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Anno 111*
Venerdì 30 dicembre I9S3.
sr® O
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PUliXKO U’AKSOCIAZtO:\E:
[A domicilio)
Torino, per un anno L. 0,00 L.7,0(J
— per sei mesi » 4,00 » 4,50
l'er le provincie e l’eslero franco sino
ai conlìni, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, « 5,20
A/iSs'jovTEs Sì tv iyamn
So|;uenclo la veril'a nella cariti
Efes. IV. 15,
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è In
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, via Carlo Allierlo,
dirimpello al Caffè Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
stesso Ufficio.
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Il Buon capo d*anno della Buona Novella.-»La Chiesa dello Stato. —Esposizione
evangelica; lettura delia Bibbia. — Ancora del nuovo tempio valdese. — 11 Catechismo del Cattolico.— Notizie religiose. Cronachetta politica.
IL BL’ON CAPO DELLA BIOXA ^OVKLLA
Ogni nuovo anno per antico costume di società ¡vuole essere bene
augurato fra ansici; ma gli augurii
diversificano secondo le inclinazioni
delle persone. La Buona Novella
augurando buono il nuovo anno ai
suoi Lettori non vuole perdersi in
quei luoghi comuni, di lunghezza di
vita, di prosperità materiali, e simili
complimenti di uso nella società.
Noi inviliamo i nostri lettori a volgere
uno sguardo al 1855 che va a compiersi, per sapere quello che ci dob
biamo augurare pel 1854, che va a
principiare.
La politica non è il nostro terreno :
quindi tralasciamo di occuparci di
tutti quei grandissimi avvenimenti
che hanno eccitalo e fomentato le
passioni politiche dei diversi partiti ;
r insurrezione cinese , il presidente
Pierce, il presidente Santana, la inesplicabile quistione d’Oriente ed altri
politici avvenimenti han fornito abbondante materia ai discorsi, ai progetti, ai timori, alle speranze degli
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— m —
uomini. Il cristiano in tutte le grandi
rivoluzioni politiche vede la mano
invisibile di Dio che tutto dispone
per la sua gloria, per il bene de’ suoi
eletti, e per l’avanzamento del suo
regno ; e vede nei grandi avvenimenti lo sviluppo e il compimento
delle profezie.
I cristiani lettori della Buona Novella hanno avuto nel l85o soggetto
di rallegrarsi per i progressi del
Vangelo in tutte le parti del mondo.
Il vasto Impero Cinese che sembra
aprirsi definitivamente al Vangelo; il
firmano di tolleranza non solo, ma
di protezione verso i sudditi evangelici della Sublime Porta, ed i progressi
inspeniti del Vangelo in cotesti due
vasti Imperli sono avvenimenti che
cl hanno rallegrato nel 1853, e ci
hanno fatto conoscere evidentemente
che Dio sa servirsi anche del male
per trarne la sua gloria.
Se poi volgiamo rapidamente uno
sguardo su tutti i regni del mondo,
vedremo dappertutto che il Vangelo
ha progredito mirabilmente: l’opera
delle missioni agli idolatri si è grandemente aumentata, ed è stata in
singoiar modo benedetta; le società
religiose sono aumentate in numero
ed in proposizione ; la carità evangelica ha fornito mezzi più abbondanti;
le defezioni sono state assai rare e le
anime sono invece in gran numero
accorse a Gestì Cristo sotto la bandiera del Vangelo.
I due grandi nemici della religione
evangelica, l’incredulità, e il clericalismo, sentono ogni giorno più mancare il terreno di sotto ai loro piedi.
1 progressi intellettuali, civili e morali della società risvegliano nell’uomo
la coscienza che si abbrutisce nelle
basse passioni e nella superstizione,
e lo richiamano alla seria considerazione di un Dio, di una vita avvenire,
di una rivelazione. Una società che
cammini ancora sulle traccie del medio evo deve produrre negli uomini
quella incredulità superstiziosa, che
sebbene sia la più evidente delle contraddizioni, era pure la religione del
medio evo. La via del progresso nella
quale siamo incamminati distrugge
insensibilmente questo tarlo della
società, e scuopre chi siano coloro
che per loro interesse lo mantenevano.
Nel 1855 la influenza clericale ha
soflerto dappertutto perdite immense. Ha perduto la sua influenza nella
Olanda, allorché la intera nazione si
è risvegliata per respingere le sue
usurpazioni ; la ha perduta nella
Germania, e singolarmente nelle Provincie Renane ; la ha perduta nella
Svizzera ed in ispecie in Ginevra ove
ogni giorno si fanno nuove conquiste
al Vangelo : che diremo poi della
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Inghilterra, dell’Irlanda, degli Siati
Uniti, della Nuova Granata, e delle
Indie, ove il Vangelo prospera oltre
ogni speranza?
Noi abbiamo dunque grandi soggetti di preghiera e di rendimenti
di grazie per l’anno 1853: ma abbiamo altresì soggetti di suppliche e
di augurii per quello che ancora ci
manca.
Noi dunque auguriamo per il
mondo intero che il regno di Dio
venga: quel regno promesso nei Profeti; regno di felicità e'di pace; quando « il lupo dimorerà coll’agnello, e
il pardo giacerà col capretto: ed il
\ilello ed il lioncello, e la bestia ingrassata staranno insieme, ed un piccol fanciullo li guiderà.... quando la
terra sarà ripiena della conoscenza
del Signore, a guisa che ie acque
cuoprono il mare.... quando il Signore riacquisterà il rimanente del
suo popolo, ed alzerà la bandiera alle
nazioni, ed adunerà gii scacciati d’Israele, ed accoglierà le dispersioni di
Giuda dai quattro canti della terra »
(Isaia XI). Noi auguriamo la venuta
di quel regno nel quale « il Signore
farà giudizio fra molti popoli, e castigherà nazioni possenti Dn ben lontano. fi quando le nazioni bellicose,
delle loro armi ne faranno zappe e
falci » (Michea IV).
Auguriamo per il mondo intero
che « la Parola del Signore corra e
sia glorificata » siccome corre ed è
glorificata nei paesi liberi; che ii
santo principio della libertà religiosa
non sia più principio di una qualche
privilegiata naiione, ma che sia principio veramente umanitario.
Auguriamo per la Chiesa evangelica che essa progredisca non solo
all’esterno, cioè con la conquista di
persone; ma molto pili le auguriamo
che progredisca nello spirito, nella
vita interna, nella ortodossia, nell’esercizio delle buone opere; sicché i
numerosi nostri nemici non abbiano
a dir nulla contro di noi; sicché essa
sia veramente il sale della terra, la
città posta sopra il monte, e risplenda
siccome un luminare in mezzo al
mondo.
