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LA BUONA NOVELLA
Seguendo la veiilk ni-lla l ariià
Kfbs. IV. i:..
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LA MORTE PER IL PECCATO
E LA
Nuova risposta alla Ragione
(Vedi n» 18).
II.
Abbiamo veduto esser fatto innegabile cho
neU’uomo esista l’incapacità a raggiugnere il
suo scopo; e noti bene il signor Franchi cho
nella Bibbia il peccato d’Adamo non viene imputato come peccato proprio a nessuno de’ suoi
discendenti. Gesù Cristo non lo ricorda nemmanco. La Bibbia ritiene come un fatto proveniente dalla caduta d’Adamo la nostra incapacità : ciò ch’essa inculca in mille modi è che
noi abbiamo a riconoscere il nostro stato e sentire il bisogno di Dio. L’insegnamento di Gesti
Cristo e degli Apostoli è tutto diretto a svegliare
le nostre coscienze, perchè s’accorgano d’aver
necessità d’un Salvatore. E la Chiosa romana
la quale diffonde Ìa sua condanna su tutte le
anime create de’ Gentili, de’ Turchi e degli acattolici. Noi troviamo nell’Evangelo minacce sol
contro quelli cui l’Evangelo è stato annunziato,
e che respingono il Salvatore : per coloro che non
ne hanno mai udito parlare, negli Evangeli
non v’ha verbo , e sappiamo che Dio è giusto
per giudicare tutti in verità. — All’incapacità
di provenienza s’aggiugne poi il peccato nostro.
Quella infatti ha portato in noi la lotta del bene
e del male: or in questa lotta stessa v’ha del
APPENDICE
I mm martiri di chambéry.
II.
Abbiamo sott’occhio diverse lettere , scritlc
dagli inquisiti a’loro correligionarii, amici e
congiunti, nelle quali si fa esatta narrazione
degli atti concernenti il processo, e della costanza con cui gli accusati sostennero le loro
dottrine. Noi non sappiamo resistere al desiderio di riportarne alcuni brani; e duolci di
non poterle riprodurre peresteso, stante la loro
lunghezza e la ripetizione che vi regna di alcuni fatti.
Cominciamo con uno estratto dalla lettera indirizzata da Giovanni Vernou a' moi fratelli
ed amici dirìioranti a Ginevra:
« Uno de’ nostri fratelli, dopo che gli fu data
lettura della sua deposizione, venne interro
bene in quanto che vivo è il sentimento d’una
coscienza che cerca pace, e la coscienza è la
lampana deH’anima. Ma l’uomo facilmente si
stanca di quella lotta, la sua coscienza s’addormenta, perde l’idea del bene sommo cui naturalmente aspira, s’impregna d’orgoglio e si
perde in vanità. Ecco uno stato imputabile a
noi personalmente, poichò Adamo ci ha dato
in eredità una lotta, onoi la riduciamo in una
indifferenza : questa potevamo evitarla, e se vi
è, la 6 tutta nostra. L’uomo 6 inclinato al malo,
non inclinato airindifferenza : liberamente vi
cade, e quindi è colpevole per conto suo. Colpevole è ancora, quando a far cessare quella
lotta del bene e del male, abba.ssa l’idea del bene,
scusa quella del male, s’accontenta d’una morale monca , ristretta, esteriore, e orgogliosamente si persuade che in lui v’ha tanta perfezione
da contentare uno spirito immortale, dotato del
sentimento e del bisogno dell’infirMto. In tutto
ciò non v’ha ia morte? La morte deH’anima non
consiste forse nello spegnimento di quella coscienza, la quale aspira alla perfezione, e che nel
combattimento tra il bene e il malo sente il bisogno del Salvatore e ha fame e sete di giustizia ?
(Matt., v). — Or l’uomo ò incapace per provenienza a raggiugnere l’altissimo suo scopo;
ed è morto ne’ propri falli, neirindifferenza e
nell’orgoglio : che cosa ha fatto Dio? Non a disistima , ma ad onore della nostra razza, ha
scelto non già un angelo, ma un fratello nostro,
s’è congiunto indissolubilmente con lui, si i
gato intorno alla messa, a’ precetti della cosi
detta madre Chiesa (cattolico-romana) ed a’sacramenti che essa ammette. Egli rispose ; essero la messa posta in luogo della santa Cena,
ma difTerirne come dalla luce differiscono le
tenebre; potersi dire, anziché un sacramento,
un rinnegamento del corpo di G. Cristo ; a dir
breve, la Chiesa romana non avere quella che
dicesi propriamente Cena del Signore.
