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Religionie e moraie ¡niel pensieno dà
Gej^ e nella sana tradlizionie criistiana *
sono, duè conaeittd laisoolutamieintie inseparaibàli ; insileme, ie$sá coistituiisioono
queU’imica realtà chie si chiama la vita
crìsijana.
■» La tradi'ziionale e oomioda distinzione
tra ciò ohe nella vita è sacro e dò che
invece è proiatno svanisce di firointie alle
chiare affermazàoni del Vangelo, in hasle
alle quali l’esistenza del cristiiano deve
' essCTei tutta pervasa dai í^flEio dello
Spirito Santo 10 deve Heoahe, ned isuoi
vari aspetti, l’improinita di lunla véra e
progressiva rigenerazioine interiore.
I cristiani idi'norpè, e non solo quelli,
hanno in ogni tempo reagito ad una tale
concezione totalitaria della vita cristiar'
na. Esà hanno giudicato eocessiva ed
ingiustificata rinvadenza delia religione
nel campo della quotidiana attività
mentale o manuale, assurdo il ¡rapporto
che i;ii vuol 'Stabilire tra i ieniotneni dei»
la vita spirituale e la condotta morale.
Hanno vodientleri separato ciò ohe in orig;ne era intimamieinte uniltìo, cioè la vita,
religiosa dalla vita morale, oreando in
ultima analisi una nnorale indipemiente,
—s’%11mde'indip«miente' dar -Dió,' -itàtie è
quanto dire una morale' senza Dio.
Tale: fatto, al quale nessuno di noi è
estraneo, mi samlhra possedere unia doppia giu'stificazione, filosofica e morale.
In '¿poche 'anteriori alla nostra, ma
di cui la nostra è fonsie il frutto più
amaro, non poche dottrine hanno cercato di elaborare una morale che prescindesiSe da qualsiasi preoccupazione
religiosa come da. qualsiasi presuppoisto teologico. Insieme con Tesigenza di
una scienza autonoma, non riconoscente altra autorità 'Chie quielte deila ragione, si è m'aturata nelle mienti l’esiigieinza
;,di una morale autcmoma, cioè indipendeniie, riposante non su presupposti religiosi, ma come diceva un pensatore
franceìia del XVII secolo, « sulla ragione universale che risplende in nói e
che cxyrvtiene in sè il gierme dì ogni virtù,
probità e giustizia».
Piensatori - e fillosofi, entrambi fautori
di una ooncezionie della vita moralie indipendente dalla religione, hanno più
volte esaltato la® saggezza 'Umana e
mondana, come una virtù càpatoe di soh
stenere e di guidare il’uomo', senza bisogno di aiuti seprannaturali o di leggi
e di sanzioni esteriori;, lassi hanno inaegnato cihie la volontà umana può « renderci assolutamente padroni di noi stessi
e farci in certo modo simili a Dio »;
•sono stati convinti che l’uiotmo sia in
grado di pervenire, come diceva il filosofo Descartes, « con le sole forze della
sua naiiura a vealiizìiare la più alta e
perfetta ..marmile »; essi ^hanno proclamato che si deve compiere il dovere per
il dovere, senza domiandairsi sie non vi
sia, par caso, un’ubbidliqnzia a Dio che
contrasta, talvolta, con i doveri dlel
mondo; hanno infine spiegato che la miglior cosa è di vivcire secondo natura,
aprendo cosi Ja .porta alk licenza del
pesterò ed olla sregolatezzai dei costumi, favoreindo un’irreligiioisità rumorosa,
beffarda, idolatrica, priva di quaisiasi
consistenza, .
•Ajgigiungasi che la ■volontà 'umanla è
di per sè stessa così incline ad adagiarsi m una comoda concezione della vita,
libera da qualsiasi esdgienzà religiosa anohie nel oant^ morale cioè liihera da
qualsiasi serio controllo morale, e non
s avranno difficoltà a comprendere come
li •principio dèlia morale indipendente
abbia trovato in sieno alla cristianità in
genare e nella nostra vita in parttcdllare
ampio modo' di svilupiparsi e di 'portare
i suoi frutti.
® fsicile intuire quali conseguenze
derivino da una tale ccncezixxne della
morale.
La morale indipendente Si risolve
innanzitutto in una alterazione delridea biblica e cristiana di Dio. Dal
,rnomento chie l’uomio vuole 'condursi dia
sè, senza alcuna ingerenza di carattere
nehgi'OS'O' 'nelil’ambitoi della proipria vita
roorala,' Iddiioi cessia 'di |esi:iere il Signore
di tutta la vita, l’Is'piraitor'e ed il Giudioe delle umane azioni. L’idea 'di Dio
non è per questo dèi tutto 'soppnessa;
essa rimane al servizio 'di una 'oer'^. pietà pri'vata, spicciola, popolare e dii una
csrta ipocrisia religiosa, :non rara neppurie iin mezzo a ned; ma non condspxwad'e 'più 'aill’idiea di Dio, come? essa appare nelle 'pjagine della Saca-a Scrittura, ^ivata, austera, 'saora, dì fronte alla
Quale il 'Cuore è ripieno di 'Santo e benefico timore.
