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AnnoX —N. 11. II SERIE 15 Giugno 18fil
LA BUONA NOVELLA
GIOHXALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
arvASXAA-Ayv
Seguendo la verìU» nella cHrità. — Rfbs. VI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE i LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione].... £. 3 00 ^ In ToEiNoairUffizio del Giornale, via del Principe
Per la Svizzera e Francia, id............. 4 25 ’ Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per l'Inghilterra, id................... „ 5 50 -> Nelle P»ovi2fciB per mezzo di fraiìco-boììi ^Mi
Perla Oermania id................... „ 5 50 ; iioZt, che dovranno essere inviati franco al Di
Non sL ricevono associazioni per meno di un anno. '! rettore della B uosa Novki.la.
All'estero, a’seguenti indiriazi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli;
Ginevra, dal sigiior E. Beroud lilìraio ; Inghilterra, dal signor G. F. Muller,
General Merchant, 2C, Leadenhall Street. E. C.
SOMMARIO
Ia morte del conte di Cavour. — M('dÌiazione Bihìica : 11 compendio dell'Evangelo. — Paìfmicd :
Risp05ta ad un articolo della Stella, tfEtruria. — Corrispondenza della B. Novelìo, Milano, 1 giugno 18C!. — Inondati di Olanda —Notizie reìigìose: Torino, Firenze, Livorno, Parigi.
LA MORTE
»
r •
DEL
CONTE DI CAVOUR
' Morto il conte di Cavour ! morto quando tanta parte gli rimanca
a com]5Ìere deU’opera sì gloriosamente intrapresa, e più gloriosamente
proseguita! morto, quando in tutta Italia non eravi esistenza, umanamente parlando, più utile, più indispensabile della sua ! morto
quando cuore e senno d'un’intiera nazione e quasi diremmo deH’intiera Europa, asserivano, concordi, che, quella morte non pofea, non
dovea avvenire! Oh! quale illustrazione più di questa eloquente del
detto ispirato : “ I miei pensieri non sono i vostri pensieri, nè le
mie vie le vostre vie, dice il Signore! ” (Isaia lv, 8).
Cavour è morto ! Quello che politicamente abbia perduto, con
questa morte tanto più dolorosa che era jiin inaspettata, l’Italia non
solo, ma l’Europa tutta, alla quale egli era pegno, ad un tempo, di
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libertà e d’ordine, lo disse il profondo stiijiore col quale venne
accolta ovunque la fatale notizia; lo disse, con accenti altamente
commossi e con una unanimità sorprendente, la stampa di tutti i
paesi 0 di tutti i colori, concorde nel jiroclamare la morte dell’insigne statista come uua delle somme sciagure da cui potesse venire
colpita la nostra più che mai travagliata società. Sotto questo aspetto
adunque, imlla più ci rimarrebbe a dire, quand’anche l’indole tutta
religiosa del nostro giornale non ci vietasse una estimazione politica
del grande ministro.
Ma come Cristiani Evangelici, come membri di una minoranza
religiosa per troppo tempo schiacciata e malamente calpestata, come
partigiaui, nou jier necessità soltanto, ma per rispetto ai principii,
della più estesa libertà religiosa, come quella che non solo fra i diritti
statici concessi da Dio ha il primo posto, ma ancora è perno e guarentigia di tutte le altre, ci sta sommamente a cuore di deporre
anche noi l’umile nostro fiore sulla tomba di quell’illustre, che di una
tale libertà fn fra di noi il propugnatore più saldo, più costante, e
soggiungeremo più disinteressato.
11 conte di Cavom’, infatti, non divideva i nostri principii religiosi;
per più riguardi l’opera che è per noi un’bbbligo sacrosanto gli era
molesta, perchè occasione al partito retrivo, che tanto l’osteggiava, di
ogni sorta di recriminazioni ; nullo era poi l’appoggio politico, che
anche volendolo, saremmo stati in grado di porgergli... e ciò non pertanto, egli nou permise mai che venissero conculcati i nostri diritti !
E se favori da lui non possiamo vantare (forse perchè favori non gli
chiedenuno in nissun caso), non ci avvenne mai di fare invano appello alla, sua giustizia.
Basti quei 'o per far capire ad ognuno qual danno gravissimo
arrechi alla ¿l'ande causa della libertà di coscienza, quale gravissimo danno alla nostra Chiesa, la morte del conte di Cavour ; e se,
come cittadini, abbiamo gli stessi motivi che hanno tutti gl’italiani
di fare cordoglio, come Cristiani, e membri di una minoranza religioso, la perdita fatta è per noi più grave, più irreparabile ancoi-at
Un pensiero però ci conforta, in seno a tanta sciagura, ed è,
che ^’eredità del conte di Cavour sia caduta in buone mani, e che
l’illustre personaggio, chiamato dalla fiducia del Ee e del Parlamento a succedergli nell’arduo compito, lungi dell’indietreggiare in
quella via così gloriosamente battuta dal suo antecessore, vi cammini di piè fermo, ed in guisa da farci vedere, fra non molto, pienamente attuata, la gran parola da cui un nuovo avvenire deve scaturire, nonché per l’Italia, per il mondo intiero: Chiesa libera in uno
Stato libero! Possano non essere deluse le nostre speranze, ed alle
tante glorie per cui va superba Italia, aggiungere quella di essere
fra le nazioni europee la prima ad attuare il grande e fecondo principio deir intiera separazione della Chiesa e dello Stato !
