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ECO
DELLE mLLI VALDESI
/ I
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
S e 11 i m a r ale
della Chiesa Valdese
Anno XLJV - N II cn. 1
Una copia Lire 4«
ABBONAMfcs
I Eco: L. 2.OC0 per I’interno
' L. 2.8(10 per Testerò
'neilizione in abbonamento postale . I Gruppo
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE. 3 Gennaio 1964
Animili. Claiidiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
mi ¿f/V/i
IL VECCHIO
u
Leggere: Marco 2,
E IL IVUOVO
La "Claudiana” alla Mostra del Libro
'n nuovo anno. Un am"io arco di
giorni, ignoti al punto che non
sappiamo in quanti giungeremo al loro termine, nè se questo termine sarà
quello del nostro calendario — profe
la formato portafoglio — ovvero l’ora
di Dio, ogni giorno più vicina.
Di che cosa sarà pieno, quest’anno'’
di che cosa lo sapremo riemoire? ci
sarà qualcosa di nuovo, di veramente
nuovo, al di là del comprare e vendere,
mangiare e dormire, prender moglie e
andare a marito, far la guerra e la pace, e, morire?
A dare un’occhiata, cosi, di passasala, aH’anno che abbiamo concluso, pare che Qualcosa di nuovo si
■ia manifestato, in questi dtJici mesi.
Sul piano mondiale pare che, mal.crado il terreno sia irlo di difficoltà,
una volontà distensiva stia lentamente
dando un nucjvo volto .alla convivenza umana. Npn dimentico certo che
molti, ancora,! sentono c -orse respingono questo liuovo volto conte un’ennesima maisjthera interessatamente
sfruttata; ma [1011 credo possibile contestare T'aneliio alla distensione, alla
comprensione, a una certa solidarietà,
che si fa sentite nel moido. Piccoli segni indic'itorij sisigoì.Ui a caso, posson( essere la marcia di neeri e bianchi
su Wasningten, le tonnellate di grano
americano fonile all’Unione so^detica.
il muro di Brlino aperto per le festività di fine ('anno ai parenti del settore ovest, a:che il pelU-J’-inacaio diplomatico ab esequie di .K-Cnnedy,
d'obbligo e d parata fin che si vuole,
ma pure induttivo di un sentimento
diffuso.
Sul piano ti.donale, la ’novità’ esteriore è più vitosa. Per la prima volta
tutto (Quasi) socialismo condivide la
responsabilità del potere con f' rze politiche che liora avevano rigorosairiente osteggio tale possibilità. Neppure qui dimutico certamente in quanti modi e coi quante diverse sfumature tale realtàpossa essere valutata. E’
comunque ija realtà effettivamente
nuova, a prite vista anche più nuova
di quel che ; elezioni politiche della
scorsa primtera e le esitazioni postelettorali avsero lasciato sperare.
Sul piano ella vita della Chiesa cri
stiana non lineano d’altra parte elementi di nota. Il profondo processo
di assestammo e di ’aggiornamento'
della Chiesacattolico-romana, avviato
in modo un o’ tumultuoso da Giovanni XXIII effiorato nella prima sessione del ’Vacano II, lungi dall’essere
stato frenatidal cambio di cattedra è
stato anzi iiqualche modo chiarito e
irrobustito, ologicamente reinquadrato E' una ovità’ appena abbozzata,
ma è indutìo che la Chiesa romana,
dopo un piodo di ripiegamento, è
oggi in poiione di lancio, stimolata
appunto di0 accentuata .secolariz.u/ione della ocietà odierna. L’udienza
che essa Irla nel mondo è grande. I
popoli e i Dvernanti ascoltano plaudenti le var ’Pacem in terris’ e in Italia il centresinistra si fa con la tacita
approva:,iot del Vaticano (anche se
il ragionantito può essere capovolto
e si PUÒ di che popoli e governanti
plaudono 0 che piace loro e fa loio
comodo seire sacralmente proclamato, e che aihe il Vaticano non ignora
l’arffi di da una cosa quando si prevede; che ciarà comunque strappata).
bracciaaperte a tutti, sono tese
C‘on Tìarticcre tenerezza agli Orienta’li (Giovan XXIII non ha ricevuto
perfino Ag>ei7!) e solo gli Ortodossi
ereci si paettono di far le bizze e
puntare i fii- Ma al di là di queste
novità di attere essenzialmente tattico, ferme nuovi palpitano certamente nelliscopato, nel sacerdozio.
nell’apostolato laico del mondo cattolico.
Meno appariscenti, senz’altro, le
’novità’ nel mondo protestante, che dopo la grande spinta ecumenica degli
scorsi decenni sembra segnare il passo, in molti paesi, quando non dà segni inconsulti e un po’ senili di nostalgie antistoriche e infedeli. Tuttavia
qualche segno di tensione verso nuove
vie si avverte anche nel protestantesimo, tendenze alla collaborazione e all’unione fra le chiese, quali si esprimono nella trafila delle periodiche grandi
assemblee (Fede e Costituzione:
Montreal, agosto; Protestantesimo dei
paesi latini : Levsin, settembre; Assemblea del Protestantesimo francese;
Aix-en-Provence, novembre; preparazione del Congresso evangelico italiano), o ancora inserimento più organico della missione nella vita delle Chiese (Svizzera, Francia). Nel complesso, non un’impressione di travolgente
vitalità, ma lento maturarsi di nuove
strutture.
Alle soglie del nuovo anno, la parola di Cristo ci ammonisce a non
mettere toppe nuove su abiti consunti. a non versare vino nuovo in otri
vecchi. Sembra a prima vista un vecchio proverbio, troppo savio e un po’
moraleggiante.
Distensione sul piano mondiale? Sì,
ma è solo un intermezzo tattico, tm
momento per tirare il fiato, o ancora
ner permettere a determinati interessi
di trarne il proprio tornaconto. Ricucire la toppa nuova fiammante della distensione sulle persistenti rivalità nazionali, sociali, economiche è pura illusione, e pericoloso è dimenticare che
il cuore dell’uomo è un vecchio recipiente screpolato dall’egoismo e dal1 orgoglio.
Rinnovamento italiano? Ma via, mai
come ora c’è stata così radicale sfiducia nel nostro popolo. Quella che chiamiamo la « classe dirigente » — e che
non è altro, assolutamente altro se non
l’espressione di quel che noi siamo, la
proiezione (a volte grottesca come om bre cinesi) di quel che sarebbe l’italiano medio, in date condizioni... ambientali — non et appare nel suo insieme
in grado, oggi, di reggere allo sforzo
sfibrante di un reale rinnovamento; i
piani più audaci, le linee d’azione pui
di punta — sempre discutibili, s’intende — si smussano inesorabilmente, si
involvono, quando a sostenerli c’è solo la buona volontà e la capacità di
uomini isolati, soffocati da un apparato burocratico e da un corpo naz'ionàle profondamente tarati. Non sarà un
bel programma a cambiare il nostro
K tira a campa ».
11 Cattolicesimo si aggiorna? Benissimo; non è la prima volta che lo fa,
anche se mai, forse, con l’attuale ampiezza di visioni e di attuazioni. Ma
quando non si tocca il cuore delle cose, non c’è vero rinnovamento, veri
riform.a. La Chiesa di Roma si presenta con un abito di Arlecchino, sul quale si sovrappongono via via toppe nuove fiammanti, ma che cosa muta realn>ente nel suo atteggiamento interionel suo essere davanti a Dio?
E ne! ProtestanU^simo, tutto questo
discutere di nuove strutture, tentare
ruove vie, non copre spesso un vuoto
interiore, un calo d’intensità di fede,
di vera personale testimonianza?
L’unità della Chiesa? quante ambiguità nasconde recumenismo oggi di
moda, quanti complessi d'inferiorità,
volontà di potenza, nostalgia di massa...
Presi a sè, quesU interrogativi sono
in parte giusti, ma ambigui. Possono
essere mossi dalla tede, o dall’incredulità. E l’incredulità, anche quand’è savia, è terribilmente sterile: ha il senso
celle cose che hanno gli uomini, non
quello che ha Diopo Din «¡oPantn
creare cose nuove. Egli che chiama il
mattino, che ci ha formato nel seno
materno, che ha risuscitato Cristo, e
noi in lui.
Quando Gesù pronuncia questa parole sulle toppe nuove e gli abiti
\cechi, il vino nuovo e gli otri vecchi,
egli è in pieno nella vita quotidiana;
a tavola, con dei collaborazionisti disonesti, e ha attorno a sè gli sguardi
sprezzanti o costernati dei farisei osservanti e dei rigorosi discepoli del
Battista : gente che non crede al rinnovamento, a una ’nuova nascita’, gente
relieiosa ma intimamente scettica, gente socialmente o religiosamente ’arrivata’, incapace di rimanere aperta all’operare sovrano di Dio.
Badiamo, in questa scena Gesù siede e mangia con il disonesto che ha
abusato del potere a proprio vantaggio, cou l’uomo di mondo che ha tutto
posposto al proprio interesse. Non gli
ha fatto alcuna morale, gli ha detto.
Seguimi, e quello ha sentito crollare
intorno a sè il proprio vecchio mondo
chiuso c una porta aprirsi su di un fu
uma^reOTESTANTES
ITALIANO
. ^
Il sottosegretario, on. Salizzoni, davanti allo stand della Claudiana, alTinaugurazione
della VI Mostra del Libro (Milano, Palazzo Reale, 1.8-22 dicembre). Gli stringe la mano
ring. Piceoli, della Commissione Claudiana; a destra la signorina Alba Pace, della nostra
comunità di Milano, che ha assicurato con assiduità e impegno la nostra presenza allo stand
davanti al quale si sono anche quest’anno soffermate centinaia di persone, sebbene il periodo
della Mostra, proprio a ridosso delle festività, abbia un poco diminuito 1 afflusso dei visitatori
in confronto con gli anni scorsi.
turo fresco, pulito, nuovo. Per gli altri,
invece, tutto era rimasto vecchio.