* Interrogato .so nel pane o nel vino della
Cena vi fossero il corpo ed il sangue di G. C.,
rispose recisamente di no; ma allorquando
si celebra la Cena, nelle chiese evangeliche,
giusta l’istiluzione di G. Cristo e degli Apostoli
{.itti, n. I .\Cor. xi), ed in seguito alla predicazione dolla divina parola ; in tal caso partecipando alla sacra mensa con fede, pentimento
e carità, quantunque il pane resti tuttavia pane
in qualità ed in soslanza, ed il vino resti vino,
nondimeno noi riceviamo per la bocca della
fede i segni della cosa significata, cioò a diro
il corpo ed il sangue di Cristo che sono il vero
cibo e la vera bevanda dell’ anima nostra.
manifestato in carne (I Tim., iti, 16). Così la
indelebile aspirazione inverso Dio si trova soddisfatta in Cristo, Dio ed uomo; e l’accettazione
di lui come Salvatore produce nella coscienza
il germe d’una vita interiore, un bisogno piìi
vivo di perfezione e di felicità, o una pace, la
quale non proviene dall’e.s.sero indifferente alla
lotta tra il bene e il male, ma dal sentire di
giorno in giorno cho il beno si seguo facilmente,
non ostante che Cristo no renda l’idea più alta
ancora , e cho il male perde di forza , a malgrado ch’Egli co lo faccia trovare nnclio in coso
prima credute indifferenti. Ecco la vita del cristiano , vita attestata da testimonianze d’ogni
specie, 0 che i filosofi dovrebbero studiare e
non ispregiare. Or nella dottrina della salvazione è chiaro non esservi che la grazia. E
questa altro non è cho la carità di Dio, la quale
per Cristo secondo Adamo si manifesta inverso
gli uomini, ed essi si tolgono dal male e corrono inverso di lui. A tale grazia i cristiani congiungono liberamente la propria volontà, svolgono in se stessi la forza di quella, e la manifestano nelle opere loro. Come nella no.stra vita
naturale, il principio vitale ci vien da Dio creatore, e gli atti son nostri; così nella cristiana,
la grazia apre la nuova vita, e noi svolgiamo i
suoi puri elementi in pensieri, in atti e in parole, pieni di carità e di purità. La vita cristiana
quindi altro non è che l’unione intima della
nostra libertà alla grazia divina , della nostra
coscienza aH’ammaestramento di Gesù Cristo ,
Quanto alle parole: Questo è il mitj corpo, rispose ciò essere nella Scrittura una figura della
sineddoche o metonimia, cho attribuisco al segno il nome della cosa significata. E in questo
senso che la pietra è detta Cristo, e la colomba
Spirito Santo. Relativamente alla pretesa <ransustanziazione del pane e del vino in corpo ed
in sangue, aggiunse essere questa una cosa
così infelicemente e così bestialmente inventata, cho ogni uomo di buon senso può a buon
diritto liurlarsene. Ma dacchti il mondo ha
lasciato la verità di Dio e di Gesù Cristo per
seguire la menzogna del diavolo o dell’Anticristo, lo spirilo maligno ha lavorato nello
menti do’ cattolici con tale efficacia d’errore,
da far loro adorare un pozzetto di pane e ritenerlo come Dio, invece di riceverò la Cena del
Signoro, secondo viene prescritto dalle Sante
Scritture.
« In seguito, uno di quei monaci domandò :
come si può conoscere e credere che il vecchio ed il nuovo Testamento contengano la parola del Sigaore, se non per la sola ragione che
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e del nostro volere a quello di Colui che ci ha
creati por santificarci. — A quosta dottrina ,
che il signor Franchi lealmente riconosce essere
ignota alla sua coscienza, egli fa questa obbiezione. L’uomo « non è peccatore se non in
« quanto gli manca la grazia; non è incredulo
« se non in quanto gli mancala fede; eia fede
« e la grazia non istanno punto in suo arbitrio,
« ma son doni gratuiti di Dio che li dà a’ suoi
« eletti, a’ suoi privilegiati, a chi gli piace in« somma, e a tutti gli altri li nega ». La fede e
la grazia son doni di Dio ; ma, dice Salomone,
hominisest animampraparare{Proc., xvi, l).
La colpa non istà nel non ricever grazia; la colpa
sta nel non voler sentire la propria imperfezione e pascersi o d’orgoglio, o d’indillerenza,
nel contentarsi d’un bene monco e leggiero,
sminuendo volonterosamente l’importanza del
male ; la colpa sta nel non volere accettare di
esperimentare nel profondo della coscienza la
salvazione di Cristo, che migliaia di testimoni
dichiarano la paco delle anime loro. Ei basta
mettersi nella condizione voluta dall’Evangelo
por aver grazia : so essa dunque è dono di Dio,
sta però in noi di mettersi in quella condizione.
E questa 6 la piìi naturale che esista : riconoscersi incapace e desiderare la pace di Dio.
L’incredulità dunque manifesta, è vero, la mancanza del dono di Dio , ma svela ancora l’assenza di seria meditazione sullo stato della
propria coscienza, la disparizione di quel vivo
sentimento che ci spinge aH’infmito, e di quel
bisogno d’altissima perfezione che la natura ha
posto in noi, che gli studii dovrebbero fortificare , e che l’esperienza dolla vita e le testimonianze della storia dovrebbero rendere sempre piìi potente. Chi non vode che a questo
modo l’incredulità esiste perchò voluta? Dio
non vuol fare una casta di privilegiati. Dio si
presenta a tutti coloro che no sentono il bisogno,
poichò invano si potrebbe dare perfezione a chi
non ne sente il pregio.