La morale indipendente aiiiera anche
la mozione stesisa dèlia vita religioisa. Se
è vero lohe Tuomo vuoil -ifare la 'sua vita
e staccare néttamn^nte ciò che*è morale da ciò che è xieMgiQne, la religiione dii
'Costui rischia 'di diventare a j>oco a
poco puro formaliismoi, ovvero ipocrisia, ovvero arido intellettuaHìsmo, ovvero ancora superstiziosa magia! La
v-'ta religiosa, cioè 'cristiana, dleve aisisolutamente manifestarsi negli atteggiamenti della condotta moral'e. Se la vita
religiosa ¡si riducè isoltanto a delle forme esteriori, sian puile segnate col crisma di una sacra tradizione, essa non
ha alcun sapore, alcuna consistenza.
La morale indipendente è la morale
dei galcmtuomirii, cioè di quelle pensione
che si ritengono oneste, rette, pacifiche,
pure, islenza ricorrere per questo ad alcuna fede religios'a. Ihidubbiamente ci
fnno delle persone areligiose eppjure'
più ¡morali di itanti cristiani ap>parentemente fedeli alla loro chiesa. Ci sono
anche delle anime nobili e belle fra i
ncn credenti. Ma queste sono ecoezjotni; e, se Gesù potesse pronunziare oggi
il ruo giudizio sulla vita di molti così
detti gad'antuomini, legli li accuserebbe
d’orgoglio e di falsa giustizia; di quell’orgioglio che, più di tutto allontana gli
uomini da Dio, e di quella giustizia che
li priva del 'senso del loro peccato e
della vdsioine oonsolalt'rice ¡della croce
di Cristo.
La morale indipèndiente, invece di
ricihiamarsi del continuo ai comandamenti di Dio, si fonda suirutjlliforistrto
peraonoile e sociale. Mentre, da un lato,
si cele'bra il culto a Dio, d’altro lato si
im'pxìista tutta la vita privata famigliare e sodale sul fattore dell’interesse e
dell utilità, senza chied'ersi neppure se
Dio non ha IK diritto di porre dei limiti
a ciò che si ¡dhiamà nastro interesse, nostra utilità. Per molte, ainzi per tropp>e
persone, è morale 'Ciò che è utilei, ciò
che se^, ciò che Interessa il singolo,
la fiatmigM.a, lo Stàto. E* Jia moriale òhie
giuistiflcia qualsiasi vita egoistica, orgogli'Oisa, avara, vile, strisciante, volgarmente borghese. B la 'morate del meroaito nero, senza limiti, sopnatutto senza limiiti di ooi^ienzai.
La morale indipendienlie si risolve logicamente nella lihenà di fiare ciò che
si vuoile, indipendientemente dal pensiero di Dio. Èssa conduce alla scostumatezza, alla dissoiliuitezza, aioompromess^>.a;lla menzogna, al trucco, alla insensibiliìtà morate di fronte a tutto ciò che
ha nome doverne.
i II popolò^ lo ha*i&pite ’faicàiiamte^ ¡^^
da quanto abbiamo esporto, ha tratto
delle conclusioni qotnicrertie, molto care
alla nostra natura' guasta dal peccato.
Ragione per cui la morale indipendleinte' è divenuta, in pratioa,' una morale
senza--doveri}. E’ <iivieinuta amoralità,
che è il peccato joaratteri'Sitioo dieE’eltà
nostra, più deleterio .atodewa deU*immoralità, perdhè siignifica diritto di (Bare
il male, 'sigmfioa conuziohé senza correzione. ’
-?i ■'I. ■ ,
I fàutori della morale inclipendiente
harmo speasio proclamato che, -una volta liberati dai legami della religione e
affrancati dal pensiero di Dio, gli uomini avrebbero. poitulto volare verso
mète ¡eioceLsè, crearo una nriova ¡civiltà,
l’èra del progresso, della pace, della
felicità.
Ora noi la vediamo in faccia questa
civiltà, la iconoBciamo,, in tutla i -suoi orribili lineamenti e jilè 'gustiamo anche i
frutti, frutti ■di tossi'Co e di morite.
Perciò affermiamo : che è neeessaiiq
restaurare la nozione delia fondannentale unità réliigiosa le morale'i(tella ■vita
cristianà'.
La morale indipen^ébrtie dai Di'ti è 'úna
foiiTOula assurda, uh dòncetto pagano.
La mor'a'le nion è separabile dalla vita
spirituale, anzi ne deve essere la mani‘festaritonie opneretta e visibile.
