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Anno 125 - n. 23
9 giugno 1989
L. 900
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Gruppo 11/70
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
RELIGIONE A SCUOLA
TEXAS: CONFERENZA MONDIALE SULL’EVANGELIZZAZIONE
L’ora di prigionia || senso della missione
Con le circolari del ministro, una volta di
più, vengono lesi i diritti dei non avvalentisi
La condivisione delle risorse al centro dell’incontro - Uno scambio
reciproco, di cui benefici chi invia e chi riceve il missionario
Con due circolari, che sono
un’acritica conseguenza della risoluzione della Camera dei deputati, il ministro Galloni ha emanato le norme che disciplineranno nel 1989/90 l’insegnamento
della religione cattolica (Ire) e
le cosiddette attività alternative
nella scuola pubblica.
Le due circolari (la 188 del 35
maggio e la 189 del 29 maggio)
prevedono che venga distribuito
entro il 10 giugno, alle famiglie e
agli allievi, il modulo per la scelta deU’Irc o delle altre possibilità. Queste ultime sono tre : « attività didattiche e formative »,
« attività di studio e/o ricerca
individuale », « nessuna attività ».
Per chi sceglie le attività alternative saranno i vari consigli a
determinarne gli oggetti e i programmi di studio, per chi sceglie
lo studio individuale è prevista
l’assistenza di un docente; chi invece sceglierà « nessuna attività »
dovrà restare nella scuola senza
l’insegnante.
Anche se l’ora di religione è
collocata alla prima o all’ultima
ora, l’allievo non potrà né ritardare né anticipare l’ingresso o
l’uscita dalla scuola. Siamo all’ora di prigionia, autoscelta.
I non awalentesi devono sapere che, se sceglieranno di svolgere nessuna attività, l’unica possibilità che è data loro sarà quella di vagare per i corridoi, e
quando il tempo è hello forse
anche nel cortile, ma non dovranno uscire. I bidelli dovranno fare i secondini ed evitare le uscite.
Solo così, per il ministro, non
si avranno discriminazioni verso
coloro che si avvalgono dell’Irc.
Ancora una volta il ministro si
è dimostrato assai poco rispettoso dei diritti costituzionali di coloro che non si avvalgono delrirc.
La Corte costituzionale, con la
sentenza 203 del 11 aprile scorso,
aveva stabilito infatti che « dinnanzi all’Irc si è chiamati ad
esercitare un diritto di libertà
costituzionale non degradabile,
nella sua serietà e impegnatività
di coscienza, a opzione tra equivalenti discipline scolastiche ».
II ministro, ossequioso, non
parla di discipline ma semplicememte di « attività » tendenti a
costringere a scuola gli allievi.
L’opzione, che rimane, è tra l’Irc
e forme diverse di custodia.
Si intende così rinviare di un
altro anno la soluzione di un problema di libertà costituzionale, in
attesa forse che nuovi accordi di
governo garantiscano per legge
l’organizzazione delle attività alternative. Nel frattempo si sappia che è possibile anche scegliere l’ora di prigionia « perché non
si può determinare una condizione di discriminazione per l’ora
deU’Irc rispetto all’orario scola■stico ».
A questo punto cosa dobbiamo
fare noi genitori ed allievi evan.gelici?
Mi sembra chiaro che dovremnio rifiutare di compilare il modulo proposto e semplicemente
dichiarare al Preside o al Diret
tore, con lettera, che non intendiamo che nostro/a figlio/a si
avvalga dell’Irc assicurato dallo
Stato, e che non intendiamo inoltre esercitare nessuna opzione
circa le attività proposte in quanto la sentenza della Corte costituzionale stabilisce «lo stato di
non obbligo » di seguire alcuna
attività alternativa aU’Irc.
Qualora in forza di questa dichiarazione FaUievo venga collocato nell’ora di prigionia, non ci
rimarrebbe altro da lare che ricorrere al giudice ordinario per
la tutela dei principi costituzionali, garantiti a tutti i cittadini.
E’ una strada che è oggettivamente difficile da praticare, per
le implicazioni giuridiche che
comporta, ma è l’unica che il Ministero ci lascia. Non possiamo
fare altrimenti di fronte all’insensibilità e — mi sia consentito
dire — alla irresponsabilità di
chi dovrebbe garantire i diritti di
tutti, e non solo quelli della
maggioranza.
Giorgio Gardiol
I cristiani sono chiamati a
proclamare la buona notizia di
Dio, ad agire con coloro che lottano per la giustizia e la dignità in ogni parte del mondo, a
condividere con equità le risorse del pianeta e a testimoniare
attraverso strutture missionarie
rinnovate. Questo il senso del
messaggio lanciato alle chiese e
al mondo dagli oltre 500 partecipanti, in rappresentanza di circa 100 paesi diversi, alla Conferenza mondiale su « Missione ed
evangelizzazione » svoltasi a San
Antonio, in Texas (USA), dal 22
al 31 maggio per ì’organizzazione del Consiglio ecumenico delle chiese e della Trinity University texana.
Nella prima seduta plenaria
Eugene Stockwelt, pastore metodista, direttore uscente della
commissione del CEC su « Missione ed evangelizzazione », ha
ricordato l’influenza negativa che
i cristiani, spesso supinamente,
ricevono dalle società secolarizzate, tecnologicizzate, consumistiche e sovente militarizzate, e
come sia urgente e necessario
contrapporvi le culture dei poveri e razione, unificatrice e missionaria, della locale comunità
cristiana.
Secondo Emilio Castro, segretario generale del CEC, la missione dei cristiani oggi deve prendere le mosse dai settori più
marginalizzati della società e andare verso i centri del potere.
Il moderatore della Conferenza mondiale di San Antonio, Anastasios Yannoulatos, ha sottolineato come la vita cristiana dovrebbe essere un tentativo continuo di far proprio il mistero
della croce nell’impegno contro
il crescente egoismo individuale
e sociale.
Nell’ultimo giorno dei lavori è
salito sul podio il cinquantunenne Christopher Duraisingh, teologo protestante originario dell'India del Sud, già designato
successore di Stockwell dal 1»
agosto, che ha sostenuto come
« universalità e inclusività » siano gli aspetti della missione cristiana che, stando alle risultanze del dibattito della Conferenza, debbono essere maggiormen
Dl FRONTE ALLA NOSTRA COSCIENZA
La santificazione
« Cercate la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore» (Ebrei 12: 14).
Nelle nostre chiese non si sente molto parlare
di santificazione. Eppure Cristo è stato fatto per
noi, oltre che sapienza, giustizia e redenzione, anche santificazione (I Epistola ai Corinzi 1: 30). Non
è per procurarsi dei meriti che si deve cercare o
procacciare la santificazione, ma per dare un segno di vera conversione, e la testimonianza che
Cristo ci ha perdonati, ci ha giustificati dinanzi
a Dio, con la sua morte e con la sua resurrezione.
Il processo della salvezza in genere è questo: ascolto della divina Parola, fede che la recepisce, giustificazione di tutti i nostri peccati e poi, per riconoscenza a Dio che in Cristo ci ha fatto grazia,
gli consacriamo la nostra vita.
La santificazione dunque non è frutto dei nostri sforzi e non ha per scopo un accumulare dei
meriti dinanzi agli uomini e tanto meno dinanzi
a Dio. Cristo solo ha i meriti ed egli può e vuole
che viviamo una vita santa, per la potenza da alto,
cioè per il soccorso costante dello Spirito Santo.
La nostra vita di schiavi liberati dalle conseguenze e dalle catene del peccato appartiene da
ora in poi a colui che ci ha redenti. Siamo dei
liberti che devono mettersi al servizio della gloria del Regno.
Non ci può essere una consacrazione parziale,
ma solo totale (I Tessalonicesi 5: 23). La separazione dal male e la consacrazione a Dio non devono
conoscere riserve. Tutto l’essere nostro deve cercare di vivere la fede, l'amore, la santificazione.
La santificazione del corpo che è il tempio dello Spirito Santo (I Corinzi 6: 19; cfr. i versetti
9h-20). L’impurità, l’infedeltà, l’adulterio sono oggetto della condanna divina. La regola proposta
dall’apostolo Paolo è precisa: ogni uomo abbia sua
moglie e ogni donna suo marito (I Corinzi 7.- 2-16).
Se si vuole cercare la santità della mente, bisogna nutrirla con parole e letture sane e anche
con visioni, nella vita e presso la TV, che non ci
lascino un senso di nausea. A quando un repulisti
riguardo a quel che udiamo, diciamo, a.scoltiamo
o vediamo?
C’è quindi la santificazione del cuore. Già Gesù parlava, nel Sermone sul monte, della purezza
di cuore, la quale permette di vedere Dio (Matteo 5: 8). C’è corrispondenza tra quanto è affermato nell’Evangelo e quanto è scritto dall’autore
dell’Epistola agli Ebrei. Se uno stagno ha l’acqua
torbida o è pieno di erbacce, la trasparenza è compromessa e non si vede il fondo. Così se il nostro
cuore è pieno di cattive erbacce: concupiscenze
carnali o di altra natura, odi, rancori, gelosie, invidie, velleità di vendetta, disimpegno o indifferenza colpevole verso chi ha bisogno... la visione
di Dio, la fede gioiosa ne è turbata. Dobbiamo
arrivare ad avere lo stesso sentimento che è stato in Gesù Cristo (Filippesi 2: 5). Lo stesso atto
di culto è turbato se abbiamo sentimenti verso il
prossimo che non siano consoni alla divina volontà che ci vuole tutti fratelli.
La santificazione deve penetrare anche nel luogo più segreto della nostra vita, là dove si prendono le decisioni: la coscienza. Essa è, dopo aver
recepito il perdono divino, in pace con Dio, con
gli altri, con noi stessi e con tutti gli esseri della
natura. Il lavacro ottenuto mediante il perdono
divino, testimoniato dal battesimo del credente
(un tempo almeno era così), ci obbliga moralmente a dare alla nostra vita un’altra direzione. Non
possiamo più seguire l’andazzo del mondo con la
sua profanità, le sue bestemmie, i suoi inganni, i
suoi imbrogli, la sua disonestà, ma immetterci
nella via della santità, della dedizione e servizio di
Dio nel prossimo bisognoso di aiuto, di comprensione, di simpatia. Ogni tanto impariamo a cercare la luce e la forza da alto per potere tradurre
nella nostra prassi i princìpi d’amore dell’Evangelo. Dobbiamo imparare ad ascoltare la voce dello Spirito che ci ammonisce, ci consiglia, ci esorta
a perseverare nel bene, malgrado tutto e tutti, malgrado le incomprensioni o le beffe. La voce dello
Spirito o l’ispirazione dònna si ascolta quando siamo nel silenzio e nella preghiera, o meditando la
Parola.
In una parola tutta la nostra vita è entrata, per
la fede, nella ricerca e nell’attuazione della santificazione, non per nostra gloria, ma per la gloria
di Dio e per dare una testimonianza efficace. Bisogna vivere con coerenza la fede in Cristo. Ci
aiuti il Signore col battesimo del suo Spirito Santo.
Liborio Naso
te perseguiti. Nel corso dei lavori, una volta di più è emerso
il fatto che le relazioni di carattere missionario riflettono,
quasi ovunque, l'attuale ordine
economico del nostro mondo in
cui il controllo e il potere economico sono al Nord.
Una priorità ecumenica dei
prossimi anni dev’essere quella
— dice Duraisingh — di condividere le risorse, il personale e il
materiale della missione non in
senso unilaterale, ma multilaterale. In effetti la missione, malgrado sia un'esigenza riconosciuta come compito essenziale di
ogni chiesa, è rimasta soprattutto un privilegio delle chiese ricche nei confronti delle chiese povere. « Occorre girmgere ad una
nuova qualità della missione —
afferma un documento della Conferenza — per la quale ne beneficino Solidarmente sia la comunità che riceve il missionario, sia
quella che lo invia ». Nella Conferenza di San Antonio, che aveva per motto « Che la tua volontà sia fatta — Una missione conforme al mandato di Cristo »,
e che ha lavorato per gruppi
su quattro direttrici: convertirsi al Dio vivente; condividere le
sofferenze e le lotte; la terra è
di Dio; verso il rinnovamento
delle comunità nella missione, si
è parlato, e a lungo, anche di
scottanti questioni internazionali.
Sul problema palestinese si è
detto che, proprio perché si accetta lo stato d’Israele come realtà inelimmabile, ora si deve lavorare perché i legittimi diritti
del popolo palestinese vengano
finalmente riconosciuti.
Dure critiche sono state inoltre rivolte ad alcune chiese statunitensi che con la loro tacita
complicità sostengono istituzio;
ni compromesse in situazioni di
oppressione: nelle Filippine, Sud
Corea, Sud Africa, Namibia e
America latina.
Per la prima volta partecipava alla Conferenza una delegazione della Cina, composta di otto
persone. E nel gruppo dei 48
membri cattolico-romani vi era
un contingente di 21 persone nominate ufficialmente dal Vaticano.
La missione — osserva il documento di una sezione della
Conferenza — si estende a tutta
la creazione di Dio. La responsabilità della chiesa di fronte al
creato è parte cruciale della missione della chiesa. Essa dovrebbe invitare la gente a cambiare
stile di vita nei confronti dei niù
importanti problemi ecologici e
ad aprirsi ai senza terra, agli
emarginati e ai rifugiati del nostro tempo. Partecipare alla sofferenza è il cuore della missione
di Dio nel mondo. « Ma la sofferenza — afferma un altro testo della Conferenza — non deve essere romanticizzata, bensì
superata attraverso la lotta ». In
conclusione, seguire Cristo oggi
significa partecipare alle lotte
per la trasformazione della società.
