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Nulla ala più forte delta vpftre fede I
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SITTIMAIIALE OELI.A
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ABBONAMENTO
Italia a Impero . Anno L. 2Q — Semestre L. 10
Estero , » »10—" » > IB
Ogpl eerobtameoto d’indlrlero coeta una lira— La copia Cent. 40
CHIESA VALDESE
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Dlranorai Pnil(.aiflO COST/MML
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AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE; c i- ì ¿ ^
_______^ , Via Carlo Alberto, l b|« — TORRE PELUCE
Morte e Risurrezione
Perchè mai Cristo è stato ucciso?
'Passo- rispondere a questa domanda
svelando senz^altm cos’è il cnsrtioneeimo.
Cos’è lo « si^Hto »? (E Cristo è . spi.
rito, la sua religione è quella dello spirito). Lo spirito è: vivere come morto
(morto a sè stesso).
Questo modo di vivere ripugna talmente all’uomo naturale ch’esso è per
lui, in senso oSsoIméo ed alla lettera, peggiore dtelia morte pura e semplice. A forza di immaginazione, riesce, durante
un’ora, ad (Éitum-lo e sopportarlo; .anzi,
può perfino trovarlo soddisfacente. Ma
quando egli si accorge che si tratta di
una cosa seria, e non di un’ora soltanto,
allora l’istinto di conservazione della
vita naturale s’itn.pcme con una tale violenza da manifestarsi sotto la forma di
pazzia, come Mta l’influenza degli alcoolici, come una sorta di « furore uterino'^». Ed in questo staio in cui egli è
fuori di sè stesso, esìge la morte déll’uomo spirituale, o si precipita egli
stesso contro di lui per ucciderlo.
Il modello
■Ciò che, abitualmente, si preuienia co*
me lo istraordinario non sopporta l’imitazione; esige Vammirazione; quasi quasi sdegna che altri voglia scimmAottarlo. Perciò è dimostrazione di modestia
l’astenersi dall’imitazione. Ma Cristo esige rimitazione, la Sua v'ita conceme anche uri gittàizio-la^ù. Ma Egli <è anche
il modèllo in quanto si oil'twnw.
no in geritìmle, l’<yrdiruirio, di cui ciascuno è capace.
Ma qui riappare l’umana perfìdia: si
finge l’umiltà e si rinunzia all’imitazione; si vede und certa temerarietà nella
voiontà di imita/re Cristo; sì pensa che,
come ogni eiasere straordinario Egli forse ne sarebbe sdegnato, scfàidalizzato.
Oh ! immane ipocrisia !
Frammento
Cristo , e Filato; cioè: Dio - e l’uomo;
uguale ancora: l’ideale , e l'uomo pratico.
Cristiano ed umano
Dal punto di vista delld logica umana bisognerebbe credere ch’essere il
bène amato dì Dh sigtiifichi vedersi
ogni còsa sottoposta. E’ dèi testò appunto a questa concezione clie il Diavolo,
nelì’episo(&o della tentazione, vuole condurre Cristo, quando gli dice; « Dio cou
manderà ai suoi angeli di végViare su di
te..., per timore che il tuo piede non percuota qualche pietra ». Ma On®to respinge questa parola come una tentazione.
Dal punto di vista specificatamente
cristiano invece essere il beneamato di
Dio significa dover più di ogni <Mtro
soffrire.
Dal punto di vista cristiano, cioè, l’ordine è dùnque conforme cd rapporto con
Dio: più si ¿T'óictni a Dio, più si soffre.
^ " ^ Kierkegaard.
, (FrammmM’dal suo Diario).
fi OD aver gota di ciò che tKm fé le.eito conseguire; non. voler eooéeguir» dò
. che ^ p(uò esser d‘’im|>aiaido « pdv«rti
della interior libertà.
(Imitagione di Cristo).
Il numero dell« opinioni «iraite, nel
mondo, non è ooeì igrande còme lo gì
immagina comunemente, podohè la
maggior parte cblUe ptaraon* noai ne ha
alcuna, ma adc^ quaile aitrui, o addirittura dei sem,plici « n dio» » o degli
•®hi- f , Loèhè/
O
La sincerità: ecco una qualità di cui
nod, che ei ¡sforziamo di eBsere degni
del glorioso nome di cristiani, ci crediamo forse dotati. E’ assai probabile
che ci parrebbe strano o {>er lo meno
fuori luogo se qualcuno vedesse esortarci ad essa in modo particòlare. Può
infatti un servitore del Signore Gesù,
esi?ere un ipocrita, un falso? Si potrà
forse accusarci non a torto di inerzia
spirituale, di non sufficiente carità, di
debole fede ma non di voluta insincerità. E anzi, in questi tanpi tristi in cui
i termini « tradimiento », « doppio gioco » e simili, sì spesso ricorrono, ci pare di poter in pieno diritto scagliare la
pietra, tanto mondi ci sentiamo e alieni
dal turpe peccato.
