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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% ■ art 2 comma 20/B legge 662/96 ■ Filiale di Torino.
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Uffido PT Torino CMP Nord
Lire 2200 - Euro 1,14
Anno IX - numero 21-25 maggio 2001
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HTORIALE
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PANTALEO
■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
CHI SONO
I COLPEVOLI?
«Esaminatevi... mettetevi alla prova»
II Corinzi 13, 5
Manfredi Ronchi, pastore
battista e presidente delPUcebi
negli Anni 50-60, raccontava che
nell’ambiente della marina di La
Spezia circolava la storiella di un
piantone che da tempo immemorabile era stato destinato a un angolo
del cortile della caserma dell’allora
Corpo reale equipaggi. Un giorno, il
nuovo comandante chiese in fureria
quali fossero le consegne date a quel
piantone. Nessuno seppe dire chi
l’avesse messo lì e con quali funzioni.
Così, dopo varie indagini, si scoprì
che lo scopo del piantone era di controllare una panchina verniciata di
fresco che da anni era stata rimossa.
Vera o inventata che sia, la storiella
illustra efficacemente il fatto che
ogni tanto è necessario verificare le
consuetudini che caratterizzano gran
parte della vita. Sovente si va avanti
per inerzia. Accade di ripetere azioni
che non hanno più senso, di adattarsi acriticamente a situazioni, idee,
schemi che non servono più a nulla.
PAOLO chiede ai componenti la
chiesa di Corinto di mettere alla
prova la loro fede per vigilare e combattere il pericolo mortale della predicazione di «falsi apostoli, operai
fraudolenti» che stanno portando allo
sbando la comunità dei credenti. Mi
chiedo se anche per noi, per le nostre
chiese, non sia giunto il momento di
esaminare noi stessi per vedere se siamo nella fede. Si vive ormai nell’indifferenza generale: tutto scivola addosso come se non riguardasse nessuno. Nella consuetudine, ci si è adatta- |
ti all’era del dio denaro. Nel comune
senso dell’indecenza, si premiano
persone losche coinvolte in affari
sporchi. Nell’incapacità di ravvedimento, si partecipa acriticamente allo
sfescio sociale e morale del paese. Ha
ancora senso la presenza protestante?
IN occasione della tragica morte
della piccola Valentina per mano
Wa camorra, su un quotidiano è apparsa la seguente lettera che và meditata: «Anch’io ho ucciso Valentina!
Sono una cittadina napoletana e conia tale mi sento chiamata in causa
agni volta che il mio Sud sale alla ribalta per raccontare, ancora una voluna morte innocente. Ma chi sono
1 colpevoli? La criminalità organizzagli La microcriminalità? Lo stato? È
tacile scaricare le nostre coscienze,
Riputando ad altri il problema. Ma ci
ai^o mai fatto un vero esame di coscienza? Tutti noi in qualche modo
^biamo caricato quella pistola,
yuando compriamo il pacchetto di
frette di contrabbando, regaliamo
Un proiettile. Quando compriamo u^ casa abusiva, regaliamo un proietQuando andiamo da una prostituta, regaliamo un proiettile. Quando
'Stupriamo merce rubata, regaliamo
"n proiettile. Quando sfruttiamo il
woro minorile, regaliamo un proiet■le. Quando facciamo scommesse
^destine, regaliamo un proiettile,
btrei continuare all’infinito, ma è
che se non usciamo dalla culdell’illegalità, il nostro Sud pianancora tante vittime innocenti,
.^ora proviamo a cambiare le nostre
Itudini... Solo così Valentina non
morta invano».
Francesco Casanova
CUMENEI
La fede con gli occhi dei bambini
di FRANCO SCARAMUCCIA
STATISTICHE
Le confe^oni cristiane nel mondo
di GIORGIO SPINI
I costi proibitivi dei farmaci aggravano la situazione dei paesi in via di sviluppo
La malattia del profitto
L'associazione «Medici senza frontiere» ha lanciato una campagna per l'accesso ai
farmaci essenziali II sostegno della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
FRANCO CIAMPiCCOLI
IL «Processo di Pretoria,» con il clamoroso dietrofront che le 39 case
farmaceutiche (le Big Pharma) sono
state costrette a fare sotto la pressione dell’indignazione mondiale (vedi
l’articolo di Giorgio Guelmani su
Riforma del 27 aprile), ha messo in
luce un aspetto del flagello che sta
devastando i «paesi in via di sviluppo» (Pvs): i costi proibitivi dei farmaci anti Aids gravati da brevetti imposti dall'industria farmaceutica.
Ma il flagello, dovuto non a cause
naturali bensì alla «malattia del profitto» che domina i paesi sviluppati
(Ps), non riguarda solo l’Aids. Vi sono malattie che da noi sono ormai
un ricordo del passato ma che nei
Pvs mietono un numero crescente di
W Libertà religiosa
Interventi di
Spini e Malan
L’on. Valdo Spini, dell’Ulivo, ha dichiarato all’agenzia Nev che «tra gli
appuntamenti più significativi della
legislatura che va ad iniziare vi è
quello della conclusione dell’iter di
approvazione della legge sulla libertà
religiosa che sostituirà la vecchia legislazione fascista sui "culti ammessi”. Inoltre attendono la ratifica le Intese con L’Unione buddista italiana e
con i Testimoni di Geova». Il senatore Lucio Malan, della Casa delle libertà, ha confermato che «la libertà
religiosa è un valore fondamentale e
sarà senz’altro un tema in agenda
per il governo: nella prossima legislatura si procederà alla firma di altre
Intese con le confessioni religiose
che ne faranno richiesta, cosa che
rafforzerà senz’altro la libertà religiosa e il pluralismo nel nostro paese».
vittime (la tubercolosi, aumento del
20% dei casi negli ultimi 10 anni; la
malaria, aumento del 40% dei casi
negli ultimi 25 anni*); anche qui, i
nuovi farmaci più efficaci sono fuori
della portata dei più. Altre malattie,
a noi sconosciute, dal momento che
non interessano la popolazione dei
Ps, non ricevono investimenti di ricerca e produzione. La malattia del
sonno potrebbe essere curata molto
efficacemente da una moderna medicina, l’eflornitina, la cui produzione tuttavia è stata abbandonata anni
fa perché non redditizia.
Questa situazione, di per sé disastrosa, è stata aggravata dalla politica
dei brevetti che tende a strangolare i
Pvs. Ufficialmente i brevetti intendono proteggere i prodotti e i relativi
processi di fabbricazione da contraf
Diritto allo studio
Un documento
della Tavola
Il 16 maggio, il Consiglio della Regione Piemonte ha tenuto una consultazione sul tema del diritto allo
studio e bonus per la scuola alla quale hanno partecipato molti consiglieri
regionali, presentatori di varie proposte dì legge in materia, rappresentanti
di scuole cattoliche, genitori laici e
cattolici, il Comitato laicità di Torino,
studenti, e anche una rappresentanza
del Collegio valdese di Torre Pellice.
Nell’occasione, Marco Rostan, a nome della Tavola valdese, ha presentato una memoria in cui si sottolinea
che la formazione critica dei giovani
richiede che le scuole inserite nel sistema paritario, sia pubbliche che
private, siano caratterizzate da una
effettiva laicità e pluralismo culturale.
Apag. 10
fazioni e coprire le spese per la ricerca, senza la quale la ruota non gira. In
realtà il prezzo monopolistico dei
brevetti concorre a far registrare
aU’industria farmaceutica uno dei
massimi tassi di profitto al mondo,
l’anno scorso del 16%, mentre la ricerca si orienta, di massima, lontano
dai bisogni della salute nei Pvs.
In base agli accordi del 1996 sui
Trips [Trade Related aspeets oflntellectual Property rights, cioè gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale
relativi al commercio) sono regolamentati nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio
(Omc, conosciuto anche con la sigla
inglese Wto). Entro il 2006 gli accordi
dovranno essere ratificati dai paesi
Segue a pag. 7
I Valli valdesi
Molte novità
per la scuola
Sta per finire l’anno scolastico, ma
la ripresa autunnale sarà diversa rispetto agli anni precedenti. Saranno
da chiarire le modalità della riorganizzazione dei cicli (se la riforma non
verrà sospesa); sarà da chiarire la materia della parità scolastica e molta
incertezza vi è anche sulla sorte dei
vincitori di concorso non ancora immessi in ruolo. Altri problemi sul tappeto, per discutere i quali si tengono
riunioni di operatori scolastici, sono
quelli dei criteri di valutazione e
dell’inserimento dei portatori di handicap. Alcuni istituti comprensivi del
Pinerolese sperimenteranno per decisione del ministero un nuovo modo
di assegnare il personale docente in
base al numero globale di alunni.
Apag. Il
L'OPINIONE ■■■
L'ELECTION DAY
A NAPOLI
Urne distrutte, schede date alle fiamme, scrutatori aggrediti: le scene che si
sono consumate nell’efeciio« day in alcuni quartieri di Napoli fanno più giustizia alle sequenze di una guerriglia
che allo svolgimento di un sacrosanto
diritto del nostro sistema democratico.
Anche altrove la riduzione del numero
dei seggi elettorali, la compresenza di
più elezioni, la maggiore affluenza alle
urne hanno determinato la congestione
dell’apparato elettorale. Ma a Napoli il
clima di quelle ore è stato più che confuso. Era avvelenato. Iir Procura sono
arrivate denunce di numerosi episodi
di irregolarità: schede prevotate, elettori che votavano in coda e non in cabina,
schede del Senato consegnate a chi non
aveva 25 anni, intimidazioni ai seggi
con gente armata davanti alle porte. Lo
sfondo, poi, su cui si sono compiuti i
presuif^i reati, i Quartieri Spagnoli, la
Sanità, Secondigliano, Ponticelli, non
ha certo bisogno di commento.
Giuseppe Borrelli, del pool anticamorra, ha reso noto che la direzione
antimafia di Napoli sta conducendo
un’indagine sui sospetti di irregolarità
e in particolare sul mercato delle preferenze. Il presidente di uno dei seggi assaltati nei Quartieri Spagnoli, Antonio
Grande, picchiato e ricoverato all’ospedale, ha dichiarato alla polizia che la
maggior parte di coloro che erano entrati a forza nel seggio pretendevano
solo il timbro. Tra le ipotesi della Digos
c’è quella secondo cui l’assalto ai seggi
sarebbe stato dettato non solo dall’esasperazione dovuta alla lunga attesa, ma
dall’obiettivo preciso di appropriarsi
del timbro che serviva per riscuotere
denaro promesso in cambio del voto. A
ciò si aggiungono altre testimonianze.
Massimo Paolucci, attuale commissario vicario per l’emergenza rifiuti a Napoli, ha denunciato alla polizia l’iniziativa del Polo che nei quartieri di Pianura e Soccavo distribuiva volantini elettorali con un sempre utile pacco di zucchero. Un mio vicino di casa ha raccontato di aver partecipato con parenti e
amici a una «simpatica» gita (pranzo al
ristorante incluso) offerta dal candidato del centro-destra per ciascun passeggero dei 9 pulmann turistici noleggiati per la giornata. Sono leggende
metropolitane partorite dalla fervida
fantasia di qualche politico o è ritornata alla ribalta l’antica, e forse mai abbandonata compravendita dei voti improvvisamente privata dei veli della decenza e del buon gusto? Quanto alta è la
posta in gioco? E ancora viene da chiedersi, quanto la sinistra in questi anni
di governo comunale è riuscita a trasformare le coscienze e il senso civico
dei napoletani?
In questi giorni si sta decidendo se
cedere ai prepotenti oppure contrastare l’indifferenza che soffoca Napoli. I
voti sono comprati e venduti? La candidatura di quel tale è in odor di camorra? Si ripro]ipngono i soliti vecchi
nomi? Qui tutto viene smorzato dall’ansia quotidiana del tirare a campare, dalTistinto di sopravvivenza che la
complessità di questa città estorce.
Tutto, anche le situazioni più insostenibili, passano in second’ordine men
Ìre cresce l’idea|che è preferibile anlarsene da questa città anziché rimanerci. Questa è una tentazione reale.
Forse nell’esortazione di Geremia di
pregare e ricercare il bene della città
in cui sono posti, i credenti possono
incora trovare oggi un’indicazione di
lenso per resistere.
Marta D’Auria
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 25 MAG^)^,,
VENE
<^...li cacciarono
in prigione,
comandando
al carceriere
di sorvegliarli
attentamente.
^‘'Ricevuto tale
ordine, egli
li rinchiuse nella
parte più interna
del carcere e mise
dei ceppi ai loro
piedi. Verso
mezzanotte Paolo
e Sila, pregando,
cantavano inni
a Dio; e i carcerati
li ascoltavano.
un tratto, vi fu
un gran terremoto,
la prigione fu
scossa dalle
fondamenta;
e in quell’istante
tutte le porte
si aprirono, e le
catene di tutti si
spezzarono. ^Ul
carceriere si svegliò
e, vedute tutte le
porte del carcere
spalancate,
sguainò la spada
per uccidersi,
pensando che i
prigionieri fossero
fuggiti. ^^Ma Paolo
gli gridò ad alta
voce: “Non farti
del male, perché
siamo tutti qui”.
^^Il carceriere,
chiesto un lume,
balzò dentro e
tutto tremante,
si gettò ai piedi
di Paolo e di Sila;
^°poi li condusse
fuori e disse:
“Signori, che
debbo fare per
essere salvato?”.
Ed essi gli
risposero: “Credi
nel Signore Gesù,
e sarai salvato tu
e la tua famiglia”.
^^Poi annunziarono la Parola del
Signore a lui e a
tutti quelli che
erano in casa sua.
^^Ed egli li prese
con sé in quella
stessa ora della
notte, lavò le loro
piaghe e subito fu
battezzato lui con
tutti i suoi. ^Poi li
fece salire in casa
sua, apparecchiò
loro la tavola,
e si rallegrava
con tutta la sua
famiglia, perché
aveva creduto
in Dio»
(Atti 16,23-34)
QUANDO LA FEDE CANTA
Non sono le nostre chiese a fare qualcosa per l'Evangelo, è ÌEvangelo che fa
qualcosa per le nostre chiese. L'unico cantico nuovo anche oggi resta I Evangelo
WINFRID PFANNKUCHE
Riassumendo questo anti
I
^ _ co racconto si potrebbe dire; l’Evangelo non si lascia fermare né trattenere né arrestare.
Noi non possiamo far perdere
tempo all’Evangelo. L’Evangelo
fa ascoltare, pregare, aiutare e
cantare. La fede canta. Viviamo
in tempi in cui si canta poco.
Forse siamo in mezzo ad una
mutazione della voce, in una
specie di adolescenza, in una
crisi delle nostre possibilità di
esprimerci. In questa situazione
non servono appelli semplici e
moralistici; «cantate!». Bisogna
cercare di vedere le ragioni del
perché si canta poco. E ce ne
sono delle buone.
Dopo l’Amen si misero a cantare l’inno nazionale ungherese; il
canto era così forte da spezzare
i muri del tempio, in qualche
occhio una lacrima. Ecco, non
sempre è l’Evangelo adar cantare le chiese.
Chi ha il diritto di cantare?
I
Perché si canta?
P ER due volte l’Europa è sta
_ ta imprigionata, arrestata
dagli inni trionfalistici di cui si
servono i grandi tentativi umani
di creare il paradiso in terra, di
liberare tutti i prigionieri, per
far leva sui gruppi locali. Cantando, si sentono liberi, forti,
invincibili. A sentire canti che
vogliono spingere la propria
squadra alla vittoria, a sentire
gli inni con cui si fanno riconoscere certe forze politiche, ma
anche religiose, ti potrebbe far
passare la voglia di cantare. In
un piccolo paese in Romania visitai una chiesa riformata; tutto
il paese presente, tutto il paese
in costume; il canto dei nostri
inni era debole, l’aria alcolizzata. In tutti gli innari c’era una
piccola bandiera ungherese.
L pastore martire Bonhoeffer
_lo sentiva profondamente
quando affermò che soltanto
colui che ha gridato prima per
gli ebrei, ha il diritto di cantare i
canti gregoriani. Una chiesa che
trascura i sofferenti, che non vede più la debolezza della creatura sofferente, non ha il diritto di
cantare. Dove vengono meno la
solidarietà, l’amore verso il
prossimo, la disponibilità di
aiutarsi, anche il canto viene
meno; e se non viene meno,
sarà il canto dell’appartenenza
ideologica ad un popolo, ma
non è più il canto della fede in
Gesù Cristo. Poi ci sono ancora
altre buone ragioni per non
cantare. Mi ricordo di una nostra corale che voleva cantare al
funerale di una cara sorella, ma
riuscì soltanto a piangere. Non
soltanto in questi momenti
estremi, ma quotidianamente
aumenta un diffuso sentimento
di tristezza che stona le nostre
espressioni. Infine, certo, uno
non canta perché non ha voce,
perché è stonato. O meglio;
molti sono quelli che credono
di esserlo, ma non lo sono; avere voce può essere impegnativo.
portabile per gli uomini accettare che le cose non dipendano da
noi, dalle nostre forze, dalle nostre voci... ecco il vecchio canto
del mondo; noi abbiamo cantato e voi non avete ballato. Il nostro canto non muove nulla se
non è l’Evangelo, se non è Cristo che canta in noi. Se non siamo in sintonia, in armonia con
l’Evangelo. Ma come veniamo a
sapere, a sentire questa forza
che fa cantare gli apostoli nella
parte più interna del carcere a
mezzanotte?
I
Il canto che fa tremare
Le nostre voci in coro
diranno con forza U motivo della nostra gioia:
il senso della nostra vita,
e così pure la sorgente, sono in Gesù Cristo.
Fame, violenza e soprtdFazione
intorno a noi e in noi;
ma attraverso quanti lo lodano
Gesù diffonde ovunque la pace,
I nostri cuori sono ffagiU;
verranno spezzati dalla disperazione?
No, di ttanquilla speranza:
lo Spirito del Signore ci fa dono prezioso.
Attittt,inquesrora,
Dio, per mezzo del suo Figlio, offre felicità.
II suo amore dura, per sempre,
rendiamogli lode.
Abel Nkuinji, Camerún
(da Quando è giorno?, della Gevaa, Trieste, 1994)
IL nostro canto è ambiguo.
r ■
_ Non basta cantare di più e più
forte, alzare il volume come ci
suggerisce il mondo d’oggi: chi
grida più forte e più bello vince.
Non è il canto degli apostoli che
fa tremare la terra, che scuote le
fondamenta della prigione della
vita, che apre le porte e spezza
le catene. Non sono i loro inni
che cambiano il mondo; ma
neanche le loro mani: queste sono in catene; né i loro piedi:
questi sono sotto i ceppi. Ma è
l’Evangelo stesso che opera.
Non sono gli apostoli a far correre il loro Evangelo, ma è l’Evangelo a far correre i suoi apostoli. Non sono le nostre chiese
che fanno qualcosa per l’Evangelo, no, è l’Evangelo che fa
qualcosa per le nostre chiese.
Per simili affermazioni apostoli, all’epoca della Riforma,
andavano in prigione. Insop
La forza dell'Evangelo
O non ho mai ricevuto molte
_ vergate, non sono mai stato
cacciato in prigione perché avevo parlato di Cristo, non sono
mai stato nell’oscurità di una
cella singola, in segregazione
cellulare. Più o meno le stesse
parole pronunciò Martin Luther
King, che però era davvero cacciato nella parte più interna di
un carcere, dicendo che veramente non è mai stato in una
cella singola, perché Dio non si
ferma davanti all’oscurità di una
cella carceraria: «Non so se in
questo momento c’è il sole, ma
so che, all’improwiso, riesco di
nuovo a vedere la luce». Io non
sono mai stato in prigione a causa di Cristo. Ma posso immaginarmi cosa significa essere imprigionati dai pregiudizi e arrestati dai propri principi e dalle
proprie paure. La forza dell’Evangelo non opera soltanto nei
casi estremi. La forza dell’Evangelo non opera soltanto per i
grandi testimoni della fede. La
forza dell’Evangelo opera sempre e ovunque per te. Non sono
Paolo e Sila, ma il vero protagonista di questa storia a Filippi è il
carceriere. Il più misero elemento della storia è il suo centro.
I Note
omiletiche
Potrei elencare inf¡n¡(¡
esempi di casi in cui i m,.,
delle carceri umane si sono
mangiati gli inni degli op.
pressi. L'ascoltatore deli
sto lo potrebbe fare e bt I
ebi.'
sogna tenerne conto. Moi
sappiamo che le porte del (
le carceri non si aprono co
sì facilmente, che terremo
ti di questo tipo sono mol. I
to rari, e ne siamo anche 1
un po' fieri. Potrebbe seio i
brare un testo antico, io
genuo. Anche se l'irlgg. I
nuità di Dio supera ognii
nostra sapienza scolastica I
il testo contiene innegabi) I
mente momenti miracolosi
che provocano sempre ao
cora qualche difficoltà di
comprensione.
Tuttavia, il testo stesso
offre ancora spazio perii
senso di realtà dei nostri
tempi, per
e l’apostolo che si lascia dirigere
daH’Evangelo: il rivoluzionario
avrebbe dovuto uccidere il carceriere. L’apostolo dice: Non
farti del male perché siamo tutti
qui. Rimangono per amor suo, e
così non trattengono, non arrestano la libertà a loro donata. I
muri del carceriere fatti dal suo
senso di dovere e dalla sua paura, il suo piccolo mondo crolla,
ma lui stesso ne esce illeso. Al
posto dei suoi signori che deve
temere, entra il Signore che è rimasto nel carcere della paura fino all’ultimo respiro e che ha
portato guarigione con le sue
ferite. A questo Signore il carceriere affida la sua esistenza. Liberato dalle costrizioni di prima, ora mostra coraggio civile,
seguendo ritmo e tatto dell’amore evangelico. E così nasce
una nuova esistenza apostolica.
Ecco, l’Evangelo può scuotere e
spaventare, ma dietro le sue
scosse e i suoi spaventi c’è la
sua incredibile voglia di guarire.
Se il racconto era partito con
la domanda: «come vengono liberati gli apostoli?», all’improvviso il tema è cambiato: uno solo è stato scosso, andato in
profonda mutazione della sua
voce, ed è giunto a nuova vita.
Uno solo è stato trovato con la
sua casa. L’Evangelo ha trovato
un nuovo punto strategico per
la chiesa di domani. In questa
notte si fonda una nuova cella
dell’Evangelo. Incredibile quanto e quanti Dio mette in moto
per far arrivare il suo Evangelo
al carceriere di Filippi. Quanto
vale, agli occhi dell’Evangelo,
una sola, anche la più misera,
esistenza umana?
Lasciarsi dirigere
UNO che fa il suo dovere. Poi
cade in una profonda crisi
della sua esistenza professionale e personale. Il carcere, simbolo della sicurezza del suo
mondo, viene scosso e perde il
suo potere rassicurante. Non
riesce più a tenere fermi i prigionieri a lui affidati. Il terreno
sotto i suoi piedi si muove e, di
fronte alla sua sconfitta professionale e personale, non vede
altra via d’uscita che il suicidio.
Ora, ecco la differenza tra il rivoluzionario che vuole cambiare il mondo con le proprie mani
Un canto nuovo
IL carcere della vita fatto di
paure, di preoccupazioni e di
principi, quel carcere del quale
io sono prigioniero e carceriere,
ora prigioniero ora carceriere,
alla luce di questa parola evangelica ha già le porte spalancate
e le catene spezzate. Allora andiamo a dirlo, anzi a cantarlo
agli altri prigionieri e carcerieri:
i carcerati li ascoltavano... il
carceriere si svegliò. E cosa diciamo, anzi, cosa cantiamo?
Non fatevi del male perché siamo tutti qua. Che così sia.
Cantate un cantico nuovo!
L’unico cantico nuovo anche
oggi resta l’Evangelo, grazie al
quale siamo tutti qua. In Cristo
Gesù. Amen.
... esperienza
della paura e delle ferite;
le stigmate e traumata de
gli apostoli (v. 33) sono
reali. Nelia lettera allessa.
lonicesi (I Tess. 2, 2), Paolo
ricorda così gli avvenimenti di Filippi: «...dopo aver
prima sofferto e subito oltraggi, come sapete, aFilippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunziarvi il vangelo di Dio
in mezzo a molte lotte».
Questo riassume ciò che
accadde agli apostoli, ma
un racconto riesce adesprimere di più. Oltre dò
non è quel che accade agli
apostoli, ma ciò che capita
al cardare, che sta al centro del racconto. In questo
si rispecchia un'esperienza
fondamentale della chiesa primitiva: non sono gli I
apostoli a creare e a fat!
correre la Parola, ma è lai
Parola a creare e a far cor-1
rere gli apostoli. Gli atti;
degli apostoli ci raccontano la corsa dell'Evangelo
come continuo su e giù,
una catena di strade lunghe, deviazioni, ostacoli,
persino strade senza uscita, eppure va avanti da;
paese a paese, da persona
a persona. La corsa dell'Evangelo non è un corteo,
trionfalistico; passa inves
per i luoghi profondi edifficili, scende e risale, muore e risorge, per confondere i progetti umani e
per farci imparare la fede
nella sua sempre sorprendente novità.
L'Evangelo, con lasna
debolezza per i piccoli numeri, per le singole per®'
ne e per gli inizi modesti,
va avanti anche senza di
noi, raggiunge il suo traguardo. Una regia segrC'
ta, un'autorità invisibili*
instancabilmente all'op*;
ra. L'essere apostoli consiste nel farsi coinvolgi**
dall'armonia, farsi sinto
nizzare da questa dinamica evangelica stessa. ‘
sono vive espressioni
preghiera e gli inni no
turni degli apostoli cn.
fra l'altro, non fanno alt
che ciò che sono
fare comunque e chi
può fare sempre e ovu ;
que. Preghiera e cani
pietà o spiritualità, n
sono alternative alle
re sociali; liturgia e c ,
nia fanno parte dello«®
so coro e, quasi autom®
camente, daH'armon
dall'accordo delle due
sce testimonianza e i"
sione. Tutto somrini'
dell'Evangelo non ci o
biamo preoccupare,
occupanti sono
segni fra noi nòe da
per scontato quest'ann
ciò della sola
crede di avere
già nel suo bagagli^'
prirà, prima o P°iA|
suo zaino è vuoto. A«
23-34 ci interpella c»
prigionieri, ma
to come carcerieri; c
dimentica, dimentica
nemica dell'Evangelo
^dlto
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Il convegno triennale della Conferenza europea per l'educazione cristiana
La fede attraverso gli occhi dei bambini
Sono convenuti a Santo Severa 120 educatrici e educatori cristiani da tutta Europa, soprattutto
protestanti ma anche ortodossi e cattolici Gli italiani sono stati rappresentati dalla Fcei
«ANCOSMUAMUCCIA
Nei giorni 7-13 maggio ha
avuto luogo a Santa Severa, al Villaggio della gioventù, il convegno triennale
della Conferenza europea per
l’educazione cristiana (Ecce),
a cui hanno partecipato 120
persone impegnate nel lavoro con i bambini e con i giovani nelle chiese provenienti
da tutta l’Europa (c’era perfino una rappresentante del
lontano Azerbaigian). Si tratta di un appuntamento veramente prestigioso nel campo
dell’educazione cristiana, a
cui gli interessati alla problematica non mancano di
partecipare, e che quest’anno è stato organizzato in Italia. Il convegno aveva come
tema «Attraverso gli occhi dei
bambini, vivere e imparare
insieme nella fede».
L’Ecce è un’organizzazione ecumenica che riunisce gli
educatori cristiani di tutta
Europa con lo scopo di scambiare idee ed esperienze nell’ambito dell’educazione cristiana, favorendo il confronto fra realtà diverse. Nata dal
movimento delle Scuole domenicali, dal 1947 rappresenta la sezione europea dell’
Unione mondiale delle scuole domenicali, dal 1971 fa
parte del Dipartimento educazionale del Consiglio ecumenico delle chiese, è inserita nella Conferenza delle
chiese europee e dal 1998 è
membro del Gruppo di Coordinamento europeo per l’educazione cristiana, a cui sono delegati i contatti con il
(Consiglio d’Europa e con
l’Unione europea.
I partecipanti erano in larga maggioranza protestanti
ma erano presenti anche due
ortodossi (il diacono Alexander Shymbaliou del Patriarcato ecumenico di Mosca e la
signora Kaarina Lyhykainen,
finlandese, collegata con il
Patriarcato ecumenico di Costotinopoli) e alcuni cattolici. Il card. Kasper, segretario
del Pontificio consiglio per
l'unità dei cristiani, invitato a
presenziare, ha inviato un
suo rappresentante che ha
portato un messaggio di saluto. I protestanti stranieri erano m larga maggioranza lutet|uu, ma c’erano anche diversi presbiteriani e riformati e
una battista estone. Gli italiani rappresentavano invece le
rane chiese della Fcei.
I lavori si sono .sviluppati
attraverso sei relazioni che
^ttavano il tema della Contetenza da diversi punti di vista. Tre di esse sono state tenute da David Hay, cattolico,
che è stato direttore del Cenno di ricerche suU’esperienza
^ngiosa e ha diretto un prosOtto di studio della spirituaragazzi all’Università
® Nottingham, dove era letote di Educazione alla spiriraalità. Raccontando le sue
^Perienze fatte durante il lato al progetto e aiutandosi
n audiovisivi, egli ha sostenpii t ragazzi cresciuti
tra cultura secolarizzata
^ portatori di una spiri^tà implicita ma consape. ®' ^ esperienze fatte han* Mostrato che dall’età di
2 , nnni ne sono imbarazJ’.uanno paura di essere
l„^'”‘“'^rati stupidi se ne pardelP i pubblico. Compito
diin ®“ttcazione cristiana è
la, di aiutarli a liberare
aioro spiritualità.
telazione è stata tenuta
Dlch** ®.'^*^^oto Roland Camgj ^ ttisegnante di sociolonL religioni aJl’UÌ97n*^*!Ì^ di Losanna fin dal
hioJ ha affrontato il pror
n della trasmissione del
Lavoro di gruppo net giardino dei Vittaggio
la tradizione religiosa, sconvolta da due fatti: i fondamenti della religione cristiana sono stati messi in questione dalla presente cultura
mentre l’individuo tende a
costruire la sua identità religiosa a partire da ciò che a lui
stesso pare più appropriato.
Si tratta allora secondo Campiche di rinnovare la tradizione, entrando in dialogo
creativo con essa per trovare
nuovi spazi di significato e di
impegno dell’individuo in un
processo di autenticazione e
di approfondimento delle
proprie affermazioni.
Salvatore Ricciardi, pastore
valdese a Bergamo e presidente della Conferenza delle
chiese protestanti dei paesi
latini d’Europa (Cepple), ha
presentato la condizione della minoranza protestante in
Italia e ha riferito sulla posizione del bambino nella società, nella famiglia e nella
chiesa. Ricciardi ha sostenuto che il bambino sembra
spesso essere destinatario di
messaggi da parte della società più per il fatto di essere
un possibile consumatore
che per un reale interesse per
il suo benessere. Nella famiglia il bambino è accolto con
gioia ma diventa presto un
problema per il lavoro dei genitori e allora comincia per
lui il tempo del «parcheggio».
Proprio per questa loro situazione oggettiva, le chiese sono debitrici ai bambini di affetto e calore, oltre che di testimonianza cristiana. Ecco
la necessità di pensare chiese
a misura di bambini, consapevoli che essi sono non la
chiesa di domani come spesso si dice ma parte, neppure
secondaria, di quella di oggi.
Infine il teologo Peter Muller ha presentato la sua relazione sui bambini visti nella
prospettiva di Gesù: partendo
da un’analisi di Marco 10, 1316 e 9, 33-37 si è chiesto perché chi vuole entrare nel regno di Dio deve accettarlo co
Andare alla scoperta
del vestito colorato di Dio
EUGENIO BACUO
MARIALUISA STOBNAIUOLO
E possibile che Dio indossi
un soprabito blu e un
cappello giallo? O che magari
indossi una giacca rossa, tenuta da una cintura verde?
Potrebbero sembrare do.mande stupide, ma c’era un
tempo in cui gli abitanti di
Coloradlno non ridevano di
fronte a queste domande dei
loro bambini. Così inizia la
storia di Coloradino, un paese in cui alti muri dividevano
gli abitanti.
Indumenti di colori diversi
contraddistinguevano diversi
modi di agire e lodare Dio. I
blu si impegnavano freneticamente nel lavoro, 1 rossi
mostravano una eccessiva
apprensione nella cura e
nell’aiuto agli altri, i verdi pur
vivendo del frutto del loro lavoro, non lo condividevano
con altri, mostrandosi egoisti. Infine 1 gialli trascorrevano il loro tempo esclusivamente divertendosi. Finché
un giorno Dio si presentò al
popolo di Coloradino, in abiti
multicolori invitando tutti gli
abitanti ad abbattere i muri,
a collaborare e a condividere
il loro modo di essere, di vivere e pregare il Signore. Con
questa storia è iniziata a Santa Severa la Conferenza Ecce
2001. Al mattino e alla sera ci
si ritrovava per incontri di
preghiera e meditazione e alcuni oggetti, come pietre e
conchiglie, divenivano metafore di pensieri e rifiessioni
e un culto mattutino si è trasformato in un’occasione di
ascolto in riva al mare. I
gruppi di lavoro erano incentrati su attività creative e artistiche. Uno dei laboratori
prevedeva l’utilizzo di materiali poveri come carta di
giornale, lana, aghi e bottoni
per la realizzazione di marionette da utilizzarsi in animazioni bibliche con i bambini.
Un altro laboratorio ci ha
mostrato con un video come
attraverso un lavoro sul canto con bambini molto piccoli
(da uno a due. anni) si possa
attuare opera di evangelizzazione e avvicinamento alla
comunità dei genitori.
In un altro gruppo di lavoro
la riflessione è stata concentrata sui ruolo della preghiera.
Particolarmente interessante
è stato scoprire che esistono
modi creativi di avvicinare i
bambini alla preghiera. Una
delle tecniche mostrateci, ad
esempio, utilizza le cinque dita della mano come strumenti per animare la preghiera.
Ad ogni dito corrisponde una
intenzione di preghiera: il
pollice è per le cose importanti; l’indice è per le persone
che ci guidano e ci indicano
la giusta strada; il medio, che
è il più lungo, indica le persone che svolgono ruoli di responsabilità; l’anulare è per le
persone deboli e infine il mignolo è per se stessi.
me un bambino. Non certo,
ha affermato, perché i bambini sono esempi di innocenza
e semplicità ma piuttosto
perché affrontano il mondo
senza pregiudizi. Il gesto provocatorio di Gesù che mette
un bambino in mezzo ai dodici, è una domanda posta al
nostro modo di vivere pensando al reddito e al successo
e alla nostra rappresentazione del mondo. Al tempo stesso però è anche un invito ad
aprirsi alla dimensione del
mondo di Dio. Attraverso una
serie di laboratori sono state
presentate diverse esperienze
in atto nei paesi europei. Naturalmente ogni nazione partecipante aveva portato e
messo in mostra in appositi
stand il materiale prodotto e
usato nei rispettivi paesi e
questo ha consentito a tutti di
avere una panoramica del
modo di lavorare fra i bambini in Europa. Ovviamente i
contatti personali durante le
pause hanno poi consentito
un utile e proficuo scambio di
idee e di esperienze.
Il Servizio istruzione ed
educazione (Sie) della Fcei,
che ha organizzato rincontro
per quanto riguarda la logistica e la sistemazione, ha
cercato di favorire la partecipazione di una decina di giovani interessati, che già lavorano nelle nostre chiese; naturalmente la-scarsità dei
mezzi a disposizione non ha
consentito di avere una più
larga partecipazione. Il Sie si
augura che coloro che hanno
partecipato possano mettere
a disposizione di tutte le
chiese il bagaglio di nozioni e
di esperienze acquisito durante la settimana di lavoro
comune con gli altri europei.
La bella settimana si è conclusa domenica 13 con un
culto in comune a Civitavecchia con la locale chiesa battista con la predicazione del
pastore Blasco Ramírez.
Pille Valk (a destra) con Graziella Gandolfo Censi, rappresentante
itaiiana nell’Ecce
Pille Valk, insegnante
luterana in Estonia
Pille Valk, presidente uscente dell’Ecce, è una giovane signora membro della
chiesa luterana dell’Estonia
ed è madre di tre figli. Insegna educazione religiosa alla
Facoltà'di teologia dell’Università statale di Tartu e, come tale, prepara gli insegnanti per la catechesi dei
giovani. Tiene anche corsi,
come invitata, nel Seminario
battista e in quello metodista.
Come volontaria, fa anche
parte dell’ufficio dell’Unione
delle scuole domenicali del
suo paese. Le abbiamo rivolto alcune domande.
- Qual è la composizione
religiosa del suo paese?
