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dal 12 maggio
ha riaperto al
pubblico nei
nuovi locali di via
Savoia 12 a Pinerolo
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 • Filiale di Torino
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMPNord
Anno Vili - numero 22- 2 giugno 2000
Lire 2000 - Euro 1,03
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
AVIDITÀ
«State attenti e guardatevi da ogni
avarizia»
Luca 12, 15
TTNO della folla» chiama in
\\ causa Gesù perché convinca
suo fratello a cedergli parte dell’eredità. Gesù si rifiuta: non è venuto
per essere «giudice e spartitore» in
una casistica umana già condannata
dall’avvento del regno di Dio. Quindi, alla folla che probabilmente non
si spiega il rifiuto, Gesù indirizza
l’esortazione «state attenti e guardatevi da ogni avarizia», seguita dalla
parabola dell’uomo ricco che esorta
se stesso a godere smisuratamente
dei molti beni ammassati per molti
anni, al quale però Dio rivolge l’appellativo di «stolto» perché è ricco di
beni ma è povero davanti a lui. Il
racconto ci sorprende non poco. Se
il suo interlocutore fosse stato un
avido incallito, un camorrista, un
imbroglione senza scrupoli, avremmo compreso e sottoscritto l’intervento di Gesù. Ma è un uomo qualsiasi che cerca di difendersi come
può dalla prepotenza e avidità del
^fratello. Inoltre, anche la folla alla
quale Gesù rivolge il suo avvertimento è fatta di uomini e donne che
vivono alla giornata, certamente non
accecati da smodata ricchezza. Ma
allora che senso hanno le parole di
Gesù? A chi è rivolto lo «stolto» conclusivo della parabola?
IL termine «pleonexìa», tradotto
con «avarizia», in effetti andrebbe
tradotto con «avidità», perché esprime il desiderio persistente di conservare ciò che si possiede ma anche di
avere sempre di più, di incrementarlo incessantemente, senza limitazione, a qualsiasi costo e senza riguardi
per niente e per nessuno. È l’avidità
delle nazioni occidentali, che con arroganza lavorano per il loro potere
politico, economico, scientifico, militare emarginando i più deboli, mantenendo e aggravando le sperequazioni sociali. È l’avidità delle nazioni
cosiddette «emergenti» che nella loro
vorace spartizione geopolitica inventano nuove e disumane dittature. È
l’avidità di molti individui che, afferrati dal vortice dei loro buoni e ragionevoli interessi, trovano sempre
una buona ragione per defilarsi da
ogni responsabilità familiare e comunitaria. È l’avidità di quanti cercano
nel rischio del gioco d’azzardo il
«momento buono» per ritirarsi a vita
agiata. È l’avidità di chi, catturato
dalla paura di perdere quanto faticosamente ha risparmiato, lo protegge
fino a rovinarsi il presente in vista di
una serena vecchiaia che probabilniente non gli sarà dato di godere.
Alla logica dell’avidità, che rende poveri davanti a Dio, Gesù
contrappone la misura evangelica
della passione per il regno di Dio,
che si manifesta nel combattere il
niale, nel vivere responsabilmente i
problemi del mondo e delle persone,
nella solidarietà a tutti i livelli, nella
preghiera di intercessione. Non è il
disprezzo degli impegni e degli interessi che necessariamente fanno parte e sovente segnano il percorso della
nostra esistenza ma è vita esuberante, rinnovata dalla grazia e dal dono
di Dio in Gesù Cristo. Essere «ricco
davanti a Dio» significa propriamente questo: seguire Gesù sul sentiero
della follia dell’agape nel contesto
della società «stolta» in cui viviamo.
r Franco Casanova
ICHIESE
/ diversi ministeri neiia chiesa
di GIOVANNI CARRARI
lEDITORIALEI
Aiimentazione e biotecnologie
di ANTONELLA VISINTIN
Sembra volgere al termine l'assurdo e sanguinoso conflitto tra Eritrea e Etiopia
La «nostra» Africa
/ confini disputati sono quelli della vecchia colonia italiana del 1890-1935. Con
questo massacro si conclude un'esperienza esemplare di «rinascimento africano»
BRUNO TRON
Nel maggio del 1991 i guerriglieri
del Fronte popolare di liberazione del Tigrai (Fplt), dopo una lunga
guerra contro il regime del dittatore
Menghistu Hailemaria, entravano
vittoriosi in Addis Abeba. Più o meno
contemporaneamente i guerriglieri
del Fronte popolare di liberazione
dell’Eritrea (Fple), al termine di una
guerra trentennale contro l’Etiopia
(prima di Hailè Selassiè e poi di Menghistu) prendevano possesso della
capitale, Asmara, dalla quale l’esercito etiopico si era precipitosamente
ritirato. 1 due fronti di liberazione,
durante la guerriglia contro il comune nemico, avevano collaborato e si
erano aiutati a vicenda, combattendo insieme numerose battaglie.
Promossa dalla Fcei
Sottoscrizione
per l'Eritrea
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha aperto una
sottoscrizione per le vittime del conflitto nel Corno d’Africa. «Un conflitto covato a lungo ora è tornato a
esplodere in tutta la sua drammaticità - ha dichiarato il presidente della Federazione evangelica, pastore
Domenico Tomasetto -. Come italiani abbiamo un legame storico particolare con l’Eritrea, quindi delle responsabilità che ci vengono dal passato». Gli aiuti saranno inoltrati tramite «Action by Churches Together»,
l’organismo ecumenico mondiale
che coordina gli interventi umanitari
di emergenza. Per la sottoscrizione
utilizzare il ccp n. 38016002 intestato
alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, indicando nella
causale: «prò Eritrea». (nev)
La fine di questa lunga vicenda segnava l’inizio di quella fase che è stata definita esemplare del «rinascimento africano». Nel 1991 l’Eritrea
avviava una frenetica attività politicodiplomatica che culminava, nell’aprile del 1993, con il referendum-popolare, un vero plebiscito a favore
dell’indipendenza; nel maggio dello
stesso anno veniva proclamata la nascita dello Stato indipendente dell’Eritrea, che veniva formalmente riconosciuta dalle Nazioni Unite,
dall’Organizzazione dell’unità africana (Qua) e dalla comunità internazionale, ivi inclusa l’Etiopia, anch’essa
impegnata in una vera e propria ricostituzione che trasformava il vecchio
impero dei negus in stato federale.
Nei primi anni dopo la liberazione
le relazioni fra i due governi (espres
«Gay Pride» a Roma
Confermato
il no vaticano
«Nel nostro paese, soprattutto in
quest’anno del Giubileo cattolico,
sembra che contino solo i desiderata
del Vaticano: il carattere laico della
politica e dello stato viene così pericolosamente offuscato». È l’opinione
di Ermanno Genre, docente della Facoltà valdese di teologia di Roma, a
proposito delle «aperture» del presidente del Consiglio Amato alle pressanti richieste della Chiesa cattolica
perché venga rinviato il «Gay Pride»,
la manifestazione per i diritti degli
omosessuali dell’S luglio a Roma.
Mentre nel mondo protestante si sottolinea la necessità di favorire l’accoglienza delle persone omossesuali
nelle chiese e nella società, diverse
associazioni di omossesuali italiani
hanno confermato la scelta di destinare l’8%o alla Chiesa valdese.
sione principalmente dei due fronti
di liberazione vincitori) continuarono a essere molto amichevoli, anche
se non tutte le componenti politiche
dell’Etiopia vedevano di buon occhio questa amicizia, e accusavano il
partito al potere in Addis Abeba di
aver mutilato l’integrità territoriale
dello stato etiopico, facendogli perdere lo sbocco vitale sul Mar Rosso,
sbocco tuttavia garantito con un accordo soddisfacente riguardo all’uso
da parte dell’Etiopia del porto di Assab e del relativo corridoio di transito verso il territorio etiopico. La questione dello sbocco al mare cominciò ben presto a complicarsi e a pesare nei giochi politici interni
dell’Etiopia, tanto più che quasi si
Segue a pag. 10
■ECO DELLE VALLI
Turismo nel Pinerolese^
di DAVIDE ROSSO
Valli valdesi
Ecumenismo e
vita delle chiese
Il 3 e 4 giugno si terrà a Pramollo la
Conferenza delle chiese valdesi del 1
distretto. In un colloquio con il presidente della Commissione esecutiva
distrettuale, Luciano Deodato, e con
Andrea Garrone, relatore della Commissione d’esame, proviamo a delineare il contesto in cui avverrà rincontro: se localmente sono avviati
rapporti molto cordiali e di dialogo
con la diocesi pinerolese, a livello italiano invece dobbiamo lamentare
una sempre scarsa attenzione da parte del mondo dell’informazione e una
soggezione della politica all’influenza
della Chiesa cattolica. Le chiese del
Pinerolese saranno chiamate anche a
manifestare la presenza in occasione
delle Olimpiadi invernali del 2006.
A pag. 11
L'OPINIONE I
L'INSICUREZZA
DEL CARCERE
L’improvvisa riscoperta della drammatica realtà degli istituti penali italiani irrompe in un periodo connotato
da una crescente richiesta di sicurezza
invocata, in particolare, a miglior difesa dalla criminalità comune e di strada. Ma se pretendiamo un’azione più
incisiva delle forze dell’ordine sul piano territoriale è inevitabUe un aumento degli ingressi negli istituti di pena.
Possiamo forse dubitare che oggi in
Italia la pena sia una conseguenza certa per le azioni delittuose, ma non possiamo contestare che negli ultimi anni
la popolazione carceraria sia aumentata a dismisura. Per la detenzione, infatti, non ci sono liste d’attesa. Ma
cos’è preferibile? Un’attività repressiva contenuta o condizioni incivili per
migliaia di detenuti condannati, per lo
più, per reati di relativa gravità? L’idea
che si possa coniugare una ferma attività repressiva con il rigoroso rispetto
delle garanzie del detenuto non trova,
purtroppo, conforto. Per assorbire
l’attuale sovraffollamento occorrerebbe la costruzione di una decina, almeno, di nuovi luoghi di pena e un aumento significativo dell’organico della
polizia penitenziaria.
È su questo sfondo che si colloca la
proposta di Sergio Cusani e Sergio Segio condannati, rispettivamente, per
fatti di criminalità economica e per
terrorismo. Sostenuti da autorevoli
prese di posizione del mondo laico e
ecclesiastico, essi propongono un
provvedimento di amnistia e di indulto. La scarcerazione di circa 13.000 detenuti (pari al numero approssimativo
dei carcerati «in esubero») che devono
scontare una pena inferiore ai due anni sarebbe, secondo gli autori, una misura «antinfiammatoria» minima per
curare la malattia del sistema carcerario. Non si tratterebbe di un semplice
colpo di spugna perché: a) l’indulto
non estingue il reato e in caso di recidiva la pena verrebbe interamente
scontata; b) il provvedimento verrebbe collegato a misure sociali e preven
tive per il reinserimento dei detenuti
scarcerati e per scoraggiare le scelte
criminali delle fasce più esposte al rischio di attività illecite.
La proposta è realistica perché è
l’unica a offrire delle garanzie di risultato sull’ingovernabilità delle strutture
carcerarie. Il cittadino e la stessa vitti
ma dei reati devono poter contare sulla
effettiva somministrazione della pena
al colpevole e sulla sua natura afflittiva:
ma è anche loro specifico interesse che
il colpevole non sia restituito alla so
cietà in condizioni peggiori di quelle
che lo hanno indotto al reato. La. prò
posta, però, è anche ingenua perché
considera il fenomeno criminale della
società del 2000 ancorato a condizioni
di bisogno sociale e materiale quasi che
il reato sia ancora una sorta di sintomo
di disagi emendabili con appropriate
politiche sociali. Questa proposta non
tiene conto di quanto i fenomeni criminali siano cambiati, contraddistinti da
vite segnate da un’esclusione difficilmente revocabile, dall’assenza di cittadinanza e da una separazione netta rispetto alla comunità ufficiale. Buona
parte della popolazione carceraria (an
che quella minorile) riflette questa comunicazione impossibile tra la città
che vuole unicamente disfarsi degli indesiderabili e le vite illegali che non
possono (la maggior parte degli stra
nieri) o non vogliono condividere le re
gole che noi proponiamo.
Marco Bouchard
2
PAG. 2 RIFORMA
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All’Ascolto Della Parola
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<^'Che diremo
dunque
riguardo a
queste cose?
^^Se Dio è per
noi, chi sarà
contro di noi?
Colui che non
ha risparmiato
il proprio figlio,
ma lo ha dato
per noi tutti, non
ci donerà forse
anche tutte le
cose con lui?
^^Chi accuserà
gli eletti di Dio?
Dio è colui che li
giustifica. ^^Chi
li condannerà?
Cristo Gesù è
colui che è morto
e, ancor più, è
resuscitato, è
alla destra di
Dio e anche
intercede per
noi. ^^Chi ci
separerà
dall’amore
di Cristo?
Sarà forse
la tribolazione,
l’angoscia, la
persecuzione, la
fame, la nudità,
il pericolo, la
spada? ^'^Com’è
scritto: “Per
amor di te siamo
messi a morte
tutto il giorno;
siamo stati
considerati come
pecore da
macello”.
^^Ma in tutte
queste cose
siamo più che
vincitori in colui
che ci ha amati.
Infatti sono
persuaso che né
morte, né vita,
né angeli, né
principati, né
cose presenti, né
cose future,
né potenze, né
altezza, né
profondità, né
alcun’altra
creatura
potranno
separarci
dall’amore di
Dio che è in
Cristo Gesù,
nostro Signore»
(Romani 8,31-39)
DOV'È GESÙ CRISTO?
Cesò è per noi, cioè al posto nostro, nel posto che non possiamo raggiungere ma
che Cristo raggiunge e guadagna per noi. Egli è per noi anche nella tribolazione
EMANUELE FIUME
J) ERCHÈ Cristo è salito al cie
lo? Perché il suo corpo non è
più tra noi? Il mondo lo cerca e
non lo vede. Lo cercano i disperati, i profughi, ma non lo vedono perché il corpo di Gesù non è
più tra noi. Non è più tra noi per
essere per noi, per essere alla
destra di Dio come nostro efficace intercessore.
Dato per noi
DIO è per noi; Cristo è stato
dato per noi e intercede per
noi. In queste due paroline «per
noi» è espresso il luogo dove Gesù è. Dov'è Gesù? Gesù è per
noi, cioè al posto nostro, nel posto che non possiamo raggiungere, ma che Cristo raggiunge e
guadagna per noi. Noi non siamo saliti sulla croce, non siamo
discesi nel soggiorno dei morti,
non siamo stati risvegliati dai
morti. Gesù lo ha fatto al posto
nostro. Questo significano le paroline «per noi». Ma anche qualcosa di più. Gesù Cristo continua ad essere il nostro sacerdote stando alla destra di Dio e intercedendo per noi.
Per questo era necessario che
il corpo di Cristo ascendesse al
cielo, per stare accanto a Dio
con il suo corpo ferito e vittorioso. La sola presenza davanti a
Dio del corpo crocifisso e risorto
è il sigillo del valore eterno dei
benefici di quella morte, valore
eterno per noi, in nostro favore.
Per questo valore eterno potremo uscire assolti dal tribunale
del giudizio di Dio. Il giudice si è
già pronunciato per noi, in nostro favore, in Cristo che interce
Preghiamo
Mi amasti, o rhio Signor, quando offeso, straziato
fu il corpo di Gesù, divin liberator,
allor che per strapparmi al morso del peccato
il santo tuo figliuolo in croce fu immolato.
D’immenso, eterno amore mi amasti, o mio Siptor!
Mi amasti, o mio Signor quando il fuoco di vita,
che per la tua bontà si accese nel mio cuor,
scoperse i nuovi cieli all’alma mia rapita
e in me fu la tua pace da santità seguita.
D’immenso, eterno amore mi amasti, o mio Signor!
Del tuo sublime amor non potrà fermar l’onda
maligna crudeltà d’iniquo tentator.
Ove abbondò già il male la grazia sovrabbonda!
O Padre, che al tuo amore l’amore mio risponda!
D’immenso, eterno amore tu m’amerai. Signor!
de nel processo che si svolge. «Se
sono trascinato in giudizio. Cristo mi rende libero» scrisse Paul
Gerhardt, il più grande poeta
protestante tedesco: per l’intercessione di Cristo, per il valore
dei suoi benefici noi usciamo dal
processo assolti e liberi.
Cristo è per noi anche nella
tribolazione e nel dolore. La Bibbia conosce profondamente i
dolori che ci affliggono e non li
nasconde. Vi sono dei pesi comuni a tutta l’umanità; la malattia, la delusione, la solitudine, il
dolore per 1 propri fallimenti. Ci
sono altri pesi che sono riservati
soltanto ai credetiti: la persecuzione per il nome di Cristo,
l’odio del mondo, il silenzio di
Dio. Tutti questi pesi vengono
presi seriamente dalla parola del
Signore. La vita cristiana non è
una passeggiata, in essa si sommano i dolori umani con i dolori
dei credenti, una pena si accumula all’altra, formando una catena che ruota pericolosamente
all’altezza delle nostre tempie. I
cristiani sono pecore da macello;
il loro pastore è stato crocifisso.
In Cristo il male non è negato
(Cristo non ha mai detto che il
male non esiste), ma è battuto e
strabattuto. Noi non evitiamo il
male, ma lo combattiamo. Vinciamo e stravinciamo per l’amore di Cristo. Più forte è l’attacco
del nemico che vuole separarci
da Gesù, più forti sono l’amore
di Gesù e la sua protezione per
noi, così come forte è stata la
violenza della croce, ma molto
più forte la vittoria della resurrezione. Più profonde sono le fosse
sul nostro cammino, più Dio le
copre con la sua misericordia.
concilia con sé. Lo strumento di
torture è diventata fonte di infinita e immeritata misericordia.
Ecco perché le forze di vita e di
morte, celesti, sotterranee, presenti e future non potranno separarci dall’amore di Dio. Non
da un amore astratto e impalpabile, ma da quell’amore che ha
preso carne in Gesù Cristo,
quell’amore che ha toccato,
guarito, salvato e guardato gli
uomini e le donne. L’amore di
Dio in cristo si pone come forza
vittoriosa e irresistibile che non
può essere consumata o spezzata. Resta in eterno perché Dio ci
ha conquistati sconfiggendo le
forze del male, e queste forze
non sono in grado di strapparci
dalle mani del Signore.
Salito in cielo
OGGI ci troviamo qui senza il
I
L'amore di Dio in Cristo
Inno 7deirinnario cristiano
Negli ultimi due versetti
l’apostolo Paolo elenca die
ci situazioni e azioni potenti che
non possono separarci dall'amore di Dio. Situazioni e azioni
esistenziali e politiche, presenti
e future, visibili e invisibili non
potranno separarci dall’amore
di Dio. L’immagine è quella di
un attacco cosmico, da «guerre
stellari», di tutte le potenze del
mondo contro il nostro legame
con Cristo. Ma è un attacco senza successo, perché Cristo ha già
affrontato questi nemici e li ha
sconfitti proprio quando essi
cantavano vittoria.
La croce, monumento dell’odio del mondo contro la giustizia di Dio, diventa il mezzo con
cui Dio redime il mondo e lo ri
corpo di Cristo. Quel corpo
è salito in cielo per noi, per il
nostro bene. Occupa per noi un
posto dove noi non siamo in
grado di arrivare. 11 «per noi» del
corpo di Cristo in cieìo è proprio
al posto nostro. Gesù sta, con il
suo corpo, accanto a Dio; il suo
corpo crocifisso e risorto, ferito
e vivente, riceve il posto d’onore, il posto alla destra del Creatore. In questo porto ci rappresenta tutti come nostro sacerdote e intercessore: in lui veniamo
benedetti di ogni benedizione
spirituale nei luoghi celesti. Cristo in cielo rende eterni e intoccabili i benefici che ci ha donato
sulla terra. Cristo è in un luogo
che noi non possiamo raggiungere, ma solo da quel luogo i
suoi benefici possono raggiungere tutti i credenti. Cristo in
cielo è per voi, per me, per i credenti di tutto il mondo.
Ma quali sono per noi gli effetti della sua presenza alla destra
di Dio? Nel fatto che la sua umanità presso Dio trascina la nostra
umanità verso Dio in modo certo e irresistibile. Dove siamo destinati? Siamo destinati a vivere
in eterno presso Dio, perché Gesù Cristo è salito al cielo per noi,
per precederci e portare a compimento la nostra predestinazione alla salvezza e alla gloria. L’effetto della sua intercessione celeste è l’irresistibilità della nostra
vocazione, vocazione di umanità
destinata e predestinata a vivere
in eterno davanti a Dio.
La nostra umanità non potrà
prendere altre direzioni che
quella presa dall’umanità di Cristo, non potrà avere altra stazio
ne d’arrivo che il Regno dei cieli.
La teologia riformata ha sviluppato una riflessione su questi effetti definendoli «perseveranza
dei credenti», cioè la perseveranza di Dio nei confronti dei
credenti, la perseveranza di Dio
che non ci lascia scadere dalla
vocazione e dalla grazia. Chi ci
separerà dall’amore di Cristo?
Quale peccato, quale solitudine,
quale angoscia potranno separarci dall’amore di Cristo?
John Bunyan, predicatore del
Seicento inglese, nel suo «Viaggio del pellegrino» biblico-allegorico definito la «Divina commedia protestante», ci offre un
affresco stupendo. «Vidi poi nel
mio sogno che l’interprete prese
per mano Cristiano e lo condusse in un luogo dove c’era un fuoco che bruciava contro un muro,
e uno stava lì accanto e continuava a gettarvi sopra molta acqua per spegnerlo. Ma il fuoco
continuava a bruciare, sempre
più alto e ardente. Allora Cristiano domandò: “Che cosa significa?’’ L’interprete rispose: "Questo fuoco è l’opera della grazia,
che si compie nel cuore. Colui
che vi getta sopra acqua, per
smorzarlo ed estinguerlo, è il
diavolo; quanto a ciò che vedi,
che il fuoco malgrado tutto brucia sempre più alto e ardente, ne
comprenderai la ragione”. Lo
condusse oltre al muro, ed egli
vide un uomo con in mano un
vaso d’olio che versava continuamente, ma segretamente, sul
fuoco. Disse allora Cristiano:
“Che cosa significa?” L’interprete
rispose: “Questi è il Cristo, che
continuamente, con l’opera della
sua grazia, sostiene l’opera già
iniziata nel cuore; mediante questo, malgrado tutto ciò che il diavolo può fare, le anime del suo
popolo sono pur sempre nella
grazia. E ciò che hai visto, Tiiomo
dietro il muro che alimentava il
fuoco, era per mostrarti che è
difficile, per chi è tentato, vedere
come l'opera della grazia viene
mantenuta nell’anima”».
Una bella immagine che ci
mostra che nessuno ci separerà
dall’amore di Cristo. Abbiamo
dunque compreso il perché
dell’Ascensione. Il Cristo che intercede per noi alla destra di
Dio, garantisce l’effetto infallibile ed eterno della sua grazia e sigilla nei nostri cuori le parole
della Scrittura: nulla potrà separarci dall’amore di Dio che è in
Cristo Gesù, nostro Signore.
(Ultima di tre meditazioni)
Note
omiletiche
Questa meditazione è
di taglio squisitament!
dogmatico (il che non si
gnifica ipso facto noioso«
pedante) e collega il tem!
cristologico dell'Ascensio. '
ne (che non viene sovente '
tematizzato nelle nostre
predicazioni) con quell«
soteriologico della «persg.
veranza dei credenti», che
fu uno dei cavalli di battaglia del Seicento riforma'
to. I due temi dogmatici:
rispondono rispettivamen- i
te alle domande «dove»!
(dov'è il corpo di Cristo^)!
e «perché» (perché è sali-'
to al cielo?), cogliendo
quindi le grandi domande
della fede sull'Ascensione
La risposta alla prima
domanda è il «prò nobis»
Cristo è salito al cielo per
noi e al posto nostro. Per
noi come intercessore; al
posto nostro perché l'intercessione implica una
rappresentanza. Il luogo
dell'Ascensione non è un
luogo ideale o un simbolo
dell'Immortalità del bene
ma è il luogo effettivo
de"
l'ilt
loMbe,
uiiliard
■ m ::
PASQUi
umanità compiutamente redenta, il luogo
che l'umanità di Cristo ha
occupato per precederci.
Da parte della nostra
umanità è un luogo introvabile con mezzi umani,
ma allo stesso tempo è il
luogo in cui l'umanità redenta è irresistibilmente
invitata dalla grazia e dalla potenza di Dio.
La risposta alla seconda
domanda (perché Cristo è
salito al cielo?) è innanzitutto l'affermazione della
completezza dell'essere
umano salvato. Cristo sale (
al cielo con il suo corpo
umano perché Dio non sai- ^
va soltanto le anime, ma ì
anche i corpi. Poi perché il |
luogo alla destra di Dio è il
luogo della vittoria contro
tutte le forze ostili che si
sono scatenate contro Cristo e che sono state sconfitte e ridicolizzate. Perciò
la presenza di Cristo alla
destra di Dio garantisce e
prova la verità della grande promessa di salvezza ed
è pegno del suo perfetto
compimento. Nell'Ascensione il progetto di salvezza si è rivelato vincente e
vittorioso, cosi tutti coloro
che sono all'interno del
patto della grazia non potranno perdere ia loro salvezza. L'elezione da parte
di Dio si rivela più forte di
qualsiasi potenza umana e
di qualsiasi peccato. L'elezione prevale su tutto, ed
è la nostra elezione alla
salvezza e alla vita.
La perseveranza dei credenti va intesa come la
perseveranza che Dio ha
nei confronti dei credenti,
non lasciandoli affondare
nei loro peccati, ma guidandoli alla salvezza con
irresistibile dolcezza. Come oggetti della decisione
di salvezza di Dio, anche i
cristiani incerti, dubbiosi e
in ricerca possono evitare
l'ansia da prestazione spirituale, da «dover credere
tanto», per affidare se
stessi alla decisione di Dio
e al suo sicuro compimento. Questo aspetto pastorale della dottrina della
predestinazione deve essere colto nella sua ricchezza e profondità di
«indicibile consolazione»,
perché «costringe» tutti i
credenti, anche quelli che
sono preda della sofferenza e dell'angoscia, a vivere
e a vincere con Cristo.
Per
approfondire
- C. E. B. Cranfield, D
lettera di Paolo ai Romani,
voi. I, Claudiana, Torino,
1998.
Ernst Käsemann,
An
die Römer, J. C. B. Mohr,
Tübingen, 1973.
- Giovanni Calvino, m
Novum Testamentum cotn
mentarii, voi. V, Eichler,
Berlino, 1834.
- John Bunyan, Il vi^9'
gio del pellegrino, Gribau
di editore, Torino, 1985.
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Si è svolto a Praga daH'll al 14 maggio rincontro annuale del Consiglio della Mbe
L'impegno della Missione battista europea
io Mbe, di cui fanno porte 16 Unioni battiste europee, gestisce un budget annuale di circo 6,5
ffìiliardi, per lo più investito nella sanità e istruzione: è impegnato in Sud Americo e in Africo
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tf INCONTRO annuale del
, Consiglio della «Missione battista europea» (Mbe) si
è svolto a Praga dall’11 al 14
maggio scorsi. Erano presenti
85 ®egoti in rappresentanza
delle 16 Unioni battiste europee che fanno parte di quelforganismo. Il lavoro che la
Mbe svolge in Sud America e
in Africa viene annualmente
analizzato e valutato in tutti i
suoi settori, da quello spirituide a quello sanitario.
Lo sviluppo delle chiese
battiste in Sud America chiede un impegno notevole da
parte del «collaboratori europei» (che non vengono chiamati «missionari») e continua
la richiesta per docenti di teologia per la preparazione di
pastori ed evangelisti nei seminari locali. Necessitano anche assistenti sociali per gli
orfanotrofi in cui sono ospitati almeno 300 bambini provenienti da situazioni familiari
disastrate: la Mbe ne gestisce
6.1 progetti non vengono elaborati dalla Mbe ma dalle
Unioni battiste di quei paesi:
la presenza degli europei viene considerata più come un
fatto tecnico, iniziale, in vista
di una autonomia delle locali
istituzioni e comunità; l’evangelizzazione è un impegno
dei credenti sudamericani.
