1
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo lu veiitfi ticH» cvità
Kv*.». IV. 11.
Si distribuisce oyui Veuerdì. — Per cadun Numero ceutesimi IO. — Per caduna linea d’iuscrziune cenleslnii 21).
CoudiziMiit d’AHSOciaziuiie t
Per Torino — Un Anno L. 5. — Adomicilio L. « ■ — Pruvi.nue L. « «o.
Sei mesi
Tre mesi
3.
3 50
9 t5
3 95.
t sm.
Per Francia e Srizzera fraoco a destinazione, e per l'Inghilterra franco al coiiHne lire 9 50
per un anno, e lire 3 per sei mesi.
Le Associazioni si rkevonn: in Torino airi/III*lo il<*l viale dol He, nura St.
— A Genovu, ull& «'iipiioltii I'hIcIomc. mura di S. Chiarii.
Nelle provini iu, iire.-i. tuUi gli Ufficii pontali pei mezzo di Kt*i//ia,clicduvrttjiiio esaere inviali
franco al Direttore della nro^tA N<>\ ell.ì e non altrimenti.
Airestero, ai wtcncnii indirizzi: l.n?(or.A, dai »igg. Mnehetl e C. lilirai, 21 Ih-nirrn-jitreeL
Parigi, dallalibreriaC. Meyrucis,rue Trom het, 2; S\ut:*, dal nig. Pi*vrol-Tiiu*l IìIm'uìo- Lìohk*
dai sigg. Denjs et Petit Pierre lihrai, me Neuve, i8; Oi.-«KVftA, dal* sig. E. Hi‘i„ud libici
Losanga, dal sig. Delafontaine libraio.
Soiiiiiiaiio.
Appendice : Cenni storici sulla Riforma in Italia nel
secolo XVI — A'miei concittadini, XIV, Conclusione. — L'uomo fossile. — Storia di reliquie ,
simile.ad altre.—Lo Stato romano svelato, VII.
— Notizie : PlBMONTB.
A’ MIEI CONCITTADINI
Conclusione.
XIV.
A compimento di quanto io dissi, o miei concittadini, penso che non sarà inutile riepilogare
alcune delle principali verità esposte, citandovi
a maggiore conferma di esse qualche altro passo
delle Sacre Scritture.
Credetelo, finché non « ci scontriamo tutti
nell’unità della fede, e della conoscenza del Figliuol di Dio — noi saremo bambini, fiottando,
e trasportati da ogni vento di dottrina, per la
baratteria degli uomini, per la loro astuzia all’artificio, ed insidie dell’inganno— e per l’iddio di questo secolo che ha accecate le menti
degl’increduli ; acciochè la luce deH’Evangelo
della gloria di Cristo, il quale è l’imagine del
APPENDIGE
CENNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI.
XXXVI.
Nè meno operosi, abbenchè non pari di niente
al Vergerio, furono gli altri esuli italiani,!quali
introdussero il Vangelo nella più parte delle due
Engadine e nel territorio di Pregalia, e contribuirono grandemente ad accrescere in quella
repubblica il numero dei protestanti (1). L’opera
degli esuli era civilizzatrice non meno che religiosa, perchè mirava nel tempo stesso a diroz
(1) Il comune di CastaJiet fu riformato da Girolamo Ferlino, siciliano ; Bendo, da Girolamo
Turriano di Cremona ; Bevers da Pietro Parisotti
di Bergamo ; Siglio da Giovanni Francisco ; Pontresina ebbe per primo ministro Bartolomeo
Silvio di Cremona; Vestan abbracciò il Vangelo
per opera di Evandro, anch’esso italiano ; e Casauccia ebbe sempre pastori italiani.
l’invisibile Iddio, non ris[>lenda loro » (Paolo
agli Efesi, IV, 13, 14 — ai Corinti, IV, 4).
Eppure quella religione che ò .'scandalo agli
uomini pii del romanesimo, e pazzia ai dotli
del secolo, quella religione di spinto, di verità,
di libertà, per cui ci ò concesso d’investigare
ogni cosa , eziandio lo cose profonde di Dio ;
quella religione, io dico, non ò soltanto il primo
interesse dell' individuo nelle sue attinenze col
Creatore, ma è altresì il primo e più stringente
bisogno della società, la fonte c la regola dell'incivilimento. Le scienze, lo bolle arti, le industrie, i traiTichi sono espressioni dello spirito
umano, e ciò che le rende prodigioso 6 dunque
l’idea, il pensiero che racchiudono : ora, so
questo spirito o pensiero non ò cristiano, per
diffondere l’educazione, spandere il lavoro, sollevare gl’infelici, moralizzare gli uomini, lo
ricchezze che ne derivano da quelle scienze,
arti, industrio e traflìchi, anzichò essere strumenti pel bene, diventano mezzi di corruttela:
ed ecco la necessità sociale che la religione
della Bibbia, la sola vera e che per conseguenza
ne abbia la forza, venga in aiuto, ailinchù il
danaro non serva ai godimenti materiali, a corrompere gli animi, a suscitare le passioni del
ricco e del povero, ad essere finalmente maledizione in vece di benedizione, e ad attirare la
rovina sui popoli e il gastigo della Provvidenza.
