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PROPUGNA IL BENE SOCIALE
MORALE RELIGIOSO DEGLI ITALIANI.
ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3 ; semestre L. 1,50.
Estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Oii<ettoFe e fimml&istt'atoi'e : Beovcnuto Celli, Via fflagenta II. 18, HOfflII
Homg, 26 IHaggio ^9^0 = ^nno = IT. 22
V^vvv■^vt/v^*t/^ » Quel che manca all’Italia —
, . V > • I'I ♦ La... non fine del mondo —
J/AÌ Scienza e Religione — Un altro riassunto della
conferenza Boutroux — Un nuovo documento
dell’età apostolica — Il saluto all’ostia — L’Italia
credula e superstiziosa — Gioffredo Varaglia — lituo
Regno venga 1 — Tratteniamo Gesù 1 — Dio, Gesù
Cristo e noi — Avvisi ufficiali — Valli Valdesi —
Chalet unionista alpino — Da le antiche province —
Distretto Lombardo-Veneto — Comizio fiorentino contro la bestemmia — Cronachetta romana — L’On.
Chiesa anticlericale clericale — Corriere siculo —
Dopo oinquant’anni di regime libero! —Oltre le Alpi
e i mari — L’Inaugurazione di un nuovo istituto —
Pro Italiani a Ginevra — Pro separazione della Chiesa
da lo Stato — Socialisti inglesi a Lilla — Ancora dei
socialisti inglesi —- La « Lettera su la* frequente comunione > >• Che cosa si scrive deU’Italia all’estero Lourdes alla luce della scienza — Una vittima del
gesuitismo Si combatte contro il nemico — Tra
medico e cliente — La Società dei Trattati Religiosi
di Londra — Undici monaci protestanti... — Un primd
passo verso la soluzione... — Pel centenario dell^Argentina— Leggendo e annotando — In sala di Lettura — A ciascheduno il suo — Sotto l’incubo!
La Luce per 1 sola lira
Col primo di luglio cominceremo, piacendo a
Dio, la pubblicazione d’un nuovo lavoro del prof.
G. Bartoli intitolato A uri sacra tames ;
e, invece di restringerci a una mezza pagina per
volta com’ era nostra intenzione, ne riempiremo
una pagina intera. Col primo di luglio apriremo
un nuovo abbonamento alla Xiuoe, il quale non
costerà che una sola lira. Con una sola lira i nuovi
abbonati potranno avere la Lvioe per sei mesi
(da luglio a dicembre)! Gli Amici vogliano procurarci molti di questi nuovi abbonati.
Quel ehe manca all’Italia
Tante cose mancano all’Italia: non le enumero; mi
preme segnalarvene una di primaria importanza : la
coscienza morale. Non voglio dire che tutti gl’italiani
manchino di coscienza né che chi ne manca ne manchi in modo assoluto.
Se si deve credere a Giulio de Freuzi, che scrive
nel * Giornale d’Italia » un articolo intitolandolo
« Il primo plagio di Gabriele d’Annunzio », questo
celebrato scrittore (Gabriele d’Annunzio) avrebbe rubacchiato a man salva idoe e brani interi in autori
stranieri, come se nulla fosse. Chi abbia vivo il senso
morale, quando si vale della roba altrui fa intendere
che è roba altrui. Manca la coscienza morale!
Allo stesso giornale Amy A. Bernardy manda da
Los Angeles una corrispondenza sotto il titolo .« Miraggi di Estremo Oriente », in cui dà una botta agli
Americani che ° sforzano di convertire-al .'Cristo i
Cinesi di California (coinè se questo non fosse un dovere sacrosanto per chi sinceramente creda, e qualunque, risultato pratico abbina derivarne) e d’altro
canto adula l’Italia dicendole che, se non disperdesse
in quotidiane diatribe T «immenso ingegno», « solleverebbe il mondo! » Che esagerazioni! Non basta
r « immenso ingegno > e un po’ di pace, per « sollevare il mondo ! » Per quest’opera immane, occorre
anzitutto una perfetta coscienza ; che, se -fosse un
tantinino sentita ci smorzerebbe su le labbra la parola adnlatrice, che ha addormentato tante coscienze
e che non ne ha ridestato mai nessuna.
Come prova monstre della presente mancanza di
quel che più occorre in Italia, riferisco queste poche parole dell’on. Calissano, sottosegretario per l’interno, in risposta all’on. Zerboglio, il quale — anche
a nome di altri deputati — aveva svolto un’interpellanza intorno ail’alcoolismo, piaga d’Italia e del mondo.
« L’ou. Calissano » leggiamo nel « Giornale d’Italia »
« riconosce che Valcoolismo presso di noi, da qualche
anno a questa parte, ha assunto delle proporsioni
impressionanti. Onde il problema è grave, oggi, e sarebbe stoltezza, se non delitto, da parte del Governo
il non preoccuparsene. Ma appunto^ data la gravità
del problema, bisogna andar molto cauti, tanto più che
vi sarebbe uii ordine di provvedimenti che se, da
un canto, potrebbe portare a combattere l’alcoolismo,
offenderebbe dall’altro canto in modo rilevante gli
interessi dell'economia nasiohale ».
Per non offendere gl’interessi materiali, non si insorge a combattere subito e con tutti i mezzi possibili un vizio che rovina corpo e spirito, e, certo, indirettamente anche l’economia nazionale. Oh, povera
Italia ! A che ti serviranno il tuo « immenso ingegno » e le adulazioni della signora Bernardy, senza
una incrollabile coscienza, che ti additi inesorabilmente
il dovere, tutto il dovere, sempre il dovere ?
La... non fine del mondo
Ora che il pericolo è passato, possiamo bene riderne un po’. Molti ne ridevano anche prima, ma
molti altri avevano paura o ridevano giallo.
Strana questa paura della fine del mondo che si
tramanda di secolo in secolo, assumendo le forme
più diverse, dall’ajlegria alquanto forzata alla pazzia, dall’intensificazione del sentimento religioso al
suicidio. Ammazzarsi per paura che il mondo finisca, è proprio un colmo ! Eppure di questi colmi
se ne sono visti anche di recente. Tra l’incerto e
il sicuro, l’uomo preferisce questo, anche se si
tratta di morte. Alla finb sicura che ci aspetta
tutti individualmente tosto o tardi, poco ci si pensa
0 non ci si pensa affatto ; i mille pericoli cui siamo
del continuo esposti, la morte che c’insidia e ci
minaccia sotto forme diverse, ci lasciano più o meno
indifferenti ; ma il pensiero di una incerta e problematica fine del mondo ci conturba e ci atterrisce. Perchè? Sarebbe difficile il dirlo. Deve attribuirsi il fatto, probabilmente, a suggestioni collettive e ad ataviche paure misteriose tramandateci
da secoli di ignoranza e di superstizióne, le quali
hanno la loro origine nella tradizione cristiana,
I primi credenti aspettavano anche loro la fine
del mondo, ossia il ritorno glorioso di Cristo, la
parottsia, ma quella aspettazione era per essi argomento di letizia e non di terrore. Più tardi,
quando la pura luce primitiva si oscurò e che s’in
terpretarono 0 si applicarono male certi passi dei
libri sacri, scomparve la gioia santa dell’attesa e
subentrò la paura, anche fra i credenti; e cosi ebbero origine i terrori del Mille, le sette religiose
predicenti catastrofi telluriche a scadenza fissa,
tutta la letteratura escatologica che aduggia di
un’ombra funesta il campo del pensiero cristiano,
e... lo spavento di quelle inocue e bellissime zingare del cielo che sono le comete. Quello che più
fa paura è la coda, perchè, si sa, le code sono velenose, e poi, come nel caso attuale, sono cosi lunghe ! Che formidabile colpo di scopa, se arriva a
raggiungere la terrai Vengono i brividi solo a
pensarcii Eppure, vedete, se tutte le code fossero
veli^ose come quelle delle comete, si potrebbe dormire tranquilli. Guardate che figura ha fatto quella
di Halley ; francava proprio la spesa di menarne
tanto scalpore e di averne tanta paura !
Parrebbe che, coi progressi della scienza, tali
paure superstiziose dovessero sctmpariie; invece
esse rimangono, perchè sono gli scienziati i primi
ad alimentarle. Quando si sparge la notizia della
prossima fine possibile o probabile del mondo, è
sempre uno scienziato che la lancia pel primo ; e
non passa quasi-anno che la notizia non si ripeta.
Dopo, quando la gente comincia ad aver paura sul
serio, cercano di attenuare, di spiegare, di rassicurare : « pericolo imminente e sicuro, non c’è ;
però, non si sa mai, il cataclisma è fra le cose
possibili ; la coda è tenuissima, ma è o potrebbe
essere velenosa «. E la gente cosi rassicurata... ha
più spavento di prima. Gli scienziati sono talvolta
dei gran burloni... non sempre allegri però, anzi
quasi mai. Per esilarare l’umanità, promettono il
finimondo. Vuol dire forse che la nostra terra, diciamo meglio, che la vita sulla nostra terra non
abbia mai a finire ? Si e no.
La teoria scientifica che ha tenuto il campo per
qualche decennio e che sembrava definitiva, c’insegnava che, per il lento raffreddarsi del sole e
per Tesanrimento, sulla terra stessa, delle energie
contrarie necessarie alla vita, dovrebbe fatalmente
venire il giorno in cui quella vita sarebbe impossibile. Con logica terribile quanto sconfortante,
quella teoria ci mostrava, nelle remote età future,
il nostro globo freddo e morto roteante senza fine
nell’oscarità dello spazio.
Altra teoria più’recente e più consolante, sostenuta dal celebre Arrheriius, basandosi sulle due
grandi forze della gravitazione universale e della
pressione luminosa, ci dice ehe quand'anche Interra
0 il sole dovessero diventare astri morti, essi s’incoutrerebbero, nelle loro evoluzioni attraverso lo
spaziò tenebroso, con altri astri spenti, e dal cozzo
ritornerebbero lominosi e viventi, in virtù di quella
legge che presiede al continuo divenire dei mondi.
Non entra nel mio assunto spiegare in modo più
2
LA LUCE
particolareggiato la teoria e non sta a me il dire
quale solida base scientifica essa abbia. Mi basta
rilevare come essa s’mcontri in modo meraviglioso
con la rivelazione, la quale ci dice che la fine di
un mondo, del mondo attuale, non sarà altro che il
principio di nn mondo nuovo. Niente si distrugge
e niente perisce, ma tutto si trasforma e si sublima in una ascensione indefinita verso forme più
pure e più perfette.
« IO vidi nuovi cieli e nuova terra » ecco la
trasformazione cosmica.
E in quella nuova terra. « abiterà la giustizia . ;
ecco la trasformazione sociale.
Non è. questo mondo che passa, è la « forma »
di esso.
Hnpieo Hivoive
SCIENZA E RELIGIONE (1)
COMCm^ZlOHEI
Torniamo agl’increduli
Lasciamo i Teologi, e torniamo di nuovo — per
qualche minuto, prima di terminare questo ormai
lungo lavoro —agli scienziati increduli.
Se si occuperanno della parte scientifica deila Religione, trascurando interamente la parte metafisica,
gli scienziati, come tali, saran certamente in pienissima regola. Non si può pretendere che uno sia più
realista del re: non si può pretendere che lo scienziato dia prova di sentimenti più conciliativi ohe
non siano quelli della Scienza stessa. < Basta-al discepolo di essere come il maestro » ha detto Gesù.
Basta dunque allo scienziato di essere come la Scienza.
Se tale egli sarà, avremo infallantemente la conciliazione desiderata : e come non si deve più parlar di
inimicizia tra Scienza e Religione, e cosi non si parlerà più di scienziati avversi alla Religione.
Ma non so se accontentandomi di questo solamente
(che pur sarebbe la conciliazione!) io non commetterei un’ingiustizia. Temo anzi che la commetterei. —.
