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ECO
DELLE miXI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XdV - N. 43
Una roDÌa Lire 4(|
ABBONAMENTI
Eco: L. 2.000 per l’Interno
L. 2.800 per l’estero
ÌSpedizione in abbonamento postale . 1 Gruppo
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TORRE PELLICE, 30 ottobre lt#64
Ammin. Claudiana Torre Pelliee • C.CJ*. 2-17557
Rifìirmismo e Rifìirma
Rivincita del Cattolicesimo? - Il dialogo non deve portare a
una demissione protestante, o non è più dialogo ma ossequio
Con quale buona coscienza molte
chiese protestanti, molte comunità,
molti teologi, molti pastori protestanti si dispongono a celebrare il ricordo
della Riforma? C’è infatti da chiedersi — ed è stato fatto — se non vlviaiTio un rovesciamento della situazione
ael XVI sec., e se oggi non è il Protestantesimo ad essere in crisi di fronte
a un Cattolicesimo deciso a prendersi la rivincita, con il metodo del sorriso e del « dialogo ».
Non parlo tanto della corsa al Vati^^ano dei dignitari protestanti, che deve aver fatto .sorridere sotto i baffi
molti orelati romani; manifestazioni
il puerilità ovvero di diplomazia ecr osiastica, deplorevoli ma in ultima
v'r.alisi irrilevanti: Parlo piuttosto del.
sconcertante derndssione critica che
vero troppo spesso avvertiamo parmidc con personalità protestan.ti, es: V'izialmente straniere, leggendo opeteologiche protestanti, scorrendo
i irnali e periodici protestanti, soli.mente seri. Demissione critica, in che
. pso? nel senso che, lasciandosi fuoriiire dall’indubbio lavorio ecolesioloi.'o e, entro certi limiti, biblico opeante in sene al Cattolicesimo, non si
ha piu ben chiara coscienza che nep.ii'p di un pollice si sono spostate le
' V sizioni del dissenso oiriginario sul
■ onblema di fondo. Direi che la rivinta del Cattolicesimo consiste nel
■ndurre sorriidendo gli eredi della
forma a fare quello che i Rifo-rma)ri, appunto, non vollero fare: porre
.oè i problemi in termini ecciesiolo,i.ci anziché rigorosamente biblico
eologici; la Chiesa Maestra si interroga su se stessa, anziché lasciarsi pprre in questione da Dio.
E’ la perenne tensione fra riformismo e riforma. Intendo per riformismo un graduale, possibilmente dolce
9 armonioso adattamento al volgere
: ielle circostanze esterne, serbando imnutato il forte e vasto nocciolo essenviale; per riforma, invece, la coscienV radicale che ogni posizione eccl.e.astica è rigoroisamente provvisoria,
I iiblematica, sempre di nuovo messa
questione dalla Parola di Dio, la
■la cosa che duri immutabile nei serài, la sola vera autorità.
'Oggi si usa chiamare il riformismo
i progressismo ». Pur non essendo ep'tusiva del Cattolicesimo, esso ha avuT v parte determinante nel processo di
qg9iornamento » in atto nel Catto~>simo, qui con più viva serietà teo
if.-?ica, là con maggior sensibilità poh
Hcn; e certo il Cattolicesimo è og
1 ricco, come forse miai finora, di
:< orogressisti ». Essi non vi sono tutt ivia mai mancati. Proprio negli anni
dplla lotta ’calda’, negli accesi contra■iti del XVI sec., quanti prelati inumili ati e aperti — i Sadoleto, i Contarinj, i Pole — hanno cercato, con dolcezza e animo fraterno, di ricondurre
alla ragione e a più miti consigli quegli scalmanati protestanti; quanti di
loro hanno avuto, nelle varie sessioni del Concilio di Trento e in tanti
scritti, espressioni forse non cosi lontane da quelle dei più pregiudicati
vescovi e teolo'gi progressisti che
parlano dentro e fuori Taula concilia,re! La grandezza dei Riformatori e
consistita ne] fatto che essi seppero
discernere dietro queste parole per io
più in buona fede, la disperaita volontà di una chiesa eretica che non volevo convertirsi rinnegando il propno
peccato dogmatico. Il Concilio di Trento riformò certi aspetti del costume
della Chiesa romana ma ne confermo
gli errori dottrinali; con il placet, dv
ietto 0 implicito, pure dei « progressisti ». .
Questo filone progressista, attento
all’evolversi della cultura e della società, ha continuato a percorrere ii
Cattolicesimo, a tratti più sotterraneo, a tratti più aperto. E’ stato que^
sto filone che ha permesso alla Chiesa romana di fronteggiare e af™}'
lare l’ondata del razionalismo dr^inista, della rivoluzione borghese, delia
critica liberale, teologica e politica; è
questo filone ohe, oggi, tende a render
possibile il rinnovarsi delfioperazione
« aggiornamento e integrazione *
Cattolicesimo tenta nei confronti della cristianità non-romana, delle religione non-cristiane, della rivoluzione
proletaria, del mondo nuovo delle giovani nazioni.
Non voglio essere così) stolto; cosi cristianamente insensibile, così ernpia
mente senza fiducia nello Spinto santo, da negare tutto n travaglio, la sofferenza e la speranza autenticamente
cristiane che questo « filone » ha senz’altro contenuto e contiene. Mi per
metto tuttavia un’affermazione un po’
paradossale ma meditata : proprio questo filone progressista ha costituito
uno degli elementi fondamentali per
la conservazione del Cattolicesimo romano; gli ha dato — potremmo dire
— buona coscienza.
Spiritualmente il Cattolicesimo del
XVI sec. non avrebbe retto se ne fossero stati rappresentativi solo i papi
rinascimentali, politici e umanisti, o
i -Tetzel, grossolani predicatori d’indulgenze; quello di Trento fu un grande
concilio, serio, dalle decisioni durevoli, perchè v’erano appunto prelati e
teologi quali quelli nominati prima.
La successiva grande crisi teologica
fu quella modernista, versione cattolica
del liberalesimo teclo-gico che 3i ha
portato le conquiste della critica biblica, pagate del resto a caro prezzo.
Allora si ebbe, in realtà, scomunica,
formalmenta riconfermata ancora poche setrimane fa da Paolo VI; tuttavia, osservando ¡e cose in profondità
e nella prospettiva di decenni, mi pare innegabile che molte tesi moderniste, debitamente smussate, non solo si
sono infiltrate in larghi strati cattolici, ma costituiscono la forza dell’ala
di punta, « progressista », che si batte
in Concilio e fuori per un Cattolicesimo più moderno e vivo, culturalmenle e socialmente a-ggiornato-.
E’ stata dunque quest’ala «pro-gres
sista » che ha permesso alia pesante
istituzione cattolica di via via adattarsi, aggiornarsi: e non solo di fronte alle circostanze storiche e sociali iri
evoluzione, ma anche e soprattutto di
fronte aU’e-voluzione teologica cristiana, essenzialmente protestante. Forze
fresche e vive sono state cosi, progreiSsivamente innestate sul vecchio ceppo,
ma in tal modo il Cattoiicesimo ha
sempre eluso la crisi radicale ; si è
sviluppata tranquillamente la « teologia del!’et» 'Cristo e Maigistero, Scrit
tura e Tradizione, Grazia e natura,
ecc.): elementi evangelici e elemen':!
non evangelici sono stati sempre me,glio giustapposti; ma una verità non
limpida non è più la verità, Dio non
è più Dio se c’è accanto a lui, sia pure in veste vicaria, un altro che Cristo
L’esperienza dei Riformatori e dei milioni di umili credenti che li seguirono nella loro dolorosa rottura, fu
evitata; la Chiesa di Roma era abbastanza larga per abbracciare, su un
unico fondamento, posizioni parecchio
divergenti (ma non aveva potuto assimilare quella autenticamente, caparbiamente evangelica).
Orbene, questo riformismo è esattamente l’opposto della riforma della
chiesa: la elude, perchè non tocca la
falsa, e rovinosa sicurezza che la chiesa ha di sè. Veglio credere alla sincerità. di co-loro che, specie nell’umile
clero, vibrando per una vita Cristian i,
più antentica, lottano per una riforma daH’interno; ma è una sincerità
non illuminata, non lucida: perchè vi
sia vera riforma, la bastiglia cattolica,
deve saltare; non perchè tutti diventino calvinisti, ma perchè riacquistino
il senso di una totale dipendenza dalla sola Parola di Dio, e con questo la
libertà dei figli di Dio. Infatti, per
quanto la diplomazia e la politica ecclesiastica affliggano ogni chiesa, il
vedere in quali pastoie si dibatte il
Cattclicesimc con tutto il suo splendore, prigioniero della sua stessa in^
fa,llibilità, è cosa chg suscita un senso di gelo e di desolazione e poi una
decisa volontà ¡tì annunciare con
più slancio e forza il « puro Evangelo » liberatore.
Perciò, in questo volger d’autunno
in cui ricorre per tutti i protestanti
— ma, osiamo dire, anche per l’intera società moderna — il giorno ardente in cui Martin Lutero bruciò
sulla piazza di Wittenberg la bolla
papale di scomunica e rifiutò di credere alla chiesa, cioè all’uomo, più
che alla Parola del Signore, noi lasciamo a Paolo VI con i suoi vescovi
co-nse-rvatori e progressisti — ma in
Vaticano manca del tutto il senso
del ridicolo? — cl'. consacrare al patronato di S. ,Be;-,-idetto l’Europa dei
suoi sogni vani. Per parte nostra ricordiamo, con intensa gratitudine a
Dio, Lutero e Calvino e tutti i loro
molti noti e ignoti compagni di lotta, di sofferenza, di fatica, di speranza. Essi ci hanno insegnato che non
la loro persona ha importanza, nè la
chiesa, piccoli e umili strumenti sem
za alcun valore intrinseco : importante è Dio soltanto, e la sua gloria, che
è la salvezza degli uomini orgogliosi e
sofferenti; 9; hanno insegnato ohe la
certezza cristiana è una certezza di fece e non una sicurezza eccìesiastica,
Qono quotidiano e non possesso istituz’onale; ci hanno insegnalo che il cristiano è un libero servo di Cristo (non
della chiesa); ci hanno insegnato che
tutto ciò che è clericale fa parte del
mondo morto della religione, non di
quello vivo della fede. E quest’insegnamento-, questa testimon/ianza hanno
A l'écoule de Luther
Psaume 51
Romains 8 :
9-14; Ephésìens 2:
37-.19; Psaume 124: 7
8-10
L n p.'iroissien que Dieu, au début de ce siècle a repris à lui, ni a
dit un jour; Malheur aux scribes et aux pharisiens qui, depuis mon
enfance, m’ont entouré de défenses et de menaces, et nourri, si 1 on
peut dire, de rigueur et d’austérité. Ils avaient fait de moi un grand
malade, hanté de scrupules et de craintes. J’ai recouru alors aux
médecins de l’âme, à l’exclusion des pasteurs qui parlent toujours
de péché et qui préludent inévitablement au culte dominical par
une sombre confession de nos fautes. Sur le conseil de mon confesseur, j’ai fait une cure d’optimisme qui a eu pour effet de me rassurer, à fa condition que je me persuade, chaque matin de nouveau,
que j’étais rassuré, ce qui montrait bien que je ne 1 étais pas réellement, que je ne pouvais pas l’être. Etais-je donc incurable.''