In un secondo articolo {Ragione, n“ 29) il sig.
Franchi prosegue a intrattenersi della Buona
Novella: del che lo ringraziamo, poiché ci ag
la santa Chiesa li ritiene e li ricevo per tali?
L’inquisito risposo non credere che la parola di
Dio, registrata nelle Sante Scritture, sia ])arola
di Dio per questa ragione, ma piuttosto perchè
lo stile ed il linguaggio delle Sante Scritture è
un linguaggio di Dio, dettato dallo Spirito Santo
a’ profeti, agli apostoli, agli evangelisti del
Signore; imperciocché quando san Pietro faceva
testimonianza al figlio di Dio, confessando di
scorgere in osso la parola della vita eterna,
Gesìi chiamollo felice, ed aggiunse cho tali
cose non potevano avergliele rivelate nò la
carne, nè il sangue, nò lui stesso, ma il Padre
celeste; che chiunque credo cho Gesìi sia il
Cristo e ne ricova la parola, è nato da Dio;
e chi ascolta il Figlio ascolta il Padre; chi contempla il Figlio, contempla il Padre. I capitoli 54 d’Isaia, 31 di Geremia, ed i cap. 6, 14,
15, 16, 17 e 18 di san Giovanni dimostrano ad
evidenza che la Bibbia è la parola di Dio. I
profeti che predissero la venuta del figlio di
Dio, lasciarono scritta la parola di Dio. San
Paolo al cap. 8 à^W'Epistola a’ Romani, mostra
grada di veder posta in discussione la nostra
dottrina. Ciò che dispiace ai Cristiani è l’indilTerenza altrui: il cristianesimo piglia forza
nolla lotta, poicliù da un lato si scovre la sua
forza, mentre daH’altro si svela il vuoto d’una
filosofìa che conta circa venticinque secoli di
vita. Si combatta pure la forza cho ò data dal
Cristianesimo : che ci darete invece? Quella
Ragione, la quale non può risolvere se esiste
Dio, se v’ha una vita avvenire, so v’ha uno
scopo che va oltre il tempo, se il sentimento
che cerca l’infinito sia vero o illusorio ? A fronte
di tal nemico, ci sia permesso di credere alla
non peritura vita del Cristianesimo, ove troviamo un Dio carità, un tipo di perfezione in
Cristo, una morale insuperabile, anime che
sentono la sublimità e la dignità della vita, una
grazia che produce frutti d’amore puro, disinteressato, non egoistico, e una pace, che se il
Franchi chiama illusione, puro si manifesta
reale per le sue forti radici, per i suoi virtuosi
prodotti, e per la sua serenità in mezzo alle
miserie della vita o a fronte della morte.
Noi avevamo parlato dolla dottrina del libero
esame, che gli evangelici ammettono. Il Franchi
risponde : Non ripetono anch'essi {i romanisti)
che la loro obbedienza é libera e illuminata?
Dimandiamo noi ad ogni uomo di buon senso,
so a questo modo si mostra d’avere inteso l’importanza del libero esame, di quel libero esame
cho ha arrecato una nuova civiltà , che tolse i
ceppi alla filosofia stessa, e che ha fatto sentire
la sua influenza in tutte le scienze e le arti?
Non volete ricorrere agli apologisti, ma non
dimenticate ciò che han riconsciuto i filosofi,
ciò che la storia attesta. E poi si vuole pareggiare questa libertà evangelica con quella di
cui parlano i roimnisli? Il papa parla, e devono obbedire: e presso di noi, non è l'autorità
d’un uomo, ma la forza della coscienza cho ci
conduce a Dio , e che ci fa riconoscere nella
Bibbia la parola di vita eterna. Bisogna veramente aver voglia di scherzare per trovare
eguali una libertà e l’altra.
Alla logica del papismo, che pone a base la
cho lo spirito di Dio, dimorante in noi, ci rende
testimonianza che noi siamo di Cristo, e che
per esso noi gridiamo: Abba, Padre.
« Qui tutti gli astanti abbaiarono come cani,
per aver dotto l’inquisito cho lo spirito di Dio
abitava in esso, e che lo spirito del Signore
imprimevagli nel cuore il suggello dello promesse di salute, di grazia, di favore e d’amore
divino ; o l’inquisitoro con grave acconto pronunziò in latino le parole dell’apostolo : Nihil
mihi conscia^ sim, sed in hoc justificatus non
sum; cioò: Io non mi sento in nulla colpevole,
ma non per questo son io giustificato; la qualo
sentenza era allegata così malo a proposito,'
che tutti se ne accorsero, s'i che ìa divenne
oggetto di ridicolo.