Adesso io vi domando se rimanendo increduli
zare le masse mercé la pubblica istruzione che
veniva loro affidata.
Ma le principali cure furon da essi rivolte
alle provincie dei Grigioni, situate fra l’Alpi e
l’Italia,cioè: la Valtellina,! contadi di Chiavenoa
e di Bormio e la valle di Puschiavo.
L’abate Oleose nella Vila di san Carlo Horromeo, facendo il quadro dei disordini cattolici
nella Valtellina cd in Chiavenna, all’epoca di cui
parliamo, diceva: < Le verità più importanti della
fede eranvi ignorale pressoché da tutti; i fedeli
erano infelicemente avvolti fra ie tenebre della
superstizione e degli errori più grossolani ; la
sregolatezza dei ministri della Chiesa quella di
gran lunga avanzava dei laici medesimi ; la crapula, l’ubbriachezza e l’impurità facevano ovunque i più orribili guasti; i chiostri, in luogo di
essere l’asilo dell’innocenza, eran diventati alIretanli recessi dell’ozio, della scelleratezza,
del delitto e della più scandalosa licenza ; a tulli
erano aperti i monasteri delle vergini, ove non
solo i discorsi più frivoli ed inutili delle cose
mondane, ma la dissolutezza, le danze, i festini,
eranvi succeduti al canto divino dei salmi, alla
0 indifferenti alla religione sia dar prova di |)atriottismo e di sai»ienza j)olitica, c. si; il dodicarsi ad essa non sia iu veco studiare da vicino
le cause della prosperità o decadenza , miseria
e schiavitìi dello nazioni ?
Ed in particolare, voi o cittadini credenti,
nou però nella dottrina di Cristo conio supponoto in buona fede, ma iu una dottrina architettala dai preti, scuoteto il giogo loro, tornato
uomini, riacquistato la lilierUich’ù dono di Dio,
fato uso della vostra monto ; nossiiii pajia ò
stato crocili.sso per voi, ma Cristo ; nò sieto
certo battezzati nel nomo di alcun pontefice,
bensì in quello del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo ; ascoltate dunque Gesii Cristo o i
suoi aposloli cho vo lo predicano, e non siynttreyijiatuj la vostra fede, ma mwi aiulalor i
(II. Cor., I, 24), parlanil/ì a toi come ad intendenti, e lasciando che giudichiate i lor detti
(1. Cor-, X, 15), e deMandu con ricordo la vostra sincera inente (11. Pibt., Ili, 1 . In quanto
a me, certo, cono.sciuti gl’insegnamenti veri di
Gosii Cristo 0 degli apostoli, non jiosso consideiare nel papismo se non l’adempimento dello
profezie, annunzianti i falsi Cristi, l’apostasia,
l'uomo del peccalo, che siedo nel tempio di Dio
come Dio, mostrando so stesso e dicendo elio
egli è Dio (II. lessai., Il, 3 e seg.).
Il matrimonio, dicono i clericali, è un sacramento ; ebbene, s'è tale, perchò ad essi mode
preghiera ed alla meditazione delle verilà della
fede ».
Il terreno era dunque propizio in quelle provincie alla propaganda evangelica; e su le nuove
dottrine vi furono dapprima abborrile quali
dommi infernali, ascoltavansi poscia per vaghezza e curiosità, disculevans! quindi come farehbesi di politico problema; e infine per giuste
e ben fondate adoltavansi da molti eziandio del
basso popolo.
Le cose dei cattolici andavano da ogni lato
cadendo; e l'arrivo degli aposloli italiani fu ad
esse fatalissimo. Costoro, numerosi, ricchi di
dollrina, esperti nelle controversie , audaci ed
operosi, fecero progredire oltre modo la propaganda, in ispecie a Chiavenna, dovele principali
famiglie non tardarono a far parte delia Chiesa
nascente (I).
(1) Fra’più distinti esuli italiani che predicarono in quelle provincie la Riforma possono citarsi frate Agostino Mainardi,piemontese; Giulio
di Milano, prete secolare e dottore in teologia;
il siciliano Camillo,detto poi Renato; Francesco
Negri da Bassano, celebre pei suoi scritti contro
2
simi vietarlo e dare occasione agli scandali ?
Perchè sono uomini che propongono cose false
per ipocrisia, di cui lo Spirito dice espressamente che vieteranno il matrimonio (I. Timot.,
TV); comanderanmo d’astenersi da' cibi che Iddio ha creati ; quantunque sia pur detlo con
tutta chiarezza, «Niuno vi giudichi in mangiare,
od in bere » [Coloss., II, 16 — 1. Cor., X, 2oetc.)
