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- N. 50‘
TORME PELLICE. 17 Dieembre 1948
Spedúioné in abbonamento postale - I Groppo
S. GIOVANNI
Pi*.'.*- .
-^^*JOa mano deìVSUrno non è
corta per salvare
(lisia)
*Æt
'ïï~AW:r-§M
UEsfo^it du Seigrwjnr est sur moi;
Il m’a oint pour wmiwuier une bonne nouvelle aux pauvres.
Il m’a.senvoyé pour guérir ceux qui ojit le coeur brisé.
Pour proclamer auje^eoiptijs la délivrance
Et aux aveugles le reemuvrement de la vue;
Pour renvoyer libres les opprimés.
Pour publier Une année de grâce de VEternel.
^enez à moi, vous tous qtü êtes fatigués et chargés, je vous donnerai le repos de ros âmes.
Laissez venir à moi les petits enfants, et ne les empêciieti pa)s„
car le Royaume des deux est pour ceux qui leur ressemblent. Jésus
leur imposa les mains.
Emu de compassion, Jésus toucha leurs yeux; et aussitôt ils recouvrèrent la vue et le suivirent.
Ayant regardé le jeune homme, Jésus l’aima.
Une grande foule s approcha de lui, avec des boiteux, des aveugles, des muets, des estropies et beaucoup d’autres malades. On les
mit à ses pieds et il les guérit, en sorte que la foule était dans l’admiration... et glorifiait le Dieu d’Israël.
Comme le Père m’a aimé, je vous ai aussi aimés. Demeurez dani
mon amour.
Aimez-vous les uns les autrës comme je vous ai aimés. Il n’y a.
pas de plus grand amour que de donner sa vie pour ses amis. Vous}
êtes mes amis si vous faites ce que je vous commande.
N’est-ce pas par un amour inexprimable que Dieu nous a envoyé dn ciel son Fils unique, et l’a jeté dans la chair humaine afin\
de nous sauver, de nous délivrer du péché, de la mort, de Satan et de,
.l’enferf N'est-ce pas par un amour incommensurable que ce mêmé
Fils, pour plaire à spn Père offre pour nous son corps etaon sang?
~N egt-ce pas par un ürhour insondable qith Dteü~ncus"'ëdfhîhûnî'qiïe
uni pareil trésor dans sa Parole, proclamée et répandue par la prédication et qu’il nous rend participants de la victoire et du triomphe
remportés par son Fils, notre Seigneur Jésus-Chrisf?
Cet amour insondable, qu’aucun coeur humain n’arrive à saisir,
doit nous émouvoir à aimer notre prochain à notre tour, à lui faire
du bien,, à l’aider, à le conseiller, là o'ü nous pouvons le faire et là
où. il en a besoin. Miais je ne sens pas encore un pareil amour parmi'
vous, bien qu il vous soit beaucoup annoncé. Personne ne veut s’engager sur cette voie d’amour; on se précipite vers les affaires inutiles,
mais, ici, personne qni se sente à la maison. Et cependant on ne re^■i
connaît les chrétiens qu’à ce signe unique, c’est qu’ils ont de l’amour,
les uns pour les autres. Jésus dit à ses disciples: ccje vous donne un
Commandement nouvemu aimez-vous les uns les autres. Comme ¡e vous
ai aimés». Et Saint Paul dit; «.Quand je parlerais les langues des hommes et des anges, si je n’ai pas la charité, je suis un airain qui résorir
ne, ou unp cymbale qui retentit. Et quand j’aurais le don de prophétie, la science de tous les mystères et toutes la connaissance, quand
j’tairais même toute la foi jusqu’à transporter les montagnes, si fei
n’ai pas la charité, je ne suis rien. Et quand je distribuerais tous mesi
biens pour la nourriture des pauvres, quand je livrerais même mon
corps pour être brûlé, si je n’ai pas la charité, cela ne me sert de
rien». Voilà des paroles qui posent, des mots durs, mais vous n’en
êtes pas encore là. Martin Luther.
(Le temps de l’Eglise)
^CET ilN TEV"
Non è facile avanzare sulle orme
di Cristo,
Peròhè i nostri sforzi siano coronati dal successo è necessario rinfrescare le nostre anime comunicando
con Dio — che è la fonte di ogni
nostra forza sia fisica ohe spirituale
— a mezzo della Preghiera, la quale
ci innalza fino al clima celestiale e
ci consente di portare nel nostro vivere terreno qualche cosa di quell’amore Divino che nei cieli fiorisce
abbondantemente.
La Preghiera è la polla spirituale
alla quale si dissetano le nostre anime. Ma essa non costituisce che il
preludio per un’azione cristiana,
poiché, rinfrescati e fatti dalla Preghiera più vigorosi, dobbiamo, poi,
fare tutte le cose ohe Cristo ci chiede; e non solamente quelle facili,
ma quelle difficili altresì, anche se
esse possano indurre altri a misconoscerci, a mal cranprenderci e financo a perseguitarci. Gesù Cristo
ci ha premoniti di star b^e in guardia allorquando tutti pensano bene
di noi. Non è la facile popolarità
che dobbiamo cercare, bensì il cammino del dovere cristiano.
Noi spesso preghiamo senza che
in noi ci sia la minima intenzione di
tradurre in atto quanto nelle nostre
preghiere c’impegniamo di fare.
(Juando, per es. noi diciamo la
Tua volontà sia fatta in terra come è
fatta in cielo, ci rendiamo noi conto
che gli stiamo chiedendo la forza
per fare la Sua volontà?, che non
stiamo nell’attesa che Egli compia
perpetuamente miracoli sulle nostre
teste?, ohe Gli stiamo chiedendo di
diventare strumenti, veicoli perchè
la Sua Volontà possa essere fatta in
terra ?
Lasciate che io instilli nel vostro
lensiero questa sana verità, serven-omi delle parole di John Ruskin:
«A ognuno in quseta stanza, è stato
insegnato a pregare e a dire il Tuo
regno venga. Ora, se noi udiamo un
uomo nella strada che giuri, noi
pesiamo che egli ha torto a servir
ì
a giornata benché fredda, era,bei
serie apparivano oggetti di ornamen
l’ü ■■
to per l’Albero di Natale.
Anche la popolazione appariva dominata dalle venienti feste. S’incontravano genitori dall’aria preoccupata i quali occhieggiavano i negozi e
discutevano su ciò che i loro bimbi
avrebbero preferito. Altri erano carichi di pacòhi; altri erano entrati
nelle librerie e stavano esaminando
i volumi.
I collegiali passando, incolonnati,
non avevano quei visi tediati e rassegnati che tante volte abbiamo notati: erano vispi ed allegri e sorridevano guardando i Carretti carichi di
piramidi di torrone e di altre leccornie, Pensavano certo alle prossime
vacanza ed alla casa verso cui sarebbero presto volati.
L’APPELIO
di un uomo di /tato
si del Suo Nome invano. Ma vi è un
modo venti volte peggiore di servirsi del Suo Nome invano, ed è quanrio Gli chiediamo alcunché di cui
non sentiamo invece il bisogno. Credete pure, tale sorta di preghiera
non Gli è punto gradita. Se non si
sente il bisogno di una determinata
cosa non si deve chiederla. Se non
si desidera che il Suo regno venga
non si preghi in tal senso. Ma se inv^e voi pregate perchè ciò si compia, allora dovete far più che pregare; dovete operare».
Preghiamo, dunque, con la piena
coscienza dei doveri e delle responsabilità che la nostra comunione con
Dio ci. ha imposto, onde aver la
forza e il coraggio di agire nel nostro vivere quotidiano in maniera
che la Cristianità non solo non perisca ma rifiorisca più rigogliosa.
La sola, l’unica speranza per il
genere umano è che noi ed i Suoi
seguaci riusciamo a regolare le nostre azioni quotidiane in completa
armonia con l’insegnamento di Cristo.
