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SETTIMANALE DEIT.E CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, MErODISTE, VALDESI
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1^95
ANNO 3 - NUMERO 47
FRANCIA
LA FRATTURA
JEAN-JACQUES PEYRONEL
Francia: terza settimana di
sciopero contro il governo Juppé. Bisogna risalire al
1986 per ritrovare uno sciopero di questa ampiezza e di
questa durata contro il governo, allora presieduto da... Jacques Chirac!
Non c’è voluto molto perché il nuovo presidente francese ripresentasse il suo vero
volto; quello del gollismo
duro, sprezzante, autoritario.
Sette mesi or sono, per vincere, aveva accettato di vestire i panni suggeritigli da Philippe Séguin, presidente dell’
Assemblea nazionale, esponente del gollismo di sinistra.
E il suo impegno a ridurre la
«frattura sociale» e a combattere la piaga della disoccupazione aveva fatto breccia
in un’opinione pubblica stanca e disincantata dagli scandali di fine regime dell’era
mitterrandiana.
Dopo aver sfidato il mondo
intero con la ripresa degli
esperimenti nucleari nel Pacifico, in nome della «sovranità nazionale» e della «grandeur» della Francia, ora non
esita a sfidare il proprio paese, in nome dell’Europa di
Maastricht che, tre anni fa, in
occasione del referendum indetto da Mitterrand, aveva
appoggiato con molta riluttanza. Eppure, fino alla scorsa estate, si era dimostrato
molto tentennante in fatto di
politica interna, tant’è vero
che un altro dei suoi grandi
elettori, l’ultraliberale Alain
Madelin, nominato «superministro» dell’economia, aveva
dovuto rinunciare presto ai
suoi propositi di terapia d’urto per rimettere ordine nei
conti dello stato ed era stato
licenziato in tronco a fine
agosto perché - si è detto allora - Juppé intendeva seguire una str^a meno drastica e
più graduale.
Invece, dopo aver proceduto a un rimpasto del governo
che ha escluso quasi tutte le
donne che gestivano dicasteri
sociali e sanitari, anche Juppé
ha gettato la maschera - già
seriamente ammaccata dai
giudici - e si è presentato per
quello che è: un perfetto tecnocrate, uscito a pieni voti
dall’Ena (Scuola nazionale di
amministrazione), convinto
assertore di quel «pensiero
unico» (in questo caso, il primato del monetarismo) dal
quale lo stesso Chirac aveva
preso le distanze durante la
campagna elettorale.
Così la frattura tra governo
e cittadini si è fatta profonda,
peggiorando ulteriormente la
«frattura sociale» di cui soffre da sempre la Francia: frattura tra settore pubblico e settore privato, tra super ricchi e
classe media, tra classe media
e operai, tra questi e l’esercito crescente dei disoccupati e
degli esclusi. In Francia poi,
il settore pubblico e i suoi
servizi sono sempre stati il
fiore all’occhiello della Repubblica; solo che, col tempo,
hanno favorito una certa
mentalità corporativa, gelosa
dei propri diritti acquisiti. Rimettere bruscamente in questione tali diritti a prescindere
da ogni negoziato tra le parti
sociali è statp quindi considerato come un vero e proprio
attentato a uno dei pilastri del
patto sociale sul quale si basa
ìa società francese.
A dire il vero, pochi mettono seriamente in dubbio la
necessità, anche in Francia,
di una profonda riforma del
«welfare state» e del settore
pubblico e parapubblico.
Nella sostanza il piano Juppé
di risanamento della «Sécurité sociale» è appoggiato dai
dirigenti del più forte sindacato francese, la Cfdt, da non
pochi socialisti (in privato) e
da molti intellettuali di sinistra, fra cui Pierre Rosanvallon, Alain Touraine e Paul
Ricoeur.
Ma tutti hanno condannato,
insieme a non pochi gollisti
moderati (Séguin, Balladur,
lo stesso Pasqua) il metodo
seguito dai nuovi governanti:
prendere o lasciare, senza capire che su una materia così
delicata non basta avere ragione, occorre saper costruire
l’indispensabile consenso sociale. Insomma, occorre ridare il primato all’arte della politica e non soggiacere fatalisticamente alle leggi del mercato, tanto più se queste risultano essere il vero motore
dell’unità europea.
Ora Juppé cerca di correre
ai ripari ma, dopo che la fiducia è stata tradita con tanta
arroganza, non sarà facile ricomporre quella «frattura sociale» ormai drammaticamente allargata.
Il tempo dell'avvento ci propone di scoprire l'attesa nella nostra vita - 4
Dìo cì invita a incamminarci insieme a Cristo
DOROTHEE MACK
«...grazie ai sentimenti di misericordia
del nostro Dio, per i quali l’Aurora
dall’alto ci visiterà per risplendere su
quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi
verso la via della pace»
(Luca 1, 78-79)
Nel Vangelo di Luca, prima del racconto della nascita di Gesù, incontriamo una figura profetica. È Zaccaria,
il padre di Giovanni Battista. Zaccaria
era stato colpito da mutismo, perché non
aveva voluto credere all’annunzio della
nascita di Giovanni, suo figlio ma dopo
questo evento ritrova la parola e loda
Dio cantando. I versetti riportati all’inizio concludono il «Cantico di Zaccaria».
Essi esprimono la profezia dell’evento
che noi festeggiamo tra pochi giorni, in
occasione del Natale, e cioè che Dio è
diventato uomo in Gesù Cristo.
L’unico motivo, l’unica ragione per
cui si è verificato questo evento, come
sottolineano le parole di Zaccaria, risiede nella misericordia di Dio. Dio è diventato uomo perché ha avuto compassione verso la nostra miseria. «L’Aurora
dall’alto», infatti, ci ha visitati, la luce
dall’alto ci ha raggiunti in mezzo alle
nostre tenebre e risplende in mezzo alla
nostra realtà segnata dall’ombra della
morte. Dio è diventato uomo in Gesù
Cristo.
In Gesù Cristo, perciò, è stato colmato
l’abisso tra Dio e l’umanità. In lui l’alto
è sceso e si è unito con il basso: ma Dio
non ha-certàmente inteso fare solo, diciamo così, una «visita di controllo» o
un’ispezione di verifica della realtà umana sulla terra; Dio non era, cioè, solo un
visitatore sfuggente. In Gesù Cristo, infatti, Dio ha voluto legarsi, una volta per
tutte, all’esistenza umana ed alle condizioni in cui essa si realizza, comprese le
sue parti più buie, più sofferte. Per mezzo di Gesù Cristo ci è giunta anche la
forza creatrice di Dio per trasformare
questo mondo secondo la sua volontà. In
lui, in Gesù Cristo, si è manifestata la
pace di Dio, affinché fosse allontanato
ogni tipo di odio e ogni tipo di violenza
dalle nostre menti e dalle nostre azioni.
Dio è venuto in mezzo a noi per farci
partecipi della sua forza e della sua pace. Dio è venuto in mezzo a noi per farci
partecipi della sua vita. Ed è proprio
questo che ci vuole ricordare Zaccaria
quando profetizza col suo cantico che
Dio verrà dall’alto «per guidare i nostri
passi verso la via della pace». Dio vuole
che noi diventiamo suoi «compagni di
viaggio» disposti e pronti a seguirlo sulla via che egli ha tracciato per noi. Dio,
per rendere possibile l’inizio di un nostro cammino sulla sua «via della pace»,
ha colmato l’abisso esistente tra se e noi.
Ed è in Gesù Cristo che ci ha fatto vedere che cosa significa incamminarci verso
la pace. È una via di protesta, di ribellione contro gli abissi creati dalla nostra
società, dalle nostre regole: l’abisso tra i
deboli e i forti, l’abisso tra gli umiliati e
i superbi, l’abisso tra chi ha lavoro e chi
no, l’abisso tra chi spreca e chi non ha
abbastanza di che vivere, tanto per citarne alcuni.
In questo modo. Natale ci ricorda ogni
anno, in modo particolare, e sempre di
nuovo, che Dio ci invita ad incamminarci, insieme a lui, insieme al nostro fratello Gesù Cristo sulla «via della pace».
Ed è lui che ci guida. È lui che ci accompagna e che ci sostiene lungo questa
via. Egli è la luce che guida i nostri passi, attraversando le tenebre di questo
mondo verso la pace con Dio, verso il
suo «Shalom».
Bibbia e attualità
La finanziaria
di Gesù
ALFREDO BERLENDIS
/I nostro governo sta varando la legge finanziaria, cosa vi è in essa del
programma di Nazaret?
Non è utopico pensare che
un programma economico
debba tenere conto delle
fasce piik fragili, debba favorire i meno abbienti,
debba accogliere le richieste di giustizia, non di
elemosina, che a pieno diritto vengono dallo stuolo
immenso dei sacrificati di
sempre. Il realismo non ci
deve impedire di vagliare
criticamente, nello spirito
di Nazaret, la nostra, o forse sarebbe meglio dire la
politica economica del governo. Che cosa c’entrano
gli interessi partitici e le
alchimie di schieramento
con.l’equità?
Dove sta scritto che per
ridurre il deficit pubblico
si debbano impoverire ulteriormente coloro che solo
con miracoli di sacrifici
giungono a fine mese? Dove sta scritto che i più urgenti e delicati problemi di
ospitalità e convivenza siano da negoziarsi al mercato degli interessi partitici?
L’irrazionalità del sistema
economico vigente, procede con il principio di esclusione. Tutti coloro che non
sono funzionali al sistema
della concentrazione della
ricchezza in poche mani
sono trattati come pedine
senza valore nel maxigioco
del «Monopoli» mondiale.
Il programma di Nazaret
non è utopia, è critica socioeconomica pertinente.
L’attenzione ai diseredati,
di qualsiasi colore, è indice della civiltà di un paese.
L’amore, per i cristiani,
non è bandiera ideologica
da ammainare, non va in
soffitta con le ideologie, è
lievito che deve essere
messo nella pasta per trasformarla secondo le esi
genze della finanziaria di
Gesù, che ha detto: «Lo
Spirito del Signore è sopra
di me; per questo mi ha
unto per evangelizzare i
poveri; mi ha mandato ad
annunziare la liberazione
ai prigionieri, e ai ciechi il
recupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare Tanno accettevole del Signore» (Luca 4, 18-19).
CuCto di 9{ataCe
in eurovisione
dalla chiesa valdese di Milano
Raidue ore 11
lunedi 25 dicembre
Predicazione del pastore
Salvatore Ricciardi, coro
delle corali riunite, musiche
del gruppo di ottoni «Milano Brass Ensemble».
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 15 DICEMBRE 1995
«Ma Vangelo gli
disse: “Non temere,
Zaccaria, perché la
tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti
partorirà un figlio,
e gli porrai nome
Giovanni”»
(Luca 1, 13)
«E Zaccaria disse
all’angelo: “Da che
cosa conoscerò
questo? Perché io
sono vecchio e mia
moglie è in età
avanzata”. L’angelo gli rispose: “Io
son Gabriele che
sto davanti a Dio; e
sono stato mandato
a parlarti e annunziarti queste liete
notizie. Ecco, tu sarai muto, e non potrai parlare fino al
giorno che queste
cose avverranno,
perché non hai creduto alle mie parole
che si adempiranno
a loro tempo”»
(Luca 1, 18-20)
«Maria disse
all’angelo: “Come
avverrà questo, dal
momento che non
conosco uomo?”.
L’angelo le rispose:
“Lo Spirito Santo
verrà su di tee la
potenza dell’Altissimo ti coprirà
dell’ombra sua;
perciò, anche colui
che nascerà sarà
chiamato Santo, Figlio di Dio. Ecco,
Elisabetta, tua parente, ha concepito
anche lei un figlio
nella sua vecchiaia;
e questo è il sesto
mese, per lei, che
era chiamata sterile; poiché nessuna
parola di Dio rimarrà inefficace”»
(Luca 1, 34-37)
IL NUOVO MONDO DI DIO
Con Gesù nasce un modo nuovo di essere uomini e donne:
non siamo più condannati al circolo chiusa della nostra esperienza
TEODORA TOSATTI
Oggi in Occidente i figli costituiscono talmente spesso
un problema, che non capiamo
più tanto facilmente cosa potessero significare per un popolo
che viveva tra due promesse legate alla discendenza; «Conta le
stelle, se e puoi contare, così
sarà la tua progenie» (Genesi
15, 5) e «un ramo uscirà dal
tronco d’Isai» (Isaia 11, 1); non
aver figli significava essere tagliati fuori da quel futuro in cui
si affacciava il Messia. In un
ambiente così è chiaro che la
verginità non poteva riscuotere
troppo successo, se non come
buona e seria preparazione al
matrimonio; invece leggendo la
Bibbia sembra quasi di vedere il
sorriso di Dio mentre ci prende
in contropiede: i grandi di Israele nascono da donne vecchie e
sterili: Sara, Rebecca, Rachele,
Anna, Elisabetta... e, alle soglie
del Nuovo Testamento, addirittura da una vergine, dalTimmagine stessa della sterilità. Perché
una vecchia può sempre ricevere
qualche sorpresa dalla nostra imprevedibile fisiologia, ma da una
vergine cosa può nascere?
Preghiamo
O verità!
Luce che illumini il mio spirito.
Mi son perduto nelle cose terrene
e diventato oscuro a me stesso.
Smarrito e confuso
mi sono ricordato di te.
Ho percepito, dietro a me, la tua voce
e l’invito a tornare indietro.
Ho stentato a sentirla
avvolto da rumori e tumulti.
Ed ora sono qui.
Faccio ritorno alla tua fonte
bruciato dal calore e senza fiato.
Nessuno me lo impedirà.
Voglio dissetarmi a questa fonte,
ritrovare la mia vita.
Non costruirò da solo l'esistenza.
Ho vissuto in modo negativo,
fidando in me sono morto.
Ora ritrovo in te la vita.
Parlami.
Ti ascolterò.
(Agostino di Ippona, cit. in J. Zink, Come pregare,
Torino, Claudiana, 1988, p. 52)
«Come avverrà questo,
poiché non conosco uomo?»
I cristiani non leggono tutti allo stesso modo questi racconti, alcuni li considerano vicende
vissute, altri vi trovano molto
accentuato l’aspetto della parabola (in realtà si chiamano midrash, che vuol dire ricerca,
spiegazione). E importante che
impariamo a rispettare la fede
gli uni degli altri, ma anche che
non riteniamo troppo diverse visioni che non lo sono; comunque sia andata, vogliono rivelarci quale dono Dio ci abbia fatto
in Gesù. Vediamo: «Nato da
donna, nato sotto la Legge»
(Galati 4, 4), come direbbe Paolo, cioè veramente uomo, e veramente ebreo; anche Luca colloca la nascita di Gesù nella culla dell’ebraismo che Dio preparava da secoli, ma al tempo stesso la fa risalire fino ad Adamo,
dove popoli si incontrano all’
origine di questa nostra storia
che si ripete sempre uguale.
Ma perché questo salvatore
potrà avere una madre ma non
un padre? Perché il padre costituiva l’autorità della tradizione,
era colui che forgiava i figli in
base all’esperienza del suo popolo, di una cultura e di una
scienza. Ebbene; Gesù prenderà
su di sé la storia del suo popolo,
la nostra, ma nessuno potrà insegnargli ad essere uomo, non lo
imparerà da noi: saremo noi
piuttosto, a imparare da lui ad
essere uomini e donne! E veramente umano sarà il suo Evangelo, ma nessuna legge o tradizione, per sacra e veneranda che
sia, potrà determinarlo, come
egli stesso dirà: fu detto... ma io
vi dico; uomo davvero, ma di
un’umanità imprevista, come il
dono della croce.
Non c'è niente di nuovo
sotto il sole...
Che i nostri sogni e travagli
si avvicendano sempre inconcludenti e monotoni, Zaccaria lo aveva letto proprio nella
Bibbia, in quel libro disincantato
che si chiama Qoèlet (o Ecclesiaste): quando Dio promette
qualcosa di inaudito sono in tanti
a chiedere un segno; Maria stessa non chiede forse come possa
realizzarsi la parola dell’angelo?
E allora perché proprio Zaccaria
deve restare sordomuto?
Zaccaria è giusto e religioso,
dice Luca. Ma anche chiuso in
una vecchiaia disillusa, in una fedeltà che ha tarpato la fede stessa; come immaginare una «buona novella» tanto inaudita, senza
un segno che attesti che non si
tratta di un sogno? A che cosa si
è ridotta allora la fede in Yahvè,
colui che opera meraviglie?
Zaccaria sarà sordomuto, anche mentre vede lievitare il ventre di Elisabetta, finché non ritroverà la fede nel Dio che progetta il futuro secondo la sua volontà e lo realizza per le sue
creature; è un uomo pio, un nobile e un sacerdote, ma senza
questa fede è meglio che stia zitto, per se stesso e per gli altri, e
nulla gli svela. Quando ritroverà
se stesso, la sua vocazione e la
sua vita ricostruita al limite
dell’impossibile, allora Zaccaria
ritroverà anche la parola, canterà
le meraviglie di Dio. E comprenderà che nella sua vicenda un altro ha lasciato la propria traccia.
Maria e Zaccaria
Quante volte la chiesa si abbandona a quella disillusione, che si coniuga benissimo
con la religiosità e si veste dei
panni della concretezza! Tutta la
sua storia è storia di penosa ricerca di fedeltà, ma anche di
adattamenti.
Insensibilmente si scivola
nell’adattare l’Evangelo al nostro buon senso, a comprimerlo
nei confini della nostra esperienza, e il Come avverrà...? diventa
la domanda della disperazione:
una vergine è l’immagine di quel
deserto che è tutta la nostra vita
e la nostra storia, deserto di solitudine ma soprattutto di sterilità,
di ripetizione. Cosa ci può nascere? Le promesse di Dio sono
impossibili, cose del genere non
si sono mai verificate finora.
Allora le chiese diventano sordomute, magari in un profluvio
di parole, perché non ascoltano e
non annunziano la parola del Signore, e quindi non hanno più
nulla da dire, più alcun orizzonte
da indicare. Mutismo benedetto,
che denuncia la religiosità senza
fede e ci rivela che siamo creature sospese fra la sterilità e quella
parola di Dio da cui dipendiamo
in maniera esclusiva.
Nessuna parola di Dio
rimarrà inefficace
Con quel sì non troppo riflesso Maria non si è certo
comportata secondo i buoni canoni della nostra prudenza. Ma
questo racconto è stato scritto
molto tempo dopo, dopo la morte di Gesù e la sua risurrezione,
dopo la catastrofe di Gerusalemme, soprattutto dopo aver
capito che la storia dell’uomo
aveva ancora molto tempo davanti a sé. E dunque chi ce lo
narra non vuole ricordare una
speranza da ragazzina, ma ritiene che nella fede la domanda di
Maria divenga la domanda della
riconoscenza e dello stupore...
Senza padre: con Gesù nascerà
un modo nuovo di essere uomini, non siamo più condannati al
circolo chiuso della nostra esperienza; ma egli nascerà tra noi;
dall’alba del mondo al giorno
dell’annunciazione, Dio crea la
vita dove ne mancano le condizioni elementari; ha promesso
di crearla di nuovo perfino nella
notte della morte, di crearci una
vita a immagine di quella di Gesù risorto! Anche l’ayvento del
suo Regno è ignoto a noi, ma
già davanti al suo sguardo. Nessuno ha mai visto cose simili...
Appunto: occhio non vide né
orecchio udì!
Pensiamo a come abbiamo accettato quel neologismo barbaro: buonista... Non significa
niente. Non significa «illuso»,
non significa «poco concreto»:
è solo una presa in giro di chi
cerca di essere buono, di chi
guarda ancora a una società a
misura di donna, di uomo, di...;
ma davvero è solo un’illusione,
se è Gesù stesso a dirci di pregare per l’avvento del regno dei
cieli ? Dobbiamo lasciare questo
mondo alle dinamiche di sempre, quando Dio giura che interverrà a ribaltarlo?
Naturalmente non c’è niente
da sperare, se vogliamo mantenere i nostri privilegi! Ma se ci
mettiamo un po’ di fantasia?
Perché quando si tratta della nostra famiglia tante cose sono subito possibili? Questo possiamo
farlo: di famiglia, affar nostro,
sono le altre persone e le altre
situazioni! Festeggiamo il Natale adattandoci, noi, al mondo
nuovo di Dio...
B Note
omiletiche
Ritengo importante abituarci a rispettare le diverse scelte esegetiche, e a
non vedere rischi dove
non sono; perciò propongo un minimo di accenno
alle diverse posizioni circa
il genere letterario di questi racconti: cronaca o midrash, sorta di teologia
narrativa molto diffusa
all'epoca, e quindi facile a
riconoscersi. Le diverse posizioni sono comunque
posizioni di fede e non
mettono in discussione la
verità del racconto, bensì
il suo genere letterario e
credono comunque in un
miracolo; più miracoloso
dell'incarnazione!
Si tratta di racconti teologicamente ricchissimi, lo
ho scelto una duplice linea, per la quale mi rifaccio essenzialmente alla
cultura ebraica: l'importanza della discendenza,
la madre come datrice di
umanità e fattore di appartenenza al popolo,
quindi il reale incardinamento nell'umanità; e il
ruolo del padre, che nessuno può ricoprire nei
confronti di Gesù (si noti
che in Luca è Maria a imporre il nome, e la figura
di Giuseppe si riduce molto), e quindi a novità sostanziale.
Più vicino alla nostra
sensibilità occidentale è il
rapporto tra verginità e
povertà.
Estranee ai testi sono
invece le speculazioni medioevali sull'assenza di
padre allo scopo di ottenere una natura umana
non segnata dal peccato
originale.
Sul parallelo tra Maria e
Zaccaria vi è tutta una letteratura tra esegetico e
psicologico: io mi sono attenuta al semplice fatto
che al v. 20 il mutismo si
spiega come una conseguenza dell'incredulità.
Sempre al seguito del racconto (v. 62) mi sono rifatta per parlare di sordità.
Ora, la guarigione di muti
e sordi era uno dei cliché
dei tempi messianici, dunque importante per la fede
nelle promesse escatologiche di Dio, che non vanno
mai avulse dai futuro dal
nostro mondo concreto.