La partecipazione finanziaria
a tali progetti è enorme: la
Mbe gestisce un budget annuale di circa 6,5 miliardi, di
cui gran parte viene investita
perla sanità e l’istruzione; ai
bambini ospitati negli orfanotrofi viene garantita l’istru
Un quartiere di Freetown, capitale
zione e anche l’apprendimento di un mestiere, affinché possano affrontare la vita
in modo dignitoso. Ogni orfanotrofio è provvisto di un’officina meccanica, di una falegnameria, di una scuola di
cucito. Determinante è l’aiuto offerto da tante famiglie
europee con le cosiddette
«adozioni a distanza».
In Africa, la situazione di
alcuni paesi come la Sierra
Leone, con la guerra civile, il
Mozambico con la catastrofe
provocata dalle recenti alluvioni, ha richiesto interventi
urgenti e mirati, più di quan
della Sierra Leone, devastata dalla
to è stato fatto negli anni
scorsi. In Sierra Leone i collaboratori europei sono stati
costretti a lasciare il paese e
si sono stabiliti nella vicina
Guinea equatoriale, dove la
Mbe ha acquistato una casa,
per accogliere i rifugiati; per
l’immediato futuro non è
possibile garantire una continuazione del lavoro. L’opera
di ricostruzione in Mozambico prevede un intervento
lungo e costoso: un orfanotrofio è semidistmtto, così la
scuola teologica ed alcune chiese, e numerose sono
le famiglie senza tetto. Una
guerra civile (Foto Acnur)
prima azione di emergenza,
consistente nella distribuzione di viveri e materiale sanitario, è stata coordinata con
l’aiuto dell’Unione battista
sudafricana: grazie alle offerte pervenute, circa 400 milioni, sarà possibile iniziare
opere di ricostruzione; è stato chiesto l’aiuto di tecnici
europei. La Mbe sta già organizzando gruppi di volontari
pronti a recarsi in Mozambico e a rimanervi per almeno
2-3 mesi; un geometra pordenonese partirà nei primi di
luglio per organizzare la fase
iniziale degli interventi.
fe L'insediamento è avvenuto il 30 aprile a Hyederabad, capitale dell'Andhra Pradesh
India: il primo arcivescovo dalit della Chiesa cattolica
Il 30 aprile scorso è stato
insediato il primo arcivescovo* dalit della Chiesa cattolica
dell’India. Marampudi loji è
stato nominato a Hyderabad,
capitale dello stato di Andhra
Pradesh, nel Sud dell’India, a
capo di una diocesi di 90.000
cattolici. Per ironia della sorte, la cerimonia di insediamento del nuovo arcivescovo
è stata presieduta dal suo
predecessore, l'arcivescovo
Samineni Arulappa che, alcune settimane prima, aveva
provocato una controversia
criticando la nomina del vescovo Joji. Ciononostante la
cerimonia si è svolta senza
problemi, e l’arcivescovo Aru■nppa ha esortato l’assistenza
a cooperare pienamente con
>1 nuovo arcivescovo.
La promozione di cjuesto
'vescovo di 57 anni (diventato
t'escovo nel 1992, è uno dei
tre dalit fra i 180 vescovi cattolici romani dell’India) al
tango di arcivescovo è un av''enimento importante per la
*tia chiesa e per tutta la co®unità cristiana del paese.
UltTeil 60% dei 16 milioni di
j^ttolici sono dalit; nello stato di Andhra Pradesh, oltre
80% dei cristiani sono dalit.
Otta volta considerati come
intoccabili» nella società insana retta dal sistema delle
aste, i dalit sono tuttora
aolusi dalle quattro caste
ne costituiscono il sistema e
Inatto relegati al livello più
^0 della scala sociale.
Uitna dell’insediamento
tholic Asian News» (Ucan),
ha criticato la scelta del Vaticano, dicendo che «Roma
non conosce la realtà del posto», e ha aggiunto che oltre il
95% del clero dell’arddiocesi
di Hyderabad contestava la
scelta del Vaticano.
Quando l’articolo è apparso su riviste cattoliche in India, le critiche dell’arcivescovo Araluppa hanno provocato una controversia, in
particolare a Hyderabad.
«Questi commenti ci hanno
messo in imbarazzo», ha dichiarato il vescovo Malayappan Chinnappa, presidente
della Commissione per i dalit
della Conferenza episcopale.
Chinnappa ha dichiarato all’agenzia Eni che anche se
l’arcivescovo Arulappa non
aveva menzionato «specifica
mente» gli antecedenti dalit
del suo successore, «queste
dichiarazioni denotano una
mentalità di casta».
Il vescovo Chinnappa, lamentando questi commenti,
«che non sono affatto sani»,
ha ricordato che un vescovo
cattolico deve agire «in uno
spirito di ubbidienza al Santo
Padre». I responsabili di chiesa dalit, vicini all’arcivescovo
Arulappa, hanno reagito immediatamente e hanno fatto
notare, in una pubblicazione,
che egli opprime i dalit all’interno della Chiesa. Il nuovo
arcivescovo ha qualificato le
dichiarazioni del suo predecessore come «molto infelici». All’agenzia Eni ha dichiarato di non serbare «alcun
rancore» e che avrebbe compiuto la propria funzione
«senza partito preso né pregiudizio nonostante tutta
questa calunnia».
Al giornalista che gli chiedeva se la controversia riguardante la nomina di un
vescovo dalit al posto di arcivescovo indicasse la persistenza dei pregiudizi di caste
nella chiesa, l’arcivescovo Joji
ha risposto che questa controversia non rispecchia il
nuovo modo di pensare nella
chiesa. «Abbiamo percorso
un lungo camminò dal tempo in cui ai dalit veniva rifiutata persino l’ammissione
nelle istituzioni religiose - ha
osservato -. La Chiesa cerca
di fare del suo meglio per
scuotere i pregiudizi di casta
che fanno parte integrante
della società indiana. Dobbiamo andare avanti».
del
bqovo arcivescovo, i re
^btlsqbili cattolici sono risiti imbarazzati dopo le diJr^szioni «infelici» del suo
^ecessore. L’arcivescovo
jt?*®Ppa infatti, in una diDa^^'one all’agenzia stam“1 Bangkok «Union of Ca
A proposito della legge sulla bestemmia contro l'Islam
Pakistan: il generale ha fatto dietro front
Il generale Musharraf, capo del governo militare pakistano, ha fatto dietro front circa
l’emendamento della legge sulla bestemmia
contro l’Islam, fortemente criticata dai cristiani e da altre minoranze religiose del paese. I
cristiani hanno accusato il generale di avere
ceduto ai gruppi islamici che hanno esercitato
pressioni per impedire ogni cambiamento riguardante questa legge.
L’improvviso dietro front del generale ha
causato grande delusione fra i tre milioni di
cristiani in questo paese di 135 milioni di abitanti a maggioranza musulmana. Musharraf e
altri esponenti del governo avevano annunciato il mese scorso che la legge sarebbe stata modificata per porre fine agli abusi. Ma l’improvvisa marcia indietro del generale significa che il
capo di qualsiasi posto di polizia può registrare
una denuncia nelTambito della legge sulla bestemmia che prevede la pena di morte, anche
per bestemmie non intenzionali contro 1 Islam.
Musharraf, che si è espresso durante una
conferenza stampa il 16 maggio scorso, ha
precisato che «è in base alla richiesta unanime
degli Ulema (clero musulmano) e della popolazione, che ho deciso di abbandonare il progetto di modifica della procedura di registrazione delle denuncie nel quadro della legge
sulla bestemmia». L’annuncio ha fatto seguito
a una dichiarazione di diversi gruppi fondamentalisti, guidati dal Consiglio Milli Yekjehti
che riunisce organizzazioni musulmane contrarie alle modifiche della legislazione sulla
bestemmia. I gruppi musulmani chiedono
inoltre il ripristino del venerdì come giorno
festivo settimanale al posto della domenica
che era stata decretata giorno festivo dall’ek
governo del primo ministro Nawas Sharif. «La
gioia di Pasqua si è sciolta. Il governo si è inclinato davanti al clero musulmano», ha detto
Victor Azariahs, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese del Pakistan, (eni)
DAL MONDO CRISTIANO
_ Consiglio ecumenico delle chiese
Il Cec chiede a Kofi Annan un pronto
intervento dell'Onu in Sierra Leone
GINEVRA — Lettera aperta del Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi
Annan, per sollecitare un pronto intervento dell’Onu in
Sierra Leone, così come chiesto il 10 maggio dalle chiese del
Consiglio interreligioso del paese. Nonostante l’accordo di
pace firmato nel luglio dello scorso anno a Lomé, il paese è
ancora sconvolto dagli scontri tra le truppe governative e il
Fronte rivoluzionario unito (Ruf). (nev/cec)
Mozambico
L'intervento dell'agenzia Adra
MAPUTO — Ancora precaria la situazione nel Mozambico
colpito dalTalluvione. Lo riferisce l’agenzia di soccorso umanitario della Chiesa awentista, Adra, creata nel 1956 e presente in 120 paesi di tutto il mondo. Su richiesta del governo
locale, Adra sta rifornendo gli ospedali della regione di Xinavane di medicine e materiale sanitario per fronteggiare le
probabili epidemie di malaria e di colera. A Nord di Maputo
invece, agli oltre 48.000 colpiti dalle inondazioni, Adra distribuisce generi di prima necessità forniti dalle chiese awentiste della Germania, della Svizzera e del Canada. (nev/apd)
Canada
Un cattolico eletto alla presidenza
del Consiglio delle chiese
MONTREAL — Per la prima volta nella sua storia di 56 anni di attività, il Consiglio delle chiese del Canada (Ccc) ha
scelto di avere un presidente cattolico. Sarà Andre Vallee,
vescovo deirOntario, 69 anni, membro dell’esecutivo del
Ccc dal 1997, quando ne entrò a far parte anche la Chiesa
cattolica. Attivo nel movimento ecumenico da molti anni, il
vescovo Vallee si è recentemente occupato del coordinamento dei cappellani militari cattolici e protestanti delle
forze armate canadesi. Del Ccc fanno parte protestanti, cattolici, ortodossi e anglicani. (nev/eni)
Inghilterra
I battisti chiedono la sospensione
dell'embargo contro la Serbia
LONDRA — Riunita a Plymouth a maggio, l’Assemblea delle chiese battiste inglesi ha deciso a grande maggioranza di
chiedere al governo di impegnarsi fortemente in ambito internazionale per la sospensione delle sanzioni economiche
contro la Serbia. Secondo il documento approvato, le sanzioni «provocano solo sofferenze alla popolazione e allontanano
il momento della riappacificazione tra i popoli». (nev/bt)
,* Inghilterra
Festeggiati i 450 anni della Chiesa
riformata francese di Londra
LONDRA — La Chiesa riformata francese di Londra ha festeggiato i 450 anni di testimonianza. Fondata nel 1550 dagli
esuli francesi perseguitati per motivi religiosi, ha successivamente accolto gli aristocratici che lasciavano la Francia rivoluzionaria e, in tempi più recenti, i fuoriusciti della Francia
antifascista. Oggi è l’unica chiesa francofona in Inghilterra
ed è formata per il 70% da fedeli tra i 30 e i 45 anni, (nev/bt)
Conferenza deile chiese europee (Kek)
Posti da coprire
All’inizio del 2002 Hans Schmocker, segretario alle finanze e all’amministrazione, e Robin Gurney, segretario alla
comunicazione e all’informazione, andranno in pensione.
Pertanto la Kek avvia una campagna di ricerca di candidati
per la loro successione.
Segretario alle finanze e airamministrazione
Ha la responsabilità generale di tutte le questioni finanziarie della Kek, ivi compresi l’avvio e lo sviluppo di una
strategia di «fund-raising» in cooperazione con altri membri dello staff. La Kek ricerca una persona con un’esperienza confermata in materia di gestione finanziaria e capace
dell’energia e dell’impegno necessari a un contributo a lungo termine per lo sviluppo delle risorse finanziarie della
Kek. Indispensabile la padronanza del francese nonché
buone conoscenze di inglese e di tedesco. L’assunzione dovrebbe avvenire nel corso dell’anno 2001.
Segretario alla comunicazione e aii'informazione
Ha la responsabilità della conservazione e dello sviluppo
del lavoro svolto dalla Kek, in relazione con la comunicazione, l’informazione, i rapporti con I media, le pubblicazioni,
incluse tutte le attività della Kek e il lavoro.dei membri dello
staff nei tre centri di Ginevra, Bruxelles e Strasburgo. La Kek
ricerca una persona con esperienza in materia di comunicazioni e di lavoro con i media, con una buona conoscenza
della chiesa e della realtà ecumenica in Europa, capace di
sviluppare e di sfruttare le nuove tecnologie della comunicazione con entusiasmo e creatività. L’assunzione dovrebbe avvenire nel corso deU’anno 2001.
Per ogni informazione scrivere a: Dr. Keith Clements, segretario generale della Kek - PO Box 2100 - 150 route de
Ferney -1211 Geneva 2 (Svizzera).
Le candidature dovranno giungere entro il 31 luglio 2000
4
PAC. 4 RIFORMA
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- Cultura
VENERDÌ 2 GIUGNO 20(v, ,
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Un libretto del pastore Alberto Taccia per accompagnare chi si trova nel dolore
Per il tempo della malattia
Il tempo della malattia è spesso carico di preoccupazioni e angoscia, ma può essere anche
un'occasione per comprendere meglio il significato della nostra esistenza alla luce della fede
MASSIMO APRILE
La nostra normale percezione del tempo è data
dal quadrante dell’orologio.
Le lancette vi girano all’infinito, scandendo l’avvicendarsi dei giorni, dei mesi, degli anni. Questa circolarità
del tempo porta con sé un inganno, quello di credere che
ve ne sia una disponibilità illimitata. Ma nel tempo della
malattia, specie quando è
grave e temiamo che porti alla morte, acquistiamo una diversa concezione del tempo,
più antica, ma anche più saggia. Questa è rappresentabile
dalla clessidra. Il tempo qui è
dato dal fluire di piccoli granelli di sabbia che passano
per il collo stretto dell’imbuto. E sotto i nostri occhi vediamo andarsene il giorno,
l’ora, l’attimo fuggente.
Questo cambia compietamente l’angolo di visuale della nostra vita. Il tempo della
malattia è carico di angoscia
talvolta, ma porta anche la
promessa che mentre accettiamo la finitezza dei nostri
giorni, ne possiamo assaporare risvolti inediti, densi di
significato. Molto però dipende da chi sono i nostri
compagni di viaggio. Viene il
momento, ad esempio durante una malattia inguaribile e nella sua fase terminale,
che non abbiamo più bisogno di visite di cortesia. Gli
amici sono selezionati, gli altri, malgrado le loro migliori
intenzioni, possono anche
diventare «molesti».
Certo la morte resta nemica, ma non è vero che non
sia possibile morire meglio,
in maniera più umana e più
cristiana. Ciascuno però deve ripensare il morire. Bisogna che questo sia ripensato
dalla Sanità, nella maniera in
cui, ad esempio, sono organizzati gli spazi nei nostri
ospedali, ma anche dai medici che sembrano essere,
talvolta, le prime vittime di
una programmazione culturale prescrittiva, che pretende sempre di dover applicare
qualche presidio, sottoporre
a qualche indagine, anche
quando tutto ciò non è più
ragionevole.
Il libro* di Alberto Taccia,
pastore valdese, da anni impegnato nella diaconia ospedaliera diviene, in questo
senso, un utile sussidio per
accompagnare l’ammalato in
questo viaggio: ogni salmo
un granello, ogni aforisma
una riflessione, ogni preghiera una lotta. Il libro offre una
lettura selettiva di brani tratti
dai Salmi ma anche dal Nuovo Testamento. Il criterio
scelto, che condivido pienamente, è quello di brani brevi
e compiuti. Il malato ha bisogno di verità, ma questa deve
essere dosata da lui stesso.
Egli ha bisogno di meditare,
riflettere, combattere, talora
resistere, tal’altra arrendersi.
Il libro, con questi brevi
spunti, indica alcuni sentieri
Prosegue la serie a Milano
Il Johan Sebastian Bach
delle Cantate post pasquali
PAOLO FABBRI
IL primo concerto primaverile della Società del Quartetto per l’esecuzione integrale delle Cantate di Bach si
riferisce alle domeniche successive alla Pasqua. La terza,
in particolare, nel calendario
luterano aveva la denominazione Jubilate. La prima
cantata eseguita è stata la
Bwv 67, Halt in Gedächtnis
Jesum Christ (Ricordati di Gesù Cristo, 1724): è la cantata
del dubbio, sempre insidioso
nella vita del credente, ispirata a II Timoteo 2, 8. Il coro di
apertura entra in argomento:
«Ricorda sempre Gesù Cristo
che dai morti è risorto», poi
un recitativo si chiede «perché ancora pericolo e terrore
mi aggrediscono?», e il coro
dei credenti risponde «è apparso alLorizzonte il giorno
di gloria», con gli strumenti a
sostenere il singolo preso dal
dubbio. Si fa strada in lui allora la consapevolezza che
Cristo non solo è risorto e ha
vinto la morte, ma è il vivente
e affianca ognuno di noi. Il
discorso teologico si sviluppa
poi in una straordinaria ariacoro che si apre con le parole
«la pace sia con voi», esalta la
beatitudine di chi è sostenuto dal Signore e ribadisce la
benedizione del basso (Gesù)
aprendo la strada al coro finale, che richiama uno dei
cardini della Riforma: «Solo
nel tuo nome [Gesù Cristo]
invochiamo tuo Padre».
La Cantata Bwv 103 Ihr
werdet weinen und heulen
(Piangerete e gemerete, 1725)
si basa sulle parole della poetessa Mariane von Ziegler
ispirate a Giovanni 16, 20 e
Geremia 8, 22. La trasformazione della tristezza in letizia
è un miracolo operato dallo
Spirito Santo. Così è il coro
d’esordio, ma il coro-assemblea dei credenti rassicura
poi «la vostra tristezza si muterà in gioia». 11 tenore nel recitativo seguente esprime il
dolore del distacco provocato
dal venir meno della presenza di Gesù e dal sorgere del
dubbio. Il recitativo successivo completa il discorso teologico raccontando la trasformazione del dolore in gioia,
che sarà poi esaltata dal tenore, con intensi melismi
sulla parola Freude (gioia).
La Cantata Bwv 146 Wir
müssen durch viel trübsal in
das Reich Gottes eingehen
(Attraverso molte sofferenze
dobbiamo giungere al Regno
di Dio, 1726 - 1728?) inizia
con una sinfonia che risente
dell’influsso di Vivaldi, con la
parte solista insolitamente
attribuita all’organo, che lancia lo struggente lamento di
richiesta di aiuto a Dio per affrontare le molte tribolazioni
che ci sono riservate (Atti 14,
22). L’organo sostiene anche
il coro seguente, su cui poi si
innesta l’aria del contralto
(Voglio raggiungere il cielo).
11 recitativo del soprano poi
esprime il desiderio di essere
già in cielo e sfuggire allo
strazio quotidiano del mondo malvagio, strazio che riesce comunque a trasformarsi
faticosamente in una letizia
che, con il sostegno degli
oboi d’amore, si incarica di
esprimere nell’aria seguente.
Il coro finale proietta i credenti verso le cose ultime,
verso il ritorno del regno di
Dio fra gli uomini.
Il Gaechinger Kantorei Bach Collegium di Stoccarda,
diretto da Helmuth Rilling,
ha offerto un’esecuzione pregevole, senza difetti ma anche senza vette.
biblici che l’ammalato potrà
percorrere con maggiore approfondimento quando vorrà, magari parlandone con
un fratello in fede, o con
un’amica. La piacevole novità, rispetto alla precedente
edizione, non sta soltanto nel
formato da «comodino», più
piccolo e adatto a traslochi
essenziali, ma anche in un
capitolo che raccoglie aforismi e citazioni letterarie che
sono come porte la cui soglia
l’ammalato potrà varcare
quando si sente pronto.
Inoltre in questa raccolta,
diversi testi sono anche pensati per l’accompagnatore.
Non è soltanto un delicato
pensiero che l’autore ha voluto riservare a queste persone
spesso sottoposte a uno stress
emotivo e fisico altrettanto
forte, ma è anche un maniera
diversa, direi anche più intelligente, di accompagnare
l’ammalato. Aiutare chi aiuta,
sostenere moralmente e spiritualmente chi è stato eletto
ad essere vicino, compagna,
assistente. È una maniera discreta, fraterna di manifestare
la propria solidarietà.
Un piccolo libro dunque di
180 pagine, che è tuttavia un
importante strumento che
può costituire l’agenda di appuntamenti di dialogo e preghiera con il pastore, con
l’amica credente, lasciando
che magari sia l’ammalato
stesso a decidere quale salmo
leggere, su quale citazione riflettere e manifestare i propri
dubbi e quale preghiera rivolgere a Dio.
A questo riguardo mi permetto di fare la mia unica benevola osservazione critica. Io
avrei lasciato all’ultimo capitolo, quello che riporta alcune
belle preghiere, delle pagine
bianche, come un invito ad
aggiungere alle preghiere degli altri le proprie. Non ci sono, infatti due persone che vivono la malattia o il morire
allo stesso modo. E anche
quando si guarisce fisicamente, rileggere le proprie preghiere potrebbe ricordarci
che abbiamo ricevuto una
proroga ma che il tempo resta
quello della clessidra.
E poi se qualche pagina restasse in bianco senza essere
riempita, non sarebbe un male. Anche questa è una preghiera, che sia Dio stesso a
dare compiutezza alla nostra
vita la cui trama risulta inspiegabilmente interrotta.
Annotava Ezechia «Io ho arrotolato la mia vita, come fa il
tessitore, egli mi taglia via
dalla trama; dal giorno alla
notte tu mi avrai finito» (Isaia
38, I2b). C’è soltanto una parola che può ristabilire la trama e riportare la tenda divelta
dal vento della bufera, e questa parola è risurrezione. Noi
tutti aspettiamo che sia Dio
stesso a scriverla alla fine del
libro delle nostre preghiere.
(*) Alberto Taccia; Per il
tempo della malattia. Salmi,
preghiere, pensieri. Ed. Claudiana, 2000, pp. 178, £. 12.000
«Les enfants du Marais»
Sullo schermo storie
di vita provinciale
RENZO TURINETTO
IL «Marais» è un quartiere
tra i più fascinosi di Parigi,
però il titolo italiano di questo film* può ingannare.
Non è un rapporto sui giovani o comunque giovanilistico su una zona chic. I «figli
della palude» sulle sponde
della Loira [Les enfants du
Marais, come il titolo del libro di Georges Montforez da
cui il film è tratto) sono il filo
rosso dei ricordi di Cri-Cri,
che da anziana rivive la stagione di bambina povera di
cinque anni e l’incontro con
il bambino ricco Pierrot. Soprattutto rivivono figure deliziose.
Riton, brontolone e scansafatiche, è marito padre di
una donna scorbutica (desidera ciò che non può avere),
di Cri-Cri e di altri due figli
irrequieti, beve volentieri per
dimenticare Pamela, la sua
prima moglie. Garris è solo,
ripensa sempre alla prima
guerra mondiale, viene turbato dall’amore segreto per
Marie, giovane domestica
che «si vede» con un bel militare ma finirà per accasarsi
con un ricco farmacista di
città. Diversi ma amicissimi,
i due vivono di lavori saltuari, giardinaggio, colgono mughetti da vendere il 1“ maggio cantando la strofetta tradizionale beneaugurante
nelle strade e davanti alle case come Romeo sotto il verone di Giulietta. Pescano rane, dopo la pioggia cacciano
lumache. Vivono così, poveri
senza essere belli ma pieni di
dignità e Garris anche di generosità.
C’è la vedova canuta cordiale e accogliente; l’intellettuale Amédée tanto timido e
sprovveduto che va con i due
su per la collina in giacca,
paglietta e cravatta e legge
un aforisma. Poi Pépé, che si
è fatto dal nulla con qualche
pezzo di ferro e ora è un industrialotto ricco ma rimasto
analfabeta, non sa far di contro e ancora ha segreta nostalgia del suo Marais dove è
nato. Morirà d’infarto in una
sera nevosa mentre va a cena
dai suoi amici. C’è Io, boxeur
locale insignificante ma rude, che per la sua prepotenza
finisce in prigione e per rancore rischia di rovinare la rurale serenità di tutti.
«Un racconto molto semplice dove però accadono
molte cose», ha dichiarato il
regista Jean Becker (figlio del
più famoso Jacques, l’autore
di Grisbi). Un viaggio nella
memoria di per sé non è uno
spunto strettamente peregrino per un film o un libro, dipende da come le cose vengono raccontate nell’uno e
nell’altro. Scene magari démodées, leggere, soffici, perfino bucoliche eppure non
melense. Storie grandi nella
loro piccolezza, al pari di altri
due film recenti. Amori sospesi e Una storia vera; per
dire che c’è anche un modo
di vivere diverso dall’oggi,
certo per chi può e, potendo,
lo vuole. I^ naturalezza degli
interpreti è disarmante: si
può essere squisiti anche
spellando rane e anguille o
bagnandosi nel torrente e
asciugandosi al sole sulle pietre, come mi capitava da
bambino dai miei nonni con
i miei coetanei nel meriggio
estivo della campagna calda,
assonnata e piena di mosche.
(*) I ragazzi del Marais, di
Jean Becker, Francia, 1999,
con J. Villeret, J. Gamblin, A.
Dussolier, M. Serrault; musiche di P. Bachelet.
Antichità
Il mestiere
di filosofo
. (yjvs-tííri;*.)
%» 'fcSiV'iciaì A'«* ÿ
L’attività rischiosa a cui allude il titolo {Un mestiere pericoloso. L'attività quotidina dei filosofi greci, Sellerio, 2000, pp.
235, £ 18.000) del libro del grecista Luciano Canfora è il contraltare della dimensione puramente speculativa (popolarmente «sulle nuvole») dei
pensatori classici (ma, in questo caso, anche
degli storici greci). La tesi è quindi che Socrate, Platone, Aristotele, Epicuro, Senofonte fossero personaggi ben radicati neH’ambiente in cui vivevano, al punto che il più illustre di essi fu messo a morte. Un’immagine diversa, per capire che interpretare il
mondo significa viverci a pieno titolo.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale ra‘ dio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico
italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 11 giugno, alle ore 23,50, andrà in onda: «Le chiese nella russia di
Putin»; «Chiaroscuro: un fatto, un commento». La replica sarà
trasmessa il 12 giugno alle ore 24 e il 16 giugno alle 9,30 circa.
PROTESTANTESIMO IN TV
Oltre i conflitti
DAVIDE ROSSO
Andare oltre i conflitti e
l’esclusione, ragionare
in termini di incontro, di
scambio di idee, di cultura.
Sembra essere questo il tema che in qualche modo attraversava l’intera puntata di
Protestantesimo andata in
onda domenica 28 maggio
su Rai 2 (replica lunedì 5
giugno ore 9). I tre servizi
che si sono susseguiti nella
trasmissione (che presentano un intervista alla teologa
della liberazione Elsa Tames,
la presenza protestante alla
Fiera del libro di Torino, e
«Teshuvà», il viaggio dei giovani della Fgei attraverso
l’Italia) fanno vedere o parlano di umanità differenti.
Si va dalle immagini di
piazza e di guerra civile degli
Anni 70 dell’America Latina
ai visitatori in «ricerca» della
Fiera, dal viaggio dei giovani
della Fgei carico di contenuti
e di «scambio» al percorso di
ricerca e di crescita della
teologa Tames. Sullo sfondo
la globalizzazione e la multiculturalità (uno dei temi di
quest’anno della Fiera del libro). Ne emerge un panorama a tutto tondo dove però
emergono le contraddizioni
di un sistema basato sul puro mercato dove la necessità
più impellente sembra essere la ricerca della comunicazione e della solidarietà.
Ma in questo mondo globalizzato c’è anche la realtà
dei fondamentalismi ebreo,
cristiano e islamico (il tema
viene toccato nel servizio
sulla Fiera quando viene
presentato il libro di Paolo
Naso edito dalla Claudiana
«Il libro e la spada») letti in
qualche modo come prodotti stessi della globalizzazione. Espressione di un malessere che potranno avere esiti
diversi e molto dipenderà da
chi fondamentalista non è. E
c’è poi un mondo sempre
più piccolo, globalizzato, dove le persone non si incontrano, non si scambiano opinioni, e c’è il ruolo che in
questo contesto può svolgere una chiesa che non si
chiude, che «viaggia».
Mondi diversi alTinterno
di un unico mondo, di tutti,
sfaccettature per voci e iinmagini, qualcuna anche in
bianco e nero, che presentano alcune proposte di risposta al disagio causato dalla
povertà dall’emarginazione
ma anche semplicemente
dall’impossibilità spesso, in
questa era della comunicazione di massa, di scambiarsi messaggi umani.