Eppure noi siamo forse ben. lantani
dairaver realizzato nella sua pì^ezza
l’esortazione .dell’A.pQstolo « ad essere
sinceri per il igiomo di Cristo » (Pii. 1:
10), e il nostro convincimento ai basa
su una interpretazione imperfetta delresortazione stessa. Errato sarebbe, infatti, fermarsi al primo, sup^iciaie significato : sinceri, cioè verso il nostro
prossimo. Esiste una sincerità più difficile ad applicarsi, più'vera e profonda
ed è quella verso noi stessi.
Essere scrupolosamente onesti nell’esaminare noi stessi, non temere di denunciare le nostre manchevolezze e le
nostre colpe, frenare le nostre labbra,
allorché - menzognere forse senza che
' ee ne rendiamo epnto - vogliono difen^ (iespci di fronte ad, una qualsiasi accusa,
.«seadare la nostra coscienza per non cre' dercì diversi o superiori a quello che
^ Siamo, per analizzare i nostri pensieri
che ci sembrano talvolta puri e sono
impuri, le nostre aztoai die. crediamo
disinteressate e sono ignobili, le
-•nostre inazioni che pensiamo ^uatifica-te e non sono: in questa estrema, e,
quasi dir«, spietata franchezza verso di
,;^-sta la base dd una vera vita crigtia;,pa, solo sii questo fondamento è pos'sibile costruire. Il cristiano così preparato, amante della verità più che del
proprio io che con le sue pretese e ' le
sue difese vuol nascondersi a sè stesso,
ajsprà- ma solo allora - usare vera singgrità anche verso i suoi fratelli.
'’WProfondamente conscio delle proprie
-^»finite manchevolezze non pofrà più
iftàseié severo accusatore delle colpe al'•topai e, d’altro lato, consapevole, per la
'sua quotidiana intima esperienza, che il
méte "va debellato a viso aperto, non
itemerà di denunciarlo quantunque ciò
possa ledere 1 suoi interessi terreni, inndiare la sua tranquillità o la sua cosiddettà buona fede. La sincerità verso il prossimo di chi non ha temuto di
abbattere Tìdoleggiata irnmai^nie di se
stesso, mirandone coraggiosamente tutte le brutture, non potrà che essere
ètìmpleta, perchè ispirata da profonda
eomprensiione, scevra di rispetti umani, addolcita dalla carità.
Mirella Bein Argentieri.
SO L I D A RIET A’
Sotto questo titolo, un articolo delTultimo Bollettino della Chiesa di Roma, Piazza Cavour, offre lo spunto ad
alcune osservazioni, quanto mai attuali
ed interessanti, dal ipunto di vista della
nostra posizione di credenti.
-Riferendosi airepisodio del profeta
Elia é della ved^ova di Sarepta (1 Re :
17), la quale, per aver offerto «1 profeta le sue ultime riseive alimentari, in
tempi di carestia, fu da Dio benedetta,
talché la farina non si esaurì nel suo
vaso riè l’olio calò nel suo curciuolo, il
pastore P. Bosio così si esprime: Rileggete questo episodio e capirete meglio
I atteggiamentò di certi cristiani i quali, invece di /(neoccuparsi di mettere da
parte delle riserr?« sempre maggiori ds
cibo per essere in grado di resistere nell’ora della carestia, non esitano a far
parte al prossimo bisognoso di quanto
hanno, fidando, per (’avvenire, nell’Oi- *
iuto di Dio.
Fate delle piccole r serve, continua
l’artìcolo, è certamente cosa savia; ma
venire in aiuto a chi si trova nel bisogno e non sa Come orovvedere alle sue
urgenti necessità, è cosa àncora più savia. Perchè ciò attira la benedizione di
D.o il quale possiede tutti % granai del
mondo ed ama ì cuori generosi. Essere
avveéuiù e p.ùdenà è certo casa buona;
ma essere folli àd una santa follia, come
la vedova di Sarepta, è cosa ancor migliore: è sapienza superiore! L’ora che
stiamo attraversarida deve essere per
la nostra comunità ora di fede e di ^
li^’*ietà, ora dì preghiera e di. gmero, Sito. Sappmmo che ci sono persone poco privileqiate danno esempio
dì liberalità amnémicHe. So7u> le persone più felici e più tranquille per g loro avvenire. '
Quest» parole hìmno, in sè, il loro
preci^ e concreto valor»; por il fatto,
p»rò, ohe esse giungono dtt Roma, vai»
a dire da una città dove la aituazion»
alimontare è molto critica e dovè, come ai esprim» in una sua lettera il Pastore Bosio, bisogna essere molto svelti
per non andare a lètto serata ceno, quofte.steas» parole-acquistano un partìcolar» rili»vo » s’impongono all» moatra
attension«.
