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Anno 119 - n. 1
7 gennaio 1983
L. 500
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
sig. rer!.rG;uiH f,iìo
Via Caìuti LiDííria’ >>
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delle valli \mà
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
UNA PAROLA BIBLICA ALL’INIZIO DELL’ANNO
Il 1983 è stato proclamato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (novembre 1981) «anno
internazionale delle comunicazioni » sulla base dell’« importanza fondamentale delle infrastrut'ure delle comunicazioni come
'demento essenziale allo svilupjpo economico e sociale di tutti i
naesi ». Scopo di questa indicaci done è di fornire a tutti i paesi
.< l’occasione di esaminare a fondo e di analizzare la loro politica
in materia di sviluppo delle comunicazioni ».
È noto che la rivoluzione informatica ha rappresentato, anche
> per il settore delle comunicazio
>ni, un enorme potenziamento e
m salto di qualità che hanno atnato definitivamente il trapasso
descritto da Me Luhan dalla « galassia Gutenberg » aUa « galassia
Marconi », dall’era dell’informazione stampata a quella dell’informazione elettronica. Ma questo potenziamento e questo salto
qualitativo, se hanno esteso l’inVnrmazione dalle élites alle masse, non per questo hanno significato automaticamente una democratizzazione é una liberazione
dell’informazione. Si assiste infatti ad una progressiva concentrazione dei mezzi',e dei contenuti della comunicazione a livello nazionale e multinazionale in
funzione del potere economico. E
nei confronti del Terzo Mondo
il « rapporto Me Bride » — presentato nel 1980 dalla commissione incaricata daU’UNESCO di
studiare il problema — ha messo in evidenza il fatto che con
le nuove tecnologie il divario tra
paesi sviluppati e sottosviluppati non solo non viene ridotto ma
anzi aumenta. I mezzi di comunicazione servono infatti in primo luogo interessi economici che
normahnente sono contrari al
bene comune e ad un ordine
mondiale più giusto. Molto lontano appare invece l’uso dei mezzi di comunicazione in funzione
deilo sviluppo dei paesi emergenti, per favorire la giustizia sociale, la coscientizzazlone delle
masise e la loro mobilitazione, la
' ecolonizzazione dell’informatone.
Si tratta dunque di problemi
.aormi di fronte ai quali si richia di sentirsi impotenti e di
vere perciò reazioni scettiche:
fcco un altro anno internazionale ehe indica un settore dei pro. temi della nostra società
^ enza poterne modificare i
ermini. È necessario invece non
lasciarsi condizionare dalla va!<tità dei problemi e impegnarsi
'lel proprio ambito. Mentre sul
piano delle chiese indicazioni
ci verranno dall’Assemblea di
Vancouver del Consiglio Ecumenico delle Chiese che ha predisposto un rapporto anche su questo tema, sul piano molto limitato del modesto mezzo di comunicazione che ci è affidato dobbiamo potenziare il nostro impegno per contribuire a sottoporre all’opinione pubblica i problemi che minacciano la sopravvivenza dell’umanità. Il « rapporto
Me Bride» li elenca in questo modo’: « armamento spropositato,
fame, miseria, analfabetismo,
razzismo, disoccupazione, ingiustizie economiche, crescita demografica, distruzione deU’ambiente,
discriminazione della donna ».
Franco Giampiccoli
Un appello alla gioia per l'oggi
Anche quancJo tutto intorno e in noi stessi è un disastro, rallegratevi; non certo per questo, ma
perché non siamo soli: il Signore è presente in Gesù Cristo, come il seme piantato in terra
« O Eterno, tu mi hai messo più gioia in cuore
di quanta ne provino loro
quando il loro grano e il loro mosto abbondano ».
(Salmo 4:7)
Non è una stupenda confessione di fede? Così senta, così possa dire chiunque fa, pubblicamente o nel segreto del suo cuore. la sua professione di fede! E’
la nostra professione di fede? Lo
è ora all'inizio di una nuova giornata, di un nuovo anno? Ecco la
domanda — e la sfida, fraterna
— che ci rivolge il credente che
parla a noi attraverso decine di
secoli, con una parola che attraverso questi secoli si è caricata
deH'esperienza di milioni di altri
credenti: « O Eterno, tu mi hai
messo in cuore una gioia incomparabile... ».
Questo è dunque un credente:
un uomo, una donna che si rallegra in Dio; a- cui è stato donato di poterlo fare, e che reimpara ogni giorno questa diffìcile e
splendida lezione, che si reimmerge ogni giorno in quest’atmosfera ardua, che stordisce come
un’aria troppo fina, ma che rende incredibilmente vivi.
Che impressione
diamo?
Non si può dire che noi cristiani siamo sempre dei modelli
di allegrezza (che è ben altro
daH’allegria chiassosa, lontana
quanto le nostre barzellette sono
lontane dal sorriso di Dio). E mi
domando, domando a me anzitutto, inquieto, se la prima impressione che diamo intorno a
noi sia quella della gioia della
fede e della speranza, una gioia
che colpisca, che sia contagiosa.
Comunque, quando Dio, quando Gesù si rivolge ai credenti, ai
chiamati, li chiama: « Beati! ».
Beati voi, che già sapete, che già
avete ricevuto, che già credete,
che già vi sapete amati, che già
avete avuto la promessa e aggrappati ad essa fermamente
sperate.
« Tu mi hai messo più gioia
in cuore... » — è quasi una dichiarazione d’amore. E infatti di
questo si tratta: il credente è
ubo che ha preso sul serio la parola che Dio ci rivolge, come persone e come popolo di chiamati
alla fede, attraverso il profeta
(Is. 62: 5): « come la sposa è la
gioia del suo sposo — e, come
no, viceversa — così tu sarai la
gioia del tuo Dio ». La comunione di vita — vita eterna — che
ci offre e in cui vuole coinvolgerci è GIOIA. Gioia di vivere. Con
lui, alla sua presenza, sapendo che c’è lui nel mondo.
Cos’è, questo; effusione sentimenfale e religiosa, in un mo
mento di raccoglimento e di pace, che sfuma come nebbia al
vento appena si torna ’fuori’, appena ci si guarda intorno e si
realizza che cos'è la vita? La ■vita non è allegra. Ci sono momenti lieti; momenti di allegria spensierata e anche momenti di gioia
profonda. Ma sappiamo che gli
uni e gli altri sono costantemente minacciati; sappiamo che la
trama dell'esistenza è per lo più
grigiore e spesso dolore, talvolta
disperazione violenta o segreta,
gridata.o muta; che Tesperienza
della vita spinge così facilmente
allo scetticismo smagato, spegne
lo slancio e la speranza.
Lo sappiamo; siamo forse donne e uomini diversi dagli altri?
No certo. E’ in questa condizione umana che Dio ci mette gioia
in cuore. Perché è il Dio con noi,
e la sua presenza cambia le cose;
le cambia in prospettiva e dunque le cambia già ora. La sua
presenza prende posto, occupa
spazio... ma lo toglie a tutto quello che ci rattristò,, ci dispera, ci
rivolta, ci abbatte, ci spinge a
dubitare, a perdere coraggio e
speranza.
Nella nostra
condizione
Quando ci mettiamo a tavola,
e ci ricordiamo di ringraziarlo
per il pane (e molto di più) quotidiano, ci mette gioia in cuore
CONCLUSA LA MARCIA DELLA PACE
Uarrivo della Milano - Comiso
« Permettetemi, come religiosa,
di chiudere affermando che la
mia fede in Gesù Cristo mi chiama a stare con tutti voi, qualunque sia la vostra fede, la vostra
ideologia, la vostra appartenenza politica o filosofica. Poiché
’’dai loro frutti li riconoscerete,,
e chiunque lotti per la giustizia
e la pace e contro i missili a Comiso produce segni di buoni frutti: noi siamo davvero uniti come
fratelli e sorelle in questa lotta ».
Con queste parole Suor Marjorie Tuite, parlando a nome dell’Unione delle Donne Ecclesiastiche — un’organizzazione statunitense che conta 500.000 membri
— e delle quattromila delegate
all’Assemblea nazionale delle
Donne religiose degli Stati Uniti
ha concluso il suo breve discorso
alla gente di Comiso (più numerosa del solito) e ai circa ottomila manifestanti che riempivano la piazza Ponte Diana al termine della « Marcia » per la pace
Milano-Comiso, il 18 dicembre.
« E possibile alla gente, a te e a
me — ha detto ancofa Suor Tuite — dire "no” aH’instatlazfonè e
allHmpiego dei missili'’Omise. È
un compito politico. Dobbiamo
creare un movimento di massa.
composto da gente di fedi e convinzioni ideali diverse nel mondo; dobbiamo formare alleanze
internazionali e reti di lavoro;
dobbiamo comprendere il significato di una pace fondata sulla
giustizia. Dobbiamo dare una voce chiara e immediata a questo
movimento. Essa deve risuonare
nei Congressi e nei Parlamenti
del mondo, nei luoghi di mercato, nelle chiese, nelle scuole. No!
No! No! Essa chiama tutti noi a
testimoniare, a educare, ad agire
tutti insieme con forza e con sdegno per respingere il militarismo
in ogni, nazione,, da qualsiasi governo provenga,: La violenza naBruno Gabrielli
(continua a pag. 8)
perché ci ha dato il lavoro, le
forze e la capacità di farlo; e
perché in questo duro mondo
del lavoro non siamo soli a cavarcela, ma è lui che ci dà di
giorno in giorno la vita, e di che
vivere; si aspetta che la nostra
gioia riconoscente si manifesti
pure nella nostra attenzione verso coloro che in quel preciso momento non hanno lavoro, e nemmeno cibo, prur essendo creature
di Dio che egli vuole altrettanto gioiose quanto noi; e forse
vuole che attraverso noi giungano alla gioia, come noi ci giungiamo attraverso altri. Non ci
chiama a rattristarci perché c’è
chi muore di fame; ma affinché
noi aiutiamo, e almeno un uomo,
una donna, un bambino, abbiano da noi il pane, in una gioia
di vivere comunicativa e reàle.
La malattia va in giro come
una bestia feroce, minacciosa; e
di colpo colpisce attorno a noi,
colpisce noi. Ma Dio ci mette
gioia in cuore. La gioia di sapere
che lui non è dietro il 'destino'
crudele che ci colpisce, ma è in
Gesù Cristo che lotta instancabile contro la malattia. Ci mette gioia in cuore perché non è
il dio della rassegnazione ma
l’Iddio vivo della speranza viva.
Allora, sappiamo che si batte
con noi e per noi contro la malattia; e che anche quando questa ha il sopravvento, è la « vita
esuberante » che Cristo ci ha
portato e donato che avrà l’ultima parola, non la morte.
La storia in cui siamo immersi è minacciosa; ormai anche i
periodi in cui noi, qui, viviamo
in situazione di bonaccia, sono
funestati dai contraccolpi psicologici, economici, politici di altre situazioni, oggi angosciose,
dolorose, disperate. Anche se
’stiamo bene’, come si fa a essere contenti, sereni, sapendo ciò
che avviene in buona parte dell’America Latina, nella Polonia,
nell’Afghanistan, nella penisola
indocinese, nel Vicino e Medio
Oriente, nel Sud Africa e in genere in buona parte dell’Africa
Australe, nella fascia della fame,
dal Sahel all’India... e l'elenco
sai'ebbe terribilmente lungo, senza dimenticare lo stillicidio di
sangue, di dolore, matrice di
odio e di corruzione, causato dalla, mafia, dalla camorra, dalla
’ndrangheta, dal terrorismo, dalla disoccupazione, soecie giovanile, dalla droga... Come si fa
a essere lieti e sereni?!
Eppure: « rallegratevi senza
soste, a non finire, nel Signore! »
esorta l’apostolo (Fil. 4: 4) che
dei patimenti e delle contraddizioni dell’esistenza aveva conosciuto la sua parte e il peggio lo
vede venire... Anche quando tutto intorno e in noi stessi è un
disastro, rallegratevi; non certo
per questo, ma perché in tutto
questo non siamo soli: il Signore — non un destino, ma il Dio
di Abramo, il Dio di Gesù, il Dio
dei profeti e degli apostoli —
è presente in tutto questb. 'yi è
presente, in Gesù Criitid,’ ‘coliife il
sétije' piantato ih terra e' che
Gino Conte
(continua a pag. 4)
2
2 vita delle cliîese
•-„.i"«— i
7 gennaio 1983 i
f ,
ASSEMBLEA DEL XII CIRCUITO ABRUZZO-MOLISE
CORRISPONDENZE
II centro della società odierna
Natale insieme
« L’arrivo di Paolo a Roma come prigioniero ma allo stesso
tempo come testimone dell’Evangelo, ha un senso particolare : la
predicazione dell’Evangelo deve
raggiungere il centro stesso della società umana del tempo;
cioè Roma, come ’caput mundi’.