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1,30 circa.
Si è svolto a Mezzano il convegno annuale del Centro per il cristianesimo sociale
Legalità, libertà, sicurezza
jdfigentopoli, le tensioni per le nuove immigrazioni e il razzismo, la criminalità diffusa hanno
lotto crescere in Italia il senso dell'insicurezza. Tra repressione e nuovo patto di convivenza
PIERA ECIDI
Legalità, libertà, sicurezza», questo il tema
Hel tradizionale incontro ansale (28-30 aprile) che si
■ volge a Mezzano Inferiore
llPantìa) impulso del Cento studi per il cristianesimo
oci^e. Preparata da un «difettivo allargato» svoltosi lo
scorso anno e da una serie di
apposite riunioni del Consiglio, la traccia del programliaè stata presentata come
riportiamo qui a fianco.
Dopo il saluto del sindaco
■di ÌMszano, il pastore Sergio
Aqi^te, che ha presieduto
convegno, ha aperto con
una riflessione biblica sulla I
Lettera di Paolo a Timoteo (2,
1-2) «Io esorto che si facciano
supplicazioni, preghiere, intercessioni, ringraziamenti
per tutti gli uomini, per i re e
per tutti quelli che sono in
autorità, affinché possiamo
menare una vita tranquilla e
quieta, in ogni pietà e onestà», e sul passo della 1 Lettera ai Corinzi (15, 32) «Se i
morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perché domani morremo»: bisogna costraire insieme, donne e uomini di grande serietà, una
cultura della legalità»; i protestanti hanno un’etica da
proporre, che si è laicizzata,
si è sganciata dalla teologia;
eppure, il fondamento di
quest’etica è la speranza, per
i cristiani fondata sulla Pasqua di resurrezione: se si toglie questa speranza, crolleranno le norme morali. Una
«vita tranquilla e quieta» è
possibile, ma nell’attuale situazione sociale è politica,
qualè la via per attuarla?
Le relazioni della tavola rotonda, gli interventi qualificati e il dibattito intenso dei
partecipanti, un centinaio di
evangelici, cattolici e laici che
siritrovano ogni anno a Mezzano proveniendo da tutt'ltahanno animato questo
convegno, che è stato senz’
altro, a detta di molti, il più
intenso tra quelli che il Centro propone da dodici anni,
segno anche della grande attualità del tema. H impossibile quindi riferirne dettagliatamente, e per una rillessione
più approfondita attendiamo
§liAtti, che il Centro si è impegnato a pubblicare e a
Wondere.
Attesissima la prima relamone, quella di Piercamillo
Duvigo, magistrato del Pool
di Milano, che ha dato un
quadro lucido e amaro sulla
condizione della giustizia nel
l'ostro paese. C’è un rapporto profondo tra legalità ed
etica, ha detto: «La differenza
tialo stato e una banda di pitoti non può essere nel nutoero delle navi! Se facessimo
''ferimento solo alla forza,
"lora Cosa Nostra sarebbe
più forte della Repubblica
"uiiana». C’è un legame tra
Una «legge naturale» che ha
to' portato etico e la legalità:
"processo di Norimberga è
t!?i° Passibile perché la po“tà punitiva si è basata sul'i®gge naturale». Anche la
uostra Costituzione, alTart.
'richiama a principi e diritti
totoienabili. Il giudizio pena® il giudizio sociale sono
diverse; non è detto che
®tiba essere vietato per legCiò che è eticamente riP'ovevole, ma anche non
ri® ciò che è lecito è etica™nte apprezzabile: questo
per esempio quando
. u caso della prescrizione.
®galità deve assicurare
Nei primi mesi del 1992 un gruppo di magistrati apriva a
Milano la vicenda di «Tangentopoli»: ITtalia entrava in una
fase di profonde trasformazioni del suo sistema politico.
Emergeva con forza la questione del senso dello stato, della
responsabilità individuale, della legalità. Venivano al pettine
nodi riguardanti la vita politica, ma legati anche ad atavici
difetti della nostra cultura nazionale.
A questo si aggiungevano nuove sfide: la mutazione
deUTtalia da paese di emigranti a terra di immigrazione imponeva un apparente dilemma tra chiusura razzista e inerte
indulgenza verso la criminalità di molti immigrati. D’altra
parte, la diffusa insicurezza, soprattutto nelle grandi città,
faceva esplodere, prepotente un bisogno di sicurezza.
Come rispondere? Bisogna prendere a modello la «tolleranza zero» dell’attuale sindaco di New York, oppure bisogna
concentrare tutte le energie nei compiti di prevenzione dei
mali sociali? Bisogna essere permissivi o proibizionisti? Bisogna reprimere o costruire un patto di convivenza?
molto bravi, costosi, magari
anche docenti universitari
che «producono dottrina»: il
processo diventa così una
«corsa a ostacoli in cui continuamente si pongono ostacoli per le guardie».
Questo si deve alla reazione di profonda irritazione da
parte della classe dirigente
del paese a essere giudicata,
e non è certamente di «buon
esempio». Se ci fosse una
adeguata tensione etica nel
paese, questo non sarebbe
possibile, ma ci troviamo «in
una grigia nebbia in cui tutte
le pecore sono grigie»? La sicurezza del cittadino, poi, è
un problema «tragicamente
reale»; il tasso di criminalità è
più alto che in altri paesi europei, anche perché le nostre
statistiche sono inaffidabili;
c'è un «numero nero» di delitti commessi e non denunciati. È necessario ripristinare
norme di sicurezza più rigide, anche perché stiamo importando criminalità da altri
paesi, come i Balcani, l’Est
europeo, ecc. Il sistema giudiziario italiano com’è oggi
non funziona, e non funzionerà per anni.
Massimo Pavarini, docente
di Diritto penale e coordinatore del comitato scientifico
del «Gruppo città sicure» della regione Emilia-Romagna,
partendo dalla constatazione
di un senso di insicurezza innegabile da parte della gente,
ha percorso il «crinale inter
pretativo» di una crisi della
politica in Italia in una crisi
degli stati nazionali, che produce «effetti di spaesamento». C’è un passaggio dalla
democrazia rappresentativa
alla «democrazia di opinione», in cui sempre di più oggetto dello scambio politico
diviene la «rassicurazione»
(non tanto la sicurezza), per
cui si «vendono», in realtà,
immagini di rassicurazione
in cambio di consenso politico, e questo è segno di una
crisi del sistema politico.
Il filosofo Biagio De Giovanni ha notato come, accanto alla questione della legalità, prima ancora del tema
della sicurezza vi sia quello
della libertà, che è «lo stato
d’animo di una società aperta». Di difficile definizione, la
libertà è il tema di oggi: la tematica dei diritti, della cittadinanza torna fortemente in
campo, legata al tema della
libertà. Queste problematiche fuoriescono dalla dimensione dello stato, e ne è esempio il trattato di Amsterdam, che pone il tema internazionale di una «carta dei
diritti». Il principio di legalità
è qualcosa che deve richiamare le altre sfere della vita a
una maggiore consapevolezza di sé: c’è sempre il rischio
del legalismo che irrigidisce
la spontaneità. La politica e il
diritto tendono a sopraffarsi
vicendevolmente, e lo spazio
che ciascuna di queste «cer
ehie vitali» si prende è sulla
base di rapporti di forza. La
politica ha un «fondo vitale
oscuro» che non è riconducibile alla legalità. In questi anni c’è stata una enorme espansione della funzione giudiziaria, nel mutamento della
società; prima esistevano
delle «autorità sociali» come
la scuola e la famiglia, oggi si
richiede l’intervento del giudice, e il diritto diviene incerto quando la domanda è eccessiva. La libertà e la legge
devono camminare insieme,
e nella globalizzazione di oggi la questione vera è che le
democrazie non possono affrontare i loro problemi solo
nei propri confini.
L’on. "Valdo Spini, presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, ha notato come esista un
problema specifico italiano
che riguarda il rapporto fra
etica pubblica e morale privata. E finito il giustizialismo,
ma non è finita la questione
morale, e cioè la capacità di
far corrispondere l’etica con
la legislazione. La classe dirigente non è un feudo immune da leggi; le regole sono poste da una classe politica che
non è in grado di osservarle;
«In Italia le leggi si fanno e
poi si vede...». Per quanto riguarda il tema della sicurezza, assistiamo a un pendolo
fra leggi garantiste e leggi repressive: dietro a questo c’è
una «difficoltà» a far corrispondere il fatto con la pena.
Oggi il problema della sicurezza coinvolge le classi
più umili, mentre in passato
sembrava riguardare soprattutto i ricchi (per esempio i
sequestri di persona); di qui,
anche, gli spostamenti elettorali del voto. C’è un problema
di disfunzione del sistema
carcerario, e un problema di
organizzazione e motivazione delle forze dell’ordine. Abbiamo nel fenomeno dell’immigrazione dei soggetti nel
cui codice sociale la violenza
non è espunta. Bisogna quindi prendere delle misure. Il
malessere sociale italiano
non va sottovalutato.
regole omogenee a prej^riere dalla collocazione
chi è ricco e potente
® permettersi avvocati
CULTO DI PENTECOSTE
diretta Eurovisione
11 giugno 2000 - Raidue - ore 10,05
Il culto sarà trasmesso dalla chiesa evangelica valdese di
Genova-via Assarotti. Presiede il pastore Teodoro Fanlo y
Cortés. Regia di Giovanni Ribet. Commento a cura di Gianna Urizio per la rubrica Protestantesimo.
Partecipano tutte le altre chiese evangeliche della città. 11
culto sarà allietato da canti eseguiti dalla corale della Chiesa
valdese, diretta dal maestro Ezio Alfieri e dalla corale ispanica diretta dal maestro Abel lamoca.
Librerie
CLAUDIANA
MILANO: via F. Sforza,
I2/A;tel. 02/76021518
TORINO: via Principe
Tommaso, 1; tei. 6692458
TORRE PELLICE: p.za
Libertà, 7; tel.0121/91422
ROMA: Libreria di cultura
religiosa piazza Cavour, 32;
tei. 06/3225493
' Fra gli interventi al convegno
Ridurre le condiiioni
che generano criminalità
Nel dibattito del pomeriggio, il pastore Franco Becchino, che è stato anche magistrato, ha sottolineato come
ci sia il problema di affermare dei valori irrinunciabili da
cui non è possibile arretrare.
C’è una evidente non funzionalità del diritto nel nostro
paese. Nei paesi protestanti
c’è una «teologia del patto»
che passa poi nei vari «patti
sociali» che caratterizzano
l’epoca moderna: se Luigi
XIV è re legibus solutus (cioè
sciolto, libero dalle leggi), invece Guglielmo III d’Orange,
sulla cui bandiera era scritto
«prò religione protestante et
prò libero Parlamento» deve
sottostare a una dichiarazione dei diritti secondo la quale
il re deve rispettare le leggi. E
Montesquieu poi non a caso
scriverà L’esprit des lois. «A
me - ha detto Becchino - viene in mente Romani 13,
quando Paolo dice che si deve obbedire all’autorità costituita, non per timore del castigo, ma per motivi di coscienza». Oggi, nell’attuale
globalizzazione, si pone il
problema di una legalità internazionale. Questo è il senso dello stato: si è inseriti nella comunità civile in un sistema di regole che garantiscono gli altri, ma anche me
stesso. Certo, si pone il problema del rispetto della coscienza del soggetto, che può
anche entrare in conflitto
con il principio di legalità.
C’è il tema della «rivoluzione», che è rottura di una legalità apparente. Poi c’è il problema deU’inserimento nella
legalità del principio di solidarietà. La punizione, rappresentata dal carcere, non è
l’unica soluzione possibile:
l’attenuazione della pena
carceraria è un dato di civiltà,
e si pone la questione del recupero e della prevenzione.
C’è inoltre il problema di una
maggiore celerità dei processi, una tutela piena dell’imputato, ma anche delle vittime del crimine: bisogna trovare un punto di equilibrio.
L’avvocato Alfredo Guarino
ha a sua volta insistito sul tema della tutela delle vittime,
e si è chiesto come sia possibile sviluppare un approccio
di tipo cristiano al tema della
legalità. Nella cultura romana
c’è l’obbedienza alle leggi
(«servi legum surnus ut liberi
esse possumus»): in quella
ebraica, la legalità traeva origine dal dettato biblico. Gesù
è venuto non per sovvertire
la legge, ma per compierla;
nell’esperienza storica del
cristianesimo è stato possibile trasgredire la legge (Martin
Luther King), ma solo quando essa si ingerisce in diritti
umani fondamentali, ponendo perciò i problema nelle
coscienze; si tratta di una legge giusta 0 ingiusta? Il cristiano pone in essere la trasgressione di una norma per conseguire una norma più elevata. Inoltre nei Vangeli c’è
l’orizzonte della speranza,
del pentimento (vedi l’episodio dei due ladroni in Luca) e
occorre mantenere questo
orizzonte vivo di speranza,
nell’ammissione di responsabilità e nell’essere sottoposti
alla sanzione. Per questo, ha
detto Guarino, «non è giusto
contrastare la cultura garantista degli avvocati» ma la
prima cosa su cui bisogna intervenire è la riduzione delle
cause che producono criminalità e, insieme, la tutela
delle vittime, per esempio
costituendo fondi di indennizzo e modificando le regole
stesse del processo.
Impossibile in poche righe
riportare l’ampiezza del dibattito, che ha visto svilupparsi un filone di riflessione
più «filosofico» (Silvana Nitti,
De Giovanni), teologico-politico (Giorgio Bouchard, Massimo Aquilante), sociologicopolitico (Bruno Loraschi),
più strettamente giuridico
(ancora Davigo). Interessante lo sbocco teorico proposto
da Pavarini, e poi anche da
De Giovanni, che potrà essere ripreso in successivi approfondimenti: la crisi e l’impoverimento attuale della
politica come «linguaggio interpretativo» della realtà (Pavarini); «Non bisogna discutere in termini di esclusione,
ma di cittadinanza» (De Giovanni). Nelle conclusioni, la
domenica dopo il culto, l’assemblea dei partecipanti ha
dunque proposto questo filone di futuro dibattito, insieme a quello di un approfondimento dei temi che ci legano alla ricerca europea, alla
luce del Trattalo di Amsterdam, con il problema centrale di una «Carta dei diritti
umani».
Il convegno si è chiuso con
il bel culto condotto insieme
ai fratelli e sorelle metodisti
ganaensi (la cui comunità si
arricchisce ogni anno di nuovi arrivi, di congiungimenti
familiari, di bambini, tutti
ormai perfettamente integrati nella realtà operosa delTEmilia della solidarietà sociale e delle cooperative). Ha
predicato il pastore Becchino, sottolineando l’aspetto
della speranza (Luca 24, 5:
«Perché cercate il vivente tra
i morti?»), della scelta della
vita (Deuteronomio 30, 19),
dell’amore fraterno (Romani
12, 21: «Vinci il male con il
bene»), fp.e.)
6
PAC. 6 RIFORMA
■i] • I
VENERDÌ 2 GIUGNO
venerdì 2
L'insegnamento scolastico della storia
Uno sguardo sul mondo
VAURIO BERNARDI
OVE si concordi che nella
scuola italiana si dovrebbero insegnare contenuti
di tipo religioso in maniera
neutrale e non confessionale,
una delle materie da dove
dovrebbero passare valori e
contenuti di questo tipo è la
storia. L’insegnamento della
storia, soprattutto nell’ultimo
quinquennio della scuola secondaria, dovrebbe servire
anche alla formazione critica
del cittadino di uno stato democratico. Negli ultbni anni
il ministero della Pubblica
istruzione, tramite l’avvio di
varie iniziative, ha cercato di
sensibilizzare il corpo docente a tale finalità anche se non
sempre si è riusciti nell’intento. Se è infatti encomiabile che oggi si favorisca lo studio della storia del XX secolo
e si cerchi di inserire nei programmi più recenti (come
quello degli istituti professionali) una intera sezione dedicata alle cosiddette visioni
del mondo, in cui si dovrebbe, per quanto possibile rendere conto della diversità
delle culture umane e della
diversità di risposte date
dall’uomo ai problemi fondamentali della vita, l’insegnamento di questa materia rimane ancorato a valori tradizionali che non sempre tengono conto della situazione
in cui viviamo.
Continuare a insistere su
valori come la formazione
della naziorie, sulla centralità
giocata dall’Europa (in particolare quella occidentale) significa non rendersi conto di
quanto avviene attorno a noi.
La storia dovrebbe svolgere anche un altro compito;
quello di dare gli strumenti ai
nostri giovani per poter leggere la situazione presente
che, anche nel nostro paese,
è sempre più variegata e diversificata sia da un punto di
vista culturale che religioso.
Ecco perché negli ultimi anni
sono partiti anche attività
che mirano alla definizione
di un curricolo di World History, in altre parole di una
storia globale che tenga conto che il nostro tempo è quello della globalizzazione e
che, se vogliamo leggerlo con
attenzione anche il nostro
sguardo al passato deve essere verso tutto il mondo e non
solo verso una particolare zona del nostro pianeta.
Nonostante queste premesse ancora oggi i nostri testi non sono per nulla attenti
a queste problematiche e
tengono conto solamente
della nostra storia nazionale,
con delle semplici inserzioni
di storia e cultura di altri popoli (in particolare quelli
dell’Europa occidentale). Lo
schema più diffuso nei nostri
manuali (parlo in particolare
di quelli delle scuole superiori dove il senso critico e l’apertura verso il diverso dovrebbero essere ancora maggiori che in quelli dei gradi
scolastici inferiori) è di questo tipo: la storia nasce in
una ben determinata zona
del nostro pianeta (la fertile
mezzaluna, corrispondente
al nostro Medio Oriente); da
qui la civiltà passa per la Grecia entrando in Europa da cui
si allontanerà solamente negli ultimi vent’anni, ovvero
nel momento in cui nasce il
mondo globale.
In una storia di questo tipo
che ne è dell’«altro», ovvero
del diverso, di colui che non
ha fatto lo stesso percorso degli europei occidentali e meridionali, che ne è delle loro
espressioni di civiltà o espressioni religiose. Le pagine dedicate alle altre popolazioni
sono poche e la loro apparizione sulla scena storica è
strumentale rispetto al ruolo
che talvolta hanno svolto. Per
capire come funzioni questo
meccanismo vorrei fare solo
quattro esempi di «emergenze» storiche sottovalutate nel
nostro Paese, menzionando,
senza citarli esplicitamente,
testi molto diffusi nelle scuole
secondarie in cui sono trattati
gli argomenti. Si tratta di popolazioni o manifestazioni
delle civiltà importanti che
vengono quasi del tutto ignorate dai testi in adozione.
Alcuni casi ennblematici sui libri di testo adottati dalle scuole superiori
storia e alterità, spunti per una riflessione
La cultura celtica, slava
e germanica
Se si guarda rapidamente ai
testi di storia del biennio delle scuole superiori si noterà
che l’Europa è trattata solo in
funzione della formazione
della grecità e dell’impero romano. Ai celti, che pure hanno avuto una storia importante soprattutto nell’età del
bronzo anche in Italia settentrionale, è dedicata qualche
pagina quando si parla delle
popolazioni italiche e quando
poi si espone la conquista da
parte di Cesare della Calila. I
germani appaiono solo nella
fase tardo imperiale quando
gli imperatori iniziarono ad
avere problemi con loro al
confine del Reno o dell’Elba. I
manuali più emancipati parleranno di quanto Tacito ha
detto nella sua opera di queste popolazioni. Gli slavi non
appaiono per nulla.
Se rimane vero che si tratta
di popolazioni che non svilupparono una cultura scritta come quella greco-romana, è anche vero che il loro
contributo alla formazione
della cultura europea, anche
da un punto di vista linguistico, rimane indubbio. Un
libro che tenga conto della
World History dovrebbe contenere queste parti svolgendole in maniera adeguata.
Oltre allo spazio limitato le
suddette popolazioni sono
spesso trattate in maniera dispregiativa. Espressioni come «barbari», «poco civilizzati», «arretrati tecnologicamente», «feroci» sono usate
in maniera disinvolta facendo capire il reale pensiero
(magari non chiaramente
espresso) degli autori dei
manuale che, talvolta, sono
anche storici di buon livello.
L'«altro» religioso
Un’altra caratteristica dei
nostri manuali di storia è
quello della scomparsa delle
altre religioni dopo l’avvento
del cristianesimo. Se nei primi capitoli dei volumi deibiennio vi è anche spazio dedicato alla cosiddetta fe
II Comitato direttivo deH'assodazione
Insieme per la laicità delle scuola
GRAZIELLA GANDOLFO CENSI
IL Comitato direttivo dell’Associazione «31 ottobre»
si è riunito a Roma il 15 aprile
per valutare le attività finora
svolte e per definire le prossime linee di lavoro.
È iniziato il tesseramento
dei soci. L’Associazione sta riscuotendo consensi e adesioni in tutta Italia. La linea tendenziale è quella di un grande
interesse, in particolare al
Sud, sia per il significato politico che una voce evangelica e
laica può dare alla scuola, sia
per la voglia di avere dei collegamenti e per l’opportunità di
sviluppare scambi di informazioni. Pian piano si sta creando una rete di associati grazie
alla disponibilità di referenti
locali impegnati a diffondere
le idee dell’associazione e a
raccogliere le adesioni personali. Gli organismi esecutivi
delle chiese evangeliche come
«soci collettivi» hanno risposto per primi positivamente al
nostro invito, dimostrando il
loro impegno in questo campo e fiducia nell’Associazione.
Anche molti pastori, sensibili
ai problemi della scuola, hanno caldamente appoggiato le
nostre iniziative all’interno
delle loro comunità.
Naturalmente la rete di
collegamento nazionale va
potenziata, non abbiamo
ancora coperto tutto il territorio: non è facile coordinare
la presenza evangelica così
disseminata per l’Italia! Bisognerà coinvolgere maggiormente le associazioni, i
circuiti e le federazioni regionali perché ci aiutino a
raggiungere le chiese e a
sensibilizzare le persone. Per
coinvolgere maggiormente
gli studenti è stato deciso di
offrire loro uno sconto sulla
quota associativa; £ 10.000
invece di 20.000 annue; si sta
cercando inoltre di stabilire
una più stretta collaborazione con la Egei. In attesa di
pubblicare l’elenco dei referenti locali, invitiamo coloro
che sono interessati a diventare soci dell’Associazione
«31 ottobre» e che ancora
non hanno avuto la possibilità di essere contattati, di rivolgersi direttamente alla segreteria presso la Fcei in via
Firenze 38, 00184 Roma o a
un membro del gruppo direttivo. È stato aperto per
l’Associazione un conto corrente presso la Banca commerciale italiana (591742401-95-ABI:2002-CAB:3412),
intestato a Ciappa Rosanna e
Grassi Francesco.
A nome dell’Associazione
la presidente ha inviato all’agenzia Nev un comunicato
stampa sul finanziamento
pubblico alle scuole private.
esprimendo la preoccupazione del mondo evangelico su
un argomento così dibattuto
da tutta l’area, laica della
scuola. La presidente è stata
invitata a intervenire a due
convegni sulla scuola: uno a
Roma e uno a Pinerolo. Tutti
i soci sono invitati a farsi promotori dell’Associazione, a
comunicare iniziative o notizie interessanti o anche a segnalare casi particolari di
mancato rispetto delle leggi
riguardanti la libertà religiosa
nelle scuole.
Per il futuro: 1) Si prosegue
la nostra presenza mensile
su Riforma con la pagina dedicata alla scuola. 2) Tra breve verrà redatto un bollettino-notiziario che sarà inviato ai soci. 3) Per valorizzare il
pensiero laico si pensa di
pubblicare la traduzione di
un'opera del filosofo protestante Paul Ricoeur e diffonderla nei nostri ambienti. 4)
Il 2-3 dicembre 2000, abbinato all'assemblea dei soci,
sarà organizzato un convegno tematico dal titolo «Laicità, cristianesimo e secolarizzazione in Europa». Gli atti e le relazioni del convegno
verranno poi pubblicati (per
questo progetto è stato chiesto alla Tavola valdese un
contributo con i fondi dell’8%o). Il comitato direttivo si
riunirà il 30 settembre prossimo con l’obiettivo principale
di preparare e organizzare il
convegno .stesso.
nomenologia della religione
e alle ipotesi sui culti pagani
(in particolare quello egiziano e quello della religione
greco-romana), negli altri volumi qualsiasi menzione di
altre religioni è fatta in maniera comparativa (i cristiani
credono questo, mentre...) e
solitamente negativa. L’unica
menzione di un certo rilievo
è dedicata a Maometto e
all’islamismo. Se l’analisi della nascita della religione musulmana è abbastanza ampia, il suo sviluppo, rispetto
agli episodi politici (per esempio il fioriré dell’islamismo spagnolo e della cultura
islamica), è messo totalmente in secondo piano. La sua
superiorità sul cristianesimo
medievale da un punto di vista filosofico e anche tecnologico non è trattata con sufficiente estensione. I musulmani, poi, dopo il periodo
medievale scompaiono del
tutto per ricomparire solamente nelle ultime pagine
del quinto anno, dove si parla
diffusamente del fenomeno
del fondamentalismo.
Anche gli ebrei sembrano
essere piuttosto «erranti» nel
loro cammino nella manualistica italiana. Dopo la menzione iniziale e quella doverosa della Shoà, sembrano
scomparire nella cultura europea. Le religioni amerinde
sono ricordate unicamente
per il loro fatalismo che permise ai conquistadores \di
conquista del Messico e del
Perù. Le religioni orientali
(induismo, confucianesimo,
buddismo) sono solitamente
ricordate in relazione al loro
peso politico (rapporto confucianesimo-società cinese,
situazione delle caste in India). Appare chiaro quindi
come risulti difficoltoso per
Associazione «31 ottobre»
L’associazione «31 ottobre» comunica l’indirizzo del
proprio sito web:
http://www.progettovesuvio.it/associazione3lQttobre
Aderisci all’associazione «31 ottobre» per una scuola laica e pluralista promossa dagli evangelici italiani!
£ 20.000 su conto corrente bancario Banca commerciale italiana 5917424.01.95.
Nella Piccola Collana Moderna è uscito il n. 86;
Georg Denzier
II papato
Storia e attualità
Traduzione di Giuliana Gandolfo
192 pp., L. 19.000, Euro 9,81, cod. 343
il PAPATO
Floris n
L’autore illustra in maniera critica gli sviluppi
principali e i punti salienti ____________________
della storia del papato - tanto affascinante quanto sconvolgente - analizzando la nascita e lo sviluppo dell’idea
di papato, i periodi di ascesa
e quelli di decandenza, le divisioni, gli esili, gli errori e
l’infallibilità, tradizione e innovazione.
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Claudiana
vìa PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
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Sebbene la civiltà urbana»
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menzionati lo sviluppo di
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Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
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Una riflessione promossa dalla Commissione esecutiva del secondo distretto
I diversi ministeri nella chiesa
Nelle chiese valdesi e metodiste è necessario rilanciare la formazione permanente e la presa
di coscienza che a ogni credente è dato un dono che va messo a frutto per il bene comune
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Tra il 21 e il 25 aprile si è tenuto a Tramonti un campo organizlato dalla Commissione esecutiva
del li distretto. Alla fine del campo è stato approvato come documento finale il testo di studio del
pastore Giovanni Carrari che riproduciamo in parte. Il documento integrale, che sarà distri- '
intera piuttool buito alla Conferenza del II die senza anali distretto che si terrà a Torre Pellice
Le chieap n« ' ' àal 16 al 18 giugno, si può richiecseortj ji : dere al pastore Giovanni Carrari,
tei 02-6886612 -fax 02-6682645 e-mail: gio.carrari@libero. it.
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GIOVANNI CARRARI
Ivari modelli ecclesiologici
presenti nel Nuovo Testa' mento hanno una ricaduta
anche sul modo di concepire
e di valorizzare i vari ministeri. Essi sono funzionali alla
edificazione, cioè alla costruzione e al consolidamento
della chiesa che comunque
ha di sé una visione essenzialmente missionaria. (...)
I modelli ecclesiologici
primo modello ecclesiologico si può definire carismatico e si ispira alla concezione paolina del corpo che
ha per fondamento e capo
Cristo. Nella sua costruzione
ogni membro è chiamato a
collaborare secondo i propri
doni (...) avendo per obiettivo uno sviluppo di un organismo armonico e dinamico.
