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Anno 121 - n. 6
8 febbraio 1985
L. 500
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
LA DIFFICILE SITUAZIONE NELLA NUOVA CALEDONIA
La parola straniero — scrive
su La Stampa/Tutto libri Gianfranco Manfredi, la cui firma mi
riporta bei ricordi di serate
scanzonate nei campi di Agape
— sta diventando una parolachiave nel mondo della canzone
in cui periodicamente l’originalità è sostituita dalla ripetizione
insistita di un termine che assume un valore simbolico. Così
negli ultimi anni « Photograph »
ha significato ben più che fotografia, esprimendo atteggiamenti connessi alla memoria e alla
precarietà del presente ; e « Telephone » ha alluso alla comunicazione da solitudine a solitudine mediata dalla tecnologia. Ora
è la volta di « Stranger », di cui
Manfredi traccia rapidamente
il vuoto profilo attraverso una
serie di recenti canzoni.
Perché Straniero? Negli anni
’60 e ’70 gli artisti di opposizione non avevano bisogno di parlare di estraneità; la vivevano
insieme alla « società dei non
garantiti » con cui facevano corpo e di cui condividevano la ribellione, le idee, i gusti, i comportamenti. Oggi invece gli artisti sono sentiti dal popolo come cortigiani inseriti nel potere
della Corte di cui riflettono i segni distintivi : « sono belli, ben
vestiti, ricchi e bravissimi ». Ma
avendo per questo l’oscura sensazione di una perdita di identità, sentono il bisogno di ricongiungersi col vuoto emotivo che
è nel loro pubblico e « per dire
alle masse ’siamo con voi’, cantano l’assenza, il vuoto, la totale estraneità ».
Noi non abbiamo le masse.
Ma ho pensato comunque al
gran parlare tra di noi quest’anno dello straniero (« che è dentro le tue porte»). Certo i motivi per cui ne cantano i nostri
sermoni sono molto diversi da
quelli che inducono i moderni
parolieri ad arpeggiare il tema
dello Straniero. Sta di fatto che
oggi slamo ben più inseriti di
un tempo se non nei recessi della Corte, per lo meno nel costume della città. E insieme alla tranquillità, talvolta un po’
compiaciuta, che ce ne deriva,
forse c’è in noi anche un sottofondo di nostalgia del tempo in
cui non parlavamo molto di
estraneità ma vivevamo con maggiore tensione il nostro rapporto con l’ambiente circostante.
Non c’è qualcosa di questa
nostalgia nella sollecitudine con
cui abbiamo raccolto nelle nostre chiese la parola d’ordine del
ricordarci dello straniero che è
dentro le nostre porte? Non me
lo chiedo per mettere in questione il nostro occuparcene (soprattutto se non ci limitiamo a
parlarne) ma per porre accanto
e oltre a questo il problema del
nostro essere o meno « forestieri e pellegrini sulla terra », e
cioè stranieri in casa nostra,
nell’ambiente in cui viviamo come singoli e come chiese. E me
lo chiedo nella speranza che questi problemi e questi interessi
abbiano tra di noi una vita più
lunga di quella che nella canzone la moda concede ad una parola-chiave, insistentemente ripetuta prima di esser messa da
parte dalla successiva.
Franco Giampiccoli
Il diritto e i'anima dei Kanoki
Inesorabilmente vengono al pettine i nodi del colonialismo, in un intrico che il governo francese non sembra in grado di sciogliere - La posizione delle chiese protestante e cattolica
Alle 6 del mattino del 12 gennaio, in un conflitto a
fuoco fra i gendarmi francesi ed un gruppo di indipendentisti kanaki, veniva ucciso Eloi' Machoro, uno dei capi del
FLNKS (Fronte Liberazione Nazionale Kanako e Socialista). Qualphe giorno prima Machoro aveva dichiarato; « Molti vogliono vedermi morto. Ma, se riescono ad uccidermi,
sorgeranno dieci, cento nuovi Machoro ». Egli era uno dei
capi più intransigenti, ma anche più carismatici fra gli in
LO STRANIERO CHE E’ DENTRO LE TUE PORTE - 3
Aprirsi aWaltro, al Signore
« ...ebbi fame, e mi deste da mangiare ; ebbi sete, e mi deste
da bere; fui forestiere e m’accoglieste; fui ignudo, e mi rivestiste;
fui infermo, e mi visitaste ; fui in prigione, e veniste a trovarmi ».
(Matteo 25; 35-36).
Chi ha fame, ha necessità di
cibo, chi ha sete, di bevanda, chi
è nudo, di vestiti. Sono le necessità più immediate, elementari, e non dovrebbe essere difficile provvedere a questi bisogni di vestiario, di acqua, di pane. Chi è malato vorrebbe salute, chi è prigioniero vorrebbe libertà. Gli evangeli ci presentano Gesù come colui che può
guarire gli ammalali, e liberare
i prigionieri, ma qui, suggerendo implicitamente quale può essere il comportamento dei credenti nei confronti dei “minimi", degli ultimi, l’evangelo di
Matteo si accontenta di un comportamento molto meno irnpegnativo: non è sempre possibile
guarire un malato, ma lo si può
visitare; non è sempre facile liberare un prigioniero, ma lo si
può andare a trovare.
Ma che cosa si può fare rispetto a un « forestiero », ad uno
straniero? Chiediamoci anche
qui che cosa manca ad uno straniero. Non necessariamente gli
manca il pane o la libertà; gli
manca, essenzialmente una casa
propria, un paese, una patria.
Come .si può venire incontro a
chi manca di questo?
Siamo in qualche modo a metà strada fra i bisogni elementari, che possono essere soddi
sfatti semplicemente dando quello che al bisognoso manca, e bisogni più complessi, ai quali si
può rispondere solo indirettamente, con dei surrogati.
Un forestiero può mancare di
casa, di lavoro, di cibo; a questa sua mancanza si può venire
incontro dandogli casa, lavoro e
cibo, appunto. Ma dare una patria. dare la sua patria ad uno
straniero a volte non è affatto
facile. Pensiamo, per fare un solo esempio concreto, a quanto
è stato difficile e continua ad
essere difficile dare una patria
agli ebrei della diaspora; pensiamo a quanto è difficile dare una
patria ai palestinesi. Difficile,
quanto dare guarigione ad un
malato di cancro o ad un drogato. Difficile, come dare liberiti ad un criminale nazista o ad
un brigatista rosso.
Si tratta spesso di casi che ci
fanno sentire tutta la nostra impotenza, di casi dove ci sentiamo superare da situazioni più
grandi di noi.
La risposta che viene da questo brano di Matteo è apparentemente semplicistica. « Fui forestiero e m’accoglieste ». Basterà allo straniero « essere accolto »? A chi chiede una terra,
anzi a colui cui manca la sua
terra, basterà offrire un surro
gato in fondo così a buon mercato, una semplice “accoglienza", un asilo, un rifugio?
Penso che l’evangelo, che a
volte accusiamo di essere massimalista, utopico, di chiederci
cose impossibili, sappia invece
chiederci cose perfettamente ragionevoli, alla portata delle nostre forze. Ai problemi dello
straniero, ai suoi bisogni, potremo rispondere accogliendolo.
Certo accogliere uiw straniero
non gli restituirà la sua terra,
così come visitare un malato
non gli ridarà la salute, cost^ come andare a trovare un prigioniero non gli ridarà la liberta.
E lo straniero forse continuerà
a cercare la sua terra, anche se
con un sogno utopico, come l’ammalato guarigione e il prigioniero libertà.
Ma qui non si tratta del suo
problema; ma del nostro. Non
posso sfimgire alla mia responsabilità specifica, con la scusa
che il problema è più grande di
me; qualcosa posso fare, e questo mi è chiesto di fare.
Accogliere, dunque. Si tratta
di riunire, di raccogliere, di mettere insieme qualcosa ( dallo
stesso verbo deriva la parola
“sinagoga", il luogo dell’adunanza, il luogo che raccoglie e riunisce). Non è tutto quello che
lo straniero attende e vorrebbe
potersi augurare, ma non è poco, è certo più di quanto abiSergio Ribet
(continua a pag. 3)
dipendentisti ed il suo assassinio lo pone automaticamente nel
limbo della leggenda accanto ad
Ataï, il capo melanesiano che nel
1878 aveva guidato una sfortunata insurrezione contro i francesi. Il comportamento delle forze dell’ordine è stato molto dubbio ed ha suscitato un’ondata di
proteste anche in Francia. Con
la morte di Machoro la lista dei
morti sale a 15 di cui 11 kanaki,
e la spirale della violenza sembra
prendere una corsa che sarà difficile arrestare.
Inesorabilmente i nodi del colonialismo stanno venendo al pettine, talmente intricati ed ingarbugliati che il piano del Governo
francese messo in piedi dal ministro Pisani non sembra essere in grado di scioglierli. Mitterrand ha dimostrato molta buona
volontà, con il suo viaggio di 5()
ore per 10 ore di colloquio, ma i
socialisti non hanno più la forza
di un tempo ed il centro-destra
francese è sempre più agguerrito.
Certamente lo scoglio più grosso da risolvere è; da dove partire? I caldosci (i discendenti dei
coloni francesi) vogliono evidentemente partire dalla situazione
attuale e difendono i loro privilegi. Per i kanaki invece la storia degli ultimi 180 anni brucia
troppo.
L’impatto con la « civiltà occidentale » nel 1853 (data di inizio dell’occupazione francese) è
stato catastrofico. In 50 anni il
numero dei kanaki è sceso da
200.000 a 27.000 a causa soprattutto dell’alcolismo, delle violente repressioni delle rivolte e della
lebbra. Sono stati emarginati in
riserve (da cui sono usciti solo
30 anni fa) mentre le loro terre
venivano assegnate a coloni europei ed è stata favorita una immigrazione di polinesiani (soprattutto dall’isola di Wallis) e
dal sud-est asiatico. Oggi i kanaki sono soltanto il 44% della
popolazione e si sentono stranieri nel loro proprio paese, minacciati nella loro cultura e vittime di disuguaglianze economiche e sociali flagranti.
Nelle scuole pubbliche per es.
i bambini kanaki studiano la storia francese ( « nos ancêtres les
gaulois! »), la geografia della
Francia (sanno i nomi dei monti,
dei fiumi ecc.) senza affrontare
la realtà dell’Oceania.
Dove stanno
le chiese?
Interessante è esaminare il
ruolo delle comunità religiose:
i protestanti hanno preso nettamente posizione a favore dell’indipendenza, mentre i cattolici
hanno una posizione più ingarbugliata. Certamente la diversità di
posizione dipende da due fattori
essenziali: la composizione e la
storia delle due chiese.
I protestanti sono 36.000, di cui
31.000 kanaki, 4.000 polinesiani e
1.000 europei; hanno 70 pastori
Renato Co’isson
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
8 febbraio 1985
II
e ranima dei Kanaki
(segue da pag. 1)
tutti kanaki salvo uno che è malgascio.
I cattolici sono 90.000, di cui
30.000 kanaki, 12.000 polinesiani
e 48.000 europei in gran parte
caldosci; hanno 60 preti di cui
solo 6 kanaki.
Ma è soprattutto la storia che
condiziona il presente.
II protestantesimo è nato per
l’opera di evangelisti polinesiani
che hanno subito formato degli
evangelisti locali; solo in un secondo tempo sono arrivati i missionari europei, prima inviati
dalla London Mission Society e
poi dalla Missione di Parigi. La
Chiesa Evangelica (EENC) diventa indipendente già nel 1960 e
nel 1971 partecipa alla creazione
della Comunità evangelica di
Azione Apostolica (CEvAA), dove
siede ad eguale diritto dei rappresentanti delle altre chiese, in
particolare di quelle francesi.
Il cattolicesimo è arrivato nell’isola assieme ai conquistatori
francesi, e pirr avendo avuto un
profondo radicamento nella realtà locale, è rimasto compromesso dalla storia del colonialismo,
per cui molti la chiamano « la
chiesa dei bianchi ». A Noumea
c’era nella cattedrale ima scritta, oggi cancellata, che diceva:
« Questo Paese è stato donato
da Monsignor Douarre a Dio ed
alla Francia ».
Messaggio del Moderatore
Giorgio Bouchard alla
Chiesa Evangelica della
Nuova Caledonia
Cari Fratelli,
in quest’ora tragica, ma anche
decisiva della storia del vostro
Paese, desideriamo assicurare alla vostra Chiesa tutta ia soiidarietà
della Chiesa Evangelica Valdese
d'Italia: la nostra speranza è che
il vostro Paese possa presto godere di una piena indipendenza,
nella pace, nella libertà e nella
giustizia.
dell’uomo e della società con
l’indipendenza politica. Gesù Cristo non si è mai occupato dell’indipendenza politica, ma ha
voluto rendere l’uomo interiormente libero perché possa fare,
senza egoismo, le sue scelte nella
società ».
E le scelte di coscienza sono
state diverse! I caldosci si stanno arroccando nella difesa dei loro privilegi, mentre 5 degli 11
preti kanaki hanno lasciato il
sacerdozio e sono ora fra i leaders degli indipendentisti.
Fra questi Jean Marie Tjibaou,
l’attuale capo del governo provvisorio: « Non aspettiamo più
nulla dalla chiesa — ha detto —
che non si occupi più di noi.
Non saremo mai contro la religione. Lottiamo però perché gli
uomini possano pregare liberamente il loro Dio ».
F. Filloux presentava su Le
Monde del 24.12.1984 il profondo travaglio di quest’uomo che
la sera prima di pronunciare il
suo duro discorso contro la sua
chiesa, si era a lungo raccolto in
preghiera nella cattedrale di
Noumea ed era... solo!
In Francia è mancata finora
una presa di posizione dei vescovi sulla Nuova Caledonia, mentre invece la commissione episcopale Justitia et Pax a più riprese ha messo in guardia il Governo sul pericolo di uno scontro.
Il nodo più difficile
Ciò che divide più profondamente caldosci e kanaki è l’incontro di due civiltà che difficilmente possono coesistere. Da
una parte una civiltà che privilegia sempre più l’individuo, dall’altra una società estremamente
comunitaria dove non esiste la
proprietà privata.
Significativo a questo riguardo il diverso senso della povertà.
Per i caldosci è povero colui
che non possiede qualcosa, per i
kanaki è povero colui che non ha
amici!
Ma lo scontro maggiore si avrà
sul possesso della terra di cui
viene reclamata la restituzione
al popolo kanako. Perché questa
richiesta viene presentata in forma intransigente? Non è soltanto
perché sia restituito il maltolto.
Per i kanaki prima di essere
« l’oggetto di una proprietà giuridica e lo strumento di una produzione economica, la terra è il
mezzo di esprimere la propria
anima ed il luogo dove vivono
la storia ». Secondo Tjibaou la
terra è l’archivio di famiglia, da
cui il popolo trae la sua origine.
Le terra è sacra! Quando i caldosci hanno occupato le loro terre hanno strappato ai kanaki
parte della loro anima.
Condizione imprescindibile per
una pacifica convivenza è che
quest’anima sia loro restituita.
Quando ciò sarà avvenuto i kanaki — secondo le dichiarazioni
del moderatore Ajapulma delTEENC — saranno anche pronti,
data la loro innata ospitalità, a
prestare le terre ai caldosci perché le coltivino.
La domanda che ci si pone con
inquietudine è: c’è spazio per im
accordo?
L’EENC può svolgere un importante ruolo di mediazione ed
infatti molti guardano a lei con
speranza. Non legata al FLNKS
(anche se quasi tutti i membri
del governo provvisorio sono
protestanti) può svolgere un ruolo innanzitutto di incontro e di
unità delle chiese. Buon successo ha avuto una veglia di preghiera nel dicembre scorso in
cui tutte le chiese erano presenti. L’EENC ha inoltre buon credito fra gli indipendentisti e la
sua voce è ascoltata dagli ambienti del governo francese.
L’EENC fa infine un grande sforzo perché si giunga ad una soluzione attraverso le vie della non
violenza.
C’è solo da sperare che non sia
troppo tardi. Renato Coìsson
I protestanti hanno preso nettamente posizione a favore dell'indipendenza.
Tutto è cominciato negli anni
1976-1979, con lo studio proposto
dagli animatori teologici della
CEvAA su Efesini 4, in particolare il vers. 13 « finché tutti siano arrivati all’unità della fede e
della piena conoscenza del Figliuol di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza ed alla statura
perfetta di Cristo ».
Questo studio è stato portato
avanti, approfondendo anche gli
aspetti etici e sociali, a tutti i livelli: scuole domenicali, gruppi
giovanili, femminili, assemblee
varie, per finire al Sinodo del
1979 che si pronunciava aH’unanimità per l’indipendenza affermando che il Sinodo « ha studiato la situazione passata e presente dei melanesiani nel paese. Essi sono da sempre i suoi abitanti
e fanno un tutt’uno con la terra,
a questo titolo sono il solo gruppo che può rivendicarne l’indipendenza ».
Questa presa di posizione della
EENC è stata subito sostenuta
dalla CEvAA; in par'¡colare il
suo ramo francese (DEFAP) si è
fatto portavoce in Francia della
voce dei Melanesiani richiamando invano l’attenzione del Governo sulle nubi che si addensavano
alForizzonte. Anche il Consiglio
Ecumenico delle Chiese (CEC)
ha preso posizione a favore di
queste rivendicazioni.
Più complessa è la posizione
della chiesa cattolica. Nel settembre 1979 l’allora arcivescovo
di Noumea Mons. Eugène Klein
faceva una dichiarazione nella
quale, appoggiandosi alle tesi
sviluppate dal Papa nel suo
discorso al CEC a Ginevra sulla
non ingerenza della chiesa nella
politica, rimandava ognuno alla
propria coscienza: « Non bisogna confondere la liberazione
DIBATTITO
Chiesa, stato e Reder
Giovedì 24 gennaio il maggiore Walter Reder, essendogli stata ridotta la pena, ha lasciato
prima del tempo fissato il carcere di Gaeta ed è volato a Graz
accolto all’aeroporto dal ministro della Difesa austriaco Friedhelm Frischenschlager. L’avvenimento, come era logico, ha suscitato molto clamore nel nostro Paese dove le atrocità delle
truppe naziste difficilmente potranno essere dimenticate. Poiché qualcuno ha fatto riferimento a valori cristiani (l’on.
Clemente Mastella della DÒ ad
esempio ha spiegato « di credere, come cristiano, nella validità del perdono »), è bene chiarire come in questa occasione
essi siano stati tirati in ballo
piuttosto a sproposito.
Vorremmo ricordare alcune
pagine di Karl Barth (in Rechtfertigung und Recht): « E’ chiaro che in questa strettissima relazione fra l’esistenza della Chiesa e quella dello Stato, la Chiesa non può essa stessa divenire
uno Stato e lo Stato, d’altra parte, non può diventare una Chiesa... Lo Stato, come Stato, non
conosce nulla dello Spirito, non
conosce nulla dell’amore, non
conosce nulla del perdono. Lo
Stato porta la spada e, come abbiamo visto in Romani 13, non
la porta invano... Lo Stato negherebbe la sua stessa ragion
d’essere se intendesse diventare
una Chiesa ».
Ci sembra che queste parole
siano particolarmente appropriate: il perdono appartiene
soltanto a Dio. Lo Stato ha la
funzione di garantire l’ordine e.
attraverso l’applicazione delle
pene, di fungere da deterrente
pei i malvagi. E mai come in
questo caso era necessario che
la pena fosse scontata fino in
fondo perché rimanesse per tutti un esempio evidente della misura raggiunta dalla barbarie
nazista, perché tutti sapessero
e ricordassero, perché non ci
fossero più in futuro eccidi come quelli di Marzabotto, S. Anna di Stazzema, Vinca.
Lo Stato esercita una funzione assegnatagli da Dio cui non
può venire meno a pena di mancare al suo compito. Uno Stato
che rilascià un criminale di
guerra prima del tempo viene
meno agli occhi dei credenti alla sua stessa ragion d’essere
perché vanifica la sua strumentalità, voluta da Dio stesso.
Ge.sù ha detto; « Rendete a
Cesare quel ch’è di Cesare e a
Dio quel ch’è di Dio » (Matteo
22: 21). Cesare faccia quel che
deve fare e lasci a Dio ciò che
Egli, nella Sua libera ed autonoma volontà, si è riservato: la
giustificazione dei peccatori mediante il perdono propiziato dalla morte vicaria di Gesù Cristo.
Ogni uomo può trovare in Cristo la liberazione dal peso del
.suo peccato ed il perdono di
Dio ma questo non lo esime dalle sue responsabilità verso le
autorità terrene: né queste ultime hanno il diritto di rinunciare al loro compito che è quello
di «infliggere la giusta punizione a chi fa il male » (Romani
13: 4).
Franco Scaramuccia
AMORE
Gentilissimo Direttore,
per suo mezzo vorrei dire qualcosa
al Sig. Luigi Panaroni di Pisa a proposito della lettera « Alcune domande »
apparsa sul n. 49 del giornale.
Penso che il Sig. Panaroni sia d'accordo con me nel ritenere che anche
le persone normali, gli eterosessuali,
sono condizionati e vincolati nello
espletamento delle loro pratiche amorose e non è loro consentito l'atto
amoroso in qualsiasi situazione e con
qualsivoglia persona dell'altro sesso,
fino a pretendersi, al limite, la castità
completa — nel caso, per esempio,
di consanguinei stretti.
