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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verlUi noUa carilà
Ekks. IV. 15.
Si dislribuisce ogni Venerdi. — Per cadun Numero centesimi 40. — Per caduna linea d’inserzione eenlesimi 20.
Coiidizioui d’Afi^iiiorìazìoiie s
~ Pkovi.ncie L. 9 »0.
— - s »i.
— . » &•.
Per Torino — Uu Anno L. &. — Adomicilio L. G •
Sei mesi >3. ~ • 3 50
Tre mesi • t. — • 3 tS
Per Francia e Svizzera franco a destinazione, e per l’Inghilterra franro al contine lire 9
per nn anno, e lire * per sei mesi.
Le A*wjcittzioni si ricevono : in Torino aU'tJfllftlo «lok Ciloriiulo, viale del Re, num. 31.
— A Genova, alla Cappella ValdcHC. nit:iu dt S. Cliiuru.
Nelle pi ovincie, ))res>o tntl» gli ('/fini postuli per mezzndi Vagìiay die dovranno essere inviati
franco al Direttore della Hcona Novella e non altrimenti.
Allestero, ai seguenti indirizzi: Lonuka, dai sigK. Nisshett e C. librai, 2i Re«uei-s-streNt;
PAiiini, dailalibreria C. Meyrueis, rue Tronchet, 2;>Ìimes, dal Ki(f. Peyrol-TlncI libraio; Liko«;
dai sigg. Denis et Pelit Pierre librai, rue Neuve, i»; GiNEVKA,daI
Losa.-ìna, dal sig. Delafontaine libraio.
, dal sig. k. Heioud libraio
ISoiiiiiiarlo.
Appendice : Cenni storici delia riforma in Italia nel secolo XVI. — Sinodo della Chiesa Valdese I. —
Una sentenza d'appello in Chambéry. — Filantropia e libertà — Notizie; Piemonte - Genova Francia - Naplusa.
SINODO DELL4 CIIIES.4 VALDESE.
1.
Siccome era stato annunzialo, martedì 20 del
corrente maggio ebbero principio le lornate annuali del Sinoito della Chiesa Valdese, e durarono fino alle tre malluline della notte del venerdi al sabato. 11 sig. pastore Malan di Torre
era stato incaricato della predicazione, e lale
ufficio egli disimpegno con soddisfazione di tutti
svolgendoli capo LIV di Isaia, e segnatamente
le tre sentenze: Ferma i tuoi piuoli; allunga le
ttie corde; non temere.
Un toro di giovani faceva più lieta e più commovente ad un lempo la|religiosa cerimonia coll’incanto delle soavi armonie. Quesla funzione
appena terminata, un’altra non meno imperlante
veniva compiuta dal corpo dei pastori in una
delle sale del Collegio. Il sig. Leone Pilatte, ministro evangelista a Nizza domandava, a tenore
<leirarticolo 30 della Costituzione della Chiesa
Valdese, a servizio della quale egli si Irova da
circa due anni, che la consecrazione dallo stesso
ricevuta in seno alla Chiesa Evangelica di Francia, fosse dai pastori valdesi convalidata, ed egli
APPENDICE
CENiNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI.
XXVII.
A Modena i cardinali Morone, Contarini, Sadoleto e Cortese avean fatto grandi sforzi per
indurre i primarii cittadini a disdire le loro convinzioni o tendenze evangeliche, e ridivenire fide e
mansuete pecorelle dell’ovile pontificio. Ma a’
pacifici espedienti, ehe riuscirono infruttuosi,
comechè fiancheggiali da tulle le seduzioni ed
astuzie clericali, tennero dietro a un trailo gli
spaurimenlie le minacce, e a queste infine la scomunica, la prigionia, l’esiglio. I sospetti d’eresia,
spenti 0 sopiti altra volta, pesarono di nuovo e
con più forza suU’accademia di Modena, e gli
stesso riconosciuto quale membro del loro Corpo. Una tale domanda che non poteva se non
essere grata a tulli atteso la pietà sincera di
chi la taceva, i rari talenti di cui è fornito, e
le molle prove già date del suo altaccanienio
alla causa che propugniamo, gli venne concessa
sH’unanimilii, dopo che il sig. Pilatte ebbe dimostrato una volta di più, alla presenza di lutti,
la conformità delle sue credenze e delle sue
vedute con quelle della Chiesa Valdese.
La seduta veniva ripresa verso le ore due
pomeridiane, e terminali i soliti preliminari
della verifica dei poteri per mezzo dell’Ufficio provvisorio, e costituito l’L'fficio definitivo
nelle persone dei sig. Bonjour G. P. presidente,
Meille G.P. vice-presidente, Leone Pilalle segretario, Tron G. G. e Pellegrin Davide assessori, il Moderatore a nome della V. Tavola leg
geva il rapporto di questa sulla di lei amministrazione, al quale teneva dielro immantinente
quello dfilla Commissione di esame. Ricavasi da
questi rapporti in riguardo alla Vila religiosa un
miglioramenlo sensibile, pegno di un maggiore
che sta per verificarsi: non solo il cullo publico
è ovunque frequentatissimo, ma le raunanze private di edificazione hanno moltiplicato, ed un
principio di Missione interna è sialo intrapreso a
prò sovratutto della Valle di s. Martino. A questo
progresso ne ha tenuto dielro un altro, vogliamo
dire un nuovo impulso dato alle opere di Beneficenza. Le varie Diaconie hanno sborsalo nel decorso dei due ultimi anni lire 17,280. 80 divisi
in 6220 assistenze. L’n soccorso straordinario
einissarii papali non lardarono a tener d’occhio
i suoi membri, e, fatti arditi per la connivenza
del duca, perseguitarne e punirne 1 più temuti.
