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ECO
Sig. PEYPOT Arturo
QytyMAJCa^lt'Ì
U-hl
DELLE VALLI VALDESI della Chiesa Valdese
Anno 108 - Num. 47
Una copia Lire 80
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TORRE PELLICE - 19 Novembre 1971
Amm.: Vìa Cavour 1 - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
li segretario generale del C.E.C., Blake, risponde alle critiche
Deviazioni nelia iinea dei Consiglio ecumenico delie Chiese'?
Ascolto con molta attenzione le voci
che, un po’ dappertutto, si levano contro l'istituzione ecclesiastica. Il Consiglio ecumenico delle Chiese non è risparmiato e gli viene spesso rimproverato ii peso della sua burocrazia.
Più radicalmente e più a fondo, si accusa questa organizzazione di
non essere più altro che un’amministrazione e di aver perso
l’entusiasmo dei primi anni del
movimento ecumenico. Non sono
queste, del resto, le sole critiche
che ci vengono rivolte. Infatti la
lista dei nemici del Consiglio ecumenico si è allungata: i militaristi di un centinaio di nazioni
sono contro di noi, i materialisti
marxisti o capitalisti detestano
le domande imbarazzanti che
non ci stanchiamo di far loro. I
razzisti — e ho ben paura che la
maggioranza dei bianchi lo sia —
ci temono e ci odiano, i banchieri e i capi d’industria sono messi
a disagio dai nostri interrogativi
circa gli effetti inumani delle loro politiche d’investimento.
Queste critiche sono un segno
d’insuccesso? Non lo penso, anche se, come ogni organizzazione
umana, il Consiglio ecumenico
abbia delle carenze da rimproverarsi.
A coloro che rimproverano al
Consiglio ecumenico, come del
resto alle Chiese la loro istituzionalizzazione, risponderò due cose: senza istituzione non vi è trasmissione del messaggio cristiano, qualunque sia la santità dell’uomo religioso. La storia biblica dev’essere narrata e i riti cristiani devono essere celebrati.
Nuovi fedeli devono essere recluía ti i' ne! villaggio globale che il
nostro mondo rappresenta, ancor più
di una volta, tutto ciò non è possibile
senza organizzazione. D’altra parte non
si deve constatare che in questo XX
secolo le Chiese, per quanto grande
sia il peso delle loro strutture, hanno
percorso un cammino che i nostri antenati non avrebbero potuto nemmeno
immaginare? Ricordiamo che attualmente circa 250 Chiese di tradizione
totalmente diversa hanno cessato a poco a poco di farsi concorrenza per collaborare in seno al Consiglio. Trent’anni fa si sarebbe potuto imrnaginare
che la Chiesa cattolica e le Chiese protestanti avvierebbero un’intima collaborazione sia a livello locale che a quello nazionale e internazionale? Contrariamente a coloro che ritengono che
oggi la speranza per l’ecumenismo risieda nei movimenti non ufficiali e locali, piuttosto che nelle organizzazioni
ecclesiastiche mondiali, non sono disposto a fare questa scelta. La Chiesa,
qual è concepita nel Consiglio ecurnenico, non vuol dire gerarchie ecclesiastiche, preti e pastori; la Chiesa è l’insieme del popolo di Dio, e include sia i
gruppi sotterranei e gli entusiasti pronti a tutte le esperienze, sia i fedeli che
partecipano alla vita delle comunità
più tradizionali.
Ai conservatori che ci attaccano perché ci siamo alleati alle forze di trasformazione e di rinnovamento, alle
quali essi resistono tanto nella Chiesa
quanto nella società, vorrei dire: in un
tempo di rapida trasformazione sociale, la Chiesa è una forza totalmente
reazionaria a meno che si sforzi di applicare gli insegnamenti dell’Evangelo
sformazioni della società mondiale.
Predicare l’Evangelo all’uomo che ha
fame senza permettergli il cibo è al
tempo stesso futile e crudele. Ridurre
la salvezza a fatto puramente individuale vuol dire respingere il messaggio
dell’Antico Testamento e dimenticare
C’
he il Consiglio ecumenico delle Chiese sia
soggetto a molte critiche, non è certo una novità. Ma forse, via via che
procede nel suo cammino e passano gli anni e ci si allontana dall’epoca appassionata
degli inizi, e d’altra parte via via che si assumono impegni nuovi e si operano nuove
scelte, è comprensibile che il C.E.C. sia fatto bersaglio di critiche crescenti, provenienti dagli orizzonti più diversi. Noi stessi, su
queste colonne, non abbiamo nascosto talvolta riserve e dissensi. Riteniamo giusto riportare la risposta che il segretario generale del Consiglio, E. C. Blake, ha voluto
dare recentemente a tali critiche, in un articolo pubblicato sul quotidiano ginevrino
« La Suisse ». Non ci sembra che egli risponda a tutte le critiche e le obiezioni rivolte
al C.E.C. e ai suoi organi: pensiamo in particolare ai calcolati equilibri e alle procedure segrete o quasi che caratterizzano una
certa involuzione di tipo ’diplomatico’; a un
certo relativismo teologico che ricomincia
ad anteporre l’azione alla limpidezza della
fede, ritornando a tappe che si era pensato
fossero superate; allo spostamento verso
posizioni di tipo largamente cattolico (anche se non necessariamente romano); al
non chiarito problema della partecipazione
alla violenza, e ad altro ancora. Tuttavia nella sua semplicità, un po’ pragmatica, un po’
ottimista, ma schietta e vigorosa, questa
pagina ci è parsa tale da farci riflettere; e
così l’offriamo ai lettori.
red.
a motivare oggi il movimento ecumenico. Sono esse la .spiegazione delle recenti scelte del Consiglio: il suo impegno nella lotta a favore dello sviluppo mondiale, la lotti che esso conduce
contro tutte le forme di razzismo, la
decisione di avviare- il dialogo con gli
aderenti delle altre grandi religioni del mondo.
Una conispondenza del past. Ernesto Ayassot dalla Scozia
Le Chiese britanniche e l’ingresso
della Gran Bretagna nel MEC
È così che per un numero
sempre crescente di uomini, un
po’ dovunque, diventiamo un segno di speranza. Visitiamo i prigionieri condannati ingiustamente, ci identifichiamo con i poveri, ricerchiamo la pace, la giustizia e la libertà. Siamo rispettati e sostenuti in misura crescente da uomini di fede come
dai non credenti che hanno capito il cambiamento radicale che
il mondo deve subire prima che
sia troppo tardi. Anche nella nostra debolezza, siamo una ragione di sperare per i disperati
del mondo. Ricordiamo agli uomini l’esister'n del Dio che hanno evacuato o dimenticato, predichiamo TEvangelo che è buona novella per tutti gli erranti
di oggi.
L’ecumenismo — insuccesso o
speranza. Mal^^rado tutte le difficoltà che questo movimento
condivide coii l’insieme delle
Chiese che vi partecipano, sono
di coloro i quali sperano in esso
perché so che il Cristo, speranza del mondo, lo utilizza per la
propria open .
E. Carson Blake
segretario generale
del
Consiglio Ecumenico delle Chiese
che Gesù ha predicato il ravvedimento
nel contesto della venuta del Regno di
Dio.
Sono queste convinzioni teologiche
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiimnMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Il pastore Ernesto Ayassot sta
percorrendo la Scozia, in missione
presso quelle chiese presbiteriane
per conto della Chiesa Valdese; gli
siamo assai grati per questa corrispondenza e per quelle ulteriori che
ci promette. red.
Arrivando in Scozia, tre settimane fa,
mi sono trovato subito a dover rispondere, sia in conversazioni private che
in pubbliche riunioni, alla domanda
che tormenta e divide la pubblica opinione britannica: quali vantaggi o
svantaggi potranno derivare al paese
dall’adesione al Mercato Comune?
Ovviamente non si trattava soltanto,
né principalmente, del problema economico, sul quale i miei interlocutori sapevano di interpellare un incompetente, ma dell’aspetto politico-religioso.
Quale potrà essere il ruolo di una nazione ancora marcatamente protestante (nella mentalità, anche se non sempre nella fede e nella dottrina) in una
Comunità, attualmente, a gran maggioranza cattolica? Il quesito è particolarmente rilevante nella Scozia dove la
Chiesa ufficiale ha un carattere più nettamente protestante e dove la sua voce
conserva una considerevole influenza
sulla pubblica opinione e dove, soprattutto, essa ha forgiato, col tempo,
una mentalità profondamente marcata
dai principi della riforma calvinista,
mentalità che rimane, in qualche misura, anche nei più secolarizzati.
Il voto alla Camera dei Lords (molto
più favorevole) e quello alla Camera
dei Comuni (con una maggioranza meno marcata, ma comunque di 102 voti
r?-iorpvnli al ME.r è stato assai significativo sotto questo aspetto. 1 due
fronti, pro e contro, non hanno tenuto
conto della disciplina di partito, ma
hanno tracciato una linea di divisione
Una dichiarazione del II Congresso della Federazione Giovanile Evangelica Italiana
Confessione di fede e impegno anticapitalistico
La scorsa settimana abbiamo riferito sui lavori del II Congresso della
F.G.E.I. riunito a S. Severa e abbiamo
pubblicato alcuni degli ordini del gior-'
no ivi votati. Mentre in seconda pagina
riportiamo gli altri ordini del giorno
approvati dal Congresso, pubblichiamo
qui il documento ampio, in forma di
dichiarazione programmatica, che i
giovani della F.G.EI hanno stilato al
termine dei loro lavori.
red.
I giovani evangelici, riuniti a Santa
Severa nel II congresso EGEI dal 31
ottobre al 2 novembre 1971, riconoscono che i due problemi fondamentali che hanno davanti sono oggi quello della confessione di fede e quello
di un impegno realmente anti-capitalistico. Sono altresì convinti che la
tensione fra questi due aspetti della
testimonianza cristiana non può essere espressa con delle definizioni compiute o approfondendo in modo verbale che cosa si intende per confessione di fede, ma che è in primo luogo la pratica a costituire la testimo
alle decisioni morali imposte dalle tra
Campagna abbonamenti 1872
i lettori troveranno un modulo di conto corrente postad’abbonamento 1972. Come abbiamo
All’interno
le per il versamento del canone
già comunicato, con vivo rincrescimento ci siamo visti costretti ad aumentarlo : L. 3.500 per l’interno e L. 4^00 per l’estero. Ci auguriamo che
i lettori desiderino, come noi, che il settimanale continui a uscire a 6
pagine, con le diverse rubriche che abbiamo avviato; siamo lieti che la
pagina’ di « Cronaca delle Valli » abbia ripreso quota, convinti che essa
interessi anche i lettori fuori delle Valli, come questi sono interessati a
ciò che avviene negli altri Distretti valdesi e nelle chiese evangeliche
italiane.
Mentre ringraziamo coloro che hanno già rinnovato il loro abbonamento, e in particolare chi ha aggiunto un offerta di solidarietà, invitiamo coloro che già lo possono a fare subito il versamento per il 1972,
senza attendere gli ingorghi di fine d’anno ; preghiamo di scrivere chiaramente e di indicare sempre il proprio codice di avviamento postale.
Ai sottoscrittori di nuovi abbonamenti - per se o per altri - il settimanale verrà già inviato fin d’ora.
L’Eco - Luce
nianza. Quindi riconoscono che la
tensione fra fede cristiana ed impegno
politico diventa reale e può essere
vissuta in modo significativo soltanto
avendo deciso di partecipare direttamente alla lotta che il proletariato
conduce contro l’organizzazione capitalistica di questa società, per la sua
liberazione.
Nel corso della discussione congressuale si sono individuati alcuni punti
che il congresso segnala allo studio
di tutti i gruppi, perché utile a chiarire il senso dell’affermazione precedente:
— nel giudicare la situazione socicy
economica e politica in cui viviamo è
necessario fare uno sforzo per andare
più a fondo della descrizione dei fenomeni, per fare una analisi chiara
delle classi e dei rapporti fra le classi
in questa fase dello sviluppo capitalistico, individuando nell’arco delle varie organizzazioni politiche quali sono
gli alleati e quali i nemici del proletariato;
— questo è necessario perché il nostro « stare dalla parte del proletariato » non può limitarsi ad una presenza passiva, a rimorchio delle masse,
per ripercorrere con esse tutta una
serie di esperienze negative, ma deve
essere una presenza chiarificatrice. In
altre parole, partendo dai reali livelli
di coscienza delle persone e dalle loro
reali contraddizioni, il nostro sforzo
collettivo deve essere quello di chiarire continuamente le situazioni, di
ricercare insieme perché succedono
certe cose, di saper distinguere le soluzioni che liberano realmente il proletariato e gli oppressi da quelle che
lo incatenano ancora di più, anche se
in modo meno appariscente; deve essere quello di collaborare all’organizzazione del proletariato perché le prime
siano raggiunte e le altre rifiutate;
— per svolgere in modo utile questo
ruolo aH’intemo del proletariato i
giovani evangelici riconoscono che la
teoria marxista rappresenta lo strumento più adeguato, sia perché fornisce gli strumenti per compiere quell’analisi di classe e dei rapporti di potere fra le classi, sia perché la teoria
marxista è la sintesi più ricca di una
serie di pratiche, cioè delle esperienze
storiche del proletariato, sia perché il
marxismo non si limita a denunciare
i mali di questa società ma cerca di
indicare un modo concreto per risolverli;
— afl’interno di questo lavoro che
è prioritario e fondamentale per tutti
i credenti che vogliono realmente essere « il sale della terra », i giovani
evangelici riconoscono la necessità di
esprimere la loro fede, di predicare,
di annunciare il Regno che viene, si
pongono il senso della preghiera e dell’adorazione. Sono consapevoli del
fatto che la fede non si esaurisce nella lotta per il socialismo, che la lotta
anti-capitalistica non ricopre la vocazione cristiana, ma sanno altresì che
la loro pratica sociale può essere arricchita dalla fede e che, viceversa, è
quella stessa pratica che può aiutare
la comprensione dell’evangelo e della
propria fede;
— per questo il problema principale non è decidere se lavorare all’interno o afl’esterno delle chiese, non è il
conflitto fra le generazioni aH’intemo
delle comunità, non è neanche il fatto
che le chiese siano « interclassiste »
come composizione sociale. Infatti è
necessario fare si che ogni ambiente
in cui ci troviamo, ogni contraddizione che incontriamo diventino una occasione per la predicazione, per la discussione collettiva, per la presa di
coscienza; per il chiarimento di idee
per tutti; è necessario cercare di dire
la verità in ogni situazione;
— ciò significa che oggi i giovani
non possono correre il rischio di assumere posizioni rivoluzionarie nella
società e allo stesso tempo lasciare le
cose come stanno all’interno delle
chiese, sulla base di tatticismi, di compromessi o nella semplice indifferenza. Non solo va denunciato il modo in
cui le contraddizioni che sono presenti nella società passano all’interno delle chiese, ma non può essere abbandonata neanche la discussione sul culto,
sulle varie attività delle comunità, sulla politica finanziaria attuata dagli organismi ecclesiastici, sulle strutture.
In modo più specifico un nostro
compito essenziale aU’interno della
lotta per il cambiamento delle strutture sociali e politiche consiste nel non
(Continua a pag. 6)
determinata da altre consi derazioni,
tra le quali le valutazioni personali, di
convinzione morale e religiosa, hanno
avuto la loro parte.
Dalle conversazioni avute con diecine di pastori e con responsabili delle
Chiese, nonché con il pubblico delle
riunioni cui ho partecipato, mi è parso di distinguere due orientamenti opposti: 1) In alcuni il timore di un diffondersi in Gran Bretagna defl’influenza della Chiesa Cattolica, con la sua
mentalità gregaria, la sua insofferenza
per la libertà della fede personale e la
sua inguaribile propensione ad una continua intromissione dell’Istituzione Ecclesiastica negli affari politici. 2) Altri
considerano il problema dall’ angolo
visuale opposto e ritengono che il protestantesimo europeo, rinforzato dalla
presenza nella Comunità delle due
grandi Chiese Britanniche, potrà assumere un nuovo ruolo, sia per quanto
concerne le chiese protestanti minoritarie (Francia, Italia, Belgio) alle quali
il protestantesimo britannico si sentirà
più vicino, con maggiori legami di solidarietà, sia per quanto concerne la vita
delle stesse chiese, ed in particolare di
quella Scozzese che risente assai dell’isolamento nel quale ha vissuto per
secoli e che i contatti ecumenici ad alto livello non bastano a correggere.
Sotto questo aspetto si ripropone, da
una parte come dall’áltra, la medesima
alternativa che si è posta _ in modo
drammatico in seno al partito socialista (Laburista) i cui deputati si sono
trovati divisi, ed in aspra polemica. Al
di sopra dei problemi di politica interna (dettati in gran parte da calcoli elettorali e più o meno opportunistici), il
rijlpr,-.T>-,q rip: lieti è di fons’dpfe
vole portata (come quello dei protestanti): Rimanere un partito britannico, evitando il confronto diretto, su più
larga scala, con i partiti cattolici ed il
comunismo dei paesi continentali, oppure accetta quel confronto e un ruolo
di più intima solidarietà del movimento socialista inglese con i partiti socialisti europei?