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MEDITAZIONE BIBLICA
IL COMPENDIO DELL’eVANGKLO
• Credi Boltaiito. ’ Mahco v, 3C.
Questa parola è la piiì breve, la più consolante di tntle quelle
uscite dalla bocca di Gesù. Essa contiene il riassunto e l’essenza
della verità die salva.
Lettore, sei tu assalito dai terrori del demonio ? Il pensiero de’
tuoi peccati, della tua vita di miserie sorgerebbe mai contro di te,
minacciandoti di scagliarti nella disperazione ? Non teinere ! Una
voce dolce e soave va ripetendoti all’orecchio : “ Credi soltanto. ” I
tuoi peccati sono numerosi, è vero, ma la grazia mia e i miei meriti
li sorpassano. Credi soltanto ; sì credi che io sono morto per te, che
io intercedo per te, e che questa parola c certa, e degna di una
perfetta credenza. — Ti sei tu vergognosamente allontanato dalla
buona cau.sa? Hai tu rinnegato il tuo Salvatore? e dopo sì colpevole apostasia, ti ha forse nascosto il volto suo Colui che era per te
tutto amore, e il cui servigio ti riusciva un tempo d’ineffabile delizia ? E il cuor tuo sospira egli pensando ai giorni benedetti in cui
tu camminavi con Dio? Esclami tu con angoscia: “ Oh! chi mi farà
essere qiaxl’era altre volte, quando Dio faceva rilucere la sita lampada sopra il mio capo f (Giob. xxix, 2. 3) Cambia i tuoi lamenti
in preci. Credi la parola di Colui, le cui vie non sono le nostre, e
che disse a’ peccatori qual sei tu: “ Figli ribelli, convertitevi, ed io
guarirò le vostre ribellioni (Ger. iii, 22) Oppure, soggiaceresti tu
mai a qualche prova troppo pesante? ti sarebbero mai rovesciati
que’ progetti che ti sono tanto cari ? e i tuoi bei fiori si sono dessi
appassiti appena sbocciati ? Avrebbe il Signore dimenticato d’aver
compassione f Ebbene, ascolta questa parola di Gesù, la quale risuona persino nella più oscura notte della prova, e che echeggia
eziandio oltre le soglie della morte: “ credi, credi soltanto. ”
Tutte le tue prove, non ne dubito punto, hanno la loro ragione
d’essere : era forse una spina che bisognava strappare lungo la tua
via, o una lezione di misericordia che conveniva darti ; quindi il
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colpo tenibile die cadde su te, ti tu lanciato dairamor di Dio; e la
gloria di Dio nonché la tua salute eterna esigevano che venissi di
tal guisa percosso. Quaggiù ti conviene accettare con fede quanto a
Lui piace inviarti, giacché ti sia ben presente esser queste le parole
che ora Gesù ti dice: “ credi soltanto; ” mentre neH’eternità egli ti
dirà “ e non ti diss'io che se tu credevi, veduto avresti la gloria di
Dio ?
Sei tu agitato e pieno di timori al pensiero della morte ? Sei tu
stato durante la tua vita assoggettato alla schiavitù, e nel timore
deH’inimico di tua salute ? Credi soltanto. Quale sarà la tua vita,
tale sarà Ui tua morte. NeU’ora di morte ti verrà concessa una grazia del tutto particolare ; un braccio proteggitore ti sosterrà nel tragitto del fiume doloroso ; e questo braccio è più possente che le procellose onde ; anzi prima ancora che tu te ne sia accorto, l'oscurità
sarà passata, e ti brillerà dinanzi la vera luce ; e all’eco della fede
che ti andava ripetendo quaggiù “ credi soltanto, ” tosto succederà
la voce degli angeli i quali ti diranno la benarrivata nella città
eterna, e grideranno : “ Ben da lungi tu vedesti ; ma confusamente
come in uno specchio; ora però vedrai faccia a faccia ” (1 Cor.
XIII, 12).
Gesù medesimo non ha altro rimedio più potente contro il peccato, la prova e le afflizioni, se nonché quello che si racchiude in
queste parole: “ Credi soltanto. ” Anzi nell’ora suprema di sua agonia, e alla vista dell’afflizione de’ suoi discepoli, altra parola non gli
esce dalle labbra che queste: “ U vostro cuore non tema: credete in
Dio ed in me. ” Credete, sì^ credete soltanto !
Io credo. Signore ; ajutami nella mia incredulità !
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POILEMICA
Risposta ad un articolo della Stella d’Etrurl\ intitolalo « Errori di
Niccolò Sunseri. » Vedi il detto Giornale N. 45 e 46 in data ò ed S
giugno 1861.
Nei numeri 45 e 46 del giornale La Stella d'Etruria, in data del 5 ed
8 giugno 1861, leggesi un articolo intitolato « Errori di Niccolò Sunseri »
colla firma di un corto sacerdote Giuseppe Balsamo-Gallo.
L’autore di quell’articolo, spinto forse da un santo zelo cattolico, si fa
un dovere di combattere alcune riflessioni da noi emesse in due giornali,
VArlecchino e La Luce Evangelica ; l’uno che si stampa in Palermo e
l’altro in Napoli. Nel primo giornale appariva in agosto 1860 un mio articolo col quale io combatteva le intenzioni dell’arcivescovo di Palermo, il
quale opponevasi alla formazione d’una legione ecclesiastica. Nel secondo
compariva in luce nello scorso febbraio 1861 in Napoli, un altro articolo
di argomento religioso intitolato: Lutero e la sua religione.
