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Anno 112 - N. 40
24 ottobre 1975 - L. 150
Soedizione in abbonamento postale
1 Gruppo /70
ftIBLiOTECA VALDESE
10066 TORHfi PEIL ICE
delk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
A 458 ANNI DALLA PROTESTA DI LUTERO
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ft’-
•4.
La Riforma si ricorda
vivendo criticamente il proprio impegno
Rendere comprensibile ed operante nel nostro tempo la
spiritualità dell’epoca della Riforma - Un confronto sempre più necessario per l’ecumene cristiana
Lamberto Fumo, commentando con
approvazione i programmi sociali della
chiesa metodista di Villa S. Sebastiano, in
un articolo intitolato « L’operosa comunità d’Abruzzi » del giornale La Stampa
(7 sett. 1975) posto nella rubrica domenicale « Religioni e società » concludeva
con le parole che riportiamo : « Pur fra le
manchevolezze inevitabili, tutto questo
lavoro dimostra che si può fare opera religiosa senza prediche, ma con l’esempio
e le scelte sociali ».
Non c’è dubbio che queste righe vogliano esprimere una considerazione ben
intenzionata, forse addirittura una lode
per quei bravi metodisti, che hanno saputo portare nella loro città una testimonianza non limitata alle sole prediche.
Ma noi, che la sensibilità per il senso delle frasi l’abbiamo, per ragioni... storiche,
ad una soglia molto bassa, già solo quelle
ben intenzionate espressioni bastano a
metterci in allarme. Non aveva forse detto
a Valdo più o meno la stessa cosa il suo
bravo vescovo, quando lodò il suo modo
di praticare la povertà, ma gli vietò di
spiegare alla gente perché lo faceva?
Ai protestanti italiani sembra che si
voglia dire: le vostre buone opere sono
utili, fate bene a farle, le prediche non
servono. Oggi conta la prassi, non altro;
finalmente anche voi dovete capirlo, anzi
l’avete già capito.
Sarebbe interessante sapere che cosa
ne pensiamo noi. Ogni anno a quest’epoca ricordiamo la Riforma, cosa che non
si può fare solo con le opere sociali, si
deve anzi fare principalmente con una
predicazione. E’ vero che qui molti scuotono la testa anche tra le nostre file, con
ingiustificato pessimismo crediamo, quasi che in questa Italia così moderna, onesta, interiormente ed esteriormente libera,
non avesse più senso domandarsi quale
accentuazione debba assumere il pensiero protestante e che cosa si possa e debba ancora dire di positivo e di chiaro, nel
nome della Riforma e come spiegazione
dell’evangelo di Gesù Cristo. Queste interrogazioni hanno in verità ancora il loro
senso, anche se tutti siamo consapevoli
della difficoltà di una risposta pienamente semplice e comprensibile da parte
di tutti.
La Riforma contribuì alla nascita dell’uomo moderno, ma stranamente non fu
solo il lato ’’religioso” di quei movimenti
umanistici molto significativi che noi ritroviamo nella storia dell’arte o nella filosofia. Quel lato religioso indubbiamente
c’era, ma era rappresentato piuttosto
dallo spiritualismo di Erasmo, non dalla
teologia di Lutero. Centro di questa teologia è l’azione di Dio che c^lie l’uomo
daH’estemo, lo pone sotto giudizio e lo
salva. Non si ’’scava” più in fondo all’uomo per sapere che cos’è, o per mettere in
evidenza la sua parentela con un’esterna
realtà divina, o ancora per scoprire che
cosa c’è di divino nell’uomo stesso. Non
si fa più la strada della ricerca di Dio che
parte dal basso e va verso l’alto, perché
E>io stesso ha fatto il cammino inverso.
Si saprà dunque che cosa sia l’uomo in
base alla parola che gli viene rivolta e
che gli apre delle prospettive nuove, donandogli la Hbertà di inoltrarsi decisamente in esse. Ciò che noi siamo è ancora davanti a noi, deve ancora succedere. Calvino da parte sua sottolineerà
che in questa via della libertà si entra solo mediante la prassi più conseguente e
rigorosa.
Insomma la trascendenza veniva affermata come un regno di grazia e di libertà, in cui l’uomo in Cristo riceveva la sua
vera immagine come un dono disponibile.
Veniva negato il cammino delle buone
opere così come, non senza incertezze,
l’aveva delineato la teologia-filosofia medievale; ma veniva tanto più sottolineata
la partecipazione attiva dell’uomo alla
salvezza nella riconoscenza.
Ma la Riforma non compì interamente
la critica della teologia cristiana; non capì per esempio fino a che punto la chiesa
si fosse compromessa polìticamente con
i potenti contribuendo a spossessare il
popolo povero del prezioso annuncio
evangelico. Tutte le chiese così contribuirono a togliere alle classi povere il senso
rivoluzionario dell’evangelo. Perciò la vera Riforma che rimane oggi come compito davanti a tutte le chiese è queUa che
consiste nella riappropriazione dell’evangelo da parte delle classi subalterne.
Pensiamo che partecipare a questo
’’movimento” mettendo a disposizione gli
strumenti teologici della Riforma protestante definisca abbastanza bene la nostra
situazione attuale. Aliùeno finché il Signore non darà alla sua chiesa di riconoscere ancora meglio il suo cammino.
Sergio Rostagno
BILANCIO CRITICO DI K. RAHNER
A 10 anni dal Vaticano II
Una conferenza di K. Rahner sul tema: ”A 10 anni dal
concilio - un bilancio critico”, tenuta a Zurigo il 28.9/75
Il concilio vaticano II segna la fine ufficiale dell’epoca dei papi Pio della moderna storia della chiesa: cioè quel periodo che da un punto di vista della storia profana inizia con l’Illuminismo e la
Rivoluzione francese e, dal punto di vista
della storia ecclesiastica, con Pio VII
(eletto papa a Venezia il 13 marzo 1800) e
che si conclude, rispettivamente, con la
II guerra mondiale e con Pio XII.
A suo tempo la società cristiana è stata contraddistinta, a partire dalla svolta
costantiniana fino all’Illuminismo, da uno
stretto legame tra chiesa e stato. Con Tinizio del XIX secolo si assiste alla separazione tra chiesa e stato anche se il mondo secolarizzato ha portato avanti con sé
buona parte dell’eredità anonima del Cristianesimo. In questa situazione la chiesa cattolica romana ha cercato di conservare la sua propria identità e la fedeltà
della sua missione; nel prolungare il suo
stile di vita medievale, facendo leva sui
ceti contadini e sui ceti medi e, infine,
cercando di mobilizzare partiti cristianocattolici. È stata conservatrice sul piano
della morale, dell’economia e della politica. Nello stesso tempo ha trasmesso ai
suoi fedeli il bene supremo della libertà
cristiana: il messaggio della grazia e della giustificazione nella fede, la speranza
e l’amore.
Rahner vede la fine di quest’epoca dei
papi Pio, fra l’altro, con l’affermazione del
principio sinodale ed episcopale accanto
al centralismo papale; in un’ecclesiologia
che concede ad altre denominazioni loro
particolarità; in un discorso missionario
in cui viene riconosciuto il valore positivo delle religioni non cristiane; nella dottrina della libertà religiosa sanzionata dal
concilio; nelTaccogliere il dialogo col
« mondo »; nella fretta per il cambiamento del "Codex iuris canonici” per il passaggio all’esegesi storico-critica; nella riforma liturgica (introduzione della lingua
del popolo); infine nella crescita delle
chiese d’Africa, Asia ed America Latina,
che non vogliono più ricoprire a lungo il
ruolo di filiali delle chiese europee e nord
americane, contro la cultura egemone dell’Occidente.
Per Rahner è decisivo il fatto che tutte
le tendenze contrastanti negli ultimi dieci
anni non hanno potuto annullare la svolta del concilio. Nelle manifestazioni frenanti si manifesta la reazione verso un
processo accellerato di secolarizzazione a
partire dal concilio vaticano II.
Questo processo si è esteso agli strati
sociali che hanno sostenuto in prima linea
la chiesa durante l’epoca dei papi Pio:
cioè sparizione degli elementi contadini e
dei ceti medi, diminuzione dei sacerdoti
e ordini, perdita di prestigio della chiesa
ufficiale, sfiducia verso il papa (in contrasto alla fiducia avuta da Giovanni
XXIII).
In questi ultimi tempi il futuro della
chiesa si è oscurato anche perché si è
appannato il futuro del mondo. Per i tradizionalisti odierni il mondo era ancora
abbastanza ordinato in quanto l'umanesimo occidentale si sapeva trainato dall’egemonia europea-nordamericana. Questo è finito con la seconda guerra mondiale. L’opposizione Est-Ovest, forse ancora più il conflitto Nord-Sud, diffondono
inquietudini, disordini e incertezze. Il futuro è diventato pericoloso. In questa
’’atmosfera invernale" ha valore soltanto
una certezza della fede che si esprime in
modo vivente nell’incontro con Gesù Cristo e che si conferma concretamente nell’amore verso il prossimo: im amore che
non può essere ristretto nella sfera privata ma che deve anche diventare attivo in
senso critico nel campo sociale.
Molte cose, che sono state messe per
scritto al concilio non sono ancora — secondo Rahner — in questi ultimi dieci
anni state tradotte nella realtà. Questo
porta alla domanda centreile: cosa deve
accadere perché il grande potenziale del
concilio, non ancora esaurito, possa diventare fruttuoso (sia attraverso l’illuminazione interna dei fedeli cattolici, sia
per pressioni esterne imposte dal futuro
corso della storia profana)? (e. pd.)
Edificare
con fiducia
SALMO 127
Siamo uomini e come tali nati
per costruire. Un uomo che rinunci a spendere tempo ed energie per « edificare », « inventare »
« creare » qualcosa di nuovo per
sé e per gli altri non è più un
uomo. Anche i credenti sono nati
per edificare, creare, dare vita e
realtà a delle cose nuove.
Questo cantano i pellegrini di
Israele salendo alla città santa. Il
loro canto però non risuona prepotente e autoritario come nei
cortei di manifestanti e neppure
si snoda lento e doloroso come
nelle processioni, é sobrio e fiducioso perché la fede ha insegnato
a questi credenti due realtà.
Dio è quello che dà forza e sostanza alla nostra creazione. Non
è l’impegno che mettiamo nelle
cose o l'attenzione con cui vegliamo sulla nostra esistenza che conduce in porto le nostre realizzazioni. È il Signore. Il nostro edificare è conglobato nel suo edificare, il nostro vegliare è sorpassato dalla sua veglia.
Perciò il nostro agire è veramente da uomini quando è vissuto senza affanno, il che non significa senza impegno. Ma significa
senza l’angosciosa preoccupazione del dover fare tutto, di portare
la responsabilità della creazione:
« invano vi alzate all’alba ed andate tardi a riposare... » questo è
l’inutile affanno di una vita che
gira in tondo, una vita senza il
fondamento della realtà di Dio.
« Impariamo ad edificare senza
il peso dell’affanno ma nella fiducia in Dio » cantano i pellegrini.
La seconda parte del canto sembra dire il contrario: chi parla è
un contadino libero e fiero che
guarda i suoi numerosi figli con
orgoglio, che sfida l'opinone pubblica entrando dalla porta del paese a testa alta. Nessuna traccia dell’umiltà e della serena fiducia di
prima. Là si diceva « invano fate... » qui si dice « beato chi ha... ».
Eppure nelle pieghe di questa
sicurezza c’è la fede. Chi canta
così è stato liberato dall’affanno
ma anche dalla solitudine. Sa che
non è solo a costruire con Dio,
ma che altri costruirà dopo di lui.
Sa che il suo lavoro non è realtà
assoluta, ma è un compito che altri porterà avanti. G- Tourn
IN QUESTO NUMERO
■ Libri sulla Riforma 2
■ La chiesa cristiana in Un-
gheria 3
■ Bullinger riformatore
sconosciuto 4
■ Convegno Cps a Gioiosa
Jonica 5
■ Comunità Montane 6-7
2
24 ottobre 1975
a colloquio
con I lettori
Circuiti e Distretti
Ai Presidenti delle Commissioni Distrettuali ed ai Responsabili dei Circuiti vorremmo far presente che la nuova organizzazione, che l’integrazione sta mettendo in moto nelle nostre chiese, merita di
essere tènuta presente anche nel lavoro
del giornale integrato. Non sappiamo ancora come potremo fare per rispondere
a questa esigenza e per migliorare il collegamento fra la redazione e le comunità. Per ora chiederemmo:
a) Non appena si siano effettuate le
riunioni di circuito e la Conferenza di
darne comunicazione con un breve verbale redatto da qualche volonteroso; nel
corso dei lavori stessi, perché se ne possa dare comunicazione subito, comunicare subito i responsabili eletti.
b) Sollevare il problema del giornale negli incontri di circuito e cercare perché neH’ambito dello stesso ci sia una
persona che possa farsi corrispondente
regolare di quanto vi si fa, possibilmente
uno che abbia una responsabilità nel lavoro di circuito perché è più facile e che
sia informato di quello che accade. Parlare del giornale nel corso dei lavori raccogliendo suggerimenti. Anche di questo
sarebbe utile avere una comunicazione
dettagliata per il giornale.
Ci auguriamo che questi suggerimenti
siano accolti e che ne possa nascere un
nuovo rilancio del nostro settimanale.
Ancora la Claudiana
Abbiamo ricevuto da parte di quattro
dipendenti d^lla Claudiana una lettera di
risposta alle precisazioni, date dal past. N.
Giampiccoli, presidente della Commissione Claudìarm, apparse nel n. 37.
Diverse afférmazioni sono tali che richiederebbero'un ampio discorso redazionale e piti di un lettore avrebbe diritto e
motivo di replicare. Vorremrho però invitare tutti a porre'fine a .questo ùiscorso
polemico ‘che in targa misura passa sul
capo dei lettori e che finisce col diventare
poco costruttivo. Lasciando ai firmatari di
quefip scritto l’intera responsabilità delle' proprie affermazioni che irt- larga parte/-lqfied,azione nórt cbfidivìd^^ riteniamo
dovAr. "pàbblicare quésto scritto, con pochi tagli', data la sua ampiezza ma che ne
mantengono la sostanza, per quello spirito di libertà e di comprensione reciproca
che ha sempre ispirato la nostra azione
e fa del nostro settimanale un organo di
chiese evangeliche e non uno strumento
di potere.
Il Direttore
Sul problema della Claudiana è intervenuto il
pastore Paolo Ricca nel n. 35 del giornale e due
numeri successivi il pastore Neri Giampiecoli gli
aveva risposto. Pur intendendo rispondere al secondo di questi articoli, desideriamo preeisare
che il pastore Ricca esponeva considerazioni sue
proprie, non le nostre; esternava il suo pensiero
e non era jl nostro portavoce.
Nella nota redazionale introduttiva all’articolo
di Neri Giampiccoli, la presentazione di questo
punto di vista viene ritenuta « corretta » « per
una valutazione oggettiva della situazione ». Da
parte nostra, non crediamo che tale articolo vada nel senso di una « valutazione oggettiva », né
crediamo che questa « oggettività » si costruisca
sommando insieme diversi punti di vista, compreso il nostro.
Questo tipo di oggettività non esiste, cosi come non esistono i « fatti puri » a prescindere
dalla loro interpretazione, qualunque essa sia.
Questo significa allora che il punto di vista dei
dipendenti della Claudiana è sì « unilaterale »
così come ■ « unilaterale » è il punto di vista di
chi la Claudiana dirige, gestisce ed amministra.
Non si tratta quindi di definire la « verità » operando mediazioni, cercando l’equilibrio delle parti e rimanendo equidistanti per conservare la
<”< libertà di valutazione », si tratta di assumere
un punto di vista anziché un altro, di stare da
lina parte o dall’altra, di accettare la nostra
«verità» o quella del pa'store Neri Giampiccoli
e della Commissione.