Giuseppe Platone
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commenti e dibattiti
9 giugno 1989
UN’EPÌGRAFE
PER SALBERTRAND
Dal « programma delle manifestazioni » del tricentenario si apprende che
il 23 luglio p.v. si dovrebbe inaugurare a Salbertrand un « cippo commemorativo a ricordo » del modesto fatto
d’armi ivi avvenuto all'Imbrunire del
24 agosto 1689. Il « cippo », proposto
dal Comune di Salbertrand alla Società
di studi valdesi, non è noto se sarà
posto dalla parte del ponte dove si
svolse l'assalto dei valdesi che riuscirono a passare, oppure dall'altra parte
dove si registrò la sconfitta dei franco-piemontesi. Certo è che la gente
del luogo quella sera d'agosto non
stava dalla parte dei valdesi. Al massimo era inconsapevole di quanto stava avvenendo. Ora dopo 300 anni si
vuole commemorare una sconfitta. E'
insolito, ma lo si può fare. Il • cippo »
ci può anche stare al ponte di Salbertrand! Ma l’epigrafe progettata, quella no!
L'epigrafe è stata proposta dalla
Commissione per il tricentenario per
conto della Società di studi valdesi,
quasi che questa — quale società di
cultura — non sappia neppure più dettare il testo di una targa da affiggere
al « cippo ». Il testo pare sia quello
apparso sul giornale del 14 aprile scorso, che tutti hanno letto, ma di fronte al quale nessuno sinora ha protestato. Con detta epigrafe, e fuori di
ogni ragionevole misura, si pensa di
dare ad intendere che a quel ponte
si combattè la battaglia • decisiva »
circa « le lotte che si resero necessarie per costruire un'Europa democratica aperta a tutte le fedi e a tutte
le idee »! Tale sarebbe oggi il senso
e la portata di quel piccolo fatto d'armi!
Non v’è maggiore errore storico di
quello di prestare alla gente di ieri,
o di 300 anni fa, le idee, le aspirazioni, i sogni e le emozioni che si
vivono oggi. E' evidente che questa
epigrafe è una panzana ed una gonfiatura priva di senso. Tutti sanno, perché i cronisti del tempo ce lo hanno
tramandato, che a Salbertrand non si
svolge una battaglia, per giunta • decisiva », ma un modesto scontro militare che non durò neppure due ore,
combattuto con sciabole e fucileria
sul far della sera. Roba da poco che
CASA EVANGEUCA
METODISTA
S. MARZANO OLIVETO
Corso di
informatica
pratica
Nei mesi di luglio ed agosto
’89, la Casa offre a tutti, ed in
particolare a pastori e diaconi, la possibilità di imparare
ad usare gli elaboratori elettronici... moderni elettrodomestici che sostituiscono macchine da scrivere, contabili,
ciclostili, ecc. Poiché la Casa
continua ad ospitare persone
anziane in questo periodo (c’è
ancora posto ! prenotate ! ), sono disponibili 8 periodi di 7
giorni per un massimo di sei
persone ogni periodo: L. 133
mila tutto compreso in camera a due letti per 7 giorni;
condizioni particolari per pastori e diaconi iscritti nel ruolo della Tavola valdese (L.
70.000). Prove pratiche con
due (tre) elaboratori diventati attualmente IBM-compatibili, al costo più basso del
mercato attuale. Possibilità
di acquisto a prezzo di mercato (L. 300.(KX) oggi!) prima
che aumentino (in Inghilterra,
dove li fabbricano, sono immediatamente aumentati di
150.000 lire); oltre ad essere
IBM-compatibili, fanno quello che gli attuali IBM non
fanno ancora. Scrivere o telefonare a:
Ugo Tomassone
davi, 17 ■ 18100 Imperia
tei. 0183/680019
oppure 0141/856130
reg.
non ha Inciso in modo « decisivo » sugli eventi del tempo. « Decisivo » sarebbe stato se i valdesi non fossero
riusciti a passare al di là del ponte. A
loro non sarebbe rimasto che ritornare
al di là del temano; e così anche la
spedizione che li doveva ricondurre alle loro case sarebbe stata registrata
S’alo come un terzo tentativo fallito
di una impresa impossibile. Viceversa,
essendo riusciti a passare, la spedizione potè proseguire con quell'esito felice che le circostanze consentirono...
e noi valdesi ora siamo ancora qui nel.
le Valli a dispetto e scorno del re di
Francia, del duca di Savoia, dei loro
generali e consiglieri politici. Questo il
significato storico deH’evento, modesto, ma valido.
E' vero che il tutto della spedizione
era inserito in un piano politico generale rientrante nelle lotte di potere
per il predominio in Europa, ma si
trattava di egemonie tra assolutismi
contrapposti, altro che • Europa democratica aperta »... ai sogni futuribili
della Commissione per il tricentenario!
Lo scopo della spedizione, di cui i vaidesi che combatterono a Salbertrand
erano scarsamente edotti, era di cercar di promuovere una rivolta nel Delfinato contro Luigi XIV, e nel contempo, riconducendo i valdesi nelle loro
Valli, determinare un qualche scompiglio anche nelle strategie politicomilitari dei piemontesi. Per i valdesi
poi lo scopo era quello di tornare alle
loro terre a mano armata ed a scorno
del Savoia che ne aveva causata la
strage e l'esilio tre anni prima. Le
visioni politiche lumeggiate neil'epigrafe sono fuori del tempo e delle menti di quanti hanno partecipato agli eventi del 1689-90.
Perché bisogna sempre lasciarsi
prendere la mano dalla retorica, dallo
spirito di trionfalismo, dalla voglia di
gonfiare gli eventi? Anche nelle celebrazioni centenarie occorrerebbe una
maggiore serietà. Certo anche 100 anni
fa, in occasione del bicentenario, di balordaggini se ne compirono e non poche. Ma non bastavano quelle, e le
distorsioni storiche ohe hanno provocato?
Giorgio Peyrot, Torre Pellice
UN RICHIAMO CHE
ARRIVA TARDI
Un lettore di Pomaretto si domanda
perché la circolare della Tavola del
14.10.88 (quella della « conversione e
deli'inversione di marcia » delle nostre
chiese) sia stata piuttosto inascoltata nonostante il linguaggio vistosamente allarmato.
Ora, pur condividendo in pieno la
neccessità di una nuova mentalità (che
poi non può essere altro che la metànoia evangelica) mi sembra che il
discorso della Tavola arrivi troppo tardi perché i problemi e i mali presenti
siano risolvibili con una semplice esortazione a « cambiare tendenza ».
Cosa può recepire il comune membro di chiesa, educato alla più assoluta ed acquiescente passività da una
casta pastorale accentratrice che non
ti abitua nemmeno a scegliere l'inno
che devi cantare e ti somministra la
moda teologica dell'anno con sermoni
fumosi, noiosi, pieni di retoriche proclamazioni solenni come se si stesse
parlando aH'assemblea delle Nazioni
Unite piuttosto che al solito gruppetto
di attoniti ascoltatori?
Cambiare mentalità? Certo! Ma come spiegare il senso di tutto ciò
alle comunità disorientate da avvicendamenti pastorali che rivoluzionano gli
orientamenti teologici precedentemente
Personalia
Edoardo Aime, Antonio Kovacs, Guido Botturi, Franco Operti, Marco Gay,
Claudio Decker, Dario Varese ricordano. con riconoscenza, l’impegno che II
prof. Valerio Gay — direttore degli
Ospedali valdesi di Pomaretto e Torre
Pellice — ha portato con alta professionalità e disponibilità umana nella ricostruzione e nell'inserimento dei medesimi nella riforma sanitaria.
Auguriamo al professore, oggi primario medico dell'Ospedale civile di
Pinerolo. le più ampie gratificazioni
nel suo nuovo ruolo al servizio della
popolazione dei pinerolese.
seguiti? Si passa come se niente fosse dalle prediche moraliste sui dieci
comandamenti ai matrimoni omosessuali, dalle pie consolazioni di un paradiso celeste al Regno di Dio visto
come realizzazione terrena della società socialista.
La circolare della Tavola non ha fatto
notizia. E' logico, i nostri frastornati
membri sono ormai assuefatti a tutto,
anche a sentirsi dire da un giorno
all'altro che la resurrezione di Cristo
è la riedizione di un mito babilonese
0 un fatto immaginario. Cosa poi Cristo abbia realmente detto o non detto
sembra diventare un dettaglio senza
importanza, in compenso, diventa importante discutere sulla toga dei pastori-sacerdoti e guai a parlare di
cambiare ia disposizione dei banchi nei
tempio. Si direbbe che molti membri,
confusi da anni di predicazioni contraddittorie e incomprensibili ai più, si siano rifugiati in una religiosità esteriore
fatta di tradizioni e gesti rassicuranti
nella loro immutabile ripetitività.
Occorre operare . un’inversione di
tendenza » dice candidamente la Tavola. Cosa significa cambiare tendenza laddove non si sa più nemmeno
quale sia la tendenza? Tutto e il contrario di tutto si crede e si pensa in
una chiesa dove si aderisce scrivendosi da soli la confessione di fede che
si intende credere. Si accetta quindi
come confessione di fede anche la
moda ecologica, l'ideale pacifista, lo
spirito associativo, l’impegno politico,
la bontà, la vocazione al servizio civile, ecc. (...)
Non sto certo criticando la ricerca
teologica, ci mancherebbe altro, ma la
chiesa ha comunque bisogno di mantenere una linea chiara anziché perdersi nel vortice delle ipotesi confuse,
delle relativizzazioni, dei dogmatismi
vecchi e nuovi. Altrimenti sarà sempre più arduo spiegare ad un esterno
che deve credere ad una confessione
di fede a cui noi però diciamo apertamente di non credere più. (...)
Occorre riformare le comunità trasformandoie da ghetti religiosi a scuole
di libertà e di salvezza. Poi il culto,
da momento rituale ripetitivo e sclerotizzato a vero momento di incontro
di persone nuove, gioiose ed entusiaste del privilegio di lavorare per il
Regno di Dio.
Poi occorre riformare anche le pesanti sovrastrutture ecclesiastiche che
fra distretti, circuiti, commissioni e
consigli vari producono più chiacchiere
e dispersioni di energie che fatti concreti.
Non ultima, ia riforma dell'evangelizzazione; dai soliti timidi, sporadici e
goffi tentativi ad una vera e pianificata attività regolare, ben organizzata,
con metodi di comunicazione adatti ai
tempi e ai luoghi, dotata di strumenti
pertinenti e specializzati.
Luigi M. Nicolai, Terni
LA MIA IRLANDA
Cara redazione,
la lettura deH’articolo di R. Peyrot
« L'Irlanda dei Nord e i'Europa » mi
ha provocato una certa perplessità:
se infatti sono d’accordo con le preoccupazioni di Amnesty International
riguardo alie violazioni dei diritti umani nel mondo (e quindi anche in Gran
Bretagna), mi convince meno il linguaggio usato da Peyrot (e dalTarticolo
della rivista « Avvenimenti » che lui
cita) che dà la solita immagine (come minimo imprecisa) di un'lrlanda
del Nord - occupata » dagli inglesi, che
sfruttano i cattolici — i quali iottano
per la loro libertà.
Probabilmente le perplessità di fronte a questi preconcetti mi derivano dal
fatto che l'anno scorso ho vissuto in
Gran Bretagna, ho seguito le vicende
di cui parla Peyrot, ho viaggiato per
rirlanda (Repubblica e Ulster) ecc.
L'impressione che ne ho ricavato è stata di un paese drammaticamente lacerato da conflitti antichi (e forse irrisolvibili), per cui tutte le nostre idee andrebbero rivedute e corrette alla luce di una realtà talmente diversa dalla
nostra da parere incomprensibile. Si
possono fare degli esempi:
— l'esercito « inglese » che occupa l'Ulster; l’esercito di cui si parla
è britannico (non solo inglese); giunse
in Ulster per proteggere I cattolici ed
è sentito come . suo » dalla stragrande
maggioranza della popolazione (67%,
dice l'articolo del giornale). Pensare
che gli « inglesi » se ne debbano andare è più o meno come pensare che
l'esercito italiano se ne debba andare
dal Trentino e dall’Alto Adige (nota
bene: entrambe le regioni).