Ma il centro principale della Riforma italiana
era, come altre volte dicemmo, a Ferrara, e là
furono diretti i più energici provvedimenti della
romana curia. Un breve pontificio fu inviato da
Roma alle autorità ecclesiastiche del luogo, col
quale veniva loro commesso di sottoporre a rigoroso esame Ja condotta di quanti erano in sospetto di seguire o favorire il Vangelo, senza
badare a sesso, ad età, a condizioni; raccogliere
minutamente le confessioni degli incolpali e le
dichiarazioni dei testimoni — per ottener le quali
si dava loro ampia facoltà di ricorrere alla tortura — ed inviarle a Uoma, dove se ne facea
definitivo giudizio.
In pari lempo l’Italia fu invasa da un’orda di
delatori prezzolali, i quali, muniti com’erano
di valevoli commendatizie, introducevansi a
loro bell’agio nelle case, si insinuavano nella
confidenza delle famiglie e degli individui, strin
di lire 14,873. 83 reso necessario dalle critiche
circostanze in cui il caro dei viveri, e specialmenle la crittogama ha posto la pupolaziont
valdese, soccorso di cui una buona parte è dovuta alla carila dei noslri fratelli ili Ginevra, è
stalo dalla V. Tavola diviso tra le diverse Chiese,
colla condizione espressa che servisse a dar lavoro a quelli cho ne difettavano. \'Ospedale y
ad onta di due perdite ambedue dolorosissime ^
quella del cassiere sig. notaio I). Vola, lullo dedito al bene della Chiesa e di quello stabilimento in particolare, e deirotlima diaconessa
(li Torre, Rosalia Mallhey, seguila a camminare
nel modo più soddisfacente. Il numero degli
ammalali ricoverati tra l'ospedale principale di
Torre ed il supplemento di Pomareto, è stalo,
dal 1» gennaio 1854 al 31 dicembre 1855, di
490, dei quali 46 morii e 457 guariti. — V Orfanotrofio, di cui principali fondatori sono due fratelli, ora nella gloria, i sig. W. e -I. Forster, e
che annovera fra i suoi più caldi amici il signore e la signora Bracebridge, gli stessi che
accompagnarono in Oriente miss Nightingale,
il signor e la signora .Meck, miss Williams,
mad. Bernard, il signore e la signora Gilly, ò
in via di sempre crescente prosperila. Aperto
nel 1854 con 6 orfane, egli ne conta ora 24, e
a giorni dovrà essere posta la pietra fondamentale di un fabbricalo destinalo ad accoglierle.
Un comitato di signore valdesi cui è stata affidata la direzione interna disimpegna, dice il rapporto della Tavola, un tale mandalo con somma
distinzione.
gevano amicizie, assumevano ora la maschera di
riformati ed ora quella d’increduli, secondo ii
bisogno, ed abusando dell’ospilalità, ingannando
la buona fede degli uomini, calpestando tutti i
doveri, somministravano colle loro denunzie gli
elementi sopra cui gli inquisitori appoggiavano
le loro persecuzioni. Nè a queslo solo si limitava
la loro turpe missione; essi, quando ne avevano
il destro, turbavano la pace delle famiglie, fomentavano il sospetto, l’odio c lo sprezzo fra
congiunti e congiunti, dipingendo quelli che
professavano la Riforma come esseri depravati,
nemici degli uomini e di Dio, tizzoni d’inferno,
e la loro presenza bastevole a portare la maledizione in famiglia. Per effetto di lali arti tenebrose e maligne alcuni furono sbanditi dal tetto
paterno o da (¡uello de’ loro protettori, allri videro interrotto l’esercizio delle loro arti liberali,
non pochi preclusa ogni via ad ulili professioni,
e molli furono gettali nella miseria.