9 Per
approfondire
Sui Vangeli dell'infanzia, chi riuscirà ancora a
procurarsi Ch. Perrot, /
racconti dell'infanzia di
Gesù (Torino, Gribaudi,
quaderni di Bibbia-oggì),
avrà un testo piano, esauriente e colmo di suggerimenti. Più ampio è Ortensio da Spinetoli, Introduzione ai Vangeli dell'infanzia, Brescia, Paideia,
1966. G. Leonardi, L'infanzia di Gesù, Padova, Emp,
1975, presenta molto materiale, ma in un'ottica
troppo segnata dai pronunciamenti di Roma.
Non ho potuto ancora
leggere l'ultimo testo della Claudiana: G. Parrinder,
Figlio di Giuseppe. La famiglia di Gesù, ma a giudicare dalla presentazione
temo che svaluti un po' il
contenuto teologico.
Non si segnalerà mai abbastanza la necessità di
conoscere l'ambiente ebraico. Fra i testi più accessibili, vecchi ma ancora in
gran parte validi, segnalo
in italiano A. Cohen, Il Talmud, Bari, Laterza, 3“ ed.,
1986; R. de Vaux, Le istituzioni dell'Antico Testamento, Torino, Marietti, 3*
ed., 1977; e in francese JBonsirven, Testes Rabbiniques des deux premiers
siècies chrétiens pour servir à Tintelligence du Nouveau Testament, Ronfia,
1954; per l'esegesi ebraica
sono accessibili e divertenti i due volumi di J. Petuchowskì, / nostri maestri
insegnavano... e Come i
nostri maestri interpretavano la Scrittura, Brescia,
Morcelliana, 2* ed., 1988.
3
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1995
PAG. 3 RIFORMA
Alcuni dati e commenti sul recente sondaggio effettuato dall'Istituto Csa per conto di alcune riviste e settimanali religiosi
Che cosa credono i francesi che si sentono vicini al protestantesimo?
Il sondaggio è stato realizzato per conto di: La Vie, L’actualité religieuse, Federazione protestante di Francia, Le Christianisme au XX siècle. Réforme,
Le Messager évangélique. Présence Protestante. Le domande sono state elaborate dai sociologi Jean Baubérot, Jacques Sutter e Jean-Paul Willaime.
L’inchiesta è stata condotta su un campione nazionale di 471 persone, rappresentativo del 3% dei francesi che «si sentono vicini al protestantesimo».
li commento di un esperto della laicità
Sull'ecumenismo i giovani
sono più critici degli adulti
JEAN BAUBÉROT*
La mentalità ecumenica ha
fatto progressi: le risposte sono in maggioranza a favore deirecumenismo...
Da notare però che la percentuale di persone che ritengono che questi rapporti (ecumenici) debbano essere più
stretti, regredisce in confronto al sondaggio del 1980.
D’altra parte, il numero di risposte a favore di una stabilizzazione dei rapporti è raddoppiato tra il 1980 e il 1995
(dal 15% al 30%). Questi risultati possono significare
che in quindici anni l’ecumenismo si sia ben assestato,
che per i protestanti sia diventato una cosa acquisita e
che quindi, per un numero
maggiore di loro, esso abbia
dato tutto quel che poteva dare. Dal 1980 ad oggi sembra
essersi verificato un trasferimento tra coloro per i quali i
rapporti «devono essere più
stretti» e coloro per i quali
«va bene così».
Fatto notevole, sono i più
giovani che sono al tempo
stesso più numerosi nel volere rapporti più stretti e più
numerosi nel volere rapporti
meno stretti. I giovani si mostrano più critici degli adulti.
Alcuni di loro sembrano ritenere che con quell’apertura
ecumenica non viene detto
loro abbastanza che cos’è il
protestantesimo nella sua specificità. Probabilmente sono
questi più giovani ad essere i
più sensibili alle posizioni
etiche di Giovanni Paolo II e
al contrasto tra le due confessioni. Probabilmente pensano
che cattolici e protestanti si
Sesso
uomini
donne
Età
18-24 anni
25-34 anni
35-49 anni
50-64 anni
65 e oltre
45 <
55'
12'
18'
29'
18'
22'
siano allontanati anziché riavvicinarsi.
Sembra che i più giovani
sentano bene la specificità del
protestantesimo in campo etico e che abbiano un’aspettativa teologia. Dal sondaggio
emerge che non si è ancora
trovato il modo di parlare il
loro linguaggio.
Il ruolo del pastore
Il modo in cui è percepito il
pastore rimane nella continuità del sondaggio del 1980.
Contrariamente a quanto ci si
poteva immaginare, il pastore
non viene percepito, all’interno della sua chiesa, come uno
specialista di ambiti particolari; sacramento, predicazione...
Le tre risposte che giungono in testa fanho apparire una
visione al tempo stesso equilibrata e intelligente del pastore: egli riempie funzioni nei
confronti della comunità come «animatore della vita della
chiesa»; gioca un ruolo nei
confronti degli individui come «consigliere spirituale»;
infine, è aperto verso gli altri
e verso l’esterno, essendo «al
servizio delle persone isolate». Questa visione globale
del pastore lo fa apparire come il direttore d’orchestra
della sua comunità. Le domande che specificavano alcuni aspetti particolari del ministero pastorale hanno raggiunto un risultato inferiore.
* Jean Baubérot è direttore
del Laboratorio di sociologia
delle religioni e della laicità
presso r«Ecole pratique des
hautes études» della Sorbona.
(da Le Christianisme n. 515)
Il commento di un sociologo protestante
Ci sono i protestanti di destra
e i protestanti di sinistra
JEAN-PAUL WILLAIME*
Protestanti di sinistra e
protestanti di destra hanno un atteggiamento profondamente diverso circa l’accoglienza degli stranieri in
Francia. Mentre nell’insieme
le persone interrogate risultano molto divise (il 47% per
ognuna delle due opinioni
proposte), esiste al riguardo
una spaccatura importante tra
i protestanti di sinistra e i
protestanti di destra.
Rispetto agli ultrasessantacinquenni, i giovani (18-24
anni) sono molto più sensibili
alla tradizione di accoglienza
degli stranieri (rispettivamente il 31% e il 58%) e meno
preoccupati dalla salvaguardia dell’identità della Francia
(rispettivamente il 61% e il
38%). I pastori e i responsabili ecclesiastici, che hanno
insistito sulla tradizione biblica, saranno sicuramente felici
di sapere che, rispetto ai non
praticanti, i praticanti regolari
sono più aperti all’accoglienza degli stranieri (rispettivamente il 46% e il 52%), mentre i non praticanti si preoccupano di più dell’identità della
Francia. (...)
Su quasi tutte le priorità
proposte, lo scarto è importante tra i «vicini al prote
Religione
cattolico
protestante : 63.%'*-. .
altra religione
non credente 9%
Pratica religiosa
settimanale il %
mensile
irregolare
rara ";26
non praticante
Lettura della Bibbia
66%
quotidiana
1-2 volte/settirtiana 6 %
1-2 volte/mese
1-2 volte/anno 17% '
tmcora meno 28%
mai
stantesimo di sinistra» e i
«vicini al protestantesimo di
destra». Si tratta davvero di
due visioni differenti del
mondo sociale. Quelli di sinistra danno la priorità alla ridistribuzione delle ricchezze
e alla costruzione di alloggi
sociali, mentre quelli di destra privilegiano la crescita
economica e il senso dei valori morali. Da notare che né
la costruzione dell’Europa né
gli aiuti al Terzo Mondo, due
settori di impegno particolarmente incoraggiati dalle
chiese e dalla Federazione
protestante di Francia, sembrano attirare molto le persone interrogate. (...)
Per quanto riguarda gli aiuti al Terzo Mondo, il fatto di
leggere o meno la Bibbia, di
pregare spesso o meno, di
frequentare spesso il culto o
meno, non fa differenze. In
compenso, il fatto di essere
religiosamente impegnati
porta ad essere sensibili alla
necessità di ritrovare il senso
dei valori morali (il 50% dei
praticanti regolari contro il
40% dei non praticanti). (...)
Sono le preferenze politiche a
discriminare maggiormente
l’opinione dei «vicini al protestantesimo» nel campo dell’etica sociale. Pastori e responsàbili ecclesiastici sono
quindi confrontati con un
protestantesimo molto diviso
sulle opzioni da privilegiare.
* Jean-Paul Willaime è direttore di studi in «Storia e sociologia dei protestantesimi» presso
l’vEcole pratique des hautes
études» della Sorbona.
(da Réforme n. 2637)
Il commento di un teologo protestante
Si deve parlare di fallimento
della predicazione protestante
________JEAN ANSALPI*________
Il protestantesimo francese
sta attraversando una
schiarita, ma è come quell’uomo che guadagna il mondo
perdendo la propria anima. La
sua identità davanti a Dio e
davanti agli uomini dovrebbe
essere di stampo evangelico e
dovrebbe riassumersi nell’andirivieni fecondo tra il sola fide («salvezza per la sola fede») e il sola Scriptura (autorità delle Scritture): è a partire
da questo centro che esso è
nato, è a partire da questo
centro che è stato spesso risvegliato nel corso della sua
storia, è intorno a questo centro che esso vive o muore.
Ora, il sondaggio è chiaro: il
protestantesimo ha perso questo cuore della predicazione e
quindi la propria identità. Solo il 39% dei suoi membri vi
dà importanza. (...)
Circa l’etica individuale, il
protestantesimo dà l’immagine di una struttura aperta e
«moderna»; questioni importanti come quelle dell’adulterio, dell’aborto ò dell’omosessualità risultano di gran lunga
«questioni personali», senza
qualificativo di colpa. Vuol
dire che l’essenziale dell’
obiettivo di Paolo e dei riformatori è stato mancato: tale
obiettivo infatti non è caratterizzato da una tolleranza morbida, come se il dolore del
congiunto e dei bambini abbandonati, la vita deH’embrione o l’alterità nel cuore della
sessualità fossero indifferenti
agli occhi del Signore! (...)
Fallimento della predicazione dell’Evangelo con il rovesciamento dell’ordine fedeopere che costituisce la specificità della Riforma! Strana
distinzione all’interno delle
opere tra quello che non è
grave (sofferenze provocate
dai comportamenti individuali) e quello che è praticamente imperdonabile (sofferenze
provocate nel campo socio,politico)! Bisogna proprio
parlare di fallimento della
predicazione; ma di chi la
colpa? Prima di tutto del teologo che, non potendo o non
sapendo insegnare il cuore
dell’Evangelo, lascia i figli di
Dio «portati qua e là da ogni
vento di dottrina»; poi dei
predicatori che, lasciandosi
troppo influenzare dalle «indignazioni» alla moda, annunciano troppo spesso un
messaggio che non è altro che
la ripresa religiosamente interpretata di quello che i
membri di chiesa possono
leggere dappertutto sotto la
penna degli «umanitari» di
turno; (questo si chiama «fare
da cauzione ideologica» a un
messaggio che nasce altrove,
non nella lettura e nella meditazione delle Scritture). (...)
11 protestantesimo francese
è ossessionato dalla propria
immagine assente dai media.
Ma è pronto a vendere la propria identità per questo piatto
di lenticchie? Questo sondaggio sembra dimostrare il relativo successo dei suoi sforzi
per essere presente sulla piazza. Il prezzo da pagare purtroppo è quello di apparire
come un «onest’uomo» dalla
pancia molle, tollerante perché privo dell’Evangelo, liberale perché ha perso l’armatura ossea che lo costituisce
nella sua vocazione propria:
l’Evangelo della salvezza
gratuita e dell’accoglienza di
Dio al di là dell’«impasse»
umana che la legge pone in
evidenza.
* Jean Ansaldi è professore
alla facoltà protestante di teologia di Montpellier.
(da Le Christianisme n. 516)
Professione del capo famiglia Assolutamente no 22%
Agricoltore 1% Non risponde 4%
Padrone industria e commercio 2 % : Crede alla risurrezione del Cristo?
Quadro superiore/prof. liberale 18% Assolutamente sì 41%
Impiegato 24% Un po’ ^ * 15%
Operaio 17% Più no che sì 7%
Pensionato-inattivo 36% Assolutamente no 32%
Circa i rapporti tra protestantesimo Non risponde 5%
e cattolicesimo, desidera che essi siano: Crede alla risurrezione dei morti?
Più spetti 56% Assolutamente sì 27%
Meno stretti 6% Un po’ 14%
Va bene così 30 % Più no che sì 6%
Non risponde 8% Assolutamente no 47%
Che cosa rappresenta in primo Non risponde 6%
luogo per lei U pastore? Crede alla salvezza per sola grazia
L’tmimatore della vita Assolutamente sì 24%
della comunità 32% Un po’. 15%
Un consigliere spirituale 32% Più no che sì 10%
Un uomo o una donna al servizio Assolutamente no 43 %
dei poveri e delle persone isolate 27% Non risponde 8%
Un modello morale 19% Crede in un Dio in tre persone?
Un teologo 17% Assolutamente sì 24%
11 rappresentante Un po’ ; 13%
della Chiesa istituzione 13% Più no che sì • 9%
Un predicatore 6% Assolutamente no 49%
Lapersona Non risponde 5%
che amministra i sacramenti 4% Crede al indizio universale?
Non risponde 2% , Assolutamente sì 23%
Crede in Gesù Cristo, figlio di Dio? Un po’ 13%
Assolutamente si 46% Piò no che sì 8%
Uopo’ 24% " Assolutamente no 49%
Più no che sì 4% Non risponde ‘ 7%
ÎÜI
L’infedeltà coniugale è:
Una colpa morale
Un errore
Un peccato , .
Una questione personale
L’effetto delle condizioni di vita
Non risponde t
L’aborto è:
Una colpa morale ,
Un errore
Un peccato
Una questione personale
L’effetto delle condizioni di vita
Non risponde -?
L’omosessualità è: >
Una colpa morale
Un errore
Un peccato
Una questione personale
L’effetto (ielle condizioni di vite
Non risponde
secondo lei i più ui^enti da risolvere?
Migliorare la ridistribuzione
■ delle ricchezze
Ritrovare il senso dei valori morali
Costruire più alloggi sociali
Favorire la crescita economica
Incitare alla condivisione del tempo
di lavoro
Accelerare la costruzione dell’Europa
Aiutare il Terzo Mondo ’
Sviluppare il senso imprenditoriale 17 %
26% Non risponde ' 1 %
13% In Francia, solo la laicità permette a persone
14% di convinzioni differenti di vivere insieme:
35% Del tutto d’accordo 49%
10% Abbastanza d’accordo 22%
2% Piuttosto contrario 14 %
Assolutamente contrario 12 %
9% Non risponde 3%
3% ■ In certe circostanze, ognuno
11% dovrebbe avere il diritto di scegliere
59% il momento della propria morte:
16% Del tutto d’ accordo 40%
2% Abbastanza d’accordo 29%
Piuttosto contrario 1, 11%
8% Assolutamente contrario 7' 16%
7% Non risponde ^ 4 %
10% Le coppie omosessuali dovrebbero
62% poter essere riconosciute daHa ctaicóa: '
9% Del tutto d’accordo - \ 16%
4% Abbastanza d’accordo 21 %
no Piuttosto contrario '’'-J' . 15%
Assolutamente contrario Ì> ' * 40% •
Non risponde 8%
43% A quale di queste due opinioni
42% si sente più vldiio? ^
38% Occorre sdyàguatdare ^ '
36% l’identità (fella iRrancia
limitando il numero di stranieri 47%
31% In Frmjcia, l’acct^lienza degli
19% ' stranieri fa parte delle nojtre tradizioni 47%
19% ^. Non risponde ’ L. 6%
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1995
Approvato il programma della Settimana per la libertà del 1996
Facciamo «un patto per la vita»
GIUSEPPE PLATONE
«u
n patto per la vita» è
il tema che il Consiglio della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia
(Fcei) ha scelto per la «Settimana della libertà» 1996 che
si svolgerà, prevalentemente,
dall’11 al 18 febbraio prossimi. Come molti lettori sanno
da alcuni anni la Fcei coglie
l’occasione del ricordo dell’emancipazione dei valdesi,
avvenuta 148 anni fa con
l’editto albertino del 17 febbraio 1848, per proporre alle
sue chiese membro un tema di
riflessione e di impegno. Molte volte la «Settimana» è stata
occasione di presenza e di lotta. Si pensi adle manifestazioni, all’inizio degli anni ’80,
per le Intese via via sino alla
«lotta contro le mafie» e al tema del lavoro dello scorso anno. Uno dei maggiori problemi legati al successo o meno
dell’iniziativa,è stato spesso
quello dei tempi tecnici. Interessante il tema, bello il manifesto ma il materiale giungeva
sempre troppo tardi.
Quest’anno la Fcei ha cercato di muoversi con maggiore anticipo. A metà settembre la tematica è stata ufficialmente definita e comunicata agli esecutivi delle
chiese in un incontro a Ecumene con il Consiglio Fcei in
modo che le chiese potessero
programmare per tempo questo importante appuntamento
nazionale. Nell’estate si sono
elaborati i testi ed ora il libretto dal titolo «Un patto per
la vita» è in corso di stampa
insieme al manifesto. La pubblicazione si presenta come
una raccolta di nove brevi
saggi su temi etici letti nella
prospettiva biblica del patto
che Dio ha stabilito con
l’umanità. Il pacchetto etico
tocca, dopo un introduzione
biblica, questioni diverse: si
va dall’etica sessuale alle
manipolazioni genetiche, ai
giovani e al senso della vita
sino alla violenza nel quotidiano, al dominio della mafia, alla cultura della vita nell’esperienza delle donne.
Le comunità potranno scegliere uno o più temi e, sulla
scorta delle riflessioni e interrogativi forniti, iniziare una
propria ricerca etica. Gli autori e le autrici sono: Ermanno Genre, Silvia Rutigliano,
Francesca Spano, Maria Bonafede. Paolo Naso, Pietro
Trotta, Anna Maffei, Anne
I trapianti sono materia di rifiessione deiia Settimana per ia iibertà
Marie Dupré, Giuseppe Platone. In particolare lo sfondo
biblico è evidenziato dal testo
di Deuteronomio (30, 19-20):
«...scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, amando il Signore, il tuo Dio». I costi
dell’operazione sono stati
contenuti al massimo. Il libretto sarà venduto a 8.000 lire e a 5.000 lire il manifesto
in quadricromia realizzato, in
stile naif iirfantile, dal grafico
Sandro Spanu. Non sarà il solito manifesto-lenzuolo ma un
poster 35 x 100, sviluppato in
orizzontale, ricco di suggestioni e colori.
Le chiese che desiderino
organizzare qualche iniziativa
pubblica o semplicemente valorizzare la tematica al proprio interno possono da oggi
ordinare il materiale telefo
nando a Roma presso gli uffici Fcei allo 06-48903241, fax
06-4827901. Gli interessati
debbono specificare al momento dell’ordine se la spedizione, che è a carico del destinatario, deve essere fatta
per corriere o per posta. Gli
invii del materiale inizieranno
a partire dai primi giorni di
gennaio 1996 in modo che
tutti possano riceverlo per
tempo: ovviamente prima si
prenota meglio è, anche per
ragioni organizzative.
Con questa iniziativa il
Consiglio Fcei si augura che
molte chiese, anche non facenti parte della Federazione,
vogliano valorizzare questo
materiale per rilanciare la riflessione su temi etici in un
tempo di smarrimenti e incertezze. Ora la parola spetta alle chiese.
Verso l'istituzione di un Consiglio di chiese cristiane in Italia?
Il Consiglio Fcei: valorizzare le
forme di collegamento tra chiese
Domenica 3 dicembre si è
svolta a Roma, presso la Casa
valdese, una consultazione
suH’ecumenismo promossa
dal Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Hanno
partecipato all’incontro, oltre
ai membri del Consiglio Fcei,
i rappresentanti di sette chiese membro della Federazione:
battisti. Esercito della Salvezza, luterani, metodisti, pentecostali (Chiesa «Fiumi di vita» e Unione chiese pentecostali libere), valdesi. Tema
della consultazione: l’attuale
situazione ecumenica in Italia, con particolare riferimento all’ipotesi della creazione
di un organismo di collegamento fra le varie chiese cristiane (cattolici, evangelici e
ortodossi) del nostro paese, in
analogia ai «Consigli nazionali delle chiese» esistenti in
quasi tutti i paesi europei.
L’incontro è stato introdotto
dal presidente della Fcei, pastore Domenico Tomasetto,
che ha ricordato i recenti avvenimenti in campo ecumenico (approvazione del documento sui matrimoni interconfessionali da parte del
Consiglio permanente della
Conferenza episcopale, invito
agli evangelici a partecipare
come «delegati fraterni» al
Raduno di cattolici e pentecostali sulla spiritualità
Dialogano i carismatici in Italia
La Consultazione carismatica italiana (Cci), organismo
formato da responsabili del
Rinnovamento carismatico
cattolico e di alcune chiese
evangeliche ha organizzato a
Frascati, dal 10 al 12 novembre 1995, il «4° Ritiro per un
dialogo fraterno» sul tema
«Gesù Cristo è il Signore e il
Salvatore». Si sono così ritrovati oltre 160 leader cattolici
ed evangelici di diverse denominazioni (pentecostali,
apostolici, battisti, fratelli,
metodisti, valdesi ecc.) all’
ascolto della parola di Dio,
nella preghiera e per riflettere
sulla particolare attività ecui
menica che viene portata
avanti in comune.
Durante il convegno vi sono state due importanti relazioni. Nella prima padre Raniero Cantalamessa, predicatore apostolico e membro
della pontificia Commissione
teologica mista intemazionale per il dialogo cattolicopentecostale, ha sottolineato
il fondamento delle comuni
radici cristiane sull’annunzio
di «Gesù come unico Signore e Salvatore», centro della
testimonianza di tutte le
chiese cristiane.
Se Gesù Cristo è la salvezza
per tutti gli uomini e tutte le
donne, ha ancora senso l’affermazione di San Cipriano
«Extra ecclesia nulla salus?».