— TIRA fa regolari campagne nel
mondo per farsi una « verginità » che
non ha: proprio ai funerali di uno dei
tre terroristi uccisi a Gibilterra (di cui
parla Peyrot) vennero uccisi a calci e
pugni due soldati inglesi (uccisione
peraltro filmata dalla televisione britannica e trasmessa in Gran Bretagna
e Irlanda); nelTUIster gli omicidi si
susseguono quotidianamente, anche se
le notizie non arrivano fino a noi;
— se TIRA raggiungesse ¡1 suo scopo (l'unificazione politica dell’isola) è
probabile che tutti (cattolici e protestanti) ci perderebbero, perché la Repubblica d’Irlanda è uno dei paesi più
poveri d'Europa, e non potrebbe garantire ai suoi cittadini nemmeno il sussidio di disoccupazione (cosa che la
Gran Bretagna fa, anche per i cattoli
ci ovviamente). In più l’unificazione
causerebbe molto probabilmente una
guerra civile di proporzioni inimmaginabili. Tra l'altro i cittadini delTUIster
ci perderebbero anche in « diritti » che
noi consideriamo normali, come il divorzio, l'aborto, l'uso dei metodi anticoncezionali ecc. Infatti nella Repubblica ia Chiesa cattolica ha un potere pressoché assoluto (un solo aneddoto: nella Repubblica, prima del
telegiornale, al posto del segnale orario viene proiettata l’immagine di un
angelo e suona una campanella — per
lasciare a tutti il tempo di recitare
l’angelus!). Noi ci lamentiamo dello
strapotere dei preti in Italia... la Repubblica d’Irlanda è forse peggio. Perché mai i protestanti dovrebbero rassegnarsi a vivere in un paese così?
In conclusione penso che il dramma
delTUIster sia reale, che la politica
repressiva della Gran Bretagna sia decisamente sbagliata (anche se è vero
che, proprio riguardo all'uccisione dei
tre di Gibilterra, la TV britannica trasmise un programma » senza peli sulla
lingua » all'ora di maggior diffusione!)...
ma che nemmeno delle prese di posizione ideologiche possano essere utili
alla pace in quella zona.
Gregorio Plescan, Prali
Fondo di solidarietà
In attesa di pubblicare quanto
prima possibile un nuovo elenco delle offerte, ricordiamo ai
lettori le attuali destinazioni del
Pondo.
Innanzitutto, il Centro agricolo e sociosanitarUo in Zambia (A.
frica) appoggiato dalla CEVAA.
Questo progetto continua e potenzia l’opera missionaria cominciata sulle rive dello Zambesi più di un secolo fa. Esso sarà
articolato in vari settori fra loro coordinati che, oltre all’assistenza spirituale, comprendono
un’attività di educazione sanitaria, nuove tecniche di coltivazione tali da assicurare un’alimentazione autosufficiente e corretta, nonché un’adeguata assistenza tecnico-idrica per scavi di
pozzi, irrigazione e creazione di
un canale percorribile da un’imbarcazione a motore.
Ricordiamo poi l’appello delle
Chiese evangeliche della Giàmaica che, duramente colpite da
un tifone, hanno riportato gravi danni, valutabili in alcimi miliardi di lire. Particolarmente
colpita la Facoltà di teologia,
che prepara tutti i pastori evangelici della Giamaica.
Infine, per quanto concerne il
laboratorio di cucito di Managua (Nicaragua) annunciamo la
chiusura della sottoscrizione;
per non tardare oltre, data l’urgenza della cosa, provvederemo
ad inviare la somma di L. 2
milioni. Ulteriori offerte che dovessero ancora giungere a tale
fine verranno destinate alle altre
iniziative in corso.
Le offerte vanno Inviate a: La
Luce, Fondo di solidarietà, via
Pio V, 15, Torino, conto corr. postale n. 11234101.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore; Giuseppe Platone
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Chiarini, Rosanna Ciappa Nitti, Gino
Conte, Piera Egidi, Claudio Martelii, Emmanuele Paschetto, Roberto
Peyrot, Mirella Scorsonelli
Redattori; Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Plervaldo
Rostan
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione; Mitzi Menusan
Revisione editoriale: Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione; Loris Bertot
Stampa; Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud, 23 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunaie di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoli
ABBONAMENTI 1989
Italia Estero
Ordinario annuale L. 38.000 Ordinario annuale L, 70.000
Ordinario semestrale L. 20.000 Ordinario (via aerea) L. 100.000
Costo reale L. 60.000 Sostenitore (via ae-
Sostenitore annuale L. 75.000 rea) L. 120.000
Da versare sul c.c.p. n. 20936100 intestato a A.I.P. - via Pio V, 15
10125 Torino
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FONDO DI SOLIDARIETÀ': c.c.p. n. 11234101 Intestato a La Luce via
Pio V, 15 - 10125 Torino
Amministrazione del fondo; Maria Luisa Barberis, Renato CoTsson, Roberto Peyrot
Il n. 22/89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino il 31 maggio
e a quelli delle valli valdesi il 1” giugno 1989.
Hanno collaDorato a questo numero: Eugenio Bernardini. Valter Cesan, Roberto Charbonnier, Enrico Fumerò, Giorgina Giacone, Marco Gisola, Vera
Long, Luigi Marchetti, Aldo Rutigliano.
3
giugno 1989
vita delie chiese
SALERNO - CHIESA METODISTA
Nuovi strumenti
Domenica 21 maggio si sono
inaugurati a Salerno i nuovi locali della Chiesa metodista. Si
tratta di un nuovo e più funzionale strumento di servizio per
la predicazione e la testimonianza evangelica in città.
E’ stata una domenica di festa! Al mattino si sono uniti alla chiesa di Salerno circa 200
tra valdesi e metodisti provenienti da Napoli, Ponticelli, Caivano
e anche da Roma.
Il culto di dedicazione è stato
presieduto dal presidente del
consiglio di chiesa Michele Stameli, mentre la predicazione (un
forte messaggio evangelistico) è
stata tenuta dal past. Claudio
Martelli, presidente del Comitato OPCEMI. Il past. Giovanni
Anziani ha celebrato la Cena del
Signore e ha accolto la dichiarazione di fede di due giovani catecumeni.
Dopo il pranzo tenuto presso
un ristorante della città, la giornata è proseguita con la inaugurazione, nel nuovo locale di culto. del Centro comunitario « Aurelio Cappello ». Il past. Anziani,
neH’introduzione, ha illustrato
il programma delle attività del
Centro spiegando il motivo della dedica. Si è trattato di una
scelta do\oita al ricordo di un
pastore metodista che ha operato negli aiini ’50 con consacrazione nella città di Salerno.
Il past. Anziani ha ricordato
la sua iniziativa a favore della
gioventù e il suo lavoro per portare nella città, tramite un giornale, informazioni sulla vita delle chiese protestanti in Italia e
in Europa.
Il programma del Centro comunitario è diretto verso tre
obiettivi: iniziative di servizio
per il quartiere, lavoro culturale con i giovani, centro di documentazione storica dell’evangelismo in provincia di Salerno.
La cerimonia inaugurale ha
avuto luogo con una conferenza storica tenuta dal fratello Giovanni Colangelo, ricercatore della storia religiosa meridionale.
Nel suo intervento è stato posto
in risalto un momento particolarmente triste della comunità
metodista. Nel 1928-1930 il progetto per la costruzione a Salerno di una chiesa per la predi
Conferenze
distrettuali
— La Conferenza del I distretto si tiene sabato 10 e domenica 11 giugno nel tempio
di Villar Pellice. Domenica,
alle ore 11, si terrà il culto
presieduto dal past. Vito Gardiol.
Contrariamente a quanto erroneamente indicato nel numero scorso, i lavori iniziano
sabato 10 alle ore 9.
— La Conferenza del II distretto si tiene a Milano, presso la Chiesa metodista (v.
Porro Lambertenghi, 28), nei
giorni di sabato 24 e domenica
25 giugno, con inizio il sabato
alle 1Ò,30. La predicazione al
culto di domenica sarà tenuta
da Pebe Rossi Cavazzutti.
— La Conferenza del III distretto si tiene a Ecumene sabato 17 e domenica 18 giugno ;
il culto di apertura (sabato,
ore 9,30) sarà tenuto dal past.
Carmen Trobla Ceteroni.
— La Conferenza del IV distretto si tiene presso il Villaggio della speranza di Monteforte Irpino, da venerdì 9 a
domenica 11 giugno. Il culto
di apertura (venerdì, ore
17,30) sarà presieduto dal
past. Ermanno Genre.
Grande partecipazione al culto inaugurale dei nuovi locali di culto
a Salerno.
cazione pubblica dell'Evangelo
veniva distrutto dal potere clericale e fascista di quegli anni.
La chiesa dovette allora operare o in case private o in locah
presi in affitto e non sempre dignitosi. Oggi, in un’epoca di grande libertà, è chiesta alla nostra
comunità innanzitutto mia precisa responsabilità affinché, con
i nuovi strumenti dei quali si è
dotata, possa con nuovo entusiasmo continuare un cammino di
annunzio dell’Evangelo della grazia e dell’amore di Dio.
Molti sono stati i fratelli e le
sorelle che sono intervenuti nel
dibattito. Ricordiamo i saluti del
past. Giorgio Bouchard, presidente della EGEI; del fratello Mar
co Fiorio a nome della Commissione esecutiva del 4« Distretto;
del responsabile del Centro « Casa Mia » di Ponticelli, Salvatore
Cortini; della sorella Anna Nitti
che ha ricordato il legame di
fraternità con il past. Aurelio
Cappello; e del fratello Silvio
Cappello, membro del consiglio
di chiesa di Salerno e figlio del
pastore.
Hanno inviato loro messaggi
di solidarietà il moderatore della Tavola valdese, il past. Gianna Sciclone, il past. Enrico Trobia, il past. Giuseppe Anziani,
il past. Salvatore Carco e la chiesa metodista di Roma con il
past. Aurelio Sbaffi.
Giovanni Anziani
AWS
Cambio di consegne
Nel corso dell’ultimo convegno
annuale, svoltosi a New York
all’inizio di maggio, l’American
Waldensian Society (AWS), diretta dal pastore presbiteriano
Frank Gibson, ha nominato un
nuovo esecutivo così composto :
il past. Ralph Ahlberg, segretario ; il pastore Gilbert Bowen, vicepresidente; Lon Haines tesoriere; il pastore Alfred Janavel,
il pastore Thomas Trainor e
Paul Davit membri. Presidente
del Comitato esecutivo delTAWS
è stata eletta il pastore Laura
Jervis, che prende così il posto
del pastore Robert Lamont che
ha coperto questa carica dal 1971
al 1' maggio del 1989. Lamont, a
cui va la riconoscenza dell’AWS
e delle nostre chiese, è stato per
molti anni pastore della First
Presbyterian Church di Pittsburgh.
Laura Jervis, pastore e direttrice di un centro di aiuto per
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Incontro giovanile
CMi • Í ' »'¥ '41 lì
Laura Jerwis (la seconda da destra) è la nuova presidente dell'AWS.
anziani e emarginati a New
York, attiva nell’ambito della
commissione salute, educazione
ed assistenza della chiesa presbiteriana, è membro del comitato
dell’AWS dal 1970 e più di una
volta è stata in visita in Italia,
particolarmente alle valli valdesi
dove ha le sue ’’radici” familiari.
Nel corso dell’incontro newyorkese sono stati salutati nuovi
membri del sodalizio che appartengono non più, com’era tradizione nel passato, solo alla chiesa
presbiteriana ma anche alTUnited Church of Christ e alTUnited
Methodist Church. Si allarga così la base denominazionale dei
membri dell’AWS, tra i cui scopi
c’è quello sia di sostenere finanziariamente l’opera delle nostre
chiese in Italia ed in Uruguay, sia
di promuovere scambi ed informazioni tra le due sponde dell’Atlantico,
G.P.
BOBBIO PELLICE — Per il
secondo anno consecutivo i giovani del 1° distretto, appartenenti ai vari gruppi giovanili delle
valli, si sono ritrovati in rm incontro generale la cui organizzazione ha coinvolto molte persone
per buona parte della primavera.
Tema conduttore della giornata del 28 maggio, « i soldi », l’importanza del denaro nella vita di
credenti e non. Un argomento
che si può facilmente collegare con quello che aveva caratterizzato l’incontro dello scorso anno, e cioè quello delTimmigrazione dai paesi del Terzo Mondo
verso quelli industrializzati.
Molti gruppi hanno preparato
dei lavori che sono stati presentati nel corso della giornata; il
sabato sera il gruppo di Pomaretto ha presentato uno spettacolo teatrale molto significativo
dal titolo « Canto di Natale »
(un uomo molto avaro, impegnato solo a guadagnare denaro, trascurando per questo anche i propri parenti, grazie a tre « visioni » dei Natali del passato, del
presente e del futuro, cambia vita diventando persona generosa
ed attenta ai bisogni della famiglia).
Domenica mattina alcuni giovani hanno presieduto il culto e
nel pomeriggio sono stati esposti
i risultati di un’inchiesta sull’importanza del denaro condotta dal
gruppo dei Coppieri di Torre
Pellice, cui ha fatto seguito la distribuzione di un test sulle capacità di essere acquirenti razionali.
Il pomeriggio è poi terminato
con giochi, canti e l’immancabile
thè.
Si è trattato di un incontro positivo, non solo per le riflessioni
effettuate, ma anche per la semplice opportunità di incontrarsi,
trascorrendo un fine settimana
divertente e nello stesso tempo
costruttivo, anche se, purtroppo,
i gruppi di alcune comunità non
erano presenti.
Il coordinamento dei giovani
del distretto tornerà a riunirsi in
autunno, con la speranza di allargare ulteriormente la base dei
partecipanti.
Matrimoni
ANGROGNA — Con vm numeroso concorso di pubblico si sono celebrati, durante il culto del
28 maggio, i matrimoni di: Albino Bertin e Elena Bertot; Tiziano Rostagnotto e Manuela Rivoira; Renzo Paschetto e Eliana
Ricca. Il matrimonio di Tiziano
e Manuela aveva carattere interconfessionale, sicché al termine
della sua celebrazione don Mario Polastro di Pinerolo ha portato il saluto della comunità/ cattolica rilanciando così, con un
breve ma denso messaggio biblico, la sfida ecumenica ad entrambe le chiese.
