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LA BUO^A NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Scgiioiiiin hi verità ncllu cal ili
Ki-bs. IV. li.
Si distribuisce ogni Veuerdì. — Per cadun Numero ceiilesimi 10. — Per caduna linea d’inserzione cenlesimi 20.
Coiidizioiii (l’Aesoelazioue i
E.PerTomso — Un Anno L. 5. — A domicilio L, a .
Sei mesi -3. — > 3 SO
Tre mesi • *. — • S tS
— Proviscie L, 6 *0.
— ■ 3 »5.
Per Francia e Srizzera franco a destinazione, e per l’Ingliilterra franco al confine lire » S»
per un anno, e lire & per sei mesi.
Le Associazioni si ricevono: in Tokino all'IIIIIzio «lei Cilornulo, via Valentino, casa
Bellora, N" 12, 3“ piano; e dai ■'ralplll l*lancu lilirai, via 1). V. degli Angeli, casa Pomha,
— A Genova, alla Capprlla V»lrteMc. mura di S. Cliiiàni,
Nelle provincie, presso tulli gli Uffirii postuli per mezzodì Vaglia, che dovranno essere inviati
franco al Diretlore della Bi'ona Nì)VKLLA e non altrimenti.
AH’estero, ai seguenti indirizzi: LoNDii.»,dai sigg. Nisshett c C. lilirai, 2i Derners-slrcNl;
pAniei, dallalibreriaC. Meyrucis, rue Tronchet, 2; Nimes, dal sig. Fcyrot-Tinel libraio; LiEoe;
dai sigg. Denis et Petit Pierro librai, rue Neuve, 18; Giseviu, dal sig. E. Beroud libraio
Losa:ina, dal sig, Delafontaine libraio.
IL DOTTORE GILLY,
fVedi Buona Novella num. 43),
II.
« Ma quando io conobbi più da vicino quel
« popolo, quando meglio osservai le suo virtù
« SI private cho pubbliche, quando rifleltei alla
* loro pazienza nello sofferenze, non solo quali
« propugnatori, ma conservatori della fede, per
« lunga serie di martiri e di confessori, quando
« ebbi studiata la sloria interna di quei servi
« fedeli del Signore, allora una stima, una
« simpatia più santa, del tutto cristiana, mi
« unirono ai Valdesi nei più stretti legami
c dell’amor fraterno. Lo due o tre visite fatto
« alle Valli rafforzarono tai vincoli d’affetto.
« Ognor più io ravvisava il dito di Dio nella
€ loro conservazione, e provai vivissima grati€ Indine al sommo ordinatore di tutte le cose,
i di avermi concesso di visitarli- e raccomanc darli ai loro fratelli protestanti »,
Il sig. Gilly entrò dapprima in relazione col
moderatore della Chiesa valdese, il sig. Peyran
del Pomareto, apprezzò le doti intellettuali o
scientifiche di quel letterato, e conservò per la
famiglia di lui affetto durevole, sebbene alle
prime illusioni fosse sottentrato più esatto ragguaglio dei fatti.
Da quella visita in poi, la vita del doti. Gilly
fu strettamente’unita alle sue relazioni colla
Chiesa valdese. Il vivo affetto che l’anima sua
nobile e disinteressata avea provalo, divenne
il più gradito suo premio; e certo ei non ne
ambiva allro : pur tuttavia volle Iddio che divenisse questo non solo l’interesse dominante
APPENDICE
CENNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI,
XIV.
Anche Bologna facea parte nel secolo .Wl,
come adesso, del territorio pontificio ; perciò la
Curia romana, cui era mollo più facile dettare
leggi in casa propria che altrove, non tardò ad
innalzarvi una siepe di severi editti per impedire
l’accesso alle dollrine evangeliche. Ma i suoi
sforzi furono vani ; perocché la Biforma, vincendo ogni sorta d’ostacoli, penetrò in quella
citlà. L’università di Bologna era fra le più antiche , e la prima forse fra le grandi scuole
d’Europa; ed i suoi nieinijii nutrivano sentijnenti Ì’iiidipej)den?a ed inclinavano alla di|
della sua vita, ma il mezzo ancora di farlo conoscere ai suoi connazionali.
L’opera sui Valdesi scritta nel bollor d’un
primo affetto giovanile, fece gran senso in Inghilterra; fu letta noi crocchi di alto ceto od
in pochi anni vide la quarta edizione. La voce
commossa ed eloquente dell’oratoro rammentò
ai proteslanli d’olire maro quel popolo di fratelli, per la temporaria protezione di Trancia,
isolato da’ suoi più fedeli amici. Tornarono in
mente i sacrifizi fatti ai tempi di Cromwoll a
favore dei Valdesi, lo passate loro sofferenze,
le incessanti vessazioni con tanta costanza patite, si concepirono speranze per l’avvenire.