Nel dissidio che abbiam dovuto vivamente riprovare — i credenti ci sono apparsi assai colpevoli; non
più colpevoli tuttavia dei loro avversari, cioè degli
scienziati increduli, Ora — se vi ho a dire tutto il
mio pensiero — non mi parrebbe cosa ijè equa nè
gentile il richiedere agli increduli (colpevoli quanto
i credenti) una riparazione meno profonda e meno
completa che non ai loro avversari. A questi ultimi
io ho richiesto di innamorarsi.... della Scienza, ed ho
richiesto perfino di.... trasformare per quanto fosse
loro possibile (nessuno è obbligato a far Timpossibile,
dicono i Francesi) di trasformare la teologia in
scienza, nientedimeno! Non vi paro dnnque, o miei
cortesi Lettori, che dai colpevoli credenti io abbia
preteso assai più che non abbia fin qui preteso dai
colpevoli increduli.^ Per far par pari, dovrei ora rivolgermi ai colpevoli increduli, e dir loro : « Sentite,
amici! Se i colpevoli credenti han da far buon
viso alla vostra scienza non solo, ma perfino da trasformar c per quant’è possibile » la loro teologia in
scienza, mettetevi, ve ne prego, una mano su la.... coscienza, e poi ditemi se non sia giustizia ch’io inviti
adesso voi a far buon viso, non soltanto a quella
parte della Religione che può essere oggetto di scienza,
ma anche a quell’altra parte che non può esser oggetto di scienza, cioè a dire a tutta quanta la Religione? se non sia giustizia ch'io v’inviti, non già a
trasformare — intendiamoci — la scienza in teologia, bensì a far buon viso a tutta la Religione, e
(senza modificar in nulla la vostra scienza) a trasformar la vostra vita in vita religiosa? Da voi
come scienziati non ho nessun diritto di ottener questo, lo so. Voi — al pari della Scienza —- non siete tenuti ad occuparvi se non dei fenomeni religiosi, e
quindi fate bene, comt scienziati, ad ignorar Dio —
per esempio — perchè Dio non è un fenomeno. Ma, signori Scienziati, voi non siete scienziati unicamente :
siete anche uomini ; e da voi come da uomini
mi sarà ben lecito — io credo — di ottenere anche
dell'altro. Se da qui innanzi i credenti non anderanno più blaterando contro la Scienza, ma l'ammireranno amandola e se ne faranno seguaci introducendola nel loro studio della Religione, oh, perchè
voi, Scienziati, non dovreste fare un ohe di simile,
abbracciando la Religione, non solo in ciò ohe ella
può offrir di scientifico, ma anche in ciò ch’ella offre di non scientifico, ossia di metafisico? abbracciando cioè la Religione in tutta la sua interezza,
come voi ed io desideriamo che i teologi abbraccino
nella sua interezza la Scienza?
Per poter esclamare: « la conciliazione tra scienziati e credenti è fatta >, per poter col cuor sollevato
(1 Continuazione V. numero precedente.
esclamare così, non occorre certamente che Tuomodi
scienza divenga religioso : basterà infatti ch’egli non
vilipenda più la Religione e se la studi in quel
ch’essa ha di fenomenico, cioè di scientifico ; basterà
che la studi e la rispetti. Potrei dunque fermarmi
qui, dopo aver detto: « se i credenti e gl’increduli
volessero arrendersi alle mie precedenti sollecita
zioni (e dovrebbero!), la pace potrebbe ormai consi
dorarsi come seriamente conclusa, e il mio scopo come
pienamente conseguito ». Se non che, questa conci
nazione, bastevole a por fine e per sempre alla tri
vial lotta che da secoli dura tra credenti e increduli, presenterebbe tuttavia per ciò che concerne
gli increduli un che di negativo. Dal lato dei credenti, cessazione d’ogni ostilità non solo, ma omaggio e amore alla Scienza e comunione con essa, comunione perfetta senza restrizioni di sorta; dal lato
degli increduli, invece, studio, sì, ma studio obiettivo, e quindi... discretamente freddo (com’è tutto ciò
che sia obiettivo) di una sola di quelle due parti in
cui si suddivide la Religione. — Non è, certo, chi non
veda le diseguaglianza, la disparità. Dal lato degli
increduli sarebbe desiderabile un qualche cosa di
più. Sta bene : lo studio d’uno degli elementi della
Religione (dell’elemento fenomenico), ma poi qualche
altra cosa insieme ; cioè un’adesione, e un’adesione
calda, ardente dell’anima dello scienziato alla Religione, a tutta quanta la Religione. In somma, come
il teologo dovrebbe convertirsi in scienziato, sarebbe
desiderabile che lo scienziato si convertisse, non dico
in teologo, ma in credente. Allora si avrebbe — come
ognuno imaginerà senza sforzi ■— il nec plus ultra
della conciliazione !
Orbene, quantunque ciò non sia iudispensabiie
alla mia tesi sufficientemente svolta, oserei sperare
questo « nec plus ultra »; oserei sperarlo, perchè
nello scienziato — oltre alio scienziato — c’è l’uomo,
e perchè anzi in lui l’uomo non è facilmente separabile da lo scienziato : tanto vero che — come si fece
notare a suo luogo — lo scienziato si tira dietro
l’uomo sempre e dovunque, nello studiolo, su la cattedra, nel laboratorio ; e nella scienza ci mette un
poco dell’uomo, e così rende la scienza un poco subiettiva. Questo è un fatto che nessuno ardirà contestare. Non c’è scienza perfettamente obiettiva, non
c’è scienza perfettamente separata da lo scienziato,
voglio dire da l’uomo scienziato. Se dunque T uomo fa capolino nello scienziato, quando lo scienziato
studia — poniamo — le proprietà dei corpi radioattivi, oh, sarebbe poi una cosa contro natura che
l’uòmo nello scienziato facesse capolino del pari,
quando lo scienziato si mettesse a studiar la Religione? sarebbe cosa contro natura — io vi domando
— se lo scienziato, studiando la Religione, si spingesse (non come scienziato, ma come uomo) oltre i
confini dei fenomeni religiosi, per addentrarsi in
quell’altra regione ove ci si ritrova in presenza, non
più di fenomeni, ma di un qualche cosa o di un
Qualcheduno che non è fenomeno ? Da lo scienziato — uomo — è lecito, io credo, pretendere anche
questo nuovo passo veramente solenne.
Ma prevedo un’ obiezione che l’uomo scienziato
— non scordandosi un momento d’essere scien
ziato, cioè a dire persona assai positiva — non
mancherebbe di rivolgermi in questo momento, se
mi... udisse.
(Continua)
Un altro riassunto della conferenza Boutroux
E' tanta l’importanza della conferenza dell’ illustre
prof. Boutroux, che non dispiacerà, certo, ai Lettori
un nuovo sunto, che togliamo da le colonne della « Vie
Nouvelle ».
€ Il conferenziere con argomentazione assai solida
e stringente ha mostrato come la morale debba far alleanza con la religione, senza la quale non ha ragion
d’essere e perde la prepria forza e ogni stimolo al progredire. Il Boutroux ha insistito assai su la distinzione
tra ragione puramente logica e astratta e ragione sintetica e intuitiva. Ha fatto toccar con mano come tutti
i sistemi esclusivamente intellettuali presentino laqgne
e fenditure, quando si propongano di abbracciare la Verità. La realtà straripa da ogni parte. La vita rompe
le forme e specialmente le formule di parole. Ne risulta che non c’è morale puramente scientifica, e che
per l’essenza sua la morale è religiosa. Apparisce tale,
in ispecie, quando si tenga conto del suo carattere imperativo e ispiratore ».
Un nuovo documento deiretà apostolica
É stato pubblicato — dice il Wabnitz nel * Ohristianisme » — a Lipsia, tradotto dal siriaco in tedesco
dal dotto Johannes Flemming e commentato da l’illustre Harnack. Questo nuovo documento del secolo
apostolico è stato di recente scoperto dal dotto inglese
Rendei Harris. E che cosa contiene? Una raccolta di
odi attribuite a Salomone e che secondo lo Harnack
in Palestina un innario
fe più importa si è che
Didachè ton
i apostoli), scoperta un
costituivano al tempo di Gesù
ad uso dei Giudei. E quel che ^______ _____
all' innario giudaico furono aggiunte circa quel tempo
medesimo altri inni da un autore cristiano. Si che
le 42 € odi » sono preziose -» quanto la
apostólon » (insegnamento degli
trent’anni or sono — per intendere la religione giudaica, la religione e le oredeize cristiane di quell’epoca apostolica. Pare che il documento gitterà luce
sul Vangelo di S. Giovanni specialmente. Il Wabnitz
si propone di riparlare dell' c Imnario giudeo-cristiano
del primo secolo », e noi ne (erremo informati i Lettori.
Il saluto air ostia
t03i
del
Queste domande che uno dei
tini desidera rivolgere a chi
loro luogo in questo giorno
dato — la cui coscienza religi
bligo di presentar le armi all’
nerato ? — E’ stata mai chiesti
accordata ? — Come ottenerla
cusa detto omaggio, pur allega
a quali conseguenze si espone ?
nostri abbonati fioren
*
cano, son veramente al
Corpnsdomini. Un solosa sia turbata da l’ob-*
c|stia — può esserne esotale esenzione ? — Fu
-- Se un militare rindo ragioni di coscienza,
t’Italia credula e
supersfiziosa
dt
Co:
Rosi
le
Si scriveva i giorni scorsi
di Firenze, a proposito della
per esempio, ha venduto dell’o
ria; altri hanno turato le fessi
non.far penetrare l’aria pregai
ancora invocavano Santa
piazze dei quartieri popolari
venivano esposte ai passanti
e circondate dal popolo, che re
la patrona di Palermo allontanassi
Anche le leggende e le storiell
avuto il loro posto. Ieri appun
compagne, una allieva di scuola
alla maestra che aveva visto
dinanzi e dirle di avvertire i
paura, perchè ella avrebbe tenub
Palermo al Fieramosca
meta: « Un farmacista
issigeno per purificar l’aire, i buchi di casa per
a di gas nocivo. Altri
lalia ed in molte vie e
immagini della Santa
s.ttorniate da ceri accesi
ìCitava le orazioni, perchè
le l’imminente pericolo,
le soprannaturali hanno
to, fra l’emozione delle
elementare raccontava
Santa Rosalia comparirle
])alermitani di non avereIO la coda della cometa »,
^iaffredo Varaglia
Non solo nobili e popolani
abbracciavano numerosi l’Èva
del clero romano, preti e frati
fessato ed insegnato dottrine
la Parola di Dio, abbraeciavai^
Nominiamo, fra gli altri,
stino Crosso, di Villafranca,
vo di Torre e vicario di
Pizzighettone, Vittor de Pop(\l\
tanti altri che poterono esercit
so ministero, nelle Valli od
cata sull’inizio l’attività di Gi\
banditore dell’Evangelo.
Figlio di uno dei capitani
contro i Valdesi, Gioffredo, n
arruolò, giovanetto ancora,
nel 1520 e seguitò poi il Base
ebbero origine i cappuccini
valente oratore ed abile dialett
uno dei quattordici predicatoi i
ritaìia per combattere i progi"(
giosa : fra i suoi collaboratori
nardino Ochino.
Per potere sinceramente co
quattordici polemisti ne tesser^
dovettero convincersi che la
che erano usi di chiamare en
contro gli stimoli della cosci
mutarono talmente il loro m
loro superiori, insospettiti, li
Vi furono tenuti cinque anrt
sorveglianza finché Varaglia,
lare al secolare, fu designato
rigl il legato pontificio. Vi
onori e le pompe di cui saperi
ro, ma non colla pace del cuo:
Italia col prelato, riparò da I
studiò teologia e ritemprò il
mantino Calvino. Ci stette poc(^
richiesta dei Valdesi di San
store che predicasse in italia
periglioso ministero. Egli fu
lo dalia fine di maggio ai priih
ma quel breve soggiorno bastò
sa un impulso tale ohe vi ad^i
liti di Bibiana ed altri común
predicare fteRa hqtivà Bttsoa,
artigiani e contadinii
iigelo, ma molti membnii
convinti di avere proestranee o contrarie ab
0 la fede dei Valdesi,
stino Mainar di, Agp
^archiotto de Dio, natisema, Elia Schioppo,
nobile bolognese, e
are un lungo efruttuoaltrove. Fu invece tronoffredo Varaglia quale
della guerra di Carlo I
sito a Busca nel 1507, si
nell’ordine francescano
ai nella riforma da cui
Datosi a conoscere come
ico, fu scelto per essere
1 chiamati a percorrere
essi della Riforma reliera pure l’illustre Ber
iifutare i riformatori, i
gli scrìtti, ma con ciò
verità stava con quelli
ètici. Pur ricalcitrando
enza, come Paolo, essi
odo di predicare, che i
richiamarono a Roma,
i sotto una strettissima
passato dal clero rego¡eer accompagnare a Pastette tre anni fra gli
a circondarsi l’alto cle. Onde, nel tornare in
ione a Ginevra ove risuo carattere ooll’adaperò, chè saputo della
iovanni di avere un pano, si offerse per quel
nella sua parrocchia soi di novembre del 1557,
per dare a quella cbierirono numerosi prosei del piano; chiamato a
accettò l'iiivitio m» bel
re
3
LA LUCE
ritorno fu arrestato e oondoito a Torino. Uscì vittorioso da tutte le prove e tentazioni del lungo processo e suggellò finalmente la sua fede salendo serenamente, il 29 marzo 1558, sul rogo erettogli in Piazza Castello. Scrive un contemporaneo che il suo atteggiamento come imputato e poi martire produsse anche maggiori frutti che non il suo, pur zelante, ministero.