«L’Estonia ha una popolazione di un milione e mezzo
abitanti e prima dell’occupazione sovietica del 1940 il' 90%
della persone era connesso alle chiese. Ora lo è soltanto più
il 20%. Il 12% appartiene alla
chiesa luterana ma molti di
più sono sotto la sua influenza. La situazione è un po’
complicata da descrivere perché anche molti estranei alle
chiese si ritengono simpatizzanti per cui l’influenza delle
confessioni cristiane va certamente oltre la percentuale di
appartenenza che ho detto.
La generazione che è cresciuta durante il periodo comuni
Kaarina Lyhykainen
l'ortodossia in Finlandia
Kaarina Lyhykainen è una
giovane e simpatica signora
finlandese, madre di due
bambini. È già stata in Italia e
precisamente fu a Santa Severa quando era incinta del
primo figlio, che ora ha dieci
anni. Fa parte della Chiesa
ortodossa e lavora come segretaria dell’educazione religiosa per un gruppo di parrocchie del suo paese. A lei
abbiamo chiesto qualcosa
sull’ortodossia nel suo paese.
«In Finlandia il cristianesimo è arrivato da ovest tramite la Svezia e da Est tramite la
Russia: pertanto nella parte
orientale della Finlandia si
trovano gli ortodossi, che
rappresentano circa il 1%
della popolazione. Sono però
collegati con il patriarcato di
Costantinopoli e non con
quello di Mosca. Collaborano
con le altre chiese cristiane e
fanno parte del Consiglio
ecumenico delle chiese della
Finlandia, il cui segretario è
al momento un battista».
- Qual è il rapporto fra ortodossi e la popolazione?
«I finlandesi sanno ben poco dell’ortodossia e quindi,
approfittando del fatto che
nel paese c’è molta libertà,
stanno lavorando per farsi
conoscere. Nell’ambito dell'Ecce, noi ortodossi ci sentiamo pienamente a nostro agio,
anzi auspico che gli ortodossi
si colleghino sempre più e si
aprano sempre più agli altri
cristiani in Europa».
- Ci parli del suo lavoro per
la catechesi dei giovani...
«In Finlandia l’istruzione
religiosa si fa nelle chiese ma
anche nelle scuole pubbliche: il mio compito consiste
appunto nel predisporre il
materiale da usare e nel preparare gli insegnanti. Istruisco e organizzo gli educatori
in un’area del mio paese per
un gruppo di parrocchie collegate fra loro in circoscrizione ecclesiastica».
A conclusione del piacevole colloquio, Kaarina Lyhhykainen esterna il suo amore
per l’Italia e l’entusiasmo che
prova ogni volta che viene a
visitarci. Ci fa anche un complimento che non sappiamo
in verità quanto meritato: dovunque si va, afferma, si incontra la natura. Forse non è
mai passata nei luoghi di tanti scempi!
sta non conosce moltó del cristianesimo e non è facile ora
rimpiazzare il comuniSmo
con il cristianesimo, in quanto la popolazione estone è
molto diffidente dopo aver
fatto queU’esperienza fortemente negativa. È però in atto
una buona cooperazione fra
le chiese: luterani, battisti,
metodisti, arminiani ma anche ortodossi e cattolici oggi
formano insieme il Consiglio
estone delle chiese e costituiscono un bell’esempio di collaborazione. Va inoltre tenuto
presente che la situazione
economica non è brillante,
anche se l’economia sta sviluppandosi abbastanza velocemente. Resta infatti molto
alto il divario fra ricchi e poveri e il lavoro èiancora un
problema in molte aree dell’Estonia. Molte industrie sono ancora chiuse e gli investimenti tardano a intervenire».
- Qual è la composizione
dell’Ecce?
«L’Ecce è una conferenza
ecumenica aperta a tutte le
chiese. Per ora la maggior
parte degli aderenti sono
protestanti ma ci sono anche
rappresentanti dell’ortodossia. In questi anni abbiamo
cercato di avere contatti anche con i cattolici ma, a parte
interventi a titolo personale,
questa è la prima volta che
abbiamo avuto un loro rappresentante ufficiale ai nostri
lavori. La nostra speranza è
quella di potere in futuro allacciare rapporti anche con
loro. Nella conferenza siamo
divisi in cinque aree: Europa
del Nord, Europa dell’Est,
Europa Centrale, Paesi Latini,
Regno Unito e Irlanda. Siamo
organizzati in modo che ogni
area designi due rappresentanti nel Comitato di continuazione, che vengono poi
nominati dalla conferenza
che si riunisce ogni tre anni.
Il Comitato, che al suo interno elegge un presidente, un
segretario e un tesoriere, ha
la responsabilità di mantenere i contatti e di organizzare
la prossima conferenza».
- Qual è il suo attuale lavoro con i giovani?
«Al momento sono impegnata in un progetto che si
chiama “Bambini di strada”,
che usufruisce di un meraviglioso centro cristiano che si
occupa di combattere fenomeni come la droga e la delinquenza. Ogni settimana
facciamo un giro per le strade, incontriamo ragazzi sbandati e li invitiamo a stabilirsi
nel centro, dove trovano vitto, aiuto per lo studio e un
luogo in cui abitare. Ogni venerdì sono invitati a partecipare a uno studio biblico.
Quando poi i ragazzi hanno
dai 16 ai 20 anni vengono alloggiati, sempre seguiti dal
centro, in appartamenti indipendenti. I risultati non tardano a venire e noi ne siamo
contenti. Da parte mia cerco
con tutte le forze di coinvolgere i miei studenti dell’Università in questo progetto che
ritengo altamente formativo».
4
PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
venerdì 25 MAGGIO imi I
Si è svolta a Brema l'assemblea annuale della Missione battista europea (Mbe)
L'opera di formazione dei missionari
DAL MONDO CRISTIANO
¡Agenzia stampa ecumenica intemazionale
È nata a Ginevra l'Associazione «Eni»
La Mbe ha un budget annuo di circa 7 miliardi, è solida, ben organizzata e fermamente
decisa a preparare al meglio i quadri locali per lasciare loro la responsabilità della missione
EMMANUELE PASCHEnO
D
AL 3 al 6 maggio, a Brema, si è svolta l’assem
blea della Missione battista
europea (Mbe) alla quale
ogni anno vengono presentate le relazioni dai campi di
lavoro e si prendono le decisioni sulle strate^e e la dislocazione dei nuovi missionari.
Un centinaio circa i presenti:
i nove membri del Comitato
esecutivo, il segretario generale Hans Guderian (pronipote del famoso generale
della seconda guerra mondiale, creatore delle divisioni
corazzate e teorizzatore della
guerra di movimento), i due
segretari per l’Africa e per il
Sud America, lo staff dell’ufficio della Missione che ha
sede vicino a Berlino, diversi
missionari europei, africani e
dell’America Latina, delegati
dei 17 paesi europei coinvolti
nella Missione e delle unioni
battiste partner nei due altri
continenti.
È ospitante la principale
chiesa battista di Brema: 160
anni di vita, 470 membri, due
pastori, un bilancio annuo di
circa 800 milioni. Perfetta
l’organizzazione, cordiale e
premurosa l’ospitalità, gestita
da una quarcmtina di volontari della comunità, coordinati
impeccabilmente da uno degli anziani della chiesa.
GINEVRA — Si è costituita il 4 maggio a Ginevra l’Associazione «Ecumenical News International» (Eni), responsabile
della pubblicazione dell’omonima agenzia stampa, creata nel
1994 per iniziativa del Consiglio ecumenico delle chiese, della Federazione luterana mondiale, dell’Alleanza riformata
mondiale e della Conferenza delle chiese europee^La costituzione di un’associazione, formata dagli «sponsor» iniziali ma
da essi indipendente, costituisce Fultimo tassello della costruzione di un’agenzia stampa ecumenica internazionale,
attenta al variegato mondo delle chiese cristiane nel mondo e
al tempo stesso autonoma, così da garantire professionalità e
imparzialità nell’informazione. L’assemblea costitutiva ha
eletto un Comitato esecutivo, presieduto dal pastore luterano
e giornalista francese Jean-Jacques Bauswein; vicepresidente
è la giornalista riformata cubana Suecia Mendez. L’assem
blea ha inoltre approvato un piano quinquennale di sviluppo
dell’agenzia, con l’obbiettivo di aumentare sensibilmente il
numero degli abbonati. Per informazioni sull’agenzia Eni,
che viene pubblicata in inglese e francese, visitare il sito
www.eni.ch oppure inviare una e-mail a eni@eni.ch. (nev)
La chiesa battista di Brema dove si è svoita l’assembiea deila Mbe
Vincere la violenza
Tema: «Violenza: la vinceremo per mezzo di Cristo». Di
grande interesse le relazioni
dai diversi campi: Camerún,
Mozambico, Guinea equatoriale, Malawi, Repubblica
Centroafricana, Sud Africa,
Sierra Leone per il continente
africano. Ovunque la testimonianza evangelica avanza
e si allarga, si fondano nuove
chiese, ospedali, istituti biblici, scuole che, man mano che
vengono formate persone
adatte (e l’opera di formazione è la principale attività dei
missionari europei) sono trasferite sotto la responsabilità
delle Unioni battiste locali.
Grandi le difficoltà: basti ricordare le due alluvioni del
Mozambico e la guerra civile
in Sierra Leone: in quest’ultimo stato, tutti i missionari
evangelici hanno lasciato il
paese nel periodo della massima virulenza, tranne una
missionaria della Mbee. L’opera nell’America Latina è
posta sotto la sigla Masa
(Missionary Action in South
America) e tocca Perù, Bolivia, Argentina, Brasile e Cuba. Anche qui l’evangelizzazione porta frutti copiosi, anche qui si cedono le iniziative
alle forze locali, dopo un’opportuna preparazione. Due
sono le principali attività della Missione, oltre naturalmente alla predicazione derEvangelo: raggiungimento
delle tribù emarginate di Indios (Tobas, Mapuche, Guarany, Aguarunas, Aymaras,
Kechuas), acquistando per
loro terre coltivabili e creando presidi sanitari, scolastici,
aziende agricole; recupero
dei bambini abbandonati,
dalle favelas brasiliane alle
periferie di altre città sudamericane: circa 300 di loro
vengono ospitati in sei strutture diverse.
Cinque nuovi missionari
Sono stati accolti cinque
nuovi missionari: un’anziana
coppia norvegese che partirà
per il Camerún, lui come docente di teologia e lei come
infermiera, una coppia di
quarantenni tedeschi, con
due bambini, che raggiungerà il Camerún del Nord, lui
per insegnare in un istituto
teologico e lei medico, una
giovane spagnola che lavorerà nella Guinea equatoriale
come maestra. L’Unione battista tedesca ha rinunciato a
uno dei suoi migliori pastori,
Volker Bohle, attuale coordinatore del Dipartimento dei
giovani, che assumerà la direzione della sezione africana.
L’assemblea ha accolto la
missione indipendente dell’Unione battista norvegese,
fondata nel 1920: l’azione si
allarga ora all’Asia: India, Nepal, Tailandia, Vietnam. L’Assemblea ha anche fatta propria l’iniziativa della piccola
Unione battista austriaca
«Progetto senza confini», per
ospitare in Europa missionari
africani che lavorino non solo fra gli immigrati, ma anche
fra gli europei.
L’impressione ricevuta in
questo incontro è altamente
positiva: la Mbe ha un budget
annuo di circa 7 miliardi, è
solida, ben organizzata, duttile, fermamente decisa a preparare al meglio i quadri locali per lasciare loro la responsabilità della missione.
Altrettanto solida la teologia
che sostiene tutta l’opera. Ci
si muove in un clima di sano
pietismo, non fondamentalista, rispettoso delle culture
locali, pronto ad affrontare
globalmente i problemi delle
popolazioni con cui viene in
contatto sul piano economico
e sociale, fortemente impegnato nel cercare di dare una
dignità alle persone mediante
la scolarizzazione, la cura sa
nitaria, la creazione di posti
di lavoro: la predicazione
dell’Evangelo, l’annuncio della salvezza in Cristo, la conversione non sono fenomeni
disincarnati, sono il punto di
partenza per un reale rinnovamento della vita degli uomini, delle donne, dei bambini che vengono raggiunti.
Scarso coinvolgimento
dei battisti italiani
I battisti italiani sono poco
coinvolti in tutto ciò, anche
se la nostra Unione è membro della Mbe. Quasi sconosciuto il lavoro che viene fatto, il nostro unico contributo
è l’offerta d’amore di fine anno che solo alcune chiese destinano, spesso parzialmente, alla missione, tramite l’Unione femminile, si tratta di
circa 50 milioni l’anno. Tre
proposte per un maggior
coinvolgimento delle nostre
chiese: chiedete informazioni sulla Mbe, adottate a distanza un bambino sudamericano, contribuite per borse
di studio in Africa. Per tutto
questo ci si può rivolgere a
Helen.Ramirez, via Carpi 77,
00125 Acilia (Roma), tei 065258193. E ricordiamoci che
nel maggio del 2003 l’Assemblea della Missione sarà tenuta in Italia: prepariamola
fin da ora con il nostro interessamento, le nostre preghiere, il nostro coinvolgi
mento pratico.
Olanda: incontro internazionale promosso dalla rete europea Church & Peace
Giovani europei a confronto sulle varie forme di conflitti
SONIA ntinoNi
PAOLO VITAU
SARAI conosciuto come
il popolo che ripara le
spaccature delle mura e ricostruisce la città per riabitarla» ,
(Isaia 58, 12). Questo il titolo
dell’incontro internazionale
che si è svolto a Elspeet, nella
campagna olandese, dal 27 al
29 aprile scorso, promosso da
«Church & Peace», la rete europea di comunità, chiese e
organizzazioni cristiane per
la pace che si impegnano a
testimoniare in favore della
nonviolenza di Gesù Cristo in
quanto comunità di fede.
Tra i più di 100 partecipanti, provenienti da molte regioni d’Europa, alcuni hanno
portato una testimonianza
particolare perché la loro vita
e il loro servizio si svolgono ih
situazioni di forte conflitto,
come in Serbia, Kosovo, Macedonia, Bosnia e Russia.
All’introduzione del venerdì sera, affidata al segretario generale della sezione tedesca di Pax Christi Reinhard
Voss, che ha legato rincontro
al Decennio 2001-2010 dedicato dal Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec) al tema
«Vincere la violenza», sono
seguite il sabato mattina le riflessioni del teologo battista
Aleksandar Birvis, dell’associazione jugoslava per la libertà religiosa di Belgrado, e
di Anthea Bethge, della Chiesa evangelica renana.
Il lavoro del pomeriggio si è
diviso prima nei numerosi laboratori tematici, per poi
confluire in un dibattito, forse
per quanto riguarda 1 contenuti il momento più interessante di tutta la conferenza,
dedicato ad un confronto tra
diverse situazioni di conflitto
interreligioso e interetnico.
Alla tavola rotonda erano invitati il già citato professor
Birvis, Joe Campbell, esperto
mediatore nordirlandese e Joséphine Ntihinyuzwa, una
giovane mándese che ha preso parte alle fasi del processo
di riconciliazione tra hutu e
tutsi del suo paese dopo il genocidio del 1994.
Le chiese che vivono in
contesti di conflitto aperto,
fanno più parte del problema
o della soluzione? Come possono restare libere, fedeli al
loro impegno di testimonianza, di fronte a conflitti che le
coinvolgono anche nella loro
dimensione economica e politica? Cosa possiamo fare in
quanto chiese che vivono in
contesti più o meno pacifici
per sostenere i cristiani che
vivono invece situazioni di
forte tensione o di violenza
aperta? Di queste domande
che hanno animato il confronto, la terza è stata quella
più proficua e ricca di spunti
concreti che interpellano anche le nostre comunità:
- le chiese esterne al conflitto dovrebbero astenersi dal
giudicare gli altri. Solo fermandosi un po’ al fianco di
chi vive il conflitto, condividendone un pezzo di strada si
acquista il «diritto di parola»;
- le chiese potrebbero creare spazi dove accogliere «artigiani di pace» affaticati, bisognosi di recuperare energie;
Ha incontrato le comunità luterane del paese
Namibia: visita del presidente della Firn
WINDHOEK — Visita in Namibia, dal 23 aprile al 4 maggio, del presidente della Federazione luterana mondiale
(Firn), Christian Krause, che ha voluto incontrare le comunità luterane del paese per meglio identificare i campi in cui
le chiese possono proficuamente partecipare cJlo sforzo di
democratizzazione della nazione. In un incontro con il presidente della Namibia, Sam Nujoma, Krause ha assicurato
l’impegno della Firn nella lotta contro 1’Aids (65.000 malati
su una popolazione di circa un milione e mezzo). (nev/lwi)
I Vogliono Ottenere la personalità giuridica
Raduno degli evangelici argentini
BUENOS AIRES — Le chiese evangeliche dell’Argentina
chiedono al governo una legge che attribuisca personalità
giuridica alle entità religiose non cattoliche e lo fanno convocando per il prossimo 15 settembre un raduno nazionale
degli evangelici nella storica piazza dell’Obelisco a Buenos
Aires. Un’analoga manifestazione nel settembre del ’99 aveva radunato oltre 200.000 evangelici. (nev/icp)
ì Eredità della Riforma e missione della chiesa
Incontro tra riformati e avventisti
JONGNY — «L’eredità della Riforma e la missione della
chiesa in un mondo pieno di ingiustizia e di distruzione
dell’ecosistema»: su questo tema si è svolto dall’l al 7 aprile
scorso, a Jongny (Svizzera) un incontro tra teologi e leader
dell’Alleanza riformata mondiale (Arm) e della Chiesa awentista. Come risultato dell’incontro, verrà diffuso in tempi
brevi un documento che espone sia i punti dottrinali in comune tra le due tradizioni che la loro posizione circa alcuni
dei'più scottanti problemi della società contemporanea (globalizzazione, Aids, violenza, ecologia...). (nev/apd)
Í Alleanza biblica universale
Leggere la Bibbia in 2.261 lingue
LONDRA — Le lingue parlate nel mondo sono circa 6.500
e in ben 2.261 di esse è possibile leggere la Bibbia completa
o parti del Nuovo Testamento. Lo comunica l’Alleanza biblica universale, specificando che sono in fase conclusiva altre
700 traduzioni e che nel corso dell’anno 2000 sono state
stampate Bibbie in 20 nuove lingue. (nevUcpì
\ Movimento femminile metodista Usa
Forte critica al «Piano Colombia»
- le chiese potrebbero sviluppare risorse per la formazione e il dialogo ecumenico
in chiave nonviolenta, nella
prospettiva di prevenire le
violenze interreligiose e interetniche sempre più presenti
sullo scenario mondiale.
La conferenza è proseguita
in serata con una divertente
festa multiculturale a base di
canti, danze e giochi, per
chiudersi la domenica mattina con una celebrazione ecumenica molto intensa. Nella
sua introduzione, Reinhard
Voss ha detto di essere convinto che in questo spazio di
dieci anni che il Cec si è dato
per «Vincere la violenza», tutte le comunità cristiane possano trasformarsi in laboratori di nonviolenza e di riconciliazione. Questo cbe oggi a
molti appare un sogno è per il
segretario di Pax Christi un
obiettivo realistico. 11 suo
punto di osservazione è certamente quello tedesco. E
l’Italia, quanto è lontana dal
resto d'Europa? E soprattutto,
lo sarà ancora fra dieci anni?
STAMFORD — Dall’Assemblea del Movimento femminile
della Chiesa metodista Usa (Stamford, Connecticut, 27 aprile) è giunta una forte critica al «Piano Colombia» voluto dal
governo Usa per combattere il narcotraffico nello stato sudamericano. Secondo il Movimento (oltre un milione di aderenti) il «Piano» porterebbe solo a una forte militarizzazione
della Colombia, mentre Tunica soluzione realistica sarebbe
di portare ad un tavolo negoziale il governo colombiano e i
movimenti di guerriglia implicati nel narcotraffico, (nev/icp)
\ Consiglio nazionale delle chiese Usa
«Non più bombe a Vieques»
VIEQUES — «Non più bombe a Vieques»: con questo slogan il Consiglio nazionale delle chiese degli Stati Uniti ha de
ciso di appoggiare la protesta di tutte le chiese della
isola dell’arcipelago di Puerto Rico che da anni chiedono c
la Marina Usa cessi di usare la loro isola come poligono di addestramento. Undici chiese (protestanti e cattoliche) di Via
ques hanno scritto in tal senso al presidente Bush, (nev/icpj
Conferenza chiese protestanti latine europee
Cepple, nuova rivista di collegamento
PARIGI — Dall’aprile scorso la Conferenza delle chies
protestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple) pubblica u
nuova rivista di collegamento: «Info Cepple» con notiz ’
documenti e testimonianze dalle chiese aderenti. CapP ’
47, me de Clichy, F 75311 Paris Cedex 09.
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venerdì 25 MAGGIO 2001
PAG. 5 RIFORMA
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Gli anni 1866-1873 in una recente tesi di laurea airUniversità della città siciliana
Le origini della Chiesa valdese di Catania
ia ricerca di Giuseppe Prigioni apporta un nuovo contributo sugli inizi e lo sviluppo delia
presenza evangelica nell'isola. Il pastore Augusto Malan e l'evangelista Alfio Santi Bellecci
ITALO PONS
CATANIA: alle spalle di via
dei Crociferi, a fianco alla
casa in cui nacque Vincenzo
Bellini, lo sguardo del beato
card. Giuseppe Benedetto
DusBiet, forgiato nella statua
in bronzo, vigUa sulla piazza
dedicata al fondatore dei poverelli d’Assisi, attento a tutto
quello che le novità interne
ed esterne, eterne e temporali, possono comportare per il
pastore d’anime. Proveniente
da un casato nobile palermitano, dell’Ordine benedettino, il Dusmet adempì il riordino della diocesi e, con zelo
particolare, la cura per i poveri della città. Quando lasciò
il suo monastero di San Nicolò l’Arena, per diventare
vescovo nel 1867, la città etnea viveva anni di grande fermento: finanzieri e commercianti stranieri cominciavano
a mettere radici'. Molti di
questi erano protestanti.
L’episcopato del Dusmet si
intreccia con la vita di un modesto ex sacerdote della diocesi, Alfio Santi Bellecci, che
da seminarista era arrivato,
non si sa bene perché, fino a
Londra; in seguito aveva approfondito e intessuto relaaoni con pastori che giungevano da Palermo e tenevano
riunioni negli alberghi e in case ¡»ivate. Di queste vicende
si è occupato di recentemente, in una tesi di laurea all’Università di Catania, Giuseppe PrigiottP che, cercando
tra archivi di stato, della curia
e quelli valdesi, ha ricostruito
gli anni 1866-1873, quelli che
si possono ben definire di
fondazione della locale Chiesa evangelica valdese. Il periodo considerato nella ricerca apporta» un nuovo contributo a quelle linee storiografiche sull’origine e lo sviluppo
della presenza evangelica in
Sicilia che precedono e seguono l’unità d’Italia.
Catania, non solo permette questo approfondimento
ma anche proficui collega' menti: come quello con l’antica autonomia della chiesa
siciliana in materia di legazia
apostolica, con la presenza
politica commerciale straniera, le università, Tinfluenza inglese, l’interesse anticlericale e massonico. Fare storia senza questi riferimenti
significherebbe perdere di
vista una complessa trama di
relazioni nella quale la predicazione evangelica è stata favorita e accolta in Siciha. Dopo Giorgio Appia, che predica in francese in un albergo
della città, giunge l’inglese
Simpson Kay, im pastore che
trascorse tutta la sua vita in
Sicilia; lo segue un giovane
toscano, Gioacchino Gregori, stroncato dal colera che
mette in ginocchio la città.
Poi è la volta di Augusto Malan, un valligiano «doc» che
organizza, disciplina alla
mano, la congregazione, e di
Rosario Sciacca, un calzolaio, e sarà ammesso in chiesa il 26 febbraio 1868.
Malan e Bellecci, che in
■ L'ultimo libro di Pier Angelo Sequeri
L'inesauribile tema
deH'amore di Dio
FULVIO FERRARIO
Esistono autori con i
quali chi legge «vuole»
essere d’accordo: autori,
cioè, i cui testi non comunicano «solo» la forza dell’argomentazione, ma anche un fascino per certi aspetti quasi
aggressivo, che impone il
consenso. Pier Angelo Sequeri è uno di questi fortunati
scrittori: sia i suoi impegnatiri scritti teologici, sia quelli
più meditativi, come l’ultimo
Senza volgersi indietro*, danno subito un’impressione di
originalità, non si lasciano
racchiudere negli scheminelle scuole di pensiero o
aeUe tendenze dell’opinione
pubblica e in tal modo coinyolgono la lettrice e il lettore
® un dialogo che promette
ni essere molto serio,
b originalità non riguarda
Orto il tema, che anzi è semstesso, né si vede come
potrebbe essere altrimenti in
tratta dell’amosp™ j (ma l’autore non naipride l’imbarazzo dovuto
abuso, religioso e non, del
tmine, cfr. p. 76), sempre
ppo grande e troppo bello
P essere creduto e per que.L ®®tnpre sorprendente, anno r per la «religio
tom X ^tiesto breve libretto il
vi,3, svolto da due punti di
j t umore di Dio come
° al discepolato (prima
0, che dà il titolo al voludei c^^brata sulle tematiche
l'a_^®tmone sul monte) e
di Dio, rifiutato e rinqgi, tt>> come cuore segreto
Parto umana (seconda
dei ni'^'®bfascinante lettura
undici capitoli della
Hg Questo amore chiacatn J 'Ì”P®gtio stabile indiual titolo e la polemica
contro la retorica dell’eterna
ricerca, che diventa vezzo sterile e pigro, è uno degli elementi forti della riflessione.
Il libro si caratterizza come
invito a una fede sensibile alle sfide del tempo, ma sufficientemente consapevole da
non lasciarsene ipnotizzare,
appiattendosi su risposte che
in ultima analisi restano subalterne al basso profilo degli
schemi oggi abusati (si pensi,
a esempio, all’idea, largamente interconfessionale,
dell’evangelizzazione come
propaganda). Sequeri ba fama, meritata, di autore difficile: la difficoltà principale,
tuttavia, non consiste nel vocabolario e nel periodare, al
quali dopo un po’ ci si abitua
anche con piacere (così come
aU’umorismo, spesso caustico e sempre gustoso), ma nel
fatto che il suo pensiero sembra correre più veloce del linguaggio, il quale dunque è
denso di allusioni delle quali
a volte si ha l’impressione di
non cogliere fino in fondo le
implicanze.
(Questo da un lato dispiace,
perché si vorrebbe interrogare più a fondo, prolungando
il dialogo e ponendo all’autore domande anche un poco
diverse da quelle a cui risponde; dall’altro, però, tale
densità aperta e a tratti enigmatica è parte di quel caratteristico «fascino indiscreto»
del quale dicevamo in apertura: sicché quanti, terminato il libro, osassero comunque ancora «volgersi indietro» si renderebbero conto di
aver fatto un’esperienza di
lettura di quelle che restano.
(*) Pier Angelo Sequeri: Senza
volgersi indietro. Meditazioni
per i tempi forti. Milano, Vita e
pensiero, 2000, pp. 135, £ 27.000.
tanto è diventato evangelista,
spesso non sono in sintonia,
tanto che nelle lettere anonime, spedite all’amministrazione da parte dei fedeli, si
gioca ironicamente sui cognomi, il «malo malano» e il
«bello bellecci». Ma la vera
anima della comunità, osserva Prigiotti, sarà veramente
quest’ultimo, il «mediatore
tra le diversità», per lungo
tempo pastore della stessa
comunità, consacrato senza
regolari studi, propagatore
del seme evangelico da Messina, Siracusa e Caltanissetta.
Prigiotti ne consegna un sereno ritratto: «Umile evangelizzatore indefesso ma anche
uomo di una certa cultura,
riverito in città, ha saputo
conciliare le esigenze dei più
semplici pescatori con quelle
dei finanzieri, cercando sempre concordia e armonia, dimenandosi a meraviglia tra
la fedeltà alle direttive spesso
troppo rigide del Comitato di
evangelizzazione e il forte
senso di appartenenza solare
e ricettiva, realizzando una
mirabile sintesi. La chiesa
che vedrà seduti accanto il
banchiere inglese Trewhella,
che finanzia la Circumetnea,
i notabili svizzeri Dilg e Bitter, i pasticceri Caviezel e
Greuter. L’attività sommersa
del colportore Cassia e della
moglie Maria con la cognata
Marianna che fanno della loro casa un punto aperto nel
polare quartiere delle Civita.
Folle di curiosi si sono succedute e all’ostilità del clero si è
accompagnata fin dall’inizio
la benevolenza delle pubbliche autorità e della Catania
che conta».
L’autore della tesi si sofferma ancora sulla disputa di
Agira avvenuta in quegli anni
tra il pastore Augusto Malan
e il cappuccino Gesualdo De
Luca, favorita da esponenti
massonici e del circolo operaio in seguito a cui un sacerdote, con alle spalle simpatie
garibaldine, sarà sospeso a
divinis. Infine si accendono
le luci sulla Chiesa metodista,
guidata dall’inquieto ex carmelitano Giuseppe Musmeci,
sulle scuole, sulla nascita della diaspora catanese (Giarre e
Riposto, Santa Maria di Licodia) sui rapporti della questura, sulle preoccupazioni
della curia. Il lavoro porta le
tracce anche degli studi teologici compiuti precedentemente da Prigiotti a Catania e
Firenze; la sua tesi ha tra l’altro avuto come corelatori i
professori Antonio Di Grado
e Roberto Osculati, ed è stata
discussa in quel monastero le
cui mura sono mute testimoni di altri fermenti religiosi.
, (1) Imprese e capitali stranieri
a Catania tra ’800 e ’900. Mostra
documentaria, Catania, 1988. Cfr.
anche Breve cronistoria del Circolo svizzero di Catania (18811991) a cura di Silvia Caflisch.
(2) Giuseppe Prigiotti: Alflo Beilecci e la Chiesa evangelica valdese di Catania (1866-1873).
Università degli studi di Catania,
Facoltà di lettere e filosofia, relatore prof. Antonio Coco, anno
accademico 1999-2000.
....... Convegno a Chianciano a fine aprile
Percorsi di speranza
in discussione fra le Cdb
LUIGI SANDRI
DOPO un certo periodo
che ad alcuni è apparso
troppo silenzioso, il loro ultimo seminario risale al 1998,
le Comunità cristiane di base
italiane (Cdb) dal 28 al 30
aprile hanno tenuto a Chianciano il loro XXVI Incontro
nazionale sul tema «La diversità ci fa liberi: percorsi di
speranza nell’era della globalizzazione; come riconoscerli, con chi costruirli»: 300
persone (tra cui una cinquantina di giovani), di 26
comunità o gruppi, sono
confluite nella cittadina toscana per discutere su un tema impegnativo, che sempre
più incrocia tanto la vita sociale e politica del paese che
l’impegno delle chiese.
«Per facilitare il dibattito ha spiegato Ciro Castaldo,
della segreteria tecnica nazionale delle Cdb - l’argomento
generale già da dicembre era
stato suddiviso in cinque (poi
sei) ambiti, su ognuno dei
quali hanno riflettuto due comunità e gruppi, che poi hanno inviato a tutti le loro riflessioni, per preparare meglio
poi la discussione». L’ultimo
giorno dell’Incontro, i rapporteurs dei sei ambiti in una
tavola rotonda hanno riferito
in assemblea generale quanto
emerso dal dibattito, arricchendolo poi con le loro personali suggestioni. Ha presieduto la tavola la teologa valdese Maria Girardet Sbaffi,
scelta apposta dagli organizzatori come segno di stima e
di solidarietà non solo verso
la persona, ma anche verso
l’insieme delle Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia (il cui presidente, Gianni Long, aveva inviato all’In
Alfio Santi Bellecci
contro un cordiale messaggio
di «buon lavoro»).
Tra gli interventi dei rapporteurs, quello di don Luigi
Ciotti, del Gruppo Abele di
Torino e animatore di «Libera» (associazione per combattere la mafia). Persona
esterna al mondo delle Cdb,
Ciotti è stato invitato a seguire l’ambito «cultura» per dare, dal suo particolare angolo
di osservazione, degli input
sul senso dell’impegno della
Chiesa cattolica e delle chiese
nel contesto italiano. Un
contesto, ha detto don Ciotti,
oggi caratterizzato da un «abbassamento della lotta alla
mafia» e da una crescente
strumentalizzazione, da parte di alcune forze politiche,
del bisogno («giusto bisogno») di sicurezza che ha la
gente. Magari, ha aggiunto, si
dà la colpa di ogni disordine
agli immigrati extracomunitari, e si considerano «minacce non le ingiustizie, ma gli
effetti delle ingiustizie». Nel
nostro tempo, ha notato don
Ciotti, un cristiano che voglia
essere fedele alla sua vocazione deve essere vigile, impegnato, e sempre consapevole che «non è indifferente il
posto da cui si guarda e si
ascolta la parola di Dio: se
dalla propria sicurezza e garanzia sociale o dalla precarietà della strada».
Dal punto di vista delle presenze all’Incontro, animato e
ricco di spunti sia sul versante dell’impegno sociale che
su quello ecclesiale, nuova e
stimolante per numero e per
qualità è stata quella dei giovani, che si sono detti decisi a
lavorare per fare la loro parte
affinché rimangano aperti,
nella Chiesa cattolica italiana,
spazi per le voci critiche.
Narrativa
LIBRI
Pastore e scrittore
Pastore protestante e scrittore, Jeremias Gotthelf è conosciuto soprattutto per il romanzo breve II ragno nero. Ora appare Kurt di Koppigen (Adelphi, 2001, pp. 151, £ 25.000), che
prende il nome dal protagonista, costretto in qualche modo al
delitto da un rapporto non risolto con la
madre, sullo sfondo dei boschi del Bernese.
Come nel Ragno nero e nel racconto Risi, la
strana serva, anche qui Gotthelf sostanzia
la narrazione nell’inserimento quasi fisico
dei personaggi nell’ambiente naturale: elementi primordiali si mischiano al divenire
della tragedia e della narrazione fino a produrre un risultato affascinante nel panorama della narrativa «alpina».
ReDortaee Luoghi di morte
Inviato speciale per molti anni al Corriere della sera, Ettore Mo riunisce nel suo ultimo libro (Gulag e altri inferni,
Rizzoli, 2001, pp. 232, £ 29.000) una serie di reportages degli
ultimi due-tre anni (i precedenti erano riuniti in Sporche
sempre per Rizzoli): le pagine più
sconvolgenti sono probabilmente proprio
" i qygjjg dedicate a quello che resta delle regioni siberiane teatro di sofferenze e morte per milioni di persone: vestigia di antiche acciaierie, archeologia dell’industria
pesante e dell’orrore, freddo. Ma sono incisive più che mai anche le pagine sui talebani in Afghanistan o sugli indios in
America Latina.
A:
RADIO
Ogni domenica mattina alle 7,30 sul primo canale
’ radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24 circa e
alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 27 maggio, ore
23,50 circa, andrà in onda: «Le vie della spiritualità: dibattito
in studio con contributi filmati». La replica sarà trasmessa lunedì 28 maggio alle ore 24 e lunedì 4 giugno alle 9,30 circa.
Culto radio
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MILANO: TORINO;
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Speciale Protestantesimo
domenica 3 giiiano ore 10,5 Roidue
Culto evangelico di Pentecoste
«Pentecoste - il soffio divino contro la solitudine»
m diretta eurovisione dolio chiesa evangelica battista di Cagliari
A cura della rubrica «Protestantesimo»
Regia di Giovanni Ribet
Predicazione a cura del pastore Herbert Anders
6
PAC. 6 RIFORMA
IA questo complesso tema è dedicato un numero della rivista «Sichem»
Dibattito sul significato del battesimo
Non c'è pieno accordo neanche tra le chiese evangeliche, come dimostra il caso dei battisti
da una parte e dei valdesi e metodisti dall'altra. Alla ricerca di una «diversità riconciliata»
PAOLO RICCA
E uscito questa primavera
(«con un lungo ritardo»,
ammette, scusandosene, la redazione), il n. 2 dell’anno 2000
della rivista Sichem. Percorsi
di teologia riformata, nata tre
anni fa per iniziativa di un
gruppo di giovani pastori. È
un numero monografico dedicato al battesimo. La scelta del
tema è stata oculata, per almeno due motivi. Il primo è
che sul battesimo regna oggi
nelle nostre chiese una certa
confusione oppure una gamma di opinioni e posizioni assai disparate, che non sempre
trovano riscontro nella testimonianza biblica al riguardo.
Il secondo motivo è che sul
battesimo non c’è accordo
neppure tra le chiese evangeliche, come è ben noto.
