1
Bi'olioV-’ca Valissô
¿‘’■‘î * ; ■'T-,
’ *áá* ^
“laæBîîîi-. - M ..jûâsîtss
'¿'iï^âû
*rür: ~
TOSRS'ÎSILICB^
itii ‘If m
DELLE VALLI VALDESI
Quindicina I e
delia Chiesa Yaldese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIV - Num. 27
Una copia 'L • SS Æ
ABBONAMENTI
{
Eco: La 700 per l'interno \ Eco e La Luce: La, 1200 per l'interno j Spedixa nbb. postole II Grnpl^o
La 1200 per l'estero
Lai i860 per l'estero { Cambio' d'indirisxo Lire 40,—'
TORRE PELUCE, 31 Dicembre 1954
Ammin. Oandinna Torre Pclliee - C.CLP. 2-17557
Per Jomare alla Bibbia
Come un mo soleo
Avete mai guardato un mosaico
molto da vicino, come ce lo mostrano certe fotografie e certe cartoline
illustrate?
E' una ben strana cosa: tanti pezzi, più o meno quadrati, di pietra di
vari colori, ogni pezzo del suo colore, ma senza sfumature e senza variazioni, fra l’uno e l’altro affiora il
grigio del cemento in cui i singoli
pezzi sono affondati.
Strano e poco hello. Ma se voi invece di mettere proprio il naso sul
mosaico vi allontanate da esso quel
trmio che basta per vederlo tutto assieme allora le cose cambiano; dalle
piei ruzzo cominciano a delinearsi linee e sfumature, tutto un quadro.
Sembra che non abbia quasi nulla a
che vedere con i quadratini di pietra di prima. Eppure sono sempre
loro!
Alate infinite
fa... Pensate ancora, sempre nel
Nuovo Testamento, allo diversità della I Lettera ai Romani da quella di
Giacomo.
Un messaggio soie
Cosi, conte un mosaico: tanti colori diversi, tanti frammenti estranei; ma un solo messaggio: quello
dell’amore di Dio che ci saltia in Gesù Cristo.
Antico e Nuovo Testamento, Profeti ed apostoli, poeti e legislatori,
uomini pacifici e combattenti focosi,
sono tutti rivolti verso un unico centro: Gesù Cristo, così come i raggi di
una ruota che da tutti i punti di essa.
l’uno contro all’altro si tendono verso l’unico centro affinchè la ruota
possa girare con precisione.
, Ed il fatto più notevole è che la
Bibbia non compreftde tutti gli scritti religiosi ebraici 0 cristiani di quel
tempo.
Parecchi, forse moltissimi altri, sono stati scartati e pure parlavano di
Dio, erano stati scritti con indubitabile pietà ,e con scdpi sinceri.
Sarà solo un cast», il fatto che proprio da questi libri che la Sinagoga
ebraica e la Chiesa Cristiana hanno
scartato, sono sorte buona parte dellcJ2 deviazioni ” che affliggono quella parte della Cristianità che le ha
accettate, come ha fatto la Chiesa di
Roma?
Ad ogni modo, questi libri non sono stati messi nella Bibbia perchè la
comunità dei credenti, ad un. certo
momento, non ha sentito la presenza
dello Spirito del Signore in essi.
Non si tratta di una scelta fatta
dalla Chiesa, sotto alla sua autorità,
come ci si dice talora; non si tratta
neppure di un giudizio che la Chiesa, come giudice, ha emesso a proposito della Bibbia, ma di un puro e
semplice riconoscimento. Il che è
molto diverso.
Se noi riconosciamo che Dio è il
Signore, non siamo mica noi ad aver
fatto Dio, nè ciò significa che noi siamo capaci di giudicare Iddio; semplicemente ci siamo trovati davanti
alla sua autorità ed alla sua divinità
ed abbiamo chinato il capo; abbiamo riconosciuto quel che Dio è; e
nulla di più.
Cosi lo Spirito di Dio che aveva
ispirato i profeti e gli apostoli ha
pure guidino là Chiesa di Gesù Cristo a riconoscere questa ispirazione,
a vedere al di là dèi volto, dei molti
e contrastanti volti unumi~ quello
misericordioso di Dio.
Questo occorre però che lo facciamo anche noi, ognuno per conto nonostro. Come ai discepoli era chiesto
di riconoscere T Unigenito del Padre
nel volto di Gesù di Nazaret, a noi
Dio chiede di riconosf^re questa testimonianza e questa Parola di Dio
nelle molte e diverse testimonianze
degli uomini che han scritto la Bibbia.
Accettando di-guardare questi volti e di ascoltare queste parole diremo anche ” si” ed ” amen ” ¡¡lift
unica Parola di Dio che per mezzo
dello Spirito giungerà fino a noi per
salvarci.
Franco Davite.
Pour bien lire la Paróle de Dieu
ìJn poco cosi è con il volto umano
(lidia Bibbia.
Esso è composto da tante facce,
lanie età, tante situazioni, tutte diverse Le une dalle altre, ognuna col
.suo ccAore e la sua caratteristica, come le pietnizze del mosaico.
Ritroviamo infatti la traccia di uomini, mentalità, civiltà preistoriche,
tremende e spietate come appaiono
nei racconti della Genesi, con i suoi
accenni ai sacrifici umani praticati
dai pagani e considerati come una
cosa normale della civiltà di allora.
Ricordi antichissimi di tempi in
cid la, scrittura non era ancora cosciuta o praticata da Israele e, che
dopo essere stati tramandati da una
generazione all’altra per un tempo
imprecisabile vennero raccolti da
scuote di profeti e di sacerdoti ed alla fine (5° secolo A. C.) riuniti assieme in quello che chiamiamo Pentateuco e che comprende i primi cinque libri della Bibbia.
Abbiamo, all’altro estremo dell’Antico Testamento, il volto più raffinato e spirituale del profeta cresciuto a contatto con la civiltà di Babilonia o di Assiria, colta e ricercata
(pensate ad es. alla raffinatezza e
complicazione delle visioni di Daniele ed Ezechiele confrontate con
la semplicità del messaggio dei primi profeti: Amos e Osea).
Quanto contrasto fra l’ottimismo
dei libri della conquista di Canaan
e delio sviluppo di Israele setto Davide e Salomone e la severità delle
profezie di prima dell’esilio, quando
Dio richiama, per Vultirrxa volta il
suo popolo, affinchè si ravveda orima che il giudizio terribile dell’Eterno scerula su di lui.
Pensate ancora alla delizia di certe pagine degli scritti poetici ed alla
precisione, alla necessaria pedanteria di certune prescrizioni e leggi.
Quanti e quanti contrasti in queste pagine dell’Antico Testamento,
testimoni della azione di Dìo in vari
millenni di storia degli uomini!
Ed anche nel Nuovo Testamento
le cose non sono fondamentalmente
diverse. Il tempo in cui esso è stato
scritto è assai più breve; il suo messaggio è centrato tutto più direttamente su Gesù Cristo; ma pure! Considerate la diversità del modo in cui
questo unico Evangelo ci è presentato da Giovanni e da Paolo: tanto
grande che anche dei teologi hanno
creduto di dover contrapporre l’uno
all’altro. D’altronde in queste difficoltà erano già caduti i credenti di
Corinto, che, vivi ancora gli Apostoli, avevano confuso la differenza del
volto umano del Messaggio evangelico con una differenza di sostanza:
ricordate I Cor. 10: 10-31: ” Io sono di Paolo, io d’Apollo, io di Ce
J'écris ces lignes pour répondre à
l’invitation du Directeur de VEcho,
qui m’a prié de traiter ce sujet à
¡’intention du public des Vallées.
Tout le monde lit...
Je n’ai pas la présomption, ni la
possibilité, d’enseigner aux Vaudois
ir lire leur Bible' (atrx Vaudois qui
ne !a liraient plus). Je ne sais que
trop qu’il est très difficile de reprendre une bonne habitude qu’on a lâchée, plus difficile encore que d’en
prendre une nouvelle... Et voilà pour
la présomption; quant à la possibilité, il faudrait, non pas l’espace d’un
article de journal, mais un livre tout
entier pour décrire ce que peut être
la lecture de la Bible dans un milieu
protestant digne de ce nom.
En effet, la saine piété protestante
se nourrit essentiellement — exclusivement! — de la lecture de la Bible. C’est son « pain quotidien ». Il
y a, vous le savez, des plans de lectures journalières de la Bible qui s’appellent précisément des pains quotidiens. Une foule de traités, de brochures, de livres, même de revues,
ont été publiés dans tout le monde
dans le but d’offrir aux chrétiens toutes facilités imaginables en vue d’une
lecture régulière, ordonnée, systématique, de la Parole de Dieu.
Le renouveau biblique de ces derniers 25 ans, et la campagne biblique
de cette année, lancée par notre Synode, ne sont rien de nouveau. De la
Réformation à aujourd’hui, la lecture et la méditation de la Parole de
Dieu ont été la condition préalable
par laquelle l’Eglise poursuit sa marche et sans laquelle l’Eglise s’arrête
inévitablement et trahit son Maître.
de loules façons!