Lo Spirito Santo non è scettico, diceva Lutero. T.,o sguardo che da credenti dobbiamo rivolgere al nostro
mondo non deve essere uno sguardo
scettico : non perchè a'obiamo fiducia
assoluta in Kennedy o in Krusciov, in
Paolo VI o in Visser’t Hooft, in Moro
o in Nenni, o in Malagodi, nella pianificazione o nella campagna FAO,
nelle riforme di struttura nella società
o nella chiesa, ma perchè di queste
persone e di questi programmi, di questi slanci e di questi contrasti Dio si
serve, positivamente e negativamente,
per guidare la storia del mondo. La distensione ha molti lati equivoci, ma è
pure un dono; da ricevere non come
una droga ma come uno strumento di
servizio e di testimonianza. Il centrosinistra è tutt’altro che il toccasana, ma
offrirà delle possibilità che gente onesta e capace dovrà e potrà cogliere.
L’« aggiornamento » cattolico romano
non è una riforma — la cosa va ben
ribadita - ma è comunque indizio di
sensibilità vocazionale e soprattutto
implica che non saranno .soffocati i fermenti vivi operami in seno al Cattoliresimo, vivi di una vitalità evangelica.
Lo sforzo di ristrutturazione di un prò
UN RADIO-MESSAGGIO
Il vero signiflcato del Natale
Il giorno 25 dicembre, alle ore
10,15, nel corso di una trasmissione
radiofonica, il Pastore Ermanno RoPresidente del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d'Italia, è stato intervistato ed ha pronunziato il seguente messaggio:
Il tempo prenataliiio si presta agli
uguri per un felice Natale. Anche
cristiani Evangelici, possiamo
la nostra voce a quella di molti
¡liri'cristiani affinchè ci sia dato e sia
dato tutti di trascorrere Natale in
„tmosfera di gioia e di pace.
Sappiamo tuttavia che il vero significato del Natale cristiano non si
«aurisce in una festa d. famiglia e
tanto meno in una ce ebrazione chiassosa e profana. Perciò il nostro augurio ha una portata diversa: esso ci
a
noi,
unire
un at
richiama tutti, non alla poesia del
Natale, ma alla perenne esigenza della umiltà e della fede in Gesù Cristo
che si è fatto povero per noi, affinchè mediante la sua povertà noi potessimo diventar ricchi.
Questa concentrazione dei nostri
pensieri sul profondo significato del
Natale cristiano ci aiuterà ad adorare Iddio ed a vivere in pace con gli
uomini nostri fratelli. Anche i rapporti fra le Chiese cristiane, in un
clima di rinnovati contatti ecumenici,
ne riceveranno un notevole vantaggio. La Cristianità, infatti, è ancora
divisa e, per quanto dipende da noi,
non riteniamo di dover sottovalutare
le ragioni profonde delia nostra confessione di fede evangelica. Sappiamo tuttavia che i cristiani si avvicineranno gli uni agli altri, pur con
una tradizione ecclesiastica diversa.
nella misura in cui essi riguarderanno a Gesù Cristo e si lasceranno guidare da Lui.
Non possiamo che rallegrarci per
lo spirito di fraternità che ha caratterizzato in questi ultimi tempi molti
incontri sul piano dei rapporti interconfessionali. E' necessario che sia
così, se vogliamo dare un contenuto
alla nostra testimonianza cristiana.
D'altra parte ci rendiamo anche conto del fatto che i rapporti umani ed
ecclesiastici sono sempre suscettibili
di variazioni. Ciò che veramente non
cambia in un mondo che si trasforma
è la voce dì Gesù Cristo, il buon Pastore. Natale deve renderci attenti a
quella voce, più che ad ogni altra
cosa. Auguriamo alle Chiese di saperla ascoltare con umiltà e di annunziarla con la forza che viene da
Dio.
lestantesinio che vuole veramente riscoprire il senso del ’sacerdozio universale dei credenti’ e della piena diafonia della chiesa nel Tnc.ndo, cuò e.s
stituire una lenta e faticosa maturazione, che nel serio e Daziente impegno
di tutti potrà portare frutti che oggi,
nel grigiore della gestazione, non sapniamo prevedere.
Gesù a tavola con i pubblicani in
casa di Levi: per Dio mai nessuna situazione è bloccata, disperata. Il vino
nuovo dell’Evangelo fermenta vigoroso.
Ma per poterlo contenere nella nostra vita, qualcosa deve morire
e qualcosa rinascere in noi, come mori Levi l’agente delle tasse e rinacque
i! discepolo: e questo « passare dalla
morte alla vita » nella concretezza di
im’esistenza di lavoro, di affetti, di progetti e di speranze. Tion si arresta, finché sarà ’condensato’, in modo definitivo, nella crisi estrema e nella vita eterna pienamente manifestata.
Tutti i nostri abiti, anche di ’convertiti’, si consumano, di anno in anno, di giorno in siorno, finché il nostro mondo corruttibile avr.à rivestito
l’incorruttibilità. Nessuna posizione e
nessuna soluzione è mai al riparo dal
I Seguimi » di Cristo. Otri vecchi, incapaci di contenere stabilmente la lievitante presenza dell’Evangelo, seno le
nostre strutture umane ed ecclesiastiche, anche i valori snirituali della società occidentale e di quella orientale,
la libertà e la socialità, la giustizia e la
pace, gli ideali più alti e le tradizioni religiose più venerabili. Pericolosi
per entrambe le parti sono i compromessi illusori, i rattoppi. Noi abbiamo
questo tesoro in vasi di terraglia, recipienti di poco valore e di poca durata :
pure e lì che l’Evangelo del Regno è
presente nel mondo, nell’annuncio vissui.i di nomini che come Levi sono
stati 'aggiunti da un « Seguimi » irresistibile e liberatore. La parola di Cristo continua a percorrere il mondo più
o meno ’disteso’, l’Italia più o meno
tendente a sinistra, le chiese che si aggiornano e si ristrutturano; nessuna
’novità’ umana è sprezzata, al contrario, ma altra resta la novità dell’Evangelo del Regno di Dio, de'le beatitudini. E a questa novità siamo chiamati,
alle soglie dell’anno nuovo; guardando con speranza nel Signore a quelle
piccole parabole di rinnovamento che
qua e là appaiono, ma serbando co
{continua in 4.a pag.)
2
N. 1 — 3 gennaio 1964
Sogno o realtà?
Un laico visionario
nostri problemi finanziari
La tradizione
nelle Valli
liturgica
Valdesi
// giovane pastore della chiesa di P.
presiede una riunione "straordinaria"
del Concistoro. Cosa strana, nonostante la neve alta e il freddo intenso, sono presenti tutti. Anziani e Diaconi,
anche quelli delle frazioni oià lontane
Eppure, l’unico argomento all’ordine
del giorno non sembra molto allettante: ’’Le contribuzioni”.
In apertura di seduta, chiede la parola ’’barba” S. il più vecchio degli
Anziani e vicepresidente del Concistoro, uomo energico, deciso, senza peli
sulla lingua.
— ’’Siamo stufi — esordisce — di
ricevere perpetuamente ’appelli’, orai’
e scritti, vólti ad incrementare le conti ibuzioni alla Chiesa. Perfino il Moderatore si è messo ora a... battere cassai (S. sta arrotando pericolosamente
le erre, segno della sua irritazione!.
Senza contare — soggiunge — gli ’interventi’ sollecitatori della Tavola, della Commissione distrettuale, della
’Commissione Finanziaria’, (e qui un
sorrisetto fra lo sdegnoso ed il sarcastico increspa le labbia dell’oratore)
secondo i auali siamo accusati di insufficiente liberalità, scarsa puntualità
nei versamenti, insensibilità ai problemi della Chiesa ecc., tutti termini eleganti per dirci, in parole povere, che.
siamo taccagni, disordinati e testoni”.
’’Inoltre — prosegue — c’è gente
che si è messa a fare ’statìstiche comparate’ (!!) dalle quali risulterebbe che
NOI — comunità delle Valli — siamo
alVultimo, ultimissimo posto nella
'vraduatoria pro^capìte’ delle contribuzioni...”.
— ’’Forse ci hanno preso per ciclisii" bofonchia l’Anziano J. cui brilla
no gli occhietti infossati nella larga
faccia...
— ’’Siamo all’ultimo posto, dico —
rnrende S. fulminando l’incauto interruttore con una gelida occhiata —
rispetto a tutti gli altri distretti della
Chiesa Valdese. Veniamo DOPO, perfino alle zone depresse del Mezzogiorno, Calabria e Sicilia incluse!
”Il nostro sistema di versamento
delle contribuzioni alla Cassa Centrale (in tre rate, come abbiamo fatto sempre) viene ora universalmente e duramente deprecato, giudicato anacronistico e assurdo. Vogliono versamenti
mensili, sissignori, MENSILI, con la
buona scusa che la Tavola manda lo
stipendio ai Pastori TUTTI l MESI:
pertanto, se non ricevono denaro dalle
Comunità, la Tavola deve indebitarsi
con le Banche! (Un lieve rossore sale
alla fronte del pastore. "Qui finisce —
pensa — che sono IO il responsabile
di tutto! Non solo, ma vorranno pure
che inviamo una ’vibrata protesta’ alla Tavola!”).
’’Bene riprende S. ho meditato a lungo su onesta faccenda e credo che sia ora di farla ñnita, una volta per sempre. Se dobbiamo adeguarci, tanto vale che lo facciamo subito,
senza tante storie.
"Ecco quanto — a mio avviso
il Concistoro dovrebbe proporre alla
prossima Assemblea di Chiesa, convocata per domenica prossima, ed alla quale — ringhia — dovranno par-^
tecipare tutti, dico TUTTI i membri
di chiesa, giovani e vecchi, uomini e
donne!
PRIMO: A cominciare da onesto
mese, adotteremo anche noi il sistema
’proporzionale elastico’ od a percentuale (come dicono i tecnici) in misa •
ra proporzionata, cioè, ai guadagni
reali di ciascuno. Ogni membri di Chiesa avrà l’OBBLIGO fobbligo morale,
s’intende, ma senmre obbligo) di versare MENSILMENTE una percentuale fissa dei suoi guadagni, secondo
quanto il suo senso di responsabilità
e di amore per la Chiesa gl impongono.