La norma che regola, la nostra condotta e le azioni umane deve cercarsi al
di là 'della rag'iione, della saggezza .umana, dlell’utilitari'smo, del dovere stesso.
Essa 'deve iaercar;i in Dio e nel'l’ispirazione cristiana dalla vita.
E’ necessario 'Oggi ripèterlo a tutti,
anche ai giovani Valdesi.
Se l’ispirazilcne 'dèlia vita non viene
da Dio, essa verrà dairuomo o dal mondo. Ma una vita fond'ata in Cristo, una
vita orientata verso Cristo, non potrà
non dare i suoi frutti.
« Un albero buono .non può far frutti .Ruttivi, nè un albero cattivo far frutti
buoni. Voi li riconiosoerete .dunque dai
loro frutti » (Matteo 7: 18-20).
E. Rostan.
Sitlomizint pn li loia di Ho
in Memoria dei [apnellano Ten. llKredo Inetain
Totale dei 4 elenchi L. 38279,—
50 ELÈNCO
Lodovico e Lodovica Bertolé, L. 100 - Rostaing Cesare, Pomaretto, 25 - Rostain Aldo,
2O1O - Long Luigi, Abbadia Alpina, 25 - Pòns
Sergio, .Angrogna, 25 - Eynard Bice e Emilio, Beiamo, 200 - Eynard Elena, Id., 100 Prizzoni Alma, Id., 100 - Querdoli Pietro,
Id., 50 i.Zavaritt Gianni, Id., 500 - Bazzani
Luigina, Id., 100 - Zoppi Enrico, San Giovanni, 50 - Ernesto e Ida Ponis Frache, Id.,
50 - Elda e Aldo Malan, Id., 50 - Angelina
Purpura, Pomaretto, 30 - Famiglia Chaùvle,
Pra del Tomo, 44 - Benech Daniele e Fanny, Id., 25 - Alme Edoardo e famiglia, Serre, 100 - Gaydou Maddalena, Angrogna, 25 Simond, famiglia, Id., 25 - E. B., Pra del Torro, 25 - Geymonat Pietrot, Pinerolo, 50 - Geymonat Ernesto, Id., 50 - Sellari Guglielmo.
Torino, 25 - Costa Giusto e Susanna, Id., 50
- Rostan Carlo, Id., 50 - Fomeron Alice e
Roberto, Id., 100 - Salma Arturo e Ester, Id.,
100 - Gay Giulio, W., 350 - Donna Anna e
Gino, Id., 100 - Rollo Elena, Id., 50 - Germanet Anita, Td., 50 - Canale Clotilde, Id.,
30 - Chiesa di Felónica Po, 150 - V. e 1^
Coisson, Id-, i50 - E.K.M.LP., Torre Penice,
50 - Arturo e Alma Pascal, Id., lOO - Meynier Enrico., pastore emerito, 25 -, Guido e
Renata BountìiuS, 100 - Reyel Carla, EmiUa,
Paolo e Dino, iSan Giovanni, 150 - Gay Clemenza, 50.
Chièsa Valdese dì Verona: Cavallino Anna,
L. 50 - Signorina Dario, 50 - Signora De
Romq 50 - N. N., 100 - Severino Zotta, 60 Inferiori alle Ure 25^ 20.
Chiesa Valdese di Proli: Artus Daniele,
L. 25 - Gamòu Filitoerto, 35 - Genie Giulio,
50 - GrIU Filii^o fu Filippo, 25 - Garrou
Govamni, 25 - Gàrrou Stefano, 25 - Menusan
Pietro, 30 - Pascal Francesco, anziano,' 25
Oólntempla i ofmntì: fl, mistero fi s’af, fa'ooia al'la menile' e lo stupore ti trabocca dal cuore. Li aanmiri all’alba stagliarsi contro un diete cupo, sriTnili a
scenari mèraviglioei; .aooendiersi all’aurora d’iaurate e. rosee lud, e sotto i raggi diel sole abbellirsi i pendii. d’una
gamma di loolari che va dai! veiixillé al
bruniol, rinsieirran'do qua e là, conne in
chitxsi ¡ovili, branchi idi caise e roode, che
sembrano aniimali fìssi laUa terra per occulta incantesimo. E nell’ora did tramonito li vedi coponiarsi d’oro e di porpora e ammantarsi .di mare ' ombre,
quandi© l’asicura volta <M cielo vien
trapunta di stelle.
E che dire delle sensalzioni di colui
che ne ascende te cime? Se scosqese
sono le Vie, se arduo e faticoso è riandare, più legh ,jSaile, più un’aura lieve
10 investe, lo spoglia quasi d’ognà .pieso
iportalè, finché giunge su, in alto, fino
alle 'Vétte 'eccelse, più .presiso'. al
»Ciete, ptetwiieisso a Dite.