È putroppo deplorevole che il leader
del partito laburista inglese, Wilson,
che per circa dieci anni guidò il suo
partito, e poi il governo e la nazione,
verso l’Europa (urtandosi sempre contro l’intransigenza negativa del Generale De Gaulle), abbia cercato di imporre
al partito una linea del tutto contraria,
per motivi di opposizione al governo
conservatore. È però notevole che un
numero considerevole di deputati socialisti, tra i quali una delle figure di
primo piano, Jenkins, abbia rifiutato
la disciplina di partito, votando a favore dell’ingresso della Gran Bretagna
nel Mercato Comune. Oltre 90 deputati
laburisti hanno osato mettere in gioco
una eventuale rielezione e sfidare l’opinione dei Sindacati (Trade Unions) i
quali, hanno dimenticato, in modo
sconcertante, l’appello alla unità internazionale dei lavoratori...
Mi sia permesso rilevare, a questo
proposito, che la lunga battaglia parlamentare su questo argomento è stata,
non soltanto una di quelle che hanno
maggiormente appassionato il pubblico, ma anche una delle più accese ed
elevate che il parlamento inglese abbia
avuto negli ultimi anni. Non pochi
giornali del paese hanno affermato, e
ritengo a ragione, che l’istituzione parlamentare di questo paese, spesso citata ad esempio, ha vissuto, per alcuni
giorni, il suo momento migliore dall’epoca della guerra in poi.
* * *
Tornando alle Chiese, e in modo particolare alla Chiesa di Scozia, non mi
è riuscito di capire per quale ragione il
Sinodo, Nazionale (General Assembly)
di quest’anno (si riunisce ogni primavera a Edimburgo) si sia pronunciato
contro l’adesione della Gran Bretagna
al M.E.C., con uno spirito stranamente
nazionalistico, oserei dire addirittura
provinciale. Non ho incontrato che pochi pastori che condividessero appieno
tale atteggiamento e mi è stato detto,
a mo’ di consolazione, che esso è stato
controbilanciato dal parere diverso di
vari comitati, che si sono espressi in
modo assai meno isolazionista. Un autorevole professore della Facoltà Teologica di Edimburgo mi faceva notare
come non sia raro che le assemblee sinodali votino decisioni che i loro membri, presi uno ad uno, non condividono
pienamente o sulle quali avrebbero, almeno, molte riserve. Se questo .succede
il una delle più grandi chiese a regime sinodale... ci possiamo consolare
(continua a pag 6)
2
pag. -c
N. 47 — 19 novembre 1971
CHI È GESÙ CRISTO? - 4
Cristo, nostro Salvatore
Concludiamo la pubblicazione dei
messaggi che l’estate scorsa sono stati dati a Courmayeur, a cura della nostra comunità valdostana, e che hanno voluto essere una testimonianza
resa in risposta all’interrogativo: Chi
è Gesù? red.
Le parole dei Samaritani descrivono
bene ciò che Lutero chiama « il miracolo della fede »; credere che Gesù Cristo
è il Salvatore del mondo! — Ma non
possiamo pensare a questa definizione
« Gesù Salvatore » se non col desiderio
intenso di poter conoscere noi stessi
questo miracolo... E se anche, noi abbiamo già ricevuto il dono di questa fede, chiediamo a Dio di confermarcelo
ancora e di rinnovarlo in noi ogni giorno perché per vivere abbiamo bisogno
di essere sempre fortificati nella fede
in Cristo Salvatore... e tutti gli uomini
hanno bisogno di questa fede perché
« in nessun altro è la salvezza — dice
l’Apostolo Pietro — perché non vi è sotto il cielo alcun altro nome per il quale noi abbiamo ad essere salvati » (Atti
4: 12).
Ma perché Gesù è il Salvatore? E
com’è che Egli « salva il mondo? » —
Per rispondere a queste domande bisogna partire dalla premessa che il
mondo si trova in un gravissimo pericolo dal quale deve essere « salvato »:
questo pericolo è il peccato in cui il
mondo è precipitato e la conseguente
collera di Dio.
Non ci è, evidentemente, possibile
parlare qui del peccato se non per sommi capi; esso è un atto consapevole e
responsabile, compiuto volontariamente dagli uomini in opposizione alla volontà di Dio (Gen. 3)... perciò non soltanto ogni singolo atto peccaminoso
ma un atteggiamento di disubbidienza
e di rivolta continua contro Dio. Da esso derivano tragiche conseguenze per
la vita ed il destino degli uomini: perdita della libertà (gli uomini diventano schiavi del peccato); il loro intelletto e la loro coscienza sono turbati sì
da non poter più discernere né fare la
volontà di Dio. Tutti nasciamo nel peccato e siamo, per natura, inclinati al
male ed incapaci di alcun vero bene. —
La rivolta contro Dio ha anche spezzato la comunione dell’uomo con l’uomo;
ha fatto sorgere l’invidia e l’odio dai
quali provengono le lotte e le guerre
che insanguinano il mondo. «Tutti sono sotto il peccato » — « non vi è alcun
giusto, neppure uno » (Rom. 3: ?-10).
Ne deriva che tutta la creazione è
« sottoposta alla vanità »... perfino il
suolo è maledetto per colpa dell’uomo,
la cui vita si svolge piena di affanni,
fatiche, insuccessi, pericoli (Rom. 8: 22)
La conseguenza ultima e più grave del
peccato è la morte (Rom. 6; 23).
* * *
Ora chi « trarrà il mondo da questo
corpo di morte? » (Rom. 7; 24). Gli uomini non possono salvarsi da sè. Ma
Dio, « che è ricco in misericordia, per
il grande amore del quale ci ha amati,
anche quando eravamo morti nei falli,
ci ha vivificati in Cristo » (Efes. 2: 4-5).
Dio, nella persona del suo unigenito Figliuolo Gesù Cristo, viene a noi, che
non possiamo andare a Lui e ci salva.
Dio, nella sua sovranità e nel suo amore, ci concede la grazia in Cristo.
Questo atto di grazia non era stato
senza annuncio nell’Antico Testamento
(si veda: Geremia 31: 3; Salmo 32; 1-2;
Michea 7: 18-19 e molti altri).
Tutti questi passi presentano il perdono come un atto libero e misericordioso di Dio, per il quale Egli non compie il suo giudizio ma copre e toglie
via il peccato per ristabilire la sua comunione con l'uomo e dargli la salvezza.
Il perdono diviene così una promessa
ed un pegno della salvezza finale, quando sarà ristabilita rarinonia dei rapporti tra Dio e gli uomini, distrutta dal
peccato. — Vi fu, perciò, nel popolo di
Israele una viva attesa nel compimento di questa promessa legata alla venuta del Messia. Ne abbiamo degli echi
nel « cantico di Zaccaria » (Luca 1 ;
68-77).
* * *
Gesù, fin dal principio del suo ministero, ha avuto chiara coscienza di essere venuto per manifestare al mondo
l’amore di Dio e salvarlo (Giovanni
3: 16-17).
— Quest’opera di salvezza, che Gesù
compie, ha un senso ed un valore universalistico: Gesù non è venuto a salvare solo un popolo in particolare (il
popolo d’Israele) nè solo alcuni individui particolarmente spirituali ma il
mondo cioè l'umanità concepita come
totalmente e globalmente perduta e
perciò tutta bisognosa di salvezza.
Qltre alle affermazioni di Gesù già
viste sopra, abbiamo quella dei Samaritani (Giov. 4: 42: « Sappiamo che
questi è veramente il Salvatore del
mondo ») e quella dell’apostolo Giovanni: « Noi abbiamo veduto e testimoniato che il Padre ha mandato il suo
Figliuolo per essere il Salvatore del
mondo » (1 Giov. 4: 14). — La salvezza
esce cioè dagli stretti confini dell’individualismo e del particolarismo per
estendersi a tutto il creato.
C’è inoltre ancora da rivelare che Gesù è « salvatore » non in quanto risolve
una particolare situazione di pericolo
limitata nel tempo ma in quanto, con la
sua croce. Egli riscatta l’uomo dalla
condizione di peccato e di perdizione.
Il pericolo grave, da cui gli uomini devono essere salvati, non è tanto di natura umana o storica ma è 1 ira e la
condanna di Dio.
Dice S. Paolo: « Dio ci giustifica gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù »
(Rom. 3: 23-24).
Qra, se da un lato, l’opera della salvezza è pienamente compiuta per noi
nel presente in Cristo (Rom. 5: 1-2; 1
Corinzi 1; 30) ed Egli può essere detto
nostro « salvatore » in quanto questa
salvezza l’ha già realizzata (2 Timoteo
1; 9-10), d’altra parte questo titolo di
« salvatore » si riferisce anche all’opera di Cristo nel futuro (vedi Filippesi
3: 20). È nel giorno del Suo ritorno e
del giudizio che Gesù si riivelerà pienamente come « salvatore » dei suoi in
quanto li farà scampare alla grande
prova (Romani 5: 8-10). Siamo quindi
«salvati in speranza» (Rom. 8: 24).
E, infine, essenziale per noi ricordare
che, in quanto nostro riconciliatore con
Dio nella sua morte e nostro Salvatore
nel suo ritorno, Gesù è anche nostro
Signore e Maestro. Egli non è una divinità cui ci si possa rivolgere solo per
ottenere aiuto nei momenti di bisogno
ed a cui si debba, in cambio, recare
offerte e devozioni: Egli è il «maestro»
che ci parla, è il « signore » che vuole
essere ubbidito. — Da ciò appare quanto importante sia la nostra fede in Lui.
Essa deve, naturalmente, anche produrre dei frutti che esprimano la nostra riconoscenza a Dio per il dono della salvezza.
Può essere, infatti, interessante sapere ciò che pensiamo di Gesù... chi
Egli sia, per noi; ma dobbiamo anche
chiederci: cosa facciamo della sua Parola e della sua Vita? — La generazione presente, si dice, sia o diventi sempre più indifferente... Ci saranno molte cause di questo... una potrebbe essere la incoerenza dei cristiani, la nostra, tra l’insegnarriento e la vita di
Cristo e l’uso che ne facciamo nella nostra vita. — Dobbiamo quindi vigilare
sulla nostra condotta perché non avvenga mai che con la nostra vita contraddiciamo l’insegnamento di Gesù nostro « Maestro, Signore e Salvatore ».
Giovanni Peyrot
limillllllllllllllll'UIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIMMIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
COLLEGIO VALDESE
Notiziario Evangelico Italiano
Spigolando nella stampa evangelica
Un corso del past. Ricca
suirintercomunione
Il Comitato del Collegio Valdese e
della Scuola Latina, in accordo con il
presbiterio della Val Pellice, è lieto di
annunciare il secondo ciclo di lezioni
di teologia, predisposto con i professori della Facoltà Valdese di Teologia di
Roma. Esso sarà tenuto dal pastore
Paolo Ricca di Torino, sul tema: « L’intercomunione », e avrà luogo a Torre
Pellice, presso la Foresteria Valdese,
dal 22 al 26 novembre, alle ore 20,45.
Il pastore Ricca terrà infine una conferenza, la domenica 28 c. m. alle 16,30,
presso la Foresteria Valdese, conferenza che concluderà le lezioni della settimana.
Il Comitato desidera fin d’ora ringraziare il pastore Ricca per la sua cortese collaborazione.
Il Comitato
del Collegio Valdese
e della Scuola Latina
** Crociata dcll^Evangelo^*
Il bollettino mensile dell’omonima
organizzazione ci dà notizia del convegno della «Crociata» a Trieste, il 18
settembre scorso, a cui hanno preso
parte i collaboratori della zona con
quelli del Veneto, Friuli, Trentino. E
stato esaminato il lavoro svolto nella
zona, illustrandolo con diapositive, in
una giornata di comunione fraterna.
Un altro convegno si è avuto in Toscana (a Campo Bisenzio) con la partecipazione dei collaboratori della Liguria,
Umbria, Marche ed Emilia.
Il periodico dà notizia di un lavoro
svolto tra i fanciulli che ha avuto un
buono sviluppo; nel mese di giugno sono stati compiuti 65 corsi biblici. Inoltre è stato pubblicato un opuscolo con
un racconto per ragazzi e illustrazioni
a colori; è intitolato « La palla contesa» e porta una cedola per la richiesta
di un corso biblico. L’opuscolo si può
chiedere in numero di 100, 250, 500, 1000
copie a Crociata dell’Evangelo, V. Palestre 30, Roma.
« La Crociata » invia pure, gratuitamente, a coloro che hanno interesse
per l’Evangelo, il giornalino « La via
della vita », da chiedere all’indirizzo
sopraindicato.
"Il Testimonio^*
Il periodico bimestrale dell’Unione
Battista, reca in copertina la foto del
nuovo locale di culto a S. Marzano sul
Sarno, inaugurato dalla Comunità locale nell’aprile scorso.
Comunica inoltre che l’Associazione
degli Evangelici per le Missioni italiane, dur.-mte l’Assemblea di Worcester
Mass. (USA) ha designato per quest’anno, nella citazione onorifica dell’uomo
delTanno che si è distinto nel lavoro
per la causa del Regno, il Pastore di
Napoli Salvatore Tortorelli, particolarmente per l’opera da lui svolta a favore dell’ospedale evangelico di Napoli,
del cui comitato il past. Tortorelli fu
presidente per 15 anni.
In luglio si è riunita a Rivoli la Missione Battista in Italia che ha riconfermato alla sua presidenza il Missionario Merrit, come segretario il Miss.
Anderton. In questa riunione è stato
deciso che la direzione del Liceo linguistico di Rivoli sia assunta dal Dr.
A. Craighead.
La Casa di Riposo « Villa Grazialma »
di Avigliana (Torino) ha festeggiato il
suo primo decennale con un culto di
ringraziamento, presenti anche altre
comunità del P)e;i,j3nte. Questa istituzione sorse nel 1947 per la necessità
di fornire un ricovero a due fratelli anziani. Alla prima offerta per questo inizio, altre ne seguirono, culminanti con
la donazione della villa all’UCEBI. Nel
1961 fu inaugurata la casa di riposo;
nel 1963 fu ingrandita. Durante il suo
primo decenno circa 200 anziani di varie denominazioni evangeliche vi furono ospitati, trovarono serenità, cure e
riposo, nonché assistenza spirituale.
Qra si desidera costruire una sala di
culto.
Villa Grazialma è alla ricerca di una
sorella in fede, infermiera, che possa
portare un fraterno aiuto alla Casa.
La Missione Battista in Italia ha installato recentemente a Roma, Via
iiiniMiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimimimiiimiMiiiimiiimiiiiimMiiiinmiiimiiiiiiiiuiiiiiiiimimiiiiMiuiiiiiiiiiiimiiiiiimiii
S. SEVERA - II CONGRESSO F. G. E. I.
Gli ordini del giorno votati
Repressione
Il II Congresso FGEI, tenutosi in
S. Severa dal 31 ottobre al 2 novembre 1971,
constatato il clima di repressione sociale, politica ed economica in atto nel
paese,
chiede ai gruppi locali di partecipare
attivamente o di farsi promotori nei
confronti di quelle iniziative tese a sostenere le vittime di tale repressione e
impegna il Consiglio a fornire ai gruppi la documentazione necessaria, e a
dare il suo appoggio alle iniziative a
carattere nazionale. (Unanimità).
Il II Congresso EGEI...
constatato che il generale clima di
repressione in atto nella società ha i
suoi contraccolpi anche in seno alle
chiese,
invita ogni gruppo ad analizzare la
propria situazione denunciando i casi
più gravi di repressione ecclesiastica
al Consiglio, al fine di far luce .sugli influssi non certo evangelici, ma di classe che ispirano tale repressione. (1 contrario, 1 astenuto).
« Nuovi Tempi »
Il II Congresso EGEI...
vista la non facile situazione economica del settimanale Nuovi Tempi, e la
sua funzione essenziale in seno al protestantesimo italiano e nel campo della
informazione alternativa,
delibera per l’anno venturo che il
10% delle entrate ordinarie della FGEI
siano destinate al detto settimanale,
e chiede che per quest’anno il Consiglio invii un adeguato aiuto economico,
compatibilmente con le esigenze della
FGEI. (3 contrari, 4 astenuti).
Brennero 35, il Centro Battista Radio.
Esso occupa un piano di una villetta a
Monte Sacro e si compone di una vasta
sala di registrazione, di una sala di regia, di un ufficio per la direzione, della
nastroteca e dell’ufficio spedizioni. In
questo studio viene preparato il programma « La via maestra » trasmesso
il venerdì alle 22,15 da Montecarlo. Qui
si preparano le corali per i culti radio
al servizio di tutte le chiese evangeliche. Il programma immediato comprende la preparazione di musicassette con messaggi e canti evangelici, la
sonorizzazione di films e diapositive, la
registrazione di tutti i cantici dell’Innario per il culto radio, cantati da un
coro interdenominazionale in preparazione.
