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EDITORIALE!
le Olimpiadi
ïÆALBERTOBRAGAGLIA
SETTIMANALE
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/% - riliale dijorino
In caso di mancato recapito restìtuire al mittente presso l'Ufficio PT Tonno CMP Nora
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IVALDESI-METODISTII
Rendiconto Otto per mille 2000,
(dichitwazione del 1997)
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Anno Vili - numero 38 - 6 ottobre 2000
IBAIVIBINII
È nata una Rete mondiale di difesa
diSARASPEICHER
Lire 2200-Euro 1,14
¡ECO DELLE VALLI!
Nubifragi nel Pinerolese
di P. ROSTAN
I BIBBIA E ATTUALITÀ I
ABBIAMO
UDITO
La Dichiarazione «Dominus Jesus» ha sollevato un problema ecumenico cruciale
Dov'è la vera chiesa?
«Voi avete udito che fu detto... ma io
vi dico...»
Matteo 5, 21-22
Diciassette versetti dopo le
beatitudini del Maestro, nel fragrante capitolo quinto, ricco di nove
felicità, nel capitolo ove i discepoli
sono chiamati sale e luce, in questa
vetta del Vangelo, ci viene incontro il
Maestro delTascolto, del pensiero
critico, delia decisione. Abbiamo
udito, sì abbiamo udito, i decaloghi
dei furbi, dei satolli, degli ignavi, incontrati all’inferno settecento anni
orsono da Dante nella divina poesia.
Abbiamo udito i consigli dei padroni
del vapore a coloro che sono disposti
a servire il sistema così com’è, con le
sue palesi e sanguinanti ingiustizie.
Abbiamo udito le «grida», di
manzoniana memoria, dei reggitor dei popoli, che esortano a seguire l’onda della globalizzazione,
che spronano a entrare nell’emporio
ecumenico del mercato mondiale.
Abbiamo udito che si può innalzare
alla gloria del cielo il buon Angelo
Roncalli ma anche l’altro Giovanni,
l’acerrimo nemico della libertà, non
tenero con i fratelli ebrei. Maria Mastai Ferretti, alias Pio IX. Abbiamo
udito i canti dei credenti di tutte le
fedi elevare preci e sospiri per un divino regalo. Abbiamo udito, flebile,
lontana, l’invocazione dei sofferenti,
degli espropriati, degli esclusi. Non
era debole la loro voce, eravamo noi,
duri d’orecchi! Abbiamo udito la
possente voce delle maggioranze soverchiare proteste e proposte di chi
conta nulla, di piccole greggi senza
leader, né eserciti o poliziotti.
Abbiamo udito i sermoni dei
settari urlare la loro verità, con
bagliori di fuoco e promesse di morte. Abbiamo udito i decaloghi dei legalisti; abbiamo letto le loro liste di
proscrizione, elencato la casistica dei
loro codici penali. Abbiamo udito il
coro vociante della gente perbene,
pronta ad armare la mano dei moralisti che invocano l’eliminazione dei
peccatori. Abbiamo udito parole,
«consigli per gli acquisti», litanie dei
mercanti dei nuovi status-symbol.
FABRIZIO De André, che ha raccolto dal letame parole e stati
d’animo della povera gente, trasformandole in fiori e canti, ci ha insegnato; «Sullo scandalo metallico/ di
armi in uso e disuso/ a guidare la colonna/ di dolore e di fumo/ la maggioranza sta/ recitando un rosario/ di
ambizioni meschine,/ di millenarie
paure,/ di inesauribili astuzie,/ coltivando tranquilla/ l’orribile varietà/
delle proprie superbie./ La maggioranza sta/ come una malattia,/ come
una sfortuna,/ come un’anestesia,/
come un’abitudine...».
VOI avete udito che fu detto, dice
il Maestro, ma io vi dico... La
sua parola non allineata, che ci fa ragionare in modo nuovo, è antidoto
necessario alla barbarie del connivente consenso. Invochiamo con De
André, per chi sa trasgredire:«Ricorda. Signore,/ questi servi disobbedienti/ alle leggi del branco,/ non dimenticare il loro volto/ che dopo
tanto sbandare/ è appena giusto che
fortuna li aiuti» (Fabrizio de André,
Smisurata preghiera).
Alfredo Berlendis
Sono state date molte risposte a questa antica domanda. La vera chiesa è nascosta
nel vissuto delle persone che, nel nome di Gesù Cristo, credono, amano e sperano
PAOLO RICCA
La Dichiarazione Dominus Jesus
ha avuto vasta eco e suscitato
molte critiche giustificate, opportune
e dóverose, di cui anche Riforma si è
fatta portavoce: critiche prevedibili,
quasi scontate, da parte ortodossa e
protestante, come pure da parte
ebraica. Meno prevedibile, e per alcuni abbastanza sconcertante, è stato l’«altissimum silentium» (diremmo con la Confessione di Augusta), il
«silenzio profondissimo» da parte
cattolica, con poche e per lo più flebili eccezioni. Alcuni si aspettavano
una levata di scudi diffusa e decisa,
specialmente da parte di quei cattolici che da anni promuovono e praticano, anche con noi evangelici, un
ecumenismo non finto. Questa pub
blica levata di scudi non c’è stata, anche se sappiamo che i cattolici ecumenici si sono quasi sentiti traditi
dalla Dichiarazione vaticana e l’hanno vivamente deplorata, a differenza
di altri cattolici che l’hannd applaudita. La Dichiarazione peraltro non
pone formalmente alcun veto al proseguimento del dialogo né intende
bloccare la partecipazione cattolica
al movimento ecumenico, che essa
però inquadra in modo tale da non
consentirgli altro sbocco ragionevole
che il ritorno a Roma di ortodossi e
protestanti, uno sbocco (è necessario
ripeterlo?) inaccettabile e neppure
seriamente proponibile.
Il silenzio della maggior parte dei
cattolici ecumenici può aver sconcertato qualcuno ma non deve stupire. Roma, si sa, dialoga a tutto campo
fuori casa. In casa propria, invece, il
dialogo ha limiti precisi: la parola
vincolante dell’«autorità superiore».
Il sistema cattolico romano funziona
grazie a un consenso, di cui l’ubbidienza è parte integrante. A Roma, a
differenza che a Barbiana, l’ubbidienza è ancora una virtù. Può anche
trattarsi, in questa o quella occasione, di adesione solo esteriore, alla
quale non corrisponde sempre e necessariamente l’intima persuasione
della coscienza; ma l’ossequio formale è indispensabile. Meglio se è
anche sostanziale. Quello formale,
comunque, non può mancare. Se
manca, il sistema si inceppa e il ribelle viene censurato e, se recidivo,
espulso. Ubbidire si deve, soprattut
Segue a pag. 3
Oltre Ratzinger
Il dialogo deve
proseguire
Il 26 settembre è stata diffusa una
«Dichiarazione di teologi italiani di
diverse confessioni cristiane», a firma dei professori Ermanno Genre e
Paolo Ricca, docenti della Facoltà
valdese di teologia di Roma, e dei
teologi cattolici Flavio Pajer, Carlo
Molari e Luca De Santis. «La scelta
ecumenica è irreversibile per tutti»,
affermano i teologi protestanti e cattolici, perciò il dialogo deve proseguire, nonostante gli ostacoli, nello
spirito del Concilio 'Vaticatìo II e delle grandi Assemblee ecumeniche europee di Basilea e Graz, consapevoli
che «il futuro della chiesa non è noI stro ma di Dio». Per informazioni e
adesioni alla Dichiarazione rivolgersi
all’Agenzia Nev. Indirizzo e-mail:
fed.evangelica@agora.stm.it; telefono 06-4825120; fax 06-4828728.
Il Risorgimento
Fondamento di
laicità e libertà
La denigrazione del Risorgimento
italiano e dei suoi valori «avviene nel
contesto di un’aggressione a raggio
ancora più ampio contro i principi
laici e liberali che costituiscono parte fondante della Costituzione repubblicana», lo afferma un manifesto di intellettuali (primo firmatario
Alessandro Galante Garrone) pubblicato su «La Stampa» di Torino il
27 settembre con il titolo; «Per l’Italia civile, in difesa dei principi di libertà, laicità e tolleranza». I firmatari (tra cui compaiono i valdesi Giorgio Bouchard, Mario Cignoni, Augusto Comba e Paolo Ricca) reagiscono soprattutto alle polemiche che
provengono dall’area più conservatrice del mondo cattolico, emerse in
particolare nel recente meeting di
Comunione e liberazione.
I Valli valdesi
Agricoltura
sì al biologico
Un territorio grande quanto le
Marche è la dimensione degli appezzamenti coltivati in Italia secondo le
modalità dell’agricoltura biologica.
La Provincia di Torino vanta una
specie di primogenitura rispetto a
queste tecniche, qui avviate fin dagli
Anni 30. L’agricoltura biologica è oggi presente nelle valli valdesi e nel
Pinerolese, e alcuni Comuni (Luserna San Giovanni, Prarostino, San Secondo) hanno addirittura deciso di
utilizzare prodotti biologici nelle
mense scolastiche. In epoca di «transgenico», è stato detto nel corso di
un incontro pubblico a Torino, quella del biologico è una sfida importante che tende alla salvaguardia dei
prodotti ma anche dell’ambiente.
A pag. Il
mm L'OPINIONE
MILOSEVIC
E KOSTUNICA
48,96 per cento; è il risultato che la
Commissione elettorale ha attribuito
al Dos, il partito di opposizione democratica serba. Il Sps, il partito di Milosevic, ha ottenuto il 38,62 per cento dei
voti. L’orso serbo, U dittatore, ha perso. Per conoscere questi risultati ci sono voluti quattro giorni. Dopo un primo balletto delle cifre, l’opposizione
ha rivendicato con forza la vittoria:
una vittoria già al primo turno oscurata dai brogli elettorali. Certamente
quelli del Kosovo. Mentre scriviamo
l’opposizione continua a rifiutare il
ballottaggio e per protesta proclama
uno sciopero nazionale generale di
cinque giorni, cioè fino aUa vigUia del
secondo turno di domenica prossima.
Sono giorni cruciali per la Serbia
giunta a un difficile bivio dopo un anno di fame e isolamento. Fino a pochi
mesi fa gli osservatori stranieri denunciavano le debolezze di questa opposizione, frantumata e litigiosa, e la
decisione di Milosevic di andare alle
elezioni anticipate faceva temere il
peggio. E invece l’opposizione ce l’ha
fatta. Ce Tha fatta con Voijslav Kostunica, un professore di diritto costituzionale, un nazionalista moderato.
Ancora giovane, perse la cattedra di
diritto all’università di Belgrado perché si oppose all’ultima riforma costituzionale di Tito che, secondo lui, dava
troppo autonomia alle varie repubbliche jugoslave. Un antagonista di Milosevic perché socialista. Un uomo che
crede neUa Grande Serbia.
Milosevic è stato battuto quindi da
un nazionalista serbo. Il Dos, la coalizione di opposizione, ha vinto con un
candidato nazionalista che non svenderà la Serbia e che soprattutto si è
impegnato a lottare contro la corruzione e i privilegi che hanno invaso
l’apparato statale, esercito compreso.
Ha promesso democrazia, sviluppo,
reinserimento nell’Europa, ampie autonomie di gestione regionali, ma anche l’integrità del territorio serbo, Kosovo compreso. Tutto ciò è contenuto
in un programma in dieci punti, scaricabile da Internet, che indica tempi e
modi per la rifondazione di un paese
lanciato da Milosevic in un’avventura
cieca contro tutte le altré repubbliche
dei Balcani in un percorso arrogante e
suicida che ha visto la popolazione impoverirsi e perdere molti familiari e
che attualmente deve assorbire almeno 600.000 profughi serbi, più del dieci percento della popolazione.
Gli Stati Uniti su queste elezioni
avevano posto l’ipoteca della VI flotta
in esercitazione davanti alle coste
croate. L’Europa ha messo in campo la
fine delle sanzioni economiche. Ma la
chiave di volta di queste elezioni è stata la situazione interna. Dieci anni di
guerre, condite da una estesa corruzione, metterebbero in ginocchio qualsiasi popolo. I serbi oggi hanno fame e
hanno detto basta. D’altro lato Milosevic non poteva, non può perdere. Ha
detto no alla mediazione di Putin e
della Grecia; in questi giorni sta saggiando l’esercito; cerca soluzioni. Con
lui condividono le responsabilità altri
personaggi e un sistema di potere e di
itiafìp con solidi legami internazionali.
È questo il sistema che i serbi dovranno smantellare. Per noi, Europa, c’è
l’obbligo di capire che non si può giocare aD’infinito con «i cattivi sono gli
altri» e quindi bisognerà cominciare a
disaggregare e riunire quel puzzle impazzito che sono ancora oggi i Balcani.
Gianna Urizio
2
PAG. 2 RIFORMA
All’As
Della Pai
VENERDÌ 6 OTTORpc^
«' Or l’Eterno disse
ad Abramo:
“Vattene dal tuo
paese e dal tuo
parentado e dalla
casa di tuo padre,
nel paese che io ti
mostrerò; ^ e io farò
di te una grande
nazione e ti
benedirò e renderò
grande il tuo nome
e tu sarai fonte di
benedizione;
^e benedirò quelli
che ti benediranno
e maledirò chi ti
maledirà e in te
saranno benedette
tutte le famiglie
della terra”.
E Abramo se ne
andò, come l’Eterno
gli aveva detto»
(Genesi 12, l-4a)
«*La parola
dell’Eterno mi fu
rivolta, dicendo:
■' “Prima ch’io ti
avessi formato nel
seno di tua madre,
io t’ho conosciuto; e
prima che tu uscissi
dal suo seno, io ti ho
consacrato e t’ho
costituito profeta
delle nazioni”.
io risposi: “Ahimè,
Signore, Eterno, io
non so parlare,
poiché non sono che
un fanciullo”.
^Ma l’Eterno mi
disse: “Non dire:
‘Sono un fanciullo’,
poiché tu andrai da
tutti quelli ai quali
ti manderò, e dirai
quello che io ti
comanderò.
^Non li temere,
perché io sono
con te per liberarti”,
dice l’Eterno.
^Poi l’Eterno stese la
mano e mi toccò la
bocca, e l’Eterno mi
disse: “Ecco, io ho
messo le mie parole
nella tua bocca.
'“Vedi, io ti
costituisco oggi
sulle nazioni e sopra
i regni, per svellere,
per demolire,
per abbattere,
per distruggere,
per edificare
e per piantare”»
(Geremia 1,4-10)
(^Ee uno vuol venir
dietro a me, rinunzi
a se stesso, prenda la
sua croce e mi segua.
Perché chi vorrà
salvare la sua vita,
la perderà; ma chi
perderà la sua vita
per amor mio e per
amore dell’evangelo,
la salverà»
(Marco 8,34c-35)
QUANDO DIO PARLA...
Uno dei compiti dello predicazione è quello di rinnovare ai credenti il continuo
appello alla conversione a Dio affinché la vocazione ricevuta non vada perduta
MAURO PONS
E del tutto evidente che ognuno di noi desidererebbe ricevere da Dio una «chiamata»
(vocazione) diretta, come Àbramo. Tu sei lì, nel pieno delle tue
attività quotidiane o in un attimo di pausa riflessiva, e la voce
di Dio risuona chiara, inconfondibile, e ti annuncia una promessa in cui il tuo destino è
tracciato, per sempre. Questa
sarebbe una vera benedizione!
vocazione rara, caratterizzata da
una risposta che non può andare al di là dell’immediata e semplice ubbidienza.
La vocazione di Geremia
La vocazione di Abramo
CERTO Abramo deve decidere, ma questo non sembra
essere il vero problema, perché
il testo tace su questo aspetto
del rapporto che Dio instaura
con lui: noi non sapremo mai
cosa ha pensato o come si è sentito Abramo. Dunque Dio decide e chiama, collocando Àbramo aU’interno di una storia che
lo travalica, che in fin dei conti
non gli appartiene ma che, diventando anche sua, lo definisce nelle sue relazioni con il
mondo, con la realtà. Ora saranno gli altri a doversi definire e
collocare in base alla vocazione
che egli ha ricevuto! La vocazione che Abramo riceve definisce
e colloca in modo molto chiaro
le coordinate della sua esistenza
futura e, anche se le sue vicende
personali non saranno prive di
contraddizioni, la linea della sua
condotta umana e spirituale risulta ben delineata. La sua è una
Preghiamo
Dio, io ti ringrazio perché a ciascuno di noi hai dato
il respiro per poter vivere,
gli occhi per poter vedere gli altri,
tutta la Terra per poterci vivere con amore.
Dio, io ti ringrazio perché a ciascuno di noi hai dato
le orecchie per poterci ascoltare,
le parole per poterci comprendere reciprocamente,
tutta la Terra, bella e buona, per poter essere felici.
Dio, io ti ringrazio perché a ciascuno di noi hai dato
le mani per poter lavorare, amare e curare,
i piedi per poter camminare,
tutta la Terra per poterci incontrare.
Dio, io ti ringrazio perché hai chiamato ciascuno di noi
a trasformare la Terra, la vita e ogni cosa che hai creato
in una realtà rinnovata dal tuo Spirito.
Dio, io ti ringrazio perché chiamando ciascuno di noi
al tuo servizio,
hai fatto si che tutti insieme possiamo portare
nel mondo un nuovo cuore.
(liberamente tratto dai Gruppo musica evangelica.
Cantate al Signore, Torino, Claudiana, 2000, pp. 103-104)
A differenza di Abramo noi arriviamo alla fede per contrasto e opposizione. Come Geremia noi apparteniamo a una seconda generazione di credenti:
l’immediatezza della parola di
Dio non raggiunge i nostri cuori;
la disponibilità all’ubbidienza è
stata sostituita dal ragionamento
sulle convenienze e sulla realizzazione delle promesse che ci sono state fatte ma, soprattutto,
non crediamo veramente nella
nostra capacità soggettiva di assumere le responsabilità e gli impegni che ogni vocazione esige.
Se in Abramo la vocazione
porta all’ubbidienza, rivelando
così una fede quasi eroica, in
Geremia e in noi la vocazione
provoca una contrattazione, il
cui scopo finale è l’intenzione di
sottrarsi al compito che rappresenta il contenuto di ogni vocazione divina. In questo senso
per Geremia, come per noi, il rischio è di rifiutare la fede in Dio,
cioè negare la fiducia che dobbiamo alle sue azioni e ai suoi
progetti, per ritirarci nel ventre
protetto e rassicurante di una
religione costruita in risposta
dei nostri bisogni. Inneschiamo
così un processo di deresponsabilizzazione che, se da una parte, non ci priva di un sistema di
credenze religiose, dall’altra
parte non ci permette di diventare protagonisti della storia che
Dio ci chiama a vivere.
Forse acquisiamo nel nostro
rapporto contrattuale con Dio
una certa tranquillità di coscienza ma, così facendo, rinunciamo
alla nostra salvezza, perché venendo meno all’ubbidienza che
egli ritiene imprescindibile dalla
sua vocazione, rifiutiamo anche
la sua benedizione, la quale non
è solo segno del suo amore, ma
esercita nei nostri confronti una
azione orientatrice rispetto alla
definizione della nostra identità
e alla nostra collocazione nella
storia del mondo.
Geremia non viene lasciato
solo e abbandonato al suo spirito autodistruttivo: Dio agisce su
di lui, tocca la sua bocca, gli dà
la forza della sua parola e dà forma e sostanza alla sua vita. L’essere umano non viene mai la
sciato solo da Dio e, in questo rifiuto di abbandonare l’essere
umano al suo destino di solitudine, le storie vocazionali di
Abranio e di Geremia si incontrano in un tratto caratteristico
che, nella storia della fede, giunge fino a noi: la risposta alla vocazione di Dio comporta sempre una rottura con tutto quello
che si è e con tutta l’esperienza
vissuta fino al moménto dell’incontro con Dio. È un perdersi
per ritrovarsi; è la morte del
«vecchio io» dell’essere umano,
un morire necessario per entrare nell’economia dell’Evangelo
che salva il nostro «vero io».
Per ricevere la benedizione che
Dio gli promette. Abramo deve
lasciare tutto ciò che lo lega alla
sua storia personale (terra, paese, relazioni parentali). Per diventare uomo, per uscire dalla
sua condizione di immaturità
esistenziale che lo rende socialmente invisibile e insignificante.
Geremia deve accettare di farsi
portatore di un giudizio inequivocabile e ultimativo su Israele.
Per tutti e due la vocazione ha un
prezzo: l’esilio, lo straniamento,
il viaggio, la fatica di vivere in
una sorta di perenne precarietà.
vocazione è un chiaro invito a
prendere la propria «croce».
Non credo che questo invito vocazionale implichi necessariamente un discepolato segnato
dalla sofferenza e dal dolore
personale. Piuttosto vi è un invito a vigilare affinché al centro
del nostro discepolato venga
collocato Gesù Cristo, il suo
Evangelo e non si lasci alcun
spazio alla nostra soggettività.
Non perché noi dobbiamo necessariamente fustigare e rinunciare al nostro «io» ma, piuttosto, perché questo «io» venga
riorientato verso una disposizione della nostra esistenza che
trovi in Dio, nel suo amore e
nella sua volontà, il fine ultimo a
cui essa è destinata.
Incontrare l'altro
La nostra vocazione
Questa è la condizione del
credente, di chi riceve una
vocazione alla base della quale vi
è la questione fondamentale
dell’abbandonarsi fiduciosi nelle
mani di Dio. La vocazione mette
in gioco delle scelte radicali: non
è un caso dunque se, nell’Evangelo di Marco, una nota redazionale (Me. 8,32) afferma che l’annuncio della passione di Gesù
Cristo provocò una dura protesta da parte di Pietro. L’apostolo
avrebbe forse preferito che la
scelta di Dio a favore della salvezza dell’umanità si realizzasse
attraverso un piano che evitasse
la fine cruenta di Gesù? Certamente, d’altra parte, nel giardino
del Getsemani anche Gesù chiede a Dio, suo Padre, di allontanare da lui la prospettiva della
sua morte sulla croce. Ma, immediatamente dopo, consapevole dell’impossibilità di comprendere e piegare al proprio bisogno la volontà di Dio, Gesù si
arrende fiducioso nelle mani di
quest’ultimo e dice: «Non quello
che io voglio, ma quello che tu
vuoi» (Me. 14,36).
Dal punto di vista cristiano la
IL concetto cristiano di vocazione è molto importante
perché è portatore di un significato che permette di collegare
insieme diversi ambiti dell’esperienza di fede: l’espressione della volontà divina di incontrare r«altro da sé» che è l’essere
umano; la possibilità dell’essere
umano di essere chiamato alla
consapevolezza di un rapporto
finalizzato alla propria salvezza
personale ma che, nell’immediatezza dell’orizzonte della storia personale e collettiva, si traduce in una vocazione che si
nutre di un impegno, di scelte
concrete, di una disponibilità al
lavoro comunitario ed al servizio al prossimo.
In questo contesto uno dei
compiti della predicazione cristiana è quello di rinnovare ai
credenti il continuo appello alla
conversione a Dio, affinché la
vocazione ricevuta non vada
perduta, non appassisca, non
venga vanificata dall’alienazione della vita quotidiana, non abbia più mordente, non si impoverisca, non orienti più se stessi
e coloro a cui rendiamo testimonianza verso Gesù Cristo, colui
che sta al centro, che è motore
propulsore della fede stessa. Infatti la vocazione non è una realtà acquisita dal credente una
volta per sempre, ma è piuttosto
un evento che deve essere continuamente rinnovato attraverso
la lettura biblica, la preghiera, la
disciplina comunitaria, la riflessione e il confronto comune.
(Prima di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omiletiche
n
Nella vocazione dir
nesi 12, 1 Dio parla
tre Abramo è muto.k
Cci kilr^ ,
Dove
pace o impossibili^
parlare, egli rispoj
alla chiamata che!?
stata rivolta, mettenl
in cammino con i suoi!
so il paese che glijj^
promesso. Dunque lai
lezione salvifica di |
attua attraverso
unt
scorso, che manifesta
volontà di Dio a non
nunciare alla liberti
suo agire nella storia
mana. Abramo viene¿
sto di fronte alla richi;
di una radicale rottur»
tutti i suoi legami: qJ
relativo al «suo paa^
quello che lo lega aliai
tribù e, per ultimo, q«
che lo unisce alla sua(
miglia. In cambio eglirj
ve una promessa, al®
tro della quale c'è la,||
nedizione». Questa bau
dizione riguarda Abrai»
ma non in modo esdii
vo, perché essa coinvé
anche coloro che, dal
sterno, prenderanno pj
zione nei suoi confroj
per cui si può concludi
con G. von Rad (vedin#
p. 203) che «la prom®
fatta ad Abramo ha»
portata che va al di lèi
Abramo e della suai■
scendenza [perché laìs
vezza e la condannasi»
esercitate da Dio entrai
storia, e nella posizioi
che l'uomo assume risi»
to all'opera che Dioi
compiere nella storia,;
decide per lui la condì
na e la salvezza».
Nel caso di Geremiai
parola di Dio diventa«
getto di contestazione,
racconto di questa vot
zione mette in evideii
la distanza che separai
remia da Dio. Se Abrai
tace. Geremia negozia
sua disponibilità ad ati
gliere la vocazionediej
viene rivolta, perché ej
non può fare l'esperieii
della Parola se non inin
do critico. Infatti Gereii
appartiene alla genei
zione di coloro che ha»
dovuto prendere attoà
la precarietà della pi
messa rivolta a Davidel
divisione del suo regno,!
scomparsa del regnai
Israele per mano asiiii
di coloro che hanno fai
l'esperienza di un Dio!
cui parola nascondei
trettanto di quanto riii
Il contrasto tra la volo!
di Dio e quella del pni
ta ha la sua origine ni
consapevolezza dellal
stanza che esiste tra l<
mensità dell'impresa ai
viene chiamato e la J
debolezza personale,*
l'«esseìe profeta pe[
mondo» e un mondo<
differente, tra la parola'
Dio e la parola umana.
Il problema di Gere»
non riguarda le suecaf
cità oratorie quanto P'*
tosto la impossibilitai
esercitare il mestiera^
profeta in quanto poj
tore professionale»
parlare di Dio. Per go®
egli si richiama alla’
inesperienza per rifio«
la vocazione che Dio!
rivolge: infatti, come*
serva Mottu (vedi notA
33), il sostantivo «na*
non significa propn^”,
te «fanciullo» o «ao®
scente», ma «l'uomo y
vane e senza esperio''^
privo di un solido rico''
scimento sociale».
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diana, 1990, pp.
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Necessario per salvaguardare
da un lato la coesione della
rompagine ecclesiale cattolirae ddl’altro, al suo interno,
u propria, residua libertà di
a2iW.Cosìlo spazio pubbU^ viene tutto occupato dalla
parola dell’«autorità superiore» mentre la voce della coscienza del cattolici critici o
dissidenti resta confinata
all’ambito delle conversazioni ed esternazioni private. Ci
sono però state, anche in
Quest’ultimo caso, alcune luminose eccezioni: a Trento,
ad esempio, il responsabile
diocesano per l'ecumenismo,
don Silvio Frank, ha preso
pubblicamente posizione su
un giornale cittadino contro
la Dichiarazione vaticana.
C’è, dunque, chi è capace di
atti'di libertà (forse costosi) e
non si limita ad atti di ubbidienza (forse sofferti).
Un problema cruciale
Al di là dei consensi o delle
critiche, la Dichiarazione vaticana ha comunque sollevato un problema ecumenico
cruciale: quello della vera
chiesa di Cristo sulla terra o,
come dice il cardinale Ratzinger, della «chiesa in senso
proprio». Dov’è questa chiesa? C’è oppure non c’è? E se
c’è, qual è? Domande antiche
come la chiesa stessa, hanno
accompagnato la sua storia
fino ai nostri giorni. Durante
il nazismo (per fare un esempio relativamente vicino a
noi) la «Chiesa del Reich»
(evangelica) fu considerata
falsa da molti evangelici che
ne costituirono un’altra, minoritaria, la cosiddetta «chiesa confessante», al suo interno ma in alternativa ad essa.
Tanto che Bonhoeffer giunse
a dichiarare, in un certo momento della sua vita: «Fuori
della chiesa confessante non
c’è salvezza»; non c’è sicuramente nella Chiesa de! Reich.
Più recentemente, negli
Anni Ottanta, una chiesa
(riformata) del Sud Africa fu
esclusa dalla comunione
dell’Alleanza riformata mondiale perché appoggiava l’apartheid, rinnegando in tal
modo se stessa come comunità cristiana, nella quale
«non c’è né giudeo, né greco,
né schiavo né libero, né maschio né femmina» (Calati 3,
28), né bianco né nero. La
domanda «Dov’è la chiesa di
Cristo?», «Qual è la vera chiesa?» è dunque molto seria e
tutti, almeno implicitamente,
la poniamo quando decidiamo di entrare a far parte di
una chiesa particolare piuttosto che di un’altra. L’esistenza più che millenaria ormai
di numerose chiese, con elementi in comune ma anche
profonde differenze tra loro,
dimostra resistenza di diverse risposte alla domanda:
«Qual è la vera chiesa? Dov’è
la chiesa di Cristo?».
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«Dove due o tre...»
Una risposta semplicissima
n bellissima è contenuta nel1 affermazione di Gesù: «Dova due 0 tre sono riuniti nel
mio nome, quivi sono io in
mezzo a loro» (Matteo 18,
20). Dov’è la chiesa di Gesù?