SECONDO: Allo scovo di stimolare e rendere elettivi onesti sentimenti,
fisseremo una ’quota minima’ percentuale. Sarete tutti d’accordo con me
nello stabilire che essa non sia inferiore all’uno rer cento. £’ una ’decima’ un po’ magrolina (il decimo della
decima!) ma così facendo siamo sicuri che non potrà rifiutarla nessuno.
Chiunque potrà stabilire, ver .se stesso. una anota superiore (il due, il tre.
il cinque, il sette per cento), questo è
pacifico, — e ne saremo anzi lietissimi — ma di meno NO. Dovremo av
vertìre IAssemblea, che chi si rifiuterà di accettare questo MINIMO... sarà proposto per la radiazione dagli elenchi dei membri elettori (^om-’, d'altronde, prevedono ì nostri regolameli
tii.
TERZO: Tenuto conto del bassissimo livello percentuale minimo stabilito, chiarisco che e.s.so deve riferirsi
a TUTTI i proventi, diretti o indiretti,
in denaro come in prodotti della terra, di OGNI membro di chiesa. (D’altro canto a noi Anziani non mancano
i ’dati’ sui puadapni di c’ascun abitante delle nostre bora^te,,,),
OUARTO: Entro la nrima settimana di ciascun mese, ognuno di noi raccoglierà le buste, rilasciando regolare
ricevuta (faremo stampare i ’blocchetti’ necessari) e le consegneremo al Cassiere. Quest'ultimo, dono aver detratto le somme occorrenti per le spese locali — da noi autorizzate —- verserà
la rimanenza alla Tavola, entro il 15
di ogni mese”.
’Barba’ S. respirò profondamente. —
"Ho finito" disse. "Spero che la mia
proposta sarà accettata. Diversamente
darò le dimissioni”. E si mise a sedere,
tergendosi la fronte col fazzoletto.
Dopo un lungo, profondo silenzio,
lì Pastore si alzò.
— ’’Ringrazio Hamico S. — disse —
per la sua franca esposizione e per le
proposte formulate. Qualcuno vuole
muovere obiezioni o chiedere maggiori ragguagli? In verità, mi pare che
non ce ne sia bisogno”.
Nessuno fiatò. La proposta fu approvata all’unanimità e — incredibili
dieta — uguale miracolo accadde la
domenica successiva all Assemblea di
chiesa.
Ma... si è trattato di un .sogno o di
lealtà ’’romanzesca’?
Ai ’’posteri”...
Il Conte di Champ Barbier
La liturgia era chiamata un tempo
« forma delle oreghiere » di una determinata chiesa. Infatti essa contiene le
preghiere formulate e disposte neU’ordine seguito dur^inte il culto secondo
la consuetudine di una o niù comunità. Una liturgia, per il suo contenuto
perfettamente evangelica, può essere
sentita da una chiesa come cosa non
sua. Per es. il « Libro delle preghiere
comuni » della Chiesa d’Inghilterra è
altrettanto evanselico quanto la liturgia della Chiesa Valdese, ma i Valdesi
si troverebbero a disagio se dovessero
adottarlo (lo dimostra il fallito tentativo fatto a '^nesto riguardo dal gen.
Beckwith nel 1850), come gli Anglicani mal si adatterebbero a seguire la
liturgia valdese. Ogni chiesa ha una
sua abitudine di oreghiera. cioè una
sua tradizione liturgica. Si deve tenere
conto di questa tradizione, quando ci
si voglia accingere a rivedere una vecchia liturgia o a prenararne una nuova. Una tradizione dev’essere semnre
controllata e riformata dalla verità della S. Scrittura, ma se nel suo contenute è evangelica, essa rappresenta semplicemente la trasmissione da una generazione all’altra della vita di preghiera in una determinata forma.
DaH’enoca della Riforma alla metà
del secolo scorso i Valdesi seguirono
la tradizione liturgica delle chiese della Svizzera francese. Ho dinanzi a me
La Liturgie ou la manière de cèlebre!
le Service divin dans l’Eglise de Genève, stampata a Ginevra nel 1754. Essa
fu usata per oltre mezzo secolo (o un
secolo?) dalla parrocchia valdese di
Bobbio Pellice. NeU’ultima pagina
bianca il régent (il maestro anziano di
chiesa) vi scrisse la data di tutti i giorni solenni di digiuno e di umiliazione,
celebrati a Bobbio del 1768 al 1808,
cioè durante il ministero di suo padre,
pure régent, e suo. Il moderatore Jean
Pierre Revel, che fu pastore di Bobbio
verso la metà del secolo scorso, prese
con sè questa liturgia, quando fu nominato professore di teologia e la lasciò in seguito alla biblioteca della nostra Facoltà Teologica.
Altre comunità valdesi seguivano le
liturgie di Neuchâtel o di Losanna.
Non v’era uniformità liturgica fra le
13 oarrocchie delle Valli.
Nella liturgia ginevrina usata a Bobbio prevaleva l’ordine settimanale, ma
non era del tutto escluso l’anno ecclesiastico (sarebbe meglio dire « l’anno
del Signore »), poiché si osservava il
Natale, la Pasaua, la Pentecoste con
la settimana che precedeva e la settimana che seguiva ciascuna di oueste
feste. Gli elementi lasciati alla libera
scelta del pastore erano: la preghiera
r.rima del sermone, li testai e il sermone. I salmi da cantare e le letture bibliche per ogni domenica erano stabilite nell’ordine del culto. La partecipazione visibile e udibile della comunità era unicamente nel canto dei (tre)
salmi. Uno studente in teologia e un
pastore dirigevano successivamente
tutto il culto. La S. Cena era celebrata quattro volte l’anno; il battesimo
era amministrato durante il culto pubblico. Nella liturgia era orevalente in
modo quasi esclusivo la predicazione.
L'espressione « avant le sermon » (prima del sermone) serviva a indicare
tutto ciò che nella liturgia precedeva
la predica. La liturgia scandiva il ritmo
della vita cittadina durante tutta la
settimana; la domenica: 4 culti; il
giovedì durante l’estate; culto alle ore
7 e alle ore 9, durante l’inverno soltanto alle 9; gli altri giorni della settimana; primo culto al mattino alle ore
7. secondo culto la sera un ora e mezza orim.a della notte. L’incidenza del
culto nella vita della città appare in
modo particolare nella preghiera d’intercessione dopo il sermone. La liturgia nella sua semplicità e concretezza
biblica non aveva nulla di astrattamente cultuale, era aderente alla vita
Il lavoro biblico oolla Chiosa
in questi ultimi anni
Valdese
Le premesse
Ritorno alla Bibbia », questa espressione
fu lanciata quasi come una parola d’ordine
dal Sinodo 1954 (siamo al decennale!). Dopo aver ancora una volta esaminato la situazione spirituale della Chiesa si sottolineò
giustamente Tesigenza di un « ritorno alle
Scritture ». Questo non significava che la
Chiesa Valdese si fosse allontanata dalla
Scrittura nella sua dottrina o nel suo catechismo o nella sua predicazione. Si parlava
piuttosto di un allontanamento pratico del
membro di Chiesa da una conoscenza e meditazione approfondita della Scrittura. Per
troppi essa è considerata una premessa • teorica, in vero molto importante, ma riguardante la « vita religiosa », la vita della Chiesa. non la vita di tutti i giorni; questa rimane impostata e ispirata secondo gli schemi della società nella quale viviamo, i cui
segni di scristianizzazione appaiono evidenti.
Questo allontanamento pratico dalla Scrittura ha, naturalmente, la sua ripercussione
sulla vita della Chiesa : questa viene considerata un organismo religioso fine a se stesso, di cui quindi si può anche fare a meno,
non avendo alcuna aderenza alla vita vera.
11 « ritorno alla Bibbia », non ha semplicemente lo scopo di rendere la gente più religiosa facendola tornare nell’ovile chiuso della Chiesa, nè vuole essere il tentativo di
introdurre una pia pratica spirituale per distrarre o elevare lo spirito. Il pieno significato di questo ritorno (oggi più che mai
valido), lo si comprende soltanto se si è compreso il significato stesso della Bibbia. Essa
non è una generica parola religiosa per gente di Chiesa, ma è la Parola che Dio rivolge
all'uomo concreto e reale di ogni giorno,
non solo per dargli una « morale » o una
norma di vita (senza dubbio anche questo),
ma per dargli una visione più ampia e com- pietà del significato della sua vita e della
storia nel piano di Dio. Per dargli quindi
una fede e una speranza non come evasione
dalla realtà, ma airinterno della realtà stessa in cui vive.
Questa comprensione della Bibbia, come
parola che Dio rivolge alTuomo di oggi, dà
anche una diversa comprensione della Chiesa che diventa allora il luogo dove la Bibbia
è ascoltata, predicata e creduta, e lo strumento di cui Dio si serve per parlare al
mondo e per agire nel mondo. Il ritorno alla Bibbia non tende dunque a creare dei
credenti isolati, soli con la loro Bibbia e il
loro Dio, pienamente e spesso farisaicamente sufficienti a se stessi, ma vuole dare
una nuova comprensione della Chiesa come
Comunità di credenti che credono insieme,
ascoltano insieme, parlano insieme e insieme operano e testimoniano. Il ritorno alla
Bibbia tende quindi, oggi, come sempre, a
un pieno rinnovamento della vita del credente e quindi della Chiesa secondo 1 ispi
razione e per la potenza di quella Parola
che « non torna mai a vuoto senza aver compiuto l’opera sua ».