Lo studio lavora senza soste perché
numerose sono le richieste dalle chiese evangeliche italiane. Lo dirige Stanley Crabb. Egli dice che i metodi tradizionali di predicazione tendono a tramontare ma che la necessità di annunziare Tevangelo rimane: conviene quindi ricorrere ai mezzi di comunicazione
di massa, come radio e televisione che,
senza bisogno di tempi e spazi speciali,
possono raggiungere l’uomo dovunque
si trova.
"¿a voce dei Vangeio**
Questo periodico di informazione e
cultura evangelica raccomanda una novità per chi ama la parola di Dio ed è
molto occupato: la lettura integrale
dell’evangelo di Giovanni con musiche
di sottofondo, che è possibile ascoltare
mentre si lavora o si è in viaggio. Si
tratta di due musicassette della durata
di un’ora ciascuna, al prezzo di L. 5.000.
Oppure un nastro di due ore complete,
allo stesso prezzo.
Si può ordinarle a « La voce del Vangelo », c.c.p. 1/11740, Roma.
**Boiiettine C«E.S.Es**
Il ciclostilato del Centro Emigrazione siciliana in Europa (opera della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia, con sede in Palermo) dedica una
pagina del fascicolo luglio-settembre
ai figli degli emigranti che sono uno
dei problemi più gravi dell’emigrazione.
Spesso i bambini che hanno il padre
o i genitori all’estero, trovano una grande difficoltà ad inserirsi nell'ambiente
scolastico e rimangono isolati, essendo
considerati incapaci o minorati; in
realtà sono poveri, con tutte le conseguenze che questo comporta.
I giovani del C.E.S.E. hanno pensato
di riunire nei locali del Centro alcuni
di questi bambini in difficoltà, per dare
loro un luogo dove sentirsi a proprio
agio passando alcune ore serene di gioco e studio. Questo lavoro, iniziato in
maggio, continua dopo una interruzione estiva. Ai bambini che non riuscivano a inserirsi tra i loro coetanei più
felici, si è cercato di dare fiducia in se
stessi e interesse per le cose. I bambini continueranno ad essere seguiti anche quest’anno mentre frequenteranno
le scuole.
**Vece Metodista**
Il mensile della Chiesa Metodista
commemora, per la penna di M. Sbaffi,
il Pastore Emanuele Bufano, deceduto
nel mese di luglio nella comunità di
Piacenza da lui diretta per molti anni.
In settembre si sono riuniti a Ecumene i pastori e gli evangelisti della
Chiesa Metodista per uno scambio di
idee sui problemi delle comunità, sui
rapporti federativi ed ecumenici.
In agosto, a Grottaferrata (Roma)
presso il convento delle Francescane,
si è svolto un incontro ecumenico per
il rinnovamento delle comunità religiose. Vi partecipavano anche alcune
diaconesse protestanti, e per tale presenza il pastore Mario Sbaffi fu invitato a tenere un culto insieme col past.
Scuderi, al quale hanno partecipato anche le cattoliche.
L’evangelista Giuseppe Anziani, dopo
13 anni di ministerio nella comunità di
Alessandria, è stato trasferito a Cremona per curarvi la comunità locale e
quella di Piacenza. L’opera del pastore
Anziani è stata vasta e feconda nelle
chiese del sud Piemonte.
Inda Ade
Una meritata onorificenza
Su “Il Vincolo”, bollettino delle comunità metodiste di Cremona e Piacenza, abbiamo letto con interesse
questa notizia:
Sabato 23 ottobre, durante la manifestazione per l’assegnazione del
premio nazionale di poesia « Città di
Piacenza », svoltasi presso il Palazzo
Trattenero, è stata consegnata alla
Signora Elisabetta Hopffer Bufano
(vedova del nostro compianto pastore Bufano) una ricca medaglia d’oro
con la seguente motivazione: « A ricordo della intensa attività culturale
svolta dal Prof. Emanuele Bufano,
Rettore Magnifico della Università
Popolare di Piacenza ».
iiniMiiiiiimiiimimiiiiiiiiiiiMiiiiMimiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiimmiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiMiimiiiiiimiMMiiiiiuiiimin
La missione sanitaria
dell’Esercito della Salvezza
Cadetti
Il II Congresso FGEI...
impegna il Consiglio ad occuparsi attivamente del problema dei cadetti, a
prendere le iniziative necessarie per curare in profondità questo settore, e a
riferire in merito al prossimo congresso. (Unanimità).
Razzismo
Il II Congresso della FGEI...
in linea con l'appoggio dato all’azione per la lotta contro il razzismo,
decide che il consiglio invii una cifra
adeguata al fondo del CEC, costituitosi
in favore di tale lotta, compatibilmente
con le esigenze della FGEI, e comunque in misura non inferiore alle L. 50
mila. (1 contrario, l astenuto).
Relazione del Consiglio
Il II Congresso della FGEI....
dispone che per il prossimo congresso FGEI la responsabilità della relazione di gestione sia assunta dall'intero consiglio e non venga delegata al
solo segretario. (3 astenuti).
Redazione GE
Il II Congresso della FGEI.,..
ringrazia il pastore Giorgio Bouchard, la redazione e Tamministriìzione uscenti di GE per l'azione puntuale
e incisiva che grazie a loro la rivista
ha svolto olTrendo al movimento giovanile evangelico prospettive di chiarificazione teorica c di intervento nella
realtà, all'interno della quale esso potesse misurare la propria scelta di classe e la propria vocazione di fede. (2
contrari).
Giovedì 4 novembre alle óre 21, nel salone
della Foresterìa Valdese ha avuto luogo una
conferenza sull’opera missionaria dell’ Esercito
della Salvezza, nella Nuova Guinea e in India.
Il tenente Commissario Henry Warren, con
la signora, danese di nascita, compie tuttora,
a Londra, un’opera impegnativa come preside
della scuola militare, preparando 200 giovani
ufficiali, pronti a servire in qualunque parte
del mondo.
I commissari Warren hanno fatto un giro
in Italia: a Roma, Napoli e Torino. Giovedì
in questa città hanno tenuto una riunione all’aperto e numerosissimi furono gli ascoltatori
per due ore intere. Ed eccoli a Torre Pellice. In inglese, tradotta dalla Colonnella Vinti,
la Commissaria ci fece partecipi della sua felicità, di sentirsi in mezzo a noi. uniti come
figliuoli di Dio, uno in Cristo! Da due anni
circa sono tornati in Inghilterra, da Bombay,
dove sì erano stabiliti non nei quartieri ricchi
della città ma in un quartiere molto affollato
da musulmani, buddisti e gente di ogni fede,
tutti uguali nella povertà.
Alla vigilia della loro partenza ci fu una
grande adunanza: i marciapiedi erano pieni di
gente, i loro « vicini dì casa », poiché tutta
quella misera umanità ci passava le notti. Alcuni si alzavano molto presto; ma un povero
vecchio ci rimaneva a lungo anche di giorno,
essendo malato e alcoolizzato (non da un alcool come il nostro, ma molto peggiore, un
vero veleno!). Per l’ultima volta l’amica del
popolo rivide Sing come addormentato e slava
per andarsene senza risvegliarlo quando Sing
la chiamò: «Madre! Madre! se tu mi passi
accanto così, senza una parola, allora vuol
dire che anche Dio può abbandonarmi! ». Sing
morì ])oco dopo.
La gente indiana guardava ai servitori di
Dio aspettando qualcosa da loro, come lo zoppo che cliiedeva l’elemosina al tempio di Gerusalemme.
Dopo la lettura del passo d Isaia 35: «Il
deserto c la terra arida si rallegreranno, la
solitudine gioirà e fiorirà come la rosa. Essi
vedranno la gloria deirEtcrno, la magnificenza del nostro Dio ». il commissario Warren
prese la parola. Cresciuto in India, dove i genitori erano missionari, ad ogni ritorno in Inghilterra, notava molti cambiamenti sociali.
Sempre più lìumerose le persone che lavorano negli ospedali, nelle scuole, nei villaggi.
L’attività evangelistica rimane sempre la
principale: le opere sociali, sono « la mano »
che mette in effetto il lavoro evangelistico.
In India, nel Pakistan il quadro è più
complicalo, con la diversità di dialetti, di lingue. di razze e fu una nuova esperienza, non
facile ma s}>esso dìveiienle cercare di capirsi
con poche parole inglesi, un tenue legame!
Gli ufficiali dell'Esercito della Salvezza percorsero Pinterno del paese, in carri trascinati
da buoi, in jeep su terreni scoscesi, a piedi.
Sempre erano accolti nei villaggi con collane
di fiori. Dappertutto, .sofferenti, madri e bambini erano curali in molti ospedali e ambulatori. Quando una persona vi è ricoverata, tutta la famiglia la segue, e ne aspetta pazientemente la guarigione. Pochi ricchi, una moltitudine di poveri tubercolotici. Curare è più
facile che predicare, poiché il governo indiano non permette agli uomini dì cambiare religione. Le missioni non sono più apprezzate,
eccetto coloro che aiutano, e sempre più sì
cura Paddestramento di indiani.
La coppia Warren si recò anche in Australia dove un’opera di evangelizzazione si
attua in mezzo agli aborigeni. La Nuova Guinea è controllata in parte dall’Australia e in
parte dallTndonesia. I Papua sono intelligenti, sinceri, leali, pronti ad apprendere e molti giovani vengono preparali al pastorato. Due
o tre generazioni fa erano ancora primitivi e
cannibali, ora, sotto la potenza divina si trasformano in meravigliose personalità ; trasformate le famiglie, intere tribù, animali di
un forte spirito d’indipendenza.
La proiezione del film a colorì parlato in
italiano e girato in vari o.spedali salutisti, dal
tìtolo « Il miracolo della collina medica » ci
fece realizzare quanto, ancora oggi, sia vasto
il compilo missionario nel mondo. Nell’India
meridionale, su un’alta collina sorge Po.spedale Emma Booth, che ebbe inizio quando la
figlia di William Booth stava visitando un distretto miserabile. La visilatrice si accostò ad
una donna moribonda, che diede la luce ad
una bambina. Ebbe ancora la forza di supjdicare: «Prendetevela voi. promettetemi di
curarla ». La promessa fu mantenuta e la piccola orfana Indiana diventò dottoressa.
11 doti. Williams fece opera di pioniere, e
subito l’ospedale fu affollato di bambini deformali dalla malnutrizione, da adulti e persone anziane, da infermi, ciechi, lebbrosi, casi spaventosi di elefantiasi.
11 film a colori ci trasporta in quel continente incre<libilmente vasto e popolato. Gli
strumenti ili lavoro permettono agli specialisti di compiere miracoli. Si assiste ad es. olropcrazione di cataratta su di un povero pescatore che doveva ormai accontentarsi di
ascoltare la voce del mare.
La moglie aveva .sentito parlare delKospcdale oramai diventato famoso, e quando il chirurgo ebbe tolto la cataratta spe.ssa e rotonda
come una gros.sa perla, pochi giorni dopo An
G. Jali.a
(continua a pag. 6)
3
19 novembre 1971 — N. 47
pag.
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
Una dichiarazione unanime
del Consiglio della Chiesa presbiteriana d’Irlanda
Si agorava la situazione nell'Ulster
Diffusa dal Publications and Information Office della Chiesa presbiteriana d'irlanda, ci è giunto il testo di
questa dichiarazione adottata all'unanimità, il 21 ottobre scorso, dal General Board, o Consiglio sinodale della
Chiesa presbiteriana d’Irlanda, la quale conta 400.000 membri in ogni parte
d’Irlanda, anche se soprattutto nell’Ulster, dove costituisce la denominazione protestante più numerosa. Pubblichiamo questo documento relativo a
una situazione che nel frattempo è andata ulteriormente aggravandosi.
1. - Con vivo dolore dobbiamo nuovamente esprimere la nostra simpatia
per tutti coloro che hanno patito lutti, offese o perdite negli ultimi mesi,
in seguito al persistere della violenza
neirirlanda del Nord; e la nostra ammirazione per tutti coloro — soldati,
polizia e civili — che hanno conservato la disciplina e il senso del dovere
civile di fronte a derisioni e attacchi
ripetuti.
2. - Riconosciamo con gratitudine
che l’esercito e la polizia, nell’Irlanda
del Nord, sopportano l’urto di un attacco, sia con bombe o pallottole a
tradimento, sia da parte di folle in
rivolta, e che, senza di loro, il nostro
paese piomberebbe nella guerra civile.
Attacchi alle forze costituite della legge e dell’ordine sono giustamente sentite dai cittadini ligi alla legge come
attacchi a sé stessi, che rendono ogni
giorno più profondi i loro sospetti e
le loro divisioni, non solo riguardo ai
terroristi, ma anche a tutti coloro che
passan sopra a simili violenze od assassini, o li nascondono.
3. - Esprimendo la nostra profonda
preoccupazione che i rispettivi Governi adempiano il proprio obbligo di
proteggere le persone imprigionate o
in campi di concentramento, da costrizioni o violenze inutili, riconosciamo quanto sia difficile separare la
verità dalla propaganda falsa o esagerata, in questo campo; perciò siamo
grati per le investigazioni della Inchiesta Compton!
Poiché auspichiamo una pronta fine
delle misure di internamento e del
ruolo attuale dell’esercito nell’Irlanda
del Nord, dobbiamo sinceramente dichiarare che Finiziativa, per raggiungere questo scopo, sta principalmente in un’azione efficace per fermare e
smascherare i terroristi da parte della comunità in seno alla quale o pala quale di solito operano.
4. - Noi facciamo presente colla massima urgenza ai Governi di Belfast,
Dublino e Londra i pericoli anche
maggiori che sorgono dal sentimento
continuo di mancanza di sicurezza
nell'Irlanda del Nord e sui suoi confini; e dalle limitate misure di protezione per i pacifici cittadini nelle proprie case, nelle vie, e nei loro affari.
Chi ignora o denigra l'ondata crescente di risentimento non fa che travisare un controllo che in qualsiasi altro
caso avrebbe ricevuto un encomio.
5. - Avendo ripetutamente affermato
il nostro appoggio_ a che si elimini
ogni legittimo motivo di lagnanza negli sforzi per creare una comunit \
unita e prospera nell’Irlanda del Nord,
su una base di uguaglianza, di giusti
zia e di riforma, siamo lieti di prender nota dell’impegno e degli sforzi,
anche se imperfetti, dei Governi dell’Irlanda del Nord e del Regno Unito
per raggiungere questi scopi. Dobbia
mo però affermare chiaramente che
qualsiasi fiducia nella generale buona
fede politica della minoranza religiose e politica dell’Irlanda del Nord dipende dalla sua reale ripulsa del dinamitardo e del terrorista, con gli atti
e non solo a parole, e dal rifiuto di
sfruttare, sia direttamente sia indirettamente, il loro terrorismo per un
vantaggio politico.
6. - Così come abbiam cercato di riconoscere le carenze religiose e politiche nella nostra propria comunità, e
il modo in cui gli eccessi della folla
e degli estremisti hanno indebolito o
screditato le cause e le istituzioni che
molti avrebbero care; così chiediamo
un simile riconoscimento di carenze e
di colpe da parte dei nostri concittadini Cattolici Romani, specialmente in
questo momento, se dobbiamo avere
una vera speranza di ricominciare
daccapo insieme.
7. - Riaffermiamo il nostro dovere,
come Cristiani, di ricercare le vie della pace e della carità verso tutti, in
lealtà alla verità e fede in Dio. Mantenere questa nostra posizione di
fronte a tutto ciò che sta succedendo,
agli assalti prolungati contro la vita,
la proprietà e le libertà costituzionali,
e all’amarezza, all’ira e alle paure che
sorgono in noi per tentarci, può essere al di sopra delle forze umane, ma
non della potenza che Dio ha di fortificarci in Cristo.
21 ottobre 1971.
Le Chiese svizzere
e II razzismo
Ginevra (bip). - Il Consiglio ecumenico delle Chiese ha sollecitato i suoi
membri a contribuire al Fondo speciale che ha istituito per sostenere le
attività umanitarie dei movimenti di
lotta antirazziale del mondo intero.
Prima di dare la sua risposta, la Federaziqne delle Chiese protestanti della Svizzera ha preferito interpellare le
Chiese cantonali. H Concistoro della
Chiesa nazionale protestante di Ginevra ha così dichiarato: « Siamo coscienti che non possiamo limitarci a dichiarazioni verbali. Il nostro aiuto alle
vittime del razzismo deve concretizzarsi con vari mezzi, con l’impegno personale, comunitario e finanziario. Pur
comprendendo i motivi che hanno spinto il CEC a aiutare in primo luogo le
vittime del razzismo bianco, ci auguriamo che il CEC estenda il suo appoggio
a altre vittime del razzismo (ebrei in
Europa orientale, cristiani in Sudan,
ecc.). Sul piano locale, nota il corpo
vastorale, la decisione del CEC, ci impegna sia ad accogliere e aiutare direttamente le vittime attuali del razzismo
e sia ad agire a favore del rispetto degli stranieri che vivono fra noi ».
Il CEC in alternativa aiie saper putente
Bossey (soepi) — In quale misura i
cambiamenti avvenuti nel mondo hanno toccato il movimento ecumenico,
ed in modo particolare il Consiglio
ecumenico delle Chiese?
