1
f
■ _________________
Biblioteca Valiese
(Tofíño) j-üx^
Settimanale
della Chiesa Valdese
^ «H*
S BELLIC3
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo...
Anno LXXXVII - N. 21
Una copia L> 30
ABBONAMENTI
TORRE PELLICE — 24 maggio
PROBLEMI DI VITA FAMIGLIARE
3L
Per voi, coniugi valdesi !
Importanza delVamore e della fedeltà nel matrimonio - Ma la
questione fondamentale è ancora sempre una questione di fede
IL NUOVO 60VERN0
Il successo del matrimonio dipende da molte cose. L’amore e la fedeltà ne sono le condizioni più importanti. Ma la vita non è sempre
fatta di grandi sentimenti, è spesso
anzi piena di piccole cose senza importanza, ma che sommandosi finiscono per avere un grande peso. Tra
du(' esseri così diversi come l’uomo
e la donna, che vivono insieme in
una stretta intimità, le cause di attriti possono^ essere innumerevoli.
I/amore aiuta, fino ad un certo punto, ad attenuarli. Ma L’amore potrebbe anche esserne vittima. L’amore non soltanto è instabile, ma è
in fondo egoistico. E’ difficile che
due sposi, sopratutto all’inizio della
loro vita comune, non cerchino anzitutto il loro proprio piacere nell’altro coniuge. Questo punto di vista egoistico è spesso fatale alla felicità di entrambi. Vi è una garanzia
molto maggiore di felicità per lorp,
quando ognuno dei due sposi cerca
anzitutto non la propria felicità, ma
quella dell’altro; e non soltanto a
parole.
In particolare sarà bene che la
parte maschile non dimentichi che
I pesi nella vita coniugale sono spesso molto più gravi per la donna che
par l’uomo. L’uomo sposato continua più o meno la sua esistenza
di prima, con maggiori resj^nsabilità, è vero, ma anche, generalmente, con una pace maggiore; e un sentimento di stabilità riposante. Ma
la donna vede improvvisamente svanire la sua libertà di giovinetta, si
vede cadere sulle spalle la responsabilità di una casa; e ben presto,
se il matrimonio è normale, sopravvengono le pene e le cure della maternità. E intanto continuano i lavori ordinari, a cui, in campagna, la
donna deve prendere parte insieme
all’uomo. H grande numero di spose, di nladri di famiglia che appaiono precocemente invecchiate ed esaurite dimostra la triste verità di queste osservazioni.
Infine, vi è una esortazione apostolica che gli sposi farebbero bene
a meditare sovente : « Voi dunqiw,
eletti di Dio, santi ed amati... sopportatevi e perdonatevi a vicenda li; ma se anche gli « eletti » ed i
« santi » devono « sopportarsi a vicenda », questo consiglio non può
essere disonorevole per degli sposi
che si amano.
Quei ragazzi i»mm
Ed ecco i figli: i figli che sono
una benedizione di Dio, e che saranno l’appoggio della vecchiaia, la sua
corona, la sua migliore ricchezza.
I figli moderni hanno cattiva fama.
Si sa, sono sempre disubbidienti,
riottosi, impertinenti. Non sono le
piccole perfezioni che i loro genitori erano alla loro età. E soprattutto, e questo non è uno scherzo, non
vi è più, nelle nostre famiglie il concetto severo di autorità che regnava
nelle famiglie di un tempo. Bisogna
dire che questo non è soltanto la colpa dei figli. Sembra che in molti genitori l’idea stessa di dovere esercitare una autorità sui loro figli sia
svanita, che ne manchi loro la forza.
Questo è forse uno degli aspetti più
gravi della nostra vita famigliare.
L’autorità è un bene jprezioso e
delicato, si acquista difficilmente, si
perde con la massima facilità. Non
basta evidentemente fare la vot:e
grossa, distribuire castighi a vanvera, per avere autorità. Il segreto dell’autorità ha delle radici molto profonde. La vera autorità sale daHe
profondità di un’anima che vive senza compromessi nel rispetto del proprio dovere e nel timore di Dio. Le
jiersone veramente morali e religiose hanno spontaneamente autorità,
senza aver bisogno di alzare la voce. Se molti genitori odierni non
hanno autorità, ciò si deve sopratutto alla superficialità della loro fede
e della loro vita religiosa. Perciò la
mancanza di autorità nelle famiglie
è un brutto sìntomo, a cui dovremmo dare una grande attenzione.
Se P Eterno non
edifica ia casa».
La questione della nostra vita famigliare è anzitutto una questione di
fede. Se abbiamo talvolta l’impressione che la vita delle nostre famiglie sta perdendo qualche cosa della
tflfca robusta bellezza passata, ciò significa semplicemente che la nostra
lede sta declinando. Tutte le questioni di moralità pubblica e privata, la
purezza dei giovani, la. fedeltà coniugale, la felicità nella famiglia,
l’educazione e la formazione delle
nuove generazioni, si riconducono a
questo centro vitale. La vita della
famiglia non può tessere più forte
e più sana che la vita stessa della fede. Se la fede è forto è sana, anche
la famiglia lo sarà.’Se non lo è, è
inutile cercare pallìàtivi. Il giorno
in cui la fede si perderà ( se si perderà), anche la vita delle nostre famiglie sarà gravemente compromessa: sarà comunque senza rimedio,
diversa da quella ebe amiamo ed
apprezziamo.
Una ceiiuia dei
Oorpo di Cristo
Quando la famiglia è edificata sulla sua salda base cristiana, è una delle pili forti e belle creazioni spirituali che si possano vedere. La Sacra
Scrittura la pone così in alto, che
non teme di vedere'in essa l’immagine dell’imione spiljituale di Cristo
con la Chiesa (Efes. 5: 22-33). Essa
è, difatti, una cellula viva del Corpo di Cristo, una piocola Chiesa nella Chiesa, in cui il padre o la madre
hanno la missione di far conoscere
ai loro figliuoli la Parola di Dio e di
esercitare verso di ggsi una vera cura d’anime. La"famÌglià"in cui abita lo Spirito e la Parola di Dio, la
famiglia in cui si prega gli uni per
gli altri, e fioriscono i buoni esempi
di una vita veramente cristiana, è
un nucleo « santo », consacrato a
Dio, benedetto da Dio.
Giov. Miegge
A Roma da alcuni giorni c’è un
nuovo governo, formato da uomini
appartenenti al partito democristiano,
ad eccezione di un indipendente titolare del Ministero per il Conunercio estero. Il monocolore succede così al quadripartito, prima, e poi al
tripartito presieduto dall’on. Segni,
sanzionando in tal modo la fine della coalizione governativa, che in
questi ultimi mesi, si reggeva più
a forza di interessi personali che
non di concorde volontà d’azione.
Da vari mesi il Governo Segni non
poteva lare altro che ordinaria amministrazione. La crisi era evidente
agli occhi di molti c andava maturandosi a poco a poco tra dissensi
profondi e pronte riconciliazioni, tra
solenni dichiarazioni di principio a
scopo elettorale e meschini adattamenti sulla propria poltrona ministeriale.
Rinnovate dichiarazioni e comunicati ufficiali venivano frequentemente a negare la gravità o l’inconciliabilità delle divergenze, ma essi
apparivano piuttosto eufemistici, ingenui tentativi di mascherare una
situazione che diventava insostenibile. E il 6 maggio, dopo ventidue
mesi di potere, il Governo Segni si
■j dimesso.
La caduta del Governo non è avvenuta , in Parlamento, ma^ fuori, e
pioprìo nei giorni della visita del
Presidente Coty a Roma. E’ stata affrettata da una decisione dell’on,
Saragat di uscire con gli altri rappresentanti del suo partito dalla coalizione governativa, non tanto per
volontà propria'quanto per ragioBì“ di
carattere politico all’interno stesso
del partito socialdemocratico.
Compiuta questa operazione di rottura, è stato necessario provvedere
alle consuete consultazioni per la
formazione di un nuovo governo. Il
Capo dello Stato ne ha dato incarico
al sen. Adone Zoli, già ministro del
Bilancio nel governo Segni.
LA VICTOIRE DE LA EOI
Elle fut jadis une fille de paysans
h son aise et était de ces femmes dont
on murmure sur leur passage, avec
un regard qui en dit long: Elle a
connu des jours meilleurs. Comme
le petit cheval que son maître avait
vendu ralentissait son allure chaque
fois qu’il passait devant la maison
de son ancien propriétaire- il lui arrivait aussi de s’arrêter, en allant en
journée, quand elle passad près de
un des champs qu’elle avait autrefois apportés en dot à son mari. Elle essuyait ses yeux du coin de son
tablier et disait à sa petite fdle: ’ Tu
vois, le Ptg de Vfdouette nous o up~
partenu un jour ou bien: ” Quel
magnifique blé dans le Champ du
chêne! Il serait encore à nous si le
père... Et elle n’achevait jama s
sa phrase devant sa petite-fille.