Volendo essere fedeli a questo
testo possiamo chiederci cosa significhi per noi oggi ima proclamazione dell^vangelo che avvenga nel centro stesso della società odierna. La scelta dipenderà evidentemente da fattori
arnbientali e culturali, ma proprio per questo sarà una scelta
concreta. E’ possibile oggi individuare qual è il centro della società umana' del nostro tempo,
dov’è urgente e indispensabile
annunciare ^vangelo? ».
Queste parole, che costituiscono l’assunto della predicazione del pastore Domenico Cappella su Atti 28 ; 11-15 alla Assemblea del XII ^circuito (Abruzzo
e Molise), sono state il filo conduttore degli interventi e del dibattito della giornata.
L’argomento che ha occupato
il maggior tempo a disposizione
dei 25-30 partecipanti è , stato
quello della iniziativa evangelistica di primavera. Subito sono
stati presentati dei temi e delle
località possibili, ma giustamente ci è stato fatto notare come
tale metodo fosse sbagliato. Non
si può partire da dettagli, anche
se importanti quali il tema ed il
luogo, ma piuttosto da fattori
ambientali e culturali della società moderna. I criteri, le categorie .che si usavano per interpretare la realtà di ima volta,
non -sono più i nostri. Dobbiamo elaborare nuovi contenuti e
metodi. Soltanto dopo potremo
indicare temi e luoghi. Per es. la
gente del ’5(X) era fortemente os
sessionata dal problema della
salvezza deH’anima e, quindi, accorreva anche nel nostro Paese
ad ascoltare B. Ochino, P. M.
Vermigli, ecc. che annunziavano la ’giustificazione per fede’.
Ma oggi con lo sfascio dello Stato e delle sue istituzioni, i missili a Comiso, ecc. individuiamo
veramente il centro vitale dell’uomo del XX sec. predicandogli la ’salvezza deU’anima’? Non
rischiamo, forse, di lasciarlo nel
suo stato di smarrimento o peggio di porgergli una ’droga’ per
farlo evadere dalla realtà?
L’Assemblea ha capito, dopo
questa stringatissima ma efficace analisi, che non si trattava
tanto di pronunciarsi su dei dettagli di una ’giornata evangelistica’, e dopo numerosi interventi
ha creduto di aver focalizzato il
centro dell’uomo moderno nella
« riforma dello Stato e la costruzione della democrazia nel
pluralismo ». In questo tema,
molto ampio, potrebbero essere
inseriti anche i problemi della
religione nella Scuola (documenti POEI e intese) e della pace
(in modo particolare Comiso).
Al Consiglio di Circuito è stato
affidato il mandato di definire
il tema ed i dettagli (indicativamente il mese di aprile a Vasto).
Sono stati esaminati anche altri temi, quali: radio, giovani,
stampa. Ci sono state offerte
due possibilità di testimonianza tramite i ’mass media’ ad ima
TV regionale (Abruzzo) e ad
una radio di Giulianova. Jilentre
della radio, le cui rubriche sono
già iniziate in questi giorni, se
ne occuperà la chiesa di Pescara e diaspora, della TV sarà responsabile il Circuito. A tale scopo è stato nominato un coordinatore, E. Mannelli, per la formazione di un comitato di la
voro.
Il 12 c. m. si è svolto a S. Giacomo un Convegno giovanile su
« Chi è Dio? » organizzato dal
gruppo di Vasto e S. Salvo. Una
buona realtà si sta consolidando a Campobasso (battisti e vaidesi).
Sono stati richiesti dei collettivi teologici per monitori, predicatori locali, giovani e membri di chiesa. Questo sarà possibile soprattutto per l’arrivo nel
nostro Circuito di Domenico
Cappella, membro della Commissione Studi.
L’Assemblea si è rallegrata
per i ’rinforzi’ giunti recentemente: oltre a D. Cappella, a
Campobasso, anche Ruben Vinti a Villa S Sebastiano!
Per « La Luce » la situazione
non è cattiva. Si cercherà di far
rinnovare gli abbonamenti esìstenti e di suscitarne dei nuovi,
in particolare presso le biblioteche civiche e le personalità cittadine. Corrispondente per il Circuito è stato nominato E. Mannelli.
Un bollettino verrà stampato
ogniqualvolta si vorranno portare alla attenzione di tqtti i
membri di chiesa delle tematiche di particolare interesse, per
non ridurre le Assemblee di Circuito ad una ’élite’ di persone
senza alcun retroterra comunitario (il prossimo conterrà gli
interventi della Assemblea e le
delibere).
E’ stato inviato un telegramma, come gesto di solidarietà
verso i partecipanti alla marcia
Milano-Comiso.
Il nuovo Consiglio di Circuito
è così composto; Gianna Sciclone (sovrintendente), Teodprico
lammarino, Enos Mannelli,' Mario Scivales e Florence Vinti.
Enos Mannelli
COLLEFERRO :— La comunità
valdese ha deciso per quest’anno
di sospendere il culto di Natale
che cade di sabato e di incontrarsi la domenica 26, giorno della resurrezione del Signore per
una giornata comunitaria. Dopo
il culto ha avuto luogo un’agape
fraterna ed un incontro coi ragazzi della Scuola Domenicale
per un pomeriggio di canti, recito e giochi. I genitori dei ragazzi avevano convenuto di lare solo in questa occasione un regalo
natalizio ai propri figli da consegnare in occasione della festa.
Ma la metà del danaro raccolto
sarà inviata agli orfani palestinesi della recente guerra del Libano.
• Sabato 4 dicembre u.s. il
prof. Giovanni Gönnet, docente di
Storia aU’Università degli studi
della Calabria, ha tenuto una conferenza presso la chiesa valdese,
sul tema: Valdesio di Lione e
Francesco d’Assisi: un confronto.
Dopo la conferenza, cui hanno
preso parte un centinaio di uditori laici, protestanti e cattolici,
tra cui alcuni sacerdoti, è seguito un franco e sereno dibattito
in cui hanno preso la parola il
prof. Don Mazzer, il sig. Rosciani, il sig. Scordari, la prof. Giuliana Mortari, il dott. Cesare Milaneschi ex frate francescano e
il past. Odoardo Lupi.
Simpatica l’iniziativa della locale comunità valdese di invitare
l’uditorio a consumare in fraternità una frugale cena preparata
per il dopo conferenza.
Nel 1983 si prevedono altri incontri di questo tipo che saranno resi noti alla cittadinanza.
Animazione biblica per i giovani
Il tema « l’idolatria ed il popolo d’Israele » ha guidato il convegno di animazione biblica svoltosi a Bobbio Penice domenica
12 dicembre, organizzato dalla
FGEI-Valli.
Il past. Claudio Pasquet ha condotto i partecipanti (una ventina di giovani) attraverso varie
tappe della storia del popolo di
Israele, unendo in modo efficace
la spiegazione e la messa in pratica di alcuni metodi per « ariimare », ossia rendere più coinvolgente uno studio biblico, con
il contenuto, il messaggio che
risultava dallo studio dei testi
prescelti (Genesi 22; Giudici 6; II
Re 18; Isaia 44).
I diversi brani hanno delineato il fatto che lungo la storia del
popolo d’Israele, l’idolatria ha
spesso preso il sopravvento sulla risposta di fede all’Eterno da
parte del popolo d’Israele stesso, a causa di condizionamenti
di tipo culturale, sociale, economico.
Con il metodo adottato lo studio biblico ha assunto una forma meno pesante di quella tradizionale (spiegazione, proposizione di problemi, discussione).
La spiegazione dei testi è stata
frutto di un lavoro in cui tutti
hanno avuto un ruolo attivo. Alla fine dello studio, il testo esaminato sembrava più « cosa propria ».
II metodo non ha prevaricato sul contenuto, e si è trovato
spazio (nei limiti di un pomeriggio di intenso lavoro) per la discussione su quanto insieme studiato. •
È chiaro che, anche se l’attività dei partecipanti è fondamentale per uno studio impostato
in questa maniera, non si può
prescindere da una accurata preparazione da parte dell’animatore, che deve saper guidare e tirar
le fila del lavoro svolto, ruolo
che Claudio Pasquet ha svolto
in modo egregio. ■
Incontro CIOV
e personale
LUSERNA S. GIOVANNI —
Martedì 21 dicembre ha avuto
luogo un simpatico incontro, in
un clima fraterno, tra i membri
dell’Amministrazione (Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi)
e il personale dipendente. Apre il
dialogo il Presidente Messina,
spiegando lo scopo della riunione, cui segue un vivace dialogo
sui problemi del Rifugio con particolare riferimento alla prossima ristrutturazione dégli stabili,"
ed ai problemi umani e spirituali
del rapporto tra personale e ospiti, i quali non hanno soltanto
bisogno di un ricovero e di cure
materiali, ma hanno bisogno di
cure d’anima: affetto, compagnia,
preghiere, ecc.
Il pastore Cipriano Tourn rivolge poi a tutti un messaggio natalizio ricordando che Gesù ha
riassunto il significato della sua
vita con queste parole: « il Figliuol dell’Uomo non è venuto
per esser servito, ma per servire ». (Mt. 20: 28).
per il quartiere di Pralarossa;
Gay Gardiol Amilda per il quartiere del Roc; sono stati puje riconfermati per il secondo quinquennio gli anziani Avondetto
Bruno per il quartiere del Roc,
e Pastre Gardiol Alma per quello
dei Gay. I nuovi anziani sono
stati insediati nel loro ministero
durante il culto di Natale. Auguriamo loro un servizio benedetto per il Signore e per la comunità.
• La nostra sorella Urna Chiarvetto in Monnet è deceduta all’ospedale civile di Pinerolo, dopo
lunghe sofferenze, sopportate
con grande pazienza e fiducia
nell’aiuto del Signore. I funerali
con grande concorso di amici,
parenti e conoscenti, hanno avuto luogo sabato 11 dicembre. Alla famiglia in lutto rinnoviamo
la nostra simpatia cristiana.
Assemblea di chiesa
La ’’riunione
quartierale” in città
Dove va ia FCEI?
Elezioni
del Concistoro
PRAROSTINO — Domenica 12
dicembre sono stati eletti due
nuovi anziani: Avondet Enrico
PINEROLO — In un tessuto
urbano quale quello della nostra
città è difficile trovare luoghi per
attività tradizionali della nostra
chiesa quali le riunioni quartierali. Al termine di una prima serie di riunioni quartierali che si
sono svolte nelle frazioni della
città ed una sola nel centro urbano,il concistoro è alla ricerca
di famiglie che, risiedendo nel
centro urbano, siano disponibili
ad accogliere i fratelli e le sorelle di chiesa per la « riunione
quartierale ». E un modo per conoscersi meglio e per costruire
la comunità.
Le riunioni hanno avuto come
Incontro pastorale
Il prossimo incontro pastora
le del I Distretto avrà luogo lu
nedi 10 gennaio a Pomaretto, Ei
colo Grando, con inizio alle 9.30
— Riflessione biblica (A. Ruti
gliano).
— Tema della giornata: la sofferenza.
montata lo scorso anno, permette ad una decina di coppie di discutere su temi biblici, culturali ed attuali a turno nelle varie
famiglie, molte delle quali sono
formate da coppie miste. Dopo la
discussione segue sempre una
agape fraterna.
Particolare interessante è che
quest’anno tali riunioni sono
precedute da un lungo pomeria
gio in chiesa, per la scuola domeX
nicale dei bambini, che realizzar
no in tal modo una piena giornata comunitaria sia tra loro sia
dopo coi propri genitori.
• Una delle due parrocchie cattoliche di Colleferro e la locale
comunità valdese si incontrano
puntualmente ogni mese per uno
studio comunitario della Parola'.!
Mentre lo scorso anno il tema
generale degli incontri aveva a
messo a fuoco il tema della pace, compilando e distribuendo,
alla cittadinanza un messaggio^')? J*
quest’anno il confronto semprà
molto franco,.ma anche mollai
fraterno si svolge intorno al te-,ma della Cena del Signore.
f]
(1
• Sono riprese dal mese di ottobre le riunioni quindicinali del-'
le giovani coppie di Colleferro.
La simpatica iniziativa, già speri
ROMA — L'11 gennaio, con una con-'
ferenza del prof. Bruno Corsani su
« L'impatto della lettera ai Romani sul,
la fede della chiesa», inizia un ciclo
di conferenze settimanali organizzate
dalla Facoltà valdese di teologia per
ricordare il 500° anniversario della na;
scita di Lutero. Ogni martedì ore Itì
via P. Cossa 42. s
ALLE VALLI VALDESI
ROMA — Il 12 gennaio iniziai un ci‘ ÌiJ
do di studi organizzato dalle Unioni ' '
Femminili della città su La figura di
Gesù. Primo studio: Gesù nella cultu- .
ra moderna, a cura del pastore Giorgio
Girardet, in vìa Marianna Dionigi 59 alle ore 16. -i
argomento il tema della pace e
la testimonianza dei credenti.
MILANO — Riprendono il 12 gennaio
gli incontri organizzati dal Centro Culturale Protestante. Il secondo ciclo del
corso biblico sarà svolto a cura dei
pastore Guido Colucci sul tema del *'*■
Sermone sul monte. Ogni mercoledì
dalie 21 alle 23 in via Francesco Sfor- ,
za 12/a.
