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a
DELLE VALLI VALDESI
SelUmanale
della Chiesa Valdese
Anno 99 - Num. 11 ABBONAMENTI f Eco; L. 2.500 per l’interno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis i TORRE PELLICE — 14 Marzo 1969
Una copia Lire 60 , L. 3.500 per l’estero Cambio dì indirizzo Lire 50 Ammiu. Claudiana Torre PelUce - C.CJ». 2-17557
Comunione nollo Parole e nel sacramento
Oggi il pulpito si trova, teologicamente e giuridicamente, a un livello inferiore rispetto a quello a cui sta l’altare (e si capisce) o il tavolo della santa cena (e si capisce assai meno)
In questi ultimi anni si sono andati
moltiplicando, soprattutto in occasione della settimana di preghiera per
l’unità cristiana, gli scambi di pulpito
fra cattolici e protestanti o predicazioni biconfessionali abbinate. Mentre nel
1968 l’arcivescovo anglicano di Canterbury aveva predicato, in quell’occasione, nella cattedrale cattolica di
Westminster, quest’anno — con l’intralcio della chiassata polemica di un
gruppo di « protestanti » fra i quali
spiccava l’irlandese rev. Paisley — è
stata la volta del card. Heenan che ha
tenuto l’omelia nella cattedrale anglicana di St. Paul, a Londra. I protestanti beigi hanno giubilato perché per
la prima volta nella storia un pastore
evangelico ha predicato, sempre nel
quadro di quella « settimana », in una
grande chiesa cattolica nel centro di
Bruxelles. Ai nostri lettori sono note
le vicende agitate dello scambio di pulpiti progettato a Roma, sull’asse S.
Maria in Cosmedin-Piazza Cavour; e
alcune cronache hanno riferito di consimili scambi o di predicazioni ecumeniche cumulative. Un settimanale cattolico lombardo ha pubblicato in prima pagina la fotografia del vescovo e
del pastore evangelico locali, togati
ognuno a modo suo, ognuno con la
sua bibbia, le spalle all’altar maggiore
e di fronte a un’assemblea mista, affiancati per una « concelebrazione della parola» (e di foto consimili abbiamo già avuto modo di vederne diverse).
Ora, in tutti questi casi la riunione
non si è chiusa, e non poteva chiudersi
con una concelebrazione dell’eucaristia; i predicatori, scesi dal pulpito,
non potevano riunirsi intorno alla
mensa del Signore con tutto l’uditorio
raccolto sotto il pulpito. Di ordine diverso era il caso del gruppo di cattolici fiorentini del dissenso, che a Natale
ha partecipato alla santa cena con la
comunità valdese locale ; e di altro ordine ancora — a un livello senz’altro
inferiore, di confusione anziché di ri— la partecipazione di alcuni catna santa cena luterana nel
1’ assemblea ecumenica di
L I 1 la partecipazione alla messa
c 1 U" parte di alcuni protestanti
a c 1 Olle della conferenza latinoam I n di Medellin, la scorsa estate. Si è potuto sinora parlare di vere e
proprie celebrazioni comuni del « sacramento » soltanto in casi particolari :
come quella tenutasi a Parigi nel quadro della partecipazione alle «barricate » del giugno ’68 e quelle che qua e
là avvengono a livello comunitario, ad
esempio nei gruppi « Shalom » in Olanda o in certe comunità della « Chiesa
sotterranea» nordamericana (quest’ultima presentata di recente in un libro
edito in Italia dalla Jaca Book). Non
stiamo qui a valutare queste « concelebrazioni », abbiamo cercato di farlo in
altre occasioni. Qui ci importa notare
che comunque la comunione sacramentale — si giunga ad essa o ci si
senta tenuti, con dolore, a rinunciarvi — viene considerata come il momento più alto, decisivo della vita cristiana, senza dubbio superiore alla comunione nell’ascoltare insieme la parola
di Dio; ciò che avviene intorno all’altare, o al tavolo della santa cena è più
importante, tocca il cuore della fede
e della vita cristiana in modo più diretto e profondo di ciò che avviene intorno al pulpito; là più che qua è iri
gioco la realtà ultima dell’Evangelo, di
Dio, della sua chiesa.
Questa visione delle cose, che certo
contrasta con la concentrazione della
Riforma sulla Parola di Dio, annunciata nella predicazione e nel gesto del
sacramento, trova qualche giustificazione nel Nuovo Testamento? In uri
suo saggio recente ' Philippe-Henn
Menoud svolge un’analisi succinta ma
significativa dalla quale risulta: 1) il
ministero costitutivo della chiesa è
quello apostolico : è essenzialmente un
ministero di predicazione, di annuncio,
che viene poi trasmesso in via mediata a coloro che localmente hanno ricevuto da Cristo, per riconoscimento
della comunità, il dono e l’incarico di
predicare, insegnare, esortare, riprendere, consolare; 2) il battesimo e la
santa cena sono fin dal principio parte
integrante ed essenziale della vita della chiesa, ma è difficile chiarire a chi
ne è affidata la celebrazione; non ri
sulta, soprattutto per la santa cena,
che essa sia stata affidata a persone
particolari: che, insomma, accanto al
ministero della predicazione si sia sviluppato un ministero specificatamente
« eucaristico » o sacramentale ; è chia^
ro comunque che gli apostoli (non solo Paolo) non hanno visto nella celebrazione dei sacramenti un loro compito particolare, al contrario; 3) nei
primi due secoli della storia cristiana
si esplicita quello che pare implicito
nel Nuovo Testamento : che coloro che
vengono riconosciuti degni e capaci di
predicare e d’insegnare l’Evangelo, sono al tempo stesso autorizzati a celebrare i sacramenti. Possiamo aggiungere che già s’innestano qui gli inizi
della degenerazione clericale del ministero cristiano: il ministero come pòtere, la concentrazione nelle mani di
un clero, che finisce per esserne il detentore esclusivo; da cui la sacramentalizzazione del ministero stesso, l’ordine sacro.
Il Menoud conclude cos'i il suo studio: «IVé il Nuovo Testamento né i
primi Padri ci spiegano perché si è
tenuto ad affidare la celebrazione del
battesimo e soprattutto della santa cena ai predicatori deirEvangelo. Ciò è
stato senza dubbio dovuto al fatto che
si è avvertito d’istinto che la Chiesa
vive della parola di Dio e dell’eucaristia, le quali formano insieme un tutto che non può essere spezzato. Quest’unità si manifesta nel fatto che la
Chiesa nascente non conosce eucaristia che non sia preparata dalla predicazione né servizio della parola che
non trovi il suo compimento nell’aldilà della parola rappresentato dalla comunione eucaristica. L’equilibrio del
culto è minacciato se queste due parti
costitutive sono affidate a officianti le
cui capacità kerygmatiche e liturgiche
non sono pari. La storia lo prova. Ovvero si rivestirà di una dignità più
alta il servizio della parola ; ma allora
l’eucaristia tenderà a passare in secondo ordine, se non a scomparire. Ovvero
si sarà invece più esigenti quando sono in gioco i sacramenti; non se ne
affiderà la celebrazione a qualunque
predicatore. In tal caso la predicazione non sarà altro che un complemento della lettura biblica, e presto un
complemento facoltativo. La predicazione è allora svalutata. E in fondo
lo è pure quando è pronunciata in circostanze nelle quali la comunione eucaristica, che dovrebbe seguirla, rimane impedita. Là Chiesa delle origini
può darci, con la sua saggezza, grandi
e utili lezioni».
Forse questo esatto parallelismo fra
predicazione e sacramento si presta a
qualche riserva e non rende piena ra
gione appunto di quella prevalenza
della predicazione sul «gesto», che la
Chiesa apostolica riflette nel Nuovo
Testamento. Sembra comunque evidente che non è possibile, secondo il Nuovo Testamento, istituire una gerarchia
di valori per cui la comunione sacramentale sia superiore a quella nella
parola di Dio, se mai sarebbe piuttosto
l’inverso. Anzi, non è evangelicamente
possibile una comunione nella parola
di Dio (e nella preghiera) che non sia
al tempo stesso comunione alla mensa del Signore : la vita cristiana, la vita del culto co.stituisce una totalità che
non può essere scomposta in parti indipendenti, poiché in tutti i suoi aspetti essa è comimione con l’unico e medesimo Signore, neiri,inico e medesimo
Spirito. Il non ootersi incontrare, dopo
una pred ca ncev ita insieme e
dopo una p era formulata insie
me, alla mensa del Signore significa
un drammatico ounto interrogativo su
quell’« insieme ». Certo, si può ritorcere: siano n ieme, estendiamo
dunque la c none alla mensa del
Signore le aie .¡ni io dicono e lo fanno); ma non si può qui prescindere
dal fatte che e "eparazioni confessionali impi - divergenti visioni
globali deii'Ev.inEeio. che relativizzano
seriamente deiie parziali coincidenze,
spesso illusone o acritiche anche se
generose.
H* * ^
Tuttavia, questo discorso non si applica soltanto ai rapporti interconfessionali, ma anche e soprattutto alla vita delle chiese evangeliche. E non soltanto nelle tendenze di « alta chiesa »
in seno all’anglicà*vssimo e al luteranesimo, ma anche nel vivo delle nostre
comunità.
Infatti, se si è abituati a cedere con
larghezza (e con gratitudine!) il pulpito ai «predicatori laici» (espressione
quanto mai infelice in un contesto riformato), talvolta anche in modo continuato, è giudizio corrente, nelle comunità assai più che fra i pastori, che
il battesimo e la santa cena non competono loro e sono riservati al « clero » ; il pastore può occasionalmente
ed eccezionalmente, per ragioni di forza maggiore, delegare un laico a celebrarli, ma si tratta appunto di « delega ». In altre parole non pochi pensano — senza probabilmente farsene un
problema, senza riflettervi criticamente in aderenza all’Evangelo — che una
predicazione può essere più o meno
riuscita (come quelle pastorali!), ma
in fondo è un discorso, una faccenda
che presenta pochi rischi e quindi poche necessità di controllo, mentre per
il sacramento la cosa è diversa... Non
sarebbe giusto dire che questa sia la
sensibilità dominante neile nostre comunità, vi sono anzi molti esempi che
vanno in senso diametralmente opposto ; è tuttavia una sensibilità presente
e diffusa, e dietro la giusta esigenza
dell’ordine con cui tutto dev’essere fatto nella chiesa, fa capolino una visione larvatamente clericale e sacramentalista che non è o non dovrebbe essere nostra.
O ancora, si potrebbe citare il caso
di persone che non hanno difficoltà a
partecipare al culto, a sedersi accanto
ad altri, ad ascoltare e cantare con
altri, magari con in cuore il peso di
un torto fatto o subito, di un sentimento di amarezza non risolta, ma che
in queste condizioni non si accosterebbero mai alla santa cena, quasi che
la presenza santa di Dio, la forza del
suo giudizio, della sua misericordia,
del suo comandamento fossero, nella
predicazione, di un grado inferiore che
nella santa cena!
Perfettamente centrato è dunque
questo rilievo di Ph. H. Menoud : « Agli
occhi dei nostri contemporanei il pulpito si trova, teologicamente e giuridicamente, a un livello inferiore di quello a cui sta l’altare» o il tavolo della
santa cena . Centrato, e tale da indurci a riflettere seriamente se conosciamo, nel nostro culto, quella che il
Menoud definisce la « comunione kerygmatica», cioè la comunione che il
Signore crea quando la sua parola risuona fra noi e in noi nella predlicazione, chiedendoci risposta. È questa
gioia, questa viva, appassionata comunione nell’Evangelo cercato, invocato
insieme, per cui insieme si è lottato e
che insieme si riceve dall’Iddio misericordioso, che dobbiamo riscoprire. È
l’Evangelo che unisce, ricordava qui
ultimamente Paolo Ricca. Qualunque
forma il culto possa e debba assumere,
questo era e rimane l’essenziale ; ma
occorre davvero che il nostro culto
— non tanto le sue « strutture », forse,
quanto la nostra partecipazione ad esso — muti profondamente, con una
concentrazione di tutti suH’essenziale,
sull’Evangelo appunto.