Ciò dovrebbe farci rivedere
alcuni radicati concetti di
chiesa improntati sull’individualismo. Quella carismatica
sarebbe una chiesa attiva, militante, in perenne movimento. (...) Non è pensabile che
ili questo ambito vi siano
membri passivi, o che non
hanno alcun dono: tutti hanno una loro collocazione. I rischi di questo modello è che
la chiesa sia composta solo di
avanguardie impegnate diversamente. Tale diversità
potrebbe portare o a una divisione corporativa dei rispettivi ruoli o a privilegiare un
entusiasmo fine a se stesso e
anarchicheggiante: la crescita
comunitaria armonica sarebbe così compromessa. Esagerati personalismi, l’esatto
contrario dell’unità del corpo,
sono sempre in agguato, così
come lo è il pericolo di scivolare nel settarismo.
Un secondo modello di
chiesa è quello istituzionale.
Con tale aggettivo si intende
descrivere una chiesa attenta
al consolidamento e alla disciplina interna, comprendendo in ciò anche la correttezza della trasmissione di fede intesa come retta dottrina.
Per quanto le decisioni più
importanti siano prese in sede assembleare, come ci testimonia il libro degli Atti, i
ruoli di responsabilità e di
controllo acquistano storicamente sempre più peso fino
a produrre una netta divisione tra chi insegna e chi ascolta, tra chi poi decide e colui
che solo obbedisce. Si forma
così un distacco tra «clero» e
«laici». Il pericolo di una
sempre maggior istituzionalizzazione non è solo quello
di mettere in secondo piano
il sacerdozio universale dei
credenti, ma anche quello di
incatenare la Parola a una
ben precisa interpretazione.
Tale tipo di chiesa potrebbe
alla fine annunciare al mondo solo se stessa, la sua dottrina, il suo apparato ed estendere il controllo sui
membri e sulla società. (...)
I ministeri
Il ministero della Parola è
posto in primo piano nel
Nuovo Testamento. Esso può
articolarsi in vari modi non
antitetici, ma complementari: c’è chi semina, cioè evangelizza, e chi innaffia la pianta, cioè si cura del consolidamento in un quadro più
pastorale o dottorale (cfr. I
Cor. 3, 6). C’è anche chi è
chiamato a pronunciare una
parola profetica nel nostro
tempo (cfr. I Cor. 12, 28; Ef.
4, 11). (...) Vi è la necessità di
riconoscere i vari doni (non
tutti sono apostoli, non tutti
profeti, non tutti dottori, cfr.
I Cor. 12, 29) e di rispettarli
nel quadro di un corpo unico
e armonico. Vi è anche la necessità di una seria preparazione per i ruoli specifici,
senza che su tali ruoli si riversi la delega degli altri. In
altri termini, tutti sono chiamati a scoprire in sé il particolare dono di Dio e quindi a
collocarsi in un preciso ambito di predicazione. Essa
può avvenire in vari modi,
ma non può essere intesa solo come predicazione dal
pulpito. La testimonianza
deve diventare la quotidianità della vita del credente.
Vi è inoltre un altro ministero al quale tutti sono chiamati: è quello della riconciliazione (cfr. II Cor. 5, 18-20).
Essere riconciliati con Dio
(per opera sua) significa anche essere portatori di tale riconciliazione. Per prima cosa
nell’ambito stesso della chiesa, riscoprendo così il valore
comunitario e la sua specificità di essere luogo d’incontro e di confronto delle diversità nell’unità. Il «bene comune» al quale esorta Paolo
è lo scopo di questo ministero e da esso nasceranno con
naturalezza tutti gli altri ministeri. (...)
La riscoperta del fatto che
coro evangelico torinese interviene a un culto
tutti abbiano un ministero ci
avvicina al modello ecclesiologico carismatico, con i pregi dell’armonicità, del coinvolgimento generale, della
crescita comune e comunitaria. Ciò va di pari passo con il.
riconoscimento del dono altrui, così da non creare divisioni tra persone attive e persone passive (anticamera del
clericalismo). Il riconoscimento stesso, poi, unito alla
preparazione specifica nel
quadro della formazione permanente, assicura un ordine
non soffocante, bensì garante
di una certa sicurezza comunque necessaria a ogni
istituzione. (...)
I ministeri «non pastorali»
Con il termine «pastorale»
si è voluto far riferimento
specificatamente a quella
persona che attualmente nelle nostre chiese viene chiamata «pastore/a», per esaminare quali siano le funzioni e
i ruoli che non competono a
tale persona. In realtà la sua
figura oggi è quella di un
«tuttologo-tuttofare», il che
spesso provoca frustrazioni
negli interessati, ma anche
nella comunità stessa che
trova spesso occasioni di critica. Il porre termine alla delega subita (ma a volte anche
cercata) dal pastore è un elemento di crescita per tutti.
Così sarebbe meglio che il
pastore si concentrasse soprattutto sulla funzione dottorale: vigilanza teologica,
cura della formazione permanente, preparazione dei
ministeri locali.
A questo punto, tutti gli altri ministeri diventano di
competenza della chiesa nella sua interezza (compreso il
pastore, ma senza che ne abbia l’esclusiva). Nel quadro di
quel ministero che è di tutti e
di cui si è detto sopra, vi sono
specifici doni che devono essere in primo luogo scoperti
e riconosciuti.
In primo luogo, dunque, la
comunità dovrebbe essere in
grado di compiere questo riconoscimento in via preliminare (predicatore, monitore, animatore giovanile, visitatore, conferenziere, amministratore, ecc.). Esso è
tanto più possibile quando la
comunità si impegna nella
formazione permanente e si
raccoglie (si riconosce, si accoglie) non solo nel momento del culto, bensì riesce a
trovare alcuni spazi, anche in
gruppi più ristretti, di autentica fraternità, di meditazione, di preghiera, di sostegno
reciproco. In secondo luogo,
la comunità invita la persona
cui è stato riconosciuto un
particolare dono a una preparazione specifica che può
avvenire alTinterno della comunità stessa 0 per mezzo di
strumenti regionali o nazionali della chiesa. E la persona
in questione deve accogliere
con riconoscenza e con umiltà la possibilità che le viene offerta per mettere a frutto il talento che Dio le ha affidato. In terzo luogo, al termine del periodo di preparazione, vi deve essere un momento ufficiale e di preghiera
che sancisca non semplicemente la conclusione di un
iter spesso culturale, bensì
l’ingresso a pieno titolo della
persona in un ruolo specifico. In quarto luogo non può
mancare il continuo aggiornamento in qualsiasi campo
si sia impegnati. Nessuno
può mai considerarsi «arrivato» né sul piano della fede, né
su quello di specifiche competenze. (...)
Anziano (capogruppo) e
diacono [si usa qui e in segui
to il maschile, comprendendo ovviamente anche il femminile]. Secondo Calvino,
questi sono i ministeri che si
affiancano à quelli del pastore e del dottore. Per prima
cosa si può notare che la figura riformata dell’anziano e
quella metodista del capogruppo presentano molte
analogie. Si tratta comunque
di un ministero «pastorale» in
quanto tale figura si occupa
di una cura spirituale per
mezzo di visite o di conduzione di riunioni di un settore della comunità che può essere intesa come zona geografica oppure come gruppo
specifico (animatore dei giovani, visitatore di anziani e/o
malati, ecc.). L’anziano o capogruppo può essere anche
un predicatore, ma non necessariamente. In ogni caso
la sua preparazione, attualmente completamente assente, dovrebbe essere curata
e tendere ad acquisire alcuni
elementi teologici di base,
nonché tutto quanto attiene
al corretto rapporto interpersonale (visite, incontri, ecc.).
Nelle comunità più piccole,
ma non solo in quelle, sarebbe importante curare anche
l’aspetto della presenza e
rappresentanza esterna.
Al diacono vengono normalmente affidate incombenze di governo della chiesa sul
versante più tecnico o pratico, anche se al concetto di
amministrazione, in tempi
antichi, si univa quello della
cura dei poveri, dei malati e
dei bisognosi. Nella nostra ecclesiologia esistono i diaconi
in servizio permanente, iscritti a ruolo e con trattamento
pastorale, suddivisi per area
di competenza, i quali comunque hanno uno specifico
luogo di preparazione. Esistono poi i diaconi, a cui corrispondono alTincirca i consiglieri di chiesa per i metodisti,
che attualmente compongono i Consigli delle chiese. Ci si
chiede se, per evitare equivoci terminologici, i primi non
possano venire chiamati in
altro modo (per esempio «assistenti di chiesa», secondo
l’uso del ramo rioplatense
della Chiesa valdese).
Neppure il diacono eletto
daH’Assemblea, come l’anziano, riceve una preparazione specifica. Per chi svolge
l’incarico di amministratore
tale preparazione dovrebbe
essere invece curata partico
larmente. Anche altri settori
dovrebbero poter usufruire
di corsi o momenti formativi:
sì pensi alla fnanutenzione
stabili e ai vari settori di diaconia leggera, ma anche ai
coordinatori di attività culturali, ai monitori e catechisti, a
chi si occupa di attività musicali, a chi si reca nelle scuole,
a chi è deputato in particolare aU’accoglienza e all’assistenza. Tutti costoro dovrebbero essere considerati diaconi, secondo il modello di
cui sopra e che comprende
riconoscimento, preparazione, ricevimento dell’incarico
ufficiale, aggiornamento.
Il Consiglio della chiesa
(...) Il Consiglio della chiesa dovrebbe riscoprire il proprio ruolo di essere il pastore della comunità e rassomigliare sempre meno a un
Consiglio di amministrazione
o a un luogo dove i piccoli
problemi pratici e organizzativi soffocano l’incarico pastorale che gli è proprio. Si
dovrebbe parlare di un vero e
proprio «collettivo pastorale»
dove il pastore svolge soprattutto le funzioni di consulente teologo. La composizione
del Consiglio dovrebbe tener
contq di ciò. Ovvero, l’Assemblea dovrebbe chiamare
a farne parte quegli anziani
(capogruppo) é quei diaconi
che ritiene più adatti, in un
determinato periodo, a svolgere le funzioni di direzione
nel quadro di questo collettivo pastorale.
Si tratterebbe di rovesciare
una prassi: una persona non
diventa anziano o diacono o
consigliere perché eletto (e
decade a fine mandato), bensì si eleggono persone che già
fanno parte del ruolo dei predicatori, degli anziani (capogruppo) e dei diaconi. Essi,
avendo già una formazione e
un impegno attivo, garantirebbero la necessaria competenza al Consiglio stesso. Il
ruolo del singolo non dipenderebbe dal far parte del
Consiglio, ma verrebbe a cessare, eventualmente, per altri
motivi (il non esercizio della
funzione, il non aggiornamento, l’età o malattia, dimissioni, ecc.).
Non si tratta di preparare
membri di chiesa a diventare
buoni consiglieri, come da
più parti si auspica, o di trovare una collocazione di impegno comunitario per chi
viene eletto, bensì di instaurare la prassi che una parte di
coloro che hanno già doni riconosciuti e uno specifico
settore di intervento sono
chiamati, per un certo periodo, a compiere un ulteriore
servizio di direzione della comunità. Questo gruppo (o
una sua significativa rappresentanza) farebbe parte dell’Assemblea di circuito. (...)
Conclusioni
(...) Consapevoli che gli
edificatori possono affaticarsi
invano se non c’è Dio che costruisce, o che si può seminare e innaffiare ma è Dio colui che fa crescere, dobbiamo
continuare il nostro cammino in preghiera, curando cioè
quella spiritualità che ci dovrebbe contraddistinguere,
senza sopravvalutarci, ma
anche senza lasciarci abbattere dalle difficoltà, dai dubbi, dai fatalismi rinunciatari.
Ed è con questo spirito che il
campo offre allo studio delle
chiese queste sue note.
Per godersi i privilegi della terza età
ti Vivere bene la vita fa
stare meglio
Quando i miei pazienti mi chiedono consigli per
vivere la loro terza età in modo indipendente, io
suggerisco .sempre una soluzione residenziale.
Una villa in una località tranquilla con un ampio
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Una residenza dove si mantengono le proprie
37"^ abitudini ma, si può contare su assistenza e servizi;
medico dove ci sono spazi per la vita in comune, dove si
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Quando i miei pazienti mi chiedono un indirizzo,
io non ho dubbi: La Residenza di Malnate perchè
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La Residenza: la serenità è di casa
8
PAG. 8 RIFORMA
i ;
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 2 GIUGNO 2Qon
Un corso di formazione a Napoli organizzato dall'Ospedale Villa Betania
La pastorale clinica per visitatori
Il corso per visitatori appartenenti a varie chiese evangeliche della città, giunto alla sua
guarta edizione, è durato tre mesi e ha coinvolto medici e infermieri, pazienti e teologi
ANNA MAFFEI
Mario Coltortl si è scherzosamente definito un
professore pentito «perché ha spiegato - all’Università
non si formano i medici, ma
si deformano. Non si fanno
discipline etiche, ci si disinteressa della relazione fondamentale che è quella paziente-ammalato». Così ha esordito provocatoriamente «il
professore» all’incontro conclusivo del 17 maggio scorso
del IV Corso di pastorale clinica per visitatori appartenenti a varie chiese evangeliche napoletane, organizzato
dalla cappellania dell’Ospedale evangelico «Villa Betania» presso la chiesa battista
di via Foria. Il professor Coltorti, già docente di Clinica
medica alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli, negli ultimi anni, dedicatosi a
pieno tempo a problematiche relative all’umanizzazione delle discipline mediche,
era stato invitato a trattare la
tematica del consenso informato. Cosa che egli ha fatto
instaurando immediatamente un clima di informalità
che ha favorito un fruttuoso
scambio di esperienze fra lui
e la cinquantina di interlocutori presenti all’incontro.
«Nella medicina postmoderna - ha affermato - c’è
un’aziendalizzazione che
deforma i rapporti interumani, c’è un dominio tecnocratico che tende a operare una
separazione fra corpo e psiche con danno e visione deformata di entrambe». L’informazione del paziente sulla
sua condizione è un compito
difficile, a volte penoso che
dovrebbe partire da una relazione basata sulla fiducia del
paziente verso il medico. E
questa si può realizzare solo
se il medico partecipa ai problemi del suo paziente, se
cerca di conoscerlo, di incontrarlo veramente. Informare
è dare forma, dare costrutto,
cercare che, con le parole, si
organizzi un modo di pensare e il consenso, da cuin-sento, è un sentire insieme. Prima viene l’informazione e
poi si può consentire. «Alla
base di una corretta informazione c’è sì la verità, ma anche una maniera adeguata di
dirla che sia rispettosa anche
del principio della discrezionalità - ha continuato Coltorti -. Ossia scegliere i luo
■■
Medico e paziente a Vilia Betania
(foto Giamberti)
ghi e i tempi giusti ed eventualmente coinvolgere altre
persone, oltre il paziente, solo se da lui o lei esplicitamente autorizzati. Inoltre si
dovrebbe evitare di creare
nel paziente un senso di
oscurità e insicurezza relativi
al proprio stato perché informazioni vaghe o imprecise
generano grande ansia».
■ Coltorti ha enunciato i più
comuni ostacoli che impediscono un’informazione corretta. Questi sono spesso ra
dicati in un atteggiamento
iperprotettivo dei familiari,
altre volte sono impedimenti
culturali, quelli ad esempio
provenienti da una «tradizione» del personale sanitario di
gestire in proprio le situazioni, di informare solo parzialmente per la non capacità o
non volontà di superare le
ovvie «asimmetrie» fra medico e paziente. Un linguaggio
molto specialistico a volte
nasconde e non comunica, e
questo spesso non avviene
per caso ma per una particolare interpretazione del ruolo
del medico di sentirsi il solo
depositario della verità e il
solo in grado di gestirla correttamente. 11 professore ha
parlato di etica, rigettando
un’impostazione «principialista», ossia basata sul rispetto rigido di principi considerati «naturali», e proponendo
un approccio più attento alla
situazione specifica e unica
vissuta da ogni singolo paziente. Su questo principio si
sono innestate alcune «storie» in cui si era reso necessario prendere decisioni cruciali in caso di malati terminali.
In questa parte del suo intervento Coltorti ha richiamato
un illuminante enunciato di
Hans lonas: «Agisci in modo
tale che le conseguenze del
tuo agire siano conciliabili
con la sopravvivenza di una
vita veramente umana sulla
terra». Il dibattito che si è
svolto durante e dopo la presentazione è stato appassionato e vivace per le esperienze che molti dei presenti
hanno inteso condividere e
confrontare.
11 corso, che come si è detto
era alla sua quarta edizione e
che ha visto coinvolti medici e
infermieri, pazienti e teologi,
è durato tre mesi e si è concluso con un partecipato culto che si è svolto all’aperto
presso l’Ospedale «Villa Betania» il sabato successivo.
Una singolare celebrazione matrimoniale a Pavia
Marito e moglie attivi nella comunità
ERMINIO PODESTÀ
Qualche settimana fa si
è svolta a Pavia la cerimonia di matrimonio fra Alessandro e Sabina, due giovani appartenenti alla Chiesa
della riconciliazione di Genova il cui pastore è Marco Biancardi. L’avvenimento in sé
non ha molta importanza. Sono da sottolineare invece i gesti simbolici che rappresentano un messaggio molto valido
per tutti. Il primo gesto simbolico è stato questo: all’inizio della funzione Alessandro
e Sabina hanno acceso ciascuno una candela per dimostrare ai presenti di essere
giunti a questo essenziale appuntamento con le loro indi
viduali esperienze, con la loro
personale preparazione e con
la loro specifica fede. Dopo
avere pronunciato il sì con cui
hanno dichiarato di volersi reciprocamente accettare come
marito e moglie, hanno spento le due candele e ne hanno
accesa una sola, per far capire
a tutti che. alla presenza del
Signore, secondo quello che
dice la Bibbia: «L’uomo lascerà suo padre e sua madre e
si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne», sono diventati una famiglia sola incamminata nel segno dell’amore e della fede.
Il secondo segno simbolico,
ma realistico, è stato il seguente: che nonostante siano
stati i festeggiati hanno voluto
coinvolgersi nell’impegno da
loro esercitato ogni domenica
durante i culti. Infatti Alessandro ha accompagnato i
canti della comunità con la
chitarra, mentre Sabina ha
eseguito i canti al microfono.
Con questo gesto i due novelli sposi hanno voluto testimoniare a tutti i presenti che
sposandosi non hanno intenzione di chiudersi in se stessi,
isolandosi dal resto della comunità, ma resterà sempre vivo in loro l’impegno di vivere
uniti in fraternità con tutti. E
questa è stata una autentica
predicazione per tutti gli'sposi presenti, soprattutto per chi
che con il matrimonio avevarallentato la partecipazione alla vita della chiesa.
LA TAVOLA INFORMA
L'invio del modulo della
scelta dell'otto per mille
L’ufficio «Otto per mille»
della Tavola valdese ha preparato le buste che devono
utilizzare coloro che non
presentano la dichiarazione
dei redditi (mod. 730 e modello «Unico») in quanto
hanno redditi solo da lavoro
dipendente o da pensione
(ex 101 e 201). Come è noto,
queste persone devono firmare (dentro i rispettivi riquadri) il documento che ricevono dall’Istituto pensionistico che invia loro la pensione. Solitamente si tratta di
due firme per ogni modulo.
Il documento deve poi essere inserito in una busta, appunto quella che è stata preparata, e quindi questa deve
essere consegnata allo sportello di una banca o aH’ufficio
postale, dopo essere stata
completata con nome e cognome, codice fiscale e Ufficio delle Imposte dirette competente per territorio, cioè
quello del capoluogo della
provincia in cui si risiede.
La consegna della busta
non comporta alcuna maggiore imposta da pagare. È
importante che tutte e tutti i
pensionati si avvalgano di
questa possibilità di partecipare alla attribuzione dell’otto per mille dell'Irpef.
Le buste saranno disponibili per la distribuzione alle
Conferenze distrettuali, e poi
potranno essere richieste anche all’Ufficio Otto per mille
di Roma (Tavola valdese, via
Firenze 38, 00184 Roma, tei.
06-4815903; e-mail <ottoxmille@chiesavaldese.org>)
oppure presso le Commissioni esecutive distrettuali (Ced).
È opportuno segnalare all’ufficio Otto per mille eventuali
prenotazioni. Gli abbonati di
Riforma-Eco delle valli valdesi riceveranno una busta in
allegato a uno dei prossimi
numeri del giornale.
Parco giochi a «Casa materna»
Ricordando Daniele
SABINA NICEFORO
SABATO 20 maggio è stato
inaugurato a Casa materna un nuovo bellissimo parco
giochi posto all’interno del
cortile della scuola. Il progetto è stato realizzato grazie alla generosità di tante persone, italiane e straniere, che
con i loro doni hanno reso
possibile la creazione di un
luogo a misura di bambino,
curato nei dettagli, festoso e
colorato. In particolar modo
bisogna sottolineare il forte
contributo del Comitato olandese di Casa materna e
del suo presidente, il pastore
Robert van Essen, che ha tagliato il nastro il giorno dell’inaugurazione. Naturalmente non vanno dimenticate le tante chiese americane, i
benefattori italiani, lo Zonta
International club e altri comitati esteri che hanno sostenuto il progetto.
La mattina dell’inaugura
zione è stata un momento di
festa, allietato dalla presenza
di tanti bambini e genitori, e
impreziosito dall’intervento
del sindaco di Portici, Leopoldo Spedaliere; dopo i discorsi inaugurali della direttrice, Rosaria Vincenzi, e del
presidente van Essen, c’è stato il taglio del nastro e un
piacevole buffet. Vi è stato un
velo di malinconia quando
un ragazzo della comunità
familiare di Casa materna ha
letto una poesia dedicata a
Daniele De Falco, il bambino
a cui è stato intitolato il parco
giochi, che è vissuto per circa
due anni a Casa materna prima di morire lo scorso aprile
a causa di un tumore. Si è voluto dedicare il parco e la
giornata inaugurale a Daniele
perché si possa, attraverso i
sorrisi e il divertimento dei
tanti bambini che giocheranno su queste giostre, sconfiggere il dolore e la tristezza
per la sua morte.
Un progetto dei giovani del Mcs
Lingua franca oltre le
barriere tra Est e Ovest
Dal 1990 esiste un progetto
di corsi di lingue nell’Europa
orientale, «Lingua franca»,
proposto congiuntamente dal
Mcs Europa (Movimento cristiano studenti) e dal Cege
(Consiglio ecumenico giovanile europeo); il progetto e la
partnership sono in fase di ridefinizione, quindi quest’anno solo il Mcs se ne occuperà.
Viste le barriere tra Est e Ovest, si è pensato di «provare»
ad abbattere quella linguistica. Per partecipare a incontri,
conferenze, concorsi, stage
organizzati dall’Unione e dal
Consiglio d’Europa è necessaria la conoscenza almeno della lingua inglese. Perciò si è
voluto unire questa necessità
al desiderio di giovani occidentali di conoscere la realtà
dell’Est e dell’ortodossia. Si
ricercano studenti (e non) che
parlino bene l’inglese (o un'
altra lingua), che vogliano
portare le loro capacità nell’ambito di questo’progetto,
avendo in cambio una esperienza unica all’interno delle
tradizioni religiose e culturali
e della vita dei paesi ospitanti
(tra cui Ungheria, Repubblica
ceca, Polonia, Romania, Bielorussia). .
Questi corsi durano 2-3
settimane (tra luglio e set
tembre) e le impressioni di
chi vi ha partecipato in pas
sato sono sempre state posi
tive. L’anno scorso le richieste sono state altissime: ben
24 corsi di cui 18 sono stati
attivati. Questo perché non
sempre la pur alta offerta di
«Lingua franca» può coprire
l’altissima domanda dei paesi
dell’Est. Non è necessaria una
qualifica formale per l’insegnamento. L’entusiasmo è il
primo requisito.
Peter Giaccio
vicepresidente Mcs Europa
per informazioni contattare:
Lingua Franca, Prins Hendriklaan 37, 1075 Ba Amsterdam, The Netherlands
tei. -1-31.20.6754921; fax
-h3 1.20.6755736
e-mailto;
linguafranca@xs4all.nl>lin
guafranca@xs4all.l
Gli atti del convegno di Venezia
Omosessualità
e coscienza religiosa
Sono pronti gli atti del convegno «Omosessualità, società rivile e coscienza religiosa», tenutosi a Venezia il 13 marzo 1999.
Il quaderno consta di 54 pagine e comprende gli interventi
introduttivi al convegno, tutte le relazioni e gli interventi alla
tavola rotonda, una rassegna stampa e una piccola bibliografia
sull’argomento.
Il costo è di £ 15.000. Le copie possono essere richieste a:
Centro culturale Palazzo Cavagnis, Castello 5170, 30122 Venezia (fax; 041-2416238; e-mail: valdesi@doge.it). 11 telefono della
segreteria (martedì e giovedì, ore 15-18) è 041-5239745.
CRONACHE DELLE CHIESE »
PRAMOLLO — Domenica 14 maggio, durante il culto, è stato
insediato come anziano di Ruata'Gustavo Long; a lui l’augurio di un servizio benedetto dal Signore.
• Venerdì 19 maggio si è svolto il funerale di Alma Beux
Menusan. Alla famiglia vada la simpatia delki comunità.
• Ringraziamo Daniel Noffke per il culto del 21 maggio.
SAN GERMANO — Buona è stata l’Assemblea di chie.sa di domenica 14 maggio, durante la qtiale è stata esaminata la relazione morale per l’anno 1999 e sono stati eletti Giorgio
Baret, Dante Rostan e Nella Meynier deputati tilla Conferenza distrettuale (supplenti Giancarlo Bounous, Rosanna
Pireddu, Renato Ribet) e Rosanna Pireddu e Marinella
Genreal Sinodo (supplenti Renato Ribet, Ileana Lanfranco).
• Un foltissimo numero di parenti e amici si è riunito nel
tempio in occasione del funerale di Rina Costabel Travers
(Rinuccia) per circondare di simpatia il marito e ascoltare
l’annuncio della resurrezione e della vita. Pensiamo con affetto anche a tutti gli altri congiunti di questa nostra sorella
rinnovando a ognuno le nostre condoglianze.
A Torre Pellice il 27-28 agosto
Un convegno su Gangole
«Giuseppe Gangale, profeta
delle minoranze» è i titolo del
convegno organizzato dal
Centro culturale valdese, dal
Centro studi Piero Gobetti e
dagli Amici della biblioteca
Piero Guicciardini di Firenze,
che si svolgerà il 27-28 agosto
a Torre Pellice (Casa valdese).
Domenica 27 sono previste
relazioni su «Gangale chi
era?» (Giorgio Bouchard),
«Rivoluzione liberale e rivoluzione protestante. Un confronto Gobetti-Gangale» (Alberto Gabella), «Gobetti collaboratore di Conscientia»
(Angela Graziano), «La polemica di Claudio Treves contro Conscientia e i neoprotestanti» (Alberto Cavaglion),
«Gangale e gli intellettuali
meridionalisti» (Saverio Festa). Lunedì 28 interventi su:
«Gangale battista» (Franco
Scaramuccia), «11 mito della
mancata Riforma in Italia*
(Anna Struiuia), «L’itinerario
filosofico di Gangale» (GiO'
vanni Rota), «Gangale lin^>'
sta» (Vito Barresi), «Gangale o
la Calabria» (Corrado tannino), «Introduzione alla teologia di Gangale» (Sergio Rostagno), «Doxa: una piccola en
ciclopedia protestante» (Pao
lo Bagnoli), «Il Calvino
Gangale» (Giorgio Tourn).
Dibattito conclusivo intro^
dotto e moderato da Sergi
Ribet. Una serata (domenica
27) sarà dedicata al tema «Parole e immagini di una vit^’'
sarà presentato il volume a
tologico curato da Anna Str
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LI ULTIMA conferenza di
, quest’anno, per il programma del Gruppo ecumenico di Trieste dedicato alpApocalisse, tenuta dall’archimandrita Timotheos Eleftherious (che già presenziò a un Sinodo valdese), è
stata condivisa da parte cattolica e contestata da parte
protestante: la sua chiave di
lettura applicava alla realtà
odierna versetti precisi dell’Apocalisse, e ne è risultata
una visione impressionante
delia minaccia atomica e
dell’inquinamento.
Nel corso dell’anno sette
sono stati gli incontri. Il prof.
Edmondo Eupleri, autore di
un libro costato 12 anni di ricerche, dal quale ha tratto un
turbinio di cifre e calendari,
diceva: «Più si lavora sull’Apocalisse, più ci si chiede
che cosa volesse dire». Il teologo cattolico Ugo Vanni,
mentre affermava che il simbolismo si presta a tante possibilità interpretative, ha presentato la prospettiva liturgica nella quale sarebbe nata
l’Apocalisse come cornice di
un’esperienza liturgica: alla
voce del lettore («Voi») reagiva l’assemblea con un «Noi».