Or il signor Balsamo dopo quattro mesi di profonde meditazioni, esce iu
campo a confutare, come egli dice, le nostre opinioni enunciate in quegli
articoli. Noi quindi risponderemo partitamente alle confutazioni fatt« dal
Balsamo a quei due nostri articoli suindicati.
E pria di tutto egli dice che « il Sunseri aveva hen meritato della patria,
ma il volere egli muovere colla penna una grande rivoluzione religiosa ;
Vessersi spogliato delle sacre divise, inveire contro i pastori della Chiesa ;
senza posseder talenti nè cognizioni da tanto, questo è il torto del Sunseri. d
A ciò rispondiamo che per muovere una rivoluzione religiosa non fa
duopo nè della nostra penna, nè dei nostri talenti; e noi noe ci crediamo
da tanto, e su di ciò siamo d’accordo coll’autore dell’articolo ; poiché la
rivoluzione religiosa, che scosse e fece tremare il Campidoglio, non nacque
coi nostri articoli al 1860, ma essa ebbe nascimento in Italia per opera di
sommi ingegni, e particolarmente all'apparizione della Divina Commedia
del sommo Alighieri, allorquando dannò i papi più possenti aH’inferno, e
nel paradiso fece profferir a S. Pietro le più acerbi vergogne contro i suoi
successori ; le orribili descrizioni poi che stanno registrate in quel sacro
poema sul clero e sui frati mostrano che Dante aveva già iniziato il movimento religioso. •
Petrarca vide la Chiesa nella sua abiezione, e chiedette la restaurazione
della Chiesa primitiva.
Lorenzo Valla, uno dei più illustri sapienti d’Italia, si oppose nella «tessa
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epoca alle ridicole pretenzioni dei papi di voler dominare temporalmente e
spiritualmcute. Ecco, al dir d’uuo scrittore, « la potenza delle lettere e della
filosofia armarsi contro Roma » , ed iniziare una rivoluzione religiosa. Furono questi, ed infiniti altri, i sommi ingegtii che alla rivoluzione religiosa
prepararono il terreno nel secolo xiii, vale a dire 500 anni prima che
vedessero la luce i nostri articoli. Quindi non fa d’uopo, replico, nè della
nostra penna, nfe dei nostri talenti per muovere una rivoluzione religiosa.
Anche la stessa Chiesa di Roma nel secolo xv gridava riforma o ,
come dice il nostro confutatore, rivoluzione religiosa ; e già il Concilio di
Costanza composto da immenso numero di cardinali, di arcivescovi, di
vescovi, di 1800 chierici e dottori in teologia, radunavasi per dar pronto
riparo agli scandali ed agli abusi dei papi, e rimettere la Chiesa al suo
posto primitivo. Sedevano in quel Concilio le prime Corti e le prime notabilità d’Europa. Tutti seutivano l’urgente bisogno di riformare la Chiesa
e depurarla dagli errori con cui l’aveano deturpata i pontefici. Il Cardinal
Colonna (Martino V) fu eletto pontefice. Il Concilio fu chiuso per ordine
ed astuzia del imovo eletto, ed il desiderio di tantè popolazioni.., il bisogno
sentito universalmente dagli stessi membri della Chiesa per la sua restaurazione, fu un sogno... uu vano desiderio.
Ma l’umana ragione ed il Vangelo non erano spenti; e la Provvidenza
che vegliava sui destini riserbati aH’umanità ; già teneva iu pronto quegli
uomini insigni per santità e per dottrina, cui intendeva afiidaro la grande
opera della rigenerazione del Cristianesimo.
Sarebbe superfluo il trattenerci qui a lungo mostrando l’origine ed il
progresso della cristiana riforma, e gli sforzi inauditi fatti da uomini di
sommo intelletto per riporre la religione sulla sublime vetta di Bethlem,
in cui Cristo ed i suoi discepoli l’avean collocata, e torla di mano ai pontefici, che a mercato della loro ambizione l’aveano posta sul trono dei Cesari. Solo facciam riflettere al nostro confutatore che, pria di scrivere il
suo articolo, avrebbe dovuto oouoscere che le rivoluzioni religiose non
cominciarono con noi e per noi, nel secolo xix, ma esse riconoscono più
antica origine. Desse cominciarono fin dal primo momento, in cui i pontefici di Roma si allontanarono dal A^angelo, i)nbrattaronlo colle sacrileghe
mani, ed innalzarono ributtante bottega d'indulgenza, di reliquie ed ossa
mortuarie, di messe, di confessioni, di assoluzioni, ed altro che ripugna al
buon senso, ed al sacrosanto Evangelio di Gesù Cristo.
