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Preño Llro 12
Anno rXVIII-N.|58 /-J ■'■f
/ TORRE PELLICE. 24 t) icem^e 1948
Spedizione in abbonamento postale * 1 Grappo
gii poccal aome Çcsù paccfvè è fìat c(ii
safoecà li suo popoCo àal [oco peccati,,,
^oan^ftio éil oHIaiitto
SETTIMANALE DELLA
Lfl GIOIA DI nflTflLE
E Vangèlo disse loro; Non temete, perchè ecco, vi reco il buon
annunzio di una grande allegrezza che tutto il popolo avrà; Oggi, nella città di Davide, v’è nato un Salvatore, ch’è Cristo, il Signore.
(Luca 2 ; 10-11).
Il lieto annunzio degli angeli ai pastori di Betleem torna a risuo'nare fra noi, in questo tramonto di un anno di vita.
Mi domando che cosa pensa il mondo di questo annunzio, ripetuto di anno in anno, da quasi due millenni. Poiché Vannunzio di una
«grande allegrezza» potrebbe essere oggi Vannunzio di una vittoria
sportiva in campo nazionale a intemazionale, di un abuon affarci) in
termini di commereio, di una pace politica fra le nazioni. Se, dal palazzo CUaillot, a Parigi, si fosse potuta divulgare nel mondo la notizia
di una comune intesa ¡fra i popoli, essa avrebbe suscitato un’ondata di
entusiasmi e Vumanità avrebbe salutato con àommozione l’annunzio
di una «grande allegreizay).
Ma l’antico annunùo evangelico, quale attualità può esso avere
nel clima di sfiducia e di pessimismo in cui vive, tribolando, la nostra generazione ?
Eppure, è proprio in un tempo come il nostro che il lieto messaggio di Natale s’inserisce in tutta la sua perenne attualità.
Il messaggio di Natale, ho detto; non il suo quadro esteriore, la
veglia dei pastori, il paesaggio della Giudea, l’umile stalla di Betleernme. Non l’albero scintillante di ludi, le, vetrine ricolme di panettoni, il gentile scarnbìo dei doni; rrta il feUto grandioso e gioioso del Natale, il fatto , che è annunziato dagli angeli come Una «grande allegrezza per tutto il popolo», la realtà che bisogna pur scorgere al di
là di tutte le realtà effimere del breve ciclo della nostra esistenza:,
Òioè la. manifestazione dell’invisibile Iddio, la na-cita in mezzo agli
uomini.e sotto, i miseri nanni d; iin. hambinn d: Coliti che ^
gine di Dio», lo «splendore delia Sua gloria» ...
Celebrare il Natale con la chiara consapevolezza che Dio si è abbassato ^no a noi é ci ha teso la Sua mano misericordiosa, comprendere che Egli è entrato per mezzo di Gesù Cristo nella nostra povera
esistenza per trasformarla e per salvarla, significa sperimentare ffieramente Vallegrezza di Natale, Vallegrezza di cui Paolo diceva: «Rallegratevi del continuo nel Signore; da capo, dito, rallegratevi».
Il tempo della grazia di Dio e dell’allegrezza cristiana è esso tramontato oggi? Perchè Natale non è più per molti il giorno di und
« grande allegrezza? »
Perchè l’uomo si è troppo abituato) a vivere senza Dio. Non penso
soltanto a tutti i negatori di Dio per dei motivi filosofici, scientifici o
politici; penso a noi, che popoliamo le chiese nel giorno di Natale, ma
la CUI vita non è forse meiw vuota del senso di Dio, non meno estraned
al grande pensiero di Lui, presente nelle spoglie umane del Cristo, in
questa nostra tormentata esistenza, per essere la nostra luce, la nostra
speran^, la nostra vittoria sulla potenza del peccato e della morte.
Ci illudiamo di essere lieti e siamo invece profoàdamente tristi
ogni volta che ci allontaniamo da Dio; ed abbiamo bisogno di rientrare nel mondo dove Dio è presente in Gesù Cristo, dove Dio ha qualcosa da fare e da dire per mezzo di Gesù Cristo, nella stalla di Betleem
come sulla croce del Golgota, per essere interiormente toccati dalVan
Liae
nunzio angelico di una « grande allegrezza che tutto il popolo avrà ».
Perciò, r lenir mudo in noi stessi e curvandoci, come i primi, pastori, sulla mangiatoia di Betleem, sotto il pungolo di una fede umile e
sincera non possiamo fare a meno di rallegrarci di « un’allegrezza
ineffabile e gloriosa » nel giorno di Natale. Non possiamo fare a meno
di glorificare Iddio, cantando la nostra allegrezza e testimoniandola daPer coloro che Conservano le tradizioni cristiane, la gioia di Natale non e disgiunta dalla intimità della famigli e dai cari ricordi deizio Tì’ ^ certamente un elemento di gioia nella intima rievoca
gicta nella intima rievocaauelf ri’ atmosfera dei ricordi più dolci e più sacri. Ma
questa, ripeto, non e ancora tutta la gioia di Natale.
La giova di Natale è soltanto per coloro i quali sannd ancora rivemZTsuaÌT H illimitata fede Vannunzio angelico in
nu^io d f T’’ il huon an
S Ìs!'“»,?;”:'' Salva^o„, che è
Tt.oiri?,*'/-™*'“"*'™’ ntuaM „uMruli « momli
altre la tristezza la solitudi
^ '’"•'e;“ "*» »
sofferenzft, I ansia, la paura del domani.
liiit a tutti voi il Natale di quest’anno essere me.ssagsero di
Fi ^acco dolce, delicato, penetrante
Natale è più profZL deln^^^^^^ ® P<^rdonare! La gioia del
BuorNafZ P'" rnorte
Doon lyaiaie, [Satale di giom cristiana!
ERMANNO ROSTAN
VALDES
A*
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CHIESA VALDESE
»r>
"^CET ÍN TE\^
Parole
che non passano
Le tenebre niai dureranno sempre per la terra ch’è ora nell’angoscia. Il popolo che camminava nelle tenebre vede una gran luce; su
quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende.
Quand’anche i monti s’allontanassero e i colli fossero rimossi, l’amor
mio non s’allontanerà da te, nè il
mio patto di pace sarà rimosso, dice
l’Elerno, che ha pietà di te.
Benedetto il Signore perchè ha visitato e riscattato il Suo popolo e ci
ha suscitato un potente Salvatore.
^^^meeemwS' ìia iéìff ’ vèdmo Iddìo;
1’ unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, è quel che l’ha fatto
conoscere.