L’accento della cristiana simpatia risuonò persino sui gradini del trono, agli orecchi del re ;
Giorgio IV offerse tosto 2500 fr. per i Valdesi,
e l’ammontare di una colletta di fr, 162,500 fu
consacrato al loro rialzamento. L’interesse destato a loro beneficio non si limitò già all’Inghilterra ; gli amici del contiiAMate vi coocorsero
largamente. Uno fra essi, il pastore Appia di
Francoforte, ne sostenne le parti innanzi al re
di Olanda, in Francia, in Germania.
Da ogni dove afluivano sussidii.
€ Ho ricevuto — dice Gilly — lettere sopra
lettere, non solo da amici, ma da persone affatto ignote, richiedendomi del come far arrivare
soccorsi a quei tribolati fratelli. Il vescovo Barrington di Durham m’invitò ad accennar i mezzi
a tal fine più opportuni, e a ricevere lo collette
raccolte, I visitatori delle Valli sanno di quali
preziose fondazioni esse vadano debitrici a queste collette », Citiamo fra le altre l’ospedale
fondalo nell’anno 183o in Torre, con allro
in Pomareto, magnifici stabilimenti ove gli
fusione delle nuove opinioni religiose. 1 diritti
cardinali d’una liberlà nemica del dispotismo
polilico, non meno che delle folgori ecclesiastiche erano arditamente proclamati nelle pubbliche discussioni, in un’epoca in cui siffatti
diritli avean sofferto rovina, e gli Stati d’Italia
non possedevano che l’ombra della loro primitiva indipendenza.
11 principale strumento della propagazione del
Vangelo a Bologna fu Giovanni Mollio di -Montalcino. Egli era e^ilrato assai giovane nell’ordine de’ Minori Osservanti; ma anziché perdere
il suo lempo in cose inutili ed in pratiche superstiziose, come facevano i suoi confratelli,
s’era dedicalo allo studio delle belle lettere e
della teologia. F^a lettura assidua della Bibbia e
di alcuni libri de’grandi riformatori, gli fece
abbracciare la nuova ciedenza, cui potè agevolmente propagare nella sua doppia qualità di pre
amici stranieri, il sig, Gilly in ispocio, si
compiacquero ad ammirar la pulizia, l’ordine,
in cui i poveri Valdosi trovano col sollievo dei
loro mali, i conforti della religione e della carità evangelica, o tutti un modello di buon governo domestico.
11 nostro amico non poteva appagarsi di momenlanoi soccorsi ; colle diligenti suo curo o ili
altri protettori cristiani, la Chiosa valdose ritornò in possesso dol fondo reale inrjlese. Fiu
daH’occupaziono francese i pastori dol dipartimento del Po, salariati dallo Stato, come gli
altri pastori doU’lmporo, non [liù riscuotevano
quel sussidio. Por opera del doti. Gilly, coadiuvato dall’onorevolo Comitato di Londra, non
solo ei venne ristabilito, ma pagalo ancora
l’arretrato di più anni, onde tutti i pastori
ebbero una volta per sempre un aumento di
1000 franchi, quindi l’annuo regolar stipendio
di fr. 3000.
Il Sinodo decisa di nmv assegnar l’intiera
somma al miglioramento della posizione dei
pastori .soli; 2800 fr. annui furono consacrati
alle vedove, agli emeriti ed all’erezione di duo
nuove parrocchie, Massel o Rodoret, per l’addietro succursali di Maniglia e Praly.
Gli sforzi del dott. Gilly ebbero negl’imperscrutabili disegni di Dio un effetto agli altri
lutti di gran lunga superiore. Un distinto colonnello inglese, che si segnalò nella guerra di
Spagna, e aWaterloo lasciò una gamba sul campo
di battaglia, visitava un giorno un suo amico,
e si diede, aspettando il padrone di casa, a
scartabellare libri. Gli caddo in mano 1 opera
del dott. Gilly; fu vivamente interessalo a colai
lettura, e risolse di seguir l’esempio deH’autorc,
dicatore e di professore dell’accademia, per
la fama che godea di persona dotta e pietosa.
Accusalo d’ereliche tendenze, seppe si abilmente difendersi che dovettero lasciarlo in
pace. Ma gli fu inibito di spiegare più oltre le
epistole di S. Paolo; e continuando egli a professare le medesime dottrine, plaudente la popolazione, il cardinale Campeggio sollecitò il papa
(Paolo 111) a cacciarlo via daU’universilà dov’era
assai temibile e cagione di continuo scandalo e
periglio.
Lo stato delle opinioni religiose a Bologna è
descritto in una lettera indirizzata da parecchi
abitanti di questa città a Giovanni Planiz, invialo dall’Elettore di Sassonia in Italia, presso
Carlo V, per indurlo a fare il possibile perchò il
papa convocasse uneoncilio destinato a riformare
la Chiesa. In quella lettera, riportata dalSeckendart nella sua Sloria <kl luteranismo,si leggono i
2
visitando anch’esso i Valdesi. Da quel tempo
lo straniero dalla gamba di legni), l’illustro
bonefatloro dei Valdesi, il colonnello Beckwith,
consacrò il tempo, le sostanze, l’opera, le insigni
doti della mento e del cuore al rialzamento di
quel popolo depresso; e la benignità del Signore
ancora conserva ai Valdesi questa preziosa vila,
a confortarli nella dolorosa perdita del suo nobile amico, testò ricevuto in gloria. Menti-e
questi proseguiva colla perseveranza d’un cristiano inglese l’opera iniziata, dimentico di sò
uclla generosa abnegazione, altri pensarono a
dargli ciò ch’ei non ambiva, nò poteva il popolo
da lui beneficalo procacciargli.