L’esserci poi spogliati delle sacre divise e l’avere inveito coniro i pastori della Chiesa credo non richiedere nè tanta destrezza, nè tanti talenti,
nè tanta perspicacia. Vestire un abito invece di uu altro credo non abbisogno d’una grande scienza, come non richiedesi grande scienza e grande
sapere nei preti romani (e fra questi il signor Balsamo) allorquando nelle
sagrestie, a guisa di burattini, vestono alla foggia pagana, il rosso od il
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bianco, il nero od il violetto. La difficoltà non consiste nella Mutazione
degli abiti, ma nella mutazione del cuore. La mutazione del cuore si ottiene mercò una profonda meditazione Sull’Evangelio , non già, in quei
brani cho trovansi scritti nel Breviario e nel Messale romano , ma alla
sua pura fonte (poco importa se sia Martini o Diodati poiché il Vangelo
è uno). La mutazione del cuore si ottiene pure per mezzo delle incessanti preghiere a Dio, il quale è assai misericordioso, ed egli per la fedo
nel solo Gesù Cristo è pronto ad accordare una converaione. Qualunque pastore del gregge cristiano che m’insegiiasse il contrario di tale
dottrina io lo reputo un lupo, e come tale sarò sempre pronto ad inveire
cotro di lui.
Il signor Balsamo dice che noi abbiamo spcirao veleiwse (httrine inclini
al protestantismo, e fa voti perchè il Sunseri torni in seno a quella Chiesa
di cui ha scisso la veste mentre ha turbato nella mente dei cattolici la
purità della fede.
Rispondiamo che il tempo di sparger veleno, mercè la libertà dei popoli,
è finito. Credo che il colto popolo d'Italia, in virtù della conquistata libertà
civile e della libertà di coscienza, trovasi in grado di apprezzare e di distinguere l’oro dal ferro, e la zizzania dalla buona semenza. E finito quel
tempo in cui scaturiva dal Quirinale la fonte di veleno per appestare i
popoli colla forza e col ferro. Oggi il popolo d’Italia tiene in mano la
bilancia della persuasione e della pubblica opinione colla quale potrà giudicare il Protestantismo, il Romanesimo ed il vero Cristianesimo, al quale son
superbo di appartenere non colle labbra, ma col più forte convincimento e
con quella pacatezza d’animo non mai provate nel corso di mia vita in
tutti gli inviluppi ed insegnamenti della dottrina dei papi. La società ù
oggi in grado di apprezzare e distinguere i miei veleni eccitanti e stimolanti dai sonniferi e stupefacienti del signor Balsamo. Nei tempi in cui
l'Italia gemeva sotto il dispotismo, ogni veleno che partiva dalla corto di
Roma difficilmente trovava il suo antidoto, poiché l’antidoto dei veleni
spai-si dalla farmacia romana era riposto nel giudizio della pubblica opinione, e questo giudizio era soppresso dalla forza bruta. I tempi pero sou
mutati, ed i veleni da qualunque propaganda procedano, sia romana o protestante, sia ebraica od israelitica, subiscono incotanente il loro sperimento
nel crogiolo dell’opinione pubblica e del senso comune. Organi del veleno
romano sono oggi i giornali clericali, e tutti sanno (meno forse il signor
Balsamo) in qual pregio son tenuti questi periodici prezzolati dalla cassa
di S. Pietro e dai figli di Loiola, por coprire d’un denso velo gli occhi della
cristianità.
Io parlo qui della stampa e della pubblicità. Kon parlo dulie conferenze
segrete che possono farsi e si fanno agl’idioti, agl’ignoranti, poiché per
questi di.'igraaiatamente esiste ancora uu fomite pcslileuziale nel con-
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fessionale dei preti, da dove si attossicano le coscienze più pure, le anime
più ¡nuocenti, ed il prete in quella segreta bottega vende lucciole per lanterne, vende ferro per oro, e sottratto al tribunale della pubblica opinione
egli è giudice, pontefice, re e tutto. Guai però a colui che senza il volere
di Dio e delle nazioni si fa egli stesso giudice, pontefice e re sotto il falso
pretesto d’una ispirazione dall’alto !
L’invito poi che ci fa il nostro confutatore di ritornare a quella Chiesa
ili cui abbiam scisso la veste è pur troppo scandaloso per un prete coscienzioso come il signor Balsamo; dappoiché volere che si rinneghi Cristo per
una creatura; pretendere di andar dietro ad insegnamenti d'uomini e lasciare
quelli di Dio ; preferire i beni apparenti e caduchi di questa terra a quelli
del cielo è opera diabolica non dissimile da quella tentata da Satana sul
monte allorquando offriva a Gesù Cristo tutti i regni della terra a patto
deiradorazione.
La purità della fede che abbiam turhato nella mente dei cattolici è un altro
paio di maniche. Lapuritàdellafede cristiana è incorruttibile, è imperturbabile,
perchè sta nella sua purezza registrata nei libri santi come uscì dalla bocca
di Dio. Essa è simile a quella fonte che pulita al di dentro cd al di fuori
come il cristallo, è incapace di essere turbata. E simile a quella rocca che
starà sempre salda a qualunque imperversar di tempesta, e contro la quale,
giusta la promessa del Cristo, non potranno cozzare le porte di Averno.