E per la cara Patria nostra? Oh !
per essa e su di essa sono i nostri
più caldi voti per il nuovo anno. Sia
il 1854 l’ultimo anno dei suoi guai,
ed il primo delle sue felicità. Sono
oramai 15 secoli dacché Italia geme
nella oppressione, nelle sventure; sorga dunque per la cara Patria nostra
nel 1854 l’anno di redenzione, e di
felicità ! Lo straniero ritorni ai suoi
focolari, e l’Italia sia libera ed
una, e torni ad essere una florida
Nazione. Le prigioni ove gemono a
migliaia i nostri confratelli rei non
di altro che di avere amata la Patria
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ia modo non consentito dai despoti,
si aprano nel 1854, e rendano alle
loro famiglie, ed alla Patria quelle
vittime, misere reliquie di vittime più
numerose, che in questi ultimi anni
segnarono col loro sangue l’amor
della Patria. Nel 1854 si veggano a
folte schiere ritornare dai quattro
venti queir immense turbe di esuli
Italiani che solo Dio può numerare, e
tornate ad assidersi all’antico focolare trovino nella cara Patria la pace,
e la libertà, e ricordino nelle delizie
domestiche il duro pane deiresilio.
Noi auguriamo alla cara Patria
nostra la libertà, e fra tutte le libertà la più preziosa, quella senza la
quale ogni altra libertà non è che un
vago nome privo di senso, la libertà
di coscienza. Fino a che la coscienza
sarà inceppata, fino a che i codici
puniranno siccome un malfattore chi
siegue la Parola di Dio , ogni altra
libertà non sarà che un’amara ironia.
Al nostro Piemonte poi, a questa
parte d'Itaha così privilegiata, così
benedetta, auguriamo che il 1854
sorga più fausto del 1855 ; sia il
Piemonte veracemente lo Stato modello nella Penisola ; le oneste libertà
si sviluppino maggiormente , le fazioni sieno ridotte all’impotenza di
nuocere, e la unità, la pace, la concordia regni sempre più fra i cittadini.
Sul capo augusto del nostro amatissimo Re Vittorio Emanuele II noi
auguriamo abbondanti le divine benedizioni: e supplichiamo Iddio, il
quale tiene «il cuore del Re nelle sue
mani » (Prov. XXI, 1) acciò lo pieghi
a tutto ciò che gli piace : cresca sempre più nell’amore del suo popolo ;
progredisca nella via delle oneste libertà ; si fortifichi contro gli assalti
dei tristi che invidiano alla sua gloria, e che vorrebbero, se fosse possibile, ricondurre il paese a schiavitù.
Auguriamo su tutta la Reale famiglia
le celesti benedizioni e tutte le prosperità.
Auguriamo al Governo forza e
coraggio per abbattere lutti gli ostacoH che si frappongono onde impedire gli onesti progressi ; ed eccitiamo
i nostri cristiani lettori a pregare
per i Ministri, e pel Parlamento acciò
Dio sia con loro, e dissipi egí¡ stesso
ogni ostacolo, annulli le mene dei
tristi, e le volga alla sua gloria ; ponga sempre innanzi ai loro occhi il
giusto ed il retto, e così il paese
progredirà nella pace e nell’abbondanza.
A voi poi, 0 Lettori, auguriamo
quella pace che il mondo non può
dare, e che non può neppure essere
conosciuta dal mondo, ma lo è solo
dai riscattati pel sangue dell’Agnello.
Il 1854 sia per ciascuno di voi un
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anno di benedizione, un anno accettevole, un anno che sia un’ epoca la
più felice di vostra vita.
LA CHIESA DELIO STATO
« In quella nazione dove è procla« malo ed ha vita il protestantismo,
« benché cosi baldanzoso , non può
« andare su le proprie gambe ; biso« goa che si attacchi ad un puntello.
<1 Diverso dalla chiesa cattolica, la
0 quale va e passa da popolo a poli polo autonoma e indipendente: esso
<1 se pur vuol serbar forma di chiesa
<1 cerca un patrono e subisce 11 patro« nalo di ferro. Di qui la Chiesa di
« Stato, 0 nazionale,come la dicono».
Così discorre il Catlolico nel suo numero del 16 dicembre pag. I, col 1.
Un africano del Sud che non conoscesse per nulla il cattolicismo nel
leggere tali parole crederebbe che esso
fosse una religione assolutamente indipendente dallo Stato e libera; crederebbe che esso abborrisse da qualunque protezione per parte dello
Slato , e che si sentisse offeso ogni
qual volta uno Stalo volesse proteggerlo: crederebbe che esso ricusasse
costantemente i sussidii dello Stato ,
rinunciasse al budget e lo ritenesse
per una ingiuria ; in una parola ricusasse ogni appoggio, ogni aiuto, ogni
protezione da qualunque governo. Ma
noi che vediamo i fatti, e che leggiamo la storia, sappiamo che se vi è
una chiesa che si attacchi ad un puntello, che cerchi un patrono, che subisca patronato di ferro, questa
è la chiesa cattolica. Dacché Silvestro
la sottomise a Costantino, dacché divenne la religione dell’impero, gl’imperatori furono i padroni della religione , essi facevano le leggi, essi ne
dirigevano la disciplina , essi convocavano i concilii ed il più delle volte
li presiedevano, essi in una parola
erano i veri capi della religione. E
quando l’impero romano cadde sotto
il potere dei barbari, questi entrarono nel luogo degl’imperatori: i re barbari inviavano i papi come loro messaggeri , li chiamavano a giudicio
avanti a loro, ed i papi si sottomettevano per timore di perdere il puntello, il patrono. Chi non sa come
mancando un imperatore in Roma, il
papa conferisse la carica di avvocato
della Chiesa agl’imperatori carlovingi?
Chi non vede come dappertutto la
Chiesa cattolica si voglia far chiamare
religione dello Stato, ed a questo titolo reclami la protezione dei governi,
e se non la ottiene a suo modo si dice
perseguitala? Chi non conosce che i
paesi i più cattolici, secondo il giudizio dei clericali, sono quei paesi nei
quali essi sono appoggiati e protetti
in apparenza, ma in sostanza domi-
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Dati e asserviti, sebbene arricchiti e
privilegiali?