La grazia di Dio, salutare per tutti gli uomini, è apparsa e ci ammaestra a rinunziare all’empietà e alle
mondane concupiscenze, per vivere
in questo mondo temperatamente,
giustamente e piamente.
...........
I
IL MESSAGGIO
DEL MODERATORE
A‘
d ogni membro della grande famiglia valdese, sparsa in Italìa^ e
fuori, chiunque egli sia, dovunque egli viva, giunga con questo
mezzo il mio caldo, fraterno augurio per la prossima festa di Natale.
Nasce l’Atteso delle g^ti e l’angelo lo chiama Salvatore.
Nasce ed i suoi genitori, per ordine di Dio, gli pongono nome Gesù
(cioè « l’Eterno salva »), Gesù, chiamato pure Emmanuele, vale a dire: « Iddio con noi ». L’Iddio d’Àbramo, d’Isa'CCO e di Giacobbe, l’Iddio dei profeti, diventa uomoi fra gli uomini per salvarli dal peccato,
CU] sono venduti, dal Maligno, del quàle sono schiavi, dalle tenebre,
in cui dimorano afflitti, e dalla morte che li riempie di terrore. Li vuole salvare e li salva, per pura grazia, trasportandoli nella maravigliosa
libertà, nella fulgente gloria, neH’ineffabile beatitudine dei suoi figli.
Li salva realmente, compiutamente. La religione cristiana è una religione salvifera. Altrimenti non è nulla.
Non si tratta di parole formali, vuote e fallaci, ma di fatti veri e
innegabili. Tu lo sai, fratello, per esperienza, E se non lo sai ancora,
puoi accertartene.
Non si è mai, forse, tanto parlato di libertà come oggi. Si dire,bbe
ohe oggi, come mai, Tuomo sente, sia pur confusamente, che è schiavo.
Schiavo più che dei suoi simili, delle cose e delle circostanze, di sè
stesso, del suo egoismo, del suo orgoglio, della sua sete di dominio e
di denaro, delle sue passioni carnali ingannatrici, che il Maligno eccita ed attizza in lui, trascinandolo alla rovina ed alla morte.
La prima e più urgente libertà per noi, quella dalla quale tutte le
altre libertà dipendono e prendono origine, condizione di ogni intiiwn
armonia e di ogni vera e durevole gioia, è dunque la libertà che proTancginqato da sè stesso, cioè dal proprio io peccaminoso,
causa di tutti i mali che ci affliggono.
Ola questa libertà, di cui tutti hanno bisogno, che tanti invocano'
e che nessuno può dare da solo a sè stesso, Dio ce l’assicura in Gesù,
1’«Emmanuele». «In nessun altro è la salvezza!» diceva rApostoIo
(Atti 4, 12).
Oh possiate voi sentirlo, fratelli e sorelle, possiate voi sperimenfarlo! Sia Gesù il vostro Salvatore!
Se così sarà, sarà pure veramente «buono» per voi l’annunzio del! Angelo, che verrà ancora a ricordare la nascita dì Gesù, e veramente
«grande», come mai, sarà pure la vostra gioia in questo Natale.
GUGLIELMO DEL P'É^O
iiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimimi tuff/u
A tutti i lettori del giornale f
fraternamente cristiano da parte de
Valli Valdesi,, in occasione di Natale. L a egr
del Signore dimori con voi!
.iiJiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiimiiai.'iiaiiiiiiiitiiiiiinmiiiiimiiiMiiiiii
Fortificate le mani infiacchite,
raffermate le ginocchia vacillanti!
Dite a quelli che hanno il cuore
smarrito:
«Siate lorti, non temete!»
Dans ta forêt prés des grands t,
t'avais ma patrie;
Là-haut dans, les derniers val
S’écoulait ma vie.
Mats j'ai quitté mon beau tie
Car Je sais le sapin de Noll,
Du gai Noël, du gai Noël(
2
- ,i.-ii.ì„J. -V C -■ ' " ' • ' «, ^ „'•'' \ li,-- 0«;
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e n o
Fra ì 'ttùmerosi.e oompleesi ’ problemi della vita odiarna, quello fa
migliare si impone a noi con sempre
ÌÌ'.'JS'
maggiore urgmza.
Le nostre famiglie, anche le nostre famiglie Valdesi, danno spesso
Pimpressione di quegli stabili che,
visti da lontano, sembrano solidi e
ben costruiti, ma da vicino mostrano le screpolature delle loro pareti
e la poca stabilità delle loro fondamenta.
Non ci sono vere e proprie rovine, se non qua e là; ma se varchiamo la soglia di molti focolari siamo
spesso dolorosamente colpiti dallo
spettacolo che ci offre l’interno.
Che’cos’è in fondo che turba così
profondamente la vita delle nostre
famiglie ? Il problema può essere
esaminato da diversi punti di vista ;
ma vorrei che oggi, nell’atmosfera
natalizia che ci parla di riconciliazione, cioè di armonia fra cielo e
terra, ci limitassimo a.riflettere su
questo pensiero : ciò che turba la vita interna delle nostre famiglie è la
mancanza parziale o totale di quell’armonia profonda che è pur legge fondamentale della vita di ogni
organismo e senza la quale neppure
l’organismo famigliare può sussistere.
Come creare
Va rm enta
te famiglie, non tainlfremo a scorgervi più numeróse di, quanto non
avremmo creduto, 1|^ persone spostate, che non riescono ad- ingranarsi
nell’edificio^ famigliare, che si sentono o che SCHIO infelici.
Se ognuno deve avere il proprio
posto, non deve quindi esistere nessun posto di privilegio, per nessuno.
Non esisterà dunque soltanto il lavoro del padre, sebbene esso sia
quello che in genere sostenta la famiglia, ma anche quello dell,a madre e dei figli; non sarà soltanto il
riposo di uno dei membri della famiglia ohe deve essere rispettalo, ma
quello di ognuno e così dicasi del
divertimento. La bimba potrà venire a casa dalla scuola e parlare di
ciò che la interessa, senza che la
mamma debba subito dire che non
ha tempo da perdere perchè ha cose ben più gravi per la testa; il giovane potrà esporre liberamente al
padre i suoi quesiti, forse assillanti,
senza che questi dica che è troppo
preso dai proprii affari per ascoltarlo. La posizione dei genitori di fronte ai figli non deve mai essere una
posizione di privilegio: l’essere padre e madre non conferisce prima
di tutto dei diritti, ma una profonda
responsabilità. D’altra parte questa
posizione di privilegio non dev’essere assunta neppure dai figh e,
quando i figli diventano i despoti
dei loro genitori, l’armonia famigliare è profondamente scossa. Infine nessun figlio deve assurgere a
Sì calcola ancora che da seconda guerra mondiale abbia costato il triplo di
quella del 1914. i- i
he spese, in Agosto 1945, okrepassaivano giài 375 miliardi di doMari oro.