Il secondo oratore è stato il
Settimana della libertà 1996
Promossa dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Cedola di prenotazione dei materiali
Prenoto n.___copie del Quaderno «Un patto per la vita». Costo unitario lire 8.000.
Prenoto n.___còpie del Poster «Scegli la vita». Costo Unitario lire 5.000.
La prenotazione è per conto di (chiesa, circuito, gruppo)__________
Posta ordinaria □
Corriere □
Al seguente inidirizzo; Nome e cognome_____________________________
via_______________________cap________città_
telefono______________
Le spese postali sono a mio carico; pagherò la spedizione e i materiali tramite il bollettino di CCP che riceverò insieme ai materiali.
La cedola di prenotazione va inviata a Settimana della libertà c/o
Federazione delle chiese evangeliche in Ìtalia
via Firenze 38 00184 - Roma
Segreteria della Settimana c/o Confronti
telefono: 06-48903241 (ore 10-13); fax: 06-4827901
dott. Vinson Synan, pastore
della Chiesa della santità
pentecostale (Pentecostal
Holiness Church) in Usa,
professore di Storia del cristianesimo, decano della Regent University in Virginia e
presidente del North American Renewal Services Committee (Narsc) che ha ripercorso la storia del movimento pentecostale e del movimento carismatico cattolico
individuandone le radici nella spiritualità di San Francesco d’Assisi, nella mistica
cattolica di Santa Teresa
d’Avila e San Giovanni della
Croce e in quella protestante
dei fratelli Wesley, fondatori
del metodismo.
Il convegno ha sottolineato
la necessità di aprirsi maggiormente alla signoria di
Cristo e all’azione di rinnovamento dello Spirito Santo, in
uno spirito di gratitudine a
Dio per quello che egli sta
operando per l’unità del corpo di Cristo. Gli iniziatori e
. copresidenti di questo «dialogo», sono il pastore Giovanni
Traettino, di Caserta, presidente del movimento di Comunione e restaurazione,
membro dell’Assocjazione
teologica internazionale di
studi pentecostali e del Comitato esecutivo dell’European
Charismatic Consultation e il
prof. Matteo Calisi, di Bari,
membro del Consiglio dell’
International Charismatic
Catholic Renewal Services e
del Consiglio dell’European
Charismatic Consultation,
La Cci è retta da un Comitato esecutivo formato da 4
membri cattolici e 4 evangelici e da un Consiglio nazionale. Negli ambienti carismatici
e pentecostali si ritiene che i
cristiani «battezzati nello Spirito» siano oltre 460 milioni,
un quinto dei quali cattolici,
presenti in tutto il mondo e in
ogni chiesa cristiana.
L’Assemblea della Fcei discute I problemi del protestantesimo
Convegno ecclesiale cattolico
di Palermo del 20-24 novembre); la materia ecumenica,
ha detto Tomasetto, è riservata alle singole chiese membro, ma la Fcei si pone come
organo di sollecitazione: di
qui la convocazione deH’incontro. Dopo ampio dibattito,
i partecipanti hanno convenuto sull’opportunità che la Fcei
predisponga un documento di
studio contenente diverse ipotesi per un organismo di collegamento delle chiese italiane. È stata sottolineata l’esi
genza che tale organismo
coinvolga anche chiese che
non fanno parte della Fcei;
che si presti particolare attenzione al rispetto dell’identità
di tutte le chiese, anche le più
piccole; che il dibattito avvenga al livello delle chiese
locali, e che si valorizzino
quelle realtà locali in cui. già
esistono forme di collegamento fra le chiese. Lo studio
predisposto dalla Fcei sarà inviato a tutte le chiese evangeliche, in vista di una seconda
consultazione allargata. (Nev)
FELONICA — L’Aassemblea del 15 ottobre ha approvato la
relazione prograrilmatica del Consiglio di chiesa che prevede tre novità per quest’anno: la partecipazione dei bambini
alla cena del Signore; un culto di evangelizzazione ogni ultima domenica del mese; lo sviluppo dei rapporti con la Chiesa battista di Ferrara: a questo proposito si terranno riunioni
periodiche dei due Consigli di chiesa; l’assemblea ha inoltre
rieletto membro del Consiglio la sorella Franca Barlera.
• Cinque nuovi membri di chiesa sono stati accolti nel mese
di giugno, cinque giovani che hanno dato una bella testimonianza della loro fede: Sabina Grechi, Serena Grechi, Luca Negri, Martina Trazzi e Maurizio Vassalli.
• La corale continua a riunirsi tutti i martedì sotto la direzione di Sabina Grechi.
• Negli ultimi mesi abbiamo perduto tre importanti membri
della comunità: Tina Moreschi ved. Longhi, di 87 anni, il
17 luglio; Zenaide Magri ved. Negri, di 90 anni, il 23 settembre; Rosina Negri ved. Tabellini, di 87 anni, il 21 novembre. Anche a Santa Lucia di Quistello abbiamo portato
l’annuncio della resurrezione in occasione del funerale del
marito della nostra sorella Dirca, Gino Cavallini, di 68 anni, il 26 ottobre, (i.g.)
TORINO — Un evento non previsto è stata, presso la chiesa
battista di via Crissolo, la richiesta di battesimo da parte di
tre giovani: Noëlle Bonde, Laura Bonde ed Erminia
Monteleone. Noëlle e Laura provengono da famiglia evangelica, Erminia da famiglia cattolica. Quest’ultima, durante
una permanenza estiva negli Usa, è stata in contatto con una
chiesa evangelica. In seguito, l’amicizia con la famiglia
Bonde ha stimolato la curiosità iniziale. Due mesi di catecumenato e di incontri: domande, chiarimenti, legittime curiosità. La data del battesimo è fissata da loro: prima domenica d’Avvento, 3 dicembre 1995. Dove farlo? La chiesa
non ha battistero; si pensa al tempio di via Viterbo, ma il
battistero al momento non è agibile; alla fine si opta per via
Elvo. La scelta è opportuna: le due chiese hanno lo stesso
pastore «in condominio»; è l’occasione per incontrarsi, conoscersi, fraternizzare. 11 culto inizia alle 15,30. I «Freedom» (corale) con musica e canti esprimono al meglio fraternità e accoglienza. I battesimi e la cena del Signore sono
gli istanti più intensi di fede e di comunione. Un doveroso
grazie a Giuseppe e Benedetta Bonde per la paziente e discreta opera di evangelizzazione compiuta.
TORINO — Due mesi prima del compimento del suo 94“ anno è terminata la vita terrena di Jole Lo Bue, della chiesa
battista di via Passalacqua, vedova di Francesco, pastore
della nostra chiesa a cavallo della seconda guerra mondiale, che l’aveva preceduta nella casa del Padre alcuni decenni fa. Jole ha vissuto tra i fratelli e le .sorelle delle varie
chiese svolgendo un ministero apprezzato, sia accanto al
marito, sia quando egli è mancato. Era un punto di riferimento ancora oggi per la comunità, per la sua serenità e
saldezza, per la sua saggezza e il suo humour, una figura
rassicurante, una fonte inesauribile di memorie. Co.sì vogliamo ricordarla insieme al marito, ai figli Francesco e
Beniamino che l’anno preceduta, stringendoci intorno a
Mary, Nanni, Dodo e Marco e ai nipoti, sapendo che la sua
vita, vissuta nel Signore, non è stata vana e che la sua morte è superata nella gloria della risurrezione.
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Spedizione in abb. postaie/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
li diritto di resa.
Fondato nel 1848
Un po’ di neve naturale serve a rendere il paesaggio decisamente più invernale per accogliere al meglio gli sciatori.
Dopo gli importanti investimenti sulle strutture condotti
dalla società Seggiovie 13 Laghi, ha preso avvio la stagione
sciistica di Frali: per questa prima fase sono previste tariffe
agevolate in modo da invogliare gli sciatori a salire in vai
Germanasca rilanciando così una stazione che ha patito lo
scorso anno la mancanza di neve naturale a dispetto di una
pubblicità indotta dalla presenza a Frali delle squadre nazionali di sci che potrebbero arrivare anche quest’anno.
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1995 ANNO 131 - N. 47 URE 2000
Sindaci e amministratori
dei Comuni delle Valli e
della pianura, onorevoli e senatori eletti nel collegio,
consiglieri regionali e provinciali scendono in piazza per
l’autostrada e altre rivendicazioni sui collegamenti e sulla
viabilità. La misura è colma,
par di leggere dietro queste
manifestazioni, e dunque portiamo la protesta in piazza.
La montagna penalizzata da
anni è stufa di parole e insorge. C’è chi si stupisce del fatto che in piazza, tolti gli amministratori, ci fossero pochissime persone, assenti i
cittadini, cioè gli amministrati da cotanta classe politica.
Non interessa alla gente 1’
avere una viabilità migliore?
E nemmeno agli imprendito
CHE NE PENSA LA POPOLAZIONE?
VIABILITÀ
PIERVALDO ROSTAN
ri, agli artigiani, ai commercianti? Certo che interessa.
Forse però non tutti hanno capito il perché di una manifestazione in piazza in un tranquillo sabato di dicembre.
La settimana prima la manifestazione degli studenti ebbe ben altro successo ancorché meno annunciata; in centinaia, forse un migliaio avevano marciato contro le bombe di Chirac ma anche in di
fesa della scuola pubblica;
quella volta in piazza c’era la
base, c’era la gente di domani: chiari gli obiettivi, chiara
la protesta. Ma se per la viabilità la gente non si è mossa,,
legittimo è chiedersi: perché?
È quasi sembrato che deputati, senatori, consiglieri e
sindaci scendessero in piazza
per chiedere il consenso dei
cittadini: non hanno forse, in
quanto eletti, delegati dalla
Pinerolo
Sarà riaperta
la Scuola
di equitazione
La storica Scuola nazionale
di equitazione che funzionava
a Finerolo sarà riaperta con il
contributo diretto della Regione Fiemonte e con l’utilizzo
di fondi Cee per la formazione professionale e per la gestione del centro. È il risultato
di un colloquio che hanno
avuto a Torino il presidente
della giunta regionale, Enzo
Ghigo, il presidente della Fiat,
Giovanni Agnelli, in qualità
di sostenitore del progetto, e il
presidente della Federazione
italiana sport equestri, Mauro
Checcoli. All’incontro ha partecipato anche una delegazione del Comune di Finerolo,
promotore della riapertura
della Scuola di equitazione; la
città era rappresentata dal sindaco, Livio Trombotto, e dall’
assessore allo Sport, Angelo
Distaso, organizzatore dei
concorsi ippici intemazionali
di Finerolo.
Ghigo si è impegnato a destinare la somma già prevista
per il recupero della caserma
«Cavallerizza Caprilli» (500
milioni) per l’acquisto di immobili demaniali (già individuati) in cui ospitare la scuola. Saranno avviati corsi di
formazione professionale con
il concorso della Regione e
dell’Unione europea (Ue) e
saranno anche chiesti finanziamenti deirUe per la gestione della scuola.
La notizia è stata accolta
positivamente in città per i
suoi possibili sviluppi sia in
campo turistico che in campo
sportivo. In questi ultimi anni
si sono moltiplicati nel Finerolese e nelle valli gli appassionati di ippica, che non è
più considerata uno sport di
élite. Finerolo è infatti conosciuta a livello mondiale per
la sua Scuola di cavalleria e
perché ospita il più importante museo storico della Cavalleria italiana. Sempre a Finerolo l’esercito ha una rinomata scuola di mascalcia.
La Regione Piemonte propone di ridurre da 27 a 7 il numero dei Comuni delle Valli
Da Luserna a Bobbio un solo Comune?
Si continua a discutere nelle Valli del possibile accorpamento fra Comuni, secondo quanto era stato proposto
in primavera dalla Regione
Fiemonte. Tutto sembrava
fermo e in attesa di possibili
variazioni della proposta in
.sede di commissione regionale. Recentemente però dalla
Regione è venuta una richiesta di parere alle amministrazioni e dunque si è assistito a un rilancio del dibattito.
Fra i primi Consigli comunali
quello di Angrogna, una decina di giorni fa, ha espresso la
sua contrarietà a ogni ipotesi
di accorpamento.
Lo studio della Regione,
che sembrava far riferimento
al solo criterio demografico,
propone di ridurre il numero
dei Comuni dagli attuali 27 a
sole sette entità. In vai Germanasca ci sarebbe un solo
Comune, di 1.437 abitanti,
frutto dell’accorpamento di
Massello, Ferrerò, Salza e
Frali; in un altro Comune si
troverebbero Inverso Finasca,
Ferosa Argentina, Fomaretto
e Roure (9.568 abitanti); in
bassa vai Chisone Comune
unico per Forte, Framollo,
Il municipio di Pramollo
San Germano, Villar Ferosa
(7.171 abitanti). Unione anche per San Secondo e Frarostino (4.323 abitanti), per Bibiana e Bricherasio (6.489
abitanti) e, ipotesi in assoluto
più discutibile, per Angrogna,
Bobbio Fellice, Villar Pellice,
Torre Fellice, Luserna San
Giovanni, Lusernetta e Rorà
con la creazione del Comune
più popoloso delle valli con
quasi 16.000 abitanti.
L’ipotesi degli accorpamenti comunque non è soltanto
frutto di una «pensata» della
Regione; in passato già dai
governi Craxi erano arrivate
indicazioni in tal senso e la
stessa legge 142 del ’90 sulle
autonomie locali ne prevedeva la possibilità, ipotizzando anche passaggi graduali e
interventi economici a sostegno dei Comuni accorpandi.
Le voci dei sindaci sono state
finora quasi unanimi nell’
esprimere contrarietà a tale
proposta. Ulteriore perdita di
servizi, abbandono delle zone
più marginali, emarginazione,
aH’intemo dei Comuni, delle
parti più periferiche: questi i
maggiori rischi evidenziati.
«Non è un’ipotesi valida lamenta il sindaco di San Secondo, Luciano Martinat, che
ricorda come già durante il fascismo si era accorpato Prarostino e San Secondo -; la burocrazia già domina ovunque
e mancando il personale rischiamo di dare sempre più
disservizi alla popolazione».
Per i Comuni montani, specie per quelli'più piccoli, è
sempre più difficile districarsi
fra modalità di appalto complicatissime, procedure burocratiche analoghe per 200 o
20.000 abitanti. Ci sono poi
settori chiave delle amministrazioni pubbliche come
quelli urbanistico, tecnico,
geologico, agricolo, dove nessun Comune sarebbe in grado
di affrontarne la gestione, e i
costi, da solo: può bastare il
discorso dei servizi realizzati
a livello di Comunità montane? Secondo molti è la soluzione da perseguire e secondo
altri, come il sindaco di Porte,
Giancarlo Griot, proprio gli
accorpamenti possono contribuire a superare le difficoltà
organizzative dei Comuni.
m.
Non ho potuto nascondere una certa
sorpresa scoprendo quale sia stato
l’atteggiamento verso i valdesi di un parroco di Torre Pellice negli anni del fascismo e dell’inizio della Repubblica. Nel
suo volume «Regime fascista e chiese
evangeliche» (Claudiana 1990) Giorgio
Rochat cita una lettera dell’8 settembre
1931 indirizzata nientemeno che a Mussolini: «Eccellenza, i miei parrocchiani
che costituiscono più di metà della popolazione di Torre Pellice mi domandano
con insistènza che cosa rappresenti in
terra d’Italia quella bandiera di colore
bleu oscuro che nella corrente settimana
sventola vicino al tricolore sul balcone
della casa valdese in Torre Pellice. Prego vivamente Sua Eccellenza il ministro
dell’Interno di una breve risposta per
poter trànquillizzare i cari cattolici di
Torre Pellice i quali furono e vogliono
essere sempre dei buoni italiani».
Il prefetto di Torino rispondeva che la
bandiera valdese, esposta durante le se
IL FILO DEI GIORNI
SOSPETTI
_____________BRUNO BELUON_____________
dute del Sinodo è di colore azzurro sabaudo, espressione dei sentimenti di fedeltà alla monarchia che i valdesi del
tempo certamente coltivavano ed è la copia di una bandiera che i valdesi offrirono a Carlo Alberto, conservata all’Armeria reale. Rimane pur sempre il sospetto
che non si trattasse di pura e semplice
curiosità, ma di una forma elegante di
denuncia, di un tentativo di mettere in
cattiva luce presso le autorità del tempo i
valdesi in generale. Analoga sensazione
si avverte rileggendo gli atti di un processo contro i comandanti partigiani della zona che, per assicurare a qualsiasi co
sti la sicurezza degli uomini dei reparti
operanti nella vai Pellice, avevano condannato a morte e ordinato l’esecuzione
di 8 persone ritenute responsabili di
spionaggio a favore delle truppe di occupazione tedesche. Don Barale viene citato come testimone e, così si legge nella
sentenza, dichiarava di «aver sentito dire in allora che le persone fucilate avevano chiamato i tedeschi, ma affermava
trattarsi di dicerie senza fondamento... e
rilevava che mentre i capi partigiani
erano tutti valdesi, i fucilati, all’infuori
della donna la quale bazzicava qualche
volta coi tedeschi e all’infuori dell’ing.
[...] che pur essendo valdese aveva allevato la famiglia nella religione cattolica, erano tutti cattolici».
In riscontro il tribunale osserva che
«non merita neppure di essere presa in
considerazione l’eventualità di una strage a carattere religioso in quanto nessun
fermento del genere agitava da secoli le
anime dei valligiani».
gente, proprio come compito
il portare avanti gli interessi
delle popolazioni che li hanno votati? Non è proprio il
compito di ciascuno degli
eletti essere interlocutore e
portavoce in Regione, Provincia, Parlamento di precise
istanze o progetti? Davvero si
ha bisogno del supporto della
gente per fare ciò che si dovrebbe comunque fare? O
peggio, per qualcuno, manifestazioni come questa rappresentano trampolini di lancio o rilancio verso nuove avventure elettorali ormai prossime e dunque bisogna esserci, farsi vedere?
Per molti non sarà certo così, ma la diffidenza verso la
classe politica è tanta, al di là
dei colori.
¡N QvESTO
Numero
Provincia
La presidente della Provincia di Torino, Mercedes Bresso, ha presentato
^ circondario di Pinerolo
il bilancio dell’ente. Al di
là dei discorsi generali
sull’impianto del bilancio,
Fassessore all’Ambiente,
Beppe Gamba, ha sottolineato che o il Chisone o il
Pellice dovrebbero venire
inseriti in uno stralcio del
piano della gestione delle
risorse idriche.
Pagina II
Paesaggio rurale
Una collaborazione fra
gli enti locali, possibilmente suffragata da una
regolamentazione comune
anche a livello europeo, è
stata auspicata nel corso
del convegno su «Paesaggio agrario e architettura
rurale» svoltosi T8 dicembre a San Germano Chisone. È stata ribadita la nececessità di valorizzare un
patrimonio in molti casi
trascurato.
Pagina II
Visitatori
Svolgono un servizio
forse poco conosciuto, ma
non per questo da sottovalutare: i visitatori negli
ospedali, che a Pinerolò
sono 7-8, offrono una testimonianza che viene incontro alle esigenze spirituali (magari Iilespresse)
Pagina III
Numero chiuso?
Le diverse esigenze della tutela della montagna e
della «massificazione» del
turismo montano devono
essere conciliate produttivamente. Se ne è parlato
in un convegiK) organizzato a Torino dalla FÌovincia
e dal Coordinamento nazionale dei parchi.
Pagina in
8
PAG.
Il
E Eco Delle vm.i.i moEsi
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1995
Bobbio Penice sotto ia prima neve
VERSO UN ACCORDO PER LA COMUNITÀ PINEROLESE PEDEMONTANO — Con pochi fondi da gestire,
poco personale dipendente e addirittura nell’incertezza fino
all’ultimo sul numero di Comuni che avrebbero continuato
a fame parte, la Comunità montana Pinerolese pedemontano non ha avuto finora una sua giunta; ora sembra proprio
si stia andando verso una soluzione politica. Assodato che i
Comuni facenti parte saranno gli stessi del passato, almeno
per il 1996, si fanno i primi nomi per la giùnta in cui dovrebbero entrare Luciano Cavallone, di Cantalupa, come
presidente. Luca Veltri da Prarostino e Claudio Rivoira da
San Secondo; alcuni Comuni devono però ancora nominare
i propri rappresentanti per cui la convocazione del nuovo
Consiglio sarà rinviata al nuovo anno. Fra i punti programmatici in discussione quello del rilancio degli uffici, in particolare nei settori urbanistico e agricolo.
QUALE FUTURO PER IL TEATRO SOCIALE DI PINEROLO? — Un gruppo di pinerolesi è sceso in piazza venerdì scorso per protestare contro l’immobilismo del Comune sul futuro del teatro sociale; la Sovrintendenza ai beni
culturali e ambientali chiede di mantenere in buono stato
l’edificio andato distrutto in un incendio anni fa ma non c’è
chiarezza sui possibili progetti per l’intero complesso. Qualche anno fa un progetto prevedeva la vendita delle ali laterali ai privati per ricavare i soldi per la ricostruzione della
parte centrale che costerebbe, secondo l’amministrazione,
circa 15 miliardi il che vorrebbe dire vincolare il bilancio
per diversi esercizi a questo scopo. «Faremo un referendum
fra i cittadini» è la prima reazione del sindaco Trombotto.
LUSERNA: NUOVO NIDO PRIVATO — Un secondo asilo
nido privato aprirà col nuovo anno; a proporlo è la cooperativa sociale Macramè con sede in via Malan 80 dove sono
• aperte le iscrizioni. Com’è noto attualmente le risposte per
la prima infanzia sono offerte dall’asilo nido intercomunale
di Torre Pellice a curpossono accedere, per convenzione,
solo i bambini di Torre Pellice e Lusema San Giovanni, e
un’altra struttura privata, frutto dell’iniziativa di un gruppo
di genitori, in funzione sempre a Lusema da diversi anni.
FONDI PER MIGLIORAMENTI FORESTALI — Fino a
fine anno è possibile accedere ai fondi Cee previsti dal regolamento 2090/92 per nuovi impianti di boschi, arboricoltura da legna e miglioramenti forestali. Per accedere ai fondi è necessario predisporre appositi progetti tecnici; è possibile avere ulteriori informazioni presso le Comunità montane o presso studi di agrotecnici che operano nel settore.