A questa domanda posta al pastore
E. Carson Blake in occasione della
inaugurazione del XX semestre del
Centro universitario di studi ecumenici di Bossey (Ginevra) orientato s ■
la « Partecipazione al cambiamento »
il segretario generale del CEC ha risposto che « i cambiamenti sopravvenuti durante gli ultimi 25 anni sulla
scena mondiale hanno probabilmente
costituito gli elementi più dinamici
del programma del Consiglio ecumenico delle Chiese. L’affermarsi, dop )
la seconda guerra mondiale, delle du i
super potenze che hanno invano cer
cato di farsi arbitra deU’nrnanità intera, ha permesso al movimento ecumenico di porsi come un’idiernatIva a
ideologie rivali e distruttrici ».
« D’altra parte, il CEC ha visto raddoppiare il numero dei suoi membri,
che sono oggi 252 Chiese. Il fatto poi
che la maggioranza dei nuovi membri facciano parte dell’Europa orientale e dell’Africa ha a sua volta mo
iimiiiiiiiimiiiiniiiiiiniiiiiiiiiiiiiiminiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiHmmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiii
Verso l'unione presbiteriana nell'Africa meridionale?
Pretoria (bip). - Durante la sua Assemblea generale in Rhodesia, la Chiesa presbiteriana dell’Africa meridionale ha approvato il progetto che auspica l’unificazione delle tre principali
Chiese presbiteriane dell’Africa del sud.
Le altre due Chiese sono quella presbiteriana bantù, che deriva dalla Chiesa
iiiiiiiiiiiiiiimiiimi
II,..........................mi...................................
SECONDO HELDER CAMARA
Sottosviluppo e miseria
Rio de Janeiro (kipa) - Al suo arrivo
a Rio de Janeiro, proveniente dall’Europa dove aveva partecipato a una riunione dell’Istituto internazionale per la
pace, di Stoccolma, Helder Camara, arcivescovo di Olanda e Recife, ha dichiarato alla stampa che « il sottosviluppo
è il nuovo nome della miseria e uno
dei nuovi nomi della guerra ».
Nel corso della riunione di Stoccolma il prelato aveva detto, in particolare: « I risultati del sottosviluppo sono equivalenti agli effetti della guerra
nucleare e bio-chimica, poiché provocano la miseria e la fame, che sono le
cause di vita sub-umana, di emarginazione e di fatalismo, poiché producono
in milioni di esseri deformazioni fìsiche, psicologiche e morali ».
La miseria dev’essere considerata
una situazione simile alla guerra; « se
lo sviluppo è il nuovo nome della pace.
t! sottosviluppo è il nuovo nome della
miseria e uno dei nomi della guerra ».
Ha poi proseguito dichiarando che
« il terzo mondo vive schiacciato fra il
capitalismo e il socialismo i quali, malgrado tutte le barriere che li separano,
sono capaci di giungere a un accordo,
dimenticando le rispettive ideologie,
per suddividere il biondo in zone d’influenza ».
- Dopo aver ricordato che « l'abisso
esistente fra i paesi industrializzati e le
nazioni in via di sviluppo era sostanzialmente il risultato delle ingiustizie
della politica economica internazionale », mons. Camara ha concluso: « È
indispensabile denunciare le cause
principali della miseria: il colonialismo
interno, la ricchezza delle minoranze
derivante dallo sfruttamento di esseri umani nel terzo mondo e il neocapitalismo che ispira la politica estera
delle grandi potenze ».
scozzese, e la Chiesa presbiteriana
Tsonga, fondata da missionari svizzeri.
Il lato positivo di questo progetto è
dato dal fatto che i neri diventerebbero maggioritari nella futura Chiesa presbiteriana. In effetti, l’unione fra la
Chiesa presbiteriana dell’Africa del sud
— che conta 60 mila membri, di cui 19
mila neri — e le altre due Chiese anzidette, formate unicamente da neri, porterebbero il loro numero a 150 mila,
dando in questo modo ai neri una maggioranza di 4 a 1.
Questo fattore ha suscitato opposizione al progetto da parte di certi presbiteriani bianchi sia della Rhodesia
che della repubblica del Sudafrica. Tuttavia sette presbiteri su nove si sono
pronunciati a favore del progetto. I
voti espressi son 53.235 contro 7.332.
D’altra parte, la Chiesa presbiteriana
bantù dovrà ancora dare la sua approvazione definitiva prima che questo
progetto venga posto in esecuzione.
itmiimmmmmimmmmmmmmimmimiiiimimMi
NEGLI U. S. A.
Numero record
di donne pastori
Settantadue donne si preparano al ministero pastorale nella Chiesa presbiteriana unita negli USA, che ne ha già consacrate 103
suirinsieme del suo corpo pastorale che conta 13.151 membri. A sua volta il vescovo anglicano di Toronto, Snell, ha conferito la piena
consacrazione pastorale a M. Pezzack e a B.
Shanley, le quali hanno ora il diritto di votare in sinodo, di predicare e di amministrare i sacramenti.
iiiiimiMiiiiiiiimiiiiimiimiiiiMiimiin
miiiimmiiiiiiiiiiinniiiiiiMiinmmnmiiiiiiiiiiiiiii imiiiniiiiiimiiMimiiiiiiimiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiMiiiimiimiiiiiiiiiiiiiiiim
dificato la composizione dei comitati e
del personale del CEC », ha proseguito Blake.
Prima di rispondere alle numerose
domande poste dai 40 studenti iscritti
a questo nuovo semestre universitario
di Bossey, il segretario generale del
CEC, concludendo il suo discorso ha
detto che « la terza causa di cambiamento è dovuta al fatto della nuova
posizione ecumenica della Chiesa cattolica romana, uscita dal Concilio Vaticano II ».
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Le Chiese e II regime
sudafricano
Pretoria (soepi). - Il primo ministro
Vorster ha dichiarato ai rappresentanti delle nove chiese sudafricane appartenenti al CEC che egli non è attualmente disposto a permettere — a qualsiasi titolo — a una delegazione del
CEC di entrare nel paese.
Nel giugno scorso, il previsto colloquio fra una delegazione del CEC e i
rappresentanti delle Chiese- membro
sudafricane era stata aggiornata dal
CEC « sine die » in conseguenza delle
condizioni « assolutamente inaccettabili » poste da Vorster.
Il 10 settembre una delegazione si è
recata da Vorster per trattare nuovamente con lui su una visita ecumenica.
Durante una conferenza stampa durata
due ore, il primo ministro ha avvertito
le Chiese sudafricane che, se fossero
rimaste collegate al CEC, il governo
non avrebbe autorizzato alcun fondo
del Sudafrica a favore dell’organismo
mondiale.
D’altra parte a Johannesburg il segretario generale del consiglio delle
Chiese sudafricane, J. Rees, ha ripetuto la dichiarazione fatta l’anno scorso
da quel consiglio a seguito della prima
destinazione dei fondi, per chiarire
nuovamente che esso si dissocia dalle decisioni prese. Con questo, egli intendeva replicare al nuovo stanziamento di fondi di 200 mila dollari deciso
dal comitato esecutivo del CEC riunito
a Sofia, somma destinata a organizzazioni di gruppi razziali oppressi o a coloro che sostengono le vittime del razzismo. Rees ha tuttavia affermato che
la decisione del CEC non può che « rafforzare la convinzione che dobbiamo
lavorare per la giustizia e per la riconciliazione in Sudafrica il più rapidamente possibile ».
In una lettera indirizzata al Consiglio ecumenico delle Chiese, in data 10
settembre, il segretario generale delle
Nazioni Unite, TThant, esprime la sua
gratitudine per il nuovo tondo di 200
mila dollari stanziato « per fini umanitari, come l’aiuto legale e sociale, i
servizi sanitari e educativi in favore di
organizzazioni di gruppi razziali oppressi che combattono il razzismo bianco e di organizzazioni che sostengono
le vittime dell’ingiustizia razziale ».
iìssistenza Buangclica ai carcerati
Dalla relazione annua, stralciamo le
seguenti notizie;
In questo ultimo anno non c’è stato
nulla di notevole, di speciale da rilevare. Il lavoro continua come sernpre:
corrispondenza, invio di letture, di pacchi, di aiuti in denaro, a seconda delle
richieste. Sarebbe forse interessante
calcolare quante lettere, quanti pacchi,
quanti vaglia sono stati inviati nel cor
....................................................
Finlanilia - Nuove traduzioni della Bibbia
Helsinki (epd) - Quando nel 1969 il
noto scrittore e traduttore Pentti Saarikovski pubblicò una propria traduzione dell’Evangelo secondo Matteo,
suscitò molto interesse sia negli ambienti di chiesa sia fra un pubblico
più ampio. Il fatto aveva una colorazione particolare perché Saarikovski è noto come comunista e avversario della
Chiesa. La sua traduzione è una scorrevole prosa d’oggi, capace di dischiudere a molti il testo biblico in un modo
nuovo. D’altro lato erano chiaramente riconoscibili intenzioni tendenziose.
Quest’autunno esce un’edizione completa del Nuovo Testamento curata in
comune dalla Società biblica finlMdese e dalla Missione interna della Chiesa di Finlandia. I traduttori si sono
sforzati di operare con un vocabolario
e con una sintassi così semplici e chiari da rendere il loro testo finlandese
comprensibile senza alcuna fatica anche da parte di gente non abituata a
leggere opere letterarie. Durante 1 inverno scorso l’Istituto di ricerche della Chiesa luterana ha svolto un’indagine sulla leggibilità di questa nuova edizione biblica. E’ risultato che il suo
linguaggio è più comprensibile di quello della Bibbia ogni corrente nelle chiese. Eppure anche il testo della nuova
traduzione rimane notevolmente piu
difficile del linguaggio usuale dei quotidiani. Il più alto grado di difficolta è risultato dall’indagine - deriva dai
molti concetti biblici di ardua comprensione, i quali non possono essere
facilmente trasposti in parole semplici e correnti.
iiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiimii
loiirnal des Missions
Evanyéliques de Paris
Ho ricevuto dal direttore del « Journal
de.s Mi.ssions Evangéliques » una lettera
nella quale egli as.sicura che il giornale
continuerà a sussistere « sotto la stessa forma
e allo stesso prezzo » (L. 1.500 annue, L.
1.000 per i pastori) durante Fanno 1972. Tutg interessati sono invitati a rinnovare o a
iniziare il loro abbonamento presso il sotto.scritto (Via Matteotti 13, 10066 Torre Pellice).
11 1972 sarà Fanno che vedrà la creazione
delia Comunità Evangelica di Azione Apostolica e la trasformazione della Società delle
Missioni in Dipartimento Evangelico Francese di Azione Apostolica, e per mezzo del
« Journal des Missions » potremo seguire da
vicino questi avvenimenti importanti nella
storia delle Missioni Evangeliche di lingua
francese, che dopo il recente voto sinodale
coinvolgono direttamente anche la responsabilità (Iella Chiesa Evangelica Valdese.
Per il « Journal des Missions »
Roberto Coi.sson
so dell’anno!
Anche quest’anno le maggiori elargizioni sono a pro dei liberati dal carcere. È un grave problema, di fronte al
quale ci si sente impotenti. Non è certo quel piccolo aiuto momentaneo che
può risolvere la loro situazione: occorrerebbe poter procurare loro un lavoro che permetta loro di rifarsi una vita.
Proprio ultimamente ho ricevuto una
lettera disperata di uno che, dopo essere uscito dal carcere, è stato arrestato
in seguito ad un furto commesso nella
sua città. Naturalmente in questi casi
i primi sospettati sono sempre quelli
che hanno già subito una pena, anche
se non c’entrano per niente.
Dopo tre mesi la sua innocenza è stata riconosciuta, ed ora è in libertà vigilata; ma non riesce a trovare un lavoro. Cito dalla sua lettera: « Qualunque porta che busso, la trovo chiusa,
mi trovo con l’acqua alla gola. Il vaglia
che mi avete mandato l'ho dato al padrone di casa per l’affitto della cameretta. Per mangiare ho dovuto vendere due vestiti. Mi sono rimaste 2.0ffu
lire. Terminate queste, cosa devo fare? Non riesco a risolvere questo problema: nessuno che mi aiuta, nessuno
che mi apre uno spiraglio... ».
E come lui ce ne sono tanti altri. A
più d’uno abbiamo pagato il viaggio m
Germania, ove sapevanco di trovare un
lavoro. Di uno di questi sappiamo) che
lavora e sta bene; ma c’è anche chi ricompare dopo qualche tempo con la
scusa che non ha potuto partire, che
è stato malato, ecc. Sarà vero? non sarà vero? Come comportarsi in simili
casi? Io sono sempre del parere che è
meglio essere ingannati, piuttosto che
rimandare a vuoto chi ha veramente
fame. E forse ho largheggiato un po’
troppo in questo campo, per cui mi
sono trovata ultimamente con la Gassa vuota e costretta a rifiutare altri
aiuti richiesti.
Ma quello che ho potuto fare lo debbo a voi, ai vostri doni generosi, per i
quali vi ringrazio ancora di tutto cuore.
Ma in modo speciale, da queste co
lonne, vorrei ringraziare quei donatori
ai quali non ho potuto scrivere direttamente, perché nascosti sotto il velo
dell’anonimato. Essi sono: ALT, Pinerolo, L. 10.000; BET, Torino, L. 5.000;
E. G. Sanremo L. 5.000 N. N. Roma L.
14.300.
E grazie a quanti. Enti o privati, mi
hanno aiutato inviandomi doni in denaro, indumenti, riviste, opuscoli, ecc.;
in modo speciale il Bicchier d’acqua
di Torino, sempre pronto a inviare pacchi ai nominativi da me indicati (carcerati, ex-carcerati o loro famiglie); e
il Messaggero Cristiano per le copie
del calendario Buon Seme, sempre molto gradito.
Perché non è soltanto un aiuto materiale che vogliamo dare: ma anche e
soprattutto una parola che possa aiutare questi nostri fratelli sventurati
(anche se colpevoli) a trovare la via che
conduce al Padre che li ama e che
« non vuole la morte del peccatore, ma
che egli si converta e viva ».
Grazie anche alle persone che si occupano con amore e perseveranza dei
carcerati loro affidati, a volte anche
con grande sacrificio personale.
Nella fiducia di poter contare anche
quest'anno sul vostro sostegno materiale e spirituale, vi ringrazio anticipatamente, augurandovi ogni benedizione
del Signore.
Selma Longo
10066 Torre Pellice (To)
¡IIIIIIIIIIIIIIIIIIIM iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiMimii
Verso l’autonomia
i presbiteriani messicani
Città del Massico (soepi). - Le quattro Chiese presbiteriane che svolgono un lavoro missionario nel Messico hanno concordato di rendere la Chiesa presbiteriana nazionale del Messico totalmente autonoma dal punto di vista
finanziario, disimpegnando il personale missionario e i propri fondi dopo la fine del 1972.
Ciò significherà la (C liberazione » dei missionari della Chiesa presbiteriana unita negli
USA, della Chiesa presbiteriana degli Stati
Uniti e della Chie.sa riformata d'America.
A Salisbury la Chiesa anglicana della
Rhodesia si è ufficialmente dissociata
dall’azione del CEC. In una dichiarazione radiodiffusa in tutta la Rhodesia, i
vescovi di Mashonaland e di Matabeleland hanno affermato che neppure un
centesimo era stato dato dalle loro
Chiese in favore di un’azione violenta
o di una intimidazione nei confronti
dei governi attuali ».
Cattolici: meno preti
e più vescovi
(Le Monde) - Il numero dei cattolici nel mondo (che è di circa 500 milioni) diminuisce, in valore relativo, se
rapportato agli abitanti del globo. I
militanti «religiosi» e «religiose»
hanno tendenza al tracollo, almeno in
certi paesi. Ad esempio, in Germania
si annoverano, nel 1919 oltre 20 mila
novizie, mentre nel 1965 non ve ne erano più di 2.100. Daltronde il numero
dei preti si abbassa costantemente.
11 caso limite è quello di Cuba: 723
preti nel 1959, 228 adesso. Negli Stati
Uniti nel 1968 vi erano circa 40 mila
seminaristi, nel 1971 ve ne sono 28
mila.
Contemporaneamente, il numero dei
vescovi è in continuo aumento. Nel
1962, e vale a dire all’inizio del concilio valicano II, nel mondo si contavano circa 2.800 vescovi. Ora se ne annoverano ben 3.500.
Da cosa deriva questo? Essenzialmente all’estensione del numero dello diocesi (oltre sessanta in più dal
1965) e dei vescovi ausiliari (360 in più
nello stesso periodo).
La creazione di questi ausiliari risponde alla deliberata volontà di rnodificaare poco a poco lo stile di vita
dei vescovi per farne dei pastori più
vicini ai loro preti e, in certa misura,
dai loro fedeli. E’ assai verosimile che
questa politica si accentuerà in modo
tale che fra qualche anno il vescovo
potrà diventare quello che era nella
Chiesa primitiva, e-vale a dire un« capo équipe ».