La Commissione Biblica
Sulla lìnea di questi pensieri e per il raggiungimento dì questi fini veniva creata nel
1956 la Commissione Bìblica a cui fu affidato il compito di preparare un certo numero di strumenti come essenziale materiale
di base. Nessuno si illuda che la nomina dì
una commissione sìa di , ier sè la soluzione
del problema. Lo scopo della Commissione
è quella di predisporre del materiale che
servirà nella misura in cui sarà usato. Questo materiale a sua volta è offerto non quale
formula di infallibile successo, ma come
una collaborazione, un aiuto per contribuire
alla soluzione di un problema che sentiamo
essenziale e per raggiungere la quale ogni
.sforzo e ogni mezzo adeguato non deve essere accantonato. Naturalmente ogni strumento non ha senso e valore se non crediamo
innanzitutto nelLopera sovrana e potente
dello Spirito che continuamente deive essere
invocato. Il ritorno alla Bibbia è dunque
strettamente collegato a un ritorno perseverante ad una più profonda vita di preghiera.
Il Lezionario Biblico
Gli .strumenti sono noti: il Lezionario biblico, le Meditazioni bibliche, le Note omiletiche, il Commentario biblico e il Dizionario biblico.
II Lezionario, come è noto, si compone di
un piano di letture bibliche per ogni giorno.
E’ una guida offerta a chi vuole veramente
fare della Parola di Dio il proprio « pane
quotidiano », ricercando l’ispirazione e il
messaggio di grazia per ogni giorno. Offrendo a tutte le famiglie della nostra Chiesa lo
stesso testo biblico per ogni giorno, si vuole
sottolineare il carattere comunitario di questa lettura (a titolo di informazione riferiamo ebe la metà circa di tutto le famiglie
della Chiesa Valdese d'Italia ha ricevuto il
Lezionario per il 1964).
Il testo della domenica è spesso scelto dai
Pastori per la predicazione del Culto pubblico. collegando cosi, felicemente, la predicazione pubblica con la meditazione personale o domestica. Molto spesso il testo domenicale è di introduzione alle letture settimanali.
Il ( riterio seguito nella scelta dei testi è
stato vario. Negli ultimi anni è prevalso
quello della lettura biblica continuata che
aveva innegabilmente il vantaggio di seguire e mantenere l’unità del pensiero nei vari
libri della Bibbia. Per l’anno 1964 è stata
prevista una varietà di te.sti giornalieri (mantenendo per ogni settimana un certo equilibrio tra i vari libri biblici), legati tuttavia,
sia pur con elasticità e senza forzature al
pensiero del testo domenicale. L’anno ecclesiastico è stato osservato soltanto nel periodo natalizio (daU’Avvento all’Epifania) e
pasquale (dalla Domenica delle Palme a Pentecoste). Con il Lezionario del 1964 si è
pensato soprattutto a dare una guida per il
culto individuale e di famiglia, offrendo un
messaggio definito per ogni giorno, piuttosto
che per lo studio biblico per il quale sono
predisposti altri strumenti.
Li' Meditazioni Bibliche
Indispensabile complemento del Lezionario sono le « Meditazioni bibliche », cioè per
ogni testo del Lezionario è svolta una breve
meditazione (he ha lo scopo di mettere in
luce il messaggio centrale del testo, essendo
quindi un aiuto validissimo per la comprensione e l’approfondimento del testo letto. Le
Meditazioni sono affidate ad una certa varietà di penne pastorali la cui diversità di
impostazione costituisce un innegabile arricchimento di pensiero.
Per l’anno 1964 è stato eliminato il « pensiero conclusivo » e la troppo breve preghiera è stata quasi sempre sostituita da alcuni pensieri di intercessione che potranno
essere sviluppati neU’ambito della preghiera
spontanea che ognuno deve e.sscre in grado
di formulare dopo la lettura biblica.
Quest’anno le Meditazioni bibliche escono in due edizioni : a calendario, con fogli staccabili ed a libretto.
Le Note Omiletiche
E' un fascicolo ciclostilato in\iato a Pastori, a Predicatori e quanti ne fanno richiesta (l’attuale tiratura è di circa 300 copie),
che offre, per ogni domenica da novembre
a giugno (vi è il progetto di allargare questo periodo, se -sarà possibile!), uno studio
esegetico di un lesto biblico seguito da note
e indicazioni omiletiche in vista della predicazione. Questo strumento, di difficile realizzazione per la quasi generale mancanza
di puntualità e per le numerose defezioni
dei collaboratori, ha incontrato larghissimo
favore tra i predicatori. Specialmente dai
laici riceviamo numerose testimonianze che
ci incoraggiano a continuare e svilup]>are
questo lavoro.
Il Commentario Biblico
Da anni è stato predisposto un piano per
la realizzazione di un semplice e nello stesso
tempo approfondito commentario ai libri
del Nuovo Testamento a sostituzione delle
famose e ormai esaurite edizioni dello Stewart-Bosio. Il lavoro affidato ad una direzione c collaboratori competenti ha tuttavia
difficoltà a vedere la luce sia per la delicatezza e l’impegno dell’opera stessa, sia per il
(continua a p. 4) A. Taccia
quotidiana della chiesa nella città e ad
essa dava un ritmo evangelico. Le preghiere di adorazione, di rendimento di
grazie, di lode e d’intercessione presentavano a Dio tutta la vita privata
e pubblica del pooolo. La liturgia, oer
quanto recitata dai pastori, diveniva
così la liturgia della città-chiesa.
La situazione delle 'Valli Valdesi
era diversa da quella di Ginevra, ma
i pastori seppero adattare la medesin. i
liturgia alle diverse condizioni di vita
dei Valdesi. Ciò anpare nella orima
liturgia valdese che è del 1837 : La Liturgie Vaudoise ou la manière de célébrer le Service Divin, comme elle est
établie dans les Eglises Evangéliques
des Vallées du Piémont. Par ordre du
Synode. A Edimbourg 1837. Perche
lu stampata a Edimburgo e la sua seconda edizione del 1842 a Losanna?
Perchè fino al 1848 ai Valdesi non fu
concesso di stampare libri religiosi in
Piemonte.
Questa prima liturgia valdese fu
un’opera di compilazione fatta sulla
base delle liturgie svizzere francesi,
con l’intento di stabilire una certa uniformità del servizio divino nelle parrocchie delle Valli. Il suo titolo è identico a quello delle liturgie svizzere
Come queste ha l’ordine per il culto
domenicale del mattino e della sera e
per il catechismo pubblico. Manca invece il culto domenicale delle sette del
mattino che a Ginevra era sopraliutto
per la servitù. Esso non corrispondeva alla situazione sociale dei Valdesi
che nella loro quasi totalità erano piccoli proprietari della terra che essi
stessi coltivavano. Vi sono inoltre le
preehiere per tutti i giorni della settimana, oer la mattina e la sera, da recitare « dans les temples ou d.ans les
écoles et en famille ». Le preghiere
erano dunque pensate per il culto pubblico, come in Svizzera, ma dove ciò
non era possibile, potevano essere recitate nel culto di famiglia. Anche alle
Valli, la lituraia in tutta la sua semplicità riformata doveva comunicare il
ritmo evangelico alla vita quotidiana.
L’anno del Signore era soltanto abbozzato come in Svizzera; Natale, Venerdì Santo, Pasqua, Ascensione. Pentecoste. S. Cena di settembre e giorno
del digiuno solenne. L’ordine del culto era il seguente:
Régent: Lettura della S. Scrittara (alcuni capitoli) e Decalogo.
Ministro: Invocazione e preghiera di
confessione di peccato,
Comunità : Canto di un salmo.
Ministro: Preghiera di bde e ringraziamento che si concludeva col Padre Nostro. Sermone. Preghiera di
intercess. e Padre Nostro. Credo.
Comunità: Canto di un salmo.
Ministro : Benedizione.
Notiamo la recitazione del Padre
Nostro fatta due volte, come nella liturgia di Ncchâtel: la comunità partecipa alla liturgia in maiiera udibile
col canto di due salmi; non v’è (come
nella liturgia di Neuchâtel) alcuna preghiera spontanea. Non è quindi esatto dire che la tradizione riformata voglia in ogni culto almeno una preghiera spontanea. La struttira liturgica
settimanale e domenicale b quella delle chiese svizzere francesi Le parrocchie valdesi continuavano la tradizione liturgica seguita de secoli.
La Liturgia valdese non meno ü
quelle svizzere, dalle qutli derivava,
era la liturgia di tutto il popolo credente. Nelle preghiere potava dinanzi a Dio l’intera vita della parrocchia.
Oltre alle preghiere per il nattino e la
sera di ogni giorno, per le solennità
dell’anno del Signore, neri sacramenti e i vari riti, per la conflcrazione e
l’insediamento dei pastori e degli anziani, per le ore in cui culnjna o finisce la vita terrena (matrimonio, sepoltura), — vi erano preghieie per i pasti (orima e dopo), per gl ammalati,
per chi soffre grandi dolcfi, per un:i
donna incinta e una partolente, oer i
morenti, oer le calamità pigbliche. per
chiedere a Dio la conversile di una
persona, per la perseveraría dei giusti, per le persone sole, rr la Saii|a
Comunione (prima e dono
La liturgia della chiesacon le suel
preghiere preordinate nonoffriva sol-i
tanto determinate formuleper le vane vicende della vita del cèdente, ma
era pure ammaestramento, orma, ispirazione della preghiera spc tanca per
sonale. E aP Vinay
3
pag. 3
3 gennaio 1964 — N. 1
La vita a Palazzo ’’Salviati,, un
i»’
I
Il cuore antico dell’evangelismo fiorentino
Firenze, dicembre.
« Palazzo Salviati », parole che
per i più giovani non dicono forse
nulla, ina che destano certo una
eco in molti lettori; « Palazzo Salviati », a Firenze, è stato per gran
tempo il centro dell’opera d’evangelizzazione valdese, ha ospitato
per sessant’anni la Facoltà di Teologia, l’Editrice Claudiana, ecc.
Scendendo in città, se chiedete a
una guardia della chiesa evangelica. otto volte su dieci vi mandano
là. in via Serragli 49, tanto sono
persistenti certe associazioni di idee
e di luoghi. Dopo la spartizione avvenuta quarant’anni fa fra Nord e
Sud ___ fu una necessità? un bene,
un male? — Palazzo Salviati fu utilizzato per una chiesa, l’Istituto
Gould, locali d’affitto. Il vecchio,
immenso edificio suhi una lenta trasformazione che, dopo la guerra,
prese sempre più rapidamente la fisionomia d’una decadenza dolorosa ed inarrestabile.