Ce père avait été jadis un brave
homme, travailleur et économe, et
il aurait pu laisser un bon .souvenir
à sa femme, à ses enfants et à ses
petits-enfants. Mais il avait dissipé
leur bien. Par son ivrognerie, il leur
avait arraché la chemise du corps et
toute nourriture de lu boiiehe.
U avait une fois vendu une génisse au prix de septante-cinq écus, enveloppé cet argent dans son mouchoir et serré celui-ci dans la poche
de sa vieille blouse bleue. Au retour,
il entra dans la dernière auberge qui
se trouvait sur son chemin. Bientôt^
U y eut grand bruit dans la sale à
boire. A la tombée du jour, on y
entendit un accordéon qui accompagnait de joyeuses chansons, et le
lendemain matin, quand la paysanne entra à l’écurie, elle trouva son
mari étendu à la place qu'avait précédemment occupé la génisse. Il ne
avait plus que trois ou quarte écus
dans sa blouse et la Saint-Martin allait être là dans huit jours...
Cette femme est morte à l’âge de
septante-neuf ans, il y a quelques
années, comme les cloches sonnaient
pour le culte du Vendredi sain'. Sa
vie et sa mort ont été pour moi un
inoubliable sermon de Pâques.
Quand j’étais enfant, que de fois j ai
souhaité rencontrer le Ressuscité et
ses deux disciples sur le chemin de
Emmaüs! Je n’aurais jamais songé
alors que je verrais un jour la victoi
re du Christ briller sur le visage ridé d’une femme qui avait subi de
dures épreuves.
Cette vie qui s’éteignait à Vendredi saint n’a cependant pas été qu’une
longue souffrance. Les épreuves de
cette femme ont creusé de profonds
sillons dans le chemin de sa. vie. Mais
elle connaissait Celui qui est plus
puissant que toutes les sombres puissances à l’oeuvre ici-bas.
Il y a une détresse qui nous apprend à blasphémer. Oui, chaque
épreuve tente de nous séparer toujours à nouveau de Dieu et de nos
semblables. Mais cette femme n’i.
pas désappris la prière. Pendant ses
dernières années, elle a beaucoup
prié, souvent à haute votx, sans que
elle s’en rendit compte.
Il y a dans ce monde des chardons
et des épines qui font mourir le
froment. Mais le plus inextricable
buisson d’épines n’a pu étouffer l’â
me de cette femme. Son âme a survécu. Quand on entrait chez elle le
dimanche, on la trouvait, cette fem :
me de septante-cinq ans, plongée
dans sa lecture. Elle, que sa surdité
séparait presque complètement du
dehors, vivait d’une vie intérieure.
Elle aimait surtout les écrits religieux. Le combat pour l’existence,
que je ne puis me représenter nulle
part plus effroyable que dans la v.e
de cette femme, n’est pas parvenu
à étouffer la faim et la soif de son
âme. C’est un miracle aux yeux de
Dieu, le miracle de Pâques.
Il est des gens, j’en ai connu et
vous aussi, dont la vie fut atroce.
Elle les a meurtris de corps et d’âme. Et ils ont fini par mourir comme une créature quelconque périt en
enfer ou dans la profondeur des bols.
Mais cette femme qui, aux côtés de
son mari, a eu une dure existence,
est morte en enfant de Dieu. Elle
s’est endormie en soupirarv': Seigneur, aie pitié de moi! C’est un
miracle à nos yeux, la victoire de
Pâques.
Comme le soleil brille sur un
champ de blé ravagé par la grêle,
ainsi la victoire du Ressuscité éclate,
dans cette vie humaine.
Elle aurait pu prendre la fuite,
mais elle ne s’est pas enfuie, elle a
tenu ferme jusqu’à la fin.
Elle aurait pu désespérer, mais
elle n’a pas désespéré.
Elle aurait pu se laisser tomber
à terre, mais elle est restée debout.
Walter Luthi
11 nuovo governo ha prestato giuramento di fedeltà aUa Costituzione
nelle mani del Capo dello Stato. 1*
varie correnti politiche e sociali della Democrazia cristiana sonò in esso
rappresentate da uomini genèratoente noti nel mondo politico italiano;
tra pochi giorni verrà messo a punto
il programma che il governo Jsi propone di attuare, in attesa del)a approvazione o meno del Parlanlento.
Parlando di programmi, le nella
eventualità che possano eskere realizzati, si sono fatte e si fònno svariate ipotesi. Qualcuno ha ^etto che,
a meno di un anno dalle elezioni politiche e nella possibilità di doverle
anticipare, il monocolore Zo)i avra il
carattere, se non di un ministero di
affari nel più ristretto scisso della
parola, almeno di un ministero che
provveda alla sistemazione deUe que^
stioni più urgenti, indifferibili. Altri
invece ritiene che la Democrazia cristiana voglia cogliere l’occaifione per
dimostrare all’elettorato quale impegnativo programma essji sappia
realizzare da sola, con uomini formati alla sua scuola, quando non aobia
più da vigilare contro i tiri] mancini
dei partiti minori.
Personalmente (questa cronaca riflette soltanto l’opinione ddl suo redattore) riteniamo che le cose non
cambieranno molto, in quanto che la
realtà della vita politica italiana non
si presta a grandi trasformàzioni nel
corso di alcuni mesi. Airoreranno,
caso mai, fra le varie corinti del
governo democristiano, quei contrasti che prima si manifestavano tra
le varie ideologie sociali ed economiette dei partiti al governo^ col vantaggio di attenuarli o di Appianarli
al momento opportuno nelQnierésse
elettorale delia Democrazia cristiana. L’on. Fanfani, in ques^ campo,
conosce le regole di una emcace regia; mentre dietro a lui l’Osservatore Romano sarà sempre pronto a
consigliare prudenza e seqso di responsabilità.
Si rimane in attesa di un’esperimento e, se dovesse essere positivo,
non ci sarettbe ette aa riconoscerlo.
Per ora, una cosa ci sembra sicura: che è caduto l’equivoco in cui
per anni alcuni partiti laici si erano
sistemati, neU’iliusione di poter seriamente intluenzare il corso della
politica italiana o, sempìicemente,
per la soddisfazione personale di poter avere alcuni uomini al governo.
Lssi si sono ihusi di eseròiiaie una
azione di controllo sull invàdente integralismo confessionale, còn un’azione veramente democraticà, in un
paese come U nostro dove il popolo
e facUmente attratto verso pania di
massa, a sfondo confessióuaie, per
quanto diversa possa esseiue la uotirina.
L’on. Saragat, alla canuta dei governo oegni, auspicava iq ricostituzione ai un quadripaiiito o di un tripartito, non sappiamo proprio con
quale programma e con qUaii imeiiuimenii. Ora, mvece, egli scrive:
«Non è possibile fare previsioni
suiiu. aurata ucii attuale tsperieiiza
monocolore, ma e possioiie preveuere
cne la torma m cui la politica ai soiiaaneta aemocratica si è realizzata
m questi aiuu non risorgerà piU, almeno durante questa legisjatura ».
Ed è Dene, a parer nostro, cne sia
COSI, ancue se in politica tdtii i capovolgimenti sono possibili, dato cne
non esiste in Parlamento una maggioranza politica Den uennita.
Tuttavia, nell’analisi di un problema politico e pur nell’inevitabile diversità d’idee, è doveroso sottolineare una verità; e cioè, che un governo
lo si giudica non soltantò dagli atti
che compie, ma dallo spmto che lo
anima, dei principi morau che pone
alla base del suo operare.
Attendiamo, perciò, da questo o da
altri governi democratici, un’azione
onesta e costruttiva, nel rispetto delle
libertà costituzionali e nell’attuazione della giustizia. Perchè: «la giustizia innalza una nazione,Ima il peccato è la vergogna dei poMli ».
Ermanno Rostan
2
2 —
, ^ ^ r, < ^ . ft* ^
I matrimoni misti
Terminando la prima parte del
nostro studio ci rimane ora qualche
cosa da dire a proposito dei matrimoni celebrati civilmente, cioè in
Municipio, davanti al Sindaco o ad
un suo delegato.
Questa celebrazione, che è stata
obbligatoria in Italia per molti anni
fino al 1929, tutti sanno in che cosa
consiste.
Gli sposi dichiarano la loro volontà di essere uniti in matrimonio,
dopo aver ascoltato la lettura degli
articoli del Codice Civile che li interessano (gli stessi letti anche ne!le Chiese) e firmato l’Atto in presenza di testimoni.
L’Atto Matrimoniale contiene le
generalità degli sposi, l’indicazione
di quello che è stato fatto nella cerimonia. le firme degli sposi, dei
testimoni e del Sindaco.