Qualcuno potrà trovare quelle cifre eiiagerailte. Evidèntemente si tratta^ di calcoli 'approssimativi ma , anche a voler
ridurre notevolmentSj .hiqp potremo careceilare dalla • nostra meotè mui visione
fairttastica ed' impressionante. Visione di
lqmbe»^dl rovine, di onori, di iniquità,
<S-'.!séÌan<feii,d|_ miserie e d,i disastri inlfinki. Chi di‘ns» potrà mai mLsurare l’intensità della tia^^ia di tante centinaia
di milioni di esistetigp umane ?
Basterà aiscoltare il" tragiico linguaggio di tutte k}uéllle cifre per comprendere
quanto la guerra sia stata nefasta^ in
modo del tutto'spaiale, per quanto xii
guardia la famiglia.
Io mi son rallegrato
Andiamo alla
quando m'bon deito:
Casa deU'Eierno
Quest’armonia non nasce spontaneamente nella famiglia dal momento che questa si costituisce; bisogna cercarla, coltivarla, ra\-vivarla del continuo. Q sono però due
fattori che ci aiutano in quest’opera; il primo è di ordine umano e
potrebbe venire espresso così; occorre che nella famiglia ognuno abbia il suo posto e possa in esso sentirsi libero e felice. Quest’asserzione può sembrare banale o puerile,
eppure se guardiamo da vicino mol
NO VITA LIBRARIA
U. D. Bart
(Camminare insieme
Problemi di vita famigliare
Claudiana - Torra Pellice
Prezzo netto Lire 300,—
GioTiini, sposi, genitori, edneatori >
queste libro ebe espone i molteplici problemi della vita famigliare è stato scritto per VOI
questa posizione di privilegio a danno degli altri fratelli. Accade infatti che un figlio più dotato, più facile di carattere, più intraprendente
degli altri riesca ad occupare nella
famiglia il posto di figlio favorito
a scapito dei fratelli e delle sorelle
nel cui cuore nasce spesso un senso
-penoso dì gelosia Or-di inferiojitá. .«.he
turba l’atmosfera famigliare e non
permette il libero espandersi della
personalità.
In questa funzione regolatrice ed
equilibratrice in seno alla famiglia,
la madre ha evidentemente un compito molto importante, se pur poco
visibile, un compilo d’amore e di
comprensione.
BILANCIO
TRAGICO
miTlÌlLIE 1948
Natole ritorna. Anche quest’anno Vumanità si appresta a ricordare la nascita del Salvatore. Ognuno, secondo i propri mezzi, i propri gusti e le propria aspirazioni, vuole festeggiare quella data particolarmente cura al cuore umano.
Tuttavia, qiumdo pensiamo cà preparativi che vengono fatti in
ogni casa - senza parlare di quelli sempre più vistosi del mondo do'mmerciale moderno - non possiamo fare a meno di paragonare gli uomini
di oggi ad una famiglia che abbia fatto mille preparativi per ricevere un
ospite di riguardo trascurando però la cosa più importante, la sola essenziale.* invitare quelTospite ad entrare in casa sua per dimorarvi.
Il vero significato di Natale non è forse, oggf, tragicamente vn^
compatibile con i moventi che regolano le azioni umane?
Nattde, infatti, parla di pace... e tutto intorno a noi ricorda la
guerra, o ce la fa presentire, a hreie o a lunga scadenza.
Natale ricorda che Cristo, con la sua venuta, ha posto le basi
di un nuovo edificio: la grande famiglia umana, ricomposto nell’amore di Dio... e gli uomini, assorti nelle proprie rivendicazioni, corrono verso un individualismo ad oltranza, cercando di vivere la propria vita senza preoccuparsi di chi sta loro accanto.
Natale ricorda il grande dono dell’amare di Dia: Gesù che viene
«.... affinchè chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna».... e gli uomini, trascinati deiTargogUo e dall’incredulità, van
no incontro alla più spaventosa rovina spirituale.
Eppure oggi più che mai, l’umanità ha bisogno del nmssaggio di
Natale. Oggi più che mai, p&rchè il cuore umano, che è pur sempre
alia ricerca di una felicità che non svanisca, si sente terribilmente
vuoto, disperatamente vuoto.
Forse, bisognerà giungere fino al fondo di quella disperazione
per ritrovare la gioia eterna del ’’gloria a Dio” e del ’’pace in terra”.
jNel delo delle silenti campagne di Betleem gli angeli cantaromA
un inno di gloria all’Onnipotente e un inno di pace per gli uomini.
Ma perchè vi sia pace sulla terra è necessario che l’uomo rinunci a
volersi sostituire a Dio e, in un tato di umile abdicazione, riconosca
in Lui solo Colui al quale sono dovuti onore e gloria.
A questa sola condizione egli conoscerà veramente l’allegrezza
diNatdle. D. Ben
J/ fafiort
spirituale
sarebbe al di
Ma quel compito
sopra delle sue stesse forze, se essa
non potesse fidare in qucH’altro fattore indispensabile alla buona armonia famigliare; il fattore spirituale.
Reme de Drcit International de
^ SdencCs DipìomaUques et PakUques ha cercato, con 'la scorta di alile
pubblicazioni, tfi stabilice un tàUandiol
della secoigia guerra mondiale
Eccone lè concilusioni : ——
Oltre 32 milionii di giovani, nel fiore
deglli armi, hanno perso la vita sui campi
di battaglia;
26 miilioni di creahire umane àono
state assassinate nei campi di oonceniteamenito ;
da 15 a 20 milioni di donne, vecchi
e bimbi sono stati uccisi dai ibombardamenti aerei;
21.245-000 parsone hanno perso casa
e beni ;
45 milioni di persone sono state evacuate, imprigionate, deportate, internate o comunque allontanate dalla loro casa;
30 milioni di aio^i sono statli distnit
tó;
Non basta che ogni membro della
famìglia abbia il suo posto; occorre
ancora òhe tutti insieme riconoscano, al di sopra della solidarietà dell’affetto, una sovranità unica, la sovranità del Padre Celeste, al quale
i grandi ed i piccini debbono essere
sottomessi.