MOSTRA DI CERAMICA DEI DISABILI — Dal 18 al 23
dicembre, presso l’Apt di Pinerolo in via Giolitti 7 è aperta
una mostra di manufatti in ceramica; le opere esposte sono
state realizzate dagli ospiti dei centri diurni per disabili psicofisici di viale della Rimembranza 77 e di via Bignone 15.
La mostra è aperta ogni pomeriggio.
MALAN CfflEDE 10 MILIARDI IN PIÙ PER SESTRIERE — Il deputato Lucio Malan ha presentato un emendamento alla Finanziaria per aumentare di 10 miliardi il fondo
di dotazione per i campionati del mondo di sci a Sestriere
del ’97. I fondi dovrebbero essere utilizzati soprattutto per
le strutture sanitarie; «La mia proposta - dice Malan - è stata appoggiata da Regione e Provincia, dal centro-destra come dal centro-sinistra; speriamo che almeno i parlamentari
piemontesi la sostengano al di là degli schieramenti».
croci ugonotte in oro e argento
tesi
& delmastro
(già Bomo)
via tiieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
Paesaggio agrario e architettura rurale a San Gernnano
La storia che viene dai monti
MILENA MARTINAT
Si è tenuto venerdì 8 dicembre a San Germano
Chisone il convegno dal titolo «Paesaggio agrario e architettura rurale». Molti sono
stati gli oratori e anche abbastanza diversificati gli argomenti. Si è iniziato con l’esposizione di Hans Weiss, direttore del Fondo svizzero per
il paesaggio con sede a Berna, che ha illustrato le cause
che possono portare al degrado del paesaggio rurale alpino portando molti esempi di
mutamenti con rilevante impatto ambientale. Weiss auspica una collaborazione dei
vari enti locali, collegati possibilmente da una precisa regolamentazione a livello europeo per il recupero di ciò
che è ancora rimasto, ricordando però che «il rispetto e
la tutela dell’ambiente non
possono comunque essere attuati solo per mezzo di regolamentazioni ma occorrono
anche incentivi finanziari».
Certamente interessanti i
contributi portati dalla facoltà
di Agraria dell’Università di
Torino e dalla facoltà di Architettura che, con il contributo di alcuni docenti, hanno
dato la possibilità di illustrare
le caratteristiche delle abitazioni, della vegetazione, delle
dinamiche abitative, dei ponti, della pietra di Malanaggio,
soprattutto legati alla zona di
San Germano.
Ugo Boccacci, presidente
della Comunità montana valli
Gesso, Pesio e Vermenagna e
Walter Giuliano, assessore alle Risorse naturali e culturali
della Provincia di Torino,
hanno invece illustrato la legge nazionale sulla montagna,
quella regionale e i progetti
della Provincia in relazione
alla montagna parlando di
Numeroso il pubblico intervenuto al convegno
ecomusei, di salvaguardia del
territorio, degli strumenti legislativi in corso di definizione a favore della montagna e
dei montanari.
Non è un caso che quest’
anno, per la prima volta, sia
stata presentata la «Relazione
1995 sullo stato della montagna» da parte del ministero
del Bilancio e che il Cnel, a
cinquant’anni dalla Costituzione repubblicana, si prepari
a dedicare alla montagna la
prima conferenza nazionale
che si terrà a Roma il 18 e 19
dicembre.
«Ci sono aliti di vita che
percorrono ancora oggi quelle
contrade, spesso in salita, e
che sanno raccontare storie
che non dobbiamo dimenticare - spiega Walter Giuliano
-; allora diventa importante
che anche le normative si
adeguino a una situazione tutta particolare quale è quella
dell’ambiente montano che
occupa comunque il 50% della penisola. Sarebbe importante non pensarci solo quando bombe d’acqua seminano
morte e distruzione nella pianura che pensava di poter dimenticare la montagna. La
montagna non può fare a me
no della pianura, della città,
ma anche queste non vivono
senza la montagna. La sfida
della montagna sarà quella di
coniugare conservazione e innovazione, mantenendo la
propria identità pur essendo
disposti a recepire nuove conoscenze e tecnologie. I nuovi stmmenti, ancora bisognosi di essere dettagliati, parlano ad esempio di pluriattività
del montanaro, ma sarà necessario mettere a punto normative che consentano di abbattere gli oneri fiscali, penalizzanti soprattutto i giovani
imprenditori, facilitare l’accesso al credito, utilizzando
fino in fondo le risorse nazionali e comunitarie».
L’architettura montana con
le sue testimonianze materiali
in cui si evidenzia abilità tecnica, senso della socialità, del
mutuo soccorso e il paesaggio agrario che ci tramanda
scelte altrettanto oculate nella
gestione del territorio, costituiscono due aspetti della cultura che vale la pena di studiare, indagare e approfondire per costruire un futuro sostenibile perché, come ha detto Weiss, «senza passato non
c’è futuro».
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Scuola: un'informazione per le famiglie a metà quadrimestre
Pregi e difetti del «pagellino»
CABMELINA MAURIZIO
L9 anno scolastico in corso porta con sé una novità per le scuole superiori:
in ottemperanza a un’ordinanza ministeriale della primavera scorsa in quasi tutti
gli istituti di istruzione secondaria sono stati consegnati in questi giorni i cosiddetti
«pagellini», ovvero una forma di valutazione intermedia
(c’e ne sarà un altro a metà
del secondo quadrimestre)
intesa soprattutto come comunicazione alle famiglie. Si
tratta di un documento che
descrive con giudizi sintetici
(buono, discreto, sufficiente,
insufficiente lieve e insufficiente grave) il profitto dei
ragazzi materia per materia
nei primi due mesi dell’anno
in corso, cerca di individuare
le cause di un eventuale profitto negativo e di indicare
delle forme di recupero; inoltre in alcuni casi prevede anche una valutazione (corretto
o non corretto) del comportamento.
«È uno strumento in più ritiene Danilo Massel, professore di diritto all’istituto magistrale-liceo classico e linguistico di Pinerolo - che ha
dei limiti e dei pregi: da un
lato infatti consente una comunicazione anticipata con le
famiglie, dall 'altro mette fretta, viene vissuto dai ragazzi
come una pagella anticipata
e per quanto riguarda il nostro lavoro in qualche caso
abbiamo finito con l’alterare
la programmazione per fare
verifiche in più per poter
compilare il “pagellino"».
Nelle scuole dove il collegio
dei docenti ha optato per le
valutazioni trimestrali il «pagellino» non è previsto, ma
anche in quelle che hanno
scelto il quadrimestre i docenti potevano decidere se e
come realizzarlo.«Da noi
all’istituto tecnico industriale
- spiega Sandra Mirti, insegnante di matematica al biennio deiritis pinerolese - non
si è presa nessuna decisione
globale sulla valutazione intermedia, per cui si stanno
dando delle comunicazioni
solo a quelle famiglie e a
quei ragazzi con situazioni da
tenere sotto controllo».
11 «pagellino», che è stato
compilato dai professori riuniti nei vari Consigli di classe, ha creato comunque dei
malumori nel corpo docente,
soprattutto tra quegli insegnanti che hanno meno ore
nelle classi e quindi .hanno
avuto pochissime settimane
per verificare l’andamento
degli allievi, e tenendo anche
conto che in molti istituti secondari dei Pinerolese le supplenze annuali sono state assegnate dal Provveditorato
agli studi di Torino solo negli
ultimi giorni per cui i supplenti che hanno dovuto compilare il «pagellino» si sono
dovuti attenere alle valutazioni di chi li ha preceduti o hanno dovuto in tutta fretta fare
delle prove. «Abbiamo spiegato ai ragazzi quale era la
funzione di questo nuovo
strumento di valutazione - dice Carlotta Idrofano, insegnante di matematica al liceo
scientifico di Pinerolo - anche perché abbiamo verificato che per molti era vissuto
con la stessa ansia di una vera e propria pagella».
Dal canto loro gli studenti
in generale non hanno accolto di buon grado l’arrivo del
«pagellino». «Secondo me e
molti dei miei compagni - afferma Sandro Malan, che frequenta il quarto arino dello
scientifico a Pinerolo - le comunicazioni alle famiglie avvenivano ugualmente bene
anche senza pagellino, in più
per noi finisce con il raddoppiare nell’anno la corsa alle
interrogazioni, visto che poi
a gennaio avremo la pagella
vera e propria e di nuovo ad
aprile il “pagellino” e infine
a giugno i voti finali! Insamma alla fine è solo uno spreco di carta e di lavoro che
produce ansia soprattutto tra
gli studenti».
Provincia
Presentato
il bilancio
a Pinerolo
La presidente della Provincia, Mercedes Bresso, ha presentato al circondario di Pinerolo il bilancio della Provincia. All’incontro, che ha
avuto luogo nella sata del
Consiglio comunale di Pinerolo, hanno preso parte una
quarantina di amministratori
locali oltre a numerosi rappresentati della Provincia. ìn
primo luogo Bresso ha indicato scadenze e obiettivi, tenendo conto che bisogna
aspettare l’approvazione della Finanziaria e puntando soprattutto sull’avanzo di amministrazione per completare
le opere sulla viabilità e gli
interventi nel settore turistico
previsti per i campionati del
mondo di sci del 1997.
Mercedes Bresso ha poi illustrato le linee generali del
documento del 1996 affermando che sono state individuate le priorità dando più risorse al turismo, alle attività
economiche, per l’ambiente e
la difesa del suolo. Il vicepresidente Mario Rey ha illustrato le difficoltà di un bilancio i
cui trasferimenti dello stato
tendono progressivamente a
diminuire, per cui l’obiettivo
primario sarà quello di integrare le risorse con fondi di
origine diversa da quelle tradizionali; in questo senso la
Provincia sta puntando a predisporre programmi idonei ad
attrarre i fondi dell’Unione
europea soprattutto, come è
stato fatto notare dall’assessore alle Attività economiche.
Marco Camoletto, da destinare alle attività produttive e al
turismo. Sono poi stati illustrati i vari interventi della
Provincia nel Pinerolese; per
quanto riguarda la viabilità si
procederà al completamento
di opere non importantissime
ma significative per la mobilità locale; a proposito di ecologia l’assessore Gamba ha
detto che o il Chisone o il
Pellice sarà inserito in un primo stralcio del piano della
gestione delle risorse idriche.
Gli amministratori locali
hanno poi posto delle domande sui due problemi più scottanti del momento: il completamento dell’autostrada Torino-Pinerolo e l’integrazione
tariffaria del trasporto pubblico. Sull’autostrada Bresso ha
detto che la Provincia al momento pone delle obiezioni
rispetto alla localizzazione di
un casello a Beinasco e che
tuttavia attualmente una risposta definitivai si attende da
Roma dal ministro dei Lavori
pubblici e dall’Anas. In merito alle tariffe dei trasporti la
presidente della Provincia ha
fatto presente che ci si trova
in una fase intermedia che ha
come obiettivo quello di offrire la possibilità di viaggiare lungo una direttrice passando da un mezzo all’altro
con un unico biglietto.
Il bilancio (circa 424 miliardi, di cui 103 miliardi per
le spese per il personale, 54
per investimenti e 50 per il
rimborso delle rate di mutui)
è stato approvato dalla giunta
il 7 dicembre; la discussione
in Consiglio è prevista per il
19 dicembre.
9
venerdì 15 DICEMBRE 1995
E Eco Delle Yalu Aàldesi
PAG. Ili
Un gruppo di
Al servizio
i volontari assicura un'opera di aiuto e testimonianza a Pinerolo
izio degli ammalati negli ospedali
rtante è saper ascoltare
l'importante è saper
___MARCO ROSTAN_ 'L "lHll
Seguire gli ammalati ricoverati negli ospedali: un
servizio essenziale, che richiede molta disponibilità.
Nella Chiesa valdese di Pinerolo, da tempo, esiste un
gruppo di visitatori animato e
coordinato da Vera Long. Le
chiediamo quando ha cominciato ad occuparsi degli ammalati. «E successo ben ventisette anni fa, quando il pastore Achille Deodato mi
chiese di dare una mano a
due sorelle ricoverate in due
diversi reparti dell’Ospedale
civile che non potevano comunicare fra loro».
Come si faceva a sapere se
vi erano ricoverati evangelici? «Allora c’era una lista
compilata all’atto del ricovero, dove si dichiarava la propria confessione di fede, e io
potei ritirare questo elenco
da un’impiegata. Questo rendeva il lavoro più facile, si
potevano visitare uno ad uno
e capire le diverse esigenze».
E poi che cos’è cambiato?
«Vi è stata urta indubbiamente positiva affermazione della
libertà individuale, per cui
oggi all’Ospedale civile non
si chiede più al malato di dichiarare la sua religione,
mentre si continua a farlo al
Cottolengo. Di conseguenza
il lavoro di assistenza si complica perché può essere indirizzato solo a chi è stato in
Il gruppo dei visitatori
qualche modo segnalato».
Chi segnala i nuovi degenti? «Sarebbe giusto che chi
entra in ospedale lo facesse
sapere al pastore o a un anziano, ma questo avviene raramente. Nel medesimo tempo ci capita tutti i giorni di
incontrare in ospedale parenti dell’ammalato che si
stupiscono che non siamo al
corrente del caso e sono poi
loro a segnalarcelo». Come
vi mettete in comunicazione
con gli ammalati? «Non è difficile parlare, ma la cosa importante è saper ascoltare,
saper capire quali sono le necessità materiali e quali le
esigenze spirituali. Difficilmente il malato dice chiaramente ciò che vorrebbe».
Potete visitarli tutti? «Purtroppo no. Molti ci cono
scono e ci segnalano i malati,
ma capita sempre che chi è
solo e avrebbe più bisogno,
proprio perché non conosce
nessuno, finisce per non essere visitato perché non ne sappiamo niente». Da quante
persone è composto il gruppo
di visitatori della chiesa di Pinerolo? «Quest’anno siamo
in cinque all’Ospedale civile
e due al Cottolengo, più un
pastore messo a disposizione
dal distretto ,che visita con
noi tutti i malati segnalati al
lunedì pomeriggio».
Come si potrebbe migliorare questo servizio nei confronti di tutti gli evangelici ricoverati? «Basterebbe che la
famiglia segnalasse subito il
caso, ma a volte se ne dimentica, altre volte magari
pensa che il pastore debba
sapere tutto...». E oltre a parlare con l’ammalato, succede
altro? «Capita che l’ammalato ci chieda di pregare e noi
10 facciamo con loro. A Natale non manca mai un pensiero da parte della comunità
di Pinerolo; abbiamo dato a
tutti, l’anno scorso, il libretto
“Un giorno, una parola” e ci
sono state richieste delle Bibbie da persone non evangeliche. Abbiamo avuto anche delle copie di Riforma da
offrire a chi non è abbonato».
E che cosa succede quando
11 degente viene dimesso
dall’ospedale? «yorremmo
poterlo seguire ancora, anche
perché spesso ce lo chiedono,
ma non ce la facciamo; allora
sarebbe bello se in ogni comunità ci fosse una persona o
più che continui, specialmente
nei casi in cui il malato rientra a casa sua e ha una convalescenza lunga e diffìcile».
È possibile per chi non risiede a Pinerolo segnalarvi il
caso di malati che lui non
può regolarmente seguire?
«Sì, basta rivolgersi al telefono della chiesa di Pinerolo,
0121-322009». Salutiamo Vera Long ed auguriamo a lei e
agli altri visitatori la benedizione del Signore per questo
servizio silenzioso e poco appariscente che realizza, nei limiti del possibile, una rete di
solidarietà tanto più importante nei momenti difficili
della vita.
)nvegno su tutela della montagna e apertura al turismo di massa
miYinlnccit^ Aa\ cicfom:i rilnmn
La complessità del sistema alpino
_________ GINO LUSSO__________
L9 assessorato alle Risorse
naturali e culturali della
Provincia di Torino e il Coordinamento nazionale dei parchi e delle riserve hanno tenuto un incontro nazionale a
Torino sul tema: «Numero
chiuso per le Alpi? Un delicato ecosistema in bilico tra
tutela e uso di massa». Il titolo dell’incontro è, a dir poco,
di quelli che fanno sobbalzare; in realtà.il tema in
discussione era molto più limitato e riguardava il solo
aspetto di uso del territorio a
parchi. La discussione del
problema aree protette ha tuttavia fatto emergere quali siano i veri scenari che, in tema
di alpe, si vanno delineando
in maniera sempre più netta.
Intanto è del tutto evidente
come sia fortemente mistificatorio parlare di un solo sistema alpino; l’alpe è invece
costituita da tanti sottosistemi
che vedono organizzarsi il
proprio territorio secondo
strategie coerenti con le coincidenti aree forti extra alpine.
Sotto questo aspetto una
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prima divisione geo-economica mette a fuoco tre aree:
la parte orientale, cuscinetto
ricco tra le aree forti austriaco-germaniche e l’Italia di
Nord-Est; la parte centrale,
occupata dall’inimitabile modello svizzero e la parte occidentale, vera cenerentola del
sistema. Limitando le considerazioni a quest’ultima parte, dobbiamo prendere atto
che le sole aree che hanno come perno «l’éspace Mont
Blanc», sembrano in grado di
proporre e saper gestire un
progetto si sviluppo locale.
Dobbiamo invece prendere
amaramente atto che l’ampio
settore che sta a sud di questa
zona sotto l’aspetto geo-economico non è stato, finora, in
grado di proporre alcun modello di sviluppo autonomo.
Le poche iniziative che
emergono dal suo interno sono volte a contrastare gli
obiettivi che l’estemo gli assegna. Si fa allora, e giustamente, la guerra contro gli assi autostradali, si lotta contro
gli elettrodotti, si contesta
l’estrema negatività dei poli
sciistici ma non si riesce a
enucleare un reale progetto
endogeno di crescita. Potrà
sembrare discutibile ma credo
si debba dire che anche le
proposte fatte, con ben differenti obiettivi, da chi vede nel
parco l’unica soluzione ai
problemi della montagna alpina siano espressione di una
visione pianurocentrica. Visione che, nelle sue espressioni estreme, vede l’alpe come
una teca da museo, da conservare, pulire e ammirare, imponendo rigidi vincoli per
l’accesso.
Queste visioni sono perdenti sotto ogni punto di vista; la
montagna alpina è un’area
con sue specificità e con uomini che la abitano; solo se
porremo come prioritario
l’obiettivo di una sua vivibilità economica troveremo la
soluzione al problema globale. Devono essere le comunità
locali ad avere'le capacità
culturali e politiche di proporre e gestire modi di sviluppo che, entro scl^emi solidaristici cojj altre realtà territoriali, non permettano il trasferimento di risorse fuori
dall’alpe e, parallelamente,
pretendano di vedere riconosciuto in termini economici,
fiscali e normativi, la loro
fondamentale funzione di
controllo di un delicato ecosistema. Se non saranno le comunità alpine a fare queste
proposte, allora è giusto che
da altri arrivino progetti che
giungano fino a prefigurare
l’alpe come un parco Disneyland, dove si entra in numero
programmato e pagando il biglietto d’ingresso.
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Un'iniziativa del comune di Pinerolo
Bambini a teatro
insieme ai grandi
«Di festa teatrando»: questo il titolo dell’iniziativa
messa in atto dall’assessore
alla Cultura e Istruzione di
Pinerolo, Alberto Barbero
con le associazioni Nonsoloteatro. La terra galleggiante e
Teatro Aiegre. Sei spettacoli
teatrali per ragazzi di domenica pomeriggio, un’idea interessante che viene a seguito
di iniziative simili («Teatro in
tre», «A teatro con mamma e
papà») che da anni a Torino
riscuotono un notevole successo di pubblico: un’òccasione di divertimento che viene offerta ai bambini e ai loro
accompagnatori adulti, un
momento di comunicazione
alternativo alla routine televisiva, alle pantofole invernali,
uno stimolo per stare insieme
ai propri figli, nipoti o ainici.
La rassegna consta di sei
spettacoli che si svolgeranno
presso TAnditorium «Medaglie d’oro per la Resistenza»
di corso Piave a Pinerolo. Gli
spettacoli inizieranno alle 16
(durata media di ogni spettacolo un’ora), il costo del biglietto sarà di 5.000 lire per
ragazzi e adulti.
Ecco il cartellone. Domeni
ca 17 dicembre ’95 andrà in
scena Beppe Rosso del Granbadò-Teatro laboratorio Settimo con «Magica medicina»
ispirato al testo di Roald
Dahl; il 7 gennaio sarà la volta del teatro Shabernack in
«Re ranocchio»; il 14 gennaio
la compagnia Stilema presenterà «Perché» (l’interprete
Silvano Antonelli ha vinto il
premio nazionale Stregano
Eti come miglior attore di teatro ragazzi); il 21 gennaio Assembleateatro porterà in scena
«Pollicino», mentre il teatro
degli immediati sarà presente
il 28 gennaio con «Cenerentola» e infine il Teatro de la Girandole sarà protagonista
dell’ultimo appuntamento, il 4
febbraio, con «Le malizie di
Arlecchino».
La prima rappresentazione
della rassegna seguirà ad
un’altra importante iniziativa:
l’apertura della nuova biblioteca per ragazzi. Sabato 16
dicembre, alle 15,30, partirà
da piazza San Donato uno
spettacolo itinerante che porterà i ragazzi alla nuova casa
per la biblioteca, dove verranno offerti dolci e svariate
sorprese.
Nelle
Chiese Valdesi
NORD - SUD: INCONTRO GIOVANILE — Il 17 dicembre alle 9,30, nella sala delle attività di San Germano, si terrà un incontro aperto a tutti i giovani delle Valli
sul tema: «Disuguaglianza Nord-Sud». Sono previsti anche dei giochi; costo della giornata £ 10.000. Per informazioni e adesioni telefonare a Silvia Gardiol (5(X)621).
COORDINAMENTO SCOUT I DISTRETTO — Nel fine settimana del 6 e 7 gennaio il coordinamento scout
del I distretto organizza un incontro alla Baissa di Maniglia per ragazzi/e fra gli 8 e i 12 anni. Tema dell’incontro sarà «Noi e le feste; come eravamo e come siamo».