(Da un messaggio di Sìr iStafford
Oripps,
CHIESA VALDESE
la e luminosa; dovendo attendere
due Ore per prèndere il treno per
Brescia, ho decìso di approfittarne
per fare buona' conoscenza con la
gj-aziosa città m Verona. Seguendo
un piano tracci|ló sulla pianta della città, ho per^rso le strade osservando non solt^to i vècohit-palazzi
caratteristici ed i monumenti di una
storia gloriosa, ma anche la vita attuale nelle sue pfù caratteristiche manifestazioni. |
Sono stato colpito da un fatto generico: tutta la vita sociale della città
era rivolta — con carattere di preparazione — verso la festa di Natale. Eppure eravamo solo aU’inizio
di Dicembre. r
I magazzini avevano già assunto
un’aria di festa. Le vetrine erano state addobbate co» la preoccupazione
del Natale; ad Ugni ,piè sospinto si
scorgevanoì oggetti con un cartello
invitante; cc Ottimo regalo per Natale! ». I negozi di viveri avevano
messo ai lati le vettovaglie usuali e
apparivano, al centro delle vetrine,
costruzioni festose intonate al Natale. Non parlo poi delle librerie che
avevano relegato l8 opere piu sene
nei «aatucci pew fa posto ai jnaille
libri variopinti di racconti per bimbi e ragazzi, in vista dei regali Natalizi ; mentre i negozi di oggetti per
bambini erano inondati di modelli
moderni ed attraenti di straordinari
giocattoli. Perfino in mezzo alle stoffe od alle calzature delle Ditte più
Tutta la vita sociale era volta ver■so Natale che fin dall’inizio del mese
sembrava assorbire l’attenzionie di
tutti. Anche nelle scuole si lavorava
con maggior lena in vista delle prossime vacanze; e perfino nella nostra
piccola Scuola Domenicale si erano
distribuite le poesie ed i dialoghi e
si studiavano i canti di Natale.
Tempo di vita
e di grazia
Considerando questi fatti ci siamo
mc.ssi anche noi a pensare a Natalq.
Bella festa, fra tutte, quella di Natale! Festa mistica che tocca i cuori,
che fa vibrare nelle anime ricordi e
sentimenti dolci e miti e perva.si di
desideri purissimi.
Grande festa quella di Natale!
Simbolo dei cieli ohe si sono aperti per lasciare scendere sugli uomini
la più alta manifestazione dell’amore divino e della misericordia del
Padre Oleste,
La Grazia è discesa sulla terra e
l’ha ricoperta di un’atmosfera meravigliosa di speranza e di gioia.
Oggi ancora. Natale è un tempo di
grazia e di vita. S>e i nostri occhi potessero contemplate, come quelli di
Sàn Paolo, la vita dèi cieli, vedrebbCTo che anche angeli e gli ©letti
sì stàtìnò'prèpaiàùdò à «ÉSMitàte Na’^'^
tale con una celebrazione tanto più
elevata e spirituale di quella delle
creature terrene. Forse in questi tempi, i nostri cari pensano più spesso
a quelli che han lasciato sulla terra,
e volgono, con amore, il loro pensiero a quella ohe fu un giorno la loro
dimora terrena, «J alle persone che
vivono ancora in essa.
Sì, anche nei cieli v’è certamente
un’atmosfera di preparazione per celebrare il grande fatto che ha portato il Signore a vivere fra gli uomini
come uomo-Dio e Salvatore.
l’inizio di una nuova vita? Chiedi tu
la forza di cui hai bisogao per deciderti? Chiedit ìu, i doni del Natale
a Chi quei doni vuole darti? . ,4^.
E tu che forse non hai mai
mente créduto : chiedi tu, con qtol
tanto di fede che hai, luce da alm,
luce potente ohe t’inondi cacciando
via h dubbi e le incertezze ? Chiedi
tu éhe gli cechi del tuo spiriti! siano
aperti?
Natale è periodo di girazia; oggi
come iesj, come sempre; grazia speciale, dono di Dio agli uomini ; grazia' potente.
Prepariamoci a riceverla: chi non
si prepara rimarrà forse privo del
dono: chi non desidera, chi non domanda, chi non crede che Dio vuol
ricolmarlo se solamente egli apre il
cuore, passerà un povero Natale. Ma
chi si accosterà, a Natale, alla Sacra Mensa, ben preparato e ben dispósto ed alzerà umilmente la mauo
della fede per ricevere i doni ch’egli
ha sperati e domandati, riceverà.
Natale sarà allora per lui la festa
della Grazia Divina!
PAOLO BOSIO
Come attendi
il Natale?
Mentile me ne venivo verso Brescia, in treno, io ripensavo a ciò che
avevo veduto per le vie di Verona; a
quell’atmosfera pre-Natalizia per cui
ognuno viveva già proteso verso Natale.
E pensavo: quella preoocupazione è, per molti, CMenzialmente materiale; ma che ne è dei credenti ?
Vivono essi, in queste settimane, col
perisiero proteso verso il Natale, veraità più
so le realtà più alte più spirituali
del Natale?
Ovvero non si lasciano essi assorbire dagli aspetti più materiali della festa del Natale, trascurandone i
tesori spirituali?
Eppure Natale potrebbe e dovrebbe essere per tutti i credenti un tempo di grmia, un periodo di benedizione e di rinnovamento.
Tu fratello che hai bisogno di consolazione ; perchè non apri il tuo cuore, pensando a Natale, affinchè il
Signore possa deporre nel tuo cuore, le sue potenti consolazioni?
Tu che senti di avere una fede
troppo debole e tiepida e vorresti
poterti sentire ripieno di una fede
trionfante : che cosa fai tu, in queste
UNA leggenda racconta che
un pittore aveva scoperto il segreto di un rosso meraviglioso.
Egli non l’aveva confidato a
nessuno e il suo segreto morì
Con lui. Dopo la sua morte, si
scoprì vicino al cuore una ferita scarlatta.
Questa ferita rivelò come
l’artista otteneva la ricchezza
dei colori che davano tanto valore ai suoi quadri. Era il suo
proprio srmgue che egli adoperava.
L’antica leggenda ci parla di
una piofonda verità spirituale.
. Bisogna che il sangue del cuore
accompagni le nostre opere. Il
lavoro che non è accompagnato
dall’a'niore si scioglie come la
neve al sole, ma il lavoro fatto
per amore sussiste. E’ la fiamma dell’amore che dà valore alle nostre fatiche.
(« Bonne Revue »)
settìmiane, per rendfere possìbile il
kiino? Chiedi tu al Signore di
dono divino? _______________^_______
scendere in te per ravvivare la fiamma che è quasi spenta?
E tu che cammini per una via sbagliata ohe non è la via che il Signore ti ha additata : fai tu salire a Dio,
in questi giorni, i tuoi sospiri, chiedendo che il Natale segni per te
Agli abbonati
Molta corrispondenza che dovrebbe giungere all’Amministrazione del giornale continua ad
essere indirizzata al Redattore
già sovraccarico di lavoro.
Ricordiamo a tutti che è stato
nominato un Amministratore del
giornale nella persona del prof,
Roberto Jouvenal, Libreria Claudiana - Torre Pellice.
Preghiera di rivolgersi all’Amministrazione per tutte le questioni riguardanti abbonamenti,
elenchi di abbonati, reclame, inserzioni varie, difettoso recapito
del giornale, cambio d’indiiizzo,
invio di copie speciali eco. ecc..