-Anc^^^lla vita spirituale -vi è un
montéi^hconfuso idi bellezza e idi luce,
che spesso róntempliàmo, ma non sappiamo come salirvi: il monte della Santità, la cui cima s*innazziurra nell’aria
purissima, che nasce dal cuore stesso
di Dio. ^ ..
Il isiuo sentiero serpeggia fra roede
aguzzie, spine e 'purpurei fiori, che non
sai se sono vermigli d’ardore o pel sangue di coloro ohe .ascendendbi si ferirono ai triboli della via. L’uomo da solo
non può cornpieme la salita, cadrebbe
al primi ipiasà, ma la preghìeira igli è Sostegno e la miediita'zione ristoro. Con
esse può sormontare ad uno ad .uno gli
ostacoli più invincibili e per esse giunge a comprendere che cosa sia saicrificìo, che .cblio di sè ■ed 'deviazione oontinu'a verso l’alto. Fatto così dimentico,
delle asperità del sentiero e diella fatica giornaliera, guarda fiducioso alla
dma, e prosegue mela sua via.
Più s’innalza, più leggero gli diventa
11 respiro, mena greve sente il peso della carne. Più s’innalza, più dimoila nella luce, poiché il monte è il primo a
ricevere i raggi del sole niaiscente e
rultimo a salutarne i bagliori in sul
tramonto. Più s’innalza, più si distacca
dalla terra e meglio stente la voce di
Dio. E se cupa si fa la notte, più vicine gli pfòlpitano le stelle che rniormorano al suo cuore: credi, spera led ama.
Ma 'anche sul monte può 'giiur^ere la
buflsra, le ore tormentate .dela vita.
Che importa? Il monte non vacilla sulle sue fondamenta, basta tenersi saldo
ad ©sso, basta gridare al Cielo, e Dio,
così vicino alla vetta, stringerà nella
.suia la mano del cred'ente.
'Colui chle vive terra a terra, vegeta in
una 'Cerchia ristrétta, meschina, in cari
le dlàbolezz'e e i peccati dèli prossimo,
gli appaiono come ingranditi d^’iecoeesiva vicinanza. Nasce dia ciò lo spirito
di iciritica, rintolleranzia ed ogni cattivo
sentimento che proviene dall’as.senza di
carità nei cuori. Ma via via loh’egli si
ei’eva, più vasta .sarà te sUa visuale,
meno percettibili 'gli errori dèlTuimani
Paseal Benlainlrio, 25 - Pérrou Bartolomeo,
35 - Richard Pietro Giovani)! 25 - Richard,
fratelli, 50 - Richard Pietrq Giordano, 25 Richard Luigi, Indirltti, lOCi ~ Rostan Pietro,
Villa, 25 - Inferiori, alle tì 25, 265.
Chiesa Valdese di Rpdàretto: Pascal Carlo, L. 50 - Pons Luigi, 80 -i Brema Luigi, 50
- Inferiori alle lire 26,’200.
Doti. Giannino Stedner, Bergamo, L, 500 EugCTia Keller Steine#, Id., 500 - Roberto
Pellenc, ' Torre Penice, 100.
Totale «del 5® elenco L. 5175,—
Totale dei Idnque elenchi » 43484,—
11 settembre 1944. u e g
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tá e lia <sompiienaiioinie^ il perdotno, raanor
fraterno, faraminiQ strada "ía lui più
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Per contro, più egili' s’tóimièrge nwlli
luce, più vl8ihíle.gü apparirà il suo piec^to, compeneitrandioló d’tuniliaàone danamai agli otochi siíoá. e di Dio. i
Questa via, fu qiieilla scelta dial Salvatore, e Se-tu gli gei diisoepolo, dievi
passare per essa per giimgère al Cielo.
lapanmiiinaiti dunque, o fratello ! Basta ogni giorno tm po’ più di saoriñoLo,
' un po’ più d’aanome e di pietà.
Colui che crede di risparmiare Ile proprie forze restando e v^e, pierde energie 'Ogni di più e si sentirà sempre meno
capane d’àntraprendère l’ardua salita.
Coraggio dunqiue, e avanti !
Ranordati die fra tanta putredine di
male che asfìssiia e ; sommerge l’intera
umanità, il mondo ha bisogno di Santi,
► più che lai Patria ha ibisogno d’eroi, di
Santi che, rinunziando alle mollezze
della _yjta, si. elevroo. :al!, di sopra di quest’arrijdo pantano, in cui si affoga; di
santi che sappiano tendere la mano á
coloro che sono in procinto di soccomberei; di santi che gettìno sprazzi di
luce niellile tenebre che ci cìroondano e.
che indicihiino al mondo quale sia la
via della salvezza.