Oiov. dalla
IL TUO REGNOrvÌNGrr
Iddio, l’Iddio vivente, l’Iddio di Gesù Cristo, non vuole
solamente essere adorato, ma vuole anche èssere servito. Egli non vuole solamente avere degli aderenti,
Egli vuole soprattutto avere dei sudditi, docili, obbedienti. Ma il suo Regno, diciamolo subito, non rassomiglia punto al Regno dei Sovrani celebri. Se Egli ci
domanda obbedienza, lo fa per il bene nostro, per amore
verso di noi. Il suo Regno è un Regno di libertà, da
cui, in Cristo, ogni despotismo è rimosso. Aprite la Bibbia,
leggete questa Magna Carta del Regno di Dio, le sue
prescrizioni, i suoi ordinamenti ; ad ogni pagina troverete il linguaggio non di padrone, ma di Padre. Egli
non ricorre mai alla forza ; sempre in modo assoluto
rispetta la libertà. Non intende regnare su degli schiavi,
ma su degli esseri liberi. Divenendo suoi sudditi, noi,
in realtà, conquistiamo perfetta libertà. Non è possibile
affrancarsi dal peccato, nè daU’opinione pubblica, nè
da noi stessi, nè dalla morte se non facendosi servitori di Cristo e di Dio. Ne risulta quanto sia salutare
per le nostre anime il giogo divino e quanto sia dolce
a portarsi. Dunque non esitiamo più, diveniamo fin da
oggi i sudditi di un tal Re, e se noi siamo già al suo
servizio lavoriamo con maggiore gioia, aumentando i
nostri sferzi, ravvivando la nostre preghiere, perchè
s’allarghi in noi ed attorno di noi, questo Regno di Giutizia, di Purezza e di Pace.
(Vera la Paix di H. Soulié).
Tito Celli.
TRATTKNIAMO GEStJ !
Nel capo IV del Vangelo di Luca si narra che le
turbe cercavano Gesù che s’era appartato, e, trovatolo,
« lo trattenevano per che non si dipartisse da loro »
(versetto 42). — l) C’è un che d’interessato in questo desiderjq ,dj ,t,rqttqnere (|esìr. de tutjbe infatti eran
state beneficate da lui. Avrebbero dovuto trattenerlo
per puro amore verso di lui. —2) Ma non si pretenda
troppo da peccatori deboli e pieni di svariati bisogni.
— 3) C’è del resto un egoismo che il Signore approva. Tratteniamo Gesù, per che ci consoli : saremo
atti per tal modo a consolare gli altri; per che ci
illumini ; diverremo « luce del mondo »; per che ci
santifichi;: ci trasformeremo a nostra volta in lievito
^santificatore. — 4) Gesù non si lasciò trattenere da
,le turbe: doveva evangelizzare il regno di Dio
;,alle altre icittà ». Ma noi siamo più avventurati delle
iturbe! Col -suo Spirito Gesù adesso può ritrovarsi dovunque, non si apparta più. Tratteniamolo dunque! —
Animeremo noi, come suoi araldi e messaggeri, a
.« evangelizzare il regno di Dio alle altre città », a
dutti gli uomini; e i trionfi, non mancheranno, perchè
ìGesù adesso si riascia trattenere, perchè Gesù è con
noi « tutti i giorni » e ci fortifica.
Dio, G-esù^risto e noi
Uon solamente .c',è un solo Cristo e un solo Dio ;
ma il Figliuolo « il Padre sono * una cosa sola ». ’
BTon solamente e'è un solo Cristo, ma i discepoli un
giorno saranno un solo cuore e un’anima sola. (O.
Jaulmes nella « Vie Aiouvelle »).
AVVISI UFFICIALI
Ristretto Pieisonte-Iiiguria-Iìizza.
La Gonuinissione esecutiva, costituita dei signori
Franceseo Rostan presidente, Paolo Longo vicepresidente, Diodato Rosati segretario, annunzia che la
Conferenza .distrettuale è convocata in Genova (Via
^urtatone, il 7 e, 8 giugno p. v. Al culto d’apertura (7 giugno, alle 9) presiederà il sig. Paolo Longo.
Distretto Lombardo-Veneto.
La Commissione esecutiva di questo Distretto (signori G. D. Buffa presidente, Paolo Calvino vice, Gaspare Gandini segretario) annunzia a sua volta che
la Conferenza si terrà a Brescia, e verrà inaugurata
il 7 giugno alle 20,30 con un culta pubblico, a cui
presiederà il pastore sig. A. Costabel.
La Direzione delia Luce rinnova la sua preghiera,
per che i Seggi o chi per essi vogliano compiacersi
di. inviarle con sollecitudine succose relazioni delle
Conferenze.
VALLI VALDESI
Resti inteso che molte delle notìzie che compariranno sotto questa rubrica proverranno da ì’Echo des
Tallées, che si pubblica a Torrepellice.
Bobbio. — La signora Gardioi di Bobbio e le signorine E. Longo e Roman di Torrepellice rappresentano al congresso internazionale di Berlino le Unìoni cristiane d’Italia. Altre rappresentanti saranno
le signore Janni di Sanremo e’ Comba di Genova.
B. Giovanni. — La società corale rese più attraente
il culto di Pentecoste, per mezzo dì un nuovo inno.
— E’ giunta da la Colonia Vaidense (America del
Sud) la signorina Hugon, dottoressa in medicina.
‘Bomarotto. — Il moderatore, sig. B. Léger, rappresenterà la Chiesa Valdese presso il Sinodo delle Chiese
presbiteriane di Scozia.
ChSlef unionisfa iFUpino
Ai primi giorni dì Inglio, Dio volendo, speriamo,
aprire la nostra pensione alpina per giovinette o
donne di condizione, modesta, al Serre d’Angrogna
(Valli Valdesi). La nostra cara direttrice, Sig.na Costabel, accettò d’incaricarsi quest’anno ancora di questo difficile compito, e, coadiuvata come sarà da persona pratica di faccende di casa, potrà dedicarsi tutta
alle sue pensionanti.
Già da qualche tempo la pensione giornaliera fu
ridotta a L. 1.25, ma per poter far fronte alle spese
con tal minima pensione abbiamo bisogno di assicurarci un buon numero dì dozzinanti. Saremmo quindi
riconoscenti se le iscrizioni pervenissero prima della
fine di giugno. (Rivolgersi a uno dei membri del Gomitato, oppure alla Sig.na Gostabel, indirizzandole le
lettere fino al 5 luglio, < au Valentin — Luserna San
Giovanni »; poi al «Chalet Unionista — Torrepellice
per Serre d’Angrogna) ».
Si desidera che ogni domanda d’ammissione sia aci compagnata da una raccomandazione di un Pastore
0 di una persona conosciuta da uno dei membri del
Comitato.
Che Dio benedica ii nostro Chalet e le persone che
l’abiteranno !
Il Comitato :
Sig.ra A. de Pernex, Via Campana 33, Torino.
Sig.ra Vedova P. Meille, Paris.
Sig.ra L. Meille, Via Principe Tomaso 35, Torino.
Sig.na Jervis, Torre Peilice.
Per maggiori schiarimenti, dirigersi alla signorina
Costabel. r
2)a le antiche province
Genova. — L’Associazione cristiana della Gioventù
ci ha inviato il suo programma di maggio.
— Un colonnello — facendo innanzi ai suoi militari la commemorazione di Garibaldi e del Mille _
parlò di Gesù Cristo, proponendolo « come un esempio
sublime da seguirsi ».
Sampierdarena. — In due luoghi della Riviera furono messe gentilmente a disposizione del pastore
sig. F. Balmas sale ad uso davangelizzazione. L’opera è già stata ineominciata e promette bene.
Distretto Lombardo-Veneto
Felonica Po. (V. Sommarli) — . In questo mese niente
di particolare è venuto ad interrompere la regolarità
dei nostri culti e delle nostre conferenze. Il numeroso
uditorio sì è sempre mantenuto con una vera confortante regolarità. Ciò è bello, se si pensi che quasi tutti
1 nostri fratelli sono agricoltóri, e che perciò, solo
tardi, in questa stagione, finiscono la loro lunga giornata di lavoro. Orbene, nonostante la stanchezza, il
mercoledì sera, alle 9, la chiesa è piena. Sia dopo il
culto come dopo la conferenza, spesso rimangono dei
fratelli per domandare schiarimenti su alcuni passi
della Bibbia, o sulla storia della Chiesa, mostrando
così un vivo interesse per l’Evangelo.
Abbiamo anche sempre continuato le nostre lezioni
di canto ; che formano il piacere non solo della gioventù, ma di tutti i fratelli; ed anche i vecchi, che
più non possono cantare, non mancano mai, tanto entusiasmo c’è per queste lezioni >.
Revere. (R. Avanzo} — « A X..., dove fui invitato
dalla maestra comunale N. N. per insegnare alcuni
cantici alla scolaresca, i genitori sono tanto contenti
che hanno detto alla sig.ra maestra: < Se alle prossime elezioni vinceranno i moderati, faranno entrare
il prete, come pel passato, in iscuola pel catechismo;
noi invece, per i nostri figli, faremo venire il ministro evangelico ».
Venezia. (G. D. Buffa) — Un culto bello e commovente abbiamo avuto il giorno di Pentecoste. Cinque
nuovi membri fecero la loro professione di fede davanti alla chiesa. Fra essi eravi una signora che era
stata cattolica. Una vecchia amica di lei fece tutto il
possibile, inviandole varie lettere, ispirate evidente
mente da un prete, per cercare di impedirle di fare
un tal passo ; ma inutilmente !
Dacché sono a Venezia, non ho mai avuto tanta
gente al culto in tal giorno.
Erano presenti parecchi cattolici, tra cui alcune signorine ed alcuni giovani, studenti gli uni e le altre
dell’Accademia delle belle Arti e della Scuola superiore
di commercio, condiscepoli ed amici di due fra le nuove
giovani sorelle.
Costoro hanno trovato il nostro culto molto solenne,
impressivo e commovente.
Comizio fiorentinojontro la bestemmia
I Fratoni della Zecca, usi a prestare Ì1 loro suolo
ospitale ai serragli di belve o ai capannoni del tiro
a segno, usi a sentir la monotona musica delle altalene, ebbero la fortuna, se così posso esprimermi, di
udire nel pomeriggio di domenica, 22 maggio, una nota
nuova in armonia colla bellezza della natura e col profondo senso del cuore umano, che, per quanto malvagio,
sa pur sempre dimostrare che nelle sue più intime fibrille, esiste il germe del bene e dell’ideale. Nel tempio
della natura, cioè sotto gli alberi fronzuti dei Fratoni
della Zecca, dovea risonare in un pubblico Comizio
fiorentino la parola che colpisce dì anatema la bestemmia.
Parlò prima il pastore Rochat notando come la bestemmia ed il turpiloquio siano una caratteristica
della Toscana, caratteristica che costituisce una nota
veramente stonante colla bellezza della sua natura,
colla limpidezza del suo cielo, col sorriso dei suoi
colli fioriti, tanto più stonante poi pet Firenze, culla
delle arti, Parnaso della poesia. La bestemmia, non
v’ha dubbio, è un segno di depravazione, di decadenza,
di pervertimento del buon gusto, è la massima offesa
che si possa recare a Dio.
Se non tolleriamo che sì parli in malo modo di un
nostro caro qualsiasi, come mai ci reggerà l’animo dì
veder insozzato nel fango il nome di Colui che ha
creato i cieli e la terra, che ha dato a noi stessi l’esistenza? La bestemmia è condannabile, specialmente in
tempi di libertà di pensiero quali sonò i nostri, perchè
offende la coscienza dei credenti, che vedono malmenato quello che hanno di più caro ; è condannabile,,
perchè esercita un’influenza deleteria sopra i bambini ; essa produce frutti nefasti nella scuola, nella
famiglia e (naturai conseguenza) nella, società ; essa
costituisce un incentivo alla rudezza, risveglia i naturali sentimenti di ferocia e può trasformare una
casa favorita sotto ogni altro rispetto, in un vero inferno.