• Domenica 12 dicembre i catecumeni del IV anno si sono recati in visita alle chiese battiste
di Torino e Rivoli.
PRIMO DISTRETTO
• Un vivo ringraziamento a
Roberto Vicino per la sua predicazione in occasione della
« giornata del predicatore locale ».
Incontri FFEVM
■«'- !Ì
PRAMOLLO — Domenica 12
dicembre, nel corso dell’assemblea di chiesa, è stata nominata
la signora Rina Ferrerò Sappè
quale anziano del quartiere Ruata; non è stato possibile, invece,
trovare una persona disponibile
ad assum.'‘rsi questp compito nel
quartiere Bocchiarài-Sapiatti.
TORRE PELLICE — « Dove va
la Federazione delle Chiese Evangeliche? » è il titolo di una conferenza-dibattito organizzata dal
I circuito che si '„errà sabato 8
alla Casa Unionista ore 20.45 con
interventi di Giorgio Gardiol e
Sergio Ribet.
La FFEVM organizza due incontri con Lilia Sommani per ,
parlare del lavoro di Amnesty
International. Amnesty Interna- C'
tional è un movimento mondiale
per i diritti umani, che è indipendente da qualsiasi governo, funzione politica, ideologica, interesse economico e credo religìo- .
so. Lavora per il rilascio di uo- \
mini e donne imprigionati in )
qualsiasi luogo a càusa del loro
credo, origine etnica, lingua o religione, sempre che essi non ab-, *
biano fatto uso o sostenuto la
violenza.
A PINEROLO sabato 8 gennaio alle ore 20.30 nella sala di
via dei Mille 1. (Chi volesse avere un momento di fraternizzazione potrà ritrovarsi dalle ore
18.30 in poi per un’agape. Un
piatto caldo sarà offerto dall'Unione Femminile di Pinerolo :
prenotarsi entro venerdì presso
Vera Long, tei. 71.597).
•A LUSERNA S. GIOVANNI
domenica 9 gennaio alle ore 14.30
nella sala Albarin.
Gli incontri sono aperti a tutte le persone interessate.
A causa del ridotto numero di pagine (per la pubblicazione deH'indice
1982) e della settimana di sospensione
dopo Natale siamo costretti a rimandare diverso materiale. Ce ne scusiamo
con i lettori e i collaboratori.
3
ri
7 gennaio 1983
fede e cultura 3
UN FILM CHE OTTIENE UNO STREPITOSO SUCCESSO IN MOLTI PAESI
IMPORTANTE RUOLO DEGLI ANZIANI
E. T.: fiaba O oppio? Lezioni dei passato
Il nuovo film di Steven Spielberg desta qualche preoccupazione fra
i cristiani per l’uso eccessivo e distorto della simbologia biblica
E. T. l’extraterrestre, il film che da alcuni mesi ha mandato
in visibilio gli Stati Uniti furoreggia ora in Francia e comincia a riempire platee anche in Italia. D{ questo film si parla
già molto e in massima oarte in mòdo positivo. Giustamente, poiché si tratta di un bel film. Ma tra tante voci entusiastiche sarà bene ascoltare anche quella critica del direttore di “Réforme", il settimanale evangelico francese.
I tempi sono duri, perché non
rifugiarsi nel sogno? Natale è
un po’ questo: i pastori e i re
magi, il presepio e il fanciullino.
Occorre dimenticare ogni tanto.
Alcuni usano droghe leggere; àltri, in modo , meno pericoloso,
fanno ricorso all’immaginazione,
alle fiabe, le quali — a dire il vero — non sono mai innocenti.
Quest’anno dimentichiamo il
grigiore della nostra vita grazie
a E. T.
Bisogna dire che Spielberg non
ha lesinato su nulla.
C’è tutto
C’è tutto; i cattivi, gli adulti
simboleggiati dai piedi che
schiacciano e dalle chiavi che rinchiudono con un rumore terrificante. I bravi bambini che hanno l’intelligenza del cuore. Un
mondo ben contrastato in bianco e nero, come il loro. In questo miscuglio tra fantasmi infantili e realtà, Spielberg fa vedere
la perfezione del suo mestiere;
fin daH’inizio il bambino si riconosce in E. T.
C’è tutto, i rimorsi rimossi degli adulti, il bambino respinto,
il bambino non desiderato, metà
uomo, metà bestia, embrione o
hanclicappato; i fantasmi dell’infanzia, la bicicletta che vola come l’ombrello di Mary Poppins.
C’è tutto, l’angoscia e il tragico
della morsa che si chiude, della
potenza degli uomini in bianco,
il comico e la farsa, con E. T. che
gioca a nascondino con là mamma; ma soprattutto il cuore e il
sentimentale. Si è commossi,
sconvolti, si piange e si ride.
C’è tutto, il ricorso al bambino di genitori divisi, il quale ritrova l’odore del profumo di suo
padre nelle sue camicie; non vi
preoccupate, i genitori si ritroveranno alla fine del film grazie a
E. T., il riconciliatore. Non è la
festa di Hallowen?
C’è tutto, soprattutto l’uso eccessivo della simbologia biblica!
« Nascita » in una capanna dove
si tengono gli attrezzi. Un essere
extra-terrestre, molto simile a
noi con i suoi sentimenti « buòni », rigettato dagli uomini; non
ha né bellezza né splendore per
piacerci, guarisce miracolosamente coloro che sono feriti. E.
T. muore martirizzato da tutta
la scienza degli uomini mentre
il bambino grida: « Lasciatelo
stare, non fategli questo ». Viene
messo nella tomba, in una vasca
di ghiaccio, dall’unico adulto che
credeva in lui, risuscita, trascorre qualche tempo con i suoi amici e sale al cielo.
Simbologia delle situazioni, ma
anche delle parole: « La mia casa non è di questo mondo »; e
prima di lasciarli: «Rimarrò sempre con voi »; la benedizione col
dito teso, secondo le migliori tradizioni.
Così, durante questo film, siamo coinvolti, risale in noi tutto
un inconscio, tutta una impregnazione cristiana; ci stiamo, ci
sono stato anch’io, come tutti.
Gesù come E.T.?
Si può vedere in questo film
un film di tenerezza, della purezza dell’infanzia, un film contro
il razzismo, un film della riconciliazione.
Ma ciò che mi preoccupa, sono le tracce che lascerà nella
mente dei bambini. Non esageriamo, perché noi Cristiani abbiamo abusato deH’infanzia di
Gesù, della sua dolcezza, della
sua tenerezza e abbiamo trasformato gli evangeli in una leggenda dorata. La storia di Natale è
stata travestita con ogni specie
di stracci. Ma qui il pericolo è
più grave: si tratta di tutto il
Vangelo. Non ci diranno fra poco ì bambini, ascoltando gli evangeli: « Gesù è stato respinto
come E. T. ; è morto, perseguitato
dagli uomini come E.T.; è risorto
come E. T.; è salito al cielo come E. T. »?
Ciò non significa che bisognerebbe vietare ai bambini di an
darlo a vedere, il rimedio sarebbe peggiore del male; ma sappiamo almeno, nei loro confronti,
non darfe importanza a questo
film che dovrebbe rimanere nel
mondo del sogno, come una fiaba.
Un amico mi ha detto: « Non
si tratta di una bellissima parabola che può essere un’introduzione all’Evangelo? ». Non è impossibile che un prete o un pastore abbia l’idea di usarlo per
il catechismo e, perché no, di
portarvi tutto il suo gruppo. Ma
devo dire: attenzione! Sarebbe
molto più pericoloso servirsi di
E. T. che di Biancaneve o della
Bella Addormentata nel Bosco.
Le fiabe non ingannano, il limite
tra la finzione e la realtà è chiaro. Con E. T. c’è uso e distorsione dell’Evangelo di Gesù. Cristo,
per fare un bel film e anche p,er
fare soldi.
Quando Gesù ha parlato in parabole, egli ha sempre evocato
situazioni quotidiane, un contadino nel suo campo, un padre
con i suoi figli, bambini che giocano per la strada, damigelle
d’onore a un matrimonio, una
donna che ha perso il suo portamonete... Gesù ci insegna, attraverso queste scene della vita quotidiana ciò che è l’amore o la volontà di suo Padre. Qui non si
tratta ovviamente di una rivelazione di ciò che Dio ha da dirci
ma di un uso dell’Evangelo per
un sogno, per un oppio di Natale.
Bertrand de Luze
E’ apparso sulla rivista « Il
Ponte » un singolare saggio di
Paolo Magnani sul tema degli
anziani 1. E’ noto che il problema dei ’vecchi’ nella nostra società consumistica sta assumendo, anche in prospettiva, un peso notevole. Estromessi dal mondo della produzione, l’esercito degli anziani sta progressivamente
subendo un sottile processo di
criminalizzazione. Alla società
dei giovani il mondo dei vecchi,
in termini assistenziali e sanitari, costerà sempre di più. Inoltre,
psicologicamente, i vecchi in ima
società come la nostra che coltiva il mito dell’efficienza produttivistica, diventano sovente un peso insopportabile, anche nella
famiglia monocellulare. Da qui
l’enorme sviluppo delle case per
anziani, dei circoli per pensionati, e di tutte le altre forme di
« parcheggio » che incrementano
l’industria della terza età.
Nel suo appassionato articolo
Magnani presenta un’implacabile analisi della cosiddetta civiltà
del -benessere: « oggi produrre
vuol dire fabbricare oggetti, lavorare in genere, in una complessa organizzazione che incanala le azioni individuali in modo da rapinare risorse naturali,
bruciare risorse energetiche destinate a finire, distruggere l’ambiente rendendo irrespirabile l’aria, trasformando l’acqua in liquidi melmosi che ospitano forme di vita decisamente diverse,
occupando spazi che diminuiscono l’area necessaria per le piante, ecc. ».
Saranno dunque le generazioni future che dovranno pagare
il conto di questa rapina ecologica. Ma prima che il conto arrivi è ancora possibile invertire la
tendenza. E sono proprio gli anziani, oggi emarginati e soli, che
possono ritrasmettere un amore
per la vita che non coincide più
con un benessere volto alla catastrofe ecologica. Magnani sostiene che solo chi è oggettivamente fuori dall’infernale Ciclo produttivo può aiutare l’umanità ad
invertire la spirale autodistruttrice. Ma come? si chiederà qualduno. Favorendo, per esempio,
rincontro tra vecchi e bambini.
Dove i primi siano in grado di
trasmettere tradizioni e antichi
mestieri che non vadano contro
le leggi della, natura. Insomma
anziché subire l’emarginazione, i
vecchi potrebbero gestirla costruendo una memoria storica di
come si viveva e si produceva
prima dello squilibrio ecologico
in cui viviamo.
Non si tratta di promuovere
un impossibile ritorno al passato bensì — sostiene Magnani —
di presentare all’attuale generazione consumista la lezione di
un tempo, neanche tanto remoto, in cui la relazione tra uomo
e natura era fondata sul rispetto dell’ambiente che ci circonda.
E questa lezione soltanto chi l’ha
vissuta, gli anziani appunto, può
impartirla. Un saggio da discutere e meditare:
G. P.
1 II Ponte, rivista mensile di politica e letteratura fondata da Piero Calamandrei, anno XXXVIII, n. 9, pp. 892901. - '
Gioventù
evangelica
arino XXXII - n. 78 - dicembre 1982
editoriale:
I soldi della chiesa, di Filippo Gentiloni
studio biblico:
Una fede vissuta nell’impegno e nella carità, del gruppo Fgei di Campobasso
psicoanalisi:
La teologia di fronte alla sfida freudiana, di Jean Ansaldi
pace e disarmo:
Nord-Sud: il problema della giustizia
nel mondo, di Emidio Campi
Pace e guerra nel pensiero cristiano
occidentale, di Sergio Rostagno
protestantesimo:
Le Assemblee del Fratelli: un modo
originale ed evangelico di essere
chiesa, di Gabriele De Cecco
Un po' di storia, di Patrizia Barbanotti
dibattito:
Ecumenismo: uh documento per capire a che punto siamo, di Marco
Rostan
Bonhoeffer o Barth? una precisazione
di Giorgio Bouchard
Riflessioni su un campo a Bethel, di
Maria Serena Ranchetti
materiali:
Illegittima difesa; avvocati e processi politici, di Enrico Rambaldi
Nicaragua: gli evangelici nei primi
tre anni della rivoluzione
Fede e perseveranza, di Paola Bertozzi.
gioventù evangelica, via Luigi Porro
Lambertenghi 28 - 20159 Milano •
sottoscrizione .1983: annuale L. 8,000
- estero L. 13.000 -sostenitore L.