Il «riconoscimento reciproco» del 1990 tra Assemblea
battista e Sinodo valdese è
certamente, come scrive Stefano Mercurio nell’editoriale,
«un passo importante verso .
una nuova situazione di
ascolto e di cammino comune» (p. 6), ma non è ancora il
passo risolutivo. Nel 1990 c’è
stato, da parte battista, il riconoscimento dei credenti
che, battezzati da bambini, si
considerano battezzati, confessano la fede in Cristo e la
testimoniano con la Ìoro vita.
Non c’è stato però il riconoscimento «della prassi pedobattista. Per una piena comunione tra le nostre chiese, occorrerebbe giungervi in modi
e termini soddisfacenti per
valdesi e metodisti da un lato
e per i battisti dall’altro. Questo fascicolo di Sichem persegue questo obiettivo, o quanto meno intende contribuirvi.
È un numero pregevole, arricchito in particolare dai
contributi qualificati di due
professori della Facoltà teologica riformata di Montpellier (Francia). E. Cuvillier
tratta con ampiezza di documentazione, ricchezza di argomentazione e vivacità di
esposizione la questione tutt’altro che semplice del battesimo nel Nuovo Testamento, concludendo il suo saggio
con queste parole: «Una tale
comprensione del battesimo
[quella cioè dei vari autori del
Nuovo Testamento, assai differenziata ma unificata da
«un’idea guida comune»]
contesta al tempo stesso la
pratica del pedobattismo, inteso come azione quasi magica (il battesimo che salva), e
quella del battesimo degli
adulti. Invece, se compresi
come parola di Dio che precede l’uomo e gli viene incontro integrandolo nel corpo di Cristo che è la chiesa,
trovano entrambi un fondamento teologico nel Nuovo
Testamento» (p. 31).
Segue l’ottimo contributo
di A. Gounelle che offre una
presentazione panoramica
ma non sommaria delle posizioni luterana, riformata e
anabattista desunte dai rispettivi scritti confessionali,
che nel XVI secolo si sono affrontate e scontrate duramente. L’autore non si accontenta di affiancarle le une
alle altre ma ne mette in luce
le delicate articolazioni interne e le motivazioni profonde,
la sua conclusione è che alla
radice della divergenza sul
battesimo ce n’è un’altra «più
vasta e più profonda», che a
sua volta riflette una differenza di «strutture teologiche»
(p. 55), quindi non solo di
opinioni e punti di vista ma
di modi di pensare. Scoprire
questo fatto non crea l’accordo ma consente una migliore
comprensione reciproca. Il
che non è poco.
Il lungo (e poco organico,
ma non per questo meno sostanzioso) articolo di Jonathan Tarino, pastore a Biella,
si nutre soprattutto di letteratura di lingua inglese (ma anche di Calvino, Barth e Cullmann), e spazia dall’esegesi
alla teologia, dalla sociologia
alla pastorale (e viceversa),
senza dimenticare i risvolti
ecumenici della questione.
Terino ricorda opportunamente il documento sul battesimo elaborato dalla Commissione «Fede e Costituzione» (la commissione teologia
del Consiglio ecumenico delle chiese) a Lima nel 1983, e
quello più recente di luterani
e riformati nel quadro della
«Comunione ecclesiale di
Leuenberg». Riguardo alla
scelta tra pedobattismo e battesimo dei credenti, l’autore
non si pronuncia chiaramente (così almeno mi è parso)
ma sembra proporre implicitamente la coesistenza pacifica e reciprocamente critica
delle due prassi all’interno
della stessa chiesa o comunione di chiese.
Il pastore Paolo Spanu, già
presidente dell’Unione delle
chiese battiste in Italia, segnala la contraddizione tra la
convinzione (propria di molti) che il battesimo non sia un
sacramento e l’affermazione
che esso è necessario alla rigenerazione e all’incórporazione nella chiesa. Come
sciogliere questo nodo? L’autore sostiene che il battesimo
«pur non essendo un sacramento, non è nemmeno un
simbolo 0 una convinzione
arbitraria (...) ma è il modo
che Dio ha scelto perché confessiamo la nostra fede in lui»
(p. 96), e aggiunge che «il significato essenzide del battesimo è strettamente legato
alla sua forma» ,(p. 97). Infine
il past. Matthias Rùsch, della
chiesa di lingua italiana di
Zurigo, intrecciando finemente esperienze pastorali,
riflessioni teologiche e richiami storici alla presenza anabattista nella Zurigo di Zwingli, rivolge un invito energico
e motivato ad «apprezzare di
nuovo un po’ di più il sano
realismo riformato» (p. 110),
che consiste nel concepire il
battesimo come «puro annuncio della grazia misericordiosa di Dio», ben documentato nel battesimo dei
neonati che, secondo l’autore, «va preferito» (p. 111).
Questi pochi cenni bastano
a documentare la ricchezza
del materiale offerto. Evidentemente non ci sono conclusioni. Il numero non difende
a spada tratta una tesi, intende piuttosto nutrire un dibattito, il cui esito però potrebbe
e dovrebbe essere, secondo
l’auspicio contenuto nell’editoriale già citato, che le chiese bmv, proseguendo il discorso del 1990 e 1995, in base alla comunione che già vivono tra loro, sappiano darle
«visibilità anche per quel che
concerne le loro diverse prassi battesimali» (p. 7). Sarebbe
un modo concreto di promuovere e attuare, in campo
battesimede, quella «diversità
riconciliata» che tutti auspicano ma pochi hanno il coraggio di vivere.
VENEf
Un battesimo nella chiesa battista di Firenze
Un lavoro di Giovanni Carpari sulla Chiesa metodista di Milano
Le chiese vivono anche conservando la propria memoria
PAOLO T.ANCELERI
E importante la pubblicazione, per iniziativa della
Chiesa metodista di Milano,
del volume del past. Giovanni Carrari Un piccolo ruscello.
Sessanta anni di storia delle
chiese metodiste di Milano e
dintorni (1859-1918)*. «La
Chiesa di Milano non è un
torrente che straripi, né un
fiume che meni grandi acque, è un piccolo ruscello
che, senza formare stagno, si
dirama in rivoletti a innaffiare le arterie della grande
città»; il libro |i apre con questa citazione, tratta dal rapporto annuale sulla vita della
comunità metodista wesleyana di Milano al Sinodo del
Distretti Nord del 1886. Un
piccolo ruscello è diventato il
titolo del libro, ma ciò che
più importa è «l’augurio che
si tratti di un ruscello che
porti acqua vitale per le vie di
Milano, di Pavia, di Sondrio
delle cui chiese si ricostruisce
qui la storia» (p. 3).
Questo è appunto il proposito della pubblicazione, che
in 17 capitoli traccia le linee
essenziali delle comunità
metodiste lombarde. E non
importa dire che proprio da
Milano Piggott si trasferì a
Padova nel 1866, subito dopo
la pace di Vienna (3 ottobre),
per fondarvi non solo una comunità metodista ma anche,
almeno fino al 1873, la centrale della missione wesleyana del Nord Italia. «L’edificio
della missione a Milano, sede
del collegio femminile» iu
venduto e con il ricavato venne «acquistata una proprietà
a Padova» (p. 42). Nei dintor
II pastore Giovanni Carrari
ni di Milano rimasero varie
testimonianze: a Pavia, Parma, Mezzano Inferiore, Asola, Intra, Sondrio.
Con Piggott, nel 1866, si
trasferirono a Padova la maestra Della Pina, insegnante al
Collegio femminile, e Pietro
Bassanesi, già impegnato in
attività editoriali e nella custodia del deposito di Bibbie
e libri evangelici. Quest’ultimo rientrerà a Milano nel
1876, dieci anni dopo. A Milano la missione aveva dato
vita a un periodico. Il raccoglitore evangelico, che cessò
le pubblicazioni e fu sostituito a Padova dal Museo cristiano. A Milano ai metodisti
wesleyani si erano affiancati
gli episcopali americani e le
chiese libere, e anche la
Chiesa valdese non aveva rinunciato a una presenza nella capitcde lombarda.
Importanti sono poi i capitoli sul periodo della prima
guerra mondiale e suH’impegno pacifista dei metodisti
(pp. 167-213), mentre il libro
si arresta al 1918, lasciando
scoperta tutta la restante parte relativa all’opera metodista
nel corso del 1900. Una successiva pubblicazione potrà
senza dubbio allargare la ricerca a questo periodo, interessante sia per i rapporti e gli
scontri con il fascismo sia per
il sorgere dell’impegno ecumenico nel secondo dopoguerra e fino alla fine del secolo. Importante, ai fini documentaristici, l’elenco dei
pastori a Milano nel sessantennio 1859-1918 della chiesa
libera, di quella metodista
wesleyana e dell’episcopale.
Si potrebbe osservare che
ormai esistono varie storie
del metodismo in Italia e
dell’evangelismo nel 1800,
scritte da autori professionisti, a partire dagli importanti
saggi di Giorgio Spini e da
quelli di Domenico Maselli,
fino ai lavori di franco Chiarini (Storia delle chiese metodiste in Italia dal 1859 al 1915,
Claudiana, 1999; Il metodismo italiano, 1861-1991, a
cura di F. Chiarini, Claudiana, 1997), senza contare i volumi, ormai classici, di Sergio
Carile sul metodismo in genere o la documentata nota
neìV Enciclopedia del Triveneto di Claudio H. Martelli. Ma
non è la stessa cosa. Era necessario un lavoro specifico
sulle chiese locali.
Gli storici «locali», di solito
non professionisti ma appassionati ricercatori di documenti e collezionisti di notizie curiose, sono sempre esistiti e Benedetto Croce ebbe
a lodarne la funzione preparatoria della storia autentica.
Nel caso delle nostre chiese
prima sono venute le storie
«importanti», quelle dei professionisti, e poi le memorie
locali per soddisfare la curiosità dei membri sparsi delle
nostre piccole comunità.
Tutto ciò perché l’interesse
era limitato a pochi membri e
quindi la diffusione e la vendita ne era assai problematica. D’altro canto i pastori,
che pur avrebbero potuto
operare in tal senso, avevano
il timore di incorrere nell’accusa di una facile apologia
del proprio lavoro.
Così i tempi si sono rovesciati. Nascono soltanto ora
saggi «periferici», che hanno
un notevole valore per la loro
documentazione forse non
utile ai fini di una ricostruzione storica, ma senz’altro
valida ai fini deU’edificazione
e del richiamo delle comunità alle proprie origini. Il lavoro di Carrari, che fa seguito
a un analogo saggio sulla
chiesa di Trieste pubblicato
nel 1998, è assai importante
perché viene incontro a una
esigenza di questo genere,
molto avvertita nei nostri
ambienti. Ogni chiesa ha il
diritto di sapere quali siano le
proprie origini e attraverso
quali sviluppi abbia avuto
luogo la diffusione dell’evangelismo non solo in Italia ma
anche nella località in cui sono ormai da più di cent’anni
insediate. Buona l’edizione,
ottima la stampa, ampia la
documentazione; lo stile limpido e piacevole; un lavoro,
dunque, senza dubbio encomiabile sotto ogni profilo.
i Un libro collettivo sulla morte
Si impari a guardare
l'avversario in faccia
SERGIO RONCHI
Le «Dee vecchie» (Graie)
erano tre sorelle con un
(•) Giovanni Carrari: Un piccolo ruscello, a c. della Chiesa metodista di Milano, 2001, pp. 239
(stampato ma non pubblicato).
solo dente e un solo occhio in
comune, che dimoravano in
un luogo da dove non si vedeva né sole né luna: una
grotta ubicata all’ingresso del
paese delle Gorgoni, le loro
altre tre sorelle, al di là dell’Oceano; nel paese delle Tenebre. Esse avevano ali d’oro,
mani di bronzo, serpenti intorno alla testa e intorno alla
vita quale cintura. E chi ne
scorgeva il volto orribile rimaneva senza respiro e pietrificato sul posto. Quindi,
contemplare il volto della
Gorgone equivaleva a morire
guardando la morte in faccia.
Alla morte e ai suoi significati
è dedicata appunto una recente pubblicazione*, la raccolta in volume degli Atti di
un convegno nazionale svoltosi oltre due anni fa a Venezia su iniziativa della sede locale dell’Istituto italiano per
gli studi filosofici.
La morte, quale unica realtà certa e inconfutabile, è
sempre tenuta doverosamente a distanza, rimossa sia come oggetto di conversazione
sia come categoria concettuale: e di essa si parla per allusioni e il meno possibile. Invece, i saggi qui proposti vogliono affrontare l’argomento
in modo diretto e in termini
espliciti. I loro autori intendono fissare «il volto della
Gorgone». Tali pagine, a cura
dello storico della filosofia
Umberto Curi, vedono il contributo di filosofi, biologi, medici, psicologi, psichiatri, teologi i quali tutti non vogliono
rimuovere neppure linguisticamente [’«avversaria» dell’uomo e della vita. L’orizzonte concettuale di riferimento
è costituito dall’introduzione
del curatore, che parte da una
acuta analisi del Prometeo incatenato di fischilo: il Titano
ribelle con il proprio gesto «libera dalla morte, ma non
perché possa cancellarla,
Irensì perché spinge gli uomini a guardare altrove»; offre
«l’oblio della morte».
In una prima parte il problema della morte è visto nella prospettiva delle religioni;
cattolicesimo («la Sindone richiama anche il nostro destino finale»), ebraismo («restano fondamentali la fede nella
resurrezione e quella dell’avvento del regno di Dio sulla
terra»), islamismo («buona
morte, forse, sarà riuscire a
rfEi
ni
niscei
no col
Htà.O
diagg
nonni
stiri d
1990, i
dutani
Sep
cideL
si può
necor
confess
câttolk
anglica
oftodo
altri cri
lasciare ogni cosa diletta più
caramente senza sofferenza,
ma al contempo senza una
saturazione che faciliti il
compito»), l’Oriente («le
grandi civiltà d’Oriente.hanno sempre letto e interpretato gli eventi umani in base
all’ordine ciclico che regola
l’avvicendarsi degli eventi
naturali in una forma ciclica
che non implica affatto pura
e semplice ripetizione»).
In una seconda parte la
problematica è affrontata da
una angolazione etica. In
particolare, l’etica cristiana
(«nel Nuovo Testamento,
l’elemento decisivo è Cristo e
la fede in Cristo che, avendo
sofferto la morte, l’ha superata e vinta») e l’etica laica
(«nell’interpretazione laica
dell’etica medica è cruciale
la scomparsa del pensiero,
ciò che avviene con la morte corticale: l’idea è chela
scomparsa del pensiero inaplica anche la fine della vita
personale»).
In una terza parte si analizza la posizione della scienza
di fronte alla morte; in specie, vita e morte nel cosmo
(«il nostro universo ha avuto
un’origine e avrà una “morte
fredda”, ma certe considerazioni di natura metafisica
piuttosto che fisica ci porij"
no a pensare che esso siaselo
uno fra i tanti in uno spazio
tempo infinito, dunque sei®
inizio e senza fine»). Nell
quarta e ultima parte vengono messe a fuoco la Í
già e la psicoanalisi dell
morte: si può così parlare, W
l’altro, di «morte sfidata» (
morte si può insegnare; e o
segnarla, in particolare^
giovani, può costituire
mezzo di prevenzioiie di i
dubbia efficacia»), di «m°
desiderata» («solo nell ape
tura a una relazione, nel co
fronto rischioso e costa
della mia libertà con qa®
dell’Altro, l’accompagD
mento alla morte diventa
cessità inelifninabile Pj
servare la libertà umana a
coartazione di una soffer®
non comunicabile»), di «i®
te curata» («la medicin^
anche il dovere di ricon®
re quando la morte è ai P _
del letto per accompagna®
persona morente, senza
tifi astuzie, con compri® ^
partecipazione e rispeù®
suo passo più difficile»)
(•) U. Curi (a cura di): II
della Gorgone. I.a morte e ^
significati. Milano, Bruno
dadori, 2001, pp. 328, £ 28.
Sott
memb
quelle
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7
VENERDÌ 25 MAGGIO 2001
PAG. 7 RIFORMA
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I dati delle statistiche relative al 2000 pubblicati dairEnciclopedia Britannica
Le confessioni cristiane nel mondo
Itegli ultimi dieci anni crescono solo le chiese indipendenti del Terzo Mondo e gli ortodossi
In Africa crescono più i cristiani dei musulmani L'America Latina, la Cina e gli Stati Uniti
GIORGIO SPINI
Lf Enciclopedia Britannica è senz’altro una delle pubblicazioni più autorevoli del mondo. Le informazioni che essa fornisce non hanno, ovviamente, il crisma deirinfallibilità ma hanjjo éomunque un grado ragionevolmente elevato di attendibilità. Ogni anno, l’Enciclopedia Britannica pubblica un volume
di à^ornamento, intitolato The hook of the year. È uscito da
nb^iolto il Book of the year 2000. Se si confrontano i dati statistici da esso pubblicati con quelli usciti sul Book of the year
1990, si può avere un’idea delle tendenze verificatesi nel mondo
dittante il decennio scorso, nei vari campi della vita umana.
Se prendiamo la voce «Religión» e raffrontiamo i dati statisti¡¿iielBookof the year 1990 con quelli del Book of the year 2000,
si può costruire una tabella statistica delle confessioni cristiatíTcotne la seguente:
■V: et
ÉonfKsione stai, 1990 %1990 stai. 2000 %2000 +/-%
cattolici romani 971.702 18,7 1.044.236 17,5 - 1,2
prcrtestanti anglicani ortodossi 351.220 6,7 337.346 5,6 - 1,1
71.209 1,4 78.574 1,3 -0,1
163.522. 3,1 213.991 3,6 +0,5
altri cristiani 154.143 3,0 395.974 6,6 +3,6
in migliaia di individui
Sotto la denominazione «altri cristiani» sono calcolati i
membri delle chiese del Terzo Mondo, del tutto autonome da
quelle europee o americane, di organizzazioni del tutto a margine del protestantesimo, come i Testimoni di Geova, oppure
di chiese cattoliche non romane, come i Vecchi cattolici. Come si vede, proprio quest’area ha avuto uno sviluppo numerico particolarmente elevato durante lo scorso decennio; un
certo sviluppo numerico lo hanno avuto le chiese ortodosse:
pure tenendo conto dell’incremento naturale di un’alta natalà in paesi come quelli dell’Europa orientale, non è da escludere che a questo incremento numerico degli ortodossi possa
arare .contribuito anche il crollo dei regimi comunisti. Di tale
croBo non sembra essersi avvantaggiata invece la Chiesa cattolica del pontefice polacco, la cui percentuale sulla popolazione mondiale è in declino, sia pur in misura non catastrofica, malgrado l’alta natalità di paesi come quelli dell’America
Latina. In declino numerico appaiono le chiese protestanti,
sulle cui statistiche opertmo in modo negativo fattori concomitanti di bassa natalità e di secolarizzazione. È possibile però
che a sottrarre membri alle chiese protestanti «tradizionali»
contribuisca pure la crescita di nuove cristianità indigene nel
Terzo Mondo.
Sull’Africa in particolare, un confronto tra le statistiche del
Book of thèyear 1990 e quelle del Book 2000 rivela realtà un po’
sconcertanti. Si può costruire una tabella come la seguente:
1990 % 2000 % +- %
popolazione 620.317 766.623 +146.306
cristiani 293.547 47,3 51.276 45,8 + 57,729 +7,50
musulmani 263.132 42,4 310.529 40,5 + 47.397 +6,10
cattolici 110.264 17,7 117.277 15,2 + 7.013 +0,91
protestanti 77.327 12,4 86.720 11,3 + 9.393 +1,20
ortodossi 26.262 4,2 34.549 4,5 + 8,287 +1,08
anglicani 24.108 3,8 41.503 5,4 + 17.495 +2,20
altri cristiani 55.586 8,9 84.081 10,9 + 28.495 +3,70
in migliaia di individui
L’esplosione demografica del continente nero abbassa la percentuale sia dei cristiani che dei musulmani sul totale della popolazione dell’Africa. Però, contrariamente a quanto molti creàono, tra l’Islam e la Croce, chi perde più terreno è l’IsIam. Tra
le confessioni cristiane, chi va peggio di tutte è la cattolico ro®Wa, che ha l’aumento in cifre assolute più debole e la perdita
più alta in cifre relative: più modesta è la perdita di terreno in
cifre relative e più sensibile è l’aumento in cifre assolute dei
protestanti. Per l’aumento in cifre assolute e anche un po’ anche in cifre relative degli ortodossi, si può pensare a un incremento naturale, dovuto alla natalità dei copti abissini e egiziani,
“e quello che colpisce veramente è il balzo in alto degli «altri
cnstiani» in termini assoluti (+28 milioni 495.000) e relativi
v2%) e quello degli anglicani.(+17 milioni e 495.000; +1.6%).
^ davvero cercare una spiegazione in un’alta nata
a^ché in un imponente successo missionario.
Curioso; non passa giorno che sui nostri giornali non si dia
®gfrcanesimo per morto e spacciato. Quando gli anglicani ac^?cono il ministero ecclesiastico femminile tutti i nostri giorni, nessuno escluso, si sbracciarono ad assicurare che
Veli assurdità stava segnando l’ultima ora dell’anglicanesimo,
^ cui masse di fedeli stavano ormai fuggendo alla Chiesa cattoAguardare certe statistiche non sembrerebbe proprio.
America Latina c’è la più forte presenza cattolica del moneterò ed è una presenza a cui un’alta natalità dà forte im
’• A differenza dell’Africa, l’America Latina ha una presenza
di ortodossi e di anglicani estremamente modesta. Abbastanza
modesta è stata in passato la presenza di protestanti. Però dal
confronto tra le statistiche del Book of thè year 1990 e quelle del
Book of thè year 2000 emerge che i protestanti sono aumentati
da 15 milioni pari al 3,41 % della popolazione totale a 47 milioni
283.000, pari al 9,9% della popolazione: in altre parole si sono
triplicati in un decennio. È impossibile pensare a cause materiali come l’alta natalità o l’immigrazione: si tratta di un trasferimento massiccio dalla Chiesa cattolica alle chiese evangeliche.
Sul diverso andamento di questo fenomeno nei singoli stati
manca un’indice così importante come un raffronto tra dati
del 1990 e dati del 2000. Nel 1990 la presenza protestante nei
paesi latinoamericani era così poco rilevante che il Book of thè
year dava per ogni stato la cifra dei cattolici, in termini assoluti
e in percentuale, e quella degli «altri» in generale, senza specificare quanto fossero i protestanti in particolare. Fanno eccezione solo due grandi paesi, come il Brasile e il Messico, per i
quali pertanto si può costruire la tabella seguente:
prot. 1990 % prot. 2000 % +/- %
Brasile 8.980 6,1 38.000 23,2 + 29
di cui pentecostali 19,1 + 17,0
Messico 2.770 3,3 3.720 3,8 +950 + 0,5
in migliaia di individui
È evidente come la crescita dei protestanti abbia avuto un
andamento molto difforme nei singoli paesi. A stare al Book of
thè year 2000, attualmente le percentuali più alte dei protestanti si sono raggiunte nei seguenti paesi:
Haiti
Brasile
Guatemala
El Salvador
Nicaragua
Panama
Honduras
24,1%
23,2%
21,8%
17,1%
16,5%
15,5% (di cui pentecostali 8,4%)
10,4% (di cui pentecostali 5,7%)
(di cui pentecostali 19,1%)
(di cui pentecostali 13,1%)
1.570
38.000
2.410
1.000
810
400
650
in migliaia di individui
Una specie di indovinello statistico, per quanto riguarda le
confessioni cristiane, è la Repubblica popolare della Cina. Nel
Book of thè year 1990 era indicata solo la percentuale minuscola, 0,2%, di cristiani, senza cifre in assoluto né specificazione di
cattolici e protestanti. Nel Book of thè year 2000 sono date una
percentuale del 6% e una cifra di 75 milioni di cristiani su una
popolazione di 1 miliardo 251 milioni 238.000 abitanti. Se queste statistiche sono esatte si è avuta una avanzata del cristianesimo in Cina davvero spettacolare. Purtroppo dell’esattezza
delle cifre fomite dalle autorità cinesi manca ogni possibilità
di riscontro. Manca inoltre ogni specificazione di quanti siano
protestanti e quanti siano cattolici. Per due territori con popolazione in maggioranza cinese come Hong Kong e Singapore il
Book of thè year 2000 offre i dati seguenti:
Hong Kong
Singapore
cattolici
50
133
protestanti
254
283
in migliaia di individui
È congetturabile che proporzioni analoghe tra cattolici e
protestanti si riscontrino anche fra i cristiani della Repubblica
popolare della Cina. Manca però ogni certezza in proposito.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il Book of thè year 2000
offre pure una tabella statistica con la media annuale dei cambiamenti verificatisi nelle varie confessioni religiose durante il
quinquennio 1990-1995. La tabella distingue i «protestanti»
delle chiese tradizionali dagli «evangelicals», di comunità fondamentaliste, pentecostali, ecc. Dà pure indicazioni specifiche
per i neri, sia protestanti che evangelicali:
per cause naturali (natalità-immigr.) conversioni totale %
cattolici romani 575,7 - 532,7 +43,0 0,08
protestanti 856,2 - 150,0 +685,0 0,82
evangelicals 690,2 +277,2 +967,4 1,35
neri protestanti 232,1 +108,3 +440,4 1,32
neri evangelicals 175,7 + 55,7 +234,4 1,32
in migliaia di individui
In Italia, stampa e tv ignorano l’esistenza stessa di una creatività «evangelical»: di protestanti non parlano se non per assicurare che ormai sono scomparsi o in via di scomparire. Esaltano invece quotidianamente i trionfi del pontefice felicemente regnante e mostrano un cattolicesimo galvanizzato in ogni
paese da un prodigioso «effetto Wojtyla». Come mai non c’è
tanta differenza tra il gelido linguaggio delle cifre a quello traboccante di entusiasmo dei nostri giornali?
(ha collaborato Stefano Gagliano)
DALLA PRIMA PAGIN
La malattia del profitto
membri delTOmc e il precedente regime, dalle maglie un
po’ più larghe, verrà ristretto.
In India per esempio, dove
ora i brevetti coprono i processi di fabbricazione ma non
i prodotti, è possibile fabbricare medicinali salvavita localmente a prezzi accessibili.
Con la ratifica degli accordi
Trips non sarà più possibile
perché il brevetto sarà obbligatorio sia per i processi che
per i prodotti. E quei farmaci
costeranno 20-30 volte di più.
Sarebbe lungo passare in
rassegna la vergognosa casistica dei mezzi di pressione,
di ricatto, di sopraffazione
messi in campo dall’industria
farmaceutica, sostenuta dal
potere politico, per cercare di
imporre ai governi dei Pvs interpretazioni restrittive degli
accordi Trips, per ottenere
leggi di ratifica di Trips plus
(con condizioni cioè peggiorative e più proibitive), per
impedire un rapido passaggio alla produzione generica
dopo la fine della valenza
ventennale di un brevetto.
Davvero la «malattia del profitto» è devastante. Soprattutto perché uccide gli altri senza che noi, che siamo tra i
malati, ce ne accorgiamo.
Medici senza frontiere
«Medici senza frontiere»
(Msf), che-nel 1999 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace,
lotta da anni come un piccolo
Davide contro il gigante Golìa. Ed è grazie all’opera di
sensibilizzazione di questa e
di altre organizzazioni non
governative (Ong) come Oxfam, Planet Africa, Act Up che
a Pretoria Big Pharma ha ricevuto un primo sasso in fronte.
Msf ha lanciato una Campagna per l’accesso ai farmaci
essenziali. Tanto ambiziosa
quanto umana, la campagna
si propone: a) di promuovere
un’azione che tenda a invertire la tendenza attuale, favorendo perciò la ricerca e la
produzione di farmaci per le
«malattie indigenti»; b) di abbattere le barriere all’accesso
ai farmaci essenziali con una
politica di prezzi differenziati
da parte delle aziende produttrici (e non attraverso politiche di elemosina con limitate
donazioni di farmaci); c) di
umanizzare gli accordi commerciali internazionali mediante l’inclusione di una «eccezione sanitaria» negli accordi Trips che faccia prevalere il
diritto alla salute sul criterio
del massimo profitto mediante un’interpretazione estensiva delle misure di salvataggio
già inserite negli accordi e
mediante la dichiarazione di
illegittimità dei Trips plus.
Questa campagna, che con
la vittoria nel caso Sud Africa
riceve maggiore attenzione
da parte dell’opinione pub
blica, individua nel prossimo
G8 di Genova (20-22 luglio)
uno dei luoghi di evidenza e
di pressione lungo un cammino che va ben oltre; «Medici senza frontiere» intende
premere sul governo italiano
perché si faccia portatore di
queste istanze, e soprattutto
della rinegoziazione degli accordi Trips, nel confronto dei
grandi della terra.
La salute ignorata
Sappiamo quanto questo
sia difficile. Lo è ora con il governo che si formerà dopo le
elezioni del 13 maggio che
sarà più che mai espressione
dell’ideologia liberista che sta
alla base dei processi di globalizzazione economica che,
non solo in campo farmaceutico, schiacciano i Pvs. Ma
non sarebbe stato molto più
facile con il governo precedente che ha elaborato un
progetto molto pubblicizzato,
«Oltre il debito», con criteri di
facciata, di prestigio e di sostanziale acquiescenza alle
politiche delle grandi multinazionali del farmaco. Questo
progetto, predisposto autonomamente dal ministero del
Tesoro, ha completamente
ignorato il gruppo di esperti
internazionali incaricati di
predisporre T«agenda salute»
del G8, provocando le dimissioni del presidente del gruppo, Eduardo Missoni, uno dei
massimi esperti italiani nel
campo «sanità e sviluppo».
Molto difficile in ogni caso
è penetrare, anche con proposte non di antiglobalizzazione ma di umanizzazione
della stessa, come quelle di
«Medici senza frontiere», attraverso lo sbarramento con
cui le forze dell’ordine garantiranno lo splendido isolamento del G8. Tanto più è
importante un largo sostegno
alla campagna di Msf. La
Commissione «Globalizzazione e ambiente» della Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha inviato una
informativa sulla campagna
di «Medici senza frontiere» a
tutti i pastori aventi cura delle
chiese che fanno parte della
Federazione, sollecitando iniziative locali di distribuzione
e spedizione delle cartoline di
sostegno alla campagna. Si
tratta di una opportunità che
viene offerta a molti insignificanti singoli di contribuire a
dare a Msf, quando si presenterà al governo italiano con le
sue richieste, l’unica leva di
cui dispongono le Ong della
società civile in una battaglia
tuttora impari: la forza del
numero.
Franco Giampiccoli
(*) Questi e altri dad di questo
articolo sono tratti dal dossier
Accesso ai farmaci; la malattia
del profitto prodotto da «Medici
senza frontiere», Roma.
CHIESA EVANGELICA VALDESE
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
Conferenze distrettuali
A giugno, nelle chiese valdesi e metodiste, sì svolgono le
Conferenze distrettuali: una per le valli valdesi, una per il
Nord Italia e Svizzera, una per il Centro e una per il Sud Italia. Le Conferenze, sulla base di una relazione della Commissione esecutiva distrettuale (Ced) e di una relazione di una
Commissione d'esame sull'operato della Ced, esaminano:
l'andamento della vita spirituale e amministrativa delle chiese e delle opere del distretto, le questioni eventualmente
sottoposte o da sottoporre al Sinodo, Il riconoscimento o la
revoca della costituzione di nuove chiese locali o in formazione, eventuali relazioni di commissioni appositamente nominate nella sessione precedente. Al termine, viene eletta la
nuova Ced e un/a deputato/a della Conferenza at Singdo.
Il calendario delle quattro conferenze è il seguente:
I distretto 9-10 giugno a Pomarétto
N distretto 22-24 giugno a Torre Peilke
tu distretto 9-10 giugno a Firenze
ly distretto 8-10 giugno a Bethel (Cz)
Alle Conferenze partecipano come invitati anche membri
delle chiese battìste e di altre chiese evangeliche del territorio. Tutti ¡ membri delle chiese valdesi e metodiste possono
assistere ai lavori delle Conferenze.
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 25 MAGGIO
Grande solidarietà di chiese e amici a favore della Casa valdese di Vallecrosia
I «benefici» effetti del fango
Gli oltre 200 milioni raccolti hanno «cancellato» i danni dell'alluvione del 6 novembre
Nonostante i lavori in corso, il Centro ha ripreso a ospitare gruppi e famiglie a pieno ritmo
MARCO CONTE
SONO trascorsi ormai sei
mesi da quel 6 novembre
che ha portato alla Casa valdese di Vallecrosia tanta acqua, fango e desolazione, per
cui è giunto il momento di
aggiornare coloro che hanno
a cuore questo luogo.
L’attività di accoglienza, ripresa il 27 gennaio con sole
due settimane di ritardo, è
proseguita regolarmente,
senza subire i temuti contraccolpi dalla paura alluvione: gli ospiti sono tornati con
le stesse presenze dello scorso anno. I lavori di ripristino
dell’edificio principale sono
proseguiti alacremente, nella
stessa misura stiamo completando il recupero delle
aree esterne. La costruzione
del nuovo locale tecnico
dell’ascensore sarà ultimata
entro maggio. In ultimo anche U muro di confine, crollato sotto la spinta dell’acqua,
sarà ricostruito.
Della solidarietà «fisica» abbiamo già detto, le persone
tra cui amici, ospiti, membri
delle chiese locali, che sono
venute a lavorare per superare la prima fase, sono state almeno 35, per un totale di oltre
600 ore di lavoro. La stima dei
danni, calcolata intorno ai
200 milioni di lire, ha subito,
com’era prevedibile, degli aumenti. Ciò si spiega con il fatto che in molti casi non si è
trattato di riparare il danno
diretto, compreso nella valutazione stimata, ma di dover
metter mano a una serie di
problemi che si concatenavano. In altri casi si sono decisi
interventi di prevenzione per
limitare i danni nell’ipotesi
del ripetersi di simili calamità.
È quindi ancora presto per dire quanto l’alluvione costerà,
tenendo conto di tutte le implicazioni che ci sono state.
Un dato certo sono invece
gli aiuti economici ricevuti: il
totale ammonta, a fine aprile,
a 203 milioni, tutti inviati come dono. In particolare, la distribuzione è stata la seguente: 64,1% collette delle chiese
svizzere e tedesche tramite la
Tavola valdese; 10,7% direttamente da amici e simpatizzanti; 14,8% dalla sottoscrizione Fcei; 5,1% direttamente
da comunità e associazioni
evangeliche svizzere e tedesche; 5,3% direttamente da
comunità e associazioni evangeliche italiane. Non si è coperta l’intera somma dei danni stimati, ma si è andati oltre
le più ottimistiche previsioni
iniziali. Siamo in attesa di
concludere la pratica di indennizzo assicurativo che dovrebbe coprire almeno un terzo della stima iniziale.
Per quanto concerne gli
aiuti dell’amministrazione
pubblica, la nostra domanda
di contributo sta viaggiando
tra Comune, Regione e Camera di commercio..., non c’è
male visto che alla prima richiesta ci è stato risposto di
rivolgersi alla curia! Noi non
possiamo che rallegrarci di
quanta solidarietà si è mossa
intorno alla Casa valdese di
Vallecrosia. Un segnale che
indica quante persone sentano vicino a loro questo centro. Uno stimolo e una responsabilità per chi lavora e si
coi^hxiii
Un arcobaleno suirisola.
di San Patrizio?
Seminario itinerante in Irlanda
31 luglio - 8 agosto 2001
Oltre trent’anni di troubles, di scontro paramilitare tra nazionalisti e unionisti, tra «cattolici» e «protestanti». Ma è davvero scoppiata la pace? In viaggio in una delle più belle isole dell’Europa, alla
ricerca delle sue culture, della sua storia, delle sue speranze. Un
viaggio di studio e di turismo impegnato tra i protagonisti del processo di pace, in uno dei paesi chiave dell’Unione europea. Tappe
a Dublino, Belfest, Derry, Armagh e alla scuola di pace di Corrymeela. Posti limitati.
Per informazioni: ufficio programmi di «Confronti» (programmi@confronti.net). Tel. 06 4820503, Fax 06 4827901
CONSULTAZIONE
METODISTA
ECUMENE (Velletri) - 25-27 maggio
programma
venerdì 25
pomerig^o; arrivi
ore 20: cena; .
ore 21,30: culto presieduto dal presidente deu Opceim past.