Come anche avviene per l’Atto
firmato nelle Chiese Evangeliche,
non vi è alcuna indicazione circa la
fede religiosa degli sposi. Essa non
può interessare lo Stato e il fatto
che vi sia o non vi sia, sia questa o
sia quella, non può in alcun modo
influire sulla valiità del matrimonio
stesso.
Che l’Atto sia firmato da sposi di
religione diversa o no non è quindi
rilevato e non può esserlo.
Una tradizione costante vuole che
il Sindaco, dopo la cerimonia rivolga alcune frasi agli sposi mettendo
in risalto l’importanza dell’atto che
è stato compiuto e le sue conseguenze civili o personali. Tuttavia questo non è sanzionato da alcun regolamento e non può rivestire un ca
rattere religioso.
Questa celebrazione civile può
quindi apparire come il toccasana
in situazioni difficili, come quelle
che talora si creano quando non è
possibile trovare un accordo sulla '
benedizione in chiesa.
Ma prima di poter dire questo oc
corre conoscere l’atteggiamento delle Chiese.
La Chiesa di Roma nega in modo
esplicito la validità del matrimonio
civile, che chiama apertamente
(I concubinato immorale e mortifero » (Pio IX nella allocuzione cc Acerbissimum vobiscum » del 24 sett.
1852) e sottolinea (Pio XI) che cc non
vi può essere fra i battezzati alcun
vero matrimonio, che non sia anche
un sacramento » (Enc. Càsti cottnubii, 1930). Siccome il battesimo amministrato in una Chiesa Evangelica
è riconosciuto anche da quella di
Roma, ne consegue che essa nega la
validità della celebrazione civile,
anche in caso di matrimonio misto.
Questo è sottolineato oltre che nella cmra d’anime, anche in molte e
recenti pubblicazioni, come ad es.
il foglio cc Con Roma », edito dall’Opera Don Bosco di Torino, dove
sotto la nota cc Protestantesimo, negazione di santità » e quando il coniuge evangelico esiga il matrimonio
civile, è detto : «viene sconsigliato ed
imposto come obbligo il concubina-»
to, ossia l’unione di due cristiani,
non santificata nel rito religioso che
li rende marito e moglie di fronte a
Dio ed alla coscienza » (Con Roma,
1 Aprile 1957, p. 3).
Le Chiese evangeliche hanno assunto un atteggiamento diverso. Non
che sia una cosa consigliabile o equivalente alla celebrazione in Chiesa,
per quel che riguarda il suo significato religioso e spirituale, ma deve
essere visto come un compromesso
necessario in casi nei cjuali non sia
possibile fare differentemente.
Un compromesso non è mai una
cosa soddisfacente per alcuno e non
risolve nulla, non fa eh© rimandare
a più tardi delle difficoltà che in
quel momento sono insuperabili, ma
che potranno attenuarsi poco alla
volta.
Così mentre la Chiesa di Roma è
contraria al matrimonio civile e non
solo per delle questioni teologiche,
le Chiese evangeliche possono suggerire, nei casi più difficili, questa
forma di celebrazione.
Natiualmente il problema si ripresenterà di nuovo più tardi quando si parlerà del battesimo dei figli, della loro educazione religiosa,
se dovranno frequentare la Scuola
Domenicale o la Dottrina e la situazione potrà non essere cambiata, ma
potrà anche esserlo perchè intanto si
sarà guadagnato del tempo e la fede
più chiara e più sentita di imo dei
due avrà cominciato ad attrarre l’altro, la sincerità e l’esempio della
vita di uno dei due avrà cominciato
a chiarirsi.
Ci si accusa di voler fare il nostro
L’ECO DEUJB( VALLI VALDESI
gioco col matrimonio civile. Non è
vero! Come ogni credente dev© fare, anche noi vogliamo accettare il
rischio della fede e pnò anche succedere che que^a più forte non si
trovi dalla parte|evangelica.
Ma si tratta 'di salvaguardare in
qualche modo questa libertà dell’azione di Dio, che è libera e non può
essere vincolata questa o a quella
confessione religiosa, che non può
essere costretta a fare il nostro gioco o quello di una Chiesa!
Per questo il ^ matrimonio civile
può essere ima soluzione consigliabile in taluni casi: non perchè risolva o permetta^ di evitare il difficile e delicato confronto delle diverse fedi, ma perchè esso rimane l’unica soluzione eh© lo permette ancora e lo permette non nell’ambiente acceso dei sentimenti o dei prestigi familiari o personali da difendere, ma nella atmosfera più serena della vita quotidiana; non in un
grande gesto che può essere fatto
perchè la gente ci osserva, ma nella
intimità e nella modestia della vita
quotidiana dove si vede veramente
quello che vai© una fede e quello
che può compiere una testimonianza resa a Gesù Cristo.
Franco Davite.
RECENSIONI
Théodore Gounecle —^ Au jour le jour —
Editions Berger - Levrault — 5 rue
Aug. Comte — Paris (VI).
Fratello di Elie Gonnelle, uno dei grandi pionieri del « Christianisme Social » in
Francia, anche Théodore Gonnelle visse e
lottò affinchè il Cristianesimo di Gesù Cristo non fosse amputato e privo delle sue
incarnazioni sociali. Durante anni egli pubblicò delle brevi meditazioni, prima su
« L’Avant-Garde », poi su « Cité Nouvelle », centrate sull’opera di Cristo e sulla
necessità di tradurre in pratica gli effetti
di quell’opera redentrice. Queste meditazioni sono state ora raccolte in tm volume
dagli amici dell’autore e vengono presentate ai lettori da due altri animatori del
« Christianisme Social »: E. Lauriol e P.
Poujol.
Si tratta di brevi meditazioni adatte al
culto personale o di famiglia. C’è sopratutto la nota costante della fedeltà a Cristo,
al Cristo Salvatore e ispiratore della nostra
vita: « Le Christ dont la communion assure une vie, une foi, une certitude et des
forces qui se renouvellent. Aimer le Christ,
tout est là. Aimer les hommes dans le
Christ, c’est le secret de l’espérance ».
Georges Marchai. - Charles Wagner - Ed.
Berger - Levrault - Paris • presso Claudiana.
Nella serie delle « Conférences Protestan,
tes du Consistoire de Paris » è uscito un
opuscolo di una quarantina di pagine, dedicato a « Charles Wagner et le problème
de la laïcité ». Effettivamente non è una
biografia del Pastore Wagner; l’autore ha
voluto, partendo dal pensiero del ben noto
Pastore francese, trattare il problema del
laicato nella Chiesa nonché il problema dei
rapporti tra la società religiosa e quella civile. La trattazione di questi argomenti lo
ha naturalmente condotto a parlare del clericalismo e dei ministeri, a fare un rapporto tra la concezione cattolica e protestante della Chiesa, ad affrontare, sia pure
negl; stretti limiti consentit; dal tempo e
dallo spazio, questioni molto complesse come la scuola, la Chiesa e lo Stato. Nella
situazione storica in cui viviamo in Italia,
l’opuscolo ha carattere di attualità. Trattasi, però, di una conferenza e non di un
esame approfondito delle questioni abbordate. e. r.
Il significato di Prapat
Il Dottor Leslie E. Cook del Consiglio Ecumenico ci parla della recente
conferenza delle chiese cristiane tìon cattoliche nell’isola di Sumatra
E’ possibile che il nome di Prapat
diventi altrettanto significativo nella storia ecumenica di quello di Edimburgo, Stoccolma, Losanna, Oxford.
Amsterdam o Evanston. Prapat non
è una città, ma un semplice villaggio
situato sulle rive del lago Toba, nel
nord-ovest di Sumatra. Al centro di
questo lago si trova l’isola montagnosa di Samosir, tradizionale asilo del
popolo batak.
Questo paese è la culla di un popolo forte e indipendente, molto ospitale e amante della musica, che fino
a cento anni fa era selvaggio e crudele, che considerava sacro il suo lago e uccideva chiunque osasse avvicinarsi alle sue rive. Nel 1834 due missionari americani vi furono trucidati
senza pietà e nel 1861 un altro missionario, che poi diventò l’apostolo
dei Batak, sfuggi per miracolo alla
stessa sorte.
Oggi la maggioranza dei Batak è
cristiana. La loro chiesa conta 621
mila 524 membri, divisi in 932 parrocchie, ed è una delle più viventi
dell’Asia. E’ questa chiesa batak che
ha ospitato, a Prapat, la conferenza
cristiana orientale, organizzata sotto gli auspici del Consiglio Internazionale delle Missioni e del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, per lo studio
del seguente tema : « Il compito comune delle Chiese del Sud Est Asiatico nel campo della evangelizzazione ». A questa conferenza hanno partecipato 105 delegati e numerosi osservatori e invitati, rappresentanti
confessioni e tradizioni diverse, provenienti da 13 paesi.