C’est alors, qu’un matin d’avril, je tombai, au fil de mes lectures, sur des textes de Luther qui m ont ramené au cœur de 1 Evangile. Voyez plutôt: « La foi est une confiance vivante et audacieuse
en la grâce de Dieu. Cette confiance et cette connaissance de la grâce
divine rendent joyeux, intrépide et aimant à 1 égard de Dieu et de
toutes les créatures. C’est ce que le Saint-Esprit crée par la foi ».
« Evangile est le mot grec qui signifie une bonne nouvelle... que
l’on chante et dont on se réjouit ».
« Nous demandons que notre conscience soit fermement assurée
du pardon de Dieu et que nous puissions accomplir la volonté de
Dieu d’un cœur joyeux ».
Et Luther m’a ramené à saint Paul : « J’ai l’assurance que rien
ne pourra nous séparer de l’amour de Dieu, manifesté en JésusChrist, notre Seigneur ».
Mon âme « s’était échappée comme l’oiseau du filet de l’oiseleur ».
[La Vie protestante)
s-aputo darceli in modo tale che non
ci sogneremmo di farne dei ’santi’ e
neppure degli eroi; li sentiamo nerò
uomini veri, credenti vivi, fratelli maggiori che ci guidano nella via della fede, che ci dicono oggi ancora da parte di Dio parole vivissime, proprio quelle di cui abbiamo bisogno qui e ora.
Si comprenderà la mia indignazione
vedendo andare in solluchero davanti
airuiltima conferenza-sita-mpa di qual
che padre conciliare («progressista»,
s’intende) un protestante che non si
è magari mai curato di leggere una
pagina di Lutero e di Calvino
^ ❖
Ma la nostra celebrazione della Ri
fo-rma dev’essere nello spirito della Riforma, senza bandiere, santi e grandi
discorsi, senza parate, senza gloriard
superficialmente di un passato che
spesso ci guardiamo dal conoscere e
dal prendere sul serio oggi. Celebrare
la Riforma degnamente, grati a Dio,
significa viverla, significa ascoltare se
riamente, meditare e attuare, nella
..................................
nostra generazione, rinsegnamento e
la formazione che Dio ci ha dato e d
da, attraverso i Riformatori e la linea
di pensiero e di a>ione che da loro conduce fino a noi. Naturalmente, in o-gni
settore v’è stato approfondimento (ol
tre- che deviazione) in questi quattro
secoli, e sarebbe assurdo riproporre di
peso la predicazione dei Riformatori.
Tuttavia la loro testimonianza resta
determinante nel modo di imposta,!«
i problemi. Mi pare che un largo set
ture del neoprotestantesimo lo dimentichi troppo, e i frutti si vedono. Sono
c-:jnvinto invece che il vero atteggiamento fi'atemo che il protestantesimc
deve al cattolicesimo, oggi più che mai,
è un richiamo vigoroso, senza nostalgie nè ammirazioni, un « resisteirgli in
faccia », senza mezzi teimini, come
Paolo di fronte a Pietro, ad Antiochia.
Certo, pronti a ricevere a nostra volta richiami e giudizi; ma sulla base
della Parola di Dio, su di essa soltanto. Ogni altra autorità è usurpata, è
un sovvertimento deH’Evangelo.
Gino Conte
Calvino a Strasburgo e l'ora dell'ocomenismo
Espulso da Ginevra, come abbiamo
detto, Calvino sj rifugiò dapprima a
Basilea per proseguire in tutta calma
i suoi studi; ma sollecitato, quasi minacciato a dire il vero, da amici, finì
coi trasferirsi a Strasburgo per prendere la cura della piccola comunità
evangelica di lingua francese (Stra
sburgo era allora città imperiale di
lingua tedesca) comunità composta
in maggioranza da profughi che ave
vano abbandonato la patria per la lo
ro fede. Il suo soggiorno nella città
non fu molto lungo, tre anni solfante, ma fu di estrema im,portanza per
la sua formazione. La città di Stra
sburgo era infatti evangelica da pa
lecchi anni e gli uomini che guidava
nc la cliiesa. Capitone, Bucero in par
ticolare, erano personalità di grande
rilievo, non solo ma avevano, oltre
l’età ed un temperamento molto più
calmo e conciliante del nostro giova
ne giurista, una esperienza preziosa
perchè da anni si preoccupavano di
Giganizzare secondo Tevangelo la vita
dei credenti strasburghesi.
Calvino fu accolto con molto rispet
to ed affetto dalle autorità religiose
e civili della città, ebbe tosto un incarico di insegnamento aH’Università,
oltre la parrocchia francese, e ricevette la cittadinanza molto presto.
I contatti con i riformatori di Strasbureo, l’insegn-amento biblico e la cura pastorale di un gruppo così omogeneo e compatto come erano i francesi, ebbe grande importanza sulla sua
teologia e determinò la sua visione delle cose per il futuro. Vi sono storici
odierni, forse un tantino eccessivi, ohe
vedono in questi tre anni a Strasbur
go il periodo più importante della vita intera di Calvino e dimcistrano
quirite idee siano state prese in pre
Come i Riformatori giudicarono la
benintenzionata offensiva del sore del dialogo, nel XVI secolo
pur
riso
stito da Bucero o dalla chiesa di Strasburgo stessa.
Se non furono gli anni più importanti della sua vita, furono certo i
niù belli, i più sereni ; dopo la vita travagliata del periodo francese, da.1 33
al 36, e dopo i mesi agitati e confusi
di Ginevra Strasburgo era una vera
casi di pace. Anche se economicamente la sua posizione non fu mai delle
Diù floride (lo stipendio di professore
aH’Accademia era appena sufficiente
per il vitto) la vita sembrava presentarsi sotto un ben diverse a.spettc al
nostro Calvino trentenne. La sua salute sembrò giovarsi di quel periodo di
tranquillità e di quella vita regolata e
fu negli ultimi anni del suo soggiorno strasburghese che egli si sposò.
E’ questa una pagina delicata e nello stesso tempo triste della vita di
Caivino, di cui gli storici non si occupane- molto; a molti Calvino sembra
una persona cosi riservata, fredda, inserjsibile che non si ammette possa
avere avuto dei sentimenti da personormale quali la gentilezza, ramicizia,
rEfietto ; per molti egli è ima macchina da pensare, ima specie di robot per
proaurre sermoni e commentari e per
condannare la gente che non la pensava come lui. Si decise, dopo molte
reticenze, a chiedere la mano di una
giovane vedova di origine fran<30-fìamminga, Idelette de Bure, e la sposò
Come tutti gli sposi del mondo furo
no festeggiati da amici e conoscenti,
col terribile Farei in testa giunto apposta da Neuchâtel. Una pagina triste, abbiamo detto, parlando di questa matrimonio non perchè l’unione
ira il severo teologo e la riservata Idole tte fosse mal riuscita o semplice
frutto di calcoli ma perchè dopo pochi mesi di serenità a Strasburgo si
tra.sferirono nuovamente, a Ginevra e
non furono anni facili per entrambi,
Calvino sempre in lotta con i suoi giiitìvrini, e a casa la malattia che lentamente minava la malferma salute
della pur forte Idelette. Il piccolo Giacomo, nato nel ’42 non visse che 15
giorni, e la madre si spense nel 1549
lasciando il riformatore più solo che
mai, circondato da ostilità e da critiche, da polemiche e da accuse, fra i
suoi libri Questo appartiene però ad
un altro periodo, è tempo di tornare
a Strasburgo.
La vita della piccola comunità riformata francese era assai intensa ed
è in questo ambiente che Calvino lece
le sue più vìve esperienze; era france
se lui stesso, aveva lasciato come moi
t] suoi concittadini la patria, la famiglia. il lavoro, viveva e lavorava per
la sua fede ; si creò subito una profonda e solidale intesa tra i membri della comunità e il pastore, e in quella
comunità di spìriti e di impegrii egli
trovò la sua vera famiglia ed ’1 suo
vero ambiente Per i francesi di Stra
sburgo raccolse alcuni salmi con musica che costituiscono oggi il primo
esempio di innario riformato, progeniiore di quelle raccolte di salmi che i
nostri padri cantarono sino al secolo
scorso. Prendendo spunto dalla liturgia di Bucero, diede al culto della co
rmmità queU’ordine che è tuttora in
vigore da noi; introdusse, secondo il
suo preciso desiderio, la celebrazione
della S. Gena ogni mese, facendola
precedere da un colloquio con tutti i
nismbri della comunità per prepararli alla celebrazione del sacramento.
Da questi esperimenti e da questa
rigida disciplina esistente nella comunità, come da molti altri spunti di vita ecclesiastica strasburghese, trasse
sijunto per la sua opera futura, nella
cc-stituzione del Consistoire per esempio e nella fondazione dell’Accademia
iniziative prese entrambe dalla chiesa
di Strasburgo.
Questi tre anni di vita serena e di
attività impegnata si svolsero in un
periodo di particolare importanza, de
cif.ivo per la storia del Protestantesi
mo europeo. Erano gli anni che potremmo definire dei « contatti ecumeriici ad alto livello ». Capire i retrosce
ria e gii affari politici del secolo non
è cosa facile e la religione si trova in
quei tempo così, strettamente legata
alle questioni politiche che fa tutt’uno
con esse, rendendo la causa della riforma molto confusa ed oscillante. Comunque stessero le cose, fu proprio in
quegli anni 1593-1541 ohe l’imperatore
corcò per l’ultima volta di conciliare
ca,ttolici e protestanti nell’Impero.