Or se i nostri articoli che debbono considerarsi come un lieve soiSo, in
faccia all’uragano preparato da secoli, ed oggi più estesamente attuato por
distruggere il paganesimo di Roma, furono capaci di turbare la fede del
signor Balsamo e dei suoi pontificali ; se un lieve sofl&o spirato dal nostro
scritto ha fatto nascere una grande apprensione nell’animo del signor Balsamo, ed ha turbata la purità della fede ; ciò dimostra l’impurità di quella
fedo e la debolezza della sua dottrina ; dapoichè una fonte vien turbata
facilmente quando contiene del fango al di dentro; ed un albero che teme
ogni leggiero sofilo di vento è segno di non possedere forti e profonde radici. Una tale impurità e debolezza in fatti è stata causa delle scomuniche
e delle terribili persecuzioni fatte dalla Chiesa di Roma ai veri seguaci del
Vangelo. I papi conoscendo i loro piedi di creta han cercato sempre di
mantenersi colla forza, colla quale han fatto confessare ai fedeli colle
labbra ciò che rinnegavano col cuore ; da ciò l’avviamento allo spergiuro,
all’ipocrisia, al tradimento. Al contrario la Chiesa evangelica che riconosce
per capo Gesù Cristo, non teme gli assalti, vince nou colla forza, ma colla
persuasione e colla carità secondo l’esempio di Gesù Cristo ; e se soffre
tribolazioni, non ricorre al fuoco, all’esilio, al carnefice, ma alla preghiera,
alla rasseguazione ; e se Cristo pregava sul Golgota per li suoi uccisori,
anch’essa prega per i suoi nemici.
Si persuada adunque il signor Balsamo che la Chiesa di Roma non è
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la Chiesa di Gesù Cristo. In essa il capo è uu uomo fallibile, nella cristiano-evangelica il 'capo è Cristo medesimo infallibile. La prima quindi
è caduca, vacillante, crollabile ; la seconda è stabile, forte, perenne. La
prima è la statua di Nabucco che ad un piccolo urto cade, precipita , si
frange. Essa si mantenne per secoli come l'idolatria, perchè puntellata da
numerose e spaventevoli spranghe, sostenuta dalla Spagna in Valladolid.
Ma i piedi erano di creta. La seconda è la fortezza inespugnabile che non
teme le aggressioni degli avversari perchè sorretta dal braccio di Dio, perchè è la stessa verità di Dio ; e sfida tranquilla i suoi nemici, si ride degli
assalitori, e non tralascia nello stesso tempo di carezzarli per accoglierli
nel suo seno. La prima perciò è facile ad essere turbata ad ogni minimo
tocco. La seconda è inturbabile, limpidissima ; e come il sole circondato da
dense e folti nubi tramanda la sua luce ai mortali, così questa in mezzo ai
latrati dell’agonizzante Bahilonia ra.ssicura i suoi membri, e promette che
quella luce vivificante che parte dallo Spirito increato di Dio scenderà
sopra di loro.
(Continua) N. S.
CORRISPONDENZA DELLA B. NOVELLA
Jlilano, 1 giugno I8til.
Carissimo Signor Direttore,
Da due mesi in qua sono accaduti nel nostro campo di Lombardia alcuni
fatterelli che non sono senza importanza riguardo alla loro influenza sul
sentimento religioso della popolazione. C’è stata la circolare di monsignor
Speranza vescovo di Bergamo in cui premuniva sua gregge e suoi sostituiti
contro quegl’inglesi scimuniti che vanno attorno spargendo certi libri pestiferi,
per rovesciare la SS. religione Cattolica, e per mettere in luogo del papa...
sapete chi ?... la regina d’IngJi illerra ! Quel monsignore dimostra di saperla lunga. Ma ciò non toglie che non sia punto stimato dai suoi diocesani, perchè avverso oltremodo alla cau,sa Italiana, e nemico tanto accanito
d’ogni liberalismo che ai preti in fama d’essere liberali fece togliere senza
pietà, o la messa, o la confessione; e non son pochi!
C’è stato poi il fatto piuttosto ameno, della cassa di libri sequestrata iu
Lecco. Trattasi sempre del medesimo monsignor Speranza. Egli, in società
con altri prelati svizzeri, aveva fatto stampare in Isvizzera, a Triburgo se
non ¡.sbaglio, una discreta quantità di copie d'un opuscolo dove pl'insuUi
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più acerbi vengono prodigati all’Italia, e dove Cavour, Garibaldi ed il E e
dicesi che sieno scomunicati... e giù a più non posso! Una cassa di codesti
fioretti era diretta al vescovo di Bergamo, il quale,^ fedele al suo nome,
avevaia speranza di vederla recapitare al suo palazzo bell’ed intatta; e di
spander poi questa manna celeste in tutto il Bergamasco. Ma monsignore
aveva fatti i conti senza l’oste ; ed eccoti ohe mentre quella benedetta cassa
stava per varcare il confine, salta in capo alla polizia di Lecco di ficcare
dentro il naso. Onde risultò il sequestro e la confusione di tutte le speranze
del monsignore disperato.
C’è stato anche un miracolo. Come? Sì un miracolo accaduto a Bergamo
nella persona di un certo Brini di Carenno in vai S. Martino, il quale affetto di cancrena incurabile in una gamba pertossi alla Chiesa di Santa
Caterina di Bergamo a pregarvi una madonna in fama di sanare gl'infermi.
Ivi pregò per bene un’ora, dopo che alzatosi in piè fu maravigliato di potere liberamente camminare, e spinto dalla gratitudine consegnò le grucce
al sagrestano acciocché venissero appese accanto alla madonna ! 3Ia cosa
volete ! il caso volle anche qui che a sedare l’agitazione prodottasi nel pubblico per queste voci, la pulizia facesse delle indagini ! Dietro le quali,
verificatosi che non v’era cancrena, ed in conseguenza non v’era stato miracolo, due o tre fautori di questa frottola furono incarcerati.