J’ai sur ma table de travail un petit tas de ces exhortations fraternelles; il y en a de toutes lesespèces et
de toute provenance. Voici une « li' gue pour la lecture de la Bible », qui
’ propose à ses adhérents un calendrier
' de lectures; voici les excellents et célèbres (c Losungen » (mots d’ordre)
des Frères Moraves; voici l’original
calendrier que C. Bonavia avait préparé sur la Genèse et l’Exode; voici
des théologiens reconnus qui ne dédaignent point d’étudier à fond les
' causes véritables du progrès de l’E[ van^ile, causes qu’ils dépistent unanimes dans la lecture de la Parole de Dieu; voici des évangélisateurs
tels que D. L. Moody, qui proposent
à leurs auditeurs, tout simplement,
de se poser deux ou trois questions,
chaque fois qu’ils se disposent à lire une page de l’Ecriture; voici des
mémentos bibliques^ pour retrouver
et comprendre n’importe quoi dans
la Bible; voici des « Unions de Bérée » (le sens de cet*épithète se tr.ouve aux livres des Actes des Apôtres,
chap. 17, verset lit prière de contrôler ce texts!); vcàci des « lecteurs
de la Bible » et même des « étudiants
de la Bible »., ces fffimiers étant une
secte à laquelle on ne peut certainement pas reprocher l’indifférence vis
à vis de la Bible!
Apprenons nous aussi à lire
Et nous? nous les Vaudois de la
Bible? J’ose me flatter qu’il n’est pas
nécessaire, avec mes frères des Vallées, de commencer à partir du... déluge. C’est pourquoi, laissant de côté tout ce qui concerne les auxiliaires de nos lectures bibliques (livres
d’introduction, commentaires, pains
quotidiens, plans de lecture, etc.)
dont, il me semble, notre Claudiana
ne nous laisse absolument pas dépourvus!, je me bornerai à indiquer
quatre simple méthodes, en vue d’une bonne et bienfaisante lecture régulière de la Bible:
1. la lecture par chapitres
2. la lecture par images
3. la lecture par sujets
4. la lecture par mots.
Ces quatre méthodes ne devient
pas être employées séparément, mais
en collaboration réciproque.
Et pour aujourd’hui quelques lignes d’explication sur la première
d’entre elles.
la leclure par chapilres
Je vois d’ici la moue de mes deux
lecteurs savants: par chapitres?!
Mais c’est impossible. Ne savez-vous
pas que la division de la Bible en
chapitres, particulièrement du Nouveau Testament, et tout notamment
des Epîtres, n’est presque jamais rationnelle? N’avez-vous pas vu que
la Société Biblique a sagement relégué les> chapitres et versets aux
marges de notre « Riveduta », justement pour éviter que cette division trouble l’oeil qui lit? Allons
donc, vous vouliez faire allusion aux
épisodes, aux péricopes, quoi!
(Entre parenthèses: « péricope »
vient du grec et veut dire « coupé
tout autour ». La péricope est un
épisode arraché, déraciné de son
contexte, et coupé dans le vif: un
tronçon qui n’a plus sa tête au ciel
ni ses pieds sur la terre!).
Mes deux lecteurs savants ont raison. Mais... qu’ils prennent garde.
Du point de vue de la lecture biblique (ce qui nous intéresse ici) la
division de l’Ecriture par péricopes
présente un double danger:
Premièrement, que cette délimitatiôh nous autorise à sauter cc di pié
pari » les épisodes sur lesquels nous
n’aimerions pas, pour plusieurs raisons, arrêter notre attention^Or, je
vous prie, dites-moi, peut-on savoir
.grand’çhose d’un romati ou d’tm
travail scientifique qu’on est en train
de lire, si on en choisit, ça et là,
un épisode, un théorème (le plus
bref, si on n’a pas beaucoup de
temps disponible; le plus vivace, si
on a le cafard; le plus facile à saisir, si on est fatigué...)?
Assurément, non. Et alors, pourquoi prétendrait-on agir ainsi vis à
vis de la Bible?
Deuxièmement, dans l’acceptation
de l’Ecriture telle qu’elle est, telle
que nous l’avons reçue de nos pères,
telle que l’Eglise nous l’a transmise,
il y a une force indéniable, qui nous
met dans la meilleure condition nécessaire pour une lecture vraiment
utile à notre âme: la force de l’humilité.
Avec mon coeur, un pelil carnel
Dès lors, nous ne' dirons plus:
c’est étrange, ici finit le chapitre,
mais Thistoire ne finit pas, quel dommage...
Mais nous dirons en toute simplicité
d’esprit: je suis appelé, non pas à
choisir le message que Dieu m’a
adressé dans ce chapitre, mais à le
déchiffrer avec l’aide de son Esprit.
Or, quand même j’aurais pleinement
saisi, pour ce chapitre (l’espace) et
pour ce jour (le temps), le message
de l’Esprit, l’Esprit n’est pas pour
autant lié ni à Tun ni à l’autre (ni
à l’espace ni au temps), comme, au
contraire, en tant que créature, je
I? suis, moi!
Nous lirons donc la Parole de Dieu
par chapitres. S’il n’est pas possible
de lire un chapitre chaque jour (chaque soir), nous consacrerons à notre
lecture de la Bible au nioms trois
jours (trois soirs) par semaine.
Pour obtenir un coup d’oeil net
et précis sur toute la portion de
l’Ecriture dont nous avons entrepris
la lecture (une prophétie, un évangile, une épître, ou le livre des psaumes...), munissons-nous d’un carnet
et d’im crayon; et, après lecture,
donnons nous-mêmes un titre au
chapitre que nous venons d’avoir
lu, et écrivons-le sur notre carnet.
Ce titre sera court, ^mordant, ime
.“orte de slogan.
Après ce titre (qui sera parfois
le titre de deux ou trois épisodes ou
péricopes, à la fois), transcrivons le
verset du chapitre, qui nous semble
ra exprimer le mieux Vidée centrale
de ce chapitre même.
Si, par exemple, nous avons entrepris la lecture du Quatrième Evangile (Jean), nous écrirons au fur
et à mesure ainsi:
I - Les. premiers disciples - Verset
Central: 11-12.
II - Les noces de Canü - 'Verset
Central: 5.
III - La nouvelle naissance, ou:
le doute de Nicodème - Verset Central: 16.
TV - La Samaritaine, ou: Le nouveau culte - Vetsst Central: 24.
V - Bethesda, ou: 38 ans! - Verset Central: 24.
VI - Le pain descendit du ciel Verset Central: 51.
VII - L’eau de la vie étemelle Verset Central: 37-38.
VIII - Trois, Pères: ’’mon” Père,
le père Abraham, ’’leur” père Satan! - Verset Central: 36.
IX - L’aveugle né - Verset Central: 3 (ou 4).
Et ainsi de suite. Bien entendu,
chacun pourra titrer les chapitres et
souligner les versets centraux selon
sa propre inspiration.
Tu découvriras la Bible
Ces découvertes personnelles sont
intéressantes, mais pas toujours faciles (voir par exemple Jean, chapitre 14). La tâche en est d’autant
pîus captivante! L’essentiel est évidemment que les titres soient clairs,
précis, évocateurs, des coups de
mains à la mémoire; et que les versets soient lapidaires, fondamentaux,
faciles à rappeler à mémoire, et de
telle sorte qu’on puisse grouper autour d’eux les épisodes que les titres
auraient éventuellement laissé passer sous silence.
Recherche et découverte: intéressant et amusant.
... Et vous verrez l’horizon de vos
connaissances bibliques s’élargir, en
peu de temps, démesurément!'
________ Th. Balma
La prochaine fois: La lecture par
images.
Colui che tutta la vita s’affatica in
un perpetuo tendere verso sempre
più alti ideali è ben degno di essere
redento da ogni colpa terrena e soccorso dall’alto e così accolto nel regno delTamor divino. Goethe.
Fai ciò che Dio vuole e n<m'volere
che Dio faccia quello che tu vuoi.
2
-i 1- •- í V w
* —
tTECO DELLE VALU VALDESI
Vi
Comf uscire dal disagiò?
Che il nostro Pastorato — e, più
ancora, il nostro Laicato — stiano
attraversando un periodo di profondo « disagio » è cosa evidente. Sì
tratta di uno stato d’animo generale
ancora un po’ confuso, difficilmente
analizzabile, in cui entrano l’apatia
spirituale, la pigrizia intellettuale,
la tradizione, la stanchezza, la generale sfiducia, la routine, la scarsità di
contatti culturali e politici con la
mentalità moderna e con la vita quo.
tidiana d’oggi. Da questo'stato d’animo — grigio e nebbioso ■— derivano malintesi, dubbi,-incertezze: un
malessere diffuso al quale occorre
cercare e portare un sollecito rimedio.