4
pag. 4
N. 47 — 19 novembre 1971
Cronaca delle Valli
VAL PELLICE
Consiglio Comunale ad Angrogna
Come preannunciato, ecco la cronaca del Consiglio di Valle, che, come di consueto, si è tenuto nell'aula
consigliare di Torre Pellice V8 novembre. L'argomento all'ordine del giorno era: 1) l'esame della situazione dell'occupazione in Val Pellice; 2) l'elezione dei due vicepresidenti. Questo secondo punto sarà poi
rinviato dall'assemblea a data da destinarsi in seguito alla lunga discussione prolungatasi fino a tardi.
Il Consqlio di Valle discute sulla
sull'orio del talliawete
Marini
La discussione, come previstor si è
concentrata in particolare sulla situazione di crisi della I.I.C.P. Marini che
è sull’orlo del fallimento. Il presidente
C. Martina ha puntualizzato che fin’ora
non si è pubblicizzata la cosa in base
ad un preciso accordo con i Sindacati
ed i delegati di fabbrica in attesa di
« alcuni fatti che fossero garanzia per
uno sviluppo successivo della situazione ». La cosa però, ha lamentato il presidente è stata denunciata con un po’
di «intempestività» (la crisi risale all’agosto 1970!) ed ora il caso Marini « è
sulla bocca di tutti ».
La situazione
La situazione, è venuta sempre peggiorando dal 1966 con una diminuzione
notevole dell’occupazione. Nel 1961 i
lavoratori delle aziende tessili erano
2844; nel 1969 sono scesi a 1969 e nel
1971 sono ridotti a 1100 con una diminuzione rispetto al 1961 superiore al
50 per cento.
La I.I.C.P. Marini occupa attualmente 450 dipendenti di cui buona parte
provenienti dai margini della valle; se
anche questa fabbrica dovesse chiudere, come pare siano le intenzioni dei dirigenti, altri lavoratori si aggiungerebbero al numero di disoccupati o di pendolari. Per quanto riguarda i pendolari, soltanto a Luserna ammontano a
1.200 e, per metà, lavorano a Torino.
I motivi della crisi della Marini, sorta in modo « irrazionale » ma che la
Val Pellice non può perdere, ha detto il
presidente, sono da attribuirsi innanzitutto ad errori di gestione interna
(cattiva amministrazione) e poi ad una
serie di fenomeni « esterni » che hanno determinato in modo pesante il
tracollo della ditta.
II passivo della ditta Marini ammonta ormai ad un miliardo di lire e le
possibilità per un prestito sono assai
ridotte. La provincia avrebbe però deliberato a favore della Marini (che è,
non dimentichiamolo una ditta privata) una somma di circa 50 milioni di
lire con la concessione di una fideiussione che offra ogni garanzia per poter
ottenere la cauzione da una banca. Le
banche hanno però risposto negativamente ed anche gli appelli alla Regione e alla Cassa di Risparmio che, guarda caso, hanno lo stesso presidente, sono andati a vuoto. È ancora possibile
impedire il fallimento della Marini? E
una cosa che tutti vorrebbero sapere.
Certo che la politica del presidente, nonostante tutti gli impegni ed i tentativi di soluzione, non è molto chiara e
ci si può chiedere se sia stato di qualche utilità la politica del silenzio che
ha adottato.
Altre valutazioni
L’avvocato Bert sottolinea la difficoltà dei rimedi che si tentano di portare
alla Marini in quanto si tratta di tamponare delle situazioni gravissime e ci
si deve anche chiedere fino a che punto possa essere utile una politica di
tamponamento di soluzioni che si ripetono. Prima la Mazzonis, oggi la Marini; domani? Per evitare che ci si debba ancora ritrovare in situazioni simili l’avv. Bert avanza la richiesta di
un Congresso economico del pinerolese quale organo rappresentativo che
porti avanti questo discorso, ricollegandosi all’intervento del Consigliere
Delpero che aveva prima fatto notare
che la crisi è molto più grave del caso
Marini e avanzato una giusta critica
alla « allegra amministrazione » del
paese proponendo un superamento attraverso un « controllo » che eviti lo
sperpero disgustoso del danaro pubblico. Spesso nella valle si insediano delle
industrie che ottengono delle facilitazioni con del danaro pubblico senza
però che l’opinione pubblica ed in primo luogo i lavoratori siano invitati a
discutere con le amministrazioni questi problemi.
Mentre si stanno cercando soluzioni
per la Marini che sembrano difficilmente recuperabili, qualcuno ha però
facilmente trovato i soldi per asfaltare
una strada sopra Bobbio Pellice che
non serve alla popolazione e che è stata asfaltata senza chiedere il parere né
del Comune interessato, né del Consiglio di Valle, né dalla popolazione.
Ormai non è più tollerabile che la popolazione continui a subire le scelte di
altri.
Cosa dicono gli operai?
I delegati sindacali presenti all’asscmblea sono concordi nel sostenere
che se'non ci saranno delle sicure garanzie per i lavoratori della Marini non
si starà con le mani in mano ma si
prenderanno delle iniziative concrete
di lotta per conservare una fabbrica
che, pare, nel calcolo della Marini, sacrificabile per salvare quella di Mondo vi. Il prete operaio Don Buffa fa presente che gli operai non conoscono la
situazione finanziaria in cui ci si trova;
hanno atteso il superamento della crisi da tante parti auspicato. Da settembre le paghe non sono più arrivate regolarmente; devono ancora ricevere il
saldo di settembre e saldo e acconto di
ottobre. Che cosa chiedono gli operai?
Non certo la carità. Chiedono la solidarietà della popolazione; non solo degli
enti pubblici. Fin’ora la « lotta » ha
consistito net continuare a lavorare
anche senza stipendio; non per salvare la Marini ma per difendere i
400 posti di lavoro. D’ora innanzi se
non esisteranno delle garanzie sicure
non si continuerà a lavorare in silenzio come sin’ora ma ci si impegnerà in
vere e proprie azioni di lotta per le
giuste rivendicazioni.
Ci sembra, quindi auspicabile, a questo punto, che il sindaco di Luserna
convochi i Marini per un colloquio
chiarificatore in cui una volta per tutte
siano messe in luce le loro vere intenzioni.
liiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiüiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiimH
Ad Angrogna si chiede
un doposcuola
I genitori degli alunni delle cinque
classi del Capoluogo hanno inviato al
Provveditore agli Studi di Torino una
lettera in cui contestano i criteri selettivi e discriminatori dell’assegnazione dei « Doposcuola » e chiedono la
concessione di questa attività integrativa per l’anno scolastico in corso.
I PARTICOLARI
La lettera è stata preparata durante l’assemblea dei genitori e degli insegnanti, che si è tenuta il 31 ottobre
per discutere dei problemi organizzativi e didattici della scuola.
L’adozione dell’orario unico (8,50 13), voluto da una parte delle famiglie per motivi d’ordine ambientale
(i ragazzi delle frazioni più lontane
possono così rientrare a casa di giorno, nei mesi invernali, mentre con
l’orario diviso non sempre la cosa era
possibile) ha posto però il problema,
per molti, di come occupare il tempo
libero dei propri figli, e quindi la necessità di avere scuola anche al pomeriggio.
La richiesta del doposcuola è stata
inoltrata all’inizio dell’anno scolastico, ma diffìcilmente potrà essere accolta dal Provveditore, viste le disposizioni vigenti in materia.
DA ROMA...
In attesa della difinizione del nuovo
piano per la Scuola, il bilancio dello
Stato per l’anno finanziario 1971 ha
confermato gli stanziamenti destinati
alle varie forme di assistenza scolastica e di attività integrative della scuola ai livelli raggiunti nell’anno precedente.
Ciò significa che i Provveditorati,
nel formulare il piano dell’attività dei
Doposcuola per il 1971-72 dovranno
assegnare i contributi uguali a quelli
concessi nell’anno 1970-71.
Beneficeranno di questi finanziamenti i Comuni e i Patronati Scolastici che già negli anni scorsi usufruirono dei contributi, nonché quelle sezioni destinate ai figli di lavoratori
emigrati, o ad alunni sofferenti di
particolari minorazioni.
del Ministro
anche l’istituzione di sezioni di doposcuola gestite direttamente dai Patronati locali con i fondi del proprio bilancio; si riserva però ai Provveditori
di negare l’autorizzazione al funzionamento di quelle sezioni per le quali sia
prevista una retribuzione dell’insegnante inferiore alle 80.000 lire mensili lorde.
Stando così le cose, lo Stato non
interverrà con l’istituzione del Doposcuola: in quanto gli alunni ne il Comune di Angrogna rientrano nella categoria degli aventi diritto al finanziamento.
Il Patronato Scolastico locale si trova nell’assoluta impossibilità di assicurare ad un’insegnante lo stipendio
minimo richiesto.
Infatti l'Ente ha un bilancio annuale che supera di poco il mezzo milione. Le entrate sono completamente
assorbite dalle spese per le varie attività assistenziali, (refezione, cancelleria, indumenti, assistenza santaria) a
favore dei 70 alunni del Comune, tutti
figli di operai e di contadini.
IL DOCUMENTO
Le famiglie hanno preso atto di
questo stato di cose imposto dall’alto
ed hanno ritenuto di trovarsi di fronte a una discriminazione da parte del
Ministero in favore di quei Comuni e
di quei Patronati finanziariamente o
politicamente più potenti.
Di qui la lettera, il cui testo riproduciamo integralmente:
« I sottoscritti genitori degli alunni
frequentanti la Scuola Elementare
Statale di Angrogna-Capoluogo, riuniti per discutere la situazione della scuola, esaminata la legge sul funzionameti.
to del Doposcuola per l’anno scolastico
1971-72, rivolgono una sentita^ protesta
per la condizione di inferiorità in cui si
vengono a trovare i Comuni più poveri,
che si trovano impossibilitati ad ottenere ciò di cui sentono vivamente la
necessità.
Chiedono pertanto quanto è nel loro
diritto, e precisamente la concessione
del Doposcuola per il periodo 15 novembre 1971-15 maggio 1972 ».
Nel nostro Comune, sabato 30 ottobre, ha avuto luogo il Consiglio Comunale: erano presenti quasi lutti i
consiglieri. Erano all’O.d.g.: il bilancio preventivo per il 1972, l’approvazione del bilancio consuntivo 1971, i
lavori di costruzione dell’acquedotto
comunale, la approvazione delio statuto del costituendo Consorzio scolastico della Provincia di Torino, la nomina dei membri della Commissione
comunale per il commercio, la ratifica
di alcune delibere della Giunta e altri punti meno importanti.
Per quanto riguarda il bilancio preventivo 1972 diverse voci sono state
discusse, mentre il bilancio consuntivo 1971 è stato approvato senza discussione.
L’acquedotto comunale è finalmente
in via di esecuzione per quanto concerne il primo lotto, mentre si spera
non più lontana l’attuazione anche del
secondo.
Nessuna discussione ha suscitato la
lettura del costituendo Consorzio scolastico provinciale, approvato all’unaiimità.
La strada della Vaccera
a chi serve?
La Commissione comunale per il
commercio è stata nominata senza
particolari difficoltà e le delibere della giunta sono state ratificate senza
opposizioni. Tra le delibere da ratificare c’era quella per il contributo finanziario del Comune alla costruzione del tracciato della strada della
Vaccera, ormai ultimata.
Pensiamo che due parole andrebbero spese per quanto concerne questa
strada, che è stata rapidamente aperta, benché non comporti un'utilità di
prim’ordine per- la popolazione reeidente, mentre molte borgate di Angrogna tuttora abitate rimangono isolate
e raggiungibili soltanto con carretti
su di una faticosa mulattiera, come
tutta la zona di Cacet, o con macchine
di piccole dimensioni su strade strettissime e pericolose sia per l'incolumità dei transitanti, sia per i guasti
che si possono verificare ai mezzi di
transito.
Soltanto promesse?
Inoltre sono ancora invischiate nelle spire delle pratiche burocratiche la
asfaltatura della strada San LorenzoSerrc che la Provincia ha deliberato
il 27-7-71, promettendo di attuarla prima dell’inverno ormai alle porte, e
l’asfaltatura della S. Lorenzo-Prassuit,
deliberata a suo tempo dall’Amm.ne
comunale.
A questo punto viene spontaneo un
interrogativo: le amministrazioni comunali e provinciali hanno veramente a cuore la situazione della popolazione locale, o preferiscono promuovere opere appariscenti per chi sta ad
osservare, accontentandosi di offrire
promesse ai loro amministrati che li
interrogano e li premono per avere
una vita un po’ più decente?
Nuove prospettive
e responsabilità
In secondo luogo, a nostro avviso,
il numero degli argomenti all’O.d.g. in
questa seduta era troppo elevato per
l’importanza del loro contenuto. Pensiamo che sia utile una chiarezza estrema su tutti i punti posti in discussione, cosa che non si può pretendere
quando il tempo passa e i problemi
restano. Non sarebbe possibile convocare più spesso il Consiglio Comunale, affinché tutti gli argomenti siano
presentati e sviscerati con calma, senza l’assillo del tempo o degli impegni
che seguono o della lunga strada da
La circolare del Ministro prevede
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiiiiiiimiimiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimìiiiiiiiiimimiiiiiiiiiiiiiiiiimiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
NOTIZIE DALLA COMUNITÀ'
CONCISTORO
Nella riunione del 16 ottobre, a cui
hanno preso parte i membri del Concistoro, le persone impegnate e i responsabili dei vari gruppi, è stato fatto il punto sulla vita e sulle attività
della Comunità.
L’unificazione delle due chiese ha
implicato una situazione nuova: il lavoro che prima era suddiviso tra due
pastori ricade ora sulle spalle di uno
solo. È pertanto necessaria la collaborazione da parte di tutti, non solo
per fronteggiare questa situazione,
ma soprattutto per riscoprire così il
senso della nostra vocazione e la realtà della Comunità. NeH’impostazionc
del lavoro per il prossimo inverno, si
è pensato di non ridurre il lavoro
svolto negli anni scorsi: diverse persone si sono già impegnate per vari
compiti, ma rimangono ancora alcuni vuoti da colmare.
Il culto di inizio delle attività ha
avuto luogo il 24 ottobre, nel corso
del quale è stata consegnata la Bibbia
ai catecumeni dei vari anni. La frequenza ai culti continua purtroppo a
rimanere estremamente bassa.
RIUNIONI QUARTIERALI
E ATTIVITÀ’ VARIE
Le riunioni quartierali seguono i
turbi tradizionali: il pastore Ermanno Genre offre la sua regolare collaborazione a quelle del Prassuit-Verné
e dei Jourdan.
In queste due località funzionano le
Unioni Giovanili, come pure a SerrePradel torno.
La Corale, diretta dalla Sig.ra Rivoira, si propone quest’anno di svolgere un’attività anche a favore delle
persone anziane, visitando gli Istituti
di Riposo alle Valli.
L’Unione Femminile ha avuto la sua
prima riunione il 31 ottobre: erano
presen li i gruppi del Capoluogo, del
Serre e di Pradel torno.
I giovani della Filodrammatica stanno preparando la recita per la sera
di Natale: « Delitto al Central Park »
di una bella commedia di A. Tarn sui
costumi giudiziari e politici di un
paese cosiddetto «libero» e «democratico». I corsi di Catechismo sono
tenuti dal Past. Coisson, mentre la
sig.na Laura Nisbet al Capoluogo,
M. F. Coisson al Serre e la sig.ra Barbiani a Pradeltorno si occupano delle Scuole Domenicali.
Per questa attività sarebbero ancora necessari due collaboratori; uno
per la scuola di Cacet, e l’altro per il
Capoluogo, da affiancare ai monitori,
sigg.ri Armoni. Accanto a queste attività più tradizionali altre forme di
incontro e di impegno sembrano necessarie:
— incontro con i catecumeni, di Studio Biblico;
— Unione cadetta;
percorrere per il ritorno a casa oppure, ancora, del sonno, che ad un
certo punto diventa il protagonista
della serata?
Non crediamo che sia tempo perduto quello dedicato a far luce su tutte
le pieghe degli argomenti in discussione, dato che i consiglieri comunali
hanno un mandato preciso da assolvere ed una responsabilità da portare nei confronti dei loro compaesani
Essi devono essere in grado di spiegare a chi lo richiede l’andamento di
tutta l’amministrazione. Non si è mai
abbastanza informati, e si sa che una
cattiva informazione può portare molto lontano ed alimentare la sfiducia
della popolazione nei confronti degli
amministratori.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiimm
VAL GERMANASCA
— incontri genitori - insegnanti - monitori;
— partecipazione attiva ai culti (lettura della Bibbia - preghiere):
— gruppi di servizio verso gli anziani e i malati.
NUOVE CULLE
Salutiamo con gioia le piccole Silvia e Flavia, venute ad allietare rispettivamente le famiglie di Alfredo c
Luigina Ricca dei Ricca, e di Alessandro e Alma Odin del Serre.
BATTESIMI .
Durante la riunione quartiorale del
l" novembre a Buonanotte è stata
battezzata Tiziana, di Stellina e Franco Long della Buffa.
LUTTI
Il 24 settembre scorso, in un tragico
incidente d’auto, ha perso la vita il
giovane Fredino Monnet della Sarsa.
Alla famiglia in lutto rinnoviamo il
nostro più profondo cordoglio.