Informazioni e prenotazioni, entro il 24 dicembre, presso Dario (0121-81319), Stefano (808817) o Massimo
(9531077). È richiesta una caparra di 10.000 lire.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 17 dicembre,
nella sala Albarin, alle 10, ci sarà il culto tenuto dai
bambini della scuola domenicale; la giornata proseguirà
con il pranzo al sacco (sarà offerto il primo piatto), con
giochi e visita agli ospiti dell’Asilo; anche i genitori saranno i benvenuti.
RORÀ — Sabato 16 dicembre, alle 20,45, nel tempio, concerto delle corali di San Germano e Rorà.
TORRE PELLICE — Domenica 17 dicembre, nel tempio,
alle ore 15, pomeriggio comunitario con corale e coretti.
Al termine incontro in Foresteria.
VILLAR PELLICE — Sabato 16 dicembre, alle 21, nel
tempio, concerto natalizio del Gruppo flauti vai Pellice,
del gruppo musica di Lusema San Giovanni diretto da
Walter Gatti e dal gruppo Fiavanana della vai Germanasca; la colletta sarà devoluta al progetto di scambio fra i
giovani delle Valli e del Madagascar. Giovedì 21, alle
15, si svolgerà la tradizionale festa di Natale alla Casa
per anziani Miramonti.
VILLASECCA — La prossima riunione quartierale si
svolgerà il 20, ore 20, alla Roccia.
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PAG. IV
E Eco Delle ialli Aàldesi
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1995
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
d^argilla
VALERIA FUSETTI
Care amiche e amici, so
bene che molti di voi
amano prevalentemente la
cucina vegetariana, ma oggi
ho pensato di accontentare
anche quelli che non disdegnano la carne proponendo
alcuni piatti a base di pollo
(o tacchino). Le carni cosiddette avicole hanno alcune
qualità che è bene tenere in
considerazione. Innanzitutto
sono molto utili per un’alimentazione che tenda a prevenire malattie cardiovascolari. Il contenuto di grassi
può scendere fino all’ 1 % rispetto alle carni rosse. Il livello degli acidi grassi saturi (colesterolo cattivo) è
molto più basso mentre
quello degli acidi grassi poiinsaturi (colesterolo buono)
si avvicina a quello del pesce. Il basso contenuto di
grassi le rende non solo ottime per diete a basso contenuto calorico ma, data la
loro maggiore digeribilità,
anche molto adatte a bambini e persone anziane.
Un’ultima osservazione:
la carne di pollo e tacchino
ha anche il pregio di costare
molto meno delle altre carni, e questo fatto permette di
preparare ottimi pranzi senza andare al di là delle nostre possibilità e contribuendo, a volte, a fare quelle
economie che ci mettono in
grado di esercitare quella
solidarietà concreta che, co
me cristiani, siamo chiamati
a non dimenticare mai.
Zuppa di pollo
Per 4 persone. Ingredienti:
600 gr di ali di pollo, 1 ci-;
polla, 1 carota, 1 gambo di
sedano a cui avrete levato i
fili, 1 patata, 2 cucchiai di
prezzemolo, odori e farina.
Quando la cottura è terminata levate le ali e le verdure e
lasciate raffreddare il brodo,
poi mettetelo in frigorifero
per almeno due ore, in modo
da poterlo sgrassare molto
bene. Intanto levate la pelle
e le ossa dalla carne delle ali
e mettete la carne così ottenuta a frullare con la verdura
cotta; ricordatevi di eliminare rosmarino e alloro prima
di frullare il tutto. Tenete da
parte le verdure e la carne
frullata e, quando avrete ben
sgrassato il brodo, mettete
tutto in una casseruola e portate ad ebollizione. Avendo
cura di mescolare molto bene con una frusta, aggiungete la farina e fate cuocere
per alcuni minuti. Spegnete
il fuoco e, dopo aver versato
la zuppa in una zuppiera calda, aggiungete il prezzemolo
e la maggiorana. Potete servire con fette di pane passato al forno e strofinato con
l’aglio. Per una cena di famiglia questo piatto così sostanzioso-può essere seguito
molto semplicemente da patate al vapore condite con
buon olio d’oliva, origano e
prezzemolo tritato.
Proiezione con dibattito a Torre Pel lice
Gli anni del
dopo terrorismo
Oltre un centinaio di persone hanno assistito a Torre
Pellice, mercoledì 7 dicembre
con organizzazione della Tarla volante e del Gruppo teatro
Angrogna, alla proiezione del
film La seconda volta del regista torinese Mimmo Calopresti, dedicato alla vicenda
di un intellettuale colpito da
un commando terrorista negli
anni ’70, che si imbatte nella
donna che allora gli sparò.
Alla presenza del regista
stesso sono intervenuti a discutere il film il pastore Giorgio Bouchard (moderatore
della Tavola valdese quando,
nel 1984, due detenuti per
reati connessi al terrorismo
scrissero al Sinodo una lettera
che contribuì ad aprire un
certo dibattito nella Chiesa
valdese: di lì a due anni si sarebbe svolto, nel tempio di
Torre Pellice, un dibattito sulla «dissociazione» dal terrorismo, a cui parteciparono alcuni imputati del «caso 7
aprile», il giudice Giancarlo
Caselli e il cappellano di Rebibbia) e Nino Ferrerò, giornalista deir«Unità» a Torino,
a sua volta realmente ferito
da un gruppo terroristico, che
ha poi conosciuto i suoi aggressori e ha riportato alcuni
brani da un epistolario intrattenuto con loro.
Dialogo fra generazioni e
questione del perdono hanno
caratterizzato il dibattito.
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TENNIS TAVOLO — Gli atleti della Polisportiva Valpellice non hanno avuto fortuna nei sorteggi al torneo provinciale di
Torino e a quello regionale: i vari Belloni, Battaglia, Genre e
Davide Gay vengono eliminati chi alla prima chi alla seconda
partita. In campionato però è arrivato un altro tris di vittprie. La
CI nazionale vince a Grugliasco con un netto 5 a 0 (2 punti di
Gay e Rosso e 1 di Malano). La C2 regionale vince ad Asti per
5 a 3 (2 punti a testa Rossetti e Piras, un punto Giuliano Ghiri).
La D2 provinciale liquida la capolista Amatori Torino 92 per 5
a 2. Hanno giocato Belloni, autore di 3 punti, e Pratz (ritornato
a giocare dopo due anni di inattività) e Battaglia autori di due
punti. Per la CI e la C2 è finito il girone di andata mentre la D2
giocherà l’ultima partita martedì 12 dicembre a Moncalieri.
PALLAMANO — Troppo forte il Biella per i ragazzi under
18 del 3S che hanno perso rincontro per il torneo regionale per
22 a 12. La formazione biellese è composta da giocatori più
vecchi di quelli pinerolesi, in più i biellesi hanno giocato con
aggressività. Inutile l’ottima prestazione del portiere Barberis e
le positive prove di Bounous e Bonetto. Questa la formazione
del 3S: Barberis, Bonetto, Rosso, lorio, Maiorana, Bounous,
Pissia, Amaudo, Revel, lassogna e S. Rivoira.
PALLAVOLO: TOÌRNEI BAUDRINO E STORELLO —
Per il Tomeo femminile Baudrino questi i punteggi degli ultimi
incontri: 3S Nova Siria e Itt Barge 3 a 0, 3S Bar dei Tigli e Villafranca 1 a 3. La classifica vede al primo posto il Villafranca
con 12 punti, seguiti da Morgan II Punto E e 3S Nova Siria a 6
punti, 3S Bar dei Tigli, Itt Barge e Pablo Neruda con 4 punti e
infine Volley La Torre a zero punti.
Per il Tomeo Storello maschile vincono Faz volley per 3 a 1
sul Villafranca e Pablo Nemda B per 3 a 1 su Pablo Nerada A.
In classifica al comando Morgan con 12 punti, seguito da Faz a
8 punti. Villafranca e Lennon Pub a 6 punti, Pablo Nerada B a
4 punti e Pablo Nerada A per ora a zero punti.
PALLAVOLO CAMPIONATO PROMOZIONE — Per il
campionato promozione Uisp vittoria esterna della formazione
lusemese Morgan II Punto E che ha vinto contro il volley Romita di Torino per 0 a 3 (5-15, 10-15, 16-17). Questi i lusemesi
in campo: Di Giovanni, Meloni, Perassi, Oddone, Giancursi,
Toscano, Cannariato, Serra.
Agile vittoria esterna anche per le ragazze di Morgan II Punto E che vincono contro la formazione di Gs Castello Nichelino
per 0 a 3 (4-15, 4-15, 5-15) con con la formazione Palumbo,
Michelotti, Gaydou, Paria, Payra e Martino.
PALLAVOLO ALLIEVI — Vittoria più facile del previsto
per i lusemesi del 3S contro i blasonati della Sa. Fa. di Torino.
L’allenatore Andrea Lusema ha potuto far ruotare in campo
tutti i suoi effettivi, ovvero Ferrerò M., Ferrerò F., Jourdan,
Martino, Savalli, Poèt, Torrelli, Negro e Bert, che hanno vinto
per0a3(5-15, 5-15, 10-15).
Sorprendente esordio in campionato per la terza squadra di
allievi 3S guidata da Raffo. Dopo un primo set timoroso la formazione 3S Nova Siria C (Lucadello, Guidi, Brano, Franchetto, Bogliani, Gasca e Beiatti) si è sbarazzata per 1 a 2 degli avversari del Barella Torino con i punteggi di 15-8, 2-15 e 4-15.
Perdono invece le allieve contro Cavour Maxisconto per 1 a
2 (2-15, 12-5, 15-9). La formazione del 3S (Angelini, Fornero
L., Di Vicino, De Pizzol, Benedetto, Barale, Benecchio e
Agrillo) è apparsa meno determinata delle avversarie.
VOLLEY PINEROLO SEMPRE AL COMANDO —
Continua la bella serie di successi della neopromossa in B2
Volley Pinerolo: sul campo di casa il Magic Traco ha superato
per 3 a 1 il Geas Cologno confermando il primo posto in solitudine. Vittoria, per 3 a 0, anche per la squadra maschile in CI
capace di espugnare il campo dell’Iris Carcare.
BOCCE: VIGONE IN TESTA — Il Ferrerò Vigone si conferma al comando della serie Al di bocce battendo l’Ivrea per
12 a 4; al secondo posto i campioni d’Italia della Chiavarese.
Festival Gospel del Pinerolese
Musica da Atlanta
Il festival della musica Gospel del Pinerolese prevede
tre appuntamenti, il primo dei
quali sarà a Torre Pellice, nel
tempio valdese, alle Jl,30 di
sabato 16 dicembre
Radio Beckwith evangelica
e l’associazione culturale Le
Baladin propongono «Robin
Brown & The Triumphant delegation», formazione fra le
più classiche di questo genere, proveniente dalla chiesa
battista di Atlanta (Georgia).
L’ensemble è formato da sei
cantanti di colore (quattro
donne e due uomini) ed è costituito dal 1991 sotto la guida
della pianista Robin Brown.
Robin impara, giovanissima, a suonare il pianoforte e
in particolare la musica Gospel; entra a far parte del coro
della chiesa battista e nel giro
di pochi anni ne diventa direttrice e organista. Il grande
amore per la musica religiosa
la porta a costituire i «Robin
Brown & The Triumphant
delegation» con lo spirito e
l’obiettivo di trasmettere la
parola di Dio con il canto; il
gruppo inizia così ad essere
regolarmente presente alle
più importanti ricorrenze e
feste delle comunità. Presto
però la loro notorietà supera i
confini locali e arrivano i primi concerti nei circuiti della
Georgia e la partecipazione ai
più importanti festival Gospel
del Sud degli Stati Uniti. Nelle interpretazioni del grappo
è possibile ritrovare i vecchi
moduli della musica religiosa, fondata essenzialmente
sul canto alto e forte, dove
emerge il ruolo della voce
leader a cui spetta il compito
di esporre la strofa del canto,
sul quale poi si inseriscono le
voci del grappo.
In questo tour italiano i
«Robin Brown & The Triumphant delegation» saranno arricchiti dalle presenza di Sandra Hall, vocalist prestigiosa
e già nota al pubblico della
vai Pellice.
Il prezzo del biglietto di ingresso è di £ 15.(X)0; è consigliata l’acquisto preventivo
presso Sibille Hi-fi di Torre
Pellice, Rogirò dischi a Pinerolo, Foto Ottica Gariglio a
Perosa Argentina.
14 dicembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30,
alla Casa valdese di via' Beckwith 2, concerto di Enrico Sibona, clarinetto, e Antonella Pedico, pianoforte: musiche di Schumann e Gershwin.
14 dicembre, giovedì — TORINO: Nella sala Antico macello di Po in via Matteo Pescatore,
alle 16, si svolge un dibattito organizzato dal gruppo regionale
Verdi e Democratici sul tema:
«Il potere autostradale».
14 dicembre, giovedì — TORINO: Alle 17,30, nella sala
delle Colonne in via Palazzo di
Città 14, il gruppo regionale Pds
presenterà la propria proposta di
legge sull’esercizio della professione di guida naturalistica.
15 dicembre, venerdì — RINASCA: Alle 19,30 è convocato
il Consiglio comunale.
15 dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
nel tempio, concerto con la partecipazione del coro alpino Valpellice e del coro Eric Boucle di
Pinerolo; il ricavato sarà devoluto al costraendo Centro tumori di
Candiolo.
15 dicembre, venerdì — PINEROLO: Alle 17, nella sala
della collezione civica d’arte di
palazzo Vittone, sarà presentato
da Beppe Povera, giornalista del
Tg 3 e Alberto Camanni, direttore della rivista Alpi, il «Dizionario dell’ambiente», curato da
Beppe Gamba e Giuliano Martignetti, edizioni Isedi.
15 dicembre, venerdì — SESTRIERE: Alle 21, nella sala
consigliare, per la serie di incontri denominata «I venerdì culturali», serata su «Vicende religiose nell’Escarton d’Oulx» con interventi di Paolo Di Pascale e
mons. Angelo Blanc.
16 dicembre, sabato —
TORRE PELLICE: Alle 14,30,
a Villa Elisa, si terrà un pomeriggio di solidarietà per le opere sociali dell’Ywca-Ucdg; tutti sono
cordialmente invitati.
16 dicembre, sabato — PINEROLO: Alle 17, presso la sede della Banca nazionale del lavoro, concerto della Piccola orchestra degli allievi del Civico
Istituto musicale Gorelli.
16 dicembre, sabato — SALUZZO: Alle 21, nella chiesa di
Sant’Agostino, concerto de «I
polifonici di Saluzzo».
16 dicembre, sabato — PINEROLO: Alle 21,15, per la
rassegna di teatro dialettale, al
teatro-incontro di via Caprini,
verrà proposta la commedia brillante «La vedova nera».
16 dicembre, sabato — ABBADIA ALPINA: Alle 21, nella
chiesa di San Verano, concerto
dell’Unione musicale di Inverso
Rinasca.
17 dicembre, domenica —
PINEROLO: Presso il salone
dei Cavalieri in via Giolitti, si
conclude l’esposizione fotografica «La donna», realizzata in occasione della conferenza intemazionale di Pechino con il patrocinio del Centro Unesco di Torino.
La mostra è aperta dalle 17 alle
19, sabato e festivi dalle 10 alle
12,30 e dalle 16 alle 19.
17 dicembre, domenica —
PINEROLO: Per le manifestazioni natalizie organizzate da
Ascom e Comune, dalle 15 alle
19, in piazza Verdi, si svolgerà
uno spettacolo di burattini con la
compagnia «E1 Pica porte»; in
piazza S. Donato spettacoli di
burattini con la compagnia
«Marco Grilli» e in piazzetta di
via Buniva spettacoli vari con
mangiafuoco, mago, trampolieri,
musica dixie. Spettacoli vari anche ad Abbadia e Riva.
17 dicembre, domenica —
TORRE PELLICE: Alle 9,30,
presso la sede di corso Gramsci,
si svolgerà l’assemblea annuale
della Fidas.
18 dicembre, lunedì — SALUZZO: Alle 21, al teatro Politeama civico, verrà proposta
l’opera di Luigi Pirandello «Uno,
nessuno, centomila».
21 dicembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30,
alla Casa valdese, per gli incontri
deirUnitre, concerto del pianista
Pier Paolo Levi che proporrà
musiche di Liszt.
VALLI
CHiSONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica;
DOMENICA 17 DICEMBRE
Pinasca; Farmacia Bertorello
- V. Nazionale 22, tei. 800707
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 17 DICEMBRE
Bobbio Peiiice: Farmacia Via Maestra 44, tei. 92744
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 14 e venerdì
15 dicembre, ore 21,15, Come due coccodrilli; sabato
16, ore 20 e 22,10, Ivo il tardivo; domenica ore 16, 18, 20
e 22, e lunedì, ore 21,15,
Showgirl.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma,
venerdì 15 dicembre. Piccoli
omicidi tra amici; sabato 16
Nel bel mezzo di un gelido
inverno; domenica, (15, 17,
19, 21), lunedì, martedì, mercoledì e giovedì, Mowgli, il
libro della giungla; feriali
inizio ore 21.
PINEROLO — La multisala Italia propone, alla sala
«5cento», da giovedì 14, Pocahontas; feriali ore 20,15 e
22,20, sabato 20,15 e 22,30,
domenica 14,30, 16,30, 18,15,
20,20 e 22,20. Alla sala
«2cento» è in programma
Braveheart; feriali spettacolo
unico ore 21,15, sabato 21,30,
domenica 14,45, 18,21,15.
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BECKWITH
EVANGELICA
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L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15 -10125 Torino
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Torre Pellice (TO)
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Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
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Resp. Franco Giampicci^i
Stampa: U Ghisleriana Mondovi
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11
venerdì 15 DICEMBRE 1995
Attualità
PAG. 5 RIFORMA
L'integralismo religioso ed etnico si sta sviluppando in tutto il mondo
I credenti devono essere in prima linea
per affermare la fiducia in un Dio tollerante
_______- PAOLO FABBRI________
Il risultato del referendum
sul divorzio in Irlanda va
al di là della pur importante
vittoria in una battaglia civile.
In Irlanda ha vinto una concezione più tollerante, più aperta a diversi modi di concepire
la vita, più orientata al dialogo e al confronto delle idee,
più disponibile all’ascolto che
al monologo, più lontana dalla sopraffazione e dal sopruso
per imporre una propria idea.
In sintesi potremmo dire che
si è affermata una concezione
«laica» della società molto
cara ai protestanti italiani, minoranza religiosa priva di
profonde tradizioni culturali
laicistiche.
La manciata di voti che ha
consentito il prevalere dei
«sì» rende ancor più significativa la sconfitta di una parte rilevante della società, ancorata su posizioni conservatrici e una parte effervescente
di giovani che ha saputo opporsi anche all’intervento
esplicito del papa. Ancora
una volta la Chiesa cattolica
romana ha palesato l’anima
integralista con la quale ci
scontriamo in Italia sull’ora
di religione ecc. Il risultato
referendario va al di là della
battaglia civile che lo caratterizza, perché si colloca nel
contesto di un vasto attacco
dei vari integralismi alla pace
e alla libera convivenza.
Il mondo è pieno di episodi
scaturiti da situazioni in cui
MI
Manifestanti per ii sì al divorzio in Irlanda
l’integralismo ha voluto affermare una sua visione totalizzante della società sulla
base di una propria posizione
etica, religiosa, ideologica. Il
recente lacerante e sconvolgente omicidio di Rabin, considerato insieme con episodi
successivi, come il caso delle
persone arrestate perché deturpavano la tomba del premier israeliano, le posizioni
intransigenti di numerosi rabbini, le affermazioni della vedova Lea Rabin sulle responsabilità della destra, può essere considerato l’espressione di un duro integralismo
della destra israeliana. Gli attentati di Parigi attribuiti al
Fronte islamico di liberazione, anche se collegati con
una situazione di prevaricazione in Algeria, non possono essere compresi senza collocarli in una concezione totalizzante delle proprie idee,
che porta a farle valere su
tutto e su tutti, passando sopra anche alla vita di gente
del tutto estranea alla propria
battaglia politica e civile.
In Sudan le chiese cristiane
sono al limite della sopravvivenza sotto il peso dell’intolleranza islamica che comin
cia ad avvitarsi su se stessa,
come dimostra l’episodio
della sparatoria con due morti, verificatasi in una cittadina
fortemente integralista, scatenata dai fratelli della sposa
nel corso di un matrimonio,
perché lo sposo aveva preso
per mano la moglie, mentre
la legge islamica proibisce di
mostrare i propri sentimenti
in pubblico. La situazione in
Iran non è molto diversa e
anche qui le minoranze cristiane stentano a continuare
la loro presenza, pagando
spesso con la prigione o peggio la loro testimonianza. E
la guerra in Bosnia? Non scaturisce forse da una forma
esasperata di integralismo etnico di cui Karadzic è diventato il simbolo e Mladic il
braccio distruttivo?
Integralismo religioso, integralismo etnico, integralismo nazionalista sono espressioni diverse di uno stesso fenomeno il cui sbocco è uno
solo: la violazione della libertà e spesso della vita. Integralismo e laicismo; filosofie, atteggiamenti, mentalità
diverse che si confrontano o
meglio si scontrano in varia
misura in tutti i paesi e passano trasversalmente le formazioni politiche di destra e di
sinistra. Ci piacerebbe cominciare a realizzare il monito «Un unum sint» in questo
scontro, schierati sul fronte
laico, da credenti che confidano in un Dio tollerante.
Sarà possibile?