— All’allocuzione del signor Rochat seguì quella
del pastore G. E. Meille, svolgendo brevemente questi
tre punti : Che cosa combattiamo : la bestemmia sotto
tutte le sue forme (cioè tutte quelle parole sconce che
hanno per oggetto la divinità oqualsiasi altra cosa sacra)
ed il turpiloquio (motti o frasi oscene rivoltealle persone). - Perchè combattiamo : perchè la bestemmia è
violazione delle leggi naturali e sociali, perchè essa è
una vera immoralità ; per parte di credenti è un’offesa fatta a Dio è la violazione d’un comandamento
della sua legge ; per parte di increduli è una sciocchezza, una contraddizione in quanto la si rivolge ad
un qualcosa che non esiste, al nulla. — Quali sono
i mezzi coi quali combattiamo : per mezzo dell’opera
di un'associazione : < La Croce Violetta », la croce, simbolo che in ogni cosa implica l’idea di safvataggio ed
al tempo stesso quella di sacrificio. L’associazione,
quantunque per ora sia diretta in modo speciale dagli
Evangelici, non nasconde, come forse taluno potrebbe
supporre, il germe clericale, germe che potrebbe allontanare da essa non pochi animi ben disposti. Terminando l’oratore confutò talune delle obiezioni che
si muovono generalmente al lavoro che si va facendo
contro alla bestemmia; che cioè il bestemmiare è un
bisogno come un altro e che quindi ogni tentativo
di liberarsene è fallace, che è fiato sprecato ii riprovarlo (cosa questa contraddetta, non fosse da altro,
dall’attenzione prestata agli oratori dal numeroso pubblico). Quantunque in pochi per ora, non c’è ragione di
scoraggiarsi : gl’iniziatori di grandi lotte, i vincitori
di grandi battaglie hanno cominciato umilmente con
poche forze.
A giudicare dagli applausi tributati ai due oratori,
e dal fatto che all’invito di un contradditorio nessuno si fece avanti, e da quanto potei udire avvici
Dandomi ora all’uno ora all’altro dei vari gruppi d
persone formatisi, a Comizio chiuso, per discutere an
cora insieme, posso affermare che la « Croce Vio
letta » ha ottenuto un vero successo e che l’impres
sione prodotta è stata ottima. Il che ci dice che il no
atro popolo non manca d’intelligenza, che ha il cuore
aperto ad ogni ideale. E noi dobbiamo svegliarne tante
belle energie latenti, dobbiamo educare questo nostro
popolo ed allora vedremo che i Fiorentini, i Toscani,
gl’italiani sapranno onorevolmente uguagliare, e
forse, superare quanto ad educazione e gentilezza, i
popoli oggigiorno più progrediti di noi.
4
4
LA LUCE
il Comizio si chiuse colla quasi generale approvazione di quest’ordine del giorno : « I cittadini di Firenze adunati a pubblico Comizio stimniatizzano il vizio
della bestemmia e del turpiloquio — invitano le autorità ad applicare l’articolo 490 del Codice Penale e
fanno voti perchè l’iniziativa della < Croce Violetta >
— appoggiata da tutti i cittadini coscienti — valga
a rendere la città loro degna delle tràdizioni passate,
delle glorie presenti e delle speranze dell’avvenire ».
L. M.
Del comizio parlarono la Nazione e il Nuovo Giòr^
naie. Il dott. T. Longo e dei giovani studenti vi dispensarono più di 300 « biglietti contro la bestemmia *.
G. R.
Cronachetta Romana
Domenica scorsa alle 16, presso l’Unione Cristiana
delle Giovani (Via Balbo 4), conferenza dell’Avv. Mastrogiovanni sul tema < La storia di un delitto >.
— Lo stesso giorno, alle 14,30, passeggiata deii’Associazione Cristiana della Gioventù. Itinerario : Ponte
Garibaldi, Porta S. Pancrazio, Forte Brevetta.
— Lunedì, alle 20,30, presso la sede di detta Associazione, conferenza del sig. Antonio Giusquiano sul
« Tolstoi ».
— Oggi (26 maggio), gita dell’Associazione al monte
Soratte ; e gita della Scuola domenicale di Via Nazionale 107 al Bosco Sacro. I bambini « guidati dal
pastore, da tutti i monitori e monitrici » sé ne staranno fuori tutta la giornata (da le 9 alle 18).
i’On. Chiesa anticlericale clericale
L’on. Eugenio Chiesa fece alla Camera un’ interpellanza contro la tendenza a inclericalire l’esercito, manifestatasi a Brescia ove un colonnello lasciò o fece
dispensare opuscoli clericali, ad Andria ove autorità
civili e militari firmarono un verbale ad attestare il
miracolo della famosa spina sanguinante, ecc. E noi
approviamo l’on. Chiesa ; ma, quantunque anticlericali,
noi non possiamo approvarlo, quand’egli pretende
che si impedisca ai militari di frequentare circoli clericali. Libertà per tutti! Lo spirito che suggerì all’on. Chiesa questa sua pretesa non differisce in nulla
da quello Clericale : l’anticlericale s’è rivelato clericale. Una volta si costringeva l’esercPto ad andare a
messa. Oggi il Chiesa vorrebbe si costringesse l’esercito a non frequentare i circoli clericali. Lo spirito
è il medesimo. — Libertà per tutti, ripetiamo ; e, se
voi volete che i militari non vadano a far visita ai
irati, date loro qualche cosa che valga un po’ più
deirateismo.
Corriere ^/cw/o
' _______rrr-- -.w .
Grotte. — (Otello) Nonostante la guerra sorda ed accanita mossaci dai Clericali, la nostra Chiesa in quest’anno ha fatto un gran passo avanti. Ben 15 nuovi
fratelli, tutti usciti dal Romanesimo, si sono aggiunti
alla nostra Congregazione. Anche le Scuole, verso le
quali maggiormente furono rivolti gli attacchi degli
avversari, hanno vita prospera e benedetta.
Licata. — (G. Demarco) A Licata, malgrado il continuo gridar dai pergami * al lupo al lupo » con lo
scopo di suscitar odio contro gli evangelici, la Parola
del Signore si fa strada e acquista sempre nuove simpatie. Mentre la nostra sala d’evangelizzazione cristiana, nel passato, veniva frequentata da soli uomini,
ora con nostra grande gioia vediamo ánchele donne
assistere alle conferenze settimanali, in cui il nostro
stimato sig. Corsani svolge argomenti di grande importanza rtiigiosa, istillando sentimenti d’amore e di
fratellanza.
Ci auguriamo che questo santo ardore si mantenga
sempre vivo, a dimostrare che non si vuol più vivere
nelle tenebre e che solo il Vangelo ci schiude dinanzi
la luce e la verità.
Fioridia — (m.) Il giorno 11 si celebrarono le nozze
del ministro evangelico Piero Chiminelli con la signorina Lucia Squadrilli, esimia maestra comunale.
La funzione religiosa produsse una profonda impressione nei cuori del numeroso uditorio. Vi parteciparono i pastori di Scicli, Noto e Siracusa e un nucleo
di distintissime signore e signorine, e non pochi amici degli sposi e dell’opera, che prospera sempre. I
clericali speravano disordini ; invece videro un paese
in festa.
Vadano agli sposi i nostri migliori auguri d’ una
vita lunga e felice sparsa di rose e fiori e di cristiàne
consolazioni.
Dopo cingnant’anni di regime libero !
Cinquant’anni ci separano dal trionfale viaggio dei
Mille e dalla più gloriosa impresa dell’epopea Garibaldina. Però per S. Piero Niceto, piccola città della
provincia di Messina, come pur troppo per altre parti
della Sicilia, l’eroico avvenimento che Pisola festeggia,
non è stato fecondo di progresso e di civiltà. ,
Qui gli oziosi proprietari spadroneggiano ancora
eoanbli signori mdioevali, e vanno a braccetto ancra
col più intransigente e nero clericalismo. Davvero che
se il terremoto, non si fosse preso l’incarico di dare
a San Piero un aspetto - diverso che ih passato, rendendo più misere e cadenti le già misere catapecchie
addossantisi le une sulle altre a cavaliere della montagna per la lunghezza di due chilometri, fra il sorriso del cielo, della terra e del mare, si potrebbe credere d’esSere ancora addietro non già di cinquanta,
ma di cento e cento anni,
É bastato infatti che il pastore Valdese di Messina
venisse richiesto di fare una semplice visita amichevole ad un correligionario impiegato municipale, perchè le sottane nere mettessero in subbuglio tutto quanto
il paese. Si cominciò coll’interoettare la corrispondenza.
Come ciò sia stato possibile non sappiamo di fonte
sicura, ma certo è che le nostre lettere dirette all’impiegato evangelico non arrivavano a destinazione,
mentre invece, l’arciprete preavvisava le sue pecorelle,
con un discorso dopo la messa cantata domenicale,
delle mosse dell’esecrato e diabolico pastore degli scomunicati, ed invitava i fedeli ed ignoranti devoti a
difendere con tutti i mezzi la Vergine e il protettore
apostolo S. Piero dall’attentato che si stava architettando a loro danno.
Così quando l’inconscio pastore arrivò in paese, egli
vi era già assai più conosciuto del deputato locale, che
non sì scomoda facilmente per quei suoi remoti elettori. S’iniziarono subito delle pratiche presso il brigadiere dei carabinieri, perchè impedisse che persone
e libri evangelici entrassero in paese, si stabilì che
nessuna stanza venisse offerta- per la progettata conferenza e che al predicatore fosse anche chiuso l’albergo. L’ardire clericale arrivò al punto di mandare
un vecchierello, monaco cieco e semi-imbecille, ad insultare * i diavoli venuti in paese », invitando tutti
a scacciarli anche dalla misera taverna, dov’erano entrati un momento a riposare.
La sera una marmaglia di ragazzi circondava la casa
dove s'era ritirato il colportore valdese, vociando indisturbati.
Questo baccano ha fatto sì che il valente e giovane ispettore scolastico della circoscrizione, un
genovese dalla tempra più democratica, stomacato
dalle manovre dei preti, spiegasse con calore nelle
varie classi elementari chi sono i protestanti e perchè siano ancora così vivamente combattuti.
Tutto questo avveniva due soli giorni dopo che a
S. Pier Niceto s’era festeggiata, al canto dell’Inno di
Garibaldi, la liberazione dell' isola : liberazione operata da quell’eroe che all’Assemblea Unitaria di Palermo aveva esclamato: « Noi non siamo per la religione del papa, Papa, cardinali, vescovi cambino bottega, e vadano al più possibile lontano d’Italia. » Éd
alle società operaie di Napoli aveva aggiunto; « Faremmo un sacrilegio se durassimo nella religione dei
preti di Roma. Fuori della nostra terra questa setta
contagiosa e perversa ». ì
Povero Garibaldi! Che diresti se a te fosse concesso
di far parte dei comitati pei festeggiamenti in onor
tuo a Palermo ed in Sicilia, e se tu potessi conoscere
personalmente coloro a cui l’opera tua ardimentosa
doveva giovare e per cui il sangue dei tuoi eroi bagnò le storiche camicie rosse ?
Corrado Jalla
OLTRE LE /ILFI E I nARi n
Svizzera
Ginevra. — Il Consiglio di stato ha deliberato di
creare una nuova cattedra di storia alla Facoltà teologica evangelica dell’università. Alla cattedra di teologia storica, presentemente occupata dal prof. E.
Choisy, ne verrà aggiunta un’altra di » storia della
teologia contemporanea ».
— I pastori Thomas, Sauvin, Dubois, Joseph — tutti
ottimi predicatori — terranno radunanze d’evangelizzazione sotto una tenda che verrà eretta sul boulevard
Carl-Vogt, presso la rue de l’Eeole-de-Médiciñe. Le radunanze cominceranno il 29 corrente e dureranno fino
alla metà di giugno.
— La Facoltà libera di teologia evangeiica ha già
pubblicato il suo bel programma per l’anno 1910-1911.