Valdo Benecchi; distribuzione della Relazione del
Comitato permanente.
sabato 26
ore 8:
ore 8,30;
ore 9,15:
ore 11,45;
ore 14,45:
ore 17:
ore 21:
colazione;
culto a cura delta Egei - Roma;
vita della chiese - Iniziative in campo diaconale;
relazione del past. Franco Becchino: «La diaconia
nelle chiese metodiste» Dibattito;
miministrative e finanze;
dibattito f Opere metodiste;
«Esseie chiesa di minoranza nella nuova situazione politica italiana*. Intervengono: prof. Domenico Maseili; Paolo Naso, direttore Confronti.
i&Hi^Eilca27
Ole 830: vantazioni e proposte;
ore 1130; cidto di Rinnovamento del Patto;
pomeriggio; partenze.
impegna, spesso volontariamente, a mantenere efficiente
e accogliente la Casa. Gli ospiti (nella foto l’incontro delle
scuole domenicali della Liguria), hanno potuto riappropriarsi degli spazi del centro,
cancellando dalla nostra
mente le immagini di una «laguna desolata» di alcuni mesi
fa. A nome di tutti, dipendenti
e comitato, un fraterno ringraziamento per il forte abbraccio con il quale la Casa è
stata sostenuta in questa difficile prova del suo percorso.
i Battisti di Torre Annunziata e Pozzuoli
Vite che si rinnovano
al momento del battesimo
MARIA LORUSSO
Domenica i5 aprile la
comunità battista di
Pozzuoli ha vissuto dei momenti di grande gioia perché
le sorelle Pina Caudino e Lena Maisto e il fratello Antonio
Basile hanno dato testimonianza della loro fede in Gesù
Cristo mediante il battesimo.
In una sala gremita di parenti
e amici dei battezzandi, il pastore Emanuele Casalino ha
dichiarato, dopo aver illustrato il significato del battesimo,
che non era stato un caso
Taver scelto di amministrare i
battesimi la domenica di Pasqua. Infatti la Pasqua non
solo è immagine della nostra
sepoltura e resurrezione, ma
è anche lo straordinario annuncio della resurrezione dato dall’angelò all’alba della
domenica, annuncio che deve essere accolto dentro di
noi. Se Gesù risorge nella nostra vita, il battesimo diventa
così liPtestimonianza di questa presenza.
La stessa gioia è stata vissuta dalla comunità battista di
Torre Annunziata la domenica 6 maggio. Qui, oltre alla
gioia, c’è stata tanta commozione per la giovane Raffaella
Gallo che ha voluto testimonianze della sua fede in una
serata di evangelizzazione. A
partire dalla lettura del racconto dell’incontro tra Nicodemo e Gesù, e della nuova
nascita paragonata da Gesù
all’immagine del vento del
quale non si sa da dove venga
e dove vada, il pastore Casalino ha ricordato che come il
soffio del vento è un fenomeno misterioso così è della
nuova nascita: essa è un dono di Dio. Nascere di nuovo,
nascere di «acqua e di spirito», è nascere dall’alto, un venir fuori dal «grembo» di Dio
per essere adottati come suoi
figli e figlie: «Una vita che si
rinnova - ha detto - è sempre
opera di Dio che rigenera
mediante il suo Spirito. Tutti
coloro che credono sono nati
da Dio, sono suoi figli». Nuovi
credenti si sono aggiunti alla
grande famiglia del Signore
sparsa in ogni luogo, e di
questo tutti dobbiamo gioire.
La cerimonia del battesimo
Rifugio Re Cario Alberto
L'anno scorso è stato proficuamente impiegato per il grosso
lavoro di ristrutturazione di uno storico padiglione, la «vecchia
cascina», concepito come Nucleo residenziale Alzheimer. Attualmente siamo in attesa che si completi l'iter burocratico per le
autorizzazioni al funzionamento e che arrivino gli ultimi dettagli d'arredamento. ,
Questo grande sforzo, culminato con il restauro e il riutilizzo
del «Pavillon Arnaud», è stato possibile grazie alla solidarietà di
uno sterminato popolo di benefattori. Abbiamo potuto contare
sull’aiuto di lasciti e di eredità, di donazioni di enti, di sovvenzioni pubbliche, di contributi derivanti dall'8%o, ma soprattutto
sulla generosità di amici e di anonimi che hanno saputo donare
quanto non era loro di superfluo, e che è stato donato con semplicità e amore. Non ci è possibile elencare e ringraziare personalmente tutti i benefattori, perché le pagine di questo giornale
forse non sarebbero sufficienti, ma vogliamo qui esprimere la
nostra riconoscenza con un semplice: grazie! Altre parole sarebbero superflue e retoriche.
Ora chiediamo a tutti voi di non dimenticarci, perché tra i nostri ospiti in tanti hanno bisogno anche della vostra presenza, di
conoscervi, di confidarvi le loro esperienze e le loro speranze, e
magari anche i loro bisogni, di non sentirsi abbandonati o emarginati. Ancora a tutti il nostro grazie dal Rifugio per incurabili
Re Carlo Alberto. .
Dino Giordani
Luserna San Giovanni, 16 maggio 2001
ILA CSD INFORMAi
Domenica della diaconia
i risultati della colletta
Da alcuni anni fi;a le domeniche speciali è stata inseritala
Domenica della diaconia: un occasione fra le altre per riflet.
tere insieme sulla nostra azione diaconale a vari livelli. Perii
2000, domenica 12 novembre, la colletta è stata destinata al
Centro di formazione diaconale (Cfd) di Firenze. A differenza del passato, pur riconoscendo la necessità di molte nostre opere di un sostegno finanziario, si è voluto da un lato
sottolineare l’importanza che la formazione ha e deve avete
per chi già opéra nelle nostre opere e cerca di migliorare il
servizio che in esse viene svolto e, dall altro, si è voluto riconoscere l’importanza altrettanto rilevante della ricerca di
giovani che, opportunamente formati, possano un domani
offrire un servizio non solo professionalmente qualificato
ma anche vocazionalmente motivato.
Le offerte raccolte dalle chiese hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 13 milioni 426.750 lire, un contributo aumentato rispetto agli anni scorsi che permette di rilevare
che l’attenzione verso questo ambito della vita della chiesa è
segno di una solidarietà crescente e, nello stesso tempo, segno che si è compreso quanto importante sia la formazione
a vari livelli nelle nostre opere, piccole o grandi che siano,
per sviluppare una diaconia, professionalmente adeguata e
nello stesso tempo espressione di quello spirito evangelico
che nasce dalla volontà di servire Cristo. Rivolgiamo la nostra riconoscenza ai fratelli e alle sorelle di tutte le chiese
che hanno saputo cogliere questa occasione di sostegno della nostra diaconia con sensibilità e generosità.
CRONACHE DELLE CHIESE
TORRE PELLICE — Nel corso dell’assemblea di chiesa del 20
maggio è stata discussa la relazione annua del Concistoro
ed è stata presa la decisione, previo parere favorevole
della Ced, di aumentare il numero dei diacorii nel Concistoro stesso: è stata così possibile l’elezione di Franca Benigno Plavan per questo servizio ed è stato rinnovato il
mandato delle anziane Bruna Avondetto Ribotta e Wanda Bertalot Battaglia.
• La comunità esprime la propria fraterna simpatia alle
famiglie di Maria Rosa Renaldini, Ilda Morel ved. Boero,
Augusto Avondet, Giovanni Mourglia e Michele Long
che ci hanno recentemente lasciato.
PRAMOLLO — La nostra simpatia fraterna ai famigliari di Valdo Menusan deceduto il 9 maggio all’età di 69 anni, e di
Virginia Long ved. Long di 95 anni deceduta il 17 maggio.
Giorsio Girardet
La Bibbia
Uno sguardo nuovo su un libro antico
64 pp., L 5.800) Euro 3, COd. 376
Una suida alla lettura della Bibbia asile, divertente e stimolante. Per riscoprire la Bibbia ed entrare nella sua mentalità e nel suo
linsuassio, per ritrovare il senso della parola
biblica.
Giorsio Asosti - Livio Bianco
Un’amicizia partìgìana
Lettere 1943 ■ 1945
494 pp., L. 39,000, Euro 20,14,
COd. 85825-45 (Fondo Meynter)
Introduzione e cura di Giovanni De Luna
Straordinaria testimonianza umana dei 20
mesi di lotta armata che fanno rivivere la
Resistenza delle formazioni partisiane di
«Giustizia e Libertà», le radici etiche della
scelta antifascista e la quotidianità della
vita di «banda».
Alessandro Galante Garrone
Padri e figli
m
1
253 pp., L. 15.000, Euro 7,75,
cod. 85825^84 (Fondo Meynier)
Da Piero Gobetti all'assassinio di Carlo
lesno da parte delle brigate rosse si sn
e annoda un sessantennio di vita ed esr
rienze che vanno dall'Italia liberale al
l'antifascismo, il furore nazista e la
smo
sistenza come sono stati sentiti dall’autd^'
m mmeditrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO^
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P- 207W
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della Federazione Donne Evangeliche In Italia
Giorni di profonda beiiezza
Il secolo scorso è stato caratterizzato da grandi tragedie: guerre, ideologie nemiche degli esseri umani, persecuzioni, campi di concentramento, razzismo. Vivere, da donne
curiose della vita, ha voluto dire, per molte, essere trascinate in avventure, anche dello
spirito, uniche e irripetibili. Donne «estreme» che hanno voluto guardare ad occhi aperti
l’abisso entro cui era precipitata l’umanità. Penso a Edith Stein, a Luce D’Eramo, a
Hannah Arendt, a Etty Hillesum.
In tempi di disastri e di carneficine hanno voluto non solo tenere alta la loro dignità di
donne ma, proprio in tempi di ferocia assurda, tentare di capire il perché di tante sofferenze. Leggere i loro scritti, per donne, come quelle della mia generazione e delle successive, vuol dire scoprire il senso più profondo di quella frase che si trova nel primo libro dei Re al cap. 19, versetto 12, dove si dice che il vero Dio è «un lieve sussurro». E
quindi sono, forse, più percettibili la sua presenza e la sua parola nel silenzio della ragione umana. Donne «estreme» anche se fra loro metterei l’adolescente Anna Frank perché, seppure giovanissima, riesce a cogliere nell’assurdità del male il valore della vita,
sempre e comunque.
Etty, ebrea olandese, più matura di Anna, scrive in quegli stessi anni terribili; «Sono
pronta a tutto, ad andare in ogni luogo di questa terra nel quale Dio mi manderà. Sono
pronta, in ogni, situazione e nella morte, a testimoniate che questa vita è bella e piena
di significato e che non è colpa di Dio, ma nostra, se le cose sono così come sono, ora.
Abbiamo ricevuto in noi tutte le possibilità per sviluppare i nostri talenti, dovremo ancora imparare a far buon uso di queste nostre possibilità». Ed Etty, come Edith, come
Anna, come Luce, come Hannah riesce a librarsi molto in alto, lontano daH’odio, dalla
violenza, dalla rabbia per i carnefici. Certo queste scelte, se da un lato sono liberatorie,
perché.non avvelenano l’animo e non chiudono i cuori, dall’altro costano alti prezzi per
le contraddizioni in cui si trovano fra la vita reale quotidiana e il loro pensiero, il loro
desiderio. Tutto il mondo che le circonda va in pezzi, le loro famiglie, le loro amicizie,
labro quotidianità sono stravolte... ma riconoscono che il mondo continuerà ad andare avcuiti. I loro pensieri continuano ad ampliarsi, il mistero del dolore, della sofferenza
spinge Etty e Edith a riflettere su Dio, sulla fede, sulla preghiera.
Nessuna di queste donne «estreme» si è persa ma, anzi, nell’angoscia hanno preso coscienza di sé. (Quello che colpisce leggendo i loro scritti, a più di mezzo secolo di distanza, è come sia possibile che tante giovani donne, oggi, di fronte alle mille opportunità
che questa società offre, scelgano il tunnel della droga, la vacuità dei piercing, lo stordimento della velocità, dell’alcool, del rumore assordante, del chiacchiericcio fine a se
stesso, dei vari spettacoli televisivi di «vita vissuta». Giovani don- ________________
ne, oggi, vagano nel vuoto pur avendo mille strade aperte da
vanti a loro: giovani donne, ieri, tessevano scritti e pensieri di pace, di luce, di agàpe,
pur essendo chiuse in soffitte o in stanzoni di campi di concentramento. Ieri ascoltavano
dentro se stesse: oggi fuggono da se stesse e si stordiscono. Quelle donne hanno avuto
il coraggio, in un mondo buio, di mettersi alla ricerca della luce e Etty Hillesum confessa, nel maggio 1942, quando più dura si fa la persecuzione nazista contro gli ebrei olandesi: «Le minacce e il terrore crescono di giórno in giorno. M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offra riparo. Mi ritiro nella preghiera come nella cella di un
convento, ne esco fuori più raccolta, concentrata e forte».
Sono donne che, di fronte al dono della fede, non si ritraggono, accettano di credere
in un Dio d’amore mentre vivono in un mondo di odio. Perché, oggi, tante giovani non
riescono a trovare se stesse? Etty nei momenti di maggior solitudine riconosce: «...frequento un’ottima società» infatti riceve la visita di illustri personaggi: Michelangelo, Dostoevskij, Tolstoj, Rilke, Matteo, Marco, Luca, Giovanni. La lettura nutre il suo spirito e
riempie i suoi giorni di bellezza. Oggi, poche sono le giovani che leggono: viaggiano,
viaggiano molto, su Internet, con le E-mail, attraverso la televisione, ma in questi loro
viaggi che cosa hanno nella loro valigia? Noi sappiamo che ogni essere umano è incompiuto e deve, per maturare, riflettere, pensare, perché il destino di ogni essere umano è
tendere a Dio o, come dice bene ancora Etty Hillesum, «dobbiamo trasmutarci in un soffio, in un volo verso Dio». È proprio questa tensione verso Dio, questo sradicarsi' dal
proprio ambiente che rende allora capaci Edith o Etty di guardare dritto negli occhi il
mondo e l’umanità per quanto sia orrida.
Donne «estreme» che, come fecero i profeti e le profetesse dell’Antico Testamento,
le discepole e i discepoli di Gesù, «nonostante tutto» amano, in Dio, l’umanità per
quella che è. «In mezzo alle rovine delle azioni più insensate tento, ogni volta, di rintracciare il nudo, piccolo essere umano che spesso è diventato irriconoscibile. E continuo a lodare la tua creazione, o Dio, nonostante tutto!». La lezione di queste donne,
che vissero negli anni più bui del ’900, ci aiuta a capire che cosa rende possibile sopportare l’indicibile e rinsopportabile; la fede in Dio. Ecco perché l’obiettivo primo della Fdei era ed è la testimonianza; non solo per seguire la strada indicataci da Gesù ma
anche perché siamo coscienti che solo così noi stesse, le nostre figlie, le nostre nipoti
vivranno in ogni situazione e «nonostante tutto» una vita piena di armonia e di bellezza, quindi degna di essere vissuta.
Dorìana Giudici
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l’autori
Ai mìei cari libri
Oh come siete stati cari nella mia vita,
nella malattia,
nelle lunghe ore trascorse insieme
mi avete fatto compagnia.
Mi avete cullata nei dolci sogni...
il mio pensiero vagava, non pensava
alle cose della vita.
Ma tu, libro prezioso,
eri lì sul comodino,
nella borsa dei miei viaggi, sul treno;
sul treno, assorta nei miei pensieri,
gustavo, come in libro,
si può trovare un amico prezioso
ehe ti aiuta a salire in alto.
Certe espressioni rimangono
scolpite nella mente
rii grandi uomini e di vite sconosciute,
Questo ti arricchisce la ménte.
^ando il sonno non arriva, ti fa compagnia
lo posso accarezzare con le mie mani
sparlare con lui di un amore incancellabile,
sono i ricordi di tante persone care
hanno arricchito la mia solitudine con un libro.
Oro la mia tristezza è grande,
posso leggere molto meno
^rché i miei occhi non vedono.
Ma resta il ricordo di ore trascorse,
molte ore insieme
oi grandi personaggi.
María Pagano
Saremo noi il «prossimo» dei
«Un maestro della legge voleva tendere un tranello a Gesù. Si alzò e disse.- «Maestro, che cosa devo fare per avere
la vita eterna?«. Gesù gli disse: «Che cosa c'è scritto nella legge di Mosè? Che cosa vi leggi?«. Quell'uomo rispose:
«C'è scritto: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta
la tua mente, e ama il prossimo tuo come te stesso». Gesù gli disse: «Hai risposto bene! Fa' questo e vivrai!».
Ma quel maestro della legge per giustificare la suo domanda chiese ancora a Gesù: «Ma chi è il mio prossimo?».
Gesù risfxìst:: «Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gerico, quando incontrò i briganti. Gli portarono via tutto, lo
presero a bastonate e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso pas.sò di là un sacerdote: vide l'uomo ferito,
passò dall'altra parte della strada e proseguì. Anche un levita del tempio passò per quella strada; anche lui lo vide, lo scansò
e prosegui. Invece un uomo della Samaria, che era in viaggio, gli passò accanto, lo vide e ne ebbe compassione.
Gli andò vicino, versò olio e vino sulle sue ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò sul suo asino e lo portò a una locanda
e fece tutto il possibile per aiutarlo. Il giorno dopo tirò fuori due monete d’argento, le diede al padrone
dell’albergo e gli disse: «Abbi cura di lui e anche se spenderai di più pagherò io quando ritorno».
A questo punto Gesù domandò: «Secondo tc. chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell’uomo che aveva
incontrato i briganti?». Il maestro della legge rispose: «Quello che ha avuto compassione di lui».
Gesù allora gli disse: «Va' e comportati allo stesso modo»
In questa parabola c'è un aspetto importante da prendere in considerazione: il dialogo tra Gesù e il dottore della legge che fa da
contorno alla parabola; quattro domande e quattro risposte importanti.
«Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Il dottore della legge, sicuro di sé, vuole mettere Gesù alla prova e la sua
prima domanda in realtà non cerca una risposta, ma vuole provocare una dteputa. Gesù accetta la sfida e interroga a sua voltà:
«Nella legge che sta scritto'^». Lo scopo del dottore della legge è anche quello di dimostrare la i^rupna superiorità intellettuale e contrastare un maestro, un «collega» che forse gli sta rubando consenso e popdarità; lo scopo di Gesù è quello di riportare al centro la
paiola di Dio. di ristabilire la sua corretta autorità, togliendola dal ruolo di contiuverMe 'iitellettuali e rklandole il vero senso per cui
è .-.tata data da Dio- la saìw zza dell umanità.
E di tmiite alla domanda di Gesù, il dottore della legge è costretto alla difusiva e con la sua prima risposta dimostra dì non volersi (oinpiometteie Egli si affretta a enunciare il sommano della legge ma la ivcita di un testo, anche se religioso, può essere prova
di cultura e memoria, sen&i arnvuri- a ujinvolqere la persona che lo recita e senza porle troppi hiténttgativi che-complicano la vita.
Ma la pnma nsposta di Gesù tc' questo i viv.rai> nmefte le ci)fie B posto Gesù passa subito dai al fare e ricorda che la parola
di Dio non servé per atflidentare il proprio sapere, ma deve determinare un nuovo siile vita. La conoscenza della verità non basta
a dare la vita eterna soto 1 amore dì Dìo. coti il dono totale di se stessi che si manifesta praticamente nell'amore per il prossimo,
può pwftire aquefira^iàhdo.
Di fronte al pasaeg^ó dal dire al fare propusto da Gesù, d dottore della legge mette in luce tutta kt sua fragilità e trova la scappatoia di chiedere *e chi r> il mio prossimo-’». Una domanda certamente piovocatoria. ma anche necessaria. Infatti nell'antico
Israele il concetto di popolo di Dio comprendeva In una certa misura anche gli stranieri; poi qpesto concetto tà era sempre più ristretto. ma in affi» forti immigrazioni era urgente conoscere con esattezza quali categorie (É persone pc^evano far parte del
popdo di Dio. Edé itfia ^uazione ancora motto aìduale. Anche noi vMamo in un periodo di forti nmnigraziotd e forse avvertiamo
b necessità dÈI serpere chi è il nostro prossimo. Ma questa domanda implica in qualche modo che alcuni sono 3 nostro prossimo e
Invece la risposta di Cesi i invim a vedere il proprio prossimo in ogni bisognoso. Infatti la patshohi capovolge la domanda e non
siamo più noi che ci chiediamo c.n sia il nostio prossimo, ma è il St^ore che ci (.hiede Sarete voiH prossimo del ferito, del vicino
di casa depresso, della ragazza violentata e sfruttata, del tenen^tato, dei pMrofugo che chiede asilo politice ' e cfì chi vive ai margini
delle nostre Città?» E per parte nostra, inve(.e di chiederu che cosa può succede* i.i se lì ferrrdamo ad aiutare chi ha bisogno, dovremmo piuttosto chiederci che cosa può succedere a dd ha Insogno se nem facciamo nulla per kd o i^r lui.
L’tddnia àotnenàa di Gesù è- «QuiAt di questi tüe pstte eaaan fi-jprossimo di colui che id inmttè nei ladroni?». E il dottore
della legge con la sua ultima nsposta inevitabilment&si arrende e riconosce che il prossimo è chitn|ue ha di aiuto e ccm
tempQNewfHttente lui stesso è piosslmo di chiunque ha bisogno di aiuto Cosi la risposta finale d Gesù »Va e fa' tu il simiqliantc»
rion ammette ulteriori'>epl<ch«^ e il dottore della legge, come ciascuno noi. e chiamate a far fronte alle propne lespunsabilltà seguendo i'eserilpio deD'ereti« o samaritano
Cinzia Carugati
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PIIG. Il
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Il documento vuole promuovere un nuovo dialogo tra i due generi
Il «manifesto» delle donne
Premessa
Nell’accogliente chiesa battista di via Finamente da Vimercate, a Milano, il 18 marzo, la
dott.ssa Bruna Peyrot ha presentato il contributo di tante
donne e gruppi femminili
evangelici che hanno riflettuto
sul testo del «Manifesto delle
donne protestanti» al fine di
permettere una stesura definitiva. Peyrot, autrice della prima bozza del Manifesto,
nell’evidenziare i punti più significativi del testo ha sottolineato che il documento vuole
segnare un percorso nazionale
di riflessione in questo nuovo
millennio, ribadendo non solo
che il ruolo delle donne evangeliche deve essere quello di
operare con maggiore visibilità
nelle chiese e nella società, ma
anche quello di intraprendere
un dialogo paritario con gli uomini per un nuovo cammino di
fede e di testimonianza.
Il Manifesto è uno strumento
utile per la rete Fdei perché
permette di dire chi siamo e
può avviare il dialogo con je altre confessioni religiose, E stato importante ascoltare la
dott.ssa Cristina Bartolomei,
docente universitaria alla Statale di Milano che, con uno
sguardo esterno al nostro ambiente, ha evidenziato aspetti
che forse noi davamo per
scontati, come quello ad esempio di non aver usato, nel testo
del Manifesto, la parola «sororità». Durante il suo intervento
ha ribadito che il Manifesto ci
dà una chiara identità, è il riconoscimento del nostro percorso di credenti e di quello delle
sorelle che ci hanno preceduto, che hanno lottato per la
parità attraverso una cultura silenziosa. Nei rapporti con gli
altri e le altre è importante
permettere e anzi chiedere
all’altro e all’altra di essere differente e, al tempo stesso, essere custode della differenza
altrui. In questo senso ci si
apre al dialogo, a percorsi di
pace, insomma a rapporti autentici e costruttivi.
Coinvolgente è stato l’intervento della pastora Milena
Martinat che, ripercorrendo
l’Antico e il Nuovo Testamento, si è soffermata su cinque figure femminili per ricordarci
che i mandati che riceviamo
non sono eterni, anzi dobbiamo essere pronte a cambiarli
con gioia, rimanendo fedeli al
Signore.
Un interessante dibattito guidato dalla presidente Fdei, Doriana Giudici, ha concluso questo incontro avvenuto in un’atmosfera particolare sia per le
presenze (più di 80 persone
provenienti anche da altre regioni del Nord) sia per la scenografia. Il Manifesto infatti è
stato riprodotto su un grande
telo biaiico, sotto l’abside della
chiesa. È stato dipinto a mano
con grande perizia dalla sorella
Emma Rossi Scotti che ha anche riscritto, su vari striscioni,
. in sedici lingue diverse, il testo
del Manifesto, (d.f.)
Il «Manifesto« è stato presentato, nell’ottobre 1999, a Barcellona, all’incontro delle
donne protestanti europee e all’S rnarzo 2000 a Roma. Da quelle date, per un anno, ha
viaggiato nei gruppi Fdei italiani. E stato oggetto di discussioni formali e di chiacchiere
amicali, di sollecito ad approfondimenti di ricerca e di critiche costruttive. E solo un piccolo strumento, come molti altri, utile per lavorare insieme, che ha «manifestato» il desiderio
di capire quale possa essere (diventare) un’identità comune alle donne protestanti. Queste,
già consapevoli della condivisione di una fede, si chiedono come possa dispiegarsi la loro
presenza culturale, fuori e dentro le comunità evangeliche. Il «Manifesto» non è da considerarsi definitivo. Rappresenta alcune parziali consapevolezze di un’epoca, di un momento
storico particolare ma, nello stesso tempo, è sempre sottoposto al cambiamento di chi lo
va scrivendo, nelle cose che fa, che pensa, che progetta per il futuro. È un augurio semplice, per continuare a viverci insieme.
Bruna Peyrot
MANIFESTO DELLE DONNE PROTESTANTI IN ITALIA
Le donne protestanti italiane, premesso
- che la fede in Dio, la ricerca del significato della sua Parola attraverso le Scritture e la chiamata di Cristo sono il fondamento della vita dei credenti, oggi come già lo furono per le donne e per
gli uomini delle generazioni precedenti;
- che il senso della loro fede prende forma nella vita quotidiana, dentro tutte le relazioni che la
caratterizzano;
- che l’incontro e il confronto con l’altra e l’altro fanno parte del loro cammino spirituale;
dichiarano
- di riconoscere il valore e la forza espressi dalle donne delle generazioni che le hanno precedute nell’impegno sociale fuori e dentro le chiese;
- di riconoscere la diversità e la molteplicità dei doni che hanno contraddistinto le donne, ieri
come oggi, nei loro compiti svolti in famiglia, nelle chiese e nella società;
- di impegnarsi a rendere visibile la presenza delle donne protestanti sia nella storia delle chiese
sia nella società italiana ed europea, dove esse sono state attive nella diaconia e nella cura, soprattutto negli ambiti missionario, educativo e formativo. E che ciò avvenga attraverso la costituzione di archivi della memoria (con fonti orali, epistolografiche, biografiche e autobiografiche),
nonché con l’attivazione di ricerche storiche, convegni e seminari interdisciplinari che restituiscano la consapevolezza di una memoria comune;
- di valorizzare e sostenere ogni forma di associazionismo femminile, dalle storiche «Unioni» ai
gruppi e alle commissioni di lavoro, dai bazar alle mostre, affinché il sapere delle donne (manuale
e intellettuale) abbia pari dignità e possa entrare a far parte del comune e riconosciuto patrimonio
culturale delle chiese e delle società in cui esse risiedono;
- di impegnarsi nella promozione e nel sostegno di campagne di sensibilizzazione su temi e
problemi relativi alla condizione della donna nel mondo, sia come soggetto creativo, sia come oggetto di discriminazione;
- di adoperarsi affinché donne e uomini, in vista del terzo millennio, trovino nuovi modi di comunicare la loro reciproca differenza e nuovi modi per trasformarla in progetti condivisi di unione, affinché ognuno impari a uscire dalla propria identità senza perderla, a riconoscere il proprio
ruolo senza imporlo, a capire che le posizioni del maschile e del femminile cambiano nel corso
della storia e che i più alti valori del genere umano sono raggiungibili insieme, nel reciproco, costante e impegnativo riconoscimento;
- di vivere il sentimento dell’amicizia che rappresenta, fra tutti i sentimenti, quello della parità
fra uguali, il sentimento deH'amore che rappresenta il ponte per superare ogni confine supposto e
ogni barriera data e di praticare la giustizia per rimediare alle subalternità politiche e sociali;
- di confessare, infine, la loro fragilità umana, affinché da tale confessione, sia possibile, per donne e uomini, trarre la forza per cambiare e percorrere insieme un lungo cammino di libertà.
Modelli femminili nella Bibbia
I nostri mondati
non sono otorni
Da dietro una tenda una
donna con gli occhi luccicanti sorride, ma non dice
nulla. Un’altra donna dice:
«Cantate a Dio, poiché egli si
è levato molto in alto, ha gettato nel mare il cavallo e il
nocchiero dal carro da battaglia». Un’altra ancora sta seduta sotto una palma e,
all’ombra delle fronde, accoglie uomini e donne che cercano giustizia.
Una casa con due sorelle,
una è affaccendata nei lavori
domestici, l’altra ascolta un
predicatore. Queste donne le
conosciamo: Sara che sorride
quando annuncia ad Abramo
che avrà un figlio da lei, moglie ormai vecchia, e Miriam,
che dopo aver attraversato
con tutto il popolo di Israele il
Mar Rosso, prende in mano
un timpano e canta. Non canta per la vittoria sul nemico
come era usuale.fare, ma
canta le lodi a Dio per aver liberato il suo popolo dalla
schiavitù d’Egitto. Sotto la
palma invece c’è Debora. Dopo Mosè, dopo Giosuè, Dio
fa sorgere un altro Giudice
per guidare il popolo nella liberazione e questo Giudice è
Debora.
Nell’ultima piccola descrizione sono ritratte Marta e
Maria. Marta accoglie Gesù in
casa sua e, mentre lei è presa
dalle faccende domestiche.
Maria ascolta la parola di Gesù. Le prime sono donne presentate nell’Antico Testamento, le ultime due nel Vangelo
di Luca. Queste donne compaiono nei testi della Scrittura
manifestandoci la loro gentilezza e anche la loro decisione, ma soprattutto accettando
il loro mandato anche se è solo temporaneo.
Di Miriam, ad esempio, non
ci viene detto molto; all’inizio
ci è soltanto presentata come
Miriam, doveva dunque essere
conosciuta da tutti, soltanto
un po’ più avanti, nel libro
deH’Esodo, viene presentata
come profetessa e sorella di
Aronne. Miriam è una figura
ricca, ci trasmette emozioni.
Dopo aver attraversato il Mar
Rosso, è lei che inizia a cantare le lodi a Dio e, solo dopo,
Mosè. Ma è anche lei, con
Aronne, a criticare la supremazia di Mosè. Viene punita
da Dio, mandata fuori dal
campo per una settimana, ma
succede una cosa importante.
Si tende sempre a sottolineare
che soltanto Miriam è stata
espulsa per aver osato dire
qualcosa contro Mosè e non
Aronne: è vero però che
nell’Esodo è anche scritto «il
popolo non si mise in cammino finché Miriam non fu riammessa nell’accampamento».
Miriam, anche se donna, non
è stata abbandonata, ma tutti
hanno interrotto il loro viaggio per aspettarla.
Forse si può dire che è poco lo spazio che Miriam ha
nelle Scritture, che è poco lo
spazio che ha Debora come
Giudice, ma è importante che
abbiano uno spazio. Miriam,
Debora, Sara, Marta e Maria
hanno ricevuto una vocazione
da Dio e cercano di svolgerla
al meglio. E vero che gli uomini sono predominanti in
questi racconti, ma è vero che
queste donne accettano con
gioia il mandato rivolto e per
questo sono rispettate. Miriam
canta, Miriam è espulsa
dall’accampamento. Non ci
viene narrato se Miriam fosse
arrabbiata, ma ci viene narrato che è stata attesa.
Anche noi oggi siamo chiamate come Maria ad ascoltare
la parola del Signore, non siamo come Marta solo addette al
lavoro servile. Marta rappresenta l’ideale tradizionale della
donna alla quale non è permesso studiare la Scrittura con
il Rabbi, poiché è meglio che
la donna si limiti a cucinare«
pulire la casa. Maria viene nt*
sa ad esempio della nuov^
uguaglianza di rango fra don!
e uomini nel discepolato.
mo abituati a sentir parlare*
poteri in ogni campo ma
vremmo tornare, come cristjj,
ni, come protestanti, a penjj,
re e a riscoprire la dimensioni
rivoluzionaria del potere conu
possibilità di servizio.
Sono i nostri mandati, Ij'
nostre vocazioni a servire il'si.
gnore attraverso i nostri doni
il nostro servizio costante nella quotidianità svolto in modo
umile e la costanza associata
alla correttezza e all’impegno 1'
che fanno passare la più pane ■
dei messaggi di non prevarica i '
zione dell’uomo sulla donna
come è avvenuto per seco! e l
non l’irruenza di alcune donne I
in nome di libertà conquistate ■
a rendere vivi messaggi di fra- |l
tellanza. Non si può pretende- !i
re di avere immediatamente '
frutto da un terreno incolto, ci i
vuole molto amore nel curar- '
lo, ci sono anche le arrabbiature a causa delle siccità o dd
le inondazioni, ma un po’ ala fi
volta i frutti giungono. Certo,!';
tempi possono essere lunghi, hi
nostri mandati non sono eter-{“
ni, dobbiamo essere pronti ai
cambiarli con gioia e dobbia-';.
mo accettare anche questo,.’,
essere coerenti e fedeli al no- ,
stro Dio accanto a Miriam, a j
Sara, a Debora.
Con Dorothee Solle dire
che osiamo credere al sogno.
di Dio stesso: un cielo nuovo,'
una terra nuova dove abiterà
la giustizia. L’essere fedeli a
Dio con la gioia nel cuore,
perseveranti nonostante le ingiustizie, non per amor proprio, ma per amore di Dioc
che la gioia che anima il no
stro cuore nel servizio trapcl
anche nei nostri occhi e sulle
nostre labbra.
Milena Martinat
M Reciprocità
Conoscere
l'altro
Durante l’incontro avvenuto a Milano sono rimasta
molto colpita da alcuni concetti della relazione della
prof.ssa Bartolomei. Nel ripercorrere i punti salienti e a
parole chiave del Manifesto la
relatrice ha sottolineato, nel
definire l’altro, quanto sia inf
portante riconoscere 1 aura
non solo in un percorso di re
ciprocità, ma soprattutto in >*
rapporto dove la differen^
non deve essere dimenticata
ma anzi custodita. In qne®
direzione va considerato'
confronto con l’uomo che »
me, in questo preciso ma
mento storico, di avere p®''
qualcosa di sé ed è contu
nel ritrovare se stesso.
Infatti l’umanità è un into®
ha portato ad esempio la w
trice, composto da due ma ;
impersonate dai due gen^j
Nel corso della storia la r’'®,
femminile si è polverizzi :
mentre l’altra metà ha ntc
to di essere lui stesso 1 im^i
Nel momento in cui
polverizzata ha ricomincia
prendere coscienza bella P
pria identità, ecco che lij
metà è entrata in crisi e i
di perdere la propria ideii
senza trovare il linguagS'°JJ^
ritrovare l’unità originale'
porterebbe a un’armonia
e costruttiva, a un col od j
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Beltrand Russel
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i La discriminazione produce razzismo e oppressioni di ogni genere
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«Qualunque sia la motivazione e il modo, la tortura
•>.%. è un attacco premeditato
■ contro la dignità, un tentativo di distruggere la nostra
umanità. E per questo
deve essere fermata,
-f. Deve essere fermata perché
-jj’ può essere fermata»
Pierre Sane
' Segretario generale
di Amnesty International
II 18 ottobre Amnesty International ha lanciato la campagna mondiale «Non sopportiamo la tortura», per fermare i
torturatori e porre fine all’impunità che li protegge- La tortura continua ad essere molto
diffusa e non è limitata a dittature militari o a regimi autoritari, ma è inflitta anche in stati
democratici. Vittime della tortura, sono presunti criminali e
prigionieri politici, dissidenti,
persone perseguitate per il loro credo politico o per le proprie opinioni: sono donne e
uomini, bambini e adulti.
Chiunque può essere vittima di
tortura a prescindere dall’età,
dal genere, dall’appartenenza
etnica e dalle convinzioni politiche.
La tortura si nutre di discriminazione. C’è un chiaro legame tra razzismo e tortura. In
Europa i Rom sono comunemente visti come criminali e
per questo subiscono pestaggi
da parte delle forze dell’ordine.
Gli Indios sono stati torturati
nell’ambito di dispute territoriali. In Australia un numero
elevato di aborigeni muore in
carcere in seguito a maltrattamenti. Nei conflitti armati la
tortura è usata come strumento di pulizia etnica. Le forze
governative russe hanno torturato e maltrattato i ceceni durante il conflitto nel Caucaso.
In Sierra Leone omicidio, rapimento, mutilazione e stupro
sono stati utilizzati sistematicamente in una campagna di
atrocità contro i civili, portata
avanti dalle forze ribelli, da forze governative e da gruppi alleati con il governo.
Amnesty International è
preoccupata per l’altissimo
numero di violenze e abusi
sessuali: sembra che ne siano
state vittime più del 90 per
(lento delle donne e delle ra
gazze rapite dalle forze ribelli
durante il conflitto. Le donne
costituiscono la maggior parte
dei rifugiati e degli sfollati di
tutto il mondo e sono vulnerabili agli stupri nei campi e lungo il confine; meno in grado
di ottenere una difesa legale e
sottoposte a leggi discriminatorie, le donne hanno maggiore difficoltà nell’ottenere giustizia dopo aver subito torture.
