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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOIECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XClII - Num. 4
Una copia Lire 40
ABBOPlÀl^Tf Í Eco: L. 1.500 per I’interno
t L. 2.200 per l’eslero
« Eco a e « Presenza •Evangelica a
interno L. 2.500 - estero L. 3.700
Spediz. abb. postale • I Groppo
Cambio d’indirizzo Lire SO
TORRE PEULICE. 25 Gennaio 1963
A.mmin. Claudiana Torre Pelllce - C.CJ*. 2-17557
27 GENNAIO
DOMENICA DELLE MISSION
Quepto Evangelo
sarà predicato per tutto il mondo
, In mezzo a tutte le profezie che
annunciano catastrofi di ogni genere,
carestie, terremoti, dopo i rumori di
guerre e le guerre in cui « una nazione si leva contro l’altra », tra le rivolle, le eresie, i falsi profeti e gli anticristi che lacerano la Chiesa, in mezzo a tutto questo accumularsi di disgrazie, a tutto questo frastuono apocalittico che scuote la terra fin nelle
sue fondamenta, vi è d’un tratto —
nel discorso profetico di Gesù — come una pausa, un momento di calma,
uno strano silenzio. E leggiamo queste poche parole, molto semplici, molto sobrie; « E questo Evangelo del
Rc'.;no sarà predicato per tutto il
mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti: e allora verrà la
fin ■ ».
vero che nessuno di noi è indiI spi.nsabile per quest’opera di predi
I ca.'ione. 11 Signore tiene in pugno la
sua Parola, e secondo PalTermazione
di Gesù, sa trarre una testimonianza
an-he dalle pietre, se gli uomini taccici no.
Eppure ci viene detto a più riprese
0 piuttosto tutto il messaggio biblico
soiiintende che la Chiesa di Cristo è
intimamente associata alla predicazione dell’Evangelo del Regno per
tutto il mondo. Tutta la Chiesa è impennata per tutto il mondo. Si parla
^spesso dj strategia ecclesiastica. Ebbene la vera strategia di ognuna delle Chiese cristiane, cioè di tutta la
Chiesa di Ctisto dev’essere, può essere una sola: quella di chi si preoccupa che l’Evangelo sia direi non soltanto trasportato materialmente in
tutto il mondo, ma vissuto in tutto il
mondo come fede vivente in un Sigiiore vivente.
Non soltanto, ma è necessario che
qualsiasi opSra « locale » sia compiuta con lo sguardo volto all’opera svolta, nel suo insieme, dalla Chiesa univer.sale, secondo il piano che Dio attua per mezzo di essa.
Se veramente possiamo ogni giorno renderci conto che ogni cosa è in
fondo soltanto un incidente e che la
sola ragione d’essere di questo nostro
tempo sta nella marcia inarrestabile
dell’EvangelOi il nostro impegno di
credenti diventa un impegno totale
che ci porta molto lontano sulla via
di una gioiosa ubbidienza al Signore.
Ln Sig.nn Tnnra Nisbel si trova dall’estate
scorsa nel Gabon, quale insegnante missionaria in una scuola dell’interno.
Credo che la nostra Chiesa — malgrado certe sue pecche che a volte ci
fanno fremere ma che ci infondono
un senso di umiliazione non appena
realizziamo che ne facciamo anche
noi pienamente parte — si stia aprendo a poco a poco ad una visione sempre più vasta, sempre più ecumenica
del suo lavoro e della sua testimonianza.
Penso in questo momento all’équi
pe giovanile (se non erro interdenominazionale) che si è impegnata in un
lavoro di testimonianza tra i lavoratori italiani e spagnoli in Germania e
alla silenziosa opera del « gruppo di
Riesi ». E penso anche non tanto alla partenza mia e dei miei per quella
terra dello Zambesi che è così cara a
quanti di noi seguono con interesse
il lavoro missionario — che so bene
che non si tratta di nulla di eccezio
Oggi, senza che di distacco sia in
un certo senso men«|duro, provo d’altra parte la gioia [fofonda di vedere
un sensibile camb^anento nell’atteggiamento generale della nostra Chiesa nei confronti di quella die negli
ambienti missionari si usa chiamare
l’opera apostolica tohtana.
Non è forse inumile ricordare che
parto come pastore ¡della Chiesa Valdese « comandato »fper un lavoro al
if
Riproduciamo in parte il testo del messaggio di saluto — centrato sul
passo biblico di Matteo 24: 1-14 — che il Pastore Giovanni Conte ha rivolto alla sua comunità d’origine, a Torino, nel corso del ^to del 6 gennaio u. s. nel tempio di C. Vittorio, alla vigilia del suo imbarco per l’Africa. Il suo messaggio è in fondo rivolto a tutta la nostra Chiesa a nome
della quale egli parte, e al saluto augurale e affettuoso rivoltogli in quell’occasione dal Past. E. Ayassot e dai fratelli e dalle sorelle di Torino,
con un calore comn'.ovente, uniamo qui il nostro, per lui e per i suoi,
come pure per gli altri missionari valdesi già all’opera: a Past. Bruno
Tron e la sua compagna, all’Asmara; la Sig.na Laura Nisbet, nel Gabon. Pensiamo d’altra parte con affetto ai missionari rientrati in patria
definitivamente o temporaneamente - il Sig. Roberto Coissbn e la Signora, la Sig.na Graziella Jalla, la Sig.na Anita Gay. e li ringraziamo per
il richiamo missionario di cui si fanno l’eco fra noi.
naie - ma al modo con cui partiamo. Solo alcuni anni fa mi sarebbe
pesato moltissimo di partire in missione, lasciando una comunità, molti
colleghi coi quali avevo diviso gioie
e difficoltà e che formano uno dei
più coloriti corpi pastorali esistenti.
Mi sarebbe pesato di partire sentendo dietro di me il malcelato rimprovero di chi considerava tradita la
causa della nostra testimonianza in
Italia.
servizio della Chiesa Evangelica del
Barotseland e sotto gli auspici della
Società delle Missioi^Evangeliche di
Parigi. Qualcuno jptrebbe pensare
che sono nella sgr^evole situazione
di chi è servitore difce padroni e che
tale situazione è alfianio-confusa; In
realtà si tratta di una posizione che
consente a quella elasticità che viene
dallo Spirito di esprimersi attraverso
le nostre varie forme organizzative e
regolamentari sinora troppo spesso
poste una di fronte all’altra come dei
compartimenti stagni. La Chiesa deve ritrovare quell’agilità che le permetta di far fronte alla vocazione, alla testimonianza che, per essere unica, deve tuttavia trovare le molteplici
risposte legate ai multiformi aspetti
della vita del mondo. Ho trascorso
soltanto due mesi alla « Casa delle
Missioni » di Parigi. Due mesi densi
di contatti, di studio, di gioiosa preparazione assieme ad una quindicina
di altri aspiranti missionari. Non intendo certo idealizzare il nuovo ambiente nel quale mi sono venuto a
trovare. E’ certo tuttavia che a Boulevard Arago spira un’aria tutta particolare, che vi si sente pulsare la vita di tutta la Chiesa e che ci si immerge con gioia in quella comunione
allargata con i credenti di regioni lontanissime così come con quelli più vicini geograficamente parlando. E’ come se tante affermazioni sulla universalità della Chiesa e dei suoi compiti,
rimaste fino a un certo punto un po’
teoriche, assum^sero una concretezza nuova. Difficilmente potrei descrivere appieno la magnifica esperienza
che mi è stato dato di fare.
Sono convinto che la nostra Chiesa
nel suo insieme è chiamata a fare o a
rifare una simile esperienza.
In questo senso credo che siamo
solo all’inizio di un cammino che potrà portarci molto lontano. Dobbiamo sin d’dra prevedere la possibilità
che il Signore sia sempre più esigente
nei confronti della nostra Chiesa che
tanto ha ricevuto da Lui. Non cullia
llllimilllllllllKMII
VOCI MISSIONARIE
Rapporto a due voci del Past. Ch. Bonzon, Direttore della Société des Missions
Evangéliques, e del Fast. J. Kotto, Moderatore della Chiesa del Camerún
Ogni anno il Direttore della Società
nelle Missioni di Parigi presenta alla
Assemblea Generale un rapporto sull’operato dell’anno trascorso. E’ questa una tradizione più che centenaria,
e uno studio di questi rapporti sarebbe certo di grande interesse, per seguire lo sviluppo graduale della Società, e osservare le vie in cui lo Spirito Santo l’ha condotta allargando
sempre più il campo della sua testimonianza.
Tempi nuovi
Nel rapporto che l’attuale direttore,
pasicre Bonzon, presentò all'ultima
assemblea generale, egli osservava che
dal 1822 (anno della sua fondazione)
al 1957, e cioè per 135 anni, la Socie
tà delle Missioni ha evangelizzato le
popo'lazioni pagane nei suoi vari cam
pi di lavoro, seguendo certe linee direttive che hanno subito poche variazioni. Ma gli ultimi 5 anni appartengono ad una nuova èra, che è quella
deH’autonomia delle giovani Chiese.
« Siamo alla vigilia — dice il Diretto
re — del giorno in cui tutte le Chiese, ohe, per la grazia di Dio, il protestantesimo di lingua francese ha fondate, o aiutate a edificarsi, saranno
pienamente responsabili dinanzi al loro Signore».
Parlando di queste giovani Chiese,
il direttore ha spiegato quali sono alcune delle loro caratteristiche, dando
alcuni esempi concreti.
Evangelizzare
La prima di queste caratteristiche
è un profondo desiderio di evangelizzare i pagani che le circondano. Vi sono state delle campagne evangelistiche organizzate da gruppi di pastori
e laici, in quasi tutti i campi missio
nari, «ma» dice il pastore Bonzon
« non è soltanto sotto la forma di cam
pagne di questo genere che l’evangelizzazione progredisce in Africa». Ed
egli cita a questo riguardo il seguente resoconto del pastore Kotto su al
cune iniziative delle Chiese del Camercun.