1)-H problema del «potere». Il nostro documento distribuito al Sinodo rileva l’esistenza al1 interno della chieàa di « schieramenti ormai costituiti :che si ripartiscono la realtà econòmica,
ideologica della' chiesa'e delle Sue opere in'due
parti ; ’ da un lato una ’’destra” laica e pastorale
che gestisce il potere e l’ideologia di una parte di
queste strutture; dall’altro una ’’sinistra” che gestisce a sua volta un’altra parte ». Sé questa frase ha potuto destare scalpore in molte personé
non è certo,', secondo'noi, perché quéste cose non
esistono,, quanto piuttosto perché si »sa benissimo
che esistono,, ma non bisogna dirlo.. Esistono: nella : chiesa schienamenti di '"destfa”: di ' ’’sinistra”,
esistono ^pastori di un certo tipo c pastori di a ltro tipo,, comunità, f’reàzionarle” e eomunità”"pragressistel’, I comitati di destra e' di' sipiatra,- ci
eoTiò problemi.di alleanze', di tat-ficliè e di'strategie,nelle assemblee; di :chiesa, nei’concistori,
politiche di ’’corrente”, lotte sinodali, situazioni
come Agape e il Gplleg» ;Valdese;dÌ’Tot-re.Pellice che rappresentano schieramenti opposti,' inte
CLAUDIANA LIBRI: UNA COLLANA RIUSCITA
Alcuni testi chiave deiia Riforma
benedetto dà mantova
marcantonio flaminio
"3Ä
rutirr; daudiana
Benedetto da Mantova, Marcantonio
Flaminio, Il beneficio di Cristo. Introduzione e note a
cura di S. Caponetto (pp. 128, 13 m.ni,
L. 1.800).
Scritto dopo il
fallimento del tentativo di riconciliazione fra cattolici
2 protestanti alla
Dieta di Ratisbona
<1541), questo «mali nifesto » della Ri. forma italiana volile riaffermare l’unità dei « veri cristiani »
oltre i confini delle chiese istituzionali.
Riuscì neH’ardua impresa di presentare
con chiarezza il pensiero essenziale di
Giovanni Valdès e dei Riformatori d’oltralpe {Lutero, Calvino, Melantone, ecc.)
senza mai nominarli, ma inserendoli nella tradizione dei padri della chiesa antica.
In questo tempo di « Anno Santo » in
cui si torna a parlare di «meriti» della
Chiesa e a dipingere dinanzi ai fedeli i
tratti di im Dio mercaritile ben lontano
dal Padre di Cristo rivelato dalle Scritture, giunge a proposito questo libretto di,
eccezionale chiarezza. Esso è, per chiunque voglia conoscere dalle fonti la essenza della « scoperta » luterana che sconvolse l’Europa intera, per rendersi conto della sua incidenza nella problematica
odierna.
thomas
müntzer
scritti
politici
".Tt.;:.:;; daudiana
Thomas Müntzer,
Scrìtti politici, Jntroduzipne, versione e nòte a cura di
F.midio Campi zpp.
232, 16 tav. f.t., 28
ili., L: 2.700).
t . Esaltato dagli uni
come « ribelle in
W0Ì| I Cristo », « teologo
della rivoluzione »,
s^nirha della lotta
' contadini tqi^eàa ® W: Turingia,
esacrato da altri
come "falso profèta”, "strumento di
Satana”, agitatore
fanatico e privo di scrupoli, la vera personalità di Thomas Müntzer — il grande
antagonista di Lutero, decapitato nel 1525
— rimane ancora misteriosa sotto molti
aspetti. Il volume della Claudiana fa precedere alla versione integrale degli scritti
« politici » un ampio profilo biografico, un
in quadramente storico ed una breve storiografia müntzeriana. Il volume si rivolge non solo agli studiosi ma ad ogni per
ressi e linee di lavoro opposte all’interno della
chiesa.
Nessuno di noi si è mai sognato di negare che
il potere fosse l’antiagape, ma questo non cambia niente al fatto che il potere esiste, putroppo
anche nella chiesa.
Anche il pastore Giampiccoli si rende conto
del fatto che nella chiesa c’è chi conta e può più
di altri, vj sono pastori e membri di chiesa che
occupando certe posizioni contano più di un
contadino delle Valli o di un pastore in una piccola: chiesa del Sud.
Il punto allora non è quello di definire il potere, bensi di dire se in Claudiana c’è o non c’è,
chi ce l’ha e chi no. Noi crediamo che il potere
sia Tantiagape, che in Claudiana ci sia il potere,
é che non siamo noi ad averlo.
2) Il problema del « lavoro 5>. Il comitato
amministrativo afferma che « il direttore ha sempre cercato di dare autonomia ai’ vari settori, nei
limiti deiraccettazione delle responsabilità da
parte degli interessati e delle relative capacità,
non senza poi pagare di persona, senza limiti di
orario,'anche cose minime come battere le lettere
e maneggiare il ciclostile. ' Saremmo tentati ’ di
dire che questa mistica del martirio sa mólto di
cattolico. ■ ,
Ma facciamo solo due rilievi : a) quali Sono i
criteri di questi limiti delle nostre responsabilità? »; chi li stabilisce e li,.giudica?, b) cosa< significa « pagare di persona anche in cose minime come battere le 'lettere e maneggiare il ciclostile »? Significa che le cose minime sono degne dèi sottoposti ma non dei superiori? Si nasce
o si coltiva la vocazione a fare solo cose grandi?
Sul problema normativo del nostro rapporto di
lavóro vonemitio 'rìcordafe che i^ nostro documénto delmeava situazioni lavotati ve risòlte allo
stato attuale,'ma'risolte ;« dopo logoranti riunioni
con'la com™Ssione;; duré contrattazióni e là ’minàccia di scioperi ».'Si afferma inoltre che « da
almeno ■ unà’ ventina d’anni tutte le persone ' assunte ifr pianta stabile alla 'Claudiana hanno avuto la lóro posiziottc'regòlaHzzata e' i-fèlativi cón;
tHbliti: sono sempre stati versatiòi; ' ■ ’
Questo vale per le persone assunte, e su que
sona di media cultura interessata a cogliere nel dissidio Lutero’Miintzer le radici profonde di un contrasto che contrappone ancor oggi borghesia e proletariato, progressisti e rivoluzionari.
hiteroii Padre
nostro
spiegato ai
> sernfMCi isict
7SVS daudiana
luterò
libertà del
cristiano
lùlIvNu ti X
■ daudiana
Martin Lutero, Libertà del cristiano,
lettera a Leone X.
Introduzione, versione e note a cura
di Giovanni Miegge.
II Edizione, (pp.
70, 4 ili. f.t. L. 700).
« Un cristiano è
un libero signore
sopra ogni cosa, e
non è sottoposto a
...nessuno. Un.cristia' no è un servo volenteroso in ogni cosa,
e sottoposto ad ognuno ».
Da questa contrapposizione prende l’avvio il documento
di Lutero che a ragione viene considerato
la migliore sintesi del suo pensiero. Esso
è la risposta alla bolla pontificia « Exsurge Domini » del 1520 a cui seguirà la scomunica. È la rottura definitiva con il cattolicesimo. Come osserva G. Miegge, nell’agile introduzione: « Nessun scritto è
più adatto di questo ad iniziare il lettore
alla conoscenza del pensiero luterano ».
Sto non abbiamo nulla da eccepire. Ma vi sono
state persone di età e condizioni diverse che hanno dato la loro opera anche volontaria e non
erano in quella condizione. Questo dicevamo nel
nostro documento. Sul fatto poi che queste persone (cioè questi studenti) «trovavano il loro tornaconto nel prestare servizio per non più di 4 ore »
a paga oraria ecc. dobbiamo osservare che la convenienza non era reciproca per il fatto che non
godevano di benefici di una piena assunzione
mentre la Claudiana godeva della loro opera.
Dove si afferma poi che « quando gli attuali
magazzinieri hanno chiesto regolare assunzione,
ciò è stato accolto e non recentemente, ma ormai
da più di un anno ». Ci preme sottolineare che
nel caso di un magazziniere l’assunzione è avvenuta con molto ritardo.
3) Il problema del « servizio ». Questo discorso va visto in rapporto ad una affermazione
« emblematica » del pastore Neri Giampiccoli.
«La divisione del lavoro tra l’intellettuale e il
manovale non è un fatto gerarchico, ma funzionale e può essere risolto solo su un piano di ricerca comune del servizio comune ». Questa è
una convinzione assai radicata (il destino di
qualcuno è di avvitare bulloni), ma ci sorprende seriamente che questa, convinzione sia radicata anche in persone che sì definiscono « di sinistra ». A meno che si pensi che questa divisione
del lavoro sia un fat^o « gerarchico » solo «fuori », nella società capitalistica, ma non « dentro »,
nella chiesa. Ci chiediamo soltanto se la diversità di « fine » che esiste tra -, la Claudiana e una
qualsiasi azienda capitalistica all’esterno giustifichi, anche, nelle opere della chiesa il permanere
della stessa Iqgica che fónda e riproduce nella nostra sòciètà la .divisibile in .classi e i rapporti capitalistici di pròduziòne.; Dal nostro .punto di vi;
sla, di lavoratori della Claudiana, sperimentiamo
solo che di fatto questa divisione diventa « fun» non certo al messaggio 31 fondo chfe la
Claudiana si propone, vmia, alla ..sua; ^ pT'oduttiyi^
th », a chi sta sopra, non a chi sta sotto, porta
rlla^ diviéiond'nòli-’sólo del lavoro, mà'déi làvóratori 'é «boccà' heHa-^^nrCmazia deiriritcllettuàle
sul raahnvàle. Ci'Chiediamo allora se sia-giusto
«>r»ismn Erarsmo da Rotter
M ijÌu Jam, Il libero arbi
ii libero II servo trio (testo integraarbitrio arbitrio Martin Lutero,
tt'Klo l'tpgirtto passi scelti ' '
Lutero, Il Padre Nostro, spiegato ai
semplici laici. Introduzione, versione e note a cura di
Valdo Vinay (pp.
83, L. 900).
Il censore cattolico delTInquisizione veneta, nella prima metà del ’500,
al quale fu sottoposto anonimo il
presente scritto di
Lutero in traduzione italiana, quando
l’ebbe letto, disse:
« Beate le mani che
hanno scritto queste cose, beati gli occhi
che le vedono, beati i cuori che credono
a questo libro e così gridano a Dio ».
Il libretto, grazie alla vivace e fedele
traduzione di Vinay, si presenta di facile
lettura; esso spiega con linguaggio piano
ed accessibile a tutti il significato più profondo dell’antica preghiera evangelica.
Questo testo non dovrebbe mancare
nella biblioteca di ogni evangelico che desidera ripercórrere nel commento al "Padre Nostro’’, il pensiero di Lutero nelle
sue formulazioni più semplici e convincenti.
■ • Claudiana
Il servo arbitrio
(passi scelti). Introduzione, versiog ne e note a cura di
R. Jouvenal (pp.
:254, 5 ili. f.t., L.
I 2.200).
In questa pubblicazione vengon presentati per la prima volta in italiano, i testi della famosa disputa tra
Erasmo e Lutero sulla salvezza deH’uomo
e sul libero arbitrio. L’umanista evangeli...co e il grande riformatore hanno profuso
m questi due scritti (1524-1526) le conclusioni fiella loro ricerca nel pieno della
rnaturità politico-teologica. Due personaggi decisamente diversi, due formazioni
culturali lontane tra loro, la cui opposizione ripropone oggi il vecchio dilemma
tra scetticismo o piena fiducia, tra razionalità O fede vissuta.
È interessante, scorrendo le pagine, accorgersi dell’attualità di questi due scritti che presiedono ad una polemica che non
e rimasta ferma alle origini deH’età moderna ma Tha attraversata e ne ha rappresentato il dissidio più vero;
ì-'tn Hus, Il primato
jdn nUo di Pietro, dal « De
il primato Ecclesia ». Introdudi Pietro
zione, versione e
.® cura di Lui, , dal Descctesia- gj Santini. (4 ili. f.
daudiana io8 pp., l. i.500).
Braccato nelle
campagne praghesi
eppure infaticabile
nello scrivere libretti' di edificazio. ne. in lingua' cèca,
. ,fu predicatore ■ i dttdo-. iii mito i i ! :dell’ Evàngélo, nel pieno della
„ clandestinità, Jan
Hus, nel 1413, scriveva in latino il trattato « De Ecclesia ».
Le sezioni che vengono proposte nel libro ^ della Claudiana toccano i principali
temi del Cristianesimo. La chiesa, il potere e il primato papale, nel pensiero del
grande riformatore boemo sprigionano
un attualità inattesa. Siamo di fronte a
quella serena riflessione, profondamente
evangelica e ben radicata nella tradizione pratri'stlea che scatenerà la prima rivoluzione moderna in Europa.
continuare a predicare una « unità in Cristo »
che SI foridi ancora e sempre sulla divisione sociale degli uomini. Come è possibile quindi, in
questa situazione, una qualsiasi forma di servizio
che non faccia violenza alla coscienza di chi lavora, mascherando la realtà dei rapporti di lavoro? Dal momento che le leggi che governano
1 economia della Claudiana sono le leggi delVeconomia capitalistica, nel consegue altrettanto inevitabilmente che le medesime leggi determinano
l’organizzazione del lavoro che le sottintende. Fino a quando la Claudiana non si contrapporrà
ad esse, non potrà esserci posto per il « servizio »
in quanto modo particolare e quaIitativ:o di lavorare, perché fatalmente e indipendèntemente
da qualsiasi buona volontà esso verrà sempre
quantificato e mercificato.
In ultimo vorremmo ancora riprendere una
frase del pastore Neri Giampiccoli ; « ì protestatari della Claudiana sono quattro su nove dipendenti ». Se il senso di questa frase è quello di
dimostrare che siamo una minoranza, ci sembra
che quattro su nove non sia wna percentuale dèi
tutto esìgua, anzi. Inoltre non conosciamo questo nono, dipendente e il direttore non può essere paragonato a noi, in quanto dipendente della
Tavola Valdese. .
Non ci risulta neppure che ri rios'tro documento al Sinodo si chiuda non cercando un confronto. Bensì diciamo; ...sarà la Claudiana a decidere se tra di noi, in futuro, si vorrà risolvere
i problemi nella collaborazione reciproca, o se ci
troveremo schierati frontalmente a misurare non
la nostra disponibilità ma la nostra forza ». For
Pesióte Giampiccoli non ha letto molto aftentamenje. ijqesta frase che comincia proprio
con raffermazionè « ...sarà la Claudiana a decidere»; questo ci fa presumere che,egli abbia già
deciso , in Inerito, Scusandoci con i lettori per
queste nostre precisazioni un po’ lunghe e complesse, rimaniamo a ({^posizione di. chiunque
desideri ulteriori informazioni.
' ; Daniele Rostan, Andrea Salussò,
' ■ ' ' ' Edda Tron, Renzo Turinettò'
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24 ottobre 1975
IMPRESSIONI E INCONTRI IN UNA CHIESA DELL’EUROPA ORIENTALE
DIALOGO CON UN PASTORE UNGHERESE
Presa di contatto con alcune comunità evangeliche ungheresi - Il passato reazionario Socialisti antistalinisti Le forme del dialogo - « Prudenza e coraggio »
Il 21 settembre scorso — era domenica — al termine dei lavori del Comitato
di continuazione della Conferenza cristiana per la pace tenutosi a Siòfok (Ungheria), su cui abbiamo riferito nei numeri
scorsi, è stato possibile incontrare le comunità evangeliche ungheresi e i loro pastori. Organizzati dal Consiglio ecumenico delle chiese (protestanti e ortodosse)
in Ungheria, questi incontri sono stati,
per diversi membri e ospiti della Conferenza l’occasione gradita per un contatto diretto con le chiese ungheresi.
A Szeged
Ero stato destinato a Szeged, 120 km.
a sud di Budapest, proprio sul confine
con la Jugoslavia. La cittadina (grande
più o meno come la nostra Ivrea) è capoluogo di una regione a larga maggioranza cattolica ma ospita diverse comunità evangeliche. C’è anche una sinagoga,
una delle più grandi d’Europa: è uno
splendido edificio, ormai poco frequentato perché la numerosa comunità ebraica
di Szeged è stata decimata dalle deportazioni naziste. Nell’atrio due grandi lapidi recano i nomi — circa 3.000 — delle
vittime perite nei campi di concentramento.