Non ti commuove il gemito di tante
anime che periscono? Non odi il lamento, dello stesso tuo cuore che si dibatte fra lè spire del peccato? Perchè
più a lungo indoigiare? Ecco, è la voce
del Cristo che ti chiama a tsieguMo. Affrettati a rispondergli, o forsei più mai
l udrai. Non vedi? ti ha preceduto con
la Croce in spalla. Va dunque, segui le
sue orme fino all’altare deU’ùnmoIazio«ne, che è siltresi altare di resurreziione
e di vittoria.
Solo così potrà formarsi la vera Chiesa dei Santi, quale voluta da Dio, quella Chiesa che con la Parola e con l’esempio, deve far sapere al mondo chie solo
sul 'monte della Santità possiamo trovare il Cristo, e con Cristo, Ididio.
J. Corion. #
■V
Segnalazioni
Vi è spiesso oggi, in molti ambienti^ la
tendenza a ripetere, con un certo tono
di demoralizzazione a di sfiducia; « Eh!
purtroppo, adesso bisogna pensare ai
problemi del giorno, senza star lì a do^ * mandarsi quello che acoaidrà domani ».
E la profonda parola: « Ad ogni giorno basta il suo affanno », viene deformata ed (addotta per giustificare la' propria riluttanza a prendere ima posizione, ad assumere la propria rlesponsabilità. E bisogna quindi essere grati a
coloro che in tempi come questi, in cui
tanti cercano di sfuggire al loro preciso compito di evangelica testìmonianza
con il ricorso a ragioni di più o meno
comprovata evidenza, si isiorzano di ridestare le cosdianze, di ri.'dhiiamare gli
spiriti ad una visione più chisu-a del dovere e del compito di un cristianesimo
vivente.
fi questo richiamo è tanto ipiù neciessario ed urgente in. quanto nel campo
dell’aziioine e del ipensiero cristiano, il
voler rimandare a « domani » la soluzione di qualche determinato pioblema
d’indole pratica per esempio, non significa altro in realtà se non la confessio"ne che noi siamo oggi infedeli nel nostro specifico campo di azione, cioè di
flestimonianza. E’ possibile supporre iche
un cristiano possa dire:' « questi problemi* 'della mia fedeltà all’Evangelo io li
risolverò... domonì, quando non ci sarà
più il coprifuioco, e il pericolo ded bombardamenti e degli incendi? ».
Sdamia quindi grati al piastore E. Geymet Pier il suo volume: « Gioventù Valdese » (*). Esso costituisce lun prezioso
contribùttoi ad una rinascita della nostra
gioventù. Non è un Mbro di sermoni,
anche se il substrato è proftandamente
biblico; ohè anzi questo ricorrere alla
Bibbia, ohe costituisce "in certo qual
modo è Ijessuto connettivo del libro, ne
oostituisoe una dieUe caratteristichie più
originali: « Come rimane sempre attuale ila Sacra Scrittura per chi sa leggerla ! ».
rjqn raccolta di sermoni, e neppure
un ihisieme di racconti pjdi studi psioologici; ma una lettura awinioente, dì
conversazioni in cui, con forma piana,
viene proposto al lettore l’ideale evangelico di una gioventù evangelica. Ve^
ramente l’autore parla di gioventù V a ldes e ; ma non si tratta qui di un voler rinchiudersi nei Mmiiti ristretti di
una confessione religiosa, b^isi <di una
semplice (xinstatazjionie idi un daitioi di
fatto. E’ un pastore di una parrocchia
i^dieiHe Valli Valdesi che pacja, fraiteima^ mente, vorrei q¡uaBd coóifidenzialmenite, -alla gioventù diélfla sua paxroe' chiia, oelle sue Valli, con im amore ed
una paissione che pos-on aembrare gelosa abk) a chi non ha mai provato il dolore del distacco, disila separazione; E
siccome i problemi deOila gioventù Valdiese sono fondamentalmente gM stessi
deilila gioventù evangelica, di ogni gioventù che, dopo e durante tanto sconvolgimento di odio, voglia ancora amare, ci auguriamo che questo Mbro divenia il buon compagno diella gioventù
evangelica.
Di un buon compagno possiamo veramente parlare, percfiè il •volume del
pastore E. Geymet segue il giovane e lo
aocompagna nei suoi dubbi, nelle sue
lotte, nelle sue sconfitte: quando giovanetto egli è incerto sula via •da peraorrére, sulla prafiessiane, sul mestiere da
scegliere {originale ed interessante il capitolo: « La Iptta per la •vita », con il
sùo" catàlq^'''dèi m'estieri e delle professioni pOT il gi!ov.ane Valdeise); ¡quando, più • adulto, egli corre il rischio di
perdiere il meglio delle sue forze: la sua
ptmezza, iti suo ideaile, cediendo alla tentazione:; quando egli vuol crearsi una
famiglia; quando il dubbio lo assale...
e sono isolo alcuni esempi.