Il suo amico e compagno di studii, Townsend,
diventalo suffraganeo del vescovo Barrington,
soleva far la lettura al venerando prelato, già
infermo per l’età avanzala ; gli fece conoscere
l’opera sul Valdesi e l’autore della medesima.
Ei rimase così soddisfatto si dell’una che dell’altro, cho con un ultimo atto della sua vita ei
conferì al dott. Gilly un canonicato allor vacante
in Durham. In quel tempo il nostro amico, diventato vedovo, fece la conoscenza di miss Colberg, parente del vescovo suo protettore. Quella
egregia signorina, ben nota dagli abitanti di
Durham come attiva promotrice di ogni opera
buona, abbellì la sua esistenza quale compagna
della sua vita, ed eiTicacemente ne assecondò
gli sforzi, per senno elevato, per nobile e generoso sentire. Con essa intraprese un secondo
viaggio in Italia nel 1829, e passò iu Torre alcuni mesi di purissima felicità. A Parigi s’incontrò col colonnello Beckwitk, allora in viaggio
•perle Valli, e i due amici poterono insieme conferire sulla comune e generosa impresa. Il colonnello ancorchò non dividesse l’entusiasmo trasfuso nella prima opera del dottor Gilly, uon
lasciò però le Valli disingannato, como tanti
stranieri cho la curiosità vi attrae. Ma col suo
provalo giudizio egli apprezzava, come dice la
relaziono stessa del viaggio del dott. Gilly, i
lati vantaggiosi o deboli, i lumi, i mezzi, la
posizione localo e statistica di quel popolo.
In quanto al dottore, l’interesse suo pei Vaidesi andava crescendo mano mano che l’occhio
della fede lacerava il velo dcH’avvenire. « Gli
* uomini dello Valli, diceva egli a queU’epoca,
« hanno un titolo al nostro intoresse, uon solo
seguenti brani, che meritan particolar attenzione;
« Noi siamo persuasi che a voi poco importi che il
concilio sia o no riunito • voi avete scosso il giogo
tirannico (leirAnticrislo; vi siete assicurali i vostri diritti a’ sacri privilegi del regno libero di
Gesù Cristo; sicché vi è lecito di leggere, scrivere e predicare pubblicamente ciò che vi aggrada. Sappiamo altresì che, lungi dall’essere
rattristati dall’odiose accuse d’eresia, che si scagliano contro di voi ne’paesi stranieri, ve ne
rallegrate, pronti sempre a soffrire il biasimo,
la prigione, le fiamme ed ogni altro male perla
causa di G. C. Per la qual cosa siam certi che,
domandando la convocazione di questo concilio,
voi non cercate il bene della Germania; ma, seguendo il consiglio dell'Apostolo, mirale all’interesse e alla salate degli altri popoli. Di ciò
tulli i cristiani debbono sapervi grado e segnatamente noi Italiani, cbe per essere più vicini al
« perchò discendenti degli antichi Valdosi, ma
« come abitanti di paesi confinanti alla Francia
« e all’Italia; e maggiormente come avanzo di
« una Chiosa primitiva che conservò un porto
« eccezionale d’avanguardia. Ella può servire
« di bandiera e di staziono avanzata della mas« sima importanza. Lo forme e la fede del cri« stianesimo primitivo si ritrovano in quo’ monti,
« da cui è da sperarsi che il divino seminatore
« tornerà a spandere il suo seme, quando gli
« parrà d^ ristabilire la sede della pura Chiesa
« di Cristo nelle contrade d’Italia, donde la
« svelsero gl’intrighi papali.
« Io era quindi ansioso di ritrovarmi sulla
« faccia dei luoghi, per meglio giudicare la
« natura degli stabilimenti da fondare o da
« svolgere, come base di operazione in epoca
« avvenire più favorevole ».
Era questo infatti lo scopo del suo viaggio.
Ei meditava una riforma nel sistema degli studii
dei pastori valdesi. La lunga assenza cui erano
.astretti lungi dalla patria per insufficienza di
proprii stabilimenti, gli parea una causa della
loro degenerazione parziale. Nuovi bisogni,
nuovo abitudini, nuovi desiderii troppo discordi
dalla loro natia semplicità, s’ingenerano inevitabilmente in un soggiorno di 7 o 8 anni fuori
della patria, in città straniera, all’epoca più
critica della vita. Gli arrideva al cuore quell’epoca antica, in cui la Chiesa valdese colla sola
Parola di Dio dava bastante cultura, inculcava
cristiano e bibliche cognizioni ai suoi ministri,
e preparavali adeguatamente all’ardua loro
missione.