Mentre la comunità gravitava sempre ]»iù verso i quartieri « di qua
d’Arno », fino a rendere l'dausibile
la fusione delle due antiche congret'^azioni e quindi la scelta ilei locale
di culto nel centrale tempio anglicano, il bisogno di fitti provocava
l’arrivo di gente nuova e Fabbandono di quello stile, d’una sorta di pulita distinzione, che davano a tutto
il complesso itn tono (amiche educativo per i ragazzi dell’Istituto);
intanto il tempo lavorava inesorabile, provocando guasti evidenti a un
edificio <-he sembrava sempre /piùj
inadatto ed incapace d’essere veramente utile alla testimonianza della Chiesa.
Ma pareva impossibile che le circostanze dovessero essere più forti
degli uomini; a Firenze almeno non
ci si poteva e non ci si può arrendere all’idea che Palazzo Salviati
resti un rudere colossale (ed anche
rAmministrazione della Chiesa, agsiun.giamo, è bene dello stesso parere). Si è iniziato cosi da tempo,
ed ora si accelera sensibilmente, tutto un lavoro di rinnovamento piuttosto che di ripristino, appoggiata
tenacemente dagli evangelici fiorentini.
Lhi tentativo di ridare vita a un
centro cultuale è stato compiuto durante due anni: la vecchia chiesa
è stata riaperta, sono stati riparati
i guasti maggiori, s’è rinnovata l’illuminazione; purtroppo sul piano
evangelistico non siamo riusciti ^a
sfondare, il culto settiman.ale s’è
circoscritto a un nucleo di credenti.
Ultimamente il Consiglio di Chiesa
ha deciso di stabilire una stretta collaborazione con l’Esercito della Salvezza,il quale inizierà il lavoro a
metà gennaio con una campagna di
evangelizzazione guidata dal Capo
jier l’Italia col. Jean A. Bordas. Ci
rallegriamo molto per questa iniziativa, ben felici se l’Esercito d. S.
jiotrà inserirsi nei quartieri popolari d’Oltrarno, servendosi di strumenti che proprio e solo per la testimonianza dell’Evangelo sono nelle nostre mani.
Un Poliambulatorio è stato allestito, con un’attrezzatura efficente e
notevole decoro, nei locali a terreno, a cura del Centro di Solidarietà. Sul piano d’una giusta utilizzazione dei locali ci sembra che la
rosa sia buona e positiva: comunque vaila Forganizzazione eli quel
servizio, esso si svolge a Palazzo
Salviati, un centro protestante noto
per tale in tutta la città.
L’Asilo Italia — un’opera tipica
mente fiorentina per persone anzia
ne — attraversa una fase di transi
zinne che prelude una notevole af
fermazione; aveva bisogno di locali
per alcuni anni, e li ha trovati nel
vecchio palazzo. Il Comitato dell’Asilo ha fatto le cose bene, guardando più all’interesse generale che
al proprio, ed ha ripristinato un insieme di stanze con notevole spesa.
Ofigi le sorelle ospitate hanno una
ca'sa bella, dei locali efficenti; non
rimpiangiamo il milione e mezzo
speso, perchè è stato un contributo
al riimov'amento del palazzo, qualcosa che resterà al Gould quando
l’Asilo si trasferirà nella sede definitiva, di prossima costruzione.
L’Istituto Gould è noto in tutta
l'Italia, esso è l’unica opera della
nostra Chiesa consacrata ai ragazzi
fuori delle Valli Valdesi e Torino.
Da settembre s’è insediato un nuovo direttore proveniente dal campo
delle Missioni, il prof. Fr. Amato,
il quale profonde insieme alla sua
compagna ogni energia. Nuovo alTambiente, ai problemi (ed alla
cronica miseria che ci affligge), si
trova spesso davanti a difficoltà che
solo con fede e consacrazione sono
sopportate ed avviate a soluzione.
Sul piano locale, la comunità fiorentina ha anticipato — contando
su una sottoscrizione in corso — la
somma notevole per il rinnovo di
una diecina di stanze, le quali forniranno all’Istituto un buon alloggio per i grandi e la possibilità di
dare l’avvio a uno studentato (anche universitario, del quale si sente
la necessità a Firenze). L’Amministrazione collahora, entro quei limiti che sono imposti dalla visione dei
bisogni generali dell’Opera. Il palazzo è così grande, le necessità sono tali che solo una lunga pazienza
può vincere la partita.
Ma il Gould ha bisogno di personale, non solo dei saltuari aiuti che
possono venire da volonterósi del
luogo ma di collaboratori che abbiano il giusto salario e consacrino^
~ tutto il loro tempo a un servizio fra
i ragazzi. Purtroppo richieste e segnalazioni non hanno per ora dato
risultato; e questa ci sembra la cosa
più grave, perchè per le mura ed i
mobili il danaro il Signore ce lo
farà pervenire, si tratta in definitiva di cosa seconda, ma la prima è
nelle vocazioni al servizio. Chi vorrà rispondere? chi s’impegnerà fra
questi ragazzi che hanno bisogno di
qualcuno che li ami e li serva, umilmente e con gioia? Anche per questo, i>erò, non disperiamo: il vecchio caro « Gould » è vivo come un
cantiere operoso, la c.asa è aperta
ad accogliere e risolvere tante situazioni difficili o dolorose. Il domani
si presenta non facile — e quando
mai è così? — ma ricco di nuove benedizioni.
^ ^
« Palazzo Salviati » — centro di
vita a carattere comunitario — interessa buona parte delle nostre comunità, infatti e l’Asilo e l’Istituto
accolgono ben pochi fiorentini, i
suoi ospiti vengono da tutto il paese. Per questo crediamo che quanto
avviene, e che appassiona i valdesi
di Firenze, i quali hanno a cuore
anche l’Istituto Ferretti, debba interessare un po’ tutti, ed esercitare
un richiamo a generosi sensi di solidarietà.
L. .S.
PERSONAL! A
Apprendiamo con molto piacere che
nelle scorse settimane Erica Pons e
Ermanno Jalla hanno conseguito a
pieni voti la laurea in fisica presso la
Università di Torino. Ai neolaùreati
inviamo, con i nostri vivi rallegramenti, i più cordiali auguri per la loro
attività futura.
Qualche anno fa si chiainò «messa
rossa» la proposta (rivoluzionaria) di
alcuni sacerdoti di dire messa in italiano. Quest’anno, 1963, sarà forse ricordato alle Valli come quello di un
battesimo anch’esso « rivoluzionano » :
durante l’estate, in un culto domeni
cale di una delle nostre comunità un
battesimo veniva ammmistrato da una
donna (studente in teologia).
Questo il fatto; e ben presto la notizia si diffondeva e provocava commenti e interrogazioni. Vorrei esporre qui per i nostri lettori alcuni pensieri detti a voce in risposta appunto
a una di queste interrogazioni.
Quel che più suscitò meraviglia mi
sembra sia stato la. novità del «celebrante » ; mai si era infatti visto un
Sacramento amministrato da, « una
donna ». Porse l’oratoria femminile in
altri campi, a cominciare dall insegnamento fin da epoca ormai lontana, per
arrivare all’avvocatura e alla politica, ha preparato l’opinione pubblica
ad accettare anche l’oratoria sacra, la
piedicazione, da. una voce di donna.
Nel campo liturgico-sacrament^e ovviamente 1 precedenti sono più rari,
si spiega cosii la sorpresa suscitata.
Non che i precedenti manchino del
tutto: in base aila concezione particolare che la chiesa romana ha del
battesimo e della salvezza, capita non
di rado che rueonati in imminente pericolo di vita siano battezzati dalla
levatrice, o da altra persona presente,
o dalla madre stessa (l’abbiamo letto
pochi giorni fa in un trafiletto di cronaca su un bunbo nato prematuramente e poi morto quasi subito). La
diversa concezione del Battesuno net
la chiesa evangelica fa sì, che questi
casi non si presentino.
Tuttavia mi pare che se meraviglia
doveva esserci per il battesimo avvenuto in una nostra chiesa, essa non
dovesse essere causata dairessexe il
celebrante una donna, ma da un altro
motivo. Il minilero evangelico non e
sacerdozio ma servizio, e da questo
servizio (S. Paolo lo chiama « diakonia delta riconciliazione») le donne
non sono escluse. La grazia e i carismi sono dati da Dio « senza distinzione di pers-one» a uomini e donne,
perchè «Dio non ha riguardi perso
Quel che avrebbe a parer mo dovuto causare meraviglia (e mi piacerebbe udire l’opinione dei lettori su
questo punto) è piuttosto che un rito
dal significato profondamente « comu
nitario » non sia stato celebrato da
un « ministro » della cornimità, cioè
da un anziano ma se ne sia lasciata
la cura ad un’altra persona: un po’
cerne se, per esempio, un sindaco, do
vendo celebrare un matrimonio, ed essendone impedito, ne lasciasse la cura non al vice-sindaco o all’assesscre
anziano o altro ufficiale di stato civile riconosciuto, ma ad una persona
colta proveniente da qualche altra località, a un'insegnante o un medico
o uno studente in teologia di qualche
altro comune.
Questa « delega » di certe attività
pastorali a persone estranee al Con
cistoro, e spesso anche alla (Comunità,
è comprensibile nel caso della predicazione : essa infatti richiede una preparazione tecnica, oltre al «dono» (e
spesso il dono consiste appunto nella
capacità s nella volontà di prepararsi ! ) Nell’assenza di' quello che, fra i
«ministri» della comunità (cioè il pastore), ha la preparazione specifica
per predicare, gli altri « mimstri » fanno ricorso normalmente a un’altra
persona che abbia o stia facendosi
quella preparazione (un predicatore
laico o uno studente in teologia). Mi
domando però se in questo caso essi
non dovrebbero esercitare lealmente il ministero di « presidenza » a cui
la Comunità li ha eletti, «presiedendo » il culto e cedendo solo la « predicazàone» alla persona tecnicamente
adatta. Tanto più questa mia osservazione dovrebbe valere per ramministrazione dei sacramenti ; il battesimo che ha fornito l’occasione per queste note, non è stato per caso una
abdicazione deiranzianato da uno dei
suol ministeri? In assenza del pastore presidente del Concistoro, non spetterebbe all’Anziano di presiedere il
culto e amministrare i iacramenti?