A Szeged sono stato accolto dal sovrintendente della chiesa riformata di quella regione, pastore Giorgio Munkàcsy.
Apprendo — non senza sorpresa — che,
oltre a essere pastore, egli è membro del
consiglio comunale di Szeged e del consiglio regionale di quella parte del paese:
segno che i rapporti tra Chiesa e Stato
in Ungheria non sono, oggi, di contrapposizione frontale o di reciproca esclusione ma piuttosto di parziale incontro
e, per certe questioni, di collaborazione.
Il pastore Munkàcsy, gentilissimo, mi ha
accompagnato nelle visite alle comunità
e alla città, nonché a un incontro e colloquio con il responsabile regionale del
partito comunista per gli affari ecclesiastici. «
La giornata trascorsa a Szeged è stata
molto ricca di incontri ed esperienze. La
mattina ho predicato nella chiesa riformata, il pomeriggio nella chiesa battista,
la sera ho risposto alle numerose domande che mi venivano poste nel corso
di un’àgape presso la chiesa luterana. Ho
potuto parlare in italiano: traduceva in
ungherese il caro e amabilissimo pastore
riformato Stefano Rigò che avendo soggiornato per un certo tempo in Italia
quarant’anni fa parla ancora perfettamente la nostra lingua ed è stato un traduttore efficace ed instancabile.
Gli incontri si sono svolti in un clima
di viva fraternità, affetto, comunione. È
bello sperimentare il legame dell’Evangelo attraverso tutte le frontiere. Osservando le assemblee, compatte e attente, presenti ai due culti e alla riunione serale
si poteva notare che anche lì, come da
noi, i giovani scarseggiando, prevalgono
gli adulti e le persone anziane. I culti sono in genere abbastanza ben frequentati.
La vita liturgica è più intensa che da noi.
Nella chiesa riformata di Szeged, ad
esempio, ogni giorno c’è un breve culto
alle 7 del mattino e uno alle 7 di sera; la
domenica mattina c’è alle 7 una riunione di preghiera e poi due culti per adulti, alle 8 e alle 10. La consapevolezza della fede sembra meno appannata che da
noi. AH'uscita dal culto del mattino un
fratello mi ha salutato con l’antico motto riformato: « Soli Deo gloria » ( = A
Dio solo la gloria): un saluto da ricon
dare.
I temi dell’incontro
La sera, dopo l’àgape, abbiamo avuto
una lunga conversazione con il pastore
luterano Cserhàty Sàndor. Eccone le parti essenziali.
— Cominciamo dalla domanda di rito:
come sono oggi in Ungheria i rapporti
tra chiese e potere politico?
— Sono buoni. Non lo erano fino al
1956, l’anno dell'insurrezione. Col ’56 c'è
stata una svolta.
— Cos’è stato, in realtà, la rivolta del
’56? In Occidente s’è parlato di rivoluzione, in Oriente di controrivoluzione.
— I fatti del ’56 non furono solo una
controrivoluzione. Cerano, è vero, delle
forze scopertamente controrivoluzionarie,
capeggiate dal cardinale Mindszenty e in
genere dalla gerarchia cattolica, che sperava di ricuperare i privilegi, le prerogative e le immense ricchezze possedute
prima dell’avvento del comunismo. Ma
c’erano anche forze non reazionarie, che
volevano non già il ritorno al passato,
dunque alla società capitalista, come volevano Mindszenty e la gerarchia cattolica (il cui ruolo è stato nefasto da ogni
punto di vista), ma volevano un diverso
modello di società socialista.
— Un po’ come in Cecoslovacchia nel
1968?
— Appunto. La rivolta ungherese del
’56 fu insomma un fenomeno composito
in cui confluirono propositi reazionari e
spinte progressiste.
— Ma non c’era un minimo denominatore comune?
— Sì, era il comune atteggiamento antisoviético. Per motivi diversi e anche opposti, tutti erano contro i russi. I quali
però, col loro esercito, hanno soffocato
la rivolta.
— Benché repressa, la rivolta del ’56 —
se ho capito bene — ha però sbloccato
la situazione e avviato un processo di
disgelo nella vita interna del paese e anche nei rapporti tra Chiese e Stato.
— In effetti è così, ma il disgelo è avvenuto lentamente tanto erano radicati i
sospetti e le prevenzioni fra i comunisti
nei confronti delle chiese e fra i cristiani nei confronti del partito comunista.
— Si sbagliavano, i comunisti, a diffidare delle chiese?
Non tanto, a dire il vero. Fin qui le
chiese sono state piuttosto reazionarie e
sul piano politico hanno svolto un ruolo
più corrosivo che costruttivo. Soprattutto la chiesa cattolica ungherese col suo
cieco anticomunismo (dovuto al fatto
che i comunisti le hanno giustamente tolto tutti privilegi e parte delle ricchezze)
ha seriamente compromesso l’immagine
che i comunisti si fanno di tutte le chiese
cristiane.
— Lei diceva che oggi la situazione è
migliorata.
— Sì, è migliorata perché è cresciuta
la fiducia reciproca p sono caduti, dqUe
due parti, molti atteggiaménti pòlerntci.
È ora aperta la via della collaborazione.
Potremmo dire che oggi in Ungheria il
governo applica a sé ia parola di Gesù:
Chi non è contro di noi, è per noi.
— Lei ha parlato di collaborazione. C’è
chi pensa che, collaborando, voi abdichiate alla vostra responsabilità di essere la
coscienza critica di una nazione.
— Noi combattiamo su due fronti. Nel
partito comunista ci sono ancora tanti
stalinisti che si oppongono a ogni colla
borazione con i cristiani dicendo: « Con
le chiese non si può costruire il socialismo ». Nelle chiese ci sono ancora tanti
anticomunisti che si oppongono a ogni
collaborazione con i comunisti dicendo:
« Il comunismo è contro la religione e la
chiesa: che senso ha collaborare con l’avversario? ».
— Quindi voi, proponendo una linea di
collaborazione, combattete contemporaneamente lo stalinismo nel partito comunista e l’anticomunismo nelle chiese cristiane.
— Precisamente, ma i fratelli occidentali spesso non lo capiscono e ci accusano di essere politicamente conformisti.
In realtà noi appoggiamo all’interno del
partito la linea antistalinista.
— E all’interno delle chiese sciogliete
il nodo anticomunista.
— Più che altro cerchiamo di vincere
un certo, diffuso atteggiamento disfattista. Alcuni nostri vescovi (luterani), ad
esempio, dicevano: « La chiesa nei paesi
socialisti può solo soffrire ». Non è vero,
diciamo noi, può anche fare qualcosa di
più costruttivo.
— Ma non avete critiche da muovere
al regime?
— Possiamo averne, ma per criticare
bisogna avere le carte in regola, cioè godere di un certo credito politico. Purtroppo le chiese l’hanno perso subito dopo
l’avvento dei comunisti al potere, quando si sono poste (e in parte sono state
poste) fuori dello sforzo per costruire
una società socialista. Per riacquistare
questo credito perduto ci vuole tempo
e occorrono segni concreti.
— Non abbiamo parlato del confronto
ideologico tra cristiani e marxisti. In Occidente, nell’ambito della sinistra cristiana, c’è chi vede persino nèH’ateismo marxista un paradossale punto di contatto
con il cristianesimo in quanto, esso obbliga i credenti a liberarsi dal Dio dei filosofi, dal Dio idealista che secondo lai BiJbb'ià' è un idolo. L’ateismo mafxistà iSiirifica la fede cristiana da ogni idealismo.
— Da noi il confronto non avviene tanto a questo livello. Anche se in maniera
frammentaria c’è comunque un dialogo
che va avanti. Ma, come ha osservato un
nostro teologo, il prof. Pakozdy, è difficile parlare ai marxisti e con i marxisti
senza adottare un linguaggio marxista.
Cristiani e marxisti vivono ancora in due
mondi linguistici diversi.
— Lei è ottimista?
VITA ECUMENICA
Verso Nairobi
Ginevra (ANSA) - La quinta assemblea
del Consiglio mondiale delle Chiese che
si terrà, com’è noto, dal 23 novembre al
10 dicembre al « Kenyatta Conference
Center» di Nairobi (Kenia) sarà composta di circa 2.300 persone delle quali
747 delegati veri e propri rappresentanti
delle 271 Chiese membri del CMC e appartenenti a un centinaio di Paesi e cioè:
116 africani, 106 asiatici; 155 dell’Europa
orientale; 153 nordamericani; 24 dell’America Latina; 11 dei Caraibi; 43 dell’Australia e del Pacifico ; 30 del Medio Oriente; le Chiese minori hanno un solo delegato, le maggiori ne hanno da uno a 25.
Altre 10 Chiese saranno ammesse al
CMC durante l’assemblea di Nairobi. Il
20 per cento dei delegati sono donne
(155); il 10 per cento giovani sotto i 30
anni (75); i laici sono il 40 per cento
(300). Il maggior numero dei delegati appartiene a Chiese riformate presbiteriane; seguono in ordine decrescente di numero luterani, ortodossi orientali, metodisti, anglicani, Battisti, altre confessioni.
Oltre ai delegati veri e propri vi saranno poi altri 130 delegati rappresentanti di Consigli nazionali di Chiese, federazioni mondiali ecc. 90 osservatori dei
quali 16 cattolici e altri di Chiese non
membri e di organizzazioni intemazionali; 60 invitati fra cui rappresentanti di
altre fedi religiose come buddisti, hindú,
mussulmani, ebrei, sikhs; 120 esperti di
cui 10 cattolici, 10 evangelici.
Consultazione
delle chiese ortodosse
Armenia (soepi) — Organizzata dalla
Commissione per la Missione e l’Evangelizzazione del CEC, si è svolta ad
Etchmiadzine una consultazione delle
chiese ortodosse. All’incontro erano presenti i delegati di 16 diverse tradizioni
ortodosse dell’Europa, dell’Asia e dell’America che per la prima volta si ritrovavano insieme. Il tema dei lavori era:
« Confessare Cristo oggi attraverso la liturgia della Chiesa». Al termine dell’incontro sono stati approvati tre documenti che costituiranno oggetto di studio
per le chiese ortodosse in vista dell’assemblea di Nairobi. In essi viene ribadito: a) la celebrazione liturgica costituisce per le chiese ortodosse l’espressione
fondamentale della propria fede; b) d’altra parte va operata una riattualizzazione della vita liturgica, che tenga conto
dei mutamenti della società; c) la testimonianza e la spiritualità liturgica sono
«una preghiera ed una continua confessione della vittoria di Cristo e della liberazione dell’uomo da tutte le potenze che
l’opprimono e degradano. ESse liberano
l’uomo dal proprio egoismo e ne determinano il suo impegno nella vita sociale
e politica ».
Ph. Potter a Mosca
Mosca (ANSA) - Nel quadro della preparazione della quinta assemblea del Consiglio mondiale delle Chiese il segretario
generale del Consiglio, past. Philip Potter, si è recato in visita al patriarca di
Mosca. Potter si è incontrato col patriarca Pimen e ha preso la parola nella Casa
di preghiera dei battisti. Durante un ricevimento alla sede del patriarcato il past.
Potter ha detto fra l’altro : « A Ginevra
abbiamo pregato per il successo della
conferenza sulla sicurezza e la cooperazione europea; ora è indispensabile che
i popoli lavorino per la pace e la giustizia».
— È chiaro che certe conquiste fondamentali per tutti e specialmente per le
classi meno abbienti senza socialismo non
si sarebbero potute realizzare.
— L’anno scorso, visitando la Germania
dell’Est, avevo avuto un’impressione un
po’ diversa dei rapporti tra chiese e potere politico: m’erano parsi più tesi.
— Voi occidentali avete l’dbitudine di
parlare globalmente di "paesi socialisti’’
o di “Europa orientale”, come se dappertutto ci fosse la stessa situazione. Non è
così. La situazione non è uniforme. Da
noi in Ungheria ora è migliore che altrove.
S’è fatto tardi, ci dobbiamo lasciare. Il
contenuto e il tenore della conversazione
mi fanno rimpiangere che i nostri rapporti con le chiese dell’Est europeo siano,
per diverse ragioni, così saltuari e frammentari. Varrebbe la pena intensificarli.
Ne saremmo arricchiti.
A Szeged m’è parso di aver acquisito
una migliore comprensione della testimonianza cristiana in Ungheria. Un giornalista inglese, in un suo ampio rapporto
sulla situazione religiosa in Russia e nei
paesi socialisti pubblicato l’anno scorso,
ha caratterizzato e sintetizzato la testimonianza dei cristiani con due parole:
« Prudenza e coraggio ». Anche se schematica, mi sembra una valutazione sostanzialmente corretta.
Ma fra tutte le impressioni e i ricordi
emerge vivo il saluto già citato, rivoltomi da un fratello mentre uscendo dal
tempio riformato mi stringeva la mano:
« Soli Deo gloria ».
Paolo Ricca
echi
dal mondo cristiano
Amsterdam (Lwf). - Il numero delle
chiese che fanno parte della Federazione
luterana mondiale si è accresciuto di unità. Il comitato esecutivo, infatti, ha deciso di accogliere le domande inoltrate
dalle seguenti chiese : chiesa evangelica
luterana della repubblica del Centro
Africa (15.000 membri), chiesa cinese del
Sinodo di Hong-Kong (7.000 membri).
Missione di Tsung-Tsin (8.000 membri).
Chiesa Morava dell’Africa del Sud (67
mila membri). Chiesa Luterana di Bolivia (3.000 membri). Chiesa protestante
di Indonesia (140.000 membri).
In tal modo la Federazione luterna
comprende oggi 92 Chiese, che raggruppano più di 55.000.000 di membri.
Bologna (ANSA) - «Dopo le rivelazioni dei piani CIA contro i settori progressisti della Chiesa boliviana, il rovescio
della medaglia; im numero crescente di
informazioni è venuto a documentare
che la CIA ha trovato frequentemente nei
missionari degli alleati consapevoli o inconsapevoli, però sempre preziosi » : con
queste parole la rivista bolognese «il regno » introduce una sua rassegna sulle
« denuncie di collusione » esplose nel
colmo dell’estate. Il grosso delle rilevazioni riguarda gli anni ’60, in cui 1’« isteria anticomunista americana» aveva diffuso, non sólo negli USA, un clima di
crociata facilmente sfruttabile dagli agenti di spionaggio, e si chiude dopo i primi anni ’70. Tra i missionari che in questo periodo hanno servito la CIA, ricevendone un regolare compenso, è stato
fatto il nome di im vescovo vietnamita,
che dal 197Ì sarebbe apparso regolarmente sul libro paga dell’agenzia. Si è descritto anche il caso di due missionari protestanti in Bolivia, che in cambio di consistenti aiuti avrebbero sistematicamente
rilevato i nomi di comunisti o simpatizzanti comimisti.
Oltre ai missionari alle dirette dipendenze della centrale spionistica, ve ne
sarebbero che vengono strumentalizzati
a loro insaputa e — sempre secondo le
fonti citate da « il regno » — vi sarebbero falsi missionari appositamente infiltrati nell’organizzazione ecclesiastica. «Le
testimonianze — conclude la rivista bolognese — sono concordi nel dire che anche oggi permangono alcimi casi di collaborazionismo. Al tempo stesso la CIA
si fida sempre meno dell’ambiente ecclesiastico: anzi, oggi è ben più frequente
che la CIA lavori a denigrare i missionari, piuttosto che servirsene».
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24 ottobre 1975
400° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI H. BULLINGER
Un grande riformatore sconosciuto
Succ6ssore di Zwingli alia guida dalla chiesa di Zurigo, esarcitò una vasta influenza sul
mondo evangelico europeo - Ne testimoniano le 12.000 lettere del suo epistolario
Si conoscono i nomi dei tre grandi riformatori del 16° secolo; Lutero. Calvino. Z^gli. Ma i cosiddetti riformatori
minori — uno d questi è Heinrich BulLiNGER — sono largamente sconosciuti.