I milione di bimbi non hanno più i
loro genitori ;
I milione di genitori non hamio più
i loro bimbi ;
da 45 a 50 miilioni di persone non
hanno più la loro famigliada 14 a 20 milioni^ di persone tono
sulla strada.
I mariti ison tornati profcndlamente mutati, con negli occhi visioni di morte; le
mogli, rimaste sole, si sono sobbarcate
tutte le responisabìliità della vita; i figli,
spesso cresciuti senza l’opera cunorevole
e vigilante dèi genitori, sono stalli precocemente messi in contatto con. tutte
le bruttfure della vita
La guerra, con i rivolgimenti sociali,
economici e morali che essa comporta,
non può non lasciare delle impronte indelebili- .Non invano gli uomini vivono
per anni un’esperienza, tanto più se tragica e deleteria.
All’indomani di questa guerra non di
rado noi sentiamo ripetere: « la famiglia ? Un lusso ! Un l usso che pochi ormai possono p>ermettersi. Abbiamo errato in massa sulle strade senza conoscerci gli unii gli akri... Vivevamo a diecine in una stessa stanza, ma non c’era
nessuna iamlglia al completo-., eppure
abbiamo saputo tirare avanti e, non di
rado, lo sconosciuto si è rivelato un vero
fratello, buono e compassionevdle- Come volete che si ritorni a vivere nel'a
stretta cerchia familiare, ricadendo nei
ftfiltto JnSn-trmn f lA. parte il fiato che
questo è, per molti, praticamente impossibile, ci sembrerebbe, ormai, di soffocare ! »•
O>loro che raglonmio così non hanno,
in fondo, tutti i torti. Non dimentichino
tuttavia, essi che tante volte si offronoi
mille piccoli bissi con lo scopo unico di
soddisfare il proprio egoismo, che la;
famiglia può essere, sì, tallvolta un lusso ma è anche una grandè benedizione
dalla quale molti, oggi, si escludono non
perchè non la possano ricevere ma perchè non vogliono accettare i sacrifici che
essa comporta.
Se poi quello a cui anelano è di vedére la famiglia non più racchiusa su ab
stessa ma aperta q tittte le esigenze del
vivere sociaile, allora non potremo che
approvarli. ^
Iddio si serve di ogtó evento per compiere ia sua opera. Egli è amore e solo^
da questo,jariiore sorgono le cose naooe.
Da. quell’ immane disastro materiale e
morale nel quale si-amo precipitati. Egli
può far sorgere un nuovo tipo di famiglia, più conforme alla Sua volontà.
E’ quanto dobbiamo chiederGili con
fede umile e sincera. u. d- h
Se ì figli sentono, fin da bambini,
che la volontà dei genitori non è ca
•ai,
pricciosa nè sovrana, ma si sottcMnettc a quella del Padre, sarà per loro
più facile sottomettersi ai genitori e
l’armonia famigliare sarà più fermamente mantenuta. E se un giorno, nelle tempeste della vita, qpest’armonia dovesse venir spezzata,
sarà sempre più facile ricomporla
sul comune fondamento della fede
e della sottomissitme a Dio.
Poiché, anche in questo campo è
vera la parola del salmista: «Se l’Eterno non edifica la casa, invano s’affaticano gli edificatori».
Elsa Rostan
NGAR NATION
En Christ, Dieu s’est entièrement incarné. En lui, tu peux espérer ce grand bienfait de Dieu qui pénètre jusqu’au fond de la misère
humaine. Il n’y a point d’endroit, point de condition, où ce^bi^tfmt
ne se réalise. Personne n’a le droit de se tenir pour perdtl. H n’y lal
pas de verrou que Jésus ne puisse ouvrir. La Parole a été faite chair,
Quand le pécheur sent cette réalité, elle le sanctifie, et le sépare du
péché; une nouvelle chair se constitue, unie A Jésm-Ckrht, le Saut>eur.
La Parole a été faite chair. Quand œd vit en toi, tu peux commencer à chanter. Vienne la douleur, tu chantes; viennent les tribulations, tu chantes; vienne la mort, tu chantes. Ne laisse pas ravir
ce chant à tout coeur: tout en toi sera lumière. Chantez, si obscur
qu’il fasse, louez, remerciez, magnifiez.
Jésus est vivant: nous aussi, nous vivons. Cb. Blumhardt
J
3
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T..^ •
L ECO DELUE VALU VALDESI
^ers dJEdmond
JEsSi
' ■: *«,
y*’
^ Jésus la^uos pieds
j^an 13: 2
O mes frères ênierveillés! ^
©uvons î^êtrc d’etre
là, que le Rdi lui-ïpéme, ' !.^
^ Revêtu de pouvoir suprêtuc,
. ^ Se lève pour laver uo^ pieds!
"fe. ' '■
fComrae le -Puissant s’abaisse!
* Il faut qu’ièî tout homme laisse
% Sap^^' derrière;lui
'- Bidiur qu’en lui naisse la lumière
^'^ui fut au uionde'^la première
JEt qui descen^ au fond du puits.
Jfemeurez /
jjean 15: 7-17
Demeurez, demeurez en moi.
. Hors de moi, .que pouvez-vous faire?
JÎe suis-je pas le oep? La croix
N’a-t-elle pas vaincu la terre?
Prenez, mangez,: Voici ma chair,
‘Vo.ici mon sang, mon flanc ouvert ;
L’aemour, l’espéranee et la foi.
\ Xa iêie et le corps
'%.
4^
Lave, ^eigneur, lave-moi tout etilier!
ette eau qui ne peut rien,
r ta grâce devient
ièulié qui puisse me nettoyer.
,:îs'
£’Eternel est mon berger. Que craindraîs-je?
Sa: nrpsence est plus forte que la mort \
Et âle remplit tout. Et où irais-je?
Il est la tête et nous sommes son corps.
En lui-tout se ressemble et tout est joint.
■ En lui notre espérance est vérité. 4'
Et l’Esprit et l’Epouse disent: Viepa,
A'gneau de Dieu, notre imique Berger!
.V-' Peut-^n ^(racatériser à l’aide de
■ deux, njsots steîemcnt la fête de Noël?
.Ces dfiux' mots-les voici: Noël: joryeux mystère et mystérieuse joie!...
II y a bien, du mystère dans cette
nuit 4e Noël, Il plane 4uns l’humble cheunïière où Marie^.et Joseph
viennent d’accueillir le pêtit enfant.