Consiglio ecumenico delle chiese
In difesa dei diritti
umani degli Ogoni
Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) ha reso noto il
4 dicembre a Ginevra i progetti che sarannb finanziati
per il 1995 nell’ambito del
«Programma di lotta contro ilrazzismo», istituito dal Cec
nel 1970. Negli anni passati il
Programma ha erogato oltre
11 milioni di dollari a gruppi
impegnati nella lotta per la
giustizia razziale, e ha contribuito in particolare alla lotta
contro l’apartheid in Sud
Africa. Quest’anno saranno
erogati centomila dollari a 12
gruppi di vari paesi, dando
priorità alla difesa delle minoranze etniche. Così, 13.000
dollari saranno devoluti al
Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni (Mosop), che è impegnato in una
lotta nonviolenta per la difesa
dei diritti della minoranza
Ogoni, un’etnia nigeriana di
circa 500.000 individui, la cui
drammatica situazione è venuta alla ribalta intemazionale dopo la recente esecuzione
di 9 attivisti del Moso da parte del governo nigeriano.
NeirOgoniland (Sud-Est della Nigeria) viene estratto il
25% del petrolio nigeriano,
ma alla popolazione locale
sono negati i diritti politici ed
economici: mancano luce, acqua potabile, telefono, scuole,
mentre l’estrazione indiscriminata del petrolio sta causando gravi problemi ecologici. Fra gli altri progetti finanziati dal Programma di lotta
al razzismo, vi sono iniziative
del popolo Dalit (i cosiddetti
«intoccabili») in India, della
nazione indiana Lubicon (Canada), dei popoli indigeni
della Papua occidentale, della
Conferenza delle chiese evangeliche del Guatemala, tutte
per il lavoro con le comunità
indigene.
Manifestazione per il boicottaggio della Shell
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1995 e per invii in Italia.
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12
PAG. 6 RIFORMA
venerdì 15 DICEMBRE 1995
Paulo Rocha dirige gli attori
La sezione retrospettiva
il Portogallo
di Paulo Rocha
Un ragazzo che viene dalla
campagna nella sconosciuta
Lisbona per fare l’apprendista
calzolaio, una giovane cameriera che indossa gli abiti della padrona di casa nelle domeniche di vacanza, un amore fatto di poche parole e di
una richiesta di matrimonio,
poi la fine: un omicidio lieve
come un sussurro ma improvviso e disarmante per lo spettatore abituato alle commedie
dei «buoni sentimenti».
È il 1963 e Paulo Rocha
esordisce con Os verdes anos
(Gli anni verdi) destinato a rivoluzionare il cinema portoghese di quegli anni. Girato
tutto con pochi soldi e una
troupe di giovani esordienti
(l’età media era di ventiquattro anni), il film riesce a trascendere il mero fatto di cronaca da cui prende le mosse,
e a parlare - ma sommessamente - di conflitto di classe,
disagio giovanile, ribellione.
E allo stesso tempo sovrappone alla realtà un senso di irrazionale, di precario, che si rivela alla fine con l’uccisione
della fidanzata da parte del
protagonista.
Sembra un gesto improvviso, a seguire i toni sommessi
della storia, ma ineluttabile se
si osserva con più pazienza la
forma, l’architettura della
messa in scena, i continui richiami alla differenza di condizione sociale (lui sta in una
specie di scantinato a riparare
scarpe, lei ha già conquistato
un secondo o terzo piano di
una casa borghese), l’insistenza su certi particolari ossessivi (le scarpe, gli ascensori, questo salire e scendere
continuo).
Tre anni dopo. Paolo Rocha
gira Mudar de vida (Cambiare vita) e anche qui i personaggi, con buona pace dell’apparente lieto fine, sono
come «anime in pena» con un
rapporto oppressivo con i
luoghi in cui vivono. Il tema
del passaggio, dell’impossibile restare fermi, è vivo anche
nel successivo film di fiction
di Rocha, Uba dos amores
(L’isola degli amori) che a
grandi linee si può forse definire la biografia di Wenceslao de Moraes, scrittore del
secolo scorso che partì daf
Portogallo per il Giappone. È
un po’ il viaggio che lo stesso
Rocha intraprende, avvicinandosi sempre piu al cinema
giapponese (O desejado, del
1986, è il suo film più politico ed è ispirato a II romanzo
di Genji il libro fondatore
della letteratura giapponese) e
facendo conoscere in Giappone il cinema europeo.
Grande ammiratore di Renoir, di cui fu anche assistente per Le caporal epinglé e di
,Mizoguchi, in 35 anni Rocha
ha diretto solo 11 film, di cui
soltanto quattro di fiction.
Nonostante Poriginalità della
sua produzione, Rocha ha
sempre avuto difficoltà a trovare finanziamenti in Portogallo, anche dopo la fine del
salazarismo.
Un fotogramma da «L’uomo di Aran» di R. Flaherty
Il festival torinese, giunto alla XIII edizione, propone scuole nazionali inconsuete
Il cinema giovane preferisce ancora l'Oriente
FEPgtlCA TOUBN
Va in archivio anche questa tredicesima edizione
del Festival intemazionale cinema giovani, con un considerevole successo di pubblico, che è aumentato del 16%
rispetto all’anno scorso, se si
sta al numero di biglietti e abbonamenti venduti (11 milioni di incasso in più), senza
contare che il numero di accrediti concessi è cresciuto
del 30%. Ha vinto ancora una
volta, secondo pronostic! un
po’ scontati, il cinema orientale con Minijng Gushi (Poliziotto di quartiere) della trentaseienne regista cinese Ning
Ying, già aiutoregista di Bernardo Bertolucci nel 1987 per
L’ultimo imperatore.
Il film racconta con arguzia
neorealista la vita quotidiana
in un distretto di polizia di
Beijing tra inseguimenti di
cani rabbiosi e controlli sulla
fertilità della popolazione,
seguendo con uno sguardo
intelligente (che sa anche
eludere la censura) come le
procedure poliziesche spesso
ottuse si insinuino nella vita
privata delle persone. Dopo
la proiezione, il pubblico torinese per una volta si è scatenato nelle domande, per la
verità ben poco attinenti alla
pellicola vera e propria: ma i
cinesi fumano? Hanno davvero la televisione? La polizia lega sempre gli arrestati
ad un albero?
Premi speciali sono andati
a Zahrada (Il giardino) bel
film dello slovacco Martin
Sulik, e a Zusje (Sorellina), di
Robert Jan Westdijk, olandese, che per un’ora e mezzo ri
prende con una telecamera la
protagonista (girato prima in
video, il film è stato poi trasferito in 35 mm), raccontando in modo originale e non
privo di ironia forse uno degli
ultimi tabù, un incesto a lungo desiderato.
Il primo premio del concorso cortometraggi è stato
conquistato da Columba urbica, di Goran Radovanovic;
girato a Belgrado sui passi di
un «homeless» orgoglioso
del suo nuovo cassonetto per
i rifiuti e dei suoi sistemi di
caccia: caccia al piccione, da
dell’anno è stato scelto Ketchup di Carlo Sigon.
Il premio della critica internazionale è andato a un altro
-italiano. Lino Capolicchio,
esordiente come regista con
Pugili, fischiato ingenerosamente dal pubblico; menzione speciale a tutta la sezione
America(n) Doc, a testimoniare il grande successo Che
hanno avuto i documentari,
già apprezzati d’altronde come genere dal pubblico europeo; solo in Italia, a quanto
pare, la televisione li ignora,
se si eccettuano quelli classi
Un’immagine del film vincitore
fare bollito per un pranzo
meno magro del solito. Les
enfants s’ennuyent le dimanche di Matthieu Poirot-Delpech e Sophie Perez, francese, ha vinto il secondo premio, mentre il terzo è andato
a Night train di John Coven,
Stati Uniti, per un’altra storia
di barboni, questa volta in
pieno stile western. Per il miglior cortometraggio italiano
ci sulla natura. In questo filone si inserisce la personale su
Mimmo Calopresti, regista
de La seconda volta, che al
festival ha presentato alcuni
cortometraggi su temi sociali:
gli scioperi nelle fabbriche
prima della Liberazione, la
vita in Fiat, il campo nomadi
in cui vive Ramzija, alla periferia di Torino.
A fianco di film non ecces
sivamente brillanti in concorso, se si pensa ad altre stagioni, le pellicole fuori concorso hanno riservato delle
sorprese: decisamente bello,
sulla scia del Quentin Tarantino delle Iene (anche se il
giovane regista nega qualsiasi
influenza). Usuai suspects di
Bryan Singer, tra pochi giorni
in distribuzione nelle sale di
tutta Italia. Costruita a incastro, è una divertente storia di
malavitosi «in cui il giallo diventa mistero, ed è questo
che ho tentato di mettere in
evidenza», come dice il regista, e dove alla fine il timido
colpevole buggera il poliziotto in vena di superiorità
(Chazz Palminteri).
Ha richiamato molti spettatori Flirt di Hai Hartley, che
riprende la stessa storia (stes-<
si dialoghi brevi, incisivi) in
tre città diverse, New York,
Berlino, Tokyo, dove i personaggi più azzeccati sono proprio quelli di contorno, che
come un coro raccontano e
commentano questi amori lievi, intrecciati, flirt appunto. E
se la tendenza generale è stata
quella di raccontare storie di
giovinezze tragiche, spezzate
dalla violenza delle bande
metropolitane o dalla solitudine e dall’incomprensione
fino alla follia, Muriel fait le
desespoir de ses parents, film
in concorso di Philippe Faucon in origine destinato alla
serie Tous les garçons et les
filles de leur âge presentata
l’anno scorso, si tira fuori da
questo filone che vuole almeno un morto o due nel finale e
racconta con leggerezza e lieto fine una tranquilla omosessualità di fine adolescenza.
Le sezioni documentaristiche
Vedere la realtà
Il desiderio di vedere la
realtà, la curiosità di insinuarsi nelle pieghe del quotidiano
ha offuscato a tratti l’interesse per idi fiction in questa edizione di Cinema giovani, invasa da video e documentari
normalmente esclusi, almeno
in Italia, dai circuiti della
grande distribuzione. Il pubblico ha reagito con entusiasmo alla proposta: grande affluenza nelle sale dove si
proiettavano i reportage della
sezione America(n) Doc, interamente dedicata a questo
genere e premiata con la
menzione speciale.
I documentari americani
non risparmiano sulla pellicola e non temono di annoiare gli spettatori, ma li
conducono dentro storie vere,
che traggono origine da famosi casi giudiziari o da
personalità eccentriche del
mondo dello spettacolo e dello sport; o da tutte e tre le co.se insieme, se si pensa a Fallen champ: thè untold story
of Mike Tyson ( Un campione
caduto: la vera storia di
Mike Tyson)) di Barbara
Kopple, già vincitrice di due
Oscar alla regia, biografia
provocatoria dell’ex campione di boxe, nata subito dopo
il processo e costruita attraverso interviste a persone che
lo hanno conosciuto. Nascono come film su un caso o un
fenomeno culturale e diventano cronache epiche dei loro
protagonisti: in Hoop dreams
(Sogni da canestro), i registi
Steve James e Fred Marx per
un viaggio nel basket studentesco americano filmano 250
ore della vita di tutti i giorni
dei due ragazzi neri che dalla
strada arrivano al successo.
Materiale d’archivio, musica,
artisti da strada e interviste
volanti costruiscono l’inchiesta dell’attivista gay Marion
T. Riggs in Blaqk is... Black
ain’t (Nero è... Nero non è)
sull’identità razziale degli
afroamericani, senza timore
di esporsi in prima persona
ed entrare nel vivo del dibattito sulle questioni di classe,
diversità linguistica e culturale, sessualità.
Dai temi sociali alle personalità eccentriche e certo poco hollywoodiane: il ritratto
dell’artista underground Robert Crumb, fumettista degli
anni ’60, autore di Fritz il
pornogatto e Mr. Naturai e
disegnatore di numerose copertine di dischi, fra cui alcuni di Janis Joplin. Panoramica sulla famiglia disadattata e genialoide dell’artista e
sulle sue perversioni. Crumb
di Terry Zwigoff si potrebbe forse definire l’altra faccia, quella psicotica, vitale e
dark della società americana,
tanto disprezzata dall’omonimo protagonista. E poi ancora The Haunted world of
Edward D. Wood Jr. (Il mondo o.ssessionato di Edward D.
Wood Jr.), nuovo ritratto
deirOrson Welles del film
trash, l’affezionato amico e
regista di Bela Lugosi ormai
vampiro fuori moda. Fuori
concorso. Repubblica nostra
di Daniele Inaalcaterra è il
primo documentario sulle vicende politiche e gli scandali
giudiziari italiani dello scorso
anno, prodotto però in Francia per il canale televisivo
Arte, specializzato nei programmi culturali.
Il ruolo del documentario
Il cinema è uno solo
È abitudine corrente legare
il cinema al nome dei fratelli
Lumière: questo è un collegamento senz’altro giusto per
quanto attiene alla primogenitura di quello che è il cinema
tradizionalmente inteso in
senso moderno (non quindi
perle camere oscure, le fantasmagorie e altri spettacoli basati per altri versi sulle immagini riflesse in movimento),
ma non è esaustivo di quello
che sarà il panorama tematico
affrontato dal cinema stesso
nella sua storia.
Anzi, il cinema si dividerà,
fin dai suoi primi anni, in
due filoni, entrambi nati in
Francia: un filone «Lumière»
basato sulla documentazione
di fatti di cronaca, panorami,
luoghi, mestieri. Le famose
«Actualités» che la televisione francese trasmette da inizio 1995. Ma accanto a questo filone vi era quello rappresentato da, Georges Méliès, di pura invenzione fantastica, di trucchi, di racconti
immaginari. Ed è questa la
tendenza, narrativa e «di finzione» che ha finito per prevalere largamente nella produzione mondiale di un secolo di film. Dire documentario
significa per molti spettatori
andare con il ricordo a insopportabili mattinate scolastiche, all’obbligo di sorbirsi,
semiaddormentati nell’aula, i
filmati sulla vita degli insetti
o sulla «carotatura» di campioni di terreno. Una sofferenza.
In realtà una visione complessiva e più corretta vorrebbe che i documentari fossero
film a tutti gli effetti, indipendentemente dal successo che
riscuotono, dall’assenza di
grossi divi, dai costi (in genere ridotti). Chi non crede alle
possibilità espressive del documentario dovrebbe vedere
(anzi: poter vedere, giacché
questi film non si vedono mai
se non ai festival) i film di
Robert Flaherty (1884-1951)
sui pescatori dell’isola di
Aran (1935) o Nanook l’eschimese', o ancora i documentari d’esordio di Michelangelo Antonioni sulla Bassa
Padana, o quelli di Alain Resnais (l’autore di Hiroshima
mon amour) su Van Gogh,
Gauguin, sui campi di concentramento (Nuit et brouillard) o'quelli di Fréderic Rossif sul mondo animale.
Si potrebbe avere la lieta
sorpresa di scoprire emozione
e avventura, e perfino suspense, anche senza una trama
narrativa o tutt’al più in una
trama fatta di piccoli episodi
quotidiani (la pesca, la caccia, la giornata lavorativa)
che sembrano essere agli antipodi del «thrilling» e degli
effetti speciali.
11 cinema è uno, al di là dei
generi e delle tecniche (tradizionali o elettroniche) impiegate: si tratta pur sempre di
trasferire su un supporto (fotosensibile o magnetico) le
immagini di una realtà in movimento (ma nel cinema
d’animazione, nel cartoon, la
realtà è fatta di scene fisse
che solo artificialmente vengono fatte muovere) e capace
di produrre suoni. Anche la
televisione, in fondo, è cinema, anche se essa fa di tutto
per ridurre le possibilità
espressive a schemi preconfezionati e ripetitivi.
13
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1995
PAG. 7 RIFORMA
Una nuova collana di pubblicazioni inaugurata dalla Claudiana
Coinvolgere i bambini nella vita della fede
EMMANUELE PASCHETTO
La Casa editrice Claudiana
di Torino ha iniziato recentemente una nuova collana di pubblicazioni per bambini che merita una particolare segnalazione. Si tratta per
ora di tre volumetti, eleganti
e quasi raffinati, tradotti egregiamente dal tedesco da Giuliana Gandolfo, che trattano
di fatti che possono coinvolgere profondamente i piccoli,
se non vengono aiutati ad affrontarli adeguatamente*.
Questo vale in modo particolare per il libretto intitolato
Paolo e la vita nuova che racconta dell’amicizia che lega
due bambini, fino a che uno
dei due muore. Ci sembra che
l’argomento venga trattato
con delicatezza e partecipazione, collocandolo in un ambito di fede e di speranza nella risurrezione, Forse il tono è
un po’ troppo romantico e resta da verificare se la spiegazione che viene proposta possa essere persuasiva e recepibile per un bambino, ma il
fatto che si abbia il coraggio
J.
Un’illustrazione del libretto sul battesimo
di, affrontare un tema così delicato è senz’altro positivo.
Più facili gli argomenti trattati negli altri due libretti: Il
battesimo del fratellino di
Stefania e Gesù spezza il pane, che si propongono di
coinvolgere i piccoli in due
degli eventi chiave della vita
della chiesa, visti come momenti di grande gioia e di
condivisione. Nel primo Stefania viene resa coprotagonista del battesimo del fratelli
Un libro del ricercatore Nanni Salio
«Il potere
della nonviolenza»
GIUSEPPE BARBIERO
T cambiamenti avvenuti
^M. nei paesi dell’Europa
centrorientale, culminati con
la caduta del muro di Berlino
nel novembre 1989, costituiscono il più significativo
esempio del potere della nonviolenza. Un intero sistema di
relazioni intemazionali basato sul nuclearismo e sullo stalinismo è stato smantellato
quasi senza colpo ferire con
il contributo determinante dei
movimenti per la pace occidentali, dei movimenti del
dissenso nei paesi dell’Est e
grazie alla figura di un leader politico, Mikhail Sergevich Gorbaciov, che aveva dichiarato esplicitamente. Sin
dal suo insediamento, che la
politica intemazionale doveva ispirarsi ai principi della
nonviolenza». Così viene introdotto l’argomento dell’ultimo libro* di Nanni Salio,
segretario dell’Istituto italiano di ricerca per la pace (Ipri)
e attento studioso della nonviolenza che analizza il ruolo
dell’azione politica nonviolenta nel corso degli eventi
che vanno «dal crollo del muro di Berlino al Nuovo Disordine Mondiale». Ne emergono alcune tesi che vengono
approfonditamente discusse.
L’azione nonviolenta che
ha caratterizzato la prassi politica sia dei movimenti per la
pace occidentali sia dei loro
omologhi (i movimenti del
dissenso) dell’Est non è stata
improvvisata, ma rappresenta
la maturazione di una lenta
presa di coscienza. Durante la
lunga notte della guerra fredda, i movimenti per la pace e
del dissenso hanno sostenuto
un’opposizione' profetica, tal
Hai fatto
^abbonamento
ISIÉsì^lÈÉIIi
RIFORMA?
volta elitaria, ma che è servita
ad affinare l’azione nonviolenta (il potere dei senza potere, secondo un’efficace definizione di Vaclav Havel).
Le istanze di pace e di democrazia promosse dai movimenti dell’Est e dell’Ovest,
giudicate dai più come utopie
irrealizzabili, hanno infine
trovato in Gorbaciov il loro
catalizzatore. Vengono smantellati i nuovi missili nucleari
tattici dislocati in Europa (accordo Inf, 1987) la cui installazione diede il via alle campagne pacifiste degli anni Ottanta, mentre le grandi manifestazioni nonviolente di
massa in occidente servono
da modello per i movimenti
del dissenso in Polonia, Germania orientale, Cecoslovacchia, Paesi baltici, che in breve travolgono i regimi stalinisti. Laddove purtroppo il movimento del dissenso è debole
(Cina, Romania, Jugoslavia),
l’azione non violenta è immatura o del tutto assente, con
tragiche conseguenze.
Il «nuovo dis-ordine mondiale» che è seguito a questi
grandi rivolgimenti, vede confrontarsi tre principali modelli
di sviluppo: la scuola dell’Wgh-tech (dominante nei paesi
a capitalismo avanzato), la
scuola dello sviluppo sostenibile (prevalente' nei paesi capitalisti a regime socialdemocratico), il modello di semplicità volontaria (ispirato alla
nonviolenza). Salio indica
quest’ultimo come il modello
di sviluppo che ha maggiori
probabilità di garantire una riduzione dei conflitti su vasta
scala. Il libro risulta particolarmente gradevole grazie ad
una prosa semplice che ne
stempera l’approccio scientifico. Il rigore delle argomentazioni è sempre sostenuto da
una ricca serie di precise osservazioni, corredate da cifre
e dati, che contrasta con la fumosa retorica cui ci hanno
abituati molti «esperti».
(*) Giovanni Sauo: Il potere
della nonviolenza. Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1995, pp
154, £24.000.
no, intorno al quale si stringono sia la famiglia, sia la comunità; nel secondo, forse il
più originale dei tre racconti,
la Santa Cena viene vista attraverso gli occhi di una bambina, Prisca, figlia di uno dei
discepoli di Emmaus, che assiste allo spezzare il pane da
parte di Gesù risorto.
I testi, che nascono dall’
esperienza delle scuole domenicali tedesche, sono di Regine Schindler che scrive in
modo semplice, adatto al
pubblico particolare a cui si
rivolge: ogni pagina di narrazione (i caratteri della stampa
sono nitidi e sufficientemente
grandi da non stancare i piccoli lettori) è seguita, a fronte, da un’illustrazione (brave
le tre disegnatrici, soprattutto
Eleonore Schmid, che ha illustrato la storia di Prisca). Le
tre storie si prestano efficacemente anche ad essere raccontate e spiegate a chi ha ancora difficoltà di lettura.
Ci sembra di dover incoraggiare l’editrice Claudiana
a proseguire su questo filone,
aggiungendo altri volumi alla
seriè iniziata, e ci sentiamo
anche di incoraggiare i nostri
lettori a ricordarsi di questi
testi per gli imminenti regali
natalizi.
(*) Regine Schindler: Paolo
e la vita nuova (illustrazioni di
Hilde Heyduck-Huth); D battesimo del fratellino di Stefania
(ili. di Sita Jucker); Gesù spezza
il pane (ili. di Eleonore Schmid).
Traduzioni di Giuliana Gandolfo.
Torino, Claudiana, 1995. Ogni
volumetto £ 16.000.