Eppure senza di loro la Riforma non sarebbe probabilmente riuscita ad affermarsi e a durare: essa infatti non fu l’opera
personale di pochi ’’grandi” ma l’opera
collettiva di una comunità intemazionale
di fede e ^ azione. Con un’immagine potremmo dire che la Riforma non fu opera di due o tre solisti ma di un coro.
Il 400° anniversario della morte di H.
Bullinpr (avvenuta il 17 settembre 1575)
offre l’occasione per presentare una voce
di questo coro, oggi pressoché sconosciuta àll’infuori della Svizzera tedesca e degli specialisti di storia della Riforma, ma
allora figura di primo piano nell’ambito
del protestantesmo riformato del 16° secolo. di cui a buon diritto può essere considerato uno dei padri. Con Bullinger.
prima dell’ascesa della Ginevra di Calvino. fu Zurigo il centro della teologia pro
OSBUip BUIOg OJJUQUI ‘RJ3ZZTASI Ut OIURISOt
il centrò della politica protestante.
Nato neM504 in una famiglia cattolica
aperta alle posizioni deH’umanesimo cristiano, Bullinger passò alla fede evangelica a 18 anni dopo aver letto i padri del1^ Chiesa, che gli insegnarono a riconoscere l’autorità decisiva della Bibbia, e i
primi grandi scritti riformatori di Lutero
del 1520 libertà del cristiano; La
cattività babilonese della chiesa; L’appello alla nobiltà cristiana). Dal 1523 al
1529 ricoprì un incarico di insegnamento
presso la scuola del monastero cistercense di Kappel: insegnò a fondo il Nuovo
^Testamento e riuscì, d’accordo con l’abate, a condurre alla fede evangelica l’intera comunità monastica che, aderendo alla Riforma, abolì il monastero stesso.
Risale al 1523 il primo incontro di Bullinger con Zwingli, di cui divenne presto
amico, discepolo e, più tardi, successore.
Si staccò progressivamente da certe posizioni di Lutero e Melantone, precisando
la sua fede in senso riformato. Continuatore dell’opera d Zwingli, non ne fu un
semplice ripetitore: su alcune questioni,
anche di un certo rilievo (S. Cena; rapporti tra Chiesa e Stato), ebbe posizioni
che non combaciavano con quelle del
maestro.
Nel dicembre del 1531, a soli 27 anni,
fu chiamato dal Grande e Piccolo Consiglio della città di Zurigo, a succedere a
Zwingli nella guida della chiesa riformata della città. Al tennine della sua prima predicazione dal pulpito della cattedrale di Zurigo già occupato da Zwingli,
un cronista dell’epoca annotò : « Molta
gente, udendo Bullinger predicare, pensava che Zwingli non fosse morto o che,
come la fenice, fosse tornato in vita ».
Il nfinistero di Bullinger nella chiesa
di Zurigo durò ininterrottamente per ben
44 anni, fino alla sua morte. Ma l’azione
di questo riformatore superò largamente
i confini della chiesa zurighese e si estese
a molti altri paesi europei (Inghilterra,
Olanda. Francia, Polonia, Un^ieria. Boemia), attraverso i suoi scritti, tradotti in
molte lingue, e la sua fitta corrispondenza : l’epistolaro di Bullinger è il più voluminoso del tempo della Riforma. Con
lui Zurigo divenne uno dei principali
punti di riferimento del protestantesimo
europeo._ sia come città-rifugio per numerosissimi profughi cacciati dai loro
paesi per la fede evangehea sia come
centro di propulsione di questa fede stessa. Per la mole e la qualità del lavoro
svolto sul piano ecclesiastico, pastorale
e teologico, e per Tampiezza d’orrizzonti
del suo ministero, Heinrich Bullinger
dev’essere considerato un riformatore di
statura europea.
La sua persona e la sua opera possono
essere valutate sotto diversi profili. Ecco, molto schematicamente, i principali.
1. C’è anzittutto il profilo àéXVuomo
di governo della chiesa zurighese. Bullinger rivendicò più di Zwingli l’autonomia
della Chiesa rispetto allo Stato, affermò
il diritto dei predicatori dell’evangelo ad
ammonire ed eventualmente censurare il
Heinrich Bullinger,
l’uomo che consolidò la Riforma a Zurigo
potere pohtico, qualora esso si scostasse
dalle indicazioni della parola di Dio. Pur
nel quadro dello stretto rapporto tra
Chiesa e Stato istituito da Zwingli, la politica ecclesiastica di Bullinger pose costantemente l’accento sulla libertà della
pronazione evangelica. Come bisogna
combattere ogni forma, aperta o nascosta, di prevaricazione clericale nei confronti dello Stato, così bisogna anche
combattere ogni forma, esplicita o larvata, di dirigismo statale nei confronti della
Chiesa.
2. C’è il profilo di Bulhnger predicatore. Tutti i riformatori, maggiori e minori, furono anzitutto predicatori: questo fatto è di per sé assai significativo.
Bullinger predicava regolarmente e divennero famose alcune sue raccolte di
predicazioni, chiamate « Decadi », tradotte in molte lingue e diffuse in tutta Europa. Si tratta di cinque serie di dieci sermoni ciascuna che, nell’insieme, costitui
scono una presentazione elementare ma
completa della fede e della vita evangelica.
3. C’è in terzo luogo il profilo di
Bullinger pastore. Qui bisogna anzitutto
ricordare l’ospitalità che egli offrì non
solo agli esuli per motivi di fede ma anche a gente bisognosa di Zurigo. Inoltre
c’è la vasta opera di « cura d’anime »
svolta mediante la corrispondenza. Anche
uomini politici e di governo di primo
piano, da vari paesi europei, si rivolsero
a lui per riceverne i consigli. Infine merita di essere segnalata l’assistenza prestata ai malati e ai moribondi, specialmente
durante le epidemie di peste che, in quel
tempo, decimavano la popolazione. Nel
1538 scrisse persino un breve trattato per
malati, di cui uno studioso scrive : « E’
un piccolo tesoro di conforto ed esortazione, uno dei primi libri protestanti
scritti per guidare i pensieri dei malati e
moribondi ».
4. Infine, c’è il profilo di Bullinger
teologo. L’elenco deUe sue opere comprende 150 titoli, di argomento molto vario. Vi sono scritti di natura storica, altri di natura dogmatica, altri di confronto
critico con il catttolicésimo e l’anabattismo. Ma la sua opera maggiore è la Confessione Elvetica Posteriore alla cui redazione Bullinger diede un contributo decisivo e che è, oggi ancora, una delle migliori confessioni di fede del tempo della
Riforma.
Uòmo di concordia ma non di compromesso, teologo rigoroso ma non fazioso,
pastore sempre e solo a Zurigo per 44
anni ma con un orizzonte, un respiro e
un raggio d’azione europeo, Bullinger è
riuscito a formulare una confessione di
fede che, destinata ai riformati svizzeri,
è stata subito condivisa, apprezzata e in
qualche modo adottata da tutto il protestantesimo riformato d’Europa. Così BulUnger si rvelò quello che era stato lungo
tutto l’arco del suo ministero: un uomo
realmente ecumenico.
Paolo Ricca
SCHEDA
Heinrich Bullinger nacque a
Bremgarten (Argovia) nel 1504, ultimo figlio del Decano Heinrich. A
12 anni, dopo il primo ciclo di studi nella cittadina paterna, frequenta la scuola dei Fratelli della vita
comune ad Emmerich, nel basso
Reno ; quindi prosegue gli studi
umanistici a Colonia.
Il giovane Bullinger si entusiasma presto di Erasmo, approfondisce lo studio dei padri della chiesa,
studia la Bibbia. Lutero e Melantone lo avvicinano alla fede evangelica. Con alle spalle questa formazione Bullinger ritorna in patria, insegna alla scuola del monastero di
Kappel, partecipa con Zwingli, suo
amico e consigliere, alla disputa di
Berna (1528) quale membro della
delegazione zurighese.
Dopo aver preso il posto del padre a Bremgarten (1529), fu chiamato a succedere a Zwingli a Zurigo, dopo l’improvvisa morte del
riformatore sul campo di battaglia
di Kappel (1531). La chiesa di Zurigo poneva , nelle mani del giovane
riformatore le sorti della Riforma
nella città.
Grazie al tenace lavoro di Bullinger il processo rifor'matore prosegue nonostante la sconfitta della
lega protestante e là’ morte di
Zwingli. Bullinger lotta con tenacia
contro la reazione. cattolica, cóntro
il pericolo anabattista, difendendo
nello stesso tempo la libertà della
predicazione dal tentativo di cénsura dell’autorità civile. Si premura di dare alla chiesa zurighese un
ordinamento sinodale, rinnova l’istituzione scolastica.
Il suo epistolario è costituito da
ca. 12.000 lettere, in gran parte ancora inedite. La sua Cronaca zurighese ed i suoi diari lo rivelano
uno storico attento.
Notevole la sua attività teologica,
generalmente conosciuta soprattutto in riferimento alla stesura della
Confessione elvetica posteriore, ma
anche nel commento alla Scrittura,
di cui troviamo eco nella lettera di
Calvino qui pubblicata.
La sua casa, vivacizzata da ben
11 figli, fu sempre aperta ai profughi riformati provenienti da ogni
parte d’Europa, un segno concreto
della dimensione ecumenica della
sua fede.
Bullinger uomo ecumenico
La Confessione elvetica posteriore può
ben essere considerata quale frutto di un
lungo e paziente lavoro teologico in senso autenticamente ecumenico di Bullinger.
Questa confessione di fede vede la luce
in un momento assai critico per le chiese
riformate europee. Calvino è morto da
due anni, lasciando aperti numerosi problemi di organizzazione che sia Beza a
Ginevra che Bullinger a Zurigo seguono
con vigilanza.
In Germania le divergenze tra riformati e luterani sono aspre: i luterani temono i riformati sino a dire: meglio papisti
che calvinisti. Le dispute teologiche, soprattutto sulla Santa cena (ma non era
l’unico punto di disaccordo) continuavano a lacerare l’unità della Riforma. Va
ricordato ancora che la pace di Asburgo
del 1555 aveva riconosciuto soltanto due
confessioni: quella cattolica romana e
quella luterana, mentre aveva rigettato i
cosiddetti « sacramentari », cioè: anabattisti, spiritualisti, zwingliani e riformati.
Sul terreno riformato svizzero invece la
disputa sulla Santa cena si era assopita
in quanto le due tendenzé, calvinista e
zwingliana erano addivenute ad un accordo, il Consensus Tigurinus del 1549, stipulato da Calvino e da Bullinger. .
Intanto il calvinismo in Germania aveva abbracciato diverse zone, tra cui il Palatinato. Il principe elettore Federico III
era preoccupato per la sorte della confessione riformata, tanto più che doveva riunirsi ad Asburgo una nuova dieta imperiale e non poteva certamente presentarsi nelle vesti di uno « scomunicato ». Senza esitare chiese a Bullinger una confessione di fede che attestasse la verità
evangelica della dottrina riformata; così
quando Beza che da tempo sentiva la necessità di una nuova confessione di fede
per le chiese riformate, scrisse a Bullinger per sollecitatrlo ad occuparsene, la
stessa confessione di fede, scritta nel
1561, era già in viaggio per Heidelberg.
Dopo la risposta positiva deH’elettore,
Bullinger consegnò il suo manoscritto a
Beza e in breve tempo si impose nella
maggior parte delle chiese svizzere come
Confessione elvetica posteriore.
Le chiese di Zurigo, Berna, Sciaffusa,
San Gallo, Coira, quindi Mulhouse, Bienne e Ginevra sottoscrivono nel 1566 la
confessione di fede di Bullinger. Poco
più tardi verrà riconosciuta anche dal sinodo scozzese, dalla chiesa d’Ungheria,
dai riformati polacchi, con brevi modifiche, quindi nel 1571 dal sinodo riformato
francese a La Rochelle.
Insieme al Catechismo di Heidelberg la
Confessione elvetica posteriore è diventata il simbolo più noto della fede riformata.
una lettera <di Calvino
...« Ora ti voglio informare sulla situazione dei nostri fratelli in Francia.
I Valdesi, nelle alpi, sono di nuovo perseguitati e non soltanto da parte della
corte giudiziaria di Torino ma anche
da quella di Grenoble; infatti due valli fanno parte di questa circoscrizione.
Molti sono stati trasportati a Grenoble pur essendo stati soltanto invitati
a rendere ragione della loro fede. A
tutti è stato prescritto un giorno in
cui dover ritornare alle atrocità del
papato. A chiunque denunci un servitore della parola o un catechista è
promesso un premio di 50 monete
d'oro; è stato deciso di arrestarli con
la forza delle armi se non obbediscono
entro i giorni prescritti.
Otto giorni fa a Parigi hanno avuto
luogo tre roghi. È anche probabile che
i nemici ammazzandone alcuni vogliano incutere paura a tutti. Cosi se gli
altri non abiurano vedremo tra poco
su tutte le piazze di Parigi bruciare i
roghi. Sembra che il Faraone, a causa
della sua sconfìtta, si sia svegliato dalla sua sonnolenza soltanto per essere
ancora più feroce contro i fedeli. Il Signore arresti la sua furia!
Il fatto che tu abbia dedicato il tuo
comrnentario (sull’apocalisse di Giovanni) ai nostri profughi fratelli nella
fede e con questo rivelato il tuo amore verso di noi, per questo i nostri fratelli stranieri ti ringrazieranno tutti
insieme; e vorrebbero, se ne avessero
la possibilità, dimostrarti ancora più
concretamente la loro riconoscenza.
Ritengo anche mio dovere scrivere questa parola come approvazione.
Stai bene o celebre uomo e fratello stimato, insieme a tutta la tua casa
e ai tuoi colleghi. Il Signore Vi conservi, vi guidi e vi benedica da ora fino
alla fine ».
Tuo Giovanni Calvino
Ginevra, 7 ottobre 1557 (C.R. 2733).
L’ocasione di questa lettera di Calvino
a Bullinger nasce dalla situazione preoccupante creatasi in Francia e nelle valli
valdesi; il 27 settembre 1557 a Parigi erano salite sul rogo Madame de Luns e due
diacone della comunità. Madame de Luns
aveva ospitato in casa sua la comunità
riformata del sùo quartiere; poco dopo
subiranno la stessa sorte altri riformati,
fra cui due giovani per non aver abiurato.
La lettera esprime con chierezza la statura ecumenica del riformatore zurighese; Calvino testimonia l’amore di Bullinger verso i profughi riformati che trovano ospitalità nella sua comunità; e la
dedica del suo commentario sull’apocalisse (Calvino si rifiutò sempre di commentare l’Apocalisse!) stringe ancora più profondamente questi legami.
La sorte dei valdesi come degli ugonotti non è dunque un capitolo a parte della
storia della Riforma del -XVI secolo, ma
partecipa pienamente al discorso corale
della. Riforma in Europa.
5
24 ottobre 1975
CONVEGNO DEI CRISTIANI PER IL SOCIALISMO II DISTRETTO
Gioiosa ionica: un
per gli evangeiici
interrogativo
itaiiani
Dal 3 al 5 ottobre si è svolto a Gioiosa Ionica il congresso dei Cps. Il pastore
Giorgio Girardet ci ha inviato questo stimolante articolo che non si limita all'informazione ma pone alcuni interrogativi di fondo al protestantesimo italiano. Accogliamo con piacere questo contributo augurandoci che possa invitare alla riflessione e sollecitare un dibattito quanto mai necessario
« Noi mettiamo sotto accusa Paolo VI,
noi mettiamo sotto accusa questa chiesa
cattolica che si allea con tutti coloro che
soffocano la libertà... Gesù non ha attaccato l’impero romano del suo tempo,
Gesù ha attaccato la chiesa del suo tempo che rendeva possibile l’oppressione
degli umili ».