« Un Francescano saltò su dicendo essere una
presunzione diabolica il tener-si securo per tal
modo dello spirito divino e della grazia di Dio,
non essendo permesso d’averne tutt’al piìi che
una semplice congettura. Rispose l’inquisito
essere ben poca cosa una fodo fondata sulla
congettura ; far d’uopo che la fede sia fondata
autorità del papa, si opponeva da noi la logica
del protestantismo, cho pone a base la coscienza
libera, ma pièna de’suoi bisogni intimi. Ha
ragione il Franchi di dire ch’egli ignora questa
logica ; e se non fa maraviglia a lui, non ce ne
maravigliamo nemmeno noi. Una ò la logica,
dice egli: si, la logica de’sillogismi è una, non
v’ha dubbio, ma non è la stessa la logica della
serviti! e la logica della libej-tà ; la logica di chi
credo all’autorità del papa, e la logica di chi
crede all’autorità della parola che si manifesta
nella santità della morale e de’ frutti che produce. Bisogna proprio essere attaccato alle^colastica (il che non può dirsi d’un ingegno così
acuto come quello del signor Franchi) per dire
una la logica, e perciò romanisti ed evangelici
ragionare con pari forza, o con pari nullità. La
posizione in cui l’uomo si mette, non cangia
la forma dei sillogismi, ma ben cangia il metodo,
la sostanza e gli svolgimenti del ragionamento.
Passa quindi il Franchi ad opporci il famigerato argomento de’ teologi cattolici : Voi esaminate, dunque sottomettete la Bibbia alla vostra ragione. Avremmo creduto che la sua
filosofia per combatterci non avesse bisogno di
ricordarsi nulla della teologia romana; ma tanto
ò: il romanesimo è piìi sostenibile per lui, cho
l’evangelismo. Noi prima di sottometterci, esaminiamo : ecco una posizione che ci sembrerebbe molto filosofica, nè avremmo mai aspettato che un filosofo co la rivolgesse contro. Il
nostro esame non consiste a sottometter la Bibbia alla ragione, ma a riconoscere che la Bibbia
è la verità. Riconosciutala, la nostra ragione
si sottopone, perchò s’illumina; la nostra coscienza si acqueta, perchè sente la vita cho Dio
solo può dare. La ragione non dà autorità alla
Bibbia, ma liberamente si persuade ch’essa è
l’autorità di Dio. Persuadersi che un’idea è vera,
significa forse darle la propria autorità? Assentire non è creare; e tra una ragione che cerca
di trovare il vero di una dottrina, eia riconosce
per divina , e una ragione che rigetta ogni
dottrina non proveniente da lei, e cerca il vero
solamente in sè, ci pare che la diUerenza non
sulle promesse di Dio, e non saper cosa sia fede
chi non ha questa certezza e non sente in coro
siffatta testimonianza, per virtìi dello Spirito.
« Al solito argomento concernente la potenza
del papa, l’influenza delle tradizioni, l’autorità
de’ Concilii o l’estensione della religione romana
ihaggiore che l’evangelica, fu risposto essere
piccolo il vero gregge del Signore, stretta la
porta che mena alla vita eterna, larghissima
quella che conduce a perdizione ; pochi entrare
per la prima , c moltissimi per la seconda. Il
piccolo numero che fu salvato con Noè nell’arca, fu accusato, del pari che i figli d’Israele,
d’essere in numero ristretto a fronto del resto
del mondo ch’era idolatra e senza Dio. Vien
detto a’ pochi : * Non vedete che la maggioranza
« degli uomini vi contraddicono ?» — Ed i pochi
rispondono : « In ciò crediamo avverata la pro« fezia di Simeone : Che Gesù, Cristo è un segno
« al quale sarà contradetto; e ciò che gli Ebrei
«dissero a Paolo (Atti, xxvni, 22): Quanto a
< questa setta ci costa che trova ostacoli dapapertuUo. »
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dev’essor piccola , sia qualunque la logica dei
filosofi. Il metodo un po’ singolare cho il signor
Franchi adopera nelle suo produzioni è questo:
distruggere nel giudicare degli avversari ogni
differenza e ogni distinzione, o mostrare quindi
che sono in contraddizione, o cho sono implicitamente del suo sistema medesimo. So questa
è logica, no giudichino coloro che leggono le
sue opere. {Continua).
NOTIZIE RELIGIOSE.