Il plane là haut, , dans la ^oiîtè céleste où se fait entendre 1% choeur ,
l’des Anges. Il plane là-bas, % sur la
^ tmste prairie où les bergers se réveillent dans l’ombre.
Et - tout au long de cette nuit de
Noël - il y a surtout beaucoup de
joie. Près de la crèche le coeur des
parents en déborde. Là-haut^ dans|
le ciel, les Anges tout joyeux, continuent infatigablement à chanter
Xle Gloria in excelsis. Là-bas, sur le
'^pâturage, les bergers chuchotent
entre eux, saisis par une émotion
joyeuse et - leurs fifres et leurs chalumeaux à la main - ils disent: ..........................
le
^^eine, profonde et véritable joie?
encore Noël lorsqu’il est
rabaissé au niveau d’un autre jour
jŸÎt/sfère
et joie
de J/oët
Les intéressantes nouvelles que
nous publipoa sont extraites d’une ,,
' % , Ÿ --- '
longue épître que nous avions pro*
voquée, de la part de M. Frédéric
Peyronel, des Clos, émigiPe 44 ans
passés en Amérique. Après un séjour de dix ans à New York, M.
Peyronel se rendit à Valdpse, où
il se remit à travailler la terre et devint bientôt un des meilleurs fermiers de la Colonie. Fort travailleur, aimant le progrès et esprit ouvert, il fut dès le début et d'émeu re
encore aujourd’hui un des leaders
du groupement vaudoïs de cette petite et charmante ville de la Caroline du Nord.
Pour compléter et préciser certaines dates, nous nous sommes servis du travail très soigné et précieux de M. Antoine Grill (originaire des Pommiers, de Prali), sur les
émigrants vaudois qui se sont rendus à Valdese, vers la fin du siècle
passé: travail qui a été exposé, cet
été, à la «.Mostra Valdese del Centenariov, dont il a constitué un numéro très apprécié par tous ceux
qui en ont saisi l’importance pour
l’histoire de notre florissante Colonie de l’Amérique du Nord.
Pendant la guerre hispano-américaine de 1895-98 qui se termina
avec la victoire des Etats Unis et la
perte, de la part de l’Espagne, des
îles de Cuba, des Philippines et des
Hawaï, quatre Vaudois de Valdese
prirent part aux principales campagnes de la longue guerre.
pélicieux souvenirs d’enfancd:
mystère et joie de Noël...
Est-ce à cause du mystère dont
était entourée la préparation de la
^fête (les enfants ne devaient pas voir
l’arpre avant qu’il ne soit allume!)
ist-ce pour cette raison que Noël
en famille était si joyeux? Probablement les vacances de l’école et
les délicieuses bedades sur la glace de
la patinoire y contribuaient pour
une large part. Mais, sans aucun,
doute, c’est à cause de la joie de
Noël (pourquoi, tout à coup, au
beau milieu de l’hiver, toutes ces
réjouissances ?) c’est à cause de cette « atmosphère de bonheur » que
l’on sentait dans toute la maison dt
dans le coeur de tout le monde, c’est
à éfxuse de cela que l’on vivait des^
journées délideusehet fantastiques.
quelconque de la période du carneval?
Et ces réjouissances - qui appartiennent exclusivement au dommne
' dé ta muriere et qm iè rësùiimni en
des sensations agréables pour notre
estomac - représentent-elles positivement la joie lumineuse et mystérieuse qui peu à peu inonde notre
coeur d’hommes lorsque nous saisissons notre fifre ou notre chalumeau
et que nous nous approchons de Iq
crèche de Bethléem en ouvrant notre âme au souffle de l’Esprit?
Mystère et joie de Noël: aujourd’hui, à l’âge mûr et positif - dans
notre époque «.réaliste et progressive» - qu’en reste-t-il?
Les réjouissances, elles sont encore là, bien bruyantes souvent et
plus que jamais matérialisées, hélas. Pour combien de gens la veillée
de Noël consiste en une soirée amusante, en Un bal fort animé? Pour
combien de «chrétiens» l’évènement
central - avant et audessus de tout
le reste - c’est le repas de Noël, le
dîner ou le souper ou le banquet
eu le réveillon de Noël. Faire ripaitbien mmger et bien boi
Il se passe quelque chose à notre
époque qui nous donne l’intuition qui nous avertit j’allais dire «instinctivement» - que l’humanité retrouve peu à peu la véritable joie de
Noël. Elle la retrouve parce que malgré tout son réalisme et toute sa
soif de justice - elle se rend compte
«progressivement» d’être en présence - et d’être «:dans la ligne» • du
mystère de l’amour de Dieu.
Un divin évènement fort lointain
vers lequel nvarche la création toute
entière...
Vn nouvel Humanisme - un humanisme tragique qui fait appel au
sacrifice - est issu des horreurs de la
guerre, il est devenu notre héritage
fatal et son cours, ses développements
demeurent dans le domaine de Vinoonnaissahle.
4 soldats vaudois
Nous sommes véritablement en
présence d’un moride nouveau, d’un
monde inexploré: les uns craignent
de l’affronter et ils cherchent à se
dèfei^ir.e ëirnërv' tài;'^lésAâttrës s’organisent pour le conquérir, soutenus
par un espoir inouï et par un indomptable foi. Leur contraste est de chaque jour; nous en avons à chaque
instant les échos qui nous parviennent, à travers la presse, des quatre
coins du globe.
Personne tte connaît exactement
quelle route sera parcourue. Tout
le monde ignore à quoi nous finirons
par aboutir.
Mais ceux, qui ont enfin compris
ce que signifie Noël - et ceux qu^
n’ont garde d’oublier que le mystère qui commence dans It crèche s'achève sur la croix ceux là connaissent également là joie suprême parce qu’ils savent comment U faut
marcher et avec Qui.
Tout homme qui parte dans sa
chair les stigmates de la Main percée et sanglante est i’ëlu pour continuer et pour achever l’œuvre de la
Délivrance.
Il est préde^iiïé précisément parce qu’il est le ’plus humble.
C’est pour cétte raison qu’il est
le moins indigne de labourer le
champ de l’humanité et d’ensemencer les sillons tracés par la Providence. • J. Henry Meille
Trois de ces Vaudois étaient originaires de la paroisse de Villesèche: Frédéric Griset, Henri Peyrot
et Auguste Jacumin. Auprès la campiogite de 1898, le premier retourna
à Valdese, mais s’établit msuite a
Washington et mourut, il y a quelques années, dans la Floride. Il
s’était rendu en Amérique awu; son
frère Ernest et sa soeur Lidie, le
ÎBois de novembre de 1893.
