1
DELLE
Sig.a * ‘ —
longo set-MA
Casa Valdese ■>
ÍORRE PELLICB
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gcttats lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le guoìt' avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anu LXXXVIII - N. 21
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
1 Eco: L. 1.200 per I’intemo
/ L. 1.600 pa l’eatero
Eco e La Luce: L. fper Piotemo I Spedir, abb. postale - J Gruppo
___________L- 2.500 pef ^Mtero | Cambio d’indirizzo Lire 40,
TORKE PELLICE — 23 Maggio 1958
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
IMPEGNO POLITICO
s perseveranza crtsttana
Siamo alla vigìlia delle elezioni per
o^’Pinnovo della Camera dei Deputati
e^’del Senato.
' Il voto è un impegno che ci si chie1.4 di prendere e di manifestare. Chi
non vota lo fa per protesta contro
qualcuno, per indifferenza di fronte
agli affari del mondo o perchè si sente ( ma è spesso un'illusione ) superiore a tutto ciò che vi è di terreno e
di peccaminoso nella vita politica. In
Innesto caso la sua condotta si risolve
:.i'%n atto di debolezza, il suo rifiuto
4- giova all'interesse della collettiUna nazione che voglia darsi o
■ i intenda mantenere e potenziare
c!» regime democratico ha bisogno
della collaborazione di tutti ì suoi cittadini, anche nella manifestazione del
voto politico che, in certe situazioni
storiche, può sembrare un atto più o
meno inutile, ma in realtà non lo è.
C'è indubbiamente una differenza
tra impegno e passione nel mondo
politico. L'impegno è il dovere che anche il cristiano sente di dover compiere, in quanto egli partecipa alla vita della nazione ed ha in essa la sua
parte di responsabilità ; la passione è,
secondo il significato etimologico della parola, una sofferenza, ma in realtà è una sofferenza che diventa torrnento, agitazione^ affaijiio f ^j^^travòlge dinanzi a sè,Spéssò" isenzà alcun rispetto per i valori della vita,
uomini, coscienze, ideali. Pur sapendo che la nostra cittadinanza terrena
non dura che un po' di tempo, abbiamo il dovere di operare nella nazio’e con vivo interesse per tutto ciò
contribuisce ad una vita in cui la
^.j/iia, la libertà, l'elevazione soael popolo, la collaborazione tra
Cittadini e governo non siano soltandelle vane parole. A questo nostro
impegno dovrebbe corrispondere la
presenza vigile, umana, fraterna delle autorità chiamate a servire ; non,
come purtroppo accade spesso a elezioni avvenute, la loro superbia, il loro autoritarismo, la loro gonfia sicurezza dì sè.
La passione è un'altra cosa ; può
diventare addirittura una forma di
schiavitù, di orgoglio o di idolatria.
Le passioni politiche mancano generalmente di serenità e di obiettività,
non solo nel giudizio del prossimo,
ma anche nella consapevolezza di
ciò che vale e di ciò che dura di fronte a Dio, oltre le alterne vicende della storia e del tempo. Molti oggi hanno la passione politica e non vedono
altro che i successi della politica del
loro partito, che diventa per loro la
cosa essenziale della vita, la più impegnativa, l'unica per cui si debba
esser pronti a lottare ed a soffrire.
Hanno perso il senso della transitorietà di tutti quei valori umani ; non
sanno più « fermarsi per udire la parola deH'Eterno », non hanno più il
tempo di rientrare in sè, in quel silenzio interiore alla presenza di Dio
che ci libera dalla superficialità e dalle continue distrazioni e ci aiuta ad
entrare in possesso della « buona
parte che non ci sarà mai tolta ».
Perciò, il tempo di Pentecoste, che
in Italia è dedicato alla propaganda
elettorale, rimane per noi essenzialmente un richiamo alla realtà dello
Spirito, cioè alla presenza di Cristo
nella Chiesa e nella nostra vita individuale e sociale. L'impegno politico
rappresentato dalla scheda elettorale
non deve ingannarci sui doveri della
vita e sulla nostra responsabilità cristiana : essa è fatta di perseveranza
e la perseveranza ha bisógno d'esser
sorretta dalla potenza dello Spirito
Santo. Domenica prossima le folle accorreranno alle urne; molti penseranno che il loro voto è una buona
azione cristiana e torneranno a casa
soddisfatti. Quanti si ricorderanno
che Gesù ha detto : « Se perseverate
nella mia parola, siete veramente
miei discepoli ; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi »?
La via della perseveranza « nella
parola di Cristo » rimane aperta davanti a noi, a tutti noi. Oggi è l'ora
dei partiti politici, domani sarà l'ora
del governo o degli uomini di governo. Ma, nella provvisorietà delle situazioni politiche e terrene, come nelle circostanze diverse della nostra vita, Gesù Cristo ci chiama a « perseverare nella sua parola ». Il segreto
della vita cristiana sta nella perseveranza, non nell'agitazione, nelfenfusiasmo momentaneo, nella superficialità. Gli italiani sono specialisti in fatto di emotività e di retorica ; ma la
professione cristiana non si esaurisce
in un fiume di parole, anzi diventa a
poco a poco un combattimento arduo
e impegnativo in c0 non è permesso
dormire o scambiane le armi della
fede e della pregh^ con gK strumenti di una quals|^ fanfara popolare. Nella corsa crìMìana non vince
colui che parte cod'^ Mdanzosa sicurezza, ma chi perséi^a malgrado le
difficoltà, gli ostacoli e le cadute.
Professare il Cri^anesimo è una
cosa, farlo penetrai« come lievito nel
mondo e nella vita umana è cosa diversa. Cantare con fede lè lodi di Dio
è facile ed è anche bello; è cosa più
difficile ed impegnativa trasferire
quella fede negli atti concreti della
vita individuale, f^ifiare e sociale.
La Chiesa Valdesi nel suo insieme,
cioè i Pastori come T fedeli, gli anziani come i giovani, la Tavola Valdese
come i responsabili di ogni Istituto,
non debbono mai perdere di vista la
esigenza della « perseveranza nella
parola di Cristo » aiuhe quando altri
compiti sembrano urgènti o necessari. Il tempo e l'usura rivelano la bontà dei metalli ; riveleranno anche la
sincerità di una fede che mette le sue
radici nel profondo e che « persevera », malgrado le prove, in mezzo a
tutte le variazioni deGa vita ed a tutte
le situazioni politiche e sociali in cui
il popolo dei credenti è chiamato a
testimoniare.
Perciò, la domenica~di Pentecoste,
dedicata alle elezioni,.^ rimane ancora
per tutti noi, fratelli valdesi, la domenica in cui si « PEl^VERA NELLA
PAROLA DI GESÙ' CRISTO».
Lrnianno Rostan.
BASTA con gli esperimenti
nucleari !
Non c’è tempo da perdere. Non debbono essere permessi nuovi
esperimenti che fanno aumeìttare il pericolo. Importa ricordarsi che
anche senza nuovi esperimenti nucleari il pericolo andrà crescendo
nel corso dei pro.ssimi anni. Nell’attuale campagna lanciata negli Stati
Uniti, tendente a rassicurare i giusti allarmi, incessantemente ci si
basa su di un grado di radioattività lecito: ma chi permette e chi ha
a diritto di permettere?
La (fue.stione di .sapere se gli esperimenti debbono essere sospesi
o continuati non è tale ila interessare esclu.sivamente le potenze ” atomiche non è una questione, che coteste potenze possono risolvere
come meglio sembra loro. Uhi dà loro diritto di sperimentare in tempo di pace, delle armi costituenti il più grave pericolo che mai abbia
minacciato il mondo. Se c’è ancora nell’odierna civiltà un resto di diritto internazionale e se tale diritto deve essere ristabilito, incombe
alle potenze che sono responsabili degli esperimenti atomici, di so
spendere tali esperimenti, .senza far dipendere questa cessazione dalla conclusione d’un incorilo per il disarmo Questa cessazione non
ha nulla a che fare con il di.sarmo; le nazioni interes.sate continue
ranno n possedere le armi che hanno adesso.
Non è compito dei fisici, i quali non tengono conto che della
radioattività dell’aria, di pronunziare la parola decisiva sui pericoli della radioattività. E’ un diritto dei medici e dei biologi che
hanno esaminata la radioattività sia interna che esterna, oppure
de fisici che prestano attenzione alle constatazioni fatte da biologi
V medici. Ij’uspetto inquietante della radioattività interna ed esterna
risiede nel fatto che le conseguenze si fanno sentire non nella prima
e neppure nella seconda generazione, ma .solo nelle successive, l.e
generazioni future potraniu) testimoniare d’un numero crescente di
bambini che verranno al mondo con deficienze corporali e mentali,
Dr. A. Schweitzer
(da un appello lancialo dalla radio di Oslo)
j\jnte conclusive di una missione
Questa ultima corrispondenza giunge molto in ritardo sul previsto e
nondimeno la inviamo ugualmente
al giornale, sicuri che i lettori avranno piacere di conoscere come si è
conclusa la nostra missione.