15.000 - versamenti sul c.c.p. 35917004
DIBATTITO SUL SACRIFICIO
Comprendere la croce dall’interno
Per una qualsiasi donna che
in qualche modo sia stata vicina
alle tematiche, allé lotte, alle sofferenze del movimento delle donne, sentir parlare di sacrifìcio,
òggi, è richiamare alla mente
fantasmi di secoli di maternità
donativo, di mogli-madri e di figlie obbedienti, di ruoli interiorizzati e sclerotici, di esistenze
affermate attraverso le esistenze
altrui.
Ci viene detto invece che il sacrificio è la stretta porta che ci
conduce alla salvezza; e del resto se è vero che nel Vangelo
non si parla letteralmente di sacrifici, è pur vero che Gesù dice
esplicitamente; « Se uno vuol
venire dietro a me, rinunzi a se
stesso, prenda la sua croce e -mi
segua ». Il nodo, ci pare, sta proprio qui. Nel significato di quel
rinùnziare a se stessi: iperché se
queàto significa rinunziare all’egoismo del proprio particolare,
all’autogiustiiìcazione nell’attiviSHio, alla lotta per il ’potere, al
lora questo per noi donne è un
obiettivo molto chiaro (non certo ancora un dato di fatto) nella strada della nostra autorealizzazione, non della nostra negazione. E una ben misera consapevolezza ci avrebbe dato il femminismo, se noi oggi accettassimo dagli uomini quell’autonegazione che tentiamo di rifiutare
per noi.
In questa accezione la « rinuncia a sé » (a quelle parti di noi
che riconosciamo in qualche modo sovrastrutturali o indotta)
non è certo atto di sacrificio ma
atto d’amore, scelta, dono. E in
nessun altro modo riusciaino ad
interpretare il messaggio di Cristo.
Rinunziare a sé, davvero ci
sembra voglia dire mettere al
centro della propria vita — una
vita pienamente vìssuta — gli altri, in un gesto che, proprio perché d’amore, è dì vita e non presuppone la morte, il dolore di
chi lo compie (questo non vuol
dire certo che nella vita non ci
debba essere dolore, ma solo
che non è questo che si deve offrire all’altro).
Affermare questo non ci pare
voglia dire porsi in un ambito
extra-evangelico: se è vero che
per seguire Gesù l’unica vìa valida è porre Lui al centro della
nostra esistenza non possiamo
far altro che confrontarci coll'annuncio della croce di Cristo,
e confrontare con esso anche
quest’idea di sacrificio che costantemente ritorna nella nostra
vita e nei nostri discorsi, come
pesi da portare (in una concezione solo negativa) o come conseguenza della libertà ricevuta.
Non vogliamo passare accanto
alla via della croce, vorremmo
invece, con l’aiuto di Dio, capirla fino in fondo, percorrerla sapendo che sbanderemo, che potremo essere infedeli, che saremo tentati, tutti, di prendere delle scorciatoie.
E vogliamo comprendere la
croce proprio « all’interno » di
un discorso di fede. Allora, proprio la fede dei seguaci di Gesù, da Paolo agli evangeli, ci dice che la croce di Gesù è la crisi di questo mondo, è il no che
il Signore pronunzia sul potere,
sullo sfruttamento, sull’annientamento di alcuni per mano di
altri. Ma ci dice anche che nella croce di Gesù diventa tangibile il sì di Dio all’esistenza dell’umanità. Un sì definitivo che
dà senso e consistenza alla vita
degli uomini e delle donne; che
dà prospettiva e responsabilità
alla loro esistenza e che in questo sì li afferma, li realizza contro tutto ciò che li vorrebbe negare. La croce di Gesù dà spazio
a queste donne e a questi uomini, contraddittori, fragili, onnipotenti che noi siamo.
Crediamo che il discepolato e
la rinunzia a sé, che è parte di
esso, non sfugga a questa prospettiva. E’ extra-evangèlico, crediamo, credere di poter vivere
soltanto il giudizio, soltanto il
sacrificio, come se non ci fosse
risurrezione, come se non avessimo ricevuto la prospettiva del
Regno che irrompe e che ci fa
già sperimentare, intravedere
spazi di vita nuova, di responsabilità, di pienezza, di realizzazione, di gioiosa solidarietà. E’
extra-evangelico anche pensare
di poter vivere solo la gioia, la
salute, la compiutezza della nostra persona per scandalizzarci
poi quando sperimentiamo, e con
quanta sofferenza, che dobbiamo
scontrarci con l’angoscia, la malattia, la confusione. Se la fatica
di sperimentare e di annunziare
oggi nella nostra quòtidianità, la
prospettiva del Regno contro
tutto ciò che ci nega significa
« sacrificio » noi lo accettiamo,
a patto che non diventi mai (e
a questq scopo bisogna ancora
impegnare molte ' energie) una
norma etica.
Gruppo Donne FGEI
di Afflano
X':?;
4
7 gennaio 1983
PROBLEMI DELLA TRADUZIONE IN LINGUA CORRENTE - 1
La traduzione dell'A. T.
La traduzione dell’Antico Testamento in lingua corrente è
giunta alla fine della sua prima
fase. I traduttori che hanno lavorato in cinque gruppi (Pentateuco, Libri storici, Salmi, Libri
profetici e Libri deuterocanonici), hanno terminato il loro impegno principale. I testi prodotti
sono stati sottoposti ai revisori
e ai consulenti indicati dalle chiese. Tutte le osservazioni ricevute
sono state esaminate e il testo
definitivo è stato letto e discusso
con lo stilista. Per i Salmi il lavoro è stato molto più lungo ed
impegnativo perché si è voluto
rispettare, da un lato, le esigenze della lingua corrente e, dall’altro, quelle del ritmo e della natura poetica del testo originale.
Sono già state preparate le introduzioni ai singoli -libri e le note di carattere storico, linguistico e geografico che correderanno la nuova edizione.
Anche l’attuale N.T. è stato rivisto. Ne sono state nreparate le
note e le introduzioni.
Inizia così la seconda fase del
nostro lavoro. Si tratta di uniformare alcune espressioni idiomiatiche, di bilanciare le note, preparare le referenze, i glossari, le
introduzioni generali e le mappe.
Sono stati formati diversi comitati di traduttori per assicurare
l’uniformità e l’interconfessionalità di ogni ulteriore passo da
compiere insieme. Dovranno essere curate con particolare attenzione le citazioni dell’A.T. che ricorrono nel N.T.
È ora possibile, dopo altri cinque anni (tre settimane all’anno
per ogni gruppo di lavoro comune), riprendere il discorso con le
comunità su alcuni aspetti della
nuòva traduzione. I traduttori
sono stati invitati a farsi carico
di questa responsabilità rifacen
dosi ai loro particolari settori.
Intanto possiamo richiamare alcune linee generali che presentino la prospettiva nella quale si è
svolta tutta l’opera di traduzione.
Una svolta decisiva
È internazionalmente nota la
battuta che qualsiasi traduzione
può essere paragonata ad una
donna. Si dice: « Se è bella è infedele e se è fedele non è bella ».
A livello secolare questo indica
il malessere suscitato da traduzioni eccessivamente letterali,
che sì preoccupa.no del passaggio
delle, parole da una lingua ad
un’altra senza dare il dovuto peso alla diversità delle strutture
linguistiche e alla sensibilità dei
nuovi lettori. Oggi si esige che le
strutture e lo stile della lingua
ricevente siano rispettati e si
chiede ai traduttori di farsene
carico. È un’intuizione antica, conosciuta dagli autori del N.T. e
dai traduttori della Bibbia nelle
lingue moderne. Tenendo l’occhio
ben fermo sulla forma dell’originale occorre esprimerne il contenuto secondo il modo di parlare
del destinatario prescelto e operare il necessario cambiamento
di struttura. Si è parlato, quindi,
dì una rivoluzione copernicana
nella scienza delle traduzioni. L’esperto, infatti, non è più al centro
dell’interesse, ma lo è il nuovo
lettore. Non basta sapere che cosa si traduce, ma anche dove,
quando e per chi si traduce. La
scelta odierna, a livello mondiale, vuole dare preferenza a quel
destinatario, che non conosce
più il gergo biblico ed ecclesiastico perché vive ai margini o al
di fuori della comunità cristiana.
Tradurre vuol dire anche evangelizzare qui ed ora. In questa pro
spettiva il compito del traduttore si amplia rispetto al passato
recente e si carica di nuove responsabilità. Non basta conoscere le lingue originali perché la
traduzione diventa il nocciolo dell’esegesi. Non basta essere esegeta perché c’è spesso divario
tra quél che l’esegeta comprende
e può capire e quel che il pubblico afferra. Diventa necessario
consultare anche i più umili e i
più lontani per assicurarsi la
comprensibilità del testo proposto. Nel passato si considerava
terminato il compito del 'traduttore quando nel « Padre Nostro »
si arrivava all’espressione: « sia
santificato il tuo nome ». Oggi si
esige di più perché quell’espressione non è compresa dall’uomo
secolarizzato. È lasciato solo di
fronte ad un contenuto per lui
enigmatico. Diventa, quindi, compito del traduttore aiutare il deStiùatario proprio a questo punto cruciale. Oltre cento esperti di
lingua francese hanno tentato di
sciogliere la difficoltà accennata
proponendo la seguente traduzione: «fais-toi reconnaître comme Dieu ». Nella nostra traduzione li abbiamo seguiti da vicino
dicendo: « Fa’ che tutti ti riconoscano come Dio ». L’area semantica e la pregnanza dell’originale
non sono coperte interamente,
forse non lo potranno mai essere a livello di traduzione, ma il
lettore è orientato nella direzione
giusta e non è lasciato davanti
al vuoto. Il problema solleva l’esigenza di ricorrere a delle note
di carattere teologico, ma per risolverlo occorre trovare criteri
accettati da tutti e il tempo non
è ancora giunto.
Il traduttore non è richiesto di
passare dalla traduzione alla interpretazione, anche se ogni traduzione è già in se stessa un’in
terpretazione, ma di scegliere, tra
le interpretazioni offerte dalla
critica linguistica, storica e testuale, un modo di esprimersi
più oggettivo e più soddisfacente
possibile.
Dio si fa capire nelle nostre
lingue. L’incarnazione ci ricorda
che non esiste una lingua sacra.
Oggi si sa che le parole non
possono essere facilmente tradotte perché non si corrispondono
esattamente da una lingua all’altra (es. logos, sarks, psiche e
pneuma). Si possono, però, superare le difficoltà all’interno di una
stessa frase. Bisogna aggiungere
che non è sufficiente essere semplici. Facciamo un esempio:
quando si trova ' l’espressione:
« amore di Dìo » bisogna decidere sulla base del contesto e non
del vocabolario, se significa «Dio
ama qualcuno » oppure « qualcuno ama Dio ».
Il letteralismo è spesso un ostacolo alla traduzione. Vi sono
anche « connotazioni » diverse
che complicano il lavoro di traduzione. Per la nostra gente
quando si parla di deserto il pensiero va alla pianura e alle dime
del Sahara non certo ai « monti »
di Giuda, scavati e divorati da.1
sole. A parlare di « monti » si rischia di richiamare idee estranee
come « verde », « villeggiatura »
e « turismo ».
Questi sono pochissimi esempi
di temi generali che i traduttori
hanno dovuto affrontare nel corso della nuova traduzione.
Renzo Bertalot
Un appello alla gioia
(segue da pag. 1)
non si vede, che si può anche
considerare morto e sepolto. Ma
è lì, ed è intatta la sua immensa potenzialità di vita. Perciò
rallegratevi! e nessuno vi tolga
questa vostra allegrezza (Giov.
16: 21).
La via dell’adorazione
La chiesa, e ciascuno di- noi,
è sempre carico di peccati; e di
quel peccato estremamente grave, che include e causa tutti gli
altri, che è la poca fede, la poca
gioia, la poca ubbidienza. La disubbidienza al comandamento
deirallegrezza, il disprezzo dell’offerta della gioia, della gioia
difficile e splendida, e contagiosa... Allora preghiamo: « Abbi
pietà... fammi udire gioia e allegrezza... rendimi la gioia della
tua salvezza! » (Salmo 51).
La gioia di Dio, che ci è data,
non è una gioia gretta e meschina, ma d’immenso respiro, infinitamente generosa, non è una
gioia egoista ma altruista, che
si vuole quindi comunicativa, in
un invito a entrare nel « giro »,
nel gioco di Dio, che ride dei potenti e delle forze del mondo, aiiche se è un riso doloroso com’è
lo sguardo di Gesù sul mondo,
sulla chiesa, suH’uomo.
Il raccoglimento e l’irruenza
del culto d’Israele c’indicano oggi ancora la via dell’adorazione,
della vita gioiosa alla presenza
del Dio che vive e fa vivere: « Vi
sono gioie a sazietà, alla tua presenza» (Sai. 16: li), «tutte le
fonti della mia gioia sono in
te » (Sai. 87: 7), « la gioia è s^
minata per quelli che hanno il
cuore retto» (Sai. 97: 11; cfr.:
« beati i puri di cuore, perché
vedranno Dio »! Mt. 5: 3), -« ean--'
tate con gioia a Dio, nostra
forza» (Sai. 81: 1), « servite l'Eterno con gioia » (100: 2), « man- ^
diamo grida di gioia alla rocca
della nostra salvezza » (95: - 1)_,
« l’Eterno ha fatto cose grandi
per noi, e noi siamo nella gioia »
(126: 3).