Infine ci sono stati i disordini di Milano l’ultima settimana del p. p.
maggio. Dietro l’invito cortese del ministro Minghetti per la partecipazione
del clero alla festa nazionale del 2 giugno, saltò il grillo all’arcivescovo di
Milano, 0 a chi ne fa le veci, di protestare ch’ei non voleva parteciparvi. —
Quindi, protesta di molti preti ehe invece volevano essere col popolo e parteciparvi. — Quindi, scoppio di bile in tutto il partito austro-clericale. —
Quindi, incendio di una fabbrica d’alcool. — Quindi, un tafferuglio per la
città che non ci si potea più reggere. E tutto ciò perchè ? — Per quella
maledetta confusione del temporale e dello spirituale, che fino in queste
cose, produce le sue funestissime conseguenze.
A questo riguardo dirò due parole: « L'invito cortese del governo provocò
il rifiuto dell’alto clero; questo rifiuto provocò la protesta del basso clero.
Di più l’uno e l’altro provocarono il rifiuto delle autorità e della Guardia
«azionale, ecc., d’intervenire alle funzioni del Corpus-Domini. Questo qui
ne provocherà un altro« via di seguito ! 0 Italiani, quando la finiremo noi
con tali ragazzate ?
Che son forse queste gare degne di voi, della nazione, della Chiesa, e
del nostro secolo...? E con questi ridicoli litigi credete voi che si concluda
qualche cosa ? Niente affatto ! Il clero non lo si fa cambiare, ed il popolo
non lo si istruisce. No, le questioni non vanno avanti, non si progredisce, si
sta lì a far dei cavilli, gli uni contro gli altri, a godersi la meschinissima
gixldisfazione di contraddirsi vicendevolmente. E che ha da fare, ve ue
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prego, la festa nazionale col clero? o che ha da fare la festa del CorpuiDomini, coUe truppe, i tamburi e le autorità?
Una festa è politica, l'altra è religiosa. Cosa c’cntra la politica colla
religione, o la religione colla politica? Lasciamo dunque una volta per
sempre a ciascuna cosa il suo campo, c non più voler confondere ciò che
Iddio separò. Fintante che non compiremo con senno questa separazione
della Chiesa e dello Stato, non capiremo una parola di libertà ! »
Aggiungerò qualche notizia della nostra opera: Dopo le difficoltà provato
a Bergamo nella primavera, dopo l’atto vile di quel padion di casa che
ruppe il contratto che avevamo passato con lui, dopo l’atto più vile dei liberali che accusarono gli evangelici di Bergamo d'essere spie austriache,
non ci venne fatto di trovare un locale per le nostre adunanze. Per cui
siamo per ora ridotti alla individuale evangelizzazione; e peruu poco converrà accontentarseDC.
A Brescia le cose vanno meglio, e per quanto abbiano fatto i proti per
convincere la padrona della nostra sala di mandarci via, essa mantenne
illesa sua parola ed inconcusso nostro diritto. In ultimo la minacciaiono di
scomunica, e di non più venire a visitare i malati, nò a prendere i morti
in casa sua fin tanto che ei avrebbe l’adunanza degli eretici. La povera
donna fu alquanto scossa da questa minaccia, ma la giustizia trionfò in lei,
ed ora anch’essa legge la Bibbia ed interviene al culto.
Vi regna poi fra gli evangelici di Brescia una spirito di zelo c di carità
degno di lode. Un giovine a cui, motivo le sue nuove credenze, venne dato
dai suoi compagni un colpo di martello sopra una spalla, ri.spose col perdonare tale offesa, e tanto toccò il cuore degli altri, che anch’essi ora leggono l’Evangelo, l’autore di tali opere! — Un evangelico imbevuto di certe
teorie settarie si scagliava contro la nostra Chiesa ; due o tre sorelle nella
fede, spinte dallo spirito di carità, si portarono da lui, e lo pregarono di
smettere queste polemiche funestissime alla causa dell'Evangelo. Delle
mogli, dei figli, risposero ai loro genitori, ai loro mariti, che li minacciavano
d’abbandonarli, colle parole degli apostoli : « meglio vale ubbidire a Dio
che agli uomini. » — Insomma vi è là quella forza, quella energia tutta
propria del popolo Bresciano ! E questa si manifesta persino nei ragazzi.