Il 30 Marzo, dopo aver predicato
nella Chiesa Valdese di New York e
dopo una conferenza pomeridiana al
Centro Avventista di New York, siamo partiti verso la mezzanotte per il
Canadá. Il viaggio è durato tutta la
notte.
Verso le 9 del mattino eccoci a
Montreal. Ci attendono alla stazione
i Pastori R. Bertalot e Antonio Moneada. E’ con grande piacere che riprendiamo contatto con questi fratelli ed amici. Ai due gemelli del Pastore Bertalot si è aggiunto un terzo
bambino e la famiglia del nostro collega non manca certo di vivacità.
Un’altra sorpresa fu quella di trovare il giovane Sergio Nisbet, giunto
a Montreal proprio la stessa mattina,
alcune ore prima di noi.
Per tutto il tempo della nostra permanenza abbiamo goduto di una cordiale e simpatica ospitalità nella casa del dinamico Pastore Antonio
Moneada, originario di Pachino.
Il nostro programma è cominciato
con una riunione serale nella sala
della Chiesa Presbiteriana di cui è
Pastore il nostro Bertalot. Altra riunione serale nella stessa Chiesa era
riserbata alle donne della Chiesa
Presbiteriana e della Chiesa Unita.
Ci fu poi il culto del Giovedì Santo
nella Chiesa Italiana Unita. Un culto
del Venerdì Santo nella grande Chiesa di lingua inglese di Permont St
Gilles, e poi di nuovo nella Chiesa
Italiana la sera. Le collette di questi
culti furono devolute all’opera in Italia.
Alla vigilia di Pasqua partiamo in
treno per 'foronto, seconda nostra
tappa canadese.
Ci accoglie a casa sua il caro Pastore Di Stasi, nella cui Chiesa saremo per i due culti di Pasqua, in italiano alle 9,30 e in inglese alle 11. Ambedue i culti sono ben frequentati.
E’ con una certa emozione che salgo sul pulpito dedicato alla memoria
del Prof. Alfredo Taglialatela, che insegnò alla nostra Facoltà di Teologia
a Roma, e che fu Pastore di quella
CÌT.ÌCS&
Ed è con commozione che vedo nell’uditorio la Vedova del Prof. Taglia
latela, che volle essere con noi per
quel culto di Pasqua. Da lei ebbimo
poi un contributo per l’opera in Itar
lia.
Nel pomeriggio della Domenica di
Pasqua facciamo un viaggio in autobus fino a Hamilton. Ci aspetta il Pastore Pietro Moneada, figlio della Signora Moneada che insegna nelle nostre Scuole di Palermo. Lo rivediamo
con piacere, e con piacere rivediamo
la sua compagna, sorella del Prof.
Scroppo, e i loro due figlioli.
Nella Chiesa del Pastore Moneada
bisognerà predicare altre due volte,
una in italiano e una in inglese. La
Chiesa è piena zeppa. C’è anche un
gruppo di un’altra Chiesa italiana; ci
sono anche membri di Chiesa di lingua inglese ; c’è un numero rilevante
di bambini; ci sono giapponesi e altra gente di colore. Ambiente vario,
vivace, accogliente. I bambini hanno
cantato un bel coro, molto bene.
Il giorno dopo ritorniamo a Toronto. Jba Chiesa del Pastore Di Stasi ha
organizzato una cena, seguita da una
serata nel corso della quale proiettiamo vedute a colori delle Valli e dell’opera in Italia.
Sempre a Toronto siamo ricevuti
dai cirigenti della Chiesa Presbiteriana, da quelli della Chiesa Unita, i
quali continuano a inviarci fedelmen
te ogni anno un notevole contributo,
e poi al Municipio, in assenza del
Sindaco, ci riceve ufficialmente una
distinta Signora che è vice-sindaco e
dalla cui personalità rimaniamo ve
ramente affascinati.
Ed eccoci di nuovo in viaggio, questa volta per Welland. Ci conduce in
automobile il Pastore Di Stasi. Un
duplice motivo ci spinge a Welland:
uno è quello di incontrare due amici
Mennoniti, il Signore e la Signora
Beans, e l’altro è quello di vedere le
cascate del Niagara che sono poco
lontane.
Quando giungemmo alle famose cascate, nevicava e tirava un vento
ghiacciato, da non consentirci di rimanere molto tempo fuori dell’automobile a contemplare lo spettacolo
maestoso.
Ma rincontro con i coniugi Bean?;
ci ripagò di tanto freddo. La Signora
Beans, come molti ricorderanno, ave
va lavorato volontariamente come infermiera al Rifugio Carlo Alberto per
parecchi mesi, e il rivederla, assieme
al marito e ai due figlioli, fu una
grande gioia. Per servire i nostri ammalati cronici aveva lasciato oltre
oceano la sua figlioletta di pochi mesi, e l’aveva lasciata per un periodo
abbastanza lungo. Chi sa se gli ospiti
del Rifugio, a suo tempo, avevano sa
pute apprezzare il suo sacrificio? Rivederla, e sentire con quanta nostalgia parlava del periodo trascorso alle
Valli, ci ha fatto del bene.
La stessa sera siamo ripartiti per
New York.
Ricordiamo il ricevimento offertoci
dalla Chiesa Valdese di New York
con l’offerta di un magnifico ricordo
alla moglie del Moderatore; la simpa
tica riunione a Comwall dei fratelli
Costabel, del Sig. Allio, del Pastore
Armand Hugon e Janavel. L’altra
riunione in casa del Sig. Garrou, ed
altre ancora.
Ed eccoci finalmente al 14 Aprile,
data fissata per la nostra partenza. I
preparativi sono febbrili. Alle 12,30 c’è
ancora una riunione di pastori alla
quale siamo invitati, alle 15 incontro
con altre persone, alle 17 si parte per
l’aereoporto. Ci hanno accompagnati
il Dr. e la Signora Frampton e ci ha
poi raggiunti per salutarci ancora il
Dr. Elliott, Presidente del nostro Co
mitato.
L’aereo s’alza a volo, e ci consente
un’ultima visione della mastodontica
città illuminata; presto siamo al di
sopra dell’Atlantico e al di sopra delle nuvole. La notte è breve. Sono ancora le 23 al nostro orologio, ma già
siamo nel chiarore dell’alba e s’indo
vina che l’Europa non deve essere
lontana. Puntiamo verso l’Irlanda
Cerchiamo di scrutare dal finestrino
se si vede qualcosa che, attraverso il
mare di nubi bianche sia come un segno di riferimento.
Qualcosa infatti vediamo, ma è ben
diversa da quello che ci aspettavamo : l’elica di un motore è ferma. Che
cosa significa? La cosa non è norma
le. Tuttavia l’aereoplano continua ad
andare. Mentre stiamo facendo tutte
le possibili congetture, e altri comincia pure ad accorgersi della anormalità, ecco il Comandante che, notata
la direzione dei nostri sguardi, ci si
avvicina e con tono molto calmo dice
man mano a tutti i passeggeri di non
allarmarsi: un motore perdeva olio
e per evitare che potesse incendiarsi,
l’avevano fermato-. La cosa comporterà forse un atterraggio non previsto in Irlanda, con un ritardo di circa 10 ore. Ma dato il tempo bello,
forse si sarebbe potuto evitare l’atterraggio e proseguire il viaggio fino a
Londra.
Così avviene infatti. Giungiamo a
Londra con appena un’ora e mezza di
ritardo.
Il giorno dopo siamo a Milano, accolti dal Dr. Amoulet e dai Pastori
Ribet e Giampiccoli.
La nostra missione era terminata
e a distanza di poche ore tra la partenza dagli Stati Uniti e l’arrivo in
Italia, già pareva una cosa lontana,
non solo nello spazio, ma anche nel
tempo.
Quello che rimaneva vivo nell’animo e che vi rimarrà sempre era ed è
un senso di grande riconoscenza al
Signore che ci ha guidati e sostenuti
dandoci salute e forza e protezione;
un senso di vivo apprezzamento per
la segreteria del nostro Comitato che
ha organizzato magistralmente il nostro itinerario nei minimi particolari.
Quando si pensa che in un programma come il nostro, in tanti Stati, con
tanti spostamenti, con centinaia di
riunioni e impegni d’ogni genere, non
c’è stato un contrattempo, un ritardo,
un impegno mancato, la cosa appare
veramente meravigliosa.
E infine rimane indimenticabile il
ricordo dell’ accoglienza ricevuta
ovunque. Il ricordo di tante persone
e di tante Chiese così ricche di simpatia e di ammirazione per la nostra
piccola Chiesa Valdese.