Ce Peyrot participa lui-aussi à la
guerre, mais il tomba à la mer, en
chargeant des bâteaux à Norfolk,
et se noya. Son père, après avoir
reçu de la part du Gouvernement
une somme comme indemnité pour
la mort de son fils, décida de retourner au pays. Il débarqua à Le
Havre, mais ne rejoignit jamais les
Vallées et il mourut en Normandie,
comme un vagabond. Avait-il dépensé tout son pécule, ou Pavait-on
lâchement dérobé? Mystère. Son
cadavre put être identifié parce
qu’on trouva sur sa personne un
Nouveau Testament qui lui avait
été donné par le pasteur J. P. Micol, avant son départ des Vallées
pour l’Amérique.
Le troisième, Auguste Jacumin,
CRISTIANI SENZA CRISTOI
re. Ah^bsfL vraiment il faut se réjouir à NoeK
Mais pourquoi <ionc faut-il à tout
^pri* (même au prix d’une indigestion ou de pénibles muait de tête)
pourquoi est-il absolument nécesstdre, indispensable, inévitable de fatare la noce à Noël • si Von enlève de
cette fête son cmréole merveilleusé
de mystère, si on la vide de toute
¡L’iintereasanite «Coririere Tottiineaie)i
pubblicato sul N 49 del nostro caro
Eco 'ha una chiusa, ohe, a mio parere,
guasta tutta la bellezza d.i tale relazione. Infatti, 'il redattore del tale Corriere (che io non so ohi sia e è forse
persona a me del tutto soonosciuta)
scrive testualmente ohe chi serva il
prossimo -amandblo ....... anche se non
abbia oonosduto Cristo e il suo Vangelo, - in realtà è già cristiano. Queste parole che vorrebbero esser© larghe sono più laagh© del Vangelo.
Cristo ha insegnato ohe il cuor© d«ll’.uomo è.... quello oh© è (vedi Marco
VII, 21) ; (San Paolo ha riconosciuto
che in lui stesso non c’era nessun bene, nessuna .forza o capacità dii fare il
■bene pur avendbn© la volontà (ed era
San Paolo .... non il primo venuto).
Slan Paolo ha anche scritto che non
c'è nessun giusto, neppur uno-, dove
sarebbero allora gli uomini © le donne capaci di servir© il prossimo, er
mandòio, se non hanno il soccorso di
una Forza Superiore?
Ho conosciuto e conosco molti cristiani che «inoerament© cercano di servire ili prossimo e di amarlo : ma confesso eh© talvolta li ho sentiti lamentarsi dèlia ingratitudine umana. Conosco delle persone ohe non sognano
altro die una maggior© giustizia social© e per il loro ideale hanno sofferto la galèra e periooli mortali. Per
costoro, Oristo è il grande sorpassato:
Sonieoin d’Àmerip.
de 60 ans passes
s’était embarqué ponr les Philippi-nes après la fin des hostilités à Cuba. Gomme il connaissait le‘français et l’italien, le général Miles^
celui qui avait eu à faire avec lesIndiens Sioux, Pavait pris avec lui
cmnme interprète. 11 s’en servit dans
maintes occasions; entre autres,
pour explorer les positions des Espagnols à Santiago de Cuba, un port
fortifié où la flotte espagnole s’était réfugiée pendant la guerre. Pour
l’occfasicai, nos deux explorateurs
avaient acheté un singe. Ils allaient
ensuite dans les rues de la ville et
partout où il y avait des soldats, en
faisant danser le singe, en chantant
en français et en italien et en recueillant les pièces de 2 centavos que
leur lançaient les soldats depuis les
fenêtres de leurs quartiers. Tandis
que le soir, pendant que Jacumin
faisait la garde à la porte de leur
cabane, le vieux général mettait à
point ses notes et copiait les plans
qu’il avait eu le loisir d’observer
pendant la journée.
( A Manila, dans les Fhiliîppiues,
notre Jacumin apprit l’espagnol à
la perfection et il finit par s’y marier avec la veuve d’un général espagnol, une Concia Valero,^ de laquelle naquit en juillet 1908 un garçon, Auguste. Notre aventurier
«cloussaïin» contmua son service
auprès de l’armée, ou tout au moins
comme employé civil, jusqu^en 1918,
année de sa mort tragique. Car un
soir, en sortant de son bureau, il
essaya de calmer un groupe de gens
du pays qui voulaient s’insurger
contre la police de la capitale des
Philippines. Mais un de ces énergumènes lui tira un coup de fusil,
dont il mourut le jour suivant. '
Le patois en plein Pacifique
esse si illudono di far© lil bene sema
e talvolta (ahittnè!) contro COLUI
dhe è la sorgente di ogni bene. 11 tempo diirà chi ha ragion© : se Oristo ohe
vuole rónnovar© l’uomo per renderlo
capace dì fare il bene, di amare e di
servire il prossimo, oppure s© avran
ragione coloro eh© affermaino che si
può amaro e servir© il prossimo senza Oliato ©d il suo Vangelo. Md sembra oh© la stampa Evangelica débba
vegliare dii .non dare, cod suoi giudizi,
ragion© a questa seoondà class© .dii
persone alla quale, come ad ogni altra classe di .persane, è nostro .dovere annunziar© il gJoorioso e liberatoT© Evangelo di Orisito, potenza dì Dio
per il supremo ben© dii chiunque lo
accetta © 'lo crede.
Ernesto Buffa
Le quatrième soldat vaudois qui
participa à la campagne de la guerre hispano-américaine de 1898 était
un Long (Charles, natif des Plenc de
Pramol, et qui était devenu, comme
son frère Ernest, ingénieur des chemins de fer du Pacifique. Pendant
ses années de service militaire, il
lui était arrive dans les Iles Hawaï,
une amusante aventure, qui prouve
que le monde est plus étroit de ce
que quelque fois l’<m pense.
Un dimanche qu’il était sorti avec
quelques soldats du fort de Honolulu et qu’ils étaient un peu en retard
pour rentrer en caserne, il leur fallut traverser une svacherie» pour
abréger leur chemin. En passant devant la ferme ils apostrophèrent, à
la manière militaire, deux jeunes
filles qui ne leur répondireut pas,
mais qui commentèrent leurs propos en se disant l’une l’autre; <tso
qu elo qu’î diën eiqui cosou» ? Charles Long, abasourdi d’entendre parler patois dans cette région au milieu du Pacifique, ne souffla mot.