Occorre che si ridesti nelle nostre
comunità disappetenti e passive una
vera, attiva fame deH’Evangelo, nel fervore di una ricerca comune, reciprocamente critica, tendendo insieme l’orecchio per cogliere ciò che lo Spirito dice oggi alle chiese. Il pulpito tornerà
allora ad essere al centro non di un
locale o di una liturgia per pochi superstiti, ma della vita comunitaria,
nel gioioso, atteso e intenso incontro
settimanale, in una comunione di lotta
e di speranza che duri l’intera settimana.
Gino Conte
iiiiiiiiiiiiiiHiiiiifimiiiiiiit
fusi
itiiniiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiiiimiiiiiiiiiiuniiiiiimiiiM
vive
iiiiimimiiiiiiiiMmiiiiiim
iiiiiiiiuiiiiimtiiiiMiiiiiiiii
la Federazione evangélica italiana
Si sta organizzando e sviluppando il lavoro di tutta una serie di «servizi»
nei quali le Chiese cercar\o le vie dì una più elTwace testimonianza unitaria
^ Prédication de VEvangile et célébration
des sacrements dans l’Eglise rudssante, in :
L’Evangile, hier et aujourd’hui una miscellanea biblico-teologica edita da Labor et Fides, presentata qui recentemente.
Come è noto, il mese scorso, si è
riunito a Roma, nella nuova sede moderna e funzionale di via Firenze,
il Consiglio della Federazione Evangelica Italiana.
Nel tempo ristretto di un giorno
c mezzo è stato esaminato e discusso
un vastissimo ordine del giorno che,
per l’importanza e la varietà dei temi e dei problemi, sta da solo a dimostrare come la Federazione stia
già superando la fase di avviamento
e di rodaggio per affrontare il vivo
di questioni essenziali per la vita della Chiesa.
Come è noto, le Chiese facenti parte della Federazione come membri
effettivi sono le Chiese Battista, Luterana, Metodista, Valdese e la Comunità di Ispra-Varese; membri aderenti
sono la Chiesa Apostolica e l’Esercito
della Salvezza. I rappresentanti delle
Assemblee di Dio erano presenti a
parte della seduta, limitatamente alle
questioni concernenti i rapporti con
lo Stato. La Federazione è così, organo
rappresentativo, sia pur in modi e forme diverse, di una larga parte dell’evangelismo italiano. Questo dato di
fatto è risultato importantissimo soprattutto nel settore dei rapporti esterni, in cui finalmente un unico organi
smo veramente rappresentativo esprime il « fronte unitario » degli evangelici italiani sia nei rapporti con lo
Stato per la tutela della libertà religiosa o l’applicazione dell’art. 8 della
Costituzione circa le famose « intese »
concernenti le leggi che possono riguardarci come Chiese Evangeliche,
sia nei colloqui con la RAI-TV, sia nei
rapporti con il Consiglio Ecumenico
o con altri organismi ecclesiastici o
non.
Mentre il lavoro più grosso del Consiglio viene portato dal suo efficiente
di Alberto Taccia
Presidente (Past. Mario Sbaffi) e dalla
giunta (Pastori Inguanti e Neri Giampiccoli vicepresidenti, M. Foligno segretario e signora Gabriella Titta, cassiera), l’attività ordinaria è articolata e
svolta dai vari servizi in cui sono suddivisi gli altri membri del Consiglio.
Il lavoro dei servizi stabilito nelle linee
fondamentali va chiarendosi e precisandosi nella sua pratica applicazione.
Il servizio di « azione sociale » (Past.
Sergio Aquilante) opera su un fronte
vastissimo. Ha cercato innanzitutto
La violenza
può diventare
un’abitudine
Ginevra (bip) — « La violenza può diventare un’abitudine » e non può essere gìu~
stificata come un mezzo cristiano di rivoluzione, ha dichiarato la redazione nell’ultimo
numero del « Lutheran World/Lutherische
Rundschau », la rivista trimestrale teologica della Federazione luterana mondiale.
Il prof. Vajta, dell’Istituto di ricerche ecumeniche di Strasburgo (Francia) espone nei
suoi dettagli l’attuale dibattito teologico sulla rivoluzione e constata che, per i cristiani,
la vera ìc prova della rivoluzione » è quella
di accettare la reazione di Cristo alla violenza : la carità.
« Un riconoscimento dell’umanità, senza
eliminare l’opposizione, anche quella del nemico » scrive il prof. Vajta, « è stato per
Cristo il metodo che ha messo alla prova la
sua rivoluzione ».
« I cristiani d’oggi che tollerano la violenza, sia pure unicamente in caso di necessità, non differiscono da coloro che sono stati favorevoli in passato ad una ’giusta guerra’ e hanno benedetto le armi ».
L’articolo è pubblicato in una edizione del
giornale dedicata a « La rivoluzione e la vera umanità », comprendente i principali rapporti presentati alla seduta dello scorso mese di agosto tenutasi a Ginevra dalla commissione di teologia della Fed. luterana mondiale unitamente ad un comunicato finale
della Commissione nei riguardi della rivoluzione.
DA TAHITI
Una coppia
di compiere una indagine ampia e approfondita su tutto quanto esiste in
campo evangelico in fatto di istituzioni sociali, assistenziali ed educative,
non certo per tentarne un coordinamento, ma semplicemente per sviluppare la reciproca informazione e promuovere degli incontri a vari livelli che
favoriscano la riflessione sul senso di
tali opere in rapporto alla predicazione e alla testimonianza della Chiesa.
Una seconda linea di ricerca prevede il porre attenzione ad opere particolari che possono diventare di interesse federale: si tratterebbe cioè di
opere nuove o in via di formazione per
cui può essere desiderabile l’intervento, la consulenza o comunque l’appoggio della Federazione. Il Servizio di
Azione, Sociale dovrebbe poi ereditare
tutto il settore riguardante la raccolta
e la distribùzione degli aiuti a favore
dei terremotati o degli alluvionati. Sono allo studio più rapide possibilità
di intervento in caso, purtroppo non
infrequente, di sciagure di vasta portata.
Si è prospettata pure la necessità
che a questo servizio sia collegata in
qualche modo l’opera compiuta in Italia per conto del Consiglio Ecumenico
{continua a pag, 2)
a Torino e nelle Valli
Organizzato dalla Commissione missionaria del I Distretto sta per svolgersi nelle comunità del Piemonte occidentale un giro di
visite di una coppia missionaria : il Pastore
Jean Adnet e la Signora, dal 1960 missionari a Tahiti per conto della Société des
Missions Evangéliques de Paris, parleranno
della loro attività nella Chiesa evangelica
polinesiana (a Tahiti lavora il pastore valdese Giovanni Conte) e dei più ampi problemi della missione della Chiesa, oggi? in parecchie chiese delle Valli Valdesi e a Torino, rivolgendosi alle comunità, a gruppi di
lavoro, ai catecumeni. Diamo a questi fratelli il più cordiale benvenuto fra noi, con
viva riconoscenza per quanto ci diranno. Le
tappe saranno le seguenti :
Sabato 15 e domenica 16: Torino; lunedì 17: Torre Pellice; martedì 18: S. Germano Chisone; mercoledì 19 : Pramollo; giovedì 20 : Prali; venerdì 21 : Perrero; sabato
22 e domenica 23: Pomaretto; lunedì 24:
Chiotti; martedì 25: Massello.
Per la Commissione Missionaria del
I Distretto: R. Coisson,
Dunienica della gioventù
Come annuncialo, il 16 marzo sarà, per
le nostre comunità, la « domenica della gioventù ». A differenza degli anni scorsi, in
molte chiese non ci si limiterà a tener presente, nella liturgia e nella predicazione, la
problematica giovanile e a dedicare la colletta raccolta nei culti alla nostra organizzazione giovanile (FUV), ma viene offerta ai
giovani la possibilità di dare essi la predicazione, nelle forme concordate con la comunità locale.
Nelle pagine interne
Allegata a questo numero del settimanale
i lettori troveranno la seconda parte, e conclusiva, della Relazione al Sinodo preparata
dalla Commissione ad referendum per l’istrivzione secondaria, della quale abbiamo pubblicata la prima parte la scorsa settimana.
Ricordiamo che tale relazione è stata presentata alla Tavola, che l’ha semplicemente
ricevuta (poiché non ad essa compete di approvarla) e la diffonde nelle comunità per lo
studio: copie del fascicolo, al prezzo di L. 60
la copia, possono essere richieste alla Tavola
Valdese. E’ pure noto che questa non è la
sola relazione in discussione, ma presenta
una delle tesi sul tappeto, alternativa a quella presentata da una passata Commissione
sinodale. Ogni corrispondenza alla redazione
o alla Commissione sinodale sarà tenuta presente anche se non tutto potrà essere pubblicato. La Commissione si riserva di dare dopo
alcune settimane una risposta collegiale.
2
pag. 2
N. 11 — 14 marzo 1969
ALLE ORIGINI DELLA STORIA VALDESE
La BDiierlà, mislcrp o ministero?
Nell’analisi del Selge, riserve sull’interpretazione sociologica delle origini del movimento - Valdo e i suoi, tesi alla predicazione del ravvedimento evangelico, non
concepivano la loro obbedienza come un atto di protesta o di contestazione; ma
l’esempio di vita dei Doveri non ooteva non operare come appello e pretesta
In questa terza ed ultima puntata
che consacriamo alla presentazione
dei due volumi di Kurt-Victor Selce: Die ersten Weddenser (Il Valdismo primitivo), accenneremo brevemente ad un altro aspetto del problema: quello della povertà.
Il problema è impostato con la
consueta chiarezza e precisione dall’autore; sarebbe un vero peccato
riassumere malamente e ci si conceda di darne una traduzione letterale.
« ...Quale è il rapporto tra povertà e predicazione in seno al Valdismo primitivo? Povertà e predicazione stanno in una stretta connessione che ha, per così dire, il suo
centro, in modo che la predicazione costituisce il vero e proprio nucleo centrale, e la povertà la forma
di vita del predicatore apostolico,
oppure l’ideale di povertà costituisce il nucleo centrale, il quale viene
diffuso mediante la predicazione?
Oppure l’ideale dei Valdesi ha due
poli: vocazione alla predicazione e
ideale della povertà, vocazione apostolica e vita apostolica, come pur
sempre risulta nella letteratura che
li concerne? ».
Cosi precisati i termini del problema, il Nostro crede di poter
obiettivamente sostenere la sua tesi
che si può comprendere il valdismo
primitivo, o meglio la storia del valdismo primitivo se si parte « dallo
sviluppo di un solo motivo interiore che sta nel concetto della vocazione alla predicazione della penitenza nella forma della vita apostolica del predicatore itinerante ».
Per poter rispondere in modo
chiaro ai vari interrogativi, il Selge
consacra due capitoli per poter prendere posizione nell’intrico dei problemi :
1) Qual’è l’importanza della povertà apostolica, della vita apostolica nella concezione valdese?