E là dov’è Gesù. E dov’è Gesù? E là dove due o tre lo invocano insieme. Da questa
salutare semplicità iniziale
ahe fa dipendere la presenza
della chiesa dalla presenza di
Lristo (e non viceversa!), la
ahiesa si è presto allontanata,
^la nel II secolo Ignazio d’
^tìochia creò non poca conmsione e molte illusioni con
u suo celebre: ubi episcopus,
|oi ecclesia (dov’è il vescovo,
IVI è la chiesa), che avrà fatali
^riseguenze nella storia criuana. Al tempo di Agostino,
cavallo tra il IV e il V secolo,
^ erano in Africa del Nord
due chiese, quella cattolica e
quella donatista, che rivendicavano ciascuna di essere la
vera chiesa e contestavano
all’altra il diritto di chiamarsi
«chiesa». Nel XI secolo, con la
separazione tra la chiesa
d’Oriente e quella d’Occidente, gli ortodossi si chiamarono
così per affermare la loro fedeltà al modello apostolico,
contro quella che essi chiamavano e ancora (giustamente) considerano «l’eresia latina» che ha nelle pretese di
primato del vescovo di Roma
la sua più vistosa espressione.
La chiesa è nascosta
Con la Riforma il dibattito si
accese anche in Occidente. A
Erasmo, che vantava l’autorità della chiesa e l’affidabilità
dei suoi giudizi, Lutero replicava: «La vera difficoltà qui è
stabilire se coloro che tu chiami la chiesa siano veramente
la chiesa... La pondizione permanente della chiesa di Dio è
stata proprio questa: che fossero indicati come popolo e
santi di Dio alcuni che non lo
erano: mentre altri, che vivevano come un piccolo residuo
in mezzo ai primi, lo erano,
ma non venivano chiamati
popolo e santi di Dio... La
chiesa di Dio, mio caro Erasmo, non è qualcosa di così
comune come le parole “chiesa di Dio”, né i santi di Dio
s’incontrano così facilmente
come le parole “santi di Dio”.
Sono come perle e nobili
gemme che lo Spirito conserva nascoste, affinché gli empi
non vedano la gloria di Dio...
Che faremo dunque? La chiesa è nascosta, i santi non si
vedono...» (M. Lutero, Servo
arbitrio, Claudiana 1993, pp.
151, 152, 155, 157). Ecco dunque una prima risposta, che
problematizza la domanda: a
chi chiede «Dov’è la chiesa?»
si deve anzitutto far presente
che la chiesa è tutt’altro che
evidente, anzi è nascosta, perciò bisogna evitare troppo facili identificazioni. La chiesa
può avere apparenze ingannevoli, può sembrare chiesa
senza esserlo.
I «segni distintivi»
Esistono però «segni distintivi» che rivelano la sua
presenza o quanto meno aiutano a riconoscerla. Secondo
il pensiero della Riforma (come si esprime, ad esempio,
nella Confessione di Augusta,
n. t), essi sono la predicazione del puro Evangelo (quello
cioè testimoniato nella Scrittura) e la retta amministrazione dei sacramenti (cioè
del battesimo e della cena del
Signore). La Confessio Bohémica del 1575 parla di cinque
«caratteri sicuri e infallibili»
della vera chiesa: oltre ai due
appena menzionati compaiono la disciplina ecclesiastica, la persecuzione a motivo della verità, l’ubbidienza
alla legge di Cristo, in particolare l’amore fraterno.
Applicando alle diverse
chiese, a cominciare dalla
nostra, questi segni di riconoscimento, diventa evidente quanto sia difficile, per
qualunque chiesa che abbia
di sé «un concetto sobrio»
(Romani 12, 3), dichiararsi
«vera chiesa di Gesù Cristo».
In questo campo è facile
confondere il desiderio con
la realtà e cibarsi di illusioni.
Ogni chiesa si presenta come
«vera chiesa di Gesù Cristo» e
cerca di esserlo, ma il giudizio finale spetta a Dio e non
alla chiesa. «Non giudicate
nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore» (I
Corinzi 4,5). Sarà lui a dire se
siamo stati chiese vere o apparenti. D'altra parte, lo sappiamo beile, la verità della
chiesa non sta nella sua consacrazione, ubbidienza e coerenza, per quanto fondamentali esse siano, ma sta in
qualcosa di più profondo e di
più stabile, e cioè nella sua
elezione, il cui segreto è in
Dio, e nel suo perdono, avvenuto sulla croce. La verità
della chiesa non sta nella
chiesa stessa ma in Dio e in
Cristo. Questo significa che
siamo chiesa per grazia, e vera chiesa perché la grazia è
vera, anzi è l’unica verità, la
verità di tutte le verità. Non
abbiamo altra verità che
quella della grazia che ci è
stata fatta e di cui ogni giorno
viviamo. Ogni chiesa cristiana deve dire di sé quello che
diceva l’apostolo Paolo: «Non
sono degno di essere chiamato apostolo... ma per la grazia
di Dio io sono quello che sono» (I Corinzi 15, 9-10). Non
son degna di essere chiamata
chiesa, ma per la grazia di
Dio lo sono veramente.
«Ma se è per grazia, non è
più per opere; altrimenti la
grazia non è più grazia» (Rom.
11, 6). Non è per quello che
ho (come una lunga storia,
una gloriosa tradizione, tanti
martiri e testimoni, una stupenda liturgia, una fiorente
teologia, una multiforme diaconia, un’intrepida missione
interna ed esterna, una ricchezza e varietà di ministeri,
una solida, funzionale ed incisiva struttura, e si potrebbe
continuare) o per quello che
faccio che sono chiesa, ma
per quello che Cristo ha e fa;
non è per quello che sono
chiesa, ma per quello che Cristo è per tutti e anche per me.
La giustificazione per grazia
mediante la fede vale tanto
per il singolo credente quanto per la comunità cristiana.
La vera chiesa è quella giustificata per grazia mediante la
fede «che opera per mezzo
dell’amore» (Calati 5,6).
Il discorso della Dichiarazione vaticana è molto diverso. L’orizzonte della giustificazione per fede è inesistente. La Chiesa cattolica romana si considera in esclusiva la
vera chiesa di Cristo non perché è anch’essa perdonata e
giustificata per grazia ma
perché, come ha detto il Vaticano II, «è in possesso di tutta la verità rivelata da Dio e di
tutti i mezzi della grazia»
(Unitatis redintegratio, n. 4).
Non le manca quindi nulla,
tranne quello che di buono
Culto all’aperto nelle Cevenne durante il periodo della «chiesa del deserto»
invoca la misericordia di Dio
c’è nelle altre chiese e che
«appartiene di diritto [iure]
all’unica chiesa di Cristo»
(Unitatis redintegratio, n. 3).
Così ragionava, nel secolo
apostolico, anche la chiesa di
Laodicea (Apocalisse 3,17).
Cristo è l'unità di misura
Ma su che cosa è fondata la
presunzione di Roma di essere la chiesa dì Cristo «in senso proprio» a differenza di
tutte le altre? I due criteri
dell’apostolicità (cioè della
qualità apostolica, autenticamente cristiana della chiesa)
indicati dalla Dichiarazione
vaticana sono «l’episcopato
valido e la genuina e integra
sostanza del mistero eucaristico» (n. 17). A parte il fatto
che non sono questi i criteri
biblici per individuare (per
quanto umanamente possibile) la vera chiesa, non si
può non essere d’accordo
con Eberhard Jiingel, noto
teologo evangelico tedesco,
che in un suo commento alla
Dichiarazione osserva: «A
proposito deH’eucaristia, ci si
può ben chiedere se la dottrina della transustanziazione
vigente nella chiesa cattolica
romana e l’abituale distribuzione della Cena sotto una
sola specie - il calice è di solito riservato al sacerdote non stiano in stridente contrasto con la tradizione neotestamentaria. Anche l’idea
che la successione apostolica
sarebbe garantita dal ministero episcopale è tutt’altro
che biblica. I successori degli
apostoli, infatti, non sono per
nulla i vescovi. Successore
degli apostoli è il canone biblico. Di conseguenza sta o
meglio si muove nella successione apostolica quella
chiesa, e quella soltanto, che
nell’orizzonte dei problemi
via via da affrontare nel nostro tempo, predica secondo
la Scrittura, insegna secondo
la Scrittura, agisce secondo la
Scrittura, in breve: vive secondo la Scrittura».
Se è così, e dal nostro punto di vista è così, noi ci chiediamo se nel momento in cui
la chiesa di Roma elenca le
sue prerogative (reali o presunte), rivendica i suoi privilegi, proclama la sua unicità
ed esclusività, dispiega «tutti
i tesori della Nuova Alleanza» che, secondo il Vaticano
II, il Signore stesso le avrebbe affidato (Unitatis redintegratio, n. 3) la chiesa di Cristo sussista davvero nella
chiesa di Roma, oppure rio.
Ma non siamo chiamati a
giudicare gli altri, e neppure
noi stessi. Non vorremmo a
nostra volta cadere nella seduzione del narcisismo religioso, proprio di chi si innamora della propria immagine. Detto questo la nostra
chiesa cerca anch’essa, come
le altre, di essere vera e non
apparente, pur sapendo con
l’apostolo Paolo di non essere «giunta alla perfezione»
(Filippesi 3, 12). Perciò, consapevole dei propri limiti,
della propria incompiutezza
e delle proprie infedeltà, essa
e continua la propria conversione a lui. Per quanto attiene invece i rapporti delle
chiese tra loro esse potrebbero utilmente seguire, come suggerisce il documento
suH’ecuraenismo votato dal
nostro Sinodo nel 1998, la regola dell’apostolo Paolo là
dove dice: «Se uno pensa di
esser qualcosa pur non essendo nulla, egli inganna se
stesso. Ciascuno esamini invece l’opera propria; così
avrà modo di vantarsi in rapporto a se stesso, e non perché si paragona agli altri»
(Calati 6, 3-4). Ogni chiesa è
dunque chiamata a misurarsi non sulle altre ma sul Signore. È lui «l’unità di misura di tutte e di ciascuna».
Qual è dunque la vera chiesa di Cristo? E dov’è? È nascosta per grazia e per sola
grazia in ogni chiesa. Non
però nell’evidenza delle istituzioni di qualunque tipo ma
nel vissuto delle persone che,
nel nome di Cristo, credono,
amano e sperano; uomini e
donne per lo più oscuri e sconosciuti che vivono la comunione con Cristo e lo seguono. La vera chiesa è nascosta,
caro cardinale Ratzinger. Essa infatti non è qualcosa di
così comune come le parole
«chiesa di Dio», né i santi di
Dio si incontrano così facilmente come le parole «santi
di Dio»... La chiesa è nascosta, i santi non si vedono...
Paolo Ricca
Verso la prima Assemblea generale della Cevaa, Comunità di chiese in missione
Un'Assemblea che segna un nuovo inizio per la Cevaa
FRANCO TAGLIERÒ
Dal 25 ottobre al 5 novembre si terrà a Séte
(Linguadoca, non lontano da
Montpellier nel Sud della
Francia) la prima Assemblea
generale della Cevaa, Comunità di chiese in missione.
Il tema di questo incontro
è: «Quanti pani avete? Andate
a vedere» (Marco 6, 38). Questa domanda di Gesù ai suoi
discepoli sarà il filo conduttore dello studio biblico previsto per un’intera giornata di
lavoro, ma anche per altre discussioni intorno ai pilastri
dell’attività, come quella sui
progetti missionari delle chiese. Nel momento storico di
un nuovo inizio per la vita
della Cevaa, quando le risorse
da condividere sono sempre
più ridotte, questa domanda
diventa quella di ognuna delle 47 chiese membro.
La svolta è importante, ed è
tale da imporre a ogni chiesa
di considerare ciò che possiedono in vista della condivisione, piuttosto che ciò che altri
hanno da dare loro! La crisi finanziaria non è e non può essere un freno alla missione di
Dio in mezzo all’umanità, ma
al contrario è un’occasione
per cercare di trovare nuove
ragioni di speranza.
A questo devono pensare
anche i fratelli e le sorelle vaidesi e metodisti d’Italia, decidendo di contribuire con
gioia perché la Cevaa possa
svolgere la sua opera di evangelizzazione: la campagna
2000 in favore della Cevaa è
quest’anno particolarmente
indirizzata alla Facoltà di teologia di Yaoundé (Camerún):
la formazione dei pastori è il
primo passo necessario per il
sostegno delle chiese che
hanno deciso di portare avanti insieme ad altre un programma fruttuoso di evangelizzazione nel loro paese.
L’Assemblea generale è il
Parlamento della comunità, il
luogo nel quale le linee di
fondo sono date per il lavoro
di due anni affidato a un
Consiglio esecutivo allargato
a nove persone e composto
con criteri geografici precisi.
Quello dell’elezione dell’esecutivo è certamente uno dei
momenti forti della Assemblea, perché deve essere nominato il nuovo presidente
della Cevaa e la votazione
coinvolgerà un numero doppio di delegati rispetto al passato. L'attuale presidente, il
pastore Emanuel Njiké della
Chiesa evangelica del Camerún, termina il suo mandato
e un nuovo presidente deve
essere trovato tra i membri
dell’Assemblea. L’elezione è
Il presidente uscente della Cevaa, past. Emanuel Njiké, della
Chiesa evangelica del Camerún
un momento particolarmente delicato anche perché le
chiese africane hanno totalmente rinnovato le loro delegazioni. Per una consuetudine attestata quando il segretario generale della Comunità
è del Nord il presidente è del
Sud e viceversa. Il pastore
francese Alain Rey vedrà il
suo mandato rinnovato, dopo
una valutazione positiva già
espressa dal Comitato esecutivo che l’Assemblea generale
sarà chiamata a convalidare,
dunque è dalle chiese ex
traeuropee che dovrà uscire
una candidatura. Sarà probabilmente Ralph Teinaore, pastore della Chiesa evangelica
della Polinesia francese, ad
essere eletto: egli fa già parte
dell’esecutivo ed è dunque la
figura che può assicurare la
continuità della linea operativa della Cevaa inaugurata a
Torre Pellice nel 1996.
In preparazione della Assemblea generale le cinque
chiese francesi membro della Cevaa si stanno mobilitando, soprattutto la Chiesa riformata di Francia (Erf) e la
Chiesa riformata evangelica
indipendente (Erei). Lo sforzo organizzativo è mirato anche a dare una degna visibilità alla Cevaa, che da circa
un anno ha una bella sede
proprio nella città di Montpellier, all’interno dell’area
della Facoltà di teologia protestante. Intorno alla riunione ruoteranno attività di animazione che coinvolgeranno
le comunità della regione, in
particolare grande risonanza
dovrebbe avere un concerto
pubblico di canti e musiche
spirituali etniche che si terrà
a Montpellier sabato 4 novembre. Il mattino successivo l’Assemblea generale si
chiuderà con un solenne culto di installazione del nuovo
Consiglio esecutivo.
4
PAG. 4 RIFORMA
Cultura
VENERDÌ 6 OTTOBRp \
160
Si è tenuto a Ecumene il secondo Forum della cultura protestante in Italia
Futuri possibili del protestantesimo
Questo incontro, che è annuale, ha lo scopo di fare il punto della nostra presenza culturale
nel paese e di proporre un indirizzo comune di elaborazione e strategia degli enti interessati
FEDERICA TOURN
Fare il punto sui senso
della presenza protestante in Italia e proporre un comune indirizzo di lavoro alle
nostre attività culturali: ecco,
in grana grossa, il senso dei
«Futuri possibili del protestantesimo», tema del II Forum della cultura protestante, che si è tenuto ad Ecumene il 23 e 24 settembre.
Anche quest’anno il tentativo era costruire un discorso
plurale, a partire da alcune
comunicazioni che servissero
da stimolo per l’avvio del dibattito: così Rosanna Ciappa
ha riassunto brevemente l’attività dell’Associazione 31 ottobre che si batte per la laicità nella scuola, Samuele
Bernardini, del Centro culturale di Milano, ha sottolineato la centralità dei cambiamenti culturali nelle metropoli, segnate in particolar
modo da un’immigrazione
stabile e non più di passaggio: Massimo Aquilante ha
infine raccontato l’esperienza del Centro studi cristianesimo sociale di Mezzano, che
da tempo porta avanti lo studio del rapporto fra socialismo e cristianesimo. Il «piatto forte» è poi arrivato con la
relazione del sociologo JeanPaul Willaime che, invitato a
parlare dell’«Identità protestante nell’Europa del 2000»,
ha proposto un quadro chiaro della condizione e delle
possibilità del religioso nella
società attuale.
L’analisi del prof. Willaime
ha condotto agevolmente il
discorso al fulcro di questo
forum, la discussione che si è
articolata a partire dal confronto aperto fra il pastore Giorgio Tourn e il direttore di Confronti Paolo Naso su
; Culture
Le città che
cambiano
MARIANGELA FADDA
Non c’è tempo per prepararsi. L'unico tempo che
possiamo prenderci è quello
per analizzare, discutere, elaborare e confrontarci. Ed è
questo il tempo che ci siamo
voluti prendere ad Ecumene,
per riflettere insieme sulla
realtà che ci circonda e sui
cambiamenti che avvengono
sempre più velocemente.
Le identità del nostro tempo, nelle città più che in altri
luoghi, qui e oggi si incontrano. Si prendono lo spazio, affermano la loro esistenza,
condividono il territorio. Se è
vero che l’identità di un paese non è un monolito, ma si
forma nel tempo facendo
proprie peculiarità provenienti da altre culture, «digerendole» in modo autonomo
fino a farle diventare il proprio tessuto, allora dobbiamo
essere coscienti che il flusso
migratorio che passa attraverso (e si ferma) nel nostro
paese sta già cambiando la
faccia delle nostre città.
Come ha ben sottolineato
Samuele Bernardini di questo
cambiamento in atto dobbiamo avere consapevolezza. E
come protestanti dobbiamo
chiederci quanto questa consapevolezza pesi nella preparazione delle nostre attività
culturali: ci può essere uno
sfasamento fra i tempi e i luoghi della chiesa e quelli della
città? Le nostre strategie culturali sono vecchie?
«Quali prospettive per un
protestantesimo moderno
nel postmoderno». «Il protestantesimo è legato alla modernità e ne condivide la fine
- ha esordito Tourn - è fuori
moda perché dà risposte a
domande che nessuno pone
e propone valori come responsabilità, serietà, autocontrollo, senso della libertà,
ritenuti sì essenziali per la
convivenza civile, ma che
nessuno vuole assumersi in
prima persona». Se, come ha
detto Willaime, molti credenti oggi non hanno intenzione di dare un’adesione
formale a un gruppo religioso determinato, se c’è il timore di una scelta in qualche modo definitiva, questo
va contro la nostra sensibilità: «La chiesa protestante è
una congregatio in cui tu sei
scelto a una vita in relazione
con altri per un progetto comune - ha spiegato Tourn oggi invece la vita delle chiese è più che altro una aggregatio, una somma di percorsi
individuali». In questo oriz
zonte, la prospettiva non può
essere che di un lungo periodo di marginalità, «in cui saremo costretti a vivere in una
forma catacombale», ha concluso il pastore Tourn.
Paolo Naso ha quindi ribattuto sostenendo che il protestantesimo deve invece andare dalla catacomba all’agorà, alla piazza: «Non è vero
che il protestantesimo non
ha più “mercato” - ha detto noi offriamo “prodotti” rilevanti ma scarsi come quantità e per questo dobbiamo
avere coscienza della nostra
missione nella società attuale». Quali sono i prodotti da
reclamizzare? Una fede personale e biblica, la laicità,
l’etica della responsabilità,
per citarne alcuni. «La marginalità nel postmoderno dipende da noi - ha aggiunto
Naso - dobbiamo convertirci
all’amore per la pluralità, per
la Babele in cui siamo. Possiamo viverci senza perdere
l’anima? Sì, se impareremo a
comunicare di più, con nuovi
linguaggi, se riusciremo a
t** ifcV
esprimere una fede calda e se
sapremo dialogare con le altre identità».
Non si tratta però solo di
un problema culturale: «Il
protestantesimo non è integrabile nel mercato delle religioni di oggi perché ha fatto
della fede il suo riferimento
fondamentale», ha detto il
pastore Tourn ricordando la
contrapposizione barthiana
fra fede e religione. «La religione si preoccupa dell’uomo, la fede di Dio: per i cattolici la fede è la sublimazione del religioso, per noi è
l’uscita dal religioso - ha
spiegato - quindi in un mondo che si costruisce sul religioso, noi siamo fuori». Il pastore Tourn ha poi suggerito
alcune indicazioni per il futuro: porsi di nuovo il problema della teologia dell’Antico Testamento (che non è
una religione di salvezza!), rileggere Gesù Cristo in quanto morte della religione e affermazione della fede, e ripensare il fenomeno della vita: «Tra due generazioni gli
unici che sapranno morire
saranno i cristiani, consapevoli che una creatura non è
una macchina con dei pezzi
di ricambio», ha detto a proposito della discussione sitila
biotecnologia.
L’appuntamento ora è per
il forum dell’anno prossimo:
l’intenzione è che abbia la
duplice funzione di elaborazione e di strategia (che quest’anno è stata un po’ sacrificata) e che coinvolga ancora
più persone. I temi su cui incentrare la discussione proposti finora (ma è possibile
suggerirne altri scrivendo al
Centro culturale valdese di
Torre Pellice): il neoliberalismo e il rapporto fra cristianesimo e Europa.
L'attuale fase storica e i suoi riflessi nel religioso
Postmoderno, categoria fuorviante
PAWEL GAJEWSKI
IL termine «modernità» è la
categoria riassuntiva più
diffusa e, in un certo senso,
acquisita in tutte le riflessioni
che la società occidentale
conduce su se stessa. Non vi
è alcun dubbio che, sul piano
della ricerca sui fenomeni religiosi, il protestantesimo
debba essere identificato con
la modernità. La crisi del protestantesimo viene dunque
identificata quasi immediatamente con la crisi o addirittura con la fine della modernità. Ed è proprio qui che nasce un dibattito sulla terminologia adatta per descrivere
i fenomeni, i quali non possono rientrare più nella categoria di modernità. Una di
queste categorie è quella di
postmodernità, usata per indicare una sorta di rottura
con la modernità.
Jean-Paul Willaime sostiene invece che il termine «postmodernità» andrebbe evitato perché indica che stiamo
uscendo dalla modernità.
«Siamo sempre nella modernità, ma in una modernità un
po’ disincantata, deutopizzata, in una modernità diventata critica di se stessa e che si
accorge ogni giorno di più
che il possibile non si identifica necessariamente con
l’auspicabile», sostiene Willaime. Al posto della postmodernità, Willaime propone la
categoria di «ultramodernità». In quest’ottica la modernità circoscritta in una
prima fase di conquista dovrebbe essere definita come
Un gruppo di discussione in una pausa dei iavori
«movimento più certezza»,
l’ultramodernità invece come
«movimento più incertezza».
11 problema è quello di sapere che cosa accade del religioso nella fase dell’ultramodernità. In tale situazione, il
religioso tende ad essere reinvestito come luogo di memoria a livello sociale e individuale (come se si trattasse
di rispondere alla destrutturazione degli spazi e dei tempi) e come fornitore di identità collettive e individuali, di
feste e di riti (come ha scritto
nel suo libro Sociologia delle
religioni, Il Mulino, Bologna,
1996, p. 114).
In ogni caso bisogna però
11'“'';. T
Melh cl
[Rentare
letto.
sere letto.
Samuele Bernardini, Daniele Garrone e Claudio Pasquet
tener conto che il paradigma
«moderno» con tutti i suoi
possibili derivati (premoderno, postmoderno, ultramoderno) è solo un modello, uno
strumento utile per analizzare
i fenomeni ma non risolutivo
per affrontare i problemi e le
sfide della società odierna. La
lezione del secondo Forum
della cultura è dunque quella
di riconoscere nella società
italiana la coesistenza dei fenomeni che non possono essere ridotti a un unico paradigma. L’azione culturale delle nostre chiese deve quindi
saper contestualizzare sia le
iniziative proposte sia il vocabolario utilizzato.
, .-A L'intervento del sociologo
Jean-Paul Willaime
la religione come scelta
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¿duce ne
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(p. 114): 1'
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stesso, COI
cesso con
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della presi
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Qual è la sorte del protestantesimo in una società secolarizzata come la nostra,
che è arrivata a rivolgere verso se stessa il suo disincanto?
Questa è stata la domanda
centrale a cui il sociologo
Jean-Paul Willaime, docente
di Storia e sociologia del protestantesimo alla Sorbona di
Parigi, che alla questione ha
anche dedicato un libro. La
précarité protestante (Labor
et Fides, 1993), ha cercato di
rispondere attraverso
un’analisi puntuale della situazione e delle potenzialità
del religioso nell’Europa di
oggi. «La religione come potere sulla società e sull’individuo non esiste più - ha esordito Willaime - se analizziamo la realtà attraverso le giovani generazioni, vediamo
società che non sono formate
religiosamente». In Francia,
nei Paesi Bassi o in Gran Bretagna, per esempio, più della
metà dei giovani si dichiara
senza religione. Parallelamente si assiste al diffondersi
di un analfabetismo religioso: i simboli e i nomi del cristianesimo per molti ragazzi
non significano più nulla. «È
la fine della religione come
eredità, a favore della religione come scelta», ha sintetizzato Willaime.
Non si pensi infatti che la
modernità abbia sconfitto la
religione, anzi: c’è una riconfigurazione del ruolo del religioso, che però è saldamente
inserito nella vita socfale.
Piuttosto, si è verificata una
profonda decostruzione dell’identità religiosa nelle sue
diverse componenti (intellettuale, emozionale, spirituale,
politica), con la conseguente diminuzione della sua forza di impatto sociale. «Gli individui non si rassegnano a
una residenza fissa - ha detto il sociologo francese - sono dei “senza fissa dimora”
della fede; le loro scelte sono
modulate secondo l’interesse del momento o l’identificazione con “l’eroe della fede” in voga».
È un problema per le istituzioni religiose, specie se
realtà di maggioranza, che
devono partire «alla conquista» dei fedeli (così la Chiesa
cattolica in Italia o la Chiesa
luterana in Svezia): in questa
dissoluzione delle culture
tradizionali («macdonaldizzazione culturale», l’ha chia
Jean-Paul Willaime
sono ape
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uscire dall’anonimato. Ed et
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teologia e nell’ecciesiologia ipoment
la precarietà del protestante ggj^
simo: un cristianesimo chea
afferma più nel discorso cbi
nel rito è sociologicamenti
fragile. 11 suo stesso adattata
alla modernità rischia di poi
tarlo a dissolversi in essa.
Il protestantesimo peri
non è senza potenziali, secondo Willaime: innanzituti
per la sua tradizione di irteli
vidualismo, che è una grosa
ricchezza in un momenti)4
religione per scelta; lo stesa
adattamento alla modernM
si può trasformare in un «accompagnamento critico nd
l’ultramodernità». Inoltre,soprattutto dove sono minoritari come nei paesi latini,i
protestanti sono storicarae»
te preparati ad affrontare u#
realtà secolarizzata dovei
gruppi religiosi sono la mine
ranza. «11 protestantesimo!
anche un immenso progetti
educativo - ha concluso Willaime - e in questo senso»
sfida da raccogliere è ancori
più importante in questo oli
ma di confusione».
C’è insomma un’esigenS
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Cultura
Miriam Castiglione, intellettuale e credente, nell'ultimo libro di Bruna Peyrot
Una donna protestante in Puglia
ìFialia e nipote di pastori protestanti, militante evangelica appassionata, ricercatrice presso
t w facoltà di Lettere e Filosofia di Bari, si occupò particolarmente di religiosità popolare
PAG. 5 RIFORMA
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L Miriam Castiglione «come sempre quando ci si inH^uce nella esistenza altrui,
^to un viaggio in se stessi»
io 114): leggendolo chiunnue l’ha conosciuta o ha visV quegli anni potrà agfflungere, togliere, precisare
raccontando così anche se
stesso, come del resto è successo con le tante testimonianze ascoltate in occasione
della presentazione del libro;
dunque un testo non finito
nei concetti ma aperto, come
sono aperti i nomi dei vari
capitoli: credere, incontrare,
studiare, ripensare, amare:
«le voci che scandiscono il
suo profilo sono verbi che indicano i suoi movimenti, il
suo andare verso gli altri con
tutta se stessa» (p.4).
Miriam Castiglione era nata
j nel 1946. Padre pastore (Giu1 seppe Ettore Castiglione), uno
zio pastore (Tommaso Riccardo), il nonno Angelo maestro
evangelista. Venivano (dal
paese di Grotte, in Sicilia,
campo di missione protestante; la mamma Emma De Robertis, fedele compagna di
Giuseppe nel ministerio pastorale, da Bari. L’ambiente è
quello tipico delì’evangelizzazione protestante nel Sud, fatta di lettura biblica e di alfabetizzazione scolastica agli
umili; qui sono le sue forti radici, che non si spezzano nei
momenti anche duri di conflitto con la famiglia e con la
Tra le memorie «alte» che nello scorso agosto hanno fatto da
cornice culturale al Sinodo e all’Assemblea battista nelle valli
valdesi, da Giovanni Miegge a Giuseppe Gangale, si è inserito
un ricordo minore ma forse più intenso e personale per molti,
e per molte donne soprattutto: quello di Miriam Castiglione
(1946-1982). Al suo nome è stato dedicato il nuovo Archivio
delle donne, significativa parte di quello della Società di studi
valdesi e della Tavola, mentre Bruna Peyrot, con un piccolo
grande libro* ci ha permesso di rileggere tanti momenti del
percorso di Miriam come donna, credente, militante, antropoioga nella calda e amata terra del Sud. «Una protestante in
Puglia» recita il sottotitolo del libro della Peyrot: come non
pensare a un altro titolo famoso. Il protestante nella storia, il
libro di Mario Miegge purtroppo poco letto nelle chiese evangeliche in quegli anni, che fu invece tra i testi ìrnportanti per
la formazione della generazione di Miriam Castiglione'^
chiesa. Gli umili diventeranno
per IMiriam le classi subalterne da organizzare nella lotta
contro lo sviluppo capitalistico che crea il sottosviluppo
meridionale, le superstizioni
popolari che il padre pastore
combatte diventeranno complessa materia da capire come
antropoioga, la sottomissione
femminile del suo Sud risulterà intollerabile nel suo essere e pensarsi come donna, ma
la sorgente dell’Evangelo non
cesserà di alimentare la sua
vita, così piena di rapporti e di
amicizie ma anche di solitudine e di morte (sua sorella Lilly
morì della stessa malattia che
IMiriam cominciò ad avvertire
nel settembre del 1981, suo
padre un mese prima di lei).