Non sappiamo bene dove andiamo,
che cosa ci stiamo a fare — come Popolo e come Chiesa — in questo mo
Ubera indagine
dì Fede; ma la firma di una dichiarazione di adesione alla Confessione
stessa! E non c’è chi non veda che...
non è la*^tessa cosa. La quasi totalità
dei Valdesi non ha mai letta lanaostra Confèssione di Fede e non l’ha
mai sentita leggere. Ci accontentiamo dei oc Credo detto Apostolico »
(che è del IV secolo) tanto per far
vedere ai Fratelli separati che siamo Cristiani anche noi.
Del disagio di cui sto parlando i
sintomi sono molteplici.
La stessa relazione annua della Tavola all’ultimo Sinodo accenna senza pietosi sottintesi a questo disagio
e si possono scorgere facilmente varie manifestazioni individuali dello
stato d’animo generale, negli ultimi
numeri dell’« Eco »: articoli di Jouvenal, di Geymet, di Vaimal, dell’Abate di Vallaspra... (Ma perchè mai
ogni articolista non firma a faccia
scoperta la propria prosa col proprio
nome?) j t
mi
esortavo a frequentare il culto
diceva — con lo stesso tono, ad un
tempo scettico e scoraggiato, col qua
f, i
le mi parlava poep prima della scarsità dei prodotti delle sue terre —:
Lo sai già tut!..
Occorre d’urgenza rinnovare il
messaggio, abbattere le barriere che
ci separano dal modo di pensare e
d’agire dei nostri contemporanei,
partecipare anche noi — con una
mentalità nuova •— all’aspirazione
più vera e profonda dell’epoca no
stra; quella che volgendo risolu
temente le spalle al passato e supe
rando, con un gesto d’amore, il pre
sente contrasto tra Est e Ovest - af
ferma ancora una volta, rinnovando
Io, il principio evangelico fondamen
tale della Fraternità umana e non
esita a contemplare arditamente, nei
tempi avvenire, la luce abbagliante
deirUmanità, redenta e riconciliata,
ricondotta a Dio..
Giovanni E. Meille.
Il titolo: Libera indagine, è di un
nostro collaboratore che lo aveva aggiunto, a mo’ di soprascritta, al suo
articolo: evidentemente per sottolineare che la sua personale presa di
posizione non intendeva coinvolgere
la responsabilità del giornale. Lo accogliamo volentieri come soprascritta a questi due articoli di C. E. Meille e di Un Emerito, che espongono
punti di vista molto diversi e che potranno destare reazioni., appassionate! Ma il problema è così serio, che
vale la pena, una volta tanto, di correre i rischi di' una libera indagine,
anche se tanta brava gente dovesse
scandalizzarsi perchè « gli altri »,
che ci leggono possono avere una
cattiva impressione e godere. Come
se « gli altri » non ci conoscessero
molto meglio di quanto non pensiamo! Un libero e sereno dibattito,
scevro di personalismi, deve ancora
essere possibile in seno alla nostra
Chiesa, sui nostri giornali.
mento — nel vasto mondo che si
muove mentre noi stiamo fermi e che
— sopra una base sempre più internazionale e unitaria — s’agita e soffre e — su tutta la superficie del nostro Pianeta — vuole una soluzione!
Noi cerchiamo di « evangelizzare ma tale non si può onestamente chiamare la teorica sostituzione
delle dottrine protestanti alle dottrine cattoliche. Noi sentiamo il bisogno di una saggia direzione poiché
— hic et mine — un programma per
il nostro pensiero, per la nostra propaganda, per la nostra azione noi piccola patria valdese nella grande
patria italiana — sinceramente non
labbiamo.
Non sappiamo bene neanche più
quello che crediamo. La nostra Confessione di Fede (che nessuno conosce) è un tarlato « documento storico » vecchio di secoli che dorme indisturbato negli archivi. Non si va a
spolverarlo nemmeno quando si consacrano i pastori. Ai candidati si richiede la firma non della Confessione
Di questa nostra attuale incertezza — che sta divenendo una vera
« inquietudine valdese » — quali sono le cause?
Il presente nostro disagio morale
non è forse dovuto a un contrasto
(nell’ambiente delle nostre Chiese)
— a una vera e propria lotta — tra
lo Spirito del Passato e quello che è
veramente lo Spirito nuovo dei nostri, tempi?
Questo Spirito nuovo soffia intorno a noi, rinserrati nelle nostre Valli e negli ambienti chiusi delle nostre Comunità cittadine. Ci rendiamo conto che siamo senza alcun contatto, senza alcuna relazione (diretta o indiretta) — religiosa, culturale,
artistica, politica — con il modernismo dei nostri tempi; senza alcuna
collaborazione (fatte le debite eccezioni) con le iniziative di carattere
educativo, pedagogico, sociale che
fioriscono in tutti i campi intorno a
noi. Questo Spirito nuovo incomincia a farsi sentire tra la nostra gente
della montagna e del piano, ma non
possiede ancora termini esatti per
esprimersi. Lo Spirito nuovo, però,
si va affermando fra noi con una certa efficacia mediante una profonda
aspirazione e realizzare ambedue le
parti del Grande Comandamento:
l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Lo Spirito nuovo si manifesta
mediante un bisogno sempre più sentito di fare del Vangelo un messaggio di Libertà e di Giustizia terrena
che superi di gran lunga i gretti ed
antiquati concetti della Salvezza individuale futura e ultraterrena e che
concentri lo sforzo morale del sirigo.
lo credente nella collaborazione entusiasta all’impresa umana, immediata e collettiva; la realizzazione
sulla terra degli ideali del Regno di
Dio.
Anche i nostri rudi contadini, anche i membri delle nostre chiese cittadine — per lo più appartenenti alle classi medie — non si ritrovano
nella predicazione abituale. Vogliono non sanno bene cosa; ma vogliono « altro »!. Un vecchio montanaro
che non ho mai visto in chiesa e che
Non sapete voi che c’è qualcosa
in ognuno di noi che non può essere
colpito da nessun Stato, da nessuna
collettività, da nessun milione di uomini? Agu Rand (da « Noi vivi »)
Sii fedeie
Queste, le parole rivolte all’angelo
della Chiesa di Smirne (Apocalisse 2:
10). Parole ammonitrici, parole consolanti : « lo conosco la tua afflizione e
la tua povertà (sebbene tu sìa ricca) ».
« Non temere, anche se il diavolo è
scatenato... » Ma sii fedele!... lo ti darò la corona di vita.
Sii fedele...
Queste, le parole scolpite sul marmo, alla base della stele di granito che
i giovani hanno rizzato a Chanforan,
sul luogo dove i padri decisero l’adesione alla Riforma e la stampa della
Bibbia.
Ma gli anni sono passati, e l’iscrizione, così nitida in questa vecchia fotografia, ha subito le offese del vento
e della pioggia; nel marmo è come
sbiadita, non risalta più: non si legge
più facilmente!
1 gennaio 1955: la parola d’ordine
è sempre la stessa: sii fedele, perchè
Egli è fedele. Ma bada che la tua fedeltà non abbia sofferto le ingiurie del
tempo, non sia sbiadita; che gli altri
non la riconoscano più facilmente.
Perchè Egli è fedele nel premiare e nel
perdonare. Ma tu sai ancora che devi
esser perdonato e puoi esser premiato?
BUONI PROPOSITI
Giungendo al termine di un anno,
è naturale che si guardi indietro cercando di comprendere ciò che non ci
ha soddisfatti in quel periodo.
Anche nella vita della nostra Ghie,
sa, è utile cercare come si possa migliorare quello che ci è apparso imperfetto nell’anno trascorso.
Si è parlato ripetutamente anche
su'questo giornale, di un certo disagio che si è manifestato nella vita
della nostra Chiesa, nell’anno passato. Si è anche cercato ■— sulla base
di identiche esperienze fatte in altri
paesi — di studiare quali metodi nuovi potrebbero aiutare la Chiesa ad
uscire da tale « disagio ».
A quelle osservazioni noi vorremmo aggiungere un consiglio tratto
dall’esperienza dei nostri fratelli
scozzesi; nella speranza che anch’esso possa esserci utile nell’esame degli inconvenienti verificatisi nel passato, e giovarci nel fare dei buoni
propositi per l’anno nuovo.
In Scozia, prima ancora che da
noi, il regime democratico ha eser
citato una profonda influenza sulla
vita delle Comunità. Si tratta di Chiese le quali applicano il sistema presbiteriano, secondo il quale ogni Comunità nomina, nella sua Assemblea,
degli Anziani e dei Diaconi scelti fra
i membri di Chiesa più zelanti e capaci : questi fratelli formano un Consiglio di Chiesa che è presieduto dal
Pastore e che è incaricato di dirigere ed amministrare la vita della Comunità.