Bffettivamonte, aoch« da noi, ii pro
blema alimentare è il problema dei giorno. C’è chi lo deve quotidianamente affrontare per vivere e «famane i propri
igli, c’è invece chi ne parla più per abv
tudine che per neoessità, giacché neilà
propria madia c’è ancora della farina
psr fare non uno ma molti pani, c’è anche, bisogna pur dirlo, chi si »erve della presente situazione alimentare, sotto
tanti aspetti ddfflicil» per »fruttare il
prossimo, facendo lauti eld esosi guadagni.
Comunque il problema alimentare è
il problema centrale della nostra vita
e della vita dei nostri contemporanei.
Che sia così, non è cosa normal«. Non
10 è, innanai'tutto, perchè Gesù Cristo,
11 quale parlava con autorità ha ammonito i cristiam a cercare prima ùrtègno
€ la giustizia di Dio; in secondo lùogo,
perchè, se è vero che ci sono molte persoirie 1© quali non sanno come fare a risolvere il problema deH’appetitb e sono perciò costrette a bòrrere a destra e
a sinistra in cerca del heeetssàrio, è anche vero che ci sono molte persone nel
noitro mondo valdese, le quali, pur non
avendo alcun motivo di lamèntarsi per
.quanto , coheème la situazione alimentare, lasciano in. realtà chi» quei problèma s’imppnga sovrano ad ogni loro
penaierò e ad' ogni loro aaionf costringendoli a vivere più da uomini del
móndo che da credenti.
li peggio ai è che, dagli uni e dagli altri, doè generalmente da tutti, il problema alimentare viso» aitCrontato sènza vera fiducia in Dio, vai» a dhi» »enza
queiratteggiamento eh» consiste tìelr affidare la nostra vita a Dio e iiiell’lnvocare, proprio éd anoh» per il panev
quotidiano, l’aiuto Sue amorevole e
prowMenziale.
La colpa, qui,'è veramente nostra;
deirarobiente che ci circonda o dalla
nostra dobol», fi^ca vita religioia Siamo tutti' steti indotti a mancare di fiducia in Dio. Diciamo, è vero, di credere in Lui; rna, in realtà, vogliamo organizzare la nostra vita come se Dio
non estetesse dando la prevalenza ai
nostri progetti, ponendo la nostra sicups«ia p»T ¡’avvenire nel noistri piccoli
0 grandi granai, accantonando tutto dò
eh» può «asw» aeaantonato, trascor
rendo ore ed ore,, a tormentar^« per il
domani, com.e se questa guerra, con
tutte le sue distruzioni e tutti i suoi dolori, non ci avesse ancora insegnato'a
levare lo sguardo più in alto,,., verso il
Padre Celeste.......... * ^
' Il problema materiale, ripeto,
sua importanza e ^le;sue esigenze; ma
esso non deve sovrapporsi- ad ogni altra
esigenza, specialmente a quelle della
nostra anima. Esso va mantenuto nud
suoi limiti e sopratutto va consiàerajto
con la fiducia dei figliuoli nel loro Padre Celeste.
Per nói cristiani, se ancora diamo qb
valcwre -a questo nome, l’ora che attraversiamo, invece di essere l’ora del continuo lamento, deve essere, come è »ter
to detto, l’ora della fede in Dio della
carità, fraterna e delia sìnici^ ricono^
scema. ’ .
Più che mai bisogna oggi ^rq}tótere la
parola del Maestro: Non siate con ansietà aoileciÉà del domani; basta a cioscun giorno il suo affanno.
Pur trovandoci nella nece^tà di
portare ogni giorno il peso delle eaigenze materiali della vita, e sappiamo
quanto pesante sia quel peso per molti
di noi, portiamolo con fiducia nell’amore e nell’aiuto di Dio; non aggraviamolo
con le nostre lamentele, i nostri eccessivi timori, le nostre invidie, le nostre
ansietà ingiustificate, la nostra immaginazione e la nostra agitazione.
Riconosciamo, invece,, che fino ad ora
1 amore e l’aiuto di Dio sono stati una
benedetta realtà.
Non c’è nulla che maggiormente stmareggi la vita, oggi, quanto la mancanza di fede, di amore-ÌrtEteifiiO » di
gratitudine; sopratutto non c’è nulla
che maggiormente renda insensibile il
nostro cuore agli affetti inù elevati e
più duraturi, nulla che maggiormente
lo chiuda ai bisogni più urgenti dei nostri fratelli.