— Teologia storica (prof. Ruffet). — Esegesi dell’Antico
Testamento (Baumgartner). — Teologia sistematica
(Berthoud). — Teologia pràtica (Thomas).— Esegesi del
Nuovo Testamento (Breitenstein, probabile candidato
alla cattedra della Facoltà universitaria, e MercierOdier). — Filosofia (Duperrut). — Ebraico (C. F. Martin). — Storia delle religioni (Porret). — Psicòlogia
religiosa (Berguer, che è uno dei più competenti oggidì). — Medicina dello spirito (Durand-Pallot). — Sociologia (de Morsier, deputato). — Lingua francese
(Séchehaye). — Arte oratoria (Arlaud). — Igiene (Rivier). — Inoltre la Facoltà inizierà in ottobre un corso
speciale, che durerà fino a marzo, due ore per sera (da
le 17 alle 19) destinato a persone d’àmbo i sessi è di
qualunque età, desiderose di conoscer meglio l’Evangelo e di prepararsi a esercitare una più profonda
efficacia cristiana nell’ambiente in cui iavoraitO'o vivono, 11 corso comprenderà quattro rami : 1) S-tudio
della Bibbia; 2) Teologia sistematica ; 3) Teologia storica; 4) Teologia pratica.
Francia
Parigi — Si è fondata una società per la difesa dell’Evangelismo contro gli assalti del Cattolicismo romano e dei liberi pensatori. Quota annua, un franco
solamente. I soci riceveranno gratis tutte le pubblicazioni edite da la società stessa. Le adesioni si ricevono presso il prof. John Yiénot, 83) rue Benfert-Rochereau, Papis, 14.
Savoia L’Evangelo non vi è ancora penetrato,
salvo a Chambépye ad Annecy. Perciò il pastore Ullem, valente e zelante antesignano della fede evangelica, farà un giro d’evangelizzazione che durerà due
mesi, dal 15 luglio al 15 settembre. L’ Ullern predicherà sotto una tenda trasportabile.
j Spagrna
I Secondo la » Vie Nouvelle »,. i congressi prò libertà
di culto saranno riconvocati dopo il periodo elettorale. Intanto la petizione destinata a chiedere detta
libertà va coprendosi di firme in Spagna e nei paesi
di lingua spagnola. L’Argentina e l’isola di Cuba hanno
anche inviato danaro.
Portogallo
O Seculo — che è • il più importante giornale del
Portogallo » — ha pubblicato un supplemento dedicandolo agli evangelici di quella nazione. Il supplemento contiene un gran numero di ritratti di pastori,
di maestri evangelici, di colportori e di altre persone in vista ; incisioni che riproducono facciate di
templi, e un lungo articolo. (Da La Luz di Madrid).
Scozia
Edimburgo — Dal 14 al 24 giugno, come annunziammo, conferenza universale missionaria. Le varie
societè delle missioni avranno diritto di inviarvi un
rappresentante per ogni 100 mila lire ch’esse spendono
ogni anno. Poiché, tra tutte, spendono ogni anno 120
milioni, i delegati saranno 1200. Le sedute ufficiali si
terranno all’ »Assembly Hall». — Ogni sera, pubbliche
conferenze.
Norvegia
Harpefos — li signor Ernest Gordon ci scrive, tra
altre cose : • Seguo l’opera della missione evangelica
tra gl’italiani d’Italia e d’America con la massima simpatia e parlo di essi di quando in quando nel * Record of Christian Work », di cui sono il rappresentante per l’Europa ».
Stati Uniti
Ri governo ha concessp una.cospicua somma per
l’opera contro la tratta delle bianche. Dieci mila esseri infami a New York vivono con questo orribile
traffico. Bisognerebbe farne una retata e condannarli
tutti all’ergastolo perpetuo. Il governo americano ha
intanto stabilito un ufficio speciale nell’ « isola degli
immigranti » per sorvegliare il traffico. — Chi ha aperto gli occhi al pubblico, su questa pagina di storia contemporanea, è specialmente Marco Braun, Che
non potrebbe esser mai abbastanza lodato.
New York — Si sta per costruire un tempio evangelico alto 28 metri e con tre piani di sopra. Costerà
due milioni e mezzo.
Brasile
Rio de Janeiro — I pastori evangelici hanno protestato presso il prefetto del distretto federale contro
le pubblicazioni pornografiche che inondano le città
brasitóane (Da la ♦ Vie Nouvelle »).
— Apprendiamo puro da la * Vie Nouvelle » che
nel Brasile vi sonò 363 scuole domenicali, con 1222
monitori (oltre ai direttori) e 14.033 alunni iscritti.
Palestina
La nuova costituzione turca ha riaperta la Palestina
agli Israeliti ; sì che essi cominciano ad affluirvi da
tutte le parti del mondo. Ce ne sono già — dice il
Témoignage — a diecine di migliaia in Giaffa, Tiberiade, Safed e Haiffa. — Al tempo di Gesù, Gerusalemme aveva 80 mila abitanti ; venticinque anni or
sono, 15 mila (appartenenti a • ogni nazione di sotto
il cielo »); oggi, 125 mila, di cui 100 mila Israeliti. Migliaia di famiglie giungono in Palestina a carovane
da la Persia e da la Russia, e si dànno alla coltivazione
del suolo dei padri. Dei sindacati israeliti hanno acquistato la valle del Giordano, che apparteneva al
sultano Abdul Hamid. Altri sindacati han comprato
una bella e fertile pianura. Il valore dei terreni è
quadrùplioafo.
r iHADBUHAZlOHE Di UH HUDVD
Sotto ques^ titolo, la Gazzetta Ticinese pubblica
plaudente unAIspio articolo. L’istituto di cui si tratta
sorge a Rìvapiang di Miuusio ed è diretto dal signqr
Zamperini. La cerimonia inaugurale rallegrata dalla
banda di Minusio riesci assai bene. Dopo una preghiera e la lettura delle S. Scritture, sorsero a parlare « il presidènte signor Idatteo Urbap filantropica
5
LA LUCE
negoziante di Milano •; il direttore signor Zamperini ; il.signor Bossi pastore a Milano ; l’ispettore scolastico prof. Mariani e il prof. Ferrari delegato, scolastico di Minusio, a nome del Sindaco; il cav. uff.
Koncoroni, a nome della Società italiana e del Console italiano, eco. Cartoline, lettere, telegrammi da
vgrie parti. Poi gita sul lago in una barca gentilmente
offerta dai signori fratelli Merlini. Molta gaiezza,
molte congratulazioni e molti auguri : in complesso,
una bellissima festa.
Pro Italianj^Ginevra
L’invito rivolto dal Comitato evangelico italiano
(Presidente T. Mittendorff, Pastore A. Carmagnola)
alla cittadinanza ginevrina, per un trattenimento di
beneficenza a favore dell’Opera di Assistenza pro Italiani evangelici non è rimasto inascoltato. — La vasta sala del Teatro Comunale di Plainpalais presentava Sabato scorso un magico colpo d’occhio : il fior
fiore di Ginevra vi si era dato convegno. Non un
solo posto rimase vuoto quantunque i prezzi ne fossero stati raddoppiati e triplicati. Vero è che per la
circostanza si rappresentava il capolavoro di Pailleron : « Le monde où l’on s’ennuie ». Gli spettatori
che gremivano la sala non furono davvero disillusi.
I venticinque attori dilettanti (appartenenti alle
migliori famiglie di Ginevra) recitarono con grazia
e brio infinito riscotendo unanimi lunghissimi applausi. Si distinsero assai le signorine Teresa Gouy,
Coulin, Malan, Meynier, Rilliet e Cougnard; e i sigg.
Leone Gouy, Brunel, Munier e Dunant. Dobbiamo
anche menzionare la signorina L. Lavater professoressa al Conservatorio di musica, che s’era incaricata
di tutto l’apparato scenico contribuendo cosi alla
perfetta riuscita della rappresentazione. Il successo
finanziario fu completo e la serata fu un avvenimento artistico. — Terminando'non vogliamo passare sotto silenzio — anche a rischio di offendere la
sua grande modestia — il nome della benefica signora A. Gouy oriunda delle Valli Valdesi, presidentessa dell’Opera di Assistenza della nostra Chiesa. Là
signora Gouy è stata l’anima di questa riuscitissima
e geniale manifestazione di simpatia in pro dei nostri connazionali evangelici, poveri o malati, emigrati a Ginevra.
A. C.
Nell’ultimo numero della « Semaine Religieuse »
di Ginevra si leggono le seguenti informazioni : c II
signor A. Carmagnola pastore della congregazione
evangelica italiana della < rue Ami-Lullin » ebbe la
g^oia di ammettefe alla chièsa, nel giorno dS <Pentecostè, 9 catecumeni tutti più che ventenni e tutti
provenienti dal Cattolicismo romano. La cerinàonia,
semplice e impressiva, riesci anche più attraente
mercè del canto di begli inni. La chiesa di via AmiLullin è frequentata da molta gioventù e vi si canta
bene. — Dopo il sermone, la S. Cena o Comunione
fu amministrata dal sig. Carmagnola assistito dal
sig. pastore Mittendorff, il benemerito fondatore e
presidente di quell’opera. Senza tanto chiasso, quella
modesta opera d’evangelizzazione tra gl’italiani, diretta da un Comitato ginevrino, procede coraggiosamente. Al culto della domenica mattina, la cappella è quasi sempre piena. Da alcuni anni in qua
il numero degli uditori e dei membri inscritti è raddoppiato. 11 che dipende dal fatto che quivi gl’italiani lontani da la patria, soli, trovano un ambiente
cristiano, una grande famiglia, che li accoglie fraternamente. Se quella piccola congregazione proseguirà di questo passo, si vedrà costretta ad ingrandire la sua cappella o a trasferirsi altrove.
Pro separazione dglla Cbie$a tla lo Stato
Il pastore M. d’Aubigné ha messo assieme ■— dice
la « Semaine Eeligieuse » di Ginevra — una statistica
delle vocazioni al ministerio evangelico dal 1861 al 1900.
Ecco che ne risulta: dal 1871 al 1880 le vocazioni in
Ginevra sono diminuite di due terzi ; dal 1881 al 1890
si sono quadruplicate, mantenendosi tali anche nella
decade successiva. Perchè quella diminuzione tra il
1871 e il 1880? — Il d’Aubigné risponde; Per l’ingerenza dello Stato su la Chiesa, ingerenza che in quegli
anni si fece più intensa — Se è cosi, anche una volta
apparirebbe l’importanza della separazione.
SOCIflUSTI IM<3L€5I fl LILLA
II Matin narra che 300 membri dell’Associazione socialista inglese detta « delle fratellanze », guidati da
deputati alla Camera dei comuni e specialmente dal
deputato Keir Hardie, leader del « Labour party », si
sono soffermati a Lilla (in Francia) diretti all’esposizione di Brusselle. Percorsero lo vie con gli stendardi spiegati, sui quali si leggevano queste parole:
«Noi rappresentiamo f>0(i mila operai inglesi. —■ Uno
per tutti, e tutti per uno. — Noi proclamiamo la paf ternità di Dio e la fratellanza umana. — Gesù Cristo,
vriformatpre sociale, ci conduce e ci ispira ». Le bande lillesi accompagnando la sfilata suonarono... I’ « Internazionale »... e di tanto in tanto si udiva il grido :
« Abbasso i preti ! » — Nella sala dell’ • Unione », molti
discorsi ; tra cui quello del pubblicista inglese Harry
Jeffs, il quale spiegò perchè i suoi connazionali si
considerino discepoli del Cristo. Parlò anche il Passy,
professore alla Scuola di Alti studi di Parigi, fervente cristiano-socialista; e d.sse, tra le altre cose,
che o tosto o tardi i cristiani saran tutti socialisti.
rincora bei^ocialistt inglesi
Il Sièele scrive: « Ecco un segno dei tempi. É avvenuta a Lilla una manifestazione sociale e religiosa
per opera di 300 socialisti inglesi, capitanati dal deputato, operaio, apostolo Keir Hardie. In tre adunanze
migliaia di lavoratori, di collettivisti liberi pensatori
hanno udito e applaudito veri sermoni... Un oratore,
William Ward disse: « Noi abbiam fatto uno studio
speciale della vita di Gesù Cristo... e abbiamo scoperto
ch’egli insegnava essere tutti gli uomini fratelli ; per
ciò abbiamo scritto il suo nome sul nostro vessillo ».