Questa GIOIA paradossale, ma
più vera e forte di tutto, è per
noi, e per il mondo.
Gino Conte
’’SOFFIO’’ DI DIO E
NASCITA VERGINALE
Molti commentatori hanno da temp>o accostato i racconti della Natività alle leggende pagane nelle quali un bambino chiamato a un destino mer^iglioso è generato da un dio in seno a una vergine. Che
pensarne? Per cominciare bisogna ben distinguere i fra le nozze sacre (hieros gamos) ben note nella storia delle religioni
(qui, in un modo o nell’altro, con molte
varianti, vi è matrimonio fra un dio e una
vergine), e la nascita verginale propriamente detta (cioè senza che la vergine cessi di essere vergine). In realtà i testi pagani che talvolta si adducono come precedenti di una vera nascita verginale non sono convincenti, nemmeno quando vi si
parla di fecondazione da parte del soffio
di Dio; si tratta sempre di nozze sacre.
Nozze sacre?
Si possono interpretare i racconti di
Matteo e di Luca come se riferissero delle nozze sacre? Alcuni lo sostengono. Il
« soffio » divino avrebbe svolto il ruolo virile e le formule un po’ misteriose dell’angelo (« verrà su di te », « ti coprirà ») designerebbero realìsticamente o simbolicamente l’unione sessuale.
Non abbiamo diritto di respingere a
priori un’interpretazione come questa, anche se è estranea alla tradizione biblica.
Anzitutto perché non è del tutto esatto
che la Bibbia ignora le nozze sacre: Genesi 6: 1-4 attesta il contrario, pur essendo
una storia isolata, e inquietante. Inoltre
la rivelazione biblica ha molto spesso preso a prestito dal mondo circostante il suo
linguaggio e il suo simbolismo religioso,
salvo esprimere poi con questo linguaggio
e con questo simbolismo pagano delle proprie verità caratteristiche: si pensi al diluvio, alla circoncisione, ai sacrifici ecc.,
tutto’ questo è preso a prestito dal paganesimo. Si potrebbe dunque ammettere,
ad es., che dei cristiani abbiano voluto esprimere la loro fede nel « Piglio di Dio »
nello stile particolare della mitologia, ellenistica. In tal caso la specificità cristiana si manifesterebbe nella marcata discrezione del racconto, soprattutto nell’assen
a cura di Gino Conte
Concludiamo il condensato delle pagine in cui M.-A. Chevallier, in « Soufflé de
Dieu », riflette sul ruolo che il « soffio » di Dio ha nella nascita di Gesù secondo le testimonianze di Matteo (cap. 1 e 2) e Luca (cap. 1 e 2).
za di ogni elemento erotico, nell’accento
messo sulla fede di Maria ecc.
Diverso, l’intervento di Dio
Ci sembra però che una simile interpretazione falsi la testimonianza dei testi
circa il ruolo del soffio divino, sotto l’influsso inconscio di una moderna esigenza
di razionalizzare. In questi passi nulla autorizza un’interpretazione di ordine sessuale. Nei testi di Matteo e di Luca il ruolo del « soffio » di Dio non è mai un ruolo paterno. Del resto l’interpretazione realistica di un ruolo simile sarebbe difille
dato che niach è solitamente femminile
in ebraico, come rucha in aramaico (la
lingua siropalestinese verosimilmente parlata da Gesù, l’ebraico allora ’’moderno”);
e pneuma, in greco, è neutro!
Ma c’è di più: tutto il movimento letterario dei due testi, per quanto diversa ne
sia l’argomentazione, sta nel contrappone
al problema sessuale — chiaramente implicito in Giuseppe, esplicito in Maria —
un intervento di ordine diverso. Se non si
tien conto di questo, il racconto sprofonda nel grottesco, specie in Matteo. Il soffio divino interviene sovranamente, al di
fuori di ogni intellegibilità umana. Luca,
in particolare, l’abbiamo visto, fa riferimento alla creazione-animazione di Adamo, che ha un carattere biologico, diremmo, ma certo non sessuale.
Un problema aperto
Pur distinta da qualsiasi connubio sacro, la « nascita verginale » di Gesù resta
naturalmente un problema del tutto aperto. Non pretendiamo spiegarla. Pare legata a una interpretazione giudeo-ellenistica
della profezia di Isaia 7: 14, che Matteo ci
ta: però riprendendo il testo dalla versio^ ne greca dei Settanta, che fa dell’ebraica
almah (giovane donna, sposata o meno)
una parthenos (vergine). È difficile negare
su questo punto l’influsso del tema pagano della generazione di un bambino divino da parte di un dio che si unisce a una
vergine.
Ma, proprio perché l’antichità, compreso il giudaismo e il giudeo-cristianesimo
ellenistici, conoscevano il tema di queste
generazioni divine, ciò che colpisce non è
ciò che vi è di comune (anche nei pochi
casi nei quali la divinità feconda una vergine con il oroprio soffio), ma ciò che differisce. Qui il ruolo del soffio divino non
è quello di sostituto del padre, bensì quello della sovrana potenza d’intervento di
Dio: ecco la singolarità. Quest’affermazione teologica, questa confessione di fede
disintegra il mito pagano, lo snatura, nel
senso etimologico.
Un lettore puramente curioso si ferma,
s’intende, al folklore; ma un lettore credente percepisce una proclamazione cristologica: Gesù è nato da Dio; più esattamente, è nato dal soffio di Dio, designazione della potenza misteriosa di Dio per
Matteo, soffio creatore di vita e caratterizzante il Messia, per Luca.
A questo esame del Chevallier aggiungiamo qualche nota. Anzitutto, ci si può domandare quale ruolo la tematica delle
nozze sacre, sia pure trasfigurata, abbia
giocato nello sviluppo della mariologia e
di ciò che sempre più sembra caratterizzarla, anche e proprio a partire dal Vaticano II: la cooperazione della creatura
umana eletta, figura della Chiesa, alla salvezza.
Fra i molti studi sulla nascita verginale,
di Gesù uno dei più recenti e ricchi è di
H. von Campenhausen: La nascita vergi
nale nella Chiesa antica; pubblicato a
Heidelberg nel 1962, è stato ripubblicato a
Tubinga nel 1979 in una raccolta di suoi
saggi che V. Subilia recensisce su «Pro^
testantesimo » 1/1982, p. 52. Il recensore
sintetizza e presenta così il saggio citato:
■ « Registrato l’isolamento, nel contesto neotestamentario, dei racconti dell’infanzia
inseriti negli Evangeli di Matteo e di Luca, si nota il contrasto con le*, genealogie
di Mt. 1 e di Le. 3 che riguardano la paternità di Giuseppe, il silenzio di Marco
sia sulla nascita verginale sia sul padre,
la totale ignoranza del tema in Paolo. Particolare attenzione è dedicata ai dati giovannici sul «figlio di Giuseppe»' (Gv. 1:
45; 6: 42) e alla prospettiva della nascita
da’ Dio applicata a tutti i credenti (Gv. 1:
13). Il primo e per lungo tempo l’unico
testimone della nascita verginale dppo
Matteo e Luca è il vescovo Ignazio dì Antiochia, le cui lettere risalgono al secondo
decennio del II secolo, anche se per lui
l’umanità della nascita è più importante
del suo carattere verginale. Non si deve
dimenticare che sino al III secolo si trovano gruppi non solo giudeo-cristiani, ma
anche pagano-cristiani, che mantengono
saldamente la generazione naturale di Gesù e, come lamenta Origene, non vogliono credere che il Signore sia nato da una
vergine.
« È evidente che il motivo era totalmente straniero per la sensibilità ctei' Giudei,
che lo qualificano come pagano. Componenti non certo marginali del suo sviluppo sono rappresentate da istanze asoetiche originate dal dualismo gnostico [una
filosofia religiosa allora corrente che contrapponeva radicalmente ’’spirito” e ’’materia”, vita ’’spirituale” e vita fisica], con
la conseguenza di un progressivo sdoppiamento mariologico della cristologia, a cominciare dall’antitesi Eva-Maria posta in
parallelismo all’antitesi Adamo-Cristo
(Rom. 5: 12-19). Tutta questa tematica
trova la sua massima espressione in un
libro apocrifo, il cosiddetto Protoevangelo
di Giacomo, con l’importanza eccessiva
attribuita alla verginità; deve essere stato
redatto verso la metà o la fine del II secolo e ha contribuito forse più di qualsiasi altro testo alla evoluzione abnorme della mariologia e alla formazione degli ideali ascetico-celibatari, che vengono a sostituirsi alla linea etica cristiana».
Davvero, un prob.lema aperto.
5
7 gennaio 1983
obiettivo aperto 5
PER UNA PREPARAZIONE COMUNITARIA ALL’ASSEMBLEA DI VANCOUVER
LE IMMAGINI DELLA VITA
pagina a cura di
Sergio Ribet
In preparazione aiia VI Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che si terrà a Vancouver, in Canada, dal 24 luglio al Ift agosto 1983,
il C.E.C. ha pubblicato diversi materiali, che saranno studiati o già sono oggetto di studio da
parte delle chiese.
Una breve presentazione di questo materiale
può forse essere utile a quelle nostre chiese o
gruppi che hanno in agenda un lavoro in vista di
Vancouver, e comunque a quanti ritengono importante sapere quanto accade nel mondo ecumenico.
Documentazione
Alcune di queste pubblicazioni hanno un carattere semplicemente documentario. Così il
« Manuale delle Chiese membro », un grosso volume che interesserà soprattutto gli « addetti ai lavori ». Per curiosità
diremo che ci è sembrata non
del tutto esatta la presentazione
che riguarda le chiese italiane
che sono membri del C.E.C.
(metodisti, valdesi e battisti), e
la chiesa valdese nei suoi due
rami, rioplatense ed europeo: in
particolare ci sembra sia sfuggita ai presentatori la specificità della integrazione valdo-metodista, e l’unicità del Sinodo
pur nella ripartizione in due zone territoriali; cose forse complicate, anche per i nostri catecumeni, ma che in una pubblicazione ufficiale del C.E.C. sarebbe stato bene spiegare con
precisione di termini.
Il punto ecumenico
Così, anche il testo « I venti di
Dio », una presentazione della
vita ecclesiastica canadese che
darà, soprattutto ai delegati,
una possibilità di comprendere
i problemi della terra che ospita l’Assemblea.
Un’altra serie di pubblicazioni cerca di fare il punto, secondo diverse angolature, sull’azione e le prospettive del C.E.C.:
« Una interpretazione ortodossa
del tema della Assemblea » —
che come è noto è « Gesù Cristo - la vita del mondo » ; « Agire nella fede», una storia di
quanto ha fatto il C.E.C. dal
1975, e della fede che questo lavoro tenta di esprimere, a cura
di Leon Howell; un testo del segretario generale del C.E.C., Philip Potter, dal titolo « La vita in
tutta la sua pienezza».
Un interessante « pacchetto »
di questioni (otto brevi documenti preparatori per la discussione), riprende le «priorità»
stabilite dalla precedente Assemblea del C.E.C. (Nairobi 1975),
alla luce del lavoro svolto nelle
chiese in questi anni.
Per economia di spazio ci limitiamo ad indicare i titoli di
questi opuscoli: è chiaro che essi possono essere ciascuno oggetto di uno studio specifico,
oppure essere studiati insieme.
data l’interdipendenza di tutte
queste tematiche.
1. Testimoniare in un mondo di
viso.
2. Passi verso l’unità.
3. Camminare verso forme di
partecipazione.
4. Guarigione e condivisione di
vita nella comunità.
5. La lotta per la pace e la sopravvivenza.
6. Lottare per la giustizia e la
dignità umana.
7. L’educazione e l’apprendimento nella comunità.
8. Comunicare con efficacia (i
mass media).
La ricerca
teologico-biblica
Note per gli animatori dei gruppi
Le immagini di vita, tratte
dalla Bibbia, proposte allo
studio in , vista della Assemblea di Vancouver del 1983,
tendono a dare spazio alle differenze regionali, culturali, linguistiche, etniche, spirituali
che caratterizzano l’ecumene
cristiana.
Due sono i possibili rischi
insiti in questo tipo di studi.
Da un lato si può dar corso
ad una esplorazione dell’immagine così distante dal testo
da cessare di essere uno studio biblico. Dall’altro lato, è
possibile utilizzare Timmagine
come una semplice illustrazione che può essere spiegata in
due parole e poi messa da parte. I
Si dovrebbe invece iniziare
da un’immagine, per giungere
ad un passo biblico specifico.
Questa sequenza è importante: permette all’immagine di
svolgere il suo ruolo evocativo, ma richiede ai membri
del gruppo un ascolto attento
delle parole della Bibbia, in
un contesto specifico che fa
uso dell’immagine proposta.