Si ritorna incoraggiati; si ritorna
altresì con un senso più vivo della
nostra responsabilità. Il Signore ci
ha dato una storia che suscita ammirazione ed entusiasmo. Il Signore ci
ha messi in una situazione e ci ha
dato una missione per cui ancor oggi, e particolarmente oggi, da moltq
parti del mondo si guarda a questa
piccola nostra Chiesa con un senso di
viva aspettativa e grande speranza.
11 Signore ci aiuti a non deludere
questa aspettativa e a non venir meno alla speranza che è stata riposta
in noi.
A. e L. Deodato
2
a —
L'EGO DELLE VALLI VAUnSI
BIL l^ ¥ r GRAHAM
alle Nazioni Unite
Durante la recente crociata evangelistica di Nuova York, il dr. Billy
Graham visitò le « Nazioni Unite ».
Egli ebbe un colloquio di mezz'ora
col segretario generale Dag Hammarskjöld e si incontrò con i corrispondenti della stampa alle Nazioni Unite.
Prima di rispondere alle loro domande, il dr. Graham disse;
« E' mia opinione che le Nazioni
Unite non avranno mai un successo
permanente, a meno che un nuovo
risveglio morale e spirituale venga a
potenziare gli sforzi ohe ora si fanno.
I problemi del mondo non sono così
complessi come li vogliamo far apparire. Visitate gli indiani Auca, che
vivono nell'età della pietra e voi troverete la menzogna, l'odio, il furto,
l'inganno, la lussuria ed ogni altra
sorta di mali. Voi direte: quella gente abbisogna di cultura e di sicurezza
economica. Considerate Nuova York,
Washington, Parigi, Mosca: hanno
cultura e sicurezza economica, ma
manifestano anche gli stessi sintomi
e gli stessi problemi degli Indiani
Auca. Le guerre più feroci sono state
combattute dalle cosidette nazioni civilizzate.
« La natura umana ha bisogno di
una rivoluzione, lo credo che Gesù
Cristo può cambiare la natura umana
Egli ha cambiato la mia e L'ho visto
cambiare quella di migliaia di persone. lo credo che Cristo toccò direttamente i problemi del mondo quando
disse : « Bisogna che nasciate cii nuovo ». La missione delia mia vita è
quella di invitare gli uomini ad essere fedeli alla persona di Cristo, non
ad una organizzazione ; e quella di
invitare la gente a vivere come Lui. Il
mondo, però, non segue Cristo. Un
diplomatico europeo disse ^recentemente : Se il diavolo offrisse una soluzione ai nostri problemi, io lo se
guirei. Cristo ci ha offerto la soluzione, ma noi non Lo seguiamo ».
Ecco alcune delle domande rivolte
al dr. Graham e le sue risposte :
Domanda ; Lei parla di fedeltà ad
un Uomo. Che ne direste se le Nazioni Unite allargassero questa compagnia per includere altri grandi profeti, i quali predicarono la pace e la
fratellanza?
Risposta; Un vero cristiano crede
nell'esclusivismo del Cristo che disse ;
« lo sono la via, la verità e la vita ».
Cristo è differente dagli altri profeti
nella Sua opera di redenzione. Egli
dette la Sua vita su di una croce per
i peccati del mondo. La Chiesa Cristiana perderebbe il suo zelo missionario se credesse in modo, differente.
Domanda : Non si potrebbe interessare di più il mondo intero se presentassimo Dio come Padre di tutti
gli uomini e la fratellanza dei medesimi piuttosto che una fede ristretta
in Cristo?
Risposta : Cristo ha rivolto un invito universale. In Cristo potrebbe realizzarsi l'unità del mondo. Credo che
Egli sia l'unica soluzione. Egli è l'autol% delia pace.
Domanda : Deve l'intero mondo essere convertito a Cristo se le Nazioni
Unite vogliono ottenere un successo
permanente?
Risposta : La Bibbia insegna che il
mondo, come noi lo conosciamo, non
sarà mai interamente convertito a
Cristo. Insegna che ci sarà un momento drammatico nella storia quando le
persone in questo palazzo si troveranno alla fine delle loro risorse. In
quel momento Cristo ritornerà per
stabilire il suo Regno. Credo che le
Nazioni Unite dovrebbero continuare
ad adoperarsi per la pace, ma credo
che la pace, in ultima analfsi, l'avremo soltanto al ritorno di Cristo.
La Parola della vita
La promessa mantenuta
----------- Atti 2: 1-36 ----------
Cristo ha mantenuto la sua promessa : A Pentecoste, cinquanta
giorni dopo la sua resurrezione, lo Spirito Santo si impadronisce di un
gruppetto di uomini chini in preghiera e di tutta la folla che sta attorno.
I Parti, i Medi, gii Elamiti, i Greci ed i Romani di allora ed i popoli più
svariati di oggi, appartenenti a questo o a quel blocco, alla piccola od
alla grande Europa, a questa od a quella razza, sono chiamati a riconoscere che Dio ha voluto così creare una comunità di uomini che si comprendono, là dove prima vi era la confusione delle lingue. Quei pochi
entusiasti testimoni della subitanea trasformazione che lo Spirito è venuto ad operare sono ebbri, non sono esaltati. No! dice Pietro con fermezza, essi hanno soltanto realizzato d'un tratto appieno che, là dove
lo Spirito di Dio è presente, è presente anche il Signore. E là dove il
Signore vive parla ed agisce, ogni credente ha, non l'entusiasmo di
un'ora o di un giorno, ma la forza di vivere una intera vita di fedeltà
a Cristo.
Questo è veramente un linguaggio capace di accomunare in modo
durevole e saldo coloro che oggi non si comprendono affatto, che non
hanno affatto intenzione di formare una comunità in cui regni l'amore
di Cristo, che sono fondamentalmente incapaci di compiere uno sforzo
qualsiasi in questo senso. Dio ha confuso il nostro linguaggio, proprio
come era avvenuto per quanti si affaccendavano attorno alla Torre di
Babele. Quanto spesso si dice ancora oggi « innalziamo una torre fino
al cielo ! Le nostre tecniche, le nostre menti, i nostri ingegni possono
molto se li mettiamo tutti insieme. Potremo creare un mondo nuovo,
potremo riuscire a comprenderci ed a preoccuparci sempre più del bene comune ». Che ne è però di Dio? Non ha Egli nulla da fare in tutto
ciò? Le vittime che così spesso segnano il cammino del progresso tecnico non sono forse un segno che l'Eterno ha confuso le lingue degli uomini perchè non si facciano un idolo di tale progresso? Non è forse
perchè troppo spesso è soltanto l'uomo che edifica, senza che l'Eterno
sia in alcun modo chiamato in causa, se tante iniziative che si sforzano
di calmare le tensioni esistenti tra le nazioni non danno i risultati sperati?
Non che tutte queste attività siano di per sè colpevoli : tutt'altro.
Ma ogni attività umana, sia pure essa la più chiaramente disinteressata,
è destinata a non portare il frutto che si sperava se non ha la propria
origine in Dio.
Ed allora il Signore chiama i suoi perchè, almeno essi, sappiano
accettare con gioia che sia l'Eterno ad edificare ; chiama noi, perchè sappiamo aspettare in preghiera che lo Spirito Santo sciolga la lingua di
ciascuno rendendolo capace di parlare in modo comprensibile agli altri,
capace di essere parte del Corpo di Cristo : di quel Corpo il cui Capo è
sempre vittorioso sulla volontà di disunione delle membra.
Giovanni Conte
i g>imam
I giovani s'affaticano e si stancano ; i giovani scelti
vacillano e cadono, ma quelli che sperano nell'Eterno acquistan nuove forze.
Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza.
Nessuno sprezzi la tua giovinezza, ma sii d'esempio
ai credenti.
Come renderà il giovane la sua via pura? Col badare ad essa secondo la Tua parola.
Dalla Parola di Dio.
(Cliché gentilmente prestato
da « L’Appel du Maître »)
RICORDI DEL 1844
Sebbene non fq^se più negli anni
del vigore giovanile, il Dr. Hender
sori fece la sua lenta peregrinazione
da una parrocchia all’altra a piedi,
finché non ebbe esplorato l’intera
regione. Poco teinipo prima della sua
visita, il numero delle parrocchie era
stato portato da tredici a quindici
ed ognuna di esse fu accuratamente vi.sitata. Per esempio, il 24 luglio
egli partì alle cinque del mattino
per Rodoretto, cOn l’intenzione di
raggiungere anche Piali.
Dopo una marcia faticosa, i due
viaggiatori giunsero a Rodoretto, ove
furono ricevuti e intrattenuti ospitalmente dal pastore, Daniele Buffa.