Ci sono troppi dolori nel mondo,
per vedere solo e sempre il nostro; ci
sono troppe privazioni e troppe misie^
rie per parlare sempre e soltanto delle
nostre; ci sono troppi e gravi problemi
per pensare sempre e soltanto al nostro.
Solleviamioci più in alto, ad una visione più chiara e più fraterna della
vita. Sopra ogni cosa, riguardiamo a
Dio. Il pensiero e la yiaione di Dio ci
aiuteranrio a vivere più serenamente,
più fiduciosamente e, ciò che oggi è così necessario, più frat^namente. _
„ E. Rostan.
IL PABAPIOGGIA
, Diluvia ed è ,giorno di mercato; le vie
nereggiano di parapioggia aperti, più o
meno nuovi, più o meno eleganti. Anch’io mi sono premunito e cerco di garantirmi con la piccola cupola amibul&nte dall’acqua die vim.giù a rovesci..
Il mio pensiero risale indietro di parecchi anni, e mi rivedo sotto un analogo diluvio in una via strette e malodorante di una città indiana. Attorno a
me gente -avvolta in drappeggi bianchi
sguscia impassibile e silénziosa; la stofra inzuppata aderisce ai loro corpi bruni sgocciolante; non importa, tra poco
la pioggia cesserà e l’aria rovente asciugherà in brevi istanti il lesero tessuto. Intanto s’affrettano tutti; è l’ora
della preghiera ed ognuno di essi vi
prenderà parte, secando la sua fede,
in un tempio induista, in una moschi,
in casa, nella sua ibottiega,. per istrada,
anche se fradicio, anche se sd aprissero
le cataratte del cielo. Io ho lasciate
Tombrello a casa e, inzuppato fin àlaccecato dal gocciolio del casco,
divenuto pesaiitA come un elmetto di
guerra, irritato, .fervoso, sono in cecca
rabbiosa di un vtìcolo che ini. riconduca
Ih albergo.
Un paragone mi si affaccia, moitìficante. Pér quanti di noi, cbsiàettl cristiani, la fede non è òhe un pampi^~
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" già?‘Quanndo 11 wli> è arrenò lo;lwsì»mo in un angolo,; ma ce : npe mùniamo
- quando piov« o tempo è'mimaccioso.
Talvolta il tesnsHirale ci oorprend^ per
via, ma, luisln^ti dal stole, non abl>iamo
preso l’ombrello, e ora non sappiamo
come ripararci. Cosi, quando la sven^ tura ci minaccia o un pericolo ci soVTSista, ci ricordiaimo di Dio, ci miettiamo sotto la sua protezione, 'gli rivolgiamo una preghiera; quando invece
nessuna pieoccupazione ci assilla,
quando viviamo nélla tranquillità, nella salute, quando i nostri cari sono sani e Sitivi presso a noi, il pensiero di Dio
ci abbandona, la preghiera esula dalle
nostre labbra e dai nostro cuore. Questa gente che noj riteniamo a noi inferiore, invece no. Adesso adempiranno
al dovere della preghiera, fervidamente, isolandosi dal mondo, anche se attorno a loro il frastuono continua, raccogJiendlosì in presenza di Dìo o di un
simulacro ibaiharico; prenderanno il
semplice posto, regolato da precetti religiosi che ricorderanno loro la divinità, procederanno alle abliizioni rituali
elevando il pensiero a sfere più pure.
Formalismo, certo, privo di una vera
comprensione di Dio, del Dio di Gesù
Cristo, ma in ogni caso la loro vita, in
tutte le sue manifestazioni, è permeata
dì religiosità. E questa è aderente al loro spirito, come è aderente al corpo
queU’indxunento drappeggiato che essi
non lasciano mai se non per un altro
assolutamente simile, che l’acqua inzuppa ed il sole asciuga, nel quale saranno ravvolti sul rogo al termine della
vita terrena, parte integrante della loro
persona fisica, distintivo de^a loro razza, fede, e caste.
Questi uomini, che non hanno il privilegio di aver ricevuta la Rivelazione
del Cristo, seguaci spesso di un culto
crudele o ripugnante, talora di una religione formalistica, tal altra di una filosofia desolata, ci danno pure una
grande lezione. Ci mostrano quale dovrebbe essere la vita del vero cristiano,
sempre sotto Io sguardo del Padre, nella costante comunione con il Figlio, sotto la guida dello Spirito. Una lezione
{>er noi die, sì e no, una volta la settimana, ascoltiamo distratti la Parola di
Dio, che ci sediamo a meniaa senza un’azione di grazie, che nel lavoro portiamo
la sola preoccupazione dell’utile materiale, che non troviamo tempo per meditare le Sacre Scritture, che non sappiamo più pregare.