Anche da noi, nella Chiesa Valde
Ricordando Adolfo Giampiccoli
Esprimiamo la nostra simpatia cristiana alla vedova ed ai figli di Adolfo Giampiccoli, deceduto a Milano,
dopo una dolorosa malattia che egli
aveva sopportato' con l’animo sereno
del cristiano per il quale le parole della speranza cristiana sono una realtà
viva, nelle ore della prova, come in
quelle della gioia. Membro della Tavola Valdese e del Concistoro della
Chiesa di Milano per lunghi anni, portava nello svolgimento del suo compito un senso di equilibrio ed un desiderio di realizzazione pratica dell’ideale
cristiano che ne faceva un collaboratore prezioso. Altri potrà ricordare i
molteplici aspetti di quest’attività; ci
asterremo volutamente dal consueto
necrologio ufficiale, perchè abbiamo
troppo vivo, nel ricordo, il suo sorriso arguto di cristiano silenzioso e modesto. schivo di elogi, e, nel cuore, il
rispetto per il credente che aveva realizzato in misura sempre più compiuta la potenza di Dio che si compie nella debolezza della nostra natura umana.
Ci sembra pertanto di poter, qui,
con la stessa umiltà che lo aveva ispirato, pubblicare alcuni « pensieri » che
Adolfo Giampiccoli ci aveva scritto,
tempo fa. Egli, che seguiva, con immutato affetto, anche se con forze fisiche diminuite, le varie attività della
sua Chiesa, ci aveva scritto, dandoci
suggerimenti, consigli ed incoraggiamento; ci scriveva, fra l’altro : « Perchè non avete una pagina per i malati? » E per collaborare, affinchè il consiglio non rimanesse soltanto un consiglio, egli ci mandava alcuni « pensieri » sgorgati dalla sua personale
esperienza della sofferenza.
Li trascriviamo qui, affidandoli alla
meditazione dei lettori dell’Eco; ci
sembra che questa meditazione possa
costituire il migliore omaggio alla memoria di Adolfo Giampiccoli:
...« Mezz’ora, e l’operazione è finita; mi caricano sul carrello e, dopo un
lungo tragitto, eccoli tutti assiepati, i
miei figli, gli amici ed i parenti. Ed io
rido nel vedere le loro faccie piene di
ansia, e li saluto allegramente. Ecco
mi di nuovo nà mio letto, ed i miei
cari ed amici vengono ad uno ad uno
a salutarmi e congratularsi con me per
la magnifica operazione senza dolore;
ed a tutti una parola, sulle sensazioni
che ho avuto; poi, la reazione, il desiderio intenso di esser lasciato tranquillo, di esser lasciato solo con Dio; ed
allora mando via i miei cari; mi sembra di essere stato villano, dicendo a
mia figlia di lasciarmi solo...
Solo con Dio : era il desiderio dì elevare l’anima mià al Padre celeste in un
inno di riconoscenza per l’operazione
senza dolore di sorta. Solo con Dio:
era l’ansia di innalzarmi a Lui ed a
Cristo. Solo con Dio: era l’immergermi nel sonno ristoratore, di annullare
me stésso in Lui, ed il pensiero che
così potesse essere la morte... Solo con
Dio, che mi ha confortato in tanti
giorni di degenza e che vorrei potesse
sempre assistere tutti gli ammalati... »
A. G.
Solo con Dio!
Amep.
Cl.
se, vige lo stesso sistema che trova la
sua giustificazione nell’organizzazione della Chiesa Apostolica.
Dacché la democrazia ha preso radici anche nel nostro paese, si è notato un riflesso della pratica dei sistemi democratici anche nella vita
ecclesiastica. Una volta il Pastore godeva, nel Consiglio di Chiesa, di maggiore autorità. Anzi talvolta, di troppa autorità. Gli altri membri del
Consiglio erano spesso uomini (o
donne) molto occupati; ed avevano
preso l’abitudine di rimettersene al
Pastore, in tutto e per tutto, per la
direzione della Chiesa. Quante volte
i Pastori si sono lamentati di non
avere sufficiente collaborazione nelle cose della Chiesa, per parte dei
membri del Consiglio.
Collo sviluppo democratico in tutta la vita nazionale, anche i Consigli di Chiesa si sono — in parecchie
Comunità ■— risvegliati ed i fratelli
hanno sentito maggiormente il dovere di partecipare alla direzione ed
alle attività della Comunità, insieme
col Pastore. Anzi, in taluni casi, siamo andati anche più lontani: alcuni
membri dei Consigli hanno creduto
di far bene a mettere addirittura in
disparte l’autorità del Pastore ed
hanno assunto un tono di comando
al quale non sempre rispondevano le
loro effettive capacità di direzione.
Perchè non è detto che dei fratelli,
per il fatto che vengono eletti ad un
ufficio (per il quale non sono sempre
preparati) da una Assemblea (che
non è sempre molto cosciente delle
sue responsabilità) diventino — ipso
facto — dei « leaders » capaci di dirigere tutti gli aspetti, talvolta molto
delicati, della vita di una Comunità.
In Scozia una delle cause di un certo
« disagio » nella vita delle Comunità,
è derivato proprio da questo fatto.
Non vorremmo essere fraintesi. Il
sistema presbiteriano è certamente
un sistema buono; ma, come del resto tutti gli altri sistemi ecclesiastici,
può rivelare aspetti buoni ed anche
aspetti meno buoni, a seconda delle
persone dalle quali è applicato.
Ci sono nella vita della Chiesa delle cose che spetta al Pastore dirigere.
Cose per le quali occorrono speciali
competenze, e che fan parte del suo
Ministero. Inoltre il Pastore è un
uomo che è stato « messo a parte »
per il servizio di Dio; e dei fratelli
— anche ottimi — i quali devono
vivere e lottare ogni giorno nell’ambiente del loro lavoro, difficilmente
avrebbero i doni occorrenti per poter prendere il posto del Pastore e
sostituirlo nel suo speciale compito.
E’ facile invece ch’essi portino nelle
cose della Chiesa, lo spirito del mondo o nna mentalità che non è al suo
posto nelle cose della Chiesa.
Nel sistema presbiteriano il Pastore non è, come taluno seinbra'pensare, soltanto un impiegato del Consiglio di Chiesa; ma è il presidente ex
officio del Consiglio di Chiesa, per
sopraintendere a tutte le attività ecclesiastiche. Il Pastore ha quindi responsabilità tutte speciali : un po ' come il capo del governo (per paiiure
un linguaggio democratico attuale)
il quale pur governando insieme con
i ministri, ha speciali responsahiìità
e speciali poteri.
Talvolta, in Scozia, hanno avuto
l’impressione che alcuni Consigii di
Chiesa siano andati da un eccesso all’altro. Prima erano troppo passivi;
ora sono troppo autoritari. Si cerca
di' giustificare questo autoritari.smo
parlando di anti-clericalismo. Nessuno è più anticlericale dei Pastori ; ma
c’è un’autorità che è parte integrante del Ministero e che va rispettata
nell’interesse delle Comunità e che
non ha niente a che vedere col clericalismo. Si parla anche di Pastori i
quali non sono abbastanza consci
delle loro responsabilità. E’ possibile, purtroppo, che ciò si verifichi talvolta: ma è anche ppssibile che non
tutti i membri dei Consigli siano
necessariamente perfetti. Ciò non
giustifica, ad ogni modo, il sovvertimento del sistema presbiteriano.
Lo diciamo con un convincimento ben fondato : la vita di una Comunità dipenderà sempre, per certi
aspetti, dall’apporto personale del
Pastore.
II cercare di diminuire l’autorità
del Pastore, di togliergli la possibilità di svolgere liberamente la parte
dell’attività che gli spetta significherebbe danneggiare la vita della Comunità; e noi crediamo che nessun
buon Consiglio di Chiesa possa desiderare questo. Anzi siamo convinti
che un Consiglio conscio delle sue
responsabilità, non domandi altro
che di collaborare con affettuosa e
fraterna solidarietà.
Disagio nella Chiesa? Un certo disagio c’è certamente in alcune Comunità, così in Scozia come fra noi. Riflettiamo in questa fine d’anno alle
osservazioni già dette ed anche a
quelle che i fratelli scozzesi han fatte e che abbiamo qui esposte, sulla
base di alcuni articoli del Rritish
Weekly che mettevano l’accento sui
doveri dell’Anzianato ed anche sui
limiti dei compito dei membri dei
Consigli di Chiesa.
Facendo i nostri propositi per l’anno nuovo, teniamo conto delle altrui
esperienze.
Tutti desideriamo che le nostre
Comunità vivano di una vita serena
e prospera, svolgendo con ordine le
loro attività. Si tratta di stare attenti a non allontanarsi (magari in buona fede o per eccesso di buona volontà) dai principi fondamentali che
ci reggono e che sono stati collaudati
nei secoli, creando così un disagio
nella vita della Chiesa.
Un emerito.
1?
i'i :
J «
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
L'esistenziàlisino e Natale
s
« Ma le tenebre non doreranim
sempre... il popolo che canuninava
nelle tenebre yede nna gran Inee ».