Il tempio e la casa pastorale avevano un pacticoladé interesse per il
visitatore, perché la parrocchia era
stata soltanto da poco separata da
quella di Prali, e i due edifici erano
stati costruiti grazie a un dono del
Comitato Valdese di Londra. Il vallone di Rodoretto era remoto e di
difficile accesso; fino allo sdoppiamento della parrocchia, il pastore di
Prali doveva recarsi a Rodoretto a
jjiedi, per nevi e ghiacci ed aspri
sentieri di montagna, ove quasi ad
ogni passo c’era il rischio di rompersi le ossa.
11 Dr. Henderson iUustra con molto interesse il metodo seguito dagli
abitanti del paese per evitare questi
pericoli e camminare con sicurezza
sulle strade coperte di neve: « I Vaidesi portano sulle loro scarpe degli
zoccoli, che hanno le suole e i tacchi
l'tuniti di chiodi lunghi più di un
pollice. Monsieur Buffa me ne mostrò un paio, che calza quando va
a visitare la sua gente durante i mesi d’inverno ». Ma anche in estate
quelle alte e isolate contrade non sono prive di asprezza nè di occasionali
disastri : cc i piccòli appezzamenti di
terreno che coltivano sui fianchi delle montagne sono sovente portati via
dalle valanghe; e anche quando il
loro raccolto di grano turco, di segala
o di patate possono giungere a maturazione, la messe è tutt’altro che
abbondante ». In tali circostanze la
vita di un pastore meritava veramente ammirazione e caldo elogio; es
sa ricliiedeva coraggio, spirito di sacrificio e fede imperturbabile, e it:
alcuni casi richiedeva abnegazione
eroica, pazienza e perseveranza cri
si lana per amore dei fratelli. Nel
l'inverno successivo alla sua visita
il Dr. Henderson ebbe la tragica di
moslrazione della realtà e dell’am
piezza dei pericoli, tra i quali Pope
ra pastorale veniva compiuta : durali
te le abbondanti nevicate di quell’in
verno, una valanga cadde sulla casa
che lo aveva così cordialmente rice
vuto, e il giovane pastore, sua mo
glie, un figlio e una domestica furo
tir. seppelliti sotto le sue rovine.
Poco dopo aver lasciato Rodoretto,
il Dr. Henderson salì, con un altro
compagno, da S. Germano a Pramollo. Il sentiero, a tratti lastricato con
l.Tighe pietre, altrove tagliato nella
viv a 1 ‘ccia, ripido e tortuoso, era tra
i peggiori che avesse trovato. La distanza in linea retta era poco più di
quattro miglia, ma per le infinite giravolte della strada esse diventavano
otto o dieci. La sua guida in quella
occasione fu .Jacques Vinçon, che era
stato pastore a Praniollo per vent’anni; uomo di rispettabile dottrina,
segretario della Tavola Valdese, devoto di tutto cuore al benessere dei
suoi parrocchiani, egli curava gli ammalati, assisteva i bisognosi, aiutava
gli infermi, e con l’amore di un padre in Cristo, prodigava i suoi giorni e i suoi anni nel promuovere il
loro bene materiale non meno che
spirituale, lB_aaeat’opta:a egli _erit,
validamente e fedelmente aiutato da
sua moglie, svizzera di nascita, valdese di elezione e di adozione.
Da quel vigoroso avvocato dell’istruzione e della lettura della Bibbia
che era, il Dr. Henderson intraprese,
anche ^riraa della fine della sua vi ■
sita, una raccolta di denaro per aiutare la « Biblioteca circolante pastorale » di Torre Pellice. Dopo pochi
mesi egli fu in grado di inviare la
somma ragguardevole di cento sterline, raccolte tra i suoi amici e gli
studenti, e quel dono fu ricevuto con
riconoscenza dal Vice Moderatore J.
P. Revel, il quale gli riferì che la
somma era stata spesa per acquistare
scritti dei Padri e dei Riformatori.
Quanto al fine particolare che si
era proposto, queRo di studiare le
condizioni di vita dei Valdesi, e il
trattamento che subivano da parte dei
loro vicini cattolici romani, il Dr.
Henderson si espresse in modo savio
e giudizioso, come potevamo aspettarcelo, nelle sue condizioni e nelle
sue raccomandazioni. Egli dichiarò
la sua ferma convinzione che, per
quanto fosse utile e necessaria, come salvaguardia, la simpatia e l’inlluenza deU’Inghilterra, gli interventi ufficiali dovessero essere riser
vati ai casi più gravi, e come ultima
istanza. Era dovere dei protestanti
di ogni nazione vigilare costantemente, affinchè nessun tentativo venissi
fatto di molestare, penalizzare, sopprimere i Valdesi, ma le pressioni
diplomatiche non dovevano essere
richieste se non per cause adeguate
ed urgenti. « I Valdesi stessi non
desiderano che Stati esteri si interpongano, se non in caso di crudele necessità. Essi sono accusati di
riporre in altri potentati quella fiducia che rifiutano ai loro proprii;
ma vi è un fatto che non potrà mai
essere lumeggiato eccessivamente, ed
t. che mai, in nessun caso essi son
venuti meno la loro carattere di sudditi fedeli al loro sovrano, e non
hanno avuto rapporti con potenze
straniere dal tempo della granile
persecuzione, in cui erano minacciati di completo sterminio. J movimenti di qualsiasi natura, che sono avvenuti in loro favore, sono stati unicamente il risultato dei sentimenti spontanei di umanità, giusti
zia e fraternità cristiana, sicscitati
dall’esterno ».
Queste parole, col loro accento
di sincerità e di ammirazione, sono
un meritato tributo alla pazienza,
longanimità, lealtà e al patriottismo
dei Valdesi, dei capi come del popolo, in cui tutti i loro amici esteri
si associano oggi cordialmente.
Negli ultimi anni della sua vita
il Dr. Henderson rimase un cordiale e ben informato sostenitore della
Chiesa Valdese patrocinandone indefessamente la causa con la parola
e con gli scritti. Grazie alla sua influenza personale, una nuova ondata di fervida e^ generosa sinipatia,
lóndata stilla conoscenza personale
e un freqeunte scambio di lettere,
corse per l’Inghilterra e la Scozia.
Quando tornò a visitare l’Italia, la
malattia aveva già posto su di lui
la sua impronta e minato le sue forze. NeU’inverno del 1850-51 egli passò alcuni mesi a Firenze e a Napoli,
ove una malattia acuta pose termine
alle sue attività e lo costrinse ad abbandonare i suoi piani, ed a tornare
a Londra a lente penose tappe. Fu
l‘ultimo viaggio all’estero di quel velerano viaggiatore; mentre la protenda serietà dei suoi interessi cristiani rimaneva inalterata, il suo
vigore gradualmente lo abbandonò,
ed egli passò da questa vita terrestre
all’età di settantatrè anni, il 16 maggio 1858.
Il Dr. Ebenezer Henderson sarà
ricordato sopratutto per i suoi lavori come traduttore della Sacrti
Scrittura, e come avvocato infaticabile dello studio deUa Bibbia e fondatore di Società Bibliche: la sua
traduzione del Nuovo Testamento in
lingua islandese e la sua pubblicazione della Bibbia in oltre dieci lingue o dialetti dell’Impero Russo,
furono per se stessi un immenso contributo alla causa cristiana. Per l’opera svolta in Danimarca e Islanda,
egli aveva ricevuto daR’Università di
Copenhagen un dottorato onorario;
1 Università di Kiel aveva ugualmente riconosciuto il suo devoto servizio come fondatore di Società Bibliche per tutto lo Schleswig-Holstein, e come animatore con le sue
visite in ogni centro ove lo zelo per
la lettura della Bibbia potesse essere incoraggiato. Questi ed altri pubblici onori, per il Dr. Henderson,
contavano assai meno che la coscienza del lavoro fedelmente compiuto
per Cristo ed il suo Regno, e l’affetto
e la stima di coloro che considerava
come fratelli ed amici. Tra questi
vorranno certamente essere contati
anche i Valdesi e ve ne saranno molti tra loro, che senza avere conosciuto l’uomo, saranno felici di commemorare la sua opera in favore della
loro Chiesa e del loro popolo, nel
centenario della sua morte, rendendo grazie al Signore per la sua vita
e la sua testimonianza cristiana.
St. Andrews, Scozia J. H. Baxter
Una visita alle Chiese delle Valli
Il Dr. Henderson percorre le Valli Valdesi e ne studia le condizioni di vita
L'azione diplomatica delle nazioni protestanti in favore del popolo Valdese
>1
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— S
PENTECQS TJE 19 5 8
Messaggio dd Presidenti
del Consiglio Ecumenico
A nome del Consiglio Ecumenico delle Chiese, noi, suoi Presidenti,
desideriamo rivolgere un messaggio cristiano in occasione del giorno
solenne di Pentecoste, a tutte le Chiese membre nei cinque continenti
e fino alle isole più lontane. La grazia e la pace sia con tutti voi da Dio
nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo.