Con tali arti si pervenne a indisporre l’animo
del duca coniro Olimpia Morata, assai giovane
2
Anche nella categoria Istmzione cd educazione
sono da fiotarsi rimarchevoli progressi. Il numero delle scuole elementari è cresciuto; esse
sommano al pri'senle a 169, di cui 137 dette
di quartiere, aperte soltanto nei tre o quattro
mesi d’inverno, e 32 parrocchiali, Ira maschili
e femminili, frequentale da 4800 scolari. La
nomina di un ispettore Valdese per le scuole di
(juella comunione, nella persona del sig. Uollier,
è stato un vantaggio generalmente sentilo. La
Commissione esterna il suo dispiacere che il
sig. Rollier abbia creduto doversi dismettere da
una carica che copriva con tanta valentia,
ed invita il Sinodo a nominargli un successore
che venga sottoposto all’approvazione del Governo.— L'Istituto delle Damigelle, diretto dalla
damigella I^uigia Appia in quel modo distinto
che tutli sanno, e a cui la V. Tavola non che la
Commissione rendono la più bella testimonianza,
annovera al presente 10 allieve inierne (le coiulizioni del locale non consentono che ne sia ricevuto
un maggior numero) e 30 esterne quando, or
sono due anni, egli non contava neanco il terzo
di quel numero. La Tavola per più molivi non
si era creduta in grado di dar la sua sanzione
ad un progetto d’ingrandimento statole ultimamente sottoposto dalla esimia direttrice. La Commissione invece propende perchè tal progetto
venga dal Sinodo preso in seria considerazione.
L’andamento interno del Collegio di Torre,
fondato essenzialmente in vista della teologia
e delle altre carriere liberali, è stato, come
anche il Collegio supplementario di Pomareto , negli ultimi due anni, oggetto di varie
combinazioni, miranti tutte a rendere tali stabilimenti di una utilità vieppiù generale. Alla
Scuola normale pei maestri, alle facoltà di lettere e di filosofia esistenti nel primo, è stata
aggiunta la facoltà di teologia, e se questa non
conta per ora che pochi studenti, non è cosa che
ci debba maravigliare nè scoraggiare, i piccoli
principii essendo quelli che gradisce Iddio. Il
numero degli allievi in queste varie sezioni si
avvicina ai cento, con iO professori. — La Categoria Evangelizzazione forma una parte essen
d’elà, ma provetta di senno, pietà e dottrina,
per cui divenuta era ornamento della Corte di
Ferrara, della Chiesa riformata e delle lettere
italiane. Essa , per l’innanzi oggetto d’ammirazione e di stima, fu trattala con molla durezza;
e maggior severità le avrebbe toccato se il suo
giovane sposo, Andrea Grunthler, non l’avesse
condotta seco lui iu Germania.
La curia romana, che dopo la morte di Paolo IH
era retta da Giulio IV, falla ardita dalle ottenute
concessioni, portò più oltre le sue esigenze, sino
a colpire la duchessa di Ferrara, centro e sostegno principale de’ riformatori. La debolezza,
di cui avea dato pruova il duca, era per essa un
pegno sicuro di riuscita in questo potentissimo
rimedio, ottenuto il quale, sarebbe stalo agevole di schiantare interamente il temuto albero
della Riforma. A tal uopo lettere e messaggi
furono inviati ad Ercole per dimostrargli come
la duchessa Renata colle sue aspirazioni, colle
sue parole e coi suoi atli contribuisse a corrompere lo spirilo verginale de’ suoi teneri figli e
ziale del rapporto della V. Tavola; a noslro malgrado siamo costretti di limitarci sul proposito
ad alcuni dati statistici. Il numero degli operai
in queslo campo è di 22, di cui 6 minislri dell’Evangelo ; 8 maestri o maestre di scuola, e 8
evangelisti, lettori e colportori della Bibbia. Un
calcolo approssimativo fa ammontare a più di
mille gli uditori usciti del Romanesimo, che intervengono ogni domenica alla predicazione dell’Evangelo. Il numero dei Comunicanti oltrepassa d’assai i duecento. — Dalla Categoria Conlabilit\ togliamo le seguenti cifre indicanti le
somme che mancano tuttora alla V. Tavola, per
condurre a buon termine alcune fra le opere
principali dalla stessa intraprese.
Tempio di Genova: Costo approssimativo franchi
125,000, di cui ne rimangono a trovare 80,312.
Tempio e scuole di Nizza; costo approssimativo
66,800 fr., di cui ne rimangono a trovare 16,140.
Ospedale, scuole e presbiterio di Torino: costo approssimativo 112,000 fr., ne rimangono a trovare 22,000. Tempio di Pinerolo: coslo approssimativo 75,000 fr.jdi cui ne rimangono a trovare
27,191 25. Evangelizzazione fino al 31 dicembre
1856, da trovarsi per far fronte agli impegni
presi 22,300.
Quesli sono gli atti principali deiramministrazione della V. Tavola nel biennio scorso. La Commissione incaricala di sindacarli, se era composta di persone onorevoli per ogni riguardo, lo
era anche in modo da farci sicuri che ogni pecca,
anche minima, per parte deH’amministrazione,
sarebbe andata soggetta ad una giusta censura.
E cosi fu; il rapporto della Commissione venne da
lulti giudicato opera sommamente coscienziosa,
il che se onora quelli che lo presentarono, onora
altrettanto queU’amminislrazione, alla quale giudici competenti e niente affatto parziali, hanno
dovuto rendere la seguente testimonianza sancita airunanimità dell’Assemblea:
« Noi abbiamo scrupolosamente esaminalo i
«singoli rami dell’amministrazione superiore
« della nostra Chiesa, e con tutta franchezza vi
« abbiamo esternalo le nostre impressioni in
« proposito. Ci sia ora concesso di soggiungere
quello altresì de’ cortigiani, de’ servi e della popolazione; esser necessario riparare a un male
si grande, e toglier di mezzo il periglioso esempio,
da cui alla casa d’Este, cosi nota per la purità
della sua fede e per la sua devozione alla Santa
Sede, veniva una macchia incancellabile di eresia
che esponevala alle censure della Chiesa e ’alla
disgrazia di tulli i principi cattolici.