Cercò di farlo con molta buona volontà e pazienza, convocando assem
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
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pag. 2
N. — 30 ottobre 1964
Calvino a Strasburgo
e l’ora deirecumenismo
SEGUE
DALLA PRIMA PAGINA
clet di principi e di teologi per tro
vare un accordo, n papa stesso, in
quel tempo Paolo III, pur non essendo del tutto convinto della bontà della cosa assecondò questi sforzi deputando come suo legato il cardinale
Contarini all’ultima di queste diete,
a Ratisbona. Lo studio di queste dispute potrebbe essere di estremo in
teresse ancora oggi, perchè accadde
un fatto .stranissimo e quasi imprevi
sto ; i teologi presenti finirono col tro
vsrsi quasi del tutto concordi su alcune questioni fondamentali come la giustificazione ^r fede, il peccato, ecc.,
mentre sussistevano diversità di vedute sulla chiesa, il papato, i sacramenti ; su queste questioni fallirono i
colloqui ecumenici di Ratisbona. E’
interessante notare che i due uomini
che in tutto questo discutere di teologia stavano a vedere senza partecipale, erano Lutero rimasto a Wittemberg e Calvino, presente ai colloqui ma
troppo giovane e poco influente per
poter parlare. Entrambi, il grande Lutero, il profeta della Riforma, ed il
gjovane pastore francese erano concordi nel valutare tutto quello sfor
zo d: compromesso ; Lutero scriveva
« è un mucchio di letame, ci perdiamo
sforzi e fatica » ( giudizio alla Lutero ! ) :
Calvino disse semplicemente ; « Contar
rini désire nous soumettre sane guerre... » (desidera .sottometterci senza
colpo ferire) a differenza del nunzio
« qui a sans cesse le mot de guerre à
la bouche » (ohe ha sempre la parola
’guerra’ in bocca).
(Questi dialoghi ecumenici del ’500
non sono senza insegnamento per noi ;
ci mostrano che la corrente progressista, la corrente del riformismo e perciò ariche del dialogo non è nata sotto
Giovanni XXIII con il Segretariato
per l’Unità: uomini di primo piano,
teologi eccellenti esistevano già al tem.
PO della Riforma, in campo cattolico.
Hagenau e Ratisbona, sedi di questi
incontri, ci mostrano che anche al
tempo della grande orisi europea esisteva la possibilità di incontrarsi e di
accerdarsi su singoli punti di dottrina, come la giustificazione (non è invenzione di Hans Kiing la teoria che.
in fondo, si possa conciliare la tesi
cattolica e quella protestante su quel
punto) : ma ci mostrano anche che su
pochi ma fondamentali punti il dialogo non potè proseguire e questi punti sono: la chiesa ed il papato in particolare, la sua autorità.
Définir l’Eglise
Car premièrement en la définition d'Eglise, tu laisses ce qui te
pouvait beaucoup servir en la droite intelligence du mot: quand tu la
dis être celle, qui de tout temps passé, comme aujourd'hui, par toute
la terre, a toujours été une en Christ, duquel en tout et partout elle est
régie et gouvernée. Où est ici la parole de Dieu, icelle tant claire marque,
laquelle tant de fois est recommandée par le Seigneur même, en la
désignation de la vraie Eglise?... il a bien affermé que l'Eglise était
gouvernée et administrée par le Saint Esprit. Mais afin que telle administration fût certaine, stable, et immobile, il l'a conjointe et alliée à
icelle parole...
Maintenant donc si tu veux endurer et recevoir une plus véritable
définition de l'Eglise, que la tienne : dis dorénavant, que c'est l'assemblée de tous les saints: laquelle étendue par tout le monde, est
dispersée en tout temps, liée toutefois ensemble par une seule doctrine de Christ : et par son Esprit seul garde et observe l'union de la foi,
ensemble une concorde et charité fraternelle. Or que nous ayons quelque différent avec icelle, nous le nions: mais plutôt, tout ainsi que
nous la révérons comme mère : ainsi désirons-nous toujours demeurer
entre ses bras. (Epître à Sadolet p. 53, ed. Je sers)
libri
Il papa di tutti
Nell’altua'le momento in cui il pa.pato
sembra godere di un prestigio sempre crescente e la Chiesa romana sta sferrando
un’offensiva propagandistica senza precedenti, è naluiMle clic si cetrebi di dimenticare le pagine oscure di una storia che
si vorrebbe sotterrare e annullare perchè
tiropipo vicina e troppo compromettente :
la storia dei rapporti del Papato e dèlia
Chiesa romana con quelle piaghe e vergogne dèll’umanità che furono i regimi fascisti e nazisti.
La reazione rabbiosa al Viiorio di
Hoclihuth non è altro che il frutto dellPira
e della paura di chi credeva — con la complicità di uomini di cultura, di governo e
anche di chiese non romane — di esser riuscito nel proprio intento di far dimenticare, di coprire col velo del silenzio e dell’omertà le innegabili e speoifìehe responsabilità di una Chiesa, quella romana, e di
una istituzione, il Papato, che si presenitano, oggi come sempre, ajuali presunte infallibili cristiane guide per tutta l’umanità.
II guaio è che esisitono documenti e documenti di ogni tipo che parlano con vo<e
chiara e accusano con la forza e la slcurezza della realtà. Un giovane storico italiano che si è dedicato partiv’olarmente allo studio delle responsabilità della classe
dirigente ’taliana e della Chiesa romana
nella tragedia nazi-fascista, Antonio Pellicani ci olire ora il frutto delle sue ricerche
compiute particolarmente sui giornali, cat
tolici e fascis.i, e ci fa ascoltare, con frequentissime citazioni, la voce dei contrasti e degli accordi tra Santa Sede, fascismo
e naz.ismo, proprio come risuonò per sedici anni in Italia.
M volumetto II Papa di tutti: la chiesa
cattolica, il fascismo e il razzismo 1929-1945
(Sugar Editore, Milano 19.14; pp. XIV - 14,1:
lire lOOO), con una prefazione di Carlo Fal• oni, pome chiunque in grado di vedere,
capire e giudicare in che modo l’Evanigelo
c la volontà di Dio siano stati traditi proprio di (hi se ne ritiene il custode unico e
sommo. Esortando soprattutto coloro che
hanno ancora dei dubbi sulla questione a
leggersi questo utile volumetto, ricordiamo, come unico commento, un antico detto latino: verbo volani, facla manent. Le
parole volano, nia i fatti restano: a questi
e non alle indignate sfuriate o ai discorsi
invitanti a dimenticare il passato dobbiamo dare retta. F. R.
R. O. WEBSTER : La Croce e i Farisei.
Feltrinelli, Milano 1964, L. 2.500.
PIERO_ MARTINETTI : Gesù Cristo e
il Cristianesimo. Il Saggiatore, Milano 1964, L. 1.600.
GIOVANNI PIOLI: La religione di
Gesù e la Chiesa Romana, Editore
Laoaita, Manduria 1963, L. 2.200.
Presentata in italiano dalla Claudiana
Una biografia di Calvino
L’immagine di un Calvino demolitore della chieoa, solo preoccupato dal
desiderio di distruggere Roma ed il
papato, bramoso di estendere il suo
dominio sull’Europa e di ridurre in
servitù le anime credenti, è cos’i priva di fondamento e coà puerile ohe
nfssuna persona intelligente dovreb^
be più soffermarcisi. « Lungi da lui ridea di abbandonare la sola chiesa ohe
per luì esìste, anche se malata e corrotta. Non fonderà mai una nuova
chiesa. Per lui la chiesa riformata sa-i-à fondamentalmente identica con la
chiesa cattolica. Dirà espressamente
che gli evangelici non hanno mai laseiata la chiesa, i papisti li hanno buttati fuori » — cosi si esprime un eminente teologo cattolico in una sua opera recente su Calvino.
Proprio i colloqui ecumenici degli
anni ’40, a cui egli partecipa con passione, ci mostrano in lui l’uomo ecumenico per eccellenza se l’ecumenismo
significa non mettere insieme idee
cciifuse ma cercare insieme la verità
chiara e viva del Signore. Quello che
lo turba, e lo comprendiamo, sono i
calcoli politici, i conciliaboli da corridoio, le formule di compromesso, il
voler nascondere i nroblemi e mettere
d’accordo tutti sulla base dell’amore
ner runità della chiesa. Oltre il problema deH’unità o, come si poteva dire allora, della riunificarione della
chiesa egli vede il problema della riforma come problema fondamentale. La
grande questione di quegli anni è, dal
suo punto di vista, non se si può con
qualche ritocco raggiungere una comprensione reciproca tra luterani e pa
pisti, ma se tutti i credenti cono di•sposti a sottomettersi alla parola di
Dio
Come molto acutamente scrive al
cardinale Sadoleto, il dotto prelato
che in quegli anni faceva figura di progressista e scriveva ai ginevrini di ritoiriare alla vera fede dei padri, il problema sta nel nostro modo di concepire la chiesa cristiana. La definizione
di Sadoleto è esatta in sè ma manca
della cosa fondamentale, secondo Calvino, manca della parola di Dio; per
Sadoleto la chiesa è una in Cristo, viv-3 del suo Spirito ; per Calvino è l’assemblea dei santi nel mondo guidati
dallo Spirito nella meditazione della
Parola.
Il dialogo ecumenico odierno:, nel
tempo di Paolo VI e del Vaticano II,
si ritrova esattamente allo stesso prmto a cui erano Sadoleto e Oalvino.
Giorgio Tourn
Noti si può certo affermare che il quarto
cciilenario della morte di Calvino aia stato
mi-lto ricordato. Non si può parlare di una
vera conginra del silenzio, ma sembra che
il clima attuale, specialmente in campo religioso, non sia molto favorevole alle conimemorazioini calviniste. Ln uomo che ha
organizzato su base duratura e siabile la
chiesa riformata, che non ha mai rinuncia
to alla sua coerenza ed ai suoi principi e
vangelici non sembra essere, e forse non )
il patrono di quell’eenmenismo che sembra
ai dare per la maggiore, oggi. D’altra partt
si comprende che negiR ambienti rigidameti
te cattolici non si studi con molto piaceve
■ opera di un teclogo, certo fra i maggiori
del cristianesimo, che ha steso nelle sue
opere il più rigoroso e severo atto d’accusa
contro il papato. Per gli uomini non imeress-ati direttamente alle questioni teologiche. Calvino è un fanatico intransigente e
duro die ha mandato in esilio ed al rogo
liberi cittadini di Ginevra (cosi dicono tut.
tora gli storici ed i polemisti da strapazzo I
c si preferisce ricordare le figure dei suoi
eppositori, Castellion il dotto e Serveto ia
vittima.