« Alcune chiese hanno costituito delle cellule per la preghiera in comune
au aria aperta, ai crocicchi delle sviale aove circolano gli operai; tutti i
passanti sono invitati a fermarsi, e i
usui tati sono positivi; altre cellule si
trovano liti quartieri della città dove
non ci sono tempii; sera e mattina,
lettura della Parola di Dio e pieghicra, poi ognuno va per conto suo senz-a
aistinzione di denominazioni; m quei
quarcieri i cristiani imparano a conoscersi, ad avvicinarsi gli uni agli altri, ad attirare quelli che non sono
cristiani, a segnalarli ai pastori Que
sto metodo non costa nulla perché ii
lavoro è fatto gratuitamente. Aspettare che le masse vengano al temp-o
la domenica, non basta più nelle granai città dove gli sconvolgimenti sociali non rispettano più il giorno del
riposo, e dove il tempio rischia di
trovarsi isolato nei quartieri Dorghesi,
lontano dalla massa, a causa dell’espansione urbana».
Nel Togo, il pastore Privat raccon
ta che « réquipe per l’evangelizzazione era composta di 70 volontari ». Egli
dice ; « Ai nostri pastori e evangelisti,
tutti presenti con una sola eccezione,
SI erano aggiunti 30 laici. Tutti si erano preparati, fin dal principio di giugno seguendo un programma di lettu
re bibliche, di domande, di preghiere
e di intercessioni, che dovevano costituire il tema dei nostri messaggi. Al
centro la parabola dell’invito ai grande convito, che era il filo conduttore
di tutta la nostra azione. Il culto di
chiusura della campagna doveva vagliarne i risultati. Noi abbiamo mancato di fede e siamo- rimasti nella cappella invece di predicare all’aria aperta sulla piazza del mercato. Ora là
dove una ventina di fedeli solevano
radunarsi, v’erano quella mattina 180
persone pigiate in terra per mancan
za di banchi. E alla fine del culto 22
si sono avvicinati al pastore per essere iscritti, visitati e ricevere un inse
gnamento regolare. Lo Spirito agisce
dunque malgrado le nostre imperfezioni e le nostre debolezze».
Le opere sociali
Un altro fatto che caratterizza le
giovani Chiese è il loro desiderio d;
mantenere e sviluppare le opere sociali fondate dalle missioni. Però queste possono svilupparsi alle volte alle
spese dell'evangelizzazione che deve
pur sempre essere il dovere essenziale della chiesa di fronte al mondo che
la circonda.
« Recentemente a Nyborg, il Padre
Verghèze, Segretario Generale Associato del Consiglio Ecumenico delle
Chiese, ha criticato severamente le
missioni di oggi, sottolineando il fatto che attualmente le Chiese protestanti occidentali sono tentate di sostituire il servizio alla evangelizzazione. Fra i motivi di questa sosnouzione egli distingue ’’un’idea esagerata
dei bisogni materiali del mondo”, e
soprattutto il fatto — e qui cito levteralmente — ’’ohe le Chiese sono talmente impoverite sul piano spirituale che esse sentono ìnconsciamoni e
che mancano loro le risorse spirituali per affrontare le esigenze spirituali
dei loro propri piopoli, senza parlare
dei paesi lontani. Nella prima fase dei
movimento missionario protestante,
la creazione di ospedali e di scuole
era spesso considerata come un mezzo di contatto coi popoli pagani e offriva delle occasioni per evangelizzare. Ben presto questo « adescamento »
SI è rivelato infra-cristiano Noi preferiamo oggi considerare il servizio
non come imo strumento ausiliare
dell’evangelizzazione ma come avente
un valore positivo in sè, senza secondo fine che gli sia estraneo”. Secondo
il nostro autore, il servizio cristiano
deve ’’diventare un segno della presenza del Regno”, e se è così, ’’quelli
che servono devono anche essere quelli che sono ogni giorno infranti sulla
(segue a pag. 3) R. Coisson
Il Past. Giovanni Conte e la sua famiglia,
partiti ultimamente per il campo missionario del Barotseland, sulle rive dello Zambesi, nella Rhodesia.
moci nella tranquilla convinzione che
in fin dei conti le nostre forze saranno sempre suificienti per il programma relativamente ristretto che possiamo prevedere abbastanza facilmente.
Forse iparecchi altri credenti, pastori
e laici, stanno per ricevere una vocazione inattesa, fors’anche insperata,
mettendo cosi in difficoltà tutto il .piano ben preordinato delle nostre « attività ».
Perciò non vi è nessuna scusa per
la mancata entrata alla Facoltà di
Teologia anche di un solo studente
nostro. Non ci .possiamo permettere
il lusso di rallentare lo slancio per un
solo istante. O forse sarebbe più giusto dire che è criminale di essere sordi a qualsiasi chiamata del Signore,
rinunciando alla gioia di essere umili
predicatori del Regno. ,E questo vale
anche per tanti nostri medici, infermiere, insegnanti che devono seriamente domandarsi se un appello non
è rivolto loro in modo pressante affinchè la nostra Chiesa tutta torni a
scoprire, attraverso un rinnovato impegno di servizio, il senso vero della
sua esistenza. Vi è nella Chiesa un
economizzare, un capitalizzare che
costituisce in realtà una vera e propria perdita.
Théo Preiss diceva : « La Chiesa
dev’essere missionaria non fosse che
per egoismo, per essere se stessa » ma
sottolineava come il nostro sia un
privilegio molto più grande. In Cristo
riceviamo ogni giorno di nuovo uno
spirito missionario fondato sulla gratitudine per il dono dell’Evangelo che
rimane di fronte a tutto ciò che passa.
Parto nella convinzione di essere
molto umilmente ma altrettanto concretamente un segno della riconoscente volontà di servizio della nostra Chiesa tutta e nella convinzione
che il mio nuovo lavoro sarà in larga
parte indebolito, se mancherà o vivrà
stentatamente l’intercessione di tutti e
sarà invece grandemente potenziato
se tutti saranno perseveranti nel dividere con me e con i miei l’impegno
dei prossimi anni. Dal canto inio cercherò con tutte le mie forze di farvi
sentire che. al di là della lontanane,
sono e rimango legato a voi da una
vocazione e da un impegno fondamentalmente identico al vostro.
Approfitto di questa occasione per
inviare un .saluto agli amici rorenghi,
a quanti, colleghi e non, mi hanno
sostenuto e incoraggiato a voce o per
iscritto in questi ultimi mesi nei quali
ho dovuto subire il peso di parecchie
burocrazie coalizzate nel cremare sempre nuove difficoltà per quel complesso evento che è uno spostamento di
questo genere e nei quali, soprattutto, ho dovuto chiarire a me stesso
tanti aspetti del mio nuovo lavoro
nell’attesa di avere finalmente dinanzi a me tanti altri volti di credenti e
di increduli ai quali già mi sento legato. A tutti un saluto fraterno ed
un augurio vivissimo perchè le « cose
nostre », le cose di Dio possano sempre essere il centro della nostra vita.
Giovanni Conte
2
pa*. 2
2S gennaio 1%3 — N. 4
B missione
II Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese ha parlato all’assemhlea della Società delle Missioni
Ho già avuto occasione di riferire,
alcune settimane fa, sulla Assemblea
Generale della Società delle Missioni, alla quale ho avuto il privilegio di
partecipare. Mi ripromettevo di attingere ancora dai miei appunti, e dal
ricordo vivissimo di quelle due inten
se giornate, e mi sembra che nessuna
occasione sia più propizia ohe questo
numero del nostro settimanale, nel
quale è presentata alle Comunità la
prossima Domenica delle Missioni.
Uno dei discorsi più notevoli, sotto
ogni aspetto, che l’Assemblea ha avuto occasione di ascoltare è certamente stato quello del Segretario Gene
rale del Consiglio Ecumenico, il Dott.
Vissert’ Hooft, che cerco di riassumere con la speranza di non sminuirlo
troppo nella forma e nella sostanza.
Nel periodo tra le due Grandi Assemblee di Evanston e Nuova Delhi
ben sei nuove Chiese create dalle Mis
sioni sono entrate nella grande famiglia del Consiglio ecumenico dì Ginevra.
A Nuova Delhi poi è stato sanzionato in modo definitivo il grande avvenimento deH’union'e del Consiglio
Ecumenico e del Consiglio Internazionale delle Missioni.
Quali le cause che hanno condotto
questi due grandi organismi mondiali a unirsi?
Se ne possono enumerare le principali :
1 - La necessità di evitare « doppioni », ossia inutili disperdimenti di
energie nella collaborazione.
2 - Il fatto che molti tra gli uomini
ohe possono considerarsi massimi
esponenti del movimento ecumenicc
erano e rimangono tra i più autorevoli fautori e collaboratori del Consiglio Missionario e viceversa.
3 - lì desiderio delle giovani Chiese,
sorte dall’opera della Missione, di
avere im accesso! diretto al mondo
ecumenico, partecipando direttamente al movimento dell’ecumenismo, anziché tramite le Società Missionarie
dalle quali dipendono, o almeno alle
quali si ricollegano desiderando mantenere i vecchi legami, anche dopo
averne acquisiti nuovi sul piano’ delrecumenismo.
4 - Ma dietro a queste tre ragioni 0
motivo principale ispiratore di tutte
c’è stata, e c’è, la rinnovata consapevolezza missionaria delle Chiese, le
quali hanno preso coscienza che il la
voro delle missioni non deve essere,
e non può più essere, considerato come un lavoro compiuto- « accanto » alla Chiesa dalle Società Missionarie,
sia pure benevolmente aiutate dalle
Chiese, ma deve essere la massima e
prima opera delle chiese stess-e. Salvo che negli Stati Uniti e in Scozia
le Società Missionarie si erano infatti
formate e sviluppate indipendentemente dalle Chiese, accanto ad esse
e con il loro aiuto, ma spesso senza
un loro impegno diretto.
Negli ultimi decenni s’è andato ravvivando nelle Chiese un interesse
missionario che le ha portate a considerare l’opera missionaria come
opera loro, di un loro preciso- impegno. Questa nuova coscienza della
necessità dell’apostolato delle Chiese
ha fatto rapidamente niaturare la
decisione dell’tmione tra i due Consigli : Ecumenico e delle Missioni. Ciò
non significa affatto che le Missioni
e, in particolare, le Società Missionarie debbano essere assorbite dalle
Chiese, ma che le Chiese desiderano
assiimere in pieno le loro responsabilità missionarie e sentire l’opera delle Società Missionarie non solo come
opere collaterali da aiutare, ma come
opera in cui sentirsi pienamente impegnate.