2) Che significato ha per la comprensione del primitivo motivo valdese, il fatto che Valdo abbia prima
fatto, personalmente, un voto di
povertà, poi abbia predicato e radunato intorno a sé una schiera di fratelli i quali, anch’essi, si impegnavano alla povertà, alla vita apostolica e solo dopo cominciavano a predicare?
Per veder chiaro, occorre resistere alla seduzione di due ipotesi:
1) L’analogia col movimento di
San Francesco di Assisi.
Il Nostro la respinge recisamente
perché nel santo di Assisi « il far
penitenza, l’umiltà e la rinunzia a
se stesso, la vita del frate minore al
seguito di un Cristo umiliato veniva
sempre prima della predicazione di
penitenza che condizionava, mentre
nel caso dei Valdesi l’accento si poneva con forza preponderante sulla
predicazione della penitenza: qui
essi vedevano la loro vocazione ».
2) L’interpretazione in chiave
sociologica. Seduzione non nuova;
il nostro ricorda come già il Koch
volesse vedere nella povertà della
comunità valdese: « anzi tutto una
protesta contro la ricca Chiesa ufficiale, che all’interno della classe
feudale dominante assumeva una posizione di predominio ».
Si tratta di una pregiudiziale metodologica di somma importanza
sempre, ma particolarmente in questo caso dove le fonti sono secarse e
apparentemente contraddittorie per
l’imprecisione dei dati: non si può
prescindere da una rigorosa indagine critica dei documenti, prima di
dare la parola all’interpretazione
storico-sociologica.
La sola conclusione sociologica alla quale il Nostro ritiene di poter
dar diritto di cittadinanza, oggi come oggi, è questa: non la povera
gente si presenta sulla scena, ma
laici di ogni classe, con inclusione
della povera gente ed in comunione
con chierici e moruici sentono profondamente lo stato di necessita sul
piano religioso di tutto il popolo
cristiano e si presentano per la sua
liberazione ».
Il Selge respinge recisamente, allo stato dei fatti, l’interpretazione
di un Valdo guida « di appartenenti a classi sociali inferiori » per la
semplice ragione che nessun documento ci autorizza ad una simile interpretazione. Anche la partecipazione delle donne al movimento valdese, argomento particolarmente caro alla interpretazione sociologica,
è giustamente ridimensionato dal
Selge. Che dire allora della povertà
di Valdo e dei suoi? Mistero della
povertà o ministero della povertà?
Nella Confessione di fede e Propositum di Valdo e dei suoi fratelli
che si fa risalire al 1180, scoperta e
studiata solo da pochi lustri, dopo
aver riaffermato la sua fede integrale, anche nei confronti delle a concezioni donatistiche e antigerarchiche ampiamente diffuse nella cristianità dei secoli XI e XII », (« non
respingiamo in alcun modo i Sacramenti che in essa [Chiesa] si celebrano con la cooperazione della virtù inestimabile e invisibile dello Spirito Santo, anche se siano amministrati da un sacerdote peccatore,
finché la Chiesa lo mantiene nel suo
seno »), Valdo confessa il suo proposito: « E giacché la fede, secondo
l’apostolo Giacomo, senza le opere è
morta, abbiamo rinunziato al mondo, e ciò che possedevamo, come è
stato ordinato dal Signore lo abbiamo distribuito ai poveri ed abbiamo deciso di essere poveri, in modo
che non ci preoccupiamo di esser
solleciti del domani né abbiamo la
intenzione di accettare oro o argento o alcunché di simile da chichessia tranne il vitto e il vestito quotidiano. Ci siamo pure proposti di
osservare i consigli evangelici come
comandamenti (precepta!) ».
Non è un giudizio sulla povertà
che viene pronunziato; è una scelta
liberamente fatta; infatti Valdo continua : « Confessiamo e crediamo
che compiutamente si salvino coloro che rimangono nel mondo e conservino i loro beni, quando facciano elemosine ed altre opere di bene
con le proprie sostanze, osservando
i comandamenti del Signore ».
Nel trattato contro l’eresia, di Du
rando di Osca, del quale il Selge ha
rivalutato l’eccezionale importanza
per una migliore conoscenza della
vita e del pensiero della comunità
valdese primitiva, in polemica con
coloro che gli rimproverano di riconoscere la validità del ministero
del sacerdote infedele, Valdo ribadisce questa posizione: « Se chiedete perché siamo poveri, affermiamo
[che lo siamo] perché leggiamo che
il Salvatore nostro e i suoi apostoli
furono poveri ».
Siamo in presenza del ministero
della povertà come lo concepiva il
predicatore itinerante; possiamo, fino ad un certo punto, parlare di
una eomunità di predicatori itineranti, in cui si accentua il carattere
del richiamo alla fedeltà aH’evangelo; la ricchezza, il possesso di beni terreni, il lavoro (fonte di guadagno) costituiscono un peso intollerabile per il predicatore dell’evangelo; perciò anche il modo di vestire ha un certo suo significato come
testimonianza di povertà e di fedeltà.
Non siamo però in presenza di
una concezione di ispirazione monastica; non si tratta di voti nel senso
ecclesiastico della parola; non vi è
un concetto sacramentale; in un certo senso, appunto per questo, la povertà di Valdo si pone su un piano
più radicale: non vi è posto per una
ricchezza dell’Ordine: « La sicurezza della sua terrena esistenza dipende da Dio soltanto ».
Valdo ed i suoi compagni della
prima ora non concepiscono la loro
obbedienza come un atto di ribellione o di protesta o di contestazione, ma inevitabilmente « l’esempio
dei Poveri doveva operare come appello e protesta ». ‘
E non ci sembra di poter meglio
concludere che tra ducendo ancora
alcune frasi del Selge che così definisce questo ideale di Valdo: « Chiamare a penitenza i peccatori, esortare i più ad esser saldi, forse anche
richiamare al loro compito chierici
dimentichi del loro dovere »; in
questo ideale missionario non sembra però che abbia a trovar posto
la conversione di tutti i ricchi alla
povertà.
L. A. Vaimal
PARABOLE DEL REGNO
Il pio e la zizzania
(Matteo 13: 24-30)
L’annunzio del Regno di Dio è stato dato da Gesù Cristo, la buona
semenza è stata da lui seminata; tuttavia, nel mondo, accanto ed insieme al buon grano, maturano anche le zizzanie. C’è chi fa una buona
semina, ma c’è anche chi ne ostacola lo sviluppo con una contro seminagione notturna. Tutto ciò può inquietarci e scandalizzarci, ma effettivamente è così: qualcuno è capace di compiere un’azione perturbatrice e
ingannatrice nel campo dove il buon grano è stato seminato.
Chi è quel tale e quale il suo nome? La parabola non si perde in
inutili divagazioni, ma dice semplicemente : ”Un nemico ha fatto questo” :
non uno sconosciuto, ma un « nemico » del padrone del campo. Si può
rimanere perplessi di fronte a questa affermazione e si può anche sorridere più o meno scetticamente; la presenza delle zizzanie nel campo rimane tuttavia un fatto incontestabile, i « figliuoli del Regno » ed i « figliuoli del maligno » vivono insieme nel vasto mondo, la vera fede non
si distingue sempre dalla ipocrisia e dalla falsa pietà. Chi è colui che
si oppone all’Evangelo e rende inefficace la testimonianza dei credenti?
Di fronte a questa situazione, molti bravi cristiani si sentono tranquilli
e al riparo da ogni pericolo. Dicono : è vero, il mondo è pieno di zizzanie
e di peccati, ma la chiesa non è il mondo ! Certo, la chiesa cristiana non
è il mondo, tuttavia essa è nel mondo ; anche nella chiesa il « nemico »,
cioè il maligno, compie l’opera sua. Forse che non vi sono più zizzanie,
ma soltanto fiori e frutti deliziosi nella comunità dei credenti? Siamo
forse al riparo, noi cristiani, dalle « insidie del diavolo »? Con ciò non
intendiamo affermare che la chiesa debba essere « mondana », tutt’altro ;
però, anche nelle assemblee più pure e più devote, nei Sinodi e nei
Concili, là dove si evangelizza e si serve, il « nemico » penetra di notte
e semina le sue zizzanie accanto alla buona semenza. La Parola di Dio
è fedelmente predicata, ma il « nemico » fa crescere accanto a quella
Parola le sue dottrine, i suoi ragionamenti, le sue deformazioni della
verità e della carità. Egli altera e deforma totalmente il contenuto della
fede; in tal modo, ci sarà una fede che non è più vera fede in Gesù
Cristo, una predicazione che non sarà più fedele ascolto della predicazione di Cristo e degli apostoli. Tutto ciò accade nella chiesa e nella
cristianità : « Mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò
delle zizzanie in mezzo al grano e se ne andò ».
Ora non lasciamoci prendere dal pessimismo, come fanno molti cristiani i quali guardano attorno a sè e dicono: non c’è più il buon grano,
le zizzanie hanno invaso tutto il campo. Può darsi che talvolta sia difficile scorgere il buon grano, ma esso c’è, grazie a Dio, anche se la zizzania
è lussureggiante e traboccante. Il pessimismo è piuttosto di moda, oggi
anche tra i predicatori. E’ più facile condannare che perdonare. La predicazione diventa una dura requisitoria contro il mondo, una solenne
denunzia dei peccatori della chiesa, una spietata eliminazione di chi non
la pensa ’ come noi. Si perde di vista la buona semenza, che « il padrone
ha esaminato nel suo campo ». Eppure c’è una nota di speranza in questa parabola, una speranza che dovrebbe aiutarci a guardare il campo
con lo sguardo di Dio: uno sguardo lucido, paziente, fiducioso.
Non possiamo e non dobbiamo sostituirci a Dio, soprattutto quando
si tratta dei Suoi giudizi. I « servitori » vorrebbero sradicare e cogliere le
zizzanie prima della mietitura; come quei servitori, molti cristiani vorrebbero esercitare un giudizio definitivo, senza neppure rendersi conto
del fatto che « mentre essi dormivano » il nemico è entrato nel loro
campo. Oggi è chiaro che i cristiani hanno dormito troppo e che il loro
pesante sonno ha prodotto una moltiplicazione di zizzanie nella chiesa
e nel mondo.
Gesù Cristo non ha anticipato la mietitura finale, ma ha seminato
la Sua parola. Nella bocca dei cristiani e nei loro atti il giudizio può
diventare estremamente ingiusto e pericoloso. Quanti errori sono, stati
compiuti nel campo del Signore! Quante scomuniche sono state ingiustamente e troppo presto pronunziate! Dov’è il campo che abbia soltanto
del buon grano? Chi ci autorizza a fare ciò che Dio stesso non intende fare
prima della « mietitura? » Perché tanta fretta da parte nostra? Finché
dura la pazienza di Dio, abbiamo il dovere di ascoltare e di credere all’Evangelo, non si espellere o di sradicare. Dio sa aspettare più di noi
e meglio di noi la mietitura. Il tempo della chiesa non è ancora il tempo
del Regno di Dio nella sua totale apparizione.
Molti si domandano con ansia: «Se Dio esiste, perché Egli tollera
la presenza della zizzania? Perché non sradica tutto il male che esiste
nel mondo? »
Forse perché, a differenza di molti cristiani pronti alla condanna e
al saccheggio, Dio non vuole che neppure un chicco di grano da Lui seminato sia definitivamente perduto.