E un vero peccato che tanti pregiudizi e
tanta pigrizia intellettuale abbiano screditato il pastore di Ginevra, iche non fu certo
un santo, un infallibile, un eroe, ma un
uomo intelligente, sensibile, coerente che
seppe vivere nel suo tempo da cristiaii.cevangelioo. Peccato che il silenzio dei dotti
c dei giornalisti non abbia reso Calvino un
pochino più interessante nel centenario della
sua morte: perehi-, tutto sommato, è anco
( ADH.K
CALVINO
JEAN CADIER: Calvino, Tuo
mo domato da Dio. Traduz. di
Gino Costabel. OlaudiaDa, Torino 1964, L. 1.250.
Tti uno dei maefifri del pensiero oiccìde'Utiile, lo voigliano o no j Salesiani, \sisnrdo
sarebbe dire che TEuropa niodema Tiia fatta Ini, da sob»; ma indubbiamente egli ba
runtribnìto con il suo esempio, le sue ider,
i ■'Uoi interrogativi a fcirniare unta mentaiiU ed un pensiero dì cui noi oggi viviamo;
in una Exiropa che si vuole europe-a e non
iia?ìonistico-clericale, Calvino può stare,
setto quL^siin profi'o, alia pari con Michelangelo e Galileo.
II nostro giornale ha segnalato, in parecchie occasioni, alcuni libri su CaWino e sul
BUo pensiero che possono conttribuirc validamente a diffor.dere una conoscenza più
api.«rofondi'ta del riformatore. Fra questi
volumi è stata segnalala l’opera di Jean Cadier, decano della Facoltà di Teologia di
Mcintpeiliei, che ha consacrato moilti anni
alila ricerca calvinista, pubblicando articoli
e saggi e che redasse nel 1%8 una breve
biografia dell Riformatore. Quest’opera breve (circa 208 paginei ma documenUiia e redatta con mollo garbo è stata presto esaurita e si è dovuto provvedere ad una seconda
edizione nel 1964. La Claudiana ha voluto
partecipare, nel limili delle sue possibilità,
aìie celebrazioni calviniste offrendo ai suoi
lettori ed amici la traduzione di quel volume II nrof. Gino Costabel ha provveduto
a tradurre, con la contipetenza e l’amore
ihe gli conosciamo, il testo mantenendo lo
stile' familiare e semplliioe detUforiginiale.
Miglior regalo non poteva fare la Claudiana, in questi giorni comsacrati alle comiiiemcrazioni della Riforma, offrendo al nostro
pubblico un libro cosi necessario. Sarebbe
davvero ridicolo e deludenite se proprio noi
valdesi, che in Italia ci riferiamo alla riforma ualivinista, lasciassimo quel volume
ne depositi della no.stira libreria! g. t.
CACCIA 0 PESCA
E’ troppo chiedere
coerenza ?
Il Risorgimento l'iianno fatto i cattolici :
quctsta tosi avvenitiirosa è stata seriamen,'
soisten-uta -da slt-j-ri-ei e teologi ca.t-tolici, d>
quelli che sono convinti che non si fa nulla di (buono e di vivo sotto il sole, senza il
cattolicesimo. Sap-piaino che conto fare di
lesi apologetiche del genere.
Mi! le sorprese continuano; ecco ¡’ukima
autorevole tesi che circola nei corridoi vaticani e stinge anche su non pochi os'servatori e oispitì non-cattolici : non è il catto
lii-eisimo che ha fatto l’Italia qual’è. è l’I
talia che ha fatto quel catilolicesimo parti
colare (curiale, retrivo, istituzionale)) che
è appunto in larga misura quello italiano;
prova irrefutabile: la grande diversità del
cattolicesimo negli altri paesi. Non si finisce di irasecolare! Dunque, il -caltolicesiniri italiano è quello che è, ma quello all’tistero è tutt’allro, è... quasi protcstanile,
tal.? comunque che tl dialogo avviene in
modo tale che tutti si sentono perfettamente a loro agio.
E non crediate, amici lelilo-ri, che questa
sia solo la te,si dj -cattolici senza eccessivi
scrupoli storici: con pt-ofondo Tmeresoimento rabbiamo ritrovata di poso, presentata con tutta serietà, in un articolo dri! pastore riformato francese G. Richard.Molard,
inviato del settirnanale « Réforme » presso
il \alleano li. (Réf., 17-10-’64: «Le drame
catholique );) ; «Esco ora da un collo juio
privato fra osservatori e esperti cattolici,
nel quale tutti si sono trovati d’accordo sul
fatto che l’attuale dramma cattolico è dovuto al decalage (sfasamento, diversità di livello) fra la Ohiesa italiana e il resto della
( hiesa r-attolica. Ora, la direzione «(ssoluta
della Chiesa cattolica è sempre italiana e
romana: il Papa è italiano, circondato di
prelati di curia italiani. Questo direttorio
della cattolicità sembra non rendersi conti,
della straordinaria evoluzione spirituale e
tecilogica cattolica, specie nei paesi a maggioranza protestante o in quelli atei. Seguendo generalinente le nuove tendenze teologiche (...), un .approfondimento autentico
della fede, una maggioranza cattolica germaniea, anglosassone, scandinava, americana, africana, eoe. va fino a mettere in questione la (Stessa Istituzione e con essa una
parte della dogmatica ».
Questo, !n tutta sincerità, (significa per
noi semplicemente vender fumo. Crederemo alla volonià di rinnovamento dei catto!i-ci progressisti quando la finiranno di giungere « fino a » mettere in rpiestione, preferibilmente in colloqui privati con osservatori, l’Istituzione, e lo faranno sul serio
“Valli Nostre,,
tutto a colori
Il calendario "Valli nostre 196b
oortern quest’anno 13 belle vedute
tutte in quadricromia, oltre al consueto indirizzario evangelico, aggiornato ed ampliato. Sarà disponibile 'i
rietà novembre.
Il prezzo di vendita al pubblico sa
rà di L. 600; lo si può prenotare fin
d ora. A chi ne invierà subito l’iruporto sul c.c.p. 2/21641 intestato a
Editrice Claudiana, Via Principe
Tommaso 1, Torino, esso verrà in
vinto franco di porto (in Italia).
e a fondo (comprendiamo che sarebbe pei
loro doloroso e sconvolgente; ma anche meravigliosamente liberatore, quale fu l’e&perien-Za ,d¡ Lule-ro e qual’è oggi ancora l’esperienza di -tant; umili credenti); finché
noli avranno questa coerenza — che è loro
tante più imposta quanto più lucida è la
ccinoiscenza biblica e teolo¡gica che ne! travaglio attuale hanno raggiunto — pensiamo
di essere in diritto di chiedere loro la eoe
ronza di essere pienamente cattoilici, come
aflermano di voler essere. L’auto-ri-tà magi
steriale della Chiesa e in mo¡do unico del
papa, non è un’invenzione dei superstiziosi
Italiani, hanno detto placet, sì e amen tut
ti, anche i germanici, gli anglosassoni, gli
scandinavi ecc. ecc.; e ehi ha portato in giro
la testa (?) dorata di S. Andrea non è stato
il titolare di qualche santuario di provincia
italiano, è stato il card. Bea, e prima che
parli.s.se le han fatto la riverenza tutti). Possono comprcindere, questi illuminati nrogiessisli, che il loro atteggiamento ci indi
gna profondamente? che il loro indubbio
« evangelismo » ci appare sentimentale o formale, immerso com'è in -un quadro dogmatico eretico?
Ma u-na parola parti colarnieTite severa
sentiamo di dover dire, in fraterna sincerità, a quei non-catiolici e in mO(do tnti'' nartiec-lare a quei protestanti che assumono un
atleggi-aimen-to a-crilicaimente « aiperlo e fraterno », che forse si (rede illuminato ma
eh.? è al limite un vero rinnegameiito, una
acftuiesce-nza al sowertime-nto deil’Evan-ge
lo. In tal modo essi vengono meni- proprio
a quell’esigenza di dialogo aiperto e fraterno, (senza mezzi termini e seinza compromejsi, di cui -sentono giustamente la vocazione.
Francoforte 1964:
francobolli e libri
In occasione della Assemblea generale dell’Alleanza Riformata Mondiale, tenutasi a
Francoforte sul Meno nel mese di agosto,
tutte le case editrici più o meno ufficialmente dipendenti da Chiese riformate o comunque in esse operanti, hanno partecipato
a un’esposizione del libro riformato, che ha
suscitato vivo interesse. Anche la Claudiana
esponeva una serie di volumi recenti.
Oltre airinteresse dei visitatori, i rappresentanti riformati delegati aH’Assemblea hanno considerato con attenzione il valore della
stampa e la necessità di una migliore informazione e di un maggiore collegamento fra
le Caso editrici dei vari paesi. A tale scopo
è stato espresso il desiderio che TAIIeanza
stessa istituisse un ufficio di segnalazione a
tutte le Case ’associate* delle opere che, uscite nelle varie lingue, risultino particolarmente meritevoli di traduzione.
Le Poste federali tedesche hanno emesso
un francobollo per le celebrazioni calviniane;
ecco un annullo speciale dell'Assemblea ri
formata di Francoforte.
Non abilitati
a proteggere
La "Gazzetta Ufficiale’’ delL'H ottobre ba
riportato il testo della seguente interroga
zione presentata da tre parlamentari (PSÌ).
M-US6A IVALDI VERCELLI, GIOÌ.,IT
n, LOMBARDI RICCARDO. — Ai Ministri dell interno e della pubblica istruzione.
Ipr siKpere -se s-i-ano a co-nosrenza doll'ai.
teggia-mento discri-minaitO(rio assunto a Tonno dall pe-nsoinaile dire-ttivo dell’Ente tiazionale per (la proteziane morale del faneinllo verso i cittadini ital-i-ani di religicue
non cattoilica, atteggiamento che si è manifesta;') tra l’altro inella iriioetuta dicliiai-a
zione -di alcuni di-ri(g¡enti deli’e-nte cibc nei
meiieisimo non avrebbero mai podu-lo ore
B'tare la loro opera ci/lta¡dini e'brei o pretestanti ;
per sapere inoltre se n-0(n ritengano opportuno condurre una i(nch!esta ner appurare le responsabilità di -tali di-rÌge-Mi'-per
«l'Iegglamenti contrari alla Costituzione ed
a -tutte le nonne di convivenza civile e mo
rate che dovi-ebbero regola-re la vita del
lAtsiro paese;
se non --iteiiigono infine opportuno e-sa
rai-nare r.iii-he la str-utlura dedl’Enite in queMtone, -del quale non risulta-no e(sse-r noti
ne io -statuto né il re;go(la¡mento.