5 - C’è stata inoltre in quest’ultimo
cinquantennio una rivoluzione nella
ecclesiologia protestante. Le Chiese
si sono rese conto in modo chiaro e
preciso che la Chiesa stessa è l’organc per mezzo del quale l'Evangelo deve essere annunciato al mondo nel
periodo storico che va tra rascensione e il ritorno di Cristo. La missione
non è quindi più considerata come
« l’opera della chiesa » ma come la
« sua essenza stessa ».
fi - Alla medesima ccndusione han
no condotto le recenti ricerche cristologiche che hanno messo in luce la
stessa esigenza, ponendo l’accento
sulla « unicità » di Cristo. La Chiesa
ne deve rappresentare al mondo la
universalità e la unicità. Universalità
e imicità su cui si fondano l’universalità e l’unità della nuova umanità
fondata sul « nuovo Adamo- » ( Efesi 4).
Basata su Cristo la Chiesa deve costituire la primizia deH’imiversalLsmo
basato sulla unità di Cristo.
E’ quindi sul fondamento di circostanze storiche e teologiche che l’unione tra il Consiglio delle Missioni
ed il Consiglio Ecumenico è stata impostata, quale segno visibile di quella unicità della Chiesa di Cristo che
si basa sul suo concetto di unità e di
unversalità in Cristo.
Dal punto di vista pratico si deve
parlare di « integrazione » fra i due
organismi mondiali e non di assorbi
mento di uno nell’altro.
La prima e più importante conse
guenza del fatto è ohe il Consiglio
Ecumenico e tutte le Chiese che ne
fanno parte, sono ormai investiti in
pieno della responsabilità dell’opera
mis.sionaria, anche se praticamente i
singoli campi di missione rimangono
affidati alle Società che li hanno fondati e sin qui diretti. Ormai però, an
che nei paesi dove non esistono Società Missionarie, tutte le Chiese debbono sentirsi impegnate nell’opera
delle Missioni per il fatto stesso di
partecipare al movimento ecumenico.
Anche le giovani Chiese create dall'apera missionaria hanno sentite
(luesta loro responsabilità. Basti ricordarne due esempi di capitale importanza :
In Asia le giovani Chiese hanno deciso di riimire i loro sforzi per assumere su di sè la responsabilità della
missione cristiana nel loro vasto continente. Vari convegni e conferenze
sono già stati convocati a questo
scopo.
In Africa il 1963 sarà certamente un
anno di grandi realizzazioni ecumeniche. Basti ricordare che sono in cantiere alcune iniziative di vasta porta
ta destinate a dare un notevole contributo alla causa della testimonianza cristiana nel continente nero proprio in un periodo così importante
per l’evoluzione indi-pendente dei molti paesi che lo compongono, quali: la
prossima conferenza per l’educazione
cristiana, l’inaugurazione di un nuovo sistema di trasmissioni radiofoniche, la conferenza giovanile evangelica panafricana a Nairobi (tenutasi
nei giorni scorsi), la Confe-renza delle Chiese Africàne per definire le linee direttive della collaborazione di
tutte le Chiese Evangeliche sul conti
nente.
La situazione potrebbe riassumersi
nella seguente frase, che potrebbe an
che sembrare un gioco di parole, ma
che racchiude una verità profonda :
« sino a qualche anno fa le Missioni
avevano dei problemi, oggi la missio
ne è diventata un problema (per la
Chiesa) ».
La realizzazione sul piano pratico
deU’integrazione fra Società delle
Missioni e Chiese dovrà evidentemen
te venire attuata con criteri elastici
che si adattino alle varie situazioni
locali, in modo che le Società Missionarie, anziché sentirsi imbrigliate dall’interesse missionario delle Chiese,
ne siano invece ravvivate e fortificate.
Bisognerà soprattutto che venga
elaborato im nuovo stile di collaborazione tra le vecchie Chiese e le giovani Chiese sorte sui campi di missione senza che si incorra nel pericolo di considerare le prime soltanto
come donatrici di aiuti alle seconde
e senza che le Chiese assumano atteggiamenti di « patronato » sull’opera missionaria eoe...
Ci sono insomma molti e grossi
problemi da risolvere e richiederanno certamente parecchi anni. Quello
che però importa e che può considerarsi oggi uno dei migliori sintomi
della vitalità delle Chiese Protestanti è il loro rinnovato interesse per l’opera missionaria, la loro sempre più
accentuata rinuncia a considerarsi
soltanto come organismi parrocchiali, -ma invece come rm esercito in movimento per la testimonianza dell’E
vangelo nel mondo intero.
E. Ayassot
lì ¡‘residente del Camerún, Ahidjo, accompagnalo dal Past. Jean Keller, viene
ad ¡assistere <>111'inaugurazione della Pacoltà eli Teologia di Yaunde.
Doni in memoria
ricevuti
dalla Tavola Valdese
PROTESTANTESIMO
Sommario del iV. 4 - 1962
L’LJffi'clo delia Tavola Valdese lia rltevuilo nel 1(01180 del 1962 i »egiiemi doni in
memoriam :
Silvia ZavarìM-Miitiide Steiner
Zavarit'l-Cadlia Roti^laiiu Zavariii, in memoria del padre
doli. Giulio L. 2.000.0(10
Blivira, Aliiuia, Giovanni, in memoria della madre Maria
BoniÌazi vedova Chiiosi, j)(*r
eimerìli
Malildt* Sleiner Zavarìii, in
inemoria del mari,lo
e A. Fulinnanm, in iinenioria del figlio Daniele
Irene Liggeri, in menioriia di
Bnriro Liggeri
.1. A. SOGGIN - La eonqiui&ta Israeli lira
della Palestina nei seeollì XII e XI e le
«loperle aniieologiohe
Studi critici
G. GONiNiET - Un dexumnio di eiudi sid! ’ et er od o ss i a medi o eval e
» 30.000
V. SUBILIA - Il CaMoliresiimo e il Comilio Val’iraiìo li
» l.(N10 000
» .SO.OOO
P. Ri'CC.4 ■ ValiilaziOiiic criliia della 1 Sessi orii,e
20.000 Recensioni
Messaggio del Comitato Direttivo della Società delle Missioni
Evangeliche di Parigi alle Chiese Evangeliche Valdesi d’Italia
FratelU e Sorelle in Cristo,
in occasione della celebrazione della DOMENICA, DELLE MISSIONI desideriamo inviarvi un messaggio che vi dica, innanzi tuttó. la
nostra gioia e la nostra riconoscenza al Signore, perchè nel corso del
1962 abbiamo potuto inviare nel Gabon una giovane insegnante proveniente dalle vostre Valli, la Signorina L. Nisbet, rinnoiiétido così un’antica tradizione di collaborazione tra la vostra Chiesa Valdese e la nostra
Società Missionaria.
Desideriamo anche ringraziare il vostro Sinodo che ha approvato,
con voto unanime, la recente partenza del Pastore Giovanni Conte e
della sua compagna, i quali continueranno nello Zambesi Papera iniziata
da Adolfo e Luigi JaUa e da tanti altri Missionari Valdesi.
Il rinnovato interesse per l’opera delle missioni è stato sottolineato
anche, quest’anno per la prima volta, dalla presenza di un rappresentante uiRciale della vostra Chiesa alla nostra Assemblea Generale del
Novembre scorso a Parigi.
Questi fatti ci hanno profondamente rallegrato e costituiscono per
noi una speranza e-d un incoraggiamento per l’awenire, proprio in un momento nel quale da tutti i nostri campi di missione ci pervengono appelli
sempre più urgenti, sia da parte delle Giovani Chiese già autonome,
sia da parte di Chiese che si preparano a raggiungere la loro autonomia.
Più che mai abbiamo oggi bisogno di Pastori, di Insegnanti, di Medici e
di Infermiere per aiutare i nostri fratelli in Africa, nel Madagascar e in
Oceania neiradempimento della loro opera di apostolato, della quale
vanno assumendo in modo sempre più consapevole la responsabilità,
ma che sentono di non poter compiere senza Faiuto delle Chiese d’Euro'pa.
Siamo certi che anche voi unirete le vostre intercessioni alle nostre
e coUa'borerete con le Chiese di Francia e di Svizzera per assicurare a
quelle Chiese Faiuto di cui hanno particolarmente bisogno in questa
fase critica del loro s-vUuppo in mezzo al pieno fervore evolutivo dei
paesi nei quali svolgono la loro missione di testimonianza cristiana.
Alla fine del secolo scorso, negli anni della grande espansione delFoipera missionaria, i vostri padri ci hanno offerto generosamente il loro
appoggio e il loro aiuto. Siamo certi che, nella stessa linea di fraterna
collaborazione, anche voi risponderete generosamente al nostro appello,
nella fedeltà alla tradizione secolare della vostra Chiesa e nella ubbidienza all’ordine del nostro comune Maestro e Signore Gesù Cristo « andate a tutte le genti e predicate FEvangelo ad ogni creatura » (Marco
16: 15).
Vogliate ricevere, Fratelli e Sorelle, con l’assicurazione della no
stra ri-conoscenza, l’espressione dei nostri sentimenti fraternamente devoti nel nome di Gesù Cristo.
Il Presidente // Dirett. delta Soc. delle fissioni
Marc Boegner Charles Bonzon
Una lettera del Past. Ngula
A questo messaggio ufficiale della {Direzione '/Iella Società 'Missiomirm aggiungiamo la traduzione di una ìetlera ¡ricevuta dal presidente della Chiesa del Barolseland, il Paisilore indigeno E. M. Ngula, ielle tvarie nostre Comunità hanno
avuto il privilegio idi conoscere e di hscoltare lira bccasione della sua recente visita
tra noi.
La lettera indirizzala al Pastore Ayassot, qimle rajqiresentiinte della Società
Missionaria in Italia, rivolge un mes.'iaggio ed un saluto n tutte le iiwslre Oomuniià in occasione della DOMENICA DELLE MISSIONI
Cara Collega,
mi vorrà perdonare se le scrivo soltanto adesso a causa del molto
lavoro che ho trovato al mio ritorno in patria.
E’ stato per me un grande privilegio visitare alcune Chiese in Italia
e ringrazio per Faiuto che ho ricevuto mediante la fraterna accoglienza
sua e di molti suoi Colleghi, nonché di tutte le Comunità che ho visitato.