Colali consideia7Ìohi unite allo lagnanze dell’ultimo storico dei Valdesi, Brezzi, richiedendo
che fossero i soccorsi della Olanda concentrati
por lo stabilimento d'una scuola supcriore, e
alle osservazioni del sig. Monastier in un abboccamento avvenuto a Losanna, lo determinarono a consecrare alla fondazione d’un collegio
un lascito afTidatogli di 3000 lire sterline. A
quel prezioso stabilimento si ricongiungono pei
Valdesi riconoscenti la memoria incancellabile
del suo fondatore, il dott. Gilly e lo loro pili
care speranze per l’avvenire della Chiesa. »
[continua.)
centro della tirannia, siamo ridotti a invidiare
la vostra buona sorte.
« Conoscendo le vostre simpatie, non crediamo
vi sia d’uopo d’alcuna esortazione; tuttavolla non
possiamo lenerci dal supplicarvi, per la fede di
Gesù Cristo, ondo impieghiate tulli i mezzi che
sono in poter vostro per ottenerci la convocazione d’un’assembl'ea così necessaria e da lungo
tempo aspettata. Né sarà guari difficile di riescirvi, atteso cbe l’imperatore non ignori come
siffatto concilio sia desiderato e richiesto dagli
uomini più dotti, più illusln e più pietosi di
tutla Italia e della stessa Roma... Crediamo che
sarà iinalmente permesso a’ cristiani, siccome
cosa ragionevole, conforme alle massime de’
santi Padri, d’esaminare le diverse credenze;
conciossiachè i giusti non vivono seguendo le
azioni degli altri, ma gl’impulsi della propria
fede; altrimeiili la fede non sarebbe più fede.
Gesù Cristo o la Madonna?
Cho il culto che nella Chiesa romana viene
tributato alla SS. Vergine sia, nella pratica se
non in teorica, di gran lunga superiore a quello
tributato al nostro Signore medesimo, ò ciò
che da molto tempo sapevamo, o che con noi
sapevano tutti coloro i quali, invece di tener
dietro allo tradizioni umane, non vogliono, in
materia di fede, attingere so non alle puro
sorgenti della Parola di Dio. Ma appunto per
questo i fautori di una tale idolatria ci chiamavano bestemmiatori ed eretici. Ora però non
siamo più noi soli che asseriamo tali cose.
Ecco un uomo più autorevole di noi, un prete
romano, l’abate De Laborde, francese, il qualo
in una recente operetta, dettata poco tempo
prima di morire ed intitolata Trattenimenti
sulla Salette, svolgo questa ugualissima tesi,
con una tale abbondanza di ragionamenti e di
prove, cho ci vuole proprio la potenza affascinatrice deH’erroro, perchè non nc sia del tutto
dileguato. E mentre il brano che qui sollo no
trascriviamo varrà a dare un giusto concetto
dell’opera inliera,caldamente la raccomandiamo
alla meditazione di quei cuori sinceri, e sono
molti, a cui non manca per seguire la verità cho
di averla ravvisala.
« Scopo de] culto esteriore si è quello di esprimere per mezzo di cerimonie i nostri sentimenti
interni. Or la più grande solennità, gli esereizii
più proluupti, in onore di Gùsù Cristo, nel decorso dell’anno, quanto tempo durano eglino?
— Otto giorni. La grande solennità, i grandi
esereizii in onore della Vergine quanto tempo
durano? — Un mese ! Il medesimo sagritìcio in
riguardo alla spesa, il medesimo splendore di
pompa che spiegasi in onore di Gesù Cristo,
così per celebrar la sua morte e la sua sepoltura
— che non dura che due giorni — come per le
preghiere dette delie riparazioni, che si usano
in certe diocesi — il che non dura che tre giorni;
— come finalmente per la solennità della presenza
reale — il che non dura che otto giorni — spiegansi in onore della SS. Vergini per un mese
intiero ! E quando io dico la stessa spesa e la
la stessa pompa, io dico pochissimo, poiché in
una infinità di luoghi lo sfarzo di addobbi e di
ceri che splendono intorno a Gesù Cristo, esposto
in persona sul suo altare, vien di gran lunga
La persuasione che non procede da Dio nello
spirito non merita il nome di credenza, ma d’impulso violento e coattivo, che ogni uomo, per
ignorante che sia, non crederà mai utile alla
salute. Se la malizia di Satana prevale a segno
da non farci ottenere simile favore, sia concessa
per lo meno al clero, del pari che al semplice
fedele la libertà di recarsi in mano la Bibbia,
senza incorrere nel sospetto d’eresia, e di citare
la parola di G. C. e di S. Paolo senza passare
con ciò por luterano. Imperciocché, sventuratamente, abbiamo sotto gli occhi vari esempi di
si abbominevoli pregiudizi; e se non é questa
una pruova del regno deU’Anlicristo, qual titolo
si può dare a un tempo in cui la legge, la grazia, la dottrina, la pace e la libertà di Cristo sono
cosi apertamente violale, calpestate e reiette/' »
Il numero de’ riformali era a Bologna considerevole; Bucero in una lettera de) 1541 se ne
3
eclissato da quello che in ogni giorno del mese
di maggio profondasi intorno alla statua della
SS. Vergine. Dunque, dirò io a coloro che questo
concerne: Voi sentite più altamente della SS.