Queste parole risuonavano nella chiesa
di S. Rocco a Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, carica di immagini e di stucchi, davanti a qualche centinaio di persone da tutte le regioni del
sud, riunite per il convegno di Cristiani
per il socialismo (Cps) sui problemi del
meridione dal 3 al 5 ottobre. Chi parlava
col tono dell’invettiva profetica era don
Poppino Grieco, parroco di Carbone in
Lucania. Ma parlava per tutti, laici e sacerdoti che negli ultimi anni avevano’ scoperto la libertà evangelica di fronte ai
loro vescovi-signori e caporioni democristiani mafiosi, facendosi interpreti del
vasto movimento di sollevazione popolare e di presa di coscienza politica che si
svolge in questi anni in molti paesi del
sud. E non soltanto del sud.
Era nel corso della messa della domenica mattina, in un quadro ancora relativamente tradizionale. Ma proprio qui
trovava espressione la nuova realtà, in
una singolare comunione fra la gente della parrocchia, contadini, studenti, vecchiette, e tutti quelli che erano venuti a
Gioiosa per il convegno, da diverse situazioni analoghe nel sud, compreso un certo numero di evangelici dalla Puglia e
dalla Calabria. I manifesti alle pareti, che
coprivano parzialmente le immagini dei
santi, esprimevano il senso della lotta
che si era svolta anche là quando al parroco don Natale Bianchi era stato ingiunto di allontanarsi e « riconsegnare » la
parrocchia. Ora il parroco era là, rimasto sul posto per volere della sua comunità e, nonostante che fosse « sospeso a
divinis », celebrava insieme ad altri confratelli egualmente « sospesi ». Sui cartelli era scritto: « Il vero culto è una vita
impegnata per la giustizia... Non c’è comunità senza dialogo... Uniamoci per discutere i nostri problemi... Cristo stava
in mezzo al popolo ». E, più in evidenza:
« Le chiesa è del popolo ». La sera prima la stessa gente si era riunita per una
« celebrazione » molto diversa. Nel cinema dove si svolgeva il convegno il gruppo Egei di Bari aveva presentato « Gente
del sud », con la partecipazione di Tonino Zurlo, di Ostuni: una rievocazione di
lotte e speranze delle popolazioni meridionali, tra occupazione delle terre e disoccupazione, tra lavoro precario nell’industria ed emigrazione; lotte e speranze
che non erano differenti da quelle emerse nella celebrazione in chiesa anche se
espresse in un altro linguaggio.
Per Gioiosa Ionica e per tutto il sud il
convegno è stato importante come rinnovata constatazione del ruolo repressivo
che vi svolgono ancora la chiesa e le organizzazioni cattoliche e come presa di
coscienza delle possibilità costruttive che
sono alla portata delle masse, spesso in
riferimento alla loro fede cristiana. Ne
hanno parlato i giornali e « Com-nuovi
tempi » ne ha pubblicato un ampio resoconto. Qui vorremmo invece avviare una
riflessione sul senso che questi avvenimenti possono avere per gli evangelici
italiani.
È evidente infatti che la crisi che il
paese sta attraversando in questi anni
tocca da vicino anche il riferimento di
moltissimi italiani al loro modo di intendersi e di essere cristiani e cattolici. Si
1^3tta di un fenomeno ampio, che tocca
milioni di persone che si stanno staccando dal modo tradizionale di intendere le
cose della religione e che devono scegliere ormai fra l’abbandonare ogni riferimento di fede al cristianesimo (come
hanno fatto da decenni le masse popolari di altri paesi europei) ovvero recuperare un modo di credere e di vivere la fede che non sia in contrasto con le loro
speranze umane e con il loro impegno
politico. Di qui una revisione e una « verifica » dell’autorità con cui la gerarchia
cattolica si presenta; di qui con riesame
-delle « verità » ritenute centrali della fede: una ricerca che si svolge in modo
povero e a volte contraddittorio, senza
strumenti adeguati o punti di riferimento
sicuri, ma che rappresenta una realtà di
un’ampiezza e di un’importanza senza precedenti.
Gli evangelici italiani non possono restare indifferenti dinanzi a un mutamento di queste proporzioni, se non altro
perché essi ci sono comunque coinvolti,
in quanto essi hanno rappresentato fino
ad oggi la sola voce alternativa, su base
cristiana, al sistema cattolico ufficiale.
Non si può cioè continuare sull’attuale
linea di relativo disinteresse o assenza,
delegando magari qualche specialista di
questi problemi o qualche gruppo di gio
vani di fare loro quello che sarebbe il
compito di tutti. Ne va, a nostro avviso,
della stessa nostra possibilità di sopravvivenza come forza viva nella realtà italiana.
Certo possiamo continuare a parlare di
« dissenso » cattolico come di una realtà
prudentemente alternativa che si va delineando all’interno della chiesa cattolica
troppo spesso da noi concepita come un
blocco monolitico; e possiamo anche ritenere che il « dissenso » non è una realtà solida, che è pieno di incertezze e di
contraddizioni. La rigorosa analisi teologica alla quale siamo abituati, e che è
spesso per noi la misura di ogni cosa,
può anche registrare il carattere volontaristico e gli spunti di teologia naturale
di certe afermazioni e rilevare con preoccupazione gli scarsi riferimenti a nozioni
fondamentali, come la grazia e il peccato, il Dio « Altro » e molti altri riferimenti ad una teologia ispirata a Paolo. Sul
piano ecclesiale possiamo anche riproporre il dilemma fra « dentro » e « fuori »
e, magari con una punta d’ipocrisia, spazientirci perché quei fratelli non prendono posizione più chiaramente e in sostanza « non fanno come noi ».
Ma tutto questo, che si dice e si ripete
nei nostri ambienti più responsabili, non
coglie assolutamente il nodo della que
Giorgio Girardet
(continua a pag. 8)
La Conferenza del nuovo II distretto
valdo-metodista si terrà a Milano presso
i locali della chiesa metodista, in Via
Porro Lambertenghi 28, a partire dalle
17 di sabato 13 dicembre fino alla domenica sera 14. Le chiese ed enti ai quali
giunge la circolare sono pregati di segnalare i nominativi dei delegati al pastore Aurelio Sbaffl della chiesa ospitante, con invito a prenotarsi per vitto e alloggio presso lo stesso pastore entro il 7
dicembre. Chi desidera invece alloggiare
in albergo lo fa a spese proprie.
Gustavo Bouchard
IV CIRCUITO
Per il giorno 4 novembre a 'Torino è
convocata, alle ore 9, nei locali di Via
Pio V, l’assemblea del 4° Circuito che interessa le comunità di Aosta, Ivrea, Susa, Coazze, Chtvasso, Torino e Torino comunità inglese. L’assemblea vedrà la partecipazione di uno o più rappresentanti
di ogni settore o attività delle singole comxmità. L’ordine dei lavori proposto all’assemblea di circuito è il seguente;
Ore 9: 1. Breve culto di apertura. 2. Costituzione dell’assemblea e presentazione componenti. - 3. « A che serve il circuito? » breve introduzione di Luca Zarotti, discussione è delibére relative alla
attività del 4“ circuito.
Ore 14,30; 4. Delibere relative alla coniposizione futura delTassemblea. - 5. DL
scussione dei progetti di regolamentò di
cui agli atti 53 e 54/SI/75 ed espressione
6. Elezioni. Chiusura entro le dre-18;
DALLE NOSTRE COMUNITÀ'
San Remo
• Domenica 29 giugno il pastore e la
Signora Nisbet si sono congedati dopo
un servizio fedele di ben dodici anni. Per
l’occasione il tempio era gremito. C’era
naturalmente molta commozione in tutti.
Da queste righe rinnoviamo ancora ai
Sigg. Nisbet il ringraziamento per quanto hanno fatto nella comunità sanremese
e diaspora.
• Domenica 21 settembre la comimità
si è ritrovata nuovamente molto numerosa per dare il benvenuto al nuovo pastore e alla sua famiglia. Nel corso del
culto, presieduto dal presid. della C.D.
Gustavo Bouchard, il past. Peyrot ha rivolto il suo messaggio centrato sulle parole di Giovanni Battista ; « Bisogna che
Egli cresca e che io diminuisca ». Chi devé crescere nei cuori e nella comunità è
Cristo. Egli cresce nella misura in cui gli
uomini sanno « diminuire », cioè nella misura in cui noi, pastori e non, sappiamo
metterci al servizio degli altri. Ciò che
importa nella vita della chiesa non è la
nostra crescita personale né quella della
chiesa come tale; ciò che importa è la
crescita della Parola di Dio, è che l’Evangelo sia fedelmente annunciato e fedelmente vissuto.
L’Anziano Lino De Nicola ha rivolto
un breve saluto di benvenuto al pastore
e alla Signora Peyrot augurando che i
frutti, che il Signore vorrà far maturare
nella comunità, siano abbondanti alla Sua
gloria. È stata celebrata la Santa Cena
alla quale hanno preso parte quasi tutti
i presenti. Domenica 28, in un incontro
fraterno e familiare, svoltosi nella grande sala delle attività, c’è stato un ricevimento in onore del nuovo pastore e della
sua famiglia.
Il pastore Peyrot ed i suoi ringraziano,
anche da queste righe, la comunità per
la maniera spontanea e cordiale con cui
sono stati accolti.
• I culti estivi sono stati arricchiti dàlia predicazione di vari servitori della Parola: ricordiamo e ringraziamo: il pastore Aldo Rutigliano di Susa, il prof. Valdo Vinay, il diacono Ugo Tomassone di
Imperia ed il fratello Mario Castellani di
Ivrea.
• Il Consiglio di chiesa si è riunito giovedì 2 ottobre per esaminare, come è
naturale in questo periodo, la ripresa
della attività ecclesiastiche ed ha perciò
predisposto un calendario per questa ripresa. Accanto alle attività tradizionali,
particolare cura sarà data allo studio biblico del mercoledì sera (annunciato anche sulla stampa locale), alle visite ai
membri di chiesa e ai simpatizzanti, a
«voce amica» (originale forma di testimonianza evangelica a mezzo segreteria
telefonica). Si propone anche di trovare
tempo e spazio per l’esercizio di canto
allo scopo di migliorare la conoscenza
degli inni del nuovo innario; in fine si
propone di istituire un deposito dei libri
della Claudiana ravvisando in questo servizio un mezzo per consentire ai membri della comunità e ai numerosi amici
e simpatizzanti di arricchire il proprio
patrimonio culturale e religioso.
• Domenica 26 ottobre avremo una assemblea di chiesa per esaminare il nuovo
ordinamento dei « circuiti » e dei « distretti » secondo il recente deliberato sinodale, e procedere alla elezione dei rappresentanti della comunità ai nuovi organismi assembleari.
Carrara
Nei giorni 27-28 settembre un gruppo
delle Scuole Domenicali di La Spezia e
Carrara si è incontrato con quello di Savona negli accoglienti locali della Colonia
Valdese di Borgio Verezzi.
Lo scopo di quest’incontro era, prima
di tutto, quello di far uscire i nostri ragazzi dal loro isolamento e far loro conoscere meglio altri coetanei e nuovi metodi per lo studio della Parola di Dio.
Più di 25 ragazzi, alcuni dei quali con
i loro genitori, hanno assistito al Culto
presieduto da Ruben Vinti, Dir. della Casa Balneare, e seguito con vivo interesse
la successiva esposizione di Edoardo Cacciapuoti. Dir. della S. D. savonese, sul
programma e le attività da essi svolte.
Si è inoltre discusso sui metodi di preparazione dei monitori e sui diversi modi
di ricerca biblica e di critica dei vari
testi.
Per noi di La Spezia e Carrara è stata
un’esperienza nuova e positiva; abbiamo
potuto constatare l’utilità di questi incontri ed i benefici che derivano dai contatti con dei ragazzi così attivi e preparati. Il nostro proposito è che da queste
giornate possano sfociare nuove aperture verso gli altri ed im serio approfondimento della Scrittura per una sempre
più efficace testimonianza nel nostro
tempo ».
S. Fedele Inrteïvi
Domenica 26 ottobre, ore 10, al Centro
Evangelico « P. Andreetti », nel quadro
delle iniziative promosse dalla Federazione Regionale Lombardia-Piemonte Orientale, si svolgerà una tavola rotonda sui
temi dell’Assemblea Mondiale di Nairobi. Interverranno Ehnesto Naso, Antonio
di Pierre, Èrnesto Chiarenzi.
di affettuosa amicizia ha salutato il Past.
Franco Sommani e moglie. Egli lascia la
comunità in cui ha servito, con tanta capacità, dall’autimno del 1967 per trasferirsi nella comunità valdese di Roma P.za Cavour. Nuovo indirizzo del Past.
Sommani; Via Mariaima Dionigi 57,
00183 Roma.
Centro Evangelico di solidarietà; Scuola Serale. Il Consiglio Direttivo si è riunito recentemente per deliberare sul programma relativo al nuovo anno 1975-76.
Si procederà a far conoscere la nostra
azione in seno al quartiere per dare modo alla gente di S. Croce di avvalersi anche del servizio svolto dai nostri giovani
amici. I corsi, medi ed elementari, sono
iniziati il 13 ottobre. Alcuni giovani ed
adulti hanno già chiesto l’iscrizione ai
corsi di scuola media. Sono gradite tutte le forme di collaborazione; dagli aiuti
finanziari, alla partecipazione personale
per Tinsegnamento, oppure altri aiuti. La
sede della nostra scuola è: Via de’ Macci, 52; la segreteria è aperta dalle ore 17
alle 19 dei giorni feriali, sabato escluso.
Torino
Firenze
Come già ricordato sulle pagine del
nostro giornale la Tavola Valdese ha
proclamato la vacanza della Chiesa di
Firenze a decorrere dal 1° ottobre 1975.
La designazione del nuovo pastore dovrà
avere luogo entro il 31 marzo 1976, in base agli articoli 17, 18, 19, 20 dei RR.OO.
La comunità valdese in ima riunione
Giovedì; 23 ottobre, alle ore 21, in via
Bardonecchia n. 161 (Pozzo Strada), si
terrà un incontro ecumenico.
Programma; lettura di Matteo cap. 5
vs. 1-26, canto e preghiera, discussione libera.
Seconda parte: presentazione di problemi di carattere sociale con particolare
riferimento all’impegno di ciascuna comunità nel settore, al fine dì realizzare
una collaborazione concreta su una linea
comune e coerente con l’Evangelo.
• Giovedì. 16 ottobre nei locali della
chiesa di Corso Oddone la comunità si è
ritrovata per salutare la famiglia del pastore Paolo Ricca.
i^li, dopo 9 anni di ministero, lascia
la comunità valdese di Corso Oddone
per prepararsi al nuovo incarico professorale che il „Sinodo gli ha affidato alla
Facoltà Valdese.
Durante la simpatica e commovente
riunione, alcuni membri di chiesa hanno
preso la parola per ricordare il lavoro
intelligente e proficuo del Pastore Ricca.
Ai seri interventi il gruppo giovanile
ha contrapposto un saluto allegro, fatto
di brevi sketchs, musiche e stornellate.
TORINO - CHIESA DEI FRATEUJ
Venerdì;, 10, sabato 11 e domenica 12
ottobre, hanno avuto luogo culti e riunioni, frequentate da im gran numero di
fratelli, per ricordare il 50“ anniversario
dell’inaugurazione del Tempio di via
Virle.
La costruzione del Tempio fu resa possibile da una sottoscrizione a cui aderirono, negli anni ”25, con entusiasmo, tutte le comunità dei fratelli.
Nel corso delle riunioni celebrative è
stata resa lode e ringraziamento al Signore «per le opere sin qui compiute».
6
^ k
:^iL
GIUNTA DI SINISTRA
alla Comunità Montana Val Pellice
di pUTtccipuzioviB senza però convocare
neppure un incontro preliminare: qui si
rompe aprioristicamente perché non c’è
stato dibattito preliminare, gridava Celeste Martina.
No ad una maggioranza ambigua
La risposta socialista non si è più fatta attendere; il sindaco di Torre, Steffanetto ha detto: perché non abbiamo sentito i DC? Molto semplice, l’esperienza ci
ha insegnato che non è possibile andare
avanti in base a semplici accordi programmatici che sono regolarmente smentiti nei fatti; quando si è giunti all’attuazione pratica non si è mai riusciti a concludere. Occorre quindi scegliere una linea omogenea; ed è quello che abbiamo
fatto. No alle magigoranze ambigue. Siamo per il gruppo omogeneo.