(Isaia 8: 23; 9: 1)
Non abbiamo la pretesa di dare una definizione dell’ esistenzialismo e nepjutre
quella di configurarne i confini o di fare
su di esso una dissertazione.
Siccome oggi se ne parla spesso ed in
molti luoghi, dalle aule delle università ai
salotti e fin nella piazza e nella strada, desideriamo semplicemente affermare U nosvo
punto di vista cristiano di fronte q coti
atteggiamenti che, a torto od a ragione, gli
si attribuiscono e che interessano senza dubbio la vita cristiana.
Ma cos’è per noi l’esistenzialismo?
Bisognerà pur dirne una parola per sapere di che cosa vogliamo parlare!
Filosofia
Su di un piano di cultura si attribuisce
questo nome a vari filosofi moderni, i quali hanno modificato le prospettive della filosofia tradizionale e tra i quali potremmo
citare Heidegger, Jaspers, Gabriel Marcel,
J. P. Sartre, Merleau-Ponty, ecc. dei qutdi
però i loro conoscitori affermano che professano dottrine assai divergenti. Impossibile quindi affermare che l’esistenzialismo,
secondo i filosofi, sia esattamente questo o
quest’altro.
Cosa logica d’altronde. I filosofi, più che
autori, sono interpreti. Oggi, dopo la crisi
che ha sconvolto l’umanità, si trovano dinanzi a situazioni nuove e si sforzano il
meglio possibile e non tutti nello stesso
modo, di interpretarle.
Moda
Ma l’esistenzialismo non appartiene soltanto ai filosofi. Per molta gente esso consiste in una ’’moda” nella quale si pavoneggiano i clienti di taluni caffè delle grandi metropoli, estere e nazionali, e tra i quali si dimenano donnette spregiudicate come Tea Ganzaroli e Adriana Bisaccia, e giovanotti pallidi con la faccia alla Giovanni
Ballisti, i capelli lunghi, il colletto sbottonato e i pantaloni a mezza gamba, con
un giornale in mano che, tra le note di
cronaca, riferisce il caso di quel tale che
si è suicidato e di cui è scritto, a mo’ di
causale, che apparteneva ad un circolo esistenzialista. Non sono certo questi gli esponeiiìi più autorevoli dell’esistenzialismo,
ma nessuno può negare che sian quelli che
più spesso chiamano in causa questa parola
dinanzi all’uomo della strada.
Letteratura
Molto più significativa ci sembra invece
tutta una nuova letteratura, narrativa e
drammatica, che più o meno dichiaratamente va sotto il nome esistenzialista e che
presenta un carattere diverso da quello al
quale eravamo abituati.
Non sono più i racconti -e i drammi che
si concludevano col beato: ”E furono sempre ¡elici”; sono racconti nuovi che fan
colpa pel loro ’’verismo” spregiudicato e
si concludono il più delle volte col naufragio di ciò che si era sperato e mettendo
in evidenza l’impotenza umana.
Caratteristico fra i tanti il libro onesto
e triste di A. Camus: ^*La Peste”, nel quale egli descrive il flagello inesorabile che
si aìybatte su di una città.
Tutte le risorse umane si chiamano a raccolta e tutte risultano impotenti: la scienza dei medici, le prediche del sacerdote e
Vetoismo dei popolani... Poi la peste scompare, ma i medici sanno che un giorno o
Valtro ritornerà per colpire, di bel nuovo,
una umanità impotente. Vanità delle vanità, sembra concludere col savio antico il
moderno esistenzialista.
Al recente convegno pastorale ValdeseMetodista, un professore della nostra Facoltà di Teologia affermava, in un intervento, che rEsistenzialismo è la filosofia
delia disperazione e bisogna pur riconoscere che questa è Vimpressione che spesso si
ritrae da questa nuova letteratura, tanto simile, stranamente simile nella sua ispirazione, a quella deWantico Ecclesiaste*
Aspetti positivi
Non vogliamo con ciò trascurare quanto
di positivo si deve dire sulVesistenziolismo.
Ci troviamo di fronte, intanto, ad un fenomeno che non è il frutto di quache iniziativa particolare, ma piuttosto di un vasto movimento di pensiero e di coscienze
che porta in se qualcosa come un segnq
dei tempi.
Sembra il grido di pirotesta di una generazione delusa e spoetizzata, che non vuole piu credere nelle diagnosi menzognere
dei suoi medici e si strappa le bende dagli
occhi per vedere la realtà in faccia: essa
è stanca di tante delusioni subite di fronte
alle promesse che le avevano fatte in nome
della civiltà, del progresso e della religione; è disgustata dai farisaismi di una società che crede di poter combattere^ il male
mascherandolo e che del bene si j^eoccupa solo di avere Vapparenza esteriore;
non può più prestar fede ad una società
che esalta la politica, ma che questa politica manovra con le mani sporche, e non
crede neppur più ad una religione ^he, dimentica delle lontane catacombe, siede oggi sui troni della potenza e della gloria
umana, fornicando con i re della terra come la apocalittica Babilonùi*
Essa è assetata di verità e si vuole s^f^^
pare le bende dagli occhi e i vestiti dal
corpo per conoscersi qual sia in realta, senza eufemismi e senza misteri. E non le importa di mettere a nudo le sue vergogne.
Non le importa di leggere la sua diagnosi,
anche se questa parla di cancro e di morte.
Vuol conoscere la verità, tutta la venta,
nienTaltro che la verità... Anche se per
noscerla dovrà buttare a mare gli idoli della sua infanzia e diventare scettica e pessimista.
E non potrebbe essere altra cosa, d altronde; la verità sulVuomo ha sempre offerto uno spettacolo triste!
Di questa sete di verità, noi, credenti,
dobbiamo in fondo essere grati all esisten
zialismo, perche essa non fa che ripetere
alVuomo quella diagnosi di perdisnone che
tutta quanta la rivelazione divina — legge,
profeti, Ev€mgelo — non ha fatto che gridoiie in modo sempre più urgente.
Nessuna meraviglia pertanto se in talune
FacoUà teologiche straniere è addirittura
istituita una cattedra per lo studio di questa nuova filosofia.
Soprattutto nessun timore se qualche nostro studioso vorrà, in avvenire, ragguagliarci meglio sulle cose di cui abbiamo dato cenno. {Tanto meglio, aggiunge il redat*
tore, purché questi ragguagli vengano dati
neUa sede più idonea: una rivista di filosofia o dì teologia. Red.).
Concludiamo?
A noi, oggi, il compito di giungere sollecitamente allo scopo del nostro intervento.
La mentalità esistenzialista che ci siamo
sforzati di descrivere come lo potevamo —
perchè essa ha qualcosa di vasto e di misterioso che neppure un filosofo potrebbe
descrivere con sicurezza — ci sembra oggi
straordinariamente diffusa. La ritroviamo
dappertutto attorno a noi, tra la gente colta
e tra quella ignorante, nella strada, negli
uffici, in treno, nelle feibhriehe od ai campi, tra quelli che han letto e son atati a teatro e tra gli altri che non ledono e a teatro
non vanno, nel mondo, tra mereduU ed
anche tra i credenti...
Ed è proprio a quest’ultimistimo dettaglio
che volevamo condurre il nostro lettore per
dirgli che è molto umano e naturale che i
pensieri e le passioni del mondo abbiano
una certa ripercussione anche sulla mente
e sul cuore dei credenti. E’ avvenuto, al
tempo del Nazismo e del Fascismo; awieim
oggi e avverrà ancora in avvenire. Pero,
est modus in rebus!
Est modus in rebus
Se il credente, in una certa misura, può
consentire al pessimismo esistenzialista sulla natura umana perche anch’egli, e da sempre, è stato pessimista in tale materia, non
può però mai dimenticare che in lui è una
fonte insormontabile di ottimismo per il
fatto che egli crede in Gesù Cristo e sa di
essere salvato ed è pure ben certo che tutte
le cose cooperano al bene di coloro che
amano Iddio.
Natale gli ha recato con Cristo una vivida
luce che ha diradato le sue tenebre e riempito il suo cuore di gioia e di ottimismo,
una volta per sempre. Egli li conosce pure
assai bene questi farisei tanto ostici agli
esistenzialisti e non meno antipatici a lui; e
conosce altresì la miseria e la bruttura della nudità umana e non ignora gli spettacoli
atroci della peste e ddia guerra; egli non
contesta nessuna delle scoperte d^esistenzialismo, ma non si ferma ad esse, pache
ha la sua beata spaanza in cuore che gli
permette di valutare la storia in vista della
eternità e le cose presenti in vista di quelle
future e di recare in mezzo ad un mondo
triste e corrucciato il sorriso detta sua serénità e della sua gioia. Anzi, egli sente il
dovere di proclamare, in mezzo al disfattismo dell’ora presente, die se il mondo è
in distretta è perché molti cristiani han sbagliato strada. Cristo però è al disopra delle
incoerenze umane, ed il suo Evangelo resta
ancora e sempre l’unica e sicura àncora di
salvezza per coloro i quali voglion credere
in Lui.