Torino. — Moriva testé in Dronero la signora
Olciati di Poschiavo, cristiana-evangelica: non
‘esiste nel Comune cimitero acattolico, laonde il
rev. sig. Bert, pastore in Torino, s’indirizzava
all’onorevole sig. Rovera sindaco, il quale con
modi cortesi ordinava subito che fosse scavata
una fossa nei Campo-santo del Comune e tolto a
prestito da qualche confraternita il panno funebre
per la bara. La sepoltura fu decorosa ed anche
solenne, conforme al rito evangelico; il sindaco
medesimo volle assistere alle cerimonie religiose,
compiute e in casa e al cimitero, e più centinaia
di persone d’ogni condizione e sesso ( cattoliciromani) accompagnarono alla tomba larispettabile defunta ed ascoltarono ( come riferisce lo
stesso sig. Beri ) < con silenzioso rispetto e cri« stiano contegno le preghiere e le osservazioni
« d’un pastore valdese; — ed aggiunge — qualche
« centinaio d’anni addietro si abbruciavano i
« Valdesi nella valle di Magra, a Busca, a Dro« nero, a Carignano, ecc., dov'erauo numerosis
» simi gli aderenti loro...... Oggi invece i lumi
« rispleudono nelle antiche tenebre — i pregiu« dizii scompaiono — la fratellanza reciproca
« compenetra i cuori — le leggi e le istituzioni
« nostre liberali hanno fugato gli odii e le gare,
« che l’ignoranza soia ed un’influenza gretta ed
« egoistica instillavano dappertutto nell'interesse
« loro — e vediamo co’ fatti quanto sia stata per
I i Piemontesi una vera benedizione la largizione,
« che ad essi fece il magnanimo Carlo Alberto,
« dello Statuto —. Piaccia a Dio che in tal guisa
* la cara nostra patria progredisca ogni giorno
« maggiormente nella via della vera cristiana fra« tellanza e libertà ! »
Savoia. — Il sig. Wright, ministro evangelico,
cappellano della colonia inglese per la strada
« Allora un arvoccalo surse e disse all’inquisito : « Vieni qui : non sai como hanno finito
tanti altri tuoi pari? Sono stati messi a morto ! »
— « E la prima lezione, rispose l’inquisito, che
il mio sovrano dottore e maestro Gesù Cristo
m’ha insegnato ; che chiunque vuol esser suo
discepolo deve portare la sua croce e seguirlo.
Questa croce vuol dire ch’egli rinunzia a se
stesso, ed abbandona di buon grado la propria
vita por lui; imperciocché chi vuole ad ogni
costo salvare la propria vita, la perderà. Leggete il cap. 12“ di san Matteo, e vi troverete
che coloro i quali ci faranno morire, crederanno
di render servizio a Dio. Fu inoltre allegato ciò
che sta nelle Scritturo relativamente alle persecuzioni spinte sino alla morte contro i veri
servitori di Dio ; come i tre giovanetti che furono gettati nella fornace ardente per non aver
voluto rinunziare alla loro religione e adorar
l’idolo ch’era stato inaugurato : Daniele, san
Giacomo o santo Stefano.
« Quanto all’autorità de’ Concilii, rispon
ferrata in Savoia, pochi mesi or sono era entrato
nella Chiesa del papa, e VArmonia fece grande
chiasso. Al presente la Gasctle de Savoie ci dice
che il sig. Wright ritornò alla Chiesa anglicana.
Francia. — A Parigi il comitato della società
delle missioni prese la risoluzione di riaprire
l’instituto missionario, chiamando a dirigerlo il
sig. Casalis, obbligato a ritirarsi dalla sua missione d’Africa pe’ lunghi servigi da lui prestati
e per la perdila fatta l’anno scorso della propria
moglie. Il comitato non poteva scegliere miglior
direttore per educare missionari destinati al sud
dell’Africa. Ecco riguardo a questa parte di mondo
che cosa scrive il sig. Casalis medesimo: « Udrete
con piacere che noi rimarchiamo in quasi tutte
le stazioni un ritorno al Vangelo. I tristi eifetti
delle guerre passate scompaiono ; gli uditori
aumentano ogni domenica; la gioventù si mostra
desiderosa d’istruzione ». Anche il missionario
Maitin. svizzero, dice: « Il Signore ci da ora più
incoraggiamento; io non ebbi mai cotanti uditori:
sono riuscito a formare una scuola di molti giovani dai dieciotto ai vent’anni; che la Chiesa del
Signore possa inviarci de’ soccorsi ! Le conoscenze che spargemmo durante molti anni, in
mezzo a difficoltà grandi, suscitarono bisogni
religiosi che importa di soddisfare ».