Ma a rilevare maggiormente la
menzogna del Cattolico , non ci fermiamo a notare quello che è evidente,
che il cattolicismo cioè (almeno quello
dei clericali del Cattolico e dell’ Armonia) non potrebbe sussistere senza
un puntello, senza un patrono ; raccogliamo il guanto per quello che riguarda il protestantismo , e diciamo
francamente che più una Chiesa è libera, più è sciolta da qualunque protezione dello Stato, meno essa devo
allo Stato, tanto più è Qorente, e piena '
di vita.
A dimostrare una tale verità non
vogliamo servirci di raziocinii astratti:
i fatti, ed i falli contemporanei sono
la prova senza replica. Noi avremmo
in nostro favore gii splendidi falli che
ci offrono le Chiese evangeliche libere
di Scozia, di Francia, di Svizzera, che
in pochi anni dacché si sono emancipale dalla proiezione dello Stato,
dacché hanno rinunziato al budget
hanno fiorito mirabiimenle; ma la
brevità di un articolo non ci permette
di percorrere i felici progressi delle
Chiese evangeliche libere. Scegliamo
perciò un sol fallo, ed è quello delle
Chiese protestanti degli Stali Uniti.
Ognuno sa che negli Stali Uniti
esistendo la vera libertà di coscienza,
lo Stato non protegge alcuna Chiesa,
non ne salaria alcuna, ma lasciando
il culto libero lascia che ognuno contribuisca liberamente per quel culto
che è secondo le sue convinzioni.
Ognuno sa altresì che negli Stati Uniti
la grande maggioranza è protestante.
Secondo le teorie del Cattolico il protestantismo negli Stati Uniti sarebbe
una favola; perchè esso non può sussistere senza la protezione del governo.
Ebbene vediamo i falli.
Un pastore dei più rispettabili della
Francia, il pastor Grandpierre ha fatto
ultimamente un giro negli Stali Uniti,
e sta pubblicando unWEsperance ,
giornale che stampasi in Parigi, una
serie di articoli intitolali: Notes recueillies dans un voyage aux EtatsUnis. Noi faremo da essi un breve
estratto per quello che riguarda la
prosperità delle Chiese evangeliche
non salariate, e non protette dallo
Stato.
Le Chiesfe evangeliche negli Stati
Uniti, dice la relazione che noi citiamo, sono in generale nella condizione
più florida. Tutte le comunità religiose essendo affallo indipendenti dallo
Stato hanno una vita più libera. Tutte
le spese di cullo sono a carico dei
fedeli, ma dipendono dalla loro spontanea volontà senza che alcuno possa
nè direttamente, nè indirellamente
costringerli; e ciò anziché produrre la
miseria, il deperimento nelle Chiese,
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produce un effetto tutto contrario. Si
trovano dappertutto, non solamente
nelle citlà, ma nei villaggi e nei luoghi i più remoti, templi e cappelle ben
costruite, e di decentissima architettura. Nelle citlà poi gli ediflzi consacrati al culto sono vasti, ben sovente
riccamente decorati, ed ogni terzo
anno si ripuliscono sì neH’interno,
che [neH’esterno, in guisa che sembrano sempre edifizi di recente costruzione.
Gli Americani impiegano delle somme enormi per lo stabilimento delle
loro chiese. Per citare un solo esempio diremo che la cappella del dottor
Adaras, attualmente in costruzione a
Nuova York, e capace di contenere
2000 persone, costerà oltre a mezzo
milione; eppure le sottoscrizioni spontanee dei membri della parrocchia
bastano a coprire tali spese. Nella
sola Nuova York vi sono 46 chiese
episcopali, 44 presbiteriane, 42 meto
diste, 35 battiste, 17 riformate olandesi, 9 congregazionaliste, 22 cattoliche e 2 unitarie, in tutto 217 chiese
in una sola citlà fondale e mantenute
dallo zelo dei particolari: ed ogni anno si vede aumentare il numero delle
chiese, e giammai diminuire. Negli
Stati Uniti possono calcolarsi 56,221
chiese che forma una chiesa per ogni
557 abitanti.
I fedeli che provvedono così ab
bondantemente ai luoghi di culto,
provvedonoaltresì al mantenimentodei
ministri, i quali eletti e mantenuti dal
popolo devono essere necessariamente
i pastori e non gli scorticatori; devono
essere i ministri della religione e non
della politica; i padri ed i pacieri,
non già i seminatori di discordie.
Oltre a tutte queste spese i fedeli
degli Siali Uniti s’impongono delle
spese enormi per le missioni e per altre opere di pietà da esercitarsi in
casa e fuori. I protestanti liberi degli
Stati Uniti non solo col loro zelo mantengono le loro chiese ed i loro ministri, ma mandano abbondantemente
danaro in tutto il continente per le
opere evangeliche; mentre all’opposto
i caltolici degli Siati Unili nelle stesse
condizioni ricevono dal continente il
danaro per le loro chiese ed i loro
preti; lo che prova o che lo zelo dei
cattolici è assai inferiore a quello dei
protestanti, o che i loro preti sono
più avidi dei ministri protestanti.
Un altro solo fatto accaduto in
paese vicino al nostro serva per gettare il rossore sul viso al Catlolico,
se n’è suscettibile. L’anno scorso in
Ginevra, una parte di cittadini si radunò per proporre al governo la separazione della Chiesa dallo Stato,
non nel senso del Catlolico, che la
Chiesa cioè comandi e lo Stato obbedisca, ma nel senso che lo Stalo non
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s’interessi più di Chiesa come negli
Stati Uniti, e chi vuole Chiesa e culto
contribuisca spontaneamente. In Ginevra vi è la Chiesa nazionale protestante; ebbene nè il concistoro, nè la
compagnia dei Pastori, nè alcun pastore in particolare mosse lagnanza
su ciò; solo i cattolici, e specialmente
i preti, temendo di perdere i loro appuntamenti del governo, misero talmente il campo a rumore, che bisognò per il momento desistere dalla
mozione.
Dopo tali fatti che accadono sotto
i nostri occhi vi vuole un' audacia
incomprensibile per poter dire e stampare che il protestantismo non può
sussistere senza l’appoggio dello Stalo,
mentre il cattolicismo fa la sua gloria
della sua indipendenza!
liSPOSIZlOXE EVANGEllCA
Lettura delia Bibbia.
IV.