Se siamo d'accordo su queste premesse, il problema posto, a mio parere, non esiste. Si può e si deve cercare di venire incontro a questi anormali, ma non si può tollerare che
essi trasformino in azione un sentimento che, di per se stesso, fino a
quando rimane nel profondo del cuore, non può che essere considerato
un sentimento d'amore.
Che cosa fare in pratica: in primo
luogo Amore per tentare di risolvere
le specifiche situazioni con i mezzi
che la scienza oggi ci offre, in particolare con la psicologia; successivamente ancora Amore per tentare, con
l'aiuto di Dio, di convincere la persona alla rassegnazione e al controllo
dei propri istinti; In terzo luogo ancora
Amore per tentare di indirizzare i suoi
sentimenti verso uno scopo nobile,
bello e generoso ohe possa entusiasmarlo al punto da attenuare In lui
gli istinti materialsessuali.
Diversamente non può che esservi
la disapprovazione più completa, che
però non esclude rinnovati tentativi
sulla scia di quanto proposto prima o
di altre analoghe specifiche azioni di
convincimento.
Con i migliori saluti.
Reto Bonifazi, Terni
DISACCORDO
Egregio direttore,
a proposito della pubblicazione del
sermone del pastore Kleemann dico subito che non ho trovato nulla di così
vivo nel suo contenuto anzi un povero
sermone che si predica di solito nelle chiese Valdesi, Metodiste, Luterane; sermoni pieni di allusioni politiche
ohe allo Spirito dicono poco o nulla;
voi lo presentate come esempio di rinnovamento, lasciatemi dire che è un
rinnovamento per andare indietro; se
per rinnovamento intendete aggiornar
si al mondo di oggi, vi ricordo la parola di Paolo a Timoteo (« Poiché Dema avendo amato il presente secolo mi
ha lasciato e se n'è andato a Tessalonioa).
Approfitto ancora per rispondere al
Sig. Gottardi che a proposito della
presa di posizione della TEV, pubblicata sull'Eco-Luce 16.10, dico che la
chiesa di cui si parla è proprio la chiesa Valdese e Metodista, cioè il Sinodo, i pastori, con una parola più comprensiva i dirigenti che con le loro
(scoperte) non del tutto ispirate alla
Bibbia; ma piuttosto come dicevo prima adeguate al secolo presente; sono
loro a decidere ed indirizzare la chiesa lasciando I membri d'accordo o
no, a guardare.
Saluti
Mario Goletti, Torre Pellice
ISTINTO VIZIATO.
CURARLO
Rispondo all'articolo dal titolo « Alcune domande - del mio concittadino
Luigi Panaroni, apparso nella rubrica
« A colloquio con 1 lettori •> ne « La
Luce » del 21 dicembre scorso.
Mi preme anzitutto rilevare che per
la vertenza degli omosessuali dice di
approvare in gran parte i concetti della TEV, però solleva delle domande i
cui contenuti mi sembra contrastino
con le sue precedenti affermazioni oggettive. Intanto fa una specie di classifica (l'esempio del ladro e del cleptomane non può essere oggetto di paragone) fra omosessuali per natura eppoi
quelli che sentono attrazione (sic) per
le persone dello stesso sesso (anche
qui il paragone con gli eterosessuali
non può assolutamente calzare perché
la situazione è profondamente diversa!) .
Affermo quindi che per quelli che
sentono l'attrazione si deve rilevare
la presenza di un vizio, basato sugli
istinti disumani del soggetto,
Si starebbe freschi se l'essere umano si lasciasse guidare solo dagli
istinti (purtroppo animaleschi) che sono, allo stato naturale, in lui! E allora
a che cosa servono l'educazione, la
moralità, il discernimento del bene e
del male, i sentimenti di onestà, di
correttezza, di pudore, di spiritualità,
di raziocinio, di forza della volontà eco.
ecc. che distinguono l’uomo dalla bestia?
Il fratello Panaroni domanda alla
TEV perché non sia possibile tollerare
una situazione del genere. Ma questi
sono casi in cui non si possono ammettere alternative e tanto meno le
comunità non possono certo provvedere a... curare certe « deviazioni »,
come viene proposto.
A mìo avviso la chiesa non può accettare un invertito come non può
ammettere una prostituta, un ladro o
qualsiasi altra persona ohe non sia
una persona per bene di fronte alla
legge, di fronte agli uomini e nel cospetto della Parola di Dio, senza naturalmente mancare di adottare caso
per caso il sacro principio del perdono: « Vai e non peccare più ».
Ferruccio Giovannirti, Pisa
ECUMENISMO
Nel manifestare ad un fratello in fede la gioia mia e di molti altri « compagnons de route » per l'ammissione
di Cesare Milaneschi nella comunità
valdese di Forano Sabino (cfr. Eco-Luce
dell'11.1.85), gli scrivevo che sono spiritualmente lieto che ex-frati (minori,
predicatori eoe.) abbiano fatto e facciano il passo — indubbiamente coraggioso in questa Italia sempre gravemente affetta dalla malattia del compromesso — del concreto separarsi
dal cattolicesimo romano per aderire
alla Chiesa Valdese, una delle espressioni del cattolicesimo evangelico. Con
questo affermo che, qualunque cosa
dicano gli attuali « wojtyliani », noi vaidesi, e con noi tutti gli altri evangelici italiani, siamo e restiamo in seno
alla Chiesa universale. Non è un motivo da poco nell'attuale stasi ecumenica. Dopo la retromarcia fatta recentemente dal papa romano e dalla Curia (nonché da alcune ben individuate
associazioni para-ecclesiastiche) rispetto al Vaticano II, non mi stanco dal
ripetere in privato e in pubblico che
occorre essere sempre più chiari nel
dialogo con i nostri fratelli cattolici
romani, i quali d’altra parte ci sono
in genere grati di questa chiarezza.
Essere « chiari » non vuol certo dire
essere » chiusi » o peggio ■■ ostili »,
tutt'altro! A pensarci bene, la decisione presa dal nostro fratello Cesare
Milaneschi è perfettamente in linea
col pensiero di uno dei maggiori pionieri dell'ecumenismo da lui amorevolmente studiato (cfr. Cesare Milaneschi, Ugo Janni pioniere dell'ecumenismo, prefazione di Valdo Vinay, Collana della Facoltà valdese di teologia,
Torino, Claudiana, 1979, p. 312). Costui, in un suo volumetto II rinnovamento cattolico dell'Italia e la missione del Valdismo (Pinerolo, Unitipografioa Pinerolese, 1932, p. 114), parlando della trasformazione del movimento valdese « in una piccola chiesa
riformata di tipo calvinista » avvenuta
dopo Chanforan 1532, scriveva che
« l'importanza positiva della costituzione di questa piccola chiesa » riguarda
non soltanto « il nucleo di valdesi che
così vollero organizzarsi per meglio
provvedere ai loro bisogni carismatici », ma anche « quelle anime che,
venendo a contatto con la chiesa valdese e trovando in essa una più adeguata rispondenza alle loro necessità
spirituali già deste o ridestate da tale
contatto, hanno modo di soddisfarle
appieno prendendo posto In seno a lei
per mettere, così, in armonia le intime esigenze del loro spirito con la
prassi della vita religiosa ed ecclesiastica » (ivi, p. 64).
Giovanni Gönnet, Roma
3
r
8 febbraio 1985
fede e cultura 3
IN MARGINE AD UNA SERIE DI ARTICOLI DI BAGET BOZZO 2« INCONTRO COM-NUOVI TEMPI A ROMA
Chi è Dio?
Il prete in crisi, tra divinità vendicative e
difficile progetto evangelico di libertà e il
Personalmente non sono un
lettore assiduo del quotidiano
« La Repubblica », anche se questo sembra essere il giornale
che fa opinione in buona parte
dell’area « progressista » delle
nostre chiese. Ma anche se non
sono solito formarmi alla scuola del noto politologo Gianni
Baget Bozzo, devo ammettere
di aver letto con interesse i suoi
due primi articoli apparsi su
quel giornale e che hanno questo tema ; « Vivere da prete oggi ». Aspetto di leggere gli altri.
« E l’omino nero entrò in crisi ». « Ma è possibile che sia io
la voce di Gesù Cristo? ». E’ il
titolo del primo articolo. Vi si
dice che il prete è in crisi, certo, con se stesso, ma anche con
il suo Dio. Chi è Dio? Una risposta molto precisa viene dal
cardinale Siri ; il Dio della chiesa che il prete è chiamato a gestire è un Dio di ira, un Dio che
si vendica. Perché c’è tanta sofferenza nel mondo? E’ Dio che
si vendica a causa del divorzio,
dell’aborto, del mancato sussidio statale alle chiese cattoliche.
Ma il prete si rende conto che
di fronte alla sofferenza ed alla
situazione del mondo di oggi
non può essere predicato un
Dio che nel dolore umano si
vendica, ma solo il Dio di Gesù
Cristo crocifisso, solidale con la
sofferenza umana. La crisi del
prete: il catechismo gli offre ancora un Die dell’ira (e del perdono fondato sulla sospensione
dell’ira) ed egli non può più riconoscersi se non in una pratica di compassione. Ma allora
chi è Dio?
« Il Dio assente di Wo.ityla o
il vendicatore di Siri? L’irrìsolvibile dilemma del sacerdote ».
E’ il titolo del secondo articolo
di Baget Bozzo. Secondo Wojtyla la chiesa deve parlare al
mondo il linguaggio di un nuovo umanesimo. Essa è una struttura sociale che ha l’ambizione
di valere sul piano politico offrendo al mondo le basi etiche
su cui esso può sopravvivere. Il
papa è un leader di massa e per
proporre questa identità invade
i mezzi di comunicazione e viaggia senza sosta. Ma il messaggio di Wojtyla, il suo modello,
non è trasferibile al prete. Quando il nrete tenta di imitarlo conformemente a quella prospettiva di assunzione dei bisogni nazionali e popolari propria del
papa attuale, c’è lo scontro. Per
es. la condanna della teologia
della liberazione, la teologia che
vuole esprimere sul piano del
pensiero teologico l’esperienza
latino-americana. Ma Dio? Mentre il Dio di Siri è inaccettabile,
il Dio di Wojtyla è assente.
Problema importante
Baget Bozzo, senza dubbio,
pc'ne con una certa spregiudicatezza un problema importante sul quale varrebbe anche per
noi la pena di iniziare una rifiessione, altrettanto spregiudicata ed autocritica. Chi è Dio?
Noi evangelici non siamo disposti a credere nel Dio di Siri, né
accettiamo il papa come leader
spirituale, morale, politico. Noi
non siamo certo a corto di definizioni di Dio.
Il Dio « totalmente altro » di
Earth e di Bonhoeffer ha formato la mia generazione e personalmente non sono disposto a
rinunciarvi perché mi fa sentire
vicino ad una comprensione del
Dio della Bibbia e mi fa, inoltre, sentire in regola con la tradizione riformata. E’ il Dio che
per grazia libera dalla schiavitù
quell’accozzaglia di « ebrei », di
schiavi, di sfruttati e ne fa il
suo popolo dandogli i suoi comandamenti perché impari a vi
vere nella libertà. Questa libertà è sancita per tutti noi dalla
morte e resurrezione di Gesù
Cristo.
« Totalmente altro ». In negativo vuol dire che Dio non dipende dalle nostre opere, dalla
nostra spiritualità, dalla nostra
teologia, dalla chiesa, non può
essere né amministrato né gestito.
In positivo. E’ un modo per
parlare della sua decisione di
salvezza motivata solo dal suo
amore. E’ il Dio che ci incontra
in Gesù Cristo e che ci fa il dono della libertà. Una libertà che,
come ci ricorda Lutero, ha un
preciso contenuto. Liberi da ogni
schiavitù, anche da noi stessi,
per vivere non senza l’altro, sopra l’altro o contro l’altro, ma
per l’altro. Una libertà che deve
pur incidere e lasciare dei segni
nei nostri rapporti che saranno
improntati all’amore ed al servizio. La mia sarà un’etica della libertà, di quella libertà. Vedere l’altro come uno che è giudicato, ma anche amato da Dio,
come me. Persino il nemico è
candidato ad essere mio fratello.
Crisi anche tra noi
Libero, un grande sollievo,
ma anche tanta responsabilità.
La nostra fede per essere tale
deve tradursi in una nuova proposta di vita.
Il prete cattolico in crisi; quale Dio? C’è anche una certa crisi fra di noi, fra i nostri pastori, nelle nostre chiese. Gli
« ebrei » sono stati liberati dalla schiavitù, ma hanno accompagnato l’azione di Dio con continui mormorii. Tutto sommato
avrebbero preferito la sicurezza
delle « pignatte di carne » nella
divinità assenti - Un
dono della preghiera
schiavitù all’incertezza dell’attesa quotidiana della manna come
popolo libero. Quella libertà
comporta dei rischi, pericoli,
tante responsabilità. Meglio la
sicurezza, il benessere in questa
società che in mille modi ci rende schiavi. La nostra crisi può
forse avere le sue radici proprio in questa situazione di contraddizione che finisce per pesarci, e da cui non riusciamo
da soli ad uscire.
« Non vi lasciate di nuovo
porre sotto il giogo della schiavitù », scrive Paolo ai Galati.
Non ci può consolare la triste
constatazione che viviamo in un
Paese che 40 anni fa ha conquistato la propria libertà, ma poi
non ha ancora imparato a crescere nella libertà.
La nostra crisi, secondo me,
è oggi dovuta non tanto alla nostra capacità o meno di avere
l’intuizione di nuove definizioni
di Dio, più moderne, ma alla
difficoltà di non riuscire a vivere e a crescere nella libertà
che il Signore ci dona. Non riuscire a vivere per fede, cioè a costruire la nostra etica, a vivere
i nostri rapporti di lavoro, i nostri affetti, a fare politica, a usare dei denaro, a essere comunità dei credenti all’interno della
libertà, all’interno della sua prospettiva che ha come connotazione principale il servizio al
Signore ed al fratello. La difficoltà o forse anche la non volontà di essere quello che il Dio
di Gesù Cristo ci ha fatti essere: gente libera.
Quale Dio? Io incomincio a
pensare che a questo punto dobbiamo mettere da parte tutta la
nostra arroganza e riscoprire il
dono della preghiera. E poi potremo riparlarne.
Valdo Benecchi
Aprirsi aii’aitro
(segue da pag. 1)
tualmente offriamo allo straniero.
Né parliamo qui di quello che
la società civile, l’ambiente politico, potrebbe e dovrebbe dare
allo straniero. No, parliamo di
noi, che ci diciamo la chiesa (il
luogo della chiamata), e che potremmo cominciare ad essere,
su questo punto particolare, la
sinagoga (il luogo dell'adunanza).
Certo sappiamo che Gesù stesso « è venuto in casa sua e i
suoi non l’hanno ricevuto »
(Giov. 1; 11). Egli è stato veramente lo straniero tra noi, e
spesso continua ad esserlo. Ma
« a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figlioli di Dio» (Giov.
1: 12).
A volte, anche se animati da
buone intenzioni, possiamo guardare allo straniero con un misto di simpatia e di sufficienza,
con inconscio razzismo, e accoglierlo con riserva, con un certo
sforzo, perché, in fin dei conti,
« anche lui è un figlio di Dio »,
anche lui è una creatura umana.
In realtà, ci conquistiamo il
diritto di chiamare noi stessi figli di Dio solo se e in quanto
riceviamo quello straniero che
per noi è Gesù.
L’ospitalità, o la mancanza di
ospitalità, non sono che un segno, una parabola della nostra
capacità o incapacità di accogliere il Cristo.
« Non dimenticate l’ospitalità
— ci dice la lettera agli Ebrei
(13: 2) — perché, praticandola,
alcuni, senza saperlo, hanno al
Suiie frontiere
deiia testimonianza
cristiana
bergato degli angeli ». Forse un
po’ fiabesca, un po’ ingenua nella forma, questa esortazione biblica ci rinvia ad un problema
profondo, di fede, al problema
del senso stesso della nostra vita. Se non siamo capaci di ospitalità, di aprirci all’altro, a colui che è e resta diverso da noi,
non saremo capaci neppure di
aprirci al Signore, a colui che è
totalmente altro rispetto a noi,
e che proprio per questo ci può
dare, incontrandoci, prospettive
realmente nuove.
Sergio Ribet
Perché « com-nuovi tempi » sia
sempre di più uno strumento
per rincontro fra credenti di
matrice cattolica ed evangelica
e, nello stesso tempo, uno strumento per una testimonianza
comrme sulle « frontiere » della
società italiana: questa l’intenzione del secondo « incontro ecumenico » di « com-nuovi tempi »,
svoltosi il 18 e 19 gennaio presso il centro battista di Villa Betania (Roma).
Il punto
della situazione
In apertura dei lavori Anna
Maria Marlia, presidente della
cooperativa di lettori che è proprietaria della testata, ha fatto
il punto sulla situazione del giornale: il passaggio da settimanale a quindicinale sembra avere
sostanzialmente funzionato. La
nuova formula raccoglie consensi anche in ambienti solitamente « tiepidi », alcuni filoni specifici di cui ci si è occupati (carcere e dissociazione, questioni
etiche...) hanno suscitato interesse, e il giornale si caratterizza
sempre più come esperienza ecumenica (una eco, sia pure indiretta, di questo ecumenismo
di base, si ritrova nel « gemellaggio » in atto da circa un anno
fra la comimità di base di san
Paolo e la chiesa valdese di piazza Cavour). Anche la situazione
degli abbonamenti è incoraggiante; nel 1984 il numero degli
abbonati è cresciuto di 340 unità.
Tutto ciò non significa che non
ci siano problemi; c’è ancora
molto da fare, sia 'per migliorare i contenuti (ad esempio si è
insistito sulla necessità di approfondire ulteriormente la riflessione biblico-teologica) che per
risanare la situazione finanziaria che, nonostante l’aumento di
abbonati e i notevoli risparmi
effettuati, resta ancora precaria.
A questo proposito bisogna constatare che, per un’impresa editoriale autogestita come la nostra, un certo disavanzo è da
considerarsi fisiologico, e può essere coperto solo grazie all’autofinanziamento da parte di coloro che di questa « avventura »
si sentono partecipi.
Chiuse le questioni interne, il
convegno si è spostato sulle
« frontiere della testimonianza
cristiana » con le relazioni di
Filippo Gentiioni, Giorgio Bouchard e Giorgio Girardet.
fede, politica, vita quotidiana
quindicinale di
informazione riflessione dibattito
una ricerca decennale
su esperienze di base
chiese società
movimenti di liberazione
scelte di vita pace
Abbonamenti - Italia: annuo Lire 35.000, semestrale Lire 18.000, sostenitore
Lire 70.000. Estero : Europa e bacino del Mediterraneo Lire 47.000, altri paesi
(via aerea) L. 57.000. Da versare sul ccp 61288007 intestalo a com-nuovi tempi,
via Firenze 38 - 00184 Roma, oppure su vaglia post, c/o l'Ufficio di Roma 13.
Cattolicesimo
e protestantesimo
Gentiioni ha illustrato le tendenze attuali del cattolicesimo
italiano partendo dalla tesi che
esso stia vivendo una svolta storica, avviandosi verso una forma di « neo-umanesimo sincretista »; un passaggio dall’evangelizzazione alla promozione umana, dalla teologia all'antropologia (con una forte sottolineatura dell’etica), da un discorso
rivolto ai soli cattolici a un messaggio rivolto a tutti (con l’aiuto
dei mass media). Questo nuovo
cattolicesimo emerge come vincente (sincréticamente vincente!) di fronte alla crisi degli altri umanesimi (quello borghese
in primo luogo, e poi quello socialista), alla irrilevanza attuale di altre proposte di cattolicesimo, e al profilarsi di una nuova pace costantiniana (più sul
piano sociale che su quello direttamente politico), inaugurata
dalla firma del nuovo Concordato.
Giorgio Bouchard ha disegnato un quadro del protestantesimo italiano, soffermandosi in
particolare sugli aspetti meno
conosciuti dell’area «evangelica!»
(un mondo in movimento, che
ncn può essere liquidato semplicisticamente come « conservatore ») e sui problemi aperti all’intemo del protestantesimo storico: le diverse concezioni del
rapporto con la società, che possono essere schematicamente
espresse ricorrendo a due nomi,
quelli di Giorgio Spini e Mario
Miegge; ii tramonto dell’« ortodossia barthiana », il dibattito
sui problemi dell’etica sessuale,
sul rapporto Chiesa-Stato, sul
ruolo delle opere sociali, e cosi
via.
Gli interlocutori
In ultimo, la relazione di Girardet ha indicato una serie di
campi e di interlocutori nei confronti dei quali si può esprimere
l’impegno comune di cattolici di
base e evangelici. Oggi viviamo
in una situazione di diaspora c,
se si vuole, di pluralismo, e possiamo scoprire un panorama di
possibili interlocutori assai più
ampio di quello che, per ragioni
storiche, abbiamo avuto finora.
Girardet ha accennato al dialogo con laicismo e marxismo, con
i nuovi movimenti emergenti,
alla riflessione sui temi etici,
ed infine all’evangelizzazione e
all’ecumenismo. Su quest’ultimo
punto si tratta di superare un’ottica troppo interna al confronto
cattolicesimo - protestantesimo;
per entrambe le confessioni vi è
la necessità di reinterpretare
per l’uomo d’oggi le definizioni
tradizionali della fede, e la tendenza attuale a un « cristianesimo senza chiesa » può permettere un recupero del contenuto
evangelico essenziale, fino ad oggi custodito in modo particolare in casa protestante. Ma questo patrimonio deve essere messo alla portata di tutti, senza
« patriottismi di gruppo », ed è
importante quindi che questo
recupero dell’eredità protestante avvenga anche nei gruppi di
cattolici di base. Di qui l’importanza di un luogo come « comnuovi tempi », dove questo riesame e ripensamento può essere fatto in imo spazio istituzionale (dotato cioè di un minimo
di continuità e di « immagine »)
e quindi con maggiori garanzie
e credibilità.