Vergine che non di Gesù Cristo; dunque voi
volete testimoniare alla SS. Vergine maggiore
soggezione, maggior dipendenza, maggior gratitudine, maggior amore e maggior divozione che
non a Gesù Cristo.
« Io entro in certe chiese ; quale altare sovra
ogni altro mi colpisce lo sguardo ed attrae la
mia attenzione? — L’altare della SS. Vergine!
Senza verun dubbio ei dovrebb’essere quello del
SS. Sacramento, quello di Gesù Cristo ; eppure
cosi non è. Un altare senza addobbi particolari;
un altare in tutta la sua semplicità, col suo tabernacolo ed i suoi candelieri, ecco quale ti si
affaccia l’altare di Gesù Cristo. Una lampada
arde davanti a questo santuario, simbolo della
presenza e della vita di Gesù Cristo ; ciò è modesto, ciò è grave, ma ciò è pure quanto prescrive
la legge. L’altare della SS. Vergine all’incontro
si distingue dall’altro con ornamenti accessorii
di ogni sorta. Non una, ma venti lampade d’oro
splendono ed ardono davanti alla sua statua. Il
che vuol dire che si rende maggior onore e maggior culto alla SS. Vergine che non a Gesù
Cristo ; che attaccasi maggiore importanza alla
semplice statua della SS. Vergine, che non alla
stessa presenza di Gesù Cristo. E valga il vero,
coloro che da mattina a sera varcano le soglie
di queste chiese, dove vanno direttamente a prostrarsi e ad adorare?—'Innanzi alla statua della
SS. Vergine ! Chi va a supplicare e ad adorare
davanti all’altare di Gesù Cristo? — Nessuno. La
statua della SS. Vergine è durante tutto il giorno
circondata da adoratori, mentre il sacramento di
Gesù Cristo rimane tutto il giorno derelitto e
solitario.
« Ma ei conviene sovra tutto osservare quello
che passa nelle chiese ove trovansi una di quelle
statue, cui o la vanagloria delle parrocchie o
l’avarizia del clero, hanno saputo procacciar fama;
una di quelle statue, io dico, a cui non si ha
vergogna di attribuire una singolare virtù, per
via della quale si ottengono, pregando davanti a
questa immigine, benefizii che non si otterrebbero pregando davanti ad un’altra. Le colonne
di tali chiese sono stipate dall’alto in basso di
ex-voto commemorativi. Leggeteli e voi vi convincerete che nè Gesù Cristo nostro Signore, nò
il suo Padre, l’iddio onnipotente, non entrano
per nulla in quelle arcidevozioni famose in tutto
il mondo. Molte grazie, molte guarigioni, molte
rallegra con essi, e Baldassare Altieri scriveva
quattro anni dopo in Germania, che un gentiluomo bolognese era pronto a levare sei mila
soldati in favore del partito evangelico, ove si
credesse utile di far la guerra al papa.
Frattanto ii pontefice, Paolo 111, ordinava a
quattro cardinali di esaminare se v’erano abusi
nella Chiesa, ed in che modo dovessero riformarsi. La commissione, studiata a fondo la questione, non potè a meno di additargli i disordini
del clero e « la malattia contagiosa da cui erano
aifetti si il capo che i suoi membri », la quale
potea diueiìir fatale se non vi si poneva pronto rimedio. E fra’ mali di cui vedea necessaria la guarigione, additava: l’ammissione al sacerdozio di
persone che non erano da ciò, la vendita de’ benefizi, la loro trasmissione per via di testamenti,
l’abuso delle dispense, la riunione di parecchi
vescovati, ecc., e fra le altre cose notarono ria-,
conversioni dicesi sono state ottenute ; ma da
chi? —Da Dio? da Gesù Cristo? Oibò! ei fia
indarno che voi cercherete una sola volta, )ht
tutti quei marmi indorati, il nome di Dio, il
Padre onnipotente, e quello di Gesù Cristo, suo
figliuolo unico. Ovunque , stando a queste leggende , la grazia ottenuta è stata chiesta alla
S. Vergine ; dessa è quella che l'ha concessa ,
dessa quella cho viene ringraziata e glorificata.
Dio e Gesù Cristo non hanno avuto parte alcuna
nella preghiera, parte alcuna nel beneficio, parte
alcuna nel ringraziamento.
« Si, tutti questi abusi esistono realmente; ed io
lo so meglio di chiunque , avendovi fino ad ora
più o meno partecipato. Ma ora io capisco come
tutte coteste apparizioni e tutti cotesti miracoli
di medaglie, di statue e di quadri che parlano ,
sudano o muovono gli occhi, possano benissimo
dipendere in origine dalla falsa divozione alla
Vergine. Può darsi non sieno che soperchierie
destinate ad accreditare e mantenere siflatta devozione ; ma può darsi altresì che il diavolo ,
vedendo le menti sviate dalla superstizione e
disposte a prestare fede a stravaganze di ogni
sorta, sia egli stesso la cagiono nascosta e diretta di più d'una fra quelle rivelazioni cho rovinano la fede. Se cosi fosse, che cosa dovrebbonsi
reputare queste apparizioni della Salette, questi
quadri di Rimini , queste medaglie miracoloso ,
se non le tavole che girano dei divoti, come le
tavole che girano non sono altro che madonne
miracolose delle persone di mondo?