La Bibbia, dicono i teologi romaoi, è
oscura, incompleta, insuflìoiente, ambigua ed inefficace : lo che viene a dire in
altri termini, ohe Iddio o non ha saputo,
0 non ha potuto, o non ha voluto rivelarsi
convenevolmente. La Bibbia è oscura! IVIa
dove di grazia? In quale articolo di fede,
in qual punto di morale? Qual cosa che
appartenga alla Fede vuole sapersi dal
Cristiano che non sì trovi nella Bibbia ?
Vogliam sapere, a cagione d’esempio, se
l’uomo è giustificato perle sue operazioni,
ovvero per la fede in Gesù Cristo : si apre
la Bibbia e si legge: «Niuna carne sarà
giustificata dinanzi a Dio per le opere
della legge [Rom. III. 20.]» essendo gratuitamente giustificati per la grazia di Esso,
per la redenzione che è in Cristo Gesù
{Rom. III. 24), Noi dunque conchiudiamo
che l’uomo è giustificato per fede senza
le opere della legge« {V. 28). Nella lettera ai Calati sta scritto «Sapendo che
l’uomo non è giustificato per le opere
della legge, ma per la fede di Gesù Cristo;
abbiamo ancora noi creduto in Cristo Gesù
acciocché fossimo giustificati per la fede
di Cristo, e non per le opere della legge:
perciocché niuna carne sarà giustificata
per le opere della legge» {Galat. II. 16).
La dottrina della giustificazione e della
grazia è secondo i teologi romani, la più
oscura, eppure secoodo la Bibbia è la più
chiara.
Se Doi vogliamo conoscere chi sia il
capo della Chiesa, se sia unico, ovvero
abbia un rappresentante, la Bibbia ci risponde «Il marito ¿capo della donna siccome Cristo è capo della Chiesa» {Efes.
V. 23). Se vogliamo sapere se vi siano
molti mediatori ointercessori fra Dio egli
uomini, la Bibbia ci risponde, che come
Don vi è cbe un sol Dio, così non vi è
che un solo mediatore, Gesù Cristo (!■ a
Timoi. IL 5). Se vogliamo sapere qual
culto dobbiamo prestare a Dio, la Bibbia
ci dice che si debbe adorarlo in ispirilo e
verità, che si debba adorare e servire a
lui solo, e che non dobbiamo farci immagini di sorta alcuna per prostrarci innanzi ad esse {Giov. IV. 24. Matt. IV. 10.
Esod. XX). E per non dilungarci ineggiormeote, ogni qualunque dottrina insc-
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gnata da Gesù Cristo e dagli Aposloli si
trova Della Bibbia con lale chiarezza, che
maggiore non se ne può desiderare.
La Bibbia è oscura! Sì, come il sole è
oscuro per gli augelli notturni che gli accieca : 0 Che se il nostro Evangelo (diceva
san Paolo 2. ai Corinti, IV) ancora è coperto, egli è coperto fra quei che periscono, fra i quali l’iddio di questo secolo
ha accecato le menti degli increduli : acciocché la luce dell’EvaDgelo della gloria
di Cristo, il quale è l’immagine dell’ invisibile iddio non risplenda loro». Ecco
per chi la Bibbia è oscura, per coloro che
periscono e che sono accecali dall' iddio
di questo secolo.
Che ia Bibbia sia insufficienle, incompleta ed ambigua, è lale una bestemmia
che non ci fermeremo punto a confutare.
Ci basti soltanto il dire che noi siamo
proQti, qualora i clericali lo vogliano, a
citare un passo della Bibbia assai chiaro
contro ognuna delle dottrine che una pretesa tradizione ha aggiunto al Vangelo.
Un’altra accusa che si fa dai nemici
della Bibbia é che in essa vi sono delle
cose pericolose per la moralità. Per rispondere a tale obbiezione non ci dilungheremo di mollo, contentandoci dell’argomento tratto dall’esperienza ; domandiamo dunque ai clericali, dove vi è maggiore moralità, nell’Inghilterra, nella
Scozia, nell’olanda, ove ia Bibbia è il
primo libro che si mette in mano ai fanciulli, ovvero nella Spagna, nel Portogallo
e negli altri paesi ove l’educazione è in
mano dei clericali, e dove la Bibbia è
proibita?
La quarta obbiezione dei nemici della
Bibbia si deduce dall’essere le lingue volgari imiìolenti a rendere esattamente il
■•icnso delle Scritture; ma se ciò è vero,
s’incominci a bruciare la vulgata , la
quale è anch’essa una traduzione : e il
Concilio di Trento che 1’ ha dichiarata autentica avrà infallibilmente errato.
Finalmente l’ultima obbiezione è quella
di coloro i quali dicono che la lettura
della Bibbia produce gli scismi e la incredulità. Per rispondere a tale obbiezione ,
noi non faremo che citare alcuni passi
della parola di Dio. «Provale ogni cosa ,
ritenete il bene» (1. Tessalon. V. 21).
« Diletti, non crediate ad ogni spirilo, ma
provate gli spiriti se sono da Dio» (1.
Giov. IV. 1). <1 In vi esorto, o fratelli, cho
prendiate guardia a coloro che commettono le dissenzioni e gli scandali contro
alla dottrina la quale avete imparata ; e
che vi ritraggiale da essi « (fiom.XVl.17)
«Se alcuno viene a voi e non reca questa
dottrina, non lo ricevete in casa e non salutatelo» (2. Giov. V. 10), Ecco a che si
riducono le obbiezioni contro la lettura
della Bibbia.
Però mentre noi Insegniamo che debba
leggersi la Bibbia, confessiamo che questa
lettura non .sarà di gran vantaggio per
coloro che leggono la Bibbia per ispirilo
di curiosità o per altro motivo che non
sia la istruzione e la edificazione, e la
leggono senza preghiera e senza l’aiuto
dello Spirilo Santo. Ma questa inutilità è
non solo nella lettura della Bibbia, ma
aliresì nelle istruzioni e spiegazioni non
solo del preti e dei teologi, ma anche di
un tribunale infallibile se vi fosse. Difatti
gli Apostoli sentivano le spiegazioni e le
interprelazioni dello stesso Gesii sapienza
eterna di Dio, e ciononostante non compresero la Bibbia fino a che non furono
rigenerati dallo Spirito Santo che sceso
10
su loro. È lo Spirito Santo promesso ai
fedeli che deve guidarci alla intelllgeoza
delle divine Scriilure. Gesù Cristo diceva
(Gio. VII. 37} (iSe alcuno ha sete venga
a me e bea. Chi crede in me, siccome ha
detto la Scrittura, dal suo ventre coleranno fiumi d’acqua viva». Ora egli disse
questo dello Spirilo il quale riceverebbero
coloro che credono in lui.