Oggi commemoriamo l'avvenimento della prima Pentecoste cristiana, l'effusione dello Spirito su ogni carne. « Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e
dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia
Cirenaica, e avventizi romani, tanto Giudei che proseliti, Cretesi ed Arabi » (Atti 2:9-11).
Lo Spirito è spirito di unità. « Tutti erano insieme nel medesimo
luogo... E lutti furon ripieni dello Spirito Santo » (Atti 2: 1, 4). Preghiamo del continuo affinchè lo spirito della unità nella fede regni in mezzo
a noi, come il nostro Signor Gesù Cristo ha detto nella ultima sua preghiera sulla terra.
Lo Spirito è spirito di potenza. « Voi riceverete potenza quando lo
Spirito Santo verrà su di voi » (Atti 1:8).
La nostra volontà ed il nostro coraggio sono deboli. A che cosa servirebbe l'Evangelo, se si limitasse ad insegnarci il modo migliore di
metter ordine nella nostra vita e nella società senza darci la possibilità
di tradurre in pratica questo insegnamento? Nel giorno della prima Pentecoste uomini e donne furono innalzati al disopra di se stessi. Nella
loro debolezza furono fortificati per poter compiere e poter sopportare
molte cose per cui la Chiesa rende grazie a Dio ancora oggi.
Lo Spirito è spirito di testimonianza. Rende testimonianza a se stesso e ci spinge alla testimonianza cristiana. La promessa della prima Pentecoste non dice, infatti : « Voi mi sarete testimoni fino alle estremità
della terra » (Atti 1:8)?
In quel giorno è cominciata l'intera missione della Chiesa. Se vuole
essere l'oggetto delle benedizioni divine la Chiesa deve testimoniare.
Inoltre la nostra testimonianza deve essere rivolta al mondo intero e a
tutte le creature e non deve cessare prima di aver raggiunte « le estremità della terra » !
Non limitiamoci a commemorare oggi questa meravigliosa effusione dello Spirito Santo alla prima Pentecoste, in un lontano passato.
Nella grazia di Dio cerchiamo di riacquistare l'unità che vi si era manifestata, la potenza che vi è stata data, lo zelo missionario verso l'intero
universo, di cui tutti i cuori traboccavano: « ma sopra tutte queste cose »
rivestiamoci « della carità che è il vincolo della perfezione » (Col. 3 : 14).
Mentre rivolgiamo, uniti assieme, questa preghiera a Dio, voglia
Egli spandere su di noi tutta la ricchezza e la potenza della sua benedizione !
I Presidenti del Consiglio Ecumenico delle Chiese:
. Dr. John Baillie - Mmburgo
~ ^...... Vescòvo Sànte XTberto Barbièri - Buenos Aires
Vescovo G. K. A. Bell - Canterbury
Metropolita Juhanon Mar Thoma - Tiruvella
Arcivescovo Michael - Ne\Ar York
Vescovo Henry Knox Sherrill - Nev/ Work
NOTIZIE IN BREVE
DANIMARCA.
Tramite il ministro della giustizia, il go
verno danese ha rifiutato di rimettere in
discussione una proposta di legge, già, re
spinta nel 19.'i4, secondo cui i divertimenti
quali il cinema, il teatro e gli «ports po
Irebbero cominciare alle 14 della domeni
ca, anziché alle 16 come avviene attnalmen
te, in omaggio alla santificazione del gior
no del Signore.
1'
FRANCIA.
Il Centro protestante delle tecniche di diffusione (Paris) prevede la costituzione di
Un catalogo di dischi religiosi e di clichés
relativi al protestantesimo francese. Saranno pure registrate delle conferenze, e messe a disposizione delle parrocchie.
SVEZIA.
Già 800 pastori svedesi hanno assistilo a
corsi dedicati ai problemi moderni della società industriale, della famiglia, delTeducazione. L’iniziativa è stata presa dalle personalità direttive della Chiesa Svedese che
considerano che i pastori non conoscono
sulBcientemente la vita quotidiana e le
preoccupazioni del popolo.
U.R.S.S.
E' stato ” girato un documentario che
mostra la vita della Chiesa ortodossa russa
negli ultimi quindici anni; dura circa quarantacinque mirMti.
GERMANIA.
Nel 1957 la parrocchia cattolica di Neuhàusel aveva terminato la costruzione di
una nuova chiesa, poiché l’antica era divenuta troppo piccola per il numero dei fedeli. I cattolici hanno allora messa questa
a disposizione dei protestanti per 30 anni,
a condizione che vi facessero le riparazioni necessarie e... se ne servissero. La piccola comunità di rifugiati protestanti ha
rinnovato la chiesa e ne ha preso possesso. Nel corso di una riunione il pastore ha
rivolto alla parrocchia cattolica i ringraziamenti dei protestanti.
SUDAN.
Un evangelista che lavora al servizio della missione danese nel Sudan è stato condannato n sei mesi di prigione e ad una
multa di cinquanta dollari per aver offeso
i musulmani (VIslam è religione di stato)
predicando sulle parole di Gesù: ” Nessuno viene al Padre se non per mezzo di
me”. Questo .segno d’intolleranza ha vivamente preoccupato la missione danese.
STATI UNITI.
La mano di Dio creante l’uomo, com’é
stata dipinta da Michelangelo sul soffitto
della Cappella Sistina figurerà sul francobollo che gli Stati Uniti emetteranno in occasione dell’Anno geofisico internazionale.
Sarà il primo fra gli altri emessi in tale
occasione a raffigurare un soggetto biblico.
BOLIVIA
Cinque .sacerdoti cattolici .si sono convertiti al protestantesimo nel corso degli idtimi diciotto mesi e consacrano le loro forze alla vita delle loro nuove chiese. Uno
di essi era stato inviato in una zona rurale per combattervi il protestantesimo: per
prepararsi si era messo a leggere sistematicamente la Bibbia; e co.sì era giunto alla
conversione.
Biblioteca di Pinerolo
« Alliaudi ))
Il Consiglio Provinciale di Torino, presieduto dal Prof. Grosso, grazie alTinteressamento dei consiglieri Avv. A. Pittavino
e sig. Vittorio Resiale, ha assegnato la somma di L. 100.000 quale sussidio alla Biblioteca Comunale « Alliaudi » di Pinerolo.
[’ azione progressiva rinir [vangelo
La via del progresso indicata da Gesù Cristo nella Parabola del lievito
Abbiamo spesso àptato che i oristiani, mentre si ailàticino senza posa per
cercare di capire lé cose più difficili
del Vangelo, trascü|caño'e non intendono le cose più semplici e più evidenti.
Chi è che non cpnosce la parabola
del lievito? Chi è die non conosce la
lezione che Gesù ci ha voluto insegnare con essa; e cioè, .che:g// Vangelo
ha da compenetrareìgradatamente della sua influenza tra^òrmatrice tutta la
società umana »? Ma quanti sono i fedeli i quali hanno fissato e compreso
l’insegnamento centrale della parabola che sta nella progressività dell’azione del Vangelo e del regno di Dio in
seno all’umanità?
Se i fedeli comprendessero ciò che
Gesù ha voluto insegnare, non si leggerebbero del continuo scritti pieni di
nero pessimismo e di critica spietata
dei cristiani i quali vengono accusati,
senza carità, d’ipocrisia e di contraddizione, perchè noni sanno trasformare, di colpo, la società. Non si parlerebbe di fallimento le di regresso del
cristianesimo nel mondo, tanto da dubitare che il cristianesimo stesso possa
salvarsi dalla distruzione, a causa della sua incapacità di risolvere subito
tutti i problemi dell’umanità. Non si
godrebbe nel mettere in luce tutti gli
aspetti più dolorosi e peggiori della
vita umana e tutte le debolezze e le
pecche dei cristiani ignorando completamente tutti gli sforzi fatti dai cristiani per vivere da discepoli di Cristo,
malgrado gli ostacoli tremendi che essi incontrano. C’è chi sembra preoccupato solo di deprezzare sadicamente tutti i progressi che il regno di Dio
ha fatto, sta facendo e farà ancora
progressivamente nel mondo. Eppure
siamo convinti che sarebbe più utile
ed incoraggiante parlare dell’azione
buona dei fedeli e dei loro successi,
anziché dei loro difetti che tutti —
purtroppo — ben conosciamo e deploriamo.