e contrasteranno, in somma, alla verità, come
.lanne e Jambre contrastarono a Moisè (II. Timot., Ili, 8). E cosi progredendo, altri sacramenti sono per costoro l’estrema unzione e
l’ordine sacro; ma l’olio, di cui si servono, era
nel giudaismo un tipo dell’unzione di Spirito
Sanlo ; Spirito che doveva essere offerto a tutti
gli uomini, in perpetuo, purché lo domandino
al Signore, che non ha voluto lasciare orfani i
credenti in Gesli Cristo, nè dar loro uno Spirito
di servitìi, a timore; anzi lo Spirito di adattazione, pel quale gridiamo. Padre (Lue. XI —
(Jiov., XIV —II —7?owi., Vili). No, concittadini, illuminando le vostre menti, è impossibile che seguitiate a credere che un po’d’olio
e di balsamo, dopo alcune parole e alcuni gesti
ilei vescovo, acquisti la virtìi dello Spirilo di
Dio : osservale anche in ciò soltanto quale
grossolano materialismo siasi introdotto nella
chiesa papale. E lo stesso è del battesimo come
ho detto; ve lo conferma s. Pietro negli Atti,
parlando dei primi Gentili cho furono battezzati, e parlando nella prima Epistola ai Cristiani, dovo ci ammae.stra che il battesimo non
consiste nel nettamento delle brutture della
carne, ma nella domanda di buona coscienza
appo Dio (Atti, XI, 16 — I. Ep., JII, 21.)
Circa alla messa, al purgatorio, alle opere,
cho cosa aggiungerò, per non riportare tutte le
citazioni scritturali condannanti la clerocrazia?
Per la messa bastino queste parole di s. Paolo
agli Ebrei, cap. X:«Per una unica olTerta, Egli
(Gesìi) ha in perpetuo appieno purificati coloro
che son santificati. Or lo Spirito Santo ancora
ce lo testifica ; — Quest’ò il patto, ch’io farò
Nacquero allora fra’protestanti e cattolici dispute e contrasti che talvolta, per parte dei
primi, già forti per numero e pel favor del governo, assumevano il carattere di soperchierie,
e per parie de’secondi mulavansiiii vergognose
insidie ; questi ultimi, per sostenere il loro culto
e far dispetto a^li avversarii, inventavano miracoli, celebravano riti, facevano esposizioni e
processioni con pompa grandissima; istituivano
confraternilo e congreghe, ed ai Larii, ai Viali,
ai Prestili, ai Compitali, ai Pluviali della gentilità
soslituivano sulle porle delle case e su quelle dei
poderi, noi biviie trivii, immagini di santi e madonne ed anime purganti, senile o dipìnte da
pessimi artisti, che il volgo protestante sfregiava
a sassi, a moschellate ed imbratti.
]a Clliesa romana; il mantovano Francesco Stancar!; Paolo Gaddio di Cremona; Scipione Lentulo di Napoli; il conte Celso Martinengo, ecc..
Costoro fondaronp chiese evangeliche a Chiavenna, a Caspan, a Sondrio, a Teglio^ a Trevisio,
a Montagna, a Morbegno , a Traona, Puschiavo, ecc., e scuole in varii punti di queste provincie.
con loro dopo que’ giorni ; Il Signore dice, io
metterò le mie leggi ne’lor cuori, e le scriverò
nelle lor menti. E non mi ricorderò piìi de’ lor
peccati, nè delle loro iniquità. Or, dov’è rimession di queste cose, non v’è più, offerta per lo
peccato 9 : nè può essere altrimenti perchè la
rimessione è stata fatta da un Dio, e disconoscere il prezzo del sangue di Gesù ed il valore
infinito del suo sacrificio è una enormità, una
bestemmia, una follìa. Giudicate, al presente,
se sta a voi il chiedermi il perchè io non assista alla mossa, o a me interrogarvi so avete
l’intenzione di seguitare nella miscredenza verso
Colui che ha riscattata la sua Chiesa col proprio sangue {Atti, XX, 28) ; voi che dito di credere in Gesìi Cristo, ed invece credete agli uomini dalla lunga sottana.
E se il sangue di Gesìi Cristo ci purga da
ogni peccato (1. Giov., I, 7), a che il purgatorio
di fuoco, di cui nè Gesìi Cristo, nè i suoi discepoli hanno parlato mai? Dov’è il rispetto alla
Parola di Dio ! Guai a quelli che fanno decreti
iniqui! (Isaia, X). Satana stesso si trasforma
in angelo di luce, ha detto s. Paolo (II. Cor., XI,
14) ; e infatti si presenta come assai lusinghiera
l’idea di un luogo temporario di espiazione oltre
la tomba, e della facilità di alleviare le pene
(lei condannali colle preghiere e colle messe,
purché si abbiano danari ; ed è assai lusinghiera
pei ricchi malvagi, pei quali sembra invece,
direi quasi, specialmente creato l’inferno : ma
se non fosse altro un semplice riflesso annulla
cotesto purgatorio ; dopo la morte viene l’eternità; dunque il lempo finisce; dunque non vi
può essero pena temporaria , bensì etorna ; ed
allora l’idea si fa grave assai.
E tanto piìi si fa grave, ammettendo la salvezza per le opere, come fanno i clericali, in
quanto che l’uomo colle sue opere non può
essere in nessun modo giustificato; nè havvi
alcuna distinzione, tutti pecchiamo e siam privi
della gloria di Dio. Dovè dunque il vanto? Egli
ischiuso. Per qual kgge? Dell’operc? No:
Quest’ultimo assisteva ai riti cattolici a capo
coperto e li beffava; e vi fu chi ardì persino
dare il fuoco alle suppellettili ed agli apparati'
cattolici. Altri fatti di queslo genere narra il
Tuaiio e riporta il Quadrio, per i quali amarissimo l’odio nutrivasi Ira i confessori delle due
religioni. Inlimavansi dai rispettivi dottori pubbliche dispule; ma queste di rado sortivano buon
effetto; i cattolici meno istruiti e di vila meno
esemplare essendo d’ordinario battuti, ricorrevanospesso alle ingiurie, ai turbamenti, agli
scandali.