Venne infatti il giorno della Pentecoste,
e lo Spirito Santo discese sopra i discepoli ; ed ecco Pietro che trasportato dallo
Spirito predica alla moltitudine, e dice
che il dono dello Spirito Santo è promesso
a tutti i credenti fino alla fine del mondo
(Atti li. 38. 59.), e l’apostolo san Giovanni insegnava, che l’unzione dello Spirilo Santo ci apprenderà ogni cosa (1. Gio.
II. 27), e ciò diceva afTiochè i primi fedeli si guardassero dai seduttori.
Allorché un cristiano legge la sua Bibbia
se ha in sè lu Spirito Santo può considerarsi come se fosse Innanzi a Gesù Cristo
stesse siccome gli Aposloli : anzi egli è in
condizione migliore. Quando Gesù (Gio.
XVI), annunciando ai suol disce(ioli la
sua partenza dal mondo II vide rattristali,
ragionò loro così; « Perciocché vi ho
delle quesle cose la trislizia v’ ha ripieno
il cuore. Ma pure vi dico la verità ; egli
v’è utile che io me ne vada ». Come, ulile
ai discepoli la partenza di Gesù? Ma perchè mai? Forse perchè lascia in suo luogo
Pietro suo vicario infallibile? Seguiamo 11
discorso di Gesù, e troveremo la ragione
di questa ulililà, u Perciocché, se io non
me ne vo, il Consolaiore non verrà a voi;
ma se io me ne vo, io ve lo manderò».
Gesù aveva già spiegato a’ suoi discepoli
(Gio. XIV. 26), chi si fosse e quali fossero gli ufìicij c|)e veniva a compiere il
Consolatore ; « ma il Consolatore, cioè lo
Spirilo Santo, il quale il Padre manderà
nel nome mio, esso v’ insegnerà ogni cosa,
e vi rammemorerà tutte le cose che lo vi
bo detts ».
11 cristiano evangelico fondato sulla parola di Gesù Cristo veracemente infallibile,
non curando il divieto degli uomini, prende
la sua Bibbia, prega, e legge, e lo Spirilo
Santo che è nel suo cuore e nella sua
mente gli fa vedere tutta la luce della divina parola, gli eccita quelle dolci emozioni, trae da’ suoi occhi quelle lacrime
che scalurIscoDO dal fondo del cuore, lacrime di compunzione, di riconoscenza,
di amore ; gli dà quella persuasione d'intellello, e quella consolazione nel cuore
che nasce dalla certezza di essere salvato
per il sangue di Gesù Cristo: persuasione
e oonsolezione che supera ogni terrena
dolcezza e che né Ropia nè tulli i preti del
mondo potrebbero io alcuna maniera accordare.
Ma lutti i cristiani hanno eglino questo
dono dello Spirilo Santo? La promessa di
Gesù Cristo non ne eccettua alcuno, e non
si limila ad una persona o ad una casta.
Ma crisllani non sono tulli quelli che
hanno ricevuto il biittesimo o invocano
Gesù Cristo od appartengono ad una chiesa
visibile qualunque sia il suo nome; souo
bensì quelli che sono nati di nuovo. I veri
cristiani dunque hanno lo S(iirllo di Dio
per comprendere a salvezza la divina Parola. Il nostro Salvatore Gesù non ha voluto lasciare incerti I suol discepoli la
cosa di lania importanza; e però a rassicurarci c’ insegna (Lue. XI. 9.13), la preghiera essere II mezzo Infallibile per ottenere da Dio II dono dello Spirito Santo.
Apriamo dunque il codice divino; ma
11
prima preghiamo dal fondo del nostro
cuore con viva fede, e su quel santo libro,
e non sulla dottrina degli uomini cerchiamo quale sia la vera dottrina di salvezza.
IL CATECHISMO DFl CATTOLICO
In una serie di articoli intitolati Catechismo ai Valdesi sfoga tutta la sua bile
il Cattolico coutro le Dutlrine evangeliche.
Egli pretende che i Valdesi abbiami stampato in Genova un certo Dialoghetto pieno
di eresie; e fra le molte empietà che egli
vi trova ne nota alcune. La Buona Novella, sebbene interamente estranea alla
rediizione del dialoghetto incriminato dal
Cattolico, cioDOOostante asaume tutta la
risponsiibilità di quelle dotirine, essendo
le dottrine puramenie evangeliche, e che
possono essere dimostrate colla parola di
Dio. Rispondiamo dunque alle incriminazioni del Cattolico, nun solo per difendere
la dottrina evangelica, ma anche per far
conoscere ai noslri letiori quali sieno gli
empi mezzi che usano i clericali per ¡screditare le dottrine evangeliche, e quale
orribile abuso es»i facciano nella loro polemica della veriià, della buona fede, della
logica, e di quant’altro si conviene usare
ad uomo onesto in ogni discussione.
La prima empietà che nota il Cattolico
è la seguente Nella pagina prima del dialoghetlo vi è questa interrogazione che è
la quarta: «Fra le lante sette di Cristiani
quali sono I veri?» Il Catlolico sicuramente avrebbe voluto si ris(iondesse che
I veri Cristiani sono coloro che sono devoti ai clericali, che fanno dir messe, che
recitano rosarii, cbe «decimano la menta,
l’aneto e il cornino, e lasciano le cose più
gravi della legge, il giudizio, la misericordia e la fede u (Matt. XXllI, 23J; naa
siccome una tuie risposta era antibiblica,
l’autore del dialoghetto risponde cosi:
«Sono veri Cristiani tutti coloro che hanno
ricevuto Cristo nei loro cuori, i quali credono nel suo Nome e sono stati fdtti figliuoli di Dio, essendo nati non di sangue,
uè di volontà di carne, nè di volontà di
uomo, ma di Dio. (Gio. L 12, 15}.»
La Chiesa evangelica crede che il Cristianesimo non venga per diritto di nascita,
e che per essere veri cristiani non basti
di essere stati battezzati, ma cbe bisogna
aver ricevuto Crislo nel cuore, credere
sinceramente nel suo nome, ed essere siali
falli fìgliuoli di Dio. Questa dottrina evangelica stimmatizza e riduce al nulla la dottrina di un’altra chiesa la quale insegna
che il cristianesimo consista nel batlesiuio,
nella osservanza di alcune esteriori pratiche, nella credenza implicita di alcune
dottrine non rivelate, e nella obbedienza
passiva ad un uomo.