Spaventato da queste minacce, il duca di Ferrara fece di tutto per indurre la moglie ad abiurare la fede evangelica e soltomeltersi al cullo
cattolico; si ricorse persino ad Enrico II re di
Francia e nipote di Uenata, per costringerla coll’autorità de’suoi consigli ; e ricusando la figlia
ili Luigi Xll di consumare un si enorme sagrifizio, le furono strappali dalle braccia i teneri
figli; i suoi più fidi servitori allontanali e perseguili come eretici; essa aflallo isolala e tenuta prigioniera nel ducale palazzo, e per più
doglia sottoposta a continui ed amari rimproveri
del consorte, al quale la curia romana dimostrò
più tardi la sua riconoscenza con togliere alla
« colla stessa sincerità, che, ad onta delle imper« fezioni cui ci siamo creduti in obbligo di ac« cennare nella amministrazione di questi ultimi
« due anni, la convinzione unanime e profonda
« che riportiamo dimettendoci dal noslro inca« rico si è, che in tutto quanto la V. Tavola ha
« fatto 0 proposto, rette sono stale del conti« nuoledi lei intenzioni, sincero il di lei amore
« pel bene della Chiesa, a coperto di ogni so« spello ladi lei integrila, ed esemplare ladi lei di« vozione. Il suo compilo era difficile, più difficile
« forse di quello di qualsiasi amministrazione
« chel'abbia preceduta. Ma essa ha saputo affron« tarlo coraggiosamente, proseguirlo con energia
« e spesso con lodevole successo ».
La settimana entrante daremo un breve resoconto delle susseguenti operazioni dell’Assemblea. (Conlinua).
UNA SENTENZA D’APPELLO IN CHAMBÉRY
Ebbimo già occasione di dire che le nostre
leggi civili e penali non si trovano ancora in
armonia colle politiche, in guisa che non di rado
avviene che certe sentenze de’ tribunali riescono
altrettante offese alla Coslituzione del regno, alla
libertà individuale, alla moderna civiltà.
La Corte d’Appello in Savoia è quella forse
che in proposito ci offre i maggiori esempi :
que’giudici sono più che altri, sembra, inclinati a restringere il senso della legge, mentre
dovrebbero anzi allargarlo; e lo provano in questo
momento le tre sentenze pronunciate, l’una a favore delle corporazioni femminili insegnanti, con
cui furono giudicate esenti dagli esami di patente; l’altra a pro de’ cappuccini di Yenne dichiarati esclusi dalle disposizioni della legge sui
conventi; l’altra che riportiamo testualmente e
colpisce un povero istitutore, padre di selle figli;
accusalo di aver dello, alla presenza di quattro
persone, sulla pubblica strada di Chevrier, che
la Vergine ebbe più figli, e condannalo, sull’unica deposizione di una fanciulla di diciotto anni,
a sei mesi di prigione, e alle spese di procedura.
Ecco la sentenza :
casa d’Este il ducato di Ferrara ed aggregarla
allo Stato della Chiesa.
Frattanto saliva sul trono papale Paolo IV,
pontefice sanguinario e feroce, e la persecuzione
contro i riformati, sinallora abbastanza crudele,
raddoppiò di furore; e Renala, stretta da nuove
e più terribili minacce, e sopratutto dall’ardente
desio di rivedere i suoi figli, cedette in parie all’esigenze del duca; non sappiamo precisamente
sin dove giungessero le sue concessioni ; gli è
certo però che, dopo la morte di quest’ultimo
(1559), tornossene in Francia e prese dimora nel
castello di Montargis, dove fece ampia ed aperta
professione di fede evangelica e, lenendo in non
cale le brutali minacce del duca di Guise, accordò asilo generoso ed efficace proiezioni a
quanti erano perseseguitali per motivi di fede.
Soffocata la Riforma in Ferrara, i fulmini della
romana intolleranza furono rivolli coniro le
chiese del Veneto, le quali, specialmenle quella
di Venezia, Padova, Bergamo, Brescia , Verona,
Vicenza e Treviso, non ostante i vivi e ripetut*
3
« Considerando che i dibattimenti cliiarirono
ohe l’accusato ha nell’estate scorsa, sulla via
pubblica, davanti alla scuola del comune di Chevrier, detto pubblicamente e al cospetto di varie
persone, che la Santa Vergine era una donna
come un’altra, che aveva avuti più figli;
« Considerando che, dietro gli antecedenti
deH’accusato quali risultarono dalle deposizioni
de’ testimoni uditi, si deve ammettere ch’egli
ha proferito queste parole con proposito deliberato ;
« Considerando che le dette parole costituiscono una bestemmia, poiché elleno sono ingiuriose alla Santa Vergine;
« Dichiara, in conseguenza, Giuseppe Jacquet
colpevole dell’infrdzione che gli è imputata, e
tacendo applicazione degli articoli 162 e 166 del
Codice penale cosi concepiti:
Art. 162. — « Quegli che, di proposito delibe
• rato, avrà proferito qualche bestemmia od in« giuria contro il santo nome di Dio, contro la
■I Beata Vergine o contro i Santi, sarà punito
« colla prigionia o reclusione ; e la pena potrà
« estendersi persino ai lavori forzati a tempo, se« condo la gravità delle bestemmie o delle in« giurie, e secondo il luogo e l’epoca in cui il
« colpevole le avrà pronunziate, ed eziandio lo
« scandalo dato».