L’Evangelo. di. 0^2;.,;—5ome. il lievito — opera nel mondo a poco a poco, e trasforma e migliora e santifica
la vita degli uomini. Parliamo pure
del molto che anco^ va fatto e incoraggiamo i fedeli all’azione buona ed
alla fede nella poten^ di Dio che vuole operare per mezzò di loro. Ma non
ci rivolgiamo alla cristianità solo per
dirle : « Tu non fai vnulla : tu non fai
che tradire la tua vocazione: tu vivi
di ipocrisia : tu sei funa razza spregevole »! j
Quando eravamo, giovani studenti,
correvamo ad ascoltare — nei contrastati comizi — uomjni come Turati e
Treves e l’eloquente. Ferri, i quali comunicavano alle folle i loro sogni e
le loro speranze di progresso sociale
e di rinnovamento e di maggiore giustizia. Allora essi erano considerati,
da molti, come dei fanatici pericolosi.
Oggi, in una societàjpiù evoluta e più
aperta alle idee di .uguaglianza e di
giustizia, i loro programmi massimi
che allora parevano pura utopia, sono
già superati, in molte cose, anche dai
partiti più conservatori. Se quei riformatori avessero potuto vedere in opera le provvidenze sociali che oggi sono già in parte attuate o si stanno preparando per domani, essi avrebbero
giubilato nel loro animo.
Si son fatti progressi e più ancora
se ne farebbero se gli uomini si convincessero che i grandi progressi non
si attuano necessariamente con delle
rivoluzioni violente o con dei colpi di
bacchetta magica, ma mediante gli
sforzi perseveranti di uomini competenti i quali operano tenendo conto
anche delle debolezze, delle contraddizioni e degli egoismi della natura umana, per ottenere, — nel tempo —
risultati sempre più seri.
E’ un’illusione pensare che i progressi migliori si ottengano sempre
con delle crisi in cui la violenza si scatena e fa crollare tutte le istituzioni.
Troppe persone sono educate a non
concepire progressi Se non per mezzo
di sconvolgimenti che buttano tutto all’aria, con gravi danni. I progressi migliori non si ottengono neppure in base ad isterismi dovuti alla paura che
possono scatenare momentanee reazioni più egoistiche che benefiche.
I progressi migliori spn quelli che si
verificano lentamente, attraverso una
azione perseverante ispirata a principii santi, materiati di verità, di amore e di giustizia. I progressi migliori si
ottengono facendo agire nel mondo,
progressivamente, l’Evangelo il quale
può trasformare l’ambiente e rendere
possibile colla sua graduale influenza,
cose che oggi, nell’ambiente ancora assai inquinato, non irebbero ancora
attuabili. E’ un’illusione quella di credere di poter cambiare la vita del mondo senza Dio, sostituendo all’azione
della sua Parola, quella del verbo degli uomini i quali non vedono che le
forze materiali terrene ed ignorano
quelle spirituali.
Proclamare degl’ideali molto alti e
per ora in parte inattuabili, è utile solo se, contemporaneamente, si sa anche indicare ciò che va fatto ora nelle
condizioni attuali per avvicinarci a poco a poco a quegli ideali.
La società umana deve essere com
penetrata a poco a poco dell’influenza
trasformatrice del Vangelo. Ci sono
dei progressi ideali che oggi, nelle attuali condizioni della società, non sono
purtroppo ancora possibili. Ma l’azione trasformatrice non deve perciò cessare di essere fatta operare, dai cristiani, sia pure in modo incompleto, per
preparare i più grandi progressi nell’avvenire.
Tenere l’ideale sempre presente, senza mai abbassarlo nel proprio animo.
Servire quell’ideale nella vita pratica,
il più possibile, cercando di avanzare progressivamente sulla via che ci
avvicina alla mèta luminosa. Tale è il
compito che il Signore ha dato ai suoi
discepoli. Questo compito va realizzato progressivamente, con ottimismo,
senza lasciarsi scoraggiare da dubbi disfattistici, sapendo che è la potenza del
Signore quella che opera, per mezzo
dei suoi fedeli.
La vittoria non può rum venire —
nel tempo — per chi opera col Signore.
Paolo Bosio
Corrispondenza
dall'Inghilterra
Risley, maggio 1958
Terminato, o quasi, il mio programma a Southport sono andato a Birmingham, la seconda città d’Inghilterra per grandezza, che deve parte
della sua prosperità al fatto di essere
stata tollerante ; infatti, mentre altre
città inglesi nel i>assato rifiutavano
di ricevere chi non fosse membro della Chiesa di tìtaco. Bamingham apriva le porte a non-conformisti sia inglesi che continentali, i quali si stabilivano quelle industrie a cui è affidato il successo economico della città.
ALT « Istituto Billlco » di Birmin
gham, che prepara pastori e missionari per diverse chiese, ho tenuto una
lezione di storia valdese a cui ha fatto seguito una vivace richiesta di
maggiori informazioni sul passato e
sul presente della nostra Chiesa.
Ho ancora avuto due riunioni in
case private con gruppi di persone
che si interessano alla evangelizzazione e alle missioni. In una delle
riunioni mi chiedono di mostrare le
mie foto a colori ma, ammaestrato
da precedenti esperienze, dornando
che mi si garantisca che l’ambiente
sarà sufficientemente buio per una
buona proiezione (la riunione è alle
tre del pomeriggio). « Tutto è previsto » mi si risponde. In pratica le
tende svolazzano per il vento ed il
sole entra a flotti. Fissate le tende
si scopre che nella sala non c’è presa cti corrente per il proiettore; per
fortuna c’è tra i presenti un dilettante elettricista che rimedia in qualche
modo e la riimione comincia co.i
mezz’ora di ritardo. Mentre gli ami
ci inglesi mi guardano pensando « Ve
di come siamo in gamba: tutto è anoaco a posto », io mentalmente rispondo « Non venitemi poi a raccontare che è un difetto italiano quello
di affidarsi all’improvvisazione ».
*
Un treno semivuoto e lentissimo
mi porta verso Liverpool. A Chesier
pioviggina ed è buio e devo rlchia
mare alla mente i ricordi di due an
ni fa per ritrovare il volto di questa
antica e bellissima città che conserva non solo il nome ma la struttura
ed i ruderi di quando era un accampamento romano, e che ha saputo
mantenere quasi intatte, in tutta la
zona centrale vecchie e bellissime case medioevali.
A Liverpool mi aspietta il pastore
Donald Macarthur di cui sarò ospite
per qualche giorno. Il programma diventa intenso ed esclusivamente de
dicato alle comunità presbiteriane :
domenica 27 aprile predico a Waterloo
ed a Wavertree, lunedì ho una riunione ad Allerton ed una a Maghull,
martedì mattina sono a Southport,
dove finalmente incontro il Consiglio
dei pastori di quella città; la sera
parlo nella clflesa di Princes Road e
mercoledì ho una riunione a Birkenhead ed ima ad Egremont. Da tutte
queste riunioni ricavo l’impressione
che la Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra è veramente interessata all’opera nostra: parecchi sanno delle
persecuzioni che la nostra Chiesa ha
sopportato nei secoli passati, ma la
maggioranza si interessa al nostro lavoro di oggi, e le informazioni che
richiedono più spesso si riferiscono
alla libertà religiosa in Italia ed alla
Oijstra opera di evai^elizzazione.
In una di queste riunioni c’è ad
ascoltarmi un giovane piemontese:
parliamo per qualche minuto del Pie
monte, delle montagne ecc. poi egli
mi racconta la sua storia: si tratta
di un ex-prete che è stato per un cer
to tempo missionario in Africa. La
dottrina romana della infallibilità
del papa è stata la prima fonte dei
suoi dubbi che sì sono in seguito estesi e lo hanno spinto a cercare il
contatto con missionari evangelici.
Egli è da tre anni in Inghilterra e
studia in una scuola teologica anglicana aove è molto apprezzato per
la sua serietà e per il suo zelo. Egli
mi fa i nomi di diversi ex-preti ita
liani che egli conosce: tutti hanno
emigrato, sia in Inghilterra, sia in
America, perchè in Italia il Concprdato rende loro quasi impossibile la
vita.
* * *
Domenica 4 maggio predico a Warrington la mattina ed a Tunley nel
pomeriggio. E’ questa la più antica
chiesa presbiteriana ingl^. il cui
piccolo tempio risale alla fine del
ji?C€: è una parrocchia in buona parte di minatori e forse per questo si
interessano particolarmente quando
parlo loro di Frali e delle nostre speranze per il nuovo Tempio e mi incaricano di un messaggio speciale
di saluto per i minatori delle nostre
Valli.
Accanto al vecchio tempio di Tunley c’è una sala di attività ed una
casa pastorale nuove, ma già fortemente lesionate dai cedimenti del
terreno provocati dagli enormi scavi
delle miniere di carbone del Lancashire. Anche l’altra chiesa, quella
di Whorton, dove predico la sera, è
lesionata dai cedimenti ed ancora
tutta sottosopra per i lavori di riparazione. La direzione della miniera
pagherà una parte dei danni che ha
causato.
In questa fine di settimana sono
stato ospite del pastore Roberts che
ben conosce l’Italia per esservi stato
due anni durante la guerra come
cappellano militare.