È questa la presenza di Cristo
che si fa sentire nell’assemblea, l’ascoltatore ne è coinvolto, portato a rivedere il
proprio rapporto con Cristo,
e l’assemblea risulta cambiata da questo messaggio, che
la porta a decodificare i segni
dei tempi in cui sta vivendo.
È parlare a nome di Dio, presente o futuro.
La pastora Letizia Tomassone ha insistito sulla «visione di un mondo giusto», di
cui l’Apocalisse è portatrice,
radicata in una popolazione
oppressa chiamata a libertà
che attraversa un periodo di
crisi e che resiste sotto la
croce, L’Apocalisse interpreta la storia della posizione
degli ultimi, forse in modo
parziale ma come tutte le
teologie. 11 giudizio più duro
è espresso a proposito della
ricca chiesa di Laodicea, e ci
ricollega oggi alla fame di
giustizia dei paesi sotto il peso del debito internazionale,
e interpella la nostra responsabilità. A. Y. Haddad, della
Comunità ebraica aveva parlato su «Ezechiele e la mistica del carro», e al pastore
Fulvio Terrario è stato chiesto di trattare «11 millennio
deil’unità dei cristiani».
Dopo 25 anni di vita del
Centenario a Meana à\ Susa
Un'occasione per
ringraziare il Signore
IVO BUNDINO
La Chiesa battista di Meana di Susa ha vissuto
grandi momenti di comunione fraterna, domenica 14
maggio, in occasione del centenario del suo tempio. Erano in molti a gremire letteralmente il locale; il culto è stato
presieduto dal pastore Adriano Dorma, e vi hanno partecipato i rappresentanti di
moltissime chiese evangeliche, il sindaco e il parroco di
Meana, molti giornalisti locali, che hanno dato spazio a
queste celebrazioni. Hanno
animato i canti la brava e
preparatissima corale romena di Torino-via Vide e il coro Freedom; molti inni sono
stati eseguiti con spirito di
gioia dalla numerosa assemblea. Prima di concludere la
riunione sono state innalzate
al Signore fervide preghiere
di lode e ringraziamento per
questo traguardo di fede, e il
prolungato suono delle campane ha concluso la riunione.
La storia della Chiesa battista di Meana e delle altre comunità della valle di Susa è
ora disponibile grazie a un libro preparato con encomiabile capacità dall’ing. Emmanuela Tomassone, che ha lavorato per molti mesi alla
realizzazione di quest’opera,
trascrivendo in termini moderni le memorie scritte dal
past. Giovanni Scrajber, pubblicate anni or sono dal mensile battista «11 messaggero
evangelico».
La Chiesa battista di Meana
ringrazia i fratelli e sorelle
delle chiese battiste, valdesi,
dei Fratelli, pentecostali e i
fratelli cattolici che hanno voluto rallegrarsi con la comunità e festeggiare in modo cristiano questo anniversario.
Gruppo ecumenico di Trieste, abitualmente alle conferenze sono inframmezzati altri momenti liturgici o di incontro, caratterizzati quest’
anno da un lato dalla sofferenza causata dalla nostra
non partecipazione alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (per svincolarla dal Giubileo romano), e
dall’altro dall’appoggio comune dato al gruppo islamico promotore della costruzione di una moschea. Iii
città ci sono state obiezioni
violente a una moschea, anche se a Trieste passano circa
mille musulmani l’anno, sia
al Centro di fisica sia con navi e camion provenienti dalla
Turchia. Questo progetto
può essere per tutti l’occasione di nuovi dialoghi, anche se potranno esserci problemi come è successo altrove, a esempio riguardo al velo delle donne. Più questo lavoro ecumenico sarà improntato al dialogo, anche
controverso se necessario,
più porterà frutto, e forse un
impegno concreto in qualche campo come quello della
cultura della pace con i suoi
risvolti pratici sempre più
quotidiani in questo importante luogo di frontiera.
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1° circuito
Un saluto a
J.-F. Kamba
Una cinquantina di persone hanno partecipato ai lavori dell’assemblea del 1°
circuito ad Angrogna il 19
maggio. Dopo aver discusso
della vita delle sei chiese attraverso una riflessione sui
punti comuni delle relazioni
delle singole chiese, l’assemblea si è anche detta disposta a proporre di impegnarsi
con serietà nella visita della
équipe Cevaa che avrà luogo
nell’autunno 2001, e ha incoraggiato chiese e opere a
intensificare gli incontri di
reciproca conoscenza proposti dal distretto. È stato rivolto poi un caloroso saluto
al candidato Jean-Félix Kamba Nzolo, che lascia Torre
Pellice per andare a lavorare
nella chiesa in formazione di
Conegliano Veneto.
Alla fine le elezioni del
Consiglio: sono stati riconfermati il sovrintendente
Donato Mazzarella e i consiglieri Aldo Lausarot e Ines
Pontet, ed è stata eletta Sandra Rostan. Marinella Lausarot e Paola Nisbet, che hanno lasciato la carica di consigliere, sono state ringraziate
dall’assemblea per il servizio
reso in questi anni.
AGENDA
2 giugno
Dal «Gospel» al Giubileo
La lode e l'impegno
del credente
L’Intervento del Coro evangelico romeno di Torino (foto M. Perotto)
EiWMANUEEEPASCHEnO
Nella chiesa battista di
via Viterbo, a Torino, organizzato dal Centro evan-<
gelico di cultura Lodovico e
Paolo Paschetto, si è svolto
lo scorso venerdì 12 maggio
un concerto del Gospel Choir
Anno Domini, che ha riscosso un notevole successo. I
componenti del complesso
sono credenti vivaci e impegnati e provengono per la
maggior parte dall’Assemblea dei Fratelli di via Latina
di Collegno. Sotto la guida
competente ed entusiasta di
Aurelio Pitino, anch’egli convertito all’Evangelo, stanno
acquistando via via una crescente sicurezza e una grande capacità espressiva e possono essere considerati uno
dei migliori gruppi tra quelli
che eseguono musica gospel
in Italia. Il messaggio musicale è arricchito dalle testimonianze di fede che, a turno, i vari membri del gruppo
inseriscono fra un brano
musicale e l’altro.
Il Centro evangelico di cultura Lodovico e Paolo Paschetto ha anche allestito dal
16 al 21 maggio nel salone
delle attività della Chiesa battista di Lucente la «Mostra
sul giubileo biblico», preparata dal Coordinamento ecumenico torinese. Questa mostra, costituita da una serie di
circa quaranta pannelli colorati, partendo dal testo biblico di Levitico 25, richiama
l’attenzione su problemi di
scottante attualità, sul piano
mondiale e su quello nazionale o cittadino. Per quanto
riguarda il condono dei debiti, si sottolinea il problema
dell’indebitamento dei paesi
del Terzo Mondo e l’obbligo
morale dei paesi ricchi di rinunciare ai propri crediti; sul
piano nazionale si evidenzia
la grossa piaga dell’usura.
Sul tema dell’abolizione
della schiavitù la mostra focalizza la questione del lavoro minorile su cui più volte si
è concentrata anche l’attenzione dei mass media. Sul
piano locale e nazionale documenta la tratta delle donne
provenienti dai paesi dell’Est
europeo, costrette alla prostituzione con forme di brutale
schiavizzazione. Sulla questione della terra, infine, sceglie il tema defl’uso, dello
spreco e dell’inquinamento
delle acque. Puntando poi lo
sguardo alla nostra città, la
mostra tocca la questione degli immigrati che sono «senza
terra», non riuscendo, spesso, a non trovare neppure un
tetto che li accolga.
Questa mostra che ha esordito a Pentecoste del 1999 a
Torino, con una esposizione
all’aperto in piazza Vittorio
Veneto, costruita insieme da
cattolici, evangelici e ortodossi, è un esempio di come
l’ecumenismo non sia soltanto uno scambio di cortesie fra
«autorità» religiose, ma possa
coinvolgere i credenti di diverse confessioni in un impegno concreto.
Srm-Fcei
Gli aiuti
al Kosovo
Sono disponibili presso il
Servizio rifugiati e migranti
della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia gli Atti
del convegno «Kosovo e oltre», tenutosi nei giorni 3-5
marzo di quest’anno al Villaggio della gioventù di Santa
Severa. Il convegno giungeva
al terniine di un anno che ha
impegnato la Fcel nell’assistenza ai profughi e alle vittime della guerra dei Balcani,
sia in loco (Kosovo, Albania,
ex Jugoslavia) sia in Italia. 1
materiali servono dunque, ulteriormente, a verificare i risultati del lavoro svolto, gli
errori e le difficoltà, il senso
generale degli interventi proposti. Il dossier degli Atti riunisce gli interventi di Annemarie Dupré, Manna Franzoi,
Domenico Tomasetto, Inge
Schaedler, Piero Trotta, Bruno Ricca, Daniela Mangione e
una rassegna stampa sull’intervento umanitario a favore
delle popolazioni del Kosovo.
TORINO — Alle ore 21, nella chiesa battista di Lucente
(via Viterbo 119), serata di evangelizzazione sul tema: «Gesù,
guaritore dell’uomo d’oggi», con il pastore Raffaele Volpe.
Animazione musicale di Carlo Leila.
VERCELLI — Alle ore 21, nel salone della chiesa metodista
(via Bodo 18), il pastore Fulvio Terrario parla sul tema: «La
dottrina cattolica delle indulgenze e la dichiarazione congiunta sulla giustificazione per grazia».
3 giugno
MEANA DI SUSA (To) — Alle ore 21, nella chiesa battista,
si tiene un concerto di canto sacro con proiezione di diapositive in dissolvenza di Mauro Perotto sul tema: «Le montagne della valle di Susa».
TORINO — Alle 21, nella chiesa battista di Lucento (via Viterbo 119), si tiene una serata di evangelizzazione sul tema:
«Gesù, guaritore della donna d’oggi» con il pastore Raffaele
Volpe; animazione musicale di Carlo Leila.
5 giugno
MILANO — Alle 18, nella sala della libreria Claudiana (via
Sforza 12/a), Paolo Naso e Giampiero Comolli discutono il tema «Il mosaico della fede-le religioni degli italiani». Sarà presentato il libro omonimo (ed. Baldini & Castoldi) di P. Naso.
BITONTO (Ba) — Alle 18,30, al monastero Santa Maria delle vergini (piazza Robustina 33), la badessa Emanuella Nana
commenterà il «Magnificat» (Luca 1, 52) partendo dal testo di
M. Lutero, per iniziativa del Gruppo ecumenico.
6 giugno
TORINO — Alle ore 20,30, nel tempio valdese di corso Vit
torio Emanuele 23, il Coro Cai-Uget di Torino tiene un con
certo di beneficenza il cui incasso sarà devoluto all’Associa
don Nicaraguita. Ingresso £ 20.000. Per ulteriori informazioni rivolgersi a P. Stella, via Vigone 35,10139 Torino; fax: 0114333704; e-mail: pierostella@hotmail.com.
8 giugno
TORINO — Alle 21, alla chiesa battista di Lucento (via Viterbo 119), il Centro evangelico di cultura «L. e P. Paschetto»
organizza una tavola rotonda sul tema: «Diritti di cittadinanza: impegno civile e responsabilità dei cristiani» con Luciano
Violante, don Luigi Ciotti, Domenico Maselli.
TORINO—Alle 16 e alle 20,45, nella sala di via Pio V 15 (I
p.), per il corso su «Chiarezza dell’Apocalisse», il past. G. Bouchard parla sul tema: «Nuova Gerusalemme - capp. 21-22».
TORINO — Alle 21, al Centro «Alma mater» (via N. Rosa
13/A), per la serie di incontri «Paesaggi de-centrati», Claudio
Canal discute il libro di Martin Bernal «Atena nera. Le radici
afroasiatiche della civiltà classica» (ed. Est), con esecuzione
di brani del musicista ghanese Gyimah Labi.
ALESSANDRIA — Aile 21, al Centro culturale protestante
(corso T. Borsalino 24), il prof, don Giovanni Moretto presenta il libro di Karl Barth «Dio e il Niente» (ed. Morcelliana)
con la presenza del curatore Roberto Celada Ballanti.
9 giugno
FIRENZE —Alle ore 17, al Centro culturale protestante
«Pier Martire Vermigli» (via Manzoni 19/A-21), il prof. Paolo
Ricca parla sul tema: «Gesù per me, perché?».
TORINO — Alle 17, a Torinoincontra (v. Costa 8-p. Valdo
Fusi), si presenta il libro di Ausilia Riggi Tignata «Da donna a
donne» (ed. Il segno dei Gabrielli) con un dibattito sul tema:
«È possibile sognare una chiesa diversa?». Intervengono Luigi Berzano, Franco Barbero, Lidia Maggi, Wilma Gozzini,
Cristina Bqffa, Ines Damilano e l’autrice.
CATANIA —Alle 18, al Centro protestante di cultura (via
Cantarella 6), si tiene una tavola rotonda sul tema: «Cattolicesimo e protestantesimo: questioni non risolte».
10 giugno
TORINO — Alle 18,30, in piazza Carignano, si tiene una festa ecumenica di Pentecoste dal titolo «Dalle schiavitù alla liberazione», canti e testimonianze con il coro «Goin’ Gospel»,
a cura del Coordinamento ecumenico Insieme per Graz.
TORINO — Alle 21, nel tempio valdese di corso Vittorio
Emanuele 23, si tiene un concerto di spiritualità pentecostale con il Coro Adi.
11 giugno
PORTICI (Na) —A Casa materna, a partire dalle 17, si tiene una festa dal titolo «Magnanno e cantanno»: cucina,
stand, lavori realizzati dai bambini. Proventi della vendita
per il progetto umanitario «I bambini del Sudan».
12 |iu|no ^
MILANO — Alle 18, al Foyer sala soggiorno dell’Università
Bocconi (v. Sarfatti 25) si inaugura una mostra del fotografo
Andrea Sabbadini sul tema: «La chiesa evangelica valdese»,
che resterà aperta fino al 7 settembre.
Nev
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tei. 06-4825120 fax. 06-4828728
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PAG. 10 RIFORMA
Commenti
venerdì 2 GIUGNO 20fif) VENERDÌ
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ALIMENTAZIONE
E BIOTECNOLOGIE
ANTONEILAVISINTIN
Il 18 e 19 maggio scorsi si è
svolto a Casa Cares l’incontro
preparatorio del prossimo
«Tempo per il creato» (1“ settembre-15 ottobre), a cura della
Commissione ambiente della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), dedicato
all’alimentazione, tema di
grande risonanza biblica e di
attualità visto che anche in Italia ci si incomincia a preoccupare per la crescente spregiudicatezza del settore alimentare
convenzionale: dalle mucche
carnivore ai polli nutriti con
olii esausti, alle mostruosità
della cosiddetta ricerca scientifica che sotto la formula di
«biotecnologie»
procura accoppiamenti fra regni e specie che
la natura non ha
mai pensato.
Tutto ciò agitando moventi
umanitario salvifici quali la
sconfitta della
fame nel mondo
e l’adeguamento
agli imminenti cambiamenti
climatici (aumento della anidride carbonica in atmosfera,
presenza sul terreno e neUe acque di metalli pesanti, desertificazione delle terre oggi fertili
e riduzione degli spazi destinabili alla produzione agricola e
agli allevamenti).
Di fronte a una inevitabile
scelta di parte fra adesione a
questi processi e il sostegno a
forme di produzione note come
biologiche, già la Chiesa protestante di Scozia e la Federazione
delle chiese protestanti in Francia hanno espresso preoccupazioni di ordine etico, mentre il
«dopo Seattle» (contro-vertice
di protesta per le politiche del
maggiore organismo del commercio mondiale, il Wto) aveva
fatto nascere in Italia la rete di
Lilliput (www.retelilliput.it) che
a Genova, insieme a tanti altri,
ha protestato contro la ricerca e
il commercio di Organismi geneticamente modificati (Ogm)
in occasione della fiera sulle
biotecnologie «Tebio».
In felice coincidenza con il
fervere dei preparativi di «Mobiltebio» (www.tebio.org) e di
analoghi seminari in Svizzera e
Germania, mentre a Genova si
svolgeva un seminario preparatorio di controinformazione rispetto alle «bugie e omissioni»
del mondo della scienza e dell’università, a Casa Cares abbiamo ascoltato la bioioga Valeria
Terzi dell’Istituto sperimentale
di cerealicoltura di Fiorenzuola
Gli organismi
geneticamente
modificati (Ogm)
suscitano crescenti e
gravi preoccupazioni
(Piacenza) dove producono in
laboratorio e in campo Ogm di
prima e ora di seconda generazione e Vanni Caratto, di Greenpeace, una tra le associazioni
più impegnate su questo tema,
che ha introdotto i principali
nodi problematici che risiedono nella irreversibilità di modificazioni su forme viventi,
nell’impossibilità di conoscere
le conseguenze sugli ecosistemi
e gli attuali equilibri della vita;
nelle discutibile brevettazione
di forme viventi, in quanto scoperte e non invenzioni, e la conseguente nuova dipendenza per
gli agricoltori che da proprietari delie sementi ne diventano
• solo affittuari;
nella legislazione
europea sulle etichette che lede
il diritto all’informazione prevedendo una dichiarazione del
distributore ma
non dell’intera filiera produttiva.
La seconda par^""""*""*** te del seminario,
invece, ha iniziato a focalizzare
gli aspetti teologici ed etici, disvelando le strutture di domitìio della nostra cultura e la violenza inutile che precede ogni
nostro pasto. In questa materia
le chiese hanno un ruolo non
solo di denuncia ma, convertendosi, possono unirsi a quanti già da anni si sono spesi, sapendo che i consumatori possono avere un ruolo che può diventare determinante.
Mobiltebio, ovvero «informarsi è naturale» è già stato un
debutto per chi c’è andato..
Quattrocento sigle fra centri sociali, pezzi di cattolicesimo sociale, Lilliput, ambientalisti e
associazione di produttori e
consumatori biologici, esponenti di Rifondazione, dei Verdi e
del sindacato hanno attraversato la città di Genova sotto un sole estivo facendo diventare la
questione degli Ogm un tema
politico. Simpatica la proposta
di mandare aU’Ufficio brevetti
la richiesta di essere brevettati
come organismi geneticamente
non modificati. La censura e la
denigrazione della stampa nazionale al riguardo è dimostrazione non solo del degrado della
democrazia ma anche del calibro degli interessi in gioco.
In queste settimane verrà predisposto un dossier della Fcei
che raccoglierà materiale vario
in preparazione del «Tempo per
il creato» che verrà distribuito
in occasione dell’Assemblea-Si
nodo il prossimo agosto.
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redaz®rifomia.it;
REDAZIONE NAPOLI:
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei 081/291185
fax 081/291175, e-mail: ri1orma.na0mbox.netway.il;
REDAZIONEPINEROLO:
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo, tei. 0121/371238
fax 0121/323831, e-mail: edipro0tpellice.it
DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maflei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L’eco delle valli)
Federica Tourn, COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglla, Avernino Di
Croce. Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martlnat, Carmellna Maurizio, Luca Negro, Luisa Nini, Nicola Pantaleo. Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - lei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. -via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
ABBONAMENTI sul c.c.p. n. 14548101 - intestalo: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
. ordinario: L. 105.000; ridotto: L. 85.000; semestrale; L. 55.000;
lîSllÊ Cv sostenitore: L 200.000.
Petorn r'. Ordinario: L. 170.000; v. aerea: L. 195.000; semestrale: L 80.000;
sostenitore: L. 250 000
Tariffe inserzioni pubbiicitarie: a modulo (42,5x38 mm, Riforma - 37x45 mm, L'Eco delle
valli vaidesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 21 del 26 maggio 2000 è stato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5. mercoledì 24 maggio 2000.
1998
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
La «nostra»
Africa
curamente le acque occidentali del Mar Rosso significheranno presto «petrolio». Altro
deterioramento delle relazioni amichevoli è stato fornito
dalla decisione deH’Eritrea di
non volere più usare la valuta
etiopica, il birr, e di sostituirla
invece con una propria valuta, il nakfa. Questo complicava per l’Etiopia il pagamento
per l’utilizzo delle strutture
del porto, non più accettato
in birr da parte eritrea.
Come se tutto ciò non bastasse, da ultimo si aggiungeva l’esplosiva materia della ridefinizione del confine tra i
due paesi che, secondo un
principio sancito dalla Carta
dell’Oua, dovrebbe rispettare
la demarcazione tracciata
all’epoca coloniale (per l’Eritrea si tratterebbe dunque dei
confini della vecchia colonia
italiana del periodo 18901935), anche se spesso questa
demarcazione in alcuni punti
non era mai stata definita
chiaramente sul terreno. In
questa materia sembra che
sia stata l’Eritrea a pretendere
tale ridefinizione e di conseguenza si annetteva piccoli
pezzi di territorio reclamato
come etiopico. L’Eritrea si era
già imbarcata qualche anno
fa in un’avventura militare
sul possesso degli isolotti Hanish nel Mar Rosso. In quel
caso fortunatamente i contendenti accettarono di risolvere il conflitto con un arbitrato internazionale.
Invece la disputa di confine
Sì'JDAli/
La zona di frontiera fra Eritrea e Etiopia
con l’Etiopia è troppo complicata da numerosi fattori,
fra cui quello della politica
interna dei due paesi, i cui attuali governi hanno bisogno
di allargare la base di consenso delle rispettive popolazioni, e soprattutto di riacquistare consenso al proprio interno. Così due anni fa iniziavano i primi scontri armati,
talvolta violentissimi, soprattutto sulla linea di confine fra
i due paesi che va dal Sud
verso il Mar Rosso, da Ovest e
Est. La comunità internazionale (Onu, Oua e singoli paesi) si mobilitava per portare i
due contendenti a un tavolo
di pace, dove però le varie
proposte venivano alternativamente accettate o respinte
ora dall’uno ora dall’altro
contendente. In quella fase
sembra che la più ostile alla
sospensione dei combattimenti sia sta l’Etiopia, che si
è sempre ritenuta vittima
dell’aggressione da parte
dell’Eritrea.
Il resto è cronaca di queste
tre ultime settimane. L’Etiopia, molto più grande dell’Eritrea sia per territorio sia per
popolazione, decideva di tentare un’«azione risolutiva»,
impegnando una quantità
enorme di uomini e di mezzi
che permettevano all’esercito
etiopico (sia pure a costo elevatissimo di vite umane) di
penetrare rapidamente per
50-70 chilometri nella regione
sud-occidentale dell’Eritrea
(confinante con il Sudan) e di
occuparne il capoluogo, Barentù. Stando alle dichiarazioni di Addis Abeba lo scopo
di questa azione non è quello
di riappropriarsi dell’Eritrea,
ma di distruggere il potenziale militare dell’Eritrea che minaccia pezzi di territorio etiopico sulla linea di confine.
Ora l’Eritrea ha ammesso di
avere perso questa guerra, e
questa a giorni forse finirà,
ma i suoi effetti tragici segneranno a lungo la vita di questi
due paesi poverissimi: centomila morti e decine di migliaia di profughi fra i civili
rendono, se possibile, ancora
più fosco il tragico quadro dei
milioni di persone a rischio di
morte per fame a causa di
una severa carestia.
Il «rinascimento africano»
è morto, ucciso da un’altra di
quelle guerre assurde che insanguinano il continente,
senza che la comunità internazionale riesca a evitarlo
(ma lo vuole veramente?).
Con la rivista «Avvenimenti» un libretto e un Có (della Fcei
La vitalità delta musica evangelica
Nella settimana di Pentecoste, in allegato al
la rivista Avvenimenti che uscirà giovedì 8 giugno, saranno disponibili nelle edicole due pubblicazioni della Fcei: un libro e un disco Cd. Il
primo è una nuova edizione del volumetto
L'utopia di Dio sul giubileo biblico e sulla cancellazione dei debiti internazionali, realizzato
insieme all’Unione delle chiese awentiste in
occasione della Settimana della libertà 1999.
Il secondo è un Cd dedicato alla Musica protestante, che contiene 23 brani, testimonianza
di cinque secoli di innologia evangelica. Circa
la metà dei brani sono nuove incisioni: si tratta
di inni notissimi in uso nelle nostre chiese (dal
Giuro di Sibaud a Vegli al mattino, da O volto
insanguinato a Più presso a te Signor, ecc.),
cantati dalla corale evangelica di Torino. Inediti sono anche alcuni brani incisi dalla corale di
San Germano, dedicati ai primordi della musica protestante: Schütz, Sweelinck, Bach. Altri
brani sono invece stati tratti da recenti Cd che
hanno avuto circolazione locale e limitata: dal
Gruppo teatro Angrogna al coro battista Ipharadisi di Napoli, dalla corale metodista coreana
di Roma al disco realizzato da Radio Beckwith
nel tempio di Torre con il coro «Gabrieli» di Bagnolo. Il Cd si conclude con brani contemporanei, spiritual e canti provenienti dall’Africa o
dall’America Latina. La riedizione di brani già
pubblicati si spiega con l’enorme tiratura prevista (50.000 copie) e quindi con la possibilità
di raggiungere un pubblico del tutto nuovo.
Probabilmente tutte le incisioni delle corali
evangeliche insieme non hanno mai raggiunto
la tiratura di questo solo Cd.
L’iniziativa di Avvenimenti è nata da un duplice scopo: presentare su un argomento ormai
di moda, come il debito dei paesi poveri, un
punto di vista diverso (e tra l’altro elaborato
prima) da quello presentato dai mass media
sulla scia delle prese di posizione di Giovanni
Paolo II o di Jovanotti. E, trattandosi di una rivista che ha sempre avuto particolare attenzione per la musica, permettere ad ascoltatori dai
diversi gusti musicali di confrontarsi con l’origine «protestante» di molte musiche che sono
ben note attraverso gli autori classici, la musica
popolare americana, il cinema.
La Federazione evangelica delle chiese ha
colto questa occasione per presentare l’attività
delle proprie chiese a un pubblico insolito e
più vasto. Ciò che è pubblicato in questo Cd
rassicura sulla vitalità della musica evangelica.
Intanto si annunzia per la fine di quest’anno la
pubblicazione da parte della Fcei di due nuove
raccolte: la revisione deli'Innario cristiano e
una selezione di musiche «nuove», dedicate in
particolare ai gruppi giovanili.
VORREI far conoscere ai
nostri ascoltatori un interlocutore che incontreremo
anche altre volte: si chiama
Gustavo e vive in una provincia dell’Italia centrale. Ci ha
scritto una lettera tutta piena
di domande, di perplessità,
di dubbi. Una lettera cbe termina, quasi per chiedere scusa, così: «Credo di averla fatta
troppo lunga, ma non ho
avuto mai un lungo colloquio
non dottrinale ma di ricerca;
ricerca di Dio che, dico io, se
c’è non è come ce lo fanno
credere».
Cominciamo, un po’ alla
volta, a rispondere alle domande, che sono numerosissime (ne ho contate almeno
una quindicina, ma devono
essere certo di più). Da dove
cominciare? Comincerei dai
punti di contrasto, da quelle
che Gustavo chiama le contraddizioni tra la Bibbia e i
EUGENIO RIVOIR
Vangeli. Queste apparenti
contraddizioni mi fanno
pensare alle innumerevoli
volte dei discorsi cbe si intendono quasi ogni giorno:
«la Bibbia dice così, ma il
Vangelo invece...». Deve essere, credo, uno dei segni di
una cultura che ha sentito
parlare della Bibbia ma non
ha letto la Bibbia. 1 tempi sono certamente cambiati dopo gli anni nei quali la Bibbia
era un libro proibito: la Bibbia non è più un libro proibi
I SUI GIORNAÙl
la Repubblica
Rivelazioni
1 commenti un po’ meno
a caldo sul terzo segreto dj
Fatima, anche per parte
cattolica, hanno un tono diverso da quello magniloquente del primo giorno
Enzo Bianchi, priore di Rose, commenta (16 maggio),
«...va chiarito che le appari
zioni di Gesù, di Maria o dei
santi (...) appartengono {.„)
al genere delle “rivelazioni
private” e non alla rivelazione di Dio operata da Àbramo fino a Cristo attraverso i
profeti e testimoniata nella
sacra Scrittura dell’Antico e
del Nuovo Testamento,
Dunque il Dio credibile, affidabile è tale sul fondamento della Scrittura e non
in virtù di messaggi consegnati sùccessivamente a
singoli credenti».
riMtà
Rivelazioni - Il
Lo stesso giorno il teologo
cattolico Carlo Molari a sua
volta commenta in un’intervista: «...è stata data eccessiva rilevanza a fenomeni di visioni e preveggenza
come quelli di Fatima, che
impropriamente sono stati
definiti “rivelazione" perché non lo sono. Vanno, invece, considerati fatti secondari, rispetto alla centralità della fede in Dio e del
messaggio di Gesù Cristo».