Il Cattolico però, mutilando la risposta
del dialoghetto, pretende che noi insegniamo «che tutti gli erelici, Protestanti,
Luterani, Calvinisti, Valdesi ecc. che conferiscono validamente il battesimo ai bambini sono veri Cristiani non meno che i
Cattolici buoni o cullivi che siano. » Noi
non sappiamo comprendere se sia per eccesso di mala fede o di stupidaggine che
il Cattolico agisce in tal guisa.
Dalla interrogazione quarta fa un salto
il Cattolico alla interrogazione venlesimaseconda del dialoghetto. Le diciassette
dunque che sono in mezzo, i teologi del
Cattolico le passano per buone : eppure
si traila nientemeno in esse della dottrina
12
della fede, del peccato originale, del peccato attuale, ed anche sì esclude interamente il peccato veniale secondo la dottrina evangelica: si tratta in esse degli
effetti del peccato, del nessun merito delle
opere, della salvezza per grazia, della
persona di Gesìi Cristo, e delia sua Redenzione. Non facendo il Cattolico alcuna
osservazione su tutte queste dottrine, sembra che in esse convenga con noi. Però
quello che non può soffrire il Cattolico è
la risposta alla domanda ventesimaseconda
siccome quella che rovescia totalmente
l’edificio clericale. Ma citiamo le parole
del Cattolico « alla prima empietà è conforme la seconda. A qual condizione può
il peccatore aver parte a questi benelìziii’
(cioè perdono dei peccati, adozione a figlio di Dio e l’eredilà della vita eterna).
A questa sola condizione: una vera fede:»
Il Cattolico per far conoscere la sua
buona fede nel citare si guarda bene dalr indicare i passi del Vangelo che sono
indicali e citati nella risposta incrìminata:
i passi sono i seguenti : Gio. VI, 47. Ili
18. Efesi II, 8. Rom. V, 1. Se il Cattolico
avesse citalo tali passi, sarebbe potuto accadere che qualcuno de’suoi lettori li
avesse cercati nella Bibbia e si fosse persuaso che la risposta del diaioghelto è nè
più nè meno che quella della Bibbia -,
nè più nè meno di quella che fece san
Paolo al carceriere di Filippi (Alt. XVI,
31.) Ma il Cattolico si astiene dal citare
quei passi e salta fuori a dire che la
dotirina della salvezza per la fede è
« l’errore di Lutero, del Diodati e dei
Valdesi» Noi, per edificazione del Cattolico, indichiamo soltanto alcuni altri
passi della Bibbia che dichiarano apertamente che ia sola condizione itila quale il
peccatore può ottenere il perdono de’peccati, l’adozione a figlio di Dio e l’eredità
della vita eterna è una vera fede. Matt.
Vili. 5—10. IX 26-29. Marc. V. 27—
20. Matt. XV. 28. Alt. XV. 9. Gio. III. 16.
All. XVI. 31. Rom. 111. 25-27. V. 1, 20,
21. Vili. 58-59. XI. 5-6. Galat. 11. 16.
Efes. II; 8—9. Ebr.XI. Preghiamo il Cattolico ad esaminare questi passi e saperci
poscia dire se la doltrioa della salvezza
per la fede sia dottrina eretica o veramente
apostolica.
Con una mala fede poi degna dei più
insigne fra i gesuiti passa a dire il Cattolico che noi neghiamo la necessità delle
buone opere. Affichè ognuno possa conoscere la raala fede di quel giornale, trascriviamo la interrogazione venlesimalerza
del dialoghetto colla sua risposta.
<>25. Che cosa intendi con colesla
vera fede ?
La vera fede è appoggiata sulla parola
stessa di Dio; ella non è morta e sterile,
ma viva ed operante per carità (Gio. IV.
42. Giac. II 7. Galat. V, 6. »
E questo basti per far conoscere quale
è la nostra dottrina e la buona fede dei
nostri avversari.
La terza eresia che il Cattolico nota
nel dialoghetto è tolta dall’interrogazione
trenlesimasesla pag. 2. Intanto il Cattolica
ci passa buone le dottrine intorno al modo
di ottenere la fede, le dottrine intorno allo
Spirito Santo, intorno alla preghiera, intorno alla esclusione di tanti mediatori fra
Dio e gli uomini. Quello però che ci ha
fatto più maraviglia si è che il Cattolico ci
passa buono il secondo comandamento di
Dio che il dialoghetto insegna siccome sta
scritto nel capo venti dell’Esodo, nel quale
si vieta assolutamente il cullo delle imnia-
13
gini. Questa terza eresia è semplicemente
indicala dal Cattolico in queste parole:
«Chi ti assolve se tu ti confessi al Signore?
Mi assolve la sua parola stessa.» 1 Cristiani
evangelici per l’oflesa dsH’uomo domandano perdono all’uomo, ma per l’oOesa
di Dio domandano perdono a Dio. Se i teologi del Cattolico si contentano di essere
assoluti dagli uomini, tal sia di loro, ma
noi che crediamo che Dio è il nostro giudice, che solo si è riservato il potere di
rimettere i peccati, potere che non ha mai
comunicato a verun uomo, ricorriamo soltanto a lui per ottenerlo ; se il Cattolico
poi ci crede in errore, lo preghiamo ad
indicarci un solo passo della Bibbia nel
quale ci si dica chiaramente che la condizione necessaria per ottenere il perdono
de’pcxcati è di confessarli ad un prete.
Due altri snii errori trova il Cattolico
nel dialoghetto incriminato, ma di questi
come di tutto il resto di quell’articolo ne
terremo proposito nel numero seguente.
mu DEL lOVO TEMPIO VALDESE
Il Cattolico di mercoledì ha un primo
articolo contro il tempio Valdese, i Barbetti, la Buona Novella, e chiunque altro osa contraddirlo. Leggendo quell’articolo li sembra sentire le ultime grida
di un idrofobo morihoDdo. Noi attendiamo
la continuazione minacciala di queU’articolo; ed intanto preveniamo i rev. del
Cattolico, che noi fedeli ai nostri principii
non risponderemo alle ingiurie, nè ai pettegolezzi, ma rileveremo soltanto, se ve
ne sarà bisogno, gli attacchi contro la
dottrina evangelica.