Non sappiamo se i ministri in questiona
atibiano risposto e in qual senso. Non c’c
molto da commentare sul fatto in sè: un
caso di piu da annotare, nel dossier delta
discriminazione confessionale che. pur essendo anticostituzionale, è pur sempre ben
riva in multi settori della vita italiana. A
meno che si pensi che solo un cattolico sia
atto alla protezione moru e del fanciullo...
Non allineati
Nel suo editoriale del L5 ottobre, il diret
p'"'’ I au XXe siècle’\
rank Michaeh, commentava Vesclusiane di
tiombe dalla conferenza dei non-allineati. al
atro; riportiamo la conclusione dell'arti colo:
Non prendiamo posizione nè pro nè contro
Ciombe. ma il metodo usato in questa circostanza ci pare un’iniziativa degna di nota
e suscettibile di essere imitata in molti altri
campi oltre a quello della diplomazia internazionale. Questa conferenza era ciuella dei
paesi «non allineati», cioè dei paesi che
non vogliono allinearsi nè sulle potenze del1 ovest ne su quelle dell’est. Di fatto, sono
paesi che non si sono allineati sulle tradizioni diplomatiche internazionali che accordano il diritto di libera discussione a ogni
membro di una Conferenza, quali che siano
le sue opinioni.
Ce da chiederci se non dovremmo allinearci su (juesto « non allineamento ». Come
tutto sarebbe più facile e presto risolto! Il
metodo e semplice. Se in un comitato, un
congresso, un sinodo, ecc. uno dei membri
e noto per avere idee contrarie a quelle della
maggioranza, ecco che cosa si deve fare:
mettete un guardiano saldo e vigile alla porp*)’ . ., passare tutti i membri, salvo
I indesiderabile. Se pur tuttavia egli riesce
ad entrare, conducetelo rapidamente in una
sala vicina e offritegli tè e pasticcini finche
urea-anno le deliberazioni, senza permetter„ 1 1 uscirne. Quando l’essenziale è conclu
so, conducetelo in un luogo diametralmente
opposto al suo domicilio. Infine, fate valere,
nei rapporti sulle sedute, il fatto che tutte le
decisioni sono state prese all’unanità.
Attenti! allinearsi a destra (o a sinistra)!
Ad applicare il sistema con un certo rigore e su scala generale, Ciombé si ritroverebbe in numerosissima compagnia. Ma non
per questo i problemi di fondo sarebbero meglio risolti
3
30 aí-obre 196i — N. 43
p«g- ^
Una
nuova nazione
africana
LA ZAMBIA
Il 24 ottobre è nato un nuovo Stato africano indipendente^ la Zambia, il
cui territorio corrisponde a quello dell’ex-colonia britannica della Rhodesia del
Nord (anzi, la zona del Barotseland^ o Bulozi, era a regime di protettorato).
Nel numero scorso abbiamo narrato come la Chiesa evangelica del Bulozi, sorta
dall opera della Société des Missions Evangéliques de Paris, aveva festeggiato
la propria autonomia. Rappresentava la Société a queste manifestazioni il pastore svizzero P. Juillard, il quale, di ritorno in Europa, ha dato le seguenti
informazioni al ” Service de Presse Protestant
■f \
-----(CapóWSlrtpl^.J
- --------->;:5!
Un paese disperatamente povero.
La Rhodesia del Nord, ora Zamibia, è situala al centro dell’Africa aus'lrale; il paese c grande circa una volta e mezza la
Francia. Livingslone fu il primo bianco a
giiuìgere, nel 1855, sulle rive dello Zambesi. La popolazione è di 2,5 milioni di
aiiH aiii e di 80.000 europei. La principale
ricrliezza è co&tituita dalle miniere di rame
del i opperbelt (la «fascia del rame »), che
coi»L nuano quelle del Katanga. L’agrieolluri e mediocre, rallevamento non dà alcun
retbliio e rindiistrializzazione pare ìmpen*
sah . . l.a capitale della nuova Zambia è
a. (Aggiungiamo che è stato per il
lina grave iatiura la disintegrazione
1^^ ederazione delle Rhodesìe e del
land: infatti la Rhodesia del Ncrd
•. 1 a di materie prime, non ancora pie
Hi! sfrutlaie; quella dei Sud era la
; (1 aver conosciuto una notevole indùnazione, meinire il JNyassaiand, essennie agricolo, poteva anche fornire
mano d’opera; per contraisti triibali
u ma anche, e forse soprattutto, a
dclllc tensioni razziali —■ nella Rhodel Sud, ancora « coilonia » vige una
(i apartheid e ila percentuale della porle niaiu a è assai più forte che nel
^ due zone — la Federazione ha avu- breve; la regione meridionaile «i è
s aocata e, se la Gran Bretagna cone ora l’autonomia, prohabilmente il
/o bianco si oirienterebbe verso una
ne alla Federazione sudafricana ; le
t'Luioni settentrionali si sono divise:
»rimo è divenuto inidipendeeite il
-il land, con il nuovo nome africano di
wii: ora è la volta della Zambia. E in
n:i fallito il tentativo (1953-1%3) di
liiire un douiiiàwOe multiirazaiiale, (dhe
lisliesse una regione a lungo sfruttala
min compagnia semiprivata, fondata
evventuriero Cedi Rhodes, da cui il
nome, divenuta nel 1923 coìcnia della
na britannica. N. d. r.). Il primo mi> dèlia nuova Zambia è Kenneth
(la, figlio di un pastore e membro della i fie^a presbiteriana; quattro dèi suoi
nni;- rri aipipartengono alla giovane Chiesa ^ (io Zambesì.
l i: mbìente diffìcile.
] iiiovinda occidentale dèlia Zambia,
chia;;i;.!ia «Bulozi» dagli africani, « Barotsfias ' ') da ali inglesi e « Zambesi » dai
mi- niari di lingua neo latina, è abilata
da mezza dozzina di tribù che parlano
linirs.s-' lotalmeinite diverse; lingua ufficiale
è LTiì ’iese, Economicamente rurale, la zona < issai povera, ma numerosi fiumi e laghi prrmetterebbero ohe fosse meglio sfrut
tata. Ogni anno circa 10.000 giovani sono
neiUe miniere del Sud-Airica, a
cura di una Società dì collocamento e reclutamento. In questo quadro, seguendo
Franu-ois Coillard, generazioni di missionari M sono succedute, ccnsacrando la loro viia a un popolo per lungo tempo ignorar.lt' e talvolta ciudele. Oltre al lavoro di
ovanicclizzazions e di fissazione della lingua ((’he prima non era scritta), sono riusci li a creare un’impcrtaiite rete scolastica:
400 maesitri e 17.000 alunni nelle scuole
eìennmtari. Il 27 settembre e stata proclamala a Sefula la piena autonomia della
Chiesa del Bulozi: le nove chiese sorte
dalla Société des Misisions Evengéliques di
Parigi sono ora tutte autonome e membri
del (Consiglio ecumenico dèlie Chiese.
Consolidare le basi
della giovane Chiesa,
Problema decisivo per la giovane Chiesa
del Bulozi : se i 2/3 dèlia popolazione (circa 3.SO.OOO abitanti) sono più o meno ’ cristianizzati”, la Chiesa raccolta e impegnata
è ancora poco numerosa e conta circa 10
mila ,niemni”i, con soli 12 pastori africani
c'.,nsacrali. Il governo prenderà ora in ca
rico rinsegnamento elementare, mentre la
Chiesa, con l’aiuto dei missionari, assicurerà l’insegnamento nelle scuo'le secondarie fondate da questi ultimi. Si parla di un
ravvicinamento delie Chiese protestanti in
vista della creazione di una Chiesa unita
della Zambia. Già esiste fra le varie denominazioni e persino con la Chiesa cattolica
una certa collaharazione, nel quadro del
« Church Council ».
La collaborazione continuerà.
I missionari al servizio della Chiesa del
Bulozi sono attualmente 23: 10 pastori, 6
medici e infermiere, 5 insegnanti, 1 « agen
te féminine » e 1 « agent de jeunesse ». H
past, Ngula, presidente della Chiesa del
Bulozi, ha dichiarato recentemente: «Essere libero non significa essere separato...
tenete ben conto che c’è ancora monito da
fare nel Bulozi... continuate a inviare aiuto
sia in denato die in personale, per mantenere lo sviluppo dell’opera ».
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Il periplo italiano dei Valdesi sudamericani
Un viaggio che ha creato o suggellato una profonda fraternità
Anche il secondo « pellegrinaggio «
valdese sud-americano, non solo di
questo dopoguerra ma... di tutti tempi appartiene ormai al passato. Il 12
u. s. i 37 fratelli e sorelle del Rio de la
Piata ohe giunsero fra noi il 31 luglio,
ripartivano da Barcellona per tornare al loro paese, alle loro case, alle
loro chiese. Il programma, molto ampio, impegnativo che era stato tracciato dagli organizzatori della Società
Sud-americana di Storia Valdese, c
che comprendeva no.n solo le Valli e
l’Italia, ma anche la Svizzera, la Germania Occid., l’Olanda, il Belgio, la
Francia e... la Spagna sulla strada del
ritorno, potè compiersi nella sua totalità. Al Signore, anzitutto, va la nostra riconoscenza, ma qui dobbiamo
estendere questi sentimenti di riconoscenza a tutte le persone, alle comunità ed alle istituzioni che collaborarono con noi in modo molto efficace,
affinchè potesse essere raggiunto lo
scopo essenziale, la vera ragion d’essere di questoi "« pellegrinaggio ».
Non dobbiamo dimenticare infatti
che se a Venezia come a Firenze, a
Roma come a Napoli, ad Amsterdam
come a Bruxelles, a Parigi come a
Barcellona abbiamo consacrato parte
del nostro tempo all’aspeitto turistico,
artistico del nostro viaggio, visitando
chiese e cattedrali, musei e monuimentj storici di indubbio ed ecceiàonale
valore, questo non è stato lo scopo
primo, questo non è ¡stato l’interesse
base del Pellegrinaggio. Lo abbiamo
fatto pubblicamente, e lo ripetiamo
qui; lo sforzo non imlifferente, la spesa considerevole che questo viaggio
ha comportato per c asouno dei pellegrini sono stati affrontati con ben altro scopo: quello di incontrarci con
altri fratelli in fede, quello di conoscere le Valli, le nostre comunità del
1’« Evangelizzazione », quello stabilire dèi contatti personali e vivi fra
membri di chiesa che, pur appartenendo alla stessa organizzazione, allo
stesso « corpo », si ignorano quasi totalmente, quello di fortificare la fede
e di aumentare l’interesse di quei nostri fratelli per la Chiesa Valdese nel
Una opera in memoria
di Fernanda Menotti Long
L'Evangelo di Luca
in ladino
(S.P.P.) La Società biblica svizzera ha pubblicato una traduzione romancia dell’Evangelo secondo Luca. Molti abitanti dell’Alta
Engadina si rallegrano di poter leggere la
Parola di Dio nel loro dialetto. Stampata a
Samedan, questa traduzione non è dovuta
a un pastore ma alla signorina D. Messmer,
da molti anni redattrice del « Fogl Ladin »
di Samedan. La prima traduzione della Bibbia in romancio risale al 1560, quando il
Landmann e notaio J. Bifrun di Samedan
tradusse e pubblicò a sue spese una versione
ladina del Nuovo Testamento.