E più avanti: «...sappiamo
che, nel secolo XX, ci sono
stati dei martiri, non soltanto cristiani (...). Abbiamo
tutti gH elementi per capire
a quale form.a di umanità si
può pervenire quando ci si
abbandona fiduciosamente
a Dio e a quale inimmaginabile crudeltà si perviene
quando si rifiuta Dio o qualsiasi valore (...). Ora questi
criteri di valutazione della
storia del Novecento non
vengono da Fatima e dai
racconti dei tre “veggenti’’».
IL FOGLIO
Rivelazioni - Ili
Sul confronto chiesa-laici. sempre il 16 maggio, così dice un editoriale senza
firma: «Finché la Chiesa (...)
si è chiusa nella logica della
condanna del mondo moderno e della sua libertà
(...), i laici hanno potuto
dormire sugli allori della loro presunta superiorità (...).
Ora è lo spirito laicista a
trovarsi in ritardo, a oscillare fra frettolose abiure e altrettanto acritici rifiuti.
Quel che serve, invece, è
soltanto il rispetto per la
forza morale e la sincerità
di coscienza di chi crede
nella profezia. Come per
quella di chi non ci crede».
to ma è spesso ancora un libro non letto. In una cultura
imbevuta di ricerca come può
essere quella di una comunità
cristiana, va da sé che i Vangeli (o, come si può anche dire, gli Evangeli) sono parte
integrante della Bibbia, sono
un elemento che non può essere staccato dalle altre pagine. All’interno di una comunità che vive dell’ascolto della Parola, fanno parte della
Bibbia il libro dei Salmi e gli
Evangeli, i libri profetici e le
lettere apostoliche, e così via.
Certo, ogni libro ha le sue
caratteristiche: sono libri
scritti in tempi diversi e con
stili diversi; ma ogni libro ha
il suo posto nel grande pao'
saggio che è la Bibbia. E noi
c’è dubbio che tra questi libri ci siano spesso contrad;
dizioni: come contraddizioni
ci sono d’altronde anche
all’interno di ogni singolo libro. Forse si può considerare
la Bibbia come il luogo dove
il dibattito avviene: le posizioni di coloro che cercano
la verità sono diverse ma oj
sono tutte riportate perche
anche noi, che leggiamo ora.
possiamo essere inseriti ne
dibattito; come se ci si dicesse ogni volta: e tu, che ne
pensi?
(Rubrica «Parliamone insient^^^
della trasmissione «Culto evanS
lico» curata dalla Fcei andata i
onda domenica 28 maggio)
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Tra Bobbio Pellice e Ristolas (Francia)
Al via il gemellaggio
Primo atto ufficiale del gemellaggio fra Bobbio Pellice e la
confinante cittadina francese di Ristolas, domenica 4 giugno.
La delegazione del piccolo Comune dell’alto Queyras sarà a
Bobbio fin dalla mattina di sabato quando sarà accolta in piazza intorno alle 10,30; farà seguito un pranzo al Centro vacanze
dell’Esercito della Salvezza. Nel pomeriggio gli ospiti visiteranno il museo valdese di Torre Pellice e assisteranno a un concerto della corale valdese di Bobbio-Villar, nel tempio. Domenica
la cerimonia: alle 10 in piazza con la banda musicale di Torre
Pellice e poi con l’inaugurazione di una targa e la messa a dimora di una pianta offerta dalla delegazione francese: farà seguito l’inaugurazione di via Ristolas e il pranzo del gemellaggio.
1 ! MI Giro d'Italia arriva al Sestriere
Una cronometro in salita
Potrebbe non esserci Pantani, oppure il migliore degli scalatori italiani potrebbe trovare la grande giornata proprio alla fine di
un Giro corso quasi per allenamento in vista del Tour. Sarà comunque un arrivo importante, quello che porta il Giro d’Italia al
Colle del Sestriere, sabato 3 giugno. Per la quarta volta il Giro arriva al Colle (nella foto Chiappucci, vincitore al Sestriere di una
tappa del Tour), ma questa volta il tracciato da Briançon è a cronometro individuale, con un’ascesa che comprende anche il
Monginevro. Il giorno prima, venerdì, la tappa con la «cima
Coppi», il Colle dell’Agnello con i suoi 2.748 metri, 115 km dopo
la partenza da Saluzzo. L’arrivo a Briançon, dopo aver attraversato il Queyras e con l’erta dell’Izoard, a 13 km dal traguardo.
I
J
Ï <1 7 M ’’
A A
Fondato nel 1848
Il 3-4 giugno si svolge a Pramollo la Conferenza delle chiese valdesi del primo distretto
Ecumenismo e vita deile chiese
A fronte di un sincero rapporto di dialogo con la diocesi di Pinerolo, si lamenta la sempre più scarsa
attenzione del mondo politico e dell'informazione rispetto alla presenza dei protestanti in Italia .
PIERVALDO ROSTAN
Le chiese delle valli sono chiamate al confronto nel tradizionale
appuntamento di giugno
dedicato alla Conferenza
distrettuale: i delegati
delle chiese si riuniranno
sabato 3 e domenica 4 a
Pramollo. Saranno due
giorni di assemblea plenaria, anticipa Andrea
Garrone, relatore della
Commissione d’esame
qbe sta valutando l’andam'énto della vita delle
chiese, le questioni emerse, le decisioni assunte.
La decisione del Vaticani no di far pesare forteK mente le iniziative del-! l’anno giubilare, ha avuto
le caratteristiche di un
secchio d’acqua gelata
sulle relazioni ecumeniche. «La nostra assenza, il
nostro silenzio, sono stati
più loquaci della nostra
presenza - commenta il
presidente della Commissione esecutiva distrettuale, Luciano Deodato
in alcuni casi la nostra
posizione è stata un po’
“criminalizzata” lasciando intendere che noi saremmo i cattivi, gli antiecumenici: la nostra posizione non è stata compresa dai mass media.
Noi rappresentiamo, da 8
secoli, una voce di dissenso e sentiamo fortemente questo ruolo specie di fronte al "dilagare”
del pensiero cattolico in
uno stato che dovrebbe
essere laico o addirittura
al primo ministro che dice che "purtroppo” c’è
Un momento della Conferenza distrettuale 1999 a Luserna San Giovanni
una Costituzione che garantisce libertà di espressione a tutti; forse abbiamo un problema di dialogo con le nostre generazioni più giovani».
«Rispetto ai giovani interviene Andrea Garrone - ho il vantaggio da esserlo ancora, ma non così
tanto da non avere ricevuto una memoria; credo
che sia questo il nodo
principale: noi lasciamo
una memoria di quello
che siamo, come individui e come chiesa. C’è
poi il problema di una
classe politica, da destra
a sinistra, che sempre si
I /»y» Í {
GOW
ARREDA
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MOBILIFICIO vìa S. SeconcIo, 58
AbbAdÌA AlpÌNA - PÌNERolo (To)
(di (rONTE aIIa caserma AlpiNi «BtRARdi»)
»0121/201712 Fax 0121/505042
E^-maìI: qRÌVA@qRÌvA.ÌT www.qRivA.h
riferisce al papa: questo a
noi valdesi dà molto fastidio, sarebbe ora che cominciasse a dar fastidio
anche agli italiani».
La diocesi pinerolese
ha un nuovo vescovo,
mons. Debernardi; qual è
il rapporto con lui? «I rapporti con la diocesi sono
buoni e improntati a una
cordialità reciproca - afferma il pastore Deodato
-; siamo contenti del dialogo che c’è con il vescovo Debernardi. Il cammino ecumenico è fatto delle cose comuni su cui collaborare e anche di quelle
su cui c’è dissenso e su
cui dobbiamo confrontarci civilmente».
Nella prossima Conferenza distrettuale si parlerà anche della vita delle
chiese nelle sue molteplici attività e il rapporto
con la realtà delle opere
diaconali che impegnano
molte energie alle valli.
C’è poi la questione del
rapporto con il mondo
esterno, tenendo conto
fra l’altro che queste valli
saranno fra sei anni sede
di un grosso avvenimento
come le Olimpiadi. Già
una commissione è stata
nominata dalla Tavola;
«Le Olimpiadi potrebbero
trasformare la struttura
economica delle valli; ma
bisogna capire che cosa
succederà prima e che
cosa sarà dopo. Per quanto riguarda il nostro mondo potrebbe emergere
l’aspetto culturale».
Inizia la stagione dei funghi
Via ai raccoglitori
professionali
Il caldo, dopo le abbondanti piogge primaverili, ha dato il via alla
«stagione dei funghi». È
un’annata non priva di
novità, almeno sul piano
normativo. Per la prima
volta, di fatto, verrà applicata nel Pinerolese la
legge che fin dal 1993
norma la raccolta e la
commercializzazione dei
funghi spontanei: i raccoglitori «professionali»
dovranno sostenere un
esame all’Asl e dopo aver
conseguito un attestato
chiedere l’autorizzazione
comunale. Un primo corso si è già svolto, ora è
previsto un nuovo esame
fissato per il 6 giugno
(per iscrizioni tei. 0121235400 e 0121-235411).
L’Asl ha avviato un servizio di Ispettorato micologico con il compito di
fornire un aiuto, gratuito,
nel riconoscimento dei
funghi certificandone la
commestibilità; il servizio
sarà attivo presso il mercato di piazza Roma a Pinerolo dalle 7 dal lunedì
al venerdì e fino alle 8,30
presso la sede del servizio
Asl di Igiene degli ali
menti in via Bignone 15
sempre a Pinerolo. Un
analogo servizio è stato
attivato a Torre Pellice
(giovedì dalle 15 alle 16) e
a Perosa Argentina (mercoledì dalle 15 alle 16).
Ma l’applicazione delle
norme in materia di commercializzazione stanno
creando una situazione
paradossale: il decreto
applicativo’ della legge
stabilisce che prima di
vendere i propri boleti i
raccoglitori, che già hanno l’attestato dell’Asl dopo aver sostenuto un esame nonché l’autorizzazione del sindaco, debbano fare certificare i propri
funghi dall’Asl stessa: con
una notevole perdita di
tempo (il servizio micologico è nei fatti solo a Pinerolo) e soprattutto un
inutile aggravio a carico
dei raccoglitori a quel
punto invogliati a vendere i propri funghi «in nero». Contro questa assurda norma che penalizza
una volta di più le attività
locali, la Comunità montana vai Pellice ha assunto la scorsa settimana un
ordine del giorno.
ICONTRAPPUNTOI
PICCOLI COMUNI
BILANCI DIFFICILI
JEAN-LOUIS SAPPÉ
La stampa italiana ha riportato, con molto rilievo,
una dichiarazione del ministro della Finanze, Visco,
che attacca le Regioni e i
Comuni responsabili, a suo
dire, del sempre alto livello
di spesa pubblica: nonostante gli sforzi del governo, la disciplina di bilancio
rischia il tracollo, rallentando l’opera
di risanamento del debito
pubblico, assestatosi su livelli molto alti.
Una situazione estremamente fragile,
per altro appesantita dalla
cronica instabilità politica
e dalle voci ricorrenti di
nuove elezioni. Ma di qui
all’addebitare ai Comuni, e
in particolare ai piccoli Comuni (quelli sotto i 15.000
abitanti costituiscono il
92% del totale e amministrano l’80% del territorio
italiano), ce ne corre. Certo
nessuno può negare che la
polverizzazione dei piccoli
Comuni in Italia rappresenti un ostacolo al progetto di
ammodernamento della
macchina pubblica e, di riflesso, alla razionalizzazione dei conti pubblici. È ancora però tutto da dimostrare che un piccolo Comune sia sinonimo di scarsa
capacità gestionale: una
concessione edilizia si ottiene certamente più in fretta
a Massello che a Torino.
Le piccole amministrazioni comunali non sono
mai andate in deficit, pur
costrette ogni anno a fare i
salti mortali. Si tratta spesso di Comuni con poche entrate e che sopravvivono
grazie ai trasferimenti, sempre più ridotti, di risorse
dallo stato. Di qui la necessità di ricorrere a misure
impopolari quali l’aumento
deU’Ici o l’addizionale Irpef
che grava sui redditi dei
(pochi) residenti. E a tutto
questo si deve aggiungere il
trasferimento continuo di
competenze dallo stato ai
Comuni, senza per altro accompagnare uno solo di
questi provvedimenti con
uno stanziamento di fondi
che permettano di far fronte a impegni nuovi e, spesso, non richiesti.
Negli ultimi anni si è anche chiusa la possibilità di
accedere a mutui a tasso
zero, agevolazione che aveva consentito a molti Comuni di realizzare fognature, acquedotti, strade: oggi
i mutui si possono contrar
re a tassi relativamente bassi, eppure troppo alti per le
capacità di indebitamento
dei piccoli Comuni, teoricamente ampie ma in pratica
nulle perché le risorse sono
appena sufficienti per le
normali spese di gestione.
Ecco dunque che ci si trova
nell’impossibilità di investire in progetti innovativi e
ci si deve li
Una gestione
sovrocomunale
di alcuni servizi
porterebbe
benefici economici
mitare a difendere quei
servizi costosi (trasporto
alunni, mense, sgombero neve) che
tuttavia garantiscono
migliore qualità della vita
a chi vive, a
volte anche suo malgrado,
in località forse emarginate,
ma comunque lontane dai
grandi centri urbani.
Nessuno potrebbe negare
che la difesa tout-court delle piccole realtà comunali
sia impresa improba, e gli
amministratori lo sanno:
quando il 70% delle risorse
se ne va in stipendi per il
personale e per il funzionamento degli uffici, è un segnale che qualcosa non
funziona. Nell’era dell’informatica non ha molto
senso, per esempio, distaccare personale all’uffido
anagrafe per un paese di
700-800 abitanti, quando si
sa che lo stesso impiegato
potrebbe agevolmente fare
questo lavoro per realtà
ben più grandi. Realizzando questo servizio a livello
sovracomunale si otterrebbero risultati altrettanto
validi ma spendendo di
meno: è il discorso del’esercizio associato delle
funzioni, già sperimentato
con successo a livello di Comunità montana con i servizi socio-assistenziali, ed è
un modo di operare che potrebbe essere esteso, senza
per altro attentare all’autonomia e all’identità dei singoli Comuni. L’idea di cassare, per legge, i piccoli Comuni, avanzata negli Anni
80 daU’allora premier Craxi
sollevò l’opposizione delle
autonomie locali, né risultato migliore ha avuto, dieci anni or sono, il progetto
delle unioni comunali.
Un serio programma di
gestione associata di servizi a livello di Comunità
montana potrebbe salvaguardare l’autonomia del
Comuni, in tal modo ottimizzando risorse e servizi:
è una strada difficile ma è
anche l’unica, al di là di
quanto se ne pensi a Roma.
12
PAG. 12 RIFORMA
^LLI "\ÀLDESI
VENERDÌ 2 GIUGNO 2000
venerdì 2 C
RASSEGNA DI FIORI — Ha avuto un buon successo
la prima edizione della «Mostra florivivaistica»
promossa dal Comune di Torre Pellice in collaborazione con la Confesercenti; peccato che, per
varie ragioni, ben quattro bar sui sette presenti
nell’isola pedonale dove si è svolta la rassegna,
fossero chiusi. Una quindicina di espositori, ma
soprattutto una significativa presenza di pubblico, soprattutto domenica. L’iniziativa potrebbe
dunque essere ripetuta, ponendo maggiore attenzione al coinvolgimento delle aziende operanti in vai Pellice, estendendola al settore degli
attrezzi legati al giardinaggio e, perché no, alle
produzioni agroalimentari tipiche del territorio.
VAL PELLICE: SI CERCANO ALLOGGI — Il servizio
socio-assistenziale della Comunità montana vai
Pellice segnala alla popolazione che è emerso
pesantemente il problema di persone totalmente
prive di abitazione. «Abbiamo deciso di rivolgere
un appello alla cittadinanza per reperire case o
alloggi a basso costo - spiega il direttore del servizio socio-assistenziale, dott. Lanfranco garantiamo che le persone eventualmente ospitate
verranno seguite con progetti individualizzati in
collaborazione con i Comuni di appartenenza».
Per segnalare disponibilità, o semplicemente per
chiedere ulteriori informazioni, con garanzia di
massima riservatezza, si può telefonare ai numeri 0121-9524217; 9524202; 9524201.
L’ICI A BOBBIO PELLICE — Il Comune di Bobbio
Pellice ha reso noto gli importi delTIci, assai diversificati a seconda delle situazioni. L’aliquota
base è del 6,5%o per la prima e seconda casa; i
terreni fabbricabili e gli alloggi non occupati tutto Tanno sono al 7%o, per gli alloggi dati in affitto a residenti si paga il 5,5%o così come per gli
alloggi siti in zone non servite da rete viaria carrozzabile e da fognatura pubblica. La detrazione
per abitazione di residenza, compresi i garage, è
fino a un massimo di 300.000; tale riduzione si
applica anche ai parenti fino al 3° grado per case
concesse in uso gratuito.
BIBLIOTECA VALDESE — La biblioteca valdese di
via Beckwith 3 a Torre Pellice resterà chiusa dal
1° al 12 giugno; riaprirà il 13. Il Centro culturale
valdese di Torre Pellice gradirebbe ricevere materiale illustrativo sulle opere diaconali e gli istituti evangelici in Italia, quale fondo di documentazione. In particolare, sempre più gruppi
in visita chiedono di poter visionare video sulle
diverse opere e dunque il Centro ritiene molto
utile ricevere copia da parte degli istituti che ne
avessero già realizzati onde inserirli nel settore
audiovisivi a disposizione del pubblico.
PARLAMENTARI PIEMONTESI — I deputati piemontesi Merlo, Chiainparino, Cambursano e
Ortolano hanno guidato una giornata di lavoro
sul «rilancio del centro-sinistra con un programma e una direzione politica compatta e
convinta». Sono intervenuti anche i ministri
Fassino, Turco e Nesi. Fra gli intenti il riuscire a
stimolare la coalizione a livello nazionale sulle
attese del Nord, dare risposte su priorità quali il
fisco, il lavoro, la sicurezza e lo snellimento delle pratiche burocratiche.
RADUNO FERRARI A SAN SECONDO — Si svolgerà domenica 4 giugno a San Secondo Tautoraduno Ferrari; in programma alle 9 il raduno
in piazza Europa, alle 10 sfilata per le vie del
paese fino a strada vai Pellice. Alle 14 diretta del
Gran Premio di formula 1 ed esposizione delle
Ferrari a cui farà seguito la consegna delle targhe ricordo e il saluto del sindaco.
&
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Valorizzare i prodotti tipici del Pinerolese
Mele, sairas e mustardela
M via un'iniziativa di qualificazione per arrivare in tempi
brevi alla sospirata attribuzione del marchio di qualità
MASSIMO GNONE
QAIRAS del
KKi^mele antiche e
fen».
«mustardela»; sono questi i prodotti alimentari
tipici nel Pinerolese. Dario Martina, che nella sezione agro-industriale
dell’istituto agrario di
Osasco si occupa del laboratorio di trasformazioni tipiche, è fra i promotori dell’iniziativa di
valorizzazione. «Nelle nostra valli - spiega Martina
- la trasformazione effettuata dalla stessa azienda
produttrice è ancora molto presente, ma ci sono
dei problemi tecnici: per
esempio ci sono ottime
caseificazioni ma troppo
standardizzate, senza la
particolarità di una caseificazione artigianale. Il
progetto intende individuare chi ancora trasforma, quali sono le mancanze e ipotizzare un percorso che possa arrivare a
marchi di qualità o a zone
geografiche protette».
Non è solo l’istituto
agrario a essere coinvolto. «Fino al 2003 - dice
Dario Martina - raccoglieremo i dati riguardanti la caseificazione, la salumificazlone e la trasformazione di frutta e verdura; è un’indagine fatta
con i servizi Agricoltura
delle 3 Comunità montane, l’Università, l’istituto
caseario di Moretta e alcune aziende impegnate
su questo fronte». L’iniziativa coinvolge anche
Arcigola-Slowfood, associazione promotrice del
Salone del gusto, che si
occupa in tutta Italia di
valorizzare i prodotti di
nicchia con lo scopo di
far crescere le realtà agricole marginali. Saranno
nuovamente gli spazi e
spositivi del Lingotto a
ospitare dal 25 al 29 ottobre il secondo Salone del
gusto, dopo il successo
dell’edizione dei 1998 e le
oltre 120.000 presenze. 1
prodotti in via di scomparsa, i «prodotti dell’arca», avranno lo spazio
centrale nel Salone; è un
momento importante per
la valorizzazione.
Per quanto riguarda
i prodotti locali il lavoro
di mappatura è a buon
punto: «Nel Pinerolese spiega Martina - ci sono
una decina di produttori
che fanno il “sairas” secondo le tradizioni. Sono
state poi individuate 400
varietà di mele, una decina delle quali sono state
inserite fra i “prodotti
dell’arca”: l’istituto agrario di Verzuolo si occuperà di selezionare i produttori di queste varietà
antiche e di creare una
confezione unica per la
vendita. Per la “mustardela” tutto è più difficile
perché è un prodotto
che, conservato crudo e
utilizzando sangue, è ai
limiti della legislazione;
ora stiamo censendo i
macellai autorizzati, entro la fine dell’estate individueremo 5 o 6 produttori per uno standard e la
presentazione al Salone».
Il turismo nel Pinerolese
Servono proposte
DAVIDE ROSSO
PENSARE al Pinerolese come a una realtà
che può offrire una proposta turistica differenziata ma per cui occorre
attivare delle strategie di
sviluppo partecipativo
da parte dei vari soggetti
presenti, pubblici e privati, attivando una politica mirata e precisa. Questa in estrema sintesi la
proposta avanzata recentemente in Provincia
da 45 Comuni Pinerolesi,
tutti quelli delle valli a
cui si aggiungono quelli
della pianura come Vigono e Cavour.
Si tratta di un progetto
per lo sviluppo turistico
del Pinerolese che propone ben 6 tipi di azioni di
valorizzazione da attuarsi
tenendo conto delle diversità anche paesaggistiche rappresentate dal
territorio che comprende
dall’alta montagna alla
pianura. Il testo proposto
prevede interventi che
vanno dalla qualificazione ambientale e paesaggistica ai beni culturali,
dalla costituzione di una
rete enogastronomica allo sviluppo di sagre e fiere, dalla creazione di infrastrutture turistico-ri
Dalla carica di consigliere comunale a Pinerolo
Si è dimesso Flavio Riva
Avvicendamento nelle file del gruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Pinerolo. Venerdì 26 maggio il
Consiglio ha preso atto della decisione
di Flavio Riva di dimettersi dal suo incarico di consigliere e si è proceduto
alla sua surroga con la nomina della
nuova consigliera Aida Revel dopo che
Andrea Grandi, così come Placido
Mangano, rispettivamente primo e secondo dei non eletti nelle file di Forza
Italia aveva rinunciato all’incarico. Flavio Riva, finora alla guida dei forzisti
pinerolesi, ha reso nota la sua decisio
ne, presa pare già in precedenza, di dare le dimissioni dall’incarico di consigliere dopo la seduta di Consiglio tenutasi a porte chiuse il 16 maggio in cui la
minoranza, partita con l’intenzione di
chiedere le dimissioni del sindaco, Alberto Barbero, ha fatto marcia indietro
dopo un acceso dibattito. Nella lettera
di dimissioni inviata al presidente del
Consiglio pinerolese. Augusto Canal,
Riva dichiara di volersi ritirare «per sopraggiunti motivi di lavoro» che gli
rendono impossibile proseguire per il
momento la sua attività politica, (dr)
creative adeguate al potenziamento di quelle ricettive e commerciali. R
progetto pare abbia incontrato favori in Provincia dove l’assessore al
Turismo, Silvana Accossato, si è dimostrata soddisfatta anche del fatto
che per una volta la proposta arrivasse direttamente dai Comuni e ha
dichiarato la possibilità
che l’intero progetto sia
inserito all’interno di un
pacchetto di proposte
che la Provincia sta preparando per eventuaii finanziamenti.
«Il progetto con ogni
probabilità - dice Paolo
Foietta, presidente della
Comunità montana Pinerolese pedemontano e
sostenitore della proposta - verrà presentato alla popolazione a Pinerolo nella sede della Comunità montana intorno alla metà di giugno, quando saranno sciolti gli ultimi nodi. Il documento
comunque ha già a\nito il
via libera dalle giunte di
tutti i Comuni che aderiscono al sodalizio.
Le intenzioni delle amministrazioni che hanno
sottoscritto il documento sono quelle di dare
delle linee politiche precise allo sviluppo turistico del territorio pinerolese a cui dovrà seguire
ovviamente la realizzazione tecnica di cui dovrà occuparsi TAtl delle
valli di Susa e del Pinerolese con cui abbiamo intenzione di incontrarci
nelle prossime settimane». Un progetto di indirizzo dunque per cercare
di rilanciare e riprogettare il turismo del Pinerolese che parta, come si
legge all’inizio del documento, «da un'analisi
dell’offerta esistente (e
possibile) per giungere a
costruire un’identità forte del nostro territorio
basata sulla sua qualità».
• Valle Chisone
Collettore di valle
Rivedere il protocollo
di intesa così come proposto dalla società privata Idroval per la concessione dei permessi di costruzione e sfruttamento
sul Chisone di 5 centraline idroelettriche prevedendo l’affiancamento
alle condutture dei nuovi
impianti un sistema di
canalizzazione delle acque reflue che sarebbero
trattate invece che in un
unico grande depuratore
posto a Pinerolo, come
previsto nella precedente
proposta, in tre impianti
più piccoli a Fenestrelle,
Perosa e Villar Perosa.
È questa la contro proposta preparata dalTing.
Pier Giuseppe Daviero
per conto della Comunità montana valli Chisone e Germanasca e presentata, nel corso di un
Consiglio informale di
Comunità lunedì 29
maggio. La proposta nella sua globaiità si presenta in maniera articolata e
prevede, oltre alla realizzazione dei tre punti di
depurazione e di un
complesso un sistema di
tubazioni che libererebbero il torrente dagli scarichi fognari, anche interventi di tipo paesistico-ambientale su aree
della valle e la costruzione di una società a capitale misto pubblico-privato, in cui al pubblico
andrebbe il 51%, per la
gestione degli interventi
che si aggirerebbero intorno ai 20 miliardi (contro i 60 previsti dalla proposta a un unico depuratore). Il progetto però
non ha convinto pienamente alcuni consiglieri,
in particolare di minoranza, i quali hanno avanzato perplessità sia di
tipo ambientale relativamente agli scavi e alle
possibili conseguenze
che questi avranno sul
turismo sia di tipo economico non essendo ancora del tutto chiaro il
piano finanziario ed essendo prevista una società in cui a detta delle
minoranze c’è il rischio
che il pubblico tenda a
muoversi come un privato. C'è infine chi provocatoriamente propone di
dichiarare area protetta
l’alta asta del torrente
Chisone. dr
^ ^ Luserna San Giovanni e la tradizionale «Festa»
Fare Europa con lo sport
PIERVALDO ROSTAN
DICIANNOVE. Tante
sono le edizioni della «Festa dello sport» organizzata dal 3S Luserna
con un crescendo di partecipazione di pubblico
e di atleti che premia gli
organizzatori, e non solo
per la parte sportiva. Luserna San Giovanni diventa in questa occasione una vera e propria capitale dello sport di massa, con atleti e familiari
presenti in città, ospitati
presso le famiglie. Da diversi anni, a seguito dei
confronti in palestra, si
è andato consolidando
anche un legame culturale e commerciale sfociato nel gemellaggio
con Prievidza in Slovacchia, ora «rimpinguato»
dalla presenza di atleti
anche dal Montenegro
(Niksic) e dalla cittadina
slovacca di Zvolen.