Luca Negro
4
4 Vita delle cbiese
8 febbraio 1985
III CIRCUITO
1° DISTRETTO
Due iniziative per i giovani Cultura della pace
Sono state adottate nell' assemblea del 27 gennaio: la prima
riguarda l’appoggio dato al progetto del Comitato del Convitto
di Pomaretto di tornare a ospitare i giovani dell’alta Valle che
non possono rientrare tutte le sere a casa dal lavoro o dalla
scuola. I Concistori e il Consiglio
di circuito sono incaricati di fare
un sondaggio per appurare il numero approssimativo degli interessati e il tipo di servizio che
può essere loro utile: pura e
semplice ospitalità, oppure anche preparazione dei pasti, vigilanza, aiuto nello studio, ecc.
Ovviamente il servizio, se partirà, sarà aperto a tutti coloro
che lo richiederanno, fino alla saturazione dei posti, che potranno
essere fino a 8 o 9, senza discri
minazioni di tipo confessionale o
geografico. In questo senso, sempre posti permettendo, potrà
ospitare anche giovani provenienti dalla Val Chisone.
La seconda iniziativa è invece
la programmazione di un campo
catecumeni a Vallecrosia, animato dal diacono Dario Tron, da
tenersi dal 18 al 28 giugno. Il tema sarà quello del rapporto che
i giovani stabiliscono col tempo
che hanno a disposizione, come
lo usano, se lo trovano lungo o
breve, cosa pensano dell'uso del
tempo da parte del mondo adulto.
L’assemblea ha anche valutato
positivamente il lavoro a cui ha
partecipato fino a Natale « Gisela » come ci siamo abituati a
chiamare la ragazza che ha par
tecipato a vari incontri sul tema
della pace — tralasciando il cognome sconosciuto ai niù e forse
difficile da pronunciare —. Qualche malinteso iniziale sul suo
ruolo e qualche inconveniente
organizzativo non hanno impedito di stabilire con lei un legame che è stato di arricchimento per tutti.
Dopo l’assemblea decisionale,
convegno sul tema del lavoro,
anche questo di arricchimento
non solo informativo, ma, osiamo dire, spirituale per gli intervenuti. Peccato che fossero pochi
i giovani presenti. Forse rincontro si sarebbe qualificato meglio
come stimolo per iniziative dei
giovani, anziché di altri per i giovani.
c. t.
Prosegue nel mese di febbraio
il lavoro del Progetto « Cultura
della pace e protestanti nel Pinerolese », con una serie di riunioni ed assemblee:
— Lunedì 11 febbraio, ore 21:
gruppo di coordinamento del
progetto.
— Mercoledì 13 febbraio, ore
17.30 : gruppo « archivio e documentazione ».
— Mercoledì 13 febbraio, ore
21: dibattito pubblico, organizzato dal gruppo informazione, sul Mediterraneo. Sarà preceduto dalla proiezione di un audiovisivo sulla situazione politico-militare nell’area del Mediterraneo.
— Giovedì 21 febbraio, ore 16.30:
gruppo « riflessione teologica
sulla pace ».
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Verso il XVII Febbraio
PRAMOLLO — Domenica 17
febbraio dopo il culto avrà luogo il tradizionale pranzo comunitario nella sala delle attività
a Ruata.
Chi vuole partecipare può
prenotarsi entro il giovedì 14.
La sera, alle ore 20.30 nella
stessa sala, la filodrammatica
presenterà la commedia di J. B.
Priestley « Un ispettore in casa
Birling » che verrà replicata sabato 23 alla stessa ora. Tutti sono invitati a venire ad assistere alla rappresentazione e applaudire gli attori e i collaboratori vari per il loro impegno.
• Venerdì 18 gennaio si sono
svolti i funerali del fratello Livio Bouchard, spentosi all’età di
65 anni presso l’ospedale di Pomaretto dove era da poco ricoverato, dopo aver soggiornato presso la comunità alloggio di Villar Porosa. Ai familiari esprimiamo la solidarietà cristiana di
tutta la comunità.
ANGROGNA — Sono in vendita presso gli anziani i biglietti del pranzo del XVII (10.000
lire l’uno). Ringraziamo l’Unione Femminile che dovrà lavorare in condizioni disagevoli a causa del cantiere in atto per la
costruzione della nuova cucina
ed i volontari che metteranno in
ordine la sala per l’agape. Le
prossime riunioni ( Capoluogo
ni; Martel il 12; Prassuit-Verné il 13) sono dedicate al problema della sessualità. Giovedì
14 nella riunione degli OdinBertot parlerà il Moderatore
Bouchard.
Domenica 10, alle 14.30, presso la scuoletta del Serre si terrà rincontro dell’Unione Femminile.
SAN GERMANO — La farmacia Tron e la salumeria Bounous
raccolgono le prenotazioni per
il pranzo del XVII febbraio (costo L. 10.000).
Seguirà ai pranzo alle ore 15
l’assemblea di chiesa dedicata
all’esame del tema « il nostro
essere chiesa ».
PIOSSASCO — 11 17 febbraio
avremo un incontro comunitario
che inizierà alle 18 col culto con
Santa Cena. Alle 19 si cenerà ed
alle 20.30 avremo una chiacchierata col moderatore Giorgio
Bouchard.
Il contributo per le spese della cena è fissato in L. 6.000 (i ragazzi sotto i 12 anni non dovranno pagare). Prenotarsi entro il
10 febbraio presso il pastore
(011/9066511) o Sergio Fraschia
(011/9066352) o Wanda Porro
(011/9068142).
FERRERÒ - MANIGLIA —
Segnaliamo che sono aperte le
prenotazioni per l’àgape del 17
febbraio presso gli anziani. Per
ragioni logistiche è impossibile,
quest’anno, accogliere più di 9()
iscrizioni. Prezzo : adulti lire
12.000; ragazzi fino a 12 anni:
L. 6.000. Il termine per le iscrizioni è martedì 12 febbraio.
Luigi Pons
Anche se con un po’ di ritardo, ci sembra doveroso ricordare brevemente la figura di Luigi
Pons, ex anziano di Maniglia,
deceduto a metà gennaio scorso, all’età di 83 anni. Abbiamo
visto in lui un « vaudois de la
vieille roche » nel senso migliore del termine : minatore e agricoltore, profondamente legato
alla sua terra e all’eredità dei
padri, era anche l’uomo che sapeva accogliere con gioia ed
apertura i tentativi di rinnovamento quando questi avevano
come base la Parola di Dio. E’
stato anziano per più di 50 anni
e abbiamo ricordato in occasione del suo funerale i nomi dei
pastori coi quali in questa veste
si è trovato a collaborare : il
servizio successivo di questi pastori dimostra quanto erano diversi gli uni dagli altri. Luigi
Pons ha saputo dare il suo contributo perché questi ministeri,
così diversi, potessero incidere
in modo positivo nella comunità. Non aveva frequentato scuole superiori, ma non aveva difficoltà, quando per qualche disguido il predicatore di turno
non poteva salire a Maniglia a
causa della neve o di qualche
altro impedimento, a improvvisare coi fratelli convenuti per il
culto una lettura e una preghiera, dando cosi concretamente atto che il senso del culto non è
dato dal predicatore, ma dai fratelli raccolti intorno alla Parola.
Finché le forze glielo hanno permesso è stato sempre puntuale
nelle visite ai fratelli del quartiere di cui era responsabile; sì
è assunto anche l’incarico della
pulizia, del riscaldamento e della piccola manutenzione dei locali ecclesiastici.
Come testo per il suo funerale aveva scelto il passo : « Beati
quelli che non han veduto, e
hanno creduto ». Tra tutte le cose che aveva veduto nella sua
vita, ce n’era una non visibile
che era quella più importante :
quella che tutti aspettiamo insieme per un giorno che non conosciamo ma di cui siamo certi.
Concerto
PINEROLO — Con molti applausi il numeroso pubblico presente, sabato 2 u. s., ha voluto
ringraziare i coralisti di S. Germano Chisone e Pinerolo per le
loro ottime esecuzioni. Anche la
colletta « prò ristrutturazione
dell’Asilo di S. Germano » ha
dato un buon risultato.
• Ricordiamo l’assemblea di
chiesa di domenica 10/2 indetta
per esaminare la relazione finanziaria dell’anno 1984.
• Le iscrizioni per il pranzo
del 17 febbraio sono ricevute da
Vera Long, tei. 71.597 (ore pasti).
• Esprimiamo la nostra simpatia cristiana alle famiglie di
Regina Fioravanzo Ribet, deceduta a Biella dopo grandi sofferenze e di Mario Morel, spentosi improvvisamente il 28 u. s.
Riunione quartierale
POMARETTO — La riunione quartierale di Perosa Argentina del mese di febbraio è anticipata a venerdi 8 alle ore
20.30.
• Domenica 20 gennaio abbiamo avuto la gioia di avere presenti al culto Thomas Elser e
Ulla, venuti a trascorrere una
settimana di vacanza qui a Pomaretto dove per due anni avevano lavorato. La comunità ha
espresso la sua gioia e, augurando un buon viaggio di ritorno
a casa, ha dato loro un cordiale arrivederci in Germania dove un gruppo di Pomarini si
recherà in primavera.
poi luogo una serata preparata
da un gruppo di giovani, i quali
reciteranno un testo tratto da
Dietrich Bonhoeffer. L’ingresso
sarà libero.
• Sono deceduti Maria Negrin
ved. Meli! di anni 99 e Aldo Jahier. La comunità esprime la
sua cristiana solidarietà alle famiglie.
Assemblea di chiesa
VILLAR PEROSA — Domenica 10 febbraio si terrà al convitto l’Assemblea di chiesa. Inizio ore 10.
• Il past. Giorgio Bouchard,
moderatore della Tavola Valdese, si incontrerà con tutta la comunità mercoledì 13 febbraio alle ore 20.30 presso il convitto.
• Sabato 19 gennaio si è tenuto il funerale di Alberto Peyran.
Alla famiglia la simpatia cristiana della comunità.
Elezioni
PORRE PELLICE — Domenica 10 febbraio si terrà l’Assemblea di chiesa dedicata alla
elezione dei deputati alla Conferenza Distrettuale e al Sinodo.
• In occasione del 17 febbraio
la Commissione Ricevimenti organizza il tradizionale pranzo comunitario presso la Foresteria.
I biglietti, come di consuetudine, sono in vendita presso il negozio Pellegrin in piazza della
Libertà, a L. 12.000.
Nel tempio alle ore 20.45 avrà
— Giovedì 21 febbraio, ore 21 :
gruppo « informazione alle
comunità ».
— Lunedì 25 febbraio, ore 20.30:
gruppo « Cultura protestantecultura della disubbidienza
civile ».
— Mercoledì 27 febbraio, ore 21 :
gruppo « sostegno volontaria
straniera ».
Tutte le riunioni avranno luogo a Pinerolo, nei locali della
chiesa valdese, in via dei Mille,
n. 1, tranne la riunione del gruppo « Cultura protestante/cultura della disubbidienza civile »
che si terrà a Pomaretto nei
locali del Convitto valdese.
Sabato 9 febbraio
Festa dell’Albero
PRAROSTINO — Le celebra
zioni di Natale e Capodanno si
sono svolte regolarmente con un
tempo relativamente mite, prima dell’ondata di gelo che tanti disagi ha provocato.
Al culto di Natale hanno collaborato la corale, il gruppo flauti, gli allievi organisti, i monitori, i catecumeni, gli alunni della
scuola domenicale : un culto veramente comunitario che si è
concluso con la partecipazione
alla Santa Cena. I bambini hanno offerto a tutti un biglietto di
auguri con un messaggio biblico.
Anche la tradizionale « Festa
dell’Albero » è stata un momento di gioia e di incontro. Il programma di drammatizzazione
delle lezioni dell’Esodo è stato
seguito con vivo interesse dal
numeroso pubblico.
• Il 19 dicembre abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena Gay Rinaldo delle
Buffe, deceduto all’Ospedale di
Pomaretto dove era stato ricoverato alcuni mesi prima. La
Comunità ricorda con riconoscenza il suo lungo ministero di
Anziano dei quartieri dei Gay e
del Collaretto.
Nel giorno dell’Epifania si è
spenta ai Rostagni, presso il figlio Dino che l’ha ospitata durante la malattia, Fornerone Giulia in Pastore. Il funerale è stato celebrato al cimitero di Roccapiatta meditando sul testo :
Dormirò in pace perché tu mi
fai abitare in sicurtà (Salmo 4).
Esprimiamo pure la nostra
simpatia alla famiglia Avondetto dei Bilia per il lutto che l’ha
colpita con la morte improvvisa
della nostra sorella Ida.
AVVISO 1“ CIRCUITO
L'assemblea del 1" Circuito ha deciso di organizzare un pullman per la
Val Penice onde partecipare alla serata di solidarietà con gli immigrati dal
Terzo Mondo prevista per venerdì 15.2
ore 20.30 presso l'auditorium di Corso
Piave a Pinerolo. Al viaggio in pullman:
partenza ore 19.15 dalla piazza di Bobbio Pellica, 19.30 piazza di Villar Pellice, 19.45 piazza degli Appiotti di Torre Penice. 20 semaforo degli Airali, ci
si prenota esclusivamente presso la
Foresteria Valdese (versando una caparra di L. 1.000) oppure, per chi è
lontano, telefonicamente al 91801 dando le proprie generalità. Il Consiglio
di Circuito è disposto ad organizzare
anche un secondo pullman qualora si
superassero le cinquanta iscrizioni.
□ RESPONSABILITÀ’
DELLE CHIESE NELLA
SOCIETÀ’
DEMOCRATICA
TORRE PELLICE — Alle ore 20.30
nel Tempio Valdese si tiene un pubblico dibattito sul tema: « Responsabilità delle Chiese nella società democratica », alla presenza del presidente del Senato senatore Francesco Cossiga. Interverranno il senatore Giuseppe Chiarante e il deputato Valdo Spini.
Domenica 10 febbraio
□ FORUM TEOLOGICO
TORRE PELLICE — Alle ore 14.30
presso la Casa Unionista si tiene la
riunione del Forum Teologico del 1'’
Distretto. Il tema ■■ Il rito: aspetti antropologici » è introdotto dal prof.
Giorgio Peyrot.
Lunedi 11 febbraio
□ INCONTRO PASTORALE
TORRE PELLICE — Alle ore 9.15 alla
Casa Unionista si tiene l'incontro pastorale del 1” Distretto.
Argomento: « La cultura delle valli »,
Introduce il past. Giorgio Tourn.
Giovedì 14 febbraio ~
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Alle ore 20.45 si svolgerà l'incontro mensile del Collettivo Biblico Ecumenico presso la Chiesa
Valdese di Via dei Mille 1.
Prosegue la ricerca sui Ministeri (anche in relazione al BEM) con uno studio su « I ministeri nel Nuovo Testamento »; introduce il pastore -Bruno
Rostagno. Lo stesso argomento proseguirà il 14 marzo con una relazione
di Severino Dianich (cattolico).
Venerdì 15 febbraio
□ SETTIMANA DELLA
LIBERTA’
PINEROLO — Nel quadro della « settimana della libertà » che quest'anno
sarà dedicata all'esame della situazione degli stranieri nel nostro paese, si
tiene presso l'Auditorium Comunale di
Corso Piave una riunione pubblica sul
tema « Lo straniero dentro le tue porte » con inizio alle ore 20.30. Intervengono esperti, rappresentanti delle organizzazioni di lavoratori stranieri in
Italia, rappresentanti del Servizio Migranti della FCEI, il moderatore della
Tavola Valdese.
Sabato 23 febbraio
a ASSEMBLEA CESP
PINEROLO — Alle ore 21 presso i
locali del Cesp si tiene l'assemblea
dei soci che sarà dedicata tra l'altro
all'esame del tema: » La proposta del
solidarismo cattolico: una terza via? ».
5
8 febbraio 1985
vita delle chiese 5
DALLA CIRCOLARE DEL MODERATORE
La colletta
per i nostri fratelli
del Rio de la Piata
GENOVA - FIERA DEL LIBRO
Coìi una parola biblica scelta
dalle chiese europee di lingua
tedesca per il 1985 — « la Parola
di Cristo abiti in voi in tutta la
sua ricchezza », Col. 3: 16 — il
moderatore Giorgio Bouchard
apre la circolare della Tavola
valdese di fine gennaio ricordando che « gli enormi impegni che
gravano su di noi esigono una
consapevolezza dell’immensa risoi'sa che costituisce per noi la
realtà vivente del Cristo ».
La circolare affronta il tema
delle finanze, con una situazione
migliorata a seguito dell’appello
rivolto dalla Tavola alle chiese
riguardo al grosso deficit del
1984; le prime attuazioni dell’Intesa, relativamente alla celebrazione dei matrimoni e alle visite negli ospedali pubblici; la diffusione dei libri della Claudiana
nelle nostre chiese; un convegno
per i diaconi inseriti net ruoli
della Tavola, indetto a Ecumene
per domenica 5 maggio, ecc. La
parte principale riguarda la « settimana della libertà » che sta per
essere vissuta dalle chiese vaidesi e metodiste. Riportiamo qui
di seguito questa parte.
XVII Febbraio
La settimana della libertà è
ormai in avanzato stadio di preparazione in molte nostre comunità. I manifesti — pubblicati
sotto il patrocinio della Federazione — sono stati inviati a tutte le chiese che ne hanno fatto
richiesta. Siete perciò pregati di
inviare alla Tavola il rimborso
corrispondente (500 lire per copia).
Oltre all’impegno col « forestiero che è dentro alle tue porte », la Tavola vorrebbe ricordare a tutti che la colletta del XVII
febbraio è dedicata anche quest’anno alle chiese valdesi del
Rio de la Piata.
Il Moderador Ribeiro così descrive gli scopi della colletta:
1) L’acquisto di un terreno
lungo la costa del Rio Uruguay,
nella zona di Fray Bentos, per
destinarlo ad attività di incontri vari. Le chiese della zona settentrionale dell’Uruguay (Fray
Bentos, Nueva Vaidense, Young,
Paysandù, Arroyo Negro, etc.)
necessitano di un luogo per campeggiare. Queste chiese hanno
espresso in più occasiom la necessità di averlo e, recentemente, hanno dovuto respingere una
offerta di acquisto per mancanza di fondi. La Mesa ritiene di
grande necessità questo acquisto
e la maggior parte della colletta
del 17 febbraio sarà destinata
a questo scopo.
2) La ricostruzione degli impianti di « El Rancho ». « El Rancho » è un’opera di evangelizzazione situata in un quartiere periferico di Juan Lacaze, che recentemente è stata privata del
suo salone da un uragano. La
Mesa desidera collaborare con
l’aiuto dei fondi provenienti dalla prossima colletta del 17 febbraio.
Un neofita dietro alla
bancarella della Bibbia
Il racconto-testimonianza di un giovane che l’anno scorso alla Fiera
del libro comprò una Bibbia ed ora con gioia e allegrezza la diffonde
Anche quest’anno alla Fiera
del libro di Galleria Mazzini in
Genova s’è inserita la bancarella del colportore sotto gli auspici àelVUnione per la lettura della
Bibbia. Un gruppo di volontari
appartenenti alle varie chiese
evangeliche, guidato da Sergio R.
e con la collaborazione di Carla
G. ha dato una preziosa testimonianza nel corso di tre settimane
di dicembre; è pure sempre ammirevole il fratello Zotta nel riordinare ogni mattina la bancarella.
In tema di vendite c’è stato un
aumento del 30% sullo scorso anno ed i libri richiesti toccavano
i temi seguenti: la psicologia, i
carismatici, la famiglia, la depressione e naturalmente la Bibbia (quaranta copie vendute). Lutero, dopo il « boom » dell’anno
scorso è crollato di colpo e Zuinglio rimane ancora nell’oscurità,
purtroppo! E’ importante la presenza di libri di varie società
editrici oltre la Claudiana le cui
pubblicazioni interessano sempre un certo pubblico.
Quest’anno all’appello per il
servizio alla bancarella ha risposto anche Giancarlo, da poco
inserito in una delle nostre comunità; domando le sue impressioni, avute in giornate insolitamente rigide, con un vento gagliardo che ha messo a prova il
Collaborazione a Genova
Nello spirito di collaborazione
con la chiesa di (Genova le nostre
comunità hanno preso parte alle
conferenze su Zuinglio di Gino
Conte e Paolo Ricca, molto apprezzate dai numerosi uditori e
seguite da dibattito; l’interesse
per i collettivi continua, almeno
a giudicare dal buon numero
dei partecipanti; a Palazzo ducale ed a Salita santa Caterina
gli incontri ecumenici sono occasione di reciproco fruttuoso
confronto. Gli studi biblici nei
quartieri si tengono quest’anno
anche a Pontedecimo oltre Pegli
e Sampierdarena; siamo convinti
della importanza di questi incontri per il nostro approfondimento biblico e per il discepolato, troppo trascurato dalle nostre chiese. A Sampierdarena rincontro settimanale è sempre in
collaborazione con Genova. Quest’anno si è iniziato un corso
sulla predicazione seguito con interesse da un gruppo di predicatori e appassionati della Scrittura. Per la Scuola domenicale si
lavora anche con il circuito per
gli incontri generali. Continua la
attività della corale in vista soprattutto del culto al nostro
ospedale.