Mais le dimanche suivant il vint curioser dans les parages et prendre
des informations. Il y retrouva toute une famille, catholique, originaire du Mouras, au dessus du Serre de
Marcou, commune de Faët.
Long Charles mourut plus tard,
le 30 mai 1935, dans l’état de l’Utah
à Ogden, où il avait épousé Ànnie
Gombe, native de St. Germain.
p. p.
.jm
4
L'ECO DELLE VALU VALDESI
Convegno dei Monitori
II' tempio di Poanarebto ha àoool'to
nel pomeriggio doU’8 Pioemibre, una
quarantina di monitori delia Val Geirmanaeca riunitisi a ooirvegno sotto
^ la preeidenssa dtel pastore G. Bertin.
Erano rappresentate ie iSouoJe Domenicali dèi Ohiotti, Pomàretto, Pramolto, &, German'O, Pinerold, Torino.
li pastore (Bertin ha tenuto un ottimo studio sul tema ; «D'asoendente
del monitore». Il problema dell’effìoaoia dei iawro di monitori e ■monitrici è essenzialmente problema di
autorità morale, di asoenidente : ora,
si domanda Foratore, come può il monitor© acquistare ■un grande ascendente sui suoi alilaevi ? EgM non può
e non deve iimitarsi al laivoro materiale - seppure iindlispensaJbi'le - delia
rmtazione ddi versetti e del manteniimento della disoiplina, ma deve
sapersi anrvicdnare aJl’anima del fanciullo, essere per 'lui un amico, anzi
direi quasi un maestro di fede: ora,
per poter essere tutto questo, egli deve anzitutto possedere una fede vivente e sforzarsi di mettere in pratica, in ogni momento della sua vita,
quei priucipd religiosi e morali che egli insegna ai fanciulli la domenica
mattina: i bambini sono i giudici
più attuti e perspicaci che esistano;
guai Se essi notano una ■disorepanza
tra quello eh© è Patteggiamento dtel
monitor© nella breve ora della Scuola Domenficale e la sua vita di tutti
ì giorni; il monitor© perde di colpo
Ogni ascendiente sui famottulH ed il
suo lavoro fallisce.
La discussione, aperta su questo
tema, mette in rilievo - tra l’altro Ja necessità di amare veramente i
fanciulli che ci son© affidati e di seguirli anche fuori della Scuola Domenicale, interessandoci a loro quante più possibile. Si insìste inoltre
sulToipportunità di una profonda conoscenza della Bibbia da parte dei
monitonij come pure 'dello studio 'dèlia psicotoigia infantile ( questa preparazione si può aver© mediante frequenti riunioni dei monitori di ogni
parrocchia).
IStegue un vivace 'scambio dii idee
euUPorganizzazione dell© Scuole Domenicali e sulle miodalità dtell’insegnamente e, ifimalme'nte, il convegno
oonolude con un ringraziamente al
Pastore Bert il qual© ha compilato in
brevissimo tempo un' Manuale per
monitori, auspicando eh© nella sua
prossima edizione il iM'anuale sia più
ampio e più oom.pl.eto per la formazione dei monitori.
Uin grazi© di cuore infine al Monitori di Pomaretto per l’ottimo thè e
per l’accoglienza fraterna.
A questi cari bimibà e alle loro famiglie gli auguri :pdù affettuosi dii
benedizioni celesti.
Si sono sposati eeoon'do il rito evanigelioo, il 4 Dicembre : Lanframeo Giovarmi Battista della Val di Lanzo ©
. Bowhard Adelina dei Ferreri, e l’H
Dicembre Borùn Bg¡mo di S. «econdo
e Bownous Irma di Prctmollo.
Sia Gesù Tospite oOStant© di questi
focolari !
Programma dellè solennità ; (Sabato 25, ore 10 - Culto di Natale; Domcnioa 26, ore 14,30 - Festa, dell’Albero; Venerdì 31, ore 20,30 - Oulto di
Fin© d’Anno ; Venerdì 31, ore 22 Veglia, della Gioventù; 1 Gennaio
1949, ore >10,30 - Culto di 'Capodanno.
La S, Cena sarà celebrata ai culti
di Natale © Fine di Anno.
Pinerolo
Direzione! Via dei Mille,
Telefono 409
Amministrazione: Via Carlo Alberto
1 bis - Torre Pellice
Dir. Reap. Ermanno Rosfan
arti grafiche "L’ALPINA,
2 orre Pellice
Radioa^coltalofi !!!
àNOROGNA (Capoluogo)
Lunedi 13 oorr. abbiamo deposto
nel cimitero diel Capoluogo la spoglia
mortale del mostro fratello Bartolomeo
Coisson dieoeduto a Torre Pellice all età di amia 77 dopo penosa maiattda. Alla vedova, ai paa-enti afflitti
esprimiamo la nostra fraterna aimpatia cristiana.
Sabato 11 e domenica 12 ooonr. le due
Oomunità di Angrogna hanno avuto
la gradita visita del Missionario SAg
R Ooieson. Egli ha presieduto i culti,
•1© iScuol© .doimenioali © tre riunioni
serali, in due delle quali è stato proietto un interessante film missionario. Gli dicd'amo ancora un vivo
«grazie.
e. a.
Ô. GERMANO CHISONE
•Di'partenze ; 1 Novembre : Curtí Raehele^ Asilo dei Veotthi, >15 Novembre:
Garavetti Irene, dWl^adlo dei Vecchi, 8 Dicembre: Costantin. Margherita ned. Comba, di anni 76, originar
ria di Bovile, miadr© del (d'iacono dei
Obiabranidì.
I] 1 Dice'mbre ha avuto luogo nel
nostro tempio il servizio' funebre di
Pattirvi Dante di Arturo © di Forneron Albertina, ucciso a Bagni di Lucca all^età di 16 anni, in una azione
di rappresaglia dell© SS. tedesche.
La salma riposa ora nel <nmiteiro di
S. Germano.
All© famiglie nell’afflizione vada
la nostra simpatia cristiana.
Abbiamo avuto frequenti ■visite in
questo mite autunno : il Misswruvrio
Roberto Coisson ci ha vivamente interessati con un magnifico film sullo Zamibesi; il prof. Atñlio Jalla ci
ha data .una magtal-T'ailB crmíenenMt
storica, il Pastore Dr. Alberto Ricca
ha rivolto miessaggi pratici e al tempo stesso elevati, ad fanciulli della
Scuola ìDomeni'cal©, ai fedeli riuniti
per il culto, e a oentodbdlici giovani
della pairoodhia convocati in Convegno Interquartierale. Vada a questi
fratelli il nostro vivo ringraaiamento.