«Art. 166. — «L’ammenda onorevole sarà
» sempre pronunziala come accessoria alle pene
« criminali, di cui è fatta menzione negli articoli
« precedenti ; quando si tratterà di pene corre« zionali vi si aggiungerà l’ammonizione ».
« Visti gli articoli 62 e 17 dello stesso Codice ;
« Lo condanna alla pena del carcere per sei
mesi, a tutte le spese di giustizia e alla ammoninione ch» avrà luogo in udienza pubblica dinanzi il giudice di mandamento di S. Giuliano,
di ciò incaricato; al qual effetto il sunnominato
giudice, dopo aver censurata la condotta del condannato, gli intimerà che. in caso di recidiva,
incorrerà nella pena la piìi forte stabilita dalla
legge; di tutto questo sarà redatto processo verbale da trasmettersi ecc. ; e visti gli articoli 19
e 21 del Codice di procedura criminale, rinvia il
detto .Tacquet al tribunale provinciale di S. Giuliano per essere giudicato sul capo riserbato ».
« Fatto a Chambéry nel palazzo di giustizia, e
pronunciato ad alta voce dal Presidente, in pre
vedami che fioccavano dal Vaticano, nel giro di
dodici anni avean falli mirabili progressi. La
Santa Sede, accortasi che le rimostranze officiali indirizzate al Senato di Venezia ed a’ governatori delle provincie non facevano fortuna,
ricorse alle pratiche particolari presso il doge
ed i membri più influenti del Senato. Con tal
mezzo, condotto con grande accorgimento ed artifizio, le fu dato di mellere in opera alcuni spedienti, delli allora moderati, contro i riformati
di Vicenza. Tale concessione, comechè falla malvolontieri e eon riserva, era fatale; imperocché,
siccome avviene in simili casi, il governo cominciando a cedere, dopo lunga e vigorosa resistenza, dovea finire col chiudere gli occhi e
lasciare alla curia di Uoma l’arbitrio d’introdurre negli Stati della Uepubblica le slesse persecuzioni colle quali avea soffocato altrove la
Uiforma.
Infatti nel 1548 fu pubblicato un editto che
ordinava ai detentori di libri contrari alla fede
cattolica, di cosegnarli entro otto giorni e sotto
senza dell’accusato e del Pubblico, il 17 maggio
1856.
«i Segnati: Milliet di S. Albano. Nicoud, Nicollet, Menabrea, Nambride, Prelli. Conlrossegnato: Sallavard ».
Non insisteremo sulla necessità di regolare i
codici dielro i principii proclamali collo Statuto,
e dietro quelli voluti dalla civillà che, ne’ suoi
effetli, consiste nell’uso della liberlà e della raragione; è cosa troppo chiara e dalla grande
maggioranza riconosciuta: bensi diremo ai timidi e scrupolosi, che l’inviolabilità della liberlà
individuale, e specialmenle riguardo alla coscienza, è una delle più splendide caratteristiche
dei governi cristiani, in guisa che si può dedurre che quel governo o queH’individuo che
non rispetta un simile diritto in tulli i cittadini,
si pone da sè fuori degli ordini del crislianesimo.
E in vero, l’amore della verilà e la fede in essa,
costituisce il primo nostro dovere in faccia a
Dio, poiché la verilà è Dio stesso, ed amare la
verità è amar Dio; come anche per credere fa
d’uopo amare fortemente il vero, ch’equivale a
voler credere. Laonde si ha un bell’appoggiarsi
a questa o a quell’altra legge: non vi può essere
legge umana alta a distruggere una legge assoluta, e se pur esiste, ell’e invalida, od anzi non
è legge. San Giovanni Crisostomo scrive: « Se
alcuno non vuol credere, chi è che ha il dirilto
di costringerlo?» Tertulliano dice ancor più:
« Non vi ha che l'empietà che tolga la libertà di
religione e che pretenda incatenare le opinioni
sulla divinità, in guisa che non si possa adorare
il Dio che si vuole, o che siasi coslretti a credere
ciò che non si vuole ; che importano a noi i sentimenti degli altri? La forza non appartiene alla
religione, si deve abbracciarla di buon grado ».
Per ullimo, Fénélon cosi parla: « Nessuna potenza (quindi nessun li ibunak) può forzare il taglio impenetrabile della libertà del cuore; la
forza non può persuadere gli uomini, ella non fa
che degli ipocriti ». Pur troppo è questa la condizione della Chiesa di Homa!
pene severissime, alle quali in elTello fu dalo
largo sfogo.