Una imponente
assemblea
La conferenza si è aperta la mattina del 18 marzo con un culto imponente al quale hanno preso parte da
50 a 60.000 persone. Il Presidente della Repubblica Indonesiana, Sokarno, ha rivolto dopo il culto un messaggio alla folla.
La conferenza ha avuto quattro fasi: la prima ha consistito in una serie di rapporti sopra la situazione
della Chiesa nei diversi paesi rappresentati e nella valutazione delle
pos.sibiJità di evangelizzazione di ognuno di essi; la seconda è stata caratterizzata dalle allocuzioni sopra
il tema della evangelizzazione presentate dal Vescovo Chandu Ray e
altre personalità presenti; la terza si
è svolta nella discussione e nella organizzazione di una conferenza per
Quando non c'è più lotta
per r 'vangelo, esso si arrugginisce. e non trova più
l'occasione nè il motivo di
mostrare il suo vigore e
lo suo potenza. Ecco perchè niente di meglio può
accadere all'Evangelo se
non di essere combattuto
con tutta forza dal mondo.
LUTERO
manente in Asia; infine la quarta è
stata consacrata alla preparazione
ed ai piani, nel quadro ecumenico,
della attività di tale conferenza.
Questa conferenza permanente,
che si riunirà in sessione plenaria
fra quattro anni,t nominerà un comitato permanente di lavoro. In attesa di questo è stato nominato un
comitato interinale incaricato di adempiere le funzioni del comitato
permanente e di dar seguito alle decisioni di Prapat. ,.^11 vescovo Sobropena, delle Filippine, ne è stato nominato Presidente, e alla Vice-presidenza è stato chriÉhato il Dr. David
Moses, dell’India.
Il programma del segretariato e
della conferenza comprende vari punti, tra cui:
— inchièsta sopfa la missione della Chiesa in Asia Orientale al fine di
convogliare, nel compimento di tale
missione, tutte le risorse disponibili
in personale e fondi;
— visita alle Chiese ed ai consigli
di quelle regioni; >
— incoraggiamento ad un contatto più intimo e ad uno scambio reciproco di esperienze tra le Chiese asiatiche e ad una collaborazione più
stretta ;
— scambio di informazioni circa i
bisogni in personale dell’Asia Orientale che le chiese di altre parti di
quella regione potrebbero soddisfare.
— aiuto nella interpretazione e nel
coordinamento del programma del
Servizio di Aiuto delle chiese e Servizio ai rifugiati del Consiglio Ecumenico delle Chiese in Asia Orientale e collaborazione, a richiesta, con
gli organismi cristiani per la messa
in pratica del progetto di aiuto ecumenico in Asia.
Il significato
della conferenza
I
Prapat ha un alto significato per
le Chiese dell’Asia, Ha fatto vedere
che i dirigenti di quelle chiese hanno una visione esatta ed un’alta comprensione della situazione nella quale si trovano le loro chiese. Prapat
ha pure un senso per Tadempimento
della missione totale della Chiesa. Pino ad oggi l’opera della Chiesa
è stata adempiuta dalle missioni delle Chiese. Prapat sottolinea due aspetti delle missioni : esse hanno fondato le chiese e aiutano le chiese in
terra asiatica. Forse non ci si è reso
abbastanza conto che da diversi anni la maggior parte dei comitati e
società missionarie hanno seguito una politica di graduale trasferimento delle responsabilità a quelle chiese perchè esse stesse organizzino la
loro vita.
Questo ha reso possibile quanto è
avvenuto a Prapat. Le chiese, si può
dire, sono diventate maggiorenni e
hanno cominciato ad assumersi la
responsabilità della evangelizzazione
non solamente del loro paese, ma
della intera regione
A Prapat i dirigenti delle società e
comitati missionari erano perfettar
mente coscienti che delle grosse quistioni si imponevano alla loro considerazione, quistioni concernenti la
loro futura linea di condotta e il modo delicato in cui deve effettuarsi il
passaggio delle relazioni « madre-figlia» a quelle di « sorellarsorella ». I
dirigenti asiatici riuniti a Prapat sono i primi a comprendere su questo
punto la sensibilità dei dirigenti missionari e desiderano, con le chiese
d’Asia, cercare una giusta risposta
a queste quistioni delicate.
Lo stabilimento di una conferenza
cristiana asiatica non significa solamente una nuova combinaz’one amministrativa grazie alla quale la nuova strategia missionaria, dovendosi
adattare alle nuove condizioni politiche e sociali dell’Oriente, potrà essere elaborata e resa accettevole; si
tratta piuttosto di uno strumento
grazie al quale un nuovo genere dicooperazione e di fraternità delle
chiese dell’Est e dell’Ovest potrà affermarsi nell’adempimento del loro
scopo comune.
(Inf. Cons. Ecum. - trad. E
Micol).
Quaranta vescovi e mille sacerdoti
predicheranno a Milano
Milano - Un corso di predicazioni nel
quale saranno impegnati quaranta vescovi
e mille sacerdoti è stato indetto dall’arcivescovo mons. Giovanni Battista Montini
per il prossimo novembre a Milano. Tema
unico : « Dio Padre ».
La predicazione durerà tre settimane: la
prima dedicata agli infermi ed ai fanciulli,
la seconda alle donne e la terza agli uomini ; nell’intento di raggiungere tutti i celi
e tutti gli strati sociali, le predicazioni si
svolgeranno in chiese, cappelle e saloni
pubblici. Questa grande « mis.sione » coronerà un’opera che l’arcivescovo incominciò nel Natale scorso donando a tutte le
famiglie (in occasione della benedizione
delle case ebe a Milano si fa a Natale) una
copia del « Rituale delle famiglie », opuscolo nel quale sono raccolte preghiere da
dirsi nelle circostanze più importanti della
famiglia come nascita di un figlio, partenza
di un giovane per il servizio militare, matrimonio, ecc. Ne furono distribuite 450.000
copie. In ogni parrocchia è stato costituito
un Comitato e centinaia di giovan; laici si
preparano, in appositi corsi di cultura teologica, a dar mano ai parroci nell’organizzare le riunion; (ANSA).
La Parola della vita
L'abiura della fede
Genesi 25 : 29-34 —_______
Che un credente possa giungere a vendere la sua fede per un piatto di minestra può apparire ridicolmente eccessivo, pure il racconto
della Genesi sottolinea questo eccesso, questa ridicola scelta di Esaù
e non utilizza solo questo dato per colorire la figura del patriarca, ma
se ne serve invece esclusivamente per definire tutta la sua persona.
Esau non e l’uomo che ha « anche » venduta la sua fede, è l’uomo
che «ha venduta la sua fede» tout court, che ha saputo fare soltanto "
quello. Egli e veramente l’ombra di Giacobbe, quell’uomo divorato dala sete « dell’Iddio vivente », tutto teso alla ricerca della grazia, ma la
la loro stona non è la storia di due fratelli, la cronaca di due esistenze e degli avvenimenti accaduti ad entrambi: la loro storia è la profezia di quanto sarebbe accaduto nella Chiesa nei secoli. «Ecco io sto
per monre, che mi giova la mia primogenitura?»: questa è l’espressione reaie, cruda dell abiura; dell’abiura di ieri, di oggi, di sempre, quel
misto di viltà, di disprezzo, di noia, di indifferenza che chiamiamo
abiura, quel veleno che divora il corpo della chiesa e lo divorerà sino
alla fine.
In fin dei conti che cosa mi serve mantenermi legato a Cristo, alla sua chiesa, che cosa mi serve avere la sua Parola, i suoi sacramenti,
la promessa del suo Regno? Che cosa mi rende? Non mi riempie lo
stomaco la mia fede, nè il Cristo, nè i pastori, nè il Regno di Dio. E’
giusto, troppo giusto, e non siamo stati noi a scoprirlo: Esaù l’aveva
già scoperto e si riempì lo stomaco barattando la sua fede.
In verità egli non ripudiò la sua fede dopo una lunga meditazione,
una lotta, con una scelta deliberata, concreta della sua volontà: la sua
fede gli sfuggì di mano senza che se ne accorgesse. Così muore la fede;
non nella lotta, nella miseria, nel sangue; la fede ti sfugge di mano
senza che tu te l’aspetti. Esaù non attraversava una crisi, la sua situazione non era per nulla eccezionale, certamente in un caso serio, in
cui si fosse trattato di fare una scelta non avrebbe esitato: sarebbe
stato di quelli che « serbano la fede », ma quella volta, una sera d’estate
barattò la fede senza pensarci. Cosi abiuri : senza pensarci.