A Sestri un gruppo di responsabili prepara la documentazione fotografica e di scritti per una
mostra che si terrà nel corso di
quest’anno a Genova e si riferisce alla testimonianza che la comunità ha dato nel passato sul
piano sociale e spirituale.
Recentemente è mancata a Terni la sorella Rosa Ammenti compagna dell’indimenticabile pastore Ammenti il cui ministero ha
fruito molto della signora i^r
le varie opere compiute per l’infanzia, la gioventù e la crescita
straordinaria della comunità. Una delegazione è stata presente
ai funerali; noi inviamo alla famiglia ed in particolare alla signora Fabiola Ferreri la nostra
affettuosa simpatia.
Ricordiamo con gioia l’agape
fraterna di Natale a Sampierdarena e quella di fine d’anno a Sestri con un buon gruppo di giovani e meno giovani nel clima
evangelico di fare ogni cosa alla presenza del Signore.
Echi di Natale
VENEZIA e MESTRE — Domenica 16 dicembre si è svolta
la tradizionale festa natalizia che
ha visto raccolti i ragazzi della
Scuola Domenicale e del precatechismo di Venezia, Mestre e
diaspora.
Il programma è stato formulato in modo da favorire rafflatamento fra ragazzi che vivono
abbastanza distanziati gli uni dagli altri, alcuni anche abbastanza
isolati dalla comunità, da incoraggiare la conoscenza con gli
adulti, e da rispettare le esigenze pratiche delle famiglie più
lontane.
Il Culto della mattina è stato
tenuto dai ragazzi, con letture
e meditazioni che hanno voluto
puntualizzare quali insegnamenti ci vengano dalle fi^re così
diverse presentate nei Vangeli
della nascita: Maria e Giuseppe,
Erode, i magi e i pastori.
E’ poi seguita un’àgape con
una buonissima partecipazione.
Nel corso del pomeriggio i
ragazzi hanno fatto delle letture di altro genere, sulle tradizioni di Natale nelle varie parti
del mondo, notando quanto vi
sia di diverso esteriormente e
nostro neofita nella sua prima
esperienza di colportore... « Ho
provato molta gioia — egli
esclama — di essere stato a contatto diretto con nersone sconosciute e poter parlare di quella
Bibbia che un anno fa avevo scoperto ed acquistato alla stessa
bancarella; ho avuto modo di
osservare la gente che s’avvicinava guardinga, gettava uno
sguardo sui libri e dopo una rapida lettura dei titoli volgeva rapidamente lo sguardo altrove,
quasi avesse notato qualcosa di
diabolico... ». « C’erano quelli —
aggiunge Giancarlo — che sfogliavano i libri, li soppesavano
come se la bontà fosse nel peso,
sbirciavano il prezzo e poi scomparivano... ». Egli ricorda anche
quelli che esclamavano: « ma
questa è roba di chiesa! » e se ne
andavano brontolando. Oppure
altri con un sorriso dicevano:
torneremo, ripasseremo; « tra
questi — precisa il nostro ambulante — almeno uno è ripassato
ed ha chiesto una Bibbia aggiungendo: a casa mia non ne abbiamo mai avuto di Bibbie e ne
voglio comprare una »; all’annunzio del prezzo di diecimila
lire è sorpreso ed esclama:
« per un libro cosi importante,
soltanto 10.000 lire? ». Prima di
congedarsi lo sconosciuto aprendo la Bibbia vede scritto: Società biblica britannica e forestie
ra; « ma voi non siete cattolici! ».
A quel punto la conversazione si
avvia ed il « mereiaio » è felice
di raccontare la sua esperienza
e soprattutto di sapere che in
un’altra famiglia è entrata una
Bibbia.
Cosa fai tu qui?
Giancarlo sta per dare il cambio ad un altro e in nuel momento s’avvicina al banco una donna che il nostro conosce da tempo; costei, dalla sorpresa di vederlo in veste di colportore rimane in silenzio per qualche ist2inte poi esclama: « cosa fai tu
qui? ». « Vendo libri e la Bibbia »
— risponde il nostro. Lei che
conosceva Giancarlo come ateo
impenitente ha un momento di
smarrimento e poi alzando la
voce: « No, no, non è possibile! Non mi prendere in giro! ».
« E’ stato invece possibile — replica candidamente il neofita —,
per la grazia di Dio, di diventare
credente e di venire qui per vendere quel libro che ha dato senso
e speranza alla mia vita ».
La donna se ne va pensierosa
senza più replicare e lui è felice
di aver « reso ragione della speranza ch’era ormai sbocciata nel
suo cuore ».
Gustavo Bouchard
CORRISPONDENZE
FIRENZE
quanto la sostanza sia la stessa.
C’è stata quindi l’estrazione dei
premi della lotteria organizzata
da un gruppo di sorelle.
Da molti anni si è smessa la
usanza di un regalo vero e proprio ai ragazzi; un sacchetto di
dolci offerti dalle sorelle della
comunità è stato però accettato
volentieri non solo dai bambini,
ma anche dai ragazzi più grandi.
Laicità per tutti
SERRAVALLE SESIA — Rin
graziando per gli auguri del Consiglio comunale di Serravalle, la
Chiesa metodista di Vintebbio
ha manifestato però il proprio
dissenso per l’invito ai cittadini
a celebrazioni religiose (messe
di mezzanotte, fiaccolata alla
Madonna degli Alpini, ecc.). In
una lettera al Consiglio comunale il presidente deH’Assemblea
ha osservato che l’amministrazione non deve « sposare » alcuna manifestazione di carattere
confessionale « che metta anche
solo uno dei suoi cittadini in
condizione di non potervi partecipare » e questo tanto più ora
che con la revisione dei rapporti
tra stato e Santa Sede, la religione cattolica non è più la religione della Repubblica italiana.
Testimoni
che scompaiono
Nel giro di pochi giorni sono
scomparsi due pastori emeriti
metodisti; Emanuele Santi e Arnaldo Carsaniga. Ringraziamo il
Signore per il loro ministero
che ricorderemo quanto prima
su queste colonne.
L’identità
di Casa Cares
A conclusione del 1984 il Comitato di gestione di Casa Cares
si trova a valutare gli avvenimenti che hanno caratterizzato
l’anno appena trascorso.
Dal mese di marzo alla fine di
ottobre Casa Cares ha ospitato
singoli e gruppi organizzati per
soggiorni di vacanza, studio e
lavoro per un totale di 370 persone.
La gestione dei campi continua
ad essere deficitaria, nonostante
il raccolto delle olive e degli ortaggi sia stato molto buono, ma
ancora una volta si è resa evidente la necessità di razionalizzare e potenziare il settore agricolo.
I lavori più urgenti di ristrutturazione e di conservazione della casa sono pressoché ultimati.
Le spese sostenute hanno largamente superato il preventivo e
la somma stanziata dalla Tavola
Valdese, ma sono state coperte
dai proventi della gestione. Lo
stato del tetto deH’edificio principale e lo stato di conservazione
degli altri due edifici continuano
ad essere preoccupanti.
II Comitato di gestione di Casa Cares ha continuato il suo
lavoro di riflessione rispetto alle
diverse ipotesi sul prosieguo del
lavoro del centro. A questo proposito il progetto di attivare un
servizio a favore dei tossicodipendenti è stato per il momento
accantonato. Infatti la realizzazione di tale servizio richiederebbe l’intervento sulle strutture
della casa e questo va ben al di
là delle possibilità economiche
del Comitato e anche al di là
delle più ottimistiche previsioni
di disponibilità futura.
In questo senso il Comitato,
pur proponendosi di non abbandonare il progetto sull’intervento nel campo delle tossicodipendenze, ha deciso di seguire una
altra ipotesi di lavoro: quella
che prevede la creazione di un
centro d’incontro e di studi evangelici a livello interdenominazionale ed internazionale.
La disponibilità data da alcuni
fratelli e sorelle in fede — secondo il Comitato — permetterà di accogliere in Comunità persone bisognose di aiuto e solidarietà materiale e spirituale,
con lo scopo di rispondere a problemi particolari e individuali e
con quello di inserire nel tessuto comunitario quegli stimoli sociali ed umani che possano costituire dei punti di riferimento
concreti e dei termini di confronto problematici e reali per
gli incontri, gli studi e le ricerche meno astratte di forme di
testimonianza evangelica.
E’ evidente che il Comitato si
muove nella prospettiva di non
voler fare della (5asa Cares un
semplice luogo evangelico di vacanza, bensì in quella di realizzare una comimità aperta e dinamica, ove gli ospiti possano trovare e insieme costruire nel contatto con la natura, nel silenzio,
nella solitudine o nella comunione reciproca, nello studio della Parola un clima di intensa
spiritualità e di avvicinamento
al Signore.
6
6 pni^tth^bibliche
8 febbraio 1985
Il perìcolo del sincretismo
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
non mescolare - 1
ATTI 8: 9-25
9 Or vi era un tale, di nome Simone,
che già da tempo esercitava nella città
le arti magiche, e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un qualcosa di grande.
10 Tutti, dal più piccolo al più grande,
gli davano ascolto, dicendo: Questi è « la
potenza di Dio», quella che è chiamata
« la Grande ».
11 E gli davano ascolto, perché g^à da
molto tempo li aveva incantati con le sue
arti magiche.
12 Ma quando ebbero creduto a Filippo
che annunziava loro il lieto messaggio
del regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, furono battezzati, uomini e donne.
13 Simone credette anche lui; e, dopo
essere stato battezzato, stava sempre
con Filippo; e restava meravigliato, vedendo i miracoli e i grandi prodigi che
venivano fatti.
14 Or gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la parola dì Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni.
15 Essi discesero presso i Samaritani e
pregarono per loro affinché ricevessero
lo Spirito Santo;
16 non era infatti ancora disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto
battezzati nel nome del Signore Gesù.
17 Quindi imposero loro le mani, ed essi
ricevettero lo Spirito Santo.
18 Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato
lo Spirito Santo, offrì loro del denaro,
19 dicendo: Date anche a me questo potere, affinché colui al quale io imporrò
le mani riceva lo Spirito Santo.
20 Ma Pietro gli disse: Il tuo denaro va
da con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il
dono di Dio.
21 Tu, in questo, non hai parte né sorte
alcuna; perché il tuo cuore non è retto
davanti a Dio.
22 Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è
possibile, ti perdoni il pensiero del tuo
cuore.
23 Vedo infatti che tu sei in fiele amaro
e in legami di iniquità.
24 Simone rispose: Pregate voi il Signore per me affinché nuUa di ciò che avete
detto mi accada.
25 Essi, dopo aver reso testimonianza
alla parola del Signore e averla annunziata, se ne ritornarono a Gerusalemme,
evangelizzando molti villaggi della Samaria.
Nel 1963 l’allora segretario generale del CEC, Visser ’t
Hooft aveva pubblicato un
libro, edito tempestivamente (1966)
in italiano dalla Claudiana: La jede
cristiana dinanzi al sincretismo. Sincretismo significa mescolanza, qui
ovviamente mescolanza religiosa; il
presupposto è che le vie alla divinità
sono molte e tutte, sostanzialmente,
equivalenti. Il saggio di Visser 't
Hooft, denso e conciso quanto piano
alla lettura, segnalava questo rischio
costante, diciamo pure questa costante tentazione cui la fede — quella secondo l'A. e il N.T. — è stata e
resta esposta. In ima delle parti
dell’opera, l'autore, dopo aver notato le grandi ondate successive di
sincretismo che han dilagato nella
storia, esamina quattro casi tipici in
cui, nel Nuovo Testamento, la predicazione della chiesa primitiva si è
trovata davanti la tentazione sincretista. Il primo è quello della Samaria. Riportiamo alcune pagine di
questo libro, cominciando dal confronto con Simon Mago, che abbiamo già visto studiato da W. Liithi:
è anche un modo per confrontare
due letture dello stesso testo biblico!
Il Nuovo Testamento
di fronte al sincretismo
Qual è stata la reazione del Nuovo
Testamento dinanzi alla sfida del
sincretismo? Il primo secolo non è
ancora il tempo in cui simbiosi e
confusioni religiose raggiungono il
loro culmine; questo avverrà nei due
secoli successivi. A quell’epoca tuttavia troviamo già un sincretismo in
pieno vigore: al tempo dell’imperatore Claudio, contemporaneo di san
Paolo, i culti egiziani e siriani erano
già ufficialmente riconosciuti in Roma; in Grecia e nel medio oriente il
progredire del sincretismo era stato ancora più rapido. Come afferma
il Lietzmann, gli scritti di Plutarco,
che era nato verso la metà del secolo, dimostrano che tutti gli dei dell’Egitto, della Persia e di Babilonia
« si misero, per così dire, a parlare
greco e a occuparsi di filosofia, divenendo cosi sotto ogni rispetto bene
accetti » '. Ai fini della nostra analisi
è anche importante notare che a
quel tempo la diaspora giudaica era
già profondamente influenzata dal
pensiero religioso non giudaico e la
sua integrità era minacciata dal tentativo di trascinare anche il giudaesimo nel vortice del comune processo sincretistico. La Chiesa primitiva
dovette affrontare questo problema
non appena i suoi missionari usciro
Quando, in dicembre, si è posta la prima pietra della moschea islamica di Roma, alla cerimonia hanno partecipato rappresentanti evangelici, la Federazione (FCEI) ha diffuso un messaggio augurale, e questo
settimanale ha dedicato all’avvenimento un’intera pagina (gioca già
l’atmosfera della campagna per « lo straniero ch’è entro le tue porte » ? ).
Non si vuole qui discutere questa partecipazione, né il suo contenuto; si
vuole solo ricordare che c’è, li dietro, un problema. Lo stesso affiorato
quando il nostro sinodo, votando il « Documento sull’ecumenismo », aveva inserito, a maggioranza, un discusso paragrafo molto ’’aperto” a
quelle che il gergo ecumenico chiama « le altre fedi viventi ».
a cura dì Gino Conte
no fuori da Gerusalemme per predicare l’Evangelo in altri paesi.
Prendiamo in esame alcune delle
descrizioni che il Nuovo Testamento
fa dei primi scontri tra la chiesa cristiana e i movimenti sincretistici del
tempo ^
All’inizio dell’attività missionaria
cristiana vi è il conflitto con Simone
di Samaria. Simon Mago è una figura misteriosa; mettendo insieme le
informazioni fornite dal libro degli
Atti, dai Padri della Chiesa, dagli
scritti gnostici e dall’archeologia,
riusciamo a delineare alcune caratteristiche della sua personalità.
Una figura singolare:
un mago ’’cristiano”?
Il libro degli Atti ce lo presenta
soprattutto come un mago, un uomo
che cerca di disporre delle forze soprannaturali; così ce lo mostra il suo
modo di intendere lo Spirito Santo.
Si tratta per lui di una nuova e forse più efficace fonte di potere, da
usare nelle sue attività professionali.
Da uomo di affari, egli vuole acquistarne la ricetta dagli apostoli, che
egli considera suoi colleghi o concorrenti. Non si rende conto che la
exous'ia il potere o la autorità che
lo Spirito Santo concede, è qualcosa
di radicalmente diverso daWexousta
che egli vuole acquistare: é un tipo di
potere che non può essere aggiunto
al ”mana” dei maghi, il suo prezzo
non è il denaro ma la conversione.
Simone non era però un mago
qualsiasi. Secondo il libro degli Atti
egli è noto in mezzo al popolo come
« la potenza di Dio che si chiama
”la Grande” » (Atti 8: 10). Questo significa, come si può dedurre dalle
iscrizioni dell’epoca, che veniva considerato come un’ incarnazione o
avatar ‘ del grande Iddio. Giustino,
che era anch’egli originario della Samaria e scriveva intorno al 150 d.C.,
10 conferma riferendo che Simone
veniva riconosciuto e onorato come
11 « primo Dio » (Apoi. I, 26). Ma
Giustino aggiunge qualcosa di ancor
più rivelatore, cioè che Simone era
accompagnato da una donna di nome Elena, che rappresentava il suo
« Primo Pensiero ». Si noti che vi sono tracce archeologiche di un culto
di Elena in Samaria nel I secolo;
questa Elena era una dea della terra
e della luna, in altre parole una parente della Astarte fenicia in iscrizioni posteriori viene chiamata « Madre del tutto ».
Non solo ’’simonia”,
ma ’’simonismo”
E’ dunque possibile che Simone
fosse un sacerdote di quel culto e
che, essendosi proclamato dio, si sia
associato una donna che rappresentava l’incarnazione della dea Elena.
Il sincretismo opera in modi misteriosi e mediante processi di associazione difficili da seguire per gli spiriti razionalistici moderni; è evidente comunque che il « simonismo » ® è
stato il punto d’incontro di varie correnti religiose. Tutto questo potrebbe anche indicare che vi è una buona parte di verità neH’antica tradizione secondo la quale Simone sarebbe il padre dello gnosticismo ^
Come hanno reagito i primi missionari cristiani a questa situazione?
Essi venivano con « la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo » (Atti 8: 12). Alle speculazioni sulle forze cosmiche
che si manifestano in modi innumerevoli e mai in modo definitivo, essi
opponevano l’annunzio che Dio ha
operato una volta per tutte e che il
suo regno è vicino; di fronte ai molti
nomi proclamavano « l’unico nome
per il quale gli uomini abbiano a
essere salvati » (Atti 4: 12); a Simone che voleva sfruttare la nuova religione e voleva aggiungerla, nel migliore stile sincretistico, al suo potenziale di energie spirituali, Pietro
diceva semplicemente che lo Spirito
Santo è un dono di Dio, un dono
che vien dato a coloro che si ravvedono, un dono da usare solo secondo
la volontà di Dio e al suo servizio.
Incompatibilità
La nota dominante del primo confronto con il sincretismo è dunque
Tincompatibilità fra il servizio di Dio
e lo sfruttamento del suo dono.
L’Evangelo rifiuta di lasciarsi inserire in una struttura filosofica o etica
di natura antropocentrica [il cui centro d’interesse e motore sia, cioè,
l’uomo, e non Dio, n.d.r.], quale viene presupposta dalle mescolanze religiose di tipo sincretistico.
W. A. Visser ’t Hooft
' H. Lietzmann, Geschichte der Alten
Kirche, I, p. 285.
2 L’autore indica come crogioli e centri
della religiosità sincretistica le « città cosmopolite, in cui molte religioni diverse
si incontravano ed entravano in stretto
rapporto reciproco: Antiochia, Efeso, Corinto, Roma, tutte avevano aperto le porte ai culti stranieri e in qualche modo h
avevano fusi con più antiche forme indigene di culto » (p. 57 s.). La vicenda
d’Israele, nell’A.T., è il teatro di una continua battaglia, a morte (o vita), fra la
tentazione sincretistica (culti naturalistici cananei, più primitivi, e quelli più raffinati della civiltà egiziana e di quella mesopotamica, quest’ultima con la sua religione astrale) e il messaggio profetico del
Dio creatore, del Dio della parola, del Patto, del Dio « altro » da noi.
^ Exousìa è il termine greco che negli
evangeli caratterizza l’azione di Gesù. Egli
« insegna come uno che ha autorità (exousìa), e non come i loro scribi »; è l’autorità che gli fa dire: « Avete udito che fu
detto... ma io vi dico... »; è l’autorità stessa di Dio (Mat. 7: 28; 5: 21 ss.). E quando
purifica il tempio, infrange (formalmente) il sabato, compie un miracolo, quando rimette i peccati, soprattutto (l’atto
che in Israele era gelosamente riservato
a Dio solo), suscita la domanda: « Con
che autorità (exousìa) fai questo? Chi ti
ha dato questa autorità?» (Mat. 21: 23 e
par.). Anzi Gesù afferma lui stesso di avere (ricevuto) questa autorità (Mar. 2: 10).
Solo lui dà questa exousìa ai discepoli
(Mat. 10: 1; cfr. Giov. 21: 22 s.).
* Avatar, nel linguaggio religioso induista, è una delle innumerevoli manifestazioni o incarnazioni della divinità. L’idea
stessa di una rivelazione unica e piena è,
in quel contesto, inconcepibile. Il Cristo
è, al più, uno fra innumerevoli.
“ Con Baal ( = Signore), la coppia divina: il Cielo paterno e la Madre terra uniti in nozze cosmiche infinitamente ricorrenti, struttura portante dei culti naturalistici cananei a cui la predicazione
profetica contese senza soste il cuore di
Israele.
Fare di Simon mago semplicemente il
prototipo della « simonia » (commercio di
cose sacre) vuol dire ridurre di molto,
erratamente, la portata della sua figura,
della tentazione che egli impersona. Perciò l’autore parla di « simonismo ».
' Sullo gnosticismo segnaliamo, appena
uscito, uno studio critico di V. Subilia su
« Protestantesimo » n. 4/1984: Il problema gnostico. Siamo ben lontani, almeno
a livello comunitario, dal conoscere quale
portata la religiosità e la cultura gnostica
hanno avuto nella vita del cristianesimo
antico, e come il N.T. la rifletta polemicamente.
7
P
8 febbraio 1985
obkítivo
IN FUNZIONE DI UN SERVIZIO PER TUTTI
stato attuale
Val Penice:
rinnoviamo l’ospedale
La storia dell'Ospedale Valdese di Torre Pellice evidenzia, fin
dalt'ongine, la volontà della
Chiesa Valdese di compiere, per
mezzo di tale struttura, un servizio di assistenza sanitaria che,
se all’inizio era limitato ai Vaidesi per precise ragioni storiche
e confessionali, doveva ben presto estendersi a tutta la popolazione della Valle senza alcuna
discriminazione.