2
L'ECO BtìJÌ t
VALDE3I
Wf<ri
giorno il Pastore, entrando
nella sala delle attività dove ogni
sera passava un’ora coi suoi giovanij,' trovò un particolare fermento :
si stava leggendo e commentando un
a^colo di «Fiorita d’anime», il settimanale della diocesi, in cui un articolo, ■■ su parecchie colonne, se la
prendeva coi protestanti. Il titolo era significativo, vi si ritrovava l’indice del tono e del contenuto : «Sciocchezzaio protestanticOB. Ne era autore il direttore s|g»s© .del. periodi^,
co. Un giovane prete, che'per l’oc-"
casione si firmava «miles». In tono
di spres^zo egli se la prendeva coi
protestanti i quali non solo non hanno culto alcuno per Maria «Madre
di Dio», ma in un opuscolo caduto
nelle sue mani avevano avuto l’ardire di usare, per il culto conferitole
nella Chiesa Romana, il termine,
teologicamente inesatto, pratica^ mente molto adatto, di «adorazione». E i giovani insistettero presso
il Pastore perchè egli difendesse la
causa evangelica ed egli si •‘‘lasciò
persuadere e il giorno seguente una
lettera partiva per «Fiorita d’anime». Fu stupito quando la settimana seguente vide la sua lettera pubblicata, integralmente anche se con
lunga postilla in cui riecheggiava
ancora il tono spavaldo del precedente articolo. Poiché era necessario ribattere e precisare rispose nuovamente e per due altri numeri i
lettori diocesani furono stupiti di ritrovare in fondo ad un articolo il nome di un tale il quale si firmava
precisando «Pastore Valdese di X».
11 culto di Maria
Non furono certo argomenti molto nuovi quelli esposti dalle due parti: si ripeterono gli elementi essenziali della secolare polemica sul posto che Maria, madre di Giesù, deve
occupare nella vita spirituale del
credente.
■ Il difensore della teoria cattolica
riprese gli argomenti del Concilio
di Efeso che aveva proclamato «Maria Madre di Dio» : se nella persona
di Gesù sono congiunte le nature divine ed umane, poiché Maria è madre di Gesù, ella è Madre di Dio. E
poiché la storia di Gesù è intimamente congiunta a quella di Maria,
che ha concepito, partorito, nutrito
il Redentore, anzi l’ha offerto al
tempio, ha sofferto con lui, ha diviso con Lui spiritualmente il martirio della croce, può essere giustamente applicato a lei il titolo «di
«corredentrice». Non è possibile infatti non vedere la relazione che ,i
è fra Adamo ed Èva che furono il
punto di partenza della umanità e
Gesù a Maria che sono il punto di
partenza per l’umanità redenta. F
le tracce del Culto a Maria salgono
agli albori del cristianesimo e si posson far i nomi di Ireneo, Giustino, Origene, mentre che nel Vangelo sono
altamente espressive le parole di Elisabetta che saluta Maria: madre
del mio Signore, cioè «Madre di
Dio», le parole di Maria stessa commossa perchè tutte le età la procla
meranno beata : e certo le parole di
Gesù sul calvario che confidando
Maria a Giovanni gli dice : ecco tua
madre, hanno un senso più vasto
vanno considerate come la proclamazione di Maria madre della umanità. Già Origene aveva detto: Cristo vite in ogni cristiano perfetto
che per ciò è detto figlio di Maria.
Se quindi non è possibile dare a
Maria il culto di adorazione che deve essere riservato a Dio solo, a lei
deve andare almeno il culto di «u
pervenerazione.
Il punto di vista nostro
Ed il Pastore Valdese cercò di
mettere in luce il fatto che in Gesù
va distinta la duplice natura; solo
quella umana poteva essere proveniente da Maria, per cui è inesatto
chiamare Maria madre di Dio. Anzi quanto più si cerca di fare di Maria una donna speciale, come si tenta di fare per esempio colla, proclamazione della Immacolata Concccezione di cui nè la storia apostoli
ca nè il Nuovo Testamento hanno
traccia alcuna, tanto più si toglie a
Gesù il carattere essenziale che le
viene da Maria, l’umanità, e Gesù
cessa così di essere veramente il «.figliuol dell’uomo», la sua incarnazione perde altrettanto di significa
to. Assolutamente eretico il concetto che vuole congiungere Maria all’opera redentrice e mediatrice di
Cristo: molto chiare in merito le
parole di Paolo «vi è un solo Dio ed
anche un solo mediatore fra Dio e
■gii uomini, Cristo Gesù uomo.....»
(1 Tim. 22, 5). Maria è lo strumento di cui Dio si è servito per l’incai naaione di Cristo e come nessun vanto hanno gli scalpelli di cui Michelangelo si è servito per creare il suo
Mosè, così nessun culto deve andare
a Maria che è stata un semplice
strumento dell’opera di Dio
telli di Gesù erand^coi cento venti
nella camera alta dopo rascerìsione
di Gesù. N essun accenno a le' o ad
un culto dovutole sia nel libro degli
Atti che in tutte le Epistole.
E se più tardi dei credenti, anche
grandi, hanno cominciato ad esaltarne la figura, certo questo è in
contrasto con tutto quello che il
Nuovo Testamento ci insegisa sull’opera della redenzione. Possiamo ammirare Maria come donna benedetta fra tutte, ma ogni culto consacratole rimane per noi segno di eresia;
siamo convinti che, l’onore a lei rivolto viene a essere una diminuzione di quello che deve essere rivolto
soltanto a Gesù.
Più presso a Te Signor !
E che il nostro concetto sia esatto
lo dimostra il fatto che di Maria nel
Nuovo Testamento ci è sempre e solo parlato in correlazione colla persona di Gesù e l’ultima menzione di
lei si ha nel primo capitolo degl:
Atti in cui è detto che essa ed i fra
Tutlo questo cercò di dire il Pastore Valdese, colla massima chiarezza, ma al tempo stesso col massimo rispetto per quello che altri
possono pensare: e «miles» comprese e nel chiudere la polemica si giu
stificò: la sua esuberanza di tono era dovuta all’istintiva reazione di
cbi vede la propria madre colpita'
nel suo onore; così reagisce qualut.
que cattolico di fronte a chi di Maria vuol fare solo una donna simit
a qualsiasi altra credente.
Qualche mese più tardi, mentre
il Pastore Valdese visitava un santuario del paese, s’incontrò casualmente con «miles», il suo contradittore. E l’incontro fu cortese e il contatto casuale sulle colonne del periodico diocesano continuò pei - alcuni
anni in una nutrita corrispondenza,
sempre corretta anche se appassionata. Un giorno quale si-gno di amicizia e di augurio il Pastore ricevette una corona di rosario in un elegante astuccio ed egli rispose con
l’invio di un «Più presso a te. Signor». E quando per varie cause la
corrispondenza terminò, continuò i
giungere in gentile omaggio «Fiorita d’anime» al Pastore che ormai abitava molto lontano. F venne la
guerra e cosi gli ultimi contatti inrono troncati. Ma fino a quel mo
mento almeno, scomparve dal loglio diocesano ogni attacco contro i
protestanti, e forse questo è anche
dovuto a quell’aureo volumetto di
meditazioni quotidiane in cui il
prof. RostagiìO ha rinchiuso i tesori
della sua fede. Agiir.
Invece che salire sopra un trono
portato sugli scudi della violenza,
Gesù, l’utopista della non resistenza al male, è salito sopra una croce. E qui arriviamo ad centro del
contrasto e penetriamo nel cuore della questione. Il fatto nuovo, la legge
nuova del Cristianesimo è appunto
che la croce diventa una potenza.
Perchè? Perchè è seguita dalla risurrezione. E questa potenza della
croce inizna la conquista del mondo
così cornee, cioè ancora da conquistare; non la conquista del mondo
già progressivamente conquistato
chissà da chi, chissà come e chissà
quando!
Meglio di tanti sacterdoti d’ogni
specie che rapptesentano oggi ufficialmente ciò che resta del Ciistianesimo, questo lo ha capito e lo ha vissuto Gandhi, e se ne sono visti i risultati. Ma il Mahatma ha capito cosi bene Vequivoco in cui i temporeggiatori si ostinano a mantenere tutte
le chiese, che egli non ha voluto farsi cristiano! E probabilmente ha avuto ragione.
Di fronte al deciso atteggiamento
di non violenza — fino alla croce —
a cui Gesù l’utopista non è mai venuto meno, fannol davvtero awrridjere
gli argomenti pseudo i-ealisticì che si
mettono avanti per fare ad ogni costo del dolce e mansueto Rabbi un
violento.
Pensate: nientedimeno, in un impeto di sacra indignazione, Gesù lina volta — anzi forse due volte —
ha cacciato i mercanti dal Tempio.
Quale tremenda prova, quale misera prova!