Quale maggiore autorità ne ha uno
studente in teologia, uomo o donna
che sia?
Ho posto una domanda; cosa, ne
pensano i nostri fratelli Anziani? E
le comunità? „
B. Corsani
Dftì vosTiio lamiflTO specisle im anoDESia
Un paese in rapitda evoluzione
* „:l.1„„,r: virino alla stamane i lam- .'0 timore è die Kaunda e eompagm non
Vi sono due aspetti della vita africana
che colpiscono particolarmente per le loro
molteplici e nefaste conseguenze direi quasi "icmaliere.
Matrimonio
e stregoneria
Vai la pena di ah« qualdie parola a proposito dei oroldemi del matrimonio e della famiglia. Viviamo in un paese dove et
sono regole assai complicale per lutto ciò
che concerne il ma:rimonio e in generale
i rapporti uomo-donna. Una moglie si compra'secondo determinate regnile e secondo
« prezzi di mercato ». Una moglie adulter.i
deve « versare » tanti buoi al manto, senza die, in aenerale, si consideri anche lontanamente la possibilità del perdono, fin
poligamo che riservi le sue «prestazioni
amorose» a una moglie piu die ad un altra incorre nei rigori della legge.
Ouande un gruptio di persone cammina
nella pianura inondata gli uomini vanno
davanti e le donne, che per 1 occasione tirano su le lunghissime o gonne » rimangono affa retroguardia. Se uno depili uoimni.
punto dalla curiosità, si volta indico, il
marito della donna « lesa » può duedere un
arc^ento. Si potrebbe continuare a lunvo con queste minuziose disposizioni e ^
ne. Contrasta con tutto questo rigore (ahimè, sonrattutto pecumarioU la sconcertonte facilità con cui i coniugi si separano (per
lo oiù a netto svantaggio della moglie, la
sciata sola di fronte a bimbi ancora ^ocolissimi da sfamare eoe.).
noi non esistano matruuora cosi iri. di clan
sole e contratti (scriUi o orali poco iitipor•ai che è altrettanto complieato contrarli
clic scioglierli, matrimoni di cui sarebbe
Ìttlsto azzardato dire die "-ar
bola dell’amore di Cristo per la Cbiesa! E
(f ilo, però, die qui l’idea cristiana del ma
tnmonio è qualcosa di così remoto die e
lungi J,iiì’es.iere efl'ettivamente penetrala
nella vita stessa della Cbiesa Bisoja riconoscere che la pressione dell ambiente e
tale die per nn credente essere fedele e
eslremaniente difficile, anche in questo, e
i non nuinerosiissimi esempi di famiglie vcraiiiente unite sono tanto più rallegranti.
E’ inutile dire die questa situazione si
rifieUe sui rappcrti genitori-figli. (Jli antichi legami di sottomissione dei figli ai
nitori, fondati sulla legge del dan più eh-'
sull'« onora tuo padre e tua madre », vanno
spezzandosi, suecie ora die i genitori sono
spesso di livello culturale assai inferiore a
quello dei loro figlioli. Sarebbe, in nn certo senso, que;slo il buon momento per cerdeare di costruire delle famiglie cristiane là
dove si è fatto un po’ il vuoto. Purebè vi
sii. chi ha orecchi per udire!
Quanto alla stregoniera essa pro.spera nei
suoi aspetti più vari sia per gravità che per
scopo: dai cadaveri mutilati nella morgue
dell’ospedale di Mongu per confezionare
qualclie ’medicina’, alle persone assassinate
con l’aiuto di sapienti mediconi, a persone
gravemente malate curate eoi metodi pm
inverosimili e portate all’ospedale della stazione in stato disperato (anche perchè, se
n.noiono. è meglio che muoiano qui e non
a casa). Mi è r.apitato di fare una corsa affannosa con l’auto per affidare all’infenneria una donna in gravissimo .stato e di accergermi d; essere stato turlupinato. Mi era
stalo detto che la donna era ammalata da
mattino, ed invece l’avevano già « curata »
pei alcuni giorni con i mezzi più pittoreschi! Oltre airumanissima reazione di fronte ad una così chiara mancanza Ji buona
fede, vi assicuro che c’era in me un ^zzici. almeno della sacra furia di Elia di fronte ai profeti di Baal! E questo è solo uu
Vi ricordiamo, per i vostri regali, i nostri dischi di inni evangelici, che già hanno
avuto tanto successo. Nella considerevole dis Oteca che « Radio Risveglio » sta creando,
a poco a poco, si è pure accresciuta ultimámente, la serie di disphi incisi da a Corale Valdese di Torre Pellice, duella da
M” Eerruccio Corsani.
ànzitulto, per Natale, un microsolco a
15'g (era. Ih, contenente 1 coro « Notie
Lmn >. e il coro « Tu scendi tkUe stelle »
^’^^iÌdVun mSmlco a 45 g. EP (cm 17).
románente quattro inni delPInnario Cn• u 1 n tuo presenza brama'»). « C/i*
^rrdù»: ecc. iU 4516, l. i.ioo).
Vi ricordiamo i quattro disihi precedenti incisi dalla medesima Coraile, contenenti
la registrazione di inni nuovi per l’Innario,
accanto a inni già prima noti, come « E la
casa un paradiso » e al « Giuramento di oiùourf» (45 g. EP, cm. 17, L. 1.100 cad.).
Infine non dimenticale il microsolco a
g. (cin. 30) « Vseilles ebansons des Vallee.
Vaitdoises du Piémont », raccolte e adatta
le da F. Ghisi. Si tratta di una pregevoli
incisione che ha avuto anche una D^ore
vele rceensione su « la Stampa ». E. Ì.Mtli
Nelle nostre librerie, a Torino e a Torre
Pellice, troverete pure altri dischi di musica religiosa.
caso. Nei villaggi vicino alla stazione i tamburi « curativi » rimbombano con una cer
ta frequenza, anche per dei « cristiani ».
Potete immaginare quanto questo oi rattristi: devo dire che il lavoro sanitario in
questo paese dev’essere spesso veramente
terribile ner la formidabile incomprensione
dei più ¿he si aggiunge alle già eccessive
difficoltà tecniche.
Eppure innumerevoli cose ci sluggono.
Un’inflessione di voce, una frase, uno scruto ed infinite altre cose di questo genere
possono assumere un sapore di stregoneria.
Siamo purtroppo lontani dalla fede ne a
Parola creativa del Signore: qui la parola
e temuta come arma malefica. Non e allatto inverosimile pensare che difficilmente un
teslimone ad un processo dirà la verità per
tema di qualche occulto potere malefico del
c degli interessati. Come vedete qui non
c’è neanche bis-agno della mafia!
Politica,
«manganelli»,
giuste aspirazioni
Vi sarete torse accorti che, in seguito
alle « conversazioni di Livingstone » tra gli
inviati del governo inglese e i rappresentanti del Barolseland, il Littmga e stato
momentaneamente mantenuto sul trono, con
l’intesa più o meno tacita che non ha più
alcun vero notere e che il Barotseland d'verrà parte della Rodesia del Nord- pure cercando di salvaguardare la sua speciak- fisionomia. L’UNIP passa di vittoria ir.
vittoria, anche se, Purtroppo, gh nomini
deirUNIP non sono tutti KAUNUA (t
neanche lui è infallibile, per fortuna). A
parte il fatto che la grande maggioranza de'
responsabili grandi e piccoli del partito c
di nn’estrema giovinezza, si da il fallo che
molli di questi giovani sono o impreparati
o utopiiiti o semplioemente degli sbandati
che hanno trovato o cercano la possibilità
di trovare nel partito un po' di potenza
(se non altro contro i bianchi), e forse un
vago sollievo alla fame. Naturalmente pf
1,1 elezioni tutto fa brodo, e ai lempa delle
’adunate oceaniche’ faceva comodo di avere le bande di giovani osannanti all’oratore
d, turno. Ma ora le « Youth Bregades »,
brigate giovanili deH’Uuip, stanno diventando un pericolo pubblico sia perchè i loro evviva diventano meno necessari, sia
perchè rifiutano di essere rimessi in cmhraRecentemente lo « Ngamliela », il primo
ministro del Lilunga, è stato deposto da
membri dell’Unip che 1 hanno perecsso e
dileggialo, impedendogli persino di andare
a salutare il re. Non si può fare a meno di
pensare che, anche se certi cambiamenti
pc'ssono essere necessari, non è in questo
modo che sj può dar fiducia al paese. La
« politica del manganello » si fa troppo »putire in tutta la Rodesia del Nord, e rum
■ 0 timore è che Kaunda e compagnii non
riescano a tenere in pugno tutti i loro sottoposti: allora sarebbe il caos. Comunque
Kaunda è venuto nel Barotseland per mettere i punti sugli i e speriamo che serva.
Ci sono tante giuste aspirazioni che si
vorrebbero vedere soddisfatte, senza manga
nello, però, e anche senza bendarsi gli occhi di fronte alla sgradevole ma assoluta
necessità di usare un pugno di ferro ner
lutto ciò che è disciplina. Lasciano P«t;
plessi decisioni come quella, recente, di
lasciar cadere, nel distretto di Kalabo, un
caso di omicidio rituale, perchè gli «ùj"
cani non vengano considerati dei primitivi.
Ancora una volta sembra che non si acce li di lottare contro la realtà concreta.
Intanto noi continuiamo il nostro lavoro
che sembra cosi piccolo, cosi privo di ^potenza, di fronte a tutto ciò che è in gioco
in questo paese: forse, proprio per questo
è un lavoro che conta, secondo la « graduatoria » dell’Evangelo. Liberi dalle lotte di
parte, anche se incapaci di osservare spas
sionoiamente rivolgimenti che coinvolgono
tanta gente e tanti credenti, sen.tiamo (-he
anello che abbiamo da dire è per lutti indi.qintamente, che TEvangelo è veramente
« potenza n secondo Dio.