Le gravi vicissitudini che l’Ospedale ha dovuto superare a
causa dell’incertezza legislativa
hanno tenuto per anni in sospeso la sorte del nostro Istituto
con gravi ripercussioni sui programmi di aggiornamento tecnico e edilizio e con il rischio non
ipotetico di una progressiva dequalificazione delle prestazioni
sanitarie. Malgrado ciò, la volontà di servizio della Chiesa
Valdese non è mai venuta meno
ed è stata chiaramente confermata nella Intesa Regionale del
1982, nel protocollo aggiuntivo
dell'ottobre 1984 e nella convenzione con l’IJSSL 43 {Val Pellice)
in pari data, già perfezionata nei
suoi contenuti e in attesa di firma definitiva.
Tale Intesa, nel rispetto delle
reciproche autonomie giuridiche
e amministrative, ci colloca come interlocutori dell’Ente Pubblico per la comune determinazione di un piano di servizi sanitari coordinati in cui le prestazioni dell’Ospedale si integrano
nei programmi del territorio.
Questa impostazione rende effettiva la scelta di fondo adottata dalla nostra Chiesa e riassunta in una formula già espressa
fin dall’inizio degli anni 70: «massima autonomia nella massima
disponibilità ».
Le Intese Regionali per gli Ospedali Valdesi confermano a loro volta le scelte del Piano Socio Sanitario della Regione che,
nella programmazione dell’assetto dei servizi sanitari del territorio della Val Pellice, prevedono l’attribuzione dei servizi di
degenza ospedaliera e ambulatori annessi all’Ospedale di Torre Pellice e dei servizi poliambulatoriali all'Ospedale Mauriziano
di Luserna.
Si pone così il problema della
collaborazione dei due presidi
della Val Pellice. Respingendo
ogni tentativo di strumentalizzare la diversa origine confessionale dei due istituti ai fini di
una battaglia politico-religiosa
di retroguardia, in accordo con
la Regione e l’USSL 43, in una
seduta congiunta, sono stati definiti i termini del rapporto in
un'ottica volta non alla tutela
delle rispettive prerogative confessionali, ma in funzione di un
servizio comune in una effettiva
economia di gestione e in una
precisa suddivisione degli incarichi.
Ma nel momento in cui la Regione e la convenzione con
l'USSL ci attribuiscono, in questo quadro, definite e rilevanti
responsabilità nella programmazione sanitaria, emerge, come
una stridente contraddizione, la
inadeguatezza delle nostre strutture. Da qui il progetto di ampliamento illustrato nella presente pagina. La volontà originaria di serviz.io della Chiesa
Valdese trova nell'attuazione di
tale progetto una conferma puntuale e concreta. Ci auguriamo
che, con lo .sforzo unanime e generoso e la solidale collaborazione di tutti coloro che hanno
a cuore il raggiungimento di tali obiettivi, noi possiamo essere
in grado di offrire un servizio
sempre meglio qualificato sulla
linea di quella coerente disponibilità che deve poter caratterizzare tutta la nostra opera diaconale. Alberto Taccia
L’ospedale, negli obiettivi della legge di riforma sanitaria,
rappresenta una delle strutture
in cui si articola il sistema sanitario.
Il riferimento primario dell’attività ospedaliera è l’uomo malato, con le sue domande e bisogni espressi. Il compito fondamentale dell’ospedale è quindi
quello di fornire cure mediche
ai malati acuti, svolgendo prestazioni di diagnosi e terapia,
seconde parametri qualitativi e
quantitativi prefissati. Ciò implica che la struttura ospedaliera
deve possedere tutte quelle caratteristiche tecniche (intese come spazi architettonici, tecnologia, personale professionalmente formato) che consentono di
svolgere i compiti secondo modalità coerenti con i tempi attuali. Parlando di « uomo malato »,
intendo rivalutare il concetto di
persona, di individuo nella sua
ampia accezione; voglio dire cioè
che la struttura ospedaliera, a
volte anonima, non può non tenere presente la soggettività e
la personalità del singolo paziente. La tutela dei diritti della
persona malata ed il rispetto
della sua dignità si pongono come obiettivo sostanziale per chi
opera in un ospedale.
E’ altrettanto vero, però, che
il rapporto umano e il rispetto
della personalità non debbono
rappresentare un elemento sostitutivo delle potenzialità tee
Offerte
Istituti Ospitalieri Valdesi:
Conto Corrente Postale n. 22967103
intestato a; TAVOLA VALDESE
I.O.V. - via Beckwith 3 - Torre
Pellice - Conto Corrente Bancario I.B.I. Agenzia di Torre Pellice
N. 26307
oppure:
Associazione Amici dell’Ospedale
Valdese:
Conto Corrente Post. n. 18777102
intestato a: Associazione Amici
dell'Ospedale Valdese di Torre
Pellice - Conto Corrente Bancario I.B.I. Agenzia di Torre Pellice N. 25733 0 direttamente alla
cassiera Elda Lageard. via ex Internati 6 - 10066 Torre Pellice.
Sugli stessi possono essere versate le quote associative.
nclogiche e delle qualità professionali che il servizio ospedaliero e gli operatori del settore
debbono possedere. Trovare un
corretto equilibrio tra tecnologia e professionalità da una
parte, considerazione per la persona umana dall’altra, può rappresentare una importante meta
per chi lavora in ospedale.
Se, quindi, il riferimento primario è l’uomo malato, se l’obiettivo è quello di rispondere
alla domanda sanitaria espressa
dalla popolazione, diventa relativamente facile formulare i programmi di attività ospedaliera
traendo le logiche conseguenze
da questi principi. Il contesto
globale è offerto dalle leggi dello
Stato e, in seconda istanza, dall’Ente Regionale, inteso come
organo di programmazione che
esprime gli orientamenti generali e stabilisce gli obiettivi prioritari della politica sanitaria. Se
si opera nel settore sanitario,
non importa se in un’ottica
pubblica, parapubblica, privata,
non si può prescindere dagli
standards di riferimento proposti dall’Ente Regionale, che fìssa
appunto i livelli minimi di efficienza ed efficacia. Il secondo
punto di riferimento è rappresentato' dalla Unità Sanitaria Locale che, a un livello gestionale,
cura la realizzazione e verifica
la praticabilità delle azioni proposte, tenendo conto della peculiarità delle situazioni locali.
Proprio perché il malato è ima
persona e come tale non divisibile in diversi interventi parcellizzati sul suo stato di malattia, è necessario che l’ospedale
sia in collegamento funzionale
con tutti gli altri servizi di esso
facenti parte. L’ospedale cessa
quindi di essere un mondo concluso in se stesso; senza perdere la propria identità e le proprie specifiche competenze, si articola funzionalmente con le altre
strutture sanitarie del territorio; particolarmente importante,
in questo senso, diventa il rapporto con la medicina di base,
al fine di realizzare un corretto
flusso di informazioni mediche
tra ospedale e medico di base
(e viceversa) ed al fine di impedire quelle frammentazioni nella
conduzione diagnostica ^ e terapeutica del malato così delete
Nanni Mathieu
(continua a pag. 12)
COMUNITÀ
PSICO-GERIATRICA
o
SERVIZI
DECENZA
r® Piano
Q DECENZA
SERVIZI DECENZA
SERVIZI AMBULATORIALI
LABORATORI
1)1. Airh. C. Dnkf
Il progetto di ampliamento curato dall’Arch. C. Decker valorizza
al massimo resistente e consente la collocazione più razionale e funzionale possibile di tutti i servizi ospedalieri e ambulatoriali necessari.
I due fabbricati esistenti saraimo raccordati dalla costruzione
nuova in un umoo edificio. Il progetto prevede il potenziamento del laboratorio di analisi e la creazione di locali per l’ecotomografia e di attività ambulatoriali diversificate. Sono stati totalmente aboliti gli attuali cameroni multiletti e previsti 70 posti letto
in stanze per lo più a tre letti, tutte dotate di servizio igienico proprio interno, accessibili dai corridoi, atti al passaggio di letti ospedalieri.
Saranno sistemati nela parte di nuova costruzione i locali della cucina ed annessi, della mensa del personale, dei depositi principali, del pronto soccorso, dell’ingresso coperto (ora inesistente),
mentre si è previsto il mantenimento degli attuali locali della Comunità Montana, adibiti a palestra di riabilitazione.
I lavori dovrebbero iniziare verso la fine di marzo. Per quella
data ci auguriamo di aver terminato positivamente tutti gli adempimenti burocratici, messo a punto i progetti esecutivi e affidati
gli appalti.
II costo si aggirerà sul miliardo e mezzo. Un grosso impegno
è richiesto alle nostre famiglie e alle nostre chiese, specie della Val
Pellice, mentre i fratelli e le chiese all’estero sono disposti a darci
una mano.
Associazione Amici
Inserimento
nel territorio
L’Ospedale di Torre Pellice, in seguito alla stipulazione della
Convenzione Regionale con la Tavola Valdese, darà all’U.S.S.L. 43
un servizio di medicina generale di 1” livello, con la possibilità di
ricoverare 70 persone, oltreché offrire alcune prestazioni ambulatoriali (laboratorio analisi, radiodiagnostica, cardioangiologia, ecotomografia, gastroscopia, spirometria, pneumologia e neurologia).
E’ quanto è stato concordato in Regione, presenti i rappresentanti della Comunità Montana - USSL, del Comune di Luserna, dell’Ordine Mauriziano e della CIOV il 5 dicembre scorso.
Su questa base verrà stipulata un’altra convenzione, questa
volta tra CIOV e USSL 43, appena la deliberazione che ne approva
il testo, varata nel Consiglio di CM del 20/12, sarà esecutiva.
Con questo atto TOspedale Valdese sarà ufficialmente a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale per rispondere alle esigenze della popolazione della Valle, secondo programmi, bilanci, piante organiche, concordai con l’USSL di competenza.
Con il trasferimento delle ospiti del repartino psichiatrico a
Villa Olanda, anche quell’ala sarà adibita ad Ospedale e riacquisterà la sua originaria destinazione dopo un’opportuna ristrutturazione dei locali.
Il progetto per l’esecuzione dei lavori necessari su tutta la
struttura è appena passato all’esame dell’apposita commissione
edilizia regionale che, sappiamo uffìcialrnente. ha espresso il suo
parere favorevole, verificate alcune modifiche tecniche.
Franca Coiisson
Presidente Comunità Montana
Val Pellice - USSL 43
Nel giugno del 1980 venne regolarmente costituita VAssociazione Amici dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice con lo scopo
preciso di affiancare la C.I.O.V.
nell’opera di salvaguardia, di potenziamento e di ristrutturazione delTOspedale Valdese di Torre Pellice.
L’Associazione, riconosciuta ad
ogni effetto di legge e con im
suo regolare statuto, per poter
operare concretamente ed efficacemente ha assoluta necessità
dell’ampio consenso di chi è interessato alla vita ed all’attività
dell’Ospedale stesso.
Il numero dei nostri soci alla
data del 21 gennaio 1985 era di
154 persone.
Il nostro Comitato, neH’intento di raccogliere fondi per la ristrul turazione delTOspedale, ha
anche contattato i Valdesi del
North Carolina: la nostra vicepresidente si è recata di persona a Valdese, ha esposto i piani
e i progetti al Concistoro di quella Chiesa che ha deciso con voto unanime la piena disponibilità ad un aiuto.
Nel corso dell’anno 1984 siamo intervenuti con un ammontare di oltre 22 milioni per acquisto di attrezzature e materiale vario, in stretta collaborazione con la C.I.O.V., il Primario
delTOspedale e la Capo-servizi.
Tra l’altro abbiamo potuto dotare TOspedale di un elettrocardiografo EK 43 completo di accessori.
Il Primario delTOspedale, Dr.
Giovanni Mathieu, con lettera di
retta al nostro Presidente scrive: « Ritengo doveroso sottolineare come la generosa disponibilità dell’Associazione, unitamente alle agili procedure di
collegamento con TOspedale,
hanno consentito di avviare e
realizzare una serie di interventi improcrastinabili nelTambito
dell’igiene, della organizzazione
professionale e delle attrezzature scientifiche delTOspedale stesso ».
La nostra Associazione segnala con piacere l’opera svolta a
favore delTOspedale dalla Società di cucito della Chiesa di
Torre Pellice che, dopo essersi
messa a completa disposizione
per quanto concerne la confezione di manufatti offre come
suo contributo per la ristrutturazione il dono di un milione.
E’ pure doveroso segnalare il lavoro che le Volontarie ed i Volontari delTA.V.O. svolgono con
impegno e serietà.
Ricordiamo che la quota di
adesione alla nostra Associazione è di L. 50.000 annue (minimo).
La nostra Associazione pertanto rivolge l’invito a tutta la
popolazione delle Valli, in particolar modo a quelli che ham
no beneficiato delTOspedale, agli
amici, ai simpatizzanti di voler
sostenere in modo tangibile quest’opera che deve diventare uno
strumento efficace nel servizio
sanitario della Valle.
per il Consiglio Direttivo
Il Presidente Dr. G. Mourglia
8
8 ecumenisi
8 febbraio 1985
UN PONTE TRA IL VENETO EVANGELICO E IL SUD AFRICA
Metodisti
a Pietermaritzburg
Pietermaritzburg è una bella
città a poco più di 80 km. da
Durban, il grande porto che si
apre sull’Oceano Indiano sulla
costa nord-orientale del Sud Africa. I ’Voortrekkers’ boeri vi
migrarono provenienti dalla Colonia del Capo intorno al 1830
e gli autoctoni Zulu — ricchi di
bestiame e dediti ad una agricoltura diversificata ed abbondante grazie alla generosità della
terra e del clima — così minacciati dagli invasori, si raccolsero nella piana dell’entroterra sulle rive del fiume Umzunduzi.
Pare anche che si armassero di
archi e frecce. I Voortrekkers si
fornirono di armi da fuoco e li
trucidarono tutti, gettandone i
cadaveri nel fiume che si tinse
di sangue per chilometri. Il comandante dell’eroica impresa,
Pieter Maritz, a imperituro ricordo, dette il proprio nome alla città che lì fu fondata, e che
gli Zulu chiamarono « il luogo
di sangue ».
A sessant’anni da quei giorni
un avvocato ventiquattrenne,
brillantemente laureato a Londra, mise piede a Durban diretto a Johannesburg dove avrebbe dovuto svolgere la professione. Ma appena iniziato il viaggio
in im vagone di prima classe, un
controllore gli fece notare che
con quella pelle da indiano che
si ritrovava poteva al massimo
viaggiare in terza. H giovane si
chiamava Gandhi, rifiutò di obbedire, fu fatto scendere alla prima stazione, che era per l’appunto Pietermaritzburg, e cacciato in prigione. Le autorità
non riuscirono però a levarselo
di torno: in quei luoghi restò
finché, nel 1914, non strappò im
trattato che ridava diritti civili
e dignità a quegli indiani che
i Voortrekkers avevano attirato
nella zona come manodopera
per la monocoltura intensiva
della canna da zucchero. Partito Gandhi, buona parte delle
concessioni furono ritirate per
sempre, ma la sua gente aveva
anche appreso modi non violenti per guadagnarsi spazi di sopravvivenza.
Gli inizi del
Metodismo
re gli studenti neri; ed inoltre
3 ospedali, una casa editrice ed
rm grande giornale.
La perversa ed ipocrita filosofia bianca dello « sviluppo separato », il famigerato regime
dell’apartheid, ha provveduto a
chiudere gli istituti scolastici
superiori per neri, proibire la
stampa, e progressivamente e
definitivamente precludere l’accesso dei neri a lavori che non
siano di bassa manovalanza.
Nei giorni nostri, ed in queste
condizioni, a rischio della vita
propria e dei familiari, a Pietermaritzburg il pastore metodista
nero, Sol Jacob, ha organizzato
una comunità di circa 30.000 diseredati in un intenso servizio di
reciproco aiuto: con lo sviluppo
di capacità artigianali e la produzione di beni di sussistenza al
suo interno, e con uffici di assistenza legale all’esterno per i
contatti con le autorità e le imprese di lavoro e promuovendo
azioni pubbliche. E’ così sorto
il ’’Community Care Centre”
che, proprio per le sue caratteristiche interrazziali, è diventato nel volgere di qualche anno fulcro di attività ecumeniche ed è passato nelle mani del
SACC (South African Coimcil
of Churches), infaticabilmente
diretto dal Vescovo Tutu.
E’ un ecumenismo sul campo di
battaglia, che non lascia spazio
a divisioni di alcim genere. Il
SACC elabora ogni anno le
strategie per un progetto di sviluppo la cui direzione è stata
affidata al pastore Sol Jacob,
il quale raccoglie e coordina i
dati quantitativi e qualitativi
delle situazioni critiche che
emergono. Il SACC stampa tutte queste notizie ed invia le pubblicazioni a tutte le chiese cristiane del mondo occidentale.
dio governativi escludono l'insegnamento della matematica ai
non bianchi (che per altro devono pagarsi la scuola, contro il
sistema d’istruzione gratuita ed
obbligatoria per i bianchi) ed
impongono l’apprendimento in
lingua afrikaans. Questa lingua
discende dal dialetto settecentesco dei Voortrekkers, gutturale
e foneticamente costruito sulle
consonanti, che è quanto di più
ostico si possa immaginare per
le parlate sillabiche e poggianti
sulle vocali dei Bantu, i quali,
tra l’altro, sono ormai avvezzi
all’uso dell’inglese.
Le comunità valdesi e metodista di Mestre-Venezia e Padova,
e quella battista di Pordenone
provvedono due volte l’anno a.1l’invio regolare di un contributo
per il sostentamento del « Methodist Merryland Playcentre »,
e ne ricevono le schede con le
fotografie ed i dati personali dei
bimbi che così, in certo modo,
adottano.
Quei visetti sono il loro punto
di comunione con quel mondo
di oppressi. Sono la fiammella
che non disperano possa tratraitarsi in grande fuoco.
Febe Cavazzutti Rossi
QUESTA SETTIMANA LA FIRMA
Un esempio. All’inizio di quest’anno, fra febbraio e marzo,
due cicloni si sono abbattuti sulla regione settentrionale del Natal, fra i fiumi Matubatuba e
Umfolozi, popolata da Zulu che
il governo alloggia in capanne o
bassi cubicoli di mattoni. Le abitazioni sono state spazzate via,
strade e ponti sono andati distrutti, l’area si è allagata e
due terzi del raccolto delia canna da zucchero è andato distrutto, con il conseguente licenziamento della manodopera nera.
Oltre trecentomila Zulu sono rimasti colpiti direttamente dalla
catastrofe : migliaia e migliaia
sono i senzatetto e senza nulla.
Il SACC prevedeva per la fine
dell’84 che oltre tre milioni di
neri sarebbero stati esposti alla
morte per fame e per epidemie.
Autonomia per
la chiesa metodista
della Costa d’Avorio
La Chiesa Protestante Metodista della Costa d’Avorio, finora legata alla Chiesa madre dell’Inghilterra. sarà autonoma a
partire daH’inizio di febbraio.
Sabato 9 febbraio alle ore 10
verrà infatti firmato ad Abidjan
l’Atto di autonomia ed il giorno
dopo ci sarà un culto solenne di
rendimento di grazie, con la
partecipazione di numerosi invitati. La CEvAA sarà rappresentata dal suo presidente e dal
past. Mbangue Eboa del Camerún.
L’ecumenismo
in Sud Africa
L’ecumenismo in Sud Africa è
quello dei popoli oppressi ed
assediati dalla mcrts per fame, dalle malattie per la denutrizione, dal degrado umano.
In questo panorama, a Pietermaritzburg resiste la piccola
scuola metodista per bimbi neri, indiani e meticci, dove i più
poveri fra i poveri sono vestiti,
nutriti almeno una volta al giorno con abbondanza, ed istruiti
in tutta la gamma di attività di
studio e di gioco. Pochi sanno,
infatti, che i programmi di stu
Nata dal ritorno in patria di
emigrati che avevano conosciuto al nord l’Evangelo, questa
chiesa era rimasta legata alla
Chiesa Metodista Inglese che ne
aveva curato l’organizzazione e
la crescita. Alcuni decenni or sono, essendo la Costa d’Avorio
francofona la chiesa inglese aveva chiesto la collaborazione della Missione di Parigi per l’invio
a cura di Sergio Ribet
Ancora su Baby Fae
Delle popolazioni nere, del
grande popolo Bantu spogliato
di tutto ciò che era stato suo,
si occuparono i metodisti intorno al 1850, subito diffondendo
l’istruzione e crescendo rapidamente di numero tanto da costituirsi in Conferenza autonoma
nel 1883. La Chiesa Metodista
Unita del Sud Africa venne riconosciuta con atto del Parlamento nel 1927. Dopo trent’anni,
nella regione del Natal, contava
14 scuole di addestramento professionale, 12 scuole superiori di
agricoltura, 2 scuole medie superiori a Pietermaritzburg dove
aveva anche dato l’impulso alla
creazione di una università interrazziale cui potevano accede
Della vicenda di Baby Fae il
nostro giornale si è occupato
nelle meditazioni dei numeri. 44
e 45 del 1984, e riportando interventi di lettori nei numeri 47
e 49.