^ Ai giovani, ed alle giovani che in. contreranno in questo libro delle... vec-'
ohie amiche, alcune più simpatiche, alcune altre un po’ meno, alcune fortunate^ altre un po’ meno, tutte però veramente viventi, consigliamo la lettura
di Giovenisù VdLdese. Anche se per avventura non dovessero essere persiuasi
da tutte le conversazioni, e.^ ne trarranno materia di discussione, cioè poi
di rifiiessLone. E sarà tanto di guadagnato ! Il volume è arricchito di disegni originali 'della sig.n.a Cavelia.
.a
n pastore R. Comba (**) in due oonfelenze tenute 'nel Tempio di Torino il 30
aprile le il 21 maggio 1944 è pubblioalte
ora dalla Claudiana, ha parlato di La
Chiesa nel mondo di domani.
Questioni teofi^ìche, dirà il sofMto benpensante, iper i signori teologi. E troverà magari un 'appiglio nel fatto''bhe
queste coniferienze sono pmbbli'cate nella serie « Qudstioni teoriche »; ma questo non vale,' perchè nel nostro campo,
bisogna assolutàimente flitirlà ■ool 'vecchio sistema di cansidarare tutto ciò
che esige un lieve sforzo della nostri
intelligènza icome una quistione teorf
ca ohe interessi cioè solo una •detei
nata cerchia di piersone fomitie di
maggiore o rninore cultura. Bisogna
nire di concepire la nostra apparten
za alla nostra Chiesa oomle unia:
ce adesione esteriore, come unaz'one formailistica di atti più o meno/liturgici. E non è neppure sufficiente! ci
si 'permetta ■di di'rìo, una certa ,pptà
esteriore, che non si acooirlpagni ad un
iirttìmo tttTajvaglio ¡dello spirito, cha ci
renda consapevoli della profondità| del
travaglio della siooietà umana, e
nostra p>exsionale corresponsabilità/ nel
bilancio fallimieintare deU’infLuenza/ delle Chiese in quiest’ùltimo venticinàuennio. Perciò ci auguriamo che questo
opuscolo diel pastore R. Comba ¡renga
ampiamente diffuso nelle nostre comunità, poiché esso pone davanti |a noi
ü problema essenziale per le
Chiesie; e dalla nostra capacità
tirio dipendierà l’iavvenire
stre Chiese, perchè come gius
osserva il ooniflarenziere: « Il
per noi non è: si varierà o no
sennoite
jblema
[ si par
ierà dei Signore alla ventura igenerazione? Per noi il problema è un altro;
come si parlerà del Sligraore allji ventura geneTVisiione? ».
E’ ovvio dhe non si tratta <^i di voIiersi abbandonare a previsioni di indole ipolitioa per prevedere in ohe modo
si potranno attuare le retozioiii tria Stato e Chiesa. Come giustamente osserva
il pastore R. Comba, che 'la Chiesa posrsa dire la sua parola « dalVdko dei puy
piti o nel segreto delle catacombe », m
sè non ha interesse. Anche iq'ui il probJlema è un altro: « Si trat^ di vedere
se Vesp&rienm tragica che ^wiarrw oggi
ci (Aiuta a disoemere qua^ sarem/no i
compiti immediati della ijestvmcmricmza
cristàama, nel mondo di don\unÌ. Per preparwci neh’oitiesa nelkf preghiera».
In un’attesa non rasseig^imita, ma fatti-va, operosa, in ■cui sappiamo rimeditane l’atto d’accusa che da ogni parte
sorge contro le Chiese ^‘contro il^Gristìanesimo stesso, chle non ha saputo impedire la guerra, che è un messaggio
esaurito, che non dà risposta ai problemi del mondo' moderno, che non produce frutti nei suoi adepti. L’opuaoolo
del pastore R. Comba ha il mierito di
Utili lüp M
AMMÈNICOLONE (oina), s. m. f.: Chi
va avanti a forza ^ ammenicoh.
Per ammenicoli poi s'ha da intendere^ come è ben noto, sostegno, appoggio, di ragioni più apparenti che vere;
ieqykvalerute di cavilli, insomma. In origine caviilus inMcasva: un frizzo, un'o
scherzo. « CaviHcntore ». era qumdi un
allegro compagnone che teneva allegre
le brigam con motti e facezie. Poi, si sa.