E’ stata infatti per me una grande gioia quella di incontrare tanti
fratelli in fede pronti a dimostrare così vivo interesse e amore cristiano
per l’Africa in generale c per la mia patria, il Barotseland, in particolare.
Ha prodotto profonda impressione in me il poter constatare personalmente l’entusiasmo con cui molte chiese lavorano per raccogliere
fondi necessari alla vita ed allo sviluppo dell’opera di Dio in un altro
continente, senza trascurare per questo le necessità della loro propria
opera evangelistica in patria. C’è in questo atteggiamento una lezione
che le nostre Chiese debbono imparare!
Poco dopo il mio ritorno in patria ho avuto la gioia di apprendere
che le preghiere del Pastore Coisson e della Missionaria Graziella Jalla,
assieme alle mie, sono state esaudite e che la vostra Chiesa ha deciso di
inviarci il Pastore Conte e la sua compagna perchè vengano ad aiutarci
nella nostra opera. In nome di tutta la Chiesa del Barotseland vi ringrazio cordialmente. Non c’è nulla di più bello e di più lieto per un
credente che poter offrire agli altri ciò che riteniamo di maggior valore
per noi stessi.
Avendo appreso dal Si-g. Coisson che in tutte le Chiese Valdesi verrà
celebrata, verso la fine di Gennaio, una speciale giornata missionaria,
la prego di voler estendere all’intera Chiesa Valdese i miei sentimenti di
di fraterno affetto e riconoscenza nel Signore. Ritengo che vorrà essere
così cortese da farlo pubblicando questa mia lettera nel giornale della
Chiesa in modo che i miei sentimenti giungano a tutti.
Spero ohe i vostri culti siano ispirati dallo Spirito Santo.
Qui noi attendiamo con gioia l’arrivo del Pastore Conte e della sua
famiglia.
Il Signore ha detto; la messe è grande, ma pochi sono gli operai,
pregate perchè Egli mandi degli operai nella sua messe.
Riceva per Lei e per tutte le Chiese Evangeliche in Italia il mio
fraterno saluto ed i migliori auguri per il 1963.
Suo, nel servizio del Signore
E. M. Ngula
Presidente della Chiesa del Barotseland
Un saluto dairitalia
A questi messaggi, oltre alle risposte persomdì, il Pastore Ayassot ha risposto
a nome di tutti gli amici delle Missioni delle nostre Chiese con ài seguente breive
saluto.
Fratelli nei Signore,
grazie per i vostri saluti e per i vostri auguri che sono molto cordialmente reciprocati da tutti gli amici delle Missioni nelle nostre Comunità. Ci fate credito di un interesse missionario che purtroppo non è
ancora così profondo ed attivo come desidereremmo e soprattutto come
meriterebbe una causa così santa, e, oggi, così urgente.
Siamo lieti con voi che alcune vocazioni abbiano recentemente rinnovato e rinsaldato i legami di collaborazione delle nostre Chiese con
la Società delle Missioni, ma siamo consapevoli che ciò è ancora poca
cosa di fronte a ciò ohe potremmo fare e che Voi avete il diritto di
a.sipettarvi da noi.
Mentre le nostre Comunità si accingono a celebrare la DOMENICA
DELLE MISSIONI domandiamo a Dio di servirsi di quella giornata
per ravvivare in esse Famore per la Sua causa, ovunque nel mondo, e
spedalmènte in quei campi di missione e fra quelle giovani Chiese che
ci sono particolarmente cari per i nomi dei nostri che vi hanno lavorato,
e vi lavorano tutt’ora e speriamo, ancora -più numerosi in avvenire, si
sentiranno chiamati a lavorarvi.
Siamo uniti a voi nella preghiera di intercessione per tutte le Clhiese
della Missione e per coloro che ne hanno la resiponsabilità e chiediamo
al Signore di servirsi di noi per offrire a quell’opera un contributo di
mezzi e, soprattutto, di uomini e di donne consacrati al Suo servizio.
Possa la Chiesa Valde.se, ohe tanto ha ricevuto nella sua storia
dalla fattiva solidarietà di Chiese sorelle, sperimentare sempre più, nel
presente e nell’avvenire, quanto sia maggiore la gioia del dare che quella
del ricevere, affinchè sempre -più sentita e sempre più ardente salga da
ogni cuore evangelico italiano la preghiera; IL TUO REGNO VENGA.
Ernesto Ayassot
3
25 gennaio 1963 — N. 4
|MC. 3
Aspetti nuovi dell’opera missionaria
(segue da pag. 1)
croce, che offrono regolarmente il loro corpo a Dio come un sacrificio vivente”. Questa critica è salutare. Essa ci obbliga a riflettere a quello che
facciamo quando, rispondendo alla
domanda insistente delle giovani
Chiese, noi partecipiamo al servizio
che esse vogliono rendere ai loro pojnli. Guai a noi, se rispondendo alle
loro richieste, noi le incoraggiassimo
a compiere un servizio che rispondesse soltanto a ’’ima idea esagerata
dei bisogni materiali del mondo, o
che tradirebbe la loro incapacità di
affrontare i bisogni spirituali dei loro
popoli” Noi crediamo onestamente
che non è il caso, e le giovani Chiesa
sono persuase del contrario. I bisogni immensi dei loro popoli per quan
to concerne l’istruzione dei bambini
e la cura dei malati, gravano pesan
temente su di loro, in un modo ohe
noi qui misuriamo male, e l’idea che
nc; hanno non è esagerata. Lottando
contro i’ignoranza e la malattia, esse
sono convinte di rendere una testimonianza all’amore di Cristo, e esse
domandano a Dio che il loro servizio diventi effettivamente un segno
della presenza del Regno
« Ma affinchè quest’ideale possa essere realizzato, occorre che quelle
Chiese dispongano in numero sufficiente di uomini e donne totalmente
consacrati, « giornalmente infranti
sulla croce», come dice il Padre Verghèze, e capaci di far penetrare nel
l’insegnamento protestante, negli
cspedali, nei dispensari, nelle opere
giovanili, nelle opere sociali un vero
raggio di amore cristiano ».
Dopo aver ricordato che negli ultimi due anni la Società delle Missioni
ha potuto mandare 28 professori c
maestri, il direttore a.ggiunge: «Nelle scuole secondarie i nostri missionari, sempre numericamente insuffi
denti, fanno veri miracoli per preparare gli studenti alla maturità classica. IiC giovani Chiese se ne preoccupano e domandano nuovi rinforzi; 17 per quest’anno. Per gli ospedali ci vorrebbero almeno 4 medici.
Riferendosi aH’insuccesso degli appelli della Società delle Missioni rivolti da mesi ai medici protestanti,
j il direttore esclama : « Ah ! poiché le
nostre parole sono così deboli, voglia
Iddio stesso parlare con potenza e si
faccia .sentire da quelli che non ascoltano i nostri appelli. No, non siamo
' annebbiati dalla miseria fisica di
questo mondo. Ma sappiamo che un
biiochier d’acqua datO' con amore può
occasionare un incontro decisivo, perchè Gesù ci dice che lo diamo a Lui ».
I giovani
A proposito della gioventù rileviamo nel Rapporto un esperimento interessante. « Si tratta dell’invio nel
Canieroun e nel Gabon di una equipe
femminile itinerante, composta di tre
signorine, incaricate di formare i
quadri necessari alla evangelizzazione, aireducazlone dei bambini e alia
gioventù femminile. Queste tre spécialiste vivono e lavorano insieme,
I soggiornano per quindici giorni o un
; mese nelle regioni o nei centri scelti
in consultazione coi responsabili delle Chiese, organizzano, con raiuto di
i persone Icxjali, dei corsi di formazio
ne, indicano un programma di lavoro, e vanno oltre. Dopo tre mesi tornano allo stesso posto, e così farannc per due anni. Durante i sei primi
mesi l’equipe ha lavorato così con un
gran numero di giovanette e di gic3vani donne (...). Le lettere che riceviamo da quella parte deH’Africa
testimoniano della gioia provata, tant(.> dalle componenti l’equipe, ohe dai
responsabili africani, del gran numero di giovani agganciati, e dei programmi adattati alle necessità e ai
doni dei giovani africani d’oggi».
Studi teologici
Una delle categorie di giovani che
la Chiesa deve preparare con cura
particolare è quella dei futuri pastori e una delle caratteristiche delia situazione attuale è la mancanaa di
pastori ben preparati. Perciò il pastore Bonzon annunzia con gioia e riconoscenza la creazione della Facoltà
di Teologia di Yaoundé nel Cameluun. La Facoltà di Teologia di Ginevra sarà madrina di questa nuova istituzione: il livello degli studi
sarà lo stesso che quello delle facolrà
europee, saranno ammessi soltanto
gli studenti che avranno ottenuto la
maturità classica.
Il pastore Rotto del Cameroun, do
PO aver sottolineato la necessità di
avere dei padrini per le nuove facoltà africane, aggiunge in un suo rapporto : « Questi legami dovranno essere abbastanza elastici per permettere lo sbocciare del genio africano
nel camoo teologico, senza che questo falsifichi in nulla il messaggio
specifico della Bibbia. Per comprendere le grandi discipline teologiche è
necessario conoscere perfettamente la
eredità spirituale e teologica dei se
coli passati. Il messaggio biblico è la
volontà di Dio rivelata al mondo, e
non può essere edulcorato o alienato
secondo i capricci di un nazionalismo
latente, anche se si dice cristiano.
senza correre fi pericolo di cadere nell’eresia. Ciò nondimeno, non potremmo accettare facilmente che ci siano imposti dall’alto dei dogmi sapientemente elaborati da eminenti
professori occidentali, che non conoscono affatto TAfrica, perchè questo
ci condurrebbe ad un atteggiamento
passivo puramente conformista. Nella diversità c’è una grande ricchezza
E la riflessione teologica africana,
non ancora sfruttata, contribuirà essa pure, quando il momento sarà
giunto, alla edificazione della scienza teologica della Chiesa universale ».
Il primo corso organizzato dalla
Facoltà di Yaoundé, con la collaborazione del professore Michaeli di Ginevra era destinato ai professori delle scuole pastorali e bibliche dell’Africa Occ.. 1 primi .studenti regolari
sono stati ammessi nell’ottobre scorso.
Autonomia
o unità?