Domani parto per Londra dove si
annuncia uno sciopero degli autobus cittadini. Aldo Comba
PERSONALIA
Il 9 maggio ultimo scorso nella
Scuola Professionale « Nazarìo Sau
ro » di Torino si è svolta una simpaticissima cerimonia per il conferimento della medaglia d’oro per i
Benemeriti della Pubblica Istruzione, al prof. Giulio Rivoir, ordinario
di materie letterarie, in occasione
del suo collocamento a riposo, dopo
cinquant’anni di insegnamento.
Il Preside, Ing. Dott. A. Milia, ha
rivolto al Prof. Rivoir un caldo e
affettuoso elogio per la serenità, l’equilibrio, la valentia, lo spirito di
sacrificio da lui sempre dimostrati
nello svolgere il suo alto compito di
educatore, additandolo come esempio
di carattere aperto e lesile e di profonda bontà.
I numerosi colleghi ed ex-alunni
riuniti intorno al festeggiato, hanno
salutato con vivissimi applausi il
Prof. Rivoir ed hanno avuto per lui
commosse parole di simpatia e gratitudine.
Ci rallegriamo vivamente con il
Prof. Giulio Rivoir per la testimonianza di stima ricevuta e gli auguriamo un sereno riposo dopo tanti
anni d’insegnamento.
4
Non c'è che una parola sufficientemente forte per vincere
la disperazione: la Fede. O disperiamo o crediamo.
E. Brunner.
L'Eco delle Valli Valdesi
Pregare è confessarsi impotenti, pregare è deporre la propria vita ; « Prendi tu il timone,
io non posso nulla più ».
E. Brunner.
IL PASSATO CI PARLA.
In assenza
del Pastore
Non sempre le piccole stazioni, i
gruppi disseniinati, possono essere
visitati di Domenica da un pastore
o da un evangelista, spesso già sovraccariclii di lavoro in quel giorno.
Ma non per questo i iedeli debbono
essere privati del loro culto. Quante
volte, nelle antiche relazioni, troviamo esempi come questi:
Castiglione delle Stiviere (189(M891>
« Le Domeniche in cui la Chiesa
non può essere visitata nè dal pastore
di Brescia, nè dall’evangelista di Guitìizzolo, quei fratelli si radunano egualmente per celebrare il culto. S;
prega, si canta, poi un fratello legge
un opuscolo o un articolo di giornale religioso ; e ci si assicura che quelle
riunioni fraterne riescono commoventi ed edificanti ».
Caltanisetta (1877-1878)
« I fratelli di Caltanissetta (visitati
di quando in quando dal Past. A. Malan), continuano a rendere il loro
culto a Dio ogni Domenica sera, leggendo insieme la Bibbia, e qualche
opuscolo religioso che fa le veci del
predicatore, come i sermoni di Spurgeon e il libro del Bourdillon sulle
parabole di Gesù ».
(^uìdizzolo (1889-1890)
« Durante la prolungata malattia
del nostro operaio, i membri della
chiesa si sono riuniti ogni Domenica per cantar inni ed ascoltare la
lettura della Parola di Dio fatta da
un alunno della Scuola Domenicale».
Qual’è la Comunità, per piccola che
sia, ove non si possa trovare un fratello, una sorella, perfino un alunno
della Scuola Domenicale (vedi Guidizzolo) che non sappia leggere un
brano della Parola di Dio, una meditazione scritta, una preghiera? Porse
oggi molti direbbero: questo possiamo farlo a casa. Ora poi c’è anche
il Culto-Radio che può supplire al
culto pubblico.
Chi ragiona così non ha capito la
parola del Salmista : « Quant’è buono,
quanto è piacevole che fratelli dimorino assieme!... Poiché quivi l’Eterno
ha ordinato che sia la benedizione,
la vita in eterno». (Salmo 13: 1-3);
non ha capito la bellezza e la forza
del canto in comune, della preghiera
in comune, della lettura e meditazione della Parola di Dio in comune.
Vi è nel culto pubblico qualcosa che
il culto personale non può sostituire.
Ben lo aveva compreso quel fratello
della Chiesa di Livorno, che diceva
un giorno al suo pastore : « La vita
spirituale ha bisogno di cibo privato,
ma ha pur bisogno di cibo che si
prende in comune. Alcuni si contentano del primo, altri del secondo. Io
non posso vivere senza l’uno e l’altro ». (dalla Relazione della Chiesa
di Livorno del 1889-90).
Selma Longo
Notizie dalle nostre Comunità
VILLAR PELLICE
DIPARTENZE
Il 1.0 marzo u. s. il Signore ha richiamato a sè il nostro fratello
Garnier Giovanii di anni 63 della Boudeina. La sua notorietà e le sue
qualità morali apprezzate da quanti
lo conoscevano richiamarono alle
onoranze funebri un gran numero di
persone.
La cerimonia riuscì come una eloquente dimostrazione di simpatia alla cara famiglia in lutto e come un
serio appello alle coscienze perchè si
convertano al Signore.
L’8 aprile era la volta del nostro
fratello Alessandro Pons dell’Inverso di anni 73. Egli viveva solo, malfermo in salute, eravamo abituati a vederlo camminare penosamente con
due bastoni. Egli è deceduto all’ospedale di Luserna e il suo funerale è
stato presieduto dai Pastori Jahier e
Geymet.
Il 28 aprile ci ha lasciati la nostra
sorella Susanna Gönnet in Michelin
Salomon di anni 48 (Saret) dopo 12
anni di malattia, anni di prova dolorosa per lei e per i suoi familiari.
Le sue spoglie sono state rivestite
del costume valdese e nelle mani le
è stato messo un foglio recante il
Salmo 40 : « Io ho pazientemente
aspettato l’Etemo ed Egli s’è inchinato a me ed ha ascoltato il mio grido »,
Su questo Salmo altresì venne pre
dicato al funerale alla presenza di
una folla commossa, venuta per di
mostrare la sua simpatia alla famiglia così duramente provata.
Il 5 maggio il nostro fratello Giovanni Pietro Geymonat di anni 63
del Ciarmis, dopo poche ere di degenza nel nostro Ospedale di Torre,
si aggravava improvvisamente e rispondeva alla chiamata del Signore,
lasciando piofondamente turbati i
suoi familiari per la rapidità della
sua partenza.
Il funerale è stato una commessa
dimostrazione della stima e dell’affetto con cui era circondato.
Ricordiamo a tutte le famiglie afflitte la simpatia della Chiesa e, so
pratutto le gloriose promesse dell’Evangelo-.
VISITA AI NOSTRI ISTITUTI
Domenica 20 aprile l’Unione delle
Giovani ha visitato :
L’Uliveto, dove a cura del Consiglio
Ecumenico, sono ospitati dei profughi russi che si dedicano a lavori artistici oppure al giardinaggio o al bestiame coi sistemi più razionali e mo
derni.
Al Rifugio le nostre giovani si sono
soffermate presso il letto dei vari ricoverati (una settantina) e molto
simpatico è stato rincontro con la
nostra sorella Bigia.
All’Asilo dei‘Vecchi, lunga sosta intorno al letto del caro Barba Daniel,
IL GIORNO DELL’ ASCENSIONE A PRAROSTINO
La festa di canto
delle Scuole Domenicali
Quando i bambini delle Scuole Domenicali di Pinerolo e S. Germano si
avviarono alla volta di Prarostino per
partecipare alla festa di canto, un sole splendido pareva dovesse accompagnarli per tutta la giornata. Il
tempo però non mantenne le promes
se del mattino e la pioggia disturbò
lo svolgimento del programma pome
ridiano. Tuttavia il programma si
svolse regolarmente e la festa di canto di Prarostino rimarrà come un caro ricordo per i bambini che vi parte
ciparono.
Sono presenti le Scuole domenicali
di Prarostino (Dir. Sig.ra Peyrot), Pi
nerolo (Dir. Past. Rostan) e S. Germano (Dir. Sig.ra Bert), e basta il
numero dei convenuti per occupare
la maggior parte della Chiesa.
Alle 10 il Pastore Sig. Peyrot, dopo
alcune parole di cordiale benvenuto
tiene un breve culto ricordando ai
bambini, in particolare, il significato
del giorno dell’Ascensione del Signor
Gesù, che chiude così la sua testimo
nianza terrena per diventare Signore
nel cielo ed esercitare giornalmente
nei nostri cuori la sua signoria.
Dopo il culto ha inizio il program
ma dei bambini, che cantano insieme i tre inni dell’Innario Cristiano e
i 2 cantici di « Psaumes et cantiques »
indicati dall commissione di canto sacro. Alternati agli inni d’assieme vengono eseguiti altri due canti da ciascuna .scuola domenicale. A metà propramma un breve periodo di riposo
per i bimbi, durante il quale la Sig.ra
Bert esegue all’organo una pagina di
musica di G. S. Bach. In breve il prò
gramma è terminato: alle 11,45 si
esce dalla Chiesa e ciascuno si prepa
ra oer la colazione al sacco.