SAE Triveneto
I Gruppi ecumenici del Triveneto si riuniscono per il loro
23" Convegno domenica 10 febbraio a partire dalle 9.30 a Mestre. Dopo la meditazione della
Sig.a Luisa Ferrato parleranno
la prof.ssa Federica Ambrosini
(cattolica) e il dott. Emidio
Sfredda (metodista) su « Cristo
riconciliatore universale e l’impegno dei cristiani », documento
CEI preparato in vista del Convegno di aprile.
Ritorniamo tuttavia sul tema,
in altra prospettiva, riferendo
dal nev (n. 5, anno V, del 21 dicembre 1984) alcune precisazioni diffuse dalla Unione Italiana
delle chiese cristiane avventiste
del 7° giorno.
« Gli organi di informazione
non sono stati sufficientemente
attenti e precisi nel citare la
chiesa avventista. Si è parlato
di ’avventizi’, di metodisti come
sponsor di Lorna Linda (il Medicai Center della Loma Linda
University, creata parecchie decine di anni fa dalla chiesa avventista al fine di preparare personale medico e paramedico per
le cosiddette ’terre di missione’,
n.d.r.), di ’setta americana’, di
’piccola setta californiana’... Se
si definisce ’setta’ un gruppo caratterizzato da fanatismo, aggressività, chiusura al mondo,
latitanza alla azione sociale, allora la chiesa avventista rifiuta
tale definizione in nome di quello che è e che fa nel mondo...
Per ciò che concerne le dimensioni di questa chiesa... si tratta
di un gruppo che conta circa 5
milioni di membri adulti e decine di milioni di simpatizzanti e
sostenitori, sparsi praticamente
in tutti i paesi del mondo e che
mantengono un’azione medicoeducativa stimata, da statistiche
ufficiali, come seconda solo a
quella della chiesa cattolica. De
finire poi la chiesa avventista
come ’americana’ o addirittura
’californiana’ è semplicemente
errato. Solo il 15“/o degli avventisti risiede negli USA e le zone
dove tale chiesa è in maggiore
espansione sono l’Africa e l’America Latina, forse proprio
perché in tali luoghi la sua azione sociale è più apprezzata come diretta risposta ai bisogni
pratici, oltre che spirituali, di
tali popolazioni ».
Fin qui le precisazioni avventiste. Ma che pensano, nel merito della vicenda, gli avventisti
italiani? Nell’ultimo numero del
1984 del mensile « Il messaggero
avventista», del 12 dicembre, il
direttore del periodico. Paolo
Tramuto, scrive un pezzo nella
rubrica « Riflettiamo insieme »,
intitolato « Il caso Baby Fae ».
Tre ci sembrano le caratteristiche dell’articolo.
sul nostro giornale; Tramuto accenna anche al ’permesso dato
all’uomo di mangiare la carne
degli animali’, come Giampiccoli - n.d.r.). Nel complesso, l’articolo legge con ottimismo le indicazioni bibliche, senza problematizzare eccessivamente; anche nel P.S., scritto dopo la notizia della morte di Baby Fae, prevale una nota di speranza : « Ciò
che posso dire come uomo e come padre è che ho tifato perché
Baby Fae vincesse la sua battaglia per la vita. E in fondo, mi
pare che tutto sommato ne valesse la pena e che, dal punto di
vista scientifico. Baby Fae continui a vivere ! ».
In terzo luogo, mi sembra affiorare anche nell’articolo di
Tramuto una preoccupazione,
anche se in modo meno evidente che negli articoli comparsi sul
nostro giornale.
In primo luogo, nessun v patriottismo » di chiesa; si dice in
apertura che l’evento si produce nell’Ospedale Avventista di
Loma Linda, ma si tratta di un
dato obiettivo, che non condiziona lo sviluppo delle tesi sostenute nell’articolo.
In secondo luogo, il riferimento biblico. Secondo l’articolista,
dietro la scelta scientifica del
Loma Linda Hospital potrebbe
esservi stata ’una scelta morale
e religiosa... nella convinzione
che Dio abbia dato all’uomo il
dominio su tutti gli animali (Genesi 1: 26, 28 ; 9: 2)’. (Sono gli
stessi passi citati da F. Giampiccoli nella sua meditazione
di personale francofono.
Nel 1975 la CEvAA accoglieva
la domanda di questa chiesa a;!
entrare in questa comunità eli
chiese, a maggioranza francofone, dati anche i profondi legami
che esistevano con le chiese v cine: la chiesa metodista del Benin-Togo, la chiesa evangélica
del Togo, le chiese evangeliche
e battiate del Camerún, cctr.-;
pure la stretta collaborazior,
nella facoltà di teologia di Ye
oundé.
Nel 1975 la chiesa metodista
della Costa d’Avorio comprende
va 23.457 membri comunicanti,
aveva 30 pastori (di cui 24 afri
cani), 69 evangelisti e ben 1335
predicatori locali. Era in pien
slancio evangelistico ed infatti
contava 27.000 catecumeni tpiù
dei membri di chiesa!) e si occupava di 49.000 giovani, toccando perciò una popolazione di
ben 103.000 persone!
Come opere sociali molto in
portanti sono l’ospedale prete
stante di Dabou ed il collegi'
secondario protestante sempre i
Dabou.
Interessante notare che presse
questa chiesa opera un « invia
to » della chiesa protestante dei
Madagascar, accanto a vari in
viati europei: il past. Rajoeli
solo Raymond con la moglie Soa.
Ricordiamo che la Costa d’A
vorio pur appartenendo al gruppo dei paesi poveri ha un'economia leggermente migliore di
quella dei suoi vicini. E’ il pii
mo produttore mondiale del ca
cao (25% della produzione mondiale) e notevole è anche la produzione del caffè, tanto che il
paese sembrava avviato senza
problemi verso una buona stabilità economica. A partire dal
1977 vi è stato però un crollo
dei prezzi (del 400“'o per il cacao
e del 300% per il caffè) mentre
la siccità ha colpito anche questo paese. La situazione è perciò
diventata abbastanza critica.
Auguriamo a questa chiesa,
cui siamo profondamente legati
nella CEvAA, di poter vivere
questo nuovo momento della sua
storia con un rinnovato slancio
evangelistico e di testimonianza.
Scrive infatti il Tramuto : « E’
vero che viviamo in un’epoca in
cui la vita, anche quella animale, comincia e'’ essere considerata quasi sacra, tuttavia sono
personalmente convinto che il
piano originale di Dio, di concedere all’uomo la facoltà di dominare sugli animali e quindi di
decidere della loro vita resta ancor oggi immutato. Anche se. e
lo ritengo giusto, l’uomo sarà ritenuto responsabile delle decisioni prese nei confronti degli
animali ! ».
L’interesse dell’articolo risiede nel fatto che, al di là degli
argomenti sostenuti, mi sembra
di rintracciarvi una volontà di
lettura biblica fedele al testo, ma
aperta ad una possibilità di interpretazione, non giocata tutta
su un fondamentalismo insostenibile.
Renato Coissoii
Per l’Esercito
L’Esercito della Salvezza cerca
vecchio materiale documentaristico riguardante la storia dell’Esercito tra il 1887 e il 1950.
Mancano infatti alcuni numeri
della rivista e documenti, lettere che concernano soprattuf'o
l’inizio dell’opera che avvenne
nelle Valli Valdesi anche per merito di persone appartenenti alla Chiesa Valdese. Chiunque è in
grado di offrire fotografie, lettere, documenti concernenti la
storia dell’Esercito della Salvezza in Italia si metta in contatto
con il Quartiere Generale in Via
degli Apuli 40, 00185 Roma.
9
' - -.-f ‘a«"-.^
cronaca delleValli 9
DEMOCRAZIA E TRASPARENZA
Metano, che affare!
In breve
Disoccupazione
Esempio
da
seguire
£’ abbastanza consueto nell'ambiente valdese terminare un
incontro con una tazza di thè, è
più raro concluderlo acquistando succhi di frutta e marmellate.
L'assemblea di circuito, che si
è Tenuta a Pomaretto l’ultima
domenica di gennaio, ha avuto
questo epilogo inconsueto, e i
partecipanti si sono riempiti le
borse con i prodotti della Cooperativa "Terranova” di Luserna
S. Giovanni, dopo aver ascoltato
con grande interesse le spiegazioni dei quattro giovani lavoratori della cooperativa, invitati
dal Consiglio di circuito a presentare le loro esperienze.
"Una scelta di vita", così è
stata definita la decisione di dedicarsi all’ agricoltura, coltivando terreni ormai incolti, lasciati
dai proprietari alle lucertole e
alle ortiche: una vita dura, per
l'inesperienza e la giovane età
dei soci; una vita di duro lavoro,
di scarsi guadagni, con pochi
momenti liberi e molte preoccupazioni.
Ma, siccome di succhi di frutta, ttìiele e marmellata, volendo,
si può anche fare a meno, nasce
riniziativa della Cooperativa contadina di Chiot ’dl’Aiga, in vai
d’Attgrogna, per raccogliere i prodotti genuini della valle (carne,
latte, formaggi, pane, uova e così
via). La genuinità è infatti il punto chiave di tutte le esperiem.e_
lavorative: bando ai coloranti, ai
conservanti, ai mangimi artificiali. In una prospettiva puramente economica può essere un
vero disastro, ma il risultato è
indubbiamente confortante e gradevole per il consumatore.
Viene da domandarsi: ma questa esperienza è esportabile? Per
esempio in vai Germanasca, dove l'agricoltura è sempre stata
soltanto una seconda occupazione, accanto al lavoro in miniera
o nelle fabbriche di fondovalle?
Certamente, il lavoro individuale itoti va più, anche se i prodotti fossero di qualità eccezionale, occorrerebbero tecniche
moderne di distribuzione, acquisti costosi, un impegno di tempo che la conduzione familiare
raramente riesce ad assicurare.
Per i giovani della vai Pellice,
come pure per altri agricoltori e
allevatori delle valli Chisone e
Germanasca, il lavoro in cooperativa è parsa la soluzione piti
adeguata, ma non esente da difficoltà. L’agricoltura, in montagna
non viene infatti considerala
produttiva da un punto di vista
economico, ttta qualcosa che sta
fra ¡'hobby e un’attività di pura
sopravvivenza. E intanto nelle
valli gli spazi coltivati si chiudono sempre di più, mentre le industrie licenziano e l’artigianato
non si afferma.
Nei giovani delle cooperative,
tuttavia, non è presente il pessimismo. — In queste cose bisogna crederci — dichiarano. Credere nel lavoro manuale, negli
alimenti sani, nella vita a contatto con la natura, nella gente
che ti dà una mano, invece di
tirare ad imbrogliarti. Tutte cose che ora si trovano ancora, ma
che forse i nostri discendenti
non conosceranno più.
Le valli sono ancora un mondo dove è possibile vivere:^ facciamo in modo che sia così anche per il futuro.
Liliana VigUelmo
Due società, una pubblica ed una privata, si sono divise i lavori giovanile
connessi alla metanizzazione - I rischi della lottizzazione partitica
In questo scorcio di attività
amministrativa, i comuni delle
nostre valli sono travagliati dalla questione del metano che dovrebbe arrivare in quasi tutti i
comuni di fondovalle entro l’86.
Si è già arrivati ad una prima
spartizione ; i comuni della valle Chisone hanno affidato ad un
consorzio recentemente deliberato (il Consorzio Intercomunale
Energia Ambiente) l’affidamento
della realizzazione delle infrastrutture necessarie e la gestione dell’erogazione del gas. In
pratica, l’AMGAS — azienda
municipalizzata di Pinerolo —
verrà trasformata in una azienda intercomunale.
I comuni della Val Pellice invece hanno affidato ad una azienda privata, l’Italgas, la gestione
della distribuzione del gas nel
loro territorio.
Attorno a questo progetto di
metanizzazione si è infatti scatenata una guerra senza esclusione di colpi ed i vari amministratori sono stati oggetto di
pressioni continue. Da una parte, l’AMGAS e il comune di Pinerolo, magnificavano la bontà
della soluzione pubblica più costosa per i comuni, ma più gratificante in termini politici (per
i posti nel consiglio di amministrazione) e, forse, anche a livello economico a lungo termine. Dall’altra. l’Italgas offriva
impianti praticamente a costo
zero per i comuni, in quanto i
costi sarebbero poi stati scaricati sulle tariffe degli utenti.
Poi il compromesso. Agli uni
una valle, agli altri l’altra. Tutti contenti dunque.
Ora si apre invece la fase delle pressioni per raffidamento
dei lavori di progettazione e di
esecuzione delle opere. I lavori
di investimento ammonteranno
a circa 40 miliardi ed attorno a
questa massa di denaro si muovono interessi di professionisti
ed operatori economici, al punto che il presidente dell’AMGAS
ha dichiarato di subire « pressioni spaventose di tipo personale, partitico, una cosa indecente. Io non mi sono mai trovato così specificatamente in
campo. E’ una cosa vergognosa».
Il metano è dunque un affare.
Per gli utenti che ai prezzi at
Amnesty International
TORRE PELLICE — Sabato
9 febbraio, alle ore 17, avrà luogo una riunione al Centro di
Incontro.
tuali risparmieranno circa il 20%
sul costo del riscaldamento, se
prima si scaldavano a gasolio.
Per professionisti ed installatori che avranno — con i giusti
appoggi partitici — lavoro assicurato per alcuni anni.
Per i partiti che potranno vantare benemerenze presso gli elettori in occasione delle prossime
elezioni ed in prospettiva anche
per la possibilità di lottizzazione che il consorzio pubblico
apre.
Nella delibera di istituzione
del consorzio la cosa è esplicita : « al fine di garantire una
equa proporzionalità rappresentativa a tutte le forze politiche,
si adotterà il comportamento
che la determinazione delle quote di maggioranza e di minoranza sarà fatta non in ogni singolo comune ma globalmente,
assumendo come parametri i risultati delle ultime elezioni politiche dei comuni consorziati ».
Il consorzio è tra comuni, ma
in realtà è lottizzato tra i partiti rappresentati a livello nazionale in parlamento. Non importa se nei nostri piccoli comu
ni le aggregazioni politico-amministrative sono in molti casi
diverse da quelle nazionali ed
i problemi locali sono determinanti per il successo o l’insuccesso di una lista.
Saranno perciò i partiti, secondo i voti ricevuti alle politiche, a deliberare i programmi
di intervento, a nominare il direttore, a stabilire le tariffe.
E la partecipazione? Secondo
lo statuto non è prevista. Non
è detto nulla né sui diritti di
informazione dei lavoratori, né
sui diritti degli utenti.
Dopo tanto parlare di trasparenza nell’attività di gestione degli enti pubblici, la creazione di
un consorzio era un’occasione
per dimostrare che alle parole
seguivano i fatti. Niente, il controllo democratico è scomodo
soprattutto quando ci sono di
mezzo gli affari.
Né è meglio la situazione dell’affidare ad un’azienda privata
la gestione. Anche qui partecipazione e diritti degli utenti sono parole che non trovano corrispondenza nei fatti.
Giorgio Gardiol
METANO
Airitalgas la Val Pellice
Anche l’Amministrazione comunale di Torre Pellice ha dato
il suo assenso al progetto di metanizzazione del servizio di distribuzione gas. Pertanto, a partire
dal secondo semestre 1986 si
prevede che l’allacciamento sarà
completato e funzionante. Come
è già successo in altri comuni, le
due società che operano già in
zona, quella consortile dell’AMGAS di Pinerolo e quella privata ITALGAS, si sono prontamente mobilitate facendo le loro
proposte. Indubbiamente si tratta di accaparrarsi una fetta di
mercato di diversi miliardi con
relativo lavoro indotto, sia per
l'allacciamento di adduzione che
per la distribuzione alle utenze.
Diverso il metodo di approccio.
L’AMGAS come organo consortile è garantita nei suoi bilanci
da quote da parte dei comuni,
che sono quindi impegnati a ripianare gli eventuali deficit. Opera con personale proprio, quindi
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Chiuso tutto il lunedì
farebbe nuove assunzioni sia per
la realizzazione degli impianti
che per la necessaria conduzione.
L’ITALGAS, come società privata, gestendo gli attuali impianti non richiederebbe al comune
alcun onere per l’esecuzione del
collegamento. In più si occuperebbe del potenziamento della
rete distributiva verso la zona
alta di Torre Pellice, CoppieriServera, mantenendo a L. 300.000
la quota richiesta per gli allacciamenti privati sino a 6 metri
dalla condotta di distribuzione.
Farebbe inoltre una convenzione
col comune di 30 anni, cc>n la
possibilità di riscatto degli impianti da parte del comune stesso dopo 10 anni. Si impegnerebbe ancora a fare allacciamenti
gratuiti per le eventuali utenze
comunali e dei corsi pure gratuiti per gli artigiani della zona che
dovrebbero occuparsi degli allacciamenti da parte dell’ utenza.
Inoltre, il progetto prevederebbe
l’estensione della fornitura fino
a Villar e Bobbio.
Di fronte alle due proposte,
l’Amministrazione non se l’è sentita di imbarcarsi in una stipula
di un mutuo per il riscatto degli
impianti e quindi ha scartato
l’ipotesi AMCjAS a favore delriTALGAS.
Rimane però l’interrogativo di
quale sarà il costo del gas alla
distribuzione, in quanto è chiaro
che la società appaltatrice caricherà sull'utenza, oltre alla fornitura, anche il costo di impianto. A. L.
PINEROLO — I gruppi fainiglia, giovani sulla disoccupazione e preti organizzano, venerdì
8 febbraio 1985 alle ore 20.45, nei
locali della Parrocchia di San
Lazzaro, un incontro dibattito
sul tema ; « Disoccupazione giovanile, riflessi sulla vita di famiglia e su tutto il resto...».
Vigile sotto inchiesta
TORRE PELLICE — Il. sindaco rispondendo alle richieste
di spiegazioni avanzate dai consiglieri della minoranza sul caso
Gambera, ha precisato che l’Amministrazione continua a dare
l’assegno alimentare alla moglie
ottemperando ad un obbligo previsto dalla legge; comunque entro pochi giorm rAmministrazione designerà un avvocato a cui
affiderà l’incarico di tutelare gli
interessi comunali.
Aumenti delle tariffe
TORRE PELLICE — Il Consiglio Comunale ha approvato
una serie di aumenti di tariffe
per servizi di pubblica utilità
(dalle mense scolastiche ai servizi domiciliari, dalle tariffe cimiteriali a quelle per l’allacciamento delle fognature) e per le occupazioni di spazi su aree pubbliche nella misura del 10%, e del
7% per l’addizionale sul consumo dell’energia elettrica. E’ poi
ancora stato approvato un contributo di 8.200.000 lire alla Pro
Loco per l’espletamento del servizio di Ufficio Turistico Comunale ed è stata data la disponibilità in zona Blando per il deposito di un compattatore per
rifiuti a disposizione dei comuni di Angrogna e Rorà.
Concerto
TORRE PELLICE — li’Asses
sorato alla Cultura della provincia di Torino, la Comunità Montana Val Pellice, le Pro Loco ed
i Comuni di Torre Pellice e Luserna S. Giovanni organizzano,
giovedì 7 febbraio, alle ore 21,
presso il Tempio Valdese, un
concerto del Quintetto di ottoni di Budapest.
Cooperativa
turistica
ANGROGNA — L’Assemblea
dei soci della Cooperativa Turistica « Mount Servin » della Vaccera, ha stabilito le quote per
la pratica dello sci di fondo per
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10
10 cronaca delk^Ui
8 febbraio 1985
CONSIGLIO COMUNALE DI ANGROGNA
Mentalità di pace
Ad un’analisi attenta della situazione politica e sociale in cui
viviamo segue un appello a tutte
le forze in campo a far crescere
e consolidare una mentalità che
individui nella pace il bene supremo dell’umanità. « L’impegno
per una cultura di pace riassume in sé — afferma il documento approvato di recente dal Consiglio comunale di Angrogna —
l’impegno di lotta contro ogni
forma di ingiustizia, di privilegio, di sopraffazione, di sfruttamento, di dominio, di arricchimento illecito ed eccessivo, di
eccessivo potere e di illegittimo
uso del potere legittimamente
assegnato, di utilizzo della forza
e della violenza quali strumenti
per risolvere i contrasti ed i conflitti di interessi e di ideologie ».
ISTITUTI VALDESI
Visita aii’Uiiveto
L’Uliveto è un istituto della
Tavola Valdese, convenzionato
con la Regione Piemonte, sito
in Luserna S. Giovanni, che
ospita attualmente diciotto ragazzi e ragazze che hanno quasi
sempre grossi handicap fìsici e
psichici.
Gli ospiti attuali non sono
valdesi e provengono quasi tutti
dalia Val Pellice e dal Pinerolese. Questo istituto non è solo
Un luogo di cura e di ricovero,
ma una vera e propria comunità di vita in cui si cerca di arrivare, là dove è possibile, al reinserimento delle persone sopracitate nella società, e dove si
tenta di fare in modo che le loro condizioni fisiche e mentali
per lo meno non peggiorino.
I problemi aU’interno dell’istituto sono ovviamente molti; da
quello finanziario, a quello della struttura, non pensata per
questo tipo di attività, a quello
dei rapporti tra ospiti e educatori. Gli educatori sono in numero di uno ogni tre ragazzi.
Gli ospiti trovano soprattutto
delle difficoltà ad instaurare dei
rapporti di fiducia con gli educatori e più in generale con tutti coloro coi quali hanno dei
contatti.