Questi ultimi anni si è molto parlato deH’autonomia delle giovani
Chiese, ed è perciò interessante sentire cosa ne dice il Direttore, introducendo nel suo rapporto una cita
zione tratta da una conferenza del
pastore Rotto.
« La parola ’autonomia’, che adoperiamo così spesso, definisce male
la nuova situazione di quelle Chiese.
Senza dubbio è vere che questa parola è esatta, in quanto le Chiese
non sono più sotto l’autorità delle
società missionarie. Ma d’altra parte
i,ulla è meno autonomo che una chiesa che vuole essere fedele al suo Signore. E d’altra parte questa parola
implica tra quelle chiese e noi una
separazione che non corrisponde per
niente alla realtà. Se poi aggiungiamo che essa introduce una confusione importuna nelle relazioni fra una
chiesa e l’altra e ira uno stato e l’altro, noi non possiamo che essere riconoscenti ai nostri missionari del
Lessouto che hanno rifiutato di utilizzarla e hanno preferito parlare di
’unità della Missione e della Chiesa’.
Se avessimo usato questi termini nel
passato, noi avremmo eivitato senza
dubbio il malinteso così comune nelle nostre parrocchie, dove troppo
spesso la gente immagina che le giovani Chiese, e.ssendo ormai autonome non hanno più bisoigno di noi. E
noi avremmo pure messo, più e meglio di quel che l’atabiamo fatto, l’accento sulla integrazione indispensabile del missionario nella giovane
Chiesa, senza la quale non vi può essere oggi un ministero missionario
efficace »
Fin qui il direttore, ed ora ecco il
pensiero del pastore Rotto: «Le giovani Chiese hanno ancora bisogno
dei missionari. /L’indipendenza delle
giovani chiese non ha mai significato
che esse non volessero collaborare
con !e Chiese occidentali. Certe persone dicono: «Il tempo delle Missioni
è finito, le Chiese indipendenti possono e devono occuparsi dei loro propri affari. E, di più, non vi è forse il
rischio che la pelle bianca sia uno
svantaggio per quelle Chiese? » — No,
la Chiesa non è razzista; c’è un po
polo, che è il popolo di Dio, che è un
popolo di fratelli: bianchi e neri noi
costruiamo questa Chiesa, questa
missione spirituale, facendo così l’opera alla quale tutti insieme siamo
.stati chiamati da Dio. Ma Topiera missionaria nelle sue forme tradizionali
è sorpassata, noi non torneremo più
indietro. Il missionario non è più il
solo padrone ohe sa tutto e decide.
Egli è il collaboratore, il fratello che
viene, non in una comunità straniera, ma in una comunità universale.
Bisogna ben rendersi conto che prima deU’indipendenza noi avevamo
relazioni tra Società Missionaria e
campo d’evangelizzazione. Ora vi sono
relazioni tra Chiese, occidentali e Chiese africane. Perciò noi cerchiamo nei
missionari competenza, aiuto, assistenza j>er ciò che non siamo ancora capaci di fare, per quel che ci manca,
per la formazione degli operai della
Chiesa. In questo mondo dilaniato
da un razzismo ormai superato, da
nazionalismi antagonisti o dalla so
Questo numero...
... del settimanale è dedicato quasi
interamente alla Missione: rin.graziamo tutti i collaboratori, e la Société
des Missions Evangéliques de Paris
thè ci ha gentilmente prestato i clichés.
... contiene un SUPPLEMENTO, che
siamo lieti di offrire a tutti i nostri
lettori; he abbiamo fatta una tiratura superiore, e teniamo un certo numero di copie a disposizione dei singoli e soprattutto delle chiese che vorranno ordinarle alla Claudiana, Via
Principe Tommaso 1, Torino. Ogni copia L. 15, oltre .50 copie L. 10 caduna,
oltre 200 copie L. 10 caduna e porto
franco. Pensiamo che questo volantino possa essere assai utile per una
larga diffusione, a precisarione del
nostro atteggiamento protestante di
fronte al Concilio Vaticano II.
pravvivenza delle rivalità fra le tribù, la Chiesa dei Signore deve essere
un esempio tangibile e come una promessa di collaborazione, di rispetto
reciproco e di amore fraterno. Il missionario, appena arrivato, dovrà integrarsi in quanto membro della Chiesa universale, nella Chiesa di Gesù
Cristo ohe è nel villaggio dove sarà
mandato. Ciò significa che sarà parte della comunità parrocchiale del
luogo dove risiederà, e dovrà integrarsi alla vita della parrocchia, secondo le esigenze che questo implica
sul piano culturale e materiale. Spesso egli sentirà in cuor suo che il suo
punto di vista è il migliore, ma dovrà evitare per quanto è possibile, di
imporre quel punto di vista, perchè
sarebbe una mancanza di rispetto per
le autorità ecclesiastiche, o una forma di paternalismo. Se egli saprà rispettare e amare i suoi codleghi, egli
pure sarà accettato, ascoltato e amato. E’ certo che, malgrado tutto, il
missionario è ancora bene accolto,
rispettato, ascoltato, forse più del suo
collega africano, ed egli esercita una
grande influenza sulla Chiesa. Perchè dovrebbero le giovani Chiese osservare questa stima con occhio geloso? »
E il pastore Bonzon commenta:
« Il concetto del ministerio del missionario presentato cosi dal pastore
Rotto esige da quelli che Dio chiama
ad intraprenderlo, sempre più fede,
amore, umiltà, e una competenza
sempre maggiore per quanto concerne la categoria a cui appartengono.
Cosi s’impK>ne a noi il problema della loro preparazione... senza dubbio
uno dei problemi più difficili che noi
abbiamo da risolvere».
Il ministerio
della domanda
Ma per poterli preparare, quei missionari, bisogna averli trovati, e il Direttore aggiunge : « Si parla molto, e
con ragione, del ministerio dell’offerta nella vita della Chiesa. Ma c’è un
altro ministerio, senza il quale non
vi sarebbe mai una offerta. E’ quello della « domanda ». Quel ministerio
ha i .suoi titoli di nobiltà, e le promesse del suo esaudimento, nelle parale
di Cristo: ’’Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete; pièchiate e vi sarà aperto; perchè chiunque chiede riceve; ohi cerca trova; e sarà aperto
a chi picchia” (Matt. 7: 7-8). Queste
parale non riguardano soltanto il nostro denaro ma anche le vite di uomini e di danne che Gesù Cristo vuole
al Suo servizio ».
R. Coisson
N^EL PAGANESIMO CON LE SUE PAURE
L'Evangelo, annuncio di libertà
La Missione nonostante la sua debolezza e le sue imperfezioni ha portato il messaggio della Buona Novella in terra pagana. Dio ha fatto sorgere quelle Chiese oggi giorno chiamate Giovani Chiese. Alcune hanno
raggiunto rautonomia rispetto alle
Società Missionarie ed altre si avviano verso questa autonomia. Ma il loro compito e la, loro responsabilità
sono grandi in paesi in rapida evolu
zione ed in pieno fermento per la loro indipendenza politica. Le Chiese
per rimanere fedeli al Cristo deobono
sostenere un’ardua lotta, per la quale
chiedono ancora l’aiuto delle Cniese
Madri. In quest’ora difficile queste
debbono moltiplicare i loro sforzi per
ri.spondere agli appelli urgenti delle
Giovani Chiese.
Il paganesimo infatti non è ancora
vinto e combatte con ogni mezzo contro il Cristianesimo.
Un grave ostacolo alla vita cristia
na è ancora oggi Tatmosfera di terrore creata dalla credenza negli spiriti cattivi. La religione dei primitivi è
l’animismo. L’uomo, gli .animali ed
cgni oggetto sono dotati di un’anima,
che si trova di frante a potenze più
forti e di qualità differenti, gli spiriti.
Un giusto rapporto deve stabilirsi tra
l’anima dell’uomo e gli spiriti. La malattia significa squilibrio, turbamento
r'ell’armonia delle diverse forze magiche. Essa è dovuta all’influenza di
.spiriti cattivi, che entrano nel corpo,
SI attaccano ad un organo che divorano.
Presso i Fang, una tribù del Gabon, uno di questi esseri misteriosi è
ih!amato «évur»: gli viene attribuita ogni malattia misteriosa o morte
sospetta. L’evur è simile ad un animale che abita nel corpo del suo pos.se.ssore. Ha la facoltà di uscire dal
corpo di questi e di agire in vece sua
per fare cose straordinarie che gli daranno ricchezze e poteri. Ma durante
le sue peregrinazioni può essere ferito da altri «bivur» (plurale di evur).
Lui ferito, il possessore diventa ammalato e può morire se lo stregone
non lo cura con uova crude se la fe
rita è leggera, con sangue fresco di
polli o montoni se la ferita è grave.
Possedere un evur significa da un lato avere poteri di dominazione, ricchezza, felicità, ma dairaltro avere delle restrizioni, dei divieti, delle proibizioni a volte terribili dai quali non ci
si può liberare.
Una cerimonia per dare l’evur viene fatto ad un bimbo o bimba la settimana dopo la nascita. Mediante certi « medicamenti » vengono offerti dei
doni: gloria, ricchezza, posterità numerosa. Ma dei possessori gelosi si affrettano a imporre dei divieti. « Sarai
ricco, ma se non avrai 10 mogli morrai. Avrai i doni promessi, ma non dovrai mangiare tal o tal’altro cibo, se
no morrai. Avrai dei tigli, ma al sesto
dovrai morire. Acquisterai gloria, ma
dovrai uccidere qualcuno della tua famiglia... ».
Un’altra cerimonia, di « rivelazione »,
viene fatta al giovane affinchè prenda possesso del .suo evur. Non sempre
questa rivelazione è fatta agii interessati, ma tutti conciscono le proprie interdizioni. L’interdetto ha una tale
forza per rindividuo, che ne è l’oggetto, che se gli capita di violarlo può
ammalarsi e morire.
La donna incinta in modo particolare ha .sovente degli interdetti. Ne
abbiamo conosciute, che non hanno
IXituto liberarsi da-lia paura dell’evur
e che sono morte ai momento del parto. Ma abbiamo pure avuto la gioia di
assistere all’opera liberatrice del Cristo.