Alcuni suggerimenti:
1) Ogni immagine potrà evocare reazioni e quadri diversi in diverse persone. In
questa fase iniziale sarà opportuna una certa elasticità,
senza permettere ad una o
due persone di monopolizzare
il discorso.
Dato che alcune immagini
sono ben note, si dovrà evitare la tentazione di giungere
troppo presto a « spiritualizzare » 0 « teologizzare », mandando in « corto circuito » il
potenziale evocativo dell’immagine.
2) Un bupn modo per lasciar parlare' l’immagine consiste neh fare uso del « foto
linguaggio ». Per esempio:
a) Lasciare che i partecipanti guardino tutte o una
parte delle immagini a disposizione; chièdere che ognuno
,ne scelga una, spieghi il perché della sua scelta e che cosa evoca in lui l’immagine
scelta;
b) L’animatore sceglie l’immagine che gli pare più adatta e la presenta al gruppo.
Dopo un momento di silenzio
i partecipanti commentano
quanto l’immagine ha loro
suggerito.
c) Si può utilizzare un approccio simile, anziché all’inizio dello studio, al termine,,
per visualizzare quanto si è
detto.
Si possono utilizzare a questo scopo le immagini fornite
insieme agli studi biblici, sette più legate alla vita quotidiana e sette più simboliche.
3) I suggerimenti dati nelle
note bibliche non sono che
esemplificativi: possono esse
;.re ’ampliati sia il testo che la
scelta delle immàgini.
4) Ogni nota biblica comprende, oltre al passo principale, una serie di altri passi
biblici che si riferiscono alla
stessa immagine; la varietà
dei testi non deve far perdere
di vista quello che è proposto
come passo chiave.
5) i II testo chiave deve essere letto interamente, di preferenza da un membro del
gruppo. A questo punto si vedrà che uso fare degli elementi emersi nella prima parte
dello studio: alcuni elementi
parranno marginali, altri arricchiranno indubbiamente la
comprensione del testo.
6) Ci si assicuri del fatto
che il gruppo giunga a comprendere che cosa il testo di
ce. Se necessario, spiegare ,le
parole e le frasi di non chiara
comprensibilità.
Bi eviti la dispersione, l’eccesso di tecnicismi, una lettura troppo analitica dei dettagli
7) Anche le tracce proposte per la discussione non sono che esemplificative. Si cerchi quanto è pertinente alle
situazioni specifiche dei membri del gruppo, come individui e soprattutto come comunità di credenti. Ad esempio:
a) quale rilevanza ha la
’’immagine di vita” proposta
per la comunità locale? per il
suo stile di vita, per le sue
situazioni contingenti? Che cosa ci chiede Dio attraverso
questa immagine?
b) come si collega tutto
questo alla chiesa nella sua
dimensione ecumenica, mondiale?
c) come comprendere l’imimagine come immagine di vita? come collegarla al tema
«Gesù Cristo-vita del mondo»?
d) come è stata compresa
l’immagine esaminata in altre
tradizioni cristiane? (per una
domanda di questo tipo, è necessaria una analisi previa
da parte di alcuni membri del
gruppo).
8) In conclusione, si può
proporre:
a) un inno che usi l’immagine studiata; '
b) una preghiera che utilizzi gli spunti emersi;
c) altri momenti cultuali,
o decisioni emergenti dalla discussione.
9) In una sessione finale,completati i sette studi, il
gruppo potrebbe dare una valutazione conclusiva ed eventualmente proporre ulteriori
« immagini di vita ».
Un ultimo gruppo di materiale riguarda una ricerca più specificamente teologico-biblica.
Un contributo di John Poulton, « La festa della vita », ci dà
una riflessione sul tema dell’Assemblea in un quadro eucaristico. L’approccio non è certo il
nostro, è molto « anglicano » ;
ma il testo ci dà un’idea, penso.
assai significativa di quello che
è il movimento ecumenico pggi,
o almeno di quello che appare
essere nell’ambito del C.E.C.:
una visione progressista, aperta,
sui problemi sociali del nostro
mondo, e una visione a nostro
gusto assai riduttiva dal punto
di vista teologico; ecclesiastica,
sacramentale, talvolta ingenua.
Infine, i documenti che certamente saranno i più utilizzati
nelle nostre chiese: un «Invito
allo studio biblico », intitolato
« Immagini di vita ». Il testo è
stato tradotto in italiano a cura
della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia (non così le
« note per gli animatori », che
pertanto riassumiamo a parte).
Queste « Immagini di vita »,
tratte dalla Bibbia, sono le seguenti: la via della vita; la nascita ;. la casa di pietre viventi ;
il pane di vita; il tesoro della
vita; la corona della vita; l’acqua della vita.
Gli studi, in sé e per sé, sono
abbastanza tradizionali : un lavoro iniziale di « chiave biblica », per scoprire dove e in quale contesto l’immagine è utilizzata nella ^bbia; uno studio su
un passo principale, che dovrebbe essere centrale per la comprensione delTimmagine ; una serie di proposte interpretative e
di domande per uno studio di
gruppo.
L’originalità è data dalla serie
di « immagini » proposte, insieme agli studi; una serie formato quaderno di quattordici fotografie (due per studio), ed una
serie formato poster dei sette disegni più simbolici (uno per studio). I
Possiamo naturalmente « rifiutare » in blocco questa proposta
di metodo; ma forse vale la pena di provarla, almeno con .catecumeni, gruppi di quartiere,
gruppi di studio biblico che già
hanno acquisito un metodo,
gruppi di studio ecumenico ;
lasciando al culto domenicale e
alle assemblee più tradizionali
di utilizzare semplicemente lo
spunto biblico.
Sarà bene che 1- gruppi e le
' chiese che utilizzeranno questo
materiale ne diano informazione alla nostra stampa e agli uffici della Tavola, per critiche,
suggerimenti, incoraggiamenti,
in modo tale che le nostre chiese conoscano meglio l’attività
del C.E.C., e che al C.E.C. giunga la nostra voce, non solo ad
opera dei « vertici » o degli « uffici», ma con una partecipazione « di base » : in fin dei conti
dovrebbe essere coerente col nostro stile e con la nostra ecclesiologia.
Prime impressioni
I documenti proposti in vista
della VI Assemblea sono, dal nostro punto di vista, abbastanza
singolari; piuttosto legati ad un
contesto ecumenico quale quello del C.E.C., la loro insistenza
va su temi che a volte ci suonano estranei. Ad esempio, molta
enfasi è posta sui simboli, sulle
immagini. Spesso, al nostro palato difficile, ci sembra di riscontrare, nelle riflessioni bibliche e
teologiche, affermazioni che si
avvicinano ai ' liberalismo, teologico, frasi che tendono verso la
teologia naturale, rischi di sincretismo, tracce di misticismo e
abbondanti concessioni ad una
visione sacramentale del cristia
Questo non ci esime affatto
dal « dire la nostra ». Rischi reali sono presenti nell’approccio
biblico prevalente nel mondo
ecumenico. Ma per rispondere
adeguatamente alle provocazioni che dal mondo ecumenico vengono lanciate dobbiamo essere
in grado:
a) di parlare con le istanze
ecumeniche comprendendone il
linguaggio ed essendo in grado
di, argomentare a partire dallo
stesso livello ;
nesimo.
Se tutto questo è vero, c’è da
comprendere da dove nascono'
queste tendenze che nel complesso , ci infastidiscono. Non
tanto forse da altre teologie,
quanto da una riflessione, spesso più avanzata della nostra, su
temi non specificatamente teologici ma antropologici e sociologici di respiro, che investono
problemi tutt’altro che trascurabili a livello conoscitivo e interpretativo : « da dove nasce la
postra conoscenza, il nostro apprendimento », e « come interpretiamo, in rapporto a chi, le cose
che facciamo e diciamo ». ■
b) di contestarle (ove ne siamo in grado), non in nome di
nostri parametri logico-culturali, che possono essere più o m^
no invecchiati, ma, se ci è dato
di farlo, per una istanza evangelica che abbia in sé la sua autorità.
Per questi motivi, ed anche
per mantenere in ambito ecumenico una credibilità vera, e presentarci per quel che siamo e
non per dei fondamentalisti appena un po’ acculturati o per dei
viscerali antipapiéti fuori dai
tempi, dobbiamo farci carico di
una analisi serrata, adeguata e
pon preconcetta dei documenti
che il C.E.C. ci propone.
r
6
6 cronaca delle Valli
7 gennaio 1983
PINEROLO - 24 DICEMBRE
Una data
storica
1500 marciano per dire no aila
base missilistica di Comiso
L’iniziativa ecumenica raggiunge il suo scopo e smuove le coscienze di molta gente nel pinerolese e nelle valli-Trecento metri di corteo
Riprendendo una frase di don
Mercol e del post. Deodato, l'Eco
del Chisone commentando la riuscita fiaccolata per la pace rileva che il 24 dicembre 1982 è « una
data storica ».
Ed è certamente così. Per la
prima volta due comunità religiose si sono trovate insieme per
un appuntamento politico, per
affermare e testimoniare una volontà di vivere pacificamente, per
essere concreti testimoni del
« principe della pace ». La confessione cristiana ha delle implicazioni politiche, non partitiche,
e che si traducono in richieste
precise: No alla installazione dei
missili a Comiso.
Questa data è anche un’occasione per fare il punto su come
il rapporto fede-politica è cambiato nel popolo valdese delle
valli. Da un iniziale rifiuto della
politica si è passati poco per volta a prendere posizioni con dichiarazioni, a partecipare a manifestazioni. Tutto questo in uno
salito estremamente laico, senza
ricercare integralismi di sorta,
con una consapevolezza che anche nella politica si testimonia
della fede in Cristo.
Se questa consapevolezza tra
noi valdesi è cresciuta lo si deve alle molte riflessiorìi che su
questo tema sono state condotte
in centri come Agape, dalla Federazione Giovanile, e soprattutto all’esempio dato dal post. Tullio Vinay che ha continuato a predicare Cristo all’interno del suo
impegno politico. Non è un caso
che proprio sui temi della pace
e della riconciliazione ci sia stata
una vasta adesione tra i valdesi.
Anche nel cattolicesimo ^nerolese il rapporto fede-politica è
cambiato. Si è passati da un collateralismo alla DC sfacciato, ad
una presa di distanza critica. Anche qui le riflessioni delle comunità più critiche come San Lazzaro e la comunità di base, il fatto che molti cattolici vivano il loro impegno politico da credenti
in partiti di matrice ideologica
diversa è stato determinante.
Una concezione più laica della
politica si è fatta strada. Emblematico il fatto che don Mercol,
che negli anni ’50 era decisamente schierato con la DC, abbia
parlato di pace ad un pubblico
che aveva sfilato criticando fortemente la politica degli armamenti del governo.
Ma la vigilia di Natale dell’82
è importante perché sul tema
della pace e del disarmo si sono
incrinate molte certezze di partito. Come non interpretare come
segni di speranza il fatto che due
importanti dirigenti democristiani hanno accettato la proposta
di partecipare al corteo?
Il tema delta pace apre delle
crèpe nello spirito di partito della DC locale, che qualche tempo
fa aveva sdegnosamente respinto
le proposte di impegno per la
pace dei comitati pinerolesi.
Non così per il PSI: nessun dirigente locale ha voluto aggiungersi al corteo, anche se molti
erano coloro che votano socialista tra i partecipanti.
Giorgio Gardiol
« E’ un corteo molto significativo. Vi sono presenti anziani,
gente di mezza età, molti giovani. E’ differente da quelli che si
svolgono in altre città, dove ad
essere presenti sono soprattutto
i giovani »: è un commento a
caldo di Giuseppe Reburdo, consigliere j regionale e presidente
del comitato regionale per la nace e il disarmo al termine della
fiaccolata organizzata nel tardo
pomeriggio della vigilia di Natale
per le strade di Pinerolo.
E’ stata una iniziativa riuscita, lanciata da un appello ecumenico e fatta propria dal comitato
pinerolese per la pace e il disarmo. I politici — che dovrebbero
avere il polso della situazione —
erano dubbiosi; la data è difficile, in piazza verranno sì e no
quattrocento persone, dicevano.
Invece erano oltre millecinquecento, duecentocinquanta-trecem
to metri di corteo.
Molte le scritte; « prima di tutto la pace », « no ai missili », « sì
all’autodeterminazione dei popoli », « educare alla pace », « disar
mo unilaterale ». A sfilare erano
esponenti delle chiese valdesi (di
Pinerolo, di Torre Pellice, di
Bobbio, di Villar Perosa, di Pomaretto, di San Secondo, di
Prali, di Ferrerò), della chiesa
cattolica (tra cui San Lazzaro,
San Domenico, Tabona, la Caritas, il vescovo), dei partiti politici (e se la partecipazione di
DP, PdUP, PCI era in qualche
modo scontata, una lieta sorpresa è stata la partecipazione di
esponenti democristiani ouali
Bernardi, consigliere provinciale,
e Ponsat, assessore comunale) e
poi molti gruppi giovanili (la
Egei in testa), la comunità di base, magistrati, operai, insegnanti, contadini.