* * *
Questo, ci sembra, il vigoroso messaggio
di Natale.
. Messaggio al quale debbono essere particolarmente sensibili le nostre care Valli nelle quali da qualche tempo, vuoi per un motivo e vuoi per un altro, si è preso l’andazzo di parlare alla maniera di gente delusa,
sfiduciata e pessimista.
E’ tempo di suonare le nostre trombe e
di muovere alla riscossa. E’ tempo di ridiventare fiduciosi ed entusiasti.
E’ tempo.
Natale è giunto!
Enuco Getmet.
ISTRUIRE E EDUCARE
Due parole che riflettono due aspettì complementari della missione
dei genitori verso i figli, dei maestri verso i discepoli, degli adulti
verso i giovani,* di tutti gli uomini
verso se stessi. Di tutti, perchè chi
non ha mai preso sul serio lo sviluppo delle proprie facoltà mentali
fc della propria coscienza ha tradito
la sua missione, mancandogli la possibilità di contrihuire eflicacemente
all’istruzione ed alla educazione dei
suoi simUi, neppure degli ignari e
dei semplicL
C’è chi apprezza altamente l’istruzione per i tini sociali e utilitari cui
apre Ja via, relegando l’educazione
nell’amhito morale della famiglia od
in quello più specihcamente religioso della chiesa, quasi che la seconda
avesse poco o punto a che vedere
con la prima. Si tende in tal modo
a dividere in due campi, spesso opposti e contrastanti, l’istruzione e la
educazione a carattere religioso: come se le nozioni scientihche e le conoscenze culturali, destinate per altro ad ornare la mente, potenziare
la memoria ed arricchire l’intelligenza, potessero, senza danno, essesere tenute distinte da quelle esperienze interiori di natura spirituale
che. danno il loro particolare chiarore di vita airintelletto ed una delicata sensibilità alla coscienza di
coloro che oggi sono giovani e domani saranno,, a loro volta, responsabili del significato della loro vita
verso le nuove generazioni.
Questa artificiosa divisione delle
facoltà umane crea fatalmente un
funesto squilibrio nella vita dell’individuo e della società di cui è parte integrante. Ne consegue logicamente che la nostra rumorosa civiltà esteriore non riesce ad assicurare
all’uomo la pace e la serenità d’animo; perchè la scienza, la tecnica,
la cultura e l’arte — quando non
sono illuminate e guidate nel loro
sviluppo dalla fiamma dello Spirito
creatore — degenerano facilmente
in esaltazione orgogliosa dei poteri
umani, facilitando la germinazione
del vizio e dello spirito di violenza,
sempre presenti nella macerazione
degli umani desideri.
S: S:
L’uomo vero non è quello che appare sulla scena quotidiana della vita pratica, nella frequente contradizione dei suoi pensieri e delle sue
opere. L’uomo integrale dovrebbe
apparirci nella sintesi armonica di
tutte le sue facoltà fisiche, psichiche, intellettuali e morali, poste sotto il controllo costante del suo a Io »
profondo di natura essenzialmente
divina. Questo è l’uonio contemplato dal salmista, quando egli esclamava : i< O Et&mo... tu l hui futto
poco minor di Dio, e l’hai coronato
di gloria e d’onore ì>! Ed è proprio
questo mistero della sua dignità nascosta, spe.“so deturpata dalle apparenze, che ispirò l’aurea sentenza:
« Maxima reverentia debetur puern»: il massimo rispetto è dovuto
al fanciullo.
Infatti, ogni bimbo che apre gl',
occhi della carne alla luce di questo mondo terrestre porta nella propria coscienza profonda il mistero
divino di molte età ed ha, in potenza, un carattere ben definito, dei
talenti e delle attitudini che, svi
lujtpandosi parallelamente ai suoi
mezzi fisiologici, in un dato ambiente favorevole o contrastante, si riveleranno nella personalità dell’uomo
maturo. Ora questo carattere, assai
più complesso di quello che appare, è pronto ad accettare o respingere quello che noi cerchiamo di
inculcargli ne! seno della famiglia,
della scuola, della chiesa e dell’ambiente sociale in cui lo portiamo.
* * *
Il maestro, che è pure un educatore, dovrebbe potere tener conto
di ogni potenziale umano racchiuso
nella mente e nella coscienza dei
projjri alunni. Ed in quest’epoca di
accentuata tendenza alla specializzazione, le scuole di ogni grado e categoria dovrebbero essere organizzate in modo da permettere ai docenti
una più saggia valorizzazione dei
talenti particolari di ogni giovane
che vuole prepararsi degnamente ad
assolvere la sua missione sociale.
Ma per arrivare a questo desiderabile risultato, l’istruzione dovrebbe andare di pari passo con l’educazione. Infatti, che cosa significa
educare? L’etimologia stessa della
parola ce lo dice chiaramente: il
verbo latino « educere » significa tirar fuori per mettere in evidenza
ed in valore quello che è in potenza
nell’individuo. Non si tratta dunque
di imporre, al bambino o al giovane, uno schema rigido di conoscenza o di dottrina, ma di aiutarlo amorevolmente a sviluppare i suoi talenti. grandi o piccoli, in un dima
di comprensione, di simpatia e di
vero amore.
Una tale educazione deve tendere soprattutto a preparare i giovani ai loro futuri compiti sociali
mediante la realizzazione della supremazia dello Spirito nella libertà; poiché cc dov’è lo Sparito del
Signore, quivi è libertà ». L’educatore deve rispettare l’individualità
del bambino e del giovane, che ha
le sue radici profonde nella suprema Realtà divina della vita.
Il bambino non è una cera molle
da modellare in un pupazzo prestabilito nella mente dell’educatore, nè
un foglio di carta bianca sul quale
è lecito scrivere quello che si vuole, sia nell’ordine della conoscenza
che in quello di una qualsiasi ideologia religiosa o sociale. Come non
vi sono due corpi perfettamente uguali fra di loro, cosi non vi sono
due anime identiche nel loro grado
di sviluppo e nelle loro attitudini.
Ognuno di noi si affaccia a questa
esperienza di vita con delle capacità innate assai differenti nella loro espressione umana. E questo fenomeno così palese dovrebbe rendere prudenti ed avveduti gli educatori neiranibito della famiglia,
della scuola, della chiesa, della società e dello stato. L’educazione non
deve rassomigliare ad im giogo imposto con l’autorità o con "la forza
c destinato a gravare sulle spalle
di chi non lo vuole o non lo può
portare; dovrebbe piuttosto presentarsi come una visione sempre nuova del fatto del vivere, avente la virtù di risvegliare e sollecitare nel loro sviluppo i germi spirituali che
sonnecchiano nella coscienza di
ogni essere umano.
Oggi purtroppo si pensa e si agisce in termini di materia, ed i valori
dello spirito sono generalmente poco
apprezzali, poiché l’attenzione dei
genitori e dei figli è principalmente
rivolta ai fini utilitari di una carriera, umile o distinta, mquadrata
nella lotta per la vita. Ne risulta
che i giovani sono portati dall’esempio dei loro maggiori a sottovalutare
0 addirittura disprezzare tutto quel
lo che non ha l’apparenza di con
durli ad un accrescimento del he
nessere e del successo nel campo in
tellettuale od economico. Infatti,
corsi di Religione impartiti nelle
scuole, per volontà della Chiesa,
vengono equiparati il più possibile
alle altre materie d’ insegnamento
con un punteggio che può gravare
sulla promozione. Ma questa costrizione può, qualche volta, provocare l’indifferenza o l’avversione dell’allievo verso la religione, invece
dì invogliarlo e stimolarlo a coltivare in se stesso quei doni dello
Spirito che possono illuminare e fecondare tutte le altre cognizioni del
sapere. Qualcuno ha osservato che
1 giovani seguono le loro idee, badando ben poco a tale insegnamento dottrinale che, tra l’altro, pre
tende parlare, ancora oggi, il linguaggio di due o tr»nila...lifnni or
sono, non ten^dq dei pro
gressi della scienza e di nna conseguente più ampia visione dell’universo e delle divine meraviglie che
riempiono il creato.
« In quest’ordine di idee — nota
l’editore Mario Castaldi nel suo
« giornale letterario » '— restano ù
gl’idoli sugli altari delTeducazione,
ma il culto offerta loro è più freddo
del marmo che li sostiene! Perchè
la dottrina cristiana vanta una esistenza millenaria ed eguale, e perciò stesso non riesce a livellarsi con
le esigenze nuove della vita e tutti
lo sentiamo, se vogliamo avere il coraggio di esprimerci con verità. In
questo squilibrio di fatti e di pensieri si è invocato allora un possibile e doveroso assorbimento da
parte della religione delle novità sociali e scientifiche, jter sublimarle
sempre alla eterna luce della sua
sacra verità. Ed è quel che si va
facendo pian piano da più parti, senza una definitiva sistemazione ancora ».