Ecco un fatto avvenuto nel Natale
1959 nel Lebbrosario di Ebeigne ne!
nord del Gabon. Alle 4 del mattino
bussano a casa nostra si presentano
un uomo e una donna di una certa
età con un neonato in braccio. Essi
venivano da un villaggio a circa un’ora di cammino lungo una pista nella
foresta equatoriale. In risposta alle
nostre domande veniamo a sapere che
si tratta ancora di una storia d’evur.
Madre e bimbo dovevano morire. Dopo 5 giorni di travaglio la giovane donna aveva partorito : lo zio e la madre
avevano subito preso la neonata per
Il campanile del tempio di Muserà, capitale del Basutoland e centro della Chiesa
evangelica del Cessato, uno dei più antichi
campi missionari della Société de Paris.
portarcela. Allontanandola dalla madre che stava « morendo » a causa dell’evur, speravano di salvare la bimba
affidandola alle nostre cure. Lo stregone aveva cercato di curare la madre, ma inutilmente: la donna doveva morire. Li esortammo a trasportarla nella nostra maternità. Verso le un
dici ecco arrivare un gruppo di persone portando sopra una barella una
donna sfinita, ma non moribonda. La
curammo in presenza delle sue accompagnatrici affinchè capissero che non
era l’evur a mettere in pjericolo la vita della giovane mamma. Il giorno dopo essa stava meglio, ma il suo sguardo rimaneva triste e disperato. Un catechista africano ebbe con rammalata un lungo colloquio, al quale assistetti. Dopo molte esortazioni e domande, egli riuscì a farle pronunziare
1 nomi di coloro che le avevano dato
delle interdizioni. Una vera lotta con
la potenza del male: la povera donna
presa dalla paura non osava dire nulla. Finalmente sorretta dalla sua fede
in Cristo (era stata battezzata 5 armi
prima) e aiutata dalle nostre preghiere fu liberata da queste potenze malefiche. La sua nonna e un prozio le
avevano predetto l’una la morte dei
suo primogenito e l’altro la morte di
entrambi. Liberata così dalla paura,
essa migliorò rapidamente: uscì dalla
maternità felice e .sorridente con la
sua. piccola Ester e molto regolarmente rivedemmo madre e figlia al consultorio.
Purtroppo non sempre la Chiesa
può essere vicina a questi esseri tor- '
m^entati per aiutarli a liberarsi dalla
potenza del Male.
Grande compito della giovane Chiesa. quale testimonianza della carità
cristiana, è opiera medica. Non è soltanto una lotta contro la miseria fisica, ma anche una lotta contro la miseria morale e spirituale. In questo
campo le giovani Chiese chiedono aiuto alle Chiese Madri e una grande
preoccupazione della Società delle Missioni di Parigi è l’assenza di vocazioni di medici missionari.
Anita Gay
I LETTORI
CI SCRIVONO
S. Germano Gliisonc 15-1-611
Pieg.mo Sig. Dirollore
ieri 14 <■. ni. abliiamo accompa
guato all’eslreina dimora rinsegiianle Enrico Jahier, Medaglia d’Oro
della Pubblica Istruzione. Egli laBciu a S. Germano e a Prarostiiio,
dove ha trascorso i più lunghi periodi della sua vita, un vivo ricorda
della sua moiUeplice attività neirinsegnamento e neill’orgauizzazione
della vita associata.
In modo particolare è dovero.so riIctare come egli sia sialo riillimo.
almeno in questa parrocchia, ad esercitare la funzione di Maestro Cantore e di lettore della Bibbia, durante
il culto, funzione che per noi, abituati fin dall’infanzia, ad assistervi,
manca ora, e dà al cullo univoco,
la sensazione dell’incompletezza, aulite tenendo presente che, generai
utente, il predicatore Sa trarre dalla
lettura della Bibbia, degli accenti
che fanno vibrare il cuore.
Così, mentre porgiamo il nostro
saluto reverente allo scomparso, ci
sia permesso d' pregare le Autorità
competenti, a voler ripristinare que
sta funzione che avrà anche, ne siamo sicuri, la possibilità di iiiiglioran, il canto collettivo, sopraltutto là
dove si ha la pessima abiiiidine di
farsi trascinare dall'organo, o peggio, quando rorgano è assente.
E upprofiltando dell’ospitalità, ci
sia concesso di ricliiamare l’allen
zione dei Concistori e della Commis
sione Distrettuale sulla troppo siridente sperequazione esistente qui
nelle Valli, dove ci sono pastori che
hanno in cura poco più di 20li membri di Chiesa ed altri che raggiungtno il migliaio.
SopraltuLto lenendo conto delle
migrazioni di popolazione, diventa
urgente addivenire ad un ridimensionamento delle aree parrocchiali,
mettendo ogni pastore in condizione
di poter raggiungere i propri ndilori, almeno ima volta per settimana,
nei culti domenicali (uno o due) od
in quelli infraseUimanali.
Ridiniemiionare, avendo il coraggio, almeno, di seguire il llusso della popolazione, poiché si è creduto
di non prevenirlo, quando, alcuni
anni fa, il pastore Aldo Comba suonava rallarme, lirca rineliitlabililà
dello .sitopolamcMlo della monlagna.
Siamo anco-ra in tempo ad evitare
clic i migranti diventino indifferenti,
poi assenti e poi .alla generazione
Bucce.ssiva, tsiano .assorbiti dairantbiente.
l’rovideani Consnìes! K. A. lìeii.x
ROBERTO COIS80N
I Valdesi
e le Missioni
Quest'anno la Società di Studi Valdesi
ha dedicalo alla storia dei rapporti della
Chiesa Valdese coti le Missioni roiJtiscolo
del XVII febin-aio. l-o si imo ottenere ,al
prezzo di L. 100 la copia (L. 80 per ordiinazioni di olire 20 copie) jmi'sso la Società
di Studi Valdesi, Torre Pclliic, c.cqi.
2/1128.
4
P«g- 4
25 geimaio 1963 — N. 4
DALLE NOSTRE "COMUNITÀ
ANGR06NA (Serre)
Da aldine setliiiiane, anzi dall’almo ecorso (!) n<Mi compare più atcana cronaca aull’attìvilà della Chiesa del Serre. Ma il fatto è che 4|ueate sene alate così numerose
ed ìmpegjnatlve che al cronista è mancato
il tempo di prenderne nota! Cerchiamo di
rìasanmerle.
Ha dato il via alle celebrazioni notalizie,
la viaiita fatta a Pìradeltoino, la domenica
23 dicembre 1962, daH’Awoeato E. Serafino. E’ salito come ogni anno ponando doni a tutti i bambini della Scuola domenicale, ed una cospicua somma del « Rotary
Club » di Pinerolo per potere distribuire
qualche dono di maggior eomistenza ai
bimbi in occasione della festa dell’ailbero.
Questa ha avuto luogo il 23 dicembre. Ha
avuto quest anno un» caratteristica particolare: gli unionisti della ricostr.uita unione del Serre, sono saliti in massa per la
festa, guadati dalla loro presidentessa signorina CoiBSon ed hanno recitato nna
drammatMzazione natalizia « Il Fanciullo
che adoriamo » di Martinez, apparsa qualche anno or sono sulla Rivista « La Scuola
domenicale ». E’ stato molto apprezzato
questo simpatico gesto degli uniooisli ohe
iiweoe di venire ad assiistere come semiplioi spettatori si sono sobbarcati una non
lieve fatica per collaborare con i giovanissiimi di Piradeltomo che a causa delle
distanze e dell’esiguo numero di bambini
non avraebbero certo potuto preparare una
recita.
Molto ordinata, aciouratamente preparata, e quindi ottimamente riuscita, la festa
dell albero al Serre. L’insegnante signora
Berlalot ha anche questa volta coinpinlo
prodigi con i podù alunni a sua disposizione: mollo apprezzate sono state apecia'lmente le « ronides » assai ben cantate.
Il 31 dicembre sera ha avnto luogo, come di consueto, il culto al Serre in comune con la comunità sorella del Capoluogo, mentre il 1“ gennaio ha avuto luogo il
culto a Pradeltomo, mentre al Caipoluogo
era in comune con gli abitanti del Serre.
— Il 13 gennaio, ai Serre, il culto ha
avuto un^ carattere particolare, peroliè al
termine di .esso vi è stato l’insediamenilo
di due nuovi memihri del Consiglio di
Chiesa, eletti daR’ukima assemblea di
Chiesa: Sig.na Franca Co'isson e Sig. Pierino Rivoira. Non si può dire purtroppo
che la Chiesa nel suo insieme abbia seguito con particolare interesse questo culto.
I partecipanti non erano molto numerosi.
Forse uin segno di indifferenza dei più per
tutto quel che concerne la loro Chiesa?
Ci spiare di doverlo registrare. Auguriamo ai neo insediati di potere svolgere un
buon lavoro neUia comunità per l'edificazione di lutti.
— 11 culto del 13 gennaio, a Pradeltorno è stato presieduto dal Dr. Guido Ribei
di Torino, die aveva anidie presieduto
quello del 9 dicieimlbre u.s. Quello del 6
al Serre è stato invece presieduto dal Past.
Alberto Taccia, del Capoluogo di Angrogna. Ringraziamo questi collaboratori per
l’opera prestata.
— Lo scadere dell’anno vecchio e l’iuizio del nuovo hanino amebe visto la costituzione di due nuovi focolari. Il 29 dicembre U.S., nella Chiesa del Gapoluogo,
ha avuto luogo il matrimonio presieduto
dal Pastore del Serre di Chauvie Adriano
Luigi e Besson Vanda. Il 6 gennaio a Pradeltomo sono stati uniti in matrimomio
Long Franco Guido e Rivoira S'ellina Albina. Che il Signore colmi veramente questi due focolari delle ricchezze della sua
Grazia, aflSnvchè possano compiacerGli sempre in oigni cosa.
BOBBIO PELLICE
Martedì 15 corr. abbiamo acompagnato
alla sua ultima dimora terrena la spoglia
mortale del nostro fratello Crof Giovanni
fu Daniele deceduto in seguito a breve malore alla frazione Eyissart alla età di anni
86 il giamo 14 corrente.
Ai familiari e parenti tutti rinnoviamo
l’espressipine della nostra viva e fraterna
simpatia cristiana. e. «.