• Nel pomeriggio si è svolto il
tradizionale bazar di fine maggio, organizzato con cura dalla
unione femminile; è stata una
bella occasione d’incontro che ha
fruttato oltre tre milioni per il
lavoro della chiesa.
Pochi i presenti
SAN GERMANO — L’assemblea di chiesa di domenica 21
maggio, benché composta di un
numero veramente esiguo di
membri elettori (si tratta di disinteresse per la chiesa oppure
di altre cause, giustificabili o
meno?), ha suscitato interesse
nei pochi presenti, alcuni dei
quali hanno espresso chiaramente il loro parere, specie su due
argomenti della relazione annua.
AlTunanimità è stato approvato
l’impegno finanziario richiesto
dalla Tavola per il 1990 e, sebbene con qualche riserva da parte
di alcuni, è stato deciso di fare la
Santa Cena in cerchio, ossia come già si fa in molte altre comunità, nelle domeniche normali
(prima domenica del mese); si
farà invece in modo tradizionale
quando i presenti al culto saranno assai numerosi (vedi Natale,
Pasqua). In fondo è una decisione positiva poiché è giusto
che, come alcuni hanno osservato, non si sia legati in modo assoluto a certi schemi, ma che ci
sia tra noi la libertà evangelica
anche per quel che concerne la
liturgia. La relazione presentata
dal Concistoro è stata approvata
da tutti.
Note liete
POMARETTO — Lo Spirito
del Signore è stato invocato in
occasione dei battesimi di Samantha Bonino, di Paolo e di Daniela Tron, e di Fabrizio e Fabio
De Mar, di Danilo e di Marina
Ribet, Possano crescere questi
bimbi sotto la costante guida
dello Spirito del Signore.
• Due nascite sono venute a
portare gioia in due famiglie della nostra comunità.
Sono nati infatti Sonia Peyrot, di Amato e di Luciana Giacomino, e Enrico Peyronel, di Elvio
e di Nadia Morello. La comunità
porge un cordiale benvenuto ai
due nuovi arrivati e tanti auguri
ai rispettivi genitori.
Impegni
finanziari
PINEROLO — Solamente un
ventesimo circa dei membri di
chiesa ha coraggiosamente votato l’impegno richiesto dalla Tavola per il 1990 di L. 86.400.000.
• Sono stati battezzati durante il culto del 4 giugno i fratellini Alessandro e Andrea Comba.
Voglia il Signore accogliere le
promesse fatte dai genitori.
• Alcuni funerali sono stati celebrati nel nostro tempio: il 25
maggio quello di Remo Bonin, il
29 quello di Luigia Ribet ved. Ribet ed il giorno dopo quello di
Ermanno Pellenc. Rinnoviamo
qui le condoglianze ai familiari.
VILLASECCA — L’assemblea
ha discusso la relazione morale
del concistoro per Tanno ecclesiastico 1988-1989.
A proposito dell’impegno finanziario l’assemblea ha ritenuto
più equo riferire la richiesta di
aumento del 20% a quanto stiamo versando e non a quanto richiesto per Tanno in corso. Questo diverso riferimento comporta per la nostra comunità la differenza di L, 2.600.(XK) da versare
in meno alla cassa centrale per
Tanno 1990.
• Domenica 28 maggio abbiamo avuto un pomeriggio comunitario in occasione dell’annuale
bazar: è stato possibile realizzare incontri fraterni con un numero molto ampio di membri di
chiesa convenuti per l’occasione.
Per tutta la giornata abbiamo
ospitato i coniugi David e Margery Jerkins provenienti dall’Inghilterra, dove il marito svolge il
ruolo di Provincial Moderator,
corrispondente, in qualche modo,
al presidente della nostra CED.
Calendario
Giovedì 8 giugno
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
TORRE PELLICE — Nell’ultima riunione di quest’anno (ore 21 presso il Centro d’incontro) prosegue lo studio dell’Esodo,
4
fede e cultura
9 giugno 1989
BERNA - CONFERENZA DELLE SCUOLE DOMENICALI METODISTE
Alla scoperta
della spiritualità
il rapporto con i testi biblici e le meditazioni - Serate di animazione ispirate alle diverse culture - Utile scambio di conoscenze
NOVITÀ’ CLAUDIANA
Le chiese
e il Nicaragua
Durante le vacanze di Pasqua
si è tenuta nelle vicinanze di
Berna la Conferenza europea dei
monitori delle Scuole domenicali
metodiste.
L’incontro si è tenuto in una
casa estiva che appartiene alla
Chiesa metodista. La casa è situata nel panorama collinoso della valle deH’Emmental, vicino a
Berna.
L’obiettivo ed il proposito di
questa iniziativa sono stati quelli
di scambiare le esperienze, i mo
di e le possibilità di lavoro c
di discutere su cosa è possibile
fare all’intemo della Scuola domenicale (S. D.).
All’incontro erano stati invitati monitori ed assistenti delle
S.D. di tutta Europa. In totale
23 rappresentanti così suddivisi:
2 cecoslovacchi, 2 polacchi, 1 ungherese, 2 svedesi, 2 svizzeri, 2
norvegesi, 1 francese, 2 irlandesi, 2 inglesi, 5 membri dello staff;
un gruppo comunque molto eterogeneo. L’età media era di 30
anni, con estremi di 19 e di 55
anni.
Lo Swop Shop (così si chiamava rincontro) è iniziato mercoledì 22 marzo con l’arrivo dei partecipanti a Berna, seguito da una
visita della città e da una cena
in una delle Chiese metodiste.
Il primo giorno i testi proposti erano Geremia 7: 1-15 e Luca
3: 1-11. Abbiamo letto i brani, ne
abbiamo discusso e poi abbiamo
cercato di mirare le situazioni
più significative raccontate nei
passi, stando bene attenti a quelle che potevano essere le affinità
tra i due testi.
La seconda mattina i testi rappresentavano il tema della gioia,
da esprimere, in particolare, con
i bambini da 4 a 7 anni: Luca
2: 25-28; Luca 2: 41-52; Matteo
4: 1-11. Dojx) aver letto i testi
approfonditamente, lasciando libero spazio alle meditazioni, abbiamo cercato di tradurre i passi sotto forma di storiella facile
facile e modernizzata per i bambini degli anni ’90. E’ chiaro che
ognuno di noi ha una propria
originalità e quindi i racconti
variavano da persona a persona.
In un secondo momento, poi,
sempre in riferimento a questo
tema, ci siamo trovati alle prese con della creta e con essa abbiamo dovuto materializzare concetti, situazioni o personaggi dei
tre passi che più ci avevano colpito.
In genere si lavorava divisi in
4 gruppi: 2 di lingua inglese e 2
di lingua tedesca. Nei gruppi si
discuteva e si meditava sui testi e poi tutti insieme ci si confrontava e si partecipava alle
esercitazioni pratiche.
Il terzo giorno, invece, il tema
era la sofferenza. I testi: Matt.
21: 12-17; Giov. 2: 13-22; Matt.
26: 57-68; Matt. 27: 32-56. Dopo
aver letto e riflettuto su ogni testo i 4 gruppi ne sceglievano uno
e, in base al contenuto specifico
del passo, si cercava di esprime
re il concetto della sofferenza e
del sacrificio attraverso un insieme di collage di ritagli di
giornali o disegni nostri. Il tutto poi è stato mostrato e discusso aU’intemo della totalità
del gruppo che racchiudeva i 4
sottogruppi.
A chi si era iscritto in tempo
allo Swop Shop era stato richiesto di contribuire in qualche modo a questa iniziativa ed è così
che il primo pomeriggio è stata
la volta di Ungheria e Inghilterra.
La ragazza ungherese ci ha insegnato un paio di inni e di canzoni della loro S.D.
Le rappresentanti inglesi ci
hanno mostrato come fare ce
stini di cartone colorato e re
se di tovaglioli di carta i>er le
feste delle S.D. e come preparare il pongo con farina, acqua, sale e colorante per cibi.
Il secondo pomeriggio è stato
dedicato al teatro e ai giochi.
La prima parte è stata tenuta dagli irlandesi che ci hanno fatto
interpretare « The Story of King
Josiah », tratta da « Sketches for
Street Theatre » I giochi sono
stati organizzati dalle svedesi.
Il terzo pomeriggio i polacchi
ci hanno parlato di come loro
ipoteticamente racconterebbero
Giov. 3: 16 ai ragazzi ed è seguita una discussione sulla Bibbia.
La seconda parte del pomeriggio, invece, è stata organizzata
dagli svizzeri che ci hanno mostrato come insegnare a disegnare ai bambini e come attirare
la loro attenzione attraverso il
disegno e l’arte.
Le serate comunitarie hanno
avuto tutte un soggetto: balli e
canti di diverse nazioni, raccontare storie, musiche dai diversi
paesi. Ci siamo divertiti molto
a cantare, ballare e suonare. La
cosa sorprendente in tutto ciò
è stato il fatto di riuscire a cantare con la stessa base musicale, ma ognuno nella propria lingua.
Qui si conclude la parte di studio del soggiorno a Die Honegg.
Con la domenica di Pasqua il
soggiorno è diventato un po’ più
una vacanza. A Pasqua, nei paesi del Nord Europa, vige la tradizione di nascondere per poi
cercare nei posti più impensati
delle uova colorate, e cosi abbiamo fatto anche noi. Poi siamo
andati a fare colazione a Thun
insieme alla Chiesa metodista locale e lì abbiamo assistito anche al culto di Pasqua.
Durante il sermone ci è stato
chiesto di cantare un paio di
canzoni per presentarci, cosa che
noi abbiamo fatto molto volentieri perché il canto ci ha caratterizzati nella nostra diversità.
Dopo il culto si è organizzata
una gita alI’Oberland. Iniziativa
importante di scambio di esperienze è stata anche la visita con
pernottamento che noi, in gruppi di due o tre, abbiamo fatto il
giorno seguente ad alcune fami
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glie della Chiesa metodista di
Berna. L’incontro finale è avvenuto nel cosiddetto Alfazentrum,
di proprietà della Chiesa metodista di Berna, vicinissimo alla
stazione, centro costituito da hôtel, banca, centro per conferenze, ristorante e parcheggio. Sono
5 i complessi del genere che appartengono alla Chiesa metodista svizzera.
Questo meeting è stato molto
bello e significativo, lo spirito
di questa esperienza nuova dava un senso complessivo di unità a tutto quanto abbiamo vissuto. Il fatto che singole persone
diverse per nazionalità e cultura, dopo pochissimo tempo, abbiano trovato una intesa così
stretta è testimonianza non solo
della volontà comune che animava tutti noi, ma anche del sentirci veramente parte di una stessa chiesa.
La spiritualità può davvero dare un senso ed essere un filo conduttore per le esperienze e per
le situazioni più diverse e nuove vissute non solo da ognuno
come singolo, ma anche da un
gruppo di persone differenti. La
comunicazione tra diversi diventa allora un vissuto comune
e non soltanto una banale trasmissione di informazioni.
Poiché tutto ciò è del resto
centrale nella stessa S.D., questo scambio di conoscenze potrà
essere utilmente messo a frutto.
Marcella De Luca
Protestanti storici ed
logia e una pratica
Che nella rivoluzione sandinista del 1979 in Nicaragua contro
la dittatura di Somoza la componente cristiano-cattolica abbia avuto il suo peso è fuor di
dubbio. Lo stesso Sandino era
mosso, nel pensiero e nell’azione, da profonde motivazioni cristiane.
Ma che ruolo vi hanno avuto
ed hanno le chiese protestanti?
Non dimentichiamo che la componente cristiana acattolica in
Nicaragua rappresenta una notevole minoranza, pari ad oltre
il 13 per cento della popolazione
di 3 milioni di abitanti.
Al suddetto interrogativo dà
una risposta il libro di David
Haslam‘, pastore metodista inglese il quale, in permesso sabbatico, ha trascorso qualche mese in quel paese centroamericano per avere « una conoscenza
migliore, e di prima mano, su
ciò che stava realmente accadendo ». Questo è avvenuto nel
1986: molto opportimamente, data la continua evoluzione della
situazione, l’edizione italiana è
stata aggiornata nell’appendice
con la pubblicazione di documenti più recenti.
La simpatia e l’incondizionato
appoggio dell’autore nei confronti della rivoluzione sandinista
traspaiono in ogni pagina e la
dedica ai campesinos, i quali « lavorano, studiano, costruiscono,
soffrono e stanno all’erta affinché la rivoluzione nicaraguese
possa sopravvivere e andare avanti », ne è ulteriore riprova.