— • Noi rappresentiamo » soggiunse Harry Jeffs« un
movimento democratico cristiano. Non facciam differenza tra cristiani evangelici e cattolici romani, nè
tra Francesi e Inglesi. Noi vogliam seguire la religione
djCi sublime operaio di Nazaret. Noi sappiamo distinguere tra cristianesimo e clericalismo! e il movimento
iniziato da le « Fraternità » inglesi è dominato da una
religione interpretata in senso favorevole al benessere
del popolo. Non vogliamo aver che fare con un movimento operaio soggetto all’autorità ecclesiastica; noi
speriamo una fratellanza internazionale. Noi sospiriamo un tempo in cui le lotte non avverranno, se non
sul terreno inondato dal sole della civiltà; e saran
rivalità pacifiche quelle : rivalità dell’ industria e del
commercio. Noi sognamo il concorso delle nazioni,
per l’elevazione fisica, intellettuale e sociale dell’umana famiglia ». — James Keir Hardie, capo del partito operaio inglese, e membro del parlamento, così
si espresse : « La nostra associazione non è vincolata
ad alcuna chiesa. Ella mira a stringere con un nodo
fraterno tutti coloro che intendano calcar le orme del
Cristo. Ci presentiamo a voi quali ambasciatori della
democrazìa sociale, il cui re è il Cristo. Crediamo che
sia necessaria una nuova interpretazione dell’ antico
Evangelo ; poiché dobbiamo con dolore, per non dire
con un senso di scoramento, riconoscere che l’antico
Evangelo, interpretato da 2000 anni, non è messo in
pratica oggi più che non Io fosse, quando il sermone
sul monte fu proferito. Le relazioni correnti tra i popoli non sono relazioni di fiducia nè di simpatia reciproca, bensì di diffidenza, e la nota predominante
è il militarismo, che è cosa anticristiana. Le presenfi
condizioni di vita impediscono la normale corrispondenza tra gli uomini e l’esercizio delle virtù cristiane.
La vita del povero è avvilita per la lotta contro la
miseria e la sofferenza; mentre quella dei ricchi è
sciupata da la frivolezza mondana, che è un insulto
al Dio che»li ha creati. A rimediare a questo stato di
cose, s’è iniziato il movimento immenso delle « fraternità » inglesi. Esse hanno per scopo la soppressione
della povertà e l’avviamento verso la fratellanza internazionale. Non c’ è contraddizione — come taluni
stimano — tra socialismo e cristianesimo ». E Keir
Hardie terminò dicendo che lui ha avuto da l’Evangelo del Cristo e specialmente dal sermone sul monte
la prima spinta verso il socialismo. — Dopo un discorso di Paolo Passy, ih appoggio alle parole dette
dai precedenti oratori, si cantò l’inno che incomincia:
« Leviamoci, in nome di Gesù ».
A Lilla ! In Francia 1... Segno dei tempi, davvero !
La “ Lettera su la
comuflione
L’abate Mosè Cagnac (narra il « Christianisme ») ha
scoperto l’autografo della « Lettera su la frequente comunione » del Fénelon. Non differisce gran fatto da la
« Lettera » già nota. Tuttavia i Cattolici romani si
propongono di diffonderla largamente, per secondare i
desideri di Pio X, il quale vorrebbe che ogni buon cattolico si comunicasse ogni mattina.
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Cile cosa 5! $cnyc dciritalia all'estero
Nell’ultimo numero, la « Vie Nouvelle » sotto il titolo « Pour réfléchir » (Pensateci su) pubblicava il
b'ranetto seguente:
« il passaggio della cometa di Halley non ha prodotto nessuna inquietudine nè in Inghilterra nè nell’America del Nord (paesi cristiani evangelici, facciam
notare noi) — In Italia invece, tra il popolo, una commozione grande. Per quindici giorni, la gente stette
in preghiera nelle chiese aperte giorno e notte, a raccomandarsi l’anima ».
Louròes alla luce óella scienza
Il D.r E. Aigner ha pubblicato a Monaco di Baviera
(presso Lehmann) un opuscolo di 62 pagine sotto il
titolo « Lourdes alla luce della scienza medica tedesca » ; in cui sostiene che gli scienziati tedeschi riconoscono in Lourdes un commercio colossale e nulla più.
Il « Christianisme », facendo i commenti, scrive ; « I
nostri governanti (francesi) fanno demolire con la dinamite i cadenti campanili di villaggio, per non spendere a ripararli, e non badano al traffico che si fa a
Lourdes »
Una viffima del gesuitismo
Il professor Koch dell’ università cattolica di Braunsberg è stato invitato a dimettersi. È colpevole d’aver
affermato quel che il Baluze dimostrò due secoli or
sono in Francia, cioè i luoghi delle opere di S. Cipriano ove si insegna il primato del vescovo di Roma
essere aggiunte posteriori e vere falsificazioni. Roma
non perdona un’opinione lìberamente espressa. (Dal
Christianisme).
Si combatte contro il nemico
Belgio. — Il re Alberto, già presidente onorario
della Lega patriottica contro l’alcoolismo, (la quale è
la più antica associazione belga di questo genere) ha
testé concesso alla medesima il suo patronato.
Svizzera. — Una legge, approvata dal Gran Consiglio del Cantone di Turgovia, prescrive che siano
rinchiusi in un asilo per la cura degli ubbriaconi
tutti coloro che — a cagione del loro vizio — non si
trovino in grado^di dirigere i loro interessi e le loro
famiglie o che riescano pericolosi alla sicurezza pubblica o di scandalo ai loro concittadini. Se T individuo non si mostrasse suscettivo di guarigione, passerà in un altro asilo per ubbriaconi incurabili oppure in un manicomio. La durata della prima sorta
di reclusione va dai 6 ai 12 mesi. La reclusione potrà
essere vòlontaria o forzata. In questo secondo caso,
occorrerà un certificato medico, e la richiesta dell’ « ufficio per la tutela dei domicili » o di un’altra autorità competente (tribunale. Consiglio di Stato, ecc.)
oppure là richiesta di un membro della famiglia a
cui il beone appartiene.
Canada. ---Una legge stabilisce che, se i tre quinti
degli abitanti di una città o di un borgo chiedono
la soppressione degli spacci di bevande alcooliche, se
ne ordini la qhiusura, I tre quinti sono stati ultimamente raggiunti in 12 città, 18 villaggi è 52 cantoni =
spariranno così 211 spacci. In 55 altri comuni si ebbe
la maggioranza a pro della soppressione, ma non si
raggiunsero i tre quinti; perciò gli spacci resteranno
aperti. Dieci comuni si mostrarono dapprima contrari
alla soppressione, ma all’atto pratico due soli votarono a favore dello stato quo. (Riassunto da Paix et
Liberté).
Tra medico c cliente
Medico: Lei deve smettere l’uso di qualsiasi bevanda
alcoolica. — Cliente : Ma ho freddo. Dottore ; sento
il bisogno di stimolanti : l’alcool mi riscalda. — Medico (facendo toccare al cliente un bastone): Com’è
questo bastone ? — Cliente -. Fréddo gelato. — Il Medico mette sul fuoco il bastone, che finisce con raccendersi, — Medico : Com’è adesso ? — Cli^'-'te : Caldo,
signor Dottore. — Medico : Se ce lo lascia'ssi un altro
po’, che avverrebbe ? — Cliente : Si consumerebbe, si
ridurrebbe in cenere. — Medico : Ebbene questo avviene precisamente a Lei, quando ricorre a bevande
alcooliche. Si sente riscaldare, ma... consuma, si rovina. L’alcool brucia, come il fuoco, a lettera : brucia
i delicati tessuti dello stomaco e del cervello. L’alcool
distrugge la vita. (Liberamente da The Sunday at
horm).,i
La Società dei Tratt^eligiosi di Londra
Il 25 aprile scorso, la Religious Tract Society, tenne,
come , di consueto, l’annua sua Assemblea Generale
nella Queen’s Hall (Aula della Regina) sotto la presidenza del Rev. Lord Blythswood.
La relazione orale, esposta dal Rev. A. R. Buckland,
riesci assai interessante nella sua brevità, e soprattutto incoraggiante. L’incasso fu superiore di L. St.
50O a quello dell’anno scorso, ma rimase piccolo a
confronto delle richieste pervenute alla Società. Il
fondo speciale per la Cina, creato due anni sono e
fissato a L. St. 20.000, ne raccolse finora soltanto
17.600, ed urge completarlo, affinchè la Società possa
metter mano alla esecuzione dei suoi progetti in Cina
ed in altre contrade. — Si annunzia che, ritiratosi uno
dei segretari onorari, il Rev. Munro Gibson, dopo
molti anni di apprezzato servizio, il Rev. Campbell
Morgan ne assunse la successione.
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6
LA LUCE
Riguardo all’opera della Società nei paesi esteri,
essa è venata in aiuto, quest’anno, a ben venticinque Società missionarie ed altre di Trattati religiosi,
e fra queste la nostra di Firenze, sempre grata del
suo soccorso. Tutte poi, e non esclusa la nostra, dicono che più si soccorrono e più sono nel bisogno!...
Fatto sta che l’anno scorso e l’anno corrente sono
stati tra i più ricchi in benedizioni spirituali, ottenute dalla grazia di Dio per mezzo delle pubblicazioni della Società, tanto sul continente Europeo che
su quello Asiatico ed Africano. Ma sono stati altresì
gli anni più critici dal lato delle finanze. Se il disavanzo è stato tenuto lontano, si è a forza di riduzioni, dando dieci dove sarebbero bisognati cento. Le
collette e le sottoscrizioni vanno dunque calorosamente raccomandate, affinchè la Società dei Trattati
possa, senza gravi preoccupazioni, ma con animo
lieto, adempiere il compito suo e veder l’opera che
le è affidata in progresso costante.
Il Presidente si congratula dell’aoquisto fatto nella
persona del Rev. Dott. Campbell come Segretario
Onorario, e raccomanda alla numerosissima assemblea la Società dei Trattati, che è una delle colonne
del Tempio innalzato al principio del secolo scorso
sul fondamento delle verità rimesse in luce dalla Riforma. La Società, die’egli, non segue il metodo
odierno di assumere nomi strani per farsi la rédame o di battere la gran cassa ; il carattere dell’opera sua esige un’attività tranquilla e modesta, uno
svolgimento assiduo e tenace ; ed è grandemente a
desiderarsi che sia incoraggiata in questa via mercè
della simpatia e delle offerte dei cristiani.
Un corrispondente di giornali, il sig. F. A. Mahenzie, disse di aver veduto i missionari all’opera durante la guerra russo-giapponese, e di avere ammirato il loro eroismo: degli uomini e delle donne, ma
più delle donne. Si correva grave pericolo, nel 1904,
sul principio delle ostilità, in Corea, e una corazzata
americana era venuta per imbarcare e rimpatriare i
missionari;, ma essi ricusarono di abbandonare il posto del loro spirituale combattimento. Fu offerto alle
mogli di torsi dal pericolo, ma esse non vollero staccarsi dai mariti. — Il medesimo corrispondente aggiunse di aver potuto constatare co’ propri occhi
l'immenso progresso fatto in ogni cosa per tutto l’Oriente: Cina, Corea, Giappone, in grazia dell’assimilazione delle idee e dèi metodi occidentali;--— non
perchè piacessero loro, ma perchè intuirono che questa era per loro la via della salute, dal punto di vista patriottico.
L'ara presente è di grande- importanza ’pèrTe popolazioni dell’estremo Oriente e dell’estremo Occidente.
Là come qua il Cristianesimo è alle prese coll’incredulità ; tuttavia, mai come oggi la Chiesa cristiana
ebbe tanta opportunità di farsi conoscere e di esplicare la sua spirituale influenza fra quelle idolatriche
popolazioni. A tal fine, la Società dei Trattati Religiosi è specialmente chiamata a concorrere — e per
questo fine dev’essere sostenuta.
Il Presidente ringrazia l’oratore e dice, interpretando il pensiero dell’assemblea, che valeva ben la
pena di venir da lontano per udire così confortanti
parole.
In ultimo, il Rev. D. A. St. Clair Tisdall rileva
che l’Oriente immobile si muove — e si muove dalla
Persia al Giappone. Egli descrive l’ignoranza supina
dei maortijttani riguardo al Cristianesimo e ne fornisce alcuùi esempi : Nostro Signore, nell’ascendere
al cielo, si portò via il Nuovo Testamento; la Bibbia attuale è corrotta e falsificata ; la vera e genùina
non esiste più, eco. In Persia si legge poco, ma si ha
una grande venerazione per i libri !
Fatta una colletta durante il canto di un inno,
l’assemblea si trattiene ad ammirare una serie di
vedute cinematografiche e fotografiche deH'Uganda,
del Giappone e d’altri luoghi, accompagnate dalle
relative spiegazioni, quindi si scioglie dopo la Benedizione. Y.
(Dal Record).