Abbiamo appena avuto, alla stazione, un
corso di perfezionamento per anziani di
chiesa, al quale hanno partecipato parecchi anziani di svariate chiese del Presbiterio. Abbiamo cereato di scoprire insigne
quello che ncteva essere il lavoro dell’atfziano nelle nostre comunità si>e®so cosà ¡sokte, qualche esercizio omiletico, lo studio di inni e<-c. sono stati accolti con interesse e, direi, con gioia dai presenti.
Hanno collahorato a quelli che pomposamente abbiamo chiamato corsi anche il M ideratore Ngula ed il pastore Anker, ora a
-Sefula, che hanno fatto in seguito un giro di visite a comunità del Presbiterio.
Segno, come posso, il lavoro della nostra
cliiesa in Italia, attraverso i vari fogli di
informazione che ricevo, e devo dire die
è veramente prezioso ricevere anche i ran
porti del Sinodo, le pubblicazioni della
Claudiar.a, nonché il voluminoso ed utile
« incartamento Concilio »: dietro tutti que
st'i fogli vedo colleglli ed amici alEopeia
e mi sento spronato nel mio lavoro.
Noi tutti siamo in perfetta salme, in coiiipagnia di camaleonti, scorpioni ed altri animaleilli graziosi e raccomandabilissimi quali ■vicini di casa. Mia moglie ha ammazzato il « suo » primo serpente, ed io me ne
sano trovato uno davanti aprendo una porta. ma s’è educatamente ritirato al mio pai-ssaggio: purtroppo non ho potuto ricamh are la cortesia e... l’ho fatto uccidere!
Per il resto tutto è relativamente calmo,
salvo qualche scaramuccia (on i giovina.slrl
dell’UNlP e le svariatissime attività.
\ voi tutti un saluto affettuoso dai
4 di Lukona
4
pag. 4
N. 1 — 3 gennaio 1964
I lettori
ci scrivono
Pinerolo 21-12-1963
Signor direiitore,
ho letto con interesse la recensione che il Prof. Augusto Armand Hugon ha voluto dedicare al mio libro
sui « Valdesi » nel numero scorso del
suo giornale. E poiché sono convinto che il dialogo fra cattolici e vaidesi non debba soltanto interessare
il campo della Rivelazione cristiana
dove le nostre responsabilità si uiisurano sulla fedeltà a Cristo e alla
sua Paiola, ma anche sul piano storico per una lettura spassionata eil
umile dei nostri peccati e delle nostre buone esperienze, sono lieto se
mi sarà possibile rispondere ad alcune delle osservazioni mossemi con
lo stesso -tono franco e cordiale usato dal mio recensore.
Il Sono d’accordo anch’io con il
Prof. Hugon sulla necessità di Jn
riesame còlico della storiografia tradizionale, sopratlujto per quanto riguarda le fonti. Mi sembra che un
lavoro di questo genere sia già sitato
iniziato dal Prof. Gönnet almeno per
quanto òguarda il primo periodo.
Sarà comunque un lavoro assai delicato, poiché l’oggettdvità storica non
sempre può risultare dalle cronach-:
del tempo, specie quando queste ubbidiscono ad un clima di lotta accesa e oltranzista. Non condannerei
dunque così affrettatamente gli storici tradizionali, sia valdesi che cattolici, proprio per la difficoltà che
essi hanno incontrato in una documentazione rigidamente partigiana e
geograficamente e quantitativamente
ristretta.
2) Ho seguito anch’io lo schema
tradizionale, però lo confesso che
non vi ho trovato come cattolico né
motivi di apologia o di vanagloria,
ma di amarezza e di disappunto per
un’e:à che pur dicendosi cristiana,
non ebbe la fortuna di scopòre quella componente essenziale al Cristianesimo che é la libertà religiosa. Direi però che questo peccato di omissione, che fu di tutti, sia stato sovente commesso in buona fede vuoi
per eccesso di zelo, vuoi per esagerato amor di patria, vuoi per la presenza di aberranti teorie politiche
contrabbandate come autentiche ispirazioni del « honum commune ».
3) Sarà bene però sottolineare che
per un cammino, sia pure faticoso
ina progressivo, verso queM’Unità
che Cristo ha lasciato ai cristiani come dono e come iinx>egno, eia molto più importante la storia o nostra »,
quella che compiamo noi oggi in uinile servizio, di quella ormai passata che ha pure, s’intende, i suoi
diòtti d’insegnare e di renderci migliori.
4) Sul problema di Cianforan mi
stupisco che il Prof. Hugon abbia
voluto fermarsi cosi strettamente alla forma letteraòa del testo, coinvolgendo in un « lapsus » tutta una
interpretazione per la quale mi sono
riferito ad uno storico protestante,
il Bainlon (La Riforma Protestante
- ed. Einaudi), poiolié egli sa bene
che ¡1 Sinodo introdusse la Chiesa
valdese nella Riforma, quando quest’ultima era già maturata jn Svizzera in forme molto vicine a quella che
sarebbe stata la problematica di Calvino.
Calvino ai tempi di Cianforan era
ancora adolesr-ente, s’intende, ma
non erano adolescenti la maggior par.
tc delle componenti dottrinali della
Chiesa ri fermata svizzera. Il calvinismo, se non erro, non é stato altro
che una manifestazione successiva
della forma zwingliana, pur con le
sue peculiaò originalità.
5) Vorrei infine aggiungere che la
storia valdese, come del resto tutta
la Riforma vada piuttosto interpretata come fenomeno religióso, culturale e politico più che studiata nei
minimi dettagli al fine di stabilire
un meschino quanto inutile bilancio
de: colpi sferrati e ricevuti.
E’ in questa interpretazione che
sarà possibile acquistare un più enatio aippirezzamento ilelle rediprorlie posizioni, una coscienza più profonda delle indicazioni che alla cosi’ieiiza di ognuno pone, attraverso
gb. evidenti segni del tempo. Iddio,
Autore della storia e Salvatore degli uomini attraverso Gesù Cristo.
Questo é tutto Ringrazio comunque il Prof. Hugon per le sue osservazioni che mi serviranno di stiiiiolo per una comprensione sempre
maggiore di una delle pagine più
vive della sloòa religiosa e per l’avvio ad un dialogo proficuo, serio c
sincero fra cattolici e valdesi anche
nel campo della revisione storica.
Perché ad esempio non si potrebbero unire ; noslò sforzi in una
commissione permanente di ricerche
e di studio dov-e cattolici e valdesi
lavorassero con metodo scientifico e
nel òspello delle singole posizioni ?
Che le sembra, signor direttore?
Cordialità fraterne
sflc. Vittorio Morero
Abbiamo ricevuto
Per gli Istituti Ospitalieri Valdesi:
N. N., Lucca, in mem. di Antonio
e Milca Cornelio, L. 10.000 — In
mem. di Enrico e di Virginio Jahier,
i figli, per la Casa di riposo di San
Germano L. 10.000, per l'Ospedale di
Pomaretto L. 10.000. Grazie.
Dalla comunità
di Villar Perosa
Abbiamo amministrato il S. Battesimo a
Gardiol Ada di Renato e Claiidina (Tapini)
Ribet Marco di Mario e Graziosa (Centro),
Orazio Gianfranco Zizzi di Francesco e Eugenia Charrier.
Il Signore aiuti i genitori a guidare questi fanciulli nelle sue vie.
Nuovi focolari. — Porgiamo i nostri fraterni auguri ed il nostro cordiale benvenuto
ai seguenti sposi : Ada Bounous e Marcello
Bruno; Marisa Bosia fS. Germano) e Ugo
Balmas; Ernesto Travers e Rina Ribet (San
Germano); Rinaldo Beux e Iris Long (Ponxaretto); Alice Long (Pramollo) e Ettore Gabutti; che hanno fissato la loro residenza
fra noi.
Benvenuto ai cari piccoli : Paolo di Edmondo e Miranda Balmas, Centro; Renzo di
Franco e Rosalba Balmas, Centro; Bruno di
Levi e Emma Costantino, Inverso.
Lutti. — La nostra sorella Mirella Poet
in Guidetto ha perso improvvisamente il suo
fratello Ettore. Le esprimiamo la nostra fraterna e cristiana simpatia.
Incontro femminile. — Il 1» dicembre,
la nostra Unione Femminile ha avuto la
gioia di ricevere la visita delle Madri di Pomaretto, una cinquantina.
Diciamo ancora un vivo grazie alla signora Bouchard per la sua interessante « causerie » sulle origini del canto e a tutte le
Pomarine la nostra gratitudine per la loro
graditissima visita e per i loro bei canti.
Raduno Trombettieri. —~ L’8 dicembre abbiamo avuto un incontro delle nostre piccole fanfare delle Valli: Villar Pellice, Pomaretto e Villar Perosa. Tutte insieme hanno suonato al culto e dopo il pranzo al sacco
consumato frateinamente e completato da
una minestrina e da un.-, una tazza di caffè
preparati dai trombettieri di qui, si è avuto
un momento di esercitazione in comune.
Il Pastore Geymet ha dato il benvenuto
a tre volonterosi fratelli di S. Giovanni che
costituiscono la prima pietra della futura
nuova fanfara e poi ogni complesso ha suonato un pezzo sotto la guida del proprio direttore.
A completare la giornata è giunto il Doti.
Lionello Gay del nostro ospedale valdese di
Torino, che ha risposto a tutta una serie di
domande che i nostri giovani gli avevano
fatto pervenire. La sua conversazione, che
toccava anche argomenti delicati è stata
molto interessante e condotta con valentia
dal nostro fratello il quale ha parlato come
professionista e come credente.
L incontro si è concluso con un tè ben
guernilo e dovuto alla gentilezza di alcune
nostre sorelle.
Visita del Moderatore alla nostra Chiesa.