TORINO
Alle radici
dell’Europa
La scadenza delle elezioni europee e la data fatidica del 1992
hanno dato lo spunto al Club Turati, in collaborazione col Centro
evangelico di cultura, di organizzare un dibattito su « Fede, laicità e libertà alle radici dell’Europa ». Presenti : Giorgio Bouchard, che ha ricordato il contributo del protestantesimo alla cultura europea, contributo misconosciuto nel nostro paese, e ha
concluso rifiutando il progetto
wojtyliano di riproporre i simboli della cristianità alla base della
nuova Europa; Guido rubini,
della Comunità israelitica di Torino, che ha ricordato che alla
base dell’esperienza di fede
ebraica c’è l’esperienza della liberazione dalla schiavitù egiziana, e ha concluso anch’egli dicendo no all’Europa di Carlo Magno
e sì, invece, a quella dei Lumi,
dei Risorgimenti, della Resistenza; Ermis Segatti, della Facoltà
teologica cattolica, che ha rilevato che i tre termini del dibattito
sono stati raramente uniti nella
storia europea e si è augurato
che l’Europa del futuro sappia
concepire la convivenza della fede con la libertà e la laicità;
Valdo Spini, infine, sottosegretario agli Interni, ha denunciato il
provincialismo di molte scelte
italiane, come quella di non trasmettere l’eurovisione del culto
conclusivo di Basilea, e ha fatto
notare che, in un’Europa che vada dagli Urali al Portogallo, 11
cattolicesimo non è così maggioritario come, per il momento, appare all’italiano medio. Saprà la
nuova Europa del 1992 cogliere
queste sfide?
B. E.
evangelicals: una teoa volte contraddittorie
Il lavoro di Haslam considera
l’attività delle chiese « protestanti » (i moravi, i battisti, gli
episcopali, i metodisti) e di quelle « evangelica! » o fondamentaliste: CAM (Central American
Mission), Assemblee di Dio, ecc.
sottolineando che quasi tutte erano assistite direttamente — e
quindi in qualche modo anche
controllate — da chiese degli Stati Uniti. Ne derivava di conseguenza una teologia conservatrice, corollario del pensiero sociopolitico nordamericano della
prima metà del secolo, che ha
aiutato e rafforzato la dittatura.
Ma ecco il cambiamento dopo
gli eventi del 1979, sia pur parziale e graduale: mentre le comunità cattoliche di base appoggiarono la rivoluzione, « i
gruppi protestanti impegnati a
gettar le basi per l’insurrezione
furono ben poco numerosi, benché parecchi protestanti vi abbiano partecipato attivamente a
titolo individuale ». Sarà poi sotto l’effetto catalizzatore del
CEPAD (Comitato evangelico
per l’aiuto allo sviluppo), formatosi già nel 1972 in occasione del terribile terremoto, che
alcune delle chiese più conservatrici cambiarono il loro atteggiamento e collaborarono con la
nuova realtà politica. Ben 46
chiese (l’evangelismo locale è
molto frammentato) fanno parte di questo organismo, che Haslam definisce come « la più
grande organizzazione non governativa di tutto il Nicaragua »
i cui aiuti per l’emergenzr e soprattutto per lo sviluppo « hanno molti benefici effetti ».
Ma, certo, una notevole diversificazione permane fra le singole chiese, sia in campo cattolico che in quello protestante:
accanto alla « teologia della liberazione » che crede in un Dio
che porta « verso una nuova vita
di liberazione», v’è pur sempre la
« teologia di morte » che crede
in «una divinità lontana dal mondo, che osserva e valuta e che
ha già deciso quando intervenire ».
Abbiamo inizialmente accennato ai documenti in appendice:
essi concludono e sottolineano
efficacemente (alludiamo in modo particolare a quelli emessi
dalle chiese) la drammaticità
della situazione e la necessità di
una giusta pacificazione. Particolarmente accorato l’appello
della Convenzione battista (1988)
all’allora presidente statunitense Reagan (ma tutt’oggi valido
anche per il suo successore) affinché usi il dialogo e non le ar
mi — che già allora avevano
causato oltre 43 mila vittime —
per porre fine al conflitto ed
« in vista della costruzione di
un mondo nuovo ».
Roberto Peyrot
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5
9 giugno 1989
ecumenismo
ALLEANZA RIFORMATA: IN VISTA DI SEOUL
Cercare insieme il Regno
e ia giustizia
A Ginevra l’incontro delle chiese riformate dell’area europea - I
documenti preparatori e i materiali di studio - Alcune impressioni
I giochi olimpici devono aver
dato a Seoul la fama di una città capace di ospitare raduni considerevoli di persone. E’ forse
per questo che vi si svolgerà,
nel ’90, l’assemblea ecumenica
mondiale sul tema della « Pace
nella giustizia », il cui preludio
europeo si è appena svolto a
Basilea. Ed è forse per questo
che, prima di quella data, e precisamente dal 15 al 27 agosto
prossimi, Seoul ospiterà l’Assemblea generale dell’Alleanza riformata mondiale, una famiglia
di 166 chiese (36 delle quali in
Europa), che vi saranno rappresentate da 460 delegati, a cui si
aggiungeranno più o meno altre
150 persone fra membri ex officio, esecutivi, ospiti, osservatori e rappresentanti di altre chiese, traduttori.
Sempre più numerose
le chiese coinvolte
L’Assemblea di Seoul segue di
7 anni quella di Ottawa e di 14
quella di Nairobi. Che in questi
anni l’ARM sia diventata punto di riferimento e luogo di incontro per una cerchia sempre
più vasta di chiese riformate è
dimostrato dal fatto che le 127
chiese che ne facevano parte all’epoca di Nairobi sono oggi 166,
e raccolgono oltre 70 milioni di
credenti.
Tanto per fornire qualche dato aggiuntivo, del resto già noto, dirò che presidente dell’ARM
è il pastore sudafricano Allan
Boesak, che motivi immaginabi
li hanno tenuto in questi anni
lontano dalle sedute del Comitato generale; che il past. Edmond
Perret sta per passare il testimone di segretario generale al
professore cecoslovacco Milan
Opocenskj e che il prof. Lukas
Vischer presiede il comitato organizzatore.
Dal 4 al 7 maggio coloro che
rappresenteranno a Seoul le
chiese riformate dell’area europea si sono incontrati presso
Ginevra, al Centro John Knox,
per conoscersi, per discutere in
via preliminare i documenti preparatori, per mettere insieme
la « serata europea » prevista per
il 21 agosto e organizzare i culti
del mattino che ci saranno affidati.
Purtroppo non eravamo molti:
poco meno di 30, e in rappresentanza di 16 soltanto delle 36
chiese europee che fan parte dell’ARM. Ciò nonostante, le giornate sono state intense e tonificanti.
Le chiese riformate
in radiografia
Il primo documento di studio
è il Rapporto del Comitato Da
Ottawa 1982 a Seoul 1989: una rassegna delle cose fatte, degli incontri organizzati, delle visite scambiate, dei contatti tenuti con altre famiglie denominazionali (anglicani, battisti, discepoli di Cristo, luterani, mennoniti, metodisti), e dei rapporti
con la Chiesa cattolica e con la
Chiesa ortodossa. Una radiografia delle chiese riformate, con i
loro problemi diversi nelle diverse aree del globo, con la loro comune difficoltà ad incrementare
il numero dei propri membri, con
il comune problema (per alcune pesante!) di concorrere finanziariamente al lavoro dell’ARM:
su questo tema specifico il rapporto non manca di sottolineare
come un’organizzazione mondiale delle dimensioni che abbiamo
detto abbia un direttivo composto soltanto di 3 persone a pieno tempo e di 9 a tempo parziale.
Gli altri documenti di studio
portano questi titoli: Testimonianza comune della fede; Unità
e missione; Pace, giustizia e salvaguardia della creazione. Titoli forse troppo onnicomprensivi,
che nella loro vastità finiscono
In una struttura delVACNVR, rifugiate asiatiche seguono un corso
di avviamento professionale.
col dare l’impressione di contenere tutto e niente.
Vale allora la pena di sfogliare un po’ i fascicoli e ritrovarvi
alcune delle dichiarazioni pubbliche, formulate dal Comitato
generale in alcune occasioni.
Per esempio nel 1985, quando,
nel ricordare il 3” centenario della revoca dell’Editto di Nantes,
ha affermato tra l’altro: « La revoca dimostra quanto sia necessario lavorare per un ordine sociale capace di dare spazio a
una pluralità di opzioni politiche e religiose. Con la sua visione dell’unità e dell’integrità dello stato. Luigi XIV non poteva
non procedere contro le minoranze riformate... Ma anche oggi
c’è un numero crescente di paesi, di sistemi politici, di ideologie, e anche di puri e semplici
gruppi di pressione assetati di
potere che tendono ad affermare
la loro totale sovranità... Nell’interesse dello stato o di un principio, si sacrificano il rispetto
e la dignità della persona... L’Evangelo ci comanda di operare
in vista di una società in cui esser diversi non dia luogo alla
paura ma goda della protezione
dell’autorità ».
E ancora il 21 maggio 1986,
ricordando il 450“ anniversario
della Riforma ginevrina, ecco una dichiarazione, che neppure
nel linguaggio cade nel celebrativo, porre l’interrogativo se il
senso dell’esser riformati (e dell’esserlo un po’ meglio, con meno spocchia nei confronti dell’unità della chiesa) non stia nello
schierarsi « in modo chiaro ed
inequivoco » dalla parte del debole e dell’oppresso.
Né manca ima lunga e puntigliosa elencazione delle situazioni di ingiustizia, dal Lesotho a
Taiwan, dal Sud Africa alla Palestina (per non menzionarne
che alcune), che l’ARM ha denunciato in modo coraggioso e
talvolta non inefficace.
Rifarsi allo
spirito di Ottawa
Tutto questo nel rispetto dello spirito di Ottawa ’82, di cui
tutti ricordiamo le prese di posizione nei confronti delle chiese riformate bianche nel Sud
Africa, di cui mi pare interessante riportare qualche stralcio;
«In certe situazioni la confessione di fede di una chiesa deve tracciare un confine preciso
fra la verità e l’errore. Dobbiamo denunciare i cristiani che
sostengono ed aiutano l’oppressore. La situazione sudafricana
costituisce per le chiese uno
’’status confessionis”. L’apartheid
è un peccato, e la sua giustificazione teologica una parodia dell’Evangelo. L’Assemblea generale esprime il suo profondo rincrescimento per il fatto che malgrado 20 anni di dialogo con la
’’Nederduitse Gereformeerde
Kerk” e la ’’Nederduitse Hervormde Kerk”, queste non abbiano compreso che l’apartheid
contraddice la natura della chiesa ed oscura davanti al mondo
l’immagine di Cristo. Ragion per
cui, a malincuore e con dolore
profondo, l’Assemblea generale
sospende le due chiese dalla loro appartenenza all’ARM, aspettando cordialmente di poterle
reincludere quando: a) i cristiani
neri non saranno più esclusi dalla partecipazione ai culti nelle
chiese bianche, specie dalla comunione; b) saranno concreta
Quali aspettative per il futuro? Le chiese riformate pongono le basi per dare da Seoul un messaggio di speranza.
mente sostenute le vittime del
sistema segregazionista; c) in
maniera non equivoca i sinodi
si saranno pronunciati contro
l’apartheid ».
Negativo e
positivo
I problemi teologici e liturgici
si intrecciano con i problemi economici, politici e sociali. La
vita è una, e la separazione non
è possibile. Così nei documenti
si trovano pagine molto vivaci
su che cosa sia uno « status confessionis » e su quale sia la condizione della donna nella chiesa e nella società; richiami al
documento di Lima su « battesimo, eucaristia e ministero » e
prese di posizione sui diritti
umani; riflessioni sull’impegno
missionario e previsioni per
quello che potrà essere l’ARM
negli anni ’90; interrogativi e ipotesi sui rapporti con l’ebraismo
e l’islam.
Se le attese non andranno deluse, Seoul potrà dunque essere
un momento molto vivo, interessante e stimolante come sono
state le giornate ginevrine.
Vorrei concludere riportando
due impressioni.
La prima è negativa e si riferisce alla terribile fatica che è
costata gettare le basi per l’orga
nizzazione della serata europea,
il cui contenuto dovrà essere al
tempo stesso liturgico (volendo, anche con una predicazione)
e informativo. Abbiamo constatato che abbiamo poca inventiva; che molti sono ancorati alla
liturgia ginevrina, sia pure ammodernata o adattata a diverse
situazioni; che suscita sospetto
e timore la proposta di adottare, di provare una gestualità
nuova, di mettere assieme il notiziario e il culto. C’è la paura
che si scivoli nell’happening, che
si perda di solennità e forse di
serietà.. Porse sono riserve giuste... ma non è un po’ di tempo
che si parla di « linguaggio del
corpo »? Non è un po’ di tempo
che cerchiamo risposte al rilievo che le nostre chiese sono intellettualmente interessanti ma
fredde sul piano dell’espressività e del contatto umano?
La seconda è positiva e si riferisce al fatto che non mi è
parso di rilevare in nessuno, neppure come pensiero di fondo, la
preoccupazione e l’ansia per una
qualche forma di unità « strutturale » della chiesa. L’essere una famiglia di chiese organizzativamente diverse non pesa minimamente come una separazione; quel che conta è che si cerchi insieme, e prima, il Regno
di Dio e la sua giustizia. Il resto
si può bene attendere che venga sopraggiunto.
Salvatore Ricciardi
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valli valdesi
9 giugno 1989
POMARETTO
Due
strade
parallele
Per alcune settimane una famiglia africana, composta di madre e figlio, ha soggiornato nei
locali della chiesa di Ferrerò: alle prese con una legislazione repressiva, di cui nella loro inesperienza non avevano saputo
valutare a fondo le trappole, essi hanno trascorso questo periodo, aiutati in tutti i modi, a cercare di rientrare nel paese europeo che pure li aveva ospitati
fino al giorno della partenza, per
l’Italia.