CIndicì n)or)aci prote5tanti...
Il Corriere della Sera ha da New York la notizia
della « clamorosa conversione al cattolicesimo di undici
monaci protestanti ». — A noi piace di dire in un orecchio al Corriere od a chi per esso : Conoscete poco il
protestantesimo. Voi parlate anche di ciò che non sapete 0 non sapete bene. Ora chi parla senza sapere o
senza saper bene è... (metteteci voi l’attributo più giusto). I protestanti non hanno monaci... Voi probabilmente avete confuso coi Puseisti, che non hanno nulla
che vedere con noi. Quando la cosa vi preme, voi andate mostrando che i non cattolici sono divìsi e suddivisi ; quando vi preme il contrario (come nel caso
presente) ci confondete coi Puseisti!!
On primo pa^ojieire^a solozlone...
L’Essor dà la bella informazione seguente.
A York (nel Nebraska, Stati Uniti d’America) si è
pubblicata una cartolina illustrata che rappresenta una
guardia. Sotto si leggono queste parole : « Tutto il
corpo di polizìa di York perii giorno e per la notte ».
York ha 8500 abitanti. Gli spacci di bevande alcooliehe
vi furono soppressi 28 anni or sono. Nel 1906 si vietò
perfino ai farmacisti la vendita di bevande alcooliehe.
Ebbene, York ha 4 Gasse di Risparmio. I depositi
rappresentano la somma dì L. 12(X) per ogni abitante.
Non ci sono che 9 poveri da soccorrere e son tutti
vecchi e venuti da fuori. Ci sono 13 chiese cristiane
evangeliche.
Pel centenario delTArgentina
Festeggiandosi il centenario dell’indipendenza Argentina, la nostra consorella La Luz di Madrid ha
incominciato la pubblicazione d’uno studio intorno
all’opera evangelica a Buenos Aires e nella Repubblica in generale.
Trentamila bambini non avevano modo di frequentar le scuole; si che il pastore William C. Morris ne
aprì una modestissima a « Palermo » con 18 alunni.
Questo avveniva nel 1898. E bastarono al signor Morris questi dodici anni, che ci separono dal 1898, per
fondare: 3 scuole maschili, 2 femminili, un giardino
infantile, 2 scuole miste, 1 istituto di telegrafia e di
scrittura a macchina, 1 scuola di musica strumentale,
1 biblioteca scolastica, 1 museo scolastico, 1 sala di
lettura, 1 istituto di arti e mestieri, 3 scuole serali
(elementare, tecnica e commerciale). Il numero complessivo degli alunni che frequentarono queste varie
scuole è di 25028.
Leggendo e annotando
La Stampa pipetutamente affermò che il re Edoardo VII morente respinse dal suo letto l’arci vescovo
di Cantorbery ; la stessa cosa ripetè il Secolo, aggiungendo che ciò avrebbe suggerito alla stampa clericale
di dire alla sua volta che il defunto re aveva una
segretà simpatia per la Chiesa Romana.
Ora è bene rilevare che il corrispondente londinese del Corriere della Sera, solitamente bene informato, smentì recisamente la notizia, aggiungendo anzi
che sempre Edoardo VII aveva professato lealmente
la fede della sua Chiesa.
*
* *
Il prof. 8. Hot RSl”
ti alla Luce.
St., Rochester N.
riceve abbonamen
II Secolo ha pubblicato una serie di articoli del
dott. Bonardi sulla progressività e le conquiste della
scienza, non tralasciando qua e là di lanciare alcune
frecciate contro la religione o la fede. Le solite affermazioni sono ripetute riguardo al racconto genesiaco,
come se il medesimo dovesse essere un capitolo di
scienza, mentre l’essenza e lo scopo suo non è altro
che didattico dal punto di vista religioso e morale.
Certo errarono nel passato quelli che, interpretando
male la Bibbia, ne vollero fare un trattato scientifico,
per opporlo alle affermazioni e dimostrazioni della
scienza. Ma ohi non vede che le Sacre Scritture non
c’entrano per nulla, e che la scienza e la fede devono rimanere nel proprio campo rispettivo? Ma pur
troppo, ce ne vorrà del tempo prima di far comprendere questa elementare verità agli scienziati in genere e a certi credenti!
*
* *
Nella North American Reviexo si legge uno studio
di B, Brexter inteso a dimostrare che forse Mazzini
ebbe ragione quando affermava che la rivoluzione
francese fu un portato del cristianesimo, e che in ogni
modo democrazia e cristianesimo sono, e rimarranno,
necessariamente e inseparabilmente congiunti in una
stessa finalità di obiettivi e in una stessa concezione
dei doveri sociali.
La tesi è giustissima. Se la rivoluzione francese ha
rapporti coi principii sociali del cristianesimo, ciò si
.deve all’anello di congiunzione della Riforma, la quale
si collega, dice il Ricotti, per le conseguenze di ordine'politico-e sociale colle rivoluzioni inglesi del 1648,
1688 e collà stessa risoluzione francese del 1789. Evidentemente, i grandi avvenimenti della storia ohe
hanno determinato il progresso umano e sociale non
sono disgiunti gli uni dagli altri, ma insieme collegati
come cause ed effetti. E così la storia umana ci presenta un’insieme meraviglioso di fatti e di avvenimenohe, sotto il governo della Provvidenza, devono far
pervenire la civiltà ai suoi alti destini.
m
m *
Un corrispondente del Giornale d’Italia ha intervistato l’oh. Calda intorno al programma anticlericale
propugnato dalla democrazia. Il deputato socialista
ha affermato che le vere basi deH’anticlericalismo
consistono, oltre che nel divorzio e nella precedenza
del matrimonio civile, soprattutto nel riordinamento
della proprietà degli enti ecclesiastici, e nella coÌseguente riduzione delle diocesi che sono troppo numerose. (L’Italia ha circa un terzo delle diocesi di tutto
il mondo cattolico). Lo stesso programma enunciò
il Mqrri alla Camera, discutendosi il programma del
nuovo Ministero,
Ora siamo rimasti stupiti nel leggere i commenti
di quel medesimo corrispondente, il quale non dubita punto di ravvisare nel suddetto programma la persecuzione religiosa, e lo considera come violento, giacobino, che dilanierebbe il nostro paese con una troppo lunga serie di lotte intestine, di violazioni della
coscienza « del libero pensiero. • •
Eppure il riordinamento della proprietà ecclesiastica è promesso persino, e, quindi, considerato come
necessario, dalla stessa legge delle guarentigie. E siamo pure stati dolorosamente stupiti nel leggere la
risposta dell’on. Luzzatti al Murri su questa materia.
L’on. Presidente del Consiglio ha affermato che la
ricostruzione di un nuovo diritto ecclesiastico non è
compito del Parlamento. Davvero? e di chi sarà mai ?
Della Chiesa forse ? Ma la Chiesa non farà mai un solo passo in questo senso. E d’altronde, qui non si
tratta d’invadere il terreno proprio della Chiesa, ma
di risolvere un problema di carattere eminentemente
politico-sociale Ora, finché i nostri maggiori uomini
di Stato conservano scrupoli siffatti, tale problema
politico-religioso non sarà mai affrontato, e quindi
la sua soluzione sarà sempre rimandata alle calende
greche.
*
* *
L’illustre senatore e scienziato Cannizzaro, le cui
spoglie mortali riposano nel cimitero protestante del
Testaccio, ha dovuto coltivare sentimenti religiosi
cristiani. Ne è indizio il fatto seguente raccontato
dalla Perseveranza. — Un giorno non molto lontano,
in una delle sale di palazzo Madama, un deputato si
vantava di avere sposato una donna immune da scrupoli religiosi e libera pensatrice. Il senatore Cannizzaro lo interruppe chiedendogli : « E, di grazia, che
cosa insegna ai suoi figli questa madre ? Oh ! ditele
che studi! il Pater noster, e che lo insegni ai suoi
bambini. Quella preghiera resterà nella ¡or mente come un ricordo prezioso della loro infanzia.»
Quànto siano utili e necessarie le missioni cristiane
dallo stesso punto di vista del progresso sociale e mo
rale, ha dimostrato, anni sono, il pi'of. Bonet-Maury in
un suo splendido e documentato studio pubblicato
nella RevUe des Deux Mondes. Quante superstizioni
barbare e crudeli sono state dissipate dai missionari !
Ma quanto rimane ancora da fare per debellarle laddove esistono ancora I Non è senza un profondo orrore che si leggono certi fatti nefandi commessi dalle tribù selvaggio dell’Africa nel Diario della Duchessa di Aosta, che i giornali hanno pubblicato. (L’Augusta principessa visitò pure il missionario valdese
Luigi Jalla e la sua signora, con 1 quali si compiacque di conversare anche in piemontese). In una
lettera datata da Livingstone si legge : « Molte superstizioni sono collegate alle nascite. Quando nascono
due gemelli, il secondo nato è ucciso. Se una donna
muore di parto, il bimbo, morto o vivo è sepolto colla madre.. Tra i Barotse recentemente quando un
re moriva venti o trenta dei suoi schiavi venivano
seppelliti vivi con lui. »
Enrico Meynier.
IN SALA. DI LETTURA
• L’Etica Evoluzionista, nota critica : Il Comunismo giuridico del Fichte, nota critica ; Un punto
controverso nella storia delle dottrine politiche,
nota critica : (estratti dalla Rivista italiana di sociologia): Sull’idea di una scienza del diritto universale compárate, comunicazione letta al Congresso
filosofico di Heidelberg del 1908, del prof. Giorgio
Del Vecchio. »
Diciamo partitamente di queste varie opere dell’egregio prof. Del Vecchio, dell’Università di Messina,
le quali illustrano il suo pensiero intorno ad alcune
importanti quistìoni di filosofia del diritto.
1. Nell’A’tica Evoluzionista, l’A. critica il concetto
che il prof. G. Salvador! si è fatto della filosofia di
Herbert Spencer (V. L’Etica Evoluzionista, Studio
sulla filosofia morale di Herbert Spencer), la quale
filosofia, come sintesi superiore, comprenderebbe in
sè ed integrerebbe le conclusioni della filosofia idealista. Di più nell’evoluzionismo, secondo il prof. S.,
sarebbero soddisfatte le esigenze supreme della coscienza, anche in quanto essa ha in sè di più metafisico ; per esso si fonderebbero armonicamente naturalismo e razionalismo, i risultati dell’indagine positiva con quelli della pura speculazione. Non solo, la
libertà e l’assoluto morale, ma persino l’imperativo.
7
LA LUCE
categorico avrebbe suo luogo neirEtica spencerlanà,
la cui superiorità il S. teuta di dimostrare sia di
fronte a quella degli empiristi, sia di fronte a quella
dei metafisici razionalisti.
Ora il prof. Del Vecobio muove alle tesi dei S. alcuni appunti intesi a dimostrare, la loro deficienza o
per meglio dire, la loio insussistenza. Ad esempio, egli rimprovera al prof. S. di non conoscere che molto
imperfettamente e superficialmente le dottrine Kantiane, in quanto il filosofo di Koenisberga non ha
mai affermato che tutto ciò che noi conosciamo degli
oggetti derivi dalle sensazioni eh’essi ci danno e
dall’ordine di successione di queste sensazioni.
Contesta inoltre il nostro critico che sia possibile
ammettere un’Etica assoluta accanto all’Etica relativa
nel sistema spenceriano ; in quanto « l’Etica relativa
non può dirsi un’Etica, perchè rispecchia le condizioni già in fatto esistenti, descrive ciò che è, non
impone ciò che deve essere ; l’Etica assoluta non è
nemmeno, perchè, 'positivamente non ne è legittima
l’ammissione se non quando essa si presenti già come
fatto ; sia divenuta cioè relativa essa stessa. Resta una
oscillazione tra l’una e l’altra. >
Il prof. Del Vecchio dimostra in seguito che il massimo vizio dell’Etica dello Spencer consiste sull’identificazione del principio finale col principio causale
nel mondo delle aziojii umane.
« Il giudizio — egli nota — di bene e di male,
anzi pur quello di utilità e di danno, è, rispetto ai
rapporti di causalità tra le azioni e le loro conseguenze, sintetico e non analitico « implica cioè il riferimento a un criterio nuovo e diverso da quello
secondo il quale si 'giudica dell’efficienza obbiettiva
propria di ogni accadere. »
Il nostro A., infine, contrariamente al Salvador!, crede
che non è possibile attribuire allo Spencer l’affermazione che la coscienza sia creatrice della moralità.