« — Veramente la Chiesa è in uno stato assai
lacrimevole, ed i cristiani che ciò comprendono
hanno bisogno di pregare Iddio che si rivolga
a noi ».
CORIUSPONDEMA
Al sig. Redattore della Buona Novella.
25 ottobre 1855
Sig. Redattore,
*: Abbiate la bontà, nell’interesse delle Chiese
o degli individui a cui potesse premere quanto
segue, d'inserire nelle vostre colonne queste
poche righe.
« La Cbiesa evangelica di Nizza ha testé fondato, specialmente a prò de’poveri malati della
comunità protestante di cotesta città, una casa
detta Asilo Evangelico, dov’eglino potranno ricevere le cure materiali e spirituali di che abbisognassero.
compatibilità patente ira le funzioni di cardinale
e di vescovo. Indi la commissione indirizzavasi
al pontefice con queste solenni parole: € Sanlo
Padre, i vostri predecessori, odiando il linguaggio severo della verità, si sono circondati di
dottori compiacenti per le loro passioni, e non
d’uomini che li avviassero nel sentiero del dovere; essi non amavano se non quelli che li aiutavano a giustificare i loro colpevoli desiderii,
quelli che pretendevano essere il papa proprietario di tutti i benefizi e padrone di venderli senza rendersi per queslo colpevole di
simonia ».
Il rapporto della commissione fu approvato e
messo a stampa per ordine di Paolo 111; ma non
per queslo fu data opera al progetto; imperciocché lo stesso pontefice mostrò, in diverse
circostanze, di non potersi accommodare alle
consigliale riforme; o neppure i membri della
« NoH’erigere tale stabilimento, il pensiero ci
venne, calcolate le circostanze affatto particolari
in cui ci troviamo, di potere e dovere non limitarne il godimento ai protestanti della nostra
località, ma di offerirlo invece a tutti coloro alla
cui portata si trova.
« Nizza, voi lo sapete, gioisco d’un clima privilegiato, quasi unico .in Europa, e vede arrivare
ogni giorno da tutte parti una moltitudine di
ricchi, che vengono a cercare la saluto sotto il di
lei tiepido cielo.
« Noi ci chiedemmo so stesse nei limiti dei
nostri mezzi l’offrire ad alcuni de’ nostri fratelli
poveri un vantaggio, di cui i soli ricchi hanno
potuto fin qui approfittare.
« Noi sappiamo che nelle Cliiese di Francia,
di Svizzera e degli Stati Sardi, fra i più prossimi
a noi, si trovano spesso delle persone, la di cui
mal ferma salute esigerebbe un soggiorno di
qualche tempo nel nostro clima. Un inverno
trascorso qui potrebbe ristabilirle; ma o sono
troppo misere, o i lor mezzi troppo limitati por
sopperire, oltre alle spese di viaggio, ancho a
quelle sempre onerose di dimorare in una città
frequentata da tanti forestÌGri.
« S’elleno rimangono in paese, la malattia loro
s’aggrava, languiscono o muoiono dopo d’avere
inutilmente spese considerevoli somme.
« È a tali persone e allo CJiieso a carico delle
quali si trovassero che annunziamo la fondazione
del nostro asilo.
« Noi siamo disposti a ricevervi, al prezzo di
un franco al giorno, ogni spesa assolutamente
compresa, gli invalidi protestanti in modo conveniente raccomandati, che ci venissero diretti.
In certi casi eccezionali una diminuzione potrà
esser fatta sull’anzidetta minima retribuzione.
« Per ottenere informazioni più complete e per
ogni domanda d’ammessione, dirigersi al sottosegnato.
« Accogliete, sig. Redattore, i miei cristiani
saluti.
Leone Pilattes
Via Massena, num. 27 a Nizza, Stati Sardi.
ALTRA LETTERA
Signor Direttore,
Mi era da qualche tempo proposto di narrarvi
un fatto che prova che se v’è luogo nel Piemonte
ove i preti incontrino gente mansueta, benigna,
ed indulgente, son queste valli ove han commosso
nel passato ogni sorta d’iniquità. Figuratevi che
in Agrogna, la domenica, tuttora continuasi l’an
commissione seppero adattarsi alle proprie decisioni; alcuni di essi, investiti della doppia dignità di cardinali e di vescovi, conservarono
l’una e l’altra, malgrado che l’avessero dichiarato incompatibile; e il cardinale Caraffa, salito
sul trono pontificio, col titolo di Paolo IV, mise
all’indice quel medesimo rapporto alla cui redazione avea preso parte.