Il pomeriggio avrebbe dovuto esse
re dedicato ai giochi all’aperto, ma Is
pioggia lo ha impedito. I bimbi si ra
donano alle 14,30 nella sala delle attività dove, prima i canti ed i giochi
poi le domande a premio su argomenti biblici rivolte dal Past. Rostan interessano i 150 bambini adunati e nello stesso tempo ne contengono la vivacità, il cui libero sfogo andrebbe a
scapito della sala stessa.
La festa volge al termine e le Sig.ne
di Prarostino riescono ad accontentare tutti offrendo una buona tazza
di thè con relativa brioche.
Il tempo mette giudizio e permette
ad ognuno di ritornarsene a casa senza inconvenienti.
Nel chiudere questa cronaca vogliamo ringraziare chi ha stabilito di dedicare una giornata intera alla festa
di canto per le scuole domenicali, tutti coloro che hanno collaborato per
la sua riuscita ed in particolare il
Pastore Sig. Peyrot e Sig.ra, le monitrici e le mamme che hanno accompagnato i loro bambini, sperando che
queste ultime siano più numerose in
avvenire. M.
Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
tutto commosso di vederci.
Nei vari istituti le nostre unioniste
hanno cantato diversi inni in francese ed hanno anche avuto modo di
apprezzare il canto russo, con una cadenza veramente nostalgica, dei prò
fughi dell’Uliveto.
Il pomeriggio si è concluso con la
visita ai signori Jahier, ricordati
sempre con affettò. La signora, molto
gentilmente ha guidato le giovani
nella visita al tempio, alla sala Albann e all’Asilo infantile. Poi, una graditissima tazza di tè ha a,ncoTa permesso loro di fraternizzare insieme
un momento.
(Queste visite, che tutte le nostre
Unioni dovrebbero fare, sono sommamente benefiche perchè ci permetto
no di conoscere da vicino le nostre
istituzioni e ci mettono a contatto
con tanti fratelli e sorelle che l’età o
la malattia hanno tolto alla vita attiva,
E noi vogliamo dire qui la nostrariconoscenza alle .dirigenti : Suor Su
sanna. Suor Melania e sig.na Elda
Malan per il lavoro non sempre facile che esse compiano in uno spirito di
dedizione e d’amore.
Care Sore.le, che il Signore vi benedica e benedica con voi i fratelli
affidati alle vostre cure.
gita scuole domenicali
Il giorno dell’Ascensione, gli alunni
delle nostre Scuole Domenicali del
Centro, hanno effettuato una bella
gita nel villaggi del Bessé-Meyneit,
Maissa, Boudeina, Serre, Cucuruc. Un
viaggio di scoperte perchè i due terzi
dei cinquanta partecipanti non avevano ancora mai messo il piede in
questi villaggi della loro parrocchia
Accompagnarono gli alunni alcuni
giovani della nascente fanfara evangelica e, per tutto il giorno, non fece
ro altro che accompagnare dei canti,
eseguire degli assoli e... prestarsi alle
labbra inesperte e desiose di molti
futuri suonatori.
Al Bessé, nella vecchia scuola quartierale ormai logora oltremodo, ebbe
luogo il culto deH’Ascensiane insieme
COI! alcuni menìbri del quartiere
Quindi il pranzo al sacco condito con
un eccellente cacao preparato sul po
sto. Nei margini te tempo, due visite,
belle e commoventi a due vegliardi
del luogo, l’uno paralitico da tre an
ni e l’altro pure infermo, entrambi a
letto, entrambi sostenuti da una fede
trionfante: Alcuni canti dei bimbi,
alcune parole dei vegliardi, una preghiera del Pastore eppol l’addio. Brevi momenti che però non saranno più
dimenticati dai partecipanti. Lezione
di Scuola Domenicale ideale quella in
cui dei giovanissimi possono cantare
al loro Signore accanto al letto dì vegliardi che con la^ gioia nello sguardo
proclamano di aspettare da un momento all’altro di incontrarsi con Lui.
Il resto della giornata venne impiegato nella visita ' agli altri quartieri
Una tappa a Cucuruc per cercare
certi pacchi di brioches introvabili
che per un disguido postale erano andati a nascondersi in una baita iso
lata tra le rocce e per sorbire alcune
tazze di tè; im emozionante tiro alla
fune, eppoi una discesa ra,pidissima
sul Ciarmis e ancora un canto per
una famiglia recentemente colpita da
un lutto.
Quindi le strette di mano del commiato e nel cuore di tutti. Pastore
compreso, il sentimento di aver vissuto una giornata, rara, ricca di quelle esperienze preziose che solo la vita
della Chiesa può offrire.
TORRE PELLICE
Gli alunni della Scuola Domenica
le dell’Asilo hanno terminato il loro
anno di attività con una simpatica e
riuscita passeggiata al Ciarmis. Essi
hanno accolto con grande gioia, alunni del Centro, dei Chabriols ed alcu
ni loro compagni di scuola; insieme
hanno formato una grande famiglia
molto unita. Dopo aver giocato a lungo sotto i magnifici castagni e consumato le loro provviste si sono riuniti nel cortile della Scuola (l’antico
tempio del Ciarmis) dove hanno espresso la loro riconoscenza per la
gentile accoglienza cantando parecchi inni ascoltati con molta gioia dagli abitanti della Borgata. (L. V.)
PmEROLO
Domenica 11 maggio la nostra
chiesa ha ospitato la festa di canto
delle corali di cui il nostro giornale
ha già parlato. Il pubblico è intervenuto assai numeroso, partecipando
alla gioia di un lieto incontro nel
canto delle lodi di Dio.
Lunedi sera, 12 corrente, il Past.
Guido Miegge, direttore della' Società Biblica Britannica e Forestiera in
Italia, ha parlato in modo estremamente interessante sull’opera della
diffusione della Bibbia in Italia e
nel mondo. Siamo stati lieti di salutare in mezzo a noi il Past. Miegge e lo ringraziamo del messaggio
così vivo ed attuale ch’egli ci ha recato.
Il giorno dell’Ascensione le Scuole
Domenicali di Pinerolo e San Secon
do hanno partecipato alla festa di
canto a Prarostino. E’ stata per tutti
una assai bella giornata, malgrado
gli acquazzoni del pomeriggio; dopo
il canto del mattino durante il culto,
i bambini hanno avuto modo di
divertirsi all’aria aperta.
Il culto del 18 maggio è stato dedicato alla famiglia cristiana. Nella
predicazione, il Pastore s’è rivolto ai
genitori ed ai figli con pensieri ed
esortazioni tratti dalla Sacra Serittura e daU’esperienza della vita. La
Scuola Domenicale di Pinerolo ha
cantato un inno di fiducia in Dio;
« Quando di nuvole nere... » ; poi 1
bambini sono usciti per primi ed
hanno offerto fiori alla loro mamma.
Le statistiche religiose
della popolazione indonesiana
Secondo quanto comunica la Rivista teologica « The Christian Century », gli 88
milioni di abitanti dell’Indonesia si possono così dividere, secondo l’appartenenza
alle varie religioni o confessioni: Musulmani 66.000.000, Cristiani evangelici 3 milioni 200.000, Cattolici-romani 1.080.000,
Buddisti 1.500,000, Sette buddiste 3,500.000,
Induisti (Bali) 430.000. Complessivamente,
su 88 milioni di abitanti, 75 milioni manifestano la loro appartenenza ad una religione. (£. P. D.)
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«Settimana evangelica»
in Austria
Dal 10 al 15 Marzo ha avuto luogo, nell’Università di Vienna una ” Settimana
evangelica”. Già negli anni 1927-1938 avevano partecipato, come relatori, personalità della vita pubblica e della Chiesa evangelica tedesca. La ’’Settimana evangelica”
viennese fu l’esempio per innumerevoli
altre manifestazioni simili, organizzate
durante la lotta della Chiesa Confessante
in Germania dai movimenti di studenti
cristiani in numerose città tedesche. Dal
1938 non potè più aver luogo alcuna ’’settimana evangelica” in Vienna; in quell’ultima riunione, fu relatore il Dr. E.
Gerstenmaier. l’odierno presidente federale di Bonn. L’iniziativa di riprendere
queste ’’Settimane evangeliche” è venuta
dal Sopraintendente di Vienna Georg
Traar. Le comunità evangeliche di Vienna e il Consiglio ecclesiastico generale appoggiano tale iniziativa. Anche il Consiglio della Pubblica Istruzione ed il Rettorato dell’Università di Vienna si sono mostrati assai favorevoli a tali manifestazioni.
(E. P. D.)
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Prof. Dr. A. Bonìscontro
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