Il grosso degli interventi, quasi tutti
DC, si sono riversati dopo l’elezione del
presidente, quando ancora qualcuno pensava che almeno la vicepresidenza potesse essere commerciata, cercando di dividere PCI e PSI (è chiaro che le divisioni
ci sono). Ma ^ l’arte oratoria di Celeste
Martina non è riuscita a commuovere né
Si è costituita una maggioranza delle sinistre^a^D^mo”
Grazia cristiana esclusa dallagiunta - Ad un prossimo incontro li dibattito sulla programmazione
Bisogna riconoscere che la Comunità
Montana da un punto di vista giuridico
e un gran pasticciaccio. Così ha risposto
Celeste Martina al sindaco di Rorà, Congo, il quale, nel suo intervento iniziale
aveva precisato gli obiettivi della C. M
vai Pelhee, spingendosi fino a sostenerne
Il ruolo alternativo rispetto ai comuni.
Lex assessore alle finanze della Provmcia di Torino, parlando a nome della
uc si e fatto improvvisamente paladino
dell autonomia comunale; dopo aver fatto di tutto per togliere ogni potere decisional^e ai comuni, ora, dopo la virata
del 15 giugno, la DC scopre la sua vocazione nella difesa deli-autonomia comunaie.
0ifend6i‘6 l’autonomia di Luscrna
Date le circostanze, impostare il discorso politico in questi termini era l’unica
possibilità che si offriva alla DC per dire
qualcosa, col risultato di attaccare violentemente la C.M. non in quanto tale
Wa politica contra
ria alla pC. A nessuno è però sfuggito
seppure inserito in un discorso di alta'
^fesa dei sin- m
goh cornimi in realtà significava la difesa i' • - i- i ---------—
dell unico éd anche il più grosso comune ? * T* ® ^ il gioco era faldella valle ancora saldamente in mann sinistre avevano una chiara magala DC: Luserna S. GiovS (il siSo Y«« .iionti-o H
e fratello di Celeste Martina). Non ha molta importanza fare la cro
Fallite le trattative tra PCI e DC (or. questi interventi, in larga
mai il compromesso stòrico favorisce P^i'ie polemici, personali, con attacchi
delle avances veramente scandalose) ner i^ii'olta estremamente scorretti. E qui
1 opposizione del PSI che si trova in mag insogna pur riconoscere, che quando era
gioranza e può contare, sull’appoggio dt ----------------------------------------—
gh indipendenti di sinistra, la DC si tro
ya per ]a prima volta esclusa dalla giun-_______________________________________
ta sm dalla nascita del Consiglio di valt ^‘idirittura fu presidente Cele
ste Martina, dopo un « colpetto » ehe oggi
ancora molti ricofdaho. fiitt;*:'
sin dal momento
in CUI la DC di Luserna decise di escludere dal comune le sinistre, scegliendo runico rappresentante liberale per la minotsìuzq..
Credo nella minoranza
Trovatasi così improvvisamente in minoranza’ esclusa, battuta, la DC ha preso
atto (certo con ben poca dignità) della
situazione: credo nel ruolo delle minoranze, affermava il sindaco di Luserna; non
temiamo di essere minoranza, abbiamo
bisogno del bagno di minoranza (sic')
gh faceva eco il fratello Celeste.
L accusa ripetutamente rivolta ai socialisti (evidentemente soddisfatti di aver
finalmente battuto la DC) è stata
Ìi^^DC rifiutato il contatto con
Al presidente Longo, che intanto era
stato confermato alla presidenza, è stato
piu volte rinfacciato, con mano anche pesante e poco dignitosa, di parlare troppo
La nuova giunta
Presidente ; Piercarlo Longo, sindaco di Rorà
Vicepresidente : Franca Coisson,
sindaco di Angrogna ;
Consiglieri; Ettore Bert (Torre
Pellice), Giuseppe Berton (Bobbio Pellice), Paolo Brache (Villar
Pellice), Lorenzo Mana velia (Bibiana), Mauro Pons (Bricherasio).
no le sinistre in minoranza, non è mai
stato dato di ascoltare degli interventi
scorretti verso i rappresentanti DC seppure la materia non mancasse.
Gli unici interventi degni di nota sono
quelli dell’avv. Bert, sicuramente l’unico
consigliere capace di opporre un discorso
politico basato non solo sui fatti, alla
vena oratoria di Celeste Martina. E di
questo sarà bene tenerne conto.
Un grosso problema aperto
Il problema che comunque resta aperto, nonostante il gruppo omogeneo, della
giunta, è la posizione del comune di Luserna S. Giovanni: già non seguiva la linea della C. M. quando il suo sindaco ne
era vicepresidente, cosa succederà ora
che addirittura è escluso dalla giunta?
Continuerà a fare le sue scelte in direzione opposta degli altri comuni della valle? Quale sarà la sua autonomia rispetto
alla C. M.? Fin dove riuscirà a frenare
gli impegni della C. M.? Sono interrogativi aperti.
Ermanno Gente
COMUNITÀ’ MONTANA
Val Chisone e Germanaßca
Primo incontro
Collettivo
Bonhœffer
Sabato 18 e domenica 19 alla Foresteria
Valdese ha avuto luogo il preannunciato
incontro del collettivo Bonhoeffer. Una
trenhna di partecipanti provenienti dalle
to 1 lavori. Nel pomeriggio di sabato il
past. Ricca ha introdotto il tema « sul1 attualità del pensiero di D. Bonhoeffer »;
la sera ha visto il past. F. Giampiccoli a
presentare alcune linee di ricerca omiletica con analisi di un testo biblica
Il gruppo partecipava, alla domenica
mattina, al culto comunitario presso il
tempio di Villar Perosa. Nel pomeriggio
Giorgio Tourn presentava una lettura corsiva teologica della lettera di S. Paolo ai
Calati (prossimamente verrà analizzata la
1* ai Corinzi). Buon inizio quindi quello
del collettivo a cui si spera s’aggiungano
prossimamente nuovi partecipanti.
Ci faremo premura di segnalare, di volta in volta, sulle colonne del nostro giornale gli appuntamento del Collettivo
Bonhoeffer. , .
In un clima privo di polemiche e di
opposizione dichiarata, il Consiglio della
Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca, riunito nella sua prima seduta,
ha eletto il presidente, il vice presidente
e la giunta.
L’assemblea era presieduta dal sindaco
di Inverso Pinasca, Andrea Olivero, nella sua qualità di consigliere anziano. Dopo la scelta dei tre scrutatori e la lettura delle disposizioni di legge sulle votazioni, il sindaco Olivero ha presentato la
scheda con i 48 nomi dei consiglieri tra
i quali si doveva eleggere il presidente
della Comunità. Approvata la scheda con
sette soli voti contrari, si è passati bruscamente alle votazioni in cabina senza
alcuna dichiarazione preliminare.
Lo spoglio delle schede ha dato questi
risultati: 36 voti su 45 a Eugenio Maccari, sindaco di Pramollo, 1 a Renato Calzi, sindaco di Perosa Argentina e 8 schede bianche.
A questo punto il consigliere regionale
Bontempi ha preso la parola per dire
quello che non era riuscito a dire prima.
Congratulandosi col presidente eletto, ha
ricordato che tra poco verrà costituita
una nuova unità territoriale, il comprensorio. È necessario, ha ricordato Bontempi, che il comprensorio pinerdese non
emargini le zone di montagna, perciò le
Comunità Montane dovranno più che mai
darsi da fare. In ultimo ha proposto come vice-presidente l’insegnante Ettore
Merlo, sindaco di Roure (Roreto Chisone). La votazione ha dato al sindaco Merlo 32 voti, le schede bianche sono state
10, 3 voti dispersi.
Si è proceduto in seguito all’elezione di
^Itri 7 rnembri della giunta, dopo una
I membri della giunta eletti sono risultati i seguenti: P. Cesare Morero, consigliere di Villar Perosa: 32 voti; Gianni
Jahier, sindaco di Ferrerò: 31 voti; Renato Calzi, sindaco di Perosa: 29 voti; Aldo Costantino (Pinasca) e Maggiorino
Passet Gros (Pragelato): 28 voti; Paolo
Bertalotti (Perosa): 27 voti; Giuliano
Coutandin (Pomaretto): 25 voti.
Subito dopo, però, il membro della
giunta eletto Maggiorino Passet Gros dichiarava di non poter accettare l’incarico
a causa dei propri impegni di lavoro.
Come d’obbligo, al termine della seduta, il presidente Maccari ha ringraziato
i membri del Consiglio per avergli rinnovato la fiducia e ha pregato il signor
Passet Gros di non dimettersi, ma di portare il suo contributo al lavoro della
giunta. Così pure ha chiesto a tutti i consiglieri vecchi e nuovi un impegno costruttivo per Tavvenire . della Comunità.
Lilliana Viglielmo
Servizio di Assistenza tecnico-agricola
Gli agricoltori che intendono acquistare mangimi possono prenotarli presso la
sede della Comunità Montana (viale Duca d’Aosta 9 - Perosa Argentina - Tel81.497). Le prenotazioni si accettano fino
al 31 ottobre 1975. L’elenco dei vari mangimi con i prezzi può essere consultato
nella sede di ogni Comune.
Campagna di vendita castagne
Gli agricoltori ehe intendono vendere
le loro castagne possono rivolgersi alla
Comunità Montana. Le castagne devono
essere confezionate in sacchi da 10 o da
Valli da Torino e da T ‘ membri della giunta, dopo una contezionate m sacchi da 10 o da
to i lavori. Nel pomeriggio df sabato “il del sindaco di Fenestrelle portate direttamente alla Comu
Guigas, che indicava come rappresentante dell’alta Val Chisone l’ing. Luigi Vignetta.
La nuova giunta
Presidente: Eugenio Maccari, sindaco di Pramollo;
Vicepresidente; Ettore Merlo, sindaco di Roure;
Consiglieri : Piqr Cesare Morero
(Villar Perosa), Gianni Jahier
(Perrero), Renato Calzi (Perosa),
Aldo Costantino (Pìnascal, Maggiorino Passet Gros (Pragelato),
Giuliano Coutandin (Pomaretto).
nità Montana il giovedì; dalle ore 8 30 alle 12 e dalle 13,30 alle 17. Il prezzo è di
L. 150 il Kg. per le castagne comuni e di
L. 300 circa il Kg. per i marroni. Alla
consegna verrà rilasciata una ricevuta e
a fine raccolta le castagne saranno pagate e verranno restituiti i sacchi.
Raccolta noci
La Comunità Montana ritira le noci ai
seguenti prezzi:
— noci piccole: L. 200/Kg.
— noci medie: L. 250-280/Kg.
— noci grandi: L. 300/Kg.
Gli interessati sono pregati di portare
le noci alla Comunità Montana tutti i
giorni dalle ore 9 alle 11,30.
Le noci verranno pagate alla consegna.
Il Presidente ; E. Maccari
Il 16 novembre
elezioni comunali
a Torre Pellice
Il 16 novembre prossimo avranno luogo le elezioni per il rinovo della giunta
comunale.
Come nelle precedenti consultazioni
sono state presentate due liste, la prima
che rappresenta l’orientamento dell’attuale giunta, rinnovata da nuovi elementi e
che politicamente rappresenta le sinistre
e gli indipendenti di sinistra, ossia l’attuale orientamento della Comunità Montana, la seconda in cui sono raggruppati
tutti gli altri partiti di centro-destra:
dalla Democrazia cristiana al partito liberale, ai socialdemocratici.
Ne diamo l’elenco:
Lista n. 1 con contrassegno Spiga tra ì
monti ;
1 ) Steffanetto Giovanni
2) Armand Hugon Marco
3) Arnoulet Fiorentina in Eynard Cobalto
4) Bellion Marco
5) Bert Ettore
6) Chiri Giorgio
7) D’Eusebio Sandra
8) Giordano Giulio
9) Giaietti Carlo
19) Guglielmone Fernando
11) Jouve Mario
12) Lantarè Arnaldo
13) PeUenca Roberto
14) Rivoira Danilo
15) Sibille Mario
16) Toja Cesare
Lista n. 2 con contrassegno Torre Civica con la scritta « Pro Torre Felice » :
1 ) Cotta MorandinI Giorgio
2) Armand Hugon Ermanno
3) Battisti Giuseppe
4) Bouchard Arturo
5) Burrato Anna Vit.torina ved. NegrO'
6 ) Charbonnier Sergio
7) Comba Sergio
8) Costantino Dino
9) Dematteis Alessandro
10) Goss Prospero
11) Mathieu Giorgio s'' ■ ì!.; ■.
12) Pallard Fiorella in Benedetto
13) Pasque! Franco
14) Poet Alfredo
15) Ricca Franco
16) Sacchino Pietro
-scheda
HELGA
L’Helca è una fabbrica dolciaria
che produce caramelle e cioccolatini. Essa paga alla Caffarel e alla
Heller l’usufrutto del nome, vendendone su licenza i prodotti.
Il capitale sociale ammonta ad
un miliardo.
Tramite la « Chocolaterie et Confiserie de Monaco » produce dolciumi per la Francia.
L’organico è di 269 operai e una
cinquantina di impiegati. La manodopera è prevalentemente femminile, anche se attualmente la tendenza ad assumere soprattutto donne sta calando.
Nei reparti di produzione e di
confezione, che assorbono la maggior'anza della manodopera, si fa
lavoro di linea e sembra che si
tenda ad automatizzare sempre di
la produzione.
Ad esempio, dal luglio di questo
anno, è stata introdotta una linpfi
per la produzione del cioccolato
che fa circa il 30% della produzione complessiva.
In linea lavorano soprattutto le
donne. Le qualifiche sono basse :
la maggioranza ha la 4« o la 5- categoria, senza grandi possibilità di
avanzamento.
Non c’è più avvicendamento di
manodopera da quando sono stati
aboliti, per iniziativa sindacale, i
contratti a termine, rilevanti in
passato in una fabbrica in cui l’andamento della produzione è a carattere prevalentemente stagionale.
Il Consiglio di Fabbrica è composto da sette delegati, compreso
quello degli impiegati.
All’interno dell’azienda sono presenti le tre organizzazioni sindacali
con un centinaio di iscritti.
(da «Il Bollettino», n. 2, ott. 1975)
7
T
delle valli
LUSERNA S. GIOVANNI
Ancora sul tempo pieno
Angrogna
San Secondo
Sul num. scorso abbiamo pubblicato il
comunicato della Commissione dei trasferimenti in cui si rendeva noto che tutte le domande presentate erano state accolte. Questo comunicato definiva “irresponsabile” l'atteggiamento dei genitori i
quali per protesta non avevano più inviato i loro figli a scuola.
Riceviamo ora una lettera firmata dagli stessi genitori protestatari che pubblichiamo integralmente:
Abbiamo avuto occasione di conoscere da organi di stampa locali che le domande di trasferimento da noi presentate sono state accolte e di
questo non possiamo che rallegrarci.
Alcuni di noi ritengono, tuttavia, che sarebbe
stato più corretto da parte di Codesto Ufficio informare direttamente, con tempestività a mezzo
lettera, tutti i genitori interessati airaccoglimento delle domande come era avvenuto nei confronti dei genitori le cui domande erano state accolte in un primo tempo; tanto più che tale comportamento, oltre ad essere conforme alla normale prassi amministrativa degli Uffici pubblici, era
stato previsto da una delibera del Consiglio di
Circolo.
In merito poi al contenuto del Comunicato
•emesso dalla Commissione da Lei presieduta ci
sia consentito di rilevare, quanto segue :
— il grave stato di disagio dei genitori e de
gli alunni era stato già in passato segnalato a Lei,
signor Direttore, e agli insegnanti sia da singoli
genitori, sia in occasione di riunioni di organi
collegiali a vario livello; ed il motivo del disagio
è a Lei noto proprio perché Le era stato ripetutamente esposto. • i
— ci solleva il considerare, che Lirresponsabilità di cui Ella (e gli altri membri della Commissione) ci taccia, sia scaturita dalla meditata
decisione,di tutti noi, confortati anche dal parere
concordante di alìri genitori sufficientemente informati e responsabili.