Per informarsi sulle difficoltà
e Sugli aspetti positivi di un inserimento non certo usuale nella comunità di Perrero-Maniglia,
il pa.store Bru?to Tron, che si
occupa stabilmente di casi analoghi, ha voluto interrogare le
persone che sono state maggiormente a contatto con Rokhaya e
con Samba, e che infine li hanno
vi.sti riprendere un viaggio pieno di incognite.
E’ stato certo molto utile alla
conoscenza reciproca il fatto che
gli ospiti, senegalesi e di fede
islamica, quindi lontani per origine e cultura, avessero in comune con la gente del posto la lingua francese; infatti questo ha
contribuito a far loro trovare
uditori attenti e pronti a fornire indicazioni e consigli.
Era molto viva la curiosità del
giovane Samba per gli aspetti
più appariscenti della civiltà occidentale, aspetti forse un po'
idealizzati da parte di chi aveva
lasciato il paese d’origine probabilmente non tanto per miseria, perché di casta socialmente
elevata, ma perché trovava soffocanti gli obblighi imposti dalle tradizioni tribali.
Eppure, le nostre leggi non
consentono a questi immigrati
un lavoro stabile, anzi li respingono ai margini della vita civile,
facili prede di imo sfruttamento insensibile. Anche la famiglia
senegalese, che aveva già trovato in Europa una sistemazione
dignitosa, seppure non perfettamente legalizzata, è stata nuovamente spinta alla deriva attraverso frontiere che si chiudono
sempre di più alla gente di altri
continenti, mentre proclamano
di aprirsi agli europei.
Perciò le ;mrole paternalismo
e assistenzialismo erano ben presenti nella mente di chi discuteva col pastore Tron: è sufficiente la buona volontà che hanno dimostrato gli abitanti di Ferrerò, non soltanto membri della nostra chiesa, contribuendo
con larghezza al mantenimento
della signora africana e di suo
figlio? Oppure non è che un alibi con il quale ci mettiamo a
posto la coscienza, pensando di
aver fatto in fondo qualcosa di
utile?
Certamente, ha risposto Bruno Tron, il Servizio migranti della Federazione non si limita ad
assistere chi è nel bisogno, ma
si batte anche perché si facciano
leggi a favore di esseri umani
che si prestano ai lavori più umili, e rifiutati dagli europei, pur di
sopravvivere e mantenere le famiglie lontane. Ma questo non
esclude l’immediatezza dei .soccorsi a chi si trova nella triste
situazione di non avere un tetto
e a volte neppure un’identità. Si
tratta di due strade parallele che
le chiese cristiane, oggi, sono
invitate a seguire.
Liliana Vigiielmo
Mensa scolastica autogestita
Il servizio, dalla primavera, ha visto impegnati insieme genitori, insegnanti ed amministratori - Il collegamento con il tempo pieno che, dopo la ventilata chiusura, sarà mantenuto
L’anno scolastico volge al termine: è tempo di verifiche e di
consuntivi. In un momento in
cui il governo cerca di effettuare tagli alla spesa pubblica, penalizzando anche la scuola, un
piccolo comune delle nostre vallate ha scelto un ulteriore e oneroso intervento a favore della
scuola a tempo pieno e della popolazione: l’allestimento di una
nuova mensa.
Praticamente, il servizio è iniziato il 4 aprile 1989, quando i
bambini della scuola elementare,
con i loro insegnanti, si sono trasferiti dai locali del Convitto valdese alla mensa, ricavata nel
seminterrato della sede scolastica: oltre ad una spaziosa sala
da pranzo, una modernissima cucina, un locale disftensa, i servizi.
La mensa rappresenta senz’altro l'impegno più gravoso fra i
tanti sostenuti daH’amministrazione comunale di Pomaretto a
favore della scuola a tempo pieno, nell'arco di 13 anni. Tentiamo un consuntivo ponendo alcune domande all’assessore Arturo Riceli, che si occupa in
particolare del settore istruzione.
L’onere finanziario sostenuto
dal comune di Pomaretto per allestire questa mensa non è stato
troppo gravoso?
« Certamente ha pesato sul bilancio del nostro comune, ma
dal momento in cui la proposta
prima, l’impegno di spesa poi,
sono stati condivisi e votati all’unanimità dal consiglio comunale, è chiaro che valeva la pena di intervenire in questo senso.
Ritengo doveroso ricordare che
l’amministrazione è attenta alle
esigenze della scuola a tempo
pieno, anche a sostegno delle famiglie che per motivi di lavoro
devono spostarsi in località più
o meno lontane. La sicurezza di
un servizio efficiente rende meno problematica la vita che ora
si vive nella nostra valle ».
La gestione della mensa è affidata ad un comitato di genitori.
Ci può spiegare come è nata
questa idea?
« Dovendo dire come e perché
si è giunti all’autogestione del
servìzio mensa, devo ritornare al
1984, quando l’amministrazione
del Convitto valdese dovette, per
motivi economici, cessare l’erogazione dei pasti alla scuola elementare e materna di Pomaretto. Questo fatto ci mise di fronte ad una situazione alquanto
problematica, che doveva essere
risolta prima dell’apertura del
nuovo anno scolastico.
Furono quindi indette delle riunioni fra i rappresentanti comunali, gli insegnanti e i genitori,
atte a valutare le varie possibilità per ottenere un servizio efficiente, tenendo in considerazione che, per alimentare dei bambini dai 3 anni in poi, bisognava
puntare soprattutto alla qualità,
nonché alla genuinità. Non va
dimenticato il fatto che il momento della mensa è didatticamente molto importante nella
scuola a tempo pieno e qualificante ai fini della formazione dell’individuo.
Si cercò dunque il coinvolgimento totale di tutte le componenti. Questa premessa diede la
possibilità di gettare le prime basi a livello organizzativo, fino a
giungere alla costituzione di una
società semplice, senza fini di lucro, che potesse gestire tutta la
parte amministrativa e organizzativa, compreso l’acquisto delle
derrate alimentari, la vendita dei
buoni-pasto, fino alla gestione
amministrativa.
Nella scelta delle persone che
dovevano occuparsi della preparazione dei pasti si badò che si
trattasse di mamme in cerca
di lavoro, in modo che da questa organizzazione potessero nascere posti di lavoro in loco ».
Non sarebbe stato più semplice affidare in appalto ad una ditta specializzata questo servizio?
« E’ fuori da ogni dubbio che
affidare un servizio del genere
ad una ditta avrebbe semplificato di molto la gestione, esonerando genitori ed insegnanti da
un notevole lavoro volontario.
Ma, se consideriamo che gli utenti sono in definitiva i nostri figli, a maggior ragione ritengo
positivo^ il coinvolgimento di tutti i genitori ».
Gli insegnanti di Pomaretto sono ■ consapevoli che in 13 anni di
tempo pieno molto è stato fatto
a livello di ristrutturazione per
adeguare i locali alle nuove esigenze e ritengono il servizio mensa molto valido sia dal punto di
vista qualitativo, sia dal punto
di vista organizzativo e igienico.
Un ulteriore intervento pubblico
a favore della scuola a tempo
pieno fornisce un punto d’appoggio a chi si occupa di bambini
per ben 8 ore al giorno e crede
nei valori di un certo modo di
fare scuola...
« L’amministrazione comunale
non può che essere soddisfatta
di questa approvazione. Fortunatamente il ripensamento dello
Stato permette di continuare con
il tempo pieno nelle scuole ove
sarà richiesto. Questo ci è di
conforto in quanto non avremmo avuto possibilità finanziarie
per sopperire all’eventuale taglio, tranne che con qualche forma di tempo prolungato, natu
TORRE RELUCE
La Pro Loco diventa I.A.T.
Occasione di valorizzazione turistica: per prima nel pinerolese la
Pro Loco diventa ufficio di « Informazione e accoglienza turistica »
Con provvedimento dell’ll aprile scorso, la cui comimicazione è
solo pervenuta in questi giorni,
la giunta della Regione Piemonte
ha deliberato di concedere all’Associazione turistica Pro Loco di
Torre Pellice il nulla osta per
l’istituzione di un Ufficio di informazione e accoglienza turistica (I.A.T.) nella sua sede.
La Pro Loco di Torre Pellice
è quindi la prima fra quelle operanti nel pinerolese ad ottenere
tale riconoscimento; altre, come
quelle di Cavour, Frali, Pragelato,
hanno già inoltrato la loro documentazione, che ora è al vaglio
degli organi competenti, e contano di ottenere in futuro analogo
riconoscimento.
Per capire l’importanza del
provvedimento, dobbiamo rifarci
alla legge quadro per il turismo
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n. 17 del maggio ’83 che assegnava alle regioni il compito « di
promuovere un armonico e razionale sviluppo turistico » in
ogni area del territorio nazionale, e questo non solo sul fronte
delle strutture ricettive di cui la
legge formulava le nuove classificazioni, ma anche su quello dell’organizzazione delle manifestazioni e della promozione turistica.
Seguendo queste direttive la
Regione Piemonte, con la legge
del 5 marzo ’87 n. 12, provvedeva
anzitutto a suddividere il territorio in bacini turistici (a quello
dell’area pinerolese è stato assegnato il n. 5) e ad istituire per
ciascuno un ente coordinatore
denominato Azienda di promozione turistica (A.P.T.), che nel
nostro caso ha sede a Pinerolo
Sempre nella stessa legge si
parla ancora dell’istituzione di
sedi in cui formare uffici di in.
formazione ed accoglienza turisti
ca in quelle località dove, per ca
pacità ricettiva, per flusso turi
stico, per attività promozionali
già organizzate e per sedi già a
disposizione degli utenti, vi sono
i presupposti per una azione di
promozione turistica.
Nel caso della Pro Loco di Torre Pellice, questo riconoscimento
viene a premiare uno sforzo ed
una pluralità di iniziative che
hanno le radici lontano nel tempo. Essa infatti è figlia della « So
ralmente con la collaborazione
degli insegnanti. Ringraziando
per l’opportunità, mi sia concesso un ringraziamento ai vari comitati di gestione, alle cuoche
e alle insegnanti per il valido
contributo apportato al servizio
mensa ».
Intervista a cura di
Anita Pascal e Paola Revel
ciété vaudoise d’utilité publique »
costituita nel 1895, che già si prefiggeva attività di promozione turistica e culturale; dalla trasformazione di questa, sorgeva nel
1919 l’associazione come ci è pervenuta, riconosciuta poi ufficialmente nel 1948 dal Commissario
al turismo di Torino.
Mentre a livello locale le I.A.T.
daranno informazioni non solo
sulle proprie attività, ma anche
su quelle delle Pro Loco viciniori, delle associazioni, dei comuni,
delle cooperative ecc., all’A.P.T.,
che è dotata di una assemblea
rappresentativa di tutte le categorie che hanno interessi turistici e di un consiglio di amministrazione, spetta il compito di
coordinare, valorizzare e pubblicizzare le iniziative, sia sui circuiti interni, nazionali e regionali,
sia nelle manifestazioni internazionali.
La proposta dei « Paesi del
Monviso », le cui linee essenziali abbiamo presentato alcuni mesi or sono su queste pagine, è un
esempio.
Indirizzi utili:
— Azienda di Promozione Turistica A.P.T. - via S. Giuseppe,
39 - 10064 Pinerolo - Tel. (0121)
794932.
— Ufficio Informazione Accoglienza Turistica I.A.T. - via
Repubblica, 8 - 10066 Torre
Pellice - Tel. (0121) 91875.
Adriano Longo
Quale
sicurezza?
TORINO — Nella notte tra sabato e domenica 4 giugno, è divampato un incendio nel nuovo
carcere delle Vailette, probabilmente originato da scintille che
hanno dato fuoco a materassi di
gommapiuma accatastati nel cortile. Nell’incendio sono morte 8
detenute e 2 vigilatrici, asfissiate
dal fumo e per l’impossibilità di
uscire dalle celle.
Sulla vicenda, il past. Eugenio
Bernardini, incaricato della cura
d’anime ai detenuti delle Vailette,
ha rilasciato ai giornali la seguente dichiarazione : « Premesso che in un carcere la sicurezza
personale, sia fisica, sia sanitaria,
sia psicologica dei detenuti deve
essere superiore a quella che impedisce la loro fuga, è particolarmente grave che un fatto del genere sia avvenuto in un carcere
di recente costruzione, che avrebbe dovuto rispondere anche a casi imprevedibili e disgraziati come questo ».
Festa
del tempo pieno
LUSERNA S. GIOVANNI —
L’operazione che prevedeva la fine del tempo pieno nella scuola
è stata in parte fermata: l’impegno comune di genitori, insegnanti e di quanti credono nella
validità di questa formula, ha
fatto sì che se pure non nasceranno nuove esperienze di questo
tipo, almeno quelle esistenti verranno consolidate.
Fra queste il tempo pieno di
San Giovanni in cui, pur fra molti problemi, si è cercato di portare avanti un lavoro valido e significativo. Ora, per far conoscere di che cosa è « pieno » questo
« tempo » è stata organizzata una
« festa del tempo pieno » per i
prossimi 9 e 10 giugno, nei locali della scuola; sarà allestita una
mostra delle attività condotte
dai bambini nell’anno scolastico
in corso (venerdì e sabato, mattino e pomeriggio). Dalle ore 15
alle 18 di sabato verranno inoltre
proiettati audiovisivi, video e diapositive su varie attività nelle
scuole.