In Pakistan una donna violentata può essere processata per
'adulterio e fornicazione se
non può procurare quattro testimoni maschi che certifichino che lei non era consenziente.
Alcuni governi giustificano la
tortura di gay, lesbiche, transessuali in nome della morale e
della religione. Vanessa Lorena Ledesma era un travestito
di 47 anni. E stata arrestata a
Cordoba l’il febbraio dell’anno scorso ed è morta cinque
giorni dopo, durante la detenzione; un rapporto della polizia
sostiene che la morte è stata
causata da un arresto cardiaco,
ma il suo corpo aveva evidenti
segni di tortura. Negli ultimi
quattro anni bambini sono stati
torturati o maltrattati dalla polizia in oltre 50 paesi. I bambini in custodia sono particolarmente vulnerabili a stupri e
abusi sessuali, sia da parte delle guardie sia degli altri detenuti. Bambini e adolescenti rinchiusi nelle carceri di Zomba in
Malawi vengono spesso sottoposti ad abusi sessuali da parte
di detenuti adulti, oppure sono
reclutati per essere inseriti nel
giro della prostituzione all’interno della prigione stessa, con
il rischio molto alto di contrarre il virus dell’Aids.
In Bangladesh la polizia ha
torturato Fioz, un bambino di
9 anni accusato di aver rubato
un telefonino, legandolo con
una corda, appendendolo a
una sbarra e schiacciandogli il
pollice con delle pinze. Fioz,
che ora ha 10 anni, ha impie-'
gato diversi mesi a riprendersi
dai danni fisici ed è ancora sotto trattamento-psichiatrico per
il trauma sofferto. È necessario
che le forze di polizia che entrano in contatto con minorenni ricevano una formazione
specifica sui diritti dell’infanzia
e sugli standard internazionali
di tutela. Nei conflitti armati i
bambini sono spesso attaccati
perché rappresentano il futuro
di quel gruppo; essi sono spesso torturati per ferire o punire
i loro parenti.
In Uganda migliaia di bambini sono reclutati nel gruppo
d’opposizione armata e costretti a prendere parte a omicidi di iniziazione. Mentre tutti
i ragazzi sono costretti a combattere e uccidere, le ragazze
sono messe a disposizione dei
comandanti come schiave sessuali. Più di 120 imprese di 22
paesi sono coinvolte nella produzione, nella vendita, nella
diffusione e nella fornitura di
strumenti di tortura. Il mercato
globale della tortura compren
de un flusso continuo di denaro in diversi paesi. Negli ultimi
anni i prodotti più richiesti sono stati gli strumenti per l’elettroshock (attrezzi in grado di
infliggere danni fisici relativamente lievi, ma di produrre il
massimo terrore).
E necessario un controllo sia
a livello nazionale sia internazionale affinché gli stati non
forniscano equipaggiamenti,
personale o addestramento a
soggetti che potrebbero usufruirne per compiere violazioni
dei diritti umani. Chi volesse
partecipare alla Campagna
contro la tortura può rivolgersi
alla sede più vicina di Amnesty
International.
Giulia D’Ursi
...grazie per la mia libertà e per la libertà
di tanti. Grazie per quella forza, per quella
coerenza, per quella determinazione nella lotta, per
quella generosità che esalta l’essere umano. E oggi,
come faccio da vent’anni, ripeto quel “grazie”
nell’unico modo possibile: partecipando a tutte le
azioni di Amnestp International e invitando i miei
lettori e amici ad appoggiare gli sforzi di Amnesty,
l’unica istituzione che vegli per la dignità umana,
per il diritto fondamentale alla giustizia e per il dovere di coscienza di opporsi alle tirannie...
Luis Sepùlveda
59
Rendiamo il mondo una
zona libera dalla tortura
Puoi fare qualcosa
per eliminare la tortura
Aggiungi la tua voce alla Campagna di
Amnesty International: firmando gli appelli, contattando il gruppo della tua città, facendo una donazione ad A. I., via G.B. De
Rossi 10 - 00161 Roma - ccp 552000.
Se non è adesso
Se non è qui
Se non siamo noi
Quando?
Dove?
Chi?
Ox'
^aoL
ido
La tortura
sulla donna
Introduzione
ni anno, in occasione della Giornata della donna,
,mnesty International organizza iniziative rivolte a
salvaguardare i diritti delle donne, che in molti paesi del
mondo vengono ancora oggi violati. Quest'anno, nel quadro del programma già adottato nell'ottobre 2000 per
combattere la tortura. Amnesty International ha presentato
una campagna di sensibilizzazione attraverso un rapporto dal titolo: «Mai più la tortura sulle donne». Tra i «passi
per fermare la tortura», Amnesty sottolinea l'importanza di
eliminare la violenza contro le donne poiché sono ancora
molti i governi che devono combattere le più svariate forme di violenza su'di loro, inclusa la tortura.
Le donne, in tutto il mondo, rischiano la tortura al pari degli uomini, se appartenenti a minoranze etniche o altri gruppi emorgihati, se attiviste politiche o se criminali comuni. Per
dimostrare «forza» viene usata ogni forma di tortura che vede la prevalenza del «forte» sul debole e pertanto ciò avviene sulle donne che, in molte società, sono il «sesso debole».
Nel caso delle donne, la tortura assume aspetti peculiari attraverso gli abusi sessuali e lo stupro; nelle società tradizionali le conseguenze dello stupro sono devastanti. Le donne
rischiano la tortura anche per interposta persona. Essendo la
donna considerata come appendice dell'uomo, in caso i
governi non riescono ad arrestare i mariti, rivolgono le loro
attenzioni micidiali sulle donne.
In caso poi di conflitti armati, le donne sono contese come «spoglie di guerra». Questo è già capitato anche in
quei paesi dove si era raggiunta, formalmente, la parità legale. Con apposite leggi lo stato asseconda la discriminazione e la persecuzione delle donne; vi sono leggi che impongono alle donne un particolare abbigliamento e orario
di movimento, che dicriminano le donne nel codice di famiglia e in quello del lavoro. Le bambine poi vengono discriminate già da quando sono piccole: sono infatti vittime di
infanticidio, viene dato loro meno cibo, non vengono fatte
studiare. Per perpetuare la condizione subordinata delle
donne ecco mettere in atto la discriminazione.e la tortura.
Quando la tortura è istituzione
Capita in Myanmar (ex Birmania) dove il regime ha reso
meno evidente la strategia repressiva per migliorare la prolìità che gli era
nizi degli Anni vu, in seqi
manifesTazioni di piazza. Con mezzi tecnologici aìl'
pria immagine di brutalità che gli era stata attribuita tra la
fine degli Anni 80 e gli in[zi degli Anni 90, in seguito a
l'avanguardia, e soprattutto spie e informatori, il regime è in grado di controllare in modo capillare l'intera società. La politica di repressione prevede arresti preventivi, trasferimenti
forzati di popolazioni, torture.
Nel bollettino di Amnesty International di,febbraio
2001, quando si parla di tortura in questo paese non ci
si riferisce solo a quanto accade nelle carceri o nei centri
di detenzione, ma anche a ciò che succede alle minoranze etniche sulle quali minacce, percosse, sequestri di persona, uccisioni extragiudiziali sono all'ordine del giorno.
Alle donne poi, spetta qualcosa di più: rapine, stupri per
giorni da parte di soldati prima di essere uccise e tutto
ciò avviene nella più assoluta impunità per soldati e ufficiali che, in questo modo, continueranno a torturare, stuprare e uccidere.
- Naw Po, uno ragazzina di 12 anni, è sfata violentata e uccisa
nell'ottobre del 1998. Stuprata da un ufficiale, era riuscita a scap-,
pare ma è stata ricatturata, violentata nuovamente e poi uccisa
con un colpo di fucile nella vagina. L'ufficiale ha dato come risarcimento alla famiglia un sacco di riso, un pacco di zucchero, una
lattina di latte condensato e una piccola somma di denaro (dalla
rivista di A.l. di gennaio 2001 ).
In questo tragico scenario Aung San SuuKyi, premio Nobel per la
pace (alla quale il 30 agosto scorso è stata conferita una laurea
honoris causa per la sua lotta in favore dei diritti umani dall'Università di Bologna) continua la sua pacifica battaglia contro un regime che si ostina, tra l'altro, a tenerla agli arresti domiciliari.
Dall'8 al 15 luglio a Adelfia il campo estivo della Federazione delle donne
Mediterraneo; un «mare» di spiritaaiità
Torah - Bibbia - Corano; esiste una spiritaaiità in cornane?
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^**'''1 nella mattinata, pranzo,
18 culto di apertura: pastora Daniela Santoro
Ore 19 cena
ore 20 presentazione campo presidente Fdei Doriana Giudici,
direttore past. Davide Ollearo
iiovedi 12
ore 9,30 «Spiritualità di due donne ortodosse» prof.ssà Eleonora
Chiavetta, docente di lingua e letteratura inglese. Università di Palermo, prof.ssà Margherita Cottone, docente di lingua e letteratura tedesca. Università di Palermo
m
prevista la presenza di;
enerdi 13
9,30 «Le donne cattoliche e la loro spiritualità»
■prof.ssà Ina Siviglia
ore 9,30 «Tra cielo e terra» (sviluppare come un albero le nostre
radici per crescere verso il cielo): pastora Almut
Kramm, Gabriele Becker, Cristina Almini (luterane)
Giovanna Caramore
giornalista, conduttrice della trasmissione
«Uomini e profeti», Rai Tre
Monique Rançon
rappresentante Group d’Orsay
Manolita Fuentes
rappresentante donne spagnole
indiri/zo del Centro evangelic
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)roco,
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9,30 «Essere donne nell’Islam»: Faten Klouz
«Dal sindacato alla biodanza nella ricerca di sé»
Carmen Seia
Sabato 1
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11
® 9,30 «Storia di un’idea» prof.ssà Bruna Peyrot
storica valdese
«Percorsi biografici di donne del Novecento tra vita e
scrittura» dott.ssa Marcella Filippa, direttrice della
Fondazione Vera Nocentini di Torino.
ore 9,30 «Spiritualità della lingua» prof.ssà Varona Phinhas, docente di ebraismo e cabala mistica. Istituto orientale di
Napoli, dott.ssa Silvye Germaine, scrittrice della Provenza francese
domenica 1
Culto di chiusura: pastora Almut Kramm
Pranzo
Partenze
Adelfia - Riviera Camarina
Scoglitti (RG)
tei. 0932-980132
£ 50.000 iscrizione - £ 250.000 intero soggiorno
Iscrizioni presso Marina Bertin (tesoriera Fdei)
via Olivet, 12 - 10062 Luserna San Giovanni (To)
Ccp n. 36083103
Iscrizioni entro 31 maggio
Posti limitati
12
PUG. IV
î?Pî KI®‘ïrQ2Q(ai](â :
Annuale appuntamento delle donne della Fdei
Una ricerca comune tra le due Federazioni
Convegni regionali giovani < evangaiiti
___ _ ____ __:1 vn 7 __
In SiciliQ
«D onne e spiritualità» è
stato il tema del convegno regionale promosso dalla
Fdei in Sicilia. L’incontro ha
avuto luogo a Riesi il 7-8 aprile e si è avvalso, in qualità di
relatrici, delle sorelle Anna
Maria Ficara e Nunziatina Formica, delle pastore Almut
Kramm e Daniela Santoro. Il
tema affrontato risponde
all’esigenza di intraprendere la
ricerca di una spiritualità autentica e rinnovata: è proprio
della consapevolezza protestante la necessità che la comunità dei fedeli riesamini
continuamente se stessa alla
luce della rivelazione. Nell’ambito del protestantesimo è un
dato di fatto che la dimensione della «Spiritualità» venga associata ad alcune espressioni
della spiritualità cattolica e
quindi venga vissuta con qualche difficoltà.
Anna Maria Ficara nella sua
relazione ha preso spunto dal
libro dello storico e teologo
McGrath, che racconta quelle
che sono le radici della spiritualità nell’ambito della Riforma protestante. Tra le varie
cause che spinsero i riformatori a rielaborare nuove forme
di spiritualità, bisogna considerare un fatto storico, ossia che
la spiritualità medioevale era
di carattere monastico, quindi
la vita quotidiana della gente
comune non era toccata dalla
spiritualità. Con la Riforma la
spiritucJità si spostava dal monastero alle piazze; da qui alcuni interrogativi che mettono
a confronto i principi della spiritualità dei riformatori con il
nostro modo di esprimerla.
La relazione della pastora
Almut Kramm ha posto l’accento sul fatto che, nell’ambito del protestantesimo, la spiritualità è divenuta un tema
sentito negli ultimi trent’anni, ■
un’esigenza dettata da varie
cause: delusione per quanto
concerne l’impegno politico
sociale, vuoto interiore accompagnato dall’esigenza di
volerlo colmare, oppure consapevolezza da parte della tradizione protestante di aver
trascurato l’aspetto della spiritualità e di volerlo riscoprire.
È stato inoltre sottolineato il
fatto che l’interesse alla spiritualità è diffuso anche al di
fuori delle chiese. .Tra i fondamenti della spiritualità condivisa dai protestanti la relatrice
ha evidenziato «l’annuncio
della parola». È stata anche ricordata la tradizione della musica e delle corali. La relatrice
conclude dicendo che dalla libertà che ci viene data
dall’Evangelo, si può affermare che si possono esprimere
varie forme di spiritualità e
così come l’apostolo Paolo
saggiamente ci consiglia:
«Esaminate ogni cosa e ritenete il bene» (1 Tess. 5, 21).
La sorèlla Nunziatina Formica ci ha raccontato del percorso spirituale delle donne
battiste attraverso il vissuto di
sorelle del Movimento femminile nazionale che hanno attinto la propria spiritualità da
un movimento di fervida religiosità che fu chiamato «11
grande risveglio». Questo movimento affondò in seguito le
proprie radici in America dove sorsero le prime «unioni
femminili»: attraverso queste
ultime, le donne vollero esprimere la propria spiritualità
protesa a operare in un progetto di missione pronta ad
evangelizzare. Anche in Italia,
intorno agli Anni Trenta, le
donne battiste organizzarono
le prime Unioni femminili che
si prefiggevano il compito della conquista delle anime a Cristo, l’interesse al lavoro missionario nel mondo e lo sviluppo della vita spirituale per
mezzo della preghiera.
Negli Anni Settanta la spiritualità delle donne battiste avverte l’esigenza di intraprendere un nuovo percorso che
dia loro la possibilità di esprimersi confrontandosi con tematiche attuali come «La teologia della liberazione, «La
teologia femminista» e ancora
fede e politica, accoglienza e
formazione. In tutti questi anni le donne battiste hanno sviluppato una spiritualità che le
ha portate a sentirsi interpellate direttamente come soggetti donne e non più attraverso canali tradizionali.
La relatrice ha concluso facendo rilevare l’importanza
della memoria delle proprie
radici ma altresì la necessità di
guardare avanti fermandoci
per un attimo e capire in che
direzione stiamo andando.
L’incontro si è chiuso domenica con un culto presieduto dalla pastora Daniela Santoro e
animato da espressioni sulla
personale spiritualità che hanno permesso di segnare questo incontro da una particolare
e sentita comunione fraterna.
E così, dopo i tre precongressi al Nord, al Centro
e al Sud Italia, in circa 90 ci
siamo incontrati al Villaggio
della gioventù a Santa Severa,
dal 13 al 16 aprile, per il XIV
congresso Fgei. A distanza di
due anni e mezzo si è incontrata una Fgei forse più matura, e non soltanto per l’età
media dei partecipanti: una
Egei che, in un periodo di debolezza ma poi di cieca crisi,
va dritta al cuore della questione e cioè all’essere giovani e,
soprattutto, all’essere evangelici. Che cosa significa, ha ancora un significato, essere
evangelici e che tipo di evangelicità viene espressa e si
può ancora esprimere attraverso la Federazione, elemento assolutamente non trascurabile di identità e appartenenza che svolge la sua attività in Italia.
Tanti e variegati i temi di
confronto e di discussione, di
venuti poi vere e proprie proposte di lavoro nella forma di
altrettante numerose mozioni:
fede e politica, musica, liturgia,
teologia, gruppi locali, accoglienza, identità, relazione e
potere. Quest’ultimo tema prevede un’attenzione particolare
nei confronti anche della Fdei
per il contributo che questa
può dare nel lavoro di ricerca
e approfondimento; inoltre,
dopo un accurato dibattito, il
congresso ha deliberato che il
Consiglio nomini «un gruppo
di lavoro misto sulle tematiche
espresse, il cui operato si concretizzi nella preparazione del
prossimo campo studi».
Sono stati tre giorni caratterizzati dalla pioggia e dal freddo ma riscaldati dalla piacevolezza dello stare insieme anche
nella condivisione del «Seder di
Pesach» del venerdì sera e della liturgia dell’alba della domenica di Pasqua. Cristo è risorto
e chiama tutti noi a nuova vita:
concluso il XIV congresso, „
Fgei riprende il cammino verso
il fertile Egitto, speriamo, rinvi,
gorita e rinnovata nel corpo {
nello spirito.
Virginia Mariani
A Parigi il tredicesimo incontro del gruppo d'Orsay
Convinzioni o soiidoriotò
Dora Lorusso Consoli
Nei giorni 23, 24 e 25
marzo si è svolto a Parigi (Orsay) il 13® incontro
dell’omonimo gruppo che riunisce le donne della Cepple
(Conférence des églises protestantes des pays latins d’Europe). In più di duecento ci
siamo ritrovate intorno al tema del dibattito: «Convinzioni
e solidarietà nell’attualità» con
un sottotitolo che ben esprime lo spirito con il quale è
avvenuta l’animazione dei
gruppi di lavoro: «Essere lucide e sperare».
La riflessione che ha portato
alla scelta dell’argomento nasceva da due grandi filoni di ri
flessione: l’importanza della
memoria e dell’«uso» delle nostre radici da un lato e come
orientare l’azione nel presente
in modo che la nostra identità
storica sia rispettata e visibile.
Un contributo interessante è
stato dato dall’introduzione di
Noël Copin, giornalista cattolico del quotidiano «La Croix» e
presidente dell’Associazione
«Reporters sans frontières», attualmente attivo a Radio France International. Dall’analisi
del termine avvenimento (chi
definisce tale un fatto? Un
giornalista? L’onda della moda? Le paure collettive?) alle
«tentazioni del giornalista»
(l’abitudine ad esagerare gli
aspetti catastrofici, la precipitazione nell’istante dimenticando i contesti...) l’incontro con
Copin ha offerto strumenti
metodologici adatti a dettagliare, nei gmppi, altri argomenti,
che sono stati molti: storia, radici, ambiente, natura, salvaguardia del creato, sempre in
relazione all’attualità e a come
le donne ne colgano gli aspetti
materiali e simbolici. Molto significativa la presenza, in que-,
sto percorso, di donne islamiche ed ebree che hanno permesso un proficuo incontro interreligioso.
Bruna Pcyrot
In Emilia Romagna
Sabato 21 aprile si è svolto a Bologna un convegno regionale Fdei. L’incontro è iniziato alle 13, ma i lavori sono cominciati molto
prima per le sorelle di Bologna, che hanno preparato un
gustoso pranzetto; con l’agape si è quindi aperto il convegno. Un momento di riflessione sui temi della guerra e della violenza, di cui le donne e i
bambini sono da sempre le
vittime più indifese, è stato
condotto a partire dall’episodio di lael (cap. 4 e 5 del libro
di Giudici). La tragicità e la
violenza dell’atto di lael ci
mettono in difficoltà e ci spingono a interrogarci: come
metterci attivamente dalla
parte delle vittime della guerra e della violenza,' senza a
nostra volta usare violenza?
dov’è il confine tra la nonviolenza e la colpevole inerzia
che diventa complicità con gli
al ruolo e all’identità di tutti.
La relazione ha poi presentato l’iniziativa Cec del «Secondo decennio ecumenico
2001-2010 per sconfiggere la
violenza». Numerosi interventi
hanno lamentato il ritardo con
cui il documento è stato portato -alla discussione in Emilia
Romagna; a tale proposito è
stata rilevata la necessità di un
maggiore impegno nella Fdei
delle donne evangeliche emiliane, che pure sono molto attive e presenti nella vita delle
chiese. Le intervenute hanno
espresso valutazioni positive
sul «manifesto», ma ne hanno
anche criticato alcune formu
lazioni. Particolarmente apprezzato da tutte il richiamo
finale: confessare la propria
fragilità umana e da tale confessione trarre la forza per
cambiare.
Si è poi deciso che a coordinare le attività regionali Fdei
sarà chi scrive queste note,
della Chiesa metodista di Piacenza, con la collaborazione di
Cristina Benfenati della Chiesa
metodista di Bologna. Il canto
del Padre Nostro ha concluso
l’incontro; che il Signore ci doni di vivere più spesso questi
momenti di comunione.
Donatella Cattadorì
In ricordo di Moria Sacci
Pasqua: una ricorrenza simbolica (può capitare a marzo o in
aprile) che, come il Natale, va vissuta quotidianamente e riscoperta sempre nuovamente nel suo significato più intimo e
profonido. Pasqua: il giorno in cui con Edoardo, Mirella e Alessandra tutte noi abbiamo ancor più sentito la mancanza di Maria, morta da pochi giorni... C’è una «terribile» coincidenza in
tutto questo, come terribile e difficile è accettare che una giovane moglie e mamma possa lasciare questo mondo così in fretta. Beh, Maria mi sembra che fosse proprio cosi: risoluta, immediata, schietta, punzecchiante ma sincera, come si dice: «Pane al pane e vino al vino». Il pane e il vino che, nella loro genuinità e simbolicità ricordano il corpo e il sangue di Cristo
crocifisso e risorto per noi, sconfiggendo per sempre la morte... Siamo, però, addolorate ^ tristi e chiediamo al Signore di
farci sentire e vivere il conforto della sua vicinanza e la speranza gioiosa della resurrezione.
Virginia Mariani
1} Comitato nazionale Fdei, profondamente rattristato per la
scomparsa prematura della sorella Maria Secci Arcidiacono, responsabile Fdei della regione Puglia, rivolge ai familiari la propria
simpatia fondata nella speranza del Cristo risorto.
ŒM1
componanti
dal Comitato
nazionala pdai
Doriana Giudici
presidente
via del Casaletto 385
00151 Roma
Emera Napoletano
vicepresidente
via Croce Rossa 34
90144 Palermo
Maria Grazia Sbaffi
segretaria
via Racagni 24
43100 Parma
assassini? La solidarietà tra le
donne, scavalcando i confini
tra stati e le barriere di razza,
lingua e religione, ha un contributo determinante da portare a qualsiasi tentativo di rispondere a questi interrogativi di angosciosa attualità.
Nella relazione introduttiva
Maria Grazia Sbaffi ha riferito
circa il «Manifesto delle donne
protestanti», illustrandone storia e contenuti. 11 tentativo di
raccogliere in un documento a
cui dare ampia diffusione le
parole chiave e le affermazioni forti dell’identità delle donne protestanti si coniuga alla
più ampia apertura verso la
società. Mentre valorizzano,
anche attraverso il recupero
della loro storia, la propria
specificità, le donne evangeliche italiane vogliono cercare
modelli di incontro e colloquio
con gli uomini, in vista di una
collaborazione che dia valore
DICONO DI NOI
Un ruolo consolidato della donne
interno della chiesa battista di Milano era festo
samente colorato di striscioni
che in 16 lingue traducevano
il concetto fondante del Manifesto delle donne evangeliche
in Italia. La presenza allegra
di tantissime sorelle (e po^i
fratelli) esaltava una riunione
die sanciva un cammino e solidificava dei concetti, delle
idee, delle proposte. L’assenza di qualche pastore di cui si
auspicava la presenza e di altri membri di
comunità locali reiterava considerazioni
non sempre benevoli verso Vestablishment e i atoì corollari. Ma Timportante è
stato l’avvenimento, le adesioni di tante
sorelle provenienti da regioni e provincie
al di fuori della Lombardia per discutere
di una «cosa* die sta a cuore alle donne
protestanti dd rtostro paese in un contesto che richiama rapporto dd fratelli. Le
rela^oni rKrtevde spessore culturale e
teok^co hanno fatto da substrato al di
battito, ricco, diversificato e stimolante.
Anche questa volta non mi sono annoiato nello stare dentro un contesto di
sole donne ma sorelle. Con la mente andavo ai tempi nei quali la voce di una donna era espressione di una preghiera e basta. Le «sorelle» erano im’Uivocazione introduttiva al dispiegarsi del culto c una
sottolineatura a fianco del «fratelli» durante
il sermone. Nulla più. Se vdevano «sentird» e comunicare c’era l’Unione femminile
sostzuTZlata di ricami, torte, allestimenti di
bazar. Non mancavano in alcune comunità i veli sul capo
e settori a loro riservati. E
parlo di ambito evangelico.
Faticosamente e grazie agli
impulsi del femminismo é deUa
teologia femminista, anche fra
di noi si è cominciato a valorizzare il ruolo delle donne, assegnandole compiti, funzioni,
ruoli primari e paritari a fianco
degli uomini. Milano e Roma,
prima, sono stati due momenti
strategici per consolidare il ruolo delle
donne evangeliche in Italia di cui il Manifesto ne è l’espressione, per ora, più compiuta e articolata. Cero a questi due appuntamenti e ringrazio il Signore (mi era
stato chiesto di dare una mano proprio nel
senso fisico per sistemare sedie, diffondere
testi, registrare gii interventi); mi sono accorto che tutto quello che è stato detto e si
pensa di fare mi riguarda personalmente
come credente, cristiano e protestante.
lÜiano Frattíni
Marina Bertin
tesoriera
via Olivet 12
10062 Luserna S.Giovanni (To|
c.c.p. n. 36083103
Daniela Manfrìni
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RIFORMA n. 20
del 25 maggio 2001.
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sensi di legge; Piera Egidi’
Edizioni Protestanti srl, via
San Pio V n. 15 bis,
10125 Torino.
Stampa: La Ghisleriana,
Mondovì.
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—- • ■ Vita Delle Chiese
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Le chiese venete salutano commosse la past. Laura Leone
Una comunità multiforme
Venezia, lì/lestre e Con eg Ha no Veneto sono realtà diverse fra di loro
ma unite nella ricerca di un'adesione al messaggio evangelico
jgBHtTACOlONNA ROMANO
Domenica e maggio tetre comunità di Venezia,
Mestre e Conegliano si sono
ritrovate a Venezia per un
culto in comune e per salutare con un’agape fraterna la
pastora Laura Leone che, al
termine del suo settennio, sta
per trasferirsi in Abruzzo, dopresterà la propria opera a
VMto, San Salvo, San Giovanni Lipioni e Carunchio.
Nel suo sermone, che ha
avuto come testi Romani 16,
1-16 (i saluti di Paolo al termine della lettera) e l’inno all’agape di I Corinzi 13, la pastora ha parlato dell’amore
che univa Paolo ai membri
della comunità a cui scriveva
e che lo spingeva a salutarli
uno per uno, come singole
persone conosciute ognuna
per le sue caratteristiche, e
della fede comune che unisce
i membri di una chiesa a
quelli di un’altra, di Venezia
come di Vasto e San Salvo, di
Mestre e Camnchio, di Conegliano e San Giovanni Lipioni.
Si è parlato delle tre comunità, ma sarebbe più esatto
parlare di un’unica comunità
formata da tre parti. Al culto
erano presenti più di 100 persone, che rappresentavano
un universo variegato: evangelici e cattolici, africani ed
europei, persone che avevano conosciuto Laura nell’ambito della chiesa o che hanno
lavorato con lei nelle attività
diaconali del carcere e dell’accoglienza agli immigrati.
Universo variegato anche
nell’aspetto e nell’abbigliamento, che andava dal clergyman di monsignor Visentin alla toga della pastora, dai
vestiti occidentali dell’inizio
dell’estate all’arcobaleno del
le tuniche africane. Al sermone hanno fatto seguito i saluti
e i ringraziamenti commossi
alla pastora Leone, da parte
della sua triplice comunità,
del rappresentante della
Chiesa cattolica e del circuito.
La colletta si è svolta secondo
l’animata liturgia africana:
canti ritmati da battere di
mani e un vivace corteo a significare la gioia del dono. È
stato un contributo particolarmente significativo, quello
del gruppo afroeuropeo di
Conegliano, perché il lavoro
di Laura Leone è stato particolarmente importante per la
formazione e l’aggregazione
di questa comunità.
Circa un centinaio di persone fra i presenti si è fermato per l’agape che ha avuto
luogo nel salone. Sono state
alcune ore di fraternità molto
sentite; ore piacevoli e allegre, venate però di malinconia per la prossima partenza.
Laura Leone ha dato molto
alla chiesa in cui ha lavorato
in questi anni; siamo certi
che darà altrettanto alle chiese dove andrà, con le quali
non possiamo che felicitarci
fraternamente.
i'■■ ■ Era stata segretaria del Movimento femminile battista
La scomparsa della sorella Maria Secci
GIOVANNI ARCIDIACONO
L a sera del 10 aprile scorso
al Policlinico di Bari si è
spenta all’età di 45 anni, dopo un’insospettata, inesorabile, repentina e devastante
malattia, la sorella Maria Secci Arcidiacono, lasciando il
consorte Edoardo e le due figliole Mirella e Alessandra in
un inaspettato e immaturo
quanto sconosciuto senso di
vuoto e di dolore.
Un vuoto e un dolore condivisi, in generale, da molte
sorelle e fratelli delle chiese
evangeliche battiste, metodiste e valdesi di Puglia e Basilicata e in particolare dalle
sorelle e dai fratelli della
Chiesa battista di Gioia del
Colle, che hanno conosciuto
Mtóa più da vicino in questi
, ultimi otto anni.
Chi era Maria Secci? Era
nata ad Austis, piccolo centro in provincia di Nuoro situato nel cuore della Sarde^a, la Barbagia, ricca di sughereti e di pascoli. Cresciuta
® ruta famiglia di pastori, si
era plasmata nella dura vita
etterta dall’economia del
luogo, prevalentemente fondata sulla pastorizia, e dove
tuttavia al rigore della realtà
iuotidiana corrispondeva
un altrettanta rigorosa fietazza indigena, esaltata da
una sana e una umile dignità.
Uopo le grandi migrazioni
elle regioni minerarie del
ulcis-igiesiente e di quelle
delle aree agricole, degli Anni
!■'1> anche le aree pastorali
{¡duhbero, verso la metà de^ juini Settanta, soprattutto
fon Pi^trvincia di Nuoro, una
rte migrazione verso il con]^®ute da parte della popopiù giovane. A questo
untino non è sfuggita Maria,
e sul continente porta con
> assieme a tante speranze
L^i^*iavita meno dura, la
jj^dultura, la sua «lingua
cliB ’ tenacia, ma ansilo «rara capacità di
jjtji'^iosa e solidale operola SI ® condivisa nel
, ua famiglia, nel suo paese,
sua gente.
aiti conosce a Viareg
Der I e attraverso lui,
dell * P’^i^a volta, l’Evangelo
u Stazia. Successivamen
te, scopre gradualmente nella
Chiesa battista di Bari l’importanza dell’ascolto della
Parola, della risposta personale all’Evangelo, della vita
comunitaria e della testimonianza nel territorio, partecipando con costanza alla vita
pubblica della chiesa.
Nell’aprile del 1981 chiede
di essere battezzata e, assieme al marito, inizia con semplicità 1,’avventura della fede
dalla Chiesa battista di Bari,
dove la predicazione e le attività erano tendenzialmente
orientate per la testimonianza e la presenza evangelica
nel territorio fin dal ’68.1 problemi del mondo del lavoro,
della democrazia nel paese,
della partecipazione alla vita
del quartiere e del confronto
con le altre realtà culturali e
sociali, furono il campo nel
quale Maria è cresciuta e dove il dono dell’ascolto trovava
nuovi stimoli per una nuova
identità di fede.
È nelle attività delle Unioni
femminili che Maria mette al
servizio delle chiese i suoi doni: dapprima nella Chiesa
battista di Conversano, dove è
stata membro dal 1984 al
1993, e successivamente a
Gioia del Colle. Qui, dal ’93,
contribuisce significativamente al sostegno delle attività pastorali del marito rivestendo un ruolo decisivo nello
sviluppo delle attività locali,
scuola domenicale e Unione
femminile e agapi fraterne.
Per diversi anni ha ricoperto l’incarico di segretaria del
Movimento femminile evangelico battista (Mfeb) di Puglia e Basilicata, partecipando agli incontri nazionali del
Mfeb a Rocca di Papa e contribuendo alla diffusione della giornata mondiale di preghiera delle donne battiste.
Questo particolare impegno
nel campo delle problematiche femminili le era stato riconosciuto anche in campo
federativo regionale dove, da
circa due anni, rivestiva l’incarico di responsabile delle
donne Fdei di Puglia e Lucania e membro del Consiglio
della Fcepl. Sensibile alla conoscenza della Parola, aveva
frequentato con interesse i
corsi regionali per predicato
ri locali organizzati dall’Associazione battista di Puglia e
Basilicata, del cui attuale comitato era membro, rafforzando la sua prefrarazione e
rendendosi disponibile alle
locali sostituzioni per la predicazione domenicale.
Ma il suo impegno non è
stato solo interno alle nostre
chiese, ha avuto anche una
dimensione pubblica come
quello, significativo, rivolto
ai rapporti con il mondo cattolico e a quello laico, femminile, di Gioia del Colle.
Questa in sintesi la breve parabola di vita terrena della
sorella Maria che ha creduto
nel Signore Gesù Cristo, lo ha
testimoniato pubblicamente
nelle piazze di Gioia del Colle, e lo ha amato nell’operoso
silenzio del suo servizio. Il
pastore Martin Ibarra nel
chiudere la liturgia per il funerale, svoltasi il 12 aprile, ha
detto: «Sappiamo che neppure la morte potrà ormai
separarci dall’amore di Dio
vivente nel volto di Cristo,
nostro Signore!».
MA Rapallo
Un cammino
verso la
libertà?
A Rapallo, il 25 aprile, un
convegno sul tema «La globalizzazione è veramente un
cammino verso la libertà?», a
cura della Federazione delle
chiese evangeliche di Liguria
e Piemonte meridionale
(Fcelp), si è chiuso con l’approvazione di un documento
che chiede al governo italiano «di promuovere azioni
unilaterali di remissione del
debito dei paesi più svantaggiati all’unica condizione che
essi non acquistino sistemi di
armamento; di farsi promotore nella riunione del G8
dell’adozione di un’eccezione sanitaria relativa ai brevetti dei medicinali; di adottare misure conseguenti agli
accordi di Kyoto per la limitazione dell’emissione dei
gas di serra; di garantire il diritto di manifestazioni nonviolente in occasione della
riunione del G8».
Sono intervenuti l’on. Giorgio Gardiol e il pastore valdese Franco Giampiccoli, che ha
messo in rilievo le iniziative
promosse dal Consiglio ecumenico delle chiese e dall’Alleanza riformata mondiale rispetto al tema globalizzazione
e chiese. I partecipanti al convegno chiedono a tutte le
chiese, «nel riconoscimento
che le questioni economiche
incidono suUa comprensione
della fede cristiana nel nostro
tempo e che la parte più povera della popolazione mondiale subisce un progressivo
peggioramento delle condizioni di vita, di impegnarsi su
questi temi e di esaminare le
proposte dell’Alleanza riformata mondiale e del Consiglio ecumenico delle chiese
per l’avvio di un processo impegnato di presa di coscienza,
educazione e confessione
(“processus confessionis")
per promuovere l’adozione di
uno stile di vita sobrio e solidale e verso una giustizia economica globale». (nev)
Il pastore Franco Giampiccoli
• Chiesa battista di Milano
Via Jacopino: nuovi locali
La comunità evangelica
battista di Milano via Jacopino da Tradate è lieta di annunciare il proprio trasferimento in nuovi locali più
adatti alle sue esigenze. Non
siamo più pertanto nei «sotterranei della storia» ma in
un luogo visibile, sulla pubblica piazza, a pochi metri
dal vecchio locale di culto, al
n. 16. Speriamo che questo
cambiamento ci permetta di
incrementare le nostre attività e soprattutto di essere
una presenza visibile nel
quartiere. La comunità inaugurerà ufficialmente i propri
locali domenica 27 maggio,
alle ore 16, con un culto di lode a Dio. Sarà con noi anche
il presidente dell’Ucebi, Aldo
Casonato, e invitiamo tutti a
partecipare alla nostra festa,
a pregare con noi e per noi.