— Ad Elbeuf, durante la quaresima, le prediche d'un missionario gesuita hanno fatto progredire la causa evangelica: ebbero per risultamento di rendere il tempio tre volte più ristretto
in causa della moltitudine. Le calunnie e le
menzogne sciorinate dal Gesuita contro i riformati eccitarono un giorno nella chiesa di San
Giovanni una specie di ammutinamento; un centinaio di sedie furono rotte dalla folla, e in seguito a questa scena di tumulto, la polizia arrestò
otto persone, tra le quali, per grazia di Dio, non
si trovava alcun protestante. L’indomani il pastore della comunità evangelica, sig. Chottiu ,
recandosi aU’ordinaria sua confcremza, dovette
essere portato in cattedra sulle braccia degli uomini, dice il corrispondente della Semaine Religieuse, tanto ingombro v'era nella corte e nel
tempio. Tale concorso cosi straordinario poteva
dar timore di qualche accidente o tumulto spiacevole ; ma non cessò mai di regnare la più gran
calma durante tutto il servizio. Circa 700 persone
dovevano trovarsi riunite nel tempio : grande
moltitudine di cattolici erano accorsi pensando
demmo cho ammettiamo ciò ch’è stato decretato
sugli articoli della religione cristiana, purché
fosse decretato secondo la parola di Dio e interpretato analogamente alla fede, como dico
s. Paolo nel cap. 12° dolla Epistola a'Romani;
ma che essi Concilii non ammettono se non
quello cho ò necessario per istabilire la tirannia del papa che è' Anticristo, dipinto co’ più
vivi calori nel cap. ii della 2» epistóla a’ Tessalonicesi dallo Spirito di Dio, e descritto da san
Paolo perchò ciascuno lo sfugga, o non vada
perduto con lui. Aggiungemmo inoltre che so
quei sedicenti nostri giudici ci condanneranno
come eretici in questo mondo, iu forza de’ loro
decreti e concilii; essi nell’altro mondò avranno
a renderne conto a un altro giudice , il quale
scorgendoci fedeli e cattolici, assolverà noi e
giudicherà loro, condannandoli alla morte eterna , quantunque volte non faranno ammenda
e non lascieranno la via riprovevole in cui il
papa colle suo menzogne li ritiene, per seguire
la pura verità del figlio di Dio.
che udrebbero il ministro confutare il Gesuita;
ma non v’ebbe, in tal di, una sola parola di controversia nel discorso del sig. Chottin. Tutti gli
assistenti mostraronsi rispettosissimi.
— A Lilla un incendio distrusse iuteramente
la cattedrale : esso le fu comunicato dai fuochi
d’artificio fatti per la festa della sine labe.
Belgio. — Da qualche mese venne aperto a
Bruxelles, nella sala della scuola annessa alla
cappella della via Belliard, un corso gratuito di
lettura per gli adulti: ei conta già numeroso
uditorio. Sembra che la pubblicazione del nuovo
dogma abbia spinto molle persone a prendere
parte a queste istruzioni, nelle quali imparano
eziandio a conoscere il Vangelo.
Alta Austria. — Il movimento politico del
1848 recò qualche vantaggio alla condizione dei
protestanti ; specialmente, d’allora in poi, fu ad
essi concesso d’avere delle torri e dello campane
sui templi. Nell’alta Austria vi sono pastori con
emolumenti che sommano fino a 1400 fiorini ;
presbiteri e locali agiati per le scuole; cappelle
assai ben tenute. Nel villaggio di Wallern, in
cui tre quarti sono cattolici, il tempio riformato
è più appariscente e spazioso del cattolico-romano. Nella vicina parocchia di Wels le spese
di costruzione della nuova chiesa ammontarono
a più di 120,000 fiorini, e i cattolici-romani stupefatti esclamano: colesti protestanti tanno bene
totlencrti fra loro. Ora si sta erigendo una cappella ad Altersée ; a Gallneulcirchen molti cattolici dichiararonsi per la fede evangelica. Essendo
i membri delle chiese di Goisern, Uallstadt e
Gosau, per la maggior parte, operai delle saline
imperiali, il governo austriaco concorre al mantenimento de’ pastori. Attualmente nell'alta Austria vi sono 10,000 riformati formanti 12 congregazioni. La vicina provincia della Stina conta
5000 evangelici, componenti tre comunità. Nella
Carintia ve ne sono 18,000 e nella città di Vienna
(Bassa Austria) 12,000. Nella Boemia si annoverano 54 congregazioni evangeliche, e sono le più
miserabili. La Slesia austriaca racchiude 73,000
protestanti.
Oriente. — I missionari americani hanno testé
fondata una chiesa evangelica nella città d’Akhissar, ch’è l'antica Thyatira dell’Apocalisse. Ella
contiene dalle 12 alle 15,000 anime, delle quali
un quinto appartiene alla Chiesa greca. Si dice
che ben presto verrà innalzato un tempio anche
« Gli inquisitori non ebbero più flemma,
e nell’ eccesso dell’ ira ci fecero condurre in
carcere.
« Ieri (1.5) i frati con sentenza definitiva ci
dichiararono eretici ed escomunicaronci dalla
Chiesa romana siccome membri corrotti. E noi,
ben lieti di ciò, ne arguimmo che siamo davvero membri della Chiesa cristiana, che ha per
capo Gesù Cristo, poiché l’Anticristo ci bandisce
dalla sua, e che siamo nella via del paradiso,
ora che i membri di satana dichiarano cho non
siamo più de’ loro. Sia lodato il Signore della
grazia che ci ha fatto. Noi attendiamo la nostra
sentenza di giorno in giorno, e l'esito cho il
Signore ci destina, è il nostro guadagno, sia di
morte e sia di vita. Felici noi se ci sarà dato di
morire pel Signor nostro !
< 16 luglio 1854 ».
(Continua).
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a Tarso, la patria di S. Paolo: molti missionari
visitarono recentemente questa città, ed han trovato anime assai bene disposte ad accogliere la
verità.