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7
9 giugno 1989
valli valdesi
ASSOCIAZIONE PER LA PACE
Popoli senza terra
Tre giorni per riflettere, con mostre, proiezioni di video e dibattiti, sui
problemi e sui drammi di popoli che chiedono diritti e solidarietà
Segnalazioni
E’ stato Un buon successo l’iniziativa « Popoli senza terra », organizzata dall’Associazione per la
pace in collaborazione con i comuni denuclearizzati della valle
e con la Comunità montana.
Una mostra sui palestinesi
(con tavole di disegnatori di fumetti), sui rifugiati, sugli indios
deU’Amazzonia, e una serie di foto drammatiche sugli effetti del
bombardamento chimico effettuato dall’Iraq su Halabja (nel
marzo ’88 fece migliaia di morti
tra i curdi iracheni) hanno visto
molti visitatori, tra il 18 e il 20
maggio, ad Angrogna, Luserna,
Torre.
Tre sono stati i momenti di dibattito; il venerdì sera, ad Angrogna, Beppe Reburdo ha presentato l’iniziativa, unitamente
alla proiezione di un video dell’ACNUR sui rifugiati e di im
programma della televisione svizzera italiana sempre relativo al
bombardamento di Halabja: oltre alle immagini di morte riprese da un operatore iraniano in
condizioni avventurose, il programma dava risalto all’indagine
condotta da due senatori USA
per accertare la violazione compiuta dall’Iraq nei confronti del
trattato del 1925 che proibisce
l’uso di armi chimiche.
Il sabato mattina, a Torre, è
stato dedicato agli allievi delle
scuole medie. In 150 hanno assistito a spezzoni di programmi
televisivi (su Palestina, Eritrea,
sugli indios), ed hanno ascoltato
attentamente gli interventi di
rappresentanti di questi popoli,
ai quali hanno posto numerose
domande.
Il dibattito-seminario si è svolto a Luserna S. Giovanni.
Oltre a André Jacques (intervistato sul numero 21 del 26 maggio), sono intervenuti Waldo Luis
Villalpando, argentino, delegato
per l’Italia dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, e Bruna Peyrot (Società
di studi valdesi).
Villalpando ha ricostruito le
tappe in cui si è arrivati alla costituzione di un ente internazio
nale che operi in soccorso delle
popolazioni costrette a lasciare
la propria terra per motivi religiosi, razziali, o di persecuzione
politica.
Molto fa l’ACNUR anche in
Italia, ma nel nostro paese continua a essere vigente la famosa
«riserva geografica», in virtù (!)
della quale i nostri governi riconoscono lo « status » di rifugiato solo a quei profughi che vengano dall’Europa (cioè dall’Est
europeo ; la convenzione di Ginevra che regola la materia è del
1951).
Bruna Peyrot ha affrontato il
tema del rapporto tra identità
valdese e legame con la terra:
l’iniziativa sui popoli senza terra
trovava infatti una sua collocazione all’interno delle celebrazioni del tricentenario; se nei pri
mi secoli di movimento i valdesi
si riconoscevano in im modello
e in una pratica di predicazione
itinerante, fu la loro ghettizzazione nelle valli del pinerolese a
suscitare un profondo legame
con la propria terra: dilacerato con l’esilio del 1686, questo
legame riacquistò un nuovo senso con il Rimpatrio.
Al termine di tre giorni intensi
di contatto con la gente e con i
più giovani, suonano per tutti, di
fronte ai drammi di milioni di
persone costrette ad esodi e migrazioni di massa, le tre sfide di
cui ha parlato Jacques al termine
del suo intervento : siamo di
fronte ad una sfida per la solidarietà, per i diritti, per la civiltà.
E si tratta di sfide a cui non possiamo sottrarci.
G.G.
TORRE PELLICE — 11 gruppo Amici
del Collegio valdese comunica che, per
motivi organizzativi, il bolletttino è
in distribuzione anche presso il Caffè
Arnaud di via Arnaud 4 a Torre.
incontri
PINEROLO — A seguito della lettera
inviata all’assemblea ecumenica di Basilea ribadendo la centralità del problema Palestina, è nata una iniziativa
di solidarietà ed informazione che ha il
suo contatto provvisorio tramite Radio
Beckwith a Torre Pellice (tei. 91507);
viene organizzata una riunione per tutti
gli interessati al problema, fissata per
martedì 13 giugno alle ore 20.30, presso l'oratorio di S. Domenico in viale
Savorgnan d'Osoppo.
TORINO — Venerdì 16 giugno, a
partire dalle ore 10, presso la sala
Pelizza della Regione Piemonte in via
XX Settembre, avrà luogo un incontro
sul tema; « Il recupero dell’architettura
TORRE PELLICE: DIBATTITO
L’Europa: soggetto misterioso
« Ritenete voi che si debba procedere alla trasformazione della
Comunità europea in una effettiva Unione, dotata di un governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi competenti
degli Stati membri della comunità? ».
Questo quesito apparentemente abbastanza complesso, secondo
una buona tradizione del nostro paese, costituirà l’oggetto di un
referendum propositivo (si tratta della prima volta in Italia) su
cui i cittadini dovranno pronunciarsi in occasione delle elezioni europee, mediante apposita scheda. L’intento dei promotori del referendum (il Movimento federalista europeo) è quello di un primo,
significativo passo verso la creazione di un vero e proprio governo
europeo.
Sta di fatto che l’Italia sarà uno dei pochi Stati europei (insieme con tutta probabilità al solo Belgio) in cui si coglierà l’occasione
della consultazione del 18 giugno per verificare con la gente la volontà e l’interesse rispetto alla federazione dei popoli europei.
Curiosamente ciò accade in un paese che è spesso risultato buon
ultimo nel recepire le direttive che vengono dalla CEE e nel quale
i maggiori partiti paiono preoccuparsi delle elezioni più in funzione
di una verifica delle proprie forze in ambito nazionale che di un
vero e proprio spirito europeista.
Recentemente, a Torre Pellice, la locale sezione del M.F.E. e Radio Beckwith hanno organizzato una serata sul tema: « Un’Europa
da costruire, un’Europa per costruire» con la partecipazione dell’economista Claudio Grua.
TORINO-TORRE PELLICE
Orario ferroviario estivo
0) ('l) m m)
Torino P.N. P- 0(5 - — — 055 - 1234 \h\k I5i8 — 1740 18(5 ¡0517 I94(? 2141 1U&
Torino P.S. P- — — — — li! — — — — — — — — — — —
Torino Linj. P- 020 — — 753 9oi — 1239 l>l2o 1524 — I74fc (820 1056 2147 2253
Mone P- 031 — — 813 3(7 - Il51 1540 — 1803 I832 I9i9 ÎO03 22ofa 23(0
Arrapo P- Oui — — 12\ Ô23 921 — Bo2 )44X I54b- — IBoa 1837 1925 lOol 22/0 B/5
Pinererlv 9. 055 — — 135 835 931* — 13(3 1454 issa 1821 1840 1942 2019 2229 2327
Pinerolo p. — 5Ç0 647 l3ì — 935 IÎÎ4 13(7 Ì4S6 ìioi Illb 1825 1852 — 2026 2235 2333
Bricherasio p. — 603 G 58 754 — 9S& 1235 1330 l5T;o 1615 1738 IÔ36 IB04 — 2039 2246 2344
Luserna p. — 610 loif 801 — lOps 124 ( /337 /5i7 1622 1745 1645 19(2 — lOhb 22sf 235?
Torre P. a. — 613 loi Boti — lOoe 1244 /34d l?2d 1615 (748 iBà& 19(5 — 2^ 2ìol 24 00
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Torre P. P- — - - ^17 ?(( l¿^^ 045 IIbs liso /4o3 15-27 iSSQ ìTbì iSzo 2002 ZI 14 .—
Uifierna Bricherasio P- — — — 619 7/4 744 94? I2oo 1252 14 OS 1029 I7oo 1755 1922 2004 ZI 16 —
P- — — 6 21 72/ 752 955 1206 13oo I4l4 1534 l7oa I6o3 1927 20/2 2(24 —
Pinerolo 3- 430 - — 639 ?33 803 IO07 1220 13l2 1426 15-46 C720 10(5 1940 2024 £(36 —
Pinerolo P- 53(7 6a5 742 610 (0/2 IllZ (3/5 (428 — 1744 1850 — 2037 2(46 22oo
Al rasca P- 44 ( Shb 62? Qse 755 822 1023 1237 1328 1443 — 1757 19o2 — 2O40 22 OP liti
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rurale nei parchi naturali; esperienze
a confronto ». Una parte della giornata
sarà dedicata ai parco della vai Troncea.
SESTRIERE — Giovedì 15 giugno, al
le ore 10.30 presso il ristorante Il
brigante », si svolgerà un incontro sul
tema delle foreste alpine, sia da un
punto di vista ecologico che di carattere commerciale e turistico. Nel pomeriggio è prevista la visita al rimboschimento del monte Fraiteve.
Cinema ~
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
ha in programma: venerdì 9 giugno, alle ore 21.15 il video concerto Psichedelia e dintorni; sabato 10 (ore 20 e
22) e domenica 11 (ore 16 e 18) « il
libro della giungla »; dom. (ore 20 e
22.15) « Mississippi Burning ».
Proiezioni ~
PINEROLO — Venerdì 9 giugno, alle
ore 21, presso l’auditorium di corso
Piave, il WWF presenterà una serata
con proiezione di diapositive a dissolvenza incrociata avente come soggetto
« Namibia; natura in una nazione che
non esiste ».
Spettacoli
NOTE: (1) Feriale. (2) Da Pincrolo a Torino, feriale. (3) Festivo, si effettua dall’ll-VI al 27-VÌTI. (4) Sospeso nei giorni
festivi dairiI-VI al 27-VIII. (5) Da Pinerolo a Torre Pelliee autobus. * Prosegue per Torino Stura.
L’oratore ha messo anzitutto
in risalto il fatto che attualmente non possiamo ad alcim titolo
dirci cittadini europei in quanto le decisioni concernenti la
Comunità economica non sono
prese da un organo eletto dalle
popolazioni che ne fanno parte
mentre, di riscontro, il Parlamento europeo, espressione diretta della volontà degli elettori,
non ha alcun potere decisionale.
Assistiamo —• ha detto Grua
— aH’incongruenza per cui il potere esecutivo e quello legislativo si trovano nelle stesse mani
e sono completamente fuori dal
controllo popolare. In questo
quadro, il progetto chiaramente
propugnato dal primo ministro
inglese, ma non seriamente osteggiato dagli altri partner, è
quello di fare dell’Europa niente di più di un’area di libero
scambio, dove addirittura si teorizza il « darwinismo » sociale,
cioè si accetta come dato di fatto ineluttabile la sopravvivenza
del più forte anche in campo
economico. La posta in gioco rimane unicamente chi governerà
questo mercato.
Le conseguenze di una politica
che non si propone minimamente di riequilibrare gli scompensi
sociali con una seria programmazione — ha proseguito Grua
— non potranno non ricadere
sui ceti più deboli, sulle piccole
imprese, sulla situazione ecologica, ecc. Il fatto che non si porti
avanti l’ipotesi di una moneta
unica ne è una ulteriore conferma.
Per chi dunque spera in un’Europa diversa, dove si punti effettivamente a migliorare la qualità della vita e ad eliminare gli
squilibri sociali interni (ma tenendo conto pure di quelli, intollerabili, esistenti con il terzo
mondo), è necessaria una riforma che faccia di questa stessa
Europa un'istituzione realmente
democratica.
Di qui emerge l’importanza del
referendum abbinato alla prossima consultazione elettorale, grazie al quale i cittadini potranno
esprimersi su questo nodo fondamentale e dare un significato
decisivo alla votazione, nonostante il disimpegno in questo senso dei loro governi (e dei mass
media che fino ad ora lo hanno
pressoché ignorato).
A cura di
Mirella Argentieri Beta
POMARETTO — L’associazione Alidada, in collaborazione con alcune prò
loco, organizza una rassegna di musica
e teatro che partirà sabato 10 giugno,
con uno spettacolo di marionette del
« Teatro dell’Alpe » denominato « Circus »; la serata si svolge presso la sala
teatro valdese con inizio alie ore 21.
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8
8 glorioso rimpatrio
9 giugno 1989
PINEROLO
Se Dio lo vuole
Come nasce nei comportamenti appresi e condivisi di una collettività, vale a dire nella sua
cultura, l’idea del « popolo eletto », beneficiario di un patto speciale con Dio e, quindi, investito
di una missione storica? E’ possibile che questa autocoscienza,
questo essere o sentirsi speciali
si risolva solo in primato spirituale, in riferimento culturale
per altri popoli? O non è fatale
che provochi anche sentimenti di
orgoglio, di superiorità, di nazionalismo aggressivo? Come è stata vissuta, e come può essere riletta oggi, la concezione dell’elezione, nella coscienza ebraica ed
in quella protestante? Qual è il
modo giusto per i valdesi —
1’« Israël des Alpes » di Muston — di rifiettere sulla loro
identità cristiana riformata?
Temi di grande pregnanza e
suggestione teologica e storica. A
Pinerolo il 27 maggio scorso, nella sala valdese, ne hanno discusso biblisti, esperti di ebraismo
con un pubblico attento.