Si cerca architetto
o tecnico (dell'edilizia
per l’aipprezzamento di progetti relativi al
migUoramenlo delle condizioni d’abitazione nelle regioni di montagna ed al promovimento, ne ir ini eresse sociale, della
costruzione di abitazioni economiche (servizio interno ed esterno). Attività interessante ed indipendente.
Requisiti: Studi completi o formazione
professionale equivalente. Pratica sui cantieri ed in ufficio. Lingua materna: preferibilmente l’italiano o il francese; padronanza di una seconda lingua, nonché conoscenza della lingua tedesca.
Assunzione del posto secondo ini.e.sa; salario adeguato da convenire (seconda la
capacità professionale e l’età); cassa pensione; congedo ogni secondo sabato.
Le offerte, scritte di proprio pugno ed
accompagnate da un ourriciiirum vilae, da
una fotografia e dalle pretese di salario,
devono essere al più presto inviale alVUfficio federale per la costruzione di alloggi, Effingerslr. 55, Berna 3.
AN6B0GNA (CapoiaQ90)
festività natalìzie sono trascorse ormai da qualche setlimama, non rimane che
il ricordo di alcune giornate serene (o indaffarate: per ohi ha preparato ogni cosa...) e la speranza che il messaggio di Na.
tale sia rimasto, nel cuore di coloro clie
I anno accolto con gioia, come fermento
X vita nuovai. (^à nei giorni itmnediata
il 23 dieemlMe, nelle
^ole del Capolnogo, del Marte] e del
Jowdan hanno avuto luogo le festdociole
scolasi Idi e preparate con non minor amore dagl, insegnanti e a end i genitori degli
aJymn erano invitali. Molto apprezzalo
l'impegno di insegnanti e alunni che hanno saputo creare un ambiente così caldo e
amiliare nell intimità delle piccole anie,
per loiceasiane inilte addobbate e interamente trarformaite secondo le necessità del.
la festicciola e illuminate soltanto dalla
calda luce simbolica delle candeline nataIiizie.
^ domenica 23, nel Tempio, la festa ufficiale, malgrado il tempo freddo e nevoso,
ha visto presente la quasi totalità dei bimbi delle tre Scuole Domenicali e gran concorso di fedeli. La festa di Natale è anche
festa dei bambini, e gli adulti « dalla bocca dei fanciulli » nella semplicità delle pa.
role evangeliclie, lia.nno ricevuto l’annuncio dell amore di Dio. Le poesie, i dialoghi, le brevi reicitazìoni si sono alternati
ai canti di insieme (riuscitiì invero mene
bene degli scorsi anni!). Un «mistero»
natalizio, con scene mute, illiistrate dalla
voce di un lettore, è stato tra i numeri più
apprezzati. Al termine della festa sono stati dati ai bimbi un libro, una brioche e un
pacchettino supplementare di fichi secclii
e mandorfe. Un gran pino snello ed elegante, proouraito da alcuni valorosi giovani delli’UGV del Rrasisuiit-Vemé, lia allietato con i dassici ornamenti e candeiline, per il brevissimo spazio di un’ora e
mezza, la festa natalizia di grandi e piccini.
11 giorno di Ni^lale il tempio lia visto il
solito annuale affollamento: la co'llebta è
stata dedicata alTopera della CIMADE in
Algeria e così pure la predicazione ha sollolineato la necessità di una preoccupazione più attiva e responsabile del nostro
mondo occidentale, ricco e ben nutrito,
verso quei diseredati nel numero dei quali
Cristo stesso ha voluto nascere. Il 30 Dicembre Culto in lingua francese e la sera
<lel 31 Culto con Santa Cena in comune al
Serre, che avrebbe dovuto essere presiieduto dai due Pastori di Angrogna; uno spiacevole disguido ha fatto si ohe la parteoipazione comune dei due Pastori si limitasse soltanto all’ultima parte del Culto.
A Caipodanno Culto in comune di Santa
Cena al Cajpoluogo, a cui però nessun
ineiubro della Chiesa del Serre hai ritenuto
di dover partecipare... A Natale la corale
Ila cantato nella nota melodia di Nicolai il
corale : « BriiHanle étoile du matin », armonizzato da G. S. Baoli e a Capodanno il
corale di Neumarfc « Chi si confida nel Signore », entrambe le esecuzioni sono ben
riuscite, contribuendo a sottolineare il significalp dei due Culti.
La sera dei 23 e del 25 dieembre la Filodrammatica del}» « Società Sportiva » ha
egregiamente preisentato un dramma patetico e veramente 4'raxnmatico : « Sabbie del
Sud », ambientialo peH’infuocato deserto
del Sahara In una vicenda di legione straniera. Mollo buona e impressiya la recitazione dei bravissimi atlpri, anche se le spa.
ratorie, j tradimenti e le ucciisioni a scena
aperta poco si addieessero all’atmosfera natalizia del 25 Dicèmbre,
II 29 Dicembre nel Tenrpio del Capoluo.
go con un servizio presieduto dal Pastore
Co'Stiabel si sono uniti in matrimonio Adriano Chauvie del Gapoltuogo, con Vanda
Besson dòl Seme: agli sposi le nostre felicitazioni e gli auguri di una vita benedetta dal Signore.
11 30 Dicembre si è spento improvvisamente a Grasse (Francia), all’età di 63 anni, Luigi Jourdan origiuarìo di Angrogna,
ma trasferito in Francia ormai da una qua.
ramina d’anui. Ai fratelli readdenti ai Jourdaus di Angrogna, alle sorelle e parenti
tutti va il nostro pensiero affettuoso e solidale nella certezza gioiosa del perdono e
della revsuiiTezione del Signore.
S GERMANO CHISONE
Il 12 Geninai-o, a Pinerolo, si è serenamente .spento il maestro Enrico Jahier. Nato 82 anni fa a Pramollo, appena diplomato si era messo à disposizione della Tavola
Valdese che, nel 1994, gli affidò le scuole
di S. Giacomo deglli Soliiavoni. Ivi il maestro Jahier incontrò la compagna della sua
vita, essa pure insegnante. Rimase a S.
Giacomo 4 anni e lavorò intenisamente in
mezzo a non poche difficoltà, finché, nel
1908, gli giunse un invilo da Prarostino
ove era stala resa vacante la cattedra ocoupata per molli anni, con spiccale capacità,
dal maestro Coucouidc.
Nel 1921 egli scese a S. Geranano e continuò il suo lavoro fino alTcmeritazione.
Il maestro jahier sì fece a-pprezzare non
solo come iusegnante, ma anche come direttore di Corale.
Scomipare con Lui uno degli ultimi
« mailrep rhantres » a cui tanto devono le
nostre popolazioni e le comunità delle Valli Valdesi.
Inviamo alla sua memoria un saluto riconoscente ed esprimiamo alla sua famìglia la nostra cristiana simpatia.
Convegno delle Unioni femminili
del quinto Distretto a Taranto
PERRERO > MANIGLIA
Sabato 15 dicembre l’Unioue giovanile
ha avuto il piacere di accogliere il pastore
sig. E. Geymet con un folto gruppo di giovani della comunità di Villor P.Tosa e di
trascorrere con essi un’oittima serata. Li
ringraziamo per questa loro prima visita
augurandoci che ad essa ne seguiranuo altre.
Alla signora Albertina Gelalo-Peyret ed
alla sua 'amiiglia inviamo l’espressione del.
la profonda simpatia e della fraterna solidarietà della nostra comunità nel doloroso lutto che le ha co'lpite colla repentina
dipartenza del Signor Isidoro Gelato il 29
dicemhi-c 1962.
Le feste dell’albero di Natale, a Ferrerò
il 23 dicembre ed a Maniglia il 25, sono
siate celebrate davanti ad un numeroso
uditorio, con un ampio prograjuma di recite e di canti dei bambini delle scuole domenicali, Cai quali ci felicitiamo vivamente uuiilamente ai loro direttori.
Mollo gradita ed apprezzata la nartecipazioue dei Gruppo colale al culto di Natale, che oltre ad un coro ha eseguito due
dei nuovi inni.
L’uniojie giovanile ha offerto alla comunità una bella c simpatica riunione familiare la Domenica 30 dicembre. Ci rallegriamo vivamente, ringraziandoli, con
quanti con gioia si sono imipeguaii per Tot.
lima riuscita di questa riunione.
Il 12 gennaio é décedula a'M’ospedale di
Pomaretto, dopo breve degenza, la nostra
sorella Lidia Pon» nata Mìcol, dei Sarelti
di Chiabrano all’età di 67 anni. Alla famiglia ed ai parenti tutti rinnoviamo le
nostre sentite condoglianze.
Da molto tempo Taranto non era stata
sede di qualche convegno e per questo le
Signore di questa Comunità hanno aecolto
con entusiasmo la decisióne presa dalla
Conferenza diatrettuale di un incontro
delle Unioni feimmindli del V Distretto a
Taranto il 5 gennaio, all’alba di un anno
che nasce.
Presenti le Unioni di Cerlgnola con
ima bella e numerosa rappresentanza.
Grot taglie e Taranto.
L assenteismo di tante Unioni non ha
certo scoraggiato le presenti, che hanno
dìiscxmso con attenzione e decisione il problcana del « servizio », dopo una breve
introduzione della Sig.na Carmen Trobia.
Il problema è stato accuratamente trattato, ed è stato affrontato da quattro punti
di vista: biblico, familiare, sociale e politico.
I Cristiani devono lavorare per il mondo, per tutti, senza limitazioni, seuiza preconcetti e tenendo presente il modello di
Gesù Cristo : testimonianza ed opere.
Spinoso il problema familiare che ha
appassionato le madri. I figli sfuggono:
non .scoraggiamoci, preghiamo ed educhiaiiioli crhslianainenle cercando di es.sere dei genitori disponibili che hanno il
dovere di incidere ne] inondo di oggi.
Dal punto di vista soi-iale le Unioni
Femminili devono sempre tener presemie
che es.se sono solo dei mezzi e quindi essere aperte al servizio del mondo.
Spinosa come sexiiipre la politica, che
ha suscitalo i contrasti di sempre : farne,
non farne. Ma una volta che si sono cliiarite le idee tutte d’acteordo su un nunto :
fare politica o meglio occuiparsi di poli
Nella comunità di Torino
Si inizia una serie di dibattiti
su probiemi di attualità
Come ogni coniiundlà che si rlapelti, anche la Chiesa Valdese di Torino «tiene dei
culti inlraiseltinianali. Ma purlroppo — ed
anche questo é un elemento pinllo.sto diffuso — la partecipazione è eslreiinanieole
ridotta, malgrado sia stato sottolinealo che
tali culti, per tutti naturalmente, sono par.
ticolairmente pensali per coloro che per
una ragione o per J’altra non hanno polii,
lo partecipare all’assemblea domenicale.