— A Gerusalemme , il venerdì santo, nella
chiesa del Santo Sepolcro , i Greci vennero.alle
mani co’ Latini, a motivo dello concessioni che
gli ultimi ottennero dalla Porta; i Turchi dovettero intromettersi per ristabilire l’ordine.
Africa occidentale.— La missione di SierraLeona ebbe a lottare lungo tempo contro enormi
difficoltà per la mescolanza delle razze, la diversità delle lingue, delle abitudini, delle superstizioni e l’influenza perniciosa del clima. Dietro
le ultime notizie officiali, due terzi della popolazione professano il cristianesimo, e, secondo il
signor Koelle, forza tale vi prese « che, sebbene
c (Dio noi voglia però) scomparissero i missioc narii europei, forse l'opera languirebbe o si arre
• € sterebbe un istante, ma certo rialzerebbesi da sè
c per continuare e compiere la sua marcia trion« fale ». Infatti molte comunità cristiane sono a
quest’ora indipendenti e vivono di vita propria ;
scelgono i loro pastori ; osservano quella disciplina che hanno adottato ; provvedono alle spese
del culto, ai bisogni dei loro poveri e trovano
ancora il mezzo di aiutare le società bibliche o
le missioni. Fra i segni che meglio caratterizzano il cristianesimo di Sierra-Leona, dopo il
progresso fatto nelle conoscenze religiose e di
moralità, si è il gusto de’ negri per l’istruzione
e la prosperità delle istituziohi. Ognuno sa che
Sierra-Leona è colonia inglese destinata, fin dal
1808, a ricevere que’ disgraziati negri che i vascelli crocieri britannici strappano dagli orrori
della tratta, loro assicurando un rifugio; laonde
vi si trovano de’ nativi di quasi tutte le contrade
note ed ignote del vasto continente africano.
Ogni volta che un vascello dello Stato vi sbarca
degli schiavi, si dà loro di che sfamarsi, vestirsi
e provvedersi del bisognevole per sei mesi ; in
seguito eglino stessi devono pensarvi : i più si
dedicano, con vario successo, a diversi piccioli
commerci; altri servono d’interpreti fra i mercatanti della costa e le tribù deU’interno ; ed alcuni principiano ad esercitare qualche mestiere;
trovansi fra loro de’beccai, de’panattieri, de’calzolai , de’ fabbri èd anche degli orefici, ecc. La
primacattedrale protestante innalzata sul terreno
dell’Africa occidentale fu a Freetown (città libera), in cui si riunisce ogni domenica un'immensa congregazione composta d’Europei e di
indigeni. Nel villaggio di Wilberforce, cosinominato in memoria del celebre filantropo cristianp
che tanto fece per l’emancipazione de’ negri, le
due società delle missioni operanti nella colonia
registrarono, da pochi anni in qua, gran numero
di conversioni. La popolazione di Rcgent, quasi
tutta, cioè parecchie migliaia d’anime, fa professione di appartenere a Gesù Cristo, A Glouccster
tutti gli operai missionarii sono indigeni , e a
Bathurst il ministro, ch’è altresì un negro, può
riguardarsi come pastore anziché come missionario, tanto impercettibile è il numero de’pagani
e de’maomettani, ecc. ecc. Nel cimitero di Kìsseij
uu gruppo di tombe ricorda al cristiano fatti
melanconici ad un tempo e gloriosi ; qui riposano le spoglie mortali di tanfi missionarii e loro
mogli che hanno perduto la vita pel servigio
dell’opera di Cristo Gesù; possedè Kisscy due
ospitali, di cui l’uno riceve tutti gli schiavi malati o morenti che i crocieri sbarcano a SierraLeona ; e l’altro è un asilo pei mentecatti: esiste
altresì una scuola pei giovanetti salvati dalla
tratta, come havvene una a Charlotte per le giovanette. Il 26 dicembre ultimo fu sotterrato a
h'issey il vescovo anglicano di Sierra-Leona sig.
D.’’ Vidal!; amico sincero e protettore di tutte le
opere missionarie, spiegava attivissimo zelo e
faceva assai benficenze; nell’ultima sua visita
alla missione di Abbékuta egli conferiva gli ordini a due missionarii indigeni e confermava
quasi 600 Yorubas convertiti alla fede cristiana.
Polinesia.—In altro numero abbiamo già parlato delle isole Fidji e della miracolosa conversione del re o principal capo di esse. Ora le ultime notizie ricevute assicurano ch’egli si mostra
fedele alla professione fatta e che il di lui esempio produce i buoni effetti previsi dai missionari.
Il rev. sig. Waterhouse scrive, in data 18 agosto,
che a quest’epoca più di 1300 persone avevano
abbracciato il cristianesimo nella sola isola di
Bau. Altra lettera narra che, nelle' isole in cui
l'Evangelo prese piede, contansi già più di 4000
persone atte a leggere le Sante Scritture. Eppure
le isole Fidji sono ancora un de’luoghi più tenebrosi della terra, dove il cannibalismo si mantiene come regola e non come eccezione, al dire
del sig. 'Waterhouse, ed il solo Vangelo ha la
virtù di salvare queste popolazioni da una totale
rovina.