Gli angusti limiti che ci siamo imposti non
permellono di narrare minutamente i progressi
e le vicende di quelle chiese evangeliche, le rimostranze e le minaccie della curia di Iloma,
le improntitudini e le cabale di alcuni agenti
pontificii, e il sanguinoso tentativo contro la
Riforma provocalo da Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. Narreremo soltanto e di volo
la misera fine di dette chiese, per affrettare la
quale il sommo pontefice invocò il concorso
delle potenze calloliche, e particolarmente del re
di Spagna. Filippo li, tiranno ambizioso e fanatico, accettò il progetto con molto entusiasmo,
anzi per la legge della fede. Ora la giustizia
di Dio, a cui rendono testimonianza la legge
e i profeti è manifestata per la fede in Gesù
Cristo, inverso tutti e sopra tutti i credenti, essendo gratuitamente giustificali per la Grazia
di Lui, salvatore del suo popolo [Rom., Ili, 2131). Nè crediate, 0 miei concittadini, che il discorso di Paolo sia in contraddizione con quello
di Giacomo che dice : «La fede a parte, se non
ha l’opere, è per se stessa morta »; e poi soggiunge, « mostrami la tua fede senza le tue
opere, ed io ti mostrerò la fede mia per le mie
opere » (II. il, 18). Ma ecco; perchè le opere
valessero ad acquistarci la vila eterna, converrebbe che fosse possibile adempiere tutta l’antica legge ; il che non è : l’ha osservata perfettamente un solo, Gesìi Crislo, e siccome per
la disubbidienza dell’un uomo i molti sono stali
costituiti peccatori ; così ancora per l’ubbidienza
dell’uno quegli altri molti saranno costituiti
giusti (Rom., V, 19). Chiunque poi fa il peccato
fa la trasgressione della legge (I. Giov. Ili, 4);
ma chiunque ha la fede e la speranza in Cristo
si purifica, cercando di camminare in novità di
vila, mostrando veramente di essere stato battezzato in Cristo, presentando se stesso a Dio
come di morto fatto vivente, e di non essere
in fine sotto la legge , ma sotto la grazia
[Rom., VI). Se dtmque il peccato signoreggiasse
il cristiano, anziché signoreggiar egli il peccato, colle azioni sue mostrerebbe di non esser
appunto cristiano, e in conseguenza di non
avere la fede nel cuore, benché la esternasse
colle parole; di avere quindi una fede morta
perchè nou operante. In conclusione, è la fede
che dà la salvezza ; la fede, se è tale veramente
che desta le opere buone ; senza fede non si
danno buone opere ; e le opere buone ossia
benefiche per chi le riceve, fatte senza la fede,
sono, per lo piìi, figlie della superstizione o
della vanagloria. 11 fatto è che Gesìi ha cancellata l’obbligazione ch’era contro a noi negli
ordinamenti — e quella ha tolta via, avendola
confitta nella Croce [Coloss., II, 14).
poiché per esso sperava di togliere la Vallellina
ai Grigioni e riunirla, come un tempo, al ducato di Milano. Fu dunque statuito di rinnovare
ili quelle provincie lo stesso macello ch’era
stato compiuto a Parigi nella memoranda notte
di San Bartolomeo.
Il Lavizari e il Ilomegialli, che scrissero la
Sloria (Iella Valtellina, discorrono a lungo di
■Questo scelleratissimo avvenimento, e dicono
com’esso venne concertato e condotto. Il primo,
devotissimo alla causa cattolica e intento a giustificar l'azione, ne fa quesla tetra e spaventevole pittura.