Si cominciò a scherzare di tutto e di
tutti: si provò un certo godimento a
ostentare una certa empietà, un certo
disprezzo di tutti i principa ammessi e
7^iamosCtuiti. La gente rideva così volenUem ! Il riso poi fa buon sangue, e il
sangue fa buona vita. Perciò i Cavim diventarono elementi costitutììtm
deÈa vita. Però la parola cavillo suona
mde: evoca tutto un mondo di processi,
dip.iM, di ragìom che sembrano vere ma
c/jfe sono false';’’còri'lo•df'iri^àriJre gli altri.
jOii ammenicoli invece, sono diversi:
sino ragioni che sembrano vere, ma sono
/lise, come i cavilli. Però il loro scopo
è di ingannare gli altrii ma di innnare noi stessi (per poter ingannare
[li aUri, ben inteso !). Si tratta insomW di dimostrare che Certi diritti che a
G. farebbero molto cornodo sono
ad per indiscutibile legittimità. Il suo
Acino però ha un’impressione dimne■ralmente opposta. La discussione deve
'quindi cominciare. Però G. G. è un brav’uomo. Anch'egli ha la serisaeiione che
i suoi diritti non sono precisamente evideniit, e quindi comlincia tutto un lavorio interiore, una ricerca affannosa di
scuse, di pretesti, presenti passati e...
futuri per convincersi ohe egli ha ragione. E così va avanti a forza di ammeniCoU, convinto di aver ragione. Quello che''rende là vita così dJffiCiie oggi
non è forse il fatto che troppi ammenicoloni circolano a piede libero, riveriti ed
onorati? Il filologo.
La Setola Domenicale
OTTOBRE-DICEMBRE 1944
Ottobre 'J*
1 - C<ó per i /aneiuUi - Testo; Sai. 119;
105 o altro simile.
8 - Ricapitolazione deU’Ar T.
Imparare: Sai. 33: v. 12, 18^22 - Vers.
centr. : v. 12.
15 - Prima impresa dì Saul; sua reiezione.
Lettura: I Sam. 11: 1-15; 13: 1-14; 15:
7-28 - Imparare: Rom. 12: 1, 2 - Vers.
centr.: Rom. 12: 1.
22 - Unzione di Davide - Davide e Golia.
Lettura: I Sam. 16: 1-18; 17; 1-52 - Imparare: Sai. 28: 6-9 - Vers. centr.: v. 7.
29 - Saul e Davide.
Lettura; I Sam. 18: 1-16; 19: 1-6; 11-17;
24: 3-23 - Imparare; Rom. 12: 17-21 Vers. centr.: V. 21.
Cronaca Valdese
LUSERNA SAN GIOVANNI
Il 28 luglio, ha avuto luogo il funerale della signora Rosa Fiatane in Maretta, deceduta dopo penosa malattia, ai Turin, all’età di
74 anni.
n 2 agosto, abbiamo accompagnato al
campo del riposo la spoglia mortale del signor Giovanni Genre, deceduto aU’Ospedale
Maurizl^no, dopo dolorosa infermità, all’età
di 60 anni.
Alle famiglie provate dal lutto, rinnoviamo l’espressione della nostra sincera simpatia.
— Il 10 settembre, in una soave atmosfera di dolce intimità familiare, i coniugi Davide Bertin e Maddalena Mondon (Cartera
di Bricherario) hanno celebrato le loro nozze d’oro, circondati dai figli e dai nipoti.
L’Iddio misericordioso che li ha guidati e
sorretti nel momenti della prova e della prosperità li accompagni colla Sua mano bene-,
d Ícente.
— Durante 1 mesi di luglio, agosto e settembre, sonò stati celebrati, conte di consueto, i culti nel vecchio tempio di San Giovanni (Ciabas). Ringraziamo sentitamente
quanti hanno voluto .rivolgerci apprezzati
non igniorare ques'be accuse e di vagliarle seranameinte. Esso quindi sarà
letto utilmente.
« * *
Segnaliamo pure, con un po’ ¡di ritardo, un’attesa r^tampa, <xki illustrazioni diella sig.na Oavella, del ben noto
romianzo di Èva Lecomte: Paiola, oissàa
La piccola Valdese. x.
(*) E. Geymet: Gioventù Valdese. Ed, Arti
Grafiche' l’Alpina. 1 voi., pag. 208, L. 36.
C**) R. Comba: La Chiesa nel mondo dì domani. Ed. Libreria Claudiana.. - Serie Questioni teoriche. - 1 voi., pag. 38. L. 2,80.
messaggi da parte del Signore;'i pastori K
Niabet, A. Comba. E. Corsami, G. Moggia, ol,tre il Pastore della parrocchia, il prof.i G.
Costabel, gU studenti in teologia B. Corsani
e P. Bensì, .
PRAROStiNÒ
FUNERAU. Enriphetta Grill ved. Godine,
di anni 75, decèduta il '2o luglio, ai Èltìla.
Nata a Bovile, venne qui sposa. La sua vita
e stata consacrata al lavoro ed alla famiglia. Essa ha risposto alla chiamata del Signore dopo breve malattìa'.