Ermanno Rostan
iiiiimiliilMiumKini
Così vive la Federazione evangelica italiana
(segue da pag. 1)
a favore dei rifugiati, la cui attuale
condizione pone problemi morali e sociali non indifferenti. Un altro ramo
di interesse di questo vasto servizio è
la ricerca sul piano giuridico (in collaborazione stretta con la Commissione giuridico-consultiva) attinente al
problema dell’obiezione di coscienza e
del servizio civile corrispondente. Par
re vi sono buone probabilità di una
legge in merito al riconoscimento di
uno stato giuridico per gli obbiettori
e a questo proposito il Consiglio ha
incaricato la Giunta di redigere un documento pubblico che esprima il pensiero delle Chiese Evangeliche e che
riaffermi la necessità da parte dello
Stato di rispettare la decisione della
coscienza individuale dei cittadini In
fatto di servizio, offrendo l’alternativa
di un servizio civile, a cui tutti possano accedere.
Un altro « servizio » è costituito dal
«Centro studi» (Past. Aldo Comba).
Anche qui un fronte vastissimo sul
piano della riflessione teologica in sede di ecclesiologia, problema dei ministeri, ecc., dell’organizzazione pratica di incontri a tema teologico e biblico e della produzione di studi e documenti. Sono attualmente allo studio
due incontri a dimensione federale:
uno a Porlo d’Ischia (Napoli) per il
Centro Sud, con un tema biblico su
« L’Epistola agli Efesini » ; si tenterà
un confronto ecclesiologico sulla base
dello studio di questa Epistola. L’altro
incontro avrà luogo in Agosto ad Agape per il Centro Nord e il tema riguarderà i rapporti Chiesa-Stato, sotto
il profilo teologico. Di questi due incontri sarà data tra breve una più
ampia e dettagliata presentazione in
modo da permettere lo studio preven
tivo nelle Comunità e favorire la più
ampia partecipazione possibile.
Il «Servizio radio-televisivo» (Dott.
Roberto Sbaffi) ha ormai assunto la
responsabilità del Culto-radio e, come
è noto, si occupa pure della redazione
di un notiziario evangelico che ogni
domenica viene trasmesso subito dopo il culto stesso.
Si sono avuti inoltre fruttuosi colloqui con la Direzione della RAI-TV,
al fine di stabilire un contatto di carattere permanente tra questa e il nostro servizio, che verrà dunque consultato in merito a programmi radiotelevisivi che in qualche modo trattino questioni attinenti il mondo o il
pensiero protestante. A cura del Consiglio della Federazione è inoltre iri
preparazione un elenco di competenti
laici o Pastori che la Radio può invitare per la trattazione di temi o partecipazione a dibattiti riguardanti materie teologiche, morali, educative, ecc.
Sembra inoltre che esista la possibilità di una nostra diretta partecipazione, sia a livello organizzativo che
di consulenza teologica, alla programmazione di una rubrica televisiva sul
tema « fede e cultura ». La questione
è ancora in discussione. Restiamo tuL
tavia, da parte nostra, rriolto vigilaiiti
nei confronti di qualsiasi possibile
strumentalizzazione ai fini di un ecumenismo di facciata.
Un’altra possibilità che pare attuabile in un prossimo futuro è la programmazione di una rubrica televisiva
evangelica di cui avremo la piena e
diretta responsabilità. Naturalmente i
due grandi problemi che dovranno essere risolti sono da una parte quello
finanziario e dall’altra quello di un uomo a pieno tempo con le qualifiche
professionali necessarie, che possa essere in grado di portare avanti tutto
questo lavoro.
Un altro problema collegato a que
sto servizio è quello concernente l’istituzione di una « agenzia stampa » con
la diffusione di un bollettino di notizie ad uso giornalistico. Si è infine venuti a parlare di ’’Nuovi Tempi” Dopo
aver ampiamente discusso la linea del
giornale e la situazione amministrativa, ci si è chiesti se non era giunto il
momento di riconoscere il settimanale come organo della Federazione. A
tal fine si è chiesto alla Giunta di predisporre un progetto che verrà ancora ulteriormente vagliato. Il discorso, naturalmente, è più ampio, coirivolge la decisione delle Chiese e ripropone l’annosa questione del ridimensionamento della stampa denominazionale.
La Commissione Giuridico-Consulti
va, non costituisce un « servizio » vero
e proprio della Federazione, in quanto
vi sono rappresentante Chiese che della Federazione non fanno parte, anche se il Presidente di questa Commissione è lo stesso Presidente della Federazione. I problemi che la Commissione sta trattando riguardano: l’iter
della famosa legge 669 sulla mutua
INAM ai ministri di Culto, per la quale chiediamo l’applicazione deirartico
10 8 della Costituzione sulle « intese » ;
in secondo luogo la questione concernente la legge sull’obiezione di coscienza, di cui abbiamo già accennato e infine un progetto di legge per l’equiparazione degli altri Culti, circa l’entità
delle pene previste per offese alla religione dello Stato. A questo proposito
11 Consiglio ha deciso all’unanimità di
opporre un netto rifiuto all’appiicazione di questa legge nei nostri confronti, che verrebbe a costituire un ndebito privilegio, per noi inaccettabile.
Il servizio di educazione e istruzione religiosa (Prof. Nicola Pantaleo),
non ha ancora trovato la sua linea
di azione concreta, data la genericità
e la vastità del mandato ricevuto. Non
si può infatti distinguere la questione
dell’educazione religiosa nelle scuole
dal problema più generale del modo
in cui viene impostato e condotto tutto l’insegnamento scolastico. In secondo luogo si pone il problema di sapere
se siamo tutti d’accordo di affermare
l’assoluta laicità della Scuola di Stato,
o vogliamo invece l’equiparazione alla Chiesa Cattolica per quel che riguarda l’insegnamento dalla religione nella scuola. Per quanto concerne
il rapporto tra questo servizio e il
Com. Naz. delle Scuole Domenicali è
prevista una più stretta collaborazione
tra i due organismi, mentre è auspicabile che anche il Com. Naz. SS.DD.
diventi un organo federale.
Mentre i vari « servizi » stanno cercando la via della concreta >utuazione
dei loro programmi, resta tuttavia
sempre aperto il problema fondamentale, cioè la maturazione di una
« mentalità » federativa alla base, che
si manifesti nella collaborazione concreta, in incontri, scambi e soprattutto in prese di posizioni comuni nei
confronti dei problemi della stimonianza, più urgenti per il nostro tempo. Qui il Consiglio della Federazione
esita a prendere iniziative che avrebbero il carattere di decision: prese dall’alto e imposte alla base. Alcune indicazioni, proposte per mezzo di circolari
da parte del Presidente, sembrano non
avere sortito grandi effetti. rendiamo conto che il cammino non è facile,
ma siamo d’altra parte convinti della
necessità di proseguirlo, procedendo
in una collaborazione seinp-e più va;
sta e profonda a tutti i livelli, tra gli
evangelici italiani, chiamati trovare
insieme la propria vocazione e insieme attuarla nel luogo e nel tempo
in cui il Signore ci chiama a vivere e
a operare.
Alberto raccia
3
N. 11 — 14 marzo 1969
pag. 3
OA FRANCO E GIOVANNA CALVETTI
Lettera da Casablanca
HAPOII
Come è stata celebrata la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani - EIRÉNÉ
un centro sociale che vive l’amore di Cristo in Marocco, dove il nome del
Salvatore non può essere gridato sulle piazze nè per le strade
Anche a Casablanca, Marocco, si è
■celebrata la settimana dell’Unità dei
Cristiani dal 20 al 26 gennaio. Veramente è meglio parlare di settimana
di preghiera per l’Unità, come dicemmo {...contestando l’annuncio ufficiale
•dato dalla stampa marocchina!) nel
corso di una riunione preparatoria,
chiamati come rappresentanti della
-Chiesa Riformata di Francia di cui
dall’ottobre scorso siamo membri.
Tre sono state le attività che hanno
caratterizzato la settimana: preghiere
comuni giornaliere, una serata di informazione e il servizio liturgico della
domenica 26. Le preghiere comuni sono state tenute in diverse sale della
città (presso il monastero delle Clarisse, alla casa Luterana Scandinava, alla
sala ortodossa Greca e a quella Russa).
Ci si ritrovò due volte al giorno, a
mezzogiorno e alla sera per un corto
servizio liturgico basato' su Galati 5:
13 : « Fratelli, siete stati chiamati alla
libertà ». Su questa pericope e sull’altra « Affinchè siano tutti uno », venne
centrata la predicazione di domenica
26 alla cui elaborazione lavorammo in
c équipe » di una quarantina di persone fra pastori, preti, monaci e laici di
varie confessioni, in uno spirito sincero e per questo battagliero. L’apporto
dato da Franco per evitare di fare del1’« ecumenismo da salotto » è stato decisivo per la serata e accolto da quasi
tutti con fraterna gioia.
La serata di informazione che sostituì quella di preghiera comune degli
scorsi anni e alla cui abolizione abbiamo contribuito per evitare gli ibridismi di liturgia, ha avuto luogo nella
Cripta di una delle più grandi Chiese
di Casablanca alla presenza di numerosissimi intervenuti e dei rappresentanti della stampa cittadina. Le informazioni si succedettero sotto forma di
comunicazioni. Vennero evocati alcuni
personaggi e avvenimenti della realtà
ecumenica: un domenicano parlò ffi
Karl Barth, un protestante del cardinale Bea, il reverendo luterano dell’Assemblea di Uppsala. A grandi tratti
venne profilata una evoluzione liturgica significativa: l’invocazione allo Spirito Santo nei nuovi canoni della Messa Remana, infine l’impegno dei cristiani al servizio degli uomini venne
presentato con due opere diverse ma
concorrenti allo stesso scopo, l’amore
del prossimo, come riflesso dall’Amore
di Cristo. Franco parlò di Agape e di
Riesi mentre una collaboratrice di
Eiréné, servizio di sviluppo e pace, parlò dell’unico servizio cristiano reso in
ouesta terra d’Africa. Vi lasciamo immaginare rentusiasmo che l’opera di
A sape e di Riesi hanno suscitato nelìKiucno- una giovane ragazza a co
I' finita si è presentata con
offrirsi di lavorare nella
n a
ne tiamo perché la giudichiamo molto interessanti le notizie
u E q esto centro sociale che,
unico a non essere troppo osteggiato
dal governo, lavora per il popolo marocchino. Abbiamo conosciuto quest’opera appena arrivati in Marocco
e seguiamo da vicino il suo lavoro. Ci
siamo impegnati a lavorare con il Centro nella misura in cui i nostri iinpegni di lavoro (ahimè! pesantissimi)
ce lo permetteranno. Giovanna ha in
progetto di dedicarsi, insieme alla moglie del direttore all’insegnamento del
cucito e di nozioni di puericoltura a
donne arabe viventi nelle due Medine
e nelle bidonvilles che fasciano la
grande città.
Eiréné, che in greco significa Pace,
venne creato nel 1957 in seguito ad
una riunione di responsabili delle
Chiese storicamente pacifiste come i
Mennoniti, i « Brethrens », i Quaccheri.
È un servizio della Pace che ha per
scopo di offrire un servizio gratuito e
disinteressato sul piano sanitario, sociale, educativo e tecnico. Eiréné è un
organismo internazionale e interdenominazionale la cui amministrazione generale, in Germania, si occupa della
selezione dei volontari; ha incominciato a lavorare in Marocco nel 1957.
Si è occupato dei profughi algerini
sulla frontiera marocchina, ha reso
dei servizi al tempo dell’avvelenamento
dovuto ad olio sofisticato nella regione di Meknès, ha partecipato all’opera
di salvataggio dopo il terribile terremoto di Agadir, si è occupato della ricostruzione di orfanotrofi, collegi, ecc.