Distribuitisi gli armati pei luoghi opportuni
drl borgo (Tirano),ed occupala particolarmenle
la piazza del Pretorio, fu dato il concertato segno
con .quattro colpi d’archibugio; e immantinente
nel punto che da essa aspeltavasi secondo lo
stile callolico, il tocco dell’Angelica salutazione,
si fecero sentire le campane lutto a furioso martello. .\H’inatteso rimbombo risvegliati non meno
i cattolici che i protestami,accorrevano sospettando che dato si fosse aU’armi onde respingere
alcuni proscritti del luogo, che molestavano talvolta il magistrato; e sulla stessa credenza, il
3
Termino, o concittadini, col ricordarvi uno
fra i maggiori atti d’orgoglio sacerdotale : Gesù
Cristo medesimo ha detto, « Le volpi hanno
delle tane, e gli uccelli del cielo de’ nidi : ma
il Figliuolo deiruomo non ha pur dove posi il
capo » (Mat., Vili, 20); i di lui aposloli seguirono gli esempi d’umiltà del Maestro : ebbene,
i principi della Chiesa romana hanno palagi,
ricchezze, siedono sui troni della terra, e come
atto esteriore di sovrumano imperio offrono la
mano e il piede al bacio dei fedeli che si pongono ginocchioni dinanzi a loro, esigendo quasi
da essi adorazione e sacrificio. Contrappongasi
a cotesta usanza, dirò sollanto superstiziosa,
la condotta che tennero in certi incontri gli
apostoli. È narralo negli Atti, al cap. XIV, che
allorquando Paolo e Barnaba andarono nelle
città di Licaonia, Listra e Derba ad evangelizzare i Gentili, quesli esclamarono ; GU Iddii
fallisi simili agli uomini son discesi a noi,
e chiamarono Barnaba, Giovej Paolo, }fercurio ; e il sacerdote di Giove voleva sagrificar
loro de’ tori con le turbe. E che fecero Paolo e
Barnaba? Si stracciarono i vestimenti e saltarono in mezzo alla moltitudine, sciamando :
Uomini, perchè fate queste cose? Ancor noi
siamo uomini sottoposti a medesime passioni
come voi. E nel capo X si legge cho il centurione Cornelio erasi gillato ai piedi di Pieiro
anch’ei per adorarlo, e che quesli pure, sollevandolo , gli disse : Lèvati, io ancora sono
uomo ; ogni commento è inutile.
Chiudo colle parole di Paolo ai Galali, cap. I,
8 : « Avvegnaché noi (gli apostoli), od un angelo del cielo vi evangelizzassimo olire a ciò
che v’abbiamo evangelizzato, sia anatema. Come
già abbiamo detto, da capo ancora dico al presente, se alcuno vi evangelizza oltre a ciò che
avele ricevuto, sia anatema ».
Riflettete bene, o miei concittadini, a queste
ultime parole, e vi riflettano altresì 1 buoni
preti, che pure esistono in grembo della clerocrazia, e vedono gli errori della Chiesa cui
rappresentante grigione, Giovanni CappoH colla
campana del pretorio chiamò il popolo ad insorgere; ma nell’uscire dalle loro abitazioni, incominciandosi a trucidare i proleslanti dalla genie
appostata, si fece finalmente palese il fme del
rumore. Benloslo il popolo cattolico animato dall’esempio e dalle parole dei nobili, afTollandosi
al luogo del pubblico armamento, infrante le
chiuse porle, prowidesi di armi e furiosamente
corse alle ben note abitazioni dei protestanti.
Orribile tragedia! Dapertutto udir gemiti di moribondi, strida di fanciulli, e femmine derelitte;
dove chiedersi invano la vila ; dove chiamarsi i
congiunti, dove implorarsi gli amici, pur sperando di ottener per mezzo di essi lo scampo,
dove gettati i miseri dalle finestre, dove raggiunti nella fuga; ogni strada macchiala di sangue ; ad ogni momento fragor d’archibugiate e
tumulto di barbara caccia ; ciascun degli armati
trascorreva ansioso per potersi vantare di vittime
più copiose; investigalo ogni angolo; la maggior
fierezza in gloria maggiore.
A quesla descrizione generale, il Romegialli,
anch’esso cattolico, aggiunge ragguagli che fanno
rabbrividire. Appena cinque dei proleslanti po
servono : Iddio poi conceda la forza spirituale
ad essi di rinunciare agli onori e ai lucri per
diventare seguaci e fedeli confessori del povero di Nazaret, ch’ò nello stesso tempo il Ko
dei re.
L’IOMO FOSSILE.
Qualche giornale politico della capitalo , in
questi ultimi di, pose in campo la questione,
ben altro che politica, deH'uomo fossile non ancora scoperto dai geologi ; e con sorpresa vediamo
ch’ella già forma tema interessante di discorsi
nei convegni : ciò per noi è di buon augurio,
speriamo che gli uomini colti vorranno dedicarsi a serii studii archeologici e biblici ; la qual
cosa rimetterà in onore le sacre Scritture, e per
conseguenza la religione. Anche i fogli clericali
entrarono un po’ in lizza suH’argomenlo suddetto; ma la lotta è fra il razionalismo e la
Bibbia, e chi deve intervenire in aiuto onde abbattere il primo è la scienza, non i clcricali che
in sostanza rigettano anch’essi, per altri motivi,
la Bibbia stessa, e non possedono le cognizioni
che gli arditi viaggiatori, da Pietro della Valle
e da Roberto Wood sino al Belzoni ed al Botta,
recarono al mondo, ni^ quelle degli illustratori,
come gli Young, i Champollion, i Rosellini, i
Lepsius, i Lassen, i Burnouf, i Mai, i Letronne,
i Leiewel, i Peyron, insieme al Cuvier e a tutta
la schiera dei geologi, i quali risuscitarono gli
alfabeti, i geroglifici, le lingue, le iscrizioni, i
documenti, le storie, le tradizioni e le altre antichità, non degli uomini, ma delia natura.
Or noi non entreremo a discutere sul perchè
non si trovarono sin qui fossili umani, e se
troverannosi o no in seguito; non potremmo
sciogliere la questione ; e per fare delle ipotesi
manchiamo della scienza naturale dovuta.
