIL. In tutto il
mondo si è ricordato l'anniversario
dell'incidente del 26 aprile 1986
quando a CernobiI, a 120 km da
Kiev, alle ore 1,23 è esploso durante
un esperimento il reattore nucleare
n. 4, in funzione da appena due anni. CernobiI e la vicina Pripjat furono
investite da esalazioni gassose e da
una pioggia di materiali roventi (6-7
tonnellate), fortemente radioattivi.
La stima minima di radioattività dispersa è stata di 90 milioni di curie:
100 volte l'inquinamento prodotto a
Hiroshima e Nagasaki.
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 3 MAGGIO IqqM^ERI
«Or il Dio della
pace che in virtù
del sangue del
patto eterno ha
fatto risalire dai
morti il grande
pastore delle pecore, il nostro Signore Gesù, vi
renda perfetti in
ogni bene, ajfinché facciate la
sua volontà, e
operi in voi ciò
che è gradito da
vanti a lui, per
mezzo di Gesù
Cristo; a lui sia la
gloria nei secoli
dei secoli. Amen»
(Ebrei 11, 20-21)
«Usciamo quindi
fuori dall’accampamento e andiamo a lui pòrtando il suo obbrobrio. Perché non
abbiamo quaggiù
una città stabile,
ma cerchiamo
quella futura. Per
mezzo di Gesù,
dunque, offnamo
continuamente a
Dio un sacrificio
di lode: cioè, il
frutto di labbra
che confessano il
suo nome. Non
dimenticate poi
di esercitare la
beneficenza e di
mettere in comune ciò che avete;
perché è di tali
sacrifici che Dio si
compiace.
Ubbidite ai vostri
conduttori e sottomettetevi a loro,
perché essi vegliano per la vostra
vita come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con
gioia e non sospirando; perché ciò
non vi sarebbe di
alcuna utilità»
(Ebrei 11, 13-17)
MINATORI DI DIO
Nel protestantesimo la santificazione è paragonabile a una
percorsa di infiniti cunicoli, dalla quale sono state estratte
immensa miniera
molte ricchezze
GIUSEPPE PLATONE
La via che Dio ha scelto per
entrare in dialogo con noi è
la via della croce: la via contraddittoria delja debolezza e delremarginazìone. Questa via è
stata confermata dalla stessa risurrezione di Cristo. Il patto è
pienamente valido perché Cristo
lo rende vivente e attuale con la
sua stessa presenza: non ha bisogno di successori come gli antichi sacerdoti, né di mediatori,
né di caste che lo aiutino a svolgere o addirittura sostituirlo nei
suoi compiti presso Dio. I credenti, in qualunque luogo e circostanza, sono i suoi primi collaboratori: si raccolgono nella
chiesa che vive di questa sua vittoria sulla morte. Una vittoria
iniziale che era già racchiusa nel
battesimo quando Cristo si identificò con coloro che cercavano
la propria salvezza non dentro di
loro ma fuori, nel Dio dei patriarchi e dei profeti. Cristo, ultimo grande sacerdote, ultimo
mediatore: egli è in mezzo, rappresenta l’umanità presso Dio e
rappresenta Dio presso l’umanità. È l’unico che può indicarci
il passaggio a Dio, verso il vero
Preghiamo
i Signore, hai detto:
Finché sarete pél mondò
avrete paura. i '
Non pretendi persone forti
che non conoscano timori. ,
Tu stesso una volta hai detto: ho paura.
Ma poi hai percorso quel cammino
davanti al quaie eri preso da timore.
Hai affidato te stesso ed ogni timore
nelle mani di Dio.
E^i ti guidava.
* Aiuta anche me, o Dio,
^ a non irrigidirmi cóntro la paura,
. ma ad accogiieria docilmente;
vo^io affidarmi a te . ,
insieme a tutti i miei timori.
Donami la pace.
Così ritrovo fotaà per il mio cammino,
tranquiffità ha tanti affanni,
terreno solido per i ndei passi
e una meta precisa, la tua, davanti a me.
Tu hai detto, a nostro conforto:
lo ho vinto il mondo.
Questo mondo è piccolo, Signore,
m sei immenso. '
• lói^Zinlc
(da Come pregare, Claudiana, p. 229)
santuario spirituale la cui proprietà non può essere accampata da nessuna religione perché
Cristo supera i confini coiifessionali. Il passato: Tinsegnamento,
il processo, il supplizio, l’assassinio in croce, la morte, la risurrezione. Il presente: l’intercessione per noi nei confronti di Dio.
Cristo condivide la nostra umanità, fatta di malattia, incorerenze, gioie, crolli, rinascite, e partecipa alla divinità di Dio. Infatti, egli è andato sino in fondo
nello svolgere il compito ricevuto, sino alla morte in croce. Era
necessario? Non si può dimostrare la necessità del sacrificio
di Cristo: in ogni caso, esso
inaugura una logica diversa rispetto a quella conosciuta in
Israele del giorno dell’espiazione. Lascia comunque perplessi il
fatto, per esempio, che la mano
di Abramo sul monte Moria fu
fermata dall’angelo di Dio mentre stava per uccidere Isacco; al
contrario, sul Golgota, il sacrificio non si interrompe.
Accettiamo il fatto che il Dio
di pace voglia mostrarsi sotto
questa forma, e constatiamo, allo stesso tempo, come in duemila anni di cristianesimo si sia
fatto di tutto, nei confronti di
questa forma di debolezza e di
fallimento tipici della cristologia
del Nuovo Testamento, per
svuotare, trasformare in gloria,
potenza, dominio delle anime
ciò che originalmente aveva ed
ha un significato di servizio,
nonviolenza, umiltà, dolcezza,
apertura verso ogni persona, povertà.di mezzi e di strutture.
L’attualità del messaggio di Cristo, troppo spesso soffocato,
manipolato, strumentalizzato
non ha scadenza perché Cristo è
risorto. È presente. La risurrezione inquadra il messaggio del
«grande pastore» in una prospettiva di attualità ed eternità.
La prima conseguenza di
questa risurrezione è, per i credenti, di tipo etico. Non siamo
invitati solo a contemplare la
gloria di Dio ma a lasciarci rendere idonei, adatti per compiere
la volontà di Dio. «Il nostro Signore Gesù vi rènda perfetti in
ogni bene»; c’è qui l’eco del Sermone sul Monte (Matteo 5, 48),
la proposta di un’etica straordinaria, eccezionale. Non lo sforzo prometeico di diventare dio
ma lasciarsi afferrare da colui
che è stato salvato perché salvasse gli altri. La vittoria non è
stata solo di Cristo. Può anche
essere la nostra vittoria; il suo
destino è legato al nostro, la
perfezione nella fede è preceduta da colui che è stato perfetto e
che ci apre la strada della santificazione personale.
Il protestantesimo, pur con
tante contraddizioni e accenti
diversi, ha percorso il cammino
della santificazione dei credenti.
La santificazione personale si
fonda sulla Grazia giustificante
di Dio. L’invito conclusivo della
Lettera agli Ebrei è, in buona sostanza, un invito ad agire. Non
per cooperare alla salvezza ma
agire come risposta concreta alla salvezza già ricevuta. Qui sta
anche il cuore della nostra spiritualità. Non il superattivismo interessato o la pura contemplazione ma una vita cristiana organizzata, senza esaltazioni né
eccessive depressioni, per rispondere ogni giorno all’incontro con la Grazia di Dio.
La lettera agli Ebrei ci invita a
praticare la giustizia, l’amore
fraterno, la condivisióne non
puntando sulle nostre sole forze,
spesso discontinue e inaffidabili,
ma sulla forza di iCristo vivente e
presente nella comunità che
conduce, se ascoltato, come il
vero, buon pastore. Il plurale che
viene usato in questa esortazione ci ricorda che la santificazione non è solo lotta personale ma
collettiva. I fratelli e le sorelle sono anche loro, come lo sono io,
in cammino verso Dio, spinti
dalla sua Grazia. La fede è questo cammino di santificazione.
È, in altre parole, il riuscire ad
attraversare ogni situazione
umana, fisica e spirituale, senza
perdere il contatto, il rapporto
con la parola di Dio. Non ci sono
luoghi sacri, o gruppi particolari
di persone che hanno relazioni
privilegiate con la divinità. Afferrandoci e accompagnandoci, la
parola di Dio libera ciascuno da
ogni forma di schiavitù, sgombra
il campo dagli idoli e pérmette
un confronto continuo con Dio:
da quest’ultimo confronto scaturisce uno stile di vita che ama
e perciò yuole esprimere azioni
concrete. La santificazione personale non aspetta il benestare
dell’autorità umana, qualunque
essa sia, ma vuole collocarsi direttamente sotto l’autorità di
Dio. Le cose possono coincidere
ma possono anche divergere.
Questo spiega forse un po’ l’imsibilitài ■
possibilità per il protestantesimo
di presentarsi di fronte al mondo
come un fronte unico, coeso.
forte anche politicamente. In
realtà la santificazione nel protestantesimo è paragonabile a un
immensa miniera, percorsa di
infiniti cunicoli: molti di questi
sono itinerari personali perché
non è sempre possibile (o peggio
non lo si vuole proprio) lavorare
insieme: spesso si procede in parallelo, altre volte si prendono
direzioni opposte.
C’è anche chi rimane alla superficie e chi va in profondità:
da questa immensa miniera, durante la sua lunga storia, sono
state estratte molte ricchezze
che da tempo sono in circolazione. Ne ricordo alcune: la centralità di Cristo, unica via che conduce a Dio; la centralità della
Parola biblica: la Grazia giustificante; la libertà del cristiano che
non divide la mente dal cuore,
né la*responsabilità dalla gioia
della vita. La miniera non è
chiusa. Le ultime estrazioni riguardano la spiritualità, il bisogno cioè di dare maggiore spazio
a Dio nella vita del credente. La
ricerca continua: il progetto del
lavoro che si svolge quotidianamente nell’immensa miniera del
protestantesimo ha lo scopo di
rendere vivibile questa vita che
per molti non ha senso. Mettere
in circolo nuove riflessioni, nuovi pensieri che permettano di
sentirsi accettati, amati da Dio.
Non basta lavorare.
Occorre capire per chi lavoriamo e a cosa serve il nostro im- '
pegno. Stordirsi con l’attivismo
per alcuni può essere una soluzione che vale esattamente
quella di nutrirsi solo di continue distaccate osservazioni o
contemplazioni. C’è sempre più
gente informata e disimpegnata.
Raggiungere l’equilibrio tra fare
e pensare, tra amore di sé e
amore per gli altri, tra disponibilità e riservatezza, tra dare e ricevere è la sfida che ci sta di
fronte. È più facile io squilibrio,
ovvero schierarsi tutti da una
parte o dall’altra. Cosi come è
difficile vivere la propria fede in
prima persona senza farsi mettere il guinzaglio da nessuno ma
affidandosi solo al «grande pastore». In questa quotidiana difficoltà di essere ciò in cui crediamo la fede si irrobustisce, diventa sempre più adatta a compiere le opere che sono gradite
al Signore della storia. Minatori
di Dio, un lavoro pesante, infinito, a volte pericoloso, ma senza
quei «minerali» la vita perde il
suo significato più vero.
Note
omiletiche
Prima di chiudere dek.
nitivamente la propriaU
tera ai cristiani di orinii
ebraica, l'autore scon
sciuto (Apollo, Paolo L
ca, Barnaba, Giuda?)*!
questo scritto ne riassuif
in poche parole anche
senso. Una sorta di «=
sract», di sintesi finale
queste poche parole fiii
c'è tutto. Forse è per q,
sto che frasi cosi lapida
entrarono facilmente
Paolo in questo era mà«;i
stro, nel linguaggio liW
gico della chiesa primitJ
Con poco si diceva-molte
E quello che è scritto pr|,l
ma altro non è che la spie
gazione e l'approfondj.
mento di quello chequi j
chiusura della lettera,è
affermato/
Il testo che esaminiamo
si apre con il «Dio dellj
pace», espressione rarj
nella letteratura giudaici
ma che avrà grande forj
na nelle lettere di Paolo,
Risuona qui l'antica eco
della benedizione sacer-i
dotale insegnata a
«Il Signore ti benedicaeii
protegga! Il Signorefac
eia risplendere il suo volt
su di te e ti sia propizio!,.
Signore rivolga verso di te
il suo volto e ti dia la pace!» (Numeri 6, 24-26).ll
riferimento all'AnticoTestamento continua co«
l'immagine del saCrifitìp
di sangue. I sacrifid cruenti che caratterizzavano!
ipwgr
- ■ mrr.
erizi
piem
pista
\0tiero
" ìa Harte
rda
antichi rituali patriarcali
che ne
ïi tradizf
: di èsse:
';i8ta è 1
¡ènte, £
-'datalo
Ì#togi
;; nati, c
«Sapp'
vengono superati dall'iil
timo sacrificio volontario
di Cristo.
La nuova alleanza si
sa su un sacrificio e un significato diversi. La differenza tra ciò che è statoe
ciò che è risiede nell'attodi Dio che fa risorgere Ge- i.
sù Cristo, il «grande pasto-,
re», l'ultimo sacerdote,
Egli non è come Mosèclie
fece uscire il popolo dal
mare ed è paragonato
un pastore del suo grsgg
(Is. 63, 11), né vuole inaugurare una nuova periodica espiazione dei peccai’
trascorsi (Levitico 16) anzi
l'azzera. Con Cristo cambia la qualità del rapporto
con Dio, non il sacrificiodi,
altri ma il sacrificio volontario di Cristo che andari;
do sino in fondo nel conv;
piere la volontà, di Dio, la:
illustra al mondo.
Unica via a Dio, Cristo;
coinvolge di rettamente J:
credente che inizia cosi
un suo personale caminino di perfezione. Il verbo
«vi renda perfetti» introduce il lettore in questa
nuova dinamica di vita
dove la trasformazione®
sé, nel confronto continuo con la Parola, diventa
requisito essenziale non
solo per mettere in pr^
ca l'Evangelo ma anchtj
per capirlo sempre meglio. Per vivere
nemica della fede occorrO;
lasciarsi afferrare, coinvolgere dalla volontà
Dio. Frapporre ostacoli a
questo coinvolgimento s
gnifica sciupare la propr
esistenza. Ed è un pe®'
to. Forse il maggiore.
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già segnalati lo ^t:oriO
mero sempre in d®®
pagina .vale la pen® ^
una ricerca sul verbo
co «katartìsai» («vi te
perfetti») che ricorre
dozzina di volte nel
vo Testamento: è
leggere la yo« ¡¿eidel
(W. Foerster) sul
Nuovo TestamenW,
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di perfezione, che è
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Un dossier della rivista «La scuola domenicale» ci presenta un problema sul quale è aperta una discussione
LA FAMIGLIA TRA CRISI E RIVALUTAZIONE SOCIALE
/ processi sociali hanno cambiato profondamente il modello tradizionale di famiglia il cui ruolo oggi viene
rivalutato nelle politiche dei governi e nei programmi dei partiti. Ma qual e ia realta.
i
laminiamo
pio delia
ione rara
! iprpgrammi dei due principali
^^ramenti politici si sono ca^Herizzati per l’attenzione al
mvblema della famiglia. Anche
«La scuola domenicale»
%¡gñero 3 del 1996) ha dedicato
¡avarie monografica allo stesso
•tM. Na riprendiamo l'articolo
■ irdante l’aspetto sociologico.
RITA GAY________________
La famiglia è sempre
più soggetta a processi
che ne modificano il modello
;gj(dizionale ritenuto "norroale". Sembra che il concet■"'«§ tedi “normalità” non possa
giudaica c: pjh essere applicato alla faide fortp|' n a un suo aualunoue
di Paolo,
íntica eco
me sacera a Mosé;
nedkaed
inore fac
suo volto
iropizio!
/ersodi .
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24-26), Il
tnticoTe.;
inua co»
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iti dall'iil'olontario
inza sibao e un si. La diffeì è stato t
! nell'atto
^ ^lia 0 a un suo qualunque
di essere. Dunque,
j^jigppure ai modi di educare e
l’essere del bambino». Que■‘!*stà è la fotografia del pre: sente, quale ci viene mostrata
datino dei più accreditati so?tìfll0gi italiani, Pierpaolo Do; nati, coordinatore dei vari
J.vEapporti» sulla famiglia in
fitta, redatti neH’ambito del
f^iiÜBntro internazionale studi
galla famiglia (Cisf).
g'; Come mai si è giunti a questa Situazione? Quali sono i
jitocessi» che stanno modi, .picando il modello tradizioÌ naie o «normale» della famiglia? Naturalmente per ri" spendere a queste domande
■ sarebbe necessario scrivere
¿ V un trattato; questo perché la
il'vStòria dei mutamenti familia■gereGe- t ^ ri è intrecciata a quella dei
Ho nactn. ___--li___
ide pastoicerdote,
Mosè che
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jote inaua periodiai peccati
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^iWori economici, sociali, po|iid« culturali che, con le loro
jàsfarmazioni, giustificano e
Ibonfermano certi modelli
piuttosto che altri e mettono
noto trasformazioni anche rapide e radicali...la maggior parte di noi è
nata e cresciuta in una famiglia che viene denominata
«nucleare». Ma alle nostre
?^alle, e davanti a noi, ci sono altri tipi di strutture familiàri.
La famiglia nella storia
e nel presente
Proviamo a fare una fotografia del passato. Sappiamo
che le famiglie considerate
«normali» (e rispetto alle
.quali la famiglia di oggi
. avrebbe costituito un’ano, tnalia) erano soprattutto;
- la famiglia estesa, cioè
^costituita da un’unità coniu-gale con uno o più parenti
conviventi (della stessa o di
^tra generazione);
- la famiglia multipla, formata dalla convivenza di due
o più unità coniugali (come
sopra):
- la famiglia complessa, risultante dell’insieme di famiglie estese e multiple.
Ma, per una serie di processi e di trasformazioni socio-economiche, anche questi tipi tradizionali di famiglie
hanno subito una loro «denormalizzazione», dando
luogo all’imporsi del modello
di famiglia nucleare: una sóla
unità coniugale. Un cambiamento enorme, gravido di
conseguenze, anche sull’educazione dei bambini.
Per la fotografia del futuro
che cosa abbiamo iij vista?
Anzitutto si parla di famiglia
nucleare anche quando la
coppia coniugale non ha figli
o quando la famiglia è costituita non da una coppia, ma
da un genitore con figlio (o
con i figli). In effetti si assiste
a una frammentazione ulteriore della famiglia nucleare, con aumento delle famiglie a un solo componente, a
un solo genitore, e anche delle convivenze omosessuali e
delle aggregazioni provvisorie, con o senza bambini.
D’altro canto è presente (e
sta aumentando anche in Italia) il fenomeno delle cosiddette «famiglie ricostituite»,
cioè risultanti dall’unione incrociata di componenti (adulti e bambini) di famiglie
in cui si è avuto un divorzio
precedente. Cosi un bambino può trovarsi ad avere come riferimento due famiglie:
una nella quale la madre vive con un nuovo partner
(ed eventuali figli) e un’altra
in cui il padre vive con una
nuova compagna (ed eventuali figli). Gli psicologi stanno studiando gli inevitabili
riflessi di questa situazione
sulla crescita dei bambini.
Questa nostra famiglia
Per il caso che ci stia mancando il terreno sotto i piedi,
torniamo alla nostra famiglia
nucleare che è pur sempre
qui presente, e cerchiamo di
capire che cosà la caratterizza; così forse potremo comprendere meglio anche i cambiamenti che incalzano. Che
cosa ha di particolare questa
nostra famiglia, che finora ci
appariva «normale», rispetto
alle forme del passato?
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È molto semplice. Rispetto
al passato, il fattore che maggiormente indica l’enorme
cambiamento avvenuto è
quello relativo al «come si
decide di essere coppia». Infatti il progressivo affermarsi
del principio della «libertà di
scelta» delle singole persone
ha portato a far emergere
nna differenza cruciale rispetto alle modalità che in
epoche precedenti portavano al matrimonio. In passato
tutto ciò che riguardava la
coppia e il matrimonio era
una faccenda di tipo economico e sociale, gestita per lo
più dai parenti o dal gruppo
di riferimento, e la relazione
affettiva poteva avere solo un
valore strumentale: in sostanza era indifferente che la
realizzazione affettiva ci fosse (il suo ambito era piuttosto quello della clandestinità). Ora invece è questa relazione che balza in primo
piano (non che non esistano
matrimoni di interesse, ma
sono gestiti personalrneiite
dai protagonisti). Ciò significa che la coppia si fa «norma
a se stessa», si autodetèrmina; decide di instaurare una
relazione, stabilisce le pror
prie norme di comportamento, il proprio progetto, fa
riferimento a propri valori.
Questo è stato un cambiamento enorme, che ha portato a dare preminenza al
«codice affettivo» (cioè alle
comunicazioni affettive interpersonali) rispetto ^ codice «contrattuale» insito nel
matrimonio.
A noi oggi questo aspetto
appare giustamente positivo;
la libertà di scelta, l’autoresponsabilizzazione, l’approccio condiviso e paritario alle
decisioni circa il futuro ci
sembrano valori ormai indiscutìbili, collegati al diritto di
essere considerati persone
che si autodeterminano, nel
rispetto dell’altro come persona. Forse un ipotetico
membro di una famiglia
complessa ravviserebbe in
tutto ciò la perdita dei valori
fondanti l’identità sociale
delle persone, l’appartenenza
al gruppo, la'Cooperazione al
bene comune. Naturalmente,
erano altri tempi! Ci sono
però dei risvolti di questa situazione che appaiono meno
positivi, che stanno già mostrando i loro effetti, e che
quindi potrebbero, in futuro,
aggravare la situazione.
Che cosa c'è che non va?
Infatti se «tutto va bene»,
se i diritti della coppia a considerarsi tale sono frutto di
autodeterminazione, come
mai sono in aumento separazioni e divorzi? E come mai
da questa coppia così,,responsabilmente voluta nasce
spesso una famiglia «in disagio», quando non «a rischio»?
Procedendo ancora per fotografie, sono state individuate
alcune ragioni alla base della
situazione presente.
i) La neocoppia catturata
dai fantasmi
Proprio la coppia che si
sceglie liberamente, e che
quindi pone in primo piano
la comunicazione affettiva,
nutre altissime aspettative su
questo piano: aspettative di
scambio, di empatia, di intimità, di comprensione reciproca totale, di risposta piena
e immediata a una serie di bi, sogni emotivo-affettivi...
Questo «mito di fusione» non
può che cadere a contatto
con la realtà, anche perché
ciascuno dei partner ha dentro di sé, a livelli profondi, il
vissuto della propria famiglia
di origine (il cosiddetto «fantasma» di famiglia) che agisce potentemente sui rapporti con il partner, complicando i problemi di comunicazione su tutti i piani.
Le difficoltà che insorgono
possono essere risolte (in
tempi lunghi) solo se entrambi i coniugi si impegnano in
un lavoro di «negoziazione»
che insegni loro, poco alla
volta, come due persone possano diventare coppia: quali
spazi e distanze possano rispondere sia ai bisogni di intimità, sia a quelli di autonomia personale: come si possa
dare e ricevere, condividere il
senso del limite proprio e altrui, tollerare le differenze,
promuovere sempfe nuova
reciprocità nel difficile «contratto» tra le proprie diversità
su tutti i piani... Ma spesso
questa negoziazione non avviene, e la rottura del legame
appare l’unica soluzione possibile, per una sorta di mancanza di fantasia e di fiducia,
nelle proprie risorse e in
quelle dell’altro.
2) Lafarniglia che si autoregola, spesso non regola
Nella nuova famiglia, che si
costruisce per scelta e si definisce come sfera privata, con
proprie regole e propri valori,
c’è indubbiamente un’attenzione alla persona. Non solo,
reciprocamente, alle persone
dei coniugi, ma anche e soprattutto ai figli. Data la minore ampiezza della famiglia
nucleare rispetto a quella
estesa, c’è quest’altro grosso
cambiamento: le relazioni
genitori-figli diventano centrali, intense, coinvolgenti.
Ma proprio per questa minor
ampiezza e maggiore concentrazione affettiva, le relazioni diventsmo estremamente cariche e a volte anche potenzialmente dannose.
La famiglia diventa il centro focale di riferimento per
l’identità dei singoli e soprattutto dei figli. Il ruolo dei figli
è centrale: essi hanno il potere di confermare o smentire
le capacità educative dei genitori. E la famiglia si pone
come scopo la loro «autorealizzazione».
Come pensa di raggiungere
questo obiettivo? Attraverso
un affinamento contìnuo della comunicazione (motivare,
parlarsi, ascoltarsi, spiegare,
farsi spiegare...) che va spesso a scapito della «responsabilizzazione». Secondo alcuni
autori, anzi, c’è stato un vero
e proprio «ribaltamento del
modello normativo in un
modello comunicazionale»
che però non appare in grado
di fornire criteri, efficaci di
comportamento. Di conseguenza questo vuoto normativo è spesso occupato, in
maniera pervasiva, dai ftiass
media e da altre entità extrafamiliari, in genere non in
sintonia con i valori professati dal contesto familiare.
3) Lafarniglia che si autoregola, spesso si autoisola
Che ci sia un disagio diffuso all’interno delle famiglie è
testimoniato (oltre che dai
fatti di cronaca) da vari fattori, che riguardano sia le difficoltà relazionali interne al
nucleo, sia i rapporti del nucleo con la società che lo circonda. Rapporti spesso nulli,
o puramente formali e burocratici, 0 intesi come «presa
di possesso di ciò che ci spetta» e nulla più.
Una vita familiare che privilegia i fattori di benessere e
di riuscita, che mira alla realizzazione di sé e dei figli come conferma di un proprio
valore intrinseco, nón può
reggersi su se stessa senza
far i conti con il terreno sociale reale su cui viene a impiantarsi. La famiglia nucleare di oggi sa davvero
confrontarsi attivamente
con i rischi e le sfide che la
circondano, sa davvero aiutare i suoi membri ad assumersi le proprie responsabilità in mezzo agli altri? Pare
di no: essa è stata definita,
pochi anni prima che la crisi
economica si facesse pesante, «una piccola isola a benessere crescente». Una fotografia che ci a'wüisce.
Il fatto di essere sorta sulla
base del principio della libertà di scelta, applicato al di
sopra dei criteri di interesse
collettivo, ha promosso le sue
capacità di sviluppo sul piano affettivo e comunicativo:
ma ha anche prodotto un’accentuazione delle dimensioni
di isolamento, di privatizzazione di attenzione al soggettivo, a scapito della responsabilizzazione nel sociale. C’è
un’altra fotografia per tutto
questo; la personalità fragile
di molti dei nostri figli.
È sicuramente necessaria
una nuova sintesi da raggiungere in tutti i campi, che ci
aiuti a coniugare soggettività
e comunità, comunicazione e
responsabilità, attenzione alla persona e solidarietà nel
sociale.
La famiglia postnucleare
ancora sfocata
La famiglia «soggetto sociale»: questa è la definizione
che oggi sentiamo esprimere
da più partì, non tanto còme
ricònoscimcnto guanto come
una rivendicazióne di diritti
(e doveri). Oggi si delineano
prospettive verso un tipo di
famiglia «postnucleare» che
diventi capace di aprirsi sul
sociale, che prenda coscienza
delle proprie risorse e responsabilità per affrontare i
disagi che già la attraversano
pesantemente e di cui fanno
le spese soprattutto i membri
più fragili: i bambini, gli adolescenti, gli anziani.
Da molte parti, come via di
mediazione per uscire dall’
isolamento viene proposto il
cosiddetto «modeUo di rete»,
cioè forme di collegamento
tra famiglie che agiscono in
solidarietà per un miglioramento della loro stessa qualità di vita, ma anche (ed è
una dimensione da non dimenticare) per affermarsi come interlocutori reali ed efficaci, convinti e preparati,
nella partecipazione al dialogo tra politici, amministratori
e comunità locale.