Baldassare .\ltieri, questo uomo generoso, di
cui ci è occorso parlare altre volte, in si luttuose
emergenze diede pruove di ottimo cuore, adoprandosi a tulta possa per la causa del Vangelo.
Supplicò i principi riformali d’Alemagna a far
pratiche presso il Senato di Venezia, per impedire chele clericali violenze continuassero; chiese
ed ottenne lettere ufficiali daU’elellore di Sassonia e dagli altri principi di cui era agente in
Venezia; recossi in Isvizzera, onile esortare i
Cantoni protestanti a sposare la stessa causa;
intervenne aU’assemblea di Coira, e vi fece una
viva e dolorosa pittura di quanto i suoi compatrioti soffrivano ; ma i suoi nobili sforzi furon
vani, la persecuzione anziché scemare nel Veneto, v’infieri a smisura; ed egli, abbandonalo
dagli amici, denunziato dagli avversarii, ebbe
ordine di abjurare l’evangelica fede, o lasciare
all’istante il territorio di San Marco. — La quale
alternativa era un singoiar favore che si accor
FILANTIIOPIA E LIREHTÀ
lìor’è lo Spirito del Signore, ivi ìihcrlà (2. Cor.
Ili, 17): ma se l’uomo crede poter esser libero
indipendentemente da Dio, s’inganna a partito;
l’indipendenza assoluta nelle esistenze limitate
equivale all’annientamento : egli ò per questo
che si dice essere il cristianesimo creduto e praticato, la vera guarentigia delia libertà ed anche
la sorgente feconda della sociale filantropia,
tanto che si può aggiungere che tutto ciò che
non ('■ diretto dallo Spirito del Signore, e quindi
non è libero nell'uomo, è come non appartenesse a lui nella sua qualità di persona morale;
e infatti in simili casi egli viene a partecipare
della natura comune, ossia della natura corrotta,
delia natura di Satana, che non può certo aver
Dio per autore. Noi raccogliamo dalla Semaine
Religieuse alcune importanti idee suii’argomento.
R detto : « 11 cristianesimo non immagina dei
sistemi impraticabili; egli inspira ai suoi veri
seguaci il desiderio di prendere lo cose come
souo, e di fare ad ogni momento il meglio possibile ; propone sempre al loro operare uno
scopo ideale, prescrivendo nel medesimo tempo
di rispettare l'uomo e le cose neii impiego dei
mozzi.
«In quanto alla libertà. la<ldovo il cristianesimo è animato dal vero spirito di Gesù, egli
insegna a fare come Gesù. Ora, per redimere,
che fa colui che ha detto : « Se il figliuolo vi
redime, voi sarete veramente liberi. La mia dottrina è la verità, la verità vi affrancherà? » Gesù
non va mica a sollevare una turba di malcontenti , a fomentare lotte civili , ad insanguinare
la patria terra o il mondo, come i falsi Messia,
come Spartaco, e tentare cosi perigliosamente
di dare al popolo, col mezzo di politiche rivolte,
una libertà soltanto legale che può essergli poco
dopo rapita dalla reazione, e che le passioni
eziandio possono alterare e distruggere. No ,
Gesù dà, per la verità sua, al cuore, alla coscienza, una libertà spirituale e morale eh’ è il
germe imperituro e fecondo di tutte le altre.
Egli ha comunicato agli uomini una vita interiore abbastanza forte per resistere alla pressione delle cose esterne e alle sollecitazioni al
male. Gesù fece degli uomini liberi, e lascia ai
cristiani la cura di fare de’ liberi paesi. Quando
gli animi lo saranno, diverrannolo anche le
dava al rappresentante i principati stranieri.
Scelse il bando; ma non disperando ancora d’un
migliore avvenire, e volendo essere di sollievo
agli afflitti suoi confratelli, preferi di errare di
città in città e, quantunque malsicuro e segno a
continue persecuzioni,rimanersi inllalia.Quando
non fu più in grado di mostrarsi in pubblico,
cercò un ricovero in campagna. .Ma la collera
de’ clericali lo segni sin dentro alla pacifica solitudine, dov’egli visse ognora in continuo allarme e coi presentimento di soggiacere alle
vendette del Sant’Uffizio. — Di Baldassare Altieri non si ebbero ulteriori notizie: la sua fine
restò avvolta in un velo impenetrabile.—Se un
giorno sui terribili misteri deH’Inquisizione brillerà un pieno raggio di ¡luce, forse gli uomini
conosceranno che il di lui affannoso presentimento fu barbaramente effettuato da segreto
assassinio. (conlinua)
4
ieggi. Ecco ciò che si vede, sotto molti aspetti,
uelle popolazioni evangeliche; vi si prova il bisogno di preparare l’uomo sin dalla infanzia colla
e per la libertà , ed è allo spirito cristiano che
che l’Inghilterra evangelica deve Ja sua libertà
civile e politica.