La nostra ragione di essere
è il Signore Gesù Cristo che
con voi testimoniamo; questi
nuovi locali, per quanto importanti, sono solo un mezzo
per svolgere più efficacemente la nostra chiamata ad annunciare l’Evangelo che abbiamo ricevuto. Nella settimana successiva all’inaugurazione i locali di culto saranno aperti per diverse attività,
in modo che più persone
possano incontrarci e visitarci: lunedì 28 (ore 20,45), «Un
Dio oltre il confine»: incontro
con don Angelo Casati; martedì (20,45), chiesa aperta;
mercoledì 30 (20,45), studio
biblico; giovedì 31 (20,45), serata del coordinamento giovani; venerdì 1° giugno (ore
20,45), «Un caffè serale con
chiacchiere, ricordi. Album
di famiglia»; sabato 2 (ore
17), chiesa aperta. Da lunedì
28 maggio sarà possibile visitare la mostra sulle chiese
battiste a Milano.
AGENDA
25
SONDRIO —Alle 21, al Centro evangelico di cultura, in una
serata dedicata al tema «Fede e immagini», il past. Alfredo
Berlendis parla sul tema dell’iconoclastia e il prof. Carlo Mola sull’opera di Masaccio, con l’ausilio di diapositive.
UDINE — Alle 18, alla chiesa metodista, Christina Sloan, responsabile per l’Italia della «Christian Science», parla su
«Mary Baker Eddy (1821-1910) pioniera rivoluzionaria cristiana nei campi di medicina, teologia, giornalismo».
GARBAGNATE MILANESE — Alle 21, al Centro «Il cardellino» (via Villoresi), Andrea Menegotto del Centro studi sulle
nuove religioni (Cesnur) e il pastore Giacomo Tombarello
discutono il tema «Modalismo e modalisti. Presenze modaliste in Italia: un’indagine».
TORINO — A partire dalle 8,45 al Centro congressi Torino incontra, si tiene il convegno su «Nuovi rapporti tra operatori e
pazienti nella relatà ospedaliera» organizzato dal Gruppo di
lavoro sulla bioetica della Chiesa valdese e dal Coordinamento evangelico' ospedali. Partecipano Franca CoTsson, Sergio
Rostagno, Gianni Fornaci, Gabriella Casanova, Daniele Busetto, Massimo Aprile, Paolo Vineis, Giorgio Bouchard.
2S;26
RIESI — Al Servizio cristiano si tiene un seminario del corso
di aggiornamento per predicatori locali dedicato all’esegesi
del Nuovo Testamento con lezioni del prof. Yann Redalié.
Per informazioni tei. 0934-928123 oppure 0934-928139.
26ma||io ^ ^
TREVISO — Alle 18, al ristorante Quality (v. IV Novembre
93/a), si tiene il culto di ringraziamento e consacrazione della Chiesa battista «Agape» con predicazione di Waldemiro
Tymchak, segretario della Giunta di Missione mondiale.
27 maseio
TORINO — Alle 17,30, nel tempio di corso Vittorio 23, per la
serie «Musica e preghiera», l’organista Massimo Gabba esegue musiche di Bach, Buxtehude, Bruhns, Mozart.
28 magsio
MILANO — Alle ore 20,45, nella chiesa battista di via Jacopino da Tradate 16, si tiene un incontro con il sacerdote Angelo Casati sul tema «Un Dio oltre il confine».
MILANO — Alle 18, nella sala attigua alla Claudiana (v. Sforza
12/a), il past. Paolo de Petris conduce per il Centro culturale
protestante il quarto studio biblico sull’Apocalisse (cap. 21).
30 maeeio
VENEZIA — Alle 16,30, alla sagrestia della chiesa di S. Stefano
protomartire (San Marco 3825), il Centro culturale Palazzo Cavagnis e la Società italiana per gli studi kierkegaardiani organizzano una tavola rotonda sul tema «Prospettive di antropologia cristiana in Kierkegaard, Dostoevskij e Nietzsche». Intervengono Paolo Bettiolo, Franco Macchi, Giorgio Penzo.
MILANO — Alle ore 18, nella sala attigua alla libreria Claudiana (v. Sforza 12/a), il Centro culturale protestante organizza una tavola rotonda sul tema «Le prospettive dell’ecumenismo a partire dalla nuova Carta ecumenica». Intervengono il past. Fulvio Ferrario e Sarah Nummico, segretaria
del Consiglio delle Conferenze episcopali europee.
2 eiueno
VERONA — Le chiese dell’Associazione battista del NordEst organizzano un raduno multietnico alla chiesa «Soni Clinic Ministry» (Lungadige Galtarossa 23d). Sono previsti momenti di canto e di lode e comunicazioni del prof. Giorgio
Girardet e del past. Kinglsley Appiagyei (Londra). Per informazioni past. Carmine Bianchi (0425-423256) o past. Abu
Bonsra (045-595579, 045-6700336).
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima
del venerdì di uscita del settimanale.
Hai tra i 22 e I 30 anni?
Cerchi un lavoro coinvolgente?
La Diaconia valdese-Csd seleziona giovani dìsposti/e
a effettuare un
percorso di formazione
in vista dell'assegnazione di incarichi di responsabilità nell'ambito della diaconia evangelica italiana e/o
europea.
Saranno considerati titoli preferenziali la laurea o il
diploma universitario, la conoscenza dì una o più lingue straniere, un'esperienza pratica nell'ambito del terzo settore (volontariato, servizio civile ecc.).
La formazione, personalizzata in base alle competenze già acquisite, e quindi di durata variabile, prevede
sìa To studio intensivo presso Università o altre agenzie
formative, sia il tirocinio in Italia o all'estero. Lo stesso
dicasi per l'incarico, che potrà variare per tipologia e
per dislocazione.
Informazioni e curriculum a:
Commissione sinodale per la diaconia
via Angrogna, 18 > 10066 Torre Pellice (Torino)
14
PAC. 10 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 25 MAGGIO ?nft. i VEN0
lORA RITROVATA
...E RIPERDUTA?
NICOLA PANTALEO
Il riferimento del nostro titolo è al titolo di un recente comunicato trionfalistico del Sir (Settore insegnamento religione
cattolica dell’Ufficio catedistico nazionale): l’wora» in questione è quella dell’istruzione
religiosa cattolica (Ire) nella
scuola statale. Secondo quella
fonte, Tire sarebbe in netta ripresa nelle opzioni degli studenti e delle famiglie. I dati forniti sono i seguenti: gli awalentisi (che orrido participio!) sarebbero passati dal 92,9% del
1999-2000 al 93,6% dell’anno
scolastico in corso, con un incremento effettivo dello 0,7 %.
Secondo l’estensore del comunicato, Alberto ______
Campoleoni, ciò
dimostra «una
ripresa di interesse per l’ora dì
religione» che rimane un «segno,
una miscela e
La frequenza all'ora
di religione cattolica
specialmente nelle superiori
dove gli alunni possono esercitare il diritto di opzione in autonomia dalle famiglie; in secondo luogo, una scomposizione della percentuale nella varie
realtà territoriali mostra che,
ferma restando una stasi del
dato nel Meridione, riconosciuta peraltro dal Sir, l’«impennata» si registra in Lombardia e
nel Veneto, in zone in cui più
forte e diffuso tra i giovani appare il verbo formigoniano e il
disinteresse per un impegno civile di solidarietà. In terzo luogo, non è da trascurare la crescente presenza nella scuola statale di alimni di famiglie immigrate, attualmente circa 140.000,
di cui una metà
circa sono cattolici, tutti comunque desiderosi di
nella scuola pubblica integrarsi e legittimamente timosplosiva di con- è UO po' CreSCluta. La tnsidi O^iforma
traddizioni nel- di emarginazione,
l’istruzione pub- nOStta ValutaZIOne in ogni caso, la
blica». Si ribadi- ___________________________ crescente simpa
tia negli ambienti
sce poi il duplice
ruolo dell’Irc: «apprendimento
di conoscenze importanti nel
curricolo» e «spazio franco, luogo in cui emergono con facilità
essenze e domande che la scuola non può eludere». L’entusiastico annuncio si conclude con
una nota dì gentiliana memoria:
«L’ora di religione fìnisce per
mettere in moto la scuola intera
su questi temi e ne orienta il
percorso». Sembra di leggere
l’introduzione ai programmi
della scuola elementare del
1955, secondo cui la religione
cattolica doveva essere «il fondamento e coronamento della
istruzione pubblica». Gli altri
commenti riportati dal Sir confermano un tono compiaciuto
di rivincita negli ambienti della
curia: il cardinale Giordano, arcivescovo di Napoli, si spinge ad
affermare che non è «saggio
spendere tempo e fatica per imparare cose vane, difficili, astruse ed estranee ai problemi fondamentali della vita, ai veri valori», ma è utile mettere al centro dell’apprendimento ciò cui
soltanto «la vera religione ci
può dare una risposta che illumini e orienti».
Quello che più appare sconcertante, oltre ai toni fuori misura e alle palesi nostalgie integralistiche, è che si dimenticano
alcuni fatti di rilievo nella valutazione della modesta crescita
di adesioni all’Ira prima di tutto, tale incremento viene all’indomani di un costante crescita,
negli anni, dei non awalentisi.
cattolici meno curiali per soluzioni alternative all’lrc in direzione di un insegnamento aconfessionale del fatto religioso
nelle varie soluzioni prospettate
(all’interno delle discipline esistenti o come nuova disciplina
autonoma, di impostazione storico-culturale o etico-filosofica)
appare completamente volatilizzarsi in questo discorso. La
stessa richiesta di numerosi studenti, docenti e famiglie e l’attenzione dovuta alle istanze delle minoranze religiose e delle
forze autenticamente laiche
sembrano del tutto ignorate.
Il governo Berlusconi appare
una sponda ideale a tanto zelo
clericale, come hanno immediatamente ricordato i vescovi italiani e il papa con la loro perentoria richiesta di dare applicazione alla parità scolastica e allo
stato giurìdico degli insegnanti
di religione. La minaccia poi di
un ministero dell’Istruzione affidato a Buttiglione, campione
del più ottuso integralismo cattolico e, peraltro, non limpidissimo esempio di coerenza politica, fa il resto. Quel poco di genuina laicità che si è potuto salvare in questi anni è davvero in
pericolo? Dobbiamo prepararci
a un tempo di restaurazione?
Dipende anche da tutti noi
(evangelici, ebrei, altre minoranze religiose, cattolici democratici, laici di varia estrazione)
se Toffensiva clerico-conservatrice verrà sconfitta e se l’ora ritrovata sarà riperduta.
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REDAZIONE CENTRALE TORINO:
ViaS. PioV, 15-10125Torino,lel.011/655278-fax
011/657542 e-mail: redazione.lorino@riforma.it;
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maflei. IN REDAZIONE; Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Pienraldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Toum. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajwvski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platon*, Giovanna Pons,
Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonellt, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
ABBONAMENTI sul c.c.p. n. 14548101 - intestato: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
„ ^ ordinarlo: L. 110.000; ridotto; L. 85.000; sem**trale: L. 58.000;
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Estero if> ordinario. L. 175.000; v. aerea: L
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valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economtafc a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo Molo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunaf* di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6dicembre1999).
Il numero 20 del 18 maggio 2001 è stato spedilo dairUfficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 16 maggio 2001.
2001
Associato alla
Unione stampa
periodic» Italian»
Memoria della Tavola valdese al presidente del Consiglio della Regione Piemonte
Nuove leggi sul «diritto allo studio»
Il sistemo scolastico deve essere caratterizzato da un'effettiva laicità e pluralismo culturale
e deve essere veramente accessibile a chiunque. Il «bonus scolastico» e gli altri interventi
Signor Presidente,
di seguito indichiamo una
serie di punti che riteniamo
essenziali per qualificare positivamente la legge che la
Regione Piemonte si appresta
a varare in materia di diritto
allo studio, come da Voi richiesto con lettera in data 12
aprile 2001, prot.C.R. 13137.
1 - L’istruzione non è semplicemente un servizio, equiparabile ad esempio a quello
sanitario, bensì una specifica
funzione istituzionale dello
Stato volta alla crescita della
collettività e alla formazione
critica dei giovani. Questa richiede che le scuole inserite
nel sistema paritario, indipendentemente dalla loro gestione pubblica o privata, siano caratterizzate da una effettiva laicità e dal pluralismo
culturale che si realizza soltanto con la piena libertà di
insegnamento. Lo Stato ha il
compito di realizzare per gli
studenti una condizione di
effettiva eguaglianza nell’accedere alle possibilità di formazione scolastica, rimuovendo gli ostacoli di ordine
economico, sociale e culturale che la condizionano. Il diritto allo studio, pertanto, è
da realizzare in riferimento
agli studenti che frequentano
le istituzioni scolastiche e
non può essere confuso con
il diritto alla libertà delle
scuole o alla libertà delle famiglie di scegliere la scuola
ritenuta maggiormente idonea per i propri figli.
2 - La Costituzione affida
alla Repubblica il compito di
dettare le norme generali
sull’istruzione e di istituire
scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Non viene affermato il monopolio dello Stato sull’istruzione, ma le scuole private che entrano a far
parte del sistema paritario
devono rispettare i principi
fissati per l’istruzione pubblica, in primo luogo per quanto riguarda il reclutamento
degli insegnanti e la libertà di
insegnamento.
Senza una modifica del
dettato costituzionale (art.
33) non è consentito allo Stato di sostenere oneri a diretto
vantaggio delle scuole private; ciò significa che, anche
nelle proposte riguardanti il
diritto allo studio, lo Stato
deve prioritariamente sostenere le scuole pubbliche e
migliorarne la qualità.
3 - Alcune delle proposte
presentate dai vari gruppi
politici in Regione Piemonte
prevedono due tipi di destinatari: a) contributi come
borse di studio assegnate agli
studenti sulla base di appositi criteri: b) contributi diretti
alle scuole sulla base di pro
getti. Nel rispetto dei punti
precedenti, della Costituzione vigente e anche della legge sulla parità approvata dal
Parlamento, riteniamo che,
al momento, non si possa
che discutere del primo tipo
di intervento, cioè delle borse di studio (o bonus scolastico) che possano facilitare
l’effettivo diritto allo studio
degli studenti. Anche se non
ci nascondiamo l’esistenza
dell’altro problema (che investe la qualità della scuola)
riteniamo che al momento
confondere o mescolare, in
termini di finanziamento, il
bonus scolastico con interventi diretti nei confronti degli istituti scolastici, oltre a
creare artificiose distinzioni
fra scuole pubbliche, gestite
da enti locali e private patita- ‘
rie, ridurrebbe le disponibilità finanziarie complessive,
si risolverebbe in un indebito
sostegno alle scuole private e
si presterebbe ad eccezioni
di legittimità costituzionale,
vanificando anche il difficile
equilibrio politico che si è
realizzato sulla parità scolastica.
4 - Per quanto riguarda i
criteri di assegnazione del
bonus scolastico, riteniamo
che debbano essere rispettati
i seguenti punti:
a) nessuna discriminazione
diretta o indiretta fra alunni
che scelgono di frequentare
la scuola pubblica piuttosto
che quella privata. Questo
comporta che la legge piemontese dovrà evitare, ad
esempio, gli effetti negativi e
discriminanti evidenziati invece da quella approvata dalla Regione Lombardia.
Innanzitutto il reddito familiare da prendere in considerazione per l’assegnazione
di una borsa di studio dovrà
escludere le famiglie abbienti
o benestanti. Dunque occorrerà prevedere un tetto massimo oltre il quale le famiglie
sono escluse dal beneficio del
bonus, tale tetto dovrà tener
conto dei componenti del nucleo famigliare. Ci sembra che
il tetto massimo, ad esempio
per una famiglia di tre persone debba aggirarsi sui 50 milioni annui (come affermano
alcune proposte di legge), oppure fare riferimento al Decreto del Presidente del Consiglio n. 106 (14.2.2001) art. 2
(30 milioni calcolati secondo i
criteri ivi indicati): la borsa
potrebbe essere concessa in
una percentuale minore del
100% se i componenti sono di
meno, e in misura superiore
se sono di più di tre.
b) in secondo luogo dovrà
esser possibile documentare,
ai fini del rimborso, tutte le
spese effettivamente soste
nute per il diritto allo studio,
dai trasporti, ai libri, alla
mensa, ecc. e non soltanto i
costi della retta. Perché questo si realizzi, è necessario
che la borsa non contenga alcuna franchigia (se possibile
neanche le 100.000 previste
nel Regolamento per l’assegnazione delle borse di studio - Decreto del Presid. del
Consiglio dei Ministri n.l06)
perché così facendo si favoriscono gli alunni delle scuole
private dove la maggior parte
della spesa è costituita dalla
retta, sempre assai elevata, e
non si copre la parte bassa
della spesa.
5 - Per quanto già detto al
punto 3) riteniamo che, al
momento, non si possa affrontare, anche per l’estrema
difficoltà di raggiungere un
accordo tra le varie proposte
di legge, la questione di altri
finanziamenti diretti alle
scuole. Per altro riteniamo
che, oltre agli interventi indicati come borse scolastiche,
la legge regionale debba contemplare, a vantaggio di tutti gli alunni e indipendentemente dalla scuola frequentata, adeguati stanziamenti in bilancio per: fornitura gratuita dei libri di testo
nel primo ciclo, servizi di
mensa, di trasporto da e per
l’Istituto scolastico, qualora
esso sia situato fuori dal comune di residenza, facilitazioni per 'Viaggi di istruzione
debitamente documentati,
sussidi e servizi individualizzati per portatori di handicap, favorire l’integrazione
degli alunni di madrelinguj
diversa da quella italiana, ij
particolare degli immigrati
valorizzare le diversità linguj!
stiche delle minoranze, so.
stenere l’offerta, in or’arb
non scolastico, da parte delle
scuole di servizi educativi e
ricreativi per i minori, ih col.
laborazione con l’associazlo.
nismo e il volontariato, prò.
muovere corsi di alfabetizzazione rivolti agli stranieri e
corsi di formazione per adulti
che intendano riprendere un
percorso scolastico precocemente interrotto. Alcune di i
queste attività potranno rea- I
lizzarsi con apposite conven- (
zioni tra le scuole e gli enti |
locali.
6 - Infine raccomandiamo
che le risorse necessarie per
le borse di studio o per gli al.
tri interventi accennati al
punto 5), previste dalla legge
e ripartite dalla Giunta secondo gli opportuni criteri siano
trasferite, eventualmente dalle Province, ai rispettivi Comuni o Comunità montane
prima del momento in cui
questi ultimi dovranno corrispondere il bonus agli aventi
diritto, e non successivamente, perché in tal caso i piccoli
Comuni si troverebbero nell’impossibilità di anticipare il
denaro e poi chiedere il rimborso alla Regione.
per la Tavola palàm
Marco Rostan,
vicepresidente del Comitato
del Collegio valdese
di Torre Pellke
Torre Pellice, 11 maggio 2001
Questa nota non è in polemica con la Chiesa cattolica, ma con certi giornalisti italiani. Tre domeniche fa
una nostra giornalista televisiva ha detto; «Stamane il
presidente Bush, dopo essere
stato alla messa in una chiesa
battista di Washington...».
No, cara signora, Bush sarà
andato al culto nella chiesa
battista, non certo alla messa. Uno dei quotidiani più
letti in Italia dava giorni fa la
notizia che la chiesa evangelica di Hannover ha deciso di
trasmettere la messa tramite i
cellulari. Non è possibile:
nessuna chiesa evangelica
celebra la messa, bensì un
culto protestante.
«Ma che differenza fa? - mi
chiedeva qualcuno -. Voi lo
chiamate culto, noi la chiamiamo messa; ma è sempre
la stessa cosa, è solo una
questione di vocaboli». Se
siCfiiiuD. jJyjJ massii.
PIERO bensì
ogni giorno iiuesta mentali^
italica, pei cui paiiecipares
una funzione religiosa
chiesa la domenica signin®
inevitabilmente partecipi*
alla messa. La chiesa no
può offrire altro. Non è esS'
to; c’è chi la domenica vai
chiesa per partecipare ai^
culto evangelico. lnsomin|
siamo in Europa: buona
fosse così, questa mia nota
non avrebbe ragion d’essere.
Ma non è così. La messa cattolica è centrala sulla celebrazione dell’eucarestia, dove il Cristo è realmente presente. «In questo divino sacrificio che si compie nella
messa - afferma il Concilio di
Trento - è contenuto ed immolato in modo incruento lo
stesso Cristo che si offrì (...)
sulla croce». 11 culto protestante viceversa ha al centro
la predicazione della parola
di Dio, sostenuta da letture
bibliche, canti e preghiere.
C’è di più. Solo un prete ordinato può celebrare una
messa: non esiste messa senza sacerdote. 11 culto evangelico è di solito presieduto da
un pastore, ma non obbligatoriamente: la comunità può
incaricare per questo compito qualsiasi membro di chiesa, uomo o donna. Non si
tratta di una differenza formale, ma sostanziale.
Rattrista riscoprire quasi
te dei parlamentari europi
protestante e la domenij '
frequenta un culto evang^" |
co e non la messa. Come n i
rispettiamo la messa dei n
stri fratelli cattolici, pur sen
condividerla, così chiedia® I
che sia rispettato il ¡o'
culto evangelico e indici j
con il suo nome. ,
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(Rubrica «Un fatto,
mento» della trasmission
Radiolina «Culto
curata dalla Federazione «
chiese evangeliche in ItaM
di domenica 20 maggio)
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PAG. 11 RIFORMA
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2001
Sarà transitabile dai prinni di giugno
La strada verso il Barbara
«Sarà transitabile all’inizio di giugno». È la promessa del sindaco di Bobbio Pellice, Aldo Charbonnier, a proposito della
strada della Comba dei Carbonieri che conduce al Barbara e
quindi al Rifugio Lowrie. Il tracciato era stato devastato dall’alluvione dell’ottobre scorso. In località Lautaret è necessaria la
costruzione di un grande muraglione di cemento armato, con
la spesa di un centinaio di milioni, a sostegno della carreggiata.
L’intervento complessivo di ripristino sul territorio di Bobbio,
che comprende anche la riasfaltatura, costerà mezzo miliardo,
cifra di cui l’amministrazione già dispone. Nulla di fatto per il
vallone del Cruello e i due alpeggi attivi, ancora isolati. È aperta
invece la strada che conduce alla conca del Fra.
Chiuso per pioggia all'inizio di maggio
Riaperto il guado a Inverso
Riaperto il guado di Inverso Pinasca la settimana scorsa, dopo
che il Chisone lo aveva superato a causa delle piogge di 20 giorni
fa adesso nel Pinerolese le attenzioni sono rivolte al ponte sul
Chisone crollato con la piena di ottobre a Pinerolo. La settimana
scorsa vi è stato un primo incontro esplorativo in Regione per
decidere in merito al ponte pinerolese e preparare una prossima
conferenza dei servizi in materia. La decisione da prendere è relativa alla costruzione di una nuova struttura che dovrà supportare sia la strada provinciale sia la linea ferroviaria per la vai Pellice. Il Comune di Pinerolo, proprietario della parte stradale del
ponte, chiede di gestire i lavori con un cantiere solo unitamente
alle Ferrovie proprietarie di quello ferroviario.
Rifomma
I Fondato nel 1848
I La ripresa autunnale dei corsi di studio sarà caratterizzata da numerose novità strutturali
Come sarà fatta la nuova scuola?
Ancora da chiarire problemi come la parità scolastica, il riordino dei cicli, il destino degli insegnanti
vincitori di concorso. Sperimentazione nel Pinerolese delle nuove modalità di assegnazione docenti
CARMELINA MAURIZIO
Ancora pochi giorni
e anche l’anno scolastico 2000-2001 sarà
terminato; le lezioni
avranno termine, secondo, il calendario regionale del Piemonte, sabato 9
giugno. Ai bambini di
quinta elementare, ai ragazzi di terza media e ai
maturandi resta l’adempimento finale dell’esame (entro la metà di luglio tutto dovrebbe essere concluso), mentre il
peisonale docente e i lavoratori delia scuola non
docenti già si vanno interrogando sul futuro,
sull’anno scolastico che
verrà, hi attesa delle decisioni del nuovo governo ih merito alla riforma
dei cieli, aspettando di
saperne di più sull’applicazione della legge sulla
parità scolastica tra pubbliche e private, sospesi
come lo sono i tanti vincitori di concorso non
ancora immessi in ruolo,
la scuòla riflette, si osser^ prova a reinventarsi.
Nel corso di questo anno che si qta concludendo, pet esempio, diversi
Pnppi di docenti del Pinerolese si sono ritrovati
per alcuni incontri a Piaerólo, per parlare di rilonna, di cicli, di obiettiri, tóperi, apprendimenti,
vantazione, inserimento
dijprtàtori di handicap,
Wbllzzazione delle comPatenze, con la consulen^ di esperti, esaminando
*1 testo di quella che sarà
con Ogni probabilità la
riforma dei cicli della
scuola italiana. Nel frattempo alcuni istituti
comprensivi (materna,
elementare e media) sono stati indicati dal ministero della Pubblica istruzione per sperimentare
per il prossimo anno scolastico l’organico funzionale, ovvero un nuovo
modo di assegnare il personale docente, in funzione non del numero
delle classi e della disponibilità di cattedre, quanto piuttosto in base al numero globale di alunni di
quell’istituto: questo, in
parole povere, significa
ntalid
pare
3sa 1®
gnific®
cipàH
a no®
è esat'
a vai®
e ao®
jrnO'®'
tap®®:
ropei*
lenidl
angelji
me n®
iein®
r sen®*
;diai®*!
nosW*|
'A
che gli insegnanti non saranno più di quella o di
queir altra classe mia della
scuola intera, per realizzare progetti, insegnare
discipline non più nel
chiuso di una o più classi,
ma in funzione delle necessità della scuola nella
globalità delle sue esigenze. A sperimentare questo
nuovo modo di organizzare la vita scolastica saranno nel Pinerolese gli
istituti comprensivi di
Torre Pellice, di Villar Perosa, di Perosa Argentina,
San Lazzaro di Pinerolo.
Intanto va sempre più
definendosi il discorso
dell’autonomia, che già
ha cominciato a cambiare la vita scolastica: già da
quest’anno che si sta
concludendo infatti, e
maggiormente negli anni
a venire, le scuole potranno decidere inizio e fine
delle lezioni, periodi di
vacanza, durata delle ore
di lezione, scansione settimanale, utilizzo di risorse territoriali: in questo
senso nel Pinerolese sono
già assai numerosi i progetti attivati. Non va dimenticato da ultimo che
dal prossimo settembre,
come è noto, diversi trasferimenti interesseranno
la popolazione scolastica
di Torre Pellice e Luserna
San Giovanni, a causa dei
lavori per Teliminazione
del sottotetto in amianto
dell’edificio che ospita
scuola media e scuola
materna a Torre Pellice.
Si attende la certificazione
Il «sarass del fen»
prodotto protetto
Il sarass avrà presto
una «Dop» (denominazione di origine protetta)? L’idea parte da progetti che vedono su vari
fronti impegnati le Comunità montane del Pinerolese, la Provincia di
Torino, l’istituto agrario
di Osasco, l’istituto lattiero caseario di Moretta,
l’Università di Torino, la
Regione. Alla base del
progetto alcune considerazioni: il sarass è un
prodotto che è stato individuato (quello stagionato, «del fen») come prodotto da salvare da Arcigola Slow food: dopo la
sua presentazione al Salone del gusto dell’autunno scorso, le richieste
di prodotto sono aumentate in modo notevole e
sia perché non sono tantissimi i produttori, sia
perché le quantità sono
legate anche alla disponibilità di latte che varia
a seconda della stagione,
il sarass a disposizione
non è in quantità elevatissime. Uno dei rischi è
pertanto quello che da
qualche parte si avvii
una produzione di sa
rass, lontano dal Pinerolese di cui questo formaggio è tipico, unicamente a scopo commerciale. E se questa ricotta
non fosse tutelata nessuno potrebbe avere nulla
da obbiettare. Ecco dunque che i soggetti che
collaborano al progetto
stanno lavorando su diversi livelli: da un lato alla ricerca di origini storiche del prodotto, attraversò documenti di archivio o testimonianze
dirette; parallelamente è
stato realizzato un vero e
proprio corso a cui hanno partecipato numerosi
alpigiani, per verificare le
migliori tecniche di produzione. Viene inoltre
verificata in modo puntuale l’area di produzione del sarass. L’operazione dovrebbe concludersi
con l’avvio di tutte le
pratiche burocratiche
per il riconoscimento a
livello italiano ed europeo. Sarebbe un bel modo di tutelare un formaggio tipico delle valli vaidesi e di incentivare l’utilizzo puntuale corretto
degli alpeggi.
mLD
■CONTRAPPUNTO I
LE MOLTE FORME
DI STUDIO BIBLICO
BHJNO R05TMNO
Invogliare a leggere la
Bibbia è lo scopo dichiarato dei sei incontri decisi
daU’assetnblea del 1“ circuito, rivolti principalmente ai membri delle
chiese valdesi in vai Pellice. Circa 70 persone hanno
seguito con interesse la
presentazione dei vari argomenti, che nel loro insieme costituivano una sorta
zarci nuovamente; ma ci
vorrà comunque uno sforzo di concentrazione da
parte nostra. Lo studio biblico offre a questo scopo
un notevole aiuto; chi ha
modo di rinfrescare le proprie conoscenze bibliche e
di acquisire una visione
d’insieme di quell’immenso complesso che è il mon.......... do della Bib
di introduzio- Apprezzata la serie
ne generale al- .
di incontri curati
la Bibbia: La
formazione
dell’Antico
Testamento, la
Torah (Pentateuco) e 1 Libri
storici, i Libri
profetici e gli m—
Scritti, i Vangeli e gli Atti degli Apostoli,
le Lettere di Paolo e gli altri
scritti del Nuovo Testamento, le diverse letture
della Bibbia. Gli incontri
hanno avuto luogo il 21 novembre a Rorà, il 16 gennaio a Torre Pellice, il 20
febbraio a Luserna San
Giovanni, il 20 marzo a Angrogna, il 17 aprile a Bobbio e il 15 maggio a Villar
Pellice. Le lezioni sono state affidate a turno ai pastori del circuito, che nell’esposizione e nell’animazione hanno portato le loro
conoscenze e il loro stile
personale; questo ha dato
agli incontri un tocco di varietà che ha contribuito a
tener vivo l’interesse.
Non tutti sono convinti
dell’utilità dello studio biblico, forse perché lo scambiano per una lezione cattedratica; gli incontri in vai
Pellice hanno dimostrato
che esso può essere svolto
in molte forme diverse. Resta il fatto che in una chiesa
locale non si può fare a meno, in una forma o nell’altra, di un lavoro di gruppo
sulla Bibbia, in primo luogo proprio ai fini della predicazione. Lo studio biblico
non sostituisce la predicazione, ma può aiutare a recepirla meglio e contribuire ad arricchirne* il contenuto. Durante la predicazione è facUe distrarsi; basta un’associazione di idee
o il rumore di una motoretta che squarcia il silenzio
raccolto del tempio per
portarci fuori dai binari, in
un vagabondaggio mentale
che può raggiungere zone
molto distanti dal discorso
che si dovrebbe ascoltare.
Solo uno di quei momenti
che rendono vivace il discorso, una ripresa, un
esempio, un’immagine, potrà permetterci di sintoniz
dal 1° circuito
Una esperienza
da rinnovare
bia riuscirà
con più facilità a orientarsi nel testo
della predicazione e quindi a seguirne
lo sviluppo.
Ma anche chi
deve predicare riceve stimoli, idee, riferimenti concreti dalla discussióne con gli altri partecipanti, i quali, anche se
non contribuiscono direttamente alla preparazione
di un sermone, le forniscono però validi spunti.
Una collaborazione fra
le chiese di un circuito in
questo campo serve a utilizzare meglio le energie e a
creare un collegamento in
quell’attività essenziale
che è la riflessione a partire dalla Bibbia. Collegamento non significà uniformità; ci si deve quindi
rallegrare perché le nostre
chiese hanno diversi luoghi in cui si svolge questa
riflessione; oltre allo studio biblico vero e proprio,
c’è il notevole lavoro biblico svolto dalle Unioni femminili, c’è la riflessione dei
gruppi giovanili, c’è la preparazione biblica delle monitrici e dei monitori. Non
ci si può invece rallegrare
per il numero dei membri
di chiesa che non vengono
interessati da questo lavoro e si accontentano delle
poche reminiscenze della
scuola domenicale o del ca
tachismo. Si deve quindi
continuare a cercare nuove
forme che possano coin
volgere questi membri.
Gli incontri di circuito
proseguiranno; il progetto
prevede per l’anno prossimo una serie sull’Antico
Testamento a cui seguirà
una serie sul Nuovo, e successivamente approfondimenti sulle singole parti
del canone biblico. Proseguiranno anche gli incontri
nelle chiese locali; ognuna
di esse potrà decidere se
collegare il proprio pro
gramma a quello del circuito, oppure averne uno indipendente. L’importante è
che l’amore per la Bibbia
riprenda e sia contagioso.
16
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle ^lli ^desi
VENERDÌ 25
maggio 2(]|||
venerdì
RADIO BECKWITH IN SVIZZERA — Collaborazione concreta e scambio di programmi e interviste
attraverso Internet: è questo l’obiettivo delle
emittenti radiofoniche che hanno partecipato al
seminario organizzato dal 17 al 20 maggio presso la sede di Ginevra del Cec (Consiglio ecumenico delle chiese) dalla Cepple, l’organizzazione
delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa. Durante rincontro, al quale è intervenuta
una delegazione di Radio Beckwith Evangelica, i
partecipanti hanno visitato gli studi di Radio
Suisse Romando, con la quale 1’emittente di San
Giovanni ha da tempo una proficua relazione.
UN TRENO CARICO DI BAMBINI — Erano in 496,
tra bambine, bambini e insegnanti provenienti
dalle scuole elementari torinesi, sulle 6 carrozze
del convoglio a vapore che è arrivato alla stazione di Pinerolo nella mattinata di lunedì 21. Il
treno si è fermato per tutta la giornata ed è stato
visitato da numerose scolaresche del Pinerolese.
OMICIDIO-SUICIDIO A PINEROLO — Sono state
riempite pagine e pagine dei quotidiani con la
triste vicenda accaduta sabato scorso all’ora di
uscita dal liceo scientifico di Pinerolo: un uomo
di 38 anni, Grant Matheson Duim, scozzese da
anni residente in Italia, abitante a Perosa Argentina con la moglie Cristiana Tron, insegnate nello stesso istituto, ha ucciso una studente dell’ultimo anno del liceo, Emanuela Ferro, 19 anni, a
sua volta abitante a Perosa e allieva di Grant
Matheson Dunn che le dava lezioni di inglese, e
si è suicidato subito dopo. Il fatto è accaduto davanti a tanti ragazzi che stavano uscendo da
scuola, anche se in pochi hanno percepito immediatamente l’accaduto; l’indagine è di fatto
chiusa: un momento di follia da parte di un uomo invaghitosi della giovane studentessa. Un
dramma che coinvolge in pieno le nostre valli: a
parte l’omicida-suicida scozzese (qualche anno
fa era stato lettore di inglese anche al Collegio
valdese di Torre Pellice), sono di Perosa tutte le
vittime, dirette e indirette della vicenda.
MUORE SULLA TANGENZIALE DI PINEROLO —
Un ragazzo di Pinerolo, Ronnie Olivero, 24 anni,
laureando in Ingegneria, è morto nella sua auto
che ha preso fuoco dopo uno schianto sulla tangenziale di Pinerolo nella tarda serata di mercoledì scorso. Lo studente stava rientrando da Torino quando, forse per un colpo di sonno, ha
perso il controllo della sua Renault.
A LUSERNA SI DISCUTE DI FIERE — Il Consiglio
comunale di Luserna San Giovanni convocato
per giovedì 24 maggio discuterà, a parte la relazione del difensore civico, essenzialmente di fiere. In particolare si segnala la nuova veste che
l’amministrazione intende dare alla fiera dei
santi che verrà ampliata come durata e spostata,
nell’area adiacente il campo sportivo. Le manifestazioni collaterali alla fiera dovrebbero iniziare il 27 ottobre (è annunciato anche un concerto
al coperto di Gianni Morandi) per proseguire
per tutta la settimana: il 2 ed il 3 novembre, la
vera e propria fiera, con un’attenzione particolare ai prodotti tipici del territorio.
FUORISTRADA DOPO UN FURTO — Due giovani
Sinti, Marco Della Garen e Pasquale Falcone,
dopo aver commesso un furto nella bassa vai
Pellice, sono stati intercettati e tratti in arresto
dai carabinieri; durante un inseguimento sulla
provinciale della vai Pellice i due sono usciti di
strada finendo contro un muro.