Ora se si arrivasse a tanta coraggiosa ed onesta considerazione della
realtà, in una libera concezione della vita, continuamente mossa da un
intimo travaglio di superamento, la
religione non apparirebbe più a
molti come un’intrusa nelle aule dove si impartiscono le nozioni elementari o superiori del sapere. Ed
allora ogni conoscenza del mondo
fisico, ogni palpito di pensiero e di
arte verrebbe ad inquadrarsi naturalmente in una visione i eroica e sublime della Vita, in costante evoluzione verso la Luce del Regno dei
Cieli.
Quando i giovani, saggiamente
guidati dai loro maggiori, arriveran. no a scoprire che tutta la vita, nelle
infinite sue manifestazioni, ha un
carattere religioso, allora la discijilina dell’istruzione si presenterà al
loro spirito come una., fonte di sapienza e di gioia. Allora essi impareranno a conoscere per propria esperienza che « il timor dell'Eterno
è il principio della scienza ». E questo sacro riverente timore, che si
traduce in ùn religioso rispetto per
ogni forma di vita, non verrà più
confuso con un umiliante senso, di
paura, perchè « l’amor perfetto caccia la paura ». Tale deve essere il
fine supremo di ogni saggia educazione.
G. Francesco Petronel
IN MEMORIAM
Da Bordighera ci è giunta la notizia della dipartenza della Signora
Lisa Pons Rostagno, moglie e fedele
comptagna del Pastore emerito Davide Pons. Il 10 dicembre. Ella ha
chiuso gli occhi alla luce di questa
vita terrena, dopo lunghe sofferenze
che l’avevano dolorosamente provata, ma le avevano anche dato modo
di sperimentare che la grazia di Dio
si comjne nella umana e frale debolezza.
La Signora Lisa Pons era figlia del
Pastore Luigi Rostagno e di Laura
Trincherà. Nacque a Catania nel
1898 e per vari anni seguì i genitori
nelle loro peregrinazioni attraverso
l’Italia, al servizio della Chiesa Valdese. Nel 1920 si sposò con il Post.
Davide Pons ed iniziò con lui un mi.
nistero fedele e devoto in varie località della Sicilia. Fu poi a PramoUo
dove si occupò delle varie attività
ecclesiastiche e del prosto di pronto
soccorso per gli ammalati. Nell’ottobre del 1924 i coniugi Pons si trasferirono ad Angrogna, dove passaroiuì sei anni benedetti, per quanto
la loro famiglia fosse provata dal
lutto.
Nel 1930 avvenne il loro trasferimento a Vallecrosia, dove la Signora Pons assunse un compito di grande responsabilità nella direzione interna del nostro Istituto. Amò con
profondo affetto le orfanelle e si prodigò a loro favore con una costante
attività materiale e spirituale. Poi
il bombardamento e la pmrziale distruzione dell’Istituto. Fu ancora a
Siena nell’anno 1948-49 e ivi raccolse larga messe di gratitudine per la
bontà che la ptortava a simpatizzare
profondamente con chi soffriva accanto a lei.
A Bordighera, dove suo marito'ttndò a stabilirsi in seguito alla emeritazione, la Signora Pons continuò
a dare il suo contributo alla comunità evangelica locale che amava, soprattutto con il dono dei suoi notevoli talenti musicali. Era molto affezionata all’armonium della nostra
chiesetta e, quando già il tremendo
male che doveva poi condurla alla
tomba l’aveva enormemente indebolita, desiderava ancora essere al suo
posto di servizio.
I funerali, avvenuti Z’il dicembre,
sono stati presieduti dal Pastore Luigi Santini e furono motivo di un efficace annunzio dell’Evangelo ad un
pubblico accorso in modo particolarmente numeroso.
Nel ricordare su questo giornale la
figura di Colei che visse e lavorò nel
seno di molte chiese valdesi in uno
spirito di umile dedizione al Signore, esprimiamo pure al Past. emerito
Davide Pons, al figlio Bruno ed alla
sua famiglia, a tutti i congiunti, l’espressione della nostra cristiana solidarietà nel lutto e nella cristiana, vivente speranza. e. r.
Dopo lunghe sofferenze sopportate con
grande fede, ci ha lasciati per le celesti dimore
Usa Pons Rostagno
Ne danno l’annunzio, a funerali avvenuti, il marito Davide Pons, il figlio Bruno
con la consorte Aurora, la sorella Ida col
marita Gaspare Gandinì, i fratelli Euge
nio, Vittorio e Guido con le rispettive famiglie, e parenti tutti.
« Cristo ha patito per voi, lasciandovi un esempio onde segniate le., sue
orme» (1 Pietro 2: 21).
Bordighera, 13 dicembre 1954.
AVVISI
VENDESI terreno di fronte stazione ferroviaria di Lnserna San Giovanni, fra;
zionabile in lotti. Rivolgersi alla Clandiana.
VENDITA lotti terreni fabbricabili Airali.
Rivolgersi geom. ManteUi, Luserna San
Giovanni.
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
La,,voce delle Comunità
Rorà
Ringraziamo caldamente i Pastori
e laici cRe hanno predicato in. questi
ultimi mesi e particolarmente apprezzati dalla parrocchia: Pastori:
Peyronel Francesco antico conduttore di Korà ed attualmente residente
a Torino; Prof. Cxaighead, docente
aUa faeoltà teologica di Rivoli ed
amico dei roren^; il missionario
Coisson che ha particolarmente interessato la "comunità con una serata
fìimistica ed una conferenza sulle
missioni allo Zambesi; il prof. Giovanni Gönnet, sempre affezionato a
questa zona e che ha lasciato per ultimo Rorà; Aldo Toirrn, che ha presieduto due riunioni alle Fucine ed
ai Rumè in collahorazione col Pastore. A questi amici inviamo un
pensiero di viva e calda riconoscenza, nonché un saluto molto fraterno.
Siamo lieti di avere battezzato e
invocato la potenza dello Spirito Santo sul capo del bambino Sergio Rivoira di Giovanni e Benina del quartiere delle Fucine. Che il Signore benedica la creatura che ha rallegrato
questa famiglia e le dia salute, forza e Luce dall’alto, nonché esempio
da parte di chi ne ha la cura.
Recentemente é deceduto, dopo
brevi sofferenze; nella sua abitazione delle Fucine il fratello Rivoira
Enrico; nel tempio, il servizio funebre ha raccolto un buon numero di
parrocchiani e ci ha consentito di poter predicare il vangelo della Speranza e della Risurrezione in Cristo.
Al figlio, alle sorelle inviamo una
parola di viva solidarietà e simpatia,
cristiana.
L’Assemblea di Chiesa che si é tenuta nel mese di novembre ha discusso alcuni problemi di vita ecclesiastica ed ha nominato due delegati
alla conferenza dell’8 dicembre nella
persona dell’aw. Roberto Meynet e
l’anziano Corrado Morel. Alla conferenza distrettuale di Perrero sono
poi stati discussi molti problemi,
specialmente l’argomento della «Pro
Valli». Il nostro delegato dr. Meynet é stato eletto quale membro
della nuova commissione della « Pro
\ alli » a motivo della sua profonda
conoscenza ed interessamento dei
problemi sociali della nostra zona.
Auspichiamo un lavoro proficuo alla r-.uova Commissione per il ver i
bene delle nostre valli...
¡Veìl’attesa ebe il francese possa
diventare insegnamento obbligatorio nelle nostre valli, in un futuro
non troppo lontano, la nostra parrocchia ha provveduto da ormai alcuni anni all’insegnamento privato,
grazie all’interessamento delle autorità ecclesiastiche e Comunali: due
corsi distinti, l’uno per adulti e l’altro per bambini sono stati impartiti
in questi anni e continuati nel corso
di quest’anno ecclesiastico con viva
soddisfazione di quanti lo frequentano e dei genitori che comprendono
il valore d’una lingua così importante per le nostre popolazioni di montagna. Siamo certi che la nuova «Pro
Valli » possa assolvere felicemente a
questo compito perché possa incrementare questo insegnamento.
Per, iniziativa delle famiglie del
quartiere e con la collaborazione del
Comune e del Concistoro si è potuto
aprire una scuola sussidiata con viva
soddisfazione della popolazione del
quartiere. Siamo grati all’insegnante
sig.na Margiunti che ha accettato di
impartire rinsegnamento, nonché a
coloro che hanno risposto all’appello per venire incontro alle spese di
insegnamento dato che nessun aiuto
proviene dal governo, trattandosi di
scuola sussidiata. Facciamo voti che
altri possano raccogliere il nostro appello tendente ad ottenere un aiuto
per il mantenimento «Iella scuola
medesima.
»
Siamo grati al signor Arturo Arnoulet ed alla sua compagnia filodrammatica per il bel pomeriggio
che ci ha fatto trascorrere la prima
domenica di dicembre. Siamo riconoscenti per la collaborazione che
egli ci ha dato per la nostra saia delle attività con disinteresse ed amore
fraterno. Ringraziamo pure la FUV
per le: due serate filmistiche presentale alle Fucine ed al Centro o che
hanno vivamente interessato. Rmgraziamo i giovani villaresi che si sono
adoprati per questa simpatica iniziativa. ..