In questi giorni, e più precisamente
il lo novembre, ricorre il primo anniversario della dolorosa dipertenza della Signora Fernanda Menotti Long,
compagna del Pastore Silvio Long,
tornato pochi mesi or sono dall’America dei Sud per ristabilirsi in mezzo
a noi, che siamo assai lieti di riaverlo
come collaboratore della nostra Chiesa qui in Italia. Giunga a lui e alla sua
famiglia l’espressione rinnovata della
nostra simpatia fraterna.
Tuttavia non è per questo che ricordiamo quella data e queU’awenimento. Lo facciamo perchè abbiamo saputo che, per iniziativa del Past. Long e
della Chiesa di Rio Negro (Uraguay)
c stata lanciata l’idea di dare U nome
dell’estinta a una sala del Centro comunitario di Fray Bentos, attualmente in costruzione e più precisamente
a una sala ove si svolgerà un’attività
di carattere sociale e educativo fra i
bambini: uno dei settori della vita
della chiesa nel quale la Signora Long
ha profuso le sue doti e ha dato il suo
cuore per molti anni, come fu ricordato a suo tempo dalla Signora Bianca Pons, sulle colonne del « Mensajero Vaidense».
Ma l’iniziativa non si è fermata
qui; per mezzo di essa si desidera e
si spera di coprire il costo di detta
sala — circa 2 milioni di lire — con
doni « In memoriam » ; sappiamo che
a questo scopo quasi metà della somma è già stata offerta, in Uruguay e
in Argentina, e speriamo vivamente
che l’altra metà possa essere coperta
con offerte, in Italia e altrove, specie
da parte delle persone più direttamente legate alla famiglia del Pastore Long e da quanti, in questo modo
concreto, vorranno esprimere la loro
solidarietà verso un’opera assai impegnativa intrapresa dai nostri fratelli
sudamericani. Non ci è dato spesso,
forse, di pensare alle necessità degli
altri, assillati come siamo, spesso, dalle nostre e dall’impegno che la nostra
testimonianza nel nostro paese già ci
richiede. Pure, proprio per rendere
effettiva, operante, quella più stretta
fraternità che in questo dopoguerra
ha riavvicinato, in molti modi, gli uni
agli altri i Valdesi dalle due parti dell’oceano, pensiamo che questo impegno assuma un valore particolare, c
per questo lo raccomandiamo caldamente.
I doni potranno essere inviati sia
al Pastore Long, ad Agape, sia alla
amministrazione del nostro giornale,
con chiara indicazione della causale
del versamento. E grazie fin d’ora, a
nome di quanti riceveranno questo
segno di solidarietà e di affetto fraterno.
Una espei'ienza francese
Servizio militare ■ servizio missionario?
(S.P.P.) Coscritti di nuovo genere sono stati
accolti all’inizio dell’autunno nella Maison
des Missions Evangéliques di Parigi. Da un
anno il Ministero delle Forze Armate accettava di distaccare, a titolo di collaborazione,
militari richiamati che ne fanno domanda.
Attraverso diversi dipartimenti ministeriali,
alcuni di questi giovani sono aggregati a istituti d'istruzione che dipendono dalle Chiese
d'oltremare. Nell’anno scolastico 1963-64 essi
erano diciannove, otto dei quali hanno spontaneamente deciso di trascorrere là un secondo anno. Quest'anno sono 39 i giovani
che partono in tali condizioni. Non solo saranno occupati tutti i posti vacanti degli
istituti secondari di cui le giovani Chiese
hanno la responsabilità, in collaborazione con
la Mission de Paris, ma parecchi di questi
coscritti-missionari si sono messi a disposizione di altre giovani Chiese, soprattutto in
Africa. Dei 39, 13 sono sposati e si sono già
impegnati a fare un armo supplementare di
servizio; le loro mogli e i figli sono presi a
carico e inviati oltremare a cura della Mission de Paris.
SUO insieme, al di qua e al di là dell’Oceano.
Questi scopi sono stati raggiunti?
Non spetta a me nè credo sìa ancora
il momento di rispondere a questa domanda. Anche questa è stata «seminagione » e bisogna aspettare con pazienza, con fiducia e con speranza il
tempo del « raccolto ».
Qui ed ora desidero sottolineare alcuni incontri che sono stati partico
larmente vivi ed interessanti, agli effetti indicati più sopra; a Zurigo, in
diverse comunità del Baden e del
■Wiirtemborg, ad Angrogna, a Villar
Penice, a Pineroio, a Pomaretto, a Rodoretto, a Prarosttno, a Firenze, a Roma, a Porano' Sabina — e certamente
la mia lista è ineompleta e forse un
po’ .soggettiva — abbiamo vissuto dei
momenti veramente commoventi ed
indimenticabiM ed abbiamo sentito la
profonda e vera unità della Ohiesii
valdese pur nelle differenze — secondarie dopo tutto — che esistono tra
persone, chiese, programmi di lavoro,
interessi, difficoltà, preoccupazioni
ecc., ecc., in paesi e continenti diversi.
Non ci è stato possibile conoscere e
valutare la vitalità delle comunità che
abbiamot visitato — e questo è dispiaciuto a quei nostri fratelli più impegnati nelle Scuole Domenicali, nelle
Unioni giovanili, nei Concistori ecc. —
poiché, purtroppo, nei mesi di agosto
e di settembre molti membri di chiesa
« fanno vacanza », anche la domenica,
ma in qualche modo e misura, la rappresentanza valdese sud-americana è
ora in grado di seguire l’opera della
nostra Chiesa in Italia, e sono convinti che dei vincoli, dei legami si sono
stabiliti tra le famiglie, tra le comunità di Taranras c di 'Viilar Peilice.
di Colonia Vaidense e di Firenze, di
Rio Negro e di Roma, che fanno bene
sperare per il futuro della nostra
Chiesa.
Un segno di questo maggiore interesse da parte dei nostri amici dell’Uruguay e deil’Argentina per l’opera
della nostra Chiesa e dei suoi istituti
di beneficenza in Italia lo vedo nella
decisione di destinare quasi tutto il
sopravanzo finanziario del Pellegrinaggio, più di 800 mila Ure a diverse opere della nostra Chiesa (Villa Olanda,
Collegio, Orfanotrofi, Asili, Opera di
Riesi, ecc.). Sia questo gesto interpretato altresì come un segno di riconoscenza per la generosa ospitalità offer
taci da tutte le chiese visitate, tanto
alle Valli — da Torre Peilice a Prali,
da Bobbio a Massello e fuori delle Valli, da Torino a Napoli, da Como a Forano ecc.— il che, oltre al notevole risparmio che ha significato per la Càs
sa della nostra Escursione, ci ha permesso di sperimentare la bellezza dell’ospitalità cristiana.
E poiché, in diverse circostanze, è
stata prospettata la possibilità di effettuare, in un futuro non troppo lontano, un secondo Pellegrinaggio valdese al Rio de la Piata — già ci sono
506 iscritti ! — voglia il Signore servirsi di questi nuovi incontri, di questi
nuovi contatti per una maggiore e più
profonda e più spirituale unità della
nostra Chiesa in vista di un servizio
più totale e di una testimonianza più
fedele all’unico Signore della Chiesa
e della nostra vita. Silvio Long
Ricordando
un fratello
Nella sua umile casa, in Croce S. Spirito
di Castelvetro Piacentino, si è spento Giovanni Gagliardi, fedele lettore, proipagandista del nostro giornale e assiduo collaboratore della rubrica « I lettori ci scrivono ».
La sua lunga vita — 82 anni — inimata
spiritualmente con l’ateismo, conobbe a 38
anni la grazia illuminante del Cristo, che
penetrò, riscaldò, fece nascere a nuova vita l’animo suo, con potenza trasformatric ;.
Egli fu uno studioso apcpassionato della
Bibbia e cercò di comiprenderne il senso
pili profondo. Fu un evangelico libero da
ogni vincolo, penetrato dalla parola del
Redentore. Di questa Parola fece la guid.t
e il sostegno della Sua vita. Con questa
Parola Egli avvicinò tanti fratelli e accese
1-1 fede nei loro spiriti. Era un mistico fervente, irradiava intorno a sè la Iure e la
gioia di chi si è abbandonato, con totale
fiducia, in Dio.
Nel tempo della prima guerra mondiale
fu uno dei primissimi obbiettori di coscienza e subì minacce di morte e una dura prigionia.
Durante il fascismo venne confinato a
Ventotene e ringraziò Iddio di averio chiamato a ¡portare eonforto nella fede ai fratelli che soffrivano laggiù.
Trovò sempre pace nella Divina Volontà
e spesso citava lo stupendo verso dantesco: «...nella Sua Volontade è nostra pace ».
Le più misere, le pijj umili creature gli
erano particolarmente care; per loro aveva
creato una « piccola casa » in cui versava
quanto gli offrivano gli amici più agiati e
con quello riusciva a venire in aiuto ai bisognosi. Per sè non chiedeva e non tratteneva nulla, dicendo che la pensione — del
tutto esigua — di cui fruiva era ¡più die
sufficiente ai suoi limitatissimi bisogni.
Egli considerava la morte con serenit.à
assoluta, con la gioiosa speranza di iniziare oltre quella soglia, la vita vera tanto attesa. Accettò quinidd, negli ultimi tempi,
sofferenze fisiche asprissime, ringraziando
il Signore di quelle prove che lo avvicinavano a Lui.
Giovanni Gagliardi lascia di sè a quanti
lo conobbero l’esempio luminoso della Fe
de da Ini vissuta e l’inieitamento a vivere e
ad operare secondo il Vangelo.
Di lui restano diari e pensieri, die testimoniano la sua altezza spirituale ad anche composizioni musicali assai belle ed
ispirate, poiché egli fu un fisarmonicista di
grande valore, tenne conicerti in Italia e all’estero, ideò modificazioni e iierfezionamenti alla fisarmoniica ed il suo nome appare, specialmente in Francia, in libri e
artiicoli ohe trattano dj questo strumento.