È unita al calcolo che l'ipotesi ser^-e di sussidio potente nello studio dei fatti aiutato dalle
notizie ideali : sono i geologi destinati ad armonizzare la scienza del globo colle tradizioni mosaiche, sia che lo facciano col dedicarsi contem
terono salvarsi. Quelli che al primo furore tentarono scampare, ebbero sorte più miserevole,
perchè i rustici, che ogni adito a salvamento
precluso avevano, ne fecero orribile scempio. Le
loro case furono date al saccheggio a profitto
degli aggressori e dei sicari, fra i quali furon
veduti parecchi sacerdoti che, orrendo a dirsi!
macchiaronsi pur essi di sangue innocente.
Nè meno atroce fu il macello a Teglio. .Mentre
i protestanti raccolti erano nel loro tempio, presentaronsi le bande del Resta, le quali, comunicato a’cattolici l’empio disegno della vasta cospirazione chea qucH’ora esser doveva eseguita a
Tirano, trovaronli pronti a secondarle, sicché in
breve lempo la chiesa venne circondata. Avvedutisi que’ miseri del pericolo inevitabile, accorsero
a sostenere l’ingresso, rinforzandolo coi banchi;
ma guadagnate dai nemici le finestre, e da queste
tuonando le armi da fuoco, abbandonarono anche la porta. Allora il macello diventò generale
e crudelissimo. A diciannove protestanti che
avevano cercato un rifugio nel campanile fu data
barbara morte; poiché accatastati i sedili, gli
aggressori appiccaronvi il fuoco, il quale si apprese ai tavolati, montò fin dove erano le vit
poraneamento anche agli sttidii biblici, sia cho
lascino ad altri il riscontrarne i dotluti collo
conclusioni loro, derivanti dalla pazienza, dalle
indagini e dalle induzioni da essi fatte. Egli è
vero che vi sono alcuni pochi i quali vogliono
farla da geologi, senza saperne più che tanto di
geologia, e spacciano Mosé per un favolatore e
un parabolano che soggiacque all’opinione dei
•suoi tempi; spacciano il sovrannaturale della
Bibbia per una maniera di favellare; spacciano
il Pentateuco, in ispecie, per una scrittura fraudolenta. assenzienti il principe e i sacerdoti ai
tempi del re Giosia ; ma di cotesti falsi geologi
e sapienti non ne teniamo conto, e se credono di
ridere a sjìese della religione, fanno piuttosto
eglino stessi ridere altri. Sarà sempre vero che
Mosè riunì e depose nella Genesi i tratti principali della storia primitiva ; e tanta semplice
maestà si ravvisa nello di lui narrazioni, tanta
armonia colle scoperte che va facendo la scienza,
che gli uomini di senno dovranno presto o tardi
accordare pienissima autorilà alle rivelazioni
mosaiche , ammettondo pure qualche piccola
oscurità inevital)ile nel confrontare un monumento di scrittura antichissima coll’ampia disci])lina moderna che ridonda ancora d’incertezze e difficoltà somme.
I razionalisti in genere non fanno che negare
o alterare quelle verità che non sono direttamente chiaro, come sogliono essere i misteri si
naturali che rivelati : tuttavia è rosa certa ch’esistono; hanno poi dessi la possibilità di riceverò
una dichiarazione perfetta? E in tal caso non
cesserebbero forse di esser misteri? In filosofia,
per esempio, la questione delle origini delle idee
(•¡insolubile se non si risale all'origine delle cose,
in quella guisa che l’origine dei fatti non si scioglie senza cercarc le idee e le cose prime, cioè,
se non si ammette la creazione e quindi se non
si ricorre alla (ìenesi e al Vangelo.
I cultori delle scienze naturali si vedono pure
costretti ad accettare il suddetto principio della
creazione, come unico esplicatore dello origini,
e a considerare per impenetrabile l’intima essenza delle r.ause e delle forze create. I matematici confessano l’arcano dell’infinito e la creazione del finito per mezzo di atti continui, su cui
lime, ed ecco l’aria assordala dai loro gemili,
dal crepitar dei legni, dal cadere delle travature;
ili poco tempo nulla più s’udia, tutto era consumato.
I.e stesse immanità furono commesse a Trevisio, a Montagna e nei borghi circonvicini,
come pure nei distretti di Sondrio, .Morbegno e
Traona; dovunque strazii, fuoco, stupri, rapina.
11 dar morie era poco, se dessa non era lunga,
tormentosa ed atroce. Un venerando vecchio di
anni 75, Datlisla Grillo della J)ajona,sondriese,
dopo essere stato in più guise ingiuriato e malconcio, fu legato al dorso le braccia, sospeso in
allo e tenuto cosi fino a tanlo che per via di
ferite e di colpi con più generi d’armi e di
strumenti caddero a squarci le polpe, a brani
i visceri, a pezzi le ossa, e via via tutto il
corpo finché alla fune rimasero appese sollanto
le braccia.
Con questa orrenda strage accompagnata dalla
rivolta delle provincie meridionali dei Grigioni
e seguita da passeggera servitù,cui le armi riunite di Spagna e d’.\ustria sottoposero quella
repubblica,la Riforma fu spenta nella Valtellina,
nel 1620. {Continua].