« Il filosofo inglese tende invero costantemente a risolvere i fattori ideali in fattori empirici, a una
esteriorizzazione universale della coscienza ; riconduce
le intuizioni dell’intelletto a modificazioni dell’organismo. » Il che non vale certo a riconoscere nella coscienza un che di autonomo o creativo, la quale coscienza, anzi appare nel sistema spenceriano come
un semplice aggregato di stati psichici.
Il nostro A. conclude, quindi, col dire che al principio
della moralità, che non può essere altro che metafisico, lo Spencer, per le sue premesse, è impotente a
elevarsi. « Il suo realismo potrà darci una fisica dei
costumi, non una teoria del dovere, nè quella della
libertà che n’è il presupposto.
2. La seconda nota critica riguarda il Comunismo
giuridico del Fichte, a proposito di una Memoria su
detto argomento del prof. Igino Petrone, letta alla
...R. Accademia di Scienze Morali e politiche della Società Reale di Napoli.
L’A. dimostra il concetto che il filosofo tedesco si
fa dello Stato nei rapporti sociali ed economici (si
tratta di un vero socialismo di Stato) è in contraddizione con la parte migliore e più vitale dell’opera
da lui già compiuta nella filosofia giuridica: « perocché egli altera e scuote quel concetto altissimo dell’armonia della libertà, del quale egli era stato già
uno dei massimi illustratori e propugnatori. »
3. La terza nota critica concerne la dottrina rivo,
luzionaria di Nicola Spedalierl, a proposito di un
libro di E. Cimbali sul suddetto argomento.
Ricordiamo tuttora le fiere polemiche che in Roma
si svolsero per l’inaugurazione del monumento allo
Spedalierl, filosofo siciliano del secolo XVIII, inaugurazione che avvenne di notte, in modo affatto clandestino. Ricordiamo tuttora il contraddittorio che si
svolse nel Teatro Pietro Cossa, tra il Cimbali appassionato difensore dello Spedalieri e il Paolo Orano
non meno appassionato detrattore del medesimo.
Quale il punto della controversia ? Ecco : Nell’opera
Dei diritti dell’Uomo dello Spedaiieri, (libro primo)
sono esposti e rivendicati razionalmente i diritti dell’uomo, mentre nei cinque libri successivi è dimostrato
che la più sicura custode dei diritti dell’uomo nella
società civile è la religione cristiana. Ora il Cimbali
e gli esaltatori si riferivano al libro primo, mentre i
detrattori si riferivano preferibilmente ai cinque libri ossia all’ ultima parte dell’opera. Contraddizione
adunque? Il Del Vecchio nota che i principi! dell’estremo liberalismo — dalla sovranità popolare al tirannicidio — si trovano spesso associati e fusi non
solo con la più rigida ortodossia religiosa, ma anche
con elementi specificamente teocratici nella concezione della società e dello Stato. ■
Questo è vero. Ma noi crediamo che non ci può
essere contraddizione tra i diritti naturali dell’uomo
e la dottrina del Cristianesimo. Ora lo Spedalieri —
già notò il Labanca — è un appassionato difensore del
dispotismo papale ed episcopale. L’opera sua dedicata
al cardinale Ruffo, difensore accanito dell'altare e del
trono coi mezzi più odiosi, ha per iscopo di fare Tapologia della Chiesa e della religione cattolica. Giunge
persino ad essere intollerante. Nel libro 4. sentenzia
che lo stesso deismo non deve tollerarsi. Non sappiamo
quindi come lo Spedalieri possa venire considerato
— è vero che è detto forse — come un precursore
del modernismo.
'Tuttavia il Del Vecchio non esita a riconoscere che
nei Diritti dell' Uomo v’è un profondo sostrato di
dommatismo, che dà alle dottrine spedaleriane un
carattere alquanto ambiguo, e rende ai nostri occhi
molto complessa la figura psicologica dell’autore.
4. L’ultima opera mentovata intende dimostrare la
possibilità.di ricostruire una scienza del diritto universale comparato, mettendo in rilievo l’esagerazione
della scuola storica nel ritenere lo studio del diritto
romano come l’unico o quasi l’unico fondamento della
cultura storico-giuridica in generale, a scapito della
considerazióne degli altri diritti umani, e a tal segno
che il diritto romano divenne per quella scuola un
sostitutivo del diritto naturale.
Ora il nostro A. dimostra che per la reale unità
dello spinto umano, di cui il diritto è una estrinsecazione, l’attitudine psicologica a distinguere in qualche modo il giusto e l’ingiusto, a sentire e a concepire la verità giuridica, non è propria singolarmente
di alcuni uomini, ma essenzialmente di tutti, e che
il diritto positivo non è un fatto particolare che si
riscontri solo presso qualche popolo o in qualche
tempo, ma sempre e dovunque sia vita d’uomini e
traccia di un’obbiettiva coordinazione etica, ossia di
un diritto, in cui si rifletta un’attività comune del
loro spirito. Altre considerazioni sono svolte che sono
un omaggio all’unità fondamentale del genere umano.
, Queste varie note critiche e dissertazioni dimostrano nell’egregio A. una conoscenza profonda giuridica e filosofica, e un giudizio sicuro nella valutazione dei vani problemi concernenti la vita del diritto, e nella loro soluzione.
- Enpico CQcynien.
-A ciascheduno il suo
Alcune copie del nostro numero scorso recavano sotto il secondo articolo la firma « G. Grill ». Leggasi invece F. Grill
(Ii ippo Gril )-E’ stato un po’ bistrattato anche ir nome
dell autore della Vita di S. Francesco, intorno alla quale scrisse
nello stesso numero il nostro giovanissimo Temistocle Citati.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould, Via Marghera 2, Ruma
Sbotto VinouBo!
Proprietà riservata — Biprodazione proibita
Di che ? Parlate chiaro ; io son vecchia e non
ho voglia di rompermi il capo coi vostri indovinelli.
— Di chel? Mal., di quello che si ragionava prima !
Vi rammentate?
— Di che si ragionava prima ? — fece con finta impassibilità la vecchia.
— Dicevamo che tutto il paese è in subbuglio, perchè
si vorrebbe che quella eretica pettegola se ne andasse...
Ah, che colpi, che colpi nel petto e nelle tempie, povera Rachele, povera Rachele I
— Ma — proseguì Nannetta — la signora Domitilla ci diceva or ora che, piuttosto che far delle chiacchiere, delle proteste e magari del chiasso inutili, è
meglio pregare la Madonna che faccia il miracolo di
convertire l'eretica... Ohe ne dite voi ? Che vi par
meglio?
— Già ! — gorgogliò dalla strozza Rachele, la quale
.faceva uno sforzo sovrumano per trattenere l’impeto
di bile, che le saliva dalle viscere al cervello.
— Come « già » ? Dite, che cosa vi pare meglio?
— Mal
— « Ma !... » « già !.. » che si capisce, Rachele ? V’è
cascata la lingua?
— E che ne so io ?
d'endo un po’ di fiato.
borbottò la vecchia, ripren- Per me, parlate tedesco^ perchè non so nulla di nulla. Un mese fa, prima che mi
storcessi il piede, non si discorreva di queste cose...
Che è successo dopo ? raccontatemi.
Le due ragazze smisero di lavorare e si avvicinarono a Rachele, parlando tutt’e due insieme. Ma la
vecchia le respinse in là allungando in furia il braccio
armato di ventola.
— Largo, largo, statemi lontane, ho un caldo che
scoppio.
— Eh, eh ! — esclamarono quelle retrocedendo.
— Pare che ci vogliate schiaffeggiare...
— Avete certi scatti, Rachele...
— Fatemi la grazia di spalancare la finestra —
disse la vecchia con quanta più calma le fu possibile
— questo ,gas del carbone mi dà al capo.
' Così fecero. La,vecchia respirò.
— Ora parlate pure — disse poi — ma una sola per
volta.
Cominciò Nannetta.
— Dunque dovete sapere che, prima ohe voi vi metteste in letto, non si conosceva ancora una cosa terribile...
— Una cosa — continuò Amandina a «bassa t^oce—
che ha fatto drizzare i capelli in capo a tutti...
Rachele pensava fremendo : Che sarà ? che sarà ?
— Dapprincipio — riprese Nannetta — non volevamo credere, non volevamo persuaderci ; era così orribile l’idea d’aver corso senza saperlo un pericolo
tanto enorme...
— Ma si finì coi crederci poi ; la signora Domitilla
sa bene quello ohe dice : è una donna istruita, è una
vera cristiana...
— Insommal — gridò Rachele scattando ■— mi direte una buona volta di che si tratta ?.... Pericolo... pericolo... pericolo di che ?
Niente meno che di essere scomunicati tutti, tutti,
capite ? Chi parla con quelTeretica, chi non la evita
come il diavolo, va a questo rischio; e la scomunica
vuol dire Tiùferno...
Le due ragazze si fécero due volte in furia il segno
della croce.
Rachele stringeva i pugni e sl -rttórdeva le labbra.
C’era un vulcano ne( suo petto. " •
-¿E chi ha detto •'codeste cose? — dómundò.
— Avete Sentito: la signora Domitilla, c lei le saprà
di certo, perchè bazzica col Cardinali, e ha perfino veduto il Papa...
— Ah, lei, eh? — fece Rachele con voce sorda. —
Lei, eh ? E mentre ero malata io, eh ?... Già... E Don
Angelo... che ne,dice Don Angelo?
— Oh, lui chi sa mai a che cosa pensi. Don Am,
gelo! Ci ha tirato addosso questo bai guaio e pare ora'
che non se ne dia per inteso.
— Diciamo la verità— interruppe Amandina — egli
ha fatto il suo dovere e ha tentato di convertirla, ma
quella testarda non vuol cedere. Che altro può fare lui?
—^ene, ma quando s’è accorto ohe i suoi sforzi erano
inutUi, perchè non l’ha mandata via subito ? Vuol dire
che non si dà pensiero di noi, che non gli sta a cuore
il bene delle nostre anime.
—» Questo è il guaio! E vi assicuro, Rachele, che Don
Angelo va incontro a dispiaceri molto grossi, so la
Madonna non fa presto lei il miracolo, „
A questo punto Rachele emise un suono ohe sembrò
un grugnito.
— E'Maria, che ne sa Maria di tutte queste cose ?
— domandò con voce tremante.
^ Ma! — fece Nannetta scrollando le spalle — voi
che la vedete sempre ne saprete più di noi, Forse sa
tutto, forse non ne sa nulla. Da un pezzo in qua chi
ha più parlato con quella...
Rachele emise un altro grugnito e scaraventò la
ventola contro una delle pareti, facendola volare al
disopra del capo di Nannetta, ohe stava china dinanzi al focolare per dar fuoco alle legna.
— Ohe ! ohe ! — gridò costei — che vi piglia ora,
Rachele ?
— Un diavolo per capello — rispose la vecchia. —
Non mi fate discorrere, non mi domandate più nulla.
Lavorate senza aprir bocca, chè non voglio sentir altro.
Ho capito, ho capito abbastanza. Avete ra^mne, proprio ; un demonio c’è a Pietraviva e ci farà Ulldar tutti
all’inferno... Ma... basta, m’intendo io ; noù voglio dir
altro, non voglio sentir altro.
Rachele si rimise a lavorare con furia, con rabbia,
sbatacchiando sportelli, strapazzando le sue aiutanti,
brontolando, sbuffando, stringendo i pugni in atto
di sfida e di minaccia contro un nemico invisibile.
Meravigliate,' attonite, le due ragazze si guardavano
é si’ facevan dei cenni per dirsi che certo le era dato,
d’un subito, di volta il cervello.
— Ché luna ! — diceva sottovoce Amandina alla compagna passandole accanto e urtandola col gomito,
— Soffia che pare un mantice... che occhi! mi fanno
paura rispondeva l’altra.
—¿-/Spicciamoci, e andiamocene presto.
E un po’ ridevano, un po’ avean paura davvero.
Alle dieci, Rachele le congedò. Non aveva più bisognòdijioro, andassero pure a prepararsi pèr la messa
grande.^
— Pregate anche voi la Madonna, che faccia dentr’oggi
il gran piiracolo — dissero sulla soglia delTusoio.
—7 Sì; sì — rispose Rachele, mentre le spingeva fuori
-(- il‘miracolo ohe so io... va bene, va bene. Andate a
casa, andate a casa...
'Sbatacchiò l’uscio dietro a loro e si gettò a sedere
di peso sur una seggiola.
(Continua),
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