Noi che siamo i figli rimasti nella
casa del Padre, e non ce ne rend^mo
conto, dovremmo arrossire davanti a
costoro ed apprendere da loro quella
religiosità, di natura ben più alta, ben
più spirituale, che dovrebbe informare
ogni minuto della nostra vita, dato che
Dk), considerandoci usciti di minorità,
ci affranca dalle pastoie del formalismo
nel quale costoro ritrovano ad ogni istante della giornata il contatto col Divino.
Essi forse ci odiano, certo ci disprezzano, non tanto perchè ci diciamo di
una religione diversa, ma sopratutto
perchè abbiamo escluso Dio dalla nostra vita. Ed hanno miUe ragioni.
Ci conceda Dio che la nostra fede ,
non si limiti ad essere un parapioggia per le gicwnate piovose, ma divenga l’abito aderente alla nostra persona spirituale. M. Eynard.
La Scuola Domenicale
Ventiseiesima lezione - 26 giugno
IL CONSOLATORE
Lettura: Giovanni 16; 1-16 - Imparare versetti 12-15 - Versetto citrale 13.
Avviandosi al termine del suo di^rso di
commiato, Gesù istruisce i suoi discepoli
sulla graiule lotta che dovranno affrontare
nel mondò, e sulla energia divina che li
condurrà alla vittoria.
La grande lotta, è quella che U mondo
dichiarerà alla fede di Cristo,' e avrà appunto per causa la incredulità verso di lui.
Questa lotta si ripete, in forme diverse, attraverso i secoli I nemici di Cristo cambiane la causa è sempre la stesse.
n Difensore. In questa lotta 1 discepoli di
Cristo hanno un difensore, il Paracleto, letteralmente l’avvocato, l’£»sistente, colui die
difende e conforta; in un certo senso dunque aindie il Consolatore: lo Spirito SarUo.
Lo Milito Santo, per bocca del discepoli,
condurrà la lotta contro le potenze di opposizione, dimostrando vittoriosamente, come
un eloQuente avvocato in un tribunale, che
il colpevole è il mondo, perchè non crede in
Cristo: che il giusto è Cristo, condannato dal
mondo come coilpevole, ma glorificato da
Dio; e che questo tragico errore del mondo
colpevole è la più chiara dimostrazione che
Satana, principe del mondo, è già giudicajto
• falliito. Questa dimostrazione dello spirito
..^ avverrà nelle coéeienze, che riconosceranno
f;'il loro peccato a si convertiranno (come i
.tremila a Pentecoste), o saranijo deflnitiva.wt mente indiurite. ^
Ma per i discepoli stessi, Ao Spirito Santo
•iiavrà una funzione più dolce e benigna. Egli
sarà il nuovo Maestro, che sostituirà Gesù,
e condurrà i suoi fedéli sulle vie di una conoscenza sempre migliore di Cristo. Lo Spirito non insegnerà loro nulla di nuovo, insegnerà sempre e soltanto Cristo, ma darà
loro una esperienza sempre più profonda
delia verità di Cristo rendendoli capaci di
* comprendere sempre meglio la' gloria senza
uguali di Gesù.
Pensando a questa continua maturazione
della fede cristiana per opera dello Spirito
Santo, nella coscienza dei credenti, Gesù va
Ano a dire: « E' bene per voi che me ne
vada... ». EJgli non è in realtà scomparso.
« Andandosene » per la via della croce, egli
si è radicato più profondamente che mai nel
cuore della umanità redenta da lui, e rimane la sua guida perènne.
Iittiialilni jer la lena li SM
io Memiria del [appellaoo Teo. Aifiede RistaiD
lo elenco pubblicato il 17 aprile L. 5.210,
20 elenco
Tourn Ferdinan4o, Torino, L. 50 - La
Chiesa Valdese di Reggio Calabria, memore
del ministero benedetto svolto in Reggio
durante alcuni mesi, 50 - Podio Lina, Torino, 50 - Rocco Podio Ginetta, Id., 30 - Ugo
Rivoiro Pellegrini, In ricordo del suo tanto
stimato amico, 500 - Cléanthe Rivoiro Pellegrini, 300 - Botturi Guido, 100 - Lo zio
Roberto, 5.000 - Gli studenti in Teologia,
550 - Monnet Viola e Elena, Torino, 30 Calabro Candida, Id., 50 - Taccia Vincenzo
e Evelina, Id., 200 - Taccia Lorenzina, Alfredo e Paola, Id., 100 - Dott. Roberto Comba, 50 - RoBtaln ved. Goss, in memoria dell'amato nipote, 500 - Enrico ed Eva, ricordando il loro fratello amatissimo, 1.000 Proif. Guido Malan. 100 - A. M., 100 - Prof.