Ora Eiréné pur cercando di conservare una certa indipendenza, si è integrato (per forza!) alle strutture del
Paese e lavora per la formazione professionale. L’ufficio coordinatore è a
Casablanca e organizza i contatti cori
i Ministeri Marocchini e gli organismi
stranieri. Le squadre di lavoro sono
distaccate a Larache (verso Tàngeri),
Berrechid (verso Marakesch), Agadir,
Rabat, Fès e Casablanca/A'in Chock.
Accenniamo rapidamente alle attività attuali svolte da questo centro. A
Larache e Berrechid si lavora in alcuni centri di rieducazione di giovani delinquenti e in accordo con il Ministero
della Gioventù e degli Sports si lavora nel campo della formazione professionale (formazione di falegnaini,
niaterassai, meccanici, agricoltori).
Questi laboratori sono organizzati in
cooperative, formula che permette una
certa indipendenza finanziaria. Lo scopo è di dare una formazione pratica
che permetta di far apprezzare ai giovani il valore del tempo, degli attrezzi
e delle macchine, guidandoli verso
l’acquisizione di abitudini di disciplina
e di regolarità insistendo sulla formazione di una coscienza professionale.
Parallelamente alla formazione dei giovani essi sperano di poter formare dei
quadri con personale marocchino capace di sostituire i volontari. A Agadir
una squadra si occupa dell’elemento
femminile dando corsi di maglia e di
taglio alle giovani spose, si occupa dei
bambini e partecipa all’operazione « La
goccia di latte ». A Rabat una volontaria prepara delle maglieriste. Il laboratorio è organizzato sotto forma
di cooperativa e si cerca di immettere
gli articoli sul mercato. A Fès una volontaria lavora in un ospedale infantile. A Ain Chock, periferia di Casablanca, un volontario impianta una
fucina in un ospedale di lebbrosi per
facilitare con il lavoro una rieducazione e un reinserimento nella società.
Queste attività sono compiute grazie a giovani d’ambo i sessi che si impegnano volontariamente a lavorare
per due anni. Vi sono alcuni volontari
che sono obiettori di coscienza e chiedono ai loro paesi di venire avviati a
questo centro. Il volontario riceve ogni
mese come « argent de poche » circa
L. 12.(X)0. Le spese di alloggio e vitto
vengono assunte da Eiréné e ammontano a circa L. 15.000 al mese a testa.
Ma il fatto di essere volontari per
un lavoro gratuito non dà alcun dirit
to alla mediocrità. I volontari si prestano a ricevere un’istruzione tecnica
e pratica per rispondere alle esigenze
di Paese nel quale sono chiamati a
lavorare. Essi accettano pure di imparare altre lingue, di adattarsi ad altri
costumi, di praticare metodi di lavoro
diversi da quelli applicati nei loro paesi. La vita comunitaria comincia ogni
mattina con un culto presieduto a
turno e può essere una meditazione,
una lettura biblica o quella di un brano di un libro o un articolo di giornale.
Un punto fermo di Eiréné è quello
di condannare ogni violenza e ogni
oppressione. Il loro primo scopo in
Marocco fu quello della riconciliazione, ma l’esperienza ha fatto si che prevalesse lo sforzo per cercare di allargare la mentalità di questa gente perché prenda coscienza di se stessa e
della necessità di aiutarsi vicendevolmente in uno spirito di gioiosa collaborazione. Eiréné si impegna a rispettare la fede delle altre religioni ricercando i valor eterni che uniscono gli
uomini al di 'à delle differenze di culture, di religione e di razze.
Vi raccomandiamo di ricordarvi nelle vostre preghiere dell’opera di questo
Centro sociaif che vive l’Amore del
Cristo in questo Paese dove il nome
del Salvatore ¡lon può essere gridato
sulle piazze né nelle strade.
Franco e Giovanna Calvetti
Questa cor; is'.' naenza è stata ritardata e
ce ne scusiamo i lettori e gli amici
Calvetti, con un .su,:.trio fraterno.
— XV11 febbraio — Anche quest’anno la
Comunità di via dei Cimbri ha celebrato la
festa del 17 febbraio. A Napoli non si possono fare cortei eon bandiere e coccarde per
ovvie ragioni, né accendere fuochi di gioia
sulle eolline, anche se una sorella valdese
avrebbe desiderato accendere un bel falò sulla collina di Posillipo o su quella più elevata dei Camaldoli! Confesso che non capisco
il motivo della guerra scatenata contro gli
innocenti falò e i cortei tradizionali delle
Valli Valdesi. Sono una manifestazione di
gioia e di riconoscenza e coloro a cui danno
tanto fastidio, se abitano fra i nostri monti
non hanno che da starsene ben tappati in
casa per non vedere e non sentire, e se invece vivono nel resto d’Italia che può loro
importare quello che si fa a Torre Pellice,
a Bobbio o a Prali?
Nella Comunità di via dei Cimbri il 17
febbraio è stato celebrato con un culto speciale la domenica 16, culto seguito dalla
S. Cena e terminato col canto de] Giuro di
Sibaud. A questo culto hanno partecipato,
quali graditi ospiti, rappresentanti delle altre Chiese Evangeliche di Napoli e di opere
evangeliche. Nel pomeriggio si è svolto un
trattenimento con buffet e lotterie nei locali
al primo piano e, prima di separarci, il Pastore ha tenuto un’interessante conferenza
sull’inizio del movimento Valdese e in particolare sull’adesione della Chiesa Valdese
alla Riforma, ricordando il Sinodo di Chanforan e la traduzione della Bibbia detta di
Olivetano a cura della Chiesa Valdese. Peccato che rinclemenza del tempo : pioggia,
vento e violenta grandinata, abbiano impedito a varie persone d’intervenire pur avendone avuto il desiderio.
— Una interessante innovazione è in corso
a proposito dello studio biblieo del mercoledì
sera. Con decisione del Concistoro, invece
dello studio tenuto dal solo Pastore, ora possono partecipare in modo attivo anehe i fratelli presenti con domande e osservazioni.
Attualmente stiamo studiando la I Epistola
ai Tessalonicesi, e già dalla prima riunione
si è notato un vivo interesse nei presenti,
tanto da superare senza aeeorgercene l’ora
dedicata a tale studio. Speriamo che questa
■I ■imiiiiiiiiimiiiimimmim
iiimmiiiimiiiiii
iiiimimiiimiiMimiimiimiiiiimmiiuiiitiiiiiiiiiiiiminiiiiimiiiiitmimiiiiiiiiMiiiimiinii,.
La data della Emancipazione dei Valdesi
è stata celebrata con estrema semplicità in
questi tempi così turbolenti. Al culto domenicale del 16 febbraio, il Pastore ha messo
in evidenza alcuni aspetti caratteristici della prima Riforma valdese e la loro attualità
in vista della nostra testimonianza oggi. La
assemblea ha partecipato alla Santa Cena;
dopo di che una quarantina di persone si
sono riunite in una trattoria locale per un
modesto pranzo in comune. Sulle alture della Val Chiusella una nostra sorella in fede,
sola evangelica nel villaggio, ha acceso il
suo « falò ». Vorremmo, naturalmente, che
un’altra luce risplendesse nei villaggi di
queste valli, dove i nostri evangelizzatori recarono nel passato la luce dell’Evangelo. Ma
per ora non è cosi e nessuno di noi può dire
se i gruppi di fedeli, ora scomparsi, risorgeranno. Si parla molto di Valdo e del movimento valdese alle sue origini; ma ci si dimentica facilmente che una delle caratteristiche fondamentali di quel movimento era
la diffusione della Parola di Dio in mezzo
al popolo, Un popolo ohe oggi come allora
ha bisogno di conoscere l'Evangelo per affrontare la vita alla luce del messaggio crist'ano.
— La sera dell’ll febbraio una numerosa
as.semblea si è riunita nella sala civica, non
per commemorare il Concordato fra Chiesa
e Stato, ma per rievocare la figura di Karl
Barth, sotto il profilo teologico, ecumenica
e politico. Gli oratori Pastori Paolo Ricca,
Carlo Gay e Giorgio Bouchard hanno adempiuto il loro compito lodevolmente e sono
stati seguiti con vivo interesse dall’uditorio.
Erano presenti il Vescovo di Ivrea con un
gruppo di sacerdoti. Dopo aver espresso il
proprio ringraziamento al pastore di Ivrea
con una lettera, il Vescovo volle scrivere
un breve articolo sul « Risveglio », settimanale della diocesi, da cui stralciamo alcune
frasi : « Sono stato invitato e ho partecipato
martedì alla commemorazione di Carlo
Barth... A Barth devo una personale riconoscenza per certi luminosi or.entamenti ricevuti per l’interpretazione del pensiero cristiano medioevale; ma a lui tutti i cristiani devono una più profonda riconoscenza
per quanto ha dato nel suo lungo insegnamento... Al di là di particolari divergenze,
il suo vigoroso richiamo al senso di Dio e
alla Sua infinita grandezza, aR’obbedienza alla Sua parola, alla centralità di Cristo nella
storia e nella nostra vita, al valore concreto
e vivo di sentirsi Chiesa, a un impegno cristiano senza compromessi, sono uno stimolo
ed una ricchezza per ogni credente in Cristo ».
Abbiamo vivamente apprezzato questi pensieri del Vescovo dì Ivrea e s'amo convinti
che la riunione, nel suo complesso, è stata
una chiara testimonianza evangelica, nell’ascolto della Parola di Dio. Un pensiero di
gratitudine agli oratori.
— In queste ultime settimane la comunità ha raccolto due somme destinate alla
lotta contro la fame (Biafra) e alle famiglie
di Angrogna sinistrate da un incendio.
— Domenica 23 febbraio, alla presenza di
un folto pubblico, è stato celebrato il matrimonio di Vittorio Bazzoni e Adrmna Trevisson. Agli sposi, auguri sinceri per una
vita coniugale fedele e aperta alla solidarietà
umana e cristiana.
stati numerosi i funerali, mentre non si sono
registrati né batte-eimi, né matrimoni.
I fratelli riehiaiaati dal Signore sono :
Pons Susanna, Reynaud Stefano, David Maria ved. Benech, Moen Emily deceduti alla
Casa di Riposo; Long Matilde ved. Masse!
(Villa) spentasi improvvisamente il 25 gennaio; Tron Gustavo (ViUa) che ha chiuso la
sua esistenza terrena • Pinerolo dopo un
lungo periodo di infermità; egli era molto
noto fra noi per la sua infaticabile attività
professionale e per l’energia che caratterizzava la sua persona; Costabel Giovanni, deceduto dopo soli pochi giorni di degenza in
ospedale, egli era da moltissimi anni membro del Concistoro; lo .-i considerava come
una delle ormai poche figure di valdese del
vecchio stampo rimaste in seno alla comunità sangermanese; le sue esequie hanno
avuto luogo proprio il giorno del 17 febbraio. Si è spento a Pinerolo dove ormai risiedeva da parecchi anni, il nostro fratello
Long Eli; egli era sempre molto affezionato
a S. Germano, suo paese dì origine, dove appunto ha voluto essere sepolto. Alle famiglie nel lutto ricordiamo le parole di Gesù:
« lo sono la risurrezione e la vita; chiuncfue crede in me, a^^che se muoia, vivrà ».