Note del teologo sulle letture bibliche
Dietrich Bonhoeffer
e le «Losungen»
«s
FULVIO FERRARIO
enza dubbio, le Losungen* dei Fratelli moravi sono accompagnate, fino
ad oggi, da una benedizione,
per tutti coloro che le utilizzano. Proprio in tempi di lotta
per la chiesa, ciò è saltato agli
occhi a molti, con loro grande
e grato stupore». Così scrive
Bonhoeffer nel 1939, l’anno
decisivo per la Germania e
per lui stesso. Con ogni probabilità, egli incontra le Losungen in famiglia, dove la
madre e la governante, Käte
Hom, provengono da una formazione pietista. Almeno a
partire dal 1931-32, il periodo
in ciii la spiritualità personale
e comunitaria assume per il
teologo l’importanza che
manterrà fino alla fine, esse
accompagnano fedelmente,
appunto giorno per giorno, la
sua vita e la sua lotta, orientandole in modo significativo.
Tra i testi di Bonhoeffer,
Interessante dibattito pubblico a Ivrea
Un'etica da vivere al femminile
di fronte alle nuove sfide
CINZIA CARUGATI VIITALI
TJer un’etica vissuta al
femminile, libera da
condizionamenti, tra fede e
scienza». Questo il titolo di
un incontro dibattito, organizzato dal gruppo ecumenico
donne di Ivrea, che si è svolto
rii novembre in una sala
cittadina gremita di pubblico
femminile e non. La moderatrice dell’incontro, Alberta
Aluffi, ha fatto una breve presentazione del gruppo: donne
cattoliche, evangeliche ma
anche laiche che si riuniscono
da più di quattro anni nei locali della chiesa valdese per
leggere ed approfondire pagine bibliche e temi particolarmente concernenti la donna e
ha poi lasciato la parola alle
tre relatrici: Elisabetta Donini, scienziata, docente di fisica airUniversità di Torino;
Adriana Zarri, teologa cattolica, e Dorothea Miiller, pastora valdese a Sanremo.
Elisabetta Donini ha dapprima preso in considerazione
il recente percorso di relazione tra la donna e la scienza
sottolineando la maturazione
della coscienza e la crescita
di consapevolezza di molte
donne, sia in termini di assunzione di responsabilità che
in termini di dimensione etica, anche se purtroppo non
c’è grande traccia del percorso di liberazione della donna
in un mondo che continua ad
essere dominato da cultura di
potenza. Ha quindi evidenziato una certa analogia tra fede
e scienza nell’organizzazione
secolare della chiesa e l’organizzazione secolare della
scienza; una certa continuità
tra l’impianto delle religioni
con la loro impronta di misoginia e la dominanza maschile e l’impianto della comunità
scientifica.
A conclusione del suo articolato e impegnativo intervento Elisabetta Donini ha ribadito l’importanza del femminismo 0 del femminile,
cioè l’importanza di una rivoluzione di genere che può
contribuire a smontare la pre
tesa di una costruzione assoluta, per ragionare sui condizionamenti della realtà, per
un’etica quindi della responsabilità, un’etica dell’immanenza che è il contrario dell’
etica della necessità.
Adriana Zarri ha affrontato
il tema dell’incontro con
un’analisi storica del perché
le chiese (massimamente
quella cattolica) siano state e
siano ancora in parte sessuofobe e antifemministe e si
è soffermata su diversi passi
biblici (creazione della donna, annunciazione, discorsi di
Gesù ai Sadducei, pensiero
dell’apostolo Paolo sul cuore
indiviso) e sull’atteggiamento
dei padri della chiesa (Sant’
Agostino e San Tommaso);
ha quindi confutato la tradizione cattolica che ha trasferito pesi dogmatici e cariche
dottrinali di teologia su questioni puramente umane.
La dott. Zarri ha poi preso
in considerazione il patrimonio della Riforma con la rllettura critica della Bibbia e ha
concluso ricordando le due
mentalità o i due carismi diversi della Chiesa cattolica e
delle chiese riformate: da una
parte il carisma della legge e
dell’obbedienza con un forte
senso della storia, il cui rischio è il legalismo e l’autoritarismo; dall’altra parte il carisma della responsabilità
personale con forte senso
escatologico, il cui rischio è
l’individualismo esasperato.
Dorothea Miiller ha affermato
che come credente si sente
fortemente condizionata dalla
fede, mentre si sente libera
dalla tradizione e dall’oppressione che ha condizionato la
donna per secoli, libera dagli
stereotipi dell’alternativa fra
Èva, Maria e Maddalena. An
che la pastora ha sottolineato
la prevalenza dell’immagine
maschile nella Bibbia, soprattutto nelle interpretazioni date, mentre lo studio accurato
delle parole nelle lingue originali ha mostrato significati
molto diversi.
Riguardo l’etica Müller ha
osservato che c’è certamente
una grande incertezza su quale risposta dare agli interrogativi della nuova scienza,
ma nello stesso tempo c’è bisogno di un punto fermo che
aiuti a trovare un orientamento. Se Dio è amore, anzi «amare» è lì che troviamo l’aiuto che ci serve, perché l’amore è qualcosa di interiore che
però diventa responsabilità
nei confronti degli altri vicini
e lontani. Solo la realizzazione dell’agape con atti continui di creatività rappresenta
la piena manifestazione dell’amore. Quindi la risposta
dell’etica non può essere la
legge, ma l’amore. È seguito
un interessante dibattito che
ha mostrato quanto Fargo
mento proposto sia stimolante
e complesso.
forse il più denso di riferimenti alle Losungen è il diario del viaggio in America del
1939. Alla vigilia della guerra, la chiesa confessante preme perché questo teologo pacifista un po’ ingombrante,
deciso a opporre obiezione di
coscienza alla chiamata alle
armi, si tolga di torno, mettendosi al sicuro, pronto eventualmente per collaborare
alla rinascita della chiesa in
tempi migliori. Dietrich parte,
ma è pieno di dubbi. Il versetto del 9 giugno, Gv. 12, 26,
dice; «Se uno mi serve, mi
segua; e là dove sono io, sarà
anche il mio servitore». Ma
dov’è, il quel momento, il Signore che lo chiama? Ih
America ó in Germania, nel
fuoco della battaglia? Il dubbio lacera il trentatreenne pastore nel profondo dell’anima, il discernimento gli appare difficile; ma il versetto
dell’ll giugno, I Cor. 13, 12
afferma; «Ora conosco in
parte, ma allora conoscerò
pienamente». Il dialogo con i
versetti del giorno è drammatico, assolutamente diretto e
personale. «La, parola di Dio
dice oggi: “Ecco, io vengo
presto’’ (Apoc. 3,1). Non c’è
tempo da perdere». In breve
la decisione è presa, Bonhoeffer rientra in Germania,
per condividere il destino del
suo popolo.
Nei giorni della carcerazione, il piccolo libretto viene
quotidianamente aperto: Bonhoeffer vi annota anche, accanto ad alcune date, fatti che
lo hanno colpito, come la
morte di una guardia con cui
era in buoni rapporti, il 31
marzo 1944. Le lettere sono
dense di citazioni. Il 21 luglio
1944, aU’indomani del fallito
attentato a Hitler, in quella
che è forse la più famosa delle
lettere da Tegel, scrive: «In
effetti, le riflessioni teologiche mi impegnano costantemente, ma arrivano anche
momenti in cui mi faccio bastare i processi irriflessi della
vita e della fede. Allora si trae
gioia, molto semplicemente,
dalle Losungen del giorno,
così come per esempio mi è
accaduto in modo particolare
per quelle di ieri e di oggi».
Uno de^versetti di quel tragico 20 luglio è il grido di Rom.
8,31: «Se Dio è per noi, chi
sarà contro di noi?».
L’8 aprile 1945, prima domenica dopo Pasqua, alcuni
compagni di prigionia invitano Bonhoeffer a celebrare un
piccolo culto. Dapprima egli
non vorrebbe, soprattutto per
rispetto nei confronti dell’ateo
russo Kokorin, nipote del ministro degli esteri sovietico,
Molotov. Poiché, però, anche
Kokorin è d’accordo Dietrich
predica, per l’ultima volta-,
sulle letture di quel giorno: Is.
53, 5 («Per le sue lividure, noi
siamo stati guariti») e I Pt. 1,
3: («Benedetto sia Dio, Padre
del Signore nostro Gesù Cristo, il quale, nella sua grande
misericordia, ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, a
una speranza viva»). Il culto è
appena finito quando gli
sgherri di Hitler vengono a
prelevarlo. Come si sa, l’ultimo messaggio è affidato a un
prigioniero britannico, perché
10 rechi all’amico di sempre,
11 vescovo anglicano George
Bell: «È la fine. Per me, l’inizio della vita».
(*) Così si chiamano, in tedesco, le letture bibliche quotidiane
presentate in italiano dalla Claudiana con il titolo Un giorno,
una parola.
14
PAG. 8 RIFORMA
Varie
venerdì 15 DICEMBRE 1995
Agenda
GENOVA — Si tiene un concerto di canti
natalizi di tutte le nazioni del mondo. Esegue il Coro di voci bianche del Convitto nazionale diretto dal maestro Paolo Vigo: ore
17, presso la chiesa valdese di via Assarotti
21a. Per informazioni tel.010-234042.
BERGAMO — Proseguono le attività del
Centro culturale protestante sul teiha «Alcuni recenti aspetti della ricerca teologica
protestante» con il concerto di Natale del
Coro «Benedetto Marcello»: ore 20,45, nel
tempio evangelico di via Roma 2a. Per ultenori informazioni telefonare allo 035-238410.
CHIAVARI — Concerto del Coro evangelico intemazionale di Firenze diretto dal maestro James Watt che esegue
la prima parte del «Messia di Rendei». Organizza la Chiesa battista: ore 21, presso l’auditorium comunale di piazzetta San Francesco. Per informazioni tel.0185-321762.
FIRENZE — Si tiene il tradizionale concerto di Natale
del Coro evangelico diretto da Eliseo Longo. Vengono
eseguiti corali e canti alternati a brevi messaggi. Presso
l’Assemblea dei Fratelli, in via della Vigna Vecchia alle
ore 20,30. Per ulteriori informazioni tel.055-210537.
TORINO — Nell’ambito dei corsi della
Scuola di pace «Ernesto Balducci» Paolo
De Benedetti parla sul tema «Shalom»: dalle 16 alle 19 presso la comunità ebraica di
via Pio V 12. Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-6699577 o 11-447452.
BOLOGNA — La Chiesa metodista organizza un concerto di Natale della «Coro Armonia», alle ore 21 nella chiesa metodista
di Bologna di via Giacomo Venezian 1. Per
ulteriori informazioni tei. 051-239287.
MILANO — Si tiene il culto di Natale che
sarà teletrasmesso in eurovisione in tutta Europa. Predicazione del past. Salvatore Ricciardi, coro delle corali riunite, musiche del
gmppo di ottoni «Milano Brass Ensemble»:
ore 11, chiesa valdese di via Sforza 12.
ROMA — Nel quadro del corso di formazione del gruppo romano del Sae si tiene un
dibattito con past. Paolo Ricca, Luigi Sartori e Vladimir Zelinskij sul tema «Chiamati
alla riconciliazione: le chiese in dialogo»:
ore 16, presso le suore francescane «Missionarie di Maria» in via Giusti 12. Per ulteriori informazioni
telefonare allo 06-70453555 oppure 06-58331825.
MODENA — Per il ciclo di conferenze sul
tema «Natura e identità» la Fondazione San
Carlo propone la conferenza di Ugo Fabietti
sul tema «La costruzione dell’etnia»: ore
17,30, presso la Fondazione in via San Carlo
5. Per informazioni tei. 059-222315.
ROMA — Nel quadro delle attività del
gruppo romano del Sae si tiene rincontro
di fraternità e preghiera della settimana per
l’unità dei cristiani: ore 17, presso le suore
francescane «Missionarie di Maria» in via
Giusti 12. Per ulteriori informazioni telefonare allo 06-70453555 oppure 06-58331825.
MODEN4 — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Le vie dei santi» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di André Vauchez sul tema «L’evento
miracoloso»: ore 17,30, presso la sede della
Fondazione in via San Carlo 5. Per ulteriori
informazioni telefonare allo 059-222315.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero,
appuntamenti e commenti di attualità.
\ / PROTESTANTESIMO: rubrica televisi
va realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniI RAIDUE che alterne da Raidue alle 23,30 circa e, in
LhubmiJ replica, il lunedì della settimana seguente
alle ore 9,30. Domenica 17 dicembre (la
replica di lunedì 25 dicembre non avrà luogo per la concopiitanza del culto di Natale): Il segno della solidarietà
(l’impegno sociale delle chiese in Uruguay); Immigrati
per una legge giusta; Gospel: voices of glory.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici
giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
Per la
pubblicità
su
tei. 011-655278, fax 011-657542
La condivisione della fede
Una serata con la
comunità di base di Barcellona
MIMMO 6UARAGNA
Essere distratti, cattivi fisionomisti e per giunta
un po’ stanchi dopo due giorni e mezzo di continue riunioni, ti fa rimediare delle brutte
figure: e puntuale mi arriva il
rimprovero di Emiliana: «Ma
Mimmo, allora non ti ricordi
proprio di me?». Non vedevo
Emiliana dal giugno di due
anni fa, quando avevo incontrato la comunità di base di
Santa Coloma. Si è soliti paragonare Barcellona a Milano
(a questo tema Lavanguardia,
il quotidiano catalano più diffuso, una volta dedicò quattro
pagine); ebbene, se si accetta
questa specularità, a Santa
Coloma (periferia di Barcellona) ti sembra di stare a Cinisello Balsamo, dove la cultura industriale è intrisa del
sud contadino; anche se parlano catalano l’accento rimane dell’Estremadura e fa lo
stesso effetto della cadenza
siciliana o pugliese che sentivo alla scuola serale del Centro Lombardini.
Ho reincontrato Emiliana, e
con lei tanti amici del comitato Oscar Romero, la sera di
sabato 25 novembre in una
parrocchia di un quartiere popolare di Barcellona, dove mi
trovavo per partecipare alla
Conferenza mediterranea alternativa che si teneva in
quella settimana in concomitanza (e in alternativa) alla
riunione dei governi degli
stati rivieraschi promossa dalla presidenza spagnola dell’
Unione europea. Ovviamente
la discussione del comitato
Oscar Romero (una settantina
di persone) è stata incentrata
sugli stessi temi della conferenza alternativa, non foss’altro perché le comunità di base
catalane, con la sigla Kairos,
sono state tra i promotori e si
sono impegnate nell’organizzazione.
Che cosa ha avuto di speciale questa riunione? Niente,
proprio niente se non la semplicità e la spiritualità di una
comunità di fede che ha coscienza di incontrare il Signore assumendo il prossimo co
La Conferenza si è svolta in aiternativa a queila «ufficiale» dei paesi
mediterranei
me dimensione della propria
esistenza. E anche questa
gente non ha niente di speciale: operai e operaie come
Emiliana, casalinghe, pensionati, qualche impiegato, giovani con lavori più o meno
precari, preti molto distratti
rispetto al Vaticano ma attentissimi, come tutti, alla vita
delle chiese del popolo dell’
America Latina. Non parlano
di prossimo ma lo vanno a
cercare, non parlano dei poveri ma lottano insieme a loro
contro la povertà. Alla fine
della riunione abbiamo celebrato l’eucarestia (noi diciamo Santa Cena), e non so se
ho capito bene la sua idea di
transustanziazione quando
José Maria ha detto: «Noi
crediamo che Gesù è in questo pane e in questo vino, perché il Signore è in mezzo a
noi, ci guida e ci dà la fede
necessaria per resistere».
Devo confessare che ho
sentito addosso un certo imbarazzo al pensiero che solo
quattro giorni prima, a Creta,
ero stato invitato a un pranzo
nel circolo ufficiali dove al
tavolo sedevano generali, vescovi, autorità civili e la borghesia isolana ma sono sicuro
che qualche amico teologo mi
spiegherà come le due cose si
possono conciliare; e lo spero
proprio, altrimenti c’è il rischio che mi rimangano soltanto i militari e il prefetto.
Uscendo dalla chiesa, che
confonderesti con uno dei
tanti anonimi capannoni che
nelle periferie convivono con
130 gruppi, 150 volontari in Italia
Essere chiesa insieme
Più di 70 comunità evangeliche italiane impegnate
nel processo di «Essere chiesa insieme», cioè del rapporto fra credenti italiani e credenti immigrati; 130 iniziative di impegno sociale con gli
immigrati, in cui sono impegnati oltre 150 volontari, con
una spesa annua di circa
mezzo miliardo. Sono le cifre, approssimate per difetto,
che emergono dal dossier
«Migranti nelle nostre chiese», pubblicato in questi giorni a cura del Servizio rifugiati e migranti (Srm) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Le
iniziative sono di carattere
vario: «Si va dai centri di
ascolto e consulenza ai culti
insieme agli immigrati, dai
campi studio sull’immigrazione agli interventi presso le
istituzioni sia a livello locale
che nazionale, dal deposito
bagagli al sostegno di piccoli
programmi... - afferma il segretario del Srm, pastore
Bruno Tron -. Certamente
non sono iniziative spettaco
lari, che fanno notizia ma, nel
nostro stile, piccole iniziative
sobrie e tenaci».
Rallegrandosi per queste
realtà di impegno il Consiglio Fcei, riunito a Rqma il
2-3 dicembre, ha riaffermato
l’importanza del rapporto
con i credenti immigrati e ha
ipotizzato la creazione di un
«forum» delle realtà impegnate nel processo «Essere
chiesa insieme» (il motto
scelto dagli evangelici italiani per indicare il rapporto
con i credenti immigrati, che
va dall’ospitalità di comunità
straniere, alla creazione di
comunità «miste», all’incontro e al dibattito teologico sui
diversi «linguaggi» della fede). Sempre nel campo
dell’immigrazione, il Consiglio ha deciso di aderire
all’iniziativa del Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec)
di indire per il 1997 un «anno dei rifugiati e migranti», e
di tradurre e duplicare il documento sull’immigrazione
recentemente approvato dal
Comitato centrale del Cec.
enormi blocchi di caseggiati
tutti uguali, Angel, con l’orgoglio del vecchio militante,
mi racconta dei tempi del
franchismo, quando proprio
qui clandestinamente si riunivano i compagni delle commissioni operaie, del partito
comunista e del movimento
anarchico per organizzare le
lotte.
Altri tempi ma domani, domenica 26 novembre, saranno
ancora tutti quanti alla grande
manifestazione nelle vie del
centro di Barcellona. Il regime di Franco è finito da
vent’anni, ma oggi un’Europa
che diventa sempre più una
fortezza che si oppone a milioni e milioni di disperati impoveriti dalla nostra opulenza, ci costringe ad una scelta
di campo. Come credenti
dobbiamo chiederci da che
parte stare, e la scelta è una
scelta di vita.
Avevo promesso di scrivere
un articolo sulla Conferenza
mediterranea alternativa. È
venuta fuori un’altra cosa, e
neanche tanto bene, perché se
è facile riportare la relazione
di un convegno, come fai a
descrivere i sentimenti che ti
scorrono nel sangue quando
Silvia, una rifugiata colombiana che a Londra lavora
con le donne latinoamericane,
prende la parola piangendo
per gridare tutta la sua rabbia
contro un mondo ingiusto dove anche noi, che pure pretendiamo di collocarci su posizioni alternative, rischiamo
sempre di essere complici?
Incontro
sulla spiritualità
«Lo spazio di Dio nella nostra vita - storia, modelli,
proposte per una spiritualità
protestante»: è il tema di un
seminario promosso dalla
Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (Fcei),
che si svolgerà presso il Centro metodista di Ecumene
(Velletri, Roma), dal 15 al 17
marzo 1996.
La realizzazione di questo
seminario è uno dei mandati
che la X Assemblea della Fcei
(1994) ha trasmesso al Consiglio in un atto sulla «spiritualità», in cui si afferma la convinzione che «la spiritualità è
lo spazio di Dio nella nostra
vita, creato dalla Parola e dal
suo Spirito con i quali Dio ci
viene incontro, suscita e nutre
la fede rendendola viva, lieta
e feconda di opere, e ci dà la
libertà e la gioia di dialogare
con lui nella preghiera».
Il seminario sarà articolato
in una relazione introduttiva
di Giorgio Tourn «Storia e
caratteri della spiritualità protestante», a cui seguirà una
serie di testimonianze su
«Aspetti e percorsi della spiritualità protestante» (da quella
classica della Riforma al «revivalismo», alle esperienze
dell’avventismo e del pentecostalismo, dalla spiritualità
del movimento ecumenico,
delle donne, dei giovani, al filone politico e a quello monastico). Sono inoltre previsti
gruppi di lavoro sul rinnovamento del culto, della pietà
personale e familiare, sull’uso
di gestualità e immagine, musica e canto.
Il seminario si aprirà nel
pomeriggio del venerdì 15 e
si concluderà col pranzo di
domenica 17 marzo 1996. Il
rimborso spese è previsto in
80.000 lire, più 20.000 di
iscrizione. Ci si può iscrivere
sin da ora, inviando 20.000 lire sul ccp numero 38016002
intestato a Fcei, via Firenze
38, 00184 Roma.
TRASLOCHI
preventivi a richiesta
trasporti per
qualsiasi destinazione
attrezzatura corr autoscala
operante all’esterno fino a 43 mt
SALA GIULIO
Via Belfiore 83 - Nichelino (TO)
Telefono 011/62.70.463
Celhjlare 0336-210807
Per Natale
se vuoi regalare un libro
rivolgiti alle librerie evangeliche.
Questi gli orari:
La libreria Claudiana di Milano, tei. 02-76021518, domeniche 17, 24 con il consueto orario 9-13 e 15-19.
La libreria Claudiana di Torino, tei. 011-6692458, sarà
aperta domeniche 17, 24 con l’orario 9,15-13 e 15-19; i sabati 16 e 23 rorarto sarà continuato, posticipando la chiusura alle 19 (orario feriale 9,15-19; sabato 9 dicembre ore
9,15-13).