Dunque l’amore per l’Evangelo e l’amore per la sua
gente: Miriam Castiglione si
inserisce in questa catena di
testimonianze che riceve
dalle famiglie paterna e materna, per riviverle e reinterpretarle. Nel suo racconto.
Bruna Peyrot ci accompagna
Silvia Gastaldi - Claire Musatti
Il popolo della Bibbia
Vita e costumi
M
pp., L. 24.000, Euro12,39, cod. 34
Coedizione Elledici
Versione a 4 colori de II popolo del Libro
Il libro (tradotto in sei lingue, quasi 100.000
copie) presenta 25 ampie schede collegate
alle vicende dell’Antico Testamento e altre
25 riferite al tempo di Gesù, che offrono un
supporto cognitivo all’Immaginazione dei ragazzi e avvicinano il mondo della Bibbia in
modo piacevole e immediato. Per ragazzi fra
gli otto e i dodici anni.
Giovanni Cartari
Il metodìsmo
64 pp, L. 5 000, Euro 2,58, cod. 354
«Cinquantapagine» n. 21
Il rnetodismo nasce in Inghilterra nel XVIII sec.
per opera soprattutto di John Wesley. Oggi è
presente in tutto il mondo mondo, anche in
paesi come la Corea e il Sud Africa. Dal XIX
secolo è attiva in Italia una vivace chiesa metodista caratterizzata dall'Impegno sociale e
politico e l’attenzione per i «minimi» della
nostra società.
Giorgio Girardet
Appunti dì teolosìa pastorale
«Piccola collana moderna» n, 87
L’autore guida il lettore, con chiarezza e
competenza, attraverso I principali problemi collegati alla cura pastorale, offrendo
proposte, suggerimenti e spunti da sperimentare nella pratica quotidiana.
_ am al editrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 - ''0125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
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con Miriam attraverso alcune tappe che in qualche modo ricostruiscono anche una
pagina importante del protestantesimo italiano, quella
degli anni intorno al ’68,
perché sono comuni a tanti
gruppi della Federazione
giovanile (la Egei) dalle valli
valdesi, a Pisa, a Roma, alla
Sicilia. La ricerca di un’autentica comunità di credenti
impegnati nella lotta contro
le ingiustizie, l’insofferenza
verso la generica fratellanza
vissuta nelle nostre chiese, la
rottura del confine dentrofuori la chiesa, il crescente
impegno politico e il suo rapporto con la fede, l’aggregazione giovanile (insieme all’amico e compagno di lotte
Giovanni Arcidiacono, segretario della Egei pugliese, Miriam si adoperò senza risparmio per far sorgere gruppi a
Taranto, Matera, Corato, Altamura, Mottola, Venosa,
Cerignola, Gravina).
E ancora le letture di gruppo su testi teologici e politici,
il grande crogiuolo di idee e
di esperienze realizzato nei
convegni Egei, sulla rivista
Gioventù evangelica, l’incontro con il dissenso cattolico e
con le Comunità di base (Miriam fu la prima protestante
a portare la propria solidarietà a Conversano, nel 1970,
e poi a Lavello, quando i vescovi usavano la disciplina
gerarchica verso i parroci
troppo aperti al «popolo di
Dio», specie se esso era fatto
di contadini e operai).
Tuttavia ci sono anche le
peculiarità dell’esperienza di
Bari, che Bruna Peyrot ricostruisce proprio nell’incontro
con alcuni di quelli che costituirono il famoso Gruppo (i
miei ragazzi, li chiamava affettuosamente Doriana Giudici, oggi attiva presidente
della Fdei e allora studentessa in teologia, che Miriam
aveva voluto come «consulente teologica» per il Gruppo, che aveva anche una cassa speciale per pagarle i viaggi!). All’interno del Gruppo
sorse il collettivo teatrale «L’
altra voce», con l’intento di
ridare memoria alla tradizione delle lotte contadine e di
stimolare una presa di coscienza nelle chiese. Gli spettacoli girarono per la Puglia,
ma anche alTIsolotto di Firenze; anche qui Miriam fu
onnipresente, dai testi al
trucco degli attori: la «controinformazione», con il teatro, diventava più semplice e
immediata che con gli articoli e i volantini, esperienza
questa comune per esempio
al Gruppo teatro Angrogna.
Nella vita di Miriam Castiglione non è mai mancato lo
studiare. Ricercatrice presso
la facoltà di Lettere e Filosofia
di Bari, Miriam si era laureata
in Storia delle religioni con
una tesi sul pentecostalismo.
Studiare sui libri, quelli di Ernesto De Martino e Vittorio
Lanternari, ma soprattutto sul
campo, andando alle fonti,
con il suo registratore e la
scassata Cinquecento. Imme
desimarsi con l’interlocutore,
andare a fondo: non era facile
in quel magma della religiosità popolare, dei visionari,
dei guaritori, del tarantismo,
riuscire da un lato a capire il
senso autentico di queste manifestazioni, superando il facile rifiuto tipico del protestantesimo colto, senza rinunciare alla critica verso la
cristianizzazione del paganesimo operata da un certo cattolicesimo. Miriam scrisse
molto, libri e articoli; sui pentecostali, sui Testimoni di
Geova, sui «professionisti dei
sogni»; produsse contributi
scientifici di alto valore; era
stata invitata a proseguire le
sue ricerche in IMessico e, pochi mesi prima di morire, nominata docente di Etnologia
all’Università di Bari.
Ho pensato fosse giusto,
anche in una recensione, ricordare queste cose di Miriam Castiglione, ma non voglio proseguire per rispetto
della fatica di Bruna Peyrot
nell’essere riuscita a raccontarle, queste e molte altre, in
modo diretto e personale. Si
legga dunque questo libro:
qualcuno, come me, come
chi ha condiviso quegli anni
nella Egei, lo leggerà con
maggiore coinvolgimento. E
gli altri? Ce lo siamo chiesti
anche la sera della presentazione; c’è un’eredità da parte
di questa generazione? e quale? Difficile rispondere, ma
azzarderei; non un pensiero
politico, che ci fu, ma troppo
legato alTimmediato; non un
originale pensiero teologico,
perché noi semplicemente
abbiamo appreso la teologia
barthiana dei nostri fratelli
maggiori e con modi un po’
bruschi abbiamo fatto delle
cose anziché limitarci a proporle (pensiamo alla distinzione tra religione e fede):
forse, in Miriam corìte in altri, ci fu allora soprattutto
una ricerca di autenticità, un
non voler arrendersi al falso e
all’ingiusto, un non accettare il quieto vivere e l’assimilazione, un voler cambiare
con, qualche volta, il coraggio di provare a farlo. Nella
società e anche nella chiesa.
Per alcuni di noi, e certamente per Miriam, il ’68 fu il tentativo di suscitare un risveglio, animato dalla presa di
coscienza politica, ma soprattutto da una grande passione per TEvangelo. Autenticità, coraggio, responsabilità
personale; non sono cose
nuove, ma di esse c’è di nuovo urgenza: significativamente lo ha detto di recente
un’altra donna coraggiosa,
Tullia Zevi, alle studentesse e
agli studenti del Collegio valdese di Torre Pellice, inaugurando Tanno scolastico. Ma
lo possiamo ripetere per tutti
noi, protestanti e cittadini di
questo paese.
(*) Bruna Peyrot: Una donna
nomade-Miriam Castiglione,
una protestante in Puglia. Roma, Ed. Lavoro, 2000, pp 134,
£ 18.000.
Manifestazione di religiosità popolare
LIBRI
Società
Globalizzazione
Fra i tanti volumi usciti sull’argomento globalizzazione,
quello di Luciano Gallino [Globalizzazione e disuguaglianze,
Laterza, 2000, pp. 133, £ 24.000) ha il pregio di definire innanzitutto alcuni criteri teorici fondarnentali per capire un
approccio sociologico al problema. Chiarite le modalità secondo le quali articolare la trattazione delle stratificazioni sociali, anche il discorso sulla mondializzazione acquista nuova luce e può essere inquadrato sia sincrónicamente (nel senso
degli eventi che si affiancano a livello planetario) sia diacronicamente, nelle loro
premesse storiche e con la prospettiva
degli sviluppi futuri.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
D
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federa
zinne delle chiese evangeliche, trasmesse a dome
nìche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24 circa e
alle 9,30 del lunedì successivo. Domenica 15 ottobre, ore
23,50 circa, andrà in onda: «Indonesia: chiese protestanti e
guerra civile nelle Molucche». La replica sarà trasmessa lunedì
16 ottobre alle ore 24 circa e lunedì 23 ottobre alle ore 9,30.
Un convegno a Brescia
L'eresia del '900
fra teologia e storia
ELIZABETH E. GREEN
CZMo
abbonamenti
interno L-10.000
estero *-■ 20.000
sostenitore L. 20.000
Versamenti sul conto corrente postale n. 46611000 intestato a; «CULTO RADIO», via
Firenze 38, 00184 Roma.
^^rriEOLOGIA e storia: l’e\\ X redità del ’900» è stato
il tema del XVII congresso
dell’Associazione teologica
italiana tenutosi a Brescia
dall’11 al 15 settembre. In
questa occasione una ottantina di teologi italiani si sono
interrogati sul modo in cui il
confronto con la storia ha
condizionato il fare teologia
del'secolo scorso. Non c’è
dubbio che il Concilio Vaticano II sia stato uno spartiacque per la teologia cattolica e
alla ricezione di questo Concilio da parte della teologia è
stata dedicata una bella relazione di Peter Huneman dell’Università di Tubinga.
Il Concilio aveva fatto proprio il concetto di «segni dei
tempi» (Matteo 16, 3) la cui
analisi è stata affidata a Giuseppe Ruggeri e il congresso
ha infatti individuato nell’eredità teologica del secolo scorso tre «segni» fondamentali
per la sua riflessione attuale.
Il primo riguarda «la persecuzione contro gli ebrei e il suo
influsso sulla teologia», intervento a cura di Piero Stefani il
quale ha ripercorso l’itinerario teologico in proposito,
concludendo (con Rolf Rendtorff) che è giunto il momento
che chiese e teologia si confrontino non tanto con la teodicea quanto con la propria
storia cristiana. Il secondo riguarda «i nuovi paradigmi in
teologia», discussi da Carlo
Molari e emersi nei movimen
ti di emancipazione, presenti
soprattutto (ma non solo) nelle «teologie dei terzi mondi»
di cui ha fornito una panoramica il francese Bruno Chenu.
Infine, in una relazione che
spiccava sia per il suo metodo (frutto di un lavoro a più
mani) sia per la sua presentazione (un tentativo di multimedialità), Pino Lorizio e Piero Coda hanno discusso sulla
fine della metafisica. In conclusione, una brillante relazione da parte di Luigi Sartori
il quale ha ribadito l’importanza fondamentale delTecumenismo per la ricerca teologica impegnata a riflettere
(come è emerso a più riprese
dal dibattito) sul rapporto tra
il particolare e l’universale.
Sartori ha ribadito l’importanza di un ecumenismo che
risulta convincente perché
riesce a «mettere in vero rapporto i soggetti». Peccato che
in questo congresso ricchissimo di spunti, svolto con
grande senso del proprio limite e non senza spirito critico verso il magistero, la presenza dei «soggetti protestanti» fosse minima. Tuttavia mi
è parso, nonostante il rigore e
la passione con cui lo sguardo retrospettivo è stato svolto, che ci fosse una certa riluttanza a trarre le conclusioni critiche per la teologia oggi, ossia a esercitare nei confronti della nostra produzione teologica l’ermeneutica
del sospetto che, a mio avviso, i tre «segni dei tempi»
rendono necessaria.
6
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 6
Giornata di battesimi nella chiesa battista di Torino via Passalacqua
La gioia di uh culto internazionale
Otto giovani di diverse nazionalità europee, africane e americane, si ritrovano a esprimere
la comune fede intorno alla Parola del Signore. Fraternità con lo chiesa battista rumena
LUCILLA SANTILLIBO
IL culto battesimale del 17
settembre nella chiesa battista di via Passalacqua a Torino è stato veramente un’esperienza ricca di spiritualità,
di amore e di comunione reciproca. Alla presenza di oltre
350 persone, in un locale di
culto gremito aH’inverosimile, otto giovani di nazioni diverse hanno testimoniato insieme la loro fede nel comune
Signore scendendo nelle acque battesimali. Il pastore
Franco Casanova ha condotto
una singolare liturgia che ha
visto rappresentati tre continenti: Europa, Africa, America. Abbiamo pregato e cantato le lodi del Signore in italiano, romeno, spagnolo e in
congolese, sperimentando
come intorno alla Parola siamo veramente «uno nello
Spirito». La diversità e la molteplicità delle lingue è divenuta unità nel Signore.
La predicazione è stata tenuta dal pastore battista Petru
Dugulescu, che è anche deputato al Parlamento romeno,
venuto in Italia per l’occasione. Con entusiasmo il pastore, partendo dall’episodio del
battesimo di Gesù in Marco,
ci ha fatto riflettere sulla strada che Gesù, nostro modello
di fede, ha percorso e ci ha invitato a seguire. Da Nazaret
Gesù giunge al Giordano per
essere battezzato, così come
Il gruppo dei fratelli e sorelle battezzati
gli 8 catecumeni sono giunti
alla decisione del battesimo,
meta comune, attraverso differenti vie, molteplici esperienze, nazioni diverse. Ognuno è partito dalla sua Nazaret
ed è giunto al Giordano con
Gesù. Ma il battesimo non è
solo il punto di arrivo, è anche
il punto di partenza della via
che porta Gesù nel deserto, e i
credenti e le credenti nella vita di ogni giorno tra difficoltà,
tentazioni e incredulità. Questo è oggi il nostro deserto, e il
pastore ha perciò esortato i
battezzandi e tutta la chiesa a
vivere nella quotidiaiùtà testimoniando della fede in Cristo
Gesù che ci mostra anche la
terza via, quella che porta al
cielo. Il messaggio è stato rivolto in romeno e tradotto
dalla sorella Lidia Stanescu
LA CSD INFORMA
Il futuro della diaconia
allo studio delle chiese
Nelle riunioni successive al Sinodo, la Commissione sinodale per la diaconia (Csd), oltre compiere tutti gli atti amministrativi dovuti (incarichi interni, nomine dei vari comitati
delle opere, enti e istituti, ecc.), si è concentrata sui mandati
sinodali che la riguardano [Riforma dell’8 settembre, pag.
12), in particolare su quelli che richiedono anche un coinvolgimento delle chiese locali, dei circuiti e dei distretti: la
diaconia e il suo futuro, la Carta della diaconia, il neoistituito Fondo di solidarietà per le borse di assistenza per gli ospiti delle Case di riposo con bassi redditi, il presente e fi futuro
degli ospedali valdesi.
Per facilitare la comprensione dei temi indicati e per promuovere la riflessione delle chiese, la Csd ha chiesto a Riforma di ospitare alcun pagine speciali con il seguente programma di massima: che cosa è la Csd (ottobre), che cosa è
la Carta della diaconia (novembre), che cosa è il Fondo di
solidarietà (dicembre), gli ospedali valdesi oggi: realizzazioni, problemi e prospettive (gennaio), la diaconia e il suo futuro (febbraio). La Csd si augura che le chiese, i circuiti e i
distretti possano programmare fin da ora l’utilizzo di questi
materiali in modo da inviare alla Csd le proprie riflessioni e
suggerimenti in vista del prossimo dibattito sinodale.
Intanto ricordiamo che, per le chiese valdesi e metodiste,
il 12 novembre è la Domenica della diaconia: quest’anno le
collette sosterranno il Centro per la formazione diaconale
(Cfd) di Firenze che è stato appena ristrutturato e rilanciato
(vedi Riforma del 7 luglio, pag. 8).
La CELI (Chiesa evangelica luterana In Italia)
cerca
per la Scuola elementare parificata «Gesù di Nazareth» in Santa
Maria La Bruna (Torre del Greco, Napoli), un
Referente d'istituto
a tempo pieno con obbligo di domicilio
nell'appartamento della scuola
Mansioni: rappresentanza legale; contatti esterni e pubbliche
relazioni in conformità con le normative della CELI; rapporti
con autorità e istituzioni; iniziative per accrescere le offerte
didattiche della scuola; relazioni tra corpo insegnante e genitori; contatti continui con CDOC (Comitato direttivo dell'Opera
del Golfo) e Concistoro della CELI,
Qualifiche: Doti manageriali con esperienza amministrativa
scolastica e didattica, familiarità con l'ambiente locale.
Condizioni: Contratto di lavoro e salario secondo le norme
vigenti di cat^oria. inizio lavoro 1° settembre 200^. salvo accordi per un inizio precedente di collaborazione.
Domande in carta semplice con curriculum da inviare entro il
30 novembre a. Decanato CELI - Comitato direttivo per l'Opera del Golfo - Via Toscana 7 - 00187 Roma
Per eventuali Informazioni:
tei. 081.64.35.47 - fax 081.64.30.25 - e-mail: cgroeben@tin.it
Napoli, 8 settembre 2000
Bruno, membro di chiesa da
molti anni.
Dopo la predicazione è
giunto il momento della presentazione degli otto catecumeni; Georgeta Bostan, Adorian Molinar, Cristian Pascu
(dalla Romania, che hanno
chiesto di essere iscritti nella
neonata chiesa battista di
lingua romena di Torino):
Ester Miriam Ramirez Gutierrez (Perù), Patricia Yolanda Loncon Prado (Ecuador),
Dumitru Boicu (Romania) e
Paolo Petrocelli (che hanno
chiesto di essere iscritti nella
chiesa battista di via Passalacqua); e infine Barbara Donadio, della Chiesa valdese,
che ha chiesto di essere battezzata per immersione. Tutti loro harmo dato la propria
testimonianza indicando per
quale via il Signore li ha chiamati; quindi sono scesi nelle
acque battesimali.
È stato un momento molto
commovente: ci siamo sentiti
uniti nello Spirito che supera
ogni differenza di nazionalità,
lingua, cultura e ci rende fratelli e sorelle, perché membra
dello stesso corpo. Nell’attesa
che i neobattezzati rientrassero nel locale di culto, il fratello
Edoardo Kibongui ha ricordato il giorno, ormai lontano,
del suo battesimo in un fiume, in Africa, e ha cantato
nella sua lingua con la moglie
Monique un inno di lode. Dopo avere accolto i neobattezzati con un entusiastico e corale «Alleluia», ci siamo uniti
nella celebrazione della cena
del Signore. Il pane e il vino
non sono bastati: così, a ulteriore segno della condivisione
a cui siamo chiamati, abbiamo spezzato il pane con chi ci
stava a fianco. Al termine tutta la chiesa con le mani alzate
ha invocato lo Spirito Santo
su chi era stato battezzato e
su tutti i presenti. È stato un
incontro entusiasmante che
ha, lasciato il segno indelebile
della grazia di Dio nei cuori di
tutti. Per due ore abbiamo
condiviso una comunione che
valica tutte la barriere e tutte
le differenze. Che il Signore ci
aiuti a proseguire su questa
via non solo in momenti di
culto ma anche e soprattutto
nella vita di tutti i giorni.
Chiesa metodista di Intra-Verbania
Turismo estivo occasione
di testimonianza
GIUSEPPE ANZIANI
La Chiesa metodista di Intra-Verbania ha una sua
caratteristica particolare nei
confronti di altre chiese situate nelle grandi città, le quali
nell’estate si svuotano perché
numerosi membri della chiesa si trasferiscono per le vacanze in località di svago e riposo. A Intra, invece, avviene
il contrario: nei mesi estivi le
presenze al culto domenicale
aumentano per Taffluenza di
turisti che provengono dalla
vicina Svizzera, dalla Germania, dall’Olanda e da altri
paesi del Nord Europa. Sono
per la maggior parte turisti
evangelici riformati o luterani
attratti dallo splendore del
Lago Maggiore e dall’armonia dei monti, che offrono incantevoli panorami. Adulti e
bambini che trovano nella
nostra elegante cittadina ottima accoglienza e buona attrezzatura alberghiera. Qui vi
è tranquillità e serenità e un
clima salubre.
In modo particolare l’attenzione è rivolta alla nostra
chiesa per il suo aspetto artistico deH’estemo e anche per
quello ben curato delTinterno. E allora quei turisti che
sentono il bisogno spirituale,
oltre quello meramente vacanziero, entrano nella nostra
piccola e bella chiesa e seguono ogni domenica il culto
con interesse e devozione,
anche perché la pastora Anne
Zeli è in grado di svolgere tutto il culto contemporaneamente in lingua italiana e tedesca, E così la chiesa ha una
buona frequenza tutte le domeniche. Tutti noi partecipiamo alla gioia di ognuno e
lodiamo il Signore ciascuno
nella propria lingua.
Oltre queste benedizioni
che ci offre il Signore, negli ultimi mesi abbiamo avuto altre
felici occasioni per godere la
gioia della chiesa affollata e
ravvivata, che qui citiamo brevemente: nel mese di aprile la
visita della corale di Pinerolo
con più di 100 partecipanti.
Poi'nel mese di maggio la
gioia di ospitare 150 sorelle
venute dalle valli valdesi. Vogliamo aggiungere una lieta
visita di un gmppo della Chiesa metodista di Milano nel
mese di giugno, e ricordiamo
anche un’altra felice opportunità di allegrezza con la celebrazione di un matrimonio di
giovani olandesi. E poi, in agosto, una domenica di gioia,
nella quale opportunità è stato festeggiato, con grande entusiasmo il 90° compleanno
del sottoscritto pastore emerito. E la chiesa sempre piena!
E infine, domenica 1° settembre, la celebrazione di un
nuovo matrimonio, anche
questa giovane coppia di
olandesi, nella nostra chiesa
sempre disponibile alla gioia
e all’amore. Lo sposo conosceva Intra fin da bambino e
trascorreva qui le vacanze
estive. Un matrimonio eccezionale nella nostra chiesa
adornata da magnifici fiori. Là
chiesa affollatissima a festeggiare i giovani sposi con una
cerimonia particolare guidata
da un pastore della Chiesa
riformata olandese. Tanta spiritualità e allegrezza nei canti,
nelle letture bibliche, nella
commovente consegna della
Bibbia agli sposi e nel loro
«Sì» benedetto dal Signore.
Concludiamo con una breve riflessione. La chiesa di Intra è numericamente molto
piccola, per cui non ha la forza per compiere testimonianze concrete verso il mondo.
Ma il Signore non l’abbandona, e le offre frequentemente
momenti di gioia, di incoraggiamento e di speranza come
segni del suo amore.
Un incontro al Villaggio evangelico
Una scossa ecumenica
da Monteforte Irpino
GIOVANNI SARUBBI
IL futuro del cristianesimo
è neU’ecumenismo. È con
questo spirito che lo scorso.
24 settembre al Villaggio
evangelico di Monteforte Irpino si è tenuto un incontro
ecumenico promosso dal direttore, pastore Antonio Squitieri. L’iniziativa, cbe è stata
insieme un momento di preghiera e di organizzazione,
era stata lanciata pochi giorni prima della pausa agostana, con una lettera indirizzata a tutte le chiese evangeliche, a tutti i vescovi cattolici
e a tutti i cristiani delTlrpinia.
Al momento nessuno sapeva del documento del Vaticano reso noto agli inizi di settembre dal cardinale Joseph
Ratzinger che tanta polemica
ha suscitato in tutto il mondo, e che ha di fatto congelato i rapporti ecumenici dopo
le speranze suscitate-dalie
molte iniziative di quest’anno di papa Giovanni Paolo II,
dalla preghiera al muro del
pianto a Gerusalemme,, alla
richiesta di perdono per le
colpe della Chiesa cattolica.
L’incontro si è tenuto ugualmente, segnando un momento di discontinuità rispetto a una situazione nazionale e internazionale che
vede crescere sia fra i protestanti che fra i cattolici la
«voglia alla rottura» dei rapporti reciproci.
Significativa è stata la partecipazione personale del vescovo di Avellino, mons. Antonio Forte, da sempre profondamente sensibile al dialogo ecumenico, di alcuni sacerdoti cattolici e di molti
semplici fedeli da sempre impegnati sul fronte ecumenico
sulla scia dello spirito del
Concilio Vaticano IL Fra gli
evangelici hanno dato la propria adesione al costituendo
gruppo ecumenico, pur non
potendo partecipare per altri
impegni, il pastore Gioacchino Caruso, della Chiesa cristiana awentista del 7° giorno di Avellino, e il pastore
Donato Glampetruzzi, della
Chiesa battista di Bisaccia. In
tutto una trentina di persone
che hanno prima pregato e
poi discusso su come proseguire nel dialogo ecumenico.
Con l’occasione è stato anche stampato il primo numero del periodico di Monteforte Irpino «Il dialogo», finora
presente su Internet, che del
gruppo ecumenico irpino
sarà lo strumento di discussione e diffusione delle notizie e delle posizioni delle varie confessioni cristiane dell’Irpinia, la quale si caratterizza così come terra di dialogo.
Nel Villaggio evangelico convivono da tempo culture e religioni diverse in quello che è
possibile definire «un bozzetto di mondo unito». Lo stesso
vescovo Forte ha ricevuto il 9
settembre scorso, una delegazione dell’India, guidata dall’associazione «United Reli
gions» di Avellino, impa
a impedire che i contrasV
ligiosi fra indù e cristi^'
quel paese possano
marsi nell’ennesima guem
religione. Volontà di dialC
dunque, che è più forte c.
dichiarazioni dell’ex Sant'
fizio.
«Né gli evangelici né
tolici - afferma il
tonio Squitieri
porsi aH’ascolto del Van^^JjJamo
di Gesù che ci chiede di coag^cap
piere uno sforzo di compre, g Ghie!
sione e accettazione deU';^ c
he Veri
pagine
•• stai
¿ausa della
'^¿6 vi sin
ani
ci sia c
fratello, per promuovere e^' ^nte
nuova evangelizzazione del®;lamorl
società. Vogliamo innanzitaP®: *
, Vogliamo innaitíti^ abbiar
to pregare insieme peicljf^sgere ]
crediamo fermamente chel“ Ih in (
Spirito Santo è più forte^imere
qualsiasi dichiarazione|!ffs«anieri
parte. Poi vogliamo costitti| ¿gnunc
un gruppo permanente di ai Ldono a
stiani di tutte le confessioi diver
che possa far diventare l’Iiit r^inica d
nia un punto di riferimenj „je coftn
per quanti credono al diai, nazionale,
go, e non vogliono arrendeii chiarato cl
alle difficoltà del momento«, cumenti ir
Il gruppo ecumenico che) j¡tto di ess
stato costituito non sarà| e in i
organismo di vertice, con basano ur
posto cioè dei soli rappi, ¡qjq gconi
sentanti ufficiali delle chiest sfnittamei
ma sarà aperto al contribuì ¡negali, n(
di quanti, nella preghieratejje gli'im
nell’azione comune, vegli, jjq. Del re:
no far diventare realtà c»ea città eh
creta l’unità di tutti i cristi associazit
ni, superando assurdi ste, (quasi del
cari e incomprensioni à pratica de
hanno lo scopo di presen®*^ gj gonc
solo interessi di parte. Proi problemi
sima iniziativa del Gruppunà nell’
ecumenico irpino, su prorrogo’dèi i
sta del 13° circuito valdfflgrati e ur
metodista, sarà quella del sabato 23
organizzazione di un dibatti re parte <
to a due voci (Paolo Ricca) zioni per
un cattolico) sul probleiii avere chi
della intercomunione,cknostro lu(
ancora oggi è uno dei pimi______
di contrasto più forti fral
chiese e che, proprio inlip^K ernia, ha suscitato un grand
dibattito a seguito della M . .
tecipazione del past. Sqidl Mf| 9
ri alla celebrazione deUaw **
glia di Pasqua nella chiS JJ ^
cattolica di Sant’AngellQI ^
Scala. Sull’argomento cl
l’intenzione di realizzare*
confronto fra teologi catti Cl
ci ed evangelici a cui pos»
no però dare il loro conti O abaT
buto attivo coloro che tw O del ti
logi non sono ma che,ii straziom
quanto cristiani, pratica* lerà une
l’unità con gli altri fratelli' pavimei
di là della propria confessi* Castello
ne di appartenenza. Esisl via Garih
un patrimonio di unità chd store vai
delittuoso distruggere.
glia, arsi
La richi)
mo al C(
nel 199e
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visiva de
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ria e la V
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zione di
titolata
La Csd Casa balneare valdese
ricerca
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per l'albergo di Borgio Verezzi un
direttore
valli vai
tna Crii
un nuo'
storico ■
cuore d
Il candidato/a deve aver maturato esperienze nel settof*
alberghiero. Saranno titoli preferenziali: l'iscrizione al R®'
e la conoscenza di lingue straniere. Saranno prese in c®"'
siderazione le candidature di coppie.