Giovanni e Alessandrina Rostagno, 50' Jeanne De Femex, 50 - E. Murri Tran, 250
- Davite Carlo e Margherita, Torino, 400 Eynard Elio e Lydia. Id., 200 - Pesce Pasquet Leonia, Id., 50 - Unione Giovanile di
PrarosUno, 400 - Griglio Susanna e Maria,
Prarostino, 50 - Zavaritt doitt. Giulio, Bergamo, 5.000 - Rostain Carla, 5.000 - Carla
Malan, 100 - Prof. Davide Bosio, 50 - Elisa
Benech, 25 - Unione Giovanilje, Sampierdarena, 60 - Screiber Angela, Torino, 25 - Deodato Luigi e Rosa, Id., 50 - Malvicinl Paolina e Alberto, Id., 100 - Schieda Vincenzo
e famiglia, Id., 50 - Taccia Salvatore e Margherita, Id., 500 - Berinzoni, fam., Id., 50.
30 ELENCO
Parrocchia di Ferrerò Maniglia: Unione
Giovanile, Perrero. L. 200 - Stud, theol.
Peyrot Giovanni, 50 - Pascal Augusto, maestro, 30 - Peyronel Oreste, 50 - Offerte minori. 45 — Totale L. 375.
Parrocchia di Angrogna Capoluogo: Berlin Luigi, L. 25 - Bertin Carlo, 25 - Malan
Lelia, in occasione confermazione, 30 - Rivorrà Nelly, id., 30 - Buffa Cesarina, 25 Musso Eliezer, 50 - Buffa Maddalena, 50 Charlins Carla, 25 - Famiglia Gaydou, 30 Famiglia Comba Arnaldo, 50 - Miilan Pietro e Fanny, 50 - Bértalot Enrico, 30 - Fontana Andrea, 25 - Gay Emilio, 100 - Malan
prof. dott. Arnaldo 500 - Pons cav. Giovanni, 25 - Malan Lamy, 25 - Unione delle Madri di Angrogna (Capoluogo), 500 - Offerte
niinori raccolte da Rivoira Pierina, Malan
Irene, Bértalot Rita, Comba Fiorella Bertalot Elda, Malan L., 675,50 - Varie, 29,50 —
Totale L. 2.300.
Parrocchia di San Germano Chisone - Collcttate da un Comitato di Unioniste: Elma
Bouchard, L. 50 - Bértalot Graziella, 50 Gay, famiglia, 25 - Giraud, famiglia, 50 Signori Widemann, 50 - Bounous Alberto, 30
Boimous Bartolomeo e famiglia, 30 - Beux
Irma, 40 - Cardon dott. Carlo, 50 - Revel,
famiglia, 25 - Beux Mario, 25 - Bleynat Alberto, 50 - Balmas Alice, 30 - Giacone Giorgina, 25 - Comba Erica e famiglia, 30 - Beux
Armando e famiglia, 50 - Beux Carlo e famiglia, 50 - Meynier Gustavo, 30 - Meynier
Guido, 50 - Giacone Aldo, 30 - Meynier
Long Ilda e Eli, 30 - Rivolr, famiglia, 25 Ribet Vinçon Paola, 150 - Zagrebelsky Vinçon EUsa, 50 - Bouchard Davide, 25 - Bouchard Bartolomeo, 30 - Famiglia Monnet, 30
- Travers Enrichetta ved. Balmas, 35 Avondet Paolina, 25 - Avondet Umberto, 25
- Bértalot Clemente, 30 - Avondet Emilio
Paolo, 30 - Pomeron PUippo, 30 - Bértalot
Luigi e famiglia, 50 - Balmas Luigi 30 Martinat Emilio, 30 - N. N., 25 - Peyronel
Carlo, 50 - Genicoud Teresa, 25 - Germanet Giovanni, 25 - Beux Remo, 25 - Ribet
Enrico, 25 - Constantin Luigi, 25 - Offerte
minori, 1.861 - Unione Giovanile « C. Robert », 44 — Totale L. 3.500.
Totale del 2<> e 3° elenco L, 27.395,—
Totale dtì lo, 2o e 3c elenco L. 32.606,—
Um I smIa Idia Pareggiata lata
Elenco nominativo dei candidati che hanno conseguito Tammissione alla Scuola Media nella sessione estiva d’esami dell’anno
scolastico 1943-44.
Aijdomo Marcella, Aggradi Giorgio, Amatteis Alberto, Armand Hugon Daniele, Armand Pilon Irene. Balma Alida, Battaglia
Luigi, Bellini Maria Luisa, Bonjour Giacomo, Bouïssa Yvonne, Bussollni Giovanni.