Anche la musica fu per lui elevazione a
quelle alte sfere, in cud tutto è Luce e
Amore.
Maria Denti
Il nostro settimanale perde un vero amico e sostenitore, con la scomparsa di Giovanni Gagliardi. Lo ricordiamo con ■ lima
affettuosa e con rieoaoscenza. red.
iiiiiiiiiimriiiiiiiii'
Secondo una recente inchiesta della Congregazione « De Propaganda Fide », vi sarebbero oggi nel mondo due non cristiani per
ogni cristiano : i non cristiani sarebbero
2.067.118.000. i cristiani 930.155.000.
Comitato Italiano
per le Migrazioni
Sotto gli auspici del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d'Italia ed in connessione col Comitato
Europeo del Consiglio Ecumenico per
l'emigrazione, nel corso di una riunione svoltasi a Torino il 12 Settembre 1964, è stato costituito il «Comitato Italiano per le Migrazioni »
con sede in Roma, Via IV Novembre,
n. 107.
Il Comitato Italiano ha il compito
di :
— tenere al corrente le Chiese di
quello che avviene nel campo
della migrazione dei lavoratori ;
— studiare i problemi della migrazione, in modo particolare per
quanto riguarda le condizioni sociali, economiche e politiche dei
paesi di immigrazione;
— sviluppare i rapporti con i sindacati, le associazioni padronali e
le organizzazioni indipendenti ed
ecclesiastiche, allo scopo di accrescere la partecipazione delle
Chiese all'azione in favore degli
operai migranti ;
— sollecitare e organizzare la collarazione delle varie Chiese in questo campo.
Il Comitato Italiano è risultato così
composto: dr. Giuseppe Vingiano,
presidente; pastore Valdo Benecchi,
segretario; dr. Eros Vicari; pastore
Salvatore Corda ; dr. Fulvio Rocco,
pastore Liborio Naso; Sig.na Maria
Laura Vingiano. Membro ex officio il
Pastore P. L. Jalla, presidente del Comitato Europeo.
Il Comitato si riunirà nuovamente
a mettà Gennaio 1965 a Milano.
Il Presidente del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche
d’Italia: pastore Mario Sbaffi
4
{Mlg. 4
43 — 30 ottobre 196*
Danto Sacro
La Commissione del Canto Sacro propone allo studio delle Corali e delle Scuole
Domenicali, in vista delle Feste di Canto della primavera 1965, gli inni seguenti
CORALI
Innario Cristiano N. 149 (1, 2, 3) M. 56
Innario Cristiano N. 366 (1, 2, 3) M. 96
« Corali e Cantici » pag. 9, inno « Gloria
al Signor » (1, 2, 3, 4) M. 112
Psaumes et C. N. 120 (1, 2, 3) M. 96
Psaumes et C. N. 202 (1, 2, 3, 4) M. 104
SCUOLE DOMENICALI
I. Crisi. N. 23 (1, 2, 3, 4) M. minima 88
Innario Cristiano N. 356 (1, 2, 3) M. 84
Innario Cristiano N. 361 (1, 2, 3) M. 88
Psaumes et C. N. 163 (1, 2, 3,) M. 104
Psaumes et C. N.164 (1, 2, 3) M. 60)
(N. B. - Il metronomo è calcolato per la semiminima, salvo indicazione contraria)
NOTE ED OSSERVAZIONI
1 ■ Le Feste di Canto avranno luogo, D. v., aUe date e nelle località seguenti :
CORALI : Val Germanasca : domenica 2 maggio nel tempio di Riclaretto (Corali e Scuole Domenicali riunite). Val Chisone: domenica 9 maggio nel tempio
di Pomaretto. Val Pellice: domenica 16 maggio nel tempio di Bobbio Pellice.
2 - Le Corali desiderose di ricevere la visita di un membro della Commissione
Canto sacro sono pregate di rivolgersi al Pastore E. Aime, Bobbio Pellice. (Telefono 9731).
3 - Al fine di evitare doppioni, i Direttori delle Corali e Scuole Domenicali sono
pregati di segnalare tempestivamente al Presidente gli inni ed i cori scelti
per le esecuzioni particolari.
4 - I direttori delle Scuole Domenicali che desiderano far cantare inni a due voci
sono pregati di rivolgersi al Prof. F. Corsani, Collegio Valdese - Torre Pellice
(Telefono 9633) onde disporre di una parte di contralto adatta al canto a due
voci, e non a quattro voci, quale risulta negli Innari.
5 - Le Corali che desiderano avere un determinato numero di copie di un inno o
coro poligrafato col duplicatore ad alcool recentemente acquistato dalla Commissione si rivolgano al Prof. F. Corsani, il quale fornirà loro quanto desiderato
a prezzo molto modico. Si prega di curare che i brani da copiare siano leggibili e scritti senza errori.
6 • Il fascicolo « Corali e Cantici a quattro voci », contenente 9 inni che saranno
inclusi nel nuovo Innario, è stato inviato gratuitamente, a cura della Commissione, in un congruo numero di copie, ad ogni Corale o Comunità. I Pastori
e Direttori di Corali e Scuole DomenicaR che ne desiderano ulteriori copie possono ordinarle alla Claudiana che fornirà loro le copie desiderate a prezzo ri
dotto (L. 80 copia). E’ ovvio che gli inni per le esecuzioni particolari delle Co
rali e Scuole Domenicali possono essere pure scelti nel suddetto fascicolo a Corali e Cantici a quattro voci ».
7 - Il magnetofono a transistors acquistato dalla Commissione del Canto sacro è a
disposizione dei Direttori di Corali Scuole Domenicali e Pastori; si trova alla
Claudiana dove essi potranno ritirarlo, quando loro è più comodo, con acclusa
una facile e dettaghata istruzione circa il funzionamento. Il magnetofono è
fornito di bobine contenenti numerosi inni registrati e di una bobina vergine
che consente ad ogni Corale o Scuola Domenicale che Fadopera di registrare ed
udire successivamente (e perciò valutare!) le proprie esecuzioni.
Esortiamo Pastori e Direttori di Scuole Domenicali ad adoperare questo utilissimo strumento che — lo ripetiamo — è stato acquistato dalla Commissione
specialmente in vista delle zone non ancora fornite di energia elettrica ma che
potrà, ovunque, rendere segnalati servigi.
8 - La Commissione comunica che 6 Chiese del 1® Distretto non hanno ancora ver
sato la contribuzione per il canto sacro fissata dalla Commissione Distrettuale
e le esorta fraternamente a mettersi in regola al più presto : la contribuzione
riguarda ovviamente l’anno ecclesiastico 1963-64.
9 - Una delle nostre Corali ha urgente bisogno di un harmonium di prezzo modico
per i suoi esercizi di canto. Per ulteriori informazioni rivolgersi al Pastore E.
Aime, Bobbio PeUice.
lo - Alle Corali, alle Scuole Domenicali ed a tutti coloro che le dirigono la Commissione invia il suo saluto fraterno e l’augurio di un lavoro sereno, fecondo,
benedetto al servizio ed alla gloria del nostro comune Signore.
La Commissione del Canto Sacro
iimmiiiiimiiiiiiii
— Domenica 11 corr. sono stati celebrati i
funerali di Mourglia Eli, deceduto per un
male cronico all'età di 41 anni. La parola
della resurrezione è stata annunciata dai
Pastori Jahier e Magri di S. Giovanni ai qua*
li va tutta l'espressione della nostra riconoscenza per questa fraterna collaborazione.
— A pochi giorni di disianza un altro fratello della nostra comunità è stato chiamato
dal Signore : Tourn Aldo Dario. Anch’egli
dopo lunga e travagliata malattia, in cui però la fiaccola della fede e della speranza cristiana è stata sempre risplendente, è stato
richiamato alla non tarda età di anni 51.
Alle famiglie Mourglia e Tourn vada ancora una volta Tespressione della nostra simpatia e speranza cristiana.
— Ringraziamo quanti in occasioni tristi e
liete si ricordano delTOpera del Signore e hanno fatto delle offerte con molta liberalità.
— Mentre ci rallegriamo per aver rivisto
ai culti la nostra cara Paimira Rivoira, tornata fra noi dopo aver subito un intervento
chirurgico, il nostro cuore è pieno di speranza e le nostre preghiere sono sempre fervide
perchè il Signore ci dia di riavere al più
presto fra noi Valentina Tourn, ricoverata
presso Tospedale di Pinerolo, dove ha subito
una facile ma delicata operazione oculistica.
— Martedì 13 ottobre ha avuto luogo nel
tempio la simpatica cerimonia deH'apertura
del nuovo anno scolastico 1964-1965. Al folto
gruppo di bambini della nostra parrocchia e
alle due insegnanti del Centro e delle Fucine
il Pastore ha rivolto un breve messaggio mettendo in rilievo che la intelligenza, gli insegnanti e la scuola sono un dono del Signore
che noi siamo chiamati a far fruttare con
gioia e riconoscenza. In modo particolare il
Pastore ha messo in rilievo il nobile ed impegnativo compito dell’insegnamento che oggi più che mai è chiamato a svolgere la sua
missione in un ambiente storico in cui il
bambino non è più considerato come una
tc cosa », ma come un individuo con una sua
particolare, spiccata personalità.
E’ infatti molto più facile — ha detto Foratore — dire ad un bimbo dì non fare, che
dirgli come deve fare.
Ci è rincresciuto molto che il Direttore di
Torre Pellice non abbia potuto partecipare a
questa manifestazione per impegni di lavoro
molto gravosi.
— Esprimiamo il nostro più sentito ringraziamento all’anziano Aldo Tourn per aver
dato ancora una volta prova del suo reale e
fattivo impegno per aver presieduto il culto
di domenica 11 corr. in sostituzione del Pastore chiamato a S. Remo a predicare la Parola ai fratelli di quella Comunità. Al titolare di S. Remo Past. Nisbet facciamo i' nostri
più sentiti auguri di una rapida guarigione.
La nostra stampa
vi interessa ?
SOSTENETELA
DIFFONDETELA
iiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiii iMiimiliiiiiimiiiiiliiiiiiiimiHiiiiimiiiii!
Dalla foresteria
«La Roccìaglia»
di Pradeltorno
La seconda estate di lavoro alla foresteria
” La Rocciagliii ” di Pradeltorno è stata caratterizzata dal continuo passaggio di numerose persone e gruppi, provenienti da ogni
parte d’Italia, e da altre nazioni, come.
Belgio, Olanda, Svizzera, Germania, Inghilterra, Uruguay, U.S.A., Irlanda, Francia e
persino dalla Nuova Guinea.