ASSEMBLEA DI CHIESA
Domenica 14 novembre, al Capoluogo, si è tenuta la Prima Assemblea
dei membri della nuova « Parrocchia ». Gli argomenti all’O.d.g. erano i
seguenti;
— Relazioni sul Sinodo e sulla Conferenza distrettuale.
— Nomina anziani.
— Vacanza della Comunità.
Al prossimo numero la cronaca dettagliata.
Ferrerò - Scuola
Domenica 7 novembre, a Perrero, si
è avuto un incontro tra genitori e insegnanti della Val Germanasca per esaminare alcuni problemi riguardanti la
scuola elementare.
La Dott.ssa M. Grazia Barbi, Direttrice didattica di Villar Perosa, si è rivolta ai genitori e ha spiegato loro perché nel corrente anno scolastico i programmi di insegnamento sono stati in
parte modificati. Questi cambiamenti,
che possono sorprendere o irritare le
famiglie, sono dovuti ad una maggior
conoscenza della mentalità del bambino e hanno come scopo di aiutarlo ad
imparare con più piacere e meno sforzo, facendo leva sul ragionamento assai più che sulla memoria.
A questa esposizione è seguita una
discussione poco vivace, data la scarsa
conoscenza che tutti hanno di questi
nuovi metodi, quindi i genitori presenti sono stati interpellati su di un argomento che ha causato di colpo una
grande animazione: l’orario da adottare nelle scuole. I partigiani dell’orario
unico e quelli dell’orario diviso hanno
manifestato le loro preferenze, ma, per
non far torto ai numerosi assenti, si è
deciso di consultare tutte le famiglie
interessate con un referendum.
La consultazione popolare formato
ridotto, condotta con grande scrupolo
di obbiettività, ha dato i seguenti risultato: orario unico per le scuole di Faetto e Trussan, orario diviso per le altre.
In certe zone, però, le famiglie considerano l’orario unico assai conveniente per i mesi primaverili, per cui sarà
ancora possibile un cambiamento di
orario nell’anno scolastico in corso.
iiiiiiiiiiiiii'iiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiimiiii!ii
BREVISSIME
FRALI
Donatori di sangue
A Frali esiste un buon gruppo dì donatori
di sangue che si è riunito il 7 novembre per
un riconoscimento particolare ai volontari con
più donazioni, presente un rappresentante provinciale dell’AVIS.
La sezione pralina delFAVIS lancerà il 21
novembre un appello a tutta la popolazione per
potenziare il gruppo di donatori volontari, conoscendo l'urgente necessità in cui si trovano
i nostri ospedali ed in cui spesso le trasfusioni sono possibili soltanto se c'è un ricambio.
TORRE FELLICE
Saluto al pastore Bruno Rostagno
Sabato 13 e domenica 14 novembre la comunità di Torre Fellice ha dato il saluto ufficiale al pastore Bruno Rostagno che per anni ha svolto un profondo e serio lavoro, anche se non lutti hanno saputo comprendere
ed apprezzare la sua predicazione. La sua partenza non significa però la fine della sua collaborazione ma al contrario Io spunto per una
più viva partecipazione della comunità di
Torre aH'opera che Agape svolgerà per le
comunità delle Valli.
Coppieri
L’unione giovanile dei Coppieri, dopo aver
dedicato una serata per discutere il lavoro della EGEI e dopo aver ascoltato la relazione
di una osservatrice al II Congresso tenutosi a
S. Severa dal 31-X al 2-X, ha deciso di dare la
sua adesione per essere informata sul lavoro
che ì gruppi giovanili svolgono in Italia e
per stabilire utili contatti per il futuro.
Hanno collahorato a questa pagina: B. Peyrot, J. Sappé, F. Coisson, L. Viglielmo, E, Genre.
Doni Eco-Luce
Liliana Ribet, Torino L. 1.000; Giulio
Tron. Massello 500; Enrico Fons, Frarostino
500: Evelina Taccia, Torino 1.500; Sergio
Innocenti, Firenze 1.500; Emma Bertalol, Luserna S. Giovanni 500; Tullio Beux, Torre
Fellice 1.500.
Laura Jervis, Torre Pellice L. 1.000; Graziella Jalla, Torre Pellice 1.000; Evelina Fons
Torino 1.500; Nella Reymond, Svizzera 500
Roberto Coisson, Torre Fellice 1.500: Mar
cella Gay, Pinerolo 1.500: Evangclina To
massone, Torino .3.000; Salvatore Gatto, Ln
serna S. Giovanni 1.500; Mariuccia Rivoira
Pinerolo 500; Liline Beux, I.uscrna S. Giovan
ni 500; Giovanni Mantelli, Ale.ssandria 500
Francesco Toma, Foggia 500; Giacomo Moli
nari. Rcfrancore Bargara 500; G. J. Ponticr
Olanda 500; Ernesto Pini, Bergamo 500.
Grazie! (continua)
5
19 novembre 1971 — N. 47
P*S
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
Notiziario Rioplatense
Con una prolusione del past. Paolo Ricca
Inaugurato il 117“ anno accadeiuico
della Facoltà Valdese di Teelogia, a Roma
Tema della prolusione: « Unità della Chiesa, unità
dell’Umanità »; in quale rapporto stanno fra loro?
— Numerosi docenti ospiti, ma pochi gli studenti
Si è aperto, sabato 6 novembre, il
117« anno accademico della Facoltà
di teologia di Roma.
La prima lezione pubblica è stata
tenuta dal pastore Paolo Ricca di Torino che ha trattato il tema « Unità
della Chiesa, unità dell’Umanità ». Un
problema nuovo, che si può dire prenda le mosse soltanto con l'affermarsi
dell'idea ecumenica e col movimento
di pensiero che ne è seguito. Dopo
una breve introduzione, dove si è trattato della storia dell’idea di unità della Chiesa e del mondo, l’oratore si è
volto a considerare i problemi che
questo pensiero suscita. È moralmente legittimo, si è chiesto il pastore
Ricca, parlare con tanta ostinazione
di unità della chiesa e del mondo,
quando sia l’uno che l’altro sono divisi; non bisogna parlare piuttosto di
divisioni? Un secondo problema che
si pone, se parliamo di unità, è quello teologico del rapporto fra i due
poli della nostra ricerca: si tratta qui
di due unità sostanzialmente diverse.
Nell’umanità (Adamo) si inserisce
Cristo (il nuovo Adamo) che porta
una frattura nella continuità della
storia. Ma è proprio Cristo che ci fa
comprendere la necessità dell’unità:
Dio è unico e si è fatto uomo per
inaugurare una nuova umanità, il cui
simbolo è la fratellanza. Dire questo
non è però semplificare il problema,
da questo assunto nascono infatti diverse implicazioni tra cui l’esigenza
di arrivare all’uomo nuovo, che solo
è unitario.
Una volta però, - ha concluso l’ora
tore, - che si è compreso che l’unità
dell’umanità non si raggiunge per rnediazioni ma per conflitti e che l’unità
della Chiesa viene solo da Dio come
dono, per cui noi possiamo e dobbiamo lottare solo per l’unità dell’umanità, dobbiamo ancora comprendere
che la Chiesa non deve cercare di fare
da mediatrice o da pontefice massimo, ma vivere la sua storia nell’umanità che lotta per raggiungere la sua
unità.
Il giorno seguente nell’attigua chiesa di piazza Cavour il professore Soggin ha tenuto il culto di apertura. Per
la Facoltà è un anno sotto molti aspetti diverso, quello che si è aperto sabato scorso, perché l’assenza di un
professore ha dato spazio per invitare docenti stranieri e pastori per tenere dei corsi. Si avrà infatti la visita
dei professori H. M. Barth e K. V.
Selge dalla Germania e dei pastori
S. Rostagno, P. Ricca e S. Ceteroni.
D’altro lato continua la ricerca per
nuove possibilità di lavoro aH'interno
dello studio della teologia.
Ogni anno si scontra però con un
dato non certo enttusiasmante: il bas
sissimo numero di studenti, che quest’anno assommano a otto per i quattro corsi. Questo dato deve essere per
tutti una chiamata al ravvedimento e
alla ricerca di nuove vocazioni al ministero della Parola.
Paolo Ribet
Iniziati i corsi per laici
presso la Facoltà teologica
I corsi per laici organizzati dalla Facoltà
Valdese di Teologia avranno inizio, D. v.,
venerdì 12 novembre alle ore 17 con il corso
del prof. Alberto Soggin sul tema <c Introduzione ai Profeti ». Il corso durerà cinque
settimane (fino al 10 dicembre). Seguirà il
corso del prof. Bruno Corsani, dal 7 gennaio
al 4 febbraio 1972, sul tema: « Gesù e Vinterpretazione della Legge )5. Successivamente, sarà il turno del prof. Valdo Vinay che, oltre
al corso su « La giustificazione per fede e gli
inizi della teologia di Martin Lutero », darà
anche, in ore serali, delle lezioni di catechetica (insegnamento biblico-religioso).
Come negli anni passati, gli interessali appartenenti alle comunità evangeliche di Roma
e dintorni sono invitati a iscriversi e a frequentare le lezioni in via Pietro Cossa 42, il
venerdì dalle 17 alle 18 (o all’ora che verrà
eventualmente concordata per ogni corso fra
docente e partecipanti). Gli iscritti residenti in altre località oppure a Roma ma impediti
a partecipare per motivi di forza maggiore,
riceveranno volta per volta il testo delle lezioni e le indicazioni bibliografiche per ulteriori letture e ricerche personali.
Per l’iscrizione si prega di far pervenire
con cortese sollecitudine una domanda scritta,
un attestato di appartenenza alla propria comunità, e un certificato di diploma della scuola secondaria frequentata (o in mancanza, una
dichiarazione degli studi seguiti). La quota
d’iscrizione (invariata, L. 5.000) dovrà essere
versata sul c.c.p. n. 1/27855 intestato a «Tavola Valdese, Roma», indicando sul retro:
Conto Facoltà Valdese di Teologia, Iscrizione
Corso Laici. La ricevuta del versamento dovrà essere incollata sulla domanda d’iscri
N.B. - Per il rinnovo di iscrizioni dagli anni
precedenti non occorrono documenti, basterà
la domanda e la ricevuta del versamento.
La continuazione di quest’attività è possibile solo se il numero degli iscritti consente di
bilanciare le spese di duplicazione e invio delle
lezioni. Ricordiamo anche che, a richiesta, è
possibile sostenere un esame sui corsi seguiti,
nella sessione d'esami di Giugno 1972. Superato l’esame, la Facoltà rilascierà un apposito
attestato.
Facoltà Valdese di Teologia
Direzione dei Corsi per Laici
Via Pietro Cossa, 42 - 00193 Roma.
La “Domenica
della Riforma”
a Orsara e a Foggia
Le comunità valdesi di Orsara e di Foggia
hanno celebrato la « Domenica della Riforma » quest’anno insieme con un culto ecumenico. Accolti dal Consiglio di Chiesa, i vaidesi di Foggia e una larga rappresentanza
delle Assemblee di Dio di Foggia, di Troia e
di Orsara stessa convennero nella nostra accogliente chiesetta montana, favoriti anche
da una splendida giornata di sole. Certo c’era
da domandarsi, e il pastore Giunco se lo domandò nel sermone, se la celebrazione della
Riforma sia oggi di attualità dopo che tanta acqua è passata sotto i ponti e specialmente in un clima, ormai tanto largamente
sentito, ecumenico. Ma la risposta - diceva non può essere che positiva, poiché se è vero
che la Riforma causò una seconda grande
scissione nella Chiesa di Dio, è pur vero ch’essa può considerarsi per i suoi principi anche
un movimento profeticamente ecumenico. Infatti se l’ecumenismo ha come scopo di riconciliare i cristiani in ciò che li unisce al
di sopra di tutto cft che li divide per dottrine e tradizioni e riti di uomini, la Riforma
pose appunto le basi di tutto ciò proclamando come l’unità dei cristiani non può realizzarsi che sull’unico fondamento della rivelazione biblica. Calvino, che più che altri senti questo forte anelito per l’Unità, nella lettera al cardinale Sadoleto protestò che il suo
scopo non era quello di dividere ma di ricomporre il gregge già disperso di Cristo. E’
che l’apostolo Paolo nel capitolo 12 della lettera ai Romani descrive quale dev’essere il
comportamento dei credenti per l’unità del
corpo di Cristo ch'è la Chiesa : non conformarsi alle leggi di questo secolo ma trasformarsi con un radicale rinnovamento dello spirito. Non potrà adunque esserci vera unità
senza ravvedimento. A questo ravvedimento
la Riforma chiamò tutti i credenti con le loro chiese. Qui è e sarà sempre la sua attualità profetica. Dopo l’ascolto del messaggio la
assemblea fu rallegrata da ferventi preghiere
spontanee e dai canti di un forte gruppo giovanile guidato dal fratello Barile di Foggia.
La S. Cena ha quindi riunito tutti i presenti attorno alla mensa del Signore: il segno
massimo dell’unità voluto dal Salvatore. Altamente significativo in servizio del mondo
fu lo scopo della colletta destinata per unanime consenso al soccorso del pakistani profughi in India.
Ci auguriamo un seguito a tale incontro
alla gloria di Dio e per una sempre verace
testimonianza cristiana.
D. Di Giorgio
iiiiiiiiiiiiiiimiiiii'MiimiMiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinniiiim
Pomaretto
Domenica 14 in occasione del culto abbiamo battezzato Mara Costantino di Livio e di
Marisa Ribet con l’annunzio della vita nuova
in Gesù Cristo.
Nel pomeriggio è stato celebrato il servizio
funebre di Augusto Breusa deceduto dopo un
periodo difficile di infermità. Che il Signore
ci dia a tutti di essere vigilanti e alla ricerca
dei tesori che il Signore ha promesso nella
Sua Parola. Che Iddio conforti la famiglia.
Ricordiamo le attività prossime: Martedì
23 sera al Clot Inverso, Giovedì 25 ai Cerisieri, alla stessa ora. I lettori lo facciano sapere nei quartieri.
Ricordiamo il culto di fine mese alVInverso P. : Domenica 28.
4llill!IIÌIIIIIIIIIMMI'IIIIMIIMIIIIIMMIIIllMllillllllllllllllllllillllllM!illMllillllllill(lllilliltlllllltllllllllIlilllilllllllillllllllllllllllil!IllilllllllltlllllllllllllMIIItll)IIIIIIIilllllllMllllllillllll1ll
Il Musco Valdese di Torre Pelliee
1 turisti in visita a Torre Pelliee, in
particolar modo le comitive di evangelici che vi giungono durante la stagione estiva, si fanno un dovere di effettuare una visita più o meno lunga
del Museo valdese. Si tratta infatti di
una delle tappe obbligate del loro viaggio attraverso le Valli, una tappa necessaria per avere una visione d’insieme
dei luoghi e delle vicende della storia
valdese. Attualmente il Museo occupa
quattro stanze a pianterreno dell’edificio dell’antica « Ecole Normale », sito
accanto alla Foresteria valdese. Nei
due locali più ampi sono raccolti documenti attinenti alla storia del 15001600 e dei secoli successivi, nell’ingresso è collocata una pianta delle Valli e
fotografie delle località più significative; nell’ultimo locale è stato ricostruito un locale di culto valdese utilizzando materiale autentico dell’antico tempio di Villasecca.
Quanto è esposto in questo piccolo
spazio è considerevole, anche se ha un
interesse puramente .storico ed è di
scarso valore antiquariale; era il caso
ad esempio della coppa trafugata alcuni mesi or sono nel Museo stesso, regalata al generale Bekwith dai valdesi, di
grande interesse affettivo ma di nessun
valore commerciale. Anche questo Museo perù non è esente da pecche e presta il fianco a qualche critica che diventa sempre più giustificata col passare del tempo.
C'è anzitutto una grave lacuna quantitativa. Non esiste nessuna indicazio
ne e nessun documento concernente il
periodo più antico della vicenda valdese: dalla conversione di Valdo a Chanforan, cioè i secoli dal 1170 al 1500. Un
visitatore non informato potrebbe pensare che il movimento valdese, o la
Chiesa vadese sotto un altro profilo,
inizi verso il 1500.
A questo silenzio del periodo più antico corrisponde un altrettanto grave
silenzio sul periodo più recente. L’ultimo avvenimento menzionato è la
emancipazione dei valdesi, il 1848: dopo non sembra più essere successo nulla, né l’emigrazione fuori delle Valli né
l’evangelizzazione in Italia; non si capisce cioè cosa accada oggi nelle comunità valdesi, quante siano e dove
siano. Per un visitatore straniero è
questa la più grave lacuna, ed è superfluo dire che questo impoverimento
falsa notevolmente le cose proprio sulla base di quanto ha messo in luce il
dibattito alla tavola rotonda nella seduta annua della Società, dove è stato
ribadito in tutti i modi che la Storia
valdese ha una dimensione europea.