— «il grave pregiudizio per il sereno svolgimento deirattiyità didattiea » .non è una novità;
infatti, dato che i genitori, hanno « l’obbligo di
istruire ed educare la prole tenendo conto delle
capacità deB’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli » molti genitori avevano ripetutamente segnalato il grave pregiudizio che derivava
al sereno svolgimento dell’attività didattica, per
quanto di loro conipetenza,..
Non possiamo quindi che rallegrarci di questa
comune visione del problema e del giusto riconoscimento dato al diritto dei genitori di partecipare alla istruzione ed educazione dei figli.
Inoltre, dato che ripetutamente erano state
avanzate riserve sulla ricorrente sperimentazione
in atto presso la scuola di San Giovanni e sulla
fondatezza deU’obbligo a frequentare tale scuola
in quanto sperimentale, ci conforta il constatare
che il Provveditorato agli Studi si sia espresso in
maniera del tutto conforme alla nostra tesi confermandone, di fatto, la fondatezza nel senso che
la frequenza ad upa scuola con esperimentazione
di tempo pieno non può essere obbligatoria.
Ci auguriamo che, chiariti questi fondamentali concetti, venga a cessare, come sottolinea la
Commissione, la conflittualità fra famiglia e
scuola e, parimenti, anche quella, non assente
finora , fra scuola e famiglia, a beneficio di tutti
coloro che alla scuola hanno interesse.
Luserna S. Giovanni. 16 ottobre 1975
[seguono le firme)
Gli stessi genitori ci inviano fotocopia
della risposta del sindaco di Luserna in
seguito ad una interpellanza presentata
al sindaco da parte del PSI e del PCI locali. La risposta del sindaco Benito Man
tina è la seguente:
Con riferimento all’interpellanza presentata in
data 2 u.s. si comunica quanto segue:
— Sul tempo pieno in quanto tale si è favorevoli.
— Sul tipo di sperimentazione nel plesso di
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLiCE LUSERNA S. GiOV. - LUSERNETTA - RORA'
Dal 25 al 31 ottobre
Don. PRAVATA' SALVATORE
Via Bellonatti, 2 - Tel. 90182 - Luserna S. G.
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Domenica 26 ottobre
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vìgili del fuoco
Torre Pellice : Tel. '9Ì .365 -■"91Ì3ÒÒ ‘
Luserna San Giovanni; Tel. 90.084 - 90.085
• Domenica 12 ottobre al Serre è stato
battezzata Monica Travers di Valdo e
Laura .Benech della Ciavviera.
• Sabato 12 ottobre a Pradeltorno si
sono uniti in matrimonio Mauro Chiavia
e Iris Bonnet di S. Giovanni.
Che il Signore sia in ogni cosa il fondamento della nostra vita.
• Domenica prossima 26 ottobre avremo al Capoluogo il culto di apertura delle varie attività, che riprenderanno il loro ritmo normale con l’ultima settimana
di ottobre.
• Per l’inverno il culto a Pradeltorno
avrà luogo la prima domenica di ogni
mese alle ore 10.30 al Tempio.
Per le altre settimane sarà al sabato
sera alle ore 19.30 nella scuola Beckwith.
Frali
San iriovanni non si intende dare, perché non
compete, uh‘ giudizio in merito.
— Sulla frequenza si ritiene, nello spirito dei
decreti delegati, che sia libera. Questo parere è
confortato da nota del Provveditore agli Studi di
Torino datata 10 ottobre 1975 inviata al Direttore Didattico e p.c. al Sindaco di Luserna San
Giovanni, che si trascrive:
« Viste le richieste dei genitori della frazione
San Giovanni, si prega volere considerare l’opportunità di concedere, nell’ambito del diritto
allo studio e del corrispondente dovere all’osservanza dell’obbligo scolastico, l’iscrizione alle scuole del capoluogo a quegli alunni i cui genitori lo
richiedono, poiché, a giudizio di questo ufficio, la
frequenza della scuola con sperimentazione di
tempo pieno non può essere obbligatoria.
Questo ufficio desidera far presente che la frequenza della scuola da parte degli alunni in località diverse da quelle della loro residenza, in
cui esiste la scuola elementare, espone gli alunni
stessi a disagi ed a pericoli.
Ciò dovrà essere sottoposto alTattenzione dei
genitori.
La S.V., vorrà comunicare se la scuola a tempo pieno nella frazione di San Giovanni potrà
egualmente giustificarsi e di precisare se la prosecuzione per il corrente anno scolastico sia stata
concordata con gli organi collegiali della scuola
e con i genitori interessati. Il Provveditore agli
Studi (F.to Giuseppe Antinoro) ».
Per quanto riguarda gli interventi sollecitati
dal corpo docente e dal Consiglio dì interclasse,
l’Amministrazione Comunale l\a cercato sempre
di provvedere con tempestività, con acquisto di
materiale, con opere dì miglioria, nell’attesa di
poter realizzare Tampliamento dell’edificio. -,
' Tj c-j • ’Domenica 19 ottobre il culto è stato
òin aco presieduto dal pàst. Marco Ayassot, pros
Con ciò ci auguriamo che questa ste- simo conduttore della. Comunità. Son ri
rile polemica sia chiusa èd il discorso prese le lezioni della sciiola domenicale.
sul rinnovamento nella scuola italiana Nella stessa domenica è stato, impartito
venga affrontato con maggior serietà. il battesimo alla piccola Romma Rostan
di Walter e Pugliese Albina residenti a
---------------------------------------------Frossasco. . , . ;
Luserna S. Giovanni • Putroppo dobbiamo segnalare due
. , _______ ■ scomparse. 1*1 14 ottobre abbiamo accom
pagnato airultimo riposo Giaichecco Olga
vedova Frairia. Il 18 ottobre è stato celebrato il funerale di Long Adelina. Esprimiamo, come comunità, ai familiari la nostra .simpatia cristiana.
• Con la partecipazione della Commissione Distrettuale, domenica 26 ottobre
avrà luogo il culto d’insediamento del pastore Bruno Rostagno. La sua designazione è stata fatta dalla Tavola Valdese a
suo tempo. La comunità rivolge al pastore Bruno Rostagno e alla sua lamiglia un
augurio di buon lavoro. Ricordiamo con
vivo piacere il lavoro e la presenza del
past. Maggi durante tutto l’anno; rivolgiamo un augurio di buon riéntro in Uruguay. .
Pinerolo
• Allo scopo di approfondire i contenuti
della fede evangelica nel confronto diretto con la Parola del Signore, in vista di
una Mù; Ghiera azione di festimonianzaTÌ
il Ctoößt'OÄf ha deciso ùn ciclò di Incon-'*^-*’
tri' aperto a’ tutti 'i mèmbri della comunità.
Il primo di questi incontri avrà Ìuogo
nei locali dell’Asilo valdese, venerdì, 31
ottobre alle ore 20,45, ed avrà come tema: Perché lo studio comunitario della
Bibbia.
Tutti coloro che hanno interesse ad
istruirsi su questo aggiornamento biblico sono cordialmente invitati.
• Come già pubblicato, ricordiamo la
Festa del Raccolto di domenica 26 ottobre con il culto di ringraziamento, il
pranzo comunitario e la vendita dei prodotti esposti nei locali della Sala Albarin
• Si sono sposati a Prà del Torno, sabato scorso. Mauro Chiavia dei Favarot
e Iris Bonnet della Punsa.
Alla simpatica coppia che ha la sua
residenza nel nostro comune rinnoviamo
i più fraterni e sinceri auguri.
• Questa settimana abbiamo avuto la
tristezza della separazione da tre membri della nostra comunità : Lanzerotto
Leone, di anni 70 e Gönnet Paolina Villa,
di anni 85, ambedue ospiti dell’Asilo, e
Bertin Emilio, di anni 77, dei Jallà.
Alle famiglie colpite dal lutto esprimiamo tutta la nostra simpatia cristiana nella comune certezza della resurrezione.
'.S>
Perrero
La Biblioteca comunale ha cambiato
sede: da sabato scorso non si trova più
nelle vecchie scuole, ma nei locali del
Municipio (dove una volta c’erano le prigioni, e che in tempi più recenti servivano d’alloggio al Messo). La nuova sede
presenta notevoli vantaggi rispetto alla
precedente: il riscaldamento centrale la
rende più confortevole ed agibile tutto
l’inverno, ma soprattutto evita il deteriorarsi dei libri ; inoltre essa consta di tre
locali cosi utilizzati: una luminbsa sala
di lettura con le enciclopedie, le riviste,
le opere di consultazione; un’altra sala,
aperta al pubblico, con i volumi, ed infine
un ufficio.
Si tratta dunque di una sistemazione
adeguata per un servizio che in questi
ultimi tempi s’è andato sempre più sviluppando. Gli iscritti alla Biblioteca sono
più di 200, in massima parte giovani e
ragazzi ; i volumi raccolti sono circa
1.500, con un valore complessivo di 2-3
milioni. Non è certo molto, ma è già
qualcosa; è uno strumento utile per stimolare il gusto alla lettura e alla ricerca.
Rorà
• Nonostante i primi rigori autunnali
un folto gruppo di evangelici bernesi, guidati dal pastore Deodato di -Pinèrolo, si
è recata in visita nella nostra valle.
• La piccola Stefania Bonanséa di Mario e Rosalba Odino ha ricévuto il battesimo. La famiglia e là comunità son chiamate a riflettere sul significato della fe*
de e della educazione cristiana dei fanciulli.
• Cinque famiglie della nostra Chiesa
ancora agli alpeggi son state colte di sorpresa da un improvvisa nevicata (50 cm.).
Non ci son stati incidenti. , .
TROMBETTIERI VALDESI "
Domenica prossima 26 ottobre i; Trombettieri Valdesi ed il loro Presidente parteciperanno al culto tiella chiesa di ..Rorà
allegre 1Q,3(). All’uscita, offrirarmp, ai presenti l’aQ.quistq,: del volume . « Gioventù
Cristiana», una parte del quale venne
scritta ¡ proprio a Rorà qltre 30 anni or
sono ,nel quadro di. vicende ricordate nella presènte fedizioiic.
Nella seduta del 10 ottobre scorso, il
Consiglio comunale di Perrero ha preso
conoscenza della mozione sottoscritta
dagli amministratori dei Comuni e della Provincia di Torino riunitisi al Colle
del Lys ’il' 5 ottobre per la ben nota manifestazione antifascista. Subito dopo è
stata formulata questa dichiarazione:
« Il Consiglio comunale di Perrero, nella convinzione profonda che essere antifascista oggi vuol dire governare in modo corretto, attraverso la partecipazione
popolare, nell’interesse dèi lavoratóri, secondo i dettami della Costituzióne Repubblicana, con voti unanimi sotmscrive
l’impegno' solènne degli elètti dal popolo
italiano ad amministrare i Comuni e la
Provincia, di Torino., prómmciato al Colle del Lys il 5 ottobre 1975;
esprime la sua solidariet à'al féSìsten-r
ti di Spagna e del Cile, 'che vengono tor-;
turati e assassinati jtleliaMotfia’per-là li^
bertà contro l’oppressionei,'. per la- civiltà,
contro la barbarie, per l’uomp; contrp la
hegarionè dei valori sui quali si fonda la
sua, dignità. ■ ^ :
’--^■ ’ -V ---------------------
Hanno éollaborato: 'Làwfy Coi'sson, Re-.
• nato Cói'sson, Lùciaino Deódaio, Dino\
Gurdioi;'GiasÈppè~ptdtdns:'
Dopo il culto di domenica scorsa è stato celebrato nel tempio il matrimonio di
Claudio Bertin di Villar Perosa con Enrica Gardiol dei Tilla.
Il Signore accompagni con le sue grazie e le sue benediziom questi sposi.
Nella sala dell’ospitante comunità di
San Secondo si è svolto domenica 19 ottobre il preannunciato incontro delle corali e di quanti interessati al problema
del canto nella chiesa.
L’incontro, fraterno, è stato interessante, utile, ha chiarito non poche cose. Le
proposte emerse sono state praticamente
due: la prima per l’organizzazione di un
prossimo incontro per discutere in particolar modo il problema del canto nelle
scuole domenicali insieme ai monitori; la
seconda di avere a fine anno acclesiastico
un incontro con le comunità di Torino,
partecipando al mattino ai culti della città e> nel pomeriggio, un’assemblea comune nel tempio di Corso Vittorio.
Doni per l’Asilo
di Luserna S. fiiovanni
Elenco dei doni per la nuova costruàone pervenuti nel mese di settembre ’75.
N.N. L. 3.000; famiglie Avondet-ForneronCaffarel e ArmeUino, in mem. dei genitori ArmeUino Michele e Anno (Prarostìno, Luserna S.
Giovanni) 50.000; famiglia Ferretti, in mem.
del sig. Fabbri A. (Rho Milanese) 10.000; Pons
Liliana (S. Remo) 10.000; Pinasco Dina, in mem.
dei suoi cari (Pégli-Ge) 20.000; Borsalino Margherita e Francesca (Angrogna) 20.000; ,V. C.
(Milano) 63.000; in mem. di Riccardo Ricca, la
moglie Amelia e figlia Rosanna (To) 500.000;
Stocchetti Vittoria (Ge) 10.000. .
N.N., in mem di Walter Bellion 10.000; NJM.,
offerta per l’Asilo 10.000; De Bettini Elvira, in
mem. di Arturo Cocorda e Maddalena Beux
(Torre Pellice) 3.000; in mcm. di Griglio Enrichetta ved. Magneti, gli inquilini del condominio « La Villg » 25.000; La RIV-SKF, sede centrate di Torino 67.500; Comitato Vallone Olandese 627.400; Charbonnier Lina (Bobbio Pellice)
15.000. *
In mem. di Margherita Hugon, gli amici del
marito (T. P.) 5.000; Torre Elvira (To) 125.000;
Geymonat Elena, in mem, cugina Berthe e suo
nipote Rraaatp Bertin 10.000; Jallù Elisa, in
mem. di Fanny Odin,5.000. ¡¡1 ,
Errata: nell’elenco di giugno, anziché Ermellinà Pons, leggere: Evelina Pons (To) in mem. di
Letizia Corsarii L. 10.000.
Ringraziando vivamente, ricordiamo che ogni
offerta può essere fatta usando il c.c.p. 2/16947 Asilo Valdese - Luserna San Giovanni (Torino).
RINGRAZIAMENTO
I familiari della Compianta
Eugenia G|aiero ved. Balmas
nell’impossibilità di farlo singolarmente, esprimono la più sincera gratitudine a tutti coloro
che sono stati, in qualsiasi modo, di aiuto nella
triste circostanza.
Un particolare ringraziamento ai Sigg. Pastori
G. Conte e T. Pons; alle famiglie Bounous e
Bessone.
S. Germano Chisone, 13 ottobre 1975.
«Ho finito la cofSa, ha serbato la
fede, del rimanente ' mi è riservata
la corona di giustizia » (2 Tim. 4: 7).
E’ mancata all’affetto dei suo;! cèri
Paolina Villa nata Gönnet
di anni 85
Io annunciano con profondo dolore i parenti tutti.
Luserna S. Giovanni, 20 ottobre 1975 ' ■
RINGRAZIAMENTO
Il marito e i familiari della compianta
Rosette Chiavia Juvenal
commossi per la grande dimostraziohe di affetto
e di stima ricevuta in occasiorie della dipartenza della loro Cara, e nella impossibilità di farlo
personalmente, ringraziano vivamente le numerose persone che hanno preso parte al loro dolore e che hanno portato l’espressione della loro
simpatia crisliaria. ■
Un ririgràziaménto- pàrtifcòlare desiderano esprimere al Dr. De Bettini ed alla Sigriora rivò'nne
Marletto f>et le amorcse cure prestate, ài' Pastóre
Micól per le affettuose parole di confortò, ài vicini di casa, ai numerosi ariiici ed a tutte le persone ohe durante là ■ lunga malattia della loro
congiunta sono loro state vicine' éd 'barino in
molti modi testimoniato, ili loro affetto a loro ed
alla loro cara Scómparsa., . . ,
Villar Pellice, 14 ottotre 1975. ,*■ .¡'
8
8
24 ottobre 1975
NEL CANTON TICINO
Modificata lalcostituzione
L’articolo oggi
Art. 1
La religione cattolica apostolica romana è la religione del Cantone.