Anche quest’anno il 17 febbraio è passato; a S. Germano durante la giornata tutto
pì è svolto come di consueto; l’unica novità
di questo diciassette è stala registrata durante la serata nel corso della quale, oltre alla
proiezione di interessanti diapositive sulla
storia valdese commentate dal Doti. Peyrot
di Torino, al quale vada ancora il nostro sentilo grazie, sono stati letti due documenti
aventi lo scopo di proporre alla comunità un
ripensamento sui problemi che sono ora al
centro delTattenzione di tutta la Chiesa Valdese, ripensamento che auguriamo sinceramente abb a a portare i suoi frutti e sia di
sprone a noi tutti ad agire coerentemente
con i nostri principi di fede. Un vivo ringraziamento anche al pastore Bertin che gentilmente ha accolto l’invito di venire in
mezzo a noi per presiedere la prima parte
della serata. Durante la seconda parte un
numeroso gruppo di giovani ha presentato
al pubblico due divertentissime farse.
VILLAR PELLICE
Ne] suo 8.5® anno di età ha concluso la sua
corsa terrena Rivoira Samuele, del Rouet.
Egli ogni anno, al primo apparire della primavera, aveva l’abitudine di trasferirsi con
la famiglia in alto nei vari alpeggi posti ai
piedi del monte Frioland per occuparsi del
suo numeroso bestiame. Malgrado la tarda
età egli aveva ancora anche l’estate scorsa
compiuto questa ascensione. Ora egli è salito
più in alto ancora accogliendo con serenità
la chiamata giuntagli dopo pochi giorni di
indisposizione.
I molti conoscenti ed amici che egli aveva sono venuti numerosi a porgergli il loro
ultimo saluto, e a dire alla sua famiglia la
loro simpatia, accompagnando la sua salma
al campo dell’ultimo riposo terreno sabato
1® marzo.
A tutti i suoi familiari, ed in modo particolare alla sua compagna, la Chiesa esprime
ancora la sua solidarietà e il suo fraterno
affetto.
Doni in memoria del Doti. E. Quattrini, per l'Ospedale Valdese di Pomaretto :
Massel Ettore L. 1.500; Peyronel Ferdinando lO.OOO; Malanol Emilio 5.000; Grill
Melania 5.000; C. e R. Tourn 2.000; Peyronel Aldo e Enr. 1.000; Perro Albertina
5.000; Rostagno Emilio 20.000; Costantino
Enrico 10.000; Peyran Adolfo 3.000; Massel
Pietro 5.000; Vinay Beniamino 5.000; Rostan Amedeo 1.000; Peyrot Giulia 10.000;
Vighelmo Elena 10.000; Ferrerò Celina
5.000; Ferrerò Caterina 5.000; Barus Fam.
Chiotti 3.000; Gardiol Lidia 5.000; Tron
Luigia V. Rostan 2.000; Peyrot Ddia 2.500;
Poet Oreste 5.000; Massel Arturo 5.000; Bertalot Enrico 5.000; Bounous Enrico 5.000;
Menusan Enrichetta 5.000; Viglielmo Enrico 5.000; Viglielmo Alberto 5.000; Costantino Pietro 2.000; Genre Alina (Grange)
2.000; Ricelli Marina 1.000; Genre Adriano
500; Clot Giovanna 5.000; Griglio Carlo
5.000; Peyronel Cesare (S. G.) 5.000; Refourn Caterina 5.000; Guglielmet Giuseppe
5.000; Peyrot Amato 5.000; Vinay Clemantin 5.000; Rostaing Rachele 5.000.
Totale L. 196.000.
La C.l.O.V.
Per la ricorrenza del « 17 febbraio » le
due Comunità si sono ritrovate insieme, la
mattina, per il Culto a Coazze. Il Tempio
era gremito con la presenza di amici e di
simpatizzanti venuti perfino dalla Svizzera,
di Fratelli Battisti e della Chiesa dei Fratelli, di parenti da Milano, Torino, Ivrea,
Piverone, Asti, dal Pinerolese. A mezzogiorno, sessantaquattro si sono fermati per consumare insieme, presente il Sindaco, l’agape
fraterna. La neve che continuava a cadere
ha consigliato molti di riprendere la via del
ritorno prima di partecipare aUa terza parte
che per le « sedici » le Sorelle della Chiesa
di Coazze avevano preparato. Ringraziamo
cordialmente tutti coloro che hanno collaborato attivamente — organizzazione, preparazione, autotrasporto persone — alla riuscita,
per la gloria di Dio, della manifestazione.
Dopo essere stata degente anche all’Ospedale Valdese di Torino (ringraziamo la Direzione, i Medici, il personale) la nostra Sorella Adelina Ruffino di Ruadamonte (Coazze) si è addormentata nel Signore; la sepoltura è stata fatta a Coazze. « Beati i poveri...
perché di loro è il Regno dei Cieli » (Matteo 5: 3).
Rinnoviamo la nostra simpatia cristiana
a nostre Sorelle di Susa : Emilia per la dipartenza della Zia e Amalia e la Sig.ra Meloni (Roma) per la dipartenza del FrateUo
in Isvizzera.
A Coazze, al Culto domenicale, è stata battezzata Erika Giuliano di Paolo e di GrazieUa Coisson, Milano : « ...di tali (piccoli
fanciulli) è il Regno di Dio » (Me. 10: 14).
Ringraziamo il nostro Fratello Ugo Tomassone per la sua collaborazione nel presiedere Culti domenicali.
(Via dei Cimbri)
innovazione possa interessare un sempre maggior numero di fratelli.
— Sono state presentate alla Chiesa le
piccole Giada Pitarelli, Emma Olivieri e
Alessandra Aldè, rispettivamente il 19 gennaio la pr.'ma e il 16 febbraio le altre due.
II Signore benedica queste care piccine e le
loro fam'glie. Fernanda Fiorio
SAN SECOh’DQ
Funerali — Dopo poche ore di vita, è stata tolta all’affetto dei suoi eari la piccola
Luisella Forneron di Sergio e di Costantino
Alessandra (Prima). La sua bara è stata deposta nel cimitero di S. Secondo il 4 marzo.
Il 6 marzo è deceduta all’Ospedale Civile
di Pinerolo Griglio Fiorirla nata Pavarin di
anni 57. La nostra sorella, colpita da un
male inesorabile, ha sopportato la prova con
calma e serenità, grazie alla sua fede incrollabile in Dio. Una numerosa folla le ha portato l’estremo saluto, partecipando ai suoi
funerali che si sono svolti l’8 marzo.
AUe famiglie colpite nei loro affetti più
cari la Chiesa rinnova l’espressione della sua
sincera solidarietà cristiana.
— Sabato, 8 marzo, la Filodrammatica di
Pomaretto, sotto la direzione del sig. Bosco,
ha presentato alla scuola Umberto I U dramma in tre atti di H. Ibsen : « Gli spettri ».
Ringraziamo ancora sentitamente i coraggiosi e bravi attori che sono stati molto applauditi.
CASA VALDESE
di Vallecrosia
COLONIA MARINA per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni.
Turno unico: 1® luglio - 28 agosto. Direttore : Sig. Edgardo Paschetto.
Quota globale: L. 25.000.
CAMPO CADETTI per ragazze e ragazzi
dai 13 ai 16 anni.
Turno unico : 12 luglio - 1® agosto.
Direttore : Past. Paolo Ricca.
Quota globale: L. 25.000.
I posti in Colonia e al Campo Cadetti sono limitati. Affrettatevi a cbiedere e rispedire il modulo di iscrizione. Evitate il rìsebio
di vedere i vostri ragazzi esclusi da un benefico soggiorno marino!
DOCUMENTI SANITARI E CORREDO:
chiedere informazioni dettagliate aRa Direzione della Casa Valdese - 18019 Vallecrosia (IM.).
I familiari del
prof. Enrico Greppi
ringraziano commossi tutti coloro che
hanno partecipato al loro grave lutto.
Firenze, 14 marzo 1969.
Il Signore ha richiamato a Sè
Isolina Reynau(d
ve(d. Bounous
di anni 70
I familiari ringraziano tutti coloro
che hanno in qualsiasi modo preso
parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al pastore Teofilo Pons.
Pramollo, 14 marzo 1969.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Griglio Fiorina
in Pavarin
di anni 57
commossi per la simpatia ricevuta in
occasione della scomparsa della loro
Cara, ringraziano tutti coloro che con
scritti, fiori, parola di conforto e presenza ai funerali hanno preso parte al
loro immenso dolore.
Un particolare ringraziamento ai pastori sigg. A. Genre e A. Deodato e ai
vicini di casa.
« Per me il vivere è Cristo, e il
morire guadagno ».
(Filippesi 1; 21).
S. Secondo di Pinerolo, 8 marzo 1969.
Alle ore 5 del 6 marzo 1969 si spegneva serenamente il
Magg. Generale
Guido Viti
Ne danno il doloroso annuncio i
figli Lidya e Franco, la sorella Vera
ved. Vinçon, il fratello Vittorio, con i
rispettivi familiari tutti.
I funerali sono avvenuti il giorno 8
corrente alle ore 9,15 nella Chiesa Valdese di Piazza Cavour.
« Io sono la resurrezione e la vita, dice Gesù, chiunque crede in
me anche se muoia vivrà ».
Roma, Via Gregorio VII, 855.
4
pag. 4
N. 11 — 14 marzo 1969>
Notiziario Contpo la fame degli altri Settegiomi
ecumen ico
a cura di Roberto Peyrot
Segnaliamo un'altro iniziativa Urgente Si tratta di sostenere il "Centre Familial,, della Chiesa evangelica del Gabon
HELDER CAMARA
CENSURATO IN BRASILE
Brasilia (bip) —• Qualche giorno dopo la
liberazione di quattro preti (di cui tre francesi) arrestati arbitrariamente a Belo Horizonte e torturati, H. Camera, arcivescovo di
Recife, si è recentemente rivolto agli aUievi ingegneri di questa città brasiliana. Kgli
ha ricordato la parte che dovrebbe avere la
chiesa nello stabilire un « ordfne nuovo »
che metta fine all’ingiustizia. Questo testo,
di cui qui appresso pubblichiamo qualche
estratto, è stato censurato in Brasile.
« E’ un illusione pensare che se non apriamo gli occhi alle masse, essi rimarranno
chiusi. Oggi, con la diffusione della radio,
della televisione, dei giornali, dei mezzi di
comunicazione tutto ciò che avviene nelle
parti più lontane del mondo ha una ripercussione in regioni fino a ieri quasi inaccessibili. Impossibile pensare con gli occhi chiusi. E guai al cristianesimo se le masse hanno l’impressione di essere state tradite da
una chiesa intimidita dal governo, e complice dei potenti...
« Il segreto per tentare di sfuggire ad una
rivoluzione armata, e quello di non temere
la parola 'rivoluzione’ e di comprenderla nel
senso di un cambiamento profondo e rapido.
Ho detto e ripeto che nessuno degli attuali
modelli socialisti può essere trapiantato in
America latina. Dobbiamo scoprire una via
che tenga conto della nostra origine...
« Il giorno in cui avremo il coraggio, la
fiducia di essere noi stessi; quando CTetfcremo nella forza delle idee e della giustizia;
quando ci decideremo ad esigere, pacificamente, il cambiamento delle strutture socioeconomiche e politico-culturali che sono la
disgrazia del nostro paese e del nostro continente, quel giorno non saremo al principio deila fine ma alla fine del principio ».
Per comprendere questa presa di posizione,
questa « nera realtà » è necessario sapere che
solo il 22% della popolazione brasiliana è
attivo, che il 70% non riceve neppure il
minimo vitale e che l’l% dei proprietari
possiede da solo circa la metà delle terre.