In totale Talbum degli ospiti per il 1964
porta le firme di oltre 620 visitatori; un numero notevole e significativo, che dimostra
la validità di questa presenza valdese a Prndeltorno.
D’altra parte non abbiamo avuto soggiorni prolungati, nè gruppi numerosi, come,
l’estate scorsa.
Sono stati nostri graditi ospiti, per pochi
giorni, il convegno ’’Casa Cares” della chiesa dei fratelli, e un campo dji giovani belgi
guidali dal pastore Buscarlet.
Inoltre vi è stata la giornata del II Cangi esso giovanile evangelico italiano (60
giovani); s la giornata dei valdesi uruguayani, una quindicina, saliti fin quassù a conoscere M ’’corazon” delle Valli Valdesi.
.ilcune rappresentanze di unioni giovanili delle Valli, come quella dei Coppieri, di
Pinerolo, ecc-, hanno fatto una gita a Pradeltorno, con tappa alla foresteria, portando una simpatica animazione nel paese, e
rallegramlolo con i loro canti.
Ricordiamo pure il gradito ritorno fra di
noi, già quest’anno, di tre persone del gruppo della ’’Gustavo Adolfo” di Amburgo,
ospiti l’estate scorsa.
Infine una diecina di pensionati hanno
trascorso le loro vacanze alla foresteria, in
uno spirito di cordialità e di amicizia, che
ha lasciato una benefica traccia nel piccolo
villaggio isolato.
.Alcuni amici più anziani, che desideravano pure molto venire, hanno invece dova
to rinmndare «... (quando la strada sarà terminata.
l.’équipe della foresteria
« La Roreiaglia »
LUSERNA S. GIOVANHl
Il cullo di Domenica 1“ Novembre (Dom.
della Riforma), ai Bellonatti, sarà tenuto in
francese, con celebrazione della S. Cena.
Con il mese di Novembre sono sospesi i
culti pomeridiani al Ciabas. D’intesa con le
chiese confinanti, saranno tenuti nella cappella di Via Angrogna (ex-cappella battista).
Un’opera che non deve spegnersi
La Scuola valdese
di economia domestica
Il 15 ottobre avrebbe dovuto essere
riaperta la Scuola Valdese di ecoitomia domestica ai Monnet di Lusema
S Giovanni.
Lo scarso ntunero delle iscritte ha
fatto rimandare al l» Novembre Ti
nizio dei corsi. Se il gruppo delle allieve si mantiene esiguo, pare sia decisa la chiusura di questa istituzione.
Non so se le Comunità delle Valli
e quelle evangeliche di tutta Italia si
rendano conto della gravità di ciò che
sta accadendo.
Mi sono occupata per molti anni di
attività sociali-assistenziali nel Sud e
ho avuto modo di studiare i problemi
di zone molto depresse. Ci sono però
dei fattori di grande importanza che
distinguono le nostre Valli, altrettanto depresse, da quelle del Sud ed uno
di questi è indubbiamente il fattore
« istruzione ».
Se in Calabria parlo con un contadino dell’interno della regione, facilmente m’imbatto in un analfabeta o
in un individuo che ha difficoltà ad
esprimersi, che compita a malapena,
che non legge mai, ohe vive una vita
molto limitata. Se parlo per es. con
un contadino di Bobbio Pellice (cito
questa località perché sono nata in
questo Comune) posso avere una buona conversazione su svariati argomenli. Non trovo neanche un analfabeta
e la gente ha idee personali, è a conoscenza di molte cose che accadono
nel mondo, può formarsi, con cognizione di causa, una propria opinione:
ha acquistato una « libertà » perchè è
in condizione di scegliere la linea di
condotta che vuol tenere di fronte a
determmati fatti. L’uomo incolto è
schiavo della propria ignoranza.
I bimbi valdesi possono facilmente
andare a scuola perchè hanno le aule
necessarie (.sebbene troppe ancora attrezzate con mezzi antiquati). La gioventù studiosa può agevolmente arrivare aH’Universltà, seriamente preparata al Collegio da un gruppo scelto
d’ professori.
Una volta c’era anche la Scuola Normale, che oggi si chiamerebbe Magistrale, frequentata da ragazze provenienti da ogni parte d’Italia e le nostre attività evangeliche avevano ope
raie adatte per lo svolgimento dei loro programmi scolastici, per gli Asili
infantili ed i Doposcuola.
(Questa scuola un brutto giorno fu
chiusa senza che la gente, quasi, se ne
lendesse conto! Quel giorno, certo, si
fece un passo indietro : un gran passo
indietro !
Esiste ora la Scuola di Economia
Domestica per le ragazze dai 13 ai 19
anni di età che, per svariati motivi,
non possono proseguire gli studi.
Queste, in un ambiente spiritualmente e moralmente cristiano, vengono preparate mediante adeguati
corsi, a diventare donne esperte, capaci di superare i problenii pratici della vita e di assumere posti di responsabilità sia ne! campo domestico sia
in quello educativo ed assistenziale.
La scuola rilascia alle allieve che
superano gli esami, un diploma e la
pos.sibilità di una ulteriore specializzazione favorendo la frequenza di Corsi in Isvizzera ed in altre località.
Rivolgo a tutti i genitori evangelici
d’Italia e ai dirigenti delle varie Comunità che conoscono ragazze idonee a frequentare questa Scuola, un
appello speciale.
Il Signore vi ha particolarmente benedetti dandovi tutte le possibiiità per
preparare le vostre figliole, affinchè
degnamente nella vita esse possano,
in qualsiasi campo vengano chiamate
ad agire, testimoniare e servire il
Maestro nella grandezza deirumiltà.
Alle Comunità, che non hanno direvtte responsabilità di lavori sociaiiassistenziali e che, in un certo sensi ,
s’. crogiolano in una vita tranquilla
di « Chiesa » vorrei dire : Prendete
qualche iniziativa! Sforzatevi d’istituire qualche borsa di studio !
Troppe sono ancora le ragazze del
Nord e del Sud che si apprestano ad
affrontare i problemi della vita senza
l’adeguata preparazione. G. P.
Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a: Irene Cesan, Scuola Valdese
di Economia Domestica, Luserna San
Giovanni (Torino).
Direttore reap. : Gino Conte
Per chi vuole cose concrete
Per chi chiede: che cosa possiamo fare?
NEI GRUPPI DI SERVIZIO
A PACHINO l’asilo infantile è stato riaperto, ma quest’anno ’e maestre sono due soltanto: Lucia Bucchieri e Marcella Giampiccoli. Un.a
terza volontaria, che si sperava di trovare, manca ancora. Rimane dunque aperto Tinvito per una volontaria, che voglia andare a raggiungere
Lucia e Marcella, sul piano del servizio volontario comunitario, per
un anno.
A KRIFTEL è iniziato il terzo anno di lavoro del gruppo : sono Christian e Agnes Müller, con Daniel, Holger e Janine Samson, Wim van
aen Es e Hiltja Heutink. Per la prima volta manca a Kriftel un italiano.
Sarebbe invece indispensabile che un operaio, ovvero anche uno studente ohe abbia ima preparazione nei problemi deU’industria, vada a raggiungere il gruppo al più presto. Esso infatti era sorto come gruppo di
servizio per gli immigrati, e questo rimane uno dei suoi scopi principali.
Si tratta come vedete di due appelli seri, urgenti e molto concreti.
Rivolgetevi ad Agape, Frali (Torino).
Per la Pro Valli
Abbiamo ricevuto per la « Gianavella » :
Sig. Carlo Paschetto L. 600; Sig. Gaetano
Corongiu 1.000; Sigg. Coniugi Cabella 1.000;
Sig .ra Emma Bertalot 1.000; Sig.ra Zecchin
Nelly (Venezia) 2.000; Prof. Ernesto Bein
1.500; Prof, Beniamino Peyronel 10.000;
Sig.a Gay Lisetta 5.000; N. N. (Torino)
100.000; Gen. Stefano Coìsson 5.000; Dr.
Guido Ribet (1° vers.) 10.000; Rostan Nelly
(S. Germano) 1.000.
La sottoscrizione continua. La Pro Valli
rÌTj(grazia riconoscente le genitlli persone ed
enti che colle loro contribuzioni faciiite
ranno la realizzazione delFiniziatìva. Per
le Valli Chisone e Germanaisca le offerte
possono farsi al Sig- Jahier Vitale (Pomaretto). La ’’Pro VallV*
avvisi economici
LEZIONI di inglese (letteratura, grammatica, conversazione). Rivolgersi Claudiana - Torre Pellice.
FAMIGLIA evangelica, residente Lussemburgo, con due bambini, cerca giovane
attiva tuttofare, possibilmente con nozioni
di francese. Elettrodomestici, ottimo trattamento, lunghe vacanze in Italia. Scrivere: Annalisa Ducei Greppi - Via Buonvicmi 13, Firenze.
« Padre, se tu vuoi allontana da
me questo calice ; però non la
mia volontà, ma la tua sia faG
ta » (Luca 22: 42)
La mOiglie, le figlie e i pa-reniti tutti
del compianLo'
Egidio Artus
deceduto a Frali il 16 settembre all’età di 32 anni, ringraziano sentitamente quanti hanno preso parte al loro grande dolore.
CougnO', 17 settembre 1964
RINGRAZIAMENTO
Barai Secondina ved. Cianalino coi
figli Mafalda e Dino- e genero Morello
Romildo commossi per la dimostrar
zione d’affetto e di stima tributata al
loro amato congiunto.
I familiari del compianto
Giovanni Oscar
Meytre
di anni 74
profondamente commossi, e neU’impossibilità di farlo personalmente, rin
graziàno tutti coloro che hanno preso
parte al loro dolore. In modo partie-)lare ringraziano il Dott. Quattrini, :
Dottori ed il personale deU’OspedB’e
Civile di Pinerolo per le cure prestrs-e
al loro Caro.
« In pace io mi coricherò e - 0
pace dormirò, perchè tu solo )
Esterne, mi fai abitare in sic urtà » (Salmo 4 : S)
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il guadagno, escluiso il mmimo iediiapensabile al suo fabbisogno familiai-e, va devolufto per l’Opera
stessa.
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6 bottiglie da 750 gr. L. 2.100
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Per l’opera di Marsala è già stata
tersala affa Tavola la somma di
iir-3 113.690.
Ringraziano tutti coloro che si sono
adoprati ad alleviare il loro grande dolore. In particolar modo ringraziano
i’ Dott. Peyrot Teodoro, medico cu
rante, la signorina Revel, i coniugi
Barai Maurizio e Liliana, la signora
Grill Adelina e tutti coloro che hanno
partecipato alle esequie.
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