Roma (via k Novembre)
Il giorno 9 dicembre il Col. Settimo Saggili s’è addormentato nella
pace dei Signore. Aveva 58 anni. La
sua vita terrena chiusasi prematuramente aveva però raggiimto un termine che a vista umana, può essere considerato punto di soddisfazione e di gratitudine.
Giovanissimo, come ufficiale di artiglieria aveva preso parte alla grande guerra mondiale e come ufficiale
superiore veniva rimobilitato anche
nell’ultima guerra.
Gli anni e gli eventi non avevano addormentato l’anima sua. Nato solda.
to, soldato per vocazione come difensore dei bisognosi e dei minacciati.
Egli trasferì questa sua combattività
nel campo dell’assistenza sociale.
Chiamato in posti di fiducia dal
World CounciL of Churches, a Lui
migliaia e migliaia di profughi e di
abbandonati devono l’aiuto e il conforto fraterno. .Egli non voleva essere nè un pensionato morale uè un
soldato a riposo e; abbracciata con
tutta l’anima la fede cristiana, la traduceva in una assistenza fraterna cui
è rimasto fedele fino all’ultimo giorno.
Recentemente era stato eletto membro del Consiglio della chiesa valdese di via IV Novembre, e aveva subito dichiarato di voler essere un diacono attivo a pro dei fratelli più soli.
I Suoi tre figli serbano di Lui e
serberanno di Lui una memoria benedetta, ed Egli ha avuto la gioia
prima di chiudere gli occhi, di vederli avanti nella vita ed anche sulla
via del ministero cristiano.
Le sue esequie sono state una dimostrazione di affetto e una penetrante testimonianza cristiana. Era-'
no presenti tutti i rappresentanti delle chiese evangeliche di Roma e i
rappresentanti del World Council of
Churches. Ha officiato il pastore Guido Comba che, a nome del World
Council of Churches, ha portato il
saluto al collaboratore fedele, e accenti di stima e di rimpianto ha avuto il Principe Nicola Engalicev. Una
SARTORIA E CONFEZIONI
E. BRUNO
Via del Pino, 5
PINEROLO
Osservate i nostri prezzi:
SOPRABITI - IMPERMEABILI
puro cotone mako
PALETOT pura lana
GIACCONI lana
MANTELLINE
PALETOT BAMBINI
Vi;STlTI UOMO
Samara un vasta assartimanta di
CALZONI UOMO - ABITI DA LAVORO
Aasariltl tagli drapparla a palata! cha
canfaxianarama ean aura su misura
da L. 15.000 in piu
» 14.000 »
» 8.000 »
» 5.000 »
» 8.000 »
> 12.000 »
rappresentanza dell’esercito ha reso
gli onori militari all’onorato ufficiale.
Noi rinnoviamo da questo giomale le nostre condoglianze alla consorte Signora Anna, ai Suoi figli Alberto, Settimio Severo e Thomas. Il Signore consoli coloro che piangono;
ricordino essi il versetto sopra scritto all’anntmcio funebre: « Io so in
chi ho creduto ».
libri ebe raccomaidlamp
Domina il mondo, sfida i secoli; un libro
L. 50
Questo Numero unico sulla Bibbia è diffuso in tutta l’Italia a decine
di migliaia di copie con la collaborazione di tutte le Chiese Evangeliche. Ogni Valdese deve acquistarne
alcune copie per distribuirlo agli
amici e conoscenti. Per acquisti di
oltre una copia: sconto del 30% oltre le spese postali.
Alcune pubblicazioni sono arrivate ad esaurimento. Ne abbiamo ancora poche copie in negozio, che cediamo senza sconto, oltre le spese
postali. Esse sono le seguenti:
Giovanni Miegge: La Vergine Maria L. 450
Ernesto Ayassot: Il Medico
della giungla » 400
Roberto Nisbet: Ma il Vangelo non dice così (8“
edizione) » 200
Chiave Biblica (Rilegata in
tutta tela) » 5.000
Giovanni Rostagno : Più
- presso a Te (brossura) » 300
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Fellice (Torino) c.c.p. 2-17557
Direzione e Redazione; Past. Ermanno Rostan - Via dei Mille 1, • Pinerolo - Tel. 2009
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-X1-1950.
Tip. Subalpina s.p.a. Torre Pellice (Torino)
Le famiglie Coucourde e Ararne profondamente commosse per la grande prova di
simpatia e d’affetto ricevuta in seguito alla
disgrazia del loro caro
Bruno
Nell’impossibilità di ringraziare personalmente porgono il senso della loro profonda riconoscenza al Pastore sig. Marauda, al Dott. Ria, le suore dell’Ospedale
Edoardo Agnelli, l’Unione Giovanile di Pomaretto, gli amici intimi e compagni di lavoro e tutti coloro che con la loro presenza, con fiori c con scritti furono loro vicini
nella loro dura prova per confortarli.
Pinasca^, li 8-12-54.
La famiglia e congiunti del compianto
Emilio Forneron
sentitamente ringraziano i sigg. Pastori Rostan e Peyrot, parenti ed amici, tutte le
persone che sono state larghe di aiuto e
conforto nella triste circostanza.
Prarostino, 11 dicembre 1^54.
MERCERIE
* e ^
PROFUMERIA
Sorelle
Gianna e Joie
ROGGIA
Visitateci per le prossime
feste / Troverete a buoni
prezzi un vasto assortir
mento di biancheria per
uomo donna / Oggetti rer
gaio e profumi.
PROVàTB B SdRBTE COHUBNTi
Via Sihia Pellico, 25 PISEROIO
V_____________________________________________y
ORECCHI
NASO - GOLA
Doti. DANIELE ROCHAT
riepìre in Torre Pellice viale
Fuhrman 1 (presso Dr, Gardiol)
a VENERDr
dalle ore 10 alle 1%.
D Torino riceve gli altri giorni,
dalle ore 14,30 alle IO in via
Bertkollet, 3S {OspedaleEvan.
gelieo).
Finalmente abbiamo
il ritrovato della
minima spesa
grande comodità
forte economia
—Bruciatore a nafta
piccoli e grandi appartamenti
Riscaldamento per
ville complete dieci
ambienti 18 gradi;
spesa L. 300 giorn.
Bruciatore» serbatoio automatico e tutta Tattrezzatura
L. 130.000
pagamento Gne
stagione (contanti o rateali).
DELL’
GIO V
ERBA
ANNI
LiO troverete solo presso l esclusivista
Ditta Dell’Erba Giovanni
RIsoaMamento - Fumistarla - Idraulica
TORRE PELLICE
Via Garibaldi, num 4
Tel. 9204
PINEROLO
Via Saluzzo. num. 12
Tel. 2620
PEROSA ARGENT.
Via Roma
Per l'autunno e per l'inverno
Lo Ditto che vi serve meglio
Sartoria CAFFARO
PINEROLO - Via Duomo, numero 7 • Telefono 20.69
-K Lavoro su misura per uomo e signora
nella più ricca scelta dei migliori tessuti
^ CONCESSIONARIO DELLA CASA CONFEZIONI “beltram's,, la confezio
,^^NE CHE SODDISFA OGNI ESIGENZA.
UOMO
ABITI - GIACCHE - MANTELLI - SOPRABITI SlGlVÌOEiL
Impermeabili SIA-CAir - Tuffi i modelli d'alfo siile - LIOniTIX - prezzi più onesfi
SONO GRADITE LE VISITE INFORMATIVE
INDUSTRIALI » AGRICOLTORI -K ARTIGIANI_
IVon sciupate i vostri motori con ravvolgiture mal proporzionate
che oltre allo spreco di energia ve ne limitano la durata
AVVOLGIMENTI ELETTRICI RAZIONALI
MOTORI DINAMO TRASFORMATORI
RIPARA MODIFICA
CAMBIA CARATTERISTICHE
Saldatrici e Variatori ad Induzione con
Regfllazione continua, sistema BOUC/ARC
S. Bouchard
Torino Via Parma, num. 24
Telefono 22743
RICORDA TEI
Da Milesi
Portici San Donato, 11
PiEROLO-Telefono 20.35
Troverete pronto il più grande assortimento di BUSTI
VENTRIERE — REGGICALZE e REGGISENI — Speciale confezione dei medesimi articoli con le migliori
stoffe attnalmente in commercio — CINTI ERNIARI — CALZE ELASTICHE confezionati e su
misura ARTI ARTIFICIALI per amputati di braccia
e gambe — ARTICOLI SANITARI in genere
E’ utile ricordare che, per un oggetto'In oro
un orologio di marca,
potete rivolgervi con fiducia
presso Forologeria
DIR TRieSTG. 6 - PineROLO
Vasto assortimento croci ugonotte, stem>
ma valdese in metallo - argento e oro.
-^FABBRICAZIONE PROPRIA-^