Segno questo che una volontà
di pace, di opposizione alla installazione dei missili a Comiso (e
negli altri paesi) si è radicata
tra la gente di Pinerolo e delle
valli. Tra i commenti raccolti
tra i partecipanti non emerge
l’idea della paura della bomba,
ma quella della giustizia. La lotta contro gli armamenti viene
condotta non per paura di venire distrutti, ma soprattutto per
una esigenza di giustizia. Bisogna impiegare i soldi delle armi
per una strategia di sviluppo pacifico deH'umanità, contro la fame, la sete, i rapporti commerciali ineguali tra le nazioni.
Ed è significativo che le idee
di lotta per la pace e la giustizia
abbiano trovato proprio nella vigilia di Natale tanta gente, con
mentalità e convinzioni politiche
e religiose molto diverse, insieme. I discorsi che sono stati fatti alla fine (di Gabriele Mercol,
Luciano Deodato, Alberto Barbero, Giorgio Gardiol, Giuseppe Reburdo), hanno sottolineato questa diversità ma nello stesso tempo hanno manifestato una volontà di continuare Tirnpegno per la
pace nell’unità e nel confronto —
senza scomuniche a priori — nella speranza che altri sappiano
aggiungersi, sapendo che nel movimento della pace c'è posto anche per i lavoratori delTultima
ora.
Giorgio Gardiol
VAL PELLICE
Deficit sommerso della sanità
DIFFIDA
L’Editrice Qaudiana di Torino e la Corale Valdese di
Torre Pellice comunicano che
sono state messe abusivamente in commercio delle cassette « Inni e cori di Natale »
risultate chiaramente contraffatte.
Alcune importanti comunicazioni del Presidente all’Assemblea hanno preceduto l’esame
dell’o.d.g. nell'adunanza del 22 dicembre. Esse riguardavano; 1) la
sospensio'^e dell’assistenza farmaceutica indiretta, raggiunta
con la mediazione dell'Associazione Farmacisti; le farmacie riceveranno temporaneamente il
50% di quanto dovuto; 2) la corresponsione, fino al mese di ottobre, degli onorari ai medici di
famiglia che non percepivano gli
stipendi da agosto; 3) l’entità del
debito versq gli Ospedali (Mauriziano e Valdese) che ammonta
a 2 miliardi; 4) la decurtazione
di -82 milioni, in due anni, del
contributo regionale per le funzioni sociali dell’LF.S.L.; in un incontro fissato per il 3 gennaio,
Sindaci e forze politiche con la
Giunta imposteranno il bilancio
1983 che dovrà essere approvato
entro il 15 marzo.
L’Assemblea ha approvato il
conto consuntivo del 1981 per le
funzioni sanitarie le cui risultanze sono state dettagliatamente
esposte dal dott. Filosi, coordinatore amministrativo. Ecco alcune cifre delle spese di competenza (esclusi i residui delTesercizio pregresso); lire 2.970 milioni per beni e servizi; lire 665 milioni per il personale dipendente; lire 7 milioni per gli organi
istituzionali e lire 132 milioni in
conto capitale per impianti e attrezzature non avendo l’U.S.L.
ereditato strutture dalle ex Mutue. Il conto è stato chiuso con
un attivo di lire 89.975.500. Esiste
però un deficit sommerso, stimato in lire 190 milioni per spese
ospedaliere.
L’U.SX. non può spendere più
di quanto riceve dal F.S.N., ma
la quota attribuitale nel 1981 non
ha coperto le spese evidenziate
e richieste dagli Ospedali Mauriziano e Valdese.
Hanno collaborato a questo
numero; Ivana Costabel, Paolo Gay, Vera Long, Odoardo
Lupi, Cipriano Tourn, Claudio Tron.
In base alla disponibilità nel
bilancio della gestione sociale di
fondi non finalizzati dalla Regione, l’Assemblea ha voluto impegnare lire 152 milioni per il 1981
e 1982 da attribuire, con successivi atti e criteri da stabilirsi,
quale quota sanitaria nelle spese di assistenza a favore; delle
case di cura con j)OSti convenzionati con la Comunità Montana; dei Comuni che provvedono
per legge alle spese di ricovero
negli Istituti e del fondo di assistenza per il servizio domiciliare della Comunità Montana.
Per l'utilizzo dell’ambulanza
di cui è stata dotata la nostra
U.S.L., con il contributo della
Regione, è stata approvata la
bozza di convenzione fra l’U.S.L.
e la Croce Verde di Pinerolo. Sarà assicurato il servizio a favore
della popolazione e degli Ospedali, in qualsiasi ora del giorno
e della notte, a tariffa concordata e inferiore a quella praticata
dalla Croce Verde medesima. E’
stata così superata « l’impasse »
creata dalla posizione che aveva
assunto il locale sottocomitato
della C.R.I.
Antonio Kovacs
TEATRO
La questione ‘droga’
Con la rappresentazione teatrale del 4 dicembre, la Pilodrammatica valdese di Luserna S. Giovanni ha coronato due anni di lavoro.
Le droghe diventano « Gli dei
della mente » (questo il titolo
della recita) quando entrano nella vita di una persona e giungono a condizionarla in modo determinante.
Questo è un po’ il filo conduttore di tutto lo spettacolo, una
serie di scene che propongono
allo spettatore diverse situazioni
in cui le droghe dominano i momenti di vita quotidiana rappresentati.
Le droghe stesse sono presenti
su un palco vicino al proscenio
(impersonate da alcuni attori) e
commentano con soddisfazione
o con disappunto quanto accade
in scena, a seconda che la situazione sia loro favorevole o meno
(e regolarmente, se il momento
è per loro favorevole, non lo è
certo per il personaggio).
Gli attori della Filodrammatica hanno presentato alla riflessione del pubblico diversi tipi di
In breve
Corsi di sci
Anche quest’anno la Comunità montana Valli Chisone e Germanasca rilancia i corsi di sci per gli qlunni delle
classi IV e V elementare e per quelli
della scuola media. Il costo a carico
delle famiglie è molto contenuto (1.
25.000 per la discesa e L. 10.000 per
il fondo) ed è uguale per tutti, indipendentemente dalla distanza dalle piste,
i co-rsi si terranno a Prali e a Pragelato, a partire dal 19 gennaio, fino alla
fine di marzo.
Alcune difficoltà hanno incontrato nell'adesione le classi elementari di tempo
pieno, a causa del maggior rigore adottato dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Provveditorato nei confronti
delle attività che, pur toccando l'orario
scolastico, non incontrano l’adesione
di tutti e non sono completamente gratuite. Alla fine si è adottata la soluzione di fissare, per queste ciassi, i ciwsi al sabato mattina, quando non sono
impegnate a scuola. In questo modo
l'ostacolo ha potuto essere aggirato e
non sarà negato agli alunni della montagna l’unico vantaggio di cui possono
godere, che è quello di poter praticare
senza troppe difficoltà gli sport invernali.
L’obbligo del
Piano regolatore
PEROSA — Il presidente della Comunità Montana, Daviero, rispondendo
in maniera informale alla domanda del
sindaco di Pinasca Richiardone, ha confermato che quasi tutti i comuni delle
valli Chisone e Germanasca hanno l'obbligo di dotarsi del piano regolatore.
Infatti sono sottoposti a questo obbligo
tutti i comuni soggetti a rischi idrogeologici e che sono collocati in zona
turistica. Per questo il presidente ha
sollecitato tutti i comuni ad inviare all'ufficio di piano della Comunità Montana i documenti necessari per l’elaborazione del piano regolatore intercomunale.
Oggi
e domani
droga; fumo, eroina, vino, barbiturici.
Ogni scena lascia intendere che
v’è sfato uno studio, una riflessione sulla droga che costituisce
il soggetto della situazione rappresentata.
La recita è un buon esempio di
come si possa presentare un
messaggio assai grave e serio
senza essere pesanti, noiosi; una
recitazione accurata, trovate sceniche ben studiate, una certa ironia hanno sortito numerosi applausi a scena aperta da parte
del numeroso pubblico presente.
Testi, 'Scenografìa, effetti sonori e luminosi, regìa, tutto l’insieme dello spettacolo insomma, è
stato frutto del lavoro dei giovani attori della Filodrammatica,
che hanno anche ben impressionato per la loro capacità di sostenere ognuno diverse parti,
passando con notevole disinvoltura da ruoli con una certa drammaticità a ruoli più comici.
Lo spettacolo merita di essere
visto e discusso da giovani e da
Comitati per la pace
TORRE PELLICE — Il comitato si ritrova alle ore 20.45 di lunedì 10 gennaio presso il centro di Incontro.
PINEROLO — Il comitato si ritrova
venerdì 7 gennaio alle ore 21 presso
la Camera del Lavoro in Via Demo.
Dibattiti
PEROSA ■— Il collettivo operalo della
Val Chisone organizza per venerdì 7 dicembre alle ore 21 presso la biblioteca
comunale un dibattito sulla « Lotta di 35
giorni alla Fiat ». Verrà proiettato un
film e il dibattito sarà introdotto da
Marco Revelli.
___________Conferenze____________
TORRE PELLICE — NeH’ambito dellaUniversità della terza età l'arch. Carminati terrà presso l’Hôtel du Parc, venerdì 7 gennaio alle ore 16, una conferenza sul tema: « Rapporto tra le fortificazioni della Val Pellice .e la fortezza
di Pinerolo ».
Teatro
PINEROLO — Presso il Teatro Primavera verrà rappresentato sabato 8 gennaio alle ore 21 lo scherzo teatrale!
« Peppe e Barra » con la compagnia
partenopea di Peppe e Barra.
Concerti
meno giovani.
P. G.
PINEROLO — La Corale Valdese terrà un concerto sabato 15 gennaio alle
ore 21.15 nel Tempio di Via dei Mille.
LUSERNA SAN .GIOVANNI — La Corale e ;i Trombettieri di Pomaretto terranno domenica 16 gennaio alle ore 16
un concerto nella chiesa- valdese dF
San Giovanni.
7
7 gennaio 1983
cronaca deUeValli 7
SINDACATO
VALLI CHISONE E GERMANASCA
opere valdesi hanno
firmato ii contratto
Dal segretario del sindacato
della Funzione Pubblica CGIL
per il pinerolese, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Con la firma del contratto dei
dipendenti deH’Uliveto, si è conclusa una complessa e laboriosa
vertenza contrattuale che nel
corso del 1982 ha riguardato tre
fra i principali istituti valdesi
del Pinerolese: il Rifugio Carlo
Alberto, l’Asilo dei Vecchi di
S. Germano, l’Istituto Uliveto.
Si è trattato di una, vertenza
sindacale che ha visto scendere
direttamente in lotta le lavoratrici del Rifugio, e che successivamente ha richiesto l’avvip di
una operazione di totale risistemazione della materia contrattuale dei tre istituti; questa operazione, che si è resa possibile
anche per la collaborazione del
compianto dott. Boccassini, ha
seguito alcuni orientamenti fondamentali:
— uguali trattamenti economici e normativi fra gli istituti, e
omogeneità con il mondo del lavoro in generale;
— adozione di un « contrattotipo » che si richiama ai contratti del settore pubblico, in particolare dei dipendenti degli Enti
Locali, per evidenti affinità di
servizio erogato (socio-assistenziale);
— contratti triennali con scadenze conti qttpali uniforijii pqr
i tre istituti; il triennio (8ì-§3 e
successivi) è posticipato di due
anni rispetto ai contratti pubblici (79-81 e successivi) per permettere alle amministrazioni di
orientarsi in anticipo sui costi
contrattuali e di adottare con
gradualità le misure necessarie.
Occorre adesso affermare in
tutte le realtà che operano nel
settore, questo principio di omogeneità dei trattamenti, così come occorre pensare alla costituzione di quella che in linguaggio
sindacale si definisce controparte unica, cioè una unica sede di
discussione e contrattazione del
U8L 42 - VALLI
CHI80ME-GERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 9 GENNAIO 1983
VHIar Porosa; FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale, 22 - Tel. 840707
Ambulanza:
Croce Verde Perosa; tei. 81.000 ,
Croce Verde Porte; tei. 201454
U8L43> VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna; tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva; tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 9 GENNAIO 1983
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Tel. 90223.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pelllce; telefono 91.288.
U8L44-PINER0LE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva; *te.lefono 74464.-(Ospedale Civile).. •
Ambulanza: . .
Croce Verde Pinerolo; 22664. - .
le future piattaforme rivendicative legate al rinnovo dei contratti.
Ma questa operazione, oltre
che sviluppata, va soprattutto valutata per quello che può valere
ai fini di un aggiornamento della
gestione del personale di questi
istituti, e di una chiarezza del
rapporto di lavoro che delimiti
chiaramente, come in ogni rapporto di -lavoro, diritti e doveri:
è un’occasione, che sarebbe un
peccato mancare, che può contribuire a razionalizzare la gestione delle opere valdesi.