Art. 6
È garantita la libertà di stampa in guisa però che non offenda i buoni costumi,
né la religione del Cantone, né le relazioni con la Coniederazione. La legge ne reprimerà gli abusi.
Il nuovo articolo
Art. 1
* Sono garantiti la libertà di coscienza,
di crederla e il libero esercizio dei culti.
* La Chiesa cattolica apostolica romana
e la Chiesa evangelica riformata hanno
la personalità giuridica di diritto pubblico e si organizzano Uberamente,
* La legge può conferire la personalità
giuridica di diritto pubblico ad altre comunità reUgiose.
Art. 6 Stralciato
1. Con la revisione dell’articolo primo
da parte del Gran ConsigUo del Cantone
Ticino, si è voluto adeguare la Costituzione cantonale a quella federale che garantisce la libertà di pensiero, di coscienza, di fede, di opinione e di culto, sottolineando così la laicità deUo stato. Queste
Ubertà fondamentali, affermate anche
nella Dichiarazione imiversale dei diritti
dell’uomo, non devono rimanere a livello
di dichiarazione puramente verbali, ma
bisogna che diventino effettive e reali per
tutti i cittadini, indipendentemente dal
fatto che professino una determinata religione o non ne professino alcima.
2. È doveroso riconoscere che, nel Canton Ticmo esiste già nei fatti e nel costume la libertà religiosa. Perciò la revisione dell’articolo primo non è altro che
l’adeguamento della forma giuridica alla realtà sociale di oggi.
3. La riforma che stabilisce la parità
davanti allo Stato della Chiesa cattolica
e della Chiesa evangelica risponde a xma
esigenza di giustizia. Inoltre è un riconoscimento del pluralismo esistente nella società umana contemporanea e un
Flash sulla stampa
PANORAMA
« n papa dovrebbe vendere il Vaticano
e distribuire tutto ai poveri, mandare i
monsignori della Curia a predicare l’Evangelo in Africa e in Asia, finirla con la
sedia gestatoria, le vesti sontuose, la
mondanità », così la rivista Panorama
(n. 496) apre un articolo sul futuro del
papa.
L’occasione di parlarne viene daH’iniziativa della rivista « Concilium » di dedicare tutto un numero (170 pp.) al futuro del papato negli anni ’80, alle sue
possibilità di sopravvivenza e della sua
completa reinqpostazione.
Tuttavia, già dagli accenni che cogliamo nel servizio giornalistico, la tendenza dei teologi di «Concilium» è di influenzare il Vaticano ad operare grossi cambiamenti formali che lascino intatta la
sostanza gerarchica del ministero pontificio e del suo potere autonomo.
NUOVA SOCIETÀ’
Sull’ultimo numero della rivista torinese « Nuova Società », che seguiamo con
interesse per la competenza con cui tratta temi cittadini e re^onali piemontesi,
è apparso un Ixmgo servizio speciale dal
titolo « Cristiani e marxismo ».
Il tema, nonostante il titolo pretenzioso, si riduce a fornire interventi e posizioni emerse al convegno diocesano tenutosi a Sant’Igpiazio (Lanzo Torinese)
alla fine di agosto.
Protagonista dell’incontro diocesano è
stato il Cardinale Pellegrino la cui posizione d’apertura al marxismo, come
scienza e non come filosofia, apre nuove
possibilità di dialogo con i comunisti.
Non è un caso quindi che il quindicinale
«Nuova Società», allineato con il P.C.I.,
dia grande rilievo alla posizione del Cardinale Pellegrino; senza però allargare il
discorso ad altri cristiani che hanno già
fatto qualche passo in avanti sul tema
« Cristiani e marxisti ». Pensiamo ai cattolici del dissenso, al movimento «Cristiani per il socialismo »..., forse a questi, più che al capo della diocesi torinese, meritava dedicare il Itmgo servizio
speciale.
adeguamento alla nuova situazione ecumenica di oggi.
4. Il nuovo articolo costituzionale non
sancisce nessun blocco religioso fra cattolici e protestanti, con l’esclusione di altre comunità religiose, ma rappresenta
un passo verso una liberalizzazione completa e deve assicurare un trattamento
paritario in materia ecclesiastica che garantisca uguali libertà per tutti.
5. Il nuovo articolo non comporta nessun aggravio economico da parte dello
stato e nello stesso tempo nessun vantaggio finanziario da parte della Chiesa evangelica. Se vogliono essere fedeli al messaggio del loro unico signore e maestro,
le Chiese evangeliche non possono mai
venir meno all’impegno di rinunciare per
esse a ogni forma di privilegio e di difendere i diritti degli altri uomini.
6. Con il nuovo articolo costituzionale
non viene affatto introdotto il regime delle imposte ecclesiastiche in seno alla
Chiesa evangelica.
A tale proposito va ribadito che fra
questi due elementi non c’è alcun legame.
8. La Chiesa cattolica si è dichiarata
favorevole a questa revisione e ciò sta a
conferma dei buoni rapporti esistenti fra
le duè Chiese, buoni rapporti che è auspicabile si mantengano anche con le altre comunità religiose del Cantone Ticino,
Lugano, 30 settembre 1975.
Da « Vita Evangelica », 15.X.1975
-Quand’è che si comincerà a fare questo
discorso in Italia?
IDOC riprende
le pubblicazioni
Da fonte ben informata apprendiamo
che la rivista IDOC internazionale, mensile politico-teologico, riprenderà le pubblicazioni.
Questo sarà particolarmente gradito
agli abbonati che, pur essendo in regola
con il pagamento, non se la son più vista recapitare.
La sua momentanea scomparsa è da
attribuirsi alla crisi economica delle società « Ora sesta » e « Sapere » da cui
Idoc dipendeva.
Idoc riprenderà quindi in proprio le
pubblicazioni. Speriamo che la simpatica
rivista non subisca, con la gestione in
proprio, ulteriori scomparse (anche se
momentanee).
Il posto che questa pubblicazione ha
avuto nella ricerca ecclesiale cattolica recente non è da sottovalutare e ci si deve
augurare che prosegua in questo impegno.
/ diciottenni
e l’ora di religione
I diciottenni, diventati maggiorenni secondo le recenti disposizioni legislative,
possono chiedere l’autoesonero dalle lezioni di religione, firmando essi stessi la
domanda in carta libera, indirizzata al
preside. Così comunica 1'« Associazione
per la libertà religiosa in Italia» (ALRI)
che ravvisa in questa nuova facoltà di
autodeterminazione un'occasione da non
perdere per contribuire allo sgretolamento del regime concordatario. E possibile
quindi sottrarsi per i diciottenni dall’insegnamento, a scuola, della dottrina cattolica intesa come 'fondamento e coronamento della istruzione pubblica'.
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
HANNO IMPARATO A TEMERE
SE STESSI
Mario Minuzzo ha pubblicato, sul
« Mondo » (del 16 c.), un interessante articolo intitolato: « Fuera el terror! La
Spagna trema», col sottotitolo: «Torna
lo spettro della guerra civile. Il regime deve morire, dice il messaggio dal carcere
di un comunista, ma gli spagnoli non devono più massacrarsi fra loro ». Il Minuzzo scrive, fra l’altro: « 7 rapidi e scandalosi processi davanti alle corti marziali, e
poi le fucilazioni di sabato 27.9, sono però sembrati non solo una sfida orgogliosa lanciata dal franchismo al mondo intero, ma anche una dimostrazione di forza politica ».
Dice bene « sono sembrati », perché la
realtà è alquanto diversa. « Le cinque
esecuzioni capitali di Madrid, di Burgos
e di Barcellona non hanno solo offeso la
coscienza di tutto il mondo civile: hanno
anche dimostrato, in maniera inaspettata,
la sostanziale debolezza del regime franchista. La guerriglia spagnola è riuscita a
rispondere con la stessa sicurezza con cui,
22 mesi fa, servendosi di una tecnica molto sofisticata, uccise il capo del governo
Carrero Bianco.
Appena 48 ore dopo la fucilazione dei
tre militanti del FRAP (= Fronte Revolucionario Antifascista Patriótico) e dei
due guerriglieri baschi, un gruppo di terroristi apre il fuoco contro due "policías”
nel centro di Barcellona: uno muore subito e l’altro qualche giorno dopo. La
mattina di mercoledì 1° ottobre, mentre si
prepara l’adunata oceanica in Plaza de Oriente a Madrid, per ascoltare l’appello
di Franco al Paese, quattro gruppi eseguono simultaneamente, in 4 punti diversi della città, in un’ora di traffico intensissimo, un attacco dimostrativo: muoiono tre poliziotti di guardia alle filiali
bancarie, un quarto rimane gravemente
ferito. Dopo l’attentato a Carrero Bianco, è forse il colpo più audace. L’effetto
è clamoroo. Il governo di Arias Navarro
barcolla, viene immediatamente deciso di
abolire la vigilanza armata delle banche,
per non esporre altri uomini a un micidiale tiro al bersaglio.
Sia il FRAP, sia VETA basca, in questo momento, sono certamente indeboliti dagli arresti massicci e dalle sistematiche infiltrazioni poliziesche: questo è
quanto continuano a sostenere i giornali.
Eppure riescono a eseguire lo stesso azioni di questo tipo, rischiose e complesse.
Tutto l’apparato repressivo sembra ancora inerme di fronte a questi sparuti "commandos’’ quasi votati alla morte o alla
cattura. È certo che sono poche decine in
tutto i terroristi dei vari gruppi impegnati sul piano operativo. (...)
L’azione di domenica 5.10, quando una
camionetta della Guardia Civil salta in
aria tra Bilbao e Oñate, per una mina
comandata elettronicamente a distanza,
è altrettanto sensazionale. L’attentato fa
tre morti e due feriti gravi, ma i militi
sono stati trascinati in una trappola preparata con cura, è stata quasi una beffa.
L’attentato è di quelli concepiti per seminare il panico fra le forze dell’ordine. Un
decreto del governo che stabilisce forti
riduzioni di ferma per i soldati di leva
che accettano di passare nella Guardia
Civil o nella Policía Armada, rivela che
il reclutamento è diventato improvvisamente difficile, e che si è fatto molto alto il numero dei congedi anticipati.
Ma è tutta la Spagna che sembra annaspare sotto un’ondata di panico. Anche la
opposizione più tenace al franchismo,
nessuna formazione politica esclusa, ammette che la violenza terroristica costituisce non solo un pericolo per il regime
ma anche per l’avvenire della Spagna democratica.
“Il sangue no", implorano perfino gli
oppositori rinchiusi nelle prigioni. (...)
Ma la stessa sera di domenica scorsa, alcuni terroristi di estrema destra hanno
risposto privatamente all'ultimo attentato dell’ET A. Entrando in un bar, hanno
freddato a raffiche di mitra Ignacio
Echave, fratello di un notissimo esponente dell’indipendentismo basco. Forse gli
“ultrà" paleofranchisti, come i “guerrilleros de Cristo Rey” sono già organizzati
in gruppi che assomigliano ai famigerati
squadroni della morte, da anni in azione
sulle tormentate scene politiche sudamericane ».
L’articolista così conclude: « È un segnale terrificante per tutti gli spagnoli
che, da quasi quarant’anni HANNO IMPARATO A TEMERE SE STESSI».
UNA TREGUA PROSSIMA
ALLA ROTTURA
È la tregua fra Chiesa cattolica e
Stato autoritario in Brasile, instaurata
dopo la nomina del generale Geisel a presidente della Repubblica. Una parte del
clero ha fatto sentire recentemente vigorose proteste, sia per le vessazioni subite, sia per lo stato di miseria e di repressione in cui è mantenuto il popolo.
« Il nostro popolo (ha scritto per es.
Dom Tomas Balduino, vescovo di Golas)
è in uno stato di miseria crescente. A dispetto del “miracolo economico”, tanto
spesso celebrato (...), numerosi fatti, conosciuti da tutti, attestano la mancanza
di rispetto verso i diritti dei cittadini, e
creano un clima d’insicurezza. Coloro che
aspirano ad una vita più giusta e più felice a beneficio degli altri, sono trattati
da sovversivi/ minacciati, nella loro libertà, soggetti ad essere imprigionati,
senza colpevolezza riconosciuta e senza
diritto alla difesa ».
(Da « Le Monde » del 16.10.1975).
Gioiosa Ionica
(segue da pag. 5)
stione, ma gli passa accanto e rischia di
chiudere gli evangelici italiani in un ghetto di buona coscienza e di impotenza storica. E la prova è data dal fatto che né a
Gioiosa Ionica né in altre occasioni simili è possibile far comprendere queste
nostre preoccupazioni, che al limite appaiono fuori della storia puramente ideologiche.
Il punto di partenza infatti non è una
ricerca di identità religiosa in astratto,
una questione teorica riguardo alle verità centrali della fede cristiana, ma è una
questione molto concreta: è vero o
non è vero che questo cristianesimo cattolico che abbiamo ricevuto con la nascita e l’educazione contrasta in modo assoluto e necessario con le nostre speranze
umane di costrutire una società più giusta? Oppure è soltanto un conflitto spurio, generato dal potere della gerarchia
cattolica, ma in contrasto con l’Evangelo? Questa è la grande domanda. E la
risposta l’attendono non sul piano della
teoria, delle idee, ma su quello della prassi: vogliono vedere come si comportano
e vivono, come organizzano le loro chiese, come si spendono per la giustizia questi cristiani che rifiutano la gerarchia
cattolica e dicono di voler seguire soltanto l’Evangelo. Vogliono vedere se i
Cristiani per il socialismo sono dei veri
compagni (o se invece dividono di nuovo
la classe operaia con le loro questioni
teologiche e confessionali). È sulle opere che vogliono giudicare, è la domanda
di Giacomo: « Mostrami come può esistere la tua fede senza le opere! » (Ciac. 2:
19). E si tratta per loro di opere di giustizia, quelle che dall’altra parte vengono
chiamate impegno nella politica.
Questo è il punto cruciale. Non si tratta di giudicare il « dissenso » stando alla finestra e aspettare magari che il fratello cada per poter dire con soddisfazione: « L’avevo detto io! ». Se sta o cade è
anche responsabilità nostra. E non si
tratta neppure di « dare » qualche cosa
come protestanti, magari la nostra scienza biblica o la nostra esperienza storica.
Ma si tratta di comprendere che anche le
nostre chiese sono chiamate a compiere
opere di giustizia. Se le compiranno davvero e non soltanto con ordini del giorno, se sapranno veramente « espropriarsi » di quello che hanno, una certa rispettabilità e qualche disponibilità di uomini
e di stabili, se sapranno inquadrare le loro lotte in quelle che si combattono nel
paese (legislazione sui culti ammessi, ma
anche problemi dell’assistenza e della religione nella scuola) allora si stabilirà con
i cattolici italiani in crisi un clima di
fiducia e di accettazione. Come del resto
è già avvenuto per quei non pochi evangelici italiani (è da insistere su questo
punto, si tratta di ampi settori delle nostre « basi » più vive e più grandi ancora sono le potenzialità se esse trovassero
un’espressione corrispondente nei sinodi
e sulla stampa) che oggi partecipano
attivamente al movimento di base e che
sono spesso soverchiati dalle richieste di
intervento e dalle necessità di contribuire alla creazione di strumenti di lavoro
adeguati per un popolo che ha « fame e
sete di udire la parola di Dio ».
Amsterdam (Iwf) - L’alleanza luterana
mondiale ha deciso di tenere la sua prossima assemblea a Dar Es Salaam, dal 13
al 25 giugno ’76. Tema dell’incontro sarà : « In Cristo - Una nuova comunità ».
Il dibattito sarà centrato soprattutto
sui problemi della missione, dell’identità
cristiana e del servizio, della proclamazione dell’evangelo e dello sviluppo umano, e infine della liberazione e dei diritti dell’uomo.
Cernitalo di Redazione: Bruno Beilion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouehard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
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8 luglio 1960
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