I TEOLOGI OLANDESI
E CE SPESE MILITARI
Amsterdam (soepi) — Dei teologi olandesi
hanno indirizzato una lettera aperta al loro
Governo, al Parlamento ed alle Chiese, protestando contro l’aumento di 225 milioni di
fiorini come contributo dei Paesi Bassi alla
NATO.
« Benché disgustati dall’azione russa in
Cecoslovacchia, riteniamo sia parso chiaro,
a poco a poco, che la Russia non aveva invaso detto paese solo per compiere tin aggressione, ma per paura.
« Questa paura deriva essenzialmente dall’atteggiamento della Germania occidentale
che non vuole abbandonare le sue pretese
sulle regioni a oriente della linea Oder-Neisse
e che ogni giorno diventa più forte e potente ».
Una vera risposta aUa Russia dovrebbe indicare « la chiara intenzione del Governo
olandese di riconoscere la linea Oder-Neisse
come frontiera oppure presentare una proposta simile a quella di una commissione governativa, secondo cui la NATO ed il Patto
di Varsavia dovrebbero creare un organo di
contatto permanente, incaricato di lavorare
per la salvaguardia della pace ».
« Non sarebbe utile che una delegazione
delle chiese s¡ recasse a Mosca e ponesse le
necessarie questioni di russi? Sarebbe bene
che una tale delegazione potesse dire a Mosca: ”Il nostro Governo si sta sforzando di
respingere il suo modo tradizionale di ragionare; come segno della nostra buona volontà, abbiamo abbandonato Videa di un aumento delle spese per la difesa” ».
La lettera è firmata da 14 professori di
teologia.
IN AUSTRALIA LA PRIMA DONNAPILOTA AL SERVIZIO DEI «MEDICI
VOLANTI »
Brisbane (spr) — La signora Elisabeth
Garrett è la prima donna-pUota ingaggiata
a pieno tempo dal Consiglio del Queensland
del « Servizio reale dei medici volanti ». Tale servizio, che è attualmente un aute benefico indipendente, è stato creato nel 1928
dal past. John Flynn, fondatore della Missione interna australiana della Chiesa presbite
riana. ' _
La base della signora Garrett sarà Charters Towers. Essa piloterà un apparecchio
Beechcraft Quecn a/80 e sorvolerà una superficie di circa 100.000 km^ del Queensland
settentrionale.
Il marito della signora Garrett, che era
pilota, è morto in un incidente aereo uel
195.1. La sig.ra Garrett pilota aerei dal 1949.
NOVITÀ
A. M. Hunter
L’Evan^elo secondo Paolo
Introduzione
alla teologia paolinica
pp. 140 - L. 700
— Una limpida esposizione del pensiero paolinico scritta per il « non
teologo », ma aggiornata agli ultimi sviluppi della scienza biblica.
— Un libro per chiunque voglia ripensare la propria fede.
CLAUDIANA - 10125 TORINO
Il pastore Gschwend, segretario
dell’jBper, ci scrive : « Con riconoscenza abbiamo ricevuto la vostra
offerta di 7.000 franchi svizzeri (oltre L. 1.000.000) a favore della scuola agricola di Linea Cuchilla. Vi
esprimiamo la nostra viva e sincera
gratitudine per la vostra generosità
che ci è di prezioso incoraggiamento a proseguire nella nostra azione
sempre così necessaria a favore di
fratelli in difficoltà. Siate certi che
la vostra offerta sarà utilizzata nel
migliore dei modi e secondo le necessità a noi ben note ».
A nostra volta ringraziamo vivamente i lettori che ci hanno consentito questo primo invio.
Frattantò, senza con ciò accantonare il nostro impegno per questa
opera, raccogliamo con fraterna solidarietà la segnalazione che ci viene dalla missionaria Anita Gay dal
Gabon, in Africa: il « Centre Familial » della Chiesa evangelica del
Gabon, a causa di difficoltà finanziarie, ha dovuto forzatamente limitare la sua attività assistenziale.
Che cos’è questo Centro? Creato
nel 1962, esso ha per scopo la lotta
contro la mortalità infantile. Per
raggiungere questo scopo, l’attività
del Centro si è orientata verso l’educazione sanitaria rurale.
Visto lo stato di sotto-alimentazione di tanti bambini (da 1 anno
a 18 mesi) sono state effettuate distribuzioni di latte in polvere e di
medicinali. Queste distribuzioni sono state molto apprezzate dalle madri, che si sono rese conto dell’efficacia degli aiuti, aiuti che purtroppo ora (come abbiamo già detto),
hanno dovuto essere limitati.
Durante le sedute settimanali o
mensili del Centro, ogni madre viene interrogata sullo stato di salute
dei figli e sulle eventuali cure che
devono seguire. Il Centro alterna
inoltre dei corsi di formazione teorici e pratici destinati alle giovani
donne, che hanno compreso l’importanza di quest’attività per lo sviluppo del loro paese.
La missionaria Gay, che tanti di
noi conoscono bene ed apprezzano
vivamente per la sua instancabile
opera, precisa nella sua lettera che
il numero dei bambini denutriti è
sensibile e che si cerca di far capire
ai genitori in tutti i modi che essi
sono responsabili dei loro figli: non
si vuole fare di queste persone dei
mendicanti, che aspettano tutto
« dagli altri », ma ci sono dei casi
in cui chi ci va di mezzo è il bambino.
Sovente le madri devono attendere, per nutrire un po’ meglio i figli,
di preparare e vendere il malamba,
un alcol fatto con canne da zucchero e con certe corteccie d’albero, di
cui molti uomini abusano.
Si giunge così all’assurdo di favorire l’alcolismo per nutrire i bambini...
iiiiimimamMimuuiiiiimiimimmimiiiimiimiiiiiiumiimm:
Echi della settimana
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
GUSTAV HEINEMANN
-A « Il nuovo presidente della Repubblica
Federale Tedesca (Germania Occidentale) è
nato nel 1899 a Schwelm nella Ruhr. E’ dottore in legge. Nel 1920 fu arrestato per ’’resistenza attiva al movimento politico (putsch)
di Kapp”. Durante il periodo hitleriano, fu
uno dei dirigenti della Chiesa Confessante
(cosi fu chiamato il ramo antinazista della
chiesa protestante tedesca). A differenza di
Gerhard Schroeder, che è stato suo avversario nell’elezione presidenziale, Heinemann ha
al suo attivo un passato di resistente all’hitlerismo. Nel 1945 venne eletto al Consiglio
delle Chiese evangeliche tedesche, e nel 1949
decano al sinodo pantedesco.
La carriera politica di Heinemann e contraddistinta da uno spirito di grande indipendenza. Ministro degl’interni sotto Adenauer, diede le dimissioni da questa sua carica, in modo clamoroso, nel 1950, quando
il cancelliere propose il riarmo della Repubblica Federale. La rottura divenne totale nel
1952, e in conseguenza Heinemann uscì dal
partito cristiano-democratico (C.D.U.), per
fondare il nuovo Partito Popolare Tedesco,
avente per obiettivo la riunificazione e l’indipendenza di fronte ai blocchi. Quel partito, non avendo potuto ottenere seggi al Parlamento, si sciolse nel 1957.
Heinemann aderì allora al partito socialdemocratico (S.P.D.), nel quale andò gradatamente sempre più affermandosi. Eletto al
Bundestag, non cessò di attaccare la politica
di Adenauer, le cui dimissioni richiese nel
1958 durante un dibattito sui problemi della
difesa. Parimenti condusse una campagna
per la riforma del codice penale. Nel 1962,
in occasione dell’affare della rivista Der
Spiegai”, s’oppose violentemente a Strauss,
il ministro della difesa. Partwolare curioso:
i due uomini si ritrovano insieme nello stesso governo, cosiddetto ’’della grande coalizione” (dicembre 1965), formato dai cristiano-democratici e dai social-democratiìci ^ insieme. Heinemann assume allora il ministero della giustizia, che mantiene fino al giorno della sua elezione a presidente (■■■)■
Heinemann é soprattutto una personalità
la cui adesione é motivata dalla fedeltà a
certi principi, molto più che dalla disciplina
di partito (...). Nessuno può seriamente mettere in dubbio che Heinemann e perfettamente capace di dare le sue dimissioni, non
soltanto dal suo partito, ma anche dalle sue
nuove funzioni, in caso di grave incompatibilità, morale o politica, col governo in carica, per es. se l’estrema destra dovesse parteciparvi, oppure se la Repubblica Federale
accedesse all'armamento nucleare.
Una delle sue ultime battaglie politiche
prima dell’attuale elezione, si è svolta a proposito della prescrizione dei crimini di guerra (■■•). Heinemann si oppose risolutam^te
alla prescrizione non soltanto di tali crimini, ma anche di tutti quelli cosiddetti ^ di
sangue”, sia ’’civili”, sia ’ politici , sia d altro tipo... ». . .
Queste ed altre interessanti informazioni
sono date da « Le Monde » (del 6 c del 7 e.),
ehe le aeeompagna con un lungo commento,
le cui parole iniziali sono: «Da molto tempo non avevamo più ricevuto dall’altra sponda del Reno una così bella notizia ».
L'IDRA DALLE CENTO TESTE
Si chiama comunemente « fascismo »,
ma dovrebbe forse assumere nuovi e diversi
nomi, a seconda dei paesi in cui s’è già affermato (la Grecia), o minaccia di affermarsi (l'Italia), o sopravvive (il Portogallo, la
a cura di Tullio Viola
Spagna). Ma in ogni caso è una specie di
malattia contagiosa, orribile, nascosta.
Dal punto di vista politico, e limitandosi
all’Italia, è però possibile individuarla e descriverla, questa malattia, con approssimazione abbastanza buona. Le « cause » (se cosi
si possono chiamare) in ciò che non s’è fatto
fra il 1945 e il 1950 (né mai più): non s’è
fatta l’epurazione, né la messa fuori legge
dell’MSI, né la defascistizzazione strutturale
di certe istituzioni fondamentali come la
scuola, l’esercito, la polizia ecc. Le cause sono però anche esterne all’Italia ; per es. l’anticomunismo viscerale degli USA. Gli effetti:
la disarticolazione della democrazia, il distacco (divenuto opinai lontananza abissale!)
del popolo dalla classe politica, la partitocrazia, la mortificazione dell’iniziativa individuale, la corruzione del costume pubblico,
il trionfalismo del neocapitalismo, la spoliticizzazione e l’apatia della grande maggioranza del pubblico (a cominciare dagl’intellettuali). le idee fumose o addirittura le nonidee di certi settori (soprattutto fra i giovani), ecc. ecc.
Ma, per esser più precisi, prendiamo un
argomento particolare: per es. la polizia.
« Un’indagine che risale a otto anni fa,
contenuta nel libro ’’Luglio ’bO” di Piergiuseppe Murgia, dà cifre allarmanti. Il 60%
de! 75.000 uomini di cui allora disponeva la
P.S., sono esenti da compiti ’’amministrativi” e seguono un 'addestramento militare nei
corpi speciali costituendo, come dice l’autore, un ’’esercito di fazione”. Nel ’60, su 64
prefetti di prima classe, ben 62 avevano fatto carriera in orbace. Tutti i prefetti non
di prima classe (64) e tutti i viceprefetti
(241) senza distinzione provenivano ddll’amministrazione fascista; durante il ventennio
avevano fatto la loro carriera sette ispettori
generali di P.S. su, 10 e 120 questori su 135,
nonché tutti i vicequestori (139); infine su
1642 fra commissari e commissari-capo, solo
,34 avevano avuto un qualche legame con la
Liberazione. Vennero ripuliti i reparti che
avevano accolto pochi elementi venuti dalla
guerra partigiano: ivi compreso si fece posto ad uomini di Salò. Non diversa la storia^
dei Carabinieri dove riebbero ogni onore i
comandanti epurati in primo tempo. I^ precedenti fascisti dei comandanti di divisione
favoriti di De Lorenzo .sono esemplari.