Inviare il proprio curriculum vitae e hon oltre il ^
ottobre al seguente indirizzo: 1
■ 1
Commissione sinodale per la diaconia (Csd) |
Via Angrogna 18 -10066 Torre Pellice |
fax 0121-953125 >
7
2000
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
lico Dopo la morte di un immigrato e il pestaggio del professor Marsiglia
Cristiani a Verona contro Tintolleranza
AGENDA
5-7 ottobre
l'nmbivolenza di una città in cui convivono i pregiudizi con la solidarietà gli atteggiamenti
(}i chiusura con la generosità del volontariato. La Chiesa valdese e le iniziative ecumeniche
ÌStÌ!i5:? ^ ^ . _________
^¿tmaT0MASS0NE
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cristiani'
^0 trasto;
guerra,
di diali
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AREZZO/CAMALDOLI — Con inizio alle 9,30 del 5 ottobre
nella sala del Consiglio provinciale di Arezzo, si tiene un convegno internazionale interreligioso su «Uomo-natura-Uio
nell’era globale». Intervengono fra gli altri Paolo De Bene^tti,
Giacomo Marramao, Maria Immacolata MacioU, Pupa Garribba, Adriana Valerio, Andrea Riccardi, Mostafa E1 Ayoubi.
ufi Verona sia su tutte le
« inagine di apertura dei
iemali stampati e televisivi a
Padella violenza razzista
'’®'t»ÌhPVÌ si manifesta non fa
a nessuno di noi. Che
ci sia dato così il motivo
chiesti
el
fanalizzare più seriamente
■ ' in cui viviamo e di cui
A ri sentiamo parte, e qualcosa
“ ^ ‘="4 rite^occa profondamente anrhe la Chiesa valdese di Veroedell'aiu “Collie chiesa, dopo il primomento di sgomento
zione del® ria morte del polacco Cemnanzitii} abbiamo subito cercato
di èssere presenti nei momte cheli oranti in cui si cercava di
Uno scorcio del centro di Verona
m fortel a-primere accoglienza verso
azione! /stranieri che sono tra noi e
> costituì ^¿enuncia dei poteri che
ente dici tendono a chiudere la città a
mfessioi egai diversità. Denunciamo
itarel’ltilia®cinica chiusura dell’assesferimeui jore comunale di Alleanza
0 al diale nazionale, che ha subito diarrendeii chiarato che chi non ha i doomentoi, cumentl in regola non da dioico chei ritto di essere accolto. In una
m saràii città e in una provincia che
tice, c» basano una larga fetta della
li rapp» lero economia proprio sullo
elle chiesi sfruttamento lavorativo degli
contribil ¡negali, non si può far finta
reghietat che gli immigrati non esistane, voglia no. Del resto Verona è la tipiealtà COI ca città che delega alle molte
ti i cristh associazioni di volontariato
iurdi stet (quasi del tutto cattoliche) la
isioni ck pratica deU’accoglienza.
presen® gi sono svolte su questi
arte. Pi» problemi due manifestazioni,
el Gruppunàneirimmediatezza del
, su proporogo-del rifugio degli immi;o valdesi grati e una, più importante,
[uella del sabato 23 settembre. Prendeun dibatí re parte a queste manifestarlo Ricrai aloni per noi ha significato
problem avere chiarezza su qual è il
rione, ck nostro luogo in questa città; è
dei pii
certamente là dove si cerca di
costruire relazioni di solidarietà e una convivenza accogliente, una città che lascia
cadere le sue paure nei confronti del diverso e anzi si ricostruisce proprio a partire
da queste differenze. Purtroppo le paure e gli arroccamenti sulle situazioni di privilegio sono ancora però ciò
che governa i comportamenti
della Verona <<che conta».
A farne le spese è stato questa volta il professore cattolico di origine ebrea Luis Marsiglia. La sua capacità di farsi
testimone di una memoria
scomoda, quella della Shoà,
ma anche la sua esuberanza
culturale, lo hanno indicato
come un bersaglio fin troppo
facile. Facile spostarlo dal liceo classico, scuola d’elezione per la potente destra cattolica, ad altra scuola. L’aggressione fisica non è stata
che la conseguenza di questa
violenta espulsione dai luoghi
importanti della città.
Come chiesa abbiamo espresso al prof. Marsiglia la
nostra profonda vicinanza,
ma proprio perché siamo
chiesa cristiana abbiamo voluto riflettere sulle radici cristiane deH’antisemitismo,
continuando un discorso del
resto iniziato lo scorso anno
anche grazie alle sue provocazioni. Una fiaccolata silenziosa che ha visto una partecipazione come da anni non si vedeva a Verona (forse 6.000
persone) ha espresso l’indignazione della città. Un’indignazione che non sembra
scuotere però i luoghi del potere, ecclesiale e cittadino,
che anzi sono passati a mosse
indecorose, come spargere la
voce che l’aggressione sia stata tutta un’invenzione. Come
Chiesa valdese, non possiamo
che denunciare queste tentazioni curiali di tenersi stretto
il proprio potere, evitando
con cura ogni forma di autocritica. Se possiamo restare
net dialogo ecumenico è grazie alle sorelle e ai fratelli cattolici che condividono la nostra ricerca di maggiore giustizia e trasparenza.
È anche grazie a presenze
come quella del monaco brasiliano Marcelo Barros che è
stato nella nostra città sabato
23 settembre. Inserendosi in
modo esplicito nella difficile
elaborazione che la città sta
facendo di questa violenza
razzista, Barros ha parlato per
tutta la sera della radice ebraica della nostra fede, del dialogo necessario con le religioni
viventi, del fatto che Dio non
appartiene a noi, siamo noi
che apparteniamo a Dio. Affiancato da don Augusto Barbi, preside dell’Istituto teologico di Verona, il monaco brasiliano ha saputo dar parola a
quella rabbia e quella indignazione che qui i cattolici
esprimono sottovoce, ha saputo mostrare quell’apertura
all’altro che, sola, può costruire una società solidale.
Un segnale positivo è venuto anche dal sindacato unitario, che ha lanciato la proposta di un progetto per «Verona
città aperta e solidale», capace di rendere più visibili e
connesse fra loro quelle forze
positive che reggono finora il
tessuto sociale e umano della
città. È in questo tessuto che
vorremmo inserirci anche
noi. Chiesa valdese di Verona,
piccola comunità che porta
però in questa città una grande eredità di cultura e pensiero altro: e non è un caso che
fra i testi letti dagli studenti
del prof. Marsiglia durante il
corteo di venerdì scorso, abbia trovato spazio la predicazione del pastore battista
Martin Luther King. 11 nostro
obiettivo dovrebbe essere
proprio quello di far diventare
patrimonio comune anche di
questa città l’etica protestante
della libertà e responsabilità.
6 ottobre
TORINO — Alle ore 20,45, nel salone valdese di corso Vittorio
Emanuele II 23, il teologo Eberhard lungel (Università di Tubinga) parla sul tema; «Che cosa significa dire: Dio e amore.».
Presiedono Eugenio Costa e il pastore Fulvio Ferrano. E prevista la traduzione simultanea in italiano.
11 ottobre
VENEZIA — Alle 18, a Palazzo Cavagnis, per la rassegna «Giovani e musica» organizzata dal Centro culturale Palazzo Cavagnis, si tiene un concerto dell’arpista Jessica Pettena.
12 ottobre
TRIESTE — Alle ore 17,30, nella basilica di San Silvestro (p. S.
Silvestro 1), per il ciclo di incontri «Le frontiere dell etica oggi.
Nel pluralismo delle culture della globalizzazione», il prot.
Mauro Giacca parla su «Ingegneria genetica e clonazione».
13 ottobre ............ .
MANTOVA — Alle ore 18, nell’aula ovale del Cimservatorio
«L Campiani», per il ciclo di presentazioni delle Cantate di J.
S. Bach, la prof.ssa Fulvia Conter presenta la Cantata Bwv
140 «Wachet auf, ruft uns die Stimme».
14 ottobre
BERGAMO — Alle ore 17, nella sala dell’Archivio di Stato
(via Tasso 84), il pastore Giorgio Tourn tiene la prolusione
all’anno 2000-2001 del Centro culturale protestante par^
do sul tema «L’annuncio di Dio nel protestantesimo del ^
secolo», nel quadro del tema generale «La spiritualità del
nostro tempo. Interrogativi protestanti».
15 ottobre
MESTRE — A partire dalle 9,30, alla Casa Cardinal Urbani (v.
Castellana 16/A), il Sae organizza il LXXXV Convegno dei
gruppi del Triveneto, dedicato al Sinodo delle chiese valdesi e
metodiste e all’Assemblea dei battisti italiani. Dopo la meditazione a cura di Lucia Ambrosini, relatore sarà il past. Agostino Garufi. Per informazioni Paola Bressan, tei. 041-950340.
CRONACHE DELLE CHIESE
RORÀ — Ci rallegriamo con Cristina e Ferruccio Durand per
la nascita di Clara Elisa. A lei e alla sua famiglia va il nostro
affetto e il nostro ricordo nella comunione della fede.
'orti fral
rioinj^ Sarà inaugurata il 21 ottobre a Tonno
della PI
3 delia
Ila chii
’Angeli^
nentoc'l
lizzare»
)gi catti
cui posa
ro coni
Una lapide in ricordo
di Goffredo Varaglia
GIUSEPPE PLATONE
0 con® O ABATO 21 ottobre, alle 11
cheteiOdel mattino, l’ammini
1 che,il strazione comunale inaugu)ratic^rerà una lapide posta sulla
fratellilpavimentazione di piazza
;onfessk Castello (proprio di fronte a
;a. Esili via Garibaldi) intitolata al pariità chii store valdese Goffredo Vara>fo glia, arso sul rogo nel 1558.
La richiesta che presentamajo al Comune formalmente
nel 1996 è stata dunque accolta. E ne siamo lieti. Ci
sembra infatti importante
che nella memoria storica e
visiva della nostra città emerga. in qualche modo, l’altra
faccia del cristianesimo che
pure ha caratterizzato la sto
Per le chiese del Torinese
Incontro di formazione
per i monitori
ria e la vita del nostro paese.
Un,—
anno dopo l’inaugurazione di una via cittadina intitolata alle Pasque Piemontesi (la-strage del 1655 nelle
t'ala valdesi voluta da Madattta Cristina) si realizza ora
un nuovo punto di interesse
storico valdese, e proprio nel
cuore della città. Lì infatti av
vénivano le esecuzioni capitali nel XVI secolo. Un testimone oculare che vide il supplizio scrisse: «Quando il Varaglia salì sul palco in presenza di diecimila persone, espose la causa della sua morte, confessò la sua fede e giustificazione e affermò la sua
speranza di vita eterna per
Gesù Cristo».
Sabato 21 ottobre all’inaugurazione sarà presente il sindaco, Valentino Castellani, e
altre autorità cittadine. Da
parte nostra saranno presenti,
oltre allo scrivente che rivolgerà un saluto a nome della
comunità valdese, lo storico e
teologo Giorgio Tourn che
racconterà i fatti riguardanti
la condanna di Varaglia, la corale evangelica di Torino diretta dal maestro Flavio Gatti
che canterà inni appropriati
alla circostanza. La cerimonia
si svolgerà all’aperto tra la
facciata di Palazzo Madama e
l’inizio di via Garibaldi, in caso di pioggia ci assieperemo
sotto i portici attigui.
Contiamo di essere numerosi per testimoniare con la
nostra presenza che la tenacia e il coraggio della fede, come dimostrò Goffredo Varaglia, pastore valdese a Luserna negli anni della Riforma
protestante, vincono su ogni
violenza e spirito di sopraffazione. L’amministrazione ha
accolto il testo della lapide
che abbiamo suggerito: «In
memoria del pastore valdese
Goffredo Varaglia, impiccato
e arso sul rogo in questa piazza il 29 marzo 1558».
ANNA AMEDEO
SABATO 9 e domenica 10
settembre si è svolto nella
chiesa battista di via Passalacqua un incontro tra monitori di diverse chiese evangeliche di Torino e provincia.
Nella mattinata di sabato il
pastore Giuseppe Morlacchetti ha introdotto i temi che
si affronteranno quest’anno
nella scuola domenicale, «Gesù e gli stranieri», argomento
di stringente attualità, e «Gesù e il denaro», che a sua volta necessita di profonde riflessioni. Nel pomeriggio il
pastore Emmanuele Paschetto ha invece tenuto un interessante discorso sui patriarchi dell’Antico Testamento.
La giornata di domenica ha
avuto un’impronta di carattere decisamente più pratico
nella mattinata Susanna Spi
nella ha dato ottimi suggeri
menti su come lavorare con
bambini e renderli partecipi
sottolineando l’importanza
per i monitori, di intrattenere
rapporti con le famiglie dei
bambini che frequentano la
scuola domenicale. Nel pomeriggio Marta e Carlo Leila
hanno portato il discorso sul
piano musicale, spiegando
l’importanza di dare un corretto esempio canoro ai bambini. Si è creata una divertente orchestra munita di una
strumentazione composta di
lattine riempite di materiale
vario, coperchi e fogli di giornale. Molto belli sono stati i
momenti di danza liturgica,
un inusuale modo di comuni
carsi amore e fratellanza con
il linguaggio dei gesti e sicuramente un ottimo spunto per
ravvivare e affiatare le scuole
domenicali. I monitori hanno
avuto modo di scambiarsi impressioni e idee, di fare la reciproca conoscenza e di rinnovare l’entusiasmo per il loro talvolta non facile lavoro.
GROSSETO — Domenica 24 settembre il pastore Claudio lafrate ha presentato al Signore il piccolo Pietro, figlio di
Pierpaolo Micci e Donatella Saccomani. La comunità
battista ha promesso davanti al Signore di educare questo bambino secondo i precetti della parola-di Dio.
PINEROLO — Durante l’estate abbiamo avuto il piacere di assistere al battesimo di Chiara Ras, figlia di Albino e di Maria Rosa Ciarriero, e di aver avuto notizia dei matrimoni di
Silvia Perro con Luca Costantino e di Mara Barai con
Paolo Plavan. Ci siamo ancora rallegrati per le nozze d’oro
di Lelia e Costante Costantino e Mirella e Bruno Corsani.
• Ringraziamo Franco Davite, Franco Calvetti e Sergio Turtulici che hanno presieduto culti nelle ultime domeniche.
• Lunga è la lista dei funerali celebrati ultimamente; Lidia
Paschetto, Elena Peyronel vedova Beux, Mario Gardiol,
Ernesto Fontana, Elio Ftaschia, Viola Monnet. Chiediamo
la consolazione dall’alto su quelli che li piangono.
SAN SECONDO — Ringraziamo i predicatori locali Rino Cardon e Attilio Fornerone per aver presieduto i culti delle
domeniche 17 e 24 settembre.
Per godersi i privilegi della terza età
itMio padre è andato a
vivere da solo 99
Quando mio padre mi ha detto: "il desiderio di
indipendenza non va in pensione", io gli ho
proposto una soluzione residenziale.
Lui cercava un posto tranquillo, immerso nel verde,
io gli ho trovato una bella villa confortevole, _
con un grande parco, facilmente raggiungibile
dalla città.
Lui voleva mantenere la libertà delle sue abitudiiù e,
io ho provveduto ad assicurargli anche un servizio
qualificato e un'assistenza continua.
Insieme abbiamo scelto La Residei^ e si^o
felici di stare così bene insieme ogni volta che ci
vediamo.
cortesia
Tel. 0332 42 61 01
www.laresidenza.it
8
Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese valdesi e nietodisteTl^SoÑj
RENDICONTO SULL'ASSEGNAZIONE DELL'OTTO PER MILLE1996
Somma disponibile:
recuperosi
somma ne
9.250 milioni
450 milioni I
8.800 milioni i
PER PROGETTI IN ITALIA E NEL RIO DE LA PLATA - 6.160 milioni corrispondenti al 70%
Progetto
Regione Ente Località e tipo di ente Importo
ANZIANI: CASE DI RIPOSO
Piemonte Rifugio “Re C. Alberto” Casa per anziani in Luserna S.G. 140
Piemonte Casa delle Diaconesse Casa per anziani in Torre Pellice 190
Piemonte Casa Miramonti Casa per anziani in Villar Pellice 20
Sicilia Asilo per anziani Casa per anziani in Vittoria 100
Piemonte Asilo per anziani Casa per anziani in S. Germano Chis , 23
Piemonte Asilo Valdese Casa per anziani in Luserna S.G. 71
Piemonte Rifugio “Re C. Alberto” Casa per anziani in Luserna S.G. 550
Italia CSD T orre Pellice 100
Mesa Vaidense Iacinto Arauz Casa per anziani in Argentina 19
SANITÀ: CURA E PREVENZIONE
Piemonte Istituto “Uliveto” Ist. portatori handicap Luserna S.G. 238
Piemonte Ospedale ev. valdese Ospedale in Torino 617
Piemonte RAFAEL Associazione in Pinerolo 20
Toscana Istituto “Ferretti” Casa per giovani disagiati in Firenze 25
Sicilia Servizio Cristiano Centro sociale in Riesi 100
Campania Osped. “Villa Befania” Ospedale in Ponticelli (Napoli) 250
Campania Ass. Diaconia ex IPF Ass. di volontariato in Cicciano 20
Piemonte Luce per la vita Ass. di volontariato in Pinerolo 10
Mesa Vaidense E1 Pastoreo Centro sociale in Umguay 60
Mesa Vaidense E1 Sarandì-Hogar Vald. Ist. portatori handicap in Umguay 39
BAMBINI E GIOVANI: ISTRUZIONE E ACCOGLIENZA
Sicilia Centro Diac. “La Noce” Centro sociale e scuola in Palermo 267
Piemonte Agape Centro ecumenico in Prali 85
Piemonte Agape Centro ecumenico in Prali 53
Piemonte Collegio Valdese Liceo in Torre Pellice 131
Sicilia Servizio Cristiano Scuola materna e elementare in Riesi 170
Sicilia Asilo Scicli Scuola materna in Scicli 30
Sicilia Centro Diac. La Noce Centro sociale e scuola in Palermo 370
Friuli Centro Menegon Centro di formazione in Tramonti 26
Lazio Com. prot. lingua frane. Comunità in Roma 9
Lombardia Centro 1. Lombardini Centro sociale in Cinisello Balsamo 24
Campania Centro sociale Centro sociale in Monteforte Irpino 40
Calabria Bethel Centro di incontro in Taverna (Cz) 25
Campania Casa Materna Scuola e Centro sociale in Portici 145
CULTURA Toscana Claudiana Libreria in Firenze 100
Piemonte Claudiana Casa editrice 45
Piemonte Archivio storico Archivio storico in Torre Pellice 30
Piemonte Radio Bechwith Radio evangelica 40
Piemonte Villa Olanda Centro comnitario in Luserna S. G. 150
Piemonte Centro cult, valdese Centro culturale in Torre Pellice 89
Piemonte SEP Casa editrice 33
Veneto Palazzo Cavagnis Centro culturale in Venezia 15
Piemonte Com. luoghi storici vald. Associazione culturale 7
Lazio NEV Agenzia Stampa in Roma 20
Lazio ADISTA Agenzia Stampa in Roma 5
Italia Assoc. 31 ottobre Organizzazione convegno 5
Emilia Centro st. crist. sociale Associazione culturale in Parma 10
Piemonte Ass. Amici scuola latina Associazione in Pomaretto 25
Rio Piata Mesa Vaidense Servizio mrale 60
OCCUPAZIONE
Sicilia L’Uliva Coltivazione prod. biologici in Riesi 100
Sicilia Meccanica Riesi Meccanica 2oo
ASSISTENZA SOCIALE Rio Piata Mesa Vaidense Barrio Nuevo Reconquista Argentina 18
Rio Piata Mesa Vaidense Chaco 44
RIFUGIATI, MIGRANTI, NOMADI Lombardia Diaconia Associazione di volontariato in Milano 20
Lombardia NAGA Assòciazione di volontariato in Milano 35
Lazio Fond. Internaz. L. Basso Fondazione in Roma 30
Sicilia 11 Pellegrino della Terra Ass. di volontariato in Palermo 45
Lazio FCEl Servizio Rifugiati e migranti 170
Lazio FCEI Servizio Rifugiati e migranti 24
Veneto MEBRI Missione evangelica battista ROM 30
Lombardia Dar coop Ass. di volontariato in Milano 20
Piemonte Chiesa di Pinerolo Chiesa valdese 5
Sicilia Ass. Millemondi Ass. volontariato in Catania 6
Lazio Ass. Philoxenia Ass. di volontariato in Genzano 3
Sicilia Centro diac. La Noce Centro migranti in Palermo 75
Sicilia CE.Ml. Centro migranti in Palermo 30
Sicilia Ass. Insieme Ass. volontariato in Pachino 30
PACE E DIRITTI UMANI Lazio lega it. diritti dei popoli Roma: processo Condor 30
Lombardia Lega it. diritti dèi popoli Milano: processo desaparecidos 30
Lazio Confronti Rivista 128
LOTTA AL CRIMINE E ALL'USURA
Lazio Fondazione Adventum Roma 25
CARCERATI
Lombardia Ass. PROFICUA S. Vittore: assist, detenute straniere 15
Lazio FCEl- SRM Roma: presenza nelle carceri 15
sostegno alle attività
ristrutturazione edificio
sostegno alle attività
sostegno alla gestione
servizio domiciliare
sostegno alle attività
ristrutturazione edificio
fondo per anziani bisognosi
assistenza anziani
totale anno 2000 1233
1999 1300
ristrutturazione edificio
ristrutturazione ospedale
assistenza domiciliare
ristrutturazione tetto
consultorio familiare
nuovo pronto soccorso
recupero disagiati
assistenza domiciliare
sostegno alla gestione
sostegno alla gestione
totale anno 2000 1379
1999 1280
nuovo centro di accoglienza
sostegno alle attività culturali
ristrutturazione edificio
borse di studio e prog. Leonardo
borse di studio
ristrutturazione edificio
sostegno alla gestione
ristrutturazione
borse studio a studenti africani
sostegno alla gestione
ristrutturazione impianti
ristrutturazione impianti
ristrutturazione edificio
totale anno 2000 1375
1999 1486
apertura nuova libreria
fornitura a biblioteche pubbliche
acquisto scaffalature
ampliamento impianti
progetto Comunità montana
assistenza attività progetti
diffusione periodici
organizzazione convegni
manutenzione La Gianavella
diffusione notiziario
diffusione notiziario
organizzazione convegni
organizzazione convegni
sostegno alle attività
centro per educazione rurale
totale anno 2000 634
1999 396
acquisto impianti di produzione
sostegno all’attività
totale anno 2000 300
1999 300
assistenza sociale
assistenza sociale
totale anno 2000 62
sostegno alla gestione
sostegno alla gestione
studio su sfruttamento donne Est
liberazione delle prostitute
sostegno ai progetti
corsi italiano e alloggi immigrati
centro accoglienza e formazione
alloggi per immigrati
centro di ascolto per immigrati
corsi di italiano per immigrati
corsi di italiano per immigrati
inserimento scolast. immigrati
sportello immigrati
centro immigrati-corsi di italiano
totale anno 2000 523
1999 490
spese processuali o ospit. testi
spese processuali o ospit. testi
sostegno a progetti interculturali
totale anno 2000 188
1999 187,5
sostegno alla lotta contro l’usura
totale anno 2000 25
1999 25
assistenza legale e psicologica
sportello carceri in Roma
totale anno 2000 30
1999 14,5
Il lavoro del gruppo PéNoChao (piedi per terra) che si dedicaci bambini
PAISNAZION
I partner internazionali che assicurano la progettwuzione d
sulla destinazione dei fondi sono i seguenti. HEHffiizzazioi
Gaw: Gustav Adolf Werk, organiz. diaconale della(^elicated
di azione apostolica (sede a Parigi); Agra; Organizzila non g
na con progetti di sviluppo rurale; Aidrom: Organiiaconale (
Romania; Ceas: Ass. civile centro ecumenico diAiJdiBuen
(Pane nel mondo): Organizzazione della Chiesaevdesca; E.I
fica tedesca della 'Wesfalia; Wwf: organizzazione inte per la sj
I indicane DELI
! Indici di efficacia; 1998; 89,3; 1999; 95%; 2000:95iWlire ass.
ì più di 95 lire sono andate alle destinazioni finali, alSpese di p
i Indice di realizzazione: al 31 agosto 2000 erano stalli*'del font
INFOWIPROI
Sito Internet Chiesa valdese: http://vwvw.chiesaval(lt
Ufficio OPM: Via Firenze 38, 00184 Roma. Tel. 06-48W-47885
OWPETENl
Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste definist^.® 1 crifi
gano preposto alla decisione finale sulle assegnazi^' ai vari
analizzare tutti i progetti pervenuti e di formulare alla
POLITICHE E CRIlÌ'ONEdi
L’Opm non può essere utilizzato per: finanziare ]
re o mantenere locali di culto, finanziare attività di tt
contribuzioni dei membri di chiesa. ,j.
Inoltre i fondi devono essere assegnati a prog®®
30%, deve essere assegnata a progetti per “combatt^® Rioni
fondi non devono superare il 5% dei fondi ottenutiP •
FONDI DA ASSEGNARE 411
totale 6.160
I FONDI RICEVUTI NEL 2000 si '96
Il ministero delle Finanze ha comunicato rimpi"^
pari a 189.006.
La Chiesa valdese partecipa all’assegnazione de' Rza i
assegnazioni diretta in quanto ritiene che senza
to e non da una chiesa. Sulla base di questo criteo» butt
ni. Nel mese di agosto 2000 sono stati incassati 9.25'^_
IL PROCESSO DI VALUTAZIONÌ^ONE i
I fondi sono assegnati solo in base a progetti, an" ^
delle indicazioni di priorità e di congruenza alle fiat
I te del ,16-17 agosto 2000. Il Sinodo ha approvato
9
JOÍÑÍÉDELL'OTTO PER MILLE (Opm) ANNO 2000 (dichiarazioni del 1997)
llLlt|996 — IMPORTO TOTALE INCASSATO NEL 2000: £ 9.250 milioni
^PROGEni ALL'ESTERO — 2.640 milioni corrispondenti al 30%
e si dedicafel bambini di strada a Recife (Brasile)
PARINAZIONALI j
progettatcuzione dei programmi di intervento e il controllo in loco |
Iti. HEKMizzazione di assistenza della Chiesa riformata svizzera; I
e della(feelica tedesca (sede a Lipsia); Cevaa: Comunità evangelica
)rganiffliananon governativa che opera in Africa e in America Lati- j
i: Organiiaconale ecumenica ortodossa e protestante che opera in |
ico di Ad di Buenos Aires (sede Buenos Aires); Brot für die Welt |
hiesa evidesca; E.K. Wesfalia: organizzazione della Chiesa evange- j
zioneinte per la salvaguardia del creato. I
indiane DELL'OPM |
)0: 95%W lire assegnate dai cittadini all’OPM della Chiesa valdese j
nali, aliSpese di pubblicità e di gestione amministrativa. j
ino stati^ dei fondi assegnati nel 1999. !
INFOWI progetti
:hiesavalJi
Tel. 06-48P^'47885308 — email: 8xmllle@chiesavaldese.org
OWPETENTI
definisti® ® i criteri di gestione dell’Opm. La Tavola valdese è l’orssegnazi**^' m vari progetti. La Commissione Opm è incaricata di
lulare rs^teni alla Tavola
''JE definiti dal Sinodo
ucmim aai Mnoao
ziare le** pagare il compenso ai pastori e ai diaconi, costruitività tutte queste attività devono essere finanziate dalle
progetf^^^^^^'^iali e culturali; una congrua porzione, valutata nel
ombatt®*'® niondo”. Infine le spese di pubblicità e di gestione dei
ttenutip^®'
2000 si '% dichiarazioni presentate nel '97
ato l’imp»^ assegnato alla Chiesa valdese e il numero delle firme,
izione dei^®’^®nza di altre confessioni religiose, solo per la quota di
e senza un^^gnazione, i fondi dovrebbero essere gestiti dallo stacriteri® ^buiti alla Chiesa valdese, per il 1996, lire 9.250 milio
äto
assali
9.25f
iTAZIONfl^’^NE è avvenuto secondo questi passi
Igeiti, ann^ Commissione ha valutato tutti i progetti e ha espresso
m alle ^^vola ha espresso e approvato i progetti nelle sedu
) le nella settimana del 21-26 agosto 2000.
Paese Partner
SVILUPPO AGRICOLO
Bolivia
Romania
Romania
Ungheria
Rep. Centr Africa
Rep. Centr Africa
Africa Sub Sahara
Etiopia
Etiopia
Bolivia
Madagascar
Nuova Guinea
Senegai
Burkina
Madagascar
Camerún
HEKS
HEKS
HEKS- AIDROM
HEKS
CEVAA
CEVAA
CEVAA-SECAAR
Brot für die Welt
Brot für die Welt
AGRA
Chiesa di Gesù Cristo
Josafrica
CISV
CISV
Chiesa di Gesù Cristo
Ass. sviluppo integi.ilo
ASSISTENZA E SVILUPPO SOCIALE
Albania
Ungheria
Rep. fed. Jugosl.
Ucraina
Rio de La Piata
Uruguay
Argentina
HEKS
HEKS
HEKS
HEKS
CEVAA
Barrio Borro
CEAS
Località e progetto
Area di Cochabamba
Bucarest: promoz. agricoltura
Bucarest: programma ecologico
Nagyszekeli
Bangui
Bangui
Abidjan
Area di Wabera
Area di Wata Dura
Area di Itocla
Madagascar
Majil
Senegal
Burkina
Centro Fofata
Provincia dell’Ovest
Cooperativa donne di Tirana
Centro sociale di Miskole
Centro diaconale di Novi Sad
Beregovo
Nord Argentina: reg. Chaco
Centro sociale
Centro sociale
Importo Progetto
BAMBINI E GIOVANI: FORMAZIONE E ACCOGLIENZA
Albania
Romania
Ungheria
Benin
Camerún
Togo
Camerún
Costa d'Avorio
Bielorussia
Bielorussia
Bielorussia
Bielorussia
Bielorussia
Romania
l ed. Jugoslava
Sud Africa
Honduras
Argentina
Brasile
Brasile
LAVORO
Salvador
Salvador
Brasile
SANITÀ
Bosnia
Herzegovina
Sudan
Camerún
Moravia
Uruguay
Pakistan
AMBIENTE
Perù
Madagascar
DIRITTI UMANI
Colombia
Messico
Timor Est
Argentina
Kosovo
HEKS-Chiesa ortodossa
HEKS- AIDrom
HEKS
CEVAA
CEVAA
CEVA\
CEVAA
CEV.AA
il sassolinc) bianco
Il sassolino bianco
Il sassolino bianco
Il sassolino bianco
Il sassolino bianco
Casa dello studente
Berretii bianchi
United Church Trust
COSPE
tiliiesa Rio de La Piata
.Ass. .Amici Mocambo
tiruppo PéNoChao
ALFALIT NORD
ALFALIT SUD
ASPROMA
HEKS
The Leprosy Mission
Ospedale N’Dounguè
Diakonie
Centro Emmanuel
Redeemer Society
WWF
Chiesa di Gesù Cristo
Peace Brigade Intern.
Peace Brigade Intern.
Peace Brigade Intern.
MEDH
MIR
Diaconato Agapes
Bucarest
Berekfurdo
Borse di studio
Cafrad
l.omé
Eiguil
Bouaké
( ;àmpo scuola a Rio Marina
C lampo scuola a Bobbio Pellice
C lampo scuola a Reggello
.Associazione in Firenze
Adottiamo un orfanotrofio
Odorheim
( Irfanoirofìo in Serbia
Merryland Playcenlre
Dipartimento di Lempira
Zona di Quilmes
Regione di Mocambo
Recife
Regione di Colima
Regione di Usulutan
Regione di Caruarù
Sarajevo
Regione di Darfur
N’Dounguè
Rolnicka
Casa per anziani
Karachi
Provincia di Manu
Madagascar
Spese volontari
Spese volontari
Spese volontari
Archivio desaparddos B. Aires
Appoggio alle Ong locali
62.5
62.5
12.5
68.5
35
21
40.6
75
75
62.5
151
8
35
30
25.6
24
31.5
25
25
37.5
30
38
50
31
75
12.5
5
28.9
30
45
15
41
40.9
34.5
12
20
15
25
41)
77
.50
;u)
50
,100
150
30,3
44
70
70
50
48
10
60
3
20
20
20
60
40
sviluppo agricolo
sviluppo agricolo
programma ecologico
sviluppo agricolo
costruzione ponte
rimboschimento
assistenza rurale
sviluppo integrato
sviluppo integrato
ampliamento caseificio
3 impianti acqua potabile
sviluppo agricolo
mulini per molitura
lotta alla desertificazione
allevamento bestiame
commercio ambulante
totale anno 2000 788,7
1999 491
assistenza sanitaria e sociale
sviluppo attività e sostegno
sostegno alla gestione
centro per consulenza sociale
sostegno acquisto veicolo
sostegno attività educative
assistenza ragazze madri indios
totale anno 2000 237
1999 675,8
sostegno gioventù ortodossa
recupero bambini di strada
Casa della gioventù
borse di studio
centro d’educazione
centro di formazione
centro di formazione per donne
centro di formazione
ospitalità bambini
ospitalità bambini
ospitalità bambini
sostegno organizzazione
sostegno a un orfanotrofio
borse di studio
arredi per un orfanotrofio
sostegno attività scolastica
sostegno infanzia
sostegno ai bambini
sostegno asilo infantile
recupero bambini di strada
totale anno 2000 678
1999 371
riforestazione e microcredito
riforestazione e microcredito
raccolta di materiale riciclabile
totale anno 2000 280,3
1999 264
centri terapeutici per ex
combattenti traumatizzati
cura della lebbra
acquisto strumenti medicinali
centro portatori di handicap
sostegno al centro
recupero disagiati
totale anno 2000 292
1999 403,1
inquinamento fiumi da mercurio
forestazione
totale anno 2000 63
1999 88
presenza i volontario
presenza 1 volontario
presenza 1 volontario
totale anno 2000 160
1999 20
FONDI DA ASSEGNARE 140
totale 2.640
Istruzioni per la assegnazione dell'8 per mille
(dichiaranti che presentano i modelli ex 101 e 201)
Tutti coloro che intendono assegnare l’otto per mille alla Chiesa valdese e che sono esonerati dal presentare i modelli
Unico o 730, debbono:
1) utilizzare i modelli ex 101 e 201 esprimendo la scelta ogni anno;
2) firmare la copia del modulo entro la casella Chiesa evangelica valdese. Unione delle chiese valdesi e metodiste, senza
superarne I bordi;
I 3) firmare la copia del modulo dove è scritto «Firma» (sono 2 le firme da apporre);
I 4) inserire la copia in una busta su cui deve essere scritto «Scelta per la destinazione dell’otto per mille dell'lrpef relativa
all’anno fiscale di dichiarazione» oppure munirsi delia busta di trasmissione acquistabiie presto 1 tabaccai e i negozi tiI po Buffetti;
5) scrivere sulla busta il proprio codice fiscale e 11 proprio cognome e nome;
I 6) consegnare la busta chiusa aOo sportello di una banca o di un ufficio postale.
Si ricorda che la scelta non comporta nessuna mai^orè imposta da pagare.
10
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 6 OTTOBRE 2000 VENERO
VIVA
LE OLIMPIADI
ALBERTO BRACACLIA
Qualche riflessione
controcorrente su un
evento mondiale
unico e irripetibile
e non solo sportivo
olimpiadi del 2000, addio.
Comunque epocale (ultima del
vecchio millennio o prima del
nuovo, a seconda delle opinioni), la grande kermesse sportiva
di Sydney si è chiusa in modo
rutilante, spettacolare e allegro
così come si era aperta un paio
di settimane fa. È quasi impossibile non sentire il fascino delle Olimpiadi. Fascino di un appuntamento quadriennale dalle
tradizioni antiche e nobili, di
un’occasione che fa convergere
soprattutto giovani da ogni parte del mondo verso un luogo
che per quindici giorni gode di
una sorta di extraterritorialità
e, in qualche modo, anche extratemporalità.
I bilanci sportivi dell’evento
lasciamoli ad altri, ai cosiddetti specialisti, ai
vincitori e agli
sconfìtti, ai dirigenti sportivi
che magari nasconderanno
dietro ai risultati di qualche ec- *“*“*""“
cezionale atleta le proprie carenze organizzative e gestionali,
0 pagheranno invece per risultati scadenti per i qudi però la
loro responsabilità è minima.
Lasciamo perdere anche i bilanci di immagine. Senza dimenticare che, comunque, il risultato
sportivo è sempre stato e sempre sarà, sia pur con modi diversi, un veicolo privilegiato
dell’orgoglio nazionale. E quindi tutti, almeno per un po’, ci ritroveremo a parlare con piglio
da esperti dei tredici ori dell’Italia, di quelli inattesi (nuoto), di
quelli mancati (pallavolo su tutti), di quelli certi (scherma, canottaggio e canoa). È vero, la
portata mediática dell’evento è
stata ostacolata per noi dalla
osticità del fuso orario: in tv le
dirette migliori si trovavano tra
la notte fonda e il primo mattino. I puristi dicono che la vittoria non vissuta in diretta è meno
vittoria, che la medaglia non
sofferta insieme (temporalmente e mentalmente) con l’atleta o
la squadra è meno bella e meno
pregiata. Chissà...
Forse si potrebbe partire da
qui per qualche riflessione controcorrente. Vedere (o sentire)
in diretta l’evento nel momento
in cui accade è un’altra cosa rispetto alle sintesi registrate. Ma
la cosa mi convince sino a un
certo punto. Una cosa è essere
in tribuna allo stadio, in piscina, in palestra: magari non si
vede quasi nulla, ma si è parte
dell’evento, si partecipa insieme
cede, anche alle Olimpiadi.
L ECO UüXlÆ.rlAUJ V\1J»'.SI
Bi.lt
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V. 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail; redaz0riforma.it;
REDAZIONE NAPOLI;
Via Foria, 93 - 80137 Napoli-tei. 081/291185
fax 081/291175, e-mail; riforma.na©mbox.netway.it;
REDAZIONEPINEROLO:
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo, tei, 0121/371238
fax 0121/323831, e-mail; edipro0tpellice.it
DIRETTORE; Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE; Altierto Coreani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Pien/aldo Rostan (coordinatore de L’eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Camnelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE; Ester Castangia; ABBONAMENTI; Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE; Edizioni Protestanti s.r.l. -via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
ABBONAMENTI sul c.c.p. n. 14548101 - intestato: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
ordinarlo: L. 110.000; ridotto: L. 85.000; semestrale: L. 58.000;
ItSiJà O sostenitore: L. 200.000.
P , ^ ordinario: L. 175.000; v. aerea:
SsISTB IV sostenitore: L. 250.000.
L. 200.000; semestrale: L. 90.000;
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x38 mm. Riforma - 37x45 mm, L'Eco delle
valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrafa dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 37 del 29 settembre 2000 è stato spedito dall'Ufficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 27 settembre 2000.
199S
Associato alla
Unione stampa
periodica Italiana
La Dichiarazione «Dominus Jesus» e la tradizione romana
Gesù Cristo e la chiesa
Sembra che negli ultimi 35 anni non sia avvenuto nulla nel campo
della comprensione biblica e teologica e del cammino ecumenico
SALVATORE RAPISARDA
agli altri e in qualche modo si
interagisce con gli atleti (quanti
campioni hanno detto di sentirsi a disagio se gli spettatori sono
pochi e distratti). Altra cosa è
essere di fronte a uno schermo.
È questo aspetto, nel momento in cui già si teme per le
future dirette olimpiche (forse
saranno tutte a pagamento, forse i network televisivi incapaci
di reggere le spese e le richieste
dei comitati organizzatori dovranno fare una dolorosa selezione) che andrebbe rivalutato.
Anche se si perde l’evento proprio nel momento in cui accade,
se ne avrà notizia in tempi brevissimi. E si potrà privilegiare la
_____________ riflessione più
calma e attenta su
quanto contino e
quanto ci dicano
questi gesti sportivi, spesso in sé
rapidissimi o diffìcili da valutare a
caldo. E così, ad
esempio, si darebbe più peso (io
darei più peso,
nella mia inguaribile ingenuità) a quanto i vincitori, ma anche i vinti, insegnino
a tutti; a quanto la storia di alcuni atleti possa, anzi debba diventare patrimonio comune, oltre
l’orgoglio nazionale, oltre i particolarismi; a quanto sia importante, pur con tutti i limiti, che il
nostro pianeta continui a trovare occasioni di confronto aperto,
divertente, libero a tutti.
E cosi, ad esempio, si potrebbe discutere più a fondo del doping: va vietato perché è un imbroglio, dannoso per la salute,
pericolosamente votato alla
emulazione. Ma che dire delle
aspettative planetarie per il risultato eclatante, epocale, di solito disumano, che organizzatori e distributori dell’evento
sportivo alimentano a piene
mani per poter vendere meglio
il prodotto? Per doping sono
stati condannati atleti, allenatori, dirigenti. Adesso sarebbe ora
di ridimensionare anche l’ansia
del record, la pressione del risultato, che accompagna per
evidenti motivi di botteghino
gli eventi sportivi più importanti. Non mi disturba che alle
Olimpiadi ci siano sportivi professionisti accanto a dilettanti
(spesso con gradazioni diverse),
che con le discipline più spettacolari ci si possa fare un bel
gruzzolo. Vorrei però che la valenza, anche simbolica, del risultato fosse dominata sempre
meno dal record raggiunto,
sfiorato, mancato. A volte suc
SE la Dichiarazione Dominus Jesus ha sollevato
tanta eco sulla stampa italiana e in ambienti ecumenici è
perché il Vaticano appare
come una macchina in continua e frenetica attività. La
stampa italiana, un po’ per
asservimento al ruolo della
gerarchia vaticana e un po’
per dovere di cronaca, non
può tacere l’attività di chi, al
di là del Tevere, tratta di filosofia, medicina, scienza, politica, devozione, teologia. In
campo ecumenico la Dichiarazione solleva discussione
perché, come tutti i documenti del Magistero, e questo pretende dai fedeli assenso definitivo e irrevocabile, si
presentano come strumenti
per orientare il dialogo, per
chiudere quelle strade che
portavano a vicoli ciechi, per
combattere la tendenza a interpretare testi della Scrittura, al di fuori della Tradizione e del Magistero [le frasi in
corsivo sono dei presentatori
della Dichiarazione: card.
Ratzinger, mons. Bertone,
don Amato e mons. Ocàriz].
La Dichiarazione, come è
consuetudine nei documenti Vaticani, fa abbondanti citazioni di precedenti documenti, in particolare della
Lumen Gentium, della Redemptoris missio e della Nostra Aetate. Rispetto a tali documenti non solo non sembra fare progredire l’apertura
cattolica, ma ribadisce quei
punti cbe appaiono i più discutibili nel quadro del dialogo ecumenico. Sembra che
gli ultimi 35 anni, dalla conclusione del Vaticano II, siano passati senza che nulla sia
avvenuto nel campo della conoscenza reciproca, quanto a
capacità di lettura della Bibbia, di ospitalità reciproca, di
preghiera comune, di missione nel mondo, di diaconia e
di servizio nella carità nei
punti caldi del pianeta.
Agli occhi di un protestante
è un non senso pretendere
che la Scrittura non venga interpretata al di fuori della
tradizione e del magistero.
Per un protestante la Scrittura si pone proprio al di sopra
e al di fuori, a volte anche
contro, la tradizione e il magistero. Porre simili paletti
appare come imbrigliare la libertà della ricerca, della guida dello Spirito, della Parola
che si è fatta carne e non cessa di essere presente nella
chiesa e nel mondo.
Parlare della centralità ed
essenzialità di Cristo per
l’opera della salvezza è un discorso cristologico sulla cui
sostanza ogni cristiano do
vrebbe convenire. Altra cosa
è la strumentalizzazione a fini di potere che di quella
centralità si è fatta e si vuole
ancora fare nei rapporti con
la società e le religioni. E infatti un potere Tegemonia religiosa, che poi tende a dominare i campi dell’etica, della
politica, della cultura, della
scienza, finendo per imporre
anche modelli economici. Sul
ruolo di Cristo Salvatore si
sono costmiti imperi e poteri
temporali che, altrimenti,
non avrebbero alcuna base
legittima.
Il discorso cristologico pone un altro serio problema
quando lo si fa collimare con
il discorso ecclesiologico. Il
ragionamento è quasi una
tautologia: poiché Cristo è
essenziale, anche la chiesa lo
è. La chiesa, poi, è la Chiesa
cattolica. Dal Vaticano II si
afferma che «soltanto nella
Chiesa cattolica sussiste la
Chiesa di Cristo in tutta la
sua pienezza», perché lì c’è il
papa. Così non si sfugge alla
quasi identificazione di Cristo con la Chiesa cattolica, né
al ruolo di servitore nonché
di amministratore della salvezza che il magistero si riserva. Questa posizione ecclesiologica, non nuova, è costitutiva della Chiesa cattolica ma è proprio questa concezione, così ben espressa a
più riprese nei documenti vaticani, che rappresenta il vero
ostacolo al dialogo ecumenico. A un protestante non fa
piacere passare da fratelli separati a fratelli ritrovati e poi
a chiese non sorelle. Tutto
questo perché le chiese protestanti non riconoscono nel
papa il successore di Pietro,
né nei vescovi i successori degli apostoli. Si deve dire che i
protestanti non sono degli
oppositori irriducibili. Semplicemente, essi non trovano
alcuna base storica o teologica alle pretese della successione di Pietro e degli apostoli. Dunque la posizione cattolica si fonda sulla propria tradizione, non già sulla rivelazione della Scrittura.
Fin quando questa posizione ecclesiologica, con tutto
ciò cbe ne deriva in termini
di prerogative del magistero,
non verrà superata dall’interno, il dialogo ecumenico andrà avanti a fatica. Apparirà
come il mito di Sisifo. Se vi
siamo condannati, sconteremo la condanna per le nostre
divisioni: se invece vi siamo
chiamati da Dio, lo faremo
con la speranza che prima o
poi il masso non rotolerà più
giù, perché Dio ci avrà liberati del suo peso.
Intanto continuiamo a vivere la nostra vita nella fede
Un incontro ecumenico in Germania
con profonda umiltà. Siamo
coscienti degli errori che sono stati accumulati nel corso
della storia, degli errori che la
Chiesa cattolica, in particolare, ha commesso con la pretesa di difendere la verità
scientifica (vedi caso Galileo)
o la verità teologica (vedi inquisizione). Siamo convinti
che il progresso dell’umanità
(vedi diritti civili, lotta alla
schiavitù, libertà di coscienza) ha ricevuto un forte im
pulso da ambienti esterni alle
chiese dominanti, mentre
queste si sono sempre schierate dalla parte della conservazione e del mantenimento
dei privilegi (la Rivoluzione
francese toccava gli interessi
del clero e il nazifascismo,
con i suoi concordati, li garantiva). È a causa delle colpe
che riconosciamo che abbandoniamo la pretesa di parlare
a nome della Rivelazione. Da
questa riceviamo la notizia
dell’amore di Dio, del suo
progetto di salvezza e della
nostra chiamata a farci servitori, non signori del nostro
prossimo.
Mi piace terminare queste
osservazioni citando la conclusione di mons. Ocàriz, che
condivido, ma chiedendomi
anche quanto tempo dovrà
ancora passare perché il clima nuovo che da essa traspare venga respirato senza le attuali divisioni e gli attuali pregiudizi: «Per concludere, non è
superfluo sottolineare che
l'impegno dei cristiani di portare la luce e la forza salvifica
del Vangelo a tutti gli uomini,
non è né può essere un’affermazione di noi stessi bensì un
doveroso servizio agli altri
mediante la verità che salva,
della quale noi non siamo né
origine né proprietari ma gratuiti beneficiari e servitori.
Una verità che deve essere
sempre proposta nella carità e
nel rispetto della libertà (cfr.
Ef. 4, 15; Gal. 5,13)».
iHB
eOBBIEBE DELLA SEBA
Sacerdozio universale
A scadenza più o meno regolare ritorna sulla nostra stampa il problema di
come combattere il dolore fisico, soprattutto nei malati
terminali, e particolarmente
quelli colpiti da carcinoma.
Sette medici toscani, nel tentativo di alleviare almeno per
un po’ di tempo l’inaudita
sofferenza di alcuni loro pazienti affetti da neoplasie,
hanno prescritto alcuni sedativi oppiacei. Prima di prescriverli hanno seguito scrupolosamente le infinite norme burocratiche infinite
previste dalla legge per tali
medicinali. Solo che la confezione farmaceutica prevede il sollievo per nove giorni,
mentre la legge stabilisce che
gli oppiacei possono essere
usati solo per otto giorni.
È quindi scattata la multa
per i medici e la denuncia per
le farmacie. A più riprese i mi
PIERO bensì
Nella rubrica «Il dubbio».;
del 17 settembre, Piero DÍfstellino commenta le voci
sul candidati alla successiò,?
ne di Giovanni Paolo H-)
«Confesserò, non solo da
“aspirante credente”, ma
forse soprattutto da laico e
da liberale, che a questo
proposito mi sento più vicino al messaggio protestante
che a quello cattolico. La religiosità come fatto “interiore”, liberata dal controllo
dell’apparato ecclesiastico
(...) a me pare un sentimento ben più vero, profondo,
ricco, fecondo della fede come “ubbidienza” alla gerarchia». E ancora: «Nel “sacerdozio universale” protestante, che nega legittimità alla
mediazione fra clero e fedeli, intravedo le radici dell’autonomia e della centralità dell’individuo, le fondamenta del liberalismo politico ed economico, i presupposti del capitalismo e
del mercato, le premesse
della competizione e della
conflittualità, le basi della
separazione fra chiesa e stato, fra politica e religione, il
principio di responsabilità,
lo spirito di tolleranza. Vi intravedo, cioè, tutte quelle
“pre-condizioni”, culturali,
civili, politiche, sociali ed
economiche che hanno segnato positivamente la storia e l’evoluzione delle democrazie liberali che sono
mancate e ancora mancano
nel nostro paese».
Coscienza individuale
Diversamente sembra
pensarla Giuseppe Savagnone, che commenta (19
settembre) la prolusione
del card. Ruini ai lavori
della Gei in corso (allora) a
Torino. Nell’interpretare il
discorso del presidente
Gei, Savagnone afferma
cbe «la vecchia mentalità
liberale, agnostica e individualista, che demandava la
decisione sulle grandi questioni del bene e del male
esclusivamente alla insindacabile coscienza soggettiva, è [in materie come la
bioetica, ma anche dell’accoglienza agli immigrati,
ndr] decisamente superata
dalle esigenze della realtà».
E ancora: «Mai come oggi
la politica è apparsa indissolubilmente legata alla
morale. Se però (...), questo
sottrae l’etica all’arbitrio di
scelte puramente individualistiche e soggettive,
dall’altro carica di responsabilità morale i politici».
nistri della Sanità hanno promesso il loro intervento in
materia, ma finora senza risultati, per cui la nostra civilissima Italia, uno dei sette
paesi più industrializzati del
mondo, si trova al 101° posto,
dopo rUganda e l’Eritrea, per
l’uso delle sostanze in grado
di alleviare i dolori più atroci.
E tutto nasce da un concetto
completamente sbagliato del
ruolo della sofferenza fisica
nel genere umano. È un concetto che nasce nell’Alto Me
dioevo e che dà alla sofferenza fisica la dignità di partecipazione alla espiazione del
peccato e di valore redentivo.
Ma noi abbiamo qualcuno
che ha espiato tutto per noi:
Gesù; abbiamo un solo liberatore: Gesù Gristo; abbiamo un
solo redentore: Gesù Gristo.
Tutto egli ha compiuto, noi
non possiamo aggiungere
nulla alla sua opera completa.
È vero che nel Vangelo si
parla spesso della sofferenza
dei credenti, di «comunione
alle sofferenze di Gristo» C
discepoli perseguitati «si t®'
legrano di essere stati reputati degni di essere vitupera®
per il nome di Gesù». Ma *
tratta di sofferenze legate all
testimonianza deirEvangei“’
e non di malattie che Gesù
la chiesa primitiva si
vano a guarire. Non c'è na '
sun merito, nessun vaia
nella sofferenza fisica, a"
giusto che i medici
usare cure palliative per seU
re il dolore, quando uss^ ®
venta insopportabile. Gì»
creatura umana è sottopo®'
a innumerevoli soffereu
morali, per le quali c’è un ®
lo Gonsolatore. Quelle fisi
abbiamo il diritto di rifiutar
(Rubrica «Un fatto,
mento» della trasmissione
diouno «Culto evangelico» cu .
dalla Federazione delle cu'
evangeliche in Italia andu
onda domenica I ° ottobre)
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2000 venerdì 6 OTTOBRE 2000
PAG. 11 RIFORMA
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Era in procinto di tornare a New York
È morto il pastore JanaveI
Proprio alla vigilia della partenza per la «sua» New York, è deceduto a Torino, all’alba del 2 ottobre, il pastore Alfred JanaveI.
Benché Bienne era solito tornare ogni estate in quelle valli che
gli diedero i natali e dove aveva esercitato il suo ministerio pastorale (in particolare in vai Germanasca) prima di andare negli
Usa dove continuò nella sua attività di pastore. Ogni estate il
suo ritorno alle Valli, dove poteva tornare a esprimersi nell’amato francese o nel familiare patuà, diventava l’occasione per portare forti e appassionati messaggi in culti ben frequentati sia in
vai Pellice che in vai Germanasca, ma anche gli consentiva di
farsi promotore degli incontri conviviali dei JanaveI. Per motivi
di salute JanaveI aveva ridotto quest’anno le sue predicazioni.
* L'8 ottobre festa alla chiesa di Pinerolo
Nel tempio rinnovato
Dopo un anno di intensi lavori domenica 8 ottobre, in concomitanza con la giornata di riavvio delle attività della chiesa, la
comunità valdese di Pinerolo inaugurerà il suo tempio rinnovato. Gli interventi, che dovevano durare inizialmente solo tre mesi e che costeranno più di 350 milioni, sono stati mirati in particolar modo al risanamento della parte esterna dei muri del fabbricato ma anche al rifacimento di tutta l’impiantistica necessaria alla fornitura elettrica e del gas. «L’imponente lavoro condotto - dicono alla chiesa di Pinerolo - si è potuto realizz^e sia per
gli interventi economici di alcune banche, della Regione e del
Comune di Pinerolo, sia e sostanzialmente per merito del grande sforzo finanziario e di volontariatp della comunità».
Riforma
A
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Fondato nel 1848
Nuove frontiere deiragricoltura presentate il 1° ottobre a Torino e in altre città italiane
Il successo del prodotto biologico
Le terre coltivate secondo le nuove tecniche corrispondono all'estensione geografica delle Marche
Le valli valdesi e il Pinerolese sono interessati anche ai progetti di commercio eguo e solidale
DAVIDE ROSSO
.T »AGRICOLTURA
I j biologica, e cioè
quel tipo di produzione
agricola basata sulla produttività del suolo e che
elimina l’impiego di sostanze frutto di sintesi
chimica, è ormai adulta». Questo è quanto dichiarano i rappresentanti dell’Aiab, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, che recentemente hanno presentato i dati di questi
ultimi anni relativi al settore in occasione della
giornata nazionale dedicata al biologico che si è
tenuta il 1° ottobre con
manifestazioni in varie
città tra cui Torino. Dalle
cifre presentate emerge
come la quantità di terreno coltivato con tecniche
biologiche a livello nazionale corrisponda circa a
una superficie pari a
quella dell’intera regione
Marche, mentre il numero di aziende che praticano queste tecniche di
coltivazione sono, sempre a livello italiano, circa
49.000 con un fatturato
di 2.000 miliardi nel ’99.
Questo a livello italiano ipa anche nella Prorincia di Torino, dove tra
l’altro vi fu negli Anni 30
il primo tentativo di coltivazione biologica, e nel
Pinerolese in particolare
u biologico ha attecchito.
Oggi alle valli e nella fascia collinare intorno a
Pinerolo sono circa 15 le
^iende che hanno fatto
<}uesta scelta di coltiva
zione. A livello culturale
poi la decisione di schierarsi per il biologico è
stata fatta da alcune istituzioni come i Comuni
di Luserna San Giovanni,
Prarostino e San Secondo, che hanno deciso di
utilizzare prodotti biologici nelle mense delle loro scuole.
«Nell’epoca del “transgenico*’ - ha recentemente dichiarato il vicesindaco di Torino, Domenico Carpanini - la
battaglia per il biologico
è importante per salvaguardare la qualità dei
prodotti e l’ambiente».
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Certamente questo vale
in zone come il Pinerolese dove sul prodotto tipico si vuole puntare anche per rilanciare definitivamenie un settore turistico basato sulla storia
e sulTartigianato ma anche sulla qualità ambientale del territorio. Di
questo molti sono consapevoli e ci sono azioni in
questo senso. Da parte di
alcuni poi pare esserci la
consapevolezza che questa forma di coltivazione
richiede sostegno e allora nascono iniziative come quella che stanno
mettendo in piedi Comunità di base di Pinerolo, Chiesa valdese e parrocchia cattolica di san
Donato che mira a costituire una cooperativa di
commercio equosolidale,
con annessa bottega di
vendita, aperta anche alla commercializzazione
dei prodotti biologici locali. «Un modo - dicono
- per diffondere i prodotti locali tipici aiutando
un’agricoltura giovane
che sta faticosamente
emergendo ma che è garanzia di qualità e di naturalezza». Non va poi
dimenticato che sempre
a livello nazionale questo
tipo di agricoltura dà lavoro a circa 50.000 operatori con un incremento
stimato di circa il 10% rispetto all’agricoltura tradizionale, visto che richiede maggiore manodopera (dati Aiab).
Per problemi economici
Scuola di musica
in difficoltà
Nessuno può negarlo.
In questi anni la Scuola
di musica intercomunale
della vai Pellice gestita
dall’associazione «Divertimento» si è fatta sentire
con un messaggio importante e chiaro: puntare sulla qualità, anche in
campo musicale, vuol dire aggregazione e sensibilizzazione all’ascolto,
interesse e partecipazione. Tanto che, a nove anni dalla sua fondazione,
nella scorsa stagione si
contavano 150 persone
fra studenti e insegnanti
attivi nelle iniziative della Scuola e 115 sono stati
i ragazzi frequentanti il
corso annuale.
Eppure la situazione è
difficile. 11 contributo per
le attività della scuola
che arriva dagli enti pubblici ammonta a quasi
100 milioni per stagione;
una cifra suddivisa fra
Regione, Comuni e Comunità montana, che
partecipa con il 50% della spesa. «Quest’anno le
casse della Comunità
montana sono vuote denuncia con preoccupazione il presidente del
la Comunità montana,
Claudio Bertalot -, i trasferimenti da stato e Regione non arrivano e i
problemi della Scuola di
musica non sono i soli.
L’assessorato ha già scritto le delibere di pagamento, ma aspettiamo i
soldi da parecchi mesi». I
Comuni: «La spesa non è
più sostenibile».
La stagione è ormai
compromessa: gli insegnanti fanno le valigie.
C’è una via d’uscita? «La
Scuola non potrà aprire
prima di novembre - dice Bertalot - e con Tassodazione “Divertimento”
si cercherà di attuare una
richiesta di finanziamento bancario con la garanzia della Comunità montana che da sola non può
più chiedere mutui avendo già toccato il tetto
massimo di 1 miliardo e
200 milioni». Rimane il
rischio di aumento delle
rette e di tagli ai prossimi
corsi musicali. «In futuro
pensiamo di costituire
un’associazione che pos
sa rappresentare tutti i finanziatori e formalizzare
così la convenzione».
ICONTRAPPUNTOI
LE CHIESE E LE SFIDE
DELLA VITA
STEFANO MERCURIO
Quando la settimana
scorsa il cardinale di Bologna Biffi ha potuto ripetere dal grande schermo del
Tg 1 la sua invettiva contro
il pericolo musulmano in
It^a, come valdese mi sono sentito accomunato
con questi ultimi da un
medesimo attacco di chiusura e di ricerca affannosa, direi quasi
oltre tempo limite, per fissare in modo
netto e visibile
a tutti i Paletti, con la «P»
maiuscola. Ai
membri delle
chiese evangeliche era stato
ricordato già
nei giorni pre
tore era una volta professore di teologia cattolica ma
fu poi licenziato dai suoi
superiori con una procedura di grande garbatezza e
modi. A chi si riferiva quel
titolo che invitava Berlino
al teatro per 18 marchi? Lascio ai lettori la risposta.
Ad ottobre riprendono le
attività delle chiese valdesi
mmmmmmmmmas delle HOStre
Valli. Queste
/ credenti devono attività rappresentano
rivolgere la propria per certi versi il profumo
attenzione
soprattutto alle
persone
cedenti che essi non fanno
parte di chiese sorelle; ai
musulmani è stato fatto capire nel succitato intervento, che essi non sono fratelli, perché un fratello non è
un pericolo come lo sono
loro, un fratello non impoverisce la mia identità ma,
anzi, Tarricchisce, essendo
a pieno titolo testimone e
immagine della stessa origine, degli stessi genitori.
Il fatto che queste notizie
ci vengano date a tavola
mentre stiamo cenando
con la nostra famiglia fa un
certo effetto, sembra quasi
approfittare che l’altro abbia il boccone in bocca in
modo che non possa replicare ma solo inghiottire.
Un attacco di chiusura
doppiamente infelice per i
contenuti e per l’orario.
Eppure devo dire che questa volta non ne sono uscito amareggiato, anzi mi
sento contento, sereno,
persino rassicurato.
Perché? Perché tutta
questa storia mi ha rimandato a due ricordi che mi
fanno pensare come il cattolicesimo sta perdendo la
sfida con l’Europa. Ho subito pensato ai miei amici
francesi e a una locandina
di cui Berlino era tappezzata, se non mi sbaglio nel
1995. In ogni gruppetto di
amici francofoni su 6 ce ne
sono sempre almeno 2 che
sono musulmani. Sto parlando non dei sans papiers
ma di quelli che hanno addirittura la nazionalità
francese. La locandina tedesca invitava invece ad
andare al teatro a vedere
uno spettacolo del popolare Eugen Drewermann, il
cui titolo tuonava più o meno cosi: «Arriveranno i
giorni nei quali nessuno
più vi darà ascolto!». Parole tratte dalla Bibbia. L’au
culturale italiano dei due
succitati ricordi di Oltralpe. Catechismi, grup*""*"*"*" pi giovanili,
riunioni quartierali, studi
biblici (uno in comune per
il 1 circuito), gruppi teatro,
scuole domenicali, agapi
fraterne. Parole già sentite,
cariche forse di anni ma
che rappresentano, in un
contesto Europeo e a tutt’
oggi, una particolare e nuova proposta culturale e di
fede dell’ambito italiano.
Inizio delle nostre attività e riflessione protestante. Su che cosa? Sulle sfide
molto concrete che ci vengono sbattute in faccia ogni
giorno dalla televisione ma
possono toccare in prima
persona persino la più arroccata delle famiglie di
montagna: sfide legate
all’eutanasia che si pone
(dico si pone!) quando la
medicina si accanisce per
impedire la morte di una
vita ormai definitivamente
stroncata, segnata dalla
sofferenza e dd prolungar
si indefinito di una situazione clinica ineluttabile.
Abbiamo anche conosciuto
dei casi in vai Pellice!
Sfide legate all’interruzione volontaria della gravidanza, al suo «accompagnamento» per le persone
coinvolte piuttosto che un
no assoluto che crea solitudine nelle coscienze. Insomma momenti di apertura nei qùaii chiunque vi
partecipi possa sapere di
sentirsi veramente a casa
sua, pur essendo a casa di
altri o nei locali della sua
chiesa; e questo indipen
dentemente dall’essere valdese simpatizzante, un fedelissimo o un lontanissi
mo, un cattolico o un ateo
0 qualcosa di diverso anco
ra, perché no un musulma
no! Con questo spirito co
minciamo le nostre atti
vità. Non perdiamo questo
poco di aria fresca, vediamo di frequentarle.
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle ^lli \àldesi
VENERDÌ 6 OTTOBRE 2000
venerdì
CITTÀ D’ARTE A PORTE APERTE — «È andata “così così”»; questo il commento di operatori e
animatori alla giornata di «Città d’arte a porte
aperte» domenica scorsa in vai Pelllce con Angrogna, Lusernetta e Torre Pellice (foto) a offrire accoglienza, ristoro, spettacoli, musei e gallerie aperte al pubblico. Le pessime giornate
precedenti e la pioggia della mattinata hanno
tenuto lontane le folle dalla valle anche se i visitatori non sono mancati. La manifestazione
chiuderà il 15 ottobre a Pinerolo.
SETTIMANA PER LA CASTAGNA — Domenica Torre Pellice ospiterà la tradizionale castagnata che
avrà un ricco prologo di manifestazioni collaterali: giovedì 5 ottobre, alle 21, nella sala consiliare: Piervaldo Rostan della Comunità montana
vai Pellice, Davide Baridon, agronomo, e Guido
Martano, dell’associazione Produttori di marroni della vai Susa si confronteranno sulle prospettive della castanicoltura in una zona alpina;
venerdì 6 al Gilly, ore 20,15, cena «sapori d’autunno» al prezzo di 50.000 lire (prenotazioni alla
Pro Loco); sabato 7, alle 21, nel tempio, concerto
della corale di Friedrichsdorf e Walldorf che, dirette da Valdo Abate, presenteranno musiche di
Bach e Brahms; domenica 8 mercatino dei produttori e vecchi mestieri, nel pomeriggio concerto della banda cittadina e musica del gruppo
rock «Rt».
Nuove nomine alla Comunità montana vai Pellice
Giunta più consistente
Due nuovi assessori per confermare una linea già avviata
È stata approvata una nuova variazione di bilancio
MASSIMO GNONE
BOBBIO RECLAMA I SOLDI DEL BIM — «La superfìcie comunale è la più vasta della valle e in più
abbiamo il maggior numero di centraline idroelettriche per sostenere alcune delle quali siamo
anche stati chiamati davanti al giudice: dunque
noi chiediamo che una congrua parte dei fondi
del Bim (Bacino imbrifero) che devono arrivare
in vai Pellice siano versati al Comune di Bobbio». Con queste motivazioni il sihdaco, Aldo
Charbonnier, ha chiesto al Consiglio di dargli un
mandato ampio per ottenere una parte dei fondi
derivanti dalle concessioni di prelievo idrico.
Dopo la vicenda Cervar, con i soldi del Bim finiti
al palaghiaccio di Pinerolo, sono pronti 150 milioni per la vai Pellice; alle viste una nuova contrapposizione fra Comunità montana e Comune
di Bobbio. 11 Consiglio comunale di mercoledì
scorso ha anche deciso, all’unanimità, di aderire
alla proposta di gemellaggio con la cittadina te
desca di Waldensberg.
RICORDANDO BACH A SAN GERMANO — In occa
sione del 250° anniversario della morte di ]. Sebastian Bach le corali di Friedrichsdorf e di Walldorf offrono un concerto con musichè del compositore, nel tempio di San Germano Chisone,
venerdì 6 ottobre alle 21. L’ingresso è libero.
CITTÀ SOSTENIBILI A PINEROLO — È in programma sabato 7 ottobre presso la Scuola universitaria di management d’impresa un convegno sul
tema; «Le città sostenibili delle bambine e dei
bambini. Progettare la città e il territorio. Parte
cipazione ed educazione». L’incontro è un momento di riflessione sul ruolo dei ragazzi nei
processi di sviluppo locale sostenibile. Inizio
previsto alle 9,30 con il saluto del sindaco, il
convegno proseguirà poi nel pomeriggio.
PINEROLO: A TUTELA DEL CONSUMATORE — Al
via una delle prime esperienze in Italia e seconda in Piemonte: lo sportello del consumatore di
Pinerolo apre i battenti questa settimana grazie
alla volontà di Comune e Federconsumatori.
All’inaugurazione di venerdì 29 in municipio sono intervenuti il sindaco, Alberto Barbero, l’as
sessore al Lavoro, Gianpiero Clement, il presi
dente regionale di Federconsumatori, Diego Calabrese, e la coordinatrice del progetto, Fiammet
ta Geymonat. Lo sportello, gestito da quattro la
voratrici socialmente utili, ha sede nei locali Cilo
di via del Duomo. Orario:lunedì 9-12 e 14,30-17,
il martedì 14,30-17, il giovedì 9-12 e 15-18.
ECUMENISMO A RADIO BECKWITH — Giovedì al
le 18, su Radio Beckwith, dopo le ultime prese di
posizione di autorevoli rappresentanti della
Chiesa cattolica, va in onda in diretta un dibattito su «Ecumenismo: quale prospettiva per in
dialogo possibile?»; intervengono Giorgio Bouchard e Vittorio Morero, modera Sergio Pasetto.
In vai Pellice si allarga la
squadra. Con il Consiglio di giovedì 28 settembre la giunta della Comunità montana passa
da 7 membri agli attuali
9: lo consente il nuovo
statuto, ajtprovato di recente. «E il riconoscimento del lavoro fatto in
questi mesi - sostiene il
presidente Claudio Bertalot -, e poi un gruppo
più numeroso vuol dire
maggiori risposte alla
gente». Piervaldo Rostan
si occuperà di Ambiente
e montagna. Marco Tumminello ha la delega per
il Turismo. Poco incisive
le reazioni dai banchi
dell’opposizione. «Si tralasciano i problemi reali
del territorio, è un’operazione per mantenere gli
equilibri nella maggioranza», è l’accusa di Danilo Colomba. Alla fine il
Consiglio premia la nuova squadra, con i voti
contrari dei consiglieri Bonansea, Colomba,
Rossetto e Zunino.
Il Consiglio approva
anche una nuova variazione di bilancio; la cifra
a pareggio aumentata di
110 milioni. È da rilevare la previsione di entrata di 150 milioni dai fondi del Bacino imbrifero
montano. Fra le maggiori
spese c’è un preoccupante aumento di 65 milioni per le mense sociali, cifra che passa da 190
a 255 milioni. «Ci sono
sempre più persone che
richiedono questo servizio - dice l’assessore Ezio
Borgarello -: non è un
buon indice della situazione sociale ed economica della nostra valle».
Ultimo punto all’ordine del giorno la discussione sul programma europeo Leader Plus, per il
quale nel bilancio è stata
inserita una spesa iniziale
di 25 milioni: «Questo
programma di iniziativa comunitaria - spiega
il neoassessore Piervaldo Rostan - interessa le
Comunità montane con
l’aggiunta di 5 Comuni:
Meana di Susa, Monpantero, Prarostino, San Pietro vai Lemina e Venaus;
un territorio che conta
quasi 60.000 abitanti». Si
tratta di un intervento
che prevede il finanziamento di «azioni immateriali nei settori di agricoltura, turismo, cultura e
ambiente» come la messa
in rete di agriturismi, alberghi o bed & breakfast,
ma anche degli ecomusei». Al Leader Plus sono
già interessati una cinquantina di enti e istituzioni, come il Centro culturale valdese, ed è stato
compilato un «modulo di
manifestazione di interesse» di oltre 60 pagine
con la descrizione del
programma, denominato «Escartons e valli vaidesi: uomo e natura nel
paesaggio alpino». Il finanziamento europeo
coprirà il 60-70% dei costi dei vari progetti, per
un totale di 13 miliardi
di investimento in 6 anni: corsi di formazione
per operatori e valorizzazione dei prodotti fra
gli interventi previsti;
all’ente pubblico un ruolo di coordinamento.
Pinerolese pedemontano
Prossimo l'acquisto
della nuova sede
DANIELA ORILI
SECCHE smentite durante la seduta del
Consiglio della Comunità montana Pinerolese
pedemontano della scorsa settimana, riguardo
alla notizia secondo cui
sarebbe stato rinviato
l’acquisto della nuova
sede. «L’accensione del
mutuo di un miliardo
per la nuova sede non è
affatto stata revocata,
ma solo rimandata - precisa il presidente. Paolo
Foietta - una commissione sta intanto valutando le candidature per
scegliere il progettista
Consiglio comunale a Perrero
Assenteismo
LILIANA VICLIELMO
CONVOCATO per alI
: Amid dell'Ospedale valdese
Solidarietà e musica
Domenica 24 settembre piazza Muston a Torre Pellice con la sua rotonda, era in festa e pronta a ospitare
il concerto della grande orchestra di musica leggera
«Dimensione musica». La simpatica manifestazione è
stata voluta e organizzata dagli Amici dell’ospedale
valdese di Torre Pellice, e dal primario dell’ospedale
stesso, dottor Cottino, con l’intento di attirare la massima attenzione sull’indispensabile servizio che
l’ospedale svolge per gli abitanti della vai Pellice come anche per quelli delle immediate vicinanze della
pianura piemontese.
Sul piccolo palco si sono avvicendati per brevi messaggi di saluti e ringraziamenti una serie di rappresentanti dell’ospedale e dell’autorità politica locale.
Non ci resta dunque che ringraziare ancora sentitamente l’orchestra, che è stata molto apprezzata per la
sua bravura e per il vasto repertorio dei pezzi, l’amministrazione comunale di Torre Pellice e tutti coloro
che in più modi si sono prodigati per la buona riuscita della manifestazione.
__cuni adempimenti
d’obbligo, il Consiglio comunale di Perrero ha dedicato una parte della seduta di sabato 30 settembre a decidere se considerare o no decaduti 3
consiglieri di minoranza,
Daniele Licata, Giovanni
Tempo e Giuseppe Ghignone, a causa delle ripetute assenze ingiustificate. La questione era stata
sollevata dal consigliere
Guarino, eletto come i 3
precedenti nelle liste di
«Piemonte Nazione».
Il consigliere Guarino
ha dichiarato che l’assenteismo dei suoi compagni di lista lo aveva indotto ad abbandonare
«Piemonte Nazione» per
iscriversi nel Movimento
federalista, ma che aveva
sempre ritenuto suo dovere partecipare al Consiglio. Non riteneva corretto passare sotto silenzio un comportamento
che avrebbe potuto compromettere la validità di
qualsiasi seduta.
Il sindaco Riccardo Léger ha proposto una sanatoria per i consiglieri
Licata e Tempo, mentre
a Ghignane, sempre assente, sarebbe stata inviata una comunicazione
per invitarlo a esprimere
le proprie intenzioni. La
maggioranza ha approvato, Guarino ha votato
contro, dopo aver ribadito che la decisione di accettare giustificazioni «a
posteriori» doveva valere
per tutti i consiglieri.
definitivo ed esecutivo»
Notizie anche sul fronte lattiero-caseario: visti;
recenti problemi del caseificio di Bobbio Pellico
che attualmente non sta
producendo, la Contunità Pinerolese pedemontano è adesso subentrata alla vai Pellice
come rappresentante capofila nel progetto della
raccolta latte, con la cooperativa dei produttori
agricoli prarostinesi. Le
due Comunità montane
valli Chisone e Germanasca e vai Pellice conferiranno dunque alla Comunità Pinerolese pedemontano la loro quota di
20 milioni complessivi
necessari per far decollare il progetto.
Nel corso del Consiglio
alcune polemiche sono
nate anche sul metodo di
distribuzione dei contributi che la Comunità pedemontana ha assegnato
ai vari Comuni per gli interventi sulla viabilità minore. «La ripartizione del
denaro è stata fatta in base alle priorità dei Comuni più danneggiati e al
buon senso, - ha spiegato
Foietta - ma provvederemo alla presentazione,
nella prossima seduta
consiliare, di uno schema
in cui saranno riportate
le somme e i luoghi dei
vari interventi, per poterci basare su documentazione e dati certi». All’ordine del giorno anche
l’approvazione del secondo Piano pluriennale per
gli interventi di sistemazione idrogeologica nel
bacino di competenza
della Pedemontana, che
prevede lo stanziamento
di circa 10 miliardi.
Un viaggio della comunità valdese di Pinerolo
Nei luoghi dell'asilo storico
LIDIA LONCO
MARTA BARET
Edgardo Paschetto -Torre Pellice
POSTA
Qualità non
vuol dire
polemica
Con molto rammarico
mi ritrovo questa volta a
prendere in mano carta e
matita, piuttosto di corda e piccozza sicuramente a me più congeniali,
ma alcune dichiarazioni
dell’articolo «Al Pra occorre puntare sulla qualità» apparso su L’eco delle valli valdesi n. 37 del
29 settembre, e a me direttamente attribuite
credo vadano chiarite.
Le due frasi riguardanti
rochet
fA \ /A
ASSICURAZIONI
ASSICURAZIONI
agenzia generale
Corso Gramsd, 2 - Torre Pellice - Tel. 0121-91820 - Fax 0121-932063
l’agriturismo sono state
inserite un po’ a casaccio
in mezzo ad altre dichiarazioni da me rilasciate durante una lunga
chiacchierata con il vostro inviato, e in ogni caso
rispecchiano poco e male
il mio reale pensiero sulle
auto al Pra, problema che
esiste, va affrontato e speriamo presto risolto.
Non credo comunque
che buttando benzina sul
fuoco si possa spegnere
un incendio, non l’ho
mai creduto in questi parecchi anni di appassionante lavoro svolto nella
sempre continua ricerca
della collaborazione con
tutti, rispettando quanti
lavorano e hanno lavorato nella conca del Pra,
compreso l’amico Bruno,
titolare dell’agriturismo,
ma colpevole di essere
stato in sacrosanta vacanza domenica scorsa.
Grazie dell’ospitalità
Roti Boulard
Luserna San Giovanni
Guida alpina e gestore
del Rifugio Jervis
ORGANIZZATO dalla
Chiesa valdese di Pinerolo, si è svolto dall’8
al 17 settembre un viaggio, a cui hanno partecipato anche molti membri di altre comunità valligiano e non, che aveva
come meta la visita di alcune città e luoghi storici protestanti tedeschi,
francesi, austriaci e svizzeri. Un tempo splendido ci ha accompagnato
durante tutto il soggiorno, permettendoci tra
l’altro di raggiungere gli
obiettivi che ci eravamo
posti: visitare i luoghi
valdesi medievali (Steyr)
e le comunità di «Asilo
storico» (Neuhengstett);
stabilire contatti con comunità evangeliche luterane (Steyr e Traunstein)
e calvinlste (Strasburgo,
Colmar, Ginevra); fare
un po’ di turismo (Trento, Traunstein, Passau,
Salisburgo, Monaco, Tubingen, ecc.).
La visita di Steyr era da
noi tutti attesa perché
eravamo curiosi di vedere da vicino il «famoso»
monumento ai valdesi
medioevali. l.a statua raffigura da un lato due lingue di fuoco che assumono l’aspetto di volti
umani, rappresentando
le vittime della persecuzione, e dall’altro lato
una donna, che rappresenta la tolleranza, in atto di preghiera.
Due sono i culti dome
^ 4
Foto di gruppo con pastore e comunità di Neughenstett
nicali ai quali abbiamo glienza calorosa, con
partecipato: il primo nel
la chiesa luterana di Traunstein dove abbiamo ricevuto un frater- no intrattenimento dai membri della comunità e dalle
autorità cittadine. Il secondo nella cattedrale di
St. Pierre a Ginevra dove,
dopo il culto, accompagnati da una guida, abbiamo visitato l’«auditoire» di Calvino, sede oggi
di 3 diverse comunità, tra
cui quella valdese italiana. Molto commovente è
stato rincontro con la
comunità di Neuhengstett, fondata 300 anni fa
dai valdesi fuggiti da
Bourcet. Una sorella in costume valdese ci aspettava sulla soglia della sala delle attività e il pastore ci ha accompagnato
a visitare la chiesa e il
cimitero, ormai monumento cittadino, dove
sulle lapidi si leggono
quasi solo cognomi delle
nostre valli. Al «Centre
espoir» di Colmar abbiamo ricevuto una acco
professionale.
Come turisti infine a
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Consiglio comunale a San Germano Chisone
IVIeglio progetti separati
Il Comitato per la salvaguardia del Chisone si esprime sul
dibattuto problema delle centraline e del collettore unico
DAVIDE ROSSO
CONTINUA, promosso dal Comitato per
la salvaguardia del Chisone, il gito informativo e
di’scambio di opinioni
sili progetto della società
Idroval che intende costmiré una rete di 5 centraline idroelettriche a
cui si andrebbe ad affiancare un collettore fognario unico nella parte alta
della vai Chisone. Martedì 26 settembre Franco
Polastro e Consolata Gaspari, rappresentanti del
Comitato, hanno presentato la loro posizione ai
consiglieri comunali di
San Germano, invitati dal
sindaco, Clara Bounous,
nel corso di un Consiglio
informale che è seguito
alla seduta consigliare
vera e propria.
I rappresentanti del
Gomitato hanno ribadito
la necessità di separare i
due progetti, quello delle
centraline e quello del
collettore fognario, e
hanno ricordato i possibili effetti negativi della
costmzione della rete di
centraline. «L’intervento
- ha detto Polastro, che
ha documentato la sua
posizione basandosi sulle cifre presentate dai
progettisti della Idroval causerebbe per 240 giorni all’anno un livello
dell’acqua in Chisone
uguale a quello che ora si
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ha nei 10 giorni di maggiore secca del torrente,
con ovvie conseguenze
per l’ambiente». La proposta del Comitato è
quindi quella di separare
i due progetti e cercare
di ottenere i finanziamenti per il collettore,
attraverso fondi legati alla legge delle Olimpiadi
invernali di Torino 2006.
In chiusura delTincontro
Clara Bounous, d’accordo con la maggioranza
dei consiglieri, ha manifestato l’intenzione di
voler convocare un nuovo Consiglio comunale
informale per metà ottobre che si porrà come
scopo quello di produrre
un documento che rappresenti la posizione del
Consiglio sul problema e
che possa essere di guida
alle decisioni che i consiglieri del Comune delegati in Comunità montana dovranno assumere
in quella sede.
Per quel che riguarda il
Consiglio vero e proprio
si è aperto con i soliti atti
formali e la presentazione ufficiale del nuovo segretario comunale, dottoressa Emanuela Sciandone, entrata in ruolo a
fine luglio. Nel corso della seduta sono state approvate alcune variazioni
al bilancio di previsione
dovute tra l’altro alle entrate non previste derivanti dalla riscossione di
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17 milioni di credito dal
Bacino imbrifero e da 25
milioni in più di oneri di
urbanizzazione. La grossa parte di questi fondi
non previsti è stato deciso che saranno impiegati
per il completamento del
rinnovo dell’arredo delle
scuole comunali e per
maggiori investimenti
sulla manutenzione delle
strade e del parco della
villa Widemann. Sulla
variazione di bilancio si è
astenuta una parte della
minoranza. La discussione sulle variazioni di bilancio ha in qualche modo anticipato un possibile dibattito sul punto
successivo all’ordine del
giorno, la ricognizione
dello stato dei programmi che è stato approvato
sempre con il voto di
astensione di parte della
minoranza.
Valli Chisone e Germanasca
Si discute di Piano
regolatore generale
UUANAVICLIELMO
Ancora una volta in
Comunità montana
valli Chisone e Germanasca si è tornati a discutere del Prgi (Piano regolatore generale intercomunale). Lunedì 25 settembre i consiglieri della Comunità hanno proceduto
all’approvazione dell’ennesima variante al piano,
che riguarda la sub-area
del centro vai Chisone
comprendente i Comuni
di Porosa Argentina, Pomaretto, Roure e Fenestrelle ed è motivata dai
necessari adeguamenti
alle disposizioni più recenti, riguardanti l’aspetto idrogeologico e la normativa antisismica. Per i
Comuni interessati si rileva una certa scarsità di
terreni fabbricabili, infatti gli interventi fin qui
praticati riguardano più
che altro il recupero di
fabbricati esistenti, soprattutto nelle zone dove
è più diffuso il turismo.
Si è costruito di più nei
Comuni di Perosa e Pomaretto, largamente preferiti in questi ultimi anni come luoghi di residenza permanente.
Nel corso della stessa
seduta del Consiglio sono state poi approvate la
variazione alle dotazioni
di competenza del bilancio di previsione 2000 e
la constatazione della
salvaguardia degli equilibri di bilancio. Nella va
riazione sono stati aggiunti in entrata i quasi
270 milioni versati dalTAsl 10, che riguardavano essenzialmente il
centro socio-terapico di
Perosa Argentina, per il
quale si prevede di stipulare in breve tempo una
convenzione. È stata anche presentata l’iniziativa comunitaria «Leader
plus 2000-2006», riguardante la Comunità montane vai Pellice, valli Chisone e Germanasca e alta
vai Susa, per la valorizzazione delle risorse umane, naturali e culturali
dell’ambiente alpino. Gli
interventi, adeguatamente finanziati, riguarderanno tutti gli aspetti
della vita in montagna,
dalle produzioni tipiche
all’attività di ricerca e di
elaborazione culturale,
dalla promozione del turismo rurale ai prodotti
che lo possono favorire.
La seduta si è conclusa
con la nomina di 2 rappresentanze: l’assessore
alla Cultura della Comunità montana, Laura Balzani è stata nominata
nell’assemblea del Consorzio universitario di Pinerolo e il consigliere di
Prali Giovanni Breusa,
nel Comprensorio alpino
To 1 (cacciatori). Infine è
stato approvato un ordine del giorno sulla finanza locale per chiedere
sgravi fiscali e una più
corretta erogazione dei
contributi statali.
NELLE CHIESE VALDESI
CATECUMENI — Convegno catecumeni del I distretto, 3° e 4° anno, domenica 15 ottobre a Pinerolo.
ANGROGNA — Unione femminile: il primo incontro avrà luogo domenica 8 ottobre, alle 14,30, al capoluogo. Domenica 8, alle 10, nella Sala unionista, assemblea di chiesa: dovranno essere eletti 2 anziani. Il
primo turno delle riunioni quartierali comincerà
martedì 10 ottobre, a Buonanotte, alle 20.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 8 ottobre,
festa del raccolto: alle 10, culto nel tempio del centro;
dalle 14,30, vendita dei prodotti naturali, che potranno essere portati in offerta sino a sabato 7 alle 18,30,
alla sala Albarin, dove si svolgerà la vendita. Sabato 7
ottobre, ripresa della scuola domenicale. Giovedì 12
ottobre, alle 14,30, riprendono gli incontri del cucito.
MASSELLO — Culto di inizio attività, domenica 8
ottobre, alle 11,15.
PERRERO — Sabato 7 ottobre, alle 14,30, incontro
per monitori, monitrici, bambini e bambine, ragazzi e
ragazze per fissare gli orari delle attività. Primo incontro della corale, lunedì 9 ottobre, alle 20,30.
POMARETTO — Culto al Centro anziani, venerdì 6
ottobre, alle 16. Domenica 8 ottobre, alle 10, culto di
inizio attività, con i bambini e i genitori della scuola
domenicale. Primo incontro delTUnione femminile
di Pomaretto, mercoledì 11 ottobre, alle 14,30.
PRALI — Domenica 8 ottobre verrà insediato il
nuovo pastore Pfannkuche. La scuola domenicale comincerà a partire dal venerdì 13 ottobre, alle 16,30.
PRAMOLLO — Domenica 15 ottobre, culto di apertura delle attività con la partecipazione della scuola
domenicale e del catechismo.
SAN SECONDO — Domenica 8 ottobre, alle 10, culto di inizio attività, con la partecipazione della scuola
domenicale. Domenica 15 ottobre, alle 10 culto, alle
14,30 apertura del bazar organizzato dall’Unione
femminile.
TORRE PELLICE — La scuola domenicale inizierà
sabato 7 ottobre, alle 14,30; il precatechismo inizierà
venerdì 13 ottobre, alle 17, alla Casa unionista. Domenica 8 ottobre, alle 15, incontro dell’Unione femminile, studio biblico su «La luce».
VILLAR PELLICE — Domenica 8 ottobre, culto in
francese; alle 20,30 culto serale. Domenica 8 ottobre,
alle 14,30, incontro delTUnione femminile, per programmare le attività. Riunioni quartierali: martedì 10
ottobre, all’Inverso, alle 20,30, venerdì 13 ottobre, al
Ciarmis, alle 20,30.
VILLASECCA — Il culto di inizio attività si svolgerà
nel tempio di Villasecca, domenica 8 ottobre alle 10.
La corale inizia le sue attività venerdì 6 ottobre, alle
20. Inizio degli incontri delTUnione femminile, giovedì 12 ottobre, alle 14,30.
In Italia nel prossimo quinquennio serviranno 10.000 infermieri professionali l'anno ma se ne diplomeranno soltanto 3.500
Continua la carenza di infermieri airospedale valdese di Torre Pellice
Superlavoro
e stress
Mi chiamo Sabrina Geymonat, sono un’infermiera professionale, lavoro
da tre anni all’Ospedale
valdese di Torre Pellice e
a volte penso di essere
arrivata giusto in tempo
per vederne il declino
lento e inesorabile. Dopo
aver letto l’articolo di
Piervaldo Rostan {L’eco
delle valli valdesi del 1“
settembre), in cui viene
accennato il problema
dell’emergenza infermieyi> ho deciso di esprimere
il punto di vista degli
«addetti ai lavori», almeno per una volta.
Vi scrivo infatti in risposta alle affermazioni
del direttore amministrahvo della Ciov con il quale sono costretta a dissentire. Visto il carico di
avoro e di stress con cui
starno stati costretti a
svolgere la nostra attività
w questi mesi (e la situazione non accenna a riso versi in quanto molti
l'Olleghi ci hanno lasciato
® altri stanno per farlo),
enevo a precisare che
emergenza infermieri
mane, e forse non è mai
. anche se finora
direzione l’ha sempre
sottovalutata. Io vorrei
on questo scritto chiedere al dott. Vola: quan0 afferma che nella siazione specifica dei
mostri ospedali ha visto
Huaiche miglioramento,
e cosa intende? quan° afferma che riuscia® coprire i turni ga„^tendo le ferie dovute,
'•'»e cosa intende?
Il problema non è tanto
SI riesce a coprire il
rito (occorre farlo per
forza) ma piuttosto è come questi turni vengono
coperti, a quale prezzo e
chi ne fa le spese. Fino a
pochi mesi fa, quando
dalla direzione veniva negata l’emergenza, ci era
stata garantita la presenza di 3 infermieri nel turno del mattino, 2 nel turno del pomeriggio e 1-2 la
notte. Ultimamente troppo spesso ci ritroviamo a
gestire il reparto in 2 infermieri al mattino, a volte 1 al pomeriggio, a volte
1 da solo la notte. Troppo
spesso ci ritroviamo in
turno al mattino in 4 persone (quando va bene 5)
invece delle 7 previste.
È vero, il turno apparentemente è coperto ma
vorrei che qualcuno mi
aiutasse a capire una cosa: se il carico di lavoro è
costante, come è possibile che il lavoro che dovrebbe essere svolto da 7
persone sia svolto allo
stesso modo (quantitàqualità) da 5 persone in
turno, quando, in più,
una di loro è una libera
professionista che per
sua scelta limita la sua
attività a 6 ore?
Alle nostre rimostranze
al riguardo è stato risposto che gli orari sono fatti
con le risorse disponibili
e che, anzi, per tutto settembre e ottobre occorrerà tenere duro perché
sarà un periodo in cui bisognerà ancora «tirare».
A questo punto avrei alcune osservazioni da
porre: la causa di questa
carenza è dovuta al fuggi-fuggi di personale in
altre sedi (solo in questi
tre mesi 3 colleghe ci
hanno lasciato per andare in altre strutture), come si giustifica tale situazione?; quali sono le mo
tivazioni che spingono il
personale a cambiare
posto di lavoro? Noi lavoriamo in meno persone rispetto a quelle necessarie, alcuni colleghi
sono stati richiamati dalle ferie, siamo tutti in
credito di riposi (finiamo
il mese con «riposo 5» invece che con «riposo 8»),
veniamo richiamati dal
riposo dopo le notti (che
ci spetta), siamo costretti
a coprire i turni e le notti
dei liberi professionisti;
si afferma che i giovani
della zona non colgono
le occasioni di lavoro, ma
la Ciov ha incoraggiato
in qualche modo alcuni
validi elementi che hanno prestato servizio qui a
Torre Pellice e che, abitando in zona, avrebbero
voluto restare?
In ultimo, occorre tenere ben presente che la
stanchezza e lo stress
vanno certamente a carico della qualità delle prestazioni e dellà collaborazione nell’équipe.
A questo punto vorrei
chiedere al dott. Vola:
dove sono i miglioramenti di cui parla? C’è
molto da fare e non è
ignorando i problemi o
nascondendoli che li si
elimina. Auspico veramente che la Ciov accolga l’invito del Sinodo a
dedicare maggiori energie agli ospedali delle
Valli (poiché è vero che
gli ospedali e noi tutti
soffriamo da troppo tempo della situazione contingente), restituendo alle persone delle Vaili il
loro prestigioso ospedale
e a noi la forza per continuare a svolgere il nostro
servizio.
Sabrina Geymonat
Bobbio Pellice
Il problema
è nazionale
Il «cuore» dell’intervista rilasciata a L’eco delle
valli era rilanciare la questione infermieri, come
già fatto in precedenti occasioni negli ultimi anni
attraverso annunci di
orientamento professionale, proposte di borse di
studio, informazioni sul
bisogno di questa figura
in sanità e sulle opportunità di lavoro che ne derivano. Nelle settimane
successive ho ricevuto diverse telefonate di persone interessate a saperne
di più e ho dato ulteriori
informazioni sia con colloqui diretti che inviando
materiale a chi mi ha
contattato.
Il problema infermieri
è nazionale e durerà a
lungo, certo almeno per
il prossimo quinquennio,
stante il divario tra le richieste (servirebbero più
di 10.000 infermieri Tanno) e i nuovi diplomati
(circa 3.500). Da mesi
l’argomento è oggetto di
analisi e commenti sui
giornali più importanti:
Il sole-24 ore del 18 settembre 2000 per esempio
intitolava «Emergenza in
corsia: gli infermieri in
più non bastano». Di
fronte a questa esigenza
che sta creando gravi disagi specie nelle grandi
città del Nord alcune
aziende sanitarie hanno
anche organizzato visite
in paesi esteri per reperire infermieri stranieri.
È inevitabile che la carenza di infermieri si rifletta in una difficoltà di
gestione dei turni e questa difficoltà è di tutti gli
ospedali. In quelli valde
si, nell’ultimo anno stiamo lavorando su vari
fronti: ricerca di infermieri attraverso concorsi
per l’assunzione e trasferimenti in entrata, supporto nell’assistenza al
paziente da parte di altre
figure professionali (come gli operatori tecnici di
assistenza), aspetti economici attraverso l’applicazione di strumenti
contrattuali, stimolo alla
formazione professionale
con il supporto di borse
di studio finanziate attraverso le associazioni di
Amici. E sulla gestione
turni sarebbe interessante sapere quale struttura
non vive gli stessi, se non
più gravi, problemi.
Resta la questione di
chi se ne va dai nostri
ospedali per andare altrove. A parte che avviene anche il contrario,
posso dire che la casistica è varia: dall’infermiere che chiede di andare
sul territorio per scelta a
quello che cerca un lavoro che non comporti di
lavorare di notte e nei festivi per motivi personali
o familiari, da chi ricerca
retribuzioni più elevate
nella libera professione o
nel privato a chi ricerca
nuovi stimoli professionali in area chirurgica.
Per tutti posso dire che
non sempre nel cambio
ci si guadagna e confermare la disponibilità mia
e della direzione sanitaria e infermieristica a discutere dei problemi.
Partiamo solo tutti dal
fatto che il problema c’è
e continuerà nei prossimi anni, ma c’è anche la
volontà di affrontarlo e
di reagire.
Silvio Vola
Torre Pellice
COMUNITÀ MONTANA
VALLI CHISONE E GERMANASCA
via Roma 22 - 10063 Perosa Argentina
La Comunità montana valli Chisone e
Germanasca intende procedere entro il mese di dicembre alla nomina del difensore civico dell’ente e dei Comuni membri.
Gli ordini professionali, le associazioni
sindacali, imprenditoriali, culturali, di volontariato operanti sul territorio della Comunità sono invitati a inoltrare le proprie
designazioni entro il 26 ottobre 2000 al seguente indirizzo: via Roma 22,10063 Porosa Argentina.
La candidatura dovrà essere presentata al
protocollo dell’ente unitamente al curriculum e alla dichiarazione di disponibilità
dell’interessato ad accettare l’eventuale nomina. Sono ammesse le autocandidature.
Si consiglia di privilegiare nelle designazioni quanti per preparazione ed esperienza
diano garanzia di indipendenza, obiettività
di giudizio e di competenza amministrativa.
È richiesta l’assenza delle cause di ineleggibilità stabilite dal Regolamento.
Per ulteriori informazioni telefonare al seguente numero 0121-802504.
fl presidente
Roberto Prinzio
14
PAG. 14 RIFORMA
Ego Delle Valli "Iàldesi
VENERDÌ 6 OTTOBRE
SPORT
TENNIS TAVOLO — La
Valpellice perde a San
Vincent per 5-4 nel campionato di CI malgrado i
due punti ciascuno di
Walter Fresch e Davide
Gay: successi invece per
la C2 che ha superato il
K2 Torino per 5-2 con tre
punti di Malano e due di
Giuliano Ghiri e per la
formazione «A» della DI
che ha superato il Dopolavoro di Rivoli per 5-4
con 3 punti di Franco Picchi e 2 di Mauro Cesano.
Ora i campionati si fermano per due settimane.
AL VIA L’HOCKEY, MA
SENZA VALPE — Con il 3
ottobre prende il via il
campionato di serie A di
hockey ghiaccio; non
senza malinconia per la
mancata presenza del
Valpellice, l’anno scorso
8" assoluto. A giorni partirà anche il campionato
under 19, a cui i valligiani sono iscritti; più avanti la serie C che vedrà
una formazione mista
Valpellice-Torino, in grado di attirare al palaghiaccio i tifosi «orfani»
della prima squadra.
Difficoltà a causa dei nubifragi di fine settembre
Val Pellìce sotto l'acqua
/ danni maggiori nel settore della viabilità. Il Comune di
Rorà e l'lnver$o di Torre sono stati isolati per diverse ore
APPUNTAMENTI
WERVAlDOROStAM_
Ancora una voit^ so
I
____no bastate poclj^ ore
di pioggia per mette#'© in
crisi la viabilità e per rninacciare l’incoluiliirà di
borgate e cittaditij. Per
circa 40 giorni noP si era
vista una goccia d’acQua:
prati diventati soìvctlosi
negli alpeggi a caUsa dell’erba secca, foglie che
cadevano in anticipo; poi
fra venerdì e sabato {pioggia violenta. Questa volta
a fare le spese d©l paaltempo è stato ir» a#odo
particolare la zO^^ fra
Rorà e Torre PelliCe, Particolarmente dufoil bilancio del maltempi? nel
territorio di Ror^, #Jove
sono precipitati 50 centimetri di pioggia e iiptaese
è rimasto isolato p^r diverse ore. Per il Ctojlo di
un muro di cont^Piynen
to la strada provinciale è
stata chiusa dalla notte di
venerdì fino alle 15 di sabato: soltanto grazie al
puntuale intervento delle
squadre Aib e della Protezione civile, la circolazione ha potuto riprendere.
Rimane interrotta la
strada che dal centro sale
verso la frazione Roucas;
una frana si è staccata
anche lungo la strada che
conduce alla frazione
Verney, il transito è possibile, ma con difficoltà: sono stati anche chiusi molti ponticelli. Un muro di
sostegno è crollato anche
sulla strada per Pianprà,
mentre sono più contenuti i danni in direzione del Parco montano. La
pioggia ha portato a valle
grandi quantità di detriti
e pietrame. «Ci stiamo
muovendo per i primi interventi, segnalando la
Convenzione AsI 10-Ciov
Un coordinamenb
per le urgenze
Ogni anno nel Pinerolese circa 80.000 persone
ricorrono al Pronto soccorso; di questi 44.000 arrivano al Dea dell’ospedale Agnelli di Pinerolo e
36.000 persone vengono
portate agli ospedali vaidesi di Torre Pellice e Pomaretto. «Finora - dicono all’Asl 10 - la scelta
sulla destinazione era lasciata alla discrezione dei
soccorritori delle “Croci"
0 alla volontà dei familiari che decidevano a volte
semplicemente in base
alla vicinanza a casa. Accadeva così di trovarsi di
fronte a errori di valutazione:’accessi urgenti agli
ospedali valdesi immediatamente trasferiti a Pinerolo o viceversa stati
meno gravi portati fino al
"civile” mentre Torre Pellice o Pomaretto sarebbero state le destinazioni
più corrette». Una convenzione concordata fra
Asl 10 e Ciov dopo un approfondito confronto nel
corso dell’ultimo anno
determina ora \e iftOdalità di accesso aJI'eftiergenza. Si confeftu^no i
ruoli degli ospe<laIi del
territorio: pronto «o^corso-Dea a PinerolO,*^unti
di primo interveiHor> agli
ospedcdi valdesi.
Nella convenzione si
definiscono tre crateri;
nosologico (i pazienti con
patologie di tipo traumatologico-chirurgici? andranno d’ufficio ^l>iTterolo), geografico, gravità del paziente - H niessaggio alia popolà^iPne è
dunque questo; il SeTrizio
di emergenza furJiiryna 24
ore su 24, occorri scegliere in modo ogge'ttiy't? dove indirizzare il %lato e
solo nei casi di dr^enza
andare al Dea di Fiaerolo«È un significativa riconoscimento del f3iajo che
da anni gli ospedali vaidesi svolgono sul territorio», dice il doli, Luigi
Stabile, direttore dei medesimi. È un morlf), sperà
l’Asl, di ridurre i del
Dea di Pinerolo.
Torre Pellice
Nuovo
assessore
Nuovo assessore alla
Cultura per il Comune di
Torre Pellice. Il sindaco
ne ha dato comunicazione al Consiglio di venerdì
29 settembre. Anna Bertolè sostituisce Claudio
Bertalot, ora presidente
della Comunità montana.
Il Consiglio ha approvato anche la proposta di
contrazione mutuo con la
cassa depositi e prestiti
per la realizzazione dell’area attrezzata di conferimento degli scarti legnosi in località Blancio;
una spesa di oltre 130 milioni, il 40% dei quali coperti da un contributo
provinciale. La sola acquisizione dell’area di
proprietà dell’Italgas costerà 40 milioni e permetterà anche un migliore
stoccaggio del cippato
per il riscaldamento. Ci
sarà un unico ufficio tributi con sportelli in ciascun Comune per Torre e
Villar Pellice: convenzione che consentirà anche
l’assunzione di altre due
persone per il servizio.
Inaugurata all'ex scuola delle Fucine
Una sala per tutti i rorenghi
CHIARA RIVOIRA
SABATO 23 settembre.
alla presenza di un
folto pubblico, è stata
inaugurata la sala dell’ex
scuola delle Fucine. Per
quella occasione sono
intervenuti il pastore Stefano Mercurio, il sindaco
Giorgio Odetto, che ha
fatto una lucida rievocazione dell’opera di ricostruzione di quegli anni,
e Aladino Rivoira che ha
portato il saluto della Società di studi rorenghi e
ha preso spunto da questa inaugurazione per
puntare poi presto alla
ristmtturazione della sala comunitaria del Centro. Abbiamo avuto anche il piacere di ricevere i
saluti e le felicitazioni del
pastore Bruno Rostagno
a nome della Chiesa valdese di Torre Pellice.
L’inaugurazione è stata
aperta dal pastore Mercurio con una breve in
troduzione e uiT r^^ssag-;
gio di saluto riVtiifO agli
ospiti. Per l’occasione sono state lette diJ^ j etterc
indirizzate al pa^io#-© Gustavo Bouchard Anni 49-50 che anr?iir, ciavano il sostegno d <!i T*spettivi mittenti all'opera di
costruzione delJiijCuolaÈ stato pure ricc?%to come il pastore lÌOaChard
avesse preso cc?ii #ietefminazione l’inijiativ^
trovando in tut<ij membri della chiestili Rorà
una pronta risfoi^ta. La
scuola fu impoi'hfjte anche perché aoto^liev^
scolari delle alth purgate, comprese ar»ci)^ quelle dei paesi viciiij L'eredità dell’anticJi^cuoia
per la comunitày^ldes^
di oggi è stata ir»<li^ritluata
situazione alla Regione:
speriamo che possano
venirci incontro», spiega
il sindaco, Giorgio Odetto. I maggiori danni ai
privati si registrano all’
agriturismo Sibourgh di
proprietà di Valter Cesan:
l’acqua ha invaso i locali
danneggiando alcuni frigoriferi e soprattutto l’intera produzione annuale
di formaggi.
A Villar Pellice i pompieri sono intervenuti
nella prima mattina di
sabato in borgata Teynaud a causa della fuoriuscita di un canale che
minacciava alcune abitazioni. A Torre Pellice è
stata particolarmente
colpita la zona dell’Inverso Roland! con alcuni
torrentelli laterali che sono «esplosi» sulla strada,
ostmendo i tubi di collegamento e trascinando a
valle grandi quantità di
detriti: la circolazione
stradale ne ha risentito
ed è stata in parte della
mattina bloccata. Seri
danni anche all’asilo nido, completamente allagato: c’è già un progetto
finanziato per il totale rifacimento della copertura ma non si è ancora arrivati all’appalto.
stante in una Italia sempre più cattolica e meno
laica, e infine offrire un
luogo di incontro e confronto aperto a tutti, dove ciascuno si senta veramente a casa sua.
La sala, col suo nuovo
impianto di riscaldamento, potrà ora essere a disposizione di tutta la comunità rorenga per accogliere riunioni quartierarappresentazione d’
li
film, teatro, varie attivi
tà e
dal pastore in Lj punti:
incoraggiare i Rio vani ®
investire nell’iSln>ziope
superiore e uni'V^f^itarià,
portare avanti Diij riflessione di carattéitf prot^"
5 ottobre, giovedì
TORRE PELLICE; Alle 21, nella sala consiliare del
Comune, dibattito su «Un consorzio per valorizzare
la castagna?», con Piervaldo Rostan, Davide Baridon,
Guido Martani.
ANGROGNA: Fiera autunnale; alle 20,30, in municipio, assemblea dei genitori dei bambini delle scuole
materne ed elementari, per affrontare problemi di
trasporto e mensa.
6 ottobre, venerdì
LUSERNASAN GIOVANNI; Alle 18, presso l’azienda
«Stalé», l’associazione Apicoltori vai Pellice organizza
un incontro sul tema «La smielatura».
TORRE PELLICE: AlTHotel Gilly, alle 20,15, «Sapori
d’autunno», cucina a base di prodotti autunnali. Prenotazioni alla sede della Pro Loco.
7 ottobre, sabato
SAN PIETRO VAL LEMINA: Nella sala polivalente,
alle 21, spettacolo teatrale con la compagnia «del Ciabot», di Piossasco, che presenta «Na duminica tranquila», commedia brillante in 3 atti, ingresso lire
10.000 (prenotazioni tei. 0121-543159).
TORRE PELLICE: Alle 21, nel tempio, le corali di
Friedrichsdorf e Walldorf, concerto di musiche di
Johann Sebastian Bach e Brahms, organista Friderich
Haller, ingresso libero.
8 ottobre, domenica
TORRE PELLICE: Alle 10, nell’isola pedonale, vecchi mestieri, mercatino dei produttori: alle 15, alla rotonda di piazza Muston, concerto della banda musicale cittadina e musica rock con il gruppo Rt; alle 16
distribuzione delle castagne e a seguire premiazione
del concorso «Fascino d’autunno».
PINEROLO; Per le vie del centro storico rievocazione storica della «Maschera di ferro».
9 ottobre, lunedì
PINEROLO: Fino al 7 ottobre, al Centro sociale San
Lazzaro, laboratorio teatrale per bambini dagli 8 ai 10
anni, su «Micro e macro storie», dalle 16,45 alle 18,15.
Informazioni «Nonsolotearo», tei. 0121-323186.
10 ottobre, martedì
PINEROLO; Alle 20,45, al seminario, incontro con il
teologo Enrico Chiavacci, su «Sdebitiamoci».
PINEROLO: Al Centro Sociale San Lazzaro, fino
alT8 ottobre, dalle 16,45 alle 18,15, laboratorio teatrale per bambini dai 6 agli 8 anni, «Inventare e giocare
fiabe», con «Nonsoloteatro».Tel. 0121-323186.
12 ottobre, giovedì
PINEROLO; Alle 21, nella sede del centro Ben-essere, incontro di presentazione delle tecniche di Louise
Hay, ingresso gratuito.
13 ottobre, venerdì
TORRE PELLICE: Dalle 14 alle 17, sul prato del collegio valdese, gara di arrampicata per le scuole medie
partecipanti al corso 1999-2000.
14 ottobre, sabato
TORRE PELLICE: Mercatino dei prodotti naturali.
POMARETTO: Nel tempio, alle 20,30, concerto prò
tempio con il coro Valpellice.
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montagna, ore 21: Piji,
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splorare; venerdì 6, ok
21,15, Canone inverso;
sabato 7 e domenicaj
ore 20,10 e 22,20, luneij
ore 21,15, Space cowboj
dom. ore 16 e 18,1 Flij!
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Comunale ha in prò.
gramma, venerdì 6 otto,
bre, ore 21, Miss Julie; sa
bato 7, ore 21, The skuls,
i teschi; domenica, lo.
nedì, martedì, giovedì,
ore 19, Fantasia 2001);
domenica, lunedì, maitedi e giovedì, ore 21,
Space cowboys;.
PINEROLO — La mill
tisala Italia (tei. 0121
393905) ha in program,
ma, alla sala «2cento»,Hi
fatto a pezzi mia mo^
Alla sala «Scentonèii
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Inizia in settimana la 22^ edizione della tradizionale rassegna
Al via r«Autunno» in vai d'Angrogna
___feste. Il pastore ha
quindi concluso il suo intervento con un ringraziamento generale per
tutti e particolare per i
coniugi Bouchard, i familiari di Napoleone Rivoira
per i doni raccolti a favore della scuola, la Pro Loco di Rorà, Lino e Luca
Albarea per il buon lavoro in muratura e Olga e
Sergio Rivoira che si sono
presi l’impegno di seguire giorno per giorno i lavori alla vecchia scuola.
Una riunione dedicata
a fare il punto sulla situazione dei programmi e
delle finanze quella del
Consiglio comunale di
Angrogna del 27 settembre. Nel corso della seduta è stata approvata una
variazione di bilancio di
circa 26 milioni principaimente a vantaggio del
ripristino delle strade
San Lorenzo-Chiot-dl'Aiga-Serre-Buonanotte dopo gli eventi alluvionali
di giugno (la spesa del
Comune per le strade arriva così a circa 150 milioni, con poco più dei
due terzi provenienti da
contributi regionali). Ancora nessuna risposta invece per il finanziamento del rifacimento della
strada per la Vaccera. A
fine settembre intanto
sono iniziati i lavori di allacciamento alla fognatura nella zona AlbarinPrassuit-Vernè e Pissaiot
e a metà ottobre sarà la
volta di quelli per collegare le abitazioni a monte della Piantà.
Questo grosso impegno, iniziato nel ’95 da
un comitato di cittadini
in collaborazione con il
Comune, proseguirà in
futuro per servire le abitazioni a ponente e a levante della via Nuova; gli
interessati sono stati
convocati in 2 assemblee
rispettivamente venerdì
13 e 20 ottobre, alle ore
20,45 al capoluogo. Il
Consiglio ha poi varato il
programma della 22^ edizione dell’Autunno in vai
d’Angrogna, in cui si segnalano importanti discussioni sui problemi
locali (come quello della
mensa scolastica e dei
trasporti, giovedì 5 ottobre in municipio), concerti. presentazione di un
libro di Lorenzo Tibaldo
sulla storia del Gruppo
teatro Angrogna e dell’ultimo quaderno storico di
Osvaldo Co'isson. In novembre 2 dibattiti sullo
sviluppo turistico del Pi
nerolese e sul progetto di
collegamento tramite
cremagliera fra la vai Pellice e il Queyras con rappresentanti della Comunità montana e della Provincia; inoltre un’assemblea pubblica sulla possibilità di realizzare sul territorio di Angrogna una
rete di distribuzione di
gas Gpl, come già avviene
in varie zone di Rorà,
Pramollo e Massello. In
conclusione il sindaco,
Jean-Luis Sappè, si è rallegrato dello spirito di
collaborazione chesièi
creato fra maggioranza!
minoranza dopo le poli
miche passate: il con»
gliere Gian Battista Zu®
no è entrato a far pah
della redazione del b#
lettino comunale ed'
giunto a conclusioneji
lungo e faticoso lavorolj
scrittura del nuovo regi/
lamento edilizio, aci®
di Marco Rostan e Da»
de Simond con il tecnP
Paolo Falco, che il Con®
glio approverà in n*
prossima seduta.
Programma di manifestazioni culturali a
La città tutta da scoprire
Pinerolo
DAVIDE ROSSO
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SARÀ un ottobre ricco di appuntamenti, mostre, convegni e manifestazioni quello che si appresta a vivere
la città di Pinerolo. Con l’inizio del mese infatti ha preso il via «Guardare,
ascoltare, conoscere» la manifestazione
culturale promossa dal Comune che
giunta alla sua Vili edizione propone
come tutti gli anni un ricco programma
culturale che raccoglie in un unico contenitore numerose manifestazioni organizzate sia dai musei cittadini che dalle
associazioni presenti sul territorio.
«Si tratta di un’iniziativa - dice il sindaco di Pinerolo, Alberto Barbero - che
intende offrire al pubblico l’occasione
di visitare mostre e musei, di assistere a
incontri e convegni o ancora di conoscere il patrimonio artistico e culturale della città». Quest’anno oltre alle
numerose mostre, segnaliamo tra le al
tre quella proposta dal circolo cui
le «Grazia Deledda», «La storia
miniere della Sardegna», che v
inaugurata il 15 ottobre; g
ranno anche i momenti di *citm
mento che coinvolgeranno le P*^;
le vie cittadine. Si inizierà
con la rievocazione storica della
schera di ferro» per le vie del ce
storico e si proseguirà domenica l
la manifestazione «Città d’arte a
aperte» per finire domenica 22 con
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vie di Pinerolo. Da segnalare in 'K
convegno «Le città sostenibili
bambine e dei bambini», cnc
tutto il giorno di sabato 7 ottob ,
Scuola universitaria di manag *
d’impresa, organizzato nll’intc’^” ¡j
progetto «Città amica delTiniai ,
messo in cantiere ormai un anno
Comune di Pinerolo.
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g Tra antico
e Nuovo
Testamento
Il sermone-articolo di Gregorio Plescan pubblicato su
Riforma n. 33 del 1“ settembre 2000 intitolato «Beati i
puri di cuore...», mi ha stimolato ad alcune riflessioni che
qui cerco brevemente di esporre. L’autore afferma che
la purità è un elemento fondamentale che sottostà a diverse riflessioni, soprattutto
nell’Antico Testamento, e che
la distanza fra Nuovo e Antico
Testamento si trova emblematicamente nella parabola
del buon samaritano, dove vi
sarebbe l’inserimento di un
nuovo e significativo elemento, vale a dire lo spostamento
del peso da rituale a morale.
Si insiste sul concetto asserendo che Gesù (cioè il Nuovo Testamento) fa un discorso globale riflettendo sulTipocrisla della religione e questa
ipocrisia, sembra suggerire
l’autore, è da mettere tutta in
conto al giudaismo (almeno
al tempo di Gesù).
A questo punto rimango un
po’ perplesso perché mi vengono in mente alcuni versetti
letti proprio nell’Antico Testamento. Come non ricordare Isaia 1, 11-18 dove, dopo
un’invettiva contro i sacrifici
(che mi importa dei vostri
numerosi sacrifici?), si arriva
ad affermare che quello che
conta davanti a Dio è l’eliminazione delle azioni malvagie, imparare a fare il bene, a
cercare la giustizia, a rialzare
l’oppresso? E ancora in Isaia
58,1-7, dove dopo aver messo in evidenza come ci siano
persone che seguono fedelmente tutte le prescrizioni
religiose e che si rivolgono
continuamente a Dio per conoscere le sue vie, si dice che
Dio non è interessato a queste persone perché il digiuno
che gradisce non è quello rituale ma quello che spezza le
catene della malvagità, che libera gli oppressi, che divide il
pane con chi ha fame e che
dà riparo a chi è nudo.
Questi sono solo alcuni degli esempi che mi vengono in
mente ma, leggendo l’Antico
Testamento, ne troveremmo
molti altri che sono sulla
stessa linea. Il pericolo rappresentato da una fede che si
attiene a un formalismo religioso piuttosto che ispirarsi
al senso vero, profondo, della
parola di Dio non è una scoperta del cristianesimo ma
era un problema che ci si era
già posti alTinterno dell’ebraismo, così come testimoniano non solo molta letteratura profetica, ma anche
inerolo
Lettere brevi
Chiediamo ai lettori di limitare i propri graditi interventi in 15-20 righe dattiloscritte. Grazie
quella più strettamente legalistica, come Deuteronomio
15, 9-10. Qui si parla dell’anno sabbatico, anno in cui avveniva la cancellazione dei
debiti pregressi, e si mette in
guardia il popolo dalTattenersi a ragionamenti formali
e utilitaristici, affinché anche
in prossimità del settimo anno, pur sapendo che il debito
sarebbe stato cancellato da lì
a breve, si sarebbe dovuto
ugualmente soccorrere il fratello bisognoso, concedendogli un prestito.
Quando Gesù mette in
guardia contro il rischio del
moralismo, in realtà non
compie una nuova operazione, ma rivaluta un’autorevole
corrente di pensiero già presente da diverso tempo nello
stesso ebraismo.
Stefano Guidotti
Desio (Mi)
Un'antica
preghiera
ebraica
Trovo in un antico libro di
preghiere ebraico {Preghiere
d’un cuore israelita. Raccolta
di preghiere e di meditazioni
per tutte le circostanze della
vita, approvata dal Gran Rabbino del Concistoro centrale
di Francia, Parigi, 1848, traduzione dal francese di Marco Tedeschi, Rabbino maggiore, Trieste) un testo che
sembra un’ottima risposta,
anticipata di un secolo e
mezzo, alla recente esternazione di Ratzinger. Ne riporto
un brano:
Dio di bontà! Fa’ che in ogni giorno, in ogni ora, e in ogni istante, io abbia presente
che la carità è la legge israelitica per eccellenza, stampandomi bene addentro del
cuore i sublimi e toccanti precetti coi quali tu ci comandi
l’amore per gli infelici: quell’amore che abbraccia gli uomini tutti senza differenza di
credenza o di opinione. Fa’
che io non dimentichi giammai che, secondo la tua divina morale, lo straniero è
eguale all’israelita in faccia al
Signore (Numeri, XV, 15), né
mi scordi che la nostra religione non ha fatto della salute eterna un privilegio esclusivo di quelli che la professano; poiché essa riguarda serbati alla suprema beatitudine
tutti quelli che credono in
Dio ed esercitano la virtù, a
qualunque confessione essi
appartengano, siccome ci insegnano i nostri savi: «I giusti
di tutte le nazioni hanno parte all’eterna salute», poiché
«tutti gli uomini sono fratelli
nell’Eterno, tutti abbiamo un
solo padre, un solo Dio ci ha
creati» (Malach. II, 10) (quando ero piccolo, al catechismo
mi raccontavano che il cattolicesimo era universalistico,
al contrario dell’ebraismo,
definito una religione «etnica» ed «esclusivista»!).
Guido Armellini - Bologna
Analogie conservatrici fra la beatificazione di Pio IX e le affermazioni di Ratzinger
Dare più forza airecumenisino nonostante gli ostacoli
FLORESTANA HCCOU SFKDDA
CONDIVIDO in pieno le affermazioni di Paolo Ricca {Riforma n. 35) sui
documenti riguardanti le «chiese sorelle» e mi permetto di aggiungere qualche
riflessione personale, scaturita dalla lettura dei due documenti.
1) La «Dichiarazione», già per noi
problematica nell’introduzione, contiene peraltro una forte lettura delia Rivelazione, lettura ancorata alla parola di
Dio, al Credo niceno-costantinopolitano, e associata a numerose citazioni
tratte dagli Atti dei Concilio Vaticano II:
questo nel primi 3 capitoli. Il 4" («Unicità e unità della Chiesa»), il 5” («Chiesa,
Regno di Dio e Regno di Cristo»), il 6«
(«La Chiesa e le religioni in rapporto alla salvezza») presentano invece l’ecclesiologia romana di sempre. Come afferma Ricca, «a livello di magistero, la posizione [della Chiesa di Roma] nei confronti delle altre chiese non è cambiata
neppure di un millimetro (...). Noi, secondo Roma, non siamo una "chiesa
sorella" per il semplice motivo che non
siamo una chiesa».
2) Si evinca da quanto sopra che anche nei primi tre capitoli, ogniqualvolta
si parla di chiesa, si identifica l’unica
vera chiesa nella chiesa di Roma; non
catholica, ossia universale in quanto
«aperta a tutti, includente e non escludente» (P. Renner), ovvero «non un’en
tità sociologica, ma un mistero spirituale» (D.Bonhoeffer), bensì la Chiesa cattolico-romana, «societas perfecta».
3) Non solo questo. La concezione
stessa dell'ecclesiologia viene esposta
da Ratzinger con parole apparentemente in consonanza con le altre realtà confessionali, ma sottintendendo concetti
radicalmente diversi. D’altronde, anche
nel Catechismo della Chiesa cattolica
firmato da Giovanni Paolo II l’il ottobre 1992, 30“ anniversario delTapertura
del Concilio Vaticano II, il concetto di
Chiesa «una, santa, cattolica e apostolica» (par. 811-896) contiene gli stessi
principi enunciati da Ratzinger.
4) Appare inoltre chiara la maggiore
apertura, da parte cattolica, verso le
chiese ortodosse.
5) Le numerose citazioni tratte dagli
Atti del Concilio Vaticano II appaiono
volutamente parziali e scelte ad hoc. In
ogni caso però, lo stesso Concilio Vaticano II, pur aprendo spazi nuovi e costituendo una «rivoluzione copernicana» rispetto al passato (lo si può notare
soprattutto nella liturgia e nella prassi,
nel costume), riafferma fondamentalmente l’ecclesiologia del Concilio di
Trento. Che cosa si intende, chiediamo,
ribadendo che la chiesa di Cristo «subsistit in...»?
Mi sembra evidente (e non casuale)
l’analogia fra la beatificazione di Pio IX
e le affermazioni di Ratzinger: uno dei
tanti modi con cui la parte più conservatrice della curia romana va preparando il prossimo conclave.
E l’ecumenismo? Ha detto bene Ricca: «Il coraggio deU’ecumenismo dipende dal “sì” della promessa di Dio».
Il cammino ecumenico deve continuare più che mai. Il Signore ha lasciato ai
suoi un mandato preciso, inequivocabile: «Che siano tutti uno (...) perfetti
nell’unità» (Giovanni 17). Se la chiesa
romana ha paura della sororità, noi abbiamo molte altre paure: la perdita della nostra identità, il rischio di posizioni
ambigue e di inconsapevoli cedimenti,
i fraintendimenti... e altro ancora. Forse dovremmo ricordare l’ammonimento mai abbastanza ricordato dell’apostolo Giovanni: «L’amore perfetto caccia via la paura» (I Giovanni 4,18). E di
esortazioni all’amore, nel "vincolo della
perfezione che ci rende simili a Dio, è
permeato tutto l’Evangelo, sono permeate le lettere degli apiostoli, a cominciare dallo splendido inno di Paolo
in 1 Corinzi 13.
Il movimento ecumenico deve trarre,
paradossalmente, nuova linfa e vitalità
nuova proprio dagli ostacoli che sembrano frapporsi e rallentarne lo slancio.
Perché l’ecumenismo non è un vocabolo alla moda, usa e getta: l’ecumenismo
è la vocazione d’amore che, nei Cristo,
è stata rivolta a tutti noi. L'ecumenismo
è il nostro «sì» alla promessa di Dio.
Avvocati
del diavolo
Caro direttore, le agenzie di
stampa hanno appena diffuso
la notizia; le formule di esorcismo in uso presso i cattolici
potranno essere tradotte dal
latino all’italiano. Bene, lo
stavamo aspettando. Tuttavia,
a voler proprio fare gli avvocati del diavolo, una domanda bisogna farla: dopo secoli
di latino questo povero diavolo le nuove formule le capirà?
Guido Gabaldi
Bollate (Mi)
I cartoni
dei «Pokémon»
Nato per essere guardato
dai bambini, nato per essere
un esempio da imitare, nato
per avere una morale che i
bambini possano apprendere, nato quindi per essere
educativo. Ma negli ultimi
anni lo scopo dei cartoni animati è scomparso lasciando il
posto a mentalità di consumo, dominate da società che
non pensano a cosa i bambini possano apprendere dal
messaggio trasmesso nei cartoni animati da esse creati,
ma badano al denaro che
guadagneranno grazie a cartoni animati, film, gadget e figurine. E se giungono alle
nostre orecchie notizie come
un bambino che si è buttato
dalla finestra imitando un
personaggio dei cartoni animati «Pokémon», la gente
continua ad accendere normalmente la televisione co
me se niente fosse e a rimanere incantata dalla sua potenza persuasiva.
Io ho undici anni e mi domando: un cartone animato
che abbia riscosso tanto successo nel mondo come «Pokémon», può diventare oggetto di riflessione? Con questo non sto condannando i
«Pokémon» ma tutti i cartoni
animati in cui non si riesca a
trovare una morale, da me
quindi giudicati diseducativi,
specialmente per i bambini
più piccoli. Vorrei dunque
che si ponesse un rimedio a
ciò che sta accadendo nel
mondo, a questa «moda» che
forse fra qualche anno sarà
dimenticata, ma che probabilmente ritornerà, sotto forma di cartone animato o altro. Magari si tratterà di una
nuova serie televisiva, dove
forse cambierà la trama, o i
personaggi, ma nel messaggio essa sarà uguale a quelle
che la precedono.
Davide Mela - Giaveno (To)
FONDO DI SOLIDARIETÀ
conto corrente postale n. 11234101
intestato a La Luce, via San Pio 15,10125 Torino
La fine delle ostilità firmata il 18 giugno scorso ad Algeri continua a essere tanto
precaria che le Nazioni Unite si sono viste costrette a
orgEmizzare l’invio di «caschi
blu» nella zona per impedire
la ripresa della guerra. L’Italia è fra le 19 nazioni di tutti i
continenti che invieranno
soldati per questa missione.
Lo stato di tensione e incertezza persistenti impediscono il riassetto sociale ed economico di tutta la zona di
frontiera in cui opera anche
la cooperativa di fornai-mutilati di guerra che stiamo
aiutando e la cui presenza
costituisce un fattore di normalizzazione nella vita dei
villaggi. Con soddisfazione
vediamo avvicinarsi la realizzazione del nostro obietti
vo (10 milioni) che spediremo non appena ci saranno
giunti, speriamo prima della
nostra prossima comunicazione. (fd-mlb)
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£ 500.000; Esther La Scala.
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Long Bosio.
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£ 100.000: Lydia Podio; Helga Bongardo; Giovanni
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Totale precedente:
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Imposta bollo: £18.000
In cassa: £ 8.547.255
Nuovi indirizzi
Di alcuni pastori che recentemente hanno cambiato sede o
che hanno modificato il proprio indirizzo e-mail.
Renato CoTsson:
via Roma 14,18038 Sanremo (Im), tei. 0184-577174.
Stefano Mercurio:
e-mail: mergabo@libero.it
Giovanni Cartari:
via Brunner 8,34125 Trieste; tei. 040-3479203;
e-mail: gio.carrari@libero.it
Passatempo
Soluzione del cruciverba del numero scorso
A G Z A Z D I ■ M U 0 R ■ I c A A ■ P R
1 C ■ C R 0 N I C 0
A C A R 0 ■ C A 0 S
A M E ■ C F R A
E R 0 D I A D A ■ E
L I R eHs E ■ V E
F A R N I E N T E ■
I E T A 1 T I T 0
A L I E N 1 E R 0 s
Pulchra est
Nei tempi in cui la Messa si diceva ancora in latino, un parroco piemontese
aveva preso in grande simpatia una bella
ragazza della sua parrocchia, di nome
Maria, al punto die invece di cantare;
«Maria, tota pulchra est» (Maria è tutta
bella), gli scappò di dire: «Tota Maria pulchra est» (la signorina Maria è bella).
Fraintendimenti
Essere o non essere, questo è il problema... Sussurra William e la moglie gli
chiede: - Caro, perché dici queste parole
arcane? E lui: - Mica sto a parlà cor cane!
L'intelligenza
Il piccolo chiede al padre; - Papà, quando sono nato chi mi ha donato l’intelligenza? - Sicuramente tua madre, perché
io ho ancora la mia.
OLIMPIADI E CHIESA VALDESE
Sabato 7 ottobre, al Salone valdese di corso Vittorio Emanuele 23, alle 9,15 si tiene un convegno su «Olimpiadi 2006 e
Chiesa valdese». Intervengono il sindaco Valentino Castellani, presidente del Comitato olimpico, e il pastore Marc Richalot, segretario della Chiesa riformata di Francia, nel 1992 responsabile della presenza protestante ai Giòchi dì Albertville.
CHIESA BATTISTA DI CHIAVARI
Sabato 14 ottobre - ore 10,30
Convegno organizzato dalla Federazione delle chiese
evangeliche della Liguria sul tema della
bioetica
Interventi di: Sergio Rostagno, Marco Bouchard, Elena
Mazzarello.
Nev Abbonamenti
notizie evangeliche bolieiiino settimanale e-mail: L. 30,CXX)
agenzia stampa bollettino mensile
della federazione su carta: L. 45.(XX)
delle Chiese abbon. cumulativo
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I PARTECIPAZIONI I
RINGRAZIAMENTO
«L’Eterno è il mio pastore
nulla mi mancherà»
Salmo 23,1
È mancato
Emilio Martinat
di anni 87
La moglie Vilma desidera ringraziare coloro che le sono stati
vicino in questo triste momento;
in particolare il dott. Della Penna, la dott.ssa Mancino, i pastori
Deodato, Crucitti e Ribet.
Porte, 24 settembre 2000
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è la mia luce»
Salmo 27,1
1 parenti di
Lillia Micol ved. Bleynat
sentitamente ringraziano tutti
coloro che sono intervenuti numerosi alle esequie. Un grazie
particolare ai vicini di casa, agli
amici della borgata Lausa e al
pastore Sergio Ribet.
Lausa di Pomaretto
29 settembre 2000
ANNIVERSARIO
I partigiani della vai Pellice,
del Pinerolese e del Montoso ricordano con immutato affetto la
valorosa staffetta partigiana
Nunzia Giovanale
a 30 anni dalla sua scomparsa.
Villar Pellice, 18 ottobre 2000
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedì.1
Tel. 011 <055278 - fax 657542
16
T
PAG. 16 RIFORMA
Il Consiglio ecumonico dolio chioso ha contribuito fortomonto alla sua croaziono
È nata a Tokyo una Rete mondiale a favore dei bambini
SARA SPEICHER
OGNI giorno la televisione,
le riviste e i giornali ci
mostrano i volti di bambini
vittime di violenze e di eventi
tragici. Bambini soldati, prostituti, vittime della povertà,
della fame e della violenza casalinga, orfani dell’Aids, bambini senza riparo nelle strade
0 nei campi profughi, vittime
e, sempre di più oggi, criminali, i bambini subiscono le
peggiori forme di violenza e di
maltrattamento, e sono spesso privi di aiuto e di mezzi che
permetterebbero loro di guarire e di crescere per vivere
una vita sana e piena.
Molte istituzioni internazionali e organizzazioni non
governative (Ong) sono state
create nel corso degli ultimi
anni per occuparsi dei problemi riguardanti i bambini. Una
nuova rete è appena nata; il
suo obiettivo è di mobilitare
milioni di persone nel mondo
attorno alla loro preoccupazione comune, il benessere
dei bambini. La Rete mondiale delle religioni a favore dei
bambini (Global Network of
Religions for Children, Gnrc)
vuole essere una «rete di difesa dei bambini, dedicata allo
scambio di informazioni e alla
creazione di aUeanze in vista
di azioni comuni».
La Gnrc è sorta dal sogno
della Fondazione Arigatou,
un’organizzazione buddista
per la pace che ha sede in
Giappone. È stato lanciata
durante un primo Forum che
si è tenuto a Tokyo nel maggio scorso e che ha riunito 200
partecipanti giunti da tutti i
continenti e appartenenti a
sette religioni differenti.
Bambini dei Ruanda scampati al
Keishi Miyamoto, uno dei
rappresentanti della Fondazione, spiega i motivi della
creazione di questa rete: «Durante i 10 anni che ho trascorso al servizio della Fondazione Arigatou, ho constatato che c’erano molti credenti e organizzazioni che
militavano per i bambini del
mondo e si sforzavano di migliorare le loro condizioni di
vita. Ho anche scoperto che
c’era poca comunicazione e
cooperazione tra queste persone e questi organismi, per
mancanza di luoghi in cui
scambiare informazioni e
idee. Mi è sembrato che la
genocidio del 1994
Fondazione Arigatou di Myochikai potrebbe facilitare
questa cooperazione tra religioni aiutandole ad agire insieme per salvare i bambini».
Fin dalle prime tappe della
creazione di questa rete, contatti sono stati presi con il
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), il quale ha aiutato a progettarla. Hans Ucko,
dell’équipe «Rapporti e dialogo interreligiosi», e Marta
Palma, coordinatrice della
Rete ecumenica mondiale
dei bambini (Global Ecumenical Children’s Network),
hanno partecipato al primo
Forum della Gnrc. Anche Ar
Anche avventisti fra i circa 500.000 cristiani rimasti senza casa
Indonesia: ancora violenze anticristiane
Nell’isola orientale di Sulawesi gli avventisti sono fra
le migliala di cristiani che subiscono continue violenze in
Indonesia. Fino a questo momento, si pensa che 400 avventisti abbiano abbandonato Poso, la città principale di
Sulawesi centrale, per sfuggire alle insurrezioni e alle uccisioni causate dagli scontri tra
militanti islamici e cristiani.
Nell’area di Poso, una chiesa
awentista è stata distrutta dai
ribelli, e altre due sono state
danneggiate. Le case di due
pastori avventisti sono state
bruciate completamente, insieme a 14 case di membri di
chiesa nella regione.
È difficile conoscere i dettagli circa la condizione fisica
di centinaia di profughi avventisti, ma i dirigenti della
chiesa nell’area dicono che
almeno sei membri di chiesa
sono stati feriti e 37 sono stati
derubati o aggrediti. I dirigenti non sono in grado di
confermare se qualche avventista nell’area di Poso sia
stato ucciso. Un’ondata di
violenza per motivi religiosi
ha sconvolto molte parti
dell’Indonesia da gennaio del
1999, lasciando circa 500.000
cristiani senza case e provocando 2.500 morti. Hiskia
Missah, portavoce per gli Affari pubblici e la libertà religiosa della Chiesa awentista
nell’area della regione dell’Asia-Pacifico meridionale,
dice che la situazione nelle
isole Maluku dell’Indonesia
orientale sta continuamente
peggiorando. Egli afferma
che una maggiore pressione
da parte delle Nazioni Unite
e delle altre organizzazioni
internazionali per i diritti
umani è di vitale importanza.
«Come famiglia religiosa,
noi preghiamo per i nostri
fratelli e sorelle in Indonesia
e per le centinaia di migliaia
di altre persone che stanno
subendo la perdita dei loro
cari 0 la distruzione delle loro
case - dice il pastore Jan
Paulsen, presidente della
Chiesa awentista mondiale
-. La violenza in nome della
religione non può mai essere
giustificata. Il messaggio avventista è il messaggio di un
Dio compassionevole, che
ama la libertà, e questo è il
messaggio che noi vogliamo continuare a proclamare
con tutta la nostra forza». La
Chiesa awentista ha circa
180.000 aderenti in Indonesia, che adorano Dio in oltre
1.100 chiese. (Adn)
Dopo 15 anni hanno tenuto la loro Conferenza generale
Nigeria: i metodisti contro la corruzione
Dopo 15 anni di dittatura
militare e di censura la Chiesa
metodista in Nigeria ha potuto tenere pubblicamente la
sua 37® Conferenza generale
biennale, dal 5 al 10 agosto
scorso, nella città di Enugu,
capitale dell’Ekiti, regione
deU’Ondo. Per la prima volta
nella storia il presidente della
Repubblica, Chief Olusegun
Obasanjo, ha indirizzato l’assemblea con un forte messaggio di apprezzamento e di incoraggiamento; il governatore
della regione, metodista, ha
partecipato al corso dei lavori.
La predicazione del presidente della Conferenza, pastore Mbang, si è centrata sui
mali e sui bisogni del paese.
Ha lanciato un forte appello
alla conversione, all’abbandono delle strade rovinose
della corruzione, a mettere la
preoccupazione per i giovani
al primo posto «affinché ricevano istruzione e vengano liberati dalla corrente mentalità militarista e aggressiva».
Ha poi richiamato tutti alla
riconciliazione, ricordando
che finché la «Sharia», la legge islamica, ha avuto carattere religioso vincolante per i
soli fedeli, la convivenza pacifica e il reciproco rispetto
sono stati la norma mentre
invece la costrizione politica
ha prodotto crisi, distruzione
di proprietà e di vite umane
tanto che il pericolo dell’introduzione forzata di questa
antica legge islamica nel
nuovo tessuto del paese «fa
correre un brivido nella
schiena di molti nigeriani».
La forza non ha mai conqui
stato i cuori, ha detto Mbang,
ma il dialogo può farlo.
La Chiesa metodista nigeriana conta circa 180.000
membri distribuiti in 20 circuiti. Per oltre un secolo ha
creato scuole di primo e secondo grado che, negli anni
della repressione, sono state
sequestrate e sono ora proprietà dello stato. Importanti
sono i centri che combattono la lebbra nella regione
Uzuakoli e quelli per la cura
delle malattie mentali nella
regione di Amando Itumbauzo. In Nigeria la speranza
di vita è di 54 anni per gli uomini e di 56 per le donne, la
mortalità infantile è dell’8%,
21% della popolazione è al di
sotto del livello di soprawivenza, l’analfabetismo nel
1995 era del 42,9%. (frc)
(foto Acnur/F. Loock)
nold Engel, del Canada, e Patricia Cruzado Muñoz, del
Perù, entrambi appartenenti
alla Rete dei bambini patrocinata dal Cec, hanno preso la
parola durante il Forum.
11 Cec, nel suo lavoro a favore dei bambini, pone l’accento sulla difesa dei loro diritti e sull’educazione alla
partecipazione. Fin dall’adozione della Convenzione dell’Onu sui diritti del bambino
da parte dell’Assemblea generale nel 1989, il Cec ha fatto
campagna per una applicazione efficace delle sue raccomandazioni. Si è inoltre sforzato di dare ai bambini e alle
reti che si occupano di loro i
mezzi per partecipare attivamente alle iniziative prese
per assicurare il loro benessere e i mezzi per assumere delle responsabilità. Come ha
detto un membro della Rete
ecumenica mondiale dei
bambini: «Bisogna dare ai
bambini i mezzi per affrontare il futuro». Parlando della
Gnrc, Marta Palma dichiara:
«È importante che i cristiani
cooperino con persone appartenenti ad altre religioni,
non solo per via delle preoccupazioni e delle visioni che
abbiamo in comune, ma anche perché molti bambini vivono in contesti plurireligiosi
o in società in cui i cristiani
sono in minoranza».
«In un’epoca in cui molte
zone del mondo sono dilaniate da divergenze religiose - si
legge nel rapporto preliminare di un gruppo del Forum la Gnrc ha riunito rappresentanti di tutte le grandi religioni attorno ad uno stesso tavolo, in uno spirito di armonia e
di buona volontà; essi sono
decisi ad agire perché la vita
dei bambini del mondo sia
impregnata di maggiore dignità, qualunque sia la loro
nazionalità o religione».
La Gnrc si sforzerà di creare piattaforme per potere
scambiare informazioni e
elaborare azioni comuni sul
posto. Le sue prossime attività si svolgeranno sulla base
delle raccomandazioni dei
gruppi di lavoro del Forum. A
proposito del ruolo del Cec,
Hans Ucko ha detto: «Il Cec
ha partecipato a questa rete,
continuerà a farlo... In quanto cristiani, è importante per
noi sostenere questa iniziativa lanciata dai buddisti, che
ha per obiettivo di riunire
credenti di tutte le religioni
attorno a una azione comune
a favore della dignità dei
bambini». (cec info)
VENERDÌ 6 OnOBRE 2000 ^
Pastori avventisti italiani
Dichiarazione
sulla pena di morte
«I pastori dell’Unione italiana delle chiese awentiste
riuniti al convegno pastorale di Poppi (Ar) dal 17 al 21
settembre 2000
- consapevoli che la pena di morte è comminata
in molti paesi del mondo,
compresi alcuni paesi con
profonde radici cristiane
protestanti;
- consapevoli che spesso i
media e l’opinione pubblica
italiana ritengono che tale
pena sia la naturale espressione di una presunta etica
protestante“ inflessibile ’’ ;
- tenuto conto che la pena di morte non costituisce
un valido strumento di deterrenza verso il crimine nei
paesi che l’hanno adottata;
- tenuto conto che la pena di morte fu lo stmmento
legale che uccise il Signore
Gesù che noi adoriamo e
che dunque la passione di
Gesù indirettamente sottolinea come la pena capitale
sia di fatto strumento iniquo di eliminazione fisica
di tanti innocenti (persino
del Signore!);
- tenuto conto che con la
venuta del Signore “la grazia salvifica di Dio si è manifestata per tutti gli uomini” (Tito 2, 11), rendendo
dunque inammissibile che
qualcuno, sia pure su mandato della collettività, possa
vanificare la possibilità della grazia e della conversione
prima della scadenza naturale della vita di un individuo, per quanto peccatore
egli o ella sìa;
- tenuto conto che la parola di Dio ci insegna a guardare al “principio” come
modello etico della vita cri
stiana (Mt 19,8), osserviamo
che in Genesi Dio impose
un marchio a Caino. Tale
marchio è segno della protezione divina ed espressione
del rispetto per la vita del
colpevole (Gen. 4, 15). Sviluppi successivi, come la ritorsione di Lamech (Gen 4,
23) o lalegge del tajglione (Es.
21, 24-25), vanno inquadrati
come concessioni e correttivi condizionati dalla cultura imbarbarita del tempo e
non come volontà diretta di
Dio, analogamente alla
schiavitù e alla poligamia.
- tenuto conto che la pena di morte introduce e veicola sentimenti di vendetta
nella società e pone le basi
per un imbarbarimento della giustizia, in cui conta la
vendetta più che il recupero
dell’individuo
chiedono:
- al Comitato esecutivo di
elaborare sulla base di
quanto esposto in questa
dichiarazione una mozione
da presentare alla prossima
sessione della Conferenza
generale attraverso la nor
male prassi della chiesa,
perché tale posizione diventi la posizione ufficiale della Chiesa awentista
mondiale;
- a tutti, singoli credenti e
chiese, di sostenere tutte le
iniziative promosse da associazioni laiche o religiose
volte a far approvare una
dichiarazione che contempli il bando della pena di
morte in tutti i paesi e che il
diritto alla vita di esseri
umani sia parte integrante
della Dichiarazione univer
sale dei diritti dell’uomo».
(Adn)
dici
(
I
li
■ él.
Praticata dai Luos nell'Ovest del Kenia
Un vescovo invita le donne
a rifiutare un'usanza locale
Un vescovo anglicano della
regione occidentale del Kenia
ha chiesto alle donne della
sua comunità di rifiutare il
«joter», una pratica tradizionale secondo la quale, dopo il
periodo di lutto, una vedova
diventa sposa di un altro
membro della famiglia del
marito. Tale usanza, che consiste nello «ereditare la vedova», è tradizionale fra i Luos
che vivono nella provincia di
Nyanza, nell’Ovest del paese.
1 Luos sono spesso poligami,
e diverse vedove possono
quindi essere trasmesse a un
membro della famiglia. Un
altro elemento di questa tradizione è il rito della «purificazione» secondo il quale
una vedova deve avere rapporti sessuali con un uomo
estraneo alla famiglia prima
di essere «data» a suo cognato o a un altro membro della
famiglia dello sposo.
Nel corso di un servizio religioso, il vescovo Joseph
Wasonga, di Maseno West,
nella provincia di Nyanza, ha
chiesto di porre fine a queste
pratiche. In occasione del funerale del marito, ha detto,
una vedova dovrebbe rifiutare pubblicamente di accettare simili pratiche. Le «vedove
cristiane», ha aggiunto, dovrebbero manifestare la loro
opposizione e «comunicare le loro intenzioni durante il funerale anziché lodare il Signore e andare dal lo
m mmetUtrìco
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.arpnet.lt/-valdese/claudiari.httti
ro cognato la notte dopo».
La posizione del vescovo
Wasonga è motivata, tra l’altro, dalla sua preoccupazione
di fronte alla rapida diffusione dell’Aids nella provincia di
Nyanza, in particolare nelle
città e nei villaggi di pescatori
situati attorno al lago Victoria. Se le vedove respingessero pubblicamente «queste
pratiche culturali desuete e
pericolose, questa usanza
scomparirebbe in modo del
tutto naturale», ha affermato
il vescovo. Un’azione in tal
senso era stata awiata «durante il periodo di rinnovamento del cristianesimo in
Kenia negli Anni 40-60; le vedove cristiane potevano allora dichiarare liberamente che
stavano per risposarsi ufficialmente in chiesa o che desideravano rimanere vedove».
Anche se di recente i rapporti sessuali tra vedove e cognati o altri parenti sono diventati la norma, non è sempre stato così, ha precisato »
vescovo: «In passato, la pratica era simbolica e aveva lo
scopo di prendersi cura della
donna e dei bambini. L’uomo
assumeva allora il ruolo di un
padre per i figli ed esercitava
alcuni compiti, come dare le
ragazze in matrimonio. Ma u
rito della purificazione non ha
mai fatto parte di questa
usanza. Si tratta di una pratica abbastanza recente». ^
Al corrispondente dell agenzia che gli chiedeva se la
Chiesa anglicana consiglia^'
le coppie di fare il test Hi
prima del matrimonio, il vescovo Wasonga ha risposto
che «questo test è fortemen
consigliato durante la consultazione prenunziale». (e/W
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