C’è in secondo luogo una lacuna di
impostazione, suscettibile di riserve,
che potremmo definire qualitativa. Nel
1938-39 quando fu trasportato negli attuali locali, dalla Casa valdese, dove
si trovava, il Museo fu sistemato secondo criteri molto particolari, eloquenti per il visitatore di allora, molto meno per quello di oggi. Nell’ingresso chi entra si trova immerso nel mondo delle valli con la carta di fondo, le
fotografie, è un po’ come un « luogo sacro », il luogo cioè dove i padri hanno
vissuto; a sinistra si apre il tempio,
simbolo della loro fede, a destra le sale di esposizione come documento della loro storia. Il Museo veniva così
accentrato, come molta predicazione ed
attività di quel tempo, sulla « piccola
patria » delle Valli, viste come un luogo di fedeltà e di resistenza. Questa
impostazione corrispondeva d’altra
parte alla visione della Storia valdese
di quegli anni che dava risalto particolare al periodo delle persecuzioni, del
Rimpatrio. Basterà ricordare le celebrazioni del 1939. In realtà la storia delle comunità valdesi è molto più complessa ed ampia e copre un’area che si
estende ben oltre le Valli.
Tenendo conto di queste riserve e
di questa situazione la Società di Studi Valdesi ha da tempo progettato una
nuova sistemazione di tutto il materiale. Accantonando pazientemente doni
ed economie, ha costituito un modesto
fondo che non permetterà certo di realizzare l’intero progetto, ma di impostare almeno le cose essenziali. Si è
provveduto, in un secondo tempo a liberare i locali della biblioteca e dello
archivio della Società trasferendoli al
primo piano deH’edificio e si è così
ampliato lo spazio disponibile.
La commissione nominata nella seduta dello scorso anno ha lavorato intensamente nel corso dell’inverno scorso e si è i-ealizzato come prototipo la
sala I consacrata al Medio Evo. Di quel
periodo purtroppo non ci sono pervenuti oggetti ma solo documenti scritti
e si tratta di documenti rari di cui non
si può esporre altro che la copia. La
sala è ancora in fase di allestimento
ma sarà completata fra poco: nel frattempo si procederà ad una risistemazione delle rimanenti sale. Molto lavoro attende dunque il seggio della Società e tutti gli amici che vorranno
collaborare per la realizzazione di questo strumento di testimonianza.
Giorgio Tourn
Da vari mesi non abbiamo più dato
notizie e ci scusiamo coi lettori per
questo fatto dovuto a varie circostanze.
Mentre da noi le attività sono ricominciate da poche settimane, dopo l’intervallo estivo, nella zona rioplatense
esse volgono alla loro sospensione. Infatti il periodo di caldo e delle vacanze
inizia alla fine di novembre. In questo
e nei prossimi « Notiziari » cercheremo
di fare quindi una relazione retrospettiva delle attività e degli avvenimenti
nell’ambito delle chiese del Rio de la
Piata, man mano che ci giungeranno
notizie attraverso la stampa e da fonte
privata.
La Federazione Giovanile Evangelica
Valdese (la nostra FUV di una volta)
ha avuto la sua assemblea annua dal 20
al 23 febbraio 1971 a Balneario Conchillas (Uruguay). I temi principali
trattati erano: l’organizzazione di campeggi e campionati sportivi per i giovani, i rapporti con la rivista « Renacimiento », la cui redazione è stata ampliata. Essa dovrà collaborare strettamente con la segreteria della FGEV.
La Facoltà di teologia a Buenos Aires
è stata colpita da un grave lutto: l’ancora giovane preside prof. Juan Litwiller (presbiteriano) è deceduto all’improvviso dopo un intervento chirurgico. Lo sostituisce provvisoriamente nella direzione dell’Istituto teologico il
prof. José Miguez-Bonino (metodista).
Comunità valdesi
La chiesa di Fray Bentos (Uruguay)
ha visto partire il suo pastore Elio
Maggi. Al suo posto è arrivato il licenziato in teologia Guido Gardiol, il quale dopo gli studi teologici a Buenos
Aires lavorava come segretario-cassiere
della « Mesa », a Colonia Vaidense. Anche sua moglie. Dora Moreta, ha fatto
a suo tempo studi di teologia.
A Tarariras (Uruguay), chiesa vacante dopo il trasferimento del pastore
Norberto Bertón alla Facoltà di teologia di Buenos Aires, è stato eletto il pastore Maggi.
A Dolores (Uruguay), nel sobborgo
Tomás Gómez è stata costruita una sala con un ampio ingresso per attività
comunitarie. La costruzione è stata fatta quasi interamente con lavoratori volontari.
A Vaidense, Paysandù e Arroyo Negro (tutti in Uruguay) si tengono regolarmente riunioni di studio biblico in
case private. A queste intervengono i
vicini, membri di chiesa o meno. Le
riunioni sono preparate da gruppi di
giovani e adulti in accordo con i consigli di chiesa e da molti anni danno
buoni risultati in vari quartieri di Vaidense.
Colonia Iris (Argentina) ha festeggiato in ottobre il 70° anniversario della
sua fondazione. Per tale motivo la chiesa di Jacinto Arauz-Villa Iris ha celebrato un culto con agape, al quale hanno partecipato vari pastori che in essa avevano svolto il loro ministero prima dell’ attuale pastore Carlos Deimonte.
« Mensajero Vaidense »
Col numero 1209 del 20 giugno 1971
è cominciata una nuova collaborazione
intitolata « Rama italiana ». In essa il
pastore emerito Carlos Negrin informa
sulla Chiesa Valdese europea servendosi di notizie contenute in « Eco-Luce ».
Previene i lettori che esse saranno spesso di vecchia data, a causa deH’irregolarità del servizio postale. Si consola
però dicendo che lo stesso succede alla corrispondente su « Eco-Luce » in
Italia! Formuliamo un cordiale augurio a questa nuova e secondo noi utile
iniziativa per rinforzare i legami tra i
due rami della Chiesa Valdese.
Rettifica
Una notizia riportata su « Eco-Luce »
presa dal « Soepi » riguardante la Chiesa metodista in Argentina faceva ammontare a 150.000 il numero dei membri di questa chiesa. Vi è uno zero di
troppo, giacché i metodisti nella regione rioplatense non superano il numero
dei valdesi, che è di circa 15.000.
Aja Soggin
........"Il............
Dalla Svizzera Domanda
Il pastore Giorgio Tourn della chiesa di Pinerolo ha parlato a suo tempo
nella Chiesa di Saint-Laurent a Losanna «della situazione del protestantesimo in Italia di fronte al cattolicesimo
postconciliare e di fronte alla situazione politica ed economica della Penisola»
La ricchezza della materia trattata
non consente di riassumere in poche
righe la conferenza; tenuta in lingua
francese aveva attirato un numeroso
pubblico, nel quale i Romandi costituivano la stragrande maggioranza. A prova dell’interesse che ha suscitato, la
conferenza è stata riprodotta « in extenso » nelle pagine delVAlmanach Protestant et Annuaire des Eglises romandes 1972.
* * *
Il Consiglio sinodale, in occasione dell’apertura della sessione ordinaria del
Sinodo della .« Chiesa evangelica riformata del Cantone di Vaud », ha invitato
alla tradizionale mensa le Autorità civili, i rappresentanti delle principali associazioni professionali, sindacali e i
membri della stampa senza distinzione
di colore, i titolari dei ministeri specializzati nonché i due gendarmi di servizio alla cerimonia del mattino come
pure il custode della cattedrale di Losanna.
La Comunità di lingua italiana e la
Comunità di lingua spagnola, come da
desiderio espresso dal Consiglio ' sinodale - non sono state rappresentate unicamente dal pastore Sergio Rostagno e
dal Signor Antonio Verdugo del Servizio sociale protestante, ma anche da
una delegazione di fedeli - cinque per
parte - fraternamente accolta e calorosamente applaudita.
Il professore François Lesserre, della
Università di Losanna, presidente del
Consiglio sinodale, dopo aver ricordato che la Chiesa deve restar fedele al
suo carattere istituzionale ed esser il
luogo d’incontro di una comunità, ha
tenuto ad esprimere - in lingua italiana ed in lingua spagnola - alle due delegazioni la stima e la simpatia che la
Chiesa Valdesé porta ai loro connazionali, in un momento in cui la presenza di stranieri è qualche volta contestata.
* * *
Il dott. Henri Ruscito-Moeri non è
più. La comunità di lingua italiana di
Ginevra perde un fedele servitore. 11
dott. Ruscito, uomo di vasta cultura,
specialista di diritto romano, è stato
per anni avvocato presso la Sacra Rota. Abbandonata la Chiesa cattolica
apostolica romana, si era trasferito a
Ginevra, dove ha avuto la possibilità
di prepararsi al ministero pastorale
seguendo i corsi della Facoltà protestante dell’Università ginevrina.
Joseph Rossetti
Enrico Ruscito. Nato nel 1914 a Pontecorvo, studiò diritto canonico a Roma e divenne avvocato del S. Uffizio.
Abbandonò poi la Chiesa romana e si
stabilì a Ginevra ove fece studi teologici completi presso la facoltà protestante, pur lavorando come impiegato dei
trasporti pubblici. Si impiegò poi in
una banca cittadina, continuando però
a occuparsi attivamente della comunità evangelica di lingua italiana, della
quale era cassiere, ma soprattutto predicatore: nell’Qratoire di Calvino che
ospita le chiese evangeliche straniere
della città, occupava il pulpito regolarmente una volta al mese. Il vuoto che
ha lasciato è considerevole, come il
rimpianto.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimii'iiiiiiMiiiiiiiiiniii
Doni in memoria
In ricordo della cara ¡olanda Tousijn, Lilia
Rostan Romano per il Rifugio C. Alberto
L. 10.000.
Lutto nella Chiesa
di Ginevra
La chiesa evangelica di lingua italiana di Ginevra è in lutto per la perdita recente di uno dei suoi animatori.
AVVIS I 0 NO MICJ
CERCASI ragazza baby-sitter pomeriggio o
alloggiata. Telefonare Lafougère 69.73.87
Torino.
FAMIGLIA valdese cerca alloggio 4 camere
e servizi preferibilmente in villetta con
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Nighetto, Via Caduti Libertà 2, Torre Pellice.
GIOVANILE presenza, divorziato, solo, quarantenne, .statale, sposerebbe valdese 30-35
enne carina, alta 1,60, seria. Scrivere Patrelli Vittorio. Fermo Posta - Via Alfieri.
10100 Torino.
La famiglia di
Fredyno Balmas
ringrazia di tutto cuore gli amici, 1
Partigiani della G.L., i conoscenti
che con la loro presenza o con scritti hanno portato conforto nel dolore
per la dipartenza del suo caro.
Luserna S. Giovanni, 16 novembre 1971
Le famiglie Bounous e De Bettini
riconoscenti, ringraziano vivamente
quanti hanno preso parte al loro dolore per la scomparsa di
Lodo
Un grazie particolare all’Unione
Sportiva Val Pelliee e al suo Presi
dente Dott. Fernando Fagà.
Torre Pelliee, 11 novembre 1971
6
pag. 6
N. 47 — 19 novembre 1971
I NOSTRI GIORNI
UOMINI, FATTI, SITUAZIONI
Un comunicato deH’A. L. R. I,
Ancora sulla pena
di morte
Il pazzesco assassinio delle bimbe
di' Marsala (è infatti probabilmente
opera di un pazzo) ha dato nuovo
spunto alla destra estrema filofascista
per propugnare nuovamente la pena
di rnorte. La stampa di quel settore
politico sta svolgendo, a tal proposito, un’attività quanto mai subdola e
abile. Essa infatti — pur ammettendo che gli uomini politici in genere sono contrari al ripristino di tale pena
— evidenzia (in occasione di un servizio effettuato da un « qualificato »
settimanale) che la cosiddetta gente
comune sarebbe unanimemente favorevole alla pena capitale, all’ergastolo e anche a procedure ancor più barbare. È chiaro che queste dichiarazioni sono state rilasciate in un ambiente ben determinato, quello stesso ambiente che domani voterà per « patria,
legge, ordine », per di più incoraggiato dal fatto che il vicepresidente degli Stati Uniti (come pone in rilievo
sempre la suddetta stampa) Spiro
Agnew ha detto recentemente che
« l’inizio della violenza è una conseguenza della permissività ».
Ma la cosa migliore è riportare qui
appresso alcune frasi degli intervistati, a riprova della nostra breve premessa.
Un prete, docente di filosofia e teologia: « Stabilire la liceità della pena
di morte è di competenza del politicolegislatore. Il teologo-moralista non
ha preclusive obiezioni di principio.
La società permissiva è lo sbocco fatale della filosofia e della visione della vita che si è distaccata dai principi
del cristianesimo... ».
Un giornalista e scrittore : « ...sono
contro la pena di morte per non scendere al livello degli assassini, ma carcere a vita, sì. E magari in una cella
di isolamento per tutta la vita. Perché la società deve difendersi dai mostri di ogni genere ».
Un’attrice radio-televisiva: « Penso
che per crimini del genere possa esserci solo la pena di morte o il manicomio a vita. Non penso possa esserci una via di mezzo... ».
Un impiegato: « ...Ho combattuto
sul Piave e poi in Libia... Oggi i giovani crescono soli e facili prede dei
compagni peggiori che li spingono al
vizio, alla droga, alle rapine, alla prostituzione (pare che questi mali fossero assenti prima). Bisogna ritornare all’antico. Sono favorevole ad un
aggravamento delle pene fino alle
estreme conseguenze ».
Un dirigente d’azienda: « Sono favorevole all’inasprimento delle pene...
non sarei contrario al ripristino della
pena di morte ».
Un avvocato: « ...riterrei opportuno
il ritorno alla pena di morte, poiché
Gli americani
e la guerra del Vietnam
Washington (da L’Unità). - L’ultimo
sondaggio dell’opinione pubblica condotto dall’Istituto Harris attuato alla
fine di ottobre e reso di pubblica ragione ora precisa che i cittadini americani che considerano « immorale » la
guerra nel Vietnam sono passati, dal
47 per cento del gennaio, al 65 per cento, una percentuale senza precedenti.
Coloro che definiscono « ambigui » o
« poco credibili » i piani di disimpegno
annunciati ufficialmente da Nixon sono passati dal 50,1 per cento di gennaio al 52 per cento di fine ottobre.
In un commento a questo sondaggio,
l’Istituto Harris afferma che l’opposizione sempre più vasta dell’americano medio alla guerra del Vietnam va
attribuita alla convinzione sempre più
radicata che l’intervento è stato un gravissimo errore, aggravato di anno in
anno da tragiche e inutili perdite umane ed economiche. (N.d.r.: se però
fosse andata bene...).
A Milano, la procura della repubblica ha emesso centinaia di « avvisi di
reato » ad altrettanti imprenditori accusati di aver inquinato l’ambiente
circostante, con raggravante di aver
agito « nonostante la previdibilità dell’evento ».
A Monza un industriale che non
aveva obbedito a un’ingiunzione che
gli proibiva di scaricare acque avvelenate è stato condannato a due mesi
di carcere. Senza condizionale.
Sempre in questi giorni, anche a
Bologna si svolge un processo contro
alcuni titolari di aziende imputati di
aver adulterato le acque del Reno
adibito all’approvvigionamento idrico
di Ravenna.
Ci auguriamo che queste decise iniziative della magistratura, sia pur tardive, si estendano su tutto il territorio nazionale e soprattutto che non
si spengano contro il solito muro delle varie raccomandazioni, omertà,
complicità, interessi politici, ecc. Si
tratta infatti di persone che sono perfettamente coscienti di violare non
solo la legge, ma di arrecare dei danni sovente irreparabili alle vite umane, a quelle animali e vegetali, alle
cose.
Ognuno di noi è conscio dei gravi
pericoli cui va incontro l’uomo — e il
suo ambiente naturale — in un immediato futuro: i vari mass media ci
tengono infatti informati con dovizia.
Anche la recente « giornata del medico » tenutasi a Roma è stata dedicata
a questo problema.
non è consentito che elernenti asociali possano inquinare la vita della società e delle famiglie ».
Abbiamo riservato per ultimi gli
interventi più « significativi ». Anche
il settimanale che li pubblica li mette per ultimi, ma certamente con uno
scopo assai diverso.
Un’universitaria: « ...per l’incremento di questi delitti, come il caso Sutter e quello di Marsala, sono favorevole alla tortura e alla pena di morte. Sono contro il facile psicologismo
della sinistra... ».
Un ufficiale in servizio permanente
in pensione: « ...sono favorevole al ripristino della pena capitale mediante
fucilazione, oppure all’immediata consegna deH’assassino alle famiglie delle vittime (e vale a dire che vede favorevolmente il linciaggio). Purtroppo, se la situazione politica permane
nel caos attuale, dovremo provvedere
personalmente alla difesa dei nostri
figli ».
Gli avvelenatori
Per la prima volta un magistrato
italiano ha emesso un mandato di
cattura nei confronti di un industriale ritenuto responsabile di aver inquinato le acque di un fiume coi rifiuti della propria azienda. La cosa è
.successa a Roma.
In tale occasione, diversi ecologi,
medici e scienziati hanno preso la pa
rola. Il vice direttore dell’Unesco (la
organizzazione delle Nazioni Unite che
si occupa dell’educazione, della scienza e della cultura) il genetista BuzzatiTraverso ha detto che fra cento anni
la terra conterà 12 miliardi di individui (ora siamo circa 3,5 miliardi): di
lì inizierà la decadenza che riporterà
l’umanità all’anno zero. Essa infatti,
a causa delle guerre, degli inquinamenti e per altre ragioni genetiche si
indurrà a 200 milioni.