Scambio di doni fra amministratori e ospiti
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I rappresentanti delle
cittadine ospiti sono stati
accolti venerdì sera nel
municipio di Luserna
San Giovanni dove il sindaco, Ghibò, il presidente della Comunità montana, Bertalot, e il consigliere delegato ai gemellaggi, Rivoira (che è in
procinto di passare l’incarico al consigliere Roberto Charbonnier), e il
presidente e animatore
del 3S Luserna, Gonin,
hanno fatto gli onori di
ca.sa. Tutti hanno toccato
il tema dello sport e della
gioventù come elemento
catalizzatore di un’Europa che deve essere «dei
popoli prima che delle
economie». Oltre 600 ragazzi, provenienti da
scuole di ogni ordine e
grado, hanno poi partecipato alle manifestazioni sportive di sabato e
domenica; atletica legge
ra, beach volley, pallavolo, pallamano, pallacanestro, ginnastica, nuoto,
Street hockey, tennis,
sport equestri con gli
ospiti svolacchi a eccellere nel tennis e nella pallavolo. Una Luserna vestita a festa e con una
cornice di pubblico davvero notevole hanno
dunque sancito la quarta
occasione di gemellaggio
in terra italiana, al di là
di una lingua che resta
purtroppo patrimonio di
pochi. La manifestazione sportiva prosegue
nelle prossime settimane
con due «appendici»; il
10 e 11 giugno alla palestra di Luserna San Giovanni ci sarà una «24 ore
di pallavolo», mentre il
25 giugno nella conca
del Fra, a Bobbio Pellice,
si rinnova l’appuntamento con il torneo misto i pallavolo a coppie.
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Lanciata in Piemonte la nuova formula
Bed and breakfast
Una strategia per ospitare turisti a prezzi modici e così
sopperire alla cronica carenza di strutture ricettive
rtPERICATOURN
Destinare una stanza della propria casa
per accogliere turisti in
cerca di prezzi buoni e
atmosfera casalinga. È
un ottimo sistema per arrotondare le entrate familiari da un lato e conoscere persone, usi e costumi diversi dai nostri
dall’altro. Nel Nord Europa Thanno capito da
un pezzo: non è raro infatti incontrare lungo le
strade 1 cartelli che propongono il «bed & breakfast», cioè letto e colazione presso privati. Anche
in Italia da qualche anno
ci si sta finalmente avviando in questa direzione: in attesa dell’approvazione di una legge nazionale, alcune Regioni
hanno adottato normative che regolano il bed &
breakfast facendone una
categoria specifica dell’
accoglienza.
L’attività di bed & breakfast è stata definita anche dalla Regione Piemonte con la legge regionale n. 20 del 13 marzo
2000 come un esercizio
'svolto da privati che, saltuariamente, offrono alloggio e prima colazione
avvalendosi della normale organizzazione familiare. Le camere messe a disposizione (da una a un
massimo di tre) devono
naturalmente corrispondere a una serie di requisiti tecnici e igienico-sanitari: una volta garantiti
questi, per avviare l’attività di bed & breakfast
non c’è bisogno di autorizzazioni amministrative, è sufficiente comunicare l’inizio dell’esercizio
al Comune.
Nel Pinerolese non si è
perso tempo: il bed &
breakfast è una risorsa
da sfruttare al meglio per
cercare di colmare la carenza di strutture ricettive in zona e perché no,
per attirare un turismo
«intelligente», curioso
dei luoghi e confortato da un’accoglienza a
dimensione umana. La
Provincia ha già tenuto
un corso di formazione a
Pinerolo ed è in procinto
di inaugurarne un secondo, e in vai Pellice qualche privato si sta già orgpizzando: ad Angrogna
si sta costituendo un’associazione, inizialmente
un’emanazione della Pro
Loco, che sta già definendo, sulla base del vademecum diffuso dalla Pro
vincia, i criteri del bed &
breakfast. «Non si tratta
soltanto di fornire al turista un letto e la colazione
- spiega Giovanni Battista
Zunino, presidente della
Pro Loco di Angrogna ma di offrirgli una panoramica generale sul territorio». Per fare questo ci
vuole un’organizzazione
solida, che coinvolga non
solo i privati ma anche gli
enti locali: «Con l’attività
del bed & breakfast si
possono davvero creare
nuove fonti di reddito,
purché sia inserita in un
progetto globale del territorio», aggiunge Zunino.
«La presenza di un’associazione di categoria, interlocutrice fra la Regione e i privati è fondamenta-le per tutelare
l’aspetto qualitativo e
quello gestionale del bed
8i breakfast in valle», conferma Marco Tumminello, consigliere delegato al
turismo della Comunità
montana vai Pellice. Inoltre, appena la Regione
emanerà anche i regolamenti di classificazione
Studenti
Viaggi della
memoria
Anche alcuni ragazzi
del Pinerolese hanno
partecipato nelle scorse
settimane ai viaggi sui
«luoghi della memoria»:
gli studenti sono risultati
vincitori del concorso indetto dal Provveditorato
sui temi della Resistenza,
della deportazione e dei
valori della Costituzione.
Così daini al 14 un centinaio di ragazzi con i loro docenti sono stati accompagnati in visita ai
campi di sterminio di
Mauthausen, Gusen e
Ebensee: fra loro, appunto, studenti dell’istituto
agrario di Osasco e del
Buniva di Pinerolo. Dal
25 al 28 maggio altri studenti (in questo caso dal
Pinerolese un nutrito
gruppo dell’agrario) sono stati in visita a luoghi
italiani,Ma Marzabotto al
Sacrario di Terranegra, a
Redipuglia e al lager di
San Sabba.
La pratica dei «viaggi
della memoria» non è retorica, ma serve a mantenere viva nelle coscienze
la consapevolezza del
prezzo della libertà.
La Balziglia
del bed & breakfast, la
Comunità montana indirà una riunione pubblica per illustrare l’attività
dal punto di vista tecnico.
Gli interessati non dimentichino infine che
esistono opportunità di
finanziamento per chi
vuole avviare l’attività:
per informazioni dettagliate è possibile rivolgersi all’Atl di Pinerolo,
viale Giolitti 9, tei. 0121795589, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle
12,30 e dalle 15 alle 17,30.
I Prarostino
Mancin
consigliere
Un Consiglio comunale
particolarmente rapido
quello della scorsa settimana a Prarostino: erano
pochi i punti all’ordine
del giorno, tra cui le dimissioni del consigliere
di maggioranza Danilo
Fornerone, a cui è subentrato Marco Mancin, la
presentazione della variazione di bilancio e del
nuovo regolamento per la
contabilità comunale. Il
sindaco ha in seguito illustrato la richiesta che la
Comunità montana Pinerolese pedemontano vuole portare alla Regione
Piemonte: fare riperimetrare il territorio per individuare in modo esatto i
territori ritenuti montani
e quelli no. Ha suscitato
alcune perplessità da parte della minoranza la proposta di convenzione con
il Comune di Reietto per
il servizio del segretario
comunale: si prevede una
copertura delle ore lavorative ripartita tra i due
Comuni, nelle percentuali del 40% a Prarostino
(circa 14 ore settimanali)
e del 60% a Reietto.
AH'industria dolciaria pinerolese
Galup: panettoni
mobilità e trattative
Equilibrio instabile per
l’industria dolciaria nel
Pinerolese, un settore
molto importante e per
decenni illustre rappresentante dell’operosità
locale. Da qualche settimana l’azienda dolciaria
Galup spa, marchio storico di Pinerolo, ha aperto la procedura di mobilità per 14 dipendenti su
un totale di 34. «Niente è
definitivo perché la trattativa è in corso - dice
Fedele Mandarano della
Cgil - ma in questi giorni
sono scaduti i termini
dei primi 45 giorni della
procedura. Adesso dobbiamo attendere la convocazione dell’ufficio locale del ministero del Lavoro: si prevedono tempi
lunghi per risolvere la
questione».
Il problema è il periodo che va da Pasqua a fine agosto. «L’azienda si
vede senza lavoro - spiega Mandarano - mentre
nei mesi di preparazione
dei panettoni si potrebbero assumere addirittura 100 stagionali. Ma i dipendenti che lavorano
alla Galup da tanti anni
Angrogna
Minoranze
storiche
Primo Comune della
vai Pellice, Angrogna ha
approvato nella riunione
consigliare del 22 maggio
l’istanza di riconoscimento del proprio territorio quale parte integrante della zona delle
minoranze storiche occitane e francesi in Italia.
Un atto, questo, richiesto
dalla legge 482-99 e che
consentirà in futuro di
attivare i meccanismi di
tutela previsti dal Parlamento e che concernono
la valorizzazione delle
lingue e delle tradizioni
storico-culturali occitana
e francese nelle scuole,
nell’attività delle amministrazioni locali, nonché
nei mass media.
Il sindaco, Jean-Louis
Sappé, ha ricordato la figura' e l’opera di Silvio
Bertin, suo predecessore
scomparso recentemente. Il Consiglio ha poi ratificato la convenzione di
segreteria con i Comuni
di Bricherasio e Garzigliana e ha preso atto del parere negativo alla richiesta di ingresso in giunta
della minoranza.
non possono certo rinunciare al salario e al
lavoro a tempo completo». L’obiettivo dichiarato del sindacato è il contenimento degli esuberi
con la riduzione dell’impatto sociale.
«Stiamo valutando la
possibilità di attivare degli ammortizzatori sociali, come prepensionamenti e mobilità. Vogliamo che l’azienda rimanga in piedi e soprattutto
che resti a Pinerolo: è
una risorsa troppo importante per il territorio». Il rilancio del bar in
corso Torino è un’altra
priorità indicata dal sindacato. «La gestione e
l’andamento dell’esercizio - commenta Mandarano - non sono fra le
migliori. L’azienda deve
puntare sulla specializzazione e sulla tipicità:
non possiamo permettere che i prodotti della Galup, soprattutto il panettone di alta qualità, siano
venduti nei supermercati. Come sindacato vogliamo spingere l’azienda
a rilanciare il marchio e
la produzione».
NELLE CHIESE VALDESI
1" CIRCUITO — Giovedì 1" giugno, alle 20,45, culto
dell’Ascensione nel tempio di Bobbio Pellice.
COLONIE ESTIVE A VALLECROSIA — Le colonie
estive del soggiorno di Vallecrosia si svolgeranno dal
12 al 24 giugno per bambini/e dai 6 ai 9 anni (responsabile Patrick Stocco, tei. 0121-81316), dal 25 giugno
al 7 luglio, per bambini/e dai 10 ai 12 anni, responsabile Anne Pilloud (tei. 0121-75726).
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 11 giugno,
in occasione della ricorrenza di Pentecoste, pomeriggio comunitario a Bricherasio.
POMARETTO — Venerdì 2 giugno, al centro anziani di Porosa Argentina, culto alle 16.
PRAROSTINO — Venerdì 2 giugno, nel pomeriggio,
incontro conviviale con i membri della chiesa di
Grossvillars, che ricambiano la visita svolta dalla comunità in occasione del trecentesimo anniversario
della fondazione della loro chiesa.
VILLAR PELLICE — Domenica 4 giugno, alle 10,30,
culto a cura dell’Unione femminile.
La scuola della vai Germanasca
Riapre la Scuola
Latina di Pomaretto
L’associazione «Amici della Scuola Latina» promuove un incontro pubblico sabato e domenica 10 e
11 giugno alla Scuola Latina di Pomaretto con banco
libri, banco dolci e beneficenza, mostra fotografica;
alle 16 di sabato un incontro con la redazione della
Beidana e a seguire conversazione di Paola Revel
sulla storia e sulle prospettive della scuola. Per il futuro dello stabile si prevede la realizzazione della biblioteca del patuà e l’esposizione dei modellini di
Ferrerò che troveranno finalmente nell’edificio della
«Scuola» la loro definitiva collocazione.
DAVIDE ROSSO
Consiglio connunale a San Germano Chisone
L'ampliamento della scuola
prevede la valorizzazione e la difesa
della lingua occitana nella valle. Il Consiglio ha poi approvato anche alcune
variazioni al bilancio dovute sia a maggiori trasferimenti rispetto a quanti
previsti, da parte della stato al Comune,
sia perché sono dovuti essere inseriti
nella programmazione circa 84 milioni
arrivati dalla Regione per i danni causati dall’alluvione del ’94 che verranno
usati per completare i lavori di rifacimento e contenimento delle strade comunali danneggiate.
Ultimo punto all’ordine del giorno la
modifica di una delibera comunale riguardante una strada in borgata Sagna
che non diventerà comunale come
precedentemente stabilito ma resterà
privata, fermo restando la sua funzione di uso pubblico, non essendo intenzionato il Comune ad aprire eventuali contenziosi con gli attuali proprietari per un esproprio necessario a
rendere comunale la strada. Opinioni
con sfumature differenti sull’argomento sono state ancora una volta espresse dalla minoranza: Roberto Bedini ha
ribadito la sua convinzione che una
struttura di uso pubblico collettivo
debba essere comunale mentre Ribet
ha espresso una posizione più moderata sostenendo che «un bene di uso
collettivo dovrebbe essere pubblico
ma che se la cosa si scontra con la volontà del privato è bene che resti privato». Alla fine la modifica della delibera è passata con 10 voti favorevoli, 2
astenuti e un voto contrario.
PROCEDE il progetto di ampliamento della scuola di San Germano Chisone. Al termine del Consiglio
comunale di martedì 23 maggio, che è
stato caratterizzato anche da momenti
di acceso dibattito dovuti a un’interpellanza che aveva come tema la procedura di ampliamento della scuola,
avanzata dal consigliere di minoranza
Roberto Bedini, il sindaco, Clara Bounous, ha cpmunicato che con molta
probabilità saranno 200 i milioni che
arriveranno dalla Regione i quali si andranno a sommare ai 300 già iscritti al
bilancio di previsione dal Comune per
quest’anno che dovrebbero servire a
un primo lotto di laràri che riguarderanno l’ampliamento della mensa. 11
progetto nella sua totalità prevede un
investimento di 900 milioni da dividersi in più lotti di intervento; si tratta
ora, dopo aver incamerato sia pure in
via non definitiva l’intervento della
Regione, di reperire nei prossimi anni
la differenza della cifra per evitare, ha
ricordato Renato Ribet della minoranza, «di portare avanti dei lavori rischiando poi la revoca dei finanziamenti da parte regionale».
Prima di arrivare a parlare della scuola il Consiglio aveva approvato a maggioranza sia l’adesione al nascente
Sportello unico per le imprese di valle
messo in cantiere dalla Comunità montana valli Chisone e Germanasca, sia il
testo sulle minoranze linguistiche, che
Il palinsesto di Radio Beckwith — FM 91200-96550
.....MZHinil -
8.30 Notiziario e rass. stampa Notiziario e rass. stampa Notiziario e rass. stampa Notiziario e rass. stampa Notiziario e rass. stampa Notiziario e rass. stampa 8.30
9.00 Ciov: passato, presente, futuro Anteprima Riforma-Eco 9.00
?:45_ Per l'ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa 9.45
10.15 Fulvio e Sergio nell’etere programmi mensili Actualité de l’Evangile Salviamo il salvabile 10.15
1130^ Fra le righe L’argomento L’argomento L’argomento L’argomento Voce delle chiese Culto evangelico 11.30
12.30 Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario 12.30
13^ Voci in città Voci in città Voci in città Voci in città Voci in città Voci in città 13.00
l^òol Fra le righe Lou Froumagge Anteprima Riforma-Eco 15.00
16.00 Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario 16.00
16.30 Ciov: pass., pres., futuro Salviamo il salvabile Music on thè air Open your eyes Music on thè air 16.30
17.15 Actualité de l’Evangile 1 don’t know Viaggio nel cerchio 17.15
18,15 L’argomento L’aroomento L’aroomento L’argomento L’argomento 18.15
18.45 Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario 18.45
19.00 Programmi mensili Gesù, la via che porta a Dio Culto evangelico 19.00
19.30 1 don’t know Vita nuova Alcool e jazz 19.30
21.00 Confessioni di un malandrino Rockever Overtime Fulvio e Sergio nell’etere 21.00
?2:00_ Stargate 22.00
Programmi mensili: I e II settimana, Amnesty International; III settimana, Handicap & Società (ANFFAS e DIAPSI); Mima settimana, Cristiani all’opera nel mondo (CEvAA).
Alcool e jazz: una volta a! mese. Lou Froumagge (musica occitana con Kalendamaia) una voita ogni 2 settimane
14
PAG. 14 RIFORMA
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venerdì 2 GIUGNO ;oy
■ • Festeggiata un'attività in espansione
Pomaretto: il Gruppo sportivo
compie i suoi primi venf anni
Il Gruppo sportivo di
Pomaretto (Gsp) compie
20 anni: la sua attività
inizia nel 1980, quando
un volenteroso gruppo di
genitori accomunati dall’amore per lo sport
decide di raggruppare i
bambini delle scuole elementari di Pomaretto
che intendono partecipare alle miniolimpiadi
di valle di Perosa Argentina, con l’intento di insegnare loro le regole basilari delle specialità da
affrontare. I membri del
piccolo gruppo, circa
una quindicina, ottengono ottimi risultati: questo è l’incentivo per proseguire l’attività sportiva,
e anche grazie al contributo e l’impegno di alcuni genitori, si forma quello che oggi è il Gruppo
sportivo 80 Pomaretto.
Nel corso degli anni al
gruppo si iscrivono anche atleti di Perosa Argentina e di altri comuni
limitrofi; inizia un corso
serale di ginnastica a corpo libero e nasce anche
la sezione «ginnastica
dolce» che ha come scopo lo svolgimento di attività fisica rivolta principalmente a persone della
terza età per prevenire le
malattie osteo-articolari.
Nel maggio dell’88 si inizia quella che diventerà
una tradizione: la partecipazione alla gara dei
«20 km di Lausanne» in
Svizzera, che vede più
volte il Gsp al primo po-’
Foto di gruppo per gli atleti tesserati
sto; ottimi risultati si ottengono anche alla corsa
di Antibes (Francia), a cui
il gruppo partecipa per
quattro anni consecutivi.
Nel 1989 si incominciano
a raccogliere i frutti anche in competizioni nazionali con un primo posto nei campionati Uisp
di Riccione; dieci anni
dopo il Gruppo sportivo
organizza con successo le
miniolimpiadi di valle,
svoltesi a Pomaretto con
la partecipazione di oltre
700 adeti delle scuole elementari e medie, e sempre nello stesso anno si
battezza la nuova squadra di «Calcio a cinque».
Nei periodi estivi, in
collaborazione con i centri delle valli, si organizzano gare in montagna
per cercare di avvicinare
allo sport i giovani e i meno giovani. Un grande
merito va riconosciuto
agli allenatori, ai parteci
POSTA
Il mancato quorum
Domenica 21 maggio 2000 si è votato per i referendum. Chi ha passato un po’ del suo tempo a fare l’antropologo e si è posto in osservazione delle persone
che sono giunte ai seggi, non può non essersi posto
alcune semplici domande, né non aver colto alcune
situazioni tipiche. Diversi, molti dei quali anziani,
forse non capivano tutte le richieste scritte sulle schede, ma in ogni caso volevano votare. E alle sette e pochi minuti dall’apertura dei seggi già erano pronti ad
assolvere al loro diritto-dovere civico. Già, perché di
questo si tratta. Soprattutto per chi viene dalla Resistenza al nazifascismo, per chi ha seguito le vicende
di questa tribolata nostra Repubblica, votare è sinonimo di libertà e di possibilità di decidere.
Altri invece non la pensano così, sono coloro che
non si presentano ai seggi, non votano più perché
non capiscono neppure la posta in gioco al referendum. E forse è comprensibile: si sa bene che cosa votare in caso di referendum su questioni di cui si ha diretta esperienza come in passato fu per aborto e divorzio. Difficile è avere competenza sul sistema giudiziario o sui sistemi elettorali di cui molto si parla
ma poi non cambiano mai l’unica cosa essenziale: il
comportamento morale dei candidati e l’etica politica. Difficile è fidarsi fino in fondo di un’informazione
mediata, di contraddittorie tesi.
Altri ancora si presentano ai seggi brontolando, con
rabbia sul volto, come se fosse l’unica occasione di
manifestare a chi rappresenta in quel momento lo
stato, cioè gli scrutatori, la propria delusione per l’incoerenza fra la democrazia formale e quella reale. Si
sentono esclusi e l’unico gesto rimasto è un segno
con la matita su una scheda.
Guardare i volti di chi va a votare fa rendere conto
di quanto la «cittadinanza», il sentirsi partecipi cioè
di una stessa costruzione politica e sociale, non passi
più attraverso il voto. Ma dove passa?
Bruna Peyrot- Luserna San Giovanni
panti e a tutti i simpatizzanti che sostengono e
aiutano il Gsp: il «sogno
nel cassetto» resta quello
di avere una struttura che
permetta loro di proseguire e sviluppare meglio
gli allenamenti; molti sono i progetti per il futuro
e la speranza è che si realizzino al più presto.
SACantalupa
«Canta-Libri»
in mostra
Cantalupa si appresta
a diventare, nei giorni 23,
24 e 25 giugno, patria del
libro grazie alla vivacità
deU’amministrazione comunale guidata dal sindaco Bello e dal Centro
culturale presieduto dal
prof. Angelo Tartaglia. La
manifestazione, denominata «Canta-Libri», sotto
il tema generale «Nostra
terra, storia, leggende,
tradizioni» presenterà al
pubblico prodotti librari,
offrendo la possibilità di
incontrare editori e autori di libri lungo un percorso naturalistico nelle
cui stazioni saranno presenti anche gruppi musicali e occasioni di intrattenimento. Saranno presenti 30 autori e 35 case
editrici; la sera del 23
giugno, nella chiesa parrocchiale, omaggio a
Dante, con alcuni brani
della Divina Commedia
recitati da Arnoldo Foà.
Un incontro al Serre di Angrogna
A Pinerolo il 4 giugno
Campionissima
Anche quest’anno Pinerolo ospiterà la gara ciclistica di gran fondo «La
campionissima». Come è
stato spiegato dagli organizzatori rispetto agli anni passati la data della gara è stata anticipata di
quasi un mese (si disputerà il 25 giugno) essendo
la gara inserita all’interno
del campionato italiano
Udace «1° Race euro cycling» che prevede altre
gare importanti come la
«Milano-Sanremo» che si
svolgerà il 4 giugno.
La Campionissima anche quest’anno si presenterà con una gara di fondo che prevede un percorso di 250 chilometri
che vedrà i ciclisti partire
da Pinerolo, salire al Sestriere per poi raggiungere Briançon e dopo aver
scalato il Col de l’Isoard
ritornare a Pinerolo dove
è previsto l’arrivo e la
premiazione dei partecipanti. Parallelamente alla
gran fondo è prevista una
gara di mezzo fondo, di
«solo» 124 chilometri, con
lo stesso percorso ma con
giro di boa a Cesana invece che all’lsoard come avviene per la gran fondo.
Il week-end della Campionissima prevede poi
anche altri appuntamenti
ciclistici. Sabato 24 si
terrà, con partenza da Pi
nerolo e percorso che si
snoderà attraverso le colline pinerolesi, una gara
in mountain bike; venerdì 23 invece è prevista
una mini campionissima
per le categorie allievi, juniores e amatori dedicato
alla memoria del commendator Ferrerò, amico
di Fausto Coppi (alla cui
memoria la Campionissima è dedicata).
» Pinerolo
Lavori
al Cottoiengo
Dopo il completamento del primo lotto di lavori del Cottoiengo, conclusosi l’anno scorso con
l’inaugurazione dei primi
11 ambulatori dove sono
collocati i servizi di Dermatologia, Ortopedia,
Chirurgia generale. Tossicodipendenze e Assistenza protesica, è ora la volta
del secondo lotto. Il recupero del terzo piano ala
ovest è stato appena terminato e già il 24 maggio
sono stati trasferiti gli uffici tecnici e fra qualche
settimana si trasferirà anche il Centro di elaborazione dati dell’Asl 10.
Una vita di saggezza
Saluto a Alma Beux
PAOLA ROSTAN
Eravamo in tanti a
salutarti, cara Alma,
nel tempio di Pramollo il
19 maggio. Accompagnandoti lentamente
verso il cimitero pensavo
a te come ti ho conosciuta io, e insieme ai molti
modi possibili di conoscerti e ad altrettanti grazie cbe potrebbe dire ciascuno di noi per il dono
che è stata la tua vita.
Alma Beux amava la
vita. La sua è stata fatta
di esperienze diverse,
anche difficili per la malattia negli ultimi anni, e
insieme di una forte
identità. Tutti la ricordiamo intenta al duro lavoro dei campi. Qualcun altro ha conosciuto i suoi
vivaci interessi di lettura,
la sua curiosità per la
storia, il suo amore per il
canto: facevano di lei una
persona straordinaria e
qualificavano il suo impegno gioioso in tante attività della comunità.
Della sua identità era
parte il patuà di cui difendeva la sopravvivenza.
La candidata al pastorato
Milena Martinat ha ricordato una frase che Alma ripeteva in patuà:
«Non abbiamo bisogno
di grandi cose per essere
contenti». Questa era Alma. con la sua semplicità, la sua saggezza, la
sua fede. «In pace io mi
coricherò, e in pace io
dormirò, perché tu solo,
o Eterno, mi fai abitare in
sicurezza» (Salmo 4. 8).
APPUNTAMENTI
2 giugno, venerdì
TORRE PELLICE: Fino al 10 giugno rimarrà chiusa
la biblioteca valdese. Riapertura martedì 13 giugno.
TORRE PELLICE: Alle 17, alla biblioteca della Casa
valdese, musica da camera con gli allievi della Scuola
di musica intercomunale della vai Pellice.
TORRE PELLICE: Nel tempio, alle 20,30, concerto
degli ottoni di Bissingein, di Teck (Germania).
PINASCA: A Comba la Pera, fino al 4 giugno, «4°
trofeo monte dei sette confini». Gara di tiro alla distanza con la carabina. Il ricavato sarà devoluto
aH’associazione amici dell’ospedale di Romaretto.
VILLAR PEROSA: Alle 20,45, nella sala della biblioteca comunale, serata su «Biancone, cacciatore di
serpenti», diapositive con Massimo Campora.
TORRE PELLICE: Alle 17, nella biblioteca della Casa valdese, il Gmppo di studio vai Lucerna presenta il
romanzo di Piera Egidi «Vent’anni appena», letture e
introduzione con Giovanna Pons; presente l’autrice.
3 giugno, sabato
VILLAR PELLICE: Nel tempio valdese, alle 21, concerto del coro «Nigritella».
INVERSO RINASCA: Alle 21, nei locali della Pro Loco a Fleccia, concerto di fine anno dell’Unione musicale diretta da Alessandro Coucourde.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 16, nella scuola
media, «I musicanti di Brema», fiaba musicale per
bambini, con gli allievi della Scuola di musica intercomunale della vai Pellice.
PINEROLO: Al teatro Incontro, V congresso regionale piemontese della Società italiana di cure palliative, dalle 8,30 alle 13, con interventi del laboratorio
teatrale «I mutuanti», di Piossasco, e tavola rotonda,
nel pomeriggio, dalle 14 alle 16, incontri su «Studi
sulla qualità della vita nella fase avanzata della malattia», durante i lavori esposizione di poster.
4 giugno, domenica
TORRE PELLICE: Alle 14,30, a villa Elisa, pomeriggio di solidarietà per le opere sociali dell’Ywcw-Ucdg.
5 giugno, lunedì
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 15,30, in piazza
XVII Febbraio, i bimbi della scuola materna e delle
elementari della sezione di San Giovanni, indossando
i mascheroni prodotti con materiali riciclati, attireranno l’attenzione degli adulti sul rispetto ambientale, in compagnia dei folletti Cloro e Filla.
RORÀ: Alle 18, alla scuola elementare, presentazione dell’ipertesto e della scultura sull'acqua, nell’ambito della giornata mondiale dell’ambiente.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Fino a oggi è aperta la
mostra didattica su «Il ritorno del gipeto sulle Alpi»,
apertura dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 17, sabato
e domenica dalle 9 alle 12.
6 giugno, martedì
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, nel tempio valdese, musica corale, organo, archi e quattro pianoforti,
con gli allievi della Scuola di musica della vai Pellice.
TORRE PELLICE: Alle 21,15, al teatro del Forte, il
Gruppo teatro Angrogna presenta «Fort Village», offerte a sostegno del Collegio valdese.
7 giugno, mercoledì
PINEROLO: Nella sede dell’associazione «Stranamore», alle 21,15, Fabio Fiore interviene su «11 concetto del politico in Scbmitt».
TORRE PELLICE: Alla Casa della diaconesse, alle
17, i più giovani in concerto per i più anziani, con la
Scuola di musica della vai Pellice.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 14,30, nella scuola
materna di Pralafera, festa e mostra dei lavori dei
bambini della scuola materna e delle prime elementari di Luserna San Giovanni capoluogo.
8 giugno, giovedì
TORRE PELLICE: Fino al 29 luglio, al Centro culturale valdese, mostra «Una finestra su cavatori di pietra. Le cave di Luserna nelle immagini di G. Turin».