— Abbiamo avuto il privilegio il 12 dicembre di avere il nostro 'Moderatore per una
intera giornata con noi. Al mattino Tahbiamo accompagnato a visitare le autorità in
Municipio e alla Riv. Accolti molto gentil
mente abbiamo avuto coi nostri maggiori
esponenti delle ottime conversazioni. Alle
12.30 il nostro Moderatore ha rivolto un
breve messaggio ad un gruppo di operai che
approfittando dell'intervallo di mezzogiorno,
si erano riuniti nella cappella per salutarlo.
Il pomeriggio è stato dedicato all’Inverso ed
a varie visite. La sera, nella cappella, malgrado i turni di lavoro, una buona assemblea ha udito il forte messaggio del Moderatore il quale, molto opportunamente ha
parlato del campo di lavoro della Chiesa
Valdese, dei suoi problemi, delle luci e delle ombre. Siamo una piccola minoranza in
Italia ma malgrado tutte ie nostre difficoltà
e Je nostre lacune, teniamo accesa la nostra
lampada e intorno alle nostre comunità fioriscono sempre nuove opere di assistenza.
Però 1 essenziale è che ognuno di noi dia
lempre una buona testimonianza sia sul lavoro che in famiglia.
Il Moderatore ha anche ricordato le difficoltà finanziarie sempre crescenti per le quali è necessario che ogni membro di chiesa si
renda cosciente e aiuti l’amministrazione
con contribuzioni adeguate, a diminuire il
deficit annuale.
Per ultimo egli ha parlato della carenza
di vocazioni pastorali lanciando un appello
alle famiglie perchè incoraggino i nostri giovani a servire il Signore.
Viviamo in tempi di benessere e pensiamo troppo a noi stessi. Questo purtroppo è
un ideale egoista. Beato ehi sente il privilegio di dare la sua vita al servizio del Signore. Non se ne pentirà!
La serata si è poi conclusa fraternamente
intorno ad una tazza di tè.
La passerella sul Chisone. — Alla vigilia
di Natale un gruppo di volonterosi ha ricostruito la famoisa passerella provvisoria gn'l
Chisone e subito i culli e la Scuola Domenicale ne hanno risentito la benefica influenza. Intanto riceviamo buone notizie;
un nobile e i-aro mecenate vuol farci costruire quella passerella pedonale di cui abbiamo 'tanto bisogno. 11 noistro cuore ne è
colmo di speranza e di gioia!
Protestantesimo ed
ecumenismo
U.\ NLMLHO SPF.CI.ALL DELL.\ RIVIST.L ‘‘ PROTKST.òNTESl.MO ,,
L attuale contingenza impone una revisione degli schemi ecumenici adottati dal
Protestantesimo da alcuni decenni. Per studiare il problema numerosi rappresentanti
del corpo pastorale battista, luterano, metodista, riformato francese, valdese si sono
riuniti ad Agape gli ultimi giorni di settembre 1963. Gli studi presentati e le discussioni svolte in quelle « Giornate Pastorali » sono stati raccolti, insieme a numerose
altre rassegne sullo stesso tema, nel N. 4/1963 della rivista « Protestantesimo » (Via
Pietro Cossa 42 - Roma) e sono ora a disposizione degli evangelici italiani. Diamo qui
di seguito il sommario del fascicolo.
Protestantesimo ed ecumenismo
P. Tirel Rinnovamento teologico e movimento ecumenico.
M. xMiegge — Ecumenismo: fenomeno culturale più che teologico?
S. Rostagno — Riforma e unità.
N. Giampiccoli — Presenza protestante in paese cattolico.
L. ViscHER — Rapporto sul Concilio Vaticano IL
Tra le due sessioni del Concilio.
P. Ricca — L'apertura della II sessione.
La « Professio fidei Tridentina ».
Il discorso mariocentrico.
La Chiesa dei poveri.
Postille contemporanee.
Recensioni.
BOBBIO PELUCE
— Mercoledì 18 dicembre, nel corso della
nostra riunione quartierale nella scuola dei
Cairus appena restaurata, abbiamo posto il
segno del Patto sulle bambine Crof Lucilla
di Giovanni, Anziano del quartiere, e Rostagnol Maria (Eyssart) e Keynaudin Stefanina di Stefano e Michelino Maria (Gilfrè).
Invochiamo ancora sulle bimbe e sui loro
genitori e parenti le benedizioni del Signore.
— Venerdì 20 dicembre ha avuto luogo
il servizio funebre del nostro fratello Pontet
Giovanni fu Giovanni deceduto alla sua
abitazione al Podio inferiore il 18 dicembre alla età di anni 76 dopo breve malattia.
Egli lascia il ricordo di un uomo operoso,
attaccato alla sua famiglia ed alla sua Chiesa. Ai familiari ed ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra fraterna simpatia cristiana domandando al Padre delle
consolazioni di benedirli e sostenerli in quest'ora di afflizione.
e. a.
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Venerdì 27 dicembre, la a. Missione dei
Fiori » dell’Unione Cristiana delle Giovani
di Torre Pellice ha visitato quattro Istituti
portando un dono a ben 157 ricoverati: ii
Ricovero S. Giuseppe di Torre Pellice. il
S. Giacomo, il Rifugio Carlo Alberto e TAsilo dei Vecchi di Luserna S. Giovanni. Al
Rifugio Carlo Alberto in linde camere, ben
riscaldale, tutte ornate per le feste vivono
60 ricoverati. Abbiamo conosciuto una donna completamente sola, senza parenti che
ci ha detto di avere trascorso quest'anno il
più bel Natale della sua vita.
L Istituto S. Giacomo di Luserna, moli"
accogliente e restaurato offre una simpati< :;
vita di famiglia a ben 100 persone tra rifu
verati e pensionanti.
Cosi abbiamo trovato accoglienti ed orna';
il S. Giuseppe di Torre Pellice e l’Asilo di i
Vecchi ai Bellonatti con ie loro piccole Comunità raccolte intorno all'albero di Natalo
ed al Presepio. Sei piccoli messaggeri di p;o
ce ed amore hanno collaborato efficacemeni
cantando al capezzale di ogni ricoverato ed
in ogni corsia. La Missione dei Fiori li rio
grazia vivamente. Essi sono; Marco Bellion,
Walter, Nadia e Ombretta Albarin. Sandro
Pasque! e Bruno Frache.
Un vivo ringraziamento vada anche al 'ignor Armando Vola per il suo aiuto.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 17.5. 8-7-1960
fin. Subalpina s.n.p, - Torre Pellice ÌTr
avvisi economici
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re Pellice. Rivolgersi Claudiana.
Comunicato
Si comunica l’elenco delle offerte
raccolte dal Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche d'Italia in seguito alla sciagura del Vajont. La somma globale di L. 8.767.095 sarà devoluta al pagamento di almeno quattro delle dieci case prefabbricate che
saranno sistemate entro breve tempo a Pordenone per un certo numero
di famiglie sinistrate.
Il Consiglio Federale ha vivamente apprezzato il gesto di solidarietà
compiuto dalle Chiese Evangeliche
d'Italia. Al tempo stesso ringrazia il
Consiglio Ecumenico per le iniziative
prese nel campo dell'assistenza e per
il valido aiuto prestato.
L'elenco dettagliato delle collette
raccolte è il seguente;
Chiesa Valdese L. 3.718.990
Chiesa Battista » 1.588.665
Chiesa Metodista » 1.404.665
Assemblee di Dio
(Pentecostali) » 1.632.275
Chiesa Luterana » 340.000
Chiesa Apostolica » 40.000
Chiesa dei Fratelli
La Spezia » 21.000
Associazione Missionaria
Evangelica d'Italia » 21.500
Per
Totale L. 8.767.095
il Consiglio Federale:
Ermanno Rostan
Presidente
IL IMOIIO BIBLICO
m\M CHIESI VMDESe
11! iliESTI ULTIMI ASSI
(segue dalla 2.a pag.)
notevole costo che essa rappresenta. Tuttavia
il testo dei Vangeli sinottici è pronto, non
.si attende che una revisione generale e... i
fondi per la pubblicazione. Ci auguriamo che
questa possa realizzarsi al più presto al fine
di colmare una lacuna, da tutti fortemente
sentita, nella nostra letteratura biblica di
lingua italiana.
Il Dizionario Biblico
L’edizione del Dizionario biblico 1957 è
ormai esaurita. Si rende più che mai nece.ssario una riedizione di questo indispensabile
strumento di lavoro per la ricerca e lo studio biblico. La Commissione Biblica, in stretta collaborazione con la Ca,sa Editrice Clandiana si propone una revisione, un aggiornamento ed ampliamento delle voci, pur
mantenendo l’opera nei limiti di una edizione per quanto possibile « popolare », cioè
a cui tutti possano accedervi con profitto.
Questa opera, come pure il Commentario non è dedicata agii specialisti e ai tecnici, che possono facilmente ricorrere a lavori
di mole, maggiore in lingua straniera, ma ai
nostri membri di Chiesa al fine di offrire
loro degli strumenti che vogiioiio avere l’unico scopo di contribuire a una maggiore
comprensione e approfondimento della Parola di Dio che unica deve guidare la vita
della Chiesa e dei credenti.
Queste le realizzazioni e i progetti della
Commissione Biblica che con questo articolo desidera ricercare la collaborazione di
pensiero, di consiglio, di critica da parte di
ognuno per migliorare il proprio servizio per
lo sviluppo di quello che è essenziale alla
vita della Chiesa : la conoscenza della Parola di Dio. .Alberto Taccia
Il vecchio e il nuovo
(segue dalla I.a pag.)
scienza che veramente nuova sarà soltanto la seconda creazione, nella quale gli uomini devono poter credere
< vedendo le nostre buone opere », la
testimonianza, vissuta con amore, delia nostra fede e della nostia speranza.
Signore, dacci un anno buono, nuovo: di una novità caldamente ’impegnata’ e lucidamente distaccata. Sarà
n anno difficile. Ma tu sei con noi,
“iella nostra casa, e ci inviti alla tua
mensa, tn rivesti la nostra misera vita
di peccato e di fatica, della gloria di
Cristo risorto. Tu sei colui che fa ogni
cosa nuova. Amen. Gino Conte
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