IVOTIZTE KEliieiOSE
Gesov*. Il Cattolica, uno degli organi
principali del clericalismo in Piemonte,
in un programma che dirige o’suoi abbonali, a’ suoi lettori ed amici, dopo di
avere fatto a se stessa cd ai redattori, con
vera modestia clericale, i più sperticali
elogii fa travedere il suo timore di dover cessare dalle sue pubblicazioni, se
non si moltiplica nell'anno venturo il
numero de’ suoi abbonati e de’ suoi
amici. Egli si lagna della sua travagliata
esistenza-, la sopraffazione che solfre per
parte di molti potenti e favoriti avversarii; la povertà e la scarsezza dei suoi
mezzi; le angustie d'ogni maniera-, poi
confessa chiaramente che si regge a mala
pena, perchè il numero di coloro che
dividono i principii del Cattolico è soverchiamente ristretto : i suoi amici sono
0 timidi 0 scoraggiali, e gli avversarii
putenti. Sembra dunque che questi lamenti non sieno dolori di parto, ma il
rantolo dell’agonia. La Buona Novella
non ha mai avuto occasione di fare simili lamenti, eppure il Cattolico sognava
che fosse moribonda. Del resto questi
lamenti del pio Giornale ci fanno conoscere che in Piemonte il partilo clericale
diminuisce ogui giorno, se i suoi organi
fanno tali confessioni.
Homa. 11 Papa ha tenuto due concistori, uno il 19, l'altro il 22; nel primo
ha passato all’ordine dei preti il cardinale Adriano Fieschi, ha creato (lermine
di curia) e pubblicato cardinale dcU’ordine dei preti M. Gioachino Pecci vescovo di Perugia, si è riservato in petto
un altro cardinale, cd ha fatto quattro
vescovi ; nel secondo ha dato il cappello
14
m —
ai cardinali Brunelli e Pecci, ha fatto
altri cinque vescovi, e finalmente ha
apnta la bocca ed ha imposto l'anello
cardioiiliiio al due nu"vi porporati. Il
principe Federico Guglielmo di Prussia assisteva al concistoro in apposito
palco.
Fkascia. La libertà dei culti giurata
nella Costituzione del 1852 è una parola vuota di senso ove dominano i clericali. La Corte imperiale di Colmar ba
condannato un israelita a 16 franchi di
multa ed alle spese del processo per il
fatto seguente.
Il sig. Giuseppe Daniele See nell’occasione che il suo figlio diveniva maggiore volle dichiararlo tale religiosamente secondo la legge, e pronunciare
su di lui le benedizioni scritte nella
Bibbia. Gl'Israeliti possono, secondo la
Bibbia, fare una tale funzione anche in
casa loro purché vi sieno riuniti almeno
dieci individui maschi e maggiori di 13
anni. Il sig. See invitò per tale funzione
otto dei suoi amici, e tra lui ed il suo
figlio formarono i dieci individui vichiesii dalla legge ; e così in propria
casa e senza alcuno strepito lessero la
Bibbia, pregarono, ed il padre pronunciò
sul figlio le benedizioni.
Per un tale delitto il pubblico ministero tradusse innanzi al tribunale di polizia correzionale il sig. See sotto l’accusa di avere prestato la sua casa per
l'esercizio di un culto. Il tribunale rimandò assolto l’incolpato, ed il procuratore generale appellò da una tale assolutoria avanti la Corte imperiale, la
quale ha ammesso l’appello ed ha condannato l’accusato.
— Si legge nel Journal des Débats,
sotto firma del signor de Sacy;
Un pastore protestante, il sig, firandpierre, ha testé pubblicato sotto il titolo :
Il prote'-tantismo ttella socielà, ossia la
fede protesiaute giustificata dal rimprovero di favorire le tendenze antisociali,
un sermone per esso predicato il 6 novembre scorso nella chiesa deH’oratorio
di Saint-Honoré. Ciò che ci ha soprattutto fatto senso in questo sermone si è
lo spirito di moderazione e di vera carità che vi regna. Kespingendo un’accusa ingiusta e violenta, il signor Grandpierre si è astenuto da ogni recriminazione. Egli si limitò a far vedere con
esempi irrecusabili, che le nazioni meno
minacciate ai noslri giorni dal socialismo,
le più industriali, le più morali e in una
le più libere delle nazioni, sono precisamente quelle dove domina la fede protestante ; basta citare 1’ America , 1' 0*
landa, l’Inghilierra.
Quanto a noi, dove la questione interessa solamente per la parte politica, da
questo fatto non deduciamo veruna conseguenza dogmatica ; solamente vi ravvisiamo una ragione di più per non
turbare la libertà di cui i prolestanti godono in Francia da cinquant’anni dopo
tante prove. Rappresentare il protestantismo come focolare segreto del socialismo era un modo astuto di nascondere
la questione religiosa sotto la questione
politica e di invocare il rinnovamento
delle persecuzioni a nome della salute
dello Stato. Il signor Grandpierre ha
squarciato con mano ferma questo velo
per se stesso leggiero.
— Mentre la Buona Novella biasima
fortemente la intolleranza ovunque essa
15
si trovi, Igda la tolleranza, e si fa pregio di lodarla maggiormente se essa si
trova in un prete. iWl Lim del i7 dicembre, troviamo il falto seguente:
« In un piccolo villaggio isolato abita
una famiglia protestante , la sola di-l
luogo e delle comuni circonvicine. Il
capo di questa famiglia è morto sono
ora pochi giorni. Il pastore fu chiamato
per il servizio funebre, il quale vi andò:
ma non poteva dissimulare il suo timore
pensando alle difficoltà che i protestanti
rincontrano cosi spesso nel caso di sepoltura dei loro correligionarii nei paesi
• abitati esclusivamente dai cattolici. Ma
ecco cosa era avvenuto il giorno avanti
l'arrivo del pastore. Il parroco ed il vice-parroco erano andati essi stessi ad offrire alla famiglia afflitta un luogo nel
cemeterio per il defunto; anzi non contenti di ciò, offrirono, a scelta della famiglia, una porzione del cemeterio che
sarebbe da ora innanzi destinala alla
sepoltura dei protestanti Quindi l’eccelleate parrocn ha aiutato egli stesso
a scavare la fossa.
« Ecco poi cosa è avvenuto il giorno
della sepoltura. Fio dal mattino tutti gli
abitanti della comune, salve pochissime
eccezioni, erano riuniti presso la casa
del defunto, e manifestavano cosi alla
famiglia per le loro parole, e pei loro alti
la loro simpatia; poscia tutti si resero
al cemeterio, essendo alla testa del convoglio il vice-parroco ed i consiglieri
municipali : ascoltarono con religioso
silenzio e raccoglimento la esortazione
e la preghiera del pastore. Il parroco
era anche esso fra gli assistenti,
0 Compiuta la solenne e commovente
ceremonia, il pastore si diresse verso il
parroco per ringraziarlo; ma questi fu
il primo a stringere la mano al pastore:
tutti due si dicevano alfettuosamente,
che « sebbene separati per forme ecclesiastiche differenti , servivano però lo
stesso Salvatore e lo stesso padrone, c
si rallegravano delle stesse speranze u.