Vorrei sottolineare che
quando si parla di questa
nuova soggettività sociale
' della famiglia non si pensa a
una particolare struttura familiare: qualunque sia la
molteplicità delle forme che
il nucleo familiare può assumere, qualunque sia la sua
organizzazione interna o la
fisionomia che presenta all’
esterno, essa è ugualmente
chiamata a essere e a viversi
come soggetto sociale, in un
delicato equilibrio tra diritti e
doveri che può essere costruito solamente attraverso
l’apporto di tutti.
Emarginare tipi di aggregazione familiare che non ci
piacciono, a cui magari non
riconosciamo neppure l’appellativo di famigUe, significa
autoemarginarsi, rompere la
«rete» prima ancora di averla
costruita, porsi fuori della
storia ostinandosi a mitizzare
qutdeosa che forse sta finendo di esistere, e che comunque non ha in sé nulla di
eternamente o universalmente valido.
4
PAG. 4 RIFORMA
. V
VENERDÌ 3 MAGGIO
19
Riunito a San Gallo (Svizzera) il Comitato comune della Kek e del Ccee
Verso il secondo Raduno ecumenico europeo
L'incontro di Graz (Austria) avrà per tema «Riconciiiazione - dono di Dio,
sorgente di vita nuova». Il Comitato comune lla preparato sei sottotemi
Il Comitato comune della
Conferenza delle chiese europee (Kek) e del Consiglio
delle Conferenze episcopali
europee (Ccee) ha tenuto la
sua riunione annua a San
Gallo (Svizzera) dal 14 a 16
marzo scorso. Hanno presieduto l’incontro il cardinale
Vlk, arcivescovo di Praga, e il
rev. John Arnold, decano di
Durham (Inghilterra).
Questa riunione comunitaria di rappresentanti delle
varie chiese europee si rivela
di anno in anno sempre più
arricchente e conferma la
sua necessità. Quest’anno, le
discussioni hanno affrontato
due temi in particolare: la
preparazione del secondo
Raduno ecumenico europeo,
che si svolgerà a Graz (Austria)' nel giugno 1997, sul tema «Riconcfliazione - dono
di Dio, sorgente di vita nuova», sotto la responsabilità
della Kek e del Ccee, e un
rapporto del Comitato comune delle due organizzazioni sul tema: «L’IsIam in
Europa». Questo comitato si
è riunito nuovamente a fine
marzo a Sofia (Bulgaria).
I dibattiti sull’evoluzione
nell’ex Jugoslavia sono stati
segnati da una grande preoccupazione di fronte a quello
che sta succedendo a Saraje
II primo raduno ecumenico europeo di Basilea nel maggio 1989
vo. Il Comitato comune ha
esaminato le iniziative della
Kek e del Ccee e ha affermato
ancora una volta di essere
pronto a mantenere il dialogo
tra le parti in conflitto. I partecipanti, hanno espresso il
loro rammarico per l’assenza
della Commissione di dialogo
della Chiesa ortodossa serba,
che era stata invitata a San
Gallo e che ha dovuto annullare la sua partecipazione
all’ultimo minuto a causa degli eventi di Sarajevo.
Per quanto riguarda il secondo Raduno ecumenico
europeo,- i partecipanti si sono trovati d’accordo sulle
grandi linee del programma,
che comprendono un programma di dialogo con tutti i
partecipanti al Raduno, ùn
programma specifico per i
delegati delle chiese europee
e delle Conferenze episcopali, e un programma culturale.
Sul tema del Raduno, sei sottotemi permetteranno ..di
trattare diversi aspetti, attraverso forum e gruppi di lavoro: 1) ricerca dell’unità visibile della Chiesa; 2) dialogo con
le religioni e le culture; 3) ricerca della giustizia sociale e
lotta contro la povertà; 4) riconciliazione tra i popoli; 5)
nuova prassi ecologica che si
faccia carico delle future generazioni; 6) dialogo con altre regioni del mondo.
Al Raduno sono attesi 700
delegati delle chiese europee
e delle Conferenze episcopali, nonché rappresentanti di
altre organizzazioni che collaborano con la Kek e con il
Ccee. Elementi particolari
del prograirima sono previsti
per ognuno di questi gruppi.
In questa prospettiva, il Comitato comune ha discusso
e accettato orientamenti
specifici per la partecipazione delle donne. Per permettere la partecipazione di
chiese e di regióni d’Europa
più povere, il Comitato ha
chiesto alle chiese di contribuire ad un fondo di solidarietà Kek/Ccee. (bss)
Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
La Chiesa presbiteriana del Togo conta 130.000 membri
La Chiesa evangelica presbiteriana del Togo è stata
evangelizzata dalla missione
di Brema che si era installata
nel Ghana nel 1847. Esistono
tuttora stretti legami tra le
chiese evangeliche del Togo
e del Ghana, grazie alla missione di Brema. Il primo villaggio togolese è stato raggiunto nel 1893. Nel 1993 è
stato quindi celebrato il centenario di questo evento nonostante una situazione sociopolitica incerta. Nel 1922,
la missione di Parigi è subentrata alla missione di Brema.
Nel 1958 la chiesa diventò
autonoma.
L’anno 1963-64 coincise
con un grossissimo sforzo
della chiesa, non solo per annunciare l’Evangelo dove
non era stato ancora annunciato ma anche per rinnovare la comprensione delTEvangelo e per fare di ogni casa dove abita un cristiano un
luogo di culto e di annuncio
dell’Evangelo.
Organizzazione
delle donne
La chiesa dispone di vari
centri in ambito rurale e urbano dove mette in atto una
politica di sviluppo sanitario, agricolo ed educativo;
viene compiuto un grande
sforzo a favore dei bambini:
solo a Lomé ci sono circa 150
monitori e monitrici. L’organizzazione delle donne per
la lettura della Bibbia, Bibliahabobo, vuole aiutare le
donne cristiane o pagane
nelle loro attività: la testimonianza portata dalla preghiera e dallo studio della Bibbia
è molto importante.
Un dipartimento femminile che raggruppa la federazione delle associazioni femminili della chiesa e il collettivo protestante delle donne
per lo sviluppo e la solidarietà (in sigla Copfedes) è
impegnato nello sviluppo
delle donne per una migliore
promozione della vita della
donna togolese.
Il logo delle Assise della Cevaa a Ton’e Pelllce (24 giugno-4 luglio) è
stato realizzato dalla Chiesa evangelica presbiteriana del Togo
Situazione della chiesa
Nel, 1994 si contavano
130.000 membri di chiesa,
478 parrocchie o luoghi di
culto, 101 pastori e 155 catechisti (contro 160 nel 1990).
La formazione è assicurata
dalla scuola biblica di Atakpame (17 studenti). La facoltà di teologia di Yaoundé
(Camerún) conta un po’ meno di dieci studenti togolesi.
Altri studenti studiano teologia in Europa o negli Stati
Uniti. Infine uno studente
segue l’insegnamento della
Scuola di traduzione di Accra
in Ghana. Ogni anno, per
una settimana, i pastori e i
catechisti della chiesa si ritrovano per un seminario di
aggiornamento.
I protestanti togolesi sono
riuniti in un Consiglio cristiano al quale appartengono
le Assemblee di Dio, la Chiesa awentista, la Chiesa battista, la Chiesa evangelica, la
Chiesa luterana (concentrata nel nord del paese), e la
Chiesa metodista. Di recente
un comitato ecumenico per
l’azione e per il servizio
(Coas) è nato in seguito alla
democratizzazione del sistema politico togolese, onde
seguire, educare e formare i
cittadini a individuare meglio i loro doveri e i loro dirit
ti in una democrazia in
quanto credenti. Questo lavoro viene svolto con l’aiuto
della Ceta (Conferenza delle
chiese di tutta TAfrica). Oggi
va avanti con la collaborazione della Chiesa cattolica e
delle chiese protestanti delle
Assemblee di Dio, metodiste,
evangelica presbiteriana e
con i musulmani.
La Chiesa evangelica presbiteriana del Togo è membro delTAlleanza riformata
mondiale (Arm), della Conferenza cristiana per la pace
(Ccp), della Conferenza delle chiese di tutta l’Africa (Ceta), della Cevaa, del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec). Lavora anche in collaborazione con la Norddeutche Mission Gesellschaft, con
la United Board for World
Ministry (Usa) e con l’Alleanza biblica del Togo.
Servizio e condivisione
La Chiesa evangelica presbiteriana del Togo gestisce
91 scuole elementari, per
533 classi con un totale di
26.747 alunni, 606 insegnanti, e 3 scuole medie con 975
alunni a Lomé, 933 a Kpalimé e 215 a Tado.
L’assistenza sanitaria si
svolge in 3 dispensari (Notsé,
Lomé e Farendé maternità),
un òspedale a Agou, e 3 cen
tri di sviluppo mrale a Notsé,
Danyi e Vogan. A Kativu esiste un Centro di medicina
preventiva.
Sul piano della comunicazione, il giornale trimestrale •
«Le Cor» (1.000 copie) sta per
diventare bimestrale. Per la
Chiesa presbiteriana la radio
è un mezzo di comunicazione importante: è responsabile di una trasmissione quotidiana di 5 minuti e di una
trasmissione settimanale alla
televisione. Una tipografia
permette di pubblicare libri
in francese e in Eìve (Edizioni
Haho). Una libreria evangelica mette a disposizione del
pubblico una serie di libri
scolastici e universitari.
Problemi e progetti
Nel quadro dell’animazione teologica, la Chiesa evangelica presbiteriana del Togo
ha riflettuto molto su ciò che
doveva essere l’evangelizzazione: essa afferma che a par-"
tire dalla salvezza in Gesù
Cristo l’uomo, la sua vita e la
sua storia, possono essere ricreati di nuovo da Dio. La
salvezza portata da Gesù Cristo riguarda l’uomo nella sua
interezza: pertanto l’Evangelo deve lanciarsi alla conquista di tutti i campi della vita
degli uomini; la chiesa deve
insegnare questa nuova creazione dell’essere e della vita
in Cristo in tutti i settori della
vita degli uomini.
Questo annuncio dell’Evangelo per l’intero uomo è
tanto più neccessario che i
problemi sono più numerosi:
malnutrizione, rapporti uomo-donna nella famiglia,
droga, disoccupazione. Aids,
smarrimento della gioventù
di fronte al crollo delle strutture tradizionali.
Questa situazione dà alle
sette la possibilità di estendere la loro influenza e la chiesa
cerca risposte adeguate nel
rinnovamento dei metodi di
evangelizzazione, nello sviluppo della catechesi e nella
ricerca di letterature adatte
alle differenti situazioni.
Dal M<
Guyana: il Consiglio delle chiese
si pronuncia contro la pena di morte
Co
- Il Consiglio delle chiese della Guyanai,I
I l’esecuzione, la prima dopo sei anni rìi!ll
GEORGETOWN
fortemente criticato l’esecuzione, la prima dopo sei anni,{jj
criminale. «L’applicazione del principio “occhio per q’cc]
dente per dente” (Esodo 21, 23-25) appartiene alla lego
Mosè e non rappresenta l’ideale cristiano», ha affermato!
po una serie di delitti il governo della Guyana avrebbe anin™
ciato la sua intenzione di ripristinare la pena di morte pet^
loro che sarebbero stati riconosciuti colpevoli di omicidJ
Ayube Khan, condannato per avere ucciso a coltellate uW
gazzo di undici anni nel gennaio 1990, è stato il primo di
condannati a morte ad essere impiccato. Molti sono i cristia.
ma anche gli indù e i musulmani che, in quella repubblii
multiculturale anglofona del Sud America, ritengono che in
minali devono provare le stesse sofferenze delle loro vitthng
line Si
Ila Gli
orsi SO)
lustrati
ætitti.Pi
dei «sti
delle famiglie di queste ultime. «Impiccateli presto e che BÌ
_uu:---J_ll_ 1----------:----j;-----------------1-----
abbia pietà della loro anima» è diventato uno slogan popolati nt
Tuttavia, anche se il Consiglio delle chiese della Guyana
mette che i cittadini devono essere protetti, esso affermacb ( b*
la legge che autorizza la pena di morte solleva molte contràd • ® n
dizioni: «Le passioni'che spingono una persona a commette^ v
un omicidio sono le stesse di quelle che porteranno ulteiià
mente lo stato a togliergli la vita» ha dichiarato. Per il rnnci,M tfcoSdo
delle chiese occorre trovare altre forme di castighi tali
mettere il reinserimento della persona.
Germania: il Land del Brandeburgo
sopprime la religione a scuoia
tare tua:
BRANDEBURGO — Il Land del Brandeburgo ha deciso di
stituire il tradizionale corso di religione nelle scuole pubblici»
con un corso misto di etica, di istruzione civica e di storia
religioni. Gli alunni che preferiscono un’istruzione più co
sionale potranno seguirla, fuori della scuola, al posto del nuove]
corso. Con questa legge il Land del Brandeburgo (ex Ddr) apre
una nuova battaglia sulla religione a scuola in Germania, la!
Chiesa evangelica e la Chiesa cattolica romana hanno fattoti’
corso presso la Corte costituzionale adducendo il fatto che,
condo la Costituzione federale, l’insegnamento della religit
a scuola è materia obbligatoria fin dal 1949. (Réfori
Francia: la posizione dei cristiani per la
scuola laica sull'Anno Clodoveo
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í'te’sá di
PARIGI — Al termine della sua assemblea generale il Cï(
(Chrétiens Ecole Laïque) ha inviato la seguente lettera al mÉ
stro francese della Pubblica Istruzione, François Bayrou:
nito in Assemblea generale il 24 marzo ,1996, il Cel si interrai
sul significato da dare alle commemorazioni riguardanti ilbatj
tesimo di Clodoveo; 1) Ricorda che Clodoveo era re É tsial
tribù germanica, che la Francia attuale si è costituita intf„
do altri popoli e non i soli Franchi e che l’unità nazionde Siè
creata attorno a ben altri eventi fondatori; 2) Auspica che questa commemorazione sia l’occasione di riflettere al modoii
cui si costruisce progressivamente questa unità nazionale,!
valori comuni che permettono a popoli di origini diverse divivere insieme e di diventare una nazione; 3) Ritiene inoltre che,
in quell’occasione, occorrerebbe mettere in risalto, in una prospettiva di costruzione europea, gli avvenimenti storici che |
condividiamo con altri paesi».
inicesi4
Ï tadi ur
'ida tras;
I, ma
tentai«
te del c
Romania: la Radio della Voce della Chiesa
ha smesso di trasmettere
BUCAREST — A Bucarest e a Cluj, la «Radio della Voce deft
Chiesa» ha smesso di trasmettere a partire da 1“ marzo ISM-“
Consiglio nazionale romeno per il settore audiovisivo hainfat'
ti annullato la licenza di trasmissione, contrariamente al coi
tratto che era stato concluso nella legalità e che scadeva ud
2000.116 e 7 marzo scorso, si è svolta una conferenza cristiaj®
presso la principale chiesa battista della città di Cluj, organi'
zata dai Mennoniti. Vi hannò partecipato oltre 1.250 pastoni
diaconi di chiese battista, pentecostali, dell’Esercito del Signi
re (ortodossa), e di alcuni riformati di lingua ungherese, tu®
provenienti dalla Transilvania. In quell’occasione è stato enti
sto a tutti di manifestare la loro protesta contro il Consiglio
zinnale per l’audiovisivo. Per appoggiare la loro protesta, tu"
le chiese protestanti romene hanno deciso di effettuare da!
giorni di digiuno. <
Olanda: un pastore propone
di annunciare i divorzi dal pulpito
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AMSTERDAM — «Le comunità cristiane non dovrebbero
nunciare soltanto i matrimoni dal pulpito, ma anche i divoi® ’
afferma un pastore «ri-riformato» olandese. Perché, si chieo
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la comunità manifesterebbe la sua gioia quando i suoi
si sposano e non vorrebbe sapere nulla della loro separazto®,
mentre è proprio in questi momenti che essa dovrebbe st^
loro fianco? Ma il pastore Selderhuls va oltre dichiarando cu '
suo parere, le comunità «ri-riformate», molto rigide sul nn
del divorzio, rifiutano di ammettere che certi matrimòni ^
così malandati che sarebbe meglio porvi fine. «Dove sta s^]
che Dio condanna queste persone, così infelici, a stare
me? E se la comunità si preoccupasse un po’ di più delle
coltà delle coppie, forse ci sarebbero meno divorzi».
É Russia: dimissioni del presidente
dei Consiglio per gli affari religiosi
MOSCA — Il giornalista Anatolij Krassikov, primo
del Consiglio russo per le relazioni con le organizpzio^
giose, fondato nell’agosto scorso, ha già deciso di
aH’incarico. Le sue dimissioni sono state motivate dAlj.*? ¡gja
za crescente assunta nel Consiglio da responsabili P®. ^«30*
alti funzionari. Il suo successore è già stato nominato: ® jj.
di Nikolaj Jegorov, esperto in materia religiosa, ex vic^
dattore dell’agenzia Tass. Anatolij Krassikov continuerà ^
siedete il «Comitato cristiano per l’unità dei popoli»- (»P™
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FRDÌ 3 MAGGIO 1996
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[Alcuni interrogativi su un libretto pubblicato recentemente dalla Claudiana
tome parlare della morte ai nostri bambini?
I:
L'attesa della resurrezione e le teorie sulla «trasformazione» della vita
Un argomento che spesso mette in crisi le sicurezze dei genitori
Un dossier Claudiana suH'argomento
La donna pastore e l'idea
protestante del ministero
APHIANACAVINA
EZiO PONZO
percj. i Schinuler puDoiicati
omici(^ i|ja Claudiana* nei mesi
3te unta, ^rsi sono piacevolmente il■fmodi22 lustrati e amorevolmente
1 cristiaij Lfittì/ma un esame attento
'PubbÜB ,■ ¿efiesti non può non susci' jure gualche interrogativo e
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DPrro descrive le reazioni
di un bambino, Paolo, di
fronte alla morte del suo amiàl^do. 11 linguaggio è poe^edolce e Timmagine predente è quella dei semi che
Hjoiono per dar vita ai fiori:
è'un’immagine evangelica (I
Cofftizi)- Proporre un’immagine per la morte e per la vita
nuova dopo la morte non è
facile. Anche nel caso dell’
^magine proposta qui c’è
Ta chiedersi se sia la più
Édatta: quanto è condivisibile
® altri dal bambino? Intanto, nella cultura biologica
eretta attuale, il seme non
iore affatto ma si trasforma e questi processi di trasfatpiazione vengono anche
Ipdìati a scuola. E allora? Si
potrà dire che abbiamo usato
un'hnmagine poetica.
I fefistiani hanno riposto
per secoli la loro fede nell’at
■ tesa di una risurrezione
ihid'ultimo giorno (I Tessalonicesid, 13-18): certo, si trat
, ta di un concetto non facile
■ datrasmettere a un bambino, ma questa attesa è fonda“■ lèntale nella Bibbia e fa par
dei credo; è stata ed è una
inza largamente condiBasta pensare al fatto
^n bambino nel nostro
helpaese, ricco di opere d’arte, ritroverà prima o poi da^vanti all’immagine, spesso
Pessima e altamente emofi^nante, di una resurrezione
nell’ultimo giorno, magari
scolpita sul portale di una
■diiesa antica o dipinta in un
Quadro.
ilbbiamo però anche a che
’ 1are4on certi «cristianesimi»
’othemi, in cui il Regno è oggi.
Un’illustrazione da «Paolo e la vita nuova»
Quanto, in questo ambito
culturale, è davvero ancora
condivisa la stessa speranza
di un Regno nell’ultimo ^orno? Quanto si spera invece iii
una «nuova vita» subito al di
là della morte, oggi? Non è
appunto una nuova vita subito che promette al bambino il
nostro libro? Subito forse
proprio perché il libro è attento ai bisogni immediati
del bambino? Se invece diciamo, come sentiamo dire
spesso, in un momento doloroso come la morte, «ora
stanno bene, non soffrono
più, sono in cielo», dobbiamo
renderci conto che non si
tratta solo, come dice il libro,
di una risposta formale di
adulti che non parlano volentieri di morte al bambino. Si
tratta di una risposta non cristiana ma condivisa anch’essa, perché comunissima: e
qjiesto, per il bambino, è importante.
Il modo migliore per «consolare» il nostro prossimo,
bambino o no, nel terribile
dramma della morte, si realizza nel quadro di una cultura comune. Si ha allora la
possibilità inestimabile di
poter sperare insième, se si
hanno delle speranze comuni. Nel caso di un bambino,
poter consolare dipende da
quali speranze abbiamo saputo coltivare insieme, con
tanti altri. Questo libro dà al
bambino un’immagine per
sperare; ma non si può proprio dire che sia un’immagine largamente condivisa, ed
è in conhraddizione con altre
immagini condivise da tanti.
Le «osservazioni per i genitori e gli educatori» in fondo
al libro ci rendono attenti ai
bisogni del bambino di fronte alla morte e soprattutto al
fatto che il comportamento
, degli adulti è di solito insoddisfacente. Di regola i bambini smettono rapidamente di
far domande sulla morte;
sentono che di questo argomento gli adulti non parlano
volentieri, scrive giustamente
Schindler: forse però sarebbe
stato meglio Ulustraré al lettore che cosa chiede e non
chiede un bambino, perché
alcuni comportamenti di
fronte alla morte sono davvero incomprensibili per la normalità dell’adulto, per esempio i sentimenti di colpa,
tutt’altro che rari, in seguito
alla morte di una persona cara, ben descritti nella letteratura sul lutto infantile e anche nella letteratura sul lutto
dell’adulto. Perché questi
sentimenti? Che fare? La bella storia dei semi e dei fiori
non basta più per problemi
di questo genere. E sarebbe
stato meglio dirlo.
Gli altri due volumetti
Preferisco Gesù spezza il
pane e II battesimo delfrateìlino di Stefania. Non sono
però d’accordo con una parte
delle «osservazioni per i genitori e gli educatori» del primo
di essi, dove si dice che «i
bambini trovano qui gli elementi fondamentali della celebrazione della Santa Cena
evangelica ed anche cattali
ca». Per onestà verso il bambino cattolico rimarrebbe da
narrare la mediazione sacer
dotale cattolica nella comunione. Oppure rtoarrebbe da
spiegare agli educatori perché la mediazione sacerdotale cattolica non è stata narrata, e non si tratta di una differenza di poco conto.
Un ultimo commento sul
linguaggio dei libri. Espres
sioni come «involucro», «espresso il desiderio», «protendono le loro mani», «commensali» non sembrano molto adatte per un bambino, e
così la frase, piuttosto astratta, «la morte cammina per il
mondo come un dominatore
potente». La maggior parte
del testo pero è ben concepi-to, coinvolgente e «nei panni
del bambino».
(*) Regine Schindler: Paolo e la
vita nuova; Gesù spezza il pane;
Il battesimo del fratellino di Stefania. Torino, aaudiana, 1995.
Lì INIZIATIVA deUa Claudiana di pubblicare gli
agili volumetti che vanno
sotto il titolo «dossier» si sta
rivelando quanto mai feconda. La snellezza della presentazione e il numero ridotto di
pagine nuUa tolgono alla serietà del contenuto e alla sua
completezza. Tutto questo è
particolarmente evidente nel
libro di Elizabeth Green*; ultimo apparso nella collana.
, L’argomento verte sul pastorato femminile nelle chiese protestanti, e il testo è
chiaramente destinato a un
pubblico eterogeneo, in vasta parte cattolico, che spesso guarda alle donne pastore
più come a fenomeni di attpalità per rubriche giornalistiche che come espressione
di un modo diverso di essere
chiesa e di concepire U ministero. La sorpresa nel leggerlo viene però dal fatto che
anche nell’ambito delle nostre chiese il dossier sulle
donne pastore può aprire
uno spazio vivace di discussione e di approfondimento.
Elizabeth Green riesce ini
fatti a tracciare in poche pagine ma con piglio sicuro e
competente un quadro completo che comprende l’essere
chiesa protestante in Italia, 1
punti fondamentali della
concezione protestante del
ministero, la situazione di
uomini e donne nella casa
comune e l’apporto specifico
che viene dalla presenza
femminile. Particolarmente
interessante l’aver posto la
base del ministero femminile
non solo nella comprensione
protestante del sacerdozio di
ogni credente, con la conseguente «laicizzazione» del
sacerdozio stesso, ma anche
nell’eredità del profetismo
con il suo carico di tensione
creativa.
^ Modello del ministero rimrme la predicazione di Gesù che porta una critica radi
cale ai concetti di impurità e
di inferiorità sociale che tengono prigioniere le donne.
Una parola che sempre risuona come libertà per ognuno, maschio o femmina,
e che chiama ugualmente
tqtti all’annuncio, alla missione, al servizio.
Elizabeth Green mette anche in luce con pochi tratti
ben delineati la tensione di
fondo che vibra nelle stesse
pàgine deH’Evangelo tra
apertura a novità di vita e a
libertà e necessità di mantenimento dell’ordine sociale
esistente. Priina che le chiese potessero accettare il ministerò femminile, come dice l’autrice, fu necessario.un
cambiamento nella percezione del ruolo sociale della
donna.
Oggi U ministero femminile nelle nostre chiese è evento accaduto, realtà accettata
da tutti; la presenza delle
dqnne nel pastorato sta però
portando proposte nuove
per il pastorato stesso: una
concezione diversa del modello di-chièsa non più delineato'sulla famiglia patriarcale, bensì imperniato su
ima concezione più articolata di «casa di Dio» come casa
di libertà, di condivisione, di
abolizione di ruòli prestabiliti, di messa in questione deivecchie concetto di autorità
pastorale per uno nuovo che
privilegi piuttosto le relazioni
orizzontali.
Il fatto che il libro si legga
in poco tempo non deve ingannare. Le sue pagine dense
di spunti possono alimentare
un dibattito teso a rivedere e
rinnovare tutti i rapporti interni alle comunità. L’augurio è che possa trovare lettori
attenti anche tra il pubblico
cattolico e che aiuti ovunque
a pensare al ministero in termini più ampi e più profondamente evangelici.
(*) Elizabeth Green; Perché la
donna pastore. Torino, Claudiana, 1996, pp 80 ,£ 10.000.
■
Sabato ebraico e domenica cristiana in un confronto a due voci a Napoli
Il giorno del riposo come ritorno del credenti a Dio
Film-dramma sulla pena di morte
Salvare la profonda umanità
deiruomo morto in marcia
PIETRO ROMEO
- . il ANNAMAFFEI__________
N ÉL ciclo di incontri organizzati quest’anno a Napoli dall’associazione per
I amicizia ebraico-cristiana,
lunedì 15 aprile si è svolto un
interessante dibattito a due
^oci sul significato e la prassi
«alla celebrazione del sabato
^i ebrei e della domenica
per I cristiani. Quale rappresentante della comunità e™alca, Luciano Tagliacozzo,
^ / vostri acquisti,
iporc' i;
laptcìr
Ubrerie
iLAUDIANA
l-ANO;
Francesco Sforza, I2/A;
telQ2A7602i518 V
-r’
yiaftìncipeTdromàso, 1; i
011/6692458
della Libertà, 7;
«.012W1422 ■'
•'ÌMA:
di cultifra ieligios
- --J Cavour, 32;
«L 06/3225493 T.Ì'
saggista e autore di un interessante traduzione commentata del Cantico dei cantici, ha proposto un’appassionata riflessione sul sabato a
partùe dal drammatico interrogatorio di Rabbi Akiba alla
vigilia della sua esecuzione
ad opera del procuratore romano Rufo. Il sabato fu per il
grande maestro del giudaismo, e non solo per lui, occa-,
sione di testimonianza estre-ma. A martirii come questi
può simbolicamente alludere
il rituale ebraico dello spegnimento della candela nel vino
alla conclusione del sabato.
La celebrazione del sabato
come costante e regolare ritorno dei credenti a Dio, sorgente di tutto ciò che esiste e
come sacralizzazione di un
tempo, pregustazioiie del
tempo messianico, in cui
l’universo è riconosciuto come «icasa di Dio» sorio stati
alcuni fra i concetti priiidpali
deU’intervento di Tagliacozzo, concetti che sono poi stati
ampiamente ripresi dai numerosi interventi che hanno
seguito le esposizioni.
Diana Pacelli, cattolica, docente di teologia ecumenica
presso la Facoltà teologica
meridionale, ha invece delineato U percorso storico che
ha portato la chiesa primitiva
gradualmente a sostituire alla
celebrazione del sabato, ancora praticata dalla comunità
giudeo-cristiana, quella della
domenica come giorno del
Signore. I riferimenti al «giorno del Signore» di Apocalisse
1,10 e al «primo giorno della
settimana» di Atti 20, 7 e dei
vari resoconti evangelici della
Pasqua, hanno mostrato come sin dall’inizio la celebrazione della domenica da parte della chiesa antica sia stata
compresa come occasione di
annuncio di resurrezione e di
condivisione eucaristica.
Il raccogliersi insieme della
comunità di fede alla luce
della parola della risurrezione e per la celebrazione della
cena del Signore connota ancora oggi la domenica per i
cristiani anche se, come alcuni interventi anche da parte
evangelica hanno ribadito, la
predicazione attuale delle
chiesè esprime seinpre di più
il richiamo a una corisacrazione che vada oltre i limiti
temporali (la domenica) e
spaziali (il locale di cuko) e
coinvolga i credenti nella
propria quotidianità.
Il dialogo fra ebrei e cristiani su questo argomento, come sostiene anche il teologo
evangelico J. Moltmann nel
voluine «Dio nella creazione»
(Queriniana, Brescia, 1986),
dovrebbe aiutare noi cristiani
a riconsiderare e attualizzare,
nella riflessione e nella prassi, aspetti biblici e teologici
dello Shabbat che la nostra
separazione e storica contrapposizione con l’ebraismo
ci ha impedito di comprendere. Questo particolarmente
nella teologia della creazione
e nell’erica delPambiente.
D’altra parte è evidente che
la relauzione fra sabato e domenica si gioca sulla continuità e discontinuità della
prìmR creazione di cui il sabato fu compimento e coronamento e la nuova erezione, cominciata, per noi cristiani, il primo giorno della
settimana col Cristo risorto.
Qualsiasi recupero e riConsiderazione da parte dei cristiani, però, come ha concluso la presidente dell’associazione, Alberta Temin, non deve costituire un cedimento alla tentazione di appiattire posizioni teolo^camente e storicamente diverse e distinte.
Il sabato è e rimane la festa di
gran lunga più importante
per gli ebrei, tempo sacro da
loro vissuto come gioiosa anticipazione del futuro tempo
messianico. Anche qui la nostra ricchezza sta proprio nella nostra diversità.
■pv E AD man walking»
<< I J (uomo morto in marcia): è il cinico grido con il
quale le guardie carcerarie
dei «bracci della morte», nei
penitenziari statunitensi, accompagnano 1 condannati al
loro ultimo viaggio. È anche
il titolò deU’ultimo film del
regista americano Tim Robbins che vede come protagoliista una bravissima Susan
Sarandon (premio Oscar come miglior attrice protagonista) nei panni di una suora
che assiste un condannato a
morte (Sean Penn, altrettanto bravo) fino all’esecuzione
dellà péna capitale.
Tratto da una storia vera il
film è ambientato nella
Louisiana dove la giustizia,
in questi casi, è affidata a tre
iniezioni successive di veleno, la prima delle quali serve
a distendere i muscoli, in
modo da non far trasparire
la sofferenza atroce di un essere umano le cui viscere
vengono distrutte dalle iniezioni successive.
Ci convince il modo (e forse il coraggio) con cui il film
affronta un argomento così
difficile, soprattutto in una
società, quella americana,
dove oltre il 70% dei cittadini
sono a favore della pena di
morte: senza mai banalizza
re gli argomenti è sempre
presente quella tensione
(dovuta) tra Tatrocità del de-,
fitto (che viene fàtto rivivere
attraverso ^cùni flashback)
e quello della pena, tra rodio
gratuito che pOrta à un omicidio e quello legale che porta a un iJtro omicidio.
Fino all’ultimo non si è
consapevoli dell’effettiva
colpevolezza del condannato (che si dichiara sempre
innocente) ma non è questo
che il film vuole sottolineare.
L’assistenza spirituale della
suora non è subordinata
alTinnocenza dell’uomo ma
alla sua umanità, n^ata dal
sistema giudiziario e dai
molti favorevoli alla sua esecuzione che manifestano davanti al carcere.
L’azione della suòra, e la
sua ostinazione che la porterà ad essere odiata dai parenti delle vittime e malvista
dal prete del carcere, non ha
niente a che vedere con la
pietà richiesta da una tonaca
(che peraltro non indossa)
ma piuttosto con il percorso
di una credente che vuole
capire, che vuole andare al di
là dell’odio, sia quello degli
assassìni che quello dei giustizieri. «C’è un modo per
uscire da tutto questo odio?»
chiede la suora al padre della
vittima. Forse questa è la domanda ultima del film.
6
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PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 3 MAGGIO if>
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E «I mitten
■ I commenti sulle elezioni politiche
Le fronde dell'Ulivo n^li
editoriali del giorno dopo
Pubblichiamo qui i commenti che i principali quotidiani hanno dato sulle recenti elezioni politiche il 23
aprile scorso.
«Di vincitori in questo 21
aprile - scrive Paolo Mieli
sul Corriere della Sera< analizzando U voto - ce ne sono
stati più d’uno: innanzitutto
l’Ulivo di Romano Prodi che
ha trascinato con sé i popolari; poi il Pds, che si laurea
primo partito italiano; la'
Lega che sorprende per il suo
risultato travolgente; Rifondazione che brucia ogni record del passato; la lista di
Lamberto Dipi che porta alla coalizione quei tre quattro punti decisivi per l’affermazione del centro-sinistra». Ma ciò che colpisce,
sottolinea Mieli, è soprattutto «la clamorosa e disarticolante sconfitta del Polo
(...). Silvio Berlusconi e
Gianfranco Pini sono riusciti
a far inciampare un centrodestra vincente e a regalare
la vittoria agli avversari».
Per Norberto Bobbio (La
Stampa), la vera novità di
queste elezioni è il fatto che
«per la prima volta nella
storia del nostro paese in
due elezioni successive, quelle del 1994 e quelle di questi
giorni, hanno vinto due coalizioni opposte, ieri il centrodestra, oggi il cèntro-sinistra. Questo che cosa significa? Significa che è avvenuto
nel nostro paese quello che
non era mai avvenuto prima; l’alternanza (...). Non so
se ci siamo resi conto sino in
fondo che la conseguenza di
queste elezioni è prima di
tutto questa: la democrazia
italiana si sta sbloccando».
«Per la prima volta dalla
fondazione di uno stato unitario la sinistra realizza
l’obiettivo di contribuire direttamente al governo del
paese», fa notare Eugenio
Scalfari su Repubblica, aggiungendo che si tratta «di
una svolta storica». Altro dato inedito, secondo il direttore, è quello che «l’Ulivo si
propone come un soggetto
politico nuovo e destinato a
durare. Ha saputo fondere in
pochi mesi anime e culture
diverse, abbattendo gli arcaici steccati tra laici e cattolici, tra sinistra e centro, che
tanto avevano pesato sull’
evoluzione politica dell’Italia repubblicana. Sta qui il
grande merito di Romano
Prodi a cui spetterà ora il
compito di creare un governo efficiente. I primi cento
giorni di Prodi premier saranno decisivi».
«Èfinita l’autonomia politica dei cattolici», sentenzia
Gianni Baget Bozzo (Tempo), a parere del quale
«l’Ulivo e Rifondazione
prendono il posto nella politica italiana che era stato
della De e in condizioni
molto diverse». Nella De,
spiega l’autore dell’articolo
definendo Prpdi «un semplice prodotto del Pds», «i
partiti alleati e il partito
consociato, il Pei, erano forze politiche autonome dalla
De» mentre «nella coalizione dell’Ulivo non vi sono
forze autonome dal Pds (...).
l’Ulivo non è un’alleanza, è
il Pei con indipendenti associati. la formula classica della storia comunista». In questo contesto, secondo Baget
Bozzo, «l’autonomia politica dei cattolici, che fu a lungo un linguaggio della sinistra democristiana in polemica con ciò che veniva definito integralismo, non esiste
più. I cattolici sono tornati
subalterni, come mai furono
nei giorni del Patto Gentiioni, che ereditava la lunga
lotta spirituale e civile dell’
astensione politica e dell'impegno sociale».
Anche Renato Farina, sul
Giornale, parla di «cattolici
con l’anima rossa»: una palese contraddizione, dice
l’articolistà, in un mondo in
cui le bandiere rosse sono
cadute ormai dappertutto.
«Di certo - scrive Farina^
-quelli che parlano più spesso con i vescovi, e costituiscono il nocciolo dei "cattolici di immagine’’ stanno specialmente nel Partito popolare il quale ha raccolto solo
il ó,8 per cento dei voti e fi
12,ó dei cattolici, ma quasi il
90 per cento dei laici chiamati ad incarichi ecclesiastici. Tanto è bastato, secondo
la classica strategia gramsciana delVassimilazione,
perché D’Alema scegliesse tra
di loro l’uomo con pedigree
adeguato per permettere alla
cultura della sinistra progressista di ingoiare come
cosa sua quella cattolica. Alla fine i valori si confondono; uno stato buono che
pensa al bene d^i poveri,
questa è l’idea unificante,
tutto qui il cattolicesimo
vincente e prodiano, con in
più qualche preghiera, addirittura in pubblico».
Di parere opposto è Mario Mauri (Sole-24 Ore), per
il quale «l'ascesa di Prodi segnala comunque una presenza dei cattolici democratici in questa fase delia politica italiana che va al di là
del peso elettorale». I laici
cattolici in particolare, «sono i terminali di una comunità che può dividersi sulle
scelte operative della politica, ma è autorevolmente richiamata sul piano dei
principi». Da queste elezioni, sostiene Mauri, «il centro
riemerge in realtà come area
rinnovata d'iniziativa politica; la conquista del centro
è stata considerata da tutti
la strategia vincente delle sinistre e Prodi, come leader
della coalizione, ha scelto
con successo di'presentarsi
nelle liste del centrismo.storico, con popolari, repubblicani, liberali». Il Centro, assicura in conclusione il
giornalista del Sole-24 Ore,
«è in grado di condizionare
sul piano programmatico, e
anche su quello parlamentare, dati i rapporti di forza
usciti dalle urne, gran parte
della politica italiana Si
tratta di impegnarsi con
l’equilibrio, Ut gradualità e
la fermezza che sono state le
doti principali delle migliori
stagioni centriste della nostra Repubblica». (Sir)
9e gioventù evangelica SOTTOSCRIZIONE 1996 normale L. 45.000
sostenitore 90.000
estero 60.000
«3 copie ai prezzo di 2» 90.000
cumulativo GE/Confronti 85.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica 1
via Porro Lambertenghl, 28 20159 Milano
I
Le radiazioni colpiscono ancora 10 anni dopo
Solidarietà è accogliere un bimbo
Sono alcune migliaia i bambini di CernobiI accolti in tutta
Europa per dare loro sollievo dalle possibili malattie
ALBERTO CORSAMI
COME vuotare il mare con
un secchiello. Il principale dubbio di fronte all’operazione «bambini di CernobiI»
si esprime in questi termini,
impiegati da chi si sente
schiacciare dalla vastità del
problema: ospitare un mese
all’anno (meglio ancora un
mese ogni sei) un bambino
della Bielorussia serve (ormai
è dimostrato) a ridurre il rischio che contragga una malattia grave e in molti casi incurabile; ma quanti sono
questi bambini? Tanti, tantissimi, sono nati o erano piccoli nelle settimane della massima emergenza radioattiva,
oppure, concepiti in quel periodo, sono nati qualche meise dopo.
Oggi hanno un’età compresa fra gli 8 e i 12 anni, non
sono malati ma sono soggetti.
a rischio di leucemia o di tumori, in particolare alla tiroide. I dati resi noti pochi giorni fa parlano proprio dell’aumento vertiginoso di questi
ultimi casi. La loro colpa è di
essere nati in una zona, la
Bielorussia, dove spirò, anzi
fu fatto spirare il vento radioattivo. Così si sono abituati a non poter mangiare liberamente i prodotti della
terra, oppure li mangiano e si
espongono al rischio.
Per questo, oltre ai comprensibili problemi legati al
distacco temporaneo dalla
casa e dalla famiglia, hanno il
problema di adattarsi a
un’alimentazione paradossale: a loro servono determinati
alimenti (per esempio i latticini) che però non sono abituati a mangiare. Allora può
sorgere un altro dubbio: ma
ha senso sradicare dei bambini per così poco tempo,
sbatacchiarli in aereo in case
che non conoscono e di cui
non conoscono i costumi,
per vivere in un paese più ricco, con abitudini diverse, e
poi tornarsene in una situazione che non è da Terzo
Mondo ma è certo di arretratezza economica per il resto
dell’anno?
Sì, ha senso, come ha senso
«vuotare il mare con il secchiello». Ha senso perché si
contribuisce a fare il possibile per salvare una vita, «quel
La città fantasma di Pripyat evacuata 10 anni fa
la» vita lì, ogni volta che un
bambino arriva con i suoi
compagni di scuola che per
un mese studieranno con il
loro insegnante nei locali
messi a disposizione da direzioni didattiche ed enti locali.
Ha senso perché dopo le prime comprensibili esitazioni
si stabilisce un rapporto
umano che può durare nel
tempo (dopo un primo soggiorno per il quale sono le
autorità diplomatiche a inviare a loro discrezione i
bambini, per un secondo nella stessa realtà locale o comunitaria si può reiterare
l’ospitalità di uno stesso
gruppo), che coinvolge famiglie disponibili (e loro figli,
che riescono a parlare con gli
ospiti al di là delle difficoltà
linguistiche) o strutture di
accoglienza. Ha senso però
soprattutto se ogni volta che
si ospita un gruppo di bambini, contestualmente si incoraggiano altri Comuni o
strutture o privati a fare altrettanto, e così via, fino a
moltiplicare in modo esponenziale la ricettività.
Le chiese evangeliche italiane si sono mobilitate in vario modo: sono stati ospitati
dei gruppi a Santa Severa, alla casa comunitaria Tresanti
di Montespertoli (Firenze);
qui è nata l’associazione «La
rondine», una delle associazioni italiane (la più conosciuta è Legambiente) abilitate a svolgere le pratiche necessarie con la Bielorussia e
che fanno da tramite con i
gruppi locali. Lo spazio perché ognuno si organizzi nella
propria realtà per aumentare
il numero di potenziali ospiti
è ampio, il bisogno è grande
e l’esperienza è arricchente
per tutti. Anche perché facendo questa esperienza si
dimostra che anche di fronte
alle maggiori catastrofi è possibile reagire, attivarsi, cambiare qualcosa.
La relazione trimestrale di cassa dei Tesoro
Bilancio positivo per fisco
e previdenza nel primo trimestre
Segnali positivi per fisco e
previdenza. Per le entrate tributarie del ’96 si prevede una
crescita del 9,1% e gli introiti
contributivi degli enti previdenziali nel 1995 sono aumentati del 6,78% rispetto al
1994, mentre le spese per le
prestazioni istituzionali sono
cresciute del 5,5%.
Sono alcuni dei dati più significativi della relazione trimestrale di cassa del Tesoro
approvata dal Consiglio dei
ministri. Le entrate tributarie
1996 dovrebbero crescere del
9,1% rispetto aU’anrio precedente, nonostante il «vuoto»
di cassa lasciato dall’inaridimento degli effetti del concordato per gli anni ’88*93,
che nello scorso esercizio
aveva fruttato 6.000 miliardi.
Un robusto rinforzo, però,
dovrebbe arrivare dalla voce
«lotto e lotterie», per la quale
prosegue il boom: si punta a
9.200 miliardi, il 31,7% in più
dell’anno precedente. Le sti
me, contenute nella relazione trimestrale di cassa che
aggiorna i conti della finanza
pubblica '96, indicapo la prosecuzione del trend di crescita del fisco. A fine anno l’erario dovrebbe incamerare entrate tributarie per 511.000
miliardi, di cui 281.000 derivanti dall’imposizione diretta
(+8%) e 229.000 da quella indiretta (+10,4%). In particolare, il gettito Irpef dovrebbe
crescere dell’11%, quello Ilor
del 25% e l’Irpeg appena
dell’1,2%; tra le imposte indirette forte crescita per l’Iva
(+15,7%) e consistente flessione per le imposte sugli oli
minerali (-11,1%, con un «buco» di oltre 4.700 miliardi). Il
totale delle entrate finali dovrebbe ammontare a 559.615
miliardi (+5,3% sul ’95), per
l’assenza del condono edilizio e della ritenuta del Tesoro
per il trasferimento all’Inpdap della gestione previdenziale degli statali.
Mentre, come detto, i contributi crescono, randamento è invece più irregolare per
i trasferimenti dello Stato agli
enti, fra il 1993 e il 1995;
61.000 miliardi nel 1993,
74.000 nel 1994 e 72.000 nel
1995. Tale andamento, secondo la relazione, si spiega
con i vari provvedimenti governativi (blocco delle pensioni di anzianità, vari condoni, rinvio dell’adeguamento delle pensioni d’annata,
ecc.) che, a più riprese, hanno caratterizzato nel triennio
trascorso il sistema pensionistico nazionale. Per quanto
riguarda l’Inps, il fabbisogno
nel triennio ’93-94-95 è stato
rispettivamente di 59.000,
70.000 e 70.000 miliardi. Rispetto al 1994, il monte contributivo è cresciuto del 6,8%,
l’incremento delle uscite per
le pensioni è stato del 5,2%,
mentre per le prestazioni
temporanee la spesa si è ridotta dell’1,3%.
l•Êditore
di
8 Disoccupazioni^
Senza
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Si
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La sindrome dei senza
voro include anche lo scoi
giamento. È quanto en
da uno smdio condotto
Svimez, un psservatorio
cerca che si occupa
pálmente deU’economia
Mezzogiorno. Sono semi
di più le persone in Italia
avendo perso il lavoro
rinunciato cercarlo. E qm
che gli studiosi chiano
«effetto scoraggiantenu,
uno stato d’animo negatii
che ha colpito in tre me
condo le ultime elabori
Svimez dei dati Istat, 26lì
persone.
Nel primo trimestfr|
1996 la riduzione del numi
degli occupati è stata
253.000 unità (le persone
lavorano sono passate da
milioni 86.000 a 19 inilioi
833.000) mentre il tasseti
soccupazione è rimasto
bile al 12% a causa deU’i
dal mercato di quei lavorai
che hanno perso la spei
di trovare un impiego.
La riduzione della forza
voro si è concentrata al
(-153.000 unità totali) ti
Sud (-105.000 unità) meni
il Centro si è mantenuto st
bile (-9.000 unità). L’«effi
scoraggiamento» sembratoli
pire di più le dorme. Risi
ai 72.000 posti di lavai
«femminili» persi nel'pet
sono state infatti lOl.OOOl
donne che hanno smessoi
cercarlo. Tra le persone
cerca di lavoro, secondo ii
ti elaborati dallo Svimezii
sceso il numero di quel
cercano la prima occupa
ne (-58.000) mentre sonoai
mentati i disoccupati (+1
mila) che superano ormi
milione di unità. Le
in attesa di impiego
la maggior parte donne (5W”
e concentrate al Sud
totale).
Nel Mezzogiorno le prospettive occupazionali
no scarse soprattuttopei
giovani che registravano!
gennaio un tasso-di disoeaij
pazione del 54%, quasi '
volte superiore a quello
Nord (20%). Nel primo ttinii
stre 1996 nel Nord il tasso'
disoccupazione complessi
è sceso dal 6,9% al 6,7%
tre il Sud ha toccato il 21,
Nel Mezzogiorno appare ]
ve soprattutto la situazioi
femminile con un tasso di'
soccupazione che supera
mai il 30%, il doppio del i» jiliev
nazionale (16,8%). , ®¿tanzí
Al Sud la crisi occupala®^;
naie è evidente soprattutto
Campania (393.000 persoi
in cerca di impiego), in “
(339.000 in cerca di occup»!
zione) e in Calabria chépo®'
27% di disoccupazione Kf
stra il tasso più alto in tutte
paese. Il livello di disoccu^
zione più basso invece lo
segnato il Trentino Alto AH
(4,2%) con 8.000 persone a*»]
ricerca di un impiego.
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RLgso di mancato recapito si prega reatituire
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L’gditors si impegna a corrispondere
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Fondato nel 1848
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)ELLE '\^LLI
t Si rinnova domenica 5 maggio l’appuntamento annuale
Lon la Festa di canto delle corali delle chiese valdesi del pri^0 distretto, di Torino e di Genova. Si alternano normalmente uscite fuori Valli e incontri più «interni». Quest’anno
al è la volta di Pinerolo, a partire dalle 15,30, alla chiesa cattoIfiJica di Madonna di Fatima. Parteciperà anche la corale
®%Franco Prompicai». Oltre 300 coralisti app^enenti a una
jjfozzina di gruppi corali, proporranno i canti preparati duEite l’anno sul tema del versetto 5 del Salmo 98, «Salmeg^ ;iate al Signore con la cetra, con la cetra e la voce del caniji^...». La colletta che verrà effettuata al termine della giorfeta sarà devoluta al progetto di accoglienza di bambini di
pCemobil promosso da diverse associazioni di Pinerolo.
VENERDÌ 3 MAGGIO 1996
E di pochissimo inferiore
alle 700.000 lire la somma che Radio Beckwith si è
vista chiedere come integrazione del già avvenuto pagamento Siae per un concerto di
musica «gospel»; fra le moltissime canzoni eseguite nel
corso di una serata, una sola
era stata composta da un autore tutelato! Vicino invece alle
4Ó0.000 lire quanto richiesto,
sempre dalla società che tutela gli autori e gli editori, per
una serata di musica ebraica
con 58 spettatori i cui autori
risalgono a molti secoli fa.
Fuori dall’ironia resta la
constatazione: quanti organizzano serate musicali, anche se si tratta di musiche popolari o tradizionali, vengono
tartassati da una società che
ANNO 132 - N. 18
LIRE ^000
SPETTACOLI A RISCHIO
TASSA D'AUTORE
PIERVALDO ROSTAN
dovrebbe tutelare gli autori di
brani musicali, racconti e
poesie. E ciò colpisce in modo particolare quel vastissimo
mondo dell’associazionismo
e del volontariato che alle
Valli ha radici lontanissime e
che vede tanta gente coinvolta. Ogni serata, recita o concerto, ballo o esibizione, pur
in assenza di scopo di lucro,
deve fare i conti con un balzello che pare a tutti spropo
sitato. Le lamentele sono órmai all’ordine del giorno, i
costi finiscono per rendere
improponibile l’organizzazione di manifestazioni. Una risposta praticata è l’elargizione di un contributo da parte
degli enti locali agli organizzatori onde poter coprire in
parte le spese ma francamente pare essere una non risposta al problema, semplicemente un tampone.
Alcuni rappresentanti di organizzazioni sindacali commentano i risultati elettorali del 21 aprile
Ha prevalso l'attenzione per i temi sociali e economici
pianti®!
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Quello appena passato è
9to.il primo r maggio con
l^tSinistre vincitrici di una
^^^^ultazione elettorale na;|^e in Italia. «Non ci sa; ^^nno però sconti» dicono alj.j,; le Confederazioni; attesa siculente, soddisfazione aniche. A dieci giorni dal voto
Ubiamo chiesto ad alcuni pi¡rolesi impegnati nel sindacato una valutazione del rilUato elettorale e le loro at■tese dal prossimo governo.
/Beniamino Lami, CgilJeuola: «La coalizione che ha
¿vìnto le elezioni, nel proprio
igramma di governo, ha dato alla formazione un ruolo
fategico centrale. Questo è
luramente un fatto nuovo di
, ilievo e indice di lungimi^Ìanza per un paese come il
nqstrp che deve potersi conitontarp con successo sul piano delle tecnologie e delle
i^ofessionalità. Sin qui tutto
ma ci sono anche delle
irplessità: quale rapporto tra
¡sterna di formazione pubblico e scuole private? E quale
?óÌónomia scolastica?
;Non ritengo opportuno né
^giustificato il tentativo di su'^'¿Peramento dell’art 33 della
.^'Costituzione sul finanziaj.™.'taento alla scuola privata anobe solo attraverso il meccatusmo delle convenzioni. Non
ritengo che per innescare un
processo di trasformazione
uel sistema formativo si deb0® mettere in concorrenza la
Scuola statale con la scuola
privata e le scuole fra loro.
, L’autonomia scolastica, di, “®riica e amministrativa, è
Il obiettivo importante da ragk giungere; l’autonomia finanTO Ziaria rappresenta invece l’anI ricamera della privatizzazione
I' ® rieU’aziendalizzazione della
'Umazione pubblica: temo in
istanza che la concezione di
; ®ocola risulti troppo condizio;• *1*^0 dall’idea del “mercato”
Come strumento regolatore di
riitti i rapporti sociali e spero
questa idea possa essere rapianiente accantonata consideando l’istruzione come ele•riento strategico per l’avveni
re del nostro paese e come
elemento irrinunciabile di
democrazia e cittadinanza».
Enrico Tron, Firn Cisl: «Se
è vero che la destra (An) ha
voluto le elezioni, c’è motivo
per essere soddisfatti del risultato. La gente non ha premiato gli “spacconi autoritari” e neanche gli “stregoni te-levisivi” anche se i problemi
per chi ha vinto e deve governare esistono. Il voto alla Lega Nord obbliga chi governerà ad osare di più in materia
di federalismo, cominciando a
decentrare competenze e potere di controllo e gestione
agli enti locali: potrebbe anche essere un modo per applicare un articolo della Costituzione secondo il quale ognuno
paga le tasse in base al proprio reddito. Diversamente,
alcune proposte di Rifondazione, anche se nobili nella sostanza, rischiano di essere slogan senza soluzioni fattibili.
Non credo serva criminalizzare il sindacato che, pure
con tutti i suoi meriti ed errori, non è certamente il re-sponsabile di tutti i disastri
ma al contrario è ancora uno
strumento di tutela dei più de
Manifestazione operaia a Pinerolo
boli garantendo diritti che
non devono essere confusi
con i privilegi.
Infine credo aiuterebbe me--’
no protagonismo da parte di
tutti per lasciar spazio ai passi
concreti sui problemi della
gente, riscoprendo valori come l’etica del comportamento,
la tolleranza nel confronto».
Elvio Tron, segretario regionale Piai Cgil: «Sono due
volte felice del risultato elettorale; come cittadino pinerolese perché è la prima volta
che la sinistra, insieme alle
altre forze dell’Ulivo gover
nerà il nostro paese, e perché
l’elezione di Elvio Passone e
di Giorgio Merlo è sicuramente una garanzia per il salto di qualità che sul piano
culturale, economico e sociale il Pinerolese dovrà fare.
Come dirigente regionale
della Cgil sono soddisfatto
che abbia prevalso uno schieramento che nel programma
ha mostrato attenzione ai temi sociali ed economici e che
considera il rapporto con le
parti sociali un metodo risolutivo per affrontare i problemi;' spero che il governo na
sca presto ed abbia fra le sue
priorità il lavoro, la riorganizzazione dèlio Stato sociale e
la difesa del potere di acquisto jdei salari: queste sono le
nostre priorità».
Enrico Lonza, Associazione
lavoratori pinerolesi: «Vorrei
che si potesse fermare il peggioramento generale delle
condizioni di vita e di lavoro
dei cittadini. Sui salari ci
aspettiamo iniziative di tutela: come è possibile arrivare
alla fine del mese con un milione e 200.000-500.000 lire
al mese se con i patti in deroga l’affitto supera il mezzo
milione? Auspichiamo inoltre
che si favorisca una riduzione
degli orari di lavoro, sia per
dare un contributo all’occupazione, sia per liberare
“tempo sociale”, favorire cioè
socialità e non consumismo.
Infine ci aspettiamo una legge che dia la possibilità a tutti
di iscriversi al sindacato che
si ritiene difenda meglio i
propri interessi e di poter
eleggere la propria rappresentanza senza che qualche organizzazione abbia il monopolio dei diritti come è accaduto in alcune fabbriche».
Credo che ricorrenze come quelle del
25 aprile abbiano un senso se ci
aiutano a riflettere sul nostro presente e
su nostro futuro. Anche se, evidentemente, non possono per questo non richiamarsi al passato, alle vicende che
della ricorrenza sono all’origine. Così
mi sono tornate in mente alcune belle
pagine scritte da personaggi della Resistenza, e scritte nel momento tragico
della vigilia dell’esecuzione della loro
condanna a morte.
Vorrei ricordare a una generazione di
lettori una di queste lettere di condannati
a morte che già conoscono e indicarla aL
le generazioni che non la conoscono. E
scritta da un giovane studente di lettere
di Torre Pellice, Renato Peyrot, la sera
del 5 marzo 1945, poche ore prima della
sua esecuzione a Pinerolo.
È indirizzata alla sorella. «Lilj mia carissima, non avrei voluto mai scrivere
una lettera come questa, ma dobbiamo
rassegnarci alla volontà di Dio e Lo nn
IL FILO DEI GIORNI
RESISTENZA
BRUNO BELLION
grazio di darmi ancora il conforto di
scriverti in questi ultimi supremi istanti.
Fra poche ore non sarò più in questa vita
terrena. So di darti un immenso dolore.
Forse il più grande di quanti ne hai sopportati fino ad ora: ti chiedo perdono.
Lilj cara, ti assicuro che il pensiero
che più mi addolora è quello di lasciarti.
Non sarai sola, Lilj, che attorno a te restano gli zii e le zie, coi nonni che ti vogliono tanto bene come ne hanno voluto
tanto a me, e sono certo che li avrai sempre vicini in ogni momento...
Ho appreso questa sera la sentenza di
morte: l’ho appresa in completa tranquil
II problema ha naturalmente rilevanza nazionale; proprio l’ex senatore Bonansea
propose un emendamento alla legge finanziaria per andare incontro ai problemi delle
associazioni non a scppo di
lucro ma non se ne fece nulla; ora dall’associazione nazionale delle Pro Loco è arrivata una proposta di ordine
del giorno che diversi Comuni anche alle Valli, stanno
adottando, nella quale si
chiede di rivedere il meccanismo di certi balzelli che troppo spesso paiono rivolti più a
mantenere il meccanismo degli uffici che a tutelare gli autori. Anche su questo fronte,
pur modesto, potrebbe esserci un impegno dei neoeletti
deputati e senatori.
lità di spirito, assolutamente conscio del
suo significato. Sono calmo e tranquillo,
te lo può provare la mia mano che scrive
senza tremare, e se non segue bene le righe è a causa della poca luce che c’è qui.
Ho pregato a lungo Dio e gli ho detto
con convinzione: “La tua volontà sia fatta in terra come in cielo”. Se egli ha deciso che io muoia è bene che sia così e
noi, nemmeno tu, abbiamo il diritto a lamentarci o protestare e chiedere “perché?” (...) Credo di poter dire sinceramente che la mia coscienza è tranquilla:
ho chiesto perdono a Dio dei miei peccati e morrò tranquillo, fiducioso che Egli
mi accoglierà vicino a sé...
Ti ho detto che sono tranquillo: sono
qualcosa di più. Non ho pianto e non ho
voglia di piangere: mi rassegno alla volontà di Dio. Un mio compagno piangeva: l’ho consolato. Spero potrò avere il
conforto del pastore e di essere sereno
fino alla fine...
tuo Renato».
In Questo
USLlO
Le linee progranlmatiche
dell’Azienda Usi 10 di Pinerolo sono state illustrate
dal commissario Bighetti
all’assessore regionale alla
Sanità. Nei programmi irapostati si cercherà di migliorare i servizi esistenti
nel campo ospedaliero e
nelle attività connesse e
particolare attenzione sarà
rivolta ai problemi più concreti dei cittadini. .
PAOtNAlI
Elezioni
Anche nelle valli valdesi
il dato elettorale più eclatante è l’affermazione della
Lega Nord, che è primo
paritto in molti dei Comuni. Nel proporzionale invece si registra un arretrametno di Pds e Forza Italia,
per motivi peraltro diversi
neU’UTìò e nell’altro caso.
!’ ^ PaOMàII
___ _________ ■
Ricordi di guerra
NeH’ambito delle serate
culturali organizzate dalla
Comunità montana valli
Chisone e Germanascai.i’
Jiìtimo incontro è stelo oeflicato alla memoria del
Stempo di guerra, che per
Jilcuni è stato anche tempo
h prigionìa. Ne hanno inarato il pastore Sergio Ribet
l’assessore alla Cultura,
Tara Bounous.
PÀGINA III
T
Balziclia
Va in pórti) il progetto di
asfaltatura della strada per
Balziglia. Il progetto è stato approvato in vìa preliminare dal Consiglio comu
naie, e l’amministrazione è
alla ricerca delle possibili
fonti di finanziamento oltre
al mutuo di 100 milioni.*’Di
questo e. di altri progetti
tubiamo parlato con il sindaco Willy Micol.
iHiitifitàiN I II
<, Pagina III
8
i:
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PAG. Il
E Eco DELLE "^LLI "\ÀLDESI
VENERDÌ 3 MAGGIO 1
XXV Aprile a Torre Pellice
Cronache
DALL’AUSTRALIA PER IL 25 APRILE — Aveva combattuto insienje ai partigiani delle valli valdesi, perdendo ^che
i suoi migliori amici uccisi dai nazifascisti. Lui, Philip, ha
voluto tornare nel Pinerolese‘dopo oltre mezzo secolo,
dall’Australia, e ha partecipato alle manifestazioni del 25
aprile di Tolte Pellice. A portare un tocco di inteniazioi>alità alla giornata ci ha pensato anche un gruppo di francesi
partiti molto presto alla mattina per essere a Bobbio e poL
negli altri paesi della vai Pellice per le celebrazioni. Il sindaco di Torre Pellice, Marco Armand Hugon, ha sottolineato il clima di collaborazione fra forze politiche diverse che
diede vita alla-Costituzione repubblicana e la scelta annunciata dai rappresentanti delle forze politiche uscite vincitrici
dalle elezioni del 21 aprile di voler riprendere il confronto
democratico a partire dall’assegnazione alle opposizione
della presidenza di uno dei rami del Parlamento. E stata
consegnata al presidente dell’Anpi di Torre Pellice, Giulio
Giordano, una targa in ricordo dell’azione determinante dei
partigiani, non solo per l’ottenimento della hbertà ma anche
per l’impegno profuso nella ricostruzione della democrazia.
ESTRAZIONI ABUSIVE DAL PELLICE? ,— Sarà la ftocura della Repubblica a indagare sulle eccessive estrazioni
di sabbia è ghiaia che alcune ditte avrebbero effettuato nel
letto del torrente Pellice nella zona di Garzigliana. E noto
V che intorno al materiale sabbioso e ghiaioso recuperabile
dai torrenti si muovono interessi economici non indifferenti. Il Ma^strato del Po sta infatti provvedendo alla redazione di veri e propri piani di estrazione. Le verifiche condotte
dalla Guardia Forestale sulle concessioni ottenute da alctme
ditte e sulla quantità effettivamente scavata avrebbe portato
all’ipotesi di reato in quanto sarebbero state asportate quantità superiori al consentito. Il danno per lo stato, oltre che
per l’ambiente, potrebbe ammontare centinaia di milioni.
SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI IN VAL PELLICE —
Il Consiglio della Comunità montana vai Pellice è stato
chiamato ad approvare il Piano di attività e spesa per il
1996 e dopo una vivace discussione è stato raggiunto il
consenso eh sette Comuni. La relazione presentata dall’assessore Bricco e dalla responsabile dott. Lanfranco ha evidenziato come l’impianto dei servizi costruiti in questi anni
sia passato indenne dai complessi cambiamenti istituzionali
derivanti dalle nuove normative e dall’entrata in funzione
deU’Usl 10. Positivamente è stato valutato l’avvio del distretto coincidente con la vecchia Ussl 43 (18.124 abitanfi,
esclusi dunque Bobbio e Bricherasio). I servizi sono stati in
parte ristrutturati a partire dai progetti Osservatorio anziani
(22% di popolazione ultra sessantacitjquenne in valle). Educativa territoriale. È cresciuta, grazie alla convenzione con
la Bottega del possibile, la formazione professionale, si sta
potenziando il sistema informativo. Esiste un rapporto di vigilanza con la Miramonti di Villar, La Casa delle diaconesse di Torre Pellice, l’ex ospedale di Bricherasio (residenze
assistenziali per autosufficienti o parzialmente non autosufficienti), e con i presidi per non autosufficienti (Asilo dei
vecchi. Rifugio Carlo Alberto, Pro Senectute di Lusema
San Giovanni e San Giuseppe di Torre Pellice). Collaborazioni ancora più strette sono attive con struttore a gestione
diretta. Casa Barbero di Bibiana, il Foyer di Angrogna, la
Comunità alloggio per minori di Torre Pellice e l’Uliveto
per disabili gravissimi e gravi di San Giovanni. In numero
di 25 i dipendenti impegnati nelle attività territondi e centrali senza dimenticare il ruolo dei servizi domiciliari che
nel ’95 hanno prodotto 320 interventi di cui 284 aiavore di
anziani. Nulla di preciso è stato detto circa la possibilità che
i due Comuni attualmente fuori dalla gestione consortile dei
servizi (Bobbio e Bricherasio) vi rientrino: è certamente un
auspicio e qualche segnale politico in tale senso è stato lanciato. Il Consiglio si è chiuso con una battuta polemica del
sindaco di Bricherasio, Bolla, che ha chiesto chiarinienti su
un verbale di una seduta precedente inerente le varianti ai
piani regolatori comunali. Marco Grand, architetto e assessore all’Urbanistica della comunità, è anche incaricato dal
Comune di Lusemetta della redazione della variante al piano comunale: incompatibilità o inopportunità? Grand, assente, dovrà fornire chiarimenti nella prossima seduta.
AL VIA IL PROGETTO PALESTRA — Durante l’ultimo
Consiglio comunale di Torre Pellice erano due soli gli sgomenti in esame ma di rilevante interesse. All’unanimità è
stato approvato il progetto di costruzione di una nuova palestra da costruirsi nei pressi del palazzo del ghiaccio; costerà
1.640.000.000 di lire e i lavori potrebbero iniziare entro
l’anno. Un mutuo con il Credito sportivo per 1.500 milioni,
a interesse ridotto grazie a un intervento regionale, coprirà
gran parte della spesa. Il Consiglio ha anche approvato un
documento in cui si chiede al governo e al futuro Parlamento di rivedere la complessa normativa che impone alle associazioni non a scopo di lucro e alle Pro Loco pesanti balzelli ed elevate aliquote Siae per qualsiasi manifestazione.
Il comportamento elettorale del Pinerolese induce alcune riflessioni più meditate
La Lega sorprende^ ^astensionismo àum
PIERVAIDO BOSTAN
Un’analisi del voto a freddo, cioè superata la necessaria fretta della prima
notte, propone alcuni ulteriori
spunti di riflessione sul voto
nelle valli valdesi.
L’elemento principale resta
senza dubbio la divisione in
tre poli dell’elettorato: così
era nelle liste elettorali, così
si è confermato dopo il voto.
La Lega Nord ha superato,
per quanto riguarda le nostre
valli, il 21% al Senato e il 22
alla Camera, un risultato inaspettato dagli stessi candidati,
e il confronto con collegi vicini dimostra che dove gli
esponenti del Carroccio hanno ottenuto minori consensi
non vi è stato un passaggio
automatico di voti al oéfitrodestra: dunque una parte almeno dell’elettorato della Lega non si pone in una semplice posizione di protesta, ma
sceglie. E così la Lega è il
primo partito nella maggioranza dei paesi delle ■valli;
non a Bobbio Pellice, Massello, Piossasco, Pomaretto, Porte, Pramollo, San Germano e
Torre Pellice ma in tutti gli
altri sì, comprese le «operaie»
Villar Perosa e Perosa Argentina, nelle montane e valdesi
Angrogna, Inverso Pinasca e
Villar Pellice.
In che misura ciò abbia, o
possa avere riscontro nell’
amministrazione locale non è
dato Capire: più di una amministrazione ha posto con forza
negli ultimi anni la questione
del decentramento, della fiscalità a vantaggio del territorio, della gestione dal basso
delle poche risorse del territo■ rio, dall’acqua ai boschi, alla
pianificazione. È stato dunque il voto alla Lega anche
un voto contro l’eccesso di
burocrazia?
Quasi sicuramente è così,
visto che solo un anno fa alle
comunali le liste di ispirazione leghista o federalista hanno avuto un riscontro assai ridotto. La vai Chisone per altro elesse uno dei pochi consiglieri della Lega Nord in
Provincia; dunque una conferma: quando si vota i propri
rappresentanti al di fuori del
Comune ci si affida a chi
sembra poter meglio interpretare i propri problemi e la ricetta dell’autonomia riscuote
Camera uninominale
25 r
20
« I Q. g I gli
I ? & I I J i
s è ^ I Í
Camera proporzionale
Senato
un importante successo. Basti
pensare alle percentuali ottenute dalla Lega a Rorà o a
Prali...
C’era però un altro elemento di novità: per la prima volta gli elettori delle valli, con
una innegabile storia di sinistra, non avevano, almeno alla Camera, un sicuro riferimento; di fronte al valdese
del Polo Malan c’era un ex
democristiano, il cattolico
Merlo che qualche preoccupazione pareva nutrire. Non
c’è stata invece storia: in tutti
i paesi con una chiesa valdese
delle Valli Malan è uscito
sconfitto e Merlo ha ottenuto
ampi consensi; in 11 casi addirittura più del 50%. Passone
ha superato il 50% a Massello, Pomaretto, Rorà e San
Germano. In un solo caso invece (Pragelato al Senato)
l’esponente candidato dal Polo per le libertà ha ottenuto
più della metà dei voti.
Sul proporzionale va segnalato l’arretramento in molte
realtà di Pds e Forza Italia;
sulla Quercia può aver pesato
la scelta di molti elettori di sinistra «costretti» a votare un
candidato del Ppi di dare un
segnale forte votando Rif(^
dazione comunista (salita in,
fatti a livello di collegì|
all’ 11 % ma con punte benpf
elevate). Su Forza Italia ha sii
caramente pesato il mancate
radicamento sul territorio
l’avanzata di An, il logorai
mento dell’immagine del lea,^
der, l’effetto Lega.
Intanto, ed è un dato da noa
trascurare, mentre sulla sche-i
da proporzionale abbiamo^
trovato ben 15 simboli, l’ai.
ternativa secca della Cameni
solo apparentemente ridotta*
per il Senato con più candida- ]
ti ha fatto altre vittime: è aumentato infatti il numero i|
quelli che non sono andati a
votare. Sommati ai vofrui^
espressi delle bianche e deHé'
nulle, circa un terzo dei cittaij
dini aventi diritto non ha,
espresso un voto valido per|!
prossimo Parlamento.
Anche questo sarà un date
su cui riflettere, che contrast;
non poco con la ritrovata
sponibilità all’impegno chei^
è potuta riscontrare in queÉ'
tornata elettorale ma anche t
quella delle amministratili
dello scorso anno. Che coi
avverrà in futuro?
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1915-18,
Errata
litezior
In seguito ad alcuni errori di inserimento dei dati nelle tabelle pubblicate lo scorso numero, alcuni valori sono risulta-^Ì
ti sbagliati. Riportiamo quindi di seguito il risultato com-:
plessivo del collegio senatoriale 9 (Susa-Pinerolo). Aventi:
diritto 195.014; voti validi 154.476; bianche 4.311; nulle
6.018; Passone 61.630 (39,9%); Zaffino 2.819 (1,8%); Bararle 1.001 (0,6%); Di Tonno 1.606 (1,04%); Barbagallo 1.25i
(0,8%); Micol 33.433 (21,6%); Aime 2.928 (1,9%); Bona-;;
sea 49.804 (32,2%).
Inoltre, sempre nella tabella relativa al Senato, è stata at-,
tribuita a Immacolata Zaffino (Verdi verdi) una percenti^
del 28%, mentre essa era pari allo 0,4. Nei risultati dellaCite;;
mera, quota proporzionale, è invece errato il totale ottenuto,
nel Collegio 19 da Rifondazione comunista: la lista ha ottenuto 9.165 voti (e non 2.086), pari all’11% (e non 2%). Ci
scusiamo per gli involontari errori.
4r
Le linee programmatiche della Usi 10
Venire incontro
ai problemi concreti
L’Usl 10 di Pinerolo ha definito i propri obiettivi aziendali per il 1996 e successivi
nonché iKrelativo assetto organizzativo: queste linee sono
state illustrate la scorsa settimana dal commissario Righetti all’assessore regionale
alla Sanità, D’Ambrosio. Durante rincontro l’assessore
D’Ambrosio ha anche comunicato in via ufficiale l’assegnazione di un finanziamento
di 4 miliardi e 20 milioni per
le attrezzature e le opere in
vista dei campionati del mondo di sci alpino del Sestriere
nel 1997. Il programma proposto dall’Usl 10 per il finanziamento consentirà in tempi
brevi, e comunque entro l’anno, di migliorare in modo significativo le possibilità di
intervento e la risposta fornita
dai servizi sanitari ospedalieri
nello specifico settore dell’
emergenza e delle attività
connesse.
In questo ambito rientra, ad
esempio, il potenziamento di
attrezzature specifiche per la
divisione di ortopedia, il completamento del nuovo blocco
operatorio, la sostituzione di
attrezzature di radiodiagnostica, per la divisione di medicina e il laboratorio di analisi,
nonché per la cardiologia e
l’unità coronarica e il passag,gio da 4 ad 8 posti letto per il
reparto di rianimazione. Nd|
finanziamento saranno anchíf
^ui nui
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jfefità, c
IcheilSig
Attesta pi
che la Ri ;
ci messo
compresi interventi al Sestne^
re (Comune che molto
burnente entrerà a far part®^
della stessa Usi 10): verri;
realizzato un ambulatorio po'
lifunzionale pensato ovviai
mente per un uso intensivi)
durante la manifestazione
sportiva ma destinato a resB*re a disposizione della popO"
lazione locale successiva'
mente. Il tipo di strutturaziO'
ne del servizio è allo studio
tenendo conto della grande
affluenza di pubblico concefr
trata in due settimane e dello
svolgimento delle gare.
Oltre all’impegno sulle
strutture e sulla attrezzature>
l’ing. Bighetti ha illustrato
all’assessore regionale aneti
interventi volti a risolvete^
problemi quotidiani dei citW'
dini, dalle relazioni col pim
blico alla lentezza dei tew
di taluni esami e visite spe
cialistiche specie per ®1^^
specialità mediche che soflfO'
no di carenza di organico
Per rapportare i servi® ,
stribuiti sul territorio fra .
in una rete funzionale, so,^
inoltre in corso proprio
intlfi.
questi giorni diversi incoi
sia con le organizzazioni s
dacali che con gli
stratori del territorio dell®
Ussl 42,43 e 44.
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)ì 3 MAGGIO 1996
E Eco DELLE "\ÀLLI WJDESI
PAG. Ili
feontri culturali in valle Chisone e Germanasca
itaÉcordì di guerra e di prigionia
> Ri%
alita in.
ollegii
ben pii
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Aventi
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ittenuto
la otte!%).'Ci
L5 ultimo incontro culturale della stagione ’95in coda agli altri tre in(¡ontri organizzati dalla Comunità montana valli Chisone
jQermanasca e dal Centro
géurale valdese, ha ripreso i
j^richiamati dalla vicinanjjcon la ricorrenza del XXV
Aitile: corrispondenze di
¿a e ricordi di prigionia,
¿fella prima parte di pastore
l^lppiaretto, Sergio Ribet,
hapjflato delle lettere dal
^nte che sia nella prima, sia
nellaiseconda guerra mondiale J|Slitari scrivevano ai loro
«astori e ai familiari. Un altro
filone molto interessante è
¡latenza ai soldati che ve■Kì addestrati prima di antoe al fronte nella guerra
1915-18, fornita dalle associazioni umanitarie internaYmca e Ywea. Anche
isa Argentina fu aperta
ina'liCasa del soldato» e il
"tóggio fu raccolto dalle silore Lantaret di Pomaretto.
io Ribet ha illustrato i
pùelli esposti nella sala
blla ¡Comunità montana che
fhdglievano questa docuiptazione, oltre alle foto ri
cordo dei giovani partigiani
caduti durante il periodo della
Resistenza: la guerra, vista
con gli occhi delle persone
semplici, civili e militari, è
lontana da ogni esaltazione
retorica, non viene fatta ma
subita ed è accompagnata dal
lutto e dalla sofferenza.
Nella seconda parte dell’incontro Clara Bopnous, assessore alla Culjlira della Comunità montana, ha presentato
Maria Visintin, insegnante di
italiano e storia, che ha raccolto in un piccolo volume i
ricordi di Serafino Guiot Chiquet, suo parente, sul periodo
trascorso come lavoratore
coatto in Germania. La prof.
Visintin ha spiegato come la
lettura del diario di Serafino
l’abbia convinta che queste
vicende meritano di essere
conosciute maggiormente: i
lavoratori italiani deportati in
Germania scontarono sulla
loro pelle la spietatezza dei
nazisti i quali, dopo averli
tolti brutalmente dalle loro
case, li costrinsero a lavorare
per le industrie belliche o per
la costruzione di baracche degli altri lager.
. Il libro Senza saper domani, dell’editrice «L’altro mo
do», riporta appunto la vita di
un piccolo gruppo di uomini
di Pragelato che ebbero la
fortuna di poter tornare a casa alla fine della guerra, mentre moltissimi altri morirono
per gli stenti e i maltrattamenti. Sefarino Guiot, anche
lui presente, ha raccontato
come si svolgeva una giornata al campo, ancora commosso dopo più di cinquant’anni:
molti deportati non riescono
a raccontare le loro esperienze, per un’emozione opprimente che si poAano dietro e
perciò le testimonianze sul
periodo più triste della loro
vita sono molto difficili da
ottenere.
All’inizio dell’incontro, il
pastore Ribet ha espresso con
energia la sua disapprovazione per l’inserimento nelle ceriirionie del XXV Aprile della
messa di suffragio, che dà
una nota confessionale a una
ricorrenza unicamente civile,
e si è augurato che gli organizzatori riacquistino una
mentalità laica, ugualmente
rispettosa dei principi di fede
di ogni confessione e di quanti, cattolici, ebrei o evangelici, diedero la loro vita per
un’Italia libera e democratica.
A colloquio con Willy Micol, sindaco di Massello
Sì asfalterà la strada dì Baizìglìa
MILENA MABTINAT
Qualche mese fa il sindaco
di Massello, Willy Micol, disse che come amministrazione comunale, dopo
aver terminato il programma
che si erano prefissati, avevano ancora un sogno: asfaltare
la strada di Gros Passet e Balziglia; adesso quel sogno si
sta avverando.
«C’era la speranza in
ognuno di noi di poter asfaltare la strada di Balziglia dice oggi Micol - ma non lo
si diceva. Abbiamo avuto la
possibilità di fare un mutuo di
100 milioni e abbiamo pensato di usarlo per i lavori di
asfaltatura di questa strada.
Il mutuo non basterà per coprire le spese, ma noi speriamo nell’aiuto della gente: faremo una riunione con la popolazione a inizio maggio. Il
dialogare molto con i massellini, l’avere un confrónto diretto con loro, ascoltando critiche e consigli, ci ha permesso di fare i lavori più grandi:
speriamo che anche questa
volta sia così, perché Balziglia è nel cuore di tutti noi».
II.progetto preliminare è
stato approvato dal Consiglio
TA
Lèvisite
storali
0
ti
numeri 14 e 15 dell’
ko delle valli valdesi il paClaudio Pasque! ha dealcuni pensieri alle,vitorali. Vorrei aggiuncune cose dal punto di
«sta non del pastore, su
quelle che si potrebbero chiauiare visite fraterne fra i
ri di una comunità. Pariporta una frase ascoltata durante una visita: «Ep^ sono certa che il Signore
; ri accompagna».
L È una frase incoraggiante e
ptóli’io sono certa di questa
Gerità, così come del fatto
f che il Signore ci chiama a un
j ^feacerdozio universale»,
fiesta perla di gran prezzo
che la Riforma protestante ha
rimesso in luce e che noi
Iphsso dimentichiamo nel
uosfro forziere invece di
pderla generosamente e
Iciosamente come Gesù ci
. segnato in alcune parabole. Nella mia vita ho semPtefiercato di mettere da par
one. Nrii;
IO anche^
I Sestrie^h
;o
:ar .
I); verri
torio^] ________________
ovvia^^ te un pQ» per le vi
site che potevo fare al mio
Ptosslnio e ne sono stata
l^emente gratificata.
^On è che il semplice
^bro di chiesa sostituisca
'*pastore: a ognuno il suo
f?®pito. Semplicemente il
®8nore mi chiede di essere
ntensivù'5
itazioni
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oprio'”
inconffi
doni sinamniir»'
delle e*
prossimo per l’altro: che cosa
significhi «essere prossimo»
ce lo ha spiegato benissimo
Gianni Genre sul numero 15
del giornale. Come scrive
Genre, si può amare il prossimo genericamente, non si
possono amare tutti: siamo
però chiamati ad amare quella pérsona che in quella determinata situazione Dio pone
sul nostro cammino. Così la
visita che io posso fare a una
persona sola, o in difficoltà, o
con gravi problemi o (perché
no?) semplicemente nella
gioia, può rivelarsi la scoperta del mio prossimo "che io
posso amare e con il quale
posso parlare di tante cose
(non necessariamente tutte
spirituali!). Così ritrovo il
mio prossimo di cui anch’io
ho bisogno come lui di me.
Tornando a casa dopo una
visita mi sono spesso ritrovata
ad aver ricevuto di più di
quanto forse avevo dato, perciò il mio invito è molto semplice: «Nelle nostre comunità,
visitiamoci di più!». Questo
«visitare» non ha nulla a che
fare con il vano chiacchiericcio su quello che è successo
di bene o di male alla tale persona o con la mania di voler
sempre sapere tutto, guardandosi peraltro dal partecipare
quando servirebbe.
Si potrebbe così aiutare anche il pastore e si formerebbe
nelle chiese quel tessuto di
solidarietà cristiana che molte volte appare un po’ caren
:UAP
^lisecuresVìca
Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
' Agenzia generale
¿y via Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121 /764Ó4
te nel nostro mondo valdese.
Per quello che si vuole il
tempo lo si trova e il Signore
secondo le occasioni ci dà
sostegno, incoraggiamento,
ardire, fiducia e pazienza.
Elsa Rostan - Pinerolo
Valorizzare
i nostri musei
Le considerazioni di Marco
Rostan sul turismo in valle
(Eco n. 16) sono pienamente
giustificate; da tempo andiamo ripetendo che il nostro turismo è lontanissimo dagli
standard europei non per qualità ma per la differenza radicale di mentalità, di cultura
sia degli organizzatori sia dei
fruitori, e se vogliamo decollare in questo settore occorre
cambiare mentalità.
Qui mi preme rilevare però
la sua osservazione sulla
mancata apertura dei musei
nei giorni festivi. Anche in
questo caso ha pienamente
ragione, ma non fornisce una
soluzione. I nostri musei sono
ormai un’istituzione in Piemonte, le nostre Valli sono
per la densità museale e per
diversità di tipologie un caso
unico. Ma coloro che ci visitano e apprezzano il nostro
patrimonio non si domandano
mai come funziona tutto que
sto, ad opera di chi e con che
mezzi; sembra che tutto vada
da sé; il più delle volte chi lavora in questo settore si sente
apostrofare con domande tipo; perché non fate...(dovreste fare)...perché non c’è...?
Che a Pasquetta si dovessero aprire i nuisei è evidente,
bisogna solo trovare i volontari disposti a farlo. In Italia il
volontariato è eccezionalmente diffuso, ma si tratta di
un volontariato di assistenza
(non a caso, risponde alla coscienza caritativa assistenziale della nostra cultura), la cultura ha raccolto sin qui l’interesse di pochi.
Il problema andrà affrontato quanto prima perché la situazione odierna è radicalmente mutata da quando abbiamo iniziato la nostra avventura museale e dovremo
rispondere a 5 domande: 1)
che importanza ha la cultura
nella vostra comunità di credenti? 2) È conservazione di
un patrimonio o strumento di
evangelizzazione? 3) Merita
l’impegno di uomini e mezzi?
4) Perché le risposte di impegno sono così scarse? 5) Come organizzarla senza creare
un apparato burocratico?
Se Marco Rostan e chi la
pensa come lui ci aiuteranno
a rispondere molte cose cambieranno, altrimenti i musei
saranno chiusi non solo a Pasquetta ma tutto l’anno. *
Giorgio Tourn
Torre Pellice
ms^
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
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FA VIVERE LA TUA CASA
Balziglia
comunale a fine marzo e probabilmente a fine aprile si
avrà quello definitivo. «Speriamo di iniziare i lavori nei
mesi di luglio e agosto - prosegue il sindaco -, al più fardi in autunno; dureranno 1520 giorni». A Massello verrà
anche rifatta, con lavoro volontario, la facciata del municipio, e già un altro sogno si
sta facendo avanti: rifare,
usando i vecchi metodi, il
ponte di legno fra Roberso e
Reynaud: speriamo che anche
questo sogno diventi realtà.
Incontri per gli agricoltori
Piccoli e grandi
allevamenti suini
DCC€IPAZI'ONI YINCIENZC I^AIPIPCCaV Via Bert, 2-10066 TORRE PELLICE Tel. 0121- 932641
il
I maiali, contrariamente a
ciò che pensa la maggioranza
delle persone, sono animali
intelligenti e sensibili, che
amano la pulizia, se gli allevatori sono anche loro abbastanza sensibili da trattarli nel
modo dovuto. Così il veterinario Giorgio Dominici, nella
sedie della Comunità montana
Chisone e Germanasca, ha
presentato agli agricoltori locali gli animali di cui ci si occupa nei grandi allevamenti
del Cuneese.
Questi allevamenti, che accolgono 2-3.000 suini, sono
evidentemente molto lontani
dai porcili montani che ospitano un solo maiale per volta,
ingrassato e macellato nell’
inverno, durante il tradizionale «festino». Il veterinario
si è rivolto a chi intende ingrandire la produzione, allevandó scrofe e maialini inve- ■
ce di comperarli già sui trenta
chili di peso.
Nelle grandi porcilaie di
pianura tutto si svolge con ritmi industriali per ottenere il
massimo profitto dagli animali: le scrofe vengono sfruttate fino a produrre maialini
al ritmo di una dozzina per
volta, e poi eliminate, i.piccoli sono allevati in batterie di
6-8 capi, con mangimi programmati somministrati meccanicamente; l’igiene è importante, come pure il controllo veterinario, perché le
malattie dei suini sono sempre in agguato e un contagio
non bloccato in tempo man
derebbe in rovina l’intera
produzione.
Alcuni consigli di Dominici
sono stati rivolti anche a chi
si teneva nella stalla il maiale
da ingrasso; non trascurare di
miscelare i cereali del mangime con una dose di soia, che
fornisce le proteine, usare il
siero del latte per l’alimentazione perché contiene ancora
una buona quantità di sostanze nutrienti, e infine trattar
bene le bestie, non tanto per
una questione di sensibilità
ma perché la carne del maiale
si deve mangiare, e un anima-,
le stressato perde peso e dà
un prodotto di scarso valore
nutritivo.
I suini degli allevamenti sono tutti costruiti nei laboratori
genetici e del selvatico primitivo rimane ben poco. Si tende con la selezione a eliminare le ossa e il grasso, che hanno poco mercato, sviluppando invece le parti più redditizie, in particolare le coscie,
da cui si ricava il prosciutto.
A proposito di questa pregiata specialità il veterinario si è
detto convinto che solo da
poco tempo i prosciutti sono
migliorati, cioè da quando le
industrie alimentari sono diventate più attente al controllo della qualità. Per quanto riguarda gli altri prodotti della
macellazione suina, la lavorazione domestica può dare
buoni risultati e questo spiega
come l’allevamento dei maiali, nelle nostre valli, sia ancora abbastanza praticato.
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PAG.
E Eoo Delle va ¡.li moEsi
Nelle
Chiese Valdesi
INCONTRO PASTORI PRIMO DISTRETTO — Lw
nedì 6 maggio, alle 9,15, nei locali della chiesa valdese
di Prarostino, si svolge rincontro pastorale del I distretto; dopo una meditazione biblica introduttiva della pastora Anne Zeli, Elizabeth Green parlerà sul tema «Il
pastorato oggi».
COLLETTIVO TEOLOGICO MBEGGE — Domenica
12 maggio, alle 17,30, nella sala valdese di San Secondo
si terrà l’incontro del Collettivo teologico Miegge che
concernerà il capitolò 6, «Dio in relazione» della Teologia sistematica di Paul Tillich.
PERCHE LA DONNA PASTORE — Le chiese valdesi
del I distretto organizzano per lunedì 6 maggio, ore
20,30, nei locali dèlia chièsa valdese di Pinerolo, un incontro con Elizabeth Green, autrice del libro «Perché la
donna pastore; il volto femminile del ministero femminile nelle chiese», (Claudiana, 1996).
FESTA DI CANTO DELLE SCUOLE DOMENICALI
— Domenica 12 maggio si svolgerà a Villar Pellice la
festa di canto delle scuole domenicali del 1° circuito. ,
ANGROGNA — Domenica 5 maggio assemblea di chiesa
alle 10; aH’ordine del giorno la relazione morale ’95-96
è la relazione sulle strutture ricettive.
PERRERO-MANIGLIA — L’Unione femminile si riunisce il 7 maggio alle 14,30.
POMARETTO — Incontro donne lunedì 6 maggio alle
20,30 presso la sala Lombardini. L’Unione femminile si
ritrova l’8 maggio. L’Unitrè si riunisce giovedì 2 maggio per il penultimo incontro.
PRALI — Domenica 5 maggio si svolgerà l’assemblea di
chiesa per eleggere i deputati al Sinodo e alla Conferenza distrettuale.
SAN SECONDO — Domenica 5 maggio il culto sarà presieduto dal pastore Daniele Bouchard, in qualità di
membro del comitato italiano della Cevaa.
VILLAR PELLICE ■— Venerdì 3 maggio al centro, presso
la sala della Miramonti, riunione quartierale per i quartieri Centro, Serre e Inverso con cena del Signore.
VILLASECCA — L’Unione femminile si trova il 9 maggio alle 14,30. Domenica 5 maggio alle 9 primo culto
della stagione a Combagarino.
Cantavalli
Musica e festa
con il doppio
bordone
Pinerolo
Appuntamento a Pramollo,
nel tempio valdese, sabato 4
maggio alle ore 21,15, per il
Cantavalli ’96 con l’«Ensemble del doppio bordone»; lo
spettacolo si compone di canti e musiche nelle feste tradizionali del Nord Italia.
Nella civiltà contadina le
feste calendariali venivano a
coincidere con momenti significativi del ciclo agricolo
annuale: derivando in massima parte da antiche usanze di
origine pagana atte ad ingraziare la natura e a favorire i
raccolti, si fondavanò sulla
cultura dell’eccesso (alimentare, ludico ecc.) che va letta
in chiave di rito propiziatorio. Ma a fianco del repertorio profano, la cultura contadina ha spesso ripreso appuntamenti del calendario cristiano, dall’Avvento alla Pasqua.
11 repertorio dell’Ensemble
del doppio bordone spazia
fra canti di questua e danze
per il raccolto, musiche natalizie e arie di carnevale; la
mescolanza di strumenti antichi, desunti dalla cultura
contadina, quali piva, ghironda, flauti, percussioni accanto a strumenti di origine
colta quali violino, violoncello e armonium, rappresenta tratto saliente e immediatamente caratterizzante dello
stile del gruppo.
L’Ensemble è composto da
Loredana Guameri, al violoncello, Davis Longo, canto, armonium e percussioni, Maurizio Martinotti, canto, ghironda, salterio e percussioni.
Bruno Raiteri, violino e canto
e tmcora Fabio Rinaudo, con
cornamusa e flauti.
Aiutiamo
i ragazzi
palestinesi
Venerdì'3 maggio, alle 21,
presso la sala incontro dell’
Expo Fenulli, nell’ambito delle giornate di solidarietà «Se
tutti i bambini del mondo...»
sarà presentato il libro «Ragazzi di Palestina»; interverranno Marina Pecorelli, del
Movimento cooperazione
educativa e Roberto Giudici,
presidente nazionale Salaam
ragazzi dell’Olivo. La serata
ha come obiettivo principale
quello di illustrare la nuova
campagna che «Salaam ragazzi dell’Olivo» sta lanciando
sui piano nazionale; continua
il progetto degli affidi a distanza di cui oggi ancor più
che in passato |SÌ avverte la
necessità e ad esso si affianca
questa nuova iniziativa.
Durante l’occupazione israeliana e l’intifada, negli anni
più duri della repressione, la
società palestinese ha saputo
sviluppare un’ampia rete di
servizi sociale, culturali, educativi e sanitari,insieme alle
iniziative per l’infanzia. Sono
alcune centinaia le scuole per
l’infanzia aperte in questi anni
e la maggior parte sta attraversando un periodo difficile
dal punto di vista finanziari;
più di 50 scuole hanno chiuso
le loro porte e molte altre corrono lo stesso rischio.
Per questo Salaam, insieme
all’Arci e all’Associazione
per la pace, lancia il «progetto asili»,, un progetto che prevede il sostegno economico
per due anni di una scuola per
l’infanzia (10 milioni di lire
per ogni scuola affidata), affinché i bambini palestinesi
possano studiare liberi nella
loro terra.
CORSA PODISTICA DELLA LIBERAZIONE — Luserna San Giovanni è stata sede, mercoledì 24 aprile, della classica
corsa podistica delle Liberazione organizzata dalla locale Anpi
con la collaborazione del 3S. La gara, riservata alla categoria
assoluta con la formula della staffetta a coppie con prima frazione in sahta e seconda in discesa ha visto il successo dei portacolori della Drago nero Igor Ghio e Graziano Sobrero, entrambi specialisti della corsa in montagna. Nella staffetta femminile il successo è andato alle rappresentanti della Villarese
Eva Depetris in coppia con Eliana Ricca. Le prove giovanili,
disputate su un percorso pianeggiante, hanno visto il successo
di Mattia Martin (Esordienti), Eleonora Pinardi e Karam E1
Mhatri (Ragazzi), Christian Steri e Sabrina Gatta (Cadetti),
Diego Oliviero e Stefania Marguati (Allieve).
PALLAMANO — 114 e 5 maggio si svolgeranno al palazzo
dello sport di Biella le fasi eliminatorie nelle quali saranno impegnate le rappresentative regionali di pallamano di Piemonte,
Lombardia e Liguria. Le vincenti accederanno al tabellone nazionale ma tutti i ragazzi saranno osservati dai selezionatori nazionali incaricati di verificare, le migliori formazioni nazionali
giovanili in vista dei campionati europei, mondiali e delle
Olimpiadi del 2000. Nella selezione piemontése sono stati Chiamati cinque atleti del 3S: Valentina Galliana, Andrea Bonetto,
Marco Barberis, Lorenzo Rosso e Alberto Pissia.
In serie B femminile intanto il 3S Pinerolo, opposto al
Valdhandball Biella, formazione modesta, è stato sconfitto per
10 a 25. Le pinerolesi, scese in campo in formazione ridotta,
hanno commesso diversi errori e subito pesanti pause. L’ultima
partita di campionato vedrà impegnato il 3S ancora in casa, ma
questa volta con il Mortara, il che non concede molte speranze.
Mercoledì 24 aprile si è svolto a Torino, sulla piastra all’aperto di via Grosso, il concentramento finale della fase provinciale
del campionato maschile di pallamano under 15.11 3S ha fallito
11 tentativo di raggiungere la capolista Exes Rivalta pareggiando
la prima partita con il Città Giardino. 1 rigori tirati per determinare la formazione che avrebbe dovuto affrontare la capolista
davano ragione ai torinesi. La successiva, netta vittoria sul Regio Parco (20 a 8) non cancellava l’amarezza per l’occasione
perduta; l’Exs Rivalta conquista comunque il primato nella fase
provinciale del campionato e accede alla fase regionale.
PALLAVOLO — Due successi e la conferma delle rispettive posizioni per le formazioni di Pinerolo; in CI il Body Sistem, vincendo per 3 a 1 ad Ovada, si conferma al quinto posto
assoluto. La squadra femminile in B2 ha superato per 3 a 0
l’Ecologital Genova restando così al quarto posto in classifica.
Si sono svolte le prime giornate dei tornei di pallavolo Terrazza per la categoria Ragazze e Pizzeria Borgo Antico per la
categoria Allievi; nel memorial Terrazza successi per il Trisfera
Rivalta (3 a 0 sul Castagnole), Villar Perosa (3 a 1 sul Cumiana) e Volverá (3 a 1 sulla Piscinese). Nel trofeo maschile successi del Vinovo per 3 a 0 sul Villastellone, del Piobesi (2 a 1
sul 3S A), del 3S B (3 a 0 sul Carmagnola), del 3S A (3 a 0 sul
Vinovo) e del Piobesi per 2 a 1 sul 3S B.
TENNIS TAVOLO: VERSO I CAMPIONATI PINEROLESI — Si sono svolti a Omavasso (Novara) i «concentramenti» della C2 regionale con la partecipazione di otto squadre;
scesa in campo con la formazione abituale (Sergio Chili, Rossetti e Piras) la Valpellice ha ottenuto una sola vittoria, con le
Poste Torino classificandosi così al 7° posto. Il successo è andato alla formazione Ossola A davanti al Casale.
Intanto fervono i preparativi per i campionati pinerolesi che,
organizzati dalla Polisportiva Valpellice, si svolgeranno alla
palestra di via Filatoio nelle domeniche 12 e 19 maggio. Nella
prima giornata si confronteranno le categorie «assolute» mentre
il 19 sarà la volta delle giovanili e degli «amatori».
Mostra al Centro culturale valdese
Arte e musica
FRANCO CALVETTI
Chi entra nella sala Paschetto (fino al 15 maggio), rimane profondamente
turbato dall’installazione scultorea, pittorica, musicale che
si presenta ai suoi occhi. Giovanni Cerrato, giovanissimo
artista di Canale d’Alba, diplomato in Scultura e in organo e composizione, si impone
con il distacco proprio dei
grandi per il livello della sua
produzione artistica. Sono
esposte nove sculture in terracotta (sei ad altezza d’uomo)
ottenute con la tecnica dell’arricciatura detta colombina, tipica del Perù e del Cile; sono
senza armatura e cotte in un
grande forno costruito dall’artista nel cortile della sua cascina a Canale. Ognuna di
queste sculture, che portano
nomi suggestivi quali Maternità, Bacio, Sera, Volto del
prossimo, Doppio suono, fun' gono da cassa di risonanza
(effetto conchiglia) per una
melodia timbrica. Gianni Cerrato, grazie alla sua conoscenza di composizione musicale
(ha seguito il corso di alto
perfezionamento di musica
sacra corale e direzione di coro della scuola di Santa Ceci
VENERDÌ 3 MAGGIO 1996 f
Appuntamenti
lia in Roma) ha creato un circuito sonoro grazie a un compressore che, attraverso dei
tubi, manda il suono a quattro
intonatori poggiati in terra,
veri strumenti musicali intonati e accordati a diverse altezze timbriche. Uno spettacolo sonoro di grande suggestione e raffinatezza a cui ha
contribuito l’Associazione
musicale divertimento di Luserna San Giovanni.
Alle pareti sono esposte
una dozzina di tele (acrilici su
tela, oli, tempere) che accompagnano in modo complementare e di sostegno la visione e il suono delle statue.
Sono quadri dalle linee appena accennate e dai colori soffusi; alcune tele si avvalgono
di tecniche del ’400 con l’uso
di tempere trattate con colla
caseinica. L’insieme è fra i
più riusciti; non per nulla
l’artista arriva da un’esposizione a Maastricht e riparte
per una mostra a Berlino.
L’appuntamento per la visita delle scuole è fissato per
sabato 4 maggio alle ore 17.
Altri appuntamenti possono
essere concordati con l’artista
(tei. 0173-978046) oppure
con la segreteria del Centro
culturale (tei. 011-93217).
3 maggio, venerdì — VILLAR PELLICE; Alle 21, nella
sala valdese, Gianni Genre,
Giorgio Toum e Claudio Tron
parleranno su «I valdesi: chi
eravamo, chi siamo, chi stiamo
diventando».
4 maggio, sabato — FERRERÒ; Presso il Centro sportivo-culturale, per la'serie di incontri «Aspettando l’estate»,
pomeriggio dedicato a «La ruota e l’acqua» con interventi
dell’ architetto Bounous, che alle 15 parlerà su «Storia e dinamiche degli insediaménti abitativi in montagna; seguirà alle
16,30 il ricercatore Baret su
«Gli antichi mulini della Val
Germanasca, una ricerca sul
campo». Alle 16,30, presso la
scuola media di Ferrerò, presentazione del depliant turistico
«La ruota e l’acqua, percorso
didattico alternativo»; seguiranno uno spettacolo della scuola
media e la visita al mulino.
4 maggio, sabato — PINEROLO: Alle 21, al Teatro-incontro di via Caprini, concerto
di pianoforte con Massimiliano
Genot che suonerà Chopin e Liszt. Ingresso lire 10.000.
4 maggio, sabato — FRALI:
Alle 21, nel tempio, concerto del
coro Fihavanana.
5 maggio, domenica — PINEROLO: Alle 21, al Teatroincontro di via Caprini, spettacolo a cura del laboratorio teatrale Alma Teatro «Luna nera».
5 maggio, domenica — SAN
SECONDO: Il gruppo «Montagna insieme» di San Secondo,
con il Cai della sezione di Pinerolo, organizza una visita alle
Capanne di Marcarolo; partenza
alle 6 da Pinerolo con autopull
7 maggio, martedì — PINEROLO: Alle 21, nella sede di
via Duomo 42, è convocato il
Consiglio della Comunità montana Pinerolese pedemontano;
all’ordine del giorno la nomina
del rappresentante dell’ente nel
consorzio per l’università di Pinerolo, l’adesione al Pineroltour
e la proposta di creazione di
un’area di valorizzazione e tutela ambientale avente come centro i «Tre denti» di Cumiana.
9 maggio, giovedì — TORRE PELLICE: Alle 16,45,
presso il Collegio valdese, 8’ lezione del corso «Tradizioni orali, lingue, nomi, folclore nelle
valli valdesi: “Racconti tradizionali’’», relatrice Ethel Bonnet.
Torre Pellice
Concerto
per chitarra
Bellissimo concerto quello
del 23 aprile all’Unitrè: programma intelligente e raffinato, esecutore bravissimo che
alla serietà di studioso ha aggiunto l’appassionata ricerca
del suono e dell’espressione.
Filippo Pariai, chitarra, da
Napoli ci ha portato, in una
giornata di pioggia, la luce e
il calore della sua terra e della
sua arte. Il programmà, scelto
con gran cura, spaziava dalla
malinconia irlandese di Dowland al bellissimo preludio e
fuga BWV-988 di Bach, a De
Falla e Villa Lobos. La delicata e celebre La Cathedral
di Augustin Barrios, le Rossiniane di Giuliani e Turina
chiudevano la seconda parte.
Molti applausi e simpatia, e
la speranza di risentire presto
il bravo artista.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Sped. in.abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa; La Ghisieriana Mondovì
Una copia L. 2.000
9 maggio, giovedì — TOR. i
RE PELLICE: Alle 15,30 presso la biblioteca della Casa valde- /
se, via Beckwith 2, concerto di i
Daniela Pilottp, soprano, Gian- A
luca Fasano, baritono, Giorgio ,
Spriano, pianoforte.
10 maggio, venerdì — TOR. ■
RE PELLICE: Alle 20,45,. j
presso la Comunità montana in li,
corso Lombardini 2, a cura del
Gruppo di studio vai Lucerna,
presente l’autore. Marina Jarre
presenterà il libro di Giovanni
De Luna «Le donne in oggetto»
ed. Bollati Boringhieri. /
A
VALLI
CHISONE-GERMANA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei, 81154 I
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 5MAGGÌO J
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58787 *
Fenestreile: Farmacia Grippo '
- Via Umberto I 1, tei. 83904
Ambulanze: ,
Croce Verde, Perosa: tei. 81000 .
Croce Verde, Porte : tei. 201454 :
■
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433 ir
Guardia farmaceutica; )
DOMENiCA 5 MAGGiO i
San Secondo: Farmacia Mei- l
lano - via Rol 16, tei. 500112. -j
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355 .JCroce V. - Bricherasio, tei. 598790 Í
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000 {Ci
PINEROLO
Guardia medica:
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sedi dei distretti.
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Cinema
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cinema Trento ha in programma, giovedì 2 e veneri
3 ore 21,15, Ragione e sentimento; sabato 4, ore 21,15,
domenica 5 ore 18,15 e 21,15
e lunedì 6, ore 21,15 Casinò.
BARGE— Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 3, Blue in thè face e sabato 4 aprile Nome in codice: Brokenarrow; da domenica, ore 15,15, 17,15, 19,15,21,15, a giovedì, Io ballo da
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' Vita Delle Chiese
I
Verso la 34^ Assemblea deirUnione cristiana evangelica battista d'Italia
Tra noi ci sono molti talenti da sviluppare
isleJla nostra intervista il presidente delIVcebi si mostra pttimista circa il futuro
dèlia testimonianza battista nel nostro paese nonostante le difficoltà organizzative
l'- sullo prossima Assemblea
0’Ucebi abbiamo rivolto
ujcurie domande al doti. Re00 Malocchi, presidente in
i0ica del Comitato esecutivo
^^*\Jnione.
PAG. 7 RIFORMA
ANNAMAFFEI
;so le
impressioni avete
patto dalle visite che co0$^mbri del Comitato esecutiito (Ce) avete condotto negli fitimi mesi presso quasi
tutte ìé chiese battiste?
«Ci siamo resi conto che di
queste visite le chiese avevano un gran bisogno in quanto
ttadizionali mezzi di informazione evidentemente non
Wo sufficienti. Va detto a
^esto proposito che a differenza delle chiese valdesi e
Metodiste le chiese battiste
Ton hanno strutture intermedie come circuiti e distretti dove i problemi vengono
.^scussi fra un’assemblea e
Mira. Dare informazioni di
(rima mano è dunque importante. Le impressioni che
* ne abbiamo tratto sono di
una certa vivacità delle noi stré chiese. Ci sono esempi di
i'ictescita e di sviluppo mentre
j^enta l’interesse rispetto
alla maniera di vivere la fede
' come noi la proponiamo».
- Quali ritiene che siano i
",^nti da sviluppare nel pros'àno futuro?
«I talenti da sviluppare sono molti. Alcuni riguardano i
;pstori e i ministri in generaAbbiamo attualmente un
in numero di studenti che
eparano al ministero pale e ci sono anche pastodèe vengono da altre espe. nenze e chiedono di entrare
^fflUnione. Avviene così anche per i diaconi. Con l’approvazione delle Intese abitiamo inoltre scoperto, attraverso l’afflusso di decine e
teine di richieste di tesserini Ucebi, la presenza nelle
¡èostre chiese di moltissimi
r-ptinisteri locali che si indirizÉ tano nei vari settori che le InV tese hanno aperto. Altro ta
li Villaggio di Santa Severa dove si terrà l’Assemblea battista dal 19 al 23 giugno
— 11
pro;nerdì
sentili,15,
21,15
sinò.
1 Coa, ve; e sacodiiome19,15.
Ilo da
nultia sala
UZZO!
1 pròitica:
estivi
).
ì ntioggetti
; veníante.
380.
;si
ori ri
1859.
:E fa
urica:
imbini
12.
lento che stiamo utilizzando,
ma molto resta ancora da fare, è il patrimonio. Anche qui
l’informazione è fondamentale perché cresca la consapevolezza delle chiese del
ruolo che può giocare un utilizzò razìònale e solidale del
nostro patrimonio e si mpdifichino vecchie abitudini che
sono cresciute in situazioni
radicalmente diverse da
quella attuale».
- E quali sono gli aspetti deboli?
«Per quanto riguarda le debolezze direi che la struttura
complessiva deU’Unione, che
fu pensata e sviluppata in
condizioni storiche diverse,
oggi necessita dì un rafforzamento. L’autonomia totale
che oggi viviamo e anche tutta una serie di sviluppi come
quelle create dalle Intese richiedono un rafforzamento.
Negli anni passati abbiamo
costruito per così dire il telaio
della casa, oggi dobbiamo
creare i muri e i tramezzi, attrezzarla veramente per i
compiti che deve svolgere».
- Che tipo di messaggio il
Ce ha lanciato alle chiese nel
SCHEDA
La relazione dell'Esecutivo
all'esame delle chiese
La relazione che il Comita^^ecutivo presenta alla
Assemblea dell’Ucebi
(19-23 giugno) si articola in
®®<iue capitoli: il quadro gebetale, il biennio in esame,
jiu^ze e organizzazione,
orizzonte internazionale ed
^*^enico, verso il futuro.
La relazione espone la sì^azione dell’Ucebi e delle
pese battiste italiane alla
pe di vari nuovi eventi che
^JJUesto biennio si sono vetiflcati.
positivo
.-alto numero degli stu®nti di teologia (19);
~ richiesta di alcuni pastori
panieri di svolgere il minipresso le chiese dell’
. ~ domande di ammissione
®riuove chiese; /
'le nuove sfide di collabodp M**® metodisti e vaiai lanciate dall’ultima As*^l>lea-Sinodo;
j «®‘^fiuisizione definitiva
. ne ex proprietà del Foreign
^^lon Board (agenzia mis^«aria dei battisti americani
da convenzione del Sud);
^assunzione del nuovo seamministrativo Aldo
'donato;
-lalegge 116/95 sulle Inte
se fra lo stato italiano e le
chiese dell’Ucebi.
In negativo
- improvvisa decisione del
Foreign Mission Board di interrompere, con quattro anni
di anticipo rispetto agli accordi, il sostegno economico
all’Ucebi;
- istituzione della nuova
tassa sugli immobili lei;
- mancanza di una figura
che assicuri la continuità gestionale;
- inadeguata dislocazione
delle sedi pastorali sul territorio.
- deficit bilancio 1995.
Oltre alla discussione sui
problemi su esposti e su
quelli relativi ai nuovi appuntamenti e proposte ecumeniche (1997 anno dell’assemblea ecumenica europea di
Graz, proposta della costituzione di un Consiglio delle
chiese cristiane. Giubileo
2000) il Ce porterà all’Assemblea alcune riforme circa:
- una nuova ripartizione
delle sedi pastorali:
- l’istituzione della figura
del Segretario generale:
- una soluzigiie per risolvere la sfasatura strutturale fra
ordinamento Ucebi e statuto
dell’ente patrimoniale.
corso delle sue visite?
«Il messaggio è molto semplice: abbiamo tutta una serie di possibilità di crescita
che prima non avevaipo, abbiamo dunque la necessità,
soprattutto alla luce della totale autonomia che abbiamo
conquistato, di esprimere le
risorse necessarie, non solo
economiche ma anche umane e professionali».
- Se come appare dalla situazione si dovessero rendere
necessari dei sacrifici e dei tagli, su quali cose si dovrebbe
intervenire prioritariamente?
«Non parlerei di tagli. La
nostra tesi è che la capacità
delle chiese di esprimere risorse non sia affatto ai suoi
livelli massimi e su questa
ipotesi stiamo lavorando. Se
però ci sbagliamo allora il
punto non è di tagliare ma
avere una visione di un’Unione, magari più modesta, ma
che non per questo sia meno
significativa. Sempre se tale
ridimensionamento non viene inteso come un arretramento ma come un nuovo
punto di partenza. Mi sembra però dai segnali che ci arrivano che le chiese siano al
contrario orientate a garantire condizioni di sviluppo».
- Come migliorare e chiarire i rapporti non sempre sereni fra pastori e chiese e tra par
stori e Unione? Dalla relazione del Ce traspare che i problemi siano attualmente congelati più che risolti. Si è parlato in passato di un progetto
articolato di dislocazione delle sedi pastorali...
«Porteremo in assemblea
una proposta nuova sulle dislocazioni pastorali. Il Ce comunque avverte che il problema del ruolo e della funzione del pastore, che continuiamo a considerare centrale per le nostre chiese, vada
affrontàto in maniera più ampia a partire da una riflessione a più voci che coinvolga le
chiese capillarmente e sfoci
in un convegno nazionale».
- Sono maturi i tempi per
conseguire un’ottimizzazione
delle risorse con relativi riduzione degli oneri per quanto
riguarda le chiese bmv?
«Credo che i rapporti bmv
siano essenziali per cementare la comune vocazione che
abbiamo in questo paese.
L’ottimizzazione dellé risorse
è una conseguenza che a sua
volta ha ricadute positive sulla capacità di operare. Siamo
solo agli inizi di questo processo, se non andiamo più
spediti è perché esso deve
maturare soprattutto alla base. Gli esecutivi lavorano sugli strumenti comuni, Claudiana, Facoltà, diaconia, eccetera. L’ottimizzazione del
lavoro e delle risorse, soprattutto quelle umane, deve po
ter partire dalla base e qualche segnale positivo anche in
questo senso lo abbiamo».
- Recentemente si è svolto
un incontro di culto a Roma
fra chiese dell’evangelismo
storico e chiese dell’area pentecostale: l’Ucebi è interessata
a questo dialogo?
«L’Ucebi è interessata anche se i problemi interni ci
hanno impedito un maggior
coinvolgiménto. Riteniamo
d’altra parte che lo stmmento federativo sia il più adatto
per operare a questo livello.
Siamo però anche attenti a
un’altra sponda del dialogo
intercristiano, quello del movimento ecumenico, dell’incontro delle chiese europee
di Graz, quello della cristianità nel suo complesso di
fronte al Duemila. Non pos
Renato Malocchi
siamo permettere che l’assillo dei problemi quotidiani ci
impedisca di riflettere e collocarci rispetto a fenomeni di
più ampia portata».
- Il Ce nelle sue visite alle
chiese ha lanciato una campagna di sostegno all’Ucebi
tramite prestiti di solidarietà
a termirie da chiese e singoli.
Ci sono già state risposte di rilievo in merito?
«L’iniziativa del prestito di
I solidarietà è stata accolta
molto bene dalle chiese anche se operativamente siamo
un po’ in ritardo perché gli
strumenti amministrativi che
abbiamo a disposizione non
sono aumentati».
- Il Ce in questo biennio ha
sostenuto il lavoro delle chiese
etniche: a che punto siamo?
«Tr^ chiese emiche hanno
chiesto di entrare nell’Ucebi
e saranno presentate all’Assemblea se così si orienterà
il Ce, ma questo è solo un aspetto del rapporto con l’immigrazione. L’altro è legato al
sostegno di un progetto pilota, gestito dal Dipartimento
per l’evangelizzazione nella
cintura napoletana, impegnato a costruire un polo di
aggregazione e solidarietà in
favore e insieme ai migranti,
in particolare evangelici, delia zona, colpiti in questi ultimi mesi da pesanti aggressio
ni di stampo razzista».
H SCHEDA
133 anni di presenza
battista in Italia
Il movimento anabattista,
la cosiddetta «ala sinistra
della Riforma» che è indirettamente all’origine degli
attuali battisti, fu ampiamente diffuso nell’Italia settentrionale, e particolarmente ne Veneto (efi: U. Gastaldi, Storia dell’anabattismo, voL II cap. 12; «L’anabattismo in Italia», pp. 591590). La presenza battista
vera e propria inizia nel nostro paese nel 1863, quando
i pastori battisti inglesi James Wall e Edward Clarke
fecero un viaggio in Italia
per e^minare la possibilità
di intraprendere un’opera
missionaria.
Nello stesso anno Wall si
stabilì a Bologna e Clarke
iniziava nel 1866 un lavoro
a La Spezia, dando vita alla
«Spezia Mission for Italy».
Ai missionari inglesi si affiancò nel 1870 una missione americana: la presenza
di missionari stranieri fu
tuttavia sempre limitata,
perché ben presto si formò
una classe pastorale italiana. Nel 1884 le tre missioni,
due inglesi e una americana, si collegarono nella
Unione cristiana apostolica
battista, con una ventina di
chiese e venticinque pastori. Nel 1901 le comunità
dell’Unione erano una quarantina con altrettanti pastori. Nel 1901 fu fondata a
Roma la Facoltà teologica
battista; nei primi decenni
del secolo, attorno alla Facoltà e al suo professore Lodovico Paschetto, insigne
archeologo, si raccolse un
gruppo di intellettuali che
diede vita a due importanti
riviste: «Bilychnics», che per
oltre un ventennio fu un
punto di riférimento per gli
studi storico-religiosi in Italia, e «Conscientia», il cui
direttore, il filosofo e glottologo Giuseppe Gangale, introdusse in Italia l’opera di
Karl Barth e fu artefice della
riscoperta della teologia
della Riforma.
Dopo la prima guerra
mondiale una delle due
missioni inglesi abbandonò
il campo, e nel 1923 si diede
vita all’Opera cristiana
evangelica battista d’Italia
con 51 chiese, mentre la
«Spezia Mission» continuò
il suo lavoro in modo autonomo, pur conservando
buoni rapporti con gli altri
battisti. Negli anni del fascismo le restrizioni e le vessazioni costrinsero alla chiusura di alcuni locali di culto.
e l’Opera attraversò un periodo di gravi difficoltà, anche sul piano finanziario.
Dopo la seconda guerra
mondiale il lavoro battista
riprese con vigore e nel
1956, con la trasformazione
'dell’Opera battista in Uñione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), fU sancita l’autonomia dalla missione americana della «Sout
ern Baptist Convention».
Nel 1966 anche le chiese
della «Spezia mission» corifluirono nell’Ucebi.
L’Ucebi contà attualmente un ceritinaio di chiese
con 50 pastori (fra i quali
sette donne) e 5.000 membri; poiché le chiese battiste contano come membri
di chiesa effettivi solo gli
adulti battezzati e attivi la
popolazione battista complessiva, inclusi i bambini,
giovani e i numerosi simpatizzanti, può essere valutata
tra le 15.000 e le 25.000
unità. Il massimo organo
deliberativo dell’Ucebi è
l’Assemblea generale biennale, composta dai delegati
delle chiese e dai pastori
con cura di comunità. L’Assemblea generale elegge un
presidente, un vicepresidente e un Comitato esecutivo. Tutte le cariche elettive durano al massimo sei
ànni. La preparazione teologica dei candidati ai ministeri e dei predicatori locali è curata dal Dipartimento di teologia: il Dipartimento di evangelizzazio
ne si occupa della missione
interna e della questione
dei diritti umani.
Le istituzioni delTUcebi
includono un orfanotrofio,
due case di riposo, quattro
centri di incontro, un centro perla produzione di audiovisivi (Spav) e una cooperativa tipografica. Da alcuni anni i battisti italiani
hanno avviato un rappòrto
di stretta collaborazione
con le chièse valdesi e metodiste. Tale rapporto in
elude il reciproco riconoscimento dei membri di
chiesa e dei ministri, e un
settimanale comune, «Riforma» che esce regolarmente dal gennaio 1993.
L’Ucebi è membro costi
tuente della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia (Fcei); a livello internazionale, fa parte della
conferenza delle chiese europee, del Consiglio ecumenico delle chiese e dell’Al
leanza battista mondiale.
¡1 Comitoto esecutivo deU’Ucebi,
ai sensi dell’ort. 9 del patto costitutivo e deil’art. 93 del regolamento, convoca
rAssemblea
Generale deU’Ucebi
nei giorni 19-23 giugno 1996 a Santa Severa .
presso il Villaggio della Gioventù
L’arrivo dei partecipanti è previsto per la serata del
18 giugno
Programma indicativo dei lavori
1. Culto inaugurale
'2. Appello dei membri dell’Assembiea
3. Elezione del Seggio
4. Adozione dell'ordine dei lavori
5. Ricordo dei collaboratori deceduti
6. Ammissione nuove chiese
7. Presentazione candidati al ministero
pastorale '
8. Relazioni
9. Elezioni
Modifiche ali’ordinamento
Mozioni finali
Culto di chiusura con Santa Cena
10.
11.
12.
V
dr.
Il presidente
Renato Malocchi
12
N!.;.
PAG. 8 RIFORMA
mm
Vita Delle Chiese
A li fili 1^ l^ll^l
Assemblea annuale delle chiese evangeliche libere
L'Evangelo è annunziato ai poveri
Le chiese libere, nate ne! 1969, riaffermano la volontà di
organizzarsi per la testimonianza evangelica nella società
LUCIANO DEODATO
La «Comunione delle
chiese cristiane libere»
nasce per gemmazione n^l
1969, distaccandosi dalla
Amei (Associazione missionaria evangelica italiana) e
dalla Ambì (Associazione
missionaria battista itaUana);
un grappolo di piccole chiese
che negli anni iri cui i battisti
combiciano a prendere consistenza giuridica intendono
probabilmente salvaguardare la caratteristica di moArimento e tutelare il principio
del congregazionalismo. Tra
gli scopi allora indicati non
c’era quello di dare luogo a
una nuova denominazione,
ma di offrire uno spazio a
chiese nascenti o isolate, nel
pieno rispetto dell’autonomia di ognuna.
La fede è una scelta e una
decisione, e perciò il battesimo (in modo conforme ai
principi battisti) è amministrato ai soli credenti e per
immersione: la Scrittura è
l’unico ma solido fondamenr
to della fede, bussola della
dottrina, luce nel cammino
della vita; l’evangelizzazione
è il compito dei singoli credenti e della chiesa mtta. Pure essendo un piccolo gruppo di chiese, presenti oggi
soprattutto nel Napoletano,
a Avellino e dintorni, a Lucca, le chiese libere hanno
una chiara sensibilità ecumenica, nel senso che siedono nel Sinodo valdese e mètodista, fanno parte della Federazione delle chiese evangeliche, i loro membri si inseriscono con facilità in
qualsiasi altra comunità e essi stessi accolgono con ri. spetto membri di altre denominazioni evangeliche.
Perché l’aggettivo «libere»?
Non certo per contrapporsi
polemicamente ad altre chiese, quanto piuttosto per ricollegarsi idealmente a quegli evangelici che nel 1800 sognarono di far nascere una
chiesa evangelica italiana per
la liberazione deUe coscienze
dalla superstizione e ignoranza cattolica, capace nello
stesso tempo di formare cittadini e cittadine quali soggetti politici responsabili per
la costruzione della nazione
italiana e dunque mantenere
desta la speranza di una chiesa evangelica in Italia unita,
nel rispetto delle specificità
di ogni denominazione.
Un gruppo di donne partecipanti ali’Assembiea deiie chiese iibere
A Napoli, il 25 aprile, si è
tenuta l’assemblea annuale
delle chiese libere; a Berlingieri, im quartiere periferico
e popolare, ricco di problemi, povero di cultura, serbatoio di speranze e delusioni.
Una scelta, perché l’Evangelo è aimunziato ai poveri (Mt.
11,5). Antoivio Casarella, pastore nella chiesa di Avellino
e Forino, in qualità di coordinatore ha presieduto l’assemblea, alla quale ha fatto
giungere un messaggio Domenico Maselli, leader carismatico, appena rieletto nel
Parlamento italiano nel collegio di Lucca, nonostante la
forte opposizione di conservatori e clericali.
Dalla relazione sulle attività delle chiese si è scoperto
che in alcune zone c’è una
crescita numerica dei propri
membri, un po’ ovunque si
aprono nuove prospettive,
per esempio nel settore degli
studi biblici molto ben frequentati, i giovani si interessano di teologia, c’è insomma una sete di conoscenza,
una ricerca.
L’assemblea ha capito che
per affrontare l’immediato
futuro è necessario dotarsi di
strumenti di collegamento.
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f Guida alla normativa suUI^gnamento
della rjeiigioné cattoUca nella scuola
■ f:« cura dej Comitato nazionale e 1
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Non solo, ma poiché le chiese staimo crescendo, il volontariato non è più sufficiente, è
necessario anche avere incontri di formazione, organizzare i giovani offrendo loro gli spazi della Fgei, curare
il canto allargando il patrimonio irmologico e fornendo gli
elementi base per una cultura
musicale. La discussioné è vivace, serena, appassionata.
Oltre ai problemi immediati si è discusso sul ruolo e la
figura del pastore, sul sacerdozio univCTsale, sul problema dell’ecumenismo e anche
dei rapporti con le altre demominazioni evangeliche, in
particolare con i pentecostali
talvolta pesantemente presenti là dove esistono chiese
libere. E poi naturalmente si
è discusso di finanze. Al momento delle votazioni, Antonio Casarella è stato riconfermato coordinatore: lo affiancheranno quali membri del
Consiglio Nicola Liccardo,
Orsola Fasulo, Raffaella Festa, Domenico Maselli, Antonio Palombo. Deputati al
prossimo Sinodo sono stati
nominati Antonio Mucciardi
e Armando Casarella: quest’
I ultimo andrà anche alla prossima Conferenza distrettuale.
Monteforte
Cooperazione
contro il
razzismo
DAVID FORBES*
I rapidi cambiamenti sociali
e tecnologici del nostro
tempo provocano un ritorno
di nost^ia, una voglia di tuffarsi nel passato che ci dà come un senso di sicurezza perché prendiamo quanto ci
sembra buono e mettiamo da
parte, dimenticandole, tutte
le sofferenze e le paure.
Tuttavia non possiamo
sfuggire permanentemente
alla realtà che ci circonda e
che ci proietta velocemente
verso il futuro. Se non prendiamo oggi le decisioni giuste
sul tipo di mondo e di società
da lasciare ai nostri figli c’è il
rischio di condannarli a una
vita di stenti. Ammesso poi
che Ü mondo sopravviva, sarà
sempre più piccolo inevitabilmente restringendosi nel
«villaggio globale», un’evoluzione rapida verso una cultura uniforme.
È altrettanto vero, però, che
parte della nostra peculiarità
di esseri umani ha profonde
radici rielle specificità nazionali e locali. In un mondo che
è interdipendente, non ci è
consentito di asserragliarci
nella nostra «fortezza d’Europa»; e nemmeno possiamo
pensare di rinchiuderci nelle
nostre comunità e nelle nostre identità; un simile modo
di agire, nel villaggio globale,
significherebbe la balcanizzazione dell’intero pianeta, con
tutte le miserie che continuiamo a vedere nel mondo.
Per questo dobbiamo optare
per una prospettiva in cui le
comunità costruiscono insieme realtà interculturali di
dialogo e di condivisione.
Oggi c’è un ritorno di razzismo e di xenofobia, e spesso
le espressioni di intolleranza
sono più acute là dove è più
violenta la competizione a
causa delle scarse risorse. Si
devono inoltre valorizzare coloro che culturalmente, socialmente ed economicamente sono più aperti e versatili. Nelle comunità di immigrati molte sono le persone
disponibili e piene di risorse.
Queste sono le nuove esperienze di comunità impegnate nel lavoro e nella costruzione di una realtà interculturale. Sono questi i soggetti
con cui, in occasione della
conferenza di Monteforte, vogliamo rafforzare i legami già
esistenti a livello nazionale,
europeo e intemazionale.
* responsabile di
«Kairos Migration»
Centro incontri
Monteforte Irpino
16-19 maggio
Le relazioni interculturali
Il Centro incontri di Monteforte Irpino organizza in
collaborazione con Kairòs Europa, dal 16 al 19 maggio, il
convegno sul tema «Come le comunità di impiigrati e di
nativi possono costruire relazioni interculturali» Hanno
dato la propria adesione la Rete nazionale antirazzista, il
Forum antirazzista della Campania, Nero e non solo, il
collettivo immigrati di Aversa, l’Opera nomadi e il Coordinamento evangelico migranti del Napoletano..
Il programma prevede alcune visite: una a Caserta, dove ci sarà Un incontro con il vescovo Nogaro e varie
realtà deirassociazionismo; un’altra nell’Agro aversano,
una delle zone in cui la presenza degli immigrati è più
consistente; infine a Napoli con la presenza di Amato
Lamberti, presidente della Provincia di Napoli, e del prof.
Enrico Pugliese, direttore del dipartimento di Sociologia
dell’Università di Napoli.
Per infanruinom o iscrizioni al convegno rivolgersi alla redarione cH Riforma di Napoli (tel.08I'291185) o telefonare a
Carmen Rotoli (tel.08l'297235).
VENERDÌ 3 MAGGIO 1996
Cronache
CARBONIA (CA) — Da sabato mattina 6 aprile fino a lunedì 8
aprile, tutte le famiglie appartenenti alla Chiesa battista di
Carbonia hanno, con grande entusiasmo, avuto l’opportunità di condividere dei momenti di vita comunitaria al
campo Sardegna. La riflessione, guidata dal past. Giuseppe
Miglio, ha riguardato alcune tematiche come il paradosso
esistente tra il silenzio di Dio, evidenziato nella scena della
croce, e la voce dell’assenso di Dio alla vita rivelata nella
scena della resurrezione. Per tutti è stata un’occasione di
comunione fraterna e di riflessione costruttiva sul signiflcato della croce e della resurrezione di Cristo.
SAN GERMANO — L’assemblea di chiesa del 21 aprile ha eletto quali deputati alla Conferenza distrettuale Piero Rivoiro,
Arma Grill, Aldo Garrone (supplenti Andrea Ribet e Annalisa Coucourde), e al Sinodo Monica Godino e Vera Meynier
Stallé (supplenti Renato Long e Andrea Ribet).
• In due occasioni una gran folla si è riunita nel tempio per
ascoltare l’annuncio della speranza cristiana in occasione
dei funerali di Adolfo Bouchard, di 84 anni, e Mery Goimet
Soulief, 48 anni, entrambi deceduti improvvisamente. Come è stato con forza affermato dal pastore Ribet, la consolazione vera e profonda si trova nel Signore solo ché è
l’unico nostro rifugio nei momenti più tristi della nostra
esistenza e da cui solamente ci viene la forza per accettare
e superare anche le prove più dure. È con tale certezza che
la comunità si stringe attorno alle famiglie in lutto a cui ripete con il salmista: «Dio è per noi un rifugio e una forza,
un aiuto sempre pronto nelle distrette».
VILLASECCA — Quest’anno abbiamo avuto una sola catecùmena che ha chiesto di essere ammessa come membro di
chiesa, Sonia Peyronel. Come già le catecumene dello
scorso anno, oltre a partecipare aUa cena del Signore per la
prima volta a Pasqua, ha anche dato la sua collaborazione,
come lettrice nel corso del culto.
• Tanti auguri a Rosanna Giacomino e Ferruccio Geme per
la nascita della piccola Vanessa.
• Purtroppo un nuovo lutto ha colpito la comunità con la
dipartita di Alina Poèt Barus, del Linsardo. Nell’attesa del
nuovo mondo di Cristo ricordiamo con riconoscenza la sua
mite figura di credente.
Villasecca: le attività invernali
Due culti tutti particolari
La comunità sta concludendo le sue attività invernali. Le ultime riunioni quartierali sono stati dedicati allo
studio di argomenti non
fempre uguali in tutti i quartieri: i temi affrontati sono
stati gli enti ecclesiastici, il
ruolo dei giovani nella chiesa, la storia della comunità.
Al Trussan, Milena Martinat
ha guidato i partecipanti in
una riflessione animata col
metodo del fotolinguaggio.
Dopo un momento di imbarazzo iniziale, l’esperienza è
stata molto ben accetta e ha
stimolato una serie vivace di
interventi.
Abbiamo avuto ai Chiotti
due culti speciali: uno presieduto dai giovani, nel corso
del quale alcuni rappresentanti dell’Asilo di San Germano hanno presentato il lavoro
deiristimto; l’altro, presieduto dalla pastora Daniela Di
Carlo, sui problemi della
bioetica. Grazie anche a Ser- gio Ribet e a Emilio Rostan
per i loro messaggi. Nel quadro dell’intensificazione dei
rapporti fra chiese e diaconia, al nostra Unione femminile ha visitato gli ospiti
dell’Asilo di San Germano e,
in una delle sue sedute, ha
preso visione dèi filmato
sull’ospedale di Pomaretto.
I lavori agli stabili hanno
registrato, malgrado la stagione invernale, qualche ulteriore passo avanti: il tempio storicò di Villasecca è abbellito adesso da un portone
nuovo che riproduce esattamente quello precedente e di
un impianto elettrico quasi
totalmente rinnovato, Grazie
coinè sempre a tutti i volontari che hanno collaborato
per questi e altri lavori. Per
esprimere la riconoscenza
della comunità, domenica 24
marzo il Concistoro ha offerto un’agape fraterna a tutti
coloro che si sono impegnati
in questi ultimi anni.
Molti membri della coma?
nità hanno partecipato a una ,
gita a Roma, organizzala dagli ex maestri della nostra
scuola, proseguendo una tradizione degli anni passati.
Oltre alle mete solite dei tiiristi, un buon gruppo di partecipanti ha avuto anche occasione di visitare velocemente
la Facoltà valdese di teologia
e il tempio di piazza Cavour.
Grazie alla pastora Maria Bonafede per l’accoglienza calorosa malgrado l’improvvisata e alla direzione della Casa evangelica battista di Rocca di Papa per la fraterna
ospitalità.
La chiusura della scuola
elementare ha lasciato, malgrado la sua ineluttabilità, la
bocca amara nella nostra comunità. Tuttavia, le attività
sociali come le gite e gli incontri di famiglie che facevano contorno a questo se:^zio hanno avuto negli ultimi
mesi un rilancio, per il quale
la chiesa ha messo a disposizione i suoi locali. Alcuni incontri festosi, ricreativi e
turali hanno registrato un’oh
rima riuscita. Invitiamo Wtti
a partecipare alle prossime
riunioni, anche nel caso che
da lungo tempo non abbiano
più avuto familiari che frequentassero la scuola.
Molto graditi sono stati#
scambi giovanili con Prali. I
giovani di Villasecca hanno
récitato a Prali il dramma
preparato per il XVII Febbraio: La miniera, di Marco
Ayassot; i giovani di Pran
harmo presentato nel tempi®
di Villasecca il loro spettacolo di canti e riflessioni su
Guerra e non più guerra.
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Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
L'impegno civile di uno dei fondatori della Fcei
Roberto Sbaffi: giornalista e testimone
|el Vangelo nel mondo della comunicazione
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UN incontro durato quajant’anni con il coraglo ]a coerenza, la fraternità,
^jtelligenza. Questo ha siffiificato per me l’amicizia
Itofonda e fraterna che mi
isMato e ini legherà a RojertoSbaffi. È stato un granieMvilegio di cui sono grato
alip®re. Nel momento dojjj^ della separazione rie5dC0 con commozione le cajjttenstiche fondamentali
deD^csonalità di Roberto,
ll^raggio si rivela nelle
C'di scelte della vita. Per
irto la manifestazione di
che ha segnato poi
Hntero percorso della sua
lenza è avvenuta nel ’43,
ido, ufficiale del nostro
Kercito, fu uno tra i non
folti che scelsero la porteci-,
|0ne diretta alla guerra di
feazione, aderendo con il
sùoleparto alle formazioni
Ulahattenti alleate. Così Rorisalì tutta la penisola
ioiiibattendo contro gli inferi nazisti conservando la
5ua divisa di ufficiale dell’
^eicito italiano. La scelta
lifascista di allora ha caìerizzato il suo impegno
& negli anni successivi fino a oggi.
Di qui la coerenza, virtù rata,praticata da Sbaffi senza
ijUlerruzione e trasferita nel
¡.mondo dell’informazione e
della Comunicazione; essa si
è'fecitata così nella sua attività che ha riguardato tutte
le ferme della comunicazione: dai primi impegni per far
;0ascere una stampa evanlica rinnovata e adeguata
Roberto .Sbaffi
per il futuro chi di noi lavora
nel campo della comunicazione ricorda quel che ha
scritto, detto e fatto come un
prezioso insegnamento soprattutto per la rubrica televisiva Protestantesimo, fondata oltre vént’anni fa con il
contributo determinante di
Roberto.
Gli ultimi 14 anni della sua
vita, segnati dalla malattia,
hanno messo in Inceda speranza cristiana e la straordinaria dignità umana con la
quale ha affrontato i momenti più difficili della soffemnza. Dobbiamo esprimere
profonda riconoscenza al Signore che ci ha dato per molti anni un uomo come Roberto Sbaffi.
I Luino
Un saluto
al pastore
Giuseppe
Anziani
Domenica 14 aprile nella
chiesa metodista di Intra ci
siamo tutti stretti intorno al
pastore Giuseppe Anziani e a
Paola e Marisa che lasciano la
comunità di Intra, Omegna e
Luino per stabilirsi a Cinisello
Balsamo. Nei due anni trascorsi nella nostra zona il pastore Anziani ha sostenuto
cori entusiasmo il lavoro delle
nostre chiese insieme ai fratelli e le sorelle di queste piccole comunità. Lo salutiamo
con affetto e riconoscenza:
chi scrive non è evangelico
ma grazie alla serenità che la
comunità gli ha dato, negli
anni, è riuscito ad avvicinarsi
e a interrogarsi su quella
grande questione della fede.
II pastore Anziani, visibilmente emozionato, ha detto
nel corso del culto parole intense, di amore e di speranza
e fiducia: parole che hanno
fatto molto riflettere tutti,
parole che infondono nel
cuore una grande pace. Parole che sconfiggono l’egoismo non solo materiale ma
anche morale, che non sono
fini a se stesse.
Ricordiamo ancora i canti
biblici che ci hanno accompagnato con la loro armonia,
mentre un po’ tristi pensavamo alla partenza del pas:tore
e delle sua famiglia ma, come
è stato detto, un pastore non
cessa mai la propria attività,
ne siamo sicuri, (a.c.)
Agenda
* f-gVUVO LlllllL-f V UlCL
i^falnostro tempo fino alle
. ’ i^nze radiofoniche e televisive. Così l’impegno civile
e quello evangelico hanno
.camminato di pari passo e
sono stati i due pilastri della
soavità. La fede ciistiana e
l’.aihore per la libertà hanno
fatto di Roberto un modello
®laico impegnato per il proìl^tantesimo italiano, in pari.titolare nell’ambito della Feijierazione delle chiese evan¡.feliche e nella vita della cofmunità.
I La fraternità di Roberto si
jiivelava nelle circostanze imIpoitanti della vita professinole e del rapporto umano
;ì ooo ci hanno tenuti uniti per
tanti anni così come in ogni
fifeniento delle giornate tra; tose insieme. La sua intel%tiza, in pari tempo vivida
. toofonda, aveva l’impronta
P una straordinaria creatito, tale che ancora oggi e
Caserta: Ernesto Calli della Loggia all'Istituto C. F. Alois
La religione colma il vuoto lasciato
dal crollo del fascismo e del comuniSmo?
DAVIDE CIELO
A Caserta c’è un istituto di
studi, storici e religiosi,
l’Istituto G. F. Alois, gestito
dalla, locale comunità cristiana libera che organizza da
settembre ad aprile incontri
con studiosi provenienti da
ogni parte d’Italia. A chiusura
dell’attività 1995-96, il 17
aprile è stato ospite dell’istituto Ernesto Galli della Loggia, docente di storia dei partiti e dei movimenti politici
neirUniversità di Perugia e
opinionista del Corriere della
Sera, che ha tenuto una conferenza su «Cristianesimo e
4
. Casa valdese
.'DI RIO MARINA
Si J.h . , ■
ISOLA D'ELBA
iiomo ancora possibiiìtà di accoglienza:;
* prenotate le vostre vacanze ^
iSlla Casa per ferie di Rio Marina. ^
^zi agevolati per soggiorni nei mesi di .
' ' maggio e'setteipbre,. . “
InlerpellatMi:
Grein Ito/èlli - p.zàj Mazzini 14
57038 Rio-Marina (U)
0565/924156 (abit.) -9ó2141
962770 lanche faxl.
962770 (at)ch«,fwl,';
e diaconi disposti qd aiutarci con culti e
biblici o conferenze sconti partìcc^ari.
società in Italia». Dopo aver
premesso di non avere una
specifica competenza nel
campo religioso e di non essere un credente, pur essendo cattolico di nascita e di
educazione. Galli della Loggia ,
ha dichiarato di aver accettato di trattare il tema che gli
era stato proposto per l’attualità che esso riveste e per
rimportanza sempre maggiore che va assumendo neBa società italiana del nostro tempo: di questa società ha delineato sinteticamente le principali carenze: carenza di
senso dello stato, carenza di
identità, carenza di classe dirigente non solo politica, attribuendone la responsabilità
soprattutto alla perdurante
crisi della nostra scuola.
Su questa società, così
com’è, si fanno sentire ora gli
effetti di alcuni avvenimenti
che stanno caratterizzando la
nostra epoca: il tramonto delle due grandi ideologie del
nostro secolo, fascismo e comunismo, e la tendenza sempre più generalizzata a riempire il vuoto prodottosi con la
religione: la fine dell’ostracismo a cui l’invadente fenomeno della secolarizzazione
sembrava aver condannato il
sacro, «-Ì1 risveglio del bisogno di religione e di spiritualità anche, come in certe sette, nelle forme più nuove e
più strane: rincontro (favorito dalla caduta di molte frontiere geografiche e politiche)
di tante culture, diverse tra
loro non solo per razza, lingua e religione, ma anche per
le cose più comuni come il
mangiare e il vestire.
Alla domanda: «È possibile
la pacifica convivenza di più
culture?» il prof.Galli della
Loggia ha risposto decisamente di no e ha motivato
con diversi argomenti la sua
opinione: ha ricordato, come
esempio, il caso degli Stati
Uniti dove fino ad alcuni anni fa gli immigrati provenienti da tutte le parti del mondo
assumevano senza difficoltà
lingua, comportamento, religione proprie del lupgo, perché lo scopo che volevano
raggiungere era di diventare
americani in tutto e per mtto
come gli altri. Oggi non è più
così. Tra i problemi che quel
paese deve affrontare c’è
proprio quello delle diverse
culture in esso presenti, le
quali rifiutano di essere assimilate e lottano per avere il
diritto di continuare ad essere quelle che sono.
L’oratore ha poi aggiunto
che la difficoltà di realizzare
una società pluriculturale dipende dalla difficoltà di conciliare tra loro due etiche opposte: l’etica della convinzione e l’etica della responsabilità. L’etica della convinzione
è l’ubbidienza rigida e assoluta a ciò che la propria cultura impone. L’etica della responsabilità è, invece, la disponibilità a fare delle rinurizie per permettere la convivenza con gli altri. La storia,
anche recente (Jugoslavia, Algeria), insegna però che generalmente è il secondo tipo
di etica che prevale.
' Alludendovi di sfuggita
l’oratore, a proposito delle
difficoltà di realizzare un’eventuale convivenza pacifica
fra tutte le religioni, ha parlato di due «irrazionalità» in
contrasto: una chiusa e^intollerante, l’altra aperta e tollerante. E proprio su questo argomento il prof. Galli della
Loggia si è lasciato sfuggire
una battuta un po’ cattiva.
Ad una interlocutrice cattolica che gli proponeva come
esempio di comunione tra
religioni diverse l’incontro'di
Assisi, ha replicato; «Ma lì
c’erano i carabùiieri!».
DOMENICA DELLA CEVAA — Le
chiese valdesi e metodiste ricordano in questa domenica l’attività della Comunità evangelica di azione apostolica: nell’occasione le
collette sono destinate a questa opera missionaria. La Cevaa tiene nella seconda metà
di giugno a Torre Pellice la sua Assemblea generale.
ROMA — Si apre la mostra della Bibbia
presso il palazzo della Provincia, in via IV
Novembre 119, 2° piano. Alle ore 17,30 il
prof. Giorgio Girardet parla sul tema «Il significato della Bibbia oggi». La mostra
(orario dalle 10 alle 18) è organizzata dalla
Chiesa fnetodista e si chiuderà il 10 maggio.
PALERMO — Il Centro «Giacomo Bonelli» organizza un dibattito sul tema «Trapianti d’organi: confronto tra chie'Se cristiane». Intervengono il prof. Enrico Ciliari e il
dott. Salvino Leone; ore 17, nell’aula nuova
del Policlinico in via Parlavecchio.S. Per ulteriori informazioni telefonare allo 091-580153.
ROCCA DI PAPA — Ha inizio il 4° seminario nazionale
per operatori radiofonici del Coordinamento radio evangeliche italiane. Il seminario è condotto da Stefania Patmno,
speaker professionista, e prevede lezioni (che cos’è la voce) ed esercitazioni di ortoepia e sugli elementi espressivi
della voce. Il seminario termina il 12 maggio. Per informazioni e iscrizioni tei. 06,4825120, fax 06-8173381.
TORINO — «La chiesa siamo noi» è il tema di un dibattito organizzato dal Centro
A. Pascal, dalle Comunità cristiane di base,
dalla redazione de «Il foglio», dal Sae e
dall’Ywca. Intervengono Franco.Barbero'e
Luigi Sandri, modera Aldo Bodrato: ore 16,
nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II 23. Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-6692838.
MEANA DI SUSA — Alle ore 15,30, nel
tempio battista, si tiene il culto di ringraziamento per il 102° anniversario della predicazione evangelica. Per informazioni telefonare allo 011-4551321 (Angelo Monti).
PALERMO —■ Il Centro «Giacomo Bonelli» organizza un incontro sul tema «Scegli
la vita! Lotta alla mafia e partecipazione
nella società civile». Interviene il procuratore della Repubblica Giancarlo Casèlli: ore
* 18, nel tempio valdese di via Spezio 43. Per
ulteriori informazioni telefonare allo 091-580153.
TORINO ■— Alle ore 11, alla sala Lisbona
del Centro fiere «Lingotto», Letizia Tomassone. Maria Pia Bonanate, Chiara Zamboni
introducono un dibattito sul tema «Quando
le donne leggono la Bibbia». È una iniziativa dell’editrice Claudiana nell’ambito del
Salone del libro. Per informazioni Ol 1-6689804.
SANT’ANTONINO DI SUSA — Alle ore
15.30, nel tempio battista, si tiene il culto di
ringraziamento per il 91° anniversario della
predicazione evangelica. Predica il past.
Paolo Spanu. Per informazioni tei. 0119840621 (past. Adriano Dorma).
TORINO — «Puritanesimo, riforme e rivoluzioni: incontro con Michael Walzer» è il
tema di un dibattito organizzato dal Centro
A. Pascal, dalle comunità cristiafre di base,
dalla redazione de «Il foglio», dal Sae e
dall’Ywca. Intervengono Mario Miegge e
Anna Elisabetta Galeotti che presenteranno il libro «La rivoluzione dei santi» di M. Waltzer, edizioni,Claudiana: ore
10 nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II 23. Per
ulteriori informazioni telefonare allo 011-6692838.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo progranuna radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore
9.30. Domenica 5 maggio (replica lunedì 13
maggio): La scelta deH’8%c; Vivere la speranza: una comunità ecumenica a Buenos Aires; Protestanti nel mondo.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
14
PAG. 10 RIFORMA
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Riforma
Cuius regio, eius religio
ovvero la campagna
elettorale in Italia
Giorgio GardioI
Non votatelo: è valdese. «Lucchese, cattolico, ti hanno detto che il candidato Domenico Maselli è un pastore della Chiesa valdese? Che tale chiesa è la più
acerrima nemica della Chiesa cattolica apostolica?
Puoi dare il tuo voto a un pastore valdese? Puoi tradire la tua religione? Lucchese, cattolico, prima di votare rifletti». È il testo di un volantino distribuito dagli
avversari deU’Ulivo nel tentativo (fallito) di evitare
l’elezione di Domenico Maselli a Lucca.
«Non che abbia qualcosa contro i protestanti, ma
quelio che mi pare inverosimile è che cattolici come
me, che con me ne condividono gli ideali ed esperienze anche nel campo del volontariato, alla fine appoggino lui e non il sottoscritto». A dire queste cose è
Sandro Pastorino, medico, candidato del Polo nel collegio di Genova-Valpolcerva, opposto all’on. Lino De
Benetti, protestante. Il giornale che ospita l’intervista
(il Secolo XIX) titola: «Un voto da guerra di religione.
La sfida tra cattolici, protestanti e sicomuniche».
La stessa cosa è anche accaduta al sottoscritto. Nel
corso di im dibattito pubblico a Chieri, il capogruppo
della Lega Nord al Comvme, alla ricerca di facili consensi mi attacca perché «valdese» e incita i cattolici
della terra di «san Giovanni Bosco» a non votarmi.
Dimque almeno in tre casi su sei l’essere evangelico, l’essere protestante, fa problema se ti candidi al
Parlamento della Repubblica. Il ragionamento comune degli avversari è quello di sempre: l’Itaiia è im paese cattolico, non può essere amministrata da persone
che non siano della stesse fede: cuius regio, eius religio (la religione sia di colui del quale è la regione). Il
principio Sfermato nella pace di Augusta (1555) per
mettere fine alle guerre di religione. Questo principio
affermava che la libertà di religione era prerogativa
solo dei re (dei signori) e che il cambiamento della religione da parte del re comportava anche il cambiamento della religione dei sudditi. Ragionando in termini di sudditi i nostri avversari forse temevano ancóra, in caso di nostra affermazione, di dover cambiare religionè.
Purtroppo per loro abbiamo tutti «vinto», ma si rassicurino: non cambieranno religione. Il 21 aprile 1996
si eleggevano i deputati, non i principi; l’Italia è ima
repubblica pluralista con libertà di religione e si può
cambiare, ma per convinzione personale non per imposizione. Per la nostra Costituzione il popolo è il «sovrano» e non c’è una religione di stato. Viviamo in uno
stato laico in cui cattolici, protestanti, ebrei, musulmani, atei convivono in pace. È un dato di civiltà che è
convinzione profonda della stragrande maggioranza
dei cattolici credenti che, e forse anche per questo, nei
collegi elettorali dove eravamo candidati hanno votato per noi, «valdesi» con la speranza che li rappresenteremo pronti a giudicare il nostro operato sulle cose
fatte e non sull’appartenenza religiósa.
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ITALIA
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VENERDÌ 3 MAGGIO 199fi
Gli aUxnBti sostanitori ricevono in omaggio la riproduzione di un'opera di Paolo Pastiherio '
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R»orma è il nuovo titolo della testata La Luce registrala dal Tribunale di Pinerolo con il n.
176 del l’gennaio 1951, responsabile Franco Giampiocoli. Le modifiche sono state registrate con onfinanza In data 5 marzo 1993.
Il numero 17 del 28 serrile 1996 è stato consegnato per l'Indllro postale aCUIficioCMP Nord,
via Reiss Remoli 44/11 di Torino mercolerfi 24 aprile 1996.
Le donne fra diritto alla parità e cultura della differenza
Il raziocìnio ha bisogno della soggettività
OIOVANNA PONS
OGGI in ambito femminista si parla quasi esclusivamente di cultura della differenza, ma la lotta per il diritto alla parità è ancora in atto. Sono infatti molte le aree
geografiche del nostro pianeta in cui le pari opportunità
sono ancora un sogno. Noi
donne occidentali abbiamo
ottenuto dei risultati nel
campo dei diritti, abbiamo
così potuto iniziare una riflessione sulla differenza, una
diffisrenza che ci induce a riflettere sulla nostra identità
di genere,, sulla nostra storia.
Ma dove i diritti delle donne
sono calpestati, la differenza
sessuale è avvertita come un
disvalore nei confronti della
donna. D’altra parte malgrado le nostre lotte, la nuova
legge sullo stupro è solo di
pochi mesi fa. Diritto alla parità e cultura della differenza
quindi convivono. Avere
uguali diritti pur essendo diverse, affermare Tuguaglianzafàttraverso la diversità (e
non l’omologazione) e contribiiire a una cultura alternativa a quella dominante
dell’universale neutro (che
continua a proporsi come
universale maschile) può essere l’unica strada per giungere ad una riconciliazione
tra diversi.
Dove le donne hanno condotto una lotta per la parità
esse hanno dimostrato non
solo di essere spesso sensibili
e intuitive ma anche logiche
e razionali e con un’adeguata
preparazione di poter accedere alle varie professioni.
D’altra parte molte donne
hanno anche sperimentato
che le proprie capacità sono
riconosciute solo se si adeguano al modello maschile,
senza per altro che il loro
contributo diventi visibile e
sfoci in una reale condivisione del potere. C’è quindi
qualcosa che non funziona e
il femminismo lo ha evidenziato nella differenza di genere. Vorrei fare due esempi sul
lavoro e il pensiero delle donne in campo scientifico.
Fino a pochi decenni fa si
trovavano poche donne nei
laboratori scientifici. La riserva delle dorme nei confronti
della ricerca scientifica non
nasce soltanto da un’educa
—
Il voto cattolico
«Quelle del 1996 saranno
zione mancata, ma ha soprattutto a che fare con un certo
metodo scientifico che riflet-,
te una cóncezione meccanicistica della realtà. La citogenista Barbare McClintock,
presidente nel 1945 della Genetics Society of America e
premio Nobel 1980 per la medicina offre una visione della
scienza fondata sul rispetto e
non sul dominio quando afferma che la buona ricerca richiede, soprattutto, la disponibilità ad «ascoltare ciò che
il materiale ha da dire» (citato
in E. Fox Keller, Sul genere e
la scienza, Garzanti 1987, p.
165). Per la McClintock quindi la materia non è oggettivabile, né manipolabile a piacere, perché pure essa ha qualcosa da dire. L’opzione delle
donne in campo scientifico
sembra essere quella della dinamica di relazione e di una
visione olistica della realtà.
La donna, infatti, per la sua
appartenenza di genere, la
sua storia e la sua cultura appare più propensa a mettere
in relazione soggetto e oggetto, e a riconoscere che non
siamo fuori, ma dentro l’universo, che non ne siamo i dominatori, ma facciamo parte
di esso.
Anche in bioetica si fa strada una voce diversa da quella
maschile. Sentiamo troppo
spesso parlare di diritto alla
vita (aborto) o di diritto alla
morte (eutanasia), ma che
cos’è il diritto? Di per se stesso è un Concetto arido. Accanto al concetto di diritto
dobbiamo considerare il concetto di cura. Non cure ma
cura. Il concetto di cura
esprime un’idea relazionale
dell’etica. La ricerca della psicoioga Carol Gilligan (in Con
voce di donna, Feltrinelli, Milano, 1991) si propone di rivendicare la specificità di
una voce morale, finora estromessa, che faccia capo
all’esperienza delle donne. Vi
sarebbero dunque due etiche? Una femminile e una
maschile? Una contrapposizione rigida delle due etiche
rischierebbe di perpetuare lo
stereotipo di una moralità
(maschile) ispirata all’obiettività, al raziocinio, ai principi
generali e quello di un moralità (femminile) fondata sulla
soggettività, l’intuizione, gli
elementi emozionali e affettivi. La Gilligan non intende
opporre due tipi di moralità
ma delineare due modelli di
ragionamento morale che
corrispondono a diverse modalità di percezione di se
stessi e della realtà. Nell’etica
vi sarebbero dunque due modelli da porre in relazione.
È curioso che oggi si cominci a parlare di cura anche
i altri ambiti, come quello
medico per esempio. Si riconosce che il malato può migliorare non solo per le cure
medico-tecniche, ma anche
per la cura che viene dail’
amore. Le cure e la cura sono
due modelli che, insieme,
possono portare alla guarigione. È ragionevole quindi
pensare che la tecnologia e la
sensibilità umana debbano
lavorare insieme. La sensibilità in questo caso non sarebbe più considerata una specificità esclusivamente femminile (e quindi svalorizzata),
ma una componente necessaria per la riconciliazione
dell’essere con il suo ambiente e i suoi simili. Non era
forse l’agàpe che guariva i
malati che Gesù incontrava?
ricordate come le prime eie- u jjen
zioni in cui la Chiesa cattol}. iQtno i
ca è stata veramente neutrale ^ ettoso!
considerando maggiorenni! Xione c
suoi fedeli». Il giudizio è di l’oc
Marco Politi {Repubblica, 23- '^fo#dire
4). In questo modo «si espi!.., gfsagg
cita la linea scelta da papa , ^'^y.j tend
Wojtyla e che si può riassw' «eeTelig
mere così: scelgano gli balia-t^tèsirni
ni U loro governo e i credentfi, Piarsi c
sappiano battersi nella so-ìl *^j»ogio te
cietà per i loro valori» Poli^J^^ggtai
riporta anche alcuni com- P^gygrsc
menti di noti esponenti cafe * * ■
tolici sull’esito delle elezioni
«Perché la Chiesa dovrebbi
essere spaventata da questi
risultato elettorale?», si chie
de Borgomeo, dell’Osservatoli
Ho cono
iteSsivo
io'bertoer
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re romano: «Se ha.scelto laj
neutralità, vuol dire che era'!
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prei
Bareleop
lo',faceva S'
^^iiza seni
1 Scienza e c
preparata alla vittoria dell||
uno o dell’altro schierarne!
to. La svolta politica sdogi
la sinistra come due anni
venne sdoganata la destra,
voto cattolico è stato adultoi
cioè politico; non c’erano di^
rettive e i credenti hanno voili
tato in base a programmi, va-j
lori e persone».
Per Bartolomeo Sorge l’esito delle elezioni è coerente)
con le linee portanti del cattolicesimo politico: «L’otticii)
neoliberista è in contrasto)
con il cattolicesimo demo-,
cratico. Dalla Rerum Novà*| ^nostro cc
rum al discorso di Siena dii Issato *st
Giovanni Paolo II, passando^ ifiaTia e s
per Sturzo c’è una linea chia-| mo. ■ramente antiliberista». Anco-i ì, ;
ra commenti sul Giorpcr.^, •■.•‘LiU
«Prodi ha tutte le capacitl|
per realizzare il programmi|
promesso. Spero che Bossy '
politico molto accorto, sap-j' £ (J(
pia interpretare gli umori del*; ;
suo elettorato considerandoiìv Ro trov
jitebbe as:
iranze n
iduodifr
dotto i
re fotidan
IfedeinGe
^ore dell
Lo rico:
fondo
loberto.
l’apertura al federalis
contenuta nel programma dii
governo e che Bertinotti no^
vanifichi una richiesta di ii^
vità che può incontrare di®
coltà alla Camera», fa not^
Michele Simone.
Per Giuseppe Gervasio, «K
credibilità dell’Ulivo si è .ve-i
nuta consolidando non solo?
per la serietà e l’equilibriei
delle indicazioni programmatiche ma anche per lo stile!
di moderazione e di coerenza;
con cui le forze politiche
dell’Ulivo hanno saputo sostenerla».
l'^lo (
disuH'o]
Güitéoi
una tolla.
i
Una riflessione pubblicata sul quotidiano cattolico «L'Avvenire»
Luterò, il diavolo e le due spade
molto ser
finale che
ifettore:'C
m compì
lasuads]
mnèpos.
A mio
anzi è. di
‘proprin i
PAOLO RICCA
Le elezioni del 21 aprile ci
offrono l’occasione di
esporre, s’intende solo per
sommi capi, la concezione
della politica in Lutero e, in
generale, nella Riforma del
16“ secolo. Vi sono ovviamente differenze profoncje
tra quel tempo e il nostro. La
differenza maggiore è che allora non c’erano elezioni politiche. Il popolo non votava.
Le autorità politiche erano si
«elette»ma non dal popolo
bensì, come allora si pensava
e diceva, «da Dio».
Il potere veniva dall’alto,
non dal basso. La sovranità
popolare non esisteva ancora:
è un’idea moderna, nata ed
elaborata dal Seicento in poi.
Ai tempi di Lutero il potere
politico si trasmetteva per via
dinastica: lo decretava il sangue, non il voto. Il popolo
non sceglieva i suoi governanti se li ritrovava «istituiti
da Dio». Il popolo non era sovrano, sovrano era il re, o il
principe, e sopra di loro, Dio.
La Visione del mondo e, in
particolare, della politica, era
teocratica non democratica.
Anche pef Lutero era così e in
questo senso egli, politica
mente, appartiene più al Medioevo che ai tempi moderni.
C’è un punto però sul quale
Lutero innova anche in politica rispetto a una certa tradizione teologica medievale,
che aveva ffovato la sua classica espressione nell’Unam
Sanctam di Bonifacio Vili: le
due spade, di cui parla l’Evangelo di Luca (22, 38) e che
simboleggiano i due poteri
con i quali Dio governa
l’umanità, quello religioso e
quello politico, furono entrambe affidate da Gesù agli
apostoli. Questo significa, secondo Bonifacio Vili, che il
pontefice, romano è il titolare
dei due poteri; quello spirituale lo esercita personal-'
mente, quello politico lo delega, all’autorità civile. Quest'ultima governa non per un
mandato ricevuto direttamente da Dio, ma per delega
pontificia. Di conseguenza
l’autorità civile deve agire, secondo Bonifacio Vili, ad nutum sacerdotis, cioè secondo
il volere della chiesa.
Lutero rifiuta l’idea delle
due spade affidate alla chiesa.
Ritiene anzi che la confusione
dei due poteri sia molto nociva tanto alla chiesa quanto alla politica: «Il diavolo non la
smette di cucinare e bollire i
due poteri (“regni” dice Lutero, ma intende la stessa cosa)
l’uno nell’altro». Così sono
spuntate figure ibride come
quelle di vescovi che fanno i
principi e di principi che fanno i vescovi. Da questa confusione non può venire nulla di
buono. I due poteri sono entrambi necessari, provengono
entrambi da Dio, che però li
affida a due istituzioni diverse, chiesa e stato, proprio per
evitare ogni confusione. In
politica Lutero ha dunque in
primo luogo affermato l’autonomia del potere temporale
da quello religioso (oggi diremmo: dello stato dalla chiesa) non però dal riferimento a
Dio, che resta essenziale. Infatti è direttamente da Dio, e
non dalla chiesa come voleva
Bonifacio 'Vili, che il potere
politico riceve l’investitura
per governare ed è a Dio che i
governanti devono rendere
conto del loro operato. Lutero
ignora l’idea di un controllo
dal basso del potere secolare,
ma afferma un controllo
dall’alto esercitato da Dio
stesso con la velocità di un
fulmine e, se necessario, in
modo tremendo(H. Oberman), abbattendo i tiranni.
Lutero, si può dire, ha laicl^
zato la politica in quanto l’hi
sottratta al controllo del)«
chiesa, ma non l’ha secolari^:
zata perché Dio ne resta plé'
tagonista.
In secondo luogo valori®»
la funzione politica anche se
giudica severamente gli uomini politici («devi sapere
che, da quando esiste il mondo, un principe saggio è setti
pre stato un uccello rato, e OT
principe pio ancora più rarO;
In generale i principi soho i
più grandi dementi o i peg'
,glori mascalzoni della terra»)Ma se i funzionari della pò®'
ca sono per lo più scadenti »
funzione che essi svolgono e
di vitale importanza. Lo stato
è, secondo Lutero, un’istitu-'
zione voluta da Dio per 1®
conservazione del mono®
grazie a un ordinamento civile che disciplina e rende possibile là vita collettiva. L'alternativa è il caos, l’anarchiacioè in fin dei conti la
della giungla che vede soccombere il più debole. Lo stato e la politica sono
sabili per far valere il p,
nei rapporti umani e p
umanizzare la vita collettiva.
[da L’Awe^
del 28 aprile 1996)
15
lì 3 MAGGIO 1996
Pagina Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
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»Poli)
i COITI
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■ano dii
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«utraa; Uttoso, c
■rennii agione di Nuovi Tempi è
® <JÌiltata l’occasione per ap
ìranno Conosciuto e ho voluto
1^0 eie-, . bene a Roberto Sbaffi,
cattofi: “ rtomo sensibile, lineare,
#ttoso, colto. La magica
»giffiie d
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ica, 23-i .jgfondire la nostra amicizia
'i csplH, 'periàggiare le nostre co^.Paptó ¿ tendenze ideali, politinassal L e religiose. Anche ProteI balia.- Lnpimo ha favorito l’in"arsi di interessi sul linio‘televisivo e su come
festare la fede cristiana
traverso un mezzo tanto
ii#ivo quanto fuorviante.
tb era un uomo paziente eiollerante, mai fazioso,
che si preoccupava di conci¡liete le'opposte dialettiche e
lo'gCBva senza paternalismo,
Lffia sentirsi depositario di
che e4 ijjenzae conoscenza.
oelli; O^èva cos’era la vita, nella
ifeplicità del suoi aspetti
e&ssava intolleranze verbki 0 empiti «rivoluzionari»
da^wlino. Nella sua saggezzatópeva che il mondo aebbe assorbito tali intemanze mettendo ogni indi(|itì di fronte alla realtà e riMitnttn il credente a puntage l’eà-i^c fbndamentalmente sulla
oeren4|(jde In Sesti Cristo, unico Sidei cat| Igjoje della storia.
^, LoÌ|corderò sempre con
fondo sentimento, il caro
flléito, e lui sapeva che il
istro'Comune sentire era
iasato sull’annuncio della
:azia e sull’amore per l’uomo. é:
L’ottii
ntrasti
demà
1 Nova¡iena
issandt
ea chia:i.
». Ancoiy
3io
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e Bossljj
to, sapmori di
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asio, «lèv
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lon sold|
[Uilibrioi
ro graffi;r lo stìtel
toerenza-’i
olitichei
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Interrogativi dopo il congresso della Federazione giovanile evangelica
Gioventù evangelica: uno strumento per la formazione
SIMONA PIOVANO
Abbassare n livèllo culturale di Gioventù evangelica o provare ad alzare il
nostro? In occasione dell’ultimo congresso della Egei, tenutosi il 5-8 aprile nel centro
di Ecumene, a Velletri, durante il lavoro di gruppo sul
tema «Egei e società», abbiamo avuto la gradita visita del
presidente deU’Ucebi, Renato Maiocchi, che ha voluto
portarci U suo pensiero circa
i canali di comunicazione attraverso i quali i giovani
giungono a recepire le problematiche sociali.
Uno di questi canali di comimicazione è proprio «Gioventù evangelica»; date per
scontate da tutti i presenti
l’utilità e l’importanza di
«Ge», Renato Maiocchi è
passato ad affrontare le tematiche e il tipo di linguaggio che vengono usati sulla
'rivista: il livello culturale è
recepibile dalla media dei
lettori o viene loro precluso
a causa del linguaggio e delle tematiche a volte troppo
complesse?
Maiocchi, pur riconoscendo che talora gli argomenti
affrontati e il modo con cui
vengono proposti ai lettori
rivestono una certa difficoltà, è del parere che la rivi-,
sta debba continuare nella
sua attuale linea. Se poi si
prende in considerazione il
dato oggettivo che la maggior parte dei lettori della rivista possiede un livello di
istruzione media superiore,
questo fa presupporre che in
buona parte essa venga compresa. Tuttavia è auspicabile,
ha continuato il presidente,
che a delle tematiche di un
certo livello non corrisponda
un linguaggio troppo tecnico
e quindi comprensibile solo
agli «iniziati».
Concludendo, Maiocchi ha
evidenziato una delle qualità
più apprezzate e importanti
di «Gioventù evangelica» ovvero l’attuale taglio della rivista che oltre a informare è
anche di stimolo per una riflessione critica individuale e
quindi viene .a contrapporsi
alla critica appiattita, da cui
siamo ormai invasi, propostaci dai media. L’intervento
del presidente Renato Maiocchi è stato molto apprezzato dal gruppo di lavoro per
rincoraggiamento che ha ¿lato a noi tutti ad accrescere la
nostra cultura anche se a
volte la cosa necéssità di
qualche piccolo sforzo.
'^0liano Fruttini - Roma
pfutare
è doveroso
tepivato molto istruttivo
ipBo di Salvatore Ricciardi sull’organizzazione del
dal titolo È possibile
^n^tollaborazione ecumeni<M?^ianero del 22 marzo) e
mollo’sensato l’interrogativo
finale che egli pone a sé e al
ilettore:-che fare? Sono però
in||liipleto disaccordo con
In sua risposta: «Rifiutare (...)
non èpossibi'/e».
Aàiio avviso è possibile,
®zi è/9overoso dire di no
inoprió per il quadro deli
neato da Ricciardi, e non solo
per quello. Tutti noi sappiamo che il Giubileo della Chiesa cattolica romana non è il
giubileo della Bibbia, e i vaidesi dovrebbero averlo nella
loro memoria storica più
chiaro di altri. Fare finta chie
così non sia, fare finta di parlare della stessa cosa quando
in realtà così non può essere
a me sembra sbagliato e controproducente anche per
quel dialogo ecumenico in
nome del quale, si dice, sarebbe opportuno chiudere
un occhio.
Nelle questioni importanti,
quale credo sia il dialogo tra
cristiani di confessioni diverr
se, la diplomazia può anche
essere utile ma la chiarezza è
fondamentale per raggiimgere risultati significativi. Per
questo ritengo che sull’opportunità e le modalità di
partecipazione all’impresà
del Giubileo andrebbe sollecitata una discussione il più
ampia possibile; da parte
mia propongo di aprirla con
questa pagina della Tragedia
del libero Arbitrio (1550, atto
II scena seconda) di Francesco Negri, bassanese, frate
benedettino, esule per motivi di fede.
«Et avengadio che non si
possi precisamente saper, ne
quando, ne come ella [la S.
Indulgentia] cominciasse a
comparire in publico, nondimeno molti hanno openione,
che Papa Gregorio primo qui
poco avanti nominato, fosse
quello, che desse principio a
condurla per le chiese di Roma. Dopo il quale gl’altri Papi
succedenti la fecero poi a
tempo per tempo, più manifestamente comparire in ogni
luogo, mostrando fare grandissima stima di lei, acciò che
da gl’altri anchora fosse fatto
il simigliante.
Alla fine, poi che S.S. fu del
tutto scoperta al mondo. Papa Bonifacio Vili, per dimostrarlo in fatto, quanto egli
l’amasse, la collocò in matrimonio et le diede per marito
il signore Giubileo, huomo
singolarissimo, et di quegli
che compariscono rare volte
al mondo. Né perché esso Signore fosse di natione Hebrea, si restò di fare tal parentado, perciò che il detto
Papa Bonifacio lo battezò
con le sue proprie mani, et
fecelo di buon Giudeo, cattivo Christiane».
Laura Ronchi De Michelis
Roma
Il II voto dei
cattolici
{Lettera giunta in redazione
durante la campagna elettorale e
rinviata in applicazione delle
norme relative alla par condicio).
So che parlare di politica in
periodo elettorale su un giornale come il nostro si presta a
critiche e va fatto con delicatezza e massima obiettività,
ma come credente protestan-,
te non posso e, credo, non
devo tacere di fronte alle affermazioni di Silvio Berlusconi che rivendica, per sé e il
suo schieramento, i voti dei
cattolici in quanto (così si definisce) «leader cattolico».
Deduco da questo fatto alcune considerazioni: ^
a) Per lui i non cattolici, se
pure esistono, sono elettoralmente «quantité négligeable»
e non è il caso di occuparsene.
b) I «valori» della sua religione (o quelli che egli individua come tali) coincidono
con il bene dello stato.
c) Il leader in questione in
caso di vittoria elettorale si
appresta con i suoi alleati
(vedi dichiarazioni di Fini) a
rivedere unilateralmente la
Costituzione. Dobbiamo
aspettarci un ritorno alla religione di stato?
Sono certa che molti cattolici non condividono ma anzi
temono queste posizioni ma,
in particolare, che ne pensano i candidati e gli elettori
evangelici che si richiamano
al «polo per le libertà»?
Mirella Argentieri Bein
Torre Pellice
La matematica
Caro direttore,
lontano da casa leggo la
lettera di Umberto Feltrami
da Monza (numero 13 del 29
marzo). Molti non sanno che
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*®ttlinarlo £ 100.000 - ordinario £ 140.000
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tipografica del pittore evangelico
Paolo Paschetto (1885-1963)
«Credo in Dio onnipotente***» da
«Il cr^do apostolico»*
La stampa, di tiratura limitata e
numerata, è curata da un editore
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oltre l’uninominale sécca c’è
l’uninominale integrata dall’utilizzo dei resti, con risultato proporzionale e una
grande rappresentanza di
donne e minoranze.
Quanto alla mia comprensione delTaritmetica quel
che Feltrami scrive ripete e
rafforza quello che ho cercato di esprimere. Se 10 è l’ultimo numero della decina
(non lasciamoci ingannare
dalla doppia cifra), 11 è il
primo della decina successiva. Lo capisce anche un
bambino. Quindi l’anno
2000 (fra 1999 compiuti e
duemila in .corso) è l’ultimo
del millennio. L’anno 2001
inizia il prossimo millennio
un attimo dopo lo 0, se esistono, tra 2000 e 2001. È matematica superiore? Impari a
leggere e contare. Me l’ha
strappato. O sbaglio?
Quanto alla par condicio,
se non si vuole omogeneiz
zare, tmffare e arrivare a una
intolleranza di fascista memoria, mi preoccupa la disponibilità di entrambi i poli
verso il finanziamento delle
scuole dei preti e del giubileo di Wojtyla, a spese nostre. Intanto si dimentica
che il 1998 è il 150“ del 1848
e della Repubblica romana,
uno dei momenti più alti del
Risorgimento. Affrontiamo
questi problemi con calma,
ma non troppo.
Gustavo Malan
Torre Pellice
Partecipazioni
«...ringraziato sia Dio, che ci dà
la vittoria per mezzo
del nostro Signor Gesù Cristo»
1 Corinzi 15, 57
Alfredo Scorsonelli
pastore evangelico
al momento della sua morte saluta i suoi cari e tutti coloro che
l'hanno conosciuto e amato.
Pisa, 25 aprile 1996
«lo so in chi ho creduto»
Il Timoteo 1,12
Il giorno 22 aprile si è spento,
circondato dall'affetto dei suoi cari
Roberto Sbaffi
I figli Ornella, Marco e Stefano,
i fratelli Laura Maria e Aurelio, i
nipoti Davide, Marta, Sara, Agnese, Giulia e Martina, le nuore Cristina ed Enrica, il genero Maurizio, lo ricordano a tutti coloro che
lo amarono.
Roma, 3 maggio 1996
I redattori del settimanale Nuovi
Tempi (1967-1974) e della rubrica televisiva «Protestantesimo» ricordano con affetto la competenza professionale e l'impegno dell'amico e collega
Roberto Sbaffi
per il contributo che ha dato alla
creazione e allo sviluppo dell'una
e dell'altra impresa giornalistica.
Róma, 3-maggio 1996
RINGRAZIAMENTO
«Or dunque
queste tre cose contano:
fede, speranza e amore;
ma la più grande di tutte
'è l'amore»
I Corinzi 13,13
I familiari tutti del caro
Guido Gay
ringraziano tutti i parenti e gli amici che con affetto sono stati vicirii
al loro caro nel periodo della malattia e tutti coloro che con fiori„^
scritti, presenza- e parole di conforto hanno preso parte al loro
grande dolore.
Un grazie particolare al pastore
Vito GardioI, agli amici dell'Associazione nazionale alpini e al
Centro anziani di San Secondo.
Prarostino, 26 aprile 1996
I necrologi s! accettano
entro le ore 9 del lunedì.
Telefonare al numeri
011.-6SS278
fax 011-657S42.
CEO
(Coordinamento evangelico ospedaliero)
Torre Pellice
16 maggio 1996
Sala Paschetto - Centro culturale (ex Convitto)
Giornata di studio
«La disciplina civilistica e fiscale dei nostri istituti»
all’ordine del giorno:
Le diverse tipologie giuridiche degli enti non commerciali
di natura privata; dalla costituzione al riconoscimento giuridico. ;
La soggettività tributaria dell’ente non commerciale e
l’oggettiva soggezione tributaria delle attività realizzate;
- le attività di culto e religione
- le altre attività
Gli adempimenti contabili e amministrativi degli enti non
commerciali.
Le prospettive per il nostro futuro: agevolazioni e semplificazioni tributarie.
Relatori:
- CORBELLA dott. Pier Luigi, studio Corbella (Monza)
- JOMMI dott. Marco, notaio (Genova)
- LALLA dott. Giuseppe, studio Lalla (Genova)
-TREVES dott. Nicola, studio F&T (Torino)
DEI EANCIUUJ
Abbonamento annuo L. 28.000 - Estero L. 33.000 Sostenitore L. 35.000 - Una copia L. 3.500 da versare su c.c.p.
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■Valdese» - 20159 Milano - Via Porro Lambertenghi 28
16
Iv'
■
L ì'
PAG. 12 RIFORMA
Nella ex colonia olandese della Nuova Guinea annessa dall'Indonesia
L^eroica lotta dei Papua dì Irían Jaya
Un paese di conquista per il capitale straniero. L'esercito indonesiano alleato
delle Compagnie minerarie nel loro braccio di ferro cpn le tribù locali
TAVO BURAT
D
IVENUTA indipendente
dalla Olanda, l’ex colo
nia della metà occidentale
della Nuova Guinea (Irian) il
1° ottobre 1962 passò sotto il
controllo diretto dell’Onu,
che ne affidò Tamministrazione fiduciaria all’Indonesia
con l’impegno di provvedere
all’autodeterminazione entro il 1969. L’Indonesia, in
spregio alle risoluzioni dell’
Onu, la annesse al proprio
territorio nazionale, come
ventesima provincia, con il
nome di «Irian occidentale»
(prima «Irian Barat» e poi
«Irian Jaya»). Gli indigeni si
ribellarono e combatterono
con forze impari contro gli
occupanti: la repressione fu
feroce. Invano l’allora rappresentante deirOnu, il boliviano Ortiz-Sanz, sfuggito ad
alcuni attentati, denunciava
gli arbitri, i massacri, le torture, gli imprigionamenti di cui
erano vittime i Papua: «Tutte
quelle attocità che hanno lasciato un’ombra di sgomento
in fondo agli occhi dei superstiti, in quei trepidi occhi che
non si possono dimenticare»'.
I leader della ribelle Organizzazione papua per la libertà (Opm), Marcus Kaisiepo, fi-ateUo dell’ex governatore dell’Irian, fug^Ìn Olanda.
Tuttavia la resistenza armata
continuò, condotta da picco
p li gruppi isolati di guerriglieri, specie nel Nord dell’isola
di Biak. Agli inizi degli anni
’70 si arrese il capo guerrigliero Ferry Awon. Scrive
Maurizio Leighe^: «Ricordo di
aver visto un manifesto affisso nelle vie di Giacarta, all’ingresso di alcuni palazzi governativi, su cui spiccava
l’immagine di Ferry Awon, il
più noto comandante ribelle,
mentre leggeva l’atto di resa
davanti allè autorità militari
indonesiane. Portava il suo
cappello da gurka con la tesa
sfilacciata e una grande benda avvolta intorno alla fronte, indossava una logora divisa militare senza stellette e
senza mostrine. Collane, amuleti, denti di scimmia e di
cinghiale pendevano, dal suo
collo. Aveva i baffi, la barba e
i capelli incolti. La sua pelle
era scura e i lineamenti erano
quelli degli indigeni della costa settentrionale. Sembrava
commosso sino alle lacrime. I
passanti guardavano il manifesto e ridevano, come davanti a un commediante vestito
dastregone».
L’Opm non fu debellata: il
suo leader attuale, Otto Ondawamé, continua la lotta
per una Papuasia libera. Bersaglio delle nuove ribellioni
sono ora, soprattutto, le società minerarie e le multinazionali, che sfruttano senza
alcun ritegno i territori papua. L’Irian Jaya (470.000
kmq, molto di più dell’Italia)
è un paese di conquista per il
capitale straniero, con il beneplacito dell’inamovibile
presidente Suharto, che non
ha mai nascosto il suo disprezzo per quelle «tribù selvagge, rimaste all’età della
pietra», refi^attarie all’Islam.
Il 31 maggio 1995 un distaccamento dell’armata indonesiana sorprende nella
montagna della tribù Amungmé, uh gruppo di indigeni
in preghiera, assistito da un
religioso cristianoi Martinus
Kibak: senza alcuna intimazione i militari aprono il fuoco e massacrano dieci fedeli,
tra cui due bambini, con il
prétesto che si trattava di parenti del ribelle Ondawamé.
II vescovo cattolico della diocesi di Jayapura, mons. Munninghof, pubblica allora un
Irian Jaya: la iriiniera di Grasberg, il più grande giacimento aurifero del mondo, sfruttato dalla Freeport
manifesto con a denuncia dei
misfatti dell’esercito mdonesiano, alleato delle compagnie imnerarie nel loro braccio di ferro con le tribù. Si sa
cosi di altri scontri con gli indigeni, di altri morti e feriti.
Per esempio, il giorno di Natale 1994, 19 abitanti del villaggio di Waa erano stati arrestati e torturati soltanto
perché avevano issato la bandiera papua vicino alla miniera di Grasberg, dov’è il più
grande giacimento aurifero
del mondo.
La miniera di Grasberg
estrae ogni giorno 120.000
tonnellate di minerali di rame, oro e argento; la proprietaria della quota di maggioranza è la Freeport, una compagnia Usa di Nuova Orleans, associata alla Rtz (Rio
Tmto Zingo), società mineraria britanmca. Installatasi nel
1967, la Compagnia ha ottenuto in concessione un territorio immenso (2,6 milioni di
ettari) che intende sfruttare
al massimo, malgrado l’opposizione sempre più decisa
delle popolazioni locali depredate. Infatti gli autoctoni,
a parte gli assunti in miniera,
non ricavano beneficio alcuno dallo sfruttamento delle
miniere. Nel 1995, la Freeport
ha estratto 442.000 tonnellate
di rame e 37 tonnellate di
oro, per un valore di 1,76 miliardi di dollari\
Le tribù, in cambio, hanno
poco o nulla, mentre sono
vittime degli inconvenienti causati da un’attività industriale che divora la mon- .
ragna e inquina i fiumi. La
Compagnia ha pure tentato
di estendere la concessione
al Nord, nella riserva naturale di Lorentz, ma il Wwf si è
opposto con successo e oggi
la Freeport deve accontentarsi di risalire al Nord, dove
gli elicotteri depositano i tee-,
nici e, dall’eccidio del maggio 1995 in poi, dei «fiiendly
idts» (pacchi dono) per blandire i recalcitranti. Tuttavia
gli incidenti sono continuati:
l’8 gennaio scorso gli indigeni hanno prelevato 13 dipendenti della Compagnia, dei
quali 9 stranieri; il 10 marzo,
a Tembagapura, 10 km a
Nord della città meridionale
minertuia di Timika, un automezzo della società ha travolto un indigeno. Le multinazionali non hanno riguardo per le aree protette: se
non sono riusciti con la riserva di Lorentz, sono invece
entrati con i bulldozer nel
parco nazionale del Weiland
per tracciare strade forestali
e trascinare i tronchi abbattuti sino ai fiume.
Sono anche attive Compa
gnie indonesiane, quali la Parilo Pacifico, P. T. Wapoga e
Cayu-Lapis (specializzata
nella produzione di compensati). Altrove, le multinazionali si accontentano di acquistare «franco bordo del fiume» gli alberi abbattuti con
l’ascia dagli indigeni, come
gli Asmats. Gli sfruttatori
stranieri si attendono molto
dalla strada transiriana, al cui
compimento mancano soltanto 60 km su 500, anche se
si tratta di un terreno alquanto difficile. Timorosa delle
conseguenze di impatto ambientale che tale strada può
comportare, la Banca mondiale, fortunatamente, si è ritirata dal progetto. Intanto, il
13 marzo scorso, per il quarto
giorno consecutivo, migliaia
di Papua hanno manifestato
a Timika. Armati di armi e
frecce, hanno invaso l’aeroporto e gli uffici della miniera, devastandoli. Il giorno
prima c’erano stati tre morti
e molti feriti, causati dal presidio militare indonesiano
nel suo tentativo di sgombrare l'aeroporto dai manifestanti.
(1) Maurizio Leigheb, «Caccia all'uomo». Sugar ed., 1973,
pag. 247.
(2) Idem, cit. pp 242-243, foto
pag. 73.
(3) Le Monde, 14-3-1996.
Il pastore Raul Suarez in visita a Parigi e a Ginevra
«A Cuba ci vuole una soluzione di ricambio»
Il pastore Raul Suarez, direttore del Centro studi Martin Luther King all’Avana e
deputato al Parlamento cubano, ha visitato diverse istituzioni protestanti francesi
durante un suo recente soggiorno a Parigi. È stato ospite
della Cimade e della «Casa
del protestantesimo» dove è
stato accolto dal pastore Titia
Koen e da rappresentanti
della Federazione protestante di Francia, della Chiesa
riformata di Francia e del Defap (diaconia).
Raul Suarez, che è membro della Chiesa battista, ha
parlato delle preoccupazioni
delle chiese cubane che si
sforzano di rendere una testimonianza concreta in un
paese In preda a pessime difficoltà economiche. La recente decisione degli Stati
Uniti di rafforzare Tembargo
imposto a Cuba da molti anni rischia di aggravare ulteriormente la situazione e di
costringere la popolazione a
importanti privazioni. Su
questo punto la maggior parte delle chiese cubane appoggia la posizione del governo (con il quale da alcuni
anni intrattengono buoni
rapporti) e chiedono alla comunità internazionale di
porre fine all’embargo che ritengono del tutto illegittimo
e ùigiusto.
Raul Suarez si è poi recato
al Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) a Ginevra. Durante una conferenza stampa
ha ricordato che «la rivoluzione del 1959, che aveva
portato Fidel Castro al potere, era profondamente radicata nella storia nazionale del
paese e nelle aspirazioni dei
cubani. Ma, dopo un catastrofico raccolto di canna da
zucchero nel 1972, Cuba è
stato costretta ad allinearsi
maggiormente sul modello
sovietico. Non vogliamo il capitalismo, e ancor meno il
capitalismo così com’è stato
imposto in America Latina.
Non vogliamo ciò che era
chiamato il socialismo, anche
VENERDÌ 3 MAGGIO ijor;
a,
■ Dopo la comune lotta antiapartheid j
Quale deve essere il ruolo
delle chiese in Sud Africa?^
se riconosciamo tutte le sue
realizzazioni. Vogliamo una
soluzione di ricambio, il socialismo non dovrebbe essere una brutta parola per i cristiani che leggono la Bibbia.
Non possiamo abbandonare
la nostra ricerca di una società in cui nessuno sia nel
bisogno».
Parallelamente al degrado
della situazione economica si
è verificato «un afflusso di fedeli nelle chiese, ma questa
crescita non è stata accompagnata da un’evoluzione
della comprensione del-la
teologia. Anzii, ha portato a
un indebolimento dell'ecumenismo e ad un rafforzamento del confessionalismo». Per via della mancanza
di locali adatti, si è sviluppato
un movimento di chiese nelle
case. Sono sorte tensioni dopo che lo stato ha chiesto che
tutte le comunità non registrate chiedessero l’autorizzazione di riunirsi. Finora,
molte di queste richieste sono state respinte. (bip/eni)
La fine del regime dell’
apartheid, ufficializzata con
le prime elezioni democratiche e non razziali in Sud Africa, ha avuto molte conseguenze positive per il paese:
tuttavia la questione dell’
unità della chiesa non è più
alTordine del giorno. Sotto il
regime dell’apartheid, i rappresentanti di chiese di diverse confessioni si ritrovavano fianco a fianco durante
i raduni, le marce per la pace, i servizi religiosi e i funerali di militanti uccisi dalle
forze dell’ordine. «È vero che
lo spirito di cooperazione era
molto più forte al tempo dell’apartheid», ha ammesso Albert Nolan, uno dei teologi
del Kairos (documento intitolato «Sfida alla- Chiesa
commentario teologico sulla
crisi politica in Sud Africa»),
presentato nel 1985 da 151
personalità ecclesiastiche e
laiche del Sud Africa che si
opponevano all’apartheid e
che, con la loro denuncia
della teologia dello stato e
della teologia della chiesa,
predicavano una teologia
profetica.
«Ciò non significa che le
chiese non vogliono più l’ecumenismo, ma semplicemente
che ciascuna di loro si dedica
alle proprie attività», ha spiegato Nolan che ha ammesso
però che, durante la lotta
contro l’apartheid, l’unità
non era ecumenica nel senso
abituale del termine. (Avevamo un nemico comune e non
ci osservavamo l’un l’altro ha sottolineato -. Non c’era
dibattito sulle nostre similitudini e sulle nostre differenze
confessionali. Questo dialogo
ecumenico era un lusso che
allora non ci potevamo permettere».
John de Grucy, professore
di studi cristiani presso il d¡''
partimento di studi religi^i
dell’Università di Città ^
Capo, ha espresso opinici^, |
analoghe sulla cpoperariqsiU
tra le chiese durante il r“™'*—' I
regii»
dell’apartheid. «Ciò che legava le chiese era la lotta - ha
detto-. Cera un’unità che era
funzionale e pragmatica perché seguivamo una via comune. Cera anche un rifiutò teologico dell’apartheid, che poi
è stato considerato un’eresia.
Ma non abbiamo affrontati.,
come avremmo dovuto k
questioni più problematiche
di fede e di costituzione che
dividono le chiese».
Una volta conclusa la lotta^
queste questioni erano anct»i
ra presenti: «Abbiamo realiz,. ^
zato il nostro obiettivo corrpti:.
ne, ora dobbiamo mettere or- ''
dine nella casa. Questo porta
al confessionalismo». Albertj,.
Nolan precisa: «Se domani'
scoppiasse una crisi che ci
coinvolgesse tutti, tornerei^
mo a lottare assieme, come
prima». A suo parere, le chie-\
se che hanno partecipato in- :
sieme alla lotta contro il nemico comune, l’apartheidtf;'
dovrebbero oggi agire allo
stesso modo di fronte alle
questioni della povertà e dello sviluppo, sfide che potrebbero rafforzare la cooperazione ecumenica: «Le chiese
non hanno ancora preso coscienza cheJa costruzione di
un nuovo Sud Africa è una |Ì
causa comune che esse dÒ-''
vrebbero difendere insieme»
Albert Nolan e il professotej
de Gruchy si sono espressi-,'
così dopo il lancio di un libro, Being thè Church in
South Africa Today, pubblicato dal Consiglio delle chiese del Sud Africa (Sacci, sul
ruolo delle chiese dopo
l’apartheid. (sppleml
il
-itA'i
un
H>a
Situazione preoccupante nel Congo '
Le chiese prendono posizione
sulla situazione socio-politica
m.
Fortemente preoccupati
dal dilagare degli atti di banditismo e dai delitti compiuti
dalle milizie private nei quartieri urbani e nelle campagne, i responsabili delle Chiese membro del Consiglio
ecumenico delle chiese del
Congo (cattolica romana,
evangelica, salutista, kimbaguista, ortodossa e luterana)
hanno incontrato, nel febbraio scorso, il presidente
della Repubblica, Pascal Lissouba, i capi dei partiti politici della maggioranza presidenziale e quelli dell’opposizione, per denunciare «il non
rispetto delle clausole del
Patto di pace, le violazioni
delle libertà e dei diritti fondamentali dei cittadini».
I comportamenti dilatori
dei partiti politici che, dopo
la firma del Patto di pace nel
dicembre 1995, stanno ritardando il disarmo e l’integrazione delle milizie private
nell’esercito nazionale, vengono percepiti dai responsabili di chiesa come «segni
premonitori di una nuova follia omicida» man mano che si
avvicina l’elezione presidenziale di settembre 1997. Durante rincontro di febbraio, i
responsabili delle chiese hanno preteso da tutti gli attori
politici «la sincerità e il rispetto degli impegni presi a favore della pace, per meritare la
fiducia del popolo e dell’opinione internazionale».
Al termine di questi incontri, tre giorni di «supplica e
di digiuno per la pace in
Congo» sono stati organizza
ti daH’8 al 10 marzo ùi tutti' ì
luoghi di preghiera del pa®'
se. Nel suo messàggio
ai cristiani e agli uomini f*
buona volontà, il Consigi'®
ha una volta di più condaO'
nato «la cattiva gestione, '
appropriazioni di beni pu®'
blici, la corruzione, la rnan'
polazione della coscien»
del popolo, la follia di gt®
dezza» che si perpetuano
livello dello stato.
Il Consiglio chiama in
ticolare i giovani a «fin'' .
una volta per tutte con
comportamenti suicidi
non farsi più strumento
lotte fratricide éd egenio
che della classe
messaggio esorta infine i ^
stiani a non aderire a pam^
politici «che portano av
idee contrarie alla pace, . ,
e
tolleranza e aH’amore
prossimo».
(eni)
Regala
un abbonamento;^
riforma
1