E 1 ombra di Esaù, il padre dell’abiura, non è forse presente come
mai nella nostra chiesa popolata di gente che sarebbe pronta a morire
come i padri se ce ne fosse bisogno, pronta a rinnovare le avventure
dei tempi antichi, ma che rinnova invece nella realtà di ogni giorno
le parole della Genesi : « dopo tutto che mi rende tutto questo? si finirà
per morire un giorno o l’altro »? Quando Esaù ci ripensò era ormai
tardi ed il suo urlo amaro e disperato fu senza risposta (Genesi 27: 34)
3
I
L’ECO DELLE VAtÍJ'VALDESI
— 3
- t
STORIA) DI IERI E DI OGGI
Presenza valdese nelle
Festa di cantó delle corali
a Luserna San Giovanni
Dopo la feroce repressione dei Calabro Valdesi da S. Sisto e Guardia
Piemontese, 1560-61, anche dalle
Puglie scomparirà ogni traccia. Gli
archivi notarili di Manfredonia in
quel di Bari e di Montaguto in quel
di Foggia non menzioneranno più
processi di eretici, nè si parlerà di
(( perfetti », cosi erano chiamati i
Barba che, perseguitati in Provenza, trovavano asilo in un Castello di
Puglia (il Castello Svevo di Castel
del Monte presso Corato?).
Una indelebile testimonianza resterà nella città di Bari: la Vailisa;
è una viuzza della vecchia città.
Non è senza emozione che vi accompagnamo gli amici protestanti
svizzeri, francesi, inglesi, tedeschi e
americani in giro turistico nella nostra città, i quali si sorprendono di
trovare rm Oratorio della Chiesa
Valdese in una delle strade più belle- della città. La Vallisa... detta
Jahier e Gù>vemni Rodio che vi si
recheranno da Brindisi finché la
1 avola non deciderà di inviarvi un
Pastore in loco. Questi sarà Mardocheo De Vita. Altri Pastori: Vito
Garretti, Pietro Griglio, Giuseppe
Banchetti vi dedicheranno le loro
ener^e. Siamo nel 1912: la Comunità ha acquistato forza e coscienza
di responsabilità e con offerte raccolte fra i fedeli (in gran parte modesti agricoltori e piccoli proprietari terrieri) mette insieme Pallora
beila somma di L. 10.000 e acquista
un suolo. La scelta del terreno non
avrebbe potuto essere più fortunata; il nostro bel tempio dalla facciata sobria ed austera si affaccia sulla
Piazza del Municipio, la principale
piazza della città.
Il gesto così simpatico di una Comunità, che è capace di tanto, doveva commuovere il Comitato di
Evangelizzazione, il quale decideva
Il doposcuola della Chiesa Valaese di Corato, nelle Puglie.
tuttora anche la strada degli appestati... (con quanta tenacia certi
brutti nomi restano appiccicati alla
mente degli uomini) ci dà tutte le
volte il modo di rituffarci in quel
lontano passato fatto di disprezzo,
di odio e di guerre. Esso però ci
edifica anche perchè ci parla delio
sprito di fedeltà di quanti ci hanno
preceduto nella via della testimonianza... nel fosco quadro di quei
tragici tempi in cui la Corona e
l’Altare, lo Stato e la Chiesa in un
triste connubio soffocavano ogni
anelito di libertà dal cuore degli uomini.
Ho voluto soffermarmi per i lettori dell’Eco su questa nostra storia
perchè sappiano con quale spirito
di esultanza e di riconoscenza a Dio
i Valdesi di Puglia partecipano ogni
anno alla celebrazione del 17 febbraio.
Essi sono figli di questa data.
Le fila... della maglia della testimonianza cosi barbaramente strappata saranno come ricomposte per
la fedele opera di altri. Non appena
soffierà un’aura di libertà in questa
Italia del Sud nel periodo post risorgimentale, ecco che nel 1883 apparirà in terra di Bari il Pastore
Valdese Pietro Mariani, vero pioniere che in mezzo a persecuzioni,
attentati e minacce riuscirà a costituire il primo nucleo valdese... e
nella Provincia ben altri dodici piccoli gruppi.
Circa la consistenza di questa
presenza Valdese in Puglia parlano
le statistiche dei nostri Rapporti al
Sinodo o quelle poche notizie che
qualche lettore avrà appreso in
qualche serata dedicata all’Evangelizzazione, durante il Sinodo.
Occorre che le aggiorniamo e le
ricordiamo perchè ne scaturisca un
pili sentito impegno.
Fu il Pastore Giovantù Pons che
nel 1877 da Napoli, attraversando
un territorio vasto quanto tutto il
Piemonte vi si recò chiamatovi da
un gruppo di curiosi, che essendo
venuti attraverso un Colportore iu
possesso di una Bibbia, avrebbero
voluto ricever maggior luce. In un
secondo tempo saranno i Pastori Eli
subito, .idi procedere^alhL-costruzione e del tempio e della casa pastorale. Esulava dalle preoccupazioni
del tempio l’esigenza della sala di
attività... Questa è stata ricavata
mediante un’opportima trasformazione dello stabile in un secondo
tempo ed è adibita oggi al doposcuola. Eravamo nell’anno 1913, era
Pastore Giuseppe Banchetti, gli
succedè il Pastore Enrico Tron senior, che vi dedicherà con la sua
compagna sei anni di un ministerio
fecondo. I più anziani di oggi ricordano con nostalgia quel tempo e
rievocano la simpatica signora Tron,
donna di eccezionali capacità, la
quale, associando ad ùn forte spirito d’amore per il prossimo un eccezionale zelo evangelistico, girava
per le case con la borsa del pronto
soccorso, facendo opera di medico;
scriveva lettere per soldati al fronte, visitava le baracche dei prigionier di guerra, radunava a casa le
sorelle di Chiesa per insegnar loro
a rendersi più utili nel governo della casa.
Quando pensianio allo sfaldarsi
di tan tereope
di tante opere nel vasto campo dell’Evangelizzazione, prima di ricercarne le cause prossime dovremmo
sempre risalire a tjùelle remote. Si
è costruito nella sabbia dell’anticlericalismo o nel fondamento dell’amore di Cristo? Ci si è preoccupati di ossigenare una pietà quasi
morta e non abbiamo sempre tentato dove era possibile dare al messaggio di grazia espressioni più
precise sul piano del servizio.
Mossi da queste esigenze si è tentato resperimeiito del doposcuola
evangelico feiicemetjte riuscito con
l’aiuto di Dio dop<> le alterne vicende note ai lettori di questo peliodico. La comunità è così d.ventata, da oggetto di cura, comunità
visitata due volte ià sett.mana, soggetto, cioè protagonista essa stessa
di una presenza non fatta soio di
parole...
Le nostre due insegnanti, figli sp rilua.i della Comunità, che ie ebbe
un giorno alunne delia scuola domenicale, compiono^ questo apprezzatissimo servizio nelle fam.glie e
nella Chiesa e in ima cerchia ancora più vasta, servizio che le famiglie non potrebbero assolvere per
ragioni varte. E mjentre si compie
un servizio sociale, si correggono difetti, si indirizzano le piccole coscienze all’amore di Cristo. Compito
tutt’altro che faeilsgi-: ma le nostre
insegnanti riescono talvolta a stabilire preziosi contatti con le madri alfine che si propongono insieme, pur
dovendo vincere talvolta o dissipare
pregiudizi e aperte ¡ostilità.
Gli ostacoli sono 'diversi e di diversa natura; non c’è sempre in noi
lo spirito dei pionieri, la loro arditezza e la loro consacrazione, e
dobbiamo chiedere a Dio quello
stesso spirito di forala ora che siamo
subentrati nella loro fatica e possiamo raccogliere il frutto della loro
semina fatta con lacrime!
G. E. C.
Le Feste di Canto son fatte soprat
tutto per le corali che vi partecipano,
per la gioia dell’annuale incontro, per
la soddisfazione spirituale del cantare
insieme, per l’interesse all’audizione
di nuovi canti e di riimovate esecuzioni: ma ci piace constatare che le Feste di Canto hanno anche un loro
pubblico tradizionalmente affezionato, che attende con gioia questo appuntamento di maggio e che — come
nel caso di domenica scorsa a S. Giovanni — empie della sua confortante
presenza la chiesa (e questo nonostante il quasi altrettanto tradizionale
maltempo).
La Festa di Canto in S. Giovanni
ha avuto un inizio quasi tempestivo,
uno svolgimento preciso, nervoso (nel
senso positivo del termine!) e breve:
e questa è già ima non piccola virtù!
Le parole del pastore Aime — seguite alla lettura di alcuni versetti di
salmi ed al riferimento alla meditazione del calendario biblico — hanno
costituito efficace introduzione. « ’’Alla tristezza che al mondo viene dal
peccato si contrappone l’allegrezza
che alle « creature del Signor » deriva
dalla constatazione vittoriosa che Cristo è il Signore del mondo. Limgi da
una vana esercitazione esibizionistica
la Festa di Canto deve essere una testimonianza concreta di gioia che trae
origine dalla fede e dalla speranza” ».