C’è una costante di paradosso
nell’idea di elezione divina e nei
modi come storicamente essa è
stata vissuta, hanno convenuto i
relatori nei loro interventi.
Israele ha sovente interpretato in modo aggressivo questa
concezione. Ma è vero anche che
i cristiani — che pure hanno assunto da Isaia la profezia dell’espiazione vicaria di Cristo (del
« servo sofferente di Yah'weh »)
sono andati alle crociate, e gli
ebrei, che non l’hanno accolta ed
aspettano ancora un Messia vittorioso, hanno patito, in questo
secolo, l’Olocausto.
Daniele Garrone, docente di
Antico Testamento, ha richiamato i dati della Scrittura sull’elezione. Cosa dice la Bibbia su Dio
che si sceglie un popolo, se lo fa
alleato, lo investe della responsabilità di attuare con lui il piano di salvezza per l’uomo? E’ attorno al 7° secolo a.C., a partire
dal Deuteronomio, che l’ideologia monarchica dell’elezione divina (di Samuele 12: 13) viene trasferita al popolo, democratizzata. Il concetto appare infatti in
Deuteronomio 7: 6, 8 : « L’Eterno
vi ha scelto, non perché foste più
numerosi di tutti gli altri popoli,
ché anzi siete un popolo più piccolo di altri, ma perché l’Eterno
vi ama... l’Eterno, l’Iddio tuo,
scaccerà a poco a poco queste
nazioni davanti a te ». C’è enfasi, Garrone ha fatto notare, in
questa concezione dell’elezione.
L’idea di un rapporto speciale
con Dio è funzionale al movimento di riscossa politica e di
rinnovamento religioso che Israele vive in quella fase storica.
Diversa è l’elezione come è
sentita in II Isaia 41 ; 8, 10 : « Ma
tu, Israele, mio servo... ti ho preso dalle estremità della terra,
t’ho scelto e non t’ho reietto, tu
non temere, perché io sono teco,
non ti smarrire ». Qui l’enfasi
non c’è più. Il popolo di Yahweh
è sconfitto, asservito, reietto. Si
affida a Dio, riscopre il patto con
lui, cerca guida e sostegno, riferimento alla sua Parola. Due modi diversi di intendere il ruolo
di Israele nel disegno di Dio. Due
accezioni storiche dell’elezione.
Una (dell’Esodo) è incentrata
sulla fede, sulla vocazione, sull’obbedienza, l’altra (Giosuè) può
essere giocata come movente
ideologico dell’ intolleranza, dell’espansione nazionalistica (oltre
i limiti della terra promessa, non
tanto conquistata quanto donata
da Dio).
Stefano Levi Della Torre, e
braista, ha fatto interessanti ipotesi su come ha potuto incarnarsi nella cultura ebraica il convincimento dell’elezione. Richiamando studi etnografici di Ernesto De Martino su popolazioni
nomadi, ha parlato dell’angoscia
del paese nuovo come determinante dell’ autocentramento territoriale, dell’ immedesimazione
israelitica nella promessa e nella
elezione. Ha rilevato la categoria
del paradosso in questa scelta divina. Dio avrebbe scelto il patto,
l’alleanza con il popolo più sottomesso, umile, un popolo senza
terra, reietto, rispondendo alla
sua sofferenza e speranza. La sofferenza, vissuta nella prospettiva della volontà divina, della promessa di liberazione sarebbe
dunque costitutiva della concezione ebraica di « popolo eletto ».
Essa si è anche connotata come
ideologia di un popolo conquistatore. Ma questo è avvenuto deviando dalla ispirazione originaria.
Paolo De Benedetti, docente di
giudaistica, ha spiegato come la
scelta pattizia con Israele è fatta
da Dio per i meriti dei Patriarchi. Certo Israele ha vissuto con
fierezza la sua identità di popolo
ed il suo considerarsi prescelto.
Ma nella migliore tradizione di
fede ebraica c’è sensibilità al problema degli altri, delle altre fedi.
Mario Miegge, docente di filosofia, ha ricordato che già l’apostolo Paolo, già Leasing avevano
detto di Dio che sceglie forme
paradossali, aliène dalla menta
lità umana, per rivelarsi e stabilire i suoi patti con gli uomini.
Tant’è che il popolo ebreo è eletto non come il più avanzato e civile del mondo di allora, ma proprio come il più semplice, debole,
miserabile.
Anche nella vocazione protestante torna con forza il convincimento di un’identità di elezione, di guida divina. Miegge ha richiamato la lotta per la liberazione e la fede contro il faraone
del 17° secolo. Luigi XIV. Ma,
distorto lo spirito evangelico, allentata la tensione profetica del1’« esercito dei santi » di Cromwell, ecco che nasce l’imperialismo britannico che fa dell’Irlanda «papista» una moderna colonia.
I valdesi, dal medioevo in poi,
vivono la loro identità come movimento « eretico » prima che come popolo. La stessa esiguità del
numero, la lunga emarginazione
li preservano da qualsiasi tentazione di egemonia. Sta qui la loro debolezza. Ma può essere qui
la loro forza ed opportunità se,
alimentando nelle loro file lo
spirito dell’Evangelo, saranno
capaci di parole che muovano
le acque fangose del paese in
cui vivono..
N. Sergio ’Turtulici
IN VISITA ALLE VALLI
I valdesi tedeschi
La domenica di Pentecoste e
la settimana seguente le chiese
valdesi delle valli hanno ricevuto la visita di una delegazione
di tutte le comunità valdesi della Germania. I contatti tra i vaidesi delle valli ed i valdesi tedeschi sono sempre stati molto intensi. Dal 1953, da quando alcuni
fratelli della chiesa valdese hanno voluto riallacciare i legami
spezzati dalla seconda gueria
mondiale, ogni ‘estate vengono
numerosi gruppi dalle singole colonie valdesi in Germania. Ci sono alcuni gemellaggi comunitari
in atto, come tra le corali di Bobbio e Waldensberg in Assia e tra i
gruppi giovani di Torre Pellice
e Walldorf. Però era la prima
volta che i discendenti dei profughi valdesi in Germania venivano in un gruppo così completo, rappresentando quasi tutti
gh insediamenti valdesi dell’Assia, del Baden e del Württemberg. Il comitato del Centenari(j e la Tavola li hanno voluti invi’are a commemorare il Rimpatrio, come avverrà per i valdesi
del Rio de la Piata in agosto.
Qual è il senso di questa visita? I valdesi esiliati in Germania erano i « perdenti » del Rimpatrio. Appena dieci anni dopo
il loro ritorno dall’esilio in Svizzera dovettero nuovamente partire a causa del trattato politico
tra il re di Francia Luigi XIV e
Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, perché erano nati come vaidesi su territorio francese.
Tra gli esiliati c’era anche Henri Amaud. Solo dopo lunghe trattative erano riusciti a trovare
una nuova patria. A Schönenberg
Henri Arnaud fece costruire una.
nuova chiesa e il presbiterio,
che è oggi museo e .sede dell’Associazione valdese tedesca
(DWV). Sabato 3 giugno è stata
inaugurata la nuova biblioteca
specializzata nel valdismo tedesco, sotto il tetto del presbiterio,
con una mostra fotografica del
percorso del Rimpatrio proposta
da Attilio Merlo.
Perciò hanno voluto dare un
cospicuo dono a favore del Centro culturale in programmazione a Torre Pellice.
L’eredità, ha affermato il pastore Bruno Rostagno durante il
suo saluto per il distretto, ha
due dimensioni: ima guarda al
passato, verso eiò che è stato
ricevuto, e l’altra verso il futuro
che si vuole dare a questa eredità.
Questi valdesi che tuttora curano i legami con le comunità
delle valli non sono un club di
tradizionalisti, ha notato il pastore Giorgio Tourn, ma il segno che la testimonianza evan^lica non conosce frontiere di
lingua o di cultura. Questo fatto diventa importante nell’Europa moderna che tende ad unirsi
di più. Nella stessa serata di domenica la corale di Pinerolo ha
voluto attualizzare questa testimonianza senza frontiere cantando salmi ugonotti, complaintes valdesi e mottetti luterani tedeschi.
Infine la delegazione ha visitato i luoghi storici del Rimpatrio a Bobbio, Massello e Prali
ed avuto incontri fraterni e simpatici con le rispettive comunità. Anche se molti ospiti tedeschi avevano già visitato numerose volte le valli, hanno gradito questo intenso intreccio tra
visite ed incontri. Naturalmente
rimane il problema della comunicazione, dato che i valdesi tedeschi parlano più l’inglese che
il francese, ma l’accoglienza da
parte delle eomunità è stata molto calorosa.
.Si può osservare che la DWV,
accanto alla ricerca delle radici
dei valdesi tedeschi nelle valli,
è molto interessata alla vita attuale delle nostre chiese.
Nell’ultima serata offerta loro
ai Coppieri con una conferenza di
Ferruceio Jalla sulla storia di
questo tempio, la delegazione ha
voluto ricambiare l’invito per il
suo tricentenario: nel 1999 le
comunità valdesi tedesche festeggeranno i 300 anni del loro insediamento. Essi temono per la
loro storia perché una riforma
amministrativa comunale tende
a cancellare i nomi dei loro paesi: per es. Serres e Pinache si
chiamano adesso Wiemsheim 3
e Wiemsheim 4 perché sono due
dei cinque paesini che sono stati uniti sotto un nuovo nome che
non tiene più conto delle loro
origini.
Susanne Labsch
III CENTENARIO DEL
GLORIOSO RIMPATRIO
Programma
delle manifestazioni
Pubblichiamo, in forma definitiva, il programma delle
manifestazioni in occasione del « Glorioso Rimpatrio » come è
stato ufficialmente approvato, in questi giorni, dalla Commissione del Tricentenario.
GIUGNO
Sabato 17 - Luserna S. Giovanni, S. Croce, ore 15,30, inaugurazione della mostra « Il Glorioso Rimpatrio : realtà e immagine» (parteciperà la locale Corale valdese). L’orario di
apertura al pubblico dal martedì alla domenica sarà dalle
20 alle 22.
Venerdì 23 - Nyon (Svizzera), inaugurazione della mostra
« La Glorieuse Rentrée 1689. Tonte l’histoire des Vaudois du
Piémont». Resterà aperta al pubblico dal 24 giugno al 29 ottobre.
LUGLIO
20-23 - viaggio storico organizzato dalla Società di Studi
Valdesi sull’itinerario del Rimpatrio.
Domenica 23 - Colle Moncenisio, incontro organizzato dall’Associazione « Amici del Moncenisio ».
Salbertrand (vai Susa), ore 17, inaugurazione cippo commemorativo a ricordo di una decisiva battaglia per i valdesi.
Domenica 30 - Sapatlé (Prali), incontro con la partecipazione di alcune Corali valdesi.
AGOSTO
Domenica 13 - incontro con i valdesi del Rio della Piata,
in visita alle Valli valdesi.
Martedì 15 - Balsiglia (Massello), tradizionale incontro
annuale.
19-23 - viaggio storico organizzato dalla Società di Studi
Valdesi sull’itinerario del Rimpatrio.
Domenica 20 - Nyon-Prangins (Svizzera), giornata fraterna fra valdesi italiani e svizzeri (parteciperanno le Corali
valdesi di Luserna S. Giovanni e S. Germano).
Venerdì 25 - Torre Pellice, ore 17, apertura del Museo
nella nuova sede presso il Centro culturale valdese.
Torre Pellice, ore 17, « Chi siamo, cosa facciamo », apertura della rassegna delle attività delle chiese valdesi e metodiste in Italia (stands). Resterà aperta fino al 3 settembre.
Domenica 27 - Bobbio Pellice, loc. Sibaud, ore 10, culto
presieduto da Giorgio Spini.
Torre Pellice, ore 15,30, apertura del Sinodo; predicatore
Aldo Comba.
Torre Pellice, tempio valdese, ore 21, dibattito su « Prospettive dell’evangelismo italiano » con D. Maselli, P. Spanu,
P. Toppi, G. Bouchard.
Lunedì 28 - Torre Pellice, tempio valdese, ore 21, « I vaidesi nell’ecumene », serata con i rappresentanti del Consiglio
Ecumenico delle Chiese (parteciperà la Corale valdese di San
Secondo-Prarostino ).
SETTEMBRE
Domenica 3 - San Germano, inaugurazione dell’Asilo per
Anziani (parteciperà la locale Corale valdese).
Torre Pellice, ore 15,39, inaugurazione del Centro culturale valdese (parteciperà la locale Corale valdese).
Torre Pellice, tempio valdese, ore 16,30, apertura del
XXIX Convegno storico su « Il Glorioso Rimpatrio : storia,
contesto, significato ».
3- 7 - Torre Pellice, Aula sinodale, svolgimento del XXIX
Convegno storico
4- 7 - Torre Pellice, incontro con l’Association d’Etudes
Vaudoises et Historiques du Lubéron,
Sabato 9 - Torre Pellice, tempio valdese, ore 21, dibattito
« Protestanti : vivere la fede nella storia » con M. Miegge e J.
Bauberot (parteciperà la Corale valdese di Torino).
Domenica 10 - Bobbio Pellice, loc. Sibaud, ore 10,30, culto
presieduto dal Moderatore past. P. Giampiccoli; ore 15,30,
conclusione delle manifestazioni: «I valdesi verso il 2000 »;
unitamente si svolgerà la festa delle Corali valdesi.