VILLAR PEROSA: Alle 20,45, alla biblioteca comunale, serata su « Serpenti, da Adamo a Èva in poi»,
diapositive con Angelo Morisi.
TORRE PELLICE: Alle 21, alla biblioteca della Casa
valdese, concerto di musica da camera. Ingresso libero, offerte a favore dall’associazione «Senza confini».
SERVIZI
VAL PELLICE
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
^ CINEMA
TORRE PELLICE - H
cinema Trento ha in programma, giovedì 1 e venerdì 2, ore 21,15, Pene
d’amor perdute; sabato
3, ore 20,10 e 22,20, domenica, ore 20,10 e 22,20,
lunedì, ore 21,15, Sai che
c’è di nuovo; con Rupert
Everett e Madonna.
BARGE — Il cinema
Comunale ha in programma, venerdì 2, ore
21,15 Pane e tulipani; sabato 3, ore 21,15 Hurricane, il grido dell’innocenza; domenica, ore
15,15, 17,15, 19,15, 21,15,
lunedì, martedì e giovedì, ore 21,15, Mission
to mars.
PINEROLO — La mulrisala Italia propone, alla
sala «5cento», Il gladiatore; feriali ore 21,30, domenica 18,30, 21,30. Alla
sala «2cento» sarà in visione Battaglia per la terra; feriali e domenica 20
e 22,20, sabato 20 e 22,30.
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fax 0121-323831
5 Lusernetta
Musiche del
Rinascimento
Sabato scorso, a Lusernetta, si è svolto un interessante concerto benefico per il restauro della
cappella San Bernardino
con la musica rinascimentale eseguita dal
gruppo Costantino Nigra.
L’organizzazione ha confermato ancora una volta
la collaborazione fra comitato pro-restauro e
Lions Club di Luserna
San Giovanni e Torre Pellice, da molti anni impegnati insieme per la valorizzazione e la salvaguardia dell’opera e dei suoi
interessanti affreschi. Il
ricavato sarà destinato al
restauro, in vista anche
del ripetersi in futuro di
iniziative di questo tipo.
Cantavalli a Fenestrelle
Musica e balalaika
Penultimo appuntamento con la 14" edizione del Cantavalli. Sabato
3 giugno alle 21,15 nella
suggestiva cornice del
forte San Carlo di Fenestrelle suoneranno François Heim e Alexei Birioukov: un duo formatosi in Francia 5 anni fa e
che interpreta un repertorio di musiche dell’area russa, rivisitato in
nuovi arrangiamenti.
Alexei si è diplomato in
balalaika all’accademia
musicale di Mosca ed è
uno dei maggiori virtuosi
di uno strumento diventato il simbolo riconosciuto del folclore russo.
François ha esplorato a
fondo le capacità espressive dell’organetto a partire dallo stile dei paesi
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I musicisti hanno pubblicato insieme 2 dischic
hanno costituito una formazione più ampia, Balagán, con la produzione
di un cd uscito nel settembre scorso. È un concerto caratterizzato dalie
complicità fra i 2 musicisti, in quello che è stai
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Tutto dipende
dal papa
La rivelazione del terzo mistero di Fatima ha occupato
per alcuni giorni le prime pagine dei giornali e dei teledornali. Così abbiamo avuto
modo di conoscere le riflessioni di molti cosiddetti «intellettuali laici», tipo Ernesto
Galli Della Loggia, i quali non
hanno esitato a rivedere tutta
la loro interpretazione della
storia del XX secolo alla luce
delle parole della madonna ai
tre pastorelli nelle sue apparizioni, considerate tranquillamente un evento storico,
oggettivo. Una cosa sconcertate e deprimente...
Per fortuna qualche altro
laico ha reagito a questa resa
senza condizioni al sensazionalismo religioso, e si è interrogato in maniera critica su
questa rivelazione così sapientemente trasformata in
evento mediático. In particolare alcuni hanno dato della
cosa una lettura «politica»;
dopo le famose e (per molti
cattolici «vecchio stampo»)
famigerate richieste di perdono, ecco che, a equilibrare le
cose, arriva il terzo mistero di
Fatima con la sua visione «demoniaca» del secolo appena
trascorso. È un po’ come dire
al mondo moderno: «Noi certo abbiamo fatto degli errori
durante la nostra storia e ve
ne chiediamo perdono ma
voi, da parte vostra, siete tutti
interamente neU’errore».
Forse questa interpretazione della rivelazione del mistero di Fatima è giusta, ma
io ho una mia lettura, più
semplice, meno dietrologica
ma non per questo meno
grave; tutto dipende qui dal
paparé lui che, forzando
molti ambienti della curia, ha
imposto la pubblica richiesta
di perdono qualche mese fa
ed è ancora lui che ha applicato a se stesso l’immagine
del «vescovo vestito di bianco» che tutti ormai conosciamo. E così oggi anche un teologo comunque serio come il
cardinale Ratzinger deve arrabattarsi a dare un’interpretazione ufficiale alle parole
del terzo mistero.
Il frutto finale di questo
pontificato e dell’Anno Santo
è l’appiattimento assoluto di
tutta la Chiesa cattolica sulla
figura del papa. Mai in passato il papa è stato «tutto» come è oggi; e certo è impressionante vedere come una
istituzione e una realtà umana formata da centinaia di
milioni di persone sia riassunta ed espressa nell’ottan
POSTA
tenne «vestito di bianco» che
(quando non viaggia) abita in
Vaticano. Fateci caso: non
esistono più, o almeno non
hanno più visibilità, nell’ambito cattolico, movimenti di
opinione, correnti teologiche
diverse e in dialettica fra loro.
Noi protestanti non ci rivolgiamo più ai cattolici chiamandoli «papisti»; ci sembrerebbe di cattivo gusto. Eppure, a parer mio, la Chiesa cattolica non è mai stata così
«papista» come oggi. Non so
se i cattolici possono essere
contenti di questo.
Ruggero Marchetti - Aosta
Dove sono
i laici?
Mi riesce sempre molto
difficile capire perché in Italia non ci siano reazioni in
merito all’attuale situazione
di ingerenza sempre più
esplicita del Vaticano nella
vita italiana. Non ci sono voci
di dissenso, nessuno fiata sui
programmi tv sempre più invasi da madonne, da santi e
dal papa. Per questo mi domando dove sono finiti i laici,
non quelli come me che, se
mandano una lettera di protesta alla Rai o ai giornali,
possono essere sicuri che
sarà cestinata. Parlo dei laici
con la L maiuscola, quelli che
hanno un seguito, quelli che
non possono venire cestinati;
ebbene, non ho sentito una
sola voce che si alzi per denunciare questo asservimento. Forse, in qualche circolo
specializzato, i laici queste
cose se le dicono fra loro, ma
ci vorrebbe una maggiore
esternazione per coinvolgere
un maggior numero di persone, perché è indubbio che la
debolezza dello stato italiano
ha le sue radici nella secolare
sudditanza al Vaticano.
Ho ragionato su questo e
mi sono convinta che questi
laici hanno «paura». Paura di
esporsi, paura di essere emarginati, ma forse c’è anche una
diminuita passione per la difesa di una società laica e pluralista in tutti i sensi. Pare che
sull’argomento della divisione
fra stato e chiesa tutto sia sotto l’effetto del cloroformio. Ci
si accontenta di avere una
udienza dal papa, perché
questo fa notizia e si è messi
in evidenza dalla tv. In Italia
questa è la situazione. Sarebbe interessante che gli abbonati di Riforma all’estero dessero la loro valutazione del
peso che ha il cattolicesimo
nello stato in cui vivono.
Ho alcune proposte da fa
re. Propongo alla Repubblica
italiana di chiedere l’annessione alla Città del Vaticano,
ripristinando così lo Stato
della Chiesa. Ci sarebbe almeno chiarezza. Propongo
inoltre di fare una turnazione
fra gli stati più cattolici per
dare la residenza al papa e a
tutto il Vaticano, così i «vantaggi» potrebbero essere suddivisi equamente.
A parte le battute io sono
convinta che anche in Italia
ci sono dei laici importanti e
influenti che condannano
questa situazione. Ma allora
perché tacciono? Forse anche
questa è un’illusione, forse
anche i laici sono una specie
in via di estinzione da segnalare al Wwf, come la tigre siberiana e la foca monaca. Ma
per la foca monaca ci sono
alcune speranze.
Anna Celli - Pomaretto
Wojtyla bifronte
Non sembra che lo svelamento della terza «profezia»
di Fatima abbia corrisposto
alle aspettative suscitate.
Forse una parte del popolo
cattolico si attendeva qualcosa di più che una rivelazione
circoscritta alla figura del
pontefice, qualcosa che riguardasse il futuro deU’umanità e della stessa chiesa. Anche alcuni giornali tradizionalmente laici si sono espressi sull’argomento in termini
vaghi e acritici; lo stesso hanno fatto certi «intellettuali
progressisti» che, seppur con
qualche riserva, si sono uniti
all’entusiasmo generale.
Si ha la sensazione che la
politica ecclesiastica di Karol
Wojtyla sia in bilico tra una
visione conservatrice e una
apertura prudente alle nuove
prospettive della teologia, ma
è difficile prevedere gli sviluppi. Infatti questo papa si
caratterizza per una mutevolezza sorprendente: mentre
fa pubblicamente ammenda
dei peccati della chiesa per le
persecuzioni ai protestanti,
chiede perdono agli ebrei per
il silenzio della chiesa di
fronte al genocidio nazista
ma cerca di giustificare l’operato di Pio XII. Rifiuta il dialogo con i teologi della liberazione, sempre più emarginati
e costretti al silenzio. Sembra
che il suo interesse principale
sia quello di ridare alla chiesa
un ruolo primario non solo a
livello morale e spirituale, ma
anche politico e sociale.
Come bilanciare questo atteggiamento con le aperture
più volte affermate? Siamo
oggi in un contesto multicul
Passatempo
Fuga
Due amici stanno discutendo: - Ma allora
perché sei scappato dalla sala operatorià prima dell’operazione? - Perché l’infermiera
continuava a ripetere; «Coraggio, non abbia
paura, è un intervento semplicissimo...». Embé? Non ti ha tranquillizzato? - No, perché lo diceva al chirurgo!
Matrimonio
Da una predica matrimoniale: «...e se avrete dei figli... come all’apparenza si direbbe...».
Soluzione del cruciverba del numero scorso
Non esattamente
Un imponente pastore anglicano entra
nella prima classe di una scuola domenicale.
Con voce solenne domanda: «Sapete chi sono?». Nel silenzio intimorito che segue, si
ode una flebile voce: «He is Godi» (È Dio); al
che il pastore risponde: «Not exactly» (non
esattamente).
in campagna
Un pastore di una chiesa di campagna si
sofferma a parlare con un contadino intento
a coltivare il suo orto con molta abilità e
competenza. «Chissà quanto sarete riconoscente al Signore che fa crescere tanti buoni
e ricchi ortaggi!», dice il pastore. Al che, il
contadino risponde: «Certo sono molto riconoscente al Signore, ma in tutta confidenza
le dirò che quando c’era lui solo a occuparsi
del mio orto era un disastro!».
Ancora in campagna
Un pastore di una chiesa di campagna incontra una ragazzina, sua catecumena, che
conduce una mucca. «Dove vai, carina, con
quella mucca?». «La porto al toro». Il pastore
piuttosto imbarazzato ribatte: «Ma insomma, certi servizi non li potrebbe compiere
tuo padre?». «No, ci vuole proprio il toro».
Funerale
Orazione funebre per un membro di chiesa particolarmente attivo: «Fratelli, stiamo
sotterrando un cristiano vivente!».
Perchè non gestire anche la quota di chi non sceglie?
Valdesi e metodisti e l'Otto per mille
Caro direttore, dopo 3 anni di utilizzo
dell’otto per mille, ritengo opportuno fare
un primo bilancio e una proposta.
In 3 anni la Tavola valdese ha gestito circa
19 miliardi di finanziamenti secondo le linee guida indicate dal Sinodo che ha approvato l’otto per mille, linee guida che sono rivelate provvidenziali, chiare ed equilibrate.
A parte le considerazioni che ognuno potrà
fare sul gradimento delle destinazioni, possiamo convenire che la caratteristica più saliente della gestione deli’otto per mille è stata la trasparenza del processo di valutazione
e di assegnazione; in pratica abbiamo pubblicato tutto e nascosto nulla, cosa abbastanza inusuale nel nostro paese.
Notizie dettagliate sono state date su
Riforma e, in forma più concisa, su alcuni
quotidiani nazionali; inoltre sul sito Internet
della Chiesa valdese è accessibile a chiunque e in qualunque momento l’elenco analitico dei progetti finanziati. Quest’anno le
destinazioni dell’otto per mille 1999 sono
state divulgate anche con la rivista Avvenimenti in 50.000 copie e, il 19 maggio, come
allegato a «Venerdì» di La Repubblica in
800.000 copie. A tutti coloro che vogliono
leggere dovrebbe essere chiaro che la Chiesa valdese (Unione delle chiese valdesi e
metodiste) a differenza di altri, è solo un tramite per investire l’otto mille in progetti sociali, assistenziali o culturali e che nulla rimane in tasca sua. Gli stessi lettori sanno
quindi dove sono stati spesi i soldi ricevuti e
sanno che 95 lire su 100 hanno raggiunto la
destinazione finale, cioè i beneficiari dei
progetti, siano essi in Italia o all’estero.
Questo vale l’l,43% (coloro che hanno firmato per la Chiesa valdese) del 45% (coloro
che hanno espresso una scelta) dell’otto per
mille del gettito dell’irpef. Che fine ha fatto
il 55% (la quota corrispondente a coloro che
non hanno espresso una scelta) a cui la
Chiesa valdese ha rinunciato a favore dello
stato? Non mi sembra che sia stata fatta al
cuna informativa comparabile a quanto fatto dalla Chiesa valdese.
Ma la mia vera domanda è questa: con il
progetto bambini di strada di Bucarest abbiamo trovato ogni anno sistemazione, scuola e famiglia a 15 bambini (sui 3-4.000 che vivono nelle fogne); avremmo potuto aiutarne
almeno altri 15, perché non lo facciamo? Con
il progetto ospedali in Camerún abbiamo inviato un’ambulanza, medicinali e strumenti
medicali a un ospedale, perché non a 2 ospedali? A 2 scuole in Sud Africa? A 2 allevamenti
di bestiame in Mozambico? A 2 ospedali in
Italia? A 2 case famiglia per donne o bambini
violentati, a 2 case per anziani, a 2...
Bene aveva fatto il Sinodo ad avviare in
questo modo più limitato la gestione
dell’otto per mille ma oggi, dopo 3 anni di
esperienza, con procedure, prassi e ufficio
funzionanti, bilanci e rendiconti divulgati e
ora, per l’anno 1999, anche certificati da un
revisore esterno del calibro di Arthur Andersen, non è forse tempo di saltare il fosso e
passare a gestire anche la quota corrispondente alle scelte non espresse?
Chi ha letto i numerosi articoli apparsi su
Riforma o visto Protestantesimo in televisione sarà rimasto colpito da quale profondo
significato di vita (o di morte, se non fatti)
hanno i nostri progetti per chi quotidianamente lotta per la sopravvivenza. Le testimonianze di chi ha visitato di persona questi
luoghi sono drammatiche e ci ricordano come i nostri progetti di sviluppo, anche di poche lire, siano attesi con un carico di grande
speranza. È forse a questi esclusi dalla società globale che dovremmo spiegare perché
non usiamo tutti i talenti di cui potremmo
disporre e li lasciamo in mano a uno stato
che forse li utilizza per restaurare qualche
chiesa barocca. A mio parere il Sinodo di
quest’anno potrebbe riflettere su queste
speranze inevase, sui nostri doveri e pronunziarsi in merito.
Bruno Ricca - Roma
turale e multireligioso, in cui
la chiesa se da un lato non
può negligere al suo ruolo di
testimonianza deve comunque convivere con diversità
di natura religiosa, etica e
culturale, senza particolari
priviiegi. La nostra è un’epoca segnata da mille problematiche e contraddizioni, ma
la Chiesa cattolica non può
affrontarle ricorrendo alle comode scorciatoie del miracolo e del mistero.
Non è certamente questa la
strada giusta per incentivare i
rapporti ecumenici che hanno come fondamento l’unità
intorno alla Scrittura, alla Parola di Dio che ci interpella e
ci chiama alle sfide del futuro, che ci rivela la pienezza
della libertà in Cristo fondata
su una fede che abbatte ogni
superstizione e rafforza la
speranza di un mondo nuovo
fondato sulla giustizia e la pa
ce, dove non c’è posto per rivelazioni di arcani misteri ma
solo della Verità che libera e
affranca dall’oscurantismo.
Siamo tuttavia fiduciosi che il
buonsenso alla fine perverrà,
che tanti cattolici, che come
noi non condividono simili
manifestazioni, faranno sentire la loro voce.
Umberto Delle Donne
Roma
«Purtroppo»
la Costituzione
«Purtroppo dobbiamo adattarci a una situazione nella quale vi è una Costituzione
che ci impone vincoli e costituisce diritti». Purtroppo.
Questa frase è stata pronunciata non da una persona
qualsiasi, ma dal presidente
del Consiglio dei ministri, il
prof. Giuliano Amato, in ri
Esequie classiche
a 2 milioni 500 mila
L'impresa di onoranze funebri «Il Giubileo» offre un funerale classico a 2.500.000 lire e un funerale di lusso a lire 3.900.000
(esclusi eventuali diritti comunali, necrofori).
«Per un funerale di lusso con l'impresa "Il Giubileo" ho speso 3
milioni 900 mila lire: esattamente la metà rispetto a quanto mi era
stato preventivato da un'altra impresa a cui avevo domandato il
preventivo, richiedendo lo stesso tipo di servizio».
La dichiarazione della signora Maria Stella B., di Chivasso,
pone l'accento su un fenomeno di cui tutti hanno avuto la prova
o, per lo meno, hanno sentito parlare: la grandissima differenza
nei costi dei funerali, a parità di servizio.
Il caso della signora Maria Stella B. è emblematico (il cognome
è omesso per ragioni di privacy, ma si tratta sempre di persone
che hanno usufruito dei servizi dell'impresa «Il Giubileo»), E' cioè
sufficiente informarsi, cercare un'alternativa all'«lmpresa di famiglia»
presso la quale ci si è sempre servili, e scoprire che si possono ottenere prestazioni uguali nella qualità, ma molto diverse nel prezzo, con un notevolissimo risparmio.
Decessi In especfafe: €onslglto ai Parenti
Non I
torio i
nitarie i
mite, segnoH quli$ta o queK'imptesa funebre. Le segnalazioni, illecite, gravano pesantemente sul costo dei servizio.
ONORANZE sisTEUNEBRI Sede centrale ed esposizione
„ ______—, .r-v C.so Bramante S6 • Torino
IL GIUBILEO Tel. On.663.30.05
sposta al «question time» della Camera (24 maggio), sulla
richiesta di vietare il corteo
«Gay Pride» a Roma nell’anno del Giubileo. Purtroppo.
Una frase del genere si potrebbe commentare come un
tentativo di restaurazione del
fascismo concordatario, cominciata con il dibattito sui
finanziamenti alle scuole
confessionali. Purtroppo, anche lì la Costituzione imponeva dei vincoli che (non «e»)
costituiscono i diritti. La Costituzione, massima espressione della storia dell’Italia
contemporanea, da quasi
dieci anni è sotto tiro. L’attacco si esprime in vari modi,
tra cui la svalutazione del referendum, ormai ridotto a un
sondaggio d’opinione. Eppure la Costituzione resiste.
L’ordine e l’omogeneità sono da difendere, la maggioranza va salvaguardata, ma la
Costituzione è sempre fi a difendere le minoranze, purtroppo. Fortunatamente, meno male, grazie a Dio, c’è la
Costituzione che ci salva da
questo. Ma quanto durerà?
Quando faremo sentire la nostra voce di cittadini e cittadine contro questi attacchi alla
libertà, alle minoranze, ai diritti umani? Forse, quando
scopriremo che, per caso, apparteniamo anche noi a una
minoranza! E allora sarà troppo tardi. Non basterà la Costituzione a difenderci. Come
non è bastata contro la disoccupazione (art. 1) o contro la
guerra (art. 11).
Fortunatamente ci sono le
minoranze. Fortunatamente
ci sono le persone omosessuali, gli immigrati, le donne,
i giovani e le giovani che, magari con la provocazione, interpretano la società. E spesso la loro interpretazione è illuminante. Fortunatamente.
Non purtroppo.
Peter Giaccio - Roma
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16
r
PAG. 16 RIFORMA
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i. (I
venerdì 2 GIUGNO 2000
Jorge Neri, membro della direzione, sta compiendo una «tournée» in Europa
Il Movimento dei senzaterra sfida il governo brasiliano
In Brasile molti obiettivi
del «Movimento dei senzaterra» (Mst) vanno nella stessa direzione di quelli di alcuni settori delle chiese. Lo afferma Jorge Neri, 34 anni,
membro della direzione nazionale del Mst e del servizio
delle relazioni internazionali
del movimento. Il Mst, che
raggruppa 200.000 famiglie
reinstallate, è oggi il movimento popolare più importante dell’America latina.
«Abbiamo relazioni privilegiate con le pastorali sociali
della Chiesa cattolica brasiliana, in particolare con la
Pastorale della Terra; il suo
coordinatore, mons. Tomás
Balduino, è tra i vescovi che
sono un esempio di coerenza
e di dedizione nei confronti
dei poveri», dice Neri.
Nonostante questi ottimi
rapporti, spiega Neri, non si
può parlare di «alleanza» con
la Chiesa. «Il Mst è un movimento sociale e, in quanto
tale, non può né deve optare
per una struttura ecclesiastica. Si tratta di livelli differenti, anche se collaboriamo».
In un certo senso, secondo
Neri, il Mst effettua anche
«una forma di lavoro pastorale, nella misura in cui cerchiamo di elevare il livello di
coscienza della gente, proponiamo una più ampia e
migliore educazione e tentiamo di migliorare i rapporti sociali nelle campagne».
Jorge Neri sta facendo, fino
al 15 giugno, una «tournée»
europea di solidarietà che lo
porterà in 10 paesi, per incontrare responsabili religiosi, rappresentanti di organizzazioni non governative, di
associazioni sociali e politiche, di gruppi di solidarietà e
Una manifestazione dei contadini senzaterra neilo stato brasiiiano dei Parà
dei parlamentari. «Ci proponiamo di informare la comunità internazionale sulla nostra situazione, di denunciare la crescente rèpressione
del governo contro l’intero
movimento popolare e di
chiamare ad una solidarietà
più attiva», dice.
Durante le mobilitazioni
popolari organizzate nella
terza settimana di aprile per
protestare contro le celebrazioni dei 500 anni del Brasile,
un «senzaterra» è stato ucciso
dalla polizia. Oltre 70 manifestanti, alcuni dei quali sono
tuttora in carcere, sono stati
arrestati e c’è stato un centinaio di feriti. «Mentre denunciamo questa violenza istituzionale* e chiediamo alla comunità internazionale di fare
pressione sul governo brasi
liano per frenare questa tendenza repressiva - dice Neri vogliamo spiegare in Europa
che il Mst è un movimento
che fa proposte positive per il
bene del Brasile e che difendiamo nuovi valori: da un lato la solidarietà umana tra
noi tutti, tra Nord e Sud, non
in una forma pia, ma come
un principio etico di base.
Dali’altro lato, un rapporto
orizzontale tra i membri del
Mst». A questo va aggiunto il
principio della direzione collegiale e temporanea. Dopo
un mandato di due o tre anni, un responsabile nazionale
torna alla base, precisa Neri,
sottolineando anche i grandi
sforzi del suo movimento per
rivendicare un nuovo ruolo,
più equo, per le donne.
«I nostri valori attingono a
(Foto missionari cappuccini)
fonti diverse: il cristianesimo,
gli insegnamenti di Gandhi, i
criteri socialisti... cerchiamo
di raggiungere un vero equilibrio tra l’uomo e la natura,
siamo consapevoli che tutto
ciò implica una proposta di
cambiamento radicale, che
non è possibile accettare una
via di mezzo tra la logica
egoistica del capitalismo e
quella dell’uomo nuovo conclude Neri -. Questa visione spaventa il governo.
Non tanto perché occupiamo
delle terre o delle strade, ma
perché teme che costruiamo
un nuovo tipo di organizzazione sociale che possa diventare un punto di riferimento e costituire “un cattivo esempio” per l’insieme
della società brasiliana e lati(eni)
noamericana».
i L'ex leader sudafricano accusato di furto
Allan Boesak condannato
a tre anni di carcere
IIl2 maggio scorso la Corte d’appello di Città del Capo
ha condannato Allan Boesak
per furto e truffa commessi
quando era direttore della
Fondazione «pace e giustizia»
(oggi sciolta) creata negli Anni 80 per finanziare attività
contro l’apartheid. Lo scorso
anno, l’Alta Corte aveva chiesto una pena di sei anni; l’ex
pastore riformato sarà detenuto in una cella comune,
senza privilegi speciali.
L’arcivescovo Desmond Tutu, Premio Nobel della pace
e compagno di Boesak nella
lotta contro l’apartheid, ha espresso, in una dichiarazione
fatta il 13 maggio, la sua
«profonda tristezza» all’idea
di vedere andare in carcere
un ex pastore e presidente
della Chiesa missionaria riformata olandese: «Sono profondamente rattristato all’idea di
vedere Allan andare in prigione - ha dichiarato -; rendiamo omaggio all’enorme contributo che egli ha dato nella
lotta per la democrazia».
L’organizzazione umanitaria delle chiese danesi, DanChurchAid, che sei anni fa ha
svolto un ruolo attivo nell’apertura di un’inchiesta
contro Boesak, si è congratulata della decisione della
Corte. «Per l’insieme delle
organizzazioni non governative, è importante affermare
chiaramente che il cattivo
utilizzo dei fondi non è accettabile», ha dichiarato Christian Balslev-Olesen, segretario generale dell’organizzazione danese. DanChurchAid
era una delle organizzazioni
che avevano dato soldi alla
li sogno di una casa, di cibo
a sufficienza, di una buona
istruzione, di un lavoro.
Per un bambino dei Terzo
Mondo questi sogni si
avverano molto più
difficilmente che per un suo
coetaneo del Primo Mondo.
Per colpa delle guerre, delie
carestie, dell’alterazione del
clima, dei sottosviluppo di
questo grande continente.
Per questo le chiese valdesi
e metodiste hanno deciso di
investire una quota dell’S per
mille, a loro esplicitamente
destinato dai contribuenti,
per sostenere progetti di
cooperazione allo sviluppo
nel Terzo Mondo realizzati in
collaborazione con
organismi ecumenici,
istituzioni locali,
associazioni di volontariato.
Un dettagliato rapporto deH’utilizzo
dei fondi ricevuti è stato pubbiicato
sui maggiori organi di stampa
e su Riforma del 14 maggio 1999
Tutti i fondi
dell’S per mille
destinati alle
chiese valdesi e
metodiste sono
stati investiti
esclusivamente
in progetti
sociali e
umanitari in
Italia e
all’estero.
E sarà così
anche in futuro
Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it
sito Web: http://chiesavaldese.org
Commissione diretta da Boesak, e Balslev-Olesen ha testimoniato contro di lui durante il processo.
A Ginevra Paraic Reamon
incaricato dell’informazione
presso l’Alleanza riformata
mondiale (Arm), ha precisato
«che è chiaro che non abbiamo commenti da fare sul verdetto della Corte ma, in questo momento difficile per Allan Boesak, vogliamo rendere
omaggio al suo ruolo nella
lotta contro l’apartheid e al
suo contributo alla presidenza dell’Arm dal 1982 al 1990.
Nonostante tutto quello che
è successo da allora, gli saremo sempre grati per questo».
Il Congresso nazionale
africano (Anc), pur accettando la decisione della Corte,
si è dichiarato «rattristato»
per la sentenza inflitta a un
eroe della lotta di liberazione. L’Inkhata Freedom Party, partner del governo, ha
dichiarato che il verdetto
avrebbe dimostrato ai donatori esteri che la corruzione
non è tollerata in Sud Africa
e che nessuno è al di sopra
delle leggi.
Boesak si è dichiarato vittima di un flagrante errore
giudiziario. «Andrò in prigione da innocente - ha detto
durante una conferenza
stampa a Città del Capo nel
suo ultimo giorno di libertà-.
Non sono colpevole dei fatti
che mi vengono rimproverati
e quindi continuerò a cercare
ogni via di ricorso. A questo
riguardo, riteniamo di avere
una buona ragione per portare la vicenda davanti alla
Corte costituzionale». (enij
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