« Circa alla filantropia, Gesù non pensò che
bisognasse per la propagazione dell’unità sulla
terra, ricorrere a’mezzi che soffocherebbero la
necessità del sentimento morale e della personale attività. Gesù non immaginò, come i sapienti
dcH’anticbità, una comunità chimerica ; amò gli
uomini fino a dare la propria vita per essi, ed
insegnò a’ suoi veri discepoli ad amarli come
egli li amò.
« Allora i cristiani , spinti dalla carità, sonosi
posti all’opera, ed hanno agito sulla società secondo i tempi, i bisogni, i mezzi, per introdurvi
de’successivi miglioramenti. I cristiani inglesi,
in particolare, collo spirito pratico e l'energia
loro individuale , dissero a se medesimi : Noi
non andremo a chiedere allo Stato ciò ch’egli
non può fare, e non gl’imporremo il dovere di
eseguire il voler nostro in nostra vece; andiamo
ad esperimentare noi stessi. Eglino hanno tentato, e i loro Uberi sforzi sono incoraggiati dai
buoni successi ».
Termineremo con due parole per dare un avvertimento amorevole e fraterno ai nostri concittadini. Si, prendete a modello l'Inghilterra;
ella è un vivissimo esempio di quanto possa una
nazione allorché è giunta alla matnra civiltà:
ma sopra tutto esaminate i di lei portamenti affinchè vi servano a premunirvi contro quella
ciarliera filantropia che è il terzo flagello del nostro secolo, e che va associato alla miscredenza
e all’indifferentismo; cioè contro certuni i quali
ora con tuono patetico e facile parlantina sembrano struggersi d’amore umanitario, ora cou
apostrofi ardite fanno gli spaccamonti, e non
sanno nè fare, né dire a proposito, spacciano
inezie e frasche per idée sublimi, vi presentano
frivole utopie, e vanno a caccia della nebbia e
del vento.
Hi
Piemonte. — Dna statistica significante. —
Togliamo quanto segue dal bellissimo rapporto
sulrisiruiione elementare presentato dall’egregio
«ig. Melegari alla Camera dei Deputati ;
€ Dai dati che si sono potuti raccogliere nel
1852 intorno al numero degli ecclesiastici insigniti degli ordini sacri, e dai riscontri della statistica del 1848 risulta che :
0 Nella Savoia esisteva I ecclesiastico su 420
abitanti, dei quali 50 sopra 100 sapevano leggere.
« Nel Piemonte, 1 ecclesiastico su 243 abitanti,
dei quali 35 sopra 100 sapevano leggere.
« Nella Liguria, 1 ecclesiastico su 163 abitanti,
dei quali appena 23 sopra 100 sapevano leggere.
« Nella Sardegna, 1 ecclesiastico su 127 abitanti, di cui solo26sopra 100sapevano leggere»,
1 commenti su questa statistica li lascieremo
al lettore.
Genova. — Ieri (11 maggio) fummo rallegrati
dalla manifestazione di un nuovo e caro fratello,
in cui ci apparve maravigliosa l'influenza dell'Evangelo allorch'egli viene ascoltato senza pregiudizi e col sincero desiderio di conoscere la
verità, lo devo dire in questa circostanza ascoltato, e uon letto, poiché l'uomo di cui vi parlo è
uu semplice contadino delle montagne della Liguria, il quale non sa né leggere nè scrivere.
Egli mi veniva presentato ieri dopo il servizio
da uu rispettabile membro della nostra Chiesa,
il quale mi dava di lui ottime informazioni in
quanto alla sua moralità ed i suoi buoni portamenti. Lo pregai dunque a tornare al servizio
del dopo pranzo per presentarlo al Consiglio
della Chiesa, onde venisse esaminato in quanto
alla dottrina.
Appena terminato il servizio, il Consiglio si
riuniva a questo intento, e non poca meraviglia
ci fecero le sue risposte chiare e precise alle
varie domande che gli vennero fatte, specialmedte rammentandoci che chi ci stava davanti
era un semplice contadino, privo di ogni umana
istruzione, e non potendosi esprimere se non se
nel dialetto del suo Comune. Mi domanderete
forse come dunque egli sia pervenuto alla conoscenza deli’Evangelo? Egli mantenne qualche
relazione col fratello da cui ci veniva presentato;
dal medesimo un suo ragazzo imparò a leggere;
ed egli conobbe l'Evangelo facendoselo leggere
dal proprio figlio.
Ora permettetemi come semplice illustrazione
e come testimonianza della divina efficacia della
Scrittura per illuminare le anime , di riferirvi
alcune fra le sue risposte.
Essendogli chiesto dal sig. 1..... qual motivo
lo portasse ad abbandonare il romanismo, e a
domandare di essere aggregato alla Chiesa evangelica, egli rispose: La religione che voi professate è migliore della religione cattolico-romana.