Sergio Catania
PEROSA ARGENTINA — Per
l’assenza di molti consiglieri il
Consiglio della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca convocato per venerdì 17 dicembre non ha raggiunto il numero legale. Si è invece riunito regolarmente come U.S.L.,
un’ora dopo. ”
I punti più interessanti riguardavano il servìzio di Igiene pubblica e sono stati illustrati dal
tecnico dott. Vecchiè.
E’ stato approvato il regolamento igienico ambientale per i
nuovi insediamenti produttivi,
che prescrive le modalità richieste dalla legge per poter avviare qualsiasi processo di lavorazione. Il tecnico ha assicurato
che la situazione deH’igiene all’interno delle varie fabbriche
della zona sta migliorando, perché gli interventi proposti dal
servizio dell’USL vengono accettati in larga misura.
Il servizio di» Igiene pubblica
ha anche formulato il progetto
ambiente che si articola in cinque punti: a) censimento e valutazione degli acquedotti; b)
analisi delle modalità per lo
smaltimento ,dei rifiuti urbani;
c) censimento e valutazione degli scarichi da insediamenti produttivi; d) censimento e valutazione degli scarichi da insediamenti civili; e) analisi delle modalità per lo smaltimento dei
fanghi industriali e civili.
Riuscirà l’ente pubblico a colmare il divario che si è venuto a
formare in poche decine di anni
tra l’ambiente contadino che
praticamente autoelimiriava i
propri rifiuti e l’attuale situazione di plurinquinamento, aggravato ancora dagli apporti del turismo? Non resta che augurarselo.
L. V.
CONSUNTIVO
DELL’ANNO
Il 1982 è finito. I consuntivi sono di
prammatica.
Anche nelle singole famiglie, spesso
quasi senza avvedersene, si tirano le
somme. Le nostre chiese non possono
farne a meno.
Non sono un tecnico in materia, ma
così alla buona, vorrei tentare un bilancio — molto incompleto — di queilo che è stato per noi l'anno appena
■fgfmihato.* ---
La visuale mia naturalmente è quella
di uno che vive in montagna e che
cerca di capire — spesso senza riuscirvi — le varie situazioni che si presentano nella vita delle nostre comunità
montane. Il tempio che mi ha visto aiunno deiia scuola domenicale è chiuso
durante l'inverno; tutte le famiglie vaidesi con il sopraggiungere del freddo,
ocendono a valle. Risaliranno con la
prossima bella stagione e sarà (è giusto dirlo) un momento di gioia il ritrovarsi — a giugno — sul piazzale per
una stretta di mano, per un abbraccio,
prima dell'inizio del culto. Se è vero
che il numero dei presenti è discreto,
è altresì vero che borgate intere sono
totalmente assenti. Forse molti abitanti pensano che, assolto il dovere della
contribuzione annua — oggi per nessuno causa di sacrifici — il pastore
possa ritenersi soddisfatto. Mi viene in
mente un fatto successo in una chiesa
vicina. È domenica, il pastore è assente per impegni relativi ai suoi incarichi. A sostituirlo sale dal fondovalle
un predicatore laico. Qualche minuto
prima dell'inizio del culto è davanti al
tempio, incontra un anziano della chiesa che gli dà il benvenuto. Dopo qualche attimo l'orologio indica che le 10
sono suonate. Un'occhiata intorno, nessuno.
E nessuno si presenterà!
Sì, è vero, i tempi sono cambiati;
non si ha più II piacere di veder giungere — una volta ogni quindici giorni
— il pastore che viene a visitare I
suoi « paroissiens » nelle varie borgate, ma è onesto aggiungere che i pastori diminuiscono di numero e le
" paroisses » si allargano, senza dimenticare ohe ogni pastore ha mille Impegni extra che una volta erano impensabili.
■Per contro che cosa dire di coloro
che hanno smarrito la strada della chiesa e che verranno al tempio il giorno
del loro funerale? L'estate scorsa, conversando con un pastore, gli chiesi;
« Che cosa pensa quando deve prepararsi per accompagnare all'ultima dimora
un suo parrocchiano che non ha rnal incontrato, mai conosciuto? ». Risposta:
« Se non ci fosse chi ci consiglia dall'alto, si sarebbe tentati di dire — come è successo una volta — semplicemente; "restituiamo alla terra ciò che
appartiene alla-terra, ameni"».
Ancora; Il pastore, la moglie, gli anziani della chiesa non possono, non de
vono sbagliare. Se però accade, è possibile una rivalsa; non solo non più
frequentare, i culti, ma togliere dal bilancio familiare la voce ■■ contribuzione per ia chiesa! ».
E per oggi basta.
Enzo Tron, Rodoretto
C’E’ COOPERAZIONE
E COOPERAZIONE
Caro direttore,
vorrei esprimere il mio disappunto
alfarticolò suTI'apeftura dello spaccio
della cooperativa 2001, sia per il taglio
dato all'articolo {disinformante) che per
la rilevanza data alla questione (spropositata) .
Non mi sembra corretto tentare di
giustificare in tutti i modi possibili, la
coop. 2001 e quello che essa rappresenta come è stato fatto dal vostro articolista.
Cosa significa che la cooperativa di
consumo non è un trucco raffinato (anche se legale) pefc eludere i passaggi
obbligati tipo le licenze, solo perché
essa opera in Nichelino con lo stesso
tipo di organizzazione? Una risposta che
non dice niente, ma tenta di far credere quello che non è. Non dice che una
cooperativa di consumo può anche scegliere, legalmente, di richiedere le licenze commerciali (e farne le relative
trafile burocratiche) per vendere al pubblico e logicamente ai soci, quelli veri. Vuol forse far credere che un qualsiasi supermercato s.p.a. avrebbe potuto aprire in una zona a vincolo industriale? Si raggiunge poi un buon livello di disinformazione tentando di giustificarne l'insediamento facendo il paragone coli la gestione delle cooperative
esistenti in valle. Come se questo fosse il termine di confronto. E non invece il fatto che la struttura cooperativa, in quanto rapporto collettivo, nasca
almeno dalla volontà e per precise esigenze da una base specifica di popolazione locale. In mancanza di questa caratteristica l'insediamento in questione
è da considerare alla stregua di qualsiasi altro, spa comprese. Cioè commerciale ed esterno e basta, senza
cercare di mettergli l'aureola dello spirito cooperativistico e forzandone i paragoni, non conoscendone per altro la
realtà (o conoscendola a malapena).
E poi solo lati positivi in questo supermercato? Vista l'importanza che si
dà alla quantità e ai prezzi bassi, la
qualità dei prodotti non conta? E la
1 coercizione passiva », insita nella
struttura dei supermercati, che attirano a comprare cose in più rispetto alle proprie necessità? E l’idea brillante
dell'apertura domenicale (a parte II fatto ohe molti negozi sono aperti la domenica in certi periodi) senza tenere
conto dei vincoli di legge per gli orari
di apertura a cui devono sottostare gli
esercizi commerciali e ohe non regolano uno spaccio di vendita ai soli soci di
una cooperativa di consumo?
Sono d'accordo che piuttosto di cor
rere per gli acquisti ai supermercati
di Pinerolo sia meglio averne uno vicino a casa. Che davanti a certi commercianti non propriamente onesti (vedi certi rincari sulie mele quest’anno) possa essere utile contrapporrq un supermercato con certi prezzi.
Ma da questo ad incensarlo ed a portarlo come esempio delia cooperazione
ce ne passa. Mi viene ii dubbio che
questo « superinteresse » sia dettato
dal fatto che la coop. 2001, o meglio il
suo presidente, frequenti e si interessi
al mondo valdese (e ad assumere prioritariamente personale valdese). In compenso lo spazio dedicato sul giornale
alle Cooperative agricole e di consumo
locali (ben otto) è sempre stato ridotto
al lumicino.
Ma perché ad un articolo come quello di S.A.H., in un giornale che vuole
essere portatore' dì cultura e di informazione corretta, si è dato uno spazio
del genere, proprio non si capisce!
Lettera firmata, Luserna S. G.
Non ci pare che l’atteggiamento del
nostro Ornale rispetto alla vicenda
dello spaccio a 2001 » sia scorretto. Ci
siamo limitati a registrarne il successo
con una intervista al presidente della
cooperativa.
Rispetto alle affermazioni del nostro
lettore, che vuol rimanere anonimo, ci
limitiamo ad osservare:
1 - Non ci risulta che esistano
violazioni urbanistiche in merito alla
localizzazione. L’attuale piano, adottato
dalla Comunità Montana e dal Comune di Luserna, prevede nella zona la
possibilità di insediamenti di <t magazzini ». Non ha rilevanza la natura
(cooperativa, s.p.a., ecc.) dell’impresa
che si insedia.
2 - Ai sensi di legge lo spaccio
2001 è a tutti gli effetti una cooperativa, e come tale si comporta. Una
cooperativa è una impresa e quindi si
comporta economicamente come tale e
pub aprire succursali in ogni parte
d’Italia anche se non ci sono ancora
soci. Starà poi ai soci far ris^ttare le
leggi sulla cooperazione e lo. statuto. A
questo proposito osserviamo che nel
caso dello « spaccio 2001 » lo statuto
non è stato distribuito a chi si associava.
3-/2 nostro giornale si interessa
alla cooperazione. In ■ passato abbiamo
dato uno spazio equivalente se non
maggiore alle cooperative di lavoro,
agricole e di consumo (interviste ed articoli): basta consultare le annate recenti.
4 - Non ci risulta che le chiese
valdesi abbiano rapporti con lo spaccio
2001. Circa le assunzioni « prioritarie »
di valdesi — se questo è vero — ci
uniamo alla denuncia del nostro lettore perché’ non riteniamo l’appartenenza ad una comunità religiosa un
fattore di priorità pqr svolgere una attività di tipo commerciale. Siamo contro le clientele e le discriminazioni
ovunque si manifestino.
g-e
RINGRAZIAIMENTO
I dipendenti delle Difesa dell’ambiente
« Io rimetto il mio spirito
nelle tue mani »
(Salmo 31: 5).
La fam^igUa del compianto
Giovanni 8tocco
commossa, ringrazia quanti le sono
stati vicini, con presenza scritti e parole, in questo doloroso momento.
Un ringraziamento particolare vada
ai vicini di casa, al pastore Rostagno,
alle Associazioni A'VTS, alla Croce Verde di Perosa Argentina, al Gruppo Anziani ed ai colleghi ed amici della RIVSKF e a tutti quanti si sono prestati.
Villar Perosa, 31 dicembre 1982
a Io mi son rallegrato quando
m’han detto: Andiamo alla casa
dell’Eterno »
(Salmo 122: i).
Il 2 gennaio 1983 il Signore ha riohiamato a Sé, all’età di 88 anni
Livia Giaco(ne
Lo annunciano con dolore, ma fidtir
ciosi neRe promesse divine: il fra'^Uo
Aldo; i nipoti Giorgina, Franco e Roberto; le cognate e parenti tutti.
Il servizio funebre ha avuto luogo
martedì 4 gennaio nel Tempio Valdese
di San Germano Chisone.
Un sincero ringraziamento a- tutti
quanti si sono interessati con affetto e
simpatia alla cara scomparsa, in modo
particolare alla direttrice’ e al personale della Casa di Riposo di San Germano, al pastore Conte e al dott. Martini.
San Germano Chisone, 7 gennaio 1983
RINGRAZIAMENTO
« Non si perdono mai coloro che
amiamo, perché possiamo amarli
in Colui che non si può per
dere »
(S. Agostino)
La moglie, i figli ed i congiunti del
Enrico Eynard
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e di affetto tributata, nell’impóssibilità di farlo singolarmente, ringraziano di viVo cuore tutte
le gentili persone che con scritti, presenza e « fiori in memoria » destinati
all’UNICEF contro la fame nel mondo,
hanno partecipato al loro grande dolore.
Un grazie particolare al pastore Giorgio Tourn, al dott. Enrico Gaidiol, alla sig.ra IFlorentine Eynard, agli zii
Ruamero ed aUa locale Sezione A.N.A.
Torre Pellico, 31 dicembre 1982
RINGRAZIAMENTO
Edoardo e Miranda Giraud, commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di simpatia e di affetto tributata alla loro cara
Alma Giraud nata Paschetto
ringraziano tutte le persone che sono
state loro vicine in questa triste circostanza prendendo parte al loro grande
dolore.
Un ringraziamento particolare è rivolto ai medici ed alle infermiere del
Reparto Ginecologia delTOspedale E.
Agnelli, al pastore Ayassot, alle gentili
signore che con tanta devozione hanno assistito la loro cara, a tutti gli
amici che sono stati prodighi di aiuto.
Pinerolo, 1 gennaio 1983
AVVISI ECONOMIC!
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta:.
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - lei. (011) 6270463 - 6272322.
IL CONVITTO VALDESE di Pomaretto assume un educatore o educatrice
presso la propria comunità alloggio
per minori. Per ' informazioni, telefonare al numero 0121/81273. |
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