Gabella Francesca, Caudano Giovanni, Cionini Carla, ClOnlni Giorgio, Coatto Walter,
Dàlè Maria, Della Valle Giulio, Deodato
Anna Maria, Duoco Giorgina, Eynard Bianca, Fenoglio Noemi, Ferrè Rosa, Gallgnano
Antonio, Garda Silvana, Gay Marco, Hen
Elenco nominativo degli alunni che hanno
conseguito rammissione al Liceo negli scrutini dell’anno scolastico 1943-44.
king Roberto, Lesea Luisa, LoumaBn Anna,
Losano Flavio, Magretti: Giuse|>pe, Mainerò
Cesare, Martina Mitzi, Molinarl Rosalia, Mòtani RosanSna, Paltrinieri Aurelio, Paschetto ¡
Alma, Pasiho Renato, Piccato Luciana, Pronello Giuseppina, Rivoira Marcello. Rosolen
Piemanda, Sanlorenzo Francesco, Slbona
Giovanni Vaclago Maria, Zappla Antonio,
Ziegeler Audiberti Maria, Zunino Francesco.
Angiolillo Giovanna, Battezzati <ìiorgio,
Bondon Giovanni, Bouïssa Silvio, Charbonnier Ester, Charrier Angelo, Gàffuri Silvana, Galli Maria Luisa, Giuffrida Vito Mario,
- Goss Paola, Jahier Marina, Jourdan Fernanda, Lasca Riccardo, Lo Bue Beniamino, Losano Giorgio, Musso Luciana, Oggero Piera
Rosa,. Padrini Pietro, Pascal Enrico, Póntet
Maria Luisa, Tros^elli Luigi, Varese Dario, Villa Giovanni.
,» PPdisimto, sig;' JSÌisbct, “ ha presieduto ' il
'il culto .'con Santa Cena-nel tempio, e nel i«»T meriggio egli ha., ancora rivolto un massaggio al fratelli del quartiere^di Pomeano. Le
ringraziamo vivamente di-.]'queeta sua gradita visita.
Elenco nominativo degli alunni che hanno conseguito la maturità ciassica nell’anno
scolastico 1943-44.
Bouissa Margherita, Casali Luisa, Comba
Laurentla, Corsi Alfredo, De Femqx Carlo
Alberto, Ferretti di Castelferretto Diana,
Fomeron Ferruccio, Gersonl Annalisa, Guglielmino Luigi, Maggiore Marisa, Malanot
Ferruccio, Salvatores Maria Ros'ma, Turin
Mirella.
Cronaca Valdese
ANGROGNA (Serre)
Domenica 14 maggio, nel nostro tempio
dei Serre ha avuto luogo la festa di chiusura delle nostre tre Scuole domenicali. Ringraziamo 1 bambini e coloro che hanno oontrlbuito alla buona riuscita del programma
lodevolmente svolto.
— La domenica 21 maggio, nel tempio del
Serre, dopo la lettura della relazione annua del Concistoro, l’Assemblea riconfermava nella loro carica i nostri Anziani ed
aggiungeva al Concistoro un nuovo Diacono
per il quartiere del Serre: il signor Guido
Buffa. Il Concistoro gli dà il suo fraterno
benvenuto. L’insediamento del nuovo diacono avrà luogo, se piace a Dio, nel corso
del nostro culto pomeridiano nel tempio del
Serre la domenica 18 giugno.
Nel corso della medesima Assemblea erano designati quali delegati della Comunità
alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo
i signori: anziano Ricca Stefano (Coissons),
Coisson Stefano (Croui),
Ringraziamo il nostro Capodistretto per '
PINEROLO
Quali delegati alla Conferenza Distrettuale furono eletti i signori: Viciino Giovanni,
Roland cav. t ing, Carlo e Gardiol Alessandro. Delegato al Sinodo: maestro Enrico Balma. Revisori dei conti: dott. Italo Mathieu
e ing. Rolqpd,
POMA RETTO
Dopo un soggiorno di pochi mesi soltanto
sulla terra è tornata in Cielo la piccola Giovanna Corveglìo di Ferdinando e di Ernesta Canale, del dot Inverso Pinasca. L’inumazione della piccola salma ha avuto luogo
il 31 maggio scorso.
Il 1° giugno corrente è pure mancato all'affetto dei suoi cari, a tre soli mesi di distanza dal figlio Guido, Enrico Ribet fu Giacomo, di anni 57, di Vivian (Inverso Pinasca).
, Tolto dal corpo della sofferenza egli è entrato nel riposo eterno scilo rimpiangendo
la famiglia e di non aver potuto rivedere i
figli assenti, uno dei quali internato in Germania.
A tutti coloro che queste dipartenze lasciano nel dolore rinnoviamo la nostra cristiana simpatia con raugurio che possano
trovare nella santificazione della prova consolazione e conforto.