In questi sentimenti si separarono.
«Questi falli, dice il giornale cbe noi
citiamo, ci sono stati comunicati dallo
stesso pastore, e se noi non osiamo pubblicare nè il nome del lungo, nè del
pastore, ciò avviene perchè temiamo
la possente collera dell’ Univers e dt I
suo partilo non si scarichi sul parroco
cristiano ». 'j
l'n parroco tollerante è tale un miracolo che i clericali non lo crederanno.
Ginrvba, Il movimento religioso verso
il Vangp'o, ha preso in Ginevra delle
pruporzioni giganteschi* dopo !.■ celebri
conferenze predicate l’nnno scorso contro i Protestami dal celebre abbate Conbalot: 0 Dappertutti), dice la Semaine
religieuse, ove l’Kvflngi'io è letto e meditato, ed ove sono annunziate le grandi
verità della salvezza, ovunque è annunziata una qualche relazione che riguarda
il regno di Dio, un numeroso pubblico si
affoMa con attenzione e raccoglimento ».
Tutte le assemblee di culto in qualunque quartiere della città sono frequentatissime. Molli fra i Cattolici han compreso finalmente che era giunto il momento di purificare la loro fede alle
pure sorgenti del Vangelo, tralasciando
tutte quelle cose che non sono che precetti di uomini.
Il corso d’istruzione popolare destinato
ai Cattolici, e incominciato nello scorso
novembre, è seguito con molto interesse.
Bello è il vedere quei Caltolici che colla
Bibbia alla mano, fanno come facevano i
fedeli di Berrea (.Alti XVll, 11), che
esaminavano le Scritture per vedere se
queste cose stavano così. Il locale di
tali riunioni si è reso angusto in guisa
che i Protestanti sono stati pregati a non
andarvi per lasciare il luogo ai Cattolici,
16
che domandano istruzione e amraessione
nella Chiesa evangelica. Queste notizie
che devono rallegrare ogni cristiano,
ci devono altresì eccitare a pregare il
Rator di ogni bene per questi nuovi
confratelli che si aggiungono alla Chiesa
di Dio.
Inghilterra. 11 rev. Giorgio Fletcher,
pastore nella Chiesa anglicana, ha compiuto l’anno 106 di sua età: egli gode
una salute eccellente, legge senza bisogno di occhiali, ed ancora continua a
predicare.
CROiXACHETTA POIITICA
Torino. — Camera dei Deputati. Nella
seduta di lunedì 26, rUfficio di pri?sidenza venne costituito come segue :
Presidente ; BoncompBgni ; Vice-presidenti : Benso G. e Lanza ; Segretarii :
CavallÌDl, Farina Paolo, Airentl e Loauraz ; Questori: Valvassori e Bottone. —
Nella seduta di mercoledì 28, fu discusso
ed accettato il progetto di legge per l’esercizio provvisorio dei bilanci. ~ Il rimanente delle sedule fu quasi intieramente
speso intorno alla verifica dei poteri.
Valle d’Aosta. — Una insurrezione
di villici, sotto pretesto della tassa mobiliare, ha in questi ultimi gioini turbalo(e
per ijuauto pare alquanto gravemente) la
pubblica tranquillità in quella Vallata.
Le autorità locali prima, quindi il Governo han preso le misure più energiche
onde reprimere siffatla sommossa, iu cui
alle grida di Viva il Re, abbasso la Costituzione , si vuole che sì aggiungesse
anco quello di Viva la Santa Croce.
Lo.nuka, 26 dicembre. —Lord Palmerston resta al ministero dell’inlerno
in seguilo ad abboccamenti tenuti cogli
altri ministri. Egli si è dichiarato soddisfallo degli schiarimenti e progelti formati.
— 11 Times contiene quanto segue :
K Siamo lieti di udire che dietro gli
ubimi avvenimenti e dietro le ultime deliberazioni del gabinetto inglese si sono
presi accomodamenti relativi e furono
adottale misure che debbono esser prese
in comune dai governi di Francia e d’Inghillerra,
« A Coslanlinopoli si sono prodotte dif
ferenze di opinione che ebbero per causa
l’eccessivo desiderio di non rovinare la
grande quistione di pace e di guerra, e
di lasciar decidere dagli stessi governi.
Ma i gabinetti di Francia e d'Inghilterra
non sono mai stali lanlo d’accordo quanto
adesso sulla condotta cbe è necessario di
seguire, e probabilmente le flotte delle
due nazioni sono nel Mar Nero pronte
ad eseguire le istruzioni loro indirizzate ».
Costantinopoli, IS. Si assicura che il
Divano acnelta la proposta di nuovi negoziati. Le flotte non erano ancora entrale
nel Mar nero a cagione di grandi burrasche. Ottanta navi mercantili andarono
perdute.
Il prezzo dei grani salì da 25 a 50 piastre. Moltissimi navigli vennero noleggiati.
La Persia ha dichiarato officialmente la
guerra alla Porla.
L’ambasciatore inglese ha iolerrotto le
relazioni collo Schab; il che fu nolirieato
ai consoli.
La flotta russa partì da Sinope dopo essersi tratlenula due giorni per racconciarsi.
China. Sciangai ed Amoy sono sempre
in potere degl’insorti. Gl’imperiali chesono
davanti Amoy, divennero più ardili nei loro
assalti, e stringono sempre più dawicino
i ribelli, che furono perciò costretti » rifuggirsi nella cittadella.
Le schiere dei rivoltosi vanno sempre
più assottigliandosi in seguilo alle molle
diserzioni ; inoltre mancano loro afTallo le
munizioni.
A Sciangai la condizione dei ribelli si
mostra piti favorevole. Gli imperiali assalirono parecchie volte la citlà per terra e
per acqua, ma gl’insorti sono più consolidali che mai nel possesso di Sciangai, ove
essi sono assistiti dagli stranieri, i quali
credono opportuno che le cose rimangano
nello sialo attuale, o almeno che gl’imperiali non abbiano dominio colà.
Canlon è tranquilla, ad onta che i luoghi vicini siano parzialmente armali contro le autorità.
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mirapel gerente.
TIP. SOC. DI A. PONS E COMP.