Clementina Codino nata Fomerone di
anni 43, deceduta a Pinerolo, il 22 agosto,
ove si era sit^ilita da alcuni' anni. Profondamente sensibile, la sua fibra è stata scossa dalla tragicità dei tèmpi che viviamo.
Essa è stata così rapidamente rapita alFaffetto del marito e dei parenti. I funerali
hanno avuto luogo a Prarostino con la collaborazione del pastore L.- Marauda, che ringraziamo sentit^ente.
A tutti gli aflilitti esprìmiamo la nostra
simpatia.
TORINO
— I NOSTRI LUTTI
Partecipmmo con viva simpatia ài liitto
della famiglia per il decesso, avvenuto a
Bemezzo (Cùneo), di Pilada
membro della nostra Comunità: ièd ora Anziano della Chiesa di S. Remo.'
E’ deceduta, dopo breve malattia, la sorella Agostina Gay.
Rinnoviamo alla 'famiglia in lutto, ed in
, particolare alla madre, le 'nostre vive condoglianze.
— NOTE UETE
Il 19 agosto, nel Tempio dei Coppieri in
Torré Penice, è stato celebrato il matrimonio del dott. Paolo Roland,' vice-presidente
della nostra Unione, con la sig.na Laura
Jahìer. Rinnovati auguri di ogni benedizione
nel Signore.
— UNIOÑE E'V^GELICA
Fin dall’autunho del 1942 avevamo Inizùito
una attività, che, secondo noi, dovrebbe essere maggiormente- curata nelle nostre Chiese e che dovrà richiamare in avvenire l’attenzione dei Concistori e delle Assemblee
ecclesiastiche. Notando la grave lacuna esistente ^1 lavoro fra gli uomini della nostra
Comunità avevamo allora .-convocato buon
numero di fratelli proponendo loto là costituz one di una Unione di uomini per lo studio, della Parola di Dio e di tutti i problemi
individuali, famigfiari ed ecclesiastici, die si
presentano alla coscienza di un credente.
L’imz'ativa incontrò subito — lo diciamo
ad onore della nostra Comunità — il più entusiastico consenso: ma dopo poche riunioni
. avvenne lo sfollamento del novembre e la
conseguente riduzione di molte nostre attività. Sin dalla primavera di quest’anno, abbiamo ripreso le nostre riunioni nel pomeriggio della domenica e se, per forza di cose,
la partecipazione dei fratelli è ridotta, il lavoro compiuto è stato proficuo e più intimi
legami di solidarietà si sono stretti tra i fratelli della nostra Comunità. , - —
La“nècei^ltàt 131 Una Organizzazione maschi
le in seno alla nostra Chiesa è ormai radicata in molti e convalidata dai primi modesti risultati ottenuti.
Hanno collaborato alla presentazione degli
studi, oltre i Pastori, i membri Enrico Be'ux,
Ignazio Calabrò, Carlo Davite ed 11 Pastore
V. Subilla in una sua gradita visita.
Sono stati studiati, alla luce della Parola
di Dio, il problema della reiezione di Israele, rinfiuenza del Cristianesimo nel mondo
di domani e sono stati Inoltre esaminati vari
problemi di attività ecclesiastica (partecipazione degli uomini, ai culti, diffusione deUa
stampa evangelica, opera di evangelizzazione...).
Il signor LUDOVICO PONTET e la sua
Consorte, commossi per la grande dimostrazione dì affetto e di condoglianze, dimostrata da coloro che presero parte at funerali
della loro cara bambina
Eleonora Caterina
nel pomeriggio del 30 agosto u. 's., ringraziano vivamente tutti, ed in particoiar modo,
l’egregio signor ^pastore Roberto Jahier, le
amiche della madre e la signora Maestra
delle scuole.
Villar Penice,_J0 agosto 1944.
In particolari circostanze decedeva dopo
brevi, penose sofferenze, a soli 43 anni
Il marito, nell’impossibilità di farlo pérsónalménte, desidera rinnovare con commozione la profonda gratitudine verso tuitt, parenti e amici, ed in modo speciale i pastori
signori Marauda e Bert per l’assistenza spirituale, e gli amici di Pinerolo, che, tanto
fecero per scongiurare tanta sciagura.
Commosse dalle numerose testimoniamé di
simpatia, le sorelle e famiglia del compianto
Ernesto Congo
ringraziang sentitamente la Direttrice, le
Suore ed il personale del • Rifugio Carlo Alberto, Il pastore signor Rlvolra e tutte le
persone che presero parte al loro dolore.
Torre, Pellice, 14 settembre 1944.
PIANOFORTE-PIANOLA con rulli. Occasione. — RlrVolgerèl al giorhale.
Prof. Omo CoSTABBi, Direttore responsabile
Autorizzazione Min. Cultura Popolare N. 10
del 7 gennaio 1944-XXIl
ARTI GRAFICHE " L'ALPINA „ - Torre PelliCe