INCENDIO ALLA BIANCIOTTO — Un incendio si è
sviluppato mercoledì scorso aH’intemo del magazzino della ditta Bianciotto nei pressi della
tangenziale di Pinerolo. Le fiamme si sono sviluppate da una bombola di gas propano che si
trovava all’interno dell’enorme spazio di recupero di materiali e mezzi usati della ditta; i vigili
del fioco hanno evitato il propagarsi delle fiamme ad altre bombole.
«MAGGIOFORMAGGIO» — Torna con l’ultimo fine
settimana di maggio la rassegna «Maggioformaggio» a Moretta: tre giorni all’insegna dei prodotti
caseari, con spazio anche alla musica di sera e,
per la prima volta, a «Expo-trek», iniziativa dedicata all’escursionismo. Non mancheranno convegni, sull’alimentazione e sui sentieri alpini.
GLI «ORI» DI BOBBIO PELLICE — La Pro Loco di
Bobbio Pellice organizza per il prossimo fine
settimana una manifestazione dal curioso logo
«Gli “ori” della vai Pellice», intendendo con ciò
promuovere alcuni aspetti della valle, cori, fiori,
sapori e trattori. Già il sabato sera ci sarà un
concerto di cori e corali nel tempio valdese e poi
domenica 27 un raduno di trattori, la mostra
mercato dei prodotti agricoli e artigianali, giochi, grigliata e musica sotto l’ala comunale.
Pinerolo; bilancio sindacale per il settore dolciario
Il dolce che va forte
In Italia ci sono 50.000 aziende; discreta la situazione
delle locali Morè, Caffarel e Galop e della Streglio di None
MASSIMO GNONE
IN Italia il settore dell’alimentazione conta
350.000 addetti distribuiti in 30.000 aziende. Nell’export il dolciario è al
secondo posto: 2.503 miliardi. Con Fedele Mandarano, della Cgil, che da
molti anni si occupa di
questo settore, facciamo
un bilancio della situazione nel Pinerolese.
A Torre Pellice, nella
zona del Filatoio, incontriamo la Morè, storico
marchio nato ormai 115
anni fa. In questi giorni la
produzione è ferma, i
cancelli sbarrati. Dopo
qualche mese si è fatto
vivo un imprenditore,
Comini, titolare della Cedrinca, un’azienda dolciaria di Salò che distribuisce i suoi prodotti negli autogrill di tutta Italia
e ha già rilevato un’altra
azienda in vai d’Aosta: la
Feletti. «La Cedrinca voleva evitare il fallimento
della Morè - racconta Fedele Mandarano - passando attraverso l’affitto
di azienda: il curatore
nominato dal tribunale
ha quindi concesso l’affitto a questo nuovo imprenditore che avrebbe
gestito questa azienda
per poi rilevarla, mantenendo comunque il marchio». Ma non tutto è andato per il verso giusto.
«Secondo il legale della
Cedrinca - spiega Mandarano - ci sarebbe stata
una procedura non proprio corretta. La nuova
società ha fatto un accordo depositato, si è presa
l’impegno di rilevare la
Morè e ha cominciato a
produrre, pagando gli stipendi a 10 dipendenti».
A questo punto per il
tribunale di Pinerolo la
Morè doveva essere messa all’asta. «Probabilmen
te è giusto - dice Mandarano - ma Comini non
voleva essere messo alla
pari di altri, per la presenza di un accordo secondo il quale la Cedrinca avrebbe rilevato la
Morè a un certo prezzo».
Effettivamente nel caso
della valdostana Feletti
l’asta non c’è stata. Trovare il bandolo della matassa non sembra facile.
A questo punto dopo che
di aste ce ne sono state
tre, l’imprenditore potrebbe andare dal notaio
e rilevare l’azienda, ma
«il traguardo non è ancora stato raggiunto - conclude Mandarano - perché c’è una diatriba tra il
Il nuovo sindaco di Massello
Prime incombenze
«Puntare sull’esistente,
ma anche pensare a realizzare nuove strutture
per creare qualcosa che
ridia slancio al territorio». Sono parole di Daniela Libralon, neoeletta
sindaco di Massello che
così riassume il suo programma per i prossimi
cinque anni. Il nuovo sindaco di Massello, che nelle elezioni del 13 maggio
ha ottenuto 28 voti, potrà
contare in Consiglio comunale su una maggioranza di 9 consiglieri (tutti della lista «Montagne
con quadrifoglio») contro
i 4 andati alla lista presentata da Rifondazione
comunista. Si tratta di
una maggioranza che annovera tra le sue file tutte
persone locali con un’età
compresa tra i 73 anni di
Roberto Tron e i 22 di
Elena Jahier.
In questi giorni la Libralon e il suo gruppo si
sono subito messi al lavoro e sono già stati individuati i nomi delle persone che nella giunta massellina affiancheranno il
sindaco. Si tratta dei consiglieri Enrico Boeto e
Gualtiero San Martino,
già in giunta nella passata amministrazione, del
consigliere Cenzo Tratzi e
di Nino Chiadò, tecnico
esterno al Consiglio, an
che lui già presente nella
passata amministrazione.
«I tempi per individuare i nomi e per convocare
il Consiglio comunale sono stretti. Così abbiamo
subito provveduto convocando la prima seduta
di Consiglio per il 30
maggio quando avverrà
l’insediamento e la presentazione della giunta.
La nostra linea si pone in
stretta continuità con
quella della precedente
amministrazione con 1’
intento di portare avanti
una serie di progetti cbe
sono già stati messi in
cantiere come l’azienda
faunistica, la costruzione
di una foresteria, una
nuova stalla nell’alpeggio
di Culmian». Di fronte alla continuità della maggioranza all’opposizione
vi sarà però una minoranza diversa, non più i
rappreseritati di Piemonte nazione ma quelli di
Rifondazione comunista
guidati da Paolo Ferrerò,
membro della segreteria
nazionale di Rifondazione comunista. Sarà una
opposizione dura o aperta a una collaborazione?
Vedremo nei prossimi
giorni intanto da tutte e
due le parti si parla di
coinvolgere di più i cittadini e di far crescere la
partecipazione.
nuovo acquisitore e una
finanziaria».
I tempi sono stretti: o si
riesce a fare l’operazione
entro la fine di maggio
oppure la Morè chiude i
battenti. Eppure la proposta della Cedrinca dovrebbe essere interessante: se la Morè fallisse,
commenta Mandarano,
«la Locafit non prenderebbe un soldo o molto
meno di quanto avrebbe
da questo nuovo imprenditore». I dipendenti sono
in cassa integrazione per
quattro settimane: il nuovo imprenditore non intende produrre fino a
quando non si chiarisca
la vicenda. «I lavoratori
devono ricevere ratei di
stipendi e liquidazioni
che ammontano a circa
mezzo miliardo - conclude Mandarano -: se l’operazione andrà a buon fine
ce ne sarà per tutti, mentre da un fallimento si
prende ciò che resta».
È molto diversa la situazione alla Caffarel di
Luserna San Giovanni e
lo si vede dall’aumento
delle assunzioni. «Attualmente ci sono oltre 450
dipendenti - dice Manda
rano - e di questi 150 circa sono a part-time verticale, cioè lavorano 9 mesi
su 12, ma ora c’è la richiesta di lavorare per 10
mesi all’anno: l’operazione con la Lindt è stata un
successo, con un incremento produttivo e occupazionale». Alla Galup,
fabbrica di panettoni di
Pinerolo, dopo la crisi
dello scorso anno si è deciso di utilizzare una forma di part-time verticale.
«La vera novità - spiega
Mandarano - è che la Galup ha deciso di puntare
non soltanto sul panettone ma anche sul pandoro: con questo tipo di
produzione ci dovrebbe
essere un incremento
produttivo.
Il punto più basso è
stato superato anche se
non si può dire che la
Galup sia completamente uscita dal tunnel». La
fabbrica di cioccolato
Streglio di None è stata
acquistata dalla Parmalat. «La sede dello stabilimento non deve essere
cambiata - dice Mandarano - perché è importante per l’occupazione
locale». Grazie alla commercializzazione della
Parmalat, per la prima
volta nella sua storia
l’azienda sta vendendo il
prodotto (3%) all’estero.
3 Tuttora iscritti alle liste elettorali
Residenti alKestero
1.000 pinerolesi
l
In campagna elettorale
il «voto agli italiani
all’estero» diventa soven
tovalutabile e incide, fji
sandola anche pesami ■
eli
te punto programmatico.
Le elezioni del 13 maggio
non fanno eccezione e
anche questa volta non
sono mancati i pronunciamenti a favore della
possibilità per le persone
emigrate di accedere alle
urne del Belpaese: da
Gianfranco Fini per Alleanza nazionale al presidente della Repubblica,
Ciampi, in visita a Buenos Aires, ma anche alcuni leader del centro-sinistra: sono molti quelli
che hanno gridato a chiare lettere la necessità per
donne e uomini lontani
migliaia di chilometri di
partecipare al destino
politico del «proprio» paese. Un gruppo di politici
ben più folto di coloro
che, una minoranza sparuta in Parlamento, si
battono, o almeno si espongono a parole, per
l’allargamento dei diritti
di cittadinanza, e quindi
anche per il voto, agli imniigrati dai paesi cosiddetti extracomunitari.
Le persone che varcano i confini di Schengen
partecipano allo «sviluppo» del paese, contribuiscono con il proprio lavoro, spesso precario e mal
pagato, all’incremento
del Pii nazionale, eppure
anche se «regolari», quindi con im’occupazione e
l’ambito permesso di soggiorno, non hanno un
posto alla tavola dei salvati, del privilegio, rimangono sommersi e di
fatto esclusi dalla possibilità di eleggere e soprattutto di essere eletti.
Molti residenti all’estero, anche da parecchi
anni, continuano invece
a far parte delle liste elettorali dei Comuni italiani: hanno quindi diritto
di voto. Un numero che
in molti centri non è sot
mente, sulla percenta
di votanti: dato —
soventi^
oggetto di considerazioB
e commenti politici. Up?
nerolese, per decenni
ra di emigrazione, noi
sembra fare eccezione.
Così a Pinerolo, su 27.451
aventi diritto al voto net
ultime elezioni, ben l.on’
(circa il 3,7%) erano resi.'
denti all’estero e di quesj
soltanto 24 sono venuti,
ritirare la tessera elettore,
le. Più eloquenti sonoi
dati relativi ai centri mj.
nori. A Villar Pellice ci so.
no 187 residenti all’esteto
sul totale del corpo eleitorale di 1.237: un dato
che corrisponde a oltre!
15% degli aventi diritto al
voto. Così si spiega il bas.
so dato di affluenza alle
urne registrato: poco pi!
del 60%, che salirebbeal
72% se si considerasse
l’assenza «giustificata»
del residenti all’estero, A
Bohbio nessuno dei 124
«esteri» ha votato. Si puè
immaginare il perché:
certamente la distanza
(molti vivono in Francia e
Svizzera, ma soprattutto
in Nord e Sud America],
ma anche e soprattutto!
comprensibile disinteresse per le elezioni in un
paese del quale si ha soltanto un pallido seppur
appassionato ricordo.
Di
DOPC
tizif
naziona
jopptess
di spos<
(legato i
zidni pa
diffusioi
200tica)
te possil
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Alle elezioni comunali raggiunge quasi il 22%
Pinerolo: sboccia la Margherita
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diritt
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l’Organi
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lua «ria]
DAVIDE ROSSO
IL voto del 13 maggio
per le elezioni amministrative a Pinerolo se
non ha riservato grosse
sorprese a livello di elezione del sindaco, con la
riconferma del primo cittadino uscente Alberto
Barbero, qualche novità
l’ha manifestata a livello
di voti alle liste. Le novità
per altro sono in linea
con il voto nazionale con
la lista della Margherita
che in città ha riscosso
un buon successo con il
21,55% dei voti a fronte
di una flessione dei Ds
(17,82%) e di Rifondazione (7,11%). Sul fronte del
centro-destra invece l’affermazione è stata di
Forza Italia che ha raccolto il 28,52% dei consensi e diventa il primo
partito cittadino. Dato
interessante: la flessione
delle liste civiche che
hanno forse pagato la
campagna dei partiti a livello nazionale che sembra aver indirizzato anche i voti dei pinerolesi
per le amministrative.
Il nuovo Consiglio, la
cui composizione definitiva è stata comunicata
solo giovedì dopo che vi
erano state alcune contestazioni sull’attribuzione
di alcuni seggi, risulta co
leèu
cuitealh
ilcontrit
settori t
ciaB in a
iltótto
esse» in
vuepei
chièìn,
sì composto da 8 rappresentanti della Margherita,
7 dei Democratici di sinistra, 2 di Rifondazione
comunista, 1 di Progetto
Pinerolo per quel che riguarda la maggioranza e
8 per Forza Italia, 1 alla
Lega Nord, 1 al centro liberale e 1 ad Alleanza nazionale per le opposizioni. Tra i consiglieri molti
nomi conosciuti come
quelli degli assessori uscenti Giampiero Clement e Giuseppino Berti,
che con 313 voti ha anche
ricevuto il maggior numero di preferenze personali 0 di consiglieri già
presenti nel passato Consiglio comunale come
Giorgio Canal, Angelo Distaso, Salvatore Passerò,
Pietro Rivò, Aida Revel.
Tra i nomi nuovi anche
quello di Flavio Maina,
medico all’ospedale di
Pomaretto. A questo pi®
to, in attesa che il nuo*
Consiglio sia insediai
nella prima seduta che ■
terrà presumibilrneD'
nei primi giorni di g®
gno, il sindaco Barbero
al lavoro per individua®
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prossimi anni. «Lunedi
maggio - dice Barbero
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la mia maggioranza P ,
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che il Consiglio sia i
diato a 10 giorni dalia
proclamazione.
17
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PAG. 13 RIFORMA
iSi attendono i provvedimenti della Regione
Le piste per gli alpeggi
ituai,.
eli interventi dovrebbero riguardare pascoli, viabilità
acque, recinzioni e locali per la caseificazione
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DOPO le «buone» notizie giunte a live o
nazionale relative alla
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Sostare gli ammali
JegU alle preoccupam per un eventuale
diffusione dell afta epizootica) con conseguente possibilità di portarli
/alpeggio gli allevatori
di bestiame dalla vai Pellice attendono ora che le
buone notizie arrivino
dalla Regione Piemonte
dove sono allo studio
una serie di domande
upentate da alcuni CoSiideUa valle relativi a
iJ&enti sia strutturali
ciyiari sugli alpeggi
vltíani in quota,
¿questi giorni i tec
£onali - dicono aljnità montana vagliando i progne dalle notizie che
abitino pare che con
mote probabilità molti,
sewn tutti, verranno finaiziati anche perché
nonfono tantissime le
dn^nrie rispetto ai circa
ISpliardi disponibili
pei ^ interventi a livello
*ile». In totale se il
amento arriverà si
paria di interventi per circa!,5 miliardi in vai Pellicciagli alpeggi di Bob
bio, Villar, Rorà e Angrogna. Ma quali interventi
si intendono fare? «In
buona sostanza - dicono
ancora in Comunità - i
vari Comuni proprietari
degli alpeggi hanno preparato ciascuno una serie
di schede dove hanno indicato, attraverso un cronoprogramma realizzabile in 5 anni, gli interventi
che loro ritenevano prioritari per migliorare le
stmtture e i servizi. Per il
90% si tratta di interventi
sulle strutture come le
stalle, i locali di caseificazione 0 la viabilità ma sono previsti anche interventi sulla cotica erbosa
(9%) sulle recinzioni (3%)
e sulle acque (6%)». Le
opere allo studio sarebbero finanziate con un
intervento del 50% da
parte della Regione men
tre il rimanente sarebbe a
carico dei Comuni proprietari molti dei quali
pare non abbiano in linea
di massima problemi a
reperire i fondi che comunque sarebbero distribuiti sull’arco dei cinque
anni a partire dal 2002.
«Si tratta, se il progetto
va in porto - concludono
in Comunità -, di un investimento importante
per la valle che potrebbe
così incentivare maggiormente l’attività dell’alpeggio cosa che potrebbe
avere ricadute non solo
per il settore dell’allevamento locale, già oggi importante anche in termini
puramente quantitativi
rispetto ad altre realtà simUi, ma anche dal punto
di vista della produzione
dei prodotti tipici come il
“sairas del fen”».
Comunità montane pinerolesi
Sono in arrivo nuovi
progetti europei
È di nuovo tempo di
progetti europei per le
valli pinerolesi; in effetti i
finanziamenti provenienti dall’Unione europea rappresentano ormai
uno dei pochi strumenti
concreti per realizzare
progetti delle amministrazioni pubbliche e
delle aziende private.
Non facciamoci però illusioni e aspettiamo a
parlare delle consuete
«piogge di miliardi»: fra
la fase di progettazione e
quella di realizzazione
passano a volte anni; ciò
che si prospetta oggi ragionevolmente potrà avviarsi alla fine del 2002,
insomma essere pronto
per il fatidico appuntamento del 2006. E proprio le olimpiadi sembrano essere l’elemento che
unisce un territorio assai
più vasto di una singola
Comunità montana. Già
da un paio di anni le tre
Comunità montane del
Pirierolese stanno lavorando insieme nel settore
turismo e in quello cultura: uno dei catalizzatori è
rappresentato il mondo
valdese.
Poi l’anno scorso è
arrivato il programma
«Leader plus», lanciato
dalla Regione Piemonte
su indicazione dell’Ue; e
qui le Comunità montane
in gioco sono la vai Pelli
iLa nuova legge su interventi assistenziali e servizi sociali integrati
La persona al centro di un vasto sistema
JDBAN0I.0NC0
ita
ÆA salute non è solo
l’assenza di malattia odi infermità, ma è lo
sti®> di benessere comptotjisico, mentale, soite, di una persona ed è
in diritto umano fondanentale». Questa importate dichiarazione dell’Organizzazione monliale della sanità (Oms),
felsettembre 1978 contiaia «riaffermando che il
t^ungimento del magfclivello di salute pos^èun risultato (...) la
M?alizzazione richiede
i^tributo di molti altri
*^ri economici e socM in aggiunta a quello
Qui si afferma
a ®ritto delle persone di
estese e capite nel^^Jità delle loro esiteïâeiche vanno dalla
Jtecita alla vecchiaia,
«e per l’infanzia, per
®lèìiuéondizioni di poj. l’inserimento
per aiutare
inni a vivere me. -tao tempo. A que— . di fondo si
che* legge 328/00 apÇ nel novembre
jigil- 2 scorso anno per la
iJ^^ione del sistema
di interventi e
iciali.
ninr,« una legge
.Portata storica: d’ora
Z.'*«“temadiprote
opuf'
nuovi
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Ita n«|
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vecchiaia: la perservizi sono
ase'^1 al. centro. Ma alloche questi ser
*tessi essere di'’ erganizzati, reastre'Jl& controllati nella
litou^'^cia, proprio nei
prossimi in
. *hanifesta l’esigenil Comune
Orzi di Comuni
alni®;'«
o 1
le
Phità montane, ecc.
Coloro che necessitano
di questfi servizi dovrebbero trovare sul territorio
un punto di riferimento,
una specie di sportello
unico dove siano concentrate le informazioni
necessarie.
Spetta quindi ai Comuni il compito di mettere attorno ad uno stesso tavolo i soggetti maggiormente coinvolti: le
Asl con le ipotesi di integrazione fra il settore sanitario e il sociale, i soggetti operanti neH’ambito della solidarietà sociale, il cosiddetto terzo settore, per la prima volta
ufficialmente riconosciuto come partner nella
programmazione e nella
gestione del sistema integrato dei sevizi sociali.
L’ente pubblico dovrà
essere capace di mobilitare una serie di soggetti
per intraprendere azioni
e politiche appropriate
in situazioni molto dinamiche e con molti interlocutori. Dovrà avere una
funzione di «regia» nella
costruzione di questi
piani, in qualche modo
in maniera analoga a ciò
che già succede nell’approntamento dei Patti
territoriali che hanno invece valenza economica.
Ritornando alla dichiarazione deirOms, non è
sufficiente avere un soddisfacente stato di salute,
perché per avere il benessere del singolo e della
collettività, vanno curate
le relazioni affettive, i
rapporti umani interpersonali, l’ambiente e lo stile di vita. Questo spostamento di accenti dal concetto di «sicurezza comunitaria» che passava attraverso allo stato, alla
domanda di salute che riguarda i processi esistenziali e la qualità della vita,
non possono che avere
come protagonista l’inte
ra comunità e quindi anche i singoli cittadini e le
organizzazioni da loro
promosse (laiche, religiose, l’associazionismo, il
volontariato).
Questa riforma riuscirà
ad essere attuata con più
efficacia nei luoghi dove
le istituzioni e l’associazionismo avranno la capacità di mettersi in rete
e di dialogare lasciando
emergere le particolari
esigenze del momento e
del luogo e sapranno essere flessibili di fronte alle situazioni che cambiano. Solo una comunità
attenta ad evidenziare
tutte le possibili risorse,
interne ed esterne alla
persona, al nucleo familiare, al gruppo di popolazione, può lavorare alla
costruzione di una rete
effettiva e solidale. Non è
dunque il caso di rimanere alla finestra ad attendere che qualche cosa
succeda, ma nelle nostre
comunità e nelle organizzazioni alle quali apparteniamo, si deve incominciare a valutare la
portata innovativa della
legge mettendola a confronto con le situazioni
di necessità che conosciamo attorno a noi.
Esempi di integrazione
dei servizi prestati, compartecipando alla definizione delle esigenze e degli interventi relativi, con
altri soggetti istituzionali,
sono già in via di sperimentazione in alcune
delle nostre strutture dia*
conali. La casa di riposo II
Gignoro, il centro diaconale La Noce, e in epoca
più recente, l’Asilo dei
vecchi di San Germano,
nelle convenzioni che
hanno attivato, prefigurano in qualche modo,
quello che è il salto culturale e organizzativo che si
delinea nella legge 328/
00. Alle nostre comunità
potrà essere richiesto, oltre a un volontariato di
appoggio già esistente e
semmai da potenziare, di
recuperare quella capacità di ascolto dei bisogni
che, mi pare, le nostre
diaconesse abbiano nel
passato saputo esprimere. Si tratta, qui come in
altri campi, di vivere con
intelligenza il rapporto
fra le chiese e il territorio.
Parlare di centralità della
persona, per dei credenti
che hanno nelle loro radici la Riforma e la fede nel
Cristo morto e risorto per
ogni singola persona, dovrebbe essere come seminare in un un terreno ben
predisposto e dovrebbe
permettere alla generazione di oggi di rivivere,
sia pure in un ambito assai mutato, le linee di impegno che ci legano con
le nostre comunità di uno
o due secoli fa.
ce, quella delle valli Chisone e Germanasca e l’Alta vai Susa: paesaggio alpino, gestione del territorio, attività agricole, turistiche e culturali in sinergia fra loro il tema del
programma individuato
dalle tre comunità. Ma finora dalla Regione non si
■ hanno notizie certe sui finanziamenti e sulle linee
operative.
Del resto il Leader, che
finanzia esclusivamente
progetti non materiali,
potrebbe avere delle difficoltà e trovare partner
privati che vogliano investire. Ma ecco un’altra
possibilità: sono al via i
progetti Interreg 3: e di
nuovo sono le comunità
del Pinerolese, più le due
della vai Susa, a lavorare
insieme. Anzi si sta ipotizzando di individuare
degli interventi concreti
(dalla valorizzazione delle attività culturali alla
salvaguardia dell’ambiente attraverso un ruolo decisivo dell’agricoltura, e ancora al rilancio
dell’artigianato). Cosa
potrebbe accadere? Con
Leader si realizzano studi e progetti, con Interreg si va alle realizzazioni concrete; senza dimenticare che Interreg
ha bisogno di partner
francesi con i quali condividere i progetti..
NELLE CHIESE VALDESI
2“ e 3“ CIRCUITO — A San Germano, sabato 26
maggio, alle 21, nei locali del teatro, il gruppo
teatro giovani del 2° e 3“ circuito presenta lo
spettacolo teatrale «Blu».
ASCENSIONE — Giovedì 24 maggio, culto unico
per tutte le chiese del 1“ circuito a Villar Pellice,
alle 21, a cura dei predicatori locali. Culto per le
chiese del 2° circuito a Pinerolo, alle 20,45, con
predicazione del pastore Giorgio Bouchard.
ANGROGNA — Domenica 27 maggio, «Rocciaglia a
porte aperte»: culto alle 11, a Pradeltorno, preparato dai ragazzi e dalle ragazze del 1° e del 2° anno del catechismo, proseguimento alla foresteria,
spaghettata, bazar deU’Unione femminile.
BOBBIO PELLICE — Domenica 27 maggio, culto in
francese.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 27 maggio
incontro dell’Unione femminile. Martedì 29 ultimo incontro di studio biblico, su «La chiesa e i
sacramenti in Giovanni».
PINEROLO — Domenica 27 maggio, alle 10, culto
con celebrazione della cena del Signore, a cura
della Egei. Giovedì 31 maggio, a Torre Pellice,
giornata di chiusura dell’attività dell’Unione
femminile.
POMARETTO — Incontro dell’Unione femminile
dell’Inverso, venerdì 25 maggio. Venerdì 1“ giugno, incontro al Centro anziani di Porosa.
PRAMOLLO — Domenica 27 maggio, ore 10, culto
con assemblea di chiesa con discussione della
relazione morale. Domenica 27 maggio ore
14,45 bazar a cura dell’Unione femminile nella
sala delle attività.
PRAROSTINO — Domenica 27 maggio, alle 9, culto
al Roc; alle 10,30, culto a Roccapiatta.
SAN SECONDO — Domenica 27 maggio, culto con
battesimo.
VILLAR PELLICE — Lunedì 28 maggio, alle 21, al
presbiterio, incontro su «Giovani e disagio».
VILLASECCA — Bazar dell’Unione femminile, domenica 27 maggio, alle 14,30.
RADIO
BECKWITH EVANGELICA
FM 91.200 - 96.550- tei. 0121-954194
Alla Casa di riposo San Giuseppe di Torre Pellice
Pronto fra breve un settore
per i malati di sclerosi multipla
Una struttura per malati di una patologia terribile: la sclerosi multipla. È
la proposta della Casa di riposo San
Giuseppe, l’istituto per anziani di Torre Pellice che presto si doterà della
nuova ala nella quale ci sarà posto per
20 posti letto: i lavori dovrebbero iniziare nei prossimi giorni, si aspettano
le ultime firme e l’approvazione della
Regione di un’ultima variante proposta dalla Comunità montana vai Pellice. Una novità nel suo genere, almeno
a livello di Pinerolese, dove sono solamente presenti alcuni centri per l’accoglienza diurna. Si ripete così l’esperimento, già riuscito al rifugio Carlo
Alberto di Luserna San Giovanni con il
centro per i malati si Alzheimer, di affiancare alla normale attività di accoglienza delle persone anziane un servizio per casi specifici, all’avanguardia e
assente localmente.
La nuova struttura, che sorgerà sul
lato ovest del corpo principale del San
Giuseppe, sarà accessibile anche da via
Falchi, mentre si manterrà l’ingresso di
via al Forte sia per i pedoni che per le
ambulanze. I 20 posti letto comprenderanno anche i cosiddetti posti «di sollievo» dove si potrà trovare una sistemazione per quei casi altrimenti insostenibili per le famiglie.
POSTA
Ricordo
di Giovanni Mourglia
Quando ho appreso della scomparsa
del dr. Mourglia, insieme a un naturale
dispiacere (comunque stemperato dalla consapevolezza della ineluttabilità
di questi eventi nella nostra umana
condizione) sono ricomparsi dentro di
me tanti ricordi, legati alle comuni vicissitudini e battaglie sostenute in ambito Ciov negli Anni 90. Erano i tempi
dei Comitati di gestione separati per
gli Ospedali di Torre Pellice e Pomaretto; lui si interessava in particolare per
Torre, io coordinavo il lavoro comune
di entrambi.
Erano anche i tempi della progettazione e della realizzazione di molte importanti opere di ampliamento e di
ammodernamento delle strutture; i
problemi erano molti, difficili, complessi e, come si usa dire, chi più ne ha
più ne metta. In tale ambito ho conosciuto (e apprezzato) il dr. Mourglia
per quella che io ho ritenuto essere una
sua particolare caratteristica: una grande praticità e senso del reale, associati
all’essere estremamente burbero.
A fronte dei molti problemi ai quali
accennavo prima, i membri Ciov di quel
tempo cercavano sempre di lavorare alla ricerca del consenso unanime sulle
soluzioni più opportune e più idonee da
adottare per la risoluzione degli stessi.
Per una commissione composta (a quel
tempo) da più di 10 persone l’impresa
era a dir poco improba, comunque lun
ga e difficile, ma molto democratica. Il
dr. Mourglia metteva sempre a disposizione in questo lavoro quelle sue caratteristiche alle quali accennavo prima e
così succedeva che, a volte si litigava
pure! Ma con lui non si poteva decidere
né a cuor leggero, né per le vie più brevi.
Se la memoria non mi tradisce una sola
volta, in 5 e più anni di lavoro comune,
una delibera fu presa, a tarda ora, senza
la sua approvazione, che comunque si
concretizzò (e questo la dice lunga sulla
sua acutezza) solo con una semplice
astensione: ritengo che, in quel momento (anche dietro mia insistenza)
egli si fosse reso perfettamente conto
che un suo voto contrario sarebbe stato
deleterio per l’immagine della Ciov.
Molte altre cose si potrebbero dire e
scrivere sulla figura del dr. Mourglia,
sia per il suo impegno per l’Ospedale di
Torre, sia per la Ciov e anche come
presidente dell’associazione degli Amici; altri forse lo faranno. A me basta ora
ricordarlo così: pratico e burbero; e
con questa immagine io saluto adesso
(nell’attesa di poter eventualmente gestire insieme, in altro più piacevole e
celeste ambito, altre più grandi e gratificanti imprese) il vecchio compagno
d’opera ecclesiastica e anche (perché
no?) un collega nel lavoro svolto in ambito secolare e professionale, se pure in
ambienti e tempi diversi.
Al caro amico, fratello e collega dr.
Mourglia, in questo particolare momento, l’onore delle armi!
Giovanni Ghelli - Savona
18
PAG. 14 RIFORMA
E EGO Delle Vatj.t moESi
VENHiDbsMACag,^ ^
SPORT
FESTA DELLO SPORT
La Festa dello sport, organizzata dal 3S Luserna, giunge quest’
anno alla’ 20® edizione; ormai la
manifestazione ha assunto una
dimensione europea con la partecipazione stabile di giovani atleti
da Prievidza, cittadina slovacca
gemellata con Lusema, da Zvolen
e Niksic in Montenegro. Ci saranno gare non solo in vai Pollice ma
anche a Pinerolo quando, domenica 27 maggio, le formazioni di
pallavolo e del minivolley occuperanno gli impianti di San Lazzaro. Le attività sportive, come è
ormai tradizione consolidata,
scandiscono tutti i fine settimana
di maggio, ma il clou della manifestazione è in questa settimana,
con l’arrivo delle delegazioni
straniere giovedì 24 e la giornata
di domenica 27 con la cerimonia
ufficiale al campo sportivo Ezio
Loik a partire dalle 14.
TENNIS TAVOLO
Settimana quasi storica per il
tennis tavolo pinerolese; nei prossimi giorni infatti si disputeranno
a Terni i tornei giovanili nazionali
cui sono qualificati ben due giovanissimi della polisportiva Valpellice. Paolo Geuna nel singolo e
Matteo Pontet, in coppia ancora
con Geuna, nel doppio. L’ultimo
atleta pinerolese a raggiungere
questo risultato fu, ben 25 anni fa.
Marco Malano, allora tesserato
nel Pinerolo ed oggi giocatore della Valpellice in Gl.
Intanto, dopo i campionati pinerolesi e il torneo provinciale Libertas, proseguono gli ultimi confronti della stagione agonistica: al
torneo regionale di Possano Andrea Girardon si è classificato al
secondo posto nella sua categoria, mentre in doppio con il compagno di squadra Riccardo Rossetti ha ottenuto il 3° posto.
VOLLEY
Finisce male l’avventura del
Body Cisco Pinerolo nei play off
di B2 maschile opposto ai veronesi del Monteforte: i pinerolesi avevano vinto 3-1 in gara 1 e perso
con ugual punteggio in gara 2 in
trasferta. Decisiva dunque la gara
di sabato a Pinerolo in cui i locali,
privi di Bonifetto infortunatosi in
gara 2, hanno vinto bene il primo
set ma si sono disuniti dopo aver
perso ai vantaggi il secondo.
In terza divisione femminile il
3S Pinerolo ha superato il Rivoli
per 3-0 e nella categoria junior
femminile il Pinerolo Vbc ha battuto il 3S Lusema sempre per 3-0.
CALCIO
Il Centro vacanze dell’Esercito
della Salvezza di Bobbio organizza per il 2 e 3 giugno la quarta edizione del torneo «Calcio Europa»
sul campo sintetico da calcetto.
■ San Germano
I giovani
e il teatro
Un gruppo di ragazzi
del 2° e 3“ circuito della
Chiesa valdese, Pinerolo
e vai Germanasca, nel
corso di quest’anno ha
deciso sotto la guida degli animatori giovanili di
formare un gruppo teatro. L’attività, che si colloca all’interno di un’iniziativa di collaborazione
e di scambio fra le chiese,
ha portato alla preparazione e alla messa in scena di uno spettacolo che
verrà rappresentato sabato 26 maggio, alle 21, al
teatro valdese di San Germano dove verrà anche
replicato venerdì 8 giugno. Il titolo dello spettacolo rappresentato è
«Blu» la storia di una ragazza «rossa» che si viene
a trovare nel paese «blu»
e da qui nascono una serie di vicende e di avventure che porteranno a diversi rivolgimenti delle
situazioni, «È uno spettacolo sulle differenze,
sull’incontro di culture dicono gli organizzatori preparato per le scuole
che speriamo incontri i
favori del pubblico».
Pinerolo
La Pampa
argentina
Si è aperta in questi
giorni la mostra «Bronsin, antropologia e storia
della Pampa india nell’
incontro con gli emigrati
piemontesi in Argentina»
organizzata dal Cesmap,
Centro sudi e museo di
arte preistorica di Pinerolo, in occasione di
«Maggiolibri». L’esposizione rimarrà aperta fino
al 24 giugno alla chiesa
di Sant’Antonio in via
Principi d’Acaja a Pinerolo, il sabato ore 15,3019 e la domenica ore 1012 e 15,30-19.
La mostra tratta le diverse tappe del popolamento della Pampa Argentina, terra sconfinata
e mitica per l’epopea dei
gauchos. Attraverso un
centinaio di fotografie,
disegni e mappe, accompagnate da didascalie,
vengono presentate le diverse culture che vissero
nel territorio che oggi occupa la Provincia della
Pampa. Il termine «Bronsin» è il nome con cui
vengono denominati gli
indios dagli emigrati piemontesi iella Pampa, per
il colore olivastro-bronzeo della loro pelle.
Incontro organizzato dagli Amici della Scuola latina
Castellania di vai San Martino
PAOLA REVEL
..TTO provato a rico
«XJ.!
struire alcuni aspetti della vita nel XIV
secolo in vai Germanasca, in modo da abbozzare il panorama delle
strutture agrarie e della
vita rurale, al di là degli
avvenimenti più strettamente politici». Con questa frase Ettore Peyronel
sintetizza il contenuto
del suo recente lavoro:
«La Castellania di vai San
Martino».
Consultando decine di
testi e documenti d’archivio, Ettore Peyronel
ha cercato di ricostruire
la vita quotidiana del
montanaro della vai Germanasca, in un periodo
nel quale molti documenti sono andati persi, nei roghi delle persecuzioni contro il popolo valdese e durante le
guerre del periodo napoleonico. L’amore per la
propria terra e la passione per la ricerca storica
hanno condotto l’autore,
insegnante elementare
e specialista in lingua
francese, a scrivere un
pezzo di storia della vai
San Martino, im tassello
che ancora mancava.
Nell’ultimo incontro
culturale organizzato dall’associazione «Amici
della Scuola latina», con
la collaborazione della
Comunità montana valli
Chisone e Germanasca e
del Centro culturale valdese, tenutosi a Porosa
Argentina sabato 19 maggi, sono state invitate due
associazioni a presentare
proprio la pubblicazione
di Peyronel: l’associazione culturale «La valaddo», che da trent’anni si
impegna a mantenere e
diffondere la cultura, la
storia, la civiltà provenzale delle valli Germanasca, Chisone e Alta Dora,
e l'associazione «Vallescura», che ha fra i suoi
obiettivi la salvaguardia
del patrimonio naturalistico e storico della vai
Germanasca.
«La valaddo» ha dato
inizio alla pubblicazione
della collana Nostre valli,
nella quale si colloca il
testo di Peyronel. Alex
Berton, presidente dell’associazione, ha sottolineato la necessità di far
conoscere ai bambini
della scuola elementare e
ai ragazzi le tradizioni e
la cultura e di insegnare
loro la lingua e la storia
delle nostre valli.