Un giorno un ragazzo che aveva sentita leggere la Bibbia in casa, vedendo
un suo condiscepolo, che mentre si faceva la dottrina cristiana, recitava in
presenza al prete i comandamenti del Decalogo, ed a seconda del cate-
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chismo romano ometteva il secondo comandamento, lo interrompe dicendo;
« NO) no, non «ta così ! » e richiesto dal prete a dire come stava, dopo recitato il primo, snocciolava ad alta voce il secondo ; « Non farti scoltma
¡ilcuna, nè alcuna immagine, ecc. » Il prete sbalordito punì tale audacia
scacciando il monello dalla Chiesa ; ma costui nell’uscire, e fuori sulla
piazza gridava a piena gola: « Si, sì, sta cosi nella Bibbia, sta così. » Ecco
l'ingenuo coraggio della verità ! Se ognuno di noi avesse quel coraggio lì,
le cose andrebbero un po’ meglio. — Costì, a Milano , siamo per aprire
questa settimana il nostro deposito di libri religiosi nel centro della città ,
che speriamo sarà utile a queste migliaia d’anime che non conoscono la
Parola di Dio,
Non chiuderò mia lettera senza pagare il tributo delle mie lagrime al
grand’uomo di cui tutta Italia piange la perdita. Noi onoriamo Cavour
per quanto fece a prò dell’Italia e volentieri diremo : « Nissuno fece mai
quanto lui. Ma lo amiamo sopra ogni cosa perchè egli aveva capita la
libertà religiosa e tutto faceva per realizzarla nel nostro paese. Onore sia
dunque al gran ministro, che il primo fece penetrare nelle leggi e nella
vita della nazione un principio così capitale e così fecondo per l’avvenire
della patria. Non possiamo consolarci di tanta sventura, se non che pensando a chi assume il difficile incarico di succedere ad un tant’uomo ; vo’
dire al barone Ricasoli, perchè lo riteniamo come il piiì sincero e più caldo
amico della libertà religiosa, che fra gli eminenti suoi statisti, ora possa
vantare l’Italia, 0. C.
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INONDATI DI OLANDA
Ecco la lettera, diretta al Moderatore della Chiesa Valdese, colia
quale dal Comitato generale de’ soccorsi per gl’inoRdati, veniva accusata ricevuta della somma di franchi .5,192 80 ammontare della
colletta fatta in seno a detta Chiesa, per venire in ainto a questa
grande sventura :
« Amsterdam, addì 17 Maggio 18C1
« Signore !
« Ogni qualvolta, in questi ultimi tempi, ricevevamo doni a prò degli
Inondati di Olanda, eravamo ripieni di gratitudine verso i generosi benefattori, che cotanto s’adoperavano al sollievo di quest’ infelici ; ma fummo di
rado maggiormente commossi che in questi giorni, nel ricevere, per mozzo
del sig. Mounier, pastore della Chiesa Waìione, in questa città, il vostro invìo di franchi 5,192 80. ■"
« Sebbene, il sig. Mounier ci avesse partecipato, l'intenzione dei Vaidesi, di concorrere ancor essi, alla grand’opera di carità a favore dei disgraziati nostri compatriotti, eravamo ben lungi dall’aspettarci una simpatia
quanto generale altrettanto generosa.
« Vi preghiamo di gradire i sinceri ringraziamenti del nostro Comitato,
e degl’ infelici da voi soccorsi, come ancora di essere l’interprete dei nostri
sentimenti presso le sedici Parrocchie nelle Valli e le Stazioni di Evangelizzazione in Italia, che contribuirono a rendere più efficaci le vostre offerte.
« Quando i Valdesi mostrano di riconoscere così bene il poco che devono
agli Olandesi, non crediamo andar errati, assicurandovi, che non andrà perduta fra noi la memoria della beneficenza dei Valdesi. Non dimenticheremo,
signore, le premure tutte che voi voleste usare, per la riuscita di quest’opera
di carità e che vennero così bene rimunerate da un magnifico risultamento.
<i Sebbene, siano scemati i bisogni dalla fine d’aprile, epoca in cui quasi
tutti i danneggiati avevano fatto ritorno nelle loro case, non ci giungono
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meno grati i soccorsi. Speriamo agire nell’intento de’ benefattori, impiegando tal somma a soccorrere infelici, che per circostanze indipendenti della
loro volontà non poterono essere nel numero delle persone sussidiate dal
governo : tal pastore, la cui libreria, tal medico la cui farmacia, tal barcaiuolo la cui navicella, tal povero contadino, la cui unica vacca, furono
guasti 0 portati via dai fiotti, o ancora tal onesto artigiano che non richiese
il soccorso della carità pubblica; ecco signore, i danneggiati che potrete figurarvi soccorsi dai doni de’ Yaldesi.
« Fu grande la calamità, ma non venne meno la simpatia, e nel riceverne le prove dobbiamo rallegrarci delle circostanze, che ci palesarono i
sentimenti caritatevoli, che riempivano molti cuori,
n Gradite, signore, i saluti nostri rispettosi :
0 Per il Comitato generale di soccorsi per gl’inondati nell'Olanda,
in Amsterdam
« B. JELIhOMME, 2<io Presid.
NOTIZIE RELIGIOSE
Torino — TJna notizia degna di chi la dà. — Sapete voi, lettori garbatissimi, in che consista quella malattia misteriosa a cui, da qualche tempo,
si dice in preda la regina d'Inghilterra ? Se credeste, co« tutto il mondo,
che in uaa alterazione delle facoltà mentali, voi la sbagliereste gravemente ; no, la regina non è punto affetta di un tal male, anzi essa sta ottimamente in salute; ma « perchè, o si è convertita o sta per convertirsi al cat« tolicismo, il ministero la fa passare per pazza onde privarla deU’autorità
« ed instituiré una reggenza; non potendo naturalmente soffrire che la pa« pessa anglicana di ieri, diventi oggidì l’umile pecorella del gregge di
« Pio IX ! » Chi vi accerta di questo è... il Campanile... e tanto basta !
Firexze — Successo stupendo di uno scrittarello. — Lo scrittarello francese, che ha per titolo : Notre très-saint pére le pape, e ehe si crede abbia
per autore il signor About, tradotto in italiano a Firenze sotto il titolo di;
Il colpo di grazia, in pochi giorni è stato tirato e venduto a 2.5,000 copie !