Si può obiettare che questo discorso vale
probabilmente per tutti i quadri deli amministrazione statale, né la Repubblica poteva
inventare una polizia nuova, né si possono
accusare di sentimenti fascisti tutti quelli
che hanno lavorato durante il fascismo. Se
l’obiezione può valere per impiegati e tecnici
senza responsabilità direttive, non vale per
i quadri della polizia e dei carabinieri che
del fascismo furono gli ’ specialisti^, ed an-^
che per i marescialli dei carabinieri, capi
delle stazioni che per il fascismo^ furono quello che sono i parroci per la Chiesa. Se l aria
che tira oggi dentro questure, caserme e^ prefetture, ricorda spesso quella di treni anni
addietro, si deve rilevare un accentuarsi in
questi anni della permeazione dello spirito
fascista nei quadri di quest esercito pensato
per la guerra interna ».
Questo passo è tratto da un articolo (siglato D.P.) apparso su « L’Astrolabio » del 9 c.
Ma l’articolo continua a lungo, con una cert'aria d’ingenuità (si direbbe) che tende a
minimizzare fatti che a noi sembrano spaventosamente gravi, ogni mese più gravi.
Perciò l’articolo ci piace poco : francamente
siamo molto più pessimisti e più allarmati.
Noi, come giornale, intendiamo
senz’aliro inviare degli aiuti e rivolgiamo perciò un rinnovato, fraterno
appello a tutti i lettori affinché contribuiscano anche per quest’altra
forma di assistenza: attendiamo, oltre ai vostri impegni, anche consigli e suggerimenti; ad ogni buon
conto il nostro impegno del momento sarebbe quello di alternare i nostri invii alle due opere di cui abbiamo parlato.
Abbiamo udito alcune voci, se
non di critica, almeno di dissenso
da queste nostre iniziative : con tutte le difficoltà che attraversa la nostra Chiesa, col deficit ricorrente
della Tavola, coi nostri istituti assistenziali ed ospedalieri da segnire,
come si può pensare di aiutare della gente e delle opere così lontane
da noi?
Questo è proprio il punto. Noi
non desideriamo assolutamente distogliere neppure una lira da quelli
che debbono essere i nostri impegni
verso la nostra Chiesa e le nostre
opere. Ma —, al contrario — è appunto nel contribuire, anche con sacrificio, a delle iniziative a noi geograficamente lontane che dobbiamo
dimostrare (ed in primo luogo a noi
stessi) di non essere solamente una
piccola comunità chiusa, ma partecipe e corresponsabile di ciò che avviene nel mondo.
Preghiamo inviare le vostre offerte, che attendiamo generose, costanti e numerose, al conto corr. postale
n. 2/39878, intestato a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70 - 10133 Torino onde possiamo fare al più presto un primo invio al « Centre Familial » del Gabon per salvare e curare dei bambini che purtroppo
debbono condizionare la loro stessa
esistenza al senso di solidarietà del
fratello.
Elenco delle ultime offerte pervenuteci;
Da Tonno: N. N. (c. Vltt. 16/2) 10.000;
M. e B. Finino 1.000; famiglia I. Botta
2.000; L. e G. C. 5.000; E. Giordano 5,000;
E. e S. Triberti 2.000; E. Taccia 1.000; sig.ra
Operti 10.000; le scuole domenicali di Torino 25.555; M. Jon Scotta 10.000; A. e ICanale 3.000; E. R. per Gabon 5.000.
Da Roma: M. L. Vingiano 5.000;' S. Baidoni 10.000.
Da Luserna S. Giovanni: N. N. 1.000.
Da Torre Pellice: pna pensionata 1.000;
una pensionala 1.000.
Da Genova: A. Doria 30.000.
Da Venezia: A. Bogo 1.000.
Da Inv. Pinasca: N. N. 4.000.
Da Felonica Po: L. Borierò 1.000.
Da Campobasso: P. Corbo 2.000.
Da S. Germano Chisone: N. N. 100.000.
Da Ventlmiglia: H. Sciavi 7.000.
Da Angrogna: R.M.F.C. 1.000.
Da Forano Sabino: A. e G. Scarinci 5.000.
Totale L. 269.555; tot. prec. L. 223.881;
in cassa L. 493.436.
Comunicato
La Tavola Valdese, constatato
il prossimo compimento del
quattordicennio di ministero del
pastore Giorgio Tourn presso la
Chiesa autonoma di Massello,
in base a quanto disposto dagli art. 21 e 22 RR.OO., proclama la vacanza di detta Chiesa.
* * *
La Tavola Valdese, constatato che la Chiesa autonoma di
Rodoretto è tuttora priva di pastore titolare, proclama la vacanza di detta Chiesa.
★ * *
La Tavola Valdese, constatato il prossimo compimento del
quattordicennio di ministero del
pastore Thomas Soggin presso
la Chiesa autonoma di Como,
in base a quanto disposto dagli
art. 21 e 22 RR.OO., proclama
la vacanza di detta Chiesa.
•k ie *
Le designazioni dei nuovi pastori dovranno essere fatte dalle rispettive assemblee di Chiesa a norma degli art. 19, 20,
22, 28 e 29 dei Regolamenti
Organici.
Roma, 7 Marzo 1969.
Il Moderatore
della Tavola Valdese
Neri Giampiccoli
Venerdì 7 marzo
Sui problemi del SIFAR e della riforma
scolastica, polemica fra i partiti al governo
per Tannunciata astensione del PCI nelle votazioni relative; i repubblicani rifiutano semi-accordi (tale risulta di fatto l’astensione)
parziali con i comunisti, senza una chiarificazione politica generale, democristiani e socialisti sostengono che è bene ricercare i contributi positivi di tutti. La Corte costituzionale conferma Tillegalità del licenziamento
della donna che vuole sposarsi. La commissione Giustizia della Camera ha iniziato Pesame dei progetti per il divorzio.
La conferenza parig na per il Vietnam fa
acqua; il vicepresidente Cao Ky rientra precipitosamente a Saigon, dove la « Alleanza
delle forze nazionali e democratiche di pace », un’organizzazione cui appartengono vasti gruppi della borghesia vietnamita, ha lanciato un appello in cui si denunciano gli arresti in massa e le misure poliziesche prese
negli ultimi tempi dal governo in carica e
ci si appella a una conferenza generale di
pace, veramente rappresentativa.
Attentato di palestinesi alPUniversità di
Gerusalemme: 28 feriti. A Baghdad continuano i processi contro spie al servizio di
Israele.
Sabato 8
Nel corso del volo dell'Apollo 9, il momento decisivo in vista del futuro allunaggio ; la scialuppa lunare, con a bordo due
astronauti, sì è allontanata dall’astronave e
dopo alcune ore di volo autonomo a distanza
le si è riagganciata.
Il governo deU’URSS svela e documenta
efferatezze cinesi contro i soldati sovietici rimasti vittime dell’attacco sull’Ussuri.
Disordini a Torino (come il giorno prima
a Genova) per una manifestazione contro il
regime dei colonnelli greci, con la partecipazione di Melina Mercouri. A Milano, discreta collaborazione di cittadini nella campagna anti-smog.
Il (c Mapai », il partito israeliano al governo. nom’na la settantenne Golda Meir a
succedere a Levi Eshkol alla presidenza del
consiglio di stato.
Domenica 9
Continuano nell’URSS massiccie manifestazioni anticinesi; a Mosca di fronte alla
ambasciata di Pekino centomila persone impiccano Mao Tse Tung in effigie.
Scontri aerei e a cannonate lungo il Canale di Suez, con perdite notevoli da parte
egiziana e israeliana.
Ufficialmente costituita a Roma l’ACPOL
(Associazione di cultura politica), promossa
dal presidente delle AGLI Livio Labor; del
comitato promotore fanno parte esponenti
delle Adi, della sinistra democristiana, della
CISL, della CGIL, socialisti lombardianì e
demartiniani, del « movimento studendesco ».
cattolici del dissenso, studiosi di problemi politici ed economici. Si apre la 7la Fiera di
Verona: «Per una nuova agricoltura».
Fa rumore in Germania un’intervista concessa dal presidente eletto Gustav Heinemann, il quale chiede che le due Germanie
escano l’una dalla NATO e 1 altra dal Patto
di Varsavia. Comincia una carriera di presidente-enfant-terrible?
Alla riunione, a Basilea, dei governatori
delle Banche centrali (Club dei dieci) si aU
ferma che è neces.sar'o l’oro sudafricano per
frenare la corsa al rialzo.
Lunedì 10
In uno sconlrij a fuoco lungo il Canale
di Suez, il ca})D di Stato maggiore egiziano
viene ucciso da una granata israeliana.
A Bologna sgomberata l’Università; anche
qui gravi danni causati dairoccupazione. Pella rottura delle trattative, gli operai della
Rhodiatoce liloccano le strade del Verbano.
Si riunisce a Mosca il comitato preparatorio della riunione consultiva dei 60 paesi comunisti. fissala per il 17 marzo: 1 URSS vi
chiederà la condanna della Cina.
Martedì 11
Tito inaugura a Belgrado il congresso del
PC jugoslavo; assenti, per ordine di Mosca,
i 5 del Patto di Varsavia.
In Lombardia si aggrava la ’guerra, delle
università’ : anziché una programmata concentrazione in una ’città degli studi’, tende
a svilupparsi una nebulosa di mini-facoltà:
Brescia, Bergamo, Cremona, Como, Mantova
lottano per ottenere un ateneo, le facoltà si
moltiplicano disordinate e anemiche.
A Bonn il cancelliere Kiesinger richiama
seccamente Heinemann : la politica la fa il
governo, d’accordo con il parlamento, non
il capo dello Stato.
Calma sul Canale di Suez, eccitazione in
Egitto, in particolare al Cairo per il funerale del capo di stato maggiore, gen. Riad;
Nasser potrà trattenere l’ondata nazionalistica di rivalsa bellicosa?
A Memphis Tassassino di M. L, King viene condannato a 99 anni; ma nel processo
si è deliberatamente evitato di fare luce .sul
contesto e sui mandanti del delitto.
Mercoledì 12
La Francia c paralizzata dallo sciopero generale, senza che tuttavia si abbiano violenze rilevanti. Il gcn. De Gaulle accusa operai
e sindacati di mettere in pericolo la V Repubblica, ma forse quelli non sono d accordo quanto lui che valga la pena di salvarla.
Oggi è la volta dei Cinesi, che a Pekino
impiccano in effigie Breznev e Kossighin.
Inizia uno sciopero dei dirigenti statali per
il riassetto delle carriere e retribuzioni; abbiamo qui la punta estrema, ad alto Avello.
deH'egoismo con cui la classe lavorativa statale ha operalo da vari anni. Sciopero generale dì 24 ore a La Spezia contro il declassamento del cantiere di Muggiano deciso dal
CIPE. ^ ,
Al congresso del PC jugoslavo Tito polemizza con rURSS: «Nessuno pub imporre
la propria politica ad altri ».
Giovedì 13
A Roma, ’vertice’ dei tre parliti di governo. sulla riforma universitaria.
Le agitazioni proseguono in Francia, con
il sabotaggio di vari treni; il sermone del
generale non ha toccato tutti i cuori.
Riunito a Londra, senza la Francia, il
Consiglio deirUEO.
L’Apollo 9 scende nel mare delle Bahama.