4
si fondai! calcolo infinitesimale, come per esempio, nello studio delle curve. I fisici trovarono
l’idea di forza e sbandirono le ipotesi atomistica
e corpuscolare ; il che si connette coiridea appunto della creazione, in quanto che essa forza
non è altro che l’esplicameato dei germi organici procreati innanzi : cosi è riguardo alla nebulosa nel cielo; è la stessa cosa che il germe
nella descrizione della terra. I geologi finalmente
ammettono altrettante creazioni quanti furono i
periodi pei quali corse ii nostro globo.
Tutti i dotti insomma , vogliano o no , sono
obbligati a ricorrere a quel Libro sublime che da
certuni per difetto di sapere, è considerato una
favola, e ch'è invece la scienza delle scienze.
Torniamo aU’argomento dei fossili umani : affÌDchè i corjii organici o viventi passino a quello
stato e conservino in tutto o in parte la primitiva forma è d’uopo che nella loro estinzione si
impregnino di succhi terrosi, di sostanze metalliche, ecc., e possano cosi resistere alla corruzione. Ora domandiamo semplicemente: i corpi
umani hanno eglino minore o maggiore facilità
di putrefazione in confronto di altri corpi ? Comunque sia, l’uomo infossilito o si troverà, o la
scienza scoprirà le cause per cui non infossili.
Iu altro numero ci limiteremo soltanto a citare
alcune scoperte degli eruditi, le quali confermano molti fatti narratici da Mosè ; e per induzione giusta e razionale dovrà ognuno concludere
che veri sono eziandio gli altri fatti che tuttavia
jimangono ignoti alla scienza.
STORI.\ DI RELIQUIE, SIMILE AD ALTRE.
Un giovane ricco, erede d'una zia ancor più
ricca, si accinse a visitare l'Oriente. Cotesta sua
parente, piissima, sapendo che il nipote sarebbe
andato ilno a Gerusalemme , si guardò bene da
lasciarsi scappare cosi bella occasione : ella pregò
fervidamente il giovane affinchè le portasse delle
reliquie. Egli effettuò il suo viaggio, e al ritorno , dopo le accoglienze d'uso, la zia nulla
ebbe di più pressante che d'informarsi delle reliquie. Il nipote si trovò allora in grande imbarazzo ; fra le distrazioni del viaggio, egli aveva
obliato la commissione della zia. Nascose la verità e disse che, desideroso divedere la parente,
non aveva avuto il tempo di sballare i suoi effetti ; e che l’indomani non mancherebbe di recare a lei le promesse reliquie. Ma come fare?
Non osava confessare il suo torto alla zia, sapendo che non gli avrebbe mai perdonato la
colpevole dimenticanza. Conveniva dunque trovare delle reliquie ; or, dove prenderne? Il partito il più semplice fu di farne. Si pose dunque
all'opera : un pezzetto di vecchio legno divenne
particella della vera croce; una vecchia manica
di camicia aveva appartenuto alla Vergine Maria,
cosi pure una ciocca di capelli trovata in un
cassettino ; qualche altra cosa aveva figurato
nella bottega di san Giuseppe ; un chiodo irrugginito era stato fra quelli che servirono a crocifiggere il Signore. — Il tutto fu l’indomani offerto alla zia, che ordinò una cassa molto ricca
per collocare gli oggetti ch'ella credea venuti
direttamente dalla terra santa, e sospese quello
che stimava il tesoro più prezioso accanto della
imagine del Salvatore , dinanzi a cui seguitò a
prostrarsi mattina e sera. Il fatto è d'origine
russa e si narra come veritiero.
[Le Témoin de la Vérité.)
LO STATO ROMANO SVELATO
VII.
Governo de' Mamaluccfii in Roma.
« Il clero romano considerando i dominii pontificii come proprietà comune, in quella stessa
guisa che i Mamalucchi risguardavano l’Egitto,
ha sempre negato di riconoscere una legge amministrativa ed una revisione. I cardinali e i
prelati si dividono il potere senza regola fissa,
distribuendogli impieghi ai famigliari secondo
il beneplacito loro; e dietro il credito che deriva
ad essi dalle funzioni che hanno, ciascuno considera un impiego come una proprietà da cavarne
l'utile suo. I cardinali, consovrani dello Stato,
sono di diritto irresponsabili e non rendono
conto ; ed è per tale motivo che si aveva introdotto l’usanza di portare al cardinalato il tesoriere generale uscente di carica, onde chiudere
cosi la via ad ogni ricerca sulle dilapidazioni di
cui egli era stato l’istrumento ; anche i papi davano senza scrupolo ai lor parenti i dominii della
Camera apostolica ; creavano quindi le grandi
case attuali dei Borghesi, dei Rospigliosi, dei
Chigi ».
o tm: K ae X e:
Piemonte. — La Hadonnà di Taggia. — Ecco
sotto questo titolo della Madonna di Taggia, che
cosa disse ì’Opinione alcuni giorni or sono, riportando il decreto del vescovo di Ventimiglia :
« I miracoli che delle religiose immagini e
delle statue consacrato dei Greci e dei Romani
scrissero Tito Livio, Tacito e Plutarco si rinnovano a’ nostri tempi.