Delle esecuzioni singole delle corali
ci hanno decisamente convinto di più
Certains chrétiens sont comme cet homme très amoureux qui dit : ;< Ma chère
Annabelle, je pourrai franchir
l’océan pour un seul regard de
tes yeux, je pourrai traverser
un mur jde flammes pour se.-rer ta main dans la mienne,
je pourrai faire face à la plus
grande tempête pour un dî
tes sourires. A toi pour la vie..
ton Oscar »
P. S. — J’irai te voir dimanche soir, s’il ne pleut pas!...
quelle della prima parte: inni tratti
dalle nostre due raccolte, con soddisfacente presenza preponderante di
bei corali, segno evidente di un denominatore comune intravisto dai nostri direttori, al quale seg^ - ( ci dicono) una quasi totale adesione dei coralisti e al quale segmrà (aggiungiamo a titolo di augurio) un rafforzamento del gusto innologico delle assemblee.
Anche cantando un bel corale e un
bell’inno si può ben dimostrare della
propria preparazione d’insieme, del
valore interpretativo del proprio direttore e della adesione ai suoi desideri da parte dei cantori: questo ha
dimostrato in particolar modo S. Giovanni (dir. Ferruccio Rivoir) con il
bellissimo «Entonnos un saint cantique » espressivo e misurato ; ha dimostrato Torre Pellice (dir. Ferruccio Corsani) eseguendo nobilmente
un noto corale di Messe con una scansione ritmicamente molto efficace ma
alla quale una maggiore elasticità
LaZhoite à questions
__________________
Con questo titolo, le edizioni « Labor et
Fides» di G nevra hanno recentemente pub
blicato un volume che può essere di grande
interesse ed utilità (1).
Nel grande mondo e nel eerchìo più ristretto della nostra esistenza individuale,
familiare o ecclesiastica, le questioni che si
pongono c che attendono una risposta sono
infinite. Il cristiano, poi, non può (are a
meno di porsi delle questioni, a meno che
rifiuti di pensare.
Un gruppo di « responsables de la jeunesse protestante en Suisse romando » ha preso l’iniziativa, che stimiamo fel ce, di raggruppare in alcune sezioni un certo numero
di domande seguite da una o più risposte
di svariati autori. Le risposte, effettivamente, sono state affidate a persone diverse, uomini, donne, teologi, pastori, laici, professionisti, insegnanti, impiegati, operai; la
varietà è grande, col vantaggio di poter
udire diverse opinioni, ma una nota acconsuna tuf.e le risposte nella ricerca della
verità e della testimonianza a Gesù Cristo.
Le tre partì principali del volume sono
queste: « Que croire? Que faire? Qn’en
penser? ». Ma ogni parte è divisa in capitoli che toccano i più svariati argomenti:
biblici, di vita cristiana (il denaro, la domenica e il culto, la preghiera, le superstizioni, l’amore, il matrimonio ecc.), di interesse ecumenico o religioso in generale.
E’ ovvio che le risposte non sono nè
complete nè definitive. Sono un punto di
partenza per la riflessione personale o della comunità. Ottimo strumento di lavoro
e di discussione nei gruppi giovanili o nelle attività della Chiesa. Interessante e piacevole lettura per le famiglie. Perciò lo
raccomandiamo vivamente a quanti leggono il francese. Ecco ora due risposte a proposito della « femme parfaite ».
1
la femme parfaite
« Moi, je ne me marierai pas avant
d'avoir trouvé la femme parfaite».
Alors, mon cher ami, plonge-toi avec convinction dans le célibat! Estu parfait, toi? ;
Et ta soeur? ‘
Celui qui, dans le mariage, recherche le « moi » et non le « toi » ne doit
pas se marier.
Or, je le vois bien, tu cherches une
femme pour en retirer tous le avantages, puisque tu la veux parfaite.
Sans compter que cette perle fine
n’existe pas, tu veux ta compagne
pourvue de toutes' les qualités, pour
en tirer, toi, le maximum de profit,
intellectuellement, spirituellement,
moralement, sentimentalement et
sensuellement. '
Tu fais fausse route. Réalise ceci:
Etre heureux, c’est rendre heureux.
Ce n’est pas ton profit qui compte,
mais le sien. Aimer, c’est donner.
Et si ta femme raisonne de même,
cela ne signifiera pas qu’elle soit parfaite, mais vous aurez bien des chances d’être heureux, tous les deux.
A. Bolle.
Mes félicitations! Je suppose que
vous êtes un homme parfait, puisque
vous avez cette prétention. Je ne puis
vous aider, car je ne suis qu’un homme ordinaire. Mais je dois vous avouer que je suis fort heureux d’avoir trouvé une femme imparfaite et
ne l’échangerais contre aucune perfection. Car le heurt de nos deux imperfections nous a modelés et transformés sans cesse, en sorte que notre
mariage est devenu une source de vie
nouvelle qui n’a pas tari depuis trente-cinq ans. Il me semble même que
les hommes parfaits et les mariages
parfaits n’ont pas besoin de Dieu,
Tandis que ceux qui sont imparfaits
ne sauraient vivre un seul jour sans
se remettre dans sa main et compter
en tout premier lieu sur sa Grâce.
Th. Bovet.
(1) La boit aux questions. - Ed. Labor et
Fides - Genève • presso Claudiana.
non avrebbe nuociuto (forse nel gesto
stesso del direttore).
Angrogna (dir. pastore Aime) si è
allineata nel gusto del corale con
Hassler-Bach e ci ha convinti come
spesso, soprattutto se pensiamo alla
maggiore difficoltà che presenta la
buona modulazione per voci aoituate
per naturale origine al canto « en
plein air».
Tormo (dir. Dino Ciesch) ha presentato un injjo francese caro ai nosti vecchi, con sobria evidenza di tratti.
Nessuna delle esecuzioni singole
della seconda parte ci ha pienamente
convinti, forse perchè siamo viziati
dal preconcetto (che le esecuzioni stesse di ogni anno vanno in noi rafforzando) che queste manifestazioni dovrebbero dare ancora maggior peso
alle buone esecuzioni di begli inni
aiti ad essere poi cantati dalle nostre
comunità, a scapito dei cosiddetti « cori », spesso superiori come difficoltà
(e talvolta come tessitura...!) alle possibilità delle nostre corali. Forse per
questo siamo un poco severi verso
Maydn (nemmeno molto convincente
musicalmente e comunque sproporzionato alle dimensioni dei coro). Haendel (trascritto come meglio si poteva ed eseguito in proporzione ma
che ci ha ciononstante lasciati imbarazzati), Rivoir (denso di nooili intenzioni quasi tutte realizzate con validità corale, interessante, nuovo, con
momenti di perfetta rispondenza parole-musica... ma non adatto alla pur
valente compagine. Un evviva ai compositori valdesi contemporanei ma un
invito ad una scrittura fatta prima
sul coro che sul pentagramma!).
Il semplice ed incisivo suonar di
campane di Angrogna (una strofa di
meno avrebbe reso più efficace il messaggio) ha portato la nota popolareggiante al dotto seguito di esecuziom.
Ferruccio Corsani ha presentato
tra una parte e l’altra un brano di
Bossi e uno di Pachelbel: sempre ci
piace udire il bel suono dell’organo di
fcj. Giovanni, apprezzarne le possibilità timbriche ed armoniche (sotto le
mani di Ferruccio Corsani stilisticamente pure e sobrie). I pezzi furono
brevi e nemmeno noi pubblico mostrammo — come talvolta accadde —di considerare questi intermezzi come distensivi del silenzio precedente!
Circa il canto d’insieme i rilievi sono di natura pratica e spicciola: chi
dirige il canto d’insifeme (d’accordo
con i direttori singoli) compia un piccolo giro di preparazione nelle due
settimane precedenti la « Festa » e
informi così del suo modo di dirigere,
dei proprü principi dinamici ed espressivi. Non ci pare sia cosa impossibile e ne risulterebbe una migliore
comprensione reciproca... e non sarebbero necessari gli spoetizzanti colpi
di bacchetta sulla seggiola! I cori in
chiesa si dispongano addirittura sen
za divisione di voci, o almeno senza
corridoi centrali o ale di bassi perdentesi alle estremità. E poi, cosa più
importante ,i coralisti (specialmente
tenori e ba.ssi )non temano di emozoinare con alcuni diritti sguardi negli occhi i non timidi direttori!
Ci pare riuscito meglio linno 33
francese e ci è piaciuto di più « O
creature del Signor» proposto dalla
Commissione p>er l’Innario la quale —
presente qua e là con musiche e parole — ha inteso polemicamente dimostrare una efficienza dì cui le rendiamo sinceramente merito.
(ìuesto «O creature del Signor» che
non conoscevamo è per noi il simbolo
di quello che dovrebbe essere una festa di canto valdese: la dimostrazione conclusiva, dopo un anno di attività, che le nostre corali sono realmente inserite nella vita della chiesa
e nel culto che di questa vita è una
manifestazione. Abbiamo portato via
con noi questo tema facile e incisivo
e così pensiamo abbiamo fatto corali
c pubblico. « O creature del Signor »
rimarrà patrimonio corale e spirituale
(e qui i due termini si fondono) delle
nostre chiese.