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— Parole da ritenersi. — Una pregevole scrittura testò venuta alla
luce in Firenze, in occasione dei fatti spiacevoli clic tennero dietro alla
stolta impresa del partito retrivo, di valersi della processione solita a farsi
nell'ottava del Corpus Domini, onde dar sfogo alla gioia in esso de.«tata
dalla notizia della morte del conte di Cavour, termina colle seguenti assennate parole che bramiamo siano state intese da molti :
« Sentite amici miei il nicchio e il collare oramai sono caduti, c se noi
« non li rialiiamo dando loro il prestigio del martirio, coH’andare del
« tempo nou avranno forse più coraggio di mostrarsi ; il prete sentirà
« la convenienza cd il bisogno di operare e di vestire da uomo. Ma la re« ligione? Questa religione santa che presa per il suo verso, basta a render
t buono e felice e grande l’individuo, la famiglia, il popolo, questa reli
<t gione cho Cristo fondò col suo sangue e che ci assicura la vita avvenire,
« che ci unisco tutti assiemo in una gran famiglia di fratelli, sotto Dio ,
« vero e solo santo Padre, dovremo noi lasciarla, perchè quelli cho ce la
« insegnarono disertano la bandiera della patria, e della civiltà? No,
« davvero. Già lo scrisse vent’anni sono il nostro Gino Capponi, uomo che
« si può chiamar venerando, senza pensare ai titoli ed alle onorificenze :
« Le società umane son fatte degne di reggersi da pter loro, e il seme del
< Vangelo può essere fruttificato, non più solamente da quel ceto e da
« quell'ordine a cui fu dato in custodia, ma sì henanche dal libero ed
« intelligente coìisemo di tutta quanta l'umanità. » Così dice, non già un
& protestante, ma un cattolico schietto e credente. Orsù dunque, mano al
« Vangelo r cerchiamo tutti colla sua scorta di distinguere nettamente la
« voce di Dio dalla voce de preti, la voce della coscienza dalla voce delle
« passioni, la voce del tempo da quella dell’eternità. Iddio è eterno, Cristo
« è eterno, la Parola di Dio è eterna : tutto il resto, inclusivi il papa, i
«, cardinali ed i vescovi, è roba che va e viene : è roba, ve lo ripeto , da
« lasciarsi cuocere nel suo brodo. Uu filo di ragno ci lega ancora a costoro;
« strappiamolo, e buona notte. Non dubitate, figliuoli miei, che anche
« senza loro Dio si trova ; sarebbe bella che la salute deU’anlma nostra ,
« il più grande interes.se dell’uomo, avesse a dipendere, non dalla grazia
« di Colui che sparse per noi il suo sangue prezioso, e si fece solo Media« tore, ma da questi sciagurati che colla benda sugli occhi sfidano ai pugni
« la civiltà, il buon senso, l’opinion pubblica; manifestazioni anch’esse
n della volontà di Dio. »
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Livorno ~ Una buona notizia. — Siamo lieti di poter dare ai nostri
lettori la fausta notizia, che tiuscirono vani tutti gli sforzi pretini diretti
ad opporsi all’apertura della Cappella evangelica valdese in questa città, e
che questa dovrà a giorni venir solennemente consacrata al Signore. Questo
stabiliva in modo preciso un decreto del barone Eieasoli firmato nell’atto
ch’egli si dimetteva dalla carica di governatore generale della Toscana; ma
troppa accondiscendenza ai preti per parte di chi un tal decreto dovea eseguire, faceva sì che venisse, non già dimenticato, ma posto in disparte ,
finché giunse al potere chi, avendolo firmato, non potea ammettere che in
sì poco conto fosse tenuta la sua firma. Così avranno ancora termine le
ve.ssazioni a cui per tanto tempo andarono soggetti i cristiani livornesi, e
che non sarebbero durate così a lungo, sechi aveva missione di reprimerle,
più memore fosse stato del proprio dovere, e meno delle sue clericali aderenze.
Parigi — Fraude pia di nuova invmrJonc. — A giorni, dice un giornale, deve essere posto in vendita neW'IJùtel Drouof, a Parigi, un Confessionale che è, per se stesso, un curioso monumento della superstiiiione cd
ignoranza delle moltitudini e dei raggiri grossolani da cui non rifuggivano,
e quando possono, tuttora non rifuggono i preti, al santo fine di spaventare
e quindi signoreggiare quelli che credono in loro. Questo Confessionale
di fabbrica italiana fu rinvenuto,-non è molto tempo, in un monastero di
Firenze. Su uno dei lati è dipinta l’immagine di Gesù Cristo ; ma una
molla nascosta, che mette in moto una leggiera pressione sopra un bottoncino in ottone, può sostituire instantáneamente tale immagine con quella
di un demonio cornuto, aggrottando ciglia fiammeggianti, e movendo cou
fracasso mandibole guernite di formidabili uncini. In quel frattempo un
rumore sinistro, originato da un mantice in comunicazione con alcune canne
d’organo, poneva il colmo al terrore che doveva incutere nel credulo peccatore la tremenda apparizione.
Woigt Giovanni gerente
TORINO — Tipografia CLAUDIANA, diretta da K. Trombetta,