Ma i protestanti non dimenticarono un documento di si alla importanza; Sturmius, rettore
dell’accademia di Strasburgo, la pubblicò in latino con una prefazione analoga ; Lutero pubblicollo in lingua tedesca, corredando il testo di
spiritosi commenti; ed altri ne fecero oggetto
di .jalire e caricature d’ogni genere.
(conlinua).
4
tico insulto di venire a circondare il nostro
tempio in processione, cantando con impetuosa
•voce, per l’appunto neU’ora del culto , sicché la
voce del ministro è sopraffatta dai canti dei preti
e dei pochi cattolici che abitano in quel comune.
Ciò che una volta era un insulto agli oppressi,
ora diventa un'impertinenza verso cittadini liberi
ed eguali; anzi, poiché nel nostro tempio si trovano tutte le persone che compongono l’autorità
comunale , è un’impertinenza verso quelli che
davanti alla legge, benché sieno evangelici, pur
sono i loro superiori per tutto ciò che riguarda
il buon ordine. Tra buoni vicini, e per l’amicizia
che vi deve essere tra tutti, ciò dovrebbe ormai
cessare. L’autorità comunale potrebbe usare il
tuono imperativo , ed impedire lo scandalo che
potrebbe diventare più forte, se la moltitudine
raccolta nel nostro tempio non fosse animata da
uno spirito di pazienza, di tolleranza e di benignità. Ma se il sindaco esigesse che la processione passasse a distanza, ovvero uu po’più presto,
o più tardi, i preti griderebbero che i cattolici non
godono più libertà di culto : perciò il sindaco si
è astenuto finora da ogni misura, ed ha sofferto
cogli altri. Ma non potrebbero le autorità cattoliche raccomandare un po' di prudenza a quelli
che hanno la disgrazia di non aver punto quel
dono delia natura ?
, Vosiro affezionato
Dalle Valli, 7 novembre 1855.
¡VOTIZIE RELIGIOSE.
Torino. — Il primo del corrente mese è stala
finalmente costituita a Torre la Società , da qualche tempo vagheggiata di trattati religiosi per
l’Italia. Di tale società saranno membri tutti coloro i quali ne manifesteranno il desiderio concorrendo con doni all’opera che dessa si propone.
Ad un comitato centrale, composto di uu segretario , di uu cassiere e di tre altri membri , e
avente sedo in Torino, è affidata la direzione
delle cose della società. A disimpegnare tale ufficio sono stati scelti, fino alla prossima .issemhlea generale, in maggio venturo, i sigg. Meille,
pastore-evangelista come segretario , Malan deputato al Parlamento come cassiere, Bert pastore
a Torino , Revel professore di teologia a Torre,
Jlalan pastorea Torre come membri. Il rev. sig.
Pilatte pastore a Nizza è stato proclamalo segretario onorario della Società. Noi imploriamo con
tutto cuore su questa nascente istituzione , la
benedizione di Dio, senza la quale colui che fatica , qualunque egli sia, e qualunque sieno le
sue intenzioni, fatica invano.
Iìermania. — La deputazione mandata dalla
conferenza di Parigi al re di Prussia, allo scopo
di ottenerne l’intiera libertà religiosa a prò dei
cristiani liattisti fin qui più o meno inceppati nel
esercizio del loro culto , è stata dalla prefata
Maestà assai benevolmente accolta , e ne ha ricevuto formale promessa di prendere in seria
considerazione la domanda che dalla medesima
gli veniva sporta. Componevano la deputazione
sir Culling Eardley ed i rev. Vallette della chiesa
Luterana, Bonnet della chiesa Riformata, e Panchaud della chiesa Evangelica libera. —
Austria. — Il frate Borzinsky, di cui tempo fa
dicemmo che era stato incarcerato in un convento
di Boemia, per aver io stesso abbracciato la fedo
evangelica, dietro iterate istanze e sollecitazioni
del re di Prussia è stato posto in libertà.
Belgio. — Interessanti comunicazioni souo
stale fatto ueU’iiltinja assemblea gencnvle d(?I Ct»
milato sinodale d’evangelizzazione , sui progressi
dell’opera evangelica nel suddetto paese. Riferiremo un caso successo alla chiesa della Bouverie,
dedicandolo ai fogli clericali dello Stato nostro.
« Un uomo della Bouverie , zelante cattolicoromano (dice la relazione), era venuto tre o quattro volte alla nostra cappella. Le cose udite avevano prodotto in lui forti impressioni. Egli sentiva che sino allora non aveva seguito la verità,
e che tuttavia conveniva seguirla ond’essere salvati. Ma tale verità non poteva egli trovarla nella
religione de’ suo4 padri egualmente che nella religione evangelica? Era dunque mestieri, per
possederla, rinunziare alla chiesa di Roma e con
ciò porsi in guerra aperta cogli amici, co’ parenti e sopra lutto colla moglie sua, che aveva
giurato di darsi la morte s’egli rimetteva ancora
il piede nel tempio de’ Riformati?....