Anche l’ecologo inglese Nicholson
non è stato più ottimista: l’ambiente
naturale, così necessario alla salute
dell’uomo, va gradualmente scomparendo per cedere il posto al rumore,
allo smog, ai rifiuti che in parte (quelli in plastica, ad esempio) sono indistruttibili e altamente dannosi al terreno.
È assolutamente necessario che m
Italia, come negli altri paesi industrializzati, i rispettivi parlamenti si
decidano ad affrontare il problema
alla radice e corrano ai ripari al più
presto anche se la cosa dovrà dispiacere agli imprenditori pubblici e privati.
In una parola, è necessario che lo
« sviluppo » venga rigorosamente controllato e guidato. Occorre modificare le leggi del profitto e dell’accumulazione. Bisogna che le industrie acquistino meno macchine per produrre di più, e più attrezzature per inquinare di meno. Roberto Peyrot
Divorzio e Concordato
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
IN ITALIA COME ALTROVE...
Continua ad allungarsi il tragico
elenco delle persone coinvolte nel processo Valpreda e « stranamente »
scomparse.
« Già la lista dei suicidi impossibili
e degVincidenti ambigui si è allungata: siamo a meno dieci, forse a meno
undici ». Non molte settimane fa si
era suicidato l’avvocato Vittorio Ambrosini a quota meno otto.
Capite? L’avv. Ambrosini è stato
l’ottavo testimone, del fatto Valpreda,
improvvisamente e misteriosamente
deceduto!
« In questi giorni, e ancora una volta con il ritardo di un mese, si è avuta la notizia del “suicidio” di Edgardo Ginosa, fratello di Roberto, un
anarchico tra i primi fermati dalla
polizia in seguito alle bombe di Milano. Edgardo era stato interrogato
dal giudice istruttore. Il 5 ottobre è
stato trovato cadavere nel suo appartamento di Sestri Levante; il rubinetto del gas era aperto, e subito il caso
fu archiviato come suicidio, senza tener troppo conto di alcuni fatti insoliti: sul viso, sulla testa e sul collo
l’anarchico aveva ben visibili dei graffi e delle ferite “inspiegabili”, e rimaste inspiegate dall’autopsia, la quale
autopsia chiarì comunque una cosa:
non si era graffiato da solo perché
non aveva tracce di pelle sotto le unghie.
Questo “suicidio”, tra l’altro, è quasi identico a quello del giugno scorso
di Mario della Savia. Mario era fratello di Angelo Pietro della Savia, l’anarchico processato e assolto per gli
attentati dell’aprile ’69, e di Ivo della
Savia, amico di Valpreda e importante teste in suo favore (contro la testimonianza di Ermanna River e la prova del vetrino colorato). Anche Mario
della Savia è stato trovato morto in
una stanza satura di gas, ma chi ha
visto il cadavere sostiene che il cranio e la fronte recavano tracce evidenti di forti percosse. C’è chi dice
addirittura che al posto di Mario ci
poteva essere uno dei suoi fratelli:
probabilmente Angelo, perché è in casa sua ch’è avvenuto il fatto. L’autopsia è stata chiesta dai parenti ed eseguita poco tempo fa: ma il risultato
è rimasto misterioso.
Ultimo della serie nera del giallo
Valpreda, per ora, è Angelo Pascetti:
la settimana scorsa, mentre si trova
in motocicletta, viene gravemente investito da un’auto che fugge via. Ricoverato in ospedale rimane per 24
ore in stato di choc (c’è chi dice vi
viene lasciato), e quando torna in sé
sembra aver perso la memoria. Una
memoria importante perché Pascetti
è un testimone chiave. È lui che ricorda (o ricordava) di esser stato con
Valpreda al bar del teatro Jovinelli a
Roma e di aver discusso di calcio: ma
non della partita Piorentina-Roma, la
domenica 14 dicembre, bensì di InterLazio, quindici giorni prima, il 30 novembre. E con questa testimonianza
cadrebbe il sistema di accuse basato
sul preteso viaggio lampo di Valpreda a Roma, “subito dopo aver piazzato la bomba alla Banca dell’Agricoltura”. Viaggio che il ballerino anarchico ha sempre negato di aver fatto,
e che. costituisce un po’ il .suo alibi
psicologico. Ora Pascetti non potrà testimoniare in suo favore, perché in
seguito all’incidente "non ricorda più”.
A questo punto i difensori di Vaipreda si domandano: Perché tanti testi che spariscono? Non si giungerà al
processo senza testimoni a favore de
gl’imputati? O anche senza il principale imputato? Non sarebbe necessario arrivare fino al “suicidio” di Vaipreda in carcere, c’è chi sostiene che
basterebbe la richiesta di una perizia
psichiatrica per insabbiare tutto ».
(Articolo di Mario Scialo)a, su « L’Espresso » del 14.11.’71).
Molti sono gl’italiani che persistono, a dispetto d’ogni prova contraria
(ricatti, stupri, assassini d’ogni genere, truffe di piccole e grandi dimensioni, tradimenti, torture ecc.), in un
olimpico ottimismo (come chiamarlo?
nazionalista? o infantile? In ogni caso: «colpevole»!): «In Italia, essi dicono, non va poi così male come altrove ».
Quanto sopra è sufficiente a scuoterli? Non viene loro in mente una
certa analogia col processo di Dallas,
quando si trattava di trovare i responsabili dell’assassinio di Kennedy?
GUAI A ME
SE NON EVANGELIZZO!
Crédiamo che queste parole di
S. Paolo (1 Cor. 9: 16), od altre simili, siano state l’imperativo categorico
del reverendo Aubie Gonville FfrenchBeytagh, decano della chiesa anglicana di Johannesburg (Sud-Africa).
« La Corte suprema di Pretoria lo
ha condannato, il 1.11.’71, a cinque andi di prigione, dichiarandolo colpevole d’aver violato la legge “sulla repressione del terrorismo”. È il minimo previsto da quella legge stessa. In
attesa di appello, il decano è stato rimesso in libertà, sotto cauzione di
10.000 rands (più di 8 milioni e mezzo
di lire).
Questa sentenza segna la fine d’uri
processo ch’è durato quasi tre mesi,
e che ha costituito uno degli affari
politici più spettacolari di questi ultimi anni. Dei dieci capi d’accusa presentati alla Corte suprema, tre soli
sono stati presi in considerazione e
cioè:
“incitamento alla disobbedienza
civile;
incoraggiamento alla rivolta aperta contro le autorità costituite, e alla
violenza;
utilizzazione, a scopi illegali, di
fondi ricevuti da organizzazioni stabilitesi all’estero”.
Questo terzo capo d’accusa si riferisce alla gestione, in Sud-Africa, d’un
“fondo d’assistenza” (ammontante a
circa 70.000 dollari) alimentato daña
organizzazione inglese "Aiuto e Difesa”, considerata dalle autorità sudafricane come favorevole alla "sovversione” e sostanzialmente ostile all’apartheid. Il sig. Kentridge, principale difensore del decano, dopo l’annunzio della sentenza ha dichiarato:
“la principale attività che gli ha procurato la condanna, è stata l’aver distribuito del denaro a delle persone
in distretta".
A Ginevra, il Dr. Eugenio Carson
Blake, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha dichiarato che questa condanna solleva
l’indignazione di tutti i cristiani e che
egli spera che il processo venga revisionato.
A New-York, la commissione dell’ONU sull’apartheid, dopo aver reso
omaggio al coraggio del reverendo
Ffrench-Beytagh, così si è espressa:
“attiriamo l’attenzione dell’opinione
pubblica .sul fatto che il decano è stato condannato in forza della legge
sulla repressione del comunismo (1),
L’Assemblea generale deU’Associazione per
la Liberia Religiosa in Italia (ALRI), riunita in Milano il 17 ottobre 1971, chiede ai
partiti di revocare la delega al governo per la
revisione del Concordato, di rifiutare compromessi sul divorzio e di addivenire al referendum per i motivi espressi nella seguente
mozione approvata all’unanimità.
Di fronte alle pretese del Vaticano e al
tentativo delle forze reazionarie e clericali di
ottenere dal parlamento modifiche sostanziali
della legge sul divorzio, ostentando di non
temere l'esito del referendum da es.se richiesto,
l*As.sociazione per la Libertà Religiosa in Italia (ALRI) denuncia il carattere insidioso e
ricattatorio di questo atteggiamento, del tutto
estraneo all’indirizzo antitemporalistico emerso dal Concilio Vaticano II, fa appello ai cittadini e alle organizzazioni popolari perché dibattano il problema con chiarezza di fronte
alla pubblica opinione in questo momento decisivo e chiede ai partiti politici antifascisti :
а) di revocare la delega data al governo per le
trattative per la revisione del Concordato, essendo ora più che mai evidente l’impossibilità
di addivenire a una revisione che non sia una
conferma - estremamente pregiudizievole per
il futuro - delle posizioni di potere che il Concordato garantisce alla gerarchia ecclesiastica,
б) di non arretrare di fronte al referendum,
ma di accettarlo fin d’ora poiché esso fungerà da specchio della verità obbligando i reazionari e i clericali a contarsi e sarà occasione
salutare per mettere al sole le radici del malgoverno, deU’autoritarismo e della sopraffazione.
Avv. Mario Berutti, presidente
iiiiiiiMiiimiiiiiiiiiiiiiimimiiiiiiiimiiiiimiiiiiiimmim
Le Chiese britanniche
e l’ingresso
delia Gran Bretagna
nel MEC
(Segue da pag. 1)
che succeda qualche volta anche da
noi!...
Per quanto concerne le Chiese, una
delle motivazioni più rilevanti, se non
di parere contrario almeno di esitazione davanti all’ europeizzazione della
Gran Bretagna è la perplessità che ho
udito esprimere da molti circa la capacità delle chiese protestanti di questo
paese di rispondere adeguatamente ad
una missione europea. Ricerca di un
alibi come quello di Mosé che diceva
di non essere capace di parlare in pubblico? Reale situazione di devitalizzazione? Incorreggibile pessimismo antropologico calvinista non compensato
da sufficiente consapevolezza vocazionale sul piano ecumenico? Sarebbe arduo rispondere, anche per chi conoscesse le cose meglio di me. Quello che
è certo è che l’aver vissuto per secoli
su di un’isola (non solo in senso^ geografico) ha influenzato la mentalità della Chiesa Scozzese. Non sono situazioni che si possono cambiare né facilmente, né rapidamente.
È vero che la Chiesa Scozzese è sempre stata una chiesa fortemente missionaria e che ha accompagnato i suoi
membri dovunque sono andati a stabilirsi, in qualsiasi delle cinque parti del
mondo (e gli scozzesi sono formidabili
viaggiatori!), ma è altrettanto vero che
la Chiesa nel suo insieme è stata, per
secoli, una chiesa nazionale, fortemente maggioritaria, e che il pensiero di
perdere i vantaggi (?) di una tale situazione di privilegio non è di quelli che
si affrontano volentieri ,soprattutto in
un’epoca in cui la civiltà del benessere
ha disposto gli animi al sacro egoismo
di una vita da godere nel massimo
« confort », anche dal punto di vista ecclesiastico.
Ciò non significa che non vi siano,
nella Chiesa di Scozia, numerosi uomini non solo sensibili ai problemi che un
avvenire meno isolato presenta alla visione della Chiesa, ma anche lieti che
le circostanze impongano tali nuovi
problemi all’ attenzione della Chiesa,
nella speranza che essi costituiscano
uno shock salutare. Ma questo è un altro argomento, che implica un esame
della vita e della situazione attuale del
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiimmiinmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii»
Il priore di Taizé
a Torino
Roger Schiitz, priore di Taizé, sarà presente
a Torino la sera del 22 novembre, alle ore 21,
per un incontro di preghiera nella chiesa parrocchiale di S. Teresa del Bambin Gesù (Corso Mediterraneo ang. Via Caboto). Tema dell’incontro : « La tua festa non abbia fine ».
una legge che è stata condannata dal
mondo intero perché viola i principi
fondamentali della carta dell’ONU e la
dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo” ».
(Da «Le Monde» del 3.11.’71).
le chiese, che lascia ad una prossima
corrispondenza.
E. Ayassot
lllimilllMlllllllllllllllllllllinMIIIIIMIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHt.
Confessione di fede
e impegno anticapitalistica
(segue da pag. 1)
delegare la lotta per il cambiamento
dell’individuo a chi nelle chiese tradizionali la intende come alternativa alla lotta sociale e politica, ma nel considerare la lotta per l’uomo nuovo come parte integrante della lotta per
una società nuova. Senza la lotta per
l’uomo nuovo, infatti, nessun cambiamento di struttura potrà essere realmente radicale ed effettivo;
— i giovani riconoscono infine che
tutto il lavoro, nella società e nella
chiesa, non consiste soltanto in uno
sfonco razionale di dire la verità, ma
che il dire la verità, per un credente,
può avvenire soltanto all’interno dell’amore del prossimo. Questo significa che le persone a cui ci rivolgiamo
in ogni situazione non sono in primo
luogo degli oggetti da giudicare, da selezionare, da organizzare, da respingere, ma sono prima di tutto dei fratelli
da amare, certo facendo chiarezza fino in fondo con tutti;
— perché queste affermazioni diventino significative, i giovani riaffermano la necessità di leggere la Bibbia, di
studiarla collettivamente in riferimento alla propria specifica situazione, di
proseguire la ricerca teologica per darsi degli strumenti esegetici, che ci aiutino a comprendere a fondo il rapporto fra i testi e la nostra situazione.
Solo in questo modo, cioè attraverso
un legame costante e dialettico fra la
parola e la pratica, ritengono che sia
possibile trovare una predicazione che
sia fedele all’Evangelo e che parli al
nostro prossimo.
iiiiiiiiiiiiiimimiiiiiiiiiiiiiMmiimiii iimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Esercito della Salvezza
(segue da pag. 2)
tonio tornava a casa, senza più appoggiarsi ad
una guida.
Non si vive a lungo in India od in Africa,
senza accostarsi a persone malate di lebbra.
Un secondo ospedale in memoria di Evangelina Booth fu dedicato alla cura di centinaia
di persone, rinnegate dalla società perché
considerate maledette, segnate dal peccato.
Donne bramine che correvano leggere, calzando sandali d’oro, sarebbero morte in esilio,
senza l’aiuto degli ufficiali dell’Esercito della
Salvezza. Krishna, un bel giovanotto, si vide
allontanato dalla raccolta nei campi, quando
le sue dita si trasformarono in artigli. L’idolo che egli supplicava non gli dette risposta
alcuna, e avrebbe trascinato una vita di sofferenze e di uimiliazioni, se non fosse stato accolto all’ospedale missionario!
Da una ventina d’anni le guarigioni si succedono come serie miracolose.
Il film ci fece assistere all’operazione dei
tendini bianchi che si tirano dal polso del lebbroso e vengono tagliati come una fettuccia
in 4 sezioni, una per ogni dito che riacquistano l’elasticità dopo una lunga cura elettrica e bagni caldi.
Visi pensierosi riacquistano il sorriso ed i
larghi occhi scuri la luce della felicità. È
impossibile raccontare un film tanto ricco di
carità, di episodi commoventi e sempre attuali.
Il terzo mondo di cui si parla tanto sulla
stampa e nelle discussioni tra gruppi ^ova*
nili era vicinissimo a noi, un centinaio di
persone solidali coi messaggeri di Cristo.
In tutti gli ospedali aggiornati, lebbrosi
vengono curati secondo i metodi straordinari del dottor Brand anche lui figlio e nipotino di missionari in India. V’invito a leggere:
Ces doigts qui guérissent, che vi farà percorrere la lunga strada di pazienti e laboriose ricerche che ora ridanno la vita a migliaia dì
uomini e donne.
In India, i figli stessi di quella terra sono
all’opera negli ospedali. Dottori, chirurghi, infermiere hanno scoperto il vero senso della
vita e della felicità, amando il prossimo, alleviando i pesi e le sofferenze del loro popolo.
Settant’anni fa la preghiera mattutina e serarale si svolgeva in una grotta. Le sale delioospedale e la cappella saranno più moderne
ma lo spirito gioioso al servizio del Signore
è il medesimo.
Tornando a casa nel chiaror di luna, lungo
la strada deserta, attraverso la nostra cittadina addormentata nella sua indifferenza, pensavo all'appello dell’Alleanza Mondiale delle
Unioni Cristiane: Vivere veramente.
« Vivere è più che essere o non essere. È
essere quello che possiamo essere; scoprirci
noi stessi nella nostra vera verità! È sem]
diventare, imparare, crescere.
(c La vita è diversa per ognuno di noi! Ma
una cosa e certa per noi tutti: la vita è quella che potrebbe essere, più di quello che è
ora, più piena del vero senso, per noi stessi
e per gli altri ».
Graziella Jalla
in
empre
(1) In Sud-Africa la parola «comunismo » è sinonimo di « terrorismo ».
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice ^Torino^