Sono stati oeleforati i seguenti Battesim/v ; Bou/nous Gmo idi Ugo e di
Gallina Lidia dei Gondini; Avonéet
Ilda dà Samuele e di Comba Giulia;
Comba Dcmte di Guido e di Avondet
Elena dei Garossini.
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della sorella Mari© 2000 — Pam. Oampra (Bergero 250 — Monte Eugenio
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Garrou 'Margherita in mem. sorella
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TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE c viceversa
Torino
Airasca
Pinerolo
Bricheraaio
Torre Pellice
5 I
5,1«) I
6,38
6,53
6.25 1
7,13 I
7,38 I
8,05 I
8.25 I
7,55 I
8,46 I
9,08 I
9,26 i
I I 12,28 I 13,05 I 17,05 | | 18,20 | 18,30 | 21,35
I I I 13,52 I 17,51 I I 18,46 | 19,16 | 22,14
I I 13,07 1 14,20 1 18,17 1 | 19,01 | 19,43 | 22,25
9,35 I 12,48 i 13,24 | 14,42 I 18,45 | 18,52 | 19,18 | 20,02 | 22,55
9,50 I 13,02 I 14,02 | 15,03 I | 19,07 | 19,35 | 20,24 | 23,13
Torre Penice |
Bricherasio |
Pinerolo 4,20 |
Airasca 4,^ |
Torino 5,251
4,35 1
4,50 I
5,18 I
5,43 I
6,30 I
6,13 I
6,.15 1
5,58 I
6,11 I
6,27 1
6,52 I
7,35 I
6,101
6,301
6,51 I
7,16 I
8,10 I
7,05 I
7,20 I
7,361
7,55 I
8,30 I
9,05
9,19
I 12,20 I-----I 13,13 I 16,30 | 19,42 |
I 12,34 I 12,40 I 13,26 | 16,46 | 19,58 |
I I 13,04 I 13,40 I 17,07 I 20,22 I
1 I 13,32 I I 17,33 I 20,45 |
I I 14,20 I 14,30 I 18,20 1.21.35 I
BRICHERASIO-BAROE c viceversa
BILKSTJCO DEL PINEROLESE
Autoservizio e tramvia
PiNEROLO-ORBASSANO TORINO e vicev.
0) (2) (1) (2) (1) (I) (2)
Pinerolo 6,15 | 8,20 | 11,25 | 12,50 | 13,35 | 18,10 | 18,45
Orbass. 7 | 9 | 12,05 | 13,30 | 14,15 | 18,50 | 19.30
Torino 7.40 | 9,38 | 12,43 | 14,08 I 14,51 | 19,37 | 20,08
Torino 6,20 | 8,25 | 11,30 | 14,25 | 14,45 | 18,15 | 18,55
Orbas. 7,03 | 9,04 | 12,08 | 15,01 | 15,33 | 18,59 | 19,35
Pinerolo 7,43 I 9,14 | 12,48 | 15,41 | 16,13 | 19,39 | 20,15
(1) Feriale — (2) Festivo
\ Autoservizio Sapav-Satti
PEROSA AHOENTINA-PINEROL(J-A!RASCA-TOftiNO c viceversa
^ Orario giorni feriali Sapav-Salfi
'r
Pinerolo
Airasca
Torino
Sapav Satti Sopar Sotti
7,40 ! 11,40 11-3,45 I 18,35
7,54 111,54 1 13,59 I 18,49
8,25 I 12,25 I 14,30 | 19,20
Torino
Airasca
Pinerolo
Salti Snpav Sfidi .Sopor
7,20 I 11,50 1,17 I 18,40
7,51 I 12,21 I 17,31 I 19,11
8,05 I 12,35 i 17,46 | 19,25
Bfkher. 5,16 | 9,30 | 13,35 | 14,55 I 18,50 I 20,15 Barge 4.25 | 6,08 1 12,22 | 14,08 | 16,20 | 19,32
Barge 5,36 I .9,50 | 13,54 I 15,14 I 19,10 I 20,35 Bricher, 4,47 | 6,30 | 12,40 | 14,38 | 16,40 | 19,52
TRAMVIA P4NEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA c viceversa
Pinerolo
Perosa
4,25 I 5,45 1 6,55 | 8,10 | 10,15 | 11,25 | 12,40 | 14,40 | 17,20 | 19,15 |
5,45 1 6,37 1 7,50 1 9.05 | 11,20 | 12,20 | 14 | 15,40 j 18,25 | 20,10 |
Perosa 4,45 I 5,55 | 6,57 1 8,05 | 9,30 | 11,40 | 13 | 16,05 | 17,40 i 18,50 |
Pinerolo 6 I 6,45 | 7,50 | 9 | 10,40 | 12,30 | 14,15 | 17 | 18,35 | 19,45 |
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
Torre Pellice
Bobbio Pellice
(I)
8,35 I 11,30
9,05 I 12
(1)
Bobbio Pellice 6,05 1 7
Torre Pellice 6,35 I 7,3o
(1) Solo il Venerdì
I 15,15 I 19,45
I 15,45 I 20,1
t;
I 12,20 I
I 12,50 I 19
18,?
Pinerolo
Airasca
7,40
Torino
8,25
8,30
8,44
9,15
Orario giorni festivi Saiti
13,10 I 19,50 Torino
13,24 i 20,(14
Airasca
13,55 I 20,35
Pinerolo
7,20 I
7,51 I
8,05 I
là,15 I 18,25
12,46 I 18,56
13 I 19,10
Perosa
Fenestrelle
Pragelato
Sestriere
9,25
10,15
10,55
11,45
Auto PEROSA ALTE VALLI
(I)
I 20,20 I . Sestriere
, Pragelato
!- Feneslreile
J ■ Perosa
21,10
21,50,
(2)
5.50 I
6,10 I
6.50 |:
(3)
14,10
14,35
15
16,45
(4)
16,50
17,15
17,40
18,26
(1) Da Fenestrelle a Pragelato solo II venerdì e sabato —
solo al sabato e domenica — (3) Feriale — (4) Festivo — N.
servizio si effettua soltanto al martedì, giovedì e festivi.
(2) Da
B. Fra
Pragelato
Pragelato
a Fenestrelle
e Sestriere il
Perosa
Perrero
9,20 I 20,20
9,50 I 20,50
Perrero
Perosa
6.20 I 15,20
6,45 I 15,45
Jei