— Ma in che cosa la trovate voi migliore? si
continuò a domandargli ; — ed egli : 'V^oi professate l’Evangelo, nel quale troviamo le parole e
gli insegnamenti diGesùCristo e degli Apostoli,
mentre nella Chiesa romana si predicano dottrine ed insegnamenti d'uomini. — Credete voi
ai santi?— Sicuro che ci credo. — E credete
voi che dobbiamo invocarli? — Io credo di
no. — E perché non li dobbiamo invocare? —
Perchè i santi hanno dovuto pregare per loro
medesimi il Signore, la grazia del Signore li ha
salvati; ma essi uon ne hanno più che per loro,
e non hanno niente da darci. — Avete voi trovato
nella Scrittura qualche esempio d’invocazione ai
santi? — No, mai; nell’Evaugelo si prega Dio e
Gesù Cristo soltanto. — Credete voi che dopo le
parole sacramentali pronunciate dal prete , il
pane ed il vino sieno mutati in corpo e sangue
di Cristo, di tal maniera che quegli elementi spariscano per cedere il posto alla presenza reale
e corporals di Cristo? — No signore, non lo
credo. — E perchè non lo credete? Non è in
potere del prete di operare un tal cangiamento,
e allorquando Gesù tornerà sulla terra noi lo
vedremo ; per ora il suo corpo è nel cielo, e non
può trovarsi in migliaia di luoghi nello st«sso
momento. — E come intendete dunque le parole
di Gesù allor eh'egli distribuiva il pane, dicendo:
« Questo è il mio corpo?» — È una memoria, e
voleva dire: questo rammenta il mio corpo. —
Quale è dunque la vostra speranza di salvezza?
— Il sangue di Cristo sparso per i miei peccati.
— Non credete voi di potervi salvare colle vostre buono opero?— No signore, perchè buone
opere da me non posso farne. — Si, lo so bene;
ma se coll'aiuto della grazia di Dio voi fate buone
opere, non possono desse procurarvi la salute?
— Eh no, perché quelle opere io sono obbligato
di farle, e quindi avendole fatte non ne ho alcun
merito.
Ecco, caro signore ed amico, il sunto di quell'interessante trattenimento ; ecco ciò che quel
caro fratello ha imparato, non già nelle nostre
religiose adunanze, poiché per la prima volta vi
interveniva ieri, ma nell’Evangelo stesso, nella
Parola di verità.
Il fratello T.....i facendogli osservare che col
l'unirsi a noi , e col professare l’Evangelo verrebbe esposto a vessazioni, a fastidii, a persecuzioni, ed avrebbe da soffrire ingiurie e disprezzo
per parte degli uomini: « Eh ! lo so, rispose egli,
lo so, e non si è aspettato ad ora di farmelo sentire ; ma non importa, chè niente mi potrà distogliere dal mio proponimento. Dopo averlo confortato e premunito contro tali tentazioni, citandogli varie dichiarazioni della Parola in proposito, rammentandogli specialmente le consolanti
promesse fatte a coloro che per amore di Cristo
soffrono la persecuzione e confessano il suo
nome davanti agli uomini ; invocammo la benedizione di Dio sopra quel nuovo fratello, e con
effusione di affetto fraterno gii porgemmo la
mano come segno del vincolo che ormai ci unisce
a lui per la fede in Cristo Gesù.
Alcuni altri fatti ancora avrei da narrarvi, ma
non voglio questa volta abusare della vostra pazienza e del vostro tempo, e mi riservo per un'altra occasione. (Nostra corrispondenza).
Francia.— VObservateur catholique.— Il mese
di Maria. — Il suddetto giornale giudica nel seguente modo gli omaggi che la Chiesa romana
rende a Maria nel mese di maggio.
« Ecco il mése di maggio che principia; è l’e
poca de’sermoni ridicoli, delle riunioni teatrali,
degli altari eleganti, dei ceri, de’cantici insipidi ed eretici. L’autorità ecclesiastica la quale,
in ultima analisi, porta la responsabilità delle
bestemmie proferite dai predicatori di questo
mese, dovrebbe aver bene, in ogni chiesa, un.
sacerdote istruito e indipendente che le rendesse conto della maniera colla quale si agisce,
e delle eresie che insegnano i predicatori sotto
pretesto di onorare Maria ».
(Seinainc religieuse).
Napiusa. — Fanatismo turco. — Il rev. sig.
Gobat, vescovo di Gerusalemme, ci fa conoscere
come divampò testé in Naplusa il musulmano
fanatismo. La morte data involontariamente ad
un giovane musulmano da un Inglese non fu ohe
il pretesto della sedizione ; il vero motivo è stato
la pubblicazione deU’ultimo firmano per la protezione de' cristiani, considerato dai fanatici ardenti come atto d’apostasia del sultano. 11 segnale del movimento contro i cristiani si diede
uella moschea : per grazia providenziale, i missionari e gli uomini i più zelanti nel propagare
il 'Vangelo a Naplusa, e in particolare presi di
mira dai Turchi fanatizzati, erano partiti per accompagnare iJ vescovo rev. Gobat, che aveva
visitato Naplusa due giorni prima, e così furono
salvi. Nou vi ebbe che uu evangelico ucciso, ed
alcuni altri gravemente feriti; ma gran numero
di abitazioni vennero saccheggiate, e di Bibbie
distrutte. Un fatto assai interessante accadde :
parte degli abitanti musulmani cercarono di proteggere i cristiani. Del resto , gli evangelici di
Naplusa hanno dimostrato in tale prova grande
fermezza.
Cii*oifMo Ooiucnico gercnic.