Paese de’ Birmani.—Tutti gli amici delle missioni sanno la storia delle benedizioni ch’ebbero
le fatiche del celebre Di^ Judson e di altri missionarii impiegati con-lui. Di recente sappiamo
che le chiese cristiane di questo paese continuano a moltiplicarsi e consolidarsi. Oggidì se
ne contano 117, contenenti in complesso oltre 10
mila membri effettivi ; aggiungasi poi una grande
moltitudine di uditori assidui della Parola santa,
molti de’ quali danno ai missionarii le più belle
speranze.
Isole Sandwich. — Il 13 settembre ultimo si
aperse alle porte di Honolulu, capitale del re-,
gno, un nuovo stabilimento sotto il nome di
Collegio degli Orfanelli : la direzione venne confidata ad nn Americano, sig. Beckwith.
Stati-Uniti, — 1 buoni effetti rimarchevoli ottenuti, grazie alle leggi di temperanza, nei primi
Stati eh’ ebbero il coraggio di promulgarle,
hanno grandemente contribuito all’ estensione
del movimento che ha per iscopo la proibizione
della vendita pubblica di bibite spiritose. A Portland, capoluogo dello Stato di Maine, ne’dieci
mesi anteriori all’attuazione della legge di temperanza, 232 persone erano state rinchiuse nella
casa de’poveri; ne’dieci mesi seguenti non,ve
n’ebbero più di 146; prima, 279 individui erano,
stati messi in prigione come ladri; dappoi, soli
63 nel medesimo spazio di tempo. Tre prigioni
dello Stato di Vermont sono vuote, e nelle altre
il numero dei ditenuti ha molto diminuito. A NewLondon si leggeva testé ne’fogli pubblici: priV
gione iaffittare. Simili fatti, che si riprodussero*
dovunque si fece l'esperimento, provano all’evidenza che se la temperanza è utile per gli individui , è altresì un beneficio per lo nazioni e
costituisce un progresso economico inestimabile. Perciò molti Stati deH’America sollecitarono di sottoscriversi per la proibizione della
vendita pubblica di bibite spiritose, dando così
il bell’eserapio di ciò che possa effettuare il regime democratico a prò della moralità pubblica
e dell’ordine vero.
BOLLETTIXO POLITICO.
— La festa nazionale dello Statuto fu celebrata
in ogni angolo del regno colla dignità e coll’esultanza di un popolo civile e libero. A Torino
poi riuscì molto splendida ■ il nostro leale Re
volle non solamente assistere allo sfilare della
Guardia Nazionale e della truppa di linea, ma
altresì delle scuole e delle varie compagnie del
popolo, che , facendo sventolare in^umerabi^i
bandiere , gridavano con entusiasmo, viva il Re,
viva lo Statuto, viva la Legge-Rattazzi (per la soppressione de’conventi), viva l'Italia!
— Pare certo che la commissione, avente l’incarico di coordinare il progetto di legge sui conventi coll’approvato emendamento Desambrois ,
abbia finito il suo lavoro, e che il Senato ripiglierà le sedute entro la settimana. — I fogli
clericali, temendo che la legge sui conventi sia
votata per appello nominale, cominciano a censurare questa maniera di scrutinio.
— A Firenze la povertà e lo squallore aumentano.
— Negli Stati del papa si manifesta novella
agitazione e seguirono altre carcerazioni : i soldati pontificii disertano onde prendere servizio
sotto i Francesi. — Un individuo trovavasi da
molto tempo nelle carceri di Roma per affari
politici ; udita testé la sentenza che lo condannava alla galera in vita, svincolandosi dai custodi
che lo circondavano, si precipitò da una finestra
della stanza in cui allora si trovava.
— Martedì , 15 maggio, ebbe luogo a Parigi
l’apertura dell’esposizione. L’imperatore terminò
un suo discorso con queste parole ; Convocando
tutte le nazioni in questo palazzo ho voluto .soprattutto innalzare un tempio alla Concordia.
— Il governo di Spagna allontanò saggiamente
dalla Corte molti alti funzionarii che mostravansi
pronti a favorire la reazione e a spingere il paese
negli orrori della guerra civile. — In Antiquera
accaddero tumulti provocati dai clericali ; essi
volevano^ festeggiare il nuovo dogma della sine
labe, e l’alcaldo vi si opponeva perchè la bolla
era mancante del regio eiequalttr : l’istruzione
giudiziaria è già cominciata.
— L’accordo dell’Austria e della Prussia, a
quanto sembra, si stringe sempre più; anzi corre
voce di prossima ricostituzione della triplice alleanza austro-russo-prussiana.
— A. Sebastopoli, l’il, i Russi fecero un fuoco
violento contro la trincea ed uscirono in due colonne che furono respinte con perdite considerevoli.
— Si dice con qualche fondamento che il contingente sardo in Crimea sia destinato per fazioni
in campagna, anziché rimanere nelle trincee.
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