11 Consiglio di Chiesa di Torino ha quindi pensalo di unificare i due culli serali
che ai tenevano il luercoledi a C. Vittorio
e il giovedì a C. Oddone: d’ora innanzi,
si terrà solo queat’ultimo, coli’invilo a tutta la eomuniilà a riunirsi; invece il merco,
ledi sera, neé salone di C. Vittorio, si terrà una iSerie di dibattiti su problemi
d’atitualità eoelesiaistica e non, introdotti
da conferenze e conversazioni di alcune
perso nialilà.
Mercoledì sera 16 u. s. si é iniziato il
primo dòlo di serate, dedicate aU’ecumenisano, e più precisamenite ad un panorama delie varie conicezioni delTunità nelle
diverse confessioni «risliane. Oiapite gradito
e confereLizi .«re a^uto e avvincente di questa prima serata é stalo Tabate Gregorio
di Villemoisson, nn monaco orlodosBO,
dclTesarcato occidentale dellg Chiesa Ortodossa russa, il quale è da alcuni mesi a
Torino, per coistituirvi una comuRità ortodoasa, raccogliendo un certo numero di
immigrati ortodoissi, specialmente greci,
residenti attualniente nella città per ragioni di lavoro o di studio.
Presenlato dal Pa.st. E. Ayaraot, che ha
t; uscita
la Hstampa
Innario Cristiano
E’ finalmente pronta e dispo
iiibile per il pubblico la ristampa dell’« Innario Cristiano », esaurito da oltre un anno, e molto richiesto. La ristampa, che riproduce in modo identico la precedente edizione — con l’aggiunta, cioè, in appendice dei 40 inni nuovi, che cominciano ad essere conosciuti e cantati in molte comunità — ha purtroppo dovuto subire una maggiorazione
di prezzo: il volume, solidamente rilegato in tela, costa Lire
1.000.
Per le ordinazioni, rivolgersi
alla Editrice Claudiana, Via
Principe Tommaso 1, Torino
(per le Valli, a Torre Pellice),
ovvero alle librerie evangeliche,
in particolare (per il centro-meridione) alla Libreria di Cultura
Religiosa, Piazza Cavour 32, Roma, presso la quale la Claudiana, come già annunziato, dai 1
gennaio 1963 ha aperto un deposito di rappresentanza; la Libreria di Cultura Religiosa riceve
d’ufficio uno stock delle « novità » Claudiana, ed è in grado di
c( derle alle comunità alle stesse
condizioni che facciamo loro di
rettamente.
La Claudiana
ponto il particolare beinivenulo a lui e agli
altri ospiti ortodossi, fra cui si notava don
Sanilo Pace, condiuttore dela coimuiniilà orlO'doBsa di Montalto Dora, Tahale Gregorio Ila Iralleggiato con calda intenisità e
grande chiarezza la conicezioiue ortodo'Ssa
delTunità e la po.sìzìone dell’ortodossia
orientale di fronte al cattoliiceisimo, alle
•sue « aperture » ecuimeniche, e in jiarlicolare di fronte al Conicilio Vaticane IL
Ogni volta che asooltiamo 0 leggiamo un
ortodosso, noi riforiiiali proviamo aeinpre
una duplice irapressìone ; da un latq sentiamo quaiiiiii legami profondi uimacono ortodossia e cailloliceisiiino (veramente, si
liratta reiriiprocameinle di uno scisma, più
ohe di una eresia), e come, ad esemipia, il
senso della Chieisa sta negli uni e negli
altri cosi più vivo e corposo di quanto noe
sia per lo più fra noi (negativanicnte, va
aniehe dello elle iieigli unì e negli altri noi
sentiamo sempre con, forte disagio ima pesante sacralizzazione della Chiesa); dal1 altro sentiamo pure — un po’ oscuraroente, perché T-Oirtodoissia et è così poco
familiare — quanitq la maissiocia islilnizionaiiità della Chiesa, neirorlodosisia, sìa ravvivata da nna forza interiore, da nn’ìrrueiiza mistica e adoranUe, d» un calore teologico che non ci pare di riscontrare nel
caltolicesimo : il barocco cattolico e il hizanLiniismo ortodosso si toccano spesso,
ma quesTuiltimo ha quasi sempre una dignità e intensità spirituale di un altro livello e di un altro tono,
Ripenisavamo queste cose, ascoltando
don Gregorio parlare appassionataimenle
delTpnità della Chiesa, proclamandone an.
ziuutto la vera radice: il mistero d’amore
del Dio trinitario. L’iundtà della Chiesa
non può essere altro — ma deve esserlo!
— die parabola e in qualdie modo incarna-iione del vivente rapporto d’amore che
umiace il Padre al Figlio nello Spirito Santo; non dnmqtie anziltit-to unione organizzativa e giuiridìca, ma libero e traboccante
rapporto di mutua dipendenza d’aniore.
Non si può qui riferire nella sua ricchezza
l’esposizione del conferenziere, ma è forse rimasta in tutti Timpressione che uno
deglli apporti eissenziald delTorlodossia nel
muvimento e nel confronto ecumenico è
questo radicare la chiesa e la vita cristiana: nell amore dì Dio ohe è l’essenza e la
manifestazione del mistero trinitario. S’intende die restano posti molti interrogativi:
d «i chiede ad esempio come si armonizzi
I inisislenza sulla suoeessione apostolica
epiiscoipale e il senso indubbiamente vivissimo della coralità e corresponsabilità della diiesa (sobornost); sarebbe pure stato
inilcressante e desiderabile che Toralore
definisse la concezione ortodossa non soltanto nei confronti del cattolicesimo, ma
anche delle chiese della Riforma, nelI ambilo del moviniento e del Consiglio
ernmenit o. Queste e altre cose sono risultale 0 avrebbero potuto risultare nel dibattito (he ha fatto seguito alTesposizione.
Ci si jiolrà rilomare. Grazie di cuore, comunque, alTospite gradilo, per la sua interessantissima conferenza, nonché per il
documentario sul patriarcato di Mosca,
la cui proiezione ha concluso la serata e
che ha vivamente interessato gli intervenu.
ti, dando una notevole impressione della
vitalità della Chiesa russa, tutl’altro che
silenziosa; però la figura del patriarca
Alessio faceva sullo schetiino un po’ troppo la parte del leone, per essere nel paese
che Ila ,giur.xto guerra al (mito della per80-nalità... g. c.
tira ma senza mai ,piegarsi ai principi
un qualsiasi partito e rimanendo seippi^
fedelà ai priincipi eterni del Vangelo.
Il culto di apertura é stato presieduto
dalla Sig.na Trobia ohe ha anche ihiitto
con una breve meditazione stil Salmo 121.
Resta da dire di nna visita al Museo di
Taranto fatta nel pomeriggio.
Tutto sommato un buon convegno, ben
organizzato e ben vissuto dalle parteedpaini i.
D. P.
FeiliTiiziom» Femminile
Vn Illese
E’ indetto per domenica 27 gennaio
l’incontro per responsabili delle Unio
ni FemminiV. del terzo distretto, ohe
avrà luogo nei locali della Chiesa di
Milano (via della Signora 6) alle ore
14,30. L’incontro sarà imperniato sul
la discassione delle risposte che le
Unioni del distretto avranno dato al
questionario annesso allo studio di
Èvelina Pons ; « Le nostre solidarietà
verso il mondo». Le sorelle che dovessero pernottare nella località deU’in
contro sono pregate di comunicarlo al
più presto alla signora Ada Palmery
Jalla, via Fauché 40, Milano, Sono
cald-rmente invitate ad intervenire
non solo le responsabili delle Unioni,
ma tutte le sorelle che si interessano
dei problemi inerenti al servizio del
cristiano nel mondo.
Al LETTORI
Passano le prime settimane del 1963
e molli restano i lettori chi- incora
non hanno rinnovato il loro ¡¡bbonamento ; da parte nostra rinnoviamo
loro rinvilo pressante a volerlo fare
al più presto. E al tempo stesso preghiamo tutti coloro che ci inviano abbonamenti o comunicazioni relative
agli indirizzi, di scrivere leggibilmente. Bisogna esser stati nelTamminlstrazione di un periodico per rendersi conto di come una piccola attenzione da parte di tutti può iaeiiitare
il lavoro... e viceversa!
SI è spento serenamente il
MAESTRO
Enrico Jahier
Medaglia d’Oro Pubblica Istruzione
di anni 82
Lo annunciano con profondo cordoglio: la moglie Virginia Vitale; i figli
Irma con il marito Werner Schellenbaum, Ada con il marito Marco Ferrerò, Frida con il marito Guido Vinçon, Ettore con la maglie Griziella
Andreini; la co'^ata Enrichetta Jahier; nipoti, cugini e parenti tulti.
« Io mi confido in Te, o luerno;
i miei giorni sono in Tua mano »
(Salmo 31; 5)
Pinerolo, 12 gennaio 1963
I funerali hamio avuto luogo a San
Germano Chisone lunedì 14 gennaio.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del
MAESTRO
Enrico Jahier
riconoscenti ringraziano tutti coloro
che hanno voluto rendere l'ultimo saluto al loro caro Estinto. Ringraziano
particolarmente il dott. Mario Alfano,
il dott. De Clementi, il sindaco di S.
Germano dott. Ribet, il prof. Vignetta, le rappresentanze delle scuole elemeniari, i carissimi amici sig- Alberto
Bleynat e past. Luigi Marauda, i pastori Bert e Deodato e Suor Velia Bosco.
San Germano 15-1-1963
RINGRAZIAMENTO
I parenti di
Adele Perrou
ringraziano quanti con la loro presenza o con scritti hanno voluto portare
l’estremo saluto alla loro cara.
In modo particolare ringraziano; le
amiche, i vicini di casa, i pastori Micol e Rostagno', i dottori Coucourde
e De Bettini ed il personale delTOspedale Valdese.
Torre Pellice, li 18 gennaio 1963.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot