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Roma, 6 Febbraio 1909
Sí pubblica ogni Sabato
ANNO II - N. 6
LA LUCE
Propugna gl’interessi socialìi morali e religiosi in Italia
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ABBONAMENTI
Italia: Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00
Un numero separato Cent. 6
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I manoscritti non si restituiscono
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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Rivista Cristiana
E uscito il numero di gennaio, cioè il
primo numero redatto sotto la direzione
del sig. Ern. Giampiccoli. É un elegante
numero con nuova copertina stampata a
duè colori, e reca scritti del Direttore
stesso, di G. E. Melile, di G. Bartoli, di
G. Rostagno e di U. Janni.
La Rivista Cyristiana'rxoxì costa che L. 5
l’anno. La raccomandiamo vivamente a tutti
i nostri Lettori.
La Rivista Cristiana non dovrebbe mancare in nessuna famiglia.' '
Mandare cartolina vaglia da L, 5 all’Amministrazione di essa: Via Nazionale 107,
Roma.
Per la preservazione della fede papale
IN ROMA
Odio nuovo e metodi vecclii
Alla porta delle chiese di Roma si leggeva:
€ Romani,
Siamo al primo decennio della istituzione dell’Opera
della Preservazione della Fede, alla quale con tanto
slancio, concorreste fino dai suoi primordi, perchè
eravate consci della vostra missione di difendere il
prezioso retaggio, lasciatovi dai Principi degli Apostoli, che col sangue nella vostra Roma la consacrarono.
L’integrità di questa fede, combattuta da molteplici
e svariati avversari, venne da voi generosamente difesa nel sostegno che deste all’opera di sua Preservazione.
Nè i frutti furono scarsi, chè alla rete di pervertimento tesa a danno del nostro popolo,especialmente
della gioventù e dell’ infanzia, furono contrapposte
opere di salvezza nei punti più minacciati dall’eresia,
alle quali vanno debitrici migliaia di anime che poterono conservare saldo l’amore dell’avita fede e l’esercizio delle vere virtù cristiane.
A rendere grazie a Dio di tanto beneficio e ad infiammarvi sempre più nella coraggiosa difesa di quel
tesoro, che è il massimo per ogni cristiano, fede viva,
e operante per la cai ità, si celebrerà un Triduo solenne nella Ven. Chiesa del Gesù.
Romani accorrete numerosi e devoti a questa manifestazione a conferma di quella fede, che eminentemente è la vostra ».
E anch’io come uno dei cinquecentomila romani
che vivono in Roma accorsi al Gesù nei giorni 31
gen. n. s. 1 e 2 corr. mese, per udire a parlare
di quella fede che è « la nostra ». Predicò il padre
Zecchi gesuita. Il concorso dei romani non fa certo
soddisfacente come dimostrazione di fede religiosa.
Non tardai ad accorgermi che tattà -Popera della
preservazione della fede consiste in un aggressione
rabbiosa, fanatica, incivile contro gli evangelici, o
protestanti, i quali osano servire a Cristo liberamente nella città dei papi.
L’astuzia, l’apei ta menzogna, la calunnia, ìa sfrontatezza più spavalda non fanno difetto mai al fanatismo religioso dei cattolici gesnitanti.
Nel secondo discorso il famoso padre Zocchi, (tra
parentesi, egli è il miglior predicatore del cattolicismo conservatore) volle dimostrare il dovere che i
cattolici hanno di difendere la propria fede, di lottare per la preservazione della fede cattolica specialmente in Roma dove il papa ha diritto di regnare.
Incominciò il suo ragionamento, ossia il sao parlare, perchè non ragionò affatto, con un’arma a due
tagli ; inneggiò alla libertà,,.l’nso della quale diventa
un dovere in nn affare di capitale importanza qual’è la fede. Quindi il bravo gesuita con un crescendo
meraviglioso di sofismi e di superficialità, sempre
evitando il nocciolo della questione, con argomenti
sensazionali a base di falsificazione storica, o di fatti
dimezzati, aizzò il suo nditorio a combattere per
preservare la fede per la quale mori Gesù Cristo e
i martiri, per la fede che è la più bella perla della
storia d’Italia : che è la fede di 30 milioni di italiani,
perchè professata dal 95 per cento dei padri di famiglia quando domandarono il catechismo nelle scuole :
quella fede in una parola che è la sola che l’Italia
vuole, poiché « noi italiani, gridò con gioia superba
il padre Zocchi gesuita, o siamo cattolici o siamo
increduli, protestanti mai ».
Il predicatore però si guardò bene dal dichiarare
quale sia questa fede che si deve preservare ad ogni costo nel popolo romano perchè suggellata dal
sangue di Cristo... Egli al contrario continuò nel
suo sofisma affermando immaginarie rovine civili,
morali e religiose prodotte dal protestantesimo nelringhllterra, nella Germania e nelle altre nazioni
evangeliche.
L’Italia non è discesa mai a tanta bassezza, perchè in essa non vi potè attecchire mai 1’ eresia...
La Spagna e prima di essa 1’ Italia sono le due
nazioni dove in nessun tempo fu possibile seminare
l’errore...
L’Italia lo deve al papato questo suo privilegio
di non aver aberrato e quindi al papato deve ogni
sua gloria ed ogni sua prosperità nel passato e nel
presente.
Se il popolo italiano è naturalmente alieno dall’eresia settentrionale che cosa stanno a fare in Roma
tante sette protestanti? Che cosa diranno i pellegrini che vengono da ogni parte del mondo a visitare devotamente la tomba degli Apostoli e la cattedra di Pietro, nel vedere lungo le principali vie
le chiese protestanti coll’iscrlzioni « Chiesa o sala
evangelica? » Ah! Vergogna del popolo romano,
ah ! ingiustizia... poiché dopo tutto la religione cattolica è,anche religione dello stato e le altre religioni sono appena tollerate...
Alcuni cattolici non lottano contro l’eresia che
dilaga nella città santa scusandosi col dire : io poi
non so che farci, non po^o che salvaguardare me
stesso e la mia famiglia...
Questa è un’empietà. E’ un dovere sacrosanto diendere la propria fede nella quale sta tutta la gloria del nome italiano.
Ricordate che cosa han patito i vostri padri, o
romani, per la fede che ora è la vostra. I monumenti, le pietre, la polvere di questa città dei papi
sono consacrate dal sangue dei martiri e rimproverano a voi riufingardaggiae e Tindifferenza che avete per la fede.
E siccome ciascuno degli uditori si domandava:
« che cosa dobbiamo fare per difendere questa fede ? »
il buon gesuita quasi intuendo la domanda delle sue
pecore, continuò : Non :solo ma pensate anche a
quanto fecero i romani 'pfgànì contro il cristianesimo che per essi era nna falsa religione : essi lo
volevano assolatamente estirpare, perchè erroneamente lo credevano Ja distruzione della vera fede, e
voi oggi lascierete aperte le porte della città ad
ogni errore, mentre sapete di avere la vera fede ?
Chi sono questi protestanti ? sono atei ai quali
non importa niente di Dio e di Cristo e ingannano
il mondo vendendo Bibbie.
Volete sapere chi sono i protestanti ? C’è in Roma
un giornalaccio che prende il nome dal ciuco e che
io non voglio nominare in questo luogo santo : esso
insalta continuamente tutto ciò che c’è di sacro in
cielo e in terra, e sono i protestanti che lo aìntano
e lo difendono, come lo confessò un giornale protestante “ L’Evangelista,, (Ma- il predicatore nellafoga del dire si tirò la zappa nei piedi affermando
che nei paesi evangelici, non si permetterebbe mai
la stampa di tante bestemmie).
Ebbene questo giornalaccio pochi giorni fa insaltava rEterno Padre e lo rappresentava in mezzo
a due carabinieri in un tribunale e lo accasava di
innumerevoli omicidi e infanticidi e di nemico della
povera umanità. Un giornale simile dimostra chi
sono i protestanti.
Il padre Zocchi per essere sincero doveva accennare intanto anche al terremoto e aU’affermazione di alcuni Vescovi che — il terremoto è stato
mandato da Dio — poiché dopo questa affermazione
cattolica 1 Asino scherzò così orribilmente col nome
di Dio.
I protestanti si rivelano ancora per quel che sono
nel latto della nostra patria. Essi fanno incetta di
orfani nelle città devastate dal terremoto.
La notizia non è ancora smentita (mentre la sera
avanti la smentiva il presidente dell’opera Valdese
in Italia — e lo stesso Patronato — Regina Elena)
ma anche smentita resta sempre vero l’attentato...
Il diritto sugli orfani di genitori cattolici lo ha
soltanto il papa. Si è schiamazzato tanto, or son
trent’anni per il rapimento del bambino Mortara,
ed ora ecco che cosa si permette di fare ai protestanti in Italia.
Io conosco solo un popolo che rapiva i bambini
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LA LUCE
per farne dei correligionari ed è il popolo turco.....
Si vuole forse fare turca l’Italia?..... Noi catto
lici ci dobbiamo opporre a tutto potere.
E via di questo passo.
Il gesuita evidentemente ha tenuto calcolo dell’estrema ignoranza del suo uditorio nel fare l’apoteosi della sua fede, ossia del papato, e per denigrare i protestanti, ma egli sa molto bene come il
fatto Mortara non solo non fu unico, ma voluto dalle
stesse leggi canoniche vigenti nella chiesa cattolica
anche oggi sebbene sepolte per ora negli archivi.
Il padre Zecchi sa che nessun regno ha stabilite
le leggi per regolare il rapimento dei bambini ai
genitori a scopo di proselitismo se non la chiesa
cattolica. E lo sanno troppo bene i Valdesi i quali
per tanti secoli subirono tale atroce violenza da
parte del cattolicismo romano.
Era naturale l’aspettarsi delle chiacchiere e del
fanatismo da un gesuita in una simile occasione.
La ragione e l’Evangelo di Cristo non si prestano
in nessun modo a queste guerriglie vigliacche di
una chiesa decrepita, la quale il suo spirito rivela
nel gaudio che prova lusingandosi che l’Italia diverrà prima atea che protestante...
No — signor papa — no — signori gesuiti,
Cristo non sarà vinto da satana: l’Italia sarà Cristiana
con l’evangelo di Cristo però, non col vostro.
Riftuvo :f«[in9ai'di,
ratto pi..... ORFjtHI ?
Pubblichiamo, senza commenti, poiché ci sembrano
inutili, anzi tutto due articoletti apparsi rispettivamente nei numeri 31 gennaio e 1® febbraio del Oior
nale dItalia. ^
* •
c La nave spagnola Catalogna che doveva partire
« di qui per Civitavecchia con molti orfani ebbe or« dine dal governo di sbarcare i bambini per i quali era
« stata rilasciata autorizzazione dai genitori superstiti.
« La Catalogna aveva imbarcato gli orfani per l’o€ spizio del Papa.
c Vi confermo che i Valdesi raccolsero ed esporta
< rono moltissimi orfani calabresi, ad opera degli a
< genti Valdesi che sono a Messina.
^ j valdesi secondo le notizie da noi raccolte da
« fonte attendibile, non hanno ni chiesto nè avuto dal
c Patronato nazionale alcun permesso di collocamento
« di orfani. Nè le autorità potevano lasciar partire
« orfani senza permesso del Patronato ».
*
* »:
« Roma, 1 febbraio 1909
€ IlLmo Signor Direttore,
. La nota pubblicata nel n. 31 del Giornale d'Ità« Ha in calce al telegramma da Messina sull’ € opera
« dei Valdesi, » onora il periodico che Ella cosi de« gnamente dirige, e ne manifesta le norme costanti
« di equanimità e di correttezza !
c Ella, Signor Direttore, mi concederà di pubblica.
« mente dichiarare quanto appresso, a sfatare qnal« siasi altra notizia tendenziosa che venisse propalata
€ al riguardo:
€ 1. La Chiesa Valdese che ha protestato da secoli
« contro il rapimento a scopo di proselitismo dei proc prii orfani e minorenni, perpetrati nelle natie valli
€ del Piemonte, non può contraddire sè stessa e farsi
« rapi trice.
. 2. La Chiesa Valdese nella immane sciagura di
€ Messina ha perduti molti membri della fiorente sua
c comunità e fra essi il pastore e la sua famiglia ; può
« fare meraviglia, quindi, che essa si sia mossa a com« passione a pro dei superstiti e non abbia trascurato
« gli orfani dalle famiglie evangeliche I
« 3. Nego nel modo più assoluto — e sfido che una
« sola eccezione mi si possa opporre — che in seguito
c al recente disastro la Chiesa Valdese ablia tentato
« di ricoverare, o abbia ricoverato, nei suoi orfanotrofi
« ed istituti di beneficenza un solo orfano o minorenne
« di genitori cattolici romani e ciò a scopo di prose€ iitismo.
« Ringraziandola per l’ospitalità concessami ho 1 o« nore, signor Direttore, di firmarmi di lei dev.mo,
fltitapo OQaston
Presidente dell'Opera Valdese in Italia
♦
« ^
Il presidente del Comitato ha mandato inoltre alr « Avvenire d’Italia » ed al « Resto del Carlino » di
Bologna il seguente telegramma :
« Smentisco formalmente che pastori od agenti valdesi
abbiano incettate, arruolati e trasportati a Firenze od
altrove orfani cattolici romani con o senza il consenso
di parenti. Affermo che nutrendo la massima stima e
fiducia nel patronato che porta il nome della più augusta madre d’Italia non ci siamo però rivolti mai ad
esso per ottenere orfani o per sollecitare aiuti.
Artaro Muston
Presidente dell’opera Valdese »
if:
« •
Del ratto imaginario, dei supposti rapitori e degli
incorreggibili calunniatori, ecco che cosa dice un sacerdote cattolico romano ; il quale, stomacato delle insinuazioni dell’ Avvenire, che fu tra i primi a spargere
la notizia diffamatrice, ha diretto al Prof. Dott. G.
Luzzi la lettera seguente :
« Agli sfacciati articoli dell’ « Avvenire » di ieri e di
oggi a proposito degli orfani di Reggio e di Messina,
raccolti da voi Valdesi, io risponderei così : Meglio,
ai valdesi che a voi, perchè da essi, assai meglio che
non da voi impareranno a conoscere e ad amare Cristo e la sua religione. E i cari morti che ora riposano
in grembo a Dio, non avranno che a compiacersi di
sapere i loro piccoli superstiti affidati a persone oneste, che insegnano la vera morale di Cristo, e non
quella gretta, fatta di restrizioni mentali e di ipocrisie,
di S, Alfonso Maria dei Liguori, che donne e uomini
votati al celibato insegnano e praticano nei nostri istituti clericali.
Un prete cristiano ».
Bilancio morale del gran disastro
All’attivo vi sono segnate delle cospicue partite
sotto le rubriche di: coraggio, abnegazione, generosità, solidarietà umana, amor fraterno, ma fin dalle
prime, purtroppo, il passivo veniva pure ingrossandosi e s’insinuarono umilianti partite di viltà, egoismo, cinismo, violenza, rapacità.
Man mano che le prime impressioni deU’immane
sventura s’andavano attutendo, di fronte agli slanci
dei cuori nobili s’-affacciavano i calcoli delle anime
abbiette.
Una catastrofe come quella di Messina e Reggio
può facilmente offrire modo alle più basse passioni
umane di farsi strada.
Vi sarebbe per un psicologo una ricca miniera
di studi da fare contrapponendo allo slancio disinteressato dei generosi, il bel gesto di gente vanitosa che corre verso le terre desolate, meno per
soccorrere che per essere notato e lodato e giù giù
fino ad un capitolo che si potrebbe intitolare :
Oli speculatori della sventura.
Pare un colmo il volgere una calamità a mercato
di borsa per il rialzo delle proprie azioni, eppure
il nauseante spettacolo è stato dato e presentemente
si da in seno ad una società che pretende di essere
civile e cristiana 1
Ci limiteremo per ora ad illustrare la nostra affermazione coll’attuale gazzarra clericale.
Gli sdegni poco santi, ma ben studiati del « Momento >, dell’ «Avvenire d’Italia», del «Corriere
d’Italia » e di airi simili organi clericali contro
quella ottima istituzione che ha nome « Patronato
Regina Elena » da che cosa sono essi ispirati, a
che mirano ?
Ecco : in Italia la beneficenza deve rimanere sotto
la tutela della chiesa, monopolio assoluto della gente
chiercuta ; purtroppo tale è il tradizionalismo del
nostro paese al riguardo che non si sa concepire
un istituto di beneficenza, una organizzazione per
la carità senza le relative monache e gl’indispensabili frati 0 preti. Vi sono molte ragioni perchè il
clero sia gelosissimo di tenere nelle sue mani da
un lato le borse e le tasche dei benefattori e dall’altro di tenere pel collo i beneficati, ma nel caso
presente vi sono dei motivi politici specialissimi.
La Regina Elena sta conquistandosi merit.imente il
primato della vera pietà, quale ce l’insegna il Van
gelo : « La religione pura ed immacolata dinanzia
Dio e Padre è questa : visitare gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni... L’augusta donna non dal
trono ha profferito parole benevoli ed ha elargito
qualche somma, ma ha faticato colle proprie mani
e di presenza ha fatto miracoli di vera carità. Le
più belle iniziative a prò dei derelitti e dei poveri
orfani si devono al suo cuore cosi ricco di tenerezza
materna.
Il contrasto col sovrano del Vaticano non potrebbe
essere maggiore e lo sentono i clericali, esso va
tutto a vantaggio della Regina d’Italia. Ecco perchè
r « Avvenire del Vaticano » (transitoriamente detto
d’Italia) il * Corriere id >, et similia si scagliano
con tanta violenza contro una istituzione che non
ha messo a capo, qnal patrono, Pio X o qualche
Mery del Val, ma la pura e bella figura di Elena
di Montenegro-Savoia !
La vecchia tattica di don Bartolo è stata adottata nella presente crociata : screditare colla calunia
in tutti i modi, e una volta lanciata la freccia avvelenata nascondere abilmente la mano.
Sapendo poi di fare colpo sui fanatici e di sollevare rivalità e odi confessionali hanno messa su la
fiaba dell’incetta di orfani cattolici romani per parte
dei Valdesi. Il Patronato tresca coi Valdesi ! Scandalo massimo !
La smentita ufficiale non ha tardato a venire, ma
ormai II pallone è stato lanciato e deve ad ogni costo
navigare.
Basterebbe a chi ha un granellino di buon senso
di vagliare un istante i vari comunicati dei giornali
clericali per scoprire Tinsussistenza e l’inesattezza
delle loro affermazioni. Per tutti valga quello di
Domenica 31 gennaio del cosi detto « Avvenire
d’Italia » : « Alla stazione di Catanzaro è stato in« contrato un pastore Valdese con quaranta orfani,
€ il quale dichiara avere avuto incarico dalla Gran
« Loggia (1) di raccoglierli per condurli a Firenze e
« a Torre Pellico ». E’ un tessuto di falsità.
Ma perchè mai i clericali vogliono essi accaparrare
con assoluto diritto di proprietà gli orfani del Mezzogiorno e strillano se altri se ne volesse occupare ?
Il perchè é ovvio, la legge della sepnrazione in
Francia ha messo in luce a cosa servono gli orfani
negli stabilimenti cohgreganisti : ad attrarre doni
alla congrega ed a dar profitto alla medesima, sfruttandone il lavoro.
Ma vi è un’altra ragione. Il reclutamento del
clero, e l’arruolamento dei regolari si fa sempre più
difficile ; che magnifica infornata l’avere qualche
migliaio di orfani ad intera disposizione per la tonsura e la vestizione 1
Se questo non è speculare sulla sventura, allora
si può sopprimere il passivo nel bilancio morale
deU’nltimo disastro, ma purtroppo ciò non è possibile, desso deve invece impostarsi a vergogna e confusione di chi ha l’anima cosi fatta che non sa neppure rispettare la tremenda solennità d’una sciagura
senza precedenti. italico.
(1) N. B. La gran Loggia è diventata per altri rugiadosi la Gran Tavola e perfino la Gran Avola, meno
male che il Gran Lama se lo tengono per loro.
II distacco del Caffolicìsmo
' ^irUlframontanismo
Il fatto che il Modernismo è una speciale manifestazione del sentimento e del pensiero moderno,
e non già l’opinione personale o il sistema di un
singolo individuo, rende quasi impossibile di spiegare le sue cause o di presagire i suoi effetti. Lo
spirito del nostro secolo ci domina, volenti o noenti, ma donde venga, dove esso vada, chi potrebbe
idirlo ? E’ stata l’azione di Pio X a destare nel Modernismo la coscienza della sua solidarietà; e nella
reazione che vi determinò apparvero alcune sue caratteristiche qualità rimaste fino allora celate.
E’ sempre cosa ardua il far delle profezie; non
è tuttavia difficile l’annunziare qual debba essere
l’avvenire di quel sistema medievale, contro il quale,
sebbene ancora indistintamente, è irrestibilmente diretto il movimento del Modernismo.
3
LA LUCE
Giacché il servizio più prezioso, quantunque non
intenzionale, reso fin qui dal Modernismo è stato per
l’appunto d'aver costretto l’Ultramontanismo a compiere innanzi tempo la sua necessaria e logica evoluzione, d’averlo inchiodato irrevocabilmente nella
sua posizione estrema che dovrà ucciderlo. Esso gli
ha strappato non solo il decreto Lamentabili, l’enciclica Pascendi e le recenti, grottesche decisioni
della Commissione biblica, ma in un senso più generale ha svelato tutto un sistema di persecuzioni
e repressioni, ritenuto da molti come cosa ormai
superata, mentre è inseparabile da tutto il sistema.
Colla sua fede ingenua, ma sincera nell’Ultramontanismo, Pio X non poteva assolutamente agire in
modo diverso. Un Leone XIII sarebbe proceduto
con maggior cautela e diplomazia; ma le esigenze
del sistema romano sono inesorabili, e un ritardo
nell’azione non avrebbe fatto che renderlo più difficile.
Era urgente di turare senza indugio le falle verificatesi, per salvar la nave dalle onde irrompenti
dello spirito scientifico e democratico. Le mura dei
Seminari erano già abbastanza alte, ma Pio X le ha
elevate maggiormente e, se è savio, dovrà inalzarle
fino al cielo. La sua ultima impresa è stata d’isolare il clero francese da ogni contatto coll’Università; e provvedimenti analoghi, data la sua logica e
il suo coraggio, sono da prevedersi anche per la
Germania e l’Inghilterra. Quella che chiamano storia,
egli considera come i falsi risultati di falsi metodi
d indagine; la cui falsità per lui è evidente, perchè
essi riescono fatali all’Ultramontanismo che, ai suoi
occhi, è la verità rivelata. E poiché colla Scienza
non si può discutere, runica via di uscita è di sopprimerla. I
I cardinali, nella loro grande maggioranza, disapprovano una tale azione, almeno quando sono riuniti in privato intorno al loro bicchier di vino. Ma
essi non sono abbastanza chiaroveggenti ■ per riconoscere quello che Pio X, nella sua semplicità, ha
capito come per istinto : che, cioè, l’epoca dei compromessi è tej-minata e non rimane altro da fare
che chiudersi in Castel S. Angelo e continuare a
far fuoco, finché durano le munizioni. Se un papa
futuro tentasse una sortita, dovrebbe ritirarsi con
le forze decimate. Il papa più savio è quindi coluj
il quale meglio intende che le esigenze del Papato
e della libertà sono fondamentalmente inconciliabili.
II flirt passeggero d’un Leone XIII o d’un Pio IX
colla libertà non può portare alcun cambiamento al
carattere permanente e all’evoluzione logica del Papato immutabile, evoluzione che risale ai tempi di
papa Damaso, quando la Chiesa cominciò a carezzare il sogno imperialista, non considerando più
come sua missione il servire, ma il dominare in
tutto VOrbis terrarum. Questa tradizione non si
trasmette da un papa all’altro nel senso che ciascuno la possa trasformare a suo piacimento; essa
vive immutata di generazione in generazione in
quella burocrazia romana, per la quale il papa è nominalmente il signore che comanda, ma in realtà è
il docile servitore.
Taluni modernisti sognano un papa riformatore,
ch’essi immaginano altrettanto dotto quanto buono
e imperterrito. Ma un simile papa somiglierebbe a
un generale senza esercito. Egli è che pochi modernisti si son fatti un concetto chiaro di quanto
profondamente il ferro chirurgico della critica debba
tagliare, per arrivare fino alla radice del cancro che
consuma la Chiesa. Pochi in oggi si rendono conto
di quanti nervi deH’Ultramontanismo siano da recidere, perchè la funzione della critica possa procedere efficacemente, o considerano che la distinzione tra Cattolicismo e Gesuitismo è puramente accademica, e che un popolo non ricupera se non colla
rivoluzione quel potere che abbandonò nelle mani
d’un autocrate nemico della libertà. Secondo l’opinione della ‘maggioranza basterebbe riconoscere i
mali e rivelarli agli occhi di tutti, perchè il rimedio
non possa mancare. In questa loro fiducia essi tralasciano ogni serio tentativo di riedificare sulle ro
vine prodotte dalla critica. In cotraddizione con quest’atteggiamento è facile dimostrare che i risultati
negativi della critica sono penetrati nelle njoltitudini prima che un rifugio, prima che un’arca di Noè
fosse allestita. Una minoranza di eletti può salvarsi
su zattere filosofiche di jn opria costruzione, ma dei
più che accadrà ? Forse è inevitabile un periodo di
negazione, un soggiorno nel deserto tra l’Egitto e
la Terra promessa. Forse anche la rivoluzione è una
fase inevitabile dell’evolnzione : una città appestata
deve essere arsa fino alle fondamenta, prima che
si possa pensare a riedificarla. Possiamo ammettere
con fiducia che il sentimento religioso innato nell’uomo tornerà ad occupare il suo posto e avrà
una nuova incarnazione in un mondo ringiovanito.
Quanto più vien distrutto Tautoritarismo ecclesiastico, tanto più il pensiero religioso può liberamente
investigare le questioni religiose senza timore delle
opinioni eretiche che ne avessero a derivare. Il risultato finale è stato finora sempre favorevole alla
fede. Le Chiese sono molto più in pericolo della religione.
Il Modernismo ha fede e speranza che qualcosa
di pratico sopravviverà, qualcosa che si potrà ugualmente chiamare cattolico o cristiano (2). Ma prima
ch’egli possa esporre particolareggiatamente la sua
fede e darne la spiegazione, deve serbare il silenzio di
fronte alle insistenze degli ultramontani e degli scettici, alleati indissolubili. Egli non può indicare fin
dove andrà, ma soltanto che si trova sulla buona
via e non può resistere alla forza che lo spinge, come
d'altra parte rUltramontanismo è trascinato daU’impulso contrario. Può darsi che l’opposizione tra queste
due forze sia troppo aperta, per permettere una
componente e una risultante. In tal caso si tratterà d’una questione di resistenza, ma quale delle
due terze trionferà dell’ avversarie sopravvivendole ?
Se rifiettiamo che la causa del Modernismo si
confonde con quella deU’edjucazione del popolo, non
può sussistere alcun dubbio sulla risposta da dare. Il
fiume della scienza, arrestato per qualche tempo,
continuerà ad innalzarsi fino a superare e rovesciare
le dighe deU’oscurantismo. Allora quelle parti della
Chiesa soltanto, che saranno fondate sulla roccia
dei fatti, potranno resistere all’urto.
Per il momento rUltramontanismo vive dell’ignoranza dei suoi numerosi paladini e ripone tutta la
sua fiducia nella repressione delle idee nuove. Esso
vive altresì degli errori dei suoi avversari, del fanalfismo e delle esagerazioni del Protestantismo militante, delle stolte persecuzioni di Governi pseudoliberali. Ma la sua vitalità risiede soprattutto nella
fede genuina e nella pietà sincera di migliaia d’anime
da esso ingannate, le quali confondono il Cristianesimo coll’Ultramontanismo e mettono in conto di
quest’ultimo i beneficii di quello.
Ma per lenti che siàno gli assalti del Modernismo, cioè i risultati della sua opera d’istruzione
delle moltitudini, essi sono inevitabili. A lungo andare i Governi non potranno abbandonare l’educazione della coscienza e del carattere popolare, la
formazione dello spirito della nuova generazione
nelle mani di gente cresciuta nell’atmosfera morale
e intellettuale del secolo XIII, rimasta esclusa dal
contatto colle pubbliche università, e perciò nemica
dichiarata delle istituzioni e dei metodi moderni. E
poiché \ Ultra montañismo non può assolutamente
cedere alla pressione ^sterna dello Stato, così necessariamente esso dovrà crollare. Che tuttavia il
Cattolicismo rimanga in vita, è la fede e la speranza dei modernisti. Questa fede non è una scienza,
ma infonde forza sufficiente per vivere e per lavorare, avanzando nella retta via, la via della verità
e sincerità, dovunque questa possa menare (2).
Padre Giorgio Tyrell.
(Dalla Wochenschrift Allgemeine Zeitung di München).
(1) Vivamente ringraziamo il signor Teodoro Longo,
dottore in filologia, d averci favorito la traduzione di
quest’articolo del Tyrell, e di aver ottenuta facoltà di
tradurlo dal periodico tedesco che lo pubblicò e dal
celebre Modernista che lo scrisse.
(A. d. D.).
(2)'Naturalmente, noi approviamo tutto quello che
il Tyrell dice’deiruitramontanismo, ossia del Cattolicismo gretto, clericale, cristallizzato : la sua è anche
la nostra idea; ed anzi noi anderemmo un bel poco
più là ch’e.gli non vada. Ma non possiamo provar
eguale entusiasmo innanzi alle sue fredde speranze
circa alle sorti del Cristianesimo nei secoli avvenire;
non possiamo ammettere che « qualcosa » solamente
se ne abbia a conservare; non possiamo credere che
questo qualcosa abbia astrattamente a chiamarsi —
come il Tyrell lo chiama — « verità » e « sincerità ».
Per noi il Cristinasimo tutto è eterno; perchè tutto
il Cristianesimo non è che un fatto, una persona : il
fatto o la persona del Cristo che rivela, che ama, che
santifica, che salva. Nel Cristianesimo non ci sono
tante cose; sicché l’una possa sussistere e le altre no.
Il Cristianesimo (vero, s’intende; non quello di questo
o di quel teologo, nè di questa o di quella enciclica)
0 resterà tutto o cadrà tutto, perchè è una cosa sola.
Ma noi abbiamo abbastanza fede per credere che non
cadrà. Quel « qualcosa » ci urta come una stonatura;
e ci conferma anche una volta nel nostro chiaro giudizio intorno al Modernismo propriamente detto: il
Modernismo non è che una filosofia religiosa, più o
meno cristiana, corroborata da la Critica storica, teologica, biblica, o ben poco di più; il Modernismo —
come certe filosofie, come quella di Kant, per esempio
— scinde l’uomo, lo mutila : l’uomo per il Modernismo
in genere, e fors'anche per il Tyrell in particolare, è
una mente che cerca la verità e deve cercarla sinceramente; non è un essere complesso costituito di ragione, di cuore, di sentimento, e agitato da mille bisogni svariatissimi, e soprattutto dal bisogno di amare
e di sapersi amato, di evitare il male morale e di
divenir santo.
Se l’uomo fosse riguardato in tutta la sua complessità multiforme, profonda, non si farebbe della religione un intellettualismo infarinato di qualche altra
cosetta; e il Cristianesimo — se pure non si volesse
gittarsi a capofitto nella fantasticheria più capricciosa
o almeno più ardita del mondo delle ipotesi — dovrebbe apparire al Tyrell, come a noi appare, la re.
ligione definitiva, che, non già nella forma che gli ha
dato questo o quest’aitro teologo, il quale lo abbia
per dire così, risplasmato in nuove foggie che si chiamano dottrine o dogmi; ma così com’è veramente e
come balza fuori limpidoada le pagine non oscure del
Vangelo — si conserverà e si conserverà tutto; perchè
questo Cristianesimo che balza fuori dai documenti
evangelici altro non è che il Cristo morto, risorto, vivente, santo, rivelatore, redentore e santificatore.
Dunque noi non saremo mai Modernisti, e nemmeno....
Tyrelliani !
(N. d. D.).
Lutero e il mondo moderno
Chi dice Lutero non dice solo uno dei più grandi
nomi della storia, ma indica pure tutto un grande
movimento degli spiriti e delle coscienze, che a buon
diritto, può chiamarsi rivoluzione nel più moderno
senso della parola. Ercole Ricotti, in poche parole,
ha definito lo spirito al quale la Rivoluzione protestante ha ubbidito nell’opera sua, tratteggiandone
pure il carattere e le conseguenze. « La Riforma,
inalberando la bandiera del libero esame, emancipò
il pensiero umano dai ceppi dell’autorità e dell’assolutismo, e fu fonte di immensi progressi e benefici nell’ordine politico e morale, nello scientifico ed
economico ».
Di guisa che il mondo moderno trovasi già racchiuso nei principi della Riforma. Onde un nostro
illustre pensatore, ben a ragione, potè scrivere che
la Riforma inizia i nuovi tempi e la nuova cultura,
A questo riguardo, è assai notevole una conferenza che il Troeltsch, dottore in teologia e in filosofia, consigliere privato ecqlesiastico, professore
all’Università di Heildeberg, pubblicò a Lipsia nell’anno testé spirato sull’argomento : Lutero e il
mondo moderno.
Questa conferenza già riassunta nel giornale Le
Protestant, alla nostra volta, riassumiamo, essendo
l’argomento di alto interesse storico e religioso.
Il protestantesimo, in Germania, e nei paesi nordici dell Europa, non è stato un semplice ritorno al
cristianesimo primitivo, ma una nuova creazione, rispondente alle tendenze individualiste, che di già
s affermavano nel XVf secolo e stavano per caratterizzare di più in più il mondo moderno : esso è
stato l’affrancamento religioso dell’individuo, come la
4
rssiví
rinascenza era stata l’emancipazione letteraria, politica, economica ; come più tardi il secolo delle luci
fa l’affrancamento scientifico.
Goethe ha detto che in tutta la Riforma non c’è
niente di interessante che la personalità di Lutero.
Di questa personalità, difatti, qualche cosa è rimasta viva fino ai nostri giorni, qualche cosa che si
rivolge direttamente a noi a traverso i secoli, e che
noi comprendiamo senza sforzo, benché la lingua
teologica dei suoi contemporanei ci sia quasi inintelligibile. Non è soltanto la magia di quell’incomparabile linguaggio che ci trascina, ma è 1’ azione della
sua grande anima religiosa, è l’indomabile energia
della^sua fede. Gli si rimproverarono le sue abitudini di contadino superstizioso, la sua credenza al
diavolo e ai demoni, i suoi ragionamenti scolastici,
ma egli non è meno il potente profeta dai tempi
moderni, l’edneatore religioso, gli insegnamenti del
quale, a tre secoli di distanza, trovano un’ eco nei
nostri cuori, come se essi fossero stati detti per
npi. Si indicheranno le contraddizioni del suo pensiero ; ma esse non sono che il simbolo di una lotta
interiore gigantesca.
E’ perciò molto difficile rilevare con intiera precisione i grandi tratti che costituiscono l’essenza del
suo pensiero e hanno, dopo di lui, esercitato un’azione decisiva sullo spirito moderno ; tuttavia cerchiamo di farlo.
Il primo di questi tratti, il pensiero fondamentata di Lutero, fu la concezione della religione come
fede spirituale e interiore. Questa concezione era la
negazione stessa della virtù dai sacramenti, quale
l’intendeva la Chiesa. Lutero s’era impegnato a questo riguardo in un dedalo di dispute che furono
spesso molto dolorose, ma egli conservò sempre la
sua convinzione primiera che la religione è una fede,
e che, per il cristiano, questa fede si riassume nella
allegra affermazione del grande amore che Dio ha
manifestato in Cristo, e per il quale, indipendentemente da ogni intervento della Chiesa, egli perdona
ai peccatori pentiti. La religione è, da questo istante,
stabilita nella sfera del pensiero, nel dominio dell’anima; ella è la religione dello spirito, in opposizione alla religione miracolosa dei sacramenti ; il
sacerdozio diventa inutile, ciascun cristiano è sacerdote di se medesimo, e non c’è altro miracolo attuale che quello che si compie nella sua anima.
A questa prima idea è unita indissolubilmente
una seconda. L’affermazione della misericordia di
Dio in Cristo non è possibile che mediante una convinzione personale, essa diventa necessariamente una
certezza individuale che ognuno possiede per suo
proprio conto e in sua maniera propria. E’ questo
Ì’avvenimento dell’individualismo religioso, secondo
carattere del protestantesimo, non menu fondamentale del primo. Questo individualismo religioso è
l’antitesi di ogni religione autoritaria. Esso non respinge certamente l’infiuenza cosi spesso salutare
della tradizione, apprezza i benefici della vita comune, non dimentica ciò che esso deve all’ azione
del Cristo, alla predicazione degli apostoli, alle cure
materne della Chiesa, ma di fronte a queste infiuenze,
la sua fede rimane libera, e la sua coscienza sovrana.
Di qui un terzo punto. L’idea religiosa è, per
natura, la fonte e il veicolo di ogni‘attività spirituale e, per conseguenza, di ogni morale. L’ etica
luterana non saprebbe dunque limitarsi a prescrivere
una serie di atti isolati, senza valore proprio, senza
radici neU’anima, senza alcun rapporto con l’insieme
delle facoltà umane. Invece, la morale non è più,
oramai, che una sola cosa con la fede, poiché proviene dal medesimo principio direttivo, l’amore di
Dio, e risiede nelle intenzioni, nei sentimenti e nei
pensieri ; essa è un amore e una vita ; e, ciò che
vi è di veramente grande, è che essa diviene, al
medesimo titolo che la religione, un fatto di evi
denza immediata, una affermazione spontanea, un
atto di fede. E’ tutta una rivoluzione: è la fine
della morale cattolica, col suo spirito mercenario,
con il suo sistema di punizioni o di ricompense.
C’è un quarto punto da rilevare nel pensiero di
Lutero. Se la religione e la morale scaturiscono
spontaneamente dal fondo dell’anima umana, non si
scorge più quale differenza potrebbe sussistere tra
il naturale e il soprannaturale tra il congegno
delle leggi della natura e la volontà di Dio, tra
le cure della vita terrena e il pensiero dell’eternità.
E allora la terra non è più un luogo d’esilio, in
luogo di maledizione ; è pure la patria dell’ uomo
credente, il quale ha il diritto e il dovere di interessarsi delle grandi cose che vi succedono. Ecco,
suU’istante, la riabilitazione religiosa e morale dell’esistenza terrena, il trionfo dello spirito laico nelle
strettezze monastiche o settarie, il libero accesso
del cristiano a tutte le gioie legittime e benefiche.
Enrieo ^Vleyniep
{La fine al prossimo numero)
Dopo la Catastrofe
Mentre ci preparavamo a celebrare le feste di
Capo d’anno, come fulmine a ciel sereno ci pervennero le dolorose notizie dell’immane disastro che aveva colpito le nostre provincie meridionali e la
Sicilia. Speravamo sempre ancora che i giornali americàni, seguendo una poco lodevole abitudine che
sembra contraddistinguerli, avessero esagerati grandemente i fatti, ma, purtroppo, man mano che giungevano notizie più recenti, la catastrofe assumeva
proporzioni più colossali e più tristi ci appariva la
condizione di quelle povere popolazioni.
Ben possiam dire che il cuore americano batte
all’unisono col cuore italiano e che, seguendo il consiglio dell’apostolo Paolo, piangiamo con coloro che
piangono.
Dietro relazione particolareggiata, ed appello insistente del nostro ambasciatore Iriscom, affinchè
soccorsi fossero raccolti senza indugio, la Croce Rossa
Americana, ha già messo a disposizione del nostro
rappresentante a Roma la bella somma di 330.000
Dollari. Quel gentiluomo che è il nostro presidente
Roosevelt, ha mandato ai due rami del Parlamento
un messaggio d’urgenza, chiedendo un soccorso di
800.000 Dollari, ossia 4 milioni di lire italiane.
L’appropriazione fa concessa immediatamente senza
che ci fosse un sol voto contrario. Un giornale di
Pittsburg illustrando l’atto generoso compialo dal
Parlamento dietro invito di Roosevelt, rappresenta
quest’ultimo portando coH’aiuto di un compagno, che
rappresenta il Congresso americano, un paniere enorme, rigurgitante di Dollari.
In lontananza si vedono delle rovine, che emergono dal fumo che le circonda. In mezzo a questa
scena di dolore vedesi scritta la parola « Help
(Soccorso !) In fondo a questo quadro così eloquente
sta scritto: « Dovè l’opposizione ? Non esiste quan
do trattasi di umanità ». Questo quadro è un degno commento all’atto del Presidente del Congresso !
Questo è soltanto un esempio dell’entusiasmo che
addimostra il popolo americano per venire in aiuto
ai nostri poveri connazionali. In ogni città ci sono
sottoscrizioui cominciate, tutte le colonie italiane sembrano voler fare a gara per raccogliere la
somma più vistosa. A ’Pittsburg ci sarà quello
che chiamano Giorno del terremoto. Un comitato
italiano manderà dei rappresentanti in tutte le parti
della città con dei carri per ricevere i doni. Chi
può dare danaro sarà il benvenuto ; ma chi vorrà
dare oggetti di vestiario sarà lui pure ringraziato
cordialmente. Tutti questi oggetti saranno quindi
venduti ed il provento mandato in Italia. In altre
città si sono escogitati altri modi di procedere, ma
tutti mirano ad un solo scopo : quello di dar sollievo ai disgraziati che furono vittima del terremoto.
Una cosa sola è da desiderarsi, che non venga
permesso a furfanti d’andare raccogliendo danaro ;
perchè dopo aver messo insieme un bel gruzzolo,
scomparirebbero senza lasciar traccia di sè. Ciò successe nel 1905 quando le Calabrie furono visitate da
flagello simile a quello che tanto terrore ha sparso
nella medesima parte del paese quest’anno.
In mezzo alla grande sciagura che ha colpito il
popolo italiano è confortante il vedere lo spirito
fraterno e caritatevole che riempie il cuore dei popoli e li spinge a venire in aiuto dei poveri derelitti. L’influenza delle dottrine e dell’esempio di Gesù
è più grande qui di quanto certi nemici di tutto
quanto sa di spirito religioso sieno disposti ad ammettere.
EtiPico Gavvou
*
« Torino, il T Febbraio, 1909.
Simpatica Luce : — Non solo la parrocchia Yaldese
e l’A. C. d. G. si occuparono con vero amore fraterno dei nostri cari connazionali di Calabria e di
Sicilia tanto sinistramente colpiti da innarrabile
sciagura. Anche la Chiesa Valdese di ramo italiano
se ne occupò in quei limiti concessile dal censo
dei suoi membri. Hanno dato però il loro obolo,
dalla loro inopia hanno saputo tiar fuori i due piccioli della vedova e del povero operaio e col loro
pastore hanno pregato e pregano con fervore intenso pei fratelli e le sorelle desolati.
Il pastore ha tenuto due conferenze discretamente frequentate e due « sermoni di carità » seguiti da colletta. Inoltre il Consiglio di Chiesa ha
versato L. 50.
« A chi poco ha ricevuto anche in questi casi si
domanda poco » purché dia ciò che è « in suo potere ».
La nostra Chiesa fa voti ferventi per la prosperità e la massima diffusione della « Luce ».
* *
Le Chiese evangeliche estere, e specialmente le
chiese di Francia e di Svizzera hanno preso viva
parte al nostro lutto nazionale e fraterno. I giornali evangelici esteri sono pieni di notizie della catastrofe e abbondano in espressioni di commovente
simpatia cristiana.
* *
Il Testimonio, nel numero del 1® gennaio, reca
tra l’altre, due belle incisioni rappresentanti l’una
€ ciò che rimane della casa ove abitava la famiglia
Scuderi e si radunava la chiesa », l’altra (che
stringe davvero il cuore) * l’unico superstite della
famiglia Scuderi dinanzi alle rovine della sua casa »
A proposito del suo viaggio a Messina e di quest’ « unico superstite della famiglia Scuderi » il
Dott. D. G. Whittinghill scrive nello stesso numero
del Testimonio :
« Il nostro viaggio a Messina è stato veramente
cattivo. In compagnia del sig. Scuderi Ezechiele ci
recammo in via Gesù e Maria delle Trombe, alla
ricerca dei nostri cari fratelli, della famiglia Scuderi, e quando fummo sul luogo i nostri occhi non
poterono vedere se non un orribile cumulo di rovine, rovesciato sui corpi delle otto persone che
componevano la famiglia, e di nove parenti ! Nessuno può facilmente immaginare i sentimenti del
povero Ezechiele quando per la prima volta vide
la tomba (certo temporanea) della sua intiera famiglia. Qual dolore deve aver riempito l’anima sua
allorché egli posò lo sguardo sulle rovine che avevano schiacciato la vita della sua cara madre, della
sua sorella ammalata, di quattro fratelli, di due
cognate e di altri parenti !
Le nostre diligenti ricerche in Messina ci fecero
rintracciare soltanto un quarto dei membri della
chiesa. Rimane la speranza di rinvenirne altri fra
i dispersi. Della scuola domenicale molti bambini
senza dubbio sono perduti, ma notizie precise non
si possono avere ».
Un opuscolo postumo di Adolfo Ciicuvie
E’ apparso il N. 3 della collezione « Avanguardia » ed
è un elegante opuscolo il quale contiene uno scritto
postumo del tanto rimpianto Adolfo Ohauvie. Porta per
titolo : « Cristiano, ma non Cattolico Romano ; e Socialista, ma non Materialista ». Non ci sembra che
questo scritto valga la « Religione dell’avvenire »
che i lettori già conoscono ; ma sarà certamente grato a molti di leggere del nostro diletto Adolfo Chauvie tutto il leggibile ; e però li invitiamo a procurarsi subito anche il nuovo opuscolo che costa solo
10 centesimi e si vende presso * L’Avanguardia » Firenze, Via Jacopo Peri 5.
5
RlNGRazmMENT©
Il sig. Bartolomeo Chauvie, padre del
tanto compianto signor Adolfo pastore a
Messina, ci prega di « ringraziare sentitamente » per la sua famiglia « tutte le
persone che presero parte in qualunque
modo » al loro « doloroso lutto ; » e specialmente « i signori Greco e Nesi accorsi
premurosamente al soccorso, » sebbene
purtroppo essi non abbiano potuto far nulla.
La Dottrina Cristiana spiegata al Popolo
Clii è Gesù Cristo
D. — Chi è Gesù Cristo ?
R. — La prima risposta a tale domanda è che, nei
giorni in cui è stato sulla terra (e conseguentemente
anche ora ch’egli è assiso alla destra di Dio Padre
onnipotente) Gesù fu veramente uomo.
Egli stesso si è dato il titolo di Figliuol dell’uomo,
ed ha adempiuto a tutte le condizioni dell’essere umano: è cresciuto, ha lottato, ha sofferto, ha manifestati tutti i sentimenti naturali e legittimi dell’anima
umana, ha conosciuto la tentazione e la morte. Noi
dunque abbiamo in Gesù Cristo un modello, e nel tempo
stesso un fratello che essendo passato per le nostre
tentazioni e per le nostre infermità può simpatizzare
con noi. {Ebr. IV. 15.) Ma questa risposta non può
bastare. Gesù non è un uomo come un altro. Egli è
l’uomo per eccellenza. Egli non è un uomo è Vuomo'. l’uomo diventato rea/e. Ciò che costituisce la grande
differenza tra quest’uomo ideale divenuto reale e gli
altri uomini è l’assoluta santità del primo ; egli è il
santo per eccellenza, anzi il solo santo.
D. — A quale altra verità è legata siffatta umanità
per eccellenza di Gesù?
R. — A questa : che Gesù Cristo, quest’uomo ideale
e reale che impersonò nel modo più perfetto possibile
l’umana natura, è il Figlio eterno di Dio manifestato
nella natura umana ; non un figlio di Dio come può
diventarlo ogni cristiano, ma il Figlio di Dio per eccellenza posto incomparabilmente al disopra degli uomini e degli angeli per questa sua natura. In altri
termini, egli è l’Uomo-Dio, e cioè Fincarnazione di Dio
storicamente attuata.
D. — Donde risulta la divinità di Gesù ?
R. Essa risulta: a) Dalle sue proprie dichiarasioni.
— Egli afferma che é sceso dal Cielo, che é venuto
da Dio, che esisteva prima della fondazione del mondo,
€ che chiunque ha visto lui ha visto Dio. Egli si attribuisce poteri che appartengono solo a Dio: l’onnipresenza,
l’onnipotenza o la vita, ecc. Dichiara agli uomini ch’egli
é il loro Signore, il loro Salvatore, la loro Luce, il
loro Re e il loro Giudice. Domanda l’ubbidienza da
parte degli uomini ; vuol essere onorato al pari del
Padre celeste; infine, mette il suo nome accanto a quello
del Padre nella formula del battesimo. ( Vedi : Giovanni
III. 13 ; Vili. 38 ; XIV. 5-11 ; XVII. 3, 5, 24 ; Matt.
XI. 27; XXVIII. 20; XXVIII. 18; Giovanni V. 26;
Matt. XXIII. 8 ; XI. 28 ; Giov. Vili. 12 ; Matt. XXV. 31
e seg. ; Giov. XXL 15 e seg. Matt. X. 37 ; Matt. X.
32 ; Giov. V. 23 ; Matt. XVI. 16, 17, Giov. XX. 28, 29 ;
Matt. XXVIII. 19).
b) Dalla sua nascita e dalla sua vita. — E’ impossibile scoprire un’ombra nella sua vita. Chi lo convincerà di peccato? (Giov. Vili. 46). Egli è senza
peccato ; è l’Agnello senza difetti nè macchie. Vogliamo
un modello di santità? E’ lui. Un modello di pietà?
E’ lui. Un modello d’abnegazione e d’amore ? E’ sempre
lui. E nulla di tutto ciò è superficiale ; anzi è la natura. Si sente che egli conosce Dio come Dio lo conosce, che vive in Dio, che è una stessa cosa con Dio.
(Giov. X. 30 ; XIV. 6, 9). Egli ha attuata la perfezione
morale, e ciò prova che è il Figlio dell’Iddio vivente.
c) Dal suo insegnamento. — Niun uomo parlò giammai come costui! Riunendo i caratteri del suo insegnamento siamo meravigliati della sua semplicità, della
sua profondità e sopra tutta della sua autorità. Non
insegnava come gli Scribi ; come un uomo che cerca
la verità, ma beasi come il Figliuol di Dio che la rivela. Egli afferma, non ragiona. « In verità, in verità
io ti dico..., e ciò basta. A che servirebbero i ragionamenti ? Questa parola porta in se stessa i segni
delia verità. Quando Gesù parla agli uomini, non si
Associa con essi, non dice : noi, ma : voi ; e non do
I
manda solo che si creda nella sua dottrina, nella verità ch’egli annunzia, ma in lui stesso.
d) Dai suoi miracoli, specie dalle risurrezioni che
attestavano in lui il principe della vita : miracoli che
(giova notarlo) Gesù compì per servire d’incoraggiamento alle anime deboli ma sincere, perchè senza le
disposizioni della coscienza e del cuore, i più grandi
miracoli sarebbero inutili ; e Gesù in questo caso li
ricusava. {Lue. XVI. 31 ; Matt. IV. 1-11).
e) Dalla sua risurrezione ed ascensione. (Vedi: Rom.
I. 4).
f) Dalla testimonianza degli Apostoli e degli scrittori del Nuovo Testamento. Vedi: Giov. I. 1-14; Matt.
I. 23 ; P Giov. V. 20. Attribuiscono al Figlio anche
le opere di Dio: la creazione materiale e la creazione
morale. (Giov. I. 3-12 ; Col. I. 16 ; Ebr. I. 10). Invocano il nome di Gesù Cristo, gli rendono ubbidienza
e adorazione, lo sentono vivere in loro, e fanno consistere la vera fede nella conoscenza della sua persona, nella comunione con Lui. (l’* Cor. I. 2 ; 2^ Cor.
XIII. 5; Fil. I. 21 ; IL 5, Col. I. 15-17).
* *
Questa è la risposta della Bibbia alla domanda :
« Chi è Gesù Cristo ?» ed è facile comprenderne l’importanza. Che cosa ci avrebbe potuto dai’e un semplice uomo? Quale certezza più ferma delle mille opinioni che si combattono e si distruggono a vicenda?
E quando la coscienza ridestata ha fame e sete di
giustizia, 0 quando s’avvicina la morte, che potrebbe
fare un uomo — anche il più grande di tutti — per
darci la pace ? Ma se Gesù é il Figlio di Dio, se é
la parola eterna di Dio manifestata in carne, allora
io posso credere in Lni che mi offre la salute, ed in
Lui rallegrarmi.
u. i.
La Società Biblica Brit. e For. in Italia
Ci viene annunziato un cambiamento importante che
avrà luogo fra poco riguardo all’opera di questa Società. Finora, come tutti sanno in Roma, la vendita
al minuto delle Sacre Scritture facevasi al N. 63 della
Via dei Due Macelli, mentre l’Ufficio dell’Agente e il
deposito centrale dei libri erano al N. 185 del Viale
della Regina, fuori Porta Pia; locale veramente troppo
eccentrico per ogni riguardo. Ma siamo lieti di annunziare che, D. V., col 1* marzo p. v. tutta l’opera
della Società verrà stabilita in locali centralissimi,
cioè nella vicinanza immediata di Piazza Venezia, nel
bel palazzo delle Assicurazioni Generali. Quivi sotto il
medesimo tetto sì avrà la vendita al minuto, l’Ufficio
dell’Agente, Sig. R. O. Walker,e il magazzino per il ricevimento e la spedizione all’ingrosso delle Sacre
Scritture. Un gran cartello chiamerà l’attenzione dei
passanti, annunzìante che lì si potranno avere * Le
Sacre Scritture in 400 lingue diverse » e accanto a
quello ci sarà una tabella di marmo colla seguente
iscrizione : « Qui era la casa consacrata dalla dimora
e dalla morte del divino Michelangelo - S. P. Q. R.
1871 •. Il nuovo deposito attirerà dunque l’attenzione
di tutti i ricercatori delle antichità romane, colpirà
lo sguardo di ogni visitatore del Foro Trajano; e a
poca distanza avrà di fronte a sinistra il magnifico
Monumento Nazionale al Re Vittorio Emanuele li, il
Liberatore d’Italia. E quaudo nel 1911 quel monumento sarà inaugurato, in occasione del cinquantenario della proclamazione di Roma quale Capitale
d’Italia, il nostro deposito biblico sarà reso visibile
ai rappresentanti di tutto il popolo italiano.
*
* •
Cogliamo questa occasione per dare ai nostri lettori le cifre delle nostre vendite durante lo scorso
anno 1908 :
Bibbie...........................Copie 3,700
N. Testamenti .... “ 6,998
Porzioni.......................... “ 63,457
Totale . . . Copie 74,155
A prima vista questo totale, benché raggurrdevole,
sembrerebbe indicare una grande diminuzione nella
nostra circolazione delle Sacre Scritture, poiché le
cifre del 1907 davano un totale di copie 10,156. Ma
questa grande diminuzione é dovuta al fatto che
un’altra grande Società, la Biblica Scozzese, che si
serviva da noi per le porzioni, ha adottato l’anno
scorso i Vangelini illustrati della Scripture Gift Mission, dei quali ha fatto una larghissima diffusione
mediante i suoi colportori, come pure offrendoli a
prezzi ridottissimi alle Chiese Evangeliche Italiane.
In questo modo, se le nostre vendite sono scemate,
specialmente per le porzioni, sono cresciute d’altra
parte quelle di altri venditori. Quello che si é perduto
da un lato si é guadagnato dall’altro e ad ogni modo
10 spargimento della Parola di Dio in Italia è stato
ininterrottamente proseguito e col medessimo successo
di prima.
E’ da notarsi inoltre che i colportori della nostra
Società benché ridotti a soli 23, il numero più basso
che abbiamo avuto mai, hanno però venduto quasi
quanto nell’anno precedente e cioè; 2099Bibbie, 4109
Testamenti, 47,403 porzioni, ossia 53,611 volumi in
tutto, contro un totale di 57,313 venduti net 1907. Il
signor Agente sta cercando nuovi colportori, ma lì
vuol buoni e spera trovarne alcuni per l’anno nuovo,
sicché abbiamo buona fiducia che le vendite presto si
rialzeranno.
*
* *
Uno dei nostri buoni colportori, il sig. Gius. Greco
di Messina, poco mancò che rimanesse vittima del recente terremoto. Invero per due giorni lo si ritenne
perduto, insieme colla sua provvista di Sacre Scritture.
Finalmente l’Agente ebbe la gioia di ricevere da Palermo la notizia che il caro Greco, insieme con la sua
consorte e coi suoi due figliuoli era giunto a Barcellona,
dopo due giorni di inaudite sofferenze per freddo,
per fame, semi-nudo, senza libri e senza la minima risorsa. Il Greco era stato amorevolmente accolto dalla
propria famiglia e dai fratelli della Chiesa e domandava un’altra sacca ed altri libri, per ricominciare
l’opera sua. Anche il colportore della Società Scozzese
a Reggio di Calabria, sig. Antonio Giono, colla sua
famiglia era egli pure quasi miracolosamente scampato. E ciò parrà tanto più notevole e misericordioso,
se si ricorda che i tre pastori evangelici di Messina,
11 'Valdese, il Battista, e l’Anglicano, erano tutti periti
insieme colle loro famiglie.
»
• «
Molti fatti interessanti potremmo riferire dell’opera
di quest’umili ma fedeli operai del Signore che sono
i nostri colportori. Ma il tempo ci manca per questo
e chiuderemo il breve cenno annunziando che anche quest’ anno e precisamente nel mese corrente
l'Italia avrà di nuovo la visita di un delegato della
Società Madre di Londra, il Sig. W. Hodge M. A.
Segretario Distrettuale, il quale visiterà le città seguenti : il 1- Febbraio Roma, l’8 Febbraio Napoli, il
14 Febbraio Firenze. In queste varie città egli predicherà in inglese nelle chiese di rito anglicano, poi
terrà delle adunanze pubbliche per i suoi compatriotti
e per le chiese italiane riunite, come al solito. L’ora
e il luogo di queste varie adunanze saranno annunziati nelle chiese di ciascuna delle suddette città, e lo
stesso avverrà in tutte le altre dove si recherà dopo
le tre nominate.
Speriamo che dovunque egli si presenti i nostri fratelli evangelici delle varie denominazioni gli faranno
accoglienza fraterna e generosa. L’Italia nostra ha
ricevuto tanti benefizi dalla grande Società Bìblica
Britannica e Forestiera, che sarebbe vera ingratitudine la nostra il non fare tutto quello che possiamo
per rispondere all’appello che al suo rappresentante
ci rivolgerà a nome di lei.
R. meille
TEfOnO DI VIA DAZIOMALE 107, ROMA
Domenica prossima alle 17,30 conferenza del pastore Comba sa le calunniose insinuazioni dei fogli
clericali e clericaleggianti rispetto al ratto di orfani
cattolici romani infamemente attribuito alla Chiesa
Valdese.
Tutti sono caldamente invitati a intervenire.
Corriere J^ordamericario
1' La prontezza con cui gli Americani hanno dimostrato la loro simpatia ed i soccorsi mandati a pro
degli sventurati di Calabria e Sicilia hanno commosso
le Colonie Italiane degli Stati Uniti, Anche queste,
nonostante la persistenza della crisi commerciale,
hanno fatto prodigi di carità. Non erro dicendo che
non v’è Italiano negli Stati Uniti che non abbia versato il suo obolo a prc dei suoi miseri connazionali 1
Possa tutto quel denaro essere ben impiegato e trovare
la via della patria !
2. Tutti i giornali serii di New York approvano la
decisione del Sindaco della gran Metropoli che ha ordinato la chiusura in giorno di Domenica di tutti i
Cinematografi in numero di 550, che sono un fomite
d’immoralità, indegno di un paese civile come l’America.
« Un po’ più di sangue e di spirito puritano nel popolo
Americano — dice uno scrittore — sarebbero desiderabili. Dagli estremi dell’austerità siamo passati agli
estremi della fnvolità. Un po’ più di serietà e fermezza
di carattere non ci sarebbe male ».
6
6
LA LUCE
Il giornalista ha ragione e sottoscrivo con tntte e
dne le mani.
3. Pnò l’ubbriachezza essere curata con l’ipnotismo?
L’esperimento fatto dal pastore Thomas Casaday di
Des Moines sopra un parrocchiano, lo proverebbe luminosamente.
Il pastore invitò parecchi giornalisti ad assistere all’esperimento. Egli fece cadere l’individuo — certo
Laveau — in profondo sonno ipnotico. Poi per uno
sforzo di volontà, il pastore fece decrescere la di lui
circolazione da 98 a 78, quindi disse solennemente all’individuo: « Voglio che lasciate le bevande alcoollche.
Voglio che abbandoniate le bettole. Iddio vi ama. Iddio
lo vuole ! »
Pare che l’individuo, adesso, sia completamente guarito dalle sue tendenze alcooliche ed abborra quel che
prima gli procurava cotanto piacere.
4. Il Dr. Louis Albert Banks di Deuver Colorado
propose per Capo d’anno dieci risoluzioni alla sua congregazione : 1. Pregherò ogni giorno per pazienza e
cercherò di rispondere io stesso alla mia propria preghiera. 2. non parlerò intorno al mio lavoro ma lo
farò. 3. Non esagererò nulla. 4. Cercherò di coltivare
il mio senso umoristico, ecc.
—- Dall’ufficio di Statistiche apprendiamo che l’anno
scorso, negli Stati Uniti, 35.000 operai sono stati
uccisi per disgrazia sul lavoro e 2 hanno avuto
accidenti. Per il solo Stato di New-York, per un trimestre si legge che 5000 persone hanno avuto disgrazie
nelle fattorie !
Prof. Alberto Clot
Pastore Valdese
PRIMAVERA DELLA VITA
E’ carina l’epigrafe che la pergamena offerta al sig.
Rideout da l’Associazione di Roma e di cui abbiamo
parlato nel N. scorso reca. Perciò ci preme di rettificare un errore incorsovi : invece di : « nel suo seno »
si legga : « nel cui seno ».
CINEMATOGRAFIA UMANA
Il telegrafo ci annuncia dall’India la morte di
una donna che un tempo è stata famosa. La già
sacerdotessa degli idoli e poi cristiana fervente,
Chnndra Lela Bai è morta. Essa stessa ha descritto,
anni fa, la sua vita da sacerdotessa indù e la propria
conversione, della quale io darò pochi estratti ai
lettori della Luce. La storia di quella donna è interessante ed edificante.
Essa nacque nel Bengala e sorti da natura un
alto intelletto, un cuore sensibilissimo ed una fantasia veramente orientale. Bambina ancora, si consacrò agli dei, e non appena giunse all’età conveniente, pellegrinò al gran tempio di Ramgunge,
dove cominciò a menar vita eremitica e religiosa,
sotto la condotta dei monaci o fakiri del tempio.
I fakiri di Ramgunge sono famosi in tutta l’India
per la loro penitenza e per le torture che da se
stessi infliggono ai proprii corpi. Ognuno d’essi sceglie il tormento che più gli piace, e Chnndra Lela Bai
non fu inferiore a nessuno d’essi, per il rigore
della sua penitenza. S’imbrattò la bella capigliatura
coi sette prodotti della vacca sacra, poscia, strette
in un nodo volgare le chiome fluenti al sommo
della testa, le portò giorno e notte cosi scarmigliate
e sporche da sembrare una furia. Non trattò meglio
delle belle treccie l’avvenente persona. Sen giva
quasi del tutto nuda, esposta ai raggi cocenti del
sole e all’abbondante rugiada notturna. Unica sua
veste erano pochi stracci intorno ai lombi, e dei
segni misteriosi, bianchi gialli e rossi che solcavano in tutte le direzioni il corpo di lei' Una pelle
di antilope era l’unico suo letto : una capanna fatta
di foglie di palma la sua casa, e poco riso ed alcune banane il suo unico cibo. In questo stato essa
peregrinò per una gran parte dell’India, visitando
le pagode più famose, a fine di accumulare meriti
per lo Swarja o paradiso, ed evitare la tanto temuti
trasmigrazione.
Non contenta di tutto ciò essa fece voto di pas
sare per sei interi mesi tutto il giorno sotto la
sferza cocente del sole, circondata da cinque fuochi
che. i suoi confratelli tenevano continuamente accesi
a lei intorno. La notte poi era spesa da lei nell’a
dorazioue del suo idolo, ora posando sopra un solo
piede, ora immersa nell’acqua fino al collo, recitando
il rosol io di Vishnu o abbracciata strettamente al
suo idolo. Più tardi, raccontando la buona Chundra
Lela Bai questa parte della sua vita, cosi si es
prime : « Ne.ssuno saprà mai quanto io soffersi in
quelle notti infernali, quando io sedeva nella pi
scina sacra immersa nell’acqua fino alla gola e recitando i 108 grani del mio rosario. Ad ogni grano
io invocava il mio dio, mentre colla mano che mi
restav t libera io contavo i miei rosari, movendo il
dito grosso da giuntura a giuntura. Qualche volta
di noi. » Queste parole fecero una tremenda impressione sulla povera sacerdotessa di Ramgunge.
Essa arrivò a Madras tutta sconvolta neU’animo, e
recatasi ad una Missione Evangelica chiese di conoscere il Dio dei cristiani. Una buona signora inglese la prese sotto la sua protezione, le diede a
leggere la Sacra Scrittura, poscia la istruì nei misteri della Religione di Gesù.
Dopo pochi mesi, essa riceveva il santo battesimo e da quel giorno, per quasi trent’anni, là buona
Chundra Lela Bai non ha cessato di predicare la
religione di Gesù. Essa è passata ora al suo premio in cielo, lasciando in terra un grato ricordo a
quanti la conobbero e l’amarono.
Cniles Chpisti
riuscii in una notte a recitare il mio rosario mille
volte e ad invocare il mio dio 108.000 volte e
spesso, mi sentivo come morire e guardavo verso
oriente con uno strano desiderio della luce e dell’aurora. Non appena questa spuntava in cielo, io nsciva dall’acqua, e mi trascinavo al solito mio posto
dove passavo il resto del giorno adorando idoli e
:’acendo sacrifici ai demoni. Cosi io vissi per parecchi anni, invocando continuamente il dio Rama e
supplicandolo a darmi si a vedere : ma tutto indarno. Io faceva tutte quelle orribili penitenze nella
speranza di poter vedere il mio dio cogli occhi
del corpo, ma il mio desiderio non ottenne risposta
alcuna. Io gli gridavo instancabilmente : « Se tu
sei Dio, fammi una visita, apparimi, mostrati agli
occhi della mia carne ! Fammi vedere, sentire o
provare in altro modo che io sono accetta e che io
ti sono accetta e che i miei peccati sono stati perdonati ».
Non ottenendo risposta dal suo dio, Chnndra
Lela Bai cominciò a sospettare che tutto il paganesimo indiano fosse una grande impostura, ed essa
fosse una povera illusa. Il dubbio era crudele e la
poverina non sapeva come liberarsene. Allora, essa
addottò un modo empirico per mettere a prova la
potenza degli dei.
In una famosa pagoda, i sacerdoti solevano insegnare che : « se altri faceva una promessa ai
loro dei, e poscia non la manteneva, sarebbe stato
sbranato da una tigre. » Essa disse una bugia a
bella posta, a fine di provarli. Promise a dne figliuole di un sacerdote che avrebbe dato loro una
pezza di stoffa, e poi se ne andò senza aver mantenuto la sua promessa. Giunta alla strada pubblica
essa prese consigliatamente la via della foresta, per
vedere se la tigre l’avrebbe assalita. Ad ogni fronda
che stormiva, ad ogni ramo d’albero che si moveva
le gelava il sangue per lo spavento, e già le pareva di sentire le unghie e i denti della tigre nelle
sue misere carni. Ma la tigre non Tassali ed essa
usci incolume dalla pericolosa foresta. Allora essa
si persuade che i preti indù, invece di santi, erano
una massa d’impostori.
Chundra Lela Bai intese per la prima volta il
nome di Gesù da un capitano d’un bastimento. Si
era imbarcata a Calcutta per andare in pellegrinaggio ad un tempio celeberrimo sul golfo del Bengala, quando la nave fu colta da una spaventosa
tempesta. Gli Indù, pazzi dal terrore, gridavano
ad alta voce.: Rami Ram I e invocavano nomi di
altri dei e dee del loro panteon. Il capitano inglese
sali sul ponte dov’essi stavano, li esortò a quietarsi, e segnando col dito il cielo oscuro ed infuriato, « invocate, disse, il Dio del cielo e il suo
figliuolo Cristo Gesù e sarete salvi. Egli avrà cura
Acrobatismo clericale
i:Avvenire d'Italia pubblica il telegramma del Presidente signor A. Muston apponendovi il titolo : Smentita inutile, e quindi lo fa seguire da poche righe di
una logica grossolanamente loiolesca: « Non abbiamo
« difficoltà, scrive egli, a prendere atto della dichia« razione del signor Arturo Mustou, poiché essa nel
« fatto non smentisce nulla: se non è la setta del si« gnor Muston, sarà un’altra.
« Certo è, e ne abbiamo ricevuta conferma d» dì.
« verse fonti, che l’incetta dei bambini per opera dei
« protestanti è stata fatta. Da chi precisamente non
« ci importa sapere, a noi basta l’esistenza del fatto ».
C’è da stropicciarsi gli occhi per essere certi di avere
letto correttamente quelTinandito guazzabuglio di contraddizioni.
L’ Avvenire continua a mantenere « l’esistenza del
fatto », d’una incetta di orfani. Egli ed altri fogli della
stessa tinta oscura hanno concretato quei fatti stampando, gli uni : che a loro consta con prove irrefutabili
che i Valdesi hanno arraffato sessanta orfani e li
hanno condotti a Firenze e Torre Pellice; altri che fu
visto un pastore valdese alla stazione di Catanzaro con
quaranta orfani che ^conduceva seco per farli protestanti. I fatti dunque non potrebbero essere più espliciti e specificati.
Il signor Muston smentisce quei fatti, cioè nega che
agenti valdesi abbiano Jncettati sessanta o quaranta
od anche un solo orfano cattolico romano per farne dei
protestanti e quindi li abbiano condotti in qualche Istituto Valdese. (Vedasi pure la dichiarazione pnbblicata
dal Giornale ditalia nel N. 1' febbraio).
A malgrado di ciò, \’Avvenire dichiara inutile la
smentita ed afferma che i fatti sussistono, solo possono
non essere imputati ai Valdesi, ma ad altra setta!
Ma con che coscienza e con che faccia puossi fare
la parte d’ acrobata a quel modo e gabbare la buona
fede del pubblico?
Domani a Bologna per losche ma novre si fa precipitare i valori alla Borsa provocando disastrose
liquidazioni e noi stampiamo: * questo è opera
della Redazione dell’Avvenire d’Italia che per fini
suoi ha compromesso il mercato della piazza ». L Avvenire si affretta a smentire, protestando che non ha
nulla da vedere iu quella campagna ribassista ecc. e
noi al telegramma dell’ « Avvenire » facciamo seguireun commento come questo : « E’ inutile che 1 Avvenire
smentisca la campagna ribassista, il fatto esiste, a noi
poco importa di sapere precisamente da chi fu fatta,
se non è da addebitarsi all’Avvenire lo è a qualche altro giornale dì Bologna e ciò basta ! *
Ed è questa logica che ha corso in Italia? Ed è
questo onesto procedere da galantuomini ?
Senta, signor direttore delTAvvenire, torni dal catechista che lo ha istruito nel domma cattolico romano
e gli domandi se il 9® comandamento della legge di
Mosè venne proprio soppresso come il secondo dai teologi della Sua setta, giacché pare che a Lei non fu più
insegnato come normativo. Inquanto a noi possiamo
dirLe che quel comandamento è mantenuto in tutto il
suo vigore dal Fondatore del Cristianesimo autentico, e
suona sempre :
« Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo ».
Cozio
CCDMnNI del Pastore André - Viollier. — Volume
uuninuill di 180 pagine. — Prezzo di favore L. 7,20..
— Dirigere con Cartolina-Vaglia alia Traduttrice : Carmen Silva, 9 Via Rusconi — Como.
7
LA LUGE
Ona buona notizia
Tenendo conto del fatto che
la grave sciagura, a tutti purtroppo nota, avrà forse impedito per varie ragioni a parecchi d’inviarci il prezzo dell’abbonamento, abbiamo chiesto al
Comitato, proprietario del giornale, una proroga. Ci è grato
annunziare che l’abbiamo ottenuta! Sino alla fine di feb^
braio la Luce non costerà che
L. 2,50 !
Non tardate di più !
Soccorriamo i nostri fratelii
in fede !
Sesta lista di oblazioni
Somma precedente (corretta). L. 42,027,59
Sig. C. Lebet, per Sig. Giov. Griot » 10 —
Sig. A. Gibert » Trasmesso dal Comm. G. P. Pons, Torre Pel- 10,lice . . . . » 1,450,—
(Van. Comité Wallon 1000, Eglise Réformée de Tours 200, M.r et M.me Latune Fallot 200, Signora A. Bérard-Gonin (2-versam.) 30, Comm. e Signora G. P. Pons (2-versa- mento) 20).
Signor J. W. Laycock, per Cav. C. A. Tron » 500,—
Par M.r F. Lavanchy, Pasteur, Vence. » 48,65
Eglise Evangélique d’Orthez . » 370,—
Eglise Evangélique de Romans (2- vers.) » 10,Par M.r le Pasteur Dabaine, Privas » 45,Eglise Réformée de Paris-Auteuil » 31,50
Eglise Libre de Moudon (Vaud) . » 23,25
Eglise Evangélique de Sin le Noble » 8,50
M.r Thierry, Belfort .... » 10,Eglise Réformée d’Argenteuil. . _ . » 41,35
Comunità Evangelica di Wilhelmsdorf. » 180,—
Eglise Réformée de Toulouse 203,75
Collecte à l’Eglise Libre de Taitbout, Paris » 103,35
Une dame de Courbevoie » 5Divers de Rochefort .... » 10,Eglise Réformée de Annonay. » 132,05
San Giacomo degli Schiavoni (2‘ vers.) » 5,20
Margherita Seardo n. Cassietto » 2,Domenico Biava 2,Cassietto . . . » 1Teodoro Longo, Firenze .... » 5A. C. D. G., Firenze (2' vers.) > 6.45
Larco M., La Maddalena » 2,50
Larco R., La Maddelena » 2Dellagiovampaola Stefano, Grosseto » 1Ugo Tilli, Londra )» 24,Nice, par M.r le Pasteur Emilio Pons » (Quête au Temple Vaudois le 17 janvier 158,95, Quête à l’Eglise Ecossaise 40, Col- lecté par M.r Marauda 35). M.me Beatrice Atkinson, par M.me Weit- 233,95
zecker, L.st. 5 » 125,50
Chiesa di Orsara di Puglia . » 37,75
(Paris Melani 5, Accettnlli Antonio 2, Curcio
Antonio 1,25, Fatibene Leonardo 0,50, Marottolli Giuseppe 1, Onorio Cerrato 1, Cibelli Leonardo 0,50, Cericola Michele 0,50,
Intenzi Antonio 1, Maramonte Michele 0,25,
Acquaviva Michele 0,15, De Giorgio Leonardo 0,30, Giulio Curcio 0,40, De Salvie
Luigi 0,50, De Foggia Antonio 0,25, Ferrara Carmelo 0,40, De Giorgio Crescenzo
0,20, Dedda Vincenzo 0,30, Moscatelli Filippo 0,50, Bartolomeo Cibelli 0,75, Curdo
Leonardo 0,50.
Tisi Leonardo 1, Del Cupnlo Enrico 1, Di
Giorgio Alessandro 0,50, Diodato De Stefani 4, Campanella Miehelan tonio 1, Tavolarella Michele 1, N. N. 1.
Accettnlli Pasquale 1, Cibelli Nicola 0,60,
Frisili Donato 0,60, Del Ee Giovanni 0,10,
Valentino Mich. 0,50, Augelli Pasquale 0.30,
Galli Alfonso 0,30. Di Domenico Antonio
0,20, Gentile Saverio 0,50, Langnzzi Giuseppe 0,50, Pucù Giuseppe 0,50, Tramonte
Pasquale 0,20, Languzzi Gaetano 0,25, Venafri Giovanni 0,10, De Felice Michele 0,50,
Buonassisi Biagio 0,20, Cibelli Donato
0,15, D’Avanzo Clementina 0,20, Malfesi
Matteo 0,25, Di Biccari Clementina 0,15,
De Leonardis Francescopaolo 0,25, Covino
Angelo 0,50, Cibelli Michele 0,50, Campanella Leopoldo 0,25, Acquaviva Stanislao 0,10, Tozzi Antonio 0,25, Centaro Umberto 0,20, Tronfio Nunzio 0,10, Cericola
Michele 0,50, Casoria Michele, 0,50, Francescopaolo Terlizzi 0,50, Languzzi Vincenzo 0,25).
Dal Comitato di propaganda evangelica della
« Italian Ministerial Union » di New
York..........................
Eglise de la Rédemption, Cannes
Eglise Réformée de Négrepelisse.
Eglise Réformée de Nîmes .
Chiesa di Susa ....
(N. N. 1, B. Beimondo 0,10, Garutto Virginia 1, Vottero Marietta 2, Waller Ernesto 20, Dufour G. B. 0,50, Dolino Sebastiano 1; Glcrs Vincenzo 1, Marino Giovanni 0,50, Vottero Giovanni 0,50, Vottero
Main 0,50, Croce Battista 4, Michele Alliaud 5, Dolino Giovanni 0,50, Dolino Michele 0,25, Signora Frau 0,50, Schanfuss
Walter 5, Schanfuss Guido 5, Signorina
tedesca 1, Massel Lidia 1, Kleber Carlo 5,
Bruno Hahn 5, Chiamberlando Luigi 2,
G. G. R. Tron 7,65).
M.r et M.me Lauverjat, Bourges . . »
Eglise Evangélique de St. Christol-les-Alais »
M.me Dolfus, Le Havre ...»
M. Vasserot, La Mure .... »
Eglise Evangélique de Moncoutant . »
Eglise Evangélique de Mauvezin . . »
Eglise Réformée de Aimargues . . »
Eglise Evangélique de Quissac . . »
M.r Garais, Pasteur, Gourdon, Bugeat. »
Paroisse de Montmartre, Paris . . »
Eglise Réformée de Carcassone . . »
Eglise Evangélique de Gaubert . . »
Eglise Evangélique de Codognan. . »
(Codognan, collecte 65,15, Ecole du dimanche
5,20, Annexe de Nus, collecte 33,50).
Eglise Libre dei Saint-Antoine de-Breuilh »
(Collecte à Chapelle de St. Aulaye 37,75,
Chapelle de Gensac 4.90, Chapelle de St.
Quintin 12).
Eglise Réformée de Mazamet . . »
Collecte au Temple de La Roche Chalais »
Eglise Réformée de St.-Affrique . . »
Eglise Réformée de Die ...»
Eglise Réformée de Montauban . . »
Eglise Evangélique de Versailles (2- vers.) »
M.r Sahy, Lib. Prot., Montpellier . »
Eglise Evangélique de Aulas (Gard) . »
Eglise Réformée de St. Chaptes . . »
(Cellecte dans le Temple de St. Chaptes 17,
Collecte dans le Temple de Mousson 16).
Eglise Evangélique de Montpont-en-Bresse »
Eglise Protestante de Thaon-les-Voges . »
Eglise Réformée Evangélique de Lézan-Car
det....................................»
Parrocchia di Prarostino ...»
(Concistoro 10, Colletta in Chiesa 16,15, Scuola
domenicale e Catecumeni 4,95, Paolo Costantino 1, Paolo Godin 1, Pastore D. Gay
e famiglia 8).
Signora Emilia Frizzoni Steiner
Eglise Réformée de Vallerangne
Eglise Réformée de Bellegarde
Eglise Protestante de Ferney
Eglise Libre de Bergerac
M.r A. Bertholler, Echallens
Collecte fait au Temple de Glniras
Eglise Evangélique de Aubenas
Eglise Libre de Rouillé-Vienne
Eglise Evangélique de Tulle
Paroissede Clichy
Giovanni Besso, Chivasso .
Famiglia Blackbnnn, Genova
( Fratelli di Favaie
I
600,—
1,345,—
150,—
1,500,70,
10,
20,
30,—
2
20,
42,
62,
30,—
10,
75,
90,—
30,30
103,85
54,65
133,60
50,—
38, 170,—
178,25,5,15,33,—
11
42,
128,—
41,10
50,—
90,—
50,—
40,
37,75
30,—
15,
25,—
14,30
39,—
27,
5
25,
5
Paroisse de St. Marcel, Paris
Mr. Louis Sautter
A. W........................
E. P. . . .
Mr. et M.me W. Monod, St. Denis
L. z M. Steiner, Bergamo .
R. Steiner, » .
Eglise Réformée de Luneray
(Collecte au temple de Luneray 69.50,
lecte au temple de Coudray 16. Union Chrét
de Jeunes filles 15, collecte à la suite d'une
fête intime de famille et soirée musicale 65)
Per mezzo del Pfarrer Dorsch, Redakteur des
Ev. Sonntagsblatt’s, Stuttgart. . »
N. N. Svizzera............................»
Karl Muller, Ziefen .... »
Trasmesso dal Comm. G. P. Pons . »
(Un amico del Rev. E. P. Riddali, Irlanda 25,
Eglise Réformée de Sèvres 55.15, Eglise
Réformée de St.-Laurent-du-Pape 21).
Through the Rev. G. Howard Wright »
Through the Evangelical Alliance, London »
Frau Pfarrer Dick-Gerber ...»
Per Pfr. Rahn.............................»
Through Mrs. Matheson, Paris . . »
(Dr. Benham 20, A. friend 5)
Per mezzo della Zentralleitung des Wohlthatigkeitsvereins, Stuttgart Marchi 15 »
Par le moyen de Mr. le Pasteur Paul Mégnin,
Chenebier...............................»
(dont 21,15 de la paroisse)
Eglise Réformée de Neuilly • . . »
Mr. le pasteur Ballande, Chatressac . »
Eglise Evangélique de Saintes . . »
» Réfor. Evang. de Saint-Antoine-Breuilh »
» Evangélique de Gran ...»
» » de Arcachon, 2* vers. »
» Réformée Evang. de Salies-de-Bearn »
» Evangélique Libre de Camarès . »
» Réformée de St. Péray . . »
» Evangélique Libre de Moncoutaut »
Le poste d’Evangélisation de Saint Genis
d’Hiersac................................»
Union Chrétienne de jeunes filles de Millau »
Collecte dans le temple des Briands . »
Par le journal « La Réforme de Charente » »
Collecte faite au temple de Viane . »
Church of Broughton Place, Edinburgh L.
st. 75..................................»
Seconda Chieaa di Milano (2. versamento) »
Emilia Henking, Bergamo . . . »
Eglise Réformée de Jarnae ...»
Eglise Réformée de Segonzac . . »
M. r le Pasteur Richardot, .Montbéliard »
Eglise Evangélique Réformée de Port Royal »
Ecole du dimanche de Eglise Evangélique de
Port Royal...............................»
» 121,» 500,—
» 20,»
» 10,» 100,—
» 100,—
» , col- 165,50
200,—
7,50
20,
101,15
125,—
1258,—
50,—
264,20
25,
18,41
131,15
90,—
4,50
65,—
48,143,—
7,—
35.50
30,—
30,—
45,25
10,
10,—
26,
46,30
42.50
1891,50
183,
50,—
152,—
248,—
5
97,20
13—
(continua) ? L. 57,730,55
Esprimiamo la nostra profonda gratitudine ai numerosi amici che, nella immane sciagura che ha colpito
la nostra Chiesa e la nostra Patria tutta, hanno contribuito con si nobile slancio di generosità a lenire
tante miserie e sofferenze. Per dare agio ad altre persone benefiche, che ancora non avessero avuto il tempo
d’iuvlarci il loro obolo, di farlo, terremo aperta la sottoscrizione nel giornale fino al prossimo numero. Delle
offerte che ci pervenissero in seguito, daremmo ricevuta personale ad ogni singolo donatore.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
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1909
Martelli Bolmini Livia - Girla V. — Alinari Enrico — Vicino Matteo — Celli Agostino — Celli-Musset Carolina — Bonnet Maria — Cosmus von Bornemann — Caporali Enrico — Caraperio Maria — Long
Davide— Bonnet Giovanni — Bernardi P. A. — Costabel Matteo —, Poli Demetria — Pugno Tecla — Paoletti Sofia — Sacchi Mestrallet Camilla — Allosio Edmondo — Colombatti G. B. — Agostinelli G. B. — Dal
Canto Amadio — Hensemberger Giovanni — Le Forestier Elvina — Pasqualoni Sabatino — Rosero Barb.
— Mozzone Antonio — Amborno Giuseppe — Sasso
Erminio — Lanzel-Mosca C. — Stanganini D. — Baer
Giovanni — Balmas Federico — Comba Arnaldo —
Grill Filippo — Ceriani Carlo — Montanari Ersilia
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tDßOGHltUl >.
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^ Industria '
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Palestina (La), di S. Bonnet.
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Studi sui libri di Mose, di Burnier
Tavole sinottiche dei Vangeli .
Teologia del Vangelo, di Geymona
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Vita e scritti di S. Pietro _ .
Scienza della religione, di P. Gey
monat, le 3 parti.
Alcuni martiri siciliani.
Andrea Dunn, parroco irlandese.
Apologetica cristiana, di Paterson
Atto di accusa contro i papi
Apostolo e martire. _ . .
Beneficio di Gesù Cristo crocifisso
Cattolicismo apostolico primitivo
Chiesa Romana giudicata (litografa
Considerazioni sullo spiritismo, di.
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Difesa popolare d. Cristian., di Cado
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Dizionario delle reliquie e dei sant
Indulgenze e Giubilei, di G. Ribett
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Protestanti (I), di G. Berio .
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