Sia così ogni anno, per ogni corale,
con alcuni inni facili, melodicamente convincenti, realizzabili in assemblea.
Proponga con più ardire la Commissione. Non cerchino più le nostre
corali (nei cori natalizi e pasquali) il
brano d’effetto, le trascrizioni più o
meno valide. Ma il cantico che (a
partire dal giorno della esecuzione in
chiesa da parte della corale) si inserisca con il potere di attrazione della
melodia e delle parole nelle predilezioni di preghiera di tutta una comunità.
E alla serietà di intendimenti più
vasti che cosi deriverà alle corali (serietà che necessariamente, pa.store Ai
me, si rifletterà anche sui volti dei
cantori nel momento dell’esecuzione,
ed è naturale che così sia, per la coscienza di un compito non esibizionistico ma non per questo meno preciso) seguirà nei cuori e sui volti la gioia. E sarà gioia per la constatazione
che le nostre corali seguono i tempi
e preparano la strada al nuovo innario per il quale — con serietà e gioia — c’è chi va svolgendo un lavoro
santo.
Giorgio Balmas
4
4 —
L’EGO DEUÆ VALU VALDESI
Nella laguna
veneta
Siamo tornati — verso la metà di
Maggio — a Venezia, favoriti da giornate magnifiche, per collaborare con il
Pastore Liborio Naso in una serie di
adunanze.
Ogni volta Venezia ci appare più
bella e la sua poesia ci avvince maggiormente. In questa stagione la città
è letteralmente invasa da una folla di
turisti provenienti da ogni parte del
mondo. Ad ogni piè sospinto s’incontrano, nelle strette calli, gruppi di visitatori — specialmente gruppi di giovani svizzere o tedesche o americane —
che circolano cogli occhi pieni di luce
e si entusiasmano per ciò che la città
del sogno offre ad ogni istante al loro
sguardo. Senza parlare delle innumerevoli coppiette in viaggio di nozze
(spesso giovanissime) che circolano tenendosi per la mano col volto soffuso
di commovente gioia e tutte assorte
nel loro sogno d’amore. Uno non può
fare a meno di circolare per Venezia
sorridendo del continuo con allegrezza.
Nella città, la Comunità Valdese si
riunisce per i Culti e per le attività,
nell’antico Palazzo Cavagnis in cui si
trova la Chiesa assai raccolta ed il magnifico salone per le varie attività. Per
le adunanze di evangelizzazione, la Comunità si reca nella grande Chiesa Luterana dei SS. Apostoli situata in posizione privilegiata. Insieme con la
Chiesa Metodista i Valdesi tengono in
quella Chiesa le loro adunanze Domenicali pomeridiane per far conoscere
l’Evangelo alla folla che pur ritenendosi cristiana non ha spesso conoscenze religiose chiare nè vita religiosa reale.
Oltre a dirigere l’Opera nella città
il Pastore Liborio Naso visita pure i
vari gruppi dell’ampia Diaspora presiedendovi frequenti adunanze religiose.
Abbiamo avuto il privilegio di accompagnare il Pastore nella visita settimanale al gruppo di Chioggia, formatosi alcuni anni or sono nella ridente cittadina lagunare. In occasione di
questa visita il gruppo ha preso la decisione di formare in Chioggia una regolare Comunità iscrivendovi, per ora,
il gruppo dei fedeli i quali da ben cinque anni han preso imrte con regolarità e perseveranza aUe varie adunanze
religiose (culti — conferenze — riunioni) dando prova della loro maturità
spirituale e della fermezza della loro
fede. Successivamente si aggiungeranno a questo gruppo, ogni anno, secondo la prassi indicata dai regolamenti
della Chiesa, i numerosi simpatizzanti
e frequentatori, a misura che avranno
completato la loro preparazione.
Siamo stati piacevolmente colpiti
dalla serietà con cui è stata svolta
quest’opera di evangelizzazione nonché dalla comprensione di cui ha dato prova la fratellanza che partecipa
con encomiabile fedeltà alle riunioni.
Il Pastore Naso vede ora il frutto del
suo tenace e zelante lavoro compiuto
nel vero spirito della Chiesa Valdese
e colla sola preoccupazione della maturità e del bene delle anime. La nuova Comunità che si è formata in condizioni talvolta assai difficili per la
scarsità dei locali, dà affidamento per
l’avvenire e sorge circondata anche
dalla simpatia della popolazione locale. Paolo Bosio.
PRO VALU
SERVIZIO VOLONTARIO
PER VILLA CASTAGNETO
DI VILLAR PELLICE
Cercasi, per il mese di giugno, una
giovane disposta a prestare servizio
volontario, « au pair »,o modestamen
te retribuito, a Villa Castagneto.
Oltre che del carattere di « servizio
del Signore e dei fratelli» offerto da
questa attività, occorre tener conto
ch’essa costituisce un soggiorno di
villeggiatura ideale e una possibilità
preziosa di arricchire le conoscenze
di francese e di tedesco dei canditati.
L’invito è per il mese di giugno soltanto, essendo ormai impegnati tutti
i posti disponibili per tutto il resto
dell’estate.
Inviare d’urgenza le candidature alla Pro Valli - Torre Pellice.
COMITTO
MASCHILE
VALDESE
Torre Pellice [Torino)
C
vacanze e soggiorni
j
Dal 20 Giugno a fíne Settembre
vacanze o soggiorni in vista
degli esami di riparazione per
ragazzi (anche non evangelici)
dagli 8 ai 16 anni. Durata minima
del soggiorno: due settimane. Ripetizioni organizzate, campi da
gioco, gite', ampi locali, televisione. Iscrizione: L. 3.000. Retta giornaliera: L. 750-850 secondo le età.
Riduzioni per soggiorni prolungati di meno abbienti.
Sono aperte le iscrizioni anche
per il prossimo anno scolastico.
Rette invernali ridotte.
AVVISI
Cedesi Lusema S. Giovanni negozio alimentari articoli diversi rivolgersi Libreria Claudiana.
CERCASI giovane evangelico 15-17
amni, avviato o da avviare alla professione di tappezziere. Salario da
convenire. Trattamento familiare
Rivolgersi: Andrea Compagnoni Poschiavo Gr. (Svizzera).
ALASSIO. Vedova di Pastore affitta
camere con o senza pensione. Affìttasi un appartamento grande per
agosto-settembre vicino al mare.
Alassio, Via L. da Vinci 62. Sig.ra
Fasulo.
AFFITTASI con o senza pensione
camera a 2 letti con acqua corrente. Rivolgersi: Libreria Claudiana,
Torre Pellice.
AFFITTASI Pensione (Ciabota del
Pra) m. 1732. Gay Nicodemo, Bobbio Pellice.
AFFITTASI per stagione appartar
mento ammobiliato (tre camere e
cucina) località Massello. Rivolgersi: Claudiana - Torre Pellice.
CERCASI per famiglia svizzera a Ginevra una «bonne à tout faire» buona sistemazione e buon trattamento. Scrivere a: Past. Cellerier
- Pressy - Vandoeuvres - Genève.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
9
Torre Pellice
La tradizionale passeggiata alla Sea
del Io Maggio è stata intralciata dal
cattivo tempo. Soltanto im piccolo
gruppo di coraggiosi è salito alla Sea
dove abbiamo celebrato un breve cui,
to, davanti alla Cappella, con una
quarantina di presenti.
La prima domenica di Maggio è stata dedicata alla Famiglia.
I genitori sono stati convocati alle
9,30 per partecipare alla riunione di
tutte le Scuole Domenicali convocate
al Centro, durante la quale il Pastore
Sommani ha rivolto un messaggio
ai bambini ed è stata fatta la tradizionale distribuzione dei fiori. Peccato che i genitori fossero poco numerosi.
Anche il culto è stato dedicato al
problema della famiglia.
Dop>o il culto molte famiglie della
Chiesa hanno ricevuto nelle loro case le bambine dell’Orfanotrofio. E’
stata una novità che ha rallegrato tutti: sia le famiglie ospitanti che le
bambine ospitate. Sp>eriamo che questo sia stato un primo passo per un
frequente e vivo incontro fra la Comunità e le bambine dell'orfanotrofio.
Domenica 12 Maggio il culto è stato presieduto dal Past. Gagnebin, Direttore della Casa delle Diaconesse di
S. Loup. Lo ringraziamo di cuore.
A Marina di Massa
Casa Estiva
deU’Unione Cristiana
delle Giovani
Aperta da giugno a settembre
Prezzi miti - Accoglie impiegate,
studentesse, operale per il periodo
delle vacanze - Anche madri con
bambini.