Queste difficoltà sono dovute
principalmente a grossi traumi
subiti nei loro primi mesi di vita, trascuratezza o addirittura
rifiuto dei genitori di allevarli,
rapporti più che burrascosi tra
padre e madre, botte ed altro.
Tutto questo non si supera in
un attimo e probabilmente non
si supererà più, ma quella degli
educatori è comunque una ricerca continua di stabilire dei rapporti di affetto e di fiducia con
chi non ha mai vissuto queste
realtà.
Se a queste difficoltà psichiche aggiungiamo quasi sempre
anche delle difficoltà fisiche, il
quadro completo è abbastanza
grave e per niente allegro.
Le soluzioni alternative a questo tipo di istituti non sono mol
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te e quasi sempre solo teoriche:
l’adozione da parte di famiglie,
l’inserimento di questi ospiti in
scuole pubbliche, il loro pieno
inserimento nella società, sono
sì, soluzioni possibili, ma solo
per una piccolissima percentuale di loro.
Sono questi alcuni dei pensieri di catecumeni di quarto anno di Pomaretto dopo una giornata trascorsa all’Uliveto. Chi
pensa a questo istituto senza esserci mai stato, probabilmente
se lo immagina come un luogo
desolato, dove regnano la tristezza e le lacrime ; forse si
pensa anche ad una struttura più
moderna e più capiente; fortunatamente arrivando li ci si accorge subito che tutto questo
è errato ; c’è sicuramente più
serenità, amore, affetto e disponibilità di quanto anche gli ottimisti possano immaginare e
questo è ovviamente un grosso
merito della direttrice e degli
educatori.
I catecumeni di IV anno
della comunità di Pomaretto
Con questa presa di posizione
Tamministrazione di Angrogna
prosegue ancor più decisamente,
dopo dibattiti nei quartieri cui
ha fatto seguito una lunga riflessione, la strada della « lotta in
difesa della pace e della giustizia, contro ogni forma di emarginazione, contro il fenomeno
delle tossicodipendenze e il deterioramento dell’ambiente e del
territorio ». In questa prospettiva il Comune angrognino è così
impegnato « a non inserire nei
propri strumenti urbanistici alcuna previsione di installazioni
nucleari, sia di utilizzo militare
sia di utilizzo civile, come pure
di installazioni comunque inquinanti o negative per l’ambiente
naturale o comunque contrarie
allo spirito della cultura per la
pace ». Il documento approvato,
con poche astensioni, chiede alla Comunità Montana e al Comitato comprensoriale di Pinerolo di adottare un impegno per
la pace espresso a tutti i livelli
compresa, anche, la denuclearizzazione del territorio. La delibera viene inviata in questi giorni
alle Amministrazioni della Regione e della Provincia affinché
si conosca la volontà di una piccola comunità decisa a non accettare passivamente le conseguenze di una società ingiusta e
per molti aspetti disumana. Il
testo della delibera, lungo ed approfondito, stimola la ricerca e
il dibattito. Si tratta di uno scossone salutare per ricercare e vivere, in ogni situazione, una mentalità di pace e di solidarietà.
Una scelta importante in un momento in cui — come dice il
documento di Angrogna — « appare del tutto naturale il rifugiarsi dei singoli e dei gruppi
nella ricerca egoistica di un proprio, p>er quanto limitato, benessere, di un proprio piccolo dominio, in una propria oasi di
indifferenza e di disimpegno».
G. P.
NESSUNA
SCOMUNICA
Caro Direttore,
con sorpresa e molto imbarazzo ho
letto la lettera della signora lazeolla
« TEV: un malessere insostenibile? »
(Eco 18.1.85).
Sono sorpresa per il fatto che dopo
« circa nove anni », l'esistenza di questo movimento possa ancora fare scaturire riflessioni di questo genere. Pensavo che tutto ciò che c’era da dire
sulla TEV fosse già stato detto!
Sono anche imbarazzata, o forse dovrei dire: come credente profondamente amareggiata e delusa.
Non voglio qui entrare in polemica
con nessuno. Ho troppo rispetto per
il mio prossimo per azzardare un giudizio che, in questo caso, potrebbe
forse essere interpretato erroneamente,
ma come credente sento il bisogno ed
il dovere di fare questo breve commento.
Perché tanta veemenza, tanto astio in
questo scritto? Ciò che ci deve, innanzitutto preoccupare, NON E' ciò
che pensa di noi il nostro fratello, MA
è lo stato in cui versa il nostro rapporto di credenti col fratello che ci
sta accanto. E’ la dose di amore ed
aiuto che riusciamo a dargli, ricordandoci che in una famiglia di credenti
(perché i membri della TEV sono del
credenti!), c'è posto per tutti e che
ognuno vive la sua realtà di credente
nella libertà data da Cristo.
Il fatto che un nostro fratello la
pensi diversamente da noi, è uno stimolo al confronto ed alia riflessione,
e forse può anche avere la funzione
importantissima di liberarci dalla tentazione di assolutizzare le nostre posizioni. GUAI se questo confronto non
esistesse!
La mia amarezza sta anche nel fatto che l'articolo chiama il lettore a riflettere se non sia venuto il momento
di far tacere il fratello « dissenziente ».
Insegnamento del francese
In attesa della prevista legge
che autorizzerà l’insegnamento
di una seconda lingua in tutte
le scuole elementari (ma sembra però a partire solo dalla
3“ elementare), o, nel nostro caso, della legge sulle minoranze
linguistiche che ne prevede l'insegnamento a partire dalla scuola materna, vi sono stati negli
scorsi anni, e sono ancora in
corso adesso, delle iniziative locali, basate spesso solo sulla
buona volontà degli insegnanti,
per mantenere qualche ora di
insegnamento del francese nelle
elementari. Così a Bobbio, Villar e Torre; ma l’esperimento
più interessante è quello in corso (ora già al suo secondo anno)
a Luserna S. Giovanni, per iniziativa del Direttore Didattico
Dr. Marco Armand Hugon.
Riferendosi al D.P.R. n. 419/74
che prevede, in via sperimentale, l’inserimento precoce dell’insegnamento di una seconda lingua fin dalTultimo anno delle
scuole materne, è stato autorizzato ad introdurre questo insegnamento nelle due scuole del
Comune (Capoluogo e S. Giovanni), con due insegnanti a tempo pieno con perfetta conoscenza del francese. Esperimento che
ha dato risultati molto incoraggianti già nel primo anno e che
è tuttora in atto per il 2° anno.
Nelle due scuole è stata attrezzata un’aula a laboratorio
linguistico, dotata di apposito
materiale didattico (registratori,
posti di ascolto, duplicatori, video-tape, ecc.) e di una buona
dotazione di testi speciali, in
parte acquistati anche sulTesperienza delle scuole della regione
Aosta, dove sono stati stampati
dei testi in collaborazione con
l’Università di Grenoble: «Valentine et les autres — Methode
pour une école bilingue ».
Sono positivi i risultati ottenuti in questo primo anno e do;
vranno migliorare negli anni
successivi per quegli alunni che
avranno ricevuto più anni di insegnamento anziché uno solo. E’
interessante notare come questa esperienza abbia confermato quanto già indicato da autorevoli studiosi, che l’età ottima
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lo vivo lontano e, forse » non percepisco se sia accettabile o meno questa
situazione », ma se questo deve essere lo spirito di giudizio che si richiede
dal lettore, se questo è il problema
che ci deve preoccupare nella chiesa,
allora io non potrò fare altro che dissociarmi.
Grazie per l'attenzione.
Paola Nisbet Tron, Napoli
ALLARMI
FINANZIARI
Egregio Signor Direttore,
Seguo sempre con particolare interesse gli interventi relativi ai problemi di carattere finanziario delle opere
della nostra chiesa. Alcuni interventi
apparsi negli ultimi numeri dell’Eco
hanno riproposto all'attenzione dei lettori aspetti particolari del problema
stesso: cito i) pressante appello di
Anna Celli, l'articolo del prof. Claudio
Tron, la lettera di Leo Co’isson.
Per quanto concerne l'Asilo dei Vecchi, non disponendo di elementi per
esprimere giudizi sul progetto di ristrutturazione, mi limito ad osservare
che l'appello lanciato dal Comitato responsabile (1.000 famiglie che offrano
un milione) avrebbe potuto essere largamente superato, considerando le possibilità finanziarie di buona parte delle
famiglie valdesi anche solo limitatamente alle valli Chisone e Germanasca. Ma diciamo pure che, nel caso
specifico, occorreva necessariamente
essere disposti a qualche rinuncia: per
qualcuno poteva trattarsi di dover ridurre un po’ il conto in banca, per altri di rinunciare ad una crociera oppure ad una vacanza, per altri ancora
di frenare per qualche tempo gli enormi sprechi di carburante (auto e motorette; padri e figli).
Si deve comunque dare atto ai responsabili delle comunità di aver sostenuto l'iniziativa con molto impegno.
Un discorso un po' diverso occorre
invece fare per la Scuola Latina: infatti da parte di molti responsabili delle comunità, il problema delle finanze
dell'istituto è stato sempre ignorato
0 contrastato più o meno palesemente.
Per convincersi, basterebbe verificare
quanti preventivi di bilancio o relazioni annue delle chiese hanno anche solamente fatto cenno agli inviti sinodali
che indicavano l'entità del contributo
da destinare alle scuole.
E’ evidente che, essendo noi già
per natura talmente poco propensi alla generosità quando si tratta di contribuzioni volontarie, difficilmente interveniamo a favore di opere ignorate
dall'alto. Nessuna meraviglia dunque
se oggi mancano alunni e insegnanti:
col clima di sfiducia che da tempo mina la scuola, non potrebbe essere altrimenti.
Ma si può oggi giustificare una scuola che grava sulle finanze della chiesa quando la scuola di stato non costa nulla? Direi che l’istituto, opportunamente valorizzato, avrebbe potuto
costituire una componente di quella
particolare « cultura valdese » (se esiste ancora) di cui ogni tanto si parla
nel nostro ambiente; se affiancato da
un convitto destinato ad accogliere i
ragazzi provenienti dalla città (genitori entrambi occupati), avrebbe potuto
recare un contributo di testimonianza
nella diaspora, offrendo inoltre la possibilità ai ragazzi di soggiornare per
qualche anno in ambiente valdese.
Anche della eventuale prossima chiusura di questo istituto, auguriamoci di
non doverci in futuro amaramente pentire.
Fortunatamente un settore delle finanze della chiesa regge ancora bene
(almeno lo spero): quello della cassa
culto, forse perché le contribuzioni
che i Concistori devolvono a questo
fine sono costituite dalle offerte che i
membri delle comunità intendono per
lo più come generica ■< offerta per le
necessità della chiesa » e soprattutto
grazie agli aiuti esteri, sui quali tuttavia non bisognerebbe fare troppo affimentazione e una proposta in damento: hanno infatti ragione I nostri
Questo senso verrà presentata al amici esteri quando, accorgendosi che
l’armr, ernlastioo ¡I nostro tenore di vita non è molto
diverso dal loro, ci dicono: « interver
ESPERIENZE
le per Tinizio dell’insegnamento sia sui 4 anni, ed infatti è
stato anche qui notato che i
bambini, soprattutto quelli della scuola materna e del primo
ciclo della elementare hanno dimostrato meno difficoltà nell’acquisizione e riproduzione dei fonemi che non quelli più adulti
soggetti molto più di quelli piccoli a commettere « errori » di
pronuncia.
Abbiamo assistito ad alcune
lezioni nel laboratorio linguistico della scuola di S. Giovanni,
alle classi 2" e 3“ elementare, tenute dalla maestra, Sig.ra Meygner. L’insegnamento è tutto in
francese. L’insegnante mostra
agli alunni l’immagine di un oggetto collegato a un soggetto
scelto come «unità di lavoro»;
per es.: « il pasto », « il gioco e
i giochi », « la casa », « la scuola », per l’apprendimento della
nomenclatura, insegnando agli
allievi come utilizzarla per comporre delle frasi, (per es.; « sur
la tablc je meb'. une carafe »), o
domande che esigono una breve
risposta in francese. In tutte le
classi vengono insegnate delle
facili canzoni, che ripetono in
coro («Sur le poni d’Avignon »,
« I! était une bergère », filastrocche, ecc.). Brevi favole o _ racconri vengono letti dall’insegnante per verificare la capacità di comprensione degli alurini.
L’esito positivo dell’iniziativa
consiglia l’estensione della speriuna proposta in
Ministero per l’anno scolastico
1985/86. Le cose però sarebbero
facilitate se si potesse programmare a livello locale e non da
Roma.
Osvaldo Coisson
remo eventualmente quando ci direte
cosa avete fatto voi stessi innanzitutto ».
Guido Baret, Pomaretto:
11
8 febbraio 1985
cronaca delle Valli ÍÍ
SPIGOLATURE DI STORIA VALDESE
Angrogna anno 1567
L’affermarsi dell’esigenza di liberarsi dalla condizione di servi nasce
ne! confronto e nella discussione reciproca - Prima lo sforzo finanziario
In occasione del 17 Febbraio
si ritorna volentieri alla storia
delle nostre Valli, alla ricerca
ed allo studio di avvenimenti
più o meno noti del passato.
In Angrogna c’è un antico documento del 1567 che presentato sull’Eco-Luce penso possa interessare i lettori. E’ un « Certificato di Consignamento della
Comuni tade d’Angrogna », un
lungo atto notarile, di 44 pagine formato cm. 27x18 compilato
in Barge il 25 agosto 1567 da
Giorgio Laurenzio d’Avigliana,
cittadino di Torino, notaio e...
« Comisario deputano a menar
la Recognisione dei feudi e altri
redditi e documenti patrimoni
ducalli... ». Alla presenza di due
testimoni, « il predetto comisario ricevente stipulante et accetante, a nome di Sua Altezza
(riceve) personalmente costituiti li comandabili messer Francesco Malano Consindico et Giorgio Gonino consigliere et ambi
in questa parte procuratori ’speciali)' della comunitade et homini d’Angrogna come hanno
fatto fede di lor possanza per
publico ¡strumento di procura
rogano dal Egregio Chiabrero
Pelisoni nodaro di Luserna, quali
procuratori... con loro giuramento tocato corporalmente le Scriture hanno confesato et riconosciuto al nome come suopra li
predetti communitade et hommini d’Angrogna si in universali. comme in particolari esser
stati e dover esser tenuti buoni
veri et fideli suditi del Serenissimo Signore il Signor Emanuel
Philiberto per grazia di Dio duca di Savoia et Principe di Piemonte nostro signore e delli
Signori suoi successori ecc. ecc....
Di più li detti procuratori hannc. consignatto et reconosciutto
la predetta communitade et homini d’Angrogna mediante le
convensioni, pagamenti et patti
contenutti nell’infra desigiiatti
Instrumenti da Franchimenti et
transasione haver avutto et ottenutto dalli Sig.ri conti di Fuse ma et feudatari d’esso luogo
la giuridisione, affranchimentq
cessioni et liberatione d’ogni
serviiti di censi, fitti, intervendittioni, sucesioni, afaitementi
Royds fidanse, decime. Alpi Al
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91.374.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
pagi et altre pretensioni, con
autorità di andar alla caccia di
qualunque sorte di animali sì
volatili che quadrupedi e di poter pescare come piaccia a loro,
sia come più ampiamente et particolarmente si vede descritto
in li predetti infradesignatti instromenti... ecc. ».
Seguono poi i vari atti notarili stipulati nel corso dì circa
mezzo secolo con tutti i rami
dei Conti di Luserna, con sopra
ogni atto riportate tutte le servitù da cui erano liberati e le
somme che annualmente dovevano corrispondere a questi Signori ed ai loro successori nonché tutte le modalità in caso di
ritardato pagamento.
1) Il primo atto che viene trascritto è del 18 maggio 1478 del
notaio fu Claudio Bechi di Luserna assieme ad un secondo affo del 24 giugno 1478 del notaio
di Villar Gioani Pelisoni con
i quali atti la comunitade et
homini ’d’engrogna’ hanno ottenuto per loro e loro eredi perpetualmente dal fu sig. Michaele
de Rorenghis de Conti di Luserna et "signouri del luogo d’engrogna” la liberazione e affranchimento delle persone e dei beni mobili et immobili di tutte le
servitù e charichi nella quale erano sottoposti verso esso... e
hanno confermato le promesse
e obbligo di pagare ogni anno
perpetualmente alla festa della
purificazione della Beata Vergine Maria a esso Sig. Michaele et
alli suoi la somma di cento fiorini.
2) Con l’atto del 6 settembre
1490 rogato dal fu Pietro ¡Bosco
nodaro di Luserna hanno ottenuto la liberatione e affranchimento ecc., dal fu Sig. Damiano
Rorenghi de Conti di Luserna
mediante la somma di 200 fiorini da darsegli in una volta
tanto ed il censo di settanta fiorini da pagargli ogni anno alla
festa di S. Andrea.
3) Con l’atto del 10 maggio
1491 del fu Pietro Bosio nodaro
di Luserna hanno ottenuto aftranchimento ecc. ecc. dal fu Sig.
Tomaso dei Conti di Luserna e
suoi eredi col pagamento ogni
anno di un censo annuale di fiorini settantadue, di moneta di
Savoia, alla festa di S. Andrea.
4) Con l’atto del 22 aprile 1497
del fu Gioani Fontane nodaro
di Luserna hanno ottenuto la liberazione ecc. ecc., dal Sig. Michaele Signor di Mombrone, e
delli Signori Conti di Luserna
et Valle et d’esso luogo d’Engrogna mediante il censo annuale
di fiorini otto da pagare alla festa di purificazione della Vergine.
5) Con atto rogato da Pietro
Palessoni notaio di Luserna il
30 maggio 1512 hanno ottenuto
dalli fu Signori Bonifacio figlio
del Sig. Giorgio dei Rorenghi e
Losano Giorgio Burlone Cristofaro et Ciò Batista fratelli figli
del fu Sig. Constanso anco de
Rorenghi de Campiglione de
Conti di Luserna e d’esso luogo
d’Engrogna et valle la liberazione ecc. ecc., col pagamento della somma di fiorini 36 per censo
alla festa di S. Andrea e con la
somma di grosi dodici da pagargli ogni anno al medesimo tempo in luogo di due capretti per
la decima d’essi.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Sede: TORRE PELLICE (To)
Piazza Muston n. 3 - Tel. (0121) 91.514 - 91836
Concorso pubblico
Presso la Comunità Montana Val Pellice è indetto
un pubblico concorso al posto di Responsabile dell’Unità Operativa per il Settore Servizi Amministrativi,
la Programmazione e l’Informazione (con funzioni di
Vice-Segretario) - VII qualifica funzionale - con scadenza il 18.2.1985.
Titolo di studio: Laurea in Giurisprudenza od
equipollente. Età: da 18 a 35 anni.
Trattamento economico:
a) stipendio iniziale L. 6.400.000 di cui al contratto nazionale approvato con D.P.R. 347/83;
b) indennità di qualifica pari a L. 360.000 annue;
c) 13“ mensilità;
d) indennità integrativa speciale.
e) eventuali quote di aggiunta di famiglia.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria della
Comunità Montana Val Pellice (Torre Pellice - Piazza
Muston 3 - tei. 0121/91514 - 91836).
Il Presidente
(Coisson prof.ssa Franca)
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Pervenuti alla CIOV nel mese di dicembre 1984
L. 150.000: Adolfina Calzavara, Villar
Perosa, in mem. Emilio Peyronel.
L. 100.000: Sottero Angelo, S. Germano Chisone; Le figlie Bianca, Nadia,
con marito Long Valdo, in memoria di
Lina Bosio Bounous, S. Germano Chisone; Meynier Guido e Alice, in mem.
cognato Giacone Aldo, S. Germano
Chisone.
L. 70.000: Caterina Ribet Costantino, Pomaretto.
L. 50.000: Brunet Giuliano, Mentoulles.
i. 25.000: Tron Ester, Pomaretto, in
mem. Tron Attilio; Emma Giaìero Vinçon, Inverso Pinasca; Romano Alfredo,
Prarostino, in memoria.
L. 20.000: Fornero Giuseppe, Rinasca.
L. 10.000: Ida Balmas Zaninetti, S.
Germano Chisone, ricordando il marito; Il fratello Nino Comba, in occasione matrimonio Silvana e Massimo,
S. Germano.
Pro Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Pervenuti alla CIOV nel imese di dicembre 1984
6) Vi è infine il resoconto,
sempre con atto notarile, della
assemblea tenuta il 5 febbraio
1567, alla decima indizione nella casa della confraternita dove
si predica et si suol tenere il
consiglio presso la Chiesa Parrocchiale di S. Lorenzo, con testimoni, notaio ducale. Podestà
e poi 4 Sindici e 46 consiglieri
di cui c’è nome e cognome.
Come breve commento vorrei
solo rilevare con ammirazione
la tenacia con cui queste popolazioni hanno discusso fra di loro e poi coi vari rami della Casa di Luserna le condizioni per
giungere ad un accordo. E questo in un periodo in cui vi sono
state le decisioni di Chanforan
e sforzi finanziari notevoli.
Sarebbe interessante sapere
se, come probabile, contemporaneamente a questi atti di Angrogna ne sono stati fatti di simili
per Bobbio, Villar, Torre e San
Giovanni e sapere fino a quando sono stati pagati questi "censi”, fino all’estinzione dei vari
rami dei Conti di Luserna, o fino all’Esilio, o fino alla Rivoluzione francese.
L. 70.000: Gli amici di Walter, in
memoria di Roberto Ricca.
L. 50.000: Adele Reynaud, Maniglia,
in memoria del marito.