PRAMOLLO
Domenica 21 maggio, nella sala unionistica, ha avuto luogo la festa della madre cristiana. Festa sempre simpatica alla quale
hanno partecipato in gran numero le madri
di famiglia e i bambini delle Scuole domenicali. Dopo il culto d’ihtroduzLone, si è
svolto il bel programma di recite e canti;
ed i bambini hanno poi offerto alle mamme
un mazzetto di fiori di montagna, a simboleggiare l’affetto e la riconoscenza ch’essi
devono loro.
Infine 81 allievi della Scuola domenicale,
che avevano dimostrato buona volontà,' hanno ricevuto in dono un bel libro. La festa
che, chi'usasi ufficialmente nella sala delle
attività, ha avuto un dolce epilogo sotto 11
secolare tiglio del presbitero, ha lasciato In
tutti, piccoli e grandi, un lieto ricordo. Un
cordiale ringraziamento a tutti colcwo, insegnanti, monitrfci, madri e piccoli artisti,
che hanno contribuito alla riiuscita della
festa.
— Il giorno di Pentecost« il nostro Ca
l0 sua predicazione del 4 giugno. e. a. \
SAN QERMANO CHISONE
Domenica 4 corrente è stato amministrats
‘vii Santo Battesimo a Ermanno Ge»r«. di
1 William e di Clara Chambón, dall« r'KÌTifTf* viere. Iddio faccia di questo bambino 'va
suo servitore, lo benedica « lo guardi
VILLASECCA
Nel mese di maggio sono state presenlate
al S;-* Battesimo; Irma Elisa Peyronel di
Giuseppe Emilio e di Ines Peyronel. Violetta Massel di Bartolomeo e di Alma Peyronel.
Nella ricorrenza della Pentecoste sono »tati ammessi quali membri di Chiesa i seguenti catecumeni del quarto anno: Maseeil
Elsa (Chiotti), Clot Letizia (Rivoira), Bounous Olga (Albarea), Massel Ida (Maisetta),
Menusan Rina (Chiotti), Ferrier Anita (Id.),
Rostaing Irma (Villasecca), Gugliehnet Elsa
(Serre), Ferro Maddalena (Villasecca Superiore), Pons Silvio (Villaseoca), PeyroneJ
Aldo, Peyronel Roberto (Rida^etto), Menusan Renato (Chiotti), Costantino Umberto
(Peyronel), Ferrier Levi (Air^tt'a).
« Tutti quelli che son ooniotti dallo S])irito di Dio son figliuoli di Dio» (Rom. 8: 14).
Anche quest’anno gli studenti della Pra
del Tomo hanno porteto il messaggio missionario fin nei più lontani quartieri dèlia
parrocchia. Una somma di oltre 600 lire collcttata per le Missioni, ha coronato la lor»
nobile fatica,
Una ricetta infallibile
Se volete essere infelici, pensata a voi
stessi. ,
A tutto ciò che voi desiderereate, e
che non potete procurarvi.
A tutto quello di cui avete bisogno e
che non possedete.
Al rispetto di cui la gente dovrebbe*
onorarvi, e che viceversa non vi manifesta,
A tutta la fortuna di cui dovreste
godere, e che invece arride ad altri... che
non ne sono meritevoli.
Guastate tutto ciò che toccate. c.Qn il
vostro malcontento.
Siate invidiosi e gelosi.
Non fidatevi di alcuno, non amate
nessuno.
Così, con un po’ di tempo e di fatica,
sarete infelici quanto lo si può desiderare.
(Iscriziione nella cattedrale di LubKca).
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La sera del 12 giugno, improvvisamente
mancava alVaffetto della sua famiglia
Eugenio Peyrot
(di anni 47).
Ne danno l’annunzio: i figli, i genitori, i
fratelli, i nipoti ed i parenti tutti e ringraziano quanti con scritti e con la fraterna assistenza del momento, hanno preso parte al
loro lutto.
: La salvezza appartiene all’Etemo ».
(Giona 2: lò).
Dopo lunghe sofferenze sopportate con
cristiana sottomissione, è stata richiamata
dal Signore, il 27 aprile
Gaterioa Gay Boacbard
(di anni 75),
« In sulla sera vi sarà lue* ».
(Zane, 14; 7).
« Gesù disse: passiamo all’altra
riva». (Marco 4; 36).
GEOIflETRA
RENATO GARDIOL
PINEROLO:
Via Savoia« 2 - Tal. SS
S. GERMANO CHISONI :
Al malllno dai VanardI.
Prof. Gino Costabei., Direttore reiponsaMl*
Autorizzazione Min. Cultura Popolare N. 16
del 7 gennaio 1944-XXII
ARTI GRAFICHE " L’ALPINA „ • Torre Pelllce
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