« Quanto non si è discorso del movimento
degli occhi della Madonna di Taggia! Gli uni
credevano fosse una pia frode : gli altri un sogno
di fervida immaginazione di donnicciuole ignoranti; ma chi avrebbe mai potuto supporre che
ai nostri tempi si parlasse di miracoli, di intervenzione eccezionale, straordinaria della Provvidenza, per far muovere gli occhi di un’immagine di Madonna? Coloro stessi che ammettono
il soprannaturale, sono concordi nel non riconoscere i miracoli, se non che in casi speciali e
per straordinarie circostanze.....
« È ristaurando il paganesimo che si spera di
rendere forti le credenze ? Di combattere le dottrine razionali?
« L’Armonia pubblica il seguente decreto del
vescovo di Ventimiglia, in cui si dichiara miracoloso il movimento degli occhi della Madonna
di Taggia. E un documento così singolare, che
non vogliamo defraudarne i lettori ;
LORENZO GIOVANNI BATTISTA BIALE
per ìa grazia di Dio e della S. Sede apostolica
vescovo di Ventimiglia, cavaliere commendatore
dell’ordine dei ss. Maurizio e Lazzaro.
A maggior gloria dell’Onnipotente Iddio, ad
onore della divina Madre Immacolata fin dall’origine, ad incremento del culto verso il di lei
purissimo e sacratissimo cuore, e ad eccitare la
devozione dei fedeli.
Lette cou diligenza ed assiduità , ponderate
attentamente, e considerate lungamente, con maturità le deposizioni giurate dei testimoni, ricevute da noi o per nostra autorità dai nostri delegati, ingiunto pure per più giorni pubbliche
preghiere nella chiesa di Taggia, invocato umilmente il lume e l’aiuto dello spirito di Dio, ed
interpostovi il nom.e SS. della Vergine, di cui
trattiamo la causa, richiesto il consiglio di ecclesiastici, dottori in sacra scienza e d'altri pii
e periti sacerdoti, giusta il prescritto del sacrosanto Concilio di Trento,'sess. 25 De invocatione
Sanctonim, ricevuti sovrattutto i suffragi dei nostri venerabili confratelli i vescovi di Novara, di
Savona, di Albenga, concorrenti ad imporre insieme con noi, in nome ed autorità del SS. nostro signore papa Pio IX, un aureo diadema al
venerabile simulacro detto del S. Cuore, conservato in quella chiesa parrocchiale; udito finalmente il sentimento di tre periti nelle scienze
naturali e professori iu fisica ad istanza del molto
reverendo Stefano Semeria, prevosto di Taggia
e promotore di questa causa; sentite le conclusioni dei signori avvocati fiscali, e la domanda
del nostro cancelliere vescovile, volendo appagare la devozione ed i pii desiderii del popolo
di Taggia, per autorità attribuitaci dal concilio
di Trento, dichiariamo constare abbastanza delle
varie e ripetute movenze degli occhi di quel simulacro , nè essere altrimenti avvenuti quegli
ammirabili movimenti, che per virtù e prodigio
deirOnnipotente Iddio.
Ordiniamo poi ad istanza dei sopraddetti, ed
a consolazione dei fedeli, che questo decreto sia
pubblicato, e con esso concediamo a tutti i predicatori la facoltà di divulgare e dichiarare nelle
chiese qual miracolo, quel fatto ammirabile.
Dato a Taggia dalle case canonicali il 1® di
giugno dell’anno 1856.
t LORENZO, vesvovo.
P. M. Ascbnso, iVoi. Ap. Cane.
— Assegnamenti ai Vescovi. — Togliamo da
un articolo dell’Eipero l’elenco delle rendite
principali assegnate ai trenta vescovi di terraferma, « senza contare il resto, cioè senza con« tare le sontuose abitazioni, le rendite in cedole
« del debito pubblico ed i prodotti delle rispet
« tive curie o cancellerie.....; » e si ammirino
« la evangelica povertà, il disinteresse, la since« rità con cui rappresentano la modestia di Cristo
« e de’ suoi apostoli ». (Le virgolate sono parole del giornale suddetto.)
Acqui . . . F. 30,005 96
Alba. . . > 32,120 82
Albenga. . » 7,968 85
Alessandria » 33,348 15
Annecy. . » 15,950 >
Aosta . . » 14,672 55
Asti . . . j» 27,646 19
Biella . . » 15,823 79
Bobbio . . » 13,191 23
Casale . . * 37,910 84
Ciamberì . » 23,545 94
Cuneo . . » 25,510 34
Tossano » 21,682 82
Genova. . » 23,930 42
Ivrea. . . » 24,136 69
Mondovi . » 42,2^2 07
Moriana » 17,039 58
Nizza . . . » 15,464 36
Novara . . » 109,828 81
Pinerolo » 30,110 14
Saluzzo . . » 23,362 51
Sarzana. . » 10,771 30
Savona . » 12,412 70
Susa . . . » 17,799 li
Tarantasia . u 9,988 33
Torino . . » 119,109 58
Tortona 3> 26,185 09
Ventimiglia » 9,788 66
Vercelli. . » 109,011 76
Vigevano . . » 65,693 19
Totale . F. 966,236 78
Cirosso Uoiacuieo gerente.