Rivolgersi a U.C.D.G. - Firenze Viale Matteotti 1.
Da giugno in poi: Casa Estiva Villa Segnani - Via Casamicciola
- Marina di Massa.
Volete un soggiorno tranquillo di
mezza montagna?
Ricordatevi di
Villa Elisa
Torre Pellice (Torino)
Giardino, acqua corrente, castagneti vicini. Si accettano coniugi
anziani.
PERSONALIA
Claudio Taccia annunzia la nascita del fratellino Enrico, a Verona T8
maggio.
Ai genitori, Pastore Taccia e Signora, ed alla famigliuola i nostri
migliori auguri di bene.
Un grazie anche al Past. Gustavo
Bouchard che ha presieduto il culto
di Domenica 19.
Nell’attività giovanile, ricordiamo
la serata di sabato 27 Aprile al Centro, durante la quale i Catecumeni
sono stati accolti,in seno alle Unioni
Giovanili. E’ stata una serata simpatica: dopo un breve messaggio del
Past. B. Tron, v’è stata la consegna
ai nuovi Catecumeni di un piccolo
dono (uno stemma valdese) e della
tessera dell’Unione per Tanno 1956-57,
sono seguiti il tè!ed i giochi.
Atti Liturgici:
Battesimi : Poet Marina di Alfredo
e di Hugon Elda.
Funerali: Chanforan Carolina ved.
Ricca, Beux Emifio, Gonin Ely, Travers Maria, Adele Peyronel ved. Pizzardi.
Luserno S. Giovanni
I culti della Settimana Santa. —
Tutti rallegrati dalla partecipazione
della Corale e di ottime e raccolte assemblee, hanno lasciato un ricordo
benedetto. Sui 32 catecumeni ricevuti, due dei quali provenienti da altra
confessione religiosa, voglia il Signore far scendere in abbondanza il Suo
Spirito di luce e di forza.
I culti del Giovedì e del Venerdì
Santo sera, come quello di Pasqua
e quello del 28 aprile, per l’improvvisa
malattia del pastore, sono stati presieduti dal V. Moderatore che la comunità ringrazia per la sua fraterna
ed efficace collaborazione.
La nostra gratitudine va pure ai
pastori G. Bertinatti ed E. Pascal che
hanno presieduto i culti di Pasqua
con S. Cena al Ciabas e a Mourcious
e ai colleghi E. Aime, G. Bouchard e
B. Tron che hanno tenuto il pulpito
nel nostro tempio queste ultime domeniche e al pastore E. Pascal e al
prof. C. Costabel che hanno presieduto le adunanze domenicali nella
nuova sala degli Airali.
Al Convegno dei Monitori, delle
Scuole Domenicali, tenutosi il l.o
maggio nella nostra grande sala, era
attesa, ed a buon diritto, una assai
più larga partecipazione ; anzitutto
di... Monitori, ma anche di insegnanti e di genitori che avrebbero molto
beneficiato della conferenza ottimamente preparata e presieduta dai pastori B. Corsani e F. Davite ed arricchita da un’interessantissima esposizione di moderno materiale didattico
nazionale ed estero.
Le nostre Unioni Giovanili centrali e quella dei Peyrot che hanno concluso il fervido periodo delle loro attività invernali, erano tutte riunite
il 4 maggio, nella Sala Albarin, per
offrire, con'una riuscita serata, il loro affettuoso benvenuto ai 32 nuovi
membri di chiesa, i quali erano presenti al completo, malgrado l’inclemenza del tempo.
Verso l’altra riva. — Il 2 aprile abbiamo deposto nell’antico cimitero
dei Jalla le spoglie mortali di Paimira Varese ved. Turin, deceduta in età
dì 85 anni alla Casa delle Diaconesse
Per molti anni, in passato, essa ave
va partecipato attivamente alla vita
della nostra comunità. Il 5 aprile rispondeva alla chiamata suprema, a
73 anni, Bartolomeo Ghiavia originario di Angrogna e il 6 Dio richiamava
a Sé Stefano Baridon originario di
Bobbio, in età di 72 anni. Il 24 aprile
decedeva al Rifugio la nostra sorella
Susanna Robert ved. Malan in età di
70 anni. Il 5 maggio il pastore Berti
nattì ha presieduto le esequie del nostro fratello Ernesto Besson dei Goss
deceduto in età di 79 anni e il 18 maggio decedeva alTOspedale di Luserna
in età di 74 anni Enrico Bellion. A!
funerale, presieduto dal pastore G.
Bertinatti ed E. Pascal partecipava
un compatto gruppo di ex alpini della prima guerra mondiale. Alle famiglie nel duolo rinnoviamo l’espressione della, notra simpatia e della nostra fede.
Nuovi focolari. — Il 26 aprile abbiamo celebrato il matrimonio di Arnaldo Pons di Giovanni e Clelia Miegge
fu Candido. — Il 27 aprile il pastore
R. Nisbet presiedeva la cerimonia nuziale di Ernesto Charbonnier di Enrico di Torre Pellice e Alice Fenouil
figliuola del nostro anziano Emanue
le del Brìc; e il 4 maggio il pastore
Geymet ha celebrato, nel nostro tempio, il niatrimoriio di Eraldo Ribet di
Cesare con Laura Martina fu Giulio.
Il Signore benedica questi lieti focolari e ne sia l’ospite sempre atteso.
Sostituzione. — Durante la malattia del pastore, la V. Tavola ha designato a sostituirlo, il pastore Bruno
Tron da Torre Pellice.
Per qualsiasi necessità, rivolgersi al
presbiterio che è collegato telefonicamente con il pastore Tron.
r. j.
Villar Pellice
Turismo e villeggiatura. — Mentre
una parte della popolazione Villarese
sale verso gli alpeggi per la stagione
estiva, nel fondo valle fervono i preparativi per accogliere gli ospiti che
verranno a cercare riposo e ristoro
tra noi. Ogni anno ci si sforza di apportare qualche miglioramento alla
attrezzatura locale. Il numero delle
pensioni aumenta pian piano e anche quello delle camere e dei quartierini allestiti nelle case private.
Naturalmente, quantunque tutti i
villeggianti siano graditi, Villar è
particolarmente lietà se essi si reclutano tra i propri « fratelli in Cristo »,
ed in vista di loro la sua comunità si
studia di predisporre le proprie attività estive.
L’ambiente, quest’anno, avrà più
che mai carattere « internazionale »
grazie all’attività di Villa Castagneto
e sarà interessante per gli ospiti, anche la montagna Villarese, ove a meta di lunghe passeggiate sarà possibile trovare « nelle baite alpine » delle
famiglie disposte ad allestire una ottima tazza di tè.
L’ufficio del Pastore è a disposiziodi quanti desiderano trovare un quartierino « valdese e fraterno » da affittare o una pensione.
Occorre però affrettare le prenotazioni perchè l’inizio della stagione
estiva è imminente.
Nozze. — Il 20 aprile u. s. Barolin
Rinaldo e Catalin Giovanna, circondati da un folto gruppo di parenti ed
amici, hanno celebrato nel nostro
Tempio il loro matrimonio, prima di
traferirsi nella loro residenza di Pinerolo.
Il 18 maggio corrente Berton Luigino e Frache Emma Margherita, circondati pure dalla affettuosa simpatia di parenti ed amici, hanno pure
fondato solennemente nel nostro
Tempio, il loro focolare domestico.
A. I. C. E.
Convegno a Massello
Ricordiamo che alla gita a Massello per il convegno del 2 giugno possono partecipare anche amici e membri
non insegnanti delle nostre comunità.
Iscrizioni: Ethel Bonnet - Torre P.
Redattore: Ermanno Koslan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - ’ c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
La famiglia del compianto Ghigo
Ghigo Alessandro
Alessandro, ringrazia sentitamente
tutti coloro che da vicino o da lontano hanno voluto partecipare al suo
dolore.
Un ringraziamento particolare al
Dottore Quattrini, per le assidue cure
prestate, al Pastore Rivoira, alTAwocato Peyrot amico d’infanzia e compagno di scuola; a tutti gli amici e
commercianti di Perrero per il loro
gradito omaggio floreale.
La famiglia Bellion riconoscente per
le prove di simpatia ricevute in occasione della dipartenza del suo caro
Enrico Bellion
ringrazia sentitamente tutte le persone che, in qualunque modo, parteciparono al suo dolore.
In modo particolare ringrazia i Pastori sig. Bertinatti e Pascal, il dott.
Scarognina, le Suore dell’Ospedale
Mauriziano di Lusema, la rappresentanza degli Alpini.
Luser. S. Giovanni (Bellion) 20-5-1957
Per l'arredamento del vostro alloggio rivolgetevi al
MOBILIFICIO
Giuseppe Grìva
ABBONDANZA DI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
Pinerolo •
strada per Mlradola, di fronte alla caserma degli Alpini
(Ca-erma Berardl)