O di che cosa era dunque « armalo » il braccio furente di Cristo? Udite, udite! Di una cinghia o forse di
una o più corde. Lo vedete voi —- dopo la mischia tremenda — il terreno
coperto di feriti rantolanti e cosparso di mucchi di cadaveri? Finché si
tratta di quella violenza l’ammettiamo anche noi e non esitiamo ad amministrare quattro scapaccioni... educativi alle ragazzine sciocche ed
ai ragazzi sbuccioni. Ma la violenza
— loi vera — voi lo sapete, è tutt’altra cosa.
Altra prova probante come quella
più sopra. Gesù ha dello: « Date a
Cesare quello ohe è di Cesare! » E
si commenta: la chiamata alle armi
« in difesa della patria » (come l’ultima e forse la jprossima guerra!)
viene da Cesare (oh quale Cesare!)
Dunque il Cristiano deve sentire
l’obbligo di « fare il suo servizio militare!! »
Non è più lecito compiere -r- nè
in pubblico nè in privato — simile
gioco di bussolotti!
Basta leggere spregiudicatamente
il contesto (una domanda-tranello rivolta a Gesù circa il pagamento delle impòste ai Romani) per comprendere il significato della risposta del
Cristo : « Torni il denaro con l’effige di Cesare nelle casse donde è stato messo in circolazione ». Se questo non è il significato della risposta
di Gesù, si deve concludere che, invec:e di consigliare semplicemente
ALTRO
L‘esempio di Cristo
CHE UTOPIA
di mettersi in regola col fisco, Gesù
ha ordinato ai suoi ascoltatori di
compiere il servizio militare... agli
ordini degli oppressori f
Meno male che Gesù ha soggiunto ;
« Date a Dio quello che è di Dio! »
Cosi rimane stroncato il malinteso.
Volete ad ogni costo che Gesù —
non essendo stato, secondo voi, un
utopista — sia stato un violento?
A parole, certo. Egli ribolle dì
sdegno e copre gli avversari di atroci impropèri: « Ipocriti, sepolcri
imbiancati pieni ossami imputriditi ». Le parole, però, non haimo
mai fatto la pelle a nessuno...
Ma non vediamo Gesù — nè possiamo concepirlo — mentre affonda
il pugnale nel petto di un « fratello »
figlio come Lui del Padre Celeste.
Nel giardino del Getsemane égli rim
Pensées
La vie n’est pas ce que la mort
enlève, mais ce qui enlève la
mort. La vie éternelle, la vie incorruptible du Ressuscité, est
l’heritage qui nous fait vivre 'mjourd’hui et qui, leur donnant
un destin, anime toutes les^choses de notre vie. R. de Pury.
Il y a une joie spirituelle, surnaturelle, qui repose au fond de
l’âme chrétienne, dans les jours
tranquilles, mais que l’affliction
fait bouillonner et déborder, et
qui réserve ce qu’elle a de plus
sensible et de plus touohant pour
les moments mêmes où toute joie
paraît impossible. Cette joie de
l’esprit ne fait pas disparaître
la tristesse de la nature, mais cette tristesse n’éteint pas cette
joie; elles subsistent à côté l’une
de l’autre; la tristesse servant
d’occasion et d’aliment à la joie;
la joie prévenant l’excès de la
tristesse. Vinet
proverà Pietro: « Rimetti la spada
nel fodero : chi ricorre alla spada perirà di spada! ». Dovrebbe bastare
questa parola !
Seguite Gesù da Erode a Pilato,
dal cortile di Caiafa alla collina del
Calvario. E ditemi ; con l’atteggianiento deirFcce homo, che cosa armonizza meglio? La condanna assoluta della violenza oppure i pavidi tentativi per la sua mezza e condizionata giustificazione ?
Ditelo voi! Ditelo senza alcuna restrizione mentale. *
Finalmente — portando queste
considerazioni sul piano moderno
della vita d’oggi, (Jdla mentalità di
oggi^ dello stato d’animo di oggi —
ponetevi questa domanda :« qual’è il
Cristo più vicino, più somigliante al
Cristo storico che proclamava .,beati”
i pacifici, qual’è il Cristo vivente che
oggi come ieri e come domani, vien'com’è venuto e come continuerà a
venire nel mondo per insegnare l’amore e per morire d’amore? Qual'è
la figura del Cristo capace oggi di donunarc la coscienza umana e di trasoinatle una buona volta la nostra
razza verso gli orizzonti del Regno
di Dio? Quale? quAile? il Cristo che
- ricorrendo alla violenza armata - veste Funiforme, imbraccia il fucile,
dirige il sottomarino e lancia la bomha atomica (nemmeno i nostri oppositori osano fare una supposizione simile) oppure il Cristo ohe — rinunziando come ha sempre rinunciato alla violenza —- si trova ad essere, oggi, il primo tra gli obbiettori di coscienza?
Basta — non è vero? — basta formulare il dilemma perchè ai non
prevenuti, agli indipendenti da qualsiasi partito preso, ai non ostinati in
posizioni immorali ormai definitivamente superate, apparisca, fulgida e
lampante, LA VERITÀ' che sì ride
di tutti gli orpelli mondani e di tutti gli interessi materiali.
E se anche ILA VERITÀ’ si presenta oggi al mondo come una pazzia,
noi giubiliamo e ripetiamo con Paolo: « Fratelli, guardate la vostra vocazione: non ci sono tra voi molli savi secondo la carne, nè molti potenti,
nè molti nobili; ma Iddio ha scelto.
Dio ha scelto le cose che il mondo
reputa pazze, per confondere i savi;
Dìo ha soelto le cose che il mondo
reputa deboli, per confondere le forti;
Dio ha scelto le cose che il mondo
reputa ignobili, le cose che Ü mondo
disprezzo, le coseche non tono fl’utopia!) per annientare le cose che
sono (la realtà saggia e positiva degli uomini) ».
E questo, perchè?
« Affinchè nessuno si glori nel cospetto di Dio ».
(Finei. G. F. MEILLF.
esst^gio
dall’Uruguay
Lettera di adesione ai festeggiamenti commemorativi del prime
centenario dell’Emancipazione Valdese, dei Presidente della RepuhMica dell’Uruguay.
Montevideo, 17 febbraio 194S,
Signor Presidente
Commissione festeggiamenti
Commemorativi - Colonia Vaidense.
Signor Presidente,
Sono molto dispiacente di non poter assistere di persona agli atti che
Voi avete programmato per commemorare una data di significato spirico«! profondo come quella di
oggi
I Vostri nonni giunsero in queste
terre nostre portando seco, come era ovvio. Famore alla terra lontana, ai loro costumi, alla loro lingua
ed alla loro fede. E seppero trasmetterlo ai loro figli.
D’altra parte non costituii oao
mai nessuno di quei nuclei umani,
che le \icende della stori'a hanno
gettato lontano dalle loro terre e ~
stranieri a tutte — non possono stabilirsi in nessuna, vivendo, anche
dopo secoli, come se fossero cittadini della Patria dei loro antenati e
come se avessero soltanto dovei'i
verso di essa.
I Vostri nonni, al contrario, hanno saputo organizzare la fusione armollica dell’amore verso la Patria
lontana coll’affetto alla nuova len a
che dava loro asilo.
Non è vano ritenere che quella
fusione sia stata facilitata dal fatto
che il nostro popolo professa lo ste^
so credo della dignità umana coni e
supremo valore delia specie e la
stessa credenza che la libertà debba
essere Fanima che vivifica la lego;e.
Grazie allo sforzo tenace, al lavoro intelligente dei Vostri Padri e
Vostro, possiamo mostrare con or
goglio ed indicare come esempio codesto angolo della nostra terra.
Avete pure saputo mantenere vive
le vecchie virtù del focolare e della
famiglia che la terra pare trasmettere a coloro che la lavorano con amoroso impegno.
Vi prego volermi associare, con la
mia ammirazione e con il mio rispetto, agli atti che oggi compiere,
commemorando questa data trascendentale nella storia della liberazione dello spirito umano.
Firmato : Luis Badie - Berrei.
PERSONALIA
Con un senso di viva gioia abbiamo appreso che, i Igiorno 26 novembre, l’Università di Basilea ha conferito la laurea in teologia «honoris
causa »al
Prof. Valdo Vinay
della nostra Facoltà di teologia di
Roma, intendendo in tal modo onorare tutta la nostra Facoltà Teologica per l’opera che esse compie come
rappresentante valorosa della teologia evangelica in Italia e per il modo in cui essa svolge la sua missione.
Esprimiamo ai prò, Valdo Vinay
i nostri sinceri raliogramenti e l’augurio di un fetondo ministero in
vista della preparazione pastorale
dei nostri giovani sludeiili.
0
j
1
Ci giunge la notizia che il premio
«Sanremo» pér il teatro è stato assegnato a Vittorio Calvino, il nipotino deir indimenticato 'pastore Paolo
Calvino di Lugano e genero dei nostri cOlllalboratori Ada e Giovanni
Meille.
Al concorso per tale premio hanno
preso parte 256 ooncorrentó, fra oui
molti nomi già notiissiniii nel campo
letterario è teatrale.
M-entre esprimiamo i nostri rallegramenti ci è specialmente grato il
niotare che la commedia premiata
«La torre sul poillaio)> - come altri la■vori del nostro- valoroso anrico - è ispirata a problemi spirituali.
ImIÌi
3
L’ECO iDELLE VALU VALDESI
R I
III
Agape
Nella rivista «c OGGI » Carlo Moriondo scrive su Agàpe e, tra le altre
cose, dice :
— In una valle alpina i giovani d’Europa costruiscono la cc Città dell’Amore » —
FRALI é un paesello di quattro
case ed un albergo al fondo d’uria
Valle delle Alpi Cozie. La popolazione è in enorme maggioranza Valdese, il confine con la Francia passa
a pochi chilometri; lo valicano solo
gli emigranti clandestini. Ora a cinquecento metri da Frali, su un costone della montagna, giovani di tutto
il mondo si sono dati convegno per
costruire A\gàpe„
Si tratta di affermare la vitalità
dell’idea cristiana, al disopra di ogni nazionalità, costruendo un centro
di studi, di meditazioni, di lavoro;
qualche cosa di grandioso, stando ai
progetti, e tutto con il lavoro volontario di ragazzi e ragazze di ogni nazione, di ogni categoria.
Il centro si chiama Agape, nome
con il quale il Nuovo Testamento designa l’amore di Cristo (non Agape,
che vuoi dire banchetto).
Arrivarono, a centinaia ' i giovani
lavoratori volontari, una specie di
brigata « d’assalto », dalla Francia,
dall’Inghilterra, dalla Danimarca,
dalla Svizzera, dall’America, dal Belgio. Arrivò un negro coi capelli a
spazzola, poi un russo, uscito chi sa
da dove; ci furono anche ebrei, ortodossi, cattolici! Agàpe accoglie tutti!.
I ragazzi, studenti, operai, non importa, ce la misero tutta.Furono impiantate teleferiche, costruiti ponti e
strade, lanciati fili e cavi. Anche le
ragazze, « in tuta y>,davano una mano: setacciar ano la sabbia, lavavano e
rammendavano gli abiti degli altri,
preparavano i pasti. Intanto Agape
sorgeva e gli aiuti infittivano: se ne
occuparono anche VONU, e l’UNESCO, con molta sollecitudine, e ne
parlò la stampa di tutta Europa,
« Il comuniSmo —dice Virvay,—
non è altro che ua fantoccio meccanico, senza anima; la nostra idea è
ben viva e vitale invece. Mettete Agàpe al centro di Mosca, e il comuniSmo si sgonfierà ».
lait et de miei. Mais o’est une terre
promise, car on y trouvera la, joie
au travail, car le travail y aura retrouvé un sens. Et c’est bien là ce
que demandent les Européens. Us
réclament, certes, une amélioration
de leur niveau de vie que seule la
Féidération pourra leur garantir. Ils
demandent d’être protégés des tempêtes internationales. Mais ce qu’ils
demandent surtout, c’est une communauté à laquelle ils puissent
croire, pour laquelle ils puissent
sacrifier leur intérêts inimédiats et
matériels. Ils demandent enfin que
leur vie sociale s’insère dans un
ensemble cohérent qui les inspire.
Désunie, morcelée, vieillie et provinciale, l’Europe deviendra un lieu
de ruines pittoresques, un lieu de
beautés et de mémoires et en même temps, un mauvais lieu.
Regardons autour de nous. Quelle dissolution morale, quelle effroyable promiscuité, quel cynisme
dans les moeurs! La jeunesse en Europe serait-elle donc pervertie? Je
me refuse à le penser. Mais nous
n’avons pas su lui présenter après
la guerre une perspective. Les jeunes paraissent égoïstes parce qu’aucune comrâunauté ne leur permet
de croire à leur avenir. Ce pourquoi
ils manquent de flamme et ils sc
laissent aller au gré des tentations
du facile.
Ici encore, Saint-Exupéry a prononcé une parole profonde. Ce
n’est pas par dissolution morale,
dit-il, que périssent les empires.
Bien au contraire! Si les empires
se désagrègent, les citoyens se laissent aller par manque de soutien,
d’inspiration, de discipline.
Pour cette raison, le fédéralisme
eiu'opéen, en dernière analyse, doit
être un mouvement de régénération
réussir pourvu que Dieu nous prête
vie. Car nous savons que la minorité consciente et agisssante aura raison de toutes les cabales et de toutes
les inerties.
Nous nous sommes mis en campagne ensemble et nous croyons à
la vérité de cette parole de Charles
Péguy :
(cOn suit ceux qui marchent)!.
(da un discorso dì H. Brugmans)
Aulenonla alimentar*
Soltanto sette paesi hanno di che
nutrire sufficientemente la loro popolazione, a quanto risulta da un
rapporto ufficiale. Essi sono: l’Australia, la Danimarca, il Canada, gli
Stati Uniti, la Norvegia, la Nuova
Zelanda, la Svizzera. (Rèformé).
Lo sapevate!
Il celebre astronomo francese
Giovanni Luigi Pons, vissuto dal
1719 al 1786, era cieco fin dalla nascita. Tuttavia ..scoprì 37 comete.
Portinaio in una scuola di astronomia, studiò nei momenti di libertà
6 riuscì a fare, per l’Università di
Parigi, numerose scoperte con l’aiuto del solo calcolo e delle osservazioni dei suoi colleghi. (Réforme).
KessHw premio per la pace
Il premio Nobel per la pace non
sarà assegnato quest’anno. Così ha
deciso la Commissione incaricata di
distribuire il premio. Il valore del
premio ammonta a 159.000 corone
svedesi; i due terzi di quella somma saranno investiti in un fondo
speciale, i cui interessi saranno utilizzati a favore di alcune istituzioni
e organizzazioni che lavorano por
la pace. (Réforme).
Conquista della civillà!
L’uomo del XX secolo può fare il
giro della terra, uccidere i suoi si
morale. Non point par puritanisme, “ grande distanza, misurare gli
male. .r»,,______ fisi ri fk il tri
mais parce
commande.
Dans ces
qu une vocation nous
Un fsirancl philanthrope
Les bienfaits du grand philanthrope anglais lord Nuffield, et les millions qu’il a donnés pour le bien-être de ses compatriotes ne se comptent [dus. Au nombre de ses fondations il faut rappeler celle en faveur de l’hygiène sociale. Cette fondation vient de recevoir d’un autre
généreux donateur, le capitaine Oliver Bird, une somme de 450.00() livres (près de 500 millions de francs)
pour rechercher les moyens de combattre et guérir le rhume et le rhumatisme. Le capitaine Bird est luimême atteint d’un rhume du unique
et d’ostéoarthritisme : a Je n’ai pas
l’espoir de me guérir moi-même, a-t-il
déclaré, mais je serais heureux si mes
450.000 livres contribuaient à la découverte d’un remède et, si on n’en
trouve pas, cet argent perrr.ettra au
moins d’apporter un peu de soulagement à ceux qui sont affligés de ce
maly>. Le capitaine Bird est sans illusions.... (Réforme).
circostances, pourquoi
n’avons-nous pas abandonné depuis
longtemps la partie ? Parce que
nous *n’avons pas le choix. Nous ayons été appelés non pas seulement
à portér un fardeau mais à remplir
une mission infiniment plus grande
que nos personnes. Contre des résistances sourdes et passives, contre
les intrigues de boutique et de clan,
nous avons persévéré. Et le plus
surprenant, le fait absurde mais
magnifique, c’est que nous allous
astri e attingere il petrolio dalle viscere della terra. !l^ò stampare un
milione di giornali all’ora, può
costringere una gallina a deporre
365 uova all’atmS, i cani à fumare
la pipa e le foche a giocare al pallone.
Ma mostrategli cinque pani e due
piccoli pesci e conducetegli cinque
persone adulte affamate e due poveri piccoli senza denaro per comprar
qualcosa. Allora, egli convocherà lina conferenza di esperti, nominerà
un comitato e molti sotto comitati,
procederà a delle elezioni e dirà che
OBBIET¥IVI
Cavalcatori di tigri
E’ la ripresa. Insieme alle attività di carattere prevalentemente
edificativo, le nostre comunità hanno ripreso quelle loro varie inizia*
tive culturali, catechistiche, intellettuali, che.-meglio le pongono sul
piano della vita nazionale: pensiamo ai nostri Centri Evangelici di
Cultura, ai nostri corsi dì istruzione cristiana per adolescenti, alle
conferenze di cultura religiosa predisposte dai nostri pastori, e così
via.
Non possiamo non sottolineare, nel momento attuale, l’importanza di questo particolare settore della nostra vita religiosa ed associata.
E’ infatti di ieri l’annuncio, sopra un quotidiano democristiano di Torino, dell’inizio di un corso di lezioni per la propaganda e per la difesa dogmatico-religiosa del pensiero cattolico, a cura del Centro, Cattolico di Cultura, nel quale si fa un caldo appello, a chiare parole,
al coraggio di elementi giovani e colti per una preparazione in vista
di pubblici contradditori e discussioni con avversari del cattolicesimo.
E’ nota la favola del giovinetto che fu visto cavalcando una tigre.
«.Com’è coraggioso!» diceva la gente che lo vedeva afferrato alla belva; e non sapeva che l’improvvisato cavaliere moriva di paura. Il cattolicesimo è da qualche tempo passato all’attacco (è anche lo slogan
dei suoi apologisti alla Padre Lombardi, oltreché la constatazione di
coloro che non militano nelle sue file); ma questa sua nuova posizione fa appunto pensare che esso vi si sia risolto perchè costretto dagli
avvenimenti, dai tempi nuovi di libertà e di animosa affermazione dei
diritti della coscienza umana, che il cattolicesimo non poteva ignorare. Ne è appunto prova qitell’appello ai coraggiosi, che denota infatti la consapevolezza dell’estrema difficoltà di posizioni conservatrici, dogmaticamente superate. Ci vuole davvero de! coraggio per
affrontare oggi, Summa tìieologica alla mano, l’eresia dei postkantiani, o quel eh’è peggio, la polemica serrata del pensiero evangelico,
ancorato al solo Evangelo! éd è un implicito riconoscimento della
efficacia del nostro lavoro di minoranze non tanto trascurabili - sul
piano dei valori spirituali e culturali - del quale prendiamo atto con
soddisfazione. Infatti, non sono i due per mille evangelici che debbono farsi coraggio se vogliono affrontare il colosso cattolico-romano;
ma è, paradossalmente, questo colosso che deve farsi coraggio ogni
volta che vuole affrontarci!
Sul piano della collaborazione evangelica, poi, dobbiamo pure
sottolineare la decisione dei fratelli della Chiesa Battista, di attuare,
al più presto, una scuola per evangelisti e per predicatori. Da qualche anno la Chiesa Valdese di Torino organizza dei corsi per 115641catori laici, ©d i risultati raggiunti sono stati pgr ogni Verso soiidisfacenti, talché non è presunzione speràré in più ampi sviluppi di questa eccellente attività. Ma vien fatto di chiedersi se, dopo le lunghe
discussioni dei Sinodi di questi ultimi anni, la nostra vecchia Chiesa
Valdese, sull esempio dei Battisti, non giudichi giunto il momento
di passare all’attuazione pratica, e su zmsta scala, di quanto richiedono, con sempre maggior insistenza, le crescenti esigenze dell’Opera di evangelizzazione e delle nostre vastissime Diaspore. A meno
che l’anlica favola del cavalcatore di tigri non si ritorca contro dì
noi
c’è la crisi, che bisogna prendere
delle misure indispensabili. Egli farà dei regolamenti e poi se ne andrà, lasciando cinque adulti e due
piccoli bambini affamati e vicino a
loro cinque pani e due piccoli pesci
che non possono essere comprati.
«. r.
(Daily Express).
L’OSSERYÄTORE POLITICO
Intensa è stata l’attività diplomatica e politica in queste ultirne settimane prenatalizie.
Al primo piano dell’attenzione
non solo italiana ma mondiale sta
il viaggio negli Stati Uniti del Generale Efisio Marras, Capo di Stato
Maggiore dell’Esercito Italiano.
Tale visita ha suscitato aspre polemiche in seno alla Camera ed al
Senato, e lunghi dibattiti sui glor
iato di pace, di potenziare il suo esercito, modernizzandolo, ed uniformandone raddestramento su quello
delle potenze occidentali, sì da farne un efficace strumento difensivo.
Ciò che porta logicamente a dubitare, ed i partiti all’opposizione se ne
fanno un’arma contro la politica
governativa, che scopo più o meno
immediato della visita, sia l’inserimento eventuale dell’Italia nel Fat
nali; specie perchè segue di poco un Atlantico, inserimento che, per
A propos do grawdour
Le commencement de la grandeur
c’est d’être petit. Le développement
de la grandeur c’est de devenir encore plus petit. La perfection de la
grandeur, c’est de n’êtte rien.
(Moody).
Souverainolè do Olou
Dieu garde la durée et vous laisse l’espace; vous pouvez sur la terre
avoir toute la place, être aussi grand
qu’un front peut l’être sous le ciel...
mais, tu ne prendras pas demain
à l’Eternél. (V, Hugo).
fodorollsnio luropoo
Nos perspectives.
Inutile de promettre monts et
merveilles. L’Europe unie ne sera
pas. dès sa création, une terre de
precedente viaggio dello stesso Generale Mco'ras a Berlino, ov’egli ebbe ad incontrarsi con alti generali
delle potenze occidentali.
Il viaggio a Berlino fu giustificato con lo scopo di portare a terminò
gli accordi per forniture militari,
vantaggiose anche economicamente,
ma quale il motivo dell’attuale più
lunga, lontana ed mduhbiamente
più importante missione? Fer quel
che è dato di sapere il Generale
Marras ha sviluppato in America
dei contatti intesi ad assicurare all’Italia Ut possibilità, pur mantenendosi nei limiti, imposti dal trat
quanto almeno larvatamente osteggiato dalla Gr<m Bretagrva, sarebbe
quanto mai gradito agli Stati Uniti,
nonché alla Francia, che vedrebbe
volentieri parte della sua frontiera
occidentale già coperta da una specie di cuscinetto contro l’eventualità
di un attacco dall’Est.
0
Così si ha ragione di ritenere che
oggetto di discussione a Washington
sia stato pure il problema delle Colonie Italiane. Problema che da anni si trascina e che gli interessi il
più delle volte contrastanti delle
grandi potenze pare impediscano
che trovi equa soluzione.
Infatti delle Colonie si è parlato
all’ultima seduta dell’ONU. Gli Stati Uniti han dato a vedere, in ciò
spalleggiati dall’America Latina,
che ne gradirebbero il ritorno all’Italia sia pur con amministrazione fiduciaria. Di diverso avviso sono la
Gran Bretagna, la Russia e molti altri paesi. E di fronte alla probabilità di una soluzione precipitosa che
purtroppo, nonostante tutto, d sarebbe stata sfavorevole, un cavillo
procedurale ha salvato la situazitìne. Se ne parlerà ad aprile 1949 : c’è
chi dice che il tempo è galantuomo!
Sempre sul piano internazionale,
si parla di un avvicinamento della
Jugoslavia all’Occidente, con invio
di aiuti da parte dell’America; come contropartita, a dimostrar la
sua buona volontà, il Governo di Tito sarebbe disposto a mettere un po'
nel dimenticatoio le sorti del governo greco ribelle di Markos.
In Cina, pur nell’incertezza delle
notizie, così contradditorie, si rileva una accresciuta pressione delle
armate comuniste su Nanchino, con
minaccia sin su Pechino, mentre la
moglie di Ciang-Kai-Scek, capo
dei governivi, s’è recata negli Stati
Uniti, evidentemente a sollecitare aiuti.
Ed in Un mondo da poco uscito da
si grandk catastrofe, quale la ultima
guerra, nel lontano immenso paese
asiatico si ripeton le scene allucinanti-di tutte le conflagrazioni: profughi in fuga disperata, navi cariche
di questi poveri nomadi moderni che
colano a picco, devastazioni e stragi...
Intanto a Parigi un ex militare americano raduna piccole folle entusiastiche e proclamandosi «cittadino del mondo» chiama a raccolta i
popoli in difesa della pace, constatando il fallimento in tale opera di
tutti i governi... Piccola voce, inascoltata, ma certo più sincera ed, auguriamoci, più feconda di buoni
frutti, che non quelle più altisonanti di grandi uomini politici.
0
Le navi italiane assegnate alla
Russia in forza del trattato di pace
hanno iniziato il triste loro viaggio
verso il Mar Nero, reso più lento e
difficile dal rifiuto dei marinai italiani di comporre gli equipaggi, nonostante i vistosi premi di ingaggio
assicurati.
Alla Camera ed al Senato italiani
sono all’ordine del giorno, dopo la
discussione sulla politica estera, i
dibattiti sugli aumenti agli statali, e
sui fatti dell’Emilia, ove l’intolleranza politica ha raggiunto gli estremi della più pericolosa tensione, ed
ove si deve registrare il ripetersi di
luttuosi episodi.
Questo in sintesi il panorama recente del nostro Paese e del mondo.
Ci porterà più liete novelle il pros-,
simo Natale? O l’attesa delusa, dovrà come per tanti altri passati Natali trovare anche quest’anno conforto nella fede? e. s
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La Voce delle ComunitiS
ANGROGNA (Serre)
: Sabato iH oorr, m®l Tempio di Pradeltorno è stato benedetto il' matnimoinio di Long Davide (Adrecb) e
Benech Lidia (Piraddlrtomo).
La bemedizioaue del iSignore aecompagni e droondl quieto imiovo focolare. e. a
PRAMOLLO
Nozze - Sono stati uniti in matrimonio sabato 20 novem'bre: Peyrot Ernesto Enrico di Luigi Augusto di
Torre Pellioe e Jabier Elsa di Levi
dei fBuciarKfun.
A questi giovani sposi stabilitisi a
Torre Pellioe rioanoviamo ancora i
nostri auguri migliori e dconiandiamo
a Dio di voler 'bemedire abbondantemente il loro fooOlare.
Battesimi - iSappè Aldo di Emilio e
di ‘Hildia Bertalot battezzato domenica 14 NoVemibre.
{La grazia del Signore scenda ab-,
bondante su questo tenero agnello
del suo gregge.
PRAROSTINO
Visita - Domenica 5 Dicembre ‘abbiamo avuto il piacere di avere con
noi il Pastore Guido Rivoir di Lugano. Egli ba presieduto 'la .Scuolia Domenicale, il Culto e la riunione de'le madri di famiglia.
Lo ringraziamo per la sua visita
e ci auguriamo di rivederlo qualche
altra volta ira di noi.
Matrimom - Nel corso di queste ultime settimane sono stati celebrati,
nel nostro Tempio, un numero eeeezionalmente elevato di matrimoni;
Gardiol Ermanno ('Sàret) e Gay Frida (Caneutva). Vinçon Giovanni Enrico (Abbadia) e Fomerone Irma
Susanma (Vernetti). Avondet Davide
Edmonido (Ciarvet) e Costantino Frida (Oolllaretto). Codino Wilfrid (S,
Bartolomeo) e 'Oomba Erminia Maria (C5ostailnngia). Rivoira Giosuè
(Angrogna) e Rifairio Elisa (Rivoira).
Brosia Alfredo '(S. Bartolomeo) e Ro
beri Ines (Pavé). Vicino Mario (Bmsis) e Fornerone Zaira (Molere). ForueTone M'ario (Giaoul inera) e C«n'ba
Renata (Costalu/ngi«).
Molte famigli© sono così nella gioia.
Desixileriamo rinnovare a tutti questi sposi i migliori auguri di pace «
di felicità nel iSignoré.
VILLAR PELbICE
La sera 'del 30 Ntovembre abbiamo
avuto la grande gioia di vedlere giungere tya di noi il Missionario Sig.
Roberto Coisson della Misión© di
Parigi. Con la proiezione di un in„teressantiseimo film fatto la sera stessa nei locali della gioventù alla Ruata ^li ci ha fatto vedere ocn i nostri
occhi quanto granide sia la potenza
dJell’Evangelo, capace di trasforma
re interamente anche i onori più induriti e di fare di uomini tir,o a ieri
schiavi del più grossolano paganesimo dei veraci © sinoerì servitori di
Cristo.
Domenioa mattina 21 il Missionario Cbisson ha parlato ai bimbi della
Scuola Domenicale interessandoli vivamente ed ha in seguito presieduto
il oulto nell tempio.
Io ringra/ziamo vivamente per La
sua graditissima visita e con tutto il
fervore della .nostra fede domandiamo a Dio di; volerlo aooompagnare e
di benedire lui e la sua grande missione che egli oompie nel suo lontano
campo di lavoro dello Zambesi.
Dimandhe, 28 novembre, après dixhuit ans d’un ministère béni au sein
de notre Paroisse, M. Robert Jahier
a prêché son sermon d’adieu ayant
été appelé par le Divin Maître à continuer son Pastorat dans la ville de
'Came. A dix heures et demi© l’'Egli
se est bondé© et, d’une voix entreooupée par l’émotion, notre cher Pasteur
oomimence 1© service liturgique en lisant ensuite les suivants passages ;
«Psaume 103; Actes VIII, 25 a 40;
8. Jean XV, 1 a 17)>. L© texte de son
sermon se déroule .sur les vensets .39
du ehap. VIII des Actes et 17 du ohap.
XV de IS. Jean. C’est encore un appel ému et vibrant qui nous est adressé avant son départ et une fois
d© plu« M. Jahier nous invite a nous
revêtir 'de oes m'e.rveilleuses paroles
du Christ qu’il nous a si souvent présentées; «Ce qu© je vous commande,
c’est d© vous aimer les un les autres».
Bien des larmes ont ooulé car M.
Jahier et sa chère famille nous ont
prêché œs paroles par leur exemple.
Au tci'me du service religieux deux
membres du Concistoire, au nom de
la 'Communauté, ont adirCssé a M. et
M.me Jahier un messag© de reoon*
naiœanoe et d’affection et la choral©
a chanté deux choeurs d’occasion.
Que Dieu nous bénisse tous, qu’il
accompagne ceux qui partent et qu’il
soit le guide de ceux qui arrivent.
II Signore ha richiamato a aè dopo
una lunga vita sp^-a nel servizio dei
parenti e dei fratelli in fede e ooncliusa sul calvario della sofferenza,
Margherita Dalmas, di anni 35.
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-I, il ^.k
L’accosnpaguamfK^to funebre ebbe
Inogo^ partendo dal Teynaud, mereoledì 8 corr, da parte di una nume
rosa schiera di parenti e di amici e
venne presieduto dai Pastori Roberto Jàhier ed Enrico Geymet. Il pastore uscente e quello ' subentrante i
quali, dininanzi .a quella b.arn, compiano l'ultim'o atto della consegna di
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id di lldma, via IV Nov. lOOOO — id.
di Palermo 1000 — id di Como 2000 —
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’ 11000 — Augusto e Osvaldo Coiseon
5000 — Ohiesa di Como 2000 — id di
Trieste 5000 — In mem. ©ara Mamma, Giorgio e Letizia Girardet 5000
— id Alberto Girardet 5000 ■ — Ina
K-oella. Pons, in mem. fratelli Ettore, iMarco, Dino 500 — ¡Ooniugi Martinat 57000..
Per Istituto Vallecrosia-,
Chiesa di Genova lOOOO — id di Trieste 4000 — id ‘di Frali 1000.
Per Istituto di ValZecrosia;
M'iehelin Edoardo 2000 — Chiesa di
Roma, 'Via IV Nov. 10000 — id di Como 2000 — id di Trieste 2000 — id di
Pirali lOOO — ;id di 'Genova 13400 —
Borione Domenica ved. Nicolini 50 —
Dante Paglieri Raynier 250 -— Elena
ed Edmondo Grill, in ooo. conferma,
figlia lOOO — Jourdan 'Giovanni, N Y
1000 — Alimonda Giuseppe 500 —
Eyinapd Mery, ved. Alessio 500 —
Gardiol Leidheuser Emma 300 — Sangiorgi Olga 300.
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Telefono 409
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M'iehelin/ Edoardo '1000 — Chiesa di
Cosenza 1000 — id di Felónica 600 —
id di Rodbretto 3000 — id -di Roma,
via IV Nov. 10000 — id di Como 2000
— id di Trieste 2000 — id di Prali
2000 — id' di Genova 4750 — Fratelli
di Bastia 300 — Ribet Pietro, Saretto, in mem. Mamma e fratello 100 —
Gardiol Leidheuser Emma 150 — Long
Luisa 100 — N. N. C. H. 5000.
ABBONAMENTI A
“L’EU DELLE WLLIIILDESI..
ANNUALE SEMESTR.
Italia .
Estero
L. 500
L. 900
280
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ORARIO FERROVIARIO- TR A M V 1 A RI O - A U T O M O B 1 L 1 S T 1 C O DEL PINEROLESE
TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE e viceversa
Torino 5 1 1 6,251 7,55 1 1 1 12,28 13,05 1 17,05 1 1 18,20 18,30 1 21,35 PlNEROLO-ORBASSANO-TORlNOe viccv
Airasca 5,401 1 1 7,13 1 8.461 1 13,52 1 17,51 1 1 18,46 19,16 1 22,14
Pinerolo 1 7,381 9,08 1 1 1 13,07 1 14,20 1 18,17 19,01 1 19,43 1 22,25 (1) (2) (11 (2) (1) (1) (2)
Bricherasio 1 6,38 1 8,051 9,261 1 9,35 1 12,48 1 13,24 14,42 1 18,45 18,52 19,18 20,021 22,55 Pinerolo 6,15 1 8,20 1 11,25 1 12,50 | 13,35 | 18,10 | 18,45
Torre Pellice 1 6,531 8,25 1 9,50 1 13,02 1 14,02 15,031 19,07 1 19,35 20,24 I 23,13 Orbass. 7 1 9 112,05 1 13,30 | 14,15 18,50 1 19.30
Torino 7,40 1 9,38 1 12,43 | 14,08 | 14,51 19,37 1 20,08
Torre Pellice 1 4,35 1 1 5,581 6,10 1 7.05 9,05 1 12,20 ! 1 13,13 1 16,30 1 19,42 |
Bricherasio 1 4,50 1 1 6.11 1 6,30 1 7,20 1 9,19 12,34 1 12,40 13,26 1 16.46 19,58 1 Torino 6,20 1 8,251 11,301 14,25 | 14.45 18,15 1 18,55
Pinerolo 4,20 1 5,18 1 1 6.27 1 6,51 1 7,36 1 13,04 13,40 1 17,07 20,221 Orbas. 7,03 1 9,041 15,01 1 15,33 18,59 1 19,35
Airasca 4,39 1 5,43 1 6,13 1 6,521 7,16 1 7,55 1 13,32 1 1 17,33 1 20,45 1 Pinerolo 7,4319,14 1 12.4ÌI 15.41 I 16,13 19,39 1 20,15
Torino 5,25 i 6,30 1 6,45 1 7,351 8,101 8,30 1 14,20 14,30 1 18,20 21,35 1 (1) Feriale - (2) Festivo
BRiCHERASiO-BAROE e viceversa Linea Aufomobllisfica
Bricher. 5.16 1 9,30 1 13,35 1 14,55 1 18,50 ; a),15 Barge 4,25 1 6,08 1 12,22 | 14,08 16,20 1 19,32 TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
Barge 5,36 I 9,50 1 13,54 1 15,14 119,10 1 20,35 Bricher. 4,47 1 6,30 1 12,40 114,38 16,40 1 19,52 (t)
TRAMVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA c viceversa
Pinerolo 4,25 | 5,45 | 6,55 | 8,10 | 10,15 | 11,25 | 12,40 | 14,40 | 17,2) | 19,15 I
Perosa 5,45 1 6,37 | 7,511 9,05 | 11,20 | 12,20 | 14 | 15,40 | 18,25 | 20,10 |
Pero»a
Pinerolo
4,451 5,551 6,57 1 8,05 | 9,30 | 11,40 | 13 | 16,05 | 17,40 | 18,50 |
6 I 0,45 1 7,50 I 9 I 10,40 | 12,30 | 14,15 ! 17 | 18,35 1 19,45 |
Autoservizio e tramvia
Torre PelHce
Bobbio Pellice
8,35 i 11,30 I 15,15 I 19,43
9,05 1 12 I 15,45 I 20,1
0)
Bobbie Penice 6,06 I 7 I
Torre Pellice 6,35 I 7,3o I
(1) Solo il Venerdì
12,20
12,50
I 18,
I 19
Autoservizio Sapav-Satti
PEROSA AROENTiNA-PlNBROLO-AIRASCA-TOHiNO e viceversa
Orarlo giorni feriali Sapav-Satti
Pinerolo
Airasca
Torino
Sapav Saitl Sepay Salti
7,40 ! 11,40 I 13,45 I 18,35
7,54 I 11,54 I 13,59 | 18,49
8,25 I 12,25 I 14,30 1 19,20
Torino
Airatca
Pinerolo
Salti Sapav Salti Sapav
7,201 11,50 1 17 118,40
7,51 I 12,21 I 17,31 I 19,11
8,05 I 12,35 I 17,45 | 19,25
Pinerolo
Airasca
Torino
7,40 I
Perosa
Fenestrelle
Prageiaito
Sestriere
Orario giorni festivi Satti
18,30 I 13,10 I 19,50 Torino
8,44 I 13,24 I 20,04 Airasca
8,25 1 9,15 1 13,55 | 20,35 Pinerolo
Auto PEROSA ALTE VALLI
(1)
20,20
21,10
21,50
7,20 I 12,15 I 18,25
7,51 I 12,46 I 18,56
8,05 I 13 I 19,10
(2)
9,25
10,15
10,55
11,45
I
I
I
Sestriere
Pragelato
Fenestrelle
Perosa
5.50
6,10
6.50
(3)
14,10
14,35
15
15,45
(4)
16,50
17,15
17,40
18,25
(1) Da Fenestrelle a Pragelato solo II venerdì e sabato —
solo al sabato e domenica — (3) Feriale (4) Festivo — N.
servizio si effettua soltanto al martedì, giovedì e jesiivl.
(2) Da Pragelato a Fenestrelle
B. Fra Pragelato e Sestriere il
Perosa
Perrero
9,20 I 20,20
9,50 I 20,50
Perrero
Perosa
6.20 I
6,45 I
15,20
15,45
CEROIA-SI ouistode P'Or vidla a Luaerna iSiam Giovanni : rivolgersi alla -3
Claudiana.