La libreria Claudiana di Torre Pellice, tei 0121-91422,
sarà aperta le domeniche 17 e 24 (orario consueto: 9-12,30
e 15-19).
La libreria di Cultura religiosa di Roma, tei. 063225493, sarà aperta le domeniche 17 e 24 dicembre (orario consueto: 9,15-13 e 16-19,30).
15
venerdì 15 DICEMBRE 1995
PAG. 9 RIFORMA
Opere: solo
cattoliche?
Ho apprezzato la trasmissione Protestantesimo e il dibattito tra il prof. Paolo Ricca e
mons. Giuseppe Chiarelli circa la possibilità di un Consiglio di chiese cristiane in Italia. Ma come si può fare se c’è
chi rivendica alla Chiesa cat-,
tolica «le opere di carità come
suo diritto e dovere inalienabile»? Tutto il campo di opere?
È un tema da discutere.
Giovanni L. Giudici
Mestre
Paolo
Sanfilippo
Nel 1969 un mio amico di
Chiavari, sapendomi simpatizzante evangelico, mi mostrò un Nuovo Testamento dicendomi: «Me lo ha regalato
il pastore della Chiesa evangelica, Paolo Sanfilippo».
Così per la prima volta ho
sentito parlare di questo pastore, incontrato poi nei miei
viaggi universitari: a Pisa esiste, come è noto, la «Domus
mazziniana», meta preferita
di ogni fervente discepolo del
patriota genovese. Le ricerche di quegli anni sono state
raccolte da Sanfilippo nel volumetto Mazzini e i protestanti (Lanterna, 1972).
Nel Nuovo Testamento del
mio amico vi era una dedica
biblica: «Se una canna è incrinata, non la spezzerà, se una
fiamma è debole non la spegnerà» (Is. 42, 3). Anni dopo
ho saputo da Sanfilippo stesso
che questo era uno dei suoi
passi biblici preferiti: perché
descrive l’azione universale
del Messia. Una testimonianza semplice ma efficace. Sentire predicare l’Evangelo da
Paolo Sanfilippo era un po’
immaginarsi un evangelista
risorgimentale. In quest’ottica
deve essere letta la sua critica
fraterna al dialogo ecumenico
e alla traduzione interconfessionale della Bibbia.
Protestantesimo in televisione
Le strade dell'ecumenismo
MIRiLU ARfiENTIERI REIN
T e strade dell’ecumenismo» era
>> J-J l’argomento trattato da Protestantesimò nella jprima domenica di dicembre. Per introdurlo. Paolo Naso ha
citàto la similitudine usata da un noto
teologo protestante, secondo cui le chiese sono paragonabili ai raggi di una ruota che risultano tanto più vicini quanto
più si avvicinano al centro, cioè a Cristo.
L’occasione è stata offerta dal recente
convegno della Chiesa cattolica tenutosi
a Palermo, a cui hanno partecipato, con
diritto di parola, rappresentanti delle
chiese evangeliche e ortodosse e delle
comunità ebraiche e islamiche.
L’intervista in studio a monsignor
Chiaretti, presidente del Segretariato per
Tecumenismo della Cei, e al prof. Paolo
Ricca, si alternava a riprese effettuate al
convegno di Palermo. Evidentemente lo
scopo della trasmissione era fare il punto
sulla situazione, almeno come viene recepita oggi in Italia e, in particolare, dal
nostro angolo visuale. Riassumerei come segue i termini della questione.
Sul fronte dei progressi verso l’unità è
da rilevare l’apprezzamento manifestato
per lo spazio offerto ai «fratelli delegati». Esso è apparso evidente dalle varie
interviste, dall’applauso caloroso e significativo alla pastora Almut Kramm e
dall’attenzione partecipe con cui è stata
seguita la riflessione biblica del presidente della Fcei (a questo proposito è
forse giusto chiedersi se le nostre assemblee mostrino sempre analoga disponibilità all’accoglienza).
L’origine del movimento ecumenico
viene individuata da mons. Chiaretti nei
fermenti nati in piccoli gruppi di base
che egli fa risalire addirittura al lontano
1920, mentre Ricca ne colloca la genesi
nel campo delle missioni, in cui apparve
evidente che non si poteva predicare divisi. Ciò portò, già nel 1910, a una Conferenza missionaria e alla conseguente
creazione di un comitato unitario. Le
due cause evidentemente sono stale ambedue determinanti.
A questo punto del percorso i motivi
forti di divergenza risultano essere sostanzialmente due: il primato del papa e
la divisione sulla cena del Signore. La
controversia sul primo punto emerge
dall’enciclica Ut unum sint e dalla risposta contenuta nel documento sinodale sul papato e Tecumenismo, consegnato al papa dal pastore Franco Giampiccoli. Per mons. Chiaretti non si può
prescindere, al tavolo ecumenico, da un
coordinatore autorevole che eviti dispersioni e tragga le conclusioni. Ricca
ammette che lo scoglio potrebbe essere
superato se il papato si trasformasse in
un «luogo di intercomunicazione e comunione» fra le chiese, e dichiara di essere in attesa che la disponibilità alla
discussione, espressa nell'enciclica da
Giovanni F’aolo II. abbia un seguito.
Personalmente mi sembra che il discor
so non tenga conto del fatto che nòp si
tratta solo di una diversa concezione
teologica ma che tale concezione è radicata in un potere concretamente esercitato dal Vaticano, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Sul problema della separazione nella
Cena, lamentato anche da Maria Vingiani, intervistata a Palermo, Chiaretti vede
grosse difficoltà da superare, mentre secondo Ricca si potrebbe già praticare reciprocamente T «ospitalità eucaristica»,
in quanto colui che invita alla mensa è
Cristo e non chi T amministra.
In conclusione. Tipotesi che appare ai
due interlocutori più realistica nell’immediato è la creazione di un Consiglio
cristiano delle chiese al fine di rendere
visibile il cammino già percorso e di lavorare insieme nel campo del cristianesimo pratico espresso nella formula «Giustizia, pace, integrità del creato». Il prossimo traguardo, ha ricordato Naso, è la
grande assemblea ecumenica che avrà
luogo in Austria nel 1997. Volendo fare
una riflessione conclusiva, al termine
della visione, direi che, pur in presenza
di ostacoli che possono sembrare insormontabili, non bisogna cessare di sperare nell’opera delio Spirito Santo, che
può far cadere muri e palazzi.
La trasmissione si è chiusa con alcuni
bellissimi canti degli schiavi neri
d’America, inizio di una nuova serie
musicale che ci accompagnerà nelle
prossime puntate.
Tra gli studi storici meritano di essere segnalati la sua
monografia su Costantino Reta e quella mirabile su Cereghino di Favaie. Dalle conversazioni con Paolo Sanfilippo ricordo il suo amore per
la storia delle nostre comunità evangeliche e in particolare per la sua denominazione, come Tha espressa in
L’Italia battista.
Una volta, con molta
umiltà, mi disse: «Ho scelto
di occuparmi di storia, perché
non ho avuto la possibilità di
una formazione culturale approfondita». Eppure è a Sanfilippo che dobbiamo una
passione e una ricerca durate
tutta la vita per il filosofo
Giuseppe Gangale, unite alla
costante attenzione per il protestantesimo europeo e inter
Riforma
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Cirica, Alberto Coreani, Avemino Di Croce, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo,
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Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
del l'gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 matzo 1993.
Il numero 46 del 8 dicembre 1995 è stato consegnato per l’inoltro postale airufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 6 dicembre 1995.
nazionale con un notevole archivio personale. Con gratitudine al Signore ci ricordiamo
della testimonianza evangelica resagli: «Per la sua fede,
benché sia morto parla ancora» (Ebrei 11, 4).
Eugenio Stretti - Roma
Correttezza
ecumenica?
In vista dell’approssimarsi
della Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani mi
piacerebbe conoscere il parere dei lettori su alcuni punti
che, a mio giudizio, non vanno sottovalutati.
Dal verbale della seduta del
20 novembre della Commissione evangelica per Tecumenismo (Cepe) di Torino cito:
«Qualcuno raccomanda di
“non sgridare chi sgarra’’, in
riferimento ad una suora che
lo scorso anno, nel tempio
battista di via Passalacqua,
aveva elevato preghiera e
canto a Maria, con reazione
del pastore Casanova».
In riferimento al fatto citato, ricordo perfettamente di
essermi rivolto alla suora con
la massima dolcezza e carità
di cui sono capace per farle'
notare che mi pareavano fuori
luogo una preghiera e un canto a Maria nel contesto ecumenico del nostro incontro.
Per eliminare un ulteriore
possibile incidente di percorso, credo si debba concordare
in anticipo un punto dato per
scontato, ma che evidentemente scontato non è, e cioè
stabilire a chi rivolgere le nostre preghiere.
Perché, da quanto accaduto
nel tempio di via Passalacqua
ho l’impressione che sia ben
chiaro l’oggetto delle nostre
preghiere (l’unità), ma non il
soggetto al quale rivolgerle.
Finché una persona è da sola
o nel suo contesto cattolicoromano, preghi pure la madonna o S. Gennaro, ma in un
incontro ecumenico di preghiera per l’unità dei cristiani
non può farlo, non deve farlo.
E questo per una questione di
«correttezza ecumenica».
Questi incontri di preghiera
cominciano a stancare non
pochi. Stanno assumendo caratteristiche di «incontri di
La Chiesa valiJese di Torino collegata alla rete Internet
Http://www.arpnet.it/ -'valdese
Grazie alle possibilità offerte dal Stp (Servizio telematico pubblico) della città
di Torino, da oggi la Chiesa
valdese di Torino ha un proprio indirizzo di posta elettronica e un sito Www su Internet. Il sito in questione,
accessibile da chiunque in
qualsiasi parte del mondo, è
stato concepito, strutturato e
curato per offrire una serie
completa di notizie in generale sulle realtà evangeliche
in Italia e su quelle piemontesi, di Torino e delle Valli in
particolare. I percorsi di lettura, concepiti e strutturati a
ipertesto, così come vuole la
filosofia di Internet, sono lineari e di facile consultazione; i testi sono spesso corredati di immagini per facilitare la consultazione e renderla
più gradevole.
Le notizie consultabili sul
sito sono di sicuro interesse:
spaziano da una storia, precisa anche se concisa, dei vaidesi attraverso i secoli, il rinnovamento portato dal protestantesimo in Italia, la realtà
attuale protestante e riformata in Italia, a notizie storiche
sul tempio di corso Vittorio;
dalle comunità riformate di
Torino alle opere valdesi e
metodiste tanto in Piemonte
come nel resto d’Italia. Con
particolare cura ci si è soffermati a delineare un profilo
delle valli valdesi nella loro
tradizione storica, sociale e
culturale, curando peraltro
anche il lato turistico e paesaggistico.
Di sicuro interesse per chi
si sposta in Italia è l’elenco
delle opere valdesi e metodiste presenti sull’intero territorio italiano, con responsabili, indirizzi, numeri telefonici e fax. Alcune rubriche
sono «aperte», nel senso che
vengono aggiornate di volta
in volta per comunicare al
pubblico manifestazioni particolari (come ad esempio la
visita del presidente Scalfaro
alla biblioteca della Facoltà
di teologia a Roma) o appelli
(come le collette per la costruzione del nuovo organo
I nel tempio di corso Vittorio).
Insomma un’opera di testimonianza della Chiesa valdese verso la comunità, una voce «telematica» verso un
mondo che sempre di più
mette le persone in grado di
comunicare le une con le altre; e le chiese evangeliche
hanno sicuramente molte cose da dire e da far conoscere.
L’indirizzo di posta elettronica è: valdese@arpnet.it
L’indirizzo Www è: http://
www.arpnet.it/~valdese.
Tale servizio è a carattere
sperimentale e avrà durata di
un anno (tutto il 1996). Per
avere informazioni sul Servizio telematico pubblico della
città ci si può rivolgere al numero 011-4424012; per avere
ulteriori informazioni su come accedere alla rete Internet
e/o al sito della Chiesa valdese ci si può rivolgere (tei.
011-6508111) a chi ne cura
la realizzazione e l’edizione.
facciata», che non hanno riscontro nella prassi ecclesiale*. Certo, c’è il Sae che fa un
lodevole lavoro: ma il Sae
rappresenta singoli credenti e
non parrocchie con le quali le
nostre chiese si incontrano.
Infine una piccola nota di
metodo: mi sembra indelicato
che l’estensore del verbale introduca in esso elementi di
valutazione, come quando un
invito fraterno viene tramutato in rimbrotto pubblico e
quando il responsabile di esso
viene citato per nome mentre
chi lo critica rimane nell’anonimato.
Francesco Casanova
Torino
E mancata
Pamela Gardioi
ved. Barrington
Lo annunciano i suoi amici delle Valli.
Torre Peilice, 15 dicembre 1995
«Signore, tu sei stato per noi
un rifugio di età in età...»
Salmo 90,1
I caro
Aldo Poët
ci ha lasciati. Nella speranza
della resurrezione e della vita in
Cristo, lo annunciano la moglie
Ida Ferrerò e i figli Claudio e Nadia con le rispettive famiglie.
Losanna, 1® dicembre 1995
RINGRAZIAMENTO
«Signore, tu sei stato per noi
un rifugio di età in età...»
Salmo 90,1
La moglie Neri Farad, la figlia
Anna Laura e II figlio Andrea di
Piervaldo Comba
ringraziano vivamente tutti coloro
che con la loro presenza, scritti e
parole di conforto hanno partecipato al loro dolore.
Torino, 15 dicembre 1995
RINGRAZIAMENTO
«lo ho pazientemente aspettato
l'Eterno ed egli si è inclinato a me
e ha scottato il mio grido»
Salmo 40,1
I familiari di
Liliana Malan (Zizi)
vogliono esprimere con tutto il
cuore la loro riconoscenza alle
persone che hanno dedicato II loro tempo e affetto alla cara Zizi
durante la malattia.
In modo particolare vogliono
esprimere la loro riconoscenza alla cugina Elvira, alla doti. Seves,
al pastore Pasquet, alle amiche,
ai condomini de «Le magnolie» e
a tutti coloro che hanno partecipato al loro dolore,
Luserna San Giovanni
9 dicembre 1995
RINGRAZIAMENTO
«L’Eterno è la mia luce e
la mia salvezza; di chi temerò?
Salmo 27,1
Serenamente è mancata all'affetto dei suoi cari
Anita Eynard n. Jouve
di anni 88
Ne danno il triste annuncio la
sorella Olga, le figlie Bianca con il
marito Franco Sappé e la figlia
Annalisa con il marito Marco Peyronel, Laura con il marito Giuseppe Reinaudo e II figlio Marco Fraschia, cognata, nipoti, pronipoti,
cugini e parenti tutti.
Si ringraziano tutti coloro che in
ogni modo hanno preso parte al
dolore della famiglia e in particolare Il dott. Danilo Mourglia, la direzione e il personale tutto del Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna
San Giovanni, il dott. Giuseppe
Bevacqua, la dott.ssa Ornella Michelin Salomon e la corale valdese di Torre Peilice.
Eventuali offerte in memoria al
Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna S. Giovanni, al Collegio o all’Ospedale valdese di Torre Peilice.
Torre Peilice, 6 dicembre 1995
I necrologi si accèttano
entro le 9 del lunedi. Tei.
011-655278 e (fax) 657542.
16
PAG. 10 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 15 DICEMBRE 1995
Reazioni delle chiese minoritarie dopo le elezioni presidenziali
Le minoranze religiose sperano
nel nuovo presidente polacco
La vittoria di Alexander
Kwasniewski alle elezioni
presidenziali polacche potrebbe compromettere i rapporti tra lo stato e la Chiesa
cattolica romana. Il neopresidente infatti si è impegnato a
rafforzare la separazione tra
chiesa e stato. Alcuni responsabili cattolici temono che il
voto popolare segni la fine
dei valori religiosi tradizionali. Da parte loro, le chiese minoritarie aspettano di vedere
in che modo il nuovo presidente terrà conto delle minoranze religiose in Polonia.
Le reazioni delle piccole
chiese polacche non cattoliche sono state diverse. Il vescovo Zdzislaw Tranda, responsabile della Chiesa riformata di Polonia, che conta
5.000 membri, ha precisato
che la maggioranza dei membri della sua chiesa ha appoggiato Lech Walesa dopo la
sconfitta del loro candidato,
Jacek Kuron, al primo turno
delle elezioni. Ha aggiunto
che la vittoria di Kwasniewski era prevedibile a causa
delle sue numerose promesse
elettorali e degli «atteggiamenti aggressivi» adottati dal
presidente Walesa.
«Anche se Alexander Kwasniewski ha promesso l’uguaglianza tra le confessioni in
uno spirito ecumenico, è ancora difficile vedere fin dove
andrà in quella direzione - ha *
dichiarato il vescovo -. Pensiamo che le riforme andranno avanti, con un certo ritar
II neopresidente polacco Alexander Kwasniewski
do, ma temiamo soprattutto
che tutte le decisioni vengano
prese ormai da funzionari subalterni, secondo un’unica linea politica, e che molte person^ità altamente qualificate
vengano allontanate dalla vita
pubblica».
Eugeniusz Czykwin, redattore della rivista ortodossa
Przeglad Prawoslawny, ha dichiarato che, a suo parere,
molti elettori della Chiesa ortodossa (570.000 membri)
hanno votato per Kwasniewski a causa del deterioramento della situazione economica
e dei loro timori di vedere
svilupparsi una spinta nazionalistica di destra. «Oggi, voci aggressive di destra si fanno sentire, sostenute dalla gerarchia della Chiesa cattolica,
che affermano che i cattolici
sono perseguitati e che gli ortodossi fanno pesare una mi
naccia sullo stato polacco»,
ha aggiunto.
Czykwin ha rimproverato a
Walesa di non avere rispettato le promesse fatte alle comunità minoritarie durante la
sua campagna del 1990, e ha
ricordato che Kwasniewski si
è impegnato a garantire i diritti religiosi delle minoranze
di fronte al predominio della
Chiesa cattolica romana.
«Kwasniewski capisce che il
miglior modo di aiutare le
minoranze religiose è di dimostrare interesse nei loro
confronti, riconoscendole e
dando loro un maggiore valore».
Infine il responsabile della
piccola chiesa metodista della
Polonia, Edward Puslecki, ha
dichiarato di sperare di avere
un presidente «per il quale essere polacco non significa soltanto essere cattolico». (eni)
Dichiarazione del Consiglio delle chiese del Medio Oriente
Gerusalemme deve essere
la città della pace per tutti
Il Comitato esecutivo del Consiglio delle chiese del Medio Oriente (Cerno) ha concluso la
sua riunione ordinaria il 2 novembre scorso. Al termine, il Comitato ha reso pubblica la seguente dichiarazione riguardante la situazione a Gerusalemme e ha lanciato un appello alla
Solidarietà nei confronti della popolazione della città.
I cristiani del mondo intero si apprestano a
celebrare l’anniversario della nascita del nostro Signore Gesù Cristo, 2000 anni fa. Dio
sia con noi.
A mano a mano che si avvicina questo lieto momento, ci sentiamo preoccupati per i
nostri fratelli e sorelle cristiani che vivono a
Gerusalemme. Essi rappresentano la presenza vivente del nostro Corpo comune nella
città in cui è nata la Chiesa, e eondividiamo
con loro le loro angosce e i loro timori per la
città che è e per la città che deve essere.
Gerusalemme ha uno statuto spirituale
particolare: è santa per gli ebrei, i cristiani e
i musulmani. Vi si trovano i ricordi (luoghi
santi) di quello che la loro fede proclama e
venera. Ma più che luoghi di pellegrinaggio
e di culto è una città popolata, una comunità
vivente che infonde la vita a una vecchia
cultura e a profondi retaggi religiosi. Il loro
diritto ad essere là dove sono, qualunque sia
la loro concezione della giustizia, è inalienabile.
Qualunque sia la loro religione, gli abitanti di Gerusalemme devono usufruire del diritto alla libertà di accesso, del diritto di
esercitare responsabilità civiche, del diritto
di sistemarsi e di vivere e del diritto di celebrare Dio secondo le proprie tradizioni.
Quando i credenti di una religione impongono restrizioni a quelli di un’altra religione,
quando pongono ostacoli sul loro cammino
e minacciano di sciogliere la loro comunità,
essi rompono l’alleanza unica e vivente della città.
II processo di pace iniziò con grandi speranze, riempiendo di gioia il cuore di coloro
che vivevano nella città della pace. Purtroppo, recenti decisioni - la scelta di Israele di
celebrare la conquista di Davide 3.000 anni
fa e la risoluzione del Congresso americano
di trasferire l’ambasciata Usa da Tel-Aviv a
Gerusalemme - innalzano ostacoli sulla strada di coloro che lavorano per la pace. Queste
decisioni ledono i diritti dei palestinesi e, nel
sostenere esclusivamente le rivendicazioni
israeliane, alterano le specificità pluralistiche
della città.
Queste azioni violano tutte le risoluzioni
dell’Gnu riguardanti Gerusalemme e si fanno beffe della regola universale della legge.
Insomma, ostacolano seriamente il processo
di pace.
A nome delle chiese del Medio Oriente e
in particolare dei nostri correligionari di Gerusalemme, imploriamo i nostri fratelli e sorelle nella fede ovunque nel mondo; ascoltate ciò che i patriarchi e i dirigenti delle chiese di Gerusalemme hanno detto nel novembre ’94, attirando l’attenzione sulle condizioni da soddisfare per costraire la pace. Difendere i diritti dei palestinesi a risiedere
nella città che per loro è una casa. Resistere
a coloro che confiscano ed espropriano proprietà a Gerusalemme e nei dintorni, che
non sono loro ma appartengono ai figli nati
nel paese. E alzare la voce per sostenere coloro le cui case e le cui risorse sono state distrutte dall’intrusione di una colonizzazione
illegale.
Gerusalemme è la città della Pentecoste.
Unitevi a noi in questo compito e nella preghiera affinché lo Spirito Santo possa ispirare coloro che lottano per la pace e che questa
possa davvero venire sulla terra. Buona volontà fra gli uomini.
Limassol, Cipro, 2 novembre 1995 (bip)
Riforma
Il settimanale
degli evangelici italiani
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