L. 25.000: Romano Alfredo, Prarostino, in memoria.
L. 1.000.000: La mamma e le sorelle
ricordando Giorgio Prochet.
i. 100.000: Rivoir Alma, Bergamo, In
mem. Giorgio Prochet; Tina Costabello,
Novara, in mem. marito Dino Costabello; Rivoira Edilio, Luserna S. Gio
vanni.
L. 50.000: Nini Aldo, In mem. Maria
Negrin Pontet, Torre Pellice.
L. 301.000: Sorelle Etepetris, Luserna
San Giovanni.
L. 10.000: Bera Luciano, Luserna San
Giovanni; Elio Biaggi, San Secondo di
Pinerolo.
Carlo Pons
L. 2.600.699: Comitato del Rifugio
di Ginevra 84.
L. 300.000; Bragaglia Angelerl.
L. 200,000: Unione Femminile di Genova; Giolito Bonnet.
L. 100.000: Schellenbaum Irma, in
mem. del marito; Mathieu, V.le Gilly,
Torre Pellice.
L. 50.000: Odino Lauretta; Alimondi
Rita; N. N.
L. 30.000: Biglione Eunice.
L. 25.000: Patrone Bisio.
L. 20.000: Bein Mirella e Ernesto;
Falchi Velia.
L. 10.000: Schenone Emma.
L. 5.000: Cavo Ernesto.
« 0 Eterno, il mio cuore non è
gonfio di superbia, e i miei
occhi non sono alteri; non attendo a cose troppo grandi e
troppo alte per me. In verità
ho calmata e quietata l’anima
mia, com’e quieto il bimbo divezzato sul seno di sua madre.
Qual e il bimbo divezzato, tale
è in me l’anima mia ».
Con questo salmo saluta colleghi e
amici
Arnaldo Carsaniga
pastore emerito metodista
Hayvoards Heath (Inghilterra),
2 febbraio 1985
Pro Rifugio « Carlo Alberto »
Pervenuti alla CIOV nel mese di dicembre 1984
L. 25.000: Romano Alfredo, Prarostino, in memoria.
Pro Istituti Ospitalieri Valdesi
Pervenuti alla CIOV nel mese di dicembre 1984
L. 100.000: DORCAS, Torino, in memoria Giorgio Prochet.
Pro ristrutturazione Ospedale
Valdese di Torre Pellice
Pervenuti alla CIOV nel mese di dicembre 1984
(( Beati i morti che muoiono nel
Signore »
Il Consiglio di chiesa della Chiesa
metodista di Corso Caribaldi 235 in
Portici iprofondamente addolorato partecipa la dipartita del Pastore
Emanuele Santi
Pastore emerito della Chiesa Metodista
Condirettore
della Casa Materna per orfani
avvenuta ih Portici il 30 gennaio u.s.
« Beati i puri di cuore, perché
essi vedranno Iddio ».
Dopo una vita operosa e prodiga di
affetto si è spenta
Camilla Cinoulhiac
Ne danno l’annuncio con profondo dolore e infinito rimpianto i fratelli
Luigi con Mitzi, Elena, Tea con Guido Rivoir, Margherita con Armando
Frugis, i nipoti e i pronipoti, i cugini
Gibert e Ricci, i parenti tutti.
Milano, 29 gennaio 1985.
Pro Rifugio Re Carlo Alberto
Doni pervenuti direttamente al Rifugio
nel mese di novembre 1984
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Maria Negrin ved. Melli
ringraziano tutti coloro ohe hanno partecipato al loro dolore.
Un particolare grazie al dott. Avanzi ed al pastore Zotta.
Torre Pellice, 3 febbraio 1985
L. 100.000: Emilio, Frali.
L. 50.000: Pons Anna Enrichetta, in
mem. della sorella Pons Luigia; Nel
terzo anniversario della dipartenza della
cara Luisa Cambellotti Bounous, il marito Vanni ed il figlio Ezio la ricordano
con immutato affetto; Spinelli Bianca e
Luciana Piedi Virginia, in mem. di Abele Ferdinando; Cannariato Luciano.
L. 25.000: Tomasini Rodolfo e loie, in
mem. dei loro genitori.
Doni pervenuti direttamente al Rifugio
nel mese di dicembre 1984
L. 250.000: Pisani prof. Vittorio.
L. 200.000; Rigogliosi Luigi.
L. 150.000: Unione Femminile Valdese di Vallecrosia,
L. 100.000: Chiesa Valdese di Biella;
Unione Femminile Valdese Sanremo
Imperia; Comune di Prarostino; Lidia
Alessio Brughera; Cornelio Silvia; Dalmas Adelina, in mem. dei miei cari
(osp. Rifugio).
L. 70.000: Unione Femminile Valdese
di Angrogna.
L. 63.000: Comunità Valdese di San
Secondo.
L. 30.000: Louzinger Evelina.
L. 25.000: Società di cucito di Torre
Pellice; E.F.G., in mem. dei nostri cari.
L. 22.000; Zecchìn Nelly (Venezia).
L. 20.000: Marangoni Caterina; Durand Mandine (Parigi); Fratini Enrico;
Venturi Liliana.
L. 15.000: Bertarione Bice; Marangoni
Renzo e Lina; Tron Alma Pascal, in memoria del marito Augusto.
Comunità di Bobbio Pellice e di San
Secondo: Doni in natura.
Doni pervenuti direttamente al Rifugio
nei mese di gennaio 1985
RINGRAZIAMENTO
« Nella mia distretta ho invocato l’Eterno ed egli m’ha risposto ».
I familiari della compianta
Maria Charbonnier v. Negrin
di anni 89
ringraziano tutti coloro che sono stati
loro vicini con affettuosa solidarietà
nella triste circostanza.
Un grazie particolare ai dottori che
hanno curato la nostra cara in questi
lunghi anni di malattìa e alle persone che ci hanno aiutato con tanto
amore.
Bobbio PelUce, 26 gennaio 1985
AVVISI ECONOMICI
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L
12
12 uomo Ë società
1
8 febbraio 1985
SICILIA
EBREI IN URSS
I missili illegali
Solidarietà
La resistanza nonviolonta — ha affermato un convegno a Vittoria —
trova la sua legittimazione nella illegalità dello stato nucleare
per i refusenik
Con l'installazione di strumenti di sterminio di massa come i
missili Cruise sotto l’esclusivo
controllo del capo di uno stato
estero « si è creato un nuovo
Ordine, l’ordine nucleare, che
pone le sue leggi ed ha una propria costituzione materiale che
si impone alla Costituzione legale, rendendola inoperante ».
Così si è espresso il giudice Domenico Gallo al Convegno « I
missili sono illegali. Quali vie di
resistenza? », svoltosi il 2 e il 3
gennaio a Vittoria, 4 chilometri
dalla base NATO di Comiso, per
iniziativa congiunta dell’Amministrazione comunale ospitante,
di Magistratura Democratica, del
CUDIP e del Campo Intemazionale per la Pace di Comiso, del
Movimento Nonviolento, del Movimento Intemazionale della Riconciliazione, della Lega Obiettori di Coscienza, della Lega per
il Disarmo Unilaterale e del Movimento Cristiano per la Pace.
Una denuncia che vale per l’Italia, ma anche per buona parte dei paesi che aderiscono alla
NATO o al Patto di Varsavia e
per l’intera comunità intemazionale, come ha precisato nella
stessa sede Vincenzo Accattatis,
vice presidente dell’Ass. Naz. Magistrati. A suffragare la sua tesi
porta anche i recenti esempi
dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan, dell’invasione di
Grenada e delle mine collocate
nei porti nicaraguensi da pmrte
degli USA, dell’atteggiamento assunto da entrambe le superpotenze nei confronti dei pronunciamenti della Corte intemazionale dell’Aia, del crescente numero di iniziative militari in
Medio Oriente (Libano, Sinai)
fuori dal controllo dell'ONU.
Di fronte all’illegalità e alla
disumanità degli stati, molte
costituzioni democratiche stori
■ L'Eco delle Valli Valdesi »: Rea.
tribunale di Pinerolo N. 175.
Redattori; Giorgio GardioI, Roberto Giacone, Adriano Longo, Mauro
Pons, Giuseppe Platone, Sergio
R'ibet. Comitato di redazione: i redattori e: Mirella Bein Argentieri,
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che (da quella americana del
1776 alla francese dichiarazione
dei diritti de] 1789) e recenti (dalla Legge fondamentale della Germania Occidentale alla Costituzione francese del 1946) riconoscono il diritto-dovere dei cittadini di opporre resistenza, ricorda il giudice Gallo. La stessa
Costituzione italiana, pur non
accogliendo nella sua stesura definitiva un riconoscimento esplicito in questo senso, lo ammette implicitamente, come si può
leggere negli atti della Costi
tuente.
La resistenza nonviolenta del
movimento per la pace, dunque,
in tutte le sue manifestazioni —
dalla « non collaborazione attiva » condotta dai comuni denuclearizzati sino alla disobbedienza civile degli obiettori fiscali, passando per le azioni dirette nonviolente delle donne, dei
comitati per la pace e di molti
altri presso le basi NATO — ben
lungi dall’essere eversiva, secondo Mimmo Gallo, trova la sua
legittimazione e la sua forza
proprio « nelTillegalità dello stato nucleare e nel fatto che i pacifisti perseguono i fini istituzionali dello stato democratico ».
E se è vero che il movimento
per la pace fatica in questa fase
a ritrovare un obiettivo centrale
e una strategia unificanti, che
rimettano insieme le forze assai
variegate che lo costellano, non
si può in effetti affermare che
abbia perso di vitalità. Gli ultimi mesi del 1984 — e parimenti
i primi giorni del 1985 — hanno
assistito anche in Italia a una
sostanziosa ripresa della riflessione e della lotta per la pace e
eontro la militarizzazione, sia
pure in modo frammentario, a
riprova delle gravi difficoltà in
cui versa la struttura unitaria
dei Comitati per la pace.
Nuove iniziative
ENTRO MARZO
Ringraziamo i molti abbonati che hanno già rinnovato
il loro abbonamento.
L’amministrazione chiede a
tutti di rinnovare l’abbonamento entro marzo. Chi per
qualsiasi motivo non può farlo ora ci mandi due righe di
impegno per T85 e l’invio non
gli sarà interrotto.
letaria. Il 28 l’Amministrazione
di Caronia convocava una pubblica seduta del Consiglio comunale in una radura del bosco
Moglia, paradiso naturale destinato all’esproprio, per impedire
il « rilevamento di consistenza »
che le autorità militari avevano
previsto per quel giorno.
Sempre in Sicilia, il Comune
di Vittoria — oltre a dar vita
insieme con altri al convegno
sopra ricordato, conclusosi con
l’approvazione all’unanimità di
un documento assai duro nei
confronti dell’operato e dei progetti dello « stato nucleare » e
gravido di impegni per il futuro — il 17 novembre ha deliberato la costituzione di un Centro di documentazione sulle attività pacifiste degli enti locali,
al cui comitato di gestione è
prevista la partecipazione di un
rappresentante della Chiesa valdese della cittadina.
Un centinaio di rappresentanti dei 1300 nroprietari legali dei
terreni acquistati dal movimento per la pace (fra i quali diversi comuni denuclearizzati) nei
pressi della base NATO di Coniiso, infine si sono incontrati
il 4 e il 5 gennaio per elaborare
insieme una strategia di resistenza nonviolenta ad espronri
denunciati come imminenti: l’area della base, annunciava il ministro per la difesa Lagorio già
nelT81, dovrebbe infatti raddoppiare, inghiottendo « La Ragnatela », « La Verde Vigna », il « Cigno Verde » e lambendo lo stesso ex-IMAC.
In occasione della recente visita a Londra del "numero due"
del Cremlino, Gorbachev, un gruppo di manifestanti ha protescato
contro la politica sovietica che limita l'emigrazione degli ebrei in
Israele. Ricordiamo che gli accordi di Helsinki (diritti umani i conternplano espressamente il diritto delle minoranze etniche efo religiose che si battono ver il vyezd e cioè per l'espatrio. Ma qual è
oggi la situazione degli ebrei in URSS? Ecco alcune notizie ricavate da un articolo apparso sul quotidiano francese Le Monde e fir
mato dallo scrittore Elia Wiesel.
r. p.
Bruno Gabrielli
Sono stati i primi a sfidare il
Cremlino. I primi a rivendicare
a viso scoperto il loro diritto
alla differenza ed alla libertà.
Parlo degli ebiei russi. Li ho incontrati nel 1965 in occasione di
un viaggio in Unione Sovietica.
Davanti alla grande sinagoga di
Mosca si erano riuniti migliaia
e migliaia di giovani per cantare e ballare, manifestando in
tal modo la loro adesione alla
storia del popolo ebraico. Cinquant'anni di dottrina comunista non sono riusciti a soffocarne la memoria.
Un certo numero di questi giovani si trovano oggi in Israele o
in altri luoghi, ma non tutti. La
maggior parte sono rimasti là
ed ora li chiamano i refusenik.
Ne ho incontrato qualcuno in
occasione di un mio terzo viaggio nel loro paese. Alcuni attendevano il visto di espatrio da
tre anni, altri da nove. Dal momento in cui facevano la loro
domanda di emigrazione venivano emarginati: costantemente
seguiti e interpellati dalla polizia per motivi futili o senza motivo, essi costituiscono una società a parte in seno alla popolazione. Non frequentano più i
vecchi compari, si ritrovano
solo fra loro, si aiutano a vicenda, si tengono informati su
quanto succede nel mondo in
genere, e in modo particolare in
quello ebraico. Convinti che un
giorno potranno andarsene, vivono nell’attesa e la occupane
con lo studio. Alla mia domanda
se potevo fare qualcosa per loro,
mi hanno detto: mandateci dei
libri.
La loro situazione è però no
levolmente peggiorata. Sono sot
toposti a varie vessazioni, perciuisizioni e ad arresti: il KGB
(n.d.t.: la polizia politica) segue
una linea più dura. La campagna di intimidazione si rivolge
soprattutto contro gli educatori
che insegnano la Bibbia, la lingua e la storia ebraica. Sono
slati confiscati libri ed oggetti
del culto in quanto, secondo la
polizia, essi celavano degli « stupefacenti ». Gli incriminati sono
per lo più accusati di « mene
sovversive contro lo Stato »: si
temono sentenze severe che dovranno servire d’esempio.
Come spiegare queste misure
del Cremlino? Riflettono dei
contrasti al vertice, o vogliono
dimostrare la propria rigidità
verso le potenze occidentali’
Ciò che è certo, è il fatto che i
refusenik sembrano essere entrati in un periodo particolarmente cupo e minaccioso. Essi
contano anche sulla nostra umana solidarietà per resistere. Se
gliela rifiutiamo, li condan.n'amo alla solitudine e alla dispe
Rinnoviamo l'ospedale
(segue da pag. 7)
In Sicilia, una nuova ondata
di iniziative contro il progettato megapoligono di tiro sui
monti Nebrodi (13.717 ha, secondo il Sottosegretario alla difesa Olcese) ha costretto il governo a rinviare le date previste per gli espropri, di fronte
alla dura opposizione degli allevatori, delle Amministrazioni comunali, della Comunità montana, del Sindacato, della Chiesa
cattolica, di quasi tutte le sezioni di partito della zona e della
stessa Assemblea Regionale Siciliana, che a novembre dava
mandato al proprio presidente
e a quello dell’esecutivo di chiedere al governo nazionale la convocazione della « Commissione
paritetica mista per le servitù
militari, al fine di un riesame
di tutta la questione da parte
della stessa ». Il 17 e il 18 novembre era la Confederazione
CGIL-CISL-UIL a organizzare a
Mislretta un convegno di dibattito, seguito da una manifestazione di 5000 persone nella vicina Caronia. Il 24 e il 25 era la
volta del Convegno « Nebrodi al
bivio: poligono o sviluppo? »,
organizzato da Democrazia Pro
rie per la salute delle persone.
Sempre rimanendo in questa ottica di superamento della tradizionale suddivisione tra area ospedaliera e area extra-ospedaliera, entrano a pieno diritto negli obiettivi prioritari deH’ospedale nuove attività quali quelle
preventive, di riabilitazione precoce, di educazione sanitaria, di
ricerca epidemiologico-sanitaria,
di formazione degli operatori
del settore sanitario; inoltre attività già consolidate nel tempo,
quali quelle ambulatoriali, assumono un diverso e più ampio significato. Per fare fronte a questi nuovi compiti assai gravosi
occorre operare uno sforzo importante, a tutti i livelli, per garantire una più alta qualificazione dei servizi offerti.
Facendo riferimento specifico
alla realtà dell’Ospedale Valdese
di Torre Pellice, pare oggi indispensabile, come primo intervento, completare i lavori di ristrutturazione edilizia previsti
per superare alcune delle barriere architettoniche a] momento esistenti; la ristrettezza dei
locali e l’irrazionalità dei percorsi interni rappresentano una importante limitazione per l’attività sanitaria che vi si svolge. Il
secondo obiettivo è di proseguire nel potenziamento tecnologico delle apparecchiature sanitarie dell’Ospedale; se è vero che
uno strumento sofisticato, aggiornato con i tempi, non si traduce necessariamente in maggior salute, rappresenta comunque una importante funzione sociale offrire alla popolazione locale della Val Pellice prestazioni strumentali qualificate senza
necessità di scomodi spostamenti o lunghe attese. Il terzo momento fondamentale nella crescita qualitativa dell’Ospedale
Valdese di Torre Pellice è la valorizzazione della professionalità
(in senso tecnico ed etico) del
personale che opera al suo interno; l’aggiornamento, la formazione permanente, l’attivazione
di modelli organizzativi attuali
debbono rappresentare un elemento di qualificazione centrale
nella vita dell’Ospedale.
E’ su questi temi della sanità
che, ritengo, ci si debba oggi
confrontare come amministra
tori e operatori sanitari, co
munità di credenti, cittadini
tutti, se si vuole dare un significato reale ad una piccola struttura ospedaliera quale l’Ospedale Valdese di Torre Pellice. La
metodologia di lavoro da adottare in questo cammino è, a mio
avviso, quella di una rigorosa
e realistica analisi dei fatti, offrendo spazi ad un ampio discorso dialettico e, soprattutto, mantenendo la disponibilità ad ascoltare i problemi concreti di chi
ci sta di fronte prima di assumere posizioni preconcette.
Nanni IVIathieu
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 1.000
Angrogna: Pons Levi — S. Germano
Chisone: Terrier Aido; Balmas Amaiia; Comba Emiiio; Costabel Enrico
Massel Ettore; Pensato Olga: Pons Al
ma e Nida; Pons Silvano; Long Renato
Beux Eli; Baret Albertina — Pinerolo
Codino Guido; Codino Virgilio — Po
marette: Ribet Marisa — Rorà: Fam
Tourn-Boncoeur; Tourn Aldo — Colle
gno: Maccarino Armando — Torino
Giampiccoli Luis.'; Vinay Alessandro
Fiorio Pia Franco; Piovano Marco —
Pramollo: Sappè llda — Prarostino
Long Enrico — S. Marzano Olivete
Terzane Teonesto — Riclaretto: Rostan
Jolanda; Griglio Carlo — Villar Pellice
Monnet Lina; Rambaud Stefano; Giai
me Fiorella: Geymonat Luciano — Luserna S, G.: Michelin Maria; Bertin
Lina; Frache Ida; Bonnet Ethel; Pons
Filippo: Robba Evelina; Stallè Livia;
Grill Esterina; Gay Giulia: Bounous
Valdo; Cangioli Margherita — Bordighera: Mathieu Lucilla — Ferrerò: Pascal Alba ; Ribet Ivonne — Pomaretto: Meytre Ettore; Revel Paimira; Genre Germana; GardioI Ida; Bernard Arturo; Peyronel Francesco: Rostan Marcello: Tron Ester; Grill Onorato; Genre Nino; Tron Roberto; Zanella Laura; Peyret Alina — Mentoulles; Clapier
Elsa — Porosa Argentina: Tron Emanuele; Travers Pugliese Esterina; Pons
Arturo; Chambon Lina — Inverso Pin.:
Vola Nesina; Long Gino; Coucourde
bario; Pons Irma — Roma: Castorina
Luigi — Livorno: Lala Gabriele — Genova: Grill Pierino: Alimonda Rita; Cavo Ernesto; Cionini Jenny; Maurin Elena; Molinari Alice; Rosanda Elena; Ribet Ferrari Anita: Ribet Donatella —
Mantova: Bardini Ettore: Pognani Elvina — Luino: Silvestri Lidia — Forni di
Sotto; De Luca Angelica — Venezia:
Zecchin Irma — Frali: Grill Luigi Filippo: Rostan Luigi; Menusan Luciano:
Grill Alessio; Baud Filippo: Grill Elda;
Grill Edoardo: Ferrerò Emilio: Barus
Amedeo — Felonica Po: Moreschi Nella; Longhi Augusto; Zancuoghi Ondina
— Bogliasco: Corsanego Fiorenza —
Chiavari: Sianone Nirvana — Celenza
s/Trigno: Vanacore Francesco — Pescolanciano: Pallotta Alfredo — Milano: Cristadoro Anna Maria; Polo Giancarlo; Ambrosoni Cesare; Griot Angela — S. Secondo: Griglio Nadia: Paschetto Valdo; Brosia Ines: Robert Alessandro; Santiano Ermanno; Griglio
Francesco: Rivoira Roberto — Leumann; lardella Lidia — Trieste: Gandolfo Giovanni — Napoli: Cece Rocchi Lanoir.