« Tal’era la posizione penosa di quest’uomo ,
allorquando un bel giorno venne in mente al curato di fargli visita. Per una direzione affatto
provvidenziale , due membri della nostra chiesa
scontraronsi col curato in casa della suddetta
persona. La conversazione, com’ò naturale, cadde
sulla religione. Il curato si pose con buoni denti
a mordere i protestanti ; uomini senza fede nè
legge, uomini maladetti nel più profondo delVinferno; secondo lui , X.... correva grandissimo
pericolo frequentandoli. Ma, conisommo stupore
del prete, fu tratta dall’armadio la Bibbia, posala
sulla tavola , aperta, ed uno de' nostri amici
provò con molte citazioni che il papismo, sovra
uua quantità enorme di punti, abbandonò gli insegnamenti di Gesù Cristo e degli Apostoli. Il
curato batteva de’ piedi in terra, gridava e chiedeva che si gettasse via la Bibbia. Furioso e non
potendo più contenersi , la strappò di mano a
colui che la leggeva , la percosse di sopra ed
esclamò; questa paróla è la parola del diavolo !
Poscia fuggì dalla casa; ma l'opnra era compiuta,
la sua condotta aveva aperto gli occhi a quello
stesso ch'ei voleva ricondurre nel grembo della
sua santa madre chiesa. Egli disse a se medesimo:
« É impossibile che un ministro di Gesù Cristo
« insulti al Vangelo di Gesù Cristo e lo chiami
parola del diavolo. Se la chiesa romana avesse
« per sè il Vangelo, il curato non sarebbe uscito
« de’ gangheri in tal guisa. Io vedo chiaro al pre« sente e so dov'è la verità: il curato me l’ha falla
« vedere. D'ora in poi, checché si dica e si faccia,
« io seguirò il culto evangelioo. Il mio partito è
« preso ».
« Quest’amico tenne parola .
« Egli assiste assai regolarmente alle sante assemblee, ed è un modello di fede, di pietà e di
dolcezza. Sua moglie riconobbe i suoi pregiudizii. Ella manda i figli alla nostra scuola, vuole
che seguano la predicazione del Vangelo, ed ella
stessa s’è fatta inscrivere come protestante nell'ultima enumerazione ».
B0LLETTIi\0 POLITICO.
A Torino nel teatro Carignano avrà luogo questa sera un grandioso trattenimento musicaledanzante a benefizio de’nostri soldati in Crimea.
— Il generale Trotti per molivi di salute è
obbligato d'abbandonare la Crimea.
— Il barone Teoco ebbe l’onore di presenlare
al Sultano, in privata udienza, il march, di Negro,
comandante in capo le forzo navali sarde in
Oriento; il colonnello cav. della Chiesa della
Torr?, cpiuapdiiulQ di piazza; varii ulijziaU di
terra e di mare, ed il sig. Mutoni, commissario
capo d’intendenza, col suo personale amministrativo.
— Il consiglio federale svizzero ha invitalo il
governo di Ginevra ad espellere dal suo territorio tre rifugiati francesi.
-■ In Ispagna i faziosi continuano ad essere
inseguiti e sconfitti su tutli i punti.
— La questione insorta fra i gabinetti di Londra e di Washington , per gli arruolamenti tentati sul territorio degli Stati Uniti, prende delle
proporzioni allarmanti.
— In Russia lo czar ha ordinato un reclutamento generale sulla base di 10 uomini per 1000
abitanti,
— Sembra cho l’occupazione austriaca dei
Principati Danubiani sia per suscitare delle difficoltà diplomatiche.
— L’ammiraglio Bruat attribuisce il pronto
successo della presa di Kinburn alle batterie galleggianti, il cui tiro meraviglioso era bastante a
rovesciare le più solide mura.
UroHso nomenlco )(pren(e.
ANNUNZI.
almanacco pel 1856.
* Anno III.
La lieta accoglienza clic il pubblico fece a
questa pubblicazione dacché essa comparve,
incoraggiò i suoi editori a non lasciar intentalo
alcun mezzo di corrispondervi. E perciò appunto
r,\niico di casa di quesl’annova adorno di quattro
bellissime litografie, appositamente fatte ad illustrare una scelta utile quanto dilettevole di
argomenti.
Andando congiunta a questi pregi la tenuità
del prezzo di cent. 25, gli editori confidano
che'non sarà per venir loro meno in quest’anno
quel favore, di cui già ottennero un pegno cosi
segnalato negli anni passati.
Atvìso ai Librai della Capitale t delle Prorincie.
Si accorda lo sconto del 30 p. °(o per l’acquisto non meno di 23 copie ; il iO p, "[o per
100 e al di là, — Dirigersi con vaglia postale
e lettera affrancata a Rinaldo Bacchetta, borgo
S. Donalo, casa Caffarelli, in Torino,
Un signore loscano, e sul di cui conio
possonsi dare ie migliori informazioni,
olfre i suoi servigii come professore di
lingua Ualiana. — Rivolgersi per più
ampi schiarimenti al sig. Meille, pastore
valdese, via Valentino, casa Bellora,
num. 12, 3“ piano.