A rappresentare l’associazione «Vallescura» è
intervenuta Silvana Marchetti, che durante la lettura del libro ha provare
a immaginare gli «homines vallis Sancii Martini»,
mentre percorrono sentieri e valloni. Ci sono ancora oggi strade e borgate, viottoli e mulini, anche mderi come la chiesa
di San Martino, considerata la più antica della vai
Germanasca, che hanno
conservato le caratteristiche di un tempo: vale la
pena di ripristinarli. Riccardo Legger, sindaco di
Perrero, ha espresso l’augurio che questa pubblicazione si diffonda capillarmente, come «strumento e stimolo alla ricerca della propria identità culturale».
L’associazione Amici
della Scuola latina si augura di poter riprendere
dal prossimo anni un
nuovo ciclo di incontri,
per il quale chiede suggerimenti e proposte.
Presentazione il 26 maggio a Luserna San Giovanni
Percorso verso la Gianavella
Sabato 26 maggio, alle
9,30, nella sede del laboratorio territoriale per
l’ambiente nelle ex scuole medie di Luserna San
Giovanni, verrà presentato il percorso storico
naturalistico nel bosco
della Gianavella. Il progetto di creare un bosco
didattico è nato nel 1999
da una collaborazione
tra il Laboratorio territoriale per l’educazione
ambientale della vai Pellice e il Comitato luoghi
storici valdesi.
Grazie a un contributo
della Regione Piemonte,
della Comunità montana
vai Pellice e della Tavola
valdese, si sono realizzati
(oltre all’impianto del
bosco), poster, depliant,
un diaporama, e diversi
materiali didattici in visione al Laboratorio stesso. Si è voluto così valorizzare la casa di Gianavello e quel che restava
del bosco circostante, offrendo la possibilità di
sviluppare percorsi di
conoscenza legati agli
elementi naturali per coglierne la ricchezza e la
molteplicità delle forme.
Il bosco della Gianavella è situato a bassa quota
(circa 650-700 m), ed è di
La Gianavella
conseguenza caratterizzato da piante che gli sono proprie, come il castagno, e altre che allo stato
spontaneo si ritrovano a
quote più elevate, come
faggi e larici. Nell’insieme
si possono trovare alberi
e arbusti con relativo sottobosco.
Inoltre si hanno a disposizione foglie, rami,
fiori molto diversi da raccogliere e confrontare
con l’aiuto delle schede
didattiche specifiche. Oltre allo studio del bosco
attuale, si potrà andare
alla scoperta di come
l’uomo lo «coltiva», che
cosa è un ceduo, perché
a volte anche un bosco
ha bisogno di essere tagliato e ripulito. Accanto
allo studio di un percor
so didattico, si può passeggiare dentro un bosco
già adulto e tipico della
zona, percorrendo il sentiero naturalistico della
«Ghiandaia», che passa
proprio accanto alla casa
della «Gianavella» ...e
chissà che facendo silenzio e un po’ di attenzione
non sia possibile anche
sentire o addirittura osservare qualche animale,
dall’uccello da cui il percorso prende il nome, ai
caprioli ormai sempre
più presenti.
Dopo la presentazione
del percorso con l’ausilio
di un diaporama, nella
seconda parte della mattinata è previsto il trasferimento Wla Gianavella
per vedere dal vivo il bo.sco didattico.
APPUNTAMENTI
25 maggio, venerdì
PINEROLO: In via Vescovado 6, aUe 21, incontro su
«Il trauma cranico in età adolescenziale: possibilità di
prevenire alcuni dei fattori di rischio da parte della
famiglia e della scuola» con Eliana Caminiti, terapista
dalla riabilitazione.
TORRE PELLICE: Alla «Bottega del possibile», a
partire dalle 8 di venerdì 25, incontro su «Famiglia,
servizi, volontariato. Il rispetto della domiciliarità: alleanze e strategie», fino a domenica 26.
OSASCO: AlTlstituto agrario incontro con i vini «I
vini dei quattro continenti», dalle 21 alle 23.
PINEROLO: Nella saletta Pro Loco, alle 17,30, incontro su «C’era una donna che... Figure femminili in
campagna tra l’800 e il ’900», presentazione del libro
curato da L’Rubat di Piscina.
26 maggio, sabato
TORRE PELLICE: Alle 16,30, alla biblioteca comunale «Levi» incontro con il poeta Gianni Milano «Infila tra le labbra un fiore di macerie», con il caposcuola
della «beat generation» italiana.
BOBBIO PELLICE: A partire dalle 10, giornata dello
sport al Centro vacanze dell’Esercito della Salvezza.
Informazioni al numero 0121-957728.
PEROSA ARGENTINA: Alle 21,30, al Palaplan, serata discoteca.
TORRE PELLICE: Alla sede dell’associazione Libera
officina, ore 16-18, laboratorio sulla sabbia, disegno.
PINEROLO: Alle 16,30, nel museo della Diocesi,
inaugurazione della mostra: «Angelo Capelli, genesi
di un arazzo per Giovanni XXIII», fino al 10 giugno.
TORRE PELLICE: Alle 21, nel tempio valdese, concerto pianistico a favore dei bambini di Cernobil con
musiche di Chopin, Beethoven, Schubert. Offerte a
favore dell’associazione «Senza confini».
PINEROLO: Nella sede di «En plein air», alle 17,30,
inaugurazione della mostra d’arte «Carala Crosio e
Claudio Rotta Loria», aperta fino al 17 giugno.
BOBBIO PELLICE: Nel tempio, alle 21, concerto
delle corali di Bobbio-Villar e San Secondo e dei cori
Eiminal e La draia.
PINEROLO: Alle 21, nel tempio valdese, concerto
della Badia corale.
PINEROLO: Nel salone del circolo sociale, alle
17,30, presentazione del libro «Da Esculapio ad Afrodite, diario di una chirurga plastica», con l’autrice, la
dotLssa Flora Spolidoro Capurro.
27 maggio, domenica
VILLAR PELLICE: Camminando nelle borgate.
VILLAR PEROSA: 2® edizione di «Cantò e mangè ai
burg ’d Vilar».
28 maggio, lunedì
PINEROLO: Al circolo sociale, via Duomo 1, presentazione del libro «Piemonte terra di emozioni, terra di parchi», a cura di Gianni Boscolo.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Dalle 16, nell’area del
mercato coperto, schegge di animazione teatrale e
mostra conclusiva, con esposizione dei lavori prodotti dai ragazzi a casa e a scuola.
30 maggio, mercoledì
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, alla biblioteca
comunale, serata su «Noi e la tv: istruzioni per l’uso».
31 maggio, giovedì
PINEROLO: Alla scuola comunale di danza, fino al 3
giugno, rassegna di danza con la Compagnia teatro
nuovo, la Scuola comunale di Pinerolo, il liceo artistico
Coreutico, l’Accademia regionale di danza.
Teatro del Forte di Torre Pellice
Ragazzi e ragazze
sul palcoscenico
Per tutta la scorsa settimana il teatro del Forte di
Torre Pellice ha ospitato
centinaia di ragazzi e
bambini per la rassegna
«Il teatro dei ragazzi». Si
tratta della fase conclusiva della stagione teatrale
di Torre Pellice.
Hanno cominciato i laboratori della compagnia
Stilema, seguiti da quelli
attivati dalle scuole. I primi a calcare le scene sono stati al mattino del 17
i bambini dell’istituto
comprensivo Rodar! di
Torre Pellice, che si sono
esibiti davanti a tutti i loro compagni in «Mediterraneo», replicato poi
per il pubblico il 19 maggio e il 25, un viaggio fantastico alla ricerca dei
miti e delle culture dei
paesi che si affacciano
sul Mediterraneo. Alla
rappresentazione hanno
preso parte i bambini e
le bambine della quinta
elementare, e i ragazzi e
le ragazze del laboratorio
teatrale della scuola media. Sempre il 17 maggio,
in serata, hanno recitato
gli allievi del liceo Porpo
rato di Pinerolo, che
hanno presentato «Cala
la notte» e «Uno, nessuno e centomila Shakespeare», ispirato al drammaturgo di Stratford on
Avon.A Shakespeare si
sono rivolti anche gli studenti e le studentesse del
liceo valdese di Torre
Pellice, che venerdì 18
hanno presentato «Ma se
Shakespeare», rivisitazione di «Romeo e Giulietta». Gli allievi del valdese
hanno anche presentato
«Le troiane», da Euripide,
testo drammatico, sulla
attualità sempre tragicamente vera dalle guerre
in tutti i tempi.
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Dolce novembre: Sweei !
november, con K.
e Charlize Theron; domenica 27, ore 17,45
20,10 e 22,10, lunedì28,
ore 21,15, Rapimento et
riscatto con Mag Ryane.'
Rassel Crowe.
BARGE — Il cinemi
Comunale ha in pro gramma, venerdì 25
gio, ore 21,15 Lavape;i
sabato 26, ore 21,15, lai
tigre e il dragone; dome!
nica 27, ore 16,30,18,45«.
21,15, lunedì, martedì(;
giovedì, ore 21,15, line-’
mico alle porte.
PINEROLO — La nuli ’
tisala Italia ha in programma, alla sala «2cei-‘
to» La mummia, il ritoi^
no; feriali 20 e 22,20, sd
bato 20 e 22,30, festiw
15,15, 17,40, 20 e22,2t,i
Alla sala «5cento» vaili
visione Valentine.
M Villar Perosa
Musicisti
emergenti
Penultimo appuntamento per la 15® edizione del Cantavalli, sabato
26 maggio alle ore 21,15
a Villar Perosa nel parto
della Società operaia,
con il concerto di «Harmoniraptus», nuova esperienza di folk acustico
del Nord-Ovest.
Sei giovani musicrs'i
emergenti, tra i 16ei26
anni, con elevato virwo
sismo e spontaneità a
servizio di un folk lega®
alla tradizione ma
chf
guarda al futuro, aperto
nuove forme espressive
pronto a raccogliere p
stimoli che provengo»
dalle esperienze piu
vanzate in materia. Org
netto, ghironda, fin“ '
coiti
violino, cornamusa,
trabbasso, un «supe 1
gruppo» che compren®,
due liguri, due valdo*
ni, un biellese e iin
rolese (il ghirondista f
nando Raimondo), C '
un repertorio arricc»“i
da nuove composito
rivolto verso il
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Cimitero acattolico
n quDPlei”®’^!-“ del sabato
I fluotìdiano II Manifesto,
j airata a libri, cinema e
S^ica, celebra il 21 aprile il
Sa della beat generation
Sry Corso, deceduto alrune settimane prima e di
ini i familiari hanno fatto
deporre le ceneri in un urna
¡1 cimitero acattolico di Roma ai primi di maggio. Una
naeina è dunque dedicata
oroprio a questo luogo. «Il
cimitero acattolico - scrive
Massimo De Feo -, spesso
chiamato anche “cimitero
degli inglesi”, “cimitero
protestante”, “cimitero di
Xestaccio” o anche cimitero dei poeti e degli artisti”, è
un’oasi di verde e di serenità con attuaimente circa
4 000 ospiti». «Il cimiteroprosegue l’articolo citando
la guida stampata da un
editore svedese - fino agii
inizi dell’800, era aperta
campagna, senza mura di
recinzione, erette solo nel
1824 dopo aspre polemiche
con le autorità vaticane».
IL MATTINO
Cardinale di apertura
Alceste Santini, commentando ii 25 aprile l’intenzione del càrd. Martini di trasferirsi a Gerusalemme, ne
traccia un profilo da cui
emerge come l’arcivescovo
di Milano «è riuscito ad essere un punto di riferimento, con i suoi interventi
sempre improntati al dialogo interculturale e interreligioso, per quanti (...) sono
sensibili all’urgenza di ricostruire un ethos collettivo,
inteso come nuovo “patto di
convivenza” di fronte alle
mutazioni avvenute nella vi
ta e nel costume di un popolo». «Infatti - dice più
avanti Santini - Martini non
ha mai avuto nostalgie per
una “società cristiana” che,
invece, un vescovo come
Maggiolini rimpiange fino a
prefigurare la “catastrofe”
del cattolicesimo dopo che
“saranno spenti i riflettori
sul papa che domina ora”».
I II ministro
verso i disabili
L’associazione «foni and
Friends Italia» ha tra i suoi
principali scopi quello di favorire all’interno delle chiese
evangeliche una maggiore
sensibilità nei confronti delle
persone disabili, sia di quelle
già inserite in un ambiente di
chiesa, che nei confronti dei
disabili in generale. Per aiutare le chiese a capire quale sia
il ruolo dei disabili nel piano
di Dio, vengono fatti dei corsi
al fine di incoraggiare i credenti a vedere la disabilità
con occhi nuovi. In questi
corsi vengono forniti dei suggerimenti per aiutare le persone disabili a partecipare attivamente alla vita di chiesa.
Un altro scopo dell’associazione, non meno importante,
è quello di portare aiuti concreti alle persone disabili, soprattutto nei paesi più poveri
dell’Europa dell’Est.
Ecco le nostre attività di
questi uitimi mesi. Nei mesi
di settembre e ottobre 2000, a
Torino, abbiamo potuto distribuire circa 500 opuscoli
della «Storia di foni» alle persone disabili che si recavano
a visitare l’esposizione deila
Sindone. Non perché si condividesse questa esposizione,
ma considerato che il mercoledì pomeriggio l’accesso era
esclusivamente riservato alle
persone disabili, abbiamo
potuto raggiungere numerose persone soprattutto con
disabiiità motoria.
Nel mese di novembre abbiamo tenuto, sempre a Torino, il corso «Cuori in azione»,
coinvoigendo 17 persone appartenenti a tre chiese. La nostra idea era di abbinare lo
studio biblico al progetto «Regalo speciale». Volevamo infatti utilizzare il corso anche
come preparazione di base
per i volontari con cui avremmo poi fatto visita a vari istituti e case di cura. Siamo stati
molto incoraggiati dall’interesse ed entusiasmo dimostrato dai partecipanti.
A Torino siamo dunque entrati in azione nei mesi di dicembre e gennaio. Con i nostri 17 volontari abbiamo organizzato otto «Regali speciali». Abbiamo distribuito un
CI troviamo a Terni e precisamente nel bel Palazzo
Giocosi-Mariani, ove ha sede il
Civico istituto musicale «G.
Bticcialdi»; sulla porta di una
sala destinata alla musica da
t^era, ima targa: «Sala Idino
Donini», Così Terni ricorda
'Opera trentennale d el maestro, come direttore dell’lstitu"Musicale pareggiato ai Conservatori. Noi lo ricordiamo
eon queste modeste righe, co®je un musicista evangelico
ohe diede nell’espletamento
olla sua carriera una bella testimonianza di impegno civico
0 di aderenza al proprio dovere.
Diplomatosi in pianoforte,
p®Posizione e canto corale al
l”®o*^atorÌQ di Napoli, vinse
,f^25, per concorso, il posto
I ' “'dottore dell’Istituto musica0 temano e nella città di Terni
Volse un’intensa attività sia di
J^positote sia di esecutore e
^rattutto di organizzatore, che
eoe amare dalla cittadinanza
m* superiori; fu l’ani
della rinascita dell’Istituto,
ne «prese i corsi già nel 1944,
,Po essere stato distrutto dai
^bardamenti del 1943.11 m.o
. nato nel 1891 da geniT, * '’n^esi a Gardone Val
(Ds), non dimenticò la
«de e la chiesa; collaborò incomunità
nista Temi, come orgae come direttore del coro.
e inoltre con l’organizzare numerosi concerti che contribuirono a far meglio conoscere la
comunità evangelica alla cittadinanza; vi si presentò come
esecutore, da ottimo pianista
qual era, e da compositore: la
sua produzione fu per lo più di
musica da camera, per pianoforte e strumenti solisti, con non
poche liriche, spesso su versi del
pastore Mariano Moreschini (il
delicato Stornello in grazia nova);
scrisse anche diversi brani di
musica sacra, alcuni dei quali
eseguì o diresse egli stesso a
Torre Pellice, in collaborazione
con la locale corale valdese.
Una trentina di sue composizioni sono depositate nell’archivio
dell’Istituto musicale di Temi.
Del m.o Donini ricordiamo
due particolarità: la conoscenza
della lingua amarica, con il diploma conseguito all’Istituto
universitario orientale di Napoli, e un hobby, l’arte del ventriloquo, esercitata con finezza e
vis comica imitativa notevole.
Ricordo il dialogo da lui intessuto, a Torre Pellice, dopo una
prova della corale, con la statua
del condottiero valdese Enrico
Amaud... Il carattere esuberante del maestro si esprimeva anche con il canto vivace di canti
popolari e canzoni giocose da
lui composte. Nel 1959 ha concluso la sua esistenza ricca di fede, di musica e di operosità.
bel pacchetto contenente un
calendario cristiano, gli opuscoli «La storia di Ioni» e «Accesso a Dio», un Vangelo di
Giovanni e un sacchetto di caramelle o cioccolatini. In un
centro di riabilitazione abbiamo incontrato una signora
che conosceva già la Bibbia,
ma aveva abbandonato la fede a causa della sua malattia.
Ricevendo il «Regalò speciale»
ha manifestato di accettare di
nuovo il messaggio d’amore
di Cristo. In un altro istituto
abbiamo incontrato un uomo
molto depresso in seguito a
un incidente. Ha chiesto una
Bibbia e ci ha pregato di andare ancora a trovarlo.
• In maggio 2000 cinque italiani hanno partecipato a una
distribuzione di Wheels for
thè World (Ruote per il mondo) in Bulgaria. Sono state distribuite circa 120 sedie a rotelle insieme al libro «Joni» e
a altro materiale evangelistico. Queste distribuzioni toccano sempre il cuore di chi vi
partecipa, specialmente per
noi occidentali non abituati a
scene drammatiche, come
persone che vengono ai centri di raccolta camminando
sulle mani o che ricevono una
sedia dopo aver passato anni
sdraiati in un letto. Anche
quest’anno, piacendo a Dio,
progettiamo di fare un altro
viaggio probabilmente in luglio. Abbiamo già raccolto oltre metà delle sedie a rotelle
necessarie. Chi fosse interessato a partecipare come fisioterapista, meccanico, aiutante o autista è caldamente invitato a contattare la sede di
Joni and Friends Italia. Attualmente stiamo sostenendo
un fisioterapista bulgaro
nell’ambito di un progetto
che prevede la creazione di
un centro cristiano di riabilitazione in collaborazione con
una missione inglese e un
gruppo di credenti bulgari.
Joni and Friends Italia, via
Duino 101, 10127 Torino;
tel.-fax 011-6190606; e-mail
colivero@tin.it. Conto corrente postale n. 12880100.
Reato contro
la persona
Sul numero di Riforma del
6 aprile scorso è stato pubblicato un articolo sulla prostituzione coatta e ipersfruttata
delle immigrate, con particolare attenzione su Messina.
Tra l’altro vi si legge un’affermazione non vera, che mi
par doveroso rettificare, secondo la quale lo stupro, visto prima come reato contro
la morale, cioè contro la proprietà della donna posseduta
dal marito o dal padre, insomma la donna come oggetto, adesso si configurerebbe quale «reato contro la
donna». Non è così, si tratta
di reato contro la persona. La
differenza non è da poco, mi
pare. Infatti, con la nuova
formulazione, la «morale» tenuta d’occhio in modo piuttosto assillante dalla vecchia
legge, e sub specie di morale
«sessuale», non è stata ignorata, ma viceversa approfondita, allargata, centrata nella
concretezza sensibile e pulsante della «persona» (quindi
anche del bambino, del minore, di qualsiasi persona
non consenziente).
Questo è ciò che rende la
nuova norma molto più avanzata della vecchia: l’astrattezza della «morale» con
una chiara connotazione sessuale rispecchiava una mentalità repressiva iper e pseudo
morale, e in concreto completamente immorale, come
lo sono certi ancora predicati
divieti sessuali della Chiesa
cattolica, che ispirano amarezza pontificia, per esempio,
per marce romane di gay
danzanti, accusati di oltraggiare la (plateale e redditizia)
santità del giubileo. Ho nominato i gay perché, con la vecchia mentalità (che purtroppo non è affatto morta) e con
Nota polemica sul film di Gabriele Muccino «L'ultimo bacio»
Trentenni irresponsabili?
FEDERICA TOURN
aLLA fine L'ultimo bacio di Gabriele Muccino si è aggiudicato anche cinque David di Donatello, gli Oscar del cinema nostrano, tra cui quello come miglior regista,
come se in gara non ci fosse anche Nanni
Moretti. Alla cerimonia di premiazione ha sigillato il suo successo con una certa dose di
stupore, qualche complimento agli altri autori e una (inquietante) promessa: «Cercherò
di continuare a fare bene come adesso». Non
varrebbe la pena riparlarne se non fosse che
questo film non solo ha avuto un enorme
successo di pubblico, ma ha acceso un dibattito sui trentenni e sulla loro supposta fuga dalle responsabilità che, tanto per dirne
una, continua da un paio di mesi ad allietare
la rubrica delle lettere di Repubblica.
Per prima cosa, due parole sul filin di
Muccino: molti l'avranno visto, se le statistiche non sono completarhente acqua fresca.
È la storia di due fidanzati trentenni, lei incinta alle prese con i progetti per la famiglia,
lui rampante pubblicitario alle prese con
propositi di fuga e adolescenti smaniose. Di
contorno, ragazze che pensano ai pupi e ai
rispettivi compagni reticenti, e ragapi (tutti
trentenni) che rimpiangono ideali libertà
passate e finiscono poi nell’ineluttabile matrimonio, fine di tutto quanto è interessante
e creativo, sacrificato sull’altare delle esigenze femminili e sociali di famiglia. L’ultimo bacio è un brutto film, superficiale fino a
diventare offensivo: ma chi sono questi
trentenni che possono scegliere fra un futuro familiare con villa corredata di piscina e
lavoro a stipendio assicurato, e fu^e verso
Oriente a tempo e portafoglio illimitato? Sono evidentemente quella minoranza di figli
di ricchi che possono permeitersi di scandalizzarsi per un «ultimo bacio» senza mettere
neanche per un momento in dubbio la sensatezza del sistema culturale, economico e
affettivo che lì sostiene.
Ma forse Muccino non voleva rtippresentare i trentenni di oggi, e sono stati pubblico
e critica ad attribuirgli intenzioni di ritrattò
generazionale (a proposito di critici: è passata una circolare a raccomandare buone
recensioni? Non uno che abbia parlato male
del film), con le ricadute di dibattito di:^so
di cui dicevo prima. Il fatto è che Muccino,
volente o nolente ha toccato, seppure confusamente, un nodo esistenziale fondamentale, quello della morte.
Così i tre film premiati dal David sono legati proprio da questo, dalla morte: ì Cento
passi di Marco Tullio Giordana (di cui abbiamo scrìtto più volte anche su Riforma) racconta la morte in un contesto sociale, con
l’assassinio di Pappino Impastato da parte
della mafia: è una morte «sociale» perché ha
implicazioni politiche, nel senso che coinvolge le persone nelle scelte di vita collettiva;
poi c’è la morte del figlio nel film di Nanni
Moretti, una morte che riguarda strettamente la vita di un nucleo familiare. E infine c’è
la morte nel percorso esistenziale di un individuo, la morte evocata, nonostante tutto,
daìV Ultimo bacio. Perché c’è un momento
(più momenti?) in cui ci si rende conto che
non tutto è possibile, che le strade non sono
tutte percorribili, che scegliere una cosa significa escluderne altre, e che questo succede perché siamo esseri mortali, limitati. Sposarsi allora può significare anche riconoscere questo limite, uscire dalTülusione dell’indeterminatezza che tanto va di moda oggi: in
questo senso io credo che nel timore di affrontare la vita adulta ci sia qualcosa dì più
che un desiderio di rimandare le responsabilità, ma appunto uno smarrimento, più o
meno consapevole, di fronte alia morte.
Smarrimento che non conosce differenze
sessuali, naturalmente, e scava oltre il livello culturale ed economico, ben oltre le consuetudini sociali che vogliono (di nuovo!) la
donna attaccata al focolare e l’uomo libero
cacciatore (che tristezza), e ci restituisce alla nostra nudità di creature condannate
dalla finitezza e liberate dalla speranza del
salmista: «Tutti i mìei giorni sono nelle tue
mani» (Salmo 31,15).
la vecchia legge che tutelava
una scelbiana morale molto
più che la persona, un omosessuale aggredito, se pur
avesse «osato» denunciare la
propria disavventura al più
vicino commissariato, molto
diffìcilmente avrebbe trovato
ascolto rispettoso, perché
questa gente, come si diceva,
«non merita rispetto». Come
accadeva per la donna aggredita di «Processo per stupro»
(1979), si poteva diventare da
accusatrice in accusata.
Nella società sempre più
astratta, innaturale e computerizzata di oggi e di domani,
purtroppo, tutti possiamo, da
un momento all’altro, essere
trattati come «oggetti» nel
senso più condannabile della
parola, trascurati, umiliati e
offesi, buttati a mare, come
qualche cattolica praticante
con una funzione pubblica di
primo rango chiedeva si facesse agli albanesi. Gesù a me
carissimo, anche se stento a
credere nella sua divinità, ci
avvisò chiaramente: sia il vostro parlare sì, sì, no, no, perché il resto è del diavolo; e ancora, sudando sangue nell’orto, disse agli apostoli addormentati; state svegli (perché il
sonno della coscienza genera
pensieri e azioni mostruose).
Non lasciamoci travolgere dai
nuovi pregiudizi non meno
dannosi dei vecchi, e addormentare dalla pigrizia mentale tanto favorita dall’apparente informazione dei mass media e da un a religione verniciata d’attualità.
Fortunato Micale - Messina
^ Un'opera
di testimonianza
Marco Rostan, nella sua lettera a pag. 13 del n. 16, ha focalizzato in pieno il mio pensiero su coloro che fanno poco o niente ma sono sempre
pronti a criticare e distruggere
il lavoro degli altri che si adoperano per la diffusione
dell’Evangelo attraverso i
mass media. Sarebbe ora di
archiviare l’eterno pettegolezzo su quelli che scrivono, fotografano, filmano: queste
persone fanno tutto nella loro
disponibilità e semplicità per
la testimonianza dell’Evangelo in una nazione come la nostra in cui lo spazio per noi è
veramente limitato e pagato a
caro prezzo. Quando alle volte si leggono certe imperfezioni giornalistiche non si tirino
le somme con vani ragionamenti, ma piuttosto si pensi a
ciò che sta dietro e al laborioso lavoro di noi che, come voi,
siamo dei semplici fratelli in
Cristo.
Ivo Blandino
Sant’Antonino di Susa
' Grazie alla
pastora Sciclone
Vorrei ringraziare la pastora Gianna Sciclone per la sua
partecipazione alla stesura
della Charta oecumenica e mi
rammarico che nessuno lo
abbia fatto prima di me. Da
vari anni impegnata nella
Kek, per motivi di salute non
ha potuta essere presente
all’incontro ecumenico europeo di Strasburgo dello scorso aprile. Il lavoro svolto
all’estero è difficile, oscuro e
spesso non ben recepito in
patria; perciò mi dispiace
che una volta tanto che si
raggiunge un risultato dopo
molto impegno, Gianna Sciclone non abbia potuta essere presente. Vero; la Charta
non è un documento perfetto e presenta molti difetti.
Ma mettere d’accordo 124
chiese ortodosse e protestanti e oltre 30 conferenze episcopali cattoliche non è stato
certamente facile. Spero che
le nostre chiese la ringrazieranno ufficialmente.
Peter Ciaccio - Roma
Passatempo
Soluzione del cruciverba del
numero scorso
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«lo so in chi ho creduto»
Tim. 2, 12
I familiari tutti dei caro
Valdo Menusan
anziano Riv - di anni 69
profondamente commossi per ia
grande dimostrazione di stima e
di affetto tributata ai loro caro,
neH’impossiWfità di farlo singolarmente, desiderano ringraziare
tutti coloro che con fiori, scritti e
parole di conforto hanno preso
parte al loro grande dolore.
Un ringraziamento particolare
al dott. Diego Sappé, al dott. Vaiter Broue, ai vigili del fuoco di
Luserna San Giovanni, all’Avis
sezione di Pramollo e San Germano, al Gruppo anziani Riv, alla Pontevecchio srl, alla pastora
Milena Martinat e alle Onoranze
funebri vai Pellice.
Pramollo, 14 maggio 2001
ANNIVERSARIO
Nel primo anniversario della
scomparsa di
Carlo Alberto Acinelli
la moglie, i figli, le nuore, i nipoti,
il fratello e la sua famiglia lo ricordano sempre con tanto amore e rimpianto.
Cavo (Isola d'Elba)
15 maggio 2001
Egidio, Enza, Gabriella, Marco,
Paola, Paolo sono vicini a Danilo
per la morte del papà dottor
Giovanni Mourglia
Torre Pellice, 9 maggio 2001
I necrologi el accettano
entro le 9 del lunedì. Tel.
0114B5S278 - fax 657542.
Í
m mmetUtrica
Claudiana
via Principe Tomaso, 1
Torino-tei. 011-6689804
fax 6504394
http:/ANWW.arpnet.it/~valde8S/claudian.htm
20
T
PAG. 16 RIFORMA
Villaggio Globale
venerdì 25 MAGGIO 2001
L'impegno delle chiese e delle Ong internazionali nella lotta per una pace giusta
Piano Colombia: il vero volto della politica statunitense
MARINHTACANNITO
PERCHÉ gli Usa si sono
impegnati nella «Guerra
alla droga» in Colombia? Le
acute analisi dei vari interlocutori intervistati ci hanno
aiutato a mettere allo scoperto la realtà della politica statunitense in Colombia. Abbiamo sentito testimonianze
che suggeriscono che gli attuali aiuti statunitensi sono
in effetti un pacchetto di aiuto alla controrivoluzione, un
tentativo di sconfiggere la
guerriglia che controlla il Sud
della Colombia, fìngendo di
ignorare il fatto che circa il
40% della coltivazione di coca del paese avviene nel Nord
sotto stretto controllo paramilitare. L’iniziativa delle fumigazioni prevede il dislocamento di 15.000 persone dal
Sud del paese, zona composta di un’alta percentuale di
terre non coltivate, che potranno così essere pronte per
l’investimento delle multinazionali con interessi petroliferi. È noto che la compagnia
Usa Occidental Petroleum ha
giocato un ruolo cruciale nel
dare il via all’attuale politica
statunitense in Colombia.
Inoltre, osservando le terre
vicino alle strade che percor
revamo, cosparse di condotti
petroliferi, noi delegati ci siamo resi conto che gli interessi petroliferi sono il migliore
indicatore delle strategie di
dislocamento che avvengono
anche al Nord, non con fiimigazioni, ma con operazioni di
terrore e violenza ad opera
dei paramilitari, nelle zone
sotto la sfera di influenza della British Petroleum, Chevron, Shell and Texaco.
Il ruolo delle chiese
Ma distruzione, violenza e
ingiustizia non sono state le
sole cose di cui noi delegati
siamo stati testimoni. Abbiamo visitato comunità che
cercano di costruire scuole e
cooperative con le proprie
mani e con l’aiuto di Organizzazioni non governative e
comunità religiose, soprattutto evangelicali. Abbiamo
ascoltato le testimonianze di
numerosi profughi che si
stanno organizzando grazie
all’aiuto di Justa Paz (Pace
giusta), un Centro mennonita che promuove la nonviolenza e si impegna nella trasformazione dei conflitti verso una politica di pace.
Nella regione di Norte de
Santander, ai confini con il
Venezuela, zona di conflitto
controllata dai paramilitari, il
nostro gruppo ha partecipato a una carovana di pace
preparata da un’organizzazione colombiana per i diritti
umani. Minga. Lo scopo della carovana era quello di iniziare una «campagna per la
vita, la cultura, e la pace» e di
garantire l’accompagnamento a coloro che facevano ritorno al proprio paese. Filo
Gringo, una comunità attaccata dai paramilitari nel febbraio del 2000.
La presenza delle organizzazioni internazionaii (alcune
Ong europee e l’Alto Commissariato per i rifugiati delTOnu) ha permesso a tanta
gente del luogo di partecipare
alla carovana e di percorrere
quei tratti di strade che ormai
sono evitati perché diventati
zone di rapimenti e omicidi.
In ogni paese o villaggio in cui
ci fermavamo eravamo accolti da un’atmosfera di gioia, da
musica e cibo offertoci nonostante l’estrema povertà della
gente. La solidarietà internazionale è stata per la gente
del luogo un segno di speranza che ha confermato l’importanza della nostra missione. In fondo, anche se per poche ore, in quei luoghi la
guerra si è fermata.
Lavorare per la pace
e la giustiiia
L’ultimo giorno in Colombia tutti e 100 i delegati, con
le nostre magliette azzurre di
«Witness for Peace», abbiamo
fatto una manifestazione pacifica di fronte all’Ambasciata americana a Bogotá. Circondati da simboli di pace, di
fronte a numerose reti televisive, giornalisti, fotografi e
passanti, abbiamo chiesto
perdono al popolo colombiano per le politiche di morte e
distruzione del governo statunitense, dichiarando il nostro impegno per la pace. Il
pastore mennonita Ricardo
Esquivia, leader preminente
del Consiglio nazionale di
pace e coordinatore del Consiglio permanente della società civile, ha rivolto un appello alle chiese nordamericane che, rappresentando un
forte potere economico e politico, possono svolgere un
ruolo cruciale nel cambiare
la politica statunitense.
Tornati a casa, spetta ora a
noi delegati ia responsabilità
di divulgare l’appello che ci
siamo sentiti rivolgere da tutte le comunità colombiane a
sostenere una politica statunitense che sia per la pace e
La manifestazione aii'ambasciata americana (foto Jess Hunter)
solidarietà con gli oppressi, ci
non per la guerra, che incoraggi la vita, e non la violenza
e la morte. Uno dei leader indigeni ci ha detto: «Aiutateci a
portare a termine il lavoro necessario per la pace e la giustizia. Aiutateci a creare lo spazio politico per concretare la
nostra visione». In mezzo a
tante voci che ho ascoltato è
la testimonianza di Héctor
Mondrageader indigeni ci ha
detto: «Aiutateci a portare a
termine il lavoro necessario
per la pace e la giustizia. Aiutateci a creare lo spazio politico per concretare la nostra visione». In mezzo a tante voci
che ho ascoltato è la litari le
sue mani tremano continuamente, ma il suo sguardo è
sereno. Quando gli abbiamo
chiesto che cosa lo spingesse
a continuare la sua lotta in
ha risposto: «La fede». Citando il profeta Geremia (20,7-9)
ha continuato: «La parola di
Dio è un peso perché è continuamente rigettata e noi continuiamo ad essere vittime
della violenza, ma è proprio il
fuoco della parola di Dio che
ci sostiene nella lotta per la
pace. Ed è questo fuoco, che
divampando attraverso la vita
e la voce dei suoi profeti, ha
rinvigorito la mia fede durante il mio viaggio in Colombia.
Questo modello di fede vissuta nella completa solidarietà
con i più deboli si è delineata
come un elemento trasformante nel cammino spirituale in cui il Signore mi sta conducendo. Spero di non dimenticare».
(2 -fine)
Liberi di scegliere
deciso di dare l’otto per mille dell’Irpef alla Chiesa valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste) ma fai parte di una di quelle categorie di contribuenti che non ha l’obbigo di presentare la dichiarazione dei redditi, ecco come devi fare:
1. prendi la copia del modulo CUD 2001 che ti è stato inviato dal datore di lavoro o, in caso di pensione, dall’lnps o da altri enti previdenziali;
2. firma nella casella prescelta senza superare i bordi;
3. firma la copia del modulo dove è scritto «Firma» (dunque sono due le firme da apporre sul modulo CUD 2001);
4- inserisci il modulo in una busta che puoi compilare con le indicazioni riportate qui
sotto;
5. consegna la busta chiusa allo sportello di una banca o di un ufficio postale.
ricorda
se scegli di firmare non hai alcuna maggiore imposta da pagare;
- se scegli di firmare sei tu che decidi chi gestirà il tuo otto per mille del reddito
Irpef, se no lo decideranno gli altri (infatti viene ripartita la quota otto per mille
anche di chi non esprime alcuna scelta in base alle percentuali delle scelte
espresse);
- se scegli di firmare a favore della Chiesa valdese puoi essere certo che l’otto per mille del reddito Irpef verrà investito in ospedali, scuole, case per anziani, programmi assistenziali e culturali in Italia e all’estero. Inoltre, sarai
sempre informato su chi ha ricevuto il tuo aiuto, quanto ha ricevuto e per
fare che cosa.
Firma